Print Buyer, n. 52, Settembre 2014

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strategie e tecniche della comunicazione stampata

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PrINTbuyer 52 2014

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5 t t i m i s t i

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d i v e n t a

Sfogliando una rivista ho scoperto che, poco prima dell’estate, si è svolta a Milano la prima edizione del “Positive Business Award”, ideato dalla Business School di Palo Alto per premiare le aziende che fanno della positività un valore fondante, una modalità che ispira tutte le attività e finisce per generare maggiori profitti. Un’americanata, mi sono detta, aria fritta in chiave new age. Poi ci ho riflettuto e, poco a poco, questa faccenda dell’ottimismo aziendale mi è sembrata invece interessante. Provo a dire perché. Punto primo: l’ottimismo ha molto a che fare con la creatività. Se sono convinta che tutte le cose della vita, comprese le avversità, prima o poi trovino un sentiero nel quale confluire, nel frattempo penso e creo. Altrimenti sto ferma e dialogo con le mie paure. Ma l’ottimismo, direte, è un tratto caratteriale, uno ce l’ha o non ce l’ha. Non è proprio così, perché le neuroscienze ci dicono invece che si tratta di un comportamento appreso, cattive abitudini di pensiero che si sono formate nell’infanzia. Da qui, come nei teoremi di geometria, lascio conseguire il secondo spunto di riflessione: se l’ottimismo non è una qualità iscritta nel DNA, come tutte le qualità va allenata con la pratica. Devo dunque coltivare e far crescere in me l’ottimismo. Come? Imparando a considerare circoscritte e transitorie le esperienze spiacevoli, durature e pervasive quelle piacevoli. In questo senso l’ottimismo diventa una competenza - meglio ancora un expertise - che si consolida nell’esercizio quotidiano. Proprio come quando mi costringo a leggere più volte un testo per memorizzarlo, compensando la mia scarsa memoria. Terza considerazione: la positività e l’ottimismo sono concetti che, nella cultura aziendale europea, sono poco accettati. L’imprenditore vanamente ottimista per noi è, tutto sommato, un ingenuo, uno che sottostima la realtà e i suoi rischi come il pilota che decolla nonostante la tempesta, per intenderci. Ma l’ottimismo che le aziende devono ricercare non è quello, disancorato dalla realtà, di chi spera o desidera che le crisi e le avversità spariscano, è quello che nasce dalla ragione, e serve a mutare la realtà. È una forza che possiamo generare in noi e nelle nostre aziende, una forza che non lascia mai il futuro agli altri, lo immagina possibile, lo rivendica per sé.

pensieri fuo ricorso

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Anna Aprea blog: Pensieri fuoricorso annaaprea.wordpress.com

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16 Parliamo di innovazione e di lavoro sul brand con Gianluca Buzzegoli, responsabile della comunicazione dell’acqua minerale Sant’Anna.

La stampa digitale si fa strada nell’universo multimediale. Display, codici AR, video: ecco come si moltiplicano le possibilità offerte dal supporto cartaceo.

pensieri fuoricorso Ottimisti si diventa > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > 5 la copertina Informazioni tecniche > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > 8

COMUNICARE

fonti vinadio Innovazione di prodotto e sensibilità ambientale > > > > > > > > > > 16

tecnologia

multimedialità Stampa e digitale, la strana coppia che funziona > > > > > > > > 44 fustellature 5+1 consigli per progettarle al meglio > > > > > > > > > > > > > > > 49

tipografia

francesco franchi Il signore delle infografiche > > > > > > > > > > > > > > > > > 20


meraviglioso animale

sommario

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Matteo Cibic è un designer di successo: uno che studia, fa ricerca, sperimenta materiali e realizza oggetti insoliti, affascinanti e...multifunzione.

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A passeggio con il brand. Le shopper meritano sempre più attenzione: riflettono il brand, lo comunicano, ne rafforzano la capacità distintiva.

Che sia su carta, cartoncino, pvc o pelle, un prodotto fustellato richiede piccole e grandi attenzioni. Soprattutto in fase di progettazione. 5 consigli +1 per non sbagliare.

20 IDEE

Carta PER... Shopper > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > 26 one more pack I premiati al Creative Packaging Design > > > > > > > > > > > > > 32 creativi & creature Matteo Cibic. Oggetti con funzioni ibride > > > > > > > > > 36

RUBRICHE

echi di stampa Assemblea UPA: ottimismo nel mercato pubblicitario > > > > > > echi di stampa “Lettering”, un viaggio nel meraviglioso mondo dei caratteri > > > eventi Luxe Pack, tre giorni di lusso, in mostra a Monaco > > > > > > > > > > > > > grandangolo Cose di carta e non... > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > agenda Segantini a Milano, Cartier-Bresson a Roma > > > > > > > > > > > > > > >

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Dici Francesco Franchi dici infografica. Ecco a voi un giovane designer conosciuto nel panorama internazionale per il suo eccellente lavoro sulle pagine di “IL”.

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informazioni tecniche

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La copertina di questo numero è stata stampata su carta Corvon® Metal-X da 170 gr prodotta in esclusiva per il gruppo Winter&Company e distribuita in Italia da Fontana Grafica. Effetti metallici, iridescenti, softouch... non resta che scegliere Corvon® è una collezione di carte impregnate al lattice in grado di offrire una moltitudine di soluzioni creative grazie alla varietà delle sue gamme: Metal-X, Carbon-X, Metal Mesh, Shadow, Iridescents, Shimmer, Senzo, Mano, Illusio; ognuna caratterizzata da un design unico, finiture ed effetti differenti. È possibile scegliere tra effetti metallizzati, iridescenti, superfici softouch, liscie, goffrate e tra colori matt o brillanti. Per la copertina è stata scelta Corvon® Metal-X nella goffratura Hammered. Metal-X è una gamma che si ispira sia nei colori che negli effetti al metallo; disponibile in varianti colore e design per ogni gusto. Tutte le carte della collezione Corvon® sono adatte a rivestire i packaging più lussuosi e si prestano perfettamente alla stampa a caldo e serigrafica.

fontana grafica per la copertina di

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Infine, da PI-EMME di Chieri Torino (v. pag. 59) è stata effettuata una trancia a caldo in pastello bianco opaco, materiale ad alta opacità adatto a lavorazioni di sovrastampa.

Print Buyer

Trovare la soluzione perfetta ai vostri progetti è la missione di Fontana Grafica. Specializzata nella fornitura di materiali di rivestimento di alta qualità e reperibili in tutto il mondo grazie alla partnership con Winter&Company, Fontana Grafica è in grado di offrire carte speciali e materiali di consumo per il settore delle arti grafiche: stampa, editoria, legatoria, cartotecnica, packaging e packaging di lusso, display e piccola pelletteria. L’impegno nella ricerca e nello sviluppo di carte e superfici pregiate è costante, così come lo è l’attenzione alle tematiche e regolamentazioni ambientali. Buona conoscenza tecnica dei materiali, supporto di ottimi collaboratori e ampia disponibilità di magazzino sono i punti di forza che permettono a Fontana Grafica di offrire un buon servizio e soddisfare le esigenze della clientela. www.fontanagrafica.net


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echi di stampa ev en ti & n o vi tà

pixartprinting

lancia starway per far crescere i clienti fedeli Con il suggestivo nome di Starway, Pixartprinting ha battezzato una nuova, importante iniziativa dedicata ai suoi migliori clienti. Si tratta di un programma di loyalty che prevede vantaggi e servizi esclusivi che crescono e si autogenerano proprio come accade nel ciclo evolutivo delle stelle. Starway simboleggia infatti una galassia da esplorare nella quale i clienti, come corpi celesti, orbitano intorno all’azienda di Quarto D’Altino, che li accompagna nel percorso di crescita offrendo loro un insieme di vantaggi, dalle anteprime agli sconti, dall’assistenza prioritaria ai campionari scontati e tanto altro. È così che da Star, le aziende diventano Red Giant infine Supernovae, capaci cioè di generare a loro volta altre stelle. Che significa migliorare le prestazioni, essere sempre più competitive, flessibili, reattive ai bisogni. Nella sezione dedicata del sito di Pixartprinting sono indicati tutti i requisiti d’accesso a Starway, i benefit per livelli di spesa, termini e FAQ.

international paper investe in sostenibilità

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Il noto produttore mondiale di carta e di imballaggio, con stabilimenti produttivi in USA, Europa, America Latina, Russia, Asia e Nord Africa, ha annunciato un investimento di circa 20 milioni di euro nel suo stabilimento di Saillat, in Francia. L’obiettivo è ridurre ulteriormente i rifiuti organici nell’acqua e sviluppare nuovi prodotti. Il progetto consentirà di produrre una carta di qualità superiore e allo stesso tempo ridurrà di un ulteriore 30% i rifiuti organici presenti nell’acqua. «Lo stabilimento di Saillat si accinge a produrre carte ad alto valore aggiunto che rispondono ai più alti standard di sostenibilità», ha dichiarato Eric Chartrain, vicepresidente & general manager di International Paper, divisione carta, per l’Europa. «Generando una riduzione di un altro 30% nelle emissioni acque e supportando la produzione locale di un prodotto richiesto dai clienti, questo investimento dimostra ancora una volta il nostro impegno nell’economia sostenibile». Il progetto è supportato da enti locali e internazionali, in particolare l’UE e l’agenzia per le acque Loire-Brittany.


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echi di stampa 11 litografia reverberi una storia nella storia

Una ricorrenza da celebrare – 40 anni di attività –, il desiderio di ringraziare collaboratori e clienti, una sensibilità ecosostenibile, ed ecco che quella che potrebbe essere una comune occasione mondana si trasforma in una stimolante occasione per parlare di tipografia, litografia, stampa di materiali innovativi, catena di custodia ecologica; il tutto nell’informale leggerezza di una cascina nella pianura parmense, sbocconcellando profumata frutta e verdura dei campi attorno. Paolo Reverberi, titolare dell’azienda, semplifica: «Soprattutto per chi come noi è abituato a confrontarsi quotidianamente con scadenze stringenti, è necessario trovare tempo e spazio per riflettere non solo sul cosa si fa, ma anche sul come lo si fa». Temi e spirito dell’evento sono ben rappresentati dal coordinato studiato internamente per l’occasione: l’invito, un folder consegnato in un packaging automontante con tanto di spiga dorata allegata, un badge nominativo con cordino realizzato a mano a punto catenella, la monografia aziendale celebrativa, realizzata in tiratura limitata numerata, impaginata con il carattere e uno stile che ricorda il maestro Bodoni che proprio a Parma visse il suo momento di splendore, e come cadeau un plateau in cartoncino, anche questo automontante, contenente frutta e verdura fresca dell’azienda agricola che ha ospitato l’evento. Tutto rigorosamente FSC, tutto completamente realizzato in Litografia Reverberi a Parma. Oltre 150 i clienti presenti, dai piccoli commercianti locali alle aziende internazionali della cosmesi e del food della zona. È stato per noi un piacere contribuire nell’organizzazione dell’evento.

Alcuni elementi che formavano il coordinato dell’evento: l’invito, un badge nominativo, la monografia aziendale, il cadeau. Il QRcode porta al video dell’evento.

siotec day 2014

in un’edizione molto speciale Per architetti, creativi e quanti siano interessati al mondo dell’Interior Decoration, alle opportunità di business della stampa 3D e all’Industrial Printing c’è, tra pochi giorni, un’occasione da non perdere: si tratta del Siotec Day, evento organizzato dall’Associazione nazionale della stampa specialistica, che si tiene il 1° ottobre al Grand Hotel Villa Torretta di Sesto San Giovanni (Milano). In programma una sessione di training sulla stampa 3D e un interessante convegno sul tema delle applicazioni disponibili per l’Interior Decoration, per la decorazione dei prodotti e l’Industrial Printing. Si parlerà di pareti, pavimenti, vetro, complementi d’arredo; automotive, printed electronics e tanto altro... Altrettanto interessanti come fonti d’ispirazione e di formazione, le tavole rotonde in programma cui partecipano specialisti internazionali, stampatori e utilizzatori. www.siotec.it

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assemblea upa

il mercato pubblicitario vede fermarsi “l’emorragia” e invoca “creatività”

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echi di stampa 13 È un fiducioso Lorenzo Sassoli de Bianchi ad annunciarlo, presidente UPA (Utenti Pubblicità Associati, organismo associativo che riunisce le più importanti aziende industriali, commerciali e di servizi che investono in pubblicità e in comunicazione), nel corso dell’annuale assemblea che quest’anno era intitolata “VelocePrecisaMoltepliceVisibile, la comunicazione senza pause”. Era un po’ l’affermazione auspicata dagli oltre mille operatori riuniti al Teatro Strehler di Milano. Qualcuno, i più ottimisti, si aspettava addirittura una vera e propria inversione di tendenza. «Gli investimenti pubblicitari hanno superato le colonne d’Ercole della rassegnazione…», ha affermato Sassoli (nella foto sotto). Ora si tratta di rilanciare, dunque, e la migliore benzina per la ripresa, secondo Marco Testa (nella foto sopra), a capo dell’Armando Testa Spa e presidente UNICOM, può consistere in un sussulto di orgoglio, in un ritorno d’intesa quasi sentimentale: «Agenzie e clienti devono avere di nuovo il coraggio di osare, tornare a credere nella forza decisiva della creatività».

ad artelibro 2014

in mostra a bologna i libri più belli del mondo Per la sua 11ma edizione, che si svolge dal 18 al 21 settembre, Artelibro si presenta con una formula rinnovata, ampliata nell’ambizioso Festival del Libro e della Storia dell’Arte. In continuità con la vocazione originaria, il nuovo festival affronta il grande tema del patrimonio artistico e culturale italiano. Si spiega così il gemellaggio con il Festival de l’Histoire de l’Art di Fontainebleau, che conferisce ad Artelibro un respiro europeo. Inserito quest’anno nel calendario degli eventi culturali del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, Artelibro come sempre oltrepassa i confini di Palazzo di Re Enzo e del Podestà per invadere la città, farla vivere e conoscere ai tanti visitatori. Di altissimo livello, e da non perdere, la mostra intitolata La scrittura splendente. Tesori manoscritti dalla biblioteche italiane, allestita nella Sala dello Stabat Mater della Biblioteca dell’Archiginnasio che offre allo sguardo dei visitatori alcuni tra i massimi capolavori dell’arte libraria: la Bibbia di Borso d’Este, considerato il libro più bello del mondo, uscito, nei secoli, una volta sola dalla sede in cui è conservato; l’antichissima Bibbia di Marco Polo proveniente dalla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze; il manoscritto Vita Christi dell’asceta Ludolphus de Saxonia e, nella versione digitale appositamente realizzata dal Quirinale, il Codex Purpureus Rossanensis, straordinario codice del V secolo in porpora e argento.

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echi di stampa pazzini stampatore editore

lettering, viaggio nel meraviglioso mondo dei caratteri

Lettering è arricchito da oltre 600 immagini a colori. Sfoglia il volume sulla piattaforma editoriale di Pazzini. Inquadra con il tuo QRreader il codice a lato e vai direttamente allo sfogliabile oppure accedi alla piattaforma all’indirizzo http:// media.pazzinieditore.it

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Segnaliamo con piacere la recente pubblicazione di un’interessante edizione di Pazzini Stampatore Editore di Villa Verucchio (Rimini), fortemente voluta dal titolare Pier Giorgio Pazzini, grande appassionato di stampa al punto da organizzare un vero e proprio museo nel bel mezzo della sala stampa che orgogliosamente mostra a tutti i clienti e i fornitori in visita al suo moderno stabilimento, al pari della sua personale raccolta di libri sul carattere e sulla stampa. Ora, grazie allo studio del prof. Vilmo Rossi della Scuola Superiore del Libro di Urbino, una sua produzione editoriale entra a far parte a pieno titolo della collezione. Frutto di oltre quindici anni di ricerche, raccolta e catalogazione, è un’opera enciclopedica che non può mancare nelle librerie di grafici, designer e appassionati di stampa. Il prof. Rossi – che nell’introduzione al testo si dice “lontano da ogni ambizione di essere riuscito a creare una storia sistematica sull’evoluzione della calligrafia e del lettering, il tentativo di questa ricerca vuole essere quello di fare un po’ d’ordine nella miriade di caratteri oggi in commercio” – ha saputo tratteggiare ciò che il giornalista e scrittore Stefano Salis, anch’egli grande appassionato di stampa e di storia della stampa, nella prefazione al volume ha descritto come “un viaggio nel meraviglioso mondo delle lettere e degli alfabeti, nelle loro caratteristiche formali prima di tutto, e in quelle intrinseche…”. Pier Giorgio Pazzini se lo era immaginato proprio così, importante, d’impatto, iconograficamente ricco, con tante pagine (sono ben 424) ricche di contenuto da consegnare alla storia ma soprattutto a un uso quotidiano, in grado di raccontare l’evoluzione del carattere, da emulo delle lettere calligrafe a prodotto estetico funzionale al metodo di stampa con cui è destinato ad essere impresso, in tipografia prima, per poi approdare alla litografia e all’offset e alle numerose varianti di processo con cui viene declinato su vari materiali e supporti, per giungere fino alla visualizzazione digitale, in un continuum che accompagna il lettore lungo la linea evolutiva della comunicazione oltre che del gusto estetico. Il volume si apre con una sorta di anatomia del carattere, occupandosi della tipometria e degli elementi della composizione tipografica, per procedere con l’evoluzione del carattere dalla scrittura alla stampa, trattando quindi le varie modalità di classificazione dei caratteri, le problematiche della leggibilità e del necessario rinnovamento dei caratteri, funzionale a mode, gusti, ma anche esigenze e tecnologia. La pubblicazione contiene inoltre l’elenco completo di tipografi, designer, type designer e altri noti personaggi che si sono occupati del disegno dei caratteri. Un libro da sfogliare e scoprire con curiosità pagina dopo pagina, avendo cura di assaporarne ogni singolo passaggio, perché, per usare le parole di Stefano Salis, “non ci si può improvvisare esperti di caratteri, di tipografia, di disegno delle lettere se quei piccoli oggetti, quelle piccole figure in cui ci imbattiamo da millenni, non sono anche l’oggetto di un nostro amore”.


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16 come comunicano

fonti vinadio

Dalle rivoluzionarie eco bottiglie , le famose Bio Bottle ricavate da materie vegetali , al piccolo contenitore con la cannuccia per il tè e il nettare di frutta , dalla pubblicità comparativa alle numerose azioni di co - marketing realizzate con le più grandi major cinematografiche , F onti di V inadio cavalca da sempre l ’ innovazione di prodotto . S enza però rinunciare ai materiali stampati , integrati con le tecnologie digitali .

Gianluca Buzzegoli

innovazione di prodotto e sensibilità ambientale

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chille Perego giornalista economico achille.perego@libero.it

Un prodotto antico quanto l’uomo, fonte della vita come l’acqua, e una comunicazione innovativa sia per quanto riguarda l’attenzione all’ambiente sia per l’utilizzo dei canali digitali. Per trasmettere al consumatore un’immagine dell’acqua minerale naturale Sant’Anna (diventata in pochi anni leader del mercato) “chiara, forte e univoca di leggerezza”. «Fonti di Vinadio», esordisce Gianluca Buzzegoli, laurea in Giurisprudenza, master in Marketing communication e, dopo un’esperienza alla Centrale del Latte di Torino, marketing communication manager dell’azienda cuneese, «è conosciuta nel mondo della distribuzione, dai concorrenti e naturalmente dai consumatori grazie a una forte componente di innovazione».

Del resto nel 2009 ha lanciato sul mercato “BioBottle Sant’Anna”. Prima al mondo nel formato da 1,5 litri e unica in Italia, è una rivoluzionaria bottiglia prodotta con Ingeo (con la sola eccezione dei tappi in PE, destinati alla raccolta differenziata della plastica), la materia naturale che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri delle piante. Per questo è biodegradabile in soli 80 giorni e può essere conferita nella raccolta differenziata dell’organico. «La plastica vegetale», spiega Buzzegoli, «ha le stesse caratteristiche del materiale sintetico: uguale leggerezza, robustezza, praticità. La grande differenza sta nel fatto che per produrla non si usa nemmeno una goccia di petrolio. Fonti di Vinadio ha quindi saputo interpretare e tradurre in un progetto concreto i

valori nuovi che ruotano intorno ai temi del benessere dei cittadini e della green economy: la riduzione degli sprechi, l’attenzione al fragile sistema ambientale, l’impatto dei nostri gesti quotidiani su di esso». Dopo la rivoluzione di BioBottle, quali sono state le altre innovazioni? Sono arrivati in rapida successione SanThè Sant’Anna e SanFruit Sant’Anna. Il primo è l’infuso di tè che dopo poco tempo dal lancio è già diventato il terzo brand del mercato. SanFruit Sant’Anna è il primo e unico nettare di frutta contenuto all’interno di un bicchierino da 200 ml con l’apposita cannuccia, così pratico da portarlo con sé e da consumare in ogni momento della giornata.


11 linee di produzione Fonti di Vinadio nasce nel 1996. Oggi è la marca leader nazionale del settore delle acque minerali naturali (con una quota del 13,5% di mercato per valore e del 12,8% per volumi) con il marchio Sant’Anna. Nello stabilimento di Vinadio, in provincia di Cuneo, uno dei più moderni d’Europa, vengono prodotte 310 mila bottiglie all’ora, grazie a 11 linee di produzione, 11 serbatoi di acciaio inox da un milione di litri, ben 400 chilometri di tubazioni (sempre in acciaio inox) per l’incanalamento dell’acqua. Tutti i processi sono completamente automatizzati, dall’imbottigliamento alla pallettizzazione, fino alla formazione del carico sugli autotreni (sino a 240 al giorno, oltre a una logistica su rotaia per 29 depositi in tutta Italia). Prezioso in questo contesto è il supporto dei 18 robot semoventi su un percorso laser, sulla base degli input trasmessi a un cervello centrale. All’interno dello stabilimento (Certificazione di qualità ISO 9001:2000) è costante il controllo chimicobatteriologico dell’acqua di sorgente e il rispetto del protocollo HACCP per i passaggi produttivi a rischio, garantendo così la qualità assoluta del prodotto imbottigliato.

come comunicano

310 mila bottiglie all ’ ora ,

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Le etichette e le sleeve utilizzate da Fonte Vinadio sono prevalentemente adesive in bobina a rotolo opp, con una quota ancora in carta per quelle fustellate, e una rimanente parte in PLA, il materiale biodegradabile di cui è fatta la nota Sant’Anna BioBottle.

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Che tipo di comunicazione adottate per trasmettere il brand e l’innovazione delle bevande Sant’Anna? Sant’Anna è un brand divenuto autorevole per aver saputo diffondere con semplicità e piglio aggressivo la cultura dell’acqua minerale attraverso il modello della pubblicità comparativa sin dal 2001. Coraggiosa e trasparente nei confronti dei clienti finali, la pubblicità comparativa punta tutto sulla dichiarazione dei valori di prodotto che testimoniano la sua leggerezza. L’innovazione tocca anche le azioni di co-marketing (con le più grandi major cinematografiche per il lancio di nuovi film) e i media, a partire dalla televisione. Sul piccolo schermo si tratta di azioni dirette promozionali, billboard e campagne spot nonché di sponsorizzazioni sportive, dalla Formula 1 a Giro d’Italia, Tour de France, ai Mondiali di calcio. Nel corso dell’anno le attività di comunicazione sono pianificate sulle pagine stampa dei maggiori quotidiani e sugli impianti di affissione metropolitani nelle città più importanti. Particolarmente rilevanti sono

le cosiddette “autopubblicità”, ovvero gli spazi riservati sulle etichette ad altri prodotti del brand, ovvero SanThé e Sanfruit, capaci di generare ogni giorno, secondo ricerche condotte all’interno dell’azienda, almeno 6 milioni di contatti. Una comunicazione che non può che essere anche digitale... Ovviamente. Il web e i canali social possono contare su una comunità di fan e follower assai nutrita, particolarmente su Facebook e YouTube. Internet (dal portale ai social, al diffuso utilizzo di video) ha assorbito quella che una volta era la comunicazione affidata a depliant, cataloghi, brochure che ancora stampiamo ma in misura ridotta. Il rapporto tra packaging e comunicazione digitale sta diventando sempre più integrato e interattivo, basti pensare a QR code e a tante altre tecnologie ancora in arrivo o in fase di sviluppo. Dobbiamo considerare che avremo a che fare, e già è cosi oggi, con nativi digitali che vivranno le loro esperienze d’acquisto sempre più spesso in maniera non tradizionale. Per questo

l’investimento in advertising vede in ordine tv, social e digital, mentre complessivamente l’investimento totale sui media tocca i due milioni di euro all’anno. Le attività sono coordinate dall’agenzia di comunicazione Between di Torino. Bevande e bottiglie significa anche packaging ed etichette? Per quanto riguarda il packaging, le nostre etichette e sleeve sono prevalentemente adesive in bobina a rotolo opp, con una quota ancora in carta in quanto fustellate, e una rimanente parte in PLA, materiale biodegradabile di cui è fatta la Sant’Anna BioBottle, interamente biodegradabile. Vi servite di uno o di più fornitori? Abbiamo un parco di aziende per la stampa che annovera, tra le tante, Goglio, Grinplast, Crocco, Gps, Eurostampa, La Prensa, Ondalba, Sacchital. Molto lavoro però viene fatto in azienda, le bottiglie vengono soffiate ed etichettate al momento dell’imbottigliamento e i bicchierini del tè termoformati.



dossier laboratorio

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il bello delle

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dossier laboratorio

infografiche

Editorial designer di successo, art director del mensile IL (il maschile del sole 24 ore), giornalista, autore del libro Designing News, Francesco Franchi può essere di certo considerato la punta avanzata della grafica italiana. Ma non solo: in numerose occasioni si è segnalato nel panorama internazionale aggiudicandosi premi di grande prestigio, tra i quali l’European Design Award che ha vinto nel 2013. Vero maestro nel coniugare rappresentazione e interpretazione, questo giovanissimo designer, che ha poco più di trent’anni, si è fatto notare per le sue meravigliose infografiche che descrivono mondi e problemi complessi attraverso la leggerezza di uno stile grafico molto personale. a cura di mattia reali e sergio caruso di spazio a

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A partire dall’esperienza di una rivista come IL, si è delineato un approccio diverso all’art direction. Quale pensi che sarà in futuro l’evoluzione del progetto editoriale?

La “rivoluzione” editoriale che stiamo vivendo, e che abbiamo vissuto, all’interno di IL è stata principalmente a livello redazionale e ci ha portati, passo dopo passo, a costruire un modello che vede il designer come elemento di partenza nel processo lavorativo. Nonostante le strutture editoriali siano solitamente restie al cambiamento, abbiamo cercato di spingere i giornalisti ad avvicinarsi alla grafica e a cedere un po’ del proprio spazio a questo elemento che è alla base del contenuto “evoluto” che vogliamo promuovere. Il design si è quindi inserito nel workflow stesso, a partire dalla composizione dei team di lavoro. In questo modo, fin dall’inizio c’è stata una forte commistione tra le due parti, giornalistica e grafica. Il magazine delle prime edizioni non era comunque quello che è oggi: era sicuramente meno lavorato ma, in seguito, il progetto editoriale si è orientato sempre più verso l’utilizzo di grafiche, infografiche e illustrazioni. Lo stesso è avvenuto per il team di lavoro che si è ampliato in modo da poter elaborare internamente queste tipologie di contenuto. Il fatto che i creativi lavorino con il giornalista ha permesso, inoltre, a grafici e illustratori, di cominciare a ragionare in un’ottica giornalistica. Siamo riusciti, allo stesso modo, a far considerare l’importanza della grafica ai giornalisti che spesso devono sforzarsi di andare incontro alle esigenze di impaginazione. Penso quindi che capire quanto il design sia importante all’interno del processo redazionale sia parte fondamentale di questa evoluzione. Processo cha va dall’organizzazione del flusso di lavoro, del contenuto e delle sezioni, della definizione del ritmo del giornale fino alla distribuzione su più canali, compresi quelli digitali. Il design è del resto importante anche a livello di testata, per veicolare il brand del giornale in altri modi, attraverso prodotti, eventi, podcast o negozi, come succede, ad esempio, al Guardian Coffee di Londra, dove arrivi, bevi un caffè e intanto puoi leggere le notizie del Guardian su iPad. Monocle è stato uno dei primi esempi in questo tipo di approccio.

Vedi tutto questo come una vera evoluzione o solo come una reazione alla crisi dell’editoria?

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Non penso si tratti semplicemente di una reazione alla crisi in quanto un cambiamento di questo tipo comporta forti investimenti, sia per quanto riguarda le tecnolo-

gie, che a livello di risorse umane. Per la progettazione di prodotti innovativi servono, infatti, designer e sviluppatori che collaborino nel processo editoriale. Si tratta però di figure professionali pressoché inesistenti nelle redazioni “vecchio stampo”, soprattutto se parliamo del panorama italiano.

L’evoluzione della stampa coinvolge vari aspetti dell’editoria. In quale modo pensi che possa influire sulle redazioni?

I recenti cambiamenti nel mondo dell’informazione hanno portato i giornali e i giornalisti a reinterpretare e reinventare il proprio ruolo. Nell’ultimo capitolo del mio libro (Designing News) parlo proprio di questo, della figura dell’Editorial Experience Designer, che vede nel mondo digitale un’opportunità per proporre nuove idee che sfruttino le possibilità di questa tecnologia, ma che al contempo riqualifichino la carta. Pensare che un quotidiano, o un magazine, debbano funzionare sia sul cartaceo che sul digitale non è una visione corretta, i due mondi devono essere complementari. Un altro esempio, pensando al processo produttivo, lo troviamo in newspaperclub.com dove le stamperie si rendono disponibili a offrire le loro “finestre” produttive, tra una grande tiratura e l’altra, a editori e produttori indipendenti consentendogli di stampare i loro progetti in rotativa.

IL ha puntato molto sull’infografica come modello di storytelling. Da dove nasce questa scelta? Credi possa essere considerata come una sorta di evoluzione della notizia?

➽ Il mensile IL, di cui è art director Francesco Franchi, ha ricevuto la medaglia d’oro come Best Magazine of the Year.

dossier laboratorio

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Ho iniziato a lavorare alle infografiche da Left Loft. Sviluppavamo, come service esterno, piccoli grafici e schemi per il Corriere della Sera. Si trattava di progetti semplici che mi hanno dato, però, l’opportunità di fare esperienza in questo ambito del progetto grafico. Nel 2008 è nato IL dove ho cominciato a lavorare come art director. Da subito ho proposto al direttore di inserire delle doppie pagine dove si raccontava una storia giornalistica senza usare il testo: in modo non lineare, combinando dati, illustrazioni e grafici. All’inizio eravamo solo tre grafici in redazione e ci veniva concessa solo una doppia pagina per l’infografica di cui mi occupavo personalmente lavorandoci la sera e nei weekend. Attualmente il processo può avvenire in due modi: il pri-

Il futuro dei media e le nuove sfide che l’editoria deve affrontare.


23 dossier laboratorio

➽ ➽ Le infografiche sono la nuova forma di espressione giornalistica.

mo è assegnando una ricerca a un giornalista, mentre nel secondo è il giornalista che propone dei dati. Un’infografica lavora su più livelli e l’idea di IL è quella di dare un primo livello contestualizzando l’argomento, attirando l’attenzione e l’interesse, lavorando poi tanto nel dettaglio del dato. Insomma, raccontare una storia e dare all’utente uno strumento per leggere i dati bilanciando però correttamente estetica e informazione. La possibilità di poter sviluppare un team interno è stata comunque fondamentale, anche a livello di oneri, per poter portare avanti questo tipo di discorso.

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profili aziendali

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CIESSE printer apRiamo Lo Scrigno “nuancier d’ImpresSIon”

Miele

Per presentarsi ad un mercato prestigioso come quello del lusso, l’azienda di stampa padovana ha progettato e realizzato uno “strumento di comunicazione” importante. Un “oggetto” prezioso che parla delle molteplici possibilità di Ciesse Printer. Quello che la distingue è un parco macchine performante e multifunzionale, la possibilità di poter scegliere il tipo di stampa (UV o offset tradizionale) più adatto al supporto cartaceo (o plastico) scelto dal cliente, di poter consigliare e accompagnare i clienti nella migliore realizzazione dei propri progetti. Da qui l’idea di stampare alcune foto declinandole su diverse carte e con diverse tecniche di stampa. Ecco dunque il “Nuancier d’impression”, letteralmente “Campionario di stampa”. Una raccolta di schede che riproducono delle foto d’autore, interamente realizzato su carte Fedrigoni, con la collaborazione di due direttrici artistiche di Parigi, di un noto fotografo e di un fotolitista, sempre parigino.

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Descrizione del progetto Le foto sono tre, contraddistinte in tre temi: Miele, Neri, Fiori. Ogni foto è declinata in tre tecniche di stampa e su tre carte diverse.


Fiori

Le tre schede MIELE 1) Stampa in quadricromia su Symbol Freelife Satin e sovrapposizione di un PET trasparente stampato con 12 toni diretti, di cui 6 opachi e 6 arricchiti da una vernice glitter, il tutto cucito a punot singer in testa. 2) Stampa in quadricromia su carta naturale Woodstock Camoscio. 3) Stampa in quadricromia su Symbol Freelife matt plus con vernici ibride (opaca + lucida selettiva) ottenute in un unico passaggio di macchina. Le tre schede NERI 1) Stampa in quadricromia su Splendorlux Metal Mirror, affiancamento di una parte in vernice lucida e una in vernice opaca. 2) Stampa in quadricromia su Splendorlux Metal Mirror + bianco di rinforzo sotto lo sfondo nero, per mostrare come in realtà sia un passaggio non necessario. Vernice lucida sui gioielli fotografati, opaca sullo sfondo. 3) Stampa in quadricromia + nero di rinforzo su Stucco Old Mill Gesso e rilievo a secco in tre livelli. Scheda caratterizzata da un nero molto profondo e da un rilievo molto preciso che non ha crepato la carta proprio grazie alla stampa con inchiostri UV.

Neri

profili aziendali

stampa e nobilitazioni di qualità

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Le tre schede FIORI 1) Stampa in 5 colori su Arcoprint, con un gioiello impreziosito da vernice “sablé” (effetto pietra, si sente al tatto ma non si vede) e un fiore impreziosito con vernice profumata. 2) Lenticolare super 3D, caratterizzato da una lente molto spessa che crea una profondità molto accentuata (ovviamente a discapito della definizione). 3) Stampa in 5 colori su Freelife Vellum con vernice a rilievo trasparente sull’immagine dell’inchistro (anche sulle piccole gocce) e sugli occhi del gioiello/rana.

Ogni declinazione è proposta in più copie (identiche), in modo che le schede possano essere lasciate ai clienti o distribuite ai collaboratori. Le schede sono divise da tre intercalari in Sirio Merida Pearl Kraft stampati con un colore pantone blu con un motivo molto delicato. Con lo stesso pantone, nel retro di ogni scheda ci sono i contatti, le referenze e la spiegazione della tecnica applicata e della carta utilizzata. Il tutto è poi inserito in un cofanetto cartonato con chiusura con calamite, rivestito in Sirio dark blue con stampa a caldo blu tono su tono e alloggiamento interno in Sirio Merida Pearl Kraft. Questo “scrigno” è stato realizzato in circa 500 copie, destinato alle principali maison del lusso e alle agenzie più prestigiose, in questo momento distribuito a Parigi, Milano, Roma e in Germania. www.ciesseluxury.com www.ciesseprinter.com

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carta

www.iStockphoto.com

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carta per... shopper

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Belle, originali e accattivanti, le borse in carta di nuova generazione non mancano di farsi notare quando indossate, non solo in strada, ma anche sotto i riflettori di un evento o in un qualsiasi contesto di business. Un tempo protagoniste dell’universo dello shopping femminile, nella loro più recente evoluzione le shopper si sono conquistate un ruolo autorevole nelle strategie di comunicazione. Differenziandosi per forme e dimensioni, colori e fantasie, si adattano ai più svariati contesti: proprio questa spiccata versatilità e le infinite possibilità di personalizzazione consentono a questo accessorio senza tempo di costruire un rapporto privilegiato con gli interlocutori e di offrire una customer experience unica, appagante e prolungata nel tempo. Strategico, in tale ambito, è il ruolo della carta, supporto per eccellenza capace di dare forma e voce a qualsiasi progetto creativo. Con le infinite collezioni esistenti, dalle più tradizionali alle più innovative, dalle più materiche a quelle ecologiche, sono proprio le carte a incarnare i valori del brand e ad imprimerli nel look e nel carattere delle shopper. Confrontandoci con alcuni protagonisti dell’industria cartaria, abbiamo raccolto una serie di spunti, tra case history esemplari e idee da elaborare. E, dulcis in fundo, abbiamo voluto raccontarvi una storia di design made in Italy. a cura di Paola Bonfanti


di sedurre, al femminile e al maschile.

Si declina in shopping bag, box e buste l’immagine coordinata di Veronika Čugura.

carta

DESIGN E ALTA MODA, PER LEI E PER LUI... Carta e lusso, un intramontabile binomio che non smette

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paper & people valorizzare lusso e design

Quando l’oggetto del desiderio è un articolo di design, lo shopping si trasforma in un’esperienza speciale, dall’acquisto a tutto ciò che riguarda l’immagine post vendita. Cosa può interpretare al meglio la volontà di mettere in mostra l’ambita conquista, di un bel packaging brandizzato che, oltre a sfoggiare il nome del marchio, ne rispecchi nel look il valore e l’originalità? È proprio qui che il binomio carta-lusso si valorizza, assumendo le forme più accattivanti e creative. Un bel progetto è quello realizzato da Veronika Čugura, stilista di gioielli e accessori moda, con la consulenza di Paper & People. Per distinguere e impreziosire ognuna delle proprie collezioni, il brand ha realizzato un’intera linea di shoppers: alla shopping bag “standard” si affiancano, infatti, diverse declinazioni – coordinate nei temi e nei colori – quali la shopper per guanti, dalla chiusura particolare con cinturine di colori diversi coordinate con un dettaglio dello stesso colore presente nei guanti, la shopper per ciondolo, le scatole porta gioielli e le buste con thanks card. Protagonista di questo progetto articolato è la gamma di carte e cartoncini colorati in pasta Malmero di Gruppo Cordenons, realizzati con fibre di pura cellulosa vergine ECF e provenienti da piantagioni correttamente gestite. Per la collezione di shopping bag di Veronika Čugura sono state utilizzate le carte Malmero nel colore schiste (grigio) e quelle nei colori blanc, noir, vermillon, bleu e soleil. Gli effetti di calda eleganza delle shopper sono stati ottenuti con processi di stampa serigrafica con inchiostro bianco su Malmero schiste (grigio) e Malmero colorato, e con processi di stampa offset con colore grigio su Malmero blanc. www.gruppocordenons.com www.paperandpeople.com

fedrigoni anche la moda maschile vuole la sua... shopper

Tra rock e fashion, e con il fascino senza tempo della città di Firenze a fare da sfondo: si è svolta così l’edizione 2014 di Pitti Uomo. Per questa kermesse esclusiva dedicata all’universo della moda uomo non poteva mancare un accessorio come la shopper che, da sempre protagonista al femminile, va rapidamente affermandosi quale must-have esclusivo anche tra il pubblico maschile. L’originale shopping bag della manifestazione è stata realizzata da Pitti in collaborazione con Fedrigoni. In linea con il tema dell’intera comunicazione dell’evento – Rock me Pitti – anche la borsa di carta ha fatto sfoggio del plettro della chitarra, simbolo della musica che da Elvis in poi ha contagiato tutte le generazioni, come tema dominante ed elemento distintivo. Ben impressa nella decorazione sul lato frontale delle bag – tramite rilievo a secco sovrastampato –, la sagoma ovale del plettro si è anche ripetuta nei pendagli che le adornavano. A dare risalto ai colori intensi e al profilo ben definito del plettro è stata la carta scelta per le shopper: Constellation Snow Aida di Fedrigoni, nella grammatura 240. Grazie al disegno a effetto tessuto e al punto di bianco elevato, questa carta goffrata ha conferito eleganza e personalità alla bag simbolo dell’evento di Pitti. Constellation Snow Aida offre infatti alla creatività di chi la sceglie la possibilità di spaziare tra temi, forme e colori. Anche per quanto riguarda la raccolta di cartigli a forma di plettro che hanno corredato ogni shopper, abbinando una canzone al suo artista, i supporti sono stati firmati Fedrigoni, con le gamme Splendorlux 1 PW (300), Tintoretto Neve (300), Ispira Blue (120) e Sirio Stardust Black (290). www.fedrigonicartiere.com I

l plettro della chitarra contraddistingue le shopper di Pitti Uomo.

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MILLE E UNA DECLINAZIONE

Forme e colori prendono vita sul supporto scelto: è così che per ogni occasione è possibile realizzare la shopper ideale

favini collezioni green scorrono con le stagioni Fare shopping è cool, trendy ed ecofriendly con la collezione di shopper “Primavera 2014” realizzata da Favini. Già must-have della stagione, le shopping bag di questa linea sfoggiano un look originale, abbinando colori e nuance accattivanti a shape armoniose e a disegni grafici originali: le decorazioni, un chiaro richiamo alla natura, si valorizzano nelle tonalità cromatiche primaverili conferendo un appeal fresco e avvolgente. A distinguere le shopper è anche il concept, nel quale si compie il connubio tra innovazione tecnologica e rispetto per l’ambiente. Il segreto di questo prezioso accessorio? La carica innovativa di Crush, la gamma di carte ecologiche di Favini, prodotta con scarti di lavorazioni agro-industriali. I residui di agrumi, mais, olive, kiwi, caffè, mandorle, nocciole – che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero – sono visibili sulla superficie della carta, donandole un aspetto tattile inusuale. La collezione Primavera 2014 sfoggia le calde ed eleganti tonalità di Crush ‘mandorla’ e ‘nocciola’, e sorprende con la variante ‘oliva’, caratterizzata dalle innumerevoli sfumature tipiche del frutto. Le caratteristiche tecniche di stampabilità di Crush hanno consentito di ottenere la resa cromatica particolare di queste shopper. E, per renderne il look ancora più unico, sono stati utilizzati inchiostri ton sur ton per i manici e per le rappresentazioni grafiche. www.favini.com

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arte creative ed esclusive per firmare shopper di lusso.

Mandorla, nocciola e oliva sono le varianti di Crush scelte per la collezione “Primavera 2014”.

arjowiggins creative papers la seduzione inizia al primo sguardo

Inutile nascondere il potere infinitamente seducente che uno shopper custodisce in sé. Osservare le consumatrici passeggiare con sacchetti dalle forme e dai colori più originali e appariscenti, piuttosto che discreti e famosi, suscita – nel popolo dei consumatori – quel sogno aspirazionale di possedere, anche solo per una volta, un oggetto del desiderio e asseconda l’istinto di entrare proprio in quel negozio e scegliere proprio quel brand. Da sempre portavoce del mondo delle shopper, Arjowiggins Creative Papers crede fermamente nel loro charme e nella loro efficacia come strumento di marketing. Le carte creative del gruppo cartario francese si adattano perfettamente a vestire le shopping bag di ogni forma e genere: dalle più piccole e colorate a quelle dei grandi brand del mondo luxury, che vengono realizzate come special edition sia per la tintura in pasta dei colori che per le forme. Dalle carte più tradizionali a quelle più innovative, non c’è nulla che Arjowiggins Creative Papers non possa vestire per dare forma ai sogni dei consumatori. I brand del mondo fashion e lusso hanno più volte rivestito con queste carte pregiate i loro shopper per offrire una customer experience unica e appagante. Il tocco prezioso e diverso di ogni carta delle gamme firmate Arjowiggins Creative Papers arricchisce il progetto creativo di qualunque shopper, rendendo la stampa e la personalizzazione della superficie un vero e proprio lavoro a regola d’arte. In questo modo, le bag realizzate si trasformano in oggetti preziosi da custodire e riutilizzare per rievocare il piacere dell’acquisto originario. www.arjowigginscreativepapers.com


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Sono belle per strada come sotto i riflettori di un evento. Somigliano per design e portabilità alle borse vere, ma hanno un’anima in cellulosa. Si chiamano Prêt-à-Porter e sono i modelli esclusivi di shopper realizzati dalla GIO’GATTO®1984 TORINO, italia

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nate per essere indossate

Pensate per essere molto più di una busta da negozio e dedicate a chi non vuole rinunciare a un’immagine post vendita glamour, le shopper Prêt-à-Porter sono manufatti dal design e dalla lavorazione squisitamente made in Italy. Ideali per eventi e committenti che vogliano investire su un’immagine trendy ed eco-responsabile, queste originalissime borse di carta possono essere personalizzate a seconda dell’occasione e dell’esigenza, con un logo o un sito internet, con un nome, un motivo grafico o una frase, solo per citare le possibilità più scontate. A idearle è stata la GIO’GATTO®1984 TORINO, italia, eccellenza artigiana italiana specializzata nella realizzazione di borse di carta e packaging di lusso. Belle, originali ed ecosostenibili Le forme, sempre diverse e molto insolite per un prodotto in carta, sono il primo elemento caratteristico delle shopper Prêt-à-Porter di Gio’Gatto. Accessori da sfoggiare in ogni occasione, si fanno notare anche per la presenza della tracolla, un dettaglio – tipico delle borse moda vere e proprie – che dona un tocco ancora più fashion e al contempo garantisce la praticità del trasporto a braccio. Altro tratto distintivo è il concept ecosostenibile. La maggior parte dei modelli di questa collezione viene infatti realizzata con una carta speciale, battezzata ironicamente Gattacrespa, che oltre a essere bella da vedere e da toccare è anche parzialmente riciclata. Inoltre, ogni articolo Prêt-à-Porter si presta a innumerevoli riutilizzi. «Puntare sul design innovativo, sulla lavorazione artigianale e sulla qualità dei materiali significa realizzare delle paper bag che si indossano, si mostrano e si riutilizzano volentieri», afferma Gio’Gatto, virtuoso della carta e vera anima dell’azienda che da lui prende il nome. «Il ritorno in immagine per i clienti è altissimo: la shopping bag è uno straordinario mezzo di comunicazione itinerante, e più viene utilizzata, più l’immagine del marchio è veicolata a lungo». La carta, segreto di charme e stile La portata innovativa del design si combina alla particolarità del supporto cartaceo per rendere le shopper Prêt-à-Porter un prodotto unico nel suo genere. Gattacrespa è la carta per eccellenza utilizzata da Gio’Gatto e fatta produrre dalla cartiera con le giuste caratteristiche di matericità, robustezza ed elasticità: oltre ad adattarsi perfettamente a design più morbidi, e quindi a forme differenti rispetto al classico fondo rettangolare, si presta a diversi utilizzi anche grazie alla grande resistenza. Come vere e proprie borse firmate, i modelli Prêt-à-Porter possono essere arricchiti dall’aggiunta di svariati dettagli. Vi sono, ad esempio, le maniglie in cuoio o in similpelle, piatte o tubolari, in pizzo macramè, cotone o raso o, in alternativa, allacciature speciali quali la chiusura a cinque fori, inventata da Gio’Gatto diversi anni fa, il cui gioco di passaggi incrociati elimina i nodi e la colla. E, per impreziosire ulteriormente le shopper, vi sono possibilità di realizzazione e nobilitazione infinite: il corpo della borsa realizzato in carta riciclata accoppiata a tnt e, ancora, l’applicazione di pomelli metallici e patelline per la chiusura, rivetti, tessuti da rivestimento e molto altro. Il tutto con una ben chiara logica di fondo: le shopper di carta Prêt-à-Porter sono nate per essere indossate. www.giogatto.com

I tanti e diversi modelli delle borse in carta di Gio’Gatto spaziano dalle borse d’autore, come quella che riporta il Campo di grano con volo di corvi di van Gogh (a sinistra) a quelle high luxury (qui sopra), in tutto simili alle borse di pelletteria.

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eventi luxe pack 2014

tre giorni di lusso, in mostra a monaco S’è fatta ora di Luxe Pack. Ancora una volta la nostra rivista sarà presente al salone, ospitato come sempre al Grimaldi Forum del Principato di Monaco, con una prestigiosa confezione che custodirà il numero di Print Buyer tradizionalmente dedicato alla fiera, in distribuzione agli operatori e ai visitatori del salone. Luxe Pack è atteso quest’anno dal 27 al 29 ottobre per la gioia dei maggiori specialisti al mondo di imballaggi e materiali per cosmetici, profumi, ma anche vini, liquori, orologi, tabacco. Jouin, ospite d’eccezione Ospite d’onore, attesissimo, sarà il designer e architetto Patrick Jouin, tra i massimi esponenti del design internazionale, il cui nome è associato a grandi brand del calibro di Cassina, Fermob, Kartell, Alessi, Puiforcat e tanti altri. Ascolteremo Jouen il 27 ottobre nel pomeriggio in un incontro con Marie Sargueil, presidente dell’Istituto francese di Design. Luxe formulation Raccogliendo gli stimoli che provengono dalle diverse realtà del settore, Luxe Pack 2014 ha acquisito, per questa edizione, un nuovo spazio. Si tratta di “Luxe formulation”, una fiera nella fiera, che offrirà uno spazio specifico a imprenditori specializzati nelle materie prime, nelle finiture e nelle decorazioni del packaging. «La correlazione contenitore-contenuto si fa sempre più forte e strategica» ha detto Nathalie Grosdidier, direttore di Luxe Pack Monaco, «ed è per questo motivo che offriamo agli operatori questo nuovo spazio». Nuove tendenze Proprio con l’intento di raccogliere le nuove sensibilità e le nuove tematiche che stanno animando i mercati del lusso – innovazione tecnologica, sostenibilità, certificazioni, anticontraffazioni, regolamenti, co-packaging, nuovi indirizzi del design – Luxe Pack propone anche momenti di confronto su tutte le tematiche del settore: dalla formulazione del prodotto ai problemi del riempimento, ai servizi offerti alla clientela. Tante le conferenze e le tavole rotonde che faranno da sfondo al salone che, più che mai in questa 25esima edizione, vuole rispondere alla grande responsabilità che il packaging del lusso rappresenta per le marche e per i produttori.

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Luxe Pack Trends Observer Vetrina internazionale e crocevia di innovazioni, Luxe Pack è una grande occasione di incontro indispensabile per chiunque voglia conoscere le tendenze più all’avanguardia nell’ambito del packaging di lusso: un momento di grande importanza per identificare le soluzioni e le innovazioni più significative dell’anno. www.luxepack.com


NUOVA novaCUT 106 ER LA SEPARAZIONE PERFETTA DELLE POSE INIZIA QUI La nuovissima NOVACUT 106 ER separa perfettamente le pose senza nessuna delle problematiche comunemente associate a questo processo. Anzi, mentre voi costruite il vostro portafoglio di lavori che prevedono la separazione dei fustellati, la NOVACUT 106 ER vi consente di fustellare e rifilare fogli interi, senza separazione, utilizzando i vostri utensili di formato IIIB. Grazie all’eccellenza tecnologica BOBST, al consolidato sistema di utensili di separazione delle pose Angle Lock®

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e all’ampia rete BOBST per il supporto di processo, l’ultimo nato della gamma di prodotti NOVACUT produce pile perfette di fustellati con taglio singolo o doppio per lavorazioni in linea senza separazione manuale delle pose. Con la NOVACUT 106 ER potete ridurre i lavori in corso, diminuire i costi e migliorare sia la qualità del prodotto che la produttività degli impianti di trasformazione del cartone nel suo complesso.


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eventi grafica metelliana

one more pack, buona la prima

I lavori vincenti delle cinque categorie. Erano oltre 350 i progetti partecipanti al premio.

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Si è chiusa con il favore della critica e del pubblico la prima edizione di One More Pack, Premio di Creative Packaging Design indetto e curato da Grafica Metelliana Spa, art director Marco Fiorillo, e di cui Print Buyer è stato media sponsor. La location dell’evento finale di premiazione dei cinque vincitori è stata la “ciliegina sulla torta”. Inoltrarsi nella Catacomba di San Gennaro del Rione Sanità a Napoli e scoprire fra le sue pieghe nascoste lo sviluppo articolato che ha avuto nel corso dei secoli per arrivare alla grande sala della Basilica Maior, nelle splendide tre navate ancora magnificamente affrescate, è stato come studiare nel profondo un packaging: uno spazio prezioso destinato ad accogliere e contenere qualcosa di ancor più prezioso. La serata partenopea, condotta dal giornalista Nunzio Siani e da Iole Preziosi, marketing manager e comunicazione di Grafica Metelliana, dopo la visita guidata alle catacombe per tutti gli ospiti intervenuti, ha visto alcuni brevi interventi sul tema del packaging a cura di affermati professionisti del settore: Emily Louise Simonis, delegata Unicom, che ha parlato della percezione del packaging made in Italy all’estero; Alessandro Cocchia, docente di Progettazione grafica presso il Centro Studi Ilas di Napoli, che si è incentrato sull’innovazione nella progettazione grafica dei packaging, e, per Print Buyer, Emanuele Posenato, che si è soffermato su trend e numeri del settore della cartotecnica nazionale. Ma il percorso che ha portato all’evento finale non è stato meno gratificante. L’idea dell’ing. Marco Pecoraro, direttore commerciale dell’azienda cavese, subito avallata da Gerardo di Agostino, imprenditore illuminato ma soprattutto appassionato, ha incontrato alla sua prima edizione una vera e propria consacrazione. Valorizzare il talento italiano nella progettazione di packaging design, stimolare la creatività e favorire l’innovazione, ma soprattutto creare relazioni, erano gli ambiziosi propositi dell’iniziativa.


Si sono candidati al premio, nelle cinque categorie di prodotto previste, oltre 350 progetti, e ne sono arrivati in finale 25. Due gli step di giudizio: una giuria tecnica a fare selezione che ha portato in finale cinque progetti per ogni categoria e la giuria popolare a decretare il vincitore. La giuria tecnica era composta da esperti e professionisti di settore; in un’approfondita sessione di analisi individuale i giurati hanno studiato nel dettaglio progetto per progetto, valutandolo secondo una griglia estremamente articolata e severa con criteri di funzionalità, comunicatività e innovazione. La giuria popolare, interpellata online, ha potuto esprimere la propria preferenza fra i cinque migliori elaborati di ciascuna categoria (indicati dalla giuria tecnica). Oltre 4.000 i votanti con vincitori che hanno sfiorato le 500 preferenze. Numeri molto significativi, quindi, di cui il team di Gerardo di Agostino deve andare fiero. Un’esperienza inedita che consente di aprire un cono di luce su un segmento di mercato nel quale possiamo ancora vantare delle eccellenze internazionali, un ruolo di prim’ordine e soprattutto nel quale possiamo esprimere al meglio le nostre doti italiane: creatività, buon gusto, abilità tecniche e manuali e, perché no, anche dominio della tecnologia. Palese la soddisfazione degli organizzatori, bene espressa nelle parole dell’amministratore Gerardo di Agostino: «Si tratta della prima assoluta per un premio simile, organizzato per di più da un’azienda del Sud. Il nostro obiettivo è farlo diventare riferimento nazionale per coloro i quali vogliano confrontarsi sui temi della creatività e dell’innovazione del settore». L’appuntamento è quindi già fissato per la prossima edizione che si preannuncia ricca di novità, fra le quali l’apertura agli studenti delle scuole di design, altre categorie in gara e nuove modalità di valutazione.

Alcuni dei vincitori: Bruna Pallante e Alessandro De Sio premiati da Giovanni Vigone (Esko); Salvio Capasso, premiato da Giovanni Satta (Luxoro); Marco Bruno e Manuela Siragusa premiati da Roberto Staiano (Logics).

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I premiati

I designer premiati nel corso della serata sono stati: Mario Cavallaro, vincitore della categoria Food&Beverage con il progetto dal titolo “Madonna dell’Olivo Special Edition 2013”, premiato da Mauro Antonini (Sales Manager di Macchingraf); Amaya Rodrigo, vincitrice della categoria Esthetics con il progetto “Linea di Profumi Luxdea”, premiata da Luciano Sepe (promoter di Fedrigoni filiale di Napoli); a premiare Alessandro De Sio e Bruna Pallante, vincitori della categoria Various con il progetto “Raccolta di poesie volume 2”, è stato Giovanni Vigone (Sales Account Manager di Esko); Giovanni Satta di Luxoro ha premiato Salvio Capasso, vincitore della categoria Shopping bag con il progetto “Summer Flowers”; infine, Marco Bruno e Manuela Siragusa, vincitori della categoria Visual con il progetto “Explain yourself. Raso Easy Chic”, sono stati accompagnati sul palco da Roberto Staiano di Logics.

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Abbiamo messo un punto. VOGLIAMO LAVORARE CON CHI RISPETTA LE REGOLE. Solo con comportamenti corretti sui crediti e termini di pagamento ridiamo un’etica commerciale ed una opportunità di crescita all’industria grafica. Lavora con noi perché questo accada, per il bene di tutti, delle aziende e di chi ci lavora.

Manifesto sui modelli comportamentali nel mercato delle Arti Grafiche Il buon funzionamento dell'economia di mercato si basa anche su comportamenti etici da parte dei suoi operatori, che devono essere per forza di cose condivisi. Questo significa, segnatamente, che il rispetto e l'applicazione puntuale delle intese commerciali e degli impegni liberamente assunti siano valori da interiorizzare quali norme discendenti da un comune e condiviso sistema di valori, a prescindere dal timore di essere sanzionati dalla Legge. Per ARGI e per le Imprese Associate, l'etica nelle relazioni associative e con i terzi non è valutabile solo in termini di stretta osservanza delle norme di legge, ma si fonda, appunto, sulla convinta volontà di rispettare, nelle varie e diverse situazioni, i più elevati standard di correttezza comportamentale, anche in adesione a principi e regole interne di natura volontaristica. Pertanto, nel rispetto delle normative vigenti e nel perseguimento degli scopi associativi, tutte le Imprese Associate agiranno, anche tra loro, con lealtà, serietà, onestà, competenza e trasparenza, in quanto l'elevata etica professionale e l'integrità personale vogliono e devono essere garanzia della credibilità e della reputazione dell'Associazione e delle Imprese Associate. Per questi motivi, le Imprese Associate intendono iniziare e condividere un percorso volto a valorizzare e rafforzare le aziende del settore Arti Grafiche, anche non associate, che operino secondo criteri consoni ad una corretta crescita del settore e alla tutela dell'intera filiera.

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luxoro

musica, teatro e arte grafica interpretano la bellezza Un viaggio esplorativo nell’atto della creazione artistica, attraverso la musica, il teatro e l’arte grafica: così Luxoro ha voluto dare forma alla bellezza e comunicare emozioni da condividere nell’evento “Interpretazioni d’Arte”, che ha inaugurato la mostra “Luce Materia Creazione” dell’illustratore genovese Mario Benvenuto. Nella suggestiva cornice di Villa Arconati, alle porte di Milano, gli oltre 150 ospiti della serata – tra designer, creativi, brand e marketing manager, giornalisti – sono stati accompagnati lungo un percorso sensoriale a tutto tondo, fatto di note e suoni, parole e narrazioni, tavole e sculture. L’originale improvvisazione al pianoforte di Stefano Bollani, in cartellone anche al Festival di Villa Arconati, ha coinvolto il pubblico coi suoi ritmi cangianti. E, in un’atmosfera di lucido incanto, le note della musica hanno lasciato il posto al tocco delle parole nella performance teatrale di Valentina Lattuada, che ha recitato dieci racconti di Mario Benvenuto, interpretandone le tante sfumature. Proprio questi racconti, narrazioni di fantasia e storie evocative al confine fra sogno e realtà, hanno costituito il cuore della mostra: a loro si ispiravano infatti le dieci tavole, realizzate dall’illustratore genovese con le preziose lamine oro e argento di Luxoro, che adornavano la sala della villa adibita a ospitare la performance. In viaggio, tra le tavole della mostra Dall’idea all’ispirazione, dalla ricerca tecnica alla scelta dei materiali e alla loro applicazione: è stato l’intero progetto creativo a essere protagonista delle tavole della mostra. Così Luxoro, player specializzato nella distribuzione di materiali e prodotti per la decorazione e nobilitazione attraverso tecnologie di stampa a caldo e a freddo, ha dato forma ed espressione all’estro di Mario Benvenuto. Grazie ai foil oro e argento, alle tecniche di stampa a caldo e a freddo e all’uso sapiente dei clichè per l’embossing e il debossing, le tavole hanno saputo esaltare le caratteristiche dell’atto della creazione artistica all’ennesima potenza, coinvolgendo il pubblico sia dal punto di vista visivo che da quello tattile. Un percorso nel cuore della creatività “Interpretazioni d’Arte” ha rappresentato la seconda tappa di un percorso avviato da Luxoro, attraverso il proprio marchio culturale LuxExForma, alla fine del 2013 con un primo evento dal titolo “Risposte nel Buio”. La performance di Villa Arconati ha visto Luxoro e LuxExForma impegnate a esplorare nuove frontiere della creatività, nuove interpretazioni di bellezza in ambito musicale, recitativo e grafico. «Queste tre interpretazioni d’arte rappresentano davvero la sintesi di quel concetto di Bellezza che stiamo approfondendo da due anni a questa parte», ha raccontato Jana Kokrhanek, amministratore delegato di Luxoro, in chiusura di serata. «Bollani, Benvenuto, Lattuada hanno condiviso con noi il loro concetto di Bellezza e Villa Arconati è stata la cornice ideale per questo evento, per ricordarci ancora una volta quanto l’Italia sia ricca, ma anche quanto la bellezza necessiti di costanti cure e amore. Desideriamo continuare anche in futuro nel nostro ruolo a sostegno della cultura, non solo in qualità di Sponsor e di Corporate Golden Donor FAI, ma anche continuando a indagare le molteplici sfaccettature della Bellezza, che indubbiamente si esprime per mezzo di molteplici linguaggi artistici». www.luxoro.it Comunicazione d’impresa

Due tavole dell’illustratore Mario Benvenuto. A sinistra, Stefano Bollani durante la sua performance al pianoforte, e l’attrice Valentina Lattuada.

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Achille Perego giornalista economico achille.perego@libero.it

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Matteo Cibic Trent’anni, nipote di Aldo Cibic, di cui ha seguito le orme, Matteo Cibic da sei anni ha aperto un suo studio di design a Milano. Nato a Parma nel 1983, dopo il liceo artistico a Venezia si è laureato in Disegno industriale al Politecnico di Milano, alternando periodi di studio in Inghilterra. Lavora a stretto contatto con artigiani e multinazionali per sviluppare nuove opportunità di business, dal mondo alimentare al retail di moda (suo il marchio di abbigliamento 10A), al disegno di oggettistica per la tavola. La sua creatura più conosciuta sono i terrarium Domsai.

Photo Davide Gallizio

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Ha deciso di percorrere la strada dello zio Aldo, che di cognome fa Cibic come lui. Vicentini di origine (anche se lui è nato a Parma) ed entrambi trapiantati a Milano per svolgere l’attività di designer. Matteo Cibic ha cominciato a essere affascinato da questa professione frequentando, quando ancora andava alle medie, lo studio dello zio. Segnando così un percorso obbligato: dal liceo artistico a Venezia alla laurea al Politecnico in Disegno industriale. E sei anni fa (oggi ne ha trenta) ha aperto il suo studio milanese dove ama inventare nuovi prodotti collaborando con artigiani interessati alla sperimentazione della materia e delle tecniche di produzione. Se le materie prime a cui fa più ricorso sono il legno, la gomma, i tessuti, ma soprattutto la ceramica e il pirex con cui ha ideato e realizza i Domsai – i curiosi cactus sorretti da due gambe che vivono e respirano, diventati la sua creatura più famosa ed esposta in concept store e musei da Shanghai al Pompidou di Parigi –, Matteo Cibic coltiva un grande amore per la carta e il cartone. Elementi base da cui partono i suoi disegni e i suoi prototipi (compreso quello dei Domsai), ma anche materie prime che potrebbero riconquistare, per la loro ecocompatibilità, specialmente se in materiali riciclati, uno spazio da protagonisti nel packaging industriale o addirittura diventare oggetti stessi di design. E se al mondo della carta Matteo Cibic si è avvicinato con la Rivskin Collection (quaderni, agende, bloc notes, raccoglitori in cuoio riciclato e stampato con tecnica serigrafica e le vernici UV), il suo sogno sarebbe quello di trovare uno stampatore che accettasse la sfida di produrre “creature” del design con la tecnica della stampa termoformata, quella, per intenderci, dei vecchi imballaggi delle uova. Anch’essi oggi sempre più sostituiti dalla plastica.

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“Mi piace creare oggetti con funzioni ibride”

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Che rapporto ha con la carta e il cartone? Li utilizzo molto per prototipare oggetti da produrre in ceramica, legno, pirex, gomma e tessuti. Del resto la carta (di cui uso in quantità industriali le risme di fogli in A4) e il cartone sono materiali estremamente malleabili ed economici, che prendono tutte le forme. E anche se oggi per creare i prototipi si utilizzano molto le tecniche tridimensionali, restano ancora insostituibili.

Lo sarebbero anche per oggetti di design? Ho provato più volte a investigare la possibilità di produrre oggetti e packaging utilizzando la cellulosa in forme tridimensionali, con la tecnica degli stampati termoformati, quelli delle scatole delle uova. Ma è risultata troppo onerosa a causa del costo degli stampi e dei minimi produttivi, nonostante i budget dei clienti fossero alti e anche le quantità. Mi piacerebbe investigare questa tecnica con un partner produttivo perché ritengo sarebbe molto interessante commercialmente.

Che futuro vede per la cellulosa nel design? E per la tendenza di creare oggetti d’arredamento, tavoli compresi, in cartone? Premesso che esiste la piena libertà d’espressione e anche di realizzare tavoli o soprammobili in cartone, io penso che un oggetto d’arredamento e

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1. Domsai è un terrarium in ceramica e vetro soffiato disponibile in versione da tavolo (28 cm) e da terra (180 cm). Grazie alla particolare lavorazione, al suo interno vive e respira una pianta di cactus. È la “creatura” più conosciuta di Matteo Cibic, esposta in concept store e musei, da Parigi a Shanghai. 2. Cassa acustica Hi-Fido in ceramica, prodotta e distribuita da Unison Research. 3. Lampada Giunco in edizione limitata in midollino e metacrilato. 4. Abat-jour in ceramica della collezione Bibelot Sexuel: nasconde uno strumento di piacere in silicone medicale e cambia tonalità luminose.

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al tempo stesso di design, per sua stessa natura, debba vivere a lungo nel tempo. Carta e cartone non hanno questa qualità. Però sono materie prime formidabili per l’usa e getta. Un modo nel quale oggi ha vinto la plastica ma per cui vedrei benissimo il cartone in sostituzione, per esempio, del polistirolo, per creare un packaging di design industriale, dagli oggetti per l’ufficio ai piccoli elettrodomestici all’elettronica.

Il suo passo, intermedio, verso la carta è stato il cuoio riciclato. La Rivskin Collection nasce dalla collaborazione con la Arbos di Solagna, in provincia di Vicenza, azienda cartotecnica leader nella produzione di cartoleria in materiali riciclati. Mi ha affascinato l’odore e la matericità del ricuoio camminando in azienda e ho pensato fosse interessante creare una collezione di oggetti in cuoio riciclato che riprendesse dettagli e funzioni provenienti dal mondo della pelletteria.

Come ha realizzato questa collezione? Il ricuoio ha un difetto simile alla carta: esposto alla luce schiarisce. Per evitare inestetismi evidenti dovuti a “ombre” sul prodotto ho pensato di utilizzare una serigrafia con una grafica a righe per uniformare e distogliere l’attenzione da possibili anomalie date dalla luce sulla superficie. I prodotti, perché fossero realizzati in Italia e potessero uscire a un prezzo di mercato ragionevole, sono stati ideati e progettati per essere prodotti con una sola cucitura e una serigrafia.

Come nasce la sua creatività? C’è chi mi definisce designer, chi creative director. A me piace progettare oggetti dalle funzioni ibride e inaspettate per le industrie più disparate. Dedico molto tempo a pensare, fare ricerca in musei e librerie, e prototipando nuove idee in piccoli laboratori artigianali. Investo moltissimo tempo nella sperimentazione e produzione di oggetti nuovi, che autoproduco per mio piacere personale o che ritengo interessanti per una certa industria, e una volta affinato e testato, lo vendo. Il modus operandi è lo stesso, sia con la carta o senza. Trascorro molto tempo a ricercare tecniche produttive e funzioni utilizzate in altri settori e provo a combinarle. Poi prototipo 4-5 pezzi che ritengo interessanti, in modo tale da instaurare una base di discussione col committente.

In questa ricerca quanto conta l’attenzione all’ambiente?

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È molto importante. Ritengo che il mercato del lusso debba essere il primo a impegnarsi in questa direzione, il mondo automobilistico è molto avanti in questo. Non sopporto, viceversa, che non si trovi in un ipermercato, con una varietà di più di 10 marchi, un rotolo di carta igienica in carta riciclata ma solo in pura cellulosa. Non capisco inoltre perché la carta riciclata costi il doppio di quella vergine: si dovrebbero creare le condizioni economiche per renderla maggiormente vantaggiosa.

Minimalista e raffinata, la collezione Rivskin, ideata da Matteo Cibic e realizzata da Arbos, gioca sul contrasto. Le linee lucide della vernice serigrafica disegnano la superficie opaca del cuoio riciclato. Il materiale, nella sua naturale tonalità avana, viene protetto da un packaging semplice ma rigoroso in pluriball “total black” riciclato al 100%. Il materiale utilizzato è ri-cuoio con stampa serigrafica a rilievo lucido, cucito con filo di cotone, borchie metalliche, elastico.


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Rivskin Collection

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La vernice serigrafica esalta il fascino del cuoio, ne ri-traccia le linee

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grafiche seven l’etichetta giusta per ogni applicazione Il segreto dell’evoluzione, spiega Darwin, è la capacità di adattarsi a condizioni ambientali in continuo mutamento: non resiste e si sviluppa necessariamente il più forte o il più furbo, ma chi è più veloce a interpretare i segnali di cambiamento. Si tratta quindi di abbandonare le proprie abitudini e indossare una nuova pelle, più adeguata ai tempi. Come un vino buono con una nuova etichetta che gli appassionati imparano a riconoscere e a preferire.

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L’esempio dell’etichetta non è casuale, perché è proprio su questo umile ma fondamentale dettaglio che Grafiche Seven ha costruito la propria storia imprenditoriale di successo e si è progressivamente evoluta, adattandosi al mercato – del vino, ma soprattutto delle acque minerali – fino a diventare oggi una delle poche aziende competitive presenti nel settore. Creata nel 1969 come realtà quasi artigianale da Luciano Venturi, inizialmente affiancato da due soci, nel corso degli anni Grafiche Seven è cresciuta trasformandosi in un complesso industriale che presidia una quota rilevante del mercato italiano. Molti dei grandi nomi del beverage passano di qui per realizzare le etichette destinate agli scaffali degli ipermercati e dei negozi. Solo per citarne alcuni: San Benedetto, Levissima, Gaudianello, Cantine Pasqua e Santa Maria, ma nel ricco portfolio non mancano olio, latte, marmellate...

“Per noi l’etichetta rappresenta un valore esclusivo: tutti hanno bisogno di comunicare, dai produttori più prestigiosi e di nicchia alla grande distribuzione”, è scritto nella mission di Grafiche Seven. “Grazie alle nuove tecnologie applicate alla plastica, l’etichetta è un veicolo formidabile per trasmettere i messaggi più diversi: la tradizione, l’innovazione, il valore del territorio o la forza di una multinazionale. Il nostro compito è modellare e rendere visibili le emozioni con il nostro valore aggiunto fatto di creatività e qualità, passione e tecnologia, innovazione e flessibilità, rigore e disciplina nei contenuti”. Caratteristiche che dopo oltre 40 anni di esperienza Luciano Venturi sta tramandando


Su cosa punta il mercato del beverage per conquistare il cliente in quei pochi fondamentali secondi in cui si decide l’acquisto? I valori del settore alimentare sono l’autenticità, l’origine di provenienza, la semplicità, la genuinità, il gusto e la leggerezza. Nel disegnare e realizzare l’etichetta, il vino, la birra e l’acqua minerale devono distinguersi per cura dei particolari e design, perché questa particolare forma di packaging è molto più di una confezione: rappresenta il prodotto stesso, lo interpreta e lo comunica dallo scaffale. Tanto che osservando l’evoluzione delle etichette nel corso degli anni si comprendono bene le evoluzioni dell’alimentazione, dei gusti dei consumatori e dei valori che hanno guidato i consumi alimentari nel tempo. Anche per questo, personalizzare l’etichetta (uno dei punti forti di Grafiche Seven) permette di trasmettere una varietà di messaggi che vanno oltre la semplice descrizione per definire i valori del prodotto e la sua “promessa” al consumatore.

Luciano Venturi con i figli Federico ed Elisa. L’azienda ha differenziato molto le produzioni e oggi è in grado di produrre praticamente ogni tipo di etichetta richiesta dal mercato.

ai figli Federico ed Elisa, che lo affiancano stabilmente in azienda, e fanno sì che Grafiche Seven sia un punto di riferimento internazionale. Il catalogo dell’azienda non comprende solo le etichette, ma anche cataloghi, brochure, volantini e libri, con una serie di processi aggiuntivi necessari per nobilitare i materiali, tra cui lamina a caldo, rilievo a secco, effetto braille, bronzatura, vernici lucide e opache ma anche UV, a solvente e acrilica. Nel corso degli anni l’azienda ha esteso l’offerta produttiva e oggi può fornire alla clientela anche etichette autoadesive; tutte le fasi di lavorazione, a partire dal

concept grafico fino alla consegna del prodotto finale (prestampa, assemblaggio, stampa, verniciatura, taglio, preparazione e confezionamento) avvengono direttamente in-house. Un sistema informatizzato gestisce e controlla ogni fase del processo produttivo di Grafiche Seven attraverso una serie di moderni dispositivi ausiliari. Accanto alla linea produttiva, un laboratorio di ricerca e sviluppo, in grado di campionare i dettagli dei colori e di analizzare materie prime e prodotti finiti, testimonia la costante tensione innovativa dell’azienda. Ma gli aspetti tecnologici e industriali da soli non bastano a descrivere un’impresa nata sulla spinta della passione e dell’amore per la tipografia, che resta tutto sommato un’arte. Lo sa bene Luciano Venturi, che ricorda volentieri gli esordi in anni in cui “fare i salti mortali” era la norma ma il mercato – e il rapporto con i clienti – era più semplice e umano.

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etichetta, la promessa al consumatore

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ltre alle classiche etichette a base acqua, nell’impianto di Verona vengono prodotte le etichette autoadesive, le etichette wrap round per i settori del largo consumo e le sleeve (foto sopra).

«Abbiamo cominciato stampando materiale commerciale turistico», dice, «come depliant e volantini per gli alberghi e gli esercizi del Lago di Garda che allora stava vivendo un boom di presenze. Il problema era che ci pagavano solo se la stagione era andata... Così dopo un paio d’anni ci siamo spostati su un altro mercato nascente, le cantine vinicole, con produttori che stavano provando a farsi conoscere. E quella è stata la svolta». L’incontro di Grafiche Seven con le etichette è un amore a prima vista, ricambiato da cantine diventate global player nel settore vinicolo, clienti come Aldegheri o Cantine Zonin, alle

quali Venturi fornisce etichette per tutto il gruppo, comprese le aziende agricole fuori dal territorio locale. Un altro passaggio epocale è il rapporto con il potente Consorzio del Valpolicella, che aveva creato il marchio “San Zeno” destinato solo ai produttori al top. «Le cantine che rispettavano il disciplinare di qualità del Consorzio potevano apporre questo sigillo sulle loro etichette, tramite un bollino rilasciato dalla Camera di Commercio», spiega Venturi. «Un po’ per volta sono diventati quasi tutti nostri clienti, e parliamo di milioni e milioni di bottiglie e quindi di etichette per le nostre macchine. Grazie alla forza dei numeri, l’azienda è cresciuta e ha cominciato a guardare a nuovi mercati, come l’acqua minerale, la birra o i succhi di frutta, in grado di sostenere lo sviluppo». Si trattava di produrre volumi enormi di etichette. Di qui l’evoluzione anche tecnologica di Grafiche Seven, con


Visto da Grafiche Seven, lo scenario di mercato delle acque minerali vede pochi player e la necessità di individuare nuove leve competitive per differenziare l’offerta. Gli elementi che contano sono il servizio offerto, il prezzo, l’affidabilità, la puntualità, la capacità di sviluppare nuove soluzioni. Come le etichette per le bottiglie in vetro, un prodotto beverage di altissima qualità che richiede una cura paragonabile a quella necessaria per il vino. In Italia i consumi di acque minerali sono sostanzialmente stabili a 11,2 miliardi di litri, oltre a poco più di un miliardo di litri destinato all’export. In termini di valore il mercato delle minerali evidenzia nel 2013 una diminuzione dell’1,9%, con la preferenza dei consumatori che si sposta verso le acque a minor prezzo. Il valore medio per litro è ai livelli più bassi d’Europa (appena 0,22 euro). Tra le varie tipologie tiene l’acqua “naturale”, mentre la gassata perde il 3,95% a volume e le effervescenti naturali il 6,8%. Circa 200 i clienti (80% Italia, 20% Europa).

l’introduzione della rotativa che consentiva di stampare a una velocità superiore del 30-40% rispetto alla stampa a foglio. Da quel momento in poi l’innovazione è diventata una pratica quotidiana per competere, mentre anche i clienti si modernizzavano. Infatti anche il vino stava passando alle etichette adesive, e i quantitativi di stampa a foglio diminuivano. Ma l’evoluzione è un percorso infinito, e Venturi ha scelto di continuare a crescere e offrire il meglio della tecnologia ai propri clienti. Grafiche Seven è quindi entrata con convinzione nel mondo della plastica ai suoi albori, il che dimostra una costante spinta all’innovazione: l’installazione di un’ulteriore rotativa per la plastica ha aperto altri campi, come i gelati, le vaschette per alimentari, le etichette per le mozzarelle… «Tutto questo ha comportato investimenti e soprattutto un cambio di mentalità, più aperto agli sviluppi delle lavorazioni».

Infatti la principale innovazione non sta nelle macchine, ma nel pensiero che adatta le nuove tecnologie a una sapienza antica, quella che permette di trasformare idee e creatività in un prodotto, l’etichetta, destinato ad avvolgere, descrivere e valorizzare altri prodotti. Davanti a nuove sfide un imprenditore illuminato vede nuove opportunità. Stampavamo un milione di etichette al giorno mentre adesso il cliente ci chiede lotti da mille? Bene, basterà trovare mille clienti per mantenere l’equilibrio e anzi crescere... e non è una battuta. «Non vogliamo competere su grandi volumi dove si contano i centesimi: dobbiamo dedicare la nostra cura a produzioni di alta qualità e valore aggiunto. Perché il mercato non smetterà di cambiare: si può discutere sulle strategie economiche o le finestre per la ripresa, ma sta alle imprese adattarsi per interpretarlo. E noi abbiamo seminato bene e siamo ancora qui». Stefano Tenedini

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LE mineRalI, un mercato tutto da bere

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Dagli espositori multimediali con display touch screen ai packaging dotati di codici AR, dai cataloghi cartacei che permettono una panoramica tridimensionale di oggetti e ambienti alle riviste che rimandano a video in streaming di interviste… è tutto un fiorire di invenzioni che sempre più coniugano la flessibilità della stampa digitale con le infinite possibilità tecnologiche.

stampa e digitale la strana coppia che funziona

Lorenzo Capitani esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it

La stampa digitale è ormai una tecnologia avviata, diffusa e sfruttata ampiamente per ottimizzare tempi e costi in molti ambiti fino a pochi anni fa appannaggio di tecnologie tradizionali. Basta guardarci intorno e, dallo striscione pubblicitario alla copertura dei cantieri, dal carwrapping al semplice flyer, gli stampati prodotti con tecnologia digitale non si contano. Non avendo impianti, il suo utilizzo è indicato soprattutto quando le tirature sono molto basse e c’è necessità di personalizzare. Ma siamo sicuri che le potenzialità della stampa digitale siano già tutte esplorate? Davvero si risolvono nel cambiare indirizzo sulle buste o nel fare microtirature? Si può costruire una vera e propria comunicazione “variabile”, personalizzata o quasi, e si tratta di orizzonti solo in parte esplorati.

La chiave è coniugare la stampa digitale con le diverse tecnologie digitali, che oggi vogliono dire, in massima parte, connettività in movimento. Avete presente Flipboard, l’app che aggrega contenuti in base ai gusti dell’utente, dichiarati o dedotti dalle sue abitudini di navigazione, pescando nella rete le notizie e le informazioni necessarie a costruire quasi “un giornale” su misura? Il digitale, inteso sia come tipologia di stampa sia come sinonimo di “mondo elettronico, virtuale”, permette di fare la stessa cosa con la carta. O quasi.

Un nuovo paradigma comunicativo

Da qualche tempo, chi si occupa di comunicazione ha a disposizione strumenti nuovi che hanno letteralmente rivoluzionato il settore: i social, luoghi di

incontro in cui tutto si basa sulla condivisione. Per le aziende affacciarsi in Facebook, Twitter, Pinterest... ha consentito di avere a disposizione un’infinità di persone tutte diverse, con propri gusti e abitudini, che possono essere profilate con assoluto dettaglio, acquisendone i dati di navigazione e i movimenti nella rete. L’evoluzione tecnica, la diffusione della connettività in movimento hanno fatto il resto. A questo si aggiunga la possibilità di integrazione tra media e lo sviluppo e l’accesso più semplice a tecnologie ad alto impatto emotivo e di grande effetto, come la realtà virtuale. È ovvio che ci troviamo di fronte a un vero e proprio ribaltamento del paradigma. Si è passati da un tipo di comunicazione “push” a uno “pull”, dallo spingere informazioni di chi fa comunicazione al tirare a sé solo le informazioni


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Il Flipboard è un aggregatore di notizie o contenuti web che seleziona per noi gli argomenti che ci interessano, i siti che riteniamo più interessanti e addirittura i nostri articoli preferiti.

che interessano al cliente. Cosa significa in concreto? Prima si producevano solo cartelloni pubblicitari, cataloghi, pagine sul giornale che era un po’ come gettare una rete enorme su una porzione quanto più ampia di mare per catturare quanti più pesci possibile, sperando che tra questi ci fossero quelli cercati. Ora, invece, il fulcro di tutto è il cliente, è lui che “tira” a sé la campagna di comunicazione e se ne fa a sua volta veicolatore condividendo con i suoi contatti. Come si trova un cliente così? Profilando e convincendolo a farsi evangelista sfruttando la sua azione nei social, che costruiscono una vera e propria rete tra gli individui, i cui nodi sono le pagine del brand.

La multicanalità è una realtà che abita in mezzo a noi

Questo effetto “pull” è poten-

ziato dalle nuove tecnologie digitali che, rispetto ai tradizionali strumenti comunicativi, mettono in contatto il brand e il cliente in modo più coinvolgente e attivo. L’eco di una campagna oggi può essere decuplicato grazie alle sinergie multicanali: dalle più semplici, come un QR su una confezione che rimanda alla pagina del marchio, a quelle più complesse, che intrecciano diverse tipologie di media: ecco allora aperta la via a pubblicità televisive che rimandano a canali di web tv, a stampati che attivano raffinate animazioni in realtà aumentata, a informazioni su locali che ci appaiono sul telefonino sfruttando la geolocalizzazione mentre si cammina per strada… Il social, più della pagina web istituzionale, è il primo nuovo step di questa multicanalità; seguono le tradizionali pagine delle varie aziende, che

possono diventare più efficaci se imparano a sfruttare i motori di ricerca. Come? Google predilige i contenuti dinamici, taggati, che si aggiornano e si interconnettono. Non basta riempirlo di informazioni e lasciarlo lì nel mare magnum del web. Occorre alimentarlo e lavorarci di continuo per farsi trovare, essere più attraenti, salire nel rating, apparire così tra le prime visualizzazioni di chi ricerca, insomma diventare punto di riferimento.

Target più precisi, destinatari profilati

Insomma, è passato il tempo del mass target: oggi le campagne si devono costruire in funzione del singolo destinatario. E non parliamo solo di messaggi pubblicitari che compaiono nei banner mentre navighiamo: la rete cambia sotto i nostri occhi mentre ci siamo dentro in funzio-

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Due “porte d’accesso” al magico mondo multicanale e multimediale a partire dalla stampa sono i codici QR (Quick Response) e AR (Augmented Reality). Di cosa si tratta? I primi sono codici a barre bidimensionali che una volta inquadrati con un device collegato a internet, generalmente uno smartphone, rimandano alle informazioni complete. Si trovano sui cartelloni pubblicitari, dove rimandano al sito dell’azienda e permettono di sfogliare cataloghi e conoscere prezzi dei prodotti, e magari anche comprare direttamente online; o sui cartellini dei capi di abbigliamento, dove consentono di memorizzare sul cellulare modello, taglia e colore per un acquisto futuro. Più complessi i codici AR, marker grafici che per essere attivati devono essere inquadrati dalla webcam di un computer collegato a internet o da un telefonino “intelligente” connesso alla rete. Il marker attiva un flusso video che si sovrappone a quanto inquadrato restituendo contenuti extra, bidimensionali o tridimensionali. I primi consentono di aggiungere informazioni a quanto inquadrato (per esempio informazioni turistiche su un paesaggio urbano precedentemente mappato); i secondi, già sfruttati dai videogiochi, dalla pubblicità e dall’editoria didattica, creano animazioni tridimensionali, in pratica una realtà virtuale vera e propria, di forte impatto.

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Codici QR e AR

Volete generare un QR code personalizzato? Il servizio Quirify di www.visualead.com rende questa operazione facilissima. Collegatevi al sito, inserite il messaggio da “qurificare”, cliccate su “Generate QR Code” e scaricate l’immagine del codice QR.

ne di come la navighiamo. State cercando informazioni per decidere dove andare al mare quest’estate? Vi compare la pubblicità di un residence in riviera. Leggete la pagina sportiva di un quotidiano? Ecco per voi l’annuncio di un’offerta sulle scarpe da calcio… Grazie a CRM (Customer Relationship Management) raffinati che si avvalgono di complessi algoritmi, infatti, è possibile profilare istante per istante il singolo consumatore e costruirgli attorno una campagna sicuramente più efficace di quella generalizzata. Insomma, non lancio la rete, ma

colpisco esattamente nel luogo e nel momento in cui so che passerà il pesce più grosso; e come esca uso il suo cibo preferito. Le possibilità di successo salgono decisamente, no?

La stampa digitale al centro del sistema dei media

Fin qui è tutto nelle potenzialità del web, la verità però è che la multicanalità si fa facendo sinergia con la carta, diciamo così profilando anche l’analogico sfruttando le potenzialità della stampa digitale. Un esempio: il volantino del supermercato, tradizionalmente stampato in centinaia di migliaia di copie e

diffuso a tappeto. Si può fare un lavoro più mirato: in un quartiere di nuova costruzione popolato di giovani coppie e famiglie con bambini, metterò in risalto l’offerta sui giocattoli o sugli alimenti per l’infanzia. In un altro quartiere dove i residenti sono in massima parte di mezza età e di ceto socio-economico medio alto, avrà più senso sottolineare l’ampia offerta di vini raffinati… e così via. Ma pensiamo anche ai dorsi locali dei quotidiani, con notizie e ovviamente inserzioni pubblicitarie di interesse ristretto, ma che attirano molto. E tutto questo, per l’appunto, può essere reso possibile dalla stampa digitale che consente di stampare solo l’indispensabile per campagne mirate. È finito il tempo della mera pubblicità sul giornale. Della pubblicità in televisione. Il messaggio, adesso, deve essere declinato


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La realtà aumentata consente di visualizzare contenuti digitali 3D da un device con effetti anche dinamici.

Lego ha creato totem capaci di leggere in realtà aumentata i modellini dei giocattoli contenuti nelle confezioni.

Ingress, di Niantic Labs in collaborazione con Google, è un gioco di realtà aumentata che si basa su una versione “alternativa” del mondo reale. I giocatori viaggiano nella propria città “inquadrata” dallo smartphone per catturare territori e raccogliere oggetti virtuali avanzando nel gioco (youtu.be/PhT1ToPU3WA).

sui vari media simultaneamente. Non solo: deve esserci la possibilità di passare agevolmente da un mezzo all’altro sfruttando appieno le immense potenzialità offerte dalla connettività mobile.

La stampa digitale, sempre più strategica

La flessibilità della stampa digitale consente di integrarla con tutte le possibilità di nobilitazione e di cartotecnica oggi disponibili. Un esempio classico di utilizzo della stampa digitale è il totem da punto vendita, che può arricchirsi in direzione della multisensorialità, integrando le funzioni di comunicazione ed esposizione: basta inserirvi uno schermo sul quale scorre un filmato. Ci sono poi totem che integrano dei monitor touch screen per navigare nei

contenuti multimediali aggiornabili in continuazione, altri che spruzzano i profumi per testare le essenze, oppure contengono scampoli di tessuto da accarezzare. Ci sono persino banconi sensibili al calore che, semplicemente all’avvicinarsi di una mano, si animano di luci, suoni, colori. Un esempio interessante è quanto fatto da Lego, la celeberrima azienda danese dei mattoncini colorati, che ha reso le confezioni dei suoi giocattoli dei codici AR: inquadrandoli con appositi chioschi dotati di videocamera e display presenti in alcuni punti vendita è possibile vedere l’oggetto contenuto nella scatola mentre viene costruito e poi si anima nel gioco. E gli esempi non sono finiti: la realtà aumentata può essere utilizzata in molteplici campi, dall’editoria, soprattutto didattica, per rendere visibili contenuti astrat-

ti, alla pubblicità, al turismo, per usufruire in tempo reale di una marea di informazioni, fino all’allestimento delle vetrine dei negozi. Anche gli agenti immobiliari possono trarne beneficio e utilizzarla per mostrare, invece della solita micro-fotografia sul cataloghino, una panoramica a 360° degli ambienti di una casa. Ma per restare nel mondo delle esperienze analogiche, un altro spunto interessante può essere quello di utilizzare quei sistemi di autoattivazione di messaggi sonori (meccanici o con l’esposizione alla luce) già utilizzati per i biglietti di auguri per inserire degli audio nelle riviste: basta aprire la pagina giusta e parte il sonoro. Insomma, c’è davvero ancora tanto da fare nel mondo della comunicazione, e il digitale è senza dubbio il miglior alleato di ogni print buyer a caccia di nuove idee.

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5+1 consigli per... una fustellatura a regola d’arte

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Che si tratti di una brochure sagomata, di un libro dagli angoli stondati, di una busta finestrata o di un espositore, sempre serve una fustella. E ancora di piĂš le fustelle sono impiegate nella cartotecnica e nel packaging. ecco Come essere sicuri di avere un lavoro ben fatto. di lorenzo capitani

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1 - progettare rispettando i processi di produzione Molto spesso, anzi troppo spesso, i creativi nella progettazione di un prodotto da fustellare, come può essere un comune astuccio o un più impegnativo espositore, non tengono conto dell’economicità del processo produttivo. Ciò dipende dal fatto che purtroppo non sempre chi progetta ha una conoscenza approfondita degli aspetti più tecnici della produzione, invece l’analisi preventiva di ogni fattore è determinante per la buona riuscita di un progetto in termini di qualità e di economicità. La norma principale è che lo studio della grafica deve seguire quello della fustella, “riempire la forma”, non costringerla ad adattarsi. Tanto più è complesso l’oggetto da realizzare, tanto più questa regola va tenuta in considerazione, per il packaging ma soprattutto per quei prodotti come espositori da banco, display sagomati, totem, che spesso si compongono di cinque, sei e anche più pezzi differenti e che richiedono quindi estrema precisione. È buona norma, come sempre, scegliere accuratamente il fornitore, affidandosi all’esperienza e al know how di aziende specializzate, che spesso offrono alla clientela un servizio di affiancamento in tutte le fasi, dallo studio preliminare alla confezione finale, e persino all’imballaggio e spedizione, fase di notevole importanza per articoli così particolari e delicati. Conoscere bene il proprio fornitore significa anche conoscere il suo parco macchine e le possibilità di lavorazioni in linea che questo consente: ricordiamo infatti che ove possibile sono da preferire lavorazioni in linea che evitano quindi le diverse fasi di avviamento con conseguenti costi, possibilità di difetti in termini di registro, aumento dei tempi. Qualche esempio? In molte linee di fustellatura sono inserite stazioni per l’impronta braille necessaria sulle confezioni dei farmaci, oppure la stessa macchina può creare effetti di embossing/debossing decorative, utilizzate in quei campi in cui l’aspetto estetico è determinante, come la cosmesi o il packaging per prodotti alimentari di pregio. Anche di questi aspetti deve tenere conto chi progetta un articolo da fustellare; ma la maggiore attenzione va forse posta alla disposizione delle pose sul foglio, in maniera da evitare al massimo gli scarti di materiale ottimizzando le rese, e al posizionamento di

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Per una fustellatura ben fatta occorre un progetto costruito a regola d’arte che tenga conto della lavorazione.

2 punti di attacco. Un’azienda esperta nella costruzione di fustelle saprà poi come creare manufatti a regola d’arte, per esempio differenziando la durezza della gomma in base alla posizione (più dura in prossimità dei punti d’attacco e negli intagli), inserendo un foglio di taccheggio in carta calibrata nei punti in cui è necessaria una maggior pressione. È utile anche prevedere, oltre alla fustella vera e propria che incide, una contromatrice per cordonatura identica alla fustella contrapposta dall’altra parte del foglio, il che rende il taglio più preciso. Ovviamente sono tutti elementi che hanno un costo e che vanno quindi valutati attentamente in fase di preventivazione.

crescita, sia per le basse, bassissime tirature (sotto i 100-200 pezzi) e la richiesta di oggetti sempre più personalizzati, sia appunto per la prototipazione. Con il prototipo tagliato al laser è possibile innanzitutto verificare la correttezza del modello, gli incastri, la coerenza della decorazione grafica in una situazione tridimensionale, apportando eventuali modifiche. Ma si possono anche fare prove statiche e dinamiche, prove di carico, simulare stress d’uso ecc. E solo una volta che tutti i parametri risultano perfettamente soddisfacenti, si può procedere alla produzione della fustella vera e propria e partire con la produzione dei pezzi.

2 - richiedere un prototipo Come essere sicuri che il progetto sia valido prima di far costruire costose fustelle e procedere a stampa, taglio, assemblaggio del prodotto finito, e trovarsi magari davanti a qualche brutta sorpresa? Una buona idea, soprattutto se si parla di progetti complessi ad alte tirature, quindi con un investimento nottevole, è fare un prototipo. La tecnologia digitale in questo aiuta molto: così come esistono le stampanti digitali, ormai sempre più diffuse, vi sono infatti anche le “fustelle digitali”, ovvero i plotter di taglio. In questo caso non si utilizzano le tradizionali fustelle, ma lame o testine laser che incidono direttamente il supporto seguendo il tracciato fornito in un file. Il loro utilizzo è in

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Secondo step: per assicurarsi che nel progetto non ci siano difetti, l’ideale è costruire un prototipo.


3 - valutare con attenzione il materiale scelto Carta e cartoncino, soprattutto nei packaging, la fanno da padrone, ma la tecnica della fustellatura si può utilizzare su tutta una gamma di materiali non fibrosi che includono i tessuti, le gomme, le plastiche, il cuoio ecc. «Noi trattiamo carta e cartoncino in tutti gli spessori, dal foglio sottile ai 4 mm», spiega Antonella Zanelli della cartotecnica Nuova Picchio, nel Milanese, specializzata in espositori per il settore moda, «e poi cartoni, ondulati, microonda, onda bassa, cartoni rigidi, fibrone; ma anche pvc, pelle e similpelle, e laminil». E la tipologia di materiale, la sua composizione e struttura, sono un altro importantissimo fattore da tenere in considerazione per la buona riuscita di un prodotto fustellato. «La macchina va settata per ciascun tipo di materiale», continua Zanelli, «scegliendo il controsolcatore più adatto per materiale e misura». Ma anche altri parametri vanno considerati. Un esempio? Si vanno diffondendo sempre più manufatti di cartone spesso, ondulato, ritagliati per lo più con laser digitali, utilizzati nell’interior design. Ma il cartone ha un difetto importante: risente molto dell’umidità dell’aria, modificando la propria planarità e rendendo difficile la sua lavorazione. Rugosità

e “imbarcamenti” o altri difetti della materia prima sono molto importanti perché possono influenzare la macchinabilità. E anche se si tratta di materiali poveri, da essi dipende la buona qualità di un lavoro.

4 - seguire accuratamente l’avviamento L’avviamento di una fustellatura è una fase lunga e delicata, che richiede tutt’oggi molte lavorazioni manuali e una sapienza quasi

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La scelta dei materiali (come il cartone) è fondamentale: bisogna sapere come ciascuno si comporta e quali criticità pone.

“artigianale” da parte dell’operatore, nonostante le macchine in uso attualmente abbiano automatizzato molte operazioni con un deciso ingresso, anche in questo campo, del controllo computerizzato e della tecnologia digitale. Nonostante ciò, per le lavorazioni più complesse e le fustelle di più difficile lavorazione l’avviamento può durare anche alcune ore. I fattori da controllare e da settare sono infatti molti: prima di tutto va verificata la corrispondenza tra la fustella e il tracciato originale; quindi la corrispondenza tra la fustella e la grafica stampata, e in particolare il registro (se ci sono errori di progettazione, è decisamente troppo tardi per rimediare ora: per questo avevamo consigliato di fare un prototipo…); infine, vanno controllati pieghe e tagli dei singoli pezzi: e se, come nella maggior parte dei casi, il foglio è in resa multipla, vanno controllati i pezzi di ogni posa e va verificato che siano identici. Per composizioni particolarmente complesse alcune cartotecniche realizzano dei pre-avviamenti fuori macchina, che riducono i tempi di fermo e i relativi costi. Una volta che l’avviamento è terminato, la macchina è stata messa a punto e può iniziare la produzione vera e propria. In questa fase sono molti i fattori che svolgono un ruolo determinante e che vanno costantemente monitorati e tenuti sotto controllo: la precisione meccanica, la potenza dei motori, la pressione esercitata dal piano porta-fustella, l’efficienza del mettifoglio; e poi la dotazione stessa della macchina, con l’eventuale presenza di apparecchiature elettroniche di controllo di tutti i parametri o di dispositivi di asportazione degli sfridi ed eventualmente anche di separazione delle pose con la rottura delle tacche di tenuta e l’impilatura e la pareggiatura delle singole sagome.

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In avviamento si verifica anche la distribuzione dei punti di tenuta delle pose per evitare di perdere i fogli in macchina.

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agevole scartinatura: gli angoli troppo acuti e gli interspazi troppo stretti (sotto i 5 millimetri circa). Fin dalla progettazione del modello è dunque opportuno evitarli, semplificando per quanto possibile il tracciato, smussando l’angolo se è troppo acuto, intervenendo per allargare gli interspazi. Per quanta abilità si sia messa nella produzione, infatti, se la geometria del disegno ostacola il buon distacco dello sfrido, ciò che si ottiene in fase di scartinatura è un profilo irregolare, sfrangiato, che può compromettere l’effetto estetico e la qualità dell’intero prodotto.

erché il pezzo fustellato sia perfetto, va estratto con particolare cura dalla forma.

5 + 1 - ricordarsi di conservare le fustelle

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Le fustelle si possono riutilizzare: vanno però conservate con molta cura...

5 - attenzione alla fase di scartinatura

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La scartinatura è l’ultima fase nel processo di fustellatura, ma è anch’essa di fondamentale importanza, anzi imprescindibile: si tratta, in pratica, dell’eliminazione dello scarto, cioè del materiale esterno al foglio fustellato che, per ottenere un lavoro ben rifinito, deve quindi essere staccato e completamente asportato. Le macchine più evolute, soprattutto quelle ad elevata produttività, hanno sistemi integrati e automatici per l’estrazione degli sfridi (a volte, come abbiamo visto, anche per la separazione e impilatura delle singole pose). Questi dispositivi automatici rimuo-

vono lo sfrido della fustellatura lasciando in pinza solo la parte perimetrale del materiale inciso, che serve per trascinare il foglio ed estrarlo completamente. Ma in molti casi è necessario asportare a mano il materiale che rimane attaccato al fustellato, vuoi perché la macchina utilizzata non è dotata di dispositivi automatici, vuoi perché il tracciato è di complessità tale per cui non è possibile procedere meccanicamente. Le operazioni manuali o semimanuali di separazione del fustellato dallo sfrido sono complesse e richiedono tempo, quindi rappresentano un costo: costo di cui va tenuto conto fin dalla fase di preventivazione e, ancora prima, di progettazione. Due sono infatti i principali “nemici” di una

La produzione del fustellato a questo punto è terminata, ma la vita della fustella non è ancora finita. Le fustelle, infatti, si consumano, le lame perdono il filo, la profondità, e certo il numero di pezzi che possono produrre non è infinito. È, però, molto alto: migliaia e migliaia di copie. Per questo, e anche tenendo conto del costo dell’impianto, il nostro ultimo consiglio è quello di conservarle per lavori futuri, e non necessariamente per una nuova tiratura della stessa commessa. La fustella infatti può essere usata per altri articoli che abbiano magari grafica diversa ma identica forma: come le confezioni di varianti diverse di prodotti della stessa serie, oppure come quei prodotti di cartotecnica standard (astucci, scatole, buste ecc.) presenti nei cataloghi delle aziende che offrono ai clienti il servizio di personalizzazione. Molte cartotecniche offrono ai propri clienti un servizio di “custodia” delle fustelle. È però importante custodire accuratamente degli oggetti così preziosi e delicati, tanto che persino il TAGA Italia (l’Associazione dei Tecnici delle Arti grafiche) ha previsto delle specifiche per il trasporto e il magazzinaggio delle fustelle, che vanno conservate assemblando il cosiddetto “utensile superiore” di taglio, la fustella vera e propria, con la “tavola centrale di estrazione” una tavola di legno dotata di scarichi corrispondenti ai rifili, dove il foglio viene appoggiato dopo la fustellatura. In questo modo il filo delle lame rimane protetto.


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Grandangolo Paper because, una nuova campagna per la carta Si chiama “Paper because” ed è una campagna di sensibilizzazione all’uso della carta realizzata da Domtar, una delle aziende più importanti dell’industria cartaria statunitense e canadese: un’iniziativa che ha preso corpo con una campagna stampa che Domtar ha inserito nello speciale Mad men special issue di Newsweek, un numero dedicato a una fortunata serie tv. Tra gli articoli sono comparse le diverse declinazioni della campagna compresa quella di un ragazzino vestito da supereroe che legge le avventure del suo personaggio preferito sotto la scritta “Read faster. Retain more” dove si spiega che la lettura sulla carta è dieci volte più efficace rispetto a quella online.

Un po’ sculture, un po’ panchine, un po’ libri illustrati. Si chiamano “BookBenches” e sono le nuove panchine che da luglio a settembre si possono vedere a Londra, nella City, lungo il Tamigi, a Bloomsbury, a Greenwich. Si tratta di un’iniziativa di promozione della lettura, battezzata Books about Town, lanciata dal National Literacy Trust con l’obiettivo di incoraggiare la lettura e raccogliere i fondi per un importante progetto di alfabetizzazione. Enti pubblici e aziende private hanno sponsorizzato l’iniziativa legando il proprio nome alle 50 panchine dedicate ai più famosi romanzi della narrativa inglese: da Sherlock Holmes a Peter Pan, da Jane Austen a Dickens, da Shakespeare a Orwell, fino a Monica Ali e Nick Hornby… ciascuna delle panchine è destinata a diventare un comodo rifugio per chi voglia leggersi un buon libro.

Photo: National Literacy Trust

Londra celebra i libri in panchina

Scrivere newsletter... sembra facile

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Un libro di carta, agile, semplice e ricco di esempi pratici, per orientarsi in quel mondo tutto digitale delle newsletter. Lo ha scritto la giornalista Vanna Pizzetti insieme con Monica Zanardo per fornire a tutti coloro che si occupano di email marketing uno strumento di consultazione da tenere sempre a portata di mano. Qual è il linguaggio giusto, il più accattivante, per rivolgersi ai propri destinatari? Come si scrive un subject che catturi l’attenzione in poche parole? Quali sono i trucchi e gli errori da evitare? E il layout, come deve essere strutturato in modo da rendere visibili a colpo d’occhio le informazioni che vogliamo trasmettere? Questo e altro, compresa l’analisi semantica di numerose DEM, troverete in questo manuale che, per il fatto stesso di essere di carta (ma c’è anche una versione digitale) si rivela davvero prezioso.


Se il giornale diventa un ombrello Tra gennaio e maggio in Ecuador piove tanto e le vendite dei quotidiani, distribuiti in migliaia di piccoli e coloratissimi chioschi, calano. Che fare? L’editore del quotidiano ecuadoriano Extra ci ha pensato un po’ e si è fatto venire un’idea: stampare un’edi­zione pla­sti­fi­cata del suo giornale, con la prima e l’ultima pagina pro­tette da una pellicola, in modo da offrire ai lettori un quotidiano bivalente, da usare all’occorrenza come ombrello, appoggiato sulla testa per ripararsi dalla pioggia. Risultato: la dif­fu­sione è aumen­ tata del 12% e le ven­dite della pub­bli­cità addi­rit­tura del 16% rispetto all’anno pre­ce­dente. E non è tutto: 21 nuovi inser­zio­ni­sti hanno ade­rito all’iniziativa e sono pronti a replicare. Insomma, chi l’ha detto che la piog­gia porta cat­tive notizie? Il mezzo è il messaggio, ancora oggi non si discute su questo assioma. E ricordiamoci che le idee sono leggere, non hanno confini e possono arrivare ovunque.

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Cose di Carta e non

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Inviti... fustellatissimi Se avete un’agenzia di Wedding Planner o se siete in procinto di sposarvi fate un giretto su questo sito di e-commerce: PopTheQuestion.it. Avrete la possibilità di scegliere tra 2.000 diverse combinazioni di inviti Pop-Up realizzati con la tecnica di piegatura Paper Engineering che dà l’illusione del movimento e della tridimensionalità proprio come un elegante origami. Miniature di cattedrali, uccellini che dondolano sui rami, castelli principeschi… gli inviti sono tutti diversi per stili, colori e tipologia delle carte, rigorosamente scelte e selezionate tra quelle proposte dalle cartiere italiane.

svolta ambientalista per diabolik

Per il “genio del crimine” più amato si prospetta una svolta “green”: d’ora in poi le sue avventure saranno stampate su carta certificata PEFC. Ad annunciarlo, l’editore Astorina: «Un segno concreto per orientare il mercato e i consumatori verso prodotti a basso impatto ambientale. E un aiuto per le aziende della filiera bosco-legno-carta che credono nella gestione sostenibile». Dunque anche se il leggendario Diabolik continua a rubare diamanti, superando indenne tutti i sistemi di protezione… ebbene questi suoi “lati oscuri” non gli impediranno di essere apprezzato anche per l’impegno ambientalista. Le 450 tonnellate di carta della cartiera svedese Holmen usate per Diabolik contribuiranno a ripiantare 33,28 ettari di foresta che assorbiranno 1.664 tonnellate di CO2.

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agenda

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milano Giovanni Segantini al Palazzo Reale

Primavera Dimenticato e poi riscoperto dalla critica in varie fasi del sulle Alpi, 1897 Novecento, Giovanni Segantini è il protagonista della grande mostra antologica organizzata per autunno, dal 18 settembre al 18 gennaio 2015, al Palazzo Reale di Milano. Curata da Annie-Paule Quinsac, autrice del catalogo e massima esperta di Segantini, a cui ha dedicato quasi mezzo secolo di studi e otto mostre in tutto il mondo, in collaborazione con Diana Segantini, che del bisnonno si occupa con entusiasmo da alcuni anni, la mostra presenta 120 dipinti provenienti da importanti musei e collezioni private europee e statunitensi. Dai paesaggi milanesi ai magnifici ritratti maschili e femminili, dalle meravigliose nature morte ai grandi capolavori svizzeri dedicati alle Alpi sino agli ultimi lavori come Le due madri (1889), L’Angelo della vita (1894) dove Segantini raggiunge gli esiti più alti del divisionismo… la mostra di Milano rende omaggio a uno dei maggiori artisti europei del secondo Ottocento che in meno di vent’anni di attività seppe esprimere tutte le angosce e i fermenti della sua epoca.

roma henri cartier-bresson al museo dell’aRa pacis A dieci anni dalla morte del grande fotografo, una mostra retrospettiva (fino al 6 gennaio 2015), proveniente dal Centre Pompidou di Parigi, ci propone una nuova lettura dell’immenso corpus di immagini che Cartier-Bresson ci ha lasciato. Copre il suo intero percorso professionale ed è il frutto di un lungo lavoro di ricerca svolto dal curatore Clément Chéroux nel corso di anni di lavoro nell’archivio dl fotografo. Sono esposte oltre 500 tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti che riuniscono le più importanti icone ma anche le immagini meno conosciute del grande maestro. Chéroux ha selezionato non uno ma diversi Cartier-Bresson: il fotografo, vicino al movimento Surrealista intorno agli anni Trenta; il documentarista della Guerra civile spagnola e della Seconda guerra mondiale; il reporter degli anni Cinquanta e Sessanta e infine, dagli anni Settanta, l’artista più intimista. Manifestazione

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PRINT BUYER n. 52 - uscita settembre 2014 Direttore responsabile Ruggero Zuliani Comitato di redazione Anna Aprea (coordinamento) aprea.a@ilpoligrafico.it Emanuele Posenato, Alberto Sironi Hanno collaborato a questo numero: Paola Bonfanti, Lorenzo Capitani, Achille Perego, Stefano Tenedini, Spazio A Art director Cristina Mascherpa mascherpacristina@virgilio.it Impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Copertina Cristina Mascherpa Illustrazione di Massimo Malpezzi (www.massimomalpezzi.com) Sede Zeta’s - 20137 Milano, via Kolbe 8 Tel. 02.7529101, Fax 02.75291039, printbuyer@ilpoligrafico.it Marketing & Business Development Paolo Fiorelli Tel. 339.7335998, fiorelli.p@ilpoligrafico.it Pubblicità Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo tel. 02.70300088 csanfilippo@rancatinet.it Lucia Cremascoli (segr. pubblicità) Tel. 02.75291030 cremascoli.l@ilpoligrafico.it Numeri arretrati euro 12,50 cad. Abbonamenti tel. 02.7529101 abbonamenti@ilpoligrafico.it Quota annua euro 39,00 per l’Italia, euro 64,00 per l’Europa, euro 74,00 extra Europa. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a: Zeta’s srl - Credem Ag. 2 Milano - IBAN IT31 X030 3201 6010 1000 0060 641 oppure sul c/c postale n. 41419201. R.E.A. Milano n. 1190227 Autorizzazione Tribunale Mi n. 706 - 11.10.04 Stampa Grafiche Parole Nuove di Brugherio (MB). Copertina Stampa: Ciesse Printer di Padova Nobilitazione: PI-EMME di Chieri (Torino)

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