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SWING Cuore da campioni
from Stadium n. 3/2022
by Stadium
A pelo d’acqua, un “otto con” in cerca del ritmo, quarta dimensione del canottaggio. Un film da gustare fino all’ultimo colpo, fino all’ultima inquadratura
di Andrea Barbetti
Swing. E tu pensi alla sventola del pugile. O al classico slancio del giocatore di golf in procinto di colpire. Oppure allo stile jazzistico nato ormai quasi un secolo fa. Swing, dunque. Ma nel film di Michael Mailer - un passato da operatore umanitario e report di guerra prima di approdare al cinema come sceneggiatore e regista -, ti ritrovi invece a pelo d’acqua, tra attacchi passate uscite e poi ancora spinte respiri spinte: sull’“otto con” della Beston University negli Usa di fine millennio scorso. Duemila metri per un tempo buono di sei minuti; corsa dura, gara sfibrante. I ragazzotti partono bene, ma crollano. Altro che gloria e olimpiadi! L’ambizione è buona se la coltivi con umiltà e per capirlo serve la mascella dura del bravissimo Michael Shannon – il cattivissimo del magnifico ‘La forma dell’acqua’ –, allenatore ingaggiato per risalire la corrente. Un tipo brusco dalle idee chiare: nessun uomo è un’isola, nella vita siamo sempre circondati da persone; per questo serve una squadra, proprio perché nessun atleta si senta un’isola. Soprattutto il nerboruto Alex, capovoga in odor di sette cerchi e figlio di quel Singleton amministratore dell’istituto e un tempo canottiere proprio a fianco del coach Jack Murphy. L’impatto è traumatico: niente di più umiliante per un “otto con” che vedersi superati al traguardo dal proprio coach in voga da solo. Eppure accade. A quel punto non resta che mollare o fidarsi di lui. Uno duro e puro. Uno che non fa sconti. Uno che sceglie il leader non tra chi al remo spinge, ma tra chi si fa seguire. Jack Murphy sgretola certezze di sabbia che affondavano nel fondo blu alla prima avversità.
Così vediamo un gruppo di giovanotti che corre per chilometri con anelli alle caviglie che li legano l’un con l’altro: senza ritmo si cade tutti, si sa. E il ritmo arriva. Il sentiero non è semplice, certo, la strada tortuosa, il dolore non manca, ma lo swing – la quarta dimensione del canottaggio – alla fine arriva. Tra ‘Attimo fuggente’ e cinemovie di college a stelle e strisce, con classica love story, il film non cerca promesse ma solide realtà, tuttavia non tradisce. Se avrete pazienza, un improvviso colpo di scena vi ripagherà d’ogni attesa. E gusterete ogni inquadratura della gara finale come se foste voi a pelo d’acqua, con gli schizzi sul viso e il sudore e lo sforzo su muscoli sfiancati dall’acido lattico. E da lontano, per incanto, sentirete la voce maestosa di Giampiero Galeazzi, un grande giornalista che avrebbe amato questo film fino all’urlo finale.


SWING Cuore da campioni
Regia di Michael Mailer, con Alexander Ludwig, Charles Melton, Michael Shannon, David James Elliott. Lilly Krug. Genere Drammatico -
USA, 2021, durata 119 minuti