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soluzioni in forma anche al lavoro l’esperienza: global service in rsa la campagna del ministero: guadagnare salute bullismo, prevenire si può!
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anno II, I, n.1, n.5,marzo ottobre 2012 2013
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Due residenze sanitarie per anziani, un modello integrato di esternalizzazione dei servizi
La gestione di una Residenza Sanitaria Assistita è complessa e presenta una serie di problematiche legate soprattutto ai numerosi servizi necessari al benessere degli ospiti. In provincia di Bergamo, due RSA “sorelle”, entrambe di proprietà della Parrocchia San Lorenzo Martire di Zogno e presiedute dal Parroco Don Angelo Vigani, hanno trovato in Sodexo un partner affidabile per la gestione integrata dei servizi. Ci siamo fatti raccontare come è nata e come funziona questa collaborazione da Fausto Carminati, Direttore e Responsabile pubbliche relazioni delle due strutture, e dal loro Direttore Sanitario Giancarlo Capelli (nella foto qui sopra, scattata durante l’intervista, sono rispettivamente a sinistra e al centro, mentre a destra c’è Edoardo Venturini, Direttore Relazio-
ni esterne e Comunicazione Sodexo Italia).
Insieme dall’inizio Per cominciare, Fausto Carminati ci sintetizza la storia di un rapporto di collaborazione che dura da molti anni. «Sodexo è arrivata nel 1999 a La-
nella struttura di Laxolo, dove Sodexo gestisce tutti i servizi e l’assistenza, con l’unica esclusione del personale medico», precisa Giancarlo Capelli. L’esperienza nella RSA Santa Maria di Laxolo è stata pionieristica: sono molte le residenze per anziani in cui Sodexo svol-
Pulizie e lavanderia, ristorazione e animazione, assistenza infermieristica e ausiliaria... Global service significa occuparsi di tutti i servizi per liberare le energie progettuali del cliente. xolo, proprio all’apertura della struttura, occupandosi delle pulizie e della ristorazione, e subito dopo dell’animazione e della gestione di una parte del personale ASA-OS; e qualche anno più tardi ha cominciato a collaborare anche a Zogno, con la ristorazione e le pulizie». «Il rapporto con Sodexo si è ampliato con il passare del tempo, fino all’odierno Global service
ge alcuni servizi o fornisce l’assistenza infermieristica, che proprio qui è stata realizzata per la prima volta. Oggi tutto questo viene erogato e gestito in modo complessivo e completo, nel quadro di un vero e proprio Global service.
Liberi di pensare Cosa ha portato l’Ente gestore, Opera Pia Caritas Onlus, all’e-
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R.S.A. Casa Santa Maria di Laxolo-Brembilla, Opera Monsignor Giuseppe Speranza di Zogno Due strutture “sorelle”, entrambe in provincia di Bergamo e di proprietà della Parrocchia San Lorenzo Martire in Zongno, dedicate all’accoglienza di persone anziane. La struttura “primogenita” è quella di Laxolo, realizzata a metà degli anni Novanta e attiva dal 1999; ha 86 posti letto, 12 dei quali dedicati a ricoveri temporanei e di sollievo. Zogno accoglie 113 persone, 3 delle quali per ricovero temporaneo di sollievo. E c’è una lunga lista d’attesa. In entrambe, l’assistenza medica è garantita ventiquattr’ore su ventiquattro da personale presente o reperibile: un referente medico per nucleo di ospiti (ciascuno di 12-20 persone circa), équipe assistenziale (infermieri e ausiliari), terapisti della riabilitazione, fisiatra e psichiatra (consulenti). Nell’edificio, oltre alle stanze degli ospiti, tutte con bagno, ci sono gli spazi dedicati ai numerosi servizi forniti: dalla ristorazione (disponibile anche per i visitatori) alla lavanderia, dall’animazione alla fisioterapia, dalle visite mediche all’igiene degli ospiti. Naturalmente, non mancano la Chiesa e la sala del commiato per i defunti. L’edificio di Laxolo è circondato da un parco e da un frutteto con percorsi adatti anche alle carrozzine, e un gazebo parzialmente chiuso per animazioni e soggiorno esterno nel periodo estivo.
sternalizzazione di servizi e assistenza? «Liberare tempo ed energie dalle preoccupazioni quotidiane, dall’organizzazione e dall’amministrazione del personale e dei servizi - spiega Capelli - per focalizzarci sul vero obiettivo del nostro lavoro: programmare il miglioramento della qualità dell’assistenza e realizzare nuovi progetti». Per ottenere un simile risultato serve innanzitutto individuare il partner giusto, capace di garantire qualità e continuità,
alleggerendo l’impegno della gestione. «Abbiamo scelto Sodexo perché già lavorava con noi - dichiara Fausto Carminati -. Al momento di scegliere a chi affidare assistenza e servizi abbiamo pensato a Sodexo perché avevamo un rapporto già avviato e che funzionava bene, sia dal punto di vista operativo sia da quello personale, di fiducia. C’è sempre stata un’ottima relazione con i referenti dell’azienda, che si sono dimostrati molto disponibili al confronto
e allo scambio costruttivo di idee, oltre che capaci di risolvere i problemi in modo veloce ed efficace. Insomma, è stata la scelta giusta, anche se aspettiamo il riscontro dell’utenza, dalla customer sactisfation che proporremo a breve».
Gestione omogenea «Avere un unico interlocutore è stato un passo avanti - precisa Giancarlo Capelli -. Prima di avviare il Global service c’eracontinua a pag. 4
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no tre aziende che operavano nella medesima struttura contemporaneamente, cioè l’Ente, l’appaltatore del servizio infermieristico, e Sodexo. Oggi è senz’altro tutto più semplice, sia per noi sia per il personale, tanto che un obiettivo futuro è avviare lo stesso tipo di esternalizzazione anche a Zogno, così da avere una gestione omogenea dei servizi, dell’assistenza e dei collaboratori in entrambe le strutture».
Criticità e soluzioni Naturalmente, ogni grande cambiamento, come è stato quello del passaggio al Glo-
bal service, presenta delle criticità. A Laxolo il passaggio di consegne è stato veloce, ed è stato necessario seguire il personale accompagnandolo nella comprensione della nuova gestione. «Grazie a incontri organizzati tempestivamente e alla presenza di tutte le parti in gioco, non ci sono stati grossi problemi, e i piccoli ostacoli incontrati sono stati superati presto - racconta Carminati -. Per quanto riguarda l’aspetto qualitativo dei servizi, le nostre aspettative erano molto alte, perché abbiamo sempre puntato molto sulla qualità. Per questo all’avvio del Global 4 soluzioni sodexo
service abbiamo seguito molto da vicino Sodexo, forse anche stando un po’ con il fiato sul collo, come si dice, ai responsabili dell’azienda. Ma tutto è andato per il meglio in breve tempo, a parte poche situazioni che richiedono ancora di essere perfezionate e portate al livello ottimale che desideriamo. In sostanza, abbiamo fatto un puntiglioso lavoro di passaggio di consegne e oggi possiamo dire di essere riusciti a mantenere una buona continuità». «Da parte mia - ci dice Capelli - c’è una forte esigenza di avere un referente sanitario in Sodexo, una figura di riferimento che sia un medico, e quindi che
abbia tutte le competenze per condividere problemi e soluzioni legati all’assistenza».
Risultati e progetti Il segreto di questa positiva esperienza sembra essere proprio quello di avere obiettivi comuni, lavorare insieme, discutere insieme, decidere insieme. Il grande risultato è quello di avere liberato davvero tempo ed energie per nuovi progetti, com’era negli scopi iniziali. «In effetti - racconta Capelli - abbiamo potuto portare avanti un progetto sperimentale, con delibera della Regione Lombardia e insieme ad altre strut-
ture simili alla nostra, per l’assistenza di pazienti post-acuti, dimessi dall’ospedale e non in grado di tornare a domicilio. Noi li seguiamo con un progetto specifico, per consentire poi un’adeguata collocazione a casa propria, in RSA o in strutture di lungodegenza».
Legami locali «In questi anni abbiamo cercato di dare risposta ai bisogni di chi vive sul nostro territorio - aggiunge Carminati -, senza fare differenze di ceto e di credo. Tra le altre cose, ci siamo resi disponibili a ospitare casi di stati vegetativi (attualmente ne abbiamo tre): sono
situazioni che comportano un impegno notevole, ma permettere a queste persone di restare sul territorio è molto importante, a cominciare dalla maggiore facilità di ricevere visite... In sostanza, quello che cerchiamo di fare è intercettare i bisogni del territorio e dar loro risposta». Avere a cuore il benessere delle persone è, in sostanza, quell’obiettivo comune che permette a Sodexo di essere partner e non fornitore di servizi di queste e altre strutture. E che crea i presupposti per una collaborazione e per una relazione costruttiva ed efficace. venturini@soluzionisodexo.it
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bullismo: come capire, prevenire e affrontare un fenomeno sempre più diffuso sgombrare il campo dai pregiudizi è il primo passo per aiutare le vittime e anche gli aggressori. i consigli di katia provantini, psicologa del minotauro, per intervenire a scuola e a casa.
Fenomeno sempre più diffuso nelle scuole e tra i giovani in generale, in particolar modo in Italia, il bullismo si manifesta con aggressioni fisiche (picchiare, derubare o danneggiare gli oggetti di qualcuno), verbali (deridere, insultare) e con forme indirette (escludere e fare oggetto di pettegolezzi). Certo, sono atti comuni in una situazione di normale conflitto tra ragazzi, ma ciò che caratterizza come atti di bullismo questi comportamenti, e che li differenzia da quelli che si possono verificare anche nelle normali interazioni tra coetanei, è l’intensità e la durata delle prepotenze, l’intenzione del bullo
di far del male e il potere che ne acquisisce, la vulnerabilità e la mancanza di sostegno della vittima, la paura di rappresaglie che le impedisce di riferire ciò che ha subito e infine le pesanti conseguenze sulla sua autostima, che durano a lungo e la portano ad atteggiamenti fallimentari verso la scuola e le relazioni oppure a diventare a sua volta un aggressore.
Ciascuno ha il proprio ruolo Il problema non riguarda solo la vittima e il suo “carnefice”: il bullismo è un fenomeno che ha molti protagonisti. Alcuni studiosi finlandesi propongono
questa suddivisione dei ruoli: oltre al “bullo” (colui o colei che esercita il comportamento prepotente) e alla vittima, ci sono altre quattro figure coinvolte, cioè l’aiutante del bullo, il suo sostenitore, il difensore della vittima e l’indifferente. Tutte queste figure hanno un ruolo nel fenomeno, e quindi vanno tenute in considerazione sia per individuarlo e affrontarlo, sia per prevenirlo. Ciò significa che qualunque intervento deve essere articolato e rivolto all’intero gruppo, per esempio a tutti i componenti della classe, coinvolgendo la scuola nel suo continua a pag. 6
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complesso, adulti compresi. Secondo gli psicoterapeuti dell’Istituto Minotauro di Milano, che hanno svolto ricerche e numerosi interventi mirati di prevenzione e di soluzione di questo fenomeno, non si tratta di una questione individuale o limitata a piccoli gruppi, ma di un vero e proprio “clima” che ruota intorno a concetti di superiorità e inferiorità, a una valutazione e svalutazione costante delle persone, e infine a sentimenti di vergogna e paura. Il clima che favorisce il bullismo comprende valori e stili educativi famigliari tanto quanto metodi didattici, e quindi coinvolge genitori, insegnanti e personale scolastico.
uno eccessivamente severo, dall’assenza dei genitori così come da una loro presenza assillante (iperprotezione dei figli e richieste pressanti di alte performance scolastiche e/o sociali). In effetti, una chiave di comprensione importante è il successo, inteso come obiettivo prioritario e richiesta fondamentale della famiglia verso il figlio, e la difficoltà a fronteggiare le frustrazioni, spesso causata da genitori iperprotettivi.
percependola come causa delle aggressioni subite, che non fanno altro che confermarla e rafforzarla, creando quindi un circolo vizioso che accentua la loro disistima.
La lotta alla debolezza In sostanza, il bullismo è una forma radicale, estrema e degenerata di competizione, che porta a cercare di distruggere ciò che fa male, cioè la debolezza, l’incapacità, e di conseguenza la vergogna di
Un clima giudicante, che provoca vergogna e paura, è il terreno su cui si sviluppa il bullismo. In molti hanno un ruolo: oltre al bullo e alla vittima, aiutanti, sostenitori, difensori e anche gli indifferenti.
Fuori dagli stereotipi Per comprendere meglio il fenomeno, è necessario superare preconcetti e pregiudizi. Innanzitutto, non bisogna pensare che questo problema riguardi soltanto ambienti socio-culturali bassi: il bullismo si manifesta anche tra i figli di famiglie colte e benestanti. Allo stesso modo, è favorito da uno stile educativo troppo permissivo così come da
Il senso di inadeguatezza accumuna spesso gli aggressori e le vittime, seppure vissuto in modo molto diverso. I primi fanno leva in modo “attivo” sul timore di non essere adeguati: usano le prevaricazioni come scorciatoia per rassicurarsi sulle proprie capacità, per gestire richieste di alte performance che percepiscono come molto pressanti e che temono di non riuscire a soddisfare. I secondi vivono la propria inadeguatezza in modo passivo,
non saper diventare un adulto competente. Questo è il meccanismo con cui il bullo individua la vittima: sceglie il debole perché quando lo vede teme di poter essere come lui, e questo non è sopportabile. La sua soluzione è dunque eliminare la debolezza e chi la manifesta. Quindi è fondamentale tener presente che, pur senza per questo giustificarlo e anzi riconoscendo le sue responsabilità rispetto ai propri comportamenti, il bullo non è un ragazzo
pedagogia “cattivo” bensì uno che, proprio come la sua vittima, sta facendo molta fatica a crescere e ha scelto strategie negative per cercare di superare le sue difficoltà. In sostanza, entrambi sono ragazzi fragili, bisognosi di supporto. La maggior parte degli episodi avvengono a scuola, eppure le ricerche mostrano che spesso gli insegnanti non sono al corrente dei soprusi. Da
doci alcuni indicatori da osservare: “A volte gli effetti del bullismo si manifestano in termini di chiusura della vittima nelle relazioni, aumento di comportamenti di ritiro dalle interazioni sociali, demotivazione allo studio (di singoli ma anche di intere classi). Spesso i ragazzi non si espongono ed evitano di parlare davanti agli altri per il timore di essere presi in giro, mostrano grande agitazione, i piccoli hanno un aumento di sintomi fisici (mal di pancia e
gittimare le differenze, a valorizzare l’idea che abbiamo tutti abilità, competenze e tendenze diverse. Al contrario, meglio allontanare l’idea che dobbiamo essere tutti uguali, perché porta con sé un concetto giudicante della diversità, che implica che una parte è buona e una cattiva, qualcuno è bello e qualcuno brutto, qualcosa meglio e qualche altra peggio... Qualche esempio? Servono metafore per mostrare come in una logica di gruppo ogni
un lato, perché naturalmente gli aggressori evitano di farsi scoprire dagli adulti e dall’altro perché le vittime non chiedono l’intervento degli adulti, sia perché è un atteggiamento considerato “da piccoli” sia per paura di vendette e ritorsioni. Ma allora, come scoprire l’esistenza del problema? Ci aiuta Katia Provantini, psicoterapeuta dell’Istituto Minotauro e membro del Comitato Scientifico Sodexo, suggeren-
o di testa, febbre) a causa dei quali vogliono andare a casa, oppure si rifiutano di fare cose che prima amavano, come giocare a calcio”. Per affrontare o prevenire gli episodi di bullismo è utile, lo abbiamo detto, intervenire sulla classe intera. Ma come? Lo chiediamo di nuovo a Katia Provantini: “Sono utili, sia per affrontare situazioni di bullismo già in atto, sia per prevenirle, progetti finalizzati a le-
caratteristica e ogni ruolo ha un proprio valore, che nell’insieme è positivo e importante. Aiuta riflettere sulle caratteristiche dei vari animali, che in natura sono tutti necessari all’ecosistema. Oppure su emozioni o attitudini specifiche, come l’aggressività, che in genere è connotata soltanto in modo negativo, mentre il leone a volte la usa per difendere e aiutare il branco. O la lentezza,
Se succede a scuola
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Per prevenire o intervenire sul fenomeno già in atto è utile valorizzare le differenze. A scuola, individuare gli obiettivi comuni e chiarire le differenze tra gruppo classe e compagnia di amici.
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vista di solito come un difetto e un intralcio, ma in alcune situazioni è preziosa. Un altro fattore di prevenzione è individuare gli obiettivi della classe, definire se sono collettivi o individuali: evidenziare i percorsi individuali crea un ambiente più competitivo. è anche molto importante chiarire che a scuola non è importante essere tutti amici,
la classe è un gruppo di lavoro che collabora per raggiungere obiettivi comuni e concreti, non una compagnia. Gli amici sono affini, si riconoscono, pensano allo stesso modo, condividono valori e interessi. E quando queste condizioni non sono più valide, semplicemente smettono di frequentarsi e ciascuno va per la propria strada. A scuola invece non si sceglie con chi condi-
videre la giornata, i compagni si è obbligati a frequentarli per tutta la durata dell’anno scolastico. Un gruppo classe che funziona in base alle amicizie o che è spronato a farlo, è molto a rischio, perché chi non si incastra bene nel modello dominante è escluso, emarginato, e si crea facilmente un terreno fertile per fenomeni di bullismo”. presidente.cooperativa@minotauro.it
Diamo i numeri per conoscere il problema
Il Rapporto di Eurispes e Telefono Azzurro del 2011 disegna una mappa del bullismo in Italia tra i 12 e i 18 anni. Ecco una selezione di cifre utile a comprendere le dimensioni del fenomeno. Le forme di prevaricazione più comuni risultano essere: informazioni false o cattive sulla vittima 25,2% (28% femmine, 20,8% maschi), provocazioni e prese in giro ripetute 22,8%, offese immotivate ripetute 21,6%; prevalgono le vittime di sesso maschile per quanto riguarda gli episodi di danneggiamento (13,7% maschi e 8,7% femmine), minacce (7% maschi e 4,2% femmine) e percosse (4,1% maschi e 2,5% femmine). In ogni caso, gli atti di bullismo verbale o relazionale superano di gran lunga quelli di tipo fisico; le azioni di qualunque tipo diminuiscono con il crescere dell’età, a parte
gli episodi di furto, che riguardano soprattutto ragazzi tra i 16 e i 18 anni, mentre per tutti tipi di bullismo il fenomeno è maggiore tra i ragazzini di 12-15 anni. La “nuova frontiera” è il cyber-bullismo: tra cellulari e social, un quinto dei ragazzi ha ricevuto o trovato raramente (12,9%), qualche volta (5,6%) o spesso (1,5%) informazioni false sul proprio conto. In questo caso, il fenomeno coinvolge le ragazze più dei ragazzi (23,3% femmine e 14,7% maschi). Da un punto di vista geografico, gli atti di bullismo sono più frequenti nelle scuole del Nord-Ovest. Spesso i genitori sono ignari del fatto che il proprio figlio è stato vittima di episodi di bullismo: il 15,2% dei ragazzi dice di non averne parlato con i genitori.
prevenzione
Guadagnare salute. vivere meglio anche grazie a politiche adeguate un articolato programma di prevenzione che facilita scelte salutari. ce lo spiega daniela galeone, responsabile del programma al ministero della salute.
Soluzioni - Cominciamo a definire questo Programma: di che cosa si tratta? Daniela Galeone - Il Programma “Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari”, rappresenta la strategia che il nostro Paese, seguendo le indicazioni dell’Unione Europea e, in particolare, dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha adottato per contrastare la diffusione delle patologie croniche non trasmissibili (malattie cardio-cerebrovascolari, tumori, diabete, ecc.), che costituiscono le più frequenti cause di morte, di malattia e invalidità. Il Programma, promosso dal Ministero della Salute, prevede l’attuazione di adeguate politiche “intersettoriali” a livello nazionale, regionale e locale, che favoriscano le scelte salutari dei cittadini. Obiettivo specifico è agire in modo integrato e coor-
dinato sui quattro principali fattori di rischio modificabili (fumo, alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica), responsabili da soli del 60% della perdita di anni di vita in buona salute in Europa e in Italia. “Guadagnare Salute” si caratterizza per un approccio alla salute e alla prevenzione che promuove un messaggio nuovo, positivo e fortemente motivante, che trae un forte sostegno dall’impegno istituzionale ad esso connesso. Soluzioni - Facciamo un po’ di storia: com’è nato e come si è sviluppato “Guadagnare salute”? Daniela Galeone - “Guadagnare Salute” è nato a seguito della sottoscrizione da parte del Ministro della Salute, durante la Conferenza Ministeriale OMS di Istanbul, dell’impegno dell’Italia ad agire per contrastare l’obesità ed i suoi fattori di rischio; i rappresentanti delle Ammi-
nistrazioni centrali dello Stato e delle Regioni furono coinvolti nella definizione di uno strumento efficace di prevenzione e promozione della salute e il Programma fu approvato con DPCM del 4 maggio 2007. Soluzioni - A chi si rivolge? Daniela Galeone - A tutti i cittadini, a partire dall’infanzia, sia in quanto l’obiettivo di promuovere e favorire una vita in salute e un invecchiamento attivo e privo di disabilità deve essere perseguito per tutta la durata della vita, sia perché è da bambini che spesso si instaurano comportamenti scorretti e non favorevoli per la salute e occorre, quindi, intervenire precocemente, coin volgendo anche le famiglie perché si assumano e si mantengano nel tempo abitudini salutari. Soluzioni - Quali sono i principali obiettivi di “Guadagnare Salute”? continua a pag. 10
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prevenzione
continua da pag. 9 Daniela Galeone - L’obiettivo
generale è la prevenzione delle malattie croniche e quindi la promozione della salute e del benessere di tutta la popolazione. Ciò significa sviluppare un insieme di azioni non soltanto dirette a rinforzare le capacità dei singoli, ma anche mirate a incentivare e favorire quelle condizioni sociali, economiche e ambientali che incrementano la salute. Diversi fattori ambientali, infatti, rappresentano i determinanti sociali di salute (urbanizzazione, scolarità, abitazione, tipo e condizioni di lavoro, ecc.) che contribuiscono a predisporre gli individui a comportamenti non salutari (uso di tabacco, errate abitudini alimentari, insufficiente attività fisica, consumo dannoso di alcol) in grado di favorire l’insorgenza di malattie croniche, anche attraverso l’aumento della pressione arteriosa, il sovrappeso e l’obesità, l’aumento della glicemia e dei grassi nel sangue. I determinanti sociali possono essere in parte modificati con adeguate politiche, attuate attraverso la collaborazione del sistema sanitario con altri settori della vita politica ed economi-
co-sociale del Paese, sia a livello locale sia a livello nazionale. L’attuale quadro epidemiologico è, infatti, caratterizzato dalla grande diffusione di malattie cronico-degenerative che hanno in comune alcuni fattori di rischio legati, in gran parte, ai comportamenti individuali non salutari, modificabili ma condizionati dal contesto economico, sociale e ambientale in cui si vive e si lavora. “Guadagnare Salute”, pertanto, agisce per ridurre l’esposizione
dotti nocivi, ma legali, come il tabacco è ancora alta, nonostante le strategie di sanità pubblica per ridurne l’impatto sulla popolazione. Con il crescere dell’urbanizzazione, inoltre, le persone tendono a svolgere lavori più sedentari e si riducono i livelli di attività fisica, perché ci si muove di meno a piedi o in bicicletta. Non fumare, evitare l’abuso e moderare il consumo di alcol, aumentare l’attività fisica, migliorare l’alimentazione (incre-
“Sviluppare azioni dirette a rinforzare la capacità dei singoli e anche incentivare e favorire le condizioni sociali, economiche e ambientali che incrementano la salute di tutta la popolazione” ai fattori di rischio modificabili attraverso la creazione di ambienti che promuovono salute. Il maggior consumo di cibi poco salutari è dovuto, ad esempio, al minor tempo a disposizione per preparare i cibi, alla più diffusa necessità di consumare almeno un pasto fuori casa, ma anche all’aumento della disponibilità e della promozione pubblicitaria di cibi pronti e di alimenti ricchi di grassi, sale e zucchero, spesso a basso costo. Anche la disponibilità di pro-
mentando il consumo di frutta e verdura e riducendo quello di grassi, sale e zuccheri semplici) può ridurre le morti premature, la morbosità e la morbilità che le malattie croniche non trasmissibili comportano. Soluzioni - Ci aiuti a comprendere meglio la situazione e le dimensioni del problema. Daniela Galeone - Facciamo degli esempi pratici: è noto che il fumo costituisce uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie gravi e spes-
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prevenzione so mortali, come le patologie cardiovascolari e le neoplasie. Eppure i ragazzi continuano a fumare, anche se ci sono alcuni positivi dati ISTAT che indicano in calo nel 2012 questa abitudine tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni (20,7% in totale, 25,5% i maschi e 15,6% le femmine, rispetto al 21,4% complessivo, 26,5% maschi e 15,9% femmine, nel 2011). Secondo i dati i dati dello studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children), re-
di consumo nelle diverse Regioni e valori massimi per il complesso dei consumi a rischio nella popolazione maschile dell’Italia Nord-Orientale. Circa 390.000 minori al di sotto dell’età legale non rispettano la prescrizione di totale astensione dall’alcol e il consumo femminile ha registrato un preoccupante aumento di quello fuori pasto e del binge drinking, soprattutto fra le donne più giovani. Un consumo eccessivo di sale, ad esempio, è legato all’in-
In particolare, il 9% dei bambini salta la prima colazione e il 31% fa una colazione non adeguata, il 67% fa una merenda di metà mattina troppo abbondante e il 43% consuma abitualmente bevande zuccherate e/o gassate. Anche i valori dell’inattività fisica e dei comportamenti sedentari permangono elevati, con il 16% dei bambini che pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 36% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno e solo il
alizzato in Italia su un campione di circa 70.000 ragazzi nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni, nel 2010 più del 20% dei ragazzi ha fumato la prima sigaretta prima dei 13 anni di età. Inoltre, è in aumento il consumo da parte dei giovani di bevande alcoliche, secondo modalità nuove, lontane dalla tradizione, come i consumi fuori pasto e in quantità non moderate, le ubriacature e il binge drinking. Secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità, tra i giovani di 11- 25 anni, i consumi a rischio riguardano il 20,1% dei maschi e il 10,1% delle femmine (circa 1 milione e 300 mila giovani con consumi fuori pasto o binge drinking), con differenti modelli
sorgenza di gravi patologie dell’apparato cardiovascolare, correlate all’ipertensione arteriosa, quali l’infarto del miocardio e l’ictus. Nel nostro Paese i dati più recenti indicano un consumo di sale quotidiano pari a 11 grammi per i maschi e 9 per le femmine (nettamente superiore ai valori raccomandati dall’OMS, pari a meno di 5 grammi). Secondo i dati della sorveglianza “OKKIO alla Salute” 2012, il 22,1% dei bambini di terza elementare è risultato in sovrappeso e il 10,2% in condizioni di obesità. La rilevazione ha messo in luce la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari che possono favorire l’aumento di peso, specie se concomitanti.
25% si reca a scuola a piedi o in bicicletta. I dati dell’HBSC 2010 sugli adolescenti di 12, 13 e 15 anni indicano che la frequenza dei ragazzi in sovrappeso e obesi è del 25,6% nei maschi e del 12,3% nelle femmine di 15 anni. Sono inoltre frequenti anche tra gli adolescenti abitudini alimentari scorrette come saltare la prima colazione, consumare poca frutta e verdura, eccedere con le bevande zuccherate. Soluzioni - Sono necessari interventi davvero diffusi e radicali... Daniela Galeone - Proprio così. “Guadagnare Salute” promuove la salute come bene pubblico, attraverso l’integrazione tra le azioni che competono alla collettività e quelle che sono recontinua a pag. 12
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sponsabilità dei singoli individui; si caratterizza per l’approccio trasversale ai fattori di rischio e la definizione di strategie intersettoriali, tra loro coordinate, per poter agire anche sui fattori ambientali e sui determinanti socio-economici che condizionano l’insorgenza delle malattie croniche, secondo i principi della “Health in all policies”. L’obiettivo di facilitare scelte e comportamenti adeguati richiede, infatti, interventi normativi e/o regolatori, modifiche ambientali e sociali e strumenti di empowerment quali l’educazione, l’informazione, la comunicazione. Nell’ambito del Programma, il settore salute svolge una funzione di advocacy fondamentale per assicurare una comprensione olistica della salute, definire chiaramente le priorità, far comprendere le conseguenze di un mancato intervento. Soluzioni - Quali strumenti si è dato il Programma per raggiungere i propri obiettivi? Daniela Galeone - Per dare attuazione al programma è stata istituita, presso il Ministero della Salute, la “Piattaforma nazionale sull’alimentazione,
l’attività fisica e il tabagismo”, composta da rappresentanti delle Amministrazioni centrali interessate, delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, dell’ANCI, dei Medici di Medicina Generale, dei Pediatri e dei Farmacisti, nonché delle Associazioni di categoria della filiera alimentare, delle Associazioni dei consumatori e delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, firmatarie di Protocolli d’intesa con il Ministero della Salute. I Protocolli d’Intesa, infatti, sono tra i prin-
con le aree di intervento. L’attiva partecipazione delle Regioni è uno degli elementi fondamentali per l’attuazione di politiche intersettoriali di promozione della salute, realizzata sviluppando il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) nei Piani Regionali (PRP). Lo sviluppo di attività di comunicazione è parte strutturale del Programma “Guadagnare Salute” e indispensabile strumento di informazione e promozione della salute. Obiettivo delle iniziative di comunicazione, sia che siano rivolte alla popolazio-
“I Protocolli d’Intesa rappresentano gli atti istituzionali di condivisione degli obiettivi del Programma e sono tra i principali strumenti per lo sviluppo delle strategie intersettoriali” cipali strumenti per lo sviluppo delle strategie intersettoriali. Essi rappresentano gli atti istituzionali di condivisione degli obiettivi del Programma. La concreta realizzazione del programma è condivisa con le Regioni e con i Servizi sanitari locali ed è sostenuta dal CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) attraverso progetti coerenti
ne generale che a target specifici, è quello di far conoscere i comportamenti da adottare e le opportunità offerte dal contesto socio-ambientale (servizi sanitari, scuola, Comuni, associazioni, imprese, ecc.) e facilitare le scelte salutari rispetto ai quattro temi strategici affrontati (fumo, alcol, alimentazione, attività fisica). Per consentire una immediata identificazione
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prevenzione delle iniziative coerenti con la strategia e gli obiettivi del programma è stato creato un “Logo Guadagnare salute” (Cuore che sorride). Il logo può essere attribuito alle iniziative/progetti, promossi non solo da Enti/ Istituzioni Pubblici, ma anche da Enti e soggetti privati, Associazioni o Società scientifiche, purché presentino riconosciuti requisiti di coerenza con gli obiettivi del Programma “Guadagnare Salute”. Soluzioni - Dunque oltre alle Istituzioni pubbliche e agli Enti locali, anche altri soggetti possono contribuire e partecipare: in che modo? Daniela Galeone - Come detto, “Guadagnare Salute” è aperto alla collaborazione con soggetti diversi che possano impegnarsi concretamente per facilitare le scelte salutari dei cittadini. In quest’ottica sono state negli anni sviluppate collaborazioni anche con il mondo della produzione agricola o industriale e della distribuzione di prodotti alimentari. Le realtà appartenenti al mondo della produzione e alla società civile, attraverso Protocolli d’intesa o singole iniziative, possono collaborare con le
Istituzioni, assumendo impegni volontari, coerenti con le proprie attività, in settori difficilmente influenzati da strumenti politico-amministrativi. Ad esempio, dal 2009, è in corso una collaborazione, sancita attraverso protocolli d’intesa, per la riformulazione di alcuni alimenti (pane e prodotti affini, piatti pronti surgelati, paste fresche, ecc.) con l’obiettivo di ridurre il consumo di sale nell’alimentazione. Con alcune catene della GDO sono state condivise iniziative per promuovere il consumo di frutta e verdura o per informare sui rischi del consumo di bevande alcoliche. è stata, inoltre, ritenuta opportuna la concessione del logo del Programma ad iniziative di alcune Associazioni di produttori di bevande alcoliche miranti a fornire informazioni corrette per un consumo moderato e responsabile di alcol, che comprenda l’astensione dal bere se si deve guidare oppure durante la gravidanza e l’allattamento, o se si ha meno di 18 anni. Anche con il gruppo Ferrovie dello Stato sono state condivise o approvate iniziative contro il fumo o per la promozione di una sana alimentazione
e dell’attività fisica (progetti “FRECCIArosa” o “sFRECCIA contro il fumo”). Con la ristorazione collettiva è stato possibile iniziare un percorso per migliorare l’offerta di alimenti nelle mense aziendali, ad esempio attraverso la riduzione del sale, dei grassi e degli zuccheri nelle preparazioni e l’aumento dell’offerta di frutta e verdura fresca e di stagione; altre iniziative hanno riguardato la diffusione di informazioni e suggerimenti per un’alimentazione corretta anche a casa. In conclusione, il Programma nazionale “Guadagnare Salute” ha individuato nell’approccio intersettoriale della “Salute in tutte le politiche” il quadro di riferimento entro il quale agire al fine di prevenire patologie croniche già nella primissima infanzia, mirando al tempo stesso a sostenerne l’equità, ma è necessario proseguire in un’ottica di consolidamento dell’approccio multi-stakeholder, al fine di promuovere politiche integrate e far comprendere che tutte le politiche (educative, agricole, sociali, ambientali, economiche, commerciali) hanno effetti sulla salute. dipietro@soluzionisodexo.it
Sodexo e la sua Campagna: la concessione del Logo Non soltanto le istituzioni, quindi, ma anche i privati possono contribuire in modo corretto ed efficace a migliorare le competenze delle persone per uno stile di vita sano e favorire scelte salutari. Sodexo, in coerenza con la propria vocazione “Migliorare la qualità della vita quotidiana delle persone”, ha aderito ai principi del Programma interministeriale e, nel 2010, ha ottenuto l’autorizzazione a utilizzare il Logo di “Guadagnare salute” per la Campagna di informazione ed educazione alimentare e a sani stili di vita, intitolata “Coniugare piacere e salute? Si può!”, realizzata per i consumatori adulti (lavoratori delle aziende clienti e delle strutture sanitarie, o studenti universitari). Sodexo intende continuare a svolgere un ruolo attivo nel favorire scelte salutari da parte dei cittadini, assumendo nuovi impegni concreti per l’attuazione di “Guadagnare salute”.
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attività fisica
La palestra a portata di scrivania: come tenersi in forma lavorando si lavora meglio, si è meno stressati e si favorisce il benessere se si allena il corpo con esercizi efficaci e mirati. molti sono davvero facili e compatibili con gli spazi ristretti di un ufficio e i tempi ridotti della vita lavorativa.
Mantenersi in forma anche se si ha poco tempo a disposizione? Fare movimento anche senza spostarsi dalla scrivania? Certo, è possibile! E con i giusti esercizi si può realizzare una valida prevenzione per i disturbi posturali, cioè quelli legati alle posizioni o ai movimenti ricorrenti spesso tipici della professione, che sono una importante causa di mal di schiena, mal di testa e cervicalgie, dolori alle spalle e altro ancora. Tutti problemi che, oltre a peggiorare la qualità della vita, provocano assenze e riduzione di effi-
cienza nel lavoro e nelle occupazioni quotidiane. Praticare attività motoria offre anche molti altri vantaggi, perché un po’ di esercizio quotidiano rende più agili, aumenta il buonumore e aiuta a combattere lo stress, facilita le funzioni dell’organismo (come per esempio quelle intestinali, la digestione, la circolazione sanguigna), migliora l’aspetto fisico e la salute in generale. Gli esperti consigliano di fare esercizio regolarmente, ma spesso il tempo libero è poco e si finisce per abbandonare i buoni propositi. Ma se il desiderio o la necessità di rimettersi in forma
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attività fisica nonostante i ritmi di lavoro serrati e l’impossibilità di lasciare la scrivania a orari decenti sono davvero forti, ecco che il modo c’è. Anche per i più indaffarati o pigri, il rimedio alla portata di tutti si chiama ginnastica da ufficio: dieci, quindici minuti al giorno di esercizi da fare mentre si sta seduti alla propria scrivania, che, se eseguiti in modo continuativo e corretto, bastano per prevenire tanti piccoli disturbi e mantenere un’accettabile forma fisica. Ma prima ancora di muoversi, è fondamentale imparare il giusto modo di... stare fermi!
Un occhio di riguardo alla postura Schiena, spalle e collo: sono queste le parti del corpo che più risentono della vita sedentaria alla scrivania: stare seduti per ore crea una pressione notevole sulla zona lombare, soprattutto se si sta con il busto inclinato in avanti o non ci si appoggia allo schienale. Quindi è fondamentale che sedia e scrivania abbiano un’altezza compatibile con una buona postura: devono permettere di appoggiare i piedi per terra, il bacino e la schiena allo schienale della sedia e i gomiti al piano di lavoro. Chi legge molto può usare un leggio che tenga inclinato e sollevato il libro, così da non dover piegare testa e schiena, mentre chi sta al computer deve posizionare il monitor e la tastiera
davanti a sé e non di lato, a un’altezza che permetta di guardare senza abbassare la testa. Se si usa una sedia di tipo tradizionale, si può mettere un piccolo rotolo di gommapiuma tra schiena e schienale, all’altezza della curva lombare, oppure un cuscino a sezione triangolare sotto le natiche, con la parte più bassa verso le cosce, in modo da simulare la posizione della sedia anatomica. È utile tenere una gamba distesa con il piede appoggiato su un piccolo rialzo sotto la scrivania, che permette di scaricare la tensione del muscolo della coscia. In ogni caso, è bene cambiare spesso posizione. Bisogna evitare di stare seduti troppo a lungo, sfruttando le varie occasioni per spostarsi dal-
Una recente ricerca sui dipendenti del Comune di Torino ha dimostrato che anche solo adottando buone abitudini di vita e posturali è possibile diminuire o eliminare il mal di testa nel 40% dei casi. la propria scrivania: alzarsi a bere un bicchiere d’acqua, andare di persona dal collega dell’ufficio di fianco invece di chiamarlo al telefono o mandargli una mail per comunicare con lui... Studi scientifici hanno dimostrato come le pause frequenti siano efficaci per prevenire i disturbi legati al lavoro alla scrivania, ma anche utili per migliorare la produttività. E comunque, la
Curiosità hi-tech
Anche chi vive immerso nella tecnologia non ha scuse: esistono infatti in commercio delle applicazioni da scaricare sul proprio cellulare e dedicate a chi vuol mantenersi in forma pur stando seduto molte ore in ufficio. “Ginnastica da Ufficio” per Apple, ad esempio, è stata sviluppata da una squadra di osteopati, specialisti della riabilitazione e insegnanti di yoga dopo aver osservato pazienti e amici, che dedicavano poca attenzione al proprio benessere durante la parte più sostanziosa della giornata, ossia quella passata a lavoro. L’applicazione, dunque, rappresenta un’utile guida per chi conduce una vita particolarmente sedentaria e vuole migliorare la propria condizione psico-fisica in poco tempo. Il programma contiene piccoli consigli ed esercizi di stretching e per gli addominali, i primi a risentire dell’abitudine a stare seduti per molto tempo.
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attività fisica
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normativa impone quindici minuti di pausa (o di cambio di attività) ogni due ore per chi lavora al computer. Anche mani e polsi, a cui spesso non si pensa, vanno salvaguardati dai piccoli disturbi articolari, con esercizi adatti, soprattutto se si usa il computer, se si scrive a lungo, o se si eseguono lavori che costringono le articolazioni a fare continuamente movimenti limitati. Infine, un occhio di riguardo va dato alla vista: proprio come avviene per altre parti del corpo, infatti, molti disturbi visivi sono causati dallo sforzo muscolare prolungato e scorretto. Tenere lo sguardo fisso sul monitor del computer, per esempio, costringe la muscolatura degli occhi a esercitare uno sforzo sempre uguale e costante, favorendo così la tensione, soprattutto se posizione e illuminazione non sono adeguate. Bisogna quindi studiare bene dove mettere il monitor. Il punto giusto è proprio di fronte a sé; la distanza ottimale tra viso e schermo è di 50 cm circa: anche per questo è importante
che il monitor non sia troppo piccolo, altrimenti bisognerebbe avvicinarsi troppo per vedere bene. Con il video spento è più facile individuare i riflessi di luce, che quando è acceso si notano meno ma disturbano la vista. La stanza in cui si lavora dev’essere ben illuminata, e contrasto e luminosità del monitor vanno regolati in modo da vedere senza fastidi. Senza trascurare l’allenamento: anche gli occhi hanno la loro muscolatura, e pure per la vista ci sono esercizi adatti da praticare quotidianamente. Un programma completo, con esercizi per ogni parte del corpo, non richiede moltissimo tempo, e in ogni caso si può suddividere in modo da sfruttare le piccole pause, praticando in ciascuna gli esercizi per una zona del corpo e rimandando alla pausa seguente l’allenamento delle altre. Con una bella passeggiata quotidiana l’attività motoria richiesta per mantenersi sani e in forma è completa. Fattibile, direi! pavesi@soluzionisodexo.it