l’ora della calabria
DOMENICA 26 gennaio 2014 PAGINA 18
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Feroleto, dipendenti senza stipendio Il piccolo Comune “in profondo rosso” non paga da ottobre i 12 impiegati commissione sanità/registro tumori
Pro loco e “Lavorato” sentiti in Regione
Il Comune con un mutuo ha pagato i debiti fino al 2011. Un nuovo pignoramento dell’Enel ha prosciugato le casse Nell’Ente i servizi fondamentali vengono forniti ma non sono pagati. Ferma la raccolta dei rifiuti ed il parco macchine Scaduto il contratto di tesoreria attualmente il Comune paga alla Bcc tre volte di più rispetto agli altri Comuni della Piana
Comincia ad assumere carattere di insostenibilità la situazione che si è venuta a determinare nel piccolo centro pianigiano di Feroleto della Chiesa, guidato dal sindaco Giuseppe Mileto al suo secondo mandato, con il Comune in estrema difficoltà economica e che, di conseguenza, oltre ad una mancata gestione dei servizi per la cittadinanza, registra il mancato pagamento degli stipendi ai dodici dipendentidell’Ente da ben tre mesi oltre alla tredicesima, pure essa saltata. Situazione che parte da lontano, certamente non determinata ipso facto, che vede una difficile gestione finanziaria negli anni, pur dopo la ricognizione di debiti per un milione e seicentomila euro, di cui al decreto legge 35 del 2013, che ha garantito il pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, cronologicamente fino ad agosto 2011, per un totale di un milione di euro, importo massimo concedibile per mutuo all’ente, e che oggi si rischia il dissesto finanziario, che forse sarebbe l’unica strada percorribile per uscire da un’empasse ormai cronicizzata. È dello scorso ottobre, in
effetti, l’ultimo stipendio percepito dai dipendenti, con le sue difficili implicazioni sulle famiglie, e ancora, a quanto sembra, non si vede soluzione. Oltre alla difficile situazione di mancata liquidità, probabilmente aggravata da mancati incassi, quello che ha determinato l’immobilità dell’Ente è stato un pignoramento per 260 mila euro delle risorse finanziare, dall’Enel Energia che ha adito al giudice, a fronte di un debito di 170 mila euro. Situazione difficile che comunque non ha evitato che l’udienza per la trattazione del pignoramento, fissata per il 20 gennaio, fosse rinviata per il 21 e poi per il 24 e, in ultimo, per il 30 gennaio, nella speranza che possa essere discussa. La concomitanza della scadenza contrattuale del servizio di tesoreria ha aggravato ulteriormente la situazione, non potendo, di fatto, ricorrere ad anticipazioni di cassa. Gestione di tesoreria complessa, evidentemente per una situazione contabile non florida, che vede l’ente costretto ad affidarla in proroga, sin dal 2011, con tutta una serie di gare d’appalto andate deserte, compresa l’ultima di
dicembre scorso, che “costringono” a compensi annui elevatissimi a favore dell’istituto bancario, fino al triplo, rispetto a comuni di pari caratteristiche, e che sarebbero state ancora più gravose senza una dura presa di posizione nel 2011. Il servizio è affidato alla Bcc a cui è stata richiesta ulteriore proroga, ma che ad oggi non ha ancora aderito, pur nell’obbligatorietà di un servizio imposto dalla legge in mancanza di altro soggetto. Altra importante scadenza per il servizio Rsu, affidato alla Radi, che vanta un debito di 200 mila euro al 31 dicembre e che ha rifiutato la proroga, pur non agendo, ancora, al recupero delle somme, ma lasciando il centro urbano completamente invaso dai rifiuti. Conseguenze che si riflettono, inevitabilmente, su tutti i servizi pubblici, anche essenziali, che seppur ancora forniti, non vengono pagati come i servizi elettrici, telefonici, fognari e idriche, oltre al parco macchine completamente fermo per mancanza di carburante e polizze assicurative. SALVATORE LAROCCA piana@loradellacalabria.it
In un dibattito ormai polarizzato dalla vicenda delle armi chimiche siriane, Rosarno rimette al centro la lotta ai tumori e all’inquinamento tossico. Il presidente della Pro Loco medmea, Francesco Pisano, ed il socio fondatore della “Fondazione Marisa Lavorato”, Raffaele Lavorato, sono stati sentiti dalla terza e quarta commissione Regionale, riunite in seChiesta alla duta congiunta, alla preRegione senza del direttore dell’ala bonifica genzia Regionale per la tutela del territorio, dei del territorio responsabili dell’assessorosarnese rato Regionale per la tutela ambientale, dei rappresentanti dei direttori generali delle cinque Asp provinciali, del sindaco di Crotone e di molte associazioni civiche che si interessano del problema relativo alla incidenza dei tumori in tutto il territorio regionale. Pisano e Lavorato hanno illustrato l’aumento spropositato dei tumori, rispetto alle medie nazionali, ed hanno sollecitato «la bonifica di alcuni siti controllati e definiti, in passato, come situazioni di effettivo pericolo. In passato – ha spiegato Pisano - gli intrecci ecomafie, imprenditoria politica e istituzioni, hanno condizionato gli organismi preposti ai controlli ad una sorta di collaborazione a lasciar correre a non intervenire e a non disturbare i manovratori. Auspichiamo l’istituzione del Registro dei tumori, i cui lavori, per la verità, sono in fase avanzata ed ha chiesto che venga affiancato ad esso un gruppo di lavoro che analizzi e studi la correlazione tra malattie, rifiuti e bonifiche». Per quanto riguarda Rosarno, il punto cruciale è la bonifica di siti ritenuti altamente inquinanti. «Abbiamo chiesto che Rosarno venga inserito in un piano regionale, in atto presso l’assessorato Regionale all’ambiente, per la bonifica dei territori definiti fonte di pericolo. A tal proposito invitiamo il sindaco Elisabetta Tripodi, e lo faremo anche di persona, a voler inviare all’assessorato regionale, le relazioni Arpacal relative ai rioni Fera ad all’area Zimbario perché possano essere finanziati gli interventi di bonifica delle coperture in eternit, presenti in maniera massiccia in città, e possano non pesare sulle casse comunali o sulle spalle dei cittadini». Domenico Mammola