SNEAKERS magazine Issue 73 – Digital Edition

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Sneakers 27/73 bim

maggio / giugno 2016

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TRASE

THE ORIGINAL. SINCE NOW. 2

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CONCEPTS X NEW BALANCE 998 SAINT ALFRED X VANS OLD SKOOL WHITE MOUNTAINEERING X ADIDAS ENERGY BOOST ASPHALTGOLD X KANGAROOS OMNIRUN FOOTPATROL X ADIDAS EQT RUNNING CUSHION 93 PREMIER X SAUCONY GRID 9000 SOCIAL STATUS X DIADORA N9000 NIGEL CABOURN X CONVERSE CHUCK TAYLOR 1970 PACKER X ATMOS X BOUNTY HUNTER X REEBOK INSTAPUMP FURY CROSSOVER X PUMA BLAZE OF GLORY & DISC BLAZE SOLEBOX X ASICS GEL-LYTE III SLAM JAM X ASICS GEL-LYTE III RONNIE FIEG X ASICS GEL-LYTE III & GEL-LYTE 3.1 HALL OF FAME X REEBOK CLUB C CONCEPTS X NEW BALANCE 997 & 998 MITA SNEAKERS X NEW BALANCE MRT580 REVLITE

contents 8 42 48 54 58 62 64 66 68 72 74 76 78

events Nike the nature of motion @fuori salone

rUNNING SHOES: COME SCEGLIERLE adidas consortium events crepe city London

IL BOOM DELLE INFANTS SNEAKERS SPERRY TOP-SIDER ‘JAWS’ GOLA HARRIER & COASTER ASICS GEL-LYTE III KARHU SYNCHRON CLASSIC OG events Saucony Originals @ Started1 Napoli shop DST Napoli DC SHOES TRASE TX IZA-BOA

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è vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, di fotografie e disegni. I contributi fotografici e di testo sono ben accetti. Testi, illustrazioni, fotografie e disegni, se non espressamente richiesti, non verranno restituiti. L’editore è a disposizione degli interessati quando nonostante le ricerche non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuale materiale fotografico.


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edito r iale edito r ial

Il tempo è ciclico, e la moda lo dimostra a ogni stagione. Eppure le cose cambiano, anche se giugno porta sempre una nuova estate, un nuovo Pitti a Firenze, nuovi bilanci di metà anno. Il nostro giornalino cambia, pur se rimangono - com’è tipico per questo numero estivo - i riferimenti alle ultime uscite della stagione calda, i giudizi sulle collaborazioni arrivate sugli scaffali tra aprile e maggio. Di nuovo in questo numero c’è, ad esempio, qualcosa di davvero inedito su queste pagine: un lungo articolo dedicato al settore running performance. No, non abbiamo abbandonato la nostra impostazione naturale, che da sempre ci porta a privilegiare l’aspetto sociale e culturale (scusate, lo sappiamo, sono parole grosse che poco ci competono) del prodotto sneakers, andando oltre la pura destinazione d’uso delle scarpe sportive. Però. La convergenza dei settori (semplicisticamente) definiti “performance” e “lifestyle” negli ultimi anni ha portato a un rimescolamento delle carte, per cui non è impossibile vedere signori di una certa età che prendono aperitivi al bar indossando trail running di Salomon (con un notevole effetto di “fuori contesto” estetico), o al contrario ragazzi che si allenano nei parchi cittadini indossando New Balance senza dubbio non più tecnicamente all’avanguardia come ai tempi del loro primo lancio sul mercato, trent’anni fa. Di conseguenza, molti lettori ci hanno chiesto di aprire una finestra sul settore performance: noi abbiamo prestato orecchio alle loro indicazioni, coinvolgendo in prima persona un atleta internazionale come Paolo Barghini, che consideriamo un vero esempio. Paolo infatti ha deciso di reinventarsi corridore superati i quaranta, senza nessuna precedente esperienza di sport ad alto livello, e nei dieci anni successivi ha vinto corse massacranti come la mitica Sahara Race, 250 chilometri nel deserto africano. Ha dimostrato così le potenzialità dell’uomo comune, che con allenamento e volontà può arrivare a successi apparentemente irraggiungibili. E oggi condivide con noi la sua esperienza, a partire dalle basi: a pagina 42 ci racconta come scegliere un paio di scarpe da running professionali. E chissà che qualcuno non decida di seguire le suo orme... sulla sabbia, naturalmente. Per tornare su terreni che conosciamo meglio, a pagina 62 inizia la sfilata delle novità che troveremo sugli scaffali nel pieno dell’estate: dalle Sperry dedicate a uno dei film più noti della storia del cinema, Lo squalo, alle icone di Asics Gel-Lyte III (che ritroviamo diverse volte anche nella sezione collabo); dal retro model definitivo di Karhu alle news che riguardano Saucony, Gola e DC Shoes. Sempre nella parte centrale - cuore del nostro magazine - abbiamo inserito un argomento, se non completamente nuovo, senza dubbio poco trattato: il boom delle sneakers per bambini. Indiscutibilmente uno dei più interessanti trend degli ultimi anni, anche ai nostri occhi: in fondo, cosa c’è di più importante che trasmettere una passione divorante alle nuove generazioni?

Time is cyclic and fashion confirms it every year. So although some things change, every year in June we begin a new summer, a new Pitti in Florence, a new occasion to take stock. Our magazine changes as well, but what remains still (particularly in the summer issue) is the assessment of the latest releases for the hot season, the evaluation of the new collabos that reached the shelves in April and May. What’s new about this number is, for example, something unprecedented on these pages, a long article about the performance running sector. No, we didn’t repudiate our traditional, natural approach, that always drives us to emphasize the social and cultural aspects of the sneaker products (yes, right, a bit bombastic, but true), and brings us beyond the practical destination of this or that sport shoe. But the convergence of sectors that many define (rather superficially) “performance” and “lifestyle” has resulted over the last few years in a shuffling of cards, to the effect that it’s not impossible to see men at a ripe old age having their drinks at the pub while wearing their Salomon trail running (with a remarkable decontextualization effect, aesthetically speaking); or guys doing their training sessions in the city park with a pair of vintage New Balance that doesn’t seem to be in the forefront as it was thirty years ago. Consequently, many readers asked us to open up a window on the performance sector: we were eager to lend an ear to their suggestions, and decided to contact an international athlete such as Paolo Barghini, that we all regard as an example. Paolo decided to reinvent himself as a runner after passing his forty years, without any prior experience in any high level sport activities, and for the subsequent ten years he’s been winning exhausting competitions such as the mythic Sahara Race, 250 kilometers on the African desert. In this way he showed what’s the potential of the layman who can come to achieve unbelievable outcomes through his will and training. So he accepted to share with us the essence of his experience from the fundamentals, and to tell us (on page 42) how to choose a pair of professional running shoes. And who knows, perhaps some readers will decide to follow in his footsteps… in the sand, of course. As concerns the fields we know better, the fashion show of the fresh new gems we will find on the shelves this summer starts on page 62: from the Sperry dedicated to one of the most famous films in the history of cinema, Jaws, to the icons of Asics, Gel-Lyte III (which we also deal with in the collaboration section); from the ultimate retro model of Karhu to the news about Saucony, Gola and DC Shoes. Still in the central section, the heart of our magazine, we treated a subject-matter which is rarely paid attention, hence in a way a new topic: the boom of the sneakers for infants and toddlers. In our opinion one of the most interesting trends of the last few years: after all, what’s more important than transmitting a consuming passion to the next generation?

en j o y 6

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Nike

the nature of motion @fuori salone 2016 Milano

Il Salone del Mobile di Milano un tempo era solo una fiera dedicata a mobili e complementi d’arredo, ma con il tempo è diventato una vera e propria festa che coinvolge l’intera città, ogni campo creativo e produttivo della più importante metropoli del nord Italia. Così, non stupisce che Nike metta in piedi un’enorme esposizione dedicata al design, anche perché in effetti l’argomento non è certo alieno alla storia e alla cultura del marchio di Beaverton: design applicato al potenziale del corpo umano, naturalmente, per creare scarpe che siano sinergia di forma, funzione e movimento. Un obbiettivo che negli ultimi anni è diventato ossessione, con l’implementazione delle suole Free e delle tomaie Flyknit, e che ha preso forma negli spazi di Via Orobia, area dismessa al margine sud della città che sta rinascendo a nuova vita grazie alla Fondazione Prada aperta pochi passi più in là. “The nature of motion”, questo il titolo dell’esposizione all’interno della quale alcuni designer contemporanei hanno esplorato il tema Natural Motion attraverso opere più o meno concettuali. L’americana Lindsey Adelman ha costruito un’installazione luminosa ispirata dall’invisibile movimento della natura: due rappresentazioni di rami illuminati che oscillano in modo costante e delicato. Gli italiani Enrica Cavarzan e Marco Zavagno hanno esposto voluminose lampade da terra dotate di diffusori costruiti con lo stesso Flyknit usato per le tomaie delle sneakers. Martino Gamper ha utilizzato lo stesso materiale per dare forma a una collezione di tamburi, stendendo il tessuto Flyknit su telai di laminato. L’inglese Max Lamb ha messo in mostra mostra blocchi di alluminio pesante, marmo e polistirolo, capaci di levitare sopra un campo di aria compressa, sfidando la percezione del peso e dello sforzo. L’americano Greg Lynn ha progettato una sedia intelligente costruita in fibra di carbonio composito e alluminio, capace di utilizzare sensori integrati per calcolare la temperatura del corpo della persona e, di conseguenza, raffreddare o riscaldare un atleta nei periodi di attività fisica. La svedese Clara von Zweigbergk, insieme all’americano Shane Schneck, ha progettato sette sedute che, a causa della loro forma dinamica, richiedono un’interazione da parte della persona che sta seduta. Anche l’inglese Sebastian Wrong, infine, ha sviluppato il tema dell’arredamento, con una sedia ergonomica costruita avvolgendo tessuto Flyknit attorno a un telaio in ferro scavato, e poi rivestita con pelle sulla quale è raffigurato il quadro di Umberto Boccioni del 1913 “Dinamismo di un giocatore di calcio”. Una contemplazione del futurismo italiano e del suo rapporto con i temi della modernità, velocità e dinamismo. 8

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A few years ago the Milan Design Week was simply a fair dealing with furniture and fittings, but over time it became a real happening that transforms the whole city, every creative and productive sector of the most important Italian metropolis. It’s no wonder, then, that Nike decided to put in place such a huge exhibition dedicated to design, also because the subject matter is indeed an integral part of the history and culture of the brand from Beaverton. Design as applied to the potential of human bodies, of course, to create shoes that try to combine form, function, and movement. A purpose that in the last few years has become an obsession, with the introduction of Free soles and Flyknit uppers, and became reality in the premises of Via Orobia, an abandoned area in the southern part of the city that was also revived by the Prada Foundation that opened up at walking distance. “The nature of motion” is the title of the exhibition within which some contemporary designers explored the Natural Motion theme through their more or less conceptual works. The American Lindsey Adelman constructed a bright installation inspired by the invisible movement of nature: two representations of illuminated branches swinging at a steady and delicate pace. The Italians Enrica Cavarzan and Marco Zavagno have exposed huge floor lamps endowed with diffuser made of the same Flyknit material used for the uppers of the sneakers. Martino Gamper used the very same material to give shape to a collection of drums, stretching the Flyknit tissue on frames in rolled section. The English Max Lamb has displayed some blocks of heavy aluminum, marble and polystyrene, capable of levitating upon a field of compressed air, somehow manipulating the perception of the object’s weight and effort needed. The American Greg Lynn designed and realized a smart chair in composite carbon and aluminum fibers, using integrated sensors to calculate the body temperature of the person and, contingent on that, cooling or heating the athlete during the training sessions. The Swedish Clara von Zweigbergk together with the American Shane Schneck designed and realized seven different seats that owing to their dynamic shapes requires that the person sitting on them actively participates and interacts. Last not least, the English Sebastian Wrong developed the furniture theme through an ergonomic chair consisting of a piece of Flyknit tissue wrapped around a frame in hollow iron and then covered by leather displaying a paint that Umberto Boccioni released in 1913, on the “dynamism of a soccer player”. A contemplative tribute to the Italian futurism and its relationships with the issues of modern times, velocity and dynamism.


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CONCEPTS X NEW BALANCE 998 Concepts e New Balance festeggiano un doppio compleanno: il ventesimo della boutique aperta a Cambridge, sobborgo di Boston, nell’ormai lontano 1996, e il centoventesimo della maratona che si svolge nella capitale del Massachussetts. Il modello scelto per la collaborazione è un altro classico: le 998. Concepts and New Balance are celebrating a double birthday: the 20th anniversary for the boutique that opened up in Cambridge (a neighborhood in Boston) back in 1996, and the 120th anniversary for the marathon taking place in the capital of Massachusetts. The model chosen for the collabo is another classic – the 998.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Pigskin suede e mesh di alta qualità sono parte della dotazione di serie delle 998 Made in Usa, ma gli accenti riflettenti con stampa coccodrillo aggiungono quel quid che fa la differenza. High quality pigskin suede and mesh are part of the endowment of the 998 Made in Usa, but the reflecting accents with crocodile print add something that makes a difference.

Colorazione: 8

Bianco, rosso e blu è quanto di più nazionalista ci sia, per gli americani. Il nero aggiunto sul tallone rende l’insieme meno ovvio. 10

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White, red, and blue constitute a most nationalist combination, for every American. Adding black over the heel makes the whole thing a bit less obvious.

Concept: 8

Il filo rosso che lega il più noto sneakers store di Boston, la maratona della città e il più importante marchio del running americano - con base proprio nel Massachussetts - è semplice da seguire. Rispetto ad altre collaborazioni precedenti dedicate alla maratona, questa è senza dubbio la più azzeccata. The guiding thread that links the most famous sneaker store in Boston, the city marathon and the most important American brand for running (based in Massachusetts) is easy to detect. Of all the current and past collabos dedicated to the marathon, this is by all means the most spot-on.

Retail: 7

Oltre i duecento dollari: corretto, per carità. Ma non ci sentiamo di giustificarlo al 100%. Above the threshold of 200 bucks: while a legitimate choice, we don’t fully support it.

Resell: 8

A un mese dal lancio, il prezzo è aumentato di circa il 30%: se il buongiorno si vede dal mattino... A month after launch, the price went up of 30%. And if you see how things will end by the way they begin…


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SAINT ALFRED X VANS OLD SKOOL 773 è il prefisso di Chicago, città d’origine di uno degli sneakers shop più attivi degli Stati Uniti per quanto riguarda collaborazioni e progetti speciali. Dopo marchi come Asics, New Balance e Converse - giusto per citarne alcuni - è giunto per Saint Alfred il momento di dedicarsi a Vans: ecco qua dunque un paio di classiche Old Skool. 773 is the area code of Chicago, hometown of one of the more active sneaker shops of the United States when it comes to collaborations and special projects. After brands such as Asics, New Balance and Converse (to cite but a few of them) the time has come for Saint Alfred to concentrate on Vans: so here’s a pair of classic Old Skool.

IL GIUDIZIO Materiali: 7

Il canvas con trattamento idrorepellente usato per la tomaia non è certo materiale lussuoso e raffinato, ma senza dubbio funzionale. E l’effetto è elegante. The canvas with water-repellent treatment used for the upper isn’t clearly a luxurious and refined material, but absolutely practical. And the effect is so cool.

Colorazione: 6

Niente di nuovo sotto il sole, però bianco e blu totali sono un must 12

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estivo. Peccato che la suola non sia tono su tono nel modello blu. Nothing new under the sun, but the total white and blue are an exclusive summer must. Pity the sole isn’t ton-sur-ton in the blue one.

Concept: 6

Apparentemente i ragazzi di Saint Alfred non sembrano essersi impegnati molto, ma il tocco del codice morse che interrompe la linea del foxing (e che recita “STA773”) è davvero notevole. Apparently the guys from Saint Alfred don’t seem to have sweated blood, but the idea of the Morse code interrupting the line of the foxing (and reading STA773) is really amazing.

Retail: 7

120 dollari è il prezzo che sottolinea l’esclusività di un’edizione limitata di sole cento paia, ma senza esagerare. 120 bucks is a price that highlights (but don’t inflate) the exclusive worth of a limited edition of just a hundred pairs. .

Resell: 7

Esaurite, e sembra difficile trovarle sui siti di aste online. Non perché abbiano raggiunto quotazioni folli, ma semplicemente perché, con tutta probabilità, chi le ha comprate le sta usando. Meglio così. Sold-out, and it seems very hard to find a pair on some auction websites. Not that they reached crazy prices, but those who bought a pair is most likely using it right now. So far so good.


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WHITE MOUNTAINEERING X ADIDAS ENERGY BOOST In dieci anni di vita, il marchio White Mountaineering fondato in Giappone da Yosuke Aizawa è passato da novità d’avanguardia ad azienda riconosciuta capace di veri e propri matrimoni creativi con giganti del mondo sportswear, come quello stretto da qualche stagione con adidas. L’ultimo nato? Un modello inedito, che mixa alle silhouette della linea Boost elementi di design provenienti da modelli d’archivio. Over the last ten years the brand White Mountaineering founded in Japan by Yosuke Aizawa transitioned from being a cutting-edge novelty to being a company capable of creative fellowships with the giants of the sneaker world, like the one they established a few seasons ago with adidas. The latest? A fresh new model that mixes the silhouette of the Boost line with elements of design coming from the archive.

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Pelle premium per questa limited edition, ma al tatto il materiale scelto non sembra di eccezionale qualità. Premium leather for this limited edition, but the quality doesn’t feel exceptional to the touch. .

Colorazione: 6

Da un lato non si tratta di combinazioni di colore (bianco e blu navy) 14

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particolarmente originali, dall’altro le tinte scelte sono assolutamente in linea con la tradizione del marchio White Mountaineering. On the one hand, the color combinations (white and navy blue) aren’t tremendously original. On the other hand, the chosen hues are absolutely in keeping with the tradition of the brand White Mountaineering.

Concept: 6

Sospendiamo il giudizio, perché questa collabo va giudicata come parte di un progetto ben più ampio. Tuttavia, non possiamo non rilevare che la collezione apparel sia senza dubbio più interessante delle sneakers prodotte insieme a Yosuke Aizawa. We suspend our judgment, for this collaboration needs be regarded as part of a wider project. However, we can’t help noting that the apparel collection is by all means more interesting than the sneakers produced with Yosuke Aizawa.

Retail: 5

180 euro per un paio ci sembra un po’ troppo. In our view, 180 euro is a bit too much.

Resell: 4

Ancora ampiamente disponibili presso i rivenditori ufficiali adidas. Still largely available at all adidas official retailers.


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ASPHALTGOLD X KANGAROOS OMNIRUN Il marchio KangaROOS è nato negli anni Ottanta da un’idea dell’architetto americano - e appassionato jogger - Bob Gamm. Un brand che ha avuto grande successo e poi è quasi sparito dal mercato, per ritornare negli ultimi anni con una serie di progetti collaborativi molto azzeccati. Come questo realizzato insieme alla sneakers boutique tedesca Asphaltgold, che porta alla produzione di un nuovo modello ibrido costruito con pezzi di sneakers d’annata.. The brand KangaROOS was born in the Eighties from an idea of the American architect (and passionate jogger) Bob Gamm. A brand that had soon become a success but then disappeared from the market, to come back in the last few years with a series of very spot-on collaborative projects. Like this one, realized with the German sneaker boutique Asphaltgold, leading to the production of a new hybrid model constructed with pieces of old-fashioned sneakers.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Il nubuck perforato che costituisce il piatto forte di questa collaborazione ha un aspetto davvero lussuoso. The punched nubuck represents the feather in this collaboration’s cap and looks very luxurious. 16

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Colorazione: 8

Grigio e rosa salmone: una combinazione piuttosto elegante, che tra l’altro utilizza tinte destinate a essere molto di moda nel corso del prossimo inverno. Grey and salmon pink, a fairly elegant combination that by the way uses tones that are destined to become very fashionable the next fall.

Concept: 7

Si intitola “Katz & Mouse”, questa collaborazione. E anche se non capiamo perché il titolo sia mezzo in tedesco e mezzo in inglese, troviamo che il tema sia svolto in modo molto interessante. This collaboration is called Katz & Mouse, and although we don’t quite understand why the title should be half German and half English, we believe that the theme was developed very nicely.

Retail: 6

Pricepoint corretto. A balanced pricepoint.

Resell: 8

Difficile giudicare: per ora sappiamo solo che le cento paia prodotte sono andate esaurite. Hard to evaluate: we only know that the hundred pairs produced are sold-out.


SHADOW 5000 M

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FOOTPATROL X ADIDAS EQT RUNNING CUSHION 93 Il tour 2016 di adidas Consortium, linea premium della casa del Trifoglio che sta andando incontro a una difficile fase di rilancio (ne parliamo approfonditamente qualche pagina più avanti), si ferma a Londra. L’occasione giusta per lanciare la limited edition collaborativa delle EQT Running Cushion 93 prodotta insieme al team dello storico sneakers store Footpatrol. The 2016 tour of adidas Consortium, the premium line of the Trefoil company that is undergoing a delicate re-launching process (we delve deeper into this topic in the following pages), stops in London. The ideal occasion to launch the collaborative limited edition of the EQT Running Cushion 93 produced with the team of the historic sneaker store Footpatrol.

IL GIUDIZIO Materiali: 7

Buon mix di materiali premium. Ci piace particolarmente il nubuck: anche se l’avremmo preferito naturale e non sintetico, è davvero efficace. A good mix of premium fabrics. We really love the nubuck. And although we’d like to have it natural, not artificial, it’s really impressive.

Colorazione: 8

La combinazione di bianco, nero e borgogna è facile? Certo, ma è 18

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anche perfetta. E per di più è un chiaro riferimento a un altro storico modello adidas. Del resto, c’era da aspettarselo: gli inglesi sono generalmente ossessionati dalle scarpe del Trifoglio, e i ragazzi di Footpatrol non fanno eccezione. True, the combination of white, black and burgundy is easy, but also perfect. And more than that, it’s a direct reference to another historic model by adidas. After all, we should have expected it: the English public is obsessed with the shoes of the Trefoil, and the guys from Footpatrol are no exception.

Concept: 7

Se il tema dev’essere Londra, che Londra sia: colorazione ripresa da una di quelle originali delle adidas dedicate alla capitale inglese e parte del City Pack degli anni Settanta. If the theme has to be London, than be it: a colorway borrowed from an original adidas dedicated to the English capital and included in the City Pack from the Sixties.

Retail: 7

140 euro, prezzo ok. 140 Euro is an ok price.

Resell: 5

Il prezzo medio di vendita per ora non è molto più alto di quello retail, ma le cose potrebbero cambiare presto... The average resell price isn’t much higher that the retail price so far, but things might change swiftly.


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PREMIER X SAUCONY GRID 9000 Dietro il titolo “Street Sweets” si nasconde la collaborazione a tema caramelle tra Premier e lo storico brand americano Saucony. Il risultato? Un paio di Grid 9000 giocato su toni pastello, con grande cura profusa sia nei dettagli che nel packaging, come spesso capita quando parliamo dello sneaker store con base a Grand Rapids, seconda città del Michigan. There is a collabo about candies between Premier and the historic American brand Saucony Behind the heading Street Sweets. The outcome? A pair of Grid 9000 on the pastel shades, featuring some really painstaking details and packaging, as is often the case when it comes to the sneaker store based in Grand Rapids, the second town of Michigan.

IL GIUDIZIO Materiali: 7

Rispetto alle versioni di linea, si apprezza la sostituzione del mesh sul toebox con pelle traforata, un particolare capace di rendere il modello più lussuoso. Notevoli anche i lacci elastici. In comparison with the line versions, one really appreciates the substitution of the mesh on the toebox with leather that makes the model more luxurious. Remarkable elastic laces.

Colorazione: 7

L’aggettivo “pastelloso” probabilmente non esiste sul vocabolario, ma rende bene l’idea. Può non piacere, ma rappresenta sicuramente 20

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una scelta più coraggiosa rispetto alla media. The adjective “pastelish” might not exist, but it sounds appropriate. You may dislike it, but it’s clearly a more courageous choice than ordinary.

Concept: 6

Francamente il tema “caramelle” non è dei più originali: di riferimenti a prodotti destinati all’infanzia ne abbiamo visti a bizzeffe, negli ultimi anni. Forse ha ragione chi dice che gli appassionati di sneakers sono dei bambinoni... Honestly the candy theme isn’t very original: we saw a lot of reference to the products for children in the last few years. So there may be some truth to the saying that the fans of sneakers are great big babies.

Retail: 7

140 euro è il prezzo ideale per le limited edition nel 2016. In 2016 140 euro is the ideal price for a limited edition.

Resell: 7

In una ventina di giorni il valore è aumentato del 20% circa, anche se alcuni e-commerce le hanno ancora disponibili: le vie del reselling sono davvero misteriose... In some 20 days its worth increased of about 20%, although some e-commerce websites have it available: the reselling dynamics are such a mystery.


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SOCIAL STATUS X DIADORA N9000 Manca ormai poco alle prossime Olimpiadi, che inizieranno a Rio de Janeiro il 5 agosto: dunque aspettiamoci una lunga serie di modelli celebrativi da parte dei giganti del mondo sneakers. Inizia Diadora, con un paio di N9000 prodotte insieme al più noto sneakers store del North Carolina, nel corso degli anni diventato una vera e propria catena grazie all’apertura di ben cinque negozi.

The next Olympic games will start in Rio de Janeiro on 5 August and are looming ahead, so let us expect a long sequence of celebrative models from the giants of the sneaker world. The first is Diadora, with a pair of N9000 produced with the most famous sneaker store of North Carolina, which over time has become a real chain thanks to the opening of a good five shops.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

La scelta dei materiali e la costruzione Made in Italy mettono Diadora molto spesso una spanna sopra alla concorrenza. The selection of materials and the construction made in Italy place Diadora largely above the competition.

Colorazione: 7

Oro e argento non sono semplici da maneggiare, però il team di Social Status è riuscito a concepire una colorazione solida, evitando il rischio che sembrasse uscita dal mondo di Barbie. Però, perché non inserire anche una versione color bronzo? Gold and silver are difficult colors and should be handled with care, but the team from Social Status managed to concoct a robust colorway, avoiding the dangers of a Barbie effect. But why didn’t they add a bronze version?

Concept: 6

Classica ispirazione olimpica. Notevole però la coabitazione di tricolore italiano e stars & stripes statunitense sulle stesse scarpe. Classic Olympic inspiration. But the coexistence of the Italian tricolor and the American stars and stripes is remarkable.

Retail: 6

200 dollari è il prezzo, alto, che riflette il costo della produzione nostrana. 200 dollars is a (high) price that reflects the current cost of our local production.

Resell: 5

Per ora sono ancora disponibili sul sito di Social Status. Per ora. Still available on the Social Status website. So far. 22

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distribuito da u.b.C Via Piazzon 80 36051 Creazzo (Vi)

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NIGEL CABOURN X CONVERSE CHUCK TAYLOR all star 1970 Un vintage freak e il marchio che più di ogni altro rappresenta il classico stile americano: sembra un matrimonio fatto per durare. E infatti, la collaborazione tra il designer inglese Nigel Cabourn e Converse si rinnova stagione dopo stagione, sempre all’insegna dell’understatement e della qualità. A vintage freak and the brand that more than any other represents the classic American style: the wedding seems apt to last. Indeed the collaboration between the English designer Nigel Cabourn and Converse keeps changing season after season, always in the name of understatement and quality.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Certo, non si tratta di pelle pregiatissima. Ma il cotone Ventile L34 di derivazione militare usato per la tomaia è splendido da vedere e da toccare, oltre che estremamente funzionale date le sue caratteristiche di impermeabilità. To be sure, the leather isn’t very valuable. But the Ventile L34 cotton of military origin used for the upper is super nice to the eye and touch, and extremely practical given its waterproof properties.

Colorazione: 7

Navy, naturalmente. Tutto classico e tutto perfetto, dai lacci custom ispirati alle corde da arrampicata al foxing stripe rosso a contrasto. Navy, of course. All classic and all perfect, from the custom laces inspired by the climbing ropes to the red foxing stripe.

Concept: 6

Cabourn non guarda al futuro, ma tenta di riprodurre l’autenticità del passato, come sempre. Decidete voi se è un bene o un male... Cabourn doesn’t anticipate the future, but tries to repeat the purity of the past. Whether a good or bad idea is up to you to tell.

Retail: 6

Le Chuck in canvas più costose viste negli ultimi tempi: oltre 160 euro, anche grazie al cambio poco favorevole con la sterlina. Most expensive Chuck in canvas of the last few years. More than 160 euro, also thanks to the favorable exchange with the pound.

Resell: 5

Qualche paio è ancora disponibile sul sito di Nigel Cabourn, quindi per ora le quotazioni non sono ancora salite. Some pairs are still available on Nigel Cabourn’s website, that’s why the quotations didn’t go up so far. 24

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www.interga.it

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PACKER X ATMOS X BOUNTY HUNTER X REEBOK INSTAPUMP FURY

IL GIUDIZIO Materiali: 7

Tanti nomi sopra questa collaborazione, ma il più importante è senza dubbio quello di Bounty Hunter, uno dei tanti prodotti delle subculture giovanili nate nel centro di Tokyo negli anni Novanta. L’idea era - come altre volte in quel contesto - apparentemente fuori di testa: mettere insieme ispirazioni estetiche prese dal punk, dal rockabilly e dalla cultura dei motociclisti americani per costruire intorno ad esse una linea di giocattoli. Vent’anni dopo, quell’idea è diventata uno dei marchi guida dello streetwear giapponese: una storia celebrata con questa limited edition realizzata insieme a due tra gli sneakers shop più noti ai due lati dell’Oceano Pacifico. There are many names behind this collabo, but the most important is by all means Bounty Hunter, one of the many products of the young subcultures that took off in downtown Tokyo during the 1990s. Like often in that context, the idea was apparently crazy: to mix various aesthetic inspirations (borrowed from punk, rockabilly and the culture of American bikers) with a view to design a toy line based on them. Twenty years after, that idea has become one of the leading brands of the Japanese street-wear: a story celebrated with this limited edition realized together with two of the most famous sneaker shops from the two shores of the Pacific Ocean. 26

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Pelle pieno fiore a rendere più lussuosa la tomaia, accenti riflettenti. Full-grain leather to make the upper more luxurious, with reflecting accents.

Colorazione: 7

Inevitabilmente, nero totale: non ci sono altri colori nella palette di Bounty Hunter. An inevitable total black; Bounty Hunter’s palette has no other colors.

Concept: 6

Ispirate alle giacche di pelle dei motociclisti. Inspired by the biker’s leather jackets.

Retail: 8

180 dollari, apparentemente molto. In realtà sono solo una ventina in più rispetto al modello di linea: ricarico onesto. 180 dollars might seem too much. In fact, it’s only 20 bucks more than the line model, a honest increase.

Resell: 7

A un mese dall’uscita, ci vogliono circa 250 dollari per assicurarsene un paio. A month after the release, you need 250 dollars to get a pair.


DISTRIBUITO DA SPORTUP S.R.L. - WWW.SPORTUP.IT - TEL. 049 5599144

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CROSSOVER X PUMA BLAZE OF GLORY & DISC BLAZE Si intitola “Velvet Twin Pack” questa micro-collezione-capsula che comprende Puma Blaze of Glory e Disc Blaze rivisitate da Jem, fondatore dello sneakers store malese Crossover, qui (sperando che la nostra memoria non si sbagli) alla prima collaborazione con il marchio tedesco. It’s called “Velvet Twin Pack”, this micro- capsule-collection that includes the Puma Blaze of Glory and Disc Blaze reinterpreted by Jem, the founder of the Malay sneaker store Crossover, here on its first collabo with the German brand (unless our memory fails us).

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Versioni premium dei materiali di linea, senza particolari colpi d’ala. Premium versions of the line materials, without special tug of the tiller.

Colorazione: 7

Poco da dire sulle Disc Blaze in total black, più interessanti le Blaze of Glory: il rosa intenso della linguetta e degli accenti dell’intersuola illumina di una luce inquietante l’alternanza di grigio e nero. Peccato per i supporti in materiale termoplastico con stampa splatter, forse un po’ eccessivi. Nothing to say on the Disc Blaze in total black. More interesting the 28

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Blaze of Glory: the intense pink of the tongue and of the midsole shed a disquieting light on the alternate grey and black. A pity to see the supports in thermoplastic materials with splatter print, perhaps a bit too much.

Concept: 8

Il fondatore di Crossover va dritto verso un riferimento molto preciso: Velluto Blu, film girato nel 1986 dal regista americani iper-cult David Lynch, e interpretato da Isabella Rossellini e Dennis Hopper. Siamo contenti che come icona-simbolo del film Jem abbia scelto la rosa, e non un orecchio mozzato... The founder of Crossover aims at a clear reference: Blue Velvet, the film realized in 1986 by the American hyper-cult director David Lynch and starring Isabella Rossellini and Dennis Hopper. We are glad that Jem chose the rose, not a cut off ear, as the icon symbolizing the film..

Retail: 6

140 euro per le Blaze of Glory, 160 per le Disc Blaze. Più o meno le quotazioni che ci aspettavamo. 140 euro for the Blaze of Glory, 160 for the Disc Blaze. More or less the prices we had expected to see.

Resell: 7

Si trovano ancora presso i migliori rivenditori (online) Puma. The shoes are still in the best (online) resellers of Puma models.


DISTRIBUITO DA SPORTUP S.R.L. - WWW.SPORTUP.IT - TEL. 049 5599144 Sneakersmagazine

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SOLEBOX X ASICS GEL-LYTE III Da quando Shigeyuki Mitsui le ha disegnate nel 1990, le GelLyte III sono diventate un’icona del running mondiale: ormai le abbiamo viste riproposte fino all’eccesso, in centinaia di limited edition collaborative. Dunque, quella che si sono trovati davanti Hikmet Sugoer e il team del più noto sneakers shop berlinese Solebox non è certo una sfida facile. Ever since Shigeyuki Mitsui designed it in 1990, the Gel-Lyte III has become an icon of global running: we saw this model reinterpreted a thousand times by now, we saw hundreds of collaborative limited editions. Thus the challenge faced by Hikmet Sugoer and the team of the most famous sneaker shop in Berlin, Solebox wasn’t very easy.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Più che la qualità, qui a convincere è il mix: il grigio/nero metallico del nubuck sulla tomaia è davvero affascinante, il suede micro-traforato usato per la linguetta estremamente lussuoso. What’s seducing is the mix more than the quality; the metal grey/black of the nubuck on the upper is really charming, the micro-punched suede used for the tongue is extremely luxurious.

Colorazione: 8

Allo stesso tempo futuristica e tipicamente nineties, con il plus rappresentato dalla suola trasparente. 30

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A futuristic and at the same time typically Nineties shoe, with a plus represented by the transparent sole.

Concept: 6

“Blue carpenter bee”, dice il titolo. L’ape legnaiola? Mah. Ispirazione apparentemente poco legata alla storia e al territorio di Solebox: quel tipo di insetto vive principalmente in Australia, a 24 ore di volo da Berlino... “Blue carpenter bee”, as the title goes. A bit perplexing to judge an inspiration that appears to be poorly linked with the tradition and territory of Solebox: that kind of insect lives in Australia, some 24 hours of flight from Berlin.

Retail: 6

160 euro. Scelta corretta, considerando il pregio dei materiali utilizzati e il fatto che le Gel-Lyte III di linea costano 125 euro. 160 euro is a proper price, given the quality of fabrics and considering that the line Gel-Lyte III costs 125 euro.

Resell: 7

Valgono circa il 20% in più sul mercato secondario. Ma la quotazione è probabilmente destinata a crescere, nonostante la concorrenza delle altre Gel-Lyte III collaborative uscite nelle ultime settimane (girate pagina per saperne di più). It’s worth about 20% more than the reatil on the secondary market. But this quotation will likely go up soon, despite the competition of the other collaborative Gel-Lyte III released in the last few weeks (turn the page for more info).


Image by Super Future KId / SuperFutureKId.com Sneakersmagazine

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SLAM JAM X ASICS GEL-LYTE III Ecco l’altra Gel-Lyte III collaborativa che ha fatto molto parlare di sé - e messo a segno un sold out pressoché immediato, ça va sans dire - nell’ultimo mese. Il partner di questo progetto della casa giapponese lo conosciamo bene: Slam Jam, retailer responsabile dell’arrivo nel nostro paese di decine di marchi che hanno fatto la storia dello streetwear. That’s the other collaborative Gel-Lyte III that made quite a stir (and hit, it goes without saying, an almost immediate sold out) over the last month. The partner of this project of the Japanese company is somebody we know quite well: Slam Jam, retailer who helped a number of brands that made the history of street wear to find a way to land in our country.

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Sembrano gli stessi delle Gel-Lyte III di linea, appena migliore la qualità del suede. The fabrics are like those of the line Gel-Lyte III, save the quality of suede is better.

Colorazione: 7

La sfumatura che dal grigio porta al turchese è sempre d’effetto. The shading from grey to turquoise is always impressive.

Concept: 8

Anche se tecnicamente si tratta solo di una variazione sul tema 32

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delle Gel-Lyte III “5th dimension” prodotte nel 2010, queste “6th Prlll” sono sostenute da un notevole progetto crossmediale, che comprende un cortometraggio retro-afro-futurista e una colonna sonora prodotta per l’occasione da DJ Khalab e DJ Hendrix (compresa nella confezione). Although technically it’s just a variation on the theme of the Gel-Lyte III called “5th dimension” and produced in 2010, this “6th Prill” is supported by a terrific multimedia project, including a retro-Afro-futurist short film and a soundtrack (included in the pack) produced on demand by DJ Khalab and DJ Hendrix.

Retail: 6

25 euro in più rispetto al prezzo dei modelli di linea non è un ricarico eccessivo. 25 euro more than the line models is not an unbearable addition.

Resell: 8

Le Asics prodotte insieme a Slam Jam suscitano sempre grande interesse tra i collezionisti, e queste ultime non fanno eccezione: a pochi giorni dall’uscita venivano vendute a circa il doppio del prezzo originale.. The Asics models produced with Slam Jam raise always great curiosity among all collectors, and this latest release is no exception: a few days after the launch it was getting sold for twice the original price.


e -b i ke m agaz i n e .co m i l s i to i ta l i a n o d e d i c ato a l l e B i c i c l e t t e e l e t t r i c h e e a p e da l ata a s s i s t i ta

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è un progetto editoriale

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RONNIE FIEG X ASICS GEL-LYTE III & GEL-LYTE 3.1 Negli ultimi dieci anni la vita di Ronnie Fieg è cambiata radicalmente: da commesso che accoglieva i clienti presso lo sneakers store David Z, sulla Broadway di Manhattan, a re globale delle collaborazioni nonché proprietario della sua catena di boutique, Kith. Com’è stato possibile? Bè, tutto è iniziato con un paio di Gel -Lyte III, messe da Asics nelle amorevoli mani di mr. Fieg: dagli improbabili colori di quella collaborazione chiamata “252 Pack” - erano altri tempi - la fama di Ronnie ha iniziato a correre, senza mai fermarsi. E così, 10 anni dopo, è il caso di festeggiare tornando al punto di partenza, per chiudere un cerchio. E allo stesso tempo aprire strade nuove. Over the last ten years the life of Ronnie Fieg has radically changed. From being a shop assistant helping the customers at the sneaker store David Z (in Broadway, Manhattan) to being the global king of the collaborations as well as owner of a chain of boutiques called Kith. How did he manage to achieve all this? Well, it all started with a pair of Gel-Lyte III that Asics put in his careful hands: owing to the eccentric colors exhibited by that collabo called 252 Pack (it was another eve) Ronnie’s fame started to raise, and it never stopped. Which is why it makes now perfect sense to celebrate this 10th anniversary by looking at the origins – coming full circle and opening new avenues .

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Materiali premium, naturalmente, con il mesh della tomaia che viene sostituito da pelle microforata altamente traspirante. E un punto in più per la qualità Made in Japan della produzione. Premium materials, of course, with the mesh of the upper replaced by highly transpiring micro-punched leather. The made in Japan quality of the production scores another point.

Colorazione: 7

Il mix di grigi e verde sulle Gel-Lyte III è accattivante, anche se lo schema è molto simile a quello che conosciamo dagli scorsi progetti collaborativi firmati con le iniziali RF. Sulle Gel-Lyte 3.1 invece ci piace il mismatch di interno ed esterno piede. The mix of gray hues and green on the Gel-Lyte III is palatable, even if the pattern is quite reminiscent of the one we already knew from the past projects signed RF. On the other hand, we really like the 34

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internal / external mismatch on the Gel-Lyte 3.1.

Concept: 7

Per quanto riguarda le Gel-Lyte III, siamo dalle parti del già visto. Il che tutto sommato è naturale, visto che si tratta di un progetto-omaggio. Più interessante il discorso delle Gel-Lyte 3.1, che sembrano ispirate direttamente alle Air Max “One Time Only” prodotte da Nike esattamente dieci anni fa, per il lancio delle Air Max 360. Come in quel caso, la tomaia di un modello storico viene unita a suola e intersuola performance di modelli di ultima generazione. Il risultato è inaspettatamente riuscito dal punto di vista estetico. When the theme is the Gel-Lyte III we are often in the realm of déjà vu. And this is normal after all, given that this one is a tribute project. Quite more interesting the underlying thrust of the Gel-Lyte 3.1 that seems inspired directly by the Air Max “One Time Only” produced by Nike exactly 10 years ago, for the launch of the Air Max 360. Much as in that case, the upper of an historic model gets now combined with performance sole and midsole from next-generation models. The outcome is an unexpected success from an aesthetical standpoint.

Retail: 6

250 e 200 dollari rispettivamente, con le “vecchie” Gel-Lyte III più costose delle nuove Gel-Lyte 3.1: probabilmente dipende dalla produzione giapponese delle prime. 250 and 200 dollars respectively, with the old Gel-Lyte III more expensive than the new Gel-Lyte 3.1: it may depend on the Japanese production that lies behind the former.

Resell: 10

Prezzi già folli (5 volte il retail, già piuttosto alto) sui siti di aste online per le Gel-Lyte III. Più umani, ma comunque notevoli (4-500 dollari) per le Gel-Lyte 3.1, che peraltro sono le nostre preferite tra le due. Ronnie Fieg ha la capacità di generare hype come nessun altro, e questa è solo un’ulteriore conferma. Crazy prices (five times the retail price, quite high in itself ) on the various online auction websites for the Gel-Lyte III. More affordable, but still impressive (4/500 dollars) the Gel-Lyte 3.1, which is our favorite btw. Ronnie Fieg is most adept at generating hype, and that’s another practical demonstration.


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HALL OF FAME X REEBOK classic CLUB C Reebok sta spingendo forte sulla riedizione dei suoi classici modelli Court. E dunque, ecco riaffacciarsi sugli scaffalli anche le storiche Club C, lanciate sul mercato per la prima volta nel lontano 1985. Dopo le edizioni collaborative realizzate con Concepts e Naked, ecco il turno della sneakers boutique losangelina Hall of Fame. Reebok is pushing hard on the rerelease of their classic Court models. So here is the historic Club C (first launched on the market in 1985) coming back on the shelves. After the collaborative editions realized with Concepts and Naked, here’s the turn of the sneaker boutique from Los Angeles, Hall of Fame.

per un look in total white. We agree that we should respect the white authenticity of tennis in the early Eighties, but we can’t go beyond the grade 6 for a look in total white.

Concept: 5

La ricerca di una forma perfetta di minimalismo estivo potrebbe essere confusa con semplice accidia. The quest for a perfect shape of summer minimalism might be interpreted as mere sloth.

Retail: 8

Tela bianca. Di buona qualità, ma pur sempre tela. White canvas. Really a good quality, but still canvas.

80 euro: Reebok e Hall of Fame non sembrano dare l’impressione di voler usare il sigillo “limited edition” per aumentare sconsideratamente il cartellino del prezzo. 80 euro: Reebok and Hall of Fame don’t seem to give the impression they are willing to use the “limited edition” seal to inflate recklessly the price tag.

Siamo d’accordo sul fatto di rispettare la bianca autenticità del tennis dei primi Ottanta, tuttavia non possiamo andare oltre la sufficienza

Non sembrano essere al primo posto, tra i pensieri dei collezionisti. It doesn’t seem to dominate the thoughts of many collectors.

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Colorazione: 6

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Resell: 5


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CONCEPTS X NEW BALANCE 997 & 998 Concepts sembra avere ripreso quote altissime nel complicato scacchiere delle sneaker-collaborazioni, dopo qualche mese in cui il ritmo delle uscite firmate dallo store più noto del Massachussetts sembrava essersi rallentato lievemente. Per riaffermare il dominio in campo New Balance, ecco un pack composto da due classiche icone running come 997 e 998, arrivato sugli scaffali a pochi giorni dall’inizio della stagione della Major League del baseball statunitense. Concepts seems to have taken very high positions in the delicate zone of the collaborative sneakers, after a few months during which the pace of the releases signed by the most famous store in Massachusetts seemed to be a bit slacken. To reaffirm its rule in the realm of New Balance, here’s a pack comprised of two classic running icons such as the 997 and the 998, that reached the shelves at the start of the season of the American basketball Major League.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Quando New Balance dice “premium suede”, bè, è davvero premium. E qui abbonda su entrambi i modelli. Interno altrettanto pregiato, in pelle. When New Balance says “premium suede”, well, it’s really premium. And this abounds on both models. The lining in leather is also valuable.

Colorazione: 7

Niente di eccessivamente ispirato, ma le tonalità di verde acqua e ruggine sono davvero accattivanti, oltre che relativamente poco frequentate dai grandi brand mainstream del mondo sneakers. Nothing of excessively inspired, but the shades of water green and 38

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rust are really palatable, despite being very scarcely exploited by the great mainstream brands of the sneaker world.

Concept: 7

L’idea è quella di mettere in scena la rivalità sportiva tra Boston Red Sox e New York Yankees, forse la più antica dello sport americano: se il riferimento al baseball è abbastanza chiaro nel color terra rossa delle 998 dedicate a Boston, più difficile è interpretare il colore delle 997 ispirate a New York. Tuttavia il risultato è davvero accattivante, e ci piace anche l’idea di vendere il modello newyorchese solo nel negozio di Manhattan, quello bostoniano solo in quello di Cambridge. The idea is to put on stage the sport rivalry between the Boston Red Sox and the New York Yankees, perhaps the most ancient in the American sports. And if the reference to basketball is quite visible from the red clay of the 998 dedicated to Boston, a bit more difficult is to recognize the color of the 997 inspired by New York. But the result is really seducing and we also like the idea of selling the New York model only in the shop in Manhattan, and the one inspired by Boston only in Cambridge.

Retail: 6

240 dollari: la qualità si paga, e quella della produzione New Balance Made in Usa è alta... 240 dollars; if we always need to pay quality, the quality of the made in Usa New Balance is quite high...

Resell: 6

Esaurite, non stanno raggiungendo quotazioni molto più alte rispetto al prezzo retail: circa il 20%. Sold-out, but the resell pair obtains much better evaluations, of about 20%, than the retail price.


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MITA SNEAKERS X NEW BALANCE MRT580 REVLITE Colorazione: 7 Le New Balance 580, che percepiamo come uno dei modelli più recenti della casa americana, in realtà hanno compiuto ben vent’anni: era infatti il lontano 1996 quando uscirono per la prima volta dagli stabilimenti della grande N. Nello stesso anno, di quello splendido modello trail running, perfetta unione di passato e futuro, uscì una edizione speciale firmata dallo storico sneakers shop di Ueno Mita Sneakers e dal marchio Mad Hectic. Oggi Mita ritorna sul luogo del delitto, per una limited edition celebrativa: stranamente non si tratta delle 580 originali, ma della loro versione 2.0, caratterizzata dalla costruzione “seamless” e dalla tecnologia Revlite. The New Balance 580, that we regard as one of the most recent models of the American company, has really become twenty years old. Indeed, it was back in 1996 when that shoe came out for the first time from the plants of the great N. That same year, a special edition of that marvelous model trail running, perfect combination of past and future, came out. It was signed by the historic sneaker shop in Ueno Mita Sneaker and by the brand Mad Hectic. Today Mita comes back on the crime scene for a celebrative limited edition: strangely enough, it’s not the 580 original, but its 2.0 version, characterized by the “seamless” construction and by the Revlite technology. .

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Non notiamo materiali di particolare pregio. We didn’t find especially valuable fabrics. 40

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Semplice, americana, elegante. Molto adatta al modello. Easy going, American, elegant. Very well suited for this mode.

Concept: ?

Sappiamo che sono state intitolate “Magic Stick”, ma il motivo rimane oscuro. Anche perché quelli di Mita lo spiegano rigorosamente in giapponese... We know their tile is “Magic Stick”, but the motivation is still obscure. Also because if you ask the guys from Mita, they would explain it in Japanese.

Retail: 8

Poco meno di 15.000 yen, equivalente di circa 120 euro: visto che i materiali non sono diversi da quelli di linea e la produzione non è né americana né inglese, non è il caso di caricare troppo sul prezzo. Scelta onesta. Slightly below 15,000 yen, equating to about 120 euro: given the materials aren’t different from the line models and the production isn’t American or English, it’s not good to inflate the price. A honest choice.

Resell: ?

Sappiamo che sono state tutte vendute, ma sul mercato secondario non sembrano trovarsi facilmente: impossibile definire una quotazione. Il giappone, insomma, rimane una terra piena di misteri per noi occidentali... We know it was a sold-out, but on the secondary market it seems easy to find one: it’s impossible to predict a price. Japan is, and will remain, a country full of mystery for us.


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RUNNING SHOES:

COME SCEGLIERLE Paolo Barghini, ultramaratoneta e vincitore di massacranti corse nel deserto come la Sahara Race del 2009, condivide con noi la sua esperienza in fatto di scarpe da corsa. Per cercare di rispondere alla domanda fondamentale che da sempre tormenta gli atleti: è possibile trovare le scarpe perfette? Paolo Barghini, ultramarathon runner and winner of exhausting desert races such as the 2009 Sahara Race, wanted to share his experience about the running shoes, with a view to find an answer to the fundamental question that obsesses all the athletes: is there such a thing as a perfect pair of shoes?

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di Paolo Barghini Sarà banale dirlo, ma è vero: la scarpa ideale per tutti non esiste. Ogni piede è diverso e soprattutto ogni runner è diverso: per età, peso, storia e aspettative. Consigliare una scarpa da running è quindi estremamente difficile per chiunque, anche per l’allenatore (o il podologo) piu esperto. Però esiste un consiglio valido per tutti: la cosa piu sbagliata da fare è sicuramente quella di prendere un paio di scarpe qualsiasi. Una non vale l’altra, anche perché la corsa è un’attività estremamente usurante se non eseguita in modo corretto: si rischiano seri problemi articolari, non solo al piede, ma anche alle ginocchia e alla schiena. Dunque, per scegliere la scarpa giusta è fondamentale prima di tutto sapere quali sono i nostri obbiettivi: se puntiamo a una corsetta facile, 40 o 50 chilometri divisi in quattro o cinque uscite settimanali, senza pretese agonistiche, meglio rivolgerci a una scarpa di tipo protettivo. Se invece siamo runner evoluti, capaci di tenere ritmi importanti, allora è meglio avere sia scarpe per allenamenti veloci che scarpe di tipo più protettivo. La prima cosa da osservare quando si sceglie una scarpa? Senza dubbio la tomaia: deve essere comoda, ma anche avvolgente. La taglia ovviamente è importante: spesso se le scarpe sono troppo precise, al minimo aumento di temperatura il piede si gonfia e le conseguenze, soprattutto per le unghie, sono pessime. Poi c’è l’intersuola, la parte che fornisce l’ammortizzazione, ed è una scelta assolutamente personale: morbida o secca. Molto importante è la suola, che deve offrire sicurezza e grip in ogni condizione: generalmente suole più generose offrono la trazione desiderata, ma hanno una durata chilomentrica più limitata. Infine parliamo del drop, cioè il differenziale tra tacco e punta, che negli ultimi anni ha subito una notevole evoluzione. Per un runner principiante (o lento!) meglio rimanere su drop classici, come il 12 mm ed evitare assolutamente scarpe a drop zero, dove l’appoggio dell’avanpiede non è guidato. L’appoggio è forse il momento più importante nella cinetica della corsa, e conoscere il modo in cui battiamo il piede sul terreno è fondamentale per scegliere la scarpa giusta. Generalmente, possiamo osservare tre categorie di appoggio: neutro, che prevede appoggio di tallone lievemente esterno, rollata con la parte centrale della pianta e spinta finale di avanpiede; pronatore, quando l’appoggio di tallone e la spinta avvengono con la parte interna del piede; supinatore, quando l’appoggio di tallone e la spinta avvengono con la parte esterna del piede. Ovviamente pronatori e supinatori consumeranno le suole in maniera irregolare: i primi più sulla parte interna, i secondo più su quella esterna. Sneakersmagazine

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5 TIPI DI SCARPE DA RUNNING A0

Scarpa minimalista per allenamenti veloci e brevi, adatta ad atleti evoluti di buon livello e con struttura osteo articolare perfetta (una raritĂ !). Atleti in forma anche ponderale si possono permettere questa scarpa per le gare veloci. Da un punto di vista biomeccanico è la scarpa che permette al piede di sviluppare pienamente la sua cinetica di corsa. A minimalist shoe for your quick and short training sessions, designed for advanced athletes with a perfect osteo-articular structure (quite a rare thing!). Those that are very fit, also in terms of weight, can use that shoe for their fast races. From a biomechanical point of view, it’s a shoe that enables the foot to fully develop its running kinetic.

Brooks Pureflow 5

A1 Superleggera, anche questa riservata ad atleti evoluti e giovani, che corrono su superfici perfettamente lisce. A1 e A0 non offrono alcun aiuto nel correggere eventuali errori tecnici della meccanica della corsa. Superlight, this is also designed for the advanced and young athletes, who run on perfectly smooth surfaces. Both A0 and A1 provide no help in correcting incidental technical errors in the running mechanics.

ASICS GEL T215N

A2 Da gara (fino alla mezza maratona) destinata ad atleti con un buon peso forma e una struttura osteoarticolare sana. Gli atleti top possono arrivare ad usarla anche nelle maratone . Le A2 sono scarpe capaci di compensare alcuni difetti di appoggio dei runner. This is for competition (up to the half marathon) and designed for athletes in good form and a with a healthy osteo-articular structure. The top athletes can get to use it in the marathon. The A2 shoes are capable of compensating some defects in the footstrike.

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Saucony Kinvara 7


RUNNING SHOES:

COME SCEGLIERLE A3 Tutti i runner dovrebbero avere una scarpa di questo tipo, la più universale, capace di offrire un ottimo supporto per eventuali problemi di biomeccanica della corsa. Adatta anche a persone con problemi di sovrappeso, per il fitwalking o il nordic walking . All runners should have a pair of shoes in this category, the most universal, capable of offering a perfect support in the event of potential problems in the biomechanics of running. It’s also fit for those who are overweight, for fitwalking or Nordic walking.

Asics Cumulus 17

A4 Scarpa stabile, da consigliare solo a coloro che hanno problemi importanti di appoggio, prevalentemente iperpronatori. A stable shoe, only recommended for those who suffer from important problems of footstrike, usually hyper-pronators.

Brooks transcend 3

Qualche esempio Un atleta che corre 50 km a settimana in 4 uscite, a un ritmo dai 5’ al km in su, dovrebbe scegliere una scarpa di tipo A3. Un atleta che corre 80 km a settimana a 4’ di media e non presenta problemi articolari può scegliere una A2.

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TRAIL RUNNING Se decidiamo di correre a contatto con la natura, tra boschi e sterrati, dobbiamo indossare scarpe di una tipologia diversa. In questo caso la scelta è legata al tipo di terreno che intendiamo affrontare: inutile usare una scarpa con una suola molto aggressiva se decidiamo di correre su una semplice strada bianca, senza discese tecniche o single track. E poi, lasciatemi dire una cosa: è inutile, in agosto, correre con scarpe in goretex! Si tratta di un materiale fantastico, ma da usare solo nel periodo invernale. Detto questo, non rimane che scegliere tra scarpe protettive (con ottimo sostegno, ammortizzazione e soprattutto grip) oppure più performanti, adatte però solo al runner competitivo con grandi capacita tecniche.

New Balance trail MT910 tr2 If we decide to run in the open air, in the wild and on dirt roads, we will wear different types of shoes. In that case, the choice is tied to the type of terrain which we want to confront: there is no reason to use a model with an aggressive sole if we decide to tread on a white road, without technical descents or single tracks. And let me tell you something, don’t go to run with your goretex shoes in August! It’s a great fabric, but to be used during the winter season. This being said, you will only need to chose between protective shoes (reaching optimality in terms of support, cushioning power, and more importantly grip) or performing shoes, only suited to the competitive runner with strong technical skills.

It might sound trivial, but it’s plain truth: an ideal shoes for everyone doesn’t exist. Every foot and every runner are different from any other, in terms of age, weight, biography, and expectations. Hence recommending a running model is extremely difficult for all, also for the expert trainer or podiatrist. But there is a principle that holds universally, and it says that the greatest mistake is to chose a pair of shoes at random. It isn’t true that any kick is like any other, also because running can be such a fatiguing activity when it isn’t done properly. One risks to incur pains in the joints, not only to the foot, but also to the knees and the back. Thus, in order to decide which model is good for us, we have to be clear, first of all, about our own purposes. If we have in mind an easy race, some 40 or 50 kilometers subdivided into four or five weekly outings, devoid of competitive ambitions, we’d better opt for a protective type of shoe. But if we are advanced runners, able to keep a fast pace, then we will take a shoe for quick training sessions, rather than protective models. What’s the first thing to consider in choosing a pair of shoes? By all means the upper, which should be comfortable, but also close-fitting. The size is obviously crucial: if your shoes fit you perfectly, the smallest increase in the temperature will swell your feet and inflict 46

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a tremendous pain to your nails. You also have to consider the midsole, which is what grants your shoes cushioning power, and this choice is absolutely personal – smooth or dry. Very important is the sole, which must grant you safety and grip in any condition: an abundant sole will give you more traction, but its average duration (in kilometers) is more limited. Last not least, the shoe’s drop, the differential between the heel and the tip, which over the last few years underwent a significant evolution. If you’re an inexperienced (or slow) runner, better remain on the classic drops, like 12 mm, and stay clear of the zero-drop models, where the movement of the forefoot isn’t controlled. The footstrike is perhaps the most important moment in the kinetic of running, and knowing how we place our feet on the ground is critical to choosing our best shoe. There exist three types of footstrike: neutral, with your heel slightly external, rolling with the midfoot and final propulsion phase by the forefoot; pronator, when the footstrike of the heel and the push are made by the inner part of the foot; supinator, when the heel’s footstrike and push are by the external part of the foot. Pronators and supinators will wear out their soles asymmetrically: the former more on the inner part, the latter more on the external.


RUNNING SHOES:

COME SCEGLIERLE

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adidas

consortium Solo qualche anno fa sembrava impossibile. E invece la linea Consortium di adidas è ancora viva e vitale. A undici anni dalla sua creazione, il sub-brand della casa tedesca - caratterizzato dal logo di due mani che si stringono - è ancora sulle mappe del Trifoglio. Nonostante alcune contraddizioni, che lo accompagnano sin dall’inizio della sua storia. A few years ago it would seem impossible. But the adidas Consortium line is still alive and kicking. Eleven years after its inception, the sub-brand of the German company (characterized by a logo representing a handshaking) is still on the Trefoil’s maps. And this in spite of some contradictory features that remained in place since the beginning.

Nel 2005, all’atto del suo debutto sul mercato, Consortium

When it made its debut on the market in 2005 Consortium

sembrava l’idea giusta al momento giusto: il trend delle limi-

seemed to represent the right idea in the right moment: the li-

ted edition stava acquistando sempre maggior forza, e riu-

mited-edition trend was gaining more and more traction, and

nire sotto un unico marchio-ombrello le uscite di livello più

opening a single brand-umbrella to embrace the top-ranked

alto - caratterizzate da numeri di produzione bassi, alta qua-

releases (characterized by small numbers of production, high

lità costruttiva e concept spesso progettati in collaborazione

constructive quality and concepts that were often designed

con forze creative provenienti dai quattro angoli della snea-

in collaboration with creative realities coming from the four

kers culure globale - poteva mettere adidas all’avanguardia

corners of the global sneaker culture) might place adidas in

in una nicchia di mercato dai numeri piccoli, ma dall’altissimo

the forefront of a market niche dealing with the small num-

potenziale per quanto riguarda immagine e marketing del

bers, but also a very high potential in terms of image and pro-

prodotto. Con l’obbiettivo, ça va sans dire, di infondere nuova

duct marketing – with the purpose, it goes without saying, of

linfa vitale in icone classiche del brand.

pouring new vital lymph into some classic icons of the brand.

Consortium era nato come esperimento nel trentacinque-

Consortium was born as an experiment in the 35th anniver-

simo anniversario delle adidas Superstar, ma anche gli altri

sary of the adidas Superstar; and the other models released

modelli usciti durante i primi due/tre anni di vita del sub-

during the first two/three years of life of this sub-brand see-

brand sembravano promettere piuttosto bene: l’interesse di

med to be promising: the attention paid by collectors and fans

collezionisti e appassionati rimaneva alto, e le limited edition

was intense, and the limited editions produced would reach

prodotte raggiungevano pressoché immediatamente quota-

almost immediately fairly high quotations on the secondary

zioni piuttosto alte sul mercato secondario. L’offerta era va-

market. The supply was rich and capable of satisfying any ca-

ria e capace di soddisfare ogni tipo di consumatore adidas:

tegory of adidas consumers: the first hybrid ZX700 Boat, the

le prime ibride ZX700 Boat, le Campus vintage con tomaia

vintage Campus with interlaced and multicolor upper (it was

intrecciata e multicolore (per i tempi si trattava di un’inedita

an unprecedented fashion shift those days, apparently cla-

sterzata fashion, che faceva apparentemente a pugni con il

shing with the rigor of the casual style), a whole line of historic

rigore dello stile casual), un’intera linea di running storiche

running models refashioned with high quality materials and

riproposte con materiali di alta qualità e un numero di col-

an unprecedented number of collaborators (among whom we

laboratori mai visto (tra i quali ricordiamo ad esempio Alife,

should mention Alife, Bodega, Dave’s Quality Meat and Foot

Bodega, Dave’s Quality Meat e Foot Patrol), nel progetto AZX.

Patrol), and the AZX project.

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AZX - zx700 Boat Neighborhood

AZX - zx7000 Alife

AZX -zx90 Dave’s Quality Meat

AZX - zx8000 Undefeated Sneakersmagazine

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adidas

consortium

Tuttavia l’eccitazione per la varietà della proposta fu presto

But the excitement for the variety of the proposals was soon

sostituita dalla consapevolezza che serviva una direzione

replaced by the consciousness that a new direction was nee-

più chiara per il marchio, che altrimenti sarebbe stato poco

ded for the brand, which otherwise would have been hardly re-

riconoscibile, e di conseguenza inutile per i progetti futuri

cognizable and therefore unserviceable for the future projects

di adidas. In attesa di trovare la chiave giusta, dopo il picco

by adidas. While waiting to find the right key, after the peak

raggiunto tra 2007 e 2009, le uscite firmate Consortium sono

achieved between 2007 and 2009, the releases by Consortium

rallentate, nonostante qualche colpo interessante andato a

slowed down, except for some compelling initiatives that hit

segno anche nel 2010, come le Kegler Super prodotte in-

the mark in 2010, such as the Kleger Super, produced with

sieme agli scozzesi di Hanon e le improbabili Campus 80 con

the Scottish from Hanon and the unbeseeming Campus 80 fe-

tomaia interamente glow-in-the-dark. Dopo un paio di Rod

aturing a totally glow-in-the-dark upper. A pair of Rod Laver

Laver realizzate con la collaborazione dello sneakers shop di

realized with the collaboration of the sneaker shop of Singa-

Singapore Limited Edt., è arrivato un anno di totale silenzio.

pore Limited Edt. was followed by a year of icy silence.

Il rilancio in grande stile è arrivato a fine 2011, con il cosid-

The re-launch on a grand scale arrived at the end of 2011,

detto “Tabula Rasa” Pack, che comprendeva cinque model-

with the so-called “Tabula Rasa” Pack, which included five

li-icona in una versione completamente bianca. Come a dire:

icon-models in a total white version – and whose meaning

ripartiamo da zero.

was: let us start from scratch once again.

Eppure, nonostante il successo di quella uscita - e la direzio-

But in spite of the success of that initiative (and the creative

ne creativa affidata ad uno dei veterani di adidas Originals,

direction entrusted to one of the veterans of adidas Origi-

Christian Otto - Consortium è sembrata perseverare negli er-

nals, Christian Otto), Consortium seemed to persist in its past

rori del passato. Infatti, nonostante uscite solidissime come

blunders. For in spite of some very robust releases such as the

le Munich di produzione tedesca, le Torsion Allegra futuri-

Munich of German production, the futuristic Torsion Allegra

stiche realizzate insieme ai berlinesi di Solebox e le più volte

realized with the Berliner guys from Solebox and the many-ti-

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kegler super hanon

tabula rasa pack

Torsion Allegra solebox Sneakersmagazine

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adidas

consortium

rimandate ZX 5000 di Bape e Undefeated con tomaia ca-

mes procrastinated ZX 5000 by Bape and Undefeated

mouflage (capaci di creare enorme hype), la selezione nel suo

with camouflage upper (which created such a great hype), the

insieme è rimasta ondivaga, incapace di trovare una via preci-

selection remained quite unclear on the whole, unable to find

sa. Nel frattempo intorno alla linea Consortium adidas ha lan-

a coherent direction. Meanwhile adidas has launched two

ciato diverse nuove collezioni: a quelle in co-branding con gli

different collections in addition to Consortium: the collections

stilisti Rick Owens e Yohji Yamamoto si sono aggiunte Spezial

in co-branding with artists Rick Owens and Yohji Yamamoto

e le collaborazioni con Kanye West, Palace e White Mountai-

were followed by Spezial and the collaborations with Kanye

neering; per non parlare di quella con Pharrell Williams, che

West, Palace and White Mountaineering; not to mention the

ha contribuito allo stupefacente rilancio delle vendite delle

one with Pharrell Williams, who contributed to the astoni-

Superstar nel 2015. Per quanto queste linee di prodotto sia-

shing increase in sales of the Superstar in 2015. Although the-

no state molto utili ai piani di adidas, hanno inevitabilmente

se lines of product were very expedient for the plans of adidas,

messo in ombra le proposte Consortium, che oggi trovano i

they inevitably overshadowed the silhouette of Consortium,

loro più grandi successi con edizioni limitate di modelli già al

whose biggest successes are by now some limited editions of

centro dell’attenzione della conunità degli appassionati, ad

models already heeded by the community of enthusiasts, such

esempio Ultra Boost e NMD. Sembra insomma che manchi al

as the Ultra Boost and NMD. It seems, in other words, that the

marchio Consortium un po’ di personalità in più, per riuscire a

brand Consortium still lacks a bit of personality and the affir-

imporre all’attenzione del pubblico la propria voce.

mative attitude to make its voice be heard. Which is also why

Anche per questo motivo, ripensando alla storia Consortium,

one gets the feeling, when reconsidering the whole trajectory

rimane la sensazione di grandi potenzialità non completa-

of Consortium, of great potentials that were never fully reali-

mente realizzate. Nonostante qualche boccone pregiato of-

zed, except for some valuable morsels distributed among the

ferto a collezionisti e appassionati, di quando in quando.

fans and collectors every now and then.

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ZX 5000 Bape Undefeated

superstar Pharrell Williams

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E v en t s

crepe city 15 T H

E DI T I ON

London

Gentrification. Il movimento che porta zone degradate delle città a diventare centro di attività creative, a cambiare la popolazione residente, ad alzare il costo della vita. Alcuni lo vedono come un pericolo, altri come un’opportunità. In ogni caso, succede. È successo alla zona est di Londra, tra Shoreditch e Brick Lane, diventata quartiere cool, polo di aggregazione per studenti, colmo di locali, sempre sveglio. La trasformazione ha coivolto anche la vecchia fabbrica della birra Truman, diventata enorme spazio multifunzione, dal sapore post-industriale e dal fascino indiscutibile. La Old Truman Brewery è anche - ormai da tempo - la cornice di Crepe City, una delle più importanti sneakers convention d’Inghilterra, la cui quindicesima edizione si è svolta poche settimane fa. I larghi spazi della Brewery si sono rimpiccioliti, perché ricolmi di collezionisti, appassionati ed espositori “business”, come il team di Hanon Shop che ha venduto solo a Crepe City 30 paia (su 50 prodotte) dell’ultima limited edition realizzata in collaborazione con Diadora. Oltre ai banchetti dei singoli venditori, notevole il contorno di intrattenimenti: dalle diverse lotterie con in palio modelli ricercatissimi al toro meccanico, dal servizio di pulizia sneakers offerto dagli specialisti di Jason Markk all’esposizione dei dipinti dell’artista Reuben Dangoor. Senza dimenticare la musica fornita da uno degli MC capofila del movimento grime inglese, Ghetts. Il resto è stato un mare di scarpe: Yeezy e Jordan, certo, ma anche molte adidas, Air Max e New Balance. Siamo pur sempre in Inghilterra, no?

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Gentrification, the process that leads degraded city neighborhoods to become sites for recreational activities, to change the character of the resident population, to raise the cost of living. Some see it as a danger, others as an opportunity. In any case, it happens. And it did happen to the East area of London, between Shoreditch and Brick Lane, which became a cool neighborhood, an aggregative place for students, replete with pubs, always awake. The transformation hit the old factory of the Truman beer, which became a huge multifunctional area, showing a post-industrial touch, undoubtedly charming. The Old Truman Brewery is also (and for some time by now) the venue of Crepe City, one of the most important sneaker conventions in England, whose fifteen edition took place a few weeks ago. The broad premises of the Brewery have shrunk, because crowded with collectors, fans and business exhibitors, such as the team from Hanon Shop who in Crepe City has sold 30 pairs (of the 50 produced) of the latest limited edition realized in collaboration with Diadora. In addition to the stalls of the various dealers, there was a rich choice of entertainments. From the various lotteries offering sought-after models as a prize to the mechanical bull, from the cleaning of your sneakers provided by the expert guys from Jason Markk to the exhibition of paints by the artist Reuben Dangoor. Not to mention the music played by one of the MC leading the English grime movement, Ghetts. The rest was an ocean of shoes: Yeezy and Jordan, of course, but also many adidas, Air Max and New Balance. We are in England, aren’t we?

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crepe city London

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Avete mai fatto caso alle scarpine che indossavate nelle vecchie foto, quelle che vi ritraggono in braccio a mamma e papà, sul triciclo, sullo scivolo al parchetto? Belle o brutte che fossero, sicuramente non erano pezzi hype come quelli dei marmocchietti di oggi. Negli ultimi anni infatti ci troviamo di fronte a un vero e proprio boom di mini-sneakers. A voler essere precisi, “Infants and Toddlers” sneakers. Il gioco per i brand non è più solo offrire scarpe che tecnicamente soddisfino le esigenze di un bambino, ma anche presentare un prodotto cool almeno quanto quello da adulti. Un trend di certo non improvvisato, se pensiamo alla cronistoria dei collezionisti di oggi: la prima generazione sneakerhead risale ai primi anni Novanta, il boom dei modelli retro nei primi Duemila di conseguenza. La scelta dei grandi marchi nella prima parte del ventunesimo secolo (lungimirante a livello commerciale, senza dubbio) è stata quindi quella di curare anche le taglie mini in maniera diversa: non più solo attraverso la semplice offerta di calzature per i più piccoli, ma con la riproduzione in scala dei pezzi più importanti dedicati originariamente agli adulti. Il motivo è semplice e intuitivo: la prima generazione inizia a entrare negli “anta”, la seconda negli “enta”. Ciò significa una sola cosa: piccoli eredi, a cui traman58

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dare la propria passione. O forse solo da usare per alimentare la propria ossessione compulsiva... Così, ecco spiegati i lanci in pompa magna dedicati a modelli Jordan che prevedono le taglie da neonato oppure la riproduzione in versione Infant di Vans, che hanno fatto da apripista per Converse, Nike e Adidas. Insomma, fra qualche anno qualcuno potrà dire di essersi battezzato con un paio di Air Force I ai piedi, magari andando a sbirciare lo storico delle foto Instagram della nonna. Già, i social network hanno giocato ovviamente un ruolo di rilievo nel far crescere l’interesse attorno al footwear per i bambini: cresce il numero dei profili social, dei follower, gli investimenti pubblicitari di conseguenza. Ormai ogni negozio che si rispetti ha un vero e proprio corner dedicato ai più piccoli. Ammettiamolo, questa svolta è piaciuta un po’ anche noi: il piccolo con le Slip-on di Star Wars, le Foamposite o le ultime Adidas EQT ci diverte molto. Nonostante il mood ci abbia conquistato, non è riuscito a farci cambiare idea su alcune cose. Ad esempio, di recente ci è passata davanti agli occhi l’immagine di un paio di mini Yeezy. Ragazzi, preferiamo ancora le Bull Boys.


IL BOOM DELLE

INFANTS SNEAKERS Sneakersmagazine

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IL BOOM DELLE

INFANTS SNEAKERS

Have you ever noticed the shoes that you show off from the old snapshots from when your dad or mom would hold you in their arms, on the tricycle, or on the slide at the park? No matter how nice or ugly, they weren’t hype models like the ones worn by the brats today. Over the last few years we witnessed a genuine boom of mini-sneakers, or (to be more precise) a boom of sneakers for “infants and toddlers”. The brands aren’t merely bent on offering shoes that purport to meet the needs of children, but also presenting a product which be as cool as its adult version. A trend that isn’t an extempore trick, if we recall the history of today’s collectors. The first generation of sneakerheads dates back to the early 1990s; subsequently, the boom of the retro models to the early 2000s. The common strategy of the great brands in the early part of XXI century (commercially farsighted, and no mistake) was to concentrate on the mini sizes with a different attitude: not only through the mere supply of shoes for the brats, but with the scale reproduction of the most important pieces originally conceived for the adults. The reason is easy to grasp: the first generation starts to be in its forties, the second in its thirties. This means one single thing: small heirs that can already inherit the core passion. Or, if you prefer, small mirrors of our compulsive obsession! In any case, it was the story behind the full trim launch of Jordan models on baby sizes and it was also the reproduction in Infant version of Vans models which paved the way for Converse, Nike and adidas. To sum up, within a few years there will be people that will be able to say they were baptized with a pair of Air Force I at their feet, perhaps while browsing on Instagram the picture album of their grandma. Yes, the social networks have played a central role in growing the interest for the children footwear; as a result, the number of social profiles, of followers, of advertising investments is growing on. Every shop deserving the name has a real corner dedicated to the kids. Admittedly, the «brat turn» seduced us quite a lot: a baby wearing his Star Wars Slip-on, the Foamposite or the latest Adidas EQT is such a fun. Although the mood of this process won us, it didn’t change our mind on a couple of points. For example, we recently ran into the figure of a pair of mini Yeezy. You know what, we still prefer the Bull Boys! 60

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SPERRY TOP-SIDER

‘JAWS’

Sono passati quarantun anni da quando Roy Scheider, Robert Shaw e Richard Dreyfuss si sono imbarcati sull’Orca, uniti per uccidere il grande squalo bianco, che terrorizzava le coste di Amity, New England. Questa pericolosa impresa è costata la vita a Shaw, ma ha segnato un intero capitolo della storia del cinema mondiale. Nel 1975 il film “Lo Squalo” ha ottenuto incassi stellari, ha definitivamente lanciato la carriera del giovane Steven Spielberg e ha portato alla produzione di tre sequel e innumerevoli tentativi di imitazione (che abbiamo preferito dimenticare). Un mito cinematografico, “Lo squalo”, caratterizzato da una maniacale attenzione per i particolari da parte di Spielberg e della sua troupe. Uno di questi, che ovviamente ci interessa da vicino, è la presenza in moltissime scene delle scarpe quintessenziali per ogni marinaio del New England: le Sperry Top-Sider, fiero prodotto del Connecticut sin dal lontano 1935, anno della fondazione del marchio da parte di Paul Sperry. Era, dunque, solo questione di tempo prima che Sperry rendesse omaggio a quel pezzo di storia del cinema che è diventato un pezzo di storia del brand. Un’idea diventata realtà in questa estate 2016, con l’uscita di una capsule-collection, che comprende i modelli Authentic Original, Striper CVO e Striper Slip On.

41 years ago the very famous Roy Scheider, Robert Shaw and Richard Dreyfuss joined forces and embarked on a boat called the Orca to kill the great white shark who was terrorizing and injuring the people in Amity, New England. This dangerous enterprise has cost the lives of Shaw, but scored an entire chapter in the history of world cinema. In 1975 the film “Jaws,” has gotten stellar takings, has marked the launch of Steven Spielberg’s career and was followed by a good three sequels and by several attempts at imitation (that we fortunately forgot) . Jaws was and is really a screen myth, characterized by Spielberg’s and his troupe’s obsessive care of details. One of these details, which is of interest here, is the presence in so many scenes of the quintessential shoes that any mariner from New England wears: the Sperry Top-Sider, a proud product of Connecticut since 1935, the year of the foundation of the brand by Paul Sperry. It was simply a matter of time before Sperry decided to pay homage to that fragment of the film history which has become history of the brand. An idea that became real in 2016, with the release of a capsule-collection including Authentic Original, Striper CVO and Striper Slip On. Sneakers magazine magazine 62 62Sneakers


Sneakers Sneakers magazine magazine

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GOLA

HARRIER & COASTER Gola fa parte a pieno diritto di quel gruppo di marchi storici del mondo sneakers che nell’ultimo decennio sono andati incontro a grandi rilanci, grazie alla riproposizione di modelli storici che hanno cavalcato l’onda del trend retro che sembra avere contagiato milioni di consumatori in tutto il mondo. Ovviamente, un’operazione del genere è possibile solo se si dispone di una lunga e solida tradizione alle spalle, e il brand Gola da questo punto di vista non è secondo a nessuno: la sua fondazione risale addirittura al 1905 (anno in cui iniziò la produzione di calzature nel piccolo villaggio inglese di Bozeat, Northamptonshire), la sua storia è scandita da pietre miliari come la fornitura di stivali all’esercito britannico durante la seconda guerra mondiale, o la carica di ambasciatore del brand offerta al CT della nazionale inglese campione del mondo nel 1966, il leggendario Alf Ramsey. Gola è un pezzo di storia d’Inghilterra, ma oggi i suoi modelli sono vendutissimi anche oltre i confini inglesi. A partire ovviamente dalle Harrier, sneakers nate nel 1968 e oggi arrivate a contare centinaia di varianti colore prodotte, e dalle Coaster, lanciate sul mercato per la prima volta nel 1976 e diventate nel corso del tempo il simbolo stesso di quel tipo di sneakers che gli inglesi chiamano “Plimsoll”. Semplicità e stile sono le caratteristiche che le rendono perfette per la stagione estiva, oggi come mezzo secolo fa. Gola rightfully belongs to a group of historic brands of the world of sneakers that over the last decade have greatly benefited from big re-launching campaigns, thanks to the rerelease of historic models which rode the wave of the retro trend which seems to have seduced a few million customers over the world. Of course, you need to boast a long and stable tradition behind you in order to be able to run one of these campaigns; indeed, the brand Gola is the best in the world, bar none, from this point of view. Its foundation dates back to 1905 (the very year in which the production of shoes in the small English village of Bozeat, Northamptonshire started off). Its story is punctuated by milestones such as the supply of boots for the British military during World War II, or the appointment of brand’s ambassador proposed to the English nation team’s coach who won the Cup in 1966, the very famous Alf Ramsey. Gola is a piece of English history, but today its models are a terrific success overseas as well. A trend that started with the Harrier, a model born in 1968 and by now reinvented through a hundred colorways, and with the Coaster, first launched on the market in 1976 and matured over the years into the very symbol of that kind of sneakers that in English is called “Plimsoll”. Simplicity and style are the features that render this model an ideal plus for the summer season, like a half century ago. 64

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ASICS

GEL-LYTE III

Lo stile non passa mai di moda. Non c’è altro modo di spiegare il successo continuo e perfino crescente delle Gel-Lyte III, storico modello running Asics ideato da Shigeyuki Mitsui nel 1990: scarpe dal design innovativo per l’epoca, caratterizzate dalla linguetta divisa a metà che garantiva una calzata perfetta e dalla soletta a densità variabile, che permetteva una miglior distribuzione di pressione e peso. Più di un quarto di secolo dopo, le Gel-Lyte III sono un cult che continua a rinnovarsi stagione dopo stagione, grazie alle nuove colorazioni di linea e soprattutto a una serie di collaborazioni azzeccatissime. Ma Asics non sottovaluta certo le potenzialità di edizioni premium a tiratura limitata prodotte in-house, come il Block Pack proposto per l’estate 2016: ne fanno parte due varianti bicolore delle Gel-Lyte III. Da una parte le “Spectra Green”, verde brillante con l’aggiunta di un borgogna e dettagli perforati sulla tomaia. Dall’altra le “Indian Ink / Mid grey”, che utilizzano una combinazione di colori eccentrica, mettendo a contrasto un caldo arancione e un nero color inchiostro con dettagli perforati sulla tomaia. A completare il Block Pack ci sono dettagli riflettenti e lacci in corda.

Style never goes out of fashion. There is no other possible explanation for the steady and even increasing success of the Gel-Lyte III, a historic running model by Asics designed in 1990 by Shigeyuki Mitsui. A pair of shoes exhibiting an innovative design, characterized by a tongue split in two parts to grant a perfect fit and by a varying density insole to ensure a better distribution of pressure and weight. After more than a quarter century of life, the Gel-Lyte III has become a cult model that reinvents itself season after season, thanks to the new line colorways and more importantly to a series of very spot-on collaborations. But Asics doesn’t undervalue the potential benefits of producing in-house premium limited editions, such as the Block Pack released for the summer 2016. It includes two bicolor versions of the Gel-Lyte III. On the one hand, the “Spectra Green”, a bright green with the addition of some burgundy and perforated details on the upper. On the other hand, the “Indian Ink / Mid grey”, a version that use an amazing combination of colors, juxtaposing a warm orange and a ink-like black with perforated details on the upper. Reflecting details and rope laces crown it all. 66

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AIR CUSHION

Ecco un ritorno che potrebbe rappresentare un’ulteriore svolta positiva - e forse definitiva - per il rilancio del marchio Karhu, di cui abbiamo parlato molto spesso da quando, un paio d’anni fa, la famiglia Arese ha preso il controllo dell’azienda finlandese da sempre specializzata nel settore dell’atletica leggera e della corsa, il cui nome è legato a doppio filo a leggendari fondisti nordeuropei come Paavo Nurmi e Olavi Suomalainen. Per il centenario del marchio dell’orso (nato proprio nel 1916) Karhu ha infatti ripescato dagli sterminati archivi di casa un modello eccezionale dal punto di vista del design e dello stile. Ovviamente si tratta di sneakers da running, risalenti a un periodo d’oro per il settore: i primi anni Novanta. Le Synchron Classic OG appena arrivate sugli scaffali dei rivenditori Karhu di mezzo mondo hanno tutte le caratteristiche più amate dai fanatici del retro running. Tanto per citarne un paio: la tomaia in mesh con rinforzi in pigskin suede di alta qualità, l’intersuola ammortizzante in etilene vinilacetato a doppia densità per offrire il massimo comfort durante la corsa. Ma soprattutto il particolare sistema di allacciatura, che rende le Synchron riconoscibili già al primo sguardo e risulta estremamente funzionale nel mantenere la tomaia aderente all’avampiede, anche durante la corsa su lunghe distanze. Questo remake, insomma, è destinato a far venire davvero l’acquolina in bocca agli appassionati.

Here is a comeback that might represent a further positive milestone (perhaps a disruptive one) for the re-launch of the brand Karhu, which we’ve been covering quite regularly since two years ago, when the Arese family took control of the Finnish company that specializes in the athletic and running sectors, and whose name is closely knit to some long-distance runners from the north of Europe such as Paavo Nurmi and Olavi Suomalainen. For the hundredth anniversary of the bear brand (it was born in 1916) Karhu has exhumed from its huge archives an exceptional model, both from a design and a style viewpoint. It is, needless to say, a running model, dating back to the sector golden epoch, the early Nineties. The Synchron Classic OG that reached the selves of the resellers of Kahru in any corner of the world features traits highly appreciated by the enthusiasts of retro running. Just to mention a couple of them – a upper in mesh with reinforcements in high quality pigskin suede, and a cushioning midsole in double density ethylene-vinyl acetate to ensure the utmost comfort during running. And on top of that, the special lacing system that makes the Synchron unmistakable at first sight and proves to be extremely functional in keeping the upper close-fitting round the foot, even during the long distances races. A remake with its papers in order to win the hearts of many fans. 68

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KARHU

SYNCHRON CLASSIC OG

SUOLA DOPPIA DENSITÀ

LACCIO DIAGONALE

per MAGGIORE STABILITÀ

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KARHU SYNCHRON CLASSIC OG

Info: Sport Leader s.r.l. mail: info@sportleader.pro tel: 0171/413175 Sneakers Sneakers magazine magazine magazine 70 70 Sneakers 70


Sneakers Sneakers Sneakers magazine magazine magazine

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E v en t s

Saucony Originals

@ Started1 Napoli

Che Saucony sia un marchio pieno di storia non c’è bisogno di ricordarlo, specialmente su queste pagine. Però è il caso di sottolineare come il rilancio vincente del marchio americano, avvenuto nel corso dell’ultimo decennio, sia ormai stabilmente in moto su un doppio binario: da una parte i progetti globali, che prevedono spesso e volentieri il ricorso a modelli collaborativi, dall’altro una serie di collezioni-capsule dedicate esclusivamente al mercato italiano, ideate dal centro stile interno al distributore per il nostro paese. Un percorso rappresentato plasticamente dall’evento tenutosi qualche settimana fa presso lo sneakers store Started1, a pochi passi dal lungomare di Napoli. All’interno del negozio infatti faceva bella mostra di sé l’ultima collezione footwear Saucony Originals, ma era difficile non notare la presenza di una selezione di limited edition collaborative prodotte nel corso dei primi mesi del 2016, e soprattutto quella della capsule collection Fall 2016 - tutta italiana - che arriverà sugli scaffali a luglio, e che promette davvero molto bene. Ecco le foto di una serata che ha visto protagoniste - oltre ai collezionisti e appassionati napoletani, tra i quali spiccava la presenza del protagonista di Gomorra Salvatore Esposito - Jazz 0, Shadow 0 e Grid 9000. Icone della storia Saucony che rinnovano il loro fascino running a ogni stagione, ormai definitivamente riscoperte da una nuova generazione di consumatori anche in Italia.

There is no need to repeat (particularly on this magazine) that Saucony is a brand with a rich tradition. But it can be useful to emphasize that the successful re-launch of the American brand, which took place over the past ten years, is by now working regularly on two tracks: on the one hand, the global projects, which very often include the production of collaborative models; on the other hand, a series of capsule-collections which are only designed for the Italian market, concocted by the style department of the Italian distributor. A trajectory vividly reflected in the event that took place a few weeks ago at the sneaker store Started1, at walking distance from the Napoli promenade. Inside the shop the latest footwear Saucony collection made a fine showing, but it was difficult to miss the presence of a selection of collaborative limited editions produced over the early months of 2016 and even more difficult to miss the presence of the capsule collection Fall 2016 (wholly Italian) which will reach the shelves on July and is expected to be wonderful. Here’s the pictures of the evening event featuring the Jazz 0, the Shadow 0 and the Grid 9000 – beside of course the collectors and fans from Naples, among whom the leading character of Gomorra, Salvatore Esposito. Enjoy the icons of the Saucony history, that renew their running charm on every season, and that have been by now officially rediscovered by the new generation of Italian customers. 72

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IZA-BOA Parliamo ancora una volta di Iza-Boa, azienda fondata in Veneto - con base a Verona - da due appassionati manager del settore calzaturiero che, forti della loro esperienza, hanno deciso ormai da qualche anno di mettersi in proprio per produrre scarpe di alta qualità artigianale made in Italy. Nel corso del tempo, la produzione caratterizzata da numeri limitati e alta qualità ha portato il marchio a conquistarsi una piccola nicchia di mercato, grazie soprattutto a modelli non-sneakers come i work boot Speedway, che pare siano particolarmente venduti nelle zone a forte vocazione turistica del nord Italia (dove infatti, in molti negozi, vengono eseguite consegne anticipate della collezione autunnale per intercettare proprio gli importanti flussi turistici provenienti dal nord Europa). Per la corrente stagione estiva, continuano i buoni riscontri commerciali dei modelli ibridi ispirati alle brogue shoe inglesi, dei mid-boot Stripes e delle sneakers artigianali lanciate nell’estate 2015. Insomma, è proprio il caso di seguire con interesse la traiettoria di un brand che, pur non essendo strettamente legato alle scarpe sportive, propone un prodotto capace di accattivarsi le simpatie del pubblico più attento alla qualità costruttiva e dei materiali.

We talk once again of Iza-Boa, a company founded in the Venetian region (it’s based in Verona) by two passionate managers of the shoe sector who, strengthen by their own experience, decided some years ago to found a company by themselves to produce high quality, made in Italy craft made shoes. Over time, their production, characterized by limited numbers and high quality, led the brand to win a small market niche, mainly thanks to non-sneakers models such as the work boot Speedway, that are allegedly very successful in the areas hosting many tourists in the north of Italy (where many shops organize indeed advance deliveries of the fall collection in order to meet the important touristic fluxes that come from the north of Europe). What goes on for the coming summer season is the good commercial results of the hybrid models inspired by the English brogue shoes, and of the mid-boots Stripes and the craft made sneakers launched in the summer of 2015. In other words, it’s really instructive to rehearse the trajectory of a brand that, although not tied to the sport shoes, proposes a product capable of winning the tastes of a public most attached to the quality of materials and construction. 74

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DC SHOES

TRASE TX Le Trase TX di DC Shoes sono skate shoe dalla suola vulcanizzata, leggerissime, che fanno del comfort e della flessibilità le loro armi migliori (per non parlare del board feel, fattore che sicuramente non mancherà di interessare agli skater). La sigla TX che segue il nome del modello sta per “textile”, e indica ovviamente la tomaia in materiale tessile, disponibile in catalogo (come accade quasi sempre quando si parla di DC Shoes) in una notevolissima varietà di colorazioni: sono ben dieci quelle all’interno della sola collezione primaverile, che troviamo già sugli scaffali dei rivenditori del marchio americano simbolo dello skate style degli anni Novanta. Sempre sul pezzo anche un quarto di secolo dopo, stagione dopo stagione.

The Trase TX by DC Shoes is a very lightweight skate model featuring vulcanized sole and bringing comfort and flexibility to a whole new level (and how about the board feel, an aspect that will inevitably win the skaters of all stripes). The TX sign in the model’s name stands for “textile”, with a reference to the upper in textile fabrics which is available in the catalogue (as usual, when it comes to DC Shoes) in a great variety of colorways: there is a nice ten different colorings within the spring collection, that can be already found on the shelves of the resellers of the American brand symbolizing the world of skate in the Nineties. Always been on the tight spot for a quarter century, season after season.

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dst napoli

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Dietro una delle insegne più conosciute del territorio napoletano c’è - come da migliore tradizione italiana - una famiglia. L’insegna è quella di Dribbling Sport Trend, per tutti DST, nata nel 2002 da un’idea di Masotti Group, Vito e Vincenzo Masotti, giovani imprenditori che appena terminati gli studi si sono lanciati in questa avventura. Due gli - ormai storici - punti vendita nella zona Est della città: uno nel quartiere Ponticelli, l’altro nel comune vesuviano di San Giorgio a Cremano. Distinti dalla massa grazie a un’accuratissima selezione di prodotti e a una vasta offerta dei più vari marchi sportswear, sono andati incontro a una costante crescita annuale riconosciuta concretamente anche da molti brand. Come New Balance, che garantisce a DST rifornimenti esclusivi delle linee Tier 1 e Tier 0, Made in UK e Made in USA. Oppure Asics, che offre a DST l’accesso a linee esclusive e modelli collaborativi. E ancora Diadora, che ha coinvolto DST nel progetto Generation 2.0. E poi Puma con la linea DC5, Alexander McQueen, Adidas Original, Le Coq Sportif, Nike, Karhu... per la zona di Napoli, insomma, DST è il principale punto di riferimento. Notevole il lavoro svolto sui social network, grazie al quale DST ha creato un legame sempre più stretto con i clienti fidelizzati, coinvolti in aperitivi, incontri di approfondimento, eventi musicali ed artistici (come quelli che hanno visto protagonisti diversi esponenti storici del writing partenopeo). La fan page di Facebook conta oltre centotrentamila “mi piace” e un milione di visualizzazioni settimanali, numeri che parlano chiaro e che hanno trainato la nascita dell’e-commerce DribblingSporTrend.it, nato nel 2014 e in breve tempo arrivato a vendere oltre tremila paia pezzi annuali, tra scarpe, abbigliamento e accessori.


There is a family (as is often the case in Italy) behind one of the most famous shop signs in the territory round Naples. The sign is that of Dribbling Sport Trend, aka DST, born in 2002 from an idea of Masotti Group, i.e. Vito and Vincenzo Masotti, young entrepreneurs that right upon completing their education paths lunched in the adventure. There are two by now historic shops in the East area of Naples: one in the Ponticelli neighborhood, the other in San Giorgio a Cremano, in the territory surrounding Vesuvius. What distinguishes them from the crowd is a careful selection of products and a huge supply of sportswear brands. Thus they experienced a steady growth that many brands acknowledged. A case in point is New Balance, who provides DST with exclusive supplies of the Tier 1 and Tier 0lines, Made in UK and Made in Usa. Another one is Asics, who enables DST to accede to exclusive lines and collaborative models. The third one is Diadora, who enlisted DST in the Generation 2.0 project. Last not least, Puma with the DC5 line, Alexander McQueen, Adidas Original, Le Coq Sportif, Nike, Karhu‌ To sum up, DST as the main reference point in the area of Naples. Remarkable work was deployed on the social networks, through which DST has created a more and more intimate connection with the most loyal customers, inviting them to aperitifs, thematic workshops, music and art happenings (that attracted various historic figures from the Neapolitan writing scene). The fan page on Facebook has more than 130 thousand likes and a million views per week, figures that speak for themselves, and that drove the advent of the e-commerce site DribblingSporTrend.it, born in 2014 and soon over the threshold of selling more than 3,000 items annually, including shoes, clothes, and accessories. Sneakersmagazine Sneakersmagazine

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ADIDAS RIVIERA

M ade in Franc e - 1975

Un grande classico degli anni Ottanta, che in realtà risale al 1972. Nel senso che il primo lancio delle Riviera, splendido modello dal look minimale ed elegante, molto simile alle Tobacco, avviene all’inizio dei Settanta e ottiene subito un grande successo: tra le molte immagini capaci di cementare la silhouette delle Riviera nell’immaginario popolare ci sono senza dubbio le fotografie che ritraggono un giovane Steven Spielberg che le indossa sul set de Lo squalo. Eppure, il vero boom delle Riviera arriva nel decennio successivo, grazie alla football culture inglese, che porta gli adepti della nascente setta casual - qualcuno li chiama semplicemente hooligans - ad adottarle come parte integrante della loro divisa composta di marchi come Benetton, Lacoste, Ellesse, Fila, Fred Perry, Lyle & Scott e Sergio Tacchini. Così, al di là di ogni controversia sul vero valore della subcultura casual, le Riviera sono diventate icona di un’epoca, e oggetto di culto per i collezionisti di conseguenza. Non stupisce dunque che - anche dopo il recente lancio di un remake delle colorazioni OG - un paio di Riviera deadstock di trenta/trentacinque anni fa superi facilmente i seicento dollari di valore.

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ADIDAS RIVIERA

A great classic from the Nineties, that in fact dates back to 1972. This because the first launching of the Rivera, an amazing model featuring a minimal and elegant look, fairly reminiscent of the Tobacco, took place in the early Seventies and was an immediate success: among the numerous images that helped the silhouette of the Rivera to make a firm hold in the popular imagination, there are photographs portraying a young Steven Spielberg wearing the shoes on the set of Jaws. However, the real explosion of the Rivera took place a decade after, thanks to the English football culture, which brought the followers of the then rising casual congregation (there are those who call them hooligans) to add these kicks to their uniform comprised of brands such as Benetton, Lacoste, Ellesse, Fila, Fred Perry, Lyle & Scott and Sergio Tacchini. Thus, the Rivera, laying aside any dispute on the ultimate value of the casual subculture, has become an icon of an epoch and, as a result, a worshipped object for all collectors. No wonder then, if in spite of the recent launch of a remake of the OG colorway, a pair of deadstock Riviera from some thirty-five years ago is easily valued more than 600 dollars. 84

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NIKE

BROOKLYN M ade in Kore a- 198 0

Speriamo che arrivi presto un remake di questo modello storico, come di tutti quelli basket con profilo low-top risalenti agli anni a cavallo tra Settanta e Ottanta: in quel periodo i cataloghi americani di Nike erano letteralmente gonfi di scarpe dedicate alla palla a spicchi, e ci sono ancora molte sneakers splendide sepolte negli archivi di Beaverton. Le Brooklyn in particolare sono molto simili alle coeve Nike Franchise, ma rispetto a queste ultime hanno in più la parte del torto della tomaia, interamente microperforata, splendida. Il modello che vedete in queste pagine - prodotto solo per il mercato statunitense - l’abbiamo incrociato sul più noto sito di aste online: una fortuna insperata, visto che queste sneakers si potevano vedere quasi esclusivamente nei fornitissimi vintage shop di Tokyo, negli ultimi anni. La loro rarità le rende piuttosto ricercate: un paio deadstock può valere circa 400 dollari.

Let’s hope that a remake of this historic model is in the offing, and the same for all the basket models featuring low-top profile dating back to the period between the Seventies and Eighties. Back then the American catalogues of Nike were literally replete of shoes designed for the sliced ball, and there are a great many sneakers in the Beaverton archive waiting to be unearthed. The Brooklyn is fairly reminiscent of the coeval Nike Franchise, but contrary to the latter it has the main part of the upper entirely micropunched – simply marvelous. We ran into the model you see in these pages (only produced for the American market) while visiting the most famous online auction website. An unexpected fortune, for these sneakers could only be found in the very furnished vintage shops in Tokyo, over the last few years. Their scarcity has rendered them much sought-after – a deadstock pair can be worth some 400 bucks. 86

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NIKE

SKY FORCE L.A. OLYMPIC M ade in Kore a- 198 4

Michael Jordan indossava le Converse alle olimpiadi del 1984

Le Nike Sky Force ci sono sempre piaciute, perfino più delle celeberrime Air Force One: forse perché sembrano l’anello mancante capace di unire modelli storici come Dunk e Terminator, e perfino anticipare le Air Jordan 1 lanciate nel 1985. La storia di queste sneakers rare e poco conosciute l’abbiamo già raccontata sulle pagine di alcuni numeri passati del nostro giornalino, ma certo non dispiacerà ai nostri lettori più affezionati ammirare la versione che vi mostriamo in queste pagine: si tratta, ovviamente, di una colorway all-american dedicata alle olimpiadi di Los Angeles del 1984, molto più rara rispetto alle Sky Force di linea. Una gemma dal valore di circa 300 dollari, qualcosa in più se le sneakers arrivano accompagnate dal box originale che conteneva una borsa custom stampata a stelle e strisce. Se ne trovate un paio, non pensate neppure di utilizzarle: il collare in poliuretano si disintegrerebbe sotto i vostri occhi dopo pochi passi. 88

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The Nike Sky Force was always a successful release, even more than the very famous Air Force One: perhaps because it looks like the missing link that might unite historic models such as the Dunk and Terminator, and even anticipate the Air Jordan 1 launched in 1985. We already told the history of this rare and poorly known model in the pages of some past issues of our magazine, so it shouldn’t cool our readers to take a look at the version that we show in these pages: it is, needless to say, an all-American colorway dedicated to the 1984 Olympic Games that took place in Los Angeles, much more uncommon than the line Sky Force. A jewel that is worth about 300 dollars or even more if the sneakers are accompanied by the original box which included a bag featuring a stars and stripes print. If you find a pair, don’t even think a single minute about using it. The polyurethane collar would fall apart in a matter of second before your eyes. Sneakersmagazine

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NIKE

ldv Prototype M ade in U SA - 1978

Abbiamo scovato queste Nike su eBay, e usato l’appellativo “protoype” per definirle perché in effetti queste sneakers sono frutto di uno dei tanti esperimenti condotti dalla casa di Beaverton tra Settanta e Ottanta, miscelando diversi tipi di suole e tomaie da running prese da scarpe come Elite, Waffle Racer e Trainer. Questo modello in particolare è destinato alla corsa su lunghe distanze, grazie alla sua tomaia in mesh traspirante e al pattern waffle molto aggressivo della suola, che le rende adatte anche al running off-road. Oggi, in ogni caso, non è certo il caso di usarle: il valore di pun paio deadstock si aggira intorno ai 500 dollari.

We unearthed this Nike model on eBay and we decided to call it a prototype because these sneakers were indeed the result of one of the numerous experiments conducted by Beaverton between the 1970s and the 1980s, mixing up various types of running soles and uppers borrowed from shoes such as the Elite, the Waffle, the Racer, and the Trainer. This model is designed for the medium-distance races, thanks to its upper in transpiring mesh and a very aggressive waffle pattern on the sole that makes it well suited for off-road running. Well, perhaps today it’d be more sensible not wear it: a dead-stock pair can be worth around a good 500 dollars. 90

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New balance 1300

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Tra le decine di modelli eccezionali prodotti da New Balance nell’ultimo secolo, le 1300 occupano un posto speciale nel cuore degli appassionati - e questo da ben prima che Ronnie Fieg dicesse che sono anche le sue preferite del mazzo, nel corso di un’intervista. Comunque. Le 1300 rappresentano senza dubbio la perfezione running degli anni Ottanta, e non stupisce che siano ancora molto attuali ai giorni nostri. Il fatto curioso è che oggi questo modello fa parte della linea Heritage di casa New Balance, orgogliosamente prodotta negli Stati Uniti. In realtà, però la produzione americana è un falso storico: la gran parte della distribuzione di queste scarpe nei primi anni di presenza sul mercato era infatti frutto della produzione decentralizzata in Corea. Il che non significa necessariamente che la qualità fosse scarsa, anzi: si trattava ai tempi di una delle running più costose disponibili sul mercato, proprio a causa del grande pregio dei materiali utilizzati. Per non parlare del concentrato di tecnologia all’avanguardia nascosto tra intersuola e suola, a partire dal sistema EnCap, capace di offrire grande ammortizzazione e stabilità. 94

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New Balance1300 1984

Among the dozens wonderful models produced by New Balance over the last century the 1300 holds a central place in the hearts of fans – and this was true much before Ronnie Fieg came out during an interview and said that for him this model is the best of the bunch, by the way. The 1300 represents by all means the perfection of running from the Eighties, so it’s no surprise that it’s still so modern today. The amazing thing is that this model now belongs in the Heritage line of New Balance, proudly produced in the United States. In fact, the American production is a fake, historically: the great majority of the distribution of these shoes during their early years on the market was due to the decentralized production in Korea. This doesn’t need to mean that their quality was in any way inferior to standard – on the contrary, it was one of the most expensive running model to be found on the market back then, due to the great value of the fabrics employed. Not to mention the cutting-edge technology between sole and midsole – like the EnCap system, designed to grant cushioning power and stability. Sneakersmagazine

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fotopedaci.com 96

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