SNEAKERS magazine Issue 72 – Digital Edition

Page 1

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

Sneakers 26/72 bim

marzo / aprile 2016

magazine

sneakersmagazine.it

â‚Ź 5,00


THE SPENCER


THE B2 TENNIS SHOE

FREDPERRY.COM

Distribuito da Socrep - www.socrep.it


CALIFORNIA SPORTS - TEL 0119277943 - WWW.CALIFORNIASPORT.INFO CRUISER COLLECTION \ CRUISER CAMPER \ DAGUP PRINT JACKET \ RAVENCREST \ CERCIUS 16.5 \ TRASE SP \ HEATHROW

DCSHOES.COM

Sneakersmagazine

2


CRUISER COLLECTION

Sneakersmagazine

3


SneakerS magazine

SneakerS 26/72 bim

magazine

Sneakers magazine

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

marzo/aprile 2016

marzo / aprile 2016

2 6 / 7 2 m ar z o / ap r i l e 20 16 sneakersmagazine.it

€ 5,00

cover26/72 NEW.indd 1

15/03/16 12:41

10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38

collabs review FEAtURE X ASICS GEL LYTE V HANON X DIADORA BORG ELITE REIGNING CHAMP X ASICS GEL LYTE III WOOD WOOD X ADIDAS CONSORTIUM ULTRA BOOST RAISED BY WOLVES X OFF THE HOOK X VANS DISNEY X REEBOK INSTAPUMP FURY HIGHS & LOWS X REEBOK NPC UK CONCEPTS X DIADORa N9000 SOLE CLASSICS X vans HALF CAB GOSHA RUBCHINSKIY X REEBOK PHASE ONE PRO WHITE MOUNTAINEERING X ADIDAs ZX FLUX PLUS & RIVIERA UNDERCOVER X NIKELAB GYAKUSOU LUNAREPIC FLYKNIT MISSONI X CONVERSE CHUCK TAYLOR ALL STAR SOLEBOX X ADIDAS ULTRA BOOST UNCAGED SNEAKERSNSTUFF X ADIDAS ULTRA BOOST

contents 38 46 56 58 60 62 64 65 66 67 70 74 76 78 80 82 84 86

adidas: New modern design NUOVI, VECCHI BRAND NEW BALANCE 530 NEW BALANCE 997, 998, 1300 & 1700 Sperry STRIPER CVO ASICS GEL- KAYANO EVO Karhu ALBATROSS ALL GONE X PUMA @ URBAN JUNGLE, MADRID PUMA fierce Puma DISC Sleeve SAUCONY JAZZ 0 & SHADOW converse CHUCK TAYlOR ALL STAR australian FRED PERRY KINGSTON & PHOENIX PLATFORM NEW YORK YANKEES footwear CORMIK DC SHOES COUNCIL shop on air, firenze

nike sb koston 3

v i n ta g e & d e a d s t o c k s n e a k e r s

4

94 96 98 100 102 104 106 108 110 Sneakers

magazine

asics pacific volley low New balance 877 Limited Karhu Kevlar Reebok CXT Plus II Mid Reebok Classic BB Basketball Nike Air Diamond Turf Nike Racquet te S High SFT PERF ADIDAS PREMIER vans Off the Wall GREEN Vans

Direttore responsabile Giuseppe Angelo Berto Coordinamento Editoriale Marco Colombo Coordinamento tecnico Andrea Caviggia Redazione e testi Michele R. Serra, Lucia Milvia Maida, Gigi Maneo, Simone Tucci Fotografi Sebastiano Pedaci, Giuseppe Repetto, Germano Gritti, Anna Canata Grafica ArtK Traduzioni Sergio V. Levi Segreteria Daniela Furlan

daniela@ambadvertising.it

Amministrazione

amministrazione@ambadvertising.it

Informazioni

info@ambadvertising.it www.sneakersmagazine.it Sede legale

via XXIX Maggio, 18 20025 Legnano (MI)

Stampa TMB Grafiche srl - Gorgonzola

Abbonamenti

Annuale: Euro 25,00 per 7 numeri

Modalità di pagamento: tramite PayPal dal sito www.sneakersmagazine.it

Sneakers magazine è una rivista con sede in Italia (Stresa) con sede in Spagna (Barcellona) Sneakers Italia Via Principe Tomasso, 72. 28838 Stresa (VB) Tel: 0039 0323 30122 Sneakers España Pasaje Maluquer 13, entlo 2ª. 08022 Barcelona Tel: 0034 93 253 17 74 AMB Advertising srl è iscritta al ROC con il n. 19928 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI è vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, di fotografie e disegni. I contributi fotografici e di testo sono ben accetti. Testi, illustrazioni, fotografie e disegni, se non espressamente richiesti, non verranno restituiti. L’editore è a disposizione degli interessati quando nonostante le ricerche non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuale materiale fotografico.


Sneakersmagazine

5


editoriale editorial

Un altro giro di giostra, un altra primavera. Verebbe da dire che il mondo funziona sempre nello stesso modo, e che nel breve spazio dell’esistenza umana il cambiamento è più che altro un’illusione. Eppure. Eppure tutto si trasforma. Anche la moda, coi suoi corsi e ricorsi, segue traiettorie poco prevedibili, prende direzioni inaspettate. E a ogni primavera c’è qualcosa che ti sembra di vedere per la prima volta. Ok, scusate il volo (quasi) filosofico. Però è un discorso che vale anche a livello concreto, microscopico, sneakers: è infatti questo il momento dell’anno in cui i grandi brand vedono fiorire le novità coltivate nel corso della stagione fredda, grazie al lavoro dei settori ricerca & sviluppo, a riunioni fiume nei dipartimenti design, all’ideazione di campagne di comunicazione nuove. E anche se ci capita di pensare di aver già visto tutto, c’è sempre qualcosa che ci smentisce. E ci stupisce. Prendete la rinascita di brand come Karhu o Saucony, di cui vi presentiamo le ultime novità alle pagine 64 e 70: solo pochi anni fa sarebbe sembrata una chimera, invece è realtà. E visto che il rilancio di marchi con lunga storia (e gloria) alle spalle è uno dei fenomeni più interessanti nel mondo sneakers dell’ultimo lustro, abbiamo deciso di dedicargli un approfondimento a partire da pagina 46. Altro fenomeno-chiave per capire in che direzione si muove il mercato è senza dubbio quello delle collaborazioni, che va ben oltre il semplice fatto commerciale, fino a tracimare nella cultura di massa contemporanea. Per questo abbiamo deciso (anche noi, nel nostro piccolo, amiamo cambiare, possibilmente in meglio) di offrire maggiore attenzione alle scarpe collaborative, con una sezione di apertura che si trasforma in una vera e propria guida, fatta di giudizi secchi e inappellabili. Del resto, si sa: nessuno ha tempo da perdere, nel 2016. Ma il tempo rimane un fattore importante, per tutti. Lo sanno bene i collezionisti che da uan vita con il tempo giocano, usando gli oggetti della loro ossessione - nel nostra particolare caso, quelli costruiti con gomma, pelle e mesh - per ritrovare frammenti di passato, metterli in relazione con il presente, guardare verso il futuro. Così, guardare le foto originali delle Adidas Premier del 1986 che vi presentiamo nella sezione vintage (a pagina 108, per la precisione) e metterle a confronto con i nuovissimi modelli con suola Boost della collezione NMD che analizziamo a partire da pagina 38... bè, sarà pure banale dirlo, ma è un viaggio. L’ennesimo, tra quelli che abbiamo fatto con le sneakers ai piedi.

Another spring, one more ride on the merry-go-round. We might be tempted to think that the world is always the same, and that change is mostly an illusion in the short span of a human life. On the other hand, everything changes. Even fashion, with its ups and downs, follows unpredictable trajectories, takes unexpected turns. And when spring arrives, there’s something you have the impression to see for the first time. Ok, sorry about the (almost) philosophical flight. But it’s a thought that can also be applied to the practical side, to the micro level of our sneakers. For this is the season in which the great brands can see the flourishing of new gems they farmed during the cold season (thanks to the efforts of the research and development offices, the interminable meetings in the design departments, the launch of communication campaigns). And even if we think we have already seen everything, there’s always something new that surprises us. Take the comeback of two brands such as Karhu and Saucony, whose latest offspring are presented on page 64 and 70: they would have seemed a chimera a few years ago, but now it’s true. And since the revival of great brands with a history (and much glory) behind them is one of the most compelling features of the sneaker world in the last five years, we decided to investigate more deeply its causes and consequences from page 46. Another key to understand where the market is going is the collaboration trend, which goes beyond the commercial concerns, as it bears a mass cultural content. For this reason we decided to pay more attention to the collaborative shoes (we, too, love to change, and if possible, we’d like to improve) with an opening section that actually works as a guide, providing analyses and unappealable verdicts. This because no one can waste their time in this stormy 2016. For time is more and more crucial for each of us, as all collectors know perfectly well: indeed, what they are most adept at is spending their lives playing with the passing of time and with the objects (in this case made of rubber, leather and mesh) that keep track of the past, provide insights to understand the present, and help to figure out a better future. Thus, browsing the original photos of the 1986 Adidas Premier that we present in the vintage section (on page 108, FYI) and comparing them with the fresh new models featuring Boost sole from the NMD collection that we analyze from page 38 is like – you know – a journey through time. The umpteenth journey – if we reckon the many trips we made with our sneakers.

enjoy 6

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

7

BOMA STORE GROUP SRL WWW.BOMA-STORE.COM

INFO@BOMAAGENCY.COM WWW:BOMAAGENCY.COM

FLAGSHIP STORES FERRARA BASSANO DEL GRAPPA BOLZANO VITERBO


Da anni i progetti collaborativi sono diventati un pilastro fondamentale della sneakers culture globale: i grandi brand continuano a canalizzare le energie creative di artisti, appassionati e influencer che girano intorno al mondo sneakers, per cercare di creare prodotti che trascendano la loro destinazione d’uso, diventando un messaggio destinato a chi lo sa cogliere. È d’altra parte vero che l’onda di collabo che ha travolto il mercato rischia di confoncere anche i collezionisti più esperti. Dunque abbiamo deciso che, ogni due mesi, non ci limiteremo a illustrare sulle pagine del nostro magazine le sneakers collaborative più significative uscite nei sessanta giorni precedenti l’uscita, ma cercheremo di fornirvi una vera e propria guida per orientarvi in questo mare magnum di offerte. Fedeli a un’unica linea di pensiero: quando c’è grande offerta, meglio decidere con le idee chiare. Per questo abbiamo identificato cinque semplici parametri che ci permetteranno di valutare tutte le sneakers collaborative con lo stesso metro di giudizio - senza, per carità, pensare di essere infallibili. Qualità dei materiali, bellezza della colorazione, concept generale, prezzo retail e valore potenziale sul mercato del resell. Lontano da noi il pensiero di sottoscrivere un’attività così poco onorevole per un collezionista, certo. Però il mercato cosiddetto “secondario” è ormai una parte importante del nostro mondo. Può piacere o non piacere, ma tant’è.

The collaborative projects have become a central pillar of the global sneaker culture in the last few years. The great brands continue to channel the creative energies of artists, fans and influencers surrounding the world of sneakers with a view to creating products that transcend their intended functions, thus becoming a message addressed to those who can understand. On the other hand, it’s undeniable that the tide of collaborations that flooded the market might puzzle even the most expert collectors. Therefore we decided that in the next months we aren’t going merely to show you the most impressive collaborative sneakers that came out in the sixty days that precede the publication of our magazine’s latest issue, we will also try to provide a real guide to help you find your way through this ocean of products. This because we always accepted one fundamental tenet: the greater the variety of the supply, the more important to be able to make an informed choice. For this reason we identified five simple criterions that will allow us to assess all the collaborative sneakers using the same measurement tools (without assuming to be infallible, of course): Quality of materials, aesthetic of the colorways, general concept, retail price and potential worth on the resell market. Far from us the idea of endorsing such an undeserving activity for a collector, of course. But the so-called secondary market has become a major part of our world. Like it or not, that’s how things work. 8

Sneakersmagazine


collabs review!

Sneakersmagazine

9


collabs review!

FEAtURE X ASICS GEL LYTE V “Prickly Pear” è il soprannome di questo progetto collaborativo, e anche di uno dei catus più diffusi nel deserto del Nevada, che per intenderci è molto simile al fico d’India. Non stupisce certo che i titolari dello sneakers shop più noto di Las Vegas, la città più importante di quello stato americano, l’abbiano scelto come ispirazione per la loro prima collaborazione con Asics. Prickly Pear is the nickname of this collaborative project, and of one of the most common cactuses in Nevada’s desert, pretty similar (to have an idea) to the Indian fig. It’s clearly no wonder that the owners of the most famous sneaker shop in Las Vegas (the most important city in that American state) chose this plant as an inspirational subject for their first collabo with Asics. .

IL GIUDIZIO Materiali: 7

Non male il toebox ricoperto di pelle con stampa simil-cactus e la gomma naturale della suola. Not bad the toe box covered by leather with cactus-like print and the natural rubber of the sole.

Colorazione: 6

Deserto e cactus, quindi niente di avvero imprevedibile. Desert and cactuses, i.e. nothing really unprecedented.

Concept: 5

Di un’altra Gel Lyte V, per quanto sia un modello storico, non si sentiva il bisogno. Did anyone feel the need of another Gel Lyte V (though still an historic model)?.

Retail: 6

Ricade nella stessa fascia di prezzo delle Gel Lyte V di linea, con un cartellino di 140 dollari. It belongs in the same price range of the regular line Gel Lyte V, with a $140 tag.

Resell: 4

Non sperate di guadagnarci granché. You won’t earn a lot. 10

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

11

BOMA STORE GROUP SRL WWW.BOMA-STORE.COM

INFO@BOMAAGENCY.COM WWW:BOMAAGENCY.COM

FLAGSHIP STORES FERRARA BASSANO DEL GRAPPA BOLZANO VITERBO


collabs review!

HANON X DIADORA BORG ELITE Molti anni prima di Michael Jordan, le signature shoe più amate dal pubblico erano quelle dedicate al più grande tennista svedese di tutti i tempi, campione a Wimbedon per cinque anni consecutivi. Eccole di nuovo sugli scaffali in una versione iper-premium firmata dal più noto sneakers store di Aberdeen. E dedicata proprio all’Aberdeen, squadra mitica condotta dal mister Alex Ferguson che riuscì a conquistare la Coppa delle Coppe nel 1983. Many years before the appearance of Michael Jordan, the signature shoe most beloved by the fans was the one dedicated to the greatest Swedish tennis player of all times, who won Wimbledon five times in a row. Now it comes back on the shelves in a hyper-premium version signed by the best known sneaker store from Aberdeen. And it’s dedicated to Aberdeen, the mythic team coached by mister Alex Ferguson, who won the Cup Winners’ Cup in 1983.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Qualità costruttiva Made in Italy per questa limited edition. A made-in-Italy constructive quality for this limited edition.

Colorazione: 7

Gemella di quella tutta rossa uscita qualche mese fa. Notevole il particolare del collare pinstripe, che ricorda la maglia dell’Aberdeen primi Ottanta. Twin shoe of the total red that came out a few months ago. A remarkable detail is the pinstripe collar reminiscent of the Aberdeen shirts from the early 1980s.

Concept: 8

La storia di Diadora è legata a doppio filo a quella del calcio: i ragazzi di Hanon sono malati di calcio e casual culture. Diadora’s history is closely knit to the history of soccer: the guys from Hanon are addicted to soccer and casual culture.

Retail: 6

129 sterline è circa il doppio del prezzo dei remake della linea Borg. Il Made in Italy si paga. 129 pounds is about twice the price of the remakes in the Borg line. Made in Italy isn’t cheap.

Resell: 7

Quotazioni già del 50% maggiori rispetto al prezzo retail. Il riferimento calcistico sembra aver fatto breccia nei cuori dei tifosi scozzesi. The quotations have already overtaken the list price by 50%. The reference to soccer seems to have won the hearts of many Scottish fans. 12

Sneakersmagazine


ONE

WITH THE

CITY

GEL-KAYANO EVO

www.asicstiger.com

Sneakersmagazine

13


collabs review!

REIGNING CHAMP X ASICS GEL LYTE III Cosa serve per correre? Sicuramente un paio di scarpe tecniche, leggere e dotate della giusta ammortizazione. Però è necessario anche il più classico abbigliamento sportivo: pantaloncini, t-shirt, una felpa fatta come una volta. E allora, ecco spiegata la collaborazione tra un gigante nipponico del mondo sneakers e una delle aziende più rispettate dello sportswear canadese. What do we need to run? Surely a pair of technical shoes, lightweight and equipped with the adequate cushioning power. But the most classic sport clothes are also needed: shorts, t-shirt, and a genuine, old-fashioned sweatshirt. And this explains the collaboration between a Japanese giant of sneakers and one of the most respected producers of sportswear from Canada.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Molto azzeccato, pur se prevedibile, il mix di suede e cotone felpato. Very spot-on, although predictable, the mix of suede and plushy cotton.

Colorazione: 6

Non è certo la prima volta che si vedono tomaie monocrome con intersuola speckled. Però è sempre una scelta sicura. Although it isn’t surely the first time we see a monochrome upper with a speckled midsole, it’s always a reliable choice.

Concept: 6

Canada e Giappone non sono certo vicini, geograficamente e culturalmente. Ma come detto, la passione per il running può unire. Canada and Japan aren’t clearly neighbors, either geographically or culturally. But as we said, the passion for running can connect.

Retail: 5

50 dollari in più rispetto alle versioni di linea non sono pochi. 50 bucks more than the regular line versions aren’t peanuts.

Resell: 7

Esaurite e già quotate qualche decina di dollari più del prezzo originale. Out of stock and already valued some dozen dollars more than the list price. 14

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

15


collabs review!

WOOD WOOD X ADIDAS CONSORTIUM ULTRA BOOST Parte del “Consortium World Tour”, questa limited edition prodotta dalla casa del Trifoglio con uno dei più noti brand nordeuropei si ispira nientemeno che alla scoperta delle onde gravitazionali avvenuta lo scorso anno, e più precisamente alla prima rappresentazione grafica di queste onde. Il risultato è un pack che comprende un modello maschile e uno femminile. An integral part of the Consortium World Tour, this limited edition produced by the Trefoil company with one of the most famous north-European brands is inspired by nothing less than the gravitational waves finally observed last year, and more precisely by the first graphic representation of them. The outcome is a pack including a men’s and a women’s model.

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Gli stessi delle Ultra Boost di linea. The same fabrics as the line Ultra Boost.

Colorazione: : 6/8

Non scalda il cuore il modello da uomo, mentre appare davvero azzeccato quello da donna. While the men’s model doesn’t win your heart, the women’s model is absolutely spot-on.

Concept: 8

Un modello futuristico non può che avere un’ispirazione cosmica. A futurist shoe can only have a cosmic inspiration.

Retail: 7

180 dollari, più o meno in linea con il prezzo delle Ultra Boost. 180 bucks, more or less in keeping with the price of the Ultra Boost.

Resell: 8

Già ricercatissime, valgono anche il doppio del prezzo originale. Already much sought-after, it’s worth twice the list price.

16

Sneakersmagazine


www.californiasport.info Š Major League Baseball trademarks and copyrights are used with permission of Major League Baseball Properties, Inc. Visit MLB.com Sneakersmagazine

17


collabs review!

RAISED BY WOLVES X OFF THE HOOK X VANS Old Skool Zip LX e Sk8-Hi LX Due importanti realtà del Canada francese insieme, per questa doppia collaborazione che comprende Old Skool Zip LX e Sk8-Hi LX. L’ispirazione arriva ovviamente dalla regione del Quebéc, dalla sua natura e dal suo tipico tempo ingrato. Two important institutions from French Canada got together to make this double collabo which includes a Old Skool Zip LX and a Sk8-Hi LX. The inspiration was provided by Quebéc, by its nature and its typically inclement weather.

IL GIUDIZIO Materiali: 8

Un diluvio di materiali tecnici weatherproof. A flood of technical and waterproof materials.

Colorazione: 7

Tutto nero, o quasi. Anche se i tempi dell’all black everything sono passati, la scelta è corretta per sneakers che vogliono essere rugged. All black (almost). Although the time of the all black everything is gone, the choice is fit for a pair of sneakers that was meant to be rugged.

Concept: 7

Modelli non certo nuovi. Ma il mismatch dei materiali tra piede destro e piede sinistro è sempre una scelta vincente, quando si parla di Vans. Clearly not a new model. But the mismatch of right and left shoe materials is always a winning choice, when it comes to a pair of Vans.

Retail: 6

130 e 110 dollari, il doppio delle versioni di linea. 130 and 110 dollars, that is, twice the price of the line versions.

Resell: 8

Le abbiamo viste passare di mano per oltre 300 dollari, niente male per un paio di Vans. We saw somebody sold it for 300 dollars, not bad for a pair of Vans. 18

Sneakersmagazine


distribuito da u.b.C Via Piazzon 80 36051 Creazzo (Vi)

Sneakersmagazine

19


collabs review!

DISNEY X REEBOK INSTAPUMP FURY In occasione dell’uscita della nuova versione live-action (più effetti speciali, naturalmente) de “Il libro della giungla”, ecco un progetto collaborativo davvero strano e interessante: un paio di Instapump Fury dedicate alla tigre Shere Khan, l’altro alla pitonessa Kaa. Giusto così: il nemico giurato e l’ aiutante dell’eroe, come da migliore tradizione fiabesca. On the occasion of the release of the new live-action version (i.e. more special effects) of the “Jungle Book”, here is a really amazing and interesting collaborative project: a pair of Instapump Fury dedicated to the tiger Shere Khan, the other to the pythoness Kaa. Quite properly: the enemy and the assistant of the hero, in keeping with the fairy-tale tradition.

IL GIUDIZIO Materiali: 6

L’effetto c’è. La qualità, mica tanto. You see the effect, not the quality.

Colorazione: : 5

Prevedibili e poco ispirate. Quite predictable and poorly inspired.

Concept: 7

Le Instapump Fury sono le uniche scarpe del catalogo Reebok che possono reggere colorazioni tanto assurde. The Instapump Fury is the only model from Reebok’s catalogue that can wear such crazy colorways.

Retail: 5

50 dollari in più delle Instapump classiche ci sembrano un po’ troppi. We think that 50 dollars more than the classic Instapump may be too much.

Resell: 4

Per ora, non sembrano essere andate a ruba. Doesn’t seem to sell like hot cakes so far.

20

Sneakersmagazine


www.interga.it

Sneakersmagazine

21


collabs review!

HIGHS & LOWS X REEBOK NPC UK Lo sneakers shop australiano (di Perth) propone la sua versione di un classico modello court del catalogo Reebok, apparso piuttosto sottovalutato negli ultimi anni. Puntando forte su un make-up estremamente premium ed estremamente elegante. The Australian sneaker shop (from Perth) gives its version of a classic court model from the Reebok catalogue, which seemed quite undervalued in the last few years. They set their sights on an extremely premium and extremely elegant make-up..

IL GIUDIZIO Materiali: 9

Solo pelle bianca, certo. Ma che pelle: prodotta dalla conceria tedesca Gerecke, in affari dal 1886. True, it’s only white leather. But what kind of leather, produced by the German tannery Gerecke, founded in 1886.

Colorazione: 7

Il bianco significa tradizione court, e i tocchi di azzurro “fanno estate” quanto basta. While white means court tradition, the sky blue touches mean (quite explicitly) summer.

Concept: 6

Niente da segnalare. Nothing to note.

Retail: 6

250 dollari, ma francamente sembrano giustificati. 250 dollars, but they frankly appear to be justified.

Resell: 3

Ancora tutte disponibili sul sito di Highs & Lows. The shoes are all available on the Highs & Lows website.

22

Sneakersmagazine


DISTRIBUITO DA SPORTUP S.R.L. - WWW.SPORTUP.IT - TEL. 049 5599144 Sneakersmagazine

23


collabs review!

CONCEPTS X DIADORA N9000 I re americani delle collaborazioni mettono le mani sulle N9000, lasciandosi ispirare dall’eleganza dei divi della Hollywood classica: suit & tie stampati sulla scatola custom non lasciano spazio a molti dubbi. Ma mettere insieme eleganza formale e stile running non è semplice... The American kings of collaborations put their hands on the N9000, letting themselves being inspired by the elegance of the classic Hollywood stars: suit & tie printed on the custom box don’t leave any doubts. But putting together formal elegance and running style isn’t easy…

IL GIUDIZIO Materiali: 7

Le Diadora Made in Italy sono una garanzia di qualità. A Diadora Made in Italy is always a guarantee of quality.

Colorazione: 7

Difficile fara stare bene insieme il bianco e il nero su un paio di scarpe: qui il mix tutto sommato funziona, e il particolare del passalacci rosso fa la differenza. Hard to nicely combine the white and the black on a pair of shoes. Here the mix works out quite well, and the red buttonholes make the difference..

Concept: 7

Pur se c’entra poco con Diadora e con Concepts, il tema è eseguito con la giusta dose di coerenza.. Although poorly pertinent to both Diadora and Concepts, the theme was executed with the right amount of coherence.

Retail: 7

200 dollari è un prezzo premium, come questa limited edition.. 200 dollars is a premium price for a premium limited edition.

Resell: 6

Esaurite, ma non sembrano raggiungere quotazioni molto alte sul mercato secondario. . Although sold-out, it doesn’t seem to reach very high quotations on the secondary market. 24

Sneakersmagazine


DISTRIBUITO DA SPORTUP S.R.L. - WWW.SPORTUP.IT - TEL. 049 5599144 -

L.A. GEAR ITALIA Sneakers

magazine

25


collabs review!

SOLE CLASSICS X vans HALF CAB Columbus, Ohio, Midwest statunitense. Pare che da quelle parti, tra le grandi pianure, il tempo cambi piuttosto velocemente. E in particolar modo, a primavera: “abbiamo visto nevicare dopo una giornata di sole”, hanno dichiarato i ragazzi di Sole Classics, sneakers shop che sorge a pochi passi dall’Università di Ohio State. E così, hanno pensato a un paio di Half Cab a prova di cambiamenti climatici: le hanno chiamate “10 seasons”. Columbus, Ohio: the American Midwest. It seems that the weather changes abruptly over there. Much more so during spring: “we saw the snow falling down after a sunny day”, told us the guys from Sole Classics, a sneaker shop located nearby the Ohio State University. So they decided to concoct a pair of Half Cab that are capable of adapting to all weather’s sudden changes: they have called it “10 seasons”.

IL GIUDIZIO Materiali: 7

Notevole il mix della tomaia: tessuto tecnico Tectuff, nylon, cotone felpato e pelle. A remarkable mix for the upper: technical tissue Tectuff, nylon, plushy cotton, and leather..

Colorazione: 7

Facile capire che il turchese rappresenta la stagione fredda e il ruggine quella calda. Non male il mismatch della linguetta. Easy to see that turquoise means the cold season while the rust means the hot one. Quite nice the tongue mismatch.

Concept: 6

Parlare del tempo non è certo l’esperienza più originale del mondo. Ma l’esecuzione è notevole. Talking about weather isn’t very original. But the execution is impressive.

Retail: 6

140 dollari non sono pochi per un paio di Half Cab. 140 bucks aren’t peanuts for a pair of Half Cab..

Resell: 5

Non sono esattamente andate a ruba. It hasn’t been selling like hot cakes so far. 26

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

27


collabs review!

GOSHA RUBCHINSKIY X REEBOK PHASE ONE PRO Rubchinskiy è uno dei nomi più caldi della moda delle ultime stagioni. Lo stilista russo è parte di una nuova generazione di designer capace di mescolare con naturalezza diverse ispirazioni streetwear, e giocare perfino con il concetto di brutto. Che peraltro non tocca questo classico modello Reebok. Rubchinskiy is one of the hottest names in today’s fashion. The Russian stylist belongs to a new generation of designers who are able to mix various inspirational street-wear sources with simplicity, even playing with the notion of ugly. Which does not include, however, this classic model by Reebok.

IL GIUDIZIO

Materiali: 7

Parte della linea Reebok Edition, che garantisce l’utilizzo di materiali di qualità superiore. The model is an integral part of the line Reebok Edition, which ensures the use of top quality materials.

Colorazione: : 6

Difficile giudicare queste tinte monocrome. Il grigio è il nuovo nero, nel 2016. Hard to judge these monochromatic hues. The grey is the new black in 2016.

Concept: 7

Semplice, ma perfettamente in linea con lo stile Rubchiskiy. Easy but in perfect keeping with Rubchiskiy’s style..

Retail: 5

Il prezzo sembra dipendere più che altro dal logo in cirillico. The price seems to depend more than anything else on the Cyrillic logo.

Resell: 7

Già esaurite, il prezzo sembra alzarsi: non troppo velocemente, ma con costanza. Already sold-out, the price seems to go up, not so quickly, but steadily.

28

Sneakersmagazine


TM

Follow us:

www.minilacci.com Sneakersmagazine

29


collabs review!

WHITE MOUNTAINEERING X ADIDAS ZX FLUX PLUS & RIVIERA Due modelli molto diversi al centro del nuovo capitolo del progetto che unisce adidas e il marchio giapponese White Mountaineering, fondato da Yosuke Aizawa e già forte di collaborazioni con diversi brand, non solo del mondo footwear (come Moncler e Barbour). Da una parte il futurismo delle ZX Plus, dall’altra la tradizione delle Riviera. wo different models are the subject of the new chapter of the project mixing adidas with the Japanese brand White Mountaineering, founded by Yosuke Aizawa and already fortified by collabo’s with various brands, not only in the footwear world (such as Moncler and Barbour). When the futurism of the ZX Plus meets the tradition of the Riviera.

IL GIUDIZIO Materiali: 4

Scelta piuttosto povera: solo nylon. Da un brand giapponese ci saremmo aspettati maggiore attenzione. A quite poor choice: only nylon. By a Japanese brand we would have expected more attention.

Colorazione: 6

Nessun entusiasmo particolare, neanche per lo strap elastico con l’enorme logo “white” che caratterizza fortemente le ZX Flux Plus. No special enthusiasm, not even for the elastic strap with the huge “white” logo marking the ZX Flux Plus.

Concept: 5

La collaborazione con White Mountaineering sembra dare risultati migliori nell’outerwear. The collabo with White Mountaineering seems to work better in the outerwear.

Retail: 7

Il pricepoint è piuttosto corretto in entrambi i casi: pochi dollari in più rispetto alle versioni di linea. The pricepoint is quite correct in both cases: a few bucks more than the line versions.

Resell: 6

Impossibile giudicare, visto che scriviamo queste righe nel giorno del lancio. Ma se le sorti di questa limited edition saranno simili a quelle dei capitoli precedenti della collaborazione, i reseller non stapperanno certo le loro bottiglie migliori. Impossible to evaluate, as we write in its debut day. But if the future of this limited edition will be similar to that of the previous chapters of the collabo, the resellers won’t uncork their best bottles. 30

Sneakersmagazine


ADE SHOES Mod: Inward color: Bordeaux/ Gum

Distrib. ROCK SRL tel: +39 3357807401-writeus@adeshoes.com Sneakersmagazine 31 follow us igr : ade_shoes fb: adeshoes www.adeshoes.it


collabs review!

UNDERCOVER X NIKELAB GYAKUSOU LUNAREPIC FLYKNIT Sono ormai dodici le collezioni nate sotto il marchio Nike Gyakusou, disegnate dallo stilista giapponese - nonché creatore del marchio Undercover, e appassionato runner - Jun Takahashi. Una collaborazione così lunga, naturalmente, è cosa ben diversa da un progetto-spot, e va giudicata anche come parte di un percorso più lungo. There are by now twelve collections which were born under the brand Nike Gyakusou, designed by the Japanese stylist (and creator of the brand Undercover, and passionate runner) Jun Takahashi. Such a long-lasting collaboration is of course quite different from a one-shot project, so it should be assessed in the context of a longer process.

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Ultra-tecnici, ma esattamente gli stessi dei modelli di linea. Che non è necessariamente un male. Hyper-technical materials, pretty identical to the line models. Which doesn’t need to be a bad thing.

Colorazione: 7

Non innovative, ma riconoscibilissime: ormai la palette di colori individua al primo sguardo un modello Gyakusou. Although not new, it’s quite unmistakable: a Gyakusou model can be recognized at first sight from the color palette.

Concept: 5

Iper-tecniche e iper-fashion insieme: un mix difficile da gestire. Hyper-technical and hyper-fashionable, a mix hard to manage.

Retail: 6

La tecnologia si paga: quasi duecento eurodollari. Technology is expensive: in this case, it’s almost 200 dollars.

Resell: 5

Per ora non sembrano destinate ad andare esaurite molto presto... It doesn’t seem destined to go out of stock any time soon… 32

Sneakersmagazine


e -b i ke m agaz i n e .co m i l s i to i ta l i a n o d e d i c ato a l l e B i c i c l e t t e e l e t t r i c h e e a p e da l ata a s s i s t i ta

ebike magazine

è un progetto editoriale

seguici anche su Sneakersmagazine

33


collabs review!

MISSONI X CONVERSE CHUCK TAYLOR ALL STAR Altra esperienza pluriennale, quella della “strana coppia” Converse - Missoni: una collaborazione improbabile che però sembra stare in piedi - anche dal punto di vista dello stile - stagione dopo stagione. Del resto le Chuck Taylor All-Star sono ormai diventate, dal punto di vista culturale, una tela bianca: buona per ospitare le fantasie colorate che caratterizzano da più di mezzo secolo il marchio lombardo. Another long-lasting experience, that of the odd couple Converse & Missoni. An unusual collaboration which seems to make more and more sense season after season, also from a style viewpoint. After all, the Chuck Taylor All-Star has become a white canvas, culturally speaking – the best place over which to project the colored inventions that the Lombard brand has been spreading for more than half a century.

IL GIUDIZIO Materiali: 4

Ci piacerebbe tanto rivedere suole di qualità come quella della produzione anni Settanta. Ma non è questo il caso. We’d really like to see some quality soles such as those produced during the 1970s. But this is not happening now.

Colorazione: 7

Belle le stampe “flame” prese di peso dall’archivio di casa Missoni degli anni Ottanta. The “flame” prints kindly borrowed from Missoni’s 1980s archive are very nice.

Concept: 6

Niente di particolarmente complicato: uno più uno fa due. Nothing exceedingly difficult to grasp: one plus one is two.

Retail: 6

Costano circa il 30-40% in più rispetto alle versioni di linea. Ma considerando il marchio Missoni, neanche tanto. It costs about a 30 to 40% more than the line versions. Not that much, given the participation of the brand Missoni.

Resell: 4

Non crediamo che queste sneakers riusciranno a scatenare grande hype. We don’t think these sneakers will manage to create a great hype. 34

Sneakersmagazine


vuoi che il tuo negozio sia inserito nella pagina

store locator

di sneakersmagazine.it? vai sul sito e contattaci!

SneakerSmagazine magazine Sneakers

89 35


collabs review!

SOLEBOX X ADIDAS ULTRA BOOST UNCAGED “Uncaged”, nel senso che la tomaia in tessuto Primeknit è stata liberata dalla gabbia in materiale termoplastico che abitualmente la avvolge, rendendo in questo modo più evidente la silhouette sfuggente dell’ultima evoluzione del running di casa adidas. “Uncaged” means that the upper in Primeknit tissue was freed from the cage in thermoplastic materials which typically enwraps it, thus highlighting the tapering silhouette of the latest generation of the running by adidas.

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Anche qui vale il discorso fatto per le Ultra Boost: il lavoro sui materiali è per forza limitato. What we said for the Ultra Boost applies here too: the work on the fabrics could only be limited.

Colorazione: : 7

Il tema del 2016 è “50 sfumature di grigio”. Ma qui è svolto con grande maestria. The theme of 2016 is the “50 shades of grey” and here it was masterfully executed.

Concept: 6

Impossibile non dare la sufficienza, ma da solebox abbiamo visto modelli più ispirati. Impossible to deny the pass mark. But we expected more inspiration from Solebox.

Retail: 7

Certo non si può dire il prezzo sia basso, però in un caso come questo è prevedibile.. Its price can’t be called cheap, but in this case it was predictable.

Resell: 7

Ancora troppo presto per giudicare. Le collaborazioni firmate Solebox di solito raggiungono quotazioni di tutto rispetto. Still too early to judge. The collaborations by Solebox typically reach quotations fairly tempting. 36

Sneakersmagazine


Sneakers magazine

il nuovo sito di Sneakers Magazine è da poco online!

Va i s u s n e akers magazi n e . i t per scoprire tutte le novitĂ e resta connesso con il blog e i social per scoprire le prossime...

Sneakersmagazine

37


collabs review!

SNEAKERSNSTUFF X ADIDAS ULTRA BOOST L’ultima collaborazione tra la boutique SneakersNstuff e Adidas comprende un paio di Ultra Boost soprannominate “Tee Time”. Il gioco di parole ricorda naturalmente lo stile dei golfisti, che a prima vista appare difficilmente conciliabile con questo modelli da corsa. E invece.. The latest collaboration between the boutique SneakersNstuff and Adidas includes a pair of Ultra Boost nicknamed “Tee Time”. The play on words refers to a style of golf, which at first sight might appear to be hardly compatible with these running models. However…

IL GIUDIZIO Materiali: 6

Sono quelli delle Ultra Boost di linea, e sarà certo difficile lavorare sui materiali, visto che la calzetta Primeknit è insostituibile. Same materials as the line Ultra Boost and it will be hard to work on them, since the Primeknit sock can’t be changed.

Colorazione: 7

Notevoli i particolari: la trama sull’intersuola che ricorda da vicino la superficie delle palline da golf, e l’erba verde dei prati stampata sulla soletta. Remarkable details: the pattern on the midsole is reminiscent of the surface of a golf ball; a garden of green grass is printed on the insole. .

Concept: 7

Le Ultra Boost sembrano il modello perfetto su cui applicare un po’ di stile nordeuropeo. The Ultra Boost seems the ideal model on which to apply a bit of North-European style. .

Retail: 6

180 dollari, prezo corretto per una limited edition, soprattutto se al centro c’è un modello tanto hype. 180 bucks is a proper price for a limited edition, especially if the shoe has got such a hype.

Resell: 8

Passano già di mano a più del doppio del prezzo retail. On the first resell it’s paid twice the retail price. 38

Sneakersmagazine


SneakerS magazine

non puoi vivere senza sneakers? non farlo!

SneakerS 24/70 bim

magazine

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

novembre/dicembre 2015

novembre / dicembre 2015

sneakersmagazine.it

Cover24/70.indd 3

â‚Ź4,00 16/11/15 09:34

Per abbonarsi: tramite PayPal dal sito: www.sneakersmagazine.it

1anno di sneakers magazine a casa tua a soli

25 euro!

SneakerS magazine

Sneakersmagazine

39


40

Sneakersmagazine


adidas

New modern design Tre lettere per una collezione: NMD. Tre modelli, identificati solo con sigle alfanumeriche: CS1, C1 e R1. Tre caratteristiche: elementi di design nostalgici, suola Boost e tomaia Primeknit. Il successo invece, bè, quello è uno solo. Ma siamo certi che ai piani alti del quartier generale di adidas, in Germania, questo particolare non darà fastidio a nessuno. Sneakersmagazine

41


adidas

New modern design Già, le chiacchiere stanno a zero: quelle della collezione NMD sono le scarpe del momento, e rappresentano la punta di diamante di una serie di modelli con suola Boost che hanno fatto registrare il tutto esaurito sui due lati dell’oceano. Non abbiamo in mano dati statistici, vero... ma l’osservazione empirica della realtà a volte basta. Prendiamo ad esempio uno dei più importanti eventi del mondo streetwear dell’ultimo mese, cioè l’apertura del primo negozio Supreme in Francia, ovviamente a Parigi: dei moltissimi ragazzi in fila per le strade del Marais, in attesa di varcare la soglia del numero 20 di Rue Barbette, una percentuale nettamente maggioritaria alla metà indossava adidas con suola Boost. Non solo NMD, ma anche Ultra Boost, Energy Boost e naturalmente Tubular. Rispetto a queste ultime, le prime sono però molto più accattivanti dal punto di vista del design, a uno sguardo esperto. Mentre le Tubular continuano infatti a scavare l’abusato filone che potremmo facilmente definire 42

Sneakersmagazine

“urban ninja”, che tanti danni sta facendo all’estetica dei teenager negli ultimi cinque anni (lo sappiamo, questa frase ci fa sembrare vecchi bisbetici, ma tant’è), le NMD si muovono in maniera molto più sottile su una strada in bilico tra tradizione e innovazione. Gli elementi estetici che caratterizzano in modo deciso il design di queste scarpe sono infatti pescati direttamente dagli archivi del Trifoglio, e più precisamente da tre modelli storici che oggi appaiono poco apprezzati dal mercato: Micropacer, Rising Star e Boston Super. Curioso notare come i remake di queste tre icone del running adidas siano andati largamente invenduti nel corso delle ultime stagioni, mentre la linea NMD - ad esse dichiaratamente ispirata - sembra volare letteralmente via dagli scaffali dei pochi, selezionati rivenditori a cui è stata concesso di venderla. A proposito: parte del notevole hype generato dalle NMD è ovviamente dovuto al fatto che la distribuzione è stata notevolmente limitata. E non solo nel caso


Adidas micropacer

Adidas rising star

Adidas boston super

Sneakersmagazine

43


delle poche collaborazioni prodotte finora, tra le quali spicca - più per valore di reselling che non per effettiva bellezza estetica - la versione “Yellow Camo” del brand losangelino Undefeated. Le NMD sono effettivamente scarpe inline, con una distribuzione limitata, che vanno immediatamente sold out: quindi una bestia strana e interessante, per il mercato delle sneakers di oggi. Però le cose potrebbero presto cambiare. Adidas ha infatti annunciato che a partire dalla (ormai vicina, per i tempi del fashion business) stagione fall/ winter 2016 le NMD saranno distribuite anche nei cosiddetti “key account”, cioè le grandi catene sportive, da Foot Locker in giù. Una mossa del genere è ovviamente un’arma a doppio taglio: evidentemente a Herzogenaurach preferiscono monetizzare velocemente questo inaspettato primo successo, e non hanno paura di svalutare l’immagine di questi modelli sul medio-lungo periodo. Una scelta con cui non siamo d’accordo, anche perché temiamo che le nuove produzioni destinate a trovare una diffusione molto più ampia saranno inevitabilmente caratterizzate da una minore qualità dei materiali e della costruzione. Speriamo vivamente di essere smentiti dai fatti. Sneakers magazine magazine 44 44 Sneakers

adidas

New modern design


Sneakers Sneakers magazine magazine

45 45


adidas

New modern design

Three letters for a collection: NMD. Three models, identified by the use of alphanumeric marks: CS1, C1, and R1. Three features: nostalgic design elements, a Boost sole and Primeknit upper. The success, on the other hand, is one. But we are pretty sure that such a detail won’t hurt anyone at the top floor of the adidas headquarters (in Germany). Right, all chattering is pointless. The models in the NMD collection are the shoes of the time, and represent the glazier’s diamond of a series of models with Boost sole which caused more than one sold-out on both sides of the Ocean. To be honest, we don’t possess the figures, but an empirical observation of the facts can be enough. Take, for example, one of the most important events in the street-wear world during the last few weeks, the opening of the first Supreme shop in France, obviously in Paris. The great majority of the many guys queuing along the streets in the Marais, waiting to cross the threshold of 20, Rue Barbette, were wearing adidas with Boost sole. Not only the NMD, but also the Ultra Boost, the Energy Boost and of course the Tubular. To an expert eye the former is still more palatable than the latter from a design point of view. While the Tubular continues to tread a path we could call “urban ninja”, a path that for the last five years has been damaging the aesthetic sense of many teenagers (we know that such a claim will make us appear like old bigots, but that’s what we think), the NMD moves much more elegantly along a road in equilibrium between tradition and innovation. Indeed the aesthetic elements characterizing 46

Sneakersmagazine

the design of these shoes were also picked up from the Trefoil’s archives, and more precisely from three historic models that today appear to be less appreciated by the market; the Micropacer, the Rising Star and the Boston Super. It is interesting to note that the remakes of these three icons of adidas’ running sector remained largely unsold over the last few seasons, whereas the NMD line (clearly inspired by them) seemed literally to fly out of the shelves of the few, selected resellers who were authorized to sell it. By the way, part of the incredible hype generated by the NMD is clearly due to the fact that the distribution was strictly limited. Not only in the case of the few collaborations produced so far, among which we have to mention (more for its reselling value than its purported aesthetic beauty) the version “Yellow Camo” by the Los Angeles brand Undefeated. The NMD is really an inline shoe, with a limited distribution, and it tends to go sold out on the spot – it’s a strange and interesting animal, in the context of today’s sneakers market. But the situation might change quite soon. This because adidas announced that, starting from the (quite close, given the accelerating pace of fashion business) fall-winter 2016-17, it will be also distributed in the so-called “key accounts”, that is, the great sport chains, from Foot Locker to the others. Such a decision is clearly a double-edged weapon. Presumably, the guys in Herzogenaurach prefer to monetize quickly this unexpected success, without fear of devaluing the image of these models in the medium and long run. A strategy with which we can’t concur, also because we fear that the new productions that are likely to find a much wider distribution will be characterized by a lesser quality of both materials and construction. We really hope that the facts will defeat our worries.


Sneakersmagazine

47


NUOVI, VECCHI BRAND ( New, old brands ) Sometimes they come back. But it isn’t that bad. Thus might read the subtitle of the last five years of sneaker culture. Of all the trends that marked the market since 2010 (we all know them pretty well: increasing proposition of remakes and collaborative projects, frantic search of the hype, enrolment of artists and musicians and so on) there is one that appears to surmount them all: the comeback of the “old” brands. The inverted commas are needed, because that word isn’t meant to convey any negative connotation in this case. It expresses a non judgmental recognition of the fact that many historic brands of the last half-century, that seemed to have retreated in the performance sector (or to have altogether disappeared) and to have accepted the inevitable shrinking of their market shares, have suddenly started to push hardly again on the so-called sportswear sector, which is designed for the usual customer and that elusive market share that the marketing experts call “urban youth” (a vague definition, perhaps, but capable of grasping a hint of truth). How did it happen? By all means the market, with the aforementioned pursuit of retro models, created the conditions to 48

Sneakers Sneakersmagazine magazine

rereleasing the archive models and ride the tide of a demand which had never been so strong as now. But we should not forget the positive impact on the single brand that such initiatives have tended to generate. That the new generations of consumers have a positive attitude towards the remake operations (which don’t simply revive models of the past, but re-tell stories with a veneer of authenticity) is really a great opportunity for any brand who suffered a marked drop in the public’s affection with the new millennium. Feeling nostalgic about the past can be a powerful spur sometimes. But there is more than that to this comeback. For the rescue and re-launch operation of classic models, if properly executed, can also elicit a fresh new interest towards the whole of brand’s production, and thus stimulate the brand’s growth and development. Whether this will be the case also depends of course on the vision of those who are in charge of the strategic plan: one may chose to cash in the short run or try to make an investment for the years to come. In the next pages we’ll provide a small selection of classic brands (most of them almost forgotten) that in the last few years managed to make a glorious comeback on the sneaker world. We can only say Good luck to all of them. We are pretty sure that the richness of the supply and a just competition will benefit both the market and the customers. As a cohort of enthusiasts, we can only wish them the best.


A volte ritornano. Ma non è poi così male. Potrebbe essere il sottotitolo degli ultimi cinque anni di sneakers culture. Di tutti i fenomeni che hanno attraversato il mercato dal 2010 in poi (li conosciamo bene: affermazione sempre più forte di remake e progetti collaborativi, caccia all’hype, coinvolgimento di artisti e musicisti, eccetera) ce n’è infatti uno che appare più importante: il ritorno dei “vecchi” brand. Le virgolette sono d’obbligo, perché quell’aggettivo non è in alcun modo connotato negativamente. Si tratta della semplice constatazione di un fatto: molti marchi storici dell’ultimo mezzo secolo, che sembravano essersi ritirati nel settore performance - quando non spariti del tutto - e rassegnati al restringimento inesorabile della loro fetta di mercato, improvvisamente hanno ricominciato a spingere forte sul cosiddetto sportswear, dedicato al consumatore casual e a quella sfuggente categoria che il marketing definisce “gioventù urbana” (parole imprecise, certo, ma capaci di rendere l’idea). Perché è successo? Senza dubbio il mercato, con la già citata corsa al retro model, ha creato le condizioni per riproporre modelli d’archivio e cavalcare l’onda di una domanda mai così forte come in questi anni. Ma non bisogna dimenticare le ricadute positive sull’immagine del singolo marchio prodotte da un’operazione del genere. Che nuove generazioni di consumatori guardino con favore alle operazioni di remake - che non si limitano a riproporre scarpe di qualche anno fa, ma raccontano storie passate

con una parvenza di autenticità - è un’opportunità davvero ghiotta per qualsiasi brand che avesse visto scivolare via l’affetto del pubblico dopo il cambio del millennio. La nostalgia è un sentimento potente. Ma non si tratta solo di questo: se condotta nel modo corretto, l’operazione di recupero e riproposizione di modelli classici può portare a un rinnovato interesse per l’intera produzione del brand, e quindi fare da volano per una crescita verso il futuro. Ovviamente, dipende sempre dallo sguardo di chi decide le strategie aziendali: si può scegliere di incassare il più possibile nel breve periodo, oppure provare a fare un’investimento sugli anni che verranno. Nelle prossime pagine, una piccola selezione di marchi classici - e nella maggior parte dei casi quasi dimenticati - che negli ultimi anni sono stati capaci di riaffacciarsi alla grande sul mondo sneakers. Con il nostro in bocca al lupo, a tutti quanti: siamo convinti che varietà della proposta e concorrenza aiutino il mercato e i consumatori. Da appassionati, non possiamo che augurar loro le migliori fortune. Sneakers Sneakersmagazine magazine

49


NUOVI, VECCHI

BRAND

Karhu

past Un brand di notevole tradizione, nato esattamente un secolo fa, e specializzato nel settore dell’atletica leggera e della corsa: il marchio dell’orso è legato a leggendari fondisti nordici, come Paavo Nurmi e Olavi Suomalainen. Superati diversi momenti di crisi e cambi di proprietà, le Kahru sono tornate sugli scaffali con grandi ambizioni, forti di un settore ricerca & sviluppo all’avanguardia (ne è un esempio la recente collaborazione con l’Università di Jyväskylä, una delle più prestigiose istituzioni accademiche finlandesi) e di un archivio che non ha nulla da invidiare a quello di concorrenti blasonati. I primi retro model hanno convinto gli appassionati, anche grazie ad alcune collaborazioni azzeccatissime (su tutte, quelle con Concepts e Hanon). Ed è difficile non provare un moto di orgoglio patriottico, al pensiero che questo successo sia merito del lavoro della nuova proprietà italiana: la famiglia Arese, al timone ormai da un paio d’anni.

A brand with a long tradition, born exactly a century ago and specializing in the athletic and running sectors: the bear brand is tied to the mythic long-distance runners from the North, such as Paavo Nurmi and Olavi Suomalainen. After various crises and transfers of property, the models by Karhu have come back on the shelves with great ambitions, fortified by a first-rate research and development department (as testified by the recent collaboration with the University of Jyväskylä, one of the most illustrious institutions in Finland) and an archive in no way inferior to those of its blazoned competitors. The first retro models have attracted the fans, also thanks to some very spot-on collaborations (above all those with Concepts and Hanon). And it’s hard to avoid a fit of patriotic pride when we reckon that this success is to be ascribed to the new Italian owners, the Arese family, at the helm of the brand for the last two years.

present

50

Sneakersmagazine


Brooks

past Azienda fondata nel 1914 a Philadelphia e trasformatasi in Brooks Shoe Manufacturing Company, Inc. nel 1957, ha il grande merito di aver aperto la strada all’uso delle intersuole in etilene vinilacetato, diventando una delle prime società per scarpe sportive ad avvalersi di quello che oggi rappresenta uno standard tecnico del settore. Qualche decina di anni fa il marchio era un simbolo del settore running, grazie a ritrovati tecnologici come Diagonal Rollbar e HydroFlow, un sistema di ammortizzazione basato sull’inserimento nell’intersuola - appena sotto il tallone - di un cuscinetto contenente uno speciale olio di silicone. Oggi, dalla sede di Seattle, Brooks si è riaffacciata sul mondo lifestyle, senza per questo smettere di presidiare il settore performance, dal quale non si era mai ritirata. Del resto, sarebbe stato poco lungimirante lasciare alcuni modelli storici - peraltro dalla silhouette ancora validissima - a prendere polvere negli archivi: meglio affidarli alle mani giuste, come quelle di SneakersNstuff o Bait, per vederli rinascere a nuova vita.

Founded in 1914 in Philadelphia and renamed Brooks Shoe Manufacturing Company, Inc. in 1957, this company’s greatest merit is to have opened the way to the use of the midsole in ethylene-vinyl acetate, thus becoming one of the early societies for sport shoes to implement what has become by now a technical standard for the whole sector. A few decades ago the brand was a symbol of the running sector, thanks to technological devices such as the Diagonal Rollbar and the HydroFlow, a cushioning system based on the insertion of a small cushion holding a special silicon oil in the midsole, just below the heel. Today Brooks, from its Seattle headquarters, reappeared in the lifestyle world, without ceasing to garrison the performance sector, which it never abandoned. Indeed it would be quite shortsighted to leave some historic models (by the way, with such a fashionable silhouette) to be covered with dust in the archives: better entrust them to expert hands, such as those of SneakersNstuff or Bait, to see them spring up again.

present

Sneakersmagazine

51


NUOVI, VECCHI

BRAND

etonic

past Pochissimo hype nell’ultimo decennio per Etonic, marchio che si è limitato a vivacchiare grazie alla specializzazione nel settore golf. Ma si tratta pur sempre di un brand che era molto, molto popolare tra i Settanta e i Novanta, soprattutto dalle parti della east coast americana. L’archivio della casa statunitense è colmo di modelli che potrebbero stare stabilmente nelle top twenty delle riviste specializzate, per non parlare delle citazioni nel celebre libro di Bobbitto Garcia Where’d you get those - New York City’s sneakers culture. Tuttavia, non sembra essere andato a buon fine il progetto di rilancio tentato l’anno scorso con la firma di un contratto con la leggenda NBA Hakeem Olajuwon e la conseguente riproposizione delle Akeem The Dream che avevano fatto sognare gli appassionati di basket negli anni Ottanta. Ah, a proposito, non si tratta di un refuso: le scarpe uscirono prima che il nigeriano Olajuwon aggiungesse una H davanti al suo nome, per renderlo più americano.

Very little hype for Etonic over the last decade. A brand that has just got along thanks to its expertise in the golf sector. But also a brand that was very popular from the 1970s to the 1990s, especially around the American East coast. The archive of this American company abounds with models that might rank permanently among the top twenties of the sector magazines, not to mention the quotations in the famous book by Bobbitto Garcia Where’d you get those - New York City’s sneakers culture. On the other hand, it didn’t give a successful result the attempted re-launch marked, a year ago, by the signing of a contract with the NBA legend Hakeem Olajuwon and the ensuing reissuing of the Akeem The Dream that had won the hearts of basketball fans during the Eighties. Oh, and by the way, it isn’t a typographical error: this model came out before the Nigerian Olajuwon decided to add a H before his name, to make it sound more American.

present

52

Sneakers Sneakersmagazine magazine


Saucony

past Kutztown, Pennsylvania, Stati Uniti. Una piccola cittadina del nord-est americano, sorta sulle rive del fiume Saucony, che per i nativi americani significava “acque che scorrono con leggerezza”. Lì nel 1898 iniziò la sua attività l’azienda che avrebbe preso il nome di quel fiume: non è un caso che il logo Saucony sia, ancora oggi, un’onda. Questo brand specializzato nella produzione di scarpe tecniche da running di grande qualità ha ricominciato a macinare successi dal 2012, anno dell’acquisizione da parte del colosso Wolverine Worldwide, già proprietario tra gli altri dei marchi Keds e Sperry Top-Sider. Quella messa in piedi da Saucony è una delle operazioni di rilancio meglio orchestrate degli ultimi tempi, grazie a moltissime collaborazioni ben riuscite, come quelle con Bodega, Extra Butter, End, Penfield e White Mountaineering. Uno dei rari casi in cui un brand porta a termine con successo l’impresa di convincere nello stesso tempo sia gli appassionati hardcore che il pubblico generalista.

Kutztown, Pennsylvania, United States. A small town in the American north-east, sprung on the Saucony river’s banks, a name that meant “water that flows smoothly” in the language of the natives. The activity of the company that took the name of the river started there in 1898. It is no coincidence that Saucony’s logo is still a wave. This brand specializing in the production of technical, high quality running shoes restarted to churn out successful models since 2012, the year of the acquisition by the giant Wolverine Worldwide, already the owner (among others) of brands such as Keds and Sperry Top-Sider. The one put in place by Saucony is one of the best organized re-launching operations of the last few years, thanks to many well done collaborations, such as the ones with Bodega, Extra Butter, End, Penfield, and White Mountaineering. One of the rare cases in which a brand accomplishes the double mission of attracting both the hardcore enthusiasts and the general public.

present

Sneakers Sneakersmagazine magazine

53


NUOVI, VECCHI

BRAND

Lotto

past Chiudiamo con due marchi italiani, due esempi molto diversi di tentativi di ri-capitalizzare su un patrimonio di gloria e storia del passato, iniziando con Lotto. Il marchio fondato negli anni Settanta dai fratelli Alberto e Sergio Caberlotto ha infatti conosciuto il suo periodo d’oro nel decennio successivo, grazie a importantissime sponsorizzazioni sportive nel settore del calcio, tra le quali citiamo solo quelle al tulipano milanista Ruud Gullit e al capitano della nazionale campione del mondo 1982 Dino Zoff. Nel 1999 la famiglia Caberlotto ha passato la mano a una cordata di imprenditori italiani diretta da Andrea Tomat, ma solo in anni più recenti Lotto ha provato a declinare il suo DNA sportivo in versione lifestyle. A questo scopo è nato un marchio ad hoc, Lotto Leggenda, che ha portato alla produzione di modelli ispirati a quelli presenti nell’archivio running della casa veneta e risalenti alla fine dei Settanta e all’inizio degli Ottanta, leggermente rivisti in chiave fashion. Purtroppo il mix non sembra paricolarmente riuscito, almeno dal punto di vista dello stile.

We close the list with two Italian brands, two different instances of the endeavor to recapitalize the glory and history assets inherited from the past. The first is Lotto. The brand founded by the brothers Alberto and Sergio Caberlotto in the 1970s had its golden moment in the subsequent decade, thanks to very important sport sponsorships in soccer: among them we only recall the tulip and AC Milan player Ruud Gullit and the captain of the 1982 World Champion national team Dino Zoff. In 1999 the Caberlotto family handed over the company to a cartel of Italian entrepreneurs led by Andrea Tomat, but only in the last few years has Lotto tried to reinterpret its sport DNA in a lifestyle vein. With this in mind, a new ad hoc brand was created, Lotto Leggenda, bent on the production of shoes inspired by models belonging in the running archive of the Venetian company and dating to the late 1970s and early 1980s, slightly modified in a more fashionable way. Unfortunately the mix doesn’t seem very well done, at least from a style viewpoint.

present

Sneakersmagazine magazine 54 54 Sneakers


Diadora

past Diadora ha puntato invece prima di tutto sulla qualità produttiva e dei materiali usati, per riportare sul mercato alcuni dei suoi storici modelli running. Così il rilancio del marchio Diadora avvenuto negli ultimi anni si può definire, senza tema di smentite, un successo: nel 2016 il brand italiano si può dire ormai stabilmente tornato al centro dei pensieri di collezionisti e appassionati in tutto il mondo, grazie a una serie di azzeccatissimi remake di splendidi modelli risalenti agli anni Novanta: N9000, S8000 e ultimamente V7000 sono state anche al centro di notevoli progetti collaborativi, realizzati insieme ai nomi più importanti della sneakers culture mondiale, a cui sono seguite versioni rinnovate degli stessi modelli destinate alle collezioni di linea. Un bel modo di mettere insieme passato e futuro.

Diadora, on the contrary, has set its sights on the productive quality and the fabrics employed, to bring back on the market some of its historic running models. So the relaunch of the brand Diadora that took place over the last few years can be called without controversy a success. As of 2016 the Italian brand can be considered to be permanently cherished by collectors and enthusiasts all over the world, thanks to a series of very spot-on remakes of marvelous models dating back to the 1990s. The N9000, the S8000 and, more recently, the V7000 were also targeted by nice collaborative projects, realized with the most important names of the global sneaker culture, followed by renewed versions of the same models for the line collections. A god way to mix past and future.

present

Sneakers Sneakersmagazine magazine

55 55


Oltre alle conosciutissime e amatissime 576, 998 e 1500, molte altre storiche scarpe da running sono state riproposte nel corso delle ultime stagioni da New Balance. Spiccano nel mucchio le 530, ennesimo classico proveniente dagli anni Novanta, con tecnologia ammorizzante Encap e tomaia costruita con un mix di suede e mesh. Quello che da sempre rende unico questo modello è il disegno intricato dell’intersuola, costruita con un mix di materiali di diversa densità e capace di garantire il massimo dell’ammortizzazione e della stabilità. Da diverso tempo collezionisti e appassionati chiedevano a gran voce al marchio della grande N di fare produrre anche le 530 negli stabilimenti inglesi o americani. Bè, pare che ancora il brand con sede a Boston non si sia deciso di esaudire quel desiderio. Eppure la qualità di questa produzione non sembra avere nulla da invidiare alle più blasonate fabbriche britanniche e statunitensi. E il rapporto qualità/prezzo è francamente davvero allettante, così come le nuove colorazioni - quintessenzialmente nineties - proposte per questa primavera-estate 2016. 56

Sneakersmagazine


NEW BALANCE

530

Beside the very famous and much beloved 576, 998, and 1500, many other historic running shoes were rereleased by New Balance over the last few seasons. Rising above this crowd is the 530, umpteenth classic dating back to the Nineties, featuring Encap cushioning technology and a upper constituted by a mix of suede and mesh. What has always made this model unique is the intricate design of the midsole, built from a mix of materials of varying thickness and capable of ensuring the utmost damping factor and stability. The collectors and fans have long been pressing the big-N brand to also have the 530 produced in the English or American plants. Although it seems that the Boston based brand hasn’t still decided to satisfy that common dream, the quality of this production seems to be in no way inferior to the more blazoned UK and US based productions. And the quality-price ratio is really tempting, as well as the new (quintessentially Nineties) colorings proposed for the coming spring-summer 2016. Sneakersmagazine

57


NEW BALANCE

997, 998, 1300 & 1700

58

Sneakersmagazine


Sono classici assoluti dello stile running, quelli prodotti negli stabilimenti americani da New Balance. Lo storico brand con base a Boston tiene infatti molto al bollino Made in Usa: ogni anno dalle linee di montaggio sparse tra Maine e Massachusetts escono circa 4 milioni di paia di scarpe destinate alla vendita sul mercato mondiale, ed è perfino riduttivo dire che si tratta di sneakers di alta qualità, come può testimoniare qualunque appassionato. Nel corso del primo trimestre del 2016 un pugno di modelli Made in Usa è stato declinato in colorazioni ispirate all’esplorazione marina dei secoli scorsi: dell’Explore by Sea Pack fanno parte icone come 997, 998, 1300 e 1700, sulle quali spicca all’occhio e al tatto l’uso di pregiati pellami prodotti dalla storica conceria Horween di Chicago, ormai abituale fornitrice del marchio New Balance.

The models produced in the American factories of New Balance are the ultimate classics of running style. The historic brand based in Boston is very attached their stamp, reading Made in Usa. The assembly lines interspersed between Maine and Massachusetts churn out (and send to the global market) some 4 million pairs of shoes every year, and it’s even too little to claim that it’s high quality sneakers, as any fan can confirm. Over the first quarter of 2016 a bunch of models made in US were reinterpreted through colorings inspired by the maritime exploration of the past centuries. The Explore by Sea Pack includes such icons as the 997, the 998, the 1300 and the 1700, which utilize (for the joy of your eyes and touch) the valuable hides produced by the historic Chicagoan tannery Horween, by now the usual provider of the brand New Balance. Sneakersmagazine

59


Il marchio fondato da Paul Sperry nel Connecticut del 1935, responsabile della produzione di quelle che sono poi diventate le scarpe da barca per antonomasia della storia, continua a macinare successi. Ormai da qualche tempo Sperry ha allargato i suoi orizzonti anche al mondo sneakers, e le Striper CVO rimangono il modello più apprezzato dal pubblico, collezione dopo collezione. Per l’estate 2016 il brand americano ne propone molte nuove versioni: noi ne abbiamo selezionate tre, caratterizzate dalla tomaia in tela con stampe davvero accattivanti (andrà senza dubbio molto forte la versione camouflage, ma a noi la più azzeccata sembra quella con stampa “palme”) e dalla costruzione vulcanizzata della suola in gomma. Una buona alternativa alle classiche boat shoe che hanno reso famoso il marchio della vela. A proposito, il logo è leggermente cambiato la scorsa estate, in occasione dell’ottantesimo anniversario della fondazione: l’avevate notato? 60

Sneakersmagazine


Sperry

STRIPER CVO

The brand founded by Paul Sperry in Connecticut in 1935, at the origin of the production of the boat shoes par excellence, goes on grinding out success after success. For quite some time Sperry has been broadening its horizons with a view to embracing the sneaker world, and the Striper CVO is still a model that can be called the most beloved by the public, season after season. For the summer 2016 the American brand releases various versions: we have chosen three of them, characterized by a upper in canvas exhibiting very palatable prints (the camouflage version will attract many enthusiasts, but in our opinion the most spot-on version is the one with the “palms�) and by the vulcanized construction of the rubber sole. A good alternative to the classic boat shoes which made the sailboat brand so popular. By the way, the logo has slightly changed a year ago, on the occasion of the eightieth anniversary of the foundation: did you notice that? Sneakersmagazine

61


ASICS

GEL- KAYANO EVO “Origami pack”

Asics Tiger da sempre significa running, e gli anni Ottanta e Novanta corrispondono a una vera e propria età dell’oro per la casa giapponese, soprattutto dopo l’introduzione della tecnologia Gel per l’ammortizzazione, nel 1986. In quel periodo nacquero Gel-Lyte, Gel-Runner, Gel-110, GT-II e Gel-Kayano. Icone che sono rimaste nella storia delle sneakers e nel cuore di chi corre. Ma i tempi cambiano, e così anche quei modelli amatissimi - un tempo all’avanguardia della tecnica running - vanno incontro a un necessario, quanto rispettoso, aggiornamento. Ecco dunque le Gel-Kayano Evo, rivisitazione lifestyle delle storiche Kayano disegnato da Toshikazu Kayano per la corsa su lunghe distanze. Introdotte sul mercato per la prima volta l’anno scorso, le Gel-Kayano Evo mantengono invariate alcune caratteristiche uniche del modello originale, come il mono-sock e (ovvio) la tecnologia Gel ad ammortizzare tallone e inter-suola. I cambiamenti maggiori sembrano concentrati sulla tomaia, alleggerita di alcuni dettagli per riflettere uno stile più casual, in questa versione “Origami Pack” è caratterizzata dalla grafica origami che richiama le origini Giapponesi del brand. Asics Tiger has always meant running. And the Eighties and Nineties were an authentic golden age for the Japanese company, especially after the introduction in 1986 of the Gel technology to ensure the highest damping power. The Gel-Lyte, the Gel-Runner, the Gel-110, the GT-II and the Gel-Kayano all date back to that epoch – icons that remain firmly rooted in the history of sneakers and the hearts of runners. But the time goes on, and even those beloved models (then in the forefront of running) underwent an inevitable (but respectful) update. Hence the Gel-Kayano Evo, a lifestyle revisiting of the historic Kayano designed by Toshikazu Kayano for the long distance races. First introduced on the market last year, the Gel-Kayano Evo keep some of the distinguishing features of the original model unchanged, such as the mono-sock and, of course, the Gel technology to enable a high cushioning on the heel and the mid-sole. The main changes seem to be located on the upper, unburdened of some details to confer a more casual style, in this “Origami Pack” version is characterized by an origami graphic that recalls the Japanese origins of the brand. 62

Sneakersmagazine


Sneakers Sneakersmagazine magazine

63 63


64

Sneakersmagazine


Karhu

ALBATROSS

Il 2016 segna il centenario dell marchio Karhu. Per la primavera/estate di quest’anno importante lo storico brand di origine finlandese rilancia le Albatross, iconico modello del 1982 destinato al running, caratterizzato da una forma classica, sfuggente, elegante e unisex. Ma il meglio è invisibile agli occhi: all’interno delle Albatross si nasconde infatti il sistema Air Cushion, tecnologia installata da Karhu per la prima volta intorno alla metà degli anni Settanta e destinata a cambiare il settore delle scarpe da corsa. E anche senza voler rinfocolare vecchie polemiche - a essere imitata da molti concorrenti: alcuni avrebbero costruito sulla loro versione di quell’idea una vera e propria fortuna... Sia come sia, le Albatross sono ancora bellissime nel 2016: il look retrò si sposa perfettamente con la qualità costruttiva della tomaia in nylon e suede, e la sensazione è proprio quella di un prodotto “come una volta”, nella migliore accezione possibile. Notevole anche il particolare del punto giallo sul controtallone. The 2016 marks the 100th anniversary of the brand Kahru. For the spring-summer of this important year the historic brand of Finnish origins re-launches the Albatross, iconic model dating to 1982 and designed for running, characterized by a classic form, tapered, elegant and unisex. But the best part is invisible to the eyes: for the structure of the Albatross hides the Air Cushion system, a technology first implemented by Karhu around the mid Seventies and destined to change the sector of running shoes. And also destined (although we don’t want to stir up an old quarrel) to be copied by many competitors: some of them have built their own success on their version of that idea. At any rate, the Albatross is still wonderful in 2016. Its retro look meshes perfectly well with the constructive quality of the upper in nylon and suede, and the feeling one gets is to have a product which is reminiscent of time past, in the best sense of the word. A remarkable detail is the yellow spot on the counter-heel. Info: Sport Leader s.r.l. mail: info@sportleader.pro tel: 0171/413175 Sneakersmagazine

65


ALL GONE X PUMA @ URBAN JUNGLE, MADRID

A ogni fine anno, l’agenzia di comunicazione parigina La MJC dà alle stampe quello che è considerato semplicemente IL catalogo dello streetwear: All Gone, un librone cartonato pesante qualche centinaio di pagine che raccoglie il meglio tra limited edition e progetti collaborativi artistici messi insieme dai marchi dell’abbigliamento di tutto il mondo. L’ultima edizione di questa vera e propria Bibbia, che nel 2016 taglia il traguardo dei dieci anni di pubblicazione, è stata presentata in Spagna: da Urban Jungle, in Calle Fuencarral a Madrid, uno sneakers store che nel corso del tempo è diventato punto di riferimento per gli sneakerhead iberici (e non solo, visto il suo network di punti vendita in Italia che si aggiunge a quelli di Madrid, Siviglia, Parigi, Malta e Casablanca). Lo scorso 11 marzo, grazie alla collaborazione di Puma, il negozio ha ospitato Michael Dupouy di La MJC, protagonista della tappa conclusiva di un tour che lo ha visto viaggiare in tutta Europa, da Parigi a Stoccolma passando per Amsterdam e Roma, per celebrare il lancio della limited edition di All Gone con copertina DF CAMO (Ille de France camo), caratterizzata da un pattern camouflage che raffigura gli otto dipartimenti di Parigi.

Every end of the year the communication agency La MJC publishes what is generally regarded as THE catalogue of street-wear. It’s called All Gone, and is a hardcover book of some hundred pages that contains the year’s very best – from the major limited editions to artistic collaborative projects realized by the clothing brands from every corner of the world. The latest edition of this authentic Bible, which in 2016 celebrates its tenth year of life, was presented in Madrid, Spain, at Urban Jungle, in Calle Fuencarral, a sneaker store that over time has become a reference point for all Spanish sneakerheads – not only for them, in fact, as the chain has a network of shops in Italy in addition to those in Madrid, Seville, Paris, Malta and Casablanca. On 11 March, thanks to the collaboration of Puma, the shop hosted Michael Dupouy from La MJC, who was the leading figure of a tour that has brought him all around Europe, from Paris to Stockholm via Amsterdam and Rome, to celebrate the launch of the limited edition of All Gone featuring IDF CAMO (Île de France camo) hardcover, characterized by a camouflage pattern portraying the eight Parisian departments. 66

Sneakersmagazine


Michael Dupouy di LAMJC, creatore e alma mater di ALL GONE

Sneakersmagazine

67


PUMA

FIERCE Kylie Jenner non ha neanche vent’anni, ma le cose le vanno già molto bene: la reginetta dei reality show americani, nonché più giovane acquisto del clan Kardashian, cementa il suo status di star diventando volto (e corpo, ehm) di Puma per la nuova campagna dedicata alle Puma Fierce. Si tratta di un modello dedicato al pubblico femminile - che forse si farà distrarre meno dalla presenza di Kylie nelle foto scattate dalla fotografa statunitense Lauren Dukoff - leggero e senza lacci, caratterizzato dall’intersuola ammortizzante, dalle scanalature flex groove che attraversano la suola in gomma e dai rinforzi posti sulla parte mediale e laterale perfette per supportare ogni movimento. Le colorazioni disponibili sono Black, White-Black, Quarry-White-Silver e High Risk Red-White per questo progetto tutto al femminile, nato sotto l’egida della creative director del marchio, Rihanna. Kylie Jenner is less than 20 years old, but things work out well for her. The queen of the American reality shows, and the youngest new entry of the Kardashian clan, consolidates her star standing by becoming the face (and, you know, the body) of Puma for the new campaign dedicated to the Puma Fierce. It’s a model designed for the female public, which btw will be less impressed by the presence of Kylie on the pictures taken by the American photographer Lauren Dukoff. A lightweight and laceless shoe, characterized by a cushioning midsole, by a few flex grooves crossing the rubber sole and by some reinforcements on the middle and lateral side perfect to support any movement. The colorways available are Black, White-Black, Quarry-White-Silver and High Risk Red-White for this entirely female project, born under the auspices of the brand’s creative director, Rihanna. 68

Sneakersmagazine


Puma

DISC Sleeve Conosciamo bene la storica silhouette delle Puma Disc, modello che esordÏ in un periodo in cui i grandi brand del mondo sneakers sembravano alla ricerca di stupefacenti effetti speciali per accattivarsi la simpatia del pubblico: presentate per la prima volta nel 1991, le Disco riuscirono in effetti a stupire il mercato, grazie al look futuristico e all’utilizzo dell’inedita ed esclusiva allacciatura a dischetto che permetteva, con un semplice gesto, di ottenere un fit personalizzato e perfettamente calibrato. Oggi, a distanza di venticinque anni, le Disc si proiettano nel futuro: nascono le Disc Sleeve. Release davvero speciale, sulla quale i designer del marcho tedesco hanno lavorato a lungo mixando un profilo inconfondibile, una tomaia in mesh e una serie di materiali e particolari moderni, come la suola super leggera di derivazione running realizzata con la speciale schiuma Ignite Foam, leggerissima e ammortizzante. We can remember fairly well the historic silhouette of the Puma Disc, a model that came out in a moment when the great brands of the sneaker world seemed to look for amazing special effects with a view to winning the sympathy of the public: first presented in 1991, the Disco managed to impress the market thanks to the futurist look and the use of the innovative and exclusive disk lacing system allowing the user to obtain a personalized and perfectly tuned fit with a simple movement of their hand. Today, after 25 years, the Disc projects itself in the future and gives life to the Disc Sleeve. A very special release, over which the designers of the German brand worked a lot by mixing an unmistakable profile, a upper in mesh and a series of modern materials and details, such as the hyper-lightweight sole coming from the running shoes and realized in the special Ignite Foam, to grant lightness and cushioning power. Sneakersmagazine

69


SAUCONY

JAZZ 0 & SHADOW

70

Sneakersmagazine

Dopo molto più di un secolo di storia e gloria, il marchio Saucony - nato in Pennsylvania ed entrato nella storia del running fra gli anni Sessanta e Settanta, quando faceva incetta di premi-qualità - sta riproponendo nel corso delle ultime stagioni molti modelli storici della casa. Non fa eccezione naturalmente l’icona per eccellenza del brand dell’Onda: le Jazz 0, lanciate per la prima volta sul mercato nell’ormai lontano 1981 e ancora oggi fra i modelli più apprezzati da chi corre, prima di tutto, per passione. Il mix di suede e mesh che caratterizza le Jazz 0 le rende particolarmente adatte al periodo primaverile, e dunque ecco un’anteprima delle colorazioni che troveremo sugli scaffali per la prossima stagione calda: questo pack è caratterizzato dalla presenza della stampa camouflage, un classico intramontabile dello streetwear, e da accostamenti davvero accattivanti. Gli stessi che ritroviamo anche sulle Shadow, altro classico del running Saucony, ben ammortizzato e dalla linea sfuggente. Un modello capace di colpire l’immaginario degli appassionati di questi anni, grazie a una serie di collaborazioni azzeccatissime con alcuni delle menti creative più note della sneakers culture internazionale.


Sneakersmagazine

71


SAUCONY

JAZZ 0 & SHADOW

After more than a century of history and glory, the brand Saucony (born in Pennsylvania and joining the history of running between the Sixties and Seventies, when it used to win all and every quality awards) has been rereleasing many of its historic models over the last few seasons. The Wave brand’s number one icon is no exception: we mean the Jazz 0, which was first launched on the market in 1981 and today is still among the models that those who run (first of all) for passion most deeply love. The mix of suede and mesh that characterizes the Jazz 0 makes it very fit for the spring season, so here’s a preview of the coloring that we will find on the shelves within the next weeks. This pack is marked by the presence of a camouflage print (an immortal classic of the streetwear repertoire) and by really palatable combinations. The very same combinations we will find on the Shadow, another classic of the running by Saucony, featuring good cushioning and tapering line, which won the hearts of today’s fans through a series of very spot-on collaborations with some of the best known creative minds in the international sneaker culture.

72

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

73


converse

CHUCK TAYlOR ALL STAR

Chuck Taylor, basta il nome e davanti agli occhi di ogni appassionato di sneakers appare un mondo, evocato dallo storico, immarcescibile modello dedicato al giocatore/allenatore del basket americano che negli anni Venti e Trenta si dedicò anima e corpo al proselitismo in favore del marchio Converse. Le sneakers di più grande successo degli ultimi cento anni sono ancora protagoniste assolute nei cataloghi della casa della stella, e la primavera-estate 2016 non fa eccezione: fiore all’occhiello della collezione sono senza dubbio i nuovi modelli limited edition, rivisitati grazie a trattamenti e dettagli fashion rubati al mondo delle passerelle dal gusto assolutamente Made in Italy. Tra i tanti modelli customizzati in Italia e distribuiti esclusivamente sul mercato nostrano, spiccano tomaie iper colorate, monochrome, faded: traggono ispirazione dal mondo delle arti visive, riproponendo elementi di stile dal mondo del fumetto, dell’illustrazione e del writing. Altri modelli sono invece dichiaratamente più rock, e perfino grunge, grazie al loro aspetto usato e vintage. Notevoli i pezzi unici realizzati a mano da un gruppo selezionato di artisti: nessun pezzo è uguale all’altro. Ogni singolo paio viene lavorato manualmente con lavaggi, abrasioni, graffiature e sporcature. Del resto, le Chuck Taylor All Star sono ormai diventate una tela bianca, su cui esercitare l’immaginazione stagione dopo stagione. Con risultati ogni anno migliori, verrebbe da dire. Chuck Taylor (a name that is capable of eliciting in any sneaker enthusiast a whole world) is strictly tied to the historic (and at the same time immortal) model dedicated to the player / coach of American basketball who spent his whole life to proselytize on behalf of the brand Converse during the Twenties and Thirties of the past century. The most successful sneakers in the last hundred years are still dominating the catalogues of the starred company, and the spring-summer 2016 will be no exception: the feather in the collection’s cap is by all means the new limited edition models, reinterpreted through treatments and fashion details with an absolutely made-in-Italy taste. Among the several models customized in Italy and exclusively distributed on our market, we can see hyper colored, monochrome and faded uppers. They are all inspired by the visual arts world, and borrow elements from comics, illustration and writing. Other models exhibit a more explicit rock (and even grunge) vein, thanks to their used and vintage looks. Remarkable unique samples handcrafted by a selected group of artists. No piece is like the other. Every single pair undergoes manual treatments such as washing, scraping, scratching, and dirtying. Indeed, the Chuck Taylor All Star has become by now a white canvas over which it is possible to exercise one’s imagination, season after season. And the outcomes, we’d say, are getting better and better. 74

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

75


australian La storia di Australian la conosciamo bene: oltre mezzo secolo è passato, da quando Leardo Gabrielli fondò da una costola della storica maglieria L’Alpina il marchio del canguro, abbagliato dalla passione per i grandi tennisti australiani che in quell’epoca dominavano i circuiti professionistici, primo fra tutti il grande Rod Laver. Nel corso di questi anni il brand 100% italiano ha continuato a produrre modelli di altissima qualità senza rinnegare le sue origini. Siamo dunque abituati a legare Australian all’idea di tennis, ma anche ad alcune subculture giovanili dell’Europa degli ultimi vent’anni, che hanno “adottato” il marchio, spostandone i confini ben al di fuori dei campi. Strano a dirsi, la novità che Sport Up propone per questa primavera-estate e che vi presentiamo in queste pagine in anteprima non sembra legata a nessuna di queste due direttrici: si tratta infatti di un modello running, AU023, con tomaia in nylon, rinforzi in suede e il tipico supporto in materiale termoplastico sul tallone. Nonostante l’aspetto classico, il gioco dei materiali sulla tomaia e soprattutto la colorazione quintessenzialmente primaverile donano a questo modello notevole carattere. We all know the story of Australian. More than half a century has passed since Leardo Gabrielli founded the kangaroo brand from a branch of the historic knitwear factory L’Alpina, blinded with passion for the great Australian tennis players who back then used to dominate the professional tournaments, first of all the renowned Rod Laver. During all this time this entirely Italian brand has been releasing more and more high-quality models without forgetting its origins. For this reason we tend to associate Australian with tennis clothing, but also with some young subcultures that over the years have adopted the brand, thus extending its influence far beyond the tennis courts. Oddly enough, the novelty that Sport Up propose for this spring- summer and that we chose to preview in these pages doesn’t seem tied to either world. Because it’s a running model, AU023, with a upper in nylon, reinforcements in suede, and the typical support in thermoplastic material over the heel. Despite its classic look, the combination of materials on the upper and, more importantly, the quintessentially spring coloring confer this model a remarkable personality.

76

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

77


In più di sessant’anni di storia il marchio Fred Perry - e il simbolo della corona d’alloro - si è ritagliato un ruolo centrale e immarcescibile all’interno dello street style inglese: difficile pensare che il tre volte campione di Wimbledon Fred Perry avesse immaginato un destino tanto glorioso, quando negli anni Trenta lanciò la sua linea di abbigliamento per tennisti. Eppure, al di là delle molte connessioni culturali che hanno contribuito a scolpire il brand nell’immaginario collettivo anche oltre i confini inglesi, Fred Perry rappresenta prima di tutto l’eleganza sportiva nata sui campi su cui si esibiva il suo creatore. Uno stile destinato ad andare oltre le mode e a durare nel tempo, come dimostrato dall’amore del pubblico che si rinnova stagione dopo stagione. Anche grazie a modelli come quelli in arrivo per la primavera/estate 2016: ecco le nuove Kingston, dalla silhouette molto semplice con la suola bassa (gli inglesi chiamano questo tipo di calzature plimsoll), oltre naturalmente alla tomaia su cui spicca l’alloro incrociato; oppure l’ultima versione delle Phoenix Platform Heavy Canvas, modello femminile che appare perfetto per l’imminente stagione calda.

For more than sixty years the brand Fred Perry (with its laurel wreath symbol) carved out a central and immortal space for itself within the English street style. Hard to think that the three-time Wimbledon champion Fred Perry could have predicted such a glorious trajectory when during the Thirties he launched his clothing line for tennis players. Indeed, the brand Fred Perry, in addition to the many cultural connections that helped shape its identity in the minds of many people worldwide, represents first and foremost the sport elegance stemming from the fields that its creator dominated. A style destined to go beyond the passing trends and to last for long, as testified by the public support that the brand receives season after season – also thanks to such models as those due out this spring-summer 2016. On the one hand, the new Kingston, featuring a very simple silhouette with thin sole (in England is called, plimsoll) and of course a upper marked by the crossed laurels. On the other hand, the latest version of the Phoenix Platform Heavy Canvas, a woman model very fit for the upcoming hot season. 78

Sneakersmagazine


FRED PERRY

KINGSTON & PHOENIX PLATFORM

Sneakersmagazine

79


Sono basse sulla caviglia ma sfoggiano un look massiccio, le Cormik del marchio New York Yankees: un altro capitolo di una storia di successo, quella delle sneakers con il logo della squadra più vincente della storia e culto per eccellenza della Major League Baseball americana. Infatti nel corso delle ultime stagioni queste sneakers sono diventate un accessorio fondamentale per tutti gli amanti dello stile USA e hanno fatto breccia, in pochi anni, anche sul mercato europeo. La collezione NYY Footwear è disegnata e prodotta dallo studio francese SFD Atelier, curata nella qualità dei materiali e della costruzione, ma soprattutto attenta alle tendenze dello stile urbano del Ventunesimo secolo. Le nuove colorazioni delle Cormik non sono altro che un’ulteriore prova della bontà di un prodotto dedicato a un pubblico ampio e generalista, con un interessante pricepoint e soprattutto un patrimonio di storia sportiva davvero inestimabile. 80

Sneakersmagazine


NEW YORK YANKEES footwear

CORMIK

The Cormik released by the brand New York Yankees is a low ankle shoe exhibiting a massive look. Another chapter in a story of success: that of the sneakers bearing the logo of the most winning team in the history of the American Major League Baseball and one of its cults. Yes, for these sneakers have become a fundamental accessory for all those who love the American style, and they also conquered the hearts of so meany European enthusiasts. The NYY Footwear collection is designed and produced by the French studio SFD Atelier, is cured in the quality of fabrics and construction, and more importantly is inspired by the urban style trends of the new century. The new colorings of the Cormik aren’t but the umpteenth sign of the overall quality of a product targeted at a general and wide audience, with a very interesting price point and, more than that, a background of sport culture which is really priceless. Sneakersmagazine

81


82

Sneakers Sneakersmagazine magazine


DC SHOES

COUNCIL

Ecco ancora una volta sugli scaffali le Council, un classico assoluto del catalogo DC Shoes nonché tra le scarpe più comode mai prodotte dallo storico skate brand americano. Per la stagione primavera/estate 2016 rimangono le caratteristiche che hanno reso apprezzatissimo il modello: suola vulcanizzata sensibile e leggera in gomma antiabrasiva, e soprattutto comfort assoluto grazie alla tecnologia Impact S, una soletta interna poliuretanica a densità differenziata per le varie aree del piede, progettata per attutire al massimo ogni impatto al suolo, che stiate skateando, correndo o semplicemente camminando per le strade della città. Gli occhielli metallici e il toebox privo di cuciture sono elementi distintivi di questa icona skate, beatificata dalle nuove colorazioni estive in catalogo. Here we are, once again, with the Council on the shelves – this absolute classic from DC Shoes and one of the most comfortable models ever released by the historic American skate brand. For the coming spring-summer 2016 the features that made this model so much dear to many remain unchanged: a sensitive and lightweight vulcanized sole in anti-abrasive rubber, and more importantly, an absolute comfort ensured by the Impact S technology, a polyurethane insole whose density varies with the various foot’s parts, designed to ensure the highest cushioning effect on every occasion, whether one is skating, running or simply walking on the street. The metal buttonholes and the seamless toe box are the distinguishing features of this icon skate, embellished by the new summer colorings. Sneakersmagazine

83


shop

onAir Firenze

Quando parlano del loro negozio, i fondatori di OnAir non usano mai quella parola: lo store è piuttosto “un progetto”, un luogo dove custodire “sneakers in grado di esprimere forza ed essenza”. Sembra quasi filosofia: in realtà si tratta semplicemente di una delle migliori sneakers boutique di Firenze, coronamento di un’impresa familiare che ha mosso i primi passi ormai trentacinque anni fa. Situata nella storica “via delle cento botteghe” (così, da sempre, viene chiamata la centralissima via Gioberti), OnAir, a dispetto del nome, non concentra la sua attenzione solo sul mondo Nike. Pur non disdegnando certo il gigante di Beaverton, come testimoniato dalle Mag in bella mostra al centro del negozio.

When talking about their shop, the founders of OnAir don’t use that word. The store is rather a “project”, a place where they can look after sneakers “capable of expressing strength and essence”. It looks like philosophy, but it’s simply one of the best sneaker boutiques based in Florence, the culmination of a family tradition which started by now some 35 years ago. Located in the famous “street of the hundred boutiques” (as the very central Via Gioberti has always being called, since the beginning), OnAir doesn’t confine its attention solely on the world of Nike, even if they clearly don’t neglect the giant from Beaverton, as testified by the Mag that makes a fine showing right at the centre of the shop.

OnAir shop via Gioberti 7/rosso Firenze 055 054 0701 Sneakers magazine magazine 8484Sneakers


8585

Sneakers Sneakers magazine magazine


nike sb

koston 3

86

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

87


nike sb

koston 3 Quando Eric Koston - eletto per acclamazione popolare “Jordan dello skate” - ha annunciato l’inizio della sua collaborazione con Nike SB, un’onda di entusiasmo ha scosso la comunità degli appassionati. Tutti sapevamo che Eric non era solo un semplice consumatore, ma un collezionista, un amatore, un tipo letteralmente ossessionato dal prodotto-sneakers. Facile capire come mai le Koston 1 siano state le scarpe più attese del 2011, almeno tra quelle parte della linea SB della casa di Beaverton. Non hanno tradito le aspettative, quelle sneakers, né le successive Koston 2 del 2013: molti appassionati, e soprattutto molti skater, sono rimasti stupiti quando si sono trovati davanti una delle skate shoe più tecniche di sempre, capace di unire estrema leggerezza, ammortizzazione e board feel - garantita dalla soletta in schiuma Lunarlon con una tomaia ipertraspirante e allo stesso tempo resistente alle abrasioni. Insomma, quella della collaborazione tra il pro 88

Sneakersmagazine


thailandese-californiano e Nike SB è una storia di successo, della quale stavamo aspettando con ansia un nuovo capitolo, che ha preso forma il primo marzo 2016. Eccole, le Nike SB Koston 3. E sembra proprio che, come con i modelli precedenti, il design director della divisione skateboarding dello Swoosh Shawn Carboy non si sia risparmiato. Anzi. Le Koston 3 sono quanto di più estremo si sia mai visto in un paio di scarpe da skate, a iniziare dal collare-calzino in maglia Flyknit, un particolare capace di fare enorme differenza dal punto di vista dello stile. L’idea di Carboy è che un atleta debba migliorare ogni giorno le proprie performance, e per riuscirci deve poter contare su un paio di scarpe non solo tecniche, ma anche belle: la fiducia in se stessi è infatti un fattore fondamentale nello sport, e sentirsi bene dal punto di vista estetico aiuta chiunque ad aumentare la propria autostima. Il che non significa che la funzionalità sia puramente al servizio dell’estetica, in questo nuovo modello. Al contrario, ogni particolare è pensato e realizzato per aiutare chi va in skate ogni giorno, prendendo spunto dall’esperienza enorme di uno skater più che navigato come Eric. Così, Koston ha rac-

contato ai designer di Nike SB quali sono i punti delle scarpe su cui abitualmente applica nastro adesivo per proteggerle da rotture improvvise, e loro hanno hanno provveduto a rinforzare quelle aree di maggior stress. Koston ha chiesto maggiore board feel, e loro hanno costruito una suola dotata della tecnologia Hyperfeel con una soletta interna ammortizzante Lunarlon che è stata assottigliata vicino alle dita, per garantire la massima sensibilità nel punto in cui maggiormente serve. Il risultato è qualcosa di mai visto prima nel settore skate. Eppure, dopo averle provate, siamo ancora indecisi: si tratta davvero di un passo in avanti per gli skater, oppure la differenza pratica non è poi così rilevante? E ancora: quella di Nike è una rivoluzione estetica, oppure più che altro una mossa di immagine? Proporre al mercato un modello dall’aspetto tanto d’avanguardia, infatti, può essere anche solo un modo per segnare una distanza dai concorrenti. Sono domande che troveranno una risposta nel corso dei prossimi mesi. Ma intanto possiamo affermare che, in un momento storico in cui le scarpe da skate sono per la maggior pare molto simili le une alle altre, un po’ di varietà sia in ogni caso gradita. Sneakersmagazine

89


nike sb

koston 3 When Eric Koston (elected by popular acclamation “the Jordan of skate”) announced the beginning of his collaboration with Nike SB, a wave of enthusiasm shook the global sneakerhead community. We already knew that Eric wasn’t just a common consumer, but a collector, a religionist, a guy really obsessed by all products linked to sneakers. Easy to understand why the Koston 1 had been the most awaited pair of shoes in 2011, at least from among those belonging in the SB line of the company from Beaverton. That model didn’t betray the expectations, and neither did the Koston 2 in 2013: many fans, and more importantly many skaters, remained quite surprised when they realized they were witnessing one of the most technical skate shoes ever seen, capable of combining extreme lightness, cushioning power and board feel (ensured by the insole in Lunarlon foam) with a hyper-transpiring and at the same time resistant upper. All in all a history of success, the collabo between the Thai-Californian pro and Nike SB. We were waiting for a new chapter, and in the end it came out on 1st March 2016. So here we are with the Nike SB Koston 3. And it really seems that, just as with the previous models, the design director of the skateboarding division of the Swoosh, Shawn Carboy didn’t spare himself – quite the contrary. The Koston 3 is the most extreme thing you’ve ever seen in a pair of skate shoes, starting with the collar-sock in Flyknit, a detail capable of making a great difference from a style viewpoint. Carboy’s idea is 90

Sneakersmagazine

that all athletes want to improve their performance, and if they are to succeed, they have to utilize a pair of shoes not only technically fit, but also beautiful: this because self-confidence is a crucial factor in sport, and feeling good from an aesthetic point of view may help you increase your self-esteem. This doesn’t mean, however, that this new model put all the emphasis on the aesthetic side to the detriment of the performance, practical side. On the contrary, every single detail was designed and realized to meet the needs of those who skate every day, taking inspiration from the numerous suggestions of a more than experienced skater like Eric. Thus Koston has told the designers from Nike SB where exactly he normally puts the scotch tape to protect the shoes from sudden breaks, and they arranged to reinforce the most stressed spots he indicated. Then Koston asked to have much more board feel, and they built up a sole equipped with Hyperfeel technology, with a cushioning Lunarlon insole which was made thinner near the fingers, with a view to ensuring the utmost sensitivity where most needed. The outcome is something unprecedented in the skate sector. Yet, after some practical tests, we are still undecided: is it really a step beyond for skaters, or is the practical difference not so big? Moreover, is the one started by Nike really an aesthetic revolution or does it amount more trivially to an image-building ploy? Launching a model with such a cutting-edge look might simply be a way to mark a distance from the competition. But these are questions that will be able to find an answer within the next few months. In the meantime, we can confidently predict that, at a moment when many skate shoes are very often pretty similar to one another, a bit of difference will be much appreciated in any case.


Sneakersmagazine

91


sneakers

92

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

93


asics

pacific volley low M ade in Kore a- 1992

Dopo qualche mese di assenza, Asics torna protagonista della nostra sezione dedicata al vintage, con un modello che ha fatto la storia del settore volley negli anni Novanta. Nel 1992, alle Olimpiadi di Barcellona, a trionfare sui campi della pallavolo maschile fu la nazionale del Brasile, mentre l’Italia vincitrice della World League e super favorita si fermò inaspettatamente ai quarti di finale, schiantandosi contro l’Olanda. Facile, riguardando le immagini di quelle partite storiche, incontrare l’immagine delle Asics Pacific Volley, sorelle delle mitiche Asics Crusher, due modelli che avevano reso il marchio giapponese leader assoluto di quel settore sportivo: un primato che sopravvive ancora oggi - anche se la concorrenza di un altro marchio nipponico, Mizuno, si fa sentire. In ogni caso, modello davvero interessante, queste Pacific. Anche perché sono davvero rare. Ma visto lo scarso valore generale delle scarpe da volley sul mercato del vintage, la quotazione di un paio deadstock (pur se ormai vecchio di un quarto di secolo) difficilmente supera i 150 euro. After a few months of absence, Asics comes back in our vintage section with a model which made the history of the volleyball sector throughout the 1990s. At the Olympic Games that took place in Barcelona in 1992 it was the national team of Brasil to triumph on the man volleyball fields, whereas the Italian team who had won the World League and was the favorite had unexpectedly to stop at the quarter finals, crashing into Netherlands. When you see the frames of those historic matches, it’s easy to notice the shape of the Asics Pacific Volley, sister of the mythic Asics Crusher – the two models having transformed the Japanese brand into an absolute leader of the sector: a primacy that lingers on, even if the pressure of another Japanese brand, Mizuno, is remarkable. In any case, it’s really an interesting model, this Pacific. Also because it’s such a rare finding. But given the diminishing general worth of the volley shoes on the vintage market, the quotation of a dead stock pair (although a quarter century old) should hardly overtake the peak of 150 euro.

94

Sneakersmagazine


nazionale italiana di pallavolo 1992

Sneakersmagazine

95


New balance 877 Limited M ade in u sa - 20 02

Fine Novanta, primi Duemila: il mercato delle sneakers retro doveva ancora esplodere, il mondo delle collaborazioni era poco più che un’idea lontana. Eppure, ecco un modello che porta fieramente l’aggettivo “Limited” nel titolo. Altri tempi, però. Altre scarpe. New Balance aveva iniziato con la 877 una nuova serie di running shoes , in anni in cui nei cataloghi non c’erano remake. Esatto: niente 1300, 997, 998... è passato poco più di un decennio, sembra un secolo. Al di là delle considerazioni di carattere generale, le 877 - presenti dal 201 a oggi nelle collezioni NB come performance sneakers - sono un modello estremamente interessante, summa del design dei tempi: notate il logo più piccolo rispetto agli anni precedenti, l’aspetto dichiaratamente performance, l’intersuola molto “costruita”... Forse non sarà mai riproposta, ma noi speriamo diventi un’icona al centro di progetti collaborativi di alto livello. Magari, tra qualche anno.

Late 1990s, early 2000s: the market of retro sneakers was still in its infancy, the world of collaborations was at best a vague intuition. And here’s a model that proudly bears the adjective Limited in its title. But it was another epoch, marked by entirely different shoes. New Balance had started (with the 877) a new series of running shoes, at a time when there was no remake in the catalogues. You got it: no 1300, no 997, no 998 etc. Slightly more than a decade has passed since, but it seems a century. Beside all general considerations, the 887 (included in the NB collection as a performance sneaker since 2001) is an extremely interesting model, a summa of the time’s design. Notice that the logo is smaller than those existing previously, the look is explicitly performance, the midsole is highly constructed. Perhaps it will never be proposed again, but we hope it will become an icon targeted by high quality collaboration projects. Perhaps within the next few years. 96

Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

97


Karhu Kevlar

Non abbiamo certezze riguardo a data e luogo di produzione, ma queste Karhu Kevlar sono senza dubbio tra le running più leggere lanciate nel corso dei Settanta. Si tratta di un vero e proprio periodo d’oro per il brand finlandese, che a quei tempi era leader in un settore sportivo importantissimo come quello dell’atletica. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a un interessante rilancio del marchio Karhu, che però si è concentrato sulla riproposizione di modelli usciti nel corso dei Novanta - scelta corretta, considerando che quel decennio è oggi molto presente nella moda - lasciando nell’ombra il resto della storia del marchio dell’orso. Le Kevlar sono caratterizzate dall’utilizzo della tecnologia ammortizzante Air Cushion System, ma soprattutto (ed era facile capirlo) dall’inserimento di fibre di resistentissimo kevlar nell’intersuola: il materiale indistruttibile usato per i giubbotti antiproiettile permetteva di mantenere l’intersuola in condizioni d’uso perfette anche su terreni accidentati, senza sacrificare la leggerezza e senza aumentare lo spessore di quest’ultima. Una delle tante idee innovative che si possono trovare nei cataloghi Karhu di quegli anni. 98

Sneakersmagazine


We aren’t sure about the time and place of production, but this Karhu Kevlar is by all means the most lightweight running model released in the Seventies. That was a real golden age for the Finnish brand, which at the time was leading such an important sector as the one dedicated to athletics. Over the last few years we witnessed a compelling re-launching of the brand Karhu, but that process has mainly revolved around the re-issuing of models from the Nineties – a good idea, given the prominence of that decade in today’s fashion, but also a choice that overshadowed the rest of the history of the bear’s brand. The Kevlar is characterized by the use of the damping technology Air Cushion System, and more importantly (as was easy to guess) by the insertion of fibers of very resistant Kevlar in the midsole – the indestructible material used to build the bullet-proof jackets would allow the midsole to keep its perfect conditions on irregular grounds without sacrificing its lightness or augmenting its thickness. One of the many innovative inventions that can be found in the Karhu catalogues dating back to those days. Sneakersmagazine

99


Reebok

CXT Plus II Mid M ade in Kore a - 1993

Cercate le migliori scarpe da cross training di tutti i tempi? Andate a cercare negli archivi Reebok, tra le collezioni uscite negli anni Novanta. Se l’affermazione vi sembra eccessivamente apocalittica, guardate le Cxt che abbiamo ritrovato e fotografato in queste pagine: realizzate nel periodo in cui il cross training letteralmente spopolava negli Stati Uniti, ebbe un successo enorme soprattutto sulla West Coast americana. Le CXT II Plus Mid in effetti sprizzano stile californiano da ogni poro, grazie al loro aspetto tecnico e agli accenti di colore che illuminano la tomaia. Davvero un modello notevole, che sarebbe degno di un remake (finora mai eseguito da Reebok). Se ne trovate un paio deadstock oggi consideratevi fortunati, ma non pensate neppure per un attimo a indossarle: la suola (ma soprattutto l’intersuola dotata di sistema ERS Energy Return System) si sfalderebbe sotto i vostri occhi. 100Sneakersmagazine


Are you looking for the best cross training shoes of all times? Go to search for it in the Reebok archives, among the collections dating to the Nineties. And if you think that our advice is too much peremptory, take a look at the Cxt that we found and photographed in these pages: realized at a time when the cross training was really a big hit in the United States, the model was a particularly great success on the West Coast. Indeed, the Cxt II Plus Mid exhales Californian style from any single detail, thanks to its technical look and the color accents that brighten the upper. A very remarkable model, which would really deserve a remake (so far never done by Reebok). If you manage to find a dead stock pair you can call yourself very lucky, but don’t even think of wearing it – the sole (and more importantly, the midsole, equipped with ERS Energy Return System) would fall apart in a matter of minutes. Sneakersmagazine

101


Reebok

Classic BB Basketball M ade in kore a - 198 6

Se il vostro occhio clinico di collezionisti appassionati è stato ingannato, non vi preoccupate: le Classic BB Basketball sono davvero molto simili alle Revenge Plus, storiche scarpe da tennis rese famose dal talento ceco Miloslav Mečíř, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seul nel 1988. E per di più, anche le colorazioni disponibili erano molto simili, rendendo i due modelli, se non fratelli gemelli, almeno cugini primi. Alla fine degli anni Ottanta queste sneakers erano amatissime in Gran Bretagna e soprattutto negli Stati Uniti: non stupisce che in quel periodo Reebok potesse sfidare senza complessi di inferiorità i giganti del mercato. Peccato che oggi, per l’azienda di proprietà adidas, quei tempi sembrino molto lontani. E a proposito: non è facile trovare un paio di Classic BB Basketball, ma se vi capita, il nostro consiglio è quello di portarsi a casa al volo questa gemma eighties. Ammesso, ovviamente, che non siate costretti a pagarla più di 150 dollari. 102Sneakersmagazine


If your expert eyes of passionate collectors were fooled, don’t worry: the Classic BB Basketball is very much reminiscent of the Revenge Plus, a historic tennis model made famous by the Czech talent Miloslav Mečíř, a golden medal at the 1998 Seoul Olympic Games. And look, the available colorways were also similar, to the effect that the two models look like first cousins, if not twin brothers. By the late 1980s these sneakers were much beloved in Great Britain and even more so in the US: no wonder, then, if in that period Reebok could challenge the giants that ruled the market with no inferiority complex. Unfortunately, that magic moment seems to be out of stock for the company now owned by adidas. And by the way, it’s not easy to find a pair of Classic BB Basketball, but if you happen to find one, our advice is to grasp the opportunity. Provided, of course, you are not asked to pay more than 150 bucks. Sneakersmagazine

103


Nike

Air Diamond Turf M ade in kore a - 1993 Deion Sanders: giocatore di football, cornerback, mito. Uno dei più grandi professionisti della storia dell’NFL, capace di risultare decisivo e vincere il titolo più importante con due maglie diverse (e che maglie: San Francisco 49ers e Dallas Cowboys) nel corso degli anni Novanta. Non stupisce, dunque, che a lui siano dedicate quelle che sono probabilmente le migliori Nike da football della storia. Le Diamond Turf sono state le signature shoe di “Neon” Deion dal 1993 al 1998, cinque anni per altrettanti modelli. E altrettante squadre: in quel lustro Sanders indossò le casacche di 49ers e Cowboys, ma anche quelle di Cincinnati Reds, Atlanta Braves e San Francisco Giants. Esatto: squadre di baseball, non di football. La versatilità di Sanders come atleta era tale da permttergli di giocare ai massimi livelli entrambi gli sport più popolari negli Stati Uniti. Anche se la sua carriera nella MLB non arrivò mai alle vette raggiunte nelle NFL, lui era solito ripetere: “Il football è mia moglie, ma il baseball è la mia padrona”. Un tipo così particolare non poteva che calzare sneakers eccentriche, pur se nei binari tipici del design performance di quei tempi. Storiche soprattutto le Diamond Turf I, piene di personalità grazie allo strappo oversize e all’inserto laterale in mesh. Ma sono notevoli anche le Diamond Turf II e soprattutto III, non a caso oggetto di remake nel corso degli anni Dieci. Per ben quattro volte sono state invece riproposte quelle, splendide, che potete ammirare in queste pagine. Ma i remake non hanno ridotto di molto il valore del modello OG, che continua ad aggirarsi sui 150 dollari per un paio deadstock. Deion Sanders: football player, cornerback, myth. One of the greatest professionals in the NFL history, capable of being crucial and of winning the most important award with two different shirts (and what shirts! The San Francisco 49ers and the Dallas Cowboys) during the Nineties. It’s no wonder that he got later dedicated what is perhaps the best Nike football shoes of all times. The Diamond Turf was the signature shoe of “Neon” Deion from 1993 to 1998, five years for five models. And for as many teams: in that period Sanders wore the shirts of 49ers and Cowboys, but also those of Cincinnati Reds, Atlanta Braves and San Francisco Giants. Exactly, baseball teams, not football. This because Sanders was such a versatile athlete as to be able to reach the utmost levels in both sports, which are btw the most popular disciplines in the US. And although his career in the MLB never reached the peaks he reached in the NFL, he used to say: Football is my wife and baseball my mistress. Such a special person could only wear original shoes, although in the tradition of the performance design ruling back then. A historic model was the Diamond Turf I, rich with personality thanks to the oversize strain and the lateral insert in mesh. But the Diamond Turf II and especially III are also remarkable, and it’s no coincidence they were targeted by a remake in the last decade. The shoes you can see in these pages were re-proposed a good four times. But such remakes didn’t quite reduce the worth of the OG model, which still floats around 150 dollars for a dead-stock pair.

104Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

105


Nike

Racquette S High SFT PERF M ade in Kore a - 198 4

Raro modello court Nike della metà degli anni Ottanta, caratterizzato da una notevole solidità e dalla suola disegnata per scivolare. Questa versione con tutta probabilità fu distribuita solo sul mercato americano: praticamente impossibile trovare le Racquette in Europa, in quel periodo. Queste sneakers erano invece molto diffuse in America: è ancora abbastanza facile trovarle nei mercatini delle pulci sparsi per gli states, anche in deadstock condition. E potrebbe essere un bel colpo di fortuna: il valore delle Raquette si è alzato in questi anni, arrivando a lambire i 250 dollari per un paio in perfette condizioni e completo del box originale.

A rare court model by Nike from the mid 1980s, characterized by remarkable robustness and a sole designed to slide. Most likely this version was only distributed on the American market: while it was simply impossible to find the Racquette in Europe, back then, these sneakers were very popular in the United States and it’s still quite easy to find a pair of them in this or that flea market around the American States, even in dead stock condition. It could also be a lucky stroke: the worth of the Raquette has risen a lot in the last few years, to approach the level of $250 for a pair in perfect conditions and the original box included.

106Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

107


ADIDAS PREMIER

M ade in Romani a - 198 6

Abbiamo le prove. Ma non stiamo parlando di tribunali, per carità. Le prove in questione sono queste splendide adidas Premier, che dimostrano inequivocabilmente la tendenza all’ibrido - assolutamente in anticipo sui tempi - che caratterizzava i cataloghi della casa del Trifoglio nei primi anni Ottanta. In quel periodo infatti adidas pescava dal suo già sterminato archivio classici modelli del decennio precedente, cambiava i colori delle strisce, suola, tomaia, in un processo di remix inedito. Le adidas Premier, in particolare, era destinata solo alle collezioni per ragazzi. Anche per questo motivo, rimane un modello estremamente raro.

We got the evidence. But we don’t mean a legal proof, God forbid! The evidence at stake is this marvelous adidas Premier, which shows unambiguously the proclivity to hybridization that, much before the general trend took off, has characterized the Trefoil catalogues since the early 1980s. At that time adidas was already used to pick out from its huge archive some classic models from the previous decade, changed the colors of the stripes, soles, upper, in an unceasing remixing process. The adidas Premier, in particular, was only designed for the kid collections, which is also why it’s still so rare.

108Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

109


vans

Off the Wall GREEN Vans M ade in USA - 198 4

800 dollari per un paio deadstock. Se vi sembrano troppi, evidentemente non avete idea delle follie di cui diventano capaci i collezionisti quando si trovano davanti Slip-On Vans Made in Usa complete di box originale con la scritta “For the entire family” sul lato. Negli Ottanta, quando queste Vans furono assemblate per la prima volta, erano passati vent’anni da quando Paul Van Doren aveva abbandonato un lavoro sicuro da vicepresidente esecutivo di Randy’s, azienda specializzata nella produzione di calzature sportive (peraltro di notevole successo: Bob Cousy, stella dei Boston Celtics, era solo uno dei tanti atleti professionisti che indossavano le scarpe Randy’s). Non si trattava di un colpo di testa: nel 1966 Paul e suo fratello Jim realizzarono il sogno di un’azienda tutta loro, con sede ad Anaheim, California. Il resto è una storia lunga mezzo secolo esatto, di cui queste sneakers rappresentano il punto mediano e al tempo stesso l’apice. Dunque, forse quella cifra non è poi così alta, in cambio della possibilità di maneggiare un pezzo di storia. 110Sneakersmagazine


800 dollars for a deadstock pair. If you think it’s too much, perhaps you have no idea of the follies that collectors can do when confronted with a pair of Slip-On Vans Made in Usa with the attending original box bearing the inscription: For the entire family, on the lateral side. During the 1980s, when this Vans was first assembled, some 20 years were already gone since Paul Van Doren had abandoned a stable position at Randy’s, a company specializing in the production of sport shoes (by the way, a very successful firm, and Bob Cousy, a star of Boston Celtics, was among the many professional athletes wearing Randy’s shoes). It was not a rash act: in 1966 Paul and his brother Jim had already started to realize the dream of a company wholly owned by them, based in Anaheim, California. The sequel is a story that has lasted half a century, and these sneakers mark its middle point and at the same time its culminating moment. So maybe that price isn’t too much, when you have the chance to possess a piece of history. Sneakersmagazine

111


fotopedaci.com

ABSOLUTELY MADE IN ITALY

112Sneakersmagazine


Sneakersmagazine

113


114Sneakersmagazine

SneakerSmagazine

53


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.