O S C A R D E L L A S TA M PA
DEFINING EXCELLENCE A N C H E Q U E S T ’ A N N O P O R T E R E M O A L L A R I B A LTA L’ E C C E L L E N Z A N E L L A S T A M P A COMMERCIAL PRINTER PACKAGING PRINTER CONVERTER O F F S E T – F L E X O – G R AV U R E – D I G I TA L
CON IL SUPPORTO DI BOBST – CORDENONS – LUXORO – HP – HEIDELBERG KOLOR + SERVICE – KOMORI – PRINTGRAPH
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TOUCHEZ S'IL VOUS PLAÎT di A N N A
È stata inventata da poco la gommapiuma, siamo nel 1949, quando un dirigente della Pirelli convoca Bruno Munari, sa di trovarsi davanti a un progettista vulcanico e geniale, secondo lei, gli chiede, che cosa ci possiamo fare con questo materiale oltre che i materassi? Munari gli sfila dalle mani quei pezzi di gomma e li tocca, sono morbidi, elastici, soprattutto indeformabili. Come in preda a una rivelazione si precipita a casa, prepara un grande foglio di carta, compasso, riga, doppio millimetro, eccolo all’opera. Progetta nientemeno che un gatto di gommapiuma e lo battezza Meo Romeo, Meo di nome Romeo di cognome. Il gatto-giocattolo ha gli occhi gialli e i baffi di nylon. Nel 1950 la Pirelli lo mette in produzione. Ed è un successo.
A P RE A
“Quando un gatto è morbido e liscio, quando lo puoi mettere in molte diverse posizioni e lui ci sta, non fa la pipì, non devi dargli da mangiare, cosa vuoi di più? Che cosa gli manca a Meo Romeo? Gli manca la voce? Anche alla Gioconda. E la Gioconda non è morbida al tatto”.
Con queste parole divertite Bruno Munari presenta ai bambini il suo famoso gatto flessibile, ma ci dice anche che il morbido e il liscio di Meo sono le qualità che ne definiscono l’identità. Dalla suggestione tattile è partita la forza misteriosa della sua creazione, che ha trovato nella gommapiuma il mezzo per raggiungere una forma. Mani, cervello, cuore, ecco l’itinerario del design. Dei cinque sensi, il tatto è stato fin qui il meno studiato. Conosciamo bene le illusioni che possono creare i nostri occhi e le nostre orecchie, meno gli inganni della pelle. Eppure il tatto è il più sublime e misterioso dei sensi. Pelle a pelle madre e figlio si contengono, si conoscono, gettano le basi del sentimento e della coscienza che li unisce. Da una carezza inizia la vita, con una carezza si conclude. Oggi si parla tanto di tattilità: degli stampati e delle copertine, dei packaging e dei materiali, delle carte e delle tecnologie che la rendono possibile. E se ne parla tanto anche in questo numero di Print. Dunque sfogliate, leggete, toccate la rivista, stropicciatela pure se vi va. Come alla Gioconda, gli manca la voce e non se ne lamenterà. Come Meo Romeo vi trasmetterà il suo fluido misterioso e sensoriale.
O S C A R D E L L A S TA M PA
DEFINING EXCELLENCE A I U TA C I A D I D E N T I F I C A R E L E E C C E L L E N Z E N E L L A S TA M PA DAL 15 GIUGNO VAI SUL SITO E SEGNALA LE AZIENDE CHE RITIENI MERITEVOLI
CON IL SUPPORTO DI BOBST – CORDENONS – LUXORO – HP – HEIDELBERG KOLOR + SERVICE – KOMORI – PRINTGRAPH
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PRINTLOVERS | MAG2017
P E R S O N A L M E N T E
Marilde Motta Nel 1978 ha scelto le pubbliche relazioni come professione. Scrive e tiene corsi su alcune aree della comunicazione. Ad Personam® è la sua agenzia.
Bespoke packaging
La rinascita dell’artigianato d’alta gamma sta creando un nuovo mercato per il packaging con caratteristiche che devono uniformarsi all’arditezza concettuale, alla dovizia di materiali e lavorazioni, all’impronta artigianale, talvolta artistica di questi prodotti eccelsi. È un segmento diverso rispetto ai beni di lusso firmati da notissimi brand e confezionati in contenitori che replicano l’identità della marca
C’è tutto un mondo artigianale che sta riaffermando i valori dell’oggetto unico, del “su misura”, della creazione pensata per dar vita ai desideri di un cliente tanto quanto per esprimere l’estro creativo dell’artigiano stesso. all’infinito giacché queste aziende, secondo le loro politiche di brand extension, operano nella moda come nei cosmetici, nella ristorazione come negli orologi.
PRINTLOVERS | MAG2017
I sarti londinesi di Saville Row hanno fatto proprio l’aggettivo bespoke e personalizzazione è la parola-chiave per comprendere un settore fatto di modiste che elaborano architetture aeree come i fashinator, di “nasi” che alambiccano nuvole di profumo, di maître chocolatier che scolpiscono dragée, di antiche botteghe di orafi e di pellettieri, di creatori di papier à en-tête, di ricamatrici. Professioni che hanno nomi antichi e tutta una nuova avventura creativa da costruire fuori dagli schemi delle strategie di marketing. L’artigianato d’alta gamma ha clienti con gusti studiati, che rifuggono il lusso omologato e noto ai più. Quale packaging per prodotti così speciali? Flessibilità è la condizione produttiva indispensabile per servire un artigianato nobile, ma che richiede quantitativi limitati e, spesso, in una molteplicità complessa di formati. Contenitori che i packaging designer possono ideare senza i vincoli della produzione seriale, curando nel minimo dettaglio materiali e finiture, includendo innovazioni, ma soprattutto l’emozione del “fatto a mano”. Il packaging per l’alto artigianato vive in simbiosi con quanto vi è custodito e, con discrezione, segnala l’autore.
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CRE ATIVI & CRE ATURE
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PRINT NR. 68 | MAGGIO 2017 › www.printlovers.net DIRETTORE RESPONSABILE RUGGERO ZULIANI REDAZIONE ANNA APREA [coordinamento] › anna.aprea@strategogroup.net EMANUELE POSENATO HANNO COLLABORATO MASSIMO CAIAZZO, LORENZO CAPITANI, ANDREA CICERI, LISA DE LONARDIS, MARILDE MOTTA, ELENA PANCIERA, ACHILLE PEREGO, LORENZO PERRONE PAOLO TAMBORRINI, STEFANO TENEDINI ART DIRECTOR STEFANO TORREGROSSA › onicedesign.it COPERTINA STEFANO TORREGROSSA
STRATEGO GROUP VIA CASSANESE 224, 20090 SEGRATE (MI) amministrazione@strategogropup.net PUBBLICITÀ DEBORAH FERRARI | T. 389 9004599 › deborah.ferrari@strategogroup.net RANCATI ADVERTISING CLAUDIO SANFILIPPO | T. 02 70300088 › csanfilippo@rancatinet.it SEGRETERIA PUBBLICITÀ › brando.zuliani@strategogroup.net
IL LUSSO SECONDO ME
MATERIALI DI SENSO
“Il packaging è un oggetto del desiderio che ne contiene un altro”. Di oggetti del desiderio Paolo Prossen ne ha progettati tanti. Soprattutto per le griffe della moda, da Borsalino a Luxaviation, da Bettanin & Venturi a Corneliani, Borbonese e tanti altri. La sua creatura preferita? La confezione realizzata per gli abiti lunghi houte couture firmati Valenti.
Sempre più decorate, stampate, texturizzate, le superfici dei materiali svelano proprietà e qualità dei prodotti. E ci regalano, attraverso le capacità discriminative del nostro tatto, significati, metafore e storie legate agli oggetti. Di tutto questo (e di molto altro) abbiamo parlato con Micol Costi, responsabile della Library di Material ConneXion Italia.
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ARMANI LAB
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HOW IT'S MADE
REA MILANO 1190227 AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE MILANO N. 706 | 11/10/2004 STAMPA INTERGRAFICA VERONA (VERONA)
ABBONAMENTI T. 02 49534500 | F. 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net
€ 33,00
€ 64,00
€ 74,00
QUOTA ANNUA ITALIA
QUOTA ANNUA EUROPA
QUOTA ANNUA EXTRA-EUROPA
PER ABBONAMENTI Bonifico Bancario a STRATEGO GROUP Banco BPM, Agenzia di Segrate IBAN: IT 91B 05034 20600 0000 0000 0933
STAMPATI NEL SEGNO DI ARMANI
FINITURE TOUCH & FEEL
Tutto lo stile di King George riflesso in quattro packaging d’alta gamma, presentati in esclusiva per Print. Linee essenziali, materiali di pregio, dettagli ricercati, nobilitazioni tattili. Nella loro eleganza minimal e contemporanea, le confezioni dei prodotti Armani esprimono un tenace vincolo di coerenza con l’universo della maison. E ne rispecchiano l’inconfondibile allure.
Laminazioni, verniciature, sbalzi, effetti serigrafici, goffrature. Le nobilitazioni sono un ponte tra le tecnologie e i nostri sensi, evidenziano le qualità dei materiali e dei dettagli, veicolano emozioni tattili, attivano tutte le possibilità immaginative del packaging. E danno alle confezioni quel tocco in più. Che incanta, stupisce, sorprende.
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AZIENDE
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FORMAZIONE
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VISIONI DI INTERIOR DESIGN
PROFESSIONE PACKAGING DESIGNER
Tutto personalizzato, nulla fatto in serie: dai marmi alla biancheria, dalle boiserie ai wallpaper stampati sulla seta, dalle apparecchiature audiovideo fino ai mosaici vetrificati con polveri d’oro. Così Visionnaire risponde alle esigenze delle sue prestigiose committenze. E arreda residenze principesche e club esclusivi, yatch e hotel stellati, jet privati e dehor futuristi.
Siamo la patria del design eppure l’offerta formativa è al minimo. Solo un Master in Packaging all'Università di Parma. Il vuoto è da colmare, lo dicono in molti. Ne abbiamo parlato con Claudio Corradini, presidente del Master, con Angelo Montenero, professore di Scienza e Tecnologie del Packaging e con Andrea Brunazzi, che insegna Package Design e Comunicazione.
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SUPPORTI
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PERSONALMENTE
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COM'È FATTO PRINT
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MATERIALI
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GRANDANGOLO
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TECNICA
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COLORE
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NEUROMARKETING
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EVENTI
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SPECIALE WINE PACKAGING #2
SPECIALE WINE PACK AGING
UN TOCCO DI CLASSE CON LA CARTA VELINA
ETICHETTE AL PROFUMO DI PROSECCO
Nella pelletteria e nella gioielleria, nei dolci d’alta gamma e nella moda, i prodotti avvolti nella carta velina hanno un’allure sofisticata, qualcosa che li distingue e dona loro un certo non so che. Ancora meglio, se le carte sono personalizzate. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Arrampicata sulle ripide colline di Valdobbiadene, c’è una cantina, Nino Franco Spumanti, che distribuisce il suo prosecco in tutto il mondo. Abbiamo chiesto al titolare e a Maurizio Di Robilant, presidente e fondatore Robilant Associati, che ne cura l’immagine di raccontarci il percorso comunicativo dell’azienda.
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Touchez s'il vous plaît
di Marilde Motta
Progettare l'esperienza
Printed & Painted
Art on paper
Tutta una questione di imposition
Prezioso, magnetico, immortale oro
Emozioni di gran lusso
Brand Revolution Two
LIBRIBIANCHI Terramadre di Lorenzo Perrone
www.printlovers.net
Come è fatto
S TA M PA I N T E R N I
INTERGRAFICA VERONA
Da oltre 30 anni è impegnata nella stampa e trasformazione di carte speciali per il mondo della comunicazione commerciale e per la comunicazione sul punto vendita. L'esperienza maturata al servizio di importanti cartiere nazionali, sia per la produzione di cataloghi che per il testing delle carte, è tale che l'azienda è oggi considerata fra i massimi esperti nella stampa su tecnologie convenzionali di supporti speciali. Fra le caratteristiche distintive, la Certificazione FSC per un'eccellenza a impatto zero, una qualità ecologica che sposa sistemi di stampa altamente innovativi. › www.intergraficavr.com
S TA M PA E N O B I L I TA Z I O N I C O P E R T I N A
ITALBOND
La nobilitazione in tutte le sue espressioni rappresenta il core business di Italbond, azienda che da generazioni opera nelle arti grafiche. Plastificazione, laminazione in bobina con argento, oro e olografici, verniciatura UV offset, serigrafia con vernice ed effetti speciali, stampa a caldo e in rilievo, e molto altro ancora per il mondo del packaging di lusso, per i brand della moda, dell’editoria e dell’industria farmaceutica. Mercati di nicchia, quelli serviti da Italbond, che richiedono per il loro prodotti haut de gamme standard qualitativi molto alti, precisione e affidabilità. Con la sua struttura moderna e funzionale che si estende su una superficie di 4.500 metri quadrati, Italbond è perfettamente allineata alle regole del mercato, esercita al suo interno tutte le lavorazioni, assicurando così il controllo costante della qualità dei sui semilavorati. Una qualità che i più prestigiosi operatori del settore riconoscono, avendola scelta come fornitore. › www.italbond.it
Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Ruggero Zuliani [ruggero.zuliani@strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
Carta Icma Woods 5124/173 da 300 gr di Icma Sartorial Paper.
Con la collezione Icma Woods, la carta torna ad essere prezioso legno. Il più naturale dei materiali è proposto in due versioni: “realistico”, per esaltare le nervature irregolari e l’autentica tattilità che caratterizza il legno, offrendo un’esperienza multisensoriale; “stilizzato” come la carta di copertina, base naturale per la creatività di designer e trasformatori. La gamma Icma Woods è realizzata su carta, cartoncino e cartone adatti per il packaging e la cartotecnica di lusso.
Stampa serigrafica colore bianco
Stampa a caldo con foil Kurz LUXOR® Polarlight e cliché h+m
Stampa a caldo con foil Kurz LUXOR® 319 e cliché h+m
CLICHÉ E FOIL
C A R TA
LUXORO
ICMA
› www.luxoro.it
› www.icma.it
Distributore esclusivo per l’Italia dei foil e dei cliché di nobilitazione del gruppo Kurz, Luxoro offre a settori industriali quali moda, lusso, packaging, cosmesi, food&wine, supporti e idee per creare oggetti unici, in grado di rispecchiare il valore esclusivo di un prodotto o un brand. Le partnership esclusive strette con LEONHARD KURZ Stiftung & Co. KG (punto di riferimento assoluto nella produzione di film per stampa a caldo) e Hinderer + Mühlich KG (cliché e attrezzature per stampa a caldo), rendono Luxoro il fornitore ideale per qualsiasi esigenza nel campo della stampa e finitura di materiali vari. L’azienda si avvale di oltre 50 collaboratori e dispone di un’area operativa di 3.500 mq, dove si trovano uffici e impianto logistico. Qui gli ampi spazi a disposizione consentono un agile stoccaggio delle “bobine madri” (jumbo), provenienti dalla Kurz, e il loro taglio nel formato richiesto dal cliente. Grazie a rigorose politiche aziendali, Luxoro è oggi un’azienda completamente a impatto zero.
Rilievo a secco con cliché h+m
Icma produce carte sartoriali per il packaging di lusso che si ispirano alla moda con cui intesse un proficuo interscambio. La produzione si suddivide nelle collezioni Prêt-à-Porter e Tailor Made. La prima conta 400 carte in pronta consegna raccolte in un catalogo composto da 6 gamme (nel sito www.icma.it il paper finder ne facilita la visione e la ricerca). Sono carte di qualità realizzate con il saper fare di oltre 80 anni di storia, ma anche di tendenza perché risultano da un confronto diretto con i graphic designer che operano per i grandi brand del lusso. Tailor Made è la soluzione per chi ricerca l’unicità del “su misura”. Percezioni tattili, visive, olfattive inedite sono studiate nel laboratorio di ricerca Icma e prodotte su carta anche per piccoli quantitativi. I campionari “Matilde” e “Elena” ispirano chi ricerca l’unicità. Icma è certificata FSC.
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Il lusso? È tale solo se è irripetibile. di A C H I L L E
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Era forse scritto nel destino che sarebbe stato un altro designer triestino, dopo Marcello Dudovich che nel lontano 1924 disegnò pubblicità e manifesti, considerati poi vere e proprie opere d'arte, del più famoso cappellificio al mondo, a curare il restyling di Borsalino — la storica azienda di cappelli di lusso nata nel 1857, diventata una leggendaria icona di stile, tanto da ispirare persino l'omonimo film del 1970 con Alain Delon e Jean Paul Belmondo.
L'artefice dell'ultimo restyling grafico del brand Borsalino si chiama Paolo Prossen. Classe 1965, percorsi di studi atipici per un creativo (il commercio estero), Paolo Prossen ha cominciato la sua carriera nel mondo della grafica e del design nel 1988 a Milano dove ancora oggi conduce, non più con l'amico e socio, l'australiano David Mack — grande esperto di visual merchandising con il quale comunque continua la collaborazione — l'omonimo studio [www.paoloprossen.com]. Sarebbe riduttivo però confinare quasi trent'anni di lavoro di Prossen nel solo progetto Borsalino. Perché dopo gli inizi ruggenti dell'attività in particolare nel settore della finanza — accompagnando sotto il profilo del brand l'ingresso in Italia di grandi banche olandesi come la Ing, quella del Conto Arancio, e Abn Amro — la sua creatività è stata messa al servizio, dalla grafica al packaging, di marchi come Amaretto di Saronno, Lindt, Alfa Romeo, Bmw, Schiapparelli, Disney Channel. E nel settore della moda e del lusso, quello che ama di più insieme con la finanza, con lavori tra l'altro per la Rinascente, Coin, Diesel, Wrangler, Swaroski, Prada, Antonino Valenti (abbigliamento) e Bettanin&Venturi (calzature).
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Come è nata la collaborazione con Borsalino?
È iniziato tutto nel novembre 2013 quando Borsalino ha indetto una gara di idee per realizzare alcuni inviti. Ho presentato le mie proposte e allo stesso tempo ho pensato di aggiungere un progetto di rinnovo del marchio che a mio parere andava adattato. Quella gara alla fine non l'ho vinta, ma mesi dopo sono stato chiamato per qualcosa di decisamente più importante. Che cosa?
Il compito di curare la revisione del marchio per tutti i mezzi: carta, tessuti e schermi digitali. E non ho fatto altro che “ripulirlo” tecnicamente consultando 150 anni di archivi per ridargli nuova vita partendo dal capitello, sotto la scritta Borsalino, con l'anno di fondazione dell'azienda, il 1857. Si è occupato anche del packaging?
Ho proposto una nuova cappelliera rotonda a forma di cono adatta ad essere piegata e occupare meno spazio nei negozi di cappelli, che di solito sono piccoli e con un ridotto magazzino. L'azienda però decise di puntare su
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una cappelliera quadrata, ideata internamente, molto bella e realizzata con quattro materiali diversi: due tipi di cartoncino, il tessuto di rivestimento, i metalli degli occhielli e il cordone per le asole. La cappelliera conica è rimasta come una sua creazione?
Certo. Io ho una grande passione per le cappelliere. Un oggetto del desiderio che contiene un altro oggetto del desiderio ma che può vivere di vita propria come un contenitore di lusso e avere un posto nell'arredamento più distintivo e personalizzato di quanto possa essere il classico mobile di Ikea, di cui tutti abbiamo almeno un esemplare in casa. Il mio bisnonno, comandante della marina ungherese, fu capitano dello yacht di Francesco Giuseppe e di Sissi. E tutta la toilette della principessa, persino la tinozza per il viso, era contenuta e trasportata in cappelliere. Restando nel packaging di lusso e nei ‘contenitori di oggetti del desiderio’ qual è la creatura a cui è più affezionato?
Non è sempre facile scegliere ma potrei citare la confezione realizzata per Antonino Valenti. Antonino è uno stilista che capisce le donne e le veste esaltandone le forme. Le sue creazioni hanno nel filato a telaio il comune denominatore. Ed è da questa radice che ho disegnato il marchio. Nella moda il packaging è quasi sempre il cartellino pendente e, nel caso ci fossero punti vendita, una shopping bag. Valenti ha contatti con la clientela diretta solo per progetti personalizzati e in quei casi, di comune accordo, abbiamo voluto riproporre una confezione da abito lungo di grosse dimensioni (60x36x11 centimetri) come usavano un tempo le maison.
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Quali sono le caratteristiche di questa confezione?
Consiste in due scatole rivestite. Quella esterna in Fedrigoni Freelife Vellum naturale mentre quella interna in Sirius Extra Black, sempre di Fedrigoni. Materiali opachi sui quali risaltano le due punzonature lucide. Sul coperchio è riportato il marchio in nero e il logotipo sulla fenditura laterale in bianco. A chi ha affidato la realizzazione di questo packaging?
Lo scatolificio La Cupoletta di Corridonia, vicino a Macerata con il quale collaboro su progetti speciali. Come quello della scatola da cerino per le calzature, da oltre mille euro, di Bettanin&Venturi. La soluzione a scatola da cerino è la migliore per l'armadio di un uomo che non ama le scarpiere, come me. La scatola è costruita e rivestita sempre con carte Fedrigoni Saville Row antracite e aubergine con una grafica serigrafata in bianco. Queste “scatole” rispondono alla sua immagine del packaging di lusso?
Il packaging di lusso deve essere, per definizione, irreperibile e personalizzato. Irreperibile perché se ce l'hanno 100mila persone non è più un oggetto luxury ma da retail, da grande distribuzione. Se voglio una giacca di lusso esigo che sia costruita su di me e che nessun altro la indossi. Lo stesso vale per l'imballaggio. Che è l'elemento in grado di dare al contenuto sia il concetto dell'irreperibilità sia quello della personalizzazione. Per questo non credo nel packaging che si ricicla ma in quello che vive di vita propria. Io conservo le scatole create per Antonino Valenti e le utilizzo per contenere pennelli e acquarelli, depliant, oggetti della casa.
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Il contenitore, nel lusso, vale in qualche modo quindi come il contenuto?
Paolo Prossen
Possiedo ancora una vecchia Rolleiflex, la prima macchina fotografica reflex messa sul mercato. Ma nel contempo ho conservato anche la confezione: la scatola originale realizzata con una carta leggermente avorio con disegni dorati. Se dovessi rivenderla, consegnarla con la confezione originale, libretti d'istruzione compresi, aumenterebbe il suo valore. E lo stesso, per esempio, per le scatole splendide che contengono gli orologi Hermés e sono realizzate con cinque, sei materiali diversi, dai velluti ai floccati ai metalli. Quanto i materiali danno il senso del lusso?
Triestino, classe 1965, dopo gli studi in commercio estero, Paolo Prossen ha cominciato la sua attività di creativo a Milano nel 1988. E ancora oggi conduce l'omonimo studio in via Archimede 11 che offre un servizio completo per creare l'immagine coordinata di un'azienda o una griffe: dall'ideazione grafica del marchio alle campagne, dal packaging al visual merchandising. Dopo aver cominciato lavorando per grandi istituti finanziari olandesi come Ing e Abn Amro, dalla finanza Prossen e il suo allora socio, l'australiano David Mack, sono passati ai campi del food, del retail, della moda e del lusso. Per la Ilva di Saronno Prossen ha disegnato la bottiglia dell'Amaro 1918 e ridisegnato l'etichetta del famoso Amaretto. Per la Rinascente ha ideato packaging e gadget e l'immagine di molti brand privati i cui prodotti erano e sono venduti nei grandi magazzini più famosi d'Italia. Ha collaborato anche dieci anni con la Lindt e per tantissimi altre grandi aziende e marchi famosi, compresi quelli del lusso come Borsalino, Antonino Valenti e Bettanin&Venturi.
Ovviamente la plastica non è quasi mai un sinonimo di lusso. Io adoro molto carte e cartoncini. Soprattutto quelle che hanno una sensazione tattile piacevole. E la carta è perfetta anche per le shopping bag, più ancora dei tessuti, penso al cotone, che mi danno sempre un po' la sensazione dello straccio. Shopping bag, come quelle che contengono una borsa griffata, che possono a loro volta fare da borsa in momenti in cui non conviene usare la borsa di Gucci o di Prada, per esempio per portare gli abiti sporchi in tintoria. Ma sempre distinguendosi. Non è un caso che ci siano persone che ormai fanno collezione di shopping bag delle griffe… A quali progetti adesso sta lavorando, sempre nell'ambito del lusso?
Due in particolare e in entrambi i casi si tratta di creare l'immagine coordinata di un brand, perché ormai le griffe chiedono un servizio completo che va dall'ideazione del marchio al packaging. Il primo progetto, che prenderà corpo a settembre, riguarda un'azienda della cosmetica di lusso per la quale ho ideato anche flaconi e vasetti per contenere profumi e creme. E ho trovato un'azienda italiana che mi sta supportando per realizzare questi contenitori in Italia, quando di solito sono in gran parte prodotti in Cina. I creativi francesi della cosmesi di lusso comprano le materie prime italiane, ci sarà un perché! La mia idea originale era quella di usare come materiale l'urea, un materiale bianco opalino che sembra plastico ma rientra a pieno titolo del concetto di luxury. Purtroppo non è riciclabile e quindi si è optato per il vetro satinato. E l'altro progetto?
Accessori di lusso per Fido e per il suo padrone. Un concept e un progetto completo di branding che sto lanciando sul sito itologie.com e che prevede, dalle sketchbook con le copertine di pelle serigrafate alle greeting card stampate da un artigiano fiorentino, dalle tovagliette americane usa e getta a borsoni, collari, guinzagli in pelli pregiate e persino le sneaker da passeggio con il cane. Quindi un packaging di lusso confezionato a mano con tanto di nota di ringraziamento per gli acquisti, sempre scritta a mano e firmata. Perché, come dicevo, lusso vuol dire irreperibilità e personalizzazione.
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materiali laboratorio dei sensi
I N T E R V I S T A
La caratterizzazione espressiva dei materiali è un tema emergente nel design. Tutto parte però dalle superfici, sempre più trattate e modificate per ampliarne proprietà, funzionalità, utilizzi. Soprattutto per fare in modo che possano comunicare e trasmettere emozioni. Che siano di carta o di metallo, di vetro o di ceramica le superfici parlano a noi e di noi. Sempre più decorate, stampate, texturizzate, sono il territorio dei sensi, dove l’identità materica dei manufatti misteriosamente si svela. Per regalarci esperienze percettive, sensazioni, significati.
di A N N A
A P REA
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Photo ©Material ConneXion
Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato con Micol Costi, responsabile della Library di Material ConneXion Italia e direttore del team di ricerca su Materiali e Processi Innovativi e Sostenibili.
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Micol Costi ha studiato disegno industriale con indirizzo Prodotto in Germania, ha poi proseguito gli studi in Italia, dedicandosi al disegno industriale per il settore moda, e successivamente ha conseguito una specializzazione in Brand Identity e Packaging Design. È direttore della ricerca su Materiali e Processi Innovativi e Sostenibili presso Material ConneXion Italia. Si occupa anche di mostre dedicate alla progettazione sostenibile e ai materiali eco-compatibili. È coautrice di pubblicazioni sui materiali innovativi e la sostenibilità nel design e la progettazione. Tiene stabilmente workshop sull’innovazione nei materiali
Chi è Micol Costi? Xion l Conne Materia Photo ©
QUALI SONO LE POSSIBILITÀ DI CUI OGGI DISPONIAMO PER TRASMETTERE AI MATERIALI CARATTERISTICHE SENSORIALI E AUMENTARNE DUNQUE L’ESPERIENZA PERCETTIVA? Ci sono diverse possibilità per trattare i materiali e ampliarne la fruibilità, lo si può fare sia meccanicamente che chimicamente lavorando sulle superfici. Con particolari tecnologie è oggi possibile rendere una pellicola meno scivolosa, conferire ai materiali un grado di attrito controllato, creare elementi segnaletici, texture decorative. Si tratta di processi che possono essere utilizzati sia su fogli polimerici, sia su carte con diverse composizioni, per esempio sulle carte tree free a base di fibre tessili, ma possiamo trattare anche non tessuti di vario tipo, cioè materiali in fogli che hanno un comportamento a metà tra carta e tessile, ovvero una stampabilità che per qualità della definizione è vicina alla carta per resistenza alla lacerazione è propria di un tessuto. Un’ulteriore opportunità è rappresentata dalla possibilità di disporre o incorporare sulla superficie del materiale fibre naturali, che creano texture inedite e interessanti, come nel caso delle carte in cui vengono integrati scarti agricoli o scarti di lavorazioni industriali.
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LE RICERCHE CHE STUDIANO LE NOSTRE REAZIONI ALLA SUPERFICIE DEGLI OGGETTI, I MODI IN CUI LA MATERIA VIENE PERCEPITA SONO FATTORI SEMPRE PIÙ IMPORTANTI DELLA NOSTRA CONTEMPORANEITÀ. QUALI SONO LE RAGIONI DI FONDO, SECONDO LEI, CHE SPINGONO QUESTE RICERCHE? Siamo sempre più stimolati da tutto quello che ci circonda. Non basta più che un materiale sia accattivante a livello visivo, occorre che risponda al bisogno diffuso di riconoscibilità e caratterizzazione. La caratterizzazione dei materiali non riguarda soltanto le loro prestazioni, oggi abbiamo attrezzature tecnologiche che ci consentono di completarli, renderli cioè accattivanti dal punto di vista sensoriale. C’è un’attenzione sempre più diffusa nel conferire, anche in fase di concepimento, caratteristiche tattili sempre più sofisticate. Ma anche le caratteristiche cromatiche
sono importanti tanto che vengono utilizzate per definire lo standard qualitativo dei materiali: fanno in modo che, all’interno della gamma, si possa riconoscere per esempio un prodotto premium proprio a partire dalle sue caratteristiche cromatiche. MA IL COLORE RISPONDE ALLE ESIGENZE DI UNO SOLO DEI NOSTRI SENSI… È parzialmente vero. Perché gli effetti cromatici possibili sono oggi così sofisticati e vari che possiamo avere effetti cangianti molto diversi a seconda del substrato dei materiali oppure delle condizioni dell’ambiente. Ci sono poi materiali intelligenti che, trattati con pigmenti fotocromatici, rispondono a stimoli dell’ambiente o alle radiazione, e attivano cambiamenti della colorazione. Dunque è vero che la vista è il solo senso che le caratteristiche cromatiche stimolano, ma viene abbondantemente soddisfatto.
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C’è una grandissima attenzione a tutte le caratteristiche sensoriali, soprattutto all’aspetto tattile, divenuto negli ultimi tempi sempre più importante rispetto al passato. Oggi la tattilità è decisamente un fattore rilevante. LA TATTILITÀ DELLE SUPERFICI È UN TEMA FORTE NEL DESIGN. LO È DI CERTO ANCHE TRA I PRODUTTORI. Indubbiamente. C’è una grandissima attenzione a tutte le caratteristiche sensoriali, soprattutto all’aspetto tattile, divenuto negli ultimi tempi sempre più importante rispetto al passato. Oggi la tattilità è decisamente un fattore rilevante. L’attenzione varia in base alla tipologia di prodotto e alle applicazioni. Se pensiamo a un controsoffitto per un punto vendita o all’allestimento di mostra è più importante la qualità della stampa ottenibile perché la fruizione avviene attraverso altri sensi. E in questo caso il tatto passa in secondo piano. Se pensiamo invece a una carta da parati il tatto è al primo posto. Il lavoro sulle superfici, la ricerca, procede insomma in base al mercato e all’utilizzo. E i produttori sono molto attenti nel definire il set di caratteristiche in rapporto al mercato di riferimento. Così di solito un
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materiale presenta diverse versioni che soddisfano i requisiti di un determinato settore. QUALI SONO LE TENDENZE IN FATTO DI CARATTERIZZAZIONI TATTILI? Abbiamo riscontrato due tendenze, apparentemente antitetiche. Da un lato texture grezze, granulose con un ruvido pronunciato, che risponde alla ricerca di naturalità e sostenibilità, dall’altro superfici estremamente lisce e opache con un effetto tattile gradevolissimo e setoso. Uno dei riferimenti principali è tutto ciò che rientra nel mondo dei prodotti tessili, a 360 gradi: sia ciò che si indossa sia ciò con cui si rivestono gli ambienti. C’è una forte connessione con il mondo della moda, dei tessuti in particolare e delle loro caratteristiche. La stessa lucentezza o mano gradevole di un materiale tessile possono essere riprodotti su una carta o su una pellicola, e in modo anche molto sofisticato. Ci
sono carte con goffrature che richiamano i tessuti al punto che quando le tocchiamo abbiamo l’impressione non tanto di saggiare una carta ma un buon tessuto. Attraverso tecnologie come la floccatura possiamo poi conferire uno strato tessile a un substrato rigido. MATERIALI MORBIDI CHE RISULTANO RIGIDI AL TATTO, MATERIALI TRADIZIONALMENTE FREDDI CHE SONO CALDI. COSA CI PUÒ DIRE DI QUESTE ‘DISSONANZE’ CHE FANNO SEMPRE PIÙ TENDENZA? Sicuramente confermo che si tratta di un trend in atto soprattutto per quanto riguarda la temperatura delle superfici. Ci sono materiali che hanno aspetto visivo diverso da quanto poi risulta al tatto. Oppure accade che, osservando le superfici, ci aspettiamo un tatto caldo o freddo invece esplorando tattilmente il materiale scopriamo sensazioni differenti.
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LA PERSONALIZZAZIONE DI ARREDI E RIVESTIMENTI D'INTERNI È UNO DEI FENOMENI PIÙ SIGNIFICATIVI DEGLI ULTIMI ANNI. QUALI SONO I MATERIALI PIÙ UTILIZZATI A QUESTO SCOPO? Quello della personalizzazione è un importante trend in atto e riguarda una varietà sempre più ampia di prodotti, inclusi i materiali per la progettazione di arredi e ambienti interni ed esterni. Parallelamente rispetto alle collezioni disponibili a catalogo, numerose aziende produttrici offrono la possibilità di realizzare versioni personalizzate di piani, pannelli, laminati, carte da parati o prodotti tessili, che vengono decorati con stampe, riproduzioni texturizzate o ricamate di immagini, grafiche e loghi forniti dal cliente. A speciali pellicole e matrici per la decorazione di superfici in calcestruzzo, che consentono di realizzare texture e motivi direttamente sulla superficie del materiale, si affiancano carte da parati per esterni, applicabili esattamente come quelle tradizionali, destinati alle superfici di interni, ma
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resistenti a raggi solari, smog e agenti atmosferici. QUELLO CHE NELLA MODA SI CHIAMA MIX & MATCH, OVVERO L’ACCOSTAMENTO DI FANTASIE E TESSUTI CHE CREANO CONTRASTI STRIDENTI DI GRAFISMI E CROMATISMI, HA DI CERTO UNA SUA DECLINAZIONE ANCHE NELL’INTERIOR DECORATION. ATTRAVERSO QUALI MATERIALI QUESTA SFIDA SI ESPRIME? La tendenza cui fa riferimento non riguarda solamente l'abbinamento di materiali con caratteristiche visibilmente differenti, spesso antitetiche, come tatto ruvido vs liscio, trasparenza vs coprenza/opacità, temperatura fredda al tatto, ma la realizzazione di prodotti compositi, che integrano stabilmente differenti materiali, come è il caso di pannelli costituiti da vero legno e resine, plastica e alveoli metallici, pelli esterne in plastica e anima in cartone, calcestruzzo e fibre ottiche o elementi in acrilico, legno e fibre ottiche, ecc. I TRE MATERIALI PIÙ INNOVATIVI E PIÙ RICHIESTI PER IL PACKAGING DEL LUSSO? Direi il foglio flessibile in impiallacciatura di vera pietra, indicato per lavori di legatoria e per la rea-
lizzazione di scatole e contenitori, le carte specialty dall'aspetto e dal tatto ricercati, in aggiunta resistenti ad acqua, fluidi e prodotti grassi, le pellicole e lamine decorative a effetti multipli per inspirational packaging. VORREMMO ORA APPROFONDIRE IL TEMA DELLA STAMPABILITÀ E CAPIRE SE QUESTA CARATTERISTICA NASCE IN FASE DI PROGETTAZIONE DEI MATERIALI OPPURE IN UNA FASE SUCCESSIVA DELLA LORO VITA? Lo sviluppo percorre entrambe le linee. Di frequente accade che in fase di progettazione un materiale viene concepito per fornire una protezione, ad esempio una protezione ignifuga o resistente ai raggi infra-
Tra i materiali più innovativi destinati al packaging del lusso troviamo il foglio flessibile in impiallacciatura di vera pietra, le carte specialty resistenti ad acqua, fluidi e prodotti grassi, le pellicole e lamine decorative
Materiali tradizionalmente freddi come i ceramici, le tradizionali piastrelle ad esempio, vengono trattate per offrire effetti simili al cerato, oppure presentano un tatto grezzo.
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L’OPZIONE DELLA STAMPABILITÀ NASCE DALLA VOLONTÀ DELLO SVILUPPATORE OPPURE SONO I PRODUTTORI DI MACCHINE DA STAMPA CHE S’INTERESSANO DELLA MESSA A PUNTO DELLE MACCHINE IN FUNZIONE DELLA POSSIBILITÀ DI PERSONALIZZARE E DECORARE CERTI MATERIALI? Diciamo che non esiste una risposta univoca a questa domanda. Non c’è una regola fissa. Sono entrambi che si muovono, sviluppatori e produttori di tecnologie di stampa. In alcuni casi si tratta di collaborazioni tra le due realtà. A volte lo sviluppatore del materiale è interessato a renderlo stampabile per poter offrire versioni decorate del suo prodotto, e dunque ha la necessità di individuare un processo. In altri casi le tecnologie di
Nel campo delle pietre e dei marmi c’è in corso molta sperimentazione per rendere questi materiali stampabili.
rossi. Questo obiettivo col tempo viene completato con caratteristiche superficiali che permettono la stampabilità. Al contrario può accadere che un materiale in partenza è disegnato per essere stampato, pensiamo ai materiali per la segnaletica, ai banner, che sono tutti stampabili in partenza, ma anch’essi possono essere arricchiti e completati con caratteristiche ad esempio di riduzione dell’impatto ambientale e allora gli si conferisce un filtro che protegge dai raggi UV o che previene il riscaldamento di un ambiente o piuttosto può trattarsi di una resistenza chimica che consente la lavabilità con determinati prodotti chimici. Nel caso di materiali tecnici le possibilità si ampliano ancora: per esempio ci sono materiali che hanno superfici con azione batteriostatiche attive o passive o caratteristiche autopulenti, e nonostante si tratti di prodotti che presentano caratteristiche tecniche molto specifiche, essi si vestono di una valenza decorativa che viene loro conferita attraverso la stampa. Stiamo parlando di piani di lavoro e di appoggio, laminati, fogli decorativi oppure rivestimenti sia rigidi che semirigidi o flessibili applicabili a una serie molto ampia di materiali utilizzabili sia per gli interni che per gli esterni.
Material ConneXion è il più importante network internazionale di consulenza sui materiali e processi produttivi innovativi e sostenibili, con sedi negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Promuove la creazione di contatti tra i produttori di materiali e i potenziali utilizzatori. Dal 2002 Material ConneXion Italia svolge, anche nel nostro paese, attività di consulenza, promozione e formazione. Nella sua sede di Milano, in viale Sarca 336, ospita una library fisica di oltre 5000 materiali, suddivisi in categorie, di cui circa 2500 permanentemente esposti.
Material ConneXion: una fantasmagorica library di materiali
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stampa si sono adattate ai materiali, ad esempio i materiali calpestabili che oggi vengono stampati sono in numero sempre maggiore, e questo è accaduto perché nel tempo si è voluto completare il prodotto con questa opzione. Lo stesso è successo con le ceramiche o con i pannelli in fibra di legno, oppure ancora con altre tipologie particolari di superfici compatte, che non sono nate per essere stampate ma col tempo sono divenute compatibili con le tecnologie di stampa. PUÒ DIRE LO STESSO ANCHE PER I POLIMERICI? I materiali polimerici solitamente si prestano molto bene alla stampa. QUALI SONO I MATERIALI NON STAMPABILI? Ci sono ancora materiali non stampabili, o difficilmente stampabili, e li ritroviamo principalmente nell’ambito dei naturali e dei prodotti derivati dai naturali. Parliamo, ad esempio, delle superfici in pietra. Nel campo delle pietre e dei marmi c’è in corso molta sperimentazione e le opzioni di stampa non sono ancora maturate. Anche le impiallacciature grezze di legno o di pietra sono una tipologia di prodotti per i quali la stampa non è un’opzione diffusa.
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QUANDO SI PARLA DI STAMPABILITÀ CI SI RIFERISCE ESCLUSIVAMENTE ALLE TECNOLOGIE DIGITALI? Non esclusivamente ma principalmente. Con le tecnologie digitali si ottengono qualità delle immagini e resa cromatica soddisfacente. Dunque non è una tecnologia esclusiva ma preferita per la resa qualitativa.
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SE I TRATTAMENTI DELLE SUPERFICI SONO E SARANNO SEMPRE PIÙ SOFISTICATI, QUALI SONO LE PROSPETTIVE DELLE NUMEROSE NOBILITAZIONI CHE OGGI, IN FASE DI STAMPA, VENGONO CONFERITE AI MATERIALI PER ACCENTUARNE LE CARATTERISTICHE SENSORIALI? Le nobilitazioni saranno sempre più importanti intanto perché consentono di creare effetti selettivi, lavorando solo sui particolari. Altro grande vantaggio delle nobilitazioni è il fatto di non dover ricorrere a un substrato diverso. Con la stessa materia di base e magari usando per esempio inchiostri particolari possiamo conferire una profumazione alle carte, e dunque aggiungere al tatto l’olfatto. Dunque soddisfare addirittura un senso in più.
Il loggiato superiore della Pinacoteca di Brera ha fatto da scenario, durante la Milano Design Week, alla reinterpretazione grafica di sette jolly iconici, partendo da raffigurazioni antiche custodite nel museo. Gli artisti torinesi di Van Orton Design hanno rielaborato in chiave pop le diverse carte, abbinando le tante tonalità cromatiche di FENIX NTM, il materiale nanotecnologico di Arpa Industriale, per la prima volta proposto con stampe extra large. Ogni giullare è stato stampato con la tecnica della sublimazione su un pannello di oltre quattro metri di altezza in Fenix NTM Bianco Kos, per accentuarne il contrasto cromatico. Partner strategici dell’installazione sono stati Sublitex (Gruppo Miroglio), che ha curato la stampa a sublimazione e l’architetto e designer Lorenzo Palmeri.
E COSA CI DICE DEI CALCESTRUZZI, CHE HANNO ALIMENTATO LA CREATIVITÀ DI MOLTI DESIGNER E SONO SEMPRE PIÙ PRESENTI NELL’INTERIOR DESIGN? Proprio perché sono sempre più diffusi per il design d’interni, sono stati messi a punto calcestruzzi, oltre che alleggeriti, con qualità superficiali migliorate, e dunque teoricamente stampabili. I calcestruzzi sono una famiglia di materiali in cui vi sono molte sperimentazioni in corso, tra le quali per il momento la stampa non rappresenta l’opzione prioritaria.
Alchemyx, il gioco di carte che ha incantato la Milano Design Week
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GRUPPO SADA, L’INNOVAZIONE NEL PACKAGING Tecnologie versatili, flessibilità, servizi, apertura ai mercati
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Un'azienda con oltre cento anni di storia ed è un esempio di come, anche nel Mezzogiorno, possa sbocciare e crescere la cultura imprenditoriale. Dalle prime radici, messe nel 1870 realizzando arredamenti per ufficio, cassette di legno poi, fino a cambiare negli anni Sessanta il suo core business nel cartone ondulato, oggi il gruppo Sada di Pontecagnano, provincia di Salerno, è una delle più importanti realtà italiane nel settore del packaging. Un'azienda familiare, giunta alla quinta generazione che ha sempre saputo negli anni innovarsi e svilupparsi. Tanto che dopo il successo ottenuto nel mercato del cartone ondulato, con investimenti in macchine flexo fino a sette colori, nel 2006 ha avvertito l'esigenza, per crescere ancora di più, di diversificarsi entrando nel settore degli astucci con la creazione di Sada Packaging. Una realtà nata per ampliare l'attività e offrire ai clienti nazionali ed internazionali che da anni si rivolgono alla An-
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tonio Sada & Figli per il cartone ondulato anche l’imballaggio a diretto contatto con il prodotto, soprattutto nel settore food. Una scelta che si è rivelata subito vincente anche grazie alle nuove tecnologie introdotte nella stampa degli astucci. Una gamma di prodotti che vanno dal cartoncino teso alla microonda. In particolare, con l’innovativa tecnologia di produzione Quantum, Sada Packaging è in grado di realizzare onde da 1,2 – 0,75 – 0,50 millimetri. Così l’astuccio non solo contiene il prodotto ma lo protegge e conserva integro il suo contenuto grazie alla presenza dell’onda e alla struttura più robusta, garantendo massime performance in termini di stampabilità. Con tecnologie versatili come il Quantum e l'ultimo nato, il Flute Barrier® (una tecnologia che preserva gli astucci dall’acqua e dall’umidità grazie allo strato polimerico che conferisce rigidità e crea un effetto barriera) Sada Packaging è riuscita ad ampliare an-
cora di più la gamma di prodotti offrendo soluzioni alternative ad altri settori no food come la detergenza. Avere maggiore flessibilità e aprirsi a nuovi mercati, sono alcuni dei motivi su cui ha puntato il Gruppo per sviluppare l’attività della Sada Packaging Verona. Non manca una punta d'orgoglio, perché non succede spesso che un'azienda del Sud ne acquisisca una del Nord. A fine marzo il gruppo di Pontecagnano ha infatti concluso l'operazione d'acquisto del ramo d'azienda della cartotecnica Travagliati, appartenente all'omonima famiglia, specializzata nella produzione di astucci in particolare per il food. L’azienda ha 38 dipendenti ed un fatturato di circa 3 milioni di euro. L'acquisizione è avvenuta tramite la costituzione di una Newco Sada Packaging Verona, di totale proprietà della Sada Packaging, controllata a sua volta al 100% dalla Holding Sada Partecipazioni. L'acquisizione della Travagliati ha permesso a Sada di creare la Divisione Folding Carton del Gruppo: mag-
giore flessibilità, servizio ed offerta tecnologica per venire sempre più incontro alle esigenze dei clienti, servire le più importanti realtà produttive ubicate nel Nord Est e favorire l'espansione estera. Nel 2016 il Gruppo Sada – che si è aggiudicato un Oscar della Stampa quale Best Green Printer – ha realizzato un fatturato di circa 98 milioni. Questa nuova acquisizione permetterà all'azienda campana di superare il traguardo dei 100 milioni già nel 2017, con 395 addetti distribuiti tra i quattro stabilimenti siti in Campania (Pontecagnano e Nocera Superiore), uno a Catania e in Veneto (San Pietro in Cariano). Per Antonio Sada, presidente del Gruppo Sada si tratta "di un ulteriore passo in avanti per aumentare le opportunità di business in Italia e all'estero ed essere più flessibili verso i clienti che richiedono sempre più un packaging innovativo. Soprattutto in uno scenario di mercato altamente concorrenziale come l'attuale".
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PACKAGING D’ALTA GAMMA NEL SEGNO DI ARMANI Design essenziale, materiali di pregio, dettagli ricercati, nobilitazioni tattili: tutto, nell’universo degli stampati e delle confezioni Armani, riflette l’inconfondibile eleganza minimal e contemporanea della Maison. Il packaging, che nasce come gesto creativo e poetico, sottolinea la coerenza dell’universo Armani e come gli abiti sorprende e affascina per la sua misurata raffinatezza.
Eleganza sofisticata e sostenibile. Con le sue suggestive sfumature cromatiche, il nuovo pack progettato per la linea di praline Armani/Dolci. Prodotte interamente in Italia, realizzate in carta certificata food compatibile, le scatole sono state ideate con l’obiettivo di ridurre sprechi e volumi di spedizione. La dolcezza del cioccolato di lusso, l’eleganza delle confezioni. Inequivocabilmente Armani.
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Icma, collezione Metalli Satinati, Mineral oro rosa
n a s t r o l o g a t o : Gros-grain Lux, tintura speciale color nocciola del Nastrificio Brianteo
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Dolci cadeau in edizione limitata. Anche quest’anno, in occasione di San Valentino, Armani/Dolci ha proposto le sue raffinate praline a forma di cuore in una deliziosa piccola scatola di latta rosso rubino con apertura a libro, chiusa da un elastico. Elegante la versione da 16 praline, nella tradizionale scatola, custodita in una preziosa pouch in velluto rosso con chiusura a coulisse.
l a t t a : rossa con etichetta in tessuto applicata, chiusa con elastico rosso pouche:
in velluto rosso con etichetta in tessuto applicata
Armani e Bugatti, doppio lusso in blu. Una capsule collection di pelletteria e abbigliamento artigianale in vendita solo nelle boutique Giorgio Armani e in selezionate lifestyle boutique Ettore Bugatti. Tutto rimanda all'heritage Bugatti, filtrato dalla creatività dello stile Armani. Le due eccellenze si incontrano per promuovere un’idea di eleganza dinamica e senza tempo. Anche il packaging pensato per la capsule riflette la ricerca di un lusso esclusivo, fatto di design e materiali di pregio.
s c at o l a :
Manifattura del Seveso Setalux blu, interni in Fedrigoni Sirio Color Dark Blue
e t i c h e t t a : jaqardata applicata manualmente sul top
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s c a t o l a e s t e r n a : Cialux nero, angoli a 90°, interno in Antilotex floccato nero, stampa logo Kurz Alufin oro s c at o l a i n t e r n a :
Winter Nappan Gold, interno Antilotex floccato nero, stampa loghi a caldo, no film
l e t t e r a d ' a c c o m p a g n a m e n t o : Cordenons Stardream Orion stampata in Pantone Metallico e serigrafia nera lucida
Inviti alla corte di Re Giorgio Armani Privè è il club in cui si ritrovano i tratti iconici del raffinato lifestyle Armani. L’ambiente è elegante e riservato, l’atmosfera avvolgente, la musica attentamente selezionata, gli arredi di design. Ogni giovedì questo locale diventa teatro di un private party con DJ internazionali e musica dal vivo. Il pubblico, selezionatissimo, accede alla serata denominata Giorgio’s tramite tessera nominativa. La tessera viene fatta recapitare a casa ed è contenuta nella meravigliosa confezione, che anche Kerry Olsen, in un articolo pubblicato di recente sul New York Times, ha notato sottolineandone l’eleganza, il pregio dei materiali, la raffinatezza.
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#Laser cutting #Micro-drilling #Multilevel engraving #3D Crystal engraving PRINTLOVERS | MAG2017
SD Laser eettua le sue lavorazioni avvalendosi di un impianto di produzione a impatto zero.
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nobilitazioni touch & feel
La scelta delle finiture consente ai designer di trasmettere le caratteristiche materiche delle superfici e persino modificare le qualità percettive del packaging. Laminazioni, verniciature, sbalzi, goffrature, effetti serigrafici possono coinvolgere il consumatore in una piacevole esperienza sensoriale, dove il tatto è il senso privilegiato. Capace di attivare tutte le possibilità immaginative delle confezioni.
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Pensateci: per i bambini il tatto è la prima forma di conoscenza del mondo. Anche noi adulti ogni qual volta vediamo qualcosa che non conosciamo abbiamo la tentazione di allungare la mano per toccarla. Quasi non ci bastasse quel che vediamo, quasi avessimo il bisogno di supportare i nostri occhi. Sullo studio di questi meccanismi istintivi si basa il cosiddetto neuromarketing: attraverso lo studio dei meccanismi del comportamento umano, si possono anticipare le reazioni dei consumatori, individuare i principi base che guidano la progettazione di un prodotto e di una campagna di successo, packaging compreso. La percezione di un prodotto, infatti, deriva dall’insieme di tutte le sue caratteristiche sensoriali come il colore, la forma, l’odore, la sensazione tattile, il suono. Questi aspetti non vengono elaborati singolarmente dal nostro sistema nervoso ma interagiscono tra loro, forniscono una percezione finale che va oltre la somma delle singole caratteristiche. 0034
PACKAGING TATTILE Se è vero, come dicevamo, che si conosce con il tatto, è altrettanto vero che si prova piacere toccando. E così anche nel packaging il tatto gioca un ruolo chiave, scientificamente dimostrato. Siamo infatti dotati di un sistema ricettivo noto come fibre C-tattili specificamente dedicato a codificare il piacere derivato da questo senso: pensate al velluto sulla pelle. Non mancano studi che dimostrano che i consumatori sono più propensi all’acquisto se prima hanno avuto modo di toccare l’oggetto. Oggi il packaging tattile è una delle tendenze cui tutte le aziende guardano con interesse declinandolo però in una chiave non più sfacciatamente attrattiva. Quasi si volesse solleticare un sesto senso nascosto.
CRAFT APPEAL C’è una parola che sintetizza tutta la tendenza del 2017: “craft”, che si potrebbe tradurre con artigianalità intesa come la somma di arte e manualità. Non più oro e luccichii, smalti lussuosi o preziosità ostentate, ma un’esclusività fatta di autenticità, di personalizzazio-
ne e di dialogo intimo con il consumatore. Spesso si sfrutta l’effetto nostalgia, si richiamano cose passate, e tutto deve risultare come ‘fatto a mano’. I brand devono raccontare storie, meglio se riscoprendo valori di ieri. Le soluzioni tattili del packaging che danno concretezza al prodotto e invitano a toccarlo, a sfiorarlo prima e a trattenerlo tra le mani poi, fino al farlo proprio acquistandolo, passano attraverso materiali inconsueti o perché non più usati o perché decisamente nuovi, meglio se sono o sembrano naturali e rari, quasi grezzi.
PROGETTARE SENSAZIONI L’industria del beverage è da sempre la più innovativa e sa sperimentare anche con la tattilità per far percepire al consumatore la sensazione che sta acquistando qualcosa di unico e speciale. Prendiamo la birra Noam che ha affidato all’agenzia tedesca Acne il restyling della bottiglia. La tattilità sta tutta nella semplicità del vetro con nervature rilevate che ricorda le colature d’acqua di una bottiglia gelata bevuta nel caldo dell’estate, ma anche
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la rastrematura delle colonne classiche. O ancora la birra Volksbier la cui lattina disegnata dalla romena Remark Studio mima nella forma e nella grafica il classico boccale. La cassa di legno della Jameson Whiskey incisa a fuoco dall’inglese Progress Packaging, invece, attira l’attenzione e racconta una storia che rapisce il consumatore. È una personalizzazione fisica di segno opposto rispetto alla profilazione digitale spinta che oggi consentono i big data, i CRM e tutto il web 2.0. Dice “questo è per te” senza chiamare per forza per nome. E questo contatto si stabilisce appunto facendo toccare. E tutto questo ha una potenza straordinaria che trascende la razionalità del consumatore, portato addirittura, quando si sente coinvolto, quando prova piacere nell’esperienza che fa (anche solo quella di comprare un oggetto), a spendere di più. È la premiumisation, ovvero la tendenza tra i consumatori all’acquisto di prodotti di livello di prezzo superiore. C’è un’interessante ricerca di Scodix (https://goo. gl/JPJbH9) che dimostra che nell’acquisto dei cosmetici l’81% degli inter-
vistati prende in mano la confezione prima di acquistare, il 56% dichiara che un cosmetico di alta qualità deve avere un packaging alla moda e apparire costoso (!) e il 46% è disposta a pagare di più il prodotto se il suo packaging appare costoso perché è sinonimo di qualità. La via della premiumisation passa quindi per il packaging tattile che suscita una reazione, rende i brand più facilmente riconoscibili e ricordabili, incrementando quello che nel mondo dell’e-commerce si chiama conversion rate, o spinta all’acquisto, e aumentando vendite e profittabilità. Un esempio interessante è quello dell’agenzia Funky Business per la Microme Cosmetics che ha ingrandito al microscopio la superficie dei prodotti per creare delle texture con le quali ha realizzato il packaging. MAC per la sua Alluring Aquatic Summer Collection, ispirata al mondo del mare e delle sirene, ha “bagnato” tutto il packaging con gocce di resina rilevata effetto acqua creando una sensazione di preziosità, freschezza e, alla luce della ricerca di Scodix, anche di qualità, perché no?
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Ma come deve essere un packaging tattile efficace? È una questione di bilanciamento, di proporzioni e lavorazioni, un equilibrio tra texture e finiture, resa cromatica e materiali. Stampa e nobilitazioni fanno tutto perché possono dare valore aggiunto alla grafica stimolando e ingaggiando il consumatore.
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È il mondo del coating e delle vernici a fare la parte del leone nel creare tattilità. Plastificazioni satinate e soft touch sono molto utilizzate da un lato perché creano una sensazione raffinata al tocco, dall’altro perché hanno una finitura opaca che è perfetta per esaltare eventuali dettagli lucidati. Ce lo conferma Claudio Parietti, direttore commerciale di Print Finishing Li.to.ver: «L’uso di effetti tattili è molto cresciuto in questi anni, perché sanno dare emozioni molto intense al cervello. In particolare la plastificazione soft touch ha dimostrato di saper attivare particolari neuroni che provocano piacere, facendo aumentare la propensione all’acquisto in seguito alla gratificazione
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tattile». Molto apprezzato dai marchi della moda come Massimo Dutti, Chanel, Bulgari, Carolina Herrera e tanti altri è ad esempio il film Soft Touch di Derprosa con un altissimo effetto velluto, come in VIP Men 212 di Carolina Herrera. Non mancano però anche altre plastiche, come le telate o goffrate. «Si tratta di lavorazioni nuove e di grande effetto — continua Parietti — che consentono di mimare, con una semplice plastificazione, le superfici di vari materiali come legno, tela, pelle ecc. In più con una spesa ridotta di poche centinaia di euro, si può avere un cilindro flexo personalizzato con una propria texture (per esempio il marchio), con un risultato simile a quello della ben più costosa goffratura. Per di più queste lavorazioni, accoppiate poi alla scatola, permettono anche di avere un packaging più resistente». La plastifica lucida, invece, è decisamente meno usata soprattutto tra i marchi del lusso, del design e della moda, ma non c’è una vera a propria ragione tecnica: tendenze, un po’ come la carta uso mano verso la patinata. Spingere a toccare una confezio-
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ne porta con sé il rischio di rovinarla e vanificare in un attimo l’effetto esclusivo del packaging. Per questo si usano nuove pellicole no-scratch o antigraffio che proteggono senza far venir meno l’effetto tattile, anzi anche queste, nelle loro varianti matt o satin, creano ottimi effetti lucido/opaco che però non si limitano a un effetto visivo. Se toccate, infatti, sentirete perfettamente le differenze e i passaggi dall’uno all’altro. Ma c’è un esempio particolare di laminazione che gioca proprio con il fatto che la pellicola possa essere rovinata. È la Scratchbottle Limited Edition di Beck's sulla quale è possibile incidere le proprie creazioni semplicemente grattando via la pellicola argentata.
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È con la verniciatura che è possibile conferire al packaging vere esperienze tattili. In questo campo la ricerca ha fatto passi da gigante: con costi al passaggio anche molto contenuti si ottengono effetti davvero sorprendenti su tutti i tipi di stampato. In dettaglio occorre distinguere tra vernici offset di macchina o UV, appli-
cate in o fuori linea. Nel primo caso è la macchina da stampa tradizionale che consente la stesura della vernice a tavola piena (spalmatore), con riserva (polimero) o a registro (lastra). Con la vernice grassa, o drip off, sul foglio stampato vengono simultaneamente “spalmate” vernici trasparenti con densità e composizione chimica diverse che si respingono alternativamente creando effetti lucido-opaco: prima l’opaca sulle zone che devono rimanere tali e poi la lucida a tavola piena che rifiuta nelle zone già verniciate. Un effetto tattile particolare è quello realizzato dallo stampatore tedesco Karl Knauer KG per la sua linea di exclusive gift pack. Le zone opache possono avere una finitura satinata oppure strutturata a buccia d’arancia, per una sensazione tattile piacevole e insolita. Per aumentare l’effetto tattile è necessario però ricorrere alla verniciatura UV lucida di solito in accoppiata con una verniciatura opaca che “abbassa” otticamente il fondo. Come il packaging della linea Juliettes del mâitre chocolatier francese Jeff de Bruges. Molte offset
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sul mercato italiano sono UV e proprio grazie alle particolari lampade a emissione ultravioletta che asciugano inchiostro e vernici all’istante consentono lavorazioni particolari soprattutto su supporti non cartacei o a poca assorbenza come le carte con vernice offset di protezione. Un esempio è l’etichetta del Gin Woodcut Barrel Rested della Distilleria Temple di Washington. Inoltre, l’UV ha particolari doti di lucidità e resistenza. Fuori linea l’UV consente anche ulteriori effetti tattili: lavorando sul quantitativo di vernice si hanno verniciature a spessore aumentato, mentre con speciali miscele si hanno effetti velluto (soft touch), ruvidi effetto sabbia grazie a micro granuli immersi nella vernice, perlescenti o glitterati, comunque tattili perché si possono raggiungere i 200 micron di sfere o ancora reticolati. Questo effetto si ottiene sovrastampando una vernice spot con una vernice UV. La reazione chimica tra le due vernici crea texture particolari. La tecnica è simile al drip off ma l’uso di matrici e la tecnica di verniciatura UV che polimerizza all’istante permette di raggiungere spessori assolutamente sensibili anche con grafismi estremamente fini.
SERIGRAFIA, ANCHE DIGITALE
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In assoluto però gli effetti tattili più accentuati si hanno sfruttando la serigrafia che ha anche il vantaggio di consentire l’uso non solo di vernici, ma anche inchiostri pigmentati, quindi non solo finiture trasparenti, ma anche colorate. «La serigrafia la fa senza
dubbio da padrona» racconta sempre Parietti «in quanto, essendo l’unica tra queste tecniche a stampa diretta, consente di depositare un quantitativo di prodotto maggiore; abbiamo iniziato con le vernici lucide spessorate, ora si è passati al glitter e agli effetti ruvidi anche con effetto mimetico di diverse superfici (asfalto, muri, sabbia…) che ultimamente vanno per la maggiore, sono molto di tendenza accanto, paradossalmente, al Soft Touch.» Ovviamente occorrono telai e più passaggi, ma si possono raggiungere spessori nell’ordine del millimetro. Ciò si ottiene combinando l’uso di un particolare telaio a basso numero di fili e di un inchiostro molto denso. La serigrafia spessorata, però, ha il limite tecnico di non consentire grafismi fini o caratteri molto piccoli. Questo perché la grande quantità di inchiostro in un telaio così largo tende a spandere. Per questo è stata sviluppata una nuova tecnologia, non serigrafica ma digitale, che permette il cosiddetto digital embossing. Una soluzione nuova, inkjet, che consente di realizzare rilievi 3D lucidi e satinati su aree specifiche e con spessore fino a 70 micron su carte che vanno dai 135 ai 500gr, quindi perfette anche per il packaging. In più si usano polimeri ecologici adatti quindi anche all’uso alimentare. Ad esempio, con la tecnologia Sense sviluppata da Scodix si hanno tutte le possibilità di verniciatura e serigrafia con in più i vantaggi del digitale, ovvero l’assenza di telai e matrici e la possibilità di tirature anche minime. Gli effetti sono tanti: dalla verniciatura spot ad alto lucido spessora-
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ta, anche a densità variabile (impossibile con la serigrafia), al 3D olografico, dall’effetto caldo più sbalzo (al glitter, dal Braille alla creazione di vere e proprie gemme o gocce d’acqua finora ottenibili solo con l’applicazione manuale di resine adesive termo-rilevate.
SBALZO E CALDO Parlare di effetti tattili nell’ambito della stampa e del packaging, però, significa ancora in buona misura parlare di cliché. «Sono i protagonisti assoluti» sostiene Alessandro Pesenti, uno dei massimi esperti di stampa a caldo, titolare dell’omonima azienda. «In questi anni, poi, c’è stata una grande evoluzione tecnologica che ha permesso di ottenere cliché sempre più raffinati per diversi tipi di lavorazioni: la stampa cieca, senza nastro, che produce il classico effetto di rilevo a secco; il tradizionale oro (o altro nastro colorato)
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con rilievo, e le microincisioni. Con le nuove frese automatiche a controllo numerico sono possibili effetti impensabili anche solo pochi anni fa. Anche i costi si sono livellati, e al giorno d’oggi fare un oro a caldo con rilievo costa appena poco di più dell’oro piatto, è un unico passaggio di macchina, e allora, perché rinunciare all’effetto tattile? Il risultato è di gran pregio con un minimo sovra costo, per questo i clienti lo richiedono sempre di più.» Un bell’esempio di lavorazione che coniuga la stampa a caldo con nastro dorato e lo sbalzo è la confezione dei robot Robot Roy, ispirati al tradizionale Principe Schiaccianoci delle favole rivisitato in chiave tecnologica, prodotti dall’agenzia di comunicazione Robot Food per cinquanta selezionatissimi clienti come strenna natalizia nel 2014: una scatola di cartoncino nero ruvido impreziosita da stampe in oro a caldo su tutti i lati ottenute con cliché mul-
tilevel. Ancora più spinti gli effetti di embossing e debossing multilevel con effetto scolpito utilizzati nella preziosa confezione del cognac francese Martell XO, nei quali il contrasto tattile tra le varie superfici – texturizzato lo sfondo, liscio il monogramma – rende particolarmente mosso e vivido il packaging. Di raffinatissimo effetto la scatola di Le Jasmine del profumiere Miller Harris di Londra, famoso per le sue esclusive fragranze e profumi su misura. La carta è solcata da profonde nervature art nouveau sbalzate a secco che invitano a essere percorse delicatamente con l’indice, mentre loghi e testi sono impressi a caldo con nastro nero. Insomma, anche grazie all’esperienza tattile che consente, il packaging può diventare uno degli strumenti di vendita più potenti che abbiamo a disposizione: è la seconda personalità del prodotto. Anzi in molti casi addirittura la prima e la più potente. Toccare per credere.
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Il packaging di lusso italiano Dal 1955 i migliori brand di lusso italiani e stranieri scelgono Pisacane come partner per il loro business. Vi aspettiamo al Packaging Premiere, dal 16 al 18 Maggio a Milano, per presentarvi il nostro nuovo progetto.
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www.pisacaneboxes.com
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Luxury design personalizzato (col cuore verde) di A C H I L L E
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Hotel boutique come il Conference Hall di Doha nel Qatar, ristoranti come il Boom & Brass di Budapest o il The Cardinal di Saigon, ma anche yatch, jet privati, residenze principesche, club esclusivi… sono solo alcuni dei progetti firmati Visionnaire, un brand che opera in oltre 55 Paesi, e che ha conquistato una rapida leadership nel panorama internazionale del luxury design. Come? “Il nostro è un nuovo modo di concepire l’interior design — dice l'art director Eleonore Cavalli — inteso come total look degli spazi, non come progetto d’arredo”.
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razie alle prestigiose collaborazioni nella filiera controllata dell’artigianato italiano, Visionnaire propone oggi ai suoi prestigiosi clienti oltre 1850 articoli di gran lusso: poltrone e pavimenti personalizzzati, boiserie, wallpaper stampati sulla seta, porcellane, mosaici vetrificati con polveri d’ oro. Tutto, in questo universo del lusso allo stato puro, è personalizzato, dalle porte alle maniglie, dai marmi alla biancheria, fino agli apparecchi audio-video. Un lusso dal cuore verde. É l'innovativa proposta, per cui è stata scelta la parola Greenery, non soltanto Pantone dell’anno, ma simbolo di una tendenza che esplora il riavvicinamento alla natura e la ricerca del benessere uniti alla voglia di rinascita, con cui Visionnaire ha presentato la sua nuova collezione all'ultima edizione del Salone del mobile di Milano. Visionnaire è un brand della storica azienda bolognese Ipe, fondata nel 1959 dalla famiglia Cavalli e pioniera nella produzione di imbottiture in poliu-
retano per l'arredamento, lanciato nel 2004 da Luigi Cavalli insieme con i figli Leopold ed Eleonore, con l'obiettivo di proporre ai clienti “una nuova concezione dell'arredamento di lusso più orientato alla moda e al lifestyle”. Un'idea che si è rivelata vincente. “Visionnaire — racconta l'art director Eleonore Cavalli — in qualche modo è unica nel suo genere. E non è un caso che abbia conquistato una rapida leadership nel panorama internazionale del luxury design. Operiamo in oltre 55 Paesi con una capillare rete di negozi che vede in particolare 23 monomarca (quattro in Italia: due a Milano, uno a Bologna e uno a Bari) che a breve diventeranno 26 con le aperture previste a Jeddah, Beirut e a Xiamen e X'lan con la sottoscrizione di un accordo con un'importante catena cinese”. PERCHÈ SIETE UNICI? Il nostro business model è la progettazione e realizzazione di interior design di lusso che non sono intesi come un mero progetto di arredamento ma come una propo-
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sta di total look che non comprende quindi solo mobili e arredi ma anche pavimenti o boiserie. E questo è possibile solo grazie alla filiera del made in Italy, alla creatività e alle competenze artigianali di chi sa lavorare il legno, il marmo o il metallo, oltre ovviamente all'arredamento e senza dimenticare le personalizzazioni che possono essere ottenute utilizzando anche la stampa sui materiali, a cominciare dai tessuti per il wallpaper. Competenze, quelle che si trovano in Italia, che non sono imitabili. QUALI SONO I VOSTRI CLIENTI? Chi, in tutto il mondo, può permettersi il massimo del lusso per una casa a Milano, Roma, Londra o Parigi piuttosto che una villa in America o in Russia, ma anche per un hotel o un ristorante, un'imbarcazione o un night club.
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IL LUSSO, ANCHE NELL'INTERIOR DESIGN, PRIVILEGIA SCELTE ECOCOMPATIBILI? Da alcuni anni ci interroghiamo su che cosa significhi lusso oggi. La risposta più ricorrente tra i nostri clienti e tra gli appassionati di design e di architettura come noi, è spesso poter godere di un “cuore verde”. Basti vedere il “Bosco verticale” a Milano, giudicato nel 2014 il grattacielo più bello del mondo. COME SI TRADUCE IL CUORE VERDE NELL'UTILIZZO DEI MATERIALI? Il nostro dipartimento di ricerca e sviluppo ha iniziato a sviluppare il tema dell'ecosostenibilità da quei prodotti che stanno a stretto contatto con la persona, in primis divani e letti realizzati con materiali alternativi e a basso impatto. I legni utilizzati per la realizzazione dei fusti di letti e divani vengono scelti
attraverso enti che producono attraverso una filiera certificata, ovvero da piantagioni con sistema di ripopolamento vegetale. Non solo: Visionnaire rispetta il mondo animale e per questo sceglie piume di animali già destinati alla macellazione, quindi senza implicare la loro sofferenza. In sostituzione della piuma abbiamo anche scelto materiali come canapa, cotone, lana, remy, kapock e semi di miglio e lino. LUSSO, PERÒ, SIGNIFICA ANCHE ESCLUSIVITÀ E PERSONALIZZAZIONE. Indubbiamente. A cominciare dai nostri campionari, che vengono stampati come tutti i nostri prodotti cartacei privilegiando sia la certificazione di eco compatibilità sia un'altissima qualità, che presentano i nostri disegni personalizzati per i marmi, i legni, i vetri, le porcellane. Personalizzazioni create dai designer con i quali collaboriamo con caratteristiche e peculiarità uniche. Tre anni fa, per esempio, abbiamo realizzato per un nostro cliente un pavimento di marmo a mosaico, scelto in base al suo gusto, dal colore del marmo ai riquadri del mosaico personalizzati con una tecnica di vetrificazione a base di polveri d'argento, oro e platino a cui abbiamo aggiunto un effetto di anticatura. QUANTO OGGI NELL'INTERIOR DESIGN QUESTA PERSONALIZZAZIONE AVVIENE RICORRENDO ALLA STAMPA, COMPRESA QUELLA DIGITALE? Le collezioni realizzate dai nostri designer e poi presentate al cliente, che può chiedere un'ulteriore specializzazione, grazie anche alle nuove tecnologie, hanno visto un aumento del ricorso alla stampa. In particolare per
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Un lusso sempre in crescita Anche nel 2016 è proseguita la crescita del fatturato di Visionnaire che ha raggiunto i 42 milioni di euro (quasi il 90% realizzato all'estero) e dell'Ebitda che ha registrato un più 21%. Quest'anno le stime sono di mantenere una crescita in doppia cifra e arrivare a circa 50 milioni di euro di ricavi. Target in linea con le aspettative dell'azionista di maggioranza, il fondo Ergon Capital del barone belga Albert Frére, entrato nel capitale nel 2014. Tra i mercati che vanno meglio, la Russia, nonostante gli embarghi e la crisi del rublo, continua a dare soddisfazioni così come l'Europa per cui è previsto un significativo piano di sviluppo come per gli Stati Uniti, la Cina e il Middle East. Ma Visionnaire non trascura neppure l'Africa.
quanto riguarda i disegni speciali per i tessuti ricamati e gli jacquard sia per quanto riguarda gli imbottiti sia per gli arredi e l'interior design a cominciare dai wallpaper. Sul mercato si stampano molte tappezzerie in carta e poliestere, noi, per restare fedeli all'idea del lusso, preferiamo la stampa su basi di seta. Per quanto riguarda la personalizzazione di altri materiali, come i pavimenti di marmo, il legno delle boiserie, i vetri, le ceramiche, le tecniche di stampa oggi non sono ancora così presenti mentre – penso agli inserti di fogli in oro – si tratta di lavori artigianali fatti, per esempio, da esperti ebanisti. Ma non c'è dubbio che l'innovazione tecnologica stia aprendo nuove possibilità, anche nell'interior design di lusso, alla stampa. VOI NON STAMPATE SOLO TESSUTI E WALLPAPER? È vero. Siamo un'azienda che, proprio perché opera nel lusso d'alta gamma,
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non può non utilizzare la carta anche se per la nostra comunicazione ricorriamo ovviamente anche alle potenzialità offerte dal web. Posso dire che amiamo molto la carta. Lavoriamo con cartiere specializzate che ci forniscono carte speciali e certificate Fsc per realizzare i nostri campionari, le brochure, i biglietti d'invito agli eventi e soprattutto i nostri cataloghi. Sono cataloghi brossurati a libro con tirature tra le 2mila e le 2500 copie, che distribuiamo nei nostri punti vendita, per i quali esigiamo un'altissima qualità: stampe anche su seta, quadricomie, serigrafie a caldo e stampe in oro, bassorilievi. Del resto l'immagine del brand, delle sue collezioni e delle sue realizzazioni – che oggi comprendono anche l'illuminazione – deve essere veicolata anche dal codice linguistico di un catalogo speciale per la cui stampa ci affidiamo a partner qualificati come l'Euroteam di Brescia e le Grafiche Artiere di Bologna.
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PROFESSIONE: PACKAGING DESIGNER. L’offerta formativa in Italia è al minimo. Solo un Master in Packaging all'Università di Parma. Eppure siamo la patria del design.
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Siamo il Paese del design e delle griffe del lusso, anche se molti marchi negli ultimi anni sono finiti nelle mani dei colossi francesi come Lvmh, Kering, Compagnie Financière Richemont. Ma siamo anche il Paese che vanta un'eccellenza sul fronte delle aziende cartotecniche e del packaging (dal food alla moda, dalla cosmetica alla farmaceutica) e il primato mondiale, in concorrenza con i tedeschi, per quanto riguarda proprio i costruttori di macchine automatiche per il confezionamento e per l'imballaggio. Uno dei settori italiani con la più alta propensione all'export (oltre l'80%) costituito da circa 200-250 aziende che complessivamente fatturano oltre sei miliardi di euro all'anno.
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on una disoccupazione giovanile che sfiora, purtroppo, il 40%, il packaging, visto in tutte le sue declinazioni (macchine, cartotecniche, designer e brand del lusso) rappresenterebbe un'importante occasione di lavoro. A cominciare proprio dai packaging designer. Peccato però che non esistano, o quasi, scuole capaci di formarli e che — contrariamente al boom degli istituti agrari o alberghieri, trainato dalla moda dei campi e degli chef — si parli troppo poco di questa professione. E soprattutto non la si insegni. “Il problema di una scarsa offerta formativa per il settore del packaging esiste e scriva pure che dipende dalla mancanza d'attenzione sia da parte delle Università sia anche delle aziende”, avverte Claudio Corradini. Il professor Corradini è il presidente del Master in Packaging promosso, all'interno del Dipartimento di Scienze chimiche, della Vita e della Sostenibilità ambientale, dall'Università di Parma. L'unico master di questo tipo in Italia. Giunto alla quinta edizione la sua nascita origina dal primo corso di diploma in packaging, ideato sempre a Parma, ricorda Angelo
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Total packaging design: uno svantaggio da colmare
Montenero, nel 1997 con la preziosa collaborazione di Marco Cachet, direttore dell'Istituto italiano imballaggio. Corso a cui, spiega sempre Montenero, che ha guidato il progetto e ancora oggi, in pensione dopo la lunga carriera di professore universitario, è docente del master, è seguita la laurea triennale in packaging. E dei circa 300 studenti che in quindici anni hanno frequentato questi corsi, il 97-98% ha trovato un lavoro nel settore. La riforma Gelmini, spiega sempre il professor Montenero, che ha imposto limiti rigidi alla presenza di docenti interni per i corsi di laurea — mentre per sua natura insegnare l'arte del packaging richiede per forza esperti esterni — ha portato alla chiusura della laurea triennale. E all'istituzione del master che, per i costi e sempre per le norme universitarie, non può accogliere più di 20 partecipanti.
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osì, nell'Italia patria del lusso, mancano figure specifiche nella progettazione e nel design del packaging. E quindi agenzie che sappiano offrire il ‘total packaging solution’. Il risultato è che abbiamo designer affermati, anche a livello internazionale, nel creare l'immagine dei brand e oggetti unici che rappresentano il made in Italy, ma molto meno preparati nell'uso dei materiali dell'imballaggio. Le facoltà di chimica e di
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ingegneria (e ci sono corsi di design in molti Politecnici, da Torino a Milano) offrono la possibilità di sviluppare la conoscenza dei materiali, con primati, sottolinea sempre Montenero, nella brevettazione per esempio di contenitori sempre più sicuri per il food. Ma non ci sono — se si esclude il master di Parma — corsi universitari capaci di mettere insieme le due cose: materiali e creatività. Quel che avviene invece in Francia dove si trovano molte più agenzie e molti designer capaci di progettare boccette di profumo, bottiglie per gli spirit o confezioni per orologi. Ovvero i contenitori dei beni di lusso per cui in Italia ci occupiamo più delle decorazioni esterne e della grafica. “Per operare nel packaging – aggiunge Montenero – bisogna innanzitutto conoscere i materiali e la relazione tra il contenitore e il contenuto. E quindi elementi di chimica oltre alle normative imposte per imballaggi particolari come quelli per il food”. Per questo, avverte Corradini, sarebbe auspicabile che l'esempio del Master di Parma fosse seguito da altre Università. Il problema è che manca la sensibilità in tal senso e, aggiunge Montenero, anche le aziende non sono sempre disponibili ad accogliere stagisti che poi trovano impiego in altre realtà. Eppure, si pensi solo al vetro — e quindi a imprese come la Bormioli per re-
Nel lusso come nel FMCG (fast-moving consumer goods) c’è una sola domanda che domina: quella di avere una soluzione totale. L’Italia ha uno svantaggio culturale da colmare rispetto ad altri Paesi europei e non solo, perché abbondano corsi che si occupano di visual design, di brand design, ovvero scuole che formano grafici votati all’ideazione di ornamenti e alla creazione di codici espressivi. C’è invece una carenza di corsi che insegnino a progettare una bottiglia di birra, un flacone di profumo, una scatola di detersivo, o un qualsivoglia contenitore, partendo dalla conoscenza dei materiali e dalle loro proprietà chimico-fisiche, inglobando specifici sistemi di apertura e chiusura, rendendo l’ergonomia un piacere e non solo una funzione, progettando il comportamento sulle linee di riempimento, considerando anche la movimentazione e l’esposizione sugli scaffali. In pratica, manca la cultura del packaging design che unisca conoscenze tecniche ad aspetti progettuali fino a quelli meramente decorativi, offrendo appunto una soluzione complessiva. Una carenza che diminuisce drasticamente la capacità competitiva delle agenzie italiane e le rende marginali rispetto, per esempio, a quelle francesi quando si parla di profumi, inglesi o tedesche quando si fa riferimento agli spirit. Negli award internazionali si nota l’assenza degli italiani mentre abbondano brasiliani e americani. Il total packaging design dovrebbe trovare adeguato sostegno a livello di associazioni di categoria e di fiere di settore per poter essere preso in considerazione nei programmi scolastici. [Marilde Motta]
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A Parma l'unico master stare vicino a Parma — l'Italia non è seconda a nessuno per la possibilità di progettare i contenitori anche dei beni di lusso. Così come non lo è, sottolinea Andrea Brunazzi, il livello dei designer italiani. Direttore internazionale della pubblicità per Iveco (gruppo Fiat), nel 1985 Brunazzi ha aperto l'omonima agenzia (Brunazzi&Associati) di Torino che ora conduce insieme con i figli Ada e Giovanni, oltre che essere uno dei docenti del Master di Parma. “Nel nostro Paese esistono agenzie molto qualificate anche per quanto riguarda il design del lusso e il packaging, a cominciare dalla forte innovazione apportata nel settore del food”. E proprio con un'idea food — il black box che conteneva le materie prime per cucinare degli ottimi spaghetti al pomodoro compreso uno scolapasta in cartoncino— la Brunazzi ha vinto il concorso indetto da una delle principali cartiere svedesi.
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a nel packaging del lusso siamo così competitivi? “Il livello del design italiano è molto alto e non è un caso che grandi colossi del settore internazionale come Landor, per esempio, abbiamo aperto sedi in Italia. Certo, se pensiamo ai contenitori di prodotti di lusso come il profumo, dove è successo che il contenitore costasse più del contenuto, esiste una leadership francese ma determinata anche dal fatto che i grandi colossi del lusso sono francesi e quindi per loro è più facile rivolgersi ad agenzie dello stesso Paese”.
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Il Master universitario di I livello in Packaging proposto dal Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma è l’unico master universitario a livello nazionale che si propone di fornire le conoscenze sul packaging, materia assolutamente interdisciplinare e dare un ampio spettro di competenze legate a materie specifiche che coprono settori disciplinari eterogenei ma essenziali per una formazione aderente alle necessità professionali. Il master forma figure professionali in grado di inserirsi in realtà industriali sia nel settore produttivo che in laboratorio, operando in gruppi di lavoro, seguendo i processi di produzione, con la capacità di innovare ed ottimizzare i prodotti per imballaggio: riconoscere i materiali e i prodotti da confezionare, le loro possibili incompatibilità e resistenza alle aggressioni chimiche oltre che progettare gli imballaggi valutandone anche gli aspetti normativi ed economici con un’attenzione sempre maggiore al recupero e all’ambiente. Inoltre s’insegnano nozioni di logistica, di controllo di qualità, di marketing, di comunicazione e delle legislazioni connesse.
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MERCK TUTTO IL FASCINO DEI NUOVI PIGMENTI PER LA CREATIVITÀ E IL DESIGN
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Nel 2016 e nel corso di questi primi mesi del 2017, sono già tante le novità firmate Merck, tutte disponibili sul mercato.
Non soltanto i pigmenti della serie Meoxal — con l’ultimo nato Victoria Red, ispirato alle variazioni cromatiche del deserto australiano, lanciato in occasione dell’European Coating Show 2017 - ma anche la serie Xirallic dedicata al mondo dell'auto, che comprende Leonis Gold, Panthera Silver, Tigris Blue e Cougar Red, anch’esso appena esibito alla fiera di Norimberga. Anche le nuove miche sintetiche sono una innovazione assoluta, e permettono di realizzare effetti perlescenti ad elevatissima purezza, con un ampio spettro di sfumature e riflessi che si esprimono in un eccellente impatto visivo.
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A PACKAGING PREMIÈRE CON LORENZ BOEGLI Da sempre attenta alla ricerca di nuovi effetti cromatici, Merck partecipa a Packaging Première, la prima vetrina milanese dedicata al packaging di lusso, imperdibile occasione per mostrare al pubblico internazionale tutte le innovazioni della filiera. Insieme con Lorenz Boegli, tra i più famosi serigrafi del mondo, che ha legato il suo successo proprio al sapiente utilizzo di pigmenti speciali, Merck ha organizzato una conferenza, che si tiene il 17 maggio alle 10.30 nella sala convegni di The Mall, dove si parlerà di serigrafia, di nuovi effetti cromatici, soprattutto del nuovo sistema di stampa denominato RGB, brevettato da Merck con il grande serigrafo svizzero. Si tratta di un sistema che funziona con la nuova serie di pigmenti
Spectraval, versatili nell’utilizzo non soltanto in serigrafia ma anche in tutte le altre tecnologie di stampa, fatta eccezione per la litografia. NOVITÀ PER LA CERAMICA Altro fiore all’occhiello di Merck è la ricerca nel settore della ceramica. Dopo Iriodin, la gamma destinata alla ceramica e alla porcellana è stata quest’anno implementata con ben due serie di prodotti: la Thermaval e gli Elixir, evoluzioni tecnologiche di substrati estremamente performanti e particolarmente resistenti alla temperatura. I PRODOTTI FUNZIONALI Anche l’ottimizzazione dei prodotti funzionali, denominati Iriotec, e dei processi produttivi annessi è un punto di forza di Marck. Marcatori laser, tensioattivi, anti scratch, riflet-
tori e assorbitori di raggi infrarossi, sono solo alcuni dei prodotti di punta tra i funzionali, che non solo creano effetti accattivanti, ma aiutano i trasformatori a conferire a superfici e materiali alcune proprietà necessarie alla funzionalità dei manufatti. ANTICONTRAFFAZIONE IN PRIMO PIANO Oltre ai pigmenti per High Security, come i Colorcrypt e Colorcode, Merck propone Cristalli Liquidi per banconote, documenti di identità, passaporti e documenti governativi. L'implementazione della gamma dei prodotti Securalic e la facilità della loro applicazione sono stati fondamentali per dare il via allo sviluppo del settore anticontraffazione, di particolare importanza per garantire il riconoscimento e l’originalità dei prodotti del lusso.
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STUPISCE E INCANTA IL COFANETTO POP-UP
realizzato in Nava Press
Ipnotico, gioioso, inconsueto. Come un piccolo teatro animato di rossetti, il cofanetto pop up realizzato in Nava Press per la Maison Parfums Christian Dior avvolge lo sguardo e moltiplica la magia dei Lacquer Stick Dior Addict, la nuova generazione di lipstick caratterizzati da un finish di colori intensi e brillanti. La confezione si sviluppa su tre livelli, ed è composta da 18 alloggiamenti in cui sono inseriti i diversi Lacquer Stick.
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COMPOSTO DA: Un cofanetto con anta pop-up. Un salva libro cartonato. Anima in cartone grigio da 2 mm rivestita in Carta Plike Nero Mono da 120 gr + Plastificazione Opaca Antigraffio. FODERA in carta Gardamatt da 200 gr., stampa UV 4/0 colori (4mia) + plastificazione opaca antigraffio in bianca + vernice serigrafica UV lucida in bianca. CHIUSURA con calamita affogata e applicazione nastrino in Gros Grain da 6 mm per apertura. POP-UP 3 LIVELLI Carta Gardamatt da 350 gr., stampa a caldo Argento Lucido, stampata UV 4/2 colori + plastificazione opaca antigraffio in bianca e volta + vernice serigrafica UV lucida in bianca.
VASSOIO Anima in cartone grigio da 2 mm rivestito in Carta Gardamatt da 150 gr. stampata UV 2/0 colori + plastificazione lucida in bianca. ALLOGGIAMENTO ROSSETTI in Macrilene Nero da 10 + 2 mm per contenere 18 rossetti. QUARTINO in carta Gardamatt da 300 gr., stampa digitale 4/4 colori + plastificazione lucida in bianca e volta. BUSTA PER CHIAVETTA USB In carta Sirio nero da 170 gr.+ serigrafia lucida 3 colori. SCHEDA CAMEO in carta Gardamatt da 300 gr., stampa digitale 4/4 colori + plastificazione lucida in bianca e volta.
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Professore Associato Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino Founder di nudiovestiti.it
PROGETTARE L'ESPERIENZA L’immagine del benessere, negli ultimi anni, è decisamente cambiata. Da uno status associato al possesso o alla preziosità di materiali e prodotti si è passati al benessere in funzione dell’esperienza da vivere o percepire. Per questo motivo anche nell’ambito della progettazione e produzione di packaging per prodotti pregiati ci si è spostati verso la ricerca di materiali, colori e forme che possano aiutare i produttori a trasmettere messaggi evocativi ed esperienziali.
SAND PACKAGING Designer: Alien & Monkey Nazione: Spagna L'imballaggio è sviluppato utilizzando un materiale fatto con una delle risorse naturali più abbondanti della terra: la sabbia. La preziosa confezione rettangolare in sabbia è sigillata da un elemento in legno e si apre in corrispondenza di un’incisione. Proprio l’apertura/rottura dell’imballaggio offre una particolare esperienza sensoriale che stupisce e sorprende. Si tratta di un progetto con una forte cifra ambientalistica dal momento che il contenitore, una volta aperto, può essere infatti sbriciolato e disperso nell’ambiente.
GREY JEWELRY Cliente: Becki Chan Designer: Andrew Zo Nazione: Canada Carta e lana sono i protagonisti del progetto di packaging di Andrew Zo per Grey by Becki Chan, in cui l'essenza comunicativa è data da materiali e forme. Lo stile richiama quello della linea di gioielli contenuta, attraverso geometrie definite e naturalezza dei materiali.
Si abbandonano quindi alcuni stereotipi per stupire attraverso l’uso inedito di materiali tradizionali. In alternativa, si sperimentano nuovi materiali, spesso risultanti da un approccio “circular economy”, con l’intento di accompagnare il prodotto con un imballo capace di proteggere ma anche di raccontare una storia, o parte della storia del prodotto stesso. Le possibilità produttive attuali aiutano il settore a realizzare, facilmente, prodotti con forme dal carattere comunicativo molto forte. In questo caso, l’obiettivo va oltre la funzione della protezione o dell’esposizione per spingere l’utente verso brevi esperienze sensoriali: “rompere” il pack per svelare il prodotto, manipolare l’imballo per comprenderne le caratteristiche, giocare con parti di esso o addirittura conservarlo per un secondo uso.
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NERO DI SEI Cliente: Palmento Costanzo Designer: Spazio di Paolo Nazione: Italia Con l’obiettivo di creare un forte legame tra il luogo d’origine del prodotto e il consumatore finale, il packaging si caratterizza per un’etichetta multisensoriale grazie alla realizzazione di un pigmento materico totalmente stampabile estratto dalla polvere vulcanica dell’Etna. L’utilizzo del colore, la consistenza e la matericità del magma solidificato rievocano l’essenza del territorio. Il vulcano, custode delle storiche viti, da un lato spinge il consumatore a toccare l’etichetta e le granulosità date dalle luminescenze naturali dei minerali presenti nel pigmento, dall’altro esalta la qualità di questi vini biologici.
EDGE COLLECTION Cliente: Karman Jewellery Designer: Edina Németh Nazione: Ungheria Il packaging sviluppato per la collezione Edge utilizza forme geometriche poliedriche che rimandano alle forme dei gioielli contenuti all’interno. L’imballaggio risulta interessante per la modalità di utilizzo delle pieghe che forniscono rigidità strutturale al packaging permettendo un ridotto uso di collanti e creano un’alternanza di linee nette e facce piane ed irregolari i cui rombi e triangoli instaurano un legame formale ed espressivo con il prodotto.
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OTOÑO Cliente: Otoño Designer: Tres Tipos Gràficos Nazione: Spagna Otoño, autunno in spagnolo, è un nome che richiama una stagione ma anche le ghiande prodotte dagli alberi, fondamentali per la produzione del prosciutto Ibérico. Per enfatizzare l’importanza delle origini di questo tradizionale ed esclusivo prodotto Spagnolo, Tres Tipos Gráficos ha creato un logo d’impatto in cui il ritmo generato dall’alternanza delle O è interrotto solo dalla presenza del più caratteristico segno tipografico spagnolo, la Ñ: questo particolare accento è stato ripreso dallo storico carattere Spagnolo “Ibarra Real” e il font san serif creato attorno ad esso ricorda le tradizionali insegne in ferro realizzate per gli allevamenti. L’apertura frontale del packaging, fustellata a forma di foglia, permette di integrare il contenuto con le illustrazioni presenti sulla confezione, che rappresentano le diverse tipologie di alberi da ghianda e creano un forte legame con il nome del brand
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Il mondo della stampa ha una nuova prospettiva. Da tutte le angolazioni.
More than the sum of the parts. Fiera Milano, Rho 29 Maggio - 1 Giugno, 2018
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I tre mondi della stampa al servizio dell’industria hanno molto in comune. Da oggi, anche una grande esposizione. Print4All riunisce tre marchi prestigiosi di fiere del settore e offre alle aziende una vetrina ancora piÚ ampia per incrociare target trasversali e creare nuove sinergie. Un evento unico, che interpreta le sfide di un mercato in continua evoluzione e le trasforma in opportunità di business. Un progetto di
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Print4All fa parte di
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PENSATE A COSE STRAORDINARIE, SARÀ FASERVICE A REALIZZARLE
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L’immaginazione è ancora il motore della tua esistenza? Per un attimo torna bambino e ricorda quando sognavi di partire alla ricerca di tesori preziosi, di combattere giganteschi draghi sputa fuoco e vivere avventure incredibili. Immaginavi, disegnavi e costruivi, qualsiasi cosa pur di rendere unica ogni avventura, dalla più piccola alla più grande. Chi ti avrebbe mai potuto fermare quando, per caso, nella vecchia soffitta, in un cassetto o in un angolo nascosto della casa trovasti un foglio piegato, rovinato e ingiallito dal tempo… una mappa del tesoro che ti
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avrebbe condotto dritto verso un'avventura senza eguali. Sì, perché trovare la carta giusta non è una scelta da poco, è ciò che dà il via al progetto, l’apice del processo creativo che permette di iniziare a comunicare qualcosa in più emozionando. Ed è questo che le carte Fedrigoni possono offrire con un’ampia gamma di carte speciali certificate FSC considerate punto di riferimento per tutti creativi e gli stampatori che davvero vogliono fare la differenza. Immagina di aprire quella mappa e prova ad assaporare il viaggio, le emozioni che rivivrai, sfiora le immagini che catturano i tuoi occhi e rapiscono la tua mente. In un bat-
ter d’occhio vieni catapultato in un mondo di colori, profumi e nuove esperienze sensoriali. La stampa, un’ottima stampa, come quella di Fujifilm JetPress dai colori vivaci, brillanti, ricchi di dettagli e di straordinaria finezza ti lascerà strabiliato come se stessi vivendo nella tua mente all’interno di un dipinto o di una fotografia. E finalmente eccoti al cospetto del tanto agognato tesoro, è custodito in uno scrigno e sembra aspettare solo te. Tocca le sue venature e percepisci la sua storia del tempo passato ad aspettare che qualcuno lo trovasse e le portasse alla luce, la bellezza
di un lavoro minuzioso e preciso nei minimi dettagli che porta dentro di sè le meraviglie del tuo tesoro. Un’esperienza sensoriale unica che coinvolge la vista, il tatto, l’olfatto e che può essere trasferita sulla carta e sulla stampa conferendo un valore speciale ed unico al prodotto. Così lavora FaService, in un insieme di innumerevoli possibilità di carta, stampa e nobilitazione per rendere il tuo progetto unico e speciale.
Pensate a cose straordinarie: saranno loro a portarvi in alto. sir j.m. barrie, da "peter pan"
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BRANDING
Printed and painted ILLUSTRAZIONI, LAMINE E CARTE SPECIALI PER NUOVE INTERPRETAZIONI DEL LUSSO
Mytha e IHAG. Due casi studio nell’hotellerie di lusso mostrano come raccontare l’esclusività attingendo a linguaggi diversi. Con la consapevolezza che anche i più piccoli dettagli realizzativi esprimono la qualità totale dell’esperienza.
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ROGER BOTTI è dal 2008 Direttore Generale e Creativo di Robilant Associati. Il suo ruolo coniuga insieme competenze manageriali, supervisione creativa e responsabilità organizzative. Botti vanta un’esperienza consolidata nel Brand Design e nel Packaging Design. Si occupa anche di Corporate Identity per importanti brand. Sotto la sua supervisione si è consolidato in RobilantAssociati un team dedicato a progetti di Retail Branding e Digital Strategy. Appassionato osservatore dei comportamenti di consumo, interviene spesso come relatore a conferenze e convegni.
Il luogo. Il paesaggio. La natura e la cultura del contesto. La qualità dell’accoglienza. L’unicità, l’esclusività e la ricchezza dell’esperienza offerta. Il lusso nel settore dell’hotellerie è un fatto di sensazioni, di atmosfera. Riguarda la capacità della struttura di integrarsi perfettamente nel suo ambiente, di esserne espressione autentica, di valorizzarne e facilitarne la scoperta, interpretando al meglio lo spirito del luogo. Come raccontare e valorizzare agli occhi del pubblico queste peculiarità? E come farlo in maniera sempre proprietaria? Mytha e IHAG, due gruppi protagonisti nell’hotellerie di lusso, ci aiutano a indagare linguaggi e tecniche possibili mostrando come usare la tecnica (o più tecniche) per diventare “firma” e promessa inequivocabile di una certa esperienza di viaggio. MYTHA Il Mediterraneo come stile di vita e espressione di una certa cultura dell’accoglienza. È questo il concept che ha guidato il progetto di definizione della corporate identity e dell’house style di Mytha. Un insieme di valori che definiscono il Mediterraneo non solo come un’area geografica, che conferisce a tutti gli hotel del Gruppo in maniera trasversale una certa aura e fascino, ma come una speciale attitudine alla celebrazione del tempo e dei suoi momenti, alla valorizzazione della sua memoria e delle sue stagioni, in sintonia con la natura e con il paesaggio. Il Gruppo - proprietario di un portfolio di hotel ubicati per l’appunto in alcune delle località più belle e suggestive del Mediterraneo e non solo - necessitava di una identità visiva in grado di trasformare il suo nome in una firma autorevole dell’hotellerie, garante della qualità di ogni singola struttura. Al contempo l’identità di Gruppo doveva essere in grado di abbracciare ed esaltare la personalità e lo stile di ogni singolo hotel nella sua differenza. Da qui i differenti pattern creati ad hoc per esprimere l'individualità di ciascuna struttura: diversi nello stile ma uniti nel metodo, che vede la combinazione di due pattern differenti. Il pattern base è stampato in quadricromia per ottenere una profondità completa dell’intera gamma di colori. Il pattern superiore, che è una semplificazione del primo, è invece realizzato con una lamina metallica stampata a
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caldo sul pattern base. Questa combinazione crea ricchezza e consente di ottenere un risultato unico per ogni albergo. Avendo queste palette colorate e ricche sotto il suo ombrello Mytha, come identità di Gruppo, è stata studiata invece per esprimere calma e purezza. Ispirata ai paesaggi e alle onde del Mediterraneo, il concetto di Mytha si esprime con tecniche tattili al posto dei colori. L'aspetto è prevalentemente bianco, ma un bianco ricco valorizzato con rilievi e una leggera lamina perla stampata a caldo. Tutte le applicazioni sono realizzate con carta ruvida naturale di alta qualità che attribuisce uno speciale calore, riflesso della generosa ospitalità di questi hotel. IHAG Le illustrazioni sono in questo progetto linguaggio per esprimere la poetica dell’accoglienza di questi hotel. IHAG è un Gruppo affermato nell’ospitalità legata al business. Anche in questo caso il progetto insegue il corretto bilanciamento tra l’individualità delle singole proprietà e l’espressione di una filosofia in grado di accomunarle come parte di un’unica realtà. L’identità è guidata da un concetto di un’accoglienza “lirica”: un modo di ricevere che integra la natura, l'arte e la poesia nella vita dei suoi ospiti; che mira ad arricchire le loro esperienze attraverso la condivisione di una vista incantevole e luoghi carichi di storia e di gusto. Una storia d’amore tra impresa e arte, tra sensi e sensibilità. La Corporate Identity del Gruppo, THE LIVING CIRCLE, accoglie e abbraccia l’identità dei singoli hotel in una
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combinazione raffinata - come una giacca sartoriale - tra l’esterno marrone, colore istituzionale, e l’interno di un colore più acceso che attinge alle caratteristiche delle singole proprietà: azzurro per Storchen ubicata vicino al fiume, arancio per Castello Sole e verde per la proprietà terriera “Terreni alla Maggia”. La carta è tinta in pasta per aumentarne la percezione materica e garantire una maggior omogeneità dei colori, mentre i marchi sono stampati in lamina a caldo e serigrafia per una perfetta resa. Per esaltare la poetica irripetibile di ciascuna esperienza, inoltre, viene ideato uno speciale linguaggio visivo che si avvale insieme della fotografia e dell’arte pittorica. Le illustrazioni artistiche, realizzate da sei illustratrici di fama internazionale, sono diventate insieme alle foto elemento di racconto e rappresentazione onirica e fantastica delle peculiarità delle singole proprietà. Nella brochure foto e illustrazioni sono accostate su pagine affiancate e stampate su carte diverse – carta patinata Splendor Gel per le foto e carta materica Acquerello per le illustrazioni, entrambe di Fedrigoni — per garantire la perfetta compenetrazione dei linguaggi e la miglior resa di ciascuno dei due. Alla stregua di un catalogo d’arte a tutti gli effetti l’impaginazione della brochure è studiata in modo da avere al piede di ogni illustrazione le informazioni specifiche relative alla tecnica e alle dimensioni.
La sartorialità, dunque, è il linguaggio del lusso, nel branding come nel prodotto o nel servizio.
La sartorialità, dunque, è il linguaggio del lusso, nel branding come nel prodotto o nel servizio che viene offerto. Le modalità espressive non sono mai uguali e anche per realtà simili e in presenza di istanze affini, il su misura è la sola dimensione perseguibile.
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CARTA VELINA, IL FASCINO DEL VEDO NON VEDO di E M A N U E L E
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Giocare con le trasparenze, con la raffinatezza di un tatto morbido, del fruscio che genera modellandosi all’oggetto che avvolge delicatamente, con rispetto, per proteggere senza prevaricare. Celare esaltando, questo, in estrema sintesi, è il compito che viene affidato alle carte velina o pelure, oppure alla francese, che suona inevitabilmente più fascinoso, papier de soie. La “velina” è ormai entrata a far parte del coordinato di ogni brand che voglia esprimere un posizionamento prestigioso, lussuoso, pregiato, ricercato. Un tema ormai affermato ed universale, che si spinge bel oltre il raffinato mondo del lusso in territori apparentemente distanti, come quando le si usa per avvolgere un'arancia selezionata o una papaia, un ricercato formaggio piuttosto che un Amaretto croccante o quando le si impiega per realizzare abiti e creativi cappelli. Sul sito di Cartotecnica Rossi, una delle storiche aziende italiane produttrici di carte veline, le troviamo descritte amorevolmente così: “Basta prenderle in mano ed osservarle in contro luce per comprendere l'eleganza della loro formazione e la raffinatezza che le contraddistingue. Sono sottili quasi immateriali ma al contempo resistenti, sono trasparenti ma non tanto da non farsi ammirare.” Le troviamo impiegate nel confezionamento della pelletteria di pregio, degli accessori moda, delle calzature, dell’abbigliamento, quello intimo in particolare, della cosmesi e profumeria, gioielleria ed orologeria, fino ad arrivare appunto all’alimentare fresco e trasformato, al dolciario, ma le ritroviamo anche in farmacia e parafarmacia, e da qualche anno anche nel wine & spirits, ad avvolgere le bottiglie di champagne piuttosto che whiskey stagionati, le applicazioni di questo tipo di supporto sono ormai innumerevoli. IL SUPPORTO Le carte veline sono carte in pura cellulosa, di grammatura variabile fra i 14 ed i 30 grammi, a seconda delle applicazioni e delle caratteristiche richieste. Sono le carte ad uso stampa in assoluto più leggere, molto più leggere delle leggerissime “carte Bibbia”, che prendono ovviamente il nome dalla loro applicazione più nobile, che non sono quasi mai inferiori ai 33 grammi e che costituiscono già un’eccezione nel mondo della stampa: non è da tutti stampare su queste grammature. Generalmente le veline sono disponibili in colorazione bianca oppure, più frequentemente, colorate in impasto, direttamente in cartiera, nei colori tenui, in nouances gentili, e pure in colorazioni intense, anche le vivaci colorazioni fluorescenti e persino metallizzate e perlescenti, ma in questi ultimi casi si tratta general-
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mente di carte stampate. Il processo di fabbricazione è del tutto analogo a quello di fabbricazione delle carte comuni, mediante macchina continua. Il supporto viene ottenuto da pura cellulosa, preferibilmente a fibra corta, derivata da latifoglia e/o principalmente da eucalipto, generalmente da foreste a coltivazione e filiera di trasformazine certificata (FSC). Fibra corta e basso contenuto di sostanze di carica sono ingredienti fondamentali per ottenere una buona formazione del foglio (l’uniformità dell’impasto fibroso osservato per trasparenza), priva di nuvolature o marezzature, ma soprattutto per ottenere la ricercata morbidezza al tatto che il supporto finale si pretende abbia. Carte assolutamente non banali da un punto di vita tecnico, se si considera l’esigenza contrastante di aver una carta leggerissima, quasi impalpabile, estremamente morbida ma al tempo stesso resistente, caratteristiche proprie della fibra di eucalipto, che non a caso è quella impiegata per la realizzazione delle carte tissue (carte igieniche e fazzolettini di carta). Per le veline destinate al contatto alimentare sono previsti trattamenti anti umidità ed anti muffa. LA PERSONALIZZAZIONE Oltre alle varianti di fabbricazione (grammatura, formazione e colorazione), le veline possono essere personalizzate a mezzo stampa. Pur avendo raggiunto livelli di qualità straordinari, è consigliabile scegliere con oculatezza il fornitore che come abbiamo anticipato poc’anzi
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va identificato fra gli specialisti. Infatti proprio la bassa grammatura e la natura del supporto rendono particolarmente critica la riproduzione a stampa, che si esegue quasi esclusivamente in flessografia, e sono poche le aziende in grado di realizzare riproduzioni offset o in lamina a caldo. La flessografia, basata sul principio di stampa rilievografica che presenta una matrice in rilievo realizzata con un polimero plastico, è un sistema di stampa diretto: la matrice di stampa va a contatto diretto con la carta per il trasferimento dell’inchiostro — a differenza dell’offset che prevede un passaggio intermedio mediante il caucciù. Oggi la flessografia consente una buona fedeltà di riproduzione cromatica e di dettaglio del grafismo, riproducibile in lineature fino a 70 linee per centimetro, nei sistemi di stampa più evoluti, il che ci consente di affermare che anche i palati più delicati possono essere soddisfatti. Gli impianti flessografici lavorano generalmente da bobina, anche se ve ne sono anche da foglio, dopodiché le veline vengono tagliate in fogli, la cui misura è figlia della successiva applicazione. Per i palati più delicati c’è anche la possibilità di stampare in offset, da foglio, seppure adottando tutta la cautela possibile. Garantire un corretto trasporto di un foglio da 14/30 grammi nel passaggio da un gruppo stampa al successivo senza creare grinze o difetti vari non è impresa per tutti. Le colorazioni intense, come anticipato generalmente realizzate fuori macchina continua, piuttosto che effetti
speciali, come ad esempio l’effetto perlescente o metallizzato della colorazione, possono essere eseguiti con risultati adeguati esclusivamente in flessografia, che per la formulazione dell’inchiostro (liquido rispetto a quello denso dell’offset) meglio si presta alla stesura di importanti quantità con particelle in sospensione. Anche in questo caso l’identificazione del giusto fornitore non è banale, ed è consigliabile il confronto con degli specialisti. ACQUISTO Per quanto riguarda l’acquisto le veline possono essere acquistate in colorazioni e formati standard presso i fornitori, generalmente attrezzati per fornirle in pacchi di specifici formati. Ogni fornitore ha creato una propria gamma che contiene generalmente le tipologie di prodotto più comuni e alcune specialità. Altrimenti, in apposita produzione, quando i quantitativi necessari lo consentono, possono essere concordati sia la colorazione che il formato finale oltre che il sistema di fornitura (resa in pacchi o su bancale). Anche in questo caso il quantitativo minimo necessario per accedere alla fornitura in apposita produzione può variare da fornitore a fornitore, in funzione dell’organizzazione e dei processi, e può variare anche in ragione del tipo di carta ricercata. Lavorazioni speciali, come l’effetto perlescente, o effetti bicolore, cioè una diversa colorazione fra lato recto e lato verso del foglio, possono richiedere lotti minimi considerevoli.
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Abito di carta Urban Corset. Il bustino è un calco di carta a mano bianca e colla vinilica con applicazioni di ritagli di cartoncini bianchi, che formano la mappa di una città immaginaria.
CATERINA CREPAX PAPER DREAMS Scolpisce con la carta abiti sontuosi dai dettagli sorprendenti, opere che dominano, con le loro sofisticate geometrie, show room e spazi espositivi, set fotografici e luoghi scelti per eventi eccellenti. Roberto Cavalli, Fendi, Montblanc, Van Cleef & Arpels sono solo alcune delle maison con le quali Caterina, architetta d’interni e figlia d’arte (suo padre, Guido Crepax, è stato il famoso fumettista, creatore di Valentina) ha già collaborato. Come eleganti scenografie, queste sculture di carta sbocciano ineludibili nello spazio, lo ricompongono, ne rimodellano le forme. Leggere e imponenti, delicate e regali, le opere di Caterina incidono il corpo vivo dello spazio e trasmettono, nell’ansia silenziosa dei loro volumi, tutte le infinite suggestioni della carta.
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I ROMANTICI INTAGLI DI FRANCESCA MEANA Artista e paper designer (suo il brand Pourquoi Pas Design), in mezzo alla carta Francesca ci è nata e cresciuta: il suo cognome rivela l’appartenenza alla famiglia fondatrice della storica cartotecnica Pusterla 1880. Quella fascinazione di bambina che aveva per le carte preziose si è trasformata negli anni in passione, e poi in lavoro. Una profonda conoscenza dei materiali e delle tecnologie si unisce in lei a un’ispirazione ottocentesca, che declina in opere artistiche e di design (packaging di lusso, allestimenti di ve-
trine, stand e set fotografici). L’ultimo risultato è la serie Dillo con i fiori, pezzi unici in carta ispirati alla ‘florigrafia’, il linguaggio dei fiori che arredano lo spazio con grazia. I suoi lavori mostrano un delicato gioco di chiaroscuri, di pieni e vuoti, ottenuto grazie alla tecnica dell’intaglio (a mano, a lama o laser). I diversi livelli si intrecciano e dialogano tra loro. E ci raccontano storie nostalgiche e romantiche. www.francescameana.com
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STUPEFACENTI ARCHITETTURE DI CARTA ARREDANO LE VETRINE DI HERMES Alberi variopinti che offrono la loro chiome come riparo agli animaletti curiosi, funghi che sembrano nascere dalle radici misteriose della terra, altissimi fiori che svettano nel cielo, casette accoglienti…Benvenuti nella foresta incantata di Zim&Zou, al secolo Lucie Thomas e Thibault Zimmermann, entrambi graphic designer trentenni, che vivono a lavorano a Nancy. Le loro architetture fiabesche, realizzate con la tecnica del paper cut, decorano due vetrine molto speciali della Maison Hermes di Dubai, presso il Mall of the Emirates. Titolo dell’opera è Forest Folks, “un mondo dove la vegetazione è traboccante di vita e di colori” ci spiegano “ dove i fiori sono sempre in crescita e si evolvono in uno slancio ascensionale forte e misterioso”. Nei loro lavori Zim&Zou intrecciano suggestioni folk e pop, sul filo di un immaginario ispirato al mondo delle favole. Modellano la carta utilizzando varie tecniche, per creare volumi tridimensionali e allestimenti spettacolari. "La carta è un materiale molto versatile — dicono — ha una gamma potenzialmente infinita di colori e soprattutto texture uniche". Vincitori dell’ADC Young Guns di New York e dello Young Illustrators Award di Berlino, i due giovani artisti hanno collaborato con prestigiose riviste e brand internazionali: da IBM a Microsoft, da Der Spiegel a ICON, dal Washington Post all’ENI, da La Rinascente al Centre Pompidou.
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NOBILITIAMO LA CARTA Plastificazione, laminazione in bobina con argento, oro e olografici, verniciatura UV offset, serigrafia con vernice e effetti speciali, stampa a caldo e in rilievo. Da oltre 40 anni doniamo valore aggiunto allo stampato, ricercatezza ed emozione ad ogni prodotto tipografico. Una concreta esperienza fatta di sensibilità tattile, visiva, per rendere unico e raffinato ogni vostro progetto. PerchÊ noi lo sappiamo bene: è con il lavoro, che si nobilita.
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Tutta una questione di imposition. Per i progettisti conoscere l’imposition, ovvero il processo attraverso cui devono essere disposti sul foglio macchina le singole pagine di uno stampato, con le sequenze di piega corrette in funzione delle lavorazioni successive, può rivelarsi cruciale. Non solo per prevenire errori, ma anche per avere il controllo dei costi preventivati. Esistono oggi piccole utility e plug-in di Acrobat o di InDesign con cui è possibile calcolare automaticamente la dimensione del foglio macchina o lo spazio necessario a compensare lo spessore e la piegatura della carta, riordinare la pagine, ruotarle o gestire gli slittamenti. Insomma piccoli, grandi aiuti con cui è possibile anche valutare se sia possibile realizzare in autonomia stampati complessi.
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Parlare di imposition può sembrare un argomento molto tecnico, anzi estremamente tecnico. Di solito il print buyer si occupa di consegnare i pdf e di verificare sulle cianografiche che tutto sia come si aspetta, senza preoccuparsi di come è stato impostato il foglio macchina. A quello ci pensa la prestampa, a voi spetta solo di fornire i pdf a pagina singola stampabili con almeno 3 mm di abbondanza. Eppure è una fase molto importante dalla quale dipende in buona misura la riuscita di uno stampato. Per questo conoscerla può essere un vantaggio. Provate a piegare in due un foglio e poi ancora in due, numerate le pagine da 1 a 8 e riaprite il foglio. Ovviamente la numerazione non è quella naturale e cambia ancora se, quando avete numerato, il vostro foglio era chiuso in testa o al piede. Con imposizione tecnica degli stampati si intende il posizionamento delle pagine sul foglio di stampa nella sequenza di piega corretta, con tutte le abbondanze e i crocini di stampa e taglio e, fuori lavoro, le scale colore, le tacche e tutte le informazioni utili per le varie lavorazioni. È la fase immediatamente precedente al ripping, ovvero alla separazione e retinatura dei grafismi nei colori di stampa. Il posizionamento è ovviamente in funzione di diversi parametri che si influenzano a vicenda, ma che hanno un unico scopo: la realizzazione dello stampato in termini di miglior economicità e qualità. Proviamo con un esempio. Senza scendere troppo nei tecnicismi, sedici pagine in formato A4 confezionate con punto metallico su una carta da 200 grammi, difficilmente possono essere gestite come un unico sedicesimo; per il loro formato lo stampatore li imposterà su un 70x100 come due ottavi al foglio, procedendo dopo la stampa a taglio, piega, raccolta e accavallatura. Come si vede, avere consapevolezza di come saranno gestite le
segnature significa anche essere consci delle lavorazioni aggiuntive e capire meglio i costi preventivati. Certo, in modo un po’ temerario, si sarebbe potuto piegare il sedicesimo, con tutti i rischi, però, di trovarsi le pagine cannettate e sfibrate in piega. Una corretta impostazione tiene conto anche della stampa di tutte le lavorazioni successive. In lavori di assoluta qualità potrebbe essere necessario fare una caduta macchina non solo in funzione della piega o di altre lavorazioni, ma anche della stampa stessa per avere un’inchiostrazione ottimale. Pensate a una copertina di un magazine che è ripetuta più volte sul foglio: si cercherà di avere un posizionamento omogeneo. O ancora se alcune pagine devono essere serigrafate o sovraimpresse a caldo o a sbalzo si cercherà di concentrare le lavorazioni in un’area del foglio ridotta o, sviluppando il foglio dal centro, si agevolerà la spartizione della carta cosicché i telai saranno più piccoli e meno i cliché.
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Detto questo, perché doversi preoccupare dell’imposition? Essenzialmente per due motivi. Da un lato può essere molto utile per prevenire errori in fase di progettazione: vi assicuro che avere tra le mani anche una copia ridotta ma stampata del nostro lavoro fa scovare cose che a video non si vedono. Dall’altro, quando le preferenze della nostra stampante non bastano, mette in condizione di realizzare in autonomia stampati complessi. Anche se possibile, certo non è pensabile impaginare direttamente un documento imposto, sarebbe scomodo e innaturale, ma non occorrono nemmeno software così professionali, complessi e costosi: il più delle volte basta dotarsi di piccole utility quando non addirittura di plug-in di Acrobat o di InDesign.
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1 INDESIGN IMPOSITION PLUG-IN È il caso di questa funzionalità aggiuntiva di InDesign compatibile con le versioni dalla CS3 alla CC 2017 sia per Mac che per Windows. Molto versatile e con un’interfaccia facile e intuitiva, si integra perfettamente con il programma e può gestire l’imposition di documenti anche di numerose pagine e non ci sono limiti di dimensione a parte la memoria libera di InDesign. Lavora sia con documenti impaginati direttamente in InDesign sia con pdf importati. In questo caso è possibile in fase di importazione adattare e centrare i pdf al nuovo formato pagina automatizzando in questo modo anche eventuali riproporzionature. Le impostazioni del foglio vanno dal punto metallico alla brossura fresata alla stecca sia in doppio che in singolo (cut & stack). È possibile anche impostare i documenti ripetuti in rese multiple, bianca e volta su se stessa, e decidere il senso di giro del foglio a sedici o dodici. Una funzionalità molto utile è il calcolo automatico della dimensione del foglio macchina (che comunque non va presa
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2 come oro colato perché ovviamente dipende dal supporto sul quale andrete a stampare e dalle esigenze della tecnologia di stampa quanto ai bianchi per scale e segni di piega e registro). Per questo è preferibile lavorare al contrario, indicando il formato del supporto e lasciare che sia il plug-in a decidere la caduta macchina. Ampie anche le possibilità di personalizzazione dai tipi di crocini e di marche ai margini alle scale colore. Ma è forse la gestione dello slittamento (creep) che porta InDesign Imposition a livelli semi-professionali. È possibile, infatti, specificare lo spazio necessario per compensare lo spessore e la piegatura della carta per ciascuna segnatura. Un’accortezza non certo inutile e comunque difficile da calcolare: a causa dell’aumento di spessore man mano che si piega la segnatura, si verifica uno spostamento verso l'esterno dell'area stampata delle pagine interne; i numeri di pagina, ad esempio, senza un’adeguata compensazione, potrebbero essere tagliati al momento se molto vicino ai bordo. › www.impositionsoftware.com
QUITE IMPOSING PLUS Se invece si preferisce lavorare non con i file aperti, ma direttamente con i pdf per la stampa, esiste Quite Imposing Plus che si integra come plug-in con Acrobat dalla versione 9 alla DC, anche se esiste la versione Hot Imposing che lavora come programma stand-alone. Lo strumento è facile da usare ma davvero molto potente e non ha nulla da invidiare a quelli che usano gli stampatori nei loro workflow. Le possibilità di imposition vanno dalle più semplici, come la ripetizione di schede o biglietti da visita in resa multipla bianca e volta su se stessa, alle più complesse, come la stecca in va’ e vieni, le segnature piegate a delta o il cosiddetto dutch cut in cui le pose possono essere anche non tutte orientate allo stesso modo per ottimizzare la carta. Si può automatizzare l’imposition specificando la segnatura richiesta e l’orientamento delle pagine, oppure si può gestire la caduta macchina tutta manuale, perfetta quando si deve stampare a foglio su stampanti proprie. Ovviamente è possibile salvarsi dei template o delle impostazioni in modo da riutilizzarle per altri lavori e avere in automatico l’allineamento bianca e volta a specchio nel caso non si lavori centrati.
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3 Molto potenti sono poi le funzioni di importazione dei documenti: oltre ai pdf, anche certificati secondo gli standard iso (pdf/x-1a, pdf/x-3, pdf/x-4 e pdf/x-5) che vengono controllati in input e preservati in output, Quite Imposing Plus consente di invertire l’ordine delle pagine rispetto al documento di partenza e di cambiarne l’orientamento, di inserire pagine bianche in posizioni definite, di inserire pagine secondo regole e condizioni, ad esempio multiple di quattro per creare quartini A5 da un A4 piegato. Inoltre, esiste la funzione shuffle even/odd che permette di lavorare in modo distinto le pagine pari e le dispari e poi riunirle in caduta macchina in un’unica imposition, utile quando si hanno le pari in un file e le dispari in un altro, o viceversa da un file unico si voglio dividere. Se poi si ha a che fare con documenti legali o per l’Amministrazione Pubblica esiste il comando bates stamping per la numerazione legale che inserisce gli zeri necessari a un numero di digit richiesto (es. 123 > 00123) www.quite.com/imposing
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IMPOSITION STUDIO Creato dall’indiana Devalipi Software, il programma fa parte di una suite più ampia di strumenti dedicati alla prestampa e alla gestione delle commesse di stampa, come press genie, che consente anche il calcolo dei costi, o arabic genie per la gestione e l’editing di testi e impaginati in lingue non latine come arabo, ebraico, persiano e urdu. Imposition Studio si integra non solo con stampati digitali più o meno professionali, ma anche con sistemi di CTP per l’incisione diretta delle lastre e per ciascun sistema ha dei menu specifici di configurazione. Niente paura però: nonostante la sua impronta professionale non ha un costo eccessivo e resta facile da usare. Il suo motore di elaborazione dei pdf è molto efficiente e permette di lavorare con documenti anche molto pesanti o di molte pagine preservando la possibilità di vedere la preview sul foglio macchina. Sono supportate tutte le impostazioni comprese quelle più particolari richieste da stampati per mercati orientali (cinese, giapponese, indiano e arabo). Un grosso
lavoro è stato fatto per rendere automatiche tutta una serie di azioni che normalmente sono ripetitive o che necessitano di interventi umani a basso valore aggiunto a partire dai template di segnature già impostate di default. Imposition Studio, infatti, gestisce hot folder sia in input che in output, esegue il preflight dei documenti in ingresso, converte in profilo di colore se serve e consente elaborazioni in batch. Tra le funzionalità avanzate vanno citate la possibilità di creare codici a barre in diversi formati e inserirli sul foglio macchina per il tracking dei fogli per le lavorazioni successive e tool di color management per la conversione e la separazione dei colori senza riaprire gli originali. Sono tutti strumenti che seppur possono sembrare professionali in realtà anche in agenzia possono spesso essere utili: un lavoro di tante pagine che richiede un mock-up di più copie da mandare in legatoria o ancora un pdf da stampare al volo ma non convertito in CMYK… cose che capitano nella frenesia di un progetto. www.devalipi.com
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4 IMPOSITION WIZARD Semplice ed essenziale: così si presenta l’interfaccia di questa applicazione, senza fronzoli e con i comandi giusti per un flusso di lavoro da ufficio lineare. Niente complicazioni e tecnicismi che però vuol dire anche niente imposition professionali, ma che va più che bene per i nostri scopi. Pdf delle pagine in input, pdf del foglio macchina in output pronto da lanciare alla stampante. Bastano pochi clic e si imposta il nostro stampato, sia esso un flyer, un libro o un calendario, in resa singola o multipla, si settano le abbondanze e si inseriscono crocini di registro e segni di piega e si aggiungono le scale di controllo. Ovviamente è possibile creare dei preset per automatizzare il lavoro. Se si fa una modifica questa è subito visibile in anteprima (wysiwyg preview). È possibile riordinare le pagine, ruotarle o gestire gli slittamenti in funzione della grammatura della carta e della piega. Di Imposition Wizard esiste anche una versione plug-in per Acrobat. La filosofia di funzionamento resta la stessa con
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5 il vantaggio di avere sotto mano anche tutti i tool di Adobe come la Verifica Preliminare e le azioni di modifica ed elaborazione. Cosa da non sottovalutare soprattutto perché in questo modo si lavora in un unico ambiente. Questa versione, inoltre, mette a disposizione anche tutta una serie di strumenti per la gestione avanzata del colore. Interessante a questo proposito l’add-on coverage che permette l’analisi della coprenza dell’inchiostro colore per colore con indicazione dell’incidenza a pagina e sul totale dello stampato sulla base del quale è possibile capire come ottimizzare i costi. O ancora permette di capire se stampare internamente o andare da un service. E visti i costi dei consumabili non è poco. pressnostress.com/iw/
MONTAX-IMPOSER Anche se disponibile solo per ambiente Windows vale sicuramente la pena di citare questa soluzione sviluppata dalla software house ceca STAP Studio. Localizzato in italiano, è fortemente scalabile adeguandosi alle diverse esigenze con diverse fasce di prezzo fino alla versione Pro adatta per le aziende di prestampa. Non solo consente l’input di pdf, ma anche di file raster come jpg, tif e psd consentendo stampe avanzate anche senza passare da un impaginatore. Fin dalla versione base, sono coperte tutte le tipologie di imposition, consentendo anche montaggi misti sullo stesso foglio, e sono abilitate tutte le funzionalità di personalizzazione di margini, crocini, scale, rotazioni, ridimensionamenti di formato e compensazione dello spessore della carta: le differenze stanno solo nel numero di parametri manuali, nella gestione più avanzata delle elaborazioni in batch e nei formati massimi abilitati. Se non avete un plotter è inutile avere un output in A0. È possibile lavorare in millimetri, centimetri, punti o pollici. Pri-
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6 ma dell’output un modulo dedicato verifica la correttezza dei parametri e segnala dove intervenire. Molto utile è la funzione File unico su più pagine, indispensabile per montare ad esempio un poster da piegare a ottavo: si imposta l'ottavo come tipo di piega ma si importa il pdf intero senza bisogno di spaccare il pdf in più pagine. Anche la funzione preview on the fly attiva e disattiva l’anteprima delle pagine in modo da concentrarsi facilmente sulle impostazioni, senza farsi distrarre dalla grafica. Pensate di impaginare un booklet punto metallico con la prima metà dritta e la seconda rovesciata: il montaggio è lo stesso, ma la grafica delle pagine della seconda parte potrebbe trarre in inganno. Basta nasconderle. Pur lavorando sotto Windows non richiede risorse esagerate (2gb di ram) ed è retro compatibile anche con XP e Acrobat 6. Un ultimo suggerimento. Date un’occhiata al sito: nella sezione about-imposition c’è una breve guida ai tipi di montaggio molto chiara. Da stampare e tenere nel cassetto. www.montax-imposer.com
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IMPOSITION ONLINE Vediamo infine un servizio on-line gratuito che consente in pochi clic di avere la caduta macchina del vostro documento. Trattandosi di una web app ha tutte le limitazioni del caso, prima fra tutte il tempo di upload dei documenti che dipende dalla linea e comunque allunga i tempi rispetto ad altre soluzioni, anche se è disponibile un sito gemello di mirror che aiuta l’elaborazione dei file più pesanti. Che fine fanno i pdf che avete caricato? Vengono automaticamente cancellati dopo 24 ore, senza lasciare traccia. Ma veniamo alle caratteristiche principali. I pdf caricati non subiscono in nessun modo un downsampling: attenzione, però, alla loro compatibilità di versione perché non tutte sono supportate (fino alla 1.4); ovviamente devono avere le abbondanze e i segni di taglio, in caso contrario il sistema li aggiunge in automatico in base al formato al vivo indicato. Sono disponibili solo tre impostazioni base: punto metallico,
brossura e manuale per avere pieno controllo sul montaggio. Una volta pronto, il foglio macchina viene mostrato a video ed è possibile girare l’orientamento delle pagine, inserire un folio con le indicazioni del lavoro e della segnatura e le barre di controllo per il colore. Imposition online permette anche di agire su bianchi di stampa e sulle marginature di testa e piede tra le pagine, ma vista la modalità di fruizione e le finalità francamente sono impostazioni che possono essere tralasciate. Anche sulla dimensione del foglio sembra non ci siano limiti, ma difficilmente si potranno pretendere miracoli. Tuttavia è un servizio da tenere in considerazione anche solo per provare la piega del nostro stampato o per creare un mock-up per vedere che tutto sia corretto senza fare investimenti specifici. È vero che ci sono le ciano, ma rendersi conto per tempo di eventuali problemi aiuta sempre nella buona riuscita di un lavoro. www.imposeonline.com
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alta capacità artistica “sartoriale”... per vestire ogni vostro progetto
www.intergraficavr.com
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Esperti in stampa, con la passione per l’arte che rappresenta. In un mondo oramai digitale, la stampa acquista sempre più valore fisico e simbolico, si eleva e comunica non solo visivamente. Da oltre 35 anni, dedichiamo alla stampa la nostra passione, l’esperienza, la sperimentazione di nuove tecniche, per produrre emozione in ogni prodotto che realizziamo.
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IL PACKAGING DELL’ALTA PROFUMERIA SI VESTE CON LE SARTORIAL PAPER DI ICMA Polisensorialità è la parola-chiave quando si parla di alta profumeria. Mentre i flaconi-gioiello in vetro preservano la fragranza, i cofanetti in cui sono custoditi rendono percepibile ai sensi tutta la preziosità di questi profumi e comunicano il brand. Il packaging secondario che custodisce i flaconi in vetro è l’effettiva interfaccia fra il profumo e chi lo utilizzerà, le scatole esposte nelle profumerie comunicano tutto il fascino delle note olfattive e ne anticipano la percezione essendo rivestite di carte la cui consistenza al tatto e l’aspetto visivo creano una possente combinazione. Icma asseconda la ricerca degli art director di total packaging design, stu-
diando sempre nuove texture, finiture, colori, effetti visivi e tattili per le sue sartorial paper destinate al mondo della profumeria. Il design sta esplorando non solo forme inusitate per i flaconi in vetro, ma anche per il packaging secondario, per i sistemi di apertura e chiusura che aiutano nell’ esperienza di approccio e manipolazione del prodotto. Una tendenza importante riguarda anche la possibilità di creare un legame fra il significato concettuale di alcune note olfattive (per esempio quelle agrumate, o quelle legnose e le immagini a cui rimandano), riverberandole nel packaging attraverso colori, trame e aspetti materici. Come il profumo è destinato a creare un’emozione persistente, altret-
tanto duratura e intensa è la funzione di ricordo che il brand affidata all’involucro. Icma offre una gamma vastissima di carte da rivestimento per coordinare scatole, shopper ed anche opuscoli che accompagnano i profumi sia di grandi brand sia di artigiani che necessitano solo di quantitativi minimi per le loro creazioni in tiratura limitata. È quasi un ritorno alle origini, una storia iniziata oltre 5000 anni fa, che le “officine olfattive” e i “bar à parfum” stanno ripercorrendo per donare il piacere di avere un profumo artigianale, esclusivo. Si sta così sviluppando una nicchia che già mostra dati rilevanti e offre opportunità di grande creatività al packaging. Anche nell’alta profumeria, notissime griffe (talune hanno creato le tendenze olfattive del
‘900 e altre sono tutt’ora leader da quasi due secoli) stanno curando il packaging secondario, per dargli lo stesso valore e importanza del flacone in vetro. La sintonia e il coordinamento fra i due contenitori deve infatti essere totale. Icma oltre a creare goffrature a rilievo, a studiare colori ad hoc, a donare alla superficie della carta effetti lucidi, opachi, brillanti, nuvolati assecondando anche le richieste più estrose, ha sviluppato carte profumate attraverso un procedimento esclusivo che consente di mantenere a lungo la fragranza. È questa una possibile scelta quando si vuole rendere ancora più identificabile il profumo.
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PREZIOSO M AGNETICO I M M O R TA L E ORO
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La parola lusso, deriva dal latino luxus, abbondanza, che ha origine dalla radice lux, luce. Il suo significato è difficile da descrivere in modo esaustivo poiché nel tempo ha assunto valenze e forme diverse. Al lusso corrisponde un grado di perfezione provato dai nostri cinque sensi che, per essere tale non può che suscitare una reazione umana alquanto disprezzabile: l'invidia. L'oro, le pietre preziose, le opere dell'intelletto umano, oltre al valore intrinseco della bellezza, devono avere anche un elevato valore economico e di conseguenza un forte valore simbolico per essere considerati status symbol. Il lusso come tale è dunque esclusivo, una prerogativa degli aristocratici che da sempre è un simbolo di potere. Con la rivoluzione industriale nasce il lusso borghese fatto
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di raffinate, ma non esclusive follie riservate a pochi privilegiati. Oggi lo scenario è cambiato: il lusso è alla portata di fasce sociali sempre più ampie. Il lusso contemporaneo è innanzitutto sogno, evasione dalla realtà alla ricerca di gratificazioni e sicurezze. A fare la differenza sono anche valori come l'eticità e la rinnovabilità delle risorse energetiche che stanno affermandosi sempre più come valore aggiunto. Forse la definizione più adatta al lusso è "attenzione apportata all'arte di vivere" emotivamente coinvolgente, ma non sempre costosissimo. A esprimere l'aura del lusso sono senz'altro i colori. In ogni epoca, le variazioni di tonalità hanno caratterizzato i diversi significati del lusso cambiando colore a seconda dei contesti geografici, storici, sociali e politici.
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BLU Il costosissimo blu ottenuto con lapislazzuli tritati, chiamato oltremare perché giungeva dai porti d’oriente, impreziosiva i capolavori dei grandi maestri da Giotto a Michelangelo fino ad Antonello da Messina. Il suo costo era talmente elevato che al conferimento dell'incarico, prima di essere consegnato all'artista, il blu oltremare veniva accuratamente pesato dal committente e non erano rari i casi di denunce nei confronti di pittori disonesti che trattenevano per loro parte del prezioso pigmento. Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova 1315
PORPORA
NERO
Il porpora, una tinta di valore inestimabile, anticamente veniva estratto da due specie di molluschi del Mediterraneo, noti in latino con il nome di buccinum e purpura. Ogni mollusco forniva una sola goccia di colorante e proprio per questo divenne un colore regale. I Fenici furono i primi a produrlo e da loro ne appresero l’arte i Greci e il mondo Romano, dove il porpora era riservato solo ai personaggi di alto rango. Usato per fregiare i drappi dei senatori, tingeva interamente le tuniche dell’imperatore, che nella Roma imperiale del IV secolo era l’unico ad avere l’esclusiva del porpora.
Il nero del lutto (che deriva da lusso) già in uso presso i Romani, fu riportato in auge alla corte di Luigi XII sul finire del quattrocento. Ma il suo grande successo come simbolo del lutto arrivò nella seconda metà del cinquecento in Spagna quando Filippo II lo impose alla sua corte per morigerare i costumi durante le cerimonie funebri. Non a caso infatti il termine nero deriva dal latino nìgrum, che a sua volta trae origine dalla radice greca νεκρόσ, che significa appunto morto. Il nero ancora oggi è considerato il colore dell’eleganza anche perché, provocando otticamente un restringimento del campo visivo, ha un effetto snellente in linea con gli attuali canoni di bellezza. Inoltre, gli oggetti neri danno l’impressione di essere più pesanti di quelli bianchi, un indice di qualità nei prodotti di lusso dove nero significa spesso alta gamma.
Anonimo, Scuola scozzese, Maria Stuarda (circa 1561-65)
El Greco, San Geronimo, 1609
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Indaco di Tokushima, Giappone
INDACO
BIANCO
L’indaco, nella tintura dei tessuti era tra i più ricercati colori naturali. Il termine deriva dal greco Ἰνδικὸν che significa colorante indiano. In Latino indicumindicava una materia colorante fra il turchino e l'azzurro che si ricavava dalle foglie di diverse piante originarie delle Indie orientali. Per secoli fu considerato un colore di lusso, per l'alto costo derivante dal trasporto via mare, fino a quando l'avvento di navi più veloci e sicure, ne provocò il crollo del prezzo di mercato. E pare che il jeans, come abito da lavoro, sia nato proprio per riciclare le enormi quantità di indaco, oramai pressoché prive di valore, che giacevano nei depositi di Genova.
Il bianco è il colore della luce e per questo è universalmente considerato emblema della spiritualità ed è identificato come il nuovo colore del lusso che oggi è sinonimo di sostenibilità e cura dell'ambiente. Infatti, la sua grande popolarità scaturisce anche dalla pubblicazione di alcune ricerche scientifiche. Al simposio dei premi Nobel tenutosi a Londra, Chu, autorevole studioso di mutamenti climatici, ha dichiarato che verniciando i tetti e le automobili di bianco, colore che riflette la luce solare senza assorbire il calore, sarebbe addirittura possibile ridurre il livello del riscaldamento globale del nostro pianeta e per questo il bianco è il colore più efficace per la salvaguardia e la difesa dell'ambiente. Non a caso in latino albus deriva da “alba” e in greco antico λευκότης significa colore della luce, mentre è sorprendente notare come l'aggettivo bianco abbia addirittura origine dall'antico vocabolo tedesco blank, splendente, che si riferiva all'abbagliante del riflesso della lama delle spade (arma bianca).
Basilica di Santa Sofia, mosaico della Vergine, Istambul XIII secolo
ORO Ma c'è un solo colore che da sempre è sinonimo di lusso, l'oro, dal latino aurum, alba scintillante, che contempla numerose parole composte e derivati, tra cui aureola. Aurum viene dal più antico ausom sabino che forse arriva dal celtico auso, luce del mattino, tutte varianti della radice indoeuropea awes, ardere, rilucere, che si riferisce all'aurora ed è riconducibile al sanscrito ushas, splendente, mentre la forma greca χρυσός come anche il nome del sovrano della Lidia, Creso che significa ricco sfondato, sono invece di origine semitica araba e persiana. Metallo duttile e inalterabile l'oro sancisce l’origine divina del potere, è il simbolo della regalità, dell’eternità e dell’ indissolubilità dei legami. Colore di Mitra in Persia, di Apollo in Grecia e dell'aureola nel cristianesimo. Gli Egizi furono tra i primi a usarlo come pigmento, ma è sicuramente nel periodo bizantino che l’oro raggiunge il culmine. I mosaici di Ravenna celebrano l'epifania di Giustiniano e dell'Imperatrice Teodora, accompagnati dai personaggi della corte raffigurati su sfarzosi sfondi d’oro che ne evidenziavano il lignaggio politico e religioso. Il colore oro varia da una tonalità rossiccia ad una giallo chiaro ed arriva al verde pallido in proporzione alla quantità di argento contenuto nelle leghe ternarie (oro, argento e rame) e conferisce agli oggetti un’aura antica e ricercata ma va usato con cautela a causa della connotazione kitsch che assume quando diviene preponderante. Infatti, il suo uso come colore dominante è raro, l’alto costo ne limita l’impiego ai dettagli e per questo, anticamente veniva usato principalmente per realizzare monili o per impreziosire edifici religiosi e appartamenti regali. Dolce & Gabbana, Restaurant Gold, Milano
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ALECOM L’UNICA SOCIETÀ DI PUBLISHING MANAGEMENT ACCREDITATA NEL LUXURY
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Servizio, qualità, competitività senza compromessi. Sono gli obiettivi che , fin dalla nascita nel 2000, Alecom ha perseguito operando in diversi mercati per rispondere alle esigenze del Publishing Management, il modello di business che si propone come polo d’acquisto non produttivo, una sorta di hub che si relaziona con il cliente in termini di fornitura. Alecom collabora infatti con un network di fornitori selezionati e certificati, e copre tutto lo spettro di tecnologie, macchinari, lavorazioni e nobilitazioni necessari per ottimizzare l’acquisto. Ne risulta un grande vantaggio per il cliente finale, e non solo. Anche per chi, come Alecom, ha visto crescere e consolidare negli ultimi 10 anni il suo business model. Un trend di mercato confermato anche nel 2016, quando le prime sei società europee di Publishing Management hanno fatturato tanto quanto le 11.000 tipografie italiane considerate insieme. Grazie alla sua lunga esperienza nella tipografia di famiglia, Alessandro Rampoldi, CEO della società lombarda, ha creato con Alecom una realtà
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molto speciale: l’unica società strutturata di Publishing Management operante e accreditata nei mercati Luxury. Obiettivo realizzato grazie alla capacità di gestione verticale delle commesse e alle competenze solide ed in continuo aggiornamento in tutti gli ambiti settoriali e tecnologici: dalla serigrafia alla stampa rotativa, dalla cartotecnica alla logistica, dalla distribuzione alla creatività, al pre-press.
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Il suggestivo cofanetto con illuminazione LED, realizzato in occasione del lancio della nuova fragranza maschile Joop! WOW!, frutto di un meticoloso lavoro di progettazione, stampa e assemblaggio
Una scenografia tridimensionale e multicolore per l’augurale Hermes, stampato in UV su Pur Cotton Coloris Absint da 250gr e laserizzato a registro nello sviluppo delle ante che creano l’effetto profondità.
Nonostante il generale ridimensionamento dei mercati, Alecom nel 2012 ha aperto due filiali commerciali a Zurigo e Ginevra e, nel 2014, si è affacciata alla Francia con l’apertura di un ufficio a Parigi. Forte di una stabile reputazione finanziaria, l’azienda lombarda è diventata nel tempo una solida realtà del mercato, la quarta in assoluto come ROI nel territorio italiano (secondo la classifica 2015 del Poligrafico). Il Publishing adottato in Alecom si dimostra l’unico modello efficiente ed efficace di gestione del prodotto stampato, capace di creare valore per tutta la filiera cliente-Publisher manager-stampatore.
La serie dei Cataloghi Rarecraft è l’espressione in carta dell’esclusività Patek Philippe. Copertine nobilitate nella replica ed interpretazione dei quadranti d’epoca degli storici orologi della Maison svizzera, in un alchimia di lavorazioni e nobilitazioni armonizzate e sapientemente integrate.
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NEURO MARKETING PER IL LUXURY PACKAGING
Nel settore del lusso il packaging fonda la sua ragione d’essere su contenuti prevalentemente immateriali: il design, l’artigianalità e l’incantesimo che ne deriva. Se il lusso è un’attitudine, uno stato mentale, un’emozione sempre sospesa e sempre capace di rinnovarsi, ci si chiede quali possano essere le aree sensibili che suscitano l’attenzione e coinvolgono i consumatori.
Andrea Ciceri è ricercatore presso il centro di ricerca di neuromarketing Behaviour and Brain Lab dell’Università IULM. Svolge attività di ricerca in ambito di psicologia dei consumi e marketing, combinando alle metodologie di ricerca classiche quelle neuroscientifiche, con particolare interesse alla metodologia Eye Tracking che applica allo studio del packaging, dell’in store marketing, della pubblicità e del web. › a.ciceri@hotmail.com
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COME SI MISURANO LE EMOZIONI? Sono ormai numerosi gli studi che hanno evidenziato come fino al 90% delle nostre decisioni avvengono in maniera irrazionale, guidate cioè da driver emotivi molto spesso inconsapevoli. Anche i comportamenti dei consumatori sono regolati da questi principi. L’emozione da elemento disturbante è oggi riconosciuto essere elemento cogente e determinante nel processo di decision making. Il problema che di conseguenza si solleva è come misurare l’emozione. Alla base della nascita del neuromarketing vi è l’evidenza che le tecniche di indagine tradizionali come i questionari o le interviste, non sono in grado di cogliere con oggettività gli aspetti ascrivibili alla dimensione inconsapevole dei processi decisionali del consumatore. Restituiscono cioè un’informazione che non riguarda l’emozione ma la razionalizzazione dell’emozione. Per questa ragione, presso il Centro di Ricerca di Neuromarketing Behaviour and Brain Lab coordinato dal prof. Vincenzo Russo oltre alle tecniche di indagine classiche si applica la metodologia di neuromarketing. Il centro si avvale di numerose tecnologie, tra le quali quelle in grado di cogliere la reazione fisiologica (diretta conseguenza di una esperienza emotiva o di uno stato di stress/difficoltà cognitiva), come il battito cardiaco, la sudorazione cutanea o la respirazione. Ci sono inoltre tecnologie idonee a verificare la reazione encefalica, due Eye Tracker per analizzare il comportamento visivo e un software in grado di riconoscere le espressioni facciali e derivarne la tipologia di emozione provata. Questa metodologia viene comunemente applicata a molteplici ambiti del marketing e della comunicazione, tra i quali: packaging, web usability, pubblicità, in store marketing e degustazioni.
Nel mercato dei beni di lusso è fondamentale adottare metodologie innovative e maggiormente oggettive per cogliere questi aspetti che agiscono direttamente a livello di subconscio e in modo automatico. Gli esperti di consumer behaviour evidenziano infatti che il pensiero umano agisce a due livelli: quello conscio e quello subconscio. Sono tuttavia i processi che avvengono a livello subconscio ad avere la meglio. La maggior parte dei processi sono di fatto automatici e vengono messi in atto senza che la persona ne sia consapevole in modo decisamente più rapido rispetto ai processi consapevoli.
chiare specificità nel decision making. Il sinistro è responsabile del pensiero razionale, logico e analitico. Il destro è responsabile per tutto ciò che è intuitivo e olistico, sintetizzando e semplificando il pensiero. L’emisfero destro processa la musica, la grafica e altri elementi creativi. In un segmento di mercato come quello del lusso in cui il prezzo è un elemento importante per marcare il prestigio del brand può diventare ad esempio importante attuare strategie in grado di attivare per primo l’emisfero destro. Il prezzo dovrebbe essere pertanto comunicato maggiormente, per lo meno quanto il design o gli altri elementi.
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Al contrario per quei segmenti in cui il prezzo non è correlato con la dimensione di prestigio che quel determinato prodotto assicura, occorrerebbe dare maggiore importanza agli aspetti creativi e contestuali in grado di “nascondere” il prezzo all’elaborazione da parte dell’emisfero sinistro. Queste sono solo alcune delle indicazioni che le neuroscienze possono fornire al marketing del
Altro aspetto da tenere in considerazione è la suddivisione del cervello in due emisferi caratterizzati da
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lusso. Il neuro marketing, una nuova metodologia che fonde neuroscienze e economia comportamentale è oggigiorno in grado di fornire informazioni che fino a qualche tempo fa era impossibile avere. Essendo in grado di cogliere con maggiore oggettività gli atteggiamenti e le emozioni che la comunicazione provoca nel consumatore, permette ai brand del lusso di sviluppare strategie creative e di comunicazione più mirate, minimizzando i possibili errori strategici.
T Tra tutti i mezzi che i luxury brand hanno a disposizione per comunicare i loro valori, il packaging può essere sicuramente considerato un medium comunicativo e pertanto adatto ad essere studiato con il neuromarketing.
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Due sono gli aspetti che possono essere studiati. Da un lato il gradimento estetico e l’emozione che il pack provoca, dall’altra l’efficacia comunicativa sia per quel che riguarda la capacità di comunicare efficacemente le informazioni riportate sul packaging sia per la capacità di distinguersi dai competitor. Considerando il primo aspetto, i packaging dei brand di lusso attraverso i colori, le serigrafie, le trame e altri elementi sensoriali, devono essere capaci di indurre emozioni positive di gioia e gratificazione che possono essere verificate grazie alle sempre più accessibili tecnologie che il neuromarketing mette a disposizione. Tra queste sicuramente un ruolo determinante lo ha l’Elettroencefalogramma (EEG).
Q Questa tecnologia è stata ad esempio utilizzata per paragonare la risposta emotiva che packaging di prodotti del segmento lusso avevano rispetto ad altri prodotti mass market. La ricerca, condotta nel 2015 in Olanda ha confermato come la semplice visione di packaging di brand del lusso sia in grado di provocare un’intensa reazione emotiva, confermando l'importanza di aspetti e dettagli grafici progettati a questo scopo. La stessa metodologia può ad esempio essere utilizzata nella fase creativa per verificare quale soluzione grafica avrà più possibilità di coinvolgere emotivamente il consumatore. Oltre a valutare la dimensione emotiva e la gradevolezza estetica del
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packaging, è possibile valutare anche l’efficacia comunicativa che ha lo stesso nel comunicare le informazioni riportate sulla confezione. Viene in questo caso in aiuto la tecnologia Eye Tracker, che restituisce il tracciato visivo della persona sul packaging. Così facendo permette di verificare, oltre alle aree più calde, ovvero quelle in grado di catturare l’attenzione per più tempo anche le performance di determinate informazioni come il logo, il claim o altre indicazioni testuali e visive particolarmente importanti.
P Per ogni singolo elemento preso in considerazione, è così possibile scoprire molte informazioni tra le quali: il tempo totale speso e il tempo necessario per vedere quell’elemento, la percentuale di persone che lo ha effettivamente visionato e molte altre informazioni quantitative che possono essere usate per migliorare la creatività del packaging. L’Eye Tracker può anche essere usato in store, per valutare in questo caso i comportamenti decisionali. Si può capire ad esempio se il packaging ha una limitata capacità attrattiva o ancora valutare il miglior posizionamento sullo scaffale per assicurare al proprio prodotto la migliore performance di visibilità. Valutare l’efficacia comunicativa del packaging sullo scaffale non significa soltanto creare un design saliente, ovvero capace di cogliere immediatamente l’attenzione del consumatore, ma anche tenere in considerazione
la psicologia comportamentale. Il design deve cioè andare oltre alla dimensione visiva e applicare il neuromarketing per comprendere e dialogare con i comportamenti, gli atteggiamenti, le aspirazioni e le motivazioni delle persone. Deve considerare anche che le persone hanno una limitata attenzione. È pertanto importante tenere in considerazione il “cognitive load” ossia l’energia necessaria per comprendere un packaging. Design chiari e semplici da capire riducono lo sforzo cognitivo e semplificano il perseguimento dell’azione desiderata dal consumatore come quella di voler comprare il prodotto.
Se consideriamo la competizione con cui i brand del lusso si confrontano oggi sui mercati internazionali, non possiamo non pensare di adottare metodologie di ricerca affidabili, capaci di cogliere tutti gli invisible assets che gravitano intorno alla marca. Il marketing del lusso deve sapersi coordinare con i processi inconsapevoli che guidano i processi decisionali, in cui il packaging, come abbiamo visto, assume un ruolo fondamentale. PRINTLOVERS | MAG2017
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BRAND REVOLUTION TWO Il packaging personalizzato in tutte le sue infinite declinazioni. Un pubblico di quasi 300 professionisti, creativi, responsabili marketing e brand owner si è incontrato il 23 marzo al 31° piano del Grattacielo Pirelli per partecipare a Brand Revolution, l’evento che ha mostrato come la ricetta “nuove tecnologie + nuovi materiali + creatività” sia in grado di dar vita ai packaging più innovativi, quelli che hanno il compito di catturare l’attenzione dei consumatori sempre più esigenti. Giunta alla seconda edizione, Brand Revolution ha messo in mostra i risultati di un pool di aziende e persone che hanno saputo sfruttare al meglio le caratteristiche delle macchine da stampa digitale di ultima generazione, i software che consentono la gestione creativa del dato variabile per la personalizzazione del singolo packaging, i sistemi di nobilitazione per ottenere gli effetti metallizzati, olografici, di embossing e debossing, i sofisticati sistemi di anticontraffazione e tracciabilità del prodotto… il tutto su materiali che in alcuni casi hanno un tasso di innovazione superiore a quello delle macchine di produzione. L’evento è stato reso possibile dalla collaborazione di Aro, Avery, Eurolabel, Ghelfi, Goglio, HP, Mida, Notarianni, Nuceria Group e Solutioo Group. INQUADRA IL CODICE E CLICCA PER VEDERE IL VIDEO DELL'EVENTO
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ORA IL PACK ON-DEMAND È A PROVA D’URTO Non soltanto un’infinita scelta di formati, dimensioni, finiture speciali proposti in un rutilante caleidoscopio di 300 possibili combinazioni, ora l’offerta Pixarprinting si spinge verso una gamma di deliziosi packaging rinforzati, perfetti per contenere e spedire in sicurezza oggetti fragili o preziosi, porcellane, cristalli, piccoli componenti tecnologici e tutti quei prodotti che devono essere preservati dagli urti e protetti dalle pareti della confezione. Ecco dunque una linea di astucci on-demand dotati di rivestimento interno in cartoncino microonda, pensati per rendere più sicuro e resistente il confezionamento. Senza mai rinunciare alla bellezza e a quel tocco di design che fa del contenitore un oggetto in sé, che sorprende e valorizza il contenuto.
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I tessuti di Manifattura del Seveso ESALTANO LA BELLEZZA DELLE CONFEZIONI DIOR
Da sempre Dior, in occasione della festa della mamma e del papà, propone idee-regalo per i genitori. Progettate per la campagna promozionale di queste due dolcissime ricorrenze primaverili, le due confezioni regalo Dior esprimono nel design l’eleganza discreta e contemporanea della Maison. Realizzate con una sapiente alchimia di materiali di pregio e lavorazioni speciali, tutte sapientemente integrate, le confezioni raccontano la quintessenza di una griffe che non ha mai smesso di dettare al mondo i codici dell’eleganza. Entrambe rivestite con tessuto Manifattura del Seveso, le confezioni sono state
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sviluppate e prodotte da Cartonagem Trindade, azienda leader portoghese, dotata di tecnologie d’avanguardia, che da più di 50 anni opera sui mercati internazionali. La confezione dedicata alla festa del papà è rivestita con una banda di tessuto Assuan nero che corre lungo tutto il coperchio, mentre quella destinata alla festa della mamma ha il fondo della scatola rivestito in tessuto Cialux. Diverse le tecniche di nobilitazione utilizzate: l’offset per la stampa del colore rosa sul tessuto Cialux, la stampa serigrafica e la stampa a caldo sul tessuto nero Assuan.
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Luxoro celebra a Packaging Première l’irresistibile sensorialità dell’oro
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Tutto il fascino e la preziosità dell’oro in un’esposizione multisensoriale dove è possibile guardare, toccare e lasciarsi sedurre dalla totalità sensoriale di packaging, etichette, stampati realizzati con i foil e cliché del gruppo Kurz. “Per questa prima edizione di Packaging Première, una manifestazione alla quale abbiamo subito creduto e aderito per primi, abbiamo creato uno stand intitolato See. Touch. Feel. nel quale l’oro, con la sua luminosità e bellezza, è l’attore protagonista dell’esposizione — dice Jana Kokrhanek, amministratore delegato di Luxoro — una galleria dove i visitatori possono osservare e toccare packaging ed etichette di pregiata bellezza, realizzati con i foil e i cliché del gruppo Kurz.” Così Luxoro, distri-
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butore e agente esclusivo per l’Italia delle soluzioni del gruppo Kurz per la nobilitazione e la decorazione delle superfici, partecipa alla prima edizione di Packaging Première, l’esposizione dedicata al packaging per i brand del lusso, ospitata nella prestigiosa location The Mall, a Milano, dal 16 al 18 maggio 2017.
Lo stand (A32 A34) è suddiviso in quattro isole tematiche: • Etichette e packaging per il vino. La galleria completa di etichette e packaging realizzati da Luxoro, in collaborazione con alcune fra le più prestigiose cantine nazionali. Fra queste, la nuova etichetta, Il Paesaggio Dentro, realizzata quest’anno con la cantina Livio Felluga. • Packaging e cosmetica. Un set completo di packaging primario e
di trousse da viaggio, esempio di brand consistency ottenuto attraverso la coerenza cromatica dei foil Kurz applicati su materiali diversi (plastica, carta e tessuto). • Trustconcepts, un concept, contenitore di più soluzioni, studiato per i brand owner che desiderano proteggere i propri prodotti e che vogliono avvicinarsi al consumatore finale coniugando protezione, decorazione e comunicazione. • Packaging Inspiration e cliché. La collezione di packaging creati da Kurz per ispirare designer e creativi, nei quali grafica, materiali e tecnica s’intrecciano a comporre oggetti di esclusiva bellezza. In quest’ isola sono visibili alcuni cliché di Hinderer + Mühlich, co-protagonisti insieme ai foil, nella realizzazione di gran parte degli oggetti esposti. Fra loro il cliché realizzato per
il packaging di Luce, pregiato vino della cantina Luce della Vite. Uno scrigno nel quale risplende la mappa astrale del Toro, ricostruita con microscopica precisione grazie alla tecnica della micro-incisione. I temi Packaging Inspiration e Trustconcepts sono ulteriormente approfonditi nel corso delle conferenze previste a Packaging Première, cui Luxoro partecipa. Il 17 maggio, alle ore 11.00, Gianni Azzaretti, Strategic Marketing Developer Luxoro, e Valentina Pozzati, Business Manager Luxoro, tengono due presentazioni dedicate alle tendenze del packaging fra decorazione, protezione e interazione fra brand e mercato.
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*Le salon mondial de la créativité packaging
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NEI PROFUMI DIPTYQUE IL FASCINO ANTICO DELLA CARTA XILOGRAFATA Un’arte antica quella della carta xilografata, che ha conosciuto il suo splendore nel Settecento, per poi scomparire totalmente nella prima metà del secolo successivo. Ora tre giovani parigini — Julie Stordiau, Vincent Farelly e Jean-Baptiste Martin — diplomati in restauro alla Sorbona e uniti dalla una comune passione per il restauro di antiche carte da parati hanno deciso di creare una piccola impresa per riportare alla luce la bellezza della carta xilografata, che ha un nome evocativo, quello della marchesa di Pompadour, nata Antoinette Poisson. Il loro brand si chiama infatti Antoinette Poisson, la boutique è al 34 di Boulevard Saint-Germain, a Parigi. Realizzata attraverso un procedimento di stampa rimasto quasi invariato nei secoli, la carta xilografata si ottiene intagliando il disegno su una tavoletta di legno, s’incavano le parti che devono rimanere bianche lasciando in rilievo quelle che si vogliono inchiostrare. La matrice di legno viene quindi premuta col torchio sul foglio leggermente Pagina Print Buyer.pdf
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inumidito, infine ricoperto di cera per lucidare il disegno. L’iniziativa dei tre giovani francesi ha ora affascinato i fondatori di Diptyque, tanto che ne è nata una collaborazione per illustrare la collezione Eau Rose e farla sbocciare sulla carta. Per la fragranza Rosa Mundi, Antoinette Poisson ha ripreso un tema floreale luminoso e romantico con protagonista la rosa accostata a motivi grafici naturalistici, stagliati su un tenue fondo verde acqua, impressi a mano su carta vergata di puro cotone nel formato 330×420 mm, rifinita con una cimosa che riporta la numerazione del modello e il nome della Maison. Diptyque ha trasformato questi fogli (che possono essere incorniciati e appesi come quadri o applicati come decor) in cartoncini profumati da riporre in cassetti o armadi che mantengono a lungo la loro fragranza. Anche le candele Rosa Mundi si vestono di questo etereo motivo floreale, utilizzando una apposita carta formata da fibre lunghissime, per consentire alla luce di trasparire dolcemente.
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Italbond è in grado di soddisfare tutte le esigenze di nobilitazione: dalla laminazione in bobina con film argento, oro e olografico alle lavorazioni a foglio come plastificazione, verniciatura UV offset, stampa e verniciatura serigrafica, stampa a caldo e in rilievo. Tra i pionieri della plastificazione in Italia nonché prima in assoluto nel 1988 a prevedere le grandi potenzialità della plastificazione a bobina, l’azienda di Cesano Boscone, fondata nel 1975, ha acquisito un concreto bagaglio di esperienza e di tecnica che l’ha resa nel tempo un solido punto di riferimento per tutto il settore grafico. UNA NUOVA IMMAGINE AZIENDALE Nel corso degli ultimi anni Italbond ha proseguito il percorso di crescita aumentando la propria capacità produttiva, acquisendo nuovi macchinari per formati superiori e, non ultimo, rinnovando la propria immagine. Un nuovo volto, che ha avuto inizio con un importante restyling del logo e la nascita del nuovo sito, arricchito di contenuti e servizi espressamente dedicati agli operatori delle arti grafiche. Il tutto improntato, come sempre, all’insegna del made in Italy, il grande valore aggiunto capace di fare la differenza perché garanzia di qualità e tradizione. E non è tutto.
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LA PARTECIPAZIONE A PACKAGING PREMIÈRE L’immagine ha bisogno di essere veicolata anche fisicamente, e diventa così fondamentale la presenza dell’azienda ad eventi importanti come Packaging Première 2017. L’imprescindibile vetrina milanese di quest’anno vedrà infatti Italbond tra gli espositori con l’obiettivo di mostrare agli operatori del settore le sue ultime creazioni per i principali nomi dell’industria cartotecnica italiana che fa packaging di lusso. L’IMPORTANTE PARTNERSHIP CON GORIČANE Infine, e di grande importanza strategica, è l’ultimo passo fatto dalla società milanese per aprirsi a nuovi mercati. È dal 1° marzo di quest’anno infatti che Italbond è diventata agente per il territorio italiano della cartiera Goričane, un’azienda slovena che tratta carte da rivestimento, carte per bugiardini, per la stampa e per la scrittura. Un rapporto nato dalla grande diffusione tra le cartotecniche del lusso di Sora Face, una carta da rivestimento particolarmente adatta ad essere laminata e molto apprezzata anche dalle stesse industrie cartotecniche per la sua alta lavorabilità. Il risultato è un grande lavoro di partnership improntato alla sinergia, in grado di aprire nuovi mercati sia alla nobilitazione che alla carta.
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Cresce l’internazionalità del salone con i top buyer stranieri che toccano quota 30.200 (+8% rispetto al 2016), sul totale dei 48mila visitatori esteri. Verona e Vinitaly diventano il punto di partenza di una nuova Via della seta per il nostro vino diretto in Cina. Fondamentale l’industria della creatività italiana con tutte le attività di comunicazione, dalla grafica al design delle etichette, dal packaging alla comunicazione web.
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delle aziende espositrici rispetto al 2016
+42% di presenza dei russi a Vinitaly 2017
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i Paesi del mondo presenti a Vinitaly
Nel ricco business del vino l’Italia si concede un brindisi da grandi occasioni, levando i calici a una solida crescita dei consumi e dell’export ma soprattutto alle favorevoli prospettive sia per l’annata che per il futuro. La concorrenza è cresciuta sia dal punto di vista tecnico che commerciale, ma i nostri vigneti possono giocare da campioni la partita della competizione. Dal palcoscenico di Verona, dove il Vinitaly edizione numero 51 ha richiamato quasi 130 mila presenze da 142 Paesi, l’Italia si conferma quindi il produttore del quale il mondo non può fare a meno, per quanto stiano crescendo i molti concorrenti sulla scena globale. La rivalità infatti si è ormai spostata sul piano dell’internazionalizzazione, e qui il Made in Italy conferma di aver messo in sicurezza lo sviluppo futuro del settore e di non temere avversari. A far venire l’acquolina agli oltre 30 mila top buyer stranieri presenti al
salone non sono stati solo i vini delle nostre colline, ma anche un indotto in grado di produrre meraviglie per l’industria enologica: un contorno di idee, creatività e iniziative che vanno dalla grafica al design e dalla stampa e cartotecnica fino al packaging, al web e digital innovation, comunicazione e advertising rivolti sia ai produttori che agli appassionati wine lover che animano il mercato. “I numeri testimoniano che ormai il Vinitaly gioca nel mondo un ruolo che va oltre la semplice vetrina ed è un hub internazionale per il B2B — spiega il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani — Sono aumentate le presenze di tutti: non solo clienti tradizionali come americani, inglesi, francesi, scandinavi, canadesi e giapponesi, ma i cinesi sono cresciuti a due cifre e c’è stato il grande ritorno dei russi con un +42%, seguiti di poco dai brasiliani e con il debutto assoluto di Panama e Senegal. Senza contare il timido risveglio del mercato interno”.
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di bottiglie: è l'obiettivo di vendite in Cina entro il 2020 secondo l'azienda "1919"
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previsione di produzione globale di vino
previsione di consumo globale di vino
UNA NUOVA VIA DELLA SETA Tra degustazioni e assaggi il Vinitaly 2017 ha fatto festa ai gusti dei visitatori e ha definitivamente scritto la parola fine di una crisi che nel campo vinicolo in verità non c’è mai stata. Lo dimostrano il +4% delle aziende espositrici (poco meno di 4300, e quasi raddoppiate quelle straniere) e la soddisfazione degli operatori. Benvenuto anche l’ottimismo delle autorità politiche europee, che hanno acceso i riflettori sui mercati consolidati ed emergenti, rassicurando gli operatori sia a proposito della possibile svolta protezionista degli Stati Uniti che delle ricadute della Brexit. Ma soprattutto si è guardato molto ad Oriente, con Verona punto di partenza di una nuova “Via della seta” basata su piattaforme di e-commerce per il vino italiano in Cina. Il gigante della distribuzione “1919”, che da Chengdu gestisce enormi volumi di transazioni online-to-offline di wine&spirit, vuol arrivare a vendere entro il 2020 nelle
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principali città oltre 2 milioni di bottiglie pari a 68 milioni di fatturato. E ci sono altri big cinesi pronti a portare business in Italia, come Alibaba, Cofco, Winehoo e Suning. La Cina è sicuramente tra i mercati potenziali più interessanti, ma non è certo il solo. Uno studio degli scenari futuri fa scorgere nel giro di qualche anni una crescita sia della produzione (+2,4%) che dei consumi globali di vino (+4,3%), con un vero e proprio “assalto alla bottiglia” da parte anche di Russia e Stati Uniti. E tra i produttori è l’Italia a crescere di più, con un aumento di vendite del 10% da qui al 2020, addirittura meglio di Francia, Cile e Spagna. Fa impressione sapere che i cinesi arriveranno a bere quanto oggi i tedeschi, mentre il consumo interno in Italia è previsto quasi fermo a un risicato +0,9%. Perciò conterà enormemente la capacità di fare sistema e di fare marketing, cioè vendere meglio l’idea di “bere italiano”. Solo per fare
previsione di aumento di vendite del vino italiano da qui al 2020
consumo italiano di vino nel 2017
un esempio, per una definitiva affermazione di bianchi e rossi Made in Italy ci sarà molto da fare negli Stati Uniti, perché siamo forti sulla costa atlantica (dove lo stile di vita è più “europeo”) ma siamo poco presenti sul Pacifico e nel Midwest.
GLI USA AMANO BERE ITALIANO Mercato di riferimento del vino italiano, nei primi otto mesi del 2016 gli Stati Uniti hanno visto crescere il valore dell’1,69% rispetto allo stesso periodo del 2015, anche se non è il +14% dell’anno scorso. Però occorre far diventare il vino italiano un prodotto di lusso. Per Maurizio Forte, direttore della sede ICE di New York, il vino italiano “è primo per consumi ma nei listini sconta ancora una debolezza dei prezzi medi, attestati a 2,89 dollari a bottiglia contro i 5,12 dollari dei vini francesi. Per questo dobbiamo stimolare la domanda di qualità e allo stesso tempo alzare la percezione del vino come un prodotto di lusso, raffor-
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zando l’immagine del Made in Italy sul mercato statunitense”. In base ai dati di vendita sono le fasce di prezzo più alte ad avere i maggiori tassi di sviluppo, con l’incremento massimo tra i 10 e i 20 dollari. Ma bisogna tenere d’occhio le regole dell’import, perché ogni Stato americano ha le sue leggi: come trovarsi di fronte a 50 mercati diversi con un punto in comune, la guerra ai solfiti. Complicazioni anche per le certificazioni bio, perché le norme sono molto diverse da quelle comunitarie: gli Usa riconoscono i vini biologici al 100% solo se non contengono assolutamente solfiti chimici, per scendere gradualmente se gli ingredienti provengono più o meno da uve biologiche. E anche se gli americani bevono di più (oggi 14 bottiglie a testa all’anno, un livello difficile da immaginare solo pochi anni fa), l’esplosione del fenomeno Prosecco non basta a pareggiare la loro preferenza per i prodotti nazionali, forte del 65% delle vendite.
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il valore del mercato USA nei primi otto mesi del 2016
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la media di bottiglie bevute da ogni statunitense per anno
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la percentuale di mercato di vini statunitensi consumati negli Stati Uniti stessi
Per esportare di più il consiglio è di puntare su visibilità e comunicazione: bisogna differenziarsi e farsi notare, costruire un brand che sia davvero riconoscibile, utilizzare strumenti di marketing non convenzionali (app e social media) e far valutare e recensire i propri vini da enti indipendenti e riviste per farli conoscere e migliorarne la reputazione. Per quanto riguarda più in dettaglio il mercato interno, gli italiani comprano il vino soprattutto nei supermercati, un dato che influenza molto anche le strategie commerciali e promozionali e le innovazioni del packaging: nel 2016 gli italiani hanno prelevato dagli scaffali ben 500 milioni di litri di vino, per un valore di 1,5 miliardi. E non sono bevande “povere”: il 60% è rappresentato da vini con precisi riferimenti territoriali e denominazioni Docg, Doc e Igt in forte crescita. Una prova che la qualità e i legami con la cultura locale sono sempre più ricercati, e che anche le cantine di pregio collaborano con la Gdo.
ORA NELLA GDO SI COMPRA BIO Oggi le abitudini dei consumatori cambiano velocemente: diminuiscono gli acquisti degli ormai sorpassati
Nel mercato del vino il pubblico sta dimostrando curiosità e propensione per gli acquisti di qualità medio-alta. Luca Bacciocchi, buyer vino di Carrefour
bottiglioni da un litro e mezzo, dei vini sfusi, delle damigiane e dei brik, mentre la bottiglia classica da 75 cl è sempre più la regina del mercato. E le tipologie? I vini fermi sono più richiesti di quelli frizzanti (peraltro saliti del 7% nel solo 2016), mentre crescono lentamente i vini biologici: tutti cambiamenti influenzati dal ricambio generazionale e dal rinnovato interesse dei giovani per il vino, anche per i nuovi prodotti. Oggi inoltre un terzo dei consumatori si informa e sceglie sui siti web, e questo è un’altra indicazione che il settore deve seguire con rinnovata attenzione. I professionisti della comunicazione saranno anzi chiamati a facilitare una maggiore comprensione tra produttori e distributori, almeno finché alcune importanti cantine rimarranno diffidenti verso i supermercati, pur sapendo che il consumatore ormai cerca nel punto vendita di fiducia anche i prodotti di pregio. I risultati migliori si ottengono con le case di media dimensione, a conduzione familiare, che paradossalmente hanno meno paura delle novità, forse perché meno “ingessate” dalle logiche delle grandi industrie globali. Consumatori esigenti,
quindi, che cercano informazioni e comunicazione fin sullo scaffale, come ha sottolineato Luca Bacciocchi, buyer vino di Carrefour: “Nel mercato del vino il pubblico sta dimostrando curiosità e propensione per gli acquisti di qualità medio-alta. La promozione quindi è fondamentale per catturare clienti attenti e disposti a spendere. Per questo punteremo in modo crescente su cartigli esplicativi, retro-etichette e cartellini slim a scaffale”. Anche per Roberto Romani, buyer Beverage di Iper, “la tendenza è una forte crescita nella fascia Premium: intendiamo sviluppare il buon rapporto con le cantine anche per collaborare direttamente, senza la mediazione di grossisti e concessionari che finora hanno privilegiato hotel e ristoranti”. Tra i prodotti in crescita spicca il biologico, che per promuovere le sue caratteristiche dovrà fornire molti dettagli: “Nel 2016 i volumi sono saliti del 12% con il Prosecco e i vini senza solfiti aggiunti e con certificazione vegana – ha chiarito Michele Bonato di EcorNaturaSi –, e per rassicurare i clienti è necessario “presidiare” lo scaffale, comunicando con cartellini informativi dedicati a ogni referenza”.
Brexit? Addio Londra, ma col bicchiere in mano Il Regno Unito potrà anche uscire dalla UE, ma lo farà tenendo ben stretto in mano un bicchiere di vino italiano. Le incertezze sul futuro non hanno frenato gli accordi commerciali stretti dai buyer inglesi, una presenza raddoppiata al Vinitaly 2017. Dal Continente parte per Londra un miliardo di bottiglie l’anno per un valore di 2,6 miliardi: un business in forte crescita a scapito della birra. La complessa trattativa legata alla Brexit può però portare effetti negativi sul mercato del vino e il suo indotto. Ad esempio si sa che Australia, Sud Africa e Nuova Zelanda saranno i primi Paesi a istituire trattati bilaterali con gli inglesi, e un’ipotesi per disinnescare la minaccia sarà consentire al Regno Unito dieci anni di tempo in cui condividere le stesse condizioni e gli stessi oneri doganali dell’Unione Europea, oltre a negoziare un trattato di libero scambio. Di certo il vino e i distillati sono più esposti ai rischi rispetto ad altre forniture come le auto, le medicine e i prodotti finanziari: ipotizzabile quindi che aumentino le provocazioni alla Boris Johnson, il buffo ministro che ha minacciato di alzare i dazi sul Prosecco. Però i consumatori inglesi non sembrano prenderlo molto sul serio, visto che nel 2016, secondo l’Istat, l’export di vino italiano è salito comunque del 2,3% proprio grazie alle bollicine, oltretutto con prezzi in crescita e una stabile fidelizzazione.
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Pensare, per realizzare insieme. In Polyedra non abbiamo mai smesso di farlo, perché c’è sempre un’idea pronta a diventare realtà. Come o grazie a cosa? Possiamo inventarlo insieme: l’importante è non smettere d’immaginarsi il futuro. Polyedra è il partner poliedrico capace di ascoltare per tradurre in soluzioni le vostri visioni. Don’t stop imaging.
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are il vino è un vecchio mestiere di famiglia che si è trasformato di generazione in generazione, tanto che nel 2019 festeggeremo 100 anni”. Esordisce così Primo Franco, titolare della storica azienda Nino Franco Spumanti, situata alle pendici delle Prealpi, in un territorio dove tutto da secoli profuma di vino e di sapori, di arte e di tradizione enologica. Arrampicato tra i ripidi, meravigliosi pendii delle colline di Valdobbiadene, troviamo il rigoglioso vigneto della Riva di San Floriano, dove si coltiva l’uva Glera, utilizzata per uno dei suoi cru di prosecco, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, profumato di gelsomino e di acacia, di mela e di erbe aromatiche.
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NINO FR A NCO Antesignani del prosecco · · · · · · · · Un racconto di tradizioni, innovazione, eccellenza.
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GRAVE DI STECCA Il profilo dell'etichetta evoca la forma di un cuore, che indica il prodotto di punta dell'azienda. Il colore dell'etichetta esalta ed impreziosisce il colore ed il contenuto, mentre la texture di fondo esprime la presenza frizzante delle bollicine.
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n queste colline che ospitano vigneti distesi appena sotto le cime dei boschi, nel 1919, Antonio Franco, nonno di Primo, fonda le Cantine Franco. “Ai tempi — rievoca — le vecchie aziende che facevano il vino erano commercianti, famiglie che acquistavamo le uve le trasformavano, poi imbottigliavano. È nel 1983 che Primo Franco inizia la trasformazione dell’azienda, esclude i prodotti che non si identificano con la zona di Valdobbiadene, rivede gli impianti, ripensa alle tecniche e alle etichette. Introduce per primo il concetto di annata in etichetta di Valdobbiadene Prosecco Superiore Primo Franco. Da qui ha inizio una storia di successi che, nel giro di poco, fa conoscere il suo Prosecco in Europa, Asia, Stati Uniti. “Dopo il lavoro di mio nonno e di mio padre che era-
no produttori di vino da tavola — commenta — sono arrivato io che ho trasformato l’azienda concentrandomi sul prosecco”. Con Primo sono arrivati infatti premi e riconoscimenti, è arrivata la comunicazione. “Comunicazione si fa per dire… — dice — chi comunicava a
La prima etichetta, semplice e tradizionale, era stata fatta nel 1956: l’aveva fatta mio padre e la conservo ancora oggi.
quei tempi erano i giornalisti, Luigi Veronelli, Antonio Piccinardi: loro assaggiavano i vini e scrivevano, recensivano e se assegnavano un buon punteggio il giorno dopo si svuotava la cantina”.
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el 1995, con l’incontro con Maurizio di Robilant, presidente e fondatore Robilant Associati, Primo Franco comincia un lavoro sull’immagine di marca, sulle etichette e sul logo, rompendo i codici espressivi di quegli anni. A fronte di un cambiamento dei mercati, il lavoro dell’agenzia rende più appealing i prodotti e costruisce un’identità univoca della cantina, trasferendo a livello visivo la cura e la storia degli spumanti Nino Franco. “Ripensare le etichette e soprattutto il logo — dice Primo — è stata una scelta necessaria: la prima etichetta, semplice e tradizionale era stata fatta nel 1956, l’aveva fatta mio nonno e la conservo ancora oggi”.
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NODI Un vino speciale che proviene da uve di viti antiche. Il nome si riferisce appunto alla nodosità dei rami di una vite di lunga data. Le radici che affondano nel terreno parlano una storia, di qualità del prodotto, di legame con il territorio, di radici culturali, di passaggio generazionale.
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el sistema di comunicazione è oggi di grande importanza il racconto orale. Vino e racconto vivono in simbiosi. Per il marketing d’impresa narrare la propria storia è indispensabile. Perché è indispensabile emozionare, creare un legame tra il prodotto e il consumatore. Ecco che i vini diventano storie dell’azienda, dei metodi produttivi, delle persone. “Per vendere i nostri vini all’estero — ci racconta Primo Franco — partecipiamo sempre ai wine lunch organizzati dai nostri distributori e io oppure mia figlia non facciamo altro che raccontare, ciascuno a suo modo, la nostra storia”.
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erché il racconto coinvolge, emoziona, è il motore indispensabile che fa condividere e acquistare un vino.
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Tre domande a Maurizio Di Robilant, presidente e fondatore Robilant Associati, che ha curato l’immagine della Cantina Nino Franco
IL BRANDING DI NINO FRANCO: COSA CI PUÒ DIRE DELLA VOSTRA COLLABORAZIONE CON L’AZIENDA? Nel mondo del prosecco il branding è sempre stato più complesso che in altre categorie. La denominazione “Prosecco” con la sua potenza comunicativa difatti è sempre stata - fortuna e tormento dei produttori - più forte del nome di marca. La consapevolezza di questa istanza e il desiderio di spingersi sui mercati internazionali ha portato Nino Franco, in tempi lontani e ancora non sospetti, a porre a noi questo quesito chiedendoci di trovare una soluzione adatta a valorizzare l’immagine di prodotto a rafforzamento dell’identità e dell’immagine di brand. Anticipando i tempi, dunque – il progetto iniziale risale alla metà degli anni ’90 – Nino Franco sarà uno dei primi produttori di
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prosecco a dotarsi di un’identità innovativa, in totale rottura con i codici visivi del tempo. COME È NATO IL MARCHIO COL GRAPPOLO E IL CALICE? Il marchio realizzato è un segno che mi piace definire “di terra”. È come se un aratro avesse disegnato nella terra quei tratti - tra cui si riconoscono un grappolo e un calice, insieme alle iniziali del fondatore – come a ribadire la tradizione colta del lavoro della terra che caratterizza la Cantina. Il simbolo è dotato di un equilibrio in un certo senso magico e misterioso, del tutto originale, che fa di Nino Franco un anticipatore dei linguaggi, andando a rafforzarne il posizionamento e a costruire una memorabile identità di marca. Ed è bello vedere come, a distanza di quasi due decenni, quel simbolo resista orgogliosamente all’avanzare degli
anni conservando una forza e un’iconicità senza tempo che lo rendono anche oggi un marchio assolutamente contemporaneo. COME SI È SVILUPPATA NEL TEMPO LA VOSTRA COLLABORAZIONE? Nel tempo è stata anche costruita un’architettura di marca che ha aiutato a segmentare i prodotti favorendo la navigabilità e la leggibilità dell’offerta agli occhi dei consumatori, con proposte entry-level, core e premium. Man mano che le tecniche di confezionamento e di stampa si sono evolute, è stato inoltre portato avanti un costante lavoro di manutenzione e aggiornamento dell’immagine dei prodotti, con un packaging che si andava raffinando aggiungendo via via una percezione visiva e tattile sempre più sofisticata, a riaffermare il posizionamento di qualità della Cantina e dei suoi prodotti.
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NASCE WINELEATHER, IL NUOVO MATERIALE CREATO DAGLI SCARTI INDUSTRIALI DEL VINO Una similpelle prodotta con uno speciale trattamento della vinaccia, destinata alla produzione di packaging, abiti, accessori, ma anche al design d’interni. Composto da semi, bucce, raspi d’uva e tutti gli scarti di lavorazione del vino, il nuovo tessuto - che ha le stesse caratteristiche estetiche e sensoriali di una pelle animale - ha già ricevuto il premio Global Change di H&M. Si chiama Wineleather ed è la prima pelle al cento per cento vegetale, prodotta grazie a uno speciale trattamento delle fibre e degli olii contenuti nella vinaccia, una materia totalmente naturale, costituita dalle bucce, semi e raspi dell'uva che si ricavano nel corso della produzione vinicola. Per il nuovo materiale è arrivato tempestivo il premio Global Change di H&M, considerato il premio internazionale più importante dell'economia circolare e dell'innovazione nel fashion business. H&M ogni anno sceglie in tutto il mondo cinque business innovativi e rivoluzionari, con una forte potenzialità industriale, nel campo della moda. Ideatore di Wineleather, appena presentato a Vinitaly 2017, è un giovane architetto milanese, Gianpiero Tessitore, fondatore di Vegea. "Abbiamo creato e brevettato un innovativo processo produttivo che trasforma le fibre e gli olii vegetali presenti nella vinaccia, in un materiale ecologico con le stesse caratteristiche meccaniche, estetiche e sensoriali di una pelle — spiega Tessitore — il risultato è una
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pelle di grandissima qualità con bassi costi di produzione, adattabile e facilmente lavorabile". Pelle dal vino, dunque, senza usare una goccia di petrolio, senza utilizzare sostanze inquinanti, senza consumare acqua e senza, ovviamente, uccidere nemmeno un animale. Wineleather si distingue anche dalle pelli vegan e da quelle che vengono chiamate ecopelli in quanto queste sono sintetiche e per la loro realizzazione vengono utilizzati prodotti chimici inquinanti. Non c'è Paese migliore dell'Italia per testare la produzione di questa speciale pelle, essendo il più grande produttore di vino, con il 18% della produzione mondiale. Wineleather potrebbe rappresentare un interessante progetto anche per le aziende vitivinicole. "La pelle vegetale Wineleather — fa notare Tessitore — sta già avendo un grande successo. Non abbiamo ancora iniziato la campagna di comunicazione ma a Vinitaly abbiamo presentato nostri modelli di arredo esclusivi, richiesti appositamente per allestire l'area vip e sala stampa della Fiera".
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ISPIRA NERO MISTERO ULTRA WS Stampa offset | Serigrafia | Lamina a caldo | Rilievo a secco | Verniciatura serigrafica
ISPIRA MARRONE FASCINO ULTRA WS Serigrafia | Lamina a caldo
ISPIRA BLUE SAGGEZZA ULTRA WS Serigrafia | Lamina a caldo | Pearl foil | Rilievo a secco
Per comunicare la qualità superiore di prodotti del settore del food & beverage che richiedono un’immagine unica e di pregio ecco Ispira, carte realizzate con pura cellulosa chlorine free (E.C.F.), certificate FSC®, caratterizzate da uno speciale trattamento della superficie che consente un’eccellente resa di stampa anche nel caso di progetti grafici molto complessi. Sorprendere, emozionare, raccontare i caratteri del brand non solo attraverso la bellezza del design grafico, ma anche per le qualità espressive e sensoriali della carta sulla quale il progetto è stato realizzato. È questa, nell’era della comunicazione visiva, la funzione dell’etichetta. Così, affascinato dall’estetica del prodotto, il consumatore prende tra le mani la bottiglia, ne accarezza la forma, poi attentamente percorre la superficie dell’etichetta, la ISPIRA BIANCO PUREZZA ULTRA WS Serigrafia | Lamina a caldo
ISPIRA GIALLO ENERGIA ULTRA WS Stampa offset | Serigrafia | Lamina a caldo | Verniciatura serigrafica
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Arconvert
ACCENDE IL TERRITORIO DEI SENSI CON ISPIRA LABEL COLLECTION esplora con il tatto, percepisce la texture della carta, infine si lascia sedurre. Sono ormai numerosi gli studi che hanno dimostrato come la ricchezza delle esperienze sensoriali che si ricavano dall’esplorazione della superficie dei materiali, sia un fattore determinante nel processo d’acquisto, molto più di quanto ricaviamo dalla visione delle relazioni geometriche e funzionali degli oggetti. La particolare finitura soft touch delle carte Ispira consente di veicolare un’esperienza sensoriale capace di accendere inediti significati emotivi, che valorizzano il brand, ne trasmettono i caratteri e l’innovazione, in sintesi ampliano l’enfasi della comunicazione.
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Grazie alla sinergia con la capogruppo Cartiere Fedrigoni, Arconvert offre un altro non trascurabile vantaggio collaterale, cioè la possibilità di poter creare per il prodotto un vero e proprio packaging coordinato, utilizzando la stessa tipologia e la stessa nuance di carta Ispira per l’etichetta, l’astuccio, l’eventuale foglietto per lo storytelling, o ancora per la shopper e la brochure. Raccolta in un nuovissimo visual book contenente cinque esempi di etichette inedite, la collezione Ispira aggiunge ulteriori spunti alle già innumerevoli possibilità creative offerte dalla gamma delle carte autoadesive speciali Manter by Arconvert. Il forte impatto sensoriale, la bellezza e dut-
tilità dei frontali, nonché le elevate performance in termini di stampabilità, facilità di dispensazione e resistenza agli agenti esterni (sbalzi termici, condensa eccetera) rendono Ispira la soluzione ottimale per il design e la stampa di etichette sempre più originali e innovative.
Per maggiori informazioni: www.arconvert.it www.fedrigonicartiere.com www.xavierbas.com
Enfatizzano il design e il progetto grafico delle etichette le nuove carte autoadesive Ispira prodotte da Arconvert
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COMUNICAZIONE DEL VINO: COME FARSI NOTARE NEL MONDO DIGITALE? di L I S A
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Se l’offline è fondamentale per l’industria del vino (perché una bella bottiglia con una bella etichetta saranno sempre, indiscutibilmente indispensabili) va detto che negli ultimi anni le attività di marketing online si sono rivelate sempre più importanti per aumentare le vendite e costruire una brand reputation dei prodotti, soprattutto quando il mercato di riferimento è internazionale. Ma si tratta di costruire una immagine del prodotto efficace, una value proposition vincente. Tannico, uno dei maggiori ecommerce del vino in Italia, nel recente e discusso intervento al Vinitaly ha detto: “I grandi brand battono di gran lunga i piccoli produttori in termini di vendite (online, ndr), probabilmente perché sono più affidabili per i neofiti del vino che non sanno orientarsi. Questa evidenza conferma l’importanza del marketing e della comunicazione nel consolidamento del nome, che creano nel consumatore medio fiducia, dunque brand awareness e attaccamento al marchio”.
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71% degli importatori usa il web per reperire informazioni su nuovi produttori
55% degli importatori non acquisterebbe da produttori che presentano un’immagine web mediocre
Sembra quasi che una piccola cantina sia destinata a viaggiare sempre in coda in un mondo dominato dai grandi brand che hanno budget per realizzare sontuose campagne. È qui che il mercato online sorpassa il marketing tradizionale dando spazio alla strategia e a un nuovo modo di fare lead generation. Il web orienta sempre di più le scelte dei consumatori, sia per le vendite al dettaglio, che per il settore B2B (importatori e distributori): secondo una ricerca di Italyfinewines.com, il 71% degli importatori usa il web per reperire informazioni su nuovi produttori e, nel contempo, il 55% di essi non acquisterebbe da produttori che presentano un’immagine web mediocre: “Pensa che la maggior parte di essi avrà molto più tempo per guardare il tuo sito di quanto non ne abbia avuto per parlare con te in fiera oppure durante il wine tasting”, si legge in un articolo sul sito di Argoserv, una delle più importanti agenzie italiane per il marketing digitale (www.argoserv.it). Per le vendite al dettaglio il discorso è il medesimo: i potenziali clienti si
affidano oggi a Google per trovare il prodotto giusto, leggendo recensioni o articoli. Che sia il vino giusto da abbinare con il menu scelto, che siano notizie sull’etichetta più famosa o su quella che piace di più alle donne, Google offrirà sempre una lista di risposte (in gergo tecnico Serp) che sono oro in termini di business: essere posizionati tra i primi 4 o 5 risultati significa avere la possibilità di guadagnare un click degli utenti, ovvero una visita sul nostro sito, una possibilità di trasformare il visitatore “casuale” in cliente. Qual è la soluzione, allora? “Bisogna trasformare il sito web aziendale in uno strumento di business – dice Fabio Di Gaetano, CEO di Argoserv – abbandonando l’idea del “sito vetrina” e dando vita a una vera attività di inbound marketing, cioè strategia SEO e contenuti, passando per i social. Sul web c’è ancora tanto spazio ed è qui che con l’aiuto di bravi professionisti che sappiano realizzare una strategia efficace in termini di business, anche piccole realtà possono guadagnare posizioni di primaria importanza”.
Stupefacenti sculture in forma di libro, di Lorenzo Perrone
www.libribianchi.info
Ph. Franco Berra
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Terramadre (2015) Libro vero, spighe, legno, gesso, vernice acrilica | cm 70 x50 x 50 Come una terra fertile, i libri accolgono semi, donano frutti che nutrono il nostro desiderio di conoscenza, sono cibo per lâ&#x20AC;&#x2122;anima.
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