Il Poligrafico, n. 154, Maggio 2014

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ITALIANO

N. 154/2014 Maggio - Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - Euro 9,90 - CMP Milano Roserio

Stampa e nuovi media nell’era digitale

Il lusso nel packaging

incontro con emilio Albertini di cosmografica albertini - a pag. 24

speciale controllo colore Le nuove tecnologie di misurazione - a pag. 32

Stampa inkjet

presente e futuro (II parte) - a pag. 60



Stampante UV Curable a letto piano Jeti Titan HS

Jeti Titan S/HS si tuffano nella stampa di grande formato Le nuove Jeti Titan S ed HS rappresentano la nuova generazione di stmapanti a letto piano con un rapporto prezzo/qualità ineguagliabile. Montano l’ultima generazione di teste di stampa Ricoh Gen5. Queste stampanti UV a letto piano con 6 colori e bianco ad alta qualità e velocità con il costo più economico, producono applicazioni top sia per indoor che per outdoor.

Jeti Titan S ed HS sono abbinate al rivoluzionario workflow per il grande formato Asanti. Come la riduzione di costi e tempi di lavoro, così anche la complessità delle lavorazioni di pre-stampa sono diminuite drasticamente, grazie all’eliminazione degli errori e dei rifacimenti.

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Sommario piombi In primo piano Offerta Pozzoni per Roto2000 . . . . Piano di rilancio per Elcograf . . . . . Sinergia tra Assografici e GCT . . . . Sul rilancio di Seat Pagine Gialle . . . . Aziende grafiche italiane . . . . . . Fornitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Convegno su imballaggio alimentare Incontro stampa con Argi . . . . . . . . Istituzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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INTERVISTE L’industria grafica: un futuro da reinventare Emilio Albertini (Cosmografica Albertini) . . . . . . . . . 24 TECNOLOGIE Heidelberg: è tempo di inkjet e 4D . 29 Stampa inkjet, presente e futuro (seconda parte) . . . . . . . . . . . . . . . 60 spEciale misurazione colori Per una stampa senza dubbi . . . . . . 33 Strumenti e misurazioni: come cambiano . . . . . . . . . . . . . . . 34 Le proposte dei fornitori . . . . . . . . . 39 Differenze tra DeltaEAB e DeltaE00 . . 44 Conversione delle tolleranze CIELAB . 46 Il rapporto qualità/prezzo . . . . . . . . 52

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SPECIALE Strumenti di misurazione colore

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Sistemi inkjet ad alta produttività (seconda parte)

management La formula vincente di un grande coach: il caso di Alex Ferguson . . . . 67 EVENTI Resoconto IPEX 2014: una fiera... diversa . . . . . . . . . . . . . 74

74

mErcati Come trasformare la stampa in valore aggiunto . . . . . . . . . . . . . 57 RUBRICHE I nomi di questo numero . . . . . . . . . . 6 L’opinione di... Posenato “Miopia”, la patologia del momento . . 9 L’opinione di... Sironi Trovare lavoro, mai così difficile . . . 10 Colophon . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82

Organo Ufficiale ITALIA

associazione tecnici arti grafiche italia

EURO GRAPHIC PRESS

Il Poligrafico è la rivista italiana del Gruppo Eurographic Press www.eurographicpress.com

IPEX 2014: perché è stata una fiera... diversa


il poligrafico

tutto il numero

in un minuto

Stampa e nuovi media nell’era digitale

aziende fiori all’occhiello

misurazione del colore Tutto quel che c’è da sapere sulle nuove tecnologie e i nuovi studi sulla misurazione del colore in stampa: panoramica sugli strumenti di ultima generazione; le novità nella norma ISO 12647; guida alla conversione delle tolleranze CIELAB; l’approccio americano in merito al rapporto tra qualità e prezzo. A pag. 32

24

“L’industria grafica, un futuro da reinventare”: Emilio Albertini di Cosmografica Albertini

29

Heidelberg svela le sue carte tecnologiche per i prossimi anni

lezioni di management Comincia da questo numero una collaborazione con Strategiqs, editrice della storica testata Harvard Business Review, voce dei massimi esperti di business management della nota università americana. In questo primo articolo, Anita Elberse racconta la vicenda professionale di Sir Alex Ferguson, coach super vincente. Un caso di leadership che offrirà spunti di riflessione e stimoli di approfondimento. A pag. 32 incontro con... cosmografica albertini Ospite di questo numero è un’azienda familiare con oltre 60 anni di storia che da piccola tipografia artigianale si è evoluta fino a diventare il riferimento per il mercato della stampa di astucci e scatole per il “lussuoso” settore della cosmetica. A pag. 24

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Lezioni di management: l’esempio del più grande coach di calcio, Sir Alex Ferguson

il futuro di heidelberg In un incontro con la stampa internazionale presso il suo quartier generale, il colosso tedesco ha svelato le sue strategie di breve e lungo termine. E scopriamo che gli sviluppi tecnologici si sposteranno anche verso la stampa inkjet e... la “quarta dimensione”. A pag. 29 riflettori sull’inkjet In questa seconda parte dell’articolo (la prima è uscita sul n. 153), Luca Chiavegato va ad analizzare un altro gruppo di tecnologie sul mercato, allargando il panorama con le macchine per stampa a dato variabile, libri, manuali, brochure. Prima, però, un’interessante introduzione sull’argomento carta, inchiostro e applicazioni. A pag. 61


I nomi di questo numero Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria

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Accademia del Poligrafico 9 Adobe 23 Agfa Graphics 3,21,74 Albertini Emilio 25 Albertini Pietro 25 Alessandro Pesenti 72 ARGI 2,20 Assografici 13,20 ATIF 66 Axel Springer 16 Azzaretti Gianni 18 Bacile Filippo 18 Barbieri 40 Bavuso Giorgio 20 Bellocchio Paolo 19 Bentley Gregory 57 Bergamaschino Arturo 19 Bertholdt Uwe 45 Betzmeier Dieter 16 Bianchi Silvano 21 Bobst 14,26 Bolza-Schünemann Claus 16 Bomapi 14 Bordoni Francesco 19 Borio 14 Böttcher 21 Bottini Giorgio 19 bwebsystems 14 CAMIS 19 Camporese Macchine Grafiche 81 Canon 64,74 Caroni Marcello 13 Cartiere del Garda 16 Cartotecnica Garanzini 19 Cerutti 19 Colombo Giovanni Battista 13 ColorConsulting 40 COM 19 ComScore 80 Conad 19 Condat 16 Conselvan Sante 18 Corbella Guido 23 Cosmografica Albertini 24 Covini Claudio 13 Crotti Francesco 21 Dalla Pozza Ivan 14 De Carolis Adrio Maria 13 De Lucchi Vittorio 21 De Serio Antonio 21 Deaprinting 12 Dholding 13

Dmail group 13 Donham Wallace B. 80 Durst 14,59 Edigit 19,23 EFI 77 Elberse Anita 67 Elcograf 12 Eutro Log 18 Exaprint 37 Farina Vittorio 13 Faservice 77 Fasterprint.com ins. Federchimica 20 Fenix 51 Ferguson Alex 67 Flexotecnica 16 flyeralarm 31 Fujifilm 30,77 G.F. Uno 13 Gallus 30 GAMA 19 Garanzini Silvia 19 GCT 13 Gecht Guy 77 Gerboni Emilio 19 Gianetti Giuseppe 18 Gill David 67 Giuffrida Pietro 14 Goglio 19 GPN 81 Grafica Veneta 12 Grafikontrol 19 Harvard Business Review 9 Heidelberg 16,25,29,74 HP 21,57,74 Huber Group 18 I&C 18 ICR 19 IFRA 38 Igepa-Allcart 31 IMAC 19 ImageData Group 79 InfoTrends 58 International Paper 19 Ipack-Ima 23 IPEX 2014 74 iPrintDifferent.com 17 16 Kamann KBA 14,15,16,21,74 Kennedy Graham 16 Kodak 16,19,21,63,74 Komori 21,71,76,78 Konica Minolta 42,76

Laem System 19 Lamonarca Lucia 23 Lampa Fabrizio 14 Lampa Packaging 14 Lampo Cartotecnica 14 Landa Benny 77 Landa Corp. 77 Lawley-Gibbs Russell 58 Lecta gruppo 16 Levi Acobas Elia 22 Levi Roberto 20 Linzbach Gerold 16,29 Lithosol 28 Lombardi Maria Laura 19 Lorenzini Alfredo 21 Luxoro 18 Macchingraf 7,21,78 Maggioni Mario 19 Malki Davide 18 manroland web systems 12,14,16 Masterwork Machinery 79 Mazzoleni Alberto 21 Meli Monica Maya 14 MGI 76 Mondadori Printing 12 Moreschini Roberto 13 Nannoni Andrea 12 Neopost 21 Newsprinters 16 Nimax 79 Niteroi 13 Nociti Maria Zemira 18 Nuova KBN 14,79 Odissea 13 Oliver Jason 30 Open Age 43,49 Owen Eric 16 Panzeri Giovanni 19 Parisi Ivan 18 Pasqualini Marco 18 Pedon gruppo 18 Pellegrini Massimo 13 Percassi Antonio 13 Peretti Aldo 19 PGS – Pool Graphic Service 8,14,79 Pixartprinting 14 Plenz Stephan 30 Pozzoni gruppo 12 PressUp 82 Printgraph 21 Puoti Sergio 19

Puppo Alessandro 21 R.G. 21 Rich Danny 46 Ricoh 16,20,30 Rizzo Simone 21 Romano Frank 77 Roto2000 12 Rotosud 13 Salicetti Denis 23 Scodix 78 Screen 65,78 Seat Pagine Gialle 13 Semenza Claudio 21 Serilito 25 Sharp 11 Shinohara 76 Simone Giovanni 12 Sironi Alberto 18 Smithers Pira 57 Springfield Solutions 78 Stanley Shaun 78 Stojsavljevic Angelina 57 Strategiqs 9 Studio Xilox 80 Summa Luigi 21 TAGA Italia 23 Techkon 40 Tecnologie Grafiche 40 themediahouse 78 Topcolor 14 Torraspapel 16 Tresu 21 Tugnoli Michele 19 TV in a Card 58 Uteco 19 Vercelli Maurizio 12 Vestrucci Gianluigi 18 Viganò Gianluigi 13 Villani Massimo 13 X-Rite 35,39 Xerox 64,74 Zocca Luca 18




Opinioni

gestione aziendale

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Market & Trend

“Miopia”, la patologia del momento Emanuele Posenato

posenato.e@ilpoligrafico.it @eposenato

Procedendo per analogie, la miopia sembra proprio essere la patologia del momento. In una società in generale palesemente disorientata, imprenditori e manager sembrano soffrirne più di altre categorie e soprattutto sembrano viverla come una debolezza o, addirittura, una colpa da dissimulare. Indubbiamente è un deficit invalidante, in grado di mettere in discussione la leadership, ma riteniamo dovrebbe essere vissuta esattamente per quello che è: una patologia abbastanza comune che con qualche piccolo accorgimento può essere compensata e ovviata. In optometria la miopia è compensata attraverso l’anteposizione di lenti correttive, il che permette di portare a fuoco l’immagine sulla retina, e anche gli oggetti lontani possono essere visti nitidamente. La visione nitida per l’impresa è un fattore strategico in quanto consente la proiezione di uno scenario futuro coerente con gli ideali, i valori e le aspirazioni dell’imprenditore e dell’impresa. Una visione chiara, derivante da attente riflessioni e da una lettura accurata delle forze competitive e dei fattori critici, ha un impatto discriminante sulle sorti dell’impresa in quanto serve a far comprendere ai membri dell’organizzazione le direttive e soprattutto gli obiettivi, favorendo il coinvolgimento. Il contributo che come organizzazione vorremmo offrire, attraverso le attività editoriali delle nostre testate e l’attività consultiva e formativa di Accademia, è proprio questo: fungere da lente correttiva e agevolare imprenditori e manager nella focalizzazione del loro futuro. Resa nitida l’immagine, l’interpretazione e la decodifica della stessa e la traduzione in strategie, indicazioni e azioni concrete, risulta decisamente meno problematica. Fiduciosi nella capacità critica e nelle doti imprenditoriali del comparto, che per oltre mezzo secolo è stato protagonista mondiale del settore e, seppure fra le mille difficoltà del nostro sistema Paese, continua a esprimersi ai massimi livelli di competitività, riteniamo che ritrovare la sicurezza di visione possa contribuire significativamente alla riconfigurazione e, per molti, alla continuità d’impresa, anche in un momento di profondi e repentini cambiamenti com’è quello attuale. In questo senso siamo soddisfatti di avviare, con questo numero, una preziosa collaborazione con Strategiqs, editrice di Harvard Business Review Italia, versione italiana della nota testata statunitense che, dal 1922, rappresenta il ponte ideale tra la formazione accademica e le imprese, costruendo la sua autorevolezza sul lavoro di ricerca dei principali studiosi internazionali dell’omonima università e dei massimi esperti internazionali di business management. Ospiteremo nelle pagine del Poligrafico alcuni fra i più illustri autori della testata, le cui opinioni e proiezioni riteniamo ci 9 aiuteranno a focalizzare il futuro.

IPI 154/14

>segue a pag. 80

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IPI 132/12

La persona miope ha difficoltà a mettere a fuoco oggetti lontani, come un cartello stradale o un volto in mezzo alla folla, mentre generalmente non ha problemi a focalizzare oggetti a distanza ravvicinata.


Opinioni

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Gestione aziendale

Trovare lavoro. Mai così difficile Alberto Sironi

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Tutti, o quasi, vorrebbero cambiare settore ma le competenze maturate li costringono a cercare ancora un posto all’interno della filiera. Le aziende rimaste, dal canto loro, naturalmente posseggono una capacità di assunzione molto ridotta, però spesso possono essere attratte in qualche modo da figure professionali qualificate con agevolazioni in termini di costi da sostenere per il loro reclutamento (mobilità ecc.). Si genera di conseguenza un nuovo mercato del lavoro, composto da persone in stato di difficoltà tale da poter almeno accettare compromessi retributivi e aziende tentate dal poter usufruire dell’opportunità che tali lavoratori rappresentano. Come per tutte le questioni, si tratta ora di gestirla al meglio: in che modo devono incontrarsi e interagire questi due mondi per ricavarne benefici entrambi? I cv in formato europeo sono la base obbligatoria e necessaria per proporsi, ma risultano estremamente piatti e freddi, esprimendo poco sulle reali competenze e capacità di un individuo. Vanno quindi integrati dal soggetto almeno con una presentazione più vivace e da casi pratici documentati. Le aziende invece non devono mai assumere a caso. Esistono infatti due tipologie di assunzione: strategica e funzionale, mai deve essere occasionale. La prima tipologia è molto pericolosa e avviene solitamente perché un imprenditore incontra una figura professionale, ma direi più una persona in senso ampio, con caratteristiche che da una parte lo incuriosiscono e dall’altra paiono in qualche forma propedeutiche a progetti non ancora ben definiti nella sua mente ma di sicuro interesse. Trascorso un primo periodo di reciproca conoscenza in azienda, in cui il soggetto assunto non svolge ruoli ancora ben delineati, la maggior parte di questi “matrimoni” fallisce, ma quando invece riescono portano entrambi a ottenere grandi successi e soddisfazioni. L’altra categoria invece, quella funzionale, risponde a un preciso fabbisogno aziendale, come la sostituzione di posizioni liberate o per nuovi ruoli creati per lo sviluppo della struttura. In questo caso è fondamentale dotarsi del profilo professionale completo (capacità, ruolo, funzione, competenze, esperienze, responsabilità, principali compiti) che si sta cercando, in modo da associarlo il più precisamente possibile ai candidati che saranno valutati. Non è sbagliato attribuire un peso a ogni voce considerata, in modo da supportare l’analisi con un punteggio che ne faciliti una visione di sintesi. Le assunzioni occasionali, invece, restano purtroppo le più ricorrenti, generando spesso una forte insoddisfazione da parte sia dell’azienda che del lavoratore e causando poi un’ampia varietà di conflitti tra i due soggetti. Il suggerimento principale è quindi di essere chiari fin dal principio, perché ciò non può che giovare all’eventuale futuro rapporto.

IPI 154/14

La situazione attuale del mercato propone continuamente diverse figure professionali in cerca di collocazione, liberati da parte di aziende in difficoltà o fallite che non possono più garantire i livelli occupazionali del passato.


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PIOMBI

LE NOTIZIE DI ATTUALITÀ DEL POLIGRAFICO IN PRIMO PIANO I più rilevanti fatti del mese

AZIENDE GRAFICHE Accordi societari, installazioni, persone... FORNITORI Cosa accade nelle società fornitrici EVENTI Congressi, seminari, mostre, inaugurazioni

Il Gruppo Pozzoni formalizza l’offerta per Roto2000 Una proposta che potrebbe rappresentare una svolta per il salvataggio dell’azienda di Casarile

n La lettera è stata spedita

dalla Elcograf e dovrebbe essere in questi giorni sul tavolo del liquidatore, assistito dall’advisor legale avv. Giovanni Simone e finanziario dr. Andrea Nannoni, incaricato di gestire le sorti di Roto2000 a seguito delle note vicende. I contenuti della missiva sono ovviamente coperti da riservatezza ma, conferma Maurizio Vercelli, direttore risorse umane e affari legali del Gruppo Pozzoni, contiene una proposta giuridicamente vincolante per rilevare l’azienda di Casarile. Un’azienda con circa 120 dipendenti (oggi in cassa integrazione dopo la cessazione dell’attività all’inizio dell’anno), oltre 30 milioni di euro di ricavi, un moderno parco macchine composto da due Rotoman a 16 pagine, una

a 32 pagine e due Lithoman a 80 pagine, commesse dall’editoria (libri e riviste) al mondo commerciale (dai cataloghi per i tour operator ai volantoni della Gdo) che aveva risentito meno di altre della generale crisi del mercato. Non si sa se oltre a quella di Elcograf siano arrivate altre offerte (nei mesi scorsi si era vociferato di manifestazioni d’interesse da parte di Grafica Veneta e di Deaprinting), ma

quella del Gruppo Pozzoni (la proposta è stata fatta al termine della due diligence durata un paio di mesi) potrebbe rappresentare una svolta per il salvataggio di Roto2000. Intanto (come segnalato nella notizia qui sotto) alla Elcograf di Verona (ex Mondadori Printing) è tornato un po’ di sereno sul fronte delle relazioni sindacali. Il 30 aprile, infatti, è passato con il 62% dei sì dei dipendenti, chiamati a votare

il referendum, l’accordo che prevede, per contenere i costi dell’azienda e renderla più competitiva sul mercato (soprattutto sul fronte delle commesse estere), la soppressione di quanto previsto dal contratto di secondo livello. Un taglio di prestazioni non più compatibili, spiega Vercelli, con l’attuale momento di difficoltà del mercato, e in parte compensato dall’introduzione di un nuovo premio basato sull’ottimizzazione dell’orario di lavoro. L’accordo dovrebbe essere propedeutico a recuperare quella efficienza produttiva che potrebbe servire anche a far superare l’attuale fase che vede da inizio gennaio il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per 300 dei 500 dipendenti con una rotazione che interessa mediamente una sessantina di operai per volta.

Elcograf, un accordo per rilanciare la produzione

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Prosegue il tentativo di ridare slancio alla produzione dell’impianto veronese di Elcograf, ex Mondadori Printing, dove in queste settimane ha preso forma una inedita coincidenza di interessi tra azienda, sindacato e dipendenti: più “una tregua a denti stretti che un armistizio”. Ma un aspetto positivo comunque c’è: le distanze (sul piano dei costi di produzione) tra il polo veronese e gli altri impianti del Gruppo Pozzoni si stanno riducendo, il che apre la strada a un recupero di attività. Nei mesi scorsi la direzione e il sindacato avevano avuto duri contrasti per la decisione della Pozzoni di trasferire alcune commesse allo stabilimento di Melzo, perché a Verona per effetto dei contratti integrativi “ereditati” dalla Mondadori i costi di produzione sono superiori, e ciò si riflette negativamente sulla produttività. Per evitare che la situazione si avvitasse, proprietà e sindacati hanno avviato una difficile trattativa che ha portato a un accordo, approvato in questi giorni dai dipendenti con un referendum.

In base all’intesa (ratificata da quasi i due terzi dei lavoratori) Elcograf non pagherà più il premio di secondo livello, il che comporta per la maggior parte degli addetti un taglio di circa 5.000 euro sul reddito annuale. Dopo la firma dell’accordo il sindacato annuncia di voler avviare un nuovo confronto con la direzione, ponendo sul tavolo la disponibilità dei lavoratori e il sacrificio economico per garantire lo sviluppo del polo veronese. Senza l’elemento salariale di secondo livello, nella busta paga rimarrà solo il trattamento economico previsto dal contratto nazionale. Questo dovrebbe consentite risparmi tali da riallineare il costo del lavoro dell’impianto veronese alla media di mercato e renderlo più efficiente e competitivo. Durante la trattativa l’azienda ha preso l’impegno di mantenere le commesse oggi esistenti e di partecipare a nuove gare, cercando ulteriori appalti per i servizi di stampa grazie alla crescita della produttività generata dal risparmio nei costi. Stefano Tenedini IPI 154/14

Oggetto della contrattazione azienda/ sindacato, anche il rafforzamento delle attività commerciali per aumentare la produzione e allontanare il timore di riduzioni del personale


PIOMBI

PrimoPiano

Tra Assografici e GCT sinergie ma nessuna fusione

Giovanni Battista Colombo (Assografici) e, a sinistra, Marcello Caroni (GCT).

Lo scopo è ottimizzare le risorse e mettere in comune i servizi dove possibile  Dopo il progetto di unione tra le associazioni delle imprese del settore grafico e cartotecnico di Bologna e di Modena, i due presidenti, Roberto Moreschini e Massimo Pellegrini, hanno espresso il desiderio di puntare in prospettiva a un’unica rappresentanza regionale per l’Emilia Romagna. Un passaggio per far crescere le imprese “fuori dai recinti” e per dare forza a una ripresa vista ormai come prossima. Questo cambio di rotta è indice di una nuova strategia che supera l’individualismo degli imprenditori, storico quanto dannoso ostacolo allo sviluppo: ma è solo un caso isolato o si sta muovendo qualcosa in altre zone, magari anche a livello nazionale?

In realtà da tempo si rincorrevano le voci di una “fusione” della maggiore associazione di categoria a livello territoriale, l’Unione Industriali Grafici Cartotecnici della provincia di Milano (GCT), nell’organismo nazionale di settore Assografici. Scelta che è rimbalzata a lungo senza trovare conferme da parte dei vertici. «Sì, un accordo tra Assografici e GCT esiste ed è già stato formalizzato dai due presidenti in un protocollo d’intesa. Ma non possiamo certo parlare di una fusione e sono lieto che Il Poligrafico mi fornisca l’occasione per chiarirlo», ci spiega Claudio Covini, direttore generale dell’associazione aderente a Confindustria che riunisce le imprese del comparto grafico,

cartotecnico e della trasformazione. «La realtà è che oggi non dobbiamo pensare solo al futuro delle aziende, ma anche alle prospettive delle nostre associazioni. Dopo anni di mercato difficile, è necessario ottimizzare le risorse, guardare alle sinergie funzionali e dove possibile mettere in comune i servizi. Tutto questo però senza modificare o intaccare l’autonomia delle rappresentanze territoriali». Gli impegni contenuti nel pro-

tocollo d’intesa sottoscritto dai presidenti Giovanni Battista Colombo per Assografici e Marcello Caroni per GCT sono chiari. Il passaggio centrale sarà rappresentato dal trasloco di Assografici dal palazzo milanese di P.zza Conciliazione agli uffici GCT in P.zza Castello, previsto in luglio. Diretta da Massimo Villani e forte di circa 250 aziende associate, GCT è una colonna portante di Assografici. «Ma al di là delle sinergie», conclude Claudio Covini, «i patrimoni delle associazioni rimangono divisi, così come gli organi sociali e i ruoli di rappresentanza». S. T.

Farina e Percassi in campo per rilanciare Seat Pagine Gialle Un progetto che comprende importanti sinergie industriali L’operazione non è delle più semplici ma se andrà in porto ridisegnerà il futuro di Seat Pagine Gialle, alle prese con un percorso che, attraverso anche un aumento di capitale riservato ai creditori (banche e obbligazionisti) dovrebbe portarla entro luglio a definire il concordato preventivo. Un percorso sul quale si inserirebbe, per cambiarne l’esito migliorandolo, il progetto dello stampatore Vittorio Farina (Rotosud) e del bergamasco Antonio Percassi, azionista di peso della holding Dmail group. Progetto che punta a sviluppare importanti sinergie industriali proprio con Seat Pagine Gialle. Per questo la finanziaria Dholding, costituita appositamente per il progetto Seat e controllata al 50% da Farina e Percassi, avrebbe presentato una manifestazione d’interesse al vertice della società delle Pagine Gialle a cui potrebbe seguire

un’offerta prima di approvare l’aumento di capitale e l’eventuale omologa del Tribunale del concordato. In Dmail Group Percassi, attraverso la holding Odissea, è maggior azionista, seguito da Gianluigi Viganò e dalla Niteroi di Adrio Maria De Carolis. I tre hanno sottoscritto un patto parasociale (con Rotosud e Dholding, la società controllata al 50% da Odissea e da G.F. Uno, che fa capo a Rotosud e quindi Farina) funzionale a garantire il buon esito dell’accordo di ristrutturazione del debito (quasi 28 milioni) di Dmail Group. Per questo sarà varato un aumento di capitale per 15,28 milioni, 7,73 dei quali riservati a Rotosud. Al termine dell’operazione, quindi, i due nuovi soci forti di Dmail Group, Odissea e Rotosud, si sono riservati il diritto di mettere le loro partecipazioni nel veicolo Dholding. Una scelta che ovviamente sarà

determinata dall’operazione Seat Pagine Gialle. L’obiettivo di Percassi e Farina (che con Rotosud avrebbe un contratto fino al 2019 per la commessa delle Pagine Gialle) è quello di puntare sulle sinergie industriali tra Seat e Dmail. Il network Dmail, infatti, è formato da circa 130 venditori, Seat ne ha circa 1.300 più altri commerciali esterni. Insieme potrebbero contare su una rete ancora più ramificata per la vendita di altri prodotti (editoriali e non) e potenziando la piattaforma per l’e-commerce. La chiave per il successo di un’operazione per cui Farina-Percassi potrebbero mettere sul tavolo una quarantina di milioni per convincere entro metà luglio la Seat e l’assemblea dei creditori. Achille Perego

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Bomapi brinda con Pixartprinting  Eccellente qualità, puntualità nelle con-

A Topcolor la prima Rho 512R in Italia È Topcolor, azienda di riferimento per prestampa, fotolito e grafica, che ha messo a segno la prima installazione italiana del sistema Durst Rho 512R, la 5 metri roll-to-roll inkjet UV dotata dell’innovativa tecnologia delle testine di stampa Durst Quadro Array 12M in grado di produrre gocce di soli 12 picolitri in grado di combinare qualità, produttività anche per i formati extra large. Rho 512R assicura a Topcolor qualità paragonabile alla stampa offset senza ridurre la produttività: risoluzione fino a 900 dpi per un massimo di 350 mq/h. Ideale per la stampa di materiali pubblicitari di grande format fino a 5 metri di larghezza, in Topcolor il nuovo sistema è impiegato nella stampa di banner, blueback, scenografie e retroilluminati.

In arrivo la prima Lithoman 64 pagg contro fibra

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In testa alla lista dei desideri degli stampatori, quando programmano di investire in una nuova macchina, vi sono due pensieri: ridurre i costi di esercizio e avere la maggior flessibilità produttiva. Tenendo presente questi desiderata manroland web systems ha realizzato la prima 64 pag short-grain (contro fibra) che verrà installata entro l’anno presso uno stampatore tedesco. Questa nuova Lithoman con larghezza di banda 2.640 mm, un cut-off di 872 mm e una velocità massima di 70.000 giri cilindro/h ha una produttività dichiarata del +33% rispetto alla sorella minore a 48 pag. In Italia manroland web systems è rappresentata da bwebsystems.

segne, possibilità di ordinare stampe anche in piccoli quantitativi e prezzi competitivi. Questi i motivi che hanno spinto Bomapi, liquorificio artigianale siciliano, a scegliere Pixartprinting. Il primo incontro con lo specialista del W2P è avvenuto nel 2010: «Dovevamo stampare 100 espositori da banco, un quantitativo troppo limitato per i canali tradizionali», commenta Pietro Giuffrida, responsabile commerciale. «In internet siamo arrivati sull’e-commerce Pixartprinting. Dopo aver letto recensioni e articoli che confermavano la serietà dell’azienda, abbiamo deciso di procedere con l’ordine». La fiducia è stata ripagata al punto che «da quel primo ordine ci siamo sempre rivolti a loro per qualsiasi esigenza di stampa, sicuri del risultato», attesta Giuffrida.

Attiva dal 1998, Bomapi grazie a Pixartprinting è riuscita a massimizzare il proprio spirito creativo, dando vita a un’immagine coordinata giovane e fresca. Dagli espositori ai roll-up, dagli striscioni ai tessuti, dalle etichette al packaging: il reparto grafico Bomapi guidato da Monica Maya Meli ha studiato negli anni tutto il catalogo Pixartprinting, utilizzando sempre nuovi prodotti e alimentando la propria creatività con le proposte dell’azienda di Quarto D’Altino. «Apprezziamo molto la varietà e il costante aggiornamento dell’offerta Pixartprinting», commenta Giuffrida. «Tra le più recenti creazioni, le etichette in polipropilene con taglio sagomato realizzate ad hoc per i nostri Liquorini. Il risultato è un’etichetta di qualità, caratterizzata da una grafica impattante, dinamica e fresca, proprio come la nostra azienda».

Una Roland in doppio formato per Lampo Per un’azienda di stampa la soddisfazione dei propri clienti è un importante parametro nella valutazione di acquisto di una nuova tecnologia. E se la Cartotecnica Lampo di Nichelino (TO) ha riconfermato la fiducia in manroland con l’installazione di una nuova 100x140 a 6 colori più vernice affiancando altre due Roland, ogni considerazione in merito è superflua. La nuova Roland 906 LV in realtà ha un formato speciale, 103x143 cm e nella sala stampa del moderno stabilimento si affianca alla Roland 705 LV (5 colori + vernice 74x104) e alla Roland 707 LTTLV (7 colori + doppio verniciatore e uscita AirGlide 74x104). Elementi determinanti nella decisione di acquisto sono stati anche i tempi di avviamento rapidi e un controllo colore molto preciso che permette un notevole risparmio nei fogli di scarto. Cartotecnica Lampo, fondata negli anni ’60 dalla famiglia Borio, ha ottenuto la certificazione ISO 9001 e ISO 14001.

Lampa Packaging sceglie PGS Ampia soddisfazione è stata dimostrata dai fratelli Lampa dopo aver messo in produzione una KBA Rapida 130 5+L + ALV2 e una fustellatrice Bobst SP 130 del 2003. Da tempo Lampa Packaging aveva pianificato un importante investimento per lo sviluppo del proprio business: l’occasione si è presentata attraverso una liquidazione concorsuale avvenuta in Francia. Lampa Packaging si è affidata all’esperienza di PGS - Pool Graphic Service, sia per l’identificazione dei macchinari sia per la loro installazione: una rapida trattativa, un check up da parte dei tecnici PGS, la scelta dei fratelli Lampa e il progettato investimento si è concretizzato. «Nuova KBN, società del Gruppo PGS, ha eseguito l’attività di smontaggio delle macchine in Francia, ha curato e organizzato l’importazione, il montaggio e la messa in produzione presso Lampa Packaging», ha sottolineato Ivan Dalla Pozza, amministratore unico del Gruppo PGS. Lampa Packaging realizza imballi di qualità dal 1962, è in grado di produrre diverse forme di astucci, scatole pieghevoli, blister, espositori, sia in piccoli che in grandi lotti. Dotata di un parco macchine che comprende stampa offset 5 colori, stampa a caldo, fustellatura, finestratura e piega-incolla, dimostra una comprovata specializzazione nei settori alimentare, moda e cosmetica. I materiali utilizzati sono il cartoncino teso, il cartone microonda, il cartone onda bassa, il cartone microtriplo. Negli ultimi anni il fatturato dell’azienda è costantemente cresciuto, grazie soprattutto all’impegno e alle capacità dei fratelli Lampa che hanno deciso di incrementare le esportazioni. «Siamo soddisfatti della consulenza commerciale e tecnica degli specialisti PGS, in occasione di un’operazione estremamente importante e vitale per la nostra azienda», ha dichiarato Fabrizio Lampa. IPI 154/14

IN BREVE

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news aziende grafiche


Offset a foglio KBA

„Da anni ormai siamo estremamente soddisfatti dell’affidabilità e del perfetto funzionamento delle nostre macchine KBA.“

Massimo Campagnaro, responsabile alla produzione stampa offset della Cartotecnica Grafica Vicentina in Italia si fida della sua Rapida 162

Feeling Good with

Clienti soddisfatti come Massimo Campagnaro rendono felici e soddisfatti anche noi. Sono il nostro motore e la ricompensa al nostro lavoro. Ed è proprio per questo che puntiamo tutto sulla consulenza personalizzata e l‘efficacia dell‘assistenza post-vendita. Ciò che vogliamo è che i nostri clienti si sentano in buone mani e raggiungano gli obiettivi auspicati. Noi li assistiamo in tutto e per tutto. Con soluzioni individuali, innovazioni orientate al futuro e macchine dalla tecnologia straordinaria. E, ovviamente, con quell‘impegno speciale che deriva da duecento anni di collaborazione con gli stampatori di tutto il mondo. Provatelo di persona. Il nostro team sarà lieto di assistervi in qualunque momento! KBA ITALIA SPA, Passirana di Rho (MI) Tel. (02) 932.098.1, info@kbaitalia.it, www.kbaitalia.it, www.kba.com

Koenig & Bauer AG


Heidelberg torna ai profitti dopo 5 anni Dopo cinque anni di perdite, Heidelberg comunica di aver chiuso l’anno finanziario (1 aprile 2013, 30 marzo 2014) con un profitto netto dopo le tasse di 4 milioni di euro. Lo scorso anno aveva registrato una perdita di 117 milioni. «Siamo tornati ai profitti e questa era la priorità numero uno», ha detto Gerold Linzbach, CEO di Heidelberg. «Nonostante la debole situazione delle vendite, abbiamo significativamente migliorato la profittabilità e questo risultato importante pone le fondamenta per nuovi positivi sviluppi della società». Sebbene ci sia stato un calo nel valore delle vendite, in parte condizionato da imprevedibili oscillazioni dei tassi di cambio delle valute, passato da 2,735 miliardi di euro a 2,43 miliardi (2,54 dopo aggiustamenti), tutti gli indicatori di performance, quali l’Ebitda che sale a 143 milioni, sono di gran lunga migliori rispetto all’anno precedente.

KBA inizia bene il 2014

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Risultati incoraggianti nel primo trimestre del 2014 per KBA che registra un incremento a due cifre nelle vendite e nel risultato operativo pre-tasse rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il portafoglio ordini per il Gruppo sale a 241,5 milioni con un incremento del 20,8%. Gli ordini per macchine offset a foglio sono cresciuti del 10,3%, quelli per macchine a bobina e speciali del 41,4%, Resta debole la domanda per web offset. Secondo Claus Bolza-Schünemann, presidente e CEO di KBA, il programma di ristrutturazione sta portando i risultati previsti. La società si sta riposizionando adattando la propria struttura in base al ridimensionamento di alcuni mercati e alla crescita di altri, come la stampa di packaging. In questo ambito procedono bene le integrazioni di due società acquisite da poco, Kamann (stampa su vetro) e l’italiana Flexotecnica (stampa imballaggi flessibili).

Kodak - manroland web systems, accordo per l’inkjet  Il contratto è stato firmato per integrare i

sistemi Kodak Prosper S20 e S30 Imprinting nelle rotative per quotidiani. L’integrazione consentirà la stampa dei giornali con dati variabili. Con sede a Augsburg (D), manroland web systems da 170 anni produce rotative per i mercati dei giornali e dell’editoria e presto diventerà il primo rivenditore mondiale della tecnologia Kodak Stream Inkjet nel mercato dei quotidiani. «Apprezziamo il patrimonio di tecnologia ed esperienza tecnica che manroland web systems porta a questa partnership», afferma Eric Owen, Vice President of WW Sales & Business Development per Kodak Digital Printing & Enterprise Business.

E Dieter Betzmeier, Executive Vice President, Technology & Project Execution, manroland web systems dichiara: «L’aggiunta della tecnologia della testa di stampa S-Series Kodak consente di creare nuove opportunità per le applicazioni dei giornali e anche per altri mercati in cui operiamo. La pubblicità personalizzata, la microzonatura, la logistica, i codici e la personalizzazione dei giochi sono solo alcune applicazioni rese possibili dall’uso della stampa a dato variabile». Questi nuovi sistemi sono già disponibili e alcuni clienti stanno beneficiando di queste opportunità di stampa personalizzata di alto valore. Tra questi la tedesca Axel Springer che ha installato 30 teste Prosper S30 in vari siti produttivi e l’inglese Newsprinters che sta utilizzando 22 teste inkjet Prosper.

Ricoh apre un centro di ricerca per l’inkjet Il nuovo centro, situato a Telford (Regno Unito), è nato per dare supporto agli OEM di tutta l’area EMEA garantendo possibilità di effettuare test e valutazioni e di svolgere attività di formazione esterne. I laboratori sono strutturati in modo da supportare gli OEM nella valutazione e nel test delle componenti inkjet di Ricoh per applicazioni grafiche, tessili e di stampa 3D. Commenta Graham Kennedy, Business Development Manager, Industrial Print di Ricoh Europe: «Le teste di stampa inkjet Ricoh rappresentano una grande opportunità per gli sviluppatori che ora le potranno utilizzare nella produzione di prototipi, nell’additive manufacturing, nella realizzazione di tessuti on demand e nell’ambito delle arti grafiche». I tecnici specializzati di Ricoh testano le caratteristiche delle teste di stampa, la compatibilità con le applicazioni e le fluid performance, consentendo ai clienti di effettuare localmente test e comparazioni. Nel centro lavorano anche chimici e ingegneri meccanici ed elettronici in grado di dare ai clienti il massimo supporto di cui necessitano.

Lecta riduce del 10% le emissioni di CO2 Grazie all’adozione di diversi progetti di risparmio energetico, tra i quali l’attivazione di nuovi impianti di cogenerazione, il miglioramento dei processi di fabbricazione, l’attualizzazione dei macchinari, l’eliminazione dell’uso di gasolio e l’impiego del trasporto ferroviario in maggioranza, Lecta è riuscita a ridurre del 10% le emissioni di CO2 per tonnellata di carta a partire dal 2006. Negli ultimi due anni, nonostante la produzione sia stata rivolta verso le carte speciali a maggiore valore aggiunto, che tuttavia implicano minore produttività, Lecta ha continuato a seguire la propria politica di riduzione delle emissioni fino a raggiungere un valore di 0,36 t. CO2 per tonnellata prodotta nel 2012. L’industria cartaria è uno dei settori più avanzati nella lotta contro il cambiamento climatico: parte da una fonte di materia prima naturale e rinnovabile, l’albero, che assorbe CO2 durante la sua crescita; il carbonio immagazzinato non viene liberato quando si taglia l’albero, ma resta nei prodotti cartacei, veri e propri magazzini di CO2; dopo il suo utilizzo la carta può essere riciclata diverse volte, prolungando così i tempi di sequestro del carbonio. Perfino quando non è più idonea per il riciclaggio la carta può servire da biocombustibile, come la biomassa, con conseguente riduzione dei rifiuti in discarica e delle emissioni che producono. Gruppo Lecta, uno dei maggiori produttori di carta patinata senza legno e di carte speciali, è composto da tre aziende di lunga tradizione nei rispettivi paesi: Cartiere del Garda in Italia, Condat in Francia e Torraspapel in Spagna. IPI 154/14

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eventi convegni

Come competere nel food & beverage packaging Seconda edizione del convegno sull’imballaggio alimentare organizzato da I&C-Packaging Academy e COM. legge (n. 1324), presentato dal ministro della Salute e tuttora in esame, che comporta un rafforzamento delle misure di controllo, nonché disposizioni su materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti. Secondo questo decreto, gli operatori del settore devono tra l’altro notificare all’Autorità Sanitaria Locale gli stabilimenti dove si eseguono lavorazioni che comportano il contatto con gli alimenti. Luca Zocca, marketing manager del Gruppo Pedon, ha portato il proprio contributo sul ruolo del packaging alimentare tra marketing e sostenibilità e sull’importanza delle sinergie tra industria alimentare e industria del packaging: «Per quanto riguarda il packaging siamo attenti ai costi, ma dobbiamo necessariamente coniugare esigenze di qualità e sicurezza con la facilità d’uso e quando studiamo un prodotto innovativo non lesiniamo sul pack, perché ne perderebbe di appeal e ne sminuirebbe il contenuto». Gianni Azzaretti, marketing

specialist di Luxoro, ha parlato di imballaggi nobilitati con la foglia oro, utilizzati dove il contatto con l’alimento è indiretto. Si tratta soprattutto di etichette per vino e olio e di scatole per cioccolatini, dove si vuol far percepire con l’imballaggio la qualità superiore dell’alimento. Anche se si tratta di imballaggi di lusso, l’attenzione ecologica è al massimo. «La lamina si applica con sovrastampa sulla quadricromia, senza utilizzo di prolipropilene, e quindi è completamente riciclabile con il cartone», ha dichiarato Azzaretti. Anche per il produttore di inchiostri Huber l’esigenza del cliente è al primo posto e l’azienda lavora a stretto contatto con gli utilizzatori di imballaggi per offrire il miglior prodotto per ogni applicazione. «Tra le nostre gamme per imballaggio abbiamo creato una linea che va sotto il marchio MGA, per la quale i controlli sono esasperati ed è quindi particolarmente indicata per l’imballaggio alimentare», ha commentato Giuseppe Gianetti, marketing director Tra i relatori, i due consulenti Alberto Sironi e Filippo Bacile (a sinistra). La terza edizione del convegno si terrà nel 2015.

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Liquid Inks Europe di Huber. «La produzione di questi inchiostri avviene in linee dedicate, ma soprattutto c’è la possibilità di avere la certificazione lotto per lotto e la garanzia di Huber che il prodotto non eccederà mai (purché applicato nella quantità massima prevista) i limiti di migrazione specifica o totale rappresentati dalla regolamentazione svizzera». Un ulteriore focus è stato posto da Gianetti sulla linea Gecko, un sistema modulare di inchiostri a base solvente, unico e semplice, per la stampa di imballaggi flessibili. Uno sguardo oltre la stampa è stato offerto da Eutro Log con Ivan Parisi e Davide Malki, che hanno illustrato i sistemi che automatizzano le operazioni di fine linea applicati al settore dell’imballaggio. Automazione delle operazioni di scarico bobine, pallettizzazione automatica, tracciabilità del prodotto dal taglio fino alla spedizione: questi sono alcuni dei vantaggi offerti, ad esempio, dal sistema Eutro Log a uno stampatore di imballaggi. «Il grande vantaggio è che il sistema software che governa il processo di automazione è completamente integrabile con il sistema gestionale del IPI 154/14

n «Quando si parla di imballaggio in questi ultimi tempi si dice che le tre R sono un must: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare. Oggi abbiamo voluto aggiungere una quarta R, che rappresenta il motivo per cui siamo qui: Riflettere». Con queste parole ha aperto i lavori Sante Conselvan, managing director della I&C, lo scorso 3 aprile a Vimercate, nella piacevole cornice della Cascina La Lodovica. Tra i relatori figuravano esperti di food contact e consulenti specializzati come Marco Pasqualini, Maria Zemira Nociti, Gianluigi Vestrucci, Alberto Sironi e Filippo Bacile. I loro interventi hanno fatto luce da una parte sulla normativa presente che regolamenta i materiali a contatto con gli alimenti e dall’altra sulle procedure e i controlli che deve eseguire il converter, ivi compresa la valutazione dei rischi e l’applicazione di buone pratiche di fabbricazione. Molte le norme nazionali ed europee in materia di sicurezza alimentare e tra queste da segnalare un nuovo decreto


“La numerosa partecipazione al convegno ci conferma che siamo sulla strada giusta”.

Sante Conselvan

aziende fiori all’occhiello

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Oltre 170 i partecipanti al convegno. A destra, Sante Conselvan e Emilio Gerboni.

cliente», ha spiegato Ivan Parisi, presidente di Eutro Log, che ha recentemente concluso l’operazione di integrazione nel gruppo della Laem System, società produttrice di taglierine ribobinatrici. Di innovazione ha parlato Francesco Bordoni spiegando quella che lui ha definito la terza rivoluzione, dopo Gutenberg e il digital printing, e cioè l’electronic printing. L’electronic printing apre nuove possibilità applicative in moltissimi settori di mercato, tra cui quello alimentare. In questa rivoluzione saranno coinvolti i processi di stampa flessografico, litografico, rotocalco, serigrafico, digitale. Test sono già stati eseguiti per la stampa di RFID, sensori, touch screen, display, ISS (Integrated Smart System), Oled (Organic light emitted diod), memorie. Le previsioni fanno prevedere un futuro roseo per la stampa se abbraccerà la stampa di prodotti elettronici. Tutte le innovazioni devono però portare a un risparmio

dei costi e ad un aumento della flessibilità, aiutando il convertitore a realizzare controlli di qualità. La tavola rotonda, moderata da Emilio Gerboni, ha messo in luce questi aspetti, attraverso gli interventi di Giovanni Panzeri (Conad), Giorgio Bottini (Goglio), Silvia Garanzini (Cartotecnica Garanzini), Arturo Bergamaschino (Cerutti), Aldo Peretti (Uteco), Mario Maggioni (ICR), Paolo Bellocchio (Grafikontrol), Michele Tugnoli (Edigit), Sergio Puoti (I&C). Il convegno è stato sponsorizzato da Huber, Luxoro, Eutro Log, Grafikontrol, Kodak, ICR, IMAC, Edigit, GAMA, I&C e CAMIS. «I&C crede da tempo nell’importanza di organizzare incontri come questi. Siamo alla seconda edizione di questo convegno organizzato in collaborazione con Maria Laura Lombardi, titolare della COM, e la numerosa partecipazione ci conferma che siamo sulla strada giusta », ha concluso Sante Conselvan.

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PIOMBI

associazioni argi

Ancora in calo le macchine, tengono i consumabili In una conferenza stampa diffusi i dati Argi del 2013. Debutta come presidente Roberto Levi, che mette il tema etico al centro dell’attività associativa.

Evoluzione fatturato macchine mercato grafico Incluso stampa digitale e dopostampa digitale (dopostampa digitale dal 2013)

ANDAMENTO MERCATO LASTRE

dati in milioni di mq

fonte: dati Federchimica forniti da Kodak; Agfa; Fuji; Ipagsa e stima dei non aderenti

Federchimica). Gli stampatori non sono fermi, vedendo anche i dati di Assografici, ma tranne in pochi casi non stanno rinnovando il loro parco macchine. Non dimentichiamo però che negli anni pre-crisi erano stati effettuati forti investimenti di beni strumentali

che sono ancora nel loro pieno utilizzo e che i dati Argi non comprendono il commercio di macchine usate che negli ultimi anni ha visto anche l’ingresso di macchine “fresche”, dell’ultima generazione. Interessante poi rilevare che nell’ambito delle vendite di

macchine da stampa sono stati registrati trend molto diversi tra le macchine offset e quelle digitali dove le prime sono passate da un 48,5% degli investimenti totali del 2010 a un 29,1% del 2013, mentre le digitali nello stesso periodo crescono dal 25,5% al 33,8%.

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n Si è tenuto lo scorso 6 maggio in sede Argi il primo incontro con la stampa del triennio di presidenza di Roberto Levi, neo eletto alla guida dell’Associazione – vicepresidente è Giorgio Bavuso di Ricoh Italia – che raccoglie le società rappresentanti per l’Italia di macchine e prodotti per il settore della stampa. Tre i messaggi forti emersi dalla conferenza stampa: - l’Associazione ha raggiunto il suo numero record di adesioni, sono 34 le società che ne fanno parte, e tra queste vi sono ora tutti i maggiori vendor di prodotti e materiali di consumo; - i dati di vendita delle macchine da stampa sono tramontati definitivamente come parametro di valutazione dello stato di salute del comparto grafico; - il tema etico è stato posto al centro dell’attività associativa. L’ingresso in Associazione di numerose società che vendono lastre, inchiostri, chimici e prodotti di consumo in genere apre un nuovo corso per l’Argi che potrà contare per le sue analisi statistiche sui dati di vendita dei consumabili. Una finestra che fino ad oggi non c’era e che invece avrà un ruolo molto importante nel valutare lo stato di salute delle aziende grafiche. Se infatti è incontestabile il forte calo nella vendita di macchine e attrezzature (vedi primo Grafico) che dai 266 milioni di euro del 2010 è passato ai 131 del 2013 (-50% circa), è decisamente più confortante vedere che nello stesso periodo la vendita di lastre offset è passata da 19,4 milioni di m2 a 18 milioni (-8% circa - dati


PIOMBI

associazioni argi

macchine - Peso dei diversi segmenti Incluso stampa e dopostampa digitale

peso percentuale dei diversi formati

sul numero unità di stampa macchine offset a foglio

evoluzione del fatturato cartotecnica (macchine)

Gli organi direttivi per il triennio 2014-2016

La nuova squadra Argi che guiderà le attività nel triennio sarà capeggiata da Roberto Levi (CEO di Printgraph), che subentra a Francesco Crotti nel ruolo di presidente, affiancato da Giorgio Bavuso (Ricoh), eletto vicepresidente. Il nuovo board è costituito da: Francesco Crotti (HP), Luigi Summa (R.G.), Giorgio Bavuso (Ricoh), Antonio De Serio (Agfa), Alberto Mazzoleni (Macchingraf), Simone Rizzo (Neopost), Claudio Semenza (Tresu), Silvano Bianchi (Komori Italia), Alfredo Lorenzini (Kodak), Alessandro Puppo (KBA Italia), Vittorio De Lucchi (Boettcher).

Il tema etico, con la presidenza di Levi, diviene uno dei cavalli di battaglia dell’Associazione che ha anche annunciato per giugno un importante incontro a Milano, aperto a chiunque vorrà partecipare, incentrato su credito, ritardi nei pagamenti, uso dello strumento concordato preventivo. Il settore dell’industria grafica sta attraversando un momento molto critico, di forte trasformazione, e chi opera con serietà, sostengono i soci Argi, si trova giornalmente a dover fronteggiare situazioni che hanno una forte componente etica. Per far fronte a queste responsabilità i soci di Argi hanno tutti sottoscritto un manifesto sui modelli comportamentali nel quale si mette nero su bianco “il serio e concreto intendimento di mettere in atto alcune buone pratiche, che consentano di dare valore al proprio lavoro e a quello dei propri clienti”. Sul sito dell’Associazione (http://argi.it/1/manifesto_etica_3758350.html) si può leggere il “manifesto”, vedere i nomi delle aziende che lo hanno sottoscritto e, se lo condividerete, potrete apporre la vostra firma.

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Nuove nomine

Con il rinnovo degli organi direttivi dell’Associazione (vedi riquardo in alto), si è concluso un importante ciclo nella storia di Argi. Alla presidenza di Francesco Crotti si deve il rag-

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associazioni argi

Roberto Levi

Evoluzione del fatturato legatoria offset

dettaglio del fatturato stampa digitale*

*sino al 2011 i dati Asso.it comprendevano anche macchine vendute in ambiente Corporate

unità vendute anno - stampa digitale*

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*sino al 2011 le etichette incluse in macchine a bobina

giungimento di obiettivi molto significativi per l’Associazione e per il mercato delle arti grafiche: la rappresentatività di Argi, l’apertura verso i fornitori di tecnologie digitali che ha permesso una valutazione del mercato a tutto tondo, lo sviluppo di più prossime relazioni con le altre associazioni di filiera che è risultato in un proficuo e più completo scambio di esperienze. Infine, Crotti ha dato l’avvio al progetto “Manifesto Argi”, un documento descrittivo dei modelli etici e comportamentali volto a valorizzare le aziende del settore. Roberto Levi, milanese, classe 1964, è dunque il nuovo presidente. Figlio d’arte, ha iniziato a lavorare nel settore delle arti grafiche a fianco del padre, Elia Levi Acobas, che fondò Printgraph nel 1961 per introdurre e distribuire in esclusiva sul mercato italiano importanti brand. Fin dalle origini di Argi si è dedicato alle attività dell’Associazione con passione e determinazione, gli stessi valori che da oltre 15 anni mostra nella sua azienda. E negli ultimi mesi ha diretto il Gruppo di lavoro che ha creato il “Manifesto Argi”, fermamente convinto che lealtà, serietà, competenza e trasparenza devono essere garanzia della credibilità e della reputazione dell’Associazione e delle aziende associate. «Sono emozionato e felice per questo incarico», ha dichiarato Levi. «L’Assemblea si è espressa in una logica di alternanza di rappresentatività alla guida dell’Associazione tra i diversi settori merceologici che compongono la base associativa e questo dimostra equilibrio e lungimiranza. Manterrò il piano strategico di una continua crescita di Argi in tutti i segmenti che rappresentano l’offerta di prodotti e servizi per il mercato nazionale dell’industria grafica con la volontà di cooperare con tutte le forze positive che il nostro Paese esprime nel settore». IPI 154/14

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“C’è la volontà di cooperare con tutte le forze positive che il nostro Paese esprime nel settore grafico”.


PIOMBI TAGA Italia coinvolge le scuole Incontri sullo standard PDF/X-4.

< Oltre 300 studenti e 50

operatori grafici hanno partecipato a un ciclo di incontri sul tema “PDF/X-4, uno standard che avanza” effettuati nei mesi scorsi presso l’Istituto Tecnico Corni di Modena, l’Aldini Valeriani Sirani di Bologna e la Scuola Grafica-Cartaria San Zeno di Verona. Eventi accolti con entusiasmo dagli insegnanti del settore che hanno apprezzato il contributo di TAGA Italia alla loro opera formativa con informazioni sempre attuali. Denis Salicetti, consigliere TAGA Italia, membro del Ghent Workgroup e del Comitato Internazionale ISO TC 130, è stato il protagonista dei tre eventi con una dettagliata analisi delle caratteristiche tecniche e degli aspetti evolutivi dello standard PDF/X. Ricordando che il Portable Document Format ha già 20 anni (è stato pubblicato da Adobe in prima versione nel 1993) e

che il PDF/X introdotto nel 2001 ha superato i 12 anni, Salicetti ha evidenziato che la funzione principale di questo standard è quella di stabilire le specifiche di processo per il flusso di lavoro, rendendolo più efficiente e sicuro. PDF/X è uno standard ISO realizzato espressamente per le arti grafiche, un sottoinsieme del PDF standard necessario per lo scambio di documenti nella nuova ISO 12647-2:2013, che pone ovviamente delle restrizioni, limitando la flessibilità del PDF e indicando ciò che è richiesto e ciò che è proibito. Dopo una serie di dimostrazioni pratiche sulle prerogative del nuovo Standard, Salicetti ha completato il suo intervento mostrando cosa accade realmente in produzione e come operare per ottenere un flusso di lavoro conforme utilizzando elementi chiave come: strumenti, impostazioni, consapevolezza e coraggio.

Lucia Lamonarca cresce in Ipack-Ima

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Dal 1° maggio Lucia Lamonarca, già responsabile Ricerca & Sviluppo in Ipack-Ima SpA, assume la responsabilità di COO alle dirette dipendenze dell’ad Guido Corbella, che dichiara: «Mi fa particolarmente piacere che la società di consulenza cui abbiamo affidato il compito di valutare il profilo per questa importante funzione all’interno del nostro gruppo, sia caduta su una professionalità già presente in organico, che lavora con noi dal 2001 e ha svolto un eccellente lavoro come responsabile R&S, una funzione sempre più strategica per un organizzatore fieristico». «Assumo questo nuovo incarico consapevole dell’impegno che mi aspetta per la realizzazione dei programmi in cantiere e lo sviluppo di strategie future» dichiara Lucia Lamonarca. «Mai come nel periodo attuale è importante lavorare al presente pianificando già il domani. I mercati sono in continua e rapida evoluzione; e noi dobbiamo interpretare e rispondere ai cambiamenti in modo rapido ed efficace puntando soprattutto a innovazione e internazionalizzazione».


Interviste

Cosmografica Albertini

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Ospite di questo numero è un’azienda lombarda che da piccola tipografia artigianale si è evoluta in azienda di riferimento per il mercato della stampa di astucci in cartoncino e scatole per il settore della cosmetica.


“Preferiamo fare tutto all’interno per avere sotto controllo il ciclo produttivo e assicurare l’alta qualità”.

38 - L’industria grafica, un futuro da reinventare Intervista con Emilio Albertini, amministratore delegato di Cosmografica Albertini

il lusso nel packaging per

cosmetici di ACHILLE PEREGO

Un’azienda familiare passata dal padre (Pietro) al figlio (Emilio) con oltre sessant’anni di storia alle spalle. Una storia scritta con le pagine di importanti cambiamenti realizzati nel corso degli anni che, dalla piccola tipografia artigianale (Tipografia Albertini) aperta nel 1952 a Milano, l’ha portata a essere un’azienda di riferimento per il mercato della stampa di astucci in cartoncino e scatole rivestite per il settore della cosmetica. Una produzione che oggi Cosmografica Albertini realizza con circa 45 dipendenti nel quartier generale (5.300 metri quadrati a cui se ne aggiungeranno altri mille con i lavori d’ampliamento che si concluderanno entro fine anno) di Robecco sul Naviglio, dove l’attività dell’azienda è stata trasferita dalla ex sede di Corbetta nel 1997. E ai quali bisogna aggiungere altri nove dipendenti impiegati nel nuovo stabilimento di Rosate (1.500 m2) dove è stata trasferita l’attività della Serilito, impresa milanese acquisita da Cosmografica Albertini alla fine dello scorso anno. Per dare vita a un gruppo che, tra Italia ed estero ha fatturato l’anno scorso circa 8 milioni di euro destinati a salire, con l’ingresso di Serilito, a 10 quest’anno. «Serilito è un’azienda che aveva un’attività parallela e complementare alla nostra», spiega Emilio Albertini, 51 anni, entrato nell’azienda del padre Pietro nel 1982, dopo il diploma di Liceo classico. L’ha rilevata nel 1987 e nel 1994 ha realizzato la fusione con un’azienda concorrente, Cosmografica di Cinisello Balsamo, per poi riunificare tre anni dopo i due poli produttivi nell’unico stabilimento di Robecco dando vita a Cosmografica Albertini. In Serilito, aggiunge Albertini, c’era una produzione cartotecnica come quella realizzata da Cosmografica Albertini, «ma anche un’attività che noi non facevamo, ovvero la stampa di bugiardini, i foglietti informativi dei cosmetici, di outer multipli e di interni in microonda. In pratica si tratta di una produzione che cominceremo a giugno, con alcune macchine trasferite dalla vecchia sede di Serilito in un capannone già di nostra proprietà a Rosate, e con nuovi impianti, in particolare una Heidelberg a 4 colori in formato 52x74. A Rosate saranno impiegati gli ex dipendenti di

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aziende fiori all’occhiello

il personaggio e L’azienda

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Serilito, mentre lo sviluppo del prodotto e commerciale sarà fatto da Cosmografica Albertini». Qual è oggi il perimetro di attività di Cosmografica Albertini? Già dalla fine degli anni Cinquanta mio padre aveva iniziato a produrre astucci e scatole rivestite per poi gradualmente abbandonare la stampa commerciale e specializzarsi in questa attività, con il passaggio completo dal piombo alla stampa offset, alla fine degli anni Sessanta. Nel 1984, due anni dopo il mio ingresso in azienda, siamo stati i primi a dotarci di un forno UV, una tecnologia che allora era agli albori e per la quale siamo stati veri e propri pionieri. A quei tempi era una scommessa mentre oggi chi opera nel nostro settore non può farne a meno. Noi realizziamo astucci prevalentemente in cartoncino (anche se facciamo una piccola produzione in materiali sintetici, Polipropilene, Pvc e Pet) e scatole rivestite in cartone per l’industria cosmetica. In pratica packaging di profumi, creme e make-up. Come realizzate questa produzione? Con un ciclo completo all’interno dell’azienda. Partiamo dal cartone in bobina e lo riduciamo in formati più piccoli. Ma oltre al taglio-carta realizziamo all’interno non solo prestampa (con linee CtP), stampa e finishing, ma siamo in grado di realizzare anche plastificazioni, serigrafie, rilievi a caldo. Abbiamo persino un laboratorio informatizzato per la produzione dei colori Pantone: in pratica compriamo solo le basi d’inchiostro e poi creiamo noi le formulazioni per personalizzare le tinte in base alla richiesta del cliente. Certo, con la fame di lavoro che c’è oggi, ci sono terzisti che ci farebbero ridurre i costi ma preferiamo fare tutto noi per avere il pieno controllo del ciclo produttivo e assicurare il nostro alto standard qualitativo. Di quali impianti dispone Cosmografica Albertini? Oltre alla prestampa con CtP, come ho detto, abbiamo un parco macchine offset Heidelberg, una 6 colori e una 8 colori con UV in formato 72x102. Disponiamo poi di una macchina serigrafica monocolore, di un centro di taglio bobina a foglio, di due plastificatrici che possono fare anche le accoppiature, i metallizzati, argento , oro e ologrammi. Abbiamo anche quattro autoplatine Bobst di cui una per la stampa a caldo. Infine una macchina piano cilindrica per la stampa a caldo, un’accoppiatrice, una rivestitrice per scatole rigide e quattro piega incolla sempre Bobst. Quali sono le scelte più importanti a livello strategico assunte in questi anni? Dopo la crisi significativa che abbiamo vissuto nel 2009, abbiamo scelto di puntare sull’estero. Così abbiamo aperto un ufficio commerciale a Parigi. Siamo partiti da zero con un paio di persone e abbiamo raggiunto nel 2013 un fatturato di 1,5 milioni di euro. Questa scelta si è rivelata vincente e oggi il 23% del nostro fatturato viene realizzato all’estero. Ma contiamo di arrivare al 50% nel giro di tre anni. Del resto la cosmetica che conta, le principali multinazionali del settore, sono a Parigi. In Francia le aziende grafiche sono dimensionate alla grandezza delle industrie cosmeti-

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Nato nel 1963, sposato, tre figli (che quando finiranno gli studi avranno la possibilità di entrare in azienda), Emilio Albertini ha preso in mano le redini di quella che è oggi la Cosmografica Albertini nel 1987 rilevando l’attività grafica cominciata dal padre Pietro nel 1952. Sotto la sua guida le ex Grafiche Albertini sono cresciute sia per linee interne, sia attraverso le acquisizioni (nel 1994 la Cosmografica di Cinisello Balsamo e a fine 2013 la milanese Serilito) e oggi Cosmografica Albertini è un’azienda con circa 55 dipendenti e 10 milioni di euro di ricavi stimati per il 2014. Anno in cui verrà ampliato lo stabilimento di Robecco sul Naviglio per arrivare a 6.300 metri quadrati. Stabilimento al quale si aggiunge quello di Rosate dove da giugno partirà la produzione della ex Serilito. Dotata di un ciclo completo di lavorazione, Cosmografica Albertini vanta anche le certificazioni ISO 9001 e 14001 e la FSC per la filiera della carta.


aziende fiori all’occhiello

Profumi, creme, make-up Tra i clienti di Cosmografica Albertini spiccano brand di grande prestigio nel settore della cosmetica. A sinistra, lo staff commerciale dell’azienda.

che, con anche 200, 300 e addirittura 500 dipendenti. Noi siamo molto più piccoli ma riusciamo a competere grazie a una maggiore flessibilità e velocità di risposta. Però il problema dimensionale, per diventare clienti dei grandi gruppi, esiste e per questo non escludo in futuro altre operazioni per una crescita dimensionale della nostra azienda. Quali sono stati i principali investimenti che avete realizzato negli ultimi anni e quali saranno quelli del futuro? Cinque anni fa abbiamo investito nel nuovo centro di taglio della carta e nel laboratorio per la produzione degli inchiostri. Due anni fa, invece, abbiamo comprato la Heidelberg a otto colori. Come dicevo, a fine 2013 c’è stata l’acquisizione di Serilito e abbiamo cominciato i lavori per l’ampliamento dello stabilimento. Adesso abbiamo in programma l’acquisto di una nuova fustellatrice con separazione automatica per velocizzare il reparto fustellatura. Cosmografica Albertini è un’azienda familiare con oltre 60 anni di storia alle spalle: a che cosa deve il suo successo? Soprattutto alla passione che mettiamo in questo lavoro aggiunta alla capacità di adeguarsi sempre ai cambiamenti del mercato. Detto questo, non credo che la formula familiare sia uno svantaggio. Penso alle aziende cedute a fondi di private equity e che poi sono finite in crisi! Fondamentale poi è anche la capacità di investire con continuità. Se un giorno smetti e poi ti ritrovi con un parco macchine vecchio rischi di uscire dal mercato. Mercato che purtroppo è ancora in difficoltà, in particolare il settore commerciale ed editoriale, che soffre anche la concorrenza della comunicazione digitale. Resiste il mercato del packaging. Ma riferendomi al mercato della cosmesi, che è rimasto stabile, bisogna dire che tra i nostri grandi clienti vanno bene quelli che esportano e così, calcolando le nostre esportazioni dirette e quelle indirette, due terzi del fatturato viene realizzato per l’estero. Qual è l’evoluzione del settore cosmetico sul fronte dell’utilizzo dei materiali per il packaging? Negli ultimi anni è aumentata sempre di più la richiesta di prodotti multicolore. Avere una macchina da stampa a sei colori, quindi, è il minimo indispensabile e noi siamo stati i primi nel mercato italiano a investire in una otto colori. Assistiamo anche a una richiesta di prodotti metallizzati mentre quelli ecologici e pseudo ecologici sono un po’ in calo dopo la moda degli anni Novanta. Il packaging tende a essere più ricco, lussuoso, per attrarre il consumatore, anche se questa ricerca di un’estetica sempre più accattivante si scontra con l’esigenza di spendere sempre meno. Quindi, per combattere la guerra dei prezzi, bisogna saper ridurre i costi con un’elevata efficienza produttiva e l’utilizzo di materiali meno costosi (ad esempio cartoni più economici) che però vengono nobilitati dalla stampa, dai colori, delle metallizzazioni, dalle finiture a caldo, da argenti e ori.

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Heidelberg

È tempo di inkjet e 4D In un evento esclusivo presso il proprio headquarter, il colosso tedesco ha svelato le sue carte tecnologiche. La nuova era del digitale di Heidelberg è pronta a partire e si annuncia ricca di contenuti promettenti. Dopo il percorso di ristrutturazione strategica e operativa degli ultimi cinque anni, il colosso tedesco si prepara a presentarsi al mercato nella nuova veste di fornitore tecnologico integrato

di PAOLA BONFANTI

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e a svelare le strategie che ne impronteranno gli sviluppi di breve e di lungo termine. «Questa profonda trasformazione ci ha richiesto un po’ di tempo, necessario per definire i futuri obiettivi e delineare la strada da intraprendere. Siamo convinti di aver fatto le scelte più opportune», ha spiegato Gerold Linzbach, CEO di Heidelberg, in un incontro con la stampa internazionale presso l’headquarter dell’azienda. «Con il nuovo portfolio di prodotti, in fase di ultimazione, Heidelberg è ora in grado di offrire soluzioni integrate, offset e digitali, per diversi segmenti e differenti applicazioni. La scelta di puntare sul digitale testimonia la nostra capacità di rispondere ai grandi cambiamenti in atto nel mercato e nella domanda e, insieme, la nostra volontà di proporci ai clienti come partner tecnologico completo e competitivo». La giornata trascorsa presso il quartier generale di Heidelberg, che ha previsto una visita esclusiva al centro R&D, ha dunque chiarito le idee sulla vision strategica adottata dal management, di cui digitale e inkjet, partnership tecnologiche e sinergie operative sono le parole chiave, e sulla conseguente riconfigurazione dell’offerta tecnologica. E, per un finale a sorpresa, ha illustrato la svolta di Heidelberg verso la decorazione industriale, alla scoperta della “quarta dimensione” del printing.

La vision di oggi e di domani La nuova stagione tecnologica vede Heidelberg impegnata a implementare il proprio portfolio di soluzioni digitali. Il colosso tedesco, che dedica oggi circa un terzo delle risorse destinate all’attività di R&D allo sviluppo della tecnologia digitale, ha individuato due capisaldi sui quali

Gerold Linzbach CEO di Heidelberg: «Heidelberg è cambiata. Il nuovo focus sul digitale ci ha resi più dinamici, più flessibili e più aperti a collaborare e a condividere il know how».

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Jason Oliver responsabile della divisione Business Area Digital.

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Tecnologie in sinergia Mentre prosegue la collaborazione avviata nel 2011 con Ricoh nell’ambito della tecnologia a toner, sono attualmente in fase di finalizzazione le prime soluzioni nate dalla partnership di Heidelberg con Fujifilm, avviata qualche mese fa nella nuova ottica “sinerjetix”. «Abbiamo deciso di scommettere sull’inkjet e in Fujifilm abbiamo individuato il partner ideale per portare avanti il nostro progetto, in quanto leader nello sviluppo delle teste di stampa inkjet e degli inchiostri, la cui tecnologia è garanzia di qualità», ha spiegato Jason Oliver, responsabile della divisione Business Area Digital. «Seppur ancora relativamente nuova al nostro core business, siamo sicuri che la tecnologia a getto di inchiostro diventerà presto una delle nostre aree di maggiore – e riconosciuta – expertise». Il lancio della prima soluzione frutto della nuova strategia sinergica è già stato annunciato e avverrà nel prossimo autunno: si tratta di un sistema per la stampa di etichette sviluppato in partnership con Fujifilm e Gallus. La nuova stampante, che non ha ancora un nome, combina la qualità della stampa a getto di inchiostro con la velocità e la produttività della stampa flexo e con la resistenza conferita dal curing UV, mentre ulteriori vantaggi in termini di flessibilità derivano dall’integrazione in linea dei processi di converting. «Oggi, solo il 5% delle etichette è stampato in digitale. Tuttavia, la domanda di personalizzazione, basse tirature e soluzioni cost-effective è in

Immagini della Jetmaster Dimension, la soluzione inkjet di Heidelberg per la decorazione di oggetti tridimensionali e altre applicazioni industriali. La prima macchina è stata sviluppata con flyeralarm, che la utilizzerà per personalizzare palloni da calcio.

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Stephan Plenz membro del consiglio di amministrazione della divisione tecnologica: «Stiamo lavorando, coi nostri partner, per migliorare la qualità delle applicazioni inkjet e accrescere così la fiducia dei nostri clienti in questa tecnologia».

costruire la propria strategia: il focus sull’inkjet e la condivisione del know how attraverso la creazione di partnership tecnologiche virtuose. «Abbiamo colto il potenziale della stampa inkjet, le cui caratteristiche la rendono ideale per lo sviluppo di applicazioni inedite e innovative, anche al di fuori delle arti grafiche, laddove vi sono diversi contesti produttivi emergenti che guardano con interesse alle potenzialità del digital printing», ha dichiarato Stephan Plenz, membro del consiglio di amministrazione della divisione tecnologica di Heidelberg. E ha aggiunto: «La nostra scelta su questo fronte è stata quella di non partire da zero, ma di lavorare in sinergia con aziende leader del settore digitale per unire le rispettive aree di expertise e dare vita a soluzioni integrate in linea con i trend del mercato». Quello appena descritto è, in sostanza, ciò che Heidelberg ha definito “sinerjetix” – una ben riuscita espressione che sintetizza il concetto di “joint development of industrialised inkjet production system” – ovvero la nuova strategia sinergica che contempla lo sviluppo congiunto, con partner selezionati, di sistemi di stampa inkjet ad alta produttività.


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La svolta: il 4D industriale La grande novità che segna la nuova stagione digitale di Heidelberg riguarda il suo ingresso nella “quarta dimensione della stampa”. È così, infatti, che il colosso tedesco ha voluto identificare questa svolta tecnologica, che lo vede dirigersi a grandi passi verso il promettente settore della stampa industriale. La prima soluzione tecnologica destinata a tale contesto è già realtà e la sua installazione è in corso: si chiama Jetmaster Dimension ed è un’innovativa stampante digitale inkjet sviluppata per la decorazione di oggetti tridimensionali e per l’utilizzo in diversi contesti produttivi. «La Jetmaster Dimension inaugura l’era della stampa 4D di Heidelberg», ha annunciato Oliver. «Questa soluzione rivoluzionaria consente di prendere oggetti tridimensionali e di decorarli e personalizzarli, aggiungendo così una quarta dimensione alla stampa». Sviluppata in collaborazione con flyeralarm, uno dei principali fornitori di stampa web-to-print a livello europeo, la prima Jetmaster Dimension è destinata alla personalizzazione dei palloni da calcio: il sistema customizzato sulla base delle esigenze del cliente entrerà in produzione nei prossimi mesi. Come funziona? Ebbene, una volta inserito nella macchina, il pallone – o l’oggetto da decorare – viene misurato con precisione, quindi stampato e decorato con tecnologia inkjet e asciugato con unità UV cure. Naturalmente, la macchina monta teste di stampa di Fujifilm: le scritte e i decori sono, al momento, in bianco e nero, ma è prevista a breve anche l’introduzione del colore. Sui prossimi step, Heidelberg ha già idee chiare e traguardi ambiziosi: «Siamo convinti che la Jetmaster Dimension possa aprire le porte alla personalizzazione digitale dei beni di consumo a livello industriale», ha concluso Oliver. «L’obiettivo è quello di entrare nell’ambito della produzione industriale, collaborando con le aziende di produzione per sviluppare per loro soluzioni customizzate che consentano la decorazione in linea dei loro prodotti». È, ancora una volta, il settore industriale ad aprire interessanti prospettive ai player delle arti grafiche. Del resto, proprio quelle realtà che, come Heidelberg, provengono da un contesto tecnologico convenzionale e scelgono di abbracciare il digitale, individuano nell’industrial printing un fertile terreno a cui rivolgersi.

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forte crescita. Il sistema che stiamo ultimando è stato sviluppato per rispondere proprio a tali esigenze», ha detto Oliver. Un altro progetto nato dalla collaborazione con Fujifilm, ma ancora a uno stadio iniziale, riguarda lo sviluppo di un sistema di stampa inkjet a foglio ad alta produttività, destinato ai settori della stampa commerciale e del packaging. Il focus sarà sul formato (fino al B1 - 70x100 cm) e sulla flessibilità in termini di supporti.

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Tecnologia inkjet e partnership al centro della strategia di Heidelberg, mentre si delinea la svolta della “quarta dimensione”, quella industriale.

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Misurazioni

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Editoria digitale Controllo colore o cosa


strumenti per una stampa senza dubbi Le nuove tecnologie di misura del colore

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Uno speciale molto complesso che include cinque articoli diversi, per un totale di quasi venti pagine, e che mira a fornire una panoramica attuale relativa a tutto ciò che gravita attorno agli strumenti di misurazione. Si inizia con un articolo che fa il punto sul cambiamento delle condizioni di misura e sulle differenze tra M0, M1, M2 e M3, si prosegue con una panoramica degli spettrofotometri portatili e da tavolo, si affronta poi un’altra importante novità introdotta nelle norme della serie ISO 12647 a proposito dell’utilizzo del Delta E00, che va ad affiancare o in alcuni casi addirittura a sostituire il tradizionale Delta Eab. Per arrivare, infine, a una guida alla conversione delle tolleranze CIELAB in CIEDE2000 e all’approccio americano in merito al rapporto tra qualità e prezzo.

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SPECIALE STRUMENTI DI MISURAZIONE SPECIALE STRU

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trumenti e misurazioni: come cambiano Le condizioni di misura (M0 – M1 – M2 – M3) erano note sino ad ora solo agli specialisti della strumentazione spettrofotometrica per la misurazione di stampati.

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Condizione di misurazione M0 Storicamente e sino ad oggi, la grande maggioranza degli spettrofotometri e dei densitometri in uso nelle arti grafiche utilizzano lampade ad incandescenza con spettri corrispondenti all’Illuminante A, definito nello standard della Commission Internationale de l’Eclairage (CIE) con una temperatura colore di 2856 K (Kelvin) ±100 K. Questa è la condizione di illuminazione attesa per M0, dopodiché lo strumento adatta la risposta e i dati ottenuti agli altri illuminanti previsti dalle normative (esempio D50 o D65) attraverso meccanismi e calcoli interni. M0 però non definisce la componente UV della sorgente luminosa e il contenuto UV non

viene quindi controllato con questa condizione di misura. Perciò viene raccomandato l’utilizzo della condizione M1 quando si misurano dati provenienti da stampati realizzati su supporti che presentano fluorescenza, cioè con la presenza di sbiancanti ottici (OBA), tra l’altro come nel caso della maggior parte delle carte patinate e uso mano in commercio. Nelle altre situazioni M0 rappresenta ancora una valida alternativa di misura.

Condizione di misurazione M1 La condizione M1 è stata definita per ridurre le variazioni dovute alla fluorescenza dei risultati di misurazione tra gli strumenti, causate da sbiancanti ottici (OBA) nella carta, oppure dalla fluorescenza di coloranti usati nella stampa (inchiostri). In questo caso l’illuminante utilizzato dovrebbe corrispondere a CIE D50 (5.000 K). Sono previsti due metodi per essere conformi alla condizione M1: Metodo 1: la distribuzione spettrale della sorgente luminosa dovrebbe essere uguale all’illuminante CIE D50. Questo metodo si userà quando la fluorescenza di supporto e coloranti è notevole. Metodo 2: questa seconda definizione richiede solo che venga usato un sistema di compensazione che consenta la regolazione controllata della quantità di componente UV (zona spettrale sotto i 400 nm) usata per misurare. Questo in pratica consente di realizzare una buona correlazione con le condizioni di illuminazione

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La rivoluzione in corso invece, che ha portato uno stravolgimento costruttivo degli strumenti di misura relativamente all’illuminante utilizzato, ha costretto gli addetti ai lavori del settore grafico a comprendere più approfonditamente e meglio di che cosa si tratta. Procedendo con ordine è necessario, come primo elemento, investigare il contenuto che dedica a questo tema la norma ISO13655, che si occupa proprio delle misurazioni spettrali in ambito grafico (misure almeno da 400 a 700 nanometri con intervalli di 10 nm). La norma in questione, infatti, al punto 4.2.2 “Requisiti dell’illuminante e condizioni di misura” segmenta le quattro tipologie (M0 – M1 – M2 – M3) e le classifica come qui riportato in sintesi.


RUMENTI DI MISURAZIONE SPECIALE STRUMENTI DI MIS

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D50 definite nello standard ISO3664:2009 per l’osservazione visiva normalizzata. Tale compensazione in realtà punta esclusivamente a correggere gli effetti di fluorescenza ottica presenti nel supporto, per cui è importante che la distribuzione spettrale da 300 nm a 400 nm e quella da 400 nm a 500 nm sia molto simile alla risposta di D50 in queste stesse zone. In ogni caso la condizione M1-2 viene utilizzata solo per misurare carte con presenza di sbiancanti ottici e non per rilevare i dati dagli stampati (con coloranti di inchiostro o toner che siano).

Condizione di misurazione M2 Lo scopo è invece in questo caso escludere variazioni nei risultati di misura tra strumenti dovuti alla fluorescenza provocata dagli agenti degli OBA che affiorano nel sottostrato da parte del supporto: la distribuzione spettrale dell’illuminante quindi conterrà solo lunghezze d’onda superiori a 400 nm (l’ideale è 420 nm, in quanto solitamente gli sbiancanti eccitano la zona tra 300 e 410 nm). Questo può essere realizzato architettando illuminanti specifici oppure, più comunemente, attraverso l’interpolazione di un filtro posto tra la sorgente luminosa e il campione da misurare. Quindi la condizione M2 definisce le modalità di esclusione dell’UV (chiamata in gergo UV-cut oppure semplicemente filtro UV) per lo strumento di misurazione. Tale condizione tra l’altro prevede un test per garantire la conformità allo standard, descritto nell’allegato H della norma (adatta soppressione della por-

zione di UV nella distribuzione spettrale della zona interessata) e quindi i produttori di strumenti dispongono ora di un metodo definito per garantire l’accordo del colore nel caso in cui si richieda una misura che non contenga l’influenza della componente UV. Per la condizione di misurazione M2 non è specificato esplicitamente l’illuminante, che comunque dovrà coprire l’intera serie di lunghezze d’onda da 420 nm ad almeno 700 nm e garantire una precisa calibrazione nonché misurazioni ripetibili.

Condizione di misurazione M3 In certi casi uno strumento può essere dotato di un filtro polarizzatore per sopprimere l’influenza dell’eccessiva riflessione del colore. M3 definisce l’effetto di polarizzazione. In sostanza, M3 richiede le proprietà di limitazione UV di M2 e aggiunge una definizione di polarizzazione. La polarizzazione viene utilizzata per rimuovere o minimizzare dalla misura i riflessi (tipico esempio è la misurazione densitometrica dello stampato ancora “fresco” all’uscita della macchina da stampa). La polarizzazione si ottiene solitamente scegliendo una funzione di polarizzazione (filtro elettronico) o aggiungendo un filtro polarizzatore (filtro fisico) inserito nello strumento o fornito in opzione appositamente dal produttore. Anche per questa condizione la norma fornisce un metodo di prova (ISO 5-4:2009, allegato D con le opportune modifiche indicate) per verificarne la corretta applicazione.

Tabella comparativa delle diverse condizioni di misura (fonte X-Rite).

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SPECIALE STRUMENTI DI MISURAZIONE SPECIALE STRU

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Istruzioni d’uso per le diverse condizioni di misura Infine, potremmo riassumere quindi in questo modo: • M0 si adatta alle misure in cui non è presente fluorescenza nel substrato o nei coloranti dello stampato; • M1 metodo 1 è destinato all’uso dove la fluorescenza è presente in uno solo oppure in entrambi (sia il substrato che i coloranti dello stampato); • M1 metodo 2 si applica alla misurazione di supporti con presenza di OBA e quindi di fluorescenza; • M2 è riservato ai casi in cui si richiede che i dati non vengano influenzati dalla componente UV; • M3 è dedicato a minimizzare le prime riflessioni in eccesso per la misura, prevedendo l’uso del filtro polarizzatore.

In estrema sintesi, concludiamo ritenendo che la condizione M3 resterà massicciamente utilizzata per le applicazioni densitometriche e in altri casi con inchiostro fresco appena stampato, mentre la condizione M0 (oggi sicuramente la più diffusa, coprendo praticamente la quasi totalità del mercato di strumenti installati) verrà sostituita da nuovi spettrofotometri in grado di eseguire misurazioni in M1, considerato che anche le norme ISO di riferimento per il controllo qualità degli stampati hanno ormai intrapreso questa strada (vedi ISO12647-2 per la stampa offset) e anche i prossimi dati di caratterizzazione saranno naturalmente allineati con la tendenza in atto (Fogra 51 e Fogra 52 attesi nel corso del 2014). Ciò significa prevedere in un futuro abbastanza prossimo l’investimento da parte delle aziende di prestampa e stampa in nuovi apparecchi proposti dai produttori e che si adattano a tutte le cinque condizioni di misura previste dalla ISO13655.

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Curve spettrali a confronto in tre condizioni di misura (M0 – M1 – M2) di una carta senza OBA (sopra) e di un supporto contenente sbiancanti ottici (sotto): come si può notare, nel primo caso i risultati sono molto simili tra loro, mentre nel secondo le differenze appaiono evidenti.


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Le proposte dei fornitori La resa cromatica è il parametro principale che definisce l’aspetto visivo di un foglio stampato ed è determinata da una serie di fattori, quali la luce incidente, l’aspetto visivo del supporto utilizzato e il colore prodotto dall’inchiostro depositato sul supporto.

di CRISTINA ROSSI

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X-Rite eXact è uno strumento portatile di misurazione dei colori che consente a stampatori e contoterzisti del settore degli imballaggi di rilevare, controllare e gestire al meglio i colori. È disponibile in tre configurazioni: − Densitometro: per le funzionalità CMYK che richiedono l’utilizzo di una gamma di strumenti tradizionali, ma con la possibilità di aggiungere ulteriori caratteristiche a seconda delle nuove esigenze. − Standard: uno spettrofotometro che garantisce una stampa precisa per CMYK e colori supplementari, oltre a sfruttare lo standard di settore per il controllo dei processi. − Advanced: uno spettrofotometro perfetto per laboratori di produzione inchiostri, controllo qualità e partner di produzione che richiedono standard qualitativi eccellenti servendosi della più ampia gamma di strumenti oggi disponibile. Grazie a quattro diverse dimensioni dell’apertura (1, 5, 2, 4 e 6 mm) è possibile eseguire misurazioni in un’ampia gamma di applicazioni

www.iStock.it

È quindi fondamentale controllare il colore con appositi strumenti, in modo da verificare l’utilizzo della giusta quantità di inchiostro depositata sul foglio, compensare le eventuali variazioni tra foglio stampato e prova di stampa dovute al punto di bianco del foglio e fissare le condizioni di illuminazione. Qui di seguito analizziamo le principali caratteristiche di alcuni tra gli strumenti di misurazione portatili e da tavolo maggiormente utilizzati dagli operatori delle aziende grafiche.

del settore della stampa e dell’imballaggio. Uno dei pregi di eXact è, inoltre, il fatto di essere completamente personalizzabile con gli elementi essenziali ai singoli utenti, siano essi operatori stampa o responsabili di produzione, fornendo agli utenti l’accesso immediato alle funzioni di cui hanno bisogno con un solo clic, tramite un’interfaccia grafica a colori. Grazie alla funzione BestMatch gli operatori di stampa possono mantenere la precisione cromatica degli inchiostri in modo più facile, anche prima che siano visibili le variazioni dei colori. Come? Visualizzando con un semplice clic le informazioni di densità e le raccoman-

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SPECIALE strumenti di misurazione SPECIALE stru

X-Rite eXact e, a destra,

sono conformi agli standard ISO e adesso com- X-Rite i1Publish Pro 2. prendono la conformità a tutti gli standard M. Ciò garantisce risultati di misurazione affidabili anche quando alla carta vengono aggiunti sbiancanti ottici per ottenere un’immagine stampata più luminosa. Inoltre, le guide di scansione con il software di autocontrollo integrato rendono ancora più facile creare e mantenere i profili colore. Le soluzioni X-Rite eXact e i1Publish Pro 2 sono distribuite in Italia da ColorConsulting di Saronno (Varese) per il settore della stampa e direttamente dalla filiale italiana X-Rite Italia. Un’altra azienda italiana molto attiva nella fornitura di strumenti di misurazione è la veneta Tecnologie Grafiche, che rappresenta due brand leader in questo campo: la tedesca Techkon e l’altoatesina Barbieri. Techkon vanta oltre 25 anni di esperienza nello sviluppo e nella produzione di soluzioni di alta qualità per la misurazione spettrale. Gli strumenti di misurazione del colore della serie Techkon Spectro sono oramai considerati un punto di riferimento del settore. La serie comprende due strumenti portatili per il controllo del colore: − SpectroDens è un preciso e compatto dispositivo portatile che viene utilizzato per le misure colorimetriche e densitometriche. Il diretto posizionamento della testa di lettura sull’area da misurare assicura una misurazione rapida e sicura. − SpectroJet è un dispositivo di misura a scansione che effettua misurazioni automatiche e analisi di complete strisce di controllo della stampa. Viene guidato dalla mano dell’operatore lungo la striscia di controllo. In ausilio, una barra può fungere da guida facilitando la scansione manuale, soprattutto quando si deovno misurare lunghe strisce di controllo.

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dazioni per la regolazione degli inchiostri in modo da ottenere la migliore corrispondenza colore in tutta la tiratura. L’integrazione di tutte le librerie Pantone offre un modo semplice per misurare con precisione i colori spot. In combinazione con i software X-Rite Color iQC Print, ColorQuality, ColorCert, InkFormulation e PantoneLIVE, il dispositivo consente la validazione e la gestione del colore in una varietà di tecnologie di stampa e substrati. La funzione di misura in scansione permette di validare i colori, oltre che nella classica modalità di lettura spot, anche nella modalità di lettura in scansione, consentendo un ancor più rapido controllo in produzione. Inoltre, eXact è in grado di supportare al meglio qualsiasi condizione di misurazione con un’unica piattaforma, gestire misurazioni M0, M2 e M3 con un solo passaggio ed evitare così la perdita di tempo derivante da una serie di misurazioni singole. La misurazione M1 viene anch’essa supportata ma richiede un passaggio a sé stante. Il nuovo strumento automatico i1Publish Pro 2 – sempre di X-Rite – porta i reparti di prestampa e premedia a un livello superiore con una maggiore esattezza dei colori. Si tratta, infatti, di una soluzione professionale per la gestione colore che garantisce la massima precisione cromatica, aumenta la qualità del colore e la stabilità del processo sia offset che digitale, fornendo un feedback degli utenti in tempo reale per assicurare una misurazione esatta. Tale famiglia di strumenti di controllo automatico regola e corregge deviazioni minori sulle prove. Con l’utilizzo della profilatura è possibile ottimizzare i file CMYK attraverso vari dispositivi, conservando il canale nero e gli inchiostri. Garantire la conformità con gli standard industriali è assolutamente fondamentale per una corretta gestione dei colori. Le soluzioni i1Pro 2


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tavoli di controllo colore

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L’innovativa serie di strumenti Spectro è stata progettata applicando quattro principi per ottenere dispositivi di misura perfetti: facilità di utilizzo, elevata precisione di misura, solidità e affidabilità e, non ultimo, design funzionale e accattivante. Per quanto riguarda SpectroDens – il dispositivo che più ci interessa ai fini di questo speciale – esistono tre modelli (Basic, Advanced e Premium) che si differenziano in base alle funzioni e alle caratteristiche tecniche. Inutile dire che SpectroDens Premium è il modello top di gamma che incorpora sia funzioni densitometriche che colorimetriche e che soddisfa tutte le condizioni di misura ISO 13655: M0 (illuminante A/nessun filtro), M1 (illuminante D50 con componente UV), M2 (con filtro UV cut, non componente UV) e M3 (con filtro di polarizzazione). È possibile selezionare differenti tipi di filtri nel modo di misurazione. Una particolare caratteristica è la possibilità di inserire o escludere il filtro polarizzatore premendo un pulsante. Ma analizziamo più da vicino le caratteristiche di questo spettro-densitometro. La pressione di un pulsante fornisce non solo il valore di densità, ma anche il dot gain, l’area del retino, il bilanciamento del grigio e il contrasto di stampa. Nella modalità di misurazione automatica sul display appaiono le informazioni più importanti, tra cui la caratteristica curva di stampa. La tecnologia spettrale, oltre a calcolare la densità dei colori di quadricromia, calcola la densità dominante dei colori e tinte speciali.

ue strumenti di Techkon: SpectroJet e, in basso, Spectrodens.

In questa panoramica sono stati considerati principalmente gli “strumenti di misurazione porta-tili” e non le “Color Press Control Station” poiché queste sono di diversa natura e spesso non rispettano le normative (ISO 13655), proprio perché hanno un compito differente. Infatti non possiamo definirle strettamente strumenti di misura, ma invece dispositivi di controllo in quanto il loro compito non è tanto quello di fornire una misura a norma, quanto quello di assicurare il mantenimento della resa qualitativa stampata entro i limiti stabiliti durante le fasi produttive e senza penalizzarle in velocità e prestazioni, anzi avvantaggiandole semplificandone le operazioni (nella maggior parte dei casi, infatti, sono direttamente collegati con le inchiostrazioni della macchina in modo da poterle correggere direttamente). Ne esistono di diversa tipologia, tra cui le principali sono: • semplici densitometri fuori linea; • spettrofotometri (i più diffusi) fuori linea; • dispositivi a scansione che interpretano le immagini fuori linea; • teste RGB posizionate direttamente nella macchina da stampa (dopo i castelli e prima dell’uscita); • sistemi di analisi che non necessitano di color bar ma interpretano il colore in relazione ai profili di riferimento forniti, attraverso un matching con le percentuali del file PDF di imposition. Diverse tecnologie, quindi, alcune semiautomatiche (fuori linea) collegate o meno direttamente con l’inchiostrazione della macchina da stampa e altre in-line (dentro la macchina e che quindi non costringono all’estrazione del foglio per essere misurato). Alcune soluzioni possono controllare solo in posizioni predefinite in cui viene posta la scala di controllo, altre invece consentono di spaziare in ogni zona dello stampato. In ogni caso, questi dispositivi misurano il colore e non sono da confondere con i sistemi di ispezione (diffusi sulle macchine rotative a bobina) che verificano tramite telecamere stroboscopiche il registro ed eventuali difetti di stampa (sporchi, significative variazioni di riproduzione ecc.), solitamente confrontando la lettura con un’immagine master, secondo una serie di regole e tolleranze pre-impostate e spesso basate su differenze di contrasto.

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SPECIALE strumenti di misurazione SPECIALE stru tecnologie web to print

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Tutte le informazioni relative ai vari standard colorimetrici vengono visualizzate in modo estremamente chiaro. Il cerchio dello spazio colore CIE L*a*b* può essere visualizzato direttamente sul display dello strumento. I colori di riferimento e i campioni possono essere confrontati e memorizzati nella libreria dei colori. La Barbieri di Bressanone ha lanciato alla recente FESPA Digital di Monaco di Baviera la SpectroPad Serie 2, l’evoluzione della Serie 1 di spettrofotometri portatili per misurare la più ampia varietà di supporti che sono utilizzati nella stampa digitale professionale, che include il grande formato. Conforme alle condizioni di misura M1, oltre a M0 e M2 (taglio UV), tale strumento può essere impiegato in prossimità delle stampanti, grazie alla sua indipendenza dal computer. Il monitor integrato di tipo touch screen facilità l’interazione con lo strumento e fornisce un immediato confronto con i risultati delle misure. Rispetto alla precedente generazione, la Serie 2 presenta nuove caratteristiche, tra cui un sensore per l’umidità e la temperatura che è stato aggiunto per controllare la variazioni nelle condizioni ambientali che possono influenzare l’aspetto del colore. Il portfolio di soluzioni Barbieri include anche altri spettrofotometri, come Spectro LFP Serie 3, in assoluto lo spettrofotometro in trasmissione/riflessione più versatile. È stato progettato in particolare per misurare i più disparati tipi di materiali per il grande formato, il letto piano e la stampa industriale. Disponibile in due versioni – Spectro LFP RT e Spectro LFP Tex – è anch’esso conforme alle condizioni di misura M0, M2 e M3. Infine, Spectro Swing è uno spettrofotometro veramente speciale e unico nel suo genere, grazie alla sua capacità di misurare i materiali

trasparenti e i più diversi tipi di supporti. È in grado di soddisfare tutte le esigenze delle stampanti a bobina che usano inchiostri a base acqua, pigmento, solvente, eco-solvente e UV. Disponibile in tre versioni – Spectro Swing RT (riflessione e trasmissione), Spectro Swing T (solo materiali trasparenti) e Spectro Swing R (solo materiali opachi) – è conforme alle condizioni di misura M0 e M2. L’altro fornitore sul mercato per questa tipologia di prodotti è Konica Minolta, che propone gli spettrodensitometri FD-7 e FD-5, strumenti portatili in grado di misurare sia la densità sia il colore di un oggetto stampato sotto qualsiasi illuminante, anche se il substrato contiene agenti sbiancanti fluorescenti (FWA). Questo è reso possibile dalla tecnologia VFS (Virtual Fluorescence Standard), risultato della grande esperienza di Konica Minolta nel campo ottico e nel settore degli strumenti di misura del colore. FD-7 e FD-5 sono strumenti di misura spettrale, effettuano la scansione di patches a 8 mm e utilizzano come sorgente luminosa il LED. In particolare, l’FD-7 offre la correzione automatica della lunghezza d’onda, la compensazione della temperatura, la simulazione di diversi illuminanti tramite il VFS e la misurazione luce ambiente e il suo utilizzo nei calcoli colorimetrici. Esso è conforme a tutte le condizioni di misura (M0, M1, M2 e M3) e consente la lettura della luce ambiente irradiata da 360 a 730 nm anche nella componente UV. IPI 154/14

U

n modello di SpectroPad prodotto da Barbieri e, a destra, lo spettrodensitometro FD-7 di Konica Minolta.



SPECIALE strumenti di misurazione SPECIALE stru

DeltaE o DeltaE quali differenze? ab

00

Un’altra importante novità che è stata recentemente introdotta nelle norme del settore grafico della serie ISO 12647 è l’utilizzo del Delta E00, affiancato dal tradizionale Delta Eab o persino, in alcuni casi, sostituendolo.

DIFFERENZE DI COLORE Come gli addetti sanno, il ΔE è uno dei parametri più utilizzati nelle lavorazioni grafiche per il controllo del colore in quanto esprime numericamente la differenza tra due colori oppure tra un colore e un campione di riferimento (tipo Pantone oppure i valori CIELAB dei pieni di quadricromia secondo una norma o un capitolato, ad esempio). Si usa quindi per preparare colori al campione, per il controllo delle prove, per regolare i fogli di macchina oppure per il controllo della tiratura. Nei capitolati di fornitura e nelle Norme della serie ISO 12647 si indicano i limiti di tolleranza entro i quali contenere le differenze per accettare o rifiutare il prodotto. Nel sistema CIELAB la formula è la seguente: ΔE*ab = (ΔL*2 + Δa*2 + Δb*2)1/2

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Il ΔE*ab sopra descritto (risalente al 1976) fornisce una risposta regolare e quindi proporzionata tra i tre assi L*a*b* considerati, però esprime differenze non del tutto uniformi per le diverse tinte e tonalità di colore e non precisamente correlabili con quanto viene percepito dall’occhio umano. Successivamente sono state elaborate altre equazioni, come CMC, ΔE*94 (CIE 1994)

e ΔE*00 (CIE 2000) che mirano a soddisfare la necessità di un migliore adattamento alla percezione dell’occhio umano, certamente più sensibile e quindi critico come giudizio, alle variazioni di tinta dovute agli spostamenti sugli assi a* e b*, rispetto a quelle che avvengono in L*. In particolare il ΔE*00 varia il peso di L* a seconda dell’intervallo di luminanza (chiarezza: cioè sempre L*) in cui il colore si trova. Stesse differenze di colore, infatti, misurate in ΔE*00 invece che in ΔE*ab, forniranno sempre dei numeri più piccoli come risposta strumentale, ma in forma variabile a seconda delle zone dello spazio colore considerate. A titolo di esempio, se prendiamo in esame le differenze tra un magenta qualsiasi scelto a caso, verificandone lo scostamento di colore tra 90 e 80% con i due metodi di calcolo del ΔE e svolgiamo la stessa misura tra 40 e 30%, troveremo dei risultati pressappoco di questo tipo: • Magenta 90 – 80%: il ΔE*ab risulta 9,1 mentre il ΔE*00 4,5 • Magenta 40 – 30%: il ΔE*ab risulta 8,6 mentre il ΔE*00 5,2. Le misure sono state eseguite in M0 – D50 – 2°– bianco assoluto – senza polarizzatore – wb (con fondo bianco). Quindi osserviamo come, nei due casi considerati, il valore dei ΔE CIE1976 e CIE2000 vadano in direzioni opposte: mentre uno decresce leggermente nelle zone più chiare, l’altro aumenta; inoltre anche il gap tra i due diminuisce

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Si ritiene quindi che tale innovazione avrà un’enorme portata oltre a un forte impatto su tutte le tecniche di controllo qualità del colore nell’intero processo per la riproduzione di stampati.


umenti di misurazione SPECIALE strumenti di misu

Colori di quadricromia Nero Cyan Magenta Giallo

Tolleranza di deviazione Foglio OK ∆Eab ∆E00 5 5 5 3,5 5 3,5 5 3,5

Tolleranza di variazione Tiratura di stampa ∆Eab ∆E00 ∆H 4 4 4 2,8 3 4 2,8 3 5 3,5 3

Tolleranze dei pieni secondo ISO 12647-2 indicate in ΔEab e ΔE00.

Interpretazione delle differenze colorimetriche per ΔL*, Δa*, Δb*.

(il rapporto è 2:1 nella regione delle ombre e si riduce nella zona 40-30%) in condizioni di maggiore chiarezza (in pratica a valori di L* più elevati).

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La nuova versione della norma ISO126472:2013 ha semplificato tale aspetto come riportato nella tabella in alto che si riferisce alle tolleranze del valore dei pieni di quadricromia. Si noti quindi che le stesse differenze di colore “tollerate” generano riferimenti diversi e numeri più piccoli nel caso di CIE 2000 (parametro per ora solo informativo e non normativo) per ciano, magenta e giallo.

Per l’impiego pratico dei dati colorimetrici nel controllo e regolazione del colore nelle lavorazioni grafiche può essere utile ricordare che le differenze espresse come ΔL*, Δa*, Δb* sono tali per cui vedi figura sopra. L’articolo successivo è uno studio di Danny Rich presentato al comitato TC130 di ISO e tratta proprio della comparazione tra i diversi metodi di calcolo di differenze colore. Ringraziamo anche Uwe Bertholdt che, in qualità di Chairman di ISO/TC 130. ci ha consentito di pubblicarlo.

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SPECIALE strumenti di misurazione SPECIALE stru

Conversione delle tolleranze CIELAB L’uso dello spazio colore uniforme CIELAB 1976 per la misurazione delle tolleranze colore è stato recentemente giudicato inadeguato e pertanto sostituito da nuove metriche, quali ISO FDIS 11664-6 Colorimetry – Part 6: CIEDE2000 Color-difference formula.

di DANNY RICH

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Introduzione Gli standard ISO TC 130 relativi alla misurazione colore e al controllo qualità sono stati rivisti e aggiornati nel tempo. Le tolleranze incluse in questi standard sono state anch’esse revisionate in quanto lo spazio colore CIELAB, secondo la CIE, non era in grado di fornire un’accurata mappatura delle differenze cromatiche di piccola e media entità per i soggetti colorati riprodotti. Tali differenze cromatiche sono generalmente

contenute entro unità CIELAB di 6. Le tolleranze CIELAB sono state adottate per molti anni da parte degli utilizzatori degli standard TC 130 per esaminare la riproduzione del colore stampato, sia nelle quadricromie che nella stampa dei colori speciali. Nel 2000 la CIE ha introdotto una nuova formula per valutare le differenze cromatiche e stabilire le tolleranze colore. Si è constatato che l’applicazione di tale formula porta a tolleranze di differenze cromatiche che si avvicinano molto a quanto percepito dall’occhio umano allenato di un osservatore. A giugno dello scorso anno si è tenuto uno speciale simposio poco tempo prima del meeting tecnico annuale della CIE Division 1 – Light and Color presso l’Università di Leeds, in Gran Bretagna. In tale occasione si sono incontrati il gruppo CIE Division 1, l’International Colour Consortium (ICC) e l’ISO TC 130 e sono state discusse varie tematiche importanti, tra cui come convertire le differenze CIELAB nella nuova metrica CIEDE2000. Questo articolo contiene i risultati della discussione sul passaggio da CIELAB a CIEDE2000.

Teoria Lo scopo del CIELAB era di creare una formula puramente geometrica basata sui valori tristimolo CIE XYZ, in grado di fornire una mappatura uniforme di come un occhio umano medio percepisce i colori. Il CIELAB si basa sul modello di visione del colore opponente, ossia una teoria sulla percezione colore molto popolare negli anni Settanta. In base a questa

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Queste nuove metriche sono basate su osservazioni visive più recenti di differenze cromatiche di piccole e medie dimensioni, ossia quel tipo di differenze che si riscontrano in prodotti importanti a colori di livello industriale. Le nuove metriche sono state sviluppate da altri fabbricanti di prodotti, al di fuori del settore grafico, in quanto non erano soddisfatti della performance delle equazioni CIELAB. Recentemente l’industria grafica ha iniziato ad adottare queste ultime raccomandazioni CIE (Commission International de l’Eclairage) nel controllo delle proprie riproduzioni, ma sono stati sollevati alcuni quesiti su come convertire i “vecchi” valori di tolleranza, fissati nello spazio CIELAB, nei valori CIEDE2000. Grazie a vari incontri tra la commissione ISO TC 130 Graphic Arts e la divisione CIE 1 Light and Colour si è stabilito che la tolleranza CIEDE2000 dovrebbe essere di circa 0,67 rispetto alla tolleranza CIELAB per poter catturare un volume dello spazio colore simile e accettabile rispetto a quello visivo.


umenti di misurazione SPECIALE strumenti di misu Zone di tolleranza per Cyan, Magenta, Giallo, Nero.

Fig. 1

teoria, però, ad uguali distanze geometriche non corrispondono uguali distanze percettive e gli attributi visivi di un colore vengono considerati come coppie di valori opposti: chiaroscuro, rosso-verde, giallo-blu. Una scala che è stata studiata in modo approfondito è quella della Chiarezza/Scurezza. Un osservatore normale non ha difficoltà ad affermare che un colore è più chiaro di un altro o che il secondo colore è più scuro del primo. Ma non è psicologicamente possibile stabilire se un colore sia al tempo stesso più chiaro e più scuro. In modo analogo è stato dimostrato che un colore può possedere un valore di tinta (hue) che potrebbe tendere più al rossastro o al verdastro ma non a entrambi. E così un giallo primario di quadricromia potrebbe essere apprezzato visivamente come un giallo tendente al rosso (caldo) o un giallo tendente al verde (freddo), ma non entrambi. In modo simile esiste un unico asse in cui giallo e blu sono opposti, così che il magenta potrebbe essere percepito come tendente al giallastro o al bluastro, ma non tendere verso entrambi. L’equazione seguente mostra le relazioni in questo familiare spazio colore: Nero < L* < Bianco Verde < a* < Rosso Blu < b* < Giallo

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L* è una funzione di (Y) a* è una funzione di (X e Y) b* è una funzione di (Y e Z) in cui: X è il valore tristimolo di lunghezza d’onda lunga; Y è il valore tristimolo di lunghezza d’onda media; Z è il valore tristimolo di lunghezza d’onda corta. Esistono altre due dimensioni che caratterizzano la percezione del colore da parte dell’occhio umano che sono: la saturazione, detta anche chroma e la tinta (hue). Il termine saturazione viene normalmente im-

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

piegato nel definire il colore delle luci, mentre chroma generalmente si riferisce alle superfici colorate. La metrica per la saturazione (chroma) e la tinta deriva direttamente dalle coordinate a*, b* e ha i simboli C*ab e hab. Ci sono quindi due metriche per lo spazio colore completamente intercambiabili, la metrica L*a*b* e la metrica L*C*abhab.

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SPECIALE strumenti di misurazione SPECIALE stru Tabella 1 A B C D E F G Comparazione tra ΔEab e ΔE00 della media di 7 tirature di stampa di un Test Chart ISO 12642-2. Fig. 5 e 6: le tolleranze in CIELAB (4 unità), CEDE2000 (2,5 unità) e CMC (2:1) sul piano a*b* per i colori primari e le sovrapposizioni RGB.

Fig. 5

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4,61 2,56 2,45 1,51 2,25 2,00 2,45

media ∆E00

2,99 1,66 1,60 0,94 1,42 1,31 1,66

Ratio ∆E00/∆E*

0,65 0,65 0,65 0,62 0,63 0,65 0,68

media ∆L*

2,71 1,28 1,33 0,43 0,93 0,96 1,06

media ∆C* Media ∆H*

2,43 1,44 1,41 0,99 1,24 1,22 1,47

1,71 1,20 1,03 0,75 1,16 0,79 1,20

Le differenze cromatiche sono mappate nello spazio colore metrico come semplici distanze. Così, una differenza cromatica, storicamente rappresentata come DeltaE, diventerebbe DeltaE*ab nello spazio CIELAB e sarebbe quindi compresa tra due punti (colori) nello spazio colore CIELAB, essendo definita dalle coordinate L*a*b* di ogni colore.

ra, in termini metrici, la differenza nella tinta, cioè il DeltaH*ab. Questo valore va ricavato da DeltaE*ab, DeltaL* e DeltaC*ab. Per facilitare la rappresentazione grafica di questi simboli tralasciamo le lettere “ab” nelle annotazioni sottostanti, ma è chiaro che tutte le coordinate si riferiscono allo spazio metrico a*, b*.

ΔL* = L*2 – L*1 Δa* = a*2 – a*1 Δb* = b*2 – b*1 ΔE*ab = [(ΔL*)2+(Δa*)2+(Δb*)2]1/2

C* = [a* . a* + b* . b*]1/2 ΔC* = ΔC*2 – ΔC*1 ΔH* = [(ΔE*)2 – (ΔL*)2 – (ΔC*)2]1/2 oppure ΔH* = [C*1 . C*2 – a*1 . a*2 – b*1 . b*2]1/2

In termini puramente geometrici il DeltaE*ab definisce il raggio di una sfera nello spazio L*a*b* (tridimensionale) o di un cerchio nello spazio a* b* in piano (bidimensionale). Una precedente ricerca sulle differenze cromatiche ha rivelato che tali differenze vengono descritte meglio da una forma ellissoidale piuttosto che da una forma sferica. Inoltre, osservatori umani hanno notato differenze visive in termini di maggior sensibilità percettiva per chroma e tinta. È stato semplice formulare la chroma in base alle coordinate a*b*, ma l’angolo della tinta era espresso in gradi e non in unità corrispondenti allo spazio CIELAB. Così il CIE ha definito una nuova coordinata che misu-

Tutto ciò è familiare e noto dal 1976. Ma le differenze di colore DeltaE* sono anche il raggio di una sfera, sia nello spazio L*a*b* come anche in termini di DeltaL*, DeltaC* e DeltaH*. A questo punto sorge la domanda: come possiamo creare un’ellisse nello spazio metrico CIELAB? Negli anni compresi tra il 1976 e il 2000 si sono svolti molti esperimenti su migliaia di coppie di colori. I dati sono stati raccolti da diversi ricercatori e poi ridotti, normalizzati e uniti in un unico grande gruppo di dati. Il risultato è il complesso insieme di equazioni che si trovano nell’allegato B di ISO 13655, conosciuto come CIEDE2000. Le Fig. 1, Fig. 2, Fig. 3 mostrano i piani ΔH*ΔC* e ΔL*-ΔC* con un cerchio CIELAB di raggio 4 unità e un’ellisse CIEDE2000 di raggio 2,5 per i tre colori di quadricromia: ciano, magenta e giallo. I volumi dello spazio CIELAB incapsulati in entrambe le figure geometriche sono simili, nonostante la forma della regione sia piuttosto distinta. Sembra che il semiasse lungo dell’ellissi sia disposto nella direzione ΔC*. Anche se non evidente dalle immagini, la lunghezza e l’asimmetria delle ellissi varia con l’intensità del colore. Vicino all’asse neutrale (bianco, grigio, nero) le forme sono più sferiche e questo concorda con i giudizi visivi. IPI 154/14

Stampatore Media ∆E*ab



SPECIALE strumenti di misurazione SPECIALE stru

Fig. 6

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Raccomandazioni Quando si sposta una tolleranza da un valore CIELAB a un valore CIEDE2000, i membri della CIE Divisione 1 hanno stabilito che il fattore appropriato di conversione corrisponde ai due terzi, oppure l’equivalente 0,67. Nelle Fig. 1, 2, 3 il rapporto tra CIEDE2000 e CIELAB è 2,5/4, cioè 0,625: quindi leggermente inferiore a quanto raccomandato. Da uno studio interno, condotto dalla delegazione giapponese di ISO TC 130, sono stati ottenuti i dati riportati nella Tabella 1 a pag. 48, che sono rilevati misurando i colori di un target ISO 12642-2 contenente 1.617 tacche di quadricromia, provenienti da sette diverse tirature di stampa. Il rapporto tra le differenze CIEDE2000 e quelle CIELAB, ottenute tra i valori di riferimento indicati e i singoli risultati di stampa, va da 0,5 a 0,9 e dipende principalmente dalla chroma. Ma la media risultante è stata di 0,645: un va-

Conclusioni I dati raccolti da CIE Division 1 e dalle delegazioni di ISO TC 130 riferiscono all’unanimità che la regola generale per convertire le tolleranze da CIELAB a CIEDE2000 dovrebbe essere 0,67. Questo valore è stato applicato alle tolleranze in vari standard ISO e verrà utilizzato in futuro per molti altri, man mano che verranno sottoposti a revisione. I primi report dal campo hanno indicato che l’applicazione di questa regola alle tolleranze CIELAB ha portato a una qualità di stampa migliore. Questo perché, come può essere riscontrato nelle Fig. 1-3 e Fig. 5-6, le tolleranze sferiche CIELAB respingono una stampa che è visivamente accettabile e accettano, invece, una stampa che è visivamente opinabile. Questo andamento non omogeneo di performance verrà notato molto meno frequentemente nel caso della formula CIEDE2000, più moderna e accurata visivamente.

Nel modello tridimensionale, le tolleranze del giallo in CIELAB sono rappresentate da una piccola sfera rossa, il CMC (2:1) si estende in verde sopra e sotto gli altri due solidi; il CIEDE2000 risulta ellissoidale in blu, allungandosi in direzione del chroma.

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lore molto vicino a quello generalmente raccomandato da CIE. Nei grafici delle Fig. 1, 2, 3 si può notare che se gli stampati risultano più o meno carichi di colore possono essere tollerati per l’accettazione visiva, mentre gli stampati che variano nella tinta o in chiarezza possono rappresentare un problema. Questa osservazione è stata riportata anche nei recenti studi di comparazione sui dati di caratterizzazione relativi a diversi processi di stampa. Siccome normalmente non ragioniamo in termini di DL*, DC* o DH*, riportiamo anche i grafici riprodotti nel diagramma a*, b* (Fig. 5 e 6) e un esempio di grafico 3D ellissoidale per il giallo primario (vedi in alto).


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Il rapporto tra qualità e prezzo Il mercato statunitense della stampa nel corso del 2013 si è fortemente orientato verso lo standard ANSI CGATS TR 016-2012, che divide i livelli qualitativi in tre diverse categorie.

di ALBERTO SIRONI

set di dati indicato, oppure più semplicemente dal profilo su cui si sono basate le conversioni o le eventuali prove colore. Ciò significa che il Cliente probabilmente utilizzerà una caratterizzazione standard (ad esempio FOGRA39 oggi o 51 domani, nel caso di carta patinata) ma potrebbe anche riferirsi a un set di dati specifici su cui ha generato i propri profili personalizzati (come previsto anche dalla nuova norma ISO 12647-2:2013 per l’offset e citato nella sua introduzione). • Quindi la conseguenza è che vengano definiti solo i valori di tolleranza rispetto a una qualsiasi caratterizzazione assunta come riferimento, secondo i metodi di controllo stabiliti dal TR 016 e dividendoli nei tre livelli qualitativi A – B – C a seconda del grado di fedeltà atteso e della finezza di riproduzione corrispondente. Vediamo ora, a grandi linee, come è impostato e suddiviso il documento, in modo da recuperare le tecniche principali per poterlo applicare.

DEVIAZIONE E CONFORMITÀ DI CALIBRAZIONE La corretta misurazione del foglio OK (“visto si stampi”) rappresenta sia il release rispetto alle deviazioni consentite dalle tolleranze in uso, sia la conformità in base a una calibrazione del sistema di stampa effettuata partendo dai dati di caratterizzazione assunti come riferimento (vedi Tab. 1 a destra). Si noti come vengano considerati quattro parametri in generale: • Il migliore (in termini di fedeltà alla caratterizzazione di riferimento) 95% delle tacche di una chart target (ISO 12642-2 composta da 1.617 patch). IPI 154/14

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Si sa da sempre che gli americani sono più portati, rispetto a noi europei, a un approccio di impostazione pratica al business, con la capacità di tradurre le azioni tecniche e industriali in operazioni strettamente legate al loro contenuto economico in forma direttamente conseguente e questa ne è un’ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse bisogno. Infatti l’idea dei livelli qualitativi corrisponde naturalmente a categorie di prezzo differenziate, in base al grado di fedeltà di riproduzione richiesta. Quello che a noi può risultare ancora più sorprendente è il tipo di filosofia di base: pensata a partire dalle esigenze dei print buyer, che necessitano di regole chiare per valutare il rispetto o meno delle loro esigenze qualitative, senza doverlo specificare descrivendolo ogni volta, ma rendendolo semplice e implicito rispetto alla categoria di prodotto assegnata. In questo il TR 016 assomiglia all’approccio agnostico voluto nella nuova ISO 15339 (non ancora emessa ma già in versione di bozza finale, quindi di prossima pubblicazione), che difatti ne riprende le parti fondamentali con le tolleranze specificate nell’allegato della norma. Potremmo indicare tre caratteristiche principali per aiutarci a comprendere tale nuova prassi utilizzata negli standard TR 016 e ISO 15339: • Le regole non sono costruite per uno specifico processo di stampa e quindi su precise condizioni di riproduzione, ma sono applicabili a tutti gli stampati in commercio (digitali, offset, rotocalco, flexo ecc.). • Proprio per questo non sono riportati i valori di riferimento a cui attenersi, che invece restano da desumere dalla caratterizzazione scelta dal Cliente: potrebbe essere rappresentata da un


umenti di misurazione SPECIALE strumenti di misu • Il classico valore CIELAB dei pieni di quadricromia. • Il valore CIELAB delle corrispondenti tinte nel medio tono. • Un grigio neutro equilibrato. Ognuno dei dieci risultati ottenuti (partendo dall’insieme delle misure della chart da cui desumere poi lo scostamento entro cui rimane il 95% da considerare e proseguendo in successione con i singoli valori CIELAB per gli altri nove parametri riportati) viene paragonato al corrispondente dato nel set di caratterizzazione indicato come riferimento, sempre in metrica colorimetrica e tramite DE2000 e deve restare nelle tolleranze previste a seconda del livello qualitativo prescelto fra i tre definiti (A-B-C). Nel caso di una calibrazione si consideri l’intera tabella, mentre come accettazione del singolo visto si stampi dovrà essere escluso il 95% delle patch della chart di calibrazione e quindi verificati solo il valore dei pieni di quadricromia, delle tinte retinate al 50% (o al 40% come nel caso di molte color bar) e infine il bilanciamento dei grigi.

TAB. 1 - TOlLERANzE foglio ok parametri

Livello A

Tolleranza di deviazione (DE2000) Livello B

Livello C

95% di tutte le tacche di ISO 12642-2 Pieni

Tinta al 50%

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Grigio neutro

UNIFORMITÀ ALL’INTERNO DEL FOGLIO Vi sono diversi modi per verificare l’uniformità di stampa, quello qui proposto si applica ancora valutando il foglio OK e si basa sul fatto che il target ISO 12642-2 contiene 29 patch ridondanti (cioè ripetute all’interno della chart) che sono quelle riportate in Tab. 2 di pagina seguente (complete delle percentuali in CMYK). Quindi si intende l’uniformità del risultato di calibrazione ottenuto, infatti il metodo pre-

vede tolleranze, sempre in DE2000, entro cui deve essere contenuto il 95% delle 29 tacche ripetute nella relativa chart paragonate tra loro (quindi almeno 27 patch conformi o, più precisamente, da calcolare statisticamente: media dei DE2000 delle 29 misure +2 volte il sigma).

VARIAZIONI IN TIRATURA Siccome la chart target ha dimensioni troppo estese per essere utilizzata su lavori normali di

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SPECIALE strumenti di misurazione SPECIALE stru Tab. 2 - tACcHe ripetute Nel target IT8.7/4

Tab. 3 - uniformità nel foglio 95% delle tacche ripetute

Livello A

Tolleranza di variazione all’interno del foglio (DE2000) Livello B Livello C

produzione, questa valutazione viene svolta su comuni color bar. La Tab. 4 (a destra) riporta le nove tacche su cui effettuare il controllo, che sono le stesse di Tab. 1 (a parte il 95%) e difatti ne riporta le medesime tolleranze, suddivise per le solite tre categorie qualitative A-B-C. Si prevede che le misure siano rilevate su almeno 20 copie, prelevate in forma casuale e valide per il miglior 95% dei risultati raccolti: in pratica, in caso appunto di 20 fogli, il peggiore può non essere considerato nel comporre il risultato finale oppure, più precisamente, può essere escluso il dato peggiore ottenuto per ognuno dei 9 controlli effettuati relativi ai 20 campioni considerati. Il metodo proposto dal TR 016 suggerisce di utilizzare, come valori di riferimento per la valutazione di conformità della tiratura, i corrispondenti dati della caratterizzazione da copiare e non quelli dell’OK print (visto si stampi) approvato. Questo perché tale approccio sembra essere maggiormente affidabile e coerente nel garantire la consistenza della riproduzione del colore attesa dal Cliente.

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METRICA A PUNTEGGIO A questo punto il sistema prevede persino l’attribuzione di un voto finale di sintesi all’insieme delle valutazioni effettuate, impostato

in trentesimi. Il metodo di calcolo si sviluppa come descritto qui di seguito: • il livello A vale 3 • il livello B vale 2 • il livello C vale 1 • meno del livello C equivale a zero. Inoltre le varie caratteristiche considerate sono a loro volta suddivise con pesi diversi tra loro: • deviazione: coefficiente 3 • uniformità: coefficiente 1 • variabilità della tiratura: coefficiente 6. Il risultato si compone incrociando le varie performance ottenute. Ad esempio, supponiamo di aver ottenuto il livello A in deviazione e invece B per uniformità, oltre che nella variabilità in produzione. Ora il conteggio sarà: 3x3 + 2x1 + 2x6 = totale 23/30.

RIFLESSIONE FINALE Quindi, come abbiamo visto, le indicazioni del TR 016 si concentrano fondamentalmente solo su tre requisiti, come colonne portanti di tutto il sistema: - la deviazione dai dati di caratterizzazione previsti, a cui riferirsi per calibrazione e foglio OK; - l’uniformità all’interno dello stampato, sempre considerando il foglio OK di calibrazione; - la variabilità in tiratura come elemento di maggior importanza nella valutazione.

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parametro


umenti di misurazione SPECIALE strumenti di misu tecnologie web to print

Il metodo si basa su pochi requisiti, in modo che risulti di facile comprensione (anche per i print buyer) e di semplice applicazione (per gli stampatori). Le categorie qualitative differenziate, con in aggiunta la facoltà di assegnare un punteggio, introducono al concetto di Livello Qualità Accettabile (LQA) per la definizione di un modello aziendale, riconosciuto dal mercato, basato su attributi e non solo su difettosità, che possa essere inserito nei contratti che si stipulano tra le parti. Se ci pensiamo bene, anche se tecnicamente forse un po’ rudimentale, l’approccio proposto tende a civilizzare l’attuale “ingestibile giungla” presente sul mercato, offrendo un riferimento oggettivo in base al quale accordarsi preventivamente. Del resto è da sempre il sogno agognato da tutti nel settore quello di poter disporre di un modello per assegnare un numero (oppure una stelletta, rombo o altro) che stabilisca precisamente il livello di qualità oggettivo previsto e poi realmente ottenuto, su cui poter fondare il criterio di accettazione della produzione di stampati. Se poi tale modello viene anche messo in relazione diretta col prezzo da pattuire, si chiude il cerchio in maniera coerente e definita.

Tab. 4 - tolleranze di variazione in tiratura parametri

Livello A

Tolleranza di variazione (DE2000) Livello B

Livello C

Pieni

Tinta al 50%

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Grigio neutro

Il problema, al limite, resta la scarsa applicabilità a casa nostra di un metodo che, facendo chiarezza, eliminerebbe l’ambiguità in cui si nascondono esercizi opportunisti di potere improprio e quindi si scontrerebbe con mentalità non proprio propense al cambiamento, in quanto la confusione odierna lascia ampi spazi di manovra anche e soprattutto a chi non dispone di elevate competenze e professionalità. In ogni caso il numero risultante come LQA e su cui misurarsi possiede un valore prezioso anche a livello industriale, perché diviene un

riferimento in tutti i sensi “parlante” che aiuta e supporta la comunicazione interna aziendale in modo efficace, permettendo di tenere i processi costantemente sotto controllo, sapendo sempre dove ci si trova e garantendo una buona serenità nella consegna dello stampato finale.

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Segue le evoluzioni del settore sia dal punto di vista del mercato che da quello delle tecnologie.

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Come trasformare

mercati stampa

la stampa in valore

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aggiunto L’odierno panorama della stampa, dei media e dell’editoria è molto diverso rispetto a dieci o addirittura cinque anni fa. Eppure, sebbene in alcuni segmenti si sia assistito a un calo dei volumi di stampa, in altri la stampa continua a crescere malgrado l’evoluzione di molti mezzi di stampa tradizionali verso forme digitali. Il settore della stampa a livello internazionale continua a dimostrare come l’innovazione, il pensiero creativo e talvolta anche l’integrazione possano garantire un futuro brillante alla stampa. Nel dicembre 2013, la società internazionale di analisi di mercato Smithers Pira ha previsto una crescita annua del 2% per il settore della stampa fino al 2018. Si prevede che tale aumento sarà sostenuto dalla crescita delle economie in transizione e dalle opportunità a valore aggiunto. Il segreto sta nel trasformare la stampa in qualcosa che non sia solo del semplice inchiostro su un pezzo di carta, e sviluppare invece applicazioni il cui valore risieda nel “prodotto” stampato stesso. Alcuni esempi significativi comprendono l’evoluzione di settori come l’elettronica stampata, la stampa in 3D e,

Le opportunità esistono, ecco alcuni esempi di uso creativo della stampa, una tecnologia che fornisce una qualità concreta e tangibile, in certi campi insostituibile... logicamente, i cross media. Non sono però solo queste aree di innovazione tecnologica a creare importanti applicazioni di stampa. A volte ciò si deve all’uso creativo di tecnologie ben consolidate che trasformano la stampa dall’essere qualcosa “usa e getta” in una risorsa da conservare.

campagna coca-cola

Un esempio significativo di creatività che ha dato origine a un “prodotto” stampato importante sono le etichette delle bottiglie nel quadro della campagna 2013 Share a Coke (“Condividi una Coca-Cola”) di Coca-Cola. Nella campagna, che è partita dall’Australia prima di espandersi e diventare la più grande promozione globale dell’azienda, il gigante delle bevande gassate ha sostituito la sua etichetta con i 250 nomi più comuni al mondo in diverse lingue. Ciò ha permesso ai clienti di “con-

dividere una Coca-Cola” con amici e familiari, dando origine ad altre campagne, come un tour estivo in una serie di Paesi diversi e una campagna di Natale sui social media. La campagna è stata un successo enorme per il marchio, sia per quanto riguarda le vendite che per il contributo dei social media nella sua crescita. ln quasi tutti i casi, le etichette delle bottiglie sono state stampate in due fasi: all’inizio è stata usata la stampa tradizionale delle etichette per il 75-90% del design e in seguito la stampa digitale (HP Indigo) per consentire di stampare i nomi variabili. In alcuni casi, grazie a una tecnica sviluppata appositamente per la stampa sulle lattine, è stato possibile stampare simultaneamente otto/dodici nomi diversi. Gregory Bentley, innovatore per il packaging in Europa di Coca-Cola Services SA, dichiara: «Nelle

di Angelina Stojsavljevic, Group Marketing Manager, Ipex 2014.

diverse parti del mondo la variazione è stata eseguita in modi diversi. Ad esempio, dato che in Germania si producono bottiglie in PET riutilizzabili con etichette di carta removibili con l’acqua, non avevamo bisogno di ricorrere alla stampa digitale per le etichette in vendita sugli scaffali dal momento che le etichette potevano essere assortite per ottenere la variazione dei nomi. In Germania abbiamo realizzato una vera “personalizzazione” permettendo ai clienti di andare online e ordinare una bottiglia con sopra un nome specifico; per questi ordini si è ricorso alla stampa digitale». «Da un punto di vista tecnico, la campagna non ha proposto etichette “personalizzate” nel senso vero

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Il pensiero creativo, unito all’innovazione tecnologica, sta trasformando l’intero mondo della stampa.

“TV in a Card” per Bentley, un video collegato al marketing cartaceo.

e proprio della parola», continua Bentley. «Il nostro ruolo è stato quello di utilizzare la stampa digitale come mezzo per permettere una stampa variabile e stampare una serie di nomi in modo da consentire ai consumatori di compiere in prima persona la personalizzazione cercando un nome sullo scaffale per regalare la bottiglia a qualcuno o comprarla per sé». Le dichiarazioni di Bentley sottolineano l’importanza del pensiero creativo nello sviluppo di applicazioni di stampa realmente importanti che sfruttino le funzionalità della tecnologia di stampa per offrire un “prodotto” capace di ottimizzarne i benefici.

sfruttare i vantaggi

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Sfruttare gli ineguagliabili vantaggi della stampa, come la sua natura fisica e tangibile, rappresenta un altro modo con il quale i fornitori di servizi di stampa possono differenziarsi utilizzando la stampa per compiere cose che non sarebbero possibili con le comunicazioni elettroniche. Gli articoli di cancelleria per scopi sociali, come le partecipazioni di matrimonio, i biglietti da visita e i biglietti di ringraziamento, rappresentano una serie

di ottimi esempi in cui la stampa costituisce il valore. Le partecipazioni di matrimonio, che sono realizzate non solo per il loro scopo effettivo ma per potere essere conservate come ricordo, offrono una miriade di esempi creativi. Da inviti aventi come tema il passaporto per matrimoni in luoghi esotici stampati digitalmente a pacchetti di supporti personalizzati tagliati al laser, molti siti web di stampatori di articoli di cancelleria per matrimoni rispecchiano in modo realistico le diverse tecnologie di stampa esistenti. La qualità concreta e tangibile della stampa è utilizzata anche per produrre prodotti di valore come brochure per marchi di lusso, gallerie d’arte, case d’asta e promotori immobiliari. Anche il mercato dei prodotti fotografici sfrutta le qualità fisiche della stampa. I prodotti stampati ad alta redditività come fotolibri e biglietti di auguri personalizzati stanno acquistando popolarità tra i fotografi occasionali e i fotografi amatoriali. Una ricerca del 2013 condotta negli Stati Uniti dall’analista del settore internazionale InfoTrends ha rilevato che il 32% dei fotografi di istantanee, il 45% dei fotografi

di ricordi di famiglia, il 57% dei fotografi amatoriali e il 71% dei fotografi amatoriali avanzati avevano ordinato prodotti fotografici nell’anno precedente. Con oltre il 20% dei proprietari europei di macchine fotografiche (compresi gli utenti di smartphone) che ha dichiarato di essere intenzionato a ordinare un fotolibro (o fotolibri) in futuro, i prodotti fotografici rappresentano chiaramente una notevole opportunità di crescita a livello internazionale.

integrazione con i cross media

Andando oltre l’aspetto creativo e tangibile, un’altra tecnica sempre più utilizzata per la creazione di prodotti stampati di valore è l’integrazione fisica della stampa con le tecnologie digitali utilizzando i cross media. Un esempio è rappresentato dalle tecnologie come Americhip™ e TV in a Card che stanno ridefinendo i confini delle possibilità della stampa attraverso l’uso delle applicazioni: dalla prima pubblicità Video in Print® sulla rivista statunitense Entertainment Weekly nel 2009 fino ai biglietti di auguri con video nel 2011 e la pubblicità su Microsoft Office 365 che ha trasformato un numero della rivista Forbes in un hotspot Wi-Fi nel 2013. «Ciò che i nostri clienti trovano estremamente interessante», dichiara Russell Lawley-Gibbs, ideatore e CEO di TV in a Card, «è la capacità di combinare il più potente mezzo di comunicazione, cioè il video, con l’azione mirata che è possibile ottenere utilizzando il marketing diretto stampato.

>segue a pag. 80 IPI 154/14

mercati stampa


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Inkjet

Editoria Stampa digitale o cosa

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Continua la panoramica sui sistemi di stampa inkjet ad alta produttività iniziata nel numero scorso. Questa volta analizziamo l’offerta di altri produttori: Canon, Kodak, Screen, Xerox.


tecnologie inkjet

stampa inkjet Presente e futuro (IIparte) In questa seconda parte dell’articolo sulle tecnologie inkjet, andremo ad analizzare un ulteriore gruppo di tecnologie disponibili sul mercato, allargando il panorama con le macchine per la stampa a dato variabile, libri, manuali e brochure. Prima però, vorrei soffermarmi sull’argomento carta, inchiostro e applicazioni. La prima problematica che affligge un sistema di stampa inkjet è sicuramente il supporto: pensando alla nostra stampante di casa, possiamo facilmente capire che utilizzando un supporto non trattato, l’inchiostro liquido penetra all’interno della fibra creando un punto di stampa irregolare dai contorni non ben definiti. In alcuni casi tale problema viene risolto usando supporti trattati in superficie per avere un assorbimento controllato innalzando però il costo del supporto, in alternativa si riduce la quantità di inchiostro depositata sulla superficie con una conseguente riduzione del gamut.

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di LUCA CHIAVEGATO

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Kodak Prosper 5000XLi Press

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Ciò permette l’impiego di carte di basso costo, limitando molto le applicazioni realizzabili; nel caso di prodotti con colori speciali, la riduzione del gamut di stampa crea notevoli problemi in quanto non avremo la possibilità di riprodurre colori saturi, andando quindi a eliminare parecchi colori pantone. Come abbiamo visto, i produttori sono andati ad adottare differenti soluzioni tecniche per poter risolvere tale problematica consentendo l’utilizzo di carte non trattate e preservando un buon gamut di stampa: dal trattamento superficiale in macchina della carta fino all’impiego di particolari inchiostri e sistemi di asciugatura per garantire un ottimo risultato di stampa. Direttamente legato al problema carta abbiamo il problema inchiostro. Tralasciando la composizione chimica, ricordiamo che le tecnologie inkjet necessitano di un inchiostro liquido composto da due parti fondamentali: il pigmento e il veicolo. Il pigmento è la parte colorata mentre il veicolo è un prodotto incolore il cui scopo è quello di trasportare il pigmento dalla testina fino al supporto. In molti casi, soprattutto nei sistemi dedicati alla stampa a dato variabile (VDP), l’inchiostro non ha una coprenza elevata: purtroppo questo provoca un risultato di stampa con colori poco saturi rendendo difficile la riproduzione di colori pantone saturi. In questo specifico caso, l’unica soluzione possibile sarà quella di andare a creare dei profili colore personalizzati da cui ricavare colori pantone “personalizzati” e ottimizzati in funzione dei limiti del proprio sistema di stampa. Sui sistemi più recenti, la problematica legata alla coprenza dell’inchiostro è stata ridotta permettendo di ottenere colori saturi e pantoni con un buon grado di corrispondenza. Il terzo elemento su cui mi voglio soffermare è l’aspetto delle applicazioni. Questi tipi di attrezzature vengono progettate per rispondere all’esigenza di poter avere sistemi con una

buona produttività e con formati di stampa abbastanza elevati. Le applicazioni tipiche, se escludiamo i sistemi per la stampa di etichette o personalizzazione di imballaggio, si dividono quindi in due grandi emisferi: stampa a foglio per applicazioni editoriali e stampa di dati variabili. Se nel numero scorso abbiamo analizzato prevalentemente tecnologie per il primo settore, in questo articolo ci soffermiamo prevalentemente sulle macchine per stampa ad alta produttività. Purtroppo finora queste tecnologie non hanno offerto grandi performance in termini qualitativi in quanto il tipo di applicazioni non richiedeva una qualità elevata, ma più che altro velocità di stampa notevoli per poter far fronte a tirature molto elevate, anche nell’ordine di qualche milione di copie. Il mercato del VDP è stato quindi il primo a usufruire di tecnologie di questo tipo, basti ricordare il glorioso passato di Scitex con Versamark, inizialmente impiegato come stampa monocromatica , passato poi al full color. Queste tipologie di attrezzature sono sempre più impiegate permettendo di avere una qualità ragionevole che permette di migrare le tirature VDP miste, realizzate con una base full color in roto-offset e successivamente personalizzate solo in nero attraverso sistemi digitali a toner, su sistemi di stampa full color. Questo tipo di workflow prima non permetteva una grande versatilità, in quanto il dato variabile doveva essere solo in nero e ciò rendeva impossibile la creazione di dati variabili particolarmente creativi; oggi, invece, potendo usufruire di tecnologie inkjet, la parte variabile non si limita ai semplici dati personali, bensì possiamo integrare pubblicità full color personalizzate, a costi contenuti. Tale opportunità ha costituito per banche, assicurazioni ecc. un ottimo strumento di marketing: infatti con i sistemi a getto d’inchiostro possono integrare all’interno di estratti conto o comunicazioni di vario genere, elementi pub-

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tecnologie inkjet


tecnologie inkjet

Kodak Prosper 1000 Press

blicitari personalizzati in full color, permettendo di rendere variabili sia le immagini che gli elementi di testo.

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Le tecnologie Passiamo ora a una rassegna tecnologica di questi sistemi andando a esaminare le caratteristiche di ognuno. Kodak Prosper In casa Kodak, qualche tempo dopo aver acquisito la tecnologia Versamark, sono partiti con la creazione di un progetto che a dire il vero è una piattaforma di prodotti che comprende sia sistemi completi di stampa che sistemi da integrare all’interno di altri flussi di lavoro. Come prima macchina analizziamo la Prosper 1000 Press. La velocità di stampa è di 200 metri al minuto che permette di produrre 3.600 A4 al minuto; sfruttando la bobina di larghezza massima di 64,8 cm, è in grado di produrre segnature che vanno dalle 8 alle 16 pagine permettendo di gestire un cut-off massimo di 137,2 cm. Questo tipo di tecnologia è monocromatica, è dedicata quindi al mondo del libro e del direct mailing, particolarmente adatta a coloro che necessitano di un volume di stampe massimo mensile veramente alto, pari a 90 milioni di A4. In questa tecnologia Kodak utilizza un inchiostro in grado di dare i migliori risultati anche su carte naturali contenenti pasta legno; la grammatura utilizzabile va da un minimo di 45 fino a un massimo di 175. Essendo in grado di stampare in bianca e volta in un solo passaggio, si presta particolarmente alla stampa di libri, soprattutto se pensiamo alla possibilità di integrare in linea i sistemi di finitura pensati nello specifico per la produzione di libri che permettono di arrivare a un massimo di 1.000 libri all’ora; ovviamente per chi necessitasse è possibile integrare le copertine stampate in full

Kodak Prosper 5000XLi Press

color sul sistema Kodak NexPress consentendo in tal modo di “chiudere il cerchio” e fornire un prodotto completo di alta qualità. Salendo di grado, troviamo la sorella maggiore, la Prosper 5000XLi Press, sistema a quattro colori che condivide una parte delle specifiche tecniche della sorella minore. La velocità di stampa è la medesima, così come la lineatura di stampa pari a 175 lpi. In questo caso, però, abbiamo un sistema che permette di andare a stampare un range di grammature e tipologie di carta nettamente maggiore. Partendo dalle grammature, la Prosper 5000XLi consente di arrivare fino ai 300 g/m2: sappiamo che il peso è solo una delle variabili legate al supporto, però tenendo conto del fatto che stiamo parlando di un sistema a bobina, direi che la grammatura massima utilizzabile è veramente ragguardevole. La caratteristica che da sempre ha destato maggior interesse è la possibilità di andare a stampare su supporti non trattati, così come altre tecnologie, ma in particolare di poter stampare su supporti patinati opachi e ovviamente anche carte naturali. Questa possibilità, affiancata al motore a quattro colori, permette di aprire nuovi mercati oltre al classico VDP, ma, come spesso si dice, “la potenza è nulla senza controllo”, ecco quindi che la Prosper 5000XLi mette in campo numerosi sistemi di controllo per garantire affidabilità massima nella riproduzione del colore. Partiamo dalle telecamere per monitorare il registro tra i colori e quello tra fronte e retro, è poi presente l’autoallineamento delle testine e un kit di sistemi di controllo del nastro carta per garantire la massima qualità di stampa. Oltre a questo kit di strumenti, la Prosper 5000XLi è dotata di: aspirazione del supporto per migliorare la qualità di stampa e la stabilità della carta, un sistema di asciugatura adattabile alle varie condizioni di stampa e un modulo di alimentazione pensato per un cambio bobina semplice e rapido.

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tecnologie inkjet

Xerox CiPress e dettagli del toner CMYK e nero.

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Canon In casa Canon andiamo a dare uno sguardo a tre prodotti, ereditati dall’integrazione di Océ, che sono: Océ JetStream Compact series, Océ JetStream Dual series e Océ ColorStream 3000 Twin series. Similarmente alla scelta di Kodak, anche in questo caso parliamo di una piattaforma di prodotti che sono scalabili in funzione del tipo di esigenza del cliente. Partiamo dalla JetStream Compact series, un gruppo di tre modelli: 1000/1400/1900 che si differenziano per la velocità di stampa che è rispettivamente di 75, 100, 127 metri al minuto. Il sistema è ideato appositamente per offrire un prodotto con dimensioni ridotte ma con performance da grande: anche se compact, la torre di stampa consente la produzione di lavori in doppio (due pagine affiancate) in bianca e volta. La macchina nasce come un sistema a 4 colori che però può essere espanso fino a un massimo di 6 colori con incluso anche il MICR: ciò permette di andare a produrre una vasta gamma di stampati, dai giornali fino a prodotti di qualità o stampati che necessitano di particolari misure di sicurezza come ad esempio gli assegni. Come per la piattaforma Prosper, anche la JetStream, consente di agganciare un vasto numero di strumenti di finitura in base alle esigenze del cliente. Salendo di grado, passiamo alla JetStream Dual series, tecnologia che alza l’asticella della velocità, arrivando fino a un massimo di 200 metri al minuto. Come per la sorella minore, abbiamo tre modelli: 1500/2200/3000, in grado di produrre rispettivamente 100, 150, 200 metri al minuto, con una risoluzione che si attesta sui 600x600 dpi reali in grado di dare la medesima qualità che potremmo ottenere con sistemi aventi il doppio dei dpi. Non solo la risoluzione consente di produrre uno stampato di qualità, ma anche la dimensione della goccia depositata sulla carta, espressa in picolitri. Nel

caso della JetStream andiamo da un minimo di 7 fino a un massimo di 12 picolitri: come si intuisce, maggiore è il valore in picolitri, maggiore sarà la quantità di inchiostro che andrà sulla carta e di conseguenza la copertura di colore e il consumo. La larghezza massima della bobina è abbastanza generosa, 52 cm, ciò la rende adatta a un elevato numero di applicazioni che vanno dal transpromo fino alla stampa di libri o riviste a colori. Come la sorella minore, anche il modello Dual permette di mantenere un ottimo registro fronte/retro, facilmente gestibile da una serie di strumenti automatici in grado di compensare i movimenti del nastro di carta. Concludiamo la carrellata dei prodotti Canon con la Océ ColorStream Twin series. Come gli altri modelli, anche questa è composta da una famiglia di prodotti: 3200/3500/3700/3900. In funzione del prodotto scelto, si potrà andare a produrre da una velocità minima di 48 metri al minuto fino a un massimo di 127 con una bobina da 54 cm. Come per gli altri modelli possiamo arrivare a un massimo di 6 colori con la possibilità di includere anche il toner MICR. La flessibilità della famiglia ColorStream è massima, infatti il prodotto nasce con un solo motore per la stampa in bianca che poi può venire affiancato da una seconda unità per la stampa in volta: ciò garantisce la massima scalabilità nel tempo e permette di entrare nel business della stampa inkjet un passo alla volta adattando la tecnologia alle proprie esigenze e non viceversa.

Xerox Anche in casa Xerox troviamo una famiglia di prodotti inkjet, CiPress 325/500. La base tecnologica è la medesima e si differenziano per la velocità, la 325 da 100 metri al minuto e la 500 da 152 metri al minuto. Non solo la velocità differenzia i due modelli ma anche la risoluzione che si attesta a 600x400 dpi per

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Océ JetStream Dual series e, sopra, Océ JetStream Compact series.


tecnologie inkjet

Truepress JetSX, a sinistra Screen Truepress 520EX.

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la CiPress 500 e a 600x600 dpi per la CiPress 325; come si può notare, come per altri modelli all’aumentare della velocità c’è una risoluzione inferiore. Notevole è la gamma di carte: carta naturale, carta trattata, riciclata, carta per quotidiani, carta con pasta legno, carta per laser, sicuramente una delle tecnologie con la più vasta gamma di carte della sua fascia. Tale ampiezza di scelta è legata alla tecnologia inkjet di tipo waterless, sviluppata da Xerox, che permette di ottenere una qualità di stampa elevata anche su carte non trattate. Il sistema è ricco anche di sistemi di controllo e correzione automatici, dalla gestione del registro alla compensazione degli ugelli non funzionanti, tutti sistemi che permettono di ottenere il massimo della qualità con il minimo dei pensieri.

Screen Concludiamo la nostra carrellata dei prodotti disponibili sul mercato con due modelli presenti in casa Screen e analizziamo due prodotti, uno a foglio e uno a bobina. Partiamo dalla Truepress JetSX che può essere considerata diretta concorrente della Fuji Jet Press 720, infatti come questa è una 50x70 cm a foglio. Partendo dalla tipologia di carta, possiamo utilizzare un’ampia gamma di carte che comprende carte offset gloss, matt e senza legno con un range di spessore che va da un minimo di 0,08 mm fino a un massimo di 0,4. Particolarità di questo prodotto è la possibilità di stampare in bianca e volta grazie all’impiego di una sorta di cilindro di voltura che gira il foglio: un meccanismo simile ad alcune tecnologie di stampa digitale a foglio, in questo caso però la carta passa nella parte alta della macchina per poi essere reimmessa nel sistema di alimentazione ed essere stampata in volta. Anche la risoluzione di stampa è di tutto rispetto, infatti la macchina impiega un retino FM in grado di arrivare a una risoluzione di 1440x1440 dpi, per-

mettendo quindi di garantire ottime gradazioni tonali e definizione degli elementi più piccoli. Passiamo ora alla punta di diamante della famiglia di macchine a bobina Truepress Jet520, la Jet520ZZ. Rispetto al modello a foglio, ha una risoluzione massima di soli 720x360 dpi, la riduzione della risoluzione però viene compensata da una velocità di stampa elevata che arriva a 220 metri al minuto. Anche la larghezza della bobina è pari ad altre macchine di questa fascia, con larghezza di 520 mm e un’area di stampa di 502 mm. Come altri prodotti a bobina, anche la Jet520, è stata concepita per applicazioni di VDP, libri, manuali e free press, anche se questi prodotti non sempre richiedono una qualità di stampa elevata. Il sistema ha una goccia di soli 4 picolitri, con una dimensione così ridotta si ha la possibilità di avere un numero maggiore di sfumature e una migliore riproduzione degli elementi più fini. Questa non è la sola particolarità, Screen permette anche di scegliere l’inchiostro offrendone due tipi: pigment e dye che verranno scelti in funzione del tipo di prodotto da stampare o del risultato che si vuole ottenere.

Inkjet, un mondo in crescita Concludiamo con alcune considerazioni. Come si può evincere dal panorama descritto, il mondo inkjet è in crescita e sempre più si adatta a molteplici necessità produttive passando dal semplice VDP fino ad arrivare a libri e riviste. Ovviamente il costo degli impianti non è alla portata di tutti, ma per alcuni prodotti l’inkjet è sicuramente la risposta che il mondo offset non può più dare e a cui il mondo del toner non può arrivare. Quindi c’è da aspettarsi ancora di più perché a mio avviso siamo solo all’inizio di un panorama che abbiamo solamente cominciato ad ammirare.

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Management La formula del più grande coach della storia

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di Anita Elberse* (I parte) Prima di ritirarsi, nel 2013, Alex Ferguson ha passato 26 stagioni come allenatore del Manchester United, club di calcio inglese tra le società sportive di maggior successo e valore, vincendo ben 38 trofei, tra nazionali e internazionali. Ma Ferguson è stato molto più di un coach. Ha avuto un ruolo centrale nell’organizzazione, gestendo anche l’intero club. «Steve Jobs è stato Apple; Sir Alex Ferguson è lo United», dice l’ex-CEO David Gin. Il successo e la capacità di resistenza come quelli di Sir Alex Ferguson richiedono di essere studiati - e non solo da parte dei fan del calcio. Come ha fatto? Si possono identificare delle abitudini che ne hanno reso possibile il successo e dei principi che lo hanno guidato? Durante quella che si è rivelata essere la sua stagione finale in carica, con il mio ex-studente Tom Dye abbiamo condotto una serie di interviste in profondità a Ferguson sui suoi metodi di leadership e lo abbiamo osservato in azione sul campo di allenamento dello United nel suo famoso stadio

Old Trafford, dove ora una statua in bronzo di quasi tre metri dell’ex-allenatore si profila all’esterno. Abbiamo parlato con molte delle persone con le quali Ferguson ha lavorato, da David Gill ai vice-allenatori del club, al responsabile dell’equipaggiamento e ai giocatori. E abbiamo osservato Ferguson in numerosi brevi meeting e conversazioni con giocatori e membri dello staff nei corridoi, nella caffetteria, sul campo di allenamento e in qualunque altro luogo dove si dava l’opportunità. Ferguson è venuto in seguito alla Harvard Business School per

assistere all’insegnamento del caso di studio, esporre le sue opinioni e rispondere alle domande degli studenti dando luogo a situazioni di aule piene di gente in piedi e a uno scambio sempre entusiasmante. Ferguson e io abbiamo discusso otto lezioni di leadership che comprendono elementi cruciali del suo approccio. Anche se ho cercato di non esaltare troppo questo punto di vista, molte di esse possono essere certamente applicate più ampiamente, al business e

alla vita. Nell’articolo che segue descrivo ogni lezione così come l’ho osservata e lascio quindi spazio alla voce stessa di Ferguson.

partite dalle fondamenta! Al suo arrivo al Manchester nel 1986 Ferguson si mise all’opera per creare una struttura di lungo termine che modernizzasse il programma giovanile dello United. Istituì due “centri di eccellenza” per giocatori promettenti, fin dai piccoli di nove anni, e reclutò un

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L’importanza della leadership

• IL RECORD. Prima del suo ritiro lo scorso maggio, dopo 26 anni in carica al Manchester United, Sir Alex Ferguson è stato forse l’allenatore di maggior successo in tutti gli sport. Durante il suo incarico lo United ha vinto il campionato inglese 13 volte, assieme ad altri 25 trofei nazionali e internazionali. • LA DOMANDA. Quali sono stati i metodi dietro al successo di Ferguson, e quanto possono essere applicati oltre il campo da gioco? • LE LEZIONI. L’approccio di Ferguson può essere articolato in otto principi di leadership, che vanno dal valore di fare un passo indietro e osservare alle specifiche del prepararsi per vincere.

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certo numero di osservatori, sollecitandoli a portargli i giovani talenti migliori. Il più conosciuto fra i suoi acquisti precoci fu David Beckham. Il più importante fu probabilmente Ryan Giggs, che Ferguson notò nel 1986 quand’era un gracile tredicenne, poi cresciuto fino a diventare il calciatore britannico più premiato di tutti i tempi. Le star di lunga data Paul Scholes e Gary Neville furono anch’essi tra gli investimenti del primo programma giovanile di Ferguson. Assieme a Giggs e a Beckham essi formarono il nucleo delle grandi squadre United di fine anni ‘90 e primi 2000, al quale Ferguson attribuisce il credito di aver plasmato la moderna identità del club. Fu una grande scommessa sui talenti giovanili; e in un’epoca in cui l’opinione prevalente era, come notava un rispettato commentatore televisivo, “Coi ragazzi non puoi vincere nulla”, Ferguson affrontò il processo in modo sistematico. Egli parla della differenza tra costruire una squadra, che è il compito su cui si concentra la maggior parte degli allenatori, e costruire un club. Alex Ferguson: «Dal momento in cui arrivai al Manchester United ho pensato a una cosa sola: costruire un club di calcio. Volevo costruirlo proprio dal basso. Questo al fine di creare facilità e continuità di offerta alla prima squadra. Con questo approccio i giocatori crescono tutti insieme, formando un legame che a sua volta crea uno spirito di squadra. Quando arrivai, un solo giocatore della prima

squadra era sotto i 24 anni. Lo sapevo che un focus sui giovani avrebbe corrisposto alla storia del club, e la mia precedente esperienza di allenatore mi diceva che si poteva vincere con giocatori giovani e che io ero capace di lavorare con loro. Così, avevo la fiducia e la convinzione che, se lo United doveva ancora significare qualcosa, ricostruire la struttura giovanile era cruciale. Si può dire che è stata una scelta coraggiosa, ma “la fortuna aiuta gli audaci”. Il primo pensiero del 99% degli allenatori di fresca nomina è di assicurarsi di vincere, per “sopravvivere”. Così cercano giocatori con esperienza. Questo accade semplicemente perché siamo in un settore guidato dai risultati. In certi club basta solo perdere tre partite di fila e seie licenziato. Nel mondo del calcio odierno, con un nuovo tipo di dirigenti e proprietari, non sono sicuro che un club avrebbe la pazienza di aspettare che un allenatore costruisca una squadra lungo un arco di tempo di quattro anni. Vincere una partita è solo un guadagno di breve termine, potete perdere la prossima. Costruire un club porta stabilità e coerenza. Non si ha mai voglia di distogliere gli occhi dalla prima squadra, ma i nostri sforzi di sviluppo giovanile hanno finito per condurre ai nostri numerosi successi degli anni ‘90 e dei primi anni 2000. I giocatori giovani sono davvero diventati lo spirito del club. Io provo sempre un grande orgoglio nel vedere i giocatori giovani che maturano. Il mestiere di un allenatore, come

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quello di un insegnante, è di ispirare i singoli a migliorarsi. Date loro migliori abilità tecniche, fatene dei vincitori, fatene persone migliori e potranno andare ovunque nella vita. Quando date una chance ai giovani non solo create un periodo vitale più lungo per la squadra, create anche fedeltà. Ricorderanno sempre che siete stati l’allenatore che ha dato loro la prima opportunità. Una volta che sanno che li supportate accetteranno la vostra impostazione. In realtà state incoraggiando un “senso di famiglia”. Se date ai giovani l’attenzione e un’opportunità per riuscire, è incredibile quanto vi sorprenderanno».

Osate ricostruire la vostra squadra Anche in tempi di maggior successo, Ferguson lavorava per ricostruire il suo team. Gli si riconosce di aver messo assieme, durante il suo tempo al club, cinque distinte squadre vincitrici di campionati e di aver continuato a vincere trofei in tutto quel periodo. Le sue decisioni erano guidate da una precisa sensazione di dove la sua squadra si trovava nel ciclo di ricostruzione e da un analogo senso acuto relativo ai “cicli di vita” dei giocatori, cioè quanto valore il giocatore stava portando alla squadra in ogni periodo. Gestire il processo di sviluppo dei talenti comportava inevitabilmente l’eliminazione di alcuni giocatori, inclusi i “veterani”. «Non guarda mai a questo momento specifico, guarda sempre verso il futuro», ci ha detto Ryan Giggs. «Sapere cosa ha bisogno di essere rafforzato e

cosa ha bisogno di essere rinfrescato: possiede quella facoltà». La nostra analisi di un decennio di dati sul trasferimento di giocatori ha rivelato che Ferguson è stato un “portfolio manager” di talenti straordinariamente efficace. È strategico, razionale, sistematico. Nel decennio passato, durante il quale il Manchester United ha vinto il campionato inglese cinque volte, il club ha speso meno nella campagna acquisti dei suoi rivali Chelsea, Manchester City e Liverpool: i giocatori sotto i 25 anni hanno costituito una quota molto più alta negli acquisti a confronto con quelli dei club concorrenti. E poiché lo United era disposto a vendere anche giocatori che avevano davanti a sé altri anni di alto livello, ha realizzato più soldi dalle cessioni rispetto ai rivali, di modo che le “scommesse” sui talenti promettenti potessero continuare. Molte di quelle scommesse sono state fatte su giovani giocatori in procinto di diventare delle superstar (raramente Ferguson ha sborsato grandi somme per superstar già riconosciute, come l’attaccante olandese Robin van Persie, comprato per 35 milioni di dollari all’inizio della stagione 2012, quando aveva 29 anni). Ai giocatori giovani venivano dati il tempo e le condizioni per avere successo, la maggioranza dei giocatori più anziani era venduta ad altre squadre mentre rappresentavano ancora proprietà di valore, e alcuni veterani top erano tenuti per assicurare continuità e portare avanti la cultura del club. Ferguson: «Abbiamo identificato tre livelli di

giocatori: quelli di 30 anni e più, quelli all’incirca fra i 23 e i 30 e quelli più giovani in entrata. L’idea era che i giocatori più giovani stavano crescendo e avrebbero raggiunto gli standard degli “anziani”. Credo che il ciclo di una squadra di successo duri forse quattro anni e dopo diventi necessario qualche cambiamento. Quindi abbiamo cercato di vedere la squadra tre o quattro anni più in là e di prendere decisioni di conseguenza. Rimanendo allo United a lungo potevo permettermi di pianificare in anticipo: da quel punto di vista sono stato fortunato. L’obiettivo era di evolvere gradualmente facendo uscire i giocatori più anziani e inserendo i più giovani. Tutto si basava essenzialmente su due fattori: primo, chi avevamo in arrivo e dove lo vedevamo a distanza di tre anni; secondo, se c’erano dei segni che i giocatori attuali stessero invecchiando. Ci sono effettivamente giocatori che possono giocare ad alti livelli per molto tempo, come Giggs, Scholes o Ferdinand. Ma l’età conta. È sempre difficile lasciar andare un tuo grande giocatore, ma quando ti accorgi di un calo di rendimento, devi chiederti come sarà la situazione dopo un paio d’anni».

Stabilite standard elevati e applicateli a tutti Ferguson parla con passione della sua volontà di instillare dei valori nei suoi giocatori. Più che dare loro delle abilità tecniche li voleva ispirare a lottare per fare meglio e non darsi mai per vinti: in altre parole, voleva farne dei vincitori.

*Anita Elberse è Lincoln Filene Professor of Business Administration presso la Harvard Business School e autrice di Blackbusters: Hitmaking, Risk-taking, and the Big Business af Entertainment (Henry Holt, 2013). Nel 2012 ha avuto l’opportunità unica di studiare l’approccio gestionale di Alex Ferguson e sviluppare un caso di studio HBS attorno ad esso.

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Ferguson: «Tutto ciò che facevamo era mantenere gli standard che avevamo fissato come club di calcio: questo si applicava a tutto il mio team building e a tutta la preparazione della squadra, ai discorsi motivazionali e a quelli tecnici. Ad esempio, non abbiamo mai tollerato un allenamento mal fatto. Quello che vedete in allenamento si manifesta sul campo da gioco. Così, ogni sessione di allenamento verteva sulla qualità. Non permettevamo un calo di concentrazione, mantenedo sempre alto il livello di performance. Speravamo, così facendo, di migliorare i giocatori ad ogni sessione. Io dovevo alzare le loro

aspettative. Non avrebbero mai dovuto cedere. Dicevo tutto il tempo: “Se mollate una volta mollerete una seconda”. E l’etica del lavoro e l’energia che avevo sembravano diffondersi a tutto il club. Ero solito essere il primo ad arrivare al mattino. Nei miei ultimi anni molti membri del mio staff erano già lì quando arrivavo alle 7. C’era un pensiero del tipo “se lo può fare lui, allora posso farlo anch’io”. Dicevo costantemente alla mia squadra che lavorare sodo tutta la vita è un talento. Ma mi aspettavo anche di più dalle star. Mi aspettavo che lavorassero più duro degli altri. E loro lo facevano. Le star con un forte ego non rappresentano il problema che qualcuno potrebbe pensare. Hanno bisogno di essere vincenti per il loro ego, quindi faranno quel che è necessario per vincere».

Non cedete assolutamente mai il controllo «Non dovete mai perdere il controllo - non quando avete a che fare con 30 straordinari professionisti che sono tutti dei milionari», ci ha detto Ferguson. «E se dei giocatori vogliono opporsi a me, sfidare la mia autorità e il mio controllo, me la vedo direttamente con loro». Una parte importante del mantenere standard elevati su tutta la linea era la volontà di Ferguson di reagire con forza quando i giocatori violavano quegli standard. Se si mettevano nei guai venivano multati. E chi, sgarrando, poteva minacciare la performance della squadra, veniva

mandato via. Nel 2005, quando Roy Keane per lungo tempo capitano, criticò pubblicamente i suoi compagni di squadra, il suo contratto fu rescisso. L’anno dopo, quando l’attaccante principale del Manchester United, a quel tempo Ruud van Nistelrooy, apparve chiaramente scontento per essere stato lasciato più volte in panchina, fu prontamente messo in vendita e andò al Real Madrid. Reagire con forza, in questi casi, è solo una delle azioni da intraprendere. Reagire rapidamente, prima che la situazione sfugga di mano, può essere altrettanto importante per mantenere il controllo. Ferguson: «Se arrivasse il giorno in cui l’allenatore del Manchester United è controllato dai suoi giocatori, in altre parole se fossero i giocatori a decidere come deve essere l’allenamento, quali giorni liberi devono avere, quale deve essere la disciplina e quali devono essere le tattiche... allora il Manchester United non sarebbe più il Manchester United che conosciamo. Prima di venire allo United mi dissi che non avrei permesso a nessuno di essere più forte di me. La tua personalità deve essere più autorevole della loro. Questa è la condizione vitale. Ci sono momenti in cui dovete chiedervi se uno o più giocatori stanno condizionando l’atmosfera dello spogliatoio, minando quindi la performance della squadra e il vostro controllo sui giocatori e lo staff. Se lo stanno facendo, dovete “tagliare il cordone”. Non c’è assolutamente un altro modo. Non ha importanza se è il miglior giocatore al

mondo... La prospettiva di lungo termine del club è più importante di qualunque individuo e la persona più importante del club deve essere l’allenatore. Alcuni club inglesi cambiano allenatore spesso, ma questo può far aumentare il “potere” nello spogliatoio ai giocatori. Questo è molto pericoloso. Se il coach non ha il pieno controllo, non durerà a lungo. Dovete raggiungere una posizione di controllo integrale. I giocatori devono riconoscere che, come allenatore, avete lo status per controllare qualsiasi evento. Potete complicarvi la vita in molti modi chiedendovi: “chissà se i giocatori mi accettano?” Se faccio bene il mio lavoro, i giocatori mi rispetteranno e questo è tutto ciò di cui un coach ha bisogno. Quando capivo che un giocatore iniziava a diventare troppo influente con gli altri, tendevo ad agire velocemente. Si può dire che agivo in modo impulsivo, ma penso che fosse cruciale che io decidessi in fretta. Perché avrei dovuto andare a dormire con dei dubbi in testa? Mi svegliavo il giorno dopo e adottavo i passi necessari per mantenere la disciplina. È importante che abbiate fiducia nella vostra capacità di prendere decisioni e di andare avanti una volta che l’avete presa. Non si tratta di cercare avversità per avere l’opportunità di esercitare potere; si tratta di avere il controllo e di essere autorevoli quando emergono dei problemi. (continua)

(da Harvard Business Review - ottobre 2013)

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Il suo intenso desiderio di vincere derivava in parte dalle sue stesse esperienze come giocatore. Dopo il successo ottenuto in diversi piccoli club scozzesi aveva firmato con un club importante, i Rangers, ma era presto uscito dalle grazie del nuovo allenatore. Aveva lasciato i Rangers tre anni dopo, avendo da mostrare solamente una medaglia di seconda classificata nella Coppa di Scozia. «Le avversità mi hanno dato un senso di determinazione che ha modellato la mia vita. Ho deciso che non avrei mai mollato». Ferguson cercava lo stesso atteggiamento nei suoi giocatori. Reclutava quelli che chiamava “cattivi perdenti” e chiedeva loro di lavorare estremamente duro. Nel corso degli anni quell’atteggiamento divenne contagioso, i giocatori non accettavano compagni di squadra che non ce la mettessero tutta. E le superstar non facevano eccezione.



nobilitazio comunicazione d’ImpREsA

alessandro pesenti

Capacità industriali e tecniche artigianali

Nobilitazioni di ogni tipologia

La vastità del parco macchine a disposizione è unica in Italia: conta 6 BMA, 6 Gietz e 3 Rabolini, tanto per iniziare. Così si presenta la Alessandro Pesenti, una capacità produttiva eccezionale di livello industriale, senza pari per stampa a caldo, ologrammi e impressioni a rilievo di forte impatto. La particolarità del cospicuo parco macchine a disposizione è rappresentata da due pezzi rari, da considerare sicuramente un forte plus nel panorama dell’installato nazionale: • una BOBST BMA 142 • una GIETZ ROFO a bobina (luce 92 cm).

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proprio da questo spirito: essere bravi nel proprio lavoro. Questo era l’intendimento del giovane Pesenti, di formazione legatore, quando iniziò nel 1960 con una piccola pressa per doratura nella sua abitazione, a decorare in oro le copertine dei libri di lusso: il prestigio è il filo conduttore che ha perseguito con la sua azienda negli anni, imprimendolo sui prodotti dei propri Clienti sino ad oggi. Proprio in relazione al continuo sviluppo aziendale intrapreso e alla innata vocazione di concentrarsi su proposte dall’elevato valore aggiunto, va segnalato che la new entry in casa Pesenti è una macchina Roland 700

bicolore con verniciatore e attrezzata con dispositivo per il cold foil. L’idea è tanto innovativa quanto semplice, a pensarci bene: offrire la possibilità ai propri Clienti che non posseggono tale tecnologia di fornire i fogli laminati a freddo per poterci sovrastampare all’occorrenza, ottenendo tutte le varietà di metallizzazioni immaginabili. Il primo elemento stampa, infatti, trasferisce una speciale colla tramite una normale lastra offset, mentre il secondo gruppo (sopra cui è montato il nastro) lamina il foglio per mezzo della pressione e aderendo esattamente nelle zone in cui è presente l’adesivo. Il sistema di trasporto del nastro consente un IPI 154/14

Nel settore della stampa a caldo, infatti, è difficile trovare macchine di grande formato che possano consentire di trattare lavori per cartotecnica senza costringere lo stampatore a ridurre notevolmente le dimensioni del foglio, con la conseguente perdita della resa voluta in termini di ottimizzazione del disegno di fustella e quindi di costi. Così come poter trasferire la nobilitazione desiderata anche con un sistema a bobina, magari su materiale flessibile, costituisce un vantaggio competitivo notevole, che si apre su una indiscutibile vastità di prodotti e mercati innovativi di sicuro interesse. Nonostante tali potenzialità, però, la Alessandro Pesenti ha mantenuto le caratteristiche volute dal fondatore che ancora la dirige e che potremmo riassumere in un’attenzione estrema e quasi puntigliosa alla qualità, al “saper fare” ed alla precisione. Le radici aziendali infatti partono


one

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Il cold foil della Roland 700. A sinistra, uno scorcio del reparto macchine, il telaio a nido d’api della Bobst BMA 142 e la Gietz Rofo a bobina.

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consumo ottimizzato del materiale decorativo, in quanto recupera il nastro non utilizzato per successivi reimpieghi, permettendo così di ridurre lo spreco del costoso foil. Non è finita qui: la macchina è predisposta anche per la tecnologia Cast&Cure che permette di realizzare effetti cangianti e tridimensionali, applicabili anche per ottenere risultati di tipo olografico. Infatti il trasferimento di immagini olografiche avviene per mezzo di un film che le contiene e resta posizionato al posto del foil, imprimendosi tramite pressione su una vernice UV di finitura, la quale ne mantiene l’impronta, in quanto il distacco del materiale avviene dopo la polimerizzazione della lacca UV stessa. Quindi con queste nuove lavorazioni la Pesenti si propone per offrire un servizio sia prima della stampa (cold foil), che di finitura post-stampa (Cast&Cure), per mettere il Cliente sempre al centro (anche del processo a questo punto) e permettergli la scelta tra il ventaglio più ampio possibile di soluzioni concrete a disposizione. Ancora una volta, quindi, Pesenti è pioniere nell’introdurre aspetti innovativi e primizie tecnologiche mai sperimentate prima in Italia.

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Fieredisettore IPEX 2014

UNA fiera... DIVERSA Il fulcro non è più lo spazio espositivo, ma gli eventi collaterali.

Un’edizione di Ipex decisamente inedita quella che si è tenuta dal 24 al 29 marzo presso il nuovo centro fieristico Excel a Londra. Ben diversa da quella del ‘93 a Birmingham che per me, all’epoca neofita del settore, fu la prima Ipex.

di CRISTINA ROSSI

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Chi di voi vi partecipò se la ricorderà come un’edizione storica, quella in cui un carismatico Benny Landa presentò al pubblico in anteprima il primo modello di macchina da stampa digitale – l’E-Print 1000 – realizzata dall’allora sconosciuta azienda israeliana Indigo, acquisita otto anni dopo da HP. Quella e le successive edizioni di Ipex alle quali partecipai erano un vero e proprio palcoscenico internazionale, dove tutti i produttori più noti lanciavano gli ultimi ritrovati tecnologici, che avrebbero debuttato di lì a poco tempo sul mercato. Ipex, dopo Drupa, era senz’altro la fiera più importante, che metteva in mostra i trend tecnologici che avrebbero caratterizzato negli anni successivi l’industria delle arti grafiche. Ebbene, l’Ipex di quest’anno è lontana anni luce dalle edizioni degli ultimi vent’anni... Non è cambiata solo la location, ma l’intero format della manifestazione, oltre ai dati di affluenza. Il numero di visitatori, infatti, è più che dimezzato – 22.768 partecipanti, inclusi 3.532 espositori – rispetto all’edizione 2010 di Birmingham, che aveva registrato circa 50.000 partecipanti, in linea con i dati del 2006. Il fulcro non è più lo spazio espositivo – dove molti dei big, tra cui Heidelberg, HP, Kodak, Canon, KBA, Agfa, Xerox e altri quest’anno erano assenti – bensì tutto ciò che vi ruota attorno: dal World Print Summit – dove una serie di leader di pensiero internazionali, provenienti dal settore della stampa e da settori creativi, si sono avvicendati ogni giorno su un palco per condividere le proprie conoscenze sui nuovi mercati e le nuove tecnologie, elargendo spunti e consigli sul business – all’Inspiration Avenue, nel Central Boulevard dell’Excel, che esibiva le varie sfaccettatture e potenzialità della comunicazione stampata, con esempi di campagne di marketing multicanale vincenti; dai vari seminari giornalieri sul futuro


resa, sia per motivi economici, sia per ragioni ambientali; in altra direzione, molti hanno prestato attenzione ai sistemi di stampa di sicurezza, una specialità da seguire con particolare attenzione e su cui torneremo. Parallelamente, si sono notati notevoli miglioramenti nei sistemi di controllo, fondamentali nel campocon delle per lafino fardella stampa e sull’interazione gli etichette, altri mezziindiparticolare comunicazione, alle Master Class, ossia vere e proprie lezioni tenute da esperti del settore maceutica: l’italiana Pratipratici è corteggiata da molte aziende produttrici che illustravano metodi per aumentare il valore delle aziende di stampa, l’efficienza produttiva e lo sviluppo tecnologico. Insomma, un bel mix di suoi eventi miratiVediamo a stimolare sul futuro macchine per dotarsi sistemi. oralainriflessione questa panoramica di un settore che sta indiscutibilmente attraversando una fase di grande trasformazione, legata anche al difficile economico attuale. di fare un excursus dalla prestampa alla contesto finit front-end digitale EskoArtCiò che fa riflettere è che le fiere “generaliste” come Ipex, a differenza di fiere più “verticali” come Labelexpo o Fespa, non hanno più l’appeal di work (DFE) integra i moduli FlexRip, Kaleidoscope e DeskPack. un tempo e non riescono più a coinvolgere le aziende produttrici, che magari preferiscono organizzare open house o altri eventi dedicati, ai EskoArtwork FlexProof/E alla tecnologia EFI Bestcolor pilotaquali invitare clienti attuali oinsieme potenziali. L’unica grande fiera “generalista” che ancora può avere un senso è Druva inkjet per etichette EFI Jetrion 4000 senza Vediamo la necessità pa,lalastampante numero uno al mondo nel settore delle arti grafiche. se l’edizione del 2016, che si terrà dal 31 maggio al 10 giugno a Düsseldorf, di un ce ne Rip daràsof ragione.

Ipex 2014 si è tenuta nel nuovo L’elegante sede polo fieristico ExceldidiBruxelles Londra. espositiva che anche quest’anno ha ospitato Labelexpo.

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La offset Komori H-UV, che era esposta nella Eco Zone, e, accanto, la “reginetta” di Ipex, l’inkjet KM-1 di Konica Minolta.

Inkjet, nobilitazione in 3D, finishing digitale: le tecnologie leader Ipex 2014 vista da Alberto Sironi

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Un’Ipex che cambia quartiere fieristico da Birmingham a London City e applica una formula espositiva completamente rinnovata poteva risultare una bella novità o un completo flop: il rischio era alto ed è stato effettivamente un “mezzo flop”. Non dobbiamo però essere troppo severi, perché si tratta di una manifestazione di passaggio, tra un glorioso passato e un futuro ancora tutto da inventare. Dal punto di vista della superficie occupata, la fiera si è rivelata molto ridotta: il 30% era dedicato alle macchine da stampa del mercato dell’usato e ai sistemi per laminare, poi molto inkjet, giustamente, e poco altro. Macchine da stampa offset praticamente assenti, a parte una 6 colori H-UV di Komori e qualche piccolo formato di Shinohara. Invece dal punto di vista conferenziale si è constatata una proposta sovrabbondante, con diversi spazi dedicati, dove erano programmati interventi contemporanei ad ogni ora: probabilmente troppo. Meglio sarebbe prevedere solo un paio di punti congressuali con un seminario la mattina e un altro il pomeriggio, su tematiche forti e di grande interesse, puntando su relatori di altissimo livello. Poi le tecnologie potrebbero fungere da cornice, legando il tutto insieme, dimostrando come sistemi e applicazioni realizzino il contenuto dei forum trattati in sala. In questo modo le tecnologie non andrebbero più divise per case costruttrici (a ognuno il suo stand, come è sempre stato, in uno schema ingessato e obsoleto), bensì collocate in ogni punto dove serve mostrare quella soluzione in relazione al tema affrontato: così forse funzionerebbero meglio le fiere del futuro.

Nonostante i grandi assenti nel panorama della stampa offset e digitale e la carenza di vere e proprie primizie tecnologiche, non sono mancate le occasioni di scoprire o rivedere tecnologie interessanti sugli stand degli espositori. Si sono fatte notare, soprattutto, le soluzioni di stampa inkjet, di nobilitazione in 3D – e mi riferisco a MGI e Scodix – e alle tecnologie di finishing digitale. Come preannunciato, lo stand più grande – 1.200 m2 – quest’anno era quello di Konica Minolta, dove l’attrazione principale era senza dubbio la KM-1, la macchina inkjet a foglio formato 50x70 cm che il produttore nipponico aveva già mostrato a Drupa due anni fa e che verrà commercializzata anche da Komori con un altro nome, Impremia IS29. Quella sullo stand era la versione alfa, ossia la stessa presentata in Germania. Nei prossimi mesi sarà pronta la versione beta che includerà una serie di migliorie tecniche e che verrà installata presso alcuni clienti pilota in Giappone, Nord America ed Europa. Per la commercializzazione si dovrà però attendere fino all’anno prossimo. Ciò che caratterizza la KM-1 rispetto alle macchine di questo tipo di altri produttori è il fatto che utilizza inchiostri UV anziché a base acqua e che non richiede un pretrattamento delle carte. Il formato è un B2 plus, ossia 585x750 mm e la velocità di stampa è pari a 3.300 fogli/ora in modalità simplex e 1.650 fogli/ora in modalità duplex, a una risoluzione di 1200 x1200 dpi. È pensata non solo per applicazioni di stampa commerciale ed editoriale, ma anche per lavori di packaging, in particolare astucci pieghevoli. Motivo d’orgoglio per Konica Minolta è quello di produrre in casa sia le teste di stampa sia gli inchiostri, a differenza di altri produttori. Altro “pezzo” forte sullo stand di Konica Minolta era il JETvarnish 3DS (smart) della francese MGI, un sistema basato su tecnologia inkjet piezo drop on demand per la verniciatura UV che Konica Minolta, grazie al fatto di aver recentemente acquisito il 10% della multinazionale, ha contribuito a sviluppare e distribuirà in esclusiva a livello internazionale. Ciò significa che in Italia tale modello non verrà distribuito da Agfa Graphics, rappresentante di MGI, bensì direttamente da Konica Minolta Italia. Tra le altre attrattive dello stand la nuova bizhub PRESS C1100 a colori, mostrata nella versione


Tutto esaurito per il seminario tenuto da Benny Landa e Guy Gecht, moderato da Frank Romano.

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Il rinascimento della stampa è già iniziato per la stampa di packaging che sarà disponibile per la commercializzazione verso la metà di quest’anno. Appena introdotta sul mercato e sempre in funzione sullo stand, la bizhub PRO&PRESS C1060/C1070 indirizzata agli stampatori commerciali, accanto alla bizhub PRESS 2250 P per la stampa digitale in bianco e nero che, grazie a un’interfaccia aperta – la Watkiss Powerquare Bookletmaker – può essere connessa alle soluzioni di finishing di vari produttori. Tale sistema ha un doppio motore, viaggia a 250 impressioni A4 al minuto ed è adatta a lavori di stampa in bianca e volta in alti volumi, dai manuali ai libri. Infine la bizhub PRESS C70RLC, una macchina per etichette basata su tecnologia di stampa elettrofotografica a toner secco (un prototipo era già stato mostrato alla scorsa Labelexpo), che stampa a una velocità di 18 m/min in configurazione roll-to-roll, su una larghezza di banda massima di 321 mm, a una risoluzione di 1200x1200 dpi. Grande interesse anche per la Fujifilm Jet Press 720, la macchina a foglio formato 52x74 cm, che in Italia è attualmente in funzione presso la Faservice di Verona che, oltre ad aver stampato la copertina di uno degli ultimi numeri della rivista Print Buyer, ha realizzato una serie di cataloghi di lusso dedicati ai mobili, in esposizione sullo stand da 600 m2 di Fujifilm in fiera. Sulla Jet Press 540W a bobina venivano invece stampate le 5.000 copie di IpexDaily, il giornale con tutte le news relative alla fiera che veniva distribuito giornalmente. In esposizione anche la Graphium per la stampa delle etichette, già mostrata all’ultima edizione di Labelexpo a Bruxelles. In un proprio stand MGI Digital Graphic Technology ha lanciato cinque nuove soluzioni, tra cui la quinta generazione della propria serie di macchine da stampa digitali Meteor: la Meteor DP8700 XL+ che si differenzia dai modelli precedenti per il formato (la lunghezza del foglio arriva a 1.200 mm), per la possibilità di stampare su supporti di grammatura massima pari a 400 g/m2, per un Rip più potente (EFI FS100 Pro) e per la presenza di un densitometro interno atto a misurare il grado di bianco del supporto e il toner applicato alla carta per calibrare la macchina, oltre a un nuovo sistema di messa a registro. MGI ha debuttato anche con il primo dispositivo di finishing in linea, il DF Pro, da utilizzare in abbinamento alla serie Meteor, in grado di offrire lavorazioni come il taglio e il rifilo, la per-

Ad Ipex, Frank Romano, professore emerito presso il RIT, ha chiesto ai relatori del seminario World Print Summit - Guy Gecht, CEO di EFI, e Benny Landa, CEO di Landa Corp - se la stampa fosse spacciata o sull’orlo di un nuovo “rinascimento digitale”. Entrambi, rivolgendosi a una sala gremita, hanno convenuto che la stampa sta già rinascendo, espandendosi in direzioni innovative, quali quelle legate ai dati variabili o alle applicazioni industriali ad alto margine. Il seminario ha esaminato le tendenze e i driver per il successo richiesti dalle aziende di stampa odierne. «La stampa che utilizza la tecnologia digitale, come nel direct mail ad esempio, è in aumento. Nessun altro mezzo attira l’attenzione allo stesso modo e il digitale consente alla nostra industria di aggiungere valore», ha detto Gecht. «Dobbiamo renderci conto che tra cinque o dieci anni da ora ci potranno essere meno stampati, ma ciò che resta avrà un valore più elevato». «A differenza dell’editoria, la maggior parte delle applicazioni commerciali di stampa e di imballaggio non potranno essere semplicemente sostituite dai supporti digitali», ha affermato Landa. Gecht ha detto anche che EFI è entusiasta di instaurare relazioni con i clienti, la maggior parte dei quali ha già investito nella stampa digitale e ha già attivato questa catena di valore. Nel periodo prima di Ipex, Gecht ha visitato aziende in Germania, Francia e Regno Unito. «Il successo riguarda soprattutto quelle imprese che hanno già adottato la tecnologia digitale. Si sta assistendo a una migrazione sempre più massiccia da tirature molto lunghe a lavori personalizzati, on-demand e con dati variabili. La decisione di EFI di venire a Ipex si basa su un piano a lungo termine che prevede il raddoppio dei clienti in Europa, grazie anche a un aumento significativo degli investimenti nell’area attraverso acquisizioni, maggiore personale di assistenza e l’apertura di un nuovo grande centro demo a Bruxelles. Incontrare i nostri clienti è per noi più importante della dimensione della fiera». I due relatori hanno discusso della tanto attesa tecnologia di stampa nanografica pilotata dal Fiery® EFI. «L’inserimento della tecnologia EFI nella stampa nanografica è una sfida tecnologica, il nostro team ne è entusiasta e sarà una spinta a rendere il Fiery una tecnologia ancora migliore per il futuro», ha concluso Gecht. Non è ancora chiaro, tuttavia, quando le prime macchine di Landa faranno la loro comparsa sul mercato.

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forazione selettiva e la cordonatura. Sullo stand anche il sistema di verniciatura UV JETvarnish 3D per la stampa in rilievo fino a 300 micron in un singolo passaggio su formati fino a 52x105 cm. Il sistema – che è il “fratello maggiore” di quello sviluppato insieme a Konica Minolta – ha una duplice funzione: creare effetti 3D sullo stampato e semplicemente verniciare il foglio in modalità spot. La velocità è rispettivamente di 2.400 fogli 50x70 all’ora oppure, nel secondo caso, 3.000 fogli/ora.

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Screen presentava sul proprio stand l’ultima generazione di macchine da stampa inkjet Truepress Jet, progettate per la produzione in diversi ambiti applicativi, quali il direct mailing, stampa commerciale, quotidiani, etichette, packaging e transpromo. Per tutta la durata della fiera la Truepress Jet520 a bobina e la Truepress Jet L350UV per etichette – già mostrata all’ultima edizione di Labelexpo – stampavano diverse tipologie di prodotti. La prima azienda in Europa a installare la Truepress Jet L350UV è stata recentemente l’inglese Springfield Solutions, che aveva già tre macchine HP Indigo. Non era presente fisicamente, invece, la Truepress Jet Press 720, la macchina inkjet a foglio in formato 52x74 cm, ma i visitatori potevano vedere interessanti applicazioni realizzate con questa macchina, tra cui confezioni regalo personalizzate e packaging promozionali. Un complemento ideale della Truepress Jet Press 720 è un sistema per il taglio laser ad alta velocità che si chiama motioncutter. Anch’esso non era presente fisicamente sullo stand, ma grazie a una partnership con Screen aveva un suo angolo dedicato, dove oltre al video del sistema in funzione, venivano mostrati bellissimi esempi di applicazioni resi possibili grazie a questo sistema. Un sistema che è in grado di processare i fogli in movimento a una velocità massima di 40 m/min e tagliarli con l’ausilio di un raggio laser a una velocità di 6 metri al secondo. La potenza del laser è regolabile con estrema precisione in modo che il foglio – in uscita da qualsiasi macchina da stampa digitale o tradizionale – possa essere tagliato, micorperforato, “inciso” e cordonato in un singolo passaggio. Il sistema è stato concepito, sviluppato e prodotto dalla tedesca themediahouse, un’azienda specializzata nella produzione di direct mail personalizzato e di packaging, quindi non un semplice fornitore. Un esempio piuttosto unico nel suo genere di come uno stampatore possa sviluppae una soluzione innovativa anche per altri stampatori. E infatti oggi motioncutter viene venduto ad altri stampatori, senza l’ausilio di una rete commerciale. Insomma, come dice Shaun Stanley, market development manager, “un prodotto che si vende da solo!”. Piuttosto scarno il panorama delle offset a foglio, data l’assenza della maggior parte dei costruttori, eccezion fatta per Komori, che non era presente con un proprio stand bensì esponeva nell’Eco Zone una Lithrone GL 540+C H-UV, una macchina a 5 colori più vernice dotata IPI 154/14

Un catalogo di lusso realizzato in digitale da Faservice ed esposto sullo stand di Fujifilm. A destra, la Scodix Ultra per l’embossing digitale, presentata in anteprima europea.

Il concorrente principale di MGI per l’embossing digitale è sicuramente l’israeliana Scodix, che in occasione di Ipex ha presentato in anteprima europea la Scodix Ultra, mostrata al Print di Chicago (USA). Questo modello, attualmente il top di gamma e distribuito come gli altri in Italia da Macchingraf, è in grado di produrre 1.250 fogli di formato B2+ (545×788 mm) l’ora e si avvale della tecnologia Sense di Scodix, che garantisce posizionamento e messa registro perfetti su ogni singolo foglio, consistenza al tatto che differenzia gli stampati, offrendo al tempo stesso il massimo livello di lucentezza e riflettenza possibile.


fiere ipex2014

dell’innovativo sistema di essiccazione H-UV e già destinata a un cliente inglese, la ImageData Group, cliente Komori in possesso di tre Lithrone 70x100. La fiera pullulava, invece, di stand con macchine offset usate di vari brand, destinate probabilmente ai mercati emergenti, ma non solo.

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Interessante la soluzione presentata dalla cinese Masterwork Machinery, ossia la nuova macchina per ispezione ad alta velocità MK420Q-mini, in grado di gestire astucci da 180 a 350 g di peso e da 70x70 mm fino a 420x350 mm di altezza; la MK420Q-mini nel formato 250x100 mm offre una velocità massima di 75.000 fogli/ora. MK420Q-mini utilizza telecamere CCD ad alta risoluzione per il rilevamento di difetti grafici al di sotto di una misura minima di 0,2x0,2 mm e deviazioni minime dallo standard approvato, con successiva identificazione e l’immediato scarto dei fogli difettosi durante il processo di ispezione. Il sistema è in grado di identificare una vasta selezione di difetti: graffi e macchie base all’interno della goffratura o del rivestimento, ma anche irregolarità nella patinatura del foglio. Presente sullo stand il management di PGS - Pool Graphic Service che, attraverso Nuova KBN srl, nel 2012 ha stretto una proficua collaborazione con Masterwork Machinery; attualmente PGS è rappresentante in esclusiva per l’Italia e la Svizzera, oltre a essere agente per il bacino del Mediterraneo. PGS - Pool Graphic Service segue le attività di installazione di tutte le macchine Masterwork Machinery in Europa, in sinergia con lo staff della filiale Masterwork Machinery con sede nella città inglese di Wakefield, garantendo anche l’eventuale assistenza tecnica.

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g Se ue dalle pagine precedenti

cosmografica albertini

In perfetta sintonia con Wallace B. Donham, preside della Harvard Business School, quando ne descrisse gli obiettivi nell’articolo “An Essential Groundwork for a Broad Esecutive Theory”, riteniamo che “la teoria del business si dovrebbe sviluppare in modo da consentire al manager di imparare dalle altrui esperienze come comportarsi nelle situazioni reali. Altrimenti, il business continuerà ad essere non sistematico, casuale e, per molti, un patetico gioco d’azzardo”. Apriamo la collaborazione con una stimolante riflessione sulla leadership e sulla capacità di costruire progetti vincenti nel tempo, riportando la vicenda professionale di Sir Alex Ferguson, coach, dirigente ed anima del Manchester United per oltre vent’anni, la cui ricetta, raccolta e sintetizzata da Anita Elberse, Lincoln Filene Professor of Business Administration della Harvard Business School, saprà certamente offrire spunti di riflessione e stimoli di approfondimento. Buone visioni.

Conta ancora la rete commerciale? Noi ci crediamo e l’abbiamo sviluppata creando figure professionali che non sono i soliti agenti commerciali ma veri e propri account tecnici in grado di proporre le nostre tecnologie e lo sviluppo del prodotto al cliente. Sviluppo che effettuiamo all’interno dell’azienda investendo nella ricerca, nei materiali, in innovative costruzioni cartotecniche. È questo che fa la differenza, insieme con velocità e flessibilità del servizio ai clienti.

(segue da pag. 9)

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(segue da pag. 27)

stampa a valore aggiunto (segue da pag. 58)

In questo modo, possono puntare a clienti difficili da raggiungere utilizzando messaggi specifici ed essere sicuri che i propri video siano visualizzati da coloro ai quali sono rivolti. Inoltre, alla luce del forte impatto di video e stampa insieme, abbiamo notato che i loro messaggi spesso diventano “virali”, dal momento che vengono condivisi dai destinatari con amici, familiari, coetanei e colleghi». Sempre più spesso si ricorre anche a tecnologie cross media come i codici QR sull’imballaggio dei prodotti e sugli espositori nei negozi. Una ricerca pubblicata nel 2012 dall’analista dei comportamenti su internet ComScore ha rilevato che

dei 14,2 milioni di utenti di smartphone in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito che hanno eseguito la scansione di un codice QR in un periodo di tre mesi, il 38% l’ha fatto a partire dall’imballaggio di un prodotto. La crescente popolarità degli imballaggi interattivi è ampiamente supportata dalla crescita dello shopping online. Difatti, abituandosi sempre di più a cercare ulteriori informazioni sui prodotti, buoni sconto e sconti, i clienti prestano maggiore attenzione all’imballaggio alla ricerca di informazioni aggiuntive. I codici QR non sono l’unica tecnologia usata per rendere gli imballaggi interattivi. La realtà aumentata e l’NFC (Near Field Communication) stanno diventando sempre più importanti sia per l’imballaggio che per gli espositori nei negozi, dal momento che i marketer puntano a creare un’esperienza di vendita al dettaglio coinvolgente. un mondo in trasformazione

Il pensiero creativo unito all’innovazione tecnologica sta trasformando il mondo della stampa. Per questo motivo gli organizzatori di Ipex 2014 si sono impegnati per offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire più da vicino come utilizzare le nuove tendenze per far crescere il proprio business. Da

Future Innovations e Inspiration Avenue, alle co-ubicate Cross Media Production e World Print Summit, oltre a una serie di Masterclasses, Ipex quest’anno è stata ricca di nuove idee. Future Innovations a Ipex ha offerto ai fornitori di stampa l’opportunità irripetibile di scoprire in un’unica sede le tendenze del settore e le aree ad alto potenziale di crescita per i prossimi anni. Analizzando nel dettaglio aree come la stampa in 3D, l’elettronica stampata, la stampa digitale su imballaggi e le applicazioni fotografiche, Future Innovations ha puntato non solo a presentare approfondimenti sulla creazione delle applicazioni e sull’utilizzo delle soluzioni nel processo produttivo, ma anche a fornire ispirazione. In contemporanea, Inspiration Avenue ha presentato e celebrato la potenza e la versatilità della stampa attraverso una vasta serie di importanti dichiarazioni, fatti appassionanti, opportunità di crescita e indicazioni per i visitatori. Cross Media Production, situata nella stessa sede di Ipex, ha offerto a fornitori di stampa, editori, agenzie e titolari di marchi la possibilità di “guardare cosa si nasconde dietro” la realizzazione, la gestione e la presentazione delle campagne cross media.

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l’opinione di... posenato


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Hanno collaborato a questo numero Paola Bonfanti, Luca Chiavegato, Achille Perego, Stefano Tenedini Progetto grafico e impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Redazione Zeta’s srl - via Kolbe 8, 20137 Milano, tel. 027529101, fax 0275291039 poligrafico@ilpoligrafico.it www.stampamedia.net Ufficio libri e abbonamenti tel. 0275291030 fax 0275291039 abbonamenti@ilpoligrafico.it Stampa Grafiche Parole Nuove Brugherio (MB)

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