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SARTORIALITÀ CONTEMPORANEA
from HUB STYLE VOL.4_2023
by Sport Press
Savoir-faire artigianale, prevalentemente made in Italy. Abbiamo chiesto tendenze, strategie e numeri ai migliori produttori del capo di abbigliamento del guardaroba maschile per eccellenza: il pantalone
di Valeria Oneto
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Le mode cambiano, ma il buon gusto resta. I pantaloni mutano la loro forma e si rilassano, reinterpretando i codici dell’abbigliamento maschile. Una continua ricerca verso l’eccellenza, con uno sguardo sempre più internazionale, che stimola la qualità e l’innovazione. Con l’occhio sempre attento alla responsabilità sociale e ambientale. Il 2022 è stato un anno positivo per i player del settore, che hanno visto cre-
1 Come si sta evolvendo il mercato dei pantaloni?
2 Quali sono le cifre stilistico-distintive del vostro brand?
3 Quali nuovi trend sono protagonisti delle prossime collezioni?
4 Di quali distretti manifatturieri italiani (e non) vi servite per realizzare i vostri capi?
5 Che valore ha per voi l’artigianalità sartoriale?
6 Come vi impegnate in termini di responsabilità?
7 Che valore ha, in proporzione, il mercato italiano rispetto a quello estero?
8 Per quel che concerne il fatturato, come avete chiuso il 2022? Previsioni future, in percentuale, per il 2023?
1 Abbiamo notato una tendenza verso vestibilità più comode, ecco perché la scelta di ampliare l’offerta su fit più rilassati: dal regular al loose, al ballon fit. Di recente abbiamo anche lanciato il modello 07, il nostro pantalone “seamless”, che non presenta alcuna cucitura sui lati esterni del pantalone. È un pezzo ingegnerizzato, un’opera d'arte produttiva, già molto apprezzato.
2 Un look distintivo ed elegante deve partire da un pantalone ben fatto e realizzato con materiali esclusivi. Progettiamo i nostri prodotti con un approccio molto fedele a due pilastri principali: il patrimonio sartoriale e la selezione di tessuti pregiati ed esclusivi. Questa combinazione, insieme a una cura scere il fatturato con un segno più davanti, sia in Italia che oltre confine. La moda maschile italiana, che comprende la confezione e la maglieria esterna, la camiceria, i pantaloni, le cravatte e l'abbigliamento in pelle, ha chiuso il 2022 segnando un +16% di fatturato rispetto all’anno precedente, registrando un record che non si vedeva da tempo, che è arrivato a sfiorare i 96,6 miliardi di euro. maniacale per i dettagli e l’aggiornamento costante di forme e volumi, sono le basi della nostra credibilità e del nostro heritage. Alcuni dei nostri tessuti sono marchi registrati: il più amato è il Royal Batavia, il nostro pregiato cotone leggero e confortevole, mentre il Chinolino è un’elegante miscela di lino e cotone dalla mano morbida. sarte specializzate, un processo che garantisce una qualità sartoriale impareggiabile.
Sempre più spazio alle pinces, insieme a tessuti morbidi, avvolgenti e anche eticamente sostenibili.
1 I pantaloni maschili si rinnovano, già da qualche stagione, soprattutto in termini di vestibilità, più slim e asciutte, linee comode, a volte oversize, in tendenza con l'attuale estetica maschile.
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La nostra è una proposta ampia, per chi è alla ricerca di un look sartoriale, ma anche per chi ama il vintage o i tessuti tecnici. L'uomo contemporaneo è in costante movimento. Trascorrendo molte ore al lavoro necessita di un abbigliamento formale, ma anche fatto di capi pratici per i suoi numerosi viaggi. Di sera invece ama essere più casual e modaiolo.
3 Abbiamo puntato su pantaloni innovativi e versatili, con proposte in tessuti naturali ma con caratteristiche tecniche e multifunzionali: dal lavaggio
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Il timeless delle cose belle e fatte bene. È questo il nostro trend guida. Osserviamo il cambiamento di gusto e stile dei nostri clienti. Non seguiamo le mode, ma creiamo il prodotto più giusto per il nostro consumatore. Sempre in ascolto, interpretando le esigenze del mercato e proponendo un prodotto bello, elegante, qualitativamente elevato e dal fit impeccabile.
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6 Slowear, il nome del nostro gruppo, è la promessa che facciamo ai nostri clienti. Un prodotto fatto bene, elegante e senza tempo, capace di durare negli armadi a lungo. Il nostro impegno è focalizzato su un’evoluzione responsabile, soprattutto sui capi più amati dai clienti come Zanone IceCotton, che dalla PE 23 è composto solo da cotone organico, Zanone Flexwool, che dall’AI 22 è in lana 100% Mulesing Free, oppure il Trichochino di Incotex Slacks, che dalla SS 23 è realizzato con cotone organico al 40%. Nel maggio 2022 siamo diventati una Società Benefit, ulteriore passo che conferma il nostro impegno in questo percorso.
7 A oggi siamo a trazione estera con un 70% rispetto all’Italia che conta il 30%.
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Il concetto di artigianalità oggi può essere applicato a sempre meno ambiti. Il prodotto che facciamo è il risultato di una grande esperienza industriale, maturata in oltre 70 anni di produzione ininterrotta. Il nostro è un pantalone ingegnerizzato, che passa nelle mani di oltre 60 in lavatrice ai tessuti riciclati ed eco-sostenibili, fino alle tinte con pigmenti vulcanici naturali. lo stile dell'uomo Briglia sempre al passo con i tempi.
8 Nel 2022 siamo cresciuti complessi vamente di circa il 26% rispetto al 2021. Nel 2023 puntiamo a crescere ancora di oltre il 25% investendo molto su ricerca e sviluppo per proporre collezioni sempre più iconiche.
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I nostri prodotti sono tutti rigorosamente realizzati nel distretto produttivo campano. Qui grazie a partnership di lunga durata e alla presenza di realtà specializzate dalla tradizione sartoriale partenopea, riusciamo a realizzare capi di grande pregio e valore aggiunto.
5 La sartoria napoletana rappresenta per noi l'esempio da tenere sempre come modello. Per i dettagli, l’artigianalità e le finiture. La nostra mission è quella di trovare la giusta combinazione tra il gusto raffinato sartoriale e il mondo casual contemporaneo, rendendo rivare all’oversize. Questa tendenza è molto sentita sul versante degli addetti ai lavori, ma come si può ben immaginare i cambiamenti vanno accompagnati con visione strategica e dosati con saggezza e competenza finché la clientela, a seguito di una “piccola sperimentazione”, segue una tendenza che prima magari non avrebbe mai immaginato facesse parte del suo guardaroba. esperienza ci ha donato una forte competenza nell’ambito produttivo, senza la quale la nostra visione creativa e futuristica non avrebbe trovato concretezza nelle nostre collezioni.
6 Come tante aziende del nostro settore, sentiamo la responsabilità di una produzione green, sia per i tessuti, tramite la loro rigenerazione a materia prima, che per i trattamenti dei capi, eseguiti con prodotti naturali e innovativi.
7 A oggi il mercato italiano, nel nostro turnover, rappresenta circa il 55%, a fronte di un 45% per l'estero. L'obiettivo, già dalla prossima stagione di vendite, è quello di pareggiare queste percentuali.
8 Non amiamo sbandierare fatturati come risultati di crescita, piuttosto cerchiamo di essere sempre moderatamente ottimisti, senza farci prendere troppo dall'entusiasmo. Abbiamo chiuso il 2022 con un forte recupero e crescita rispetto ai numeri pre-pandemia. Per il 2023 ci aspettiamo la conferma di questa crescita a doppia cifra.
MASSIMO GIANFRATE direttore creativo BERWICH
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Essendo un mercato vastissimo mi limito a descrivere l’evolversi del segmento cui Berwich fa parte, ossia il contemporary luxury. La domanda richiede collezioni di proposta, capaci di offrire spunti e temi ben individuabili per occasioni d’uso: funzionalità e comfort per la proposta active, ricerca e dettagli per il cluster sartoriale e, infine, leggerezza, fluidità e pregio per la sezione chino.
2 Ogni pezzo della collezione è interamente made in Italy. L’ispirazione per ogni capo è basata sul fascino dell’esplorazione del mondo e delle culture. Esplorare significa continua ricerca, caratteristica che da sempre è caposaldo della nostra filosofia.
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Siamo focalizzati su un rinnovamento nella proposta di vestibilità, che si sta spostando dallo slim-fit a dei volumi più morbidi sino ad ar-
MAURIZIO CAUCCI ceo RE_HASH
1 Il mercato dei pantaloni è in crescita. Con un’evoluzione del denim, sia nel settore maschile che femminile. La nostra azienda, che ha il know-how per affrontare questi cambiamenti, dedica spazio alla creatività grazie alle strutture e lavora costantemente per rendere sempre più responsabile la realizzazione e il finissaggio dei nostri capi. Abbiamo inoltre una lavanderia industriale di 5.000 mq, uno spazio dedicato alla sperimentazione, che collabora a stretto contatto con l’ufficio stile progettando e ricercando nuovi lavaggi.
2 Costruiamo pantaloni da tre generazioni. Il saper fare tutto italiano è per noi il punto di partenza. Ogni capo è pensato e costruito con la massima attenzione: dalla ricerca delle materie prime, alla cura dei dettagli, fino al capo finito.
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Il nostro quartier generale è nel distretto tessile pugliese, a Martina Franca, una cittadina della Valle d’Itria molto nota per la sua affermazione nel mondo del capospalla. Noi infatti nasciamo come contoterzisti pantalonai. Questa
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La sartorialità è una tra le principali caratteristiche che definisce il nostro prodotto. La tradizione familiare vuole che ogni nostro pantalone sia un capolavoro: dal tessuto, agli accorgimenti di cucitura, allo stiro impeccabile, all’abbinamento degli interni. Tutto ciò è possibile grazie all’artigianalità di molte fasi. Basta fare un tour nelle nostre linee di cucitura, per osservare come molte fasi di confezione sono eseguite con una maestria sartoriale incantevole.
L’obiettivo è quello di realizzare capi capaci di soddisfare sia il pubblico italiano che quello internazionale.
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Il denim è protagonista delle nostre prossime collezioni. Prediligiamo le tele leggere, a partire da sette once, ad alta elasticità con tecnologia recall e reform. Cimose light fisse in misto lino, tele sovratinte in pezza nei colori turchese magenta e verde. Gabardine comfort con trattamenti invecchiati, bull cimosati e cotoni fissi ritorti tinto pezza.
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F.G. 1936, proprietaria del marchio Re_HasH, si trova nel cuore della Val Vibrata, nel centro Italia. L’azienda sorge nel distretto produttivo riconosciuto per la lavorazione e il finissaggio del denim. E si serve di un network di laboratori artigianali specializzati in ogni fase di realizzazione del pantalone, ponendo grande attenzione alle produzioni a Km 0.
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Re_HasH è un’eccellenza nel mondo dell’abbigliamento made in Italy, producendo capi fatti in Italia e confezionati con la massima cura e attenzione a dettagli e particolari. Sicuramente l’artigianalità sartoriale è uno dei punti di forza su cui il nostro brand fa leva: costruiamo abbigliamento sartoriale da più di 50 anni.
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F.G. 1936, è sinonimo di ricerca e sperimentazione nel mondo del denim e del pantalone. L’azienda, che da sempre è attenta a garantire processi produttivi a basso impatto ambientale, ha lanciato per la prima volta nel gennaio 2020 la collezione Re_HasH “Rethink - Recycle - Reduce”, dedicata al tema della re-
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Spesso si viene giudicati per la collezione, per il marchio, per il fatturato senza guardare cosa c’è nel profondo. Berwich a me piace perché, dietro al brand, vi è un indotto di 150 famiglie. Sono felice del fatto che una realtà economica del nostro genere distribuisca benessere in maniera così ampia. Faccio il tifo per un’economia sociale che distribuisca il benessere, senza concentrarlo. Inoltre, dal tetto alla sala di deposito delle rimanenze di tessuto, che viene recuperato per la sua rigenerazione, ci riteniamo un marchio fortemente appassionato alla tutela dell’ambiente.
7 sponsabilità. Oggi è un nostro dovere essere attivi nella produzione di capi a basso impatto, la comunicazione deve arrivare in modo chiaro al consumatore finale. Noi ci crediamo fortemente. Il nostro claim è espressione dello studio che coniuga il design esclusivo alla migliore ricerca dei materiali, nella quale il nostro heritage e il nostro know-how si uniscono, per sostenere e promuovere il rispetto del pianeta.
Il mercato nazionale costituisce il 37% dei nostri affari. Abbiamo svolto numerosi sforzi sull’internazionalizzazione, dove il made in Italy è molto riconosciuto e richiesto. I risultati si vedono e si può ancora fare di più.
8 Abbiamo un fatturato nel 2022 di circa 10 milioni, con una crescita del 10% rispetto l’anno precedente. Contiamo anche nel 2023 di confermare la performance.
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Il nostro core business è rappresentato dall’Italia, che vale il 75%. Stiamo lavorando a un piano di internazionalizzazione per aumentare la quota estera che oggi si aggira attorno a un 25%.
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Il Gruppo F.G. 1936 ha chiuso il 2022 con un fatturato di 25 milioni di euro.
Alessandro Fasolo
ceo & co-founder CRUNA
1 Il pantalone vive continui cambiamenti. Nuove vestibilità, modelli di tendenza dalle forme più comode, con fit e volumi naturali e affusolati nell’uomo. Anche i modelli straight e quelli di derivazione workwear sono sempre molto ricercati, soprattutto nei mercati del Nord Europa e US. per i materiali il focus è su quattro concetti fondamentali: qualità, comfort, easy-care e sostenibilità. Irrinunciabili per lo sviluppo stilistico e di prodotto.
2 Qualità che si unisce all’innovazione: questo è il patto che firmiamo su ogni prodotto, identificato dall’iconica Cruna ricamata su ogni capo. Un simbolo della tradizione artigianale e della passione in ogni nostro prodotto. Reinterpretiamo i codici dell’abbigliamento maschile, combinando la continua ricerca verso l’innovazione all’arte del saper fare tipica del nostro territorio. Un Elevated Casual. Vestibilità aggiornate e anticipazione dei trend sono i principali fattori di riconoscimento per le nostre collezioni.
1 Al giorno d’oggi l’uomo richiede comfort e vestibilità. Il mercato dei pantaloni si sta evolvendo grazie all’uso di nuovi materiali ma anche concetti del vestirsi inediti. I modelli di AT.P.CO presentano una forma asciutta, dal punto alto fino al fondo gamba. La struttura è classica, sebbene stiamo ampliando il volume, con l’inserimento delle pence, e l’allargamento del fondo da 16 fino a 18/20. All'interno della collezione abbiamo inserito pantaloni ispirati allo stile work. Un look che rientra nella tendenza over e rappresenta la novità di collezione. I materiali che utilizziamo sono lino, gabardina, denim, jersey, tricotina, micro armature e tessuti tecnici.
2 Il dna del marchio, si esprime nel nome stesso del brand e nella promessa. Cerchiamo di reinterpretare in chiave non convenzionale i trat-
Nella SS 24 non si scinde più tra tempo del lavoro e del leisure. La commistione tra elementi formali ed elementi casual rappresenta oggi lo spazio più adeguato di ricerca stilistica nell’abbigliamento, nell’orizzonte Elevated Casual, dna di Cruna, che predilige materiali di alta gamma come seersucker, lino, fresco lana, tessuti tecnici altamente performanti, traspirabili, che offrono un ottimo comfort. E punta anche sul denim.
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Il modello di business di Cruna è a corto raggio, organizzato in Italia, o meglio nel Veneto. Solo la maglieria viene realizzata in Emilia-Romagna. Abbiamo strutturato un’organizzazione operativa e una supply-chain vicina al nostro headquarter di Vicenza, per impiegare le competenze del nostro territorio, con il desiderio di alimentare e sostenere i luoghi a noi vicini e cari, con facilities produttive ubicate tra Verona e Treviso, passando per i Colli Berici. Anche i nostri principali fornitori di tessuti sono italiani, come Reda e Carvico. Con Marzotto Fabrics realizziamo a quattro mani di tessuti in esclusiva dedicati alle nostre collezioni.
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6 Oggi si parla molto di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, ma spesso c’è un uso scorretto dei termini. Il nostro settore è oggi chiamato a rendere maggiormente tracciabili e precise le pratiche ESG, secondo il mantra “ciò che è tracciabile è gestibile”. Il valore di un capo non può più essere legato unicamente al valore del suo brand, ma è necessario che risponda anche a un proprio valore intrinseco e a un’etica di produzione, che risponda ai principi di tutela dell’ambiente, dei lavoratori e di equo profitto. Essendo giovani abbiamo creato la nostra azienda, in un’area di 100 km, attorno ad una mentalità sostenibile, basata sulla qualità made in Italy di una filiera corta e tracciabile e sul rispetto di tutti i nostri stakeholder. Cruna è inoltre costituita per il 75% da donne e per il 90% da under.
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L’Italia è il mercato che ci ha forgiato e maturato stilisticamente e commercialmente e ancora oggi rappresenta poco meno del 75% del nostro fatturato. Dal 2018 abbiamo intrapreso un percorso di internazionalizzazione verso l’Europa. Dalla SS 24 ci accingiamo a entrare negli Stati Uniti.
5 ti e le regole della moda maschile italiana, per offrire una proposta sempre aggiornata ma che non dimentica la tradizione e il bel vestire. getti legati ai marchi in termini sia di mecenatismo che di sostegno di associazioni. Dal punto di vista dell’ambiente cerchiamo di porre attenzione alle filiere produttive e alla selezione dei materiali.
È uno dei nostri pillar. Della tradizione artigianale noi portiamo avanti tutto il processo qualitativo, che va dalla selezione dei tessuti alla manifattura al controllo qualità effettuato sui nostri capi. I nostri pantaloni vogliono durare per sempre. Il cliente è sempre più attento al dettaglio e alla ricerca di prodotti ben fatti e di qualità, l’attenzione sulla sartorialità deve essere massima.
3Quest’anno abbiamo ampliato l’offerta della pre-collezione SS 24, con una capsule ispirata al mondo sportivo che pone l’accento sul concetto di colore. I principali sono il rosso, verde e blu che, a loro volta, vengono accompagnati da nuance neutre come il bianco e il beige. I materiali risultano essere un po’ più pesanti rispetto alla main, e sono jersey, cotone, piquet, gabardina, denim e maglia. La rivisitazione del logo AT.P.CO in corsivo è il segno distintivo di questa mini collezione. La main SS 24 continua il viaggio d’ispirazione intorno all’Italia, e in questa stagione si tinge dei colori mediterranei. Prima tappa Procida per trasmette sensazioni cromatiche di vivacità, con gli azzurri, il blu e il bianco. Fino ad arrivare a Cefalù, prendendo spunto dalle palette dei verdi e dei marroni. L’elemento chiave è l’uso dei materiali leggeri come il lino, e l’effetto spugna viene ripreso oltre alle polo, felpe e pantaloni corti, jersey interlock e dei pesi compatti come il Canvas.
8 Il 2022 si è concluso, nonostante le difficoltà del contesto macroeconomico, con una crescita che ha sfiorato il 50%, superando i 3 milioni di euro di fatturato. Abbiamo chiuso con soddisfazione le campagne vendita per la SS 23 e FW 23 e stimiamo una crescita per il 2023 tra il 60 e il 70%, con un fatturato che si attesterà attorno ai 5 milioni di euro.
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Oggi l’estero su AT.P.CO rappresenta più del 30% del fatturato. A livello aziendale la forbice Italia ed estero si riduce ulteriormente.
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Il 2022 ha chiuso a livello aziendale con un fatturato di 23 milioni, la crescita prevista per il 2023, si muove intorno alla doppia cifra.
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Oltre alla produzione italiana, ci avvaliamo di catene produttive in Cina, sia di proprietà che di collaborazioni, in Tunisia e in Turchia.
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La sartorialità per noi rappresenta una forma d’ispirazione, che parte dalla tradizione italiana per evolverla verso una dimensione più casual.
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La nostra azienda sostiene diverse attività benefiche, abbiamo anche in cantiere pro-
IL MENSWEAR DI OGGI: TRA CAMBIAMENTI E CONFERME
L’uomo è in eterna evoluzione e alla ricerca di nuovi ed entusiasmanti equilibri, soprattutto nella moda. Ecco le cinque trasformazioni più interessanti del mercato, registrate negli ultimi anni
di Angelo Ruggeri
Sempre e comunque in evoluzione. Verso tutte le direzioni: nello stile e nel prodotto, nella crescita economica, nel mondo digitale (e oltre), nel modo di creare e regalare nuove esperienze al consumatore finale (non solo in negozio). È ufficiale: l’universo del menswear sta vivendo un momento storico del tutto unico.
E non è mai stato così moderno e al passo coi tempi. Per fortuna, aggiungerei. Perché la moda deve raccontare la realtà di tutti i giorni, quella sociale, economica, politica. È uno degli strumenti universali che l’essere umano ha per fare storytelling senza dover tradurre il proprio concetto in linguaggi differenti. Una lingua che possono parlare tutti. Ecco le cinque evoluzioni che il mercato in questione ha vissuto negli ultimi anni. E che, secondo noi, si proietterà anche nel futuro prossimo.
NON C’È PIÙ GENDER
Non è più corretto chiamarlo gender-fluid. E nemmeno unisex. Perché il gender, nella moda, oggi non esiste più.
E questo è uno statement importantissimo: tutti possono indossare tutto. Finalmente. Il fashion system, che ha sempre anticipato tutto - a volte anche compiendo degli errori, è
Naomi
giusto ammetterlo - oggi scrive un nuovo ed entusiasmante capitolo, che celebra la diversity in tutte le sue sfaccettature. Guardate le passerelle più cool del momento, da Gucci che ha sfilato a Seoul a Dior che ha presentato la sua collezione a Città del Messico. Ognuno di noi potrà indossare quella borsa o quelle scarpe. Perfino quel bomber argento. Senza distinzione di guardaroba. Senza distinzione di gender.
SI CRESCE CON L’EXPERIENCE (E L’INTRATTENIMENTO) L’esperienza, dedicata al consumatore finale, non si ferma mai. E non si deve fermare. Perché è l’unico modo, almeno per oggi, per trasmettere tutti i valori del brand ai clienti. In negozio, sull’e-commerce, sui social media, attraverso i podcast, in televisione, sulle piattaforme di video streaming, al cinema, su Spotify, e si potrebbe andare avanti all’infinito. Non ci sarà mai fine a tutto ciò. Chi si ferma è perduto, o meglio, è “battuto” e superato dai competitor. Per questo motivo, i marchi fanno a gara per raccontare storie nuove, sempre diverse. E vestono gli attori nelle serie tv o i cantanti sui palchi e nei videoclip. O, ancora, i podcaster che raccontano e intervistano. Anche la sfilata non è più solo (fashion) show, ma diventa un vero e proprio entertainment-show: grandi eventi, appariscenti e costosi che trasformano la presentazione dei capi in un vero e proprio spettacolo. Come Moncler con il format vincente Moncler Genius. E i conti brillano: il primo trimestre del brand, infatti, si è chiuso con ricavi da 726,4 milioni di euro e una crescita del 23% rispetto al medesimo periodo del 2022, che aveva totalizzato 589,9 milioni.
OFFLINE SÌ, MA ANCHE DIGITAL (E METAVERSO)
Il futuro non è solo digitale. E non è nemmeno solo offline. Per il menswear, il futuro è omnichannel con una grande “dose” di sfida. Come quella che stiamo vivendo in questi ultimi anni legata al metaverso e al mondo degli NFT (amati o non amati, dipende dalle diverse maison). I budget dei brand (sia per comunicazione che per retail), infatti, si dividono in online e offline, e nessun brand punta a una sola strategia. La vera sfida, ora, è quella di prevedere il “next step” in fatto di omnicanalità.
SI TORNA A PUNTARE AL CINEMA (GIOVANE)
Cinema e moda sempre più legati indissolubilmente. Attori e registi giovani, new faces e nuovi talenti della macchina
A partire dall’alto in senso orario: Giorgio Armani a Venezia, una selezione di look dalla collezione Cruise 2024 di Gucci, il marchio AMI inaugura il suo primo negozio virtuale nel metaverso sulla piattaforma Zepeto da presa, diventano ambassador e testimonial dei brand di menswear. Sembra proprio di vivere un flashback ai tempi del giovane Richard Gere nel film American Gigolo (1980), nel quale l’attore indossava abiti Giorgio Armani e grazie al quale, entrambi, divennero famosissimi: il primo nel mondo del cinema, lo stilista, invece, in America e nel resto del mondo. Recentemente, inoltre, Re Giorgio ha annunciato di aver organizzato un evento della serie “One Night Only” proprio a Venezia (con sfilata di Alta Moda annessa), per celebrare nuovamente il mondo del cinema, il prossimo 2 settembre all’Arsenale. Chi meglio di lui, che ha dato il via a tutto questo?
CO-BRANDING DAPPERTUTTO (ANCHE A TRE)
Non solo due, ora anche tre marchi, tutti insieme, per creare una capsule collection esclusiva e in edizione limitata. È questa la nuova tendenza, soprattutto nell’universo del menswear. Un esempio eclatante? La collezione Tod’s X 8 Moncler Palm Angels con un iconica Naomi Campbell come super model guest della campagna pubblicitaria worldwide. Davvero da sogno. Se non basta una sola mission aziendale, perché non metterne due, anzi tre? Il risultato, poi, è da studio.
100 PUNTI DI VISTA: I DATI FINALI
HUB Style Magazine ha stilato l’elaborazione conclusiva dell’inchiesta riguardante l’andamento delle vendite del settore moda nel 2022 di Sara Fumagallo, Alessandro Marra e Nicola Sanniti
Un anno di ripresa e di assestamento. Pochi retailer nel 2022 hanno registrato particolari criticità e, anzi, in tutta Italia, rispetto al 2021, le performance hanno visto un netto miglioramento. Qual è stato, quindi, il bilancio finale degli ultimi 365 giorni? E le previsioni future? A rispondere sono stati 100 store multibrand in tutto lo Stivale – 62 del nord, 18 del centro e 20 del sud e isole – che ci hanno offerto preziosissimi spunti di riflessione per poter tracciare un quadro generale dell’anno passato. Tutte le interviste sono disponibili all’interno dei numeri 02 e 03 di HUB Style del 2023 e sfogliabili online nella sezione “Il Magazine” del nostro sito.
IL CONSUMATORE PREDILIGE PIÙ IL “LOGO” O IL BRAND DI NICCHIA E RICERCATO?
Ecco i primi 18 marchi di abbigliamento uomo e donna più venduti nel 2022, segnalati dai 100 negozianti che abbiamo intervistato. Di seguito il criterio applicato per le graduatorie: alla prima scelta abbiamo assegnato 10 punti, alla seconda 5 punti e alla terza 1 punto
QUAL È STATO IL RITARDO MEDIO DELLE CONSEGNE?
Anche se per un periodo di tempo più limitato rispetto al 2021, anche nel 2022 i retailer hanno registrato ritardi nella consegna delle merci.
Maggiore attenzione alla qualità significa anche maggiore interesse nei confronti dei brand di nicchia. Nell’ultimo anno, il logo ha lasciato un po’ più di spazio a marchi di ricerca anche se, per ora, rimane sempre un giusto equilibrio tra i due.
DEI 100 NEGOZI INTERVISTATI, IN QUANTI HANNO UN E-COMMERCE O USUFRUISCONO DI PIATTAFORME TERZE?
QUAL È STATO IL BRAND EMERGENTE/RIVELAZIONE NEL 2022?
SECONDO LA NOSTRA ANALISI, ANCHE QUEST’ANNO, AUTRY SI AGGIUDICA IL PRIMO POSTO COME BRAND RIVELAZIONE DEL 2022
La comunicazione digitale è sempre più fondamentale: è importante essere presenti online con canali social da utilizzare anche solo come vetrina. Su 100 intervistati, infatti, ben il 67% dichiara di usufruire di un e-commerce o di piattaforme terze. Sul totale del fatturato, il digital incide ancora poco ma sono in atto delle strategie volte a migliorare la propria presenza online. Ancora il 33%, però, è scettico e predilige la vendita in-store per continuare a instaurare un rapporto diretto e “vero” con la propria clientela.