Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI
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novembre / dicembre 2016
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novembre / dicembre 2016
Sneakers 3 0 / 76 novembre / dicembre 20 16
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI
novembre/dicembre 2016
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collabs review 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32
BODEGA X SAUCONY SHADOW 5000 TOY STORy X VANS OLD SKOOL, AUTHENTIC, ERA, SK8-HI & SLIP-ON RENARTS X REEBOK CLASSIC LX8500 HANON X DIADORA V7000 LIVESTOCK X REEBOK NPC STRAP FUTURE X REEBOK ??? FEATURE X DIADORA N9000 BILLY X SAUCONY GRID 9000 UNITED ARROWS X NEW BALANCE 530 COLETTE X ASICS GEL LY TE V FOOTPATROL X KARHU FUSION 2.0 THE DISTINCT LIFE X REEBOK BOLTON
contents 8 34 36 42 56 58 60 61 62 66 68
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2000-2016: SNEAKERS SHOP EVOLUTION event sneakerness cologne saucony GRID SD ‘Public garden’ KARHU FUSION 2.0 STAMPD X PUMA STATES & BLAZE OF GLORY PUMA IGNITE EVOKNIT asics GEL-LYTE III, GEL-LYTE V & QUANTUM SPERRY BAHAMA LUG CHUKKA SUEDE NEW YORK YANKEES footwear WAIGU
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v i n ta g e & d e a d s t o c k s n e a k e r s 82 86 88 90 92 94 4
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editoriale editorial
Non ci piace affatto usare la parola “guerra”. Quella, è meglio destinarla esclusivamente a faccende molto più serie. Dunque eviteremo di chiamarla guerra. Eppure non si può negare che lo scontro a cui stiamo assistendo nel corso delle ultime stagioni all’interno del mondo sneakers sia davvero aspro: dopo qualche anno di assopimento, infatti, lo scontro per la supremazia sul mercato globale si è riacceso, grazie soprattutto al riequilibrio dei rapporti di potere tra i due storici protagonisti/antagonisti dell’ultimo ventennio, Nike e adidas. Ma anche perché alle spalle di questi giganti, gli altri marchi non sono certo stati a guardare: arrivati alla fine di questo intenso 2016 possiamo dire – senza timore di smentita – che ci troviamo in un periodo di grande fermento, nel corso del quale ogni marchio può trovare una nicchia di mercato in cui stare comodo e prosperare. Perché il mondo sneakers, lo sappiamo, è popolato di molte e diverse anime. Per questo ad ogni numero cerchiamo di render conto dello stato dell’arte di ognuna di queste nicchie.
We really don’t like to use the word war. Such expressions should only be used to describe events that are quite more serious than that. But although we won’t call it a war, it would be hard to deny that the fight we are witnessing within the sneaker world over the last few seasons is very bloody. After some years of appeasement the battle over supremacy on the global market rekindled, and this is mainly due to the new balance of power between the two protagonist of the last twenty years, Nike and adidas. This is also because, behind these two giants, the other brands aren’t just watching. As we approach the closing of this intense 2016, we can say, without fear of contradiction, that we are experiencing a time of turmoil, a time in which any brand can find a market niche where there may be room to survive and thrive. This is because the sneaker world, as we all know, has a number of different personalities. Which is why we try to design every issue of our magazine in a way that takes into account the current situation of all such niches.
Nella settantaseiesima uscita di Sneakers Magazine che tenete tra le mani si riapre, ad esempio, la sezione skate, che trovate a pagina 70, subito prima di quella dedicata a un’altra nicchia a cui teniamo molto, il vintage. Altrettanto unitaria e compatta è la sezione running, sulle cui pagine l’ipermaratoneta Paolo Barghini propone test su strada dei modelli da corsa più tecnici (questo mese le ultime novità del marchio giapponese Mizuno, a pagina 48). Non manca come sempre, nella sezione di apertura del nostro giornale, l’ampio spazio dedicato alla parte più legata all’arte e alla cultura del mondo sneakers, quella che comprende i tanti progetti collaborativi che ogni giorno vengono proposti a un pubblico di collezionisti e appassionati ormai soverchiato da un’offerta tanto ampia. Proprio per tentare di orientarci in questo mare magnum, teniamo la barra a dritta offrendovi giudizi chiari e indipendenti sulle cosiddette collabo, mettendone in luce i punti di forza e di debolezza, e magari offrendo qualche spunto di discussione. Spunti di discussione che non mancheranno leggendo il nostro speciale dedicato agli sneakers shop europei, e alla loro evoluzione (o involuzione, a seconda del punto di vista) nel corso degli ultimi quindici anni: lo trovate a partire da pagina 36.
In this 76th issue of Sneakers Magazine that you’re holding in your hands, we revive the skate section, that you will find at page 70, just before the section about the other niche we really love, the vintage. Equally homogeneous and self-included is the running section, where the super-marathon runner Paolo Barghini describes some road tests he executed on some most technical running models (this month he tested some new releases by Mizuno, on page 48). The section opening our magazine pays much attention to the sector more closely tied to the art and cultural aspects of the sneaker world, including the many collaborative projects that everyday address a public of collectors and enthusiasts that’s becoming more and more overwhelmed by such a rich offer. And with a view to give a guide to this panoply of novelties, we keep the helm and provide clear and independent evaluations on the so-called collaborations: we try to highlight their strengths and weaknesses and give some hints of reflection. Hints of reflection that can also be found by reading our special column dedicated to the European sneaker shops and their historic development (or decline, if you will) over the last fifteen years; you can find it from page 36.
Infine, tante notizie, con le ultime proposte di marchi come Saucony (il ritorno delle Grid SD, a pagina 56), Karhu (le innovative Fusion 2.0, a pagina 58), Puma (nuova collaborazione con Stampd, a pagina 60), Asics (il compleanno della tecnologia Gel, a pagina 62), Sperry (le ibiride Lug Chukka Suede, a pagina 66) e New York Yankees (Waigu, a pagina 68). Tutto in attesa di un 2017 che promette molto bene, qualsiasi sia la nicchia in cui vi trovate più comodi…
Last not least, many news, and the latest releases by some terrific brands: Saucony (the comeback of the Grid SD, on page 56), Karhu (the innovative Fusion 2.0, on page 58), Puma (new collabo with Stampd, on page 60), Asics (the anniversary of Gel technology, on page 62), Sperry (the hybrid Lug Chukka Suede, on page 66), New York Yankees (Waigu, on page 68). All this while we waite for a new year that appears to be good, whatever niche you decided to live in.
enjoy 6
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Le sneakers
migliori
degli ultimi mesi, a insindacabile giudizio della redazione The best sneakers of the last few months, according to the editorial staff’s firm opinion
Air Jordan 1 “TOP THREE”
Lo sanno tutti: il futuro per il brand Jordan non sembra più roseo come prima. Il Jumpman non vola più alto come ai tempi in cui l’hype intorno ai modelli retro Jordan sembrava imbattibile. Il che però non significa che i classici a marchio Jordan siano diventati brutti. Tutt’altro. E a volte basta poco per spiegare di nuovo le ali al vento. Magari solo un po’ di ironia, come nel caso di questo progetto soprannominato “Top Three”: semplicemente, un paio di classiche Jordan 1 vestite di un frullato delle tre colorazioni più amate nella storia di queste sneakers-icona del basket anni Ottanta. Non è difficile riconoscere il rosso delle “Bred”, il blu “Royal” e il nero delle – ovvio – “Black Toe”. Ma il risultato è tutt’altro che carnevalesco: una splendida colorazione mismatch che dimostra ancora una volta come alcuni modelli siano talmente carichi di storia da potersi permettere una scherzosa autocitazione. Metasneakers.
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&
Best
As is well known, the future of the brand Jordan doesn’t look so bright as it used to do until recently. The Jumpman doesn’t fly so high as it did when the hype surrounding the Jordan retro models seemed unbeatable. But this doesn’t mean that the classic models by Jordan have become ugly. On the contrary! And sometimes a small detail may prove enough to revive the old glory – perhaps a hint of irony, as this project nicknamed Top Three illustrates. It’s just a pair of classic Jordan 1 wearing a mix of the three most beloved colorways in the history of this 1980s basketball icon-sneaker. It’s not hard to detect the red of the Bred, the blue of the Royal and the black (of course) of the Black Toe. And the outcome aptly shunned any carnival effect. A marvelous color mismatch that proves once again that some models are so rich with history that they can even afford a tongue-in-cheek self-quotation. Meta-sneakers!
&
worst
so far
Le sneakers
peggiori
degli ultimi mesi, a insindacabile giudizio della redazione The worst sneakers of the last few months, again according to the staff’s firm opinion
London Undercover x Vans SK8-HI TREK CUP LX Vero che su alcuni modelli storici Vans, ormai, vale tutto: Era, Authentic, Slip-On e Sk8-Hi sono diventate tele bianche su cui chiunque può esercitare la sua creatività. Eppure, a volte è difficile non rimanere interdetti. È il caso di queste Sk8-Hi realizzate in stretta collaborazione con… London Undercover? Già, proprio l’azienda produttrice di ombrelli fondata nel 2008 dall’inglese Jamie Milestone, con l’obbiettivo di trasformare questo classico accessorio particolarmente amato dagli inglesi – che notoriamente devono fare i conti con un tempo poco clemente – in un vero e proprio pezzo fashion. Ecco, il nostro dubbio è proprio questo: cosa c’entra un’azienda del genere, con il DNA del marchio Vans? Che c’azzeccano le grigie nuvole britanniche con lo stile di vita californiano? Difficile trovare una risposta. Le collaborazioni ci piacciono, ma non a tutti i costi.
Some historic Vans models can be painted in a great many ways! The Era, the Authentic, the Slip-On and Sk8-Hi have become white canvas over which anyone can express their creativity. But sometimes it’s hard to conceal one’s astonishment, and this Sk8-Hi realized in collaboration with (what?) London Undercover is a case in point. Yes, the company founded in 2008 by the British Jamie Milestone to produce umbrellas wanted to transform the classic accessory so much beloved in England (also due to the rainy weather being so common) into a recognized piece of fashion. And look, our perplexity is just this – what does such a company have to do with the DNA of a brand like Vans? What connection are we to see between the British clouds and a piece of Californian lifestyle? Hard to answer. We like the collabo trend, but there is no need to collaborate at all costs.
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BODEGA X SAUCONY SHADOW 5000
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8 “Queste le abbiamo già viste”, abbiamo pensato la prima volta che le immagini dell’ultima collaborazione tra Saucony e Bodega ci sono passate sotto gli occhi. E in effetti si tratta di un remake: queste Shadow 5000 Elite erano uscite originariamente nel 2010, con lo stesso makeup premium di suede e mesh, lo stesso schema cromatico, ma una sola variante di colore. Questa volta invece le tonalità di blu sono due: basterà questa novità, a convincere gli appassionati ad acquistare la limited edition che celebra il decimo anniversario dall’apertura di uno tra i più noti sneakers store di Boston? We already saw these kicks – that’s what we thought as we first ran into the images of the latest collaboration between Saucony and Bodega. Indeed, the collabo is a remake. This Shadow 5000 Elite was originally released in 2010, with the same premium suede and mesh makeup, the same chromatic pattern, but a single colorway. This time, on the contrary, there are two shades of blue: will this new feature be capable of seducing the enthusiasts into buying the limited edition designed to celebrate the tenth anniversary since the opening of one of the most famous sneaker store in Boston?. 10
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La differenza rispetto alle versioni di linea è palpabile... It’s evident how much it differs from the line versions...
Colorazione: 7
Un punto in più perché è uscita per la prima volta in un’epoca in cui il color-blocking non era ancora regola. An additional point because it was first released in an epoch in which the color-blocking wasn’t the rule.
Concept: 5
Bè, si tratta di un remake... Well, it’s a remake...
Retail: 7
110 dollari, il 30% in più rispetto ai modelli di linea: è un rincaro accettabile. 110 bucks means a 30 percent more than the line price: an acceptable charge.
Resell: 6
Qualche numero è ancora disponibile sul sito di Bodega mentre scriviamo queste righe. Some pairs are still available on Bodega website as we write these words.
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TOY STORy X VANS OLD SKOOL, AUTHENTIC, ERA, SK8-HI & SLIP-ON
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 6 Il cinema d’animazione è la forza che sta trainando l’evoluzione creativa di Hollywood, in un periodo in cui il panorama sembra popolato solo di sequel, prequel, remake e reboot. Alla testa di questo movimento c’è la Pixar, una fabbrica di sogni e visioni che ha aperto le porte nel 1995 con il successo mostruoso di Toy Story. Ventidue anni dopo quel film rimasto scolpito nell’immaginario collettivo di una generazione, Vans rende omaggio ai personaggi della pellicola diretta da John Lasseter con una enorme collezione capsula che comprende modelli da uomo, donna e bambino. Ne fanno parte icone della storia del marchio americano come Old Skool, Authentic, Era, Sk8-Hi e Slip-On. Cartoon cinema is the engine driving the creative evolution of Hollywood, in a moment when the landscape appears to be dominated by sequels, prequels, remakes, and reboots. Leading this movement is Pixar, a dream factory that opened up in 1995 with the terrific success of Toy Story. Twenty-two years have passed since the first release of a movie that transformed the imagery of a generation, and now Vans pays homage to the characters of the movie directed by John Lasseter through a rich capsule collection comprised of models for man, woman, and kid. It includes some icons from the history of the American brand, such as Old Skool, Authentic, Era, Sk8-Hi, and Slip-On. 12
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Niente più che i materiali classici dei modelli di linea. Nothing more than the classic materials from the line models.
Colorazione: 7
Tutte piuttosto divertenti. Il particolare che fa la differenza rimane la scritta “Andy” sotto la suola, la stessa che il ragazzino protagonista del film aveva messo sotto il piede del suo giocattolo preferito, il cowboy Woody. They’re all pretty fun. The detail making the difference is the inscription ‘Andy’ below the outsole, the same that the kid protagonist of the movie put below the foot of his favorite toy, Woody cowboy.
Concept: 8
Tre modelli dedicati a Woody, due a Buzz Lightyear, uno agli alieni. E ancora uno ciascuno per Slinky, Rex, Hamm e Bo Beep. Three models dedicated to Woody, two to Buzz Lightyear, one to the aliens. And one to Slinky, Rex, Hamm, and Bo Beep.
Retail: 7
Circa il 20% in più rispetto al prezzo dei modelli di linea, niente di eccessivo. Around 20 percent more than the line models, quite affordable.
Resell: 7
Già vendute online con ricarichi intorno al 30%. Pairs were already sold online with circa 30% charges.
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RENARTS X REEBOK CLASSIC LX8500 “Dead End Kids”, recitava la copertina della celeberrima rivista Sports Illustrated nel febbraio del 1995. Dietro quel titolo c’erano i ritratti di due ragazzi: due atleti della Major Leage del baseball statunitense, due protagonisti del passatempo americano per antonomasia. Dead End Kids era lo spettacolo di Broadway che aveva lanciato una nuova generazione di attori americani negli anni Trenta, qui divenuto cinico gioco di parole: per quei due giocatori dei New York Mets, infatti, una carriera sfolgorante si era trasformata in un vicolo cieco, proprio “dead end” in inglese. Doc Gooden e Darryl Strawberry, un tempo trascinatori della squadra, erano infatti rimasti invischiati in una vita di eccessi, alcol e droga. Forse non saranno un esempio per i giovani, ma Renarts, sneakers shop newyorchese attivo dal 1981, ha deciso di dedicare loro questa versione speciale delle LX 8500. E l’ha intitolata proprio “Dead End Kids”. Dead End Kids – as was written on the cover of the famous magazine Sports Illustrated in February 1995. Behind that title one could see the portraits of two young guys: two athletes of the American baseball Major League, two distinguished protagonists of the American hobby par excellence. And Dead End Kids was also the title of a show in Broadway that had launched a new generation of American actors during the 1930s, but in our context it becomes a rather cynical pun – this is because the two guys from New York Mets saw their blazing careers turn into a blind alley, also known in English as a dead end. Doc Gooden and Darryl Strawberry, formerly the driving force of the team, became involved in a life of excesses, alcohol, and drugs. So although they may not be a role model for the young, Renarts (a New York sneaker shop that exists since 1981) decided to dedicate this special version of the LX 8500 to them – and to call it, Dead End Kids. 14
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IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8
Pelle e suede di gran lusso. Leather and suede, top luxury.
Colorazione: 7
Il color-blocking non è niente di nuovo, ma qui perlomeno ha un senso: richiama le divise dei Mets negli anni Ottanta e Novanta. The color-blocking is nothing new, but here it makes sense – it’s reminiscent of the Mets strips during the 1980s and 1990s.
Concept: 8
Invece di eroi, qui si celebrano due antieroi, che non sono riusciti a venire a patti con i soldi, la fama e una vita da star. Non erano i primi, non saranno gli ultimi. Instead of heroes, the shoes celebrate two anti-heroes, who haven’t come to terms with money, fame and the stars lifestyle. They weren’t the first, nor the last ones.
Retail: 8
130 dollari, ottimo rapporto qualità/prezzo. 130 dollars is a good quality-price ratio.
Resell: 6
Non si sono registrate file mostruose, ma le taglie più desiderabili sono esaurite. We are told of no infinite queues, but the most wanted sizes are sold out.
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HANON X DIADORA V7000 Anche questa stagione gli scozzesi di Hanon tornano a collaborare con uno dei brand italiani d’eccellenza delle ultime stagioni, Diadora. Al centro di questo nuovo progetto c’è un’edizione premium del classico modello running V7000, risalente agli anni Novanta e ancora attualissimo in questa fine 2016. Questa volta il team del noto sneakers store di Aberdeen dice di essersi ispirato alla tradizione del ciclismo italiana e più precisamente toscana… che poi, a guardare attentamente la colorazione, sembra significare una sola cosa: biciclette Bianchi. Il marchio storico della ciclistica italiana non è ufficialmente presente, certo, ma il riferimento cromatico appare piuttosto chiaro. This season the Scottish guys from Hanon started a new collabo with one of the most illustrious Italian brands (especially so in the last few years), Diadora. Core to the new project is a premium edition of the classic running model V7000, dating to the Nineties and still very modern in the closing months of 2016. This time, the team from the famous sneaker store from Aberdeen claims to be inspired by the tradition of Italian cycling and more precisely of Tuscan cycling; and on closer inspection, if you see the colorway, that can only mean one thing – Bianchi. True, the historic brand of Italian cycling isn’t officially present, but the chromatic reference seems to be quite explicit. 16
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IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8
“Solo” mesh, pelle (canguro!) e suede di alta qualità. Più la produzione italiana, ad arrotondare ulteriormente il voto. Only mesh, (kangaroo) leather and high quality suede. To crown it all, an Italian production – and the grade is explained.
Colorazione: 7
Combinazione non scontata (e piuttosto riuscita). A not so predictable (and quite spot-on) combination.
Concept: 7
La bellezza delle biciclette italiane costruite con sapienza artigianale negli anni Settanta è un punto di partenza molto interessante. The elegance of the Italian bikes crafted in the 1970s along traditional lines is a very interesting starting point..
Retail: 7
135 sterline, neanche troppo per questi gioielli di qualità costruttiva. 135 pounds is not too much for these top quality gems.
Resell: 7
A un paio di settimane dall’uscita, valgono circa il 20% in più del prezzo originale. A couple of weeks after the release, a pair is worth 20% more than the original price.
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LIVESTOCK X REEBOK NPC STRAP
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8 Originali come sempre, nell’ispirazione e nella presentazione, i canadesi di Livestock propongono la loro versione delle NPC con Velcro al posto dei classici lacci. Gioca con il doppio significato della parola “court” - campo da tennis, certo, ma anche la corte che giudica chi commette reati - il team del noto store di Vancouver, riproponendo quest’icona Reebok in un’inedita veste grigio/arancio. Esatto, avete indovinato: l’ispirazione arriva direttamente dalle manette e dalle uniformi dei Department of Correction americani, all’interno dei quali peraltro da sempre sono vietate le stringhe di ogni tipo. Così come, tra le mura di un carcere, è difficile trovare scarpe tanto eleganti... Original as usual, both from an inspiration and a presentation viewpoint, the Canadian guys from Livestock release their version of the NPC featuring Velcro instead of a classic pair of laces. The team of the famous store in Vancouver plays on the two senses of ‘court’ (the tennis court and the court of justice that judges who’s guilty), and they reissue this Reebok icon in an unprecedented grey/orange version. Yeah, you got it right – the inspiration comes from the handcuffs and uniforms employed in the American Departments of Correction, where using any kind of shoe laces is prohibited. Equally hard would be to find such an elegant pair of shoes in such a place. 18
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Suede dall’aspetto davvero prezioso (e poco adatto a un contesto carcerario di conseguenza...). A suede exhibiting a very valuable outlook (hence rather ill-suited for a prison environment).
Colorazione: 7
Semplice, ma molto elegante. Simple but so elegant.
Concept: 7
Un punto in più per il gioco di parole, uno in meno per aver pensato che qualsiasi incontro con una “corte” debba finire in una stanza col sole a scacchi… E la presunzione di innocenza?! An additional point for the pun, but another one subtracted for assuming that all and every trial must end up with the accused person being imprisoned. How about the presumption of innocence?
Retail: 8
95 dollari, poco sopra il prezzo dei modelli di linea e molto sotto rispetto alle altre limited edition viste nell’ultimo periodo. 95 dollars, slightly above the price of line models, and much below the other limited editions we saw recently.
Resell: 5
Si trovano ancora facilmente in molti negozi online. It can be found fairly easily in many online shops.
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collabs review! FUTURE X REEBOK instapump fury
Dopo Kendrick Lamar, le partnership di Reebok con quotati nomi della scena hip-hop continuano con Future, re del suono del dirty south che domina le classifiche americane negli ultimi anni (e sembra ormai pronto per essere importato anche in Italia, ma questa è un’altra storia...). Ad aprire questa nuova saga – non possiamo credere che si tratti di uno one shot – è un’edizione speciale delle celeberrime Instapump Fury soprannominata “Overbranded”: un makeup semplice ed efficace, perfettamente in linea con lo spirito dei nostri tempi, caratterizzato dal forte contrasto bianco/ nero con logo Vector di Rebbok stampato (davvero) gigante sul fianco. After Kendrick Lamar, Reebok’s partnership with the famous names from the hip-hop scene has come to include Future, the king of dirty sound that’s been dominating the American hit-parades for the last few years (it seems to be on the verge of being imported in Italy, but this is another story). The model opening this saga (we don’t think it can be a one-shot) is a special edition of the very famous Instapump Fury nicknamed Overbranded: a simple and compelling makeup, perfectly consistent with our days’ mindset, characterized by a strong black/white contrast with the logo Vector by Reebok printed very big on the lateral side.
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 6
Poco o niente in più rispetto ai modelli di linea. Nothing or almost nothing was added to the line models.
Colorazione: 8
Zarrissima e perfetta, a suo modo. Very boor and perfect (in its own way).
Concept: 6
Non possiamo parlare di ispirazioni raffinate, certo... We can’t qualify this as having a refined inspiration admittedly.
Retail: 7
160 euro circa, come al solito: Reebok non ci fa pagare un sovrapprezzo per la tiratura limitata, e questo è assai apprezzabile. Around 160 euro, as usual. Reebok doesn’t charge you an excessive price for the limited editions, and this is good.
Resell: 4
Ancora tutte le taglie disponibili sul sito ufficiale del marchio. All sizes still available on the brand’s official website. 20
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collabs review! FEATURE X DIADORA N9000
Dopo l’edizione “Pistacchio” della scorsa stagione, uno dei più noti sneakers store di Las Vegas torna a collaborare con Diadora per una nuova limited edition centrata sulle N9000. Anche questa volta Feature gira intorno al tema “gelato”, però varia il gusto: fragola. Se il gioco funziona, la boutique americana e il marchio italiano potrebbero andare avanti ancora per molti anni… After the Pistachio edition of the last season, one of the best known sneaker stores in Las Vegas starts a new collaboration with Diadora for a novel limited edition revolving around the N9000. This time, too, Feature deals with the ice-cream topic, but the new flavor is strawberry. If the idea works out, the American boutique and the Italian brand could go on for many years…
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8
Pelle di grande qualità, ma anche dettagli dorati e cuciture custom sul toebox. Il voto alle produzioni Made in Italy è sempre altissimo. Top quality leather, but also golden details and custom seam on the toebox. All made in Italy productions tend to deserve very good marks.
Colorazione: 7
Il coraggio di chi lavora con i toni di rosa va sempre premiato. We should always reward the courage of those who work on the tones of pink.
Concept: 5
Si potrà proporre un referendum per vietare le collaborazioni a tema cibo? Ne abbiamo viste davvero troppe. Can we call a referendum to prohibit the collaborations with a food theme? We have seen too many.
Retail: 6
210 dollari non è poco, neanche per un paio di Diadora Made in Italy. 210 dollars isn’t cheap, even for a pair of Diadora made in Italy.
Resell: 5
Non aspettatevi di guadagnare qualcosa rivendendole... You are not going to earn something relevant if you resell it. 22
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BILLY X SAUCONY GRID 9000
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 7
Il team del noto store di Tokyo Billy e Saucony non sono andati tanto lontano, a cercare l’ispirazione per il loro ultimo progetto collaborativo che ruota intorno a un amatissimo modello running classe 1994 pescato dall’archivio della casa americana. Per farla breve: visto che si tratta di un negozio giapponese, ecco le Grid 9000 “Zen” e quelle “Japanese Garden”. Il soprannome di questo pacchetto è piuttosto prevedibile: “Nippon”. Però intendiamoci: non è detto che a volte le cose semplici non siano le migliori... The team of the famous Tokyo store Billy and Saucony didn’t go very far to look for inspiration before starting their latest collaborative project that revolves around a tremendously wanted 1994 running model just picked up from the archive of the American brand. In short, given we’re talking about a Japanese shop, here is a Grid 9000 ‘Zen’ and a ‘Japanese Garden’. The nickname of this package is quite predictable: ‘Nippon’. But keep in mind that the simple things can often be the best ones… 24
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Suede e pelle di qualità. Ci piace molto il toebox in lana, tocco distintivo su entrambe le versioni. Quality suede and leather. We really like the wool toebox, a distinctive touch marking both versions.
Colorazione: 8
Anche qui, niente di complicato: solo belle sneakers. Ci basta. Once again, nothing very complex. Just a nice pair of sneakers, and that’s enough.
Concept: 4
Le collaborazioni fondate sugli stereotipi nazionali non le possiamo più vedere. The collaborations based on the national stereotypes have bored us.
Retail: 6
140 dollari: quasi il doppio delle Grid 9000 di linea. Anche la qualità è migliore, però. 140 dollars, almost twice the price of the line Grid9000. But the quality is also better.
Resell: 5
Ancora ampiamente disponibili online. Still largely available online.
www.ubcspa.com Sneakersmagazine
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collabs review! UNITED ARROWS X NEW BALANCE 530 Il centro dell’universo New Balance per la stagione autunno-inverno 2016 è senza dubbio rappresentato dalle classiche 530, che arrivano sugli scaffali in una nuova versione collaborativa realizzata insieme ai guru giapponesi del retailer United Arrows, onnipresente nel paese del Sol Levante e reduce dall’apertura in pompa magna di un nuovo concept store nel centralissimo quartiere di Roppongi Hills, a Tokyo. Queste iconiche running vengono riproposte attraverso un nuovo makeup caratterizzato da tomaia in crackled & matte leather, con un originalissimo schema cromatico a base di nero e blu scuro, più intersuola bianca e inserto gum. The center of New Balance’s universe for the fall winter 2016-2017 season is by all means represented by the classic 530, that will reach the shelves in a new collaborative version realized with the Japanese gurus from the retailer United Arrows, simply ubiquitous in the empire of the Rising Sun and recently refreshed by the opening (in full trim) of a brand new concept store in the very central Tokyo neighborhood of Roppongi Hills. This iconic running shoe gets reissued through a new makeup characterized by upper in crackled and matte leather, with a very original chromatic pattern featuring a black and dark blue base, a white midsole, and gum insertion.
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 7
Davvero notevole il mix di materiali sulla tomaia. A really remarkable mix of materials over the upper.
Colorazione: 8
Il nero e il blu insieme sono un rischio calcolato: qui il risultato appare perfettamente bilanciato, soprattutto grazie ai sapienti particolari a contrasto. The combination of black and blue is a deliberate risky idea: the result is perfectly balanced, mainly thanks to the smart contrasting details.
Concept: 5
Se dietro a queste scarpe c’è un’idea forte, a noi non è stata comunicata... If there is a strong concept behind these shoes, we didn’t get it.
Retail: 6
Oltre 17.000 yen, circa 150 euro: di solito le 530 sono uno dei modelli retro New Balance più economici, ma non è questo il caso. Above 17k yen equates to almost 150 euro. Usually the 530 is one of the cheapest retro models by New Balance, but not this time.
Resell: ?
Davvero difficili da trovare al di fuori del Giappone. Altrettanto complicato, di conseguenza, fornire una valutazione. Really hard to find a pair outside of Japan. Equally hard to provide a rating. 26
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Insole Gel
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collabs review!
COLETTE X ASICS GEL LYTE V La settimana della moda non è un’esclusiva delle grandi città occidentali: dopo New York, Londra, Milano e Parigi, anche Tokyo ha ospitato il circo itinerante del fashion. E anche se quella giapponese non è una manifestazione paragonabile a quelle che si svolgono nell’emisfero ovest, non manca di attrarre decine di migliaia di addetti ai lavori nella capitale nipponica. Per celebrare l’edizione 2016 della Tokyo Fashion Week, il brand 100% giapponese Asics ha proposto una interessante collaborazione con il retailer parigino ormai da un decennio simbolo di quello sfuggente mix tra lusso e streetwear: risultato, un pop-up shop aperto dal 17 al 22 ottobre grazie all’aiuto del gigante United Arrows, pieno di prodotti esclusivi Asics. A partire naturalmente da questa rivisitazione della Gel-Lyte V caratterizzata dalla tomaia decorata con un pattern ispirato ai tessuti con cui viene costruito lo Yukata, tradizionale indumento estivo giapponese. It’s been quite a few years since the fashion week ceased to inflame solely the big western cities. After New York, London, Milan, and Paris, a next generation theatre is Tokyo. And although the Japanese fashion week can’t compare with the western manifestations, it still attracts dozens of thousands of stakeholders. So with a view to celebrating the 2016 edition of the Tokyo Fashion Week, the wholly Japanese brand Asics has launched an interesting collaboration with the Parisian retailer that’s come to represent the elusive mix of luxury and street wear. As a result, and thanks to the assistance of the giant United Arrows, we had a pop-up shop that opened up from 17 to 22 October, replete with exclusive products by Asics. A most prominent item on sale was perhaps this reinterpretation of the Gel-Lyte V characterized by a upper adorned through a pattern inspired by the tissues making up the Yukata, a traditional summer cloth from Japan.. 28
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IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 7
Pelle e mesh, certo non un mix sorprendente per questo iconico modello running. Leather and mesh – admittedly not a surprise mix for this iconic running model.
Colorazione: 7
Tinte prevedibili, visto che si tratta di una collaborazione con Colette. Ma la parte in mesh è davvero notevole. Quite predictable hues, given it’s a collabo with Colette. But the part in mesh is really remarkable.
Concept: 5
Se dietro a queste scarpe c’è un’idea forte, a noi non è stata comunicata... If there is a strong idea to these shoes, we didn’t get it.
Retail: 6
Oltre 17.000 yen, circa 150 euro: di solito le 530 sono uno dei modelli retro New Balance più economici, ma non è questo il caso. Above 17k yen equates to almost 150 euro. Usually the 530 is one of the cheapest retro models by New Balance: not in this case..
Resell: ?
Davvero difficili da trovare al di fuori del Giappone. Altrettanto complicato, di conseguenza, fornire una valutazione. Very difficult to find a pair outside of Japan. Equally hard to provide a rating.
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collabs review!
FOOTPATROL X KARHU FUSION 2.0 Cent’anni sono davvero un’enormità. Quando un marchio inizia ad avere più storia di quella che mediamente sta nell’intera esistenza di un singolo uomo, il patrimonio che porta con sé diventa inestimabile. Dunque è proprio il caso di festeggiare, per Karhu: il marchio sportswear finlandese raggiunge il secolo di vita, e tra le tante iniziative celebrative spicca il modello realizzato in collaborazione con la mitica sneakers boutique londinese FootPatrol, da ormai ben più di un decennio punto di riferimento per gli appassionati britannici, e già al centro di progetti storici come le Nike Air Stab retro vestite di viola nel 2005 o le adidas Campus con stripe “snakeskin” del 2007. Oggi le collabo sono un fatto molto più comune, certo, ma queste Fusion 2.0 sembrano avere le carte in regola per distinguersi dal gruppo. A hundred years is really a long time. When a brand comes to have more past than an average person can ever hope to experience, the patrimony it harbors becomes priceless. So the moment has come for Karhu to celebrate such a milestone: the Finnish sportswear brand is completing its first century, and the various celebrative campaigns launched include a model realized in collaboration with the legendary sneaker boutique from London FootPatrol, a reference point for all British enthusiasts over the last decade, and already protagonist of such historic projects as the retro Nike Air Stab dressed in purple in 2005 or the adidas Campus with sneakeskin stripe in 2007. Yes, nowadays making a collabo is more of a common thing, but this Fusion 2.0 seems to have its papers in order to stand out.
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8
Pigskin suede morbidissimo, mubuck traforato di alta qualità, 30
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nylon ballistic. Se a un primo sguardo potrebbero apparire sneakers “qualsiasi”, toccarle con mano fa subito cambiare idea... Very smooth pigskin suede, high quality punched nubuck, and ballistic nylon. While at first sight it may seem a trivial pair of sneakers, you will change your mind when you touch it.
Colorazione: 8
I toni grigi della natura nordeuropea in inverno, più particolari legati al mondo hiking come gli occhielli passalacci in metallo a “D” e i pannelli in nylon simili a quelli degli zaini da montagna. Nell’insieme, davvero una colorazione azzeccata. The grey tones of nature in the northern regions during winter, along with some details from the hiking world such as the D-shaped metal eyelets and the panels in nylon like those on the mountain backpack. On the whole, a spot-on colorway.
Concept: 6
Non si tratta certo di ispirazioni originalissime, ma di fronte a tanta qualità costruttiva e tanto stile possiamo anche sorvolare. By no means a very original inspiration, but given the good constructive quality and the winning overall style we can pass over this limitation.
Retail: 7
125 sterline, esattamente il 25% in più rispetto alle Fusion 2.0 “normali”. Un ricarico tutto sommato corretto. 125 pounds, exactly 25 percent more than the regular Fusion 2.0. A recharge that one can deem acceptable, all considered. .
Resell: 5
Ancora ampiamente disponibili sul sito di FootPatrol nel momento in cui scriviamo queste righe.. Still largely available on the FootPatrol website as we write these lines.
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collabs review!
THE DISTINCT LIFE X REEBOK BOLTON
IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 7
Notevole la qualità della tomaia in pelle totale, ma era abbastanza prevedibile. Remarkable quality for a upper in total leather, as quite predictable. La collaborazione è oramai più che consolidata: Reebok da una parte, dall’altra The Distinct Life, il brand di Rick Williams, fondatore del noto sneakershop del Michigan Burn Rubber. L’ultimo progetto, intitolato the “Distinct Views”, è davvero notevole: una mini collezione composta da quattro rivisitazioni delle classiche Bolton, tutte ispirate a singole immagini raccolte da alcuni fotografi internazionali. Questo è il quarto e ultimo modello della serie. The collaborative pair is by now well-established. On the one hand, Reebok – on the other hand, The Distinct Life, the brand owned by Rick Williams, the founder of the famous Michigan sneaker shop Burn Rubber. The latest project, called the Distinct Views, is really impressive: a mini collection comprised of four new versions of the classic Bolton, all inspired by single images taken by some international photographers. This is the fourth and last model in the series . 32
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Colorazione: 7
La banalità della tomaia nera è inaspettatamente rinnovata dagli accenti di colore tra suola e intersuola. The black upper is trite but the color accents between outsole and midsole give it a reviving touch.
Concept: 7
Il progetto è davvero degno di nota, ma il risultato rimane leggermente al di sotto delle nostre aspettative. The project is really noteworthy, but the outcome remains slightly below our expectations.
Retail: 7
125 dollari, non troppo oltre il prezzo delle Bolton di linea. 125 dollars, that is, not too much more than the regular Bolton.
Resell: 4
Ancora tutte disponibili sul sito di Burn Rubber. All pairs still available on Burn Rubber’s website.
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Va i s u s n e a k e rs magazi n e . i t per scoprire tutte le novitĂ e resta connesso con il blog e i social per scoprire le prossime...
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sneakers
calciatori
NEYMAR JR.
Se sei il primo calciatore nella storia a farsi produrre scarpini da calcio con il marchio Jordan – tra l’altro, evidentemente ispirati alle Jordan V – ti puoi permettere tutto. Ma le scarpe sul letto? La mamma ci ha insegnato che non si fa. Neanche se si tratta di modelli ricercatissimi, come le Jordan II “Don C”, le Jordan VI “Infrared” e le Jordan V di Supreme. If you are the first soccer player in history to obtain a pair of soccer pumps featuring the Jordan sign (clearly inspired by the Jordan V by the way), you can do everything. But what about the shoes on the bed? Mum told us it’s not ok. Not even if you wear such very sought-after models as the Jordan II ‘Don C’, the Jordan VI ‘Infrared’ or the Jordan V by Supreme.
PIERRE-EMERICK AUBAMEYANG
Dura la vita del calciatore, eh? Oltre a partite e allenamenti, tocca perfino partecipare a shooting fotografici per pubblicizzare le Air Sock Dart. Cosa non si fa, pur di mantenere un figlioletto appena nato... How hard the life of a soccer player, uh? Beside the matches and the training sessions, you must undergo photographic shootings to advertise the Air Sock Dart. How many sacrifices to maintain your baby! 34
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PAUL POGBA
Vacanza o lavoro? L’estate in Florida, a fare gator-watching, o gli allenamenti con gli ex-compagni della Juve? Non importa. Nell’ultimo anno Paul Pogba ha sempre avuto un paio di Yeezy 350 perfette per l’occasione. L’importante è che si tratti di colorazioni mai viste. For holiday or work? The summer in Florida, doing gator-watching, or a training session with the Juventus colleagues? It’s all the same. In the last year, Paul Pogba has always used a pair of Yeezy 350 fit for the occasion. The crucial thing is, it must have a n exceptional colorway.
MAURO ICARDI
Una giornata al parco con il tuo migliore amico. Corse nei prati, fango e magari la possibilità di pestare qualche spiacevole ricordino… Per l’occasione, cosa c’è di più adatto di un paio di Air Force One tutte bianche? A day spent at the park with your best friend. Running over the grass and treading the mud with the risk of trampling on some ugly souvenirs... Whatever the case, what’s more suitable than a pair of total white Air Force One? Sneakersmagazine
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2000-2016:
THE SNEAKERSHOPs
EVOLUTION
Far parte della prima, vera, ondata di appassionati collezionisti di sneakers – la parola sneakerhead, se non si fosse capito, non ci piace granché – è senza dubbio un’arma a doppio taglio. Da una parte significa che le primavere ormai alle nostre spalle sono molte, certo. Ma dall’altra, possiamo dire di aver osservato cambiamenti epocali all’interno di questo mondo fatto di gomma, suede e mesh, che sembra solo un piccolo particolare nell’enormità del mercato globale, eppure muove cifre davvero importanti. Cifre che passano, soprattutto, attraverso il lavoro di chi le scarpe le vende, anche all’interno di quel particolare tipo di negozio specializzato che rappresenta la vera novità degli ultimi vent’anni: lo sneakershop. Belonging with the very first generation of enthusiasts and collectors of sneakers (we don’t like very much the word sneakerhead, in case you didn’t know) is by all means a double-edged weapon. On the one hand, it means that the seasons you have behind you are quite a lot. On the other hand, you can claim to be a witness of a lot of groundbreaking changes within this world made up of rubber, suede and mesh, which might seem to represent only a small portion of the global market, but generates compelling revenues. Such revenues are also generated through the work of those who sell the shoes, within the sort of specialized shops that represent the critical innovation of the last twenty years, the sneakershops.
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Già, pensateci: prima del crepuscolo del ventesimo secolo, l’idea di negozi dedicati esclusivamente alle sneakers – capaci non solo di fare da tramite tra aziende e consumatori, ma soprattutto di trasmettere passione e, perché no, una certa cultura legata al prodotto – era quasi una chimera. Poi, con la fine dello scorso millennio, le cose sono iniziate a cambiare velocemente: i negozi di articoli sportivi classici hanno iniziato a sparire, uno dopo l’altro. Caduti sotto i colpi di catene di distribuzione enormi (come Foot Locker) che a quei tempi dominavano il mercato, certo, ma non solo. Il punto era anche che i consumatori cercavano qualcosa in più rispetto all’esperienza che quei negozi erano in grado di offrire, e naturalmente la prima idea per risolvere questa esigenza è stata quella di guardare verso le glorie del passato: già prima del 1995 si poteva registrare un crescente interesse nei confronti delle sneakers vintage, interesse che nel 1999 si era trasformato in un vero e proprio mercato, fiorente soprattutto in città come Tokyo in Giappone e Londra in Europa. Proprio nella capitale inglese erano nati diversi negozi specializzati, concentrati soprattutto nelle zone di Covent Garden e Camden Town, che vendevano sneakers vintage, dead stock e usate, insieme ad abbigliamento militare e a quello che ai tempi era una novità chiamare “streetwear”. Spesso quelle attività erano state create da alcuni appassionati proprio comprando stock provenienti da vecchi negozi sportivi ormai sulla via del fallimento, inevitabilmente superati dalla storia e dal mercato. Erano nati gli sneakers shop, che trattavano le scarpe come i record store trattavano i dischi: con passione, cultura e una notevole dose di nerdismo. Senza saperlo, questi ragazzi stavano cam38
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2000-2016:
THE SNEAKERSHOPs
EVOLUTION
Indeed, think about it: before the end of the XX century, the idea of having shops entirely dedicated solely to the sneakers (capable not only of mediating between companies and customers, but also and more importantly of transmitting the culture of sneakers) was almost chimerical. Then, with the new millennium something has started to change quickly: the classical sports-articles
shops
started to disappear, one after the other. For one thing, they were losing the race with
the
huge
chains of distribution (such as Foot
Locker)
which back then were dominating the market. But the thing is, even more importantly, that the customers were looking for something that could offer more, in terms of experience, than what those shops were able to afford – and thus the first attempt at meeting their needs was to look at the glories of the past. A growing concern with the vintage sneakers had already blossomed before 1995 and in 1999 such a concern had morphed into a real market, mostly flourishing in cities like Tokyo in Japan, and London in Europe. Indeed, the English capital had seen a number of specialized shops popping up, especially around the neighborhoods of Covent Garden and Camden Town, which used to sell vintage sneakers, both dead-stock and used, together with military-wear and what was starting to be known as street-wear. Those businesses were created by some enthusiasts who used to buy stocks from old sports shops on the brink of failure, defeated by history and the market. The sneaker shops were born, and they started to treat the shoes like the record store used to treat the discs – with passion, culture and a good deal of nerdyness. Unbeknownst to them, these guys were
biando il volto del mercato mondiale, pur partendo da imprese fieramente locali.
contributing to change the face of the global market, although from a number of small, proud local businesses. The great brands, of course, didn’t hesitate to ride this move-
I grandi brand naturalmente non ci misero molto a intercettare questo movimento, e iniziarono a proporre timidamente qualche modello retro richiestissimo dai collezionisti, come le Air Jordan V e le prime Air Max 1. Ma soprattutto, cominciarono a chiedere ai proprietari dei piccoli negozi indipendenti di associarsi a loro in qualche modo, in cambio di investimenti e di appoggi dal punto di vista del marketing e della distribuzione. Così le scarpe vintage sparirono piano piano dalle vetrine di queste attività commerciali, mentre i negozi si ristrutturavano e si dedicavano anima e corpo alla vendita di scarpe nuove: magari di quei modelli retro che nel frattempo erano entrati a pieno titolo nei cataloghi stagionali delle aziende multinazionali, oppure di quelle limited edition collaborative che apparivano la più eccitante novità prodotta da quella che qualcuno iniziava a chiamare, senza vergognarsi, “sneakers culture”. Sotto un’insegna come quella di FootPatrol – che rappresenta lo sneakers shop OG per antonomasia – si trovava tutto questo, e l’invadenza dei grandi marchi era mitigata dalla personalità di amatori decisi a trasformare la loro passione in un lavoro, ma poco disposti al compromesso.
ment, and they started to propose timidly some retro models that were much wanted among the collectors, such as the Air Jordan V and the first Air Max 1. Even more importantly, they started to ask the owners of these small independent shops to be linked with them in some way in order to get investments and other forms of support in terms of marketing and distribution. Thus the vintage sneakers slowly disappeared from the windows of these businesses, and the shops underwent renovation and started to deal with new shoes: perhaps the retro models that in the meantime had been introduced in the seasonal catalogues of the multinational companies, or those collaborative limited editions that started to appear as the newest and most thrilling ideas released by what started to be known as the sneaker culture. Under a sign like FootPatrol (that represents the OG sneaker shop par excellence) one could find a great variety, and the pushiness of the great brands was alleviated by the personality of enthusiasts eager to turn their passion into a job, but poorly disposed to accept compromises. The giants of the sneaker
world
were trying to understand
what
direction to take, in search of new avenues to tread, and they paid heed to all bottom-up movements, to the diffused creativity marking the life of the new metropolis. It would have
I colossi del mondo sneakers stavano cercando di capire in che direzione muoversi, alla ricerca di nuove strade da percorrere, ed erano molto interessati a tutti i movimenti provenienti dal basso, dalla creatività delle grandi metropoli. Sarebbe stato bello se aziende e appassionati fossero riusciti a mettere in piedi un vero, costruttivo rapporto di collaborazione. Ma
been so cool if companies and enthusiasts had managed to build a real collaborative relationship. But the balancing act between a giant and a very small entity is always a hard feat, especially in a historic moment such as the first fifteen years of the new century, marked by very quick and revolutionary transformations, that the market had never seen before. Take for example the huge development of the Internet, which has Sneakersmagazine
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l’equilibrio tra enorme e piccolissimo è molto, molto difficile da raggiungere. Soprattutto in un momento storico come i primi quindici anni del ventunesimo secolo, caratterizzato da trasformazioni velocissime e rivoluzionarie, come mai il mercato aveva affrontato nel passato. Pensiamo naturalmente all’enorme sviluppo di internet, che ha visto blog e forum di informazione, punto di riferimento per i primi sneakerhead, trasformarsi in veri e-commerce, mentre intorno ad essi si sviluppava un panorama sempre più popolato di remake e progetti collaborativi.
meant that a panoply of blogs and information forums (early reference points for many sneakerheads) have turned into e-commerce websites, whereas a panoply of remakes and collaborative projects continued to develop around them. Let’s go back to the physical sneaker shops. By the mid 2000s, the phenomenon was diffused throughout Europe: Solebox, Sneakersnstuff,
Ha-
non, Patta, 24 Kilates, V Round, the first version of Colette. The list is long and one could count new openings everyday on the imaginary map of the European boutiques. But,
Ma torniamo agli sneakers shop fisici. A metà dei Duemila, il fenomento era ormai diffuso in tutta Europa: Solebox, Sneakersnstuff, Hanon, Patta, 24 Kilates, V Round, la prima versione di Colette… la lista era lunga, e ogni giorno si sarebbero potute contare nuove aperture, sull’immaginaria mappa delle boutique europee. Ma come dicevamo poche righe più su, si trattava di un mercato costruito su fondamenta disomogenee, e per questo destinato a crollare al primo smottamento.
as we said before, it was a market underpinned by a poorly homogeneous foundation and therefore it was destined to fall apart on the first landslide. A landslide that took place between 2007 and 2008 with the appearance of realities designed to combine the experience of the small sneaker boutiques with the figures of the big key distribution accounts. A good example is Size?, a chain from
Uno smottamento puntualmente arrivato tra 2007 e 2008, con la nascita di realtà decise a unire l’esperienza delle piccole sneakers boutique con i numeri dei grandi key account di distribuzione: l’esempio tipico è quello di Size?, catena diffusa sul territorio inglese (e oggi presente in mezza Europa) che voleva rendere disponibile al grande pubblico il gusto ricercato degli appassionati e dei collezionisti. Agli occhi dei grandi brand – non 40
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England (and now present in many European countries) that wanted to provide the general public with the refined taste of enthusiasts and collectors. To the big brands, and this is no surprise, the idea appeared to be a winning one, and so anyone, from Nike to adidas, started to invest energies and resources on this kind of stores. But a problem suddenly emerged: there was no room for an exclusive project and so the small sneaker shops were
c’è da stupirsene – l’idea apparve vincente, e così tutti quanti, a partire da Nike e adidas, iniziarono a investire energie e denaro su questo tipo di store. Ma nacque immediatamente un problema: iniziava a mancare l’esclusività, e con essa l’ossigeno per i piccoli sneakers shop. Trovare lo stesso prodotto in troppi negozi provocava infatti un certo disamore da parte degli appassionati, togliendo quella patina di autenticità che dava senso all’esistenza stessa di quei luoghi. I primi sneakers shop, così, iniziano a chiudere, sostituiti da altri meno indipendenti e più business-oriented come Titolo (Svizzera), Overkill (Germania), End Clothing (Inghilterra), Space 23 (Italia). Non si tratta per forza di un fatto negativo, semplicemente di un cambiamento. Ma abbiamo notato che i nuovi consumatori, gli adolescenti, non sembrano avere la stessa passione per il prodotto che animava gli appassionati della generazione precedente, che oggi ha da poco superato la ventina. Forse dipende proprio dalla mancanza della mediazione da parte di veri amatori, come quelli che hanno animato la nascita dei primi sneakers shop. Senza cultura, ne siamo certi, anche il migliore prodotto non si vende. E allora, forse è il caso di recuperare ciò che c’era di buono nell’esperienza degli sneakers shop OG. Vedremo se qualcuno sarà in grado di farlo nei prossimi anni.
2000-2016:
THE SNEAKERSHOPs
EVOLUTION
starting to lose their oxygen. Finding the same product in too many shops was causing many enthusiasts to be disaffected, and deleted the aura of authenticity that gave a sense to those places. A number of sneaker shops then started to close, getting replaced by less independent and more business-oriented stores like Titolo (Switzerland), Overkill (Germany), End Clothing (England), Space 23 (Italy). It doesn’t need to be a negative fact, but it’s clearly a visible change. We have realized that the new generations of customers, the new teenagers, don’t have the same feelings toward the product that would excite the fans from the prior generation, that is the guys and girls that are more than 20 by now. Perhaps this is due to absence of the real enthusiasts, like those who triggered the boom of the first sneaker shops. Without culture, we are pretty sure, it’s hard to sell the best product. But then, the time has come to revive what was good in the experience of the OG sneaker shop. We’ll see whether anyone will be able to do it in the coming years. Sneakersmagazine
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event
sneakerness colonia Sneakerness, lo saprete già se leggete spesso questo magazine, è un evento itinerante dedicato alle sneakers. Un tour che fa
tappa in alcune delle città europee più importanti per mostrare la cultura che si cela dietro le scarpe (e coloro che le collezionano). Ma soprattutto, per mettere in mostra le scarpe. L’ultima data di questa saga ormai pluriennale si è svolta nella città tedesca di Colonia, patria di un gruppo di collezionisti davvero accanito. Come spesso capita, anche questa tappa di Sneakerness si è distinta per la varietà della proposta – possibile ammirare scarpe di molti tipi e marchi diversi – così come per la creatività delle iniziative messe in atto, dalle immancabili feste musicali a tornei sportivi improvvisati. Anche se non siamo riusciti ad andare di persona all’X-Post di Colonia, che ha ospitato migliaia di appassionati provenienti da tutta la Germania e da mezza Europa, ma abbiamo selezionato alcune delle immagini più belle della manifestazione, per farvi ammirare alcuni dei modelli più rari e ricercati che facevano bella mostra di sé tra gli stand. Rifatevi gli occhi... 42
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event
sneakerness colonia
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event
sneakerness colonia
Sneakerness (if you read this magazine with regularity, you will know it) is a travelling happening dedicated to the sneakers. A tour that stops in some of the most important European cities to herald and promote the culture behind the shoes (and those who collect them). Even more importantly, to show the shoes. The latest episode of this multi-year saga took place in the German city of Cologne, the hometown of a really obstinate group of collectors. This episode of Sneakerness, as is often the case, made itself noticed by the diversity of the proposal (shoes of many brands and types could be admired) and the creativity of the activities organized, from the inevitable musical happenings to some extempore sports tournaments. Although we couldn’t participate in person to the X-Post in Cologne, which hosted thousands of people from Germany and the rest of Europe, we have selected some of the coolest images of the event, to let you appreciate one of the rarest and most sought-after models that were showing off among the stalls. Enjoy the beauties.
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running section di Paolo Barghini
foto Marco Buratti e Elisa Figoli
Roa d Test
mizuno
SYNCHRO MX Mizuno, uno dei totem mondiali del running. Milioni di atleti hanno corso milioni di maratone, in ogni angolo del pianeta, con le Mizuno ai piedi. Personalmente ho conosciuto i prodotti dell’azienda giapponese mentre preparavo la mia prima corsa estrema nel deserto, la mitica Marathon des Sables. Da allora le Mizuno Precision mi hanno accompagnato sulle sabbie di alcuni tra i luoghi più remoti del pianeta. Con la loro pianta larga, i modelli Mizuno risultano infatti particolarmente adatti alle corse in cui la superficie di appoggio e quindi la cosiddetta “galleggiabilità” riveste un ruolo fondamentale. Mizuno is one of the global leaders of running. Millions of athletes wearing Mizuno have run millions of marathons in any corner of the world. I personally discovered the products of the Japanese company during my training months before my first extreme desert race, the legendary Marathon des Sables. Since then, the Mizuno Precision has been with me on the sand of some of the farthest places on earth. Thanks to its broad-soled form, the models by Mizuno are especially suited to allow the athlete to run on grounds with an irregular surface, where the so-called buoyancy becomes critical.
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running section
Road Tes t mizuno SYNCHRO MX
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Road Tes t mizuno SYNCHRO MX Negli anni l’azienda giapponese ha raggiunto la perfezione: trovare un difetto agli ultimi modelli delle Wave Ryder è quasi impossibile. Fare meglio, un’autentica sfida. Eppure capita anche a marchi tanto prestigiosi di imboccare strade che non portano a risultati ottimali, nel tentativo di innovare un prodotto già ottimo. Ad esempio Mizuno, con le Synchro MX, ha abbandonato la tecnologia Wave che tanto successo e tante soddisfazioni ha dato al brand, alla ricerca di nuove soluzioni tecniche. Così ecco la tomaia interna priva di cuciture per migliorare il comfort, e l’uso dell’airmesh per una maggiore traspirabilità, che aiuta a mantenere il piede asciutto anche con temperature elevate. Soprattutto, l’innovativa struttura dell’intersuola, che non prevede l’utilizzo della tradizionale tecnologia Mizuno Wave, come gia ricordato, bensì due mescole a diversa densità sovrapposte: quella inferiore in U4icX per una massima ammortizzazione, quella mediale in AP+ per una maggiore durata. Il risultato però non è certo ottimale, soprattutto per sneakers che Mizuno indica come “adatte anche ai principianti”. La rollata ai ritmi blandi risulta infatti difficile: la rigidità della parte posteriore della scarpa fa sì che spesso il piede sbatta rumorosamente, con un suono sgradevole. A ritmi più impegnativi, la scarpa risolve in parte i suoi limiti, ma continua a non aiutare granché nel gesto tecnico. Dunque, cosa rimane? Bè, di certo il look accattivante e, nella sua semplicità, anche piuttosto aggressivo: chi indossa un paio di Synchro viene immediatamente individuato come runner. Manca però la funzionalità, e non è poco...
The Japanese company has reached the perfection over the years, so it’s almost impossible to find a flaw in the latest versions of the Wave Ryder. In fact improving this model would be a feat. But sometimes even those brands that never fail can take directions that bring about some sub-optimal results, perhaps in the attempt to further improve an already optimal product. For example, when releasing the Synchro MX, Mizuno abandoned the Wave technology that had granted the brand so much success and satisfaction, and they went in search of novel technical devices. As a result, they introduced a seamless lining to improve comfort, and started to use the airmesh to enhance transpiration, with a view to keeping your feet dry at the very high temperatures. More than that, they gave a new structure to the midsole, that (as we said) doesn’t include the traditional technology Mizuno Wave, but two overlapped different-density mixtures: the inferior in U4icX to enhance the cushioning power, and the intermediate in AP+ to grant duration. But the outcome is far from optimal, especially for a sneaker that Mizuno advertises as suitable for the beginners. The rolling at a slow pace is hard: the posterior part’s stiffness causes the foot to bang loudly on the ground, releasing a ugly noise. When you run at a quicker pace this problem is partly reduced, but still detracts from an optimal performance. What’s the good side? Well, to be sure the kick has a winning look, and is quite aggressive at that: when you wear a pair of Synchro you get soon identified as a runner. The practical and technical aspects are quite weak, and this is not a detail. 52
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Trail running Il mondo della corsa negli ultimi 10 anni ha subito una vera e propria rivoluzione, con l’aumento vertiginoso delle gare nella natura. Lo sviluppo del trail running ha permesso agli atleti di appropriarsi di montagne e altri ambienti naturali poco antropizzati, i luoghi più belli della Terra. Quindici anni fa le gare trail si contavano sulle dita di una mano, adesso ogni week end non c è che l’imbarazzo della scelta. Qualsiasi parco o riserva naturale in Italia e all’estero è diventato campo di gara per sfide avventurose, che richiedono grande impegno fisico e tecnico agli atleti. Le aziende hanno risposto alla domanda del mercato con lo sviluppo, ad esempio, di materiali di alta qualità. Rispetto alla corsa su strada infatti, le scarpe da trail devono avere sopratutto caratteristiche di protezione e resistenza. Ecco qualche consiglio per scegliere quelle più adatte alle vostre esigenze. La prima valutazione da fare riguarda la suola e relativo grip: le gomme devono essere generose e aderenti anche in condizioni di umidità, affinché una discesa tecnica in alta montagna non diventi un incubo. Poi bisogna tenere in considerazione la resistenza alla torsione laterale, visto che le articolazioni sono destinate a essere fortemente sollecitate. Da curare inoltre la protezione delle dita (pensate a quanto può essere doloroso colpire con l’alluce una pietra sporgente) e la resistenza della tomaia, destinata ad affrontare sfregamenti su rocce, terra e arbusti spinosi. Come detto, tutte le aziende del settore si sono impegnate nel proporre un’ampia gamma di prodotti destinati al trail running. Tra le prime a credere in questo mercato c’è la francese Salomon, leader incontrastata del settore e capace – anche grazie a collaborazioni e sponsorizzazioni con gli atleti – di sviluppare prodotti adatti ad un’ampia gamma di esigenze e terreni. Ma non mancano altri marchi, anche senza solide radici running, che si stanno affacciando su questo mercato: penso ad esempio alle scarpe da trail con suole Vibram, azienda italiana leader nella produzione di suole per scarponi da montagna. Lo sviluppo del mercato trail sembra inarrestabile: questi modelli hanno linee aggressive e molto accattivanti anche per il tempo libero. Tanto che hanno soppiantato le pedule come tipica calzatura da montagna, e perfino il look doposci prevede ormai per per molti sneakers trail running. 54
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The world of running has undergone a real revolution over the last ten years, owing to a surge of competitions in the wild. The development of trail running enabled many athletes to rediscover mountains and other non-urbanized areas, the most beautiful places on earth. Fifteen years ago there existed very few trail competitions, but today there is an embarrassment of riches on every weekend. Any wild park or regional reserve has turned into a racing field harboring challenging competitions, that demand all athletes a great technical and physical effort. The companies meet the market requirements through the development of novel high quality materials. The trail running shoes need to grant features like protection and resistance much more than the normal racing shoes have to do. Here is some advice to choose the models most suited to your needs. The first feature you need to assess has to do with the outsole and its grip; the rubber must be rich and capable of sticking up even in humid conditions, in order to avoid that a technical descent from a high pick might become a nightmare. You need also check the shoe’s resistance to the lateral torsions, because your joints will be under stress. Make sure that the fingers are protected (think of how much painful can be to hit a rock with your toe) and the upper is enough resistant to protect you from impacts on rocks, gravel and thorny shrubs. As we said, all companies have come by now to produce a vast array of products designed for trail running. Among the first firms to have set their sights on this market niche, the French company Salomon is an unparalleled leader of the sector as it’s capable (also thanks to many collaborations and sponsoring campaigns with some famous athletes) to develop products that are suitable for a wide range of needs and grounds. But there are a number of brands, sometimes lacking very old and robust running roots, that are flocking this market. Think of the numerous trail shoes that use a sole by Vibram – the Italian leading company in the sector of mountain boot outsoles. The development of the trail market seems to be unstoppable. Such models exhibit aggressive and winning lines that can also be good for your free time. Thus they replaced the climbing shoes with mountain look, and the best after-ski looks have come to include a pair of trail running sneakers.
I marchi dei modelli piĂš usati al Mondiale di Trail Runnig 2016 in Portogallo
(fra i primi 100 in classifica)
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GRID SD ‘Public garden’
Nate all’inizio dei Novanta, che – come i lettori del nostro magazine sanno bene – erano davvero un periodo d’oro per il running Made in Usa. E infatti le Grid SD sono l’ennesimo piccolo capolavoro che possiamo trovare sfogliando i cataloghi del marchio dell’onda risalenti a quegli anni: non stupisce certo che Saucony continui a riproporle, incontrando il favore degli appassionati di mezzo mondo. Quando nel 1991 il brand del Massachusetts lanciò sul mercato le Grid SD, tutti capirono immediatamente che si trattava di un modello affidabile e adatto a tutti i tipi di runners, ma soprattutto rimasero conquistati dallo stile con cui veniva presentata una tecnologia innovativa e all’avanguardia, peraltro ancora assolutamente valida oggi. La versione Premium Grid SD “Public Garden” già sugli scaffali in questo inverno 2016 viene proposta con una tomaia di morbida pelle scamosciata, disponibile in tre colorazioni: nero, verde, grigio. I particolari che fanno la differenza sono il logo embossed e (soprattutto) lacci cerati e fodera interna in raso.
This model was born in the early Nineties, which was really a golden moment for the running shoes Made in Usa, as our beloved readers will recall pretty well. Indeed, the Grid SD is the umpteenth small masterpiece that we can find when we browse the catalogues of the wave brand dating back to that historic period: it’s indeed no surprise that Saucony goes on re-releasing this model, given the success it still enjoys throughout the world. When in 1991 the brand from Massachusetts launched the Grid SD on the market, everyone suddenly realized that it was a reliable model, suited for all kinds of runners. Even more importantly, the enthusiasts were immediately seduced by the style surrounding the cutting-edge technology that characterized the model, which is still in the forefront today. Now the Public Garden version of the Premium Grid SD has already reached the shelves. It exhibits a upper in smooth chamois leather, and it’s available in three colorways: black, green, and grey. The detail making the difference are the embossed logo and (more than that) the waxed laces and the satin lining. 56
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Info: Sport Leader s.r.l. mail: info@sportleader.pro tel: 0171/413175 58
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KARHU
FUSION 2.0
Le radici del marchio Karhu sono ancorate saldamente al terreno dell’estremo nord europeo, e non c’è da stupirsene, visto che la lunga storia del brand dell’orso è legata ai nomi di fondisti leggendari nativi di quel territorio, come Paavo Nurmi e Olavi Suomalainen. Proprio la Lapponia, regione che occupa il lembo settentrionale della Finlandia, ha ispirato alcuni dei modelli in arrivo: un ambiente in cui le renne vagano, i fiumi scorrono liberamente e gli abeti si allineano lungo i sentieri escursionistici... ad esempio quelli delle sette colline che compongono il Parco Nazionale Pallas – Yllästunturi. Qui le montagne del nord finlandese cambiano colore a ogni stagione: i raggi del sole trasmettono calore e toni lenitivi di ambra e oro, mentre il mutamento dell’autunno si manifesta con ricchi marroni rossicci. Karhu si lega a questa estetica con le Fusion 2.0 nella versione Caramel Caffè / Aegean Blue. La colorazione Wet Weather / Swamp invece è legata alla sera e ai mesi più freddi, che portano neve, temperature fredde e l’inevitabile sottomissione dell’uomo alla natura. La scelta dei materiali, in combinazione con i lacci rotondi e le intersuole tecniche mettono insieme spirito outdoor e casual, in un mix destinato a portare nuovi successi per il marchio Karhu. The roots of the brand Karhu are firmly anchored to the ground of the northern regions of Europe, and this is no surprise given that the long story of the bear brand is associated to famous long-distance runners coming from those lands, such as Paavo Nurmi and Olavi Suomalainen. And Lappi-Lapland, located in the northern part of Finland, has inspired some of the brand’s upcoming models: a natural environment inhabited by reindeers, interspersed with lakes and rivers, full of perfectly aligned firs flanking many trekking paths – for example, those of the seven hills of the Pallas-Yllästunturi National Park. Here the Finnish mountains change their color with the season – the sunbeams transmit heat and the tones of amber and gold, whereas the autumn presents itself through the hues of brown and dark red. Karhu captures the whole aesthetic process through the Fusion 2.0 in the Caramel Coffee / Aegean Blue. On the other hand, the colorway Wet Weather / Swamp is associated with to the night and the coldest months, bringing snow, low temperatures, and the inevitable dominion of nature on men. The selection of materials, together with the round laces and the technical midsoles, combine the outdoor with the casual soul into a mix that is destined to bring about new successes for the brand Karhu. Sneakersmagazine
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STATES
BLAZE OF GLORY
STAMPD X PUMA
STATES & BLAZE OF GLORY Continua, con le vele spiegate, la collaborazione tra Puma e Stampd LA, marchio fondato nel 2009 da Chris Stamp, che in questi anni è riuscito a ritagliarsi uno spazio sul mercato grazie a un accattivante mix tra street style e lusso contemporaneo, con dettagli e materiali di altissima qualità. Il lancio della terza collezione in cobranding ha come obiettivo l’esplorazione dei confini del tessuto, fondendo la tradizione sportiva di Puma con lo stile West Coast di Stampd. Il modello protagonista della nuova collezione è Puma States: sneakers nate alla fine degli anni Ottanta, nel periodo d’oro dell’hip hop che da New York si stava diffondendo come un virus in tutto il mondo. Le States di Puma, scarpe dalla silhouette unica costruite mixando due icone indiscusse per gli appassionati di basket come Suede e Clyde, divennero vere e proprie it-shoes indossate dai più importanti rappresentanti del movimento e citate in ogni documentario e nelle più importanti riviste del periodo. Oggi le States si presentano in una versione con tomaia in camoscio italiano tono su tono, con lo stile essenziale e monocromatico che contraddistingue le collezioni realizzate da Chris Stamp. Lo stesso che ritroviamo sulle Blaze of Glory in nuove varianti colore - Forest Night, Black e Asphalt - con la tomaia in tessuto e neoprene e il sistema a chiusura elastica lace-up. Non manca, come sempre quando si parla di Puma e Stampd, una collezione-capsula di abbigliamento e accessori, anch’essa caratterizzata da un design minimale e senza tempo con dettagli curatissimi. The collaboration goes on, more and more intensely, between Puma and Stampd LA, a brand founded in 2009 by Chris Stamp, who since then has managed to occupy a nice market share through a winning mix of street style and contemporary luxury, granting high quality details and materials. The launching of the third collection in co-branding stems from a desire to explore the boundaries of all possible tissues, combining Puma’s sports tradition with Stampd’s West Coast style. The model leading the new collection is the Puma States: a pair of sneakers born in the late Eighties, during the golden age of hip-hop when it got transmitted worldwide from its hometown New York. The States by Puma, a shoe with a unique silhouette combining two unparalleled icons (according to the basketball enthusiasts) such as the Suede and the Clyde, became a genuine it-shoe used by the most famous leaders of the movement, and was spotted in all documentaries and the most famous magazines of the time. Today the States re-appears in a version featuring a tone sur tone upper in Italian chamois leather, with the essential and monochrome style marking the collections realized by Chris Stamp. The same style that marks the Blaze of Glory coming out in fresh new colorways (Forest Night, Black, and Asphalt), with upper in tissue and neoprene, and a lace-up elastic lacing system. Also present (as is always the case when it comes to Puma and Stampd) a capsule-collection of clothes and accessories, which is also marked by a minimal and timeless design embellished by carefully carved details. 60
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IGNITE EVOKNIT
Anteprima dell’imminente stagione primavera/estate 2017: le Ignite evoknit vogliono essere l’ibrido perfetto tra tecnologia running e design metropolitano. A prima vista, sembrano aver centrato il bersaglio. Questo nuovo modello arriva sugli scaffali con una silhouette unica, grazie alla tomaia knit ultra-traspirante che promette estrema comodità (oltre che una calzata perfetta) e farà felici tutti gli amanti dello stile “ninja urbano”. Il collare brandizzato e la fascia che corre trasversalmente sulla tomaia per garantire massima stabilità completano il look di un modello di rottura per il Global Sports Brand, che senza dubbio verrà molto apprezzato dal pubblico più giovane: non stupisce che sia stato scelto come testimonial un musicista amatissimo dalle nuove generazioni come il canadese Abel Tesfaye, a.k.a. The Weeknd. A preview of the upcoming spring-summer 2017. The Ignite evoknit purports to be the perfect hybridization of running technology and urban design. At first sight, it seems to have hit the mark. This new model is reaching the shelves with a unique silhouette, thanks to a hyper-transpiring knit upper, that is likely to be very comfortable (and easy to wear) and thus capable of satisfying all the fans of the urban ninja style. A branded collar and a stripe covering the upper to grant more stability complete the look of this groundbreaking model issued by the Global Sports Brand, which will be highly appreciated by the young public. It’s no surprise that they choose Abel Tesfaye, a.k.a. The Weeknd, a Canadian musician much beloved by the new generation, as the hero who gives his endorsement to the model.
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ASICSTIGER
GEL-LYTE III, GEL-LYTE V & GEL- QUANTUM 360
Corre l’anno 1986, quando lo sviluppo del sistema di ammortizzazione Gel Cushioning di Asics segna l’inizio di una vera e propria rivoluzione per il marchio giapponese fondato dal gruppo di Kihachiro Onitsuka insieme alle compagnie di abbigliamento sportivo GTO e Jelenk nel 1977. L’idea è quella di assorbire gli urti del piede sul terreno distribuendo l’impatto verticale su un piano orizzontale, in modo da ridurlo al minimo. I sistemi Gel di Asicstiger, posizionati nei punti di massimo impatto su tallone e avampiede garantiscono un assorbimento ottimale dell’energia senza sacrificare la stabilità. Sono passati trent’anni esatti da quel momento, e oggi Asicstiger ha in catalogo un’ampia gamma di varianti dell’ammortizzazione Gel, adatte a ogni destinazione d’uso. Per festeggiare degnamente l’anniversario del debutto della tecnologia che ha fatta la fortuna del marchio, Asicstiger lancia in questo inverno 2016 alcuni modelli commemorativi, dotati di una colorazione speciale a base antracite (piuttosto elegante, aggiungiamo noi). Ma siamo certi che il meglio debba ancor venire: il Gel Cushioning sarà ancora protagonista sui modelli Asics per molto, molto tempo...
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ASICSTIGER GEL-LYTE III, GEL-LYTE V & GEL- QUANTUM 360
It was 1986 when the development of the Gel Cushioning system by Asics marked the beginning of a real revolution for the Japanese brand founded by Kihachiro Onitsuka’s group with the sportswear companies GTO and Jelenk in 1977. The idea is to absorb the foot’s clashes on the ground by discharging the vertical impact on a horizontal plane in order to minimize its strength. The Gel systems introduced by Asicstiger are applied to the most stressed points on the heel and forefoot, and grant an optimal level of energy absorption without jeopardizing the user stability. Thirty years have passed since that crucial turn and now Asicstiger’s catalogue includes a wide array of variants of the Gel cushioning system, well suited for any type of use. In order to aptly celebrate the anniversary of the introduction of the system that triggered the brand’s success, Asicstiger is launching this fall 2016 some memorial models, featuring a special coloring on a anthracite basis (very elegant, in our opinion). But we bet that the best things are yet to come: the Gel Cushioning will be marking the Asicstiger models for a long time. 64
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SPERRY
BAHAMA LUG CHUKKA SUEDE Il più noto marchio di mocassini da barca americano presenta un modello diverso da quelli che ne hanno decretato il successo (più di ottant’anni di storia, dalla fondazione da parte di Paul Sperry nel Connecticut del 1935). Le Bahama Lug Chukka Suede sono un modello davvero ben riuscito, che mette insieme la tradizione nautica e la silhouette dei classici scarponcini “chukka”, alti sulla caviglia, con una serie di piccoli particolari in stile outdoor che fanno la differenza. La tomaia in pelle scamosciata dona all’insieme un aspetto lussuoso, ma senza dubbio la cosa più importante in un prodotto come questo è la funzionalità: con questa struttura e questi materiali, le Bahama Lug Chukka Suede sono pronte per affrontare i giorni più rigidi della stagione invernale.
The most famous American brand in the sector of boat moccasin presents a model that differs from all those that determined its success so far (i.e. more than eighty years of history, since the foundation of Paul Sperry in 1935 Connecticut). The Bahama Lug Chukka Suede is a really well-done model, that combines the nautical tradition with the silhouette of a classic chukka boot, high on the ankle, with a series of small details casting a outdoor style that makes the difference. The upper in chamois leather confers the whole shoe a luxury look. By all means the most important thing in a product such as this is its functionality. With this structure and these materials the Bahama Lug Chukka Suede is ready to face the coldest days of the coming season.
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Look futuristico per le Waigu, modello alto (ma non troppo) sulla caviglia proposto dal marchio New York Yankees Footwear. Il logo della più nota squadra di baseball al mondo fa bella mostra di sé sul lato della tomaia di queste scarpe: N e Y intrecciate sono ormai diventate un vero mito, dopo essere state presenti sulle maglie di giocatori entrati nella leggenda e conosciuti anche al di fuori dei confini americani come Babe Ruth, Lou Gehrig, Mickey Mantle e Joe Di Maggio. Che sono solo alcuni tra i protagonisti delle vittorie marchiate NYY nelle World Series dello sport più amato dagli statunitensi: ben ventisette. Non è un caso se gli Yankees sono stati eletti best team del ventesimo secolo alla fine degli anni Novanta. In attesa che la squadra ripeta le sue performance eccezionali anche nel nuovo millennio, registriamo con piacere l’arrivo continuo di nuovi modelli davvero notevoli all’interno della collezione dedicata al marchio Yankees. Curata come sempre con grande attenzione dall’ufficio stile di SFD Atelier, che ha dato all’intera collezione un’eccezionale impronta metropolitana. 68
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NEW YORK YANKEES footwear
WAIGU
A futuristic look for the Waigu, a high model (but not too much) over the ankle, proposed by the brand New York Yankees Footwear. The logo of the most famous baseball team over the world shows itself from the upper of this shoes: the overlapping N and Y initials have become a real legend, after being displayed on the shirts of players who became tremendously famous even beyond the American borders, such as Babe Ruth, Lou Gehrig, Mickey Mantle, and Joe Di Maggio. These are only some of the protagonists of the many victories (a cool 27) obtained by NYY in the World Series of the most beloved American sport. Not a coincidence that the Yankees were elected the best team in XX century at the end of 1990s. While we wait that the team repeats its exceptional performances in the new millennium, we gladly record the ceaseless appearance of fresh new models that are really remarkable within the collection dedicated to the Yankees brand. Carefully crafted, as is always the case, by the style department of SFD Atelier, who gave the whole collection an amazing urban look. Sneakersmagazine
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Non possiamo chiamarla novità rivoluzionaria, perché i lettori più affezionati ci sconfesserebbero facilmente: in effetti, si tratta di un ritorno. Speriamo sia gradito. La sezione dedicata esclusivamente allo skate torna in modo ufficiale a fare parte di Sneakers Magazine: qui racconteremo il mondo culturale, artistico e sportivo che ruota intorno allo skateboard, ovviamente usando come punto di partenza le nostre amate sneakers, che anche in questo settore del mercato si sono enormemente evolute nel corso degli ultimi anni. E anche se gli investimenti da parte dei grandi brand rimangono marginali nel contesto europeo – nel vecchio continente il numero degli skater è sensibilmente minore rispetto agli Stati Uniti – è innegabile che la cultura skate sia molto influente anche dalle nostre parti, sia dal punto di vista culturale che da quello estetico. Anche perché nel 2016 è molto semplice influenzare e farsi influenzare, da un lato all’altro dell’oceano. Così non c’è da stupirsi se per le strade dei quartieri alti di Parigi è facile incontrare ragazze con le stesse felpe Trasher che vediamo addosso a Justin Bieber e Rihanna su Instagram. Poi magari la cosa non fa piacere agli editor di quella storica rivista, ma è un fatto che molti movimenti provenienti dall’underground prima o poi esplodano sulla superficie del mainstream, e lo skate è senza dubbio uno degli esempi più classici di questo percorso. Ma non rendiamo le cose troppo complicate: nei prossimi mesi, su queste pagine troverete novità, wear test, opinioni legate alle skate sneakers, opera di amatori, appassionati e professionisti. Questo mese iniziamo semplicemente con una selezione dei migliori progetti collaborativi visti negli ultimi tempi nel mondo skate, ma aspettatevi molto di più già a partire dal prossimo numero. We can’t call it an absolute novelty because our most careful readers would easily contradict us – indeed, it’s a comeback, and we hope it will be appreciated. The section about the skateboard world is coming back to be part of Sneakers Magazine. We will describe the cultural, artistic and sports aspects revolving around the skateboard, always focusing on this or that sneaker model – and indeed the skate sneakers underwent a great sector development over the last few years. Although the big brand’s investments are still marginal in the European context (the old continent has less skaters that the United States), it’s undeniable that the skate culture is much influential in our cities, both from a cultural and an aesthetic point of view. Also because it’s becoming more and more simple to influence and getting influenced each other on the two sides of the ocean. Hence it’s no wonder the boulevards in the elegant Paris neighborhoods should be patrolled by girls wearing the same sweatshirts that Justin Bieber and Rihanna are wearing in the pics they post on Instagram. Perhaps the editors of that historic magazine don’t quite like it, but it’s a fact that many movements coming from the underground will come, sooner or later, to the mainstream surface, and the skateboard sector is by all means one of the clearest examples of such a trajectory. But we don’t want to make it too difficult. For the coming months you will find novel products, wear tests, opinions about the skate sneakers expressed by fans, enthusiasts, and professionals. We start this month with a selection of the best collaborative projects appeared in the skate world over the last few months, but be ready the see much more content starting with next issue.
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QUARTERSNACKS X NIKE sb
BRUIN HYPERFEEL
Cos’è Quartersnacks? La descrizione ufficiale sull’homepage del sito recita: “una pagina web dedicata allo skate newyorchese, alle persone, ai luoghi e alle decisioni sbagliate che lo rendono qualcosa di meraviglioso.” E questo è, in effetti, il riassunto migliore a cui avremmo potuto pensare. Quartersnacks è uno di quei pochi luoghi virtuali rimasti, su internet, che trasudano autenticità da tutti i pori: un sito fatto dagli skater per gli skater. Il che non esclude, ovviamente, la possibilità di una collaborazione commerciale con un gigante multinazionale del mondo sneakers come Nike SB. E dunque, ecco fatto: un paio di Bruin Hyperfeel dal look minimale e super-premium, con tomaia dall’aspetto infeltrito ad arte, logo Quartersnacks sul tallone e soprattutto interno rosa (uno dei colori preferiti dal team del sito, almeno a giudicare dalla coach jacket che completa questa collezione-capsula a tiratura limitata). What is Quartersnacks? The official description on the website’s home page reads, ‘A webpage dedicated to NYC skateboarding, and all the people, spots, and bad decisions that help make it wonderful’. And that’s the best short description we might ever figure out: Quartersnacks is one of the few extant virtual places that ooze authenticity from head to foot. A website that some skaters decided to build for the skaters. But this mission, it goes without saying, doesn’t mean there can’t be a commercial collaboration with such a giant of the sneaker world as Nike SB. Indeed, here you are: a pair of Bruin Hyperfeel exhibiting a minimal and super-premium look, with artfully felted upper, the Quartersnacks logo on the heel, and more than that a pink lining (one of the favorite colors among the website team, at least judging from the coach jacket that crowns this limited-edition capsule collection). 72
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supreme x vans
AUTHENTIC PRO & SK8-HI PRO Come mai non ci hanno pensato prima? Abbiamo perso il conto, ormai, delle collaborazioni tra Supreme e Vans (peraltro, un matrimonio tanto prevedibile quanto riuscito), ma quella arrivata sugli scaffali degli store del marchio newyorchese – e delle centinaia di reseller sparsi per il globo – in questo inverno 2016 sembra quella definitiva: stampa checker con logo Supreme. Strano che a catalogo ci siano Authentic e Sk8-Hi, ma non le SlipOn che con gli scacchi vanno a nozze... Why haven’t they thought about this before? We lost track of the number of collaborations between Supreme and Vans (a predictable and successful wedding, by the way), but the one that’s reaching the shelves of NYC brand’s stores (and the hundreds resellers worldwide) for this fall winter 2016 seems to be the ultimate one: checker print with Supreme logo. Oddly enough, while the Authentic and the Sk8-Hi are in the catalogue, the Slip-On is not, despite being so compatible with the check pattern. 74
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ADI EASE
Official Crown of Laurel è il nome completo del marchio fondato nel 2007 in California con l’obbiettivo di lanciare sul mercato una linea headwear che prendesse ispirazione dalla ricca estetica del mondo skate. Poco meno di un decennio dopo, Official è uno dei brand emergenti più noti negli Stati Uniti, anche grazie al coinvolgimento di nomi piuttosto noti del mondo skate come Stefan Janoski e Jamie Thomas. A sancire definitivamente lo status di Official, ecco arrivare l’ennesimo progetto collaborativo: dopo quelli con DC Shoes e Eastpak, ecco adidas Skateboarding, con un paio di Adi Ease caratterizzate da tomaia in premium suede e logo custom. Non manca, ovviamente, anche il cappellino da abbinare.
Official Crown by Laurel is the full name of the brand founded in 2007 in California with a view to launching a headwear line that could be inspired by the diverse aesthetics marking the sneaker world. Slightly less than a decade after, Official is one of the emergent brands in the United States, also thanks to the commitment of such famous names from the skateboard world as Stefan Janoski and Jamie Thomas. With a view to ratifying Official’s standing, we present their umpteenth collaborative project: after the collaborations with DC Shoes and Eastpak, here is adidas Skateboarding with a pair of Adi Ease characterized by a upper in premium suede and custom logo. Also included, needless to say, a hat to be coupled. 76
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Danny Way, Josh Kalis, Rob Dyrdek, Colin McKay, Steve McGrath, Travis Pastrana e ora Chris Cole, Wes Kremer, Evan Smith, Mikey Taylor, Robbie Maddison Torstein Horgmo, Devun Walsh, Travis Rice, ... la lista delle autentiche leggende degli action sports che sono stati sponsorizzati da DC Shoes nel corso degli anni è davvero lunga. Ma nell’intera storia del marchio californiano, partita con la fondazione nell’ormai lontano 1993, non c’è forse nome più conosciuto al grande pubblico di quello del fondatore Ken Block, che ha svestito i panni del businessman per buttarsi nell’avventura dei rally mettendo in piedi anche una squadra per correre nel World Championship. E non si tratta certo dell’idea balzana di un tizio con molti soldi e molto tempo libero: Ken ha infatti la benzina nelle vene ed è un vero atleta tanto che a 48 anni con la sua Ford Focus riesce a dare del filo da torcere ai piloti più titolati del circuito internazionale, come dimostrato ultimamente dal terzo posto conquistato a Hockenheim, ad esempio. Per celebrare la passione per i motori del fondatore, DC ha creato un’intera collezione dedicata a Ken Block, con i colori della sua Ford da competizione: ne fanno parte tre modelli che uniscono perfettamente funzionalità e stile, come Lynx Lite, Tonik e Syntax. 78
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DC SHOES
LYNX LITE KB, TONIK KB & SYNTAX KB
Danny Way, Josh Kalis, Rob Dyrdek, Colin McKay, Steve McGrath, Travis Pastrana, and now Chris Cole, Wes Kremer, Evan Smith, Mikey Taylor, Robbie Maddison Torstein Horgmo, Devun Walsh, Travis Rice... The list of the legends of this or that action sport that were sponsored by DC Shoes over the years is really rich. But the whole story of the Californian brand (which started off with its foundation dating back to 1993) doesn’t include any name that could be deemed more famous than that of its founder, Ken Block, who abandoned a businessman career to plunge into the adventure of rally competitions – a choice that led him to put in place even a team to participate in the World Championship. And that’s not the bizarre contrivance of a man with so much money and spare time to burn up. At an age of 48 Ken is an athlete with gasoline in his veins, and with his Ford Focus he challenges the most powerful international pilots, as recently testified, for example, by his coming third at Hockenheim. To aptly celebrate the founder’s passion for engines, DC Shoes created a whole collection dedicated to Ken Block, with the colors of his competition Ford: it’s comprised of three models that combine, in a perfect synthesis, functionality and style – the Lynx Lite, the Tonik, and the Syntax. Sneakers Sneakersmagazine magazine
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Due coppie d’assi aprono la sezione dedicata al vintage di questo numero di Sneakers Magazine. All’inizio due paia di splendide Reebok, provenienti dal periodo d’oro della casa inglese oggi passata nelle mani del colosso tedesco adidas (alla faccia della rivalità storica tra i due paesi…). Due modelli running, le Ventilator Supreme e le World Road, dotate di tecnologie rivoluzionarie per il periodo in cui sono state lanciate sul mercato – tra gli anni Ottanta e i Novanta – ma soprattutto disegnate con stile inarrivabile, che purtroppo non ritroviamo più nei modelli contemporanei. A seguire, ecco due classici americani dell’azienda che rappresenta lo stile classico del running Made in Usa, New Balance: 730 e 660, entrambe orgogliosamente prodotte negli Stati Uniti, entrambe icone della corsa di metà anni Ottanta, quando il running veniva preso per la prima volta davvero seriamente. Due sorelle dall’aspetto molto simile, e dai particolari che vi faranno rimanere a bocca aperta. Asics e adidas chiudono il nostro giro del mondo con la testa rivolta all’indietro, verso un passato tanto glorioso da essere impossibile da dimenticare. Godetevelo.
Two pairs of aces open up the vintage section of this 76th issue of Sneakers Magazine. We start with two marvelous pairs of Reebok, dating back to the golden age of the originally English company that is now owned by the German brand adidas (in spite of the historic rivalry between the two countries). Two running models, the Ventilator Supreme and the World Road, that comes equipped with technologies quite groundbreaking for the period in which they were launched on the market (between the 1980s and the 1990s), but more importantly two kicks reflecting a unique style, that unfortunately we don’t find in today’s models. Subsequently, we have two American classics by the company that represents the classic style of the running Made in Usa, New Balance: the 730 and the 660. Both were proudly produced in the United States, and both are icons of the mid Eighties running, when the running sector started to be taken seriously. Two sisters with a fairly similar look and with details that will leave you open-mouthed. Asics and adidas close the world tour we made with our back to the engine, towards a past so glorious as to be unforgettable. Enjoy it.
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ventilator supreme M ade in kore a- 1991
Le Ventilator originali risalgono al 1990: scarpe da running fortemente caratterizzate dal pannello in mesh largo sui lati della tomaia, erano particolarmente amate in quel momento storico soprattutto per i colori forti e i contrasti decisi. Il successo del primo modello convinse Reebok che si poteva fare di più, e creare una vera e propria linea di prodotti con il sub-brand Ventilator (in fondo, la traspirabilità è da sempre uno dei valori più richiesti dai consumatori al mercato sneakers). Così nel 1991 arrivarono sugli scaffali le Ventilator Supreme, evoluzione delle Ventilator originali facilmente riconoscibile grazie al supporto in poliuretano termoplastico che occhieggia sul lato della suola, estendendosi dall’arco plantare fino al tallone, in modo da garantire la massima stabilità. Qui vi mostriamo un raro modello in ottimo stato di conservazione: visto che le Ventilator Supreme erano molto popolari infatti, il difficile non è trovarle, ma trovarle in uno stato ancora decente. In ogni caso non hanno un grande valore, se non per gli appassionati di Reebok: anche le ultime collaborazioni con cui il marchio ha tentato di rilanciarle (peraltro con risultati esteticamente notevoli, come nel caso di Packer Shoes o Extra Butter) non sembrano aver stimolato granché l’interesse dei collezionisti. 82
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reebok ventilator supreme
The original Ventilator dates back to 1990. A running model strongly characterized by a panel in wide mesh on the upper’s sides – it was especially appreciated back then mainly thanks to its bright colors and shaped contrasts. The success of the first model seduced Reebok into believing they could achieve much more, for example creating a whole line of products bearing the sub-brand Ventilator (after all, the power of transpiration is among the most prized values on the sneaker market). So in 1991 the shelves started to be flooded with pairs of the Ventilator Supreme, an evolution of the original Ventilator that could be tell apart from the support in thermoplastic polyurethane showing itself on the side of the outsole, going from the plantar to the heel, with a view to granting the utmost stability. Here we show you a rare model in very good conditions – indeed, given that the Supreme Ventilator was so popular, the hardest part isn’t to find it, but finding one in good conditions. It isn’t worth a lot, at any rate, except for the Reebok enthusiasts: and the latest collaborations through which the brand has attempted to re-launch them (with a result aesthetically noteworthy, as in the case of the Packer Shoes or the Extra Butter) don’t seem to have attracted much interest among the collectors. 84
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reebok
world road M ade in kore a - 198 8
In questo numero ci concentriamo sulle Reebok vintage, visto che ci è capitato di imbatterci in diversi modelli di qualità nel corso degli ultimi mesi. E poi fanno proprio una bella coppia con le Ventilator Supreme, queste World Road: tra le running Reebok più belle mai realizzate, dotate del classico sistema ERS (Energy Return System) di cui abbiamo già parlato altre volte, un ritrovato che garantiva notevole ammortizzazione e soprattutto prometteva - come da nome - di restituire parte dell’energia prodotta dalla battuta del piede sul terreno. Anche se alla fine fu Nike ad averla vinta sul mercato grazie al sistema Air, l’ERS conobbe - tra la fine degli Ottanta e l’inizio dei Novanta - il suo momento di gloria, grazie soprattutto al running e al cross training. In effetti queste World Road altro non erano che la risposta alle Nike Air e alla linea ZX di adidas, leader del mercato in quegli anni. Dunque, rimane solo da dare una quotazione a questo paio deadstock, davvero da museo: viste le condizioni possiamo ipotizzare un prezzo intorno ai 250 dollari, che per sneakers a marchio Reebok è quasi un record. 86
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In this issue we focus on some vintage models by Reebok, because we happened to run into a few quality models over the last few months. But also because this World Road goes hand in hand with the Ventilator Supreme: among the most beautiful running models ever made by Reebok, equipped with the classic ERS (Energy Return System) system that we already treated in some past issues, a technical device that granted cushioning power and purported to return (as its name suggests) part of the energy produced by the foot on the ground. Although it was Nike to win the market competition with its Air system, the ERS had its glory period between the late Eighties and the early Nineties mostly thanks to the running and cross training sectors. Indeed this World Road was nothing but the answer to the Nike Air and to the ZX line of adidas, back then an unequalled market leader. We now have to suggest a quotation for this dead-stock pair, which is a real museum piece – and given its good conditions, we would try a price around 250 bucks, which is almost a feat for a Reebok.
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New balance 730
M ade in U SA - 198 4
Le 730 di New Balance, uno di quei modelli che fanno impazzire i collezionisti. Le 730 di metà Ottanta erano spesso assemblate in fabbriche giapponesi, proprio come le Nike del decennio precedente. Il contenuto tecnologico di questo modello era davvero all’avanguardia: tomaia ultraleggera, intersuola in EVA superlight e sistema di ammortizzazione Abzorb incapsulato sotto il tallone. Queste 730 in particolare, però, sono ancora più rare: si tratta dell’unica variante di questo modello mitico dotato di una suola composta da tre unità, con battistrada prodotto dall’italiana Vibram, che già trent’anni fa era garanzia di alta qualità dei materiali. Una scelta che non stupisce, se pensiamo che le 730 erano parte della fascia più alta del catalogo New Balance, quella di cui facevano (e fanno tuttora) parte altre sneakers-icona come le 990. The 730 by New Balance is one of those models that tend to drive the collectors crazy. In the mid 1990s the 730 was often assembled in this or that Japanese factory, just like many Nike models used to a decade before. The technological content of this model was really cutting-edge – a ultra-light upper, a midsole in superlight EVA and the Abzorb cushioning system nested beneath the heel. This 730 in particular is even rarer. It’s the unique version of the mythic model that was equipped with a three folded outsole, with tread produced by the Italian Vibram, that was already a guarantee of high quality materials thirty years ago. A choice that is no surprise, if we reflect that the 730 belonged with the highest range of the New Balance catalogue, the one that included (and still does) other icon sneakers such as the 990. 88
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New balance 660
M ade in U SA - 198 4
Un’altra coppia da favola per questo numero di sneakers: abbiamo aperto la sezione vintage con due Reebok, chiudiamo con due New Balance. Dunque, ecco a voi le 660 – modello di cui avevamo già parlato molti numeri or sono – in una colorazione davvero eccezionale. Molto simile alle 420, le 660 sono tra le running di New Balance dotate di double density surlyn nell’intersuola, un materiale capace di garantire grande resistenza (infatti questo modello deadstock si può indossare ancora oggi). L’oustole invece era di produzione Vibram, proprio come le 730 di cui abbiamo parlato nelle pagine precedenti. E come le 730, anche le 660 sono davvero difficili da trovare al di fuori non degli Stati Uniti, ma del Massachussetts, patria di due marchi americani storici come Saucony e, appunto, New Balance.
Another dream couple for this issue of Sneakers Magazine. Since we opened up the vintage section by showing two Reebok models, we can close it with two pairs of New Balance. So here you are the 600 (a model that we already commented several months ago) in a very special colorway. Fairly reminiscent of the 420, the 660 is among the running kicks by New Balance that are endowed with double density surlyn in the midsole, a material capable of granting high resistance (indeed this dead-stock model can still be used). The outsole was a Vibram product, just like the one of the 730 that we described a few pages ago. And much like the 730, the 660 is really difficult to find, not only outside the US, but also outside of Massachusetts, the hometown of two American historic brands like Saucony and New Balance. 90
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asics tiger Sortie sx
M ade in japan - 198 3
Un paio di Asics Tiger dei primi anni Ottanta, con colori – e soprattutto una silhouette sfuggente e aggraziata – che ci hanno davvero fatto innamorare. Sono scarpe del genere che fanno capire facilmente perché molti marchi concorrenti – primo tra tutti Nike – abbiano preso molti spunti di design dalle Onitsuka tiger in quegli anni. Negli Ottanta Asics tiger non era ancora leader del settore corsa performance a livello mondiale, ma già guardando un modello come questo si nota la solidità delle fondamenta su cui poggia il progetto di design del running Asics. Per questo motivo, ma soprattutto perché il modello è in condizioni deadstock, il valore si aggira intorno ai 300 dollari.
A pair of Asics Tiger from the early Eighties, featuring a colorway and, more than that, a shaped and elegant silhouette that really won our hearts. It’s the kind of shoes that usually make us realize why so many brands (first of all, Nike) have borrowed so many design elements from the Onitsuka tiger in the first place. During the 1980s tiger wasn’t yet a leader of the performance running sector on a global level, but if we look at a model such as this, we will notice the robustness of the foundations underpinning the design project of Asics’s running sector. For that reason, and also because this pair is in dead-stock conditions, its price floats around 300 bucks. 92
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adidas triest
M ade in W est Ge rmany - 1978
2016: adidas è il campione da battere, il marchio che sta dando la linea all’intero mercato dal punto di vista dello stile (anche se le vendite di Nike sul mercato americano sono ancora irraggiungibili), e noi per caso – segno del destino, forse? – ci imbattiamo in una delle adidas più rare di tutti i tempi. Si tratta delle mitiche Triest, ennesimo modello, per così dire, “Samba inspired” degli anni Settanta e dotate di una colorazione simile a quella delle Topanga originali (ma le Triest hanno una linea più interessante!). Sneakers in perfetto terrace style, stranamente non ancora oggetto di remake. Ma siamo certi che il team responsabile del progetto Spezial ci avrà già fatto più di un pensiero. Quanto può valere un paio di Triest in buone condizioni come questo? Il venditore su eBay chiedeva più di mille dollari, e anche se probabilmente si tratta di una richiesta eccessiva, è l’ennesimo indizio del fatto che il valore dei modelli adidas sta andando alle stelle anche nel settore del vintage. Un immagine delle Triest da un vecchio catalogo adidas e, sopra una pubblicità anni ‘70
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2016: adidas is the leader who must be defeated, the brand who’s dictating the line to the whole market from a style viewpoint (even if Nike’s selling figures on the American market are still unequalled), and by pure coincidence (or a fate design?) we ran into one of the rarest adidas ever. It’s the famous Triest, the umpteenth model to be (as it were) ‘Samba inspired’ during the 1970s, and adorned with a colorway fairly reminiscent of the original Topanga (but the Triest has a more interesting line!). It’s a kick with a perfect terrace style, but strangely enough never celebrated by a remake. We are pretty sure, however, that the team in charge of the Spezial project has been considering the idea. How much is worth such a good-condition pair of Triest? The reseller on eBay wanted more than 1k dollars, and although it’s an exceedingly high price, that’s the umpteenth evidence that the value of adidas models is growing exponentially even in the vintage sector.
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