Print Buyer, n. 59, Ottobre 2015

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ALCUNE

PERSONE PENSANO CHE IL

LUSSO ' SIA L OPPOSTO DELLA POVERTÀ. NON LO È.

L'OPPOSTO DELLA VOLGARITÀ.

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Coco Chanel

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sommario

What is luxury?

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COPERTINA E PRINT BOX INFORMAZIONI TECNICHE ................................. PAG. 8

RUBRICHE: ECHI DI STAMPA............................ PAG. 10 È SEMPRE luSSO QuEl CHE luCCICA? .......... PAG. 16 VARIAZIONI Sul TEMA DEl Blu ....................... PAG. 23 NEl CuORE DI MIlANO luSSO AllO STATO PuRO................................. PAG. 30 INTERVISTA A... VAlERIA BuCCHETTI........... PAG. 36 5+1 CONSIGLI PER... OTTENERE uNO STAMPATO PERFETTO ........... PAG. 41 DETTAGLI CHE FANNO lA DIFFERENZA ........ PAG. 46 GRANDANGOLO: CARTE PER Il luSSO ......... PAG. 50 GREEN AND CHIC PACKAGING ....................... PAG. 53 MERCATI Il MADE IN ITAlY CHE RIPARTE ..... PAG. 60 Il NuOVO “RINASCIMENTO DEll’ARTE” ......... PAG. 62

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AGENDA............................................................ PAG. 64


SAXOPRINT® pro design Con l’add-on innovativo SAXOPRINT® pro design, è possibile richiamare in modo facile e veloce tutti i template di stampa dei nostri prodotti in Adobe InDesign. Vengono tenuti in considerazione tutti i parametri rilevanti per la stampa come il formato comprensivo di abbondanza, profilo colore, linee di piegatura, e la disposizione delle pagine. Non è più necessario effettuare un download a parte dal nostro shop online.

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l’essenza del punto...

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Esperti in stampa, con la passione per l’arte che rappresenta. In un mondo sempre più digitale, la stampa acquista sempre più valore fisico e simbolico, si eleva e comunica non solo visivamente. Da oltre 35 anni, dedichiamo alla stampa la nostra passione, l’esperienza, la sperimentazione di nuove tecniche, per produrre emozione in ogni prodotto che realizziamo.


7 in questo numero

What is luxury? What is Luxury? È il titolo di una mostra che si è da poco conclusa al Victoria and Albert Museum di Londra. Di certo questa esposizione è stata il punto più avanzato sulla riflessione che da anni attraversa l’universo del design e della moda, per un semplice motivo: perché i curatori non hanno cercato di rispondere al fatidico interrogativo, semplicemente hanno rintracciato le risposte nella molteplicità delle prospettive. Sì… perché è davvero difficile rispondere alla domanda che cos’è il lusso senza precipitare nella deriva dei luoghi comuni. I significati del lusso si esprimono oggi in un complesso rapporto di reciprocità che lega insieme l’esclusività prodotta dall’industria e il fare artigiano, la volontà di trarre massimo vantaggio dal progresso tecnico e insieme tor-

nare alla perfezione perduta delle origini. Forse l’unica soluzione è chiedere a ciascuno di rispondere alla domanda, partendo dal proprio punto di visione. È quello che abbiamo fatto in questo numero di Print Buyer, destinato alla fiera Luxepack. Che cos’è il lusso per Alessandro Rosso, fondatore del Seven Stars Galleria di Milano, l’unico hotel a 7 stelle del pianeta? Come si coccola un cliente che può permettersi di alloggiare in una suite che costa anche 15.000 euro a notte? La risposta non è univoca vedrete… perché il lusso, lo spiega bene a pagina 36 anche Valeria Bucchetti, docente di Design della comunicazione visiva, è una nozione variabile, che muta nei diversi ambiti cognitivi. Invece spesso, in nome del ‘uàuu…’, soprattutto nel packaging, si tende a strafare, spiega Lorenzo Capitani nella sua riflessione (a pagina 16), sommando lavorazioni e nobilitazioni che scadono nell’eccesso. Mentre invece sono sempre i dettagli a fare la differenza, come è ben illustrato da pagina 46, dove Emanuele Posenato illustra le infinite ricercatezze che fanno di uno stampato un modello di esclusività e di bellezza.

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Come di consueto, il numero di ottobre, che viene distribuito in occasione della fiera Luxepack al Principato di Monaco, è dedicato al mondo del lusso, uno dei pochi settori a non avere conosciuto la parola “crisi”.

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la copertina

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Pusterla 1880 PB59

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staMPa e nOBIlItaZIOne cOPertIna La copertina è stata realizzata da Pusterla 1880 in più passaggi: sul supporto è stato realizzato un primer base bianco in corrispondenza della cromia per limitare l’assorbimento degli inchiostri dal supporto macroporoso e mantenere maggiormente in sospensione la quadricromia per un effetto più brillante. L’effetto iridiscente è dato da un passaggio di vernice UV con Iriodin in dispersione a riserva, steso da gruppo stampa flexografico. Infine sulla vernice lucida è stato eseguito un ulteriore passaggio di vernice opaca da gruppo stampa offset per accentuare il dettaglio. La testata della rivista è stata eseguita in lamina a caldo in oro opaco di Luxoro impiegando un cliché microinciso H+M rappresentato in Italia da luxoro.

Pusterla 1880 è una delle principali aziende europee di packaging con circa 550 dipendenti e oltre 70 milioni di euro di ricavi. Il Gruppo oggi, oltre che nei 2 siti Italiani di Venegono Inferiore e Bodio Lomnago è presente anche in Francia con due siti produttivi a Cherrè e Oradour riuniti in una sola società, Pusterla 1880 France, in Romania dove dal 2004 opera la manifattura Pusterla Romania ed in Inghilterra, dopo l’acquisizione di un’azienda di Dover. Il 95% del fatturato è ormai realizzato all’estero. Scatole rivestite di carte speciali o di tela, serigrafate, stampate in offset o a caldo e complete di termoformati, ma anche astucci sia in cartone che in trasparente, realizzati per i brand più importanti di profumeria, cosmetica, liquori costituiscono l’ampia offerta dell’azienda di Venegono Inferiore (VA). www.pusterla1880.com

IntergrafIca VerOna

Il suPPOrtO della cOPertIna

Copertina stampata su reMaKe oyster 250gr, l’esclusiva carta di Favini, nata da un processo di riuso creativo di sottoprodotti del cuoio che sostituiscono 25% di cellulosa FSC. Questa nuova carta, prodotta con fibre vegetali e fibre di collagene, è un esempio di up-cycling. L’innovativa carta REMAKE è composta da residui dell’industria del cuoio che solitamente vengono utilizzati nella produzione di cuoio rigenerato, come fertilizzanti e in parte destinati alla discarica. Grazie a Favini, le rasature e gli sfridi di lavorazione diventano materie prime per la creazione di una carta, donandole un aspetto distintivo percepibile anche al tatto.

Intergrafica Verona si è occupata della stampa delle segnature interne della rivista. Da oltre 35 anni è impegnata nella stampa e trasformazione di carte speciali per il mondo della comunicazione commerciale e per la comunicazione sul punto vendita. L’esperienza maturata al servizio di importanti cartiere nazionali, sia per la produzione di cataloghi che per il testing delle carte, è tale da essere considerata fra i massimi esperti nella stampa su tecnologie convenzionali di supporti speciali. Fra le caratteristiche distintive la Certificazione FSC per un’eccellenza a impatto zero, una qualità ecologica che sposa sistemi di stampa altamente innovativi. www.intergraficavr.com


Luxury

la copertina

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lO sHOPPer Una shopper, una cartellina oppure una pochette? Il progetto elaborato dalla nostra art Cristina Mascherpa con i tecnici di scatolificio cristina (omonimia virtuosa), rende bene la polivalenza del PET, Polietilene Tereflatato, un polimero della famiglia dei poliesteri, adatto per contatto alimenti e duttile nella trasformazione cartotecnica. Disponibile in versione trasparente, bianca o opaca, in questo caso è stato impiegato il trasparente da 300 micron, stampato in serigrafia a due colori serigrafici UV in bianca, ed un colore in volta. Infine la nobilitazione in lamina Kurz Colorit Metallic Bronze.

scatOlIfIcIO crIstIna tHe transParent PacKagIng

Da oltre 45 anni, l’azienda è specializzata nella produzione di astucci e fasce in PET-A, PET-R, Polipropilene. Grazie alla costante ricerca di perfezione e di innovazione, e ai costanti controlli, negli anni sono stati raggiunti importanti traguardi che l’hanno resa leader europeo per qualità e capacità produttiva. Specializzati nel settore beverage, cosmetica, food e farmaceutico, Scatolificio Cristina si pone sul mercato come un partner altamente affidabile per la fornitura di packaging trasparenti. Nel settore della cosmetica è di primaria importanza la capacità di creare astucci con finiture ricche e della massima qualità. Per questo motivo, si avvalgono delle migliori tecniche di stampa tra cui offset, serigrafia, impressione a caldo in oro, argento e stampe olografiche per conferire all’astuccio un aspetto sofisticato. Un’importante skill dell’azienda risiede inoltre nella capacità di creare packaging destinati al confezionamento su linea automatica, ideali per la GDO. www.cristina.it

gruPPO PadOVana

Gruppo Padovana, Legatoria e Confezioni Grafiche è una fra le più importanti realtà industriali nell’ambito del finishing e della legatoria del Paese. Un parco macchine estremamente ampio e variegato e un’esperienza che ha varcato i vent’anni di attività sono gli ingredienti per la proposta commerciale dell’impresa padovana. Sono in grado di realizzare oltre venti tipologie di confezione, in numerose varianti, abbinando processi industriali a lavorazioni cartotecniche spesso semiautomatiche o addirittura manuali, come l’applicazione delle etichette nello specifico di questa edizione, piuttosto che l’applicazione dell’elastico. www.gruppopadovana.it

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ECHI DI STAMPA Sguardi, notizie, progetti, trend Siotec si evolve e diventa Fespa Italia Siotec, l’associazione che da 10 anni rappresenta la community della stampa specialistica, ha siglato un accordo di affiliazione a Fespa, la Federazione che raccoglie 37 associazioni di altrettanti paesi nel mondo. Con questo accordo, Siotec acquisisce il diritto all’utilizzo del brand e si rinomina Fespa Italia. Si tratta di un’evoluzione naturale, che ci permetterà di consolidare la già stretta relazione con la Federazione internazionale e, soprattutto, concretizzare una rappresentatività sempre più globale sia in termini geografici, sia in termini di tecnologie”, ha dichiarato il presidente Corrado Bizzini.

Joint Technology Council Alla guida di FESPA Italia c’è un consiglio direttivo composto da un pool di professionisti del settore: Corrado Bizzini (Printink), Paolo Lorusso (P&P Promotion), Alberto Masserdotti (Gruppo Masserdotti), Agostino Musitelli (In. Deco Serigrafia), Paolo Santi (SAC Serigrafia), Claudio Monaco (Serimon), Pietro Santagata (Ecoepoque) e Alessandro Dal Monte (Loop Design). Il consiglio direttivo sarà affiancato da un Joint Technology Council, composto da un gruppo ristretto di aziende che darà un particolare contributo alle attività di FESPA Italia. Primo evento di Fespa Italia Si terrà il prossimo 27 ottobre 2015 il primo Fespa Italia Day a Milano: un convegno di una giornata che tratterà il tema della Stampa che Fa Effetto presentando pratiche eccellenti italiane e visioni, futuristiche ma realizzabili da quasi subito per incrementare il proprio business.

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Da sinistra: Sean Holt, segretario generale di FESPA, Enrico Barboglio (FESPA Italia) e Alberto Masserdotti, Gruppo Masserdotti, membro del consiglio direttivo di FESPA Italia.

Progetti per il 2016 Nell’aprile 2016 invece FESPA Italia è stata scelta per ospitare la seconda edizione del Southern European Print Congress, la due giorni internazionale nata dalla collaborazione con FESPA Espana e FESPA France, che lo scorso anno si era tenuta a Barcellona. www.fespaitalia.it

La copertina di Inuit, un catalogo che è “un’esperienza visiva e sensoriale di rara bellezza”.

Inuit, il candore di un progetto vincente Un volume che è un lavoro creativo firmato Claudia Neri, AD di Teikna Design, e Arjowiggins Creative Papers, quello che è stato realizzato su carte della gamma Inuit. In particolare: cover e pagine interne della brochure sono state stampate sulle due referenze di gamma Inuit Tactile e Inuit Ultra Smooth nei 160 grammi. Un’opera d’arte, stampata da Tiburtini di Roma, che ha osato dove, di norma, la stampa si ferma per timore e – a volte – rispetto del supporto. In questo caso, invece, gli attori coinvolti nell’iniziativa Inuit si sono spinti molto oltre con tecniche di stampa che hanno reso il progetto creativo unico e tutto da vivere pagina dopo pagina, con un’esperienza visiva e sensoriale di rara bellezza. Embossing, debossing, serigrafia, termorilievo lucido, stampa a quattro colori e l’uso del Pantone Metallizzato, hanno prodotto un risultato eccezionale che esalta il bianco della carta di Arjowiggins Creative Papers, offrendo illusioni e riflessi che mutano ogni qual volta la brochure viene sfogliata e osservata. Proprio queste caratteristiche, uniche, hanno portato Teikna Design e Arjowiggins Creative Papers a vincere il premio Progetto Committenza (prima edizione).


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ECHI DI STAMPA Sguardi, notizie, progetti, trend Fornasetti online con una nuova esperienza interattiva Il più esperienziale e visual possibile, lontano dalle logiche di branding tradizionale, fruibile e assolutamente sorprendente. Il nuovo sito di Fornasetti, la firma milanese del decoro a metà tra lusso e design, doveva finalmente consentire a un brand commerciale di farsi spazio nell’ambito del digital emotivo. E a giudicare da quanto fatto fino ad ora, POMO – studio di art direction che si occupa della gestione del progetto – ha colpito nel segno. Il nuovo sito, in continua evoluzione, è il risultato del lavoro congiunto di diverse agenzie creative, a ognuna delle quali è stata affidata una sezione specifica. La scelta di affidarsi a più partner non è casuale, ma dimostra ancora una volta la poliedricità del marchio, lavorando sull’accostamento dei diversi modi di espressione dei creativi coinvolti. Proprio il cambio di tono è una delle chiavi principali di questo progetto unico, ricco di giochi interattivi e psichedelici. La parte dedicata alla storia di Fornasetti è stata affidata all’agenzia esperta in storytelling AQuest – già vincitrice di oltre 50 premi internazionali come quelli attribuiti dal CSS Design Awards e dagli Awwwards. Sei capitoli accompagnano l’utente in un viaggio tra ironia e immaginazione. Si parte da Milano, città perennemente in cambiamento, irrequieta e ottimista che ha dato i natali a un genio ribelle come Piero Fornasetti. Nel suo ricco archivio, il figlio Barnaba trova una fonte inesauribile d’ispirazione e prodotti che riordina all’interno dello showroom di Via Manzoni. Anche le altre sezioni sono state affidate a nomi di rilievo del panorama creativo internazionale come Luciano Foglia, Otto Nascarella e

Diverse le agenzie creative intervenute al progetto per rappresentare la poliedricità del brand del lusso e del design.

l’agenzia Random, che si sono occupati rispettivamente delle sezioni oggetti e dell’homepage. “Avevamo in mente qualcosa di diverso, che andasse al di là di ogni logica del branding. Non volevamo un semplice sito ma una finestra metafisica intrisa di cinema, musica, design che avesse alla base ricerca estetica e innovazione”, ha dichiarato Marco Cendron. “Il

nostro desiderio è di offrire uno strumento per creare una visione propria di quello che sta guardando. Ci siamo affidati a partner come AQuest per realizzare qualcosa di fruibile ma al tempo stesso attraente, in grado di coinvolgere sia gli appassionati storici del design che i giovani sempre più sensibili al fascino del digital”. www.fornasetti.com


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Ad Print Buyer H2P contest_PQ.pdf

Foto Norbert Huffschmitt

La pubblicità su carta è ancora vincente La carta stampata è sempre una bussola affidabile nell’oceano delle informazioni e i lettori la considerano una guida utile anche per orientarsi tra le proposte pubblicitarie che ospita. L’estate ha portato una sorpresa (ma forse in verità è una conferma) nel mondo della comunicazione: da un’approfondita analisi del mercato dei lettori, curata dalla società Episteme su incarico di FIEG, Federazione Italiana Editori Giornali, e di UPA, Utenti Pubblicità Associata, risulta il ruolo vitale della stampa nella “dieta mediatica” degli italiani. Intitolata “Quotidiani e periodici a pagamento: ruolo, valori e prospettive evolutive”, descrive la percezione di quotidiani e periodici da parte dei lettori e la relazione (spesso stretta e duratura) che si instaura fra i lettori e le loro testate di riferimento, mettendo in evidenza gli strumenti sui quali agire per consolidare il legame. L’indagine non offre solo un utile strumento di riflessione, ma apre anche una finestra sul mercato editoriale e pubblicitario e potrebbe favorire perfino la “conversione” di quegli investitori che avevano dato per perdente la carta stampata. Il pubblico considera “sacro” il momento della lettura, una pausa

Maurizio Costa, presidente FIEG (a sinistra) e Lorenzo Sassoli, presidente UPA.

che si dedica a se stessi e viene difesa a ogni costo. E tanto per rimarcare la differenza con la fruizione del web, ha sottolineato Monica Fabris di Episteme, “i giornali cartacei non vengono solo letti ma manipolati, staccati, ritagliati, archiviati, collezionati, riletti e riutilizzati. Inoltre la lentezza connessa alla loro fruizione favorisce la comprensione e l’assimilazione dei contenuti, oltre a un coinvolgimento emotivo e al riconoscimento della propria identità che favorisce sentimenti di fiducia e complicità”. L’editoria quotidiana e periodica, cui si sommano le agenzie di stampa e le riviste tecniche e di categoria, non volta però le spalle al web, ma anzi si fa forte e cresce grazie ai moderni supporti multicanale che sommano carta, Internet e dispositivi mobili. Quasi 20 milioni di italiani leggono un quotidiano, mentre sono 17 milioni gli italiani che sfogliano un settimanale e oltre 16 milioni leggono un mensile. Una sana abitudine che coinvolge il 90% della popolazione: ogni mese oltre 46 milioni di persone sopra i 14 anni sfogliano almeno un giornale. Spingendo lo sguardo al futuro i presidenti di FIEG Maurizio Costa e di UPA Lorenzo Sassoli non hanno mancato di sottolineare che “le testate dovranno rivendicare la propria diversità, fatta di un primato della parola, delle analisi e degli approfondimenti, ma anche di una grande apertura a tutti i punti di vista, per mantenere aperto un canale privilegiato con tutti i lettori capaci di interpretare la realtà che i giornali descrivono”. UPA rappresenta le principali 500 imprese che investono in comunicazione, con il 90% dei circa 8 miliardi spesi in pubblicità in Italia. Stefano Tenedini

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comunicazione d’impresa

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Arjowiggins Graphic Papers e Polyedra in Biennale con designer e stampatori Nella cornice di una Venezia di fine estate, un appuntamento per promuovere la gamma Igloo e stimolare la creatività. Una passeggiata fra le calli veneziane ad ammirare un’opera artistica e architettonica senza tempo, alla costante ricerca di un equilibrio con l’ambiente che la circonda, e una visita guidata alla Biennale per incontrare l’arte contemporanea alla ricerca di un eguale equilibrio. Questo, in estrema sintesi, il programma della giornata che Arjowiggins Graphic Papers e Polyedra hanno riservato a un gruppo di clienti e amici allo scopo di stimolare relazioni e progetti nel nome di Igloo. Appuntamento in Cà Vendramin, nella stupenda cornice del Casinò, giusto il tempo di un pranzo conviviale durante il quale Luciano Cabrini e Monica Crepaldi, rispettivamente direttore vendite e responsabile della promozione e del marketing di Arjowiggins Graphic Italia, hanno richiamato l’attenzione nei confronti della gamma Igloo – ormai non più nuova ma ancora carica di interesse e contenuti – per poi raggiungere rapidamente i Giardini della Biennale, dove è stata organizzata la visita guidata a cui il gruppo di circa novanta persone, fra stampatori e designer, ha partecipato con grande attenzione ed entusiasmo. Tutela ambientale e sostenibilità i temi chiave dell’evento. Non a

Da sinistra: Karin Hoga, Riccardo Tassini, Aurélie Soly, Monica Crepaldi.

caso il focus su Igloo, una gamma di carte 100% riciclate, il cui nome richiama non solo la più elevata idea di bianchezza che solo le terre evocate da queste costruzioni sanno suscitare, ma anche la straordinaria capacità delle popolazioni indigene – data dal loro stretto contatto con paesaggi costantemente innevati – di distinguere tra innumerevoli tonalità di bianco. Ribadisce con convinzione il concetto Karin Hoga, direttrice marketing e commerciale di Arjowiggins Graphic per il Sud Europa, convinta sostenitrice del tema della sostenibilità e della tutela ambientale, che porta avanti non solo professionalmente ma anche nel privato: “Igloo garantisce le stesse caratteristiche delle migliori carte in fibra vergine, però con un impatto ambientale decisamente inferiore, come aiuta a comprendere il nostro calcolatore ambientale, l’innovativo strumento

di analisi dell’impatto ambientale delle proprie scelte creative. Basta inserire il tipo di carta, la grammatura e i numeri dei fogli contenuti nell’opera che si intende stampare per scoprire quanto la scelta della gamma Igloo (o Cyclus) possa contribuire a risparmiare in termini di legno, energia, emissioni di CO2 e rifiuti”. Oltre al voler sottolineare l’impegno di Arjowiggins in materia di tutela ambientale, l’evento ha proposto però anche dell’altro, come ci ha spiegato Monica Crepaldi: “Siamo impegnati a creare relazioni virtuose, contaminazioni positive tra grafici, designer, stampatori e cartotecniche, e abbiamo deciso di farlo in un ‘palcoscenico perfetto’ come quello che ci può regalare Venezia e la Biennale, che offrono spunti creativi innumerevoli”. Il momento più atteso della giornata è stata infatti la visita guidata alla 56ma edizione dell’Esposizio-

ne Internazionale d’Arte dal titolo All The World’s Futures, diretta da Okwui Enwezor, aperta fino al prossimo 22 novembre. Una visita dominata dalla domanda che il curatore pone a chiunque approcci le opere esposte: in che modo artisti, filosofi, scrittori, compositori, coreografi, cantanti e musicisti, attraverso immagini, oggetti, parole, movimenti, azioni, testi e suoni, possono raccogliere dei pubblici nell’atto di ascoltare, reagire, farsi coinvolgere e parlare, allo scopo di dare un senso agli sconvolgimenti di quest’epoca? Il percorso conduce in un vero e proprio viaggio attraverso la sofferenza delle discriminazioni razziali, l’emigrazione forzata, lo sfruttamento sul lavoro, la globalizzazione che si trasforma in omologazione. Presenti all’evento anche alcuni rappresentanti dello staff commerciale di Polyedra, distributore esclusivo Arjowiggins per l’Italia per la gamma Igloo. “Siamo molto soddisfatti della partecipazione e della riuscita dell’evento”, ha dichiarato Riccardo Tassini, marketing manager di Polyedra. “Venezia non tradisce mai. Un patrimonio d’inestimabile valore, capace di evocare emozioni uniche. La Biennale poi ci ha regalato innumerevoli spunti di riflessione e creativi che i nostri ospiti sapranno certamente cogliere e rielaborare”. Nicole Orlandini


ECHI DI STAMPA

Niente nudi nel Calendario Pirelli 2016

15 rubriche

Sguardi, notizie, progetti, trend

Foto Norbert Huffschmitt

Patti Smith.

‘The Cal’ 2016 rinuncia al nudo. L’edizione del 2016 del famoso calendario non mostrerà più modelle nude - elemento cruciale della sua fama e della sua attrattiva - ma donne di successo. Un progetto nuovo dunque, che scardina uno dei plus del calendario più famoso e longevo (esiste dal 1963). Le modelle saranno donne che si sono distinte per talento, tenacia, vittorie nella vita come nel

lavoro. Vedremo le foto di Serena Williams, Yoko Ono, Kathleen Kennedy, Yao Chen, Mellody Hobson, Fran Lebowitz, Ava Duvernay, Agnes Gund, Patti Smith, Amy Schumer, Shirin Neshat, Tavi Gevinson. La direzione artistica è stata affidata alla grande fotografa statunitense Annie Leibovitz. Il 30 novembre il nuovo progetto sarà presentato a Londra.

Performa Brilliance è distribuito da Polyedra Performa Brilliance, il cartoncino recentemente lanciato da Stora Enso, è ora disponibile anche attraverso la distribuzione: Igepa in Germania e Austria, Polyedra in Italia e Denmaur Independent Papers nel Regno Unito. Il prodotto viene offerto a editori di libri tascabili, biglietti augurali, calendari e cartoline illustrate. Il cartoncino ha un punto di bianco elevato, un eccellente liscio superficiale e un buon impatto visivo su ambedue i lati. Perfetto per goffrature marcate, codifiche laser, metallizzazione a caldo e per tutte le tipologie di verniciatura. Il supporto si addice inoltre a vari metodi di stampa digitale. È disponibile con etichetta EU Ecolabel che conferma che il cartone soddisfa i criteri ecologici fissati dalla Commissione Europea per carte e cartoni destinati alle applicazioni grafiche. La certificazione EU Ecolabel è un attendibile marchio che promuove su base volontaria l’eccellenza in tema di rispetto dell’ambiente, riconosciuto in tutta Europa. “È il miglior cartoncino GC1 che abbiamo mai realizzato,” dice Eva Lunqvist, responsabile Prodotto. “Alla base vi è un cambiamento fondamentale, la cellulosa. È il risultato di un’intensa attività di ricerca e sviluppo”.

Il nuovo crossover del packaging by Pixartprinting Pixartprinting, partner tecnologico per la stampa, amplia ancora la sua offerta delle shopping bag di carta con Bag Box, il nuovo Crossover del packaging. Già dal nome è chiaro che si tratta di un imballaggio ottimizzato al 100%: una shopper, una scatola e un pacchetto regalo insieme. Bag perché è pieghevole e dotata di maniglie; Box perché ha una forma squadrata, è fatta con cartone 210 grammi, e si può chiudere sulla parte superiore proprio come una scatola. Un accessorio utile e originale per la comunicazione in-store e out-store, stampato su carta monopatinata da 210 grammi con plastificazione lucida e impreziosito dei manici in cordino di cotone da 5 mm disponibili in varie colorazioni. Si può scegliere tra cinque formati differenti e due modelli: la Bag-box, shopper bianca completamente stampabile in offset in un colore o in quadricromia e personalizzabile, e la Lux-box, shopper bianca su cui stampare a caldo su ambo i lati con un elegante effetto metallico nelle colorazioni rame, oro, argento, rosso, nero e blu.

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tendenze

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PB59 di lorenzo capitani

È sempre lusso quel che luccica?

Il vero lusso non ha pIù bIsogno del luccIchIo del metallo, ma della cura artIgIanale. un vIaggIo nel mondo dell’esclusIvItà, alla scoperta deI nuovI must del desIgn. rIgorosamente hand made.


È sufficiente una rapida panoramica nei luoghi del luxury lifestyle per trovare le mille varianti dell’oro e dell’argento abbinate ad altri colori che ne sanno esaltare la luminosità. che sia ottenuta per contrasto come oro e nero, oro e cobalto, oro e terra di siena bruciato… o per somma con altri colori preziosi come il platino, l’ottanio, il palladio, l’iridio. già, perché il binomio “quel che è prezioso luccica” è davvero difficile da scindere, e non occorre fare nomi perché sono tendenze diffusissime tanto sono radicate. Il problema è che spesso si tende a strafare, a scivolare nell’eccesso. così lusso diventa sinonimo di barocco, di opulenza, di eccesso. non tanto i colori si sommano, perché il brand ha quasi sempre una sua connotazione cromatica, quanto le lavorazioni, che invece di nobilitare, vengono aggiunte in un’escalation di eccessi. Il risultato è spesso piacevole, a volte però, il rischio del kitsch c’è. Esclusiva preziosità ma da dove nasce questo horror vacui che sembra cogliere designer e uffici marketing anche dei brand più prestigiosi? probabilmente dal fatto che il lusso si compone essenzialmente di due aspetti: la prezio-

sità e l’esclusività. Il problema è che queste due componenti per dare come risultante il lusso, quello con la l maiuscola, devono apparire in modo evidente ed inequivocabile. l’oro è prezioso ed esclusivo, perché costoso e per pochi, tutti lo sanno e lo percepiscono come tale. apple stessa - che della pulizia del design ha fatto la sua icona - non ha rinunciato all’oro giallo o all’oro rosso per gli ultimi iphone e macbook. Il bianco, ad esempio, che per anni è stato simbolo del minimalismo e di una diversa idea di lusso, ma anche il nero stesso, definito come il nuovo oro, da soli non riescono a trasmettere le stesse sensazioni dei metalli preziosi; ecco allora che si ricorre alla nobilitazione, al pantone metallico che si unisce al contrasto di vernice lucida/ opaca, ai giochi di sbalzi... e chi più ne ha più ne metta, fino alla cartotecnica esasperata o allo scheumorfismo (la simulazione di altri oggetti) a tutti i costi, al limite dal puro esercizio di stile. scatole di essenze pregiate, foderati di preziosi velluti o ricoperti di skivertex come pelli di rettili rari. Fino all’esasperazione. e il packaging non è più tale: il boxing di rémy martin louis XIII ne è un esempio. più che una scatola, un case in pelle, legno e ottone inciso dove carta, cartone e stampa sono scomparsi del tutto. o ancora, il gift box veuve clicquot, vincitore del silver pentaward 2014, trasfigurato in una cassetta della posta dell’american mailbox. d’oro ovviamente.

Un packaging per ciascun target tutto questo ha un senso e, diciamoci la verità, è il mercato che detta le regole del lusso e del suo packging. due estremi per tutti: da un lato il box toroidale dell’esclusivo brand francese di beauty patyka che produce solo cosmetici naturali in cui l’idea di lusso è tutta nel candore della carta Fedrigoni che sembra ma-

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da sempre la preziosità dell’oro e il luccichio dell’argento accompagnano l’idea di lusso. soprattutto nel mondo del packaging di oggetti che, per caratteristiche, prezzi o posizionamento di mercato, appaiono come preziosi ed esclusivi.

Due esempi di packaging “estremo” in cui carta, stampa, nobilitazione e cartotecnica di fatto spariscono.

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Due estremi: il beauty-pack di Patyka e il lusso estremo di Clive Christian No.1. A destra, l’esclusiva bottiglia Director Blend di Johnnie Walker. Una tiratura limitata senza sfoggio di lusso personalizzata però a mano una per una.

dreperla, nel debossing estremamente fine del coperchio e nella forma tonda che sa di vintage; dall’altro il packaging di clive christian no. 1, considerato il più costoso profumo al mondo, quasi uno scrigno di un tesoro regale: emblematico, in negativo, il motto dell’omonimo creatore “prima il design – e che sia il migliore possibile – e

infine il costo”. guardare per credere (vedi foto). ma per rendersi conto di quanto poi tutto dipenda proprio dal target, provate a cercare nel web le immagini dei dieci best luxury hotels nel mondo: a parte il burj al arab di dubai in cui tutto luccica e brilla, il resto, da parigi a san pietroburgo, è centrato sul design e su un lusso fatto non di apparenza ma di esclusività. Il seven stars galleria, l’unico hotel al mondo a sette stelle, ne è l’esempio. nessuna sottrazione minimalista, intendiamoci, ma sostanza, perché oggi tutto si gioca sull’individualità del servizio, ovvero del “su misura”. basta chiedere al concierge. Questa sembra essere la tendenza del design, del nuovo lusso. un lusso che c’è senza strafare, che attrae perché mostra il suo valore intrinseco, quello che è fatto di materiali esclusivi, tecniche artigianali, in cui occorre manualità, perché altrimenti non si può fare. potremmo chiamarlo quasi slow-packaging. Packaging su misura siamo nell’era delle stampanti 3d da scrivania. ma siamo anche nell’era del seo: oggi tutto è profilato, le aziende conoscono quasi per nome chi compra i loro prodotti. non ha più senso la serie, sia pur piccola e anche la tiratura estremamente limitata è omologazione. ecco allora che per dare valore si deve ricorrere all’unicità. I jeans della tedesca mustang, secondo le intenzioni dei designer di Korefe, sono imballati attorno a una scatola con corda annodata a mano

(vedi foto), paio dopo paio. tutti gli anni la Johnnie Walker omaggia i suoi “esteemed friends” con la Johnnie Walker directors blend, una bottiglia unica non solo per l’etichetta in cui è scritto a mano il nome del destinatario, ma anche nel contenuto quanto a miscela di whisky e invecchiamento. la unified manufacturing di los angeles, invece, ha imbottigliato in vasi di vetro le magliette di alcune aziende di cui cura la comunicazione come moonshine bear o milkman. Questa speciale “conserva” di t-shirt può essere solo fatta a mano. e ancora più esasperata è l’artigianalità del marchio ugmonk che del tailor-made (è proprio il caso di dirlo) ha fatto il suo cavallo di battaglia. Il design Jeff sheldon, ideatore del marchio,


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ha puntato tutto sull’heritage e sull’esclusività del marchio dei suoi capi. Interessante è la limited edition che ogni anno crea per celebrare il compleanno del brand, già di nicchia, in cui il focus è sempre sul packaging. Quest’anno per il 7° anniversario sheldon ha creato solo 300 kit composti da t-shirt grigio siderale stampata a mano con inchiostri naturali a base di calce, spedita in una scatola in litolatta con etichetta impressa in letterpress, eptaedro fermacarte e card celebrative in acciaio, il tutto rigorosamente numerato a mano e a un costo inferiore ai 100 dollari. già, perché esclusivo non è nemmeno più necessa-

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da design ranch per FineFolk: schede stampate in offset e stoffa tagliata a forbice tenuti insieme da un singer sul piatto, il tutto ovviamente ancora una volta creato a mano. ma si può andare ancora oltre ed esasperare le tecniche di stampa, confezione e, ovviamente, nobilitazione con lo scopo non tanto di accumularle, come si diceva all’inizio, bensì

riamente sinonimo di eccessivamente costoso. Artigianalità e tecniche vintage così come nelle città più alla moda, le biciclette del nonno ripulite e alleggerite del superfluo frecciano senza freni – fatte a mano anche loro da barbuti hypster –, così le vecchie tecniche tornano in auge. dalla tampografia all’incisione, dalla stampa a caldo alla tipografia con i piombi fino alla cucitura fatta a mano. un bell’esempio di questa artigianalità applicata alla comunicazione è la creatività ideata

PB59 Le magliette create dal marchio Sheldon per celebrare il 7° anniversario, un’edizione limitata di soli 300 esemplari.


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di renderle evidenti e chiare a chiunque guardi, per stupirlo in maniera inequivocabile.

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Effetti speciali che rendono unici si contesterà che spesso quel che appare come un virtuosismo agli esperti, può non apparire tale al non addetto ai lavori: ci vogliono gli effetti speciali; eppure vale la pena adoperare questa maestria “per intenditori” perché, sia pur non in modo conscio o razionale, anche il non cromista ne percepisce la qualità. pensiamo all’esacromia: ciano, magenta, giallo e nero più arancione e verde estendono nettamente l’insieme dei colori riproducibili soprattutto nella gamma dei verdi brillanti, blu elettrici e rossi intensi. si potrebbe pensare che si tratti di sole percezioni o sfumature, eppure sono evidenti in modo netto. a tutti. lo stesso accade con il doppio nero o il pantone grigio nella stampa dei bianchi e neri (il fine art digitale ne è un buon esempio), con le vernici ad alto lucido o con finiture tattili che attraggono. provate a vedere l’effetto che fa un foglio con stampa La labbratura degli stampati è una pratica molto antica, nata per proteggere la carta dei codici dai parassiti. Oggi è usata, anche con lamine dorate per impreziosire, senza più alcuna funzione pratica. A destra, un esempio di serigrafia lucida ad alto spessore fatta in digitale con la tecnologia di Scodix.

diretta, in cui il grafismo affonda nella carta e prende volume. un bel contrasto con il touch liscio di tutta l’elettronica che ci circonda. non importa poi se chi osserva non conosce neppure la parola soft-touch o non nota la differenza tra un uv lucido o una vernice da spalmatore. ci sono decorazioni che colpiscono a prescindere. pensiamo al floccato o alla labbratura del dorso di libri, cataloghi, cartoni o stampati – anche con colori diversi per ciascun lato – in genere realizzata a caldo, a spruzzo, dipinta o addirittura in digitale. o ancora, alla serigrafia che consente effetti di forte impatto come l’altissimo spessore (fino a 800 micron), perlescente, con effetto skin (pelle o cuoio), con inchiostri termoluminescenti, scratch-off o profumati disponibili non solo con tecnologia tradizionale a telaio, ma oggi anche in digitale per tirature piccole, piccolissime, uniche. Insomma, oggi il lusso è sempre più il frutto della sapiente mano di un artigiano che crea pezzo dopo pezzo con materiali inediti, non necessariamente preziosi. perché il vero valore è tutto nell’unicità.



Abbiamo messo un punto. VOGLIAMO LAVORARE CON CHI RISPETTA LE REGOLE. Solo con comportamenti corretti sui crediti e termini di pagamento ridiamo un’etica commerciale ed una opportunità di crescita all’industria grafica. Lavora con noi perché questo accada, per il bene di tutti, delle aziende e di chi ci lavora.

AGGIORNATA A SETTEMBRE 2015

Manifesto sui modelli comportamentali nel mercato delle Arti Grafiche Il buon funzionamento dell'economia di mercato si basa anche su comportamenti etici da parte dei suoi operatori, che devono essere per forza di cose condivisi. Questo significa, segnatamente, che il rispetto e l'applicazione puntuale delle intese commerciali e degli impegni liberamente assunti siano valori da interiorizzare quali norme discendenti da un comune e condiviso sistema di valori, a prescindere dal timore di essere sanzionati dalla Legge. Per ARGI e per le Imprese Associate, l'etica nelle relazioni associative e con i terzi non è valutabile solo in termini di stretta osservanza delle norme di legge, ma si fonda, appunto, sulla convinta volontà di rispettare, nelle varie e diverse situazioni, i più elevati standard di correttezza comportamentale, anche in adesione a principi e regole interne di natura volontaristica. Pertanto, nel rispetto delle normative vigenti e nel perseguimento degli scopi associativi, tutte le Imprese Associate agiranno, anche tra loro, con lealtà, serietà, onestà, competenza e trasparenza, in quanto l'elevata etica professionale e l'integrità personale vogliono e devono essere garanzia della credibilità e della reputazione dell'Associazione e delle Imprese Associate. Per questi motivi, le Imprese Associate intendono iniziare e condividere un percorso volto a valorizzare e rafforzare le aziende del settore Arti Grafiche, anche non associate, che operino secondo criteri consoni ad una corretta crescita del settore e alla tutela dell'intera filiera.

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“Il blu nasce dalla quantItà d’arIa IllumInata, posta tra le tenebre sempIterne e la terra”.

Leonardo da Vinci

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Variazioni sul tema del blu di massimo caiazzo


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come scrive Goethe, nell’antichità i colori erano “mobili e oscillanti” e anche dal punto di vista linguistico non erano definiti con esattezza. I linguisti-antropologi berlin e Kay, nel 1969, analizzando i nomi dei colori nelle diverse culture riscontrarono come buona parte delle civiltà antiche non distinguevano il blu dal verde e usavano un’unica parola per definirli. I blu più conosciuti nell’antichità erano l’egizio, il maya e il lapislazzuli. documentato sin dal III millennio a.c., il blu egizio fu il primo pigmento sintetico della storia. si diffuse prima in oriente, poi nell’antica Grecia e successivamente giunse ai romani che lo usarono in tutto l’impero. In greco antico, la parola kyanos (radice di ciano) indicava una tonalità scura che va dal blu al verde, mentre il termine glaukos si riferiva al brillante colore del mare. la parola blu trae la sua origine etimologica da blâo nell’antica lingua dei Franchi che a sua volta deriva addirittura da blawa che invece significa biondo.

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resta un mistero il fatto che per definire il blu venga usata una parola che si riferisce alla gamma del giallo (anche in latino flavus significa giallo). probabilmente il termine blu è frutto di un incrocio con qualche radice finora non individuata.

Variazioni in blu effettivamente è arduo definire il blu, anche perché la sua gamma è tra le più ampie e include tonalità come celeste, azzurro, ciano, blu pavone, blu cobalto, blu elettrico, blu oltremare, blu zaffiro, blu di prussia, blu cina, blu ceruleo e blu notte.

“il blu può essere considerato una sorta di conciliatore fra tutti i colori”. (Frank H. mahnke)

a livello percettivo la gamma del blu risulta ottimale perché si imprime direttamente sulla retina. proprio da questa peculiarità fisiologica deriva il caratteristico effetto rilassante del blu. concludendo, possiamo affermare che nel corso dell’evoluzione umana il nostro apparato percettivo si è adattato alla sua forte presenza in natura. In associazione d’idee con il cielo, il blu assume una valenza mistica: in cina simboleggia l’immortalità e in oriente protegge dagli influssi negativi; nella cultura ebraica ha un significato profondo, associato ai dieci comandamenti; nella religione cristiana è il colore della vergine maria e rappresenta la pace e la virtù.

Sebbene nei mosaici paleocristiani vi sia già una grande quantità di blu, è solo a partire dall’XI secolo che la sua intera gamma si afferma nell’arte. un’ascesa che culmina nel rinascimento quando si dipingeranno di blu anche piccoli particolari realistici, come abiti, drappeggi e strutture architettoniche.


Il blu di Giotto era ottenuto dall’azzurrite che proveniva dall’Afghanistan. l’intera cappella degli scrovegni è sormontata da una volta stellata di un blu delicato: Giotto lo dava a secco, a calce asciutta, quindi è estremamente fragile. l’uso del blu segna la svolta determinata da Giotto, che lo sceglie come sfondo, preferendolo all’allora consueto oro.

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Nell’iconografia cristiana medievale la veste della Vergine assume i toni del blu. risale a questo periodo il “blu di chartres” caratteristico colore delle vetrate dell’omonima cattedrale. un blu luminoso ottenuto colorando la pasta di vetro con dell’ossido di cobalto.

Massimo Caiazzo, presidente di IACC Italia l’unica organizzazione accreditata da Iacc International - la più autorevole associazione finalizzata alla formazione di color consultant e progettisti del colore - è Iacc Italia presieduta dal professor massimo caiazzo. ogni anno Iacc Italia organizza seminari e corsi per chi desidera accostarsi per la prima volta al colore nella progettazione, ma anche per chi vuole approfondire le sue conoscenze sull’argomento. Il corso biennale si articola in 4 seminari che si svolgono ogni anno a milano presso la scuola politecnica di design. Il prossimo si terrà nel febbraio 2016 e approfondirà gli effetti biologici della luce sulla progettazione cromatica di edifici, uffici, scuole, oltre a numerosi contributi sulla cultura del colore nel marketing, nella grafica e in scenografia. È possibile pre-iscriversi (info: www. iacc-italia.org o tel. 327 1710228). I seminari comprendono lezioni teorico-pratiche e affrontano tutti i temi della progettazione cromatica. I docenti sono di altissimo livello e di fama internazionale.

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Il ruolo marginale del blu nella storia dell’arte e la sua assenza in molte lingue antiche hanno spinto numerosi studiosi dell’ottocento a domandarsi se gli uomini dell’antichità fossero in grado di vedere il blu. prima della sintesi chimica dei colori, l’uso del blu era limitato perché il procedimento per ottenerlo con il lapislazzuli era molto costoso.

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Nel 1901 ha inizio “il periodo blu” durante il quale pablo picasso dipingerà tele impregnate di malinconia e tristezza che raffigurano soprattutto emarginati: poveri, mendicanti e prostitute. un blu freddo ed intenso scelto da picasso non solo per la sua forza espressiva, ma soprattutto per la valenza psicologica.

Pablo Picasso, “autoritratto” (1901); “The old guitarist” (1903)

Il Blues è l’unico genere musicale che si identifica con il nome di un colore. Il blu della notte, della malinconia, dell’intimità e della profondità dei sentimenti. tuttora, nell’inglese contemporaneo “being blue”, vuol dire essere triste. I nudi blu di Matisse, realizzati con la tecnica del collage, da lui definita “dipingere con le forbici”, evocano la recondita sensualità del blu carica di PB59 languida fluidità.

Henri Matisse, “Palma bianca su fondo blu” (1947); “nudo Blu i” (1952)


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nell’ambito della comunicazione, il blu è in assoluto il colore che riscontra più preferenze: infonde fiducia e sicurezza e per questo, in politica come in pubblicità, quando si vuole ispirare la massima approvazione, si ricorre a toni che vanno dagli azzurri ai blu. nell’interior design il blu va usato con cautela poiché, essendo un colore freddo, può influire sulla percezione climatica di un ambiente o evocare una sensazione di eccessiva quiete. un soffitto celeste conferisce leggerezza, creando un’atmosfera fresca e soave. un pavimento blu chiaro influenza la motorietà positivamente, mentre uno troppo scuro trasmette lentezza e pesantezza.

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Il blu è un colore sobrio ed elegante, adatto ad ogni contesto, anche a questo si deve la straordinaria diffusione del jeans. Il denim è un tessuto che in base all’usura delle fibre si schiarisce, attraversando nel tempo l’intera gamma del blu. Il blue jeans è universalmente condiviso, al di là di ogni appartenenza sociale, geografica, di genere o di età.

Comunicare con il blu

Itten cita diversi esperimenti che dimostrano come se all’interno di un ambiente dominano colori freddi, specie se blu, la temperatura percepita sia più bassa. un esperimento condotto nel 1971 da scheurle, evidenzia invece come dopo un certo lasso di tempo, due partecipanti avvertivano più caldo nella stanza blu. scheurle ipotizza che, siccome il corpo umano tende sempre ad adattarsi all’ambiente, la sensazione di caldo era una normale reazione dell’organismo. Il blu influisce anche sulla percezione del trascorrere del tempo. nel corso di alcune sessioni sperimentali, i soggetti che si trovavano all’interno di ambienti blu ebbero la sensazione che il tempo scorresse più lentamente, il contrario avvenne in ambienti dai colori caldi. un esperimento condotto nel 2014 presso l’università dell’arkansas, ha dimostrato come il blu possa attenuare l’appetito. ai 112 partecipanti, divisi in varie stanze illuminate con diverse luci (bianca, gialla e blu) non venne servita la cena. Il mattino seguente, a colazione, nonostante il cibo fosse giudicato da tutti saporito, chi aveva fatto colazione nella stanza con la luce blu aveva mangiato di meno. l’esito dell’esperimento è determinato dal fatto che il blu, è poco presente in ambito alimentare e sin dalla preistoria ha indicato cibi potenzialmente tossici o deteriorati.

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L’ecceLLenza itaLiana briLLa anche neL firmamento internazionaLe degLi hoteL di Lusso. Questa voLta si tratta deLL’hoteL hYPerLinK ‘httP://www.sevenstarsgaLLeria.com/ita’ seven stars gaLLeria di miLano, L’unico (reaLmente certificato) con ben 7 steLLe,che si sviLuPPa in 580 metri Quadri. La suite Più imPortante costa 15.000 euro a notte. abbiamo intervistato aLessandro rosso, iL fondatore di Questo imPero deL Lusso osannato da tutti i media deL mondo.

nel cuore di milano lusso allo stato puro

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di achille Perego

il lusso? si riconosce anche, e soprattutto, dai piccoli dettagli. esclusivi e personalizzati. Perché concedersi e vivere esperienze non alla portata del portafogli di tutti non significa solo mettere al polso un orologio cartier o un Piaget, indossare un capo di Prada o esibire una borsa gucci. il lusso, quello vero, che esige più la privacy dell’ostentazione, e regala momenti unici, significa anche entrare in una camera d’albergo senza un numero ma un semplice codice e trovare sul tavolo i fiori preferiti e in bagno il profumo di cui non si può fare proprio a meno, dormire in un letto con le lenzuola di lino o di cotone, a seconda dei gusti, indossare, dopo la doccia, l’accappatoio della propria taglia e non quello standard che magari ha le maniche che arrivano al gomito e leggere sul menù, sulle directory o sulla mappa e la guida della città, il proprio nome. ovviamente ben visibile anche su una dotazione di biglietti da visita personalizzati. certo per entrare in questo mondo bisogna scegliere l’ec-

cellenza – e il lusso – di un hotel veramente particolare che in fatto di stelle ne conta addirittura sette. L’hotel più lussuoso del mondo, che può davvero fregiarsi di questo esclusivo marchio stellato rilasciato dalla prestigiosa società svizzera di valutazione sgs, non si trova, come potrebbero pensare in molti, a dubai, Londra, Parigi o new York, ma nella galleria vittorio emanuele di milano. si chiama seven stars e la sua storia, recentemente raccontata anche dalla prestigiosa rivista americana Forbes, è cominciata nel 2007 nel cuore di milano, vista duomo, in uno dei palazzi più rappresentativi della città. una storia intrecciata con quella di alessandro rosso. classe 1959, torinese di nascita e milanese d’adozione, cognome che rimanda alla famiglia fondatrice del tour operator, anch’esso esclusivo, franco rosso, alessandro rosso ha costruito negli anni l’omonimo gruppo leader di mercato (con circa 150 milioni di euro di ricavi e 350 professionisti) in un perimetro d’attività che

spazia dai viaggi incentive ai team building, dalle convention all’editoria, ai progetti di comunicazione, dagli eventi ai congressi scientifici. senza dimenticare l’attività legata ai viaggi e al turismo, con un ruolo da protagonista anche per l’expo e l’acquisizione due anni fa dei tour operator best tours e Kuoni, con la nascita di best tours italia e la catena degli hotel townhouse. La prima boutique hotel fu aperta a milano nel 2001 da alessandro rosso e ornella borsato e da quel momento, racconta lo stesso alessandro rosso, townhouse è diventato sinonimo di unicità, fascino, lusso ed esperienze uniche. con il fraim ‘una casa lontano da casa’. negli anni sono proseguite le aperture da milano a torino e poi ancora milano, dal duomo 21, uno dei più esclusivi ristoranti & lounge bar del capoluogo lombardo, al townhouse duomo by seven stars. che in questi anni ha aumentato, galleria compresa, la sua disponibilità d’accoglienza senza rinunciare alla vocazione


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PB59 Alessandro Rosso presenta il volume “Galleria Vittorio Emanuele”, edito da Idea Books. Il Seven Stars è il nuovo simbolo della Galleria milanese.


tendenze

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Prodotti e servizi diversificati

alessandro rosso group: un gruppo di professionisti con trent’anni di esperienza nel settore dell’incentivazione, oggi è leader di mercato e offre prodotti e servizi diversificati: dai viaggi incentive ai team building, dalle convention ai progetti di comunicazione, dagli eventi ai congressi medico-scientifici. alessandro rosso group ha trasformato i suoi prodotti e servizi in soluzioni pensate per soddisfare le esigenze delle aziende e si propone oggi come partner, offrendo qualificati e specifici strumenti professionali, economici, strategici e organizzativi. Know-how, diversificazione, innovazione, competitività di un grande gruppo, fanno di alessandro rosso group il marketing global Partner ideale. nel 2013, con l’acquisizione di Kuoni italia e best tours, oggi best tours itaLia, alessandro rosso group è entrato a far parte anche del mondo dei tour operator diversificando ulteriormente mercati e target di riferimento. Le sedi: milano, torino, firenze, roma, napoli, shanghai, Philadelphia. www.arossogroup.com www.besttoursitalia.it

Privacy, eleganza, personalizzazione dei servizi, ospitalità di gran classe. Le decorazioni degli interni (fotografati nelle diverse pagine della brochure) combinano design d’avanguardia e tradizione, eleganza PB59 classica e tecnologie.

originaria. Quella di una lussuosissima casa privata dove il nome degli ospiti, sottolinea rosso, “rimane rigorosamente celato” agli occhi indiscreti, a partire da quelli dei giornalisti. Perché, dal mondo dell’economia a quello dello spettacolo, chi può permettersi di pagare per una camera oltre 1500 euro a notte e salire fino ai 15 mila euro della suite principale (da

oltre 500 metri quadrati) non ama far sapere dove alloggerà. ma sa invece che riceverà un trattamento ‘speciale’ in una ‘casa di lusso’. ogni ospite infatti, precisa rosso, è seguito da un maggiordomo personale che può parlare ogni lingua straniera (la comunicazione in camera, compreso il menù ideato dallo chef alberto citterio, può essere preparata in ben

27 lingue diverse) e diventa un efficiente personal assistant e un prezioso event planner per prenotare i migliori ristoranti, accompagnare l’ospite al jet privato, visitare in sessione privata L’Ultima Cena leonardesca, organizzare un evento importante (persino l’incontro con sindaco o assessori) e godere di uno shopping esclusivo magari scegliendo scarpe, bor-


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se o abiti con il consiglio diretto del grande stilista. a così tanto ‘lusso’ corrisponde invece una comunicazione, se si può dire, minimal. “il nostro punto di forza è rappresentato da internet, dai siti seventstars galleria.com e townhouse hotels.com dove è possibile effettuare la prenotazione diretta alla presenza nei social network, da facebook a Linkedin

a twitter”. un passaparola digitale premiato dai giudizi (con le migliori classifiche degli utenti di tripadvisor, a cominciare dal primato assegnato al townhouse 70 di torino) e rafforzato da una comunicazione che punta sui redazionali e sugli opinion leader. destinatari, come una scelta categoria di ospiti – tra cui i capi di stato – di un vero e proprio

fiore all’occhiello diventato oggetto del desiderio. il volume Galleria Vittorio Emanuele, edito da idea boooks, per il quale è stata fatta una seconda ristampa. un volume confezionato in brossura cucita, 160 pagine stampate in 4+4 colori su carta patinata opaca da 150 grammi con due versioni: 13 millimetri per la versione agenda e 11,5 per la versione partners. il libro sulla galleria vittorio emanuele, di cui il seven stars è diventato un nuovo simbolo, con le suite tutte diverse e tutte allestite in modo personale ed elegante dall’architetto e. mocchetti e con la prestigiose sale del re, che hanno riaperto le porte proprio grazie alla ristrutturazione del gruppo rosso, fa parte del mondo degli stampati che in qualche modo – seppure la comunicazione è diventata sempre più digitale e lo sarà ancora di più in futuro a cominciare dalle brochure oggi disponibili in doppia versione, cartacea e online – caratterizzano un soggiorno nelle case-hotel di townhouse.

La copertina del volume “Galleria Vittorio Emanuele”, 160 pagine in brossura cucita, stampato su carta patinata da 150 grammi.

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menu, dispense informative, biglietti da visita, cataloghi, mappe, carta da lettera, bloc notes... tutti gli stampati del seven stars sono prodotti su carta riciclata e stampati con inchiostri rigorosamente PB59 green.

La carta, nelle sue mille forme, diventa interior designer con i wallpaper delle suite e delle camere prestigiose. non quelle del seven stars (“dove avevamo vincoli precisi da parte delle belle arti per la ristrutturazione e abbiamo dovuto mantenere e ripristinare i mosaici e gli intonaci originali”, spiega sempre rosso) ma di altri hotel, in particolare quello di torino (il townhouse 70 aperto nel 2006 e impostosi subito come il più grazioso boutique hotel della città), un rifugio raffinato per i viaggiatori più esigenti, dove gli allestimenti delle pareti, insieme con gli interni, sono stati curati da architetti di fama. il packaging, di carta o cartoncino, non trova spazio nella toelletteria dei bagni dove la personalizzazione – far trovare all’ospite il suo profumo, la sua crema, il suo shampoo preferiti – si abbina all’esigenza di minimizzare l’impatto sull’ambiente.

Quindi confezioni monodose sigillate (ma limitando al massimo l’ingombro del packaging, sia di cartoncino o di plastica) che fanno sentire a casa l’ospite. come il lavaggio delle lenzuola senza profumazione per chi soffre di particolari allergie piuttosto che l’allestimento di un desk di lavoro in camera se si tratta di un manager, o di una piccola palestra, con tanto di tapis roulant, se si tratta di un personaggio del mondo dello spettacolo che vuole sempre mantenersi in forma. coccolare, se così si può dire, chi sceglie di passare una o più notti nel seven stars, come negli altri hotel firmati townhouse, significa anche ricevere tutto quel che serve per vivere l’esperienza di una casa di lusso sempre personalizzata. Quindi, conclude alessandro rosso, con il proprio nome messo sulle directory, il menù, le dispense informative –

con fogli estraibili – i biglietti da visita e persino le classiche mappe della città di milano. un lavoro che, pur utilizzando (nel caso per esempio delle mappe) materiale esterno, viene svolto tutto all’interno del gruppo rosso, che ha anche una forte specializzazione nella comunicazione e nell’editoria. con un reparto grafico che, utilizzando proprie macchine da stampa digitali, prepara di volta in volta, per ogni ospite, la sua ‘carta’ personale. dal biglietto da visita, appunto, al notes per prendere appunti. e, ancora una volta, l’abbinamento del lusso con il rispetto dell’ambiente, fa sì che ogni ‘foglio’ che entra in un townhouse hotel sia stampato con inchiostri meno inquinanti e su carta riciclata, ma al tempo stesso ruvida e gradevole, perché anche al tatto si capisca che si sta vivendo un’esperienza ‘a sette stelle’.


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interviste

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Valeria Bucchetti

Quali sono le tendenze che ispirano il packaging? lo aBBiamo chiesto a Valeria Bucchetti docente di design della comunicazione VisiVa al politecnico di milano.

sostenibilità e trasparenza i trend del packaging

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di achille perego

rispondere alla domanda su come sia cambiato in questi anni il ruolo del packaging e su quanto sia cresciuta la sua rilevanza all’interno delle strategie commerciali e di marketing delle aziende (comprese quelle del lusso, dalle griffe della moda al mondo dei gioielli, dei profumi e degli orologi ma anche del food & beverage di alta gamma, dal cioccolato allo champagne) richiederebbe lo spazio di un saggio. come quello dedicato nei suoi libri da Valeria Bucchetti, professore associato presso il politecnico di milano dove è docente di design della comunicazione alla scuola del design. certamente, al di là del punto di vista (da quello dell’impresa a quello del consumatore e fruitore dei beni) con cui si affronta la questione, il packaging è diventato sempre più importante. Fino al punto che l’apparenza conti più della sostanza, quindi il contenitore più del contenuto? “negli anni – spiega Valeria Bucchetti – il consumatore ha

imparato sempre meglio a orientarsi nel linguaggio dei media e tra le strategie di spettacolarizzazione delle merci. ha acquisito il gergo del consumo. ma da lì ad affermare che l’apparenza debba diventare più importante del contenuto ce ne corre. credo che una buona comunicazione visiva debba essere capace di trasformare al meglio i valori effettivi del contenuto. e aggiungo che c’è sempre una maggiore attenzione da parte delle aziende a dotarsi di sistemi e dispositivi – quindi anche di imballaggi – idonei ad affrontare la crescita e il cambiamento del mercato. e quindi anche del consumatore”. Quali sono le attuali tendenze del packaging? È cresciuta la spettacolarizzazione del contenuto ricorrendo a diversi modelli retorici. abbiamo assistito a uno sviluppo costante delle forme di “messa in scena” del packaging accoppiato al suo contenuto, ma non è possibile individuare un’unica tendenza. dipende

dai comparti e dalle aree merceologiche. in questo senso si possono riconoscere trend espressivi ricorrenti. si pensi ai modelli comunicativi adottati per i prodotti “bio” o per quelli equosolidali. all’interno di uno stesso comparto possiamo trovare sottogruppi che condividono modelli comunicativi che si contrappongono a quelli di altri, pensiamo alla moda: dal lusso tradizionale a quello trasgressivo di marchi come dolce & gabbana. si può aggiungere però che si stanno manifestando tendenze trasversali. mi riferisco per esempio all’influenza che ha il parametro “sostenibilità”. così come sta crescendo l’attenzione verso la “trasparenza”, sia fisica, sia metaforica. una linea di lavoro seguita oggi da numerose aziende e prodotti. una tendenza espressiva che si riconosce chiaramente quando si entra in negozi che selezionano i propri prodotti per proporsi come modello (è quanto per esempio ha la pretesa i fare eataly). si intrecciano così livelli differenti di comunicazione: uno fortemente connesso agli


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Valeria Bucchetti è professore associato di disegno industriale presso il dipartimento di design (politecnico di milano); docente di design della comunicazione nel corso di laurea in design della comunicazione, del quale è coordinatrice, e di design della comunicazione e culture di genere nei corsi di laurea magistrale della scuola del design. Visual designer, laureata in discipline delle arti, musica e spettacolo (università degli studi di Bologna), dottore di ricerca in disegno industriale. È membro del consiglio scientifico del centro di ricerca interuniversitario culture di genere, del comitato di redazione della collana di design della comunicazione (Francoangeli), socia aiap (associazione italiana design della comunicazione visiva) dal 1989. la sua attività di ricerca si orienta in particolare negli ambiti dell’identità visiva e dell’identità di prodotto, dell’identità di genere e degli stereotipi comunicativi e, più in generale, dei sistemi di comunicazione visuali. ha vinto il premio compasso d’oro (1995) come co-autore del catalogo multimediale per il museo poldi pezzoli. È autrice di numerose pubblicazioni tra le quali: La messa in scena del prodotto (1999), Packaging design (2005), co-curatrice di Anticorpi comunicativi (2012), curatrice di Altre figure. Intorno alle figure di argomentazione (2011).

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interviste

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si riducono gli imballaggi complessi a favore di packaging monomateriali

Stranger & Stranger. Progetto di Kevis Shaw, Cosimo Surace, Guy Pratt, USA. Silver Pentawards 2012.

o fatti con più materiali separabili

Sotto: Jens Eide. Confezione per prodotti di macelleria. Progetto di Eia Grodal, Norvegia. Gold Pentawards 2011.

e sostenibili.

delle sue qualità percettive. per le bioplastiche però assistiamo sul mercato a contraddizioni e difficoltà. le aziende hanno fatto grandi investimenti su questi nuovi materiali ma non esiste un sistema di raccolta adeguato. Quindi, non essendoci ancora pratiche virtuose e non riscontrando effettivi risultati, questi investimenti perdono gran parte della loro efficacia. obblighi di legge e l’altro alle “buone pratiche” delle aziende che, anche con l’imballaggio, testimoniano l’adesione a valori come appunto quelli della sostenibilità e della trasparenza. anche se, anche a questo proposito, è molto difficile poter generalizzare.

PB59 Paper Design a cura di Alfonso Acocella, Altralinea Edizioni, 2014. La pubblicazione è stata realizzata grazie al sostegno di Comieco.

Quanto ha inciso la crisi sugli investimenti in packaging? C’è stata una riduzione dei costi? anche qui dipende molto dal prodotto. in generale si nota una maggiore sensibilità verso la riduzione degli imballaggi complessi, realizzati con più materiali. la tendenza è di an-

dare verso packaging monomateriali o con più materiali ma facilmente separabili. anche in questo caso torna in gioco il tema della sostenibilità e quindi della seconda giovinezza dei materiali. A livello proprio di materiali, quali sono le novità apparse recentemente nel packaging? la più rilevante riguarda i materiali biodegradabili come la bioplastica, fenomeno a cui aggiungerei, riferendomi alle lattine e ai contenitori di altri prodotti alimentari come le conserve, un incremento dell’alluminio anche in funzione

La carta e il cartoncino sono ancora protagonisti del packaging? mantengono un ruolo significativo e non hanno perso la propria importanza. semmai è sempre più esteso l’utilizzo di materiali non più vergini come risultato dei processi di recupero e riciclo. per il packaging in carta e cartoncino assistiamo alla tendenza – ben descritta nel recente volume Paper Design, una raccolta di più saggi sui trend in atto – di mettere al centro dell’esperienza del consumatore anche quella tattile e sensoriale, nobilitando il materiale. in questo senso la grafica e la stampa entrano in armonia


esibito il massimo virtuosismo delle tecniche di stampa e degli effetti speciali

con la superficie del materiale. se molte delle scatole realizzate in cartoncino hanno la superficie dell’astuccio interamente “rivestita” dalle composizioni grafiche, che con i loro segni non rendono più percepibile il supporto, altre invece sono caratterizzate da composizioni – parole e figure – che, grazie anche a inchiostri non coprenti, fanno sì che l’immagine grafica entri in contatto con il supporto facendo percepire il materiale e arricchendosi espressivamente da questa interazione. Veniamo al packaging dei prodotti di lusso: in questo settore quali sono le ultime tendenze? innanzitutto si dovrebbe partire dal concetto di lusso, una nozione variabile che cambia con l’evolversi della società e anche in base alle diverse fasce di popolazione. c’è un’idea di lusso che coinvolge ogni cosa: gli abiti, i viaggi, gli edifici, il cibo, i vini… e il packaging a sua volta partecipa alla costruzione di questo universo e spesso lo fa attraverso codici

39 interviste

nella profumeria e nella cosmetica viene

dall’utilizzo di carte particolari alla ricerca di forme inedite, di materiali in grado di stupire.

espressivi del passato. ci sono settori che più di altri lo evidenziano, pensiamo per esempio a quello dei vini e alle confezioni che devono trasferire l’esclusività del contenuto. ma l’imballaggio non ha sempre un ruolo da protagonista, per esempio nella moda. se acquistiamo una borsa ritenuta di lusso ci viene consegnata più frequentemente in un sacchetto di tessuto, magari pregiato, avvolta poi in una velina o protetta in una scatola (che ricorda i prodotti di legatoria artigianale) per essere infine posta in uno shopper. se invece pensiamo ai gioielli o agli orologi le soluzioni sono ancora molto spesso ricercate all’interno di canoni classici: l’astuccio in pelle con l’interno di velluto, la radica, il raso ecc.

Dove si vedono di più gli effetti del packaging di lusso? senza dubbio nella profumeria e nella cosmetica. nell’universo della cosmetica ci sono prodotti di alta gamma, che non si possono a tutti gli effetti definire di lusso, ma che esibiscono confezioni che vogliono “occupare” quello spazio. troviamo imballaggi particolarmente curati e ricercati che richiedono un livello di investimento elevato. astucci stampati in bianca e volta (dentro e fuori), trattati con vernici uV e trasparenti, impreziositi con oro a caldo, con goffrature e marchi a secco. realizzazioni fuori da quelle standard che sottendono un lavoro accurato e raffinato. in pratica viene esibito il massimo virtuosismo delle tecniche di stampa e degli effetti speciali.

In fatto di forme e colori del lusso, quali sono quelli oggi più di moda? anche qui è impossibile delineare un’unica tendenza. Basta pensare all’ultima settimana della moda a milano per osservare come coesistano sollecitazioni tra loro in contrasto, ma affiancate e capaci di coesistere. allo stesso modo nel mondo del packaging che rispecchia valori e linguaggi di soggetti diversi e che possono spaziare da quelli minimalisti nei quali impera la trasparenza e la leggerezza ad altri barocchi, scenografici e costruiti sulle ridondanze.

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5+1 MUST per...

OTTeNere UNO STAMpATO perFeTTO

stampa

COMe Si FA A OTTeNere UNO STAMpATO SeNzA diFeTTi? QUAli SONO le ACCOrTezze dA SegUire Nelle vArie FASi di lAvOrAziONe, dAllA FOrNiTUrA dellA CArTA e dei File AllA STAMpA, dAllA verNiCiATUrA AllA legATUrA FiNO Alle vArie NObiliTAziONi? lO AbbiAMO ChieSTO Ad AlCUNi eSperTi dellA FilierA di prOdUziONe. eCCO i CONSigli e i “TrUCChi” Che Ci hANNO SvelATO. di lOreNzO CApiTANi

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stampa

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2. STAMpA

www.iStockphoto.com

«Sono due gli aspetti importanti per produrre stampati di qualità» spiega daniele paina, responsabile stampa dello stabilimento di pioltello di rotolito lombarda. Ovvero «la metodologia e la conoscenza del mezzo che si usa (da cui deriva una corretta gestione)». il panorama attuale offre infatti una «una vasta gamma di tecnologie di stampa; ognuna di esse deve essere utilizzata per il prodotto più adatto alle caratteristiche stesse della macchina sia per il livello qualitativo che la macchina è in grado di soddisfare sia per la convenienza economica. più nello specifico, per quanto riguarda le metodologie, nella maggioranza dei casi quelle suggerite dai fornitori sono sufficienti per gestire

1. preSTAMpA

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Cominciamo dall’inizio: ovvero dalla fase di preparazione dei file, la prestampa. di cosa non può fare a meno un bravo fotolitista? Antonio brachetti, managing director di Adda Officine grafiche identifica tre processi indispensabili in prepress per ottenere un buon risultato in sala stampa: «prima di tutto bisogna identificare gli elementi: tipologia di carta, lineatura, tipologia di stampa (offset, roto-offset, rotocalco, digitale…); quindi la conversione e rielaborazione con relativo adeguamento

dei profili colore iCC da assegnare in input alle singole immagini. È importante che questa fase sia eseguita da operatori professionali con esperienza cromatica, conoscenza di profili iCC e la sensibilità necessaria ad analizzare ogni singola immagine da qualsiasi fonte provenga e per qualsiasi prodotto (moda, carnagioni, paesaggi, mobili, auto…). infine è indispensabile realizzare una prova colore certificata che riproduca al meglio lo spazio colore iSO della macchina da stampa».

Antonio Brachetti, managing director di Adda Officine Grafiche.

al meglio le macchine da stampa e per raggiungere i migliori risultati di qualità e produttività». È comunque utile creare con i fornitori di macchinari una «collaborazione e delle partnership che consentano scambio di informazioni e di esperienze». Spesso poi ci si trova, e non è raro, ad «affrontare problematiche o richieste non contemplate in una produzione di tipo “standard”; tuttavia la maggior parte di queste problematiche sono già state affrontate e risolte in passato ed è quindi importante mettere in campo conoscenze ed esperienze già acquisite per arrivare al risultato migliore nel minor tempo possibile evitando sprechi di materiali».


Quando si passa alla verniciatura, la prima cosa da fare è scegliere adeguatamente il tipo di vernice: offset o serigrafica. «la differenza tra i due sistemi» spiega Claudio parietti, Sales & Marketing Manager print Finishing di li.to.ver, «è nella quantità di prodotto che si riesce ad applicare: in offset sono circa 4 - 5 g/mq mentre in serigrafia possiamo arrivare anche a 40 g/mq, con gradi di lucido e spessori completamente diversi. importante è il tipo di carta scelta che deve avere una superficie chiusa e liscia per poter ottenere il massimo del risultato. Un buon verniciatore deve saper scegliere la giusta viscosità della vernice, in particolare quando dobbiamo verniciare con il processo serigrafico: se abbiamo bisogno di lavorare su supporti plastificati o molto chiusi, la vernice dovrà essere più liquida in modo da potersi stendere bene prima della polimerizzazione; se invece dobbiamo lavorare su supporti assorbenti o dobbiamo creare alti spessori, la vernice dovrà essere più densa e corposa in modo da non riuscire a penetrare nel supporto prima della polimerizzazione. Fondamentale in ogni caso per l’effetto finale è partire da una giusta impostazione del lavoro: è il gioco tra lucido e opaco che porta ad avere i risultati migliori».

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3. verNiCiATUrA

Un prodotto “semplice” trasformato in “gioiello” attraverso successive lavorazioni: stampa con inchiostri UV (per una totale essicazione) su carta naturale bianca; stampa a caldo (foil argento e oro); verniciatura UV lucida spessorata (per evidenziare i dettagli); incollature serigrafiche (per accoppiare materiali diversi); fustellatura in platina (per tranciare alti spessori); taglio argento a caldo (per ottenere la labbratura argento lucido).

4.NObiliTAziONi

photo courtesy B&B Italia

«Ciò di cui non si può fare a meno per ottenere un buono stampato parlando di nobilitazioni? be’, mi viene da dire… proprio le nobilitazioni» sostiene damiano viscardi, amministratore di Ondultecnica, che spiega: «è questa la mission del nobilitatore: dove la stampa non arriva, si ricorre alle diverse nobilitazioni per creare quell’effetto particolare voluto, soprattutto se stiamo parlando di tridimensionalità: la stampa per definizione è bidimensionale, servono serigrafia spessorata, caldo, embossing eccetera per dare volume, per ricreare l’effetto di superfici e materiali diversi,

dalla pelle alla pietra. la chiave è affidarsi a un esperto che sappia scegliere la tecnica più adatta per ottenere un certo risultato». Concorda Umberto Calloni, Ad di guatteri & visual project: «i nostri prodotti sono sempre pensati e ideati insieme mixando le tecniche di stampa e nobilitazione; ove possibile uniamo fantasia, stampa e cartotecnica anche in prodotti inizialmente banali per proporre sempre qualcosa di unico o difficilmente ripetibile. Ciò ovviamente richiede una conoscenza perfetta di materiali e tecniche».

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+1. lA CArTA

5.legATOriA

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«Quello che serve per essere un bravo fabbricante di un prodotto come il libro è un insieme di banalità condito con attenzione e buona volontà» racconta giulio Olivotto, presidente di lego group. «il risultato del lavoro di legatoria è un prodotto dove l’estetica è essenziale. il legatore però non influisce, se non in rarissime eccezioni, sul design del prodotto, ma soltanto sull’esecuzione. Sceglie un numero limitatissimo di prodotti costitutivi del libro (cartone, filo, colla, rinforzi del dorso) e, se non integrato con uno stabilimento di stampa, può essere costretto dal committente a piegare i fogli in modo diverso da come avrebbe voluto scegliere. Non sempre quindi un “buon libro” diventa anche un “bel libro”.» Cos’è dunque un “bel libro” dal punto div ista del legatore? «innanzi tutto è stato progettato con il tipo di carta “giusto” per il libro specifico. la carta per le riviste non va bene per un libro d’arte e un romanzo non sarà stampato sulla carta usata per uno scolastico. l’impostazione di piega, oltre alla grammatura e alla “mano”, porterà a segnature più o meno spesse e questo determinerà l’estetica del dorso, se il libro è cucito. Se il libro è una brossura scolastica è indifferente, se è un romanzo da collezione con una copertina di lusso il dorso è fondamentale. Quindi il bel libro dipende, prima di tutto, dal progetto fisico oltre che grafico. poi il legatore ci mette del suo: deve ridurre al minimo le tolleranze tipiche di ogni lavorazione e togliere dalla tiratura le copie qualitativamente sub-standard (più numerose di quanto il compratore medio percepisca). in sintesi, un libro legato bene dovrebbe avere: una buona preparazione del dorso (abbastanza solido da non muoversi come un budino quando si prende in mano e abbastanza morbido da aprirsi agevolmente quando si mette sul tavolo); se il dorso è tondo, un tondo un po’ pronunciato che tenga la forma; un canaletto preferibilmente profondo e ben marcato; un taglio trilaterale squadrato correttamente, senza segni di “denti” sulla lama o masticature di lame “stanche”; unghie regolari né troppo ampie né troppo strette in funzione della dimensione del libro; se c’è trancia deve essere ben definita, senza sbavature, ben coprente, quanto più profonda il materiale consenta». insomma, conclude Olivotto, «il buon legatore deve avere le doti della buona massaia: pazienza, puntualità, attenzione al dettaglio, costanza, propensione all’ordine, velocità e praticità, desiderio di soddisfare le esigenze del proprio interlocutore».

Ma non si può ignorare un’altra componente: il supporto, cioè, quasi sempre, la carta. di cosa non si può fare a meno per far sì che questa non pregiudichi il risultato finale? Michele posocco, brand manager di Favini, sostiene che «la carta non è ne più ne meno che uno dei vari elementi in gioco… bisogna quindi trovare la giusta armonia tra carta, prestampa, inchiostri, immagini per arrivare all’effetto voluto. Se si vuole ottenere un prodotto vintage o naturale di certo eviterei di stampare su una patinata lucida, sceglierei una carta naturale, meglio se con contenuti sostenibili che aggiungano valore al prodotto finale, quali green energy, riciclo post consumo, materiali alternativi. Se invece voglio stampare un catalogo di macchine supersportive, meglio scegliere un carta patinata ad alto lucido, modificare i file ad hoc e aggiungere una buona vernice lucida per risaltare la brillantezza». riassumendo, quindi, «i due must in quanto a carta per ottenere un buon stampato sono scegliere la carta adeguata al messaggio che si vuole trasmettere e affidarsi a dei buoni professionisti della grafica e della stampa che sappiano interpretare la carta al meglio».

“La chitarra suona bene se tutte e sei le note sono accordate, basta anche una sola corda scordata e il suono non è armonico, piacevole. Lo stesso per quanto riguarda un prodotto stampato”. Michele Posocco, brand manager Favini


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DETTAgLi che fanno la differenza

materiali

&tecniche

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BIGLIETTO D’INVITO... DA COLLEZIONE

MADE dà voce agli ingranaggi di Patek Philippe

“Abbiamo lavorato con i guanti, allo stesso modo in cui operano gli abili artigiani che montano gli orologi destinati all’esclusiva clientela di Patek Philippe”. Luciano Rossi - MADE.

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Quando si parla di progetti esclusivi e di richieste impossibili, in MADE gli occhi brillano e il sorriso si distende. “Tanto più è ambizioso il progetto del cliente, tanto più diventa stimolante per noi realizzarlo!” afferma Luciano Rossi, titolare di MADE, società di print management specializzata nella realizzazione di stampati celebrativi e cadeau cartotecnici che rasentano la produzione artistica.

Una vera e propria produzione sartoriale: ogni progetto viene studiato e ingegnerizzato sulle specifiche del cliente e l’esclusivo invito di Patek Philippe qui presentato lo dimostra. Realizzato in ottanta pezzi numerati, riservato a una stretta cerchia di collezionisti dell’esclusiva clientela, si compone di invito e cartoncino di cortesia (RSVP). L’invito è un quartino in formato chiuso di mm 148 x 205, con apertura a libro e due alette laterali delle stesse dimensioni richiuse a finestra. Si tratta di un sandwich a cinque strati ottenuto per accoppiamento di due cartoncini monogetto, di pura cellulosa, esternamente rivestiti da due cartoncini Cordenons Natural Evolution. Dal centro del blister fuoriescono le alette in Pergamenata Fedrigoni da 110 g che sporgendo in controdorso formano le alette da risvoltare. Stampato in sola trancia a caldo, in bicromia a tinte pastello e metallizzate (nero e bronzo), riproduce tra l’altro il testo dell’invito, nella cui composizione alcune lettere sono state sostituite da par-

ticolari meccanici degli orologi. E non si intende la riproduzione fotografica di alcuni particolari, ma da veri componenti fisici reali, viti e ingranaggi, individuati fra le centinaia che compongono il meccanismo di funzionamento. Anche le alette in Pergamenata sono stampate a caldo in lamina bronzo, come pure il cartoncino di cortesia, anch’esso realizzato con un cartoncino monogetto in pura cellulosa accoppiato a una Cordenons Natural Evolution da 140 g. il tutto era racchiuso in una busta coordinata, studiata ad hoc con un passpartout (una sorta di cornice interna) di compensazione dello spessore degli inserti metallici. La busta è stata ottenuta in cartotecnica con una Cordenons Natural Evolution da 320 g, stampata sempre a caldo in bicromia. in totale sono ben 14 i cliché realizzati per questo straordinario invito. MADE offre ai propri clienti (agenzie, clienti finali ma anche qualche nota cartiera) il proprio bagaglio di competenza tecnica selezionando le migliori abilità artigiane e industriali italiane per l’esecuzione delle commesse. “Tutte le nostre produzioni vengono realizzate interamente ed esclusivamente in italia, sotto la nostra diretta supervisione. i nostri clienti all’estero sono consapevoli che la cura del dettaglio, la qualità, a condizioni di prezzo adeguate, che siamo in grado di garantire in italia non trovano paragone altrove”.


DETTAgLi

COORDINATI

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che fanno la differenza

&tecniche

Bulgari Cadeau realizzato da Grafica Metelliana

L’omaggio di Bulgari si compone di un astuccio a 4 alloggiamenti interni per folder e buste.

Un prezioso omaggio incentive per i propri retailer. Questo lo scopo del coordinato realizzato da grafica Metelliana per conto della nota firma romana, che ha progettato un astuccio in cartoncino teso in formato chiuso 28,4x28,4 cm per 2 centimetri di altezza, realizzato con un sandwich ottenuto per triplo accoppiamento di due carte Fedrigoni Sirio Color Pietra da 140 grammi con un’anima in cartoncino Cenere da un millimetro. L’astuccio, al suo interno, si compone di quattro alloggiamenti realizzati in Sirio Color Pietra 290 grammi atti a contenere due folder, un set stationary composto da cinque cartoncini in 21x10 cm,

venti cartoncini in formato 11x11 cm e cinque buste coordinate 22x11 cm. Le fettucce in raso nero, incollate in ognuno dei vani, facilitano il sollevamento dei cartoncini e del materiale ivi inserito, mentre la fettuccia di confezionamento esterno è in colore Pantone 691. Tutte le stampe sono realizzate in stampa monocromatica serigrafica con verniciatura UV spessorata e fustellate.

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materiali

&tecniche

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DETTAgLi che fanno la differenza VARIETà DI pACkAGING

L’Oro nero di Modena abbigliato da Formagrafica di Coptip Citato nei registri storici della famiglia d’Este come ‘balsamico’, panacea di tutti i mali, nel 1046 fu consegnato in dono al più potente dei signori del Regno italico d’allora, Bonifacio di Canossa. Questo a testimoniare che “l’oro nero” di Modena, l’aceto balsamico, era oggetto di culto ma soprattutto di

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distribuzione – e quindi prevedeva un packaging – già oltre 1.000 anni or sono. Una tradizione che non si è persa nei secoli e che si rinnova in quanto riconosciuta come una delle eccellenze enogastronomiche d’italia nel mondo. Formagrafica, divisione grafico cartotecnica di Coptip, industria

Borse, astucci, forme cilindriche: sono diversi i packaging utilizzati per il noto aceto balsamico di Modena.

grafica multispecializzata modenese leader del territorio, ne veste le varie forme coprendo l’intera gamma degli stampati a supporto della commercializzazione del prodotto: dal packaging primario destinato a contenere le preziose bottigliette agli strumenti complementari per la comunicazione

di prodotto. Astucci in cartoncino teso, in varie fogge e dimensioni, packaging cilindrici (tubi rivestiti di diversi materiali, inclusi il legno e il metallo stampato in litolatta), ma anche tutti gli stampati a corredo, dall’immancabile etichetta ai collarini che accompagnano ogni singola bottiglia per fornire spiegazioni e consigliarne il modo d’uso che più ne valorizza le caratteristiche, alle shopper di contenimento. Con una produzione in volume di oltre 90 milioni di litri con un valore di mercato di oltre 600 milioni di euro, una quota export che raggiunge oltre 100 paesi nel mondo e supera il 90% della produzione totale, l’Aceto Balsamico di Modena igP, uno dei prodotti maggiormente apprezzati del made in italy agroalimentare, per valore è il quarto polo italiano. Prodotto da una sessantina di imprese, molte delle quali servite dalla divisione Formagrafica di Coptip, esprime com’è ovvio un forte bisogno di un posizionamento distintivo, che spinge i designer ad avventurarsi nelle soluzioni più disparate: dalle forme classiche radicate nella tradizione alle forme barocche che ne rievocano l’origine nobile, fino alle scelte minimaliste più recenti che concentrano l’attenzione sul prodotto o sulla marca, sposando praticamente ogni tipologia di carta speciale con grande vocazione alle marcate, alle naturali, alle goffrate, ricorrendo praticamente sempre alle nobilitazioni, necessarie a conferire al packaging il senso della preziosità del contenuto.


DETTAgLi

&tecniche

LIBRI ESCLUSIVI

Armani è vestito da Graphicom e Manifattura del Seveso “Un’opera autobiografica senza precedenti, un volume estremamente impegnativo per difficoltà esecutiva, che ha impegnato il nostro team tecnico per quasi un anno, sotto la supervisione diretta dell’autore, giorgio Armani. La pressione non è mancata, dovendo rispondere a un perfezionista instancabile, ma la soddisfazione per il risultato finale ci ha ampiamente ripagato”. È il commento evidentemente soddisfatto di Elena Rocco, responsabile dei servizi tecnici di RCS Libri, che ha coordinato gli attori del progetto affidato al gruppo vicentino graphicom, non nuovo a produzioni di questo tipo. il volume racconta per immagini,

fra bianco/nero e colore, fotografie, bozzetti, disegni e scritti, la parabola umana e professionale del grande stilista piacentino, considerato uno dei più influenti esponenti della moda internazionale, che per la prima volta si è raccontato. in formato di centimetri 25x32, di 576 pagine impresse con la massima cura nella riproduzione cromatica a cinque colori – quadricromia più colore corporate Armani,

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che fanno la differenza

il Pantone Warm grey – su carta Munchen Polar da 150 grammi e un inserto in Cordenons Modigliani da 170 grammi. L’edizione è stata realizzata in due versioni: l’edizione libreria è una confezione alla Bodoniana inserita in un cofanetto cartonato tradizionale, e un’edizione lusso a tiratura limitata. Nella foto l’edizione libreria, con volume alla Bodoniana, per i cui quadranti è stata impiegata

Il prezioso volume è disponibile in visione nel salone LuxePack presso lo stand di Manifattura del Seveso.

una Fedrigoni Arcodesign White da 300 grammi. Per l’edizione lusso, del tutto uguale a quella da libreria per contenuti, il cofanetto di contenimento ha uno sviluppo più articolato per contenere, oltre al volume, anche una preziosa litografia che riproduce un bozzetto dello stilista con firma autografa. L’edizione lusso è stata realizzata in 1.000 copie, numerate a mano, irriproducibili. in entrambi i casi il volume presenta una sovraccoperta in tela Canvas Extra, una tela in 100% cotone di peso medio ideale per confezioni editoriale di pregio, di Manifattura del Seveso, stampata in offset con alette cucite a vista a formare delle tasche nelle quali si infilano i due quadranti di copertina. Anche scatola e cofanetto sono stati rivestiti dello stesso materiale, con grafica coordinata. “Un progetto unico ed esclusivo”, afferma Francesco Vaia, che ha curato il progetto per Manifattura del Seveso, “per il quale non è stato trascurato il minimo dettaglio. Una prova di altissima professionalità da parte di tutti i protagonisti della realizzazione che bene rappresenta la cifra qualitativa dello stilista”.

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rubriche

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grandangolo Carte per il lusso Sappi e PrintCity vincono con gli imballaggi El drago

Volume con copertina cartonata rivestita in Kamosho®, tessuto della collezione Fontana Grafica che emula l’effetto di vera pelle scamosciata.

Tessuti High Touch di Fontana Grafica per il volume Patek Philippe

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Fanno parte della collezione Fontana grafica, le gamme di tessuti pregiati nabuka®, nappan®, Kamosho®, divenuti negli anni veri e propri brand per l’alta orologeria e gioielleria. negli ultimi tempi alcune aziende dell’industria grafica sono state tanto audaci da impiegarli anche per il rivestimento di edizioni pregiate. Un interessante progetto è stato quello realizzato dalla società alecom per il brand Patek Philippe: un elegante volume che racconta, passo dopo passo, la produ-

Un look esclusivo e d’impatto e produzione in linea: questi i due punti di forza del prestigioso imballaggio destinato alle bevande El drago, che ha fatto vincere a Sappi Europe e PrintCity (alleanza strategica di aziende che operano nei settori della stampa, dell’imballaggio e dell’editoria ) il prestigioso PrintSTar 2014. l’ambizioso progetto è stato coprodotto da Sappi e da quindici aziende aderenti a PrintCity alliance. obiettivo del lavoro: dimostrare le possibilità di un “imballaggio a valore aggiunto”. la confezione campione di El

zione dell’orologio grandmaster Chime limited edition, realizzato in occasione del 175° anniversario del marchio ginevrino. la copertina cartonata è stata rivestita in Kamosho®, tessuto che emula l’effetto di una vera pelle scamosciata, dal tatto setoso e morbido. la nobilitazione in oro in prima, dorso e quarta di copertina è stata fatta mediante stampa serigrafica. Per la riproduzione del meccanismo dell’orologio è stata eseguita una marcatura laser, a copertina già confezionata.

La particolare forma della confezione destinata alle bevande El Drago, con la sua filigrana smussata e lati curvi verso l’interno, è la base ideale per le finiture speciali.

drago è stata utilizzata per fornire ispirazione a produttori, designer, stampatori e stazioni di finitura di stampa. Ha dimostrato infatti, in maniera concreta, come le più avanzate tecnologie, i supporti e le lavorazioni speciali possano essere utilizzati in modo efficiente nel corso dell’intera catena produttiva. accoppiatura argento, stampa a caldo con lamina, pigmenti multicolori, vernici brillanti e opache, goffratura strutturale, in rilievo e a secco, sono gli elementi capaci di sottolineare i motivi esotici del drago.


Favini premiata per il luxury packaging Voya

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grandangolo Carte per il lusso

Icma lancia Sartorial Paper per l’alto di gamma In occasione di luxepack Monaco 2015 Icma, azienda italiana leader nella trasformazione e nobilitazione della carta, lancia il nuovo concetto di “sartorial paper”, servizio sviluppato per soddisfare le esigenze del mondo del lusso, in particolare del settore moda e accessori, cosmetici e profumi, gioielleria, orologi e vini. dal 1933 Icma ha sviluppato tecniche e ricerca nell’arte di nobilitare la carta, esperienza oggi rappresenta sia dal vasto campionario sia dalle innovazioni relative alle carte tecniche. Con oltre 100 colori e 80 texture, selezionate dall’archivio che ne comprende 250, Icma vuole fare proprio il linguaggio della moda, proponendo carte prêt-à-porter, che nascono dalla combinazione creativa dei colori, delle finiture e delle trame sempre disponibili, fino a spingere la ricerca all’estremo dell’originalità e dell’esclusiva con l’ideazione di carte “su misura”. “Sartorial paper” è un servizio reso possibile dalla ricerca avanzata sulle materie prime che vengono utilizzate per produrre effetti speciali sulla superficie di carte e cartoncini e dalle macchine la cui tecnologia è stata appositamente progettata. In mostra a luxepack, Stand da5 Hall diaghilev.

Ispira nella selezione di adI design Index 2015 Il campionario Ispira è stato selezionato nella categoria design per la comunicazione per adi design Index 2015, la rassegna annuale del miglior design italiano selezionata da adI, associazione per il disegno Industriale. Ispira swatchbook è inoltre uno dei protagonisti della mostra che presenta la selezione di 150 oggetti italiani prodotti nell’ultimo anno in ogni settore merceologico, dall’arredamento all’automobile, dai componenti per l’edilizia ai libri, prescelti per candidarsi al prossimo Compasso d’oro adi.

In occasione della manifestazione Packaging Innovations 2015, Favini ha presentato l’innovativo packaging ecologico di Voya, azienda irlandese di cosmetici organici, realizzati con l’utilizzo di alghe. Voya ha collaborato con Premier Paper ldt e con il settore ricerca & Sviluppo di Favini per la creazione di una carta prodotta con i residui di produzione dei propri cosmetici. Per la realizzazione della carta è stata parzialmente sostituita la cellulosa con i residui della lavorazione delle alghe: il risultato è una carta dal particolare effetto tattile, con i residui ben visibili sulla superficie. Il packaging VoYa è stato uno dei finalisti della categoria “Personal Care” del concorso luxury Packaging 2015, indetto dagli organizzatori della manifestazione.

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Black Pearl è una sfera in materiale riciclabile che mantiene sempre fresco il caviale Zwyer, conosciuto nel mondo per essere prodotto in un ecosistema sostenibile.

Green and chic packaging

L’intera industria del packaging è consapevole della sempre maggiore rilevanza della sostenibilità nella produzione di imballaggi. i consumatori, e di conseguenza i distributori, richiedono che i prodotti abbiano il minimo impatto possibile sull’ambiente. ciò si traduce, in sostanza, nell’utilizzo di imballaggi realizzati con materiali più sostenibili e nella garanzia che la confezione sia il più possibile efficiente. cioè quando assicura il giusto bilanciamento di diversi aspetti, quali un impatto minimo nelle aree di origine dei materiali, una produzione con impatto ambientale minimo, protezione del prodotto, efficienza di trasporto, buona presentazione, funzionalità e buone prospettive di fine ciclo vita, riciclo o biodegradabilità. tutto ciò rappresenta già di per sé una sfida per l’industria dell’imballaggio dei prodotti di uso quotidiano; sfida che diventa ancora più difficile quando si tratta del mercato dei beni di lusso. infatti, nonostante vi sia una maggiore sensibilità dei consumatori rispetto alla tematica ambientale, quando questi acquistano di Liz Wilks*

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Le strade deL Lusso e deL packaGinG ecoLoGico possono incontrarsi? sì, abbinando La ricercatezzadi un desiGn minimaLista (effetto Lusso) con L’utiLizzo di nuovi materiaLi separabiLi e sostenibiLi. ma non basta, in mezzo c’è La scintiLLa deLLa creatività. per proGettare packaGinG riutiLizzabiLi con aLtre funzioni.

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un prodotto di lusso continuano a desiderare un packaging di impatto e in linea col livello del prodotto acquistato. nonostante si stia affermando tra i consumatori una generale tendenza verso una maggiore attenzione per l’ambiente, tradizionalmente i marchi di prestigio e i rispettivi clienti hanno dimostrato di preoccuparsi più della funzionalità e dell’estetica dell’imballaggio piuttosto che della sua ecosostenibilità. dai cosmetici ai prodotti alimentari, ciò che caratterizza i prodotti di lusso è un packaging multimateriale che contribuisce a creare un’immagine complessiva “deluxe”. dunque la gran parte di questi imballaggi comprende l’uso di plastica e vetro metallizzati e molte altre tipologie di materiali che, sebbene connotino qualità e costo elevato, presentano complessità in termini di riciclo e possono avere un impatto ambientale maggiore sia per l’approvvigionamento del materiale da processare sia per la produzione di imballaggi. tuttavia, negli ultimi anni, nel packaging di lusso c’è stato uno spostamento verso pratiche più

Diventano borse, contenitori da appendere ripiani porta oggetti e anche altro. Sono le scatole delle scarpe Skins progettate in funzione di un’intelligente multifunzionalità.

rispettose dell’ambiente e un buon numero di produttori si sta impegnando per sviluppare soluzioni più sostenibili. ci sono alcuni semplici passi che i produttori dovrebbero fare: prestare attenzione al trattamento di fine ciclo di vita è uno di questi. in termini di design, il concetto “less is more” (meno è meglio) è sempre più diffuso e la tecnica di unire all’alta qualità dei materiali di imballaggio un aspetto esteriore minimalista, porta alla realizzazione dell’effetto luxury desiderato. osserviamo questa tendenza nel settore food & beverage, soprattutto per quanto riguarda prodotti di alta gamma che spesso offrono un’immagine semplice ma “genuina” con lo scopo di enfatizzare la provenienza del cibo che sta all’interno. i succhi naturali al 100% di Wild bunch & co. sono un esempio di questa tendenza: l’idea di sfruttare solo la bottiglia di vetro permette non solo di mettere in mostra il prodotto stesso, ma anche di definire il colore uniforme dell’involucro-bottiglia, con una varietà di colori inconsueti, a seconda del tipo di succo di frutta contenuto nella bottiglia, come elemento distintivo per dare carattere al packaging. ogni bottiglia della gamma di succhi ha gli stessi attributi basici e minimalisti con il logo Wild bunch & co. visibile nella parte inferiore del contenitore in vetro. Questa uniformità permette all’azienda di minimizzare i costi


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e di fornire un senso armonico all’architettura del brand. in più il tappo ermetico guarda già alla conservazione del prodotto e gioca un ruolo vitale nel mantenerne la freschezza. una volta finito il succo, la bottiglia è riutilizzabile incrementando così il suo carattere ecologico. ovviamente la soluzione non è sempre così immediata. L’imballaggio di cibi e bevande di lusso rappresenta di per sé una sfida. i materiali di imballaggio utilizzabili sono limitati a quelli che garantiscano la freschezza del prodotto e che soddisfino, chiaramente, i requisiti di salute e sicurezza. allo stesso tempo è necessario trovare il giusto bilanciamento tra carenza ed eccesso di imballaggio. mentre la carenza può tradursi in una quantità maggiore di rifiuti alimentari, un eccesso di imballaggio avrà certamente un impatto maggiore sull’ambiente. La chiave sta nell’innovazione dei materiali e nel trovare modi più sostenibili per svilupparli. un esempio di buona mediazione e di una soluzione a questa sfida è fornito da “black pearl” di zwyer caviar: un imballaggio di forma sferica prodotta interamente da materiale riciclato che mantiene il caviale al fresco per molte ore. il design è molto importante anche da un punto di vista funzionale. La possibilità di separare i materiali per il riuso e il riciclaggio, per esempio, è un aspetto significativo, specialmente nei

Dalla bottiglia all’etichetta alla chiusura sono cento per cento ecologici i materiali utilizzati per i succhi naturali di Wild Bunch & Co.

Tutto certificato e riutilizzabile il packaging della palette Occhi di Clarins. Compreso il pennello in legno di betulla da foreste sostenibili e setole in pelo di pony, allevati nel rispetto del benessere dell’animale.

Esclusivo, ricercatissimo eppure ecologico. È la nuova sfida del packaging. Dal food ai cosmetici, si progettano packaging capaci di coniugare sostenibilità e lusso. Come? La chiave è nell’innovazione: del design, dei materiali, della funzionalità dell’imballaggio.

casi in cui ci sia bisogno di combinare materiali differenti, come ad esempio nel packaging dei cosmetici dove è necessaria una sovrapposizione di più strati barriera. un esempio rappresentativo è la palette occhi the essentials di clarins. il prodotto si presenta con un packaging 100% sostenibile in linea con le materie prime biologiche, minerali ed estratti di erbe, utilizzate per gli ombretti che va a contenere: i materiali sono stati selezionati da materiale riciclato o certificato green in un’ottica di riduzione del volume, per minimizzare l’impatto ambientale. il pennellino doppio risponde a criteri durevoli: legno di betulla ottenuto da foreste gestite seguendo i criteri di sviluppo sostenibile, alluminio riciclato e setole in pelo di pony naturale prodotte nel rispetto del benessere dell’animale. La scatola della palette, in cartoncino 100% riciclato, inoltre, è riutilizzabile come astuccio glamour per matite. molti marchi hanno osservato che la confezione deluxe fornita insieme al prodotto spesso

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packaging

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continua a essere utilizzata dal consumatore, anziché essere scartata. Le scatole di scarpe di alta gamma sono un chiaro esempio di packaging che rivive nel guardaroba del cliente anziché essere gettato, come accade all’equivalente più economico. Questa tendenza, oltre a rappresentare un’opzione di riuso, consente anche al brand di godere di una sorta di pubblicità permanente. una ragione in più per focalizzarsi sulla qualità più che sulla quantità. è questo il caso di skins, il concept di un brand di scarpe di lusso. il packaging nell’insieme presenta diverse funzioni: una borsa portatile, un contenitoreorganizzatore appendibile, un ripiano porta-scarpe che mantiene un significato anche dopo aver raggiunto l’obiettivo di trasportare scarpe e accessori dal negozio a casa. il packaging sottolinea ed esalta la multifunzionalità promuovendo sostenibilità e riduzione di scarti. infine, alcuni produttori, adottando un approccio diverso rispetto alla sostenibilità del packaging, presentano alternative interessanti. La gamma di saponi pangea, ad esempio, è in scatole di cartone stampato 100% riciclato, biodegradabile e “seminabile”, che ricordano nella forma le confezioni delle uova, contenenti semi di amaranto. una volta che la saponetta è estratta dal suo imballaggio, l’involucro di cartone può essere immerso nell’acqua per

Sia nei saponi Pangea che nei prodotti Jillian Wright il packaging contiene semi che, piantati in terra, fioriscono.

1Il Consumer Goods Forum

è una rete globale di settore che riunisce leader e senior manager di oltre 70 Paesi, provenienti da più di 400 aziende di produzione, distribuzione e fornitura di servizi, insieme ad altri stakeholder.

un minuto e piantato in vaso con della terra. nel giro di pochi giorni l’imballaggio inizierà a decomporsi e l’erba medicinale inizierà a sbocciare. La stessa tecnica è utilizzata dalla gamma di prodotti per cura della pelle Jillian Wright, confezionata in scatole di cartone impregnate di semi di fiori selvatici. è sicuramente possibile rendere il packaging di lusso più sostenibile ed è certamente una strategia premiante da perseguire. infatti, le stime di smithers pira prevedono una crescita di circa il 5% nel segmento del packaging di lusso generata principalmente dalla spinta alla personalizzazione del packaging e dall’attenzione alla sostenibilità. è dunque auspicabile per i marchi di alta gamma di rafforzare i loro valori, garantendo proposizioni di imballaggio di alta qualità in termini di sostenibilità. La risposta, spesso, consiste nel non complicare eccessivamente il processo e la chiave è quella di concentrarsi su materiali rinnovabili come il cartone, ove possibile. Le materie prime devono rispettare alcune norme, come l’approccio su tre fronti che ingloba politica di approvvigionamento, verifica e trasparenza della fornitura desiderata dal consumer Goods forum1. è necessario inoltre assicurarsi che la progettazione si traduca in un design efficiente con ottime prospettive di fine ciclo di vita quali il riutilizzo, il riciclo o il compostaggio.


Manifattura del Seveso


comunicazione d’impresa

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Lazzati Industrie Grafiche, viaggio nel colore Ci sono eventi pensati per emozionare nello spazio di un momento ed eventi destinati invece a sottolineare un momento di passaggio memorabile. Di quest’ultimo genere è certamente quello organizzato da Laura e Roberto Salmini, i fratelli che conducono orgogliosamente l’industria grafica varesina Lazzati, che non esitiamo a definire memorabile: non tanto per l’aperitour organizzato nei locali dell’azienda, a fine giornata di un comune mercoledì lavorativo immersi nella composizione dei quotidiani gesti e rumori, e nemmeno per il buffet conclusivo, a sera inoltrata, animato da un buon jazz di sottofondo, che pure si è rivelato di grande stimolo per i convenuti, tutti presi ad esplorare gli accostamenti gusto-colore proposti dai food designer chiamati a comporre il buffet. Il motivo per cui rimarrà impresso è indissolubilmente legato a quanto ha saputo trasmettere nel suo itinerario d’insieme, che ha coniugato informazione ed emozione, colore ed immagine, immaginazione e memoria, in particolare durante la visita guidata al MA*GA, il Museo di Gallarate, che ospita in questo periodo la mostra “Missoni l’arte ed il colore”. Innovativa e apprezzata la scelta della metafora del “viaggio”, del percorso a tappe, iniziato nello showroom aziendale, fra le fogge e i colori delle produzioni Lazzati, che ha scelto quindi di partire

dai bisogni dei clienti, per spostarsi poi nei luoghi della produzione, a contatto con gli uomini e le donne della cromia, della cura del dettaglio, della sostenibilità, in un rapido e trasparente tour nel pieno della normale quotidianità, per trasferirsi e concludersi quindi nell’attiguo Museo cittadino, a ragionare sull’esperienza artistica e professionale della famiglia Missoni, a riflettere su questioni apparentemente avulse dal tema prettamente tecnologico, tipicamente tipografico, ma dominato in realtà da un unico fil rouge: la passione per il colore e le sue applicazioni. Immediata e condivisibile quindi la scelta del titolo dato all’evento, “Viaggio nel colore”, che si proponeva proprio l’evocazione di una passione che è diventata vocazio-

ne e missione d’impresa, il colore per l’appunto, che domina tutte le produzioni dell’azienda multispecializzata di Casorate Sempione. Industria grafica integrata a ciclo completo, la Lazzati è impegnata su più fronti nella produzione di cataloghi commerciali, packaging, materiali da punto vendita e, per non farsi mancare nulla, anche edizioni d’arte. «Un impegno considerevole che possiamo affrontare solo ed esclusivamente perché abbiamo ereditato dal passato un’organizzazione e delle competenze verticali molto approfondite che siamo impegnati a rinnovare e alimentare costantemente», commenta Roberto Salmini, direttore generale dell’azienda. «Il piano degli investimenti tecnologici e di acquisizioni degli ultimi anni ne

è l’evidenza maggiore, ma non è meno importante il percorso costante di formazione e aggiornamento a cui si sottopongono i nostri collaboratori». Il senso di un simile sforzo si giustifica nella volontà di risultare agli occhi del cliente come dei problem solver qualificati per tutto ciò che riguarda l’approvvigionamento di stampati, assumendo il ruolo di interlocutore preferenziale del cliente. Questo per esempio il significato delle aggregazioni degli ultimi anni, che hanno consentito alla Lazzati di acquisire certamente mercati e tecnologie, ma soprattutto competenze e professionalità specifiche. Un’azienda che ha superato il bicentenario della propria storia d’impresa spesso in anticipo sui


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Photo: Flavio Ferranti

traguardi tecnologici di settore, sopravvissuta a due conflitti bellici, vedendo succedersi tre diverse famiglie alla conduzione, di cui quella attuale, i Salmini, giunta con Roberto e Laura alla terza generazione. «Per noi la data 1802 nel claim non rappresenta un fardello! Anzi, tutt’altro», dichiara Laura Salmini, direttrice amministrativo-finanziaria dell’impresa. «Una simile longevità è portatrice di valori e indice di solidità, che riteniamo il mercato riconosca ancora. Allo stesso tempo stimola il senso di responsabilità, nostro e dei nostri collaboratori, investendoci del dovere di mantenere il patrimonio di credibilità e immagine guadagnato da chi ci ha preceduto». Oggi le produzioni della Lazzati riguardano i settori del food &

beverage, con marchi come Mc Donalds e Coca Cola, della moda con Missoni e Yamamay, passando attraverso la cura della persona con l’Erbolario, il segmento della communication technology e dell’industrial con Bticino, Agusta Westland, per citare i più noti, ma anche mobile e illuminotecnica, e infine il settore cosmesi, farmaceutico e parafarmaceutico. Un’attività di supporto alle numerose agenzie che da anni affidano loro le produzioni dei propri clienti, ma anche ai clienti diretti che trovano nello staff tecnico commerciale le risposte ai propri bisogni di qualità e soprattutto di creatività. Dagli stampati per distribuzione massiva come folder e strumenti da punto vendita allo studio di articolati espositori o visual display di prodotto, alle campagne di direct marketing ad alto livello di personalizzazione che l’integrazione dei processi digitali consente, rispetto al quale Roberto Salmini precisa: «Quando si pensa al digitale non bisogna pensare esclusivamente all’output di stampa. In questi ultimi anni abbiamo molto investito sulla digitalizzazione dei processi, dalla struttura informatica di supporto alla gestione del dato variabile, ai flussi e strumenti software di prestampa, per la linearizzazione dei nostri processi, a garanzia del risultato finale. Uno stesso file può trovare infinite applicazioni, con materiali differenti e processi di realizzazione molto diversi; alla fine tutti gli strumenti devono risultare omogenei per qualità e risultato, rispettare la corporate del cliente e soprattutto garantire il medesimo livello di efficacia comunicativa. Senza compromessi». In Lazzati il tema del colore e dell’immagine sono centrali. Emanuele Posenato

comunicazione d’impresa

VIDEO SU youtube.com/stampamedia

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mercati

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cersaie - marmomacc segnali positivi dai settori marmo e piastrelle, che sostengono la ripresa a grafici e cartotecnici

il made in italy che riparte

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il futuro di numerose aziende del settore grafico e cartotecnico sta riacquistando un po’ di azzurro dopo tutto il grigio degli ultimi anni. la ventata di aria fresca è merito di uno dei comparti di riferimento dai quali provengono alcuni tra i clienti più importanti, il marmo e la ceramica, alfieri del made in italy. e dopo un lungo sonno i segnali tornano ad apparire positivi, suonando la sveglia anche per le imprese del mondo della carta e del digitale. print Buyer ha raccolto i numeri emersi nelle scorse settimane al marmomacc di verona e al cersaie di Bologna, le esposizioni che, come si dice, “fanno il mercato”. le fiere di settore hanno messo in evidenza un aumento della produzione e dell’export, un calo delle tensioni finanziarie e la progressiva soluzione delle crisi aziendali. Buone notizie quindi anche

di stefano tenedini

per i fornitori, tra i quali molte imprese che creano cataloghi, espositori e campionari. vediamo alcuni dati che illustrano l’atteso rialzo delle quotazioni del marmo made in italy, concentrato in veneto, lombardia e toscana. nel primo semestre 2015 l’industria lapidea ha visto crescere l’export di oltre il 5% fino a quasi 1,6 miliardi. ancora più alta (+29%) la ripresa dei macchinari ad alta tecnologia che permettono di lavorare marmi, graniti e pietre naturali. che sia una ripartenza di qualità lo testimonia l’incremento del valore aggiunto, grazie ai prodotti finiti e ai semilavorati, mentre i materiali grezzi segnano il passo. anche per la ceramica, molto forte in emilia, la crisi sembra dietro alle spalle: il fatturato è tornato oltre la soglia psicologi-

ca di 5 miliardi come otto anni fa, e la produzione di piastrelle è risalita a 400 milioni di metri quadrati. i numeri pre-crisi sono per ora lontani, ma la qualità e l’export trainano al ripresa. l’italia vale il 16% di un mercato mondiale molto redditizio perché posizionato in fascia alta, spinto dal brand made in italy e dalla promozione cui la filiera della stampa ha garantito in questi anni creatività, tecnologie e competenze. Vantaggi per la filiera grafica Quanto lavoro può portare al settore grafico-cartotecnico il riavvio dell’industria collegata al comparto lapideo, che conta oltre 3.300 aziende con quasi 34 mila addetti? la ripresa può quindi essere... lastricata di piastrelle e di marmi pregiati? lo abbiamo chiesto ad alcuni operatori attivi nelle zone ad

alta concentrazione di produttori, che hanno per primi il polso della situazione. la loro opinione è che gli spiragli ci siano, ma che ora vadano sfruttati. “in termini di settore il lavoro è sceso, le tirature si sono ridotte e ci sono meno aziende: ma sono le migliori, quelle che non stanno ferme, innovano ed esportano. la fase difficile non è finita ma si inizia a uscire dal tunnel”. dario cinquetti, imprenditore e titolare di redaprint arti grafiche di cavaion, in provincia di verona, sa che il mercato interno non basta e che la risposta può venire solo dall’export: “le aziende sono convinte che internazionalizzare non è più un optional, e noi ci salviamo lavorando con le migliori e più determinate a crescere”. meno tirature, quindi, ma a qualcosa i marmisti non possono rinunciare. “il catalogo rimane necessario per costruire una relazione stabile con i clienti e


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Catalogo DWELL di Atlas Concorde, 108 pagine, formato quadrato, copertina plastificata lucida.

mai andate veramente in crisi. oggi sono proiettate verso le nuove collezioni, e per lanciare i prodotti occorrono cataloghi, espositori, comunicazione su carta e su web. i trend-setter sanno bene che per fare brand occorre acquisire un’identità riconoscibile col supporto della grafica e soprattutto di un’im-

magine articolata”, spiega. gli stili variano moltissimo: la ceramica va da effetti di decorazione estrema al minimalismo, e in base alla collezione i creativi devono proporre set di volta in volta ornati o rigorosi. non c’è una tendenza dominante, si fanno accoppiamenti con pietra, ceramica, marmo o legno, passando liberamente dal vintage al linguaggio della moda più attuale. per dare corpo alla creatività, un capitolo importante è rappresentato dall’integrazio-

mercati

chi pensava di sostituire la carta col web ha dovuto ricredersi. a noi vengono richiesti anche lavori molto complessi, come schede prodotto o campionari a valigetta per cantieri e progettisti, con un’altissima resa di colori e definizione”. ma c’è anche il rischio che diminuendo le quantità da stampare (scese da migliaia a poche centinaia di copie) qualcuno si accontenti del digitale. passando in emilia a parlare di ceramica, anche paolo golinelli di golinelli communication lab di formigine (modena) conferma il cambio di passo: “il catalogo commerciale rimane strategico per illustrare in dettaglio la gamma di produzione, ma sono crollate le quantità, passando in media dalle 15 mila copie pre-crisi alle 4.000. inoltre è cambiato il mix degli strumenti utilizzati: il catalogo è passato al secondo posto perché molto spesso la prima scelta case sui samples

folder in cartotecnica, utili nelle trattative commerciali”. inoltre la tecnologia apre nuovi spazi e opportunità a smartphone e tablet e ai creatori di servizi web. sono ancora molto richiesti gli espositori e i kit di presentazione del prodotto, adatti all’uso sul punto vendita e strumenti versatili di base, privi di particolari difficoltà sotto il profilo tecnico e realizzativo. “sono prodotti in cui l’unica variabile di valutazione è il prezzo” spiega golinelli. “importante però rispettare la fedeltà cromatica tra il campione della piastrella applicato all’espositore e l’ambientazione che viene stampata a fianco del prodotto reale: la verosimiglianza deve essere garantita”. per capire che cosa si muova nella terra di mezzo del settore (tra i produttori di marmi e ceramiche e gli stampatori e cartotecnici), siamo andati a sassuolo, dove roberto valentini guida exprimo comunicazione, un’agenzia integrata che guarda al territorio e offre ai clienti servizi sempre più strutturati. ha iniziato a lavorare con una società di eventi, poi aggiunto altre realtà, e oggi fa parte di un contratto di rete con partner che spaziano dai software applicativi ai fotografi, dai designer di negozi a una casa di produzione audio video. obiettivo della rete, che ha preso il nome di “idea italiana” e può contare su una sessantina di collaboratori, con un fatturato complessivo di circa 10 milioni, è portare lo stile italiano all’estero per mostrare con i fatti che il made in italy non ha niente da imparare dagli altri. i partner sono tutti nell’area di modena, ma portano nel mondo le loro idee con i loro clienti. valentini conferma che il settore ceramiche sta riprendendo. anzi, precisa che “le aziende già internazionalizzate non sono

ne tra la carta e il mondo del web. “ci sono entrambi, ma il digitale cresce. la carta è indispensabile e le stampe devono essere accurate nel colore e nella qualità dell’immagine, sia pure senza esasperazioni. ma una crescita annua a due cifre fa del digitale un elemento di successo sempre più importante”, spiega valentini, che lavora anche per i brand delle automobili, un settore che nel modenese raggiunge vertici di assoluta eccellenza. ma che cosa significa davvero integrare carta e web? “che a cataloghi ed espositori curati è indispensabile abbinare siti fatti bene e app per tablet e dispositivi mobili, i quali richiedono a loro volta video pensati per promuovere l’idea di brand. c’è chi preferisce la carta e chi il digitale, chi pensa all’e-commerce... ma qualunque scelta si faccia è la qualità che conta. la carta”, conclude, “potrà soltanto essere affiancata dal digitale, ma non sostituita”.

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ECHI DI STAMPA Le possibilità del digitale Il nuovo “Rinascimento dell’arte”

Riprodurre un quadro non è mai stato così tecnologico: dall’evoluzione della stampa digitale scaturisce il nuovo “Rinascimento dell’arte”.

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La stampa digitale incontra l’arte e ne ridefinisce i confini. Nuove opportunità emergono dalla sintesi creativa e prolifica di tecnologia di stampa di ultima generazione e riproduzione artistica: seppur

mantenendo intatta la propria aura di unicità e autenticità, l’opera d’arte può essere oggi riprodotta con dovizia di dettagli e particolari stilistici, tanto da soddisfare l’occhio appassionato ed esperto degli amanti dell’arte. A evolversi è il concetto stesso di “falso d’autore”, insieme alla percezione della fruizione dei capolavori dell’arte, che si avvicinano al pubblico e divengono più accessibili. Tra i casi più interessanti di questo rinascimento tecnologico dell’opera d’arte vi è quello del Van Gogh Museum di Amsterdam che, grazie a un’innovativa tecnica di riproduzione – Reliefography – sviluppata da Fujifilm, ha dato vita alla sorprendente “Collezione relievo”. Digital Van Gogh Boulevard de Clichy, Il raccolto, I girasoli, Campo di grano sotto un cielo nuvoloso, Ramo di mandorlo in fiore sono solo alcuni dei capolavori di Vincent Van Gogh riprodotti attraverso Reliefography.

Unica nel suo genere, questa sofisticata tecnologia 3D – sviluppata in esclusiva da Fujifilm – consente la riproduzione dei quadri attraverso la scansione degli originali, la successiva creazione di una versione digitale e la sua stampa. Dimensione e forme, colori, luminosità e strati di pittura vengono duplicati raggiungendo un livello di fedeltà mai ottenuto in passato. Un risultato particolarmente evidente nella resa della pennellata caratteristica dell’artista olandese – spessa e pastosa – che nel relievo può essere addirittura toccata, creando una dimensione inedita di sperimentare l’arte, vivere il mondo dell’artista e condividerne


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ECHI DI STAMPA Le possibilità del digitale

A sinistra: “Campo di grano sotto un cielo nuvoloso”, una delle opere di Van Gogh riprodotte attraverso Reliefography.

Un tempo erano le litografie, seguite dalla fotografia in bianco e nero e da quella a colori. Oggi, queste innovative “copie” in 3D stampate in digitale rappresentano una piccola-grande rivoluzione – tecnologica e culturale – destinata a ritracciare i confini del mondo dell’arte. Si apre un nuovo mercato che, nel caso del Van Gogh Museum, facilita il conseguimento della mission orientata a rendere più accessibili i lavori dell’artista olandese in tutto il mondo, mentre le riproduzioni vengono già utilizzate anche a scopo educativo, per diffondere e stimolare l’esperienza tattile dell’arte. Paola Bonfanti

suggestioni e genio espressivo. La “Collezione relievo” si compone attualmente di nove capolavori di Van Gogh, ognuno dei quali conta 260 copie in totale. Focus tecnologia Cuore pulsante di questo progetto inedito è la tecnologia Reliefography. Un processo che consta della sovrapposizione di una fotografia ad altissima definizione e di una scansione 3D. Estremamente accurata è la fase di stampa che prevede la produzione sulla tela di una prima copia, creando un rilievo incolore, e un passaggio successivo con l’inchiostro, la cui applicazione genera l’effetto “colpi di pennello” dell’originale. Prima di essere incorniciata, l’opera viene trattata anche sul retro, laddove strappi, imperfezioni ed etichettatura vengono a loro volta duplicate, a regola d’arte.

PB59 Dettagli del relievo del quadro “I girasoli”. La sofisticata tecnologia 3D sviluppata da Fujifilm consente di riprodurre con fedeltà materica la caratteristica pennellata spessa e pastosa dell’artista olandese.


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aGenda Appuntamenti da non perdere

Roy Lichtenstein, Stretcher Frame with Vertical Bars, 1968

Chagall, la Grafica del sogno “Qualcosa mi sarebbe mancato” scriveva Marc Chagall ” se, a parte il colore, non mi fossi impegnato, ad un certo momento della mia vita, anche con l’incisione”. Sono le magiche suggestioni del grande maestro del ‘900 a illuminare l’autunno artistico di Monza, che fino al 6 gennaio 2016 porterà nel capoluogo della Brianza, tutto il suo immaginario onirico. due spazi espositivi, l’Arengario e la Casa degli Umi-

alla Fondazione Prada, Recto Verso liati, accolgono la mostra “Chagall, la grafica del sogno” che presenta per la prima volta le tre serie grafiche complete più importanti dell’artista russo, ovvero la trilogia composta dalleAnime morte di Gogol’, dalle Favole di La Fontaine e dalla Bibbia.

Marc Chagall, Gogol’ e Chagall, da Le anime morte, mm 275 x 212

a Manchester 365 Days of Collage

La tradizione occidentale concepisce il dipinto come un artefatto frontale (recto), il retro (verso) ha un significato trascurabile, non essendo destinato allo sguardo del pubblico. La mostra Recto Verso, in programma alla Fondazione Prada di Milano dal 3 dicembre al 7 Febbraio 2016 presenta una selezione di opere nelle quali gli artisti hanno consapevolmente posto in primo

piano l’elemento abitualmente nascosto. L’esposizione riunisce opere della Collezione Prada e lavori provenienti da collezioni, gallerie e musei italiani e internazionali, di artisti di generazioni e tendenze diverse, come Carla accardi, Louis-Léopold Boilly, enrico Castellani, Sarah Charlesworth, daniel dezeuze, Lucio Fontana, Roy Lichtenstein, Matts Leiderstam, Giulio Paolini.

Firenze, un concorso per decorare il Palazzo di Giustizia

PB59

Un collage al giorno per 365 giorni. Ci hanno provato con successo due artisti, Mark edwards e Ryan doyle, fondatori dello studio creativo dR.Me di Manchester. L’idea è nata quando la coppia ha soggiornato, tramite airbnb, in un appartamento di proprietà dell’artista Paolo Giardi. “I suoi collage riempivano le pareti dell’appartamento dal pavimento al soffitto e questo ci ha fatto davvero pensare a creare una vasta serie di nuovi lavori” hanno raccontano. edwards e Ryan hanno raccolto materiali pubblicitari, vecchie copie di national Geographic, opuscoli, riviste, libri e fumetti, e si sono messi al lavoro. Ogni giorno per un intero anno hanno creato collage cercando collisioni di significati, combinando foto e immagini. Il progetto ha avuto un grande successo e ora è in mostra all’Home Center di Manchester. Fino all’8 novembre.

Ogni collage viene realizzato combinando fotografie e immagini prese da vecchie cartoline, copie di National Geographic, album di foto, la rivista Life.

Il comune di Firenze ha lanciato un concorso internazionale per la realizzazione di cinque opere destinate ad arredare le sale del Palazzo di giustizia. Sono riservati due premi agli artisti under 35 mentre gli altri tre sono destinati agli over 35. Per i primi sono previsti quasi 70 mila euro a testa, per i secondi 136 mila. Il tema è quello della Giustizia e dei diritti Umani e Civili: il Tribunale inteso come spazio dedicato al rispetto di un codice che regolamenta i comportamenti ammessi e non ammessi. Le opere dovranno, attraverso i linguaggi dell’arte, valorizzare e sottolineare l’importanza dei valori come la giustizia, il rispetto, la parità, l’imparzialità, i diritti e i doveri di ogni persona. Si può partecipare anche in gruppo e la scadenza è per il 23 novembre. Il bando è sul sito del Comune di Firenze.


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COLOPhON PRINT BUYER n. 59 - uscita ottobre 2015 Direttore responsabile Ruggero Zuliani Comitato di redazione Anna Aprea (coordinamento) aprea.a@ilpoligrafico.it Emanuele Posenato Hanno collaborato a questo numero: Paola Bonfanti, Massimo Caiazzo, Lorenzo Capitani, Luca Chiavegato, Nicole Orlandini, Achille Perego. Art director Cristina Mascherpa mascherpacristina@virgilio.it Impaginazione Cristina Mascherpa Copertina Cristina Mascherpa. Immagine iStockphoto.com Sede Zeta’s - 20137 Milano, via Kolbe 8 Tel. 02.7529101, Fax 02.75291039, printbuyer@ilpoligrafico.it Pubblicità Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo tel. 02.70300088 csanfilippo@rancatinet.it Segreteria pubblicità tel. 02.7529101 adv@ilpoligrafico.it Numeri arretrati euro 12,50 cad. Abbonamenti tel. 02.7529101 abbonamenti@ilpoligrafico.it Quota annua euro 39,00 per l’Italia, euro 64,00 per l’Europa, euro 74,00 extra Europa. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a: Zeta’s srl - Credem Ag. 2 Milano IBAN IT31X0303201601010000060641 o c/c postale n. 41419201. R.E.A. Milano n. 1190227 Autorizzazione Tribunale Mi n. 706 - 11.10.04 Stampa Intergrafica Verona (Verona)

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