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30 best sneakers of 2013 so far 32 mastermind japan x adidas 34 focus jordan Air jordan VIII ‘PLAYOFFS’ 38 NIKE LEBRON X MVP 40 WTAPS X VANS VAULT 42 SAINT ALFRED X ASICS GEL LYTE III 44 NIKE AIR MAX CAMO COLLECTION 48 GAS ROCK 50 VIBRAM VYBRID TEN STAR OILED 52 hummel 54 ONITSUKA TIGER HARANDIA 56 fred perry ross canvas 58 diadora history 62 diadora magic color 64 OFWGKTA X VANS SYNDICATE OLD SKOOL PRO S 66 focus skate ETNIES STI EVOLUTION FOAM 70 ADIDAS SKATEBOARDING GONZ PRO 72 event 15 YEARS OF GONZ PHOTOS @ GEBR.QUAKATZ GALLERY, BERLIN
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SNEAKER FREAKER x LE COQ SPORTIF FLASH MIHARA YASUHIRO x PUMA MY-70 HIGHS & LOWS x REEBOK CLASSIC LEATHER BODEGA x VANS VAULT OG AUTHENTIC LX CIVILIST x NIKE SB DUNK HIGH PRO PREMIUM HANON x SAUCONY SHADOW MASTER CHAZ BOJORQUEZ x CONVERSE FIRST STRING CHUCK TAYLOR ALL-STAR 1970’S SNEAKERSNSTUFF x REEBOK PUMP FURY SOLEBOX x REEBOK PUMP OMNI ZONE SOLEBOX x REEBOK TWILIGHT ZONE PUMP COTTONOPOLIS x SPERRY TOP SIDER CVO PACKER SHOES x REEBOK KAMIKAZE II DEUS EX-MACHINA x CONVERSE FIRST STRING JACK PURCELL JOHNNY 24 KILATES x SAUCONY SHADOW PALACE SKATEBOARDS x REEBOK New Balance MRL996 25th Anniversary Special Edition
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editoriale
editorial
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L’italica abitudine alle vacanze d’agosto, dura a morire (ma forse è una fortuna, chissà), ammanta il mese più caldo dell’anno di una dolce sensazione di inattività. Non solo personale, ma anche del mondo che ci gira intorno. E qui ci sbagliamo, in effetti: a ben guardare i grandi marchi del mondo sneakers sono tutt’altro che addormentati, e stanno scaldando le suole in attesa delle sfide autunnali, che stando agli indicatori economici dovrebbero segnare l’agognata uscita dalla congiuntura negativa che ci affligge ormai da qualche anno. A sottolineare la ritrovata fiducia sono anche alcuni marchi italiani - mai in discussione, a dire la verità - che lanciano novità di spessore: ad esempio lo storico marchio veneto Diadora, sulle cui origini ci dilunghiamo da pagina 58, ha deciso di aprire i suoi eccezionali archivi e pescare alcuni modelli d’epoca che, ne siamo certi, non mancheranno di incontrare il favore anche dei consumatori del 2013. Il primo remake nato da questa iniziativa del marchio si chiama Magic Color, e lo potete ammirare a pagina 62. Anche Vibram è un brand italiano celebre in tutto il mondo, e negli ultimi anni è andato incontro a un’espansione senza precedenti: il trend sembra destinato a continuare grazie al lancio di nuovi modelli che spingono ancora più avanti l’esperienza di successo del progetto FiveFingers. Ad esempio, le Vybrid che arriveranno presto nei negozi: ne parliamo a pagina 50. C’è un po’ d’Italia anche nella “Camo collection” che Nike ha proposto ai fan delle Air Max nel corso dell’ultimo mese: al Belpaese è dedicata un’edizione speciale sia delle Air Max 90 che delle Air Max 97, e soprattutto nel caso delle seconde la scelta è quantomeno azzeccata. Allargando lo sguardo al resto del mondo, bè: si sa che in molti altri paesi l’estate è un periodo quasi normale, mica morto come dalle nostre parti, e quindi non stupisce che si susseguano le nuove uscite dei grandi marchi internazionali. Dal Giappone, Onitsuka Tiger lancia un modello inedito (a pagina 54) che implementa soluzioni tecnologiche sviluppate dal marchio “gemello” Asics, a sua volta impegnato in progetti collaborativi sempre di alto livello (quello con la boutique di Chicago St. Alfred lo trovate descritto a pagina 42). Dalla Gran Bretagna, Fred Perry continua a proporre eleganza minimale, oggi come negli anni Trenta: vedere per credere, a pagina 56. Dalla Germania infine, Hummel continua a proporre i remake dei suoi modelli storici che sembrano venire assai apprezzati sul mercato (ammirate le Ten Star in versione “Oiled” a pagina 52), mentre Adidas Skateboarding produce il primo modello 100% inedito dedicato al grande Mark Gonzales, “il più influente skater di tutti i tempi”. E questo è solo l’antipasto nel nostro menu estivo: godetevi tutto il resto. Arrivederci all’autunno, con molte novità importanti...
The Italian habit of going on vacation in August will never change (perhaps, fortunately) and it confers a sweet aura of inactivity to everything. The pause isn’t just at the personal level, for also the world takes a month off. Well, that isn’t entirely true: on closer inspection, the great brands of sneaker world are definitely awake, and already warming the soles up in order to face the fall challenges, which according to the experts’ forecasts should anticipate the coveted exodus from the long recession raging so far. The feeling that trust and confidence are back is confirmed by some Italian brands (they never loosed faith, in fact) which are launching important novelties. For example, the historic brand Diadora, upon whose origins we expand on page 58, decided to open their exceptional archives and pick out some veteran models which we surmise will meet the expectations of today’s collectors and fans. The first remake this initiative has produced is the Magic Color, and you can admire it on page 62. Vibram is another Italian brand, most renowned over the world, and during the last few years it enjoyed an unprecedented expansion. The trend seems to be destined to go on thanks to the launching of fresh new models which carry the successful experience of the project FiveFingers to a new point of interest, for example, the Vybrid that will soon reach the shops (we say something on this on page 50). A bit of Italy is also present in the Camo collection that Nike proposed to the fans of the Air Max over the last month – a special edition of both the Air Max 90 and the Air Max 97 is dedicated to our beautiful country and the choice is particularly spot-on in the case of the second. How about taking a look at the rest of the world? Well, it is well known that in many other countries the summer is a normal period, not a dead season as in Italy, so it’s no surprise that there should be so many releases by the great brands. Take Japan, for example: Onitsuka Tiger is launching a fresh new model (on page 54) which implements technological solutions developed by the twin brand Asics, which in its turn is involved in collaborative projects of the highest level (the one with the boutique St. Alfred from Chicago is described on page 42). Or take Great Britain: Fred Perry goes on proposing a minimal elegance, much as they’ve been doing since the Thirties: and because seeing is believing – go on page 56. Last not least, take Germany: here Hummel is still proposing some remakes of their historic models which seem to be much appreciated on the market (you can admire the Ten Star in Oiled version on page 52), while adidas Skateboarding is producing the first model entirely dedicated to the great Mark Gonzales, the most influential skater of all times. And this is only the hors d’oeuvre of our summer menu – enjoy the rest. We’ll see you next fall, with many thrilling news.
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SNEAKER FREAKER x LE COQ SPORTIF FLASH
Le Flash di Le Coq Sportif sono runner dei primi anni Novanta che rappresentano la quintessenza dello stile di quegli anni: mesh di nylon, nubuck e una linea affusolata e sfuggente, che sembra farle correre ancora prima che si trovino ai piedi di un atleta. Il team australiano della rivista Sneaker Freaker le ha riviste nell’ambito di un progetto di collaborazione con la casa del galletto francese, e il risultato è una colorazione assolutamente plausibile come originale nineties, ma dotata di una serie di sottigliezze cromatiche che la rendono assolutamente contemporanea. Le hanno chiamate “Summer Bay”, a sottolineare il carattere estivo di una simile combinazione di colori. The Flash by Le Coq Sportif is a running model dating back from the early Nineties which represents the style of the time: nylon and nubuck mesh, and a shaped and tapered line which gives the impression that the shoe is already running even before the athlete’s foot is in. The Austrialian team from the magazine Sneaker Freaker reinterpreted this model in the context of a collaboration project with the French cockerel company, and the outcome is a coloring absolutely plausible (and genuinely Nineties) – with the addition of a bunch of chromatic solutions that render this model very modern. They have called it Summer Bay – in order to emphasize the summer character of such a colorway.
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MIHARA YASUHIRO x PUMA MY-70
Non si tratta della prima collaborazione tra Puma e il designer giapponese Mihara Yasuhiro: la collezione collaborativa conta già diversi modelli contraddistini dalla sigla MY. Tuttavia, queste MY-70 si distinguono grazie al loro approccio unico alla colorazione: sembra siano state inzuppate in una qualche vernice metallica sino a metà della tomaia, lacci compresi. Il risultato non incontrerà il favore di tutti, vero. Ma senza dubbio si può definire un esperimento interessante. It’s not the first collabo between Puma and the Japanese designer Mihara Yasuhiro: the collaborative collection includes a number of models characterized by the sign MY. Well, this MY-70 stands out by virtue of an unprecedented approach to coloring – it seems as though somebody soaked half of the upper (laces included) into some metal paint. Perhaps the outcome won’t satisfy anyone’s taste. But it’s by all means an interesting experiment.
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HIGHS & LOWS x REEBOK CLASSIC LEATHER
Vi siete accorti che è il trentesimo anniversario delle Classic Leather di Reebok? Probabilmente sì, visto che negli ultimi mesi sono arrivate sugli scaffali decine di edizioni celebrative realizzate in collaborazione con diverse realtà creative del mondo sneakers. Anche la boutique di Perth Highs & Lows aggiunge il suo nome alla lista, coprendo la tomaia di questo modello storico con nubuck di prima qualità. Tuttavia l’insieme non riesce a convincere appieno: il color-blocking appare ormai una tendenza fin troppo abusata.
Did you notice that this year is the thirtieth anniversary of the Classic Leather by Reebok? You probably got it from the fact that during the last months the shelves were invaded by dozens of commemorative editions realized with various creative players from the sneaker world. The boutique from Perth Highs & Lows belongs in this list – they used first quality nubuck to cover the upper of this historical model. On the whole, however, it isn’t a very successful try: the color-blocking has become a much abused trend.
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BODEGA x VANS VAULT OG AUTHENTIC LX
Lo sneakers shop più noto di Boston propone una serie di OG Authentic LX chiamata “Coming to America”: probabilmente la connessione con una delle pellicole che ha lanciato la carriera di Eddie Murphy - e che da noi conosciamo con il titolo italiano “Il principe cerca moglie” - sta nelle stampe africaneggianti che adornano le tomaie. Altri particolari notevoli: la linea colorata che corre tra suola e tomaia, e il rinforzo in pelle intorno al collare, capace di donare un tocco lussuoso a queste Vans che arrivano sugli scaffali (di pochi e selezionati rivenditori, ovviamente) a un prezzo quasi doppio rispetto alla media della casa americana. The best known sneaker shop from Boston proposes a series of OG Authentic LX called ‘Coming to America’. A clear reference to one of the movies that launched Eddie Murphy as an actor (a movie whose title was translated in Italian as ‘The prince is looking for wife’) is in the African-like prints adorning the upper. Remarkable details are: the colored line between sole and upper, and the leather reinforcement around the collar, designed to confer a sumptuous hint to this model which will reach the shelves (of only a few selected resellers, of course) for a price almost twice as high as the average cost of a Vans.
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CIVILIST x NIKE SB DUNK HIGH PRO PREMIUM
Versione (a dir poco) de luxe delle classiche Dunk High Pro di Nike SB, proposta dal team di Alex Foley e disponibile solo presso il monomarca Civilist di Berlino. Caratterizzate da tomaia in nubuck e pelle texturizzata, rifinite in materiale idrorepellente, con il collo in in nylon trapuntato e la linguetta in nylon: la denominazione “Premium” è più che giustificata. Inoltre, la colorazione elegantissima a base di nero e grigio antracite la rende una delle nostre collabo preferite tra quelle viste negli ultimi mesi. A de luxe version (to say the least) of the classic Dunk High Pro by Nike SB, proposed by the Alex Foley’s team and only available at the flagship store Civilist in Berlin. Characterized by upper in nubuck and texturize leather, with the finishing touch of a water-proof material, and the neck and tongue in padded nylon – the appellation ‘Premium’ is well deserved. Besides, its very elegant black and anthracite grey coloring puts this model among the collaborations we cherished most over the last few months.
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HANON x SAUCONY SHADOW MASTER
Le hanno chiamate “Midnight Runner”, queste sneakers ibride inventate dal team creativo della boutique scozzese Hanon mettendo insieme la tomaia delle Master Control e la suola delle Shadow 5000. Ovviamente si tratta di un modello retro running, che nasconde all’interno ritrovati tecnologici che qualcuno potrebbe considerare datati, ma in realtà ancora perfettamente funzionali nel 2013. Quello che fa la differenza in questa limited edition collaborativa è però la colorazione in toni di blu, con molti accenti riflettenti destinati a rendere più sicura la corsa notturna. Its name is ‘Midnight Runner’: a hybrid model that the creative team from the Scottish boutique Hanon designed by combining together the upper of the Master Control and the sole of the Shadow 5000. It’s definitely a retro running model, which embodies some technological devices that one may well judge a bit old-fashioned when in fact they are still perfectly functional nowadays. What makes all the difference with this collaborative limited edition is the blue tones of the coloring embellished by many reflecting accents that will contribute to make your night racing quite safer.
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CHAZ BOJORQUEZ x CONVERSE FIRST STRING CHUCK TAYLOR ALL-STAR 1970’S
Chaz Bojorquez, leggenda dei graffiti della west coast americana, firma una nuova collaborazione parte della linea First String di Converse. Il modello scelto da Chaz sono le Chuck Taylor All Star della recente serie Seventies, proposta in nero rigoroso, con tomaia in canvas e suede premium, con appena un paio di – bellissimi – ricami in stile Cholo. Edizione limitata: un vero e proprio objet d’art, direbbero gli studiosi. E anche uno dei progetti collaborativi con il titolo più lungo che abbiamo mai visto. Chaz Bojorquez, a graffiti legend from the American West coast, signed a new collaboration belonging with the First String line by Converse. The model chosen by Chaz is the Chuck Taylor All Star from the recent series Seventies, released in total black, with upper in canvas and premium leather – and just a pair of (beautiful) embroideries in a Cholo style. A limited edition – and a real object d’art, as a real expert would say. More importantly, it’s one of the collaborative projects with the longest title we’ve ever seen.
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SNEAKERSNSTUFF x REEBOK PUMP FURY
Certo non è una colorazione facile da portare, quella applicata dagli svedesi di Sneakersnstuff sulle classiche Reebok Pump fury: sarà stata la felicità di lavorare su un modello che alle loro latitudini può essere indossato durante la breve e apprezzatissima stagione (quasi) calda, ma i ragazzi dello sneakers store di Stoccolma ci hanno veramente dato dentro, ispirati – a loro dire – da alcuni dolciumi industriali mangiati in grande quantità ai tempi della loro infanzia. In effetti, il risultato è davvero caramelloso... It isn’t definitely a very wearable coloring, the one applied by the Swedish guys from Sneakersnstuff on the classic Reebok Pump fury: it may have been the joy to work on a model that may be used during the short and much cherished hot season, but the guys from the sneaker store in Stockholm did really get going, being inspired – as they have avowed – by some industrial sweets they would swallow in abundance during their childhood. Indeed the outcome is quite sugary.
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SOLEBOX x REEBOK PUMP OMNI ZONE
Terza parte della collaborazione tra Solebox – punto di riferimento per gli sneakerhead berlinesi – e Reebok: al centro del progetto le Pump Omni Zone, enorme modello basket, icona della casa inglese. Hikmet Sugoer e compagni le ridisegnano usando soffice nubuck grigio per la tomaia, ma quello che fa la differenza sono i particolari: linguetta riflettente, rinforzi termoplastici che cambiano colore con la luce del sole, suola glow-in-the-dark. Effetti speciali. Third part of the collaboration between Solebox (a point of reference for the sneakerheads in Berlin) and Reebok: what the project puts at centre stage is the Pump Omni Zone, a huge basket model which is an icon for the company. Hikmet Sugoer and friends redesigned it using soft grey nubuck for the upper; but all the difference is made by the details – a reflecting tongue, thermoplastic reinforcements whose color changes contingent on the sun, and a glow-in-the-dark sole. These are special effect.
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SOLEBOX x REEBOK TWILIGHT ZONE PUMP
E le Twilight Zone? Hanno esattamente le stesse caratteristiche delle Omni Zone che potete ammirare nella pagina a fianco, ma gli accenti sulla tomaia in total grey sono azzurri invece che rossi. Elegantissime.
And what about the Twilight Zone? This model has exactly the same traits of the Omni Zone that you can admire in the following page, but the accents on the upper in total gray are sky-blue instead of red. Very elegant.
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COTTONOPOLIS x SPERRY TOP SIDER CVO
OiPolloi è uno degli shop inglesi più noti del mondo streetwear, e con il marchio di casa Cottonopolis si appresta a lanciare una collaborazione con gli americani di Sperry. Fedele al design originale introdotto nel corso degli anni Cinquanta, queste CVO sono riproposte con tomaia in canvas, interno in pelle e qualche dettaglio minimale che fa la differenza. Le colorazioni? Quintessenzialmente estive, perfette per la stagione. OiPolloi is one of the most famous English shops on the street-wear scene, and together with the brand Cottonopolis it’s ready to launch a collaboration with the American guys from Sperry. Faithful to the original design introduced during the Fifties, this CVO gets rereleased with canvas upper, leather lining, and some minimal detail which makes the difference. The colorings? Quintessentially fit for the hot season we are enjoying.
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PACKER SHOES x REEBOK KAMIKAZE II
“Remember the Alamo” è il sottotitolo dell’ennesima collaborazione firmata Reebok che vi presentiamo in questo numero: il riferimento è al celeberrimo AlamoDome di San Antonio, Texas, stadio in cui venne giocato l’All Star Game dell’NBA nell’ormai lontano 1996. Fu Michael Jordan, quella sera di febbraio, a condurre alla vittoria la squadra dell’eastern conference, che schierava tra le sue fila il fidato scudiero di Mr.Air, Scottie Pippen, ma anche centri colossali - in tutti i sensi - come Shaquille O’Neal e Pat Ewing. Queste Kamikaze II sono disponibili solo presso Packer Shoes, quindi per i collezionisti europei non c’è altra via che provare ad acquistarle tramite l’e-shop dello storico rivenditore del New Jersey. ‘Remember the Alamo’ is the subtitle of the umpteenth collaboration by Reebok that we present in this issue: the reference is to the very famous AlamoDome in San Antonio, Texas, the stadium where the NBA All Star Game took place in 1996. That night (it was February) Michael Jordan lead to win the team of the eastern conference, which included among its ranks the trustworthy equerry of Mr. Air, Scottie Pippen, as well as some giant (in all senses) midfielders such as Shaquille O’Neal and Pat Ewing. This Kamikaze II is available only at Packer Shoes, so for all European collectors there is no other way to get it than trying to buy a pair through the e-shop of the historic reseller in New Jersey.
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DEUS EX-MACHINA x CONVERSE FIRST STRING JACK PURCELL JOHNNY
I ragazzoni australiani di Deus Ex-Machina si occupano di motociclette: non nel senso che hanno aperto un’officina di riparazioni in quel di Brisbane o Sidney, ma nel senso che costruiscono custom bike meravigliose. Siccome amano anche il surf, e sono bravi in entrambe le discipline, sono diventati in breve tempo un punto di riferimento per la street culture mondiale. Così non stupisce che abbiano appena lanciato la loro prima collaborazione con un colosso dell’universo sneakers come Converse: due versioni delle Jack Purcell Johnny, con tomaie in heavyweight canvas e premium suede, occhielli metallici e dettagli a contrasto. The great Australian big boys from Deus Ex-Machina deal with motorcycles: not in the sense that they opened up a maintenance garage in Brisbane or Sidney, but in the sense that they enjoy assembling marvelous custom bikes. And since they also love surf and are good at both activities, they have become a reference point for the street culture at large. No wonder, then, if they have just launched their first collaboration with a giant (in the sneaker world) as Converse – two versions of the Jack Purcell Johnny, with upper in heavyweight canvas and premium suede, metal lace-holes and contrasting details.
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24 KILATES x SAUCONY SHADOW
Ai ragazzi dello sneakers shop di Barcellona 24 Kilates deve piacere molto la buona tavola: non molto tempo fa avevano proposto ad Asics una collaborazione ispirata allo storico sherry spagnolo Tio Pepe, oggi ne presentano una con Saucony che prende ispirazione da alcuni piatti tipici della cucina catalana che mixano assieme carne e pesce. Due versioni delle Shadow, entrambe caratterizzate da un mix di suede, nylon, mesh e pelle sulla tomaia. Certo, il “maremonti” non è un piatto per tutti, e neppure la colorazione di queste sneakers: a noi, ad esempio, risulta un po’ indigesta. The guys from the sneaker shop 24 Kilates (based in Barcelona) must appreciate good cuisine – not long ago they approached Asics with a collaboration inspired by the famous Spanish sherry Tio Pepe; today they release one with Saucony which is inspired by some typical dishes from the Catalan cuisine combining together meat and fish. Two versions of the Shadow, both characterized by a mix of suede, nylon, mesh, and leather for the upper. Admittedly, the dish called ‘maremonti’ isn’t fit for anyone, and the same holds for the coloring of these sneakers: we, for one, find it quite unpalatable.
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PALACE SKATEBOARDS x REEBOK CLASSIC LEATHER & WORKOUT
Palace è una skate company londinese che sta incontrando un enorme successo nel corso delle ultime stagioni: le sue t-shirt vanno esaurite - soprattutto, ovvio, nei negozi inglesi - pochi giorni dopo la distribuzione. Non stupisce dunque che sia stata coinvolta da Reebok in questo progetto collaborativo che prevede la realizzazione di un’intera collezione-capsula, al cui interno fanno bella mostra di sé due modelli classici della casa inglese: Classic Leather e Workout, le prime in nero, le seconde in bianco, entrambe con un aspetto ben più lussuoso del solito grazie alla tomaia in pelle premium di alta qualità. Palace is a skate company from London which is having a great success during the last seasons – a few days after being distributed their t-shirts are usually sold out (especially in the English shops). No wonder then if the company was involved by Reebok in this collaborative project which includes the realization of a whole capsule-collection, within which a couple of classic models from the English company make a fine showing: Classic Leather and Workout, the first in black, the second in white – both featuring a more sumptuous look than usual thanks to the upper in high quality premium leather.
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New Balance MRL996 25th Anniversary Special Edition
Quando arrivarono per la prima volta sugli scaffali, nel 1989, le New Balance 996 erano davvero all’avanguardia della tecnica, grazie a un mix di materiali perfetto e all’incorporazione di ritrovati tecnici che garantivano a quelle storiche runner il giusto mix di leggerezza, stabilità e ammortizzazione. Il 2014 segnerà il 25° anniversario del modello, e la casa americana ha deciso di dedicare al mercato estero più florido per il suo marchio, quello giapponese, quattro edizioni celebrative realizzate in collaborazione con altrettanti giganti del retail orientale: Beams, Beauty & Youth, Journal Standard e Tomorrowland. Le 996 saranno presentate nella versione aggiornata chiamata MRL, che prevede l’inserimento della tencologia RevLite nell’intersuola per un comfort ancora maggiore.
When the New Balance 996 first reached the shelves (back in 1989) its technology was really cutting-edge, thanks to a perfect combination of materials and the inclusion of technical devices that could grant those historical runner shoes the proper mix of lightness, stability and damping power. The 2014 will be the twenty-fifth anniversary of the model and the American company decided to dedicate four celebrative editions to the foreign market most favorable to them, the Japanese one, all realized as a collaboration with as many big retailers from the far East – Beams, Beauty & Youth, Journal Standard, and Tomorrowland. The 996 will be presented in the updated version called MRL – which is characterized by the insertion of the RevLite technology into the midsole to secure higher comfort. Sneakersmagazine
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Anche quest’anno con gli amici di FNG magazine (fngmagazine.com) ci siamo messi d’impegno per chiudere il 2013 con un Best Of come si deve sulle ginniche. Metà anno se n’è da poco andata ed ecco quindi i nostri parziali sulle uscite più hype del settore. Dall’1 Gennaio al 15 Giugno 2013, qui la nostra selezione delle migliori quindici (15) sneakers lanciate in questo periodo, presentate secondo un ordine puramente cronologico, con belle immagini e brevi commenti tecnici. (non è una classifica). Once again this year we made an effort with our friends from FNG magazine (fngmagazine.com) to turn the summer buoy by releasing a Best Of applied to the gym kicks. The first half of 2013 has gone and our partial evaluations on what were the most hype releases are ready. From 1st January to 15 June 2013 there are 15 sneakers that we selected as the best models launched during the period, and we present them below in purely chronological order, along with some beautiful images and brief technical notes (but it’s not a ranking).
New Balance Spring 2013 CM1600 ‘Elite Edition’
Air Jordan I Retro High OG Black / Varsity Royal
Released: January Why: Nessuna collaborazione o progetto speciale, solamente il ritorno su scala mondiale di un classico New Balance che per tanto tempo è stato confinato al Giappone. Un design classe 1994 riproposto al grande pubblico per la prima volta quest’anno, con makeup semplici e classici come piace alla vecchia gente quaggiù. Why: It’s not a collaboration or a special project, just the coming back (on a global scale) of a classic New Balance which has remained for quite a long confined to Japan. A typical 1994 design that this year for the first time was proposed anew to the public, featuring those simple and classic make-ups that the old people always cherished.
Released: February Why: Dura scegliere tra i migliori retro Jordan di questa prima parte del 2013 data la proliferazione di colorazioni originali e nuove trovate. La V ‘White/Fire Red’ poteva essere in cima alla lista ma la Air Jordan I ‘Royal’ meriterebbe di essere ricordata perchè è stata il primo remake di una colorazione OG con loghi Nike anzichè Jumpman23. C’è da spezzare poi un’altra lancia per materiali e costruzione, sopra la media rispetto a tanti (troppi?) retros Jordan. Why: Hard to choose among the best retro models released by Jordan in this first half of 2013 given the panoply of both original and new colorways proposed. The V White/ Fire Red could sit on top of the list but the Air Jordan I Royal deserves mention because it was the first remake of a OG coloring to exhibit logos Nike instead of Jumpman23. There is another blow to strike for the materials and construction, whose quality is above the average Jordan retros.
Air Jordan III Retro ’88 Released: February
Why: Più che un Retro Jordan da ricordare, un miraggio. Uno dei modelli più amati di sempre, che con la scusa di un anniversario molto particolare (il 25esimo di quella storica gara delle schiacciate in cui Michael Jordan indossava la scarpa), è stato riproposto per la prima volta in dieci anni con i loghi originali Nike e, diciamolo, attraverso uno dei migliori remake Jordan dal 1994 ad oggi. Un evento epico per i fans della serie, talmente epico da essere tenuto sotto controllo con quantità limitatissime, una distribuzione più esclusiva che mai e un prezzo maggiorato. Per chi le ha prese e per chi non è riuscito, ora la domanda è solo una: rifaranno altri modelli seguendo la stessa logica? Risposta, sì. Why: This is a mirage, rather than a retro Jordan to remember. One of the most beloved models ever was rereleased for the first time in the last ten years under the pretext of a very special anniversary – the 25th of the historical dunk match in which Michael Jordan would wear a scarf: the new release bears the original logos Nike and is one of the best remakes by Jordan since 1994. An epic event for the fans of the series, so epic as to be controlled through the release of only a limited number of pairs, a very exclusive distribution and an increased price. For those who managed to get a pair and those who didn’t the question is: will they remake some other models following the same method? The answer is yes.
Nigel Cabourn x Converse First String Capsule Collection
adidas Originals Archive Collection ZX 8000 OG Released: May Why: Fa strano scegliere per un “Best Of” un remake tanto spesso e allo stesso tempo praticamente passato inosservato, ma in fin dei conti è andata proprio così. E i presupposti ci sarebbero stati tutti: 25esimo anniversario del modello, colorazione storica, ottimo remake. E invece adidas ha deciso di concentrarsi su altre storie e anche questa volta la cara ZX8000 è tornata e se ne è andata senza aver avuto l’attenzione che si meritava. Why: It’s strange to include within a Best Of a remake that issued so many times, but always passed almost unnoticed– but that’s how things stand after all. And the reasons for this are extremely compelling: the 25th anniversary of the model, a historic coloring, a perfect remake. However, adidas decided to focus on other things and once again the beloved ZX8000 came and went without getting the attentions it deserved. 30
Sneakersmagazine
Released: April Why: Negli ultimi tempi Converse ha ingranato la quarta con la sua serie premium “First String” e anche se dall’inizio del 2013 di uscite ce ne sono state parecchie, questa collaborazione con il guru dei vestiti vintage / militari Nigel Cabourn vale la pena di entrare in classifica non solo per il valore “a tre zeri” del partner della collaborazione, ma anche per il risultato dell’esperimento che ha riportato sugli scaffali una delle più classiche e sottostimate versioni della Chuck Taylor, la Bosey, in nuovo makeup premium a base di tessuti originali Ventile. Why: Over the last months Converse has increased the speed through a series of premium First String. And even if there were many releases since the beginning of 2013, this collaboration with the guru of vintage / army clothing Nigel Cabourn is worth a place in the Best Of not only for the three digit value of the partner, but also for the outcome of the experiment which brought back on the shelves one of the most classic and underrated versions of the Chuck Taylor, the Bosey, in a new premium makeup based on original tissues by Ventile.
A Bathing Ape x Undefeated x adidas Consortium Capsule Collection Released: April Why: Secondo i ragazzi di Sneaker Freaker è la collabo dell’anno. Ed effettivamente unendo tre nomi come A Bathing Ape, Undefeated e adidas Consortium, almeno sulla carta, è senz’altro uno dei progetti più hype degli ultimi tempi. Motivo per il quale trova spazio all’interno della nostra top 15, perchè sul risultato finale della joint venture non siamo ancora del tutto convinti. Why: According to the guys from Sneaker
Freaker this is the collabo of the year. Indeed, joining together three names like A Bathing Ape, Undefeated, and adidas should produce (at least, potentially) one of the most hype project of the last years. Which is why we gave it a place within our top 15 – although we aren’t yet fully convinced about the final result of the joint venture. sic make-ups that the old people always cherished.
Reebok Spring 2013 Shaq Attaq Released: April Why: C’è voluto un po’ (paragonato a Nike, più o meno 10 anni) prima che Reebok si decidesse a riproporre alcuni dei suoi grandi classici basket primi ’90 ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Tra le uscite più significative di questa prima parte dell’anno non poteva quindi mancare la Shaq Attaq, prima signature-shoe di Saquille O’Neill introdotta tra il 1992 e il 1993 e riproposta per la prima volta in occasione del 20esimo anniversario. Why: It took quite a long time (compared to Nike, some 10 years, more or less) before Reebok decided to re-release some of their great basket classics from the early Nineties, but we finally made it. The most impressive releases of the first half of the year couldn’t help including the Shaq Attaq, first signature-shoe by Saquille O’Neil introduced between 1992 and 1993 and re-released for the first time on the occasion of the twentieth anniversary.
Nike Spring 2013 Air Huarache OG
Supreme x Vans Spring 2013 Capsule Collection
Nike SB Koston 2 – The Legend Grows
Nike Air Max OG VNTG vs Engineered Mesh Pack
Released: February Why: Uno dei design e dei modelli più rappresentativi del mitico running primi ’90 che, dopo tanto tempo e qualche discutibilissimo upgrade con suola Free o simili, è stato finalmente riproposto attraverso il design, i materiali e le colorazioni OG. La Air Huarache, un piccolo capolavoro di design classe 1991. Why: One of the designs and the models more representative of the mythical running of the early Eighties, after so much time and some very questionable upgrades with Free sole or the like, was finally rereleased through the OG design, materials and colorings. The Air Huarache is a small 1991 design masterpiece.
Released: March Why: Con ben due uscite a stagione ogni stagione, è difficile non citare nel “Best Of” almeno una delle collaborazioni tra Supreme e Vans. La prima dell’anno, quella primaverile, a nostro avviso è da ricordare non solo per la fine citazione a ‘Power, Corruption & Lies’, dei New Order, per i modelli classici e il buon risultato del matching, ma anche per aver dato seguito ad un’interessante serie di ripping, Nike SB in testa. Why: IIt’s impossible to fail to include in this
Released: March Why: Per tecnologia e battage mediatico, la Koston 2, seconda signature-shoe Nike SB del buon Eric Koston, è stata / è una delle scarpe da skate più hype di sempre. Un mix tra i principali sistemi e brevetti Nike per il running e le caratteristiche ideali di una skate-shoe, con un design tuttosommato originale e gradevole (sempre che non siate tra quelli che non possono vedere lo Swoosh), supportata da una campagna di comunicazione integrata da case-study universitario. Why: The Koston 2 (the second signature shoe Nike SB dedicated to the good Eric Koston) was and is one of the most hype skate shoes ever made – both in terms of technology and media campaign. A mix of the main systems and patents Nike for running and the ideal characters of a skate shoe, with a design that (all considered) is original and pleasurable (unless you are among those who can’t bear the Swoosh), supported by a communication campaign enriched by a university case-study.
Released: April
Best Of at least one of the collabos between Supreme and Vans given there are two issues every season. In our opinion the first of the year (the spring issue) deserves mention not only for the subtle reference to the New Order’s ‘Power, Corruption & Lies’(or for the classic models and the successful matching), but also for continuing an interesting series of ripping, Nike SB above all.
Why: Un tempo, se c’era all’orizzonte un nuovo remake Air Max, mesi e mesi (anni?) prima partivano da Nike Talk le prime immagini rubate con le scansioni dei cataloghi, che scatenavano il tam-tam tra i vari blog creando ansia e attesa tra i fans dei grandi classici Nike con l’aria al massimo. Questa stagione invece le hanno rifatte tutte in una botta sola, con i materiali, le colorazioni originali e persino con un leggero effetto vintage, cosa che a nostro (ma non solo nostro) avviso ha screditato e svalutato per sempre tutta la serie anzichè farne una “specie protetta” da giocarsi con calma e attenzione nel corso degli anni. Ad ogni modo, AM1, 90 e 180 OG è tanta roba. Why:In the past, when a new remake Air Max was forthcoming or even expected, the first pictures were stolen and diffused many months (or even years) in advance – and this would excite the tam tam among the bloggers and create anxiety and impatience among the fans and collectors of the great classics by Nike. This time, on the contrary, they reproduced and released all the models in one shot, including the materials, the original colorings and even a vintage effect – which in our opinion discredited and devalued the whole series instead of ‘protecting the species’ that we should handle with care in the coming years. In any case, the AM1, the 90, and the 180 OG is quite much.
so far solebox x Reebok Classic Leather 30th Anniversary
asics Spring 2013 Gel Saga II ‘Kill Bill’ Released: May Why: Bruce Lee , Quentin Tarantino e Uma Thurman, tutti insieme per una delle edizioni speciali retro-running asics più interessanti dell’anno. Un trionfo di citazioni cinematografiche e allo stesso tempo dell’heritage del brand giapponese. Se poi ci aggiungi un modello come la GEL SAGA, e una certa cura nei dettagli, a nostro avviso hai fatto centro, signor Onitsuka. Why: Bruce Lee, Quentin Tarantino, and Uma Thurman, all together to present one of the most interesting retro-running special editions by asics of the year. A triumph of movie citations and at the same time the heritage of the Japanese brand. If you consider that the model is the GEL SAGA, with the greatest care for details, we can only claim: you hit the mark, mister Onitsuka.
Released: May Why: Un po’ per tutto il progetto che celebra il 30esimo anniversario della Classic Leather (probabilmente, uno degli sneakers-progetti più rilevanti del 2013 per quanto rigaurda quantità e caratura dei vari partners) e un po’ per il makeup scelto da quei guru berlinesi capitanati dal grande Hikmet. Il makeup proposto da solebox per festeggiare il 30esimo compleanno del modello è stato uno dei più interessanti tra quelli della collezione celebrativa (sempre che non ce ne siano altri in arrivo) ed è super coerente con il background e l’immagine del noto sneakershop di Berlino. Why: In part for the project celebrating the 30th
anniversary of the Classic Leather (probably, one of the most relevant sneaker projects of 2013 when it comes to the number -and standing- of the partners) and in part for the make-up chosen by the Berliner gurus led by the great Hikmet. The make-up proposed by solebox to celebrate the 30th anniversary of the model was one of the most interesting within the celebrative collection (unless others are upcoming) and it’s much in keeping with the background and the image of the famous sneakershop from Berlin.
Saint Alfred x asics Gel Lyte III Released: June Why: Il turchese può piacere o non piacere, ma a prescindere dalla specifica palette scelta dai ragazzi di St. Alfred pensiamo che la loro GEL LYTE III sia caratterizzata da uno schema cromatico e un makeup originale e raffinato. Non male l’idea di dare più contrasto solamente al tallone giocando con due tonalità dello stesso colore e quantomeno inedita la colorazione dell’intersuola, accoppiata alla classica suola gum. Il mix di pigskin suede, nubuk e pelle mega-premium fa il resto. Why: You may like the turquoise or not, but independent of the particular palette chosen by the guys from St. Alfred, we think that their GEL LYTE III is characterized by an original and refined chromatic pattern and make-up. The idea of giving more contrast to the heel by using two different tones of the same color is not bad and it’s at least original the coloring of the midsole, coupled with the classic gum sole. The mix of pigskin suede, nubuck and hyper-premium leather crowns it all.
Supreme x Vans Summer 2013 Capsule Collection Released: June Why: Non tanto per i materiali o le colorazioni – tipicamente Supreme – ma per aver scavato ancora una volta negli archivi del brand e aver riportato sugli scaffali (quelli dei suoi monomarca) un mostro della cantina Vans come la Lampin aka Style #86. Cosa già successa qualche anno fa con la Mike Carroll, e che speriamo continui nel futuro prossimo con altri “Styles” Vans praticamente sconosciuti alle nuove generazioni. Why: Not so much for the materials or the coloring (typically Supreme) but rather for they have excavated once again in the brand’s archives and brought back on the shelves (of its flagship stores) a Vansblooded monster like the Lampin aka Style #86. Something along these lines had already happened a few years ago to the Mike Carroll – and we really hope it will happen again soon to some other Styles by Vans that the new generations don’t know. Sneakersmagazine
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mastermind japan X adidas Gazelle OG, Pro Model, Rivalry Hi, Superstar 80s, ZX 500, Country O: sono le protagoniste della collezione-capsula (tiratura limitatissima e cartellino stellare) realizzata da Adidas in collaborazione con il misterioso marchio giapponese Mastermind. “Misterioso” nel senso che per anni ha prodotto capi di streetwear posizionati in una fascia di prezzo pressoché inavvicinabile per il cliente medio e caratterizzati quasi esclusivamente dal logo con il teschio e le ossa incrociate. Poi, a sorpresa, poco tempo fa ha annunciato la chiusura. Eppure continua a sfornare collaborazioni e progetti speciali come se piovesse. Un mistero, appunto. L’unica cosa di cui possiamo essere sicuri è che questa collabo, uscita nel pieno dell’estate e che possiamo considerare “l’altra faccia della medaglia” rispetto alla linea disegnata da Jeremy Scott, è andata esaurita in pochi minuti: i modelli che ne fanno parte si trovano ora in vendita sul web, con prezzi che superano facilmente i 500 dollari. Gazelle OG, Pro Model, Rivalry Hi, Superstar 80s, ZX 500, Country O – these are the main characters in the capsule collection (a very limited edition and an astronomical price) realized by adidas as a collaboration with the mysterious Japanese brand Mastermind. By mysterious we mean that for some years they’ve been producing street wear on a price level almost unaffordable for the average customer and characterized (more than anything else) by the skull and cross bones logo. Then, a short time ago, they unexpectedly announced their closing. On the other hand, they are still going on making collaborations and special projects in abundance. As we said: a mystery. The only thing we can say is that this collabo (released in mid-summer and that we might call the other side of the moon when compared to the line designed by Jeremy Scott) was sold out in a few minutes – the models that make up this line are now available on the web, and their prices are well over 500 dollars. 32
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focus jordan
Air jordan VIII ‘PLAYOFFS’ Nel giugno appena trascorso, passato quasi inosservato alle nostre latitudini, cadeva il ventesimo anniversario di un evento piuttosto importante per il basket americano dell’era moderna: alla fine della stagione 1992-1993 i Chicago Bulls conquistavano il loro terzo titolo consecutivo (solo altri due team c’erano riusciti nella storia dell’NBA, Lakers e Celtics), portando a termine il cosiddetto “three-peat” che decretava ufficialmente il loro status di squadra più straordinaria degli anni Novanta. E pensare che sarebbe stato solo l’inizio... Ma questa è un’altra storia. Quella della stagione magica che portò al three-peat inizia invece a Cleveland, con una vittoria all’inizio della regular season, e si conclude con gara 6 dei playoff, giocata a Phoenix, in Arizona, contro i Suns di “Sir” Charles Barkley, che aveva avuto l’ardire di soffiare a Michael Jordan il titolo di MVP della stagione regolare. Ma si sa: sotto pressione i grandi campioni regalano il meglio al loro pubblico, e così fece Jordan, capace di trionfare nei playoff con statistiche mostruose e portarsi a casa il premio come miglior giocatore delle finali. Era - ovviamente - la terza volta consecutiva. Quello del 1993 fu il titolo più sofferto per la squadra di
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Chicago, e forse per questo motivo rimane tra quelli ricordati con maggiore affetto dai tifosi. Ma noi ce lo ricordiamo soprattutto per un altro motivo. Durante quelle NBA Finals, infatti, Jordan indossò l’ottavo modello disegnato da Tinker Hatfield per la linea di scarpe da basket che portavano il suo nome, in una colorazione 100% Bulls personalizzata dal numero 23 che svettava al centro del doppio strap incrociato che correva sopra la tomaia. L’elegante nubuck della tomaia, insieme ad alcuni particolari come la toppa in spugna sulla linguetta e soprattutto l’interno stampato che occhieggiava dal collare le resero subito un’icona tra gli appassionati. La popolarità del signor Air - arrivata all’apice appena prima dell’inaspettato ritiro che sarebbe arrivato di lì a poco, causato dalla morte violenta del padre - fece il resto. Da quei giorni di giugno, le Air Jordan VIII sono conosciute tra gli appassionati con il nomignolo di “playoffs”. Oggi il brand Jordan le riporta sugli scaffali, in una riproduzione che possiamo definire piuttosto fedele, al netto dell’inferiore qualità costruttiva e dei materiali, e soprattutto del colore della fettuccia dietro la caviglia: rosso nell’originale del 1993, nero nella versione 2013.
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focus jordan
Air jordan VIII ‘PLAYOFFS’ The month of June just gone (and we didn’t even notice it) was the twentieth anniversary of a quite important event for our modern American Basketball: at the end of the 1992-1993 season the Chicago Bulls won their third title in a row (in the history of NBA only two other teams – Lakers and Celtics – achieved the same result) and thus managed to accomplish the so-called three-peat which would establish in an official way their status as the most extraordinary team of the Nineties. Who would have guess it was only the beginning! But that’s another story. That magical season that culminated in the three-peat had started in Cleveland, with a victory inaugurating the regular season, and ended with the match 6 of playoff, which took place in Phoenix, Arizona, against the Suns of Sir Charles Barkley, who had the impudence to snatch Michael Jordan of the title of MVP of the regular season. But, as is well known, the great champions love to give their utmost to their public, and Jordan was no exception, so he won in the playoff by performing terrific results and so managed to bring home a prize as the best player during the finals. The 1993 title was the most hard-fought for the team from Chicago, and this may be why it remains among those victories that the fans recall with more passionate involvement. The reason for which we remember that event is quite another one. During those NBA finals, indeed, Jordan would wear the eighth model designed by Tinker Hatfield for the line of basketball shoes that would bear his name, featuring a coloring entirely linked to the Bulls and personalized by the number 23 standing out in the centre of the double, crossed strap which would surround the upper. The elegant nubuck of the upper, together with some details as the patch in sponge over the tongue and more importantly the printed lining peeping through the collar make this kick into an icon in the fans’ eyes. The popularity of mister Air (touching its highest levels slightly before the unexpected retirement that followed the violent death of his father) did the rest. Since that late June the Air Jordan VIII is famous among the fans under the nickname of playoffs. Today the brand Jordan is placing them on the shelves, issuing a remake that we can define quite true to the original, except for the inferior quality of materials and more importantly the color of the string behind the ankle – where the original 1993 model was red, the 2013 version is black. 36
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NIKE
LEBRON X ‘MVP’ Chi ha vinto le finali dell’NBA quest’anno? Bè, facile: la squadra più forte. In questo caso non è un modo di dire, però: i Miami Heat di Dwayne Wade, Chris Bosh e LeBron James hanno letteralmente asfaltato la concorrenza. Almeno fino alla serie finale, dove hanno faticato non poco contro i San Antonio Spurs... ma alla fine hanno vinto, e questo è quello che conta. Come conta - un bel po’ - il quarto titolo di MVP ottenuto da Lebron James nell’ultimo lustro, avvenimento che merita di essere festeggiato degnamente dal suo sponsor tecnico, Nike Basketball, che ha donato al gigante originario dell’Ohio dozzine di modelli dall’altissimo contenuto tecnologico, a partire dalle Air Zoom Generation del 2003 (diventate presto, per tutti, semplicemente le “LeBron I”). Le ultima della serie, però, sono davvero di un’altra categoria: le LeBron X sono infatti splendide basket, leggere, ammortizzate e stabili, che riescono nell’impresa di rimanere estremamente funzionali pur essendo rivoluzionarie dal punto di vista del design e dello stile. Dovevano essere loro, le sneakers celebrative dedicate ancora una volta al giocatore più forte dell’ultimo lustro. Così, ecco nascere un’edizione speciale delle Lebron X che porta orgogliosa un’etichetta custom sulla linguetta. La distribuzione è stata limitata a Stati Uniti e Cina: i collezionisti europei si sono già messi in caccia... 38
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Who won the NBA finals this year? Well, it’s easy – the strongest team. In this case, the trivial answer is not a mere facon de parler: the Miami Heat of Dwayne Wade, Chris Bosh, and LeBron James have literally overwhelmed the competitors. At least until the final series, where they had to work hard against the San Antonio Spurs – and in the end they won, and that’s it. Also much importantly, the fourth title of MVP won by Lebron James in the last five years is a fact that deserves to be aptly celebrated by his technical sponsor, Nike Basketball, which donated to the giant from Ohaio dozens models featuring very high technological content, starting with the 2003 Air Zoom Generation (which soon became – in anyone’s idiom – just the LeBron I). The last of the series, however, is really another category altogether. The LeBron X is indeed a marvelous basket model: its lightness, damping power, stability render it extremely functional while remaining revolutionary from the point of view of design and style. These are exactly the kind of sneakers that one should have imagined as a celebrative model to be dedicated to the most powerful player of the last half decade. So this is how a special edition of the LeBron X was born – a kick that beside the amazing pattern of the upper exhibits – quite proudly – a custom label on the tongue. The distribution is limited to the US and China: European collectors, be free to go hunting. Sneakersmagazine
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WTAPS X
VANS VAULT Dopo diversi progetti collaborativi portati a termine nel corso delle ultime stagione, l’estate 2013 ha visto lanciare sul mercato una vera e propra collezione-capsula di modelli storici della linea Vans Vault ridisegnati dal fondatore e direttore creativo del brand giapponese Wtaps. Tetsu Nishiyama è noto al grande pubblico per essere il più grande profeta dell’abbigliamento di ispirazione militare nel mondo streetwear, un designer che riesce a rendere di facile utilizzo quotidiano - e soprattutto, estremamente lussuosi - capi pensati per l’uso in situazioni estreme come quelli destinati ai soldati. Così non stupisce che le OG Sk8-Hi LX, OG Slip-On LX e OG Chukka LX che fanno parte di questa collezione (ogni modello arriva sugli scaffali in due colorazioni, per un totale di sei sneakers) siano caratterizzate da suede e canvas deluxe, alta qualità costruttiva e piccoli particolari ispirati al mondo militare, come le etichette custom che fanno bella mostra di sé sulla tomaia. Minimali ed estremamente eleganti: difficile che qualcuno possa pensare di usarle per andare in skate.
After various collaborative projects accomplished during the last seasons, this summer 2013 witnessed the launch on the market of a real capsule collection of some historical models of the line Vans Vault reinterpreted by the founder and creative director of the Japanese brand Wtaps. Tetsu Nishiyama is known by the public as the greatest prophet of all clothing which is army inspired in the street wear world, a designer capable of rendering quite easy (and extremely luxurious) clothes that were originally designed to be used in extreme conditions like the suits used by soldiers. So it’s no surprise that the OG Sk8-Hi LX, the OG Slip-On LX, and the OG Chukka LX that are part of this collection (all models got on the shelves in two different colorings, thus totaling six sneakers) are characterized by suede and deluxe canvas, high quality and small details inspired by the military world, like the custom labels that make a fine showing over the upper. Minimal and extremely elegant – unlikely that one might imagine using them to skate. 40
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SAINT ALFRED X ASICS
GEL LYTE III
Asics continua a seguire la strada tracciata nelle scorse stagioni: collaborazioni, collaborazioni, collaborazioni. Nell’ultimo scorcio di estate la casa giapponese sta infatti lanciando tre modelli classici rivisitati da altrettanti sneakers shop, punti di riferimento per alcune delle maggiori città degli Stati Uniti. I primi a esibirsi in questo esercizio di stile sono i ragazzi della boutique di Chicago Saint Alfred, che hanno deciso di ridisegnare le celeberrime Gel Lyte III (difficile aspettarsi una scelta diversa, vista l’ossessione che gli sneaker freak sembrano avere nei confronti di quelle icone running): il team creativo guidato da Joe Schaefer aveva il compito di realizzare un’edizione ispirata alla città capitale del Michigan, e hanno preso ispirazione dall’ambiente naturale che circonda la metropoli soprannominata Windy City. Così, ecco una tomaia in grigio-azzurro tono su tono, a ricordare le acque scure del gigantesco lago Michigan, interrotte dalla terraferma rappresentata dall’intersuola beige. Il risultato, al di là della metafora visiva francamente molto semplice, è davvero elegante, e ha già attirato l’attenzione dei collezionisti. 42
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Asics goes on treading the very same road marked over the recent seasons: collaborations, collaborations, and collaborations. During the last part of this summer the Japanese company is launching three classical models reinterpreted by three sneaker shops, whose role is that of reference points located in some major towns of the United States. The first who performed this exercise of style were the guys from the Saint Alfred boutique in Chicago, who decided to reshape the very famous Gel Lyte III (it was hard to expect something different than that, given the obsession driving all sneaker freaks towards those icons of running): the creative team led by Joe Schaefer had to realize a special edition inspired by the capital of Michigan, and they took the natural context surrounding the metropolis nicknamed Windy City as their starting point. So here is a upper greysky blue (ton-sur-ton) reminiscent of the dark waters of the immense Michigan lake, interrupted by the dry land of the beige midsole. The outcome, beside this quite simple visual metaphor, is really elegant, and it already draw the collectors’ attention onto itself. Sneakersmagazine
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la presentazione delle nike Camo alla Seek Exhibition a Berlino
NIKE AIR MAX
CAMO COLLECTION Abbiamo parlato spesso di stampe camouflage sulle pagine del nostro giornale: quei pattern originariamente ideati per nascondere i soldati sui campi di battaglia sono diventati col tempo - interessante capovolgimento - un modo per farsi notare nelle grandi metropoli, da quando le strade dello streetwear e dell’abbigliamento militare si sono incrociate per la prima volta, e le subculture giovanili si sono appropriate di quella stampa multicolore. Nel corso dell’ultimo lustro, però, l’onnipresenza delle stampe camouflage ha quasi raggiunto il limite di saturazione: difficile, camminando per le vie di città grandi e piccole, incontrare persone sotto i trent’anni (e spesso anche sopra, a dire il vero) che non portino addosso almeno una macchia di camo. Eppure il trend non sembra ancora volersi fermare, come dimostra l’ultimo progetto speciale di un colosso del mondo sneakers come Nike: il marchio americano, dopo il successo ottenuto con le Air Force 1 camouflage disegnate dai newyorchesi di Supreme, ha presentato al mercato un’intera collezione-capsula caratterizzata da quella stampa allover. L’obbiettivo, nelle parole dell’azienda, è “ringraziare i paesi che hanno decretato il successo dei modelli Air Max”. Come? Con una serie di modelli classici presentati nella versione più all’avanguardia - cioè quella caratterizzata dalla costruzione Hyperfuse - e ricoperti di pattern camo provenienti proprio dagli eserciti nazionali dei singoli paesi, vale a dire Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone e Germania. Della collezione fanno parte Air Max 1, Air Max 90, Air Max BW, Air Max 95 e Air Max 97. Le più belle? A noi piacciono molto le Air Max 1 “tedesche”, ma ovviamente dalle nostre parti non passeranno inosservate le italiche Air Max 97. Distribuite solo attraverso gli account Nike Stadium, potrebbero essere già esaurite quando leggerete queste righe. 44
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NIKE AIR MAX
CAMO COLLECTION We often talked about camouflage prints on the pages of our magazine. Over time those pattern that were originally designed to hide soldiers on the battle fields have become (through an interesting reversal) a way to draw attention to oneself in the context of our modern metropolitan lives. This happened when the street wear and the army clothing came to meet for the first time and the young subcultures took possession of that multicolored pattern. Over the last decade, however, the ubiquity of the camo prints has reached a too high degree of saturation – it’s very hard, as you walk down the streets of your (huge o small) town, meeting people that are less (or even more!) than 30 y-o who fail to wear at least a camo spot somewhere. And the trend doesn’t seem to become less popular, as testified by the latest special project by such a giant of the sneaker world as Nike – the American brand, after the success of the Air Force 1 camouflage designed by the New Yorkers from Supreme, launched a whole capsule-collection on the market, characterized by being printed all over by that pattern. The goal – as the company stated – was to ‘thank those countries that have determined the success of the Air Max’. How? Through a series of classic models presented in the most cutting-edge version, that is, the one characterized by the Hyperfuse construction and covered by a camo pattern coming from the national armies of various countries, including France, UK, Italy, Japan, and Germany. The collection includes the Air Max 1, the Air Max 90, the Air Max BW, the Air Max 95 and the Air Max 97. What’s our favorite? We like very much the German Air Max 1 but of course where we live the Italian Air Max 97 won’t pass unnoticed. They are distributed only through the Nike Stadium accounts, but they might even be sold out as you read these lines.
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GAS
ROCK
Quella in arrivo sugli scaffali per l’Autunno/Inverno 2013/2014 è la sesta collezione di calzature prodotta da quando il marchio Gas ha allargato il suo raggio d’azione al segmento footwear: un segnale di continuità che riflette l’apprezzamento del mercato mainstream per la proposta della casa italiana, contraddistinta dall’approccio elegante della collezione maschile e da quello romantico e mai aggressivo della collezione femminile. Il catalogo Gas Footwear si compone di 3 linee, dedicate rispettivamente allo stile casual, al cosiddetto “dressy” urbano e allo stile ibrido che rappresenta un futuro fatto di contaminazioni. Tra i molti modelli prodotti, le Rock sembrano riflettere perfettamente la filosofia Gas: un approccio che parte da una base conosciuta - in questo caso, una silhouette da basket high top classica della tradizione americana - e la customizza con particolari come la zip laterale con pull oversize (che tra l’altro rende senza dubbio più facile la calzata) e l’inserto traslucido sul lato della caviglia con il double rainbow, il logo di Gas, che ha reso il marchio famoso in tutto il mondo. Pelle nera per la tomaia, ovviamente: esiste un colore più rock del nero?
The collection that’s coming out this fall-winter 2013-2014 is the sixth collection of shoes since the brand Gas expanded its range of action to include the footwear sector: a sign of continuity that reflects the positive sentiment the mainstream market harbors towards the Italian company’s proposal, marked by the elegant approach of the collection for man and the romantic and nonaggressive stance of the collection for woman. The catalogue Gas Footwear is composed of three lines, dedicated respectively to the casual style, the so-called urban ‘dressy’, and the hybrid style representing a future replete with contaminations. Among the models being released, the Rock seems to reflect with the utmost care Gas’ philosophy: an approach that takes a known basis (in this case, a classic high top basket silhouette from the American tradition) and then customizes it through details like the lateral zip with oversize pull (that, by the way, makes it easier to wear it) and a shiny insert on the side of the ankle with the double rainbow, the Gas logo, that has made the brand famous all over the world. Black leather for the upper: does anyone know of a color which is more rock than black? 48
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VIBRAM
VYBRID
Il know how maturato grazie allo sviluppo delle calzature a cinque dita Vibram FiveFingers è la base su cui sono state costruite le nuove Vybrid, caratterizzate come le FiveFingers dal design a dita separate che permette il libero movimento del piede, ma anche da un leggero drop nell’avampiede per incrementare il grip nell’area delle dita e facilitare la flessione naturale, dallo shank anatomico semirigido che aiuta a supportare l’arco plantare, dal tacco pronunciato per proteggere e supportare il piede, dall’intersuola sottile e morbida in EVA. La suola naturalmente è in gomma ultra-performante, garantita dall’esperienza del marchio varesino che produce oggi circa 35 milioni di suole l’anno, destinate a oltre mille aziende committenti in 120 paesi. Un’eccellenza italiana con salde radici nel nostro paese, filiali negli Stati Uniti, in Brasile e in Giappone, e un futuristico centro di ricerca e sviluppo costruito nel 2009 in Cina, a Canton. 41.000 metri quadri in cui vengono condotti maniacali test di laboratorio sui modelli Vibram, a cui seguono sempre periodi di prova sul campo, grazie a una rete di oltre cento atleti di livello internazionale. A quasi ottant’anni dalla nascita, insomma, Vibram è ancora all’avanguardia della tecnica, e raccoglie interesse e apprezzamenti continui da parte dei consumatori. Siamo certi che le Vybrid, con il loro portato rivoluzionario, continueranno questa tradizione. The know-how developed through the introduction of the FiveFingers shoes by Vibram is the basis over which the new Vybrid were built, being characterized (like the FiveFingers) by a design with detached fingers that let the foot move freely. There are other features that are worth describing: a slight drop in the forefoot to enhance the grip in the fingers area and facilitate the natural flexion; the semi-rigid anatomic shank that helps underpin the arch of the foot; a thick heel to protect and support the foot; a thin and soft midsole in EVA. The sole is in ultra-performing rubber, warranted by the experience of the brand which currently produces 35 million soles every year, for the sake of a thousand companies from 120 countries. An Italian excellence deeply rooted in our country, with branches in the US, Brazil, and Japan, and a futuristic research and development dept founded in 2009 in Canton, China. The office measures 41 thousand sq. meters where some manic lab experiments are being performed on many models by Vibram, always followed by long lasting tests on field, thanks to a net of more than a hundred international athletes. To sum up: almost eighty years after its foundation, Vibram is still developing cutting-edge technology, and that draws the attention and appreciation of many customers. We are pretty sure that the Vybrid, with their revolutionary thrust, will honor this tradition.
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hummel
TEN STAR OILED
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“Hummel” in tedesco significa “bombo”, insetto così poco aerodinamico che tecnicamente non potrebbe volare. Eppure, lo fa, sconfiggendo in qualche modo i limiti naturali: l’idea piaceva molto al giovane calzaturiere Albert Messmer, che nel lontano 1923 fondò in Germania il marchio Hummel. L’idea iniziale era di produrre scarpe da calcio che montassero chiodi sotto le scarpe, per offire più tenuta e controllo ai giocatori: successo immediato, che continua negli anni successivi e tocca l’apice tra Settanta e Ottanta, stagione in Hummel sponsorizzava Real Madrid, Sporting Lisbona, Udinese Calcio, Hellas Verona. Dopo un momento di crisi, è arrivato il rilancio di fine anni Novanta, periodo in cui la casa tedesca ha iniziato a riproporre i modelli classici dei suoi cataloghi. In arrivo sugli scaffali ci sono ad esempio le Ten Star in versione Oiled e hi-top: una classica silhouette da pallamano con tomaia in suede; e in più, i tipici tocchi di stile Hummel. Una leggenda europea.
In German Hummel means bumble-bee, an insect which is so poorly aerodynamic that it couldn’t really fly, technically speaking. Yet, it does, somehow overcoming its natural limitations. Discovering this paradox impressed the young shoemaker Albert Messmer, who founded in Germany the brand Hummel back in 1923. His original project was producing soccer shoes which could house iron nails under the sole, to offer the player more grip and control: an immediate success, which lasted for long and culminated during the Seventies and Eighties, a period in which Hummel was the sponsor of Real Madrid, Sporting Lisbona, Udinese Calcio, Hellas Verona. After a period of crisis, the re-launch arrived in the late Nineties, when the German company started anew proposing classic models taken from its catalogue. A model which is forthcoming on the shelves is, for example, the Ten Star in a Oiled and hi-top version: a classic handball silhouette featuring suede upper; plus the typical Hummel hints. A European legend.
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Questa piccola rivoluzione in casa Onitsuka Tiger, che vedremo sugli scaffali dei negozi il prossimo inverno, prende il nome dal designer che l’ha progettata: Harold Harandia, professionista nato a Pasadena, California, e attualmente stabilito in quel di Asmterdam. Di lui sentiremo sicuramente parlare ancora nel futuro, visto che non è uso comune da parte delle grandi aziende del mondo sneakers, portare allo scoperto le persone che stanno “dietro” il prodotto. Ma torniamo alle scarpe: piccola rivoluzione, si è detto. Già, per la prima volta infatti un modello con il marchio Onitsuka Tiger sarà dotato di sistema GEL per l’ammortizzazione dell’intersuola, aumentando così enormemente il comfort. Anche il design della tomaia (in suede o nylon) è degno di nota: la punta asimmetrica e l’allacciatura irregolare conferiscono infatti a questo modello un aspetto molto contemporaneo. La presenza della scritta Onitsuka Tiger in Giapponese, per la prima volta posizionata all’interno di un paio di scarpe del brand giapponese, potrebbe invece incuriosire i collezionisti... Le Harandia saranno disponibili in ben otto varianti colore, neutre e luminose. 54
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ONITSUKA TIGER
HARANDIA
This small revolution from Onitsuka Tiger (which we’ll see on the shop selves next winter) takes its name from the designer who invented it, Harold Harandia, a professional born in Pasadena, California and currently living in Amsterdam. We are going to hear a lot of things about him in the future, given that the great brands of sneaker world don’t tend to expose too much the persons whose work is behind the product they sell. As for the shoes, they represent (as we said) a small revolution. Indeed, for the first time a model bearing the brand Onitsuka Tiger will be endowed with a GEL system to increase the damping power of the midsole, thus enormously enhancing the comfort. Also remarkable is the upper’s design (which may be in suede or nylon): the asymmetric tip and the irregular lacing system confer this model a non-contemporary look. The presence of the inscription Onitsuka Tiger in Japanese (that’s the first time that the Japanese brand puts this label a on a pair of shoes) will surely excite the collectors’ curiosity. The Harandia will be available in eight coloways, from neutral to bright. Sneakersmagazine
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fred perry
ross canvas La corona di alloro, costruita intrecciando i ramoscelli della pianta del lauro, è segno di vittoria sin dai tempi dell’antica Roma. Non stupisce certo che Frederick John Perry l’abbia scelta come simbolo della sua linea di abbigliamento da tennis, quando dominava i campi (compreso quello centrale di Wimbledon, sul quale conquistò il torneo più prestigioso al mondo nel 1936) nel corso degli anni Trenta. Curiosamente, furono proprio due grandi giocatori di quegli anni a fondare i due marchi che rimangono i più noti e popolari nel settore dell’abbigliamento sportivo europeo ancora oggi: René Lacoste e Fred Perry, appunto. Come dire che, almeno sui campi da tennis, l’eleganza di quei tempi rimane insuperata. Anche se il pezzo fondamentale della tradizione Fred Perry rimane la polo, nel corso degli ultimi anni l’azienda inglese (pur se attualmente di proprieta del colosso giapponese Hit Union, gli uffici continuano ad essere stabilmente a Londra) si è lanciata con notevole profitto nel mondo del footwear: attraverso modelli caratterizzati da linee semplici ed eleganti, ha finito per ampliare notevolmente il suo pubblico. Le Ross sono un esempio perfetto di questa tendenza, con tomaia in canvas monocroma e corona d’alloro ricamata a contrasto. The laurel wreath, made of intertwined laurel sprigs, is a symbol of victory since the ancient Roman empire. It should be no surprise, then, if Frederick John Perry chose it as the logo of his tennis wear collection during the Thirties, when he ruled over the fields (including the central field in Wimbledon, over which he won the most renowned tournament over the world in 1936). Strangely enough, it was the two then greatest players who founded the two brands that are still the best known and the most popular in the European sportswear sector – that is, René Lacoste and Fred Perry. Which is to say that the standard of elegance existing back then is still unequalled – at least on the tennis fields. Even if the central item in Fred Perry’s tradition is the button-neck sweater, over the years the English company (for although the owner is the Japanese giant Hit Union, the main office is firmly rooted in London) entered successfully in the footwear world: thanks to models characterized by simple and elegant shapes, the firm managed to widely expand its public. The Ross is a perfect example of such a tendency, exhibiting a upper in monochrome canvas and a contrasting embroidery portraying a laurel wreath.
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diadora history
Tremano quasi le gambe, quando ci si confronta con la storia di un marchio tanto carico di gloria, di un’icona italiana nel mondo. Diadora è questo e molto di più. E pensare che, come spesso capita, tutto è iniziato con la massima semplicità: un uomo e una donna, un artigiano e sua moglie, terminata finalmente la guerra, si mettono al lavoro. Fanno scarpe, Marcello Danieli e sua moglie, nel lontano 1948. Parlano il dialetto del paese, Caerano San Marco in provincia di Treviso: diverso dagli altri, anche da quello di Montebelluna che pure dista appena pochi passi. Ma le scarpe prodotte dai Danieli superano ogni confine linguistico: la voce corre, prima attraverso il veneto, poi in tutta l’Italia, che si stava rimettendo in piedi dopo aver subito i danni sociali ed economici che ogni conflitto porta con sé. Così quella che all’inizio era solo una bottega artigiana si stava trasformando in un’azienda. C’era solo bisogno di un nome. Danieli aveva pensato a qualcosa di classico: siamo famosi per le scarpe da montagna? Allora, ci chiameremo Monte Grappa, così da legare il nostro prodotto e la nostra terra. Ma poi qualcuno gli fece cambiare idea: fu un rappresentante, il signor Colussi, a proporre Diadora, antico nome di Zara, la città dalmata in cui era nato, e da cui era dovuto fuggire durante la guerra, profugo, verso l’Italia. Fu amore a prima vista: il nome era scelto, e mai sarebbe stato cambiato. Con il senno di poi, possiamo dire che portò bene: il mezzo secolo successivo fu una cavalcata trionfale, che portò quella che era solo una piccola attività familiare a diventare una multinazionale della scarpa sportiva. Unico momento buio, l’incendio 58
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che colpì la fabbrica nel 1978, in una calda giornata di luglio: “Adesso il tennista Borg è senza scarpe”, titolarono i giornali. Ma il grande campione svedese non rimase a piedi scalzi: l’azienda si rialzò, e dopo Björn Borg vestì Ingemar Stenmark, Gianni Bugno, Gelindo Bordin, Roberto Baggio... L’elenco di campioni è semplicemente sterminato, un pantheon di eroi dello sport che hanno fatto affidamento sulle sneakers Diadora, sempre caratterizzate dall’alta qualità costruttiva, anche dentro e dopo l’era industriale. Soprattutto, elegantissime. Ci sarebbe ancora molto da dire (e molti nomi di grandi sportivi da fare), ma ci sembra giusto chiudere questo piccolo e lacunoso riassunto ricordando l’ennesima nemesi di un marchio e di un azienda che grazie a un’altra grande famiglia, i Moretti Polegato, ha recuperato la passione e l’animo combattivo delle origini. Controllata dalla L.I.R. Finanziaria, che fa capo al fondatore di Geox, è presente oggi in olte 70 Paesi nel mondo. In questi tempi in cui storici marchi italiani vengono acquistati da aziende straniere che non sempre ne capiscono il vero valore, è una garanzia in più. Ma quello che davvero garantisce il consumatore, è semplicemente il prodotto: Diadora rimane concentrata sullo sport e sulla performance, con linee dedicate al tennis, al calcio, al running e al ciclismo, ma ha aggiunto alle sue collezioni una linea Heritage, che propone remake di modelli storici con attenzione al dettaglio e stile inimitabile. Keep up the good work, direbbero gli americani: ma nel caso di un brand come Diadora, non c’è neppure bisogno di dirlo.
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diadora history
When one meditates on the history of such a glorious brand (being an Italian icon in the world), one may feel his legs trembling. Diadora is like this, and even more. And notice that everything started off (as is often the case) with the utmost simplicity – a man and a woman, an artisan and his wife, when the war ended, started an activity: making shoes – for that’s what Marcello Danieli and his wife have been doing since 1948. They speak in the dialect of their village, Caerano San Marco, in the province of Treviso, which is different from any other, including the one used in Montebelluna, few kilometers away. But their shoes cross whatever frontier – it is rumored (from the Region Veneto to the rest of Italy) that the firm was back on its feet, after suffering the social and economic damage that all conflicts bring about. Thus the original craftsman’s studio became a factory. He needed a good name. Danieli was tempted by something classic – aren’t we famous for mountain shoes? So our name should be Monte Grappa, tying our product to our land. But then a business agent, mister Colussi, came to change his mind and proposed the name of Diadora – the old name of Zara, the Dalmatian city where he was born, and from which 60
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he had to flew during the war, reaching Italy as a refugee. It was love at first sight: the name was chosen – and it never changed. In retrospect, we can say that it brought luck: the ensuing half century was like making a brief triumphal ride, changing a family activity into a sport shoes multinational. A dark moment was the fire which hit the factory in 1978, a hot day of July: ‘Now Borg is barefooted’ went the newspapers’ headlines. But the great Swedish champion didn’t walk barefoot – the company rose again and, after Björn Borg, had many other testimonials: Ingemar Stenmark, Gianni Bugno, Gelindo Bordin, Roberto Baggio and others. The list of champions is limitless, a pantheon of sport heroes who relied on the sneakers Diadora, always characterized by their high quality (both during and after the industrial age) and, more importantly, their elegance. There would be plenty of stories to tell (and a great many athletes to mention), but we prefer to conclude this brief summary by recalling yet another nemesis of a brand and a company that thanks to another big family, Moretti Polegato, has recovered the passion and fighting spirit of its origins. Controlled by L.I.R. Finanziaria, which depends on the founder of Geox, is present today in 70 countries around the world. In these times when historical Italian brands are bought by foreign companies that they do not always understand the true value, it is an additional guarantee. But what really guarantees the consumer, is simply the product: Diadora remains focused on sports and performances, with dedicated lines, tennis, football, running and cycling, but added to his collection a Heritage line, which proposes remake of historical models with attention to detail and incomparable style. Keep up the good work, the Americans would say: but in the case of a brand like Diadora, there is no need to say it.
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DIADORA
MAGIC COLOR Il 1986 è stato un anno dorato per il design Diadora: mentre il reparto calcio vestiva la nazionale azzurra campione del mondo (e purtroppo destinata a essere buttata fuori dal mundial messicano dalla Francia di Platini), il settore running sfornava a ripetizione splendidi modelli dotati della tecnologia Impact Control nell’intersuola. E il basket? Bè, l’azienda che sponsorizzava importanti squadre di Serie A come la Banco di Roma Virtus non poteva certo rimanere a guardare i grandi marchi americani: dunque, i designer di Caerano San Marco crearono le Magic Color, hi-top caratterizzate - come recita il catalogo dell’epoca - da “tomaia in pelle, collarino di protezione cavigliare imbottito e foderato in surfoam, confortevole al piede nella calzata. Rinforzi di contenimento nei punti di maggior sforzo tangenziale, sottopiede in rubbersponge. Intersuola in rubberfoam antishock con talloniera in noene assorbente di energia negativa.” Sneakers all’avanguardia per i tempi, mai oggetto di remake fino a oggi: arriveranno infatti sugli scaffali a settembre, con la loro linea inconfondibile e un mix di materiali che promette di essere fedele fino in fondo a quello del modello originale. Un modello retro in edizione limitata, distribuito in un pugno di selezionati sneakers shop in tutto il mondo.
1986 was a golden year for Diadora’s design. While the soccer department was dressing the Italian national team that had won the world cup four years before (and that in Mexico’s mundial was eliminated by Platini’s France), the running sector was continuously churning out marvelous models equipped with the Impact Control technology in the midsole. How about basketball? Well, the company who was sponsoring some great Serie A teams like Banco di Roma Virtus couldn’t stand and watch the great American brands: so the designers from Caerano San Marco invented the Magic Color, a hi-top model characterized (as the original catalogue reads) by ‘a leather upper, a padded and surfoam-lined collar to protect the ankle and give comfort to the foot. Containment reinforcements on those parts where tangential effort is higher, foot-strap in rubbersponge. Midsole in anti-shock rubberfoam with neone heel to absorb the negative energy’. A cutting-edge sneaker for those days, that until now was never the target of a remake: it will reach the shelves next September, with its unmistakable line and a mix of materials that claims to be faithful to the original fabrics. A retro model on very limited edition, distributed in a bunch of selected sneaker shops over the world. 62
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OFWGKTA X VANS SYNDICATE
OLD SKOOL PRO S
Da quando Tyler the Creator e i suoi soci della crew Odd Future Wolf Gang Kill Them All sono diventati un punto di riferimento della street culture mondiale, si sono anche trasformati nei più noti alfieri dei due brand che hanno sempre vestito, sin dai primi passi sulle strade di New York: Supreme e Vans. Così, non stupisce che queste affinità elettive si trasformino in veri e propri progetti collaborativi: è successo con Vans, e il risultato sono ben quattro paia di Old Skool - nella versione moderna e “tecnologicamente corretta” chiamata Pro S - con tomaia monocroma in suede e suola in gomma, uscite all’interna della linea premium Syndicate. Naturalmente, non mancano ricami e stampe custom su controtallone e soletta. Since the very moment in which Tyler the Creator and his colleagues from the crew Odd Future Wolf Gang Kill Them All have become a point of reference of the world street culture, they also turned into the most famous standard bearers of the two brands they would always wear (since the beginning) in the streets of New York: Supreme and Vans. It’s no surprise that these elective affinities have become a real collaborative project: it happened with Vans, and the outcome is four pairs of Old Skool (in the modern and ‘technologically correct’ version called Pro S) featuring suede monochrome upper and rubber sole – released within the premium line Syndicate. The model has all the frills and custom prints on the heel and the insole. 64
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focus skate
ETNIES STI EVOLUTION FOAM Pierre André Senizergues è un ex skater professionista, divenuto da molti anni un imprenditore di successo: ha fatto il salto dalla strada agli affari continuando a inseguire la sua passione, e oggi la sua azienda veste gli skater dalla testa ai piedi. Emerica, Altamont e soprattutto Etnies sono tre dei marchi di proprietà della sua Sole Technologies, che nonostante i successi raccolti non sembra affatto volersi fermare, e continua a spingere forte su ricerca e sviluppo. L’ultimo ritorvato tecnico uscito dai laboratori del Sole Technologies Institute (nome ironico, ma solo fino a un certo punto) si chiama STI Evolution Foam: titolo impegnativo, dietro cui si nasconde una schiuma ultra-ammortizzante, ultra-leggera e ultra-resistente. Detta così, non sembra poco. In più, si tratta di un materiale con notevole memoria di forma - per cui non si appiattirà neanche dopo le cadute più rovinose - e resistente alle abrasioni almeno quanto la gomma pesante usata finora per proteggere le suole delle scarpe da skate. La nuova schiuma Evolution è stata implementata nella costruzione delle suole di molti modelli del marchio Etnies, che stanno arrivando sugli scaffali proprio mentre leggete queste righe. Finalmente, in un periodo in cui le novità tecnologiche sembravano latitare dal settore skate, sembra profilarsi all’orizzonte l’arrivo di un concorrente con le carte in regola per sfidare Nike SB e la sua schiuma Lunarlon. 66
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focus skate
ETNIES STI EVOLUTION FOAM Pierre André Senizergues is a former professional skater who has become since long a successful businessman: he made a step up the ladder from the street to business while retaining his passions, and today his company provides all skaters with clothes and accessories. Emerica, Altamont and above all Etnies are three of the brands belonging with his Sole Technologies, which despite the success enjoyed doesn’t seem to be ready to pause, and keeps on investing on research and development. The latest technical finding released by the lab at the Sole Technologies Institute (a tonguein-cheek name, but only up to a point) is called STI Evolution Foam – a quite demanding name for a ultra-damping, ultra-lightweight, and ultraresistant foam. This being the case, it wouldn’t seem peanuts. Even more importantly, this material has a powerful shape memory (so it won’t get flat after the most ruinous falls) and is equally capable of resisting the abrasions as was the solid rubber that was used until recently to protect the sole in many skate shoes. The new foam Evolution was implemented in the making of the soles of many models by the brand Etnies – models which are coming out on the shelves as you read these words. After a period in which the technological innovations seemed to elude the skate world, we are finally witnessing the advent of a competitor with its paper in order to challenge Nike SB and the Lunarlon foam.
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ADIDAS SKATEBOARDING
GONZ PRO
“Va’, ragazzo, e divertiti”. Mark Gonzales sembra voler dire qualcosa del genere a ogni skater della nuova generazione, con il suo primo Pro Model ufficiale realizzato insieme a adidas Skateboarding. Vero, non è la prima volta che Gonzales sfreccia sulla tavola indossando sneakers con le tre strisce sul lato: ma nei casi precedenti si trattava di modelli storici della casa tedesca, “adattati” all’uso skate, stavolta invece siamo davanti a qualcosa di inedito e diverso. Tomaia costruita con una pezza di tessuto unica, senza cuciture, e suola vulcanizzata: un look semplice, quasi minimale, non fosse per la colorazione estrema bianca/rossa/blu, una delle due disponibili al lancio di questo nuovo modello. Notevole il particolare dell’inserto elasticizzato sul collare - preso di peso dalle classiche Vans Slip-On - che rende estremamente agevole la calzata e permette di non preoccuparsi troppo dei lacci. 70
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Go ahead boy, and have fun! That’s what Mark Gonzales seems willing to say to any skater of the new generation by this first official pro-model realized with adidas Skateboarding. Admittedly, it isn’t the first time Gonzales whizzes along on his board wearing sneakers with the three stripes: while in the past the models he would use were ‘adapted’ to the skater’s needs, this time we are confronted by something unheard-of and really different. The upper is made by a single tissue piece, seamless, and the sole is vulcanized – a simple look, almost minimal, except that the coloring shows an extreme white/red/blue dominant, one of them available for the launch of this new model. A remarkable detail is the elasticized insert on the collar (borrowed from the classic Vans Slip-On) which makes for a smooth wear and allows us to forget about laces. Sneakersmagazine
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15 YEARS OF GONZ
PHOTOS
@ GEBR.QUAKATZ GALLERY, BERLIN
Nel pieno dell’estate berlinese si è tenuta, all’interno di una galleria in quel di Kreuzberg, una retrospettiva interamente dedicata a Mark Gonzales: decine di immagini dagli anni Novanta a oggi, scatatte da grandi nomi della fotografia di “genere skate” come Gabe Morford, Joe Brook, Skin Phillips, Brian Gaberman, Benjamin Deberdt e Sem Rubio. Un bel modo di celebrare, tra le altre cose, quindici anni di collaborazione tra adidas e lo skater originario di South Gate, California. At the height of summer a retrospective entirely dedicated to Mark Gonzales took place within a gallery located in the neighborhood of Kreuzberg – dozens of images from the Nineties to the present, taken by some of the great skate photographers, like Gabe Morford, Joe Brook, Skin Phillips, Brian Gaberman, Benjamin Deberdt, and Sem Rubio. A nice way to celebrate (among other things) fifteen years of collaboration between adidas and the skater from South Gate, California. 72
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Vintage&Deadstock Sneakers
Estate, tempo di viaggi e di scoperte. Noi ne facciamo ogni giorno, mentre giriamo il mondo e la rete alla ricerca di nuovi modelli vintage, da aggiungere alla nostra collezione e da mostrarvi nella sezione dedicata del nostro giornalino. E quando troviamo qualche chicca, ci piace condividere il nostro entusiasmo con voi. Questo mese ci siamo emozionati per un paio di Nike Snow Waffle, modello misterioso che avevamo visto per la prima volta qualche mese fa: ne sapevamo poco, poi diversi amici hanno letto della nostra scoperta e hanno iniziato a offrirci le poche informazioni che avevano al riguardo. Oggi abbiamo solo poche certezze in più riguardo alla loro storia, ma sappiamo che le quotazioni di questo modello si stanno alzando vertiginosamente, e la cosa non può che farci piacere... Le Nike Snow Waffle in questione, le trovate a pagina 94, proprio alla fine di questo numero. Per arrivarci, passerete attraverso una vera e propria esposizione di splendidi modelli running d’epoca, prodotti da colossi del settore come Saucony, New Balance, Adidas e Asics: silhouette sfuggenti, mesh e nylon sono il piatto forte di questo numero (ma quando non lo sono, del resto?). Mosca bianca in mezzo a tutto questo running, le splendide sneakers da basket dedicate dallo storico marchio PF Flyers al grande playmaker dei Boston Celtics anni Cinquanta, Bob Cousy: ammiratele a pagina 78.
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Summer, a season to travel and make discoveries. We make some discoveries every day, while we tour the world (and the net) in search of new vintage models to enlarge our collection and embellish the intended section of our magazine. And when we find some sweeties, we really like to share our joy with you. This month we got excited by a pair of Nike Snow Waffle, a mysterious model that we first saw a few months ago – we knew little about it, but then some friends red about our finding and started sending in the few facts they knew about these kicks. Today there are a few things about their history we can claim to know with more certainty than before – but we also know that the price of this model is rapidly increasing and this can only make us glad. The Nike Snow Waffle at stake can be seen on page 94, towards the end of this issue. Before getting there, you’ll pass through a real gallery of marvelous running models of the time, produced by some sector giants, like Saucony, New Balance, Adidas, and Asics: shaped silhouettes, mesh and nylon are the highlights of this issue (as they always are, isn’t it?). A ‘rara avis’ included in this abundance of running shoes is the marvelous basket sneaker that the historical brand PF Flyers dedicated to the great Boston Celtics playmaker from the Fifties, Bob Cousy – you can admire it on page 78.
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Vintage&Deadstock Sneakers
ASICS
EKIDEN RACER
Ekiden: in giapponese indica una corsa a tappe in cui diversi atleti (solitamente sei, pur se esistono varianti a cinque o sette staffettisti) si dividono la distanza di una maratona in parti diseguali. L’origine di questa disciplina si perde agli albori del Novecento, quando fu corsa una prima gara a tappe sulla strada - oltre 500 chilometri! - che divide Tokyo e Kyoto. Oggi è una specialità molto popolare, nella quale paradossalmente eccellono non le squadre nipponiche, ma quelle kenyota (maschile) e cinese (femminile): le televisioni giapponesi seguono con grande interesse questi eventi sportivi, noi ci limitiamo a raccontarvi le sneakers da corsa dedicate da Asics a questa maratona a tappe. Nate nel 1987 negli stabilimenti coreani dell’azienda fondata da Kihachiro Onitsuka, sono ovviamente un modello running, prodotto dalla più nota casa giapponese per uno dei più noti eventi sportivi giapponesi. Come a dire, un matrimonio prevedibile: per fortuna il risultato è tutt’altro che prevedibile, e anche piuttosto elegante. 76
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Made in KOREA, 1987
Ekiden is a Japanese term denoting a running race in six laps where various athletes (usually six, but there may be from five to seven relay runners) subdivide the distance of a marathon into as many (uneven) parts. The origin of this discipline dates from the early twentieth century, when the very first race in laps was disputed along the road (more than 500 kilometers) connecting Tokyo to Kyoto. Nowadays the specialty is very popular, and it’s quite ironic that its leaders aren’t the Japanese teams, but rather the Kenyan (male) and Chinese (female). While the Japanese TV channels tend to cover these events in every details, we will merely describe the running model that Asics has dedicated to this marathon in laps. Born in 1987 from the Korean factories of the company founded by Kihachiro Onitsuka, this is a wonderful running model, produced by the best known Japanese company for the sake of one of the most famous sport events in Japan. Which is to say, a predictable wedding: happily this outcome wasn’t predictable, being extremely elegant.
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PF flyer
BOB COUSY
Made in usa, 1954
Anni Cinquanta, Stati Uniti: altri tempi, altro basket. In quel periodo iniziò la leggendaria “dinastia” dei Boston Celtics, squadra capace di vincere 11 titoli NBA in 13 stagioni, lasciando agli avversari solo le briciole. Fu proprio Bob a mettersi alle dita ben sei di quegli undici anelli: in quel team - che contava tra le sue fila giocatori rimasti nella storia come i due Bill, Russell e Sharman - occupava la posizione di playmaker, e non era certo uno dei giocatori più imponenti che avessero calcato i parquet della pallacanestro professionistica. Era alto infatti solo un metro e ottantacinque, ma abilissimo nella gestione del pallone: Rob è tuttora detentore del record di assist serviti in un tempo, ben 19 nella partita giocata il 27 febbraio del 1959. Un giocatore del genere merita sneakers divenute un classico nel corso del tempo: la linea inconfondibilmente vintage di queste basket shoes è infatti sugli scaffali (e molto apprezzata dai consumatori) ancora oggi. Ma niente potrebbe battere la qualità della produzione americana della versione originale.
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PF Flyer BOB COUSY
The US during the Fifties – another epoch, another basketball. Back then the legendary dynasty of the Boston Celtics started out, a team capable to win 11 NBA titles in 13 seasons, leaving just few crumbs for the competitors. And it was Bob to slip half dozen rings on his fingers. In that team – which would include some players that made the history like the two Bill’s, Russell and Sharman – he would play as playmaker, although he wasn’t definitely among the most massive athletes to have treaded the parquets of professional basketball. He was only 185 centimeters, but he was prominently skilled with the ball – Rob is still holder of a record of assist delivered within a single time span: 19 in the match he disputed on 27 February 1959. Such a player deserves these sneakers which have become a classic over the years: indeed the unmistakably vintage line of these basket shoes is still on the shelves (and it’s also much appreciated by the customers). Nothing could defeat the quality of the original version (which was an American production).
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SAUCONY
JAZZ 4000
Made in USA, 1991
Nei primi anni Novanta Saucony si contendeva la leadership del mercato americano del running con gli altri colossi dell’epoca, New Balance e Nike. Non avrà vinto la guerra commerciale, ma senza dubbio ha portato sugli scaffali molti modelli capaci di conquistare il cuore degli appassionati grazie a un design sempre minimale, elegante e leggero. Le Jazz 4000 sono un esempio perfetto di questo stile, soprattutto nella versione bianca che reca un adesivo con la scritta - piena d’orgoglio - “Made in Bangor, Maine, Usa”. Roba da far girare la testa ai collezionisti: trovarne un paio deadstock con lo sticker ancora incollato alla suola significa davvero aver fatto bingo. Altri particolari che ci piacciono molto sono l’etichetta sulla linguetta (sulla quale è disegnato il logo di un uomo stilizzato in corsa, in stile 100% nineties) e il largo uso di mesh per la tomaia, anche per il toebox: una scelta che sicuramente privilegia stile e traspirazione, e magari sacrifica un po’ la resistenza sul lungo periodo. Ma crediamo che difficilmente qualcuno le userà davvero per correre, a quasi un quarto di secolo di distanza dalla produzione: non che non si possano indossare, ma per un collezionista l’idea di rovinare un gioiello del genere è assolutamente improponibile.
During the early Nineties Saucony would compete for the American running market’s leadership with two giants of the time, New Balance and Nike. Although Saucony didn’t win the commercial war, it by all means brought on the shelves many models capable of conquering the hearts of many fans, due to a design which is always minimal, elegant and lightweight. The Jazz 4000 is a perfect sample of this style, in particular its white version that bears a sticker with the following (proud) statement: Made in Bangor, Maine, Usa. An item that will win the heart of many collectors – when you find a dead-stock pair with the sticker still attached to the sole you realize you made it. There are other details we like pretty much: one is the label on the tongue (where you’ll find a logo featuring a stylized running man, an entirely Nineties encounter) and the other is the presence of mesh on the upper, including the toebox: a solution that can certainly favor the shoe’s style and perspiration while reducing the resistance in the long run. Yet we believe that it’s unlikely that anyone will really use this model for running, almost a quarter century after their production: the point isn’t that you can’t wear them – the point is that a collector will never dare damaging such a beautiful gem.
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Vintage&Deadstock Sneakers
NEW BALANCE
496
Piccola perla del periodo d’oro della storia New Balance: tra gli anni Ottanta e i Novanta la casa americana ha prodotto nei suoi stabilimenti statunitensi molti modelli rimasti in catalogo nel corso delle stagioni successive. Le 496 che vi presentiamo in queste pagine sono in produzione ancora oggi, ma la versione dei Duemila è piuttosto diversa, soprattutto nei dettagli della tomaia molto simili a quelli delle future 1500, tra le running più amate di sempre dagli appassionati di tutto il mondo. Sono soprattutto questi particolari ad aver reso le 496 molto appetibili per i collezionisti: il valore di un modello deadstock si aggira intorno ai 400 dollari, destinato a scendere se le scarpe non sono contenute all’interno della scatola originale.
A small gem from New Balance’s golden age – between the Eighties and Nineties the American company produced (in its American factories) many models that remained in the catalogue for some seasons. The 496 that we present in these pages is still being produced but the 2000 version is quite different, especially when it comes to the upper details, an anticipation of those adorning the later 1500 (which ranks among the running models that people over the world most beloved). It’s thanks to these details, indeed, that the 496 has become so palatable from a collector’s point of view: a dead-stock model’s worth revolves around 400 dollars, though it tends to go down when the shoes aren’t accompanied by the original box.
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Made in usa, 1989
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Vintage&Deadstock Sneakers
ADIDAS
MIAMI
Made in france, 1983
Semplicità ed eleganza sono le caratteristiche con le quali possiamo più facilmente identificare le adidas dedicate dalla casa tedesca alla città americana del mare, del sole e dei party sfrenati. Un modello davvero raro, che abbiamo comprato al volo: il prezzo si aggira intorno ai 700 dollari, valore che consideriamo adeguato se pensiamo che dentro la loro silhouette sono incorporati molti elementi di design che ritroviamo su altri modelli degli anni Settanta, decennio precedente a quello della produzione delle Miami. Rod Laver, Stan Smith, Campus... sono le stesse sneakers che hanno ispirato i designer di marchi come Common Projects, che riscuotono grande successo sul mercato mondiale grazie a uno stile minimale e all’alta qualità produttiva. Cioè esattamente quello che distingue queste adidas Miami dalla massa di scarpe sportive prodotte negli ultimi trent’anni.
Simplicity and elegance are the characteristics by which we can easily identify the model that the German company has dedicated to the American capital of the Ocean, the Sun, and the unrestrained parties. A pretty rare model, which we bought immediately upon viewing it – its price floats around 700 dollars, a worth we judge deserved, given that their silhouette embodies a number of design solutions that one can also find on other models from the Seventies, a decade before the production of the Miami. Rod Laver, Stan Smith, Campus: these are the very sneakers that inspired the designers from brands like Common Projects, which are very successful on the global market thanks to a minimal style and a high productive quality. That is, exactly what marks this adidas Miami from the panoply of sport shoes produced over the last thirty years.
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Vintage&Deadstock Sneakers
ADIDAS
MARATHON COMPETION
Per una volta, dobbiamo ammettere che non capiamo bene cosa stia succedendo: adidas ha presentato all’interno della sua collezione attuale, che troveremo sugli scaffali a breve, un paio di sneakers chiamato Marathon 85. Tuttavia, si tratta di un modello totalmente diverso da quello che conoscevamo, le uniche Marathon prodotte nel lontanto 1985, che potete ammirare in queste pagine: tra le running più eleganti dell’epoca, non a caso erano state ideate dagli stessi designer che avrebbero poi regalato ai fan della casa tedesca la serie ZX e, in seguito, molti dei modelli equipaggiati con la tecnologia Torsion. Oggi un paio di Marathon Competition in condizione deadstock è piuttosto difficile da trovare, e anche per questo motivo il suo valore supera facilmente i 300 dollari. 88
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Made in france, 1985
Just for once we have to admit that we don’t understand what’s going on: adidas has presented a pair of sneakers called Marathon 85 within their current collection (which we’ll find on the shelves soon). However, it’s a model entirely different from the one we already knew, the Marathon produced back in 1985 that you can admire in these pages and that still ranks among the most elegant running shoes of the time. It’s no surprise to learn that they had been designed by the very same designers that would later conquer the fans of the German company by releasing the ZX series, and later on the many models equipped with the Torsion technology. Today a pair of dead-stock Marathon Competition is quite hard to find out, and this is also why its worth easily overcomes the level of 300 bucks.
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NIKE
AIR MAX 2 CB
Made in korea, 1994
Qui andiamo sul difficile: il design estremo di questo storico modello Nike prodotto negli anni Novanta certamente non è più adatto al pubblico mainstream di oggi. Infatti siamo rimasti piuttosto sorpresi quando abbiamo saputo che Nike aveva deciso di distribuire il remake di questa icona basket nei negozi della catena Foot Locker... In ogni caso, ecco a voi la versione originale delle scarpe dedicate a “Sir” Charles Barkley, leggendaria ala che nell’anno in cui vennero prodotte queste sneakers stava vivendo le sue stagioni migliori con la maglia dei Phoenix Suns, dopo aver lasciato un segno piuttosto importante a Philadelphia negli anni precedenti al 1992. Curioso che un giocatore di tale livello, tra i migliori rimbalzisti della storia dell’NBA, non sia mai riuscito a mettersi al dito l’anello di campione, pur se è vero che in quel periodo la concorrenza nella lega professionistica americana era piuttosto agguerrita, a iniziare naturalmente dal signor Jordan e dai suoi Chicago Bulls. Ma torniamo alle scarpe: se confrontate le vecchie Charles Barkley con quelle uscite sugli scaffali di recente, è pressoché impossibile non notare già a una prima occhiata la totale differenza nella qualità dei materiali usati per tomaia e suola. Ecco perché vale ancora la pena di ricercare il modello originale, che oggi passa di mano sul mercato del vintage per cifre intorno ai 500 dollari, se in condizioni deadstock.
Here we deal with hard stuff – the extreme design of this historical Nike dating back from the Nineties isn’t really the most suited for today’s mainstream public. We felt pretty surprised when we discovered that Nike decided to distribute the remake of this basketball icon through the shops of the chain Foot Locker. At any rate, here is the original version of the shoes dedicated to Sir Charles Barkley, a mythical wing who at the very moment in which this model was released was living his best season ever with the Phoenix Suns, after playing (and leaving a decisive trace) in Philadelphia for some years prior to 1992. It’s just amazing that such a top notch player (among the best rebounders in the history of NBA) has never slipped the champion’s ring on his finger, although we should say that back then the competition within the American professional league was really tough, starting of course with mister Jordan and his Chicago Bulls. And when it comes to the shoes, if you compare the old Charles Barkeley with the one that has recently reached the shelves, it’s almost impossible to fail to notice (on first sight) the radical difference in the quality of materials making up the upper and sole. Which is why looking for the original model is still worth the effort and the price – on the vintage market it may even reach 500 dollars, provided you get a dead-stock pair. 90
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Vintage&Deadstock Sneakers
NIKE
DASHER Ecco una vera rarità, un orgoglio. Si tratta della risposta firmata Nike ad alcuni modelli dedicati all’indoor soccer con cui adidas aveva conquistato quella importante nicchia del mercato nei primi anni Ottanta: stiamo parlando naturalmente di Spezial e Samba. Nonostante il calcio sia popolare soprattutto nel vecchio continente, la distribuzione in Europa fu molto limitata, e nei tre anni in cui le Dasher furono presenti nel catalogo della casa di Beaverton - dal 1981 al 1983 - non arrivarono mai sugli scaffali dei negozi italiani. Ecco i motivi per cui oggi questo modello usato nei campionati di calcio americani (non fatichiamo a immaginare le Dasher ai piedi di qualche giocatore dei New York Cosmos, che in quegli anni si presentava in campo schierando la gloria olandese Johan Neeskens) è diventato ricercatissimo dai collezionisti europei: oggi ha una valore intorno ai 300 dollari, se completa del box originale come quella che vi presentiamo in queste pagine.
Here is a real rarity, something to be proud of. It’s Nike’s answer to some models dedicated to indoor soccer – two models, in particular, by which adidas had come to win that crucial market niche during the early Eighties: we mean the Special and the Samba, of course. Although soccer is most popular in the old continent, in Europe the distribution of this model was very limited, and during the three years in which the Dasher was in the catalogue of the company from Beaverton (from 1981 to 1983) these kicks have never reached the shelves of our Italian shops. For all these reasons, today this model which is still used in the American soccer leagues (we can easily imagine the Dasher being used by some player of the New York Cosmos, which back then would count the Dutch Johan Neeskens among its athletes) has become a much sought-after shoe in Europe – today its worth is around 300 bucks, provided you have the original box (like the pair we show in these pages).
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Made in korea 1982
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NIKE
SNOW WAFFLE
Made in KOREA , 1984
Abbiamo trovato un’altra Nike Snow Waffle, questa volta con la colorazione originale! Abbiamo già parlato altre volte di questo interessante e poco conosciuto ibrido lanciato dalla casa di Beaverton intorno alla metà degli anni Ottanta, solo sul mercato americano: suola Waffle tipica dei modelli running seventies, più tomaia quintessenzialmente basket. Quando ne abbiamo acquistato un paio per la nostra collezione lo scorso anno presso il Flea Market del Rose Bowl di Pasadena non avremmo potuto immaginare che raggiungessero le quotazioni siderali viste recentemente sul mercato del vintage orientale: si parla di circa un migliaio di dollari per un paio in mint condition.
We’ve found another Nike Snow Waffle, this time in its original coloring! We already described in some previous issues this interesting but poorly known hybrid model launched by the company from Beaverton around the mid Eighties solely on the American market: the Waffle sole is typical of many running models from the Seventies, while the upper is characteristically basketball. Last year we bought a pair for our collection at the Flea Market in Rose Bowl in Pasadena, and we couldn’t imagine that this model would reach the sidereal quotations that recently manifested themselves on the oriental vintage market. We are told of a thousand dollars for a mint-condition pair.
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