Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, NO/NOVARA MP-NO 0681 anno 2012
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collabos FIRST STRING CHUCK TAYLOR ALL STAR DAVE’S QUALITY MEAT x VANS AUTHENTIC & SK8-HI X-LARGE x ADIDAS ORIGINALS SUPERSTAR JEFF STAPLE x PUMA SUEDE HYPEBEAST x PUMA BLAZE OF GLORY UNITED ARROWS x ADIDAS ZX500 ACE HOTELS x CONVERSE FIRST STRING PRO LEATHER FOOT PATROL x SAUCONY SHADOW 6000 FOOT PATROL x LE COQ SPORTIF ÉCLAT SUPREME x NIKE SB TENNIS CLASSIC RONNIE FIEG x ASICS GEL LYTE III INVENTORY x CONVERSE ONE STAR SLAM JAM x CONVERSE FIRST STRING JACK PURCELL
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string jack purcell summer journey release party
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contents
Redazione e testi Andrea Caviggia, Michele R. Serra, Lucia Milvia Maida, Beniamino Bozano
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è vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, di fotografie e disegni. I contributi fotografici e di testo sono ben accetti. Testi, illustrazioni, fotografie e disegni, se non espressamente richiesti, non verranno restituiti. L’editore è a disposizione degli interessati quando nonostante le ricerche non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuale materiale fotografico.
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editoriale editorial
È strana, l’industria della moda. Siamo ancora in attesa di un’estate che tarda ad arrivare - almeno mentre scriviamo queste righe, a Milano piove e la mattina è sempre meglio alzare il bavero della giacca - ma i grandi brand del mondo sneakers guardano già avanti: in attesa della fiera Pitti Immagine, che dal 18 al 21 giugno (noi ci saremo) a Firenze ci racconterà le tendenze del presente e del futuro, noi ci concentriamo sulla prossima stagione invernale. Molte infatti sono le anticipazioni che troverete su queste pagine riguardanti modelli che troveremo sugli scaffali a partire dall’autunno 2013: New Balance proporrà nuove versioni - caratterizzate dall’alta qualità costruttiva e da tirature limitate - dei suoi storici modelli running 577 (guardate a pagina 48), 574 (a pagina 49) e 996 (a pagina 58); Vans distribuirà le classiche Chukka ricoprendole di colorazioni ipercontemporanee (a pagina 64); Drunknmunky continuerà la corsa che ha portato il marchio a diventare uno dei più apprezzati sul nostro mercato, soprattutto tra i consumatori giovani, aggiungendo al suo catalogo nuove declinazioni delle Boston (a pagina 62); Le Coq Sportif stupirà gli appassionati con un remake davvero atteso (scoprite quale a pagina 60); Hyusto infine, brand 100% italiano caratterizzato da un approccio ironico al footwear che ci piace un bel po’, allargherà gli orizzonti con una carriolata di modelli nuovi, niente affatto banali e assai convincenti (date un’occhiata a pagina 56). Intendiamoci, però. Non abbiamo passato le ultime settimane con gli occhi fissi sulla nostra sfera di cristallo: ci siamo guardati intorno, osservando con attenzione le persone che vivono nelle nostre città. Gli stili si stanno mescolando sempre di più, i ragazzi sperimentano look diversi, e nello stesso guardaroba possono trovare posto Jordan super-hype (le Air Jordan V ‘Grape’ a pagina 40), Converse di ispirazione quintessenzialmente estiva (le Jack Purcel ‘Hawaian Print’ a pagina 52), Lacoste di minimale eleganza (le Fairburn a pagina 50). Infine. I nostri tempi, la nostra moda ci impongono di guardare dritti verso il futuro vivendo il presente nel modo più intenso possibile. Ma a noi piace anche girare lo sguardo dietro le spalle, qualche volta, e ripercorrere la via che ci ha portato fino a qui. La sezione vintage inizia a pagina 74, per chiudere il cerchio del nostro tempo matto, che non si misura in ore, minuti e secondi; ma in quintali di gomma, metri di tessuto e botte di passione.
The fashion industry is strange. We are still waiting for a season that is reluctant to come (at least in Milan, as we write these words it’s raining and you can’t put your jacket away for the winter), while the great brands of the sneaker world are already looking ahead. And us with them; as we wait for Pitti Immagine fair to be held in Florence (which will present the most recent and future trends from 18 to 21 June), we here focus on the next winter season. There are many previews in these pages concerning the models we will find on the shelves by the early fall 2013. New Balance will propose new versions (characterized by high quality and limited editions) of its historical running models: the 577 (see it on p. 48), the 574 (on p. 49), and the 996 (on p. 58). Vans will deliver its classic Chukka after covering it with ultra-modern colorings (on p. 64). Drunknmunky will continue a rush which allowed them to become one of the most appreciated brand on our market, especially among the young customers, by including new versions of the Boston in their catalogue (on p. 62). Le Coq Sportif will shock the fans with a really awaited remake (guess which one on p. 60). Besides, Hyusto (a 100 % Italian brand characterized by a congenial tongue-in-cheek approach to footwear) will widen its horizons through a cartload of new models, by no means trivial and pretty palatable (take a look on them on p. 56). Let’s be clear, however. We didn’t spend the last few weeks with our eyes planted on the crystal ball; we had a look around, and stared carefully at those who inhabit our cities. The styles are merging more and more, the young are experimenting different looks, and the same wardrobe can host such different things as a Jordan super-hype (see the Air Jordan V Grape on p. 40), a Converse showing a tremendous summer look (the Jack Purcell Hawaiian Print on p. 520), a Lacoste featuring a minimalistic style (the Fairburn on p. 50). Last but not least, we came back to present – and our times’ fashion forces us to look straight ahead while living our present in the most intense way. However, we also need to turn our head backwards sometimes, for this allows us retrace and appreciate the distance we covered so far. The vintage section starts on p. 74: it will help us come full circle with our crazy time, which is not measured by hours, minutes, or seconds, but rather by tons of rubber, kilometers of tissue, and fits of craving.
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event DUNKXCHANGE NYC April 2013
Photo Recap
DunkXchange è forse il più importante appuntamento per gli sneakerheads d’America: un’iniziativa itinerante che raggiunge, a intervalli regolari, diverse grandi città degli Stati Uniti, riunendo collezionisti e appassionati dai quattro angoli del continente. Queste fotografie si riferiscono alla tappa newyorchese svoltasi ad aprile: godetevi le immagini dei rarissimi modelli da collezione esposti, venduti e scambiati durante l’evento. 8
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DunkXchange may be the most important rendezvous for American sneakerheads – a traveling initiative reaching, on a regular basis, various great cities in the Unites States, gathering collectors and fans together from the four quarters of the continent. These pictures portray the New York leg that took place in April; enjoy the images of the rare collection models there exposed, sold and exchanged during the event.
Distribuito da WAGE ITALIA - Tel. 0245473607 - wage@wage.it
drunknmunky.it
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CARHARTT W.I.P. x VANS ERA TAB S
La divisione premium Work in Progress di Carhartt torna a collaborare con Vans per un’edizione speciale (parte del programma Syndicate) delle Era: il classico modello della casa californiana - reso celebre dal grande Tony Alva - torna in quattro colorazioni monocrome, con tomaia in canvas, pelle e materiale riflettente 3M Scotchlite a rendere unica questa versione. The premium division Work in Progress by Carhartt has collaborated with Vans for a special edition (part of the Syndicate program) of the Era; the classic model of the Californian company (which the great Tony Alva made famous) is back in three monochrome colorings, with a upper in canvas, leather and reflecting material (3M Scotchlite) to make this version unique.
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NIGEL CABOURN x CONVERSE FIRST STRING CHUCK TAYLOR ALL STAR
Nigel Cabourn è inglese, e da Newcastle-Upon-Tyne produce incredibili collezioni ispirate ai classici dell’abbigliamento militare di un tempo. Quando si è trovato a lavorare sulle classiche Chuck Taylor, ha lasciato la sua impronta inconfondibile su questo modello storico di casa Converse: tomaia completamente in Ventile (cotone impermeabile sviluppato durante la seconda guerra mondiale per costruire le divise dei piloti dell’aviazione britannica), suola extra-rugged e occhielli passalacci custom. Nigel Cabourn is an English guy – in Newcastle-Upon-Tyne he releases incredible collections inspired to the old-fashioned military clothing. When he started working on the classic Chuck Taylor, he left his unmistakable blueprint on this historic model by Converse – a upper entirely in Ventile (a type of waterproof cotton developed during second world war to cast the uniforms for Britain’s air force pilots), an extra-rugged sole and custom lace-holes.
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Area Sport Spa - Via Aosta 8/N - 10152 - Torino - Tel. 011.55.36.800
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DAVE’S QUALITY MEAT x VANS AUTHENTIC & SK8-HI
Il team dello storico sneaker shop newyorchese Dave’s Quality Meat ha da tempo iniziato una proficua collaborazione con Vans, che ha portato all’apertura del Vans General Store, nel cuore di Soho. Molte le limited edition distribuite solo attraverso il General Store, come queste Authentic e Sk8-Hi che protano sulla tomaia uno dei loghi più amati di sempre: ‘I Love NY’, commissionato a Milton Glaser nel 1976 dal Department of Commerce di New York per promuovere il turismo nella grande mela. The team of the historical New York’s sneaker shop Dave’s Quality Meat has long since started a profitable collaboration with Vans, which led to the opening of the Vans General Store, in Soho’s heart. Many limited editions, distributed only through the General Store, like this Authentic and this Sk8-Hi which display on their upper one of the most beloved logos of any time – I Love NY, that New York’s Department of Commerce commissioned to Milton Glaser in 1976 to promote tourism in the big apple.
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X-LARGE x ADIDAS ORIGINALS SUPERSTAR
La streetwear company americana X-Large, fondata ormai ben 22 anni fa con la collaborazione di Mike D dei Beastie Boys, ripropone il modello adidas più amato di sempre in una nuova limited edition caratterizzata dall’uso di pattern “giraffa” sulle tre strisce, la linguetta e il tallone, tutti “pelosi” quanto basta. Edizione chiaramente dedicata ai collezionisti orientali, che negli ultimi anni hanno dimostrato di apprezzare davvero molto (eufemismo) i pattern animalier applicati alle sneakers. The American street wear company X-Large, funded some 22 years ago with the collaboration of Mike D from Beastie Boys, rereleases the adidas model most beloved ever in a new limited edition characterized by the use of giraffe patterns on the three stripes, the tongue and the heel – all crinite in the right amount. An edition clearly dedicated to the oriental collectors, who over the last years showed they appreciate very much (to be euphemistic) the animalier patterns when applied to sneakers.
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FREDPERRY.COM SOCREP.IT Sneakersmagazine
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JEFF STAPLE x PUMA SUEDE ‘pigeon’
Puma Suede reinventate dal designer newyorchese Jeff Staple, già protagonista di diversi progetti collaborativi con alcuni grandi brand del settore. Il classico tedesco viene prodotto negli stabilimenti nipponici di Puma con tomaia in suede grigio-piccione e l’amato/odiato volatile urbano ricamato sul tallone. Alta qualità e sole 500 paia uscite in tutto il mondo, forse già esaurite - ma solo per quanto riguarda i canali ufficiali - quando leggerete queste righe. A Puma Suede reinvented by the newyorker desiner Jeff Staple, already involved in various collaborations with some great sector brands. The German classic is produced in the Japanese factories by Puma with upper in grey-pigeon suede and the much beloved urban bird embroidered on the heel. High quality for the 500 pairs diffused over the world – which we surmise will be already sold out (through the official channels of trade) as you read these words.
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Moda Sport
FaShion DISTRIBUITO DA SPORTUP S.R.L. • www.SPORTUP.IT • TeL 049 5599144 • fAceBOOk. L.A. GeAR ITALIA
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HYPEBEAST x PUMA BLAZE OF GLORY
Due paia di Blaze of Glory al centro di questa collaborazione tra Puma e il team creativo di Hypebeast, nato anni fa come semplice blog di streetwear e oggi divenuto uno dei punti di riferimento per l’informazione sulla street culture tout court: uno fedele alla silhouette originale, l’altro nella leggerissima versione LTWT, entrambi ispirati (davvero!) ai ravioli al vapore che chiunque conosca la cucina orientale avrà già avuto modo di apprezzare, almeno una volta nella vita. Con ogni paio, in regalo le bacchette. Per mangiarle? Two pairs of Blaze of Glory are the subject of this collaboration between Puma and the creative team from Hypebeast, which was born years ago as a mere streetwear blog and has become a reference point for whatever belongs to street culture at large; one pair is true to the original silhouette, the other is a ultra-light LTWT version – and both are reminiscent (believe me) of the steamed ravioli that anyone familiar with eastern cuisine know pretty well. Both pairs come with a pair of sticks as a gift. To eat them?
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UNITED ARROWS x ADIDAS ZX500
Sembra una delle colorazioni originali delle ZX500, modello adidas classe 1984. In realtà si tratta di un’edizione collaborativa realizzata insieme al retailer giapponese United Arrows. Tomaia in suede, mesh, nylon e dettagli in pelle, e un leggero (per fortuna) trattamento vintage per la suola: bellissime, si trovano anche presso alcuni selezionati rivenditori italiani. It seems one of the original colorings of the ZX500, a model by adidas dating from 1984. In fact it’s a collaborative edition realized together with the Japanese retailer United Arrows. A upper in suede, mesh and nylon and details in leather, and a slight (fortunately) vintage treatment for the upper; a really nice model, available in some very selected Italian resellers.
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ACE HOTELS x CONVERSE FIRST STRING PRO LEATHER
Hotel e sneakers? Sembra un matrimonio complicato, invece Converse ha deciso di scommettere su questa collaborazione con una delle catene alberghiere più cool degli Stati Uniti. Il risultato si chiama Pro-Leather, modello storico riproposto in una versione total white con tomaia in pelle premium caratterizzata da un motivo traforato: “A” come Ace Hotels, ovviamente... Hotels and sneakers? It would seem a difficult wedding, but Converse decided to believe in this collaboration with one of the coolest hotel chains in the United States. As a result, this collabo is called Pro-Leather, a historical model rereleased as a total white version featuring a premium leather upper characterized by a perforated “A” upon it, a hint to Ace Hotels, of course.
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FOOT PATROL x SAUCONY SHADOW 6000
Primo progetto collaborativo del 2013 per i londinesi di FootPatrol, sneakershop che si trova nel quartiere di Soho – da cui il nickname “Made in Soho” di questa limited edition – e più precisamente in quel di Berwick Street. Le Shadow 6000, classico di casa Saucony, vengono riproposte in un’edizione fedele al design originale del mitico modello classe 1991, caratterizzata da un mix di materiali premium e dalla colorazione “mismatch” già vista in altre collaborazioni firmate Foot Patrol. This is the first collaboration project in 2013 for the Londoners from FootPatrol, a sneakershop located in Soho (whence this limited edition’s nickname, “Made in Soho”) and more precisely, in Berwick Street. The Shadow 6000, a classic from Saucony, is rereleased in a version which is true to the original design of the legendary model from 1991, being characterized by a mix of premium materials and by a “mismatch” coloring – adorning other collabos by FootPatrol as well.
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FOOT PATROL x LE COQ SPORTIF ÉCLAT
Le Éclat, classico modello running Le Coq Sportif, sono ormai diventate il modello preferito dalla casa francese per i progetti collaborativi con gli sneakers shop, che in questo caso singifica ancora FootPatrol: ecco un mix di materiali e colori che richiamano i macaron, popolari dolcetti (stranamente) francesi, con tomaia in pigskin suede dai dettagli traforati accostata a intersuola bianca e gumsole. I particolari riflettenti completano il quadro. Limitatissime, ovviamente. The Éclat, a classic running model from Le Coq Sportif, has become by now the French company’s favorite model when it comes to collaboration projects with the sneaker shops – which in this case too means FootPatrol. Here’s a combination of materials and colors that resemble macaron, a popular cookie from France, featuring pigskin suede upper with perforated details and white midsole and gumsole. Reflecting details crown it all. A very limited model, of course.
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SUPREME x NIKE sb TENNIS CLASSIC
Piuttosto deludente l’ultima collaborazione tra Supreme e Nike SB: il modello della casa di Beaverton, nato nel 2005 grazie all’implementazione della tecnologia Zoom Air sulle Tennis Classic (a loro volta evoluzione delle Wimbledon: storia complicata) viene rivisto dal marchio newyorchese con tomaia in pelle premium, dettagli rettile e suede, quattro varianti colore. Eppure il risultato appare francamente poco incisivo. A bit disappointing the latest collabo between Supreme and Nike SB – the model from Beaverton, born in 2005 as a way to implementing the Zoom Air technology on the Tennis Classic (in its turn an evolution of the Wimbledon – a quite complicated story), gets now revisited by the brand based in New York with a premium leather upper, details in reptile and suede, and four colorways. Frankly the outcome doesn’t seem remarkable.
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RONNIE FIEG x ASICS GEL LYTE III
Ormai le collaborazioni con Ronnie Fieg potrebbero occupare pagine e pagine del catalogo Asics: più o meno tornano sempre le stesse due idee – due blocchi di colore contrapposti, oppure una base monocroma con accenti a contrasto – eppure i consumatori non sembrano ancora essere stanchi. Il carattere estremamente limitato di queste special edition le rende sempre appetibili per i collezionisti. Sold out anche le ultime due Gel Lyte III realizzate dal designer newyorchese: una dedicata proprio a New York City, l’altra a Miami. By now the collaborations with Ronnie Fieg could fill countless pages in the Asics catalogue; the leading ideas are basically the same – two juxtaposed blocks of colors, or a monochromatic basis with contrasted accents – but the customers doesn’t seem to be tired of it. The extremely limited character of this special edition makes it always palatable for collectors. The last couple of Gel Lyte III got sold out too – being realized by the designer from New York; and one was dedicated to New York City, the other to Miami.
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INVENTORY x CONVERSE ONE STAR
Inventory Magazine è una rivista canadese, punto di riferimento internazionale per il menswear. La collaborazione con Converse ha prodotto due paia di One Star minimali, in bianco o blu, costruite con materiali pregiati. Questa versione soprannominata “Academy” è caratterizzata da tomaia in suede, interno in pelle e suola bianca. Ed è estremamente elegante, come era lecito aspettarsi.
Inventory Magazine is a Canadian review, an International reference point for menswear. The collaboration with Converse produced two pairs of One Star Minimal, white or blue, both made of precious materials. This version nicknamed Academy is characterized by upper in suede, leather lining and white sole. And it’s extremely elegant, as was to be expected.
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SLAM JAM x CONVERSE first string JACK PURCELL
Le Jack Purcell frutto della collaborazione tra Converse e il distributore italiano Slam Jam dichiarano sin dal primo sguardo la loro volontà di essere perfette calzature estive, e non solo per l’evidente iscrizione “Summer Journey” sulla linguetta. Sono infatti caratterizzate da tomaia in waffle canvas idrorepellente blu navy associata a una suola completamente bianca, con il classico “Smile” della Jack Purcell in arancio, ma soprattutto dal bottone applicato sulla parte interna della caviglia, che permette di sfilare le scarpe senza slacciarle. Il resto è qualità: dei materiali e della costruzione, come sempre quando si parla della linea First String. The Jack Purcell that resulted from a collaboration between Converse and the Italian distributor Slam Jam proclaims on first sight the intention to be a perfect summer shoe, not only by way of a much showy inscription ‘Summer Journey’ on the tongue. The fact is these shoes come characterized by a upper in blue-navy water-repellent waffle canvas and a total white sole (with the classic Smile of the Jack Purcell turned orange) and most importantly a button on the ankle, designed to slip off one’s shoes without untie them. The rest is quality – and this applies to both materials and construction, as usual when it comes to the First String line.
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CONVERSE first string CHUCK TAYLOR 1970 I consumatori del 2013 sembrano ossessionati dal concetto di “autenticità” del prodotto, sia essa effettiva o semplicemente frutto di un’accurata riproduzione. Al di là delle dispute teoriche che potrebbero aprirsi di fronte a tali operazioni (è possibile riprodurre l’autenticità, o si tratta di un ossimoro?), non possiamo che essere felici di vedere realizzati progetti come quello di riportare sugli scaffali le classiche Chuck Taylor degli anni Settanta, che si distinguono da quelle che conosciamo oggi per diversi piccoli particolari, riconoscibili solo a un’ispezione attenta: più gomma sulla suola e sul toebox, più ammortizzazione e tela (molto) più pesante per la tomaia. Materiali che ci riportano a una qualità costruttiva che credevamo perduta. Customers seem to be obsessed, this year, by the concept that only what is authentic is worth wanting – be it genuinely authentic or simply an artifact of construction. Leaving aside all theoretic disquisitions excited by such contrivances (can authenticity be copied or that would be an oxymoron?) we can only be glad to witness the realization of projects such as this – that send back to the shelves the classic Chuck Taylor dating from the Seventies, which differs from that we already know by small details, which can only be detected on closer scrutiny – more rubber for the sole and toebox, more damping power, and a much more heavy canvas for the upper. Materials that reconcile us with a constructive quality that we thought to be lost.
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focus jordan
Air jordan V ‘GRAPE’ 1990 “La colazione dei campioni”, recitava lo slogan dei cereali Wheaties nel 1990, storici compagni della mattina dei teenager americani sin dagli anni Venti. Nella fattispecie, non si trattava di un campione qualsiasi: Michael Jordan troneggiava sullo sfondo arancione di ogni confezione, sospeso nell’aria. Ai suoi piedi, le Air Jordan V nella colorazione White/Emerald Green/Grape Ice: mai legate a particolari imprese sportive, sono ugualmente diventate le Jordan forse più amate di tutti i tempi. Grazie a fotogrammi di telefilm che hanno impattato con la forza di un treno in corsa l’immaginario popolare nei Novanta, come Willy, il principe di Bel Air o Seinfeld. Grazie soprattutto all’incredibile silhouette progettata dal team creativo diretto da Tinker Hatfield, che incorporava particolari di design rivoluzionari come la suola trasparente (che tornerà poi su altri modelli del brand Jordan), il fermalacci in plastica sopra la linguetta, la decorazione sul lato della suola - appena sotto l’avampiede - ispirata a quelle degli aerei da guerra inglesi della seconda guerra mondiale. Sneakers più aggressive delle precedenti Air Jordan IV, che riflettevano il nuovo stile di gioco di Michael, ormai consapevole della sua forza sul campo e in procinto di inaugurare la prima serie di tre titoli NBA consecutivi con i suoi Chicago Bulls. Stranamente però nella stagione 1990/1991 le Air Jordan V rimasero sugli scaffali, tristi e invendute: oggi possiamo dire che erano semplicemente troppo avanti sui tempi. La storia ha reso loro giustizia.
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In 1990 the champions’ breakfast, was the slogan of Wheaties corns, the legendary nourishment of American teenagers since the Twenties of the last century. In the case at stake, it wasn’t a champion like anyone else, but rather Michael Jordan to be conspicuous (floating in the air) from the orange background of any packet. On his feet one could admire the Air Jordan V in the White/Emerald Green/Grape Ice coloring; never related to this or that sport enterprise, these shoes have become nonetheless the most beloved Jordan of any time. Thanks to many television films which impacted like a train on the popular imagery of the Nineties, such as Willy, the prince from Bel Air or Seinfeld. Thanks above all to the incredible silhouette designed by the creative team led by Tinker Hatfield, which included such revolutionary details as the transparent sole (which also adorns later models by the brand Jordan), a plastic lace-clip over the tongue, the decoration on the side of the sole (right below the forefoot) which is inspired by the decorations adorning the English aircrafts during the second World War. A more aggressive model than the preceding Air Jordan IV, which did reflect the new playing style of Michael, who, being aware of his power on the field, was ready to launch the first series of three NBA titles in a row with his Chicago Bulls. Strangely enough, during the season 1990/1991 the Air Jordan V remained on the shelf, quite sad and unsold; today we can say these shoes were ahead of their time. History did justice to them.
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Air jordan V retro
Quando arriva sugli scaffali un remake attesissimo - e quello delle Jordan V “Grape” è uno dei più spasmodicamente attesi dell’anno, senza dubbio - inizia il gioco dei confronti: meglio le sneakers appena uscite? Quelle originali? Il primo modello retro? Bè, se dal punto di vista qualitativo è impossibile tornare ai livelli del 1990, senza dubbio il paragone con il remake del 2006 è più sostenibile: anzi, a guardarle da vicino le ultime arrivate sembrano proprio vincere ai punti. Saltano agli occhi alcune differenze cromatiche: il verde “emerald” è meno intenso, il viola molto più scuro nella versione 2013. Più difficile invece accorgersi di particolari come le cuciture più piccole e la linguetta meno esagerata. Notevole miglioria (de gustibus!) il colore blu aggiunto sulla suola trasparente, anche se non crediamo basterà a proteggerla dal temuto ingiallimento...
When a much-awaited remake reaches the selves (and the remake of the Jordan V Grape is by all means one the most intensely awaited of the year) the comparison game begins. What’s better? The sneakers just released? The original ones? The first retro model? Well, from a quality point of view it’s impossible to retrieve the standards of 1990, whereas the comparison with the 2006 remake is definitely more viable; indeed, on closer scrutiny, the latest release could even win on points. Some chromatic differences attract our attention: the emerald green is less intense, the purple is darker in this 2013 version. It’s more difficult to notice some minor details, like the smaller seam and a more modest tongue. A remarkable improvement (at least to us) is the blue accent on the transparent sole, even though we don’t think it will be able to prevent the feared yellowing. 40
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NIKE FLYKNIT RACER
Limited edition proposta da Nike lo scorso aprile, e diventata subito oggetto del desiderio per i collezionisti di tutto il mondo. Non è solo una questione di esclusività: questa versione speciale del modello dedicato a chi corre per passione e professione (ma in realtà apprezzatissimo soprattutto dal pubblico della moda) è stato infatti reso disponibile solo in due negozi della casa dello Swoosh, a Milano e a Londra, ma ciò che più ha suscitato l’interesse degli appassionati è la colorazione davvero lisergica, adatta ai mesi più caldi e senza dubbio difficile da ignorare. Già esaurite quando leggerete queste righe, le Flyknit Racer edizione speciale si trovano ancora sui siti di aste online, ammesso che siate disposti a spendere almeno cinquecento dollari. A limited edition proposed by Nike last April, and suddenly turned into a subject of desire to collectors around the world. It isn’t just a matter of exclusive strategy: this special version of the model dedicated to those who run for passion and profession (being also a shoe that the fashion victims really adore) was indeed made available in only two shops by the Swoosh company, in Milan and London – but what most intensely attracted the attention of the fans is the quite lysergic coloring, fit to the warm season and definitely hard to ignore. Already sold out as you read these words, the Flyknit Racer special edition is still available on the auction websites, provided one is ready to invest at least five hundred bucks.
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EWING ATHLETICS New York non è esattamente una metropoli qualsiasi. E poi si sa, i newyorchesi “son gente strana”: difficile fare breccia nel loro cuore di cittadini distratti e frettolosi. Eppure Pat Ewing c’è riuscito: quel ragazzone giamaicano (di Kingston, per la precisione) alto due metri, in quindici anni ha sempre fallito i suoi tentativi di portare i New York Knicks al titolo NBA, ma la gente di New York lo ha adorato dal primo all’ultimo giorno in cui ha indossato la maglia numero 33. Era il talento più puro all’interno di una squadra purtroppo priva di altre grandi individualità, e spesso la responsabilità delle partite ricadeva interamente sulle sue spalle. Che, per fortuna, erano larghe a sufficienza: Ewing è considerato uno dei cinquanta migliori giocatori della storia del basket professionistico americano, un centro dalla potenza ineguagliabile. Ma Pat è stato una potenza anche dal punto di vista commerciale: la piazza di New York era vetrina ideale per un atleta che presto capì di poter influenzare anche lo stile della sua gente. Così, nel 1989 fu il primo ad avere l’intuizione di fondare una shoe company a proprio nome, mentre ancora calcava i parquet: era nata la Ewing Athletics. All’inizio l’azienda produceva solo due modelli, indossati da Patrick per l’attività agonistica: Rebound e 33 Hi. Entrambi divennero best seller assoluti, e ovviamente i teenager dal New Jersey a Manhattan sembravano non poter fare a meno di indossarle in ogni occasione, anche lontano dai playground. Nei primi anni Novanta la Ewing Athletics incontrò un periodo di grande espansione, nel corso del quale gli orizzonti della produzione si allargarono anche verso modelli da running, cross training e perfino hiking, pur se era sempre il basket a fare la parte del leone. Dal 1995 in poi, con il declino della carriera di Ewing arrivò anche quello della sua azienda, che cessò la produzione, con le Empire del 1996 a rappresentare un ideale canto del cigno. Ma la storia non finisce lì. Per tutti i Duemila, infatti, le sneakers Ewing sono state al centro di un culto che ha coinvolto diverse migliaia di collezionisti e appassionati in tutto il mondo. Patrick si è così lasciato convincere ancora una volta dall’amore dimostrato dai suoi fan, e nel 2012 ha scommesso di nuovo sul suo marchio, rilanciando la Ewing Athletics. Oggi le 33 Hi sono tornate sugli scaffali (e ai piedi dei ragazzi di New York), per la gioia non solo dei nostalgici, ma anche di una nuova generazione di appassionati di basket retro. 44
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New York isn’t a metropolis like any other. And as we all know, New Yorkers are strange kind of people – it’s hard to find one’s way to their inattentive and rushed hearts. But Pat Ewing made it; that Jamaican two-meter-tall big boy (he’s from Kingston, to be more precise) has never managed to bring the New York Knicks to the NBA title in fifteen years of career, but the people from the big Apple have always adored him since he first put on the t-shirt number 33. He was the most talented guy within a team which lacked other great players, so he often had to bear whole responsibility for the game results. His shoulders were fortunately fit to the task, for Ewing is judged to be one of the fifty best players in the history of American professional basketball, a center of unprecedented power. But Pat was also a crucial pillar from a commercial point of view – the period in New York was a perfect oportunity for an athlete who quickly understood he could impact on his fellow citizens’ lifestyle. So in 1989 he first had the idea of founding a shoe company named after his own name, while he was still treading the parquets – the Ewing Athletics was born that way. At the beginning the company would produce only two models, worn by Patrick during his competitions: the Rebound and the 33 Hi. Both models became absolute best sellers, and obviously the teenagers from New Jersey to Manhattan proved to be incapable of not wearing them on every and all occasion, even off the playgrounds. Over the early Nineties, the Ewing Athletics witnessed a great expansion moment, during which the horizons of production became so extended as to reach running, cross training, and even hiking models – although basket was still taking the lions’ share. Starting from 1995, with the decline of Ewing’s career the crisis of his company followed suit, and it closed down, the Empire released in 1996 representing the brand’s swan song. That was not the end of the story, however. During the first decade of the new century the Ewing sneakers were subject to a cult which involved thousands of collectors and fans over the world. Patrick let himself being persuaded by the love of his fans, and in 2012 he decided to bet once again on his brand, and so re-launched the Ewing Athletics. Today the 33 Hi gets back on the shelves (and on the feet of many guys in New York), to the delight not only of the nostalgic old but also of a new generation of lovers of retro-style basket.
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IZA BOA MOHJTO Iza Boa è l’azienda fondata in veneto da due appassionati manager del settore calzaturiero che, forti della loro esperienza, hanno deciso di mettersi in proprio per produrre le scarpe che avevano sempre desiderato: modelli ibridi ispirati all’abbigliamento da lavoro americano, ma realizzati in Italia con infinita sapienza artigianale. Il finissaggio di ogni modello viene eseguito da due soli artigiani specializzati. Chiaro che questo tipo di procedimento non permetta una produzione in grandi quantità: Iza Boa sembra perfettamente in linea con il trend del momento, che vede una sempre maggior richiesta di prodotti dalla forte carica di autenticità, a tiratura limitata e mai soggetti alle imposizioni della grande distribuzione. Per la prossima stagione, due modelli sotto i riflettori del brand veneto. Mohjto è un boot low cut di chiara ispirazione anglosassone: il vivacissimo gioco di colori della suola in gomma ci ricorda anche le “magic ball”, le palline con cui si giocava negli anni Sessanta. È il caso di dirlo: lavorazioni e materiali sono proprio d’altri tempi!
Iza Boa is a company founded in the Region of Venice by two enthusiastic managers of the shoe industry who, fortified by their expertise, decided to set up business on their own to produce the shoes they’ve always longed for – hybrid models inspired by American work wear, though realized in Italy with strong craft skills. The finishing of any model is executed by only two specialized craftsmen. It goes without saying that such process doesn’t allow for a large quantity production. Iza Boa seems to be in perfect keeping with the trend of our days, which witness an increasing demand of products characterized by an authentic flavor, in limited edition and never subjected to the dictates of the great distribution. For the coming season, two models are in the spotlight of the Venetian brand. Mohjto is a low cut boot betraying a clear Anglo-Saxon inspiration – the very vivid coloring of the rubber sole is reminiscent of the “magic ball”, the small balls with which we used to play during the Seventies. A comment is in order: the making and the fabrics are really reminiscent of the good old days! 46
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NEW BALANCE M577 ‘RAIN MAC’ Il 2013 è statisticamente uno degli anni più piovosi per il nostro paese, dunque sembra molto adatta al momento storico la proposta New Balance in arrivo con l’autunno 2013, direttamente dalla vecchia Inghilterra. Più precisamente dal “Lake District” Inglese, una regione montagnosa ricca di valli e splendidi laghi che si affaccia sulla selvaggia costa nord-occidentale dell’Inghilterra. Proprio da quelle parti si erge lo stabilimento New Balance di Flimby, in una delle zona paesaggistiche più belle dell’intera Gran Bretagna. A Flimby però - rovescio della medaglia - piove in media 20 giorni al mese: non stupisce dunque che proprio dalla fabbrica inglese arrivino le M577 Rain Mac Pack. Due versioni che troveremo sugli scaffali a settembre: blue navy e verde oliva, con tomaia scamosciata e inserti cerati anti-pioggia, N in gomma e inserti in plastica fluo che si ispirano ai tipici colori degli impermeabili inglesi. Fa la differenza il dettaglio della soletta interna, sulla quale sono stampate le previsioni meteorologiche della Gran Bretagna.
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2013 is being statistically one of the most rainy years in our country, so New Balance’s proposal for the fall 2013 seems pretty fit to the historic moment. The model at stake comes from the old England, or (more precisely) from a mountain region rich with valleys and marvelous lakes which faces the wild northwestern coast of England. New Balance’s factory of Flimby is located exactly over there, one of the most beautiful regions (in terms of landscapes) of the whole Great Britain. The other side of the medal, however, is that in Flimby it rains 20 days every month; no wonder, then, if this very factory has produced and released the M577 Rain Mac Pack. There is two versions that we are going to find on the shelves in September; blue navy, and olive green – both featuring suede upper and anti-rain waxed inserts, a rubber N and fluorescent inserts in plastic that are reminiscent of the colors of the English raincoats. The detail placed on the inner sole makes all the difference: it represents the weather forecast of Great Britain.
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NEW BALANCE M574 ‘ALPINE’
Versione invernale anche per le celeberrime 574 di casa New Balance: stavolta si tratta di un’edizione ispirata agli sport invernali, alle tavole da snowboard e all’abbigliamento da neve. La tomaia in nylon ripstop ricorda i cosiddetti softshell da montagna, mentre la stampa sugli inserti in pelle bianca del logo “N” e del tallone richiama alla mente i materiali tecnici delle tavole da snowboard. Dettaglio interessante: gli inserti translucidi sul tallone creano un effetto simile a quello del riflesso del sole sulle maschere da sci.
A winter version of the most renowned 574 by New Balance. This time it’s an edition inspired by winter sports, snowboards and snow clothing. The upper in ripstop nylon is reminiscent of the so-called mountain softshells, whereas the print over the inserts in white leather of the “N” logo and of the heel recalls to mind the technical materials of some snowboards. An interesting detail is this: the translucent inserts on the heel create an effect that mimic the reflex of the sun rays on the ski masks.
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lacoste FAIRBURN
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Eleganza sportiva portata ai massimi livelli, per le Lacoste Fairburn in arrivo sugli scaffali dei retailer del marchio francese. Classiche sneakers casual destinate a un uso quotidiano, con tomaia monocroma in canvas (bianco, navy o grigio molto chiaro), leggera e sempre inappuntabile. Lacoste continua a innovare partendo dalla tradizione: una storia iniziata quasi ottant’anni fa grazie all’impulso di René Lacoste, campione con pochi eguali nella storia del tennis e dello stile. Sport elegance to its highest standard is the content of the Lacoste Fairburn upcoming on the shelves of the French brand’s retailers. A classic casual sneaker designed for a daily use, it features a monochromatic canvas upper (white, navy, or very light grey), and is light and always faultless. Lacoste keeps innovating on the basis of tradition; a story started some eighty years ago under the lead of René Lacoste, a champion rather unequalled in the history of tennis and style.
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CONVERSE JACK PURCELL
Questo mese parliamo molto di Jack Purcell, ma del resto sono uno dei nostri modelli Converse preferiti. Hanno quasi ottant’anni, un numero che fa girare la testa: era il 1935 quando l’allora B.F. Goodrich propose a mr. John Edward Purcell detto Jack, campione di badminton, di disegnarsi una scarpa da competizione. Nonostante lo scarso appeal commerciale di quello sport negli Stati Uniti, l’operazione fu un successo commerciale che continua ancora oggi. Negli ultimi anni Converse ha saputo valorizzare l’eredità dlle Jack Purcell, riproponendole a ogni stagione, ma senza mai esagerare con con rivisitazioni e makeup estremi: al contrario, l’azienda americana ha lavorato molto bene sui materiali e i colori della tomaia. Ennesima dimostrazione, questa versione con stampa perfetta per il vostro prossimo viaggio alle isole hawaii.
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This month we devote much ink to the Jack Purcell’s, for they rank among the Converse models we prefer. They’re almost 80 years old, a breathtaking number indeed: it was 1935 when the late B.F. Goodrich suggested to Mr. John Edward Purcell, a.k.a. Jack, a champion of badminton, to design a competition shoe. Notwithstanding the small commercial appeal of that sport in the Unites States, the enterprise was a commercial success which lasts since then. Over the last years Converse managed to increase the value of the Jack Purcell’s, by rereleasing them on every season, without going too far with recasting or extreme makeup; on the contrary, the American company worked very hard on the materials and colors making up the upper. Umpteenth proof of this method is this version showing a print most fit for your next trip to the Hawaii’s.
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Ci è capitato altre volte di incontrare le Ultimate 81 di Onitsuka Tiger, classiche running lanciate - indovinate un po’ - all’inizio degli Ottanta: il particolare che le rende uniche è certamente la presenza di tre forellini sull’intersuola, un piccolo accorgimento capace di garantire aerazione e ammortizzazione al piede. In una parola, comfort. Le Ult Racer costituiscono moderna rivisitazione di quel modello storico, e sprizzano tecnologia da ogni cucitura: Solyte nell’intersuola e mesh traspirante sulla tomaia offrono all’atleta feeling di leggerezza e comodità estrema. Ma l’elemento di design più accattivante è senza dubbio la costruzione della tomaia “monosock”, che sottolinea lo stile ispirato ai modelli da running performance. 54
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ONITSUKA TIGER ULT RACER
It’s not the first time we meet the Ultimate 81 by Onitsuka Tiger, a classic running shoe launched – guess when – in the early Eighties; the detail that makes them unique is definitely the presence of three small holes on the midsole, a small trick that will give your foot high perspiration and damping power – in a word, comfort. The Ult Racer is the modern version of that historic model, and it exhales technology from every single seam – Solyte in the midsole and perspiring mesh on the upper confer the athlete a feeling of lightness and extreme comfort. But the most compelling design expedient is by all means the construction of its monosock upper, which emphasizes the style inspired to the models for running performance. Sneakersmagazine
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Hyusto Hyusto è un termine di slang marchigiano: significa “bello”, “cool”, insomma, più o meno... Oggi Hyusto è anche un brand, realizzato dallo studio di Civitanova EmuDesign, che produce solide, serissime collezioni di scarpe, fieramente Made in Italy, proprio presso uno dei distretti calzaturieri più importanti del nostro paese. Le Hyusto fanno della qualità costruttiva la propria bandiera, con lavorazioni e finiture manuali opera di artigiani altamente specializzati. + Modelli ibridi capaci di mettere insieme stili classici e sportivi con grande disinvoltura e alta qualità italiana: per la prossima collezione invernale, il marchio propone un’enorme varietà di modelli nuovi, tutti caratterizzati dall’inserimento di pannelli traforati sulla tomaia, ispirati a quelli che si trovano sulle classiche brogue shoes di origine scozzese. Il risultato è estremamente contemporaneo e convincente: un’operazione di remix svolta con grande attenzione. E pure un pizzico di ironia, che certo non guasta.
Hyusto is a word from the Marche Region’s slang – it means something like beautiful or cool, more or less. Today Hyusto is also a brand, realized by the EmuDesign studio from Civitanova, which produces robust and respectable collections of shoes, proudly made in Italy, in what is possibly the most important shoe district of our country. The Hyusto’s have turned their quality into a flag, thanks to a handicraft working and finishing process managed by highly specialized craftsmen. Such hybrid models nonchalantly combine classic and sports styles which embody the great Italian quality. For the next winter collection, the brand proposes a huge variety of new models, all characterized by the insertion of perforated panels on the upper, inspired by those panel adorning the classic brogue shoes of Scottish origin. The outcome is truly modern and extremely appealing; a remix operation very carefully performed. Also thanks to a pinch of irony, which is never too much.
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NEW BALANCE MRL996
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È difficile perdersi, tra i modelli da corsa prodotti da New Balance nel periodo (eccezionale per qualità e quantità delle proposte) tra gli anni Ottanta e i Novanta. Le M996 risalgono al 1989, e sono un perfetto esempio del modo in cui la casa del Massachusetts ha contribuito a dare forma a uno stile running che metteva insieme look classico e ritrovati tecnologici all’avanguardia. Non stupisce che a un quarto di secolo di distanza, sneakers come le M996 siano ancora nei cataloghi dell’azienda americana, e sempre apprezzatissime sul mercato. Come del resto anche le altre “sorelle” della serie “99x”, inaugurata nel 1982 con il lancio della M990, primo modello running dotato di tecnologia “motion control” nell’intersuola. Del 1986 la M995, con la sua innovativa suola a due strati ultra-ammortizzante. La M996 arriva come detto tre anni dopo, e combina la stabilità della tecnologia ENCAP con l’ottima ammortizzazione fornita dalla suola C-CAP a doppia densità. Nel 2013, le M996 diventano MRL996, conservando nella tomaia in suede e mesh il look heritage che ben conosciamo e allo stesso tempo aumentando il contenuto tecnologico grazie all’innovativa suola RevLite, che garantisce ammortizzazione, flessibilità e soprattutto leggerezza. 6 colorazioni disponibili a partire dalla fine dell’estate (ve le presentiamo qui in anteprima) alle quali si aggiungono due versioni mid cut, più casual. It’s difficult to get lost among the running models produced by New Balance in the period between the Eighties and the Nineties (really unique from the point of view of quality and quantity of offers). The M996 dates back to 1989, and is a perfect example of the way the company from Massachusetts helped shaping a running style which combined classic look and technological findings in the forefront. It’s no surprise that after a quarter century, there are sneakers such as the M996 which are stll in the American company’s catalogue, being always much appreciated on the market. The same is also true, after all, of the sisters belonging with the 99x series, inaugurated in 1982 with the launch of the M990, first running model equipped with “motion control” technology in the midsole. The M995 dates from 1986 and shows its innovative two-layered sole which secures high damping power. The M996 was born (as noticed) three years after and combines the stability granted by the ENCAP technology with the supreme damping capacity granted by the C-CAP double-density sole. In 2013 the M996 has become the MRL996 – but it keeps in its suede and mesh upper the heritage look that we know so well, while at the same time enhancing its technical content thanks to the innovative RevLite sole, which confers damping power, and lightness. There are 6 colorways, that will be available starting late summer (we show them here as a preview), and another two mid cut versions, more casual.
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LE COQ SPORTIF LCS R 1000
Si scrive LCS R 1000, si legge retro running. Introdotte sul mercato per la prima volta nel 1991, le LCS R 1000 sono quintessenza dello stile anni Novanta: linee grafiche e profilo sportivo, vengono presentate nella versione fedele all’originale - con colorazione a base bianca e accenti giallo lime - e in una più contemporanea su toni di blu e azzurro. Farà felici gli appassionati la presenza del logo originale Sport-Practice dei nineties, e anche il particolare del badge tricolore sulla linguetta. Ma oltre all’estetica, non bisogna sottovalutare il contenuto tecnologico rappresentato dal sistema di ammortizzamento Dynactif implementato nell’intersuola dal reparto ricerca e sviluppo di Le Coq Sportif. Dopo il successo dei remake di Eclat e Flash, la collezione di classici del running della casa del galletto diventa sempre più completa e accattivante: le R 1000 saranno disponibili a partire dal prossimo autunno.
You write LCS R 1000 but you read retro running. First launched on the market in 1991, the LCS R 1000 embodies the essence of Nineties style; with its graphic lines and sport profile, it gets released on a version quite true to the original (a white based coloring with yellow lime accents) and a more modern one featuring blue and sky tones. The presence of the original logo Sport-Practice from the Nineties will satisfy the fans – as will do the detail represented by a three colored badge on the tongue. In addition to the aesthetic side, we shouldn’t underrate the technological content of the damping system called Dynactif, which the research and development sector decided to implement within the midsole. After the success of previous remakes of the Eclat and Flash, the collection of running classic of the cockerel company becomes more and more complete and cool – the R 1000 will be available next fall. 60
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DRUNKNMUNKY fall 2013
Nuovi tessuti, colori, abbinamenti per la collezione Drunknmunky che troveremo sugli scaffali il prossimo autunno, e che vi presentiamo qui in anteprima. L’ispirazione è vintage nel caso delle Boston (suola vulcanizzata) e Detroit (suola cementata) con tomaia in ecopelle sporcata ad arte, disponibili in blu, grigio e nero con contrasti color senape. Le Boston Stain sono invece caratterizzate dall’effetto batik riprodotto nel nylon della tomaia. I dettagli sono (elegantemente) in ecopelle invecchiata. 62
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Le Houston e le Detroit Camu, infine, sono la punta di diamante della collezione: suede color caramello, con linguetta e interno in nylon stampato camouflage. La fantasia più amata dallo street style contemporaneo occhieggia appena sulla linguetta e sul rinforzo del tallone. New tissues, colors, and combinations for the collection Drunknmunky that we’ll find on the shelves next fall, and that we present here as a preview. The inspiration is vintage in the case of the Boston (vulcanized sole) and the Detroit (cemented sole)
with an eco-leather upper dirtied on purpose, available in blue, grey and black with mustard contrasting details. The Boston Stain, on the other hand, is characterized by a batik effect realized in the nylon of the upper. The details are (elegantly) in aged eco-leather. Last but not least, the Houston and the Detroit Camu are the cutting edge of the collection; camel suede, with tongue and lining in camouflage-printed nylon – yes, the most beloved pattern (among the contemporary street style) is peeping from the tongue and the reinforcement over the heel. Sneakersmagazine
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vans CALIFORNIA CHUKKA
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Leopard camouflage! Come a dire: ecco a voi le due stampe più usate (e abusate) nello streetwear delle ultime stagioni, insieme su un paio di sneakers. Le Chukka in arrivo con l’autunno 2013 sono caratterizzate da colorazioni di ispirazione militaresca, e siamo certi che saranno apprezzatissime soprattutto dagli appassionati orientali. Fanno parte della linea California, quindi aspettatevi nubuck e canvas di alta qualità per la tomaia, oltre che una notevole attenzione al dettaglio nella costruzione. Tutte cose che apprezziamo non poco...
Leopard camouflage! C’est à dire: here you are the most used (and abused) prints in the latest seasons’ street-wear, combined together on a single pair of sneakers. The Chukka due out by fall 2013 is characterized by colorings with an army inspiration, and we are sure they will be much appreciated especially among the eastern fans. They belong in the California line, so be prepared to see high quality nubuck and canvas for the upper, along with a remarkable care for details in the overall construction. We happen to appreciate all such virtues.
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LIL’ WAYNE X spectre by SUPRA CHIMERA The collaboration between Supra (one of the most proactive brands, quickly flooding the American market) and the rapper Lil’ Wayne has reached the top at the end of May with the launch throughout the world of the Spectre collection. The first offspring of a line destined to become the cutting edge of the brand founded by Angel Cabada is called Chimera. This name, borrowed by the mythical monster whose body is a blend of various animals, isn’t a coincidence; the artist’s purpose was to La collaborazione tra Supra - uno dei marchi più attivi, in velocissima espansione sul mercato americano - e il rapper Lil’ Wayne recreate a model designed to provoking surprise, and he definiha raggiunto l’apice alla fine di maggio, con il lancio in tutto il mondo della collezione Spectre: prima nata di una linea destinata tely hit the mark. A huge variety of materials mark these cona diventare la punta di diamante del brand fondato da Angel Cabada è la Chimera. spicuous sneakers, that one recognizes a mile off thanks to the Il nome mutuato dal mostro mitologico con il corpo composto da diversi animali non è casuale: l’obbiettivo del musicista e desiextremely up-to-date materials; not only can we appreciate a gner era quello di creare un modello capace di suscitare meraviglia, ed è stato raggiunto in pieno. Un’enorme varietà di materiali shell silhouette with an oversized panel on its back, but also a caratterizza queste sneakers imponenti, riconoscibili a miglia di distanza grazie al design estremamente contemporaneo: non midsole (internally filled with SupraFoam) which reaches very c’è solo la silhouette “a conchiglia” con pannello posteriore oversize, ma anche l’intersuola (internamente ammortizzata grazie high on the side of the upper and a padded (very padded) tonall’utilizzo della schiuma SupraFoam) che sale altissima sul lato della tomaia e una linguetta in mesh imbottita - imbottitissima gue in mesh hiding a huge secret pocket. che nasconde una capiente tasca segreta. The sentiment of the global sneaker community is ambivalent Le opinioni della sneakers community globale sono contrastanti, ma senza dubbio si tratta di un esperimento assai interessante. but the experiment is definitely worth the effort. In our country Dalle nostre parti se ne vedranno poche, ma negli Stati Uniti hanno già trovato molti estimatori. there will be only some rare samples, but in the Unites States these shoes are winning more fans every day.
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The collaboration between Supra (one of the most proactive brands, quickly flooding the American market) and the rapper Lil’ Wayne has reached the top at the end of May with the launch throughout the world of the Spectre collection. The first offspring of a line destined to become the cutting edge of the brand founded by Angel Cabada is called Chimera. This name, borrowed by the mythical monster whose body is a blend of various animals, isn’t a coincidence; the artist’s purpose was to recreate a model designed to provoking surprise, and he definitely hit the mark. A huge variety of materials mark these conspicuous sneakers, that one recognizes a mile off thanks to the extremely up-to-date materials; not only can we appreciate a shell silhouette with an oversized panel on its back, but also a midsole (internally filled with SupraFoam) which reaches very high on the side of the upper and a padded (very padded) tongue in mesh hiding a huge secret pocket. The sentiment of the global sneaker community is ambivalent but the experiment is definitely worth the effort. In our country there will be only some rare samples, but in the Unites States these shoes are winning more fans every day. Sneakersmagazine
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DEKLINE Fall 2013
Dekline è un marchio ancora giovane - fondato nel 2004 - ma già capace di fare la voce grossa sul mercato skate d’oltreoceano. Parte della Tum Yeto Company fondata dal pro skater Tod Swank nel 1989, Dekline produce footwear di alta qualità ideate e realizzate da chi la tavola la vive ogni giorno, intensamente. Lo stile basic dei modelli presenti nel catalogo dell’azienda californiana li ha resi già piuttosto popolare all’interno della skate community: ora, il prossimo passo è conquistare il mercato lifestyle. E proprio in questa direzione sembra spingere un modello come Everett, mid-cut dall’aspetto ibrido che promette di unire la funzionalità delle skate shoes a un aspetto adatto anche alla vita di tutti i giorni nelle metropoli contemporanee, con particolari ispirati alle calzature outdoor come vuole la moda degli ultimi anni. Davvero elegante il contrasto cromatico tra la tomaia in pelle, la suola bianca (vulcanizzata) e i lacci rosso scuro. Le Everett sono senza dubbio la punta di diamante di una collezione che promette grande varietà e un rapporto qualità/prezzo molto interessante. Sentiremo parlare ancora di questo brand.
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Dekline is still a young brand – it was founded in 2004 – but it’s already capable of raising its voice on the American skate market. A part of the Tum Yeto Company founded by the pro skater Tod Swank in 1989, Dekline produces high quality footwear designed and realized by people who work and live with the board, quite intensely. The basic style of the models included in the catalogue of the Californian company has made these models quite popular within the skate community – now the next step will be to win the lifestyle market. And in exactly this direction is going a model like Everett, a mid-cut with a hybrid look which purports to unite the functionality of skate shoes with an element fit to our everyday life in the urban contexts, featuring details inspired to the outdoor shoes, as the latest fashion dictates. Really elegant the chromatic contrast between a leather upper, the white (vulcanized) sole and the dark red laces. The Everett is by all means the cutting edge of a collection which means great variety and a very interesting price/quality ratio. We will hear again the sound of this brand.
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W.1910 X DC SHOES DOUBLE LABEL
È già nei negozi l’ultimo interessante progetto Double Label messo in piedi da DC Shoes. L’idea forte è quella di riunire il mondo dello skateboard e quello della custom culture, per unire atleti della tavola e motociclisti “renegades”. Cioè, fuor di metafora: DC si unisce con W.1910, company francese specializzata in motociclette vintage fondata da Melanie Clemencon che si identifica in prodotti di alta qualità, grande credibilità e distribuzione altamente selezionata. La passione che molti skaters del team DC hanno per le moto custom ha fatto da volano per la realizzazione di questo progetto, che si è sostanziato in una esclusiva collezione composta di footwear e abbigliamento, parte della serie DC Double Label: include scarpe da skate, pantaloni chino e short pant da passeggio, giacche da motociclista, felpe, t-shirt e un’ampia gamma di accessorri ispirati al mondo dello skateboardig e del motociclismo vintage, compresa una borsa da viaggio ideale per i road trip dei week end estivi.
The latest compelling Double Label project set up by DC Shoes has already reached the selves. The goal is that of merging the world of skateboard with the custom culture, in order to gather some skate athletes and motorcycle renegades together. Or to put it explicitly: DC has united with W.1910, a French company (founded by Melanie Clemencon) which specializes in vintage motorcycles, being characterized by high quality products, great reputation and highly selected distribution. The feeling that many skaters of the DC team have for these custom motorcycles has driven the unfolding of this project, which culminated in an exclusive collection intermingling footwear and clothing, being part of the DC Double Label series; it includes skate shoes, chino trousers and short walking pants, motorcycle jackets, sweatshirts, t-shirts, and a great variety of accessories inspired by the world of skateboarding and vintage motorcycling, including a travel bag most fit for your summer week-end road trips. 72
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Dietro questa pagina si apre il tunnel spazio-temporale che ci porta dritti verso un passato carico di storia, e di storie (oltre che di gomma, suede, mesh, nylon... sapete cosa intendiamo, no?). Queste mese ci siamo davvero divertiti nello scoprire Vans incredibili: le Breakers, figlie della passione per la danza di strada nata negli anni Ottanta, quasi un ribaltamento del luogo comune che vuole il marchio americano radicato solo nella cultura surf/skate californiana. La famiglia Van Doren ha ancora molte storie da raccontare. Ma nelle prossime pagine troverete anche un doveroso omaggio al running storico - proprio mentre il clima volge al bello, rendendo più piacevole l’allenamento quotidiano di chi corre, in città come nei piccoli paesei della provincia - con un trittico di modelli da far girare la testa: adidas TRX (da rimpiangere, vista la scarsa qualità dei remake proposti negli ultimi anni dalla casa tedesca), New Balance 500 (vero e proprio anello mancante nella catena evolutiva dell’azienda americana), Reebok ERS (esempio quintessenziale dello stile e della ricerca sul running compiuta dai giganti del mondo sneakers negli anni Novanta). Vi sembra sufficiente? Se così non fosse:, aprite pure il capitolo del grande basket d’epoca, che ci racconta le Nike Sky Force High e soprattutto le Air Jordan XII: radici di un successo che ancora oggi non sembra arrivato alla fase discendente della parabola.
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Behind this page we get into the space-time tunnel which heads us towards a past which is rich in history as well as tales (in addition to being full of rubber, suede, mesh, and nylon – and you know what we mean, isn’t it?). This month we really had a good time discovering incredible models by Vans: the Breakers, born of the love for street dance dating back to the Eighties, is almost a reversal of the commonplace idea that the American brand was merely rooted in the Californian surf/skate culture. Van Doren’s family has many more stories to tell. But in the next pages you’ll also find a dutiful homage to the historic running sector – at a moment when the weather gets nice, thus making more enjoyable going out jogging, whether in a town or a small village. The homage is paid by a triptych of models that will make your head spin. The adidas TRX (which anyone will regret, given the poor quality of the remakes proposed over the last years by the German brand); the New Balance 500 (a true missing link in the evolutionary development of the American company); and the Reebok ERS (a quintessential example of the style and research on running made by the world of sneaker’s giants during the Nineties). Do you think it’s enough? If not, you may give a look to the chapter on the great old-fashioned basketball, unearthing the Nike Sky Force High and more than that the Air Jordan XII – two roots of a success that isn’t on the wane.
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Vintage&Deadstock Sneakers
nike
SKY FORCE HIGH Made in KOREA, 1988
Vero, il modello che vedete far bella mostra di sé in queste pagine risale al 1988. Ma le Nike Sky Force High risalgono in realtà al 1984, uno dei tanti modelli basket della casa di Beaverton che con il tempo hanno cambiato destinazione d’uso: da parquet e playground alle strade delle città, da sport a casual wear. Proprio come le più note “sorelle” Nike Dunk e Nike Terminator. Nel 1988 le Sky Force High erano in catalogo sia nella versione bassa che in quella alta sulla caviglia: entrambe con tomaia in pelle (notare il toebox traforato per una migliore traspirazione del piede), supporto imbottito per la caviglia e cuciture rinforzate nei punti maggiormente stressati durante l’attività sportiva. La casa dello Swoosh ha portato sugli scaffali diversi remake nel corso degli ultimi anni, operazione che ha fatto diminuire il già non altissimo valore del modello sul mercato del vintage. 76
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nike SKY FORCE HIGH
True, the model that’s making a fine show in these pages dates back to 1988. But in fact the Nike Sky Force High was born in 1984, being among the many basket models from Beaverton that over the years have changed their main usage – from the parquets and playgrounds to the streets; from sport to casual wear. The same applies to its more famous sister models, the Nike Dunk and the Nike Terminator. In 1988 the catalogue included the Sky Force High in both the low and the high top version; and both exhibited a leather upper (notice the perforated toebox to grant a better perspiring power), a padded support around the ankle and a reinforced seam upon the parts that get more stressed during the performance. The Swoosh company has issued many remakes over the years, and this led to further reduce an already weak quotation on the vintage market.
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NIKE
AIR JORDAN XII Made in KOREA, 1997 Ispirazione giapponese per un classico del basket americano. Il dodicesimo modello della linea dedicata a sua maestà Michael Jordan da Nike vede la luce nel 1997, l’anno delle incredibili NBA Finals contro gli Utah Jazz di Karl Malone e John Stockton, quando Michael giocò gara 5 in una condizione fisica più che precaria (si disse che aveva la febbre, in realtà pare fosse stato intossicato da una pizza avvelenata da qualcuno che voleva metterlo fuori gioco) e comunque guidò i suoi Chicago Bulls alla vittoria. Quello che pochi sanno è che il design di queste scarpe storiche è ispirato al simbolo nipponico del sol levante (“Nisshoki”), com’è facile intuire dalle venature che si irradiano sul pannello che copre la caviglia. L’altra caratteristica che rende immediatamante riconoscibili queste sneakers è rappresentata dai due pannelli in pelle stampata “lucertola” che corrono tra la tomaia e l’intersuola, per offrire maggior rinforzo in uno dei punti critici maggiormente sollecitati durante le partite di basket. Costava 135 dollari al momento del lancio sul mercato, almeno il doppio di quella somma è oggi necessaria per portarsi a casa un paio vintage.
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nike Air jordan XII
A Japanese inspiration for this classic of American basketball. The twelfth model of the line that Nike dedicated to His Majesty Michael Jordan was born in 1997, the very year of the unbelievable NBA Finals against the Utah Jazz of Karl Malone and John Stockton, when Michael played game 5 in poor health (he was reported to be feverish, but in fact he seems to have been intoxicated by a pizza poisoned by somebody wanting to put him out of use) – and he nonetheless led his Chicago Bulls to win. What is often overlooked is that the design of these historical shoes was inspired by the Japanese symbol of the rising sun (Nisshoki) – as anyone will easily realize from the veins radiating over the panel covering the ankle. Another feature characterizing these sneakers is the two panels in lizard-printed leather that connect the upper with the midsole, thus offering a critical reinforcement were most needed – when the game gets tough. It was worth 135 bucks when it was launched on the market, but now at least twice that price is needed to get a pair o vintage.
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adidas TRX
Made in WEST GERMANY, 1977
Uno dei modelli più affascinanti (e funzionali!) del running adidas degli anni Settanta. Vero che in questi ultimi anni il retro model per eccellenza della casa del Trifoglio è stato rappresentato nell’immaginario collettivo dalle L.A. Trainer, ma le TRX sono forse persino meglio. A cavallo tra Settanta e Ottanta con le TRX ai piedi si vincevano maratone importanti, e il paragone con le concorrenti Nike Elite o LDV non era neppure proponibile, vista la superiore qualità del modello tedesco. Oggi è piuttosto rara, anche perché la suola purtroppo non resiste: rimane in circolazione qualche pezzo “da museo”, solo da guardare e non toccare, con una quotazione intorno ai 250 dollari, che scende velocemente con il peggiorare dello stato di conservazione. Peccato che i remake proposti da adidas nel corso degli ultimi anni abbiano rispettato poco il modello originale, per forme e materiali. This is one of the most fascinating (and useful) running models by adidas dating from the Seventies. And although in the latest years the Trefoil’s retro model par excellence was represented (at least in the public thinking) by the L.A. Trainer, the TRX is perhaps even better. Between the Seventies and the Eighties one could win important marathons wearing the TRX, and the comparison with the competing Nike Elite or the LDV wasn’t even imaginable, given the superior quality of the German model. Today this shoe is quite rare, also because its sole doesn’t last very long; there exist a few old fogeys that can only be admired, but not touched – and their quotation floats around 250 dollars, a peak from which it quickly gets down as its good state gets worst. It’s a pity that the remakes released by adidas over the last few years respected only in part the original model, in terms of both forms and fabrics. 84
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NEW BALANCE 500
Made in KOREA, 1987
L’abbiamo scovata, non ci credevamo: questa è una super, super New Balance di fine anni Ottanta! Modello running semplice e perfetto con una colorazione - ed è forse questo il dato più interessante - che anticipa le tendenze del decennio successivo. Zero hype, non ha un gran valore sul mercato del vintage e difficilmente sarà riproposta per progetti collaborativi con marchi contemporanei e sneakers shop, ma ci piace l’idea di mostrarvi un modello che in pochi ricordano, che era destinato a una fascia di mercato bassa, eppure rappresenta perfettamente il passaggio tra due epoche della storia delle nostre amate sneakers. Storia breve, quella delle New Balance 500, eppure significativa per chi davvero vuole capire il significato dell’abusata espressione sneakers culture. 86
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When we found this pair of shoe, we couldn’t believe it – that’s a super, super New Balance from the late Eighties! A simple and perfect running model featuring (that’s the crucial thing) a coloring that anticipates the trends of the subsequent decade. Zero hype, it isn’t worth a great lot of money on the vintage market, nor is it likely to be rereleased as a collaboration with some avant-garde brands or sneaker shops, but we are glad to be able to show you a model that only few remember – a model originally designed for a low market sector, that now represents most perfectly the transition from an epoch to another in the history of our beloved sneakers. This New Balance 500 does tell a short story, but still meaningful for those who want to understand the meaning of this abused term – sneaker culture.
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REEBOK ERS
Made in KOREA, 1988
Negli Stati Uniti degli anni Ottanta, la pubblicità comparativa era possibile. Non si stupivano certo, i consumatori dell’epoca, nel vedere pubblicità che recitavano: “Queste scarpe restituiscono all’atleta il 30% in più di energia rispetto alle Air Max o alle Onitsuka Tgier Gel 100”. Reebok, insomma, era davvero orgogliosa della sua ultima innovazione tecnologica: il reparto ricerca e sviluppo della casa britannica si era superato, implementando un sistema di cilindretti in materiale plastico speciale (Hytrel, prodotto dal colosso americano DuPont) piazzato appena sotto l’intersuola delle loro sneakers. L’idea era che i cilindretti funzionassero come vere e proprie molle, capaci di restituire all’atleta l’energia sprigionata a ogni impatto del piede con il terreno. Tra i primi modelli dotati di questa tecnologia, le ERS Trainer non sono mai state riproposte sul mercato, al contrario di altri classici coevi come le LC 1500 e le ERS 2000.
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REEBOK ERS
During the Eighties the US already allowed the use of comparative advertisement. Customers back then were not surprised by to see advertisements going: These shoes give the athlete a 30% surplus of energy compared with the Air Max or the Onitsuka Tiger Gel 100. Reebok, in other words, was really proud of its latest technological innovation: the research and development office of the English company surpassed itself, and implemented a system of barrels made of special plastic materials (called Hytrel, and produced by the American DuPont) that was placed just beneath the midsole of these sneakers. The idea was the barrel could work as real springs, being capable of returning part of the energy the athlete would impress on every impact on the ground. Among the early models equipped with this technology, the ERS Trainer was never rereleased since then, contrary to other coeval models like the LC 1500 and the ERS 2000.
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vans breakers Made IN usa, 1983
Non è uno scherzo: queste Vans sono vere e proprie gemme da collezione, magari meno note di altri modelli della casa californiana, ma estremamente rare perché pensate per la breakdance. Già: non per lo skate o per la bmx, settori in cui Vans dominava il mercato negli anni Ottanta, ma per la danza. I breaker le considerarono una valida alternativa - assai più funzionale grazie alla suola molto bassa - alle Nike Oceania, alle Puma Clyde e (naturalmente) alle adidas Superstar. Il valore sul listino del vintage non è altissimo (imparagonabile alle quotazioni che può raggiungere ad esempio un paio di skate high), ma arriva facilmente a trecento dollari: abbastanza per consigliare, a chi ne possiede un paio, di tenerselo stretto.
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vans breakers
It’s not a joke – these Vans are really a jewel that any collector shouldn’t miss; they may be less famous than other models by Vans, but they’re extremely rare being a model designed to do breakdance. Yes, this kick is not about skating or riding your bmx, two sectors that were dominated by Vans during the Eighties – but about dance. The breakers welcomed this model as a good alternative (perhaps more useful given the thin sole) to the Nike Oceania, the Puma Clyde and of course the adidas Superstar. The list price of a vintage model isn’t too high (no comparison with what you may spend, e.g., for a pair of skate high) but it can reach 300 dollars: more than enough to persuade those who possess a pair of these to hold it tightly.
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