4 minute read

Il valore dell’attività sportiva

IL TESTIMONE, DOPO IL SECONDO OK DEL SENATO, È TORNATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, MA LA STAFFETTA PER UN EFFETTIVO DIRITTO COSTITUZIONALE ALLO SPORT, SECONDO IL PRESIDENTE DEL CSI VITTORIO BOSIO, DEVE PROSEGUIRE A COLPI DI LEGGI E DI DECRETI ATTUATIVI

di Francesca Boldreghini

Il 14 dicembre 2021 era iniziata, in Commissione Affari Costituzionali del Senato, la trattazione del disegno di legge S. 747 di modifica dell’art. 33 della Costituzione, esame concluso il 2 marzo 2022 con il passaggio del testo all’Aula per la votazione. Il 22 marzo il Senato aveva approvato la modifica con 213 favorevoli, 5 contrari e 13 astenuti. Poi era stata la volta dell’esame in Commissione Affari Costituzionali della Camera, iniziato il 21 aprile e terminato, con esito positivo, il 27 aprile. Il 14 giugno, era giunta l’approvazione dell’Assemblea dei deputati, con 365 voti favorevoli, 2 contrari e 14 astenuti. Il 29 giugno, infine, l’approvazione del Senato, in seconda deliberazione, con 195 voti favorevoli, 5 contrari e 12 astensioni. Manca ora solo l’ultimo passaggio della seconda votazione alla Camera dei deputati, una decisione attesa a breve, nell’auspicio che gli effetti delle nuove elezioni sulla composizione del Parlamento non costituiscano un ostacolo nel completamento dell’iter costituzionale. Quale sarà il nuovo testo del nuovo articolo 33 della Costituzione? La riforma prevede l’aggiunta del seguente comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

Dalla lettera della Costituzione arriva, dunque, il riconoscimento dello sport – sia agonistico che dilettantistico – come strumento formativo, d’integrazione sociale e di promozione della salute, concetti chiariti anche dalla collocazione sistematica del nuovo comma, inserito in una norma – quella sull’arte, la scienza e la cultura – posta tra il diritto alla salute – dell’art 32 – e il diritto all’istruzione – dell’art. 33 – di cui il diritto costituzionale allo sport viene a costituire pratica attuazione, nella sua duplice connotazione di attività fisica fondamentale per il benessere psicofisico del singolo e di opportunità per l’evoluzione civile e culturale della collettività. Ma quali effetti avrà la riforma? La modifica della Costituzione vuole affidare esplicitamente alla Repubblica – impegnando lo Stato italiano – il compito di promuovere e diffondere lo sport, assumendo iniziative idonee e conseguenti. In questo senso, «la tanto attesa modifica della Costituzione, non deve essere un traguardo finale, ma un volano per la valorizzazione dello sport come strumento di promozione della salute del singolo e, soprattutto, di un progresso sociale. A tal fine, si rende necessaria l’introduzione di obiettivi nazionali in materia di attività sportiva, e la realizzazione di un sistema di controllo sulla loro effettiva attuazione. Attendiamo, insomma, misure concrete che rendano la pratica sportiva accessibile a tutti - giovani e anziani - e inclusiva - con attenzione particolare ai disabili e alle persone ai margini della società», ha dichiarato il presidente nazionale del CSI Vittorio Bosio, che prosegue citando il PNRR, la normativa europea e i temi del territorio e della scuola: «Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha previsto interventi per realizzare e rigenerare impianti sportivi che favoriscano il recupero di aree urbane. Attendiamo provvedimenti - nazionali ed europei - che proseguano sulla strada del concreto sostegno ai territori, al mondo della scuola e del rafforzamento della cooperazione internazionale su questi temi, posto che già il diritto europeo riconosce una connessione tra sport e diritti sociali e che l’Unione Europea, con il Trattato di Lisbona, ha acquisito una competenza specifica sul tema». Il CSI continuerà a seguire da vicino (e a raccontare) i lavori in corso per rendere lo sport un diritto. Concreto ed effettivo.

This article is from: