Nanda Vigo: ‹‹Opere abitate da opere›› (“Artworks inhabited by artworks”) 1959-1972

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Nanda Vigo Architetto, Artista, Designer p. 13

Interni domestici tra architettura e arte Gli anni ‘60 e ‘70 p. 27

Progetti contemporanei Una poetica in evoluzione

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Nanda Vigo Architetto, Artista, Designer

“Gli spazi di Nanda: architettura fatta luce. Spazi senza ombre e senza peso. Spazi, anche, come “opere abitate da

opere”, in diretta.

Lisa Ponti su Nanda Vigo testo tratto da Casa e quadri, in Domus n. 528, novembre 1973 Alla pagina precedente: Diaframmi e Tautologia, 1971. Galleria Mana Art,Roma © Fabio Donato.


In questa pagina: Nanda Vigo e gli artisti a Brera, 1964. Bar Jenny, Milano Š Vana Caruso.

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Nanda Vigo nasce a Milano nel 1936. Vive

conflitto/armonia tra luce e spazio, che

e lavora tra Milano e l’Africa orientale.

l’artista utilizza nel proprio lavoro, anche

Dimostra interesse per l’arte fin dalla

come architetto e designer.

tenera età, quando ha occasione di

Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio

osservare le architetture di Giuseppe

Fontana prima, e poi si avvicina agli

Terragni da cui - si può azzardare a dire -

artisti che avevano fondato la galleria

ha imparato l’attenzione alla luce.

Azimut a Milano, Piero Manzoni ed

Dopo la laurea all’Institut Polytechnique

Enrico Castellani. In quel periodo tra

di Lausanne e un importante stage a

i diversi viaggi per le mostre in tutta

San Francisco, nel 1959 apre il proprio

l’Europa, conosce gli artisti e i luoghi del

studio a Milano. Da quel momento il

movimento ZERO in Germania, Olanda e

tema essenziale della sua arte diventa il

Francia.

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In questa pagina: Nanda Vigo con Piero Manzoni, 1962. Milano © Uliano Lucas; Nanda Vigo con Lucio Fontana, 1964. Galleria Vinciana, Milano © Fabrizio Garghetti. Alla pagina successiva: Nanda Vigo con Piero Castellani, 1968. Opening Casa Meneguzzo, Malo (VI) © Enrico Cattaneo; Nanda Vigo con Giò Ponti, 1971. Ottantesimo compleanno di Giò Ponti, Milano © Fabrizio Garghetti.

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Tra il 1965 e il 1968 interviene negli

cura l’allestimento della mostra “Piero

interni della Casa sotto la foglia, a Malo

Manzoni - Milano et Mitologia” a Palazzo

(Vi), progettata da Giò Ponti, e nel 1971

Reale a Milano. I lavori di Nanda Vigo

viene premiata con il New York Award for

sono presenti in permanenza al Museo del

Industrial Design per il suo sviluppo delle

Design della Triennale.

lampade (Lampada Golden Gate) e nello

Nella sua attività opera con un rapporto

stesso anno progetta e realizza uno dei

interdisciplinare tra arte, design,

suoi progetti più spettacolari per la Casa-

architettura, ambiente, è impegnata in

Museo Remo Brindisi a Lido di Spina (Fe).

molteplici progetti sia nella sua veste di

Nel 1976 vince il 1° Premio St. Gobain per

architetto che di designer che di artista.

il design del vetro e nel 1982 partecipa alla

Quello che contraddistingue la sua vivace

40a Biennale di Venezia. Nel 1997 l’artista

carriera è l’attenzione e la ricerca dell’Arte,

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A pagina 8: One week diary, me and my animals, 1978. “Metafisica del quotidiano”, Galleria d’Arte Moderna, Bologna © Salvatore Licitra. In questa pagina: Vandalia, Aprile 1986. Performance con Davide Mosconi, Spazio Driade, Milano.

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che la spinge ad aprire collaborazioni con

all’interno del programma della mostra

i personaggi più significativi del nostro

ZERO, Die Internationale Kunstbewegung

tempo ed a intraprendere sempre progetti

der 50er & 60er jahare, espone al Martin-

volti alla valorizzazione dell’Arte come la

Gropius-Bau di Berlino e allo Stedelijk

mostra ITALIAN ZERO & avantgarde 60’s al

Museum di Amsterdam.

MAMM Museum di Mosca.

Nel 2015 realizza diverse personali:

Dal mese di aprile 2013 alcune sue opere

“Affinità elette” al Centro San Fedele di

sono presenti nella collezione del Ministero

Milano, Zero in the mirror alla Galleria

degli Affari Esteri; nel 2014 espone al

Volker Dhiel di Berlino e al MAC di Lissone,

Guggenheim Museum di New York nella

oltre a quella più recente nella galleria

retrospettiva dedicata a ZERO e nel 2015

Sperone Westwater di New York.

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Interni domestici tra architettura e arte Gli anni ‘60 e ‘70

“(Nanda) scardina la struttura borghese delle gallerie d’arte o dei begli appartamenti di collezionisti (...), per riproporla sub specie rigorosamente estetica - “Appartamenti d’arte”.

Alessandro Mendini su Nanda Vigo testo tratto da Nanda Vigo, 2004 Alla pagina precedente: Nanda Vigo sulla scala della Casa “Scarabeo sotto la foglia”. © Enrico Cattaneo.


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Zero House Milano, 1959 -1962

Il primo interno di Vigo è un ambiente

vetro smerigliato, che schermano tubi

cronotopico di luce bianca diffusa,

fluorescenti colorati; un nastro di luce

dove l’architetto inaugura tante

continuo smaterializza il raccordo tra

soluzioni che diventeranno tipiche: agli

superfici verticali e orizzontali.

oggetti d’arredo tradizionali subentrano

Opere di Castellani e Fontana, che squarcia

attrezzature fisse integrate;

un pannello a parete d’acciaio inox con un

le pareti si coprono di pannelli di

lungo taglio luminoso.

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Casa “Scarabeo sotto la foglia” Malo (VI), 1965 -1968 Fotografia © Casali-Domus.

Vigo trasforma il progetto originario di

lucida, che definiscono anche le basi

Giò Ponti per una casa di vacanze nella

degli arredi fissi – conversation pool, letto

residenza-museo permanente di Giobatta

matrimoniale.

Meneguzzo.

Tra le opere della collezione Meneguzzo

Al riparo della caratteristica “foglia” di

e quelle commissionate ad hoc da Vigo –

copertura, gli interni dello “scarabeo”

tra cui il rilievo prospettico di Castellani

sono invasi dalla luce naturale – caso

– emerge come una scultura la scala a

rarissimo nella produzione di Vigo – riflessa

chiocciola in peluche grigio a pelo lungo,

e amplificata dalle superfici in ceramica

vero centro dinamico della casa.

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Casa Museo Remo Brindisi Lido di Spina (FE), 1967 - 1971

Un grande vano cilindrico a tutta altezza,

il più monumentale degli interni di Vigo.

rivestito di piastrelle di clinker bianco

Spiccano al suo interno l’ampia seduta

e illuminato da un sapiente mix di luce

integrata circolare in peluche nero e la

naturale – filtrata da pannelli scorrevoli

scala a spirale, con le opere della collezione

in vetro rigato – e artificiale – diffusa

curiosamente disposte quasi rasoterra, per

da tubi fluorescenti: è questo il centro

assicurare la migliore visuale al visitatore in

geometrico e relazionale della casa museo,

ascesa verso le stanze del “maestro”.

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Casa Blu Milano, 1967 - 1972 Fotografia © Marco Caselli.

L’International Klein Blue è la tonalità

Blu sono la moquette, i top luminosi

scelta da Vigo per il primo interno

degli arredi fissi, le superfici in smalto

monocromo non acromo, realizzato per una

lucido e quelle di cristallo specchiante –

coppia di collezionisti d’arte. Tra le opere

quest’ultimo colorato in pasta e brevettato

di Accardi, Cascella, Dorazio, Fontana,

ad hoc per questo progetto da Saint-

Pomodoro, Schifano, spicca il soffitto

Gobain.

specchiante di Baj, che le rifrange e ne

Pannelli cronotopici schermano le

moltiplica i cromatismi attorno alla zona

finestre: la luce naturale è bandita, come

conversazione sopraelevata.

un’interferenza.

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Casa Gialla Milano, 1970

Alla richiesta della committenza di

sull’accorpamento dei diversi ambienti.

realizzare “una casa del colore del sole”,

Una penisola di blocchi contenitori dal top

Vigo risponde con un interno monocromo

luminoso articola la continuità degli spazi,

giallo.

i cui confini geometrici sono smaterializzati

In un appartamento di dimensioni ridotte

dai nastri di luce a soffitto e dalle tante

e con una scansione tipica dell’edilizia

superfici riflettenti – in vetro smaltato e

commerciale, il progetto lavora innanzitutto

ottone.

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Casa Nera Milano, 1970 Fotografia © Marco Caselli.

A dieci anni di distanza dalla Zero House,

luminosa.

la Casa Nera è la più compiuta ed estrema

Così, nel labirinto percettivo di superfici

“macchina per la visione” domestica

lucide, specchianti, riflettenti, pelose,

progettata da Vigo. Non solo la luce

la zona conversazione naviga su di una

naturale è interamente rifiutata – su

piscina di luce che attrae, abbaglia,

richiesta del cliente, che ritiene che alcuni

confonde, inebria.

pezzi della sua collezione possano essere

Nelle profondità insondabili della casa

ammirati al meglio solo a lume di candela –

emergono come miraggi instabili le opere

ma ai nastri luminosi a soffitto è affiancata

di Arman, Le Parc, Picasso, Rotella,

una nuova, spettacolare, sorgente

Vasarely, Wesselmann.

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Progetti contemporanei Una poetica in evoluzione

“Cangiante vibrante spiazzante. Oggi come ieri, Nanda Vigo. Straordinaria, Nanda Vigo. (...) E tagliente,

come tutte le cose acute affilate algide.

Beppe Finessi su Nanda Vigo testo tratto da Nanda Vigo, Vetri e trasparenze, in Abitare n. 406, maggio 2001 Alla pagina precedente: Golfo Mistico, 1985. “Limitrofie”, Galleria Marconi, Milano © Fabrizio Garghetti.


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Alle pagine 28-29: Villa Alexandre, 1997 - 2000 Montecarlo © Gabriele Tocchio. In questa pagina: Abitazione privata, 2006 - 2008 © Gabriele Tocchio. Alla pagina successiva: Abitazione privata, 2008 - 2011 © Gabriele Tocchio.

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In copertina: Spazio, suono, immagine, 1979. “Tautologia di immagine”, Villa Olmo, Como © Fabrizio Garghetti. In quarta di copertina: Casa Gialla, 1970. Per tutte le fotografie del catalogo: Image Courtesy Archivio Nanda Vigo. www.nandavigo.com


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