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strategie e tecniche della comunicazione stampata
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IL lusso
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Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi ₏ 6,50
La carta torna carta. 7 volte.
Lunga vita alla carta: la fibra di cellulosa può essere riciclata fino a 7 volte. Con 2000 chili riciclati al secondo, la carta è il materiale più riciclato in Europa; più della metà della carta prodotta in Italia nasce dal riciclo. E la carta proviene da una fonte rinnovabile per eccellenza: il legno. L’industria cartaria promuove la gestione sostenibile delle foreste: in questo modo sono più gli alberi piantati di quelli tagliati. Così il legno fa la carta, la carta torna carta, e la carta fa nascere nuovi alberi. Naturale, rinnovabile e riciclabile: è il lato verde della carta
Two Sides è un’iniziativa della filiera della comunicazione su carta e promuove la produzione e l’uso responsabile della carta e della stampa.
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I processi di nobilitazione della stampa con Grafiche Mercurio diventano vere e proprie opere d’arte dal valore unico. L’obiettivo dell’azienda è da sempre rivolto all’innovazione di mezzi e di strutture tecnologiche all’avanguardia, pur mantenendo un forte e indissolubile legame con la tradizione della stampa. Grafiche Mercurio è marchio di qualità, con uno sguardo rivolto al futuro.
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5 Nell’ormai famosa lezione di Stanford, nel 2005, Steve Jobs aveva ricordato come era nato il suo amore per la tipografia. Erano gli anni del college. Steve aveva deciso di frequentare solo i corsi che lo interessavano, si era innamorato dell’arte tipografica e aveva imparato tutto dei caratteri, delle grandezze, delle proporzioni. Poi era nato il Mac. Grazie Steve per averci insegnato il gusto della ricerca, il gusto della bellezza. “… Il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto erano scritti in una splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ufficiali e pertanto non ero obbligato a seguire le classi secondo il piano di studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello avevo visto. Imparai i caratteri serif e sans serif, imparai come variare la spaziatura tra diverse combinazioni di lettere, e che cosa rende la tipografia una cosa così importante. Era uno studio talmente bello, antico e così artistico e poetico che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante. Nulla di tutto quello che studiavo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Macintosh, mi tornò utile. Il Mac era infatti il primo computer con una bella tipografia. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto caratteri multipli e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato lo studio, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’ e immaginare cosa sarebbe successo, ma tutto mi diventò molto chiaro guardandomi alle spalle dieci anni dopo”.
pensieri fuoricorso
Di Steve Jobs, della ricerca della bellezza, della tipografia e di altre cose...
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: o r e m u n l e d PB 3 5 T e m a 18
L’industria del lusso naviga a vele spiegate nonostante la crisi. Crescono gli investimenti, crescono le vendite sul web, stampatori e cartiere sono soddisfatti... pronti per le sfavillanti novità di Luxe Pack.
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COMUNICARE
> > > > > > > 28 titolare dell’agenzia Guitar > > > > aziende Intervista a Marta Godi, > > > > > > > 55 le, la forma dove nasce la bellezza fabi inef co Bian ting rke ma or col
tecnologia
> > > > > > > 32 o di produzione > > > > > > > > > > cicl il ere osc con Per ing kag pac > > > > > > > 44 le forme > > > > > > > > > > > > > stampa Fustellatrici, dove osano > > > > > > > 62 le piegatrici > > > > > > > > > > > > e tutt he, pieg le e Tutt ria ato leg
Candidi packaging total white per esaltare il lusso, l’eccellenza, la ricercatezza. Associato alla purezza e all’innocenza, il bianco è uno dei colori preferiti nel mondo dell’alta gamma.
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sommario
il lusso
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49 Lorenzo Capitani ci racconta come funziona la produzione industriale del packaging: problemi tecnici, tendenze, novità. E in più due interessanti interviste a Giuseppe Meana e a Rino Ruscio.
inchiesta
Tutto quello che bisognerebbe sapere sulle macchine fustellatrici: come funzionano, in quale mercato si inseriscono, quali le diverse linee di prodotto.
’alta gamma > > > > > > > > lusso È in ripresa l’industria dell
carta
> > > > > > > > > > > 18
> > > > > > > > 40 > > > > > > > > > > > > > > > > > Carta PER... Editoria > > > > > > > > > > > > > 59 tutto un po’ > > > > > > > > > > > > cartiere Iniziative, progetti e di > > > > > > 23 Favini, Fedrigoni a Luxe Pack > > > lusso Arjowiggins Creative Papers,
RUBRICHE
> > > > > > > > 12 la laminazione a freddo > > > > > > echi di stampa Industrialbox e > > > > > > > 72 a visual communication > > > > > > agenda A Viscom Italia tutto sull
Siamo orgogliosi di questo numero di Print che sarà in distribuzione a Luxepack, la fiera annuale dedicata agli specialisti del packaging dei prodotti di lusso che si tiene a Monaco il 19-20-21 ottobre. Come ogni anno abbiamo una meravigliosa scatola che custodisce il numero speciale di Print in cui troverete inserti, servizi e articoli interessanti proprio sul tema del lusso: non solo l’inchiesta a pagina 18 con un’intervista a Enrico Finzi, ma anche articoli sul packaging, sulle pieghe, le fustellatrici, le carte preziose e tanto altro.
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informazioni tecniche
8 P
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e La raffinata scatola ch contiene questo numero è stata allestita con una a carta in pura cellulos 2. opaca da 150 g/m La stampa è stata rea qua con set lizzata in off è ale qu dricromia sulla a stata poi applicata un no vernice lucida sul pia d’appoggio.
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PuSTERLA 1880 di Print Buyer
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r i n t b o x Per finire, un tocco di ver eteff nice serigrafica con la to legno applicata sul atparte superiore dei car i viv più ra teri resi anco co sec a grazie allo sbalzo realizzato sui profili.
n film La stampa a caldo co paargento Kurz sovrastam nfe co a ito bile ha contribu . me sie rire luminosità all’in l su e Stampa a caldo anch r un retro della scatola pe lato per dre ma magico effetto ziopre ottenuto grazie a un so film Kurz.
firma la scatola
Pusterla 1880 è una delle principali aziende cartotecniche italiane con circa 225 dipendenti e 30 milioni di euro di ricavi. Il Gruppo oggi è presente anche in Francia con tre aziende - la Coffret, acquisita nel ‘99, la Cazelles, rilevata nel 2009, e la Tephor acquisita nel 2010 (specializzata in termoformati) - e in Romania dove dal 2004 opera la manifattura Dacica Teca. Il 70% del fatturato è ormai realizzato all’estero, tanto che da quest’anno Pusterla 1880 si è configurata con due poli produttivi con lo stesso nome, uno in Francia e l’altro in Italia. Scatole grandi e piccole, rivestite di carte speciali o di tela, serigrafate, stampate in offset o a caldo e complete di termoformati, ma anche astucci realizzati per i brand più importanti di profumeria, cosmetica, liquori costituiscono l’ampia offerta dell’azienda di Venegono Inferiore. www.pusterla1880.com
LA COPERTINA La copertina di Print è stata stampata su Keaykolour Embossing Anvil Snow White da 300 g/m2 di Arjowiggins Creative Papers. Stampata in 4-cromia bianca/volta, si è proceduto alla floccatura della scritta Print con melange color cannella. L’effetto satinato ruvido opaco con glitter argento è stato ottenuto in serigrafia con registro a rotazione che produce una sorta di “ombra”. Stampa serigrafica anche sulla IV di copertina con inchiostro argento UV Shine realizzata sul contorno di alcuni caratteri. La copertina è stata nobilitata da Emilplast, all’avanguardia nelle nobilitazioni in grado di valorizzare la comunicazione stampata. www.emilplast.com
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industrialbox
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aziende grafiche
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la laminazione a freddo e le sue infinite possibilità Carlo Gregori, presidente di Industrialbox.
Presentata ufficialmente a Drupa nel 2008, la tecnica della laminazione a freddo in linea comincia a muovere i suoi primi passi qualche anno prima. Prima in Italia, Industrialbox mette alla prova il Foilstar di Heidelberg per un anno e grazie al supporto costante dei tecnici del colosso tedesco ne scopre tutte le potenzialità. Industrialbox, che oggi rappresenta una delle più importanti aziende sul mercato per la produzione di scatole rivestite, cofanetti e astucci per il settore moda, cosmetica, profumeria, pharma, liquori e distillati, perfeziona l’acquisto nel 2007 e da allora le azioni di marketing per promuovere le opportunità offerte da questa tecnica di stampa non sono mai cessate. Nonostante ciò il mondo dei creativi fa fatica a familiarizzare con questa lavorazione e mancano progetti adeguati. Carlo Gregori, presidente della società, ci spiega perché.
Perché secondo lei i grafici credono poco in questa tecnica? Non hanno avuto sufficienti informazioni per capirne le potenzialità. Spesso si considera la laminazione in linea come concorrente della stampa a caldo, mentre è proprio l’esatto contrario. Cioè? La stampa a caldo viene realizzata fuori linea e quindi implica tempi di produzione più lunghi. È ideale per esaltare un marchio ma non un’immagine o dei colori. Allo stesso tempo, oro e argento sono una prerogativa della stampa a caldo. Quindi se si vuole utilizzare il cold foil il soggetto deve essere ad hoc? Proprio così. Questo è davvero il caso in cui ci deve essere un lavoro di squadra tra chi progetta e chi stampa. Per la nostra esperienza, nella maggior parte dei casi veniamo coinvolti e possiamo mettere la nostra competenza al servizio dei clienti. Quali sono i vantaggi di questa lavorazione? Intanto l’esito è immediatamente visibile. Stampare e laminare contemporaneamente dà subito l’idea del risultato, mentre con la stampa a caldo bisogna attendere che il foglio sia pronto per la successiva lavorazione. Poi si possono utilizzare sul foil colori diversi senza problemi mentre con la stampa a caldo è necessario fare un passaggio per ogni colore e soprattutto preparare i cliché, costosi e poco flessibili. Cosa invece si può migliorare? Sicuramente si deve lavorare sui costi. Il cold foil utilizza molto più film della stampa a caldo e risulta a volte più oneroso. Ma su questo fronte ci sono buone notizie: Heidelberg sta lavorando a un progetto attualmente in beta test che consentirà a breve di recuperare il materiale non consumato nel giro a causa del vuoto del cilindro di stampa. Se funzionerà, questo sistema consentirà di recuperare un terzo del materiale con un interessante risparmio di costi. A quel punto non ci saranno più scuse... www.industrialbox.bo.it
Astucci Emanuel Ungaro Apparition Exotic Green in cartoncino Algro Design, stampati in 4+1 UV colori, con cold foil argento e vernice UV effetto lucido/opaco.
La raffinata linea Tuscan Soul Home Collection è stampata a 4 colori e cold foil argento. Interni sagomati in cartotecnica.
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echi di stampa Artelibro 2011
quando la tipografia diventa arte, poesia, amore per la vita È stato un piacevole e soleggiato fine settimana ad accompagnare questa ottava edizione di Artelibro 2011, la manifestazione bolognese ormai famosa dedicata al libro, ai librai, agli editori di libri d’arte e libri d’artista, agli stampatori di facsimili e a quelli di edizioni di pregio. Tra i partner dell’iniziativa anche le riviste Il Poligrafico e Print Buyer. Bologna capitale del libro Come sempre, Bologna è diventata per qualche giorno la capitale internazionale del libro e si è riempita di giovani, di famiglie e di migliaia di appassionati di libri. Tema di questa edizione l’archeologia: i 2.200 anni di Bobonia. Fulcro di Archeopoli è stato un grande accampamento romano in Piazza Maggiore con tanto di legionari con armi e armature. Sponsor tecnico della mostra Fedrigoni, che da anni supporta il mondo dell’editoria con le sue carte pregiate. Non solo gli addetti ai lavori Incontri, laboratori per i più piccoli, spettacoli, mostre, visite guidate, conferenze... insomma una grande kermesse non solo per gli addetti ai lavori. Nella prestigiosa sede della biblioteca universitaria di Bologna una bellissima mostra ha riunito 200 tra libri ed edizioni d’artista pubblicati in Italia negli ultimi cinquant’anni, da Giulio Paolini a Luciano Bartolini, da Lucio Fontana a Maurizio Cattelan fino a Beuys e Sol Lewitt, e tutti gli artisti che hanno dedicato al libro parte della propria opera.
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Lucini, una vita dedicata alla “bellezza” Di grande interesse, tra le numerose attività, la conferenza - ma soprattutto la mostra - dal titolo Officina d’arte grafica Lucini. Quando la tipografia diventa poesia. In più di ottanta anni di attività e tre generazioni di editori-stampatori, l’officina di Lucini ha stampato oltre 5.000 volumi d’arte e migliaia di pubblicazioni. «Una vita» ha detto Giorgio Lucini «spesa a rincorrere la bellezza, non tanto come meta effimera, ma soprattutto come ideale pratico, da raggiungere attraverso la disposizione armonica su carta di lettere, parole, figure».
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echi di stampa pixartprinting
stampa su tessuto con mimaki Un sistema inkjet all’avanguardia tecnologica per stampa diretta su tessuto. Uno stampatore altamente evoluto che vanta un reparto produttivo di ultima generazione che aveva la necessità di stampare direttamente su tessuto con produttività in linea agli standard industriali dell’azienda. Questi i presupposti che hanno dato vita alla partnership tra pixartprinting - web-to-print leader a livello europeo -, Bompan, importatore esclusivo dei plotter Mimaki per l’Italia - e Cekin, distributore ufficiale di Bompan e che ha portato all’arrivo della nuova stampante Mimaki Tx4001800D. «Come di consueto abbiamo lasciato che il cliente testasse la macchina presso la nostra sala demo su propri materiali utilizzando i suoi file», racconta Massimo Bompan, presidente e fondatore dell’omonima azienda. «In questo caso la richiesta di pixartprinting è stata una campionatura di ben 100 m2 da realizzare su flag per stampa diretta. Il tutto in un unico ciclo continuo di produzione». Una prova ben riuscita in particolare per la velocità di produzione, un plus non da poco per pixartprinting. «Il software rileva esattamente quanti grammi di colore richiede ogni stampa», afferma Alessandro Tenderini, direttore generale di pixartprinting. «Dopo alcune settimane di utilizzo, possiamo affermare che anche solo pensare all’uso di inchiostri compatibili sia una perdita di tempo. Le stampe sono eccellenti e i consumi di inchiostri davvero contenuti». www.pixartprinting.it
Da sinistra: Luca Sorato (agente Cekin srl), Alberto Didonè e Plinio Cecchin (soci Cekin), Alessandro Tenderini (direttore generale di pixartprinting), Matteo Rigamonti (amministratore e fondatore di pixartprinting).
Tre D
la comunicazione diventa interattiva e coinvolgente
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La nuova frontiera di comunicazione stampata lenticolare è l’H3D System sviluppato da Tre D, un sistema che permette di ottenere effetti di trimensionalità e movimento, ideali per adeguare la comunicazione stampata alla rivoluzione in corso nel mondo dell’intrattenimento. I nuovi materiali lenticolari consentono di dare l’illusione della tridimensionalità con una profondità e nitidezza mai viste prima, la lastra lenticolare permette di far vedere all’occhio sinistro un’immagine diversa da quella vista dall’occhio destro, ricreando la parallasse e quindi l’illusione della tridimensionalità. L’osservatore ha la sensazione di poter toccare gli oggetti stampati, si ottiene così l’interazione tra l’osservatore e la stampa lenticolare facendola diventare un potentissimo strumento da utilizzare in comunicazione. La stampa lenticolare H3D System permette inoltre di vedere immagini diverse al variare del punto di vista, su questo principio si basano gli effetti come il Flip, il Moving, il Morphing e lo Zoom. www.lenticolare.it
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echi di stampa bompan
Quindici anni al fianco di Mimaki Il Barlassina Golf Club ha fatto da cornice all’evento organizzato da Bompan, importatore esclusivo per l’Italia dei plotter Mimaki, per festeggiare il suo 15° anniversario. Leit motiv dell’incontro l’innovazione, un tema che ha segnato la storia di Bompan a fianco di Mimaki dal primo plotter inkjet piezo di grande formato del 1996 fino al 2003, quando Bompan diventa l’importatore esclusivo per l’Italia della gamma Mimaki per il mercato delle arti grafiche e tessile.
Alcune immagini dell’evento Bompan che si è svolto nel Barlassina Golf Club, location scelta per enfatizzare uno degli slogan che dal 2008 esprimono la filosofia Bompan/Mimaki “Make it green”, al quale si affianca l’altro fondamento del credo aziendale: “L’innovazione continua”. E proprio l’innovazione è stata il filo conduttore dell’evento celebrativo.
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Sempre aperti a nuovi mercati «Si è trattato di un traguardo frutto dell’impegno che abbiamo riposto nello sviluppare la presenza del marchio Mimaki in Italia», ha detto Massimo Bompan, fondatore dell’azienda, «e che la casa madre ci ha riconosciuto affidandoci questo incarico sulla base di una condivisione di valori comuni: passione, lungimiranza e voglia di essere innovativi». Su questo presupposto, ha poi spiegato Massimo Bompan, è stata sviluppata una struttura gestionale, logistica e commerciale capace di supportare il lancio di nuove tecnologie e l’apertura a mercati verticali. Un’avventura proiettata nel futuro «Ho creduto da subito al cento per cento in queste macchine e perciò mi sono messo in gioco fino in fondo sin dall’inizio di questa avventura», ha detto Massimo Bompan. E ha proseguito spiegando che il mercato delle macchine Mimaki ha in fondo colmato solo parte delle potenzialità. Il futuro deve ancora cominciare. «Ho sempre pensato che non si debba temere lo sviluppo tecnologico, ma al contrario sfruttarlo a proprio beneficio. Credo che nel prossimo futuro l’industria non possa più prescindere dall’utilizzo del digitale. Ed è per questo motivo che lavoriamo costantemente insieme a Mimaki per essere pronti a rispondere con prodotti eccellenti, affidabili, col valore aggiunto del servizio al cliente».
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STAMPA DIGITALE SU CARTONE
inchiesta
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L’ industria del lusso naviga senza perdere la rotta nei mari tempestosi della crisi . L a ricerca di modalità più sobrie emerge anche nel settore del packaging dove si assiste a una costante riduzione di pesi e ingombri . L a d i r e z i o n e è q u e ll a d i moderare gli eccessi , senza abbassare il livello qualita tivo delle confezioni . D unque materiali meno pregiati e carte naturali per testimo niare la voglia di sobrietà e l ’ attenzione all ’ ambiente .
Achille Perego
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giornalista economico achille.perego@libero.it
Van Cleef & Arpels, Midnight In Paris; silver award categoria Lusso Pentawards 2011.
Come prima della crisi...
in italy
La ripresa dell’industria del lusso è confermata anche dall’Osservatorio di Altagamma (www.altagamma.it). Il monitor sui mercati mondiali, realizzato da Bain&Co in collaborazione con la Fondazione Altagamma, segnala per il 2010 un vero e proprio record di consumi. E le previsioni del 2011 restano positive con un più 8% a 185 miliardi di euro. Tanto da far dire a Santo Versace, presidente della Fondazione Altagamma, che dopo anni di difficoltà le notizie per l’industria sono anche migliori del previsto e «ancora una volta questo segmento si conferma l’ultimo a entrare in crisi e il primo a uscirne ».
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Gli Usa, il primo mercato Gli Stati Uniti restano di gran lunga il primo mercato con 48,1 miliardi seguiti dal Giappone (18) incalzato dalla Cina (17,6 miliardi). In Europa, l’Italia è il primo mercato con 16,6 miliardi seguita dalla Francia (12,6). Ma è sui nuovi mercati che le imprese dell’alto di gamma focalizzeranno i loro sforzi nei prossimi 2-3 anni. La crescita in Russia, dove è in corso un cambiamento continuo dello stile di vita, è prevista tra il 5 e il 10% all’anno. In Medio Oriente tra il 10 e il 12%, trainata dall’apertura di nuovi punti vendita, e in Brasile (tra il 10 e il 15%) dai forti investimenti dei brand internazionali anche in vista dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016. Internet, protagonista del lusso
«L’alto di gamma» commenta Claudia D’Arpizio, partner di Bain&Co Italy e autrice dello
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Se si osservano i dati del primo semestre 2011 della consueta analisi semestrale di Pambianco, si scopre che il vento di recessione che è tornato a sferzare con forza i mercati e le economie di tutto il mondo non aveva lambito il settore della moda e del lusso. Tanto che le principali aziende del “made in Italy” hanno aumentato i fatturati dell’11,2%, per un giro d’affari complessivo di 8,7 miliardi di euro. E oltre alle buone performance confermate da Luxottica, spiccano gli incrementi superiori al 20% di Gucci, Bulgari e Bottega Veneta ai quali si è aggiunta la neo matricola di Piazza Affari, Salvatore Ferragamo. Le performance delle nostre imprese del lusso, a conferma di un forte recupero dell’immagine del “made in Italy” nei mercati del mondo, ha superato quella dei 18 principali marchi stranieri che hanno accresciuto i loro ricavi del 10,8% a 45,8 miliardi di euro, con in testa il colosso francese Lvmh guidato da Bernard Arnault.
Forte recupero del made
inchiesta
moda, gioielli, cosmesi. voglia di shopping d’alta gamma
L’industria del lusso continua a brillare nonostante la crisi. Dopo la grande paura cominciata nel 2008, con lo scoppio della tempesta finanziaria americana, che ha travolto l’Europa e il resto del mondo, le aziende che nel mondo fabbricano prodotti griffati e da sogno, dall’abbigliamento ai gioielli, dagli accessori all’enogastronomia agli occhiali, sono tornate a macinare utili e ricavi. Tornando ai livelli pre-crisi. La conferma arriva dai più recenti studi di chi, da Pambianco Strategie di Impresa alla Fondazione Altagamma, si occupa di questo “ricco” mercato.
Packaging scintillanti effetto M erck Merck produce un’ampia gamma di pigmenti ad effetto per la colorazione delle materie plastiche, per gli smalti, le vernici e gli inchiostri da stampa. Pigmenti che consentono a carta, cartone, ceramiche, tessuti, vetro ma anche ai cosmetici, di brillare e di emettere luci multicolori. Effetti che si sposano perfettamente con il mondo del lusso. Almeno fino a poco tempo fa. Ma è ancora così? Lo chiediamo a Renato Pignarca, account manager Printing & Security. Come va la richiesta di effetti luminosi? Attualmente si riscontra una leggera flessione nella richiesta di pigmenti perlescenti bianchi mentre si privilegiano i colorati o multicolori cangianti o interferenziali. C’è poi un ritorno ai pigmenti bronzo e oro spariti da un po’… Posso dire che la richiesta di pigmenti da parte dei produttori di carta è rimasta stabile, mentre è in leggera flessione la domanda dei produttori di inchiostri. Questo significa che c’è forte richiesta di carte speciali mentre diminuiscono le lavorazioni post-stampa? In questo momento anche il mondo della grafica sta soffrendo a livello mondiale: le aziende del lusso sono particolarmente attente ai costi e probabilmente puntano su meno lavorazioni e su carte più importanti che da sole sono in grado di conferire personalità al prodotto. Cosa bolle nella pentola di Merck? Stiamo ottenendo un ottimo riscontro con una serie di pigmenti a base di cristalli trasparenti, ad effetto Swarowsky, utilizzabili sia nella patinatura della carta che nelle vernici sovrastampa. L’attualità e lo stile delicato di questi pigmenti ci hanno spinto a implementare il range di gamma con il lancio della nuovissima serie “Colorstream Twinkle”, sapiente combinazione di effetti luccicanti e multicolori in una sola particella a sfumature purissime. Una carta importante la teniamo in serbo per la prossima Drupa 2012 dove sveleremo come i bianchi perlescenti possano avere un’elevatissima purezza di tono e di riflesso, novità assoluta per il mondo dei pigmenti madreperlacei. E a Luxepack? A Montecarlo sorprenderemo i visitatori con un raffinato cofanetto che contiene profumi impreziositi con i nostri pigmenti speciali e con un packaging di primissima qualità. Il tutto contemplato con sistemi di anticontraffazione. I nostri pigmenti “tracciati” e le “immagini nascoste” di un nostro partner italiano - HTPP - si integrano in un design piacevole e attuale.
Le tendenze vengono dettate dall’industria automobilistica e della cosmetica: è a queste che il mondo del design si ispira per i propri progetti.
Merck
inchiesta
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il mondo dell’alta gamma in cinque punti di sintesi 1 Dopo il 2009, annus horribilis, il mercato del lusso è
tornato in salita e la Fondazione Altagamma segnala, per il 2010, un vero e proprio record di consumi con un giro d’affari che ha segnato un 12% in più.
2 Crescono gli investimenti online da parte delle aziende
che operano nel lusso. Si prevede che le vendite di prodotti di lusso sul web aumenteranno del 20% l’anno fino a raggiungere gli 11 miliardi di euro nel 2015.
3 Nonostante i dati positivi, la nuova bufera finanziaria
ha fatto avvertire una frenata, soprattutto in Brasile. E c’è il timore, secondo il sociologo Enrico Finzi, che la caduta tocchi proprio quei brand che hanno investito in immagine e punti vendita.
4 Vi è una diffusa ricerca di un lusso più sobrio che
si esprime anche nel packaging: cofanetti in carta riciclata, la cui estetica gioca sì sul dettaglio ma con una maggiore discrezione.
5 Per quanto attiene alle carte non vi è una tendenza unica: l’unico must per i grafici impegnati nei segmenti alti è stupire. Certo… con qualche attenzione in più ai costi.
Ai designer che sono alla ricerca di soluzioni per realizzare packaging davvero unici o etichette preziose, Luxoro mette a disposizione un ricco catalogo. Punto di riferimento in Italia per il mercato della stampa a caldo e a freddo, grazie alle partnership esclusive con il gruppo Kurz, leader nella produzione di tecnologie di stampa, e H+M produttore di cliché in ottone per la stampa a caldo e in rilievo, Luxoro offre un’ampia varietà di foglie per ogni tipo di applicazione. Tra le più innovative, le lamine con effetti trasparenti olografici, un foil che conferisce una particolare luminosità anche ai particolari stampati “a registro” esaltando un logo, un’immagine o un particolare - anche il più piccolo - del progetto grafico. La lavorabilità di questa foglia è eccezionale e non crea problemi di sovrastampa: infatti è possibile stampare la superficie, sia sullo strato superiore della lamina trasparente sia sotto di essa, utilizzando qualsiasi processo di stampa. Disponibili in oltre 80 nuance, possono essere progettate a campione su richiesta per risultati esclusivi.
pentawards: le tendenze del lusso
Enrico Finzi: “Forse la festa è finita”
Sobrietà e ricerca dei particolari per questi due premiati nella categoria Lusso del Pentawards 2011: a sinistra, Cosme Decorte AQMW – Skincare Series (Kosè Corp.); a destra, etichetta per Anathima (Mousegraphics).
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Il lusso si rende “responsabile” Perché la crisi ha reso più insopportabile, agli occhi di chi fa fatica a tirare la fine del mese, la ostentazione della ricchezza. Insomma, apparire troppo ricchi non sarebbe più trendy come una volta. Tanto che la Fiat è stata costretta a modificare in corsa la campagna pubblicitaria per il lancio della nuova Ypsilon correggendo il primo frame dello spot da “il lusso è un diritto” a “l’eleganza è un diritto”. Del resto, aggiunge sempre Finzi, il lusso, per difendersi da questa connotazione negativa, sta cercando di mimetizzarsi e rendersi socialmente responsabile. Così, chi può spendere evita magari di ostentare davanti agli occhi degli altri la borsa da 10mila euro e si rifugia nel lusso nascosto di un hotel o di una spa che pochi possono permettersi. Ma anche le stesse aziende di alta gamma, quasi per giustificarsi e per evitare la demonizzazione del lusso, hanno scelto strategie di attenzione al sociale e all’ambiente (il “luxury green”), scegliendo materiali
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A lanciare se non l’allarme, almeno l’avvertimento, è il più importante sociologo dei consumi italiani, Enrico Finzi. L’industria dell’alto di gamma, spiega Finzi, se l’è cavata bene anche in questi anni di rallentamento dell’economia mondiale grazie soprattutto a mercati emergenti come quelli dei Paesi del cosiddetto BRIC (Brasile, Russia, India e Cina). Paesi dove i nuovi ricchi, le nuove borghesie, hanno fatto del vestito, dell’auto, della borsa o del gioiello griffato uno status symbol per affermare il loro successo sociale. L’addio alla povertà. Ma, con la nuova bufera finanziaria
esplosa quest’estate e il rischio che il mondo torni in recessione, anche in questi mercati si cominciano ad avvertire segnali di frenata, a cominciare dal Brasile. E così, aggiunge Finzi, le prospettive del lusso non sono così brillanti e c’è il timore che in futuro ci sia un contrazione degli acquisti (la classica “festa finita”) che causerebbe problemi enormi a un’industria, quella di alta gamma, che ha investito moltissimo in immagine e punti vendita ed è andata anche in Borsa, dove negli ultimi mesi hanno cominciato a soffrire, da Piazza Affari a Wall Street, anche i titoli delle griffe.
inchiesta
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le trasparenze di luxoro
studio, «registra un ritorno brillante a livello di retail, ma il copione è stato riscritto: una clientela più esigente, il ricambio generazionale, nuove regole di fidelizzazione, un’esperienza di acquisto che integra sempre più offline e online e la continua crescita della Cina e degli altri mercati emergenti stanno trasformando l’industria del lusso». Una trasformazione dove gioca un ruolo da protagonista Internet. Dalla ricerca “Digital luxury experience”, presentata in settembre sempre dall’Osservatorio Altagamma, emerge che l’esperienza del lusso è sempre più digitale. Tanto che le vendite online dei prodotti di alto di gamma, che oggi sono ancora marginali (4,5 miliardi di euro, il 2,6% sul totale) aumenteranno del 20% all’anno raggiungendo gli 11 miliardi di euro nel 2015. L’esplosione dei social media e la crescita degli investimenti online da parte delle aziende che operano nel settore del lusso hanno infatti ampliato e rinforzato questo mercato.
inchiesta
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Le carte di Cordenons aiutano la creatività
Il Gruppo Cordenons parteciperà anche quest’anno a LuxePack. Ma la vetrina della cartiera non sarà uno stand in fiera bensì, per il terzo anno consecutivo, un evento realizzato nella cornice spettacolare della Villa Key Largo di Montecarlo. Ce ne parla Max Zichittella, marketing manager.
cioccolatini preziosi
Gruppo Cordenons
Una formula che funziona? Direi di sì. Ci piace uscire dal caos del quartiere fieristico e ricevere i clienti a “casa nostra”. Si tratta di un evento di gran classe poiché Villa Key Largo viene normalmente utilizzata per feste affollate dalle celebrities del mondo dello sport, della moda e dello spettacolo. Ed esclusivo. Componente molto apprezzata dai nostri clienti.
I creativi cercano sempre soluzioni in grado di stupire: e così una carta progettata per l’editoria può diventare un eccellente supporto per realizzare una confezione di lusso.
Ci saranno delle sorprese? Come sempre non andremo a Montecarlo a mani vuote. Presenteremo una nuova carta adatta al packaging di lusso: la finitura particolare, i colori e le grammature che abbiamo realizzato si prestano proprio a questo tipo di applicazione. Ma non posso dire di più... Si può ancora parlare di lusso in tempo di crisi? Se parliamo di lusso vero, quello legato alla moda ad esempio, la carta gioca un ruolo determinante. Pensiamo alle shopping bag o ai packaging che connotano il brand. Il logo è molto importante e le lavorazioni post-stampa si concentrano su di esso: rilievi, oro a caldo, verniciature. La carta deve fare il resto ed è quindi importante sceglierne una che sia in grado da sola di dare un’identità al marchio: goffrata, marcata, con texture geometriche...
Esiste una tendenza a cui tutti si ispirano? Sì e no. Sicuramente se pensiamo ai colori gli stilisti impongono ogni anno alcune tonalità che vengono riprese dal mondo del design. Noi aggiorniamo continuamente le nostre collezioni di carte adattandole ai colori più in voga. A parte il bianco e nero che restano un must. Per il resto i creativi cercano sempre soluzioni in grado di stupire e talvolta “scovano” carte che noi avevamo progettato per applicazioni diverse e che invece vengono adottate per realizzare confezioni di lusso. Sempre con risultati sorprendenti. “La creatività non ha limiti”, come recita la headline della nostra campagna pubblicitaria. Titti Cocola
“The Chocolate” è una miscela preziosa di cioccolata di alta qualità prodotta a Pisa aromatizzata allo champagne. Queste pregiate praline ricoperte da una polvere d’oro commestibile 24 carati, sono custodite in splendide scatole bianche interamente ricoperte da cristalli Swarovski applicati a mano uno per uno.
arjowiggins creative papers
d a ll e c a r t i e r e
Accanto a Rives, Conqueror, Curious Collection, Opale, Inuit e Pop’Set, la cartiera presenta Keaykolour recentemente arricchita di nuove finiture e nuance. Simone Medici, ad di Arjowiggins Italia e direttore Sales&Marketing della divisione Creative Papers Sud Europa, commenta: «Da sempre le nostre carte creative si distinguono per portata innovativa, tecnologia, qualità: supporti dal tocco inconfondibile che assecondano ogni esigenza, conferendo valore aggiunto ad applicazioni rivolte a mercati esigenti come quello del lusso».
Giuseppe Meana: “Siamo in una fase di netta ripresa”
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Novità
Tante le novità per valorizzare ogni tipo di packaging, a cominciare dal nuovissimo sistema colore Imaginative Colours, la guida cromatica ai colori delle carte speciali Fedrigoni. E poi Fabriano Cocktail, la nuova gamma perlescente proposta in dodici intense tonalità dai nomi stuzzicanti di drink. Realizzati con cellulosa ECF e certificati FSC.
favini
Si preferisce il low profile anche nelle confezioni
Ciò non toglie che si assista effettivamente a comportamenti più misurati da parte dei consumatori. Ci sono mercati nuovi come la Russia, la Cina o l’India dove l’ostentazione del lusso funziona ancora e altri (l’Europa) dove si preferisce il low profile. Che si riflette anche sul fronte delle confezioni. Così, si fanno meno packaging metallizzati o in materiali particolari e restano protagonisti carta e cartoncino «con l’85-90% dei cofanetti che stampiamo» spiega Meana «in materia prima riciclata rivestita con un foglio di pura cellulosa». Si usa molto di più l’opaco e il satinato, lo sbalzo a secco sulle superfici. I colori sono quasi sempre legati all’immagine della griffe, ma si assiste a un minor utilizzo di quelli pastello e a un ritorno del nero e del bianco, soprattutto per i prodotti femminili. Ma quello che conta di più è giocare sul dettaglio, sul cesello. Mettere sempre in evidenza il concetto del lusso, ma con più discrezione. E con maggiore attenzione all’ambiente, tanto che quando si usano componenti diverse (plastica e cartoncino) non sono più incollate ma facilmente separabili affinché la classica bella scatola non sia gettata ma venga riutilizzata come facevano le nostre nonne. E si riducono i volumi. Non solo nei prodotti di lusso. La confezione dell’ultimo iPhone è la metà di quella precedente. Del resto, in tempo di crisi, anche l’industria del lusso è più attenta ai costi. Certo, ricorda ancora Meana, qualche capriccio c’è sempre, ma in generale si privilegia l’equi-
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Favini conferma la sua passione per il colore e presenta in anteprima la gamma rivisitata di Burano, storico brand noto soprattutto per il Nero. Cinque i nuovi colori ideali per il packaging e la comunicazione. E poi la morbida Softy presentata nella versione nera e Majestic Satins, nove colori energici, saturi e vibranti, dai raffinati riflessi metallici per applicazioni creative e packaging di lusso. Per finire Biancoflash, sinonimo di bianco puro e qualità extra, ora disponibile anche goffrato.
Una tesi condivisa da Giuseppe Meana, presidente e ad di Grafiche Pusterla 1880, una delle principali cartotecniche italiane con 30 milioni di euro di ricavi e impianti anche in Francia e Romania. Nel 2011, il mercato del packaging di lusso, spiega Meana, è stato nettamente in ripresa proseguendo il trend positivo iniziato a settembre 2010. Ma se i valori in volume sono tornati a superare quelli pre-crisi del 2007-08 dopo il -25% del 2009, non si può dire la stessa cosa per i margini. Non tutti gli aumenti di prezzo delle materie prime sono scaricati infatti sui listini di vendita e quindi, a parità di volumi, non è corrisposta un’adeguata remunerazione per le aziende del settore. La ripresa comunque si è avvertita sia nei prodotti da ricorrenza sia in quelli di routine con una crescita di volumi nei profumi, una maggior stabilità della cosmetica e un forte sviluppo del settore champagne e spuman-
ti e la buona tenuta di vini e superalcolici.
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ecocompatibili, a cominciare dal packaging, o lanciando programmi e fondazioni di aiuto sociale. Ma anche, cosa mai accaduta (e che si evita di far sapere) offrendo sconti nei punti vendita anche fuori dal periodo dei saldi! La ricerca di un lusso più sobrio emerge anche dal packaging che continua (si pensi solo ai profumi) a costare di più rispetto al contenuto. Ma dove, conclude Finzi, si assiste a una costante riduzione di peso e di ingombri, alla ricerca di materiali riciclabili (a partire dalla carta e dal cartoncino) facendo però passare lo stesso, con l’uso dei colori e del dettaglio, il messaggio del lusso.
Lusso
Disquared2 Potion for man. Stampe a caldo e grafie lucide bianche, nere e oro per il packaging ideato da Dean e Dan Caten e sviluppato da ITF in collaborazione con Pusterla 1880. La scatola è stata realizzata con la preziosa Fedrigoni Brossulin.
Un invito per un evento Diesel realizzato da Grafiche dell’Artiere: oro, bianco, nero.
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librio tra prezzo e qualità scegliendo in una short list di aziende grafiche qualificate. Aziende che devono disporre di macchine da stampa sempre più veloci e flessibili e che, dai 5 colori degli anni ‘90, sono passate ai sei-sette colori di base con la possibilità di avere altri gruppi di stampa per verniciature e pigmenti. Carlo Gregori: “Materiali pregiati ma senza eccessi”
nei dettagli
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Gli astucci Salvatore Ferragamo realizzati da Industrialbox per Ferragamo Parfums sono in cartoncino Algro Design, stampati a 5+1 colori, cold foil oro e argento e rilievo nella scritta.
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Che si cerchi di non abbassare il livello qualitativo ma anche di contenere i costi, facendo sparire gli eccessi, è convinto anche Carlo Gregori, presidente della Industrialbox di Argelato, in provincia di Bologna, azienda storica (nata nel 1947) conosciuta per la produzione di cofanetti, scatole rigide e astucci per i più grandi marchi della moda, della cosmetica, del food, del made in italy oltre a brands internazionali di grande fama. Si tende a utilizzare materiali pregiati, ma senza più la voglia di stupire con gli eccessi, e carte naturali per testimoniare l’attenzione all’ambiente. Ma soprattutto, sottolinea Carlo Gregori, per quanto riguarda la stampa, viene apprezzato tutto ciò che viene fatto in linea (Industrialbox è la prima azienda in Italia ad aver installato una Heidelberg 7 colori con laminazione a freddo in linea) per evitare più passaggi e quindi anche maggiori tempi e costi. E se si cerca di spendere un po’ meno, a fare la differenza è sempre di più la creatività, come testimonia Max Zichittella, marketing manager delle Cartiere di Cordenons che vanta clienti importanti come Gucci, Bulgari, Tod’s. Tanto che la campagna 2011 ha come headline “La creatività non ha limiti”. E se si parla di lusso,
aggiunge, la carta continua a giocare un ruolo determinante. Basti pensare alle shopping bag o alle scatole che contraddistinguono il brand. Il logo è importantissimo e le lavorazioni post-stampa si concentrano su di esso: rilievi, oro a caldo, verniciature. La carta a quel punto deve fare il resto ed è fondamentale che abbia una sua connotazione. Per questo si punta su carte lavorate, goffrate, che anche senza nobilitazioni abbiano una loro presenza. I pigmenti, come quelli prodotti dalla Merck, continuano a recitare un ruolo da protagonista per fornire effetti brillanti e colorati anche nel mondo del lusso. Un mercato, dice Marta Joly, internal sales and marketing, che sul fronte dei colori, oltre al ritorno di must come il nero e il bianco, sembra sdoppiarsi in due filoni contrapposti: da un lato la celebrazione della femminilità e della frivolezza, dall’altro il ritorno a una bellezza austera e primitiva, spogliata da ogni eccesso. Gianmarco Gamberini: “Lusso è anche attenzione all’ambiente” Non dimenticando però, conclude Gianmarco Gamberini di Grafiche dell’Artiere, l’attenzione all’ambiente con la scelta di carte naturali e meno plastificate, minor utilizzo in fase di lavorazione delle lamine e la scelta di aziende certificate FSC e ISO 14000. Perché chi vende abiti, gioielli, scarpe o borse griffate, in tempo di crisi vuole risparmiare, riducendo anche tirature o foliazioni di cataloghi o brochure (si ricorre sempre più spesso alla stampa digitale) ma non vuole rinunciare all’immagine del lusso. Perché il sogno comincia anche da un colorato foglio di carta...
JosephRossi.com
Complici, come il giallo e il verde. Rivali, come il rosso e il blu. Opposti, come il bianco e il nero. I colori sono la pelle delle cose. Promessa di tutto il resto.
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profili aziendali
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goldprint un laboratorio di idee per tutte le esigenze del lusso Restituire, attraverso la confezione, l’essenza luminosa e indicibile di un profumo, la fluidità di una crema, la ricchezza sensoriale di un make up: è questo lo spazio estremo dove oggi si spinge Cartotecnica Goldprint, cinquant’anni di esperienza nel mondo della stampa, una vera e propria maison del packaging d’altissimo livello. Confezioni gioiello con la stampa a caldo Fornitore di alcuni tra i brand più importanti nell’ambito della profumeria, l’azienda di Vailate vanta non poche specialità. Fiore all’occhiello è, senza ombra di dubbio, la stampa a caldo realizzata all’interno dell’azienda. Effetti spettacolari, lavorazioni combinate di particolare complessità con tre o quattro passaggi di stampa a caldo e altrettante lavorazioni a rilievo su tutti i supporti, anche i più stravaganti… consentono di produrre astucci unici, esclusivi, preziosi come sculture. Collistar Scatola Astucci Collistar Acqua Attiva: stampa su cartoncino accoppiato a film poliestere argento; stampa a 4 colori e vernice opaca; vernice lucida a registro; stampa a caldo in argento; rilievo a secco; codifica anticontraffazione. Scatola Astucci Collistar Acqua Attiva Assoluta: stampa a 4 colori + plastificazione lucida; vernice opaca a registro; argento in negativo; rilievo a secco; codifica anticontraffazione.
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Ricerca, attenzione e cura del dettaglio Oggi Cartotecnica Goldprint è sinonimo di packaging d’alta gamma ma anche di servizi speciali dedicati alle aziende del lusso: rigorosi controlli di qualità, ricerca di soluzioni e materiali particolari, realizzazione di prove e campionature, sistemi di antisofisticazione, confezionamento, stoccaggio di prodotti finiti, distribuzione. Scatole rivestite tra artigianato e tecnologia Da quest’anno è operativo un reparto dedicato alla produzione di scatole rivestite con un’accoppiatrice e una linea completa di rivestimento e confezionamento. Con l’attivazione di questa business unit, Cartotecnica Goldprint ha definitivamente completato il ventaglio di offerta per i propri clienti: dai promozionali agli astucci di linea, da astucci per le ricorrenze fino al confezionamento.
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Astuccio linea Cesare Paciotti Stampa su cartoncino accoppiato a film poliestere argento; stampa a 5 colori + plastificazione lucida; vernice opaca a registro; rilievo a secco a registro del pugnale con clichè microinciso a più livelli.
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Tecnologie e servizi che fanno la differenza Ufficio tecnico e reparto prestampa Due macchine Heidelberg 6 colori + vernice completamente attrezzate per la tecnologia UV Tre macchine Bobst BMA per la stampa a caldo Tre fustellatrici Bobst Tre incollatrici Una plastificatrice Prove stampa certificate Un reparto per la codifica di sicurezza unico in Italia Confezione Lacoste Stampa offset + plastificatura lucida, vernice opaca, rilievo e goffratura degli accoppiati interni del coperchio.
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guitar
ere le tend enz e e le oss erv ato rio priv ileg iato per con osc ista del mer cato del luss o , nov ità sul fro nte dell a mod a . P rota gon impo rtan ti , G uita r è un ’ age nzia di adv erti sing & pr tra le più imponendo “O ggi si stanno con clie nti di live llo inte rna zion ale . gus ti più vici ni al con sum a nuo vi mar chi ” dice M arta G odi “ con per tutt i la com unic azio ne tore … e più atte nti al pre zzo ”. M a le . “L a car ta stam pata sui med ia trad izio nal i res ta fon dam enta non ha per so la sua funz ione ”.
Un
Marta Godi
vent’anni di successi nel mondo della moda
Achille Perego giornalista economico achille.perego@libero.it
Milano, Firenze e Parigi. Le capitali della moda del mondo. A essere pignoli, forse mancherebbe solo New York. Ma non è detto che Guitar in futuro non possa aprire un ufficio anche nella Grande Mela dopo i due italiani e quello francese. Fondata ventuno anni fa da Marta Godi, che oggi guida la società insieme con le figlie Raffaella, 39 anni, e Katerina, 37, Guitar (www.guitar.it) è diventata un’agenzia di advertising & pr, protagonista nel mercato del lusso, annoverando tra i suoi clienti molte tra le più importanti griffe italiane e francesi. Un osservatorio privilegiato per conoscere trend e novità sul fronte della comunicazione dell’industria del lusso. Come vive il settore della moda, delle griffe e del lusso il tempo della crisi? «La crisi c’è e si sente» esordisce
Raffaella Godi «ma la moda ha reagito puntando sulla qualità e sull’eccellenza del prodotto. Penso a brand come Lvmh o Prada, solo per fare due nomi. Si può dire che l’industria del lusso sia riuscita ad andare controcorrente rispetto alla frenata dell’economia puntando, innanzitutto, sui mercati emergenti, aprendosi verso i nuovi ricchi, dalla Cina all’America Latina, alla Russia. Una scelta lungimirante che ha premiato le aziende che si sono adattate in tempo alle regole del nuovo mercato, anticipando la crisi e con scelte che oggi sarebbe più difficile fare». La crisi però qualche cambiamento l’ha prodotto? «Indubbiamente. In un certo senso ha allargato il mercato portando i consumatori a scoprire brand che prima non esistevano, a ricercare prodotti
e tendenze nuove. Se ci sono Paesi, mi riferisco per esempio al Giappone o alla Russia, dove resiste ancora l’ostentazione del lusso, in molti altri mercati questa ostentazione è un po’ scemata. E si stanno imponendo nuovi marchi che presentano fasce di prezzo più interessanti nel rapporto con la qualità del prodotto, che deve comunque restare molto alta. Prodotti costruiti più per la vendita che per le sfilate, più vicini, diciamo così, ai gusti della strada, ai new media. Perché il consumatore è diventato più scaltro, più esigente, più attento alla cura dei dettagli. E al prezzo». La crisi come sta cambiando l’immagine dei prodotti di lusso? «L’ultima tendenza è sicuramente quella di essere più sensibili all’ambiente, di sentirsi
parte dell’ambiente in modo consapevole. Però si tratta di una tendenza che può anche essere passeggera. Per questo rimango un po’ scettica su questa nuova moda e su un suo reale impatto sul packaging e sulle abitudini dei consumatori». Come comunicano oggi le aziende della moda e come veicolano i loro messaggi pubblicitari dalla tv ai giornali, dalle affissioni al web? «La comunicazione deve essere trasversale e multicanale, quindi utilizzare tutti gli strumenti, da quelli tradizionali ai new media. Non esiste più un media prediletto, ma i canali di comunicazione vengono scelti di volta in volta in base alle strategie del brand e al tipo di prodotto. Oggi con la moltitudine di offerte presenti sul mercato è indispensabile munirsi di armi appropriate per riuscire ad essere visibili. Per uscire dal gruppo, dal coro. Internet ha reso la comunicazione molto più veloce. Ma in generale la comunicazione è cambiata: si utilizzano metodi diversi, trasversali, più nascosti e meno apparenti rispetto alla classica pubblicità diretta con il brand o il prodotto veicolato su una pagina di giornale, sul sito o con uno spot televisivo. Per esempio, si costruisce il forum su una nuova felpa, una borsa o un paio di calzature usando anche i top blogger che fanno da testimonial del prodotto nelle community online. La stessa cosa avviene sulla carta stampata dove è sicuramente più incisivo un articolo redazionale di una giornalista di moda che segnala
L’agenzia di advertising & pr Guitar ha festeggiato l’anno scorso i suo vent’anni di attività. Fondata da Marta Godi, dopo una importante esperienza nel mondo della moda parigina, oggi Guitar è una delle principali fashion agency italiane con sedi a Milano, Firenze e Parigi. L’agenzia, che vanta tra i suoi clienti molte griffe del lusso e della moda, e che organizza tutta l’immagine e la comunicazione (dalle campagne pubblicitarie agli eventi), è ancora guidata da Marta Godi insieme con le figlie Raffaella e Katerina.
la bellezza di un cappotto che la classica pagina pubblicitaria del prodotto. Quanto agli eventi, infine, restano un canale importante. Si fanno ancora ma senza le ostentazioni del passato. E spesso si cerca di farli durare nel tempo con progetti di responsabilità ambientale o sociale». Quanto è importante ancora oggi la comunicazione su carta: riviste, affissioni, cataloghi, brochure... «I media tradizionali rimangono un canale fondamentale. La carta stampata non ha perso la sua funzione. Sono aumentate però qualità e creatività. Pensi solo agli inviti per eventi o sfilate, che devono essere speciali, qualcosa che deve restare magari come soprammobile sul comodino o la scrivania...». Quanto è importante il packaging e quali sono i nuovi trend? «Il packaging rimane essenziale. È un mezzo di comunicazione. Oggi si cerca un packaging più ecocompatibile, con l’utilizzo anche di materiali riciclati. Quanto durerà questo fenomeno non lo so. Però rimane la ricerca di confezioni che, dai materiali ai colori, diano l’immagine del lusso del prodotto che si sta acquistando. Un’immagine che viene veicolata anche con l’allestimento del punto vendita e con le affissioni, da quelle mirate per eventi o fiere alla grande forza comunicativa delle maxi affissioni». Com’è costruita una campagna di comunicazione fino alla scelta dello stampatore? «In questi anni è cambiato
molto il ruolo delle agenzie. Non si cerca più, e per forza, la grande agenzia ma quella che sa seguire al meglio il cliente, quasi coccolarlo. E piace poter dire di aver scoperto un nuovo e bravo art director! Detto questo, è sempre l’agenzia che cura, avvalendosi anche di professionisti esterni, la campagna, l’ideazione grafica, i canali di comunicazione. E in molti casi anche la scelta dello stampatore, ricercando quelli più concorrenziali per prezzo
e qualità e decidendo, di volta in volta, se rivolgersi a una piccola tipografia o a una grande azienda, all’interno di una short list qualificata. Dove trovano sempre più spazio le aziende di stampa digitale che per velocità, costi e qualità sta conquistando uno spazio importante senza per questo trascurare, in base ai lavori, la stampa offset e persino quella in rotativa su grandi tirature».
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Il mondo incantato di una fashion agency
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Chi progetta le forme del packaging deve conoscere i processi produttivi. È necessario inoltre avere una certa dimestichezza con la tridimensionalità, ovvero con i volumi, la posizione nello spazio. Ma anche con materiali, inchiostri, vernici. Il che significa lavorare a stretto contatto con il cartotecnico. Il quale, a sua volta, deve saper mettere a disposizione del cliente le proprie conoscenze, in un ciclo di scambio e di integrazione, che è la sola garanzia di perfezione del prodotto.
il lusso? tutta una questione di packaging
Lorenzo Capitani esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it
Scherzando potremmo dire che ne abbiamo, letteralmente, piene le scatole. Di ogni tipo di prodotto, merce, articolo: dai cioccolatini al profumo, dal telefonino ai fiammiferi, e chi più ne ha più ne metta. Le scatole sono una delle forme più consolidate, più diffuse e più versatili di packaging, ma non certo delle più facili. Progettare e produrre una scatola, infatti, è un’operazione complessa, da affidare a creativi e a cartotecniche di esperienza e specializzate nel campo. Perché ogni scatola fa storia a sé: per la tipologia di prodotto che deve contenere, le dimensioni, le eventuali disposizioni di legge (ad esempio su materiali e inchiostri consentiti per il contatto con alimenti o giochi per l’infanzia), le caratteristiche del trasporto… Ecco quindi che chi la progetta deve tenere conto del peso del conte-
nuto, dell’ingombro, delle specifiche necessità: ad esempio, un flacone in vetro di un profumo deve essere protetto dagli urti, lo stick laccato di un rossetto, facilmente graffiabile, dagli sfregamenti; e poi delle modalità di trasporto, di stoccaggio, di esposizione sul punto vendita, e pensare a scatole maneggevoli, impilabili, che abbiano una resa estetica sia singolarmente sia accostate. progetti
“consapevoli”
Ma anche la scatola, la cui funzione è quella di contenere dei prodotti, è a sua volta un prodotto, ed è quindi importante che essa sia ideata tenendo conto non solo della sua efficacia nel contenere, proteggere, trasportare e comunicare, ma anche dell’economicità della sua produzione industriale. Per questo, avverte Rino Ruscio,
graphic designer e progettista, «è fondamentale che il grafico e il tecnico lavorino in tandem, sempre l’uno a fianco dell’altro, sempre confrontandosi. Troppo spesso gli art director propongono progetti di packaging con costi di realizzazione altissimi, magari spropositati rispetto all’effetto che si desidera ottenere, o facilmente abbattibili con una maggiore conoscenza dei processi produttivi. A volte basta ridurre anche di pochi millimetri un formato e ottenere una resa multipla, ad esempio, oppure si possono ottenere effetti di eleganza e raffinatezza anche senza ricorrere a costose nobilitazioni plurime.
Lavorare in team Conferma Giuseppe Meana, presidente di Grafiche Pusterla 1880: «I grafici sono abituati a pensare e lavorare in due dimen-
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Non è solo importante tenere conto della funzione “contenitiva” della confezione: l’economicità del processo produttivo di un packaging è una variabile di fondamentale importanza. A questo scopo sono determinanti i mock-up, modelli in scala ridotta che consentono di valutare tutti gli aspetti tecnici.
sioni, hanno scarsa dimestichezza con i volumi, ma il passaggio dalla bi- alla tridimensionalità è fondamentale: tutta una grafica può essere stravolta, cambia l’angolo di incidenza della luce e quindi la resa cromatica, le linee rette si spezzano… Per questo è importante che ci sia una buona comunicazione con il cliente, la cartotecnica non deve accettare passivamente la commessa, ma essere propositiva, mettere il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze al servizio del cliente, saperlo consigliare, insomma, lavorare in team. Un passaggio fondamentale è quello della creazione di modelli e pre-serie da proporre al cliente: solo vedendo una simulazione molto veritiera del risultato finale egli potrà scegliere con cognizione tra le diverse opzioni. Da noi la fase di progettazione e di aiuto al cliente è importante
almeno quanto quella di produzione vera e propria». Insomma, in un ambito delicato come quello delle scatole non ci si può improvvisare, serve un’organizzazione attenta e complessa alle spalle perché è più che mai importante affiancare il cliente lungo tutta la filiera della lavorazione: il cartotecnico è quasi più un partner che un semplice fornitore. scegliere il fornitore giusto
Per questo è cruciale saperlo scegliere bene, informarsi sulla sua storia e sulla dotazione tecnologica che ha a disposizione: non bisogna mai dimenticare, nella progettazione di una scatola, di indicare i materiali (cartoncini, inchiostri, vernici) e verificare se il fornitore li ha a disposizione, magari per ottemperare a disposizioni di legge relativi alla sicurezza
degli alimenti o dei giocattoli o per ottenere marchi di tutela ambientale. E tanto più il fornitore giusto si rivela la scelta decisiva nell’ambito del lusso. In questo settore, dalla cosmesi alla gioielleria fino all’hi-tech, si potrebbe pensare che il valore intrinseco dell’oggetto, dall’orologio d’oro allo smartphone ultraperformante, sia tale da non necessitare di ulteriori conferme con un packaging particolare. In realtà, ricorda ancora Ruscio, «per l’oggetto, il packaging è come un vestito, deve essere adeguato alla situazione». Ne è, in altre parole, il paratesto, come direbbe il semiologo francese G. Genette. Quindi, oggetto di lusso uguale packaging di lusso. Ma cos’è oggi il lusso? Oggi il lusso significa qualità della vita, stile, e lo stile sempre più spesso significa sobrietà. Si sta infatti diffondendo un’esteti-
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T re domande a Giuseppe Meana , architetto scatoliere , e Rino Ruscio , designer Quali sono le più recenti tendenze nel mondo del packaging , soprattutto del settore del lusso , per quanto riguarda i materiali , le lavorazioni , la grafica , le forme ?
Quale funzione riveste oggi il packaging ? S ono cambiate le cose negli ultimi anni , soprattutto con la crisi ?
Si insiste sempre più sull ’aspetto ecologico e il packaging è additato come responsabile della grande quantità di rifiuti prodotti . C’ è sensibilità su questo tema ? Cofanetto Natale 2011 Bulgari Man. La struttura del cofanetto è del tipo a fondo con coperchio incernierato sul retro, realizzato in cartone di pura cellulosa, montato in automatico, abbinato a un fondo rivestito in modo classico a macchina. Il decoro riprende il disegno “cote de Geneve” utilizzato per la finitura interna degli orologi di pregio, resa sui cofanetto con effetto serigrafico abbinato a un fondo metallizzato. Al centro del cofanetto, la placchetta riporta il nome del prodotto e della linea, riproducendo con lo sbalzo a secco il motivo “cote de Geneve”.
MEANA: Va moltissimo la finitura metallizzata opaca, in genere gli effetti perlati, madreperlati, iridescenti, ottenuti con varie tecniche di nobilitazione: dal sempreverde caldo allo sbalzo e al rilievo, dalla serigrafia alla verniciatura. Meno il cold foil, perché funziona con risultati apprezzabili solo se abbinato alla stampa, per un bell’effetto di lucentezza è ancora lontano dalla stampa a caldo.
MEANA: L’utente finale per lo più non se ne accorge, ma quando si progetta una scatola si pone molta più cura all’aspetto di protezione del contenuto, insomma si lavora sulla funzione primaria del packaging. In parole povere, dopo la crisi nessuno può più permettersi di “buttare via la roba” perché danneggiata durante il trasporto, è importante che ogni pezzo arrivi a destinazione in condizioni da essere vendibile.
MEANA: L’era dell’overpackaging è definitivamente passata, è alle spalle. Un lato su cui lavoriamo molto è la facile separabilità dei materiali; un esempio banale: fino a qualche tempo fa i termoformati plastici di protezione di un flacone erano incollati all’interno della scatola in cartoncino, oggi li inseriamo semplicemente, in modo che sia molto più agevole la raccolta differenziata. E per la produzione stessa di scatole si usano alte percentuali di materiali riciclati, meno negli astucci in cartoncino patinato perché quello ottenuto dal riciclo della carta non è di grande qualità.
“Si lavora molto sulla separabilità dei materiali, non incolliamo più i termoformati, li inseriamo semplicemente all’interno... il tutto per agevolare la raccolta differenziata”
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RUSCIO: Noto un utilizzo fino a poco tempo fa impensato del colore nero, da sempre sinonimo di eleganza, ma oggi viene utilizzato anche per il comparto alimentare: una scelta a dir poco ardita. Per il resto, il trend va nel senso di un ritorno alla natura, come colori (verde, azzurro, ecru…) e come suggestioni: si raffigura il baccello di vaniglia sulla confezione dei dolci, il fiore su quella del profumo…
RUSCIO: Come sempre il packaging ha tre funzioni, è la legge delle 3 C: Contenere il bene, tutelandolo e rendendolo trasportabile, e in questo caso l’accento è posto sull’aspetto funzionale; Comunicare e Convincere per attirare il possibile cliente. Ciò che è nuovo è il desiderio di minimizzare gli sprechi, la ricerca quindi di imballaggi sempre “belli” ma meno pesanti e meno ingombranti possibile. Oggi buona parte della produzione mondiale di beni nasce in Estremo Oriente ed è poi venduta in Europa o America: il costo del trasporto non è indifferente, un packaging più leggero e più piccolo (che consente quindi di trasportare un maggior numero di articoli in ogni pallet o container) significa quindi minor prezzo per l’acquirente finale.
RUSCIO: Sì, molta, anche se non ci sono precisi vincoli di legge. Un esempio che ha fatto scuola sono le “confezioni minimali” di Apple: non sono più ingombranti del necessario, usano solo cartone, poco o niente polistirolo, i materiali sono separabili e sempre riciclabili… il tutto con un appeal estetico invidiabile. E sono in molti ormai a seguire questa linea, bandendo, ad esempio, le plastiche non riciclabili e limitando l’uso di materiali accoppiati, difficili da riciclare.
“Vi è un desiderio diffuso di minimizzare gli sprechi… da qui nasce la ricerca di imballaggi meno pesanti e meno ingombranti. Il che significa anche riduzione di prezzi al consumo”
“Il packaging è come il vestito: deve essere adeguato alla situazione”. Quindi, in questo caso, confezioni di design e perfettamente studiate per i computer Apple.
ca che punta sui contenuti e non sull’esteriorità, con un occhio sempre più attento all’aspetto ecologico, che ormai non è più solo una moda idealizzante, ma una necessità anche economica. Questo non significa sciatteria, anzi, esattamente il contrario: significa che si producono meno pezzi, anche di packaging, ma si producono con cura. Che si fa attenzione all’intera filiera produttiva, che ci si assicura che vengano usati materiali e prodotti di consumo atossici, biodegradabili, facilmente smaltibili. Che magari si fa confezionare il prodotto finale direttamente nella cartotecnica che produce l’imballaggio e poi da lì lo si spedisce ai punti vendita (servizio offerto dalle più importanti realtà del settore): si evitano così scarti di materiale che inevitabilmente si producono a ogni passaggio, e soprat-
tutto si evita di dover imballare e trasportare gli imballaggi vuoti per doverli poi riaprire, riempire, reimballare e ritrasportare.
Packaging come garanzia Anche con questo nuovo significato il packaging è parte del valore che si attribuisce all’oggetto, e per questo nel settore del lusso è importante che esso sia progettato e studiato con cura. Anche perché, come nota Meana, «il packaging originale è garanzia di originalità del prodotto, nel settore del lusso più che mai serve anche a garantire l’inviolabilità dell’oggetto e la liceità dell’acquisto: difficilmente una borsa comprata senza confezione, per quanto bella, sarà di marca e non contraffatta».
Vedi alla voce Apple Un’azienda che ha fatto del packaging un emblema della
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Una confezione di cosmetici Davina Peace (in vendita solo da Harrods), perfettamente in linea con le tendenze minimali ed ecologiche degli ultimi tempi: materiali semplici, stampa a un colore ma curatissimi i dettagli del montaggio. Con quel nastro di tela grezza veramente delizioso! E anche all’interno, confezioni candide in un nido di carta velina fucsia.
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sua riconoscibilità è la Apple, sempre attenta a coniugare design e tecnologia (due must del lusso), esteriorità e interiorità. Eppure, non ne avrebbe forse bisogno: chi compra un computer Apple lo fa perché sa che è una macchina affidabile, che non dà mai problemi (beh, quasi mai…), non perché sia bello. Anche se è indubitabile: un computer Mac è bello! E certo chi compra un iMac non lo fa perché attirato dalla confezione, per un semplice motivo: negli Apple Store di tutto il mondo i prodotti, dall’iPad all’iPhone, sono esposti senza scatola. È solo dopo aver concluso l’acquisto che al cliente viene consegnato il prodotto nella confezione, che è sempre degna di nota per l’eleganza e l’essenzialità. Allora perché tutto questo studio sul packaging se non
serve per motivare all’acquisto? Non basterebbe, come per una lavatrice, una scatola di cartone grezzo? No, non basterebbe. Da un lato la ricerca di Apple sul packaging va nella direzione di economicità di produzione, trasporto, immagazzinamento. Dall’altro verso l’estetica apparentemente fine a se stessa. Ma il messaggio, per quanto implicito, è chiaro. La scatola di un iPod ci dice a chiare lettere: “Se questa è la cura che in Apple mettono per fare una scatola, puoi immaginare con quale attenzione hanno progettato e costruito il tuo lettore mp3”.
Ikea, comunque bella Esattamente all’opposto le celebri scatole piatte di Ikea che, anzi, in molti casi non sono neppure delle vere scatole ma semplici fogli di cartone cordonati e ripiegati. Certo non un prodotto
frutto di ricerche perfezionistiche… o no? All’apparenza poco curati, in realtà volutamente “grezzi”, o meglio “essenziali” nell’aspetto, i pacchi piatti sono in realtà capolavori di progettazione (insieme al mobile che vi dev’essere contenuto!) e parte integrante della filosofia del gigante svedese dell’arredamento fai-da-te e dell’immagine che fin dal suo apparire ha divulgato, in tempi non sospetti: risparmio per il cliente e per l’ambiente. Un approccio molto “nordic democracy” frutto forse più di attenti calcoli di marketing che di alti ideali, ma il risultato non cambia, e dimostra, al pari della scatola bianca di Apple, quanto possa l’imballaggio nella costruzione dell’immagine di un prodotto e nella comunicazione dei suoi valori, ben oltre la grafica azzeccata o lo slogan indovinato.
TOCCA La carta è un percorso obbligato all’immaginazione. Ne vuoi una prova? Prova a toccarla e sentirai. Metterai all’opera gli oltre cento recettori nervosi presenti in ogni dito della tua mano. Il solo sfogliare una rivista provoca forti emozioni. La carta UPM ti permette di stimolare i sensi dei tuoi clienti: è lucida, brillante, riciclabile e sostenibile. E’ la tua scelta. www.upmpaper.com
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Grafica Valdarno eccellenza di stampa e creatività
La qualità della produzione, la varietà di lavorazioni speciali, la cura dei dettagli, la creatività nell’abbinare supporti e nobilitazioni, la capacità di rendere esclusivo un semplice foglio di carta: tutto questo fa di Grafica Valdarno un’azienda molto speciale nel panorama italiano della comunicazione stampata.
Nei lavori prodotti dall’azienda varesina – che realizza stampati di pregio e packaging d’alta gamma per i più importanti brand internazionali dei settori lusso, moda, gioielleria, orologeria, cosmesi, auto – si scorgono sempre ricercatezze ad altissimo contenuto tecnico-creativo. Carte speciali, supporti plastici e superfici innovative come pvc goffrati e floccati – già di per sé esclusivi per aspetto e tatto – si arricchiscono di lavorazioni che esprimono maestria artigianale e produttività industriale, divenendo di volta in volta accattivante invito, prestigiosa brochure, suadente packaging...
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Cura dei dettagli e speciali ricercatezze Le quadricromie si posano inalterate su fondi scuri e laminati speciali, oppure traspaiono luminose e cangianti sulle metallizzazioni. Le vernici offset UV giocano con i riflessi di luce, o creano bagliori sfaccettati e sfumature perlescenti. Il termorilievo gareggia con la serigrafia
negli effetti tattili. La matericità di cuciture e applicazioni finora sconosciute alla carta crea ulteriori suggestioni. Tecniche storiche come la metallizzazione a caldo e lo sbalzo a secco trovano nuova verve sul foglio grazie a raffinati dettagli di cesello e di rilievo tridimensionale. Stampati che fanno la differenza Le spiccate abilità tecniche, frutto di una costante ricerca e sperimentazione di supporti creativi e tecnologie nobilitative, la raffinata fantasia combinatoria di superfici e lavorazioni, la sensibilità con cui la forza comunicativa dei mezzi è modulata sull’identità del brand, la soddisfazione delle aspettative garantita dalla visione globale di ogni progetto, dall’ideazione al prodotto finito, fanno di Grafica Valdarno una boutique creativa dalle illimitate possibilità.
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sessant’ANNI DI ESPERIENZA, innovazione, tecnologia e creatività Diretta erede della più prestigiosa azienda grafica del Varesotto d’inizio Novecento, dal 1956 Grafica Valdarno ha percorso tutte le tappe tecnologiche della stampa – tipografica, litografica, digitale, UV – ampliando la propria competenza specialistica a tutte le lavorazioni nobilitative (stampa termografica e termorilievo UV, stampa a caldo, rilievo a secco, tecniche combinate, stampe a colori su fondi scuri, sovrastampe su laminati, verniciature ed effetti lucido-opaco), alla cartotecnica e al packaging. Azienda completa, coniuga con successo l’innata creatività con una vocazione a sperimentare prodotti e materiali da stampa, in stretta collaborazione con i produttori più qualificati. Apprezzata a livello nazionale e internazionale per la qualità e l’innovazione dei suoi lavori, insignita di prestigiosi riconoscimenti, Grafica Valdarno rappresenta oggi un partner creativo e competente, in linea con le attuali tendenze della comunicazione, sempre alla ricerca della novità, dello stupore, di emozioni tattili e visive.
Invito e busta Laminazione oro e vernice UV per creare un elegante contrasto di lucido e satinato, sia sulla busta (realizzata su misura) sia sul biglietto, accoppiato a spessore nero con registro fronte/retro e fustellato a estrazione. Il cuore è ulteriormente impreziosito da una stampa a spessore lucida sul monogramma e sul decoro del profilo. Et voilà, un luccicante charm da appendere all’albero di Natale!
Grafica Valdarno, La tecnica veste di preziosità le idee Quanto varrebbero le idee, se non potessero essere realizzate tecnicamente? E quale interesse avrebbe la tecnologia, se non servisse a esprimere ai massimi livelli la creatività? La risposta di Grafica Valdarno sta nella perfetta sinergia tra tecnica e fantasia attraverso l’umana capacità di coniugarle in modo unico e ogni volta sorprendente.Sono le persone il vero valore di Grafica Valdarno: la loro passione, la curiosità, l’inventiva, il gusto fanno la differenza nell’applicazione della tecnologia alle idee creative. Il risultato? Vedere (e toccare) per credere. www.graficavaldarno.it
Brochure Plike Sulla carta tinta in pasta la stampa offset UV consente di liberare la fantasia: puro il bianco e pulito il giallo fluo dei testi; la quadricromia della lumaca non potrebbe essere più brillante e definita su una carta patinata; la sensazione di riproduzione fedele della realtà è accentuata dalla lucentezza della scia, in vernice offset UV. Più vero del vero! La sorpresa aumenta sfogliando tutta la brochure Plike Cordenons, una continua emozione di stampa su ogni colore di carta. cofanetto meridiana Da una ricerca creativa ispirata alla misurazione del tempo ecco un cofanetto che inaspettatamente diviene una vera e propria meridiana equinoziale e al tempo stesso mantiene la sua funzione di scrigno, pronto a svelare, su diverse carte speciali, una ricerca nobilitativa sul medesimo orologio. Tante le preziosità tecniche di questo progetto, tutte finalizzate a rafforzare l’efficacia del design nell’espressione dell’idea.
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EditORiA Oggi la proposta degli editori sembra privilegiare sempre più la scelta di stampare libri e riviste su cart a ecologica. Una sensibilità che non può che far piacere a chi ama legg ere, a chi ama la carta ed ha a cu ore le sorti dell’ambiente. di vanna piz zetti
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munken print cream la scelta naturale di eco-news
Eco-news, testata informativa sulla sostenibilità ambientale edita da Primaprint, ha scelto Munken Print Cream by Arctic Paper, la carta ecologica distribuita in Italia da Polyedra. Patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Eco-news rispecchia le tematiche legate all’ambiente privilegiando la scelta di stampare la rivista su carta ecologica. Coerentemente con il progetto e le sue finalità, Eco-news viene diffusa alle istituzioni nazionali, alle amministrazioni pubbliche, agli enti e alle aziende più rappresentative, nonché alle associazioni ambientaliste e alle università, al fine di sensibilizzare scelte di obiettivi programmatici volti al contenimento degli impatti ambientali. Munken Print Cream, combinando le migliori proprietà delle carte con e senza legno, grazie alle sue proprietà tattili e alla sua resistenza è adatta a tutti i tipi di libri, per stampe a colori o in bianco e nero. È disponibile in un’ampia gamma di spessori e grammature, in fogli e bobine, garantendo applicazioni sia per copertine che per inserti. Disponibile anche in bianco naturale (Munken Print White). Munken Print Cream nella versione standard è certificata FSC e PEFC.
young blood con respecta 100 incontra il made in italy
L’edizione 2010 di Young Blood è stata stampata su Respecta 100 Burgo, una patinata senza legno, certificata FSC e prodotta con il 100% di fibre riciclate post consumer, utilizzando energia proveniente da impianti di cogenerazione ad alto rendimento. Ogni tonnellata di Respecta 100 consente, infatti, di risparmiare l’emissione di 100 kg di CO2 rispetto a una patinata normale. Questo è il secondo anno consecutivo che Burgo Distribuzione decide di sostenere la creatività e il talento Made in Italy facendo da sponsor all’edizione 2010 di Young Blood e proponendo per questa pubblicazione la superficie ultra bianca di Respecta 100 nella finitura Matt da 150 grammi. Young Blood 2010 è stato stampato dalla Tipografia Miligraf (Formello, Roma) ed è edito da FM.
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Il insize chagall esalta la bellezza delle foto
Il volume fotografico dedicato alla Transappenninica, la storica linea ferroviaria che unisce Bologna a Pistoia, è stato realizzato dalla Tipolitografia Bozzi di Villafranca di Verona e stampato in offset interamente su carta del Gruppo Cordenons. La carta utilizzata è Insize Chagall, completamente riciclabile e biodegradabile, realizzata con fibre di pura cellulosa vergine ECF (Elementary Chlorine Free). Entrambe le superfici della carta sono trattate off-line con una speciale patinatura matt che permette un elevato Ink Hold Out per immagini brillanti di forte dettaglio e contrasto. La superficie è marcata a feltro con disegno Chagall, ottima rigidità, bulk superiore a 1.4, ottima opacità, ottima resistenza alla cordonatura e alla piegatura. Per questa pubblicazione è stata scelta la Insize Chagall Candido da 130 grammi per il rivestimento della copertina e da 160 per gli interni.
Il libro fotografico “La Ferrovia Transappenninica” – realizzato con immagini suggestive scattate da Gianni Berengo Gardin, Mosé Norberto Franchi, Luciano Marchi, Davide Ortombina, Donatella Pollini e Massimo Zanti – è stato stampato su carta Insize Chagall del Gruppo Cordenons.
arcoprint per risultati di gran classe
Sesto classificato al Fedrigoni Top Applications Award 2010, categoria Book – Softback & magazine publishing, Blu è edito da Gamsblut Verlag su carta Arcoprint Edizioni di Fedrigoni.
Per le edizioni in cerca di “volume”, Arcoprint 1.3 e 1.7 di Fedrigoni sono la risposta migliore: carte ad alto spessore, con due indici di voluminosità, dal classico colore leggermente avoriato, ideale per accompagnare la lettura. La gamma Arcoprint Edizioni nasce proprio per gli impieghi editoriali e propone carte e cartoncini naturali di qualità premium, con una calda colorazione avoriata e con un’eccellente uniformità nella distribuzione delle fibre nel foglio, determinante insieme agli specifici procedimenti di collatura e lisciatura per un corretto assorbimento dell’inchiostro e quindi per la qualità di stampa, assicurando una migliore resa del testo e delle immagini. Nel nuovo campionario sono presenti due novità: Arcoprint edizioni 1.5 e Arcoprint Milk, entrambe carte uso mano di cellulosa con limitato contenuto di pasta CTMP (Chemico-Thermomechanical Pulp). Arcoprint Milk, dall’inconfondibile colore bianco-latte, si distacca dai tradizionali avoriati per offrire un’alternativa più contemporanea, adattabile anche all’impiego nei coordinati grafici, in cartotecnica ecc.
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galerie fine sappi per l’editoria più glamour
Galerie Fine è una carta patinata per editoria che garantisce un’ottima riproduzione delle immagini, ideale pertanto per soddisfare le più elevate esigenze di qualità. Tra le principali caratteristiche spiccano la finitura molto lucida oltre alla superficie liscia e all’elevata brillantezza, peculiarità queste che la rendono perfetta per la stampa di riviste di lusso e alta moda, per pubblicazioni dedicate all’interior design e per il settore alimentare, oltre a rappresentare la scelta idonea per cataloghi di alta qualità. Galerie Fine, prodotta nelle cartiere europee Sappi, è fatta con cellulosa sbiancata senza l’uso di cloro proveniente da foreste e piantagioni gestite in modo sostenibile. Le cartiere sono certificate ISO 9001, ISO 14001 e hanno ottenuto la certificazione FSC, PEFC Catena di Custodia ed EMAS (Eco Management e Audit Scheme). Galerie Fine è completamente riciclabile.
gmund stone e lakepaper extra+ per una scelta sofisticata
Il programma ufficiale del Festival di Pasqua 2011 di Salisburgo è stato stampato su carte Gmund e lakepaper. In particolare, la copertina è stata realizzta con Gmund Stone Diamond da 310 g, mentre per l’interno la scelta è caduta su una lakepaper EXTRA+ pure cream da 115. Quest’ultima linea di carte, disponibile anche nel colore bianco, offre quattro diverse finiture - pure, matt, feel e linen - e otto grammature, oltre a essere certificata FSC. La collezione Gmund Stone, invece, grazie all’ottima resistenza (è water-resistent), al suo tratto sofisticato e alla piacevolezza al tatto, è ideale per copertine ma anche per folder e packaging di lusso.
tex willer per collezionisti grazie ad aurocard
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La collezione del mitico fumetto di Tex Willer, pubblicato ininterrottamente da più di cinquant’anni dalla storica casa editrice Sergio Bonelli, si è arricchita quest’anno di un’edizione speciale costituita da ristampe per collezionisti allegate a La Repubblica. Per questa collana di prestigio è stata scelta per le copertine la carta Aurocard da 300 grammi di Stora Enso. Aurocard è un cartoncino ad alto spessore prodotto da fibra vergine di pasta di legno bianchite senza l’impiego di cloro. La stampa in 4-cromia con due colori Pantone e la stampa argento sul dorso è stata realizzata da Ilte. Impreziosiscono le ristampe il logo Tex a sbalzo, la plastificazione opaca e la vernice UV lucida sul logo.
arjowiggins creative papers KeayKolour per colourful life. un progetto ad alto tasso di creatività Con il progetto “Colourful Life” firmato dal famoso designer, illustratore e artista Ian Wright, Arjowiggins Creative Papers lancia la nuova offerta di carte e cartoncini colorati di altissima qualità Keaykolour. Sottoposta a un’operazione di rejuvenation volta ad esaltarne i key values di rispetto dell’ambiente, colore ed estetica di impatto, la gamma Keaykolour si riconferma fonte di ispirazione creativa per tutti coloro che cercano soluzioni originali dal tocco naturale e autentico. A darne dimostrazione Ian Wright, che evidenzierà le potenzialità delle carte Keaykolour utilizzandole per la realizzazione di tre opere d’arte inedite riunite sotto il titolo “Colourful Life”. La prima creazione è stata già svelata al pubblico mediante il sito www.keaykolourpaper.com. Nei prossimi mesi verranno rivelate le altre opere.
La prima delle tre opere d’arte realizzate da Ian Wright con le carte Keaykolour. Sotto, i campionari con la nuova offerta di carte e cartoncini colorati di altissima qualità.
Colori trendy e carte molto “green” La grande novità della gamma Keaykolour è legata all’introduzione del “reKreate”, un prodotto “upcycled” realizzato con le fibre normalmente scartate nella fase di riciclo. Un processo brevettato riduce, infatti, i coloranti e la pasta di cellulosa utilizzata del 50%. Un’innovazione unica nel campo dei prodotti sostenibili. Altra novità è l’introduzione della finitura “Original”, riciclata al 30% e disponibile in 5 nuovi colori. Le carte “Recycled” comprese in gamma si arricchiscono, invece, dei cartoncini 100% riciclati. Ma il vero punto di forza delle carte Keaykolour è il colore: la nuova offerta comprende 11 nuove tonalità definite in collaborazione con il celebre fashion trend forecaster olandese Li Edelkoort. L’obiettivo è quello di riflettere le ultime tendenze del mondo del design, rispondendo alla crescente richiesta di cartoncini colorati in diversi formati e grammature più pesanti. Non a caso il reKreate comprende anche l’esclusivo 600 g. Le sperimentazioni di Ian Wright con Keaykolour Dalla sua introduzione sul mercato, Keaykolour ha sempre rappresentato un brand dinamico e all’avanguardia, rivolto a chi desidera sperimentare, esplorare e innovare. Naturale, dunque, la collaborazione con Ian Wright che da oltre 50 anni è protagonista del cambiamento culturale. Con il progetto “Colourful Life”, sta rivisitando un passato altisonante, utilizzando carte che nel corso della sua carriera sono state un’importante fonte di ispirazione creativa. Tra gli anni ‘70 e ‘80, Wright è cresciuto con loro come designer grafico e più tardi come illustratore e artista. Stampando, tagliando e manipolando le carte Keaykolour darà vita alle sue nuove personali opere che daranno dimostrazione dell’altissima qualità della materia prima, ideale per creazioni artigianali e creatività visiva. Lui stesso dichiara: «Lascio che i materiali utilizzati determinino il risultato». Commentando la collaborazione con Ian Wright, Jonathan Mitchell, di Arjowiggins Creative Paper, afferma: «C’è una sinergia naturale tra Ian e Keaykolour, dovuta alla sua capacità di oltrepassare e confondere i confini tra arte, illustrazione e design. Il suo appassionato e acuto senso visivo lo hanno reso esponente dell’avanguardia culturale per decadi ed è eccitante portare il suo lavoro all’attenzione di un’altra generazione creativa». www.arjowigginscreativepapers.com Comunicazione d’impresa
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Il mondo della cartotecnica richiede esperienza, precisione, grande competenza tecnica. Fino ad oggi i prodotti fustellati sono stati appannaggio esclusivo di grandi aziende specializzate. ma Le cose, anche qui, stanno cambiando. Sempre più spesso gli stampatori commerciali mostrano interesse per il mondo della fustellatura: mailing, etichette, cartellini i prodotti più gettonati. Ecco che i produttori, per rispondere alle nuove esigenze, propongono un ricco ventaglio di fustellatrici: manuali, automatiche, digitali. In queste pagine, una panoramica ad ampio raggio di quello che offre oggi il mercato.
Heidelberg Dymatrix
fustellatrici, dove osano le forme
Lorenzo Capitani esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it
A volte stampare non basta: tutto ciò che non è un foglio piano riducibile a una forma rettangolare richiede una lavorazione in più, la fustellatura. Che si tratti di depliant sagomati, di un libro dagli angoli stondati, di una busta finestrata, di un espositore o di un calendario con una foratura particolare, serve una fustella. Il campo nel quale questa tecnologia trova la principale applicazione, oltre la cartotecnica, è senza dubbio quello del packaging.
Astucci, scatole & co. Un settore particolarmente importante, ad esempio, è quello degli astucci in cartoncino per l’industria farmaceutica e cosmetica. Specializzata in questo ambito è la cartotecnica vicentina Palladio Zannini; il marketing manager Paolo Procelli ci racconta come avviene la lavora-
zione: sulla base di un tracciato vettoriale fornito dal cliente, aziende specializzate – i fustellifici – producono la fustella, che viene montata sulla macchina fustellatrice nella cartotecnica e da questa si ottengono le sagome degli astucci. Nel caso di astucci farmaceutici, la resa su un foglio in formato 70x100 varia dai 6 ai 35 pezzi in subordine alle dimensioni. Gli astucci passano per la macchina piegaincolla ed escono incollati ed appiattiti pronti per la confezione finale presso lo stabilimento farmaceutico. Sarà poi la linea di confezionamento del cliente a “renderle tridimensionali”, inserendovi i flaconi, i blister ecc. «L’aspetto interessante delle nostre fustellatrici è che comprendono una stazione per l’impronta in braille necessaria sulle confezioni di farmaci: in un solo passaggio, sempre in linea,
uniamo due lavorazioni, con grande risparmio di tempo e riduzione degli scarti. Nel settore della cosmesi, invece, lo stesso macchinario viene utilizzato per ottenere effetti di embossing/ debossing decorativi». Le fustelle, pur “consumandosi”, possono durare per molti lavori: per questo, anche tenendo conto del costo, molte cartotecniche offrono ai clienti un servizio di “custodia” delle fustelle.
Progettare una fustella Purtroppo, però, non esiste una standardizzazione e molto spesso i creativi nella progettazione di un astuccio non tengono conto dell’economicità del processo produttivo, anche perché spesso chi progetta non ha una conoscenza approfondita degli aspetti più tecnici. «Per ovviare a questo», interviene Giuseppe Brancaccio,
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responsabile marketing della Cartoindustria di Boscoreale (Napoli), «noi affianchiamo il cliente in tutte le fasi, dallo studio preliminare al confezionamento e persino alla spedizione ai destinatari finali, offrendogli il nostro know how e dando molta importanza all’analisi preventiva; lo studio della grafica deve seguire quello della fustella, “riempire” la forma prescelta, e non costringerla ad adattarvisi». Ciò è vero soprattutto per lavorazioni complesse, come quelle di Cartoindustria, specializzata nella produzione di espositori da banco, display sagomati, totem, che spesso si compongono di cinque, sei e anche più pezzi differenti, e che richiedono quindi estrema precisione.
Nuove realtà imprenditoriali Insomma, il mondo della cartotecnica richiede estrema perizia,
e per questo il mercato del packaging e dei prodotti fustellati in genere è appannaggio soprattutto di realtà specializzate. Ma oggi si assiste a un fenomeno nuovo: alcuni stampatori per ampliare il proprio parco clienti comprano piccole macchine fustellatrici, magari gruppi da inserire in linea con la stampa offset, per tirature limitate. Infatti con la riduzione delle tirature anche nel packaging la velocità e l’economicità di produzione sono sempre più determinanti: al cliente conviene quindi far produrre la propria scatola da un unico fornitore. «C’è un deciso interesse da parte di stampatori commerciali per la fustellatura, e ciò non necessariamente di scatole per l’imballo, ma anche per prodotti commerciali quali blister o fascette pubblicitarie» osserva Elena Cappa di Bobst Group Italia. Le fa eco Fabio
Ferraroni di Müller Martini: «Sono sempre più gli stampatori che decidono, laddove vi siano tirature interessanti e a valore aggiunto elevato, di dotarsi di linee di fustellazione personalizzate, mentre le lavorazioni più complesse restano tuttora di competenza delle cartotecniche specializzate».
Macchine per tutte le esigenze
Ecco quindi che anche il mercato dei produttori di fustellatrici si sta muovendo in questo senso. «Heidelberg» spiega Francesco Diomede, Product Manager & Support per il Packaging di Macchingraf, «ha differenziato la propria produzione con due linee di prodotto: la Varimatrix, che offre un ottimo rapporto qualità prezzo, e la Dymatrix, una macchina impegnativa, dedicata ad aziende cartotecniche con
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Cartoindustria, espositori e packaging a basso impatto
Alcuni espositori realizzati da Cartoindustria. A destra, un pieghevole promozionale sagomato ottenuto con le fustellatrici Bograma.
elevati flussi di lavoro». Le prime possono essere accessoriate con un estrattore automatico che elimina gli sfridi, mentre le seconde hanno anche un separatore delle pose. Più economiche le fustellatrici automatiche di Kama, destinate al mercato dei depliant e dei cataloghi, che si segnalano per la flessibilità. Così come le Varimatrix 105 e le Dymatrix, anche le Kama possono essere modificate per stampare a caldo sfruttando il medesimo gruppo pressorio della fustella, mentre sull’estrattore viene montato lo sbobinatore del nastro. In linea con cucitura e taglio «per godere dei vantaggi produttivi derivanti dall’alta velocità di esercizio» anche le fustellatrici Bograma, distribuite in Italia da Müller Martini, integrabili con linee di punzonatura successive e spesso installate in coda a
linee di punto metallico. Lo scopo è produrre, in un ciclo di lavoro rapido ed economico, una molteplicità di prodotti creativi fustellati, forati e perforati, dalle buste da archiviazione a inserti pubblicitari di effetto. Punta meno sulla flessibilità e tutto sull’alta qualità invece Bobst Group, che nel 1940 ha creato la prima fustellatrice automatica al mondo e oggi, soprattutto con le serie Expertcut e Mastercut, produce macchine potenti ad alta produttività e ottima qualità, nonché integrabili con lavorazioni post-press quali stampa a caldo e rilievo. Per quanto riguarda le possibilità offerte da tutti questi sistemi, i materiali fustellabili sono essenzialmente la carta, il cartone e il cartoncino teso e il cartone ondulato, ma anche varie tipologie di film plastico (PVC, PET, PP, polionda…) e la carta accoppiata ad
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Intervista a Giuseppe Brancaccio, responsabile marketing della Cartoindustria. Quali tipologie di fustellatrici usate? Abbiamo macchine manuali usate per piccoli lotti, nell’ordine delle centinaia di pezzi; dai mille pezzi in su, invece, andiamo sulle fustellatrici automatiche. Per pochi casi di lavori con tirature davvero bassissime optiamo invece per la tecnologia digitale. Comunque sempre fuori linea, perché, tranne che per alcune tipologie di lavori semplici come gli astucci, abbiamo necessità di operare alcune lavorazioni intermedie tra la stampa e la fustellatura (plastificazione, accoppiamento di materiali…). Quali insidie pone una lavorazione come la fustellatura? Non è tanto la fustellatura, quanto l’intero processo a essere delicato. Abbiamo imparato a non sottovalutare mai le commesse, anche quelle in apparenza meno problematiche, perché ogni produzione ha le sue specificità. Per questo è fondamentale operare un’attenta analisi preventiva: noi, dopo aver studiato assieme al cliente il processo, costruiamo un prototipo con tecnologia digitale, effettuiamo prove statiche e dinamiche, con carico del prodotto, stress d’uso simulati ecc., e solo se siamo completamente soddisfatti passiamo alla produzione. Sta cambiando il panorama del settore espositori? Come un po’ dovunque si assiste a una riduzione dei quantitativi, non della qualità delle lavorazioni. Ma con una peculiarità: il cliente continua a chiedere la qualità ma con un senso generale che definirei di “sobrietà”. Molta è poi l’attenzione per l’aspetto ecologico, soprattutto nella scelta dei materiali, che devono essere rigorosamente e facilmente riciclabili: sì quindi a carta e cartone e possibilmente meno plastica.
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La Varimatrix 105 di Heidelberg e, sopra, un esempio di astuccio fustellato ottenuto con tecnologia Heidelberg.
Utilizzata per lavorare una gamma di materiali “teneri” che vanno dal cartone al cuoio, dal tessuto alla gomma, la fustella permette di tagliare in modo estremamente preciso una sagoma. Quella più utilizzata, la fustella americana, o piana, consiste in un nastro d’acciaio dal bordo tagliente che riproduce esattamente la sagoma da ritagliare ed è fissata su un piano di legno. Sia la curvatura della lama che l’incisione del legno vengono oggi realizzate con precisissimi apparecchi al laser, a partire da un disegno vettoriale. Il filo della lama è interrotto brevemente in appositi punti ai quali corrispondono le “tacche di tenuta”, necessarie per far sì che la sagoma non si stacchi e si perda in macchina. La fustella può essere anche rotativa, ovvero fissata, un po’ come la lastra della stampa offset, su un cilindro: il taglio avviene mentre il cilindro ruota, premendo sul foglio. La fustella viene inserita nella fustellatrice, una macchina che, aprendosi e chiudendosi una volta inserito il foglio (in modo manuale o automatico), preme la lama sulla superficie da tagliare. Alla fustella può essere sostituita una lama non tagliente, detta cordonatore, che provoca uno schiacciamento o snervamento del supporto, permettendone una facile piega secondo un tracciato stabilito. Spesso una forma di cordonatura identica alla fustella le viene contrapposta dall’altra parte del foglio per rendere più preciso il taglio (contromatrice). Nelle macchine più evolute, soprattutto quelle ad elevata produttività, si procede dopo la fase di fustellazione all’estrazione degli sfridi e in alcuni casi alla separazione delle pose, con la rottura delle tacche di tenuta e l’impilatura e la pareggiatura delle singole sagome. Ognuna di queste fasi di lavorazione, se eseguita in automatico, richiede impianti specifici per ogni lavoro, sul medesimo tracciato della fustella, che possono essere anche molto costosi, e sono quindi giustificati solo da tirature molto alte.
cartotecnica
Dentro la tecnologia
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A destra, un libro cartonato, illustrato e sagomato, realizzato con fustellatrici Bograma: il campo dell’editoria per l’infanzia è uno di quelli nei quali le fustelle trovano applicazioni tra le più interessanti.
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Müller Martini , la parola a Fabio Ferraroni Tre domande a Fabio Ferraroni, sales engineer di Müller Martini Italia. Per quali tipologie di prodotto si usano le fustellatrici? Il packaging è il settore più tradizionale, ma non è il solo: anche prodotti promozionali (mailing dedicati ecc.), etichette e cartellini rappresentano lavorazioni interessanti.
Il sistema multifunzione per taglio e fustellatura Zund utilizzato per la realizzazione dell’espositore “Camelia” di Cécile Ellia (foto in basso).
Quali sono le tendenze nella cartotecnica? Si assiste a una ricerca sempre più accurata di materiali e soluzioni stilistiche innovative, di conseguenza anche gli impianti di lavorazione devono essere “flessibili” e capaci di adattarsi alle nuove esigenze del mercato.
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Un cartellino promozionale sagomato e, sotto, una busta finestrata, entrambi prodotti con fustellatrici Bograma.
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Di quali parametri tiene conto chi progetta un articolo di cartotecnica: economicità di produzione, serialità, scarso ingombro, trasportabilità… In realtà l’aspetto creativoemozionale è ancora largamente dominante, spesso a scapito dell’industrializzazione, e quindi dell’economicità, del prodotto. Ecco perché a tutt’oggi sono ancora molte le lavorazioni manuali.
altri materiali. Vari anche i formati: dal 22x45 cm di Bograma fino agli oltre 200 delle grosse fustelle per cartone ondulato.
Plotter digitali In questo settore, quello del cartone ondulato di grosso formato, però da qualche anno si sta assistendo all’introduzione di plotter digitali che, come le stampanti digitali, non hanno “impianti”. «In questo caso», spiega Matteo Redaelli, ad di Logics, distributore ufficiale dei sistemi multifunzione Zund per il mercato italiano del packaging, «il plotter non usa una fustella ma un coltello a lama oscillante o tangenziale per tagliare il supporto secondo il disegno fornito dal file. Ciò permette di abbattere i costi sulle bassissime tirature (sotto i 100-200 pezzi) e di venire
incontro alle nuove esigenze del mercato (tirature ridotte e fortemente personalizzate), oltre che di produrre campioni in fase di progettazione di packaging o altri articoli di cartotecnica».
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tecnolito: gusto del design, intelligenza cartotecnica Trentatré anni di esperienza nel colore e poi, dal 2005, l’azienda grafica Tecnolito di Caprino Bergamasco compie un salto di qualità: si inserisce a pieno titolo nel mercato della prototipazione industriale e del packaging a tiratura limitata. La costante ricerca di materiali innovativi, l’aggiornamento tecnologico, la creatività nell’ambito del packaging fanno di Tecnolito un interlocutore di primo piano per le agenzie e le aziende che operano nell’alta gamma. Danone, Barilla, Sanpellegrino, Loro Piana, Emilio Pucci, Ferragamo, La Prairie sono i brand più importanti nel portfolio dell’azienda bergamasca, che oggi, nel mercato italiano, si distingue per un brevetto molto speciale: il sistema espositivo Visual Pack. PRODOTTO
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Visualpack, la tua azienda a portata di mano
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Un espositore multimediale, ingegnoso e versatile che è possibile adattare alle diverse esigenze promozionali, secondo la forma e la tipologia di prodotti da esporre, in linea con l’immagine del brand.
Come una valigetta elegante e funzionale, questa piccola azienda a portata di mano è stata battezzata Visualpack. Vera e propria sintesi di ingegneria cartotecnica, tecnologia e design, Visualpack è un intelligente sistema espositivo brevettato da TecnolitoDesign, all’interno del quale vi è una cornice digitale che può accogliere un video aziendale.
Realizzato per offrire agli agenti di vendita una comoda struttura multifunzionale, capace di valorizzare qualsiasi tipologia di prodotto, questa struttura soddisfa le specifiche esigenze promozionali di articoli d’alta gamma e offre la più ampia visibilità ai prodotti.
Tutti i pregi di Visualpack • Grazie al video incorporato nella struttura, è uno strumento vincente per dimostrare le potenzialità dell’azienda. • È realizzabile in 500 tipologie di diversi supporti (tela, seta, carta, cartone, dal metacrilato, pelle, similpelle, legno eccetera). • È possibile ordinarne da 1 a 1.000 copie personalizzate. • È realizzabile in soli 7 giorni lavorativi.
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Capace di valorizzare qualsiasi tipologia di prodotto, questo espositore, stampato a 4 colori su carta da 500 grammi plastificato lucido, contiene al suo interno un telaio in cartone che ha la funzione di renderlo stabile. Un’antina cartonata, tagliata al vivo, consente la chiusura calamitata. È un contenitore, è un espositore, è la soluzione ideale per dare risalto alle caratteristiche del prodotto.
Personalizzabile, trasportabile, leggero, intelligente: Selling case è un kit di cartonato rimboccato con tre contenitori in ciascuno dei quali è possibile inserire stampati pubblicitari e prodotti. Ciascun modulo è indipendente per il trasporto e per l’esposizione. Il platorello accoppiato e fustellato accoglie i prodotti con i loro estrattori.
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bianco La forma dove sboccia la bellezza
La perfezione trascendente, l’innocenza, la castità. Il bianco possiede in sé infinite sfumature e riflessi. Bianca è la luna, la luce, l’acqua. Bianchi sono la collina silenziosa di neve, il cigno avvolto nel sole, la schiuma del mare. Come uno spazio del possibile, questo colore che forse colore non è - è la materia iniziale degli dei.
Sonia Spagnol giornalista koalasonia@gmail.com
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C’era una volta Biancaneve Oggi le nuove generazioni di bianco sognano la tecnologia. Sembra infatti essere proprio questo il colore degli accessori più all’avanguardia, più cool e quindi più desiderati. Cifra stilistica di Apple, che fin dal rilancio dell’azienda alla fine degli anni Novanta l’ha eletta a tinta per i suoi prodotti di alto design (dall’iMac all’iPod, all’iPhone e oggi all’iPad), caratterizza anche la console Wii di Nintendo che ha rivoluzionato il mondo dei videogiochi. Quanto basta per decretare il successo del bianco. Per secoli relegato ai significati di purezza, virtù, spiritualità; associato alle spose virginali e ai bambini senza peccato; rappresentato dalla colomba, sublimazione della castità. Per carità: non si può dire nulla di negativo su questo “non colore”. E persino quando in Oriente è associato al lutto, è comunque legato alla simbologia dell’innocenza. Ma proprio per questa neutralità, non aveva il guizzo tecnologico che invece la cultura contemporanea gli ha conferito.
Colore dalle mille sfumature, il bianco consente di veicolare diversi messaggi: di luce, di essenzialità, di splendore.
Candidi packaging Scienza e ricerca si ritrovano pure nei vasetti delle creme viso di alcune delle marche più costose in commercio: La Mer, La Prairie, Chanel, Sisley, giusto per citare le più importanti. Case cosmetiche che hanno almeno una linea di prodotti dal packaging candido. Un punto bianco per lo skin care che sullo scaffale delle profumerie diventa garanzia di studi di laboratorio e ingredienti pregiati. La stessa filosofia che esprimono la confezione di pelle e l’etichetta dell’Amarone della distilleria Bottega disegnata dalla designer californiana Denise Focil. Un imballo di lusso total white che ricorda i vecchi bauli da viaggio, ma con la modernità di dettagli borchiati in metallo. Una scelta preziosa, che all’eccellenza del vino abbina la ricercatezza della presentazione, in una delle tonalità più eleganti dello spettro cromatico. Forse poiché ne condensa l’essenza. Infatti, tecnicamente, il bianco è un colore a elevata luminosità ma senza tinta proprio perché contiene tutti i colori dello spettro elettromagnetico, come dimostrò Isaac Newton
nel 1672 con l’esperimento del prisma di cristallo. Al contrario del nero, che è l’assenza di tonalità.
Sport in bianco Non solo i prodotti di nicchia scelgono il bianco per colpire il consumatore. Anche lo sport si lascia sedurre dal candore, accantonando per una volta il technicolor. Ad esempio, le Air Jordan 11 Retro “Concord” della Nike, celebrative del grande cestita americano e in vendita da dicembre, avranno uno speciale box packaging latteo. Tuttavia, il bianco non è semplicemente un colore passivo. Presenta numerose sfumature e quindi permette di veicolare messaggi diversi: di luce, di essenzialità, di splendore. È usato anche molto come colore secondario perché dona rilievo e impatto a immagini e lettere. Per questo, il bianco è presente su ogni tipo di confezione e design. Questa tinta, inoltre, viene spesso utilizzata per gli eventi della vita che segnano un cambiamento radicale. Non è un caso che lo ritroviamo nella cerimonia nuziale e nell’abito della prima comunione, ma pure nella bandiera con la qua-
le ci si arrende, chiedendo una tregua alle ostilità.
Ingredienti puri e genuini
Un discorso a parte merita il cibo bianco. Latte, formaggi e ogni tipo di latticino - che siano vaccini, di capra, di pecora e persino di soia - sono sempre venduti in confezioni candide che evocano sì il colore del prodotto, ma anche l’idea di purezza e genuinità degli ingredienti. Quasi una sineddoche cromatica che unisce nella tinta la parte e il tutto. E l’espressione “mangiare in bianco” non vuole intendere un piatto triste perché scondito. Quanto, piuttosto, digeribile. Però, il colore molto chiaro di alcuni cibi non indica affatto una maggiore leggerezza rispetto a pietanze più colorate. Le quantità di grassi - che rallentano la digestione, affaticano il fegato e aumentano l’apporto calorico - di molti latticini li rendono tutt’altro che light. Nel settore alimentare, il “bianco” può indicare anche cibi raffinati (pane, pasta, riso, zucchero): bianchi proprio perché privati della preziosa fibra e di sostanze come vitamine e minerali. Il pane nero e la pasta integrale contengono le fibre
Un colore che splende per la sua ... assenza La fisica ci insegna che è dato dalla somma di tutti i colori. Ma nel mondo della stampa splende, è proprio il caso di dirlo, per la sua assenza: per rendere il bianco, infatti, basta non stamparlo! A definirlo è il supporto stesso, ovvero la carta. Che si definisce, tra le varie caratteristiche, anche per il “punto di bianco”, misurato in percentuale (difficilmente riesce a superare il 95%). Un punto di bianco basso influenza la resa cromatica, soprattutto con tinte chiare, inchiostri più trasparenti e retinature basse. Quando invece il supporto è colorato, non resta che… stampare il bianco! Esistono quindi in commercio inchiostri bianchi, sia per stampa offset tradizionale che serigrafici; questi ultimi sono quelli che offrono la maggiore coprenza mentre per quelli offset può essere necessario, per un risultato ottimale, effettuare un doppio passaggio. Se in passato si sono usati calcio, piombo, bario e zinco per dare la tinta bianca, oggi, spiega Chiara Pinton di Huber Italia, «il pigmento utilizzato è il biossido di titanio (TiO2): ha un elevato peso specifico e per questo è molto importante la scelta dei leganti (vernici) per evitare difficoltà di trasferimento in fase di stampa. Per modulare e gestire il livello di coprenza vengono utilizzate delle “cariche”, ovvero dei filler (ad esempio il caolino), che rendono l’inchiostro bianco più o meno trasparente a seconda delle esigenze finali dello stampato». Un utilizzo particolare e molto diffuso degli inchiostri bianchi è quello di stenderli come base, soprattutto se il supporto è scuro, trasparente, oppure laminato. Non a caso, continua Pinton, esso «vede il suo maggiore utilizzo in flessografia, dove è utilizzato come primo colore per eliminare la trasparenza del film e per fornire la base nella sovrapposizione dei colori successivi». Lorenzo Capitani
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Simbolo di purezza e di stile, il bianco è tra le tonalità più eleganti dello spettro cromatico. È infatti un colore molto utilizzato nella cosmesi e soprattutto nei prodotti d’alta gamma.
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“scure” dei cereali integrali che accrescono il senso di sazietà e riducono l’assimilazione dei grassi. Inoltre, in molti casi è proprio il colore del prodotto a garantire la presenza di vitamine e sostanze antiossidanti. il bianco può indicare sostanze preziose per la salute: cavolfiori, cipolle, finocchi, aglio e funghi contengono polifenoli, allicina e selenio contro i radicali liberi.
Bianco per l’igiene e la salute
Il bianco ricorda l’igiene, l’assenza di germi, la pulizia, la cura. Quindi i camerieri che servono con guanti candidi e il bucato senza macchia; da qui le parti bianche delle confezioni di detersivo e il detersivo stesso. E poi i camici di gelatai, macellai, tecnici di laboratorio e operatori sanitari. È addirittura provato che un messaggio promozionale veicolato da un attore che indossa un camice di questo colore ha un’efficacia maggiore e viene considerato più credibile dal consumatore, nonostante il pubblico sia perfettamente consapevole che nello spot stia recitando un attore e non
un medico o uno scienziato. Ma non sempre l’assenza evocata dal bianco è positiva. “Andare in bianco”, “consegnare in bianco”, “codice bianco” indicano un fallimento e l’assenza di qualcosa. «Oltre ad avere un forte potere comunicativo ed essere associato alla pulizia del tratto», sottolinea il grafico Riccardo Turri, esperto in personalizzazione aziendale, «purtroppo questa tinta viene spesso scelta da chi è indeciso, da chi non sa come dare un’impronta individuale e caratteristica ai propri prodotti, soprattutto quando la percentuale di bianco supera il 70%. Consiglio sempre ai miei clienti di associare a tanto bianco un colore forte che venga messo in risalto dal candore dello sfondo. Il logo, elemento semiotico diffuso ovunque, deve rappresentare l’azienda in un segno e impressionare il pubblico a colpo d’occhio. Ci sono brand che con un semplice baffo, come Nike, sono riconoscibili in tutto il mondo. Nell’insegna della boutique Nike di Shanghai, per esempio, non c’è nemmeno il nome ma solo il logo».
Purezza e stile E veniamo allo stile. Il primo abito disegnato da Coco Chanel all’inizio del XX secolo era in velluto nero ornato da un piccolo collo bianco. La stilista sosteneva infatti che «il nero contiene tutto. Anche il bianco. Sono d’una bellezza assoluta. È l’accordo perfetto». Una convinzione che accomuna il mondo del design e quello della moda, depositari dei canoni estetici nella nostra epoca. La tinta della luna viene usata per esprimere sincerità e innocenza. «Un colore» racconta Laura Biagiotti, grande estimatrice del bianco, «che rappresenta una serenità interna». Sinonimo di purezza e stile, non manca mai nelle collezioni degli stilisti, soprattutto quelle estive perché il bianco riflette il 100% dei raggi solari, permettendo di realizzare indumenti freschi. Insomma, il vantaggio competitivo del bianco, in un modo o nell’altro, c’è. Gli strateghi del marketing possono star certi che l’immagine del loro prodotto verrà percepita positivamente in termini di genuinità, igiene e stile. Alla Casa Bianca e al Mulino Bianco già lo sanno.
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UPM interpreter, lo strumento per scegliere meglio la carta giusta UPM ha realizzato una nuova brochure che racchiude la linea di carte per stampa, ora più ricca grazie alla recente acquisizione delle cartiere del gruppo Myllykoski. Sfruttando un nuovo strumento denominato “Interpreter”, i clienti saranno in grado di individuare rapidamente i nuovi nomi per i prodotti Myllykoski. Interpreter è disponibile sotto forma di pratico opuscolo o in versione online sul nuovo sito. Le specifiche tecniche relative ai nuovi prodotti della linea UPM sono raccolte in un’appendice inserita nel catalogo UPM oltre ad essere presenti nel catalogo online. Tutti questi strumenti offrono una panoramica completa della nuova linea di carte suddivise in base al metodo di stampa. www.upmpaper.com
revive e cyclus, due brand “green oriented” Le aziende che si stanno orientando verso processi e tecnologie ecosostenibili potranno visitare lo stand del Gruppo PaperlinX a Ecomondo 2011 (Rimini, 9-12 novembre), la più importante fiera nazionale rivolta al recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo sostenibile. Lo stand sarà dedicato a Revive e Cyclus, i due brand di punta che meglio incarnano i valori del Gruppo, che comunque propone altre tipologie di carte “green oriented”. Revive si contraddistingue per la ricca offerta di finiture, tra cui Revive 100 (100% riciclata) e 50 (50% riciclata); Cyclus, carte naturali al 100%, è realizzata con fibre riciclate e materiali di recupero. Nulla di ciò che viene utilizzato nel processo produttivo viene eliminato. www.paperlinx.com
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pronto il nuovo campionario cartoncini e cartoni di polyedra Dopo la pubblicazione di A misura delle tue esigenze, la brochure che presenta in dettaglio i benefici dell’alto livello di servizio offerto alle aziende cartotecniche, agli stampatori e al mondo dell’editoria, è in distribuzione il nuovo Campionario Cartoncini e Cartoni del Centro di Taglio Polyedra. Strumento ideale per tutti i clienti che si occupano di cartotecnica, il campionario è il risultato tangibile degli investimenti che Polyedra sta attuando nel Centro di Taglio a Parma, un sito specializzato da oltre 25 anni nella trasformazione da bobina a foglio di carte naturali, patinate e cartoncini nei formati richiesti dal cliente. Nato per contenere tutti i tipi di cartoncini e cartoni presenti nel Centro di Taglio, il campionario verrà aggiornato nel corso del tempo con grammature e tipologie. www.polyedra.com
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cartiere papyrus lancia in europa i nuovi campionari La gamma Papyrus comprende carte patinate e usomano, carta per illustration printing, cartoncini, carte per etichette, carte adesive, supporti sintetici. La collezione propone campioni bianchi e stampati con le varie tecnologie di stampa, il tutto racchiuso in due scatole che possono essere anche personalizzate – la cover sarà stampata da Papyrus – dall’agenzia pubblicitaria, dal grafico o dallo stampatore che le riceve. I clienti potranno partecipare con la loro creazione a un concorso con in palio tre Apple MacBook Air 13”. Nella raccolta sono proposti anche una guida alla CI, una al colore, una guida ambientale e altre dedicate alle tecniche di stampa e alle post-lavorazioni. www.papyrus.com
imaginative colours di fedrigoni: il colore soprattutto Fedrigoni presenta il nuovissimo sistema colore Imaginative Colours, la guida cromatica ai colori delle sue carte speciali. Un prezioso strumento e una fonte d’ispirazione per tante idee innovative: quattro mazzette suddivise per nuance di colorazioni calde, fredde e neutre per un totale di 262 campioni di carta, che consentono ai progettisti grafici di valutare al meglio la tonalità ideale, la superficie e gli abbinamenti possibili per realizzare progetti editoriali, packaging, brochure ed etichette. Disponibile online su: www.fedrigonicartiere.com/IMAGINATIVECOLOURS/
inaugurato a barcellona l’impianto di riciclaggio stora enso
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La sede Stora Enso di Barcellona, che riceve cartoni usati per latte e succhi di frutta da Spagna, Portogallo, Francia e Regno Unito, grazie al nuovo sistema di riciclaggio può recuperare totalmente tutti i materiali di cui sono composti i cartoni per liquidi, dalle fibre alla plastica, all’alluminio. Gli strati di plastica e alluminio dei cartoni recuperati sono separati mediante un processo innovativo che consente il totale riutilizzo della frazione fibrosa e dell’alluminio. La plastica è impiegata per la produzione di energia per la cartiera e le fibre ricavate sono utilizzate per la produzione di cartoncino riciclato. Il procedimento si basa sulla pirolisi, processo che prevede un forte riscaldamento della plastica in assenza d’ossigeno, utilizzato qui per la prima volta per separare plastica e alluminio e frutto di una collaborazione tra i tecnici della Stora Enso e Alucha Recycling Technologies. www.storaenso.com
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Pieghe parallele, incrociate, combinate, a portafoglio, a fisarmonica, a finestra, a pacchetto, a delta… Le possibilità di piegare la carta sono infinite e grazie alle macchine di nuova generazione è possibile realizzare, anche in basse tirature, effetti davvero sorprendenti. Bisogna però sapersi orientare perché… ogni macchina ha la sua piega, ogni piega le sue (piccole) complicazioni.
Lorenzo Capitani esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it
l’arte della stampa si nasconde tra le pieghe L’evoluzione della stampa ha consentito di stampare su fogli sempre più grandi e di conseguenza sono stati introdotti sistemi meccanici di piega che, come tutto il processo della stampa, sono stati progressivamente industrializzati e sempre più integrati. Allo stato attuale dell’arte, le tecnologie per la piega differiscono a seconda del tipo di attrezzatura di stampa utilizzata: macchine a foglio, utilizzate per le basse tirature, soprattutto se richiedono alta qualità; rotative a bobina per tirature medio-alte; rotocalco per tirature alte e molto alte. Dal punto di vista della piega, la principale differenza è che le macchine a foglio, di solito, hanno la fase di piega fuori linea (in legatoria) mentre quelle a bobina (roto-offset o rotocalco) direttamente in linea.
La piega sulle macchine piane (a foglio) La stampa a foglio è la più versatile perché consente soluzioni più creative e viene usata quando è richiesta qualità elevata sia in stampa che in confezione. Il foglio esce steso dalla macchina, viene piegato e tagliato in legatoria con costi e tempi proporzionali alle lavorazioni necessarie ma che consentono una versatilità di soluzioni di livello artigianale, quando non artistico. I fogli, ad esempio, possono essere tagliati prima di essere piegati con il risultato che è possibile realizzare due tipi di pieghe diverse su un unico foglio. In questo caso le esigenze del legatore prevalgono rispetto a quelle dello stampatore che riesce ad adattarsi con più facilità. È importante ricordare che è sempre bene prendere accordi prima di at-
tuare il progetto, soprattutto in caso di grammature particolari (molto pesanti o molto leggere) e fuori formato, specialmente se si cercano livelli qualitativi alti.
Piegatrici a coltello e a tasca
Ma come funzionano le macchine piegatrici delle legatorie? Ve ne sono di due tipi: a coltello o a tasca (o miste con entrambi i sistemi). I coltelli consentono pieghe incrociate, le tasche quelle parallele; nel primo caso una lama, che scende perpendicolare, costringe il foglio a passare tra due rulli che, schiacciandolo, lo piegano. Nel secondo caso il foglio è spinto contro il fondo di una tasca e così facendo forma una grinza che viene afferrata da due rulli piegatori attraverso i quali il foglio stesso viene costretto a passare, piegandosi. Piegando
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L’invito del Calendario Fontegrafica 2008 è stato realizzato su carte laminate con lamine differenti stampate in offset tradizionale a più colori. L’effetto della piega ricrea le sensazioni del circo, con un’immagine esterna a ricordare il sipario, e all’interno l’esplosione dei colori del circo.
e confezionando in legatoria è possibile inserire molte variabili senza rimanere vincolati alle caratteristiche della macchina da stampa come nel caso delle rotative. Sempre tenendo conto dei limiti fisici della carta.
La piega sulle rotative Nel caso di macchine a bobina, più che di una piegatrice vera e propria si deve parlare di un gruppo piega inserito in linea al termine della macchina da stampa: la lavorazione risulta rapida ed economica in quanto può non esserci necessità di ulteriori passaggi se non la confezione vera e propria. Per contro, le possibilità di pieghe sono più limitate, anche se le macchine più accessoriate offrono numerose soluzioni che consentono una certa creatività e flessibilità, compresa l’uscita a foglio. A tutto vantaggio della versatilità.
In linea generale possiamo dire che non si possono piegare grammature sotto i 40 g o sopra i 170 e più cresce il formato del foglio più diventa difficile piegare carte grammate, se non tagliandole preventivamente in strisce parallele che vengono poi sovrapposte tramite barre diagonali. Con questo sistema si ottengono stampati finiti in macchina (ad esempio certi volantoni per la GDO) o segnature da avviare alla confezione.
Diverse pieghe a seconda del formato
Nelle roto-offset di piccolo formato la prima piega avviene nel cono, salvo esigenze particolari di produzione per le quali si usa tagliare la banda riducendone la larghezza; a questo punto la carta piegata entra nel gruppo piega, dove viene tagliata in senso trasversale, separando
le segnature, e ulteriormente piegata. Nelle roto-offset più grandi e nelle rotocalco è necessario suddividere in tante fasce longitudinali la banda principale prima di entrare nel cono: queste vi entrano sovrapposte e vengono piegate nei vari passaggi tutte una sopra l’altra. Per quanto riguarda le pieghe trasversali, non devono essere fatte necessariamente al centro del foglio ma è possibile farle anche a 1/3 e 2/3 dello stesso: questa viene chiamata piega a delta e permette di ottenere le segnature intascate come il 12mo. Fase frequentemente sottovalutata nella produzione di stampati, spesso è proprio la piega a conferire carattere al prodotto. È il caso delle carte geografiche: l’utilizzatore deve essere in grado di ripiegare la carta con semplicità, ma soprattutto di
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La fibra , il lato “vivo ” della carta Tutte le carte sono composte da fibre disposte generalmente nel senso di fabbricazione, ma a seconda del tipo di carta e della materia prima utilizzata (cellulosa, pasta di legno, carta di riciclo, stracci…), la struttura può essere più o meno macroscopica. Sapere in che senso sono disposte le fibre è fondamentale per la corretta piegatura, ma bisogna anche sapere cosa comporta la struttura fibrosa della carta. Essa infatti è un materiale vivo, perciò instabile, influenzabile dalle condizioni esterne anche anni dopo la fabbricazione. L’umidità è il fattore chiave a cui le fibre di carta sono più sensibili: più questa è elevata, infatti, più le fibre tendono a gonfiarsi nel senso della larghezza. Questo fenomeno è tanto più visibile quanto più le fibre sono grosse e nei casi estremi (soprattutto per la carta ottenuta da pasta di legno) si può arrivare fino al 20%. Per questo si raccomanda sempre, quando possibile, di lasciar stabilizzare la carta proveniente da un ambiente esterno (dalla cartiera, da un magazzino o dalla tipografia nel caso di una legatoria) per almeno 12-24 ore prima di procedere alla lavorazione.
Una combinazione originale di diversi tipi di pieghe consente di ottenere questo stampato che, in formato chiuso, è piccolo come una card, aperto è 23x40 cm. Per la sua versatilità, questa soluzione ha trovato applicazione in diversi ambiti commerciali.
leggere agevolmente qualunque punto della carta stessa. Fino a non molto tempo fa il modo più diffuso era quello “a libro”, al quale oggigiorno si preferisce però la piega “a portafoglio”, con una serie di pieghe parallele e un’ultima incrociata, che consente di vedere la cartina pezzo per pezzo, seguendo l’intero percorso, senza doverla aprire tutta. Si tratta di pieghe più complesse e quindi più costose, ma nell’era degli smartphone e tablet chi sceglie ancora la carta è un cliente esigente, che guarda alla qualità anche se leggermente più cara. Complicata ma molto scenografica è infine la cosiddetta piega “a stella”, utilizzata su carte di città di piccole dimensioni (circa 30x40 cm) che con un gesto solo si spalancano aprendosi a raggiera.
Piccole pieghe per piccoli stampati: bugiardini e leaflet Simili alle carte geografiche ma su una scala molto ridotta sono i “bugiardini” dei medicinali o i leaflet dei cosmetici. Qui la difficoltà è data proprio dalle dimensioni ben al di sotto dei consueti formati che richiedono macchinari appositi in grado di piegare, nei casi estremi, fino a 5-10 mm, e comunque in genere non oltre i 20-25 mm. In questo caso lo stampatore-legatore fornisce, a seconda delle esigenze del cliente, leaflet già tagliati in formato e quindi piegati, o bobine dal diametro di 30-35 cm che il confezionatore inserisce nell’astucciatrice. La macchina provvede a tagliare, piegare e inserire il foglietto direttamente nella confezione del prodotto. Ovviamente sono possibili tutte
le soluzioni intermedie: così capita che il produttore consegni al cliente i fogli tagliati su cui ha già eseguito la prima piega, mentre le successive vengono fatte in automatico al momento della confezione. Per quanto riguarda la tipologia di pieghe, queste dipendono dalle dimensioni del foglio e dalla confezione finale; una delle soluzioni più comuni sono due pieghe parallele, che consentono di realizzare un foglietto della stessa altezza di quello di partenza, ma di larghezza pari a un quarto. Ma c’è veramente da sbizzarrirsi...
I coupon per applicazioni promozionali
Un particolare tipo di leaflet è poi il coupon multipagina (o fixaform), utilizzato per promozioni o concorsi, che può essere piegato a fisarmonica o a libretto e viene applicato, con colla o
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Pieghe a regola d’arte ? È anche una questione di inchiostri Fino ad ora abbiamo spiegato cosa si può fare con le pieghe e vi abbiamo forse convinti che il vost ro foglio stampato possa essere trasformato in un raffinato origami. Ma cosa non si può fare? O meglio, a quali paramet ri conviene fare attenzione nel momento in cui, insieme allo stampatore, scegliete come piegare lo stampato? Innanzitutto considerate il materiale su cui lavorate, la carta. Essa è viva: ha una grammatura, uno spessore, un senso di fibra (vedi riquadro a pag. 64) e una rigid ità specifica, ma soprattutto risente della temperatura e dell’umidità, cambiando dimensione: tutte caratteristiche che hanno ripercussioni sulla piega. Per quanto riguarda gram matura e spessore, più è alto il numero di pagine per segnatur a, più volte bisogna piegare la carta, e ciò risulta tanto più difficile quanto più la carta è spessa e pesante. Per la fibra , invece, tenete presente che per la corretta apertura di un libro, questa deve essere parallela al dorso. Se però per le grammature elevate si consiglia di effettuare la prima piega in senso parallelo alla fibra, per le grammature basse è meglio che essa sia perpendicolare, per conferire più rigidità alla segnatura. Oltre alla carta, possono incidere sulla buona riuscita di una piega anche gli inchiostri ed eventual i nobilitazioni. Un consiglio fondamentale che può apparire quas i banale è quello di verificare che prima dell’inizio della fase di piega tutti gli inchiostri e vernici siano perfettamente essiccati. Assicuratevi poi che le vernici usate per eventual i operazioni di nobilitazione, ad esempio la plastificazione, regg ano bene il numero di pieghe previsto, senza creare screpola ture. In questo caso può essere utile effettuare una cordonat ura lungo la linea di piega prevista. Vi sono inoltre alcuni inchiostri con pigmenti di grandi dimensioni che possono rom persi durante la piega. Un altro inconveniente frequente sono le grinze dovute alla mancanza di sfogo d’aria, soprattutto negli stampati con segnature chiuse (in testa o al piede). Rico rdatevi di verificare tutte queste caratteristiche con i vost ri fornitori mentre progettate uno stampato.
L’involucro delle bustine del tè è fatto con una semplice piega. Si parte da una bobina su cui vengono stampate le confezioni e si taglia poi a strisce della larghezza di una singola bustina. Per le bustine di zucchero il nastro viene piegato, pressato su tre lati, incollato e riempito.
etichette adesive, sui prodotti più disparati: dai detersivi alle confezioni di merendine, con una grande varietà di forme, dimensioni e soluzioni estetiche. Piegare serve a far diventare piccolo e poco ingombrante un foglio grande; ma anche a nascondere un foglio grande dentro un contenitore più piccolo. Ad esempio, una grande e scenografica fotografia dentro il formato di una rivista tascabile. Vi siete mai chiesti com’è possibile ottenere quelle pagine che si aprono ad ali di gabbiano? Sono i miracoli delle segnature a battente, la più diffusa delle quali è l’ottavo a finestra.
Poche mosse per ottenere bustine da tè e zucchero
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C’è poi un piccolo oggetto che tutti conoscono costruito semplicemente con della carta piegata: la bustina dello zuc-
chero o quella del tè. In questo caso è la piega stessa che fa la confezione. Nel caso della bustina di tè, si parte da una bobina su cui vengono stampate le confezioni, tagliata poi a strisce della larghezza di una singola bustina. Il nastro viene inserito nella macchina confezionatrice che taglia le bustine a intervalli regolari, inserisce il filtro con il tè, ripiega la busta, ne batte i contorni imprimendo una “dentellatura” che, a pressione, tiene chiusa la bustina stessa. Ancora più semplice è la produzione delle bustine di zucchero: in questo caso il nastro con le bustine stampate viene piegato, pressato su tre lati con una dentellatura simile a quella per il tè, incollato, quindi riempito con la quantità prefissata di zucchero da uno stantuffo e infine richiuso sul quarto lato sempre con il solito sistema.
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EMILPLAST maestri di nobilitazione Ama la velocità Gian Luca Duò. Del resto per lui, modenese d’adozione, non potrebbe essere diversamente. Auto, moto, biciclette: tra imprenditori illuminati e campioni mondiali, in questa terra non si fanno mancare niente. Con la sua azienda ha fatto la stessa cosa. Non di corsa ma con passo deciso.
Partito con il fratello Guido e alcuni soci, Gian Luca Duò fonda 25 anni fa la Emilplast, una piccola azienda specializzata nella plastificazione. A quel tempo la concorrenza è poca, ma nonostante ciò gli investimenti sono continui perché il raggio d’azione si amplia e cresce l’esigenza di diventare sempre più rapidi mantenendo alta la qualità.
Pian piano Emilplast si arricchisce di nuove attrezzature, grazie alle quali può proporre ai clienti lavorazioni di grande impatto che valorizzano la comunicazione stampata dei più prestigiosi brand dei settori: moda, auto, arredamento e ceramica. Finché a Emilplast la dimensione locale comincia a stare un po’ stretta: così i fratelli Duò decidono di entrare a far parte di un network di aziende che, dal Veneto alle Marche, passando dall’Emilia Romagna, possono realizzare tutte le lavorazioni di nobilitazione.
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Emilplast, per una comunicazione stampata sorprendente Dalla più tradizionale plastificazione alla serigrafia, dalla floccatura alla verniciatura UV offset, Emilplast può garantire queste lavorazioni per ogni tiratura e in qualsiasi formato. Controllate da una capogruppo con sede a Bologna (INTOSA), le cinque aziende hanno conservato la propria autonomia ma godono dei vantaggi delle sinergie che il gruppo è in grado di esprimere sia sul fronte della produzione che degli investimenti tecnologici.
il trucco c’è e... si vede La plastificazione – Cavallo di battaglia della società modenese, la plastificazione rappresenta uno dei punti di forza di Emilplast. L’ultimo investimento in questo ambito è rappresentato da una macchina italiana prodotta seguendo le specifiche dettate dallo staff tecnico dell’azienda. L’innovativa tecnologia che la caratterizza consente di plastificare fino a un formato di 2 metri, evitando così le giunture nel caso si debbano gestire espositori di grande formato. Alcuni lavori impreziositi dallo staff tecnico di Emilplast: stampa a caldo, verniciature spessorate, floccature, vernici luminescenti... una girandola di effetti speciali. Nella pagina accanto, Gian Luca Duò, socio di Emilplast con il fratello Guido, fa parte di un network di cinque aziende specializzate nelle nobilitazioni di applicazioni grafiche.
La serigrafia – È ancora la regina degli effetti speciali. E questo nonostante le macchine per la stampa digitale consentano di ottenere delle nobilitazioni finora impensabili. Parliamo di effetti visivi e tattili straordinari, difficilmente riproducibili con altri processi, che impreziosiscono copertine di riviste, brochure, cataloghi, monografie ma anche cartelli vetrina, calendari, packaging di lusso. E poi è tutta una cascata di effetti sorprendenti: floccatura, verniciatura UV spessorata, vernici luminescenti e profumate, inchiostri termocromici e removibili, glitter, iriodin… La verniciatura UV offset – Con costi più contenuti rispetto alla tradizionale plastificazione, questo tipo di nobilitazione è ideale per ottenere sia effetti tattili che funzionali. Come ad esempio l’effetto “buccia d’arancia” recentemente realizzato da Emilplast per la copertina del settimanale Panorama. La stampa a caldo – È una delle finiture più raffinate che permette di riprodurre colori speciali, quali oro e argento. Ma sono disponibili anche foil in un’ampia varietà di colori ed effetti quali marmo, pelle, venature di legno, perlati, ologrammi, pigmenti e tinte tenui. Si possono aggiungere finiture opache oppure lucide, arrivando al formato massimo 70x100.
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un etichettificio interamente digitale entro il 2012 Nata nel 1985 come etichettificio, nel 2008 la Fedrizzi Etichette si è trasformata in FE Group, con l’intenzione di proporre nuovi servizi ai propri clienti, oltre alla stampa delle etichette autoadesive in bobina, che rappresenta ancora il core business. Il gruppo, con sede a Bolzano, è infatti costituito da 5 reparti grazie ai quali il cliente può beneficiare di una consulenza creativa e di marketing (FE Creative), di servizi di prototipazione e sperimentazione con materiali innovativi - come ad esempio i supporti biodegradabili - la rintracciabilità del prodotto e la logistica in genere (FE Solution), di formazione incentrata su tecnologie e management (FE learning) e naturalmente della stampa di etichette autoadesive, con tecnologie tradizionali e digitali (FE Label). Un quinto reparto, battezzato FE Shop, è ancora in fase embrionale e consiste in un punto vendita per la commercializzazione al dettaglio di materiali grafici.
Grazie al recente acquisto di una Xeikon 3300, l’azienda bolzanina punta a diventare entro il 2012 un etichettificio interamente digitale. Nella foto, Cristina Fedrizzi tra il fratello Luca (a sinistra) e il marito Vittorio.
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«Il nostro punto forza è credere nel cliente e farlo vincere nel suo mercato», spiega Cristina Fedrizzi, amministratore delegato di FE Group e socia, insieme al fratello Luca, direttore tecnico, e al marito Vittorio, direttore vendite. Il gruppo, i cui presidenti onorari sono i genitori di Cristina e Luca, ossia Fabio Fedrizzi e Erna Hoerwarter, conta 15 dipendenti e prevede di
chiudere il 2011 con un fatturato di circa 3 milioni di euro. Attualmente il business delle etichette rappresenta l’80% del fatturato e l’azienda serve mercati di vario genere, da quello alimentare a quello parafarmaceutico, ma anche quello chimico, cosmetico e altri. Tra i clienti spiccano nomi di prestigio, soprattutto nel settore alimentare, come Loacker, Pellini Caffè, Panificio Preis e Milkon. In questi ultimi due anni è in atto un ampliamento aziendale, supportato da un cambio generazionale e tecnologico, nel senso che FE Group punta a diventare entro il 2012 un etichettificio puramente digitale, smantellando il reparto delle macchine da stampa tradizionali. Alcuni passi in questa direzione sono già stati compiuti. Nel 2004 è stata infatti installata una HP Indigo ws4050 e più recentemente, verso metà settembre, una Xeikon 3300 è andata a sostituire una macchina flexo. Al momento restano in sala stampa ancora due macchine tipografiche rotative, destinate però in un futuro non tanto lontano a uscire di scena. L’arrivo della Xeikon 3300 L’investimento nella nuova Xeikon 3300 ha come obiettivo principale quello di innalzare la produttività e la qualità di stampa nel digitale e spostare l’80% della produzione dalle tecnologie tradizionali a quelle digitali. Attualmente, infatti, la ripartizione tra le due tecnologie è paritaria: 50% tradizionale e 50% digitale. La Xeikon 3300 è una macchina di ultima generazione, caratterizzata da una qualità di riproduzione di 1200 dpi reali a 4 bit per punto. Ha una velocità massima di 20 m/min e prevede cinque gruppi stampa per il colore: i primi 4 per la quadricromia e la quinta stazione per un colore spot a scelta (licenza Pantone®), il bianco o un toner di sicurezza per l’anticontraffazione. Tra i punti di forza della macchina figura proprio il toner QA-I (Quadruple Adapted Industrial): “quadruple” perché le particelle di inchiostro vengono sottoposte a quattro passaggi di lavorazione che le rende più piccole e arrotondate; “industrial” perché è un inchiostro appositamente sviluppato per il settore del packaging e delle etichette.
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Il toner, nella nuova versione presentata recentemente a Labelexpo, presenta una migliore stabilità in abbinamento ai vari supporti, oltre a rispettare le normative FDA per l’impiego food, in particolare per il contatto indiretto con gli alimenti e diretto con i cibi secchi. Presenta inoltre un’elevata resistenza all’esposizione alla luce e una migliore coprenza del bianco nel caso di utilizzo con materiali trasparenti, ad effetto “serigrafico”. Tutti i modelli Xeikon sono upgradabili, da due punti di vista: la larghezza di banda (da 33 a 50 cm) e la velocità (da 10 a 20 metri/minuto) Il Gruppo FE ha scelto il modello da 20 m/min con larghezza di banda da 33 cm e nella quinta stazione colore prevede di utilizzare il bianco, oltre al blu e al toner per l’anticontraffazione. «Puntiamo grazie alla nuova macchina a entrare anche nel mercato dell’anticontraffazione», spiega Cristina Fedrizzi, «e il nostro obiettivo è di essere sempre più celeri nelle consegne, garantendo al tempo stesso un’ottima qualità di stampa. Le aziende che serviamo in Alto Adige sono per la maggior parte piccole-medie imprese con richieste di basse tirature, in media da 500 a 3.000 metri, e l’imperativo è assicurare velocità e flessibilità nella consegna. Sono molti gli elementi della Xeikon 3300 che ci hanno favorevolmente convinto: velocità costante, stampa su materia-
le non pretrattato senza necessità di una verniciatura protettiva successiva alla stampa, l’impiego di un toner ecologico e adatto al contatto diretto con gli alimenti. Ora non ci resta che verificare questi “plus” nell’attività produttiva di tutti i giorni. A questo proposito intendiamo utilizzare la nuova macchine 8 ore al giorno». L’outlet della grafica È questa la definizione che Cristina Fedrizzi attribuisce all’azienda di famiglia. «Grazie a partnership con aziende grafiche tradizionali e digitali nel Triveneto puntiamo a offrire ai nostri clienti un servizio completo, che prevede la realizzazione di stampati di vario genere, tra cui naturalmente le etichette autoadesive, che continuerà a essere il nostro core business». FE Group - Bolzano - tel. 0471.060440 info@fegroup.it www.fegroup.it Comunicazione d’impresa
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Viscom Italia fotografa le novità della visual communication
Torna Viscom, la mostra convegno dedicata al mondo della comunicazione visiva. Dal 3 al 5 novembre 2011 l’appuntamento è al Quartiere Rho di FieraMilano: tre giorni per esplorare le infinite possibilità di applicazione che le tecnologie e i materiali più innovativi offrono ai progetti di comunicazione visiva, in particolare quelli di grande formato. L’offerta tecnologica comprende soluzioni per realizzare cartelloni pubblicitari, insegne, comunicazione sul punto vendita POP, digital signage, servizi eventi, articoli promozionali, serigrafia, tampografia ecc. Molto ricca la sessione dedicata ai seminari. Tra questi segnaliamo il Viscom Forum, occasione di aggiornamento professionale su progetti innovativi che aiutano a migliorare il business delle aziende. Il focus è su: imprenditorialità, internazionalizzazione, eco-compatibilità, nuove tendenze legate all’interior decoration e riqualificazioni di ambienti. E per chi è già proiettato nel futuro della multimedialità c’è il Digital Signage Forum: workshop interattivi per investire sulle potenzialità dei linguaggi performanti della comunicazione multimediale. www.visualcommunication.it Manifestazione
Titolo
Mostra O’Clock Mostra arte contemporanea Artissima17 Mostra Van Gogh e il viaggio Salone Salone del libro usato Mostra-design Le fabbriche dei sogni
Quando
Dove
11.10/8.1.12 Triennale Milano 4-6 novembre Lingotto Fiere TO 12.11/15.4.12 Genova 7-10 dicembre Fieramilanocity fino al 26.2.12 Triennale Milano
Info www.triennale. org www.artissima.it www.lineadombra.it www.salonelibrousatomilano.com www.triennale.it
come trovarli gli inserzionisti di questo numero
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COMITATO DI REDAZIONE
PRINT BUYER n. 35 - uscita ottobre 2011 Direttore responsabile Ruggero Zuliani Condirettore Anna Aprea aprea.a@ilpoligrafico.it Responsabile di redazione Titti Cocola cocola.t@ilpoligrafico.it Redazione Vanna Pizzetti pizzetti.v@ilpoligrafico.it Cristina Rossi rossi.c@ilpoligrafico.it Art director Cristina Mascherpa mascherpacristina@virgilio.it Impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Copertina Cristina Mascherpa. Estrapolazione grafica dalla foto utilizzata per il Printbox (Photo credit: renetillmann.com) Printbox Pusterla 1880 di Venegono Inferiore (VA) PrintTv Laura Scatena Sede Zeta’s - 20137 Milano, via Kolbe 8 Tel. 02.7529101, Fax 02.75291039, printbuyer@ilpoligrafico.it Marketing&Business Development Paolo Fiorelli Tel. 02.7529101, fiorelli.p@ilpoligrafico.it Pubblicità Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo Tel. 02.70300088 csanfilippo@rancatinet.it Zeta’s: Manuela Terreni (commerciale) terreni.m@ilpoligrafico.it Tel. 02.40047399, 3475822745 - Lucia Cremascoli (segr. pubblicità) Tel. 02.75291030 cremascoli.l@ilpoligrafico.it Numeri arretrati euro 12,50 cad. Abbonamenti tel. 02.75291020 abbonamenti@ilpoligrafico.it Quota annua euro 39,00 per l’Italia, euro 64,00 per l’Europa, euro 74,00 extra Europa. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a: Zeta’s srl - Credem Ag. 2 Milano - IBAN IT31 X030 3201 6010 1000 0060 641 oppure sul c/c postale n. 41419201. R.E.A. Milano n. 1190227 Autorizzazione Tribunale Mi n. 706 - 11.10.04 Stampa Grafiche Parole Nuove - Brugherio (MB) Nobilitazioni copertina Emilplast - Bomporto (MO) Hanno collaborato a questo numero:
Lorenzo Capitani Achille Perego Sonia Spagnol
Renzo Callegari Direttore Centrale di Produzione Lowe Pirella Fronzoni Presidente Assoprod renzo.callegari@loweworldwide.com Lorenzo Capitani Esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it
Luca Fiammenghi Visual designer Docente presso diversi istituti di formazione visdesign@fastwebnet.it Maria Rosa Mantellato Marketing di prodotto stampa e cartotecnica Postel S.p.A. mariarosa.mantellato@postel.it
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