EVENTI DI BENEDETTO SIRONI
LE STRADE DEL MITO Your road, your choice. Questo il claim del brand Moser. Poche parole che sembrano tracciare anche il solco della vita eccezionale del suo fondatore che, dalla provincia di Trento, ha trovato un posto fisso nell’Olimpo dello sport
A
lcune persone hanno una vita “ordinaria”, lineare, facile da riassumere in po-
hanno segnato la storia degli ultimi 50 anni del ciclismo italiano. Tra tutte, capeggiano
che frasi. Ve ne sono altre, però, il cui percorso ha caratteristiche tali da poter
la bicicletta del Record dell’Ora, la Maglia Rosa del Giro d’Italia e la pietra della Rou-
essere definita eccezionale, anche per via di una serie di scelte, imprese, storie,
baix. Impossibile riassumere la sua carriera in poche righe: basti pensare che dal 1976
impegno. Di questa seconda categoria di persone fa sicuramente parte Francesco
al 1980 Moser vinse il mondiale su strada e quello su pista, e fu l’unico ciclista italiano a
Moser, un uomo che ha scritto parte della storia del ciclismo nostrano, in un’epoca
vincere tre Parigi-Roubaix. Nel 1984 a Città del Messico riuscì a battere il record dell'ora
(per la verità non così lontana) in cui le gesta sportive avevano per certi versi un sa-
che apparteneva da dodici anni a Eddy Merckx. Sempre lo stesso anno vinse anche
pore diverso, che sapeva di mito e di leggenda, in cui un’intuizione poteva fare la
il Giro d'Italia. Alla fine, con 273 vittorie totali da professionista, risulta ad oggi il ciclista
differenza tra essere definito un pioniere, oppure essere presto dimenticato. Inutile dire
italiano con il maggior numero di successi. Ma Francesco Moser, classe 1951, non ne
che Moser e le sue imprese sportive nessuno se le è dimenticate, e che non si è certo
vuole sapere di godersi il meritato riposo nelle sue vigne e si lancia in una nuova sfida,
fermato a quelle, anche dopo aver appeso la bici al chiodo. Ci è bastato entrare nella
con l’entusiasmo della passione vera. Punto fondamentale del brand che porta il nome
sua azienda agricola a Trento, dove dal 1979, insieme al fratello Diego, produce vini
di Moser è sempre stata la grande spinta innovativa, l’esplorazione di territori in parte,
apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. La storia è quindi quella di un ex sportivo,
o del tutto inesplorati nel mondo della bicicletta, ed è proprio con questo spirito che si
divenuto poi imprenditore. Questo non l’ha fermato però dal portare avanti anche la
lancia in questa avventura.
sua passione per la bicicletta, sia da praticante che da produttore. Negli anni molte bici hanno portato il nome “Moser” sul tubo obliquo, alcune delle quali utilizzate da
L A R I N A S C I TA D E L B R A N D M O S E R
egli stesso negli ultimi periodi della sua attività agonistica. In queste produzioni, durate
Francesco Moser ha portato il ciclismo nel futuro già dagli anni delle sue vittorie, sfi-
fino a inizio degli anni 2000, come nelle sue imprese sportive (vedi il record dell’ora
dando convenzioni e pregiudizi, e questo sembra proprio voglia fare anche oggi an-
Record dell’Ora ottenuto a Città del Messico nel 1984) non è mai mancata la voglia di
nunciando la rinascita del brand che porta il suo nome. Il progetto è di quelli ambi-
cercare di primeggiare anche tramite idee nuove, inedite. Come per i telai “Leader”,
ziosi, e si prevede presto lo sviluppo di una gamma completa destinata a soddisfare
usciti a cavallo tra il 1984 e il 1985, tra i primi senza congiunzioni che rappresentarono
le esigenze di tutti gli appassionati. Il primo prodotto presentato però non poteva che
una vera e propria rivoluzione. La “base” di Francesco sulle colline di Trento, è la sua
essere qualcosa di unico. Dopo trentasei mesi di sviluppo, nasce una bicicletta con
casa e la sua azienda e ora si arricchisce di un nuovo ulteriore significato con la crea-
geometria endurance, adatta a strada e gravel (secondo il tipo di allenamento), unica
zione di un museo dedicato alla sua carriera agonistica. Moser l’ha voluto attiguo alla
al mondo grazie al brevetto esclusivo Dual Mode System che la rende convertibile da
sala degustazione vini, qui sono esposte le maglie, le biciclette d’epoca e i trofei che
tradizionale a elettrica e viceversa in due minuti: cronometrati. Parliamo di un telaio full
Francesco Moser tra i suoi numerosi trofei esposti all'interno del museo
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Bikefortrade • numero 7/8 - 2022