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Correva l’anno...
from Stadium n. 3/2022
by Stadium
di Leonio Callioni
“Nel 1911, dopo una prima intesa a Nancy, in Francia, in occasione di un Meeting Internazionale di Ginnastica, le Federazioni sportive cattoliche di Alsazia, Belgio, Canada, Francia, Irlanda, Olanda e Svizzera (in un secondo tempo diede la sua adesione anche il Lussemburgo), diedero vita alla Unione Internationale des Oeuvres Catholique d’Education Physique (UIOCEP), che al momento della sua fondazione può contare, nella somma delle varie nazioni componenti, su circa 2.000 società e 150.000 federati. La sua sede viene fissata in Roma e alla presidenza venne chiamato il presidente della FASCI conte Mario di Carpegna. Il dott. Paul Michaux (Francia) e il barone di Dieudonné (Belgio), vennero nominati vicepresidenti; Charles Simon (Francia), segretario generale”.
Questo ampio stralcio ricavato dalla lettura del primo volume della preziosissima collana dedicata ai “Cent’anni di storia nella realtà dello sport italiano” sembra far pensare ad una apertura di orizzonti di pace e di collaborazione fra i popoli. Compito iniziale dell’UIOCEP era la promozione di grandi concorsi ginnico-sportivi, a livello internazionale, fra tutte le Federazioni sportive cattoliche. Roma fu il cuore dei primi due concorsi internazionali, svoltisi in realtà nel Cortile del Belvedere in Vaticano, sotto lo sguardo benevolo e amorevole di Pio X, Papa ancora ferito dalle conseguenze della presa di Porta Pia e dall’annessione di Roma all’Italia. Ma al di là di questo momento storico, più tardi superato con nuovi assetti e nuovi accordi fra Stato Italiano e Stato del Vaticano, quello che stiamo per raccontare è in realtà il crollo delle speranze di pace, di collaborazione e di attività sportive volte a valorizzare la fratellanza fra popolazioni di nazionalità diverse. Insomma: una universalità dello sport che è sempre stata alla base della proposta cristiana dell’attività ludica, ricreativa e sportiva. Ancora, in quei giorni, non si sentiva l’eco dei cannoni e ancora non si prefigurava la tragedia che pochi anni dopo avrebbe travolto l’Europa e gran parte del mondo: la Prima Guerra Mondiale. Nonostante il clima anticlericale ancora dominante in Italia, i dirigenti cattolici riuscirono, fra mille difficoltà, ad organizzare un’imponente manifestazione internazionale, nel settembre del 1913, subendo però il divieto di formare il corteo che dalla Basilica del Laterano a quella di San Pietro avrebbe dovuto portare l’omaggio deferente al cospetto del Papa. La cronaca racconta di ostacoli burocratici di ogni genere e addirittura di insulti, incidenti, bastonate e ogni possibile azione contro le rappresentative sportive che, alla spicciolata (e non in corteo, appunto), percorsero quel tratto di strada. «Fu un’odissea quella attraversata di Roma – racconta la Storia del CSI – e le rappresentative giunsero all’appuntamento con il Papa con due ore di ritardo. Ma il Papa era ancora lì ad aspettarle. L’udienza si trasformò in un tripudio di fede e di entusiasmo che commosse il Papa al punto da impedirgli di parlare. Quello del settembre 1913 fu l’ultimo incontro di Pio X con gli sportivi cattolici verso i quali aveva sempre avuto una speciale predilezione. Pochi mesi dopo egli concludeva la sua vita terrena». Il terribile 1914 era ormai alle porte. Iniziò la Prima Guerra Mondiale che sconvolse in particolare l’Europa portando al martirio milioni di giovani vite e riducendo in miseria gran parte delle famiglie di tutte le nazioni coinvolte. Nel 1915 anche l’Italia entrò in guerra partecipando a quel conflitto che, pur concludendosi con la vittoria degli alleati dell’Italia (oggi in Italia celebriamo il 4 Novembre quale Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate) creò un tale squilibrio tra le nazioni e tali condizioni socio-economiche complessive che subito iniziarono rivolte sociali, scioperi delle fabbriche, tumulti nelle città e nelle campagne. La gente era letteralmente alla fame. Una guerra vinta insomma, ma che fece in realtà, e in contrasto con tutte le aspettative, da terra di coltivo per la nascita del fascismo prima e del nazismo subito dopo. Dal 1922 in poi non vi fu più pace, anche se il movimento sportivo cattolico resistette eroicamente ancora per anni, fino al cataclisma che di nuovo sconvolse il mondo fra il 1939 e il 1945. Un conflitto spaventoso, sanguinoso, cruento fino all’inverosimile, che si concluse con le due terribili bombe atomiche sganciate su Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945). Da quei giorni per il mondo intero non vi fu mai più la sicurezza di poter vivere in pace perché la potenza nucleare, entrata a far parte delle armi a disposizione dei governanti di molte nazioni in tutto il mondo, mise fra i possibili e concreti rischi per l’umanità, addirittura la sua totale distruzione. Siamo andati un po’ avanti per dare un quadro minimamente indicativo del tempo di cui stiamo trattando. Nel prossimo numero però ci dedicheremo agli anni dalla nascita del fascismo e alle sue dirette conseguenze sulla vita della FASCI e dello sport promosso dai cattolici.
