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GIOVEDÌ 6 marzo 2008

calabria

ora

P I A N A

Il Comune ha nascosto i debiti e le consulenze S. Ferdinando, la Corte dei Conti boccia il rendiconto SAN FERDINANDO Irregolare. Non ammette dubbi la Corte dei Conti che ha così giudicato il Rendiconto al Bilancio del 2006, bocciato oltre ogni normale ipotesi per i tempi di approvazione e per i principali contenuti. Il magistrato istruttore Quirino Lorelli, il non plus ultra dei togati calabresi castiga-Comuni, ha inoltrato al sindaco Francesco Barbieri una nota di 5 pagine zeppa delle rilevanti irregolarità riscontrate nell’esposizione del docu- Franco Barbieri mento finanziario approvato dal consiglio comunale su – osserva infatti Lorelli – ha proposta della giunta e, quel deliberato l’approvazione del che è più grave, anche nelle rendiconto il 19 settembre risposte al “questionario” che 2007, quindi con notevole rila Corte aveva per tempo tardo rispetto al dettato norsomministrato ai revisori dei mativo dell’art. 227 del Testo conti del Comune, tendente a unico». La nota della Corte è conoscere meglio i risvolti del divisa in due sessioni. Una Rendiconto non emersi dopo prima parte nella quale Loreluna prima lettura. Insomma, li si limita (ma qui l’uso di in un colpo solo la magistra- questo verbo è davvero limitura censura l’organo politico tativo) a chiedere una serie di e l’organo di controllo, nomi- informazioni che colpevolnato dall’attuale compagine mente non ha trovato nel amministrativa con compiti Rendiconto, né nella relaziodi supervisione dell’anda- ne del Revisione; c’è poi una mento delle casse comunali. seconda parte nella quale si Ebbene, il documento partito sottolineano una lunga serie da Catanzaro il 23 gennaio di mancate elementari previscorso è una mannaia che ca- sioni di entrata e di uscita. la tanto sulla trasparenza con- «Occorre comunicare – chietabile dell’Ente, quanto sulla de Lorelli – se dal 2005 ad ogcapacità tecnico-politica di re- gi siano stati attribuiti dall’endigere l’atto, ma a questo te incarichi professionali e punto sarebbe anche da veri- consulenze, precisando la ficare la congruità dei flussi procedura seguita per la loro attribuzione, informativi intercorrenti Per il magistrato lanemotivaziodi esse e la tra l’amminiLorelli l’atto e la spesa sostestrazione e il nuta dall’enrevisore. relazione del te. Occorre «Dall’esame Revisore sono dare comunidel questioirregolari cazione annario compiche degli inlato dall’Organo di revisione – scrive Lo- carichi attribuiti dal 2000 che relli nella premessa della sua abbiano comportato esborso missiva – sono emerse delle per l’ente». Per le informazioirregolarità». Trattandosi di ni richieste in costanza di paargomenti, mancanze, omis- lese disinformazione, la Corsioni macroscopiche, è gioco- te elenca le questioni relative forza prevedere che possa di- a “concessionario della riventare argomento di dibatti- scossione”, “decentramento to dell’imminente campagna funzioni catastali”, “contratti elettorale la capacità degli in proroga”, “spese per conamministratori di tenere i tributi ad enti o a privati”, conti in ordine e, soprattutto, “contributo per permesso di di non considerare i controlli costruire”. Non temi di poco esterni come degli scrutini da conto, quindi, a proposito dei sottovalutare. In più, la Corte quali Lorelli non chiede notiregistra un certo prurito degli zie superficiali, bensì l’esatto uffici comunali, che sembra- ammontare delle partite econo intendere le voci del Ren- nomiche, evidentemente non diconto come una sorta di menzionate dai revisori e non “coniglio” pronto ad uscire a contenute nel Rendiconto. sorpresa dal “cilindro del ma- «Occorre dare contezza – afgo”. Il primo dei nove punti ferma il magistrato concludolenti indicati dalla Sezione dendo questa prima parte – regionale di controllo, infatti, di tutte le esternalizzazioni, è volutamente breve e non anche se avvenute prima del ammette interpretazioni visto 2006 e che continuano ad che va al cuore dell’approccio operare. Occorre inviare tutta la dopolitico che chi amministra deve possedere dovendo da- cumentazione relativa alle re conto al consiglio comuna- esternalizzazioni precisando le, l’assemblea del popolo, sul se ciò è avvenuto con gara ad proprio operato. «Il Comune evidenza pubblica, affida-

mento diretto o altro». C’è un’ultima parte che nella nota viene rappresentata sotto la voce “costi della politica”. Qui le censure riguardano ben 10 punti e l’attenzione del magistrato punta dritto al cuore dell’iter seguito per l’emissione di Buoni obbligazionari comunali, la controversa partita amministrativa che ha comportato un ingente indebitamento venticinquennale dell’ente, sottoposto ad un’indagine della guardia di finanza. «Occorre comunicare nel dettaglio – scrive a questo proposito il magistrato istruttore – fornendo una relazione in merito e trasmettendo tutti i relativi atti, circa l’operazione di finanziamento tramite l’emissione di prestiti

obbligazionari con la banca Opi per un importo di 1.617.000 euro». Non solo su questo debito, e su chi ne ha realmente beneficiato, vuole vederci chiaro la Corte dei conti, visto che la nota cita delle richieste di informazioni elementarissime che al tempo non sono state appagate per niente dai Revisori. «Occorre conoscere conclude Lorelli – se esistono debiti del comune nei confronti della Regione, del commissario per l’emergenza ambientale, degi Ato, delle società che gestiscono il servizio idrico integrato e la nettezza urbana. In caso affermativo occorre comunicare gli anni e gli importi di riferimento e se tali somme sono conservate tra i residui passivi dell’ente…non paiono chiare le motivazioni per le quali si continuano ad iscrivere residui relativi ad opere pubbliche e progetti remoti mai finanziati…devesi rilevare che i debiti fuori bilancio per 22.000 euro circa, sono sintomo di criticità nella gestione dell’ente». Sui debiti non rilevati, sulle consulenze non menzionate, sulle procedure sospette illustrate dal Comune con sufficienza, il sindaco e i revisori avevano tempo di rispondere alla Corte entro il 6 febbraio.

AGOSTINO PANTANO a.pantano@calabriaora.it

formazione

Trattative in vista del voto Monea sembra il più attivo Sembra non esserci nessuna attività politica preparatoria, a dieci giorni dalla presentazione delle liste, nel piccolo centro dell’entroterra pianigiano. Con i suoi 287 votanti totali è sicuramente uno dei più piccoli centri della Calabria, se non il più piccolo per quanto riguarda il corpo elettorale. L’amministrazione uscente sembra essere al completo e pronta per la ricandidatura di Marcello Aruta a sindaco. Il problema che potrebbe nascere per il privo cittadini uscente è quello di trovarsi senza nessuna lista contrapposta che lo costringerebbe ad avere una elezione a rischio se non vota il 50% più uno degli aventi diritto, evento possibile stante che oltre il 50% degli aventi diritto risiede all’estero. Voci di corridoio, però, riferiscono di diversi tentativi di accordi per la formazione di una lista unitaria tra componenti che furono anche avversari tra le fila Pasquale Monea dello stesso consiglio comunale negli anni scorsi. Il primo tentativo, andato male a quanto sembra, è stato tra il gruppo di Aruta e quello che fu, negli anni scorsi, il gruppo di opposizione all’amministrazione Cavallaro, capeggiato da Pasquale Monea il quale, nelle ultime amministrative, si schierò apertamente a favore di Aruta. Sembra che tutto sia finito sul nascere. Contattato da CO Monea ha confermato che in effetti qualcuno ha tentato di combinare questo avvicinamento, ma che il tutto è fallito sul nascere. «Vede - ha dichiarato - Monea, se l’impegno per la propria comunità è disinteressato i margini si possono sempre trovare ma, negli anni scorsi, molti e tanti veti sono stati alzati nei confronti del mio gruppo, per cui, oggi, siamo stati noi a dettare le condizioni dalle quali non si transige. Non sono state accettate, ma questo non ci turba: resteremo fuori serenamente. Penso che alla fine ci saranno due liste». SALVATORE LAROCCA piana@calabriaora.it

RIZZICONI

Diocesi e Accademia d’Arte prepareranno 20 artisti E’ un dialogo che non si è mai interrotto, quello tra religione e arte. In tal senso, per rinnovare l’arte sacra a quella moderna, l’ufficio per i beni culturali ecclesiastici della diocesi in collaborazione con l’accademia delle belle arti di Reggio hanno promosso un corso di formazione dell’immagine sacra, finalizzato alla realizzazione di illustrazioni per il messale liturgico diocesano, che è stato approvato dalla santa sede. Il corso è destinato a 20 artisti nazionali e locali che saranno scelti dall’Accademia reggina, altresì sarà preceduto da tre lezioni. La prima sarà curata da don Elvio Nocera, esperto in liturgia che illustrerà il messale diocesano, realizzato da lui. Lo storico don Santo Rullo spiegherà la storia della chiesa. Paolo Martino direttore dell’ufficio dei beni culturali diocesani e dell’ufficio regionale dei beni culturali ecclesiastici, terrà un seminario sulla storia ed iconografia della chiesa. Come gli

CANDIDONI

Paolo Martino antichi iconografi, a fine corso, gli artisti, si chiuderanno per una settimana, nella cattedrale di Oppido per realizzare le loro opere che saranno donate alla diocesi. Dieci di queste saranno pubblicate nel messale dopo essere state esaminate da una commissione e dal vescovo Luciano Bux. «Obiettivo del corso – spiega Martino - è quello di riaffermare l’intima simbiosi tra arte e chiesa, che c’è sempre stata. La chiesa – sottolinea - ha sempre rispettato l’arte, senza pretendere uno stile proprio. Ma è giunto il momento di sperimentare l’arte sacra che parla all’uomo d’oggi». Kety Galati

La S. Francesco da luglio senza rette dall’Asp L’Opera San Francesco d’Assisi di Rizziconi rischierebbe il collasso. Dal luglio 2007 infatti, non giungerebbero i pagamenti delle rette per il ricovero degli anziani da parte dell’Asp di Reggio Calabria. «In qualità di legale rappresentante della Casa protetta – ha scritto la presidente della fondazione, Maria Albanese, in una lettera indirizzata al sostituto procuratore della Repubblica e al dirigente Asp 5 – denuncio che tale situazione sta recando un notevolissimo danno alla struttura oltre che gravissimi disagi alle famiglie dei 52 dipendenti che vi lavorano». Ma le proteste della signorina Albanese si spingono ben oltre il già di per sé allarmante dato, nell’affermare che «la cosa ancor più grave da portare anche all’attenzione dell’opinione pubblica – così prosegue la

lettera – è che alcuni dei mandati emessi in favore della nostra struttura sono fermi all’Asp 5 con la motivazione che non c’è la copertura finanziaria, mentre altri mandati in favore di strutture operanti nel territorio dell’ex Asl 11 vengono pagati». Lo sfogo della presidente della fondazione è amaro e disperato: «In questa situazione non si può andare avanti – constata la signorina –. Dobbiamo chiudere perché non ci sono più risorse finanziarie in favore delle categorie più deboli o perché non abbiamo le “dovute conoscenze” e i “giusti agganci”? Faccio presente – conclude la missiva – che la nostra al momento, è l’unica struttura operante nel territorio dell’ex Asl 10 alla quale è stato confermato l’accreditamento regionale». FRANCESCA PUGLIESE piana@calabriaora.it


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