SNEAKERS magazine Issue 75 – Digital Edition

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settembre / ottobre 2016

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settembre / ottobre 2016

Sneakers

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settembre/ottobre 2016

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REIGNING CHAMP X NEW BALANCE M530 SNEAKERS76 X ADIDAS CONSORTIUM EQT RUNNING GUIDANCE 93 UEG X PUMA COURT PLAY SLIP ON & COURT PLAY BOOT ACRONYM X NIKE LAB AIR PRESTO MID SNEAKERNESS X PUMA BLAZE OF GLORY SOCK AFEW X KANGAROOS OMNICOIL II PACKER SHOES X reebok QUESTION MID END X REEBOK NPC WOLVERINE X SAUCONY SHADOW ORIGINAL 10 CORSO COMO X ASICS GEL-LYTE III DANNER X NEW BALANCE MiUSA 585 & LIGHT BOOT MITA SNEAKERS X ADIDAS consortium SEEULATER

contents 6 32 36 40 44 46 48 50 52 54 55 56 58 60 62 66 68 72 74 76 78

Best & Worst shop kith x Nike Pop-Up Shop NYC Packer Shoes x asics tiger GEL-Lyte III, GEL-Sight, Lawnship, Gsm TM & Gel-Resolution ‘Game. Set. Match.’ diadora iNTREPID & IC.4000 Jordan: the summer is over lacoste EXPLORATEUR SPT MID 316 Asics Tiger GEL-KAYANO TRAINER EVO & GEL-LYTE RUNNER ‘CHAMELEOID MESH’ saucony JAZZ O’ Nagoya & SHADOW O’ Osaka New Balance 009 New Balance 530 classic New Balance 580 REENGINEERED converse PRO LEATHER VULC Karhu FUSION 2.0 & ARIA URBAN JUNGLE X puma CLYDE running section Road Test BROOKS GHOST 9 Road Test solette IRONMAN bastard x ADE Tomorrow Rever dc HEATHROW BRITISH KNIGHTS Mavik & Energy NEW YORK YANKEES footwear FERGUSON sneakers street , hong kong

v i n ta g e & d e a d s t o c k s n e a k e r s

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NIKE PULSAR III NIKE EQUATOR NIKE AIR PEGASUS NIKE RESOLUTION ADIDAS VALENCIA

Presidente e Direttore responsabile Giuseppe Angelo Berto Direttore generale Antonio Kobau Di Filippo Coordinamento Editoriale Marco Colombo Coordinamento tecnico Andrea Caviggia Redazione e testi Michele R. Serra, Lucia Milvia Maida, Gigi Maneo, Running section: Paolo Barghini Fotografi Ivan Grianti, Giuseppe Repetto, Gisella Motta, Marco Buratti, Elisa Figoli Grafica ArtK Traduzioni Sergio V. Levi Segreteria Daniela Furlan

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editoriale editorial Una lunga estate ha da poco lasciato il posto alla stagione fredda, ed è un piacere ritrovarsi ancora una volta insieme, ad osservare l’evoluzione del mercato delle sneakers, che si muove velocemente sulle ali di una passione che non accenna a spegnersi. Anche noi, nel nostro piccolo, ci evolviamo stagione dopo stagione: ve l’abbiamo dimostrato con il lancio di Sneakers Magazine Spagna, rivista gemella che speriamo sia solo la prima di una lunga serie in campo europeo; e ancora con quello di Sneakers Magazine Girl Power, interamente dedicata alle scarpe sportive da donna, un settore che sta trovando lo spazio che avrebbe meritato già da molto tempo e che inspiegabilmente non sembrava voler essere concesso dai giganti del mondo sneakers.

A long summer was just replaced by the cold season, and it’s a pleasure to be with you once again, to observe the developments of the market of sneakers, that changes at an accelerating pace, driven by a passion that has no intention to pause. In our little way, we are also developing our offer, season after season: we already told you about the launching of Sneakers Magazine Spagna, the twin review that we hope will be the first of a long list of European twins. Then we had the launch of Sneakers Magazine Girl Power, entirely dedicated to the sports shoes for woman, a sector that is gaining the ground it already deserved since a long time, but that for some reason the giants of the sneaker world would not seem eager to grant so far.

Queste nuove avventure non significano certo meno attenzione nei confronti della rivista capostipite, della quale tenete in mano il settantacinquesimo numero: una cifra che ci riempie d’orgoglio. Anche perché possiamo dire senza timore di smentite di essere stati tra i primi dell’intero continente, sicuramente i primi in assoluto in Italia, a intercettare il fenomeno che stava nascendo dalla cosiddetta sneakers culture - definizione che ancora non amiamo, ma che rende l’idea - in tempi assolutamente non sospetti. In più di un decennio di storia, abbiamo visto cambiare radicalmente gli scenari del mercato e delle tendenze almeno un paio di volte, e oggi ci sentiamo sul limitare di un altro mutamento epocale.

These fresh new adventures don’t mean that we will pay less attention to the ancestor magazine, whose 75th issue is now in your hands: a number that makes us tremendously pride, also because we can say without fear of being refuted that we’ve been among the first in Europe (to be sure the first in Italy) to be able to interpret, before time, the phenomenon that was emerging and taking shape from the so-called sneaker culture (a notion that we still dislike, but that gives you the sense of the issues at stake). For over a decade we have seen the scenarios of the market and trends changing radically at least a couple of times, and today we feel to be facing a new epoch-making movement.

Ve lo raccontiamo a partire da alcune notizie che trovate nel corpo centrale di questo numero: il declino dell’hype intorno alle Jordan e l’aumento di quello intorno ai prodotti adidas, la rinascita di internazionale di marchi storici italiani come Diadora, la necessità di trovare sempre nuove strade per non far morire l’idea stessa di sneakers collaborative. Tutto senza dimenticare le novità più interessante proposte dai brand che ogni giorno si adoperano per cercare di agitare le acque del mondo delle scarpe sportive. Chi si ferma è perduto: lo sanno bene brand come Asics Tiger, Saucony, New Balance, Converse, Lacoste, Puma, Ade e Bastard (qui protagoniste di una collaborazione 100% italiana e 100% street che ci piace molto), Karhu, DC Shoes e British Knights. Di tutti questi marchi, troverete le ultime novità, presentate con dovizia di particolari a partire da pagina 48. Guardare avanti, continuare a correre sono le parole d’ordine per tutti: anche per Paolo Barghini, supermaratoneta a cui abbiamo affidato la prova su strada degli ultimi prodotti performance arrivati sul mercato, con la promessa di giudicarli senza guardare in faccia nessuno. Ma, come dicevamo poco fa, sempre avanti. L’unico strappo a questa regola, ovviamente, lo facciamo quando ci concentriamo sulle nostre amate vintage sneakers, a partire da pagina 84. Perché il futuro si può costruire solo su solide fondamenta gettate nel passato. Nel suo piccolo, lo dimostra anche la rivista che tenete in mano...

We will try to describe such a movement by reporting some news in the central part of the issue: the decline of the hype around the brand Jordan and the coeval hype surge around the products by adidas. The international comeback of historic Italian brands such as Diadora, the need to find fresh new avenues if the idea of collaborative sneakers is to live on. All this, without missing the most interesting novelties proposed by the brands that every day concoct new ideas in the attempt to cause a stir in the sports shoes sector. He who hesitates is lost – as brands such as Asics Tiger, Saucony, New Balance, Converse, Lacoste, Puma, Ade e Bastard (here protagonist of a collabo 100% Italian and 100% street that we like so much), Karhu, DC Shoes, and British Knights know very well. You will learn the latest novelties of each and any brand, described in full detail from page 48. Looking forward, continuing to run: such are the passwords for all of us – including super-marathon runner Paolo Barghini, to whom we entrusted the road tests of some recent performance products appeared on the market, asking him to evaluate them without any regard for anyone, only with a view (again) to looking forward. For the only exception to this rule is when we deal with our beloved vintage sneakers, from page 84. Our passion stems from the belief that we need to have a robust foundation, if we are to be able to build anything. The magazine you hold in your hands, small as it is, testifies to this principle.

Godetevi il settantacinquesimo numero, e in attesa del prossimo non dimenticate di rimanere al passo con tutte le novità del mondo sneakers, su sneakersmagazine.it.

Enjoy the 75th issue, and, as we start to design the next one, don’t forget to stay updated about the fresh new wonders of the sneaker world on sneakersmagazine.it

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Le sneakers

migliori

degli ultimi mesi, a insindacabile giudizio della redazione The best sneakers of the last few months, according to the editorial staff’s firm opinion

&

Best

ADIDAS EQT ADV

ADIDAS NMD R1 PK

Tradizione e innovazione insieme. Lanciate in occasione del venticinquesimo anniversario della linea EQT, arrivata sugli scaffali nel 1991, rappresentano il meglio del passato e del presente: suola e intersuola di un tempo sono ancora comodissime, mentre la tomaia moderna porta il comfort verso nuove vette.

Inevitabilmente, le regine dell’estate sono state le adidas NMD. Nonostante la distribuzione enormemente ampliata dalla casa del Trifoglio (ora sono disponibili anche nei cosiddetti key account, le grandi catene sportive), il modello continua a volare letteralmente via dagli scaffali. E nella versione in Primeknit sono anche indiscutibilmente affascinanti...

Tradition and innovation put together. Launched on the occasion of the 25th anniversary of the EQT line (that reached the shelves in 1991), it represents the best of the past and present days: these old outsole and midsole are still comfortable, and a modern upper brings comfort to a whole new level.

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The unequalled queen of the summer was the adidas NMD. Although its distribution had been greatly expanded by the Trefoil company (now it’s also available in the so-called key accounts, the great sportswear chains), the model literally continues to fly out of the shelves. And in the Primeknit version, it’s also undoubtedly charming.


&

worst luglio - agosto 2016

Le sneakers

peggiori

degli ultimi mesi, a insindacabile giudizio della redazione The worst sneakers of the last few months, again according to the staff’s firm opinion

NIKE AIR MAX 96 II

KIM JONES X NIKE AIR ZOOM LWP

Un remake che prometteva molto bene: andare a ripescare dagli archivi un modello poco celebrato del passato è sempre una scommessa che ci sentiamo di sostenere, se non altro perché non ci piace vedere sempre le stesse Air Max sugli scaffali. Ma Nike ha deciso di sostituire completamente la suola originale per creare una silhouette nuova, con una mossa che ha spiazzato anche i pochi nostalgici che avrebbero potuto acquistare queste running storiche.

Il primo modello di Nike dotate della tecnologia Zoom Air riviste e reinterpretate dal direttore creativo del marchio simbolo del lusso francese, Louis Vuitton? Forse sono due mondi troppo distanti per poter stare insieme... The first model by Nike equipped with Zoom Air technology recast and reinterpreted by the creative director of the icon brand of the French luxury, Louis Vuitton? Two worlds too distant from each other to stay together.

A remake that was expected to work well: unearthing from the archives a poorly celebrated old-fashioned model is a challenge that we are always eager to endorse, if only because we really don’t like to always see the same Air Max on the shelves. But Nike decided to substitute the original outsole to create a fresh new silhouette, thus making a hazarded choice that perplexed the few nostalgic fans that might have considered to buy the historic kick. Sneakersmagazine

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REIGNING CHAMP X NEW BALANCE M530 Dopo le 585 “Sporting Gentleman” realizzate insieme al brand di Boston Ball and Buck, New Balance propone un elegante pack in collaborazione con i canadesi di Reigning Champ, specialisti del cotone felpato e dell’abbigliamento basic. Il modello scelto per questo “Gym Pack” sono le M530, riviste dal team del brand di Vancouver con tomaie monocrome in pigskin suede con panelli traforati e interno in pelle, così come la soletta custom. . After the 585 Sporting Gentleman realized with the brand from Boston Ball and Buck, New Balance is proposing an elegant pack within a collabo with the Canadian guys from Reigning Champ, who specialize in fleece cotton and basic clothing. The model chosen for this Gym Pack is the M530, reinvented by the brand from Vancouver through monochrome uppers in pigskin suede with punched panels and leather lining and customized insole. .

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8

L’idea era quella di riprodurre con il suede la morbidezza del cotone felpato: missione compiuta. Anche se non si tratta di un modello Made in Usa. The idea was to use suede to simulate the softness of fleece cotton: mission accomplished, even if it isn’t a made in Usa model. 8

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Colorazione: 7

Niente di particolarmente inaspettato, ma avendo a che fare con un brand di abbigliamento basic è la scelta corretta. Nothing really unexpected. But when it comes to a brand specializing in basic apparel the choice is appropriate.

Concept: 8

Sarebbe stato più semplice tirar fuori qualcosa di simile alle 576 di Undefeated, modello con la tomaia davvero felpata visto qualche anno fa. Invece imitare la mano del cotone con la pelle scamosciata è un passo in più. It would be much easier to concoct something like the 576 by Undefeated, a model appeared a few years ago whose upper was really plushy. Mimicking the cotton feel by means of chamois leather is beyond amazing.

Retail: 6

Le 530 sono uno dei modelli più a buon mercato del parco New Balance: questa versione costa circa il 25% in più rispetto a quella di linea. The 530 is one of the cheapest models by New Balance, and this version is worth about 25 percent more than the line version.

Resell: 4

Ancora ampiamente disponibili. Still available.


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SNEAKERS76 X ADIDAS CONSORTIUM EQT RUNNING GUIDANCE 93 Aprire uno sneakers shop in Italia non è mai stato semplice. Aprirne uno nel 2006 a Taranto, al tempo poteva sembrare una follia. Eppure i ragazzi di Sneakers76 ci hanno creduto e hanno lavorato talmente sodo da farsi un nome anche ben oltre i confini italiani. Fino a firmare collaborazioni di portata globale: questa stagione il team di Sneakers76 celebra degnamente il decimo anniversario di un sogno divenuto realtà con una joint venture con Adidas, parte del programma Consortium. Ecco dunque un’edizione speciale delle EQT Running Guidance 93, con colorazione ispirata alla città di Taranto. . It was never easy to open up a sneaker shop in Italy. But opening one in Taranto in 2006 was tantamount to a crazy idea. In spite of this, the guys from Sneaker76 have so wanted it to happen, and worked so hard that they acquired a renown that reaches beyond the Italian boarders. All this has allowed them to sign collaborations with a global standing: the team from Sneakers76 is now celebrating the tenth anniversary of a dream come true through a joint venture with Adidas, in the context of the Consortium program. So here’s a special edition of the EQT Running Guidance 93 whose colorway was inspired by the city of Taranto.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8

Le uscite Consortium sono sempre caratterizzate da notevole qualità costruttiva e dei materiali. Consortium’s releases are always characterized by high constructive and fabrics quality. 10

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Colorazione: 8

Bella e per niente scontata reinterpretazione del color-blocking tanto di moda di questi tempi. A wonderful and unexpected reinterpretation of the color-blocking way that’s become so fashionable these days.

Concept: 9

Il ponte dei due mari unisce la città vecchia e la nuova Taranto, a cavallo tra gli specchi d’acqua che i tarantini chiamano Mare Grande (la baia) e Mare piccolo (quello interno). Riprendere i colori unici che si ritrovano in quel punto della costa italiana è una splendida idea. Un punto in più per il box customizzato in stile enciclopedia. The bridge of the two seas connects the old town to the new Taranto, crossing the water mirrors that the people from Taranto call the Big sea (the bay) and the Small sea (inner). The idea of borrowing the unique hues that can be found in that Italian territory was good. An additional point for the encyclopedic customized box.

Retail: 7

150 euro, è circa il 20% in più rispetto al prezzo di linea. Ricarico corretto. 150 euro is about 20 percent more than the line price. A proper charge.

Resell: 8

Quasi completamente sold out, passano di mano per cifre intorno ai 200 euro. Almost entirely sold out, they can be found for a price around 200 euro.


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UEG X PUMA COURT PLAY SLIP ON & COURT PLAY BOOT Prima collaborazione tra Puma e UEG, il brand fondato nel 2011 dal polacco Michal Lojewski che prende in prestito l’acronimo italiano di “Usa E Getta”. Non chiedeteci perché Lojewski abbia scelto l’italiano: quello di cui possiamo essere sicuri è che il marchio gioca sul concetto di consumo per questa prima collezione-capsula lanciata con l’autunno/ inverno 2016 Puma. Consumo anche come natura fugace della nostra esistenza, che rende urgente un lavoro sui temi dell’unità, della comunicazione e della consapevolezza. Senza dubbio un’evocazione positiva, insomma. Che si trasforma concretamente in un paio di Court Play Slip On e Court Play Boot dal look a dir poco spaziale. First collaboration between Puma and UEG, the brand founded by the Polish Michal Lojewski in 2011. The brand’s name is the acronym of the Italian expression ‘Usa E Getta’ (which refers to usual disposable products). Don’t ask us why Lojewski decided to use the Italian expression: what we can tell for sure is that the brand plays with the idea of consumption for this first capsule-collection launched with the fall-winter 2016 by Puma. Consumption also in the sense of the fleeting character of our lives, which makes it so important to work on unity, communication and consciousness. All in all a positive attitude, which takes the form of a pair of Court Play Slip On and Court Play Boot featuring an amazing space look.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 6

Interessante e azzeccato il mix, la qualità però non appare altissima. 12

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An interesting and clever mix, but the quality isn’t top.

Colorazione: 7

Solo bianco e nero, ma è una scelta perfettamente aderente con l’ispirazione futuristica di questa caspule collection. Only black and white, but the choice is totally consistent with the futuristic inspiration of this capsule collection.

Concept: 8

Non abbiamo capito esattamente il nesso tra “Usa e getta” e viaggio spaziale, ma il risultato è una follia fashion tanto divertente quanto spiazzante e in linea con il look del marchio UEG. Un punto in più per il coraggio. We didn’t understand the link between the disposable products of the label and a space mission, but the outcome is just a fashionable madness in line with the look of the brand UEG. An additional point for the bravery.

Retail: 7

Poco più di 100 euro per le Slip-On, poco meno di 200 per gli altissimi stivali. Assolutamente corretto, soprattutto se consideriamo il fatto che queste sono in tutto e per tutto fashion sneakers. Slightly more than 100 euro for the slip-on, a bit less than 200 for the very-high boots. Absolutely correct, especially when we remember that this is all the way down a pair of fashion sneakers.

Resell: 4

Ancora disponibili sul sito di Puma. Still available on Puma’s website.


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ACRONYM X NIKE LAB AIR PRESTO MID Dopo la joint venture messa in piedi per la rinascita del marchio ACG - uno dei pochi successi delle ultime stagioni per Nike - la collaborazione tra Errolson Hugh di Acronym e il marchio dello Swoosh continua con il contagocce: pochi progetti, ma sempre estremamente curati sia dal punto di vista progettuale che da quello della comunicazione. Dopo le air Force 1 completamente rivisitate e quasi scioccanti viste l’anno scorso, per il 2016 Errolson ha pensato a un modello che si adattasse di più al suo stile e che potesse avere di conseguenza un design meno divisivo: ecco allora un paio di Air Presto customizzate con collare mid-cut, zip a prova d’acqua e materiali tecnici sulla tomaia. . After the joint venture put in place for the comeback of the brand ACG – one of the few successful initiatives by Nike over the last few seasons – the collaboration between Errolson Hugh from Acronym and the brand of the Swoosh goes on little by little. Few projects but very carefully done both from a design and from a communication point of view. After the Air Force 1 (entirely reinvented and almost astonishing) that we saw last year, Errolson wanted to find a model that could fit more squarely with his own style and that could exhibit a less divisive design. As a result, here is a pair of Air Presto customized through a mid-cut collar, waterproof zipper and technical fabrics over the upper. .

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 7

Anche se (ovviamente) non ci sono di mezzo pellami pregiati, il mix di materiali tecnici è notevole. Although there are clearly no precious hides involved, the mix of technical materials is remarkable. 14

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Colorazione: 8

Tutte e tre davvero azzeccate: due perfettamente in linea con la palette militaresca del marchio Acronym, una eccezionalmente folle fondata su un magistrale color-blocking dal sapore anni Novanta. All three colorings are pretty spot-on. Two are perfectly in line with the army palette of the brand Acronym, the third is exceedingly crazy and based on an exquisite color-blocking reminiscent of the 1990s.

Concept: 7

Non sappiamo decidere se il design di queste Presto è effettivamente rivoluzionario, oppure se si tratta di una truffa ben eseguita. In ogni caso, complimenti all’autore. We can’t tell you whether the design of this Presto is really a revolution, or if it’s simply a well-done confidence trick. In any case, dear author, congrats!

Retail: 6

180 euro contro i 120-130 di un paio di Presto “normali”. Eppure nessuno sembra essersi posto il problema... How does 180 euro compare with the 120-130 of a regular Presto? Yeah, good point, but no one seems to care…

Resell: 8

... Infatti il modello è esaurito sia online che nei Nike Lab. Le quotazioni sul mercato del reselling non sono altissime, ma è pressoché impossibile trovarne un paio a meno di 250 euro. E il prezzo è destinato ad aumentare. Indeed, the model is sold-out both online and in the Nike Labs. The quotations on the reselling market aren’t very high, but it’s almost impossible to find a pair for less than 250 euro. And that price can only go up.


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SNEAKERNESS X PUMA BLAZE OF GLORY SOCK Sneakerness, la più nota fiera itinerante del panorama del collezionismo europeo, rafforza il suo legame con Puma grazie a una nuova collaborazione che gira intorno alle Blaze of Glory Sock. In occasione della tappa parigina del tradeshow, ecco arrivare una limited edition in due colorazioni di sicuro appeal. Entrambe d’ispirazione francese: una sfoggia la stessa gamma cromatica delle uniformi dell’esercito, l’altra è bianca, rossa e blu come il tricolore d’oltralpe. Sole 100 paia, vendute esclusivamente durante la fiera tenutasi a settembre all’ombra della Tour Eiffel. Sneakerness, the most famous traveling fair in the world of European collectors, strengthens its ties with Puma through a fresh new collabo revolving around the Blaze of Glory Sock. On the occasion of the Parisian stop of the tradeshow, here you are a limited edition in two colorways absolutely palatable. Both colorways exhibit a French inspiration – one shows off the same chromatic gamut of the military uniforms, the other is white, red and blue like the French flag. Only a hundred pairs, sold during the fair that took place in the shade of the Eiffel tower last September.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 7

La differenza con i modelli di linea è evidente. The difference to the line models is quite apparent. 16

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Colorazione: 7

Media tra la versione militare - riuscita, anche se già vista, perché dichiaratamente ispirata alle celeberrime Air Jordan IV di Undefeated - e quella tricolore, francamente un po’ eccessiva. Midway between the military version (which is good, but also a déjà vu, since explicitly inspired by the very famous Air Jordan IV by Undefeated) and the tricolor one – a bit too much, frankly.

Concept: 5

Non siamo certi che l’idea di un “patriottismo parigino” (la collaborazione si intitola Paris Patriot) fatto di bandiere e divise militari ci piaccia. We are not quite convinced that we like the idea of a Parisian patriotism (the collabo’s name is Paris Patriot) made of flags and military uniforms.

Retail: 7

Prezzo un po’ più alto rispetto alla versione di linea, ma si tratta pur sempre di una limited edition di 100 paia... A price slightly bigger than the line version, but it’s a limited edition totaling a hundred pairs after all...

Resell: 7

La versione militare è andata a ruba, quella tricolore un po’ meno... The military version was a sold-out, the tricolor not really…


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AFEW X KANGAROOS OMNICOIL II Ancora una volta i tedeschi di Afew collaborano con KangaROOS per un’altra pregiatissima edizione limitata della Omnicoil II. Soprannominata “Jelly”, la nuova versione proposta questa volta dal team del noto sneakershop è caratterizzata da produzione Made in Germany e da una sgargiante colorazione rosso marmellata. Once again the German guys from Afew are collaborating with KangaROOS for another very precious limited edition of the Omnicoil II. Nicknamed Jelly, the new version proposed this time by the team of the famous sneaker shop is characterized by a made in Germany production and a gaudy strawberry-jam colorway.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8

Un florilegio di materiali pregiati, assemblati con la qualità della produzione tedesca. An anthology of precious materials, combined by the quality of a German production.

Colorazione: 7

Lavorare sui toni di rosso è sempre difficile, ma in questo caso il 18

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mix funziona con precisione (tedesca, oseremmo dire ancora una volta). Working on the hues of red is always difficult, but in this case the mix works out pretty well (with German accuracy, as one is inclined to say).

Concept: 5

Le limited edition ispirate al cibo iniziano a essere un po’ tropp . The limited editions inspired by food are starting to be a crowd.

Retail: 5

250 euro! Ok la produzione Made in Germany, ma un cartellino del genere toglie il fiato. Seriously, 250 euro?! Ok, the product was made in Germany, but a tag price like this is breathtaking.

Resell: 5

Diverse paia ancora disponibili sui siti di aste online, ma non sembra esserci la fila per comprarle... Several pairs still available on the auction websites, but it doesn’t seem the people are queuing to buy them.


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PACKER SHOES X reebok QUESTION MID Perché questa limited edition realizzata da Packer Shoes con Reebok è soprannominata “Curtain Call”? Perché siamo davvero all’ultimo applauso della carriera di Allen Iverson: per l’icona dei Philadelphia 76ers è arrivato il momento di entrare nella Hall of Fame del basket americano. Non stupisce dunque che questa edizione del suo signature model, le Question, sia elegantissima, in pelle, con una solida tinta nera con accenti in rosso e in blu a richiamare le due colorazioni OG del modello. Solo 500 paia disponibili negli store Packer Shoes. Why is this limited edition that Paker Shoes has realized with Reebok nicknamed Curtain Call? Because we are really witnessing the last applause in Allen Iverson’s career: for the icon of the Philadelphia 76ers the moment has come to enter in the Hall of Fame of the American basketball. It’s no surprise that this leather edition of his signature model (i.e., the Question) should be so glamorous, with a straightforward black coloring featuring accents in red and blue, that recall the two OG colorways of the model. Only 500 pairs are available in the Packer Shoes stores.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8

Pelle della storica conceria Horween di Chicago per la tomaia, ormai un must per ogni sneakers di alta qualità. 20

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The leather for the upper comes from the historic Horween tannery in Chicago – a must for any top quality sneaker.

Colorazione: 8

Ci piace molto l’idea di ricordare le due colorazioni originali uscite al momento del lancio di questo modello, avvenuto nel 1996. We like very much the idea of reviving the two original colorways appeared in 1996 when the model was launched.

Concept: 9

Il voto è alla carriera di Allen Iverson e delle Question. Un mito dello sport americano e della storia sneakers tutta. The high grade is for the career of Allen Iverson and his Question. A legend of American sport and sneaker history.

Retail: 8

175 dollari è un prezzo più che accettabile, considerando anche la piccola quantità prodotta. 175 dollars is a price that can be accepted, especially given the small number of pairs produced.

Resell: 7

A un mese dal lancio, valgono circa il 20% in più del prezzo retail. A month after launch, it’s worth about 20 percent more than the retail price.


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END X REEBOK NPC Il trend dei modelli court anni Ottanta continua (come avevamo detto pochi numeri fa!). Questa volta è il turno degli inglesi di End, giganti dell’e-commerce, che presentano ora una nuova collaborazione con Reebok per un’edizione speciale delle NPC. Soprannominate “Abyss”, vengono proposte con tomaia in pelle premium lambskin, in una raffinata colorazione monocromatica “Collegiate Royal” ispirata – com’era ovvio immaginale - agli abissi marini. The trend of reviving the court models from the Eighties goes on (as we predicted a few issues ago!). This time it’s the English guys from End, a giant of e-commerce, who are reissuing a new collaboration with Reebok for a special edition of the NPC. Nicknamed Abyss, it gets re-proposed with upper in lambskin premium leather, featuring a refined monochromatic ‘Collegiate Royal’ colorway inspired – as it was easy to guess – to the unfathomed deep.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8

La pelle usata per la tomaia è effettivamente di ottima qualità: morbidissimo agnello. The leather used for the upper is really top quality; a very soft lamb.

Colorazione: 6

Splendida nuance di blu, senza dubbio. By all means a wonderful shade of blue.

Concept: 6

Non si può dire che si tratti di un’idea originalissima, ma il box custom è davvero notevole. We can’t call it a very original idea, but the custom box is really remarkable.

Retail: 8

120 euro, ottimo rapporto qualità/prezzo. 120 euro is a good quality-price ratio.

Resell: 4

Tutte ancora disponibili sul sito endclothing.com All pairs are still available in the website endclothing.com 22

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www.pantoneuniversefootwear.com/shop

NYC 63 23 CLOUD DANCER SneakerSmagazine Sneakers girlpower F magazine


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WOLVERINE X SAUCONY SHADOW ORIGINAL Sfruttando la familiarità creatasi nel 2012, quando il marchio Saucony è entrato a far parte del gigante globale Wolverine World Wide, questa stagione il marchio dell’onda ha collaborato con il quello che dà il nome al gruppo, Wolverine, per un’edizione ultra premium delle classiche Shadow. Il risultato è una lussuosa riedizione di questo storico modello running originario degli Ottanta, ispirata al 1.000 Mile boot del brand del Michigan, stivali sul mercato da più di un secolo che all’epoca del loro lancio sul mercato nel 1914 hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione per la qualità dei pellami usati e della costruzione. Building upon the intimacy created in 2012 (when the brand Saucony was acquired by the global giant Wolverine World Wide), the brand of the wave has collaborated with the person giving his name to the group, Wolverine, for a ultra premium edition of the classic Shadow. As a result, we have a luxury rerelease of that historic running model dating back to the 1980s, inspired by the 1,000 Mile boot of the brand from Michigan – a boot that’s been existing on the market for more than a century and that since its first appearance in 1914 has represented a real revolution in terms of the quality of hides as well as construction.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 9

La pelle prodotta dalla storica conceria Horween di Chicago è uno dei simboli del Made in Usa. Non è un caso. The leather produced by the historic tannery Horween in Chicago is one of the symbols of Made in Usa. Not a coincidence. 24

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Colorazione: 7

Ce l’aspettavamo, ma il tipico bordeaux scuro della Cordovan leather è sempre elegantissimo. We did expect such an outcome, but the typical burgundy of the Cordovan leather is always so elegant.

Concept: 7

Certo mettere insieme due mondi distanti come running e hiking è un esperimento già visto. Ma in questo caso, ci piace l’idea che un fatto finanziario come l’acquisizione di un marchio storico da parte di un grande gruppo diventi una bella sinergia che si riflette sul prodotto. Combining two worlds so different from one another as running and hiking is not so unprecedented, admittedly. But in this case we like the idea of a financial process (such the above acquisition) creating a good synergy that comes to directly influence the product.

Retail: 6

Tremendamente più alto rispetto alle Shadow di linea. La qualità dei materiali si paga... Exceedingly higher than the line Shadow. The quality of fabrics is expensive.

Resell: 7

Quasi completamente sold out a un mese dall’uscita, si parla di sole 150 paia prodotte. Questa limited edition è destinata inevitabilmente a diventare un oggetto da collezione. Almost completely sold-out a month after the release, some say the brand released only 150 pairs. This limited edition will inevitably become a collectors’ piece.


www.ubcspa.com Sneakersmagazine

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10 CORSO COMO X ASICS GEL-LYTE III Quest’anno cade il venticinquesimo anniversario di 10 Corso Como, vetrina ormai storica del fashion milanese aperta nel 1991 da Carla Sozzani, gallerista e sorella di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia. Nonostante i guai con il fisco degli scorsi anni, lo store sembra ancora vivo e vegeto dal punto di vista creativo, come dimostra questa limited edition creata insieme ad Asics Tiger in occasione della Fashion Week milanese e composta di sole 50 paia delle iconiche Gel-Lyte III. Ogni singolo pezzo di questa Anniversary Edition è numerato e realizzato a mano su disegno originale dell’artista Kris Ruhs. Il logo 10 Corso Como sul tallone e la soletta personalizza ulteriormente l’insieme, così come il packaging customizzato e il cartiglio, inserito in ogni confezione, che riporta le grafiche dei due brand. This year is the 25th anniversary of 10 Corso Como, a famous repository of global fashion that was founded in Milan in 1991 by Carla Sozzani, art gallery owner and sister of Franca Sozzani, director of Vogue Italia. Notwithstanding some problems with the Italian tax office, the store is still alive and kicking from a creative standpoint, as testified by this limited edition created with Asics Tiger on the occasion of the Milan Fashion Week and comprised of only 50 pairs of the iconic Gel-Lyte III. Every single piece of this Anniversary Edition holds a number and is handcrafted on an original design by artist Kris Ruhs. The logo 10 Corso Como 26

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on the heel and the outsole further customizes the whole – the same goes for the custom packaging and the scroll ornament included in any pack that bears the graphics of the two brands.

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 7

Pelle totale per la tomaia. Total leather for the upper.

Colorazione: 6

L’artwork di Ruhs non ci sembra particolarmente significativo. The artwork by Ruhs doesn’t seem very special.

Concept: 6

Da parte del primo concept store della storia del mondo occidentale ci saremmo aspettati qualcosa più all’avanguardia. From the first concept store of the western world we would expect something more cutting-edge.

Retail: 6

Alto, ma si tratta pur sempre di una limited edition di 50 pezzi. A high price, but it’s a limited edition totaling 50 pieces.

Resell: ?

Non sembrano essere presenti sui siti di aste e vendite online, dunque è impossibile stabilire una quotazione realistica. Doesn’t seem to be present on any auction website, so it’s impossible to suggest a realistic quotation.


distribuito da sportup s.r.l. • www.sportup.it • tel. 049 5599144

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DANNER X NEW BALANCE MiUSA 585 & LIGHT BOOT Come avrete immediatamente capito dal titolo, questa stagione due icone del footwear Made in USA hanno collaborato per un pack speciale semplicemente perfetto per i mesi più freddi dell’anno. Stiamo parlando di New Balance e Danner, che insieme hanno lavorato su due modelli che condividono materiali e dettagli: MiUSA 585 e Light Boot, entrambi caratterizzati da pellami Horween e inserti in Cordura. As you will easily infer from the title, this season two icons of Made in Usa footwear have collaborated for a simply perfect special pack designed for the coldest months. We are talking about New Balance and Danner, that joined forces to work on two models that have both their materials and details in common: the MiUSA 585 and the Light Boot, both characterized by Horween hides and Cordura inserts.

rispetto a quella delle sneakers. The coloring on grey tones of the Light Boot is frankly better than the colorway of the sneakers.

IL GIUDIZIO/ Evaluation

Retail: 6

Materiali: 8

La combinazione di pregiata pelle americana e resistente nylon Cordura è perfetta. In più c’è la qualità costruttiva Made in Usa. The mix of precious American leather and resistant nylon Cordura is perfect. Besides, the constructive quality of a made in Usa shoe.

Colorazione: 6

Quella su toni di grigio dei Light Boot è francamente migliore 28

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Concept: 6

Una semplice addizione, senza molto di più. A simple addition, nothing more than that. 350 euro non è poco per le 585. Più sensato il prezzo dei Light Boot, poco sopra i 400. 350 euro isn’t cheap for the 585. More correct the price of the Light Boot, a bit more than 400.

Resell: 6

Quasi completamente esaurite nei negozi online, passano di mano sul mercato secondario per poco più del prezzo di vendita originale. Almost entirely sold-out in the online shops, can be bought for slightly more than the original retail price.


distribuito da sportup s.r.l. • www.sportup.it • tel. 049 5599144

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MITA SNEAKERS X ADIDAS consortium SEEULATER Siamo davvero felici di rivedere sugli scaffali una delle più classiche calzature outdoor anni Novanta del catalogo adidas, le Seeulater, che dopo una prima collaborazione con un altro marchio nipponico, White Mountaineering, viene rivista da un gigante della sneakers culture giapponese come Atmos. Riproposizione pedissequa della silhouette originale, ma con una nuova colorazione.

Colorazione: 8

We are so glad to meet again on the shelves one of the most classic outdoor shoes from adidas’ 1990s catalogue, the Seeulater, that after a first collaboration with another Japanese sports brand, White Mountaneering, gets revisited by a giant of the Japanese sneaker culture such as Atmos. Faithful recasting of the original silhouette, but a fresh new colorway.

Retail: 7

IL GIUDIZIO/ Evaluation Materiali: 8

Mix splendido e mai scontato: suede di due colori diversi, suola splatter sporcata con vernice glow-in-the-dark, perfino un’intersuola in sughero. Il risultato è perfetto. A wonderful and never trivial mix: suede in two different colors, a splatter outsole dirtied with glow-in-the-dark paint, even a cork midsole, for a perfect outcome. 30

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Allo stesso tempo inedita e classica, dal sapore quintessenzialmente hiking anni Novanta. Unprecedented and at the same time classic, with a quintessentially hiking flavor reminiscent of the 1990s.

Concept: 7

Belle sneakers e niente altro. Può bastare. Beautiful sneakers and that’s enough.. 140 euro è una cifra che i collezionisti sono disposti a pagare per una limited edition ben riuscita come questa. 140 euro is a price that many collectors will be ready to pay for such a well-done limited edition.

Resell: 7

Quando scriviamo queste righe, il lancio globale deve ancora avvenire. Ma siamo fiduciosi: non rimarranno sugli scaffali a lungo... As we write these words, the global launch has yet to take place. But we are confident: these sneakers will not be on the shelves for long.


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kith x Nike Pop-Up Shop NYC

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Al civico 644 di Broadway, nell’estate di Manhattan, è apparsa una fila di vetrine che incorniciava una doppia porta a vetri: sulla soglia, un tappetino con la scritta “Just Us”, e i loghi di Nike e Kith. Un gigante globale del mondo sneakers e una piccola impresa diventata un player importante della scena newyorchese nel corso degli ultimi anni, grazie alla tenacia e alla capacità di fare newtork del suo fondatore Ronnie Fieg. Perché questa unione? Bè, probabilmente era solo questione di tempo, vista l’importanza del marchio di Beaverton per la storia della sneakers culture della Grande Mela. L’occasione giusta è arrivata con le olimpiadi di Rio, momento in cui un titano del settore sportswear come Nike investe molto sia nel lancio di nuovi modelli che in una comunicazione tesa a riaffermare il dominio dello Swoosh sul mercato nordamericano. E quale pubblicità migliore che legare i propri prodotti a uno dei rappresentanti più autentici della passione per le sneakers degli ultimi anni? Tanti i temi evocati da questa collaborazione, a cui il collettivo di architetti Snarkitecture ha dato forma concreta attraverso uno spazio costruito con linee pulite, e migliaia di scatole di scarpe a fare da base per la costruzione di elementi d’arredo. Il risultato è senza dubbio elegante e minimale, adatto alla concezione ricercata dello sportswear portata avanti dal marchio Kith. All’interno dello store, che rimarrà aperto fino alla fine dell’anno e poi sparirà per sempre, non manca lo spazio dedicato ad alcune esposizioni temporanee di prodotti d’archivio, ma neppure quello per un piccolo caffè, completo di snack e dolciumi. Nonostante il dispendio di energie messe in questo progetto, però, gli appassionati newyorchesi non sembrano aver apprezzato particolarmente la nuova iniziativa di Ronnie Fieg: non si segnalano infatti code chilometriche, sulla soglia di questa sneakers boutique tutta dedicata allo Swoosh. Difficile dire se sia un problema di comunicazione, di prodotto, o una semplice casualità. E forse solo un anno fa le cose sarebbero andate diversamente. Ma oggi questo rimane un segnale su cui riflettere, sia per Nike che per Kith. 34

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This summer in Manhattan, at the street number 644 of Broadway, a row of windows appeared that framed a glass door. At the entrance a carpet reading ‘Just Us’ and the logos of Nike and Kith. A global giant of the sneaker world and a small company turned into a key player of New York’s scene over the last few years, thanks to the strength and networking abilities of its founder, Ronnie Fieg. Why such a joining? Well, perhaps it was only a matter of months, given the important role played by Beaverton in the history of the sneaker culture in the Big Apple. The right occasion arrived with the Rio Olympic games – a moment in which a sportswear giant such as Nike may decide to spend a lot both on the launching of fresh new models and on a communication plan to re-affirm its power on the north-American market. And when it comes to publicity campaigns, what’s better than linking one’s products to one of the most genuine extant symbols of the passion for sneakers? A host of themes are touched by this collabo that was given a concrete shape by the architects from Snarkitecture through a space marked by neat lines and thousands of boxes as building-blocks to construct any piece of furniture. The outcome is by all means elegant and minimal, suited for the sophisticated view of sportswear promoted by the brand Kith. Within the store, which will be open until the end of the year (when it will simply disappear forever), there is also a space dedicated to some temporary exposition of archive products, as well as a small café replenished of snacks and sweets. Notwithstanding the effort put forward, however, the enthusiasts from New York didn’t seem to have appreciated Ronnie Fieg’s new initiative: there were no hints of crowds of fans queuing in front of this sneaker boutique entirely dedicated to the Swoosh. It’s hard to tell whether the problem was with the communication strategy, the product, or just a fate. Perhaps one year ago the effect would have been different. This is, in any case, a symptom that elicits some reflection, both for Nike and for Kith.


kith x Nike Pop-Up Shop NYC

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Packer Shoes x asics tiger GEL-Lyte III, GEL-Sight, Lawnship, Gsm TM & Gel-Resolution ‘Game. Set. Match.’ Proprio su queste pagine, solo pochi mesi fa, abbiamo ipotizzato che l’anno che ci troviamo davanti potrebbe segnare il grande ritorno del retro-tennis. Non che i modelli court non siano già piuttosto presenti - basta fare un giro per le strade di qualsiasi città del mondo occidentale, per rendersene conto - ma pare che le scarpe da tennis classiche, con le loro linee pulite, stiano tornando a riscuotere l’apprezzamento anche del pubblico più fashion. E il tennis rimane un mondo pieno di fascino, che ispira molti dei creativi che girano intorno al mondo sneakers. Lo dimostra ancora una volta questa collaborazione tra Packer Shoes e Asics. Il noto store con base nel New Jersey ha 36

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messo insieme l’ennesimo pack davvero solido, protagonisti cinque modelli Asics e Onitsuka Tiger. Insieme alle ben note GEL-Lyte III e GEL-Sight questa volta ci sono le meno frequentate Lawnship, Gsm TM e persino una lodevole rivisitazione di un modello performance come la Gel-Resolution. Ciascuno modello è caratterizzato da un mix di materiali premium e da una raffinata serie di dettagli che riprendono il tema della collaborazione, soprannominata “Game. Set. Match.” Nonostante il nome, difficile non notare come in effetti questi modelli a tiratura limitata siano pieni di dettagli mismatch. Ed è proprio il loro bello.


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Packer Shoes xasics tiger GEL-Lyte III, GEL-Sight, Lawnship, Gsm TM & Gel-Resolution ‘Game. Set. Match.’ From the pages of this Magazine we suggested, a few months ago, that the year we are now living in would be likely to be marked by the comeback of retro-tennis. Not that some court models weren’t already available (one needs simply to stroll around the streets of any important city worldwide to acknowledge this much). But now it seems that the classic tennis shoes, with their neat lines, are coming back and regaining the appreciation of even the most fashion-minded people. And tennis is still a very charming sport activity, capable of inspiring many creative guys patronizing the sneaker scene. This is confirmed once again by the collabo between Packer Shoes and Asics. The famous store based in New 38

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Jersey has put together the umpteenth solid pack, featuring five models by Asics and Onitsuka Tiger. This time, accompanying the famous GEL-Lyte III and GEL-Sight, you’ll find the less heeded Lawnship and Gsm TM, and even a deserving reinterpretation of a performance model such as the Gel-Resolution. All models are characterized by a mix of premium materials and a refined set of details that rehearse the collaboration theme, nicknamed “Game. Set. Match.’ Despite the nick, you will notice that these limited edition models abound with mismatching details. That’s their deliberate virtue.


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Ecco un progetto davvero solido. Una collaborazione vecchia scuola, verrebbe da dire. Diadora ha recuperato lo spirito del periodo d’oro delle collabo, risalente a pochi anni fa, anche se sembra passato un secolo.

Here is a very solid project. An old-style collaboration, as one might be tempted to call it. Diadora has restored the spirit of the golden age of the collabo trend, dating back to a few years ago, despite it seems a century ago.

Una ricetta certo non rivoluzionaria, ma autentica e correttamente eseguita: basta prendere qualche modello d’archivio dalla silhouette ancora contemporanea (e spesso splendida), per affidarla alle amorevoli cure di veri appassionati che ogni giorno, dal basso, spingono la sneakers culture ai quattro angoli del mondo. Così la lista dei collaboratori di questo pack intitolato “From Seoul to Rio” è un vero e proprio catalogo dei migliori sneakers store da un lato all’altro dell’Atlantico: Hanon, 24 Kilates, Patta, Solebox, Concepts, Packer and Kith.

Clearly not a revolutionary concept, but a genuine and perfectly executed recipe – one needs only chose some archive model exhibiting a still modern (and typically marvelous) silhouette, and entrust it to the careful attention of some true enthusiasts that every day spread, bottom-up, the sneaker culture to the four corners of the world. Thus the list of collaborators to this pack named ‘From Seoul to Rio’ is a real catalogue of the best sneaker stores on both side of the Atlantic Ocean: Hanon, 24 Kilates, Patta, Solebox, Concepts, Packer and Kith.

Divisi in due “squadre”, i team dei singoli retailer hanno lavorato su due modelli lanciati nel 1988 in occasione delle olimpiadi coreane, e riproposti quest’anno per celebrare quelle brasiliane: IC.4000 e Intrepid tornano così sugli scaffali in versioni a tiratura limitata prodotte in Italia con materiali di gran pregio e curatissimi particolari custom. E per non farsi mancare nulla, sono accompagnate da un set composto da t-shirt, track jacket e borsa sportiva in abbinamento. Anche questi, naturalmente, made in Italy.

Organized in two groups, the teams from the various retailers worked on two models that were launched in 1988 on the occasion of the Korean Olympics and rereleased this year to celebrate the Brazilian Olympics. Now the IC.4000 and the Intrepid come back on the shelves in limited edition versions produced in Italy with very precious materials and carefully crafted custom details. In addition to this, they are accompanied by a set including t-shirts, track jackets and a matching sports bag. These too are made in Italy.

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diadora iNTREPID & IC.4000

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jordan:

the summer is

over

Non siamo certo i primi a prenderne nota: il fenomeno è ormai in corso da qualche tempo. Però si tratta di una vera e propria rivoluzione in fieri, tanto sorprendente quanto impossibile da ignorare, una cesura epocale per il mercato delle sneakers. Detto con una metafora: il re ha perso il suo trono, e la sfida per la successione è aperta. Il re in questione è sua maestà Jordan, fino a poche stagioni fa signore incontrastato del mondo sneakers: i modelli retro Air Jordan erano desideratissimi, sempre al centro delle attenzioni della comunità degli appassionati, capaci di performance di vendita mostruose e, naturalmente, di fare la felicità 42

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dei reseller abbastanza fortunati da mettere le mani su qualche paio. Le scarpe con il Jumpman erano ai piedi di milioni di ragazzi nelle città dei quattro angoli del globo, ma anche di attori, artisti, musicisti e cosiddetti influencer di ogni tipo. Dallo scorso anno, però, le cose sono iniziate a cambiare. Rapidamente. E pensare che il 2015 ha segnato il trentesimo anno di successi della storia Jordan, iniziata con il primo modello del 1985 (ai tempi, costava solo 65 dollari americani: il 100% in meno rispetto a oggi). Una storia passata per i successi sportivi di


Mr.Air, e continuata ben oltre le imprese sul parquet del giocatore più forte di sempre nel basket professionistico americano. Solo pochi mesi prima rispetto al suo ritiro dai campi (la parentesi con i Washington Wizards incide poco, non la contiamo neanche) il marchio Jordan era diventato indipendente – dal punto di vista dell’immagine, non da quello economico, ovviamente – dalla casa madre Nike, e proprio dal 1998 in poi l’importanza del brand è cresciuta a ogni stagione, pur se il suo simbolo si stava godendo una baby-pensione dorata. Fino alle vette raggiunte tra 2010 e 2015, anni in cui la febbre del retro model si è diffusa fino a contagiare quasi tutte le

città del mondo. Poi però il giocattolo sembra essersi rotto. L’ultima prova l’abbiamo avuta nel corso dell’estate appena conclusa, intorno a un evento sportivo capace di catalizzare l’attenzione del mondo come i giochi olimpici di Rio. Prima e dopo le olimpiadi, com’è ovvio, sono arrivate tante uscite su cui il marchio Jordan ha puntato forte: a partire dalle Air Jordan V Low “Neymar”, per continuare con le VIII “Confetti” e “Champagne”, le 2 “Quai 54”, le V Retro OG “Metallic”, per non parlare del profluvio di Jordan X dedicate a diverse città del mondo. Risultato? Sneakersmagazine

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jordan:

the summer is

over

Non c’è neppure bisogno di andare a spulciare i dati aggregati dal sempre utilissimo sito Campless.com per rendersi conto che molti di questi modelli sono ancora disponibili nei negozi, e che i prezzi sul mercato secondario non sono certo alle stelle. Che il marchio Jordan abbia perso parte del suo fascino per collezionisti e appassionati, insomma, è un fatto certificato proprio dall’estate appena passata. Quali cause hanno portato a questa stagione tutt’altro che calda per il marchio, a dispetto delle condizioni climatiche? Senza dubbio il diluvio di release mandate sugli scaffali dal 2013 in poi ha avuto un impatto notevole: più retro model di quanti sia fisicamente (economicamente, se volete) possibile comprare per un singolo appassionato hanno saturato il mercato, portando a un’inevitabile diminuzione dell’hype. I reseller, che contribuiscono non poco a creare le situazioni di sold-out istantaneo dei modelli più ricercati, si sono accorti che diveniva più difficile rivendere istantaneamente le Jordan retro, e perciò hanno diminuito i loro acquisti, aumentando di conseguenza il numero di paia disponibili per tutti gli altri, semplici appassionati e collezionisti. Inoltre l’aumento del prezzo retail – conseguente all’implementazione di progetti come Jordan Remastered, che ha portato a un miglioramento della qualità costruttiva – ha diminuito i margini tra acquisto e vendita sul mercato secondario, scoraggiando ancora di più i reseller. Dunque resta da chiedersi: la diminuzione dell’hype intorno al marchio Jordan è un male? Francamente, è difficile dirlo. Sul breve periodo, tutto sommato sembra che gli unici davvero infelici siano i reseller. Il Jumpman continua a vendere i suoi retro model: meno velocemente, certo, ma a un prezzo maggiore. E allo stesso tempo gli appassionati hanno maggiori possibilità di aggiudicarsi le sneakers che desiderano: pagandole di più in negozio, ma comunque meno che sul mercato secondario. Bisogna però vedere se questa situazione non si rifletterà sull’immagine del marchio, che rischia di perdere la sua aura di esclusività e diventare di conseguenza meno desiderabile per lo sneakerhead medio, consumatore “aspirazionale” per definizione. Le performance di vendita delle release di fine anno, Jordan III “True Blue” e Jordan XI “Space Jam”, ci daranno qualche indizio in più sul futuro del brand. Ma possiamo essere sicuri che le stagioni stiano cambiando anche sul mercato. E che in qualche modo l’estate, per il marchio Jordan, sia davvero finita. Sneakersmagazine magazine 44 44 Sneakers

Air Jordan II ‘Quai 54’ Air Jordan V OG ‘Metallic’

We aren’t clearly the first to have noticed the thing. The phenomenon has started some time ago. But it’s a real revolution in the making, both surprising and impossible to bypass, a real turning point for the market of sneakers. To change the metaphor – the king has lost his throne, and the succession war has started off. The king at stake is his majesty Jordan, who was the unequalled king of the sneaker world until a few seasons ago – the Air Jordan retro models was tremendously wanted, always capable of attracting the attention of all their fans, always capable of impressive selling results and of course a source of happiness for any reseller so lucky to grab some pairs. The shoes with the Jumpman could be found on the feet of so many youngsters in the main cities worldwide, being also used by actors, artists, musicians and the so-called influencers of various stripes. Last year, however, things started to change. And quite quickly. The strange thing is that the year 2015 marked the thirtieth year of Jordan’s history, that had started with the first model in 1985 (back then, it would only cost 65 American dollars, much less than today). A history that includes the sports achievements of Mr. Air (the most powerful American player of all times), but goes beyond his feats on the parquets. A few months before his retirement from basketball (we are not considering the period with the Washington Wizards, which is hardly relevant) the brand Jordan had become independent (from an image, not an economic point of view, of course) from the mother house Nike. And since 1998 the importance of this brand has increased every season, althou-


Air Jordan V Low ‘Neymar’ Air Jordan VIII ‘Champagne’ & ‘Confetti’

gh its symbol was enjoying a sort of advance golden pension. All this lasted until the levels reached between 2010 and 2015, when the fever of retro models started to spread, and to infect all cities around the world. Then the toy started to fall apart. The latest proof has appeared this summer, at an event that is always capable of attracting the attention of the whole world – the Olympic games in Rio. Before and after the Olympics there have been (as it was easy to predict) a great many releases, on which the brand Jordan had set its sights: from the Air Jordan V Low ‘Neymar’ to the VIII ‘Confetti’ and ‘Champaigne’; from the 2 ‘Quai 54’ to the V Retro OG ‘Metallic’. And how about the flood of Jordan X’s dedicated to the various world cities? The outcome? We don’t even need to check the aggregate data on the useful Campless.com website to realize that a huge part of those models are still in the shops and that the prices on the secondary market didn’t jump to the stars. In other words, to say that the brand Jordan has lost part of its traction among the collectors and fans is a self-evident truth since the summer just ended. What are the deep causes of a season that (despite the good weather) wasn’t absolutely hot for the brand in question? By all means, the flood of releases disseminated on the shelves since the year 2013 has impacted very much – having more retro models than one could possibly be in a position to buy (physically and economically speaking) has had the effect of saturating the market, causing a inevitable loss of hype. The resellers (who tend to

play a critical role in creating the conditions generating the soldouts of the most wanted models) realized that it was becoming more and more difficult to resell the Jordan retro models on the spot, so they reduced their demand, thus leaving an increasing number of pairs available to other stakeholders – from mere enthusiasts to collectors. Moreover, the surge in the retail price following the implementation of projects such as the Jordan Remastered (which did improve the constructive quality) reduced the margins between buying and selling on the secondary market, with further discouraging effects on the resellers. The open question is: is the loss of hype around the brand Jordan a bad thing? Honestly, it’s hard to answer. For the moment, the only stakeholders upset seem to be the resellers. The Jumpman still manages to sell its retro models – true, they are sold less quickly, but for an increased price. At the same time the fans have more chances to obtain the sneakers they want: they pay more at the shop, but still less than they would pay on the secondary market. What must be inquired is whether this situation might impact on the brand’s image, which risks to lose its exclusive aura and consequently to become less desirable for the average sneakerhead, which is an aspirational consumer by default. The selling performance of the autumn releases (the Jordan III ‘True Blue’ and the Jordan XI ‘Space Jam’) will provide some further hints to try to understand the future of the brand. But we can be already clear that the wind is changing on the market. And this time the nice season might really be over for the brand Jordan. Sneakers Sneakersmagazine magazine

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EXPLORATEUR SPT MID 316

Inverno 2016-2017: Lacoste continua a lavorare sui punti fermi attorno ai quali da sempre ruota l’attività del brand più francese dello Champagne: eleganza casual, sportività, innovazione nella tradizione. Un’idea di stile perseguita fin dai tempi del fondatore René Lacoste, campione immenso delle sei vittorie francesi in coppa Davis, e in seguito imprenditore geniale capace di portare sul mercato la celeberrima polo in cotone pique L.12.12 (oltre che di inventare la racchetta da tennis in acciaio, ma questa è un’altra storia). Oggi questi valori si ritrovano nelle Explorateur SPT Mid 316, un modello dall’immediato feeling sportivo, ma adatto anche alla vita quotidiana grazie alla colorazione sobria ed elegante. Il comfort è massimizzato grazie al collare imbottito, alla linguetta ergonomica e soprattutto alla costruzione seamless della tomaia, un’innovazione che ben si adatta alla silhouette classica delle Explorateur. Ciliegina sulla proverbiale torta è la soletta interna prodotta dall’azienda specializzata Ortholite, che non si limita ad ammortizzare ogni passo, ma contribuisce attivamente ad aiutare la traspirazione e a ridurre di conseguenza la carica batterica presente all’interno delle scarpe durante l’attività sportiva.

Winter 2016-2017, Lacoste goes on working on the values that have always marked the activity of a brand that’s even more French than Champagne: casual elegance, sportsmanship, innovation and tradition. An idea of style that exists since the times of the founder, René Lacoste, a huge champion of a nice six victories in the Davis Cup, and subsequently ingenious entrepreneur capable of bringing on the market the very famous polo in piqué cotton L.12.12 (in addition to inventing the steel tennis racket, but this is another story). Today those values are embedded in the Explorateur SPT Mid 316, a model exhibiting an immediate sport feeling, but also fit for anyone’s everyday life thanks to a sober and elegant colorway. The comfort is maximized through a padded collar, an ergonomic tongue and, more importantly, the seamless construction of the upper, an innovation that fare well with the classic silhouette of the Explorateur. What crowns it all is a insole produced by the specialized company Ortholite, which doesn’t simply grant cushioning power at any step, but helps improve positively the foot transpiration and reduce by the same token the bacterial development within the shoes during the activity. 46

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Il nome dice molto, però non spiega tutto. Già: l’ispirazione di Asics Tiger per l’autunno/inverno 2016 è arrivata proprio dai camaleonti, animali esotici famosi per la poro capacità di cambiare colore. Ma cosa significa, in concreto, sulle rivoluzionarie Chameleoid Mesh appena lanciate dal marchio giapponese arcinoto per i suoi modelli running? Nella pratica, la tomaia non è soltanto leggera e traspirante, ma cambia colore a seconda dell’angolo di visualizzazione! Un effetto di cui è quasi impossibile rendere conto nelle immagini che vedete in queste pagine, ma che dal vivo è davvero impressionante, ve lo garantiamo. Il Chameleoid Mesh è presente in questa stagione sia sulle Gel-Lyte Runner che sulle Gel-Kayano Trainer Evo, che passano dalle tonalità brillanti del Fiery Coral a quelle del Green Gecko, mentre contrastanti sfumature nere sulla linguetta e sul tallone esaltano i colori del mesh, così come le intersuole bianche a contrasto con la suola nera. Più nel particolare, le Gel-Kayano Trainer Evo hanno un aspetto futuristico e allo stesso tempo elegante e semplice, caratterizzato dalla tomaia monosock evoluta, che scivola via facilmente grazie alla linguetta integrata. La stabilità è garantita grazie all’inserto rigido nel tacco ed alla suola ammortizzata. Le Gel-Lyte Runner invece riprendono più direttamente il design dei modelli running anni ‘90, con un look hi-tech aggiornato nei dettagli. La tecnologia GEL, brevettata da Asics Tiger e apprezzata dai runner di tutto il mondo, garantisce in entrambi i casi ammortizzazione e comfort.

The name says a lot, but doesn’t tell everything. Yeah, Asics Tiger took inspiration from chameleons for the fall winter 2016 – the exotic animals are renowned for their ability to change color to mimic the background. But what does that mean, practically speaking, for the revolutionary Chameleoid Mesh just launched by the Japanese brand famous for its running models? The upper isn’t just lightweight and transpiring – its coloring is also changing contingent on what’s your point of observation! An effect which is almost impossible to appreciate in the pictures we put in these pages, but that’s really impressive when you see it live. This season the Chameleoid Mesh is present on the Gel-Lyte Runner and the Gel-Kayano Trainer Evo, going from the bright tones of Fiery Coral to those of Green Gecko – and contrasting black shades on both the tongue and the heel exalt the mesh coloring, as do the white midsoles against the black sole. Moreover, the Gel-Kayano Trainer Evo exhibits a futuristic and at the same time simply elegant look, characterized by an advanced monosock upper that easily slips away thanks to an integrate tongue. The stability is granted by a firm insert in the heel and a cushioning sole. On the other hand, the Gel-Lyte Runner borrows more directly the design of several 1990s running models, with a hi-tech look updated in every details. In both cases the Gel technology, patented by Asics Tiger and appreciated by the runners from the four corners of the world, grants cushioning power and comfort. 48

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Asics Tiger

GEL-KAYANO TRAINER EVO & GEL-LYTE RUNNER ‘CHAMELEOID MESH’ Sneakersmagazine

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JAZZ O’ Nagoya

saucony

JAZZ O’ Nagoya & SHADOW O’ Osaka Japan Pack è la novità Saucony per l’autunno/inverno 2016. L’ispirazione - com’era facile intuire - è il paese del sol levante, da molti anni meta di viaggi da sogno per il pubblico europeo, culla di movimenti culturali e artistici, ma soprattutto origine di alcuni tra i più importanti trend della moda sportiva e dello streetwear. Japan Pack significa nella pratica due nuove versioni di altrettanti modelli classici del marchio americano, Jazz O’ e Shadow O’. Le Jazz O’ sono dedicate a Nagoya, antica città portuale, centro nevralgico del commercio per oltre cinque secoli e oggi capitale dell’industria automobilistica giapponese. I toni di blu dei rinforzi in suede contrastano fortemente con la stampa della tomaia: materiali ricercati che rendono queste sneakers particolarmente adatte all’abbinamento con jeans o pantaloni slim fit. Le Shadow O’ invece sono intitolate a Osaka, metropoli con lo sguardo rivolto dritto verso il futuro, e non secondariamente centro che riunisce tutte le migliori declinazioni della cucina giapponese. La colorazione Black/Grey/Orange proposta all’interno del Japan Pack ha un carattere deciso, ma anche estremamente versatile, adatto allo stile biker così come a completare un look smart casual. 50

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shadow o’ osaka

Japan Pack is Saucony’s new release for the fall winter 2016. The inspiration (an easy guess) is the empire of the Rising Sun, that’s becoming the destination of dream holidays for many Europeans, being the cradle of many cultural and artistic movements, and a source of important trends in the sportswear and streetwear sectors. Japan Pack means two new versions of two different classic models by the American brand, the Jazz O’ and the Shadow O’. The Jazz O’ is dedicated to Nagoya, a very ancient seaport, nerve center of businesses for more than five centuries and today the capital of Japan’s car industry. The shades of blue of the suede reinforcements make a contrast with the print of the upper: refined materials that make these sneakers particularly fit to be combined with a pair of jeans or slim fit trousers. The Shadow O’ are dedicated to Osaka, a metropolis whose eyes are set toward future, and, more than that, a city that’s home to the best versions of the Japanese cuisine. The Black/Grey/Orange colorway included in the Japan Pack exhibits a strong character, but is also extremely versatile, compatible with a biker style and capable, on the other hand, of crowing a smart casual look. Sneakers Sneakersmagazine magazine

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New Balance

009

Per innovare la tradizione, per trasformarla in innovazione, non sempre c’è bisogno di sterzate troppo brusche. Guardate le 009 lanciate nel corso dell’estate da New Balance: un mix di particolari presi di peso da modelli storici della casa americana come 997, 998 e 999, rinfrescati con l’aggiunta di molti ritrovati della tecnologia running moderna. Le 009 incorporano ad esempio un’intersuola a doppia densità, progettata grazie a una precisa mappatura dei movimenti del piede dell’atleta durante la corsa, che garantisce comfort estremo. Ma anche un collare imbottito in neoprene e un controtallone collassabile per aiutare la calzata. Come spesso capita quando si parla dell’azienda della grande “N”, non è solo una questione di performance: lo stile conta, eccome. Il tentativo è quello di costruire un classico contemporaneo, e appare davvero riuscito. E senza deviare troppo dalla strada segnata nel corso degli ultimi decenni.

To refresh a tradition, to turn it into change, you don’t need necessarily to disrupt everything. Take a look at the 009 that New Balance has launched this summer – a mix of details borrowed from historic models by the American company such as the 997, the 998, and the 999, renewed through the addition of gadgets from the modern running technology. Thus the 009 features a double density midsole, designed through a careful mapping of the foot’s movements during the race, with a view to securing the utmost comfort. But also a collar filled with neoprene and a counter-heel that can be lowered to enable an easy fit. As is often the case when it comes to the big N company, it isn’t just a matter of performance: it’s the style that counts. If the intention is to build a contemporary classic, it seems it works – and this without departing too much from the path trodden over the last few decades. 52

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New Balance

530 classic

Le New Balance 530 sono un classico proveniente dagli anni Novanta, e in questo momeno storico pare non esserci nulla di più trendy che l’ultima decade del secolo scorso, tornato di gran moda anche sulle passerelle del pret-a-porter milanese e parigino. Al di là del look rimane però il notevole contenuto tecnico di queste sneakers, a partire dall’ammortizzazione Encap e dalla tomaia costruita con un mix di suede e mesh. Il particolare che fa la differenza però è il disegno intricato dell’intersuola, costruita con un mix di materiali di diversa densità e capace di garantire il massimo della stabilità durante l’attività sportiva.

The New Balance 530 is a classic dating back to the Nineties and in the blurry epoch we are living in there doesn’t seem to be anything more trendy than the closing decade of the Twentieth century – which has made its comeback on the Paris and Milan catwalks. Beside the look, it’s the remarkable technical content of these sneakers that’s impressing: starting with the cushioning Encap and a upper made of a mix of suede and mesh. The detail that makes a difference, however, is the complex design of the midsole, constructed with a mix of materials of different density and capable of granting the utmost stability during your sport activity. Sneakers magazine magazine 54 54Sneakers


New Balance

580 REENGINEERED

Il 2016 segna il ventesimo anniversario dalla nascita delle MRT580, modello da trail running a sua volta ispirato a un precedente classico della casa americana, le 585. Una storia che ha aperto un nuovo capitolo nel corso dell’estate, con il lancio della versione ReEngineered delle icone 580: l’evoluzione continua anche grazie all’apporto dei team creativi Lease on Life Society (New York, Usa) e Musuta (Helsinki, Finlandia). Stile e performance.

The 2016 marks the twentieth anniversary since the rise of the MRT580, a trail running model that was inspired by an earlier classic of the American company, the 585. An event that marked a new chapter this summer, through the launching of the ReEngineered version of the icon 580 – the evolution goes on thanks to the support provided by the creative teams Lease on Life Society (New York, Usa) and Musuta (Helsinki, Finland). Style and performance. Sneakers Sneakers magazine magazine

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La nuova versione di un classico nato molti decenni fa in casa Converse è caratterizzata dai rinforzi in suede sulla tomaia in pelle, da colorazioni pulitissime e dall’innata eleganza dell’autenicità. Non molte altre sneakers, del resto, possono a ragione definirsi tanto piene di storia e storie. Ne hanno fatta di strada, le Pro Leather, da quando furono lanciate nel 1976 come prime “signature shoes” dedicate al grande giocatore NBA Julius “Dr.J” Erwing, mitica ala dei Philadelphia 76ers tra la fine dei Settanta e l’inizio degli Ottanta. E il loro successo rimane notevole anche oggi, visto che anche questa stagione Converse ha dichiarato che si tratta del modello più venduto dalla casa della stella dietro alle inarrivabili Chuck Taylor All Star. La versione vulcanizzata è un accostamento perfetto tra heritage e ispirazioni urbane, amatissimo sia dal pubblico maschile che da quello femminile. 56

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converse

PRO LEATHER VULC The new version of a classic model released many decades ago by Converse is characterized by suede reinforcements on the leather upper, by very neat colorways and the inherent elegance that is a mark of genuine products. There are only a few sneakers, by the way, that one would be inclined to describe as equally rich of history and stories. Since its launch in 1976 as the first signature shoe dedicated to the great NBA player Julius ‘Dr.J’ Erwing, legendary wing of the Philadelphia 76ers between the late Seventies and the early Eighties, the kick has come a long way. And today its success is still remarkable, given that Converse stated that it’s the second-best successful model of the striped brand, after the unbeatable Chuck Taylor All Star. The vulcanized version is a balanced mix of heritage and urban inspiration, very much appreciated by women and men. Sneakersmagazine

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ARIA

Karhu

FUSION 2.0 & ARIA

Ai primi di settembre è arrivato sugli scaffali un pack speciale composto da nuove versioni di alcuni classici modelli del marchio Karhu, azienda finlandese da sempre specializzata nel settore dell’atletica leggera e della corsa, il cui nome è legato a doppio filo a leggendari fondisti nordeuropei come Paavo Nurmi e Olavi Suomalainen. Oggi, dopo il rilancio a opera della famiglia Arese, nell’anno che segna il centenario del brand, ecco le storiche running Fusion 2.0 e Aria in inedite declinazioni ispirate all’arte della maglieria finlandese, chiamata “Villapaita” in finnico. Attualmente in Finlandia esiste un piccolo pugno di produttori capaci di dare vita a questi maglioni in lana di altissima qualità, capaci di garantire il calore attraverso le stagioni fredde. Dunque non stupisce che il livello di qualità produttiva del Villapaita Pack sia davvero notevole, primariamente grazie all’uso di pelle di maiale scamosciata morbidissima per la costruzione della tomaia. Scendendo nel particolare, le Fusion 2.0 sono caratterizzate da accenni leggeri di viola sulla parte superiore della tomaia e sulla suola (un’altra variante presenta toni rossi più luminosi). La “M” delineata dalla struttura dell’allacciatura dona alle scarpe un tocco outdoor. Le Aria invece - modello con il calzino integrato che è diventato uno dei più amati del nuovo corso Karhu - si identificano grazie a una base di grigio tenue, in contrasto con toni profondi di blu e/o rosso. 58

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fusion 2.0

On early September a special pack has reached the shelves and it includes fresh new versions of some classic models by the brand Kahru, a Finnic company specializing in both the athletics and running sectors since its inception, and whose name is closely linked to legendary north-European long-distance runners such as Paavo Nurmi and Olavi Suomalainen. What we see today – after the re-launching operation by the Arese family in the centennial of the brand – is the historic Fusion 2.0 and Aria in unprecedented new versions inspired by the Finnic knitting art, called “Villapaita” in Finnish. There still exist a bunch of small companies in Finland that specialize in producing such high quality wool sweater, that are capable of being very warm during the cold season. It’s therefore no surprise that the standard of productive quality of the Villapaita Pack should be so good – and this thanks to the use of very soft chamois pigskin for the upper. As for the details, the Fusion 2.0 is characterized by lightweight touches of purple on the top part of the upper and the sole (there is another version which exhibits even brighter red accents). The M outlined by the lacing system endows the shoes with an outdoor touch. On the other hand, the Aria is a model with an embedded sock that’s become one of the most beloved in Karhu’s new direction, and is marked by a soft grey basis producing a nice contrast with the tones of blue and red.

Info: Sport Leader s.r.l. mail: info@sportleader.pro tel: 0171/413175

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Decimo anniversario dello sneakers shop Urban Jungle, catena dall’anima italiana oggi presente in mezza Europa e oltre: i negozi di Malta, Casablanca e Algeri testimoniano la vocazione internazionale e multiculturale del progetto. Un retailer divenuto in un solo decennio punto di riferimento per appassionati e collezionisti, che festeggia degnamente il compleanno grazie a una enorme collaborazione con Puma. Ben cinque Special Pack di classiche Clyde in arrivo: noi ve ne presentiamo due in queste pagine, Dressed e OG, venduti unicamente negli store Urban Jungle italiani ed esteri. Lanciate sul mercato per la prima volta nel 1973, le PUMA Clyde divennero rapidamente le sneakers per eccellenza degli anni Settanta americani. Tutto ebbe inizio quando il cestista Walt “Clyde” Frazier ordinò un paio di Puma Suede fatte su misura per lui: così quel modello classico venne adattato allo stile del giocatore, creando sneakers simili nella linea, ma più leggere e più ampie, con la firma stampata in lamina d’oro su un lato. Oggi le Clyde vengono dunque riproposte nella versione OG, nei colori Bright Gold Black e Cherry Whisper White in quella Dressed con tomaia stampata a effetto coccodrillo (in tre colorazioni: Black, High Risk Red e White), dettagli dorati e suola in gomma

The tenth anniversary of the sneaker shop Urban Jungle, a chain with an Italian soul that is now present in many markets both in Europe and beyond: the shops in Malta, Casablanca and Algeri reflect the international and multicultural vocation of the project. A retailer that has become a reference point for both fans and collectors and that now celebrates its anniversary through a huge collaboration with Puma. A cool five Special Packs of the classic Clyde are forthcoming – we present two of them in these pages, the Dressed and the OG, exclusively sold at the Urban Jungle stores in Italy and abroad. First launched on the market in 1973, the PUMA Clyde quickly become the sneakers par excellence of the America’s 1970s. It all started when the basketball player Walt ‘Clyde’ Frazier ordered a tailor-made pair of Puma Suede. That classic model was then adapted to his style, thus creating sneakers with a similar line, but more lightweight and wider, with the signature printed in gold leaf on the side. So now the Clyde gets re-issued in an OG version (featuring a Bright Gold Black and Cherry Whisper White colorings) and in a Dressed version featuring a printed crocodile-effect (three colors: Black, High Rick Red, and White), golden details and rubber sole. 60

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URBAN JUNGLE X puma

CLYDE

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running section di Paolo Barghini

foto Marco Buratti e Elisa Figoli

Roa d Te st

BROOKS

GHOST 9

Brooks è nata ormai da più di un secolo: l’azienda americana, che inizialmente produceva scarpe sportive e per bambini, è sempre stata un esempio per l’innovazione e l’attenzione agli standard imposti dagli ortopedici e dai medici sportivi. Non stupisce dunque che sia stata proprio Brooks a introdurre sul mercato - nel lontano 1977 - la prima scarpa sportiva antipronazione. Le Ghost 9 sono tra le scarpe più apprezzate del marchio, e rientrano nella categoria delle sneakers protettive e neutre. Il differenziale è di 12 mm. Vengono prodotte sia con pianta larga che con pianta stretta, rispondendo alle diverse esigenze dei runner. La tomaia è in mesh con inserti sintetici, la suola in gomma soffiata nella parte anteriore e in mescola HPR plus in quella posteriore. Dal punto di vista del look, si presentano con una linea accattivante: importante il profilo laterale della suola, come in tutte le scarpe della categoria protettive/ ammortizzate. Discutibile invece la scelta della punta: poco gradevole esteticamente e soprattutto scomoda. Sembra più adatta a scarpe da trail che a scarpe da strada. Dove le Ghost sorprendono in positivo è nella prova su strada. Nonostante si tratti di scarpe protettive la reattività non manca a tutte le andature: anche in piste veloci, con appoggi più spinti, le Ghost non tradiscono e consentono di mantenere ritmi importanti senza limitare il gesto tecnico. La flessibilità delle scarpe, nonostante i limiti della struttura, lasciano all’atleta il piacere della corsa veloce. Anche Su ritmi più blandi le Ghost si fanno apprezzare, e grazie alla struttura avvolgente sul tallone la rollata risulta piacevole e rilassata. In definitiva, si tratta di sneakers adatte al runner che vuole correre in scioltezza, ma che se viene sollecitata non tradisce nella prestazione più spinta. Un prodotto eccellente, che ben rappresenta l’attenzione verso l’innovazione e lo sviluppo continuo del prodotto tipiche di Brooks. 62

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running section Roa d Te s t

BROOKS GHOST 9

Brooks is more than a hundred years old – the American company, that started off as a firm that produced shoes for sports and kids, has always been a symbol of innovation and compliance with the standards prescribed by the orthopedists and sports doctors. Hence it’s no wonder that it was Brooks who introduced on the market (back in 1977) the first anti-pronation sports shoe. The Ghost 9 is among the most appreciated shoes produced by the brand, and belongs in the category of protective and neutral sneakers. The differential measures 12 mm. It is produced with broad and narrow sole, in order to meet the needs of all runners. The upper is in mesh with synthetic inserts, the outsole is in blown rubber for the anterior part and HPR mixture for the posterior. From a look standpoint, the shoe exhibits a winning line – a key aspect is the outsole’s lateral profile, as is often the case in the protective category. On the other hand, the solution applied to the tip is poor – aesthetically unpalatable and, more than that, uncomfortable. It’d be more suitable for a trail than a road model. What’s impressive with the Ghost is its performance in road tests. Although a protective shoe, it’s reactive with every kind of pace. Even on fast tracks, with enhanced pressures, the Ghost doesn’t fail, and allows you to keep a fast pace without limiting your technical act. The flexibility of these shoes, for all the limits of the structure, allows the athlete to enjoy a fast race. The Ghost is also remarkable at a slow pace and, thanks to its enwrapping grip on the heel, the roll is pleasant and relaxed. All in all, it’s a sneaker designed for a runner who wants to enjoy the utmost agility of movement, but even under stress it doesn’t fail to support you in the most extreme feats. An excellent product, that perfectly represents the concern for innovation and endless product improvement that are the marks of Brooks. 64

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running section

Ro ad Te st solette

IRONMAN La corsa, nonostante la bellezza armoniosa del gesto, rimane uno degli sport più traumatici in assoluto. Correre è come colpire un chiodo più volte con un martello, per fissarlo nel muro. Se invece del chiodo si colpisce il dito il risultato può essere assolutamente doloroso. Ecco quindi la necessità di supporti che favoriscano l’esecuzione del gesto e che lo rendano meno traumatico. Ad esempio? Una soletta. La Spenco Medical Corporation è uno dei leader mondiali nella protezione e cura del piede, progetta e sviluppa plantari e solette da più di cinquant’anni. Per questo numero di Sneakers ho testato la linea di solette tecniche Spenco a marchio Ironman, con diverse tipologie di scarpe, sia nella fase di corsa che nella fase di recupero e riposo post allenamento. Alla prova pratica le solette Ironman danno subito una grande sensazione di comodità. Ovviamente è consigliato l’acquisto insieme alle scarpe, per ottimizzare la scelta. La prima sensazione a bassi regimi è quella di un aumentato comfort sul tallone e soprattutto un migliore controllo della rollata. 66

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A velocità più alte, con una corsa più anteriore, il comfort dell’avampiede diventa sempre più evidente. La cosa sorprendente, oltre alla sensazione di aumentata elasticità, è che nonostante la grande sensazione di protezione il tempo di contatto al suolo non viene alterato dalla soletta. Nella corsa trail ho testato le Ironman Total Support Original (uscita di 35 km con 2000 metri di dislivello, indossando un modello di scarpe minimal) e anche queste ultime hanno portato a un importante miglioramento della performance. Nel trail avere un supporto che aiuti il movimento durante le torsioni laterali è fondamentale, per stare comodi e risparmiare energie per la parte finale della gara (che spesso prevede discese tecniche). Nel post allenamento, infine, ho testato il modello Performance Gel. Molti atleti usano le ciabatte infradito dopo aver corso: nulla di più sbagliato. Dopo l’allenamento le articolazioni hanno bisogno di essere coccolate, non messe ad ulteriore prova! Dobbiamo imparare, tutti quanti, a prenderci cura delle articolazioni con tutti i presidi che la moderna tecnologia ci mette a disposizione.


ironman Total Support Original

ironman Performance Gel.

Running, for all the harmonious elegance of the act, is one of the most detrimental sports to the athlete’s health. This is because running is like hammering a nail into a hard piece of wood. If you hammer your fingers instead of the nail, the outcome is likely to be absolutely painful. Hence the necessity to apply supports that facilitate the execution and make it less damaging. For example, a special insole. Now, Spenco Medical Corporation is one of the world leaders in the protection and care of the foot, designing and developing arch supports and insoles for more than 50 years. For the current issue of Sneakers Magazine I tested the line of technical outsoles Spenco by the brand Ironman, using various types of shoes, both in the running phase and in the post-training recovery phase. In the practical exam, the Ironman insole gives you an immediate sense of comfort. It is advisable to buy it together with the shoes, in order to secure a perfect matching of the two. The first impression at a slow rhythm is more comfort on the heel and, in addition to that, more control on the single step.

When you accelerate and run on the anterior part of the foot, the comfort on this part of the foot gets more and more apparent. What’s amazing, beside the feeling of increased elasticity, is that, despite this augmented protection, the duration of your contact with the ground isn’t affected by the insole. As for the trail running, I tested the Ironman Total Support Original (covering a 35 kilometer path with a drop of 2000 m using a rather minimal model of shoes) and this insole, too, brought a remarkable improvement of the performance. Having a support that helps the movement during the lateral torsions is critical in trail running – it increase the general comfort and allows you to save energy for the final part of the race (that often includes technical descents). Lastly, for the post-training phase, I have tested the Performance Gel model. Many athletes tend to wear the flip-flop after running – a glaring blunder. The reason I say this is because after training your articulations need to be cuddled, not to be put under further stress. We should all learn how to take care of our articulations by means of all the products that the technological developments afford us. Sneakersmagazine

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bastard x ADE

Tomorrow Rever

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Max Bonassi si rilassa testando il grip della suola con un classico Rock’n’Roll in bastard bowl. Foto: Tony Matijas

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ADE e Bastard, marchi italiani dalle solide radici negli street sport, presentano la loro prima collaborazione nata da un rapporto di amicizia personale, condivisione di valori e di necessità tecniche tra i fondatori dei due brand. Era la metà degli anni Ottanta quando Max Bonassi (Bastard) e Fabio Di Molfetta (ADE) giravano l’Europa in cerca di nuovi spot da skateare, oppure costruivano rampe da condividere con gli altri skater originari rispettivamente del nord e del sud della penisola. Spesso si muovevano muniti del nastro adesivo Duck Tape color argento, utile a tappare i buchi nelle scarpe e farle durare un po’ più a lungo. Con oltre trent’anni di skateboard alle spalle e centinaia di modelli testati, chi meglio di Max e Fabio può sapere cosa serve a uno skater per continuare a divertirsi per tutto il resto della vita? Ecco perché le Tomorrow Rever che hanno creato sono dotate di tomaia in pelle scamosciata e tela pensata per il comfort e l’abuso, stringhe in cotone cerato anti-abrasione, soletta interna anatomica in EVA con cuscinetti in gel per i talloni da 12 mm, oltre che di una suola in gomma gripposa e duratura. Tutto il necessario, insomma, a un prezzo davvero interessante: 80 euro. Le trovate al bastard store, al Morgan Store e negli skateshop più attenti in giro sul territorio. 70

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ADE and Bastard, two Italian brands with firm roots in the street sports, present their first collaboration stemming from a personal relationship between the two founders, based on friendship, shared values and technical needs. It all started off in the mid 1980s when Max Bonassi (aka Bastard) and Fabio Di Molfetta (aka ADE) used to travel around Europe in search of new spots to skate or building ramps to be shared with other skaters that were coming, like them, from the northern or southern regions of Italy. They used to stroll around armed with silver Duck Tape, to plug holes in their shoes and keep them on for a while. With more than thirty years of skateboarding behind them and hundreds of models tested, who’d be more adept than Max and Fabio at telling what a skater needs to wear to just have fun for the rest of her life? That’s why the Tomorrow River they created is equipped with chamois leather and canvas designed to enhance both comfort and resistance, laces in anti-abrasion waxed cotton, an anatomic insole in EVA with 12mm gel bearings below the heel, and a rubber outsole securing grip and durability. Oh, and all these necessary features for such an affordable price – 80 euro. You’ll find them at bastard store, Morgan Store and in the more attentive skate shops around the area.


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dc

HEATHROW Anche i marchi classici si rinnovano: DC Shoes è da sempre sinonimo di stile anni Novanta, di scarpe da skate con suola Cupsole oppure vulcanizzata. Parte del look tipico di chi, sulla tavola a rotelle, ci vive quotidianamente. Le Heathrow sono state quindi un modello di rottura rispetto al classico stile DC, con la loro linea sfuggente, la tomaia socklike di ultima generazione, la silhouette (quasi) casual. Una scommessa per il brand americano, che possiamo definire vinta senza timore di essere smentiti: lo dimostra il successo incontrato da questo modello, che ha aperto nuove prospettive sul mercato al marchio DC. Per l’autunno/inverno 2016 le Heathrow tornano con nuove colorazioni, e tutte le caratteristiche che le hanno rese tanto amate: costruzione a scarponcino per migliore vestibilità, rinforzo interno della punta per dare struttura alla parte anteriore, intersuola IMEVA UniLite per sostegno, comodità e leggerezza, plantare OrthoLite per maggiore ammortizzazione, suola in gomma con inserti per maggiore tenuta. Più la tomaia in pigskin suede e pelle di prima qualità con fodera trapuntata, perfetta per la stagione fredda.

The classic brands are getting refreshed. DC Shoes has always been associated with the typical 1990s style – as synonymous with skate shoes featuring Cupsole or vulcanized soles. Which means the typical look of those who patrol the wheeled board on a daily basis. With its tapering line, its next-generation socklike upper, its (almost) casual silhouette, the Heathrow was a turning-point model to the classic style by DC. A challenge which we can claim (without fear of contradiction) that the American brand has accomplished – that this is so is testified by the success of this model, which opened up fresh new avenues to how the brand DC could go in the market. For fall winter 2016 the Heathrow is coming back with new colorways and all the features that made it so dear to so many – boot-like construction to enhance fit, inner tip reinforcement to give structure to fore of the foot, IMEVA UniLite midsole to give support, comfort and lightness, OrthoLite arch support to enhance damping power, rubber sole with inserts to secure grip. On the top of all this a upper in pigskin suede and first quality leather with embroidered lining, perfect for the cold season. 72

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BRITISH KNIGHTS

Mavik & Energy British Knights, a dispetto del nome, non è un marchio britannico, bensì di origine statunitense. Nel corso degli anni Ottanta rivaleggiava in popolarità con i giganti del mondo sneakers in tutto il mondo anglosassone - grazie anche al profondo legame con la scena hip-hop delle origini - poi l’immagine del marchio si è un po’ oscurata nei Novanta, fino al momento di grande rilancio che stiamo vivendo a partire dal 2010. Un rilancio testimoniato anche dai modelli della nuova collezione che Sport Up distribuisce in tutta Italia che vi presentiamo qui: che si tratti di sneakers d’ispirazione basket, solide e ammortizzate, oppure di running leggere e sfuggenti, British Knights sembra aver ritrovato l’ispirazione di un tempo.

Despite its name, British Knights is not a British brand, but originally from the US. During the 1980s it competed in popularity with the giants of the sneaker scene across the English-speaking world, also thanks to its deep connections with the hip-hop scene of the origin. Then the brand’s image started to fade away during the 1990s, until the moment of the great re-launch that we are witnessing since 2010. A re-launching process that is confirmed by the models in new collection, distributed in Italy by Sport Up, presented here: it may be a robust and cushioning sneaker with a basketball inspiration, or a lightweight and tapering running shoe – British Knights seems to have rediscovered its original inspiration. 74

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NEW YORK YANKEES footwear

FERGUSON

Ormai sono molto più di una squadra, i New York Yankees: il team più titolato della Major League Baseball americana è un vero culto in tutto il mondo. Non stupisce dunque il successo delle calzature a loro dedicate, indossate non solo dai sostenitori della squadra newyorchese: il logo iconico con le lettere NY sovrapposte si trova spesso ai piedi dalle star internazionali di Hollywood (che a rigor di logica dovrebbero preferire i Dodgers di Los Angeles, e invece...) oltre che dei musicisti più noti del momento. La collezione NYY Footwear è disegnata e prodotta con l’utilizzo di materiali pregiati e grande attenzione ai dettagli da SFD Atelier, che cura con amore tutti i marchi della Major League Baseball. Per la stagione autunno/inverno 2016-2017 la collezione è dominata dal modello Ferguson, disponibile in diverse colorazioni nelle versioni Mid e Low da uomo e Mid Ev per ragazzi. 76

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The New York Yankees have become more than a team – the most winning team of the American Major League Baseball has become a worldwide cult. It’s then no surprise that the shoes bearing their name are such a success – being worn not only by the fans club of the team from New York. The iconic logo exhibiting the overlapping NY initials adorns the feet of many international Hollywood stars (that in fact should prefer the Dodgers from Los Angeles, but it seems they don’t), and the most famous of today’s musicians. The NYY Footwear collection is designed and produced through a host of precious materials and the care of details secured by SFD Atelier, that takes care of all the brands in the Major League Basketball. For the fall winter season 2016-2017 the collection is led by the Ferguson model, available in various colorways in a Mid and a Low version for the men, and a Mid Ev for the kids. Sneakersmagazine

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Sneakers street Hong Kong

Avevamo sentito parlare di lei con gli stessi toni che gli scrittori hanno usato per raccontare Shangri-La o Atlantide: un luogo mitico, oltre i confini del nostro piccolo mondo, in cui il meraviglioso diventava reale. Ma siamo nel 2016, epoca in cui il leggendario esotico non esiste più, soppiantato dalle immediate certezze offerte dalla rete. E in effetti qualcuno diceva che esistesse davvero una città brulicante di vita, all’interno della quale un’intera via era dedicata solo al commercio delle scarpe da ginnastica. Non potevamo evitare di provare a vedere con i nostri occhi, a toccare con mano. E così siamo arrivati in Cina. Ok, in effetti Sneakers Street è un fatto tutt’altro che leggendario. Più prosaicamente si tratta di una strada in quel di Hong Kong, che per la toponomastica della ex-colonia britannica tornata sotto il controllo cinese poco meno di una ventina d’anni fa si chiama ancora Fa Yuen Street. Si trova a Mong Kok, area centrale di Kowloon, a sua volta parte peninsulare del territorio di Hong Kong. Una zona tra le più densamente popolate del mondo, e non è un modo di dire: chi, come noi, sbarca per la prima volta da quelle parti, si trova immediatamente a fare i conti con masse enormi di persone, corpi che si spostano all’unisono formando correnti simili a quelle delle profondità oceaniche, un moto perpetuo che non sembra affatto interessato al singolo individuo. Bisogna armarsi di determinazione, e iniziare a farsi largo tra la folla. È l’unico modo per iniziare a esplorare Sneakers Street, la via che ormai da qualche decennio deve il suo nome all’incredibile quantità di negozi di scarpe e articoli sportivi in genere che si aprono lungo i suoi marciapiedi: ne abbiamo contati più di cinquanta nel breve spazio di tre isolati. Pare impossibile che così tanti esercizi commerciali simili possano sopravvivere l’uno vicino all’altro, rubandosi clienti a vicenda e in questo modo cannibalizzandosi l’uno con l’altro. Eppure la già citata enorme quantità di persone che ogni giorno si riversa per le strade dello shopping di Mong Kok fa la differenza: davvero stupefacente notare come ogni store conti almeno una decina di commessi, tutti perennemente indaffarati a mostrare modelli di ogni tipo a una clientela altrettanto variegata. 78

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Si dice che tutto sia nato intorno alla metà degli anni Settanta, durante il boom economico che ha coinvolto quella che allora era a tutti gli effetti una città-stato, per quanto non proprio indipendente. In quel periodo molti dei negozianti che vendevano articoli sportivi nella adiacente Nathan Road furono costretti a spostarsi da quella che è tuttora una delle arterie fondamentali della città per l’improvviso alzarsi degli affitti. Alcuni iniziarono dunque ad aprire nuove vetrine su Fa Yuen Street, che non solo rimaneva piuttosto vicina a Nathan, ma soprattutto aveva il vantaggio di trovarsi a pochi passi da due scuole private, La Salle College e Diocesan Boys’ School, piene di ragazzini ricchi appassionati di sport. Che presto sarebbero diventati anche appassionati di moda sportiva, un concetto destinato a prendere piede sul mercato proprio nel corso del decennio successivo. Era nata una prima generazione di sneakerhead ante-litteram, si potrebbe dire. E da quel momento Sneakers Street sarebbe cambiata per sempre. Ma oggi, cosa può offrire quel luogo a un appassionato che si trova a visitare Hong Kong? Molto, a patto di arrivare con aspettative realistiche. Nella pratica, infatti, possiamo dividere i negozi presenti su Sneakers Street in tre tipologie fondamentali. Da una parte ci sono le grandi catene cinesi, come Wan Kee e Toronto Sports, enormi catene multibrand dedicate a un pubblico generalista, come generaliste sono del resto le release che si trovano sui loro scaffali. Questi store non offrono


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molto al collezionista medio, se non la possibilità di trovare qualche colorazione interessante dei modelli di linea a prezzi stracciati, sui disordinatissimi espositori delle offerte speciali. Poi ci sono i flagship store dei giganti del mondo sneakers, che dalla loro hanno il vantaggio di poter distribuire modelli a edizione limitata. Le file più lunghe? Senza dubbio (non esageriamo, se diciamo che a spanne abbiamo contato più di qualche centinaio di persone) quelle che si registravano davanti all’insegna Adidas Originals: niente di così sorprendente, visto che la mattina della nostra visita coincideva con la release di ben otto nuove colorway delle NMD R1. Un modello capace di registrare vendite mostruose, che in Asia ha causato una vera e propria febbre: nonostante la produzione non sia esattamente limitata, la domanda continua a superare nettamente l’offerta. La parte più interessante di una visita a Sneakers Street è però quella che si svolge all’interno degli enormi edifici commerciali che si ergono lungo i lati della strada: questi palazzi, spesso fatiscenti, nascondono infatti i “negozi” dei reseller, che affitano – a carissimo prezzo – piccoli buchi nel muro e li riempiono con i loro pezzi da collezione, quasi sempre rigorosamente sottovuoto. Spesso non è semplice, per chi non sa leggere il cinese, interpretare le indicazioni delle insegne che dalla strada cercano di attirare i collezionisti all’interno di questi piccoli santuari. Ma vale la pena fare un po’ di fatica: quasi tutti questi reseller shop infatti hanno disponibilità dei modelli più hype delle ultime stagioni. Peccato che i prezzi siano esorbitanti (e questo era prevedibile), ma soprattutto che l’orizzonte storico non superi i due anni: difficile trovare modelli pre-2013. Insomma: se volete comprarvi le Yeezy non c’è problema, ma se cercate un paio di Air Max 90 “Homegrown” di Patta, anno di grazia 2006, siete destinati a rimanere scornati. Come mai? “I collezionisti che vengono qui sono molto giovani” - ci ha spiegato uno dei reseller in ottimo inglese - “e sono disposti a spendere molto per modelli appena usciti e a tiratura estremamente limitata. Ma la roba vecchia non gli interessa più di tanto. Inoltre, seguono molto i trend del momento: ieri gli interessavano le Jordan, oggi adidas, domani sarà qualcos’altro”. Sarebbe corretto chiudere qui questa piccola guida, ma non prima di aver risposto a un’ultima, inevitabile domanda: e i falsi? Beh, ci sono. Ma non in quantità esorbitanti come sarebbe lecito aspettarsi (siamo pur sempre in Cina, no?). Qualcuno dei negozi multimarca esponeva in effetti modelli che ai nostri occhi apparivano più che sospetti, ma la maggior parte delle scarpe che abbiamo potuto soppesare tra le mani sembravano di lecita provenienza. Nessun dubbio invece sui modelli esposti tra le bancarelle di Ladies’ Street, due traverse oltre Fa Yuen: tra Odidas e Mike (tutto vero!) c’era solo l’imbarazzo della scelta. Almeno, in quel caso, il gioco dell’imitazione è assolutamente scoperto. 80

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We heard people talking about it in the same tones that the great writers have used to tell the stories of Shangri-La or Atlantis. A mythical place, beyond the limits of our small world – a region where wonders come true. But we live in 2016, an epoch when the taste for the exotic and the legend has faded away, replaced by the quickly available factoids of the web. But somebody told us of a city that still harbors a mythic way of living, a capital that has destined a whole street to the business of sneakers. We couldn’t help visiting it – we wanted to see with our eyes, and touch with our hands. So we went to China. Admittedly, Sneakers Street is anything but a fairy tale. It is, quite more mundanely, a street in Hong Kong whose original name was and is Fa Yuen Street – at least according to the toponymy of the former British colony that returned under the rule of China slightly less than 20 years ago. It’s located in Mong Kok, a central area of Kowloon, which is a peninsular part of the Honk Kong wide area. It is literally one of the most densely populated regions worldwide (not a façon de parler): those who (like us) land there for the first time will be soon confronted with huge crowds of people, bodies moving in unison to form tides not do different from the Ocean’s undercurrents, a perpetual motion that doesn’t seem to be particularly touched by any single individual. You need to act resolutely to move, and try open a breach in the crowd. That’s the only way to explore Sneakers Street, the road that owes its name to the multitude of shops dealing with shoes and, more generally, with sports articles that have their windows and doors open on the two sidewalks: we counted more than fifty shops in the extension of three blocks. It would seem impossible that so many businesses 82

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can manage to coexist in such a densely packed area, competing for customers and in this way cannibalizing each other’s clients. What might explain this fact, and surely makes the difference, is the huge amount of people that every day floods the shopping streets of Mong Kok. It’s really amazing to notice that every store enlists at least a dozen assistants, all incessantly busy showing this or that model or item to a very diverse clientele. As the story goes, it all started in the mid 1970s, during the economic boom that has transformed what at the time was a de facto city-state, even if it wasn’t really autonomous. Back then many shop tenders dealing with sports items in the contiguous Nathan Road were forced to move (and thus leave what still is one of the most important arteries of the city) owing to a sudden surge in the rents. Some started to open up fresh new windows on Fa Yuen Street, that was not only close to Nathan, but more importantly had the advantage of having two private schools in the vicinities, called La Salle College and the Diocesan Boys’ School, full of kids from affluent families with a passion for sports. Very soon these guys will become passionate of sportswear and sports fashion, a concept that was destined to gain traction on the market a decade later. A first generation of sneakerheads ahead of their time was born, as we may also say. And since that very moment Sneakers Street will never be like before. What has to offer such a place to a sneakerhead that wants to visit Hong Kong these days? Many things – provided she comes equipped with realistic expectations. From a practical standpoint, we could di-


stinguish three different types of shops in Sneakers Street. First of all, there are the great Chinese chains, such as Wan Kee and Toronto Sports, huge multibrand chains dedicated to the general public – and the very release that you can find on their shelves are equally general. Such stores don’t offer very much to the average collector, only the possibility to find some interesting special colorways of some line models that can be bought at bargain prices, on the very messy stands of the special offers. Secondly, there are the flagship stores of the giant brands of the sneaker world, which have the advantage of releasing models in limited edition. The longest lines ever? By all means those that form in front of the Adidas Originals store (and we don’t tell stories when we say that we counted more than some hundreds of people queuing there). It isn’t really a great surprise, to be honest, because the day we arrived was the releasing-day of a cool eight new colorways of the NMD R1. A model capable of scoring enormous numbers of items sold, and one that in Asia has caused a real fever: although the production isn’t limited, the demand still overwhelms the supply. The third, and most thrilling category of shop populating Sneakers Street includes the huge commercial buildings flanking the street: these buildings, often crumbling, harbor the ‘shops’ of some resellers who rent (for high prices) small niches in the walls, and fill them up with their collector’s pieces, very often carefully vacuum-packed. If you can’t read the Chinese characters, it’s hard to understand the signs that try to seduce the bystanders and collectors into visiting the-

se small shrines. But they are absolutely worth a little effort, because the special items such resellers have in common are the most hyped models of the last few seasons. It’s really a pity that their prices should be so exceedingly high (but not a surprise, after all), and more importantly that the historic horizon should only span a couple of years – it’s very hard to find a pre-2013 model. In other words, if you want to buy the Yeezy, then no problem, but if you are looking for a pair of ‘Homegrown’ Air Max 90 by Patta (released in 2006) your wish will be frustrated. Why? ‘Because the collectors coming here tend to be very young (told us one reseller speaking a very good English) and are prepared to spend a lot to get models that are just released and in limited edition. The old stuff doesn’t touch them. Besides, they follow the trends of the moment – yesterday they wanted a Jordan, today a adidas, tomorrow something else’. It would be enough to pause here, but we’d like to ask a further, inevitable question: what about the fake issue? Well, there are many fakes here. But it’s not such a flood as one might be inclined to expect (we are in China, after all). Some multibrand shops have in their windows a few models whose authenticity might seem dubious, but the great majority of the shoes we had the chance to touch seemed true. There can be no doubt, however, concerning the models on the stands in Ladies’ Street (a couple of streets farther on): the array of monsters spans from Odidas to Mike (no kidding!). But at least in that case the imitation game is openly played.

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NIKE

PULSAR III M ade in kore a- 1987

Ecco i nomi della lista: Mieka, Rio, Roadrunner, Pulsar. Una lista composta di classici assoluti del running anni Ottanta che Nike non ha mai riproposto, nonostante il diluvio di remake visto nelle ultime stagioni. Concentriamoci sulle Pulsar, che potete ammirare in queste pagine: nate nel 1983, sono state in produzione fino al 1987, attraversando diversi cambiamenti sia di tomaia che di suola. Il 1987, com’è ovvio, rappresenta una cesura epocale per il marchio di Beaverton: con il lancio delle Air Max 1, tutto è cambiato (sicuramente in meglio, per quanto riguarda gli affari dello Swoosh). Dunque queste Pulsar in particolare possono essere considerate il canto del cigno degli anni Ottanta, almeno nel settore running Nike. Anche i collezionisti sembrano essersi accorti della loro importanza: nel decennio appena passato le Pulsar erano snobbate dagli amanti del vintage, oggi invece un paio deadstock può arrivare a valere 300 dollari. Il motivo? Sono tra le poche scarpe di quell’epoca ancora utilizzabili oggi. E - aggiungiamo noi - danno dei punti a icone contemporanee come le Roshe Run... 84

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Here’s the names in the list: Mieka, Rio, Roadrunner, Pulsar. A list including some absolute classics of running from the 1980s that Nike has never reissued, notwithstanding the flooding of remakes we have witnessed over the last few seasons. Let’s spend a few words on the Pulsar, that you can see in these pages: born in 1983, it remained in production until 1987, undergoing various changes both in the upper and the midsole. The year 1987 – as is well known – represents a turning point for the brand from Beaverton. Indeed, the launch of the Air Max 1 changed everything (to be sure for the better, so far as the Swoosh business was concerned). So this Pulsar in particular can be dubbed the swansong of the whole 1980s decade, at least for Nike’s running sector. The importance of that model was also acknowledged by collectors: while in the past decade the Pulsar was ignored by the vintage lovers, today a pair of dead-stock may reach the price of 300 bucks. Why? Because it’s one of the few sneakers dating to that period that you can use today. And we’d like to add, it largely overshadows contemporary icons such as the Roshe Run. Sneakersmagazine

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Nike

EQUATOR M ade in u sa- 198 4

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Qualche tempo fa abbiamo vi abbiamo raccontato la storia delle Nike Equator, nate negli anni Ottanta. Finalmente abbiamo trovato una delle colorazioni più ricercate di questo modello, risalente alla stagione 1983-1984, e possiamo mostrarvela su queste pagine. Le Equator sono senza dubbio nel mazzo delle nostre favorite, insieme alle quasi coeve Vortex e Epic. Nike non le ha mai riproposte con il vero nome, ma circa due anni fa è uscito in sordina un quickstrike fondato su questo modello, ma con il nome cambiato in Solstice: forse perché, dopo aver visto il prodotto finale, anche a Beaverton si sono accorti che aveva ben poco delle originali Equator. Ancora una volta, Nike è apparsa poco interessata alla produzione di remake degni delle aspettative degli appassionati, quasi decisa a snobbare quella fetta di mercato. Peccato. Tornando alle Nike Equator originali, oggi sembrano aver perso valore sul mercato del vintage, almeno rispetto al decennio precedente, quando erano un must assoluto, amatissime dai collezionisti orientali. Oggi la quotazione è scesa fino a circa 200 dollari per un paio deadstock: davvero un buon prezzo per appropriarsi di un’icona del running Nike. Some time ago we told you the story of the Nike Equator, that was born in the Eighties. We finally found one of the colorways of that model that are most sought after – it dates back to the 1983-1984 season and we can show you its look in these pages. The Equator is by all means among our favorite models, along with the almost coeval Vortex and Epic. Nike has never rereleased this model with its real name, but it was reissued with a new name, Solstice, perhaps because when the guys in Beaverton saw the finished product they came to the realization that the new model was rather different from the original Equator. Once again, Nike has given the impression to be poorly concerned with producing remakes that could meet the fan’s expectations, and almost inclined to snob that market share altogether – what a pity! When it comes to the original Nike Equator, it seems to have lost part of its worth on the vintage market – at least when compared to the past decade, when it was an absolute must, so highly cherished by the eastern collectors. Today the quotation went down to about 200 dollars for a dead-stock pair – really a good price to seize such an icon of Nike’s running. Sneakersmagazine

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NIKE

AIR PEGASUS M ade in kore a- 1996

Nel 1996, sulle pagine di diverse riviste americane dedicate al running, apparve un annuncio pubblicitario su cui campeggiava la figura di Bob Kempainen, campione statunitense di Cross Country. Ai suoi piedi, un paio di fiammanti Nike Air Pegasus. Che forse non avevano il look davvero eccezionale dei modelli precedenti (1989 e 1992 soprattutto), ma continuavano a rappresentare il meglio del running Nike: grazie alla tomaia in mesh traspirante, all’intersuola in schiuma ammortizzante e all’aggiunta della tecnologia Nike Air, per la prima volta visibile su un modello Pegasus, permettevano a Bob - come a qualsiasi altro corridore - di allenarsi per chilometri senza troppa fatica. Dopo questo modello, il design delle Pegasus non raggiungerà mai più le vette viste negli anni precedenti, purtroppo.

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In 1996 the pages of various American magazines about running started to feature an advertisement portraying the famous Bob Kempainen, American champion of Cross Country. He was wearing a pair of flamboyant Nike Air Pegasus – a model, perhaps, that didn’t exhibit the uniquely exceptional look of some prior models (the 1989 and 1992, in particular), but could still claim to represent the best of running by Nike. Thanks to a upper in transpiring mesh, a midsole in damping foam, and the addition of the Nike Air technology, making its debut on a Pegasus model, these sneakers enabled Bob (as any other runner, for that matter) to make long training sessions without tiring too much. After this model the Pegasus’ design will never reach the peaks it achieved in the past, unfortunately. Sneakersmagazine

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nike

RESOLUTION M ade in kore a- 1991

L’inizio dei Novanta è il periodo d’oro della carriera di Andre Agassi: il kid di Las Vegas è in forma smagliante, non solo sul campo. Grazie alle Air Tech Challenge e ai suoi completi coloratissimi spopola nel mondo del tennis, influenzando un’intera generazione di appassionati, anche e soprattutto dal punto di vista dello stile. Però Nike non punta tutto solo sul suo ambasciatore più noto. Il marchio di Beaverton è attento anche a chi ama essere vestito in modo più classico sul campo, e a questo scopo remixa elementi del design delle Tech Challenge in questo modello tennis dal look meno irriverente, rimasto in produzione per qualche stagione e mai oggetto di remake, come molti altri classici del mondo court anni Novanta. Noi ci accontenteremmo di indossare un modello originale deadstock, ovviamente, ma è impossibile: l’intersuola a doppia densità non dura nel tempo, quindi è buona regola guardare e non toccare. Anche per questo motivo le quotazioni non sono molto alte... The early 1990s represent the golden age in Andre Agassi’s career. The kid from Las Vegas is in perfect shape, not only on the tennis court. Also thanks to the Air Tech Challenge he wears and his amazingly colored tennis outfits, he soon becomes a big hit capable of influencing a whole generation of fans, especially from a style viewpoint. But Nike doesn’t want to set its sights solely on its most famous ambassador. The brand from Beaverton is also concerned with those who love to wear more classic outfits on the court, and so it combines various design elements of the Tech Challenge in this tennis model with a less irreverent look, that remains in production for some seasons, but gets never selected for a remake, like many other classics from the 1990s. We’d be so glad to be able to wear an original dead-stock model, of course, but that’s impossible – the double density midsole doesn’t last, so the proper thing to do is to look and not to touch. Which is also why the quotations aren’t so high. 90

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ADIDAS

VALENCIA

M ade in F ranc e - 198 0

Dal punto di vista del design, le Valencia sono molto simili alle Samba e alle Bamba. Nulla di cui stupirsi, visto che adidas nei primi anni Ottanta sfornava in continuazione modelli ispirati al mondo del calcio indoor, con risultati di vendita mostruosi in tutta Europa, e il conseguente boom del cosiddetto stile casual. Sono ancora oggi piuttosto ricercate, e noi le ricordiamo nei primi Duemila in vendita presso il mitico Camden Lock Market londinese. Nel 2016, ovviamente, trovarle è diventato piĂš difficile. Le Valencia che potete ammirare in queste pagine sono rimaste nei cataloghi della casa del Trifoglio fino alla fine del 1983, e per ora non sono state oggetto di remake. Ma vista l’attenzione di adidas nei confronti dei modelli di archivio, e vista la direzione che sta prendendo soprattutto la linea Spezial sotto la direzione di Gary Aspden, potremmo rivederle presto sugli scaffali. 92

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From a design standpoint, the Valencia is fairly similar to the Samba and the Bamba. This much is no surprise, given that in the early 1980s adidas was ceaselessly churning out one model after another inspired by indoor soccer, with terrific selling outcomes all over Europe, and the attendant boom of so-called casual style. It’s still fairly sought after today and we remember it was available at the legendary Camden Lock Market in London in the early 2000s. Clearly it’s become more difficult to find a pair in 2016. The Valencia that you can see in these pages remained in the catalogue of the Trefoil until the end of 1983 and was never selected for a remake so far. But given the attention that adidas is placing on some archive models and given the direction taken by the Spezial line under the lead of Gary Aspden, we might be able to find it on the shelves very soon. 94

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adidas valencia

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fotopedaci.com 96

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