san pasquale Bellantone

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VENERDÌ 23 maggio 2008

calabria

ora

P I A N A

Bellantonio ricorda le 4 bombe Nella frazione di Laureana la processione per San Pasquale Baylon LAUREANA Erano le 03.26 del 22 maggio 1943 quando, dopo un sinistro sibilo, il boato della bomba sganciata dall’aereo degli alleati portava, drammaticamente, la guerra, quella vera, nelle nostre contrade. Guerra vissuta e conosciuta fino ad allora nei i suoi risvolti sociali, senza battaglie né vista di sangue, ma con inenarrabile fame, stenti, abbandono, gerarchi, soprusi, dittatura. E dopo il primo scoppio ancora uno, poi ancora uno e un’altro ancora fino a quattro e poi ancora sette sordi tonfi muti ad aumentare la paura in un lasso di tempo tanto breve quanto infinito. Grida, urla, macerie e un correre al buio sulla strada sterrata a guadagnare la campagna, a contare i figlicercando di dominare la paura. I tedeschi costretti alla ritirata dalla Sicilia si erano accampati, con gli italiani della divisione Mantova, a pochi centinaia di metri in contrada “Torre”, costringendo a spegnere le fioche luci della pubblica illuminazione per paura di rappresaglie. Qualche luce lungo la strada del piccolo

centro, però, trasse in inganno gli avieri che sganciarono il loro carico di bombe sul piccolo paese. Era il sabato antecedente la festa di San Pasquale Baylon, ma lo scenario del mattino non sarebbe stato quello gioioso e tanto atteso da tutti, ma triste e doloroso. Tutto cambiò, invece, alle prime luci dell’alba quando la popolazione rientrando in paese notava che nessuno era stato colpito, neanche all’interno delle quattro abitazioni rase al suolo dalle bombe. Quattro profonde voragini segnalavano lo scoppio oltre a sette grossi ordigni inesplosi, piantate qua e là, testimoniavano il pericolo scampato. Si gridò a gran voce al miracolo, attribuendo al Santo la protezione della cittadinanza e delle loro poche cose.

Di tutto questo, però, non esiste documentazione storica, neanche i bollettini di guerra dell’epoca ne parlano e i pochi fonogrammi fatti dai responsabili comunali andarono distrutti, se c’erano, nell’incendio del

IERI E OGGI. In alto una foto storica che ritrae la processione in onore di San Pasquale Baylon celebrata nel 1930. In alto a destra, la processione di ieri pomeriggio alle 19.30 nella piccola frazione di Laureana; a lato, il punto dove alle 3.26 del 22 maggio 1943 cadde la prima bomba degli alleati

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municipio di Laureana del 23 agosto 1967. L’unica nota storica, oltre alla memoria degli abitanti più anziani, è la canzoncina popolare di ringraziamento composta, in vernacolo, dal parroco del tempo, poeta e scrittore

Giuseppe Blasi. Ci riporta, come se raccontasse con viva voce, l’accaduto con dovizia di particolari. Per mezzo suo sappiano che: “Ddù casi distruggiru n’atri ddui ma abitanti no li moticau” due case completamente rase al suolo

senza danni agli abitanti e che “scheggi chi juntaru/ ndi lesionaru n’atri trentaddui” che le case lesionate dalle schegge furono trentadue. Altro passaggio importante è quando riporta che il giorno dopo il nemico si recò sul posto “e rritrattau li danni e ttornu tornu girau mu trova danni di sciagura” rivelandoci che gli alleati fotografarono (rritrattau) i danni inferti. Ogni anno, a parte una breve interruzione, i Bellantonesi si ritrovano, oggi con don Cecè Feliciano e don Enzo Giuffrè, la notte del 22 maggio, in chiesa per una messa di ringraziamento e alle 3.26 in punto inizia una serie di undici scoppi, fortunatamente artificiali, e uno scampanio oltre al tradizionale giro di tamburo per le vie del paese che annunciano la santa messa. Notte magica, quindi, dove in chiesa si osserva il vivo e autentico fervore cristiano di questa comunità che con il suo canto all’unisono non ha bisogno di coro e organi per ringraziare il loro santo pastorello per la grazia ricevuta.

SALVATORE LAROCCA piana@calabriaora.it

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