Il Poligrafico, n. 194, Dicembre 2019

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STAMPA E NUOVI MEDIA NELL’ERA DIGITALE

OSCAR DELLA STAMPA Undici statuette per l’eccellenza italiana

SPECIALE EDITORIA AGENDE E CALENDARI Un mercato di nicchia che dialoga con la tecnologia

N. 194 Dicembre 2019 Stratego Group 20090 Segrate (MI) via Cassanese 224 Euro 9,90


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Sommario

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SPECIALE EDITORIA

PIOMBI Primo piano Rotolito acquista Inprint-Litorama ...........8 Poligrafici Printing migliora utili e ricavi ...9 Fedrigoni acquisisce Ritrama ................10 De La Rue a rischio fallimento ..............11 Fornitori ...............................................12 Istituzioni..............................................14 Aziende grafiche ..................................17 SPECIALE EDITORIA Libri, tirature, print on demand: l’editoria italiana in evoluzione ..............26 Grafici e tabelle fotografano il settore in Italia ...................................28 A ciascun libro la sua carta: la parola alle cartiere ............................34

LIBRI, TIRATURE, PRINT ON DEMAND: L’EVOLUZIONE DEL SETTORE IN ITALIA PAG. 26

EVENTI Oscar della Stampa 2019: la serata della premiazione alle eccellenze italiane ..........................19 Al Print Economic Forum anticipazione dei dati di Print Connection ...................22 Canon Future Book Forum: creare community di lettori per far crescere l’editoria globale................42 Al TAGA Day presentato il documento sulla tecnologia UV ..........46 Heidelberg Italia inaugura il Digital Experience Center ...................54 Kyocera entra nel production printing....58 UOMINI&AZIENDE Dtd Packaging .....................................49 StarPack Srl .........................................50 RUBRICHE I nomi di questo numero.........................6 Lex, legis Il “Pacchetto rifiuti” nell’era dell’economia circolare.........................56 Printing portraits Agende e calendari ..............................62 L’opinione di... Sergio Facchini Sopravvivenza nostra, del nostro ambiente, delle nostre attività ...............66

I PRODUTTORI DI CARTA RACCONTANO IL MERCATO PAG. 34

Colophon

Direttore responsabile ENRICO BARBOGLIO enrico.barboglio@strategogroup.net Redazione GIULIA VIRZÌ tel. 02 49534500 giulia.virzi@strategogroup.net FEDERICO ZECCHINI Pubblicità MAURO TIRONI tel. 02 49534500 mauro.tironi@strategogroup.net DEBORAH FERRARI tel. 389 9004599 deborah.ferrari@strategogroup.net Rancati Advertising: CLAUDIO SANFILIPPO tel. 02 70300088 csanfilippo@rancatinet.it

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GRAFICI E TABELLE CON I DATI DEGLI ULTIMI ANNI CHE FOTOGRAFANO IL SETTORE PAG. 28

Ufficio traffico BRANDO ZULIANI tel. 02 49534500 brando.zuliani@strategogroup.net

Hanno collaborato a questo numero: MARCO DEPLANO, SERGIO FACCHINI, ACHILLE PEREGO, STEFANO PORTOLANI Progetto grafico e impaginazione CRISTINA MASCHERPA Redazione Centro Direz. MilanoOltre, Segrate MI tel. 02 49534500 fax 02 26951006 Ufficio abbonamenti tel. 02 49534500 fax 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net Editore STRATEGO GROUP srl - Segrate MI www.stampamedia.net Stampa PressUP - Nepi (VT) www.pressup.it Copertina Art direction: CRISTINA MASCHERPA Foto: WWW.DEPOSITPHOTOS.COM

ABBONAMENTI Quota annua euro 84,00 per l’Italia, 144,00 per l’Europa, 159,00 extra-Europa. Numeri arretrati: 15 euro cad. copia. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a Stratego Group srl IBAN: IT70 C034 4020 6000 0000 0264 200

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TAGA DAY: PRESENTATO IL DOCUMENTO TECNICO SULLA TECNOLOGIA UV PAG. 46

“PRINTING PORTRAITS”: AGENDE E CALENDARI, UN MERCATO DI NICCHIA PAG. 62

R.E.A. Milano n. 1190227 Autorizz. Trib. Mi n. 512 del 26.10.85 Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Stratego Group srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è Enrico Barboglio (enrico.barboglio@strategogroup.net - via Cassanese 224 - Segrate (MI) - tel. 0249534500 - fax 0226951006). Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Per inviare inviti alla redazione per conferenze o eventi, scrivere a inviti.redazione@strategogroup.net Organo Ufficiale ITALIA

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associazione tecnici arti grafiche italia

EURO GRAPHIC PRESS

Il PolIgrafIco è la rIvIsta ItalIana del gruPPo eurograPhIc Press www.eurograPhIcPress.com

In Italia una famiglia su dieci non ha alcun libro in casa, un valore rimasto pressoché costante nell’ultimo ventennio. E anche nei casi in cui è presente una di Giulia Virzì libreria fra le pareti domestiche, il numero di libri presenti per circa una famiglia su tre non supera i 25 volumi; il 64% ha una libreria con al massimo 100 titoli che, come spiega Istat, calcolando un ingombro medio di 30/40 libri per metro lineare, significa occupare non più di tre ripiani di uno scaffale. Fate mente locale di com’è la situazione in casa vostra. Così arriviamo al 95% del campione di circa 24mila famiglie, che mira a essere rappresentativo del Paese, su cui è stata condotta l’indagine. Della minima percentuale rimanente, tra le persone che dichiarano di disporre di oltre 400 libri in casa, circa una su cinque (23,1%) non ne ha letto nemmeno uno. Da qui se ne deduce una troppo spesso sottovalutata proprietà dei libri: essere degli ottimi complementi d’arredo. Parlare di editoria significa scoperchiare il vaso di Pandora. In Italia non ci sono molti lettori, o meglio, ce ne sono meno di quanto sarebbe necessario. Gli ultimi dati parlano di quattro italiani su dieci ad aver letto almeno un libro nell’ultimo anno: significa che il 60% invece non lo ha fatto. E stiamo parlando di un solo libro, non dell’intera Recherche di Marcel Proust. Determinante il livello di istruzione: legge libri il 73,6% dei laureati, il 46,7% dei diplomati e solo il 26,5% di chi possiede al massimo la licenza elementare. Cultura chiama cultura. Un dato positivo: i lettori più voraci sono i giovani e in assoluto il pubblico più affezionato alla lettura è quello delle ragazze tra gli 11 e i 19 anni, che per oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno. Un altro dato positivo: la lettura è fortemente influenzata dall’ambiente familiare: i bambini e i ragazzi sono a loro volta lettori se i genitori hanno questa abitudine. Non ci credete? Leggono tre ragazzi su quattro sotto i 18 anni con madre e padre lettori e solo il 36,2% tra coloro che hanno entrambi i genitori non lettori. Scuola e famiglia, ecco due posizioni da cui ripartire per invertire la tendenza. «Cambiano rapidamente gli strumenti, i paradigmi, gli stessi linguaggi. Si presentano nuove piattaforme e nuove tecniche e costringono a correre. Ma della lettura avremo sempre bisogno. Si affermerà sempre», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento alla cerimonia per i 150 anni dell’Associazione italiana editori, aggiungendo poi: «La politica, le istituzioni, hanno il dovere di confrontarsi con voi (editori, ndr) e di approntare le misure più idonee per diffondere i libri e per far sviluppare la lettura. Si legge ancora troppo poco in Italia. Dobbiamo migliorare: leggere è una ricchezza immateriale della quale non possiamo fare a meno». Immateriale e materiale: in dieci anni il calo di lettori ha portato a una riduzione di circa 45 milioni di copie stampate. Ne soffre un’intera filiera che nella cultura ha uno dei suoi motori propulsori. Dobbiamo migliorare. Per invertire la tendenza e ripartire.

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Editoriale

OSCAR DELLA STAMPA: LA SERATA DELLA PREMIAZIONE PAG. 19

Invertire la tendenza

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indice dei nomi

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Persone e aziende citate nel numero con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria ACM 19 AEC 14 Agfa Graphics 2 Ahlstrom-Munksjo Arches 12 Ahlstrom-Munksjo Oyj 12 AIE 27,37 Albertini Emilio 19 Albertini Packaging Group 19 Allin Mark 43 Amazon 32,34 Amodei 8 Andrich Peter 20 Apple 34 Arconvert 10 Arrigoni Claudio 64 Arti Grafiche Alpine 17 Arti Grafiche Turini 19 Artigrafiche&Diaries Italia 8,64 Asinari Abele 20 Assografici 19,62 Assoprod 20 Azul Sistemi 47 Bain Capital 10,36 Bandecchi Emanuele 8,62 Bandecchi Federico 8 Bandecchi Paolo 8 Bandecchi Simone 8 Barboglio Enrico 19,22 Beghetto Mauro 11 Beltrame 8 Bergh Chip 9 Bernini Lorenzo 9 Bertelsmann 37 Bianchi Silvano 49 Bona Carlo Emanuele 20 Boost 63 Borello Marco 31 Buffetti gruppo 63 Callegari Renzo 20 Campo Marzio 63 Camporese 15,59 Canon 31,42,55 Caractére 13 Carlessi Maurizio 64 Carnevali Valentina 20 Carrara Marzio 63 Cartiere del Garda 37 Casiraghi 8 Centro Stampa Poligrafici 9 Ceolini Fausto 20 Chinchio Alessandro 20 Chinchio Carla 20 Chinchio Cristina 20 Chinchio Industria Grafica 19 Chinchio Stefano 20 Cipolletta Innocenzo 14 Cirimele Vincenzo 65 Citernesi Andrea 20 Colonna Nico 64 Compendio Bildungsmedien 32,43 Confindustria 14 corGae 46 Costantini Michele 11 Cozza Federico 21

Cozza Luciano 21 Cpz 63 Crotti Francesco 21 D’Este Franco 11 D’Este Grafica&Stampa 11 Dalla Libera Ermanno 23 De La Rue 11 De Marco Giuliano 52 DeAgostini 32 Delfino Emanuele 20 DMA Italia 20 Dtd Packaging 49 Ebbenhorst Marcel 58 Edigit 13 Edubook 32,43 Ellen MacArthur Foundation 8 ePac Flexible Packaging 17 Epson 14 Event Management 20 F.I.L.A. 12 Fabriano 64 Fassi Alberto 63 Fattorossi Luca 20 Favini 64 Federaz. Carta e Grafica 20 Fedrigoni 10,36,64 Ferraro Filippo 21 Ferraro Marco 21 Ferrero Giovanni 8 Fiammenghi Luca 20 Fiorito Fabrizio 51 Fisk Peter 43 Flint Group 12 Fondazione Daimon 46 Fortin Paolo 21 Fuji Xerox 9 Gallus 20 GEDI 9 Giordano Roberto 51 Giovagnoni Francesco 63 Gpack 8 Grafica Nappa 19 Grafica Veneta 8 Grafiche Ellemme Venezia 11 Grafiche Veneziane 11 Grafiche2AM 11 Grafipro 50 Grilli Marco 32 Gruppo Cordenons 21 Gruppo Ferrero 8 Gruppo Monrif 9 Gut 64 Hamann Nicola 14 Heidelberg 3,11,17,20,54 Hoepli 31 HP 9,17,21,31 Il Sole 24 Ore 19 Imbimbo Luca 50 Imbimbo Salvatore 50 InPrint Milan 14 Inprint-Litorama 8 Ist. Poligrafico Zecca di Stato 19 Ist. Sant’Ambrogio DonBosco 14 Istat 26

Istituto Poster 23 Italfinance Milano 54 John Wiley & Sons 43 Johnson 63 Johnson Ben 43 Klumpp Johannes 34 Knott Jack 17 Kodak 12,31 Koenig & Bauer 8,20,44 Komori 41,49 Konica Minolta 13,21 Kyocera Doc. Solutions 58 La Franceschina Antonio 21 La Posta Laura 19 La Prensa 19 Labe 19 Laterza 14 Lavorini Stefano 20 Leaderform 19 Lecta gruppo 37 Lediberg 63 Legami Milano 63 Levi Roberto 20 Lores Enrique 9 Loro Claudia 10 Mack Brooks Exhibitions 14 Maietta Vincenzo 50 Maiorano Antonio 21 Manifattura del Seveso 40 Manroland 8 Manzi Ennio 54 Marks-3zet 61 Martinetti Franco 20 Mattera Rinaldo 54 Medioli Chiara 36 Meroni Angelo 46 MGI 13 Modolo Davide 11 Moleskine 62 Mondi 34 Monti Adalberto 46 Mormile Alberto 20 Nappa Antonio 21 Nappa Edoardo 21 Nardelli Alessandro 37 Nardini Elia 46 Natali Nicola 9 Nava Design 64 Nava Press 8,63 Nespolo Marco 10 NOA 14 Nuova Erreplast 19 Onlineprinters 7 Open Age 17 Oscar della Stampa 19 Packaging Meeting 20 Pantone 14 Peccati Giuseppe 20 Pedretti Gaia 14 Perinello Gianfranco 11 Pierini Massimiliano 14 Podd Michael 12 Poligrafici Il Borgo 8 Poligrafici Printing 9

Pomini Lorenzo Portolani Stefano Pozzoni gruppo PressUP Print4All Printgraph Printweek Qualifiction Raccioppoli Domenico Raffaele Massimo Reed Exhibitions Reyero Meal Veronica Ricoh Italia Rink Tomas Ritrama Gruppo Roberto Carmelo Rotolito Rotopress International Roversi Paolo Rubicondo Luca Rui Alberto Sachet Marco Sammarco Agostino Sanfilippo Claudio Savarese Nicola Scapicchio Gaetano Schoening Gesa Sironi Alberto Sismaitalia Smithers Pira Smurfit Kappa Springer Nature StarPack Stucchi Oscar Suardi Matteo Tabacco Chiara TAGA Italia Tagliabue Vittorio Tancredi Alan Taschen Tecnau Testa Domenico Testa Fabio Thames&Hudson Tide Charles Timson Tisato Federica Trevisan Manuel Turini Aldo Turini Livio TwoSides Vacher Clive Valonta Luca Veneta Roto Viscom Italia Visentin John Weder Juergen WGM Winkler Ralf Wolff Peter Xerox Zapnito

10 22 8 65,68 18 20 12 33 21 21 14 43 14 10 10 61 8,62 9 62 50 11 20 50 20 50 20 33 46 19 54 12 43 50 21 21 14 46 17 10 38 52 49 49 43 43 63 21 46 20 20 24 11 11 8 14 9 32,43 11 33 42 9,31 43

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Primo piano Aziende grafiche Fornitori Istituzioni Associazioni

ati di settore Eventi

Rotolito acquista Inprint-Litorama per crescere nella stampa roto e piana Inprint-Litorama, specializzata nella stampa commerciale ed editoriale – mentre il ramo affissioni e cartotecnica è stato ceduto nei mesi scorsi a Gpack – è stata acquisita dal gruppo Rotolito, fondato da Paolo Bandecchi che lo guida ora, insieme ai manager, con i figli Simone, Federico ed Emanuele. Non era un mistero sul mercato che già da qualche tempo l’attuale proprietà di Inprint-Litorama – che aveva acquisito l’azienda negli anni scorsi dalle storiche famiglie fondatrici Beltrame e Casiraghi – fosse disponibile a valutare eventuali offerte d’acquisto. E il dossier sarebbe stato visionato in passato – si dice – da più di un possibile pretendente. Nomi come

L’ingresso dello stabilimento Rotolito a Pioltello.

Grafica Veneta, Poligrafici Il Borgo (Amodei), Pozzoni e anche qualche stampatore estero. Tra chi aveva valutato l’operazione c’era anche Rotolito. L’acquisizione di InprintLitorama – che nei mesi scorsi ha concentrato le attività produttive (roto e piana) in un unico polo a Baranzate di Bollate lasciando quello di Mazzo di Rho – rientra nella strategia di crescita anche per linee esterne del gruppo che fa capo alla

famiglia Bandecchi. Un aumento della capacità produttiva che aveva già visto nei mesi scorsi l’acquisto di Veneta Roto, storica azienda grafica con sede a Verona e dotata di una rotativa 16 pagine KBA. L’operazione Inprint-Litorama prevede, da parte di Rotolito, l’aggregazione di tutta la realtà produttiva del gruppo di Baranzate di Bollate che fattura circa 45 milioni di euro, ha un centinaio di dipenden-

ti (per i quali pare non siano previsti esuberi) e un focus produttivo nel settore della Gdo. Inprint-Litorama dispone di un parco macchine roto composto da quattro rotative a 4/5 colori Litoman e Rotoman (una 64 pagine, una 48 e due 16 che possono lavorare in coppia formando una 32) e due macchine a foglio sempre Manroland: una 70x100 a 8 elementi con bianca e volta e sbobinatore e una 8 colori (4+4) 130x185, una macchina particolare per il grandissimo formato di cui sul mercato esistono solo pochi equivalenti. L’acquisizione di InprintLitorama rafforza il ruolo sul mercato italiano ed europeo di Rotolito e risponde a una strategia di crescita iniziata con l’ope-

razione Veneta Roto, l’espansione nel packaging con Nava Press, l’apertura di un polo produttivo di stampa e confezione, adiacente al magazzino automatico "Paper Cube" di Cernusco sul Naviglio (uno spazio di circa 8 mila metri quadrati dove sono state installate una 72 pagine MAN e 4 linee di punto metallico) e l’ingresso con una quota di capitale nella società Artigrafiche iaries Italia. «La nostra strategia – aveva spiegato Bandecchi – è quella di essere in grado di rispondere il più possibile alle richieste dei nostri clienti italiani ed esteri. Non ci consideriamo solo una società industriale ma anche e soprattutto di servizio». Achille Perego

Impegno green del gruppo Ferrero: packaging al 100% sostenibile nel 2025

Ferrero ha anche firmato il “New Plastics Economy Global Commitment” promosso dalla Ellen MacArthur Foundation 8

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Il packaging – e non solo per le normative europee plastic free – diventa sempre più ecosostenibile. Un percorso intrapreso con forza anche da Ferrero che ha annunciato di voler rendere tutti gli imballaggi 100% riutilizzabili, riciclabili o compostabili entro il 2025. Con il decimo Rapporto di

Responsabilità Sociale del gruppo, l’azienda della Nutella anche sul fronte del packaging punta a rafforzare ulteriormente – spiega una nota – l'approccio Ferrero al miglioramento continuo degli imballaggi e si inserisce nella strategia di gruppo volta a ridurre al minimo l'impatto ambientale, partendo dalle materie prime, passando per gli impianti produttivi e la logistica, lungo l'intera catena del valore”. Ferrero ha anche firmato il “New Plastics Economy Global Commitment” promosso dalla Ellen MacArthur Foundation condi-

videndo la visione di uno sviluppo di un'economia circolare per la plastica. Ferrero spiega di voler eliminare gli imballaggi in plastica problematici o superflui attraverso la riprogettazione, l'innovazione e nuovi modelli di delivery. Ferrero ha da sempre adottato comportamenti responsabili per offrire prodotti di alta qualità, che contribuiscano positivamente sia alla società di oggi che a quella futura», ha commentato Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del gruppo Ferrero, che coinvolgerà l'intero gruppo, i fornitori

e i partner. Gli investimenti in R e pen Innovation guideranno la strategia per eliminare gli imballaggi in plastica superflui. Per potenziare le iniziative locali di riciclaggio dei rifiuti degli impianti, Ferrero fa sapere di stare collaborando con riciclatori, sistemi nazionali di gestione dei rifiuti, aziende non alimentari, per esplorare applicazioni difficili da riciclare e identificare progetti per utilizzare i rifiuti da imballaggi degli impianti produttivi e per garantire la circolarità al minor impatto ambientale possibile. A.P.

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Incidenti sul lavoro, morto uno stampatore della Poligrafici

Il decesso dell uomo sarebbe avvenuto per arresto cardiaco mentre era ricoverato alla Clinica della ano di odena

Assemblea straordinaria e sciopero spontaneo immediato nei turni notturni fra il 29 e il 30 ottobre da parte dei lavoratori della Poligrafici (CSP del Resto del Carlino gruppo Monrif, subito dopo aver ricevuto la notizia della morte di Lorenzo Bernini, lavoratore del Centro Stampa che era ricoverato per un incidente sul lavoro avvenuto nella notte di mercoledì 23 ottobre. Lo ha reso noto un comunicato diffuso da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Coordinamento RSU Resto del Carlino, Nazione, Il Giorno di Bologna, Firenze e Milano. Lo sciopero ha bloccato l’uscita dei giornali di tutto il gruppo. Il decesso dell’uomo sarebbe avvenuto per ar-

resto cardiaco mentre era ricoverato alla Clinica della Mano di Modena dove il lavoratore aveva subito un lungo intervento chirurgico nel tentativo di salvare la mano rimasta schiacciata nella rotativa. “Lorenzo lascia la moglie e un figlio: intorno a loro i colleghi e tutto il sindacato si stringono nel dolore, e come segno tangibile di solidarietà doneranno alla famiglia la retribuzione del giorno del funerale”, si legge nel comunicato congiunto dei sindacati che annunciano di aver chiesto all’azienda di sospendere cautelativamente la macchina rotativa su cui è avvenuto l’incidente, in attesa della ricostruzione della dinamica dell’incidente.

Il Gruppo Poligrafici Printing migliora utili e ricavi nel 201 Sono risultati in crescita quelli relativi ai primi nove mesi del gruppo Poligrafici Printing approvati dal cda presieduto da Nicola Natali. Risultati ai quali hanno contribuito le nuove commesse di stampa di quotidiani per conto terzi entrate in produzione nel corso del 2018. Nei primi nove mesi del 2019, spiega una nota diffusa dalla holding del settore printing del Gruppo Monrif a cui fanno capo la controllata (al 100%) Centro Stampa Poligrafici (CSP oltre alla collegata Rotopress International (al 33%) i ricavi consolidati sono cresciuti a 19,8 milioni di euro rispetto ai 17,5 dell’analogo periodo del 2018. In particolare i ricavi inerenti la stampa poligrafica sono stati pari a 1 milioni contro 16,9. L’incremento è principalmente imputabile alle commesse non captive che si sono iniziate a produrre a partire dal mese di febbraio dello scorso anno, relative alle

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testate Gazzetta di Parma, Il Tirreno e la Repubblica. Gli altri ricavi sono pari a 0,8 milioni di euro e includono riaddebiti (0,3 milioni) alla collegata Rotopress International, vendite di materiali di scarto (carta, lastre ecc.) e sopravvenienze attive. I costi operativi sono stati pari a 9,4 milioni rispetto ai 9,2 dello stesso periodo del 2018 mentre il Costo del lavoro è cresciuto da 4,9 a 5,6 milioni per effetto principalmente dell’assunzione di otto lavoratori ex GEDI dal primo aprile 2019 (per un totale di 102 dipendenti) e al minore ricorso all’istituto della solidarietà. Oltre ai ricavi è migliorata anche la redditività con il margine operativo lordo consolidato salito da 3,3 a 4,7 milioni (con un Ebitda margin pari al 24,9% dei ricavi di stampa rispetto al 19,8% registrato nei primi nove mesi del 2018) e un utile netto passato da 1,4 a 1,8 milioni. A.P.

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re Eventi Cultura Aziende Poltrone In uencer Eventi Premi Imballaggio Carta Scuole

Acquisizione Xerox-HP, dalle prime indiscrezioni all pa ostile «Dite di non apprezzare la nostra tattica "aggressiva", ma non ci scuseremo. Abbiamo in programma di rivolgerci direttamente ai vostri azionisti». È con queste parole che John Visentin, ceo di Xerox Holdings Corporation, lancia la preannunciata offerta di pubblico acquisto (Opa) su HP. Ancora nessun accenno, al momento di stesura di questo articolo, alle tempistiche sui mercati. La presa di posizione è arrivata lo scorso 26 novembre, a distanza di due giorni dal secondo secco rifiuto da parte di Enrique Lores e Chip Bergh, rispettivamente ceo e presidente del consiglio d'amministrazione di HP, all'offerta di acquisizione del valore di oltre 33 miliardi di dollari avanzata da Xerox. In quest'ultima lettera di rifiuto, HP aveva definito "aggressiva" la strategia di Xerox, imputandola alla volontà di "forzare una potenziale combinazione in termini opportunistici e senza fornire informazioni adeguate". ohn Visentin di Xerox La tempesta Xerox-HP comincia e Enrique Lores di HP a inizio novembre, quando il Wall Street Journal diffonde la notizia della possibile acquisizione di HP da parte di Xerox. HP conferma di aver effettivamente ricevuto un’offerta di acquisizione, il cui valore di mercato si aggira sui 33 miliardi di dollari, ma bisogna aspettare il 17 novembre quando, con una lettera indirizzata a John Visentin a firma di Enrique Lores e Chip Bergh, “il Consiglio di amministrazione HP rifiuta all'unanimità la proposta non richiesta di Xerox”. Le motivazioni: offerta insufficiente e l'operazione non sarebbe nel miglior interesse degli azionisti della società. L’offerta era così composta: 22 dollari ad azione, per il 77% in cash e il 23% in azioni (equivalente di 17 dollari in contanti e 0,137 azioni Xerox per ogni azione HP). L’offerta è giunta all’indomani della vendita del 25% di Fuji Xerox da parte di Xerox al suo partner giapponese (a 57 anni dalla creazione di questa joint venture) per 2,3 miliardi di dollari e arrivando alla risoluzione di una causa da oltre 1 miliardo di dollari intentata contro Xerox da Fujifilm. Dopo il primo rifiuto, Xerox lancia il suo ultimatum: un'offerta pubblica di acquisto (Opa) ostile sulla società se non verrà riconsiderata la possibilità di una trattativa amichevole. Alla minaccia di Opa ostile Lores e Bergh rispondono con un altro secco rifiuto, e con una stoccata a proposito della faccenda FujiXerox: «Temiamo che l'uscita abbia lasciato un considerevole buco strategico nel portfolio di Xerox». A questa comunicazione Xerox risponde dunque con l’annuncio dell’Opa ostile: Xerox procederà a rivolgere la sua offerta agli azionisti di HP che decideranno, entro un limite prestabilito di tempo, se accettare oppure no l'offerta. Scaduto il termine temporale, la società che ha lanciato l'Opa valuta se è riuscita a raggiungere un risultato positivo e stabilisce se procedere con l'acquisto effettivo delle quote. GV

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Primo piano Aziende grafiche Fornitori Istituzioni Associazioni

ati di settore Eventi

Fedrigoni, nessun licenziamento a Varone. a resta l incognita salari Nessun licenziamento nella cartiera di Varone in Trentino, ma 23 trasferimenti negli stabilimenti limitrofi di Arco e di Arconvert. Ancora da discutere gli adeguamenti salariali dei lavoratori della cartiera che a partire da gennaio 2020 smetterà il ciclo continuo. Questo è in sostanza quanto emerso dal primo tavolo di confronto fra le rappresentanze sindacali e il Gruppo Fedrigoni, che in un comunicato annuncia “un articolato piano di crescita, 10 milioni di investimenti nel 2020 in macchinari e strutture nel polo trentino e (probabilmente, viene aggiunto più avanti nel comunicato, ndr nuove assunzioni negli stabilimenti di Arco di rento, dove si andrà a produrre più carta per

Lo stabilimento della ex Arti Group.

la stampa digitale oltre a carte patinate di alta gamma . Quello di Varone (con 155 dipendenti) è uno dei quattro stabilimenti del Gruppo Fedrigoni presenti in Trentino per un totale di 8 lavoratori tra gli stabilimenti di Varone, Arco, Scurelle e Arconvert (società controllata con sede ad Arco . Alla notizia dello stop al ciclo continuo i sindacati avevano denunciato il rischio di 30 esuberi e di un taglio

salariale di oltre 300 euro sulla busta paga dei lavoratori della cartiera di Varone, dovuto proprio alla diminuzione del numero di ore lavorate. La questione dei salari dobbiamo ancora discuterla», spiega Claudia Loro, segretaria generale Cigl SLC del rentino, al tavolo di confronto insieme a Lorenzo Pomini, segretario generale FIS EL CISL, Alan ancredi, segretario generale Uilcom del rentino, e alle RSU di

Fedrigoni Varone. Fedrigoni ci ha assicurato che il cambio di orario a Varone risponde a una scelta organizzativa, parte di una mission complessiva. Per assicurarci della serietà del proposito abbiamo chiesto chiarimenti sugli investimenti, che ci saranno nell’immediato sullo stabilimento di Arco e a partire dal 2021 anche per Varone», continua Loro. Delle 23 persone da trasferire 6 sarebbero destinate allo stabilimento di Arco e 18 invece nello stabilimento Arconvert, la divisione converting del Gruppo Fedrigoni dove si realizzano prodotti autoadesivi. uesti trasferimenti, a differenza dei primi, prevedono una cessione di contratto: Fedrigoni ha dichiarato la

sua disponibilità nel dare un incentivo economico ai lavoratori che accetteranno il trasferimento, riferisce la segretaria generale Cigl SLC, che conclude: Abbiamo dato come termine all’azienda per la risoluzione della questione la fine di gennaio 2020». Alan Tancredi, segretario generale Uilcom del Trentino, ricorda come una situazione simile accadde già nel 2013, quando fu deciso uno stop al ciclo continuo (che venne poi ripristinato) in uno stabilimento Fedrigoni, e allora la società optò per una soluzione di compensazione. La speranza, aggiunge Tancredi, è di arrivare allo stesso tipo di risultato per i lavoratori di Varone. GV

Fedrigoni acquisisce itrama, closing previsto a inizio 2020 A seguito dell operazione il atturato del Gruppo Fedrigoni raggiunger circa 1,6 miliardi di euro

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Fedrigoni S.p.A. ha sottoscritto il contratto di acquisizione del gruppo Ritrama, multinazionale italiana di prodotti autoadesivi con siti produttivi in Italia, Spagna, Regno Unito, Cile e Cina. La famiglia Rink, fondatrice del gruppo Ritrama, manterrà la proprietà e la gestione del business di Ritrama in ord America, continuando la collaborazione commerciale con il resto del Gruppo. Il closing della transazione, che avrebbe un valore fra i 250 e i 300 milioni di euro, è previsto per il primo trimestre 2020

ed è soggetto al perfezionamento di determinate condizioni sospensive. Il gruppo veronese con questa acquisizione - la seconda dall'ingresso di Bain Capital nel capitale - rafforza la sua posizione di top pla er in Europa nel settore Pressure Sensitive Labels, unendo la propria eccellenza nelle etichette per il vino, per il food, l'household e la logistica, all'alta tecnologia applicata ai film adesivi di Ritrama, uno dei principali produttori mondiali per usi pharma, beverages e personal care. I business di Arconvert

e di Ritrama sono in forte sinergia, operano entrambi con ottimi risultati su mercati in gran parte complementari, Arconvert con un'alta specializzazione nelle etichette autoadesive realizzate con carte speciali, Ritrama con un maggiore expertise nella produzione dei film plastici autoadesivi», afferma Marco Nespolo, amministratore delegato di Gruppo Fedrigoni. Soddisfazione anche da parte di Tomas Rink, presidente di Ritrama che commenta: Sono molto orgoglioso di questa operazione che garantisce al gruppo Ri-

trama e alla sua organizzazione di poter crescere ulteriormente all'interno di una realtà industriale solida e in forte espansione a livello internazionale quale il Gruppo Fedrigoni, con cui condivide i medesimi valori». Ritrama ha registrato ricavi di circa 400 milioni di euro al 31 dicembre 2018 che si aggiungeranno ai circa 1,2 miliardi di ricavi del Gruppo Fedrigoni nello stesso periodo; a seguito dell'operazione, il fatturato del Gruppo Fedrigoni raggiungerà circa 1,6 miliardi di euro.

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e La ue, a rischio allimento lo stampatore del primo rancobollo del egno d Italia L’azienda di stampa inglese e La Rue, specializzata nella stampa di banconote, francobolli, passaporti e altri valori, rischia il fallimento. L’amministratore delegato Clive Vacher (designato a guida dell’azienda lo scorso ottobre) ha affermato di vedere un futuro incerto, se la strategia di riconversione dell’azienda non dovesse andare a buon fine. Fondata nel 1821, e La Rue è famoso in Italia per aver stampato la prima serie definitiva di francobolli del Regno d'Italia (nota appunto come e La Rue con l'effigie di Vittorio Emanuele II contornata da un ovale recante la dicitura

La serie e La ue con l e figie di Vittorio Emanuele II, emessa dal 1 dicembre 186 .

Poste Italiane, emessa dal 1º dicembre 1863 e che ebbe validità fino al 1 dicembre 188 . e La Rue stampa banconote per Banca centrale europea, Bank of England, Central Bank of Bahrain, Banco de Guatemala, Central Bank of Iraq, Central Bank of Kenya, Monetary Authority of Singapore e molte altre banche mondiali: sono circa 1 0 in tutto e impiega oltre 2. 00 persone nel mondo. Come riporta il quotidiano Avvenire, il gruppo ha avuto due anni difficili per il fallimento della banca centrale venezuelana; a luglio inoltre è stata coinvolta in un'indagine per corruzione nel Sud Sudan, ancora in corso.

Acqua alta record a Venezia, danni ingenti per gli stampatori «Io ho vissuto anche l’alluvione del 1966, ma questa marea è ancora più terrificante», ha appena il tempo di dire Franco ’Este, stampatore di ’Este Grafica Stampa con sede al Cannaregio, prima che cada la linea e la chiamata venga interrotta. Il 12 novembre a Venezia il maltempo – con raffiche di vento fino a 100 Km/h – ha fatto alzare il livello dell’acqua a 187 cm, allagando l’intera città. Gravi i danni – fra gli altri – alla Basilica di San Marco finita sott’acqua. Lo stampatore Franco D’Este ha ragione: una marea cos terrificante non si vedeva dal 1 66. Ma non è stata l’unica azienda di stampa del capoluogo veneto colpita. «Ci eravamo attrezzati per una marea da 165 cm, sollevando a quell’altezza tutto il materiale: carta, buste, carta chimica, cassettiere, materiale da ufficio. Ma l’onda è arrivata a 187: abbiamo almeno 5 o 6 mila euro

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di danni per i materiali bagnati e addirittura un paio di prese elettriche sott’acqua», racconta avide Modolo di Grafiche2am, azienda fondata nel 1958 con sede al Cannaregio. «Vivendo a Venezia ci si prepara: nel 2007 abbiamo fatto una ristrutturazione, per cui è stato rialzato tutto di 4-5 cm, proprio per prevenire i danni delle maree», conclude. L’acqua è entrata nel reparto legatoria e ha danneggiato due macchinari, oltre che molti materiali. Per non saprei quantificare i danni», spiega Gianfranco Perinello di Grafiche Veneziane Società Cooperativa, azienda di stampa con sede al Cannaregio. «Ci sono già stati danni negli anni passati, ma questa volta si sono bagnate le schede della macchina tagliacarta e della macchina da piega, bisogna vedere se una volta asciugate tornano a funzionare», dice Perinello. GV

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Grafiche Ellemme Venezia in ginocchio per l acqua alta, G pronta a donare la sua Heidelberg Stella «Abbiamo perso carta, lavori già eseguiti, materiali vari. Un occhio di riguardo qui a Venezia lo abbiamo sempre per l’acqua alta, ma non ci aspettavamo un livello così», dice Luca Valonta, dal 1989 titolare insieme a Michele Costantini di Grafiche Ellemme Venezia, tipografia storica veneziana attiva dal 1956 in Campo Santa Maria Mater Domini nel sestiere S. Croce. I materiali non sono le uniche cose danneggiate dalla marea che fra il 12 e il 13 novembre ha toccato i 187 cm, inondando l’intera città: sott’acqua ci sono andate anche una macchina Heidelberg Stella e una digitale, con cui la piccola tipografia esegue i lavori di stampa. «Non sappiamo di preciso quale sia la condizione dei macchinari perché non abbiamo ancora avuto modo di contare i danni effettivi – continua Valonta all’indomani dell’alluvione –. Ma ci sono entrati 60 cm di acqua, i motori delle macchine sono andati sotto ed essendo elettrici faranno fatica a ripartire. L’altra sera piangevamo vedendo l’acqua entrare dalla vetrina: abbiamo visto quello che abbiamo creato in trent’anni sparire in cinque minuti». La storia di Grafiche Ellemme Venezia, grazie a un servizio del telegiornale regionale, è arrivata fino a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, fra le mura della World Graphic Machine Srl, azienda che vende macchine da stampa nuove e usate. All’indirizzo di posta di Grafiche Ellemme arriva una mail da parte di Alberto Rui, export sales director dell’azienda trevigiana. “Abbiamo visto alla tv che la vostra Heidelberg Stella è finita sott'acqua. Ci si è stretto il cuore e vorremmo aiutarvi in qualche maniera”, scrive Rui che prosegue dicendo che anche la WGM ha una Heidelberg Stella (nella foto), e che l’amministratore dell’azienda, Mauro Beghetto, si offre di donarla alla tipografia veneziana. «Non ho parole per descrivere questo gesto – dice Luca Valonta –, ma prima di accettare questo dono magari uno dei loro tecnici può venire a controllare la nostra macchina: sono trent’anni che ci lavoriamo, dirle addio così sarebbe un dispiacere grande», prosegue Valonta. «Stiamo cercando di pulire la parte di negozio, abbiamo buttato via una quarantina di sacchi di roba. Ma per la stampa ho paura che ci vorrà ancora del tempo», spiega Valonta riferendosi ai danni causati dall’acqua salata sia alla macchina offset che a quella digitale. «In ogni caso poteva andare peggio, a parte i danni non ci è successo niente; c’è addirittura chi ha visto un chiosco dell’edicola finire in mare. E poi sono due giorni che ogni ora passano gruppetti di liceali e universitari che ci chiedono se abbiamo bisogno di una mano. E questa è una cosa bellissima», conclude Valonta. di Giulia Virzì

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Risparmiare con le lastre Sonora di Kodak Per un numero sempre maggiore di stampatori, passare alle lastre KODAK SONORA Process Free rappresenta un investimento con effetti positivi sia sull’efficienza operativa che sul ritorno sull’investimento (ROI). Per aiutare gli stampatori che stanno valutando di passare alle lastre process free, Kodak ha sviluppato la stima dei risparmi per le lastra SONORA, il nuovo strumento online che consente loro di calcolare i risparmi stimati nel caso in cui passassero dalle lastre a sviluppo tradizionali alle lastre KODAK SONORA Process Free. Lo sviluppo delle lastre tradizionali consuma acqua, energia elettrica e prodotti chimici per preparare le lastre per la stampa dopo l’imaging sul sistema CTP. La fase di sviluppo comporta inoltre variabilità in grado di influire sull’efficienza e sui costi di stampa. La stima dei risparmi per le lastre SONORA fornisce un calcolo personalizzato dei risparmi potenzialmente conseguibili dagli stampatori se integrassero le lastre SONORA nelle loro attività. Vista l’accelerazione dell’adozione delle lastre KODAK SONORA Process Free in tutto il mondo, Kodak prevede di vendere quasi 1 lastra process free su 3 entro la fine del 2019.

Smurfit appa lancia una gamma di giocattoli in cartone Una volta erano in legno, in latta, in metallo. Poi è arrivata la plastica, che non rende i giocattoli facilmente riciclabili. Sull’onda di una crescente sensibilità nei confronti della questione ambientale, Smurfit Kappa, una delle principali società di imballaggi a base di carta al mondo, appena prima di Natale lancia i suoi giocattoli, ecologici perché realizzati completamente in carta e che strizzano un po’ l’occhio al passato, quando per essere bambini non erano necessari i videogiochi ma bastava una scatola di cartone. Si chiama “ekolife” (www.ekolife.co.uk) l’e-commerce su cui è possibile acquistare questi giocattoli: aerei, automobili, puzzle, negozi, castelli personalizzati e tele che possono essere colorate dai bambini. «I giocattoli ekolife sono stati progettati per incoraggiare i bambini a usare la propria immaginazione e godersi il gioco tradizionale in un mondo sempre più digitale e solitario», afferma Morgan Webster, direttore generale di ekolife, che sottolinea come a fine vita i giocattoli verranno riciclati, senza lasciare alcuna traccia, per diventare un altro prodotto in futuro veramente circolare.

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Flint Group alza i prezzi degli inchiostri offset Flint Group ha annunciato un generale rialzo dei prezzi di tutti gli inchiostri offset presenti nel suo portafoglio prodotti per l'area europea. La decisione è stata comunicata da Michael Podd, Flint CPS chief procurement officer and senior vice-president for global sales, che ha sottolineato come sia una misura resasi necessaria a causa della riduzione delle materie prime. Fra le ragioni di tale scarsità, Podd ha esplicitamente citato l'introduzione in nuovi regolamenti in varie parti del mondo, fra i cui effetti c'è

anche il rialzo dei prezzi delle materie prime o una crescente domanda per le stesse. In particolare, le nuove norme della International Maritime Organisation rendono gli oli a basso contenuto di zolfo – utilizzati per produrre il nerofumo nel mondo della stampa – parte integrante del processo produttivo dei carburanti marittimi, con conseguente rialzo dei prezzi del 20-30%. L'inasprimento delle leggi ambientali in Cina e India, inoltre, ha portato alla chiusura di fabbriche e, di nuovo, al rialzo dei

prezzi. Il tutto senza scordare i costante aumento dei costi derivati dal trasporto di tali materie prime. Come ricordato da Printweek, nel marzo di quest'anno un grave disastro in uno stabilimento chimico in Cina (con più di 80 morti e centinaia di feriti) aveva colpito il mercato mondiale delle materie prime per inchiostri. All'epoca, Podd aveva dichiarato che la conseguenza sarebbe stato l'innalzamento dei prezzi, anche se Flint Group non aveva preso alcun provvedimento in merito.

F.I.L.A. verso l’acquisizione delle carte fine art Arches Il primo annuncio lo scorso aprile, con un accordo di distribuzione in esclusiva su scala mondiale a partire da gennaio 2020; lo scorso 30 ottobre un ulteriore passo verso l’acquisizione. F.I.L.A. – Fabbrica Italiana Lapis ed Affini S.p.A., Ahlstrom-Munksjö Oyj e la sua controllata francese, Ahlstrom-Munksjö Arches S.A.S., hanno firmato un memorandum of understanding (un protocollo d'intesa che descrive un accordo bilaterale fra due o più parti, ndr) non vincolante per l’acquisto da parte di F.I.L.A., o di una società controllata al 100% da F.I.L.A., del ramo d’azienda specializzato nel fine art in cui il Gruppo AhlstromMunksjö, opera attraverso il marchio ARCHES®.

Si prevede che gli accordi siano sottoscritti e che l’operazione venga completata durante il primo trimestre del 2020. Il valore stimato del ramo di azienda delle belle arti, in assenza di cassa o debito finanziario, è di circa milioni di euro. Con questa acquisizione, F.I.L.A. si assicurerebbe, oltre al margine derivante dalla distribuzione, anche

quello derivante dal business delle belle arti che opera sotto il marchio ARCHES®. al 1 2 ARCHES rappresenta la carta più utilizzata per le arti creative e quella preferita tra gli altri da Van Gogh, Matisse, Chagall, Picasso, Braque, Mirò, Dali, Warhol, Alechinsky e da grandi editori d'arte.

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MGI JETVarnish 3D One, la nobilitazione digitale entry-level Piccole tirature di libri, riviste, biglietti da visita, menu, brochure, album fotografici, ma anche imballaggi di lusso: è quello che il sistema di nobilitazione digitale entry-level MGI JETVarnish 3D One, l’ultima nata in casa Konica Minolta, promette di nobilitare. La macchina è pensata per stampatori e graphic arts che desiderano utilizzare sistemi digitali, ma anche per clienti di Konica Minolta che mirano ad accrescere le proprie opportunità commerciali attraverso la nobilitazione. Le caratteristiche principali del sistema sono: • Minori costi di investimento e di produzione; • Spessore della vernice

variabile tra 21 e 116 micron di rilievo in un solo passaggio per realizzare effetti tattili 2D e 3D; • Scanner AIS per la registrazione automatica da foglio a foglio senza la necessità di segni di registro, nessuno spreco e praticamente nessun tempo di avviamento; • Software MGI con un editor della vernice a spot per la modifica dei lavori, un calcolatore dei costi e uno strumento di gestione dei lavori. La tecnologia MGI è combinata con le teste di stampa piezoelettriche Konica Minolta. La verniciatura può essere eseguita sia su stampati offset che digitali. L'asciu-

gatura e l'indurimento della vernice avviene tramite tecnologia LED ecologica (per un ambiente privo di ozono). È possibile stampare fino a 2.077 fogli/ora in formato A e formati fino alle dimensioni di 364x750 mm. Funzionalità opzionali includono la gestione dei dati variabili per il versioning e la personalizzazione, un convertitore PDF automatico (che converte in file IFF e un sistema di illuminazione per lo scanner AIS che consente di utilizzare substrati metallizzati. Già disponibile per dimostrazioni in Francia, MGI JETVarnish 3D One sarà a breve anche in altri showroom in Europa.

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Guerra commerciale USA-Europa, dazi a +25% sugli stampati europei Gli stampati figurano nell'elenco di prodotti europei potenzialmente sottoponibili a dazi dagli Stati Uniti. Lo scontro commerciale USA-Europa – iniziato col contenzioso tra Boeing e Airbus 13 anni fa – ha raggiunto un punto di svolta lo scorso 18 ottobre, quando la World Trade Organization (WTO) ha riconosciuto agli Stati Uniti il diritto di imporre dazi aggiuntivi (pari al 25%) sui prodotti europei come ritorsione per i sussidi che i Paesi europei hanno elargito negli anni ad Airbus. E i prodotti stampati figurano nell'elenco stilato dall'Ufficio degli Affari

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Commerciali americano. Lo riporta la rivista francese Caractère. Attualmente, la bilancia commerciale fra Europa e Stati Uniti è quasi in pareggio, con un export – per il Vecchio Continente – pari a 919 milioni di euro e un import di 928 milioni di euro di prodotti stampati nel 2018. I paesi europei principalmente colpiti dalla manovra daziaria americana sarebbero Regno Unito e Germania, che messi insieme esportano il 70% del totale degli stampati. Se la manovra venisse confermata, gli stampatori europei si troverebbero a fronteggiare una doppia

sanzione: ne avrebbero una diretta sugli stampati che esportano negli USA, e una indiretta su tutti quei prodotti finiti che, prima di essere esportati, subiscono un qualsiasi processo di stampa (basti pensare a un qualsiasi packaging alimentare). Va ricordato, tuttavia, che il verdetto della WTO potrebbe mutare qualora gli Stati Uniti venissero giudicati colpevoli di aver sostenuto finanziariamente Boeing. Questo procedimento, presentato dall'Unione Europea in risposta a quello americano, dovrebbe giungere a conclusione nei primi mesi del 2020.

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Confindustria Cultura Italia, Innocenzo Cipolletta nuovo presidente Innocenzo Cipolletta è il nuovo presidente di Confindustria Cultura Italia, il sistema federativo delle associazioni di Confindustria che rappresentano le industrie culturali e creative del Paese. Cipolletta è stato eletto dal Consiglio generale per il prossimo triennio. «Sono convinto che Confindustria Cultura Italia costituisce uno strumento fondamentale per rafforzare l’industria culturale nel suo complesso all’interno delle logiche produttive e di sviluppo del nostro Paese», ha detto Cipolletta che è anche membro del CdA di Laterza S.p.A e del Consiglio Direttivo dell’Associazione per l’Economia della Cultura (AEC) dopo esserne stato presidente dal 2008 al 2019. Confindustria Cultura Italia rappresenta, secondo le stime del Centro Studi di Confindustria, un comparto che crea un valore aggiunto di quasi 24 miliardi di euro l’anno, pari all’1,5% del Prodotto Interno Lordo, e dà lavoro a 343mila persone, pari all’1,2% degli occupati.

Calendari e progetti grafici ra i banchi di scuola Settimane dense per i ragazzi dell’istituto Salesiano S. Ambrogio Opera Don Bosco di Milano. Sono stati protagonisti di un concorso grafico per la realizzazione di un calendario organizzato da Ricoh Italia in collaborazione con NOA New Office Automation e di un progetto per sostenere la formazione e stimolare la loro creatività lanciato da Epson. Il progetto “Opticalendar” ha previsto la creazione grafica di un calendario a schede con grafiche minimal e geometrie contrastanti. Gli studenti hanno lavorato sugli effetti resi possibili da molte carte gestite da Ricoh Pro C7200X. A vincere il contest Gaia Pedretti e Chiara Tabacco, premiate per la qualità del risultato, la capacità progettuale e la creatività coerente al tema proposto. Per “Epson: palestra creativa con i designer di domani” ogni studente dovrà lavorare come un vero e proprio grafico di un’agenzia creativa e i finalisti avranno a disposizione una stampante Epson SureColor SC-F500 per dare vita al proprio lavoro. Il progetto coinvolge circa 30 studenti e ha come tema la sostenibilità. A marzo 2020 una giuria di esperti valuterà ciascun lavoro e tre studenti finalisti potranno vedere realizzate le loro grafiche.

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Viscom Italia e Inprint Milan: accordo strategico per sinergie di filiera Viscom Italia, mostra convegno internazionale della comunicazione visiva, e InPrint Milan, esposizione internazionale delle tecnologie di stampa per la produzione manifatturiera, si uniscono in unico appuntamento milanese; Reed Exhibitions, società organizzatrice di eventi fieristici, ha rilevato la connazionale Mack Brooks Exhibitions (organizzatrice di InPrint Munich e InPrint Milan). La prima espressione della collaborazione avverrà durante la prossima edizione Viscom Italia, dal 22 al 24 ottobre 2020. uesta sinergia, finalizzata alla realizzazione di nuovi progetti di business competitivi, consentirà alle aziende partecipanti

alle due manifestazioni di incontrare nuovi professionisti alla ricerca di soluzioni tecnologiche e applicazioni innovative per i mercati della comunicazione visiva, comunicazione digitale, 3D, design, retail, fashion e industria manifatturiera. «L’accordo con Mack Brooks Exhibitions dichiara Massimiliano Pierini, managing director Reed Exhibitions Italia - va ad inserirsi nella nostra strategia complessiva che è quella di valorizzare due fiere di eccellenza nella produzione interazionale e dare spinta all’innovazione di un settore sempre più creativo, all’avanguardia e in costante evoluzione». Nicola Hamann, ammini-

stratore delegato di Mack Brooks Exhibitions, ha dichiarato: «Siamo molto entusiasti dell'opportunità di questa sinergia per valorizzare i marchi InPrint Milan e Viscom Italia. Saremo in grado di presentare un appuntamento unico e di rilievo per tutte le tecnologie del settore della stampa sul mercato italiano. Offriremo ai nostri espositori e visitatori un valore aggiunto in termini di servizio e opportunità di business». Per raggiungere questo traguardo, gli organizzatori delle due fiere lavoreranno fianco a fianco per arricchire l’esperienza e il know how degli operatori e delle aziende operanti nei rispettivi comparti.

Classic Blue è il colore PANTONE dell'anno Atteso con ansia, finalmente eccolo: il colore del 2020 è il PANTONE 19-4052 Classic Blue. "Infondendo calma, fiducia e un senso di connessione, questa intramontabile tonalità di blu mette in evidenza il nostro desiderio di una base stabile e affidabile da cui partire mentre ci apprestiamo a varcare la soglia di una nuova era". Ecco come PANTONE presenta la sua scelta, quella di una sfumatura intramontabile, elegante e semplice. Il PANTONE 19-4052

Classic Blue è stato scelto perché risponde alla necessità di rassicurazione, calma, pace e tranquillità che un’epoca iperconnessa richiede. Un colore che concede il lusso della riflessione, lo spazio e il tempo per la concentrazione di cui si

ha bisogno per trovare il proprio equilibrio. "Dal momento che l’abilità umana fatica a tenere il passo con la tecnologia, non stupisce che siamo attratti da colori onesti che offrono un senso di protezione. Tonalità non aggressiva con cui ci si identifica facilmente, l’affidabile PA E 19-4052 Classic Blue si presta a un’interazione rilassata. Questo colore universalmente prediletto associato all’avvento di un nuovo giorno è accolto senza indugi", si legge ancora tra le motivazioni.

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Vittorio Tagliabue, titolare di Arti Grafiche Alpine, davanti alla nuova Heidelberg.

Arti Grafiche Alpine investe in una Speedmaster XL 106-8PL Espandere ulteriormente la propria offerta e guadagnare ancor più dinamicità sul mercato. Arti Grafiche Alpine, azienda di Busto Arsizio, ha scelto l’esperienza di Heidelberg, investendo in una Speedmaster XL 106-8PL. Nata oltre un secolo fa, in tre generazioni l’azienda si è evoluta da tipografia artigiana a una vera e propria industria della stampa, dove impegno quotidiano, passione e flessibilità si fondono con il forte focus sull’innovazione tecnologica e la sostenibilità. A dimostrarlo c’è l’impianto fotovoltaico installato nel

2012 che garantisce circa 7000 Kwh/anno pari al 20% del fabbisogno energetico aziendale. La nuova Speedmaster XL 106-8PLX garantisce ancor più flessibilità e capacità produttiva per rispondere alle esigenze di un mondo sempre più connesso, e con tempi di consegna dei lavori sempre più stretti, grazie a una produzione completamente automatizzata. La sinergia del cambio automatico delle lastre Autoplate Pro con software quali Press Room Manager, Intellistart 2 e Color Assistant Pro permette di esaltare il Push

to Stop – la produttività ininterrotta che è una caratteristica fondamentale dei sistemi Heidelberg. Intellistart 2 supporta il cambio di paradigma dal pulsante di avvio lavoro a quello di arresto tipico della produzione industriale. I processi vengono avviati automaticamente quando si cambia lavoro, e poi eseguiti per conto proprio. Come parte di questo processo, il sistema di misurazione del colore e registro Prinect Inpress Control 2 con la funzione Quality Assist cambia automaticamente la macchina per la "produzione della tiratura".

ePac Flexible Packaging acquista 24 HP Indigo 20000 Ventiquattro HP Indigo 20000 per un totale di oltre 100 milioni di dollari di investimento: è questo l'accordo raggiunto fra ePac Flexible Packaging, stampatore americano specializzato nel packaging flessibile, e HP all'inizio di novembre. ePac Flexible Packaging, nata nel 2016, non è nuova a simili investimenti: nel 2018 la società aveva ampliato il proprio parco macchine con un mega ordine da 20 unità HP Indigo 20000. Quel contratto, firmato durante Pack

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Expo 2018 a Chicago, era stato accompagnato dalla previsione di avere, entro il 2020, 28 macchine installate in 15 sedi produttive che coprissero tutto il territorio degli Stati Uniti. Oggi ePac Flexible Packaging va ben oltre quelle previsioni: quando tutte le nuove HP Indigo 20000 saranno operative entro il prossimo anno, l'azienda disporrà di 52 sistemi in 20 siti, due dei quali esterni agli Stati Uniti (Canada e Regno Unito, per la precisione). «La tecnologia HP Indigo

ci permette di aiutare la trasformazione digitale del mercato dall'interno, offrendo alle PMI opportunità per portare nuovi prodotti sul mercato in tempi rapidi», commenta Jack Knott, ceo ePac Flexible Packaging. «In soli tre anni abbiamo accresciuto esponenzialmente il nostro business e quest'anno stiamo sperimentando un tasso di clienti che usano i nostri servizi più di una volta pari al 75%. Sulla base di questo successo, abbiamo deciso di rivedere il nostro piano aziendale accelerandolo con un investimento aggiuntivo». I mercati di riferimento di ePac Flexible Packaging sono quelli del packaging alimentare.

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Le statuette degli Oscar della Stampa consegnate nel corso della serata.

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eventi

Oscar della Stampa

Undici statuette per eccellenti aziende di stampa italiane

Giunti alla XXVIII edizione, gli Oscar della Stampa hanno premiato anche quest’anno l’eccellenza dell’industria della stampa in Italia, celebrando l’innovazione e la capacità di visione, la leadership imprenditoriale e la creatività delle aziende del printing. Sono state 11 le statuette consegnate nel corso della cerimonia di premiazione a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, quest’anno preceduta dal Print Economic Forum, un forum dedicato ai membri del Club delle Eccellenze (nel quale entrano di diritto a far parte le società che negli anni si sono aggiudicate un Oscar della Stampa o, come si chiamava anni fa, una Vedovella e che con i premiati di quest’anno ha raggiunto quota 77 aziende) condotto da economisti, giornalisti ed esperti del mondo della comunicazione con tavole rotonde, dibattiti aperti e presentazioni di ricerche di mercato esclusive, come per le anticipazioni sull’andamento del mercato dell’industria della stampa in vista del primo numero del 2020 del Poligrafico (sul quale, come consuetudine, saranno pubblicate le classifiche delle aziende di stampa italiane

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che generano ricavi superiori a 5 milioni di euro, i cosiddetti “Big”). Rispetto all’anno scorso è stato assegnato un Oscar in più: il Premio speciale “Cent'anni di stampa” a Grafica appa, per celebrare il centesimo anniversario dalla fondazione dell’azienda della provincia di Caserta. Il premio Imprenditore dell'anno è stato assegnato a Emilio Albertini, titolare di Albertini Packaging Group e presidente di Assografici, mentre il riconoscimento come Industria Grafica dell'anno è stato dato a Chinchio Industria Grafica. Istituto Poligrafico Zecca dello Stato è stata premiata come Industry 4.0 of the ear Arti Grafiche urini come Best Cartotecnica; La Prensa come Best Label Printer; Leaderform come Best igital Printer ACM come Best echnolog Innovator uova Erreplast come Best Converter Labe come Best obilitazione e Supporti speciali e infine Sismaitalia come Best ide Format. A presentare la serata Laura La Posta, giornalista de Il Sole 24 Ore, ed Enrico Barboglio, ceo di Stratego Group e membro della giuria che lo scorso ottobre

La cerimonia di premiazione si è tenuta lo scorso 4 dicembre a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, e quest’anno è stata preceduta dal Print Economic Forum, un forum dedicato ai membri del Club delle Eccellenze nel quale entrano di diritto a far parte le società che negli anni si sono aggiudicate un Oscar della Stampa o, come si chiamava anni fa, una Vedovella.

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eventi

IMPRENDITORE DELL’ANNO

BEST CARTOTECNICA

Luca Fattorossi, membro management team Heidelberg Italia (a sinistra), premia Emilio Albertini, titolare di Albertini Packaging. Peter Andrich, ad Koenig & Bauer Italia (a sinistra), premia Aldo e Livio Turini di Arti Grafiche Turini.

INDUSTRIA GRAFICA DELL’ANNO

Da sinistra: Laura La Posta; i premiati Stefano, Alessandro, Cristina e Carla Chinchio di Chinchio Industria Grafica oberto Levi, ad di Printgraph.

BEST LABEL PRINTER

INDUSTRY 4.0 PRINTER OF THE YEAR

Andrea Citernesi, business driver Gallus equipment, premia, da sinistra: Abele Asinari, Gaetano Scapicchio ed Emanuele elfino di La Prensa Group.

Carlo Emanuele Bona, Federazione Carta e Grafica, premia Alberto Mormile (a destra), Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

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ha scelto i vincitori fra le aziende candidate, composta inoltre da: Renzo Callegari, presidente di Assoprod; Valentina Carnevali, chief marketing manager di Stratego Group e segretario generale di DMA Italia; Fausto Ceolini, consulente per le aziende che vogliano intraprendere un percorso di trasformazione digitale in ottica 4.0; Luca Fiammenghi, visual designer freelance; Stefano Lavorini, direttore della rivista ItaliaImballaggio; Franco Martinetti, art director; Giuseppe Peccati, collaboratore di Event Management e di altre agenzie di pubblicità per la risoluzione di problemi di stampa Marco Sachet, fino allo scorso giugno amministratore delegato di Packaging Meeting srl. Al Print Economic Forum sono seguiti l’aperitivo e la cena di gala, nel corso della quale si è svolta la premiazione. A intrattenere gli ospiti anche un’esibizione live di Claudio Sanfilippo, cantautore e scrittore che ha cantato alcuni suoi brani in dialetto milanese.

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BEST DIGITAL PRINTER Francesco Crotti, regional director EMEA di HP (a sinistra), premia Federico e Luciano Cozza di Leaderform.

NUOVO! PREMIO SPECIALE CENT’ANNI DI STAMPA

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eventi

Edoardo e Antonio appa di Grafica Nappa. Al centro, Enrico Barboglio, ceo di Stratego Group.

BEST TECHNOLOGY INNOVATOR Antonio Maiorano, sales director professional printing di Konica Minolta (a sinistra), premia Antonio La Franceschina e Massimo Raffaele di ACM.

BEST CONVERTER Fausto Ceolini, componente della giuria (a destra), premia Domenico Raccioppoli, ad Nuova Erreplast.

BEST NOBILITAZIONI E SUPPORTI SPECIALI

Matteo Suardi, commercial director Gruppo Cordenons (a sinistra), premia Filippo Ferraro, Marco Ferraro e Paolo Fortin di Labe.

BEST WIDE FORMAT PRINTER

Oscar Stucchi e Federica Tisato di Sismaitalia premiati da Franco Martinetti (a destra), componente della giuria.

Claudio Sanfilippo, cantautore e scrittore, ha cantato alcuni suoi brani in dialetto milanese.

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osservatorio

Com’è andato il 2018 per il comparto stampa e grafica Qualche anticipazione (e valutazione) in attesa di Print Connection, il primo numero dell’anno de il Poligrafico su cui viene pubblicata la classifica dei ig .

Stefano Portolani durante la sua presentazione al Print Economic Forum. In alto, Enrico Barboglio, ceo di Stratego Group.

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di Stefano Portolani Classe 1958. Nato a Milano. Maturità scientifica e laurea in Scienze economiche conseguita alla Università Cattolica. Ha fatto esperienze in multinazionali metalmeccaniche, di servizi e commerciali in qualità di direttore amministrazione e finanza. Ha competenze di controllo di gestione, M&A, Credit management, Cash funding and management.

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Una platea molto qualificata di imprenditori e operatori del settore è stata attenta anche alla lettura dei primi dati economici dell’industria cartotecnica, di trasformazione e grafica che Stratego Group ha presentato al Print Economic Forum dello scorso 4 dicembre, evento riservato ai membri del Club delle Eccellenze di cui fanno parte le aziende che negli anni sono state insignite di un Oscar della stampa (o Vedovella, come si chiamava un tempo) e anticipatorio della XXXVIII edizione del premio. In una cornice sufficientemente austera (si era ospiti di Palazzo Mezzanotte a Milano, sede della Borsa) ma altrettanto ben organizzata per avvicinare tutti i presenti tra loro e alle tematiche affrontate, i grandi schermi hanno diffuso le immagini del valore prodotto nel corso del 2018. In questo numero del Poligrafico vogliamo estendere a tutti i lettori qualche elemento dello studio svolto in attesa di una più diffusa trattazione che sarà pubblicata nel primo numero del 2020 della testata, Print Connection. Come ormai tradizione ultradecennale, l’attenzione degli studi economici viene fatta su un panel di aziende costituito da quelle realtà che generano ricavi superiori a 5 milioni di euro (“Big”, più avanti). Per comporre il dato aggregato occorre disporre del bilancio ufficiale dell’anno in quanto si tratta della principale fonte che alimenta lo studio. Dunque sono risultate circa 600 le aziende coinvolte in questa analisi. ra esse, fino al 2017, 67 sono considerate Eccellenze perché, come si racconta in altre pagine di questa pubblicazione, nel tempo hanno conseguito importanti risultati per diversi aspetti della loro attività. Dallo scorso 4 dicembre, le eccellenze sono diventate 77. Il mondo che fa capo alla filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione genera circa 31,4 miliardi di euro di fatturato e occupa direttamente circa 199.700 ad-

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Distribuzione regionale per fasce di fatturato

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osservatorio

600 aziende 13 miliardi € di ricavi 4 macro settori sul territorio cartotecnica, stampa digitale, stampa offset, pre e post 50.000 dipendenti PANEL: società di capitali che hanno depositato il bilancio 2018 con RICAVI superiori ai 5 milioni di euro

detti, e la parte che si ricomprende nell’industria cartotecnica, di trasformazione e grafica genera un fatturato di 14,3 miliardi di euro con una forza lavoro di circa 1 . 00 addetti (fonte: Uffici Studi Associazioni di filiera). Tra queste ultime, le società che espongono ricavi per oltre 5 milioni di euro sono circa 600 e generano complessivamente ricavi per 13 miliardi di euro impiegando 50 mila dipendenti. Dunque com’è andato il 2018 per queste 600 aziende? Ci sentiamo di dire: bene! I ricavi crescono del 3,5% (si registra un +6,3% per le sole Eccellenze); l’Ebitda si attesta nel 2018 al 10% (13,9% per le sole Eccellenze) e anche altri indicatori economici, gli utili sui ricavi così come il ROI e il Valore aggiunto per dipendente, mantengono le posizioni dell’anno precedente. Il settore ha generato posti di lavoro: il numero dei dipendenti Ricavi per comparto - confronto 2018 vs 2017

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passa da 48.150 unità del 2017 alle 49.700 del 2018. Occorre approfondire il tema del Patrimonio Netto. Per il panel dei 600 Big, il valore scende nel 2018 di circa un punto percentuale. uesta flessione è omogenea per tutte le aziende ma il valore assoluto è più basso di circa cinque punti percentuali per le Eccellenze. Qualche spunto A proposito di approfondimenti, insieme a Ermanno Dalla Libera (economista aziendale e presidente di Istituto Poster, istituto che elabora la classifica dei Big desideriamo aprire nuovi scenari per gli schemi valutativi delle imprese. Crediamo che basilari restino i dati “tradizionali” ricavati dai bilanci così come sono compilati oggi, ma possiamo studiare elementi qualificativi, ad esempio legati al concetto della sostenibilità. Forse non tutti sanno che la Direttiva 2014/95/UE del Parlamento europeo, 22 ottobre 2014 (cosiddetta Direttiva Barnier al fine di tenere conto della natura multidimensionale della responsabilità sociale delle imprese (RSI impone alle aziende di grandi dimensioni (più di 500 dipendenti; un totale dell’attivo dello stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro oppure ricavi netti superiori a 40 milioni) e dunque costituenti enti di interesse pubblico, di fornire una dichiarazione di carattere non finanziario che contenga informazioni ambientali e sociali, approfondendo in che misura le aziende quotate hanno sviluppato o meno pratiche di rendicontazione sui temi della sostenibilità attraverso la pubblicazione di report o l’utilizzo di altri strumenti di pubblico accesso. E voi, per la vostra azienda, anche se non arrivate a 40 milioni di ricavi netti, la fareste una relazione così?

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LA CARTA AMA GLI ALBERI 1.500 campi da calcio al giorno. Così tanto crescono le foreste europee. Quelle da cui si ottiene il legno per fare la carta. Questa è una notizia, vera.

Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: FAO, 2005 - 2015 Foreste europee: 28 Paesi dell’Unione europea + Norvegia e Svizzera

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SPECIALE EDITORIA

speciale

EDITORIA di Giulia Virzì

INDICE DEI CONTENUTI Libri, tirature, print on demand: l’editoria italiana è in evoluzione .... pag 26 Grafici e tabelle: tiratu e, tipo di editori, variazioni annue .... pag 28 A ciascun libro la sua carta .......... pag 34

IL PROSSIMO SPECIALE: PRINT CONNECTION 2020 CLASSIFICA DELLE INDUSTRIE GRAFICHE/CARTOTECNICHE SCHEDE DEI FORNITORI – SCENARI DI MERCATO SPECIALE - COVER.indd 25

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SPECIALE EDITORIA LA PRODUZIONE IN ITALIA

Libri, tirature, print on demand: l’editoria italiana è in evoluzione

Negli ultimi venti anni (1998-2018), all’aumento dei titoli pubblicati si è ridotta progressivamente la tiratura complessiva dei volumi. E la rotta con si è ancora invertita: nel 2018 è stato quasi del 3% il calo di copie stampate complessivamente rispetto all’anno precedente. Uno sguardo a cosa sta accadendo nel mondo dell’editoria italiana, dal lettore fino alla stampa.

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Il fermo immagine di una trasformazione che è tutt’ora in atto e che sta modificando il volto dell’industria culturale italiana. I dati elaborati dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) per il suo annuale report sullo stato della produzione e sulla lettura dei libri in Italia (pubblicati all’inizio di dicembre 2019 e riferiti al 2018) restituiscono la fotografia di un settore editoriale che si potrebbe definire a due velocità: una più dinamica, quella degli editori, una più rallentata, quella degli stampatori. Sono 1. 6 gli editori attivi censiti nel 2018: la maggioranza di questi (51,1%) è costituita da “piccoli editori”, ossia da editori che hanno pubblicato un massimo di dieci titoli in un anno; un terzo circa è costituito da “medi editori” che hanno pubblicato fra le 11 e le 50 opere (33,8%) e solo il 15,2% è costituito da “grandi editori , ossia dalle realtà in grado di pubblicare più di 0 opere ogni anno (grafico 1 . Se per si guarda alla quantità di titoli prodotti e alla loro stampa, le proporzioni si rovesciano: i grandi editori coprono quasi l’80% della produzione in termini di titoli (79,4%) con più di 60 mila libri pubblicati complessivamente e il 90% della tiratura. I piccoli editori pubblicano in media

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SPECIALE EDITORIA

OPERE PUBBLICATE E COPIE STAMPATE 1998-2018 (NUMERO INDICE, BASE 1998=100)

fonte grafico: “Produzione e lettura di libri in Italia – Anno 2018”, Istat.

quattro titoli all’anno, stampando ciascuno poco più di 5.500 copie, mentre le grandi case editrici producono mediamente 254 opere librarie ciascuna per una tiratura di oltre 600 mila copie (grafici 2, , . ove sta la trasformazione? Se storicamente, afferma l’Istat nel suo report, il settore della produzione editoriale italiano è caratterizzato da due forti polarizzazioni strutturali - l’una dimensionale, con la prevalenza di operatori di piccole e piccolissime dimensioni, e l’altra geografica con una forte concentrazione della produzione nel Nord d’Italia - che si ritrovano anche nei risultati della più recente indagine, bisogna guardare a un arco temporale più ristretto, più precisamente agli ultimi venti anni (1998-2018), per vedere come all’aumento dei titoli pubblicati si sia ridotta progressivamente la tiratura complessiva dei volumi (grafico in alto . La produzione dei titoli e il print on demand Con quasi 76 mila titoli pubblicati, “il 2018 conferma il trend in crescita della produzione editoriale dell’anno precedente”, scrive l’Istat. Rispetto al 2017 in totale la produzione editoriale è aumentata di circa un punto

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percentuale in un mercato che punta sempre più sulla novità (61,7% di “prime edizioni”) e meno sulla longevità dei prodotti pubblicati (32,7% di “ristampe” e 5,6% di “edizioni successive”). Dal punto di vista culturale si tratta di un dato positivo, sintomo di un’industria in grado di offrire sempre nuove proposte nei più vari ambiti, dall'editoria per adulti che domina il mercato andando a coprire il 78,6% delle proposte, all’editoria per ragazzi (poco meno di una proposta su dieci , fino a quella scolastica, che più di altre fa registrare dati positivi rispetto al 2017 secondo quanto emerge dall’indagine Istat: sale la produzione sia in termini di titoli (+2,8%) che di copie stampate (+11,8%). Ancora più positivi i dati diffusi dall’Associazione italiana editori che nel suo "Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2019” registra un totale di 78.875 opere tra novità e nuove edizioni (varia ed educativi; 72.059 nel 2017) pubblicate complessivamente nel 2018, che vedono così il mercato del libro in crescita del 2,1% rispetto all'anno precedente, per un fatturato quasi a livelli pre-crisi pari a 3,17 miliardi di euro. “La crescita del numero di titoli pubblicati è il prodotto delle minori barriere all’accesso nella parte editoriale del processo:

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GRANDI

MEDI

PICCOLI

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SPECIALE EDITORIA EDITORI E TIRATURE

EDITORI, OPERE E TIRATURA PER TIPO DI EDITORE – ANNO 2018

1 – EDITORI

2 – OPERE PUBBLICATE

4,5%

15,2%

3 .4 2 6

237

16% 1 2 .1 5 1

33,8% 528

79,4% 6 0 .1 8 1

51,1% 799 TOTALE: 1.564

TOTALE: 75.758

3 – TIRATURA (IN MIGLIAIA)

4 – MEDIA COPIE STAMPATE PER EDITORE

2,7% 4.459

7,5%

5 .5 8 1

2 3 .7 5 2

12.541

89,9%

6 3 6 .9 6 2

150.960

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TOTALE: 167.961

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TOTALE: 107.392

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SPECIALE EDITORIA

SONO 1.564 GLI EDITORI ATTIVI CENSITI NEL 2018: LA MAGGIORANZA DI QUESTI (51,1%) È COSTITUITA DA “PICCOLI EDITORI”, OSSIA DA EDITORI CHE HANNO PUBBLICATO UN MASSIMO DI DIECI TITOLI IN UN ANNO; UN TERZO CIRCA È COSTITUITO DA “MEDI EDITORI” CHE HANNO PUBBLICATO FRA LE 11 E LE 50 OPERE (33,8%) E SOLO IL 15,2% È COSTITUITO DA “GRANDI EDITORI”, OSSIA DALLE REALTÀ IN GRADO DI PUBBLICARE PIÙ DI 50 OPERE OGNI ANNO.

NUMERO COMPLESSIVO DI COPIE STAMPATE (%) PER TIPOLOGIA DI EDITORE

dallo scouting, alla traduzione, all’impaginazione, fino alla stampa - si legge nel rapporto Aie -. Lo stesso sviluppo del print on demand (sempre più integrato nella filiera distributiva permette di ristampare e conservare piccoli stock anche per i titoli a più bassa rotazione, o di ristampare ust in time il titolo richiesto dalla libreria”. Le tecnologie di stampa digitale diventano dunque per gli editori l’opportunità di mantenere “vivo” un catalogo più ampio. L’impatto del digitale si intravede anche in un altro dato del report: nella quota di copie invendute, ossia nella somma delle rimanenze di magazzino, delle copie rimaste in conto deposito presso le librerie e delle copie rese da librerie o grossisti escluse le copie distribuite gratuitamente – sul numero complessivo delle copie distribuite nel corso dell’anno di riferimento. La ‘questione dell’invenduto’ si ripropone anche nel 2018 si legge nella ricerca Istat , sebbene il fenomeno sia in leggero calo rispetto agli anni precedenti: il 21,9% degli operatori del settore dichiara giacenza e reso per oltre la metà dei titoli pubblicati (27 fra i piccoli editori 18, fra i medi 12,2 fra i grandi . uesto è il risultato della tendenza degli editori a fare maggior attenzione agli immobilizzi di magazzino, che per i loro costi hanno portato nel tempo - complici, ancora una volta, le tecnologie di stampa - a limitare le tirature dei libri pubblicati.

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Sempre meno copie È quasi del 3% il calo di copie stampate complessivamente nel 2018 rispetto all’anno precedente. Se nel 2017, su un totale di poco più di 70 mila titoli pubblicati c’è stata una tiratura totale di 161 milioni di copie (2.2 6 la tiratura media per opera , nel 2018 a 7 .7 8 opere pubblicate sono corrisposti totalmente poco meno di 168 milioni di volumi (2.217 la tiratura media per opera . Il calo di tirature è stato di diversa entità a seconda della società editoriale che ha immesso sul mercato i titoli: più lieve per i grandi editori ( 2,2 , consistente per i medi ( 6, e forte per i piccoli ( 17, . uesti ultimi, a fronte di produzione e tiratura quantitativamente limitate, scelgono la specializzazione, orientandosi verso target di lettori molto specifici con mirate proposte editoriali. Nel 2008, con una media di . copie per opera pubblicata (dato che include prime edizioni, edizioni successive e ristampe la tiratura complessiva era stata di 213.289.000 di copie (dato Istat : un calo di circa milioni di copie in dieci anni. Il grafico a istogramma in questa pagina rappresenta l’articolazione della produzione per ciascuna tipologia di editore (piccoli, medi e grandi rappresentando con le barre il numero complessivo, espresso in percentuale, di copie stampate nel 2018. L’indagine condotta dell’Ufficio studi Aie va più a fondo

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SPECIALE EDITORIA PRINT ON DEMAND

OPERE PUBBLICATE, TIRATURA TOTALE E TIRATURA MEDIA per tipo di edizione, genere, classe di prezzo e tipo di editore (a) - Anni 2017 e 2018 (valori assoluti, composizioni percentuali e variazioni percentuali; tiratura totale in migliaia di copie) 2017 Opere pubblicate Tiratura totale per opera

Tiratura media

2018 Opere pubblicate Tiratura totale per opera

Tiratura media

TIPI DI EDIZIONE (c) Prime edizioni Edizioni successive Ristampe Totale

42.803 3.736 23.620 70.159

96.687 11.350 53.051 161.088

2.259 3.038 2.245 2.296

46.718 4.250 24.790 75.758

99.746 10.103 58.112 167.961

2.135 2.377 2.344 2.217

GENERI DI OPERA Opere scolastiche (d) Opere per ragazzi Opere di varia adulti Totale

8.310 6.141 55.708 70.159

46.226 22.641 92.221 161.088

5.563 3.687 1.655 2.296

9.786 6.440 59.532 75.758

58.339 22.675 86.947 167.961

5.961 3.521 1.461 2.217

CLASSI DI PREZZO Fino a 10,00 euro Da 10,01 a 15,00 Da 15,01 a 20,00 Da 20,01 a 30,00 Da 30,01 a 50,00 Oltre 50,00 Opere gratuite o fuori commercio Non indicato Totale

15.305 19.250 15.099 11.251 5.595 2.241 1.418 70.159

55.356 31.674 34.530 14.091 7.393 11.359 6.686 161.088

3.617 1.645 2.287 1.252 1.321 5.069 4.715 2.296

15.356 21.000 15.994 12.622 6.401 2.010 2.375

53.941 35.727 34.144 18.482 8.420 5.132 12.115

3.513 1.701 2.135 1.464 1.315 2.553 5.101

75.758

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2.217

TIPI DI EDITORE (e) Piccoli editori Medi editori Grandi editori Totale

3.295 10.614 56.250 70.159

4.742 11.272 145.074 161.088

1.439 1.062 2.579 2.296

3.426 12.151 60.181 75.758

4.459 12.541 150.960 167.961

1.302 1.032 2.508 2.217

(a) Per l’anno di riferimento 2018, ha risposto all’indagine il 90,7% per cento degli editori registrati in archivio. Il totale può differire dalla somma dei valori in colonna per arrotondamenti dei valori (b) Per consentire un confronto coerente con l’anno precedente e tenere sotto controllo la variazione nel numero di unità rispondenti, le variazioni percentuali sono calcolate assumendo come base di riferimento per la comparazione esclusivamente la produzione degli editori che sono risultati rispondenti sia nel 2017 sia nel 2018. c) Per “prima edizione” si intende la prima pubblicazione di un manoscritto in lingua originale o tradotto; per “edizione successiva” quella che si differenzia dalle precedenti per modifiche apportate nel testo originale o per variazioni nella veste tipografica; per “ristampa” l’edizione che non comporta alcuna modifica rispetto all’edizione precedente. (d) Esclusi i testi universitari ed i parascolastici, compresi nelle opere di varia adulti. (e) Gli editori sono stati classificati, in base al numero di opere librarie pubblicate nel corso dell’anno, in: “piccoli editori” = da 1 a 10 opere; “medi editori” = da 11 a 50 opere; “grandi editori” = oltre 50 opere.

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nella questione. “I numeri assoluti delle tirature – 145 milioni di copie in meno rispetto al 1997; 116 milioni in meno rispetto al 2000 – fotografano non solo le trasformazioni in atto nelle politiche commerciali delle case editrici negli anni di inizio di contrazione delle vendite (2011-2014), ma la discontinuità introdotta dalla stampa digitale e la maggiore attenzione alle componenti finanziarie e agli immobilizzi di magazzino”, si legge nel report, che prosegue sottolineando come migliori software di gestione nelle librerie e la possibilità di controllare in tempo reale le vendite e poter quindi decidere in qualsiasi momento un’eventuale ristampa (tutte innovazioni positive per il settore), abbiano contribuito a frammentare ulteriormente il mercato, diminuendo le tirature e optando piuttosto per un numero maggiori di ordini agli stampatori. Il dato finale, per , è tutt’altro che positivo: “Le tirature medie – benché i dati inglobino anche le eventuali ristampe fatte nell’anno – al di là del valore assoluto ci dicono che sono diminuite, dal 1990, del 63,8%; del 47,4% dal 2000”, riporta Aie.

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SPECIALE EDITORIA

Composizione percent. 2018 Opere pubblicate Tiratura tot.

Variazione percentuale annua (b) Opere pubblicate Tiratura tot.

61,7 5,6 32,7 100,0

59,4 6,0 34,6 100,0

1,1 11,1 -0,2 1,1

-3,7 -12,0 0,6 -2,9

12,9 8,5 78,6 100,0

34,7 13,5 51,8 100,0

2,8 2,3 0,7 1,1

11,8 -1,6 -10,6 -2,9

20,3 27,7 21,1 16,7 8,4 2,7 3,1

-5,4 1,7 0,1 4,0 7,5 1,7 22,3

100,0

32,1 21,3 20,3 11,0 5,0 3,1 7,2 100,0

1,1

-8,8 5,6 -6,4 11,7 1,1 5,0 -23,8 -2,9

4,5 16,0 79,4 100,0

2,7 7,5 89,9 100,0

-3,3 1,7 1,2 1,1

-17,4 -6,9 -2,2 -2,9

Il print on demand “sul magazzino” «Le novità le stampiamo quasi sempre in offset, parliamo di tirature medie di duemila copie tranne che per i volumi “di nicchia”, destinati a un pubblico molto specifico, per i quali partiamo con una tiratura di 00 600 copie», dice Marco Borello, responsabile di produzione per la casa editrice Hoepli, che continua: «Un discorso diverso è quello delle ristampe: mentre una volta calcolavamo il fabbisogno di un anno di scorte stampando di conseguenza, oggi calcoliamo le ristampe per il fabbisogno di tre mesi, sei mesi al massimo. I costi del digitale si sono abbassati e si cerca di eliminare il magazzino perch avere uno spazio fisico è un costo per l'editore, senza contare che col digitale poi hai sempre libri nuovi, freschi di stampa nel vero senso della parola. È per questo che il digitale sta prendendo sempre più piede. Molti parlano di print on demand, anche se il vero print on demand si ha quando il cliente entra il libreria e non trovando il libro desiderato, lo ordina e glielo stampano apposta. Quello che facciamo noi è più

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un print on demand sul magazzino, sai che di quel libro se ne vendono 300 copie all’anno, si vogliono avere scorte per tre mesi e parte un ordine per 70-80 copie: una volta non era pensabile. La verità è che il cliente finale vuole avere in mano un bel prodotto, che sia stampato in offset o in digitale non gli interessa. Per cui è solo una questione di costi e tempi», spiega Borello. Hoepli, casa editrice fondata a Milano nel 1870, ha 2.400 titoli nel suo catalogo e - spiega il suo responsabile di produzione - un magazzino in grado di generare automaticamente gli ordini per le ristampe da inviare agli stampatori digitali calcolando il reale fabbisogno per uno specifico titolo in base a diversi parametri. L’automazione, in ogni momento della filiera, assume un rilievo irrinunciabile. «Ormai ordinare 200 copie di ristampa di un libro è come ordinare su Amazon un paio di scarpe. Fino alle mille copie ormai gestiamo tutto in digitale e con efficaci sistemi di workflow, nel senso che è tutto gestito in maniera molto veloce così che il processo sia più immediato. Il digitale deve portarsi dietro l’automazione per essere sostenibile e comunque non è facile far tornare i conti: il digitale ha una produttività inferiore, richiede assistenza costante, continui investimenti. È un business in espansione ma penso che per favorire ulteriormente l’immissione delle loro macchine nel mercato, le grandi case che producono macchine da stampa digitali come Canon, erox, Kodak, HP e altri dovrebbero diminuire un po’ il costo degli inchiostri perché al momento è una barriera», afferma Borello. Fra le possibilità aperte dal digitale c’è quella di produrre libri su argomenti molto specifici destinati a un pubblico ristretto: le nicchie di mercato. Al centro del Future Book Forum, l’evento organizzato da Canon e dedicato all’editoria, che ogni anno riunisce a Monaco di Baviera editori e stampatori da tutto il mondo per discutere degli sviluppi del mercato del libro, quest’anno c’era la necessità di costruire delle community di lettori, accomunati non dall’oggetto libro ma dalla passione o da un interesse che nel libro può trovare espressione. La creazione di una comunità di questo tipo non è mestiere facile per gli editori: è necessario sfruttare strumenti di comunicazione come social network e siti online, che diventano il mezzo attraverso cui portare i lettori a conoscere il libro, trasferendo quindi l’esperienza dal virtuale al reale attraverso l’acquisto del libro. Dell’opportunità derivante dall’iper-specializzazione e dalla giusta comunicazione online, Marco Borello ne è convinto: «Le aree scoperte sono tutte vendite perse per un editore. Si può anche produrre un libro sul tiro con l’arco: se intercetti gli appassionati, il libro venderà benissimo. Noi abbiamo libri a catalogo che hanno cominciato a vendersi nuovamente dopo tanti anni dalla pubblicazione: libri che adesso probabilmente non pubblicheremmo nemmeno più ma che grazie alle

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attività di marketing di grandi aziende come Amazon ritornano alla luce. Un esempio reale: nel 1976 abbiamo stampato 20 mila copie di un libro sulla coniglicoltura. Ebbene, sono finite un anno fa, su Amazon si vende nell’ordine di 30-40 copie al mese: sono tante per un libro di più di quarant’anni fa su come allevare i conigli. La mia idea è che a tutte le persone che hanno un coniglio e che magari comprano mangime per coniglio online venga suggerito l’acquisto di un libro che noi stessi ci eravamo dimenticati di avere a catalogo. È positivo per l’editoria: oggi dei giovani che vogliano fare gli editori e che sappiano usare i mezzi di comunicazione per intercettare questi mercati possono avere successo con investimenti non significativi. I libri si continueranno a vendere ma bisogna cambiare il modo di comunicare, basta pensare al fatto che un post di un influencer fa vendere di più di una pubblicità sul Corriere della sera che magari ti costa qualche migliaio di euro. E questo è rivoluzionario», dice Borello.

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Personalizzare la scolastica Stando ai dati Istat, un comparto editoriale ancora in salute in Italia è quello della scolastica, che nel 2018 ha visto salire la produzione sia in termini di titoli di quasi il 3% sia di copie stampate (+11,8%). E per quanto per molti libri di scuola si parli di tirature più elevate rispetto ad altri settori editoriali tali da giustificare la stampa tradizionale (con una media nel 2018 di quasi 6mila copie per opera, per un totale di più di 58 milioni di tiratura totale, in aumento rispetto al 2017 di circa 12 milioni di copie), nemmeno la scolastica è rimasta immune dall’avvento del digitale. «Attualmente la nostra produzione è per l’85% offset per il 15% digitale, ma mi aspetto per il digitale cresca nei prossimi anni», afferma Marco Grilli, responsabile di produzione di DeAgostini che continua: «Il mercato dice che il break-even del digitale dovrebbe alzarsi a 2.500 copie, la rotativa è conveniente fino a .000 copie, di conseguenza lo spazio per la piana sarà sempre più stretto. Sicuramente negli ultimi due o tre anni è cambiato il modo di relazionarsi con gli stampatori, che ricevono un piano di produzione in cui sanno ogni cosa: come, quando e quanto devono fare, e l’invio dei file ormai è tutto elettronico, non si muove più niente a livello fisico, e anche per l’editoria scolastica stiamo andando verso il visto ciano online. Credo che nel giro di 4 o 5 anni le ciano online supereranno quelle cartacee». Il digitale è sinonimo di personalizzazione oltre che di tirature limitate. Compendio Bildungsmedien è una casa editrice tedesca che sta spingendo al limite le possibilità offerte dalla tecnologia, producendo testi scolastici personalizzati per il singolo studente, con un’offerta formativa modulata sulle esigenze dell’allievo. Stampati in digitale a bobina dallo stampatore

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La scolastica nel 2018 ha visto salire la produzione sia in termini di titoli di quasi il 3% sia di copie stampate (+11,8%). E per quanto spesso si parli di tirature più elevate rispetto ad altri settori editoriali tali da giustificare l’offset, non è rimasta immune al digitale.

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Edubook AG, questo business è pari al 20% dell’attività dell’editore, secondo quanto affermato da Jürgen Weder nel corso del suo intervento al Future Book Forum. «I libri personalizzati possono attirare gli insegnanti, ma in Italia il business degli editori di scolastica è rivolto a pubblicazioni di più ampio respiro, più standardizzate per vendere più copie. Detto questo, non credo che la personalizzazione dell’offerta formativa vada sottovalutata perché gli insegnanti sono i nostri clienti», commenta Grilli, che aggiunge come potrebbe essere utile un maggiore confronto fra casa editrice e insegnanti, per capire quali sono le esigenze del pubblico cui l'editore si rivolge e modulare di conseguenza l’offerta libraria. Ma fino alla personalizzazione totale della pubblicazione? «Troppo dettaglio lo vedo un po’ difficile a livello di business. Il problema sarebbe l’impatto sul flusso di produzione. Se penso a un libro di successo penso ad esempio a un libro di musica che quest’anno è arrivato addirittura a 100mila copie: come posso pensare di personalizzarlo? Dal punto di vista produttivo potrebbero esserci i margini, ma bisogna capire quanto gli editori grandi vogliano investire in questo business, personalizzando i libri insegnante per insegnante: vorrebbe dire produrre molto in digitale. In termini di costi sarebbe fattibile su nicchie di mercato, ma quando parli delle 20, 30 o 40 mila copie…», dice Grilli. Integrare la tecnologia nel libro Un altro grande tema a cui l’editoria italiana si sta affacciando è quello della tecnologia. «Nel 2011 c’è stata una sorta di febbre da parte di tutti gli editori al convertire tutto il loro catalogo in e-book, con dei costi rilevanti perché i libri di nuova pubblicazione erano già in formato e-pub, ma per alcuni si è dovuto riprendere libri a catalogo e fare gli OCR (Optical Character Recognition, una tecnologia che permette di convertire tipi diversi di documenti, ad esempio documenti scan-

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la realtà aumentata, come quello su Jimi Hendrix: inquadravi le pagine col telefonino e partiva la musica. Un bel prodotto, ma non credo che questo abbia fatto vendere così tante copie in più rispetto a un libro senza tecnologia, rispetto a quello che è costato all’editore per realizzare i contenuti. Per noi sono strumenti di marketing più che di vendita: alla fine l’editore campa sul buon vecchio libro cartaceo», afferma Borello. E sorpassati qr code e realtà aumentata, c’è chi inizia a studiare e sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per riconoscere meccanicamente libri best seller. Come ualifiction, una start up tedesca fondata nel 2017 da Ralf Winkler, che con un dottorato in Applied maths è stato data science executive ed esperto di intelligenza artificiale presso alando (l’e commerce di abbigliamento e da Gesa Sch ning, una scienziata della cultura con alle spalle due precedenti esperienze di start up di successo.

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nerizzati, file P F o foto digitali, in dati modificabili e ricercabili, ndr). In realtà poi l’e-book non si è diffuso così tanto perché non è detto che tutto quello che è novità poi sia anche un successo», sostiene Borello di Hoepli. Secondo l’Istat nel 2018 quasi quattro opere pubblicate a stampa su dieci sono state rese disponibili anche in formato e book ( ,8 , più di 0 mila titoli e sono soprattutto i grandi editori a investire nel mercato del libro digitale, pubblicando oltre il 0 dei libri in formato e-book, con una copertura delle opere pubblicate a stampa del ,8 . Più in generale, la maggior parte dei libri digitali sono solo trasposizioni virtuali del testo stampato su carta, soltanto una piccola parte (1 , presenta contenuti o funzionalità aggiuntive rispetto alla versione a stampa. Sempre secondo i dati dell’Istat, sono infatti poco apprezzate dal pubblico la fruizione interattiva (ricerche sul testo, segnalibri, note, applicazioni per la formattazione, 16, e la multimedialità (11, , mentre secondo gli editori attivi sono molto più graditi dal pubblico il prezzo di vendita ridotto (71,7 e la facilità di trasporto e di archiviazione dei contenuti ( 1 . Fra i principali ostacoli alla diffusione degli e-book segnalati dagli editori sono - per più della metà l’immaterialità del libro digitale, l’insufficiente alfabetizzazione informatica dei lettori ( 8, e lo scarso comfort visivo ( 2,6 . Una netta vittoria del libro cartaceo su quello elettronico: il 78, dei lettori legge solo libri cartacei, il 7, solo e book o libri on line. a non sottovalutare infine la rilevanza del mercato del self-publishing, dato messo in evidenza dai dati diffusi dall’Associazione italiana editori secondo cui nel 2018 su un totale di 1. 7 e book pubblicati dalle case editrici italiane, le prime venti piattaforme (di self publishing hanno proposto 11.6 8 titoli, pari al 22,8 della produzione complessiva . Ma tecnologia non significa solo libro elettronico. E se nella scolastica il mercato non è ancora pronto ( el mondo della scuola il cd è tutt’altro che morto, ce ne sono ancora tantissimi soprattutto nell’area lingue , anche se non so dove i ragazzi riescano a leggerlo spiega Grilli di DeAgostini -. Abbiamo fatto delle indagini per inserire dei qr code sui libri di testo ma ancora non abbiamo sviluppato il progetto, anche perché gli insegnanti temono che i ragazzi poi perdano la capacità di attenzione perché cliccando e inquadrando fanno partire mille contenuti. In DeAgostini facciamo collane di letture parascolastiche sulle lingue e negli ultimi due anni abbiamo sostituito il cd con un codice di attivazione con cui collegarsi a un sito: è il primo esperimento di questo tipo ma in generale questo settore è sempre molto lento a percepire il cambiamento, siamo sempre cauti nel proporre novità ai docenti perch è difficile farle recepire»), nell’editoria per adulti si può azzardare qualcosa di più. Abbiamo fatto qualche libro con

Dopo qr code e realtà aumentata, c’è chi inizia a studiare e sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per riconoscere i best-seller. Il meccanismo dell’intelligenza artificiale affonda le radici nella linguistica computazionale.

LiSA è il nome che hanno dato al software per l'analisi dei testi e la valutazione del successo del libro, in grado di calcolare con una precisione del 78 e in soli 60 secondi il successo del bestseller, analizzando centinaia di pagine e confrontandole con un database di migliaia di testi che per determinate caratteristiche sono stati delle pubblicazioni di successo. Il meccanismo dell’intelligenza artificiale in questo caso affonda le radici nella linguistica computazionale, la disciplina che studia lo sviluppo di formalismi descrittivi del funzionamento di una lingua naturale così che possano essere trasformati in processi eseguibili da un computer: la difficoltà sta nel mediare fra il linguaggio umano, in continua evoluzione, e la capacità di elaborazione della macchina soggetta a meccanismi prestabiliti. LiSA riconosce per il momento solo la lingua tedesca di testi di narrativa, ma il sentiero sembra segnato. L’intelligenza artificiale sarà l’editore del nuovo millennio E la (quasi certezza di avere fra le mani un best seller, sarà la chiave per far salire nuovamente il numero di copie stampate dei libri

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Dopo un primo momento in cui il libro elettronico è sembrato decretare l’estinzione del libro cartaceo, i lettori hanno confermato la loro preferenza al volume tangibile: secondo l’Istat in Italia quasi 8 lettori su 10 leggono solamente libri cartacei. E c’è di più: il consumatore è disposto a spendere anche di più perché attribuisce al libro stampato un valore che va oltre il suo contenuto. Tre produttori di carta raccontano il mercato editoriale degli ultimi anni.

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A ciascun libro la sua carta

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La crisi dell’editoria e il calo delle tirature di libri stampati hanno avuto un impatto anche sui produttori di carte. E se in un primo momento il libro elettronico è sembrato decretare l’estinzione del libro cartaceo, il mercato si è assestato e i lettori hanno confermato la loro preferenza al volume tangibile: emblematico da questo punto vista il dato dell’Istat, già citato, secondo cui in Italia quasi 8 lettori su 10 leggono solamente libri cartacei. «Negli ultimi 10 anni, la digitalizzazione e le nuove tecnologie sono state un fattore di trasformazione nel settore», afferma Johannes Klumpp, marketing & sales director di Mondi Uncoated Fine Paper. Mondi è un gruppo internazionale attivo nel settore degli imballaggi e della carta, con stabilimenti di produzione sparsi in 30 Paesi fra cui Europa, Russia, Nord America e Sudafrica. «Nel 2007 Amazon ha lanciato la prima generazione del suo e-reader Amazon Kindle negli Stati Uniti. Tre anni dopo, Apple ha presentato l’iPad. Negli anni seguenti, alcuni hanno predetto che il mercato dell’editoria cartacea si sarebbe ridotto in modo significativo - continua Klumpp -. Contro queste aspettative, vediamo oggi un feedback positivo: versioni digitali di pubblicazioni come libri o riviste coesistono accanto a copie stampate e soddisfano esigenze diverse per i lettori. Le copie stampate sono spesso percepite come più

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preziose e i consumatori sono disposti a pagare di più per queste che per i loro gemelli digitali. Ci ha portato a una maggiore domanda di qualità di carta premium con qualità tattile naturale. Mondi soddisfa questa esigenza ad esempio con la sua carta di design premium PERGRAPHICA che è stata lanciata tre anni fa e continua ad ampliare la propria offerta in questo settore». Che il consumatore nel corso degli anni si sia dimostrato disposto a pagare un prezzo più alto per l’acquisto di libri lo testimoniano ancora una volta i dati elaborati dall’Istituto nazionale di statistica. Come è possibile vedere nella tabella riportata nelle pagine precedenti, nel 2018 solo per volumi compresi fra le fasce di prezzo fino a 10 euro e dai 1 ai 20 euro si è assistito a un significativo calo delle tirature rispetto all’anno precedente. Si sono stampate invece più copie di libri con un prezzo compreso fra i 20 e i 0 euro, con una tiratura totale di circa 18, milioni di pezzi ( 11,7 rispetto al 2017 , di libri con un prezzo al consumatore compreso fra i 0 e i 0 euro, con una tiratura media per opera di 1. 1 pezzi ( 1,1 di tiratura totale sull’anno precedente, pari a 8, milioni di libri e infine risulta in crescita anche la tiratura dei volumi con un prezzo finale che supera i 0 euro, con una tiratura totale di più di milioni di pezzi, una tiratura media per opera di 2. (un dato superiore alla media del settore , con un aumento di cinque punti percentuali netti della tiratura totale sull’anno precedente. Il consumatore sta cambiando, il mercato anche e le tecnologie offrono nuove possibilità di declinare un prodotto a seconda dei mercati di destinazione. ggi Mondi offre una vasta gamma di carte editoriali che possono essere utilizzate per la stampa offset, digitale e ibrida - continua il marketing & sales director di Mondi -. Lavoriamo sempre a stretto contatto con i nostri clienti e partner tecnologici per garantire che i nostri prodotti soddisfino le loro esigenze dettate dalle modalità di produzione. La tecnologia di stampa digitale ha portato alla possibilità di avere tirature più piccole a costi ragionevoli, il che ha innescato la tendenza dell’auto-pubblicazione sul mercato. Scrittori e altri editori non dipendono più dalle case editrici tradizionali, ma possono fare da soli layout e progettazione online. Anche la possibilità di stampare basse tirature a un costo accessibile ha accelerato questa tendenza. La domanda di carte premium con proprietà ibride è aumentata, vale a dire carte che possono essere utilizzate sia per la stampa digitale che offset. La tecnologia a getto d’inchiostro ad alta velocità ha sicuramente accelerato ulteriormente l’avanzamento della stampa digitale e ha cambiato il panorama editoriale poiché questa tecnologia sta diventando l’anello di congiunzione fra stampa offset e stampa laser», spiega Klumpp. «Alla Mondi offriamo ai nostri clienti del settore edito-

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«Negli ultimi 10 anni, la digitalizzazione e le nuove tecnologie sono state un fattore di trasformazione nel settore» Johannes Klumpp, marketing and sales director di Mondi Uncoated Fine Paper.

riale una grande varietà di carte con proprietà che sono più rilevanti per le loro esigenze speciali. Ad esempio, per i libri offriamo una gamma di carte con punti di bianco e spessore costanti e la rigidità indispensabile per la realizzazione di copertine. Per le pubblicazioni aziendali, una riproduzione coerente dei colori è importante, mentre per le riviste vediamo la necessità soprattutto di accattivanti proprietà tattili e buona stampabilità in generale. Per i periodici, la resistenza in macchina è un fattore cruciale. Inoltre, stiamo assistendo a una domanda crescente di carte sostenibili nel mercato editoriale. Mondi è stata pioniera nello sviluppo di carte riciclate con un alto punto di bianco con il suo marchio NAUTILUS®. Le carte sono disponibili con diverse certificazioni come FSC, PEFC, Eco Label, Blauer Engel e anche in versioni C 2 neutral», conclude Klumpp.

Il campionario e un volume realizzati con la carta di design premium PERGRAPHICA® di Mondi.

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«In Italia vengono a stampare molte case editrici estere grazie ad un settore della stampa tecnologicamente avanzato e con prezzi competitivi e questo spiega il nostro posizionamento tra i primi della filiera europea»

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La qualità del mercato italiano Anche per Fedrigoni, azienda attiva nell’industria cartaria dal 1717 e dal 2017 parte del fondo americano Bain Capital, il mercato dell’editoria italiana sta riassestandosi dopo un periodo poco roseo. «Il trend di fatturato degli ultimi 10 anni nell’editoria italiana è calato in modo pesante fino al 201 per poi iniziare una risalita più lenta ma costante», spiega Chiara Medioli, vicepresidente e global marketing director di Fedrigoni, che continua: «Per il 2019 le previsioni sono confortanti, con circa un che non si registrava da tempo e di cui il 2, di libri in carta. uello editoriale si attesta come il principale mercato culturale italiano. Il settore che risulta essere il più vivace in questo momento è quello della piccola e media editoria, che registra 6 di fatturato. Ciononostante continua a pesare il calo dei consumi di questo decennio e una politica di promozione alla lettura risulterebbe fondamentale: l’Italia, tra i primi 5 mercati editoriali europei per produzione ha invece l’indice più basso di lettura». ualche dato. In Italia il 0,6 della popolazione legge almeno un libro all’anno, dato stabile nell’ultimo triennio. “A partire dall’anno 2000, quando la quota di lettori era al 8,6 , l’andamento è stato crescente fino a toccare il massimo nel 2010 con il 6,8 per poi diminuire di nuovo fino a tornare, nel 2016, al livello del 2001 ( 0,6 , stabile fino al 2018 , si legge nel documento Istat. Più della metà dei lettori è costituita da giovani fra i 15 e i 17 anni e si conferma rilevante il divario fra uomini e donne: nel 2018 la percentuale delle lettrici è del 6,2 e quella dei lettori è al ,7 . Un divario, spiega Istat, che si manifesta dal 1988, anno in cui risultavano lettori il , delle donne rispetto al ,7 degli uomini. A influire positivamente sul mercato editoriale italiano, spiega Medioli, sono anche le richieste dall’estero: «In Italia vengono a stampare molte case editrici estere grazie ad un settore della stampa tecnologicamente avanzato e con prezzi competitivi e questo spiega il

Chiara Medioli, vicepresidente e global marketing director di Fedrigoni.

nostro posizionamento tra i primi della filiera europea. Nel mercato italiano della stampa arrivano carte da paesi asiatici offerte a prezzi competitivi ma non sempre qualitativamente adeguate: crediamo che l’orgoglio di realizzare edizioni con carte prodotte in Italia dalle nostre abili maestranze e con l’attenzione all’ambiente che ci caratterizza sarà una prerogativa sempre più importante nel prossimo periodo. Se queste sono le premesse, speriamo che un sostegno ai consumi culturali e l’indice di crescita economico che pur segnalato intorno a un magro 0, , siano di auspicio per una tenuta se non un incremento ulteriore della domanda». E anche nel mercato editoriale assumono sempre più importanza il dialogo, i momenti di confronto e aggiornamento: oltre la metà degli editori attivi ha partecipato nel 2018 a saloni o festival letterari in Italia e/o all’estero. «Stanno nascendo nuove Fiere del libro, con punti di vista diversificati per un mercato molto sfaccettato e che stiamo seguendo con interesse», afferma la vicepresidente e global marketing director di Fedrigoni. «Nuova attenzione da parte degli editori è posta sulla formazione delle figure professionali, e molti Saloni e Fiere appena sorti stanno sviluppando proposte di workshop e incontri finalizzati alle professioni del libro. Proprio in questi giorni abbiamo partecipato alla Fiera

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Alcune foto della Fiera Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria promossa da Aie che si è svolta a inizio dicembre a Roma.

Più Libri Più Liberi di Roma (la Fiera nazionale della piccola e media editoria promossa da Aie che si è svolta a inizio dicembre, ndr) dove ad un talk da noi promosso “Cultura materiale: la scrittura e il suo supporto” abbiamo avuto una sala gremita di un pubblico formato da editori, stampatori e book designer molto interessati. Noi come Fedrigoni diamo volentieri la nostra disponibilità e strumenti (la guida “Le forme della Carta” per esempio) per aumentare la consapevolezza degli operatori di questo settore e spesso siamo chiamati a dare il nostro contributo con interventi e lezioni». E in che modo il cambiamento delle tecnologie di stampa ha influito sulla produzione delle carte per l’editoria, per Fedrigoni? «Tra i vari settori in crescita ci sono anche quelli del self-publishing e della stampa on-demand a fianco delle piccole tirature (il 0 dei piccoli editori ha vendite intorno alle 100 copie : questi sono gli ambiti editoriali nei quali si esprime la stampa digitale. Fedrigoni da 20 anni realizza molte delle sue gamme anche in versione per stampa digitale, sia tonerbased che elettroink, quindi siamo attrezzati e pronti a rispondere alle diverse esigenze degli stampatori sia tradizionali offset che digitali. Attualmente non più del 10 delle vendite delle versioni digitali si dirige verso il mercato editoriale, ma nel prossimo quinquennio le previsioni sono in crescita di almeno il », spiega Me-

dioli, che aggiunge: «Per sottolineare quanto il mercato editoriale sia ancora di grande interesse per Fedrigoni, nel corso del 201 abbiamo lanciato una gamma di carte naturali che coprono egregiamente tutte le esigenze di questo settore nell’ambito del testo: Arena è una famiglia di carte molto articolata per grammature (1 pesi diversi dai 70 ai 80 g/m2 per finiture (tre superfici, Smooth, Rough e Bulk e con quattro colorazioni (Extra White, White, Natural e Ivory) adatte dalla stampa di testi nitidi alle riproduzioni d’arte. Una carta che è apparsa dopo l’estate e che già ci sta dando grandi soddisfazioni con ottima ricezione da parte dei progettisti e stampatori. Le copertine sono una nostra specialità: carte colorate, marcate e goffrate sono adottate da collane di molte case editrici da decenni». L’editoria di alto valore Cartiere del Garda è un’azienda leader nel mercato di produzione delle carte patinate per il settore editoriale e il motivo di questo successo lo si ritrova già fra il 1 71 e il 1 7, quando entra a far parte del gruppo editoriale tedesco Bertelsmann che aveva bisogno di una cartiera che assicurasse rifornimenti continui di carta per la produzione di libri di qualità e non solo, così da svincolarsi dalle dinamiche di mercato», spiega Alessandro Nardelli, International publishing coordinator di Lecta, gruppo cartario con sedi operative in Italia, Francia e Spagna e nel quale, nel 1 7, è entrata a far parte Cartiere del Garda che con una produzione annuale di 0 mila tonnellate di carta patinata (il 0 circa della quale destinata al mercato editoriale) si configura come una cartiera di media grandezza.

Arena è la famiglia di carte adatte dalla stampa di testi nitidi alle stampe di riproduzioni d’arte, lanciata sul mercato da Fedrigoni alla fine dell’estate.

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Alcuni volumi realizzati con carte di Cartiere del Garda e sotto un esempio di stampato su carta GardaPremium Natural.

«Le nostre carte possono essere stampate in digitale, alcune sono addirittura certificate per questo tipo di stampa. C’è da dire, però, che non tutti i sistemi di stampa digitale sono adatti alla stampa di libri di qualità»

Alessandro Nardelli, International publishing coordinator di Lecta, gruppo cartario di cui fa parte Cartiere del Garda.

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«Il nostro core business è la produzione di carta per la stampa di libri illustrati di valore, come le pubblicazioni di viaggi, d’arte, di fotografia, di cucina di alto livello. Negli anni ’70 è iniziata la produzione della carta GardaPat 13, che secondo la mia opinione è la carta regina nel settore delle patinate di pregio», spiega Nardelli che aggiunge come molti libri di alta gamma o addirittura da collezione, che vengono venduti a prezzi molto alti sul mercato, sono realizzati con questa carta: «Ha un volume 1,3: è molto alto, sono poche le carte che possono essere considerate simili. Una nicchia di mercato interessante è quella dei libri di formato grande che necessitano di una carta di qualità. Solo con carte a valore aggiunto, unitamente a un buon processo di stampa, è possibile stampare libri di qualità e avere quindi la possibilità di emergere nel mercato». L’editoria di pregio italiana, continua Nardelli, è un punto di riferimento a livello mondiale: «Collaboriamo con il Moma, con il Guggenheim, con il British museum e con altre istituzioni museali internazionali che curano i libri delle mostre e delle esibizioni: abbiamo creato una struttura internazionale che parla al mercato, che ascolta le esigenze dei clienti finali quanto quelle degli stampatori che utilizzano i prodotti di Car-

tiere del Garda. La gran parte delle nostre carte è studiata per riservare un vantaggio nell’industria editoriale. Hanno un’opacità più alta, un colore meno bianco grazie a un minore utilizzo di sbiancanti ottici che creano un bianco artificiale: un tempo era considerato un valore aggiunto soprattutto nel settore commerciale, ma nel settore editoriale può creare problemi di visione e di mantenimento della carta nel tempo, perché i prodotti chimici nel tempo rischiano di ingiallire - prosegue Nardelli -. Si tratta di prodotti apprezzati nelle pubblicazioni fotografiche: il valore aggiunto sta nel fatto che la carta quasi “sparisce” dando ancora maggiore risalto alla foto che vi è stampata sopra. Faccio un esempio concreto: alla fiera di Francoforte avevamo uno stand con cinque libri del fotografo brasiliano Sebasti o Salgado, insignito nel corso della fiera del Premio internazionale per la pace degli editori tedeschi 2019”. Per l’editore Taschen abbiamo creato la carta GardaPremium Natural, una carta molto particolare, patinata senza legno opaca con superficie liscia e tinta naturale, che è stata usata soprattutto nelle pubblicazioni di Salgado. Ebbene, nello stand c’erano tre libri stampati su questa carta, un libro stampato su un’altra carta con tinta cream e un ultimo libro stampato su una carta base con imbiancanti ottici. Aprendo i cinque libri e guardando le fotografie in bianco e nero emerge molto chiaramente come la carta molto bianca non sia corretta, e come invece una tinta più naturale valorizzi gli scatti». Ogni tipologia di libro, continua Nardelli, ha bisogno della sua carta: «La maggior parte dei libri di cucina

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numerosi e in formati diversi (come accade per gli orviene stampata su carte ruvide non patinate che danno dini di stampa), dall’altro tecnologia e nuovi supporrisalto alla naturalezza alle immagini, proprio perché il ti hanno portato nuove possibilità di applicazione: «Il messaggio principale che si vuole trasmettere è quello miglioramento della qualità delle uncoated ha portato della naturalezza degli ingredienti, della genuinità delle a un’ampliarsi delle possibilità del loro utilizzo, e un ricette. Nei libri d’arte il riflesso è un problema, stamtocco di morbidezza delle carte patinate è stata anche pare su carta lucida rischia di rovinare le immagini e il loro impatto sul lettore; il libro fotografico usa più spes«LA MAGGIOR PARTE DEI LIBRI DI CUCINA VIENE STAMPATA so carte con tinte particolari. SU CARTE RUVIDE NON PATINATE CHE DANNO RISALTO ALLA Carte di fattura diversa e con NATURALEZZA DELLE IMMAGINI. NEI LIBRI D’ARTE IL RIFLESSO tinte specifiche danno la possibilità di entrare in mercati È UN PROBLEMA: STAMPARE SU CARTA LUCIDA RISCHIA DI diversi», dice l’International ROVINARE LE IMMAGINI E IL LORO IMPATTO SUL LETTORE. publishing coordinator di CARTE DI FATTURA DIVERSA E CON TINTE SPECIFICHE DANNO Lecta, aggiungendo come di norma dall’editore arrivi una LA POSSIBILITÀ DI ENTRARE IN MERCATI DIVERSI». semplice quanto generica indicazione allo stampatore di stampare su una carta la conseguenza degli sviluppi della stampa offset. Andi volume o patinata o non patinata, ma che poi sia che la stampa digitale ha portato valore aggiunto: per compito dello stampatore andare alla ricerca della solo stesso progetto si possono usare entrambe le tecnoluzione migliore per la realizzazione del volume anche logie, magari una prima tiratura più ampia si realizza in base alle tecnologie di stampa che ha a disposizione. in offset e le successive tirature più basse si realizzano Lo sviluppo tecnologico dei supporti nel corso degli in digitale. Le nostre carte possono essere stampate in anni è andato di pari passo a quello delle soluzioni digitale, alcune sono addirittura certificate per questo stampa. E se da un lato anche dal punto di vista dei tipo di stampa. C’è da dire, però, che non tutti i sistemi fornitori di carte si è assistito a un cambiamento del di stampa digitale sono adatti alla stampa di libri di mercato per cui ci sono ordini più frammentati, più qualità», conclude Nardelli.

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Editoria di alto valore, Manifattura del Seveso veste volumi-capolavoro

Volumi-capolavoro. Sono quelli dell’editoria del lusso, una produzione libraria nella quale l’Italia è maestra. Una produzione di valore, in cui la professionalità dei migliori stampatori d’Europa si unisce all’artigianalità dei migliori legatori, per realizzare un prodotto che è un concentrato di saper fare, di Made in Italy nel vero senso dell’espressione. Quello dell’editoria di alto livello – nella quale si possono includere i libri di fotografia, d’arte, di viaggio, i corporate book, i cataloghi delle mostre e molto altro ancora – è un mercato che non conosce crisi proprio per la sua capacità di concentrare valore, bellezza e precisione. Sono numerosi gli editori di altri Paesi che vengono a realizzare i loro volumi in Italia. Di assoluta importanza, prima ancora della qualità di stampa e pri“Majestic Illumination” ma ancora della fase di legatoria, è la edito da Taschen nel scelta dei materiali. Chi da un seco2018. Sotto, “Lanterna lo veste le più prestigiose edizioni, i Magica”, prodotto da cataloghi delle più importanti firme Skira. della moda, del lusso e il packaging dei profumi è Manifattura del Seveso, che attraverso le quattro generazioni che l’hanno guidata ha sviluppato le più sofisticate tecniche di finissaggio dei tessuti fino a focalizzarsi proprio sul prodotto. Un’evoluzione che l’ha portata a diventare leader in Italia e fra le prime al mondo. Secondo una ricerca condotta proprio dall’azienda di Osio Sotto in provincia di Bergamo, la tela costituirebbe il materiale di rivestimento prediletto per il 5% dei libri cartonati del mercato globale; una percentuale che si alza fino al 30% quando si parla più in generale dei libri di qualità. Il mercato dell’editoria di alto valore sta vivendo in parte le stesse dinamiche dell’editoria, con un moltiplicarsi dei titoli e un diminuire delle tirature. Una dinamica che per il libro di lusso, di per sé solitamente prodotto in un numero ridotto di copie, non è ragione di pre-

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occupazione. L’artigianalità e la qualità di stampa la fanno da padrone, in un processo di produzione che può durare da qualche settimana per le lavorazioni più semplici fino a diversi mesi per quelle più complesse. Come per il volume “Majestic Illumination”, edito da Taschen nel 2018 e che raccoglie gli scatti del fotografo Thomas Laird, realizzati in oltre dieci anni di peregrinazioni sull’altopiano del Tibet alla ricerca di affreschi giganteschi e spettacolari, svelati al mondo per la prima volta con questo volume. Ci sono voluti fra i sei e i sette mesi per produrlo in una tiratura da 998 copie; il volume ha un formato 50x70 (insieme al 35x50 uno dei più comuni in questa editoria) per un totale di 498 pagine stampate con inchiostri Pam4C a cui è stato aggiunto l’oro a caldo. Per ogni foglio EBS Verona che l’ha stampato ha fatto 5 prove di stampa. Design & Art Book Novara ha rilegato il volume con una copertina realizzata in legno di betulla rivestita in Setalux stampata con inchiostri ossidativi. Setalux, uno dei prodotti di punta di Manifattura del Seveso, è un tessuto in pura fibra cellulosica a bava continua dall’aspetto setoso e proposto in una collezione di 25 colori tutti a magazzino in bobine di altezza 140 cm. Il volume pesa 28 chili, 10 mila euro il suo prezzo. Meno prezioso ma altrettanto “di culto” un altro volume vestito da Manifattura del Seveso: “Lanterna Magica”, prodotto in edizione limitata da Skira, rende omaggio alla prima edizione dell’opera (1978) che ebbe come protagonista Valentina, simbolo dell’erotismo italiano nato dalla matita di Guido Crepax. Il libro ha un formato di 35,4x47 cm, un peso di 6 chili ed è impreziosito da tre serigrafie numerate. D’impatto la copertina, rivestita con tela Cialux di colore viola con un’alta densità di composizione di fili in trama e ordito che la fanno preferire ai materiali di altri produttori per la miglior facilità di stampa a caldo.

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Comunicazione d’impresa

UN MERCATO CHE NON CONOSCE CRISI QUELLO DELL’EDITORIA DI ALTO LIVELLO (LIBRI DI FOTOGRAFIA, D’ARTE, DI VIAGGIO, CORPORATE BOOK, CATALOGHI DELLE MOSTRE…) E NEL QUALE L’ITALIA – CHE HA I MIGLIORI STAMPATORI E I MIGLIORI LEGATORI D’EUROPA – È MAESTRA

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eventi

Canon Future Book Forum Creare community di lettori per far crescere l’editoria globale

“Growing with communities” è stato lo slogan della settima edizione dell’evento dedicato all’editoria (un settore che ha avuto troppo spesso paura del cambiamento) 42

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E se il modo migliore per far crescere l’editoria mondiale fosse creare delle community fra i lettori? È con questa ipotesi forte (quasi una provocazione lanciata agli editori e alla loro paura del digitale) che quest’anno si è aperto il Future Book Forum, evento annuale organizzato da Canon Europe dedicato al mondo dell’editoria che ha riunito editori, stampatori e distributori di libri da tutto il mondo a fine novembre a Monaco in Germania. Lo slogan di questa settima edizione è stato “Growing with communities”, Crescere con le community, perché come ha sottolineato Peter Wolff, Vice President, Production Printing Products (PPP), EMEA Commercial Printing di Canon Europe nel suo intervento inaugurale, «La comunità è la quintessenza del nostro lavoro». Connettere i lettori fra loro, facendo leva sulle loro passioni e sull’inestinguibile voglia di confrontarsi e stare insieme, consci del fatto che la comunicazione digitale sia senz’altro importante ma che alla fine dei giochi è sempre quella stampata a rinsaldare il rapporto con il lettore/consumatore: è questo l’obiettivo

che gli editori di tutto il mondo devono perseguire, studiando e provando a mettere in pratica soluzioni a prova di futuro attraverso collaborazione, innovazione e integrazione. Perché il digitale non può più essere motivo di crisi e spauracchio dietro cui ci si nasconde per giustificare il calo di vendite e il minor interesse nei confronti della lettura fisica , ma deve diventare uno strumento per poter cogliere le opportunità di crescita offerte dal mercato digitale. No, non basta creare una pagina Facebook e no, nemmeno il prodotto libro in sé e per sé è ciò attorno cui possono nascere queste comunità di lettori: devono essere le passioni il motore e al contempo il collante di queste relazioni fra lettori. Relazioni che tendenzialmente nascono online (forum, gruppi, social…) ma che possono senz’altro poi svilupparsi anche in luoghi reali. La vera sfida, in sintesi, non è essere in grado di far arrivare la community al libro, ossia le persone al prodotto, ma il contrario: devono essere gli editori a portare il libro dentro comunità di consumatori che già esistono o che aspettano solo l’input per crearsi

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La settima edizione del Future Book Forum ha riunito a Monaco editori e stampatori da vari Paesi. A destra, Jürgen Weder, ceo di Compendio Bildungsmedien, casa editrice che crea libri di testo personalizzati sul singolo studente.

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e che cercano esperienze ricche di contenuti in cui potersi riconoscere. Fra i relatori del Future Book Forum Mark Allin, ex ceo di John Wiley & Sons, ha raccontato di aver domandato a circa 400 editori quali secondo loro fossero i punti di forza e i punti deboli della loro attività. A fronte di un dato comune per il quale ad oggi gli editori – di qualsiasi grandezza e settore – non riescono a creare profitto con tecnologie “inventate” e diffusesi negli ultimi cinque anni (si pensi banalmente a molti social network o ad altri strumenti di comunicazione 2.0), le case editrici sono consapevoli di avere la capacità di produrre contenuti di qualità, di avere la fiducia da parte dei lettori e le relazioni con quest’ultimi. Pesano come macigni i punti di debolezza che gli stessi editori riconoscono di avere: la difficoltà nel coinvolgere i consumatori/lettori, nell’utilizzo della tecnologia e nell’innovare il settore. «Oggi i consumatori sono i principali driver del settore e gli editori hanno l'opportunità di raggrupparli in community per condividere le proprie passioni. È un'opportunità per cambiare radicalmente il modo in cui gli editori interagiscono con i loro clienti, passando dalla semplice vendita alla promozione, dalle transazioni alle relazioni, dalla semplice offerta di un prodotto o servizio al supporto, dalla figura

dell’editore a quella del facilitatore», ha aggiunto Peter Fisk, autore e consulente aziendale che ha moderato il Future Book Forum. Un esempio concreto di come potrebbe funzionare questa dinamica lo hanno dato Ben Johnson, Head of Communities di Springer Nature, nata nel 2015 dall’unione di Nature Publishing Group, Palgrave Macmillan e Macmillan Education con Springer Science+Business Media, salito sul palco insieme a Charles Tide, ceo di Zapnito, specialista nella creazione di piattaforme per l’interazione fra utenti. L’unione della casa editrice e della piattaforma ha dato vita alla più grande community mondiale di ricercatori, di giornalisti e di editori di testi scientifici, che traggono beneficio e stimolo dal confronto continuo fra di loro. Ne è nata una rete di relazioni che ha fatto bene anche alle testate del gruppo, come la celebre rivista Nature, che ne hanno guadagnato in vendite e autorevolezza. E per riprendere il concetto espresso inizialmente, la partecipazione della comunità ha permesso di trasferire queste relazioni virtuali nella vita reale, attraverso l’organizzazione di eventi mirati in cui le persone potessero ritrovarsi. Un elemento è emerso chiaro nel corso dell’evento dedicato all’editoria: bisogna ripartire dalle persone. «Bisogna

conoscere i propri consumatori», ha detto nel suo intervento Verónica Reyero Meal, specialista dell'intuizione umana di Antropologia 2.0. «Viviamo in un mondo connesso come mai prima d’ora, ma sono sempre più numerose le per-

lizzazione estrema come i libri di testo con un’offerta didattica modulata sul singolo studente proposti da Compendio Bildungsmedien (che ormai, secondo quanto riportato dal suo ceo Jürgen Weder, dedica a questo business il

sone che vivono da sole nelle grandi città ed è fondamentale capire come vivono per riuscire a intercettare la loro attenzione e i loro bisogni. E se pensiamo che una persona ha bisogno di leggere per circa 15 minuti per raggiungere il giusto livello di concentrazione, e che per la quantità di stimoli presenti quotidianamente in molti non leggono per più di 8 minuti consecutivi, si capisce quanto sia difficile emergere per gli editori», ha continuato la Reyero Meal. E fra esempi di persona-

20% della sua attività) e stampati in digitale (con una Canon ColorStream Chromera) da Edubook AG, e piattaforme editoriali che permettono di vendere libri di alta qualità (o meglio, il loro contenuto) prima ancora che vengano stampati - come sul sito “Volume” creato dall’editore inglese Thames & Hudson -, si potrebbe dire che nell’editoria tutti sanno che bisogna cambiare ma ancora pochi hanno capito in che modo. L’unica certezza è che ormai cambiare è diventato una necessità.

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INVESTIRE NELLA STAMPA DI DOMANI. ESEMPI DI CHI HA SCELTO KOENIG & BAUER COMPETITIVITÀ E TECNOLOGIA I MOTORI ALLA BASE DI UN INVESTIMENTO LUNGIMIRANTE. PERCHÉ IL GIORNALISMO DI QUALITÀ CONTINUERÀ AD AVERE BISOGNO DELLA CARTA

Mittelland Zeitungsdruck AG, una delle aziende multimediali leader in Svizzera, investe nuovamente in una Commander CT di Koenig & Bauer per un moderno centro stampa ad Aarau, al fine di consolidare la propria posizione sul mercato nazionale dei quotidiani e delle riviste. L’azienda, appartenente a CH Media, metterà in esercizio la nuova macchina nella primavera 2020: «I clienti hanno esigenze di qualità elevatissime che finora abbiamo sempre potuto soddisfare con la nostra Commander CT. A causa dell’elevato carico di lavoro dell’impianto si è reso inevitabile un ampliamento del centro stampa di Aarau. Per noi è stato quindi un passo logico investire nuovamente in una Commander CT (la prima è stata messa in funzione nel 2014)». Peter Wanner, editore e presidente del CdA della CH Media: «Per noi prodotti stampati, online e mobile vanno di pari passo. Contemporaneamente alla necessità di offrire i nostri servizi digitali grazie al nostro nuovo impianto rinforziamo anche la nostra attività di stampa». Oltre a pubblicare i quotidiani az Aargauer Zeitung, St. Galler Tagblatt, Luzerner Zeitung e il settimanale Schweiz am Wochenende, CH Media assicura inoltre il collegamento multimediale con portali di news regionali online, ePaper, applicazioni per iPad e applicazioni mobile. Diversi giornali di grande tiratura pubblicati una o due volte la settimana nonché periodici e riviste specializzate completano l’offerta di prodotti e di servizi. La nuova Commander CT è composta da tre torri da otto per la stampa 4/4, una piegatrice a ganasce KF 5 e tre cambiabobine Pastomat con

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La nuova Commander CT per la Mittelland Zeitungsdruck AG.

caricamento delle bobine Patras M. Le torri di stampa dotate di cambialastre completamente automatici e di blocchi dei rulli automatici sono comodamente accessibili da entrambi i lati tramite ascensori. La macchina può essere aperta al centro per facilitare l’accesso quando è necessario effettuare la manutenzione. Dispone di un pacchetto di funzioni automatiche con impianti di lavaggio dei cilindri CleanTronic, regolazioni del registro colori e di taglio, sistema di misurazione e regolazione dell’inchiostro che riduce al minimo i tempi di allestimento, gli scarti e gli interventi di impostazione e manutenzione. La Commander CT viene controllata da un pulpito di comando ErgoTronic con EasyTronic per un avviamento ottimale e il disarmo automatico della rotativa.

Miglior qualità di stampa per i giornali di domani: CPP punta sulla Cortina Con due nuove rotative offset a doppia larghezza per la stampa senz’acqua e una vasta riconversione dei due impianti Commander in uso, la CPP, società grafica operativa del gruppo belga Mediahuis, ha investito enormemente nel prodotto stampato, per soddisfare le esigenze della stampa di giornali dei prossimi decenni. Il manager Paul Huybrechts intervistato da Report: «Crediamo che ci siano persone che amino acquistare il giornalismo di qualità su carta e, quindi, che stamperemo giornali ancora per diversi anni». Nel 2013, alla CPP furono definiti i primi giochi di

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ruolo riguardanti le strutture della produzione di stampati del futuro, incluso l’unificazione della produzione per il mercato belga nella tipografia di Paal-Beringen. Le quattro KBA Commander, rispettivamente con tre torri di stampa 4/2 e una piegatrice, per la produzione di tabloid fino a 96 pagine non rispettavano più le esigenze del mercato, era necessaria una ristrutturazione radicale dell’officina grafica. Sulla stessa area si è riusciti ad inserire più linee di produzione, riuscendo a migliorare la velocità, creando una capacità di copie nettamente superiore. Al termine del processo di valutazione, nel 2017 la CPP ha optato per una riconversione completa delle sue macchine Commander tramite Koenig & Bauer, più un nuovo investimento. Paul uybrechts: Siamo certi di dover raggiungere una qualità vicina al commerciale, se vogliamo mantenere la nostra posizione sul mercato o espanderla ancora». Per questo, la seconda parte del piano di investimento consisteva nell’acquisto di due macchine offset per la stampa senz’acqua del tipo Cortina. Oggi, le due linee Cortina, con i loro coni scorrevoli, permettono di utilizzare larghezze del nastro variabili. Per le pagine oblunghe dei prodotti in formato tabloid, ciò assicura variabilità in termini di altezza della pagina. Nell’aprile 2017, alla CPP iniziò la riconversione elettrica e meccanica delle sette torri di stampa e delle tre piegatrici, inserite poi nella nuova configurazione. L’unico punto critico per il cliente fu il trasferimento di una delle quattro piegatrici Commander all’altra estremità della linea di macchine. Per questa operazione, a fine gennaio inizio febbraio 2018, furono pianificate quattro settimane in cui la tipografia avrebbe dovuto produrre con solo tre macchine. «Anche in questo caso, Koenig & Bauer ha svolto un ottimo lavoro», dice riconoscente Paul Huybrechts. Al termine, le vecchie Commander furono sostituite con macchine Cortina nuove. La prima rotativa per la stampa senz’acqua è entrata in produzione nell’autunno 2018, la seconda nel maggio 2019.

Ortmaier-Druck investe nel futuro con Rapida 106 4+4 A Frontenhausen, Bassa Baviera, che fa da sfondo ai film gialli ambientati nella provincia tede-

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CPP ha investito in due Cortina dotate rispettivamente di due torri di stampa 4/2 e una piegatrice. A destra: i coni scorrevoli della Cortina permettono a CPP di proporre alla clientela una vasta gamma di formati di giornale.

sca tratti dai libri dell’autrice ita alk e popolari in tutta la Germania, da alcuni mesi l’azienda Ortmaier Druck produce con una apida 106 a otto colori con inversione per la stampa 4 su 4 e gruppo di verniciatura supplementare. incredibile quello che riesce a fare , Stefan Ortmaier e suo fratello ainer gestiscono l’azienda nella 3a generazione. Finora hanno utilizzato due macchine apida in formato medio più corte e ne hanno conservata una per ordini a colori 1/1, 4 0 o 4 1. Attualmente Ortmaier è impegnata a riorganizzare la prestampa, la stampa e la finitura, compreso il magazzino. La produzione deve essere ottimizzata attraverso processi ben definiti e percorsi brevi. Il mercato in cui si muove l’azienda è caratterizzato da un’ardua guerra dei prezzi: con la nuova apida 106 con voltura si hanno ottime carte per affrontare il futuro. Oltre alla classica stampa commerciale, Ortmaier offre anche prestazioni di tecnica pubblicitaria e di stampa di tessuti. Non mancano nemmeno gli articoli pubblicitari e il Vilstalbote, un giornale pubblicitario settimanale con una tiratura di 120.000 esemplari. Questa combinazione di diverse offerte è accolta molto favorevolmente dai clienti dell’azienda. A ciò si aggiunge la consulenza personalizzata e un Servizio assistenza di qualità che consentono a Ortmaier di distinguersi, ad esempio, dai portali di stampa online. I motivi per investire in una nuova macchina offset a foglio sono molteplici. Prima di tutto per la competitività. Gli ordini a colori 4/4 devono essere necessariamente prodotti in un giro di macchina; attraverso automatizzazioni e processi sincroni durante i cambi d’ordine è possibile ridurre notevolmente i tempi di allestimento. Questo ultimo punto è particolarmente importante con gli ordini di piccole dimensioni. Per la OrtmaierDruck dal punto di vista tecnologico è davvero un salto di qualità: non è stato soltanto un investimento di sostituzione, ma ha rinnovato l’intero usso di lavoro dell’azienda. Alcune decisioni nell’organizzazione dei processi contribuiranno molto presto ad incrementare i processi di produzione nella stampa. Stefan Ortmaier sostiene inoltre: «I principi della nostra azienda sono molto simili a quelli di Koenig & Bauer». E questo rappresenta un’ottima base per proseguire con una proficua collaborazione tra le due aziende.

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TAGA Day 2019 Quanto ne sapete di tecnologia UV?

Lo scorso 8 novembre l’associazione dei tecnici delle arti grafiche ha presentato TAGA.Doc.19, documento tecnico sulla tecnologia UV redatto da un gruppo di lavoro cui hanno partecipato 27 persone

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li or ani atori l anno definita una delle miliori mani esta ioni de li ultimi anni In effetti, lo scorso 8 novembre, nel giorno del quinto anniversario della scomparsa di Alberto Sironi che l’associazione Taga l’ha fondata, la sala della Fondazione Daimon a Saronno nella quale si è svolto il TAGA Day 2019 era gremita: più di 130 i partecipanti, fra stampatori e tecnici da diverse aziende. L’occasione era la presentazione del TAGA.Doc.19, documento tecnico sulla tecnologia UV redatto da un gruppo di lavoro cui hanno partecipato 27 persone e che è stato coordinato da Adalberto Monti, Angelo Meroni e Manuel Trevisan, membri dell’associazione dei tecnici delle arti grafiche. I gruppi di lavoro e i ocumenti aga costituiscono un momento di aggiornamento professionale e favoriscono il progresso scientifico, perch la tecnologia esige un costante aggiornamento», ha detto Monti nel suo intervento introduttivo. Molti gli argomenti sul tavolo: oltre alla tecnologia UV, si è parlato di formazione auspicando che le aziende possano diventare luoghi di insegnamento importanti

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per gli studenti, rafforzando il legame con le scuole grafiche con strumenti come l’alternanza scuola lavoro; è stato confermato dall’assemblea il direttivo uscente che rimarrà in carica per il biennio 20202021; e si è parlato di bilanciamento dei grigi e ottimizzazione del bilanciamento cromatico. Una stampa è buona se è bilanciata, ossia se ciano magenta e giallo sono in armonia fra loro tanto da definire un asse dei grigi con un andamento specifico che dipende dal punto di bianco del supporto, a maggior ragione con il diffuso uso di sbiancanti ottici che alterano la percezione del “bianco carta”. Ma misurare un “grigio neutro non è una banalità perch ogni carta ha un suo grigio, e per ottenerlo molto spesso è necessario procedere a un’analisi del profilo con un software professionale di gestione del colore. Ma non è l’unico modo: col nome di Metodo TAGA Italia, illustrato nel corso dell’evento dal titolare dell’azienda di stampa bolognese corGae, Elia ardini, è stata definita una procedura grafica che permette di ottenere una ricetta CMY in prestampa (anche se il modo più semplice

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La sala della Fondazione Daimon a Saronno nella quale si è svolto il TAGA Day 2019.

e sicuro è di lavorare in RGB), costruendo una curva di bilanciamento del grigio partendo dal valore del ciano e modulando gli altri di conseguenza, dopo ovviamente aver stabilito il grado di luminosità e di bianco della carta su cui si lavora.

Vera protagonista del TAGA Day è stata però la tecnologia UV, ad oggi usata – si legge nello studio – per prodotti che utilizzano substrati complessi o non assorbenti, supporti che risulterebbero difficili da stampare con inchiostri tradizionali. Il TAGA. Doc.19 prende in considerazione la tecnologia di stampa lito-offset a foglio, tenendo ben presente l’obiettivo principale di una rapida essiccazione dell’inchiostro sul supporto. I processi di stampa che usano tecnologia UV richiedo-

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no inchiostri, caucciù e prodotti di pulizia adeguati e nettamente più costosi di quelli usati per la stampa convenzionale, così come un maggiore investimento è richiesto per le macchine, per la predisposizione delle lampade e di tutti i dispositivi elettronici e di raffreddamento necessari. La presenza di soluzioni di polimerizzazione rendono poi necessarie due tipi di certificazioni in materia di sicurezza nell’ambiente di lavoro un certificato e una procedura di misurazione secondo l’iter e un certificato di omologazione del sistema integrato tra il costruttore della macchina da stampa e il costruttore delle lampade, un documento rilasciato dalla DGUV. Quella della sicurezza nell’utilizzo della tecnologia UV è una questione importantissima: oltre alle protezioni relative alla macchina, devono essere usati appositi dispositivi di protezione individuale da parte dell’operatore, tutti rigorosamente marcati CE, come guanti per la protezione termica e da sostanze chimiche e occhiali protettivi per le radiazioni UV A (315400 nm). Tipi diversi di UV Si possono distinguere tre tipi di tecnologia UV. La tecnologia UV classica usa inchiostri nei quali sono presenti fotoiniziatori che reagiscono alle lunghezze d’onda dello spettro

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eventi La tecnologia UV è ad oggi usata – si legge nello studio – per prodotti che utilizzano substrati complessi o non assorbenti, supporti che risulterebbero difficili da stampare con inchiostri tradizionali. Il TAGA.Doc.19 prende in considerazione la tecnologia di stampa lito-offset a foglio, tenendo ben presente l’obiettivo principale di una rapida essiccazione dell’inchiostro sul supporto. che vanno dai 200 ai 400 nanometri e la loro reattività è nel campo UVA-UVB-UVC. La reticolazione degli inchiostri e delle vernici UV è ottenuta con lampade a vapori di mercurio, che hanno un ampio spettro UV con tre lunghez-

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ze d’onda dominanti: 254, 315 e 366 nm; la lampada comprende un tubo in quarzo ad arco con un riempimento di gas inerte e mercurio e il suo interno e la sua superficie possono raggiungere temperature molto elevate, rispettivamente fino a 00 e 1100 °C. C’è poi la tecnologia UV a bassa potenza, che usa inchiostri nei quali sono presenti fotoiniziatori che reagiscono alle lunghezze d’onda dello spettro che vanno dai 320 ai 400 nm e la loro reattività è nel campo UVA-UVB. Usa lampade

al mercurio contenente ferro drogato (anche gallio, indio, piombo o cobalto), che emettono radiazioni superiori per una miglior polimerizzazione della parte inferiore dell’inchiostro a contatto con il supporto.

Per l’alta reattività degli inchiostri da utilizzare è possibile installare un numero di lampade inferiore, con conseguente minor consumo energetico, minor calore generato e minori emissioni di ozono che rimangono inferiori ai limiti fissati dalle norme vigenti. Il terzo e ultimo tipo di tecnologia è la UV LED, che usa inchiostri nei quali sono presenti fotoiniziatori che reagiscono alle lunghezze d’onda dello spettro che vanno dai 385 ai 400 nanometri e la loro reattività è nel campo UVA. Le lam-

pade usano la tecnologia dei semiconduttori e sono definite monocromatiche” perché irradiano un solo intervallo di lunghezze d’onda, da 365 a 395 nm. Si tratta della tecnologia di più recente diffusione, dalle potenzialità interessanti per il minor consumo di energia; in questo momento il limite tecnologico è dovuto alla forte limitazione dei fotoiniziatori disponibili sul mercato in grado di reagire nella lunghezza d’onda di emissione del diodo. Le giuste componenti Come si accennava in precedenza, è necessario dotare le macchine di componenti adeguate per la stampa UV. Per quel che riguarda i rulli, sempre più spesso vengono vendute macchine da stampa con rulli gommati denominati bivalenti , si legge nel TAGA.Doc.19, che abbiano cioè una mescola con capacità di resistenza chimica tra due tipologie opposte di inchiostri e relativi solventi di lavaggio: in altre parole, che permettano di stampare sulla stessa macchina sia con inchiostri tradizionali che con inchiostri UV. Se invece si volesse stampare con soli inchiostri UV, è necessario utilizzare un rivestimento con una mescola dedicata, che sia dunque resistente agli UV. La dimensione e la manutenzione del rivestimento sono essenziali per portare il film di ac-

qua e inchiostro in modo uniforme, per questo è importante scegliere la giusta qualità a seconda del processo di stampa che si vuole approntare. Stesso discorso per la manutenzione del caucciù: l’utilizzo improprio di solventi non strutturati per i giusti campi applicativi può causare il deterioramento precoce del materiale. Per utilizzare correttamente la tecnologia UV è necessario controllare quotidianamente la soluzione di bagnatura, per garantire un’ottimale conducibilità elettrica. Gli additivi più comuni sono i diluenti, i fotoiniziatori, gli agenti umettanti e gli agenti antiblocking, ma solitamente gli inchiostri UV che si trovano in commercio sono già pronti all’uso e non richiedono l’aggiunta di prodotti chimici (invece necessaria quando si deve stampare un supporto critico). Anche gli accessori necessaria per poter stampare con la tecnologia UV (agitatori, riscaldatori, misuratori della durezza delle gomme, controlli di corretta polimerizzazione…) devono essere conformi alle esigenze specifiche, vanno accuratamente manutenuti e utilizzati nelle condizioni suggerite dal costruttore. Nel TAGA.Doc.19 sono infine riassunte le principali configurazioni per le macchine da stampa UV, con il corretto posizionamento delle lampade anche a seconda del supporto da stampare.

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uomini&aziende

td Packaging Crescere con la versatilit delle Lithrone Lazienda specializzata nella realizzazione di astucci e con ezioni verniciati V per vari mercati

Realtà emergente nel panorama cartotecnico italiano, Dtd Packaging di Settimo Milanese (MI) è specializzata nella realizzazione di astucci e confezioni verniciati UV per i mercati cosmetico, alimentare, farmaceutico e parafarmaceutico. Nata nel 2001 dall’idea di tre imprenditori, nel 2006 la famiglia Testa ne rileva le quote e decide di portare avanti l’azienda con i propri mezzi. Attraverso fasi di evoluzione, tecnologizzazione e crescita, ad oggi l’azienda ha più che decuplicato i numeri. «Abbiamo un’organizzazione ottimale e offriamo un servizio ai massimi livelli a chi sceglie di esser parte del nostro progetto», dice Fabio Testa, titolare di Dtd Packaging. Con un fatturato di circa 5 milioni di euro e uno staff giovane e dinamico – 14 dipendenti diretti –, l’azienda offre alla propria clientela un approccio consulenziale e un processo produttivo completo che copre tutte le lavorazioni, oltre a un’attenzione costante alla qualità attestata da varie certificazioni, tra cui FSC e ISO 9001. Un partner grazie al quale i clienti possono concretizzare le proprie idee di marketing. «Il nostro obiettivo è rispondere in modo rapido ed efficace alle richieste che ci pervengono», spiega Testa. E lo conferma lo slogan all’ingresso dello stabilimento: ‘Il successo di un’azienda si basa sull’ossessione per il cliente’. «Il nostro punto di forza è sicuramente il servizio, basato su una totale trasparenza nei confronti del cliente, capacità di interpretare al meglio le sue esigenze e di risolvere qualunque problema di consegna o nobilitazione del suo prodotto». na configurazione unica in Europa In sala stampa a febbraio 2018 ha fatto il proprio ingresso una linea di stampa Komori con una configurazione tra le più complesse installate in Europa: una Lithrone GLX 640 C Du Du Conventional/UV 6 colori con doppio verniciatore e doppia unità di essiccazione, dotata inoltre di cambio lastre automatico (FAPC), PQA per il controllo qualità di stampa e set up della macchina in linea, mettifoglio non-stop

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e uscita automatizzata. Il rifornimento del mettifoglio e la rimozione dei fogli in uscita avvengono in modo automatico e continuo sino al termine della tiratura che può così proseguire costantemente alla massima velocità, il tutto a vantaggio della produttività. Come spiega Silvano Bianchi, amministratore delegato di Komori Italia, «tra i due spalmatori sono presenti due unità di asciugatura per le vernici convenzionali, vernici primer di basso o alto impatto, con effetti rispettivamente di protezione e nobilitazione dello stampato e vernici UV su base inchiostro e vernice grassa, il tutto in un unico passaggio». Non è un caso che Dtd Packaging si sia rivolta ancora una volta a Komori. Al produttore nipponico sta molto a cuore il mercato del packaging, tanto che ha messo a punto una linea di macchine offset configurabile per soddisfare tre requisiti principali: riduzione dei costi di produzione, controllo di qualità e alto valore aggiunto. Progetti per l oggi e il domani «Avevamo già in casa una Lithrone LSX a 6 colori più spalmatore e il team Komori si è dimostrato affidabile, pronto a darci il supporto da noi richiesto in ogni occasione. La configurazione della nuova Komori ci ha consentito di razionalizzare il processo produttivo, arricchendolo con una verniciatura UV che impreziosisce a livello estetico i nostri stampati con giochi di lucido/opaco in un singolo passaggio di stampa. Abbiamo inoltre ridotto drasticamente i tempi di risposta al mercato e ampliato la nostra offerta di prodotti, attirando un maggior numero di clienti dall’Italia e da altri Paesi europei», spiega Testa. Dtd Packaging sta letteralmente cambiando pelle: «Bisogna sempre guardare avanti affrontando con flessibilità qualsiasi sfida incontrata sul nostro cammino. Puntiamo entro il prossimo triennio a un raddoppio del fatturato attraverso una politica di acquisizione di nuovi clienti e, perché no, la partecipazione in altre realtà aziendali che operino nel nostro stesso settore e condividano la nostra filosofia e i nostri progetti», conclude esta.

Domenico e Fabio Testa, titolari di td Packaging. In alto, la nuova Lithrone GLX 640 C u u Conventional 6 colori installata in azienda.

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interviste

StarPack Srl A fidabilit e competitivit con le soluzioni Grafipro

L’azienda fondata nel 2017 a Cercola, in provincia di Napoli, ha installato cinque soluzioni di post stampa. Nel futuro? Nuovi progetti perch il bello del packaging “sta proprio nello spirito di innovazione”

Emergere brillando come una stella in un panorama altamente competitivo come quello della cartotecnica. Inizia così, da questo primo ma ambizioso desiderio (e da quella stella deriva il nome), la storia di StarPack Srl, azienda nata in provincia di Napoli nel 2017 dall’idea di un gruppo di amici - Salvatore Imbimbo e suo figlio Luca, Luca Rubicondo e icola Savarese che hanno deciso di mettere in comune esperienze e conoscenze sviluppate nel settore tipografico e/o cartotecnico in anni di lavoro per provare a fare qualcosa di più grande, ad avere un’azienda tutta loro. «Inizialmente avevamo “solo” sei dipendenti e avevamo un ristretto numero di clienti provenienti da un altrettanto ristretto ambito territoriale. Col tempo il passaparola, la curiosità, la velocità, la qualità e l’originalità dei prodotti ci ha permesso di crescere e acquisire credibilità alzando l’asticella ogni volta con progetti sempre più grandi e ambiziosi e dandoci stimolo a proporci a mercati e/o a clienti su tutto il territorio nazionale», spiega Salvatore Imbimbo, titolare dell’azienda della partenopea Cercola. Ad oggi StarPack conta venti dipendenti che lavorano in un unico stabilimento di circa 1500 metri quadrati; l’azienda ha chiuso il 2018 con un fatturato di circa 2 milioni di euro. «Siamo una cartotecnica, nobilitiamo tutto ciò che

a sinistra Fabrizio Fiorito, sales manager Grafipro Vincenzo aietta, responsabile di produzione Agostino Sammarco, addetto alla piegaincolla Salvatore Imbimbo, titolare di StarPack e il figlio Luca alle loro spalle la piegaincolla automatica.

c’è dopo la stampa. Principalmente effettuiamo trasformazione per conto terzi offrendo varie tipologie di lavorazioni come la plastificazione, la serigrafia, la stampa a caldo, l’accoppiatura, la fustellatura, l’incollaggio e l’allestimento manuale di scatole e astucci di varie tipologie», continua Imbimbo che spiega come essere una cartotecnica di qualità permetta loro di rivolgersi a mercati per i quali il packaging è un vero e proprio biglietto da visita per la vendita dei prodotti, poiché si tratta nella quasi totalità dei casi del primo impatto che il consumatore ha con il prodotto. «I nostri prodotti trovano destinazione nella cosmetica e cura per il corpo, nell’editoria, nella piccola pasticceria, produciamo shoppers e molto altro ancora Lavorando principalmente come terzisti non abbiamo la possibilità di valutare in anteprima la validità del prodotto finito ma lo vediamo nascere e crescere passo dopo passo attraverso le varie lavorazioni. Spesso vengono da noi clienti con solo un’idea in testa ed è nostro preciso compito riuscire a materializzare il loro progetto per quanto difficile da produrre possa essere. E per noi è un orgoglio immenso vedere la loro soddisfazione a opera conclusa», continua Imbimbo che è convinto del fatto che parte del lavoro di una cartotecnica sia anche di avere un ruolo attivo e propositivo nel processo produttivo, assumendo qua-

comunicazione d’impresa

di Giulia Virzì

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interviste

Sotto, da sinistra, la fustellatrice automatica con estrattore EUREKA e la macchina per accoppiare cartoncino/ cartone ondulato DLG FMB.

Mag Data in date si il ruolo di consulenti oltre che di produttori per il cliente, proponendogli opportunità e/o cambiamenti in fase progettuale per riuscire a ottenere il miglior risultato possibile. Il successo di StarPack non si è costruito da solo. Di pari passo alla capacità dei suoi fondatori di allargare gli orizzonti del proprio mercato e di correre al ritmo dei progetti dei suoi clienti, StarPack produce cartotecnica di qualità grazie alle soluzioni installate. Nei soli due anni di vita dell’azienda sono state cinque le macchine per il post stampa distribuite da Grafipro in cui l’azienda campana ha investito. Si tratta di una fustellatrice automatica con estrattore EUREKA C1060DS formato 780x1060 cm, di due fustellatrici manuali di cui una ML 1400 formato 100x140 e una ML 1600 formato 120x160, di una macchina per accoppiare cartoncino/cartone ondulato DLG FMB formato 100x1 0 e infine di una macchina piega e incolla HOSON ZH 1000 BFST per incollaggio diretto e fondo automatico. «StarPack è un service che fa ogni tipo di lavoro di cartotecnica, motivo per cui inevitabilmente queste macchine vengono messe quotidianamente a dura prova, anche per 12 ore al giorno. Si tratta di macchine affidabili, che completano alla perfezione l’apporto di lavoro “umano” e quasi artigianale che sta dietro una produzione di questo tipo e alla storia di questa azienda», spiega Fabrizio Fiorito,

direttore commerciale di Grafipro. «Con il signor Fiorito c’è un rapporto di amicizia prima che di lavoro», conferma Salvatore Imbimbo, che continua: Grazie a Grafipro abbiamo arricchito tecnologicamente la nostra azienda con macchinari affidabili e competitivi. Le prime ad entrare a far parte della nostra famiglia sono state le due platine semiautomatiche per fustellare, poi l’accoppiatrice e infine la piegaincolla e la fustellatrice automatica Eureka, con cui siamo riusciti ad aumentare l’efficienza produttiva e a rendere più fluidi i passaggi di consegna tra una lavorazione e l’altra. Per il futuro abbiamo in mente altri progetti, non ci poniamo limiti dato che la bellezza del produrre packaging sta proprio nello spirito di innovazione e dell’originalità che sono da stimolo alla nostra fantasia e al nostro impegno nel soddisfare le esigenze dei nostri clienti», conclude Imbimbo.

Da sinistra: Salvatore Imbimbo, Roberto Giordano (responsabile amministrativo), Luca Imbimbo, Luca Rubicondo (socio StarPack).

Lo stabilimento di StarPack, azienda nata in provincia di Napoli nel 2017.

Il magazzino di Mag Data nella nuova sede di Colorno, inaugurata nel 2011. In alto a destra, l’ingresso dell’azienda.

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TECNAU, LEADER NEI SISTEMI DI FINITURA PER L’INDUSTRIA DELLA STAMPA DIGITALE INTERVISTA A GIULIANO DE MARCO, AMMINISTRATORE DELEGATO DI TECNAU

Ci farebbe una breve panoramica su Tecnau? Tecnau ingegnerizza, produce e vende sistemi di pre post stampa e finitura per l’industria della stampa digitale. I nostri clienti sono compagini internazionali e centri stampa on demand che richiedono sistemi affidabili, essibili, con un alto livello di automazione, ma anche centri di produzione medio piccoli, che vogliono soluzioni altamente scalabili e modulari, facilmente configurabili in base alle esigenze e al budget. 52

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Come si è evoluta Tecnau nei suoi 30 anni? Nata come un’azienda produttrice di soluzioni per l’automazione industriale, Tecnau ha seguito un percorso evolutivo estremamente rapido. L’azienda è stata in grado di rinnovarsi per ben tre volte, specializzandosi sempre più nel settore della stampa digitale fino a diventarne uno Giuliano De Marco, dei leader incontrastati. Una strategia basata su amministratore dedizione e innovazione costanti, uno spirito in delegato e azionista alcuni casi pionieristico, come per le soluzioni di riferimento di book on demand che iniziammo a sviluppare di Tecnau. già dieci anni fa, e la capacità di reinterpretarsi e adattarsi, hanno reso Tecnau la multinazionale consolidata e all’avanguardia che è oggi. Tecnau si è rinnovata ben tre volte. Come? Per i primi 10 anni, Tecnau sviluppa sistemi di automazione industriale estremamente eterogenei, spaziando dal settore elettrico elettronico a quello del food processing fino ad arrivare all’industria di componenti meccanici ad alta precisione, con soluzioni per l’assemblaggio delle testine di stampa inkjet. L’esposizione iniziale al mondo della stampa porterà Tecnau ad avvicinarsi al mercato del finishing digitale. Questa prima fase di esperienze variegate permette di acquisire solide conoscenze tecniche, che daranno all’azienda la capacità di ideare soluzioni realmente personalizzate per il cliente. Nel 1993, mentre il mercato della stampa digitale si consolida, Tecnau decide di progettare soluzioni di finishing in grado di lavorare in linea

Comunicazione d’impresa

Negli ultimi dieci anni Tecnau ha aumentato il proprio fatturato da circa 6 milioni di euro a oltre 50 milioni di euro. Dietro a una simile crescita c’è certamente un’importante acquisizione, ma anche il continuo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie: dai settori più tradizionali della stampa transazionale e direct mail a quelli a maggiore crescita nel digitale come i libri e le arti grafiche. Tecnau è stata anche tra le prime aziende a perseguire progetti di Internet of Things e Industria 4.0 grazie all’introduzione di connessioni remote su molti sistemi e continua oggi con lo sviluppo di soluzioni completamente interconnesse e sempre più intelligenti, sia per un’ottimizzazione della produzione che per la riduzione della manutenzione. Giuliano De Marco, amministratore delegato e azionista di riferimento di Tecnau, spiega l’evoluzione e i risultati raggiunti dall’azienda, che l’hanno portata a essere leader nel mercato del finishing digitale nel corso dei suoi 30 anni di operatività.

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Alcuni dettagli del processo produttivo altamente automatizzato delle soluzioni Tecnau.

Le soluzioni Tecnau per il BOD: Revolution 50 Series, Streamfolder 5152; sotto, Libra 800 B2.

Comunicazione d’impresa

con le stampanti digitali ad alta velocità. A questi nuovi prodotti l’azienda affianca i già affermati sistemi di taglio offline, molto richiesti in Europa, Africa e Medio Oriente per la realizzazione di libretti d’assegni, buoni pasto e assegni pensionistici. L’azienda si occupa anche di installazioni per il compartimento automobilistico e il confezionamento di monete. Nel 1998 Tecnau si dedica completamente all’industria della stampa digitale e presenta al pubblico una serie innovativa di perforatori. Si tratta di dispositivi progettati per funzionare in linea con le stampanti digitali e creare perforazioni dinamiche per applicazioni postali e transazionali, come bollettini di pagamento, documenti assicurativi e coupon. L’azienda espanderà sempre più il proprio portfolio con soluzioni dedicate al publishing commerciali, alle arti grafiche e al book-on-demand. Come siete arrivati alla realizzazione di sistemi di finishing così complessi? Con l’acquisizione di Lasermax oll Systems nel 2011 abbiamo creato le condizioni per un portfolio completo di soluzioni per l’alimentazione, l’elaborazione e la finitura della stampa digitale. La complementarietà delle soluzioni disponibili, grazie all’unione sotto un unico brand, ci rese subito più forti sul mercato. La capacità di offrire sistemi estremamente complessi garantì migliori condizioni per i clienti che, grazie a sistemi integrati, potevano contare su maggiore compatibilità, soluzioni ottimizzate e procedure più snelle sia nel pre che nel post vendita. La scelta fu azzeccata e il tempismo perfetto: la stampa a getto d’inchiostro era nella sua fase ascensionale e le nuove tecnologie offrivano ulteriori possibilità di business per i clienti. Dopo la fusione Tecnau poteva contare su di una più ampia rete di potenziali clienti e distributori, specialmente sul mer-

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cato americano. L’unione e il clima internazionale che ne conseguirono favorirono poi la nascita di nuove idee e proposte innovative. Qual è stato il più grande successo di Tecnau? Sicuramente lo sviluppo del sistema Libra per la produzione di libri a formato variabile, sia per brevi tirature che per copie singole. Un progetto “coraggioso” che proponemmo già nel lontano 2008 e che oggi è diventato una prerogativa costante e necessaria. Nella produzione libraria si è passati da produzioni che contavano centinaia di migliaia di copie a contenuti personalizzati e altamente variabili spesso in singola copia. Si tratta di un cambio di rotta non indifferente che abbiamo anticipato anzitempo e di cui ci sentiamo portavoce. Cosa c’è nel futuro di Tecnau? Le velocità dei sistemi sono cresciute così tanto che è diventato vitale per i clienti evitare fermi macchina e tempi d’inattività indesiderati. Il mercato si sta muovendo dalla semplice automazione verso capacità integrate per migliorare, aumentare e collegare le tecnologie per una produzione snella, integrata ed interconnessa: la manutenzione predittiva è il vero obiettivo a cui miriamo come Industria 4.0. Sistemi automatizzati in grado di auto configurarsi, di modificare i propri parametri senza intervento di un operatore, capaci di adattare i processi alle varie applicazioni e prevedere l’insorgere di eventuali guasti. Questo è il futuro che noi prospettiamo e il traguardo che ci siamo proposti di raggiungere.

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Digital Experience Center La nuova casa della stampa e della nobilitazione digitale firmate Heidelberg

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Il luogo dove poter vedere e soprattutto poter provare le nuove generazioni delle macchine da stampa digitali targate Heidelberg. Col nome di Digital Experience Center, il nuovo spazio espositivo è stato inaugurato lo scorso novembre nella sede di Heidelberg Italia a Bollate. L’evento della durata di tre giorni è stato anche l’occasione per fare il punto sull’evolversi del mercato e sulle possibilità a disposizione delle aziende che vogliano investire nella modernizzazione dei propri processi produttivi in ottica 4.0. Il Digital Experience Center ospita l’intera gamma di macchine da stampa digitale Versafire (Versafire EV, Versafire EP, Versafire EM e i sistemi di nobilitazione digitale Scodix, di cui Heidelberg ha la commercializzazione esclusiva sul territorio italiano. A intrattenere gli ospiti sul futuro della stampa digitale e sulle possibilità della nobilitazione digitale c’erano Rinaldo Mattera, business driver digital & Scodix, ed Enrico Barboglio, ceo di Stratego Group, che hanno tracciato il profilo dello stampatore d’oggi: uno smart printer, capace di dare risposte al time to market, alla personalizzazione, alla generazione di esperienze attraverso lo stampato, assolutamente cosciente di vivere in un’epoca in cui digitale e fisico giocano entrambi un ruolo cruciale nel creare esperienze, indispensabili per la fidelizzazione dei clienti. a questo punto di vista, ha spiegato Mattera, la nobilitazione digitale può giocare un ruolo da vera protagonista, per la possibilità di gestione del dato variabile e soprattutto per la possibilità di renderlo “bello”. Nata appena cinque anni fa, la nobilitazione digitale registra livelli di crescita impensabili per qualsiasi altro tipo di tecnologia: «È prevista in crescita fino a coprire il 27 dei volumi totali di nobilitazione entro il 202 , rispetto all’odierno 1 », ha affermato Mattera citando dati Smithers Pira e ricordando come Scodix, con le sue 80 installazioni nel mondo, sia pioniera nello sviluppo di queste soluzioni.

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Inaugurato nella sede di Heidelberg Italia a Bollate con un evento a inizio novembre, il nuovo spazio espositivo ospita l’intera gamma di macchine da stampa digitale Versafire e i sistemi di nobilitazione digitale Scodix.

Nel corso dell’inaugurazione del Digital Experience Center Ennio Manzi, equit partner di Italfinance Milano, è intervenuto per fare chiarezza sullo stato dell’arte delle agevolazioni fiscali inerenti l’Industria .0. Ci sono ancora risorse disponibili fino a fine anno nell’ambito della cosiddetta Nuova Sabatini che è cumulabile con Super e Iperammortamento. Per quel che riguarda il Superammortamento, può fruirne chi abbia ordinato la macchina dopo il primo aprile 201 e l’abbia in consegna entro la fine di questo stesso anno oppure entro il 0 giugno 2020 purch la conferma d’ordine e il pagamento del 20 di acconto siano stati fatti entro il 1 dicembre 201 . Per quel che riguarda l’Iperammortamento, le agevolazioni si calcolano in base al valore dell’investimento: ricarico del 170 fino a 2, milioni di euro, del 100 da 2, a 10 milioni di euro e invece del 0 da 10 a 20 milioni di euro; la consegna o il collaudo deve essere fatto entro la fine del 201 oppure entro la fine del 2020 qualora ordine e pagamento del 20 di acconto siano stati fatti entro la fine dell’anno corrente.

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© Horst A Friedrichs

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Canon da sempre è attenta al cambiamento delle esigenze dei suoi clienti, che operano in un mercato in cui le tradizionali tecnologie di stampa risultano obsolete. L’innovativo sistema inkjet di VarioPrint i-Series integra una serie di tecnologie Canon che consentono la stampa di alta qualità e produttività su svariati supporti, unendo in un unico prodotto flessibilità e costi competitivi, con una velocità di stampa fino a 300 immagini A4 al minuto. Nuove applicazioni aprono la strada a numerose e redditizie opportunità di business. Con oltre 250 installazioni, Canon festeggia oggi il successo della VarioPrint i-Series, il sistema di stampa digitale inkjet a foglio singolo leader nel mondo della stampa digitale.

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Il Parlamento europeo e il Consiglio UE hanno approvato quattro nuove direttive (n.849, 850, 851, 852) che aggiornano in forma e contenuto le norme precedenti e che dovranno essere recepite e armonizzate in Italia, come negli altri Paesi membri, entro luglio 2020.

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Il “Pacchetto rifiuti nell era dell’economia circolare: gli obiettivi di Europa e Italia

Non è un caso che il Parlamento europeo abbia approvato alla fine di novembre 2019 una risoluzione con la quale dichiara lo stato di emergenza climatica in tutta Europa. Sullo sfondo, la nuova presidenza della Commissione e la sua squadra di commissari, insediata ai primi di dicembre dello stesso anno, ha già stabilito un’agenda che pone al centro la politica ambientale in tutte le sue declinazioni. Per gli operatori nel campo dei rifiuti, smaltimento e riciclo, si apre una nuova fase che rimette in discussione gli attuali modelli di business, seguendo il mantra dell’economia efficiente, sostenibile e verde. L’Unione europea ha iniziato a prendersi cura dell’ambiente con una serie di interventi normativi strutturali che risalgono alla fine degli anni Novanta, quando ancora si chiamava Comunità europea (CE, ndr). Sia mediante disposizioni di carattere generale, contenute all’interno della direttiva sui rifiuti 98/2008/CE. Sia attraverso una disciplina di dettaglio in materia di: imballaggi (62/1994/ CE); discariche (31/1999/CE); veicoli fuori uso (53/2000/CE); pile e accumulatori (66/2006/CE); apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE (ex 19/2012)-. Il Parlamento europeo e il Consiglio UE hanno approvato il “Pacchetto rifiuti”, in vigore da luglio 2018 su base europea: le nuove quattro direttive (n.849, 850, 851, 852) aggiornano così in forma e contenuto le norme sopra riportate (che, peraltro, erano sei), e dovranno essere recepite e armonizzate in Italia, come negli altri Paesi membri, entro luglio 2020. Gli obiettivi, i cambiamenti, le tempistiche Alla base di questo cambio di passo, il leitmotiv è proprio quello dell’economia circolare: sintagma che coinvolge la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani e il riciclaggio degli imballaggi. Pone inoltre come obietti-

vo generale la riduzione complessiva della quantità di rifiuti da conferire in discarica (tout court) e quelli per il compostaggio. Un secondo obiettivo è il riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per materiale, come illustrato nella tabella (fonte europarl): Le nuove regole riguardano anche le discariche e prevedono un obiettivo vincolante di riduzione dello smaltimento in discarica. Entro il 2035 al massimo il 10% del totale dei rifiuti urbani potrà essere smaltito in discarica. La responsabilità estesa del produttore (EPR) e l’intervento dell’Italia Se storicamente tra i Paesi membri più proattivi nelle tematiche ambientali riconosciamo quelli dell’Europa nord continentale, l’Italia è certamente in prima fila tra coloro che promuovono iniziative legislative e politiche volte ad anticipare l’agenda europea. L’inizio del 2020, segnerà inoltre il momento della riorganizzazione amministrativa e dipartimentale del Ministero dell’Ambiente (Mattm), e porterà alla definizione di una Direzione generale appositamente creata per accogliere le unità operative legate proprio all’economia circolare. La Direzione, inedita, rappresenta un elemento che segue il proposito di creare nuove sinergie tra pubblico e privato: non solo Mattm, ma anche enti pubblici come l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dialogheranno con sempre maggiore frequenza insieme alle associazioni di categoria per raggiungere un punto di equilibrio tra le sfide ambientali e le necessità di un mercato complesso: competitivo ed ecosostenibile. Come ogni anno infatti, la Legge di Delegazione europea, al vaglio dei corpi istituzionali statuali, impone un alto grado di coinvolgimento tecnico degli attori competenti per materia nel processo di integrazione delle

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Rubrica a cura di Marco Deplano

Gli obiettivi del riciclo (fonte europarl) Materiale Tutti i tipi di imballaggi Plastica Legno Metalli ferrosi Alluminio Vetro Carta e cartone

entro il 2025 65% 50% 25% 70% 50% 70% 75%

norme all’interno dell’ordinamento italiano. Nello specifico, in questo quadro di interventi, è proprio il Mattm a coordinare i lavori che portino al recepimento del “Pacchetto rifiuti”. A fronte della normativa italiana previgente (d.lgs. 152/2006), alcuni articoli, quali ad esempio il 178, il 178-bis e il 178-ter del relativo decreto, subiranno modifiche dettate dagli articoli 8 e 8-bis della direttiva europea 851/2018 (detta anche “End of waste”). Vengono infatti introdotti i cosiddetti “Requisiti generali minimi in materia di responsabilità estesa del produttore”. Cosa prevedono tali criteri: “1) procedere al riordino dei principi generali di riferimento; 2) definire i modelli ammissibili di responsabilità estesa per i sistemi di gestione delle diverse filiere, nonché procedure omogenee per il riconoscimento; 3) prevedere una disciplina sanzionatoria; 4) definire la natura del contributo, l’ambito di applicazione e le modalità di determinazione in relazione alla copertura dei costi di gestione nonché prevedere adeguati sistemi di garanzia; 5) estendere l’obbligo di raccolta per l’intero anno di riferimento, al di là dell’adempimento dell’obiettivo fissato; 6) prevedere l’obbligo, nell’ambito della responsabilità estesa, di sviluppare attività di comunicazione e di informazione ai fini della promozione ed implementazione delle attività di riutilizzo e recupero dei rifiuti; 7) disciplinare le attività di vigilanza e controllo sui sistemi di gestione; 8) prevedere

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entro il 2030 70% 55% 30% 80% 60% 75% 85%

sanzioni proporzionate in relazione agli obiettivi di riciclo definiti a livello nazionale ed europeo” (fonte Mattm). I dettagli delle norme nel processo di armonizzazione Per procedere alla fattibilità dei punti sopra elencati, il Ministero porta avanti i tavoli di lavoro e relative consultazioni, con lo scopo di rendere il percorso di armonizzazione tra norme di vario livello compatibile con l’ecosistema economico di riferimento. Oltre al pilastro della sostenibilità ambientale, vi sono una serie di garanzie che potrebbero essere introdotte all’interno del nuovo testo. Il comma 5 dell’articolo 178bis, in materia di sanzioni, pone come presupposto l’iscrizione dei produttori interessati a un registro apposito: si tratta, in altre parole, di uno strumento di qualificazione degli operatori; un sistema che, in prima battuta, è volto a ricalcare il principio della trasparenza. Infine, la modifica dell’articolo 178-ter (sempre relativo al d.lgs.152/2006), mira a migliorare la governance in tema di Responsabilità estesa del Produttore (EPR), ma la ricerca di un possibile assetto è ancora oggetto di analisi. Gli elementi sopra riportati derivano dai contenuti dell’articolo 8-bis della direttiva madre sui rifiuti, la 851/2008. In vista del 2020, la concertazione tra pubblico e privato prosegue: il tempo dirà se l’Italia sarà in grado di essere all’altezza del compito; mentre l’Europa, intanto, ci osserva.

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TASKalfa Pro 15000c Kyocera entra nel production printing puntando sul getto d’inchiostro

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Sessant'anni di esperienza e competenze nel digitale e nella tecnologia del getto d’inchiostro. Sta in questo il cuore di TASKalfa Pro 15000c, il primo dispositivo per la stampa di produzione di Kyocera Document Solutions Europe, che fa cos il suo ingresso ufficiale nel settore del production printing. La soluzione, presentata lo scorso novembre nel corso di un evento dedicato al solo mercato italiano nella sede della società ad Amsterdam, si presenta come un’alternativa economica alla stampa convenzionale nelle applicazioni transazionali, trans-promozionali e direct mail, da affiancare in azienda a una soluzione a più alta produttività oppure offset per gestire le basse tirature e il dato variabile, oppure in aziende di altri settori come banche, sanità, utility e servizi pubblici che per una maggiore sicurezza internalizzano i servizi di stampa. Che il futuro sia nell’inkjet in Kyocera ne sono convinti. Ma perché fare il primo ingresso proprio ora nella stampa di produzione, chiede nel corso dell’evento di presentazione della macchina quasi provocatoriamente Marcel Ebbenhorst, manager of production

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Marcel Ebbenhorst, manager of production print, marketing innovation centre di Kyocera Document Solutions Europe, e un momento dell’evento di lancio di TASKalfa Pro 15000c.

print, marketing innovation centre di Kyocera Document Solutions Europe. «Ci sono molti competitor in questo settore, ma nessuno di loro ha una soluzione che sia frutto di una tecnologia proprietaria: ci sono state acquisizioni o collaborazioni strategiche, solo noi abbiamo realizzato ogni tecnologia e ogni dettaglio di questa macchina», afferma Ebbenhorst a proposito della macchina che ha una produttività fino a 1 milione di stampe al mese in A4 a una velocità di 150 stampe simplex al minuto, con testine di stampa in grado di depositare gocce di inchiostro di tre diverse dimensioni. estine di stampa firmate K ocera che hanno una vita prevista di 60 milioni di copie. E mentre nel reparto ricerca e sviluppo in Kyocera stanno già lavorando per migliorare la risoluzione (ora è di 600 dpi e la qualità di stampa sui più vari tipi di supporti, un punto di forza della soluzione è senz’altro il consumo medio energetico, che si attesta a soli 1, KwH con la configurazione standard e a cui si aggiungono diverse certificazioni ambientali, come Energy Star, EPEAT, RoHS ed EcoMark. In generale, afferma Ebbenhorst nel corso della presentazione, con un buon uso della carta e del colore si arriva a risparmiare fino al 0 di inchiostro rispetto ad altre soluzioni digitali sul mercato. Negli ultimi mesi sono stati condotti test (“brillantemente superati”, precisa il manager of production print di Kyocera) in alcune aziende in diverse parti del mondo (Kenya, Spagna, Turchia, Olanda), ognuna delle quali aveva diverse esigenze e diversi tipi di produzione. Lo sviluppo di questa piattaforma è durato all’incirca due anni e sarà proprio TASKalfa Pro 15000c a portare Kyocera a Düsseldorf: «Saremo presenti in Drupa con due macchine su cui verranno ricreati due diversi tipi di ambiente di lavoro per mostrare le potenzialità della soluzione», anticipa Ebbenhorst che a proposito del mercato italiano, per il quale la macchina è disponibile dallo scorso primo novembre, precisa: I nostri partner e uffici commerciali locali forniranno tutta l’assistenza necessaria ai nostri futuri clienti: in tutta Europa ad ogni prima installazione seguiremo i nostri team per formarli e per assicurarci che la configurazione della macchina avvenga in maniera ottimale».

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marks-3zet Italia il vantaggio competitivo (e green) dello stampatore LA FILIALE ITALIANA DELLA SOCIETÀ CHIUDE IL 2019 CON UNA CRESCITA A DUE CIFRE. INTERVISTA A CARMELO ROBERTO, EXECUTIVE MANAGING DIRECTOR Zylinderaufzüge, Zwischenpapiere e Zurichtseiden. Sono le tre zeta che compongono il nome di marks-3zet, azienda fondata nel 1870 a Mülheim an der Ruhr, in Germania, e che nel tempo è diventata un punto di riferimento mondiale per la stampa waterless. Società del gruppo Jurgen Heinz Mayer Holding, è in Italia da sei anni come distributore ufficiale ed esclusivo dei marchi Toray e Toka, oltre che leader nella distribuzione della carta calibrata. «Le 3 zeta in lingua tedesca erano i tre prodotti principali che Ernst Marks (il fondatore dell’azienda, ed ecco spiegata l’altra metà del nome) distribuiva quando ha dato inizio alla sua attività», spiega Carmelo Roberto, Executive Managing Director di marks 3zet Italia che ricorda come un po’ della storia di questo distributore abbia già varcato la soglia di tutte le aziende di stampa: «È stata la marks-3zet a “inventare” il cartoncino calibrato da inserire fra cilindro e caucciù, stabilendo lo standard per cui a determinato colore corrisponde determinato spessore», spiega Roberto.

so di stampa. Poi c’è Vanson, produttore di inchiostri olandese acquisito da Toka a fine 2017, che con il suo Prime Bio propone un inchiostro convenzionale fresco, privo di olii minerali perché sostituiti da olii vegetali o addirittura materie prime rinnovabili. Anche il packaging è sostenibile, perché la tolla è da 3 chili (cos se ne spreca meno) e abbiamo lavorato anche sulle cartucce: le distribuiamo da 2,4 chili, rispetto allo standard europeo da 2 chili, perché abbiamo ottimizzato lo spazio. Lo facciamo anche con gli inchiostri Toka UV, UV LED UV di nuova generazione per la stampa offset. E ancora ci sono gli inchiostri speciali (come ad esempio i metallizzati) e le vernici, tutti prodotti in Giappone», spiega.

Siamo solo all’inizio

Comunicazione d’impresa

Traguardi e sostenibilità Ma storia a parte, marks 3zet è un’azienda che lo sguardo lo rivolge sempre al futuro. La filiale italiana, guidata da Carmelo Roberto, chiude il 2019 con un fatturato in crescita a due cifre e con nuovi traguardi in Europa e oltre, arrivando a distribuire in Albania, Slovenia, Croazia, Serbia, Grecia, Turchia. «Con Rubbex, il converter di tessuti gommati più grande in Europa, abbiamo stretto una partnership che dura ormai da due anni e per la quale riusciamo a dare un servizio unico: in 72 ore riusciamo a consegnare in tutta Europa caucciù pronti all’uso , continua Carmelo oberto, secondo cui la filiale italiana è nata per inseguire una visione imprenditoriale ma al contempo è molto attenta all’aspetto della sostenibilità ambientale con i marchi distribuiti. «Toray da tempo sostiene il waterless, la stampa senza utilizzo di acqua e solventi tipici del proces-

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Carmelo Roberto, Executive Managing Director di marks-3zet Italia. Sopra l’inchiostro Prime Bio prodotto da Vanson.

La sostenibilità ambientale è un tema sempre più importante. «Cresce la richiesta di compostabilità dell’inchiostro da parte degli utenti finali prima ancora che dallo stampatore. Per fare un esempio, l’anno scorso una famosa casa motociclistica ha chiesto allo stampatore di assicurargli che negli inchiostri usati per stampare i suoi prodotti non ci fossero sostanze tossiche: noi abbiamo fornito queste informazioni allo stampatore che a sua volta le ha fornite al suo cliente, potendo dunque continuare a stampare con i nostri inchiostri. Si tratta di un vantaggio competitivo, ma siamo ancora all’inizio: basti pensare che su circa 15 mila stampatori in Italia, a stampare waterless oggi sono in 60», dice Roberto. Cosa c’è nel futuro di marks 3zet Gli Electro beam inks, o EB curable inks, da usare con sistemi di essiccazione a impulsi di elettroni in grado di asciugare l’inchiostro diversamente dal ciclo offset tradizionale e o con lampade UV UV LEDUV. Stiamo parlando di inchiostri che non avranno più bisogno del fotoiniziatore. Siamo ancora in fase di sperimentazione, ma sarà una rivoluzione. E noi la distribuiremo», conclude Carmelo Roberto.

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Agende e calendari

foto:ArtCodex

mercato di nicchia che dialoga con la tecnologia

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Chris Lee fotografata daDettaglio Paolo Roversi di un per il Calendario facsimile realizzato Pirelli 2020. da ArtCodex

Negli anni si è assistito a una costante riduzione dei volumi, ma ora la tendenza sembra essersi invertita: ci sono addirittura segnali di ripresa nel B2B, tra le imprese del mercato retail che hanno in parte compensato le ridotte commesse da parte di banche e assicurazioni, fino al eb to print.

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Non sono più i tempi delle tirature milionarie di venti e trent’anni fa, ma chi aveva profetizzato la scomparsa delle agende e dei calendari stampati, sostituiti dal mondo digitale (e dall’agenda-calendario che tutti abbiamo in tasca con lo smartphone) si era sbagliato. Certo, come ricorda Emanuele Bandecchi, sales e marketing director del gruppo Rotolito, quello delle agende e dei calendari (in tutte le versioni, dayweek, da tavolo o muro, da scrivania o tascabili, in cartoncino, gomma, pelle) è diventato un mercato di nicchia che ha visto negli anni una costante riduzione dei volumi ma che sembra ormai aver interrotto il ridimensionamento. Con addirittura segnali di ripresa, nel B2B, tra le imprese del mercato retail che hanno in parte compensato le ridotte commesse da parte di banche e assicurazioni. E nel consumer a partire dalla fascia medio-alta (per reddito ed età) di consumatori che, pur non rinunciando alle nuove tecnologie, continua ad apprezzare l’appuntamento segnato su un notebook, un organizer, un planning magari con una penna stilografica. Ma anche tra gli under 30, secondo una ricerca che riguardava la percezione del brand che ha fatto la storia dei taccuini e dei notebook (Moleskine , nonostante la digitalizzazione delle abitudini, un sostanziale numero utilizza ancora supporti cartacei per la pianificazione della propria giornata. Una scelta – che vede protagoniste le donne con il 65% del campione analizzato che ha affermato di comprare un’agenda all’anno – che permette di avere una migliore consapevolezza della scansione del tempo. E così si sta assistendo, in un mercato che punta sempre di più sul design e la qualità dei prodotti, a un ritorno vincente di produzioni made in Ital dopo la corsa alle tipografie cinesi e uno sviluppo dell’e-commerce (a partire dal gigante Amazon) e del web to print. Il mercato delle agende, secondo il Centro Studi Assografici su dati elaborati dall’indagine Istat Prodcom sulla produzione e da Coeweb sul commercio estero, ha visto nel 2018 un calo dell’export sul 2017 da 66,2 a 60,1 milioni di euro e un aumento dell’import da 11, a 12,9 mentre la produzione nazionale vendu-

di Achille Perego

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Una gift box personalizzabile di Campo Marzio.

ta è stata di 80,2 milioni a cui aggiungerne 145 per alti prodotti come le agende per indirizzi. Per i calendari, invece, l’export sempre nel 2018 è cresciuto da 10,95 a 12,15 milioni e l’import è sceso da 5,48 a 5,05 milioni con un boom della produzione venduta quasi raddoppiata in valore da 36,6 a 67 milioni. umeri ancora significativi umeri ancora significativi ma certo non più quelli delle stagioni d’oro. Che il mercato delle agende si sia ridimensionato lo conferma, per esempio, la scelta di Campo Marzio (la storica azienda entrata a far parte del gruppo Buffetti, nata nel 1933 a Roma con la lavorazione artigianale delle penne stilografiche e diventata un punto di riferimento per chi ama gli strumenti per la scrittura e l’ufficio e quelli personali) di rinunciare quest’anno a mettere sugli scaffali dei suoi negozi monomarca (da Roma a Bari e Palermo) e nei corner Buffetti, le “sue” agende. Optando, spiegano dall’azienda guidata dal nuovo direttore generale Francesco Giovagnoni, sull’ampia gamma di notebook in tutti i formati (A4, A5, A6, minibook) e per Natale sulle gift box personalizzabili con anche il materiale per la scrittura, stampate dalla Legatoria Tuscolana. Viceversa, agende e calendari rappresentano ancora una delle voci più importanti dei ricavi di Legami Milano, l’azienda fondata nel 2003 da Alberto Fassi, attuale amministratore delegato, diventata un marchio (con una ventina di punti vendita diretti e la presenza nei qualificati store plurimarca riconosciuto per una gamma di prodotti che riguardano stationery, lifestyle, beauty, hi-tech, borse, accessori, preziosi e agende e calendari. Con stampatore di riferimento il gruppo bergamasco Boost, Legami presenta nel-

le sua linea diversi formati di calendari da muro e da tavolo (30x29, 16x49, 18x18) e di agende small, medium e large in differenti colori e materiali, come l’ecopelle. La stampa di agende e calendari caratterizza un po’ tutto il settore delle aziende grafiche, a partire dai grandi gruppi come Rotolito e la controllata Nava Press, che per questi prodotti - che richiedono un’attenzione particolare al finishing e al confezionamento e il trattamento di materiali come la fiscagomma aggiunge Emanuele Bandecchi, utilizza in base alla tipologia e alle tirature, sia impianti roto sia (e soprattutto) a foglio ma anche rotative Timson a uno e due colori. Il distretto delle agende – capace di vincere anche la forte concorrenza degli stampatori asiatici - resta quello di Bergamo. ove fin dagli anni Settanta si è sviluppata la specializzazione in questo mercato e dove nell’ultimo periodo si è assistito a una concentrazione delle aziende del settore guidata da Marzio Carrara. Il poco più che quarantenne imprenditore bergamasco, partendo dalla Cpz di Costa di Mezzate ha costruito il gruppo Boost, Italian Mood acquisendo prima la Johnson e poi la storica Lediberg. E ora è impegnato a riorganizzare ed efficientare il gruppo che sta già ottenendo risultati più che positivi. Il 2019 – spiega Carrara – è stato un buon anno e siamo soddisfatti del lavoro fatto». Con una crescita del fatturato complessivo a circa 145 milioni di euro e, per quanto riguarda le agende, 80 milioni di pezzi

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Il distretto delle agende – capace di vincere anche la concorrenza degli stampatori asiatici – resta quello di Bergamo. Dove dagli anni Settanta si è sviluppato questo mercato e dove nell’ultimo periodo si è assistito a una concentrazione delle aziende.

Alcuni calendari di Legami Milano, azienda fondata nel 2003 da Alberto Fassi.

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printing portraits Il mercato del B2B ha visto in parte compensata la discesa degli ordini del mondo finanziario con quelle delle imprese di beni di consumo che puntano a prodotti brandizzati e personalizzati.

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prodotti sia per le linee consumer sia per il B2B per cui Boost ha il vantaggio competitivo di essere insieme stampatore ed editore. Un vantaggio che sta rafforzando anche la presenza internazionale con lo sviluppo, conclude Carrara, in Giappone e Stati Uniti. Nel distretto delle agende di Bergamo sta crescendo anche la Artigrafiche iaries Italia fondata a Pognano nel 201 da Maurizio Carlessi (per oltre vent’anni ad di Johnson e Claudio Arrigoni e nel cui capitale è entrata con una quota di minoranza Rotolito. riginariamente orientata alla commercializzazione di agende e notebook è passata quindi alla produzione acquisendo a inizio 2018 una struttura di 12mila metri quadrati. Grazie all’esperienza dei soci fondatori, ai moderni impianti di confezione che rispondono ai requisiti dell’Industria .0 e alla cura di design, materiali, nobilitazioni delle copertine, Artigrafiche iaries Italia è cresciuta avvicinandosi ai milioni di euro di ricavi. Una crescita in un settore, quello delle agende e dei calendari che Carlessi conosce molto bene e di cui ha visto i cambiamenti. In questi anni nei prodotti per il B2B, ricorda Carlessi, si sono anche fortemente ridotte le commesse di banche e assicurazioni che erano solite ordinare tirature da centinaia di migliaia di copie per regalare ai clienti a atale agende e calendari. Una riduzione collegata al risparmio sui costi ma anche, forse, per un motivo d’immagine tenendo conto che un calendario basic comporta una spesa di poco meno di 0 centesimi e un’agenda attorno all’euro e mezzo. Alcune agende di Artigrafiche iaries.

Il mercato del B2B ha visto in parte compensata la discesa degli ordini del mondo finanziario con quelle delle imprese di beni di consumo che puntano a prodotti (agende e calendari brandizzati e personalizzati. E con una sempre maggiore attenzione, aggiunge Carlessi, a carte e cartoncini (Fedrigoni, Fabriano, Favini certificate ed ecologiche. Cos come attenti all’ambiente anche i materiali delle copertine in un settore dove gli articoli in pelle, di lusso e griffati, appartengono ormai (per moda e per prezzo a una nicchia sempre più ristretta. Integrare la “concorrenza” Ma in qualche modo le vecchie agende di carta stanno integrando anche il suo principale concorrente, il mondo digitale. La conferma arriva dall’agenda più famosa, la mitica Smemoranda. Che, fin dalla sua nascita (era il 1979 con l’idea vincente di Nico Colonna e Gino Michele ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo dei diaries. E come ricorda lo stesso Colonna (presidente del gruppo Gut nel quale qualche anno fa è entrata a far parte anche la ava esign è stata un social network ante litteram. Certo anche la mitica Smemo ha subito in parte il segno dei tempi e il record del milione e 00mila copie del 1 appare lontano con una tiratura, per l’edizione 2020 (stampata da Boost di circa 600mila copie. In realtà la Smemo è duplice perch va dall’edizione a 16 mesi a quella a 12 mesi (la letteraria a cui si aggiunge la nuova linea di agende e taccuini ecosostenibili S Paper. Smemoranda, che dal 2005 ha piantato e gestito nel corso degli anni 160mila alberi per proporre diari e agende a emissio-

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ni zero, ha infatti lanciato la nuova linea di green stationery 100% made in Italy e con copertine realizzate in rigenerato di cuoio in due colori, nero e marrone. “Mai senza” è il titolo sul quale si sono sbizzarriti gli autori delle Smemo 2020 che permettono di passare dalla carta allo smartphone con contenuti extra su Whatsapp, una collaborazione speciale con Spotify e con le special edition si ispirano alla moda delle Patch in voga negli anni Ottanta, tornata alla ribalta grazie alle applicazioni su jeans, giubbotti e accessori. Il cambiamento imposto dalle mode e dal web non poteva non interessare anche il settore dei calendari, anch’esso però segnato da una tendenza alla ripresa. Con la crescita, per il mondo dei rotativisti, delle centinaia di migliaia di copie dei calendari per la Gdo e il fascino intramontabile di calendari d’arte, storici e popolari. Calendari che tirano ancora più di un milione di copie come quello di Frate Indovino o lo storico calendario dell’Arma dei Carabinieri o hanno segnato la storia dei calendari fotografici d’autore come quello Pirelli, con l’edizione 2020 (dal titolo “Looking for Juliet”) in cui, ispirandosi al dramma shakesperiano, Paolo Roversi è andato alla ricerca della Giulietta che esiste in ogni donna con Claire Foy, Mia Goth, Chris Lee, Indya Moore, Rosalia, Stella Roversi, Yara Shahidi, Kristen Stewart ed Emma Watson. Se i principali stampatori italiani si aggiudicano, in una sorta di rotazione, di anno in anno, i calendari più “in” o dalle maxi tirature, appaltati con le classiche gare, in questo settore, e anche quello delle agende, sta crescendo la presenza del web to print. «Nell’eshop PressUP.it - spiega Vincenzo Cirimele, ceo di PressUP - è possibile scegliere tra un’ampia gamma di calendari, tutti personalizzabili e consegnati in poche ore: olandesi, poster, da tavolo, con spirale o punto metallico». Ma nell’era digitale i calendari vengono ancora utilizzati? «Dopo qualche anno in cui abbiamo registrato un certo decremento, quest’anno – risponde sempre Cirimele – c’è stata una riscoperta.

Sicuramente ha contribuito uno dei principali vantaggi del web to print, ovvero la possibilità di stamparne piccole tirature che, per alcune tipologie come il calendario poster, arrivano alla singola copia». Così si può ordinare solo il quantitativo che serve per l’ufficio o da regalare a un gruppo selezionato di clienti, ed eventualmente fare una ristampa successiva. Con un crescente successo per i calendari da tavolo. «Sono pratici, occupano poco spazio, e permettono alle aziende di rendere il messaggio visibile tutto l’anno, perché stampato sul supporto. Lo stesso vale per i calendari da parete personalizzati sulla testata», aggiunge Cirimele. Un altro dato interessante legato agli ordini del 2019 è un incremento sostanzioso della domanda di calendari realizzati con carte naturali e certificate, a conferma della crescente attenzione delle aziende verso la sostenibilità. E nonostante i tech-lovers optino per l’utilizzo di agende elettroniche disponibili ormai su tutti gli smartphone, c’è anche un ritorno dell’agenda tradizionale con copertina personalizzata, che è stata scelta da molti come gadget per Natale. «Anche se si tratta di un promozionale aziendale – conclude il ceo di PressUP – si nota una particolare attenzione per i dettagli. Se regalo un’agenda cheap è ovvio che non verrà utilizzata. Per questo tra i best seller ci sono le agende con copertine più raffinate, come le similpelle con logo tono su tono realizzato in embossing».

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Da sinistra: Rosalia e Yara Shahidi fotografate da Paolo Roversi per il Calendario Pirelli 2020.

Un esempio di calendario personalizzabile e consegnato in poche ore realizzato dal web to print PressUP.

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Opinioni Nuovi equilibri Sergio Facchini Opinioni Sergio Facchini Opinioni Sergio Facchini

Sopravvivenza nostra, del nostro ambiente, delle nostre attività, del nostro business L’evolversi della specie e dell’ambiente è un processo naturale ed essenziale, una lenta ma continua mutazione, fatta di innumerevoli piccoli passi. L’evoluzione è strettamente legata alla sopravvivenza di una specie, ma non solo. Anche le aziende devono far proprio il concetto di evoluzione per sopravvivere ad un ambiente con i suoi cambiamenti che mette a rischio le attuali strategie che, pertanto, debbono evolversi. Ci sono alcuni macro-trend da considerare poiché potrebbero rivoluzionare le nostre abitudini. • Popolazione sempre più vecchia con sensibile aumento dell’età media. Calano le nascite e aumenta il livello di istruzione, con un numero sempre maggiore di laureati. Questo innalzamento del livello di scolarità dei giovani, abbinato all’aumento dell’et della popolazione residente, stanno creando le difficolt logistiche che tutti i giorni vediamo: A) problema di mantenimento della popolazione pensionata. B) problema per l’età di pensionamento dei lavoratori che si allunga sempre pi . difficolt per l’esecuzione di uelle attivit di lavoro fisiche e operative che i giovani non vogliono pi fare. • Città sempre più popolate: ad esempio, rispetto al 1975, le città con pi di un milione di abitanti sono significativamente aumentate, Dobbiamo subito trend che si prevede continui nei prossimi anni. Questo spostamento della popolazione verso le città impatta nella disponibilità di personaprendere in le sia nelle aree pi rurali ma anche nelle citt dove aumenta il trafficonsiderazione co con i relativi aumenti di consumi energetici e dei fattori in uinanti. i macro-trend • Più domanda di risorse: si stima che rispetto al 2010, nel 2030 sull’ambiente: sarà necessario il 33% in più di energia, l’80% in più di acciaio, il % in pi di cibo e il 44% in pi di ac ua. inevitabile che un trend quanto ci di uesto tipo non sopportabile dal nostro pianeta. obbligherebbero a • Le tecnologie di perforazione stanno aumentando: ad esemcambiare abitudini pio il petrolio lo possiamo trovare anche nel sottosuolo della Basiperseguendoli? licata ma a uali condizioni e con uali costi ttualmente si sono raggiunte performance di scavo e trivellazione pari a 500 metri per ora, rendendo possibile una più veloce estrazione di risorse dalla terra. Quando parliamo di estrazione, il primo pensiero va al petrolio nonostante ci siano, ora, altri metalli il cui utilizzo è indispensabile per i nostri business. Stiamo parlando del Germanio e del Tantalio, elementi molto resistenti e conduttori che svolgono un ruolo essenziale nella produzione di dispositivi elettronici come pc e smartphone. • Solo l’1% di tutta la quantità di acqua che abbiamo sul pianeta è potabile ed accessibile all’uomo. Attualmente circa il 50% della popolazione mondiale non ha accesso ad ac ua della ualit che usavano 000 anni fa gli antichi romani. Questi numeri sono impressionanti e, visto l’attuale consumo, non potranno che peggiorare. i devono uindi valutare impianti pi sostenibili, non solo per uanto riguarda le emissioni di , ma anche per l’utilizzo di ac ua che deve essere ridotto al minimo indispensabile. • Emissioni di CO2: è ormai cosa nota che sembrerebbe che si stia raggiungendo un punto di non ritorno con lo scioglimento dei ghiacciai, con l’aumento del livello dei mari e il surriscaldamento globale. Molti i settori produttivi responsabili di emissioni di che hanno, uindi, l’obbligo di trovare e adottare soluzioni atte a ridurre uesto andamento. Tutti questi macro-trend sono da tenere in considerazione per una corretta evoluzione della propria azienda e una più probabile buona sopravvivenza di tutti noi. Ad esempio sono facilmente applicabili sistemi di misura e controllo del consumo di energia elettrica di ogni singola macchina e di ogni utenza, anche domestica. I sistemi atti al controllo e alla miglioria esistono ma occorre diffonderli e renderli parte attiva della gestione industriale dell’azienda. 66

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