ITALIANO
N. 153/2014 Aprile - Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - Euro 9,90 - CMP Milano Roserio
Stampa e nuovi media nell’era digitale
“Generalisti” e vincenti Incontro con Gianni Cainelli di Esperia - a pag. 22
carte speciali
Tavola rotonda su patinate spessorate e pigmentate - a pag. 28
Stampa inkjet
Presente e futuro (I parte) - a pag. 54
http://www.komori.eu
Sommario piombi In primo piano Pixartprinting passa di mano . . . . . . Canale scioglie accordo con Satiz . . Deaprinting acquisisce A. Pizzi . . . . Grafica Veneta e Castelli Bolis uniscono la forza commerciale . . . . Riflettori sull’inkjet . . . . . . . . . . . . . . I 50 anni di Macchingraf . . . . . . . . . Fornitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Istituzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Aziende grafiche italiane . . . . . . Spazio Cultura . . . . . . . . . . . . . .
12 12 13 14 15 16 17 19 20 21
INTERVISTE L’industria grafica: un futuro da reinventare Gianni Cainelli (Esperia) . . . . . . . . . . 22 Come affrontare la sfida del cambiamento secondo Ricoh . . . . . 59
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spEciale carte PATINATE SPESSORATE e PIGMENTATE Resoconto della “tavola rotonda” . . 29 Alle origini della patinatura . . . . . . . 33 Le corrette condizioni di stampa . . . 40 Le “schede” delle carte . . . . . . . . . 44
33
TECNOLOGIE Packaging alimentare più sicuro con gli inchiostri UV . . . . . . . . . . . . 50 Stampa inkjet, presente e futuro . . . 54 News dai fornitori . . . . . . . . . . . . . . 60
Un tecnico ci spiega cosa si intende per “patinatura della carta”.
EVENTI TAGA Italia in tour: la nuova versione della norma ISO 12647-2 . . . . . . . . 63 RUBRICHE I nomi di questo numero . . . . . . . . . . 6 L’opinione di... Alberto Sironi Processi aziendali, questi sconosciuti 7 L’opinione di... Emanuele Posenato Secessionisti che si aggregano . . . . .9 L’opinione di... Sergio Facchini “Chiediamoci perché”. Il potere della domanda . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Organo Ufficiale ITALIA
associazione tecnici arti grafiche italia
EURO GRAPHIC PRESS
Le “Tavole rotonde del Poligrafico”: carte patinate ad alto spessore e pigmentate.
54
Sistemi inkjet ad alta produttività (prima parte)
Il Poligrafico è la rivista italiana del Gruppo Eurographic Press www.eurographicpress.com
il poligrafico
tutto il numero
in un minuto
Stampa e nuovi media nell’era digitale
aziende fiori all’occhiello
22
“L’industria grafica, un futuro da reinventare”: Gianni Cainelli di Esperia.
63
TAGA Italia tiene informati gli stampatori sui cambiamenti delle norme ISO.
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Gli inchiostri UV più sicuri nella stampa degli imballaggi alimentari.
“operatori a confronto” Si è tenuta lo scorso 14 marzo a Milano la prima delle “Tavole rotonde del Poligrafico”. Una serie di incontri sulle tematiche più attuali sia dal punto di vista tecnico che di mercato, dove vengono coinvolti fornitori, clienti e tecnici di quel settore. Primo argomento trattato le carte patinate nobili di ultima generazione. Qui un breve resoconto della interessante discussione che ne è scaturita e due articoli che spiegano cosa si intende per patinatura e quali sono le corrette condizioni di stampa su carte ad alto spessore e pigmentate. A pag. 28 riflettori sull’inkjet In preparazione al convegno “Digital Printing Forum” dedicato all’inkjet che si terrà il prossimo 28 maggio a Milano (vedi anche notizia a pag. 15), proponiamo qui una carrellata – che proseguirà sul prossimo numero – sui sistemi di stampa inkjet ad alta produttività, con le caratteristiche dei modelli proposti dai vari produttori. A pag. 54 incontro con... esperia Va in Trentino, questa volta, Achille Perego, per farsi svelare i “segreti” di un’azienda grafica che nei suoi cinquant’anni di storia ha basato il suo successo restando sempre una stamperia generalista. «E oggi, condurre un’impresa come la nostra “è una vera e propria impresa...”», dice il titolare Gianni Cainelli. A pag. 22 taga italia in tour Con una conferenza itinerante, che sta toccando varie città italiane, l’Associazione intende spiegare, tra l’altro, i cambiamenti introdotti dalla nuova versione della norma per stampa offset ISO 12647-2. A pag. 63
I nomi di questo numero Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria.
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4IT Group 15 Accademia Poligrafico 18,49 Alcedo Sgr 12 Amilcare Pizzi 13 Anselmi Giulio 19 Apollonio 14 AR Packaging 62 Arbe Industrie Grafiche 32 Arti Grafiche Friulane 9 Athesis 14 Auxilia 14 Barboglio Enrico 15 Bartolucci Roberto 31 Bavuso Giorgio 59 BeeGraphic 17 Benedetti Stefano 30 Bianchi Nicola 20 Bianchi Silvano 32 Butti Goliardo 17 Cacciatore Mario 13 Caiani Paolo 32 Cainelli Gianni 23 Cainelli Sonia 23 Canale Industrie Grafiche 12 Canon 18 Cartiere del Garda 30,48 Carugo Cristiano 32 Castelli Bolis 9,14 Castelli Lindo 14 Castelli Maria 14 Cecchetti Alberto 31 Cerutti Packaging Equip. 14 Cheller Emanuele 32 Cherubini Federico 13 CoBe Capital 14 Colasanto gruppo 14 Colorgraf 32 Colorpix 20 De Agostini 13 Deaprinting 13 DigiFlex 17 Digital Printing Forum 15 Digitaldocument.it 15 DMA Italia 8 Dolomiti Stampa 9 Domino Communication 60
Duplo 61 Durst Phototechnik 60 Edigit 15 Esperia 23 Europrint 9 Fasterprint ins. Fedrigoni 30,44 FIEG 19 Flint 16 Fontanari Mauro 14 Franceschi Fabio 14 Fujifilm 16,56 G. Canale e C. 12 Gabbai Enzo 12 Gallus 16,20 Goss 13,20 GPN 67 Grafica Veneta 9,14 Grafiche Antiga 9,31 Grafiche P2 9 Gruppo Cordenons 46 Heidelberg 16,18,23 HP 18,20,55,57,58 Hubka Ashley 12 Il Sole 24 Ore 14 Imoco Group 9 Industrie Grafiche Vicentine 9 Inoue Takashi 62 Intelligent Service 11 Irace Printing 9 Karrer Stefan 17 KBA 13 Keane Robert 12 Kodak 16,20,55,57,60 Komori 2,3,23,32 Konica Minolta 18 Kurz gruppo 60 L’Artigiana 9 La Commerciale 60 La Stampa 14 Landa Benny 57 Lebit Holding 14 Lediberg 9,14 Legatoria del Verbano 13 Legotecnica 13 Legraf 13
Lotti Luca 19 Luxoro 60 Macchingraf 16,18,20,68 Maggioni Type 9 Manroland 13,20,23 Mascagni srl 13 Masetti Maurizio 12 65 Master Edizioni Mazzoleni Alberto 16 MCore 16 Meroni Angelo 32 Michielin Amos 31 MM Forniture Arti Grafiche 51 Nakagawa Ikuo 18 Neopost Italia 61 Nicma 14 Nicolin Luigi 14 Oderzo Grafiche 9 Off. Grafiche Novara 1901 13 Off. Mecc. G. Cerutti 14 OKI 62 OPV 9 Osuga Ken 18 Pantec GS 20 Paolini Marco 65 Pellegrini Massimo 13 Pepponi Roberto 20 PGS Group 61 Pigini gruppo 9 Pixartprinting 9,12 Poligrafica Industriale 9 Polyedra 32 Precision Printing 18 PressUp 26,27 Printer Trento 32 PSG 16 RadTech Europe 50 Rcs gruppo 14 Ricoh 20,59 Rigamonti Matteo 12 Risma Grafiche 9 Ritrama 62 Rosso Alessandro 12 Rotman Hezy 17 Rotolito Lombarda 20,31 Rotopress 9
Rumor Grafiche 9 Sachetto Fausto 14 Salicetti Denis 19 Sant’Ambrogio Paolo 30 Saphira 16 Sappi 17,30 Satiz 12 Schobertechnologies 17 Scodix 16,18 Sergraf 12 Siegwerk 30 Silvana Editoriale 13 Sincromia 9 Sironi Alberto 32 Skira 21 Stampamedia.net 15 Staples 14 Stora Enso 62 Studio Xilox 16 Sun Chemical 32,52,53 TAGA Italia 19,63 Tassini Riccardo 32 Tenderini Alessandro 12 Teunissen Ernst 12 The Ad Store 31 Tim Management 13 Tipografia Valdostana 60 Tocchio Cesare 13 Trainoni Maura 23 Trainoni Walter 23 Union Printing 20 Veneta Roto 9 Vergraph 9 Vincenzi Edoardo 30 Vinitaly 20 Vistaprint 9,12 Xerox 23 Xprint 9 Zanotti Andrea 30 Zardini Etichette 20 Zeta’s 15 Zuliani Ruggero 15 Zund 19
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Opinioni
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Gestione aziendale
Processi aziendali, questi sconosciuti Alberto Sironi
IPI 153/14
Forse non abbiamo ancora imparato a ragionare per processi aziendali. Che per noi corrispondono agli uffici (amministrazione, acquisti, tecnico, commerciale) o alle fasi di lavorazione e ai reparti (prestampa, stampa, magazzino ecc.). Però restiamo così legati a una vecchia logica ingessata settoriale e molto frammentata. Questo ci porta a non riuscire nemmeno a definirli bene. I processi principali di una fabbrica sono la vendita e la realizzazione del prodotto. Il resto è accessorio, o meglio di servizio e supporto all’esecuzione di queste due azioni primarie decisamente complesse. Il processo di vendita a sua volta è composto da diversi sottoprocessi: Contatto con il cliente; Gestione delle sue richieste; Eventuale progettazione; Preventivazione; Offerta; Acquisizione dell’ordine; Gestione dell’ordine; Trattamento delle approvazioni Cliente (prove, ciano); Pianificazione delle consegne; Fatturazione. Tutti questi step coinvolgono sicuramente varie funzioni in azienda: agenti, commerciali, preventivisti, tecnici, amministrativi, ma compongono un unico processo, legato insieme e con protagonista il commerciale che ne tira le fila. Ma attenzione: non si tratta di un aspetto gerarchico bensì solo funzionale, di conduzione del processo appunto. Così come per la realizzazione del prodotto sono coinvolti: scheduling, approvvigionamenti, magazzino, reparti produttivi, consegne e controllo qualità. Il resto delle funzioni esistenti – contabilità, gestione risorse umane, marketing, sistemi organizzativi e informatici, gestione ambiente e sicurezza – sono appunto servizi da intendere come singoli processi a parte e da valutare come fornitori di prestazioni, quasi fossero degli esterni (e lo sono effettivamente rispetto ai due processi principali). Tale filosofia aiuta a gestire meglio l’azienda, riconducendola alle logiche con cui si muovono gli eventi rilevanti di ogni giorno e non a rigidi concetti di segmentazione basati sulle singole competenze. Così facendo potremo addestrarci ad essere maggiormente flessibili, rispondendo puntualmente alle sollecitazioni del mercato e ciò ci porterà a ridurre i costi generati dai troppi passaggi formali che generano lentezze e perdite di tempo, tipiche di una struttura burocraticamente pesante e imbrigliata. I tempi che corrono impongono alle aziende di ripensare alla propria struttura per poter resistere nella competizione; questo significa anche cambiare formule e modelli per adattarli sempre meglio alla realtà di mercato che viviamo: ciò non si può realizzare solo tagliando le risorse e conseguentemente svuotando l’azienda di know-how, senza cambiare lo schema di riferimento, quindi esclusivamente impoverendo la dotazione disponibile. Invece è necessario inventare nuovi approcci per ricollocare le persone in strutture funzionali e orientate alla lean che serve per generare profitti. Cambiare mentalità fossilizzate è sempre la questione più difficile da affrontare: siamo abbastanza pigri per non farlo o discretamente disperati per provarci?
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Gestione aziendale
Secessionisti che si aggregano Emanuele Posenato Si moltiplicano le esperienze aggregative di matrice “nordestina”, in nome di una continuità d’impresa che appare possibile solo a condizioni diverse.
IPI 153/14
posenato.e@ilpoligrafico.it @eposenato
Veneto terra di secessionisti, racconta la stampa in questi giorni, e in effetti una certa indole individualista dal retrogusto indipendentista la si ammette pure. C’è chi dice sia stata proprio questa ad alimentare la blasonata “locomotiva nordest” celebrata fino a ieri dagli stessi che oggi la dileggiano. Il miracolo sembra in effetti essere svanito e questa volta non è bastato stringere la cinghia e rimboccarsi le maniche come in passato. Per non soccombere serve altro. Così accade che proprio fra i campanilisti nordestini si moltiplicano i tentativi di aggregazione, in varie forme e modalità e con esiti molto diversi, al punto da rendere l’area un interessante osservatorio delle possibili dinamiche evolutive di comparto. Soddisfacenti i risultati della reunion veneto-friulana orchestrata da Imoco Group, che ha aggregato a sé Europrint e Arti Grafiche Friulane trovando le sinergie ricercate, le stesse che auspicano in Sincromia, nata più tardi, dall’unione di forze fra Grafiche Risma, Grafiche Oderzo e Xprint. Troppo recente per essere valutata, ma salutata dai politici locali addirittura come “vicenda esemplare”, la fusione, tutta vicentina, fra la storica Grafiche Rumor e Industrie Grafiche Vicentine, già capofila di una rete d’impresa con altre piccola realtà locali fra cui L’Artigiana di Montebelluna. Si è invece conclusa amaramente la vicenda della fusione fra Vergraph, storica fotolito, e Grafiche P2, piccola realtà di stampa commerciale. Entrambe veronesi, le due società potevano costituire un modello potenzialmente interessante per altre situazioni simili sparse per la penisola. Interessanti anche i tentativi transregionali come l’affiliazione di quanto rimasto dell’esperienza OPV di Verona, ridenominata Veneta Roto e acquisita da Rotopress, società del gruppo marchigiano Pigini, e l’innovativo tentativo inaugurato da Grafica Veneta, che pone sotto un’unica direzione commerciale la propria capacità produttiva con quella della bergamasca Castelli Bolis del Gruppo Lediberg. Appare ormai consolidata l’acquisizione della lombarda Maggioni Type da parte di Grafiche Antiga che, dopo aver incorporato Dolomiti Stampa, sembra pronta a valutare altre situazioni simili. Sfuma di poco un’acquisizione padovana da parte della società campana Poligrafica Industriale che, dopo aver aggregato alcune piccole realtà locali, ultima delle quali Irace Printing di Napoli, e aver chiuso un accordo commerciale in Umbria, sembra determinata nella ricerca di un avamposto veneto. Cambiano lo scenario, il modello e la caratura, ma sempre di aggregazioni di matrice nordestina parliamo citando infine l’acquisizione della veneziana Pixartprinting da parte di Vistaprint, società multinazionale belga. Il management mestrino ha portato a compimento un’operazione storica dimostrando di sapersi districare bene non solo fra tecnologia e web. >segue a pag. 65
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Nuovi equilibri
“Chiediamoci perché”. Il potere della domanda Sergio Facchini
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A mio parere la “domanda” ha un enorme potenziale. La “domanda” deve essere posta in modo chiaro, preciso e sintetico. La conferma ci arriva dagli Studi Internazionali svolti su Management e Leadership che confermano che il saper porre domande appropriate è più importante che avere risposte pronte. È idea comunemente diffusa che quello che attrae gli altri siano le risposte. Certamente la risposta è un punto molto importante e deve risultare chiara, precisa, concisa, efficace e pertinente al quesito posto. Ma, domandiamoci, siamo capaci di formulare una domanda che abbia i medesimi attributi? Studi sulla “leadership” rivolti all’efficacia nell’instaurare relazioni dimostrano quanto porre “domande appropriate” sia forse ancor più importante che ricevere le risposte. Purtroppo oggi viviamo falsamente il mondo della comunicazione perché in realtà è molto più frequente l’incomunicabilità. Il paradosso nella prassi relazionale lavorativa sta nel fatto che non solo non è frequente che si facciano o vengano poste domande appropriate bensì, purtroppo, che le domande non vengono proprio poste! Vogliamo dare la colpa di questo scarso allenamento a porre quesiti alla nostra cultura scolastica? È certamente un motivo prioritario perché, tra i banchi, porre domande viene troppo spesso stigmatizzato come una perdita di tempo, un indice di impreparazione o di larvato dissenso. Completamente errato, perché porre domande dovrebbe invece essere interpretato come manifestazione di sana curiosità e volontà di approfondimento o interesse per una migliore comprensione dell’argomento. Della mia breve esperienza di insegnante in una scuola professionale serale ricordo con grande piacere che gli allievi che giungevano alla sera stanchi dopo una giornata lavorativa si appassionavano alle risposte di qualche problema reale vissuto durante la loro pratica esperienza lavorativa. Tutto il resto era ed è “noia”, come recita il noto refrain di Franco Califano... Quindi superiamo ed eliminiamo le inibizioni che abbiamo verso la formulazione delle domande perché le fortune di un capo, ovvero il riconoscimento della “leadership”, dipendono molto dalla capacità di avere creato un clima di fiducia attorno a sé che si realizza vivendo nell’ambiente. Inoltre, ponendo domande ai dipendenti e lavoratori, si dimostra loro l’interesse nel loro lavoro comprendendone anche sempre più la realtà, aumentando e incentivando il confronto costruttivo.
IPI 153/14
Se l’antico adagio recitava che “domandare è lecito, rispondere è cortesia”, direi che oggi abbiamo purtroppo perso la capacità di porre e porci domande appropriate.
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PIOMBI
LE NOTIZIE DI ATTUALITÀ DEL POLIGRAFICO IN PRIMO PIANO I più rilevanti fatti del mese
AZIENDE GRAFICHE Accordi societari, installazioni, persone... FORNITORI Cosa accade nelle società fornitrici EVENTI Congressi, seminari, mostre, inaugurazioni
Pixartprinting passa di mano Ceduta al colosso Vistaprint per 127 milioni. La più importante operazione nel settore della stampa online B2B in Europa.
n L’accordo è stato annuncia-
to con comprensibile orgoglio dal fondatore Matteo Rigamonti e da Maurizio Masetti, ad di Alcedo Sgr, il fondo che era entrato nell’azienda veneziana nel 2011 rilevando il 75% del capitale per 17 milioni: ora la multinazionale olandese ha acquisito il 97% della società per 127 milioni. Il 3% rimane nelle mani del fondatore Rigamonti. In poco più di due anni quindi l’impresa ha dispiegato tutto il suo potenziale di crescita e di internazionalizzazione, preda ambita per molti gruppi stranieri. L’ha spuntata Vistaprint, leader mondiale del printing on line che nel 2013 ha fatturato 1,17 miliardi di dollari. Oltre
alla cifra definita, è previsto un earn out (in pratica un bonus) fino a 10 milioni, che Pixartprinting incasserà se raggiungerà i target di fatturato e redditività fissati per il 2014. L’azienda veneziana non pare soffrire la crisi; oltre allo sviluppo sul mercato italiano, il driver della crescita è costituito dall’estero: parla la lingua dei singoli Paesi, con negozi virtuali, flussi di lavoro personalizzati e uno shop on line in 11 lingue. «L’incidenza dell’estero aumenta di anno in anno, e questo rende il nostro business più stabile e meno soggetto alle variazioni dei singoli mercati», ha spiegato Rigamonti, «anche grazie al supporto delle nuove tecnologie. Infatti i traguardi
Da sinistra: Ernst Teunissen (Executive Vice President & CFO Vistaprint), Matteo Rigamonti, Alessandro Tenderini, Ashley Hubka (Vice President, Corporate Strategy Vistaprint).
conseguiti in questi anni devono molto alla strategia di geolocalizzazione». Un ottimismo condiviso da Alessandro Tenderini, CEO di Pixartprinting: «L’obiettivo è di valicare i confini europei: abbiamo un team dinamico, pronto ad affrontare la nuova sfida. Siamo cresciuti sul piano organizzativo e manageriale e l’organico è salito da 170 dipendenti nel 2011 a 330: sono loro la nostra risorsa per garantire il prodotto e il servizio di qualità
richiesto dal mercato, ma anche la nostra fonte di idee». «Crediamo che Pixartprinting sia un ottimo acquisto: ci ha conquistato la vasta gamma di prodotti di cui dispone e la forte relazione con il cliente, e investiremo per favorire lo sviluppo dell’azienda», ha detto Robert Keane, presidente e CEO della multinazionale olandese. «Pixartprinting opera in un segmento di mercato in cui finora Vistaprint non era presente capillarmente, e la rapida crescita dei ricavi e dei profitti, con alti livelli di soddisfazione del cliente, ci persuade dei reciproci vantaggi». Stefano Tenedini
Canale scioglie l’accordo con Satiz Non è durato molto il “matrimonio”. Restituito ad Alessandro Rosso l’impianto di Moncalieri. (con tre rotative a 64 pagine, una offset a foglio 70x100 a dieci colori e tre linee per punto metallico) e l’ha restituito alla Satiz di Alessandro Rosso, che nel frattempo (agli inizi di marzo) ha chiesto sia come Satiz srl sia come Satiz Editore la procedura del concordato preventivo. Il timore che la vicenda del polo grafico Canale-Satiz avrebbe avuto un epilogo drammatico
aveva sollevato preoccupazione tra sindacati e lavoratori, preoccupazioni sfociate anche in una manifestazione di protesta davanti alla G. Canale e C. di Borgaro da parte dei 197 dipendenti di Moncalieri in cassa integrazione per ristrutturazione a suo tempo richiesta da Satiz Editore. E che sono riprese dopo l’annuncio della rottura dell’intesa, con la conseguente (per ora) chiusura dell’attività dello stabilimento e 197 persone che rischiano di restare senza salario e, a detta di rappresentanti sindacali, anche senza cassa integrazione. Il 3 aprile, spiega una nota di Canale Industrie Grafiche, si è svolto infatti un incontro alla
Prefettura di Torino a cui hanno partecipato sindacati, rappresentante della Regione, proprietà Satiz e rappresentanti Sergraf. Durante l’incontro, spiega il comunicato, è stata analizzata la situazione dei dipendenti in cassa integrazione evidenziando come, essendo tornata in capo a Satiz la gestione e quindi il rapporto con i lavoratori, è la proprietà di Satiz “l’unico avente diritto a sollecitare al ministero del Lavoro la continuazione della cassa integrazione per ristrutturazione o al curatore di un’eventuale procedura concorsuale richiedere altri ammortizzatori sociali in caso di impossibilità a continuare la gestione”. >segue a pag. 65 IPI 153/14
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L’intesa, annunciata lo scorso novembre, avrebbe dovuto far nascere un polo grafico piemontese da circa 90 milioni di ricavi e 600 dipendenti. Ma si è ben presto incrinata fino alla rottura definitiva consumata a fine marzo, un addio non privo di strascichi polemici. «Presto ci eravamo resi conto che il ramo d’azienda preso in affitto da Satiz, attraverso Sergraf, ovvero lo stabilimento di Moncalieri, era un ramo d’azienda fallimentare», denuncia Enzo Gabbai, ad di Sergraf, già Canale Industrie Grafiche. Così, facendo valere quanto previsto dagli accordi, il 31 marzo Canale Industrie Grafiche ha disdettato l’affitto dell’impianto di Moncalieri
PIOMBI
PrimoPiano
Deaprinting acquisisce l’Amilcare Pizzi Nasce un polo grafico da 60 milioni di ricavi. In tempi difficili per il settore grafico, che in cinque anni ha visto crollare la produzione di circa il 50%, chi vuole restare sul mercato deve ridurre i costi, aumentare la capacità produttiva e la competitività e perseguire la strada delle sinergie e delle integrazioni. Ed è la strategia adottata dalle Officine Grafiche Novara 1901, conosciuta sul mercato con il marchio Deaprinting, da quando, oltre un anno fa, hanno come principale azionista la Mascagni srl collegata a Tim Management e alla guida un CdA composto dal presidente Federico Cherubini, dall’ad Cesare Tocchio e il consigliere e CFO Mario Cacciatore. Così Deaprinting ha firmato il 1° aprile l’accordo con la Società Arti Grafiche Amilcare Pizzi SpA in liquidazione, per l’acquisto, preceduto dall’affitto
del ramo d’attività, della storica azienda di Cinisello Balsamo. L’acquisto sarà realizzato, come prevede l’intesa, quando verrà espletata l’eventuale procedura concorsuale della Pizzi. L’accordo, preceduto da un’intesa propedeutica con le organizzazioni sindacali raggiunta recentemente, è già attivo e quindi la gestione della Amilcare Pizzi è passata a Deaprinting. La casa editrice Silvana Editoriale è esclusa da questa intesa. Il perimetro del ramo d’azienda oggetto della transazione è costituito dal marchio “Amilcare Pizzi” (che resterà sul mercato), da tutti i macchinari sia di proprietà sia in leasing (lo stabilimento di Cinisello conta su un reparto rotative composto da due 64 pagine ultima generazione Lithoman e due rotative KBA 48 e 16 pagine mentre il reparto piane
ha tre KBA grande formato 120x160 di cui due a 5 colori e una a 4), da 60 dipendenti su un totale di 75 (le eccedenze saranno gestite con cassa integrazione e ammortizzatori sociali). Con questa integrazione, spiega Tocchio, nasce un polo grafico con due centri produttivi (Novara e Cinisello), un fatturato di oltre 60 milioni di euro (33 Deaprinting, con il 70% realizzato all’estero, e quasi 30 la Pizzi) e 150 dipendenti (60 a Cinisello e 90 a Novara su un totale di 160, che include però 70 persone in cassa integrazione a rotazione, di cui 20 prepensionati). Specializzata nella produzione di libri anche di grande formato, collezionabili, riviste e scolastica (era la storica stamperia della casa editrice De Agostini), con oltre 100
anni di storia alle spalle, oggi Deaprinting, pur rimanendo un fornitore privilegiato per De Agostini, ha una vasta clientela, soprattutto internazionale. Che serve operando nel sito produttivo di Novara (50 mila metri quadrati) dove si avvale di un reparto roto (due 48 pagine e una 16 di casa Goss) e uno piana (quattro KBA a 4 e 5 colori con vernice, tre 120x160 e una 70x100), della pre-press e della consociata Legatoria del Verbano con circa 50 addetti. Anche la Pizzi (specializzata nella stampa di libri d’arte e nei volantini per la Gdo) vanta un centinaio di anni di attività e ora la sua storia si incrocia con quella delle Officine Grafiche Novara 1901 per creare un unico gruppo in grado di essere più forte e competitivo sul mercato e che potrà in futuro essere polo di aggregazione per altre aziende grafiche. Achille Perego
In Emilia, la stampa “è chiamata” alla ripresa Grazie al buon momento dell’export dei settori manifatturiero e dell’alimentare. «Dopo anni di crisi e aziende che in un modo o nell’altro hanno dovuto tutte sottoporsi a una ristrutturazione, in Emilia si comincia a vedere una sostanziale tenuta, a tratti anche qualche segnale positivo. Nell’ultimo trimestre del 2013 e in questo inizio d’anno c’è una tendenza alla stabilità e a un timido ottimismo. Non voglio dire che il momento critico sia passato, ma grazie all’export si respira finalmente un certo dinamismo». Cautela d’obbligo, però anche qualche spicchio d’azzurro tra le nuvole, secondo Massimo Pellegrini, presidente dell’Associazione Poligrafici Modenesi, CEO di Legraf e presidente di Legotecnica. Un po’ di movimento in alcuni settori storici del manifatturiero emiliano e
dell’agroindustriale sta sostenendo il settore stampa e comunicazione. L’alimentare è tra questi, con i liquori e il vino a tirare la ripresina (vedi il boom del Pignoletto, il bianco dei Colli bolognesi) e creare nuovo business con packaging, etichette e cataloghi. “Alleati” della stampa sono anche la moda, le industrie meccaniche, la ceramica che rialza la testa dopo anni di depressione... «Negli ultimi mesi stiamo verificando non solo un rallentamento della discesa» aggiunge Pellegrini «ma qualcosa in più, in linea con la dinamica di aziende che si riprendono dopo la ristrutturazione, tornano all’estero e hanno bisogno di imballaggi e prodotti stampati. Purtroppo continua invece l’effetto della crisi dei
consumi interni, con il dato preoccupante della grande distribuzione». Il crollo degli acquisti nella GDO danneggia i prodotti a minor valore aggiunto, come l’editoria commerciale e i volantini promozionali. E questo nella stampagrafica porta a ciò che Pellegrini definisce “l’incattivimento di una fase dura, cruda e conflittuale”. S.T.
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PIOMBI Apollonio cerca partner per rilanciare
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L’ultima impresa del territorio veronese a dover chiedere il ricorso agli ammortizzatori sociali è Apollonio SpA di Tregnago, attiva dal 1920 e finora tra le maggiori aziende italiane specializzate nella produzione di buste per corrispondenza e mailing. Recentemente è stata raggiunta un’intesa per assicurare per i prossimi dodici mesi la cassa integrazione straordinaria a zero ore per i 103 dipendenti che hanno incassato anche la solidarietà della politica, mentre il sindacato ha espresso viva preoccupazione per la situazione: «Aspettiamo da mesi il nuovo piano industriale che tenga conto della crisi e valuti le ipotesi di rilancio». «Le difficoltà del comparto graficocartario si sono sommate alla crisi generale. La nostra azienda risente pesantemente di entrambi questi elementi», è il commento di Luigi Nicolin, ad della Apollonio. Da sottolineare che in quattro anni, a partire dal 2008, il fatturato si è ridotto del 40%, scendendo da 23 milioni di euro a poco meno di 14 nel 2012. La società conferma comunque la disponibilità a rimettere in moto la produzione: «Una richiesta di concordato è stata preparata. Nel frattempo continuiamo a cercare uno o più partner che ci affianchino per rilanciare l’attività e salvaguardare almeno in parte i posti di lavoro sulla base del progetto che stiamo elaborando». Non ha nascosto la sua preoccupazione per questa ennesima crisi del grafico-cartario l’assessore provinciale al Lavoro Fausto Sachetto, che ha aggiunto altri particolari sulla trattativa: «L’azienda dice di non poter anticipare gli ammortizzatori, quindi faremo ricorso alla convenzione con le banche per l’anticipazione sociale. È l’ennesima storica azienda del comparto che entra in crisi a Verona, e in questo caso si rischiano ricadute pesanti su tutto il territorio. Molti dei dipendenti risiedono in un solo piccolo comune, che potrebbe trovarsi con un centinaio di famiglie senza più reddito». S.T.
PrimoPiano
Grafica Veneta e Castelli Bolis uniscono la forza commerciale n Potrebbe essere considerata la prima mossa
dopo l’accordo sulla ristrutturazione del gruppo Lediberg di San Paolo d’Argon, passato, attraverso una ricapitalizzazione da 60 milioni, a Lebit Holding, società che fa capo a un fondo con capitali internazionali (in particolare libanesi) insieme con imprenditori locali. Se l’intesa è servita per superare lo stress finanziario della società, il cambio di proprietà ha come obiettivo anche la crescita del Gruppo (con un piano d’investimento quantificato in circa 5 milioni di euro) fondato a metà anni Sessanta da Lindo e Maria Castelli. Una crescita che dovrebbe portare in cinque anni il fatturato dagli attuali 160 a 200 milioni. E una parte di questo sviluppo passerà anche attraverso l’accordo commerciale siglato recentemente da Castelli Bolis (che fa capo a Lediberg) e Grafica Veneta, accordo che potrebbe essere preso a modello da altre aziende grafiche per unire le forze senza arrivare a integrazioni societarie o acquisizioni. Come comunicato dalle due aziende, la novità
per il settore è rappresentata dalla costituzione di un’unica area marketing e commerciale per due “tipografie”. Che, appunto, uniscono la forza commerciale per servire in maniera coordinata e globale il mercato della stampa, rotativa e piana. Castelli Bolis è una stamperia industriale tra le più significative in Europa nel settore delle tirature a foglio di qualità mentre Grafica Veneta, conosciuta a livello mondiale, è specializzata nel ciclo completo del libro. «Un sodalizio strategico» spiega il numero uno di Grafica Veneta Fabio Franceschi «che sarà affidato a Mauro Fontanari, già direttore commerciale in Lediberg e che ora entra anche nel nostro CdA con compiti di gestione dei processi di vendita compresa la direzione dell’intera divisione commerciale». La complementarietà delle aziende e l’elevato grado qualitativo frutto di personale preparato e dell’avanguardia del parco macchine, costituiscono, aggiunge Franceschi, la sfida sul mercato italiano e internazionale per prodotti realizzati in offset tradizionale, UV e HUV con la massima specializzazione nel campo della legatoria. A.P.
In rosso anche i big dell’editoria La crisi non colpisce solo le Pmi dell’area grafico-cartaria, ma anche i big dell’editoria: lo dimostrano alcune notizie contrassegnate dallo stesso colore, un profondo rosso. Il gruppo RCS, ad esempio, ha chiuso il 2013 con perdite per quasi 220 milioni, che si aggiungono al mezzo miliardo di euro già perso l’anno prima, con ricavi in calo da 1,5 a 1,3 miliardi e previsioni negative anche per il 2014. Problemi finanziari anche per Il Sole 24 Ore, il cui CdA ha approvato un bilancio in rosso di 77 milioni, con un peggioramento di oltre 35 sul 2012 che fa sfondare i 200 milioni di perdite in cinque anni. Per i giornalisti è “il peggior risultato contabile nella storia della società, ai danni di quello che era un gioiello fra le aziende editoriali”. Un ripiegamento di cui ha fatto le spese anche la veronese Athesis, il cui stabilimento tipografico si è visto tagliare un anno fa la commessa di stampa per il Nordest del quotidiano di Confindustria, trasferita al gruppo Colasanto. Pessimi segnali anche da Torino, dove La Stampa ha rischiato di non uscire per la protesta degli addetti alla manutenzione delle rotative: dopo il primo sciopero a sorpresa di 24 ore, che ha creato disagi e ritardi al quotidiano, il sindacato minaccia altri blocchi del lavoro. La causa? Il passaggio alla Nicma dell’appalto finora in mano ad Auxilia, con richiesta di riduzione del personale e un cambio di contratto. S.T.
Cerutti: positiva soluzione del Concordato in continuità All’inizio di marzo la procedura “Concordato in continuità” intrapresa dalla società Officine Meccaniche G. Cerutti Spa allo scopo di attuare la propria ristrutturazione finanziaria e industriale ha trovato la sua positiva soluzione. Questo è quanto fa sapere la Società di Casale che prosegue: il risultato di un anno di intenso e difficile lavoro consegna al mercato un’Azienda con un adeguato equilibrio finanziario, che ha mantenuto intatte le sue competenze tecniche, produttive e di servizio, in grado di dare pieno supporto a Cerutti Packaging Equipment Spa nell’attività di produzione di rotative rotocalco per stampa di materiali per imballaggio e impianti per converting.
PIOMBI Riflettori sull’inkjet Un convegno e una pubblicazione: nasce il progetto InkJet Production Printing, un format innovativo di contenuti e networking che coinvolge tutta l’industria della stampa e della comunicazione.
<4IT Group e Zeta’s annun-
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ciano una partnership per la realizzazione di un progetto dedicato alla stampa inkjet nelle sue applicazioni di Production Printing. Il progetto partirà in occasione del 20° Digital Printing Forum e si svilupperà fino all’autunno con una serie di iniziative volte ad approfondire la conoscenza delle applicazioni di questa tecnologia nelle sue più varie forme, dal commercial printing al transazionale, dal book on demand al direct mail. Il progetto coinvolge tutta la filiera delle arti grafiche, vendor, stampatori, print buyer. Il 28 maggio, a Milano, il Digital Printing Forum si rinomina Inkjet Forum - Production Printing e affronta il tema del ruolo della stampa e della comunicazione su carta nel media mix, approfondendo i molti scenari della stampa digitale di produzione inkjet, raccontando tutte le tecnologie disponibili e mostrando le più innovative applicazioni e best practice. Una Demo Gallery darà modo di toccare con mano prodotti reali e valutare la qualità di stampa in abbinamento con l’ampia gamma di supporti disponibili. «Quest’anno gli esperti non saranno solo coloro che saliranno sul palco, ma anche tutti quelli che animeranno la zona dedicata al networking, particolarmente curata perché da sempre crediamo che lo scambio di esperienze e la creazione di relazioni sia motore di spunti e innovazioni», ha spiegato Enrico Barboglio, presidente di 4IT Group. «Sarà possibile condividere pareri,
fare domande, confrontare soluzioni di stampa, scendere in dettagli squisitamente tecnici e, perché no, azzardare nuovi campi applicativi». Durante l’evento, in un set allestito appositamente, lo staff di Stampamedia.net e di Digitaldocument.it sarà impegnato a intervistare esperti, relatori, rappresentanti di aziende, buyer e partecipanti al convegno per approfondire punti di forza, criticità, prove d’uso. Le opinioni e i video continueranno la conversazione online in un sito dedicato, con un blog aperto a chiunque vorrà condividere le proprie idee ed esperienze. A settembre si riaccenderanno i riflettori sui temi affrontati nel convegno con la pubblicazione di un volume dal titolo Focus Inkjet Production Printing. La pubblicazione tratterà di tecnologie di stampa inkjet ad alta produttività, di carte e altri supporti e di applicazioni nel production printing. «La tecnologia inkjet da anni promette, senza mai smentirsi, di essere tra i processi di stampa digitale quello che apre più opportunità di sviluppo agli stampatori. Nessun altro tipo di stampa riesce a innovarsi così rapidamente, migliorando di anno in anno velocità, qualità e convenienza», ha dichiarato Ruggero Zuliani, amministratore di Zeta’s. «In uno scenario dove la carta stampata per competere con i media online ha bisogno dell’alleanza tra i sistemi di stampa tradizionali e quelli digitali, l’inkjet riveste un ruolo di primaria importanza». www.digitalprintingforum.it
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Macchingraf compie 50 anni Per l’occasione abbiamo incontrato il direttore generale Alberto Mazzoleni, alla guida dell’azienda di Ospiate di Bollate dal settembre 2011.
Recentemente avete anche dovuto affrontare il rinnovo del contratto di rappresentanza in esclusiva per l’Italia del marchio Heidelberg. Qual è la situazione in merito? Il contratto con Heidelberg è stato firmato da poco con CoBe e PSG (la capogruppo di cui facciamo parte). Pertanto Macchingraf ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà ancora il prestigioso marchio Heidelberg attraverso una rafforzata partnership.
cinquant’anni dalla fondazione di Macchingraf, l’azienda che più di ogni altra ha contribuito a scrivere la storia del mercato grafico e della stampa in Italia. Fin dall’inizio distributore unico di Heidelberg per il nostro mercato, sinonimo di “Arte della Stampa”, come dicevano allora i “tipografici”, ha nel corso del tempo saputo rinnovarsi e reinventarsi per essere sempre al passo coi tempi. Alle offset a foglio, Macchingraf ha affiancato già negli anni ’90 la distribuzione dei prodotti di consumo (Kodak, Flint, successivamente Fuji e Saphira) e da sempre ha valorizzato la propria rete di assistenza tecnica riconosciuta da tutti come “fiore all’occhiello” dell’organizzazione. Di recente ha aggiunto alla propria offerta le offset a banda stretta Gallus per la stampa delle etichette, il sistema di nobilitazione degli stampati Scodix e l’innovativa macchina per la stampa in 3D MCore e recentemente ha rafforzato la propria presenza nel mercato delle macchine usate. Macchingraf ha sempre cercato di offrire il meglio della tecnologia per la stampa al servizio di un mercato di cui, da mezzo secolo, è un riferimento costante e affidabile. Per celebrare i (primi) cinquant’anni, Macchingraf ha creato un nuovo logo che accompagnerà tutta la comunicazione pubblicitaria di questo 2014. E in questa speciale occasione noi del Poligrafico abbiamo deciso di intervistare Alberto Mazzoleni, che ha assunto la direzione generale di questa storica azienda nel settembre 2011, in un momento impegnativo da vari punti di vista, cui si è aggiunto il recente cambio di proprietà da Staples a CoBe Capital.
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IPI: Come ha vissuto questo biennio alla guida di Macchingraf e come ha gestito i vari cambiamenti che hanno caratterizzato l’azienda in questo lasso di tempo? Mazzoleni: Due anni decisamente intensi. Quando ho preso il timone ho da subito percepito il senso d’urgenza del cambiamento a vari livelli, ovvero dal punto di vista dell’organizzazione, della nostra strategia e soprattutto culturale. Ho dunque fin dall’inizio lavorato per definire la giusta dimensione dell’azienda e la giusta organizzazione, mantenendo pur sempre il mercato e il Cliente al centro. I risultati raggiunti mi confermano che abbiamo fatto le scelte giuste.
Negli ultimi anni Macchingraf ha diversificato la propria offerta assumendo la rappresentanza di nuovi marchi, come Gallus, Scodix e MCore. Sono previsti ulteriori ampliamenti dell’offerta a breve? Come ho già avuto modo di dire, punto fondamentale della nostra strategia è stato l’ampliamento della nostra offerta. Sono entrati nuovi marchi che ci hanno dato grandi soddisfazioni e lavoreremo per inserirne altri che possano completare la nostra offerta. Siamo da 50 anni l’azienda leader del mercato arti grafiche in Italia e continueremo certamente ad esserlo nei prossimi anni, sia attraverso la grande professionalità delle nostre persone, sia attraverso le aziende rappresentate.
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BeeGraphic distribuisce DigiFlex < BeeGraphic
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driver nel mercato delle Hezy Rotman ha recentemente arti grafiche per i pros(a sinistra) e Goliardo Butti annunciato la firma simi anni. La tecnologia all’ufficializzazione di un accordo di cambia rapidamente, il dell’accordo. distribuzione mercato flexo a banda in esclusiva dei stretta, il tipografico e prodotti di DigiFlex serigrafico necessitano per Italia, San di un rinnovamento Marino, Vaticano della tecnologia che più e Canton Ticino. si adatti alle esigenze «L’Italia è una delle di prestampa e che sia nostre maggiori economica, robusta e priorità nel piano di marketing riguardo di qualità superiore. Con il ridursi delle tirature l’espansione geografica in Europa», ha e l’aumento degli avviamenti, la necessità di commentato Hezy Rotman, CEO di Digiflex. avere la produzione di lastre in prossimità delle «Siamo lieti di avere BeeGraphic come partmacchine da stampa diventa strategica. ner strategico e sono fiducioso che le compeDigiFlex FlexoJet1725 è la soluzione win-win tenze e l’esperienza di BeeGraphic nel mercato – in particolar modo per il mercato delle etichette delle etichette e del packaging ci fornirà la pe– dove viene utilizzata l’intera gamma di tecnolonetrazione necessaria per raggiungere il nostro gie di stampa disponibili, ma con ridotto volume potenziale di vendita in questa regione». in mq delle matrici di stampa per le diverse Goliardo Butti, CEO e general manager di tipologie. Ciò richiede particolare accortezza BeeGraphic, ha aggiunto: «Le persone ponel calcolo del ritorno d’investimento e, di contrebbero smettere di acquistare riviste e libri, seguenza, risultano fondamentali l’investimento ma non potranno mai smettere di mangiare; iniziale e costi di esercizio e di manutenzione così l’etichetta e il packaging saranno i veri contenuti».
Con 60 milioni, Sappi “ricostruisce” la PM2 La trasformazione della PM2 della cartiera Alfeld si è conclusa entro i tempi previsti con una qualità superiore alle aspettative. Questo ambizioso progetto ha dato vita alla continua probabilmente più grande, innovativa e versatile esistente. La macchina in linea all’avanguardia sta producendo carte speciali patinate su un solo lato. Ha richiesto l’intervento della più grande gru in Europa per posizionare un cilindro MG di 135 tonnellate e 6,4 metri di diametro. Inoltre la ricostruzione ha richiesto anche l’installazione di una nuova cassa d’afflusso con un sistema di diluizione e una sezione di pre-asciugatura come soluzione a un solo livello. «Abbiamo già ricevuto riscontri molto positivi dai clienti in merito all’elevata qualità raggiunta ed eravamo impazienti di presentare i risultati a un pubblico più ampio durante questo evento celebrativo», ha detto Stefan Karrer, direttore della cartiera Sappi Alfeld GmbH.
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Installata la 100ma Scodix Il fornitore leader di soluzioni di nobilitazione digitale per l’industria delle arti grafiche, rappresentato in esclusiva in Italia da Macchingraf, ha celebrato il traguardo della vendita della centesima Scodix, installata presso Precision Printing, UK, che ha scelto il modello S75 per potenziare la produzione delle sue tre offset Heidelberg, una XL 75 a 10 colori, una CD 74 a 6 colori e una SM 74 a 4 colori, oltre a quattro HP Indigo 7500 e una HP 10000. La nuova Scodix aiuterà
Precision Printing a offrire una vasta gamma di opzioni ai clienti, ad esempio lamine ed effetti goffrati realizzati interamente in digitale.
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I professionisti della stampa digitale si formano con Canon Al via i seminari di Essential Business Builder Program, l’iniziativa di Canon per favorire il business della stampa digitale. La stampa digitale e i servizi collegati rappresenteranno in futuro una grande opportunità di ricavo per chi opera nel mondo della stampa professionale. Questo mercato crescerà, secondo Canon, del 70% entro i prossimi cinque anni e gli operatori che sapranno cogliere questo trend ne trarranno indubbio vantaggio competitivo. Sviluppato in collaborazione con gli esperti dell’Accademia del Poligrafico, Essential Business Builder Program di Canon si pone come obiettivo quello di fornire supporto e consulenza agli operatori della stampa professionale, per aiutarli a interpretare e sfruttare le nuove
TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Fallimento n. 5/08 R.F. AVVISO DI VENDITA COMPLESSO AZIENDALE Si comunica che il Giudice Delegato al fallimento in epigrafe ha disposto procedersi alla seconda vendita
tendenze, facendo crescere la loro redditività. All’interno di questa iniziativa, Canon ha annunciato una serie di seminari formativi rivolti al mondo del Professional Print (titolari, funzionari commerciali, agenti) durante i quali verranno approfondite le tematiche di vendita specifiche della stampa digitale, con indicazioni utili a espandere e massimizzare il business in questo settore. Il primo incontro, a Milano, ha affrontato il tema della vendita di prodotti e servizi di stampa digitale; nel secondo appuntamento, il 4 giugno a Roma, i partecipanti affronteranno un tema delicato, quello del “trovare i giusti clienti”: saranno individuate le problematiche che gli operatori della stampa professionale si trovano a dover affrontare, indicando le azioni più opportune per gestire in maniera efficace i clienti, definendo con loro nuovi servizi a valore aggiunto e accrescendo la redditività attraverso nuove opportunità di business. Iscrizione gratuita su: www.stampamedia.net/ it/accademia/corsi/trovare-i-giusti-clienti
senza incanto del complesso industriale AGEM – Arti Grafiche Editoriali Mediterraneo - spa sito sulla Cataldo-scalo” in territorio di Caltanissetta. L'opificio sorge sul lotto industriale n. 42 del Piano Particolareggiato A.S.I. esteso per mq. 24.530. L'area risulta completa di tutte le opere di finitura esterna, parcheggio asfaltato, aiuole e perimetrazione interamente recintata con muri e ringhiera in ferro lavorato. L'edificio si sviluppa su tre livelli con la seguente consistenza: Superficie chiusa mq. 5.745; tettoia coperta mq. 590; Piano Primo mq. 800; Piano secondo mq. 260. Il piano terra è destinato all'attività industriale di stampa, confezionamento, preparazione delle lastre di stampa, uffici, depositi, servizi di vario genere e locali per le maestraenze. Al primo piano gli uffici amministrativi, direzionali, sala per le riunioni aziendali, servizi igienici. Al secondo piano sono ubicati i locali per la sala mensa, la cucina, lo spogliatoio e altri servizi. L'immobile risulta censito al NCEU al foglio 157, particelle 768 sub 1 – D7 – Piano T-1-2, sub2, A3-Piano 1. Il complesso è stato realizzato con concessione edilizia originaria n. 26853 del 13-10-1998 e successiva in variante n. 21383 del 27-3-2000, unitamente al N.O. n. 16054 rilasciato dal Genio Civile di Caltanissetta in data 12-2-1999. Il bene è conforme agli strumenti urbanistici. L'attività di stampa svolta nel complesso aziendale, é rappresentata prevalentemente da volantini pubblicitari per la grande distribuzione. L'zienda risulta attualmente in funzionamento con contratto di affitto in scadenza il 17-10-2014. Nella stessa sono stati impiegati più di quindici lavoratori dipendenti, pertanto prima dell'atto definitivo di cessione, dovranno essere adempiute le procedure di consultazione sindacale previste dalla legge 29-12-1990 n. 428, in relazione ai ventuno dipendenti a tempo indeterminato attualmente in forza all'affittuaria PFI srl che li ha assunti al momento della stipula dell'affitto d'azienda, pertanto l'eventuale aggiudicazione rimarrà sospesa fino all'esito delle procedure di consultazione sindacale. La vendita è stabilita avanti il Giudice Delegato al prezzo base €. 4.945.961,00- (di cui valore immobili aziendali €. 2.887.500,00 + valore macchinari ed attrezzature €. 2.058.461,00-) senza incanto per le le ore 12:00 del giorno 10.06.2014 (Palazzo di Giustizia terzo piano stanza 318 – Giudice C.D. Cammarata), ed eventualmente con incanto per le ore 12:00 del giorno 24.06.2014 - rilancio minimo €. 50.000,00; Ogni ulteriore informazione, anche relativamente alle generalità dell'azienda fallita ed alle condizioni di vendita, potrà essere ottenuta presso la Cancelleria fallimentare o direttamene presso il Curatore avv. Salvatore
Emma
telefax
0934
571420
–
email:
avvocatoemma@virgilio.it
–
P.E.C.
salvatore.emma@avvocaticl.legalmail.it Il bando, l'ordinanza di vendita e la perizia saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito internet: www.astegiudiziarie.i Caltanissetta, 04 aprile 2014
Il Curatore Fallimentare Avv. Salvatore Emma
Nuovo presidente per Konica Minolta Europe Dal 1° aprile Ikuo (Indy) Nakagawa ha assunto il ruolo di presidente di Konica Minolta Business Solutions Europe. Il presidente uscente, Ken Osuga, al vertice del comitato esecutivo europeo per gli ultimi tre anni, andrà a ricoprire la posizione di direttore finanziario nella sede centrale a Tokyo. Nakagawa ha iniziato la sua carriera nel 1982 presso la Minolta Company Limited a Osaka, Giappone, e ha contribuito ai successi di Konica Minolta per oltre 30 anni, durante i quali ha ricoperto diverse posizioni manageriali in ambito vendita e marketing, pianificazione aziendale e strategica, oltre a posizioni dirigenziali negli Stati Uniti e in Asia. Il suo ultimo ruolo è stato quello di presidente di Konica Minolta Business Solutions China. «È un grande onore per me assumere il ruolo di presidente di Konica Minolta Business Solutions in Europa, la nostra zona più forte nelle vendite». Tra il 2003 e il 2013 le vendite di Konica Minolta sono aumentate da 1,3 a 2,2 miliardi di euro. Konica Minolta impiega attualmente circa 9.000 persone in Europa, quasi il doppio rispetto al 2003. «Konica Minolta Business Solutions Europe ha vissuto un decennio di cambiamento, innovazione e crescita, e sono convinto che Nakagawa continuerà a portarci avanti in questo percorso di successo», ha commentato Ken Osuga.
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S.S. 640 Caltanissetta-Agrigento – svincolo per San Cataldo – all'interno della zona industriale “San
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news istituzioni
TAGA Italia: innovazione a tutto campo Rinnovato il sistema informativo dell’Associazione.
< Il Consiglio Direttivo di recente nomina,
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grazie al lavoro assiduo e competente del consigliere Denis Salicetti, ha realizzato un ammodernamento del sistema informativo dell’Associazione in linea con le più avanzate tecnologie digitali, al fine di facilitare l’interscambio tra i membri e gli organi associativi e accrescere la presenza nel mondo della Comunicazione grafica. In particolare si è provveduto a ottimizzare il sito per tutte le piattaforme desktop e mobili (anche come web app per iOS) consentendo la pubblicazione rapida delle ultime notizie con possibilità di inserire commenti. È quindi operativa la condivisione delle news sui social network. La presentazione di TAGA Italia sul nuovo canale Youtube segna ufficialmente l’ingresso nel vasto campo dei social network mettendo in rete le riprese video effettuate nel corso del TAGA Day 2013. Viene così data visibilità a un evento storico col quale il benemerito sodalizio ha celebrato i suoi 30 anni al servizio della
Comunicazione grafica e della Standardizzazione. Sono disponibili nuove mailing list solo per i Soci, suddivise per ogni Gruppo di Lavoro. I Gruppi LinkedIn sulla stampa offset e digitale utilizzati fino ad ora, saranno eliminati in favore della nuova piattaforma. Inoltre vengono messi a disposizione dei Soci i TAGA DOC in versione aggiornata. L’accesso ai documenti avviene attraverso un nuovo processo di autenticazione con account Google. Questo permetterà anche di usufruire dei seguenti servizi aggiuntivi: • Avere i TAGA DOC sempre aggiornati sul proprio Drive o alla pagina pubblicazioni. • Inserire commenti alle news pubblicate sul sito web. • Partecipare online agli incontri dei Gruppi di Lavoro sia in audio che in video tramite Hangout, per favorire il coinvolgimento e il confronto. • Partecipare alle mailing list dei Gruppi di Lavoro. • Effettuare l’iscrizione o il rinnovo della quota associativa tramite modulo online.
fIEg Risorse subito per il cambiamento «Non è immaginabile uscire dalla crisi senza il sostegno di una politica industriale. È una richiesta giustificata dall’importanza strategica del settore». È quanto ha detto il presidente della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) Giulio Anselmi, a Roma alla presentazione dello studio “La Stampa in Italia 2011–13”, curato dal Centro studi della Federazione. «Nel mondo dei giornali la timida ripresa non è stata intercettata ancora e ciò rende drammaticamente urgente la trasformazione dell’editoria giornalistica sia per la produzione dell’informazione che la sua veicolazione sulle diverse piattaforme». Il sottosegretario Luca Lotti ha dichiarato l’intenzione del Governo di accogliere le richieste Fieg in merito all’attuazione dei decreti del Fondo per l’editoria, anticipando che parte delle risorse saranno per i giovani.
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Rotolito: alta qualità in digitale con HP Indigo 10000 Rotolito Lombarda continua a distin-
Seconda Goss Universal XL per Union Printing
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Questa primavera Union Printing aggiungerà un’ulteriore rotativa Universal XL al suo portfolio Goss presso lo stabilimento di Viterbo. La nuova Universal XL consiste di quattro torri stampa con giro carta da 578 mm e larghezza carta di 1.700 mm, più una piegatrice dotata di opzione di quarto di piega. Questo ampliamento incrementerà la capacità di crescita nel mercato dei prodotti per la GDO (Grande Distribuzione Organizzata), soprattutto dei volantini e degli inserti per i punti vendita. Il fattore decisivo che ha portato alla seconda Universal XL è stata la sua capacità di stampare senza forno prodotti di alta qualità. «Sulla scia del successo della nostra prima rotativa di stampa Universal XL abbiamo deciso di fare il bis», commenta Roberto Pepponi, ad della Union Printing. «La produttività dell’esistente rotativa Universal XL è elevata, la qualità di stampa alta e i costi di produzione bassi; ma ancora più importante è che i nostri clienti ne sono soddisfatti». Fondata nel 1974, Union Printing è un’azienda a conduzione familiare che opera nel settore della stampa commerciale e semi-commerciale impiegando una vasta gamma di impianti per la stampa. Nonostante i tempi difficili del mercato, Roberto Pepponi continua da sempre a costruire il suo successo grazie a un approccio non convenzionale alla fornitura di servizi di stampa sempre più vicini all’ambiente ed economicamente vantaggiosi.
guersi nel panorama italiano, e non solo, per la costante adozione di soluzioni all’avanguardia che vanno a rinnovare il già ricco parco produttivo: prima azienda in Europa, nel 2010, a installare una rotativa digitale full color inkjet a bobina di HP – che nel frattempo è stata affiancata da una seconda – e prima al mondo a investire in un sistema di finitura digitale manroland web systems dedicato al confezionamento di libri, riviste, cataloghi e quotidiani. La più recente installazione riguarda sempre il digitale: una HP Indigo 10000 a 7 colori, macchina a foglio 50x70 basata su tecnologia elettrofotografica, la prima in questa configurazione in Italia. Verrà utilizzata per la stampa delle copertine di libri di qualità prodotti sulle due HP Inkjet Web Press, ma anche per stam-
pati commerciali e libri in pochi esemplari. Non solo investimenti digitali ma anche in stampa roto-offset: in settembre verrà infatti installata una manroland Lithoman 48 dotata di testa di scrittura inkjet di Kodak, analoga a quella già in funzione sulla Lithoman 72 pagine. Le teste inkjet Kodak verranno utilizzate per personalizzare stampati prodotti in alta tiratura, quali i volantini della Gdo. La produzione attuale di stampati realizzati sulle due inkjet HP ammonta a circa 500 commesse mensili e il sistema di gestione lavori sviluppato dalla divisione IT di Rotolito è stato adeguato in modo da poter indirizzare ogni nuova commessa verso il sistema più adatto sia a livello economico sia relativamente alle tempistiche dettate dall’urgenza e dal carico produttivo di ogni macchina. Il sistema è completo di una parte dedicata alla gestione ordini via web riservata ai clienti B2B.
Zardini investe in una quarta Gallus e punta al vino In occasione del recente Vinitaly, Zardini Etichette di Marano di Valpolicella (v. intervista IPI n. 152) ha deciso di investire in un settore ancora in crescita, quello del vino. Arriverà, infatti, a settembre una macchina super accessoriata per la produzione di etichette di alta qualità: una Gallus TCS 250 5 colori offset più unità flexo e unità serigrafiche che, per la prima volta in Italia, sarà dotata di sistema integrato di lamina e rilievo a caldo della Pantec GS. La macchina avrà la possibilità di stampare sino a 5 lamine di diverso colore sulla stessa etichetta creando rilievi di inimmaginabile spessore e nobilitando la lamina con microincisioni. Questa configurazione permette alla TCS 250 di essere il 50% più veloce, allineandosi perfettamente con le tirature delle etichette da vino (da 10.000 a 100.000). Per Tipografia Zardini si tratta della quarta Gallus in quattro anni, a riconferma della sua fiducia in Macchingraf che in questo caso è anche distributore in esclusiva in Italia della Pantec GS.
Colorpix prima in Europa a scegliere Ricoh Pro L4160 Colorpix è la prima azienda in Europa a scegliere Ricoh Pro L4160 latex, una nuova soluzione di stampa digitale di grande formato a bobina dedicata alla comunicazione visiva. L’azienda aveva la necessità di sostituire un sistema a base solvente che non era più adatto alla produzione e ha pensato di scegliere una soluzione che consentisse di offrire nuovi servizi aumentando allo stesso tempo la qualità e la versatilità di stampa. Nicola Bianchi, contitolare dell’azienda pistoiese, motiva così la scelta: «Abbiamo scelto Ricoh Pro L4160 latex per i plus che la caratterizzano, prima di tutto la stampa a sette colori (CMYK, bianco, arancio e verde). Gli inchiostri latex si asciugano rapidamente, velocizzando la produzione e ci consentono di stampare su una gamma molto più estesa di materiali per offrire nuove applicazioni ai clienti. Inoltre, gli inchiostri latex sono inodore e hanno un impatto ambientale ridotto. L’inchiostro bianco assicura colori brillanti su tutti i supporti, inclusi quelli trasparenti. Carta da parati, canvas, vetrofanie sono alcune delle applicazioni che stiamo realizzando con la nuova soluzione. La qualità dei lavori realizzati è molto elevata e questo ci aiuta a essere competitivi sul mercato». Questa qualità è garantita dall’ultima generazione di teste di stampa Ricoh a goccia variabile che è in grado di produrre gocce di tre differenti dimensioni, la più piccola delle quali di 4 picolitri. IPI 153/14
INstallazioni
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news aziende grafiche
Spaziocultura Klimt. Alle origini di un mito
Al Palazzo Reale di Milano fino al 13 luglio.
Gustav Klimt è uno dei fondatori e principali protagonisti della Secessione Viennese, l’importante movimento artistico che si sviluppò in Austria tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento imprimendo una profonda spinta di rinnovamento a tutta l’arte europea. A poco più di 150 anni dalla sua nascita, Milano celebra il grande artista con una mostra, allestita a Palazzo Reale dal 12 marzo al 13 luglio in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna, che ripercorre tutta la sua vita artistica e personale. Il percorso espositivo mette in particolare risalto la fase iniziale della carriera di Klimt, con numerose opere che risalgono al periodo della Compagnia degli Artisti, fondata insieme ai fratelli Ernst e Georg e a Franz Matsch dopo la frequentazione della Scuola d’Arte Viennese. Accanto ai dipinti l’esposizione propone documenti, lettere, fotografie e disegni che delineano ampiamente
il contesto storico e artistico dell’epoca. La nuovafasedellaSecessione,iniziatanel1898 con la fondazione da parte di un gruppo di giovani artisti della rivista Ver Sacrum, è rappresentata da alcuni dei capolavori più conosciuti di Klimt, come Adamo ed Eva, Il Girasole, Fuochi Fatui e la famosa Salomè (dettaglio nella foto), ma anche dai bellissimi ritratti, soprattutto femminili, dai paesaggi e dai bozzetti per la decorazione pittorica di teatri ed edifici pubblici. In quest’ambito, molto significativo nella produzione dell’artista e del suo gruppo, rientra la suggestiva ricostruzione del Fregio di Beethoven, creato da Klimt nel 1902 in onore del grande musicista per la XIV Esposizione della Secessione Viennese. Giulietta Ciacchi
La “Pietà” di Giovanni Bellini In Pinacoteca di Brera fino al 13 luglio. Il restauro della celebre Pietà di Giovanni Bellini,
appartenente alla Pinacoteca di Brera, è l’occasione per ripercorrere la prima carriera del pittore veneziano, grande protagonista dell’arte rinascimentale italiana, attraverso il particolare angolo di visuale offerto dal suo modo di affrontare il tema del Cristo in pietà, che ricorre con frequenza nella produzione dell’artista e della sua efficientissima bottega. La straordinaria Pietà è stata resa finalmente leggibile anche nei suoi valori cromatici dal recente complesso restauro, terminato a fine 2012 e condotto dai
restauratori del Laboratorio interno al museo: Paola Borghese, Andrea Carini e Sara Scatragli, con la direzione di Mariolina Olivari. Intorno al nucleo centrale sono esposte la Pietà del Museo Civico di Rimini e quella già alla sommità della Pala di Pesaro di Giovanni Bellini, ora conservata nei Musei Vaticani. Il catalogo, edito da Skira, con saggi di Marco Collareta, Andrea De Marchi e Mariolina Olivari, presenta alcune novità sulla storia della Pietà braidense di Giovanni Bellini, alla quale è dedicata una sezione sul restauro.
120 opere di Piero Manzoni Genio innovatore e controverso.
Palazzo Reale di Milano ospita una grande mostra dedicata a Piero Manzoni, uno degli artisti più geniali, innovatori e controversi del XX secolo, morto nemmeno trentenne, nel 1963. Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Skira editore, la mostra è curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni. Milano è stata la sua città, dove ha operato ponendosi a fianco di un maestro come Lucio Fontana e agendo da referente della neoavanguardia europea, tra la Francia di Yves Klein e la Germania del gruppo Zero, l’Olanda del gruppo Nul e la dimensione cosmopolita di Nouvelle Tendance.
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Interviste Gianni Cainelli
Per l’incontro di questo mese ci spostiamo in Trentino, dove è attiva una azienda grafica fondata oltre 50 anni fa. Che, contrariamente alla logica di mercato attuale, non si è mai specializzata in un solo settore, ma è rimasta sempre una tipografia generalista. Qual è il segreto? 22
“Il cliente trova in noi un partner qualificato che è in grado di risolvergli la maggior parte dei problemi”.
37 - L’industria grafica, un futuro da reinventare Intervista con Gianni Cainelli, amministratore di Esperia Srl
una
“stamperia
universAle” di ACHILLE PEREGO
Oltre 50 anni di storia imprenditoriale scritta da tre generazioni di stampatori. Che ancora oggi, a Trento, conducono una missione quasi ai limiti dell’impossibile: essere un’azienda grafica competitiva capace di stare sul mercato, con un dna familiare da “stamperia universale”. Ovvero, quella che una volta era la classica tipografia pronta a rispondere a tutte le esigenze del cliente, dal bigliettino da visita al catalogo, dalla busta alla brochure, dalla modulistica ai libri. Una dimensione aziendale che, in un settore colpito dalla crisi economica (e messa in difficoltà dalla concorrenza della comunicazione digitale), sembrerebbe la formula meno vincente per vincere la sfida del mercato. Invece Gianni Cainelli, amministratore di Esperia Srl, da quasi quarant’anni al lavoro in questa azienda trentina (prima al fianco del padre e della sorella Sonia, oggi affiancato dai nipoti Maura e Walter Trainoni), ha dimostrato che si può andare con successo anche controcorrente. Nata nel 1962 nel settore della stampa offset a foglio, oggi Esperia è una realtà aziendale con 55 dipendenti e circa 8 milioni di ricavi, un parco di circa mille clienti per oltre 7 mila commesse all’anno, 1,5 milioni di volumi prodotti e 25 mila quintali di carta utilizzata. Con un ciclo completo che va dalla pre-press alla legatoria e comprende il cuore pulsante del reparto macchine piane (due 4 colori 35x50 Komori e Heidelberg e tre 70x100: una 4 colori Roland, una a 8 Komori, entrambe convertitibili, a cui si è aggiunta una Komori a 5 colori con spalmatore e vernice acrilica) a cui si è affiancato quello digitale col recente investimento in una Xerox iGen4 Plus. Come definirebbe oggi la sua azienda? Esperia è un’azienda storicamente radicata sul proprio territorio (Trentino - Alto Adige). Da alcuni anni ha sviluppato una rete commerciale che la vede sempre più presente nelle regioni del Triveneto, Lombardia e Piemonte. Recentemente ha affrontato il mercato internazionale (Germania e Francia) con risultati incoraggianti. Quali sono state le scelte più importanti a livello strategico assunte in questi ultimi anni? Il potenziamento del reparto di legatoria – mediante l’acquisizione di una piccola
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aziende fiori all’occhiello
il personaggio Nato a Trento nel 1953, Gianni Cainelli si diploma ragioniere presso l’Istituto per il Commercio “A. Tambosi” di Trento. Dopo il diploma frequenta l’Università di Matematica di Trento. Negli anni ‘73 e ‘74 insegna matematica e informatica proprio all’Istituto “A. Tambosi”. Nel 1975 si affianca al padre e alla sorella Sonia nella conduzione dell’azienda di famiglia, una tipografia a carattere artigianale. Attualmente è amministratore di Esperia Srl, che nel frattempo ha assunto la dimensione industriale (occupa 55 addetti), affiancato dai nipoti (terza generazione) Maura e Walter Trainoni.
azienda con linee di produzione sia a punto metallico sia in brossura – ha indubbiamente favorito l’acquisizione di commesse, in special modo nel settore editoriale che sarebbe stato altrimenti precluso. Anche il reparto stampa è stato potenziato con una Komori 5 colori 70x100 più spalmatore e di un impianto a stampa digitale (Xerox iGen4 Plus), che ci permette un approccio a quel mercato che richiede qualità di stampa e velocità nella realizzazione di stampati di piccola tiratura. Quali sono stati i principali investimenti che avete realizzato recentemente? E pensate di farne a breve altri? Riteniamo di aver raggiunto un buon livello produttivo; gli impianti e le attrezzature in dotazione sono per la maggior parte di recente acquisizione. I futuri investimenti saranno indirizzati alla formazione delle nostre risorse umane, sia in ambito organizzativo e commerciale che tecnico. Esperia è un’azienda familiare con oltre 50 anni di storia alle spalle: a che cosa deve il suo successo? Credo che le armi vincenti siano state – e siano ancora oggi – l’entusiasmo e la soddisfazione di “saper fare” il proprio mestiere. Questi gli ingredienti che ci danno lo stimolo per intraprendere, perché oggi condurre un’attività come la nostra “è un’impresa” nel senso letterale del termine! Battute a parte, 50 anni di attività e tre generazioni costituiscono un ottimo biglietto da visita per la nostra clientela. La formula familiare, però, non è più sufficiente, a mio parere. Sembra in contraddizione a quanto appena detto, ma oggi le aziende del nostro settore necessitano di competenze che esulano dalle mere capacità tecniche e organizzative. Penso all’aspetto finanziario, ad esempio, che presuppone un approccio che non sempre alberga nel dna di un imprenditore. Da qui la necessità di innestare altre figure apicali con competenze specifiche che meglio si attaglierebbero ad aziende più strutturate. Ma anche la necessità di superare i confini del proprio orticello per “fare squadra” con altre realtà. Come vede la situazione del mercato grafico? Ci sono spiragli di ripresa? Ed Esperia in che modo è riuscita a reggere alla crisi? Mio padre lamentava il mio esagerato ottimismo... Rimango comunque fiducioso in un futuro (a breve, spero) riequilibrio del comparto grafico. Abbiano riscontrato una generale riduzione delle tirature ma non così posso dire del numero di commesse che risulta costantemente in crescita. Segno che il lavoro c’è. Lo sforzo che stiamo facendo è proprio nel ricercare mercati alternativi potendo offrire un buon prodotto e un’organizzazione efficiente. E i clienti ci stanno premiando.
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Siete un’azienda grafica “universale”. Stampate libri, riviste, cataloghi, brochure: come riuscite a stare competitivamente sul mercato lavorando come generalisti senza la scelta di una nicchia precisa di mercato? Lo ammetto: essere generalisti oggi rappresenta un problema. Le nostre attrezzature devono assolvere a una molteplicità di lavorazioni e gli operatori devono essere altamente qualificati per far fronte alle svariate richieste della clientela. Uno sforzo IPI 153/14
Alle prese con una tipografica Stella Heidelberg, negli anni Settanta, un giovane Gianni Cainelli (di spalle) col padre (a sinistra) e un collaboratore.
aziende fiori all’occhiello
Terza generazione Maura e Walter Trainoni oggi affiancano lo zio Gianni Cainelli alla guida dell’azienda trentina.
notevole. Ma di converso proprio la nostra “universalità” rappresenta il punto di forza: il cliente trova in Esperia un partner qualificato che è in grado di risolvergli la maggior parte dei problemi ma che – soprattutto – non glieli crea. Avete mai pensato ad accordi commerciali, acquisizioni, integrazioni? Come valuta la necessita di mettersi insieme per diventare più competitivi? Non solo ci abbiamo pensato, ma l’abbiamo anche realizzato. Due recenti acquisizioni di realtà locali ci hanno permesso di allargare il nostro raggio d’azione in zone in cui eravamo presenti marginalmente. Integrazioni e accordi commerciali hanno sempre rappresentato il mio sogno nel cassetto, ma gelosie, diffidenza e una buona dose di protagonismo hanno vanificato diverse opportunità di collaborazione. Come vede l’evoluzione del settore nei prossimi anni? Ci sarà ancora spazio per la carta, messa in difficoltà dalla comunicazione digitale? Sì, ritengo che la carta, come mezzo di comunicazione, sarà ancora protagonista. Non lasciamoci intimorire dall’avvento del digitale, è un altro modo di comunicare, sicuramente efficace ma non credo soppianterà definitivamente il prodotto cartaceo, piuttosto si affiancherà, con altre dinamiche. Per quale motivo avete deciso di investire anche nella stampa digitale? Come dicevo prima, abbiamo da poco più di un anno introdotto un impianto di stampa a foglio, di qualità. In occasione dell’ultimo audit l’impianto è stato certificato, come tutto il reparto stampa, conforme alla 12647. Lo utilizziamo per le basse tirature e per garantire al cliente tempi brevi di consegna. Nel contempo ci stiamo specializzando nella stampa a dato variabile e nella realizzazione di campagne multimediali e crossmediali. Quanto spazio avrà la stampa digitale rispetto a quella offset? Ritengo che la stampa tradizionale rappresenterà per Esperia il business primario ancora per parecchio tempo. In parallelo, svilupperemo la stampa digitale come servizio aggiuntivo per offrire al cliente un supporto sempre più efficace. Pensate, come altre aziende editoriali-commerciali, di entrare nel settore cartotecnico, del packaging e delle etichette oppure dei servizi multimediali? Ritengo il settore cartotecnico e del packaging troppo specializzato per una realtà come la nostra. Andremo sicuramente a investire, invece, nei servizi multimediali, più confacenti alla nostra struttura. Da un anno è attivo il portale “Pageflow” per la pubblicazione di prodotti multimediali.
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Quanto è importante l’immagine di azienda “green”? È sicuramente di grande importanza. Le aziende nostre clienti hanno dimostrato molta attenzione all’impatto ambientale dei prodotti cartacei. Già da diversi anni siamo certificati ISO 14000 e custodi di filiera sia FSC che PEFC. Tali certificazioni non rappresentano solo un “bollino” ma garantiscono che il prodotto che realizza Esperia è rispettoso dell’ambiente. E i clienti stanno premiando questa nostra scelta.
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Editoria Patinatedigitale spessorate o cosa e pigmentate
speciale carte
Le Tavole rotonde del Poligrafico
operatori a confronto Le patinate nobili di ultima generazione
Si è tenuta lo scorso 14 marzo, presso lo Spazio Mercury di Milano, una tavola rotonda organizzata dal Poligrafico Italiano dal titolo “Le carte patinate ad alto spessore e le pigmentate ad alta resa cromatica”. L’incontro – il primo di una lunga serie, almeno ce lo si augura! – ha coinvolto una sessantina di persone, tra cartiere, produttori di inchiostri, stampatori, agenzie e pubblico e ha sviscerato questa tematica molto attuale sia dal punto di vista tecnico che da quello di mercato, grazie a un’attiva partecipazione di tutti i presenti.
foto: Davide Biancorosso
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di CRISTNA ROSSI
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speciale carte
Alla tavola rotonda hanno partecipato non solo le cartiere, ma anche produttori di inchiostri, stampatori e agenzie di pubblicità. L’acceso confronto tra i partecipanti ha dimostrato che, soprattutto in momenti di incertezza come l’attuale, il confronto e lo scambio di idee è fondamentale.
ndrea Zanotti Siegwerk
tefano Benedetti Fedrigoni
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Paolo Sant’Ambrogio Sappi
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vellutata dalla stampabilità eccellente. Recentemente il mercato ha richiesto una carta spessorata con un valore di bianco più elevato e così nel 2013 abbiamo lanciato sul mercato GardaPat 14 Bianka, la versione dalla tinta bianca pura analoga a quella delle altre carte della nostra Collezione Eccellente. Infine, allo scorso Salone del Libro di Francoforte ci è stata richiesta una carta spessorata con un lucido carta molto basso e così un mese fa abbiamo messo a punto GardaMatt Ultra, che va ad aggiungersi alla GardaMatt Art ed è particolarmente adatta alle esigenze del settore editoriale. Non abbiamo carte pigmentate nella nostra offerta». Alla domanda di Andrea Zanotti di Siegwerk su quale sia l’esatto significato di “pigmentatura” riferito alla carta, Stefano Benedetti di Fedrigoni risponde: «Il termine pigmentatura sta ad indicare che la carta ha un po’ di patina e spesso è sinonimo di carta povera, una carta che tuttavia in questi anni è molto apprezzata dal mercato. Anche la carta, d’altronde, segue le mode del momento. C’è stata la moda delle carte TCF (totalmente prive di cloro), delle carte lucide e perlescenti e ora è il momento delle carte naturali e povere. A noi di Fedrigoni, in realtà, il termine pigmentata non piace e preferiamo identificare quel tipo di carta con l’aggettivo “trattata”. Diverso è il mondo delle carte spessorate, molto piacevoli al tatto e con finiture matt». «A questo proposito l’offerta Fedrigoni prevede la Symbol Tatami ad alto spessore, patinata su entrambi i lati con finitura matt e disponibile in due colori, White e Ivory: è una carta che, pur essendo patinata, ricorda una uso mano. Al contrario la X-Per è una carta uso mano che ricorda una patinata. Infatti, uno speciale trattamento su entrambi i lati ne esalta il tatto e consente di ottenere una stampa particolarmente nitida e brillante». IPI 153/14
doardo Vincenzi Cartiere del Garda
Varie tipologie di carte: quali sono le categorie principali? Il primo punto all’ordine del giorno è relativo a una possibile classificazione di queste carte speciali, attualmente molto richieste dai print buyer per la stampa di lavori di qualità, sia per il mercato editoriale che per pubblicazioni commerciali di pregio e per packaging di lusso, in alternativa alle carte patinate. E a questo proposito i vari rappresentanti delle cartiere esprimono il loro parere. «Stiamo parlando di carte macroporose con livelli di liscio e patinatura diversi, che si suddividono essenzialmente in due categorie», spiega Paolo Sant’Ambrogio, technical sales manager Carte grafiche di Sappi. «Da un lato ci sono le carte pigmentate che si caratterizzano per il fatto di avere un solo strato di patina e una liscia di macchina e pertanto rimangono ruvide. Dall’altro ci sono le carte spessorate, ossia carte patinate due volte, con una superficie che si avvicina molto alla classica carta patinata, ma con un spessore più elevato». Edoardo Vincenzi, responsabile assistenza clienti di Cartiere del Garda commenta: «Nell’ambito di queste tipologie di carte un nostro cavallo di battaglia è la GardaPat 13, una carta dall’elevato contenuto tecnologico che combina l’alto spessore con una superficie
“Anche la carta segue le mode del momento, oggi vanno le naturali e povere”.
Stefano Benedetti - Fedrigoni
Amos Michielin Grafiche Antiga
oberto Bartolucci The Ad Store
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Ma come si posizionano queste carte sul mercato e perché vengono richieste dai print buyer? A prendere la parola è Amos Michielin di Grafiche Antiga: «Quando si parla di stampati di alta qualità i nostri clienti non vogliono più la carta patinata e ci richiedono sempre più spesso le carte spessorate. Abbiamo eseguito lavori importanti utilizzando la GardaMatt Ultra o la X-Per di Fedrigoni. La resa di queste carte piace molto e, inoltre, vengono percepite come carte che rispettano l’ambiente». «La carta patinata non viene più richiesta come un tempo», aggiunge Roberto Bartolucci, dell’agenzia di pubblicità The Ad Store. «Sempre più clienti richiedono gli effetti della GardaPat 13 e della X-Per perché mirano a un’elevata resa cromatica, ma non la vogliono su carta patinata. Anche se la comunicazione dei miei clienti si sta spostando sempre più sul web e che la carta stampata occupa solo il 20% del mio tempo, riscontro un notevole interesse verso queste carte di nicchia perché offrono qualcosa in più rispetto alle patinate, ormai sinonimo di prodotto cheap, da grande distribuzione. Noi le utilizziamo per copertine, cataloghi di prestigio, inviti e altri stampati con lavorazioni particolari. I nostri clienti sono nel campo della moda, del food, del design e del lusso. Queste carte prevedono un impegno e abilità particolari da parte degli stampatori, e purtroppo i clienti non sono disposti a pagare in più per il valore aggiunto dei prodotti finali». «Queste carte, nonostante siano molto richieste, rappresentano pur sempre una nicchia di mercato se paragonate alle patinate opache», commenta Paolo Sant’Ambrogio. «Il problema non è cosa si aspettano gli stampatori dalle cartiere, ma come selezionare il lavoro in base al tipo di carta. I fondi pieni, ad esempio, non si prestano a essere stampati sulle carte spessorate». E
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lberto Cecchetti Rotolito Lombarda
manuele Cheller Printer Trento
speciale carte
E che siano ancora carte di nicchia lo conferma Stefano Benedetti: «Fedrigoni vende un decimo di spessorate rispetto alle carte patinate. Nel 2013 abbiamo avuto 7.500 clienti attivi in Italia e tra questi figuravano più agenzie di pubblicità che stampatori. È infatti l’agenzia a spingere l’utilizzo di queste carte, che stanno incontrando il favore del mercato perché non sono carte troppo trattate, non puzzano e danno l’idea dell’agriturismo invece dell’albergo a 5 stelle... Sette anni fa Diesel ci ha chiesto di realizzare un lavoro con carta spessorata, all’epoca di trattava della Furioso, perché è un prodotto più naturale che di questi tempi piace di più». Risulta chiaro da molte testimonianze dei partecipanti alla tavola rotonda che in momenti di crisi come l’attuale è il print buyer a dettar legge, a selezionare la carta attraverso la propria agenzia. Allo stampatore non resta che adeguarsi se non vuole perdere la commessa. «È dunque necessario che le cartiere effettuino dei test con queste carte molto particolari», dice Amos Michielin, «in modo da mettere dei paletti sul loro utilizzo, così da evitare spiacevoli sorprese sia agli stampatori sia ai loro clienti finali». A questo proposito, alcune delle cartiere presenti affermano di avere dei siti che forniscono informazioni utili in merito all’utilizzo delle carte spessorate. Altre, come Cartiere del Garda e Fedrigoni, si sono rivolte rispettivamente a consulenti o alle scuole grafiche per creare curve e profili ottimizzati da raccomandare agli stampatori che utilizzano le carte spessorate. Certo l’ideale, a detta degli stampatori presenti in sala, sarebbe caratterizzare la macchina da stampa in base alle specifiche della carta che si utilizza, ma per motivi di tempo e di costi, come conferma Alberto Cecchetti di Rotolito Lombarda, non è possibile farlo ogni volta che si cambia carta in macchina, soprattutto se le tirature non lo giustificano. «Ci è capitato di stampare un lavoro impor-
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“Cartiere, produttori di inchiostri e stampatori dovrebbero dedicarsi di più alle attività di R&S”.
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Alberto Sironi
tante con la GardaPat 13», dice ancora Amos Michielin, «e in quel caso abbiamo investito del tempo per caratterizzare la macchina da stampa». Emanuele Cheller, responsabile tecnico in Printer Trento, conferma che è ormai impossibile imporre a un cliente l’utilizzo di una determinata carta. Aggiunge che impostare le giuste curve tonali al primo avviamento è il frutto di una lunga esperienza e fa la differenza dal punto di vista dei costi. «Chiedo pertanto alle cartiere di comunicarci in anticipo eventuali cambi di nuance nelle carte e alle agenzie di istruire adeguatamente i loro clienti».
Paolo Caiani Sun Chemical
Quali sono gli inchiostri più adatti per la stampa delle carte spessorate? «Sono necessari inchiostri particolari per le carte spessorate perché queste hanno un assorbimento diverso rispetto alle altre carte», dichiara Andrea Zanotti. E Paolo Caiani, di Sun Chemical, aggiunge: «Siamo disposti a effettuare dei test con le carte, anche se in laboratorio non si riesce a simulare tutto ciò che accade in sala stampa. Nel caso di carte assorbenti vanno bene gli inchiostri pigmentati, che sono più costosi. È inoltre fondamentale un buon bilanciamento acqua/ inchiostro. Spesso vengono trascurati i parametri di processo che sono invece molto im-
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iccardo Tassini Polyedra
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ngelo Meroni Industrie Grafiche Arbe
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ilvano Bianchi Komori Italia
ristiano Carugo Colorgraf
portanti affinché il risultato finale sia all’altezza delle aspettative». Come giustamente sottolinea Alberto Sironi, moderatore della tavola rotonda, tutti – cartiere, produttori di inchiostro e stampatori – dovrebbero destinare un po’ più di tempo e risorse alle attività di Ricerca&Sviluppo. Sarebbe, inoltre, auspicabile un maggior scambio di informazioni tra tutti i protagonisti coinvolti nella produzione dello stampato. «Ci può capitare di stampare 5.000 fogli di carta speciale in mezzo alla carta patinata», spiega Angelo Meroni di Arbe Industrie Grafiche. «I risultati che si ottengono senza modificare l’equilibrio inchiostro/soluzione di bagnatura non sono sempre ottimali. La carta spessorata ci viene spesso richiesta per la realizzazione di cataloghi di moda e noi la stampiamo in rotativa con tirature che possono superare le 100.000 copie». «Le carte pigmentate hanno un trattamento superficiale che permette di accettare una maggiore quantità di inchiostro», afferma Riccardo Tassini di Polyedra. E come segnala Sironi, alcuni stampatori preferiscono stampare sulle carte spessorate con inchiostri UV o H-UV. Cristiano Carugo, di Colorgraf, porta la sua testimonianza in merito, dicendo che un cliente ha mosso delle obiezioni sull’utilizzo degli inchiostri UV rispetto a quelli ossidativi, affermando che sono poco lucidi e spesso non resistono alle lavorazioni successive. «Non ci sono clienti che stampano in UV le carte spessorate, perché il risultato finale non è accettabile», conferma Paolo Sant’Ambrogio. Presente in sala anche Silvano Bianchi, ad di Komori Italia, che conferma che gli editori oggi sono alla ricerca di quelle carte in grado di offrire sensazioni piacevoli al tatto e queste carte non sono più quelle patinate.
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Alle origini della patinatura Imprimitura s. f. [der. di imprimere]. – Nella tecnica pittorica, preparazione alla quale si sottopone la superficie destinata a ricevere la pittura per facilitare l’esecuzione dell’opera e meglio garantirne la durata e l’inalterabilità; viene generalmente eseguita trattando le tavole o le tele con gesso, colla (per lo più di caseina) e calce, se si vogliono assorbenti, oppure con biacca di piombo, olio di lino e qualche altro ingrediente secondario se non assorbenti. (Vocabolario della Lingua Italiana Treccani).
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di RICCARDO TASSINI*
Il tema dell’imprimitura è articolato e complesso. Una tela grezza è completamente inadatta a ricevere il colore, da qui la necessità di applicare su di essa uno strato preparatorio. Ma la scelta del tipo di materiale da impiegare per preparare la tela come pure la tecnica di stesura sono più d’una. Dalle analisi stratigrafiche sembra che in opere diverse Caravaggio abbia usato materiali diversi. In generale si può dire che qualsiasi imprimitura è composta da tre elementi fondamentali: le cariche inerti (es. gesso, carbonato di calcio, argilla, quarzo), un legante (di natura proteica come le colle animali o la caseina, piuttosto che composti oleosi come gli olii di lino o noce, o ancora composti resinosi), e infine i pigmenti siccativi o semisiccativi. La tela riceve l’imprimitura per far risaltare i colori e le forme del pittore, per facilitare la pennellata, per garantire una stabilità nel tempo. La carta patinata nasce per rispondere agli stessi bisogni e viene realizzata partendo dagli stessi principi.
Il maestro Michelangelo Merisi non ce ne voglia per l’irrispettoso parallelo. Il prodotto di noi stampatori non ha assolutamente la pretesa di essere un’opera d’arte dell’ingegno universale. Noi siamo artigiani, realizziamo copie, mettendo in campo una competenza tecnica, per altro raffinata, per la riproduzione del colore e dei testi a mezzo stampa, realizzando libri per gli studenti e per tutti gli amanti della conoscenza, manuali tecnici e documenti professionali, producendo dei cofanetti per proteggere oggetti talvolta meno preziosi del cofanetto stesso, contenitori per alimenti, dando vita a stampati che diventano strumenti di comunicazione, veicolo di immagine e persino occasione di svago, coinvolgimento e partecipazione. E tutti questi oggetti ci circondano: basta alzare gli occhi e quasi sicuramente si troverà della carta stampata. Ed è dalla consapevolezza del ruolo che gli stampati hanno avuto e continuano ad avere nella diffusione delle idee e nella crescita culturale dei popoli che nasce quel velo di pre-
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vale la pena sottolineare l’errato impiego della definizione naturali per le non patinate, visto che anche le patinate sono spesso naturali tanto quanto le non patinate – nell’unità “pressa collante”, posta nella sezione seccherie, nella fase finale della macchina continua, la carta riceve una collatura additivata con cariche minerali che costituiscono un “primer” (strato di base) su cui successivamente applicare lo strato definitivo di patina. Tale strato definitivo può essere composto a sua volta di uno o due substrati: un eventuale secondo strato di “fondo” e il finale strato di “finitura”. La carta ottenuta in tre strati viene chiamata a “tripla patinatura” e da un punto di vista tecnico, sia in relazione alla resa cromatica che all’uniformità della stesura, che all’aspetto, rappresenta indubbiamente la soluzione ottimale. Secondo gli stessi principi adottati da Caravaggio e dai suoi eminenti colleghi, la patina intende migliorare le condizioni di espressione del colore depositato sul supporto fibroso. Ma nel dettaglio, qual è il contributo e quali funzionalità fornisce la patina allo stampato?
La patina migliora il bianco della superficie... La patina conferisce alla carta il “bianco” che riflette la luce dell’illuminante, sia questa luce solare o la luce di altre sorgenti luminose. Il procedimento di stampa offset prevede la stesura sulla superficie della carta di quantità modulate di inchiostro colorato trasparente – comunemente per le quadricromie si impiegano il giallo , il magenta, il cyan e il nero – che, assorbendo alcune componenti cromatiche della luce incidente, ne lasciano libere altre che vengono “rimbalzate” dalla superficie bianca della carta e percepite dal nostro occhio (il principio della “sintesi sottrattiva” su cui è fondata la stampa cromatica).
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sunzione – che in modo meno critico potremmo considerare forse solo forte passione – per cui ci definiamo operatori delle Arti grafiche. E in tutto questo la carta è ovviamente protagonista. La carta per 2.000 anni è stata un intreccio di fibre di cellulosa, lavorate in vario modo, collate per migliorare le caratteristiche meccaniche, la scrivibilità e la stampabilità. I primi documenti che descrivono la produzione di carta risalgono al 105 d.C. e giungono a noi dalla Cina. È però necessario attendere il tredicesimo secolo perché si inizi a produrre carta anche nella penisola italiana, in varie località. Quasi due millenni di produzioni manuali prima di giungere, nel XIX secolo, all’ideazione della “macchina in continuo” e all’impiego del legno come fonte per ottenere la fibra cellulosica come materia prima, per diventare produzione industriale. La carta patinata arriverà ancora più tardi e troverà significativo sviluppo e diffusione negli ultimi decenni dello scorso secolo. Da un decennio è stata oggetto di studio e diversificazione, e il frutto di tale ricerca di varianti sono proprio le spessorate e le pigmentate. Per parlare di carte patinate spessorate o di carte pigmentate, quindi, è dapprima necessario accennare brevemente al concetto di carta patinata, dal cui principio dipartono le differenti tecniche e tecnologie adottate nelle proposte delle diverse cartiere in merito. La carta patinata è fondamentalmente un supporto fibroso ricoperto da un sottile strato di patina. In macchina continua viene realizzato il supporto, le cui caratteristiche sono determinate dal mix di fibre impiegate, dal grado di “raffinazione” della fibra, dalle caratteristiche e dalla modalità di gestione della macchina continua, dalla natura dei leganti, degli additivi, dei coloranti e dalle cariche minerali impiegate nella formulazione della “patina”. La “patina” è essenzialmente un composto, un amalgama con un ingrediente base che può essere carbonato di calcio o caolino, gesso piuttosto che biossido di titanio, che viene legato al supporto fibroso cartaceo mediante un veicolo collante che può essere di origine naturale, come gli amidi o le caseine, oppure di origine sintetica. Nella realizzazione di una carta patinata, rispetto a una carta non patinata – per inciso
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Struttura di una carta patinata. Più a sinistra, struttura di una carta macroporosa uso mano.
La percezione del colore viene inevitabilmente condizionata dal bianco di base del supporto per cui, teoricamente, ai fini di una corretta lettura cromatica del soggetto rappresentato, il bianco dovrebbe avere delle specifiche colorimetriche ben precise che diremmo “neutre” (valori colorimetrici L=100, a=0, b=0). In realtà, in natura una superficie neutra non esiste; inoltre, nella pratica il bianco percepito dal cosiddetto “osservatore medio” è diverso dal bianco teorico ed è azzurrato. Per ottenere tale effetto azzurrato si impiegano in patina gli imbiancanti ottici, additivi coloranti che agiscono “artificiosamente” sulla percezione del grado di bianco convertendo in radiazioni visibili alcune radiazioni ultraviolette. Naturalmente, se l’illuminante emana tali radiazioni ultraviolette l’imbiancante dà il proprio contributo, in caso contrario l’apporto si riduce. In effetti, se una carta addizionata con imbiancanti viene osservata alla luce del sole se ne apprezza una certa risposta, ma se la stessa carta la si osserva sotto una lampada a incandescenza la percezione è differente e si avverte meno bianca. Questa è la ragione per cui due carte possono essere pressoché equivalenti alla luce del sole ma molto diverse se poste sotto un’altra sorgente (fenomeno del metamerismo). Ma al di là di considerazioni teoriche, considerando l’osservatore medio come l’insieme di percezioni diverse tra loro, influenzate da “gradimenti” culturali, di latitudine, ambientali, non si riesce a determinare un valore universalmente valido. Le cartiere, quindi, cosa fanno? Le cartiere determinano il grado di bianco in modo differente per rispondere al gradimento dell’area d’interesse (che naturalmente cambia nel tempo), compatibilmente con gli sviluppi tecnologici e materie prime disponibili. Nel decennio scorso, ad esempio, l’attenzione all’ecologia, al riciclo, alla salvaguardia
dell’ambiente, al naturale, hanno determinato un orientamento dell’osservatore medio per i bianchi “naturali”, meno azzurrati, poveri di imbiancanti ottici (OBA) e le cartiere si sono adeguate.
... condiziona la capacità riflettente La superficie bianca delle carte patinate può essere matt (opaca) oppure lucida, con alcune varianti intermedie che le varie cartiere hanno introdotto, come le demimatt, le satin, le ultramatt ecc. Queste differenze vengono determinate dalla micro geometria superficiale della patina. Il raggio di luce incidente che colpisce una superficie matt o ruvida viene riflesso in tante direzioni, smorzandosi. Se invece la superficie è speculare, liscia, come nel caso della patinata lucida, il ritorno dei raggi è coerente risultando quindi di maggiore intensità. Le implicazioni di queste differenze sono molteplici: la lettura di un libro alla sera con luce diretta di un faretto è gradevole su carta matt mentre rischia di diventare fastidiosa su una carta lucida. Per contro, un catalogo di articoli tecnici metallici moderni potrebbe essere invece rappresentato in modo più coerente su finitura lucida. La caratterizzazione matt o lucida della carta si determina in fase di formulazione della patina (caratteristiche granulometriche del pigmento impiegato) e nel processo di produzione mediante trattamento di lisciatura o calandratura. Per la formulazione di una patina matt si impiegano pigmenti “grossi” e la carta non viene lisciata. Per una carta lucida si tendono ad adoperare invece pigmenti più fini e, soprattutto, la carta viene calandrata, cioè dopo la stesura della patina la carta passa in una batteria di cilindri sovrapposti che per azione meccanica lucidano la superficie. L’effetto della calandratutra è però anche fisico-meccanico, si riducono infatti la
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INCHIOSTRO
PATINA
SUPPORTO FIBROSO
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rigidità e lo spessore che in questa fase di lavorazione può ridursi anche del 15-20%. Le superfici matt sono generalmente più gradite ma risultano più critiche nell’utilizzo per la delicatezza della superficie. Le microcuspidi dei pigmenti della superficie ruvida possono essere facilmente “lucidate” per sfregamento e pressione, per cui è necessario porre la massima attenzione nella manipolazione e trasformazione in stampa e confezionamento dei prodotti stampati.
... migliora la “bagnabilità” del supporto La stesura dello strato di patina muta le caratteristiche superficiali del supporto fibroso dal punto di visto fisico, lisciandolo e trasformandolo da macroporoso a microporoso. Una superficie uniforme, regolare, con giusta tensione superficiale rappresenta la condizione ottimale affinché l’inchiostro si depositi in modo regolare ed uniforme, si esprima al massimo del proprio potenziale cromatico e ancori nel modo più rapido e stabile. La microporosità della patina permette l’assorbimento dei componenti più fluidi dell’inchiostro, favorendo l’ancoraggio, ma al tempo stesso mantiene le particelle del pigmento colorato sulla superficie della patina così come le componenti del legante a maggior dimensione molecolare: ciò è essenziale per tenere legati i pigmenti e fornire protezione evitando la controstampa. Una volta polimerizzato il legante garantisce infatti la giusta resistenza all’abrasione. È proprio attorno a questi temi che in questi anni ruota la ricerca tecnologica delle cartiere, impegnate in miglioramenti continui delle caratteristiche di “Ink Hold Out”, cioè la capacità della patina di mantenere sulla superficie tutto il pigmento e quindi dare maggior contrasto pos-
sibile, al fine di ridurre il consumo di inchiostro e favorire quindi la velocità di asciugamento. Per svolgere in maniera ottimale le funzioni sopra descritte, la quantità di patina posta sulla carta può arrivare anche a 20 grammi per lato. Nel caso della carta tripatinata da 100 g/m2, ad esempio, ciò significa che il supporto, che conferisce il sostegno meccanico, è di soli 60 grammi. La patinatura quindi è il tipo di superficie che meglio esalta il risultato cromatico di uno stampato. Dobbiamo tuttavia considerare che, a differenza delle opere del Caravaggio e dei suoi colleghi artisti, noi artigiani della stampa siamo chiamati a operazioni di successiva piegatura, cordonatura, incollatura, cucitura e accoppiamento dei fogli. Essendo la patina fondamentalmente uno strato di cariche minerali, non possiede l’elasticità e le capacità di allungamento che invece possiede l’intreccio delle fibre cellulosiche del supporto. Risulta abbastanza evidente il fatto che nelle basse grammature è necessario ridurre l’apporto di patina e trovare un giusto equilibrio tra la massa fibrosa e le cariche minerali; questo perché la resistenza alla trazione, alla lacerazione, la resistenza alla piega, alla cucitura a filo refe o punto metallico, sono qualità che vengono espresse dalla materia fibrosa. La natura del supporto, però, non incide esclusivamente sulle caratteristiche meccaniche, ma anche sulla percezione tattile del prodotto finito. Anche in questo senso la ricerca ha dato modo al mercato di sfruttarne le caratteristiche. Parlando di carte patinate comuni, il rapporto fra la quantità di patina e il supporto fibroso pertanto si determina in funzione della grammatura finale e della destinazione di utilizzo (un’etichetta richiede caratteristiche differenti da un volantino...). Si parla di MWC (Medium Weight Coated) per carte in grammature fra i 70 e i 115 g/m2, di LWC (Light Weight Coated) per le
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Fase di deposizione dell’inchiostro. A destra, fase di asciugamento, con la migrazione del veicolo nella patina microporosa.
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spazio colore cielab (L*a*b*) Facendo una ricerca nei principali motori di ricerca, come è ormai consuetudine, alla voce CIELAB compare la definizione fornita da Wikipedia che recita: “Lo Spazio colore Lab o CIELAB o CIE 1976 (L*, a*, b*) è uno spazio colore-opponente con la dimensione L per la luminosità e a e b per le dimensioni colore-opponente, basato sulle coordinate dello spazio colore non lineare compresso CIE XYZ. Le coordinate di Hunter 1948 sono quindi L, a e b. La luminosità è calcolata usando la radice cubica della luminanza relativa. Lab include tutti i colori percepibili, perciò include completamente i gamut degli spazi colore RGB e CMYK ed è indipendente dal dispositivo che li rappresenta”. Definizione tecnicamente condivisibile, magari non immediata, il CIELAB è lo spazio colore utilizzato nelle Norme ISO di riferimento per le lavorazioni grafiche (vedi per esempio i valori CIELAB dei pieni citati nell’articolo), sia in prestampa che in stampa, oltre che per il controllo delle carte e degli inchiostri (gli asterischi distinguono lo spazio colore CIELAB definita dalla CIE nel 1976, rispetto ad altri sistemi). Gli assi L*a*b* costituiscono la struttura dello spazio colore CIELAB nel quale si possono rappresentare i diversi colori. L* = Lightness, chiarezza: il valore di L* indica come viene percepito un colore in termini di più o meno chiaro o scuro. In stampa il massimo della chiarezza, con L* elevato, è rappresentato dalla carta bianca, mentre in corrispondenza del massimo nero si ha un valore di L* più basso e tendente a zero.
grammature fra i 60 e i 90, e di MFC (Machine Finished Coated) per carte fra i 50 e i 70: in quest’ultimo caso la quantità di patina è abbondantemente sotto i 10 grammi per lato e queste carte vengono anche chiamate “pigmentate”. Parlando invece di carte patinate “speciali”, la formulazione di patina, piuttosto che il rapporto fra Rappresentazione grafica dello spazio colore CIELAB patina e supporto e ancora il sistema di stesura della bianco patina, possono essere difL*=100 ferenti in funzione delle caratteristiche estetiche, fisiche o meccaniche finali giallo +b* del prodotto.
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Le carte spessorate verde -a* (ad alto volume specifico apparente o “mano” elevata) Le patinate spessorate sono carte patinate un po’ particolari che si propongono di mettere assieme le qualità delle carte non patinate (uncoated) ad alto spessore impiegate in editoria con la resa cromatica delle carte patinate. Fra le qualità apprezzate in editoria c’è indubbiamente il volume specifico apparente (VSA) o “mano”. Il VSA si esprime come rapporto tra lo spessore e la grammatura. In editoria si usano carte uncoated ad alto volume specifico apparente con valori di 1.5, 1.7, perfino 2.0. Significa che una carta di grammatura 100 può raggiungere 150, 170 o 200 micron di spessore. Una “mano” elevata significa leggerezza del libro; per avere lo stesso spessore del dorso di un libro si può utilizzare una carta patinata opaca da 170 g VSA 1.0 oppure una carta uncoated da 100 g con un VSA di 1,7. Il libro realizzato con
B’ ΔL*
ROSSO +a
B
blu -b*
L*= 0 nero a* b* = coordinate cromatiche: consentono di identificare la tonalità dei colori (descritti come rosso, verde, giallo, viola ecc.) in un sistema costituito dai due assi in cui: al centro, con a* = b* = 0 c’è il grigio più o meno scuro a seconda del livello di L*; muovendosi dal centro verso l’esterno i colori rappresentati risultano progressivamente più intensi, saturi: +a* rappresenta la zona dei rossi, - a* quella dei verdi, +b* rappresenta la zona dei gialli, - b* quella dei blu.
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speciale carte Ingrandimento al microscopio elettronico di fibre di carta inchiostrate.
Carte pigmentate o creative A partire dagli anni Ottanta, l’interesse per le
cartotecnici. Per l’impiego ampio che se ne è fatto e che ancor oggi se ne fa, sono nate numerose collezioni Text & Cover fra cui anche alcune versioni “patinate” con l’intento di mutuare la caratterizzazione superficiale delle uncoated migliorandone le doti di stampabilità e la resa cromatica dovute alla patina. Carte marcate o goffrate o vergate o bouffant, molto apprezzate per il valore aggiunto espresso dalle fantasiose texture superficiali, per la versione pigmentata subiscono un successivo trattamento fuori macchina per ricevere la patinatura. Ovviamente il processo è differente da quello della patinatura classica, come pure sono differenti le formulazioni di patina e i rapporti in gioco. La stesura della patina su supporti lisciati può avvenire direttamente in macchina continua. Quando invece si tratta di stendere la patina su superfici non lisce (ad esempio le marcate) è necessaria una lavorazione esterna e si adoperano delle macchine patinatrici “a lama d’aria” in grado di depositare la patina anche sulla superficie irregolare del supporto caratterizzato. Le differenze al tatto di alcune delle pigmentate sono dettate dalla natura dei pigmenti impiegati nella formulazione della patina. Nel caso della patinatura a lama d’aria la quantità di patina impiegata può anche essere sostanziosa e si ottengono risultati molto validi. Data la geometria delle superfici e la formulazione delle patine, molto ricche di leganti, le condizioni di stampa richieste sono differenti dalle carte patinate tradizionali. IPI 153/14
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*Riccardo Tassini Esperienze professionali: Insegnante Scuola Grafica e Cartaria “San Zeno” (Verona); Direttore Chinapack Printing School, Wuxi (Cina); Marketing Manager e R&D Fedrigoni Cartiere SpA (Verona); Direttore Marketing Gruppo Cordenons SpA (Milano); Direttore Commerciale e Marketing Istituto Poligrafico e Zecca Stato (Roma); Marketing Manager Polyedra, Gruppo Lecta (attuale); Socio Leading Network.
carta uso mano peserebbe il 40% in meno di quello realizzato con carta patinata, a tutto vantaggio del peso degli zainetti dei nostri ragazzi. Carta voluminosa significa anche, a parità di impasto, superiore rigidità e opacità. Mediamente la carta patinata lucida a triplo strato può avere un VSA di 0,75 (per effetto della calandratura), mentre una carta matt potrà avere VSA 0,90. Le carte patinate spessorate raggiungono mano 1,15 o addirittura 1,30. Ciò si ottiene lavorando con le materie prime e intervenendo sul processo di produzione in modo mirato e accurato. Innanzitutto le finiture sono matt, quindi le carte non vengono calandrate e quindi schiacciate. Si impiegano particolari cellulose a fibra corta ad elevato volume che provengono da aree geografiche precise e da piante con spiccate caratteristiche specifiche. La produzione avviene innanzitutto dosando in maniera accurata la “raffinazione” delle fibre. Si riduce inoltre l’apporto di patina a livelli più bassi possibili mantenendo tuttavia una buona copertura delle fibre e una soddisfacente qualità della stampa: per raggiungere un simile risultato è necessaria la formulazione di patine più “nobili”, più ricche. L’operare in maniera accurata gestendo con equilibrio i principali parametri produttivi ha permesso di sviluppare queste tipologie di carte che sono sempre più impiegate e apprezzate. Dal punto di vista stampabilità e caratteristiche di asciugamento, le carte spessorate si possono assimilare alle carte patinate matt.
carte creative ad elevata caratterizzazione superficiale, come le vergate, le marcate, le goffrate, è andato in crescendo per numerosi impieghi editoriali, commerciali e
Segue le evoluzioni del settore sia dal punto di vista del mercato che da quello delle tecnologie.
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Le corrette condizioni di stampa
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SETTAGGIO DI MACCHINA: BAGNATURA, PRESSIONI, INCHIOSTRI E LINEATURE È importante mantenere condizioni di stampa stabili: se lo è sempre, figuriamoci in presenza di supporti “difficili”, che possono risultare a volte problematici per stampabilità e creare casi critici per l’operatore addetto. Quindi l’assetto di macchina deve risultare in condizioni normalmente ottimali (sembra una contraddizione in termini ma rende l’idea…): ben mantenuta, scambi-pinze-uscita puliti, soluzione di bagnatura controllata, rivestimento sotto i caucciù corretti, teli gommati e rulli in buono stato. Per ottenere un risultato d’eccellenza e poter “forzare” la macchina se serve, è necessario che l’interazione tra le tensioni superficiali di la-
Gamut a confronto A destra, troviamo rappresentati i gamut per le coordinate a* e b* di due diverse carte spessorate a confronto con i profili standard offset di patinata (dati Fogra 39) e uso mano (dati Fogra 47). Come possiamo osservare, la patinata (linee rosse) presenta il gamut più ampio, mentre la uso mano (in blu) il più piccolo; le due carte spessorate (verdi) stampate si pongono in una posizione intermedia.
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Stampare carte speciali può rappresentare un problema frequente per lo stampatore, che ogni volta si trova ad affrontare una serie di difficoltà senza disporre di risposte certe e precise. Infatti, mentre per le carte standard (patinate e uso mano) esistono valori dei pieni e curve caratteristiche tonali definiti dalle norme ISO12647, oltre a dati di caratterizzazione Fogra e profili (ad esempio ECI) di riferimento per regolare la riproduzione e calibrare i sistemi di proofing e di prestampa, nel caso di carte speciali spesso scarseggiano indicazioni sul trattamento del colore e sulla registrazione delle condizioni di stampa. Nel caso poi delle patinate spessorate la situazione si complica ulteriormente, perché il Cliente spesso pretende, con l’utilizzo di queste carte, lo stesso risultato a livello di resa cromatica che ottiene sulla patinata moderna standard e quindi predispone anche le prove colore in tal senso. Quindi lo stato dei fatti in cui frequentemente si trova lo stampatore è di dover copiare fedelmente una prova colore certificata ISO126477 per i parametri della scala Ugra/Fogra Media Wedge, eseguita simulando un profilo basato su dati di caratterizzazione Fogra 39 (previsti per la carta patinata), dovendo utilizzare una carta spessorata, certamente bellissima ma che non può raggiungere lo stesso gamut richiesto, poiché la struttura fisica del supporto non lo consente, trattandosi comunque di un materiale macroporoso con uno strato di patina molto sottile e non calandrato (per non perdere l’alto spessore), per cui con un grado di liscio inferiore rispetto a una patinata moderna. Vediamo allora qualche suggerimento per come comportarsi in casi simili.
di ALBERTO SIRONI
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stra, caucciù e carta sia perfetto: quindi è bene cercare di tenere la tensione superficiale della lastra più bassa possibile (dosando la quantità di bagnatura necessaria senza mancanze o eccessi), evitare accumuli sul caucciù (troppi residui di inchiostro e particelle di carta) che ne aumenterebbero la tensione superficiale a scapito del trasferimento sulla carta che riveste il contropressore (che sia il terzo cilindro nelle macchine a foglio o il caucciù della “macchina sotto, o viceversa sopra” in rotative da bobina heat-set). La soluzione di bagnatura deve mantenersi stabilmente intorno a un pH 5,0 (4,8-5,2) che mediamente rappresenta il valore migliore per la generalità delle spessorate, come in condizioni normali del resto, con la conduttività del liquido derivante dall’additivo acidificante in uso, sorvegliando assiduamente che il dato non si impenni durante la stampa. A volte una piccola percentuale di IPA può aiutare a semplificare in casi particolarmente ostici. La pressione tra lastra e caucciù non deve assolutamente essere modificata e invece rispettare
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gra/Fogra Media Wedge v3 I parametri che vengono controllati con questa scala (rispetto al corrispondente valore CIELAB contenuto nei dati di caratterizzazione di riferimento*) sono: • ΔE del colore del supporto (limite di tolleranza 3) • ΔE e dH dei valori 4 pieni di quadricromia (limite di tolleranze 5 e 2,5) • ΔE massimo tra tutte le 72 tacche (limite di tolleranza 6) • ΔE medio tra tutte le 72 tacche (limite di tolleranza 3) • ΔH medio dei 6 grigi in tricromia teorica (limite di tolleranza 1,5) (*vedi riquadro a pag. 37)
fedelmente le indicazioni impartite dal costruttore, mentre lo schiacciamento del caucciù verso il contropressore (cilindro stampa) può tranquillamente essere aumentato anche in modo sensibile, specialmente in presenza di supporti particolarmente porosi (facendo però attenzione a non generare un consistente fenomeno di spolvero o piling sul tessuto gommato). Meglio prevedere l’utilizzo di inchiostri essiccativi e non freschi, poiché il sottile strato di patina e la rugosità tipica di queste carte presenta diverse cuspidi in superficie, quindi per resistere agli sfregamenti delle lavorazioni
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CALIBRAZIONE DEL COLORE E TONALE PER CARTE SPECIALI Torniamo al problema posto inizialmente: il Cliente pretende il risultato della prova colore preparata con un profilo per carta patinata. E allora come si può intervenire? Ci sono almeno quattro metodi in uso nelle aziende di stampa per affrontare una situazione simile: • trasformare il file con un software di repurposing colorimetrico;
• effettuare un repurposing ma non colorimetrico, solo di abbassamento della TAC (Total Area Coverage); • lavorare sulle curve tonali di stampa agendo sul CtP per modificarle; • abbinare i due approcci: la calibrazione tonale e il repurposing.
Repurposing colorimetrico Si tratta di stampare un test che contenga la chart di calibrazione adatta allo strumento di misura in dotazione per la sua lettura. Viene riprodotto con lastre lineari, o mantenendo le curve già in esercizio per la carta patinata, tenendo le densità di stampa più alte possibili per evitare la controstampa. Poi viene letta la chart, ottenendo così i dati di caratterizzazione per generare il profilo personalizzato con cui si effettueranno le riseparazioni del file Cliente (conversione da CMYK a CMYK preservando alcuni elementi – testi, fondi, nero ecc. – con il profilo del Cliente in input e quello personalizzato come output). Le cartiere hanno già preparato dei profili generici per le spessorate maggiormente in uso sul mercato, che sono disponibili sui loro siti, per cui si possono anche utilizzare questi se simili alle condizioni di stampa presenti presso lo stampatore. Repurposing non colorimetrico Non necessita di alcun test e serve solo per portare la massima copertura (TAC) a quella stabilita per il tipo di supporto, solitamente intorno al 270% (generalmente da 250 a 290 circa) per le carte spessorate. Si cercherà poi di stampare al meglio il supporto per copiare la prova intervenendo sulle regolazioni della macchina da stampa. IPI 153/14
post-stampa è necessario che il film di inchiostro formi uno strato secco resistente dopo l’ossido-polimerizzazione. Certo tale scelta comporta un’attenzione ancora maggiore a livello di setting per evitare controstampa in pila, specialmente in presenza di alte coperture, se si tende a forzare la carica di inchiostro, ma con la formulazione degli attuali inchiostri che sono composti con resine di altissima qualità come veicolo, tutto ciò risulta possibile. Attenzione però a lasciare il giusto tempo di asciugatura dopo la stampa, evitando di precipitare le lavorazioni di trasformazione e legatoria, anticipandole troppo e rischiando così di rovinare il lavoro. Alcuni stampatori hanno anche sperimentato inchiostri ad alta densità su carte spessorate finissime e di livello elevato, ottenendo risultati di grande soddisfazione, così come qualche altra raccomandazioni azienda, già dotata di tec• Bagnatura perfetta pH 5.0 nologia H-UV, tende ad • Pressione lastra-caucciù corretta utilizzarla per la stampa su • Pressione caucciù-stampa alcuni tipi di questi supporti semplificando no anche maggiore se serve tevolmente il complesso • Inchiostri essiccativi processo di riproduzione. • Lineature sperimentate Infine è possibile affermare che con carte spessorate non esistono particolari problemi sino a lineature di 80 l/cm (200 lpi) e retini geometrici (ABS), mentre per superare questo livello, o applicare retinature stocastiche, è raccomandabile avere già maturato approfondite esperienze in materia o eseguire accurate fasi di test prima di avventurarsi nella produzione dell’intera commessa.
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Calibrazione tonale In sede di CtP si interviene sulle curve, aumentando il dot loss e cercando di ottenere poi in stampa la stessa gradazione tonale presente sulla prova, che nella maggior parte dei casi, come già indicato, corrisponde a quella di Fogra 39 e cioè la curva A di ISO12647-2 per cyan, magenta, giallo e la B per il nero (vedi figura in basso). L’inchiostrazione verrà regolata per avvicinarsi al meglio ai valori CIELAB dei pieni previsti per la patinata, ma facendo attenzione a rispettare comunque l’andamento tonale corretto, senza eccedere con le densità di stampa qualora non venissero rette dai singoli dot gain (TVI) e generassero imbottimento nelle curve caratteristiche. Ricordiamo sempre che l’andamento tonale è il principale protagonista della similitudine con la prova di stampa ed esercita un’influenza primaria sull’apprezzamento visivo per confronto con l’originale da copiare, molto più dell’effetto dei pieni. Per cui il contrasto delle immagini, la regolarità della gradazione tra luci, mezzi toni e ombre, l’equilibrio del bilanciamento e la modulazione iniziale dei minimi a cui l’occhio umano è criticamente sensibile, rappresentano gli elementi da curare con attenzione particolare nel seguire un risultato di prova assunto come riferimento per riuscire ad ottenere un risultato simile su un supporto diverso. Approccio combinato Si applicano già delle curve corrette (o quasi) in fase di test, cercando di avvicinarsi il più possibile al valore CIELAB dei pieni previsto per le patinate e poi si procede con il repurposing colorimetrico come riportato sopra. In questo modo l’operazione risulterà più precisa perché gli spazi colore in gioco nella conversione sa-
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ranno più simili tra loro. Da notare che esistono attualmente dei software che svolgono già da soli questo lavoro da tecnici esperti: viene infatti stampato il forma-test con lastre lineari e si legge la chart risultante, poi il software corregge direttamente le curve delle lastre sul CtP e simula un profilo finale di output con cui effettua la conversione delle immagini, permettendo di stampare così il lavoro con buone possibilità di successo. Stampare carte spessorate per ottenere risultati eccellenti è un’attività che richiede un’elevata professionalità tecnica da parte dell’azienda e una forte collaborazione interna tra stampa e prestampa, altrimenti è di difficile risoluzione se lasciata a un’improvvisazione spesso legata ad eventi occasionali e poco controllabili. Oggi carte, inchiostri, strumenti di misura e software moderni rendono possibili approcci che permettono di presidiare e condurre in modo discretamente agevole e sicuro anche i casi più difficili, a condizione però che si resti molto ben consapevoli in ogni passaggio e step di flusso di ciò che si sta facendo.
Total Area Coverage Un elemento di questo tipo, o simile, può risultare molto utile all’individuazione della TAC adatta.
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SPECIALE PATINATE SPESSORATE e PIGMENTATE SPEC FEDRIGONI
Symbol Tatami
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Carte e cartoncini ad alto spessore, patinati su entrambi i lati con finitura Matt, certificati FSC. Costituiti da pura cellulosa E.C.F. Disponibile nel colore Bianco e Avorio. Prodotto completamente biodegradabile e riciclabile.
GAMMA
Formati: cm 64x88, cm 70x100 Grammatura: 115, 135, 150, 170, 200, 250 Grado di bianco: White 97% ±2 Ivory 85% ±2 Ruvidità: 65 ±20
CERTIFICAZIONI
FSC, ECF, Acid Free, Long-life, Heavy Metal Absence
Raccomandazioni di utilizzo
• Carta studiata per rispondere a esigenze di utilizzo universale, dal pieghevole all’astuccio • Volume e spessore conferiscono notevole consistenza materica che dà prestigio a molti prodotti graficoeditoriali • La buona opacità assicura ottima resa in stampa b/v anche con grammature basse • La grammatura 250 favorisce gli impieghi cartotecnici • Utilizzabile senza problemi in: tipografia, offset (consigliati inchiostri ossidativi), rilievo a secco, stampa a caldo, termografia, serigrafia • Buoni risultati nelle lavorazioni di confezione: taglio, fustellatura, cordonatura, piega e incollatura, verniciatura, plastificazione • In piegatura, si consiglia di cordonare le grammature superiori a 150.
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CIALE PATINATE SPESSORATE e PIGMENTATE SPECIALE FEDRIGONI
X-Per
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IPI 109/09
www.fedrigoni.com
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Carte e cartoncini uso mano Premium Quality, di pura cellulosa E.C.F. certificati FSC. Su entrambi i lati è presente uno speciale trattamento per esaltare il tatto e consentire una stampa nitida e brillante. Disponibile nella versione Premium White. Prodotto completamente biodegradabile e riciclabile.
GAMMA
Formato: cm 72x102 Grammatura: 100, 120, 140, 200, 250, 320 Grado di bianco: White 104% ±2
CERTIFICAZIONI
FSC, ECF, Acid Free, Long-life, Heavy Metal Absence
Raccomandazioni di utilizzo
• Carta ideale per qualsiasi tipo di realizzazione grafica, grazie alle elevate caratteristiche di mano, rigidità, opacità e contrasto di stampa • Utilizzabile senza problemi in: tipografia, offset, rilievo a secco, stampa a caldo, termografia, serigrafia • La superficie macroporosa richiede l’utilizzo di inchiostri a essiccazione semi-ossidativa e cariche d’inchiostro non eccessive • Risultati migliori con verniciatura serigrafica (consigliati due passaggi) • La leggera irregolarità superficiale propria delle carte naturali può dare origine a micro-mancanze in plastificazione • Buoni risultati nelle lavorazioni di confezione: taglio, fustellatura, cordonatura, piega e incollatura.
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SPECIALE PATINATE SPESSORATE e PIGMENTATE SPEC GRUPPO CORDENONS
Natural Evolution
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Carte e cartoncini spessorati con VSA 1.4 realizzati in fibra di pura cellulosa vergine ECF (Elementary Chlorine Free), trattati off-line con una speciale patinatura matt che permette un elevato Ink Hold Out per immagini brillanti di forte dettaglio e contrasto. Superficie dolcemente marcata, ottima rigidità e ottima opacità. Completamente riciclabile e biodegradabile.
GAMMA
Versioni: White, Ivory Formati: cm 64x90 cm 72x102 Grammatura: 120, 145, 200, 280, 320
CERTIFICAZIONI
FSC, Acid-free (riserva alcalina >2%), ECF, ISO 9706 Long life, 94/62/CE Heavy Metal Absence, EN71/3 Safety of Toys, pH neutro
Raccomandazioni di utilizzo
• Carte e cartoncini particolarmente adatti per realizzare biglietti augurali e partecipazioni, cataloghi, calendari, copertine, edizioni, astucci, bilanci e monografie, espositori e altro • Non richiedono particolari attenzioni in ordine alla preparazione dei file anche ad elevate lineature • Per la stampa sono consigliati inchiostri semiossidativi o ossidativi e un attento controllo dell’emulsionamento dell’inchiostro per favorire il setting e l’asciugamento dell’inchiostro.
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CIALE PATINATE SPESSORATE e PIGMENTATE SPECIALE GRUPPO CORDENONS
Insize Chagall
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IPI 109/09
www.gruppocordenons.com
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Carte e cartoncini in fibra di pura cellulosa vergine ECF (Elementary Chlorine Free) dalla superficie marcata e trattati off-line con una speciale patinatura matt che permette un elevato Ink Hold Out per immagini brillanti di forte dettaglio e contrasto. Completamente riciclabile e biodegradabile.
GAMMA
Versioni: Candido Formato: cm 72x101 Grammatura: 130, 160, 200, 260, 360
CERTIFICAZIONI
Acid-free (riserva alcalina >2%), ECF, ISO 9706 Long life, 94/62/CE Heavy Metal Absence, EN71/3 Safety of Toys, pH neutro
Raccomandazioni di utilizzo
• Carte e cartoncini particolarmente adatti per realizzare cataloghi, calendari, copertine, biglietti augurali e partecipazioni, menu, cartellini, edizioni, astucci, bilanci e monografie, espositori • Non richiedono particolari attenzioni in ordine alla preparazione dei file anche a elevate lineature • Per la stampa sono consigliati inchiostri semiossidativi o ossidativi e un attento controllo dell’emulsionamento dell’inchiostro per favorire il setting e l’asciugamento dell’inchiostro.
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SPECIALE PATINATE SPESSORATE e PIGMENTATE SPEC CARTIERE DEL GARDA
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Carte e cartoncini patinati senza legno, ad alto spessore con VSA 1,3 prodotti in ambiente neutro, senza acidi, OBA-free (senza imbiancanti ottici - versioni KLASSICA e KIARA) e garantiti certificati FSC. Presentano una finitura matt e una superficie vellutata, resistenti all’invecchiamento.
GAMMA
Versioni: KLASSICA, KIARA, BIANKA Formati: cm 64x88, cm 70x100 Grammatura: 90, 100, 115, 135, 150, 200, 250 Grado di bianco (ISO 11475): KLASSICA 71 ±3; KIARA 88 ±3; BIANKA 118 ±3 CERTIFICAZIONI
FSC, Acid-free, OBA-free, Long life
• Carta con superficie che risulta essere più aperta rispetto alle patinate moderne: durante la scrittura delle lastre si consiglia di sovraesporre leggermente i mezzi toni (in funzione del tipo di macchina in uso) per aumentare le quantità di inchiostro • Lineature di retino: KLASSICA e KIARA supportano senza problemi lineature fino a 110 linee/cm • In stampa si consiglia per tutte le carte matt inchiostri semiossidativi o ossidativi • Particolare attenzione alla temperatura della sala stampa e all’emulsionamento dell’inchiostro: entrambe le condizioni possono rallentare o inibire l’asciugamento dell’inchiostro
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www.gardacartiere.it
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Raccomandazioni di utilizzo
Chiedeteci maggiori informazioni inviando una e-mail allâ&#x20AC;&#x2122;indirizzo segreteria@accademiadelpoligrafico.it oppure telefonando al numero 02.75291028
imballaggi stampa
RadTech Europe
Per un packaging alimentare più sicuro Gli inchiostri UV garantiscono un’immagine stampata di alta qualità senza emettere VOC. C’è molto da dire a favore degli inchiostri con essiccazione mediante radiazioni, come hanno già scoperto i produttori leader al mondo di macchine da stampa per imballaggi e i loro utenti.
di DAVID HELSBY
Poiché gli inchiostri UV e i loro equivalenti con trattamento a fascio di elettroni si asciugano più rapidamente, la resa del lavoro è molto più rapida rispetto ai tunnel di asciugatura della stampa tradizionale. È inoltre importante ricordare che gli inchiostri UV garantiscono un’immagine stampata molto nitida e di alta qualità (in parte effetto secondario della loro asciugatura rapida, che riduce la tendenza all’aumento del punto degli inchiostri liquidi) a un costo per m2 concorrenziale. Ma l’aspetto forse più importante è il fatto che riescano ad ottenere tutto ciò senza emettere VOC, il che li rende un’alternativa ecosostenibile rispetto agli inchiostri a base solvente. RadTech Europe è l’associazione di settore che si concentra sull’uso di essiccazione mediante radiazioni in diversi ambiti della produzione e promuove e gestisce attivamente il futuro della tecnologia nel settore della stampa di imballaggi. In particolare, nel settore degli alimentari, sono stati sviluppati inchiostri a bassa migrazione per affrontare il potenziale problema del trasferimento di componenti dell’inchiostro al cibo. La migrazione dell’inchiostro
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Sebbene alcuni degli imballaggi odierni possono agire in modo efficace come barriera contro la migrazione dei componenti, solo due materiali, vetro e metallo, vengono considerate barriere totali. Il passaggio di possibili contaminanti attraverso la confezione, incluso l’inchiostro, potrebbe essere quindi possibile. Può avvenire anche un trasferimento di inchiostro dal lato stampato della confezione (quando è impilato per il montaggio o, nel caso di etichette stampate, per l’applicazione automatica) sul lato sottostante (ad esempio sulla superficie che entrerà in contatto col contenuto della confezione). Problemi come questo sono nel programma sulla sicurezza dei consumatori di RadTech Europe relativamente a inchiostri e vernici UV. È previsto, per la seconda metà del 2014, un seminario specifico sugli imballaggi alimentari a livello paneuropeo, parte del programma di comunicazione formale e informale in corso previsto dall’Associazione.
“Sviluppi sono in corso per migliorare le prestazioni degli inchiostri UV per l’imballaggio alimentare.”
David Helsby, presidente RadTech Europe
Normative internazionali
Vi sono sviluppi in corso per aumentare le prestazioni degli inchiostri UV per l’imballaggio alimentare. La sicurezza alimentare è stata un catalizzatore per una serie di iniziative normative in tutta Europa che hanno creato un quadro di riferimento per l’utilizzo di inchiostri negli imballaggi alimentari. RadTech Europe e altre associazioni tecniche, tra cui l’associazione europea degli inchiostri di stampa (EuPIA) e il comitato del settore chimico europeo CEFIC, stanno affrontando questi problemi in collaborazione con le autorità UE. Sebbene non esista attualmente una legislazione UE specifica in materia di inchiostri di stampa per gli imballaggi alimentari, le buone prassi di produzione per tutti i materiali coinvolti nel processo di produzione e imballaggio di cibi (inchiostri inclusi) sono disciplinate dal regolamento (CE) n. 1935/2004 che richiede che i materiali e gli articoli che entreranno in contatto con alimenti non devono consentire il trasferimento di alcun componente verso gli alimenti confezionati, in quantità che potrebbero mettere a repentaglio la salute o che potrebbero causare un’alterazione inaccettabile della composizione dei prodotti o il deterioramento delle proprietà organolettiche. L’ordinanza svizzera su materiali e articoli in contatto con alimenti – spesso impiegata come standard di settore – continua a definire un elenco di sostanze ammissibili man mano che le conoscenze aumentano; e ognuno dei componenti elencati è soggetto a limiti di migrazione specifici. Anche la Germania si trova nella fase di sviluppo della propria ordinanza in materia. I membri di RadTech Europe stanno contribuendo con il loro know-how a fissare i più alti limiti di migrazione possibili per le principali materie prime e, assieme a EuPIA e al gruppo di settore UVEB CEFIC, sono stati fondamentali per lo sviluppo di dossier REACH e per la compilazione dei dati sulla migrazione da presentare ai sensi dell’ordinanza svizzera e >segue a pag. 65 di quella tedesca in fase di gestazione.
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Sun Chemical presenta le guide alla risoluzione dei problemi in fase di stampa Sun Chemical ha messo a punto per la sua clientela, sotto forma di poster, un’efficace guida alla risoluzione dei problemi che possono emergere in fase di stampa. Lo studio presenta cause e soluzioni dei più comuni problemi che s’incontrano durante la stampa offset a foglio, e si basa sull’esperienza pratica e conoscenza di Sun Chemical unitamente alla collaborazione di esperti del mondo della stampa. Paolo Caiani, Direttore Tecnico inchiostri Sheetfed di Sun Chemical, analizza per Voi una delle problematiche più comuni. Con questo strumento estremamente utile, che non deve mancare in sala stampa, Sun Chemical è sempre più vicina ai suoi clienti sostenendoli nel loro lavoro e ponendo la massima attenzione al processo di stampa. Potete richiedere i poster al Vostro referente Sun Chemical.
Inchiostro fermo nel calamaio / Bassa scorrevolezza
Capita talvolta durante la stampa che la densità ottica di un determinato colore diminuisca, portando ad un risultato via via più tenue e disomogeneo. Osservando il calamaio si nota uno “stacco” tra rullo prenditore ed inchiostro, quest’ultimo non scorre e non raggiungendo il rullo non arriva alla macinazione. Di seguito riportiamo alcune possibili cause del fenomeno e le relative azioni correttive:
CAUSE 1. Calamaio dell’inchiostro troppo freddo
2. Basso livello d’inchiostro nel calamaio 3. Inchiostro tissotropico e gelatinoso
SOLUZIONI 1. Assicurarsi che la temperatura del calamaio sia superiore a 21°C per ottenere una scorrevolezza adeguata 2. Aggiungere maggiore quantità d’inchiostro al calamaio permette migliore scorrevolezza 3. Muovere frequentemente l’inchiostro nel calamaio, usare gli agitatori o aggiungere piccole quantità di vernice sovrastampa per migliorare la scorrevolezza
Sun Chemical Group S.p.A. Via Achille Grandi, 3 - 6 20090 Settala Fraz. Caleppio (MI) www.sunchemical.com
Inkjet
Editoria digitale Stampa digitale o cosa
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Una carrellata – divisa in due puntate – sui sistemi di stampa inkjet ad alta produttività, con le caratteristiche dei modelli proposti dai vari produttori. Queste e altre informazioni vi attendono anche al convegno dedicato all’inkjet che si terrà il prossimo 28 maggio a Milano: www.digitalprintingforum.it
tecnologie inkjet
stampa inkjet Presente e futuro (Iparte) La stampa digitale a toner oramai da qualche anno è presente nella nostra vita quotidiana sotto molteplici forme e ha conquistato il mercato delle basse tirature spingendosi a volte fino ad aggredire, per formato o per tiratura, il mercato delle piccole macchine offset, senza però arrivare a sottrarre quote di mercato alle offset di medio formato. Infatti, tranne alcune soluzioni a bobina o un modello HP Indigo, il mercato delle macchine da stampa digitale è costituito prevalentemente da modelli di piccolo formato. In realtà già nel 2008 iniziava ad affacciarsi sul mercato la tecnologia inkjet, con soluzioni come ad esempio la Kodak Versamark, che permettevano di aggredire il mercato offset di medio formato. Oggi il panorama si va sempre più a definire offrendo nuove tecnologie che spesso sorprendono sia per qualità che per tecnologia. Nelle pagine che seguono mi soffermerò sulle tecnologie a foglio e a bobina che possono essere impiegate per applicazioni di stampa commerciale, tralasciando la stampa con dati variabili.
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di LUCA CHIAVEGATO
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tecnologie inkjet
Il mercato oggi Il mercato attuale vanta un numero di player ridotto rispetto al panorama più inflazionato della stampa digitale a toner. È vero anche che il mercato a cui si rivolgono tali player è tendenzialmente più piccolo in quanto il costo delle attrezzature che vengono proposte è nettamente superiore a quello delle macchine basate su tecnologia elettrofotografica. Inoltre il numero di attrezzature pronte per il mercato o già presenti sul mercato è esiguo e quindi l’indagine tecnologica che andremo a fare si concentrerà solo su pochi modelli. In linea di massima, però, i prodotti che sono disponibili, anche se con dei limiti, offrono performance di tutto rilievo, sia da un punto di vista qualitativo che di velocità, tanto da competere direttamente con le offset a foglio di formato 50x70. Come si può ben capire, la competizione non si andrà a fare sulle elevate tirature ma sulle basse; infatti, sempre più stampatori si trovano a dover accettare tirature brevi per poter far girare le macchine che altrimenti sarebbero ferme, tirature che potrebbero essere dominio di macchine inkjet. Inoltre tali attrezzature rispondono a un’esigenza sempre più sentita di avere quantitativi ridotti ma con ristampe frequenti nel tempo.
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Le proposte di Fujifilm Due le tecnologie disponibili per il mercato commerciale: JetPress 720 e JetPress 540W, rispettivamente a foglio e a bobina. La prima, che ormai gode di molteplici installazioni in Europa e nel mondo, è un ibrido, ossia è una tradizionale macchina da stampa per quanto concerne la parte meccanica con i sistemi di immissione e uscita del foglio, cui è stato sovrapposto un gruppo stampa di tipo inkjet composto da 4 gruppi (CMYK) con testine Fujifilm Dimatix’s Samba™ di tipo piezoelettriche, in grado di stampare a una risoluzione di 1200x1200 dpi reali a 2.700 copie/h su un
formato carta massimo di 52x74 cm. Questi numeri possono dire ben poco se non si può vedere il risultato, in questo caso però il risultato di stampa è notevole, ottimi passaggi tonali e resa delle saturazioni anche nella simulazione di colori Pantone. Spesso, però, quando si parla di inkjet si pensa subito alle carte speciali, infatti una tecnologia che deposita un inchiostro liquido necessita di un supporto in grado di accettare correttamente e senza deformazioni il punto di retino. Nel caso di JetPress 720 siamo di fronte a una tecnologia che permette di adottare un elevato range di carte sia patinate che non, che vengono trattate prima di arrivare sotto alle teste di stampa. I trattamenti riservati alla carta sono due, uno in macchina e l’altro fuori macchina, che viene effettuato tramite un particolare box contenente vari cassetti; in ogni cassetto è possibile depositare la carta che viene umidificata prima dell’utilizzo, in questo modo il supporto è preparato in modo corretto e non si avranno inceppamenti o arricciamenti. Infatti per poter evitare problemi è importante che il foglio entri perfettamente planare all’interno del gruppo stampa; se così non fosse il foglio potrebbe andare a toccare le testine di stampa, con conseguente danno agli ugelli di stampa. Il secondo trattamento è effettuato subito dopo la tavola di immissione, dove un sistema con rullo anilox provvede a depositare una soluzione liquida adatta ad andare a preparare la superficie ad accettare l’inchiostro evitando che questo, una volta sul foglio, si deformi dando punti irregolari. Al termine del processo di stampa il foglio viene asciugato e prima di uscire viene scansito in modo da rilevare eventuali difetti di stampa: se vengono rilevate linee di stampa mancanti significa che un ugello di stampa è ostruito provocando una riga bianca sulla stampa; in questo caso la macchina provvederà a utilizzare gli ugelli vicini. La macchina è dotata di un sistema di gestio-
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Uno spaccato della Fujifilm JetPress 720 a foglio, con un dettaglio dei quattro gruppi (CMYK) con testine di stampa. In alto, la Fujifilm JetPress 540W a bobina.
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ne colore per la profilatura, la calibrazione e il controllo durante la tiratura. L’utilizzo di una tecnologia di questo tipo permette di effettuare lavorazioni aggiuntive, come la plastificazione, la verniciatura, la trancia a caldo, l’embossing. Lavorazioni speciali che in genere vengono effettuate su una normale macchina offset e che sono difficili, se non in qualche caso impossibili, da effettuare con una tecnologia a toner. JetPress 540W è una macchina a bobina basata sulla stessa tecnologia del modello a foglio e adatta a soddisfare le necessità del mondo dei quotidiani o di chi necessita di alte velocità di stampa senza compromettere eccessivamente la qualità. Questo tipo di attrezzatura si misura sul mercato con soluzioni HP e Kodak. La risoluzione di stampa viene sacrificata arrivando a 600x600 dpi, ma è a beneficio della velocità che arriva a 100 m/min. Il supporto può avere larghezza 543 mm e un’area di stampa di 540 mm, con grammatura che va da 64 fino a 157.
La nanografia di Landa Un player che ha destato molto interesse all’ultima Drupa è senza dubbio Benny Landa che ha proposto dei sistemi basati sul concetto di nanografia, termine derivato dalla nanotecnologia, tecnica in cui si vanno a produrre particelle di inchiostro molto piccole misurate in nanometri, in grado di creare un pigmento estremamente sottile in modo da fornire un’elevata qualità di stampa. Oltre alla particolarità dell’inchiostro, il sistema riprende un concetto visto qualche anno fa nei sistemi di stampa digitale a toner, in cui il pigmento veniva depositato
Schema del processo di stampa nanografico e, accanto, la differenza dei puntini stampati in inkjet (sopra) e quelli stampati con processo nanografico. Dall’alto: Landa S10 a foglio e Landa W10 a bobina.
sulla superficie di un nastro e successivamente su un supporto. Nella nanografia abbiamo a disposizione 4 inchiostri (CMYK) con la possibilità di arrivare a 8, che permettono di aumentare il gamut di stampa, l’immagine a colori viene stampata su un nastro e successivamente viene fatta asciugare in modo tale che l’inchiostro che viene trasferito sia già asciutto evitando problemi sul supporto. Un’altra caratteristica che ha destato interesse è l’interfaccia di controllo. Infatti questa tecnologia non viene pilotata dal classico pulpito, bensì da un pannello touchscreen sul fianco della macchina dal quale l’operatore può effettuare tutte le attività necessarie alla stampa. Nel parco macchine di Landa troviamo ben sei modelli, tre a bobina marchiati con la lettera W e tre a foglio marchiati con la lettera S; dopo la lettera, il numero ne identifica la fascia, abbiamo quindi i seguenti modelli: S5, S7, S10, W5, W10, W50. Senza descrivere tutti i prodotti andremo a parlare qui della S10 e della W10, le altre tecnologie hanno delle funzionalità differenti ma condividono con queste due il cuore pulsante. Landa S10 prevede due differenti versioni, una per la stampa di packaging rigido e una per la stampa commerciale, che mette a disposizione un formato stampa 70x100 con formato carta massimo 750x105 e velocità sulle 6.500 copie/h, performance di tutto rispetto, superiore alla JetPress720. La risoluzione dichiarata è 1200 dpi con possibilità di stampare con valori di grigio multipli e quindi avere ottima definizione tonale. Anche il valore di spessore carta si attesta su quello della offset, quindi da 60 a 800 micron nel caso di stampa su un solo lato fino a un massimo di 400 micron per stampa in bianca e volta. Come accennato, la gam-
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tecnologie inkjet
stampa bobina in bianca stampa bobina in volta
Schema di funzionamento e il modello HP T200, caratterizzato per la sua compattezza: la stampa in bianca e volta della bobina avviene, infatti, in un unico gruppo stampa in base a un percorso carta ben evidenziato nel grafico.
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motore stampa per la bianca
ingresso bobina
ma dei supporti utilizzabili è davvero ampia: oltre a comprendere le carte da stampa offset patinate e uso mano, accetta anche carte con finiture sintetiche, cartoncini e carte speciali, come le carte colorate o con finitura metallica. Il sistema può prevedere anche un’unità di verniciatura UV o ad acqua. Questo tipo di tecnologia ha le carte in regola per dichiarare guerra al mondo della stampa offset, però allo stato attuale il sistema non è ancora commercializzato e quindi non possiamo capire fino in fondo quali potrebbero essere i limiti di questa tecnologia, inserita in un ambiente produttivo reale. Anche dal punto di vista dei sistemi di finitura e delle lavorazioni speciali non possiamo prevedere se il sistema avrà dei limiti. La W10 sfrutta la medesima tecnologia di base della S10, che ovviamente viene adattata all’utilizzo di una bobina. La larghezza bobina massima si attesta sui 102 cm, la velocità massima è di 100 m/min. Anche in questo caso la macchina prevede di avere da 4 a 8 colori integrando la quadricromia con colori spot o per usi speciali. Risoluzione e tecnologia di stampa è la medesima della versione a foglio, ovviamente ciò che cambia è il tipo di supporto, in questo caso abbiamo supporti particolari come il polietilene, BOPP, CPP, PET, PET metallizzato, supporti con alluminio, carta e carta riciclata. Dall’ampiezza dei supporti disponibili si può capire che questa attrezzatura ha una doppia anima, da un lato una vocazione spinta per il mondo dell’imballaggio che potrebbe in qualche modo andare a collidere con il mondo HP Indigo, dall’altro un sistema che guarda anche al mondo dell’editoria sia di tipo librario sia dei quotidiani.
I tre sistemi di HP HP già nel 2008 aveva presentato una tecnologia dedicata al mondo editoriale con una qualità di stampa interessante. Da un primo proto-
tipo oggi siamo arrivati a tre sistemi: HP T200, T300, T400. Tutti hanno la medesima base tecnologica, con funzioni aggiuntive a seconda del modello per poter soddisfare mercati con esigenze di tirature sempre maggiori. Come per i modelli precedenti anche per la HP T200 parliamo di testine con 1200 ugelli, in grado di dare un risultato qualitativo molto buono soprattutto per alcuni settori merceologici. Nel caso di supporti non trattati viene utilizzato un primer da depositare sulla carta. Le cartucce sono 5: CMYK e un bonding agent che agisce come primer, permettendo di utilizzare una vasta gamma di supporti, dalla carta uso mano fino a carte ottimizzate per la stampa a getto d’inchiostro proposte nella gamma ColorPro media. La velocità va dai 61 m/min fino a un massimo di 122 ottenibili con la HP T230. La larghezza bobina arriva a un massimo di 558 mm con un range di grammature da 60 a 215 g. Questa tecnologia, a differenza delle Landa, sembra avere una spiccata propensione per il mondo editoriale, sia per la produzione di libri scolastici che per la produzione di prodotti freepress, estremamente diffusi nelle nostre città e che oggi rappresentano un ulteriore veicolo di diffusione pubblicitaria.
Una rivoluzione solo all’inizio Chiudiamo questa prima parte con alcune brevi considerazioni. Come si vede i vari produttori stanno introducendo sul mercato prodotti interessanti con caratteristiche innovative e qualità elevate, ovviamente parliamo di sistemi costosi che si rivolgono a una nicchia di mercato, però, anche se non a breve termine, potremmo avere la possibilità di beneficiare di questa ricerca anche su prodotti di piccolo formato completando quella che è una rivoluzione solo iniziata. Il futuro ci riserverà quindi belle sorprese in un mercato che non si ferma mai. Appuntamento alla seconda puntata!
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motore stampa uscita bobina per la volta
Prototipo presentato in collaborazione con Gamma
fornitori stampa digitale
Ricoh
Come affrontare la sfida del cambiamento
Le aziende di oggi: motoscafi o carri armati? Da una ricerca condotta dall’Economist Intelligence Unit e sponsorizzata da Ricoh emerge come le aziende siano troppo ottimiste rispetto alla loro capacità di reagire ai cambiamenti. I dirigenti aziendali sono più inclini a paragonare la propria azienda a un motoscafo (48%), quindi a un mezzo agile e rapido, che non a un carro armato (17%). Il 92% sostiene poi che la velocità sia parte della propria cultura. I dati della ricerca mostrano però come questa percezione che le aziende hanno di loro stesse non corrisponda alla realtà. Infatti, tre quarti degli intervistati ritiene che la propria azienda non riesca a innovare con la velocità necessaria e solo il 24% può già trarre vantaggio dalle nuove opportunità o rispondere con efficacia a cambiamenti inattesi. La velocità delle imprese dipende dall’evoluzione della forza lavoro, dalla rivoluzione tecnologica e dalla necessità di sviluppare processi di business che rendano possibile il cambiamento. Cosa significa tutto ciò per i fornitori di servizi di stampa? La ricerca evidenzia che “le aziende devono abbandonare le modalità operative tradizionali e capire quali innovazioni sia necessario introdurre per restare competitive”. Questo è valido sia per per gli stampatori sia per i print buyer. In che modo i print service provider (PSP) possono aumentare la propria velocità per rispondere ai cambiamenti e aiutare i clienti a fare lo stesso? I PSP devono riuscire a ottimizzare l’utilizzo dei sistemi di stampa già esistenti e automatizzare il più possibile i flussi di stampa. Questo si traduce in aumento della produttività e riduzione dei costi e dei tempi di consegna dei lavori. I fornitori di servizi di stampa possono così rispondere rapidamente alle richieste di aziende che hanno necessità di “diventare motoscafi” aumentando velocità, reattività e agilità. Diventare fornitori di servizi di marketing. Come? I print service provider devono anche ampliare la propria offerta con servizi che vanno “oltre la stampa” e che consentano ai loro clienti di accelerare il business.
Oltre a garantire ai propri clienti una produzione sempre più rapida e on-demand, gli stampatori devono ampliare la propria offerta con nuovi servizi che aiutino le aziende ad accelerare il business e a comunicare meglio con i propri clienti.
di GIORGIO BAVUSO
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>segue a pag. 65
Giorgio Bavuso, direttore Production Printing di Ricoh Italia.
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NEWS
notizie dalle aziende
nobilitazioni
5Pointz: l’etichetta “classicamente sfrontata”
colori accesi e tratti che si rincorrono a formare un insieme armonico, forse un occhio, che con curiosità scruta un mondo sempre più frenetico, ricco di contrasti e stimoli diversi, spesso in sovrapposizione tra loro. Queste le specifiche dei foil e delle lavorazioni effettuate sull’etichetta: • il logo, il nome della cantina e quello del prodotto sono realizzate
con foil LUXOR® GTS PREMIUM White 102022 stampato a caldo e lavorato con embossing; • la fascia viola è stampata a caldo con foil LUXOR® MP Violet 341 e valorizzata con effetto sabbiatura; • la parte arancione è stampata a caldo con LUXOR® MTS 404 e successiva microincisione.
l punto di partenza per sviluppare la nuova etichetta è stato il desiderio di rinnovare l’immagine di questo spumante, un classico della cantina, tanto da portare il nome del fondatore, Pietro Chiarlo.
Luxoro, tel. 0384.254011 Servizio lettori n. 1
lastre offset
grande formato
Sonora XP in un nuovo formato e spessore
Durst Rho 512R alza gli standard di qualità
Le lastre Kodak Sonora XP Process Free, già molto richieste dagli stampatori di medie dimensioni, sono ora disponibili anche per i grandi stampatori commerciali grazie ai nuovi formati più grandi – fino a 1.495 mm – e ad uno spessore di 0,40 mm. Con l’eliminazione del processo di sviluppo, i vantaggi per gli stampatori di ogni dimensione in termini di riduzione dei costi, impatto ambientale e controllo dei processi sono significativi. Le lastre Sonora XP possono soddisfare le esigenze della produzione a foglio degli stampatori piccoli, medi e grandi, ma non solo: offrono anche prestazioni di ottima resistenza su macchine rotative commerciali heatset e coldset, in applicazioni packaging offset e anche UV con basse tirature.
L’ultima nata della famiglia di stampanti inkjet UV rollto-roll super wide della Serie Rho 500R fissa un nuovo standard di qualità e produttività per le inkjet industriali di fascia alta, grazie alla tecnologia Variodrop e a una dimensione ridottissima della goccia di soli 12 picolitri. Innovazione resa possibile dall’esclusiva tecnologia delle testine Durst Quadro Array 12DM, che consentono di ottenere alta qualità con risoluzione fino a 900 dpi e produttività massima di 350 m²/h. Rho 512R è ideale per la stampa di un’ampia varietà di materiali pubblicitari di grande formato.
Durst Phototechnik,Tel. 0472.810211 Servizio lettori n. 3
Kodak, tel. 02.66028599 Servizio lettori n. 2
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crearle e definirle. Il progetto creativo è stato affidato all’agenzia di comunicazione Domino Communication, in collaborazione con La Commerciale di Alba, per la stampa a caldo, e Tipografia Valdostana, specializzata nella realizzazione di packaging ed etichette nobilitate con stampa a freddo, che si è occupata del packaging esterno (il tubo che contiene la bottiglia). La precedente etichetta è stata completamente rivista in una chiave più moderna, dinamica, attuale, in linea con l’obiettivo di rivolgersi al mercato dei rapper americani, una comunità divenuta, negli ultimi tempi, forte consumatrice di vini spumanti. Il visual si compone di
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In occasione della 48a edizione di Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati che si è tenuto a inizio aprile, Luxoro, distributore esclusivo per l’Italia del Gruppo Kurz, ha sviluppato una nuova etichetta: 5Pointz. Luxoro ha scelto di percorrere con Michele Chiarlo, azienda vinicola che produce lo spumante Pietro Chiarlo, una strada innovativa e rivoluzionaria: quella dei colori accesi, dei contrasti voluti, delle sinestesie inaspettate. Nella nuova etichetta, infatti, la classicità si libera dei suoi schemi e incontra lo stile della Street Art per esprimere la capacità di cogliere le nuove tendenze, ma anche di anticiparle,
finishing digitale
Finiture multiple in un solo passaggio
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La divisione PFS - Print Finishing Solutions di Neopost Italia ha annunciato il primo modello di una nuova generazione di multifunzioni digitali: DC-646PRO. Si aggiunge alla gamma DocuCutter, di cui il primo esemplare DC-646, a Drupa 2004, ha rivoluzionato il finishing digitale rendendo profittevole la finitura di brevi tirature. La nuova DC-646Pro si colloca tra la bestseller DC-645i e la top di gamma DC-745, ed è pensata per operare a fianco di moderne macchine da stampa digitali: lavora a una velocità di 30 fogli/min realizzando finiture multiple in un solo passaggio, ossia taglio, rifilo, cordonatura, perforazione, microperforazione e mezzo taglio, anche parziali, sia paralleli che trasversali al senso di alimentazione carta. Con la configurazione standard realizza 6 rifili, 25 tagli e 20 cordonature. Come ogni macchina Duplo, anche DC646Pro è completa-
È possibile richiedere demo personalizzate presso lo show room Neopost di Rho (MI). mente automatizzata e imposta i parametri di lavorazione in soli 20 secondi, lavora con una precisione di 0,1 mm ed è dotata di lettori CCD e barcode per compensare spostamenti dell’immagine e gestire con sicurezza lavori contenenti dati variabili. Fino a 3 moduli opzionali possono essere aggiunti per configurarla ogni volta in base alle diverse esigenze produttive, con una flessibilità mai raggiunta prima nella gamma multifunzione. L’intera macchina è gestita con il software PC controller, che permette di memorizzare un numero infinito di lavori per un richiamo immediato. Inoltre Duplo ha creato 80 template PDF delle applicazioni più comuni, al fine di rendere ancora più rapida la creazione di imposition ideali per la finitura sulla macchina.
Neopost Italia, tel. 02.93158660 Servizio lettori n. 4
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NEWS
notizie dalle aziende
multifunzione a colori
OKI aggiunge il servizio Google Cloud Print produttività e convenienza. Il servizio Google Cloud Print sarà inizialmente disponibile sulle serie di MFP A4 a colori, MC300 e MC500², consentendo agli utenti di stampare documenti aziendali di alta qualità, quando servono e ovunque si trovino, senza la necessità di installare driver di stampa o collegare cavi. «Utilizzando i nostri prodotti Google Cloud Print Ready si potrà stampare con le stampanti di casa e di ufficio ovunque ci si trovi con le applicazioni utilizzate quotidianamente», afferma Takashi Inoue, general manager della Divisione Product Business di OKI Data. «Siamo consapevoli che
la forza lavoro sta diventando sempre più mobile e quindi siamo entusiasti di fornire questo servizio di connettività aggiuntiva che fornirà opzioni avanzate ai nostri utenti finali e li condurrà a una maggiore efficienza sul posto di lavoro». Le Serie MC300 e MC500 sono estremamente performanti, con una grande capacità della carta, elevata velocità di stampa, stampa in fronte/retro e funzionalità di scansione, tecnologia LED digitale e stampa a colori ad alta definizione, il tutto offerto in un design compatto. L’aggiunta del servizio Google Cloud Print rafforza ulteriormente l’offerta
packaging alimentare
Nuovi contenitori dal design accattivante Stora Enso e AR Packaging hanno congiuntamente sviluppato un nuovo attraente concetto di confezionamento per cioccolato e dolciumi. I contenitori, appositamente progettati, sono disponibili in diverse forme con vari sistemi di chiusura e hanno già attirato l’interesse di molti produttori di cioccolato e caramelle alla ricerca di imballaggi innovativi e funzionali per i consumatori in movimento. I contenitori per caramelle si basano al 100% su materie prime rinnovabili. Il supporto impiegato è il cartoncino Cupforma Special di Stora Enso accoppiato in volta a PE generato dalla canna da zucchero. La barriera offerta da questo polimero “verde” fornisce la necessaria protezione al contenuto. I contenitori sono stampati in offset al fine di raggiungere risultati di stampa d’elevata qualità che soddisfino le esigenze dei produttori di cioccolato e prodotti dolciari. Il progetto di questi contenitori è stato realizzato in collaborazione tra i progettisti di Stora Enso e AR Packaging, che ha messo a disposizione le proprie formatrici per eseguire le produzioni di prova.
di stampa mobile di OKI, aiutando gli utenti a stampare quotidianamente da qualsiasi luogo. Per usufruire del servizio Google Cloud Print è necessaria una connessione a Internet e un account Google. Potrebbe essere necessario un aggiornamento del firmware della stampante.
l design compatto è una caratteristica delle stampanti OKI.
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OKI Systems Italia, tel. 02.900261 Servizio lettori n. 5
supporti autoadesivi
Etichette sicure per l’industria alimentare Per essere adatta all’utilizzo nell’industria alimentare, un’etichetta deve soddisfare diversi requisiti: applicazione su superfici fredde e umide, contatto con sostanze grasse e unte, stoccaggio in congelatori. I materiali autoadesivi per l’industria alimentare sono regolamentati dalla norma EC 1935/2004. La European Food Directive Range è una gamma di materiali autoadesivi sviluppata da Ritrama per il settore alimentare, che include due polipropileni, due polietileni e una carta patinata. Tutti questi frontali, compresi i film con top coating specifico TCF, e i relativi adesivi sono certificati con le direttive guida del settore alimentare: ISEGA, BfR e le regolamentazioni EU per contatto diretto su superfici alimentari secche o umide, così come la US FDA.
Ritrama, www.ritrama.com Servizio lettori n. 7
Stora Enso Italia, tel. 02.2503701 Servizio lettori n. 6
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OKI Data Corporation, società del Gruppo OKI specializzata nel business delle stampanti, ha annunciato l’ampliamento del proprio portfolio di stampa mobile con l’aggiunta del servizio Google Cloud Print™ disponibile per alcuni dei suoi apparecchi di stampa multifunzione (MFP). Google Cloud Print consente agli utenti la stampa in movimento, inclusa quella dei documenti Gmail™ e Google Docs™ da smartphone, tablet, dispositivi Chrome, pc o qualsiasi altro dispositivo connesso a Internet, sugli MFP OKI Google Cloud Print Ready, incrementando contemporaneamente
eventi stampa
TAGA Italia
Per una stampa sotto controllo Una conferenza itinerante per spiegare cosa cambia con la nuova versione della norma ISO12647-2. Lasciati alle spalle i primi appuntamenti di Milano, Napoli, Trento e Torino, il tour di TAGA Italia prosegue verso Bari, Bologna e Venezia. L’iniziativa è volta a spiegare e divulgare, come è nello spirito dell’Associazione, i cambiamenti introdotti dalla nuova versione della norma ISO12647-2.
di ALBERTO SIRONI
L’inizio della conferenza parte dal paragone tra le classi energetiche e il livello di conformità dell’azienda ai requisiti di norma. Ci si sofferma poi sul concetto di standard come elemento di adesione volontaria a una serie di requisiti proposti. Lo standard in questione è la ISO12647-2 che fornisce le indicazioni di controllo del processo per tutta la stampa offset (foglio, bobina heat-set, narrow, escludendo solo i quotidiani stampaNella tabella sopra, il paragone tra le classi energetiche e il livello di conformità di stampa. Sotto, esemplificazione del grado di conformità alla norma ISO 12647-2.
ti in cold-set per i quali esiste la ISO12647-3) in quadricromia, inserendosi in un panorama più ampio di questa famiglia di norme, che è il seguente: • ISO 12647-1: generalità • ISO 12647-2: offset • ISO 12647-3: quotidiani • ISO 12647-4: rotocalco • ISO 12647-5: serigrafia • ISO 12647-6: flexo • ISO 12647-7: prove digitali • ISO 12647-8: bozze digitali.
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“È nello spirito di TAGA Italia divulgare e spiegare le norme di stampa” La nostra ISO12647-2 è giunta già alla terza versione, essendo uscita in prima edizione nel 1996, poi nel 2004 con un aggiornamento nel 2007 e ora nel 2013 (15 dicembre). Ma veniamo ora alle reali modifiche effettuate.
PROSSIME DATE: 22 maggio Bologna 5 giugno Venezia (Istituto Salesiano San Marco)
Condizioni di misura. La misurazione M0 (quella che si è utilizzata sino ad oggi) è superata perché basata su un illuminante a incandescenza che non definisce la componente UV, considerata invece dalla condizione M1, più adatta quindi alla misura di supporti e coloranti contenenti sbiancanti ottici (OBA). Si tenga conto che la maggior parte delle carte patinate e uso mano presenti sul mercato contengono effettivamente sbiancanti ottici. Quindi sarà necessario sostituire i vecchi strumenti di misura con altri più aggiornati che permettano le diverse condizioni di misura: M0, M1, M2 (cut UV) e M3 (con polarizzatore). In ogni caso, tutti i valori colorimetrici riportati nella norma ISO12647-2 derivano da misure in M1. Prestampa. Poche novità in realtà: • sono state eliminate dalla norma le pellicole; • è presente una maggiore enfasi sul PDF/X per l’interscambio di file; • sono state abbassate le massime TAC consentite sia per la stampa a foglio che a bobina. Printing Condition: carte, retinature e inchiostri. Erano 5 prima (in realtà 4 perché le patinate lucide e opache venivano assimilate come valori colorimetrici e tonali) e ora la gamma è stata portata ad 8: è sparita la yellowish a foglio e si sono aggiunte 6 carte per la stampa a bobina, che effettivamente scarseggiavano in precedenza rispetto alle esigenze del mercato. I valori CIELAB di patinata e uso mano (a foglio ma anche bobina) si sono leggermente modificati da 95/0/-2 (misura in M0) a 95/1/-4 (misura in M1) ed è stata raddoppiata la tolleranza sull’asse b, per cui la figura qui sotto rappresenta bene lo spostamento subìto.
Inoltre è stata aggiunta la retinatura stocastica (FM) per cui le condizioni di stampa in realtà sono diventate 16. I valori CIELAB hanno subìto cambiamenti piccolissimi, nel caso della patinata, ma sono ora disponibili i riferimenti per tutte le nuove carte considerate. Valori Tonali (TVI). Le nuove curve di stampa raccomandate dalla norma sono più imbottite delle precedenti, specie nella zona del quarto di tono, come si può notare dalle figure riportate sotto. 2004
2013
Questa, a nostro parere era una modifica evitabile, considerato che le curve precedenti funzionavano bene e l’adeguamento rappresenterà un notevole sforzo per le aziende, che si somma a un periodo già carico di gravi difficoltà...
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ISO12339. Infine sono state menzionate le altre nuove norme in arrivo dal Comitato tecnico grafico di ISO (TC130) tra cui la ISO12339 tratta dal TR016 statunitense, che si basa sul rispetto dei riferimenti di caratterizzazione e gamut forniti dal Cliente in relazione a tre livelli di similitudine (tolleranze A – B – C come gradi differenti di qualità), di cui forniremo uno specifico approfondimento in un prossimo numero.
g Se ue dalle pagine precedenti
l’opinione di... posenato
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(segue da pag. 9)
Seppure con approcci ed esiti molto differenti, quindi, le imprese del Nordest si stanno muovendo e la dinamica di mercato ne risente inevitabilmente. Non tutte rose e fiori sia ben chiaro: il settore si conferma molto fragile e la morsa della crisi non sembra allentare la presa, come traspare dalle candide parole di un giovane figlio d’arte polenton: «Cara maestra, i afari in casa no vano mica tanto bene. Mio papà continua a dire che la crisi è come la Belen Rodriguez: palpabile! In tipografia no si stampa più niente, gnanca un foieto, e il Governo, che mi pare di capire che è un ladro, si tiene tutti i schei par pagare i operai, compresi i nostri! Sta cosa però no mi è proprio chiara: i ladri di solito rubano di notte, fin che dormi, invece sembra che in questo caso è la mamma che va a portaglieli direttamente dal commercialista. Comunque, sta di fato che siamo diventati poareti e al mio compleano invece dei regali che avrei voluto come la Ui, la Plei Stesion o il compiuter per andare su Feisbuc, sto ano è arrivato un libro. Un libro! Provi imaginarsi... a un putello di 8 ani. Regalarmi un libro pal mio compleano è come ofrire a Bossi il federalismo solo pal Molise: na sconfita! “Guarda che lo ha stampato Franceschi - mi ha detto mio papà - che è quelo che ha stampato i libri di Arri Poter e anche quelli dei arabi che bisogna doparare i guanti perché siamo infedeli”. Per il mio libro no credo abiano doparato i guanti. Si intitola Linotype: manuale d’uso. La tentassione di pensare che no l’abbia mica stampato Franceschi e che il papà abia inscartossato uno dei due libri che aveva in tipografia il nonno è forte. Ognimodo,
sicome la tavola della cucina scorla che è una meraviglia e ogni giorno spando la minestra sulla tovaglia a causa dell’effetto tsunami che il brodo fa con gli scorloni dea tavola (e agiungo che così becco uno scopellotto di soravia che arriva puntuale come el canone Rai), ho usato i due centimetri del libro come spessore per la gamba. E in questo devo dare ragione al papà quando dice che un libro serve sempre! E no posso gnanca lamentarmi, cara maestra, perché se lo faccio, la mamma mi ha detto che alla Befana succede come l’ano scorso, quando ho trovato una letera sul comodino co scrito: “Sei stato un putello cativo, quindi meritavi il carbone. Ma esendo il carbone una risorsa esauribile nell’arco di 200 ani, e considerando che i cancari dei russi stanno già talliando le forniture, è mellio sparagnare. Sto anno quindi non ti porto gnente”. Cara maestra la crisi è palpabile».* *Liberamente elaborato dal testo “Tema: Descrivi il tuo Natale. La crisi è palpabile…” di Marco Paolini, nato a Belluno, attore teatrale, regista e drammaturgo, autore di un repertorio che appartiene al cosiddetto ‘teatro civile’. Viene considerato uno dei massimi esponenti del cosiddetto ‘teatro di narrazione’. I suoi spettacoli affrontano spesso tematiche complesse strutturate in forma di monologo. Da seguire… canale-satiz
(segue da pag. 12)
Ma perché è naufragato il polo Canale-Satiz? Alle accuse di avere svuotato in questi mesi l’attività dello stabilimento di Moncalieri a vantaggio di quello storico della Canale a Borgaro Torinese, che dà lavoro a 180 persone, replica la Sergraf:
«Si tratta di accuse infondate. La realtà è che, contrariamente a quanto era stato prospettato da Satiz al momento dell’intesa, a Moncalieri è venuto a mancare oltre il 50% del fatturato che era stato previsto, non è stato portato alcun nuovo cliente di quelli annunciati ed è venuta meno una delle principali commesse, quella di Master Edizioni che ha portato i libri in Tribunale. G. Canale e C. ha contribuito a raccogliere e affidare una parte della sua produzione a Moncalieri ma anche questa scelta, arrivata a coprire fino al 30-40% della produzione di febbraio e marzo a Moncalieri, non ha consentito di evitare l’accumularsi di ulteriori gravi perdite, anche per la constatata inefficienza produttiva del parco macchiA.P. ne». radtech europe (segue da pag. 51)
Innovazione nel settore degli inchiostri
EuPIA ha sviluppato le proprie linee guida per il settore della stampa in merito alla selezione di componenti delle materie prime degli inchiostri per imballaggi alimentari, che oggi rappresentano gli standard comunemente accettati. Esiste una dichiarazione di composizione standard che i membri di EuPIA forniscono agli stampatori di imballaggi alimentari per confermare che gli inchiostri forniti sono adeguati allo scopo finale e gli stampatori sono invitati a eseguire test pratici sulla migrazione adeguati al tipo di imballaggio che verrà realizzato, come prova di sicurezza. Il principale obiettivo di RadTech Europe è lavorare con tutte le parti coinvolte per garantire che i proprietari dei marchi possano uti-
lizzare inchiostri essiccabili mediante radiazioni in tutta sicurezza per imballaggi alimentari senza mettere a rischio la salute dei consumatori e ottenendo i relativi vantaggi.
ricoh
(segue da pag. 59)
Le aziende hanno necessità di migliorare le comunicazioni con i clienti in un’ottica di personalizzazione ed efficacia del messaggio. Questo aumenta il tasso di risposta e rafforza le relazioni con i clienti. Le imprese sono quindi alla ricerca di fornitori di servizi che le aiutino a realizzare progetti di precision marketing e di comunicazione cross-media. I PSP possono quindi evolvere diventando fornitori di servizi di Marketing (MSP). Migliorare i processi. Con quali modalità? Lo studio mette poi in evidenza la necessità di migliorare i processi considerandoli in maniera integrata. I fornitori di servizi di stampa possono utilizzare piattaforme web-to-print per migliorare l’acquisizione dei lavori e allo stesso tempo mettere a disposizione dei clienti un “negozio virtuale” online 24h. Oltre a migliorare l’acquisizione dei lavori, i PSP devono poi migliorare l’efficienza operativa rivedendo la gestione dei processi produttivi per automatizzarli e velocizzarli. Il focus sul cliente rimane fondamentale, ma non è sufficiente se le attività del PSP non si adattano rapidamente ai cambiamenti del mercato. Migliorare le attività e le modalità operative si traduce per gli stampatori e i loro clienti in vantaggi immediati e in un aumento della velocità e dell’agilità del business.
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Il Poligrafico Italiano n.153
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