

Ti portiamo là dove nessuna etichetta è mai arrivata.

Esploriamo i confini delle tecniche, dei colori e dei materiali di stampa, alla ricerca della confezione perfetta per il tesoro più prezioso: il tuo prodotto.
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CE L’HO, CE L’HO, MI MANCA

L'Editoriale di MICHELA PIBIRI
Illustrazione di Serena Ferrero @santamatita

Evoluzione e prospettive delle etichette autoadesive
Stefano Salvemini, presidente di GIPEA, offre in questa intervista una panoramica completa sull’evoluzione tecnologica, le tendenze del mercato e le prospettive in Italia.

Il pensiero stupendo del label design
Quattro agenzie di wine design italiane offrono una prospettiva sugli elementi strategici che consentono a un’etichetta di spiccare nel mare della comunicazione.

L’identità di Herita Marzotto Wine Estates
Il processo creativo dietro le etichette del Gruppo per esprimere l’identità e i valori aziendali nel suo recentissimo rebranding. Ci racconta tutto la product manager Cinzia Coderin.

Fa’ l’etichetta giusta
Un’analisi degli ultimi trend dei principali settori applicativi delle etichette, dal Wine & Spirits al Food, dal Beauty all’Homecare, con una carrellata di progetti di eccellenza “scelti da noi”.
L’EDITORIALE di Michela Pibiri 5
Ce l’ho, ce l’ho, mi manca
COM'È FATTO PRINTLOVERS 105 8
I materiali, le tecniche, i partner
GRANDANGOLO 17
L’etichetta speciale Tonutti 80
Persone e aziende citate in questo numero
DI RAFFAELE ANGELILLO
DI MELISSA CECCON
DI ROBERTA RAGONA
DI MICHELA PIBIRI E CATERINA PUCCI

Quando l’etichetta diventa lusso
Le tecnologie di nobilitazione sono vere influencer per una percezione positiva e di qualità del brand che le adotta, come racconta una ricerca recente.

Il lato tecnologico delle etichette
Quello del labeling è un ecosistema applicativo che coinvolge le principali tecnologie di stampa e finishing. Qui vi raccontiamo lo stato dell’arte dal punto di vista produttivo.

Etichette alimentari tra normative e marketing
Stanno cambiando i criteri delle informazioni riportate sulle etichette. Le normative più stringenti sono un limite o un’opportunità?

Dal supporto alla resa
Ogni ambito applicativo del labeling necessita di materiali con caratteristiche e prestazioni ben definite. Facciamo il punto su quelli maggiormente adottati.
PRINT BUYER NUMERO 105/2025
DIRETTORE RESPONSABILE
Enrico Barboglio
COORDINATRICE EDITORIALE
Michela Pibiri michela.pibiri@strategogroup.net
HANNO COLLABORATO
Raffaele Angelillo, Lorenzo Capitani, Paola Carbone, Melissa Ceccon, Angelo Ferrara, Pat McGrew, Caterina Pucci, Roberta Ragona, Alexia Rizzi
TRADUZIONI
Philip Sanders – The Language Switch
ART DIRECTOR
Stefano Torregrossa › onicedesign.it
PRINTLOVERS SU WEB www.printlovers.net redazione@printlovers.net
STRATEGO GROUP srl
Via Cassanese 224, 20054 Segrate (MI) amministrazione@strategogroup.net
PUBBLICITÀ
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Segreteria pubblicità › brando.zuliani@strategogroup.net
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Aut. Trib. Milano n. 706 | 11/10/2004
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Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Stratego Group srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Enrico Barboglio [enrico.barboglio@strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500].
PAG
DI RAFFAELE ANGELILLO
DI LORENZO CAPITANI
DI PAOLA CARBONE
DI ALEXIA RIZZI

AUGMENTED IMAGINATION. FROM AI TO AI
Il tema di questa copertina e degli sticker di PRINTlovers è quello scelto per accompagnare Packaging Première & PCD Milan 2025. “Augmented Imagination. From AI to AI”, racconta il passaggio dall’Intelligenza Artificiale all’Immaginazione Aumentata: dominare l’uso della tecnica per il fine artistico del Bene, del Bello e del Vero. Significa usare l’AI come strumento: l’arte di fare prompting è un mix di codice e poesia, che apre l’immaginazione verso una nuova estetica che, di fatto, ha già pervaso il mondo; ed è solo al suo inizio. Dare forma all’inedito, all’allucinazione, all’errore che funziona, all’eterogenesi dei fini.
Il discorso si fonda su tre temi strettamente connessi: la natura, l’intelligenza e il futuro. La natura compare dappertutto in un trionfo di varietà, bellissima come un’evidenza scientifica.
La centralità della natura, per gli addetti ai lavori, si traduce in attenzione per la sostenibilità e la ricerca di nuovi materiali. L’intelligenza è il mezzo che si protende nell’immaginazione. Si ricollega al progresso umano in ogni campo, compreso quello del pack, della cartotecnica, delle tecniche di stampa, dell’Intelligenza Artificiale stessa al servizio del design. Il futuro è l’idea, resa nell’immagine statica con questa visione ai raggi X, una volontà di “cuore messo a nudo”, di estrema trasparenza, per portare alla luce il contenuto di un packaging.
CREATIVITY & PROJECT CONCEPT

Grafical nasce nel 1984 nel cuore della Valpolicella, dove opera da 40 anni nel settore grafico, coniugando tradizione e innovazione per creare un prodotto di eccellente qualità. Ad oggi conta 90 collaboratori tra cui 35 nel reparto prestampa e amministrativo e gli altri 55 nella sala stampa. L’azienda si è specializzata, grazie alle tecnologie offset, serigrafica e digitale in rotolo, nella stampa di etichette autoadesive per il settore vitivinicolo. I macchinari utilizzati sono tutti d’ultima generazione e permettono di lavorare con le tecniche più esclusive e con materiali selezionati. Il successo di Grafical è derivato in buona parte dai punti di forza su cui fa leva da sempre: ottima qualità dei prodotti e brevi tempi di creazione ed evasione degli ordini. L’azienda è inoltre certificata FSC® e BRCGS. C www.grafical.it
Andrea Filippi e Gabriele Moschin
EXECUTION
Luca Colombo
Fondata nel 1888 a Verona, Fedrigoni è oggi sinonimo di eccellenza nel mondo delle etichette e dei materiali autoadesivi, delle carte speciali per il packaging e la comunicazione creativa. Con circa 6.000 persone in 28 Paesi e 78 stabilimenti tra siti produttivi, centri di taglio e distributivi, il Gruppo vende e distribuisce oltre 25.000 prodotti in 132 Paesi. C www.fedrigoni.com
LA CARTA DELLA COPERTINA
FEDRIGONI SYMBOL CARD ECO 100 PREMIUM WHITE
Symbol Card è la famiglia di cartoncini patinati, pensata per esaltare i dettagli di stampa con una resa impeccabile. Symbol Card Eco 100 Premium White, nella grammatura 300 g/m², è realizzata con 100% fibre riciclate, garantendo qualità estetica e sostenibilità in un’unica soluzione. La sua superficie liscia e il tono di bianco luminoso la rendono ideale per progetti editoriali di alta gamma, assicurando un perfetto equilibrio tra rigidità e lavorabilità. Perfetta per copertine, inserti, cataloghi, inviti, cartoline e materiale pubblicitario coordinato, questa carta conferma l’impegno verso materiali innovativi e sostenibili. Symbol Card Eco 100 è disponibile nel campionario Symbol Card&Pack e nella collection Materia Viva 1, per ispirare nuove possibilità creative nel mondo del design e della stampa.
LA CARTA DEGLI STICKER
FEDRIGONI BLACK TUXEDO 90 g/m"
Black Tuxedo è la carta autoadesiva nera più intensa della Black Range, progettata per esaltare i dettagli di stampa con una resa impeccabile. Realizzata con pura cellulosa ECF senza l’uso di carbon black, garantisce risultati definiti ed eleganti. La sua superficie liscia e il nero profondo la rendono ideale per etichette premium, offrendo un perfetto equilibrio tra estetica e resistenza. Trattata per una maggiore durabilità, è compatibile con UV offset, tipografia, stampa a caldo e serigrafia. Si abbina perfettamente alla neck label Black Tie, assicurando un’applicazione impeccabile e superando il “memory effect” tipico delle superfici curve. Perfetta per il settore wine & spirits, birre artigianali e prodotti di lusso, questa carta unisce performance ed eleganza, confermando l’impegno di Fedrigoni verso materiali innovativi e distintivi.
STAMPA E NOBILITAZIONE COPERTINA E STICKER
La copertina è stampata da Grafical in quadricromia, con applicazione di vernice serigrafica lucida e soluzioni di nobilitazione a caldo di Luxoro, che trasformano la cover in un’esperienza sensoriale e visiva unica. Grazie all’uso del LIGHT LINE® Laser Seamless, un effetto cangiante trasparente applicato su uva e fiori, si creano effetti dinamici che esaltano il design. Inoltre, il LUMAFIN® PINK sulla melanzana e LUMAFIN® RED sul pomodoro aggiungono profondità e giochi di luce traslucidi straordinari. L’attenzione ai dettagli e l’impiego di cliché hinderer+mühlich garantiscono risultati di altissima qualità, combinando innovazione e raffinatezza estetica.
Il foglio sticker, stampato sempre da Grafical su carta nera in pasta Fedrigoni Black Tuxedo e fustellato a mezzotaglio, ha previsto l’applicazione del bianco, la stampa in quadricromia e la vernice serigrafica lucida, cui si aggiungono le nobilitazioni a caldo. Tra gli sticker realizzati, spiccano due elementi distintivi, Banana e Melanzana, che grazie all’uso di LUMAFIN® acquistano un aspetto unico. Banana: stampato a caldo con clichè piatti e nobilitato con LUMAFIN® Yellow, offre un effetto traslucido e luminoso, esaltando i dettagli senza coprire il design di base. Il risultato è un elemento dinamico, con giochi di luce che ne amplificano la visibilità. Melanzana: l’uso di LUMAFIN® Pink dona una brillantezza sofisticata con riflessi metallici, aggiungendo profondità e modernità allo sticker. Accanto a questi elementi, il progetto prevede rilievi a secco su altri dettagli degli sticker, una scelta estetica che valorizza la percezione tattile e conferisce un aspetto premium al prodotto. Questa tecnica, oltre a migliorare l’esperienza sensoriale, è eco-friendly perché non richiede inchiostri aggiuntivi o materiali di scarto. Cliché: hinderer+mühlich Italia.
NOBILITAZIONI
Luxoro è il partner esclusivo in Italia del Gruppo KURZ, leader globale nelle tecnologie di nobilitazione per la stampa a caldo, a freddo e digitale. Con uno sguardo rivolto al futuro, ridefinisce il concetto di finitura, trasformando visioni creative in soluzioni sostenibili e all’avanguardia. Va oltre il prodotto fisico, collaborando con brand e designer per valorizzare il packaging e l’identità visiva attraverso innovazione, eccellenza tecnica e responsabilità ambientale. L’impegno per la sostenibilità si traduce in materiali certificati, finiture riciclabili e compostabili e iniziative pionieristiche come il recupero dei carrier in poliestere esausti. Luxoro è un’azienda a energia 100% rinnovabile e sostiene progetti culturali e ambientali, incarnando una visione in cui creatività e responsabilità guidano il futuro della nobilitazione. C www.luxoro.it
PARTNER
Packaging Première è la fiera annuale che offre una visione completa del futuro del packaging di alta gamma per i settori del lusso, della moda, della cosmesi e profumeria, delle eccellenze alimentari, del vino e degli spiriti. Grazie a conferenze e progetti che stimolano l’innovazione nel packaging e nel design, Packaging Première è diventato un evento irrinunciabile per i professionisti del packaging, della grafica, del design, del marketing e dello sviluppo di prodotto. Non è semplicemente una fiera ma uno spazio di ispirazione, networking e formazione che riunisce ogni anno oltre 300 fornitori di packaging e richiama oltre 8300 visitatori tra brand, designer, agenzie e professionisti del packaging. C www.packagingpremiere.it
Etichette autoadesive: evoluzione e prospettive

Qual è il ruolo dell’etichetta nel sistema comunicativo di un prodotto?
L’etichetta è un elemento imprescindibile del packaging. Su alcuni prodotti, come vino e olio, è praticamente insostituibile, in altri sopperisce alla difficoltà di personalizzazione di piccoli lotti, per esempio nel campo dell’imballaggio flessibile. In ogni campo contribuisce a comunicare il brand nel modo più efficace ed economico.
Come sono strutturate in questo momento l’industria e la filiera dell’autoadesivo in bobina?
La filiera dell’industria dell’etichetta adesiva in Italia è composta da pochi fornitori di materie prime, in gran parte multinazionali, un elevato numero di etichettifici, spesso di piccole e piccolissime dimensioni.
Quali sono i principali mercati di sbocco?
La maggior parte delle etichette adesive prodotte va sul mercato nazionale, quelle esportate vanno principalmente verso clienti comunitari.
Sono emersi o esplosi nuovi mercati recentemente, anche in relazione a nuove possibilità tecnologiche di realizzazione delle etichette?
I mercati delle etichette adesive sono molteplici e molte applicazioni sono ancora inesplorate. Questo avviene soprattutto perché gli etichettifici sono estremamente specializzati: ognuno segue un determinato comparto produttivo.
Quali sono le principali richieste di ciascuno di questi mercati in termini di applicazioni, materiali, stampa, finishing? Quali le principali differenze tra i diversi mercati? Ci sono cambiamenti sostanziali nelle richieste rispetto al passato?
Sarebbe lungo e forse noioso fare un esame di questo genere su ogni mercato di applicazione. Mi soffermerei sull’attenzione che tutti i committenti ormai hanno sul servizio in quanto gli elevati livelli qualitativi dei prodotti sono dati per scontati. Le richieste sono sempre più focalizzate sui piccoli lotti con tempi di consegna ridotti.
di RAFFAELE ANGELILLO
L’etichetta non solo identifica il prodotto, ma comunica il brand e ne facilita la commercializzazione. Per comprendere meglio le sfide e le opportunità di questo settore, abbiamo raccolto il contributo di Stefano Salvemini, presidente di Gipea (Gruppo Italiano Produttori Etichette Autoadesive) che ha offerto una panoramica completa sull’evoluzione tecnologica, le tendenze del mercato e le prospettive future per i produttori di etichette in Italia.
Quali sono state le principali innovazioni tecnologiche, nel corso del tempo, nella produzione delle etichette autoadesive nei diversi settori?
La tecnologia di produzione delle etichette autoadesive è cambiata molto negli ultimi decenni. Intorno al 2000 le etichette si producevano ancora con sistemi flexo con inchiostri ad acqua che non consentivano la stampa con lineature elevate di retino e quindi i risultati erano abbastanza deludenti. Le altre tecniche di stampa (offset rotativo, tipografica ecc.) erano adatte solo a tirature elevate. Una prima rivoluzione è stata quella introdotta dai polimeri incisi con CTP che garantivano lineature elevate di qualità che insieme all’avvento degli inchiostri UV hanno portato a risultati qualitativi eccellenti. Subito dopo c’è stata la diffusione delle macchine offset semirotative che hanno dato la possibilità di stampare con qualità offset anche medie tirature. La vera rivoluzione è stata quella del digitale che oggi dà veramente a tutti la possibilità di etichettare i propri prodotti con la massima qualità disponibile, a prezzi contenuti, anche per piccoli lotti.
La vera rivoluzione è stata quella del digitale che oggi dà veramente a tutti la possibilità di etichettare i propri prodotti con la massima qualità disponibile anche per piccoli lotti.
Quali sono le principali innovazioni nell’ambito dei supporti di stampa/materiali e come stanno influenzando il settore?
I supporti di stampa hanno avuto una evoluzione meno “spinta” di quella delle tecniche di stampa. Mi preme sottolineare alcune soluzioni, come le carte “barrierate” che consentono di mantenere la presentazione del prodotto anche se inserito per ore nel cestello del ghiaccio, come anche una serie di collanti specifici sviluppati per applicazioni particolari o di nicchia.
Qual è lo stato dell’arte (e le prospettive) della sostenibilità ambientale delle etichette?
Gli aspetti da considerare in termini di sostenibilità ambientale sono diversi. Intanto la riduzione di scarti e sprechi in fase di produzione, poi la limitazione dei consumi energetici. Oggi la risposta va data su vari fronti. Da un lato le macchine da stampa e finitura digitale consentono di minimizzare gli scarti notevoli nelle macchine analogiche. Dall’altra per le alte tirature le macchine analogiche stanno adottando i sistemi
di essiccazione led che richiedono solo una frazione di energia rispetto a quelli UV. Per quanto riguarda il riciclo dell’etichetta serve una grande attenzione da parte degli utilizzatori. L’etichetta va sempre applicata su altri packaging. Se si riesce a utilizzare etichette dello stesso materiale del packaging principale si agevola, e di molto, il riciclo dell’insieme.
Quali sono le prospettive future del comparto?
Il comparto è in salute. Ritengo che il prodotto continuerà a essere richiesto nei più svariati settori e che continueranno ad avere successo le aziende che investiranno non solo in macchine, ma anche in informatizzazione – l’intelligenza artificiale arriva anche per noi – e in formazione del personale, che continua a restare la vera risorsa delle aziende e il vero fattore di successo.

di MELISSA CECCON

Herita Marzotto
Wine Estates
è la nuova identità del celebre gruppo Santa Margherita.
Cinzia Coderin, Product Manager, ci guida alla scoperta del processo creativo dietro le etichette del Gruppo, potenti strumenti di comunicazione che esprimono l’identità e i valori aziendali.
Un rebranding che celebra 90 anni di storia e passione per il vino. Un nuovo nome che ha fatto il suo debutto ufficiale in occasione di Wine Paris a febbraio. “Herita” simboleggia l’eredità (heritage, in inglese) di quanto realizzato fino a oggi come Santa Margherita Gruppo Vinicolo: un modello di successo che ha segnato il “miracolo italiano”, trasformando il modo di consumare vino in Italia e nel mondo. Una strategia imprenditoriale che ha esportato l’eccellenza italiana oltreconfine.
Fondato nel 1935 dal Conte Gaetano Marzotto a Fossalta di Portogruaro (VE), e ancora saldamente nelle mani della terza generazione della famiglia, Herita Marzotto Wine Estates è diventato uno dei più importanti player italiani nello scenario mondiale del vino, con oltre 27 milioni di bottiglie vendute in più di 90 Paesi.

Herita rappresenta oggi un mosaico enologico che affonda le radici in 10 tenute e altrettanti brand: Santa Margherita, Torresella, Kettmeir, Ca’ del Bosco, Cà Maiol, Lamole di Lamole, Vistarenni, Tenuta Sassoregale, Cantina Mesa e Roco Winery. Oltre 760 ettari produttivi lungo tutto lo stivale, attraverso alcune delle regioni vinicole più prestigiose come il Veneto Orientale, Conegliano Valdobbiadene, Lugana, Franciacorta, Chianti Classico, Maremma e Sardegna. A questi si aggiungono altri 40 ettari produttivi nella Willamette Valley in Oregon (USA).
Un’estensione territoriale importante. Per questo il gruppo investe molto nella comunicazione visiva dei propri prodotti, una strategia di marketing fondamentale che mira a raccontare non solo l’eredità del gruppo, ma anche la sua identità. Di questo aspetto abbiamo parlato con Cinzia Coderin, Product Manager di
Herita Marzotto Wine Estates, che da oltre 12 anni lavora alla creazione e al design delle etichette.
«Prima di scegliere colori, materiali e grafica, mi piace conoscere ogni caratteristica del vino», ci dice. Perché ogni etichetta che esce dalle cantine di Herita Marzotto Wine Estates non è solo una semplice etichetta, ma una vera e propria opera di design studiata nei minimi dettagli, in grado di affascinare anche i wine lovers più esigenti. Grazie a scelte consapevoli sui materiali e a tecniche di stampa e nobilitazione che danno vita a un design chiaro e facilmente leggibile, il gruppo riflette i suoi valori di qualità, tradizione e innovazione in ogni bottiglia.
Perché se il vino è il cuore pulsante del gruppo, il grande lavoro che c’è dietro ogni singolo aspetto del prodotto è l’anima che fa grande una realtà italiana come Herita Marzotto Wine Estates.
IM INTER
La limited edition
La limited edition del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut, creata in collaborazione tra Inter e Santa Margherita, brand di Herita Marzotto Wine Estates, rappresenta un connubio perfetto tra il prestigio globale del Club e la tradizione vinicola italiana. La sfida di mantenere l’identità di entrambe le realtà, nel rispetto della tradizione vinicola e dell’iconicità della maglia nerazzurra, ha portato alla creazione di un design distintivo che contamina l’intera etichetta e l’astuccio. La scelta dell'oro opaco Luxor 425 e della vernice serigrafica ruvida si combinano con una serigrafia luminescente che, se portata al buio, rivela sulla bottiglia il simbolo iconico del Biscione e gli occhi del serpente, questi ultimi visibili solo in assenza di luce. La carta scelta è certificata FSC, mentre coerenza e continuità è data dal secondary packaging impreziosito con l'oro opaco Luxor 425 e una vernice serigrafica lucida ad alto spessore.

Come esprimete i valori e l’identità del gruppo attraverso i materiali stampati?
Herita Marzotto Wine Estates cura con attenzione ogni aspetto visivo dei suoi materiali stampati per trasmettere valori di qualità e sostenibilità. La scelta di carte riciclate e certificate FSC e la cura per il confezionamento e la nobilitazione riflettono il nostro impegno. Ogni etichetta è pensata per raccontare la storia del prodotto, con dettagli chiari e distintivi come il logo o il nome del produttore, e per comunicare il legame con la tradizione, l’autenticità e l’identità del brand. Una filosofia che promuove la trasparenza verso il consumatore.
Come gestite l’identità dei vostri prodotti e quale ruolo hanno il design e la stampa?
Il design delle etichette è essenziale per raccontare la storia e il le-

HARMONIA MUNDI
Il vino che racconta la Serenissima
Harmonia Mundi nasce dal più antico vigneto urbano di Venezia, il Convento di San Francesco, fondato nel 1254. Il progetto di vinificazione si distingue per l’approccio biologico e per la valorizzazione delle tradizioni locali. Ogni bottiglia è un pezzo unico, impreziosito da un listello di legno di briccole esauste, recuperato dalla laguna e trasformato in materiale pregiato. Questi listelli, che sono naturalmente irregolari e alterati dal tempo, conferiscono alla bottiglia un carattere inimitabile, simboleggiando la fusione tra passato e presente. La bottiglia è decorata con una tecnica di sublimazione, che permette di ottenere una resa cromatica vivida e durevole sulla superficie del vetro, senza alterarne la trasparenza. L’etichetta, invece, è in alluminio adesivo, scelto per la sua eleganza e per le sue proprietà di resistenza agli agenti atmosferici. Una scelta che garantisce una superficie lucida e riflettente, in grado di enfatizzare i dettagli grafici e di conferire alla bottiglia una sensazione di raffinatezza.


game con i territori di origine. Ogni prodotto è differenziato attraverso dettagli che rafforzano l’identità visiva dei vari brand, trasmettendo i valori attraverso colori, materiali e nobilitazioni. Ogni elemento grafico, dai colori alle finiture, è pensato per esprimere l’identità e il posizionamento del brand. Per noi, la stampa è una fase cruciale, dove siamo direttamente coinvolti per garantire la qualità e la coerenza visiva, sempre con attenzione all’autenticità e alla sostenibilità. Le etichette partono da un’idea grafica e si trasformano in “biglietti da visita” per Herita.
Come si sviluppa la creatività delle vostre etichette? Viene tutto studiato internamente al Gruppo? Oppure avete dei fornitori che fanno anche da consulenti?
Quali criteri guidano la scelta dei materiali, delle tecniche di stampa e delle nobilitazioni?
La scelta dei materiali e delle tecniche di stampa dipende dallo storytelling che vogliamo trasmettere. Si parte dal comprendere il messaggio del brand, poi si scelgono carte particolari per rafforzare il concetto o colori e lamine per accendere “la luce” su dettagli importanti. Studiamo con attenzione tutte le novità riguardanti materiali e nobilitazioni per essere aggiornati sulle
Il processo di creazione di una nuova etichetta o di un restyling inizia con un brief dettagliato, sviluppato in collaborazione con i dipartimenti marketing e vendite. Il team creativo, composto da interni e agenzie, esplora idee e bozze per definire la direzione visiva. Successivamente, testiamo la fattibilità con la produzione, finalizzando carta, prove colore e nobilitazioni. Il culmine del processo è l’avviamento stampa, il momento in cui l’etichetta prende vita.

tendenze di mercato e rispondere alle esigenze dei consumatori.
La sostenibilità è un valore importante per voi. In che modo questo tema si riflette nelle vostre scelte di comunicazione, dalle etichette al packaging?
Herita Marzotto Wine Estates integra la responsabilità ambientale in ogni aspetto della sua comunicazione. Utilizziamo materiali riciclati e certificati FSC, promuovendo pratiche sostenibili come l’uso di bottiglie leggere per ridurre l’impronta di carbonio. Inoltre, con il progetto Rafcycle, riutilizziamo i supporti delle etichette per creare nuovi prodotti, come secchielli

per il ghiaccio, offrendo così un ciclo di vita sostenibile al nostro packaging.
C’è un progetto recente, particolarmente innovativo o sfidante, che vuole raccontarci?
A giugno 2024 abbiamo presentato “Harmonia Mundi”, il primo spumante realizzato a Venezia con le uve coltivate nei chiostri di San Francesco della Vigna. Un vino esclusivo, proposto in tiratura limitata, con packaging che richiama i colori e gli elementi della Laguna. Abbiamo utilizzato una tecnica di decorazione diretta sul vetro per creare sfumature armoniose e “ondeggianti” che rendono ogni bottiglia unica.
CÀ MAIOL
Eleganza per l’iconica cantina sul Lago di Garda
Cà Maiol ha intrapreso un raffinato processo di rebranding, rinnovando non solo l’immagine, ma anche il packaging per comunicare al meglio l’essenza del territorio e attrarre un pubblico internazionale. Il restyling prende ispirazione dalla “chiave di volta” di una facciata della cantina, simbolo di solidità e tradizione, reinterpretato in modo moderno e originale. L’etichetta, caratterizzata da un design elegante e sobrio, è impreziosita da lamina oro a caldo, rilievi a secco e vernici braille, conferendo un valore visivo e tattile esclusivo. La carta utilizzata, certificata FSC®, è una scelta ecologica e di alta qualità, ideale per valorizzare le nobilitazioni e garantire la resistenza all’umidità, mantenendo un’impronta sostenibile. Un design che racconta l’autorevolezza della cantina e la sua capacità di evolversi nel tempo, esprimendo lo stile unico di Cà Maiol.
Guardando al futuro, quali sono le prossime sfide e progetti? State esplorando l’uso di tecnologie innovative per arricchire la comunicazione e la tracciabilità dei vostri prodotti?
Stiamo facendo test sull’uso della tecnologia AI solo in fase di raccolta dati e analisi di mercato. Le tecnologie innovative come intelligenza artificiale, blockchain e digital watermark offrono opportunità per arricchire la comunicazione con i consumatori e migliorare la trasparenza. C’è ancora molto spazio per crescere, ma siamo entusiasti di esplorare queste nuove possibilità.

TONUTTI 80: L’ETICHETTA CELEBRATIVA PER PRINTLOVERS
80 anni: poche aziende possono vantare un traguardo così importante. Un viaggio iniziato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il mondo emergeva dalle macerie per rinascere. Oggi, grazie alla lungimiranza della famiglia Tonutti alla guida per 77 anni, l’azienda è un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale nella stampa di etichette. Un risultato frutto della capacità di reinventarsi, trasformando ogni cambiamento in opportunità. L’ingresso nel gruppo Alliance Etiquettes nel 2022 ha segnato un ulteriore passo in questa direzione: un esempio tangibile della capacità di adattamento e della volontà di evolversi, che ha permesso di rafforzare ulteriormente specializzazione e capacità di innovazione.
«E quale modo migliore per celebrare un traguardo così significativo se non con un’etichetta? Non una semplice etichetta, ma un simbolo tangibile di 80 anni di storia, tecnica e creatività,
progettata dai designer Barbara Passon e Massimiliano Gosparini. Ogni dettaglio rappresenta il nostro percorso: 80 spicchi, ognuno simbolo di un anno di crescita. I puntini sulla superficie raccontano la forza del team, che ogni anno contribuisce a scrivere questa storia» spiega Barbara Pagnutti, Responsabile Marketing di Tonutti Tecniche Grafiche.
L’accoppiamento di tre carte rappresenta passato, presente e futuro. Il bollino centrale, removibile e nobilitato con un rilievo a cuspide inciso, svela l’essenza dell’identità aziendale. Il rilievo elegante e il gioco di luci della lamina olografica puntiforme sullo strato di fondo conferiscono dinamismo a ogni spicchio, rendendolo vivo e tridimensionale. Le scelte di materiali e finiture testimoniano l’impegno per l’eccellenza. La stampa digitale, la stampa a caldo e la serigrafia, utilizzate nelle varie fasi di produzione, sigillano la ricerca della qualità. Un ringraziamento

speciale ai partner di questo progetto: Avery Dennison, Albertin e Oropress. Un grazie anche a clienti, fornitori e collaboratori, passati, presenti e futuri, che con fiducia, dedizione e competenza contribuiscono a rendere ogni etichetta una piccola grande storia di successo.
Come è fatta Tonutti 80
Carte dell’etichetta: Avery Dennison Lin Fiber + Matt Wine + Vergé Protagonista dell’etichetta è Lin Fiber, carta di nuova generazione del catalogo 2025. Oltre alle eccellenti caratteristiche di sostenibilità, Lin Fiber offre un valore estetico distintivo. «Parte del portfolio Sustainable ADvantage di Avery Dennison, Fasson® Lin Fiber FSC è una carta naturale, opaca, senza legno, realizzata con il 50% di fibre di lino. Grazie alla sua texture e all’effetto tattile, è perfetta per etichette di prodotti d’eccellenza. Per il passato, Tonutti ha scelto Fasson® Verge Blanc FSC, una carta
son LPM Europe.
Foil: Oropress
Lamina arancio + Lamina olografica
L’effetto olografico del foil a caldo laser argento 422A50 dona tridimensionalità all’etichetta con riflessi metallici e profondità visiva. Il foil rame arancio satinato 087NS07, scelto per il logo celebrativo, aggiunge un tocco caldo ed elegante. L’effetto satinato ammorbidisce la lucentezza metallica per un aspetto sofisticato e raffinato. «La combinazione di questi due foil rappresenta un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione in un design esclusivo» afferma Martina Culpo, Brand Manager di Oropress.

di ROBERTA RAGONA
Materiali, tecniche di stampa, ma prima di tutto strategia: sono gli elementi che consentono a un’etichetta di spiccare nel mare della comunicazione. Abbiamo fatto il punto sul settore in termini di design, supporti e lavorazioni con Maricetta Gianfalla di Alias (Palermo), Simonetta Doni di Doni & Associati (Firenze), Zeno Bersanetti di NSG Design (Bergamo) e Giovanni Murgia di Redfish ADV (Sassari).

QQuali sono in questo momento le caratteristiche che fanno emergere un’etichetta? È possibile definire la direzione del settore in fatto di comunicazione, sostenibilità di supporti e lavorazioni, trend di mercato? Sì, se prima di parlare di materiali e tecniche si parte dalla strategia. Spiega Simonetta Doni, fondatrice di Doni & Associati: «Siamo uno studio specializzato nel curare l’immagine delle aziende vinicole. Ma un’immagine che non sia cucita sull’azienda significa poco. Bisogna comunicare per raggiungere lo scopo, che è aiutare l’azienda vinicola a farsi conoscere sul mercato con i suoi valori, i suoi ideali e i suoi obiettivi. L’azienda si deve presentare con la sua faccia, non con una maschera che funziona per tutti e che può essere passata di viso in viso. Ci vogliono idee forti e la sensibilità di mettersi al servizio di ciò che l’azienda vuole esprimere».
Un pensiero strategico che è anche il cuore del lavoro di NSG Design, come ci racconta Zeno Bersanetti, l’Art director: «Quello che ci caratterizza come studio è una lunga storia, partita più di 40 anni fa quando i miei genitori, Giacomo Bersanetti e

Chiara Veronelli, aprirono il primo studio, arrivando al design dopo una formazione nelle accademie d’arte di Bergamo, Milano e Carrara. Nella sua incarnazione attuale, NSG Design è un’agenzia di design strategico, che si distingue per uno stretto rapporto con i clienti che parte da un’intensa fase di analisi per arrivare al design con obiettivi di comunicazione chiari che indirizzano l’azione progettuale».
Dove nascono le storie
In un settore come il vino le storie sono legate al territorio, come sottolinea Giovanni Murgia, AD di Redfish ADV: «Dal 2009 ci occupiamo di comunicazione enogastronomica. Il vino è al centro del nostro lavoro. Qui in Sardegna significa parlare di case vinicole con un legame forte con i propri luoghi, spesso a dimensione familiare, con diverse generazioni alle spalle e la cui attività ha un impatto significativo sulla comunità».
Ne è un esempio la comunicazione per 932, un Carignano del Sulcis Superiore della Cantina di Calasetta. «Il nome ricorda l’anno di fondazione della cooperativa agricola, il 1932. Il progetto tiene insieme le storie
dell’azienda, del territorio e della comunità che lo abita. Tramite tecniche di stampa come il debossing e la lucidatura abbiamo creato un design elegante per richiamare l’heritage, ma minimale e contemporaneo, con una buona presenza sulla bottiglia. Oggi più che mai la connessione proattiva tra progettista e stampatore è fondamentale».
Per raccontare storie che funzionino è importante non solo conoscere il proprio settore, ma anche raccogliere suggestioni di altri ambiti, come ricorda Maricetta Gianfalla, AD di Alias Communication and Design: «L’esperienza di Alias viene dalla fine degli anni ‘90, con l’idea di portare nel design un approccio strategico squisitamente creativo, grafico. Questo si riflette nel tipo di proposte su cui lavoriamo con le case vinicole, che si nutrono delle influenze di progetti con altre realtà culturali del territorio, come il Teatro dell’Opera di Palermo e il Teatro di prosa della città. Negli anni abbiamo collaborato con artisti come Milton Glaser, Emilio Tadini, Lorenzo Mattotti. Abbiamo costruito il nostro approccio sull’idea che se

il vino è il prodotto della cultura di un territorio, la sua comunicazione è nutrita dalla tradizione culturale del territorio».
VÈ un momento vivace per le innovazioni a disposizione di chi progetta, sia sui materiali che sulle tecniche. È fondamentale un confronto continuo con i fornitori, le cartiere e gli stampatori.
— MARICETTA GIANFALLA

Vivacità creativa per nuovi pubblici Quali sono oggi gli elementi che fanno emergere un’etichetta? Si possono individuare degli elementi di novità? Continua Gianfalla: «È un momento vivace per le innovazioni a disposizione di chi progetta, sia sui materiali che sulle tecniche. Il micro embossing e le nuove generazioni di foil – tra cui i foil trasparenti con perlescenza o diamantati – permettono effetti interessanti senza appesantire. È fondamentale un confronto continuo con i fornitori di foil, le cartiere e gli stampatori. Quello che si costruisce negli anni non è solo esperienza di progettazione ma una rete di interlocutori che non sono solo esecutori».
Murgia sottolinea le novità portate dall’apertura a un nuovo target: «Si cerca di avvicinare un pubblico, le nuove generazioni, meno abituato al consumo del vino, per cui si attinge ai linguaggi visivi di altre aree: un uso grafico di font d’impatto, etichet-
Redfish – 932 Cala di Seta
NSG – Ruggeri, Quartese Limitless

te colorate affidate a illustratori dallo stile contemporaneo. Non è una transizione di consumo che passa solo dal packaging, ma la comunicazione può facilitarla».
AA ogni canale di distribuzione il suo codice comunicativo. O no?
Target diversi, ma anche canali: come cambia il lavoro del designer per un prodotto destinato alla grande distribuzione? Dice Simonetta Doni: «La prima considerazione è, naturalmente, di budget: su un prodotto di grande consumo con milioni di bottiglie sono impensabili lavorazioni manuali. Bisogna bilanciare l’efficacia coi costi di produzione. Progetti con tirature più piccole aprono un campo di possibilità sia sul costo che sul tempo che può essere dedicato alla singola lavorazione». Come il caso del progetto di comunicazione realizzato con Frescobaldi e il vigneto dell’isola di Gorgona: «Gorgona è un'isola carcere dell'arcipelago toscano. Le cantine Frescobaldi sono state invitate a partecipare alla rimessa in attività del vigneto sull’isola e noi ci siamo occupati delle etichette e della comunicazione. Per primo è arrivato

Bisogna bilanciare l’efficacia coi costi di produzione. Progetti con tirature più piccole aprono un campo di possibilità sia sul costo che sul tempo che può essere dedicato alla singola lavorazione
il vermentino, successivamente il rosso. L’idea che ci ha guidato è quella dell’isola e quindi del messaggio in bottiglia, una bottiglia che racconti la voce dell’isola, del carcere come luogo di ammenda ma anche di rinascita e riabilitazione. Sull’etichetta abbiamo messo un racconto che cambia per ogni annata, come un almanacco: siamo all’undicesimo anno. La bottiglia è avvolta in una carta chiusa da un bollo giallo che nasconde proprio come è nascosta Gorgona, ma se ti ci accosti puoi scoprire cosa c’è dentro».
Secondo Gianfalla, «la comunicazione dei diversi canali di distribuzione (GDO, enoteche e Ho.Re.Ca ) sotto alcuni aspetti sta convergendo. O meglio: nella GDO è cresciuto il bisogno di dare la sensazione del valore. Sicuramente bisogna essere più eclatanti. Quando il consumatore si trova da solo davanti allo scaffale dei vini, non ci sarà nessuno a spiegargli la filosofia dell’azienda, le scelte produttive e il territorio: l’unica parte del brand che può parlargli è il packaging, che quindi deve essere esplicito e diretto. La differenza è il tempo dedicato alla scelta e che una
delle due è un’esperienza accompagnata». Un esempio è la declinazione del progetto di redesign per Duca di Salaparuta: «Abbiamo avuto l’incarico di rivedere tutta la gamma dei vini della Duca di Salaparuta per i 200 anni della cantina. Per le etichette top di gamma – il Duca Enrico e il Bianca di Valguarnera – abbiamo fatto un restyling molto essenziale: sono bottiglie pensate per un consumatore che conosce i vini, la cantina, i varietali. Tutte le bottiglie abbinano un foil platino per le cornici e sono numerate. Abbiamo individuato una palette a partire dai colori storici e li abbiamo ammodernati. Un azzurro cielo d’Aspra, un rosa tufo che ricorda i colori della pietra di zona, poi il rosso sanguigno per la firma del Duca di Salaparuta, che richiamasse il suo carattere straordinario ed eclettico. La cosa interessante è stata espandere questa ricerca di storicità e territorialità a tutta la gamma. Abbiamo utilizzato la palette per identificare le tenute e scavato nel mondo culturale di Bagheria per cercare delle ispirazioni, un universo ampio. Abbiamo scelto delle foto dell’archivio storico Alinari, immagini degli anni ‘60 in bianco
— SIMONETTA DONI
A destra: Alias – Duca di Salaparuta. Passo delle Mule: Ph. Mimmo Pintacuda © Archivi Alinari 2024. Triskelè: © Emilio Murdolo
Doni & Associati – Gorgona Frescobaldi

e nero di Mimmo Pintacuda. Invece per il Triskelé monovarietale Nero d’Avola abbiamo scelto un pittore di carretti siciliani, Emilio Murdolo. E per finire per la linea di monovarietali un quadro di Renato Guttuso, lavorato con rilievi in vernice a simulare le pennellate. Le bottiglie parlano lo stesso linguaggio declinato in registri diversi in base a dove e come è più probabile che le si incontri».
Occasioni di acquisto e di consumo che influiscono sulle scelte di design, fa notare Bersanetti: «Un vino destinato al canale Ho.Re.Ca può permettersi di fare anche scelte minimal – grandi spazi e piccoli elementi – perché l’educazione del consumatore è affidata all’accompagnamento di un professionista, che sia il sommelier o l’enoteca. La bottiglia è parte dell’esperienza e si presta un’attenzione particolare all’aspetto sensoriale: sovrapposizioni di carte, lavorazioni tridimensionali, letterpress, effetti materici. Anche il momento del consumo è rilevante: se siamo con amici siamo in un momento di apertura, siamo più disponibili all’esperienza in senso sinestesico. Interagiamo col packaging in maniera diversa da quando

facciamo la spesa con l’ansia del tempo e delle cose da non dimenticare». Niente vieta di portare le innovazioni pensate per un canale su un altro: «Un esempio è il progetto che abbiamo seguito per la cantina Nino Negri, una bella unione tra le tecniche storiche e contemporanee. Inizialmente si trattava di un’edizione limitata lavorata con la tecnica delle carte marmorizzate. La serie ha avuto un tale successo che il cliente ha voluto declinarla per la produzione in serie: qui ci è venuta in aiuto la stampa a dato variabile, che ci ha consentito di creare una serie di bottiglie che non avessero mai lo stesso disegno, ma senza i costi e i tempi delle tecniche artigianali. Le tempistiche e i budget non devono diventare un vincolo alla capacità del creativo di rispondere con idee efficaci. Un altro esempio guidato da questa filosofia sono le etichette per Sassorosso e la serie sulle vigne di montagna. È un progetto molto sentito perché è una collaborazione tra me e mio padre, uscito postumo alla sua scomparsa nel 2020. È un lavoro che trasmette in maniera forte la storia di un territorio da cui nasce un vino, replicando sulla carta le texture e la stratificazione rocciosa della montagna».
LLa bottiglia è parte dell’esperienza e si presta un’attenzione particolare all’aspetto sensoriale: sovrapposizioni di carte, lavorazioni tridimensionali, letterpress, effetti materici.
— ZENO BERSANETTI
La sostenibilità come sistema Quali caratteristiche dovrebbe avere un’etichetta per essere considerata sostenibile? Nota Bersanetti: «Non è più un momento in cui sulla sostenibilità dell’etichetta si può basare la comunicazione, se non all’interno di un percorso che parte dalla vigna e coinvolge tutta la filiera. L’innovazione lato materiali e tecniche di stampa è vivace: abbiamo assistito all’arrivo di carte riciclate dalle fonti più disparate come bucce d’uva, sfalci, materiali di risulta della lavorazione del cotone. Si cerca di ricavare da ogni materiale carte particolari per tramatura, consistenza, aspetto visivo. Per quello che riguarda le plastiche, si sta andando oltre le plastiche vergini e nel caso dei polimeri utilizzati nelle lamine, la riduzione della superficie della lamina senza pagare pegno sul piano qualitativo».
Un pensiero che deve essere sistemico per Gianfalla: «L’etichetta lavora in sinergia con gli altri elementi del packaging primario e secondario: mi viene in mente Crealis che sta lavorando molto sulla gamma di capsule totalmente riciclabili. La parte della confezione su cui si vedono i cambiamenti più importanti

NSG – Nino Negri, Vigne di Montagna
NSG – Prediomagno, Vigna del Castello

è il vetro, la ricerca è concentrata su bottiglie che a parità di prestazioni siano più leggere e trasportabili. C’è il filone del monomateriale, per cui alcuni elementi di brand possono essere stampati direttamente in forma, o la stampa serigrafica direttamente su vetro, senza etichetta».
Tenendo conto anche dei fattori non razionali del consumo, come ricorda Doni: «I fattori psicologici della comunicazione non vanno sottostimati. Un esempio è la percezione del valore di cui dicevamo prima: se da una parte si cercano bottiglie più leggere, spesso i consumatori associano all’idea di prestigio un vetro scuro e spesso. Quindi controintuitivamente viene scelta la bottiglia pesante. Un aspetto interessante sul modo in cui le norme possono influire sul design, invece, sono le capsule. Da quando le informazioni si sono spostate in etichetta, la capsula è diventata una scelta anziché una necessità. Si può omettere o sostituire con una pastiglia di cera in testa al sughero: la superficie è coperta, si può inserire direttamente l’apribottiglie nella cera ed è bella esteticamente. La mancanza della capsula non è mancanza, ma alleggerimento».

VIn questi anni la corsa al digitale è stata fatta non sempre in modo ragionato: dobbiamo esserci, poi pensiamo a come. Il rischio è di non sfruttare le potenzialità degli strumenti o addirittura abbandonarli perché non si vedono risultati.
— GIOVANNI MURGIA
Lavorare per sottrazione come attenzione non solo ai materiali, ma anche ai mezzi di comunicazione. È un anno di grandi trasformazioni nel rapporto tra la comunicazione stampata e media digitali. Come si riflette sul labeling? Dice Doni: «Una delle conseguenze meno scontate sul design dell’abitudine all’acquisto di vino online dipende dal device. Con un consumatore abituato a comprare da smartphone le possibilità sono due. Se abbiamo costruito un legame di familiarità con il brand tramite esperienza diretta – acquisto in enoteca, degustazione in cantina, consumo al ristorante – abbiamo solo bisogno di agganciarci alla memorabilità del lavoro fatto. Se abbiamo davanti un consumatore che non conosce il prodotto e deve prendere una decisione in base alle informazioni a schermo, il prodotto si deve rendere riconoscibile in pochi centimetri».
Si torna all’importanza della strategia, come sottolinea Murgia: «In questi anni la corsa al digitale non sempre è stata fatta in modo ragionato, pensando ad andare online senza pensare ai contenuti dedicati. Il rischio è di non sfruttare le potenzialità degli strumenti o addirittura
abbandonarli perché non si vedono risultati. Io nel 2009 fui tra i primi a proporre a un cliente l’inserimento del QR Code in una retroetichetta. Ma una volta inserito un QR Code il passaggio successivo merita altrettanta attenzione: cosa vogliamo che faccia il consumatore? Che contenuti troverà? Di nuovo il punto non è lo strumento, ma un contenuto pensato con priorità chiare».
Con un forte ritorno della fisicità, nota Gianfalla: «È una fase di rinnovata centralità dell’esperienza diretta e di persona, di esperienze fisiche come gli inviti in cantina e le degustazioni. Sul versante labeling sicuramente il trend dei QR Code e dell’NFC possono essere strumenti che affiancano il consumatore al momento nella scelta, allargando il bacino di informazioni di un’etichetta senza dover aggiungere ulteriori elementi che vanno ad affollare il design».
Conclude Zeno Bersanetti: «Mi sembra ci sia un grande bisogno di verità e concretezza. In un momento in cui i social ci mettono davanti non più a una scarsità, ma a un eccesso di informazione, riempire una comunicazione di significato ha una forza in grado di penetrare il rumore di fondo».
Vino digitale
Alias – Duca di Salaparuta. Paesaggio
dell’Aspra © Renato Guttuso, Siae 2024
Redfish – Tenute Gregu
Make a Mark alla
Milano Design Week 2025: il packaging come forma d’arte

Innovazione, sostenibilità e lusso si incontrano in un evento che ridefinisce il design del packaging
Dal 10 al 12 aprile 2025, Make a Mark approda alla Milano Design Week, portando il packaging al centro della scena del design globale con una straordinaria esposizione presso BASE Milano / Cariplo Factory. Questa presenza non è solo una vetrina di innovazione, ma un punto di svolta: per la prima volta, il progetto entra nel cuore pulsante della creatività internazionale, dimostrando che il packaging non è solo funzione, ma narrazione, esperienza e arte.
Un progetto visionario che continua a crescere
Nato nel 2021 dalla collaborazione fra tre leader globali del
settore – Estal, Avery Dennison e LEONHARD KURZ – Make a Mark è un progetto che ha saputo trasformare il packaging in una piattaforma di esplorazione creativa. Negli ultimi tre anni, ha coinvolto oltre 60 designer internazionali, dando vita a progetti d’avanguardia che coniugano estetica, innovazione e sostenibilità, ma soprattutto lasciano completa libertà creativa ai disegnatori.
Make a Mark si avvale anche del supporto di sponsor come Tapì Group e Les Bouchages Delage durante l’evento e le attività progettuali. Queste collaborazioni rafforzano l’iniziativa, contribuendo alla ricer-

ca e allo sviluppo di nuove soluzioni nel settore del packaging di lusso.
Packaging, innovazione e sostenibilità al centro della scena
L’esposizione di Make a Mark alla Milano Design Week offrirà al pubblico un’esperienza immersiva all’interno del futuro del packaging. Il focus sarà su materiali d’avanguardia, nuove soluzioni estetiche e tecnologie emergenti, con particolare attenzione all’equilibrio tra sostenibilità e lusso. I visitatori avranno l’opportunità di esplorare i concept più innovativi sviluppati negli ultimi tre anni all’interno della piattaforma Make a Mark. I progetti in mostra dimostreranno come il design

del packaging possa abbracciare pratiche eco-friendly senza compromettere qualità e bellezza.
Un evento dinamico con talk e laboratori interattivi
Oltre alla mostra, l’evento includerà una serie di talk e panel con esperti del settore, designer e innovatori che approfondiranno i temi chiave del packaging contemporaneo:
J L’evoluzione dei materiali sostenibili nel packaging di lusso
J L’uso delle tecnologie per trasformare il design del packaging
J Il ruolo del packaging nello storytelling del brand, tra identità, emozione e percezione del valore.


Un ulteriore punto di forza dell’evento sarà il Materials Lab, un laboratorio interattivo dove designer e creativi potranno sperimentare nuove tecniche di produzione e decorazione del packaging, lavorando direttamente con i materiali e le soluzioni innovative fornite dai partner del progetto. «Il packaging non è più solo un elemento funzionale, ma una piattaforma di espressione creativa» dichiara Marco Cavallini, leader del progetto. «Siamo entusiasti di portare il nostro progetto a Milano, nel cuore del design internazionale, per dimostrare come il packaging possa generare emozioni e creare connessioni autentiche tra brand e consumatori».
Un evento aperto a tutti: professionisti e appassionati di design
L’esposizione Make a Mark 2025 presso BASE Milano / Cariplo Factory sarà aperta a tutti, dai professionisti del settore ai semplici appassionati di design. Con ingresso libero, offrirà un’occasione unica per scoprire come il packaging stia evolvendo e quale sarà il suo ruolo nel design del futuro.
La presenza di Make a Mark alla Milano Design Week 2025 è una dichiarazione d’intenti: il packaging non è più solo un aspetto tecnico del prodotto, ma una disciplina artistica e strategica che unisce estetica, innovazione e sostenibilità.
Grazie alle nuove collabora-
zioni e al supporto degli sponsor, Make a Mark continua ad evolversi, aprendo nuove prospettive su materiali, finiture e tecnologie, ma soprattutto creando questa grande comunità che ridefinirà il packaging di lusso negli anni a venire.
10-12 aprile 2025 h. 10.00 – 18.00
BASE Milano / Cariplo Factory –Terzo piano
Per scoprire di più sul progetto, visita: makeamark.world
Pat’s Suitcase
L’arte delle etichette di lusso e l’evoluzione del packaging high-end
Pat McGrew, fondatrice e managing director di McGrewGroup, Inc. e di MC2 Services, è una famosa industry evangelist del mondo del printing: con oltre 30 anni di esperienza nel settore, supporta i clienti nel raggiungere il successo attraverso progetti di comunicazione. Noi la conosciamo anche per la valigia con cui gira il mondo, sempre piena di campioni delle ultime innovazioni nel mondo della stampa: in questa rubrica la apre per i lettori di PRINTlovers.
→ pcm@mcgrewgroup.com

Gli acquirenti nel settore retail riconoscono perfettamente la differenza tra i marchi di largo consumo e quelli che veicolano lusso ed eleganza. In questo ecosistema, l’etichetta non è solo un elemento identificativo, ma un ambasciatore silenzioso del brand. Che si tratti di una bottiglia di Prosecco pregiato, dell’edizione limitata di un profumo o di un olio d’oliva artigianale, l’etichetta definisce l’esperienza visiva e tattile del prodotto. Con l’avvicinarsi di importanti eventi del settore come Vinitaly Design Award, LabelExpo, Print4All, Packaging Première & PCD Milan e Luxe Pack, esploriamo le tendenze che stanno ridefinendo il futuro delle etichette di lusso nei settori Wine & Spirits, Food & Beverage, Beauty, Home Care e Pharma.
Tendenze di design: raccontare storie attraverso le etichette I brand di lusso hanno capito che investire nell’etichetta come strumento narrativo porta benefici concreti. Grazie a design elaborati che comunicano heritage, esclusività e artigianalità, il pubblico risponde con maggiore coinvolgimento. Ecco alcune tendenze da considerare nei prossimi progetti:
Massimalismo e minimalismo si incontrano
Se il minimalismo – con le sue linee pulite, palette cromatiche essenziali e caratteri tipografici eleganti – è stato per anni il linguaggio dominante del lusso, oggi il massimalismo sta tornando in auge. Elementi decorativi ricchi, motivi barocchi e tipografie audaci con palette cromatiche vivaci creano contrasti di grande impatto, soprattutto nel settore Wine & Spirits, dove tradizione e modernità devono coesistere.
Elementi tattili per un’esperienza multisensoriale
Il lusso è un’esperienza sensoriale. Etichette con texture – ottenute tramite embossing, debossing, finiture soft-touch o tecniche di foil ad alto rilievo – aumentano il coinvolgimento del consumatore. Un semplice esperimento? Fermatevi in un negozio di prodotti high-end e osservate come le persone siano attratte dalle bottiglie con finiture effetto lino nel vino, dalle etichette vellutate per la cosmetica di fascia alta o dalle incisioni micro-testurizzate che aggiungono profondità al racconto del brand.
Estetica vintage con un tocco contemporaneo
Nei segmenti Beauty e Wine & Spirits, le etichette vintage con bordi intricati, illustrazioni a mano e caratteri serif stanno vivendo una rinascita. Tuttavia, i brand modernizzano questi elementi con accostamenti cromatici inaspettati, dettagli in lamina e tecnologie di stampa ibrida per mantenere un’estetica attuale.
Innovazioni nei materiali: sostenibilità e lusso si incontrano Il packaging sostenibile non è più un trend di nicchia, ma una necessità per il lusso. Tuttavia, i brand devono mantenere un equilibrio tra sostenibilità e raffinatezza. Ecco alcune soluzioni da considerare:
Carte riciclate e upcycled
Le carte premium realizzate con materiali riciclati post-consumo o upcycled (come gli scarti dell’uva dalla vinificazione o i sottoprodotti della lavorazione del caffè) stanno guadagnando popolarità. Questi materiali attraggono i consumatori eco-consapevoli senza sacrificare l’esperienza premium e possono diventare parte della narrazione del marchio.




Etichette bio-based e compostabili
Materiali biodegradabili a base di canna da zucchero, bambù o alghe offrono un’alternativa sostenibile alle carte e ai film tradizionali. I settori Beauty e Home Care sono particolarmente interessati a queste soluzioni, perché allineate ai loro valori di purezza e sostenibilità.
Etichette ultra-sottili e leggere
Ridurre l’impronta di carbonio è una priorità. Nuove generazioni di substrati per etichette garantiscono durabilità riducendo il consumo di risorse, una soluzione particolarmente attraente per i produttori ad alto volume nei settori Food & Beverage e Pharma.
Tecniche di finitura alternative per la sostenibilità
Le decorazioni sono fondamentali nel lusso, ma in passato foil e inchiostri metallici ponevano problemi di riciclabilità. Oggi, nuove tecnologie permettono di ottenere effetti metallizzati con foil sottilissimi, rivestimenti a base d’acqua o tecniche senza foil, mantenendo un look premium nel rispetto degli standard di riciclo.
Innovazioni tecnologiche:
le etichette smart e oltre
Il packaging di lusso non è solo estetica, ma anche interazione. Le tecnologie per etichette smart stanno diventando sempre più rilevanti per autenticazione, engagement e tracciabilità.
NFC, QR Code e realtà aumentata
Chip NFC e QR code sulle etichette offrono accesso diretto a contenuti digitali, ma è essenziale avere un’esperienza digitale ben strutturata. Per i vini di lusso, può trattarsi di un sommelier virtuale, mentre per la cosmesi, di tutorial skincare. La realtà aumentata (AR) sta trasformando le etichette in esperienze immersive, ma il valore di queste soluzioni dipende dalla capacità del brand di mantenerle attive e coinvolgenti nel tempo.
Sistemi anti-contraffazione
I marchi di lusso devono proteggersi dalla contraffazione. Stampa di microtesto, inchiostri UV invisibili e soluzioni blockchain integrate nelle etichette garantiscono autenticità e tracciabilità, particolarmente nei settori Wine & Spirits e Pharma.
Stampa digitale e ibrida per un lusso su misura
Sebbene la stampa flessografica e offset restino popolari, la stampa digitale permette personalizzazioni avanzate, produzioni efficienti in piccole tirature e dato variabile. Le nuove tecnologie offrono persino nobilitazioni digitali eco-friendly, mentre la stampa ibrida consente di combinare flessibilità digitale e decorazioni tradizionali per risultati su misura senza costi di avviamento elevati.
Settori in evoluzione: le etichette di lusso in pratica
Ogni segmento del lusso ha esigenze specifiche, ma tutti puntano a superare i limiti del design e dell’innovazione.
J Wine & Spirits: etichette resistenti al tempo, all’umidità e alle variazioni di temperatura, con tecniche di embossing e numerazione manuale per le edizioni limitate.
J Food & Beverage: texture naturali, effetti carta artigianale e mappe in rilievo per raccontare l’origine dei prodotti gourmet.
J Beauty & Personal Care: finiture soft-touch, effetti olografici e foil multilivello per una maggiore attrattiva sugli scaffali.
J Home Care: etichette eco-luxury su contenitori ricaricabili, design minimalista con eleganza monocromatica.
J Pharma: nutraceutici e skincare di fascia alta uniscono precisione farmaceutica e design sofisticato, con funzionalità di sicurezza integrate.
Verso il futuro delle etichette di lusso
Con l’arrivo di nuovi eventi dedicati al packaging e alle etichette, è evidente che il design delle etichette di lusso è più dinamico che mai. L’equilibrio tra tradizione e innovazione sarà la chiave per creare esperienze coinvolgenti e rimanere al passo con le aspettative dei consumatori. Ci vediamo agli eventi!
27-30 MAGGIO 2025 FIERA MILANO
In collaborazione con

È una componente relativamente piccola del packaging, ma il suo impatto comunicativo è straordinario.
È il principale veicolo di informazioni obbligatorie per la commercializzazione di un prodotto, ma è anche lo strumento di marketing per eccellenza.
e
di
MICHELA PIBIRI
CATERINA PUCCI
Auge Design – Casa Marrazzo, Pentawards Silver 2024.

È proprio qui, nell’etichetta, che designer, fornitori e stampatori aprono il campo a una sperimentazione continua per attirare l’attenzione del pubblico e valorizzare l’identità del brand. Tuttavia, le etichette sono fondamentali anche in settori rigidamente regolamentati come il farmaceutico e nella logistica, dove servono per l’identificazione e la tracciabilità delle merci. Oltre al packaging, il mondo delle etichette si estende a molteplici applicazioni, dimostrando una versatilità che lo rende un settore in continuo fermento. L’innovazione è poi fortemente guidata dalla ricerca di soluzioni più sostenibili, e questo significa adottare un approccio sistemico, che consideri l’intero ciclo di vita del prodotto e coinvolga l’intera filiera, dai produttori di materiali ai brand owner. In queste pagine vi raccontiamo gli ultimi trend e una selezione di progetti di eccellenza nei principali settori applicativi delle etichette.
sappiamo bene che wine & spirits sono i terreni più fertili della ricerca nell’ambito delle etichette. È proprio in questo ambito che è più facile identificare e monitorare trend di design, stampa e nobilitazioni, che si rinnovano costantemente come collezioni di moda. Osservatori privilegiati per comprendere in che direzione sta andando il segmento sono i concorsi internazionali di packaging design, come, tra gli altri, il Vinitaly Design Award, specificamente dedicato al mondo del vino, distillati, birra e olio, e i Pentawards, che tra le proprie categorie dedica ampio spazio al beverage. Se nel settore degli spirits è più facile individuare soluzioni che si spingono oltre gli schemi anche nella forma della bottiglia e nelle chiusure, nel mondo del vino, storicamente più tradizionale e legato a stilemi conso-
A sinistra: personalizzazione e formato inedito per le etichette. Advision – Archiva Group, Pentawards Bronze 2024.
In basso: Etichetta multilivello. Morillas Brand Design –Botran Roajù, Pentawards Bronze 2024. Olssøn Barbieri – Avamposto Gin, Pentawards Silver 2024.
A destra: l’etichetta dialoga con la stampa diretta su vetro. Bulletproof – Johnnie Walker, Pentawards Bronze 2024.

lidati, la partita si gioca ancora in larga misura sullo spazio dell’etichetta, spesso nella necessità di coniugare potenza comunicativa e sostenibilità economica.
Poco alcool, molto carattere

Uno dei trend in maggiore espansione negli ultimi anni è legato al fiorire di prodotti alcool-free o low alcool. Da un lato, le abitudini stanno cambiando: anche chi apprezza gli alcolici può cercare alternative in situazioni in cui è necessario mantenere la lucidità o ridurre il consumo dopo eccessi festivi. Dall’altro, si registra un’evoluzione generazionale: la Gen Z consuma in media il 20% di alcool in meno rispetto ai Millennial – dati Berenberg Research – i quali, a loro volta, bevono meno delle generazioni precedenti. Inoltre, la mixology e la ristorazione di alta gamma stanno rispondendo a un pubblico che sceglie di non bere per motivi culturali, di salute o di contesto, senza rinunciare al gusto. Il mercato è in piena espan-


sione e anche l’Italia, che rispetto ai Paesi nordeuropei e agli USA aveva mostrato un approccio meno entusiasta all’idea di abbassare il tenore alcolico, comincia da qualche anno a presentare prodotti di qualità decisamente interessanti. E all’innovazione di prodotto, che sia un distillato analcolico o un vino low-alcool, segue l’innovazione del packaging, che tiene conto dei pubblici a cui si rivolge. Da un lato c’è la necessità di posizionarsi nel mondo Wine & Spirits con autorevolezza e riconoscibilità, per non confondersi con i soft drink, e pertanto di mantenere intatti gli stilemi della categoria per non infantilizzare il proprio pubblico. Dall’altro c’è la libertà di sperimentare e tracciare la via: un prodotto nuovo deve sempre costruire intorno a sé un intero ecosistema di comunicazione.
SCELTI DA NOI
G.Low, il nuovo brand di vino low-alcohol con etichette sostenibili firmate
Advision
G.Low è leggerezza e rispetto, un vino che illumina ogni brindisi con freschezza e stile. Più di una semplice etichetta, è un invito a brillare con consapevolezza. Il naming richiama una luce morbida e avvolgente, la stessa che caratterizza questo vino conviviale. Oltre a esprimere l’impegno ambientale di Cantine di Verona, G.Low incarna uno stile distintivo fatto di positività e unicità. Il label design di Advision coinvolge i wine lover con forme evocative: l’etichetta a freccia simboleggia nuove opportunità, mentre la stella è il fulcro dello storytelling del brand. I colori, vibranti e luminosi, si ispirano alla natura. La stella, realizzata con colore a caldo Luxoro, acquista tridimensionalità grazie all’accoppiatura, valorizzando forma e texture. A questo si aggiunge l’effetto wow della serigrafia thermocromica: scura sotto i 10° in glacette, scompare con il calore. La carta è Fedrigoni Self-Adhesives Re-Play Tintoretto Gesso, che ingloba il 15% di glassine riciclata, trasformando un materiale di scarto in una risorsa di valore. Un perfetto equilibrio tra design, tecnica e innovazione per esprimere leggerezza e stupore. www.ad-vision.it

Oltre l’etichetta, ma anche oltre la bottiglia
Le soluzioni più interessanti, soprattutto nel mondo del vino così rigidamente codificato, prevedono la volontà di andare oltre il classico riquadro dell’etichetta. Non solo quindi fustellature ardite, ma anche sovrapposizioni di carte e materiali diversi per donare maggiore rilevanza tattile e sensoriale, giocando con texture, colori e spessori diversi. Si tende a “rompere” la cornice classica, occupando spazi imprevisti, superando la bidimensionalità e conferendo spesso un appeal artigianale all’etichetta.
Un’altra tendenza riguarda l’interazione tra l’etichetta e la stampa diretta sul vetro della bottiglia, superando l’eterno dilemma su quale sia meglio a seconda del prodotto e
della necessità. Gli elementi su vetro non si limitano alla classica personalizzazione della bottiglia fatta in stampo, magari con lo stemma della cantina per i prodotti più prestigiosi, ma integrano e completano il design dell’etichetta con ulteriori elementi di comunicazione visiva che sfruttano tecniche come serigrafia, stampa digitale e nobilitazione giocando con la trasparenza del vetro e il colore del liquido.
Altra grande tendenza è quella dell’etichetta applicata sulla lattina di alluminio. Già consolidata nel mondo della birra, anche il vino e i cocktail reclamano il loro spazio in questo formato ready-to-serve che si confà a nuovi stili di vita: un consumo ridotto, senza la necessità di aprire un’intera bottiglia, e una grande

praticità. Carte naturali che contrastano con la lucidità dell’alluminio posizionano i prodotti al di fuori della percezione dei soft-drink. Creatività inedite che fanno ampio uso di tipografia e illustrazioni costruiscono lo storytelling di prodotti che escono dall’omologazione dello scaffale. Vernici serigrafiche e nobilitazioni elevano il packaging posizionandolo nella giusta categoria.
Nobilitazioni spinte e personalizzazione
Anche le marche più consolidate e le identità visive più note non possono permettersi di vivere di rendita in un mercato fortemente competitivo. Un trend importante è rappresentato dunque da tutte le soluzioni che possono aggiungere elementi distintivi e valore al prodotto, sia in fase di stampa che di post-stampa. Nella stampa, l’uso del digitale è ampiamente sdoganato anche sulle tirature importanti, per personalizzazioni legate a campagne specifiche e limited edition e per creare diverse
versioni di uno stesso prodotto, oltre che per distinguerne le referenze.
Le nobilitazioni, inoltre, svolgono sempre un ruolo fondamentale, soprattutto in prodotti che mirano a farsi conoscere e a posizionarsi in alto. Vernici spessorate e lamine metalliche vengono utilizzate con equilibrio ma senza eccessive parsimonie, in netta controtendenza rispetto a una narrazione pauperistica che vorrebbe che la sostenibilità si affermasse attraverso la sottrazione di bellezza. Si aggiunge materia ma si lavora anche per modificare la carta con fustellature ardite, effetti di debossing ed embossing particolarmente marcati, forature vicine al ricamo. Grande trend di design del momento, inoltre, è una certa nostalgia verso gli anni d’oro dei cocktail, tra un’estetica degna del Grande Gatsby, ricca di decorazioni Art Nouveau impreziosite dalla stampa a caldo, e un’iconografia ricca di colore e caratteri tipografici che ci riportano all’Italia degli anni ’50 e ’60. (MP)
Un’etichetta ispirata agli anni ‘80, tra design, retrogaming e collezionismo
L’etichetta Machete Gin, nuovo brand della Fabbrica di Liquori Izzi, nasce da una copertina creata da Dario Frattaruolo Design per PRINTlovers, trasformando un concetto grafico editoriale in un progetto di packaging d’impatto. L’obiettivo era creare un’estetica che richiamasse gli anni ’80 e il mondo dei videogame, sfruttando tecniche illustrative e materiali speciali per esaltare i dettagli visivi. Stampata da Grafical su carta perlescente UPM, l’etichetta amplifica la brillantezza dei colori, donando un effetto visivo vibrante e dinamico. L’illustrazione, realizzata a mano, mescola diversi stili artistici, dalla grafite alla pixel art, fino alla graffiti art, incorporando riferimenti iconografici ai videogame degli anni ’80 e ’90. Un elemento distintivo è il pattern della geisha, valorizzato dalla lamina iridescente di Oropress, che aggiunge profondità e riflessi cangianti alla composizione. L’uso della lamina olografica Oropress per dettagli come la scritta “Game Over”, ispirata al mondo delle sale giochi arcade, conferisce all’etichetta un effetto immersivo. Il design avvolge l’intera bottiglia, sfruttando la sua tridimensionalità per coinvolgere il consumatore, invitandolo a ruotarla e scoprire ogni dettaglio nascosto. Per chi ama il design e i videogame, questa etichetta è una sfida visiva: il gioco inizia con un bicchiere di Machete e finisce con un Game Over da collezione. www.dariofrattaruolo.com
Multiverse Studio – Hera dei Campi, Pentawards Platinum 2024
JDO – Absolut Mosaik, Pentawards Bronze 2024


SCEL TI DA NOI


anche nel food le etichette si stanno evolvendo con un’attenzione sempre maggiore a materiali, finiture e tecniche di stampa capaci di esaltare l’identità del brand e il valore percepito del prodotto. La ricerca di genuinità spinge verso carte naturali dalle texture materiche. Stampa a caldo e vernici spessorate dominano nel mondo gourmet, tra olio extravergine d’oliva, conserve, caffè specialty e confiserie. L’attenzione alla sostenibilità guida la scelta di inchiostri a base acqua e materiali riciclati, spesso impiegati nei prodotti bio e plant-based. Un trend in crescita è anche l’uso del no-label look, con etichette trasparenti che danno l’illusione di una stampa diretta sulla confezione soprattutto per miele e succhi di frutta dove la visibilità del prodotto rappresenta un valore. Anche in questo caso la stampa digitale consente personalizzazioni sempre più spinte, come tirature limitate, versioning, collezioni sta-
Creostudios, etichette che esaltano la terra e gli uliveti
Il Frantoio del Monte Pisano e il Podere del Pari sono due eccellenze che nascono dalla passione per la terra e dall’impegno di chi coltiva gli ulivi del Subappennino toscano. Creostudios ha progettato le etichette destinate a quattro linee di olio extra-vergine di oliva: Podere del Pari Nuovo, Podere del Pari Toscano IGP, Monte Pisano e Monte Pisano Biologico. L’ispirazione principale è il territorio, con il Monte Pisano come protagonista. Le illustrazioni esaltano la terra che ospita gli uliveti e raccontano il legame profondo tra il prodotto e il suo luogo d’origine. La combinazione di autenticità e modernità rispetta le identità visive già consolidate nei loghi e nelle palette colori dei due brand: il risultato è un design grafico coerente, distintivo e funzionale, capace di trasmettere al consumatore la qualità e l’unicità del territorio di provenienza. Negli ultimi mesi il lavoro del Frantoio del Monte Pisano e il Podere del Pari è stato premiato con numerosi riconoscimenti, tra cui:
J International Competition Olio Geniale 2025: 3° posto assoluto Conventional EVO ITALIANO: Median 9,1
J Sol d’Oro International Competition 2025: Gran Menzione Vincitori Concorso Emisfero Nord 2025
J Gambero Rosso: Premio Guida Oli d’Italia 2025 – Due Foglie.
www.creostudios.it

gionali, senza rinunciare a qualità e precisione. Un esempio classico è l’uso di dettagli stampati a caldo con lamine metalliche su etichette di panettoni artigianali durante il periodo natalizio, o la creazione di pattern variabili per serie speciali di infusi, tè e caffè.
L’opulenza dell’olio e del miele, le conserve da esposizione
Categorie merceologiche che cominciano a vantare numerosi contest dedicati, come EVOilàbel, Forme dell’Olio, Mielabel oltre agli stessi Vinitaly Design Award e Pentawards, olio e miele stanno vivendo il loro momento d’oro in fatto di packaging design. Prodotti preziosi, dall’alto valore nutrizionale e di chiara impronta artigianale, espri-
mono eccellenze di interi territori e tradizioni culinarie da valorizzare. Non stupisce quindi che la ricerca si orienti al lusso, ricalcandone gli stilemi ma cercando la propria espressione originale in un’estetica capace di reinventare la comunicazione del mondo agroalimentare.
Anche marmellate, confetture, conserve sott’olio e altri prodotti agroalimentari a lunga conservazione sembrano voler uscire dalla dispensa per posizionarsi in bella vista. La ricerca è molto concentrata sul colore e sui caratteri chiari e distintivi, sia per quanto riguarda le etichette autoadesive sia quelle carta e colla che rivestono le classiche lattine. Nobilitazioni e fustellature particolari fanno il resto. (MP)
SCELTI DA NOI

con le tecnologie blockchain, alcune aziende garantiscono la tracciabilità e autenticità del prodotto, cruciale nel mondo del lusso.
negli ultimi anni il settore della cosmesi e dei profumi ha visto una significativa evoluzione non solo nei prodotti, ma anche nel packaging e nelle etichette, che oggi rappresentano un perfetto connubio tra estetica, funzionalità e sostenibilità.
Sempre più smart
Un significativo cambiamento è l’introduzione delle etichette intelligenti o connesse, con l’utilizzo di QR code, RFID e NFC che permettono ai brand di offrire un’esperienza più immersiva e personalizzata attraverso lo smartphone. Un utilizzo più funzionale di queste tecnologie smart prevede l’utilizzo di inchiostri termocromici, che cambiano colore con la temperatura, segnalando quando un prodotto è stato esposto a calore eccessivo o quando raggiunge la temperatura ideale per l’applicazione. Inoltre, grazie all’integrazione
Texture sofisticate, ma con un occhio alla sostenibilità Sempre più diffusa l’adozione di materiali biodegradabili, riciclati o compostabili: le etichette realizzate in carta di alghe fibre di canapa o bambù sono soluzioni sostenibili che mantengono un’eleganza che ben si accorda con la filosofia del mercato beauty. Sempre più ricercati gli effetti sensoriali, come rilievi tattili, texture vellutate o metallizzate. Anche in questo settore si assiste alla coesistenza di stampa diretta su vetro e applicazione di etichette, soprattutto nella profumeria. Una delle principali innovazioni è rappresentata dalla microincapsulazione delle fragranze, che permette all’etichetta di rilasciare la profumazione del prodotto al tocco. L’attenzione alla sostenibilità ha portato anche all’adozione di inchiostri naturali e solvent-free, riducendo l’impatto chimico della stampa. (CP)
Nice People – Public Spirit, Pentawards Bronze 2024. In basso: un olio extravergine di oliva che adotta i codici estetici della profumeria artistica. Servaire & Co. – Estoublon, Pentawards Silver 2024.
Un packaging premium per la cosmesi dei piccoli animali: eleganza e funzionalità in ogni dettaglio stampati da Tonutti Tecniche Grafiche
Nel mondo della cosmesi per piccoli animali, un buon packaging è più di un involucro protettivo: è un elemento fondamentale che definisce il valore percepito del prodotto, trasformando ogni flacone in un oggetto esclusivo. Per una linea di prodotti beauty dedicata a cani e gatti, il design dell’etichetta diventa protagonista di questo concetto, combinando estetica e funzionalità in modo innovativo.
Le etichette della Linea Muhà Pet sono realizzate su un supporto in polipropilene (PP), scelto per la sua resistenza e versatilità. I testi sono stampati con oro serigrafico, un dettaglio che aggiunge un tocco di lusso. Ma è la lamina oro microincisa a rappresentare il vero cuore del design: la tecnica impiegata dona tridimensionalità e il cane e il gatto sembrano prendere vita con un movimento delicato e raffinato. A completare il progetto, uno strato di vernice trasparente protegge l’etichetta dall’alcol presente nei prodotti, garantendo la durabilità del design e preservandone nel tempo la bellezza. Il risultato finale è un packaging che unisce sobria eleganza e lusso discreto, esaltando il valore della gamma cosmetica per animali e attirando l’attenzione con un design moderno e di grande impatto. www.grafiche-tonutti.it


SCELTI DA NOI
Colori e geometrie inedite per le conserve. Tridimage – Akamasoa, Pentawards Gold 2024.
In basso: Servaire & Co. –Roger & Gallet Eau de



a differenza del settore cosmetico, dove le etichette devono garantire una forte componente estetica e interattiva, nel settore farmaceutico l’accento è posto su sicurezza, regolamentazione e tracciabilità. Le etichette qui devono garantire conformità normativa e accesso immediato a informazioni mediche, dal momento che giocano un ruolo cruciale nella sicurezza dei pazienti, nella lotta alla contraffazione e nella tracciabilità dei prodotti. Dal 1° luglio 2023, la Direttiva UE Omnibus (n. 2019/2161), recepita in Italia con il decreto legislativo 26/2023, ha introdotto importanti modifiche che mirano a migliorare la trasparenza verso i consumatori, stabilendo nuove regole per le comunicazioni dei prezzi e le promozioni a tempo. Per adeguarsi a queste nuove disposizioni, le farmacie possono trarre grande vantaggio dall’adozione delle etichette elettroniche CGM E-TAG.

Un’altra distinzione chiave riguarda i materiali: se nel settore beauty la sostenibilità è un aspetto fortemente legato all’immagine del brand, nel farmaceutico i materiali devono rispondere a rigorosi standard di resistenza e conservazione, proteggendo le informazioni anche in condizioni ambientali critiche.
Più sicure e tracciabili
L’uso di codici univoci serializzati è diventato uno standard per garantire l’autenticità dei farmaci e contrastare la contraffazione. Anche in questo caso, l’integrazione di RFID e NFC consente il monitoraggio del prodotto lungo l’intera supply chain. Roche ha implementato etichette con tecnologia RFID per il tracciamento in tempo reale dei farmaci oncologici, mentre Sanofi ha adottato un sistema di codifica serializzata per ridurre il rischio di manomissioni. L’introduzione delle etichette digitali
ha permesso ai pazienti di accedere a informazioni dettagliate sui farmaci attraverso QR code e applicazioni mobili, semplificando la consultazione di foglietti illustrativi aggiornati, migliorando l’aderenza alle terapie. GlaxoSmithKline ha lanciato etichette con QR code dinamici collegati a database aggiornabili, garantendo che i pazienti ricevano informazioni sempre attuali.
Anche in ambito farmaceutico, l’attenzione all’impatto ambientale ha portato alla ricerca di materiali eco-friendly, come bioplastiche, carta riciclata e inchiostri privi di solventi. Bayer ha recentemente introdotto etichette realizzate con materiali biodegradabili per alcune linee di prodotti da banco, contribuendo a un minore impatto ecologico senza compromettere la leggibilità e la durabilità delle informazioni. (CP)
cologne
Jean Marie Farina, Pentawards Silver 2024.


anche nell’ambito della cura della casa, le etichette non sono più semplicemente una fonte di informazioni, ma stanno diventando strumenti intelligenti. Un esempio è quello di Procter & Gamble con il suo marchio Ariel. L’azienda ha adottato etichette con codici QR per offrire informazioni aggiuntive per il lavaggio dei capi e sui benefici ambientali delle formulazioni, mentre Clorox ha sviluppato un’etichetta per i suoi prodotti di pulizia che, attraverso un’app di AR installata sullo smartphone, offre ai consumatori suggerimenti per il loro utilizzo ottimale.
Ripensare il ciclo di vita
Con la crescente consapevolezza riguardo l’impatto ambientale degli imballaggi, le aziende sono spinte a ripensare l’intero ciclo di vita dei loro prodotti, incluse le etichette. Materiali come la carta riciclata, il PET riciclato e i biopolimeri sono utilizzati per produrre etichette che non solo rispondono alle normative ambientali, ma che riflettono anche l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità.
Un esempio significativo in questo campo è quello della Henkel, che ha lanciato una serie di etichette ecologiche per il suo marchio di detergenti Bref, realizzate con materiale riciclato e progettate per ridurre al minimo l’utilizzo di plastica vergine. Inoltre, Henkel ha iniziato a produrre etichette facilmente separabili dall’imballaggio per facilitare il riciclo, come le shrink sleeve prefustellate.
Un occhio alla personalizzazione
Il design delle etichette è stato ripensato per essere più facilmente leggibile e per presentare le informazioni in modo visivamente accattivante ma semplice. Ciò include l’uso di caratteri più grandi, colori contrastanti e l’adozione di icone per facilitare la comprensione delle istruzioni per l’uso o i simboli di sicurezza. La personalizzazione delle etichette sta diventando una pratica diffusa, grazie alle nuove tecnologie di stampa digitale. Le aziende possono ora produrre etichette su misura per le esigenze specifiche dei consumatori o per particolari occasioni. (CP)
Arteficegroup per Rump@blic Origins. The Route of the rum belt.
Illva Disaronno presenta Rump@blic Origins, una nuova gamma di rum nata dalla collaborazione con esper ti bartender. Il brand celebra “The Route of Rum Belt”, il percorso storico della canna da zucchero, esplorando l’autenticità del rum at traverso selezioni da diverse regioni. Affinati nelle storiche Cantine Flo rio di Marsala, subiscono un in vecchiamento unico grazie all’in fluenza del Mediterraneo. La linea include tre selezioni speciali: Spain & Venezuela, Thailand & Philippines, Ghana & eSwatini, ciascuna con ca ratteristiche organolettiche distintive.

Lo studio sull’identità visiva realizza to da Arteficegroup riflette il viaggio e l’autenticità del prodotto: etichette con texture originali, coordinate ge ografiche, mappe antiche e dettagli che evocano l’avventura e la tradi zione del rum. Ogni macchia è unica come ogni prodotto, addirittura come ogni bottiglia, nella forma e nella po sizione, sempre diverse, e simboleg giano l’individualità di ogni rum e la sua storia di origine, per raccontare la storia e l’emozione del viaggio del prodotto. Questa attenzione al det taglio trasforma il packaging in parte integrante dell’esperienza sensoriale, invitando i consumatori a intrapren dere un viaggio visivo e tattile pri ma ancora di assaggiare il prodotto. Rump@blic Origins non è solo un rum, ma un’esperienza sensoriale da sco prire già dall’etichetta, che trasforma ogni degustazione in un viaggio unico e indimenticabile. www.arteficegroup.com


SCELTI DA NOI
A sinistra: la shrink sleeve di Vernel è removibile grazie al pretaglio laterale. Foto Henkel.
Sotto: nobilitazioni spinte su stile kraft. Luminous Design – Holiston Olive Oil, Pentawards Silver 2024.


nel settore automotive, la tracciabilità è essenziale per la gestione delle forniture e per garantire la qualità dei veicoli e dei componenti. Un esempio viene da Ford, che ha integrato etichette RFID nei componenti cruciali dei suoi veicoli, riducendo i tempi di assemblaggio e migliorando la qualità finale del prodotto.
Materiali ecologici
Anche l’industria tech e quella automotive stanno adottando pratiche più sostenibili. HP ha sviluppato etichette per le sue cartucce di inchiostro che utilizzano materiali completamente riciclati. Si fa strada anche
TEO Italy, alluminio flessibile per l’etichetta di Biblioteca del Fondatore
L’etichetta di Biblioteca del Fondatore nasce da uno studio approfondito su un segno capace di evocare il concetto di infinito. Il protagonista visivo è un serpente intrecciato, simbolo di ciclicità e continuità, che genera un movimento fluido e senza fine. Questa scelta non è casuale: la linea di liquori Biblioteca del Fondatore raccoglie e celebra antiche ricette del fondatore dell’azienda, tramandate nel tempo e racchiuse in un prodotto che dialoga con la storia e la tradizione. «La scelta del materiale è stata una vera scoperta» dice la designer Maria Giannico. «Inizialmente non conoscevo l’alluminio flessibile e non immaginavo che potesse offrire una resa così raffinata. Quando TEO Italy mi ha mostrato i primi campioni, ho capito immediatamente che era la soluzione perfetta per valorizzare il design dell’etichetta. La sua capacità di riflettere la luce e di esaltare ogni dettaglio ha reso il serpente tridimensionale, creando un effetto visivo di grande impatto. Dopo aver presentato il materiale al cliente, la risposta è stata immediata: ha deciso di accettare la sfida e adottarlo per l’intera linea. Il risultato finale ha superato ogni aspettativa. Ricordo ancora l’emozione del primo contatto con l’etichetta stampata: la texture, la profondità dei dettagli, la brillantezza del materiale, ogni elemento contribuiva a una percezione di eccellenza». L’alluminio flessibile non è solo un supporto estetico, ma un vero e proprio amplificatore del design. In progetti selezionati, può trasformare un’etichetta in un’esperienza sensoriale, portando la stampa a livelli di qualità straordinaria. Biblioteca del Fondatore ne è la prova concreta: un perfetto equilibrio tra ricerca grafica, innovazione tecnologica e valorizzazione della tradizione. www.teoitaly.com

l’adozione di stampe eco-compatibili con inchiostri a base di soia o altre soluzioni a basso impatto ambientale. Anche in ambito automotive Volkswagen sta adottando etichette che indicano il tipo di carburante o la manutenzione dei veicoli prodotte con materiali riciclabili o biodegradabili.
Design ottimizzato per la funzionalità e la durabilità
Automotive e tech hanno in comune il fatto che veicoli e dispositivi devono affrontare condizioni difficili come urti, esposizione alla polvere o all’umidità, vibrazioni, sbalzi di temperatura e agenti atmosferici. Le etichette devono dunque essere progettate per durare nel tempo e garantire la leggibilità delle informazioni, usando materiali come polipropilene
e plastiche speciali in grado di resistere a condizioni ambientali estreme. Nell’automotive le etichette per il controllo delle emissioni o per le informazioni relative alla manutenzione vengono prodotte con materiali ultra-resistenti, come il vinile o l’alluminio anodizzato, che sono in grado di sopportare l’usura quotidiana.
Conformità alle normative
Nel settore automotive, le etichette hanno anche una funzione di sicurezza, garantendo che i veicoli rispettino le normative, le specifiche tecniche obbligatorie, come emissione dei gas e pressione degli pneumatici. In ambito informatico, le etichette di sicurezza vengono utilizzate per evidenziare avvertenze riguardo alla gestione sicura del prodotto. (CP)
SCELTI DA NOI



la prensa etichette: Cinquant’anni di storia nel labeling di alta qualità
La Prensa Etichette Italia nasce a Milano nel 1966 per iniziativa dei fratelli Diego e Sergio Delfino, specializzandosi nella stampa di etichette. Crescendo rapidamente, l’azienda si trasferisce a San Giuliano Milanese, evolvendo in tecnologia e professionalità.
Con l’ingresso della nuova generazione, rappresentata da Elena ed Emanuele, arriva un’ondata di innovazione. Negli anni successivi l’azienda amplia la sua offerta con la fondazione di Flexo Labels Italia (2012) e una serie di acquisizioni strategiche, tra cui Fusteltaglio Italia (2015) e Summit Press (2016). Nel 2022 viene inaugurato il nuovo stabilimento di via Buozzi, dedicato al taglio e confezionamento delle etichette. L’acquisizione di Grafiche Lama, player di riferimento nel mondo delle etichette in mould (IML), segna un ulteriore passo in avanti per l’azienda, che da sempre ha fatto degli investimenti tecnologici e dell’aggiornamento costante la sua mis-
sione, per rispondere ai cambiamenti del mercato.
L’azienda è in continua espansione grazie a investimenti tecnologici che migliorano la qualità delle sue etichette. Tra le recenti innovazioni, ha introdotto una Heidelberg XL 106 7 + V + Cutstar nel 2022 e, nel 2023, ha potenziato la produzione con nuove macchine per offset, flexo e taglio. Inoltre, è la prima al mondo a implementare una linea per la produzione di lastre flexografiche con sviluppo ad acqua, confermando il suo impegno verso soluzioni tecnologiche avanzate e sostenibili. Un ambiente innovativo e stimolante che attrae ogni anno giovani professionisti da formare nel settore della stampa.
Mercati e prodotti
L’azienda offre una vasta gamma di etichette, tra cui soluzioni in carta, BOPP, PET, shrink sleeve e maniglie per
180 dipendenti, 45 mln fatturato (2024) e una costante espansione grazie a investimenti tecnologici mirati.
fardelli. I suoi prodotti sono utilizzati in vari settori, come alimentare, chimico, cosmetico e farmaceutico, rispondendo alle esigenze di diverse tipologie di clienti con soluzioni personalizzate e di alta qualità. La Prensa Etichette Italia è un leader nel settore della stampa di etichette in carta “wet-glue” per acque minerali e collabora con alcuni dei principali brand del settore, tra cui Nestlé Waters Italia, San Pellegrino, San Benedetto, Ferrarelle, Coca-Cola e molti altri. Grazie alla sua expertise, è un punto di riferimento per le aziende che richiedono etichette di alta qualità nel settore delle acque minerali.
Soluzioni innovative
La Prensa Etichette
Via Varese 17
San Giuliano Milanese (MI) www.laprensa.it
La Prensa Etichette Italia investe continuamente in nuove tecnologie, come la stampa flexo e offset, nonché in trattamenti a freddo per migliorare la durata e la resistenza dei prodotti.


La Prensa Etichette Italia nasce a Milano a opera dei due fratelli Diego e Sergio Delfino che hanno fatto della stampa di etichette la loro professione.
1974
Nel corso degli anni l’azienda si ingrandisce e si trasferisce a San Giuliano Milanese, dove tecnologia e professionalità si evolvono con passi da gigante.
1983
Ai padri subentrano più attivamente i figli, Elena ed Emanuele, che portano in azienda una ventata di rinnovamento ed entusiasmo.
2012
Nasce Flexo Labels Italia per la stampa in materiale plastico e di imballaggi flessibili per tutti i settori.
2015
Acquisizione Fusteltaglio Italia, per il taglio e la fustellatura di etichette e stampati commerciali.
2016
Acquisizione Summit Press per la produzione di etichette adesive, shrink sleeve e roll fed.
2019
La Prensa vince il premio Best Label Printer – Oro della Stampa
2022


L’azienda è pioniera nell’adozione di tecniche ecologiche, come l’uso di lastre flexografiche sviluppate ad acqua, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità complessiva delle etichette.
Nel 2012, 2018 e 2022, La Prensa Etichette Italia ha superato con successo l’audit A.I.M. PROGRESS, che certifica l’eticità dei suoi comportamenti verso clienti e dipendenti, con tutti i dati disponibili su SEDEX. Dal 2017, l’azienda garantisce la rintracciabilità dei materiali provenienti da foreste certificate FSC, dimostrando il suo impegno nella gestione forestale responsabile. Inoltre, dal 2021 è certificata per la sicurezza alimentare secondo la norma ISO 22000, integrata con norme tecniche riconosciute a livello internazionale.
Nasce lo stabilimento di via Buozzi per il taglio e il confezionamento delle etichette.


Nelle etichette
“connesse” si gioca il futuro della comunicazione di marca
Nel mondo moderno del packaging e della logistica, le etichette connesse stanno emergendo come una soluzione innovativa per rispondere alle crescenti esigenze di interattività, tracciabilità e sostenibilità.
Possono essere definite etichette “connesse” tutte quelle che incorporano tecnologie come tag NFC (Near Field Communication), RFID (Radio Frequency Identification) o altre forme di identificazione digitale, che permettono di arricchire il prodotto con informazioni interattive e dinamiche, accessibili tramite dispositivi elettronici come smartphone e tablet. Le etichette connesse offrono una vasta gamma di benefici tangibili per vari settori. Uno dei principali vantaggi è sicuramente l’interattività, che trova applicazioni sia nel campo del marketing che in quello della distribuzione. Grazie a queste etichette, i consumatori possono scansionare un codice QR o avvicinare un dispositivo abilitato NFC e ottenere informazioni supplementari sul prodotto, come dettagli nutrizionali, istruzioni per l’uso, video dimostrativi, o anche la storia del marchio. L’interattività consente di personalizzare la propria esperienza di acquisto, arricchendo la comprensione e il coinvolgimento. Un altro vantaggio significativo delle etichette connesse è la tracciabilità. Nel contesto delle catene di

approvvigionamento moderne, è cruciale per le aziende monitorare i movimenti dei prodotti in modo efficiente e sicuro. Le etichette connesse consentono di raccogliere e trasmettere informazioni in tempo reale, migliorando la gestione dell’inventario, facilitando il monitoraggio delle scorte e riducendo i rischi associati alla contraffazione. Questa capacità di tracciare un prodotto lungo tutta la sua filiera offre alle aziende una maggiore sicurezza e affidabilità, soprattutto nel caso in cui le esportazioni rappresentano un core importante. Inoltre, le etichette connesse permettono di aggiornare le informazioni in tempo reale: le aziende possono fornire ai consumatori modifiche importanti sui prodotti, come aggiornamenti sulla sicurezza, nuove funzionalità o anche nuovi dettagli, senza dover ristampare nuove etichette. L’integrazione di queste tecnologie permette una comunicazione continua, che è particolarmente importante in settori ad alta regolamentazione come quello farmaceutico, dove informazioni precise e tempestive sono essenziali.

Il packaging connesso di Madrí Excepcional
Il progetto dell’agenzia britannica SharpEnd per la birra Madrí Excepcional si è aggiudicato un Bronze ai Pentawards 2024 nella categoria Brand Identity and Connected packaging. Per la campagna estiva “L’anima di Madrid”, che mirava a raccontare l’anima vivace e progressista della città, l’agenzia ha creato un percorso di consumo connesso in cui i consumatori dovevano cercare i codici QR stampati all’interno della “porta rossa” in tutti i touch point per sbloccare vari premi specifici per il luogo in cui si trovavano. Tutto era collegato: manifesti OOH, annunci stampa, bar, bottiglie e lattine. Una volta individuata e scansionata la porta, l’utente doveva pronunciare una password: “Madrí” per entrare. La tecnologia di riconoscimento vocale verificava e concedeva l’accesso a un hub di contenuti esclusivi in cui era possibile sbloccare l’ingresso a un esclusivo takeover party Madrí, la possibilità di vincere bicchieri Madrí, oltre a premi, sconti, una mappa dei bar e dei negozi locali che vendono Madri e altri contenuti esclusivi. Madrí ha così acquisito una nuova conoscenza dei suoi consumatori grazie alla connessione di tutti i punti di contatto ed è diventata la birra lager di maggior valore nella categoria, con il più alto tasso di vendite di qualsiasi altra birra lager alla spina e la quinta birra lager al mondo.

La sostenibilità è un altro aspetto cruciale nell’adozione delle etichette connesse. Con la crescente attenzione all’impatto ambientale, ridurre l’uso di materiali cartacei è diventato una priorità per molte aziende. Le etichette connesse, in quanto digitali, contribuiscono a questa riduzione.
Le applicazioni pratiche delle etichette connesse sono molteplici e si estendono a diversi settori. Nel settore alimentare, ad esempio, possono fornire ai consumatori informazioni nutrizionali dettagliate, avvertenze su allergeni, suggerimenti per ricette o persino la possibilità di tracciare la provenienza degli ingredienti. Nel farmaceutico sono particolarmente utili per garantire l’autenticità dei medicinali, impedendo la contraffazione e facilitando la gestione della catena del freddo per i farmaci sensibili alla temperatura. Queste etichette possono anche includere codici che permettono di scaricare istruzioni dettagliate per l’uso del farmaco, migliorando l’aderenza alla terapia e la sicurezza del paziente.
Guardando al futuro, le etichette connesse continueranno a evolversi e integrarsi con le tecnologie emergenti. Con l’espansione dell’Internet delle Cose (IoT), in cui dispositivi fisici sono sempre più connessi a Internet e scambiano dati, possiamo aspettarci che le etichette diventino ancora più sofisticate. In particolare, l’uso della realtà aumentata (AR) è destinato a crescere. Le etichette connesse del futuro potrebbero integrare informazioni visive sovrapposte all’immagine del prodotto, offrendo esperienze immersive che permettono ai consumatori di visualizzare dati interattivi, come recensioni o informazioni storiche, direttamente attraverso il proprio smartphone.
Con l’adozione crescente di queste tecnologie, è probabile che le etichette connesse diventino una prassi standard nel prossimo futuro, rivoluzionando il modo in cui i consumatori interagiscono con i prodotti e migliorando l’efficienza operativa delle aziende.
Rivoluzione Phygital: un’etichetta che unisce mondo fisico e digitale
Ci sono etichette capaci di trasformare il prodotto in un’esperienza immersiva. Che invitano a guardare oltre la superficie, a cercare un dettaglio nascosto, a lasciarsi guidare in un viaggio profondamente sensoriale. È il caso della special edition di Bufalo Gin, firmata da Auroflex in collaborazione con Hud Agency, e vincitrice del premio Challenge Your Agency 3.0.
La stampa HP Indigo con il dato variabile, l’effetto Mosaic e l’inchiostro invisibile rendono ogni bottiglia unica, mentre la presenza di un QR code lascia che l’etichetta diventi una porta d’accesso al Bufalo World. Scansionando il codice, i consumatori entrano in un universo interattivo simile a un videogame che riproduce l’Agro Pontino, terra dove nasce il gin, finendo così per vivere esperienze immersive e accedere a contenuti esclusivi. Tra le lavorazioni, il micro embossing e il Relief multilevel 3.01 creano un gioco di rilievi che anticipa lo storytelling di questo mondo digitale, dove si estende la narrazione del Bufalo Gin.
Un perfetto esempio di Phygital, dove il packaging non si limita a contenere e vestire un prodotto, ma diventa una finestra su una realtà tutta da scoprire. www.auroflex.it
SCELTI DA NOI
SCELTI DA NOI



rifa etichette: eccellenza nella stampa da più di 50 anni
Fondata nel 1972 a Schio da Rinaldo Fanchin, Rifa Etichette ha celebrato nel 2022 mezzo secolo di attività. Quando nacque, il settore delle etichette autoadesive in Italia era ancora agli albori, con processi di stampa che utilizzavano caratteri in piombo. Oggi l’azienda è guidata dai figli Alessio, Elisabetta e Nicola, affiancati da Carla Fanchin e dallo stesso Rinaldo Fanchin. Nel 2024 Rifa Etichette ha superato i 6.000.000 m² di materiale autoadesivo stampato e prodotto oltre 1 miliardo di etichette. L’azienda opera in diversi settori, con una particolare specializzazione nel mondo enologico, degli spirits e del beverage, che rappresentano il 45% della produzione. Sommando questi ambiti a quello farmaceutico e alimentare, si arriva a coprire l’80% del fatturato.
Sinergie tra enologico, farmaceutico e alimentare
Operare contemporaneamente nei settori enologico, farmaceutico e
alimentare rappresenta una sfida interessante, poiché le esigenze dei clienti variano notevolmente.
J Enologico: lavorazioni complesse che combinano stampa offset, flexo, serigrafia e stampa a caldo.
J Farmaceutico: standard elevati di qualità, sicurezza e controllo del prodotto finito.
J Alimentare: attenzione ai costi e alla sostenibilità.
La strategia di Rifa Etichette è stata quella di elevare al massimo le richieste di ogni settore e renderle lo standard produttivo aziendale. Per esempio, la tecnologia di controllo qualità sviluppata per il farmaceutico viene applicata anche agli altri settori, mentre le tecnologie di stampa combinate per l’enologico trovano impiego anche nel cosmetico e nell’alimentare. Un esempio concreto è l’utilizzo delle etichette multipagina, nate per il farmaceutico ma poi adattate con successo anche al settore enologico e beverage.
Negli ultimi anni, l’azienda ha costantemente investito oltre il 10% del fatturato nelle linee di produzione
Rifa Etichette
Via Lago di Molveno, 41 Schio (VI) T. 0445 575367
www.rifa.it
Capacità produttiva Rifa Etichette dispone di:
J 3 linee di stampa offset
J 3 linee flexografiche a 8 colori
J 1 linea flexografica a 2 colori
J 1 linea di stampa Hp Indigo 6K
J 2 linee serigrafiche piane
J 1 linea per etichette neutre. Negli ultimi anni, l’azienda ha costantemente investito oltre il 10% del fatturato nelle linee di produzione, garantendo soluzioni adatte sia a piccole tirature che a volumi elevati, mantenendo la fedeltà grafica dell’etichetta iniziale. Tutte le linee sono progettate per integrare più tecnologie di stampa in un unico passaggio. La macchina più avanzata di Rifa è in grado di gestire fino a 12 colori, 4 lamine a caldo e 2 colori serigrafici, offrendo il massimo della personalizzazione e della qualità.
Red Dot Design Award 2021 Nel 2021, Rifa Etichette ha ottenuto il prestigioso Red Dot Design Award



1972
Rifa Etichette nasce a Schio (VI) per iniziativa di Rinaldo Fanchin.
2014
Investimenti in sostenibilità fanno sì che l’azienda sia collegata al teleriscaldamento dell’inceneritore locale.
2019
Prima linea offset fino a 12 colori con tecnologia mista flexo e serigrafia per le alte tirature.
2021
Rifa Etichette si aggiudica un prestigioso Red Dot Award per un’etichetta particolarmente complessa sul piano tecnico e sostenibile.
2022
Dal 2022, il 20% del fabbisogno elettrico è coperto dai pannelli solari.

per una delle etichette più complesse mai realizzate in un unico passaggio. L’obiettivo era dimostrare che anche le lavorazioni più sofisticate possono essere applicate alla produzione su larga scala. Il progetto ha richiesto l’impiego simultaneo di due materiali, combinando stampa offset, flexo, serigrafia rotativa, stampa a caldo (sia in piano che in rotativo) e doppia fustellatura rotativa. Il successo è stato possibile grazie alla collaborazione con O,Nice! Studio, il cui mix di creatività e competenza tecnica ha permesso di sviluppare un’etichetta non solo esteticamente raffinata, ma anche economicamente sostenibile.

2024
Rifa Etichette ha superato 6.000.000 m² di materiale autoadesivo stampato e prodotto oltre 1 miliardo di etichette.
Sostenibilità: una scelta concreta Rifa Etichette ha sempre puntato su scelte green. Dal 2014, l’azienda è collegata al teleriscaldamento dell’inceneritore locale. Un innovativo sistema di raccolta e trasporto degli sfridi convoglia i residui direttamente in un container esterno per il recupero energetico nel termovalorizzatore, evitando lo smaltimento in discarica e contribuendo al risparmio di 100.000 m³ di gas all’anno. Dal 2022, il 20%


del fabbisogno elettrico è coperto dai pannelli solari. L’adozione di lampade LED per l’asciugatura ha ridotto i consumi energetici senza compromettere la capacità produttiva.
Certificazioni e qualità
Rifa Etichette è certificata ISO 9001:2015 e FSC. L’azienda utilizza materiali a basso impatto ambientale, come inchiostri a bassa migrazione e basso odore, anche per etichette che non lo richiederebbero espressamente. Per Rifa, la sostenibilità non riguarda solo il prodotto, ma anche l’ambiente di lavoro: creare un contesto sano per i collaboratori è una priorità.
Un’azienda attenta alla parità di genere Il 50% della forza lavoro di Rifa Etichette è composto da donne. Il reparto qualità è interamente femminile, perché l’azienda riconosce una maggiore attenzione ai dettagli. Allo stesso tempo, sempre più donne vengono inserite nel reparto stampa, e gli investimenti in nuove tecnologie mirano a ridurre il divario fisico, garantendo pari opportunità tra colleghi e colleghe.
BLACKOUT. UNA BIRRA ARTIGIANALE PER PALATI INQUIETI, ANNOIATI E PRONTI A SPERIMENTARE
Nel cuore della routine quotidiana, dove tutto sembra prevedibile, nasce Blackout: la birra artigianale del birrificio Ventitré, per chi ama uscire dagli schemi e abbracciare l’ignoto. Ogni lattina è un invito a rompere la monotonia e seguire l’istinto. Con un gusto deciso e sfumature inaspettate, Blackout è un’esperienza sensoriale che scuote i sensi, illuminando il buio di un’avventura unica.
L’anima di Blackout
«Blackout è un concept pensato per palati inquieti, annoiati e pronti a sperimentare», spiegano dal birrificio Ventitré. «Le nostre birre outsider sono sempre diverse, periodiche e stagionali. Ogni creazione ha un numero che la identifica e uno stile di riferimento che le dona una personalità unica e irripetibile. Quando sei al buio, segui l’istinto». Le birre Blackout prodotte in fusto sono one-shot: nessuna ricetta fissa, nessuna ripetizione, solo pura sperimentazione. Accanto a questa filosofia in costante evoluzione, la linea propone tre birre in lattina, le uniche fisse, sempre disponibili. Un punto di riferimento per chi vuole tornare su gusti stabili senza rinunciare alla qualità e all’identità distintiva del progetto. «Tutte le birre Blackout non hanno nomi, ma numeri progressivi (#1, #2, #3, etc.), a sottolineare il carattere sperimentale della linea. Niente storytelling forzato, solo un numero che segna il suo posto in un progetto in continua evoluzione».



NIRO LABEL UN ETICHETTIFICIO 4.0 PER PROGETTI DINAMICI E SU MISURA


Un design che attira i beer-lovers...
L’identità visiva di Blackout, creata da Andrea Basile (BasileADV) in collaborazione con Fabio Marangoni, illustratore, e Giuseppe Salerno, type designer, è audace e distintiva. Le etichette sono realizzate in PPL, un materiale che garantisce perfetta aderenza anche nei frigoriferi, senza rischi di danni o distorsioni. La finitura opaca dona una sensazione naturale e raffinata, mentre l’utilizzo del Lumafin di Luxoro in tre varianti cromatiche arricchisce il design. Una particolare versione trasparente di Lumafin aggiunge un ulteriore livello di profondità: la sua finitura iridescente cambia aspetto a seconda della luce, trasformando il bianco in un gioco di sfumature delicate e sorprendenti.
La realizzazione di Blackout è stata affidata a Niro Label, etichettificio della provincia di Campobasso fondato nel 2016 e già punto di riferimento per il mercato centro-italiano. L’azienda, che oggi conta sulla professionalità di 23 persone, ha tra i suoi punti di forza la dinamicità di un team anagraficamente giovane, il continuo aggiornamento in tecnologia e formazione, una dotazione tecnologica all’avanguardia integrata con un sistema gestionale 4.0 e soprattutto la curiosità e la passione di un’azienda che vuole crescere e costruire «esportando la nostra molisanità», come dice Alessandro Marrone, responsabile commerciale che in azienda rappresenta il punto di contatto tra i clienti e la produzione. Questa capacità di mettere in relazione le esigenze specifiche dei clienti con il know-how tecnico e produttivo è alla base di tutto il lavoro di Niro Label, e il progetto per Blackout non fa eccezione. In un mercato molto competitivo come quello delle birre, in cui i birrifici artigianali devono confrontarsi con i grandi produttori ma senza poter contare sugli stessi budget, fornire soluzioni agili e su misura è essenziale, ed è quello che Niro Label ha fatto con Birrificio Ventitré. «Il progetto – spiega Marrone – ha l’obiettivo di catturare l’attenzione del consumatore ma allo stesso tempo contenere e ottimizzare i costi. Sul piano tecnico è piuttosto semplice: la sua forza è la straordinaria progettazione di BasileADV che ha permesso di realizzare tutto in tre passaggi. Abbiamo scelto un materiale standard, il PPL, impreziosendolo con una verniciatura opaca dall’effetto tattile ruvido, che stimola la risposta sensoriale e allo stesso tempo dona eleganza. La stampa è stata effettuata in digitale con un unico colore, il nero, minimizzando così il consumo di inchiostri. Successivamente è stata applicata la foglia Lumafin, una diversa per ogni referenza, che dona non solo il colore, ma anche l’effetto tridimensionale grazie alla sua trasparenza». Un design forte ed efficace, dunque, alla base di un progetto di stampa raffinato ma di grande semplicità tecnica. Non solo: il progetto è stato pensato per essere scalabile sui grandi volumi qualora, in futuro, ce ne fosse la necessità, stampando in offset e nobilitando in linea, senza modificare nulla del risultato finale e nella percezione del consumatore. www.nirolabel.it


… come falene alla luce
L’illustratore Fabio Marangoni racconta: «Quando mi è stata presentata l’idea di una serie di birre dal nome Blackout, il legame con il buio è stato immediato. Nel buio, i nostri occhi cercano disperatamente qualsiasi fonte di luce, un po’ come le falene, che restano immobili fino a quando una fonte luminosa non le richiama a sé. A quel punto si lanciano in volo in una danza ebbra, quasi avessero appena bevuto delle birre Ventitré». Le falene sono state realizzate con la tecnica dell’incisione su linoleum, una moderna rivisitazione della xilografia. «Ho inciso a mano ogni minimo dettaglio, poi le matrici sono state stampate con un torchio di inizio Novecento» continua Marangoni. «Ciò che più mi af-
fascina della linografia è l’accettazione dell’errore: una volta inciso, non si torna indietro. Ogni imperfezione diventa parte integrante dell’opera, rendendola speciale e unica».
Il lettering dallo spirito street Il type designer Giuseppe Salerno ha sviluppato il marchio Blackout con la tecnica dello stencil. «È semplice da riprodurre e richiama lo spirito urbano della street art. La sua immediatezza riflette l’identità del progetto: accessibile, veloce, senza fronzoli, ma con un forte impatto visivo». Blackout non è solo una birra, ma un invito all’esplorazione. Se il buio ti chiama, segui l’istinto e apri la lattina: il viaggio ha inizio.
I canoni della bellezza cambiano nel tempo, ma le tecnologie di nobilitazione restano vere influencer per una percezione positiva e di qualità del brand che le adotta. Soprattutto nel mercato delle etichette, come riporta una ricerca realizzata da Converting .

Nobilitazione: quando l’etichetta diventa lusso
di RAFFAELE ANGELILLO

L’impiego di tecniche di nobilitazione è da sempre una caratteristica dei processi di stampa e finitura che permette la valorizzazione della stampa come medium. I termini che gravitano attorno alle tecniche, tecnologie, materiali utilizzati per le applicazioni di nobilitazione sono comuni all’intera filiera, ed è per questo motivo che analizzando le risposte alla survey lanciata da Converting possiamo mettere a confronto i pareri di tutti e tre gli attori: fornitori di tecnologie e materiali, stampatori e converter, agenzie di design, comunicazione e packaging,
I benefici della nobilitazione
Apriamo la parte dei commenti con i risultati di 4 domande che denotano alcuni aspetti curiosi: per il 100% delle agenzie la nobilitazione influisce “abbastanza” o “molto” sulla percezione del brand. Solo il 72% delle agenzie intervistate dichiara però che “spesso” o “di frequente” suggerisce l’uso di nobilitazione nei progetti di comunicazione. Il 24% rimane infatti “neutro” nei suggerimenti ai propri clienti, cosa comprensibile peraltro se vediamo la risposta alla domanda su quanto i clienti siano disposti a pagare in più per una nobilitazione di alta qualità. Il 48% delle agenzie intervistate riporta infatti freddezza o scarsa propensione dei clienti ad accettare aumenti di costo, nonostante l’interesse a utilizzare tecniche di nobilitazione.
Per gli stampatori i principali benefici delle nobilitazioni di etichette sono certamente una maggior attrattiva visiva (82%) o una miglior percezione del marchio (33%), ma anche il tema della protezione del prodotto riporta il 24% dei riscontri.
Tra le diverse tecnologie
Il tipo di stampa che secondo i fornitori offre le maggiori potenzialità per le etichette è la “stampa a caldo”, indicata da quasi il 40% degli intervistati. È poi l’utilizzo della verniciatura UV a essere votato dal 25% degli intervistati. Medesima la percentuale di chi ha dichiarato “altro”, e sono coloro che hanno indicato la serigrafia come tecnologia ancora di punta, e altri che

In alto: Harcus Design – Beelu Forest Distilling Co. Pentawards Silver 2024

hanno preferito indicare come siano le soluzioni ibride (o integrate) a offrire i risultati migliori.
Per gli stampatori è sempre la stampa a caldo a farla da padrona (50% la indica come tipo di tecnologia più usata in generale). La verniciatura UV che è indicata dal 23% degli stampatori come tipo di nobilitazione preferito nella stampa in generale sale invece al 50% quando si parla di stampa di etichette.
Sempre per la stampa di etichette il 60% degli stampatori indicano comunque la stampa a caldo come tecnica preferita, e anche la laminazione trova spazio nel 25% degli intervistati. Diverse sono invece le risposte delle agenzie. L’utilizzo della verniciatura UV è la tecnica preferita da chi si occupa di creatività, mentre la stampa a caldo e la laminazione risultano meno segnalate rispetto a quanto indicato da fornitori e stampatori. Un ultimo accenno alle tecnologie digitali di nobilitazione. Abbiamo chiesto ai fornitori quanto siano diffuse e il riscontro mette in evidenza come ancora non ci sia grande conoscenza e utilizzo delle tecnologie digitali. Compito dei fornitori, evi-
A destra: Divulge. Pentawards Gold 2024
L’interesse verso soluzioni di nobilitazione eco-sostenibili è dichiarata dall’87% delle agenzie intervistate.
dentemente, è quello di far meglio conoscere vantaggi e opportunità.
Carta is “a must”
La domanda “Quale tipo di supporto preferite e quale offre la miglior resa per la nobilitazione” vede un plebiscito a favore della carta. Oltre il 90% degli stampatori utilizza etichette di carta per poi nobilitare, l’88% dei fornitori dichiara che è la carta a offrire i migliori risultati, il 95% delle agenzie propone progetti di etichette nobilitate con supporti in carta.
I materiali per la nobilitazione
Questa domanda, posta ai fornitori e alle agenzie, mette in evidenza una predilezione per le lamine metalliche, indicate come principali materiali utilizzati dal 58% dei fornitori e dal 64% delle agenzie. Diverso invece l’ordine di preferenze sugli inchiostri. Secondo il 55% dei fornitori sono gli inchiostri UV a essere principalmente utilizzati, per il 29% gli inchiostri speciali. Per le agenzie, invece, le vernici speciali sono scelte dal 52% dei rispondenti e gli inchiostri UV dal 32%. Potrebbe essere una errata classificazione, ma è comunque un segnale che
per le agenzie il cercare qualcosa di “speciale” è fondamentale per le proposte che poi fanno ai clienti.
Le sfide operative e di miglioramento Riuscire a sviluppare innovazione tecnologica in grado di rispondere alle richieste di miglioramento da parte di clienti e operatori del mercato è da sempre una sfida aperta. Le domande che abbiamo rivolto a fornitori e agenzie possono servire per capire a che punto siamo e soprattutto come ciascuna delle parti si sta muovendo. Per i fornitori i miglioramenti tecnologici devono andare nella direzione della riduzione dei costi (65%), del miglioramento della qualità e della facilità d’uso (32%), nell’aumento della velocità (23%).
Per le agenzie le principali sfide operative sono nella variabilità dei materiali da gestire (68%), nella qualità e precisione (42%), nella necessità di migliorare gli scarti di produzione (16%). E le tendenze emergenti della domanda sono per soluzioni che siano di ecosostenibilità (62%), di un design più minimalista (42%), di integrazione di elementi digitali e di personalizzazione (entrambi attor-

no al 25%). Ci sono quindi vuoti da colmare tra i due approcci, anche se ci sono già sul mercato fornitori che stanno facendo del tema della ecosostenibilità o della riduzione degli scarti una propria strategia operativa, che comincia a vedersi anche in Italia.
La sostenibilità è il riciclo
Già nelle domande precedenti era emerso l’interesse (crescente in ogni ambito) verso le logiche di sostenibilità. Abbiamo voluto quindi fare alcune domande sia sul valore della sostenibilità sia sulla rilevanza delle azioni e attività che favoriscano il riciclo, attraverso il recupero degli scarti. Il riscontro è stato molto interessante e apre a successivi approfondimenti che mettano in evidenza le soluzioni che già qualche attore sta implementando a livello europeo e nazionale.
Nel frattempo vediamo le risposte che ci hanno fornito i tre panel di intervistati. Per i fornitori abbiamo previsto una domanda che ci potesse restituirne il pensiero sugli ambiti in cui lavorare per aumentare la sostenibilità del processo di nobilitazione. Efficienza dei processi è la risposta

più votata (dal 71% del panel), a cui si abbinano temi energetici (il 40% dice che si deve lavorare sui consumi delle macchine) e temi legati ai materiali. Il 42% del panel propone che si debba lavorare sul riciclo dei materiali di scarto, mentre il 22% sostiene che si debba lavorare per trovare materiali che provengono da fonti sostenibili.
Per gli stampatori è soprattutto alla sostenibilità dei materiali utilizzati che si deve dare importanza. In generale oltre l’82% ritiene che i materiali con cui vengono prodotte e nobilitate le etichette abbiano un ruolo tra l’abbastanza e il molto importante. Per le agenzie l’interesse verso soluzioni di nobilitazione eco-sostenibili è dichiarata dall’87% degli intervistati. È l’affondo sul tema del riciclo degli scarti che ci offre ulteriori prospettive. Non è ancora un tema ritenuto “molto rilevante” dagli stampatori. Sono infatti solo il 18% degli intervistati che lo classificano così. Il 58% però inizia a ritenerlo “abbastanza rilevante” e per nessuno è “poco rilevante”.
La medesima domanda posta alle agenzie ribalta però la situazione. Per
Eleganza e sostenibilità: il nuovo lusso del packaging per Wine & Spirits
Nel mondo del Wine & Spirits, l’etichetta è il primo incontro tra il prodotto e il consumatore. Il design non è solo un dettaglio estetico, ma un vero e proprio narratore di qualità, territorio e valore. Oggi, però, la bellezza da sola non basta: il mercato chiede packaging raffinati ma anche responsabili, capaci di coniugare lusso e sostenibilità.
Luxoro, punto di riferimento per la nobilitazione del packaging, porta in Italia l’innovazione del Gruppo Kurz, trasformando ogni bottiglia in un oggetto di design consapevole. Le nuove soluzioni decorative permettono di ottenere effetti unici – dal metallizzato alle texture tridimensionali – con un impatto ambientale ridotto. Materiali certificati, processi a basso impatto e il programma di riciclo RECOSYS® riscrivono le regole del packaging premium, garantendo eleganza senza compromessi per il pianeta.
Per i brand del settore, significa poter offrire un’esperienza di lusso che non è solo estetica, ma anche etica. www.luxoro.it

il 45% la riciclabilità degli scarti di produzione è ritenuta “molto importante” e per il 40% “abbastanza importante”. In totale è l’85% delle agenzie che dichiara particolare attenzione al riciclo degli scarti (mentre al momento solo il 76% degli stampatori).
In questa differenza di pareri ci sta sicuramente una problematica “pratica”. Da parte degli stampatori viene dichiarata una difficoltà generale nel trovare soluzioni che facilitino il riciclo degli scarti di produzione, oltre alla considerazione delle componenti di costo che gravano sui servizi di recupero e riciclo. Alla domanda “quali materiali trovate più difficili da riciclare” gli stampatori hanno messo in evidenza una difficoltà generica su tutti i prodotti di lavorazione. Le pellicole trasparenti sono state segnalate da oltre il 40% del panel, ma anche inchiostri, vernici e lamine fanno parte della mancanza, ancora, di un sistema di iniziative di raccolta e riciclo che invece sono già maturate nel tempo per altri prodotti e materiali. È certamente un’area di miglioramento per la nostra industria.
SCELTI DA NOI
Javier Garduño Estudio de Diseño –Niño Santo. Pentawards Gold 2024
HOW IT'S MADE ETICHETTE ALIMENTARI TRA NORMATIVE E MARKETING
Il biennio 2024-25 sta cambiando i criteri delle informazioni riportate sulle etichette. Ma le normative più stringenti diventeranno una base su cui costruire strategie di marketing intelligenti. La crescente attenzione alla sostenibilità e alla trasparenza spingerà i brand a innovare non solo nel design, ma anche nei materiali e nei processi produttivi.
di LORENZO CAPITANI
Sette secondi è il tempo medio che un consumatore impiega per decidere un acquisto basandosi solo sul packaging, il 70% delle scelte d’acquisto avviene direttamente nel punto vendita e l’85% delle decisioni dipende dal colore della confezione. Sono questi i numeri magici di quello che nelle teorie di marketing viene comunemente chiamato “acquisto d’impulso”, ovvero l’acquisto istintivo, non pianificato, guidato dall’emotività, che avviene senza passare per un normale processo di decisione razionale guidato dalla necessità o da un senso di urgenza.
In tutto questo il packaging svolge ovviamente un ruolo cruciale perché influenza significativamente il comportamento dei consumatori, tanto che secondo lo studio “European Consumer Packaging Perceptions”, condotto da Ipsos per Pro Carton (European Association of Carton and Cartonboard Manufacturers) nel 2022 su un campione di 7.000 consumatori europei tra 19 e 64 anni, il 46% ha dichiarato di essere stato disposto a pagare di più per un prodotto con un packaging di qualità superiore, o percepita come tale; la percentuale, stando a una ricerca di Trivium Packaging del 2023, sale al 73% se il packaging è o appare sostenibile. Questo perché acquistiamo quello che vediamo, spesso non potendo toccare direttamente il prodotto, provarlo, assaggiarlo o anche solo vederlo fuori dalla confezione dal vivo. Più ci piace più siamo disposti a spendere. Un esempio per tutti, il collutorio Coop che è in vendita con due etichette diverse, entrambe molto basiche, a prezzi comunque diversi, che costano il 50% in meno rispetto ad altri brand con etichette percepite come premium magari perché sono laminate.
Stimolare il tatto attraverso la vista
Nel 2000 Federico Marchetti fonda Yoox e inizia una stagione di successi che porterà la piattaforma a essere leader mondiale nel settore dell’e-commerce di beni di moda, lusso e design. Tuttavia in un’intervista all’Harvard Business Review Marchetti racconta di esser stato ossessionato da una domanda: «Come potevo vendere articoli di lusso, che richiedono una forte componente emozionale, online, in un momento in cui (siamo prima dell’avvento di Facebook e dell’iPhone, ndr) nessuno pensava che la gente fosse pronta a fare acquisti per migliaia di euro senza toccare, provare o vedere i prodotti?». Semplice, potremmo dire oggi con il senno di poi, è sufficiente fotografarli accuratamente e descriverli in modo puntuale. Del resto quanto di quello che acquistiamo in rete lo vediamo fisicamente prima? E lo stesso accade per buona parte di quello che compriamo a scaffale. Un esempio è il vino che molto spesso acquistiamo sulla base di quello che si chiama impulso reminiscente, ovvero quello in cui entra in gioco il ricordo. A meno
l 90% dei consumatori non ha un alto knowhow del prodotto e le decisioni nel 65% dei casi sono scaturite dalle emozioni suscitate dalla confezione
di non andare a fare acquisti direttamente in una cantina, quando siamo al supermercato ci basiamo sul tipo di vino, sull’esperienza, sulla nostra conoscenza o sulla fama di una casa vinicola e sulla sua etichetta. Ecco spiegate allora le etichette lussuose dello champagne, luccicanti e raffinate, e quelle più rustiche e apparentemente meno sofisticate del barbera: le prime fanno leva sul ricordo di brand di prestigio, della festa, dell’occasione speciale, le seconde strizzano l’occhio alla semplicità di un prodotto genuino, naturale e biologico. Questa alta riconoscibilità è indispensabile in tantissimi settori e addirittura emblematica nel settore enologico dove, stando a civinization. com, “il 75% delle decisioni di acquisto non è predeterminato, il 90% dei consumatori non ha un alto know-how del prodotto e le decisioni nel 65% dei casi sono scaturite dalle emozioni suscitate dalla confezione”. Oggi è quanto mai fondamentale rendersi subito visibili: se a scaffale il consumatore compra, oltre che per quello che vede (l’85% dei consumatori prende decisioni di acquisto basandosi sul colore, scrive sul suo sito il Color Marketing Group), anche per la fisicità della confezione, nell’e-commerce l’esperienza sensoriale passa soltanto attraverso una fotografia. Da qui la necessità di creare packaging che generino il desiderio di toccare attraverso ciò che si vede.
Messa così sembrerebbe però che il packaging sia il regno della libertà creativa dove sia lecito tutto ciò che può spingere all’acquisto.
Il quadro normativo
In realtà, come ben sa chi progetta confezioni ed etichette, si deve fare i conti non solo con le tendenze del mercato o fattori esogeni come il boom ecologista del refill, stoppato bruscamente dalla pandemia, ma soprattutto con le normative che diventano sempre più stringenti in fatto di informazioni a tutela del consumatore. Mentre l’aspetto creativo della confezione può differenziare il prodotto, l’etichettatura deve seguire regole ben specifiche, deliberate sia a livello nazionale che europeo: le informazioni richieste devono essere chiare, facilmente visibili e comprensibili, non fuorvianti e indelebili, trasformando così il packaging in uno strumento non solo di marketing ma anche di trasparenza e sicurezza per il consumatore. Limitandoci al settore alimentare in Italia, la norma di riferimento è il Regolamento sulla Fornitura di Informazioni sugli alimenti ai consumatori (detto FIC) 1169/2011 entrato in vigore il 13 dicembre 2014, che sancisce le regole basilari per sapere quali informazioni devono essere presenti sui packaging degli alimenti. In base alla definizione adottata nell’UE, si intende per etichetta “qualunque mar-
chio commerciale o di fabbrica, segno, immagine o altra rappresentazione grafica scritto, stampato, stampigliato, marchiato, impresso in rilievo o a impronta sull’imballaggio o sul contenitore di un alimento”.
Le informazioni da fornire ai consumatori sono disciplinate da un insieme di norme generali, in particolare:
+ il Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i princìpi e i requisiti generali della legislazione alimentare;
+ il Regolamento (CE) n. 1924/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute;
+ il Regolamento (UE) FIC n. 1169/2011, il più importante, che stabilisce i princìpi generali, i requisiti e le responsabilità che disciplinano le informazioni sugli alimenti, in particolare l’etichettatura degli alimenti che devono essere precise, chiare, facilmente comprensibili e non fuorvianti e non devono essere ambigue o confuse.
A queste si aggiungono poi norme specifiche per particolari prodotti alimentari come vino, uova, miele, olio d’oliva, alimenti destinati ai bambini nella prima infanzia, come l’obbligo di indicare il metodo di produzione o di

allevamento, l’origine, la varietà o le modalità di designazione di un prodotto, e le norme nazionali su tematiche specifiche non disciplinate dall’UE che ciascun paese membro può imporre purché siano conformi alle norme generali applicabili all’etichettatura stabilite dal regolamento FIC.
Il regolamento dispone che le etichette includano determinate informazioni obbligatore per gli alimenti preconfezionati (alimenti posti negli imballaggi prima della vendita) e informazioni volontarie per informare e per attirare i consumatori, quelle che afferiscono al puro marketing insomma. Per intenderci, sono obbligatorie informazioni come:
+ nome dell’alimento;
+ indicazione della data di scadenza;
+ dichiarazione nutrizionale;
+ nome o ragione sociale del produttore;
+ istruzioni per la conservazione;
+ elenco chiaro e completo di tutti gli ingredienti che compongono l’alimento stesso;
+ elenco chiaro e completo di tutti gli allergeni in termini non solo di allergeni presenti negli ingredienti puri, ma anche negli strumenti tecnologici usati nella produzione con cui è venuto a contatto l’alimento e che possono aver rilasciato sostanze potenzialmente allergeniche;
+ quantità netta.
In particolari casi è necessario anche indicare:
+ il paese d’origine o il luogo di provenienza (es. carne o latte);
+ le istruzioni d’uso;
+ la percentuale di alcol se si tratta di una bevanda che contiene più di 1,2% di alcol in volume.
Sono invece volontarie le indicazioni nutrizionali (es. “contiene omega-3”) e l’etichetta nutrizionale (il famoso, o famigerato, Nutri-Score) da non confondere con la dichiarazione nutrizionale (vedi sotto), e il paese d’origine (salvo quando è obbligatoria).
Le norme UE sull’etichettatura degli alimenti consentono attualmente l’uso di indicazioni nutrizionali e sulla salute anche su prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri o sale (es. “ricchi di vitamina C” su un prodotto ad alto contenuto di zuccheri).
Il Nutri-Score, che classifica i prodotti in base alla qualità nutrizionale complessiva con un punteggio da A a E (da verde scuro ad arancione scuro), adottato ad esempio in Francia, in Italia è sostituito, per volontà dell’autorità dal NutrInform Battery, da un indicatore “a batteria” che indica l’apporto energetico e nutrizionale dell’alimento per singola porzione in percentuale dell’assunzione giornaliera raccomandata.
L’Autorità garante della concorrenza ha preso una posizione netta nel 2022 sanzionando le aziende che utilizzavano il Nutri-Score poiché questo sistema, se non accompagnato da informazioni integrative, poteva indurre in errore i consumatori.
Come si vede, le norme sono molto precise, ma con ancora qualche gap da colmare: allo stato attuale, infatti, non esistono norme dell’UE che definiscano i termini “vegano” o “vegetariano” o criteri per stabilire se un prodotto sia adatto a chi ha fatto questa scelta alimentare (ad esempio, soglie per tracce di prodotti d’origine animale). Le imprese alimentari che producono questi alimenti possono applicare volontaria-
mente la norma ISO 23662:2021 sugli ingredienti alimentari adatti a vegetariani o vegani, ed esistono anche più sistemi volontari di certificazione privata.
Gli elementi obbligatori
A costo di essere pedanti, ricordiamo che l’etichettatura degli alimenti è un elemento cruciale per informare i consumatori e rispettare la normativa vigente, per questo vediamo uno per uno gli elementi principali.
Nome dell’alimento Il nome del prodotto deve essere inequivocabile e immediatamente comprensibile dal consumatore. Esistono due tipologie di denominazioni: quelle legali, definite da specifiche normative (come nel caso di “marmellata” o “cioccolato”), e quelle descrittive che, pur essendo più flessibili, devono comunque garantire una precisa identificazione dell’alimento, al di là del nome commerciale.
Indicazione della data
La data di consumazione, o il termine minimo di conservazione (TMC), devono indicare la dicitura “da consumare entro”, ovvero la data oltre la quale il prodotto non è più sicuro, utilizzata per prodotti altamente deperibili, o il “da consumarsi preferibilmente entro il”, cioè la data fino alla quale il prodotto conserva la qualità ottimale se adeguatamente conservato.
Dichiarazione nutrizionale
Questa tabella deve riportare i valori nutrizionali essenziali, espressi per 100 g o 100 ml di prodotto con possibilità di indicare anche i valori per porzione. Sono obbligatori:
+ valore energetico (kJ e kcal);
+ grassi totali e grassi saturi;
+ carboidrati e zuccheri;
+ proteine;
+ sale (equivalente al contenuto di sodio).
Eventualmente, possono essere aggiunte informazioni facoltative come

fibre o vitamine, purché significative e supportate da analisi scientifiche. Per le cosiddette Informazioni sulla Salute nel 2012 è stato emanato il regolamento 432 che riporta un elenco di 222 indicazioni sulla salute consentite relative a vitamine, sali minerali e altre sostanze non vegetali. Le principali indicazioni ammesse sono:
+ ridotto rischio di malattia (es. “È dimostrato che gli steroli vegetali riducono/abbassano il livello di colesterolo nel sangue”);
Allo stato attuale non esistono norme dell’UE che definiscano i termini “vegano” o “vegetariano” o criteri per stabilire se un prodotto sia adatto a chi ha fatto questa scelta alimentare
+ psicologia e comportamento (es. “L’acido pantotenico contribuisce a mantenere prestazioni mentali normali”);
+ impatto su peso, senso di fame o di sazietà (es. “Il glucomannano all’interno di una dieta ipocalorica contribuisce alla perdita di peso”);
+ ruolo delle sostanze nel corpo (es. “Il calcio è necessario per mantenere i denti sani”);
+ sviluppo e salute dei bambini (es.” Lo iodio contribuisce alla normale crescita dei bambini”).
Nome o ragione sociale del produttore
Per assicurare la rintracciabilità del prodotto e consentire eventuali comunicazioni da parte del consumatore, è obbligatorio indicare sull’etichetta i riferimenti completi (nome e indirizzo) dell’operatore alimentare responsabile,













INGREDIENTI:


acqua, burro concentrato (LATTE), amido modificato, aromi, proteine del LATTE, fibra di AVENA, sale, olio di pesce (2,8 %), concentrato lattico LATTE, conservante (sorbato di potassio).



che può essere il produttore, chi ha effettuato il confezionamento o il distributore.
Istruzioni per l’uso o per la conservazione
Le modalità di conservazione e di utilizzo devono essere indicate in etichetta in modo comprensibile (ad esempio: “conservare in luogo fresco e asciutto” o “cuocere in padella per 8-10 minuti a fuoco medio”).
Ingredienti
L’elenco deve essere chiaro e completo e riportare tutti i componenti utilizzati, compresi gli additivi, denominati secondo la denominazione legale, ordinati in base al peso in fase di preparazione, in ordine decrescente.
Allergeni
L’elenco deve essere chiaro e completo e riportare tutti gli allergeni, come latte, glutine, frutta a guscio o soia, e devono essere evidenziati per garantire la sicurezza dei consumatori con intolleranze o allergie alimentari. Non vanno evidenziati solo allergeni presenti negli ingredienti puri, ma anche strumenti tecnologici usati nella produzione con cui è venuto a contatto l’alimento e che possono aver rilasciato sostanze potenzialmente allergeniche.
Attualmente non è obbligatorio indicare la presenza di glutine, mentre





è obbligatorio indicare la presenza di “cereali contenenti glutine” come grano, segale, orzo, avena, in quanto rientrano tra i 14 allergeni che devono essere obbligatoriamente dichiarati. Inoltre, l’indicazione “senza glutine” è volontaria e può essere utilizzata solo se il prodotto contiene meno di 20 ppm di glutine (Regolamento di esecuzione (UE) n. 828/2014 della Commissione, del 30 luglio 2014).
Quantità netta
Per permettere al consumatore di fare scelte consapevoli e confrontare diversi prodotti, è obbligatorio indicare il contenuto effettivo utilizzando misure standardizzate: il peso in grammi (g) per i solidi o il volume in millilitri (ml) per i liquidi.
Questioni di etichetta
La leggibilità è un requisito fondamentale: i caratteri devono avere una dimensione minima di 1,2 millimetri (misurati sull’altezza della lettera x)
Ma come devono essere fatte in pratica le etichette? Sempre secondo il Regolamento UE 1169/2011 e i suoi aggiornamenti, un’etichetta alimentare deve rispettare precisi standard tecnici per garantire la corretta informazione al consumatore. La leggibilità è un requisito fondamentale: i caratteri devono avere una dimensione minima di 1,2 millimetri (misurati sull’altezza della lettera x), che può scendere a 0,9 millimetri solo nel caso di confezioni molto piccole con superficie maggiore inferiore agli 80 cm². Il testo deve presentare un contrasto significativo (es. testo nero su fondo bianco) e utilizzare caratteri chiari e facilmente leggibili: la scelta del font è lasciata al produttore, purché garantisca una chiara leggibilità.
Per quanto riguarda il posizionamento, tutte le informazioni obbligatorie devono essere collocate nello stesso campo visivo, risultare facilmente individuabili e non essere in alcun modo nascoste o oscurate da altre scritte o elementi grafici. Le indicazioni devono essere indelebili e riportate nella lingua ufficiale dello stato membro in cui il prodotto viene commercializzato, con la possibilità di utilizzare più lingue.
La presentazione dei valori nutrizionali deve seguire preferibilmente un formato tabellare, quando lo spazio lo consente, con un allineamento del testo preferibilmente a sinistra. Le unità di misura devono seguire il sistema metrico (grammi, chilogrammi, millilitri, litri) per le quantità nette, mentre i valori nutrizionali vanno espressi per 100 g/100 ml, con eventuali porzioni indicate in unità facilmente riconoscibili dal consumatore.
Le dimensioni complessive dell’etichetta devono essere proporzionate alla grandezza della confezione e comunque sufficienti a contenere in modo leggibile tutte le informazioni obbligatorie. Per quanto riguarda l’integrazione con tecnologie digitali, codici QR o altri sistemi, questi possono essere utilizzati per fornire informazioni aggiuntive, ma non possono in alcun modo sostituire le informazioni obbligatorie che devono essere sempre presenti fisicamente sull’etichetta.
Per quanto riguarda infine i materiali, sicurezza e sostenibilità devono necessariamente coesistere. Come stabilito dal Regolamento CE 1935/2004, tutti i materiali destinati al contatto con gli alimenti devono garantire standard elevati di sicurezza e inerzia chimica. In generale sono ammesse tre principali categorie di supporto: carta e derivati, materiali plastici (regolamentati dal più recente Regolamento UE 10/2011) e film metallizzati. La carta, nelle sue diverse declinazioni – dall’adesiva alla termica, fino alle versioni patinate – mantiene una posizione di rilievo, soprattutto grazie alle crescenti certificazioni per il contatto alimentare. Sul fronte dei polimeri plastici, PP, PE e PET dominano, offrendo soluzioni sempre più innovative e sostenibili. Ovviamente le etichette devono resistere a condizioni estreme, dal freddo dei surgelati al caldo dei prodotti da forno in un range che va dai -40 °C ai +150 °C, mantenendo intatte le proprie caratteristiche. La sostenibilità, oggi, non è più un’opzione. La Direttiva SUP (Single Use Plastic) ha accelerato
Fonte: Corte dei conti europea.
BURRO light
la ricerca di alternative eco-compatibili e le certificazioni giocano un ruolo chiave: oltre alle obbligatorie conformità REACH/RoHS, standard volontari come ISO 22000, BRC e IFS stanno diventando prerequisiti per operare nel settore. Un trend che riflette l’aumentata attenzione alla sicurezza alimentare e alla qualità dei processi produttivi.
I costi rimangono una variabile cruciale: l’equilibrio tra prestazioni, sostenibilità e budget rappresenta una sfida quotidiana per i produttori. Tuttavia, come evidenziano gli analisti del settore, l’ottimizzazione dei formati e l’innovazione tecnologica stanno contribuendo a rendere più accessibili anche le soluzioni più avanzate.
In questo scenario in rapida evoluzione, la chiave del successo sembra risiedere nella capacità di coniugare conformità normativa, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Una sfida complessa ma necessaria per un settore che rappresenta un anello fondamentale nella catena del valore alimentare.
Novità in vista
Nel 2024 sono stati introdotti aggiornamenti specifici relativi alla trasparenza delle informazioni sulle etichette alimentari, con l’obiettivo di migliorare la comprensione delle caratteristiche nutrizionali e allergeniche dei prodotti. Una delle modifiche più significative è l’introduzione di nuovi obblighi per l’etichettatura delle informazioni sugli allergeni, che richiedono una più chiara identificazione di ingredienti come

frutta a guscio, latticini, uova e glutine, soprattutto in prodotti confezionati, dove la visibilità di queste informazioni è stata aumentata. Inoltre, è stato stabilito che alcune informazioni nutrizionali devono essere presentate in modo più facilmente leggibile, anche in caso di confezioni di piccole dimensioni, dove i produttori erano tradizionalmente esentati dall’includere tutte le informazioni nutrizionali.
Un altro cambiamento importante riguarda le informazioni sugli ingredienti, che ora devono essere più chiare in merito a modifiche come l’uso di oli vegetali, che devono essere specificati in dettaglio, soprattutto per evitare confusioni tra oli raffinati e non raffinati. Anche l’indicazione della presenza di additivi deve essere più rigorosa, con l’obbligo di riportare l’identificazione di sostanze come conservanti, coloranti e aromi artificiali con una maggiore attenzione per le etichette dei prodotti “senza”.
Per quanto riguarda il 2025, la normativa prevede che tutte le confezioni di alimenti preconfezionati dovranno riportare un’etichetta nutrizionale in un formato più chiaro, adottando una modalità standard che sia immediatamente comprensibile per il consumatore. L’adozione del sistema di etichettatura nutrizionale a semaforo, che mostra in modo visivo (con colori verde, giallo e rosso) i livelli di grassi, zuccheri, sale e calorie, sarà obbligatoria per tutti i prodotti alimentari, affinché il consumatore possa prendere decisioni più consapevoli e rapide.
+ + Il 2025 vedrà l’adozione obbligatoria di etichette nutrizionali più visibili e standardizzate, con un focus maggiore su sostenibilità e salute pubblica
Inoltre, ci sarà un’attenzione crescente verso le pratiche sostenibili e l’etichettatura degli alimenti derivanti da pratiche agricole ecologiche. I prodotti che si presentano come biologici o a bassa impronta ecologica dovranno dichiarare in modo più esplicito la loro provenienza, il che includerà il miglioramento delle etichette che certificano l’origine geografica e il metodo di produzione, come nel caso dei prodotti con certificazione Fairtrade o altre etichette ambientali.
In sintesi, il 2024 ha portato cambiamenti sostanziali nella chiarezza delle informazioni sulle allergie e ingredienti, mentre il 2025 vedrà l’adozione obbligatoria di etichette nutrizionali più visibili e standardizzate, con un focus maggiore su sostenibilità e salute pubblica. Le normative più stringenti, che oggi ci sembrano vincolanti, sono destinate a diventare una base fondamentale su cui costruire strategie di marketing intelligenti. In parallelo, la crescente attenzione alla sostenibilità e alla trasparenza spingerà i brand a innovare non solo nel design, ma anche nei materiali e nei processi produttivi.
Come afferma Marty Neumeier, autore ed esperto di branding, nel suo The Brand Gap: «Il packaging è la promessa che un prodotto fa al consumatore. Una promessa che deve essere mantenuta attraverso ogni aspetto del prodotto e dell’esperienza».
Principali riferimenti normativi
Regolamento (UE) n. 1169/2011: http://data.europa.eu/eli/reg/2011/1169/2018-01-01
Etichettatura degli alimenti nell’UE: https://www.eca.europa.eu/it/publications/sr-2024-23

IL LATO TECNOLOGICO DELLE ETICHETTE
Quello del labeling è un ecosistema applicativo che coinvolge le principali tecnologie di stampa, tutte le tecniche di nobilitazione, sofisticati sistemi di finishing, senza dimenticare le soluzioni software per la creazione, la prestampa e la gestione dei processi.
Quando si parla di etichette dal punto di vista produttivo – che significa includere l’intera filiera dalla progettazione al finishing – non si può prescindere dal collegare l’evoluzione di questo variegato e variopinto mondo di prodotti stampati agli sviluppi tecnologici. Oggi, proprio grazie alle sempre più vaste ed efficienti possibilità produttive, l’accezione della parola etichetta spazia dalla tradizionale acqua e colla in carta a quella definita pressure-sensitive anche detta PS label (più comunemente definita autoadesiva), a cui si aggiungono le wraparound label (così dette perché avvolgono il prodotto in tutto il suo perimetro), le shrink sleeve (tubolari termoretraibili). Sono etichette, nonostante non ne abbiano l’aspetto, anche le IML label (acronimo inglese di In-mold labeling) prestampate generalmente su PP e applicate a contenitori in plastica tramite iniezione direttamente nello stampo del contenitore stesso.
L’altro fattore da considerare è il range di lavorazioni applicabili a quei pochi centimetri di materiale stampato che compone l’etichetta, permettendole di spaziare da un livello estetico che possiamo definire “base”: pensiamo all’etichetta di qualsiasi prodotto mainstream, come ad esempio le olive in salamoia di una private label, stampata in quadricromia su carta standard, fino alle più elaborate e ricercate etichette per i settori Wine & Spirit, profumeria di alta gamma e in generale per i prodotti di lusso. In alcuni casi si tratta di veri e propri artefatti, risultato di un’alchimia tra raffinati design, carte o supporti preziosi, tecniche di stampa in grado di riprodurre un color gamut sempre più ampio, nobilitazioni elaborate, rilievi, incisioni e fustelle complessi e originali.
di ALEXIA RIZZI
Really Design – Zeo, Pentawards Bronze 2024.
La mass personalization è un potentissimo strumento di marketing reso possibile dalla tecnologia di stampa digitale. Heineken ha sviluppato numerose campagne sfruttando la personalizzazione delle etichette, come Hei150ken firmata da Design Bridge e premiata ai Pentawards 2024 con un Gold.

Stampa digitale: una crescita inarrestabile
All’ultima edizione di Labelexpo Europe, che si è svolta a settembre 2023 a Bruxelles, abbiamo contato ben 25 produttori di macchine da stampa digitali per etichette. Negli ultimi anni questa tecnologia, sia essa inkjet, LEPx con Electroink, ma anche a toner, ha conosciuto una crescita sorprendente in tutti i comparti della stampa e nello specifico nel labeling. I vantaggi più ovvi dell’impiego dei sistemi digitali, a foglio o a bobina, sono la possibilità di produrre brevi tirature, assecondando un segmento del mercato che richiede lotti più contenuti e ristampe più frequenti; la capacità di personalizzazione destinata a specifici eventi o campagne, a limited edition e ormai anche su larga scala, quella che è definita la mass-personalization (si pensi alle azioni mass market di Coca-Cola, Nutella, Heineken basate sulla diversificazione uno a uno delle etichette); e la riduzione degli scarti, sia in fase di avviamento della produzione sia per il fatto di produrre on-demand. Se questi sono i risvolti più conosciuti della diffusione della stampa digitale, dobbiamo considerare che le macchine digitali sono diventate così popolari anche grazie alla sempre maggiore produttività, affidabilità, qualità e versatilità raggiunta dai sistemi di ultima generazione.
Un fattore determinante è la capacità di alcuni sistemi di stampa di offrire un color gamut sorprendentemente ampio: oggi si stampa in
CMYK più Orange, Violet e Green, Reflex Blue, Rhodamine Red, Bright Yellow, raggiungendo una copertura che raggiunge il 97% dei colori Pantone, a cui si aggiungono tinte fluo e vernici. I materiali trasparenti e colorati possono essere stampati con l’inchiostro bianco, offerto in diverse versioni sia standard sia premium, anche con capacità di coprenza che imitano i risultati del bianco serigrafico. La velocità e la conseguente produttività degli attuali sistemi di stampa digitale, che può raggiungere fino a 120 metri lineari al minuto mantenendo una qualità di 1200x1200 dpi, nonché gli automatismi legati al controllo qualità e la possibilità di gestire un’ampia gamma di materiali, che spaziano dalle carte naturali, goffrate e texturizzate ai supporti vinilici, hanno determinato l’affermarsi di questa tecnologia nel mercato del labeling. Una diffusione che tocca sia la fascia alta in termini di qualità, sia con sistemi pure digital, sia ibridi in cui un modulo di stampa inkjet è posto in linea in soluzioni che integrano diverse tecnologie, sia quello delle sleeve e dei prodotti destinati agli scaffali della grande distribuzione, laddove si richiedono tirature medie e ristampe frequenti.
Sostenibilità comune denominatore dell’intera supply chain
La sostenibilità oggi è un assunto trasversale all’intera supply chain, nonché un fattore in grado di influenzare i decision maker sin dalla fase di
valutazione del progetto. I brand oggi richiedono ai loro fornitori certificazioni di trasparenza in merito a pratiche sostenibili finalizzate a rendicontazioni per ottemperare alle normative sulle emissioni e sulla carbon footprint, ma anche alla redazione dei rapporti di sostenibilità ambientale e sociale secondo i criteri ESG.
Uno smart design in ambito di packaging così come di labeling può contare sullo stato dell’arte della ricerca e sviluppo dei diversi produttori di supporti orientata alla messa a punto di materiali riciclati e riciclabili e all’impiego di fibre alternative, derivate dalla canapa e dal bambù, e in generale a una maggiore diffusione delle carte naturali. Crescono anche gli adesivi compostabili e il concetto upcycling, che prevede il riuso della glassine siliconata per dare nuova vita a un materiale che altrimenti sarebbe di scarto; ma anche la diffusione delle linerless label oltre il loro abituale ambito di applicazione. Tendenze, quelle sopra citate, che richiedono ai fornitori di tecnologia di adeguare le caratteristiche dei sistemi di stampa ai materiali di consumo più in uso in modo da offrire elevate prestazioni non solo in termini di qualità e stabilità, ma anche di produttività e redditività. Per gli inchiostri la tendenza è di formulare soluzioni base acqua, ma anche primer e coating sviluppati tenendo conto non solo delle prestazioni dell’etichetta ma anche del suo fine vita, rendendo così più semplice la fase di deinking e

la riciclabilità. Lo stesso vale per i toner di nuova generazione che offrono caratteristiche di eco-sostenibilità e al contempo di compatibilità per il contatto con alimenti.
Nobilitazione
Le tecniche di nobilitazione tradizionali impiegate per impreziosire le etichette quali stampa a caldo, cold foil, rilievi a secco, serigrafie e vernici si arricchiscono di nuovi materiali. In ambito di lamine, i produttori lanciano ogni anno nuove soluzioni con colori ed effetti accattivanti: olografici 3D, colori metallizzati lucidi e opachi, tinte pastello, foil trasparenti, elementi tattili e tridimensionali. Al contempo, si lavora per rendere i foil più sottili e resistenti a parità di prestazioni in ottica di sostenibilità. Sistemi di stampa ibridi consentono di inglobare in linee di produzione customizzate in base alle esigenze produttive, che possono includere unità per verniciatura flexo, serigrafia, stampa a caldo, fustelle, applicazione di etichette multi-strato e molto altro, per risultati di grande impatto visivo e tattile. Le tendenze attuali, in ambito di etichette di alta gamma, vedono una crescita della richiesta di microincisioni con texture e disegni personalizzati, che arricchiscano le lamine con un ulteriore tocco di raffinatezza. Un altro trend è l’impiego cliché per il blind embossing con lo scopo di conferire alla carta un look&feel che ne esalta la matericità scegliendo un
Jim Beam sfrutta il versioning per le differenti referenze di prodotto nel progetto di Turner Duckworth, Pentawards Silver 2024.

tipo di nobilitazione minimal. Nuovi sistemi di embellishment di ultima generazione consentono l’applicazione del foil anche a etichette di prodotti mainstream comprese le shrink sleeve. Anche in quest’ambito la tecnologia digitale ha visto un recente rapido sviluppo di sistemi di nobilitazione digitali in grado di applicare lamine senza cliché, vernici e polimeri che riproducono effetti 2D e 3D, ma anche la metallizzazione sovrastampabile per rendere i colori brillanti e cangianti.
Dal punto di vista dell’inkjet un passo avanti è rappresentato dal recente annuncio di una tecnologia inedita specifica per il narrow web, che consente di ottenere un effetto opaco di elevata qualità nella stampa digitale a getto d’inchiostro.
Anche i produttori di macchine a toner stanno stringendo alleanze con fornitori di sistemi di nobilitazione per mettere a bordo delle loro macchine moduli per applicare il foil in un unico passaggio. Grazie alla resistenza al calore dei toner di ultima generazione è possibile applicare uno specifico transfer toner sulle aree dell’etichetta da nobilitare in modo che la lamina aderisca al supporto in base a quanto contenuto nel file di stampa per la metallizzazione.
Software e intelligenza artificiale
Software di gestione colore, MIS e soluzioni per i flussi di lavoro, ma anche sofisticati sistemi di controllo qualità e ispezione anche dedicati
a lavorazione non facili da monitorare come le vernici, sono i prodotti che stanno conoscendo la maggiore spinta allo sviluppo in termini di efficienza, automazione, semplicità d’uso. Interfacce user-friendly e l’introduzione dell’intelligenza artificiale rendono sempre più intuitiva e autonoma la produzione.
Non sono una novità software e piattaforme integrate per la creazione di contenuti che consentono la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella progettazione e produzione di imballaggi ed etichette finalizzati a ottimizzare i tempi di lavorazione, ma stiamo assistendo a una collaborazione sempre più stretta tra sviluppatori di software e produttori di macchine da stampa per mettere a punto soluzioni sempre più sofisticate. In particolare spiccano tool dedicati alla personalizzazione “su larga scala” per la creazione automatizzata delle grafiche, con sistemi di visualizzazione 3D di ultima generazione inseriti in soluzioni di flusso di lavoro integrate, inclusi portali di e-commerce. L’intelligenza artificiale è sempre più presente all’interno di specifici software e strumenti di progettazione dedicati a packaging ed etichette per rendere più rapida la gestione del colore anche in caso di ristampe e di repurposing.

GRUPPO FINLOGIC: PARTNER DI SEI LASER PER UNA COMUNICAZIONE CHE SI EVOLVE
Nel panorama dinamico dell’identificazione e tracciabilità dei prodotti, il Gruppo Finlogic si distingue come un polo di riferimento. Con un’esperienza che affonda le radici nel 1993, il Gruppo è l’unico in Italia a offrire una gamma completa di soluzioni per l’etichettatura, integrando tecnologie hardware e software all’avanguardia, per rispondere a tutte le esigenze di gestione del dato variabile lungo la supply chain.
Finlogic non è solo un produttore di etichette. Il Gruppo, infatti, si articola in undici consociate, ognuna con una specifica expertise nel mondo dell’etichettatura e dell’Auto ID: le italiane STAF (Cattagnina Rottofreno - PC), Il Nastro (Città di Castello - PG), Vignoli Graf (Forlì),
IrideItalia (Castelfranco PiandiscòAR), IDlog (Senago - MI), FD Code (Busto Arsizio - VA), ASE (Travagliato - BS), Smart Lab Industrie 3D (Acquaviva delle Fonti - BA), Socialware (Bari), la new entry spagnola Gràficas Galegas e l’ultima arrivata Combigraf di Treviso, ogni azienda contribuisce a creare un’offerta completa e integrata. Questa presenza capillare sul territorio italiano, con sedi commerciali e di assistenza tecnica su tutta la penisola, e una strategica sede in Spagna, garantisce una copertura omogenea e una forte vicinanza al cliente.
Mercati e sfide: un approccio consulenziale I mercati di riferimento di Finlogic spaziano dall’agroalimentare al farmaceutico, dalla cosmetica alla logistica. In ogni settore, la sfida è
duplice: anticipare le evoluzioni normative e tecnologiche, e tradur re le esigenze specifiche dei clienti in soluzioni su misura.
L’approccio del Gruppo Finlogic va oltre la semplice fornitura. L’azienda si pone come consulente, ascoltando attentamente le necessità del cliente per proporre soluzioni che ottimizzino costi e processi di produzione. Il know-how a 360 gradi sull’Auto ID e la tracciabilità dei prodotti, unito a una profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche di stampa, consente di affrontare ogni progetto con competenza e creatività.

Investimenti e innovazione: dall’analogico al digitale on demand. La partnership con SEI Laser Negli anni, Finlogic ha compiuto un importante percorso di trasformazione, passando dall’analogico
In questo spirito di continua evoluzione, Finlogic ha investito costantemente in tecnologie all’avanguardia, abbracciando la digitalizzazione per offrire ai propri clienti soluzioni personalizzate. Oggi, la divisione digitale di Finlogic consente ai clienti e ai rivenditori di essere autonomi nella personalizzazione a colori delle etichette, riducendo tempi di approvvigionamento, costi e giacenze: la dotazione tecnologica di Finlogic permette di realizzare etichette anche con forme complesse e dettagliate, impos-


I sei stabilimenti di produzione sono dotati di macchine da stampa digitale e macchinari per gestire anche piccole tirature in tempi brevi. Un fiore all’occhiello è il fustellatore di SEI Laser, dotato di una potenza massima di 1000 watt (due teste da 500 watt), ideale per fustellare piccole tirature di stampe digitali: una tecnologia con 16 linee personalizzabili che consente di impreziosire le etichette con fustellature uniche e originali. Il gruppo di taglio automatico garantisce precisione e velocità nel processo di produzione.
In definitiva, Finlogic si propone come partner ideale per le aziende
leader in Italia per l’olio aromatizzato, ha sviluppato con Finlogic un progetto estremamente stimolante, legato alla sostenibilità. L’olio, infatti, tende a macchiare le etichette non trattate: per questo motivo Finlogic ha proposto un materiale innovativo, il Cane Fiber, proveniente al 100% dalla fibra della canna da zucchero. Questo materiale, oltre a essere eco-sostenibile, ha un’estetica di pregio. Il cliente ha abbracciato con entusiasmo la soluzione, estendendola a tutte le sue linee, compresa la magnum.
“Quando il marchio è già di prestigio e ha una storia che parla da sé, noi come fornitore di etichette dobbiamo solo provare ad essere alla sua altezza.” Questa la filosofia che ha guidato Finlogic nella realizzazione dell’etichetta per la linea Deluxe di Tenuta Lamborghini. La richiesta del cliente era chiara: un’etichetta minimal ma elegante, da applicare su bottiglie laminate di vari colori. La soluzione? Una serigrafia 3D, della stessa tonalità del vetro, sovrapposta a un soft touch nero, simbolo di eleganza. Il risultato è un’etichetta che esprime al meglio il lusso e la raffinatezza del marchio Lamborghini. Il materiale scelto, polipropilene nero soft touch, e la tecnica di stampa, serigrafia, si sono rivelati una combinazione vincente per raggiungere

che desiderano valorizzare i propri prodotti attraverso un’etichettatura innovativa, personalizzata e sostenibile e seguirli lungo tutta la catena di produzione. Un mix di competenze, tecnologie e creatività per affrontare le sfide del mercato e trasformare ogni etichetta in un’opportunità di successo.
Inquadra il QR code per conoscere più da vicino il Gruppo Finlogic


SurePress L-4733A e AW stampano con inchiostri CMYK più altri colori (arancione, verde, bianco) per una gamma cromatica più ampia e una maggiore versatilità sul fronte dei supporti.
SurePress L-6534VW è la soluzione
Epson per volumi di stampa elevati, grazie anche alla velocità che arriva fino a 50 m/min e al sistema di pinning UV a LED per l’asciugatura e il fissaggio dell’inchiostro.

EPSON PER IL LABELLING: DIVERSE SOLUZIONI ATTENTE A PERSONALIZZAZIONE, QUALITÀ, TIRATURE E COSTI
LLa necessità delle aziende di vendere lo stesso prodotto presentato con etichette diverse – in funzione delle differenti esigenze dei clienti – e la possibilità di personalizzarlo hanno fatto aumentare la richiesta di stampanti digitali capaci di assicurare elevata qualità ed efficienza. Per questo, Epson ha messo a punto i modelli SurePress L-4733A/AW e L-6534VW che si caratterizzano anche per bassi costi di investimento e di gestione. Entrambi sono la soluzione ideale per chi desidera aprire un nuovo reparto di stampa digitale, anche quando le previsioni sui volumi nel medio-lungo termine sono scarse o incomplete: in questo caso Epson offre la possibilità di abbinare un programma di fornitura dell’inchiostro con costi che variano in base al volume di stampa.
«La gamma di stampanti Epson SurePress per etichette – afferma Renato Sangalli, Head of Sales C&I
Printing di Epson Italia – si contraddistingue in tutto il mondo per produttività e versatilità, oltre che per i bassi costi di gestione e per l’alta qualità delle etichette prodotte. La nostra tecnologia è costantemente in fase di sviluppo e questi due modelli dimostrano il nostro chiaro impegno nel soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei clienti».
SurePress L-4733A/AW amplia lo spazio colore
SurePress L-4733, nelle versioni A e AW, è ideale per quei clienti con una produzione di etichette in tirature medio-basse; grazie al set di inchiostri Epson AQ4 (CMYK con arancione, verde e bianco), questa soluzione ha una gamma cromatica
più ampia, una più elevata stabilità e una corrispondenza precisa dei colori su numerosi substrati in carta e film. Inoltre, l’inchiostro bianco e i due neri per carte o film aumentano ulteriormente la versatilità sul fronte dei supporti.
In questo modo, label converter e stampatori possono incrementare la produttività e ottenere prestazioni affidabili, beneficiando di un flusso di lavoro rapido ed efficiente. A migliorare questi aspetti figurano infine anche le nuove funzioni di manutenzione automatizzata, che riducono ulteriormente i tempi di inattività.
SurePress L-6534VW è l’ideale per la stampa di etichette in volumi elevati L-6534VW è una macchina digitale estremamente versatile ed è indicata per tutti quegli stampatori
che devono stampare etichette in digitale dai colori brillanti con testi nitidi, verniciatura lucida oppure opaca e una qualità delle immagini superiore con volumi di stampa più elevati — almeno tra i 15 e i 20.000 mq/mese — in quanto può stampare sino a una velocità di 50 m/min.
La configurazione standard prevede inchiostri CMYK, un inchiostro bianco ad alta opacità (che può essere inserito sopra o sotto il colore per stampare su pellicole trasparenti e supporti metallici) e una vernice digitale in linea (applicabile a tutta la superficie o solo a determinati punti per conferire alla stampa una finitura opaca o lucida) oppure in alternativa l’inchiostro arancione per una gamma cromatica ancora più ampia (che permette di riprodurre i colori spot in modo



ColorWorks: per stampare etichette on demand senza riempire di scorte il magazzino
La linea Epson ColorWorks consente di realizzare in autonomia etichette a colori on demand usando grafiche personalizzate e nelle quantità effettivamente necessarie: l’ideale per quelle realtà che hanno bisogno di stampare su richiesta molti tipi di etichette diverse, ma sempre di alta qualità.
Adatte per molteplici settori (sanitario, retail, florovivaistico, alimentare, logistica e chimico e moltissimi altri), questa gamma porta numerosi vantaggi, a partire dal controllo della produzione e dall’eliminazione dei costi iniziali per le etichette prestampate fino ai costi ridotti, alla riduzione degli sprechi e all’aumento dello spazio disponibile in magazzino – in precedenza occupato dallo stock di etichette prestampate. Dal modello entry-level CW-C3500 fino a CW-C8000e e ai recentissimi CWD6000 e CW-D6500 (che stampano rispettivamente etichette da 4” o 8” di larghezza), tutte le ColorWorks consentono di ottenere etichette di alta qualità.
In particolare, con CW-D6000 e CW-D6500 Epson ha introdotto gli inchiostri dye UltraChrome DYL, che completano la gamma esistente di inchiostri a pigmenti e offrono una maggiore durata sui supporti lucidi e una migliore riproduzione dei colori su di essi. Questi due modelli rappresentano anche il più recente progresso nella moderna tecnologia di stampa delle etichette grazie allo schermo LCD da 2,7 pollici per un’elaborazione fluida dei dati e ai diversi punti di accesso per una facile rimozione in caso di inceppamenti. Non solo: grazie alla risoluzione delle immagini che raggiunge fino a 1200x1200 dpi, le due stampanti permettono una riproduzione ad alta definizione dei colori delle etichette, dei codici a barre e dei testi con un tempo di esecuzione minimo. Entrambe infine sono disponibili in versione AE, con taglierina, e PE, con l’esclusivo spellicolatore automatico integrato per operazioni di stampa e applicazione efficienti.
più accurato). L-6534VW utilizza un sistema di pinning UV a LED per controllare accuratamente l’asciugatura e il fissaggio immediato dell’inchiostro ottenendo dettagli più nitidi e immagini precise su numerosi substrati in carta e pellicola. Il touch-panel come interfaccia semplifica il funzionamento e l’utilizzo, mentre la tecnologia di controllo degli ugelli (NVT, Nozzle Verification Technology) brevettata da Epson e la manutenzione automatica della testina riducono al minimo gli sprechi e il numero di interventi manuali da parte dell’operatore.
Con Epson SurePress L-4733A/AW si possono stampare solo le etichette strettamente necessarie.


Esperto di Corporate Branding e linguaggi di Marca. Dopo aver maturato un’esperienza di oltre 15 anni nelle più interessanti realtà del settore a Londra, Angelo Ferrara ha assunto la direzione strategica e creativa dell’area Corporate Branding di Robilànt Associati, di cui è diventato Partner nel 2012. Un raro talento nel cristallizzare design e strategia lo ha portato ha sviluppare e dirigere progetti di branding per clienti di altissimo profilo. È a capo delle attività di Corporate Social Responsability di Robilànt Associati ed è responsabile dei progetti pro-bono e di comunicazione interna che l’azienda realizza.
Pensare in piccolo! Quando pensiamo alle etichette, tutti pensano in grande, a etichette importanti con stampe e rilievi sofisticati che spiccano per il loro essere nobile. Ma vi siete mai fermati a riflettere su un aspetto tanto cruciale quanto sfidante? Come riuscire a mettere qualcosa di straordinariamente importante all’interno di uno spazio ridottissimo, piccolo quanto una moneta? Una piccolissima etichetta, che deve raccontare un’intera storia, un’identità, un’emozione. Come si fa a trasmettere tutto ciò, a emergere e distinguersi, quando lo spazio che si ha a disposizione è così limitato? È questa la vera sfida.
“Less is!” mi piace spesso ripetere, centrando nel segno un concetto che ogni brand ambizioso deve affrontare quando si tratta di lavorare con prodotti che, per loro natura, offrono poco spazio per esprimere l’identità del marchio. È proprio quando lo spazio è ristretto che la creatività e l’ingegno diventano fondamentali. La frutta è un perfetto esempio di questo concetto. Un prodotto che cresce, matura e viene consumato nel giro di pochi giorni, eppure ha bisogno di rappresentare una marca che non solo lo accompagni, ma lo definisca. Ma come fare, quando il logo deve fare i conti con uno spazio così esiguo?

Un’etichetta che parla. E canta. Ed emoziona. Il marchio di un prodotto alimentare ha una grande responsabilità: non si tratta solo di un’etichetta, ma di una vera e propria dichiarazione d’identità. In un mercato saturo e competitivo, dove tutti tentano di emergere con il packaging più accattivante o l’etichetta più imponente, è proprio in uno spazio piccolissimo che bisogna condensare l’essenza di un brand. Un’etichetta che parla di qualità, di freschezza, di tradizione o piacere, ma che deve farlo senza avere a disposizione la vasta tela che spesso accompagna altri tipi di prodotti. Qui, nel piccolo spazio, ogni dettaglio conta.
Un piccolo spazio, una grande potenza. Ogni prodotto fruttato, sebbene nella sua forma naturale sia una meraviglia di semplicità, ha bisogno di un’etichetta che comunichi chiaramente chi è e cosa rappresenta. Ma per farlo, non basta una grafica accattivante (anche perché le tecniche di stampa sono limitate): ci vuole un approccio strategico, un pensiero che abbracci il prodotto, la sua provenienza e le sue caratteristiche in modo chiaro ed efficace. Un nome, un colore, una forma. Ogni elemento deve lavorare per raccontare un’intera storia in uno spazio assai limitato.


Lo spazio si riduce, il nome si amplifica. Proprio per questa ragione, Robilànt ha portato un approccio innovativo alla creazione del brand: a partire da un nome. Il nome è una delle sfide più grandi, perché, in una sola parola, dobbiamo riuscire a condensare l’anima del prodotto, la sua essenza, il suo valore. Ci concentriamo su nomi che diventino un motto, una canzoncina o un gioco di parole, che rimandano in modo originale alla vera essenza del prodotto, evitando i soliti richiami geografici o le descrizioni scontate di freschezza e dolcezza. Trovare il nome giusto significa fare più di una semplice scelta: significa dare forma e identità a qualcosa che deve emergere con forza anche nel più piccolo degli spazi. Per farlo, nel nostro “atelier creativo”, ci immergiamo in sessioni di brainstorming che non sono mai semplici. Sono veri e propri work-play, con un metodo che diventa un’esperienza immersiva, che va oltre il semplice esercizio creativo. Ogni partecipante è stimolato attraverso diverse modalità, con la partecipazione a un’esperienza sensoriale, per far affiorare l’idea giusta. Le idee si mescolano, si trasformano, e attraverso un flusso creativo senza confini vengono generate infinite proposte.
Un nome, un mondo: trasformare una parola in un’esperienza. Kissabel, Samboa, From, KiKoKà. Prendiamo ad esempio questi nomi. Cosa ci dicono? Kissabel evoca la dolcezza di un bacio, un piacere che si prova con ogni morso. Samboa ha un suono musicale che richiama un luogo esotico, caldo e accogliente. From: è l'inizio di una frase che vuole orgogliosamente enunciare le sue origini. KiKoKà, invece, suscita curiosità, un ritmo vitaminico. Ed è proprio questa la magia del naming. Ogni parola è un viaggio, ogni nome è una storia da raccontare. E anche in uno spazio ristretto, il nome comunica l’intera essenza di un prodotto.
Dipingere emozioni. Ma un nome non è solo una parola: è il cuore del design, che deve integrarsi con il logo in un’armonia perfetta. Un logo ben progettato non è solo un simbolo visivo, ma diventa un vero e proprio messaggio. Per un prodotto che ha uno spazio limitato, questo spazio è tutto e diventa fondamentale: ogni singolo dettaglio, ogni colore devono essere scelti con attenzione. Colori e forme del bollino diventano un linguaggio visivo che non solo attrae, ma che riesce anche a far emergere l’identità del prodotto con una forza sorprendente, anche in uno spazio così ristretto. Non si tratta di adattarsi allo spazio: si tratta di conquistarne ogni angolo, di farlo diventare un veicolo di emozioni, una manifestazione di valore che va oltre l’estetica e si trasforma in un simbolo senza tempo.


Da piccolo a capo-lavoro: l’arte dell’etichetta. Anche le etichette più piccole, in Robilànt, nascono come autentiche opere d’arte, grazie a illustrazioni originali create inizialmente in grandi formati utilizziamo tecniche libere, senza vincoli di formato o stile, per sviluppare ogni progetto in tutta la sua espressione, che successivamente viene ridotta per adattarsi perfettamente agli spazi più ristretti. Come diceva Italo Calvino, “La leggerezza è il contrario di superficialità, è l’arte di saper rendere sottili e complessi concetti profondi.” E proprio in questa filosofia, anche una piccolissima etichetta può diventare un elemento strategico capace di comunicare in modo potente e duraturo, lasciando un’impronta significativa nella mente di chi interagisce con il prodotto.


UNA START-UP CON 140 ANNI DI STORIA

È così che Domenico Tessera Chiesa, amministratore unico di Sales, definisce la propria azienda: «una start-up con 140 anni di storia». Fondata nel 1886 a Torino, SALES è leader nella produzione e stampa di etichette autoadesive, oltre che di buste, sacchetti e shopper, nei suoi due stabilimenti con sede a Rivoli (To).
«Siamo una B Corp e Società Benefit dal 2018 e da sempre fortemente orientati all’innovazione e alla ricerca e sviluppo» aggiunge Tessera Chiesa. «Seguiamo medi e grandi clienti che, prima del prodotto, sono alla ricerca di soluzioni. Ho strutturato l’azienda in modo snello, dotandola di prestampa interna e del nostro SalesLab, un vero e proprio laboratorio R&S che mettiamo a disposizio-
ne dei nostri clienti, per essere certi della fattibilità di un nuovo progetto, prima di andare realmente in tiratura. Questo servizio consulenziale crea valore per noi e per il cliente, che non avrà sorprese dopo. Grazie alla stampa digitale offset o serigrafica SILK, possiamo, inoltre, dare un servizio di campionature e mock-up per permettere alla direzione commerciale del nostro cliente di mostrare un campione definitivo alla propria forza vendita o ai propri distributori/ clienti. Questa opportunità sta creando molto interesse da parte dei terzisti che lavorano in full-service. Ci piace molto sviluppare il vestito del prodotto insieme al nostro cliente, consigliando i materiali migliori dal punto di vista funzionale, ma tenendo anche in considerazione la provenienza, la componente di riciclo e la successiva garanzia di riciclabilità
ed economia circolare». Insomma, in Sales, ogni prodotto è pensato e creato per la tutela dell’ambiente e delle persone, mantenendo le caratteristiche tecniche, funzionali e grafiche richieste dal cliente.
BeNut
In occasione del Vinitaly, Sales lancia BeNut, soluzione innovativa e brevettata per spedire in sicurezza bottiglie di vino, olio o liquori. Fatto apposta per l’e-commerce, BeNut è totalmente in carta, si genera da un solo foglio di cartone, fustellato e cordonato, per essere facilmente montato. Estremamente resistente, può contenere ogni forma di bottiglia, essendo dotato di ammortizzatori interni che permettono la spedizione singola o all’interno di una classica scatola da 6. È personalizzabile sia nella stampa che nella forma, per adattarsi alla
FRESH NESS YOU CAN SEE

Our smart labels monitor foods freshness by the means of real-time colour transitions.

bottiglia che deve contenere e proteggere. Senza correre alcun rischio di rottura. BeNUT è certificato ISO 4180:2019 per la spedizione di bottiglie singole e multiple.
Etichette Peel-Off e Booklet
Oggi è sempre maggiore la quantità di informazioni che va inserita in etichetta e spesso lo spazio non è sufficiente. Sales, tra le poche aziende in Italia, è specializzata nella produzione di etichette multipagina, sia nella versione pelabile che in quella a libretto. Le etichette adesive multistrato sono della stessa dimensione di una semplice etichetta ma sono composte da più facciate e permettono di moltiplicare lo spazio per inserire testi o immagini per poter comunicare tutte le informazioni destinate al consumatore finale. Sono fatte apposta per chi ha bisogno di
inserire molte informazioni sull’etichetta (lista ingredienti, messaggi multilingue, istruzioni etc.). Permettono, inoltre, risparmi e ottimizzazione logistica quando si tratta di etichettare prodotti per molti paesi diversi, ove la stessa etichetta potrà essere utilizzata, senza causare avanzi o rotture di stock. Sebbene sia un prodotto tecnico, non significa che non debba anche essere bello: anche su questa tipologia di etichette Sales può accoppiare materiali diversi (carta/plastica) ed eseguire nobilitazioni o braille.
SAFER | Freshness you can see Sales da sempre collabora con centri di ricerca, università e start-up, facendo innovazione sul campo grazie alla quale, negli anni, sono nati molti brevetti e prodotti, oggi entrati nell’uso comune. La start up innova-

tiva SAFER Smart Labels nasce da un’idea di alcuni ricercatori dell’Università di Pavia con l’obiettivo di ridurre l’enorme spreco alimentare, attraverso una smart label che cambia colore a seconda del livello di conservazione del cibo. Sales ha collaborato allo sviluppo di questa tecnologia, trasformando l’idea di laboratorio in un prodotto industriale. Le funzionalità garantiscono un monitoraggio, in tempo reale, dei livelli di freschezza di cibi proteici con lettura e riconoscimento del cambio di colore. A seguito delle prove di cessione con esito positivo effettuate in un primario laboratorio accreditato, Sales e Safer lanceranno questo nuovo prodotto in occasione della prossima Ipack-Ima.
Sigillo Anti-tampering in carta Dal 2025 è obbligatorio per legge un dispositivo che garantisca l’integrità della confezione e che evidenzi eventuali tentativi di manomissione. Da tempo, l’industria utilizza etichette antieffrazione in plastica trasparente. Queste vengono applicate sull’astuccio in carta, andando inevitabilmente a contaminarne la
successiva fase di riciclo. Per questo Sales ha testato e omologato diverse carte ultra-trasparenti FSC, con adesivi removibili, permanenti o anti-tampering, a garanzia dell’inviolabilità del packaging. La soluzione garantisce sicurezza e protezione da manomissione ad astucci, cofanetti, scatole o shoppers ed è dedicata, soprattutto, all’industria farmaceutica e agli imballaggi di lusso. L’obiettivo è garantire trasparenza ed assoluta inviolabilità del contenuto. È disponibile una versione con liner in PET per un processo di applicazione ad alta frequenza, senza interruzioni.
Sales ha appena esposto al recente Cosmopack, ma sarà possibile ancora vedere queste soluzioni e molto altro ancora nelle prossime fiere:
13-15 maggio
Packaging Première Stand A46
27-30 maggio
Ipack-Ima Pharmintech Pad. 2 Stand D81

CARTA PER ETICHETTE: MOLTO PIÙ DI UN DETTAGLIO INFORMATIVO
In un mercato sempre più affollato e competitivo, la prima impressione visiva e tattile ha un ruolo fondamentale. La parola d’ordine, oggi più che mai, è distinguersi: in primis sullo scaffale e poi nella quotidianità dei consumatori, quando il prodotto prende vita nelle case delle persone e diventa parte di un vissuto. Ecco che le etichette, allora, non sono soltanto un supporto informativo, ma uno strumento strategico con cui raccontare l’identità del brand, veicolare il suo universo e orientare le scelte del pubblico. L’attenzione dei brand owner è tutta su materiali di alta qualità, soluzioni produttive efficienti e criteri di sostenibilità che riflettano i valori del marchio e rispondano alle richieste di consumatori consapevoli. In questo contesto, Sappi si conferma un partner di riferimento per la fornitura di carte per etichette ad alte prestazioni, che combinano estetica, affidabilità ed eco-compatibilità.
Le etichette come strumento di comunicazione. Un dialogo aperto con il consumatore.
L’etichetta è la voce del brand sullo scaffale. Parla del prodotto, ma anche e soprattutto del marchio. Infatti, prima ancora che il consumatore abbia l’opportunità di degustare il contenuto, l’etichetta lo raggiunge con i valori, la storia e la qualità del lavoro del produttore. Texture, colori, finiture e materiali partecipano quindi in modo diretto alla decisione d’acquisto, creando un feeling immediato tra brand e consumatore finale sul punto vendita. Ecco perché è importante che le etichette esaltino ogni caratteristica, adattandosi a tutte le applicazioni finali. Le superfici goffrate, le finiture opache o lucide, la varietà di grammature dai 55 ai 120 g/m² e le opzioni di metallizzazione delle carte Sappi permettono ai brand di differenziarsi, raccontando la loro unicità attraverso sensazioni visive e tattili. Come ambasciatore del marchio, l’etichetta si fa portavo-
ce di qualità e autenticità, andando ben oltre la sua originaria funzione di vestito informativo di un prodotto. La qualità del supporto è una firma memorabile e, in un mercato sempre più attento ai dettagli e ai codici estetici, è parte integrante del prodotto. La promessa che il brand fa ai suoi clienti.
La carta firma il successo dell’etichetta
Se il prodotto è gusto, la bottiglia è percezione. La scelta della carta per etichette amplifica questo percepito: è un passaggio cruciale per la qualità, l’efficienza e l’impatto visivo del prodotto finito. Deve trattarsi di un supporto resistente, in grado di sopportare le sollecitazioni di trazione dei macchinari e rispondere positivamente ad ogni processo di stampa – diretta, indiretta o senza impatto (NIP) – offrendo una resa eccellente. E deve mantenere l’integrità durante l’applicazione ad alta velocità, accettando in pochi millisecondi la colla e

aderendo saldamente al contenitore. Il tutto senza scivolare, provocare interruzioni o riduzioni di produttività sulla linea. In questo, la lavorazione fino a 80.000 bottiglie (e oltre) all’ora non è solo una dimostrazione di tecnologia ingegneristica avanzata, ma anche e soprattutto merito del knowhow di Sappi, produttore leader nel mercato.
Un altro aspetto determinante è la resistenza della carta all’umidità e agli alcali, soprattutto per le bottiglie a rendere, dove è richiesta una buona permeabilità alla soda caustica per facilitare il lavaggio e la rimozione dell’etichetta. E perfino nello stoccaggio, la carta per etichette dà dimostrazione della sua qualità, messa alla prova dall’umidità relativa dei magazzini in grado di compromettere la resa finale.
Un’efficienza produttiva senza compromessi
Nei processi di produzione industriale l’efficienza è un fattore chia-

ve per mantenere alta la competitività. Le carte per etichette devono essere progettate per ottimizzare ogni fase del processo, dal converting alla stampa fino all’applicazione automatizzata. La massima versatilità deve fare tutt’uno con la garanzia di prestazioni elevate, per un ciclo produttivo fluido, senza intoppi, sostenibile e con ridotti costi di manutenzione. Con le elevate velocità di etichettatura richieste oggi, nulla può essere lasciato al caso e l’ottimizzazione dei processi dipende spesso dall’ingegnerizzazione dei materiali e dalla loro capacità di rispondere alle sollecitazioni di colle, pinze e cilindri di compressione. Anche l’asciugatura all’aria, a infrarossi, UV o LED mette alla prova i supporti e la nitidezza di scritte e immagini. Perché un’etichetta rappresenti al meglio un brand diventa quindi fondamentale fare scelte non solo estetiche ma anche qualitative, per un’efficienza produttiva senza compromessi.

La sostenibilità: più che un obiettivo, un impegno
La sostenibilità è oggi un requisi to imprescindibile, non solo per rispondere alle normative sempre più stringenti, ma anche per incontrare le aspettative dei consumatori. Sappi interpreta questo valore con concretezza, con un approccio allineato agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Un impegno che parte dalle foreste certificate FSC™ e PEFC, passa per processi produttivi a basso impatto ambientale e arriva fino a soluzioni di carta completamente riciclabili. Le cartiere europee di Sappi, situate in Austria, Germania e Italia, sono riuscite a ridurre significativamente le emissioni di acqua e aria installando impianti di trattamento biologico delle acque reflue multistadio di ultima generazione. Di conseguenza, lo scarico nei fiumi, misurato in base all’influenza sui livelli di COD (domanda chimica di ossigeno), è diminuito negli anni e il rilascio di AOX (alogenuri orga-

Carte per etichette Sappi: un valore da toccare con mano
Sappi invita i produttori e i decision maker a scoprire da vicino la propria gamma di carte per etichette per toccare con mano qualità, versatilità e applicazioni. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.sappi-psp.com/it oppure inviare una mail a: vendite.italia@sappi.com

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nici adsorbibili) è quasi inesistente. Anche le emissioni atmosferiche sono state significativamente ridotte grazie a sofisticati sistemi di controllo e monitoraggio degli inquinanti.
Le considerazioni ambientali di un produttore di carta vanno oltre i propri processi di produzione. È così che la solidità finanziaria di Sappi consente investimenti continui in ricerca e sviluppo, favorendo l’innovazione di materiali e processi orientati all’economia circolare. Le carte per etichette Sappi non solo rispettano i più alti standard ambientali, ma contribuiscono a costruire una filiera trasparente e responsabile, in linea con le esigenze del settore e con le aspettative dei consumatori finali.
DAL SUPPORTO ALLA RESA

Il cuore tecnico delle etichette
Ph. Fernando Andrade su Unsplash
Quando si pensa al materiale di riferimento per la creazione di etichette, il primo pensiero va alla carta. Nella realtà, le cose sono molto più complesse. Oggi il “prodotto etichetta” assume forme e funzioni diverse a seconda dei contesti applicativi e delle specifiche esigenze. Si spazia dal wine & spirits ai prodotti farmaceutici, dalla grande distribuzione al beauty, dal settore logistico a quello chimico e industriale. Ognuno di questi ambiti necessita di materiali con caratteristiche e prestazioni ben definite, ad esempio in termini di resistenza, adesione o facilità di rimozione.
La progettazione delle etichette rappresenta una sfida appassionante per designer, produttori di materiali e converter. L’obiettivo? Arrivare a un prodotto che coniughi nuovi linguaggi visivi e funzionalità tecniche, capace di suscitare emozioni e di fornire informazioni essenziali in un brevissimo lasso di tempo. In quest’ottica, la scelta dei materiali è sempre più sofisticata: dalla carta ai polimeri plastici, fino ad arrivare ai materiali polimaterici che accoppiano carta con una lamina di legno.
CCarta
Le parole della carta
Usomano Carta naturale non sottoposta a patinatura o calandratura. Ha una superficie porosa che assorbe più inchiostro.
Patinatura
Grammatura
Applicazione di una miscela di materie minerali che riempiono interstizi tra fibra e fibra e formano una superficie perfettamente liscia, priva di fori e setosa e morbida al tatto.
Rapporto tra peso della carta e superficie. È misurata in grammi. Può variare dai 18 gr. della carta velina più sottile ai 400 gr. per il cartoncino più rigido.
Rifilo Serve a pareggiare i margini della carta prodotta, sia in bobina che in fogli stesi. È l’ultima operazione prima dell’imballo e della commercializzazione.
Kraft Carta molto resistente, realizzata con sola cellulosa ottenuta con un processo al solfato. Ha il tipico colore grezzo ed è usata principalmente per pacchi o sacchi.
Calandratura
Operazione meccanica e termica di finissaggio che compatta le fibre e rende il foglio lucido e liscio. Possono esserci vari gradi di calandratura con macchine che hanno da 2 a 12 rulli.
Glassine Carta sottile e semitrasparente ottenuta con una supercalandratura. Con uno strato di silicone diventa la base più utilizzata per liner per etichette.
La funzione della carta è sempre stata quella di veicolare informazioni. E quando le economie crescono, il consumo di carta aumenta. Questo perché le società in espansione comunicano di più e veicolano più concetti. La sua fabbricazione, dalla cellulosa al foglio, è un processo complesso che affonda le sue radici nell’innovazione tecnologica del Trecento introdotta dai maestri cartai di Fabriano.
La cellulosa è una fibra di grandezza microscopica tenuta assieme da una colla organica: la lignina. Isolare la cellulosa non è un’operazione semplice: è come staccare una gomma da masticare intrappolata tra i capelli. La delignificazione prevede lo spappolamento del legno in pezzettini, che vengono poi bolliti ad alta temperatura insieme a una miscela di solfiti e calcio, che scindono i legami all’interno della lignina. Ciò che resta è la pasta di legno, a cui si aggiungono vari additivi funzionali per migliorare la resistenza superficiale e modulare la liscezza e l’opacità della carta. La polpa così ottenuta, tuttavia, si presenta grezza. Per sbiancarla, occorre sottoporla a un trattamento con diversi agenti chimici, tra cui diossido di cloro, ossigeno, ozono e perossido di idrogeno. Per ottenere il foglio, basta adagiare questa poltiglia su una superficie piatta, dove l’acqua
di PAOLA CARBONE

viene eliminata per gravità e aspirazione. Infine, si asciuga con cilindri riscaldati a vapore, una fase determinante per la stabilità dimensionale e la resistenza della carta.
La carta per etichette
La carta per etichette deve resistere all’umidità ed essere anti-spappolo. La “wet strength”, questa la definizione tecnica, misura i diversi gradi di tenuta all’acqua, che possono variare a seconda del packaging. Un esempio: per le bottiglie in vetro destinate al riciclo, è indispensabile che l’etichetta si stacchi intera nel processo di lavaggio. Si utilizzano resine polimeriche in emulsione aggiunte alla polpa oppure la resinatura, solitamente in polipropilene, che crea un film plastico protettivo. Questa soluzione è molto usata per bottiglie che devono essere refrigerate nel ghiaccio. Le etichette destinate a prodotti di alta gamma richiedono una superficie molto liscia, con una perfetta bagnabilità e una resa dei colori brillante, magari con processi di nobilitazione come dettagli in colori metallici o superfici 3D per aumentare l’attrattiva a scaffale.
Per ottenere questi risultati, si adopera la patinatura, cioè l’appli-
cazione di strati di fini particelle, principalmente carbonato di calcio, caolino e amido, che fungono da legante e incrementano la resa cromatica e la stampabilità. Nel caso delle etichette, lo strato di patina viene posato solo su un lato, contrariamente alle carte destinate alla stampa di libri o cataloghi.
I passaggi di patinatura possono essere più di uno, con l’impiego di prodotti sempre più raffinati che conferiscono un risultato finale liscio e dai pori chiusi. Più il foglio è sottile, minori saranno gli strati: solo un paio per grammature leggere, fino a quattro per carte più consistenti. Per dare lucentezza, si usa la calandra, una macchina a rulli che distende e liscia le fibre. La calandratura della carta può essere molto complessa, con meccanismi che arrivano fino a dodici rulli e passaggi del foglio a temperature elevate, nelle quali la carta subisce un’azione combinata di schiacciatura e frizionamento. Questo trattamento stira e liscia ulteriormente le fibre, conferendo un effetto finale setoso e brillante. La calandratura è un passaggio indispensabile per ottenere la carta glassine, una carta liscia, lucida e semitrasparente, base del 70% dei liner per le etichette
Perché i polimeri possono essere retraibili
I polimeri plastici sono composti complessi a base di carbonio. Le macromolecole sono costituite da unità, i monomeri, e che, legate tra loro con fortissimi legami chimici, si ripetono in lunghe catene. Le catene polimeriche possono presentarsi in configurazioni lineari, ramificate o reticolate. Nei polimeri lineari, le catene si dispongono in modo ordinato e possono scorrere le une sulle altre, favorendo una maggiore plasticità e solubilità. Al contrario, nei polimeri reticolati o ramificati tridimensionalmente, le catene sono connesse da legami trasversali che conferiscono rigidità e maggiore resistenza termica, riducendo la possibilità di fusione. Disposizione e forza delle interazioni tra le molecole determinano plastiche con proprietà fisico-chimiche differenti, come resistenza meccanica, flessibilità, trasparenza o termoplasticità.
Un aspetto fondamentale nel comportamento termico di alcune plastiche, come il PET, è la disposizione spaziale dei legami secondari, in particolare dei legami di idrogeno. Gli angoli spaziali di coesione non sono sempre uguali e possono essere modificati dalla temperatura. In materiali con interazioni intermolecolari più deboli, l’applicazione di calore provoca una rapida contrazione di questi angoli e di conseguenza delle dimensioni catene, generando effetti di retraibilità evidenti, come accade nei film plastici utilizzati per le sleeve.

autoadesive. La carta può essere sottoposta a trattamenti speciali, come la goffratura, per creare texture che imitano altri materiali come il tessuto o la pelle. Facendo passare il foglio in speciali rulli dalle superfici lavorate, si imprimono le fibre e si creano differenze di spessore che formano il disegno. Questa matericità è spesso ricercata soprattutto nei settori di alta gamma.
Nelle etichette, un aspetto fondamentale è la cosiddetta “macchinabilità”, ossia la rigidità che permette l’incollatura senza errori o grinze anche su linee molto veloci. Per migliorare questo parametro, si utilizzano carte di grammatura elevata, fino a 90 grammi. Tuttavia, per ridurre il consumo di materia prima, le aziende stanno lavorando sulla resistenza della fibra e possono proporre spessori minori che garantiscono comunque un’ottima performance.
Impatto ambientale della carta Il processo di fabbricazione della carta è altamente energivoro, con un significativo consumo di acqua. Le fasi più critiche, come l’asciugatura e la calandratura, richiedono
Ph. Courtney Smith su Unsplash
Etichette carta e colla su lattine

grandi quantità di energia termica, mentre l’utilizzo di agenti chimici nello sbiancamento o di additivi per aumentarne la resistenza può generare rifiuti industriali potenzialmente nocivi.
Per mitigare questi problemi, l’industria cartaria sta cercando soluzioni a minore impatto ambientale, senza compromettere l’efficienza produttiva. Ad esempio, attraverso il recupero dei rifili della carta da etichette, che non è recuperabile come la carta usomano, o con l’utilizzo della glassine usata, opportunamente introdotta nel processo per carte riciclate. L’uso di energie rinnovabili e di processi a temperature più basse contribuisce a ridurre l’impronta carbonica. Infine, lo sviluppo della chimica verde e delle biotecnologie sta rivoluzionando la lavorazione della cellulosa, rendendo il processo di sfibratura e sbiancamento più sostenibile.
Non si può che guardare con speranza agli ulteriori investimenti annunciati dalla UE con il Clean Industrial Deal, che continuerà a sostenere quelle aziende che si impegnano quotidianamente nel cercare nuove strategie di sostenibilità.

PEtichette in plastica
Le etichette in polimeri sintetici o in plastica rappresentano una soluzione versatile e resistente per l’etichettatura industriale.
Con il termine “plastica” si designa una vastissima gamma di materiali, tutti organici (ossia formati da composti basati sul carbonio), resistenti e plasmabili. La capacità del carbonio di creare legami solidi e stabili con altri elementi lo rende un materiale quasi indistruttibile. Le singole molecole composte, dette monomeri, si possono concatenare in lunghe sequenze ripetitive: è il processo di polimerizzazione. Agendo sul processo di formazione delle catene alla base delle plastiche, si possono ottenere materiali con prestazioni e caratteristiche molto diverse tra loro. Per questo i polimeri plastici sono definiti il “materiale su misura”.
Per le etichette si sta diffondendo sempre più il PET (polietilene tereftalato). Si tratta di un polimero termoplastico che ha due caratteristiche importanti: è altamente stabile ed è completamente riciclabile. In sostanza, non cede molecole alle sostanze con cui entra in contatto, quindi è
particolarmente indicato per alimenti, sostanze oleose o acide. Attraverso processi di depolimerizzazione, è possibile riportare la polvere di PET allo stato di monomero e quindi ricreare la materia prima originale. Da qui, può essere utilizzato nuovamente per uso alimentare. La legge, infatti, ha stabilito nel 2020 che il rPET (PET riciclato) può essere impiegato per bottiglie e contenitori.
Le etichette in polimeri sintetici o in plastica rappresentano una soluzione versatile e resistente per l’etichettatura industriale. Una qualità particolarmente apprezzata è la loro trasparenza, che lascia intravedere il prodotto sottostante. La loro applicazione è diffusa in molteplici settori: in primis quello alimentare e delle bevande, ma anche la farmaceutica e la cosmetica possono trarre beneficio dalla loro atossicità, dalla resistenza agli agenti esterni e dalla capacità di mantenere una qualità grafica elevata nel tempo.
Le etichette in plastica autoadesive si presentano in bobine e vengono applicate direttamente sulla superficie del contenitore mediante pressione o calore. Per i flaconi in polietilene o polipropilene (materiali polimerici particolarmente resistenti
Ph. No Revisions su Unsplash

e atossici, usati soprattutto nel settore farmaceutico e cosmetico) si preferiscono etichette autoadesive a base di acrilati (una resina collante particolarmente robusta) o adesivi hot-melt, che assicurano un’adesione forte e duratura anche su materiali a bassa energia superficiale.
Un crescente interesse stanno riscuotendo le etichette tubolari, o shrink sleeve. Realizzate in materiali termorestringenti, avvolgono il contenitore per poi essere sottoposte a un trattamento termico che ne provoca il restringimento e l’adesione completa alla superficie del prodotto. Questo processo consente di ottenere una copertura integrale a 360 gradi, massimizzando lo spazio disponibile per informazioni e design accattivanti.
Inoltre, le shrink sleeve offrono un’ottima resistenza all’umidità e alla manipolazione, risultando ideali per prodotti refrigerati.
Un aspetto cruciale delle etichette in plastica riguarda la loro sostenibilità e riciclabilità. Le etichette shrink sleeve possono essere rimosse dal contenitore durante il processo di riciclo, ma è più economico ed efficiente che sleeve e contenitore siano realizzati con materiali omogenei, così da garantire un recupero uniforme. Ecco perché, soprattutto in cam-
A sinistra, ph. Courtney Smith su Unsplash
Ph. Jarritos Mexican Soda su Unsplash
po alimentare, si preferiscono sleeve in PET rispetto ad altri materiali plastici, che pur essendo più economici, risultano meno compatibili con i processi di riciclo industriale.
AAdesivi
Un incollaggio sicuro, rapido ed economico è uno dei nodi del processo di etichettatura. Anche qui non esiste uno standard o una gamma specifica di adesivanti, ma piuttosto un vasto range di proposte che rispondono alle diverse esigenze di settori o prodotti.
Un adesivo è sostanzialmente uno strato di materiale polimerico che riesce a tenere unite due superfici, denominate aderenti nel linguaggio tecnico. Il mercato è dominato da colle e adesivi sintetici. Si stima che esistano circa 250.000 prodotti differenti per le più svariate applicazioni, ulteriormente personalizzabili a seconda dell’utilizzo.
I processi fisici e chimici che stanno alla base dell’adesione sono molteplici e, ad oggi, non esiste una

I principali polimeri per etichette e glassine
PET / rPET
HDPE
PVC
PP
Poliestere termoplastico. Resistente e stabile, adatto a usi alimentari. Facile da stampare.
Polietilene ad alta densità. Insapore, inodore e atossico, ideale per il contatto con gli alimenti.
Polivinilcloruro. Molto resistente a usura, invecchiamento e agenti chimici. Leggero e difficilmente infiammabile.
Polipropilene. Semicristallino ha un elevato carico di rottura, buona resistenza termica e all’abrasione.
PLA Bioplastica. A base di amidi ricavati da piante come il mais. Compostabile






teoria univoca per spiegare i diversi legami adesivi esistenti. Per questo esploreremo delle categorie generiche di adesivi che riguardano il mondo delle etichette. Un buon adesivo deve garantire un’adesione stabile e duratura su varie superfici, ma anche consentire una facile rimozione per agevolare il riciclo del contenitore o il riposizionamento, come avviene nei depliant multipagina.
Per le etichette, i meccanismi di adesione prevalenti sono quelli a pressione, a base acqua e a caldo.
Autoadesivi
Gli adesivi a freddo, noti anche come adesivi pressure-sensitive (PSA), sfruttano le forze intermolecolari per garantire l’adesione senza necessità di solventi o calore. Questi adesivi sono spesso costituiti da polimeri acrilici, gomme sintetiche o naturali, in combinazione con resine che ne modulano la viscosità e l’adesività (definita tack). Un substrato con elevata energia superficiale, come il vetro o il metallo, favorisce un’adesione più forte rispetto a materiali a bassa energia superficiale, come il polietilene o il polipropilene. Per questi ultimi, spesso è necessario un trattamento corona o al plasma per migliorare la bagnabilità.
Parade Label WS. Una soluzione collaudata e di qualità per le etichette

Parade Label WS è prodotta da Sappi, azienda leader nel settore della carta, che si distingue nel panorama mondiale per qualità e prestazioni di tutti i suoi prodotti. Sappi ha una storia importante nel campo della produzione di carte ad alte prestazioni, con caratteristiche di stampabilità, macchinabilità e consistenza ineguagliabili. Il che si traduce nella garanzia per i clienti di una produzione senza preoccupazioni, con performance di etichettatura di alto livello e tempi di inattività ridotti al minimo nei processi di etichettatura e lavaggio.
Parade Label WS vanta anche eccellenti proprietà lay-flat ed è compatibile con tutte le tecniche di stampa e finitura standard. Dopo il suo lancio, nel settembre 2023, Parade Label WS è stata sottoposta a un programma di validazione completo che ha dimostrato risultati eccezionali in termini di qualità e prestazioni, anche su linee di etichettatura con velocità fino a 70.000 bottiglie all’ora. Sappi, inoltre, è tra i pochissimi fornitori di etichette a disporre di team tecnici in grado di risolvere i problemi in loco con i clienti. E non solo. Sappi è anche in grado di offrire soluzioni ad hoc per i singoli clienti, con progetti studiati su misura per ottenere un notevole risparmio in termini di produttività. Per informazioni: vendite.italia@sappi.com. www.sappi.com
Adesivi a base acqua o colle Gli adesivi wet (umidi) operano secondo un principio differente: vengono applicati in stato liquido o attivati con acqua in fase di pre-incollaggio, quindi si asciugano per evaporazione del solvente o con asciugatura forzata. Sono composti da dispersioni acquose di polimeri, resine sintetiche o miscele di amidi. Quelli a base caseina sono impiegati per etichette su bottiglie di vetro destinate all’industria alimentare e delle bevande, perché la caseina ha la capacità di formare legami idrogeno, particolarmente resistenti, con gli ioni metallici del vetro. Un altro esempio è la nota colla vinilica, a base di polivinilacetato, la cui adesione avviene per evaporazione del solvente o assorbimento dell’acqua nel substrato. Questa colla forma un film continuo e adesivo, garantendo un ancoraggio stabile e resistente all’umidità. Il suo principale svantaggio è la lentezza nell’asciugatura, che la rende poco adatta a linee produttive veloci, dove vengono preferiti gli adesivi a caldo.
Adesivi hot-melt
Gli adesivi hot-melt, o a caldo, sono materiali polimerici che, una volta riscaldati, diventano liquidi o viscosi e realizzano l’adesione. Una
volta raffreddati, ritornano allo stato solido. L’unione che ne deriva è di tipo meccanico e chimico, estremamente stabile e resistente agli oli, ai solventi e alle variazioni di temperatura. Penetrano nei substrati quando riscaldati, garantendo una forte adesione superficiale che, con il raffreddamento, si stabilizza definitivamente.
Con alcune formulazioni hotmelt si realizzano anche adesivi a pressione. In questo caso, una miscela di gomma sintetica viene riscaldata a circa 160-190 °C e applicata mediante spalmatura su un supporto per etichette o nastro (glassine o plastiche). Si tratta di un prodotto versatile, utilizzato per marchiare pneumatici così come per sigillare imballaggi alimentari dei surgelati.
Gli hot-melt stanno diventando sempre più diffusi. L’assenza di solventi, l’impiego di formulazioni prive di isocianati e l’adozione di biopolimeri ne aumentano l’efficienza, migliorando al contempo la sostenibilità e riducendo l’impatto ambientale.
Grazie a:
Nicola Tisi – Managing Director Sappi Europe, Sappi Papier Holding GmbH Riccardo Riccardi – Sfinge Etichette Spa
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