sodexo
soluzioni benessere in ufficio Case history sanitĂ : laboratori di cucina per i disturbi alimentari qualitĂ -prezzo nella ristorazione scolastica
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n.
anno I, n.1, marzo 2012
editoriale
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un nuovo strumento al servizio del management informazioni e approfondimenti, curiosità e case history sulle numerose componenti della vita di un’azienda o istituzione
Gestire un’azienda o un’istituzione diventa sempre più complesso. Non si tratta infatti “soltanto” di organizzare il lavoro al meglio, ma si aggiungono continuamente nuovi temi da tenere in considerazione, come la responsabilità sociale, l’attenzione alla salute e alla qualità della vita delle persone, la gestione di ritmi,
Soluzioni per orientarsi Riteniamo che avere una fonte di aggiornamento a riguardo sia particolarmente utile per chi ricopre ruoli manageriali di qualunque livello, affinché possa orientarsi in ambiti collaterali ma imprescindibili per le proprie attività.
Soluzioni per orientarsi. Dalla Responsabilità sociale alla gestione di modi, tempi, persone. Aggiornamenti per il management. modi e tempi sempre più elastici e differenziati. Tutto ciò complica le cose, è vero, ma fa la differenza in senso qualitativo, sia di ciò che si produce sia della propria reputazione, così come della motivazione del personale. Questo strumento informativo nasce per offrire approfondimenti, curiosità e case history sulle numerose componenti della vita di un’azienda o di un’istituzione. Componenti che non sono il core business ma delle quali non ci si può più disinteressare.
Potete interagire con la redazione con suggerimenti e richieste. Inviateci a segreteria@soluzionisodexo.it il vostro recapito elettronico, quello di persone che ritenete possano essere interessate a ricevere “Soluzioni”, e le vostre prime osservazioni.. dipietro@soluzionisodexo.it
sommario
4 Benessere 7 in ufficio Case history: 10 DCA in cucina
Salute al lavoro e motivazione
Alle prese
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con l’Alzheimer Sviluppo sostenibile
16 Ristorazione 18 scolastica
Per un domani migliore
Guadagnare
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Salute
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salute e lavoro: un binomio che può creare motivazione intervista a rappresentanti dell’associazione medici per l’ambiente, nata per combattere l’inquinamento e attiva anche per la salvaguardia del benessere dei lavoratori
La definizione dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) parla chiaro: la salute non è solo l’assenza di una patologia, ma quel benessere psicofisico e relazionale a cui ciascun essere umano ha diritto. Anche il luogo di lavoro, dove le persone trascorrono buona parte della loro vita, deve quindi garantire a ciascun individuo le condizioni migliori di benessere. L’Isde (International Society of Doctors for the Environment) è un’associazione che si impegna contro il degrado ambientale e che, estendendo il concetto di ambiente anche al luogo di lavoro, promuove la tutela della salute del lavoratore. Abbiamo intervistato alcuni medici, rappresentanti della sezione italiana dell’Isde, per comprendere quali strategie si possono mettere in atto allo scopo di prevenire i rischi per la salute connessi all’ambiente di lavoro. Hanno risposto alle nostre domande il Presidente di Isde Italia Roberto Romizi, Edoardo Bai, Presidente della Sezione Isde di Milano, e Danila Scala, membro della Giunta Esecutiva Isde Italia.
salute anche attraverso scelte di tutela ambientale. Oggi infatti, l’inquinamento dell’ambiente di vita e di lavoro è sempre più spesso causa o motivo di aggravamento di numerose patologie. Con la nascita di Isde Italia si è voluto valorizzare il ruolo di interfaccia che il medico può svolgere tra il mondo della ricerca scientifica e quello dei tecnici che si occupano di salute, per una corretta diffusione delle conoscenze relative ai problemi della salute legati all’ambiente.
Qual è la mission di Isde? L’Associazione Medici per l’Ambiente - spiega Romizi - è nata per stimolare l’impegno dei medici per la salvaguardia dell’ambiente sia in quanto medici sia come “abitanti” della Terra. Dal momento che i rischi per la salute sono inequivocabilmente legati al degrado ambientale e agli stili di vita, i medici devono orientare il loro ruolo professionale e civile per promuovere la
A parte gli interventi richiesti dalla legge sulla sicurezza nell’ambiente di lavoro, quali sono, per la vostra esperienza, i maggiori fattori di rischio per la salute dei lavoratori? Dobbiamo distinguere fra rischi di infortunio e rischio di ammalarsi - precisa Edoardo Bai perché solitamente l’attenzione di autorità e mezzi di informazione è rivolta agli infortuni, che hanno effetti immediati e, come dire, più difficili
Come è possibile attuare questo progetto? È importante - continua Romizi - superare le barriere corporative e collaborare con le altre figure di tecnici della salute, raccordarsi con i settori professionali che più possono influenzare gli amministratori e la popolazione, in particolare i media, la scuola, il mondo giuridico e quello economico, per sostenere e consigliare le altre categorie professionali e le amministrazioni affinché promuovano politiche di prevenzione e di salvaguardia ambientale.
Nelle foto qui sopra, da sinistra a destra: Roberto Romizi, Presidente Isde Italia; Danila Scala, della Giunta Esecutiva Isde Italia; Edoardo Bai, Presidente Sezione Isde di Milano.
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da nascondere. Tuttavia, i decessi o le invalidità per infortunio sono molto meno frequenti rispetto a quelli dovuti a malattia professionale: si pensi soltanto ai tremila decessi annuali conseguenti a esposizione a fibre di amianto. Le malattie professionali sono un enorme problema sanitario, anche se sommerso, nel senso che il loro rapporto con l’ambiente di lavoro viene spesso misconosciuto. L’Inail registra infatti ancora, come malattia più frequente, la ipoacusia
da rumore, mentre altre malattie più gravi, come il tumore, si presentano in numero maggiore, ma non vengono denunciate sostanzialmente perché la malattia si manifesta dopo parecchi anni dall’esposizione all’agente patogeno, in genere quando l’operaio è in pensione. Inoltre, a parte il mesotelioma e il tumore delle fosse nasali, tipici tumori professionali, non esiste una relazione univoca con l’ambiente di lavoro; molto spesso il tumore è il risultato di un concorso di
fattori, essendo una tipica malattia multifattoriale. Basti pensare al tumore da sigaretta, che agisce di conserva con moltissimi cancerogeni utilizzati dall’industria. Insieme al tumore, altre patologie stanno emergendo con crescente frequenza: si tratta delle patologie muscolo tendinee da carico o da movimenti ripetuti, che si apprestano a soppiantare le ipoacusie dalla lista delle malattie più frequentemente denunciate, e delle patologie della sfera psichica o psicologica, quali il Burning o Burnout, la malattia da stress, il mobbing.
a consulenti esterni. La valutazione dei rischi prevista dal D. Lgs. 81/2008 diviene perciò un adempimento burocratico, spesso non rispondente minimamente alla realtà, di scarsa o nulla utilità. Perciò, la prima cosa da fare è decidere di verificare i rischi presenti in azienda con proprio personale, affidandogli l’incarico di responsabile del servizio di prevenzione, e di affidarsi a ditte esterne soltanto per gli approfondimenti tecnici che sono
Una scelta volontaria delle aziende a favore della salvaguardia della salute dei dipendenti è senz’altro auspicabile oltre che vantaggiosa per tutti.
Quali suggerimenti si possono dare alle aziende? Le aziende - spiega Bai - possono scegliere di imporre un ambiente di lavoro pericoloso o possono avere un approccio per così dire “etico”, cercando di mettere in pratica una modalità di lavoro che cerchi la collaborazione e la soddisfazione dei dipendenti, nel limite del possibile. Nella seconda ipotesi, che ovviamente è da preferire, occorre soprattutto sottolineare che l’attuale verifica della nocività degli ambienti di lavoro viene solitamente affidata
impossibili da effettuare da soli, come le analisi ambientali e gli esami chimico-clinici. Il mio consiglio è anche quello di verificare le differenze fra ciclo teorico e ciclo reale, nel senso che spesso nella pratica le disposizioni per la realizzazione dei diversi prodotti vengono modificate, per ragioni legate alla comodità del lavoratore o all’imposcontinua a pag. 6
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sibilità di mettere in pratica quanto stabilito dalla direzione. In queste differenze spesso si annida il rischio. L’altro consiglio riguarda la informazione e la formazione dei lavoratori, che va particolarmente curata, e deve anch’essa essere incentrata sul ciclo reale. Infine, la sicurezza deve essere introdotta come criterio in tutte le scelte della ditta, dagli acquisti di nuovo macchinario o di materie prime, alla scelta di un idoneo layout, alla organizzazione del lavoro. Quale beneficio può derivare alle aziende dal mettere in pratica questi suggerimenti? I benefici di questo approccio sono evidenti – afferma Bai – prima di tutto perché l’azienda risparmia, in quanto le analisi di rischio affidate a consulenti esterni sono molto care. È vero che in apparenza “perde tempo di lavoro” dei suoi dipendenti, ma sarà presto ripagata da un aumento della produttività che sempre consegue a una migliore collaborazione. Gli infortuni diminuiranno così come le malattie professionali: la scelta di macchinari più sicuri e l’eliminazione delle sostanze più pericolose daranno per forza questi risultati. Si eviteranno drammi umani ed eventuali cause penali se, come è possibile in quasi ogni ciclo, le sostanze cancerogene saranno sostituite da composti meno pericolosi. In questo può essere prezioso l’aiuto delle associazioni di categoria, che sono a conoscenza delle possibili alternative. Si otterranno indubbi vantaggi anche commerciali; si pensi al mercato dei mobili
“formaldeide free” per esempio. Oggi cicli certificati come esenti da pericoli sono un veicolo pubblicitario potente, vista la crescente sensibilità ecologica dei consumatori. E quali benefici ne derivano per lavoratori? Esistono studi, in particolare effettuati nel campo della sociologia e della psicologia, - sottolinea Bai - che mettono in evidenza la relazione tra interventi di questo tipo e motivazione dei lavoratori. Essa costituisce il motore più potente per ottenere alti livelli di produttività e soprattutto elevata qualità del prodotto finale. È quindi in realtà un duplice beneficio, poiché rappresenta un vantaggio legato alla produttività per il datore di lavoro e uno in termini di soddisfazione per il lavoratore.
La formazione dei lavoratori è un elemento importante per la sicurezza. Fondamentali anche la scelta delle attrezzature e l’organizzazione del lavoro. La motivazione si ottiene innanzitutto con la partecipazione, la possibilità di carriera, il coinvolgimento, che deriva dalla conoscenza di tutto il ciclo e delle motivazioni che inducono le scelte produttive. Ma anche con elementi materiali che contribuiscono alla creazione di un contesto adeguato, per esempio la scelta di colori adatti, di mezzi di produzione e mobilio ergonomico, la lotta al rumore, ai fumi e alla polvere, o in altre parole elementi che creano un ambiente il più piacevole e confortevole possibile. vozzella@soluzionisodexo.it
L’Ambulatorio verde: una scelta ecosostenibile per i medici
Un esempio pratico di eco-sostenibilità? Roberto Romizi e Danila Scala ci illustrano gli obiettivi dell’Ambulatorio verde, progetto rivolto ai medici di medicina generale per rendere il loro ambulatorio più salubre. Obiettivi: - individuare e definire i requisiti per l’Ambulatorio verde; - promuovere un sistema omogeneo di acquisti verdi negli ambulatori; - promuovere un sistema omogeneo di consumi sostenibili; - sviluppare la formazione e la comunicazione sui requisiti per l’Ambulatorio verde. La trasformazione dello studio del
professionista in Ambulatorio verde si può attuare grazie ad alcune strategie: - la riduzione dei consumi (materiali, acqua, energia, ecc.); - l’acquisto di materiali di consumo ecosostenibili, riusabili, riciclabili; - la valutazione attenta dei consumi di materiali specifici e, in fase di acquisto, la scelta dei meno inquinanti, con una particolare attenzione alla filiera; per esempio, privilegiando quella a Km zero, eco-bio-certificata; - la preferenza per le materie prime che possiedano una certificazione di processo-prodotto. Per ulteriori informazioni: www.isde.it
lavoro e benessere
proteggere La salute anche in ufficio. qualche utile consiglio... è Un ambiente che può apparire a basso impatto sul benessere del lavoratore, ma in realtà anche l’ufficio ha bisogno di accorgimenti adeguati
Quando si parla di sicurezza e prevenzione nell’ambiente di lavoro la mente va ai cantieri e alle fabbriche; pochi pensano invece che anche in ufficio debbano essere rispettate alcune regole per salvaguardare la salute dei lavoratori. In effetti, l’ufficio, nel quale vengono svolte per lo più mansioni impiegatizie, è un luogo di lavoro come tutti gli altri e se non fa cronaca la caduta, seppur rovinosa, dell’impiegato dalla sua sedia, è comunque necessario che vengano rispettate delle precise indicazioni nell’allestimento degli spazi e nella scelta degli arredi. Ma soprattutto bisogna porre attenzione a elementi a cui spesso non si pensa: per esempio, gli spazi a disposizione delle persone, l’aria che i lavoratori respirano, o la luce, che è spesso artificiale. Antonio Faggioli, medico libero docente di Igiene all’Università di Bologna, membro dell’Associazione Medici per l’Ambiente, ci ha fornito alcuni spunti utili per allestire l’ufficio ideale.
Interventi per stare bene È importante precisare che esistono diverse modalità per salvaguardare la salute del lavoratore. Innanzitutto occorre avere la conoscenza dei requisiti strutturali e funzionali che debbono essere assicurati negli uffici per il comfort psico-fisico. L’ideale sarebbe avere la possibilità di attuare una “prevenzione primaria”, tramite la progettazione dell’edificio e degli impianti, la costruzione con la scelta di materiali idonei, la manutenzione e il controllo dello stato dell’ambiente. In ogni caso occorre attuare sempre una “prevenzione secondaria”, mediante la diagnosi precoce dei disturbi e delle malattie e l’individuazione qualitativa e quantitativa degli agenti causali. Ove risultassero situazioni non adeguate, è incontinua a pag. 8
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dispensabile provvedere alla “bonifica” eliminando gli agenti e le condizioni di nocività.
Spazio e aria adeguati Per legge, lo spazio da dedicare agli uffici deve essere sufficiente al movimento. Deve inoltre assicurare il “cubo d’aria individuale”, ovvero la quantità d’aria necessaria in un’ora per ogni persona. Questo parametro è importante per evitare che l’anidride carbonica (emessa con l’espirazione ma anche proveniente dall’esterno) superi il valore dell’1 per mille. C’è da dire che, a questa concentrazione, l’anidride carbonica non è nociva, però è un indicatore di quelle alterazioni chimico-fisiche che caratterizzano l’aria viziata. Per mantenere adeguata la qualità dell’aria in un ufficio vi sono tre modalità: Ricambio naturale sussidiario: ottenuto aprendo ogni tanto le finestre, o le porte se danno all’esterno. Ricambio artificiale forzato e controllato: grazie a impianti che prevedono la sola estrazione meccanica dell’aria, ma più spesso anche l’immissione controllata di aria dall’esterno. Condizionamento dell’aria: tramite impianti che controllano tutti i parametri del microclima,
quindi non solo il ricambio dell’aria, ma anche la sua temperatura e il tasso di umidità. Il cubo d’aria necessario a una persona adulta in un’ora è di 32 metri cubi, che viene assicurato con la cubatura ambientale (superficie per altezza) più un adeguato numero di ricambi dell’aria. In un ufficio dove lavora una sola persona (non meno di 8 metri quadri) ci vogliono due ricambi d’aria all’ora; in un vano con più lavoratori (5 mq per persona), tre sono i ricambi ottimali.
La salute e la sicurezza sul luogo di lavoro sono tutelate dal D. Lgs. n. 81/2008 e riguardano “tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi”. L’illuminazione giusta Se lo spazio e la qualità dell’aria sono fondamentali, non meno importante è l’illuminazione, che spesso negli uffici è purtroppo solo artificiale. La luce ha un effetto biologico e uno visivo: il primo è dovuto alle radiazioni naturali visibili e non visibili che stimolano le ghiandole endocrine ipofisi e paratiroidi; per questo l’illuminazione naturale non è sostituibile con quella esclusivamente artificiale. L’effetto visivo è dovuto invece alle radiazioni
lavoro e benessere del solo spettro visibile (lunghezza d’onda 400800 nanometri), che stimolano le cellule nervose della retina: i coni e i bastoncelli. Ogni posto di lavoro deve avere sempre luce naturale, quella artificiale è solo sussidiaria. L’operatore deve ricevere la luce naturale dalla sua sinistra e la sua massima distanza dalle finestre non deve superare i 6 metri. Per i lavori d’ufficio l’illuminazione naturale complessiva dell’ambiente deve essere almeno pari al 3% di quella esterna misurata su una superficie orizzontale posta sul davanzale e non esposta alla luce solare diretta, e non superiore al 6% per evitare l’abbagliamento. Quando la percentuale di luce scende sotto la soglia indicata (per esempio quando all’esterno fa buio) bisogna integrare l’illuminazione interna con la luce artificiale. Inoltre deve essere distribuita uniformemente, permettere un contrasto luminoso tra i dettagli dell’oggetto (caratteri di scrittura e lettura) ed evitare abbagliamento sia diretto che riflesso. L’illuminazione artificiale (200-400 Lux sul piano di lavoro) deve soddisfare i seguenti requisiti: prevalenza della luce diretta rispetto a quella riflessa, prevalenza nello spettro luminoso delle radiazioni giallo-rosse (clima cromatico caldo) rispetto alle violette, eventuale focalizzazione delle sorgenti luminose dedicate al posto di lavoro quando sia richiesto un elevato e prolungato impegno visivo.
venzione di vari disturbi tra cui in particolare quelli muscolo-scheletrici e visivi, garantendo un ottimale utilizzo delle attrezzature. Nei lavori svolti in posizione seduta, quali sono quelli negli uffici, assumono rilevanza i dati antropometrici dei lavoratori (statura, rapporto tra lunghezza del tronco e degli arti) e i dati relativi alla postazione di lavoro (altezza del sedile rispetto al pavimento, angolo dello schienale, distanza tra sedile e piano di lavoro). A partire da questi valori si deve assicurare una postura corretta: un’angolazione dello schienale che permetta l’appoggio della schiena durante il lavoro, l’angolo retto delle ginocchia, l’appoggio degli avambracci sul piano di lavoro, una distanza degli occhi dal piano di lavoro per lettura e scrittura generalmente di 25 centimetri, al fine di evitare l’affaticamento visivo dato dal continuo
Le norme contenute nel D. Lgs. n. 81/2008 si applicano “a tutti i settori di attività, privati e pubblici e a tutte le tipologie di rischio”. Alcune sono quindi dedicate anche agli uffici.
Ergonomia e computer L’ergonomia studia le interazioni tra l’organismo umano e le tecnologie da esso usate, allo scopo di assicurare comfort ambientale e pre-
“accomodamento”, ossia dalla convergenza oculare per la fusione delle immagini provenienti dei due occhi. La distanza ottimale dell’occhio dal monitor è di 50-70 centimetri. Il lavoro al computer determina situazioni un po’ diverse da quelle del normale lavoro d’ufficio, per via della riduzione dei movimenti generali (si muovono solo le mani sulla tastiera) e anche per il notevole impegno visivo focalizzato al monitor: aumentano quindi i rischi di disturbi qualora siano inadeguati gli arredi e l’illuminazione ambientale. isde@ats.it
Il luogo della pausa caffè
Quasi tutti gli uffici dispongono di un luogo per staccare e concedersi una pausa. Ma neppure questo spazio può essere allestito a caso. Innanzitutto è bene dire che i locali per la pausa debbono essere dotati possibilmente di una finestra; se ciò non fosse possibile, è necessaria l’aerazione meccanica e una illuminazione artificiale nel cui spettro luminoso prevalgano però le radiazioni “calde” (giallo-rosse). Per la consumazione, ci devono essere nel locale tavoli e sedie, e la superficie del vano, al lordo degli arredi e delle macchine distributrici, deve essere pari a 1,20 metri quadri per persona.
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esperienze
case history: contro anoressia e bulimia, villa dei fiori e sodexo
Roma - Villa dei Fiori è una Casa di cura psichiatrica accreditata con il SSN, del gruppo San Raffaele. Ha 100 posti letto, uno staff multidisciplinare che sa lavorare molto bene in squadra e numerose collaborazioni scientifiche internazionali tra cui l’Università La Sapienza di Roma, il Maudsley Hospital King’s College di Londra, l’Università di Medicina di Berlino e altre ancora.
Dca, l’approccio di Villa dei Fiori «La nostra è davvero una bella struttura - esordisce Rinaldo Mazzetti, Direttore Operativo di Villa dei Fiori - curata nei particolari in tutti gli ambienti: dalle stanze di degenza al bellissimo giardino alle sale multifunzionali in cui svolgiamo le tante attività di riabilitazione (laboratori di musicoterapia, teatrale, artistico, di cineforum e cineterapia, oltre ai gruppi di disegno, lettura e cura del sé). Spazi che teniamo a gestire e mantenere al meglio, scegliendo non fornitori di servizi ma partner in grado di supportarci con flessibilità e precisione». Ha 45 anni Mazzetti, da 20 opera nel Gruppo San Raffaele e parla con entusiasmo delle attività di Villa dei Fiori: «siamo di supporto ai servizi psichiatrici pubblici nelle fasi di acuzie per le quali si può evitare il Trattamento sanitario obbligatorio e nelle attività di riabilitazione, nelle quali il nostro Gruppo è leader nel panorama della sanità nazionale. Abbiamo anche una Residenza Sanitaria Assistita che offre a pazienti psichiatrici non autosufficienti di vivere un’esistenza adeguata e dignitosa. Siamo inoltre particolarmente attenti alle doppie diagnosi, ed è per questo che abbiamo voluto approfondire il problema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca, cioè anoressia e bulimia), rispetto al quale, nel nostro Paese, non c’è davvero un’offer-
ta di servizi adeguata. Abbiamo così deciso di investire in questo campo innanzitutto nella ricerca, nello studio e nell’applicazione alla nostra realtà del protocollo che secondo il nostro staff medico otteneva i migliori risultati e abbiamo inviato la dottoressa De Marco al King’s College di Londra per specializzarsi nel Metodo Maudsley. Quindi - conclude Mazzetti - abbiamo creato un piccolo reparto (quattro posti letto, sala soggiorno, postazione infermieristica dedicata e accesso diretto al giardino) che ha accolto anche ragazze provenienti dalla Campania e dalla Sicilia». L’approccio terapeutico Maudsley prevede tappe precise, sottoscritte dagli interessati al momento del ricovero, che avviene dopo una serie di incontri tra la paziente, i famigliari e la dottoressa Angela De Marco, psichiatra e Responsabile del Reparto Dca, necessari per rafforzare la motivazione e fugare dubbi e resistenze al cambiamento. Durante la permanenza all’interno della Casa di cura, le ragazze non vengono mai lasciate sole dalle infermiere e hanno colloqui quotidiani con lo psico-
Nelle foto qui sopra, da sinistra a destra: Rinaldo Mazzetti, Direttore Operativo di Villa dei Fiori; Angela De Marco, psichiatra e Responsabile del Reparto Dca di Villa dei Fiori; lo chef Alain Sorrentino durante il laboratorio di cucina.
Grazie al laboratorio di cucina, seguite dalla dottoressa De Marco e da Alain Sorrentino, lo chef Sodexo, le ragazze ricoverate hanno riscoperto il piacere di assaporare. logo e la psichiatra. «Ogni giorno definiamo insieme le attività individuali e di gruppo che le ragazze sono tenute a seguire, e concordiamo il menu che io propongo loro - spiega la dottoressa De Marco -. Con i famigliari delle ragazze è previsto invece un colloquio settimanale, perché i genitori sono soggetti fondamentali per il trattamento e la guarigione». Nel Metodo Maudsley i famigliari non vengono colpevolizzati, ma al contrario stimolati e supportati ad
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esperienze
due realtà diversissime accomunate dalla ricerca di soluzioni utili per aiutare ragazze affette da disturbi alimentari. e supportare le famiglie nel loro difficile compito
aiutare la figlia prima ad aumentare di peso e in seguito a ritrovare il proprio equilibrio psicofisico. A Villa dei Fiori la prima fase di recupero del peso è seguita dal personale specializzato, ma il percorso terapeutico è indirizzato al coinvolgimento della famiglia, anche perché il ricovero dura due mesi e la paziente dev’essere supportata adeguatamente
e le caratteristiche nutrizionali dei singoli componenti usati, e questo aiuta le ragazze a superare le loro resistenze all’assaggio. Tipico del loro disturbo è infatti il bisogno estremo di controllo, che in questo modo viene soddisfatto. La preparazione e il consumo comunitari e assistiti sono il fulcro del protocollo e si sono dimostrati molto efficaci. Sul
In questa pagina, alcuni momenti del laboratorio di cucina: le ragazze al lavoro per fare la pizza.
Questo laboratorio ci ha permesso di comprendere una cosa importantissima per la vita: “Mangiare non e’ solo un dovere, ma è soprattutto un piacere!” (dal blog di Villa dei Fiori) una volta tornata a casa propria. L’obiettivo finale è rendere alla ragazza la capacità di gestire la propria alimentazione in modo equilibrato. «Recentemente, per offrire una soluzione ancor più articolata ed efficace - racconta De Marco - abbiamo avviato anche un laboratorio di cucina per le pazienti, seguito da me personalmente».
Il contributo di Sodexo Proprio per la realizzazione di quest’ultimo progetto, Villa dei Fiori ha chiesto un supporto a Sodexo, che già fornisce i pasti a tutti i degenti e al personale che lavora nella struttura. Pronta a offrire Soluzioni globali, Sodexo ha risposto con la collaborazione di uno chef, particolarmente motivato e sensibile, che accompagna le ragazze nella realizzazione di pizze, dolci e altre ricette, svelando loro alcuni trucchi del mestiere. Permettere alle ragazze con disturbi del comportamento alimentare di preparare insieme e in prima persona il cibo, è un’attività molto importante: durante il laboratorio di cucina possono verificare direttamente quali ingredienti entrano nella ricetta. La dottoressa De Marco e lo chef Alain Sorrentino illustrano loro le quantità
blog della Casa di cura, le testimonianze delle regazze rivelano quanto questo laboratorio di cucina abbia influito, insieme agli altri interventi, nell’aiutarle ad affrontare i loro gravi problemi col cibo. gianvito@soluzionisodexo.it
Direttore Responsabile: Paola Di Pietro Redazione: Francesca Pavesi, Nicla Vozzella Segreteria di redazione: Eleonora Giussani Realizzazione: Giovanna Gianvito Comunicazione via Redi 10 - 20129 Milano Progetto grafico: Marina Strignano Editore: Sodexo Italia SpA, via F.lli Gracchi , 36 20092 Cinisello Balsamo (MI) Fotolito e stampa: Officina Grafica La Commerciale, viale Rimembranze di Greco, 45 - 20125 Milano Autorizzazione Reg. Tribunale di Milano n° 105 del 27/02/2012 Soluzioni È STAMPATO SU CARTA RISPETTOSA DELL’AMBIENTE GardaGloss, Art di Cartiere del Garda, azienda registrata EMAS
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terza età
istituzioni e famiglie alle prese con i problemi dell’alzheimer la popolazione invecchia e aumentano così le esigenze legate ai disturbi della terza e quarta età. sono necessari nuovi approcci per fronteggiarli e supportare chi si prende cura degli anziani
Le degenerazioni cognitive sono un problema emergente per gli anziani, per i loro famigliari, e per chi ha cura di loro. Demenza e Alzheimer sono malattie sempre più diffuse e generalmente hanno un lungo decorso. Per comprendere il fenomeno, anche limitandoci soltanto all’Alzheimer, basti sapere che in Italia ne è affetto circa l’uno per mille della popolazione con età inferiore ai 65 anni e il 4-7 per cento degli over 65, percentuale che sale a ben il 20 per chi ha superato gli ottant’anni. In ogni caso, è bene ricordare che si tratta di una malattia e non di una caratteristica propria dell’invecchiamento, anche se è più frequente tra le persone anziane.
di alcune malattie o di particolari condizioni fisiche. La forma clinica più frequente e conosciuta è la malattia di Alzheimer, che interessa oltre il 50% dei casi di demenza. Altre forme sono la demenza vascolare, che si manifesta a seguito di lesioni
regressione parziale o completa della demenza. è quindi molto importante rivolgersi a un medico per la diagnosi e per la terapia se si osserva un deterioramento delle funzioni intellettive di un familiare o di un congiunto.
Le demenze sono malattie degenerative e sempre più diffuse, con un lungo decorso, che necessitano di assistenza in misura sempre maggiore con il passare del tempo.
Di che si tratta La demenza è una sindrome, vale a dire un insieme di sintomi, che può insorgere a seguito
cerebrali di origine vascolare, quella mista, che unisce al tipo precedente la presenza della malattia di Alzheimer, e le demenze secondarie a specifiche malattie neurologiche. In alcuni casi, la causa della demenza può essere rappresentata da una disfunzione generica e potenzialmente curabile: con la scomparsa dell’affezione di base, si assiste alla
Come si manifesta La demenza è una disfunzione cerebrale che determina una progressiva compromissione delle facoltà mentali (ragionamento, memoria, linguaggio, orientamento), in modo tale da interferire significativamente con le attività quotidiane della persona interessata. Ai sintomi che riguardano le funzioni cognitive, spesso si aggiungono
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terza età
Un modello per i malati di Alzheimer e demenze L’alimentazione è una parte importante della vita degli anziani, e ancor più per chi soffre di Alzheimer. Queste persone, con il progredire della malattia, tendono ad alimentarsi in modo scorretto con conseguenze importanti sullo stato di salute generale. Sodexo Italia, con la collaborazione del proprio Comitato Scientifico e del Centro studi internazionale Perusini Alzheimer di Pordenone, ha messo a punto “M’AMA”, acronimo di Modello per l’Alimentazione dei Malati di Alzheimer. Un’offerta ad hoc per migliorare la qualità della vita del malato di Alzheimer e di chi lo assiste, a partire dall’alimentazione. Il Modello prevede un piano alimentare mirato, precisi protocolli operativi, indicazioni comportamentali e interventi formativi per il personale, materiali informativi per i famigliari che assistono il malato. Ogni paziente è diverso ed è fondamentale personalizzare sia la dieta sia l’approccio, perché il pasto sia nutrizionalmente corretto, ma sia anche un momento piacevole per il malato. Inoltre, in questo modo è possibile limitare molti disturbi correlati, riducendo il ricorso ai farmaci.
gianvito@soluzionisodexo.it
alterazioni della personalità e del comportamento; le più rilevanti sono: disturbi psichici (ansia, depressione, false credenze, allucinazioni), irritabilità e aggressività, insonnia e apatia. Nella maggior parte dei casi, l’aggravarsi della sintomatologia porta alla perdita dell’autonomia e una necessità di assistenza crescente. Di solito, è la famiglia che inizialmente si prende cura del malato, ma spesso, con il peggiorare dei sintomi, è necessario affidarlo a una struttura
competente. Sul territorio si sono sviluppati appositi Servizi, che offrono assistenza diurna o residenziale.
Agire, anche a tavola Il momento del pasto, per esempio, riveste un ruolo importante nella vita degli anziani, e ancor di più per chi soffre di Alzheimer. Queste persone, con il progredire della malattia, tendono ad alimentarsi in modo scorretto con conseguenze importanti sullo stato di salute generale: forti dimagrimenti o obesità,
stipsi, e marcate carenze nutrizionali che accelerano lo stato degenerativo. A tavola, poi, sono frequenti le manifestazioni di alterazioni comportamentali, che vanno gestite in modo adeguato. Servono quindi strumenti efficaci per fronteggiare le problematiche legate alla malattia e contemporaneamente proteggere il più possibile la qualità della vita dei pazienti: la comunità scientifica è al lavoro, insieme agli operatori del settore. dipietro@soluzionisodexo.it
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responsabilità sociale
quando l’impresa sceglie lo sviluppo sostenibile scelte e comportamenti attenti e rispettosi delle persone, dei diritti umani e dell’ambiente. per un’azienda la responsabilità sociale d’impresa può essere anche un vantaggio competitivo
La consapevolezza sempre maggiore della società civile e di tutti gli stakeholder riguardo le emergenze ambientali e i diritti umani ha portato aziende e istituzioni, negli ultimi anni, a prestare attenzione alla responsabilità sociale attivandosi per uno sviluppo sostenibile. L’impegno nei confronti di queste tematiche è volontario, quindi si estende al di là degli obblighi di legge, e produce molti vantaggi per tutti. Le preoccupazioni sociali ed ecologiche devono naturalmente andare di pari passo con i vantaggi competitivi, il business e il successo del l’azienda sul mercato. Ambiti considerati inevitabilmente in conflitto fino a pochi anni fa ma ora affrontati insieme dalle aziende, con progetti e programmi specifici e azioni spesso innovative.
Numerosi benefici Per fare solo un esempio, le azioni di ecosostenibilità volte a consumare meno energia o acqua sono utili per l’ambiente ma anche per l’azienda che le mette in atto, poiché essa beneficia di un risparmio sulle
motivazione dei dipendenti. Motivazione che, come è noto, accresce la produttività e la qualità del lavoro. In ogni caso, si tratta di un valore aggiunto per l’impresa, che si riflette in un maggior valore per clienti e consuma-
Business e sviluppo sostenibile sono sempre più spesso in sinergia. L’etica è un valore aggiunto che si estende all’ambiente e al contesto sociale. spese per le forniture di corrente elettrica o di acqua. Meno immediati ed evidenti i vantaggi derivanti dalle azioni di rispetto e promozione umana, che nel tempo però si manifestano verso l’esterno con una più alta reputazione e un’immagine migliore del l’azienda che le mette in atto volontariamente, e spesso, all’interno, con una maggiore
tori, oltre che per tutti coloro che sono coinvolti dagli effetti delle azioni legate alla responsabilità sociale. Lo sviluppo sostenibile e il business si incontrano e creano sinergia in innovativi modelli di gestione aziendale basati su politiche di garanzia dei diritti di lavoratori e consumatori, di sicurezza e benessere sul luogo di lavoro, di lotta alle discri-
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responsabilità sociale minazioni di ogni tipo, di azioni di salvaguardia ambientale, che possono estendersi anche oltre i confini aziendali verso la società nel suo complesso.
Verifiche di efficacia Naturalmente, non sono sufficienti documenti o prese di posizione esclusivamente teorici. Dagli stakeholder è richiesto un impegno preciso e pratico, una politica manageriale e una organizzazione aziendale ripensate appositamente, con programmi e azioni che prevedano verifiche periodiche dei risultati ottenuti. Sono queste infatti le basi fondamentali per dare concretezza alle iniziali dichiarazioni di principio.
Un’altra esigenza sempre più sentita è quella dell’informazione precisa e puntuale. Quindi, è molto importante che le aziende comunichino sia al proprio interno sia verso gli interlocutori esterni le attività realizzate e le mete raggiunte in questo ambito. Il Bilancio sociale costituisce uno dei principali strumenti di gestione e comunicazione, è un documento utile a riportare ai propri interlocutori in modo chiaro e organico i valori sostenuti, le politiche intraprese e i risultati ottenuti.
Etica e business Specifiche agenzie di rating e Indici di borsa dedicati verificano le performance finan-
ziarie delle aziende con approccio sostenibile e responsabile, stilano classifiche e assegnano premi a seconda dell’efficacia delle politiche per la sostenibilità delle imprese e dei risultati conseguiti con esse. Fra le agenzie e gli indici “etici”: Dow Jones Sustainability World Index, Aspi Eurozone, FTSE4Good Series, Sam Group, Iaop, Ecpi Ethical Index Euro, Bitc Business in the Community Corporate Responsability Index. Tra le aziende che negli ultimi anni si sono classificate in questi indici, Sodexo è sempre presente tra le prime per il suo impegno etico che va di pari passo con i suoi risultati finanziari. vozzella@soluzionisodexo.it
Sodalitas: una Fondazione per la Sostenibilità
Promossa da Assolombarda nel 1995, la Fondazione Sodalitas riunisce oggi 80 imprese ed è l’organizzazione di riferimento per progetti di sostenibilità nei campi dell’ambiente, del lavoro, del mercato e della comunità (in particolare per la parità di genere, la disabilità e la multiculturalità), oltre che per lo sviluppo di partnership tra impresa e non profit, impresa e scuola. Questi sono i target di riferimento dell’azione di Sodalitas, che affianca imprese, organizzazioni non profit, giovani e scuola nello sviluppo e nell’armonizzazione di sostenibilità, mercato e capacità manageriali, con l’obiettivo di “far crescere la coesione sociale nel nostro Paese”. Con le sue 16 realtà operative, ciascuna in una diversa provincia italiana, ha una rete solidale professionale diffusa che coinvolge più di 250 volontari, oltre alle associazioni industriali locali. Maggiori informazioni su: www.sodalitas.it
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responsabilità sociale
Il piano d’azione internazionale per un domani migliore una mappa per guidare dirigenti e collaboratori verso il rispetto e la difesa della salute, dell’ambiente, delle diversità per uno sviluppo sostenibile che aggiunge valore anche per i clienti
Sviluppo delle comunità locali
Si chiama “Better Tomorrow Plan” e impegna tutti i componenti dell’azienda, coinvolgendo anche clienti, consumatori e fornitori. Per un’azienda che ha come mission quella di migliorare la qualità della vita quotidiana delle persone e che è riconosciuta come leader nello sviluppo sostenibile nel suo settore d’attività, stabilire un programma d’azione preciso è stata un’evoluzione naturale e necessaria al tempo stesso. Il piano di Sodexo per lo Sviluppo sostenibile si articola in tre priorità: nutrizione, salute e benessere; sviluppo delle comunità locali; ambiente. Nell’ambito di queste tre priorità, sono stati identificati quattordici impegni precisi.
4- Combattere la fame e la malnutrizione attraverso il Programma Stop Hunger, che prevede l’incoraggiamento del volontariato, la condivisione delle competenze, la raccolta di derrate alimentari e di attrezzature, la raccolta di fondi. 5- Sostenere lo sviluppo delle comunità locali sia condividendo le conoscenze e l’esperienza per professionalizzare i partner locali, sia accrescendo gli sbocchi commerciali, le possibilità di impiego per la popolazione locale, e inoltre sostenendo le iniziative sociali in seno alle comunità. 6- Aumentare gli approvvigionamenti provenienti dal commercio equo e certificati come tali.
8- Introdurre tra le referenze prodotti locali, di stagione o provenienti da un’agricoltura sostenibile. 9- Inserire tra le referenze prodotti del mare provenienti da filiere sostenibili. 10- Introdurre tra le referenze attrezzature e forniture provenienti da filiere sostenibili. 11- Ridurre l’impronta ecologica adottando comportamenti rispettosi del l’ambiente. 12- Ridurre il consumo d’acqua. 13- Ridurre gli scarti organici e sostenere le iniziative in favore del riciclo di tali rifiuti. 14- Ridurre gli scarti non organici e sostenere le iniziative in favore del riciclo di tali rifiuti.
Nutrizione, salute, benessere
Ambiente
Oltre i buoni propositi
1- Sviluppare e promuovere soluzioni per la salute e il benessere per i nostri clienti, consumatori e collaboratori. 2- Proporre e assicurare la promozione di scelte alimentari varie ed equilibrate, formare il personale e informare i consumatori. 3- Favorire la riduzione dei consumi di zucchero, sale e grassi.
7- Assicurare la conformità dei nostri approvvigionamenti al Codice di Condotta del Gruppo, relativo alla fornitura sostenibile.
Mettere in bell’ordine le idee è certo un primo passo, ma per garantirne l’efficacia e la concretizzazione in azioni reali è necessario stabilire una tempistica e definire verifiche periodiche dei passi fatti e dei risultati raggiunti. Ciò è tanto più vero nel caso di un’azienda come Sodexo,
Obiettivi e tempistica ben definiti, verifiche periodiche dei progressi realizzati, per un Piano davvero concreto
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responsabilità sociale
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dexo un’azienda riconsociuta e premiata per la sua responsabilità sociale; “Noi Facciamo”, le tre priorità e i quattordici impegni già descritti; “Noi ci Impegniamo”, il dialogo e le azioni condivise con i nostri stakeholder, cioè clienti, fornitori, istituzioni, consumatori, azionisti, collaboratori. Cinque le tappe del Piano: sensibilizzazione, indirizzo, inventario, base di riferimento e calendario, miglioramento continuo. Se un “Domani migliore” comincia oggi, bisogna non soltanto darsi da fare, tutti insieme, ma anche continuare a lavorare senza sosta. pavesi@soluzionisodexo.it
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presente in 33.900 siti in 80 Paesi con 380.000 collaboratori. Numeri che richiedono un supporto forte e un indirizzo preciso. Tre i grandi appuntamenti per fare il punto e valutare i traguardi raggiunti, dopo la prima fase di ricepimento che si è appena conclusa: il 2012, il 2015 e il 2020 sono date chiave di verifica, ciascuna con proprie specifiche mete di progresso e performance misurabili con indicatori di impatto. Il Better Tomorrow Plan si articola intorno a tre pilastri: “Noi Siamo”, i fondamentali che costituiscono la base del nostro sviluppo e che da anni fanno di So-
Il valore aggiunto della Diversità
Sempre nell’ambito della Responsabilità sociale, oltre al Better Tomorrow Plan, Sodexo ha attivato da alcuni anni il Progetto Diversity and Inclusion, con il quale valorizza al proprio interno tutte le diversità. Che sono infatti considerate fonte di crescita, di eccellenza e di fierezza. L’inclusione passa dal rispetto per l’equilibrio tra donne e uomini di tutte le origini e culture, la coabitazione delle generazioni, l’integrazione delle persone disabili. Consiste nell’attirare, sviluppare, motivare e fidelizzare i migliori talenti. In pratica, si tratta di creare una cultura dell’inclusione integrando la diversità nelle politiche e nelle pratiche aziendali, per essere leader mondiale della diversità e farne un vantaggio concorrenziale. In Italia questa politica della diversità si è concretizzata nell’adesione a Sodalitas e a PWA (Professional Women’s Association); nella firma della Carta per le Pari opportunità e l’Uguaglianza sul lavoro; nell’Integrazione al lavoro di cittadini rifugiati.
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nutrizione
qualità e prezzo: l’equilibrio necessario per la tavola dei bimbi
Coniugare il binomio qualità-prezzo non è sempre facile, ma quando si tratta di alimentazione, soprattutto di quella rivolta ai bambini, occorre fare davvero uno sforzo importante per garantire la qualità dei pasti tenendo conto delle disponibilità economiche sempre minori, tanto delle famiglie quanto delle amministrazioni, per la ristorazione collettiva. Se sulla salubrità e l’igiene dei cibi non si discute, il discorso si complica riguardo la “qualità percepita”, che ha a che fare con le peculiarità culturali delle persone: a casa ciascuno sceglie cercando di mantenere un equilibrio personale tra gusto, qualità e prezzo, ma a scuola è più complicato... Sodexo è impegnata, oltre che a fornire i pasti, anche a supportare le amministrazioni nel raggiungimento dei loro obiettivi, e per
risorse e si appresta a realizzare un’indagine conoscitiva i cui risultati sono stati discussi in un Convegno di cui daremo conto nel prossimo numero. Per preparalo, Sodexo ha sondato le opinioni di tre rappresentanti degli stakeholder coinvolti, un genitore, un insegnante e un assessore, e ha chiesto un parere a un nutrizionista. Ecco i loro punti di vista.
Genitori: eco-impegno, anche personale Nell’ambito della ristorazione scolastica i genitori sono impegnati su due fronti: quello importantissimo di salvaguardare la salute dei propri figli e quello altrettanto impegnativo di far accettare ai bambini una corretta alimentazione che talvolta si scontra con i loro gusti.
La qualità alimentare ha tanti aspetti, e la scelta del modo di declinarli permette di realizzare il difficile, ma non impossibile, matrimonio tra qualità e costi. farlo è importante riuscire a decifrare quali sono gli elementi che definiscono la qualità dei menu scolastici. Ma per centrare il bersaglio occorre comprendere, tenendo conto delle diverse sfaccettature, qual è la domanda di “qualità” che davvero viene espressa dagli utenti e, una volta individuata, trovare il modo migliore per rispondervi utilizzando al meglio le risorse disponibili. L’azienda ha quindi messo in campo le sue
«Gli elementi che contribuiscono alla qualità del pasto dei bambini sono la gradevolezza, la qualità e la varietà e, ovviamente, l’igiene. Ma non solo. Sono altrettanto importanti i metodi di cottura che devono essere tali da non alterare i contenuti nutritivi del cibo, che dovrebbe essere sempre di stagione e magari di provenienza regionale. Con i bambini però occorre sempre trovare un buon equilibrio fra piacere e
salute e questo non è sempre facile», afferma Giacomo Vitale, membro della Commissione mensa scolastica e Presidente del Comitato genitori di Carugate (MI). Per educare i bambini di oggi, che saranno i consumatori di domani, occorre coerenza e infatti nel privato Giacomo Vitale ricerca quel tipo di alimentazione che possa non solo proteggere la salute dei suoi cari ma anche salvaguardare il pianeta: «La nostra famiglia fa parte di un Gas, una gruppo di acquisto solidale: in questo modo, assicurandoci la filiera corta e la qualità degli alimenti, riusciamo anche ad abbattere i costi, ed è un gran vantaggio in questo momento di crisi».
La priorità per le istituzioni è la salute Sulla stessa lunghezza d’onda delle famiglie è l’Amministrazione pubblica; infatti Monica Chittò, Assessore all’Educazione e alle politiche per l’infanzia del Comune di Sesto San Giovanni (MI) afferma: «Il nostro servizio di ristorazione scolastica ci dà la certezza di fornire tutti giorni, ai bambini e agli studenti delle nostre scuole, un pasto sano ed equilibrato. La nostra Amministrazione ha deciso di non far pesare le difficoltà economiche che gli Enti locali stanno vivendo sulla scuola, già abbondantemente penalizzata dalle politiche del Governo, e sulle famiglie; quindi non abbiamo modificato condizioni e modalità del servizio di ristorazione». Gli amministratori comunali si trovano a fronteggiare la scarsità di risorse con una
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nutrizione
I bambini di oggi saranno i consumatori di domani: i cibi che vengono proposti loro dagli adulti, dai genitori a casa ma soprattutto dalla ristorazione scolastica, contribuiscono, insieme all’educazione alimentare, a “formare” le nuove generazioni
sempre maggior consapevolezza dei consumatori. Nello stilare i capitolati si cerca quindi di inserire le condizioni più favorevoli per rispettare le loro necessità. Secondo Monica Chittò, gli indicatori irrinunciabili per la qualità dei pasti sono: «La presenza di alimenti accuratamente selezionati; lo scrupoloso rispetto delle norme igieniche nella preparazione; la promozione di corrette abitudini alimentari. Senza trascurare il confort, con la richiesta di insonorizzazione e rinnovamento degli arredi dei refettori, e l’ambiente, stimolando i concorrenti all’assegnazione dell’appalto a proporre interventi per l’ecosostenibilità: le più significative sono state la realizzazione di un impianto fotovoltaico e l’utilizzo di furgoni alimentati a metano. Il tutto a tutela e per la promozione della salute dei nostri piccoli utenti».
Gusto al primo posto per l’insegnante Un pasto sano e gradevole: sono questi i due elementi sui quali si focalizza Wilna de’ Flumeri, insegnante responsabile della scuola dell’Infanzia di via Lavello di Calolziocorte (LC): «La qualità dell’alimentazione è: scelta accurata degli alimenti e degli ingredienti, cura nella preparazione dei piatti, cibo gradevole non solo al palato ma anche alla vista. La frutta, in particolare, dovrebbe essere matura al punto giusto; le verdure fresche e non surgelate, così che tengano bene la cottura; condimenti di qualità come l’olio extravergine d’oliva». Scelte che vengono coerentemente rispet-
tate anche a casa: «Quando faccio la spesa sto molto attenta alla provenienza dei cibi (acquisto possibilmente prodotti italiani) e leggo attentamente le etichette, per scegliere prodotti sani e privi di conservanti. Prediligo la cottura al forno e a vapore e per condire utilizzo olio extravergine d’oliva. Spendo di più ma ne vale la pena (non sempre qualità e risparmio sono compatibili!)». E per cercare di sposare qualità e prezzo non c’è soluzione? «Credo che si possa fare molto scegliendo bene i fornitori. Per la spesa domestica è utile approfittare delle offerte promozionali su prodotti di qualità», conclude Wilna de’ Flumeri.
Per la nutrizionista: gusto, energia e cultura Augusta Albertini, nutrizionista e docente all’Università di Ferrara, ha un approccio complessivo e utile per orientare l’alimentazione dei bambini sia a casa sia a scuola. «Ritengo che ci siano tre priorità da tenere in considerazione. La prima è l’educazione al gusto, poiché il sapore è l’elemento principale da cui dipende l’accettazione del cibo. I bambini devono spaziare, andare oltre i sapori a cui sono abituati, conoscere nuove ricette e valorizzare il gusto degli alimenti salutari come i cibi freschi, le verdure croccanti, la frutta dolce, i morbidi legumi... I genitori hanno spesso poco tempo per cucinare e invece a scuola si offrono anche piatti lunghi da preparare: questo è il plus della ristorazione scolastica, che diventa così un’alleata della famiglia e anche dei nutrizionisti. Poi c’è il problema ogget-
tivo dell’obesità: bisogna abbassare le calorie prediligendo cibi con minore densità energetica e maggiore densità nutrizionale, e che danno un rapido senso di sazietà. Infine, bisogna agire sull’aspetto del cibo come elemento di cultura e identità, valorizzando tanto i piatti regionali quanto l’esperienza di “mondo a tavola”, di assaggio di ricette tipiche di altre culture, come risorsa di varietà alimentare, indispensabile per un corretto apporto nutrizionale, e come scambio culturale. L’aspetto affettivo del cibo è importante: si deve far leva sul senso di casa o di viaggio che può arrivare da ciò che si mangia». Aiutando i bambini a comprendere le ragioni profonde di alcune scelte alimentari si permetterà loro di crescere come adulti consapevoli e “dare forma” così a una nuova generazione di persone sane e rispettose dell’ambiente. vozzella@soluzionisodexo.it Nelle foto in alto si alternano i protagonisti della nostra inchiesta ai bambini. Da sinistra gli adulti sono: Monica Chittò, Assessore all’Educazione e alle politiche per l’infanzia del Comune di Sesto San Giovanni; Giacomo Vitale, genitore membro della Commissione mensa di Carugate; Augusta Albertini, nutrizionista e docente all’Università di Ferrara; Wilna de’ Flumeri, insegnante responsabile della scuola dell’Infanzia di Via Lavello, Calolziocorte.
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piacere e salute
attenzione alla salute: campagna del ministero azioni e informazioni su corretta alimentazione, attività motoria, tabagismo e abuso di alcol
Un percorso virtuoso
La Campagna “Coniugare piacere e salute? Si può!” di Sodexo ha ottenuto dal Ministero della Salute il Logo “Guadagnare salute” per la sintonia delle due Campagne, che conferma la serietà culturale e lo spessore scientifico delle informazioni proposte da Sodexo ai suoi commensali. Un riconoscimento analogo proviene dal Premio Italia a tavola, assegnato da Legambiente e Movimento Difesa Consumatori.
Il benessere, la prevenzione e la protezione della salute sono temi sempre più sentiti. Il Convegno “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, che ha presentato l’omonimo Progetto del Ministero della Salute, realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, con le Regioni e le Aziende Sanitarie, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) e le Università di Torino, Siena e Padova, è stato una delle ultime iniziative di “Guadagnare salute”, la Campagna ministeriale di informazioni e attività per la promozione di stili di vita corretti, che ogni anno si arricchisce di nuove iniziative. Nata nel 2007, in accordo con la “Piattaforma d’azione europea sull’alimentazione, l’attività fisica e la salute”, Guadagnare salute ha creato fin dai suoi esordi una rete con altre istituzioni legate al mondo della scuola, del lavoro e della sanità, allo scopo di raggiungere ogni fascia di popolazione. La Campagna ha inoltre chiamato in causa le aziende del settore della ristorazione, non soltanto per l’importanza del cibo per la salute, ma soprattutto per l’incidenza sempre maggiore dei pasti consumati fuori casa. Per le iniziative realizzate in sintonia con “Guadagnare salute”, il Ministero ha disposto una procedura per l’assegnazione del logo della Campagna a enti e a privati, quale riconoscimento del valore dei messaggi trasmessi, a garanzia dei destinatari. pavesi@soluzionisodexo.it