Print Buyer, n. 57, Luglio 2015

Page 1

b

u

y

e

r

strategie e tecniche della comunicazione stampata n

57/15


5 in questo numero

els e?

C’è una relazione segreta che da sempre unisce la moda e la carta, non una passione fuggevole ma una lunga, appassionata storia d’amore… quasi che senza la carta la moda forse non esisterebbe. Più di qualsiasi altro mezzo, la carta è capace di immolare, con forza stupefacente, ogni dettaglio, ogni metamorfosi del fashion, l’intera gamma delle sue possibilità comunicative, dall’armonia dei corpi ai colori, dalle emozioni ai movimenti, dalle luci alle composizioni, ai prodotti che veicolano i brand. Questo numero di Print è quasi interamente dedicato alla comunicazione dell’universo moda, alle soluzioni e alle esperienze. Ci troverete, a pagina 14, un’intervista a David Pambianco, il signore del lusso e dei grandi sarti italiani. Alle accortezze tecniche delle foto della moda abbiamo invece dedicato un servizio approfondito a pagina 35. “Dettagli che fanno la differenza” è invece una rubrica dove raccontiamo le soluzioni che esaltano la bellezza di importanti cataloghi, cofanetti, volumi, coordinati del settore moda. Finiamo al maschile, a pagina 44, con un’intervista al titolare di Camicissima, un’azienda tutta italiana appena partita alla conquista dell’Asia.

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

f as hio n, what

PB57


SOMMARIO

in questo numero

6

14 19

LA COPERTINA: INFORMAZIONI TECNICHE.... PAG. 8 RUBRICHE: ECHI DI STAMPA............................ PAG. 10 DAVID PAMBIANCO: IL LUSSO? È SEMPRE UN EDEN.......................... PAG. 14 DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA......... PAG. 19

24

TENDENZE: I COLORI DELL’ITALIAN STYLE.... PAG. 24 CREATIVI & CREATURE: STEFANO TORREGROSSA................................... PAG. 30 5+1 CONSIGLI PER... FASHION PHOTOGRAPHY.................................. PAG. 35 CARTA PER... L’UNIVERSO DELLA MODA....... PAG. 40 COME COMUNICANO: CAMICISSIMA........... PAG. 44 PRINT BUYERS CONFERENCE............................ PAG. 48

30

GRANDANGOLO: CARTE, CARTIERE, COSE DI CARTA.................. PAG. 50 AGENDA: ARTE, FOTOGRAFIA, DESIGN........... PAG. 53

35

COLOPHON - GLI INSERZIONISTI.................... PAG. 54

40

PB57

44


materiali

&tecniche

8

il kit da punto di vendita O ltre al catalogo, in particolar modo per i settori legati alla moda, come abbigliamento, calzature ed accessori, sono particolarmente diffusi altri strumenti di relazione sul punto di vendita che si propongono di catturare l’attenzione del cliente, coinvolgerlo ed emozionarlo in prossimità del prodotto contribuendo a costruire lo storytelling che ogni brand sta ricercando al fine di ampliare ed arricchire l’esperienza d’acquisto del cliente.

il giornalone Generalmente in formato ampio, concettualmente vicino al tabloid inglese, si tratta di uno stampato divulgativo finalizzato a lanciare la collezione conducendo il cliente nel mood dello stylist o del designer, enunciandone i principi ispiratori, le ragioni estetiche e formali, spiegando la storia di cui si nutre. Realizzato come un vero e proprio prodotto divulgativo, spesso in rotativa offset per far fronte ai grandi volumi, è in genere realizzato in carta in bassa grammatura. In questo caso è stato realizzato in patinatino alternato a uso mano da gr 80 in stampa offset quadricromica con particolare attenzione alla costruzione di curve di riproduzione adeguate a mantenere le immagini ben aperte anche nei toni medio massimi, laddove la copertura dell’inchiostro e la struttura macroporosa della carta tenderebbero a pregiudicarne il dettaglio e il contrasto.

LA LOCAN DINA IN VOLUCRO

il L ookbook Il lookbook è stato stampato da Grafiche Erredue di Cirimido (CO ). Per la stampa è stata utilizzata carta G arda G loss da 350 gr. Sequenza di stampa: laminazione a freddo (con lamina L uxoro - K urz) + quadricromia a registro + passaggio di verniciatura drip off lucida / opaca in riserva.

Sospesa a mezz’aria fra i reparti del punto vendita, piuttosto che appesa direttamente sugli scaffali d’esposizione della merce o ancora esposta in vetrina, la locandina è uno strumento che intende catturare l’attenzione del cliente in transito. L a superficie materica di Cialux di Manifattura del Seveso, una vera e propria tela dai molteplici impieghi, dal rivestimento in legatoria, agli shopper alle scatole, è stata stampata in offset in quadricromia da Intergrafica V erona, con particolari inchiostri ossidativi ad alta pigmentazione per ottenere colori brillanti ed elevato contrasto. L a sovrastampa in lamina la arricchisce oltre che renderne perfettamente le potenzialità anche in termini di dettaglio .

PB57

MANI FAttura DEL SEVESO

A zienda famigliare a conduzione manageriale, Manifattura del Seveso da quattro generazioni è impegnata nel settore della nobilitazione e finissaggio dei tessuti. O ggi è uno dei produttori leader in Italia ed in Europa per tele per la legatoria, la cartotecnica ed il packaging di lusso. Un processo sostenibile e l’impiego di materiali completamente riciclabili, rendono l’intera gamma di prodotto rispettosa dell’ambiente. Fra i brand di Manifattura del Seveso più popolari la Cialux, impiegata per la realizzazione della locandina del kit presentato, e la preziosissima Setalux e Setalux Metal. L a gamma è molto più ampia sommando altre linee di prodotto in uno spettro di colori molto ampio.

G ra fiche erre due

A zienda poligrafica multispecializzata relativamente recente, Grafiche Erredue nasce nel 1973 per volere di A ngelo Radice, nel cuore della provincia comasca. Grafiche Erredue non è soltanto una tipografia: è una fucina di idee, un laboratorio dove da più 40 anni si sperimentano tecniche innovative e accattivanti di nobilitazione degli stampati. Mediante l’impiego della laminazione a freddo in linea e della verniciatura lucida / opaca a registro (drip off) il prodotto esce già stampato con una veste ricercata e impreziosita. Il finishing viene quindi realizzato mediante sbalzi e impressioni a caldo, serigrafie spessorate e soft touch, fustellature e rilegature speciali.


rubriche

10

PB57

ECHI DI STAMPA Sguardi, notizie, progetti, trend Nava Press e Rotolito Lombarda insieme per la Fondazione Prada L’apertura della nuova sede permanente di Fondazione Prada a Milano, inaugurata in grande stile poco prima dell’inizio di Expo 2015, ha visto la discesa in campo dell’intera filiera dell’editoria d’alta gamma, comprese due aziende grafiche d’eccellenza, Nava Press e Rotolito Lombarda, coinvolte in un articolato progetto di stampa, che ha dato a entrambe la possibilità di esprimere il meglio delle proprie potenzialità. L’aspetto più delicato del progetto ha riguardato la realizzazione del volume dedicato alla mostra, Serial Classic, stampato in Nava Press e rilegato in Rotolito. Nava Press ha realizzato i quaderni che accompagnano alcune particolari esposizioni collaterali, le guide di esposizioni come quella dedicata al regista Roman Polanski in corso fino al 25 luglio. Inoltre il materiale delle cartelle stampa distribuite alle presentazioni, proposte in diverse edizioni in base al pubblico, la carta intestata, i biglietti da visita, i moduli e tutto il corredo necessario, compresi i ticket per il guardaroba. Per finire, l’azienda del gruppo Rotolito Lombarda ha curato anche la stampa dei menu per il Bar Luce (uno spazio aperto alle nuove culture e improntato allo stile anni Cinquanta, pieno di flipper e jukebox) e i programmi di sala per le cene di gala organizzati in altre sedi. Un lavoro particolarmente complesso, che conferma l’importanza del mondo dell’arte come committente (non solo per il prestigio ma anche per il business) per le imprese del settore. Che cosa ha significato per Nava Press questa collaborazione con Prada, in termini di impegno creativo e di prestigio? Lo abbiamo chiesto a Davide Benzoni, che in Nava Press si è occupato della

gestione del progetto: «Il libro e i prodotti che accompagnano le mostre sono stati stampati tutti in Nava Press usando sia la stampa convenzionale che quella digitale, in base alla tipologia del prodotto. È stato impegnativo soddisfare le esigenze soprattutto sul piano tecnico e delle tempistiche, ma il risultato è più che soddisfacente». Giusto un anno fa, Rotolito acquisiva il controllo di Nava Press, che nel 2022 taglierà il traguardo di un secolo di vita, e che da sempre può vantare nel proprio portafoglio i migliori interpreti della moda, del lusso e del design nazionale e internazionale.

Il volume Serial Classic esplora la scultura classica e il rapporto tra originalità e imitazione nel mondo romano, grazie alla diffusione dei “multipli” come omaggio all’arte greca. È stato confezionato sia in brossura che in cartonato. Il formato è di 21x28 cm con 388 illustrazioni su 392 pagine. La realizzazione editoriale è di Martine Buysschaert e Francesca Malerba. Miuccia Prada e Patrizio Bertelli firmano la prefazione.


Il catalogo DesignCircus è ancora opera di Arbos DesignCircus è un evento pensato per dare il giusto risalto all’autoproduzione di qualità. I designer che vi partecipano si distinguono per il loro talento, la professionalità, la creatività e la voglia di mettersi in gioco in un contesto esclu-

sivo e stimolante. Un evento unico, le cui prime tre edizioni hanno riscontrato un grande successo di pubblico e di critica. In occasione di Expo il tema non poteva che essere il cibo. Lo scorso 27 e 28 giugno ventitre designer si sono cimentati nella realizzazione di innovativi complementi e accessori per la tavola e la cucina: piatti, tazze, bicchieri, posate, portafrutta, ma anche centritavola, vasi, sgabelli, tavoli, sedie e tutto quanto fa di una cucina, o di una sala da pranzo, una stanza piena di personalità. “Design for Food”, è il titolo attribuito alla due giorni che si è svolta nelle splendide sale

di Palazzo Giureconsulti, in Piazza Mercanti a Milano che ha ospitato il quarto flash temporary a cui a partecipato anche Arbos che è sostenitore dell’iniziativa fina dalla prima edizione. Nell’occasione è stato presentato il quaderno/ catalogo realizzato in collaborazione con DesignCircus (vedi foto). Appassionati e curiosi hanno potuto accedere gratuitamente all’evento e fare un’esperienza di shopping esclusiva, acquistando i prodotti distribuiti prevalentemente on-line, tra cui pezzi unici e anteprime assolute. Nella stessa location il prossimo 10 ed 11 ottobre sarà ospitata DesignCircus/ Green Design, l’evento dedicato al design sostenibile. Con l’occasione segnaliamo anche DesignCircus Stationary: da maggio a novembre, per tutta la durata di Expo, diverse location sparse per la città metteranno le loro vetrine e i loro spazi a disposizione dei designer indipendenti, per un appuntamento quotidiano con il design... www.arbos.it www.designcircus2015.com

Goglio racconta l’imballaggio Illy

11 rubriche

ECHI DI STAMPA Sguardi, notizie, progetti, trend

Appuntamento a Expo Milano per il Gruppo Goglio che nel Cluster del caffè ha installato un’attrezzatura per il confezionamento manuale di sacchetti di caffè. Le confezioni vengono riempite e chiuse al momento, stampate e vendute da Illy ai visitatori di Expo. Inoltre nello spazio Illy i tecnici del Gruppo spiegano tutte le fasi produttive dell’imballaggio, l’estrusione dei film che lo compongono, la stampa, l’abbinamento, il confezionamento, le modalità di applicazione della valvola di degasazione, la sua funzione e tutti i motivi per i quali il caffè necessita di essere protetto in un imballaggio barriera.

ar ct ic paper

amplia la vasta gamma di carte fini per grafica ed editoria Grazie ad un interessante range di tinte e superfici disponibili, risultano sempre più apprezzate nei lavori di alta qualità grafico-editoriali sia le naturali di pregio Munken, sia le patinate opache ad alto spessore A rctic Volume e G-Print, queste ultime prodotte con un particolare siste ma di stesura della patina che garantisce un eccellente risultato di stampa. Nel segmento editoriale la naturale senza legno L’apertura della nuova sede Nava Press hauna realizzato i quaderA mber Graphic ha decisamente consolidato permanente di Fondazione ni che accompagnano alcune pardiscreta quota di mercato in Europa, così come Prada a Milano, inaugurata in ticolari esposizioni collaterali, le il marchio Pamo, tra le carte naturali con legno grande stile poco prima dell’iniguide di esposizioni come quella in Italia, nel segmento della produzione dei libri zio di Expo 2015, ha visto la didedicata al regista Roman Po alle di lettura. scesa in campo dell’intera filienuove culture e improntato allo C ompletano la gamma le più recenti carte natura dell’editoria d’alta gamma, stile anni Cinquanta, pieno di fliprali senza legno Highway adatte alle innovative comprese due della aziende grafi-a getto per ettore. tecnologie stampa di inchiostro che ad d’eccellenza, Nava Press e Che tutti alta velocità, disponibili inoltre cotampati nelle versio - in Nava Press Rotolito Lombarda, coinvolte in usando sia la stampa convenzioni ad alto spessore. un articolato progetto di stamnale che quella digitale, in base Oggi A rctic Paper è presente anche nel seg pa, che ha dato a entrambe allacon tipologia del prodotto. È stato mento del packaging di la qualità la gamma possibilità di esprimere il meimpegnativo soddisfare le esigendi cartoncini senza legno A P-T ec che spaziano glio dall’imballo delle proprie potenzialità. ze soprattutto sul piano tecnico e flessibile e dei sacchetti di lusso, L’aspetto più delicato del pronel 2022 taglierà il traguardo di fino all’imballo alimentare e di prodotti greasegetto ha riguardato la realizun secolo di vita, e che da semproof. zazionePer delrichiedere volume dedicato alla pre può vantare campionature complete o per or-nel proprio pormostra,dinare Serial un Classic, stampato in tafoglio i menabò su misura scrivere a migliori interpreti della Nava Press e rilegato in Rotolito. moda, del lusso e del design nainfo-it@arcticpaper.com Comunicazione d’impresa

Nava Press e Rotolito Lombard insieme per la Fondazione Prada

PB57


rubriche

12

ECHI DI STAMPA Sguardi, notizie, progetti, trend OneMorePack 2015: premiati i vincitori Si è tenuta l’11 giugno la cerimonia di premiazione di OneMorePack, il concorso nazionale di Creative Packaging Design ideato e diretto da Grafica Metelliana, che quest’anno si è svolto nella cornice suggestiva del Complesso Borbonico del Fusaro di Bacoli (NA). Sono stati premiati i migliori imballaggi realizzati per il mercato italiano e internazionale da designer e agenzie di comunicazione. 6 le categorie in concorso: Astucci food&beverage, Astucci esthetics (cosmetica e profumi), Various (gioielli, abbigliamento, accessori), Shopping bag, Visual (espositori da terra, dispenser da banco ecc.), Label. 6 vincitori e assegnate 4 menzioni speciali tra i professionisti. Coinvolti in questa edizione anche gli studenti di design, che hanno progettato un sistema di packaging per tre formati di pasta. La serata partenopea dedicata al packaging e alla creatività ha visto la partecipazione di professionisti del settore, da Lola Toscani, esperta di marketing e comunicazione, a Emily Louise Simonis, designer e packaging consultant, a Margherita Foglia, export manager di Pastificio dei Campi, che ha illustrato il caso del premiato pastificio di Gragnano. Patrocinato da Aiap, Unicom, Assografici e Confindustria Campania, OneMorePack conta tra i partner tecnici Fedrigoni, Macchingraf, Bobst, Luxoro, Tremil, Hotel Cetus e, tra i media partner, la rivista Print Buyer, Mercurio3D, Converter, Promotion Magazine, Uomini&Donne della Comunicazione.

Il Complesso Borbonico del Fusaro di Bacoli dove sono stati consegnati i premi ai vincitori di quest’anno.

I PREMIATI:

Arles 1955, vincitore nella categoria Esthetics; sotto, due immagini del progetto Light&Glow; a destra, il displayer Treteste Deseye.

Baldessari&Baldessari (Milano): vincitore Food&Beverage con la Scatola Pralina Exquisita. Max Coppeta di Washi (Caserta): vincitore Esthetics, con il pack Arles 1955. Tech Team (R oma): vincitore Various e menzione Miglior Innovazione con il progetto Light&glow. Gian Piero Giovannini di Urge Design (Bologna): menzione Miglior Sostenibilità, con il packaging Vasi Comunicanti. Mimicoco Design (Treviso): vincitore Visual e menzione Miglior Comunicazione con il displayer Tre Teste Deseye. Francesco Galiero di OhOh Design (Napoli): vincitore Label con l’etichetta Show me your soul. AutoreXXX (Benevento): vincitore Shopping bag, con le shopper Autore. Packaging in Italy (Parma): menzione Miglior Funzionalità con la Shopper Antico Chiostro di Saronno. Studenti premiati: Primo posto: Kristina Nikaj, studentessa del NID (Nuovo Istituto di Design) di Perugia. Si aggiudica uno stage retribuito presso un’agenzia di comunicazione della durata di tre mesi. Secondo posto: Erica Boccardi, studentessa del Comics di Pescara. Terzo posto: Federica Rinaldi, studentessa del Comics di Pescara.

gr afica metelliana PB57

Industria poligrafica specializzata nel campo della stampa commerciale, si propone come efficiente partner delle agenzie di comunicazione, studi grafici, case editrici, piccole tipografie e aziende che vogliano ottenere risultati eccellenti nella realizzazione delle loro idee creative. Dal file al CtP, con studio e realizzazione di prototipi alla consegna, gestisce il ciclo di lavorazione dalla stampa (offset o digitale) alle lavorazioni particolari (stampa a caldo, a secco, fustellatura) fino ai più disparati tipi di allestimento (manuali o meccanici). Il core business dell’azienda è la comunicazione below the line, la progettazione e la realizzazione di packaging, shopping bag ed espositori, la stampa di piccolo e medio formato e stampati commerciali. “Far vivere l’esperienza tangibile della comunicazione, realizzando stampati di alto pregio”, questa la mission di Grafica Metelliana. E nell’ottica di un progetto di ampliamento tecnologico e strutturale continuo, si sta attuando il trasferimento nella nuova sede di Mercato San Severino (SA), una struttura di circa 5.000 m2 in un’area industriale snodo delle principali arterie autostradali.


mercati

ato

14

Dav id Pambianco Del l a mo da e del l u sso Dav id Pambian c o sa pr o pr io tutt o: numer i, pr os pett ive, an dament i, merc at i. E non solo , conosce u n o per u n o i man ag er pr o t ag o n ist i dei su c c essi del l e az ien de. N o n si pu ò n o n r iv o l g er si a l u i per c apir e c o sa su c c ede n el set t o r e, spec ie per q uan t o at t ien e agl i invest iment i in comun ic az ione. An c h e se c ’è l a t en den z a a u n sempr e magg iore ut il izzo dell a rete, c i h a dett o , l a bel l ez z a del l o st ampat o r appr esen t a ancor a un must per le gr iffe.

I​ l lusso? È sempre un eden​ Se sull’impero di C arlo V non tramontava mai il sole, su quello del lusso non scende mai la sera della crisi. Perché anche in anni difficili per l’economia, nel mondo ci sono sempre più ricchi che possono permettersi di comprare, per centinaia o migliaia di euro, l’abito, la borsa, la scarpa o il gioiello griffato. O ggetti che al di là del valore intrinseco della pregiata materia prima, del design e della lavorazione, esprimono, dal momento dell’acquisto – uscendo con una shopper da 3 o 5 euro da una boutique di V ia Montenapoleone a Milano o della F ifth Avenue di N ew York – a quello in cui vengono indossati o esibiti, un vero e proprio “status symbol”.

PB57

Ma se, avverte David Pambianco, il settore delle griffe e del lusso è ancora mediamente “in salute”, non tutti i marchi presentano le stesse performance, distinguendosi tra chi cresce ancora di Achille Perego

con forza e chi invece sta un po’ rallentando. E differenziandosi anche tra i grandi gruppi internazionali – molti appartenenti al prestigioso club del “made in Italy” – e i brand un po’ più piccoli che presidiano mercati di nicchia oppure che operano in fasce meno glamour e un po’ più di mass market. David Pambianco, 47 anni, ha cominciato a lavorare oltre venti anni fa nell’omonima società fondata nel 1977 dal padre C arlo (Pambianco Strategie d’impresa, www.pambianco. com) diventata negli anni il punto di riferimento per le strategie e la comunicazione delle aziende del lusso, della moda e del design. E di cui David è vicepresidente oltre che direttore editoriale. E proprio grazie alle ultime ricerche di Pambianco si può conoscere lo “stato di salute” del mondo del lusso.

L ’anno scorso le venticinque principali aziende italiane della moda monitorate da Pambianco Strategie d’impresa hanno realizzato un fatturato complessivo di 33,056 miliardi di euro, in crescita del 4,9% rispetto al più 3,8% realizzato l’anno precedente e, per quanto riguarda le 21 aziende che l’hanno comunicato, un Ebitda (l’indicatore della redditività) di 6,533 miliardi con un aumento del 20,6%, un po’ inferiore al 21,8% realizzato nel 2013. I diciassette principali gruppi esteri invece hanno realizzato, sempre nel 2014, ricavi per 141,357 miliardi di euro con un più 5,7% rispetto al più 4,1% del 2013, e un Ebitda (riferito in questo caso a 15 gruppi) di 24,720 miliardi con un incremento del 18,3%, di circa un punto percentuale inferiore a quello di dodici mesi prima (più 19,2%). «Se vogliamo commentare in sintesi queste cifre», spiega David

Pambian c o st r at eg ie d’impr esa F ondata da C arlo Pambianco nel 1977, con sede in C orso Matteotti a Milano, è oggi una società di consulenza leader nell’assistere le aziende della moda, del lusso e del design nell’impostazione e attuazione dei progetti di sviluppo offrendo servizi di consulenza strategica, operazioni di merger&acquisition e nella C orporate C ommunication. Proprio per offrire una consulenza specialistica e globale, caratterizzata da elevati standard di qualità e a livello mondiale, a giugno Pambianco ha stretto un accordo di partnership con il network internazionale EY (Ernst & Young). N egli anni Pambianco inoltre ha sviluppato un sistema integrato di media cartacei e digitali, diventati un punto di riferimento per il settore. Il sito è oggi un


15 mercati

La copertina di Pambianco Magazine di marzo e un dettaglio della illustrazione di Yelena Yemchuk.

PB57 portale di news veicolate anche con la newsletter e sono stati editati prima Pambianco Magazine in italiano (6 numeri all’anno con tirature da 15 a 30 mila copie stampato da G rafiche R eggiani) e poi quello russo oltre alla Pambianco tv. Pubblica anche ricerche e approfondimenti sul settore (a cominciare dall’annuale studio sulle società quotabili) e organizza meeting e convegni. David Pambianco, 47 anni, ha cominciato a lavorare nell’azienda di famiglia oltre vent’anni fa dopo essersi laureato in Economia e C ommercio alla C attolica e dopo un’esperienza di due anni in una importante banca d’affari a L ondra. Attualmente è vicepresidente della società e direttore editoriale di Pambianco magazine, news e tv.


16 mercati

Principali Gruppi Italiani CHI È CRESCIUTO DI PIÙ % 2014 su 2013

FG o n i t n e l a V r e l c n o

M

ce a s r Ve i n a m r A

Bottega Veneta

Pambianco ha creato un sistema integrato di media cartacei e digitali che sono oggi il punto di riferimento per imprenditori e manager della moda e del lusso.

Pambianco, «possiamo dire che i fatturati dell’industria della moda e del lusso continuano a crescere ma si assiste a una, seppure contenuta, contrazione della redditività. Insomma, si guadagna un po’ meno». Questo trend vale per tutti? C ome sempre si parla di medie. Se entriamo nel dettaglio, e quindi osserviamo l’andamento delle singole aziende, vediamo che ci sono comportamenti differenti. G randi gruppi come Prada o G ucci per esempio, riferendomi ai fatturati, hanno rallentato la crescita con una contrazione tra l’1 e il 2%. Del resto quando si arriva a ricavi attorno a 3,5 miliardi di euro è evidentemente più difficile continuare la crescita. Se restiamo nel campo delle griffe italiane, sono andate invece molto bene Armani e V ersace con circa un più 16%, C alzedonia e Bottega V eneta con un aumento attorno all’11%, G eox e Dolce & G abbana con incrementi circa del 9% e soprattutto V alentino e

+19,6

+16,9

Furla

PB57

+20,3

+16 +14,9

+11,3

Calzedonia

Moncler con incrementi attorno al 20%. Se osserviamo invece i gruppi esteri, un gigante come L vmh ha archiviato ancora una crescita dei ricavi del 5,6% superando i 30 miliardi di euro, mentre la performance migliore è stata realizzata da H ennes & Mauritz con un più 17,8%. È vero, come si dice, che c’è in atto un ritorno (reshoring) delle produzioni delle griffe in Italia, in particolare sui top di gamma? L o scorso autunno abbiamo presentato una ricerca proprio su questo fenomeno, il back to Italy. Un fenomeno di cui si parla molto ma in realtà è ancora limitato. Sebbene la C ina sia diventata molto più cara rispetto al passato, anche per la rivalutazione dello yuan sull’euro, i prodotti di minor valore è impensabile che siano fabbricati in Italia. Diverso è il discorso per gli alti di gamma, che rappresentano però una parte piccola delle produzioni con numeri limitati neppure proponibili per l’industria cinese. Detto questo, è ovvio che faccia più notizia l’azienda che annuncia, come Diadora, Dior o Piquadro, l’aumento di alcune lavorazioni nel nostro Paese oppure come Prada, F erragamo, Marcolin o T od’s investimenti in nuovi stabilimenti e assunzio-

+10,9

ni in Italia rispetto ai brand che aprono un impianto all’estero. E spesso non lo fanno neppure sapere. La comunicazione, quindi, anche per questo fenomeno, come in generale per il settore della moda e del lusso, è fondamentale? N on c’è dubbio. L a comunicazione, e quindi anche il marketing e la pubblicità, sono imprescindibili per un settore avanzato come quello della moda, dove la maggioranza del valore di un’azienda è intangibile e la differenza viene data dal marchio e dall’immagine e dall’attrattività che ha sul consumatore. Un anno fa, nella precedente intervista su Print Buyer, aveva parlato di una quota di investimenti nella comunica-


Ottimizzare significa incrementare la comunicazione attraverso i nuovi strumenti digitali, e quindi Internet, riducendo gli stampati? Moda e lusso sono stati, forse, l’ultimo settore ad arrivare su Internet. Proprio perché considerano la comunicazione talmente importante temevano che l’immagine potesse essere compromessa con la comunicazione online rispetto a quella classica dei cataloghi e delle riviste. Adesso però assistiamo a un sempre maggiore utilizzo della R ete, sia come canale di informazione sia di vendita, con alcuni marchi che hanno iniziato anche a fare e-commerce.

zione che varia dal 2 al 6-7% del fatturato. Questa tendenza è stata confermata anche quest’anno? In generale credo di sì, tenendo conto che la cifra si differenzia molto per un marchio che fattura qualche decina di milioni e i grandi gruppi che fanno ricavi di miliardi. E che dentro questa voce vanno compresi oltre alla pubblicità anche l’organizzazione di eventi, l’allestimento dei negozi, le sfilate, le presentazioni, il sito, le brochure, i cataloghi e gli shooting fotografici che in media vengono realizzati ogni sei mesi e sono fondamentali all’interno delle campagne di comunicazione insieme con il messaggio per lanciare le nuove gamme di prodotto. N ell’ultimo anno, però, di fronte a una ripresa dei consumi, che in particolare in Italia ancora non si

1 ato cm 71x10 rm fo in ile ib Dispon gamma REPAP è una carta in una ampia 0 ile ib n o p is d da stampa è 10 di nuovissima gene un minimo di da razione, i spessori, da d rta ca ecologica e amica alente di una iv u q (e n dell’ambiente ro ic M e dalle prestazioni n massimo grammi ) ad u lente di una 0 0 1 uniche ed inconfon (equiva dibili. di 200 Micron A differenza della carta tradizionale, 240 grammi). ere impiegata REPAP è 100% tre ò ess e free, perché In stampa pu po ossidativo prodotta con una miscel di ti con inchiostri di pietra (carbonato a di polvere di calcio, 80%) e resine atossiche pieghi ed UV. (polie adatta per im te n e rm la o ic ad alta densità, 20 tilene rrt Pa %) che agiscono volezza, impe re u d o n o d ie da legante. che rich strappo. sistenza allo re e Repap è totalmen tà ili b a e m te impermea

Addio cataloghi, quindi? N o. L a bellezza dello stampato rappresenta ancora un must per le griffe. Però il mercato si è polarizzato. Proprio per l’avvento della comunicazione digitale, dove vengono privilegiati i video, sono crollate le tirature dei cataloghi. Il ragionamento dell’azienda del resto è semplice: se il consumatore vuole sapere chi sono e quali sono i miei prodotti può farlo navigando in R ete. Però esiste una fascia di clientela top per la quale rimane ancora fondamentale la consegna del catalogo. T irato in minori copie (se prima erano 100 mila adesso sono 20 mila o da 10 mila si scende a mille e duemila) ma al contempo sempre più ricercato e costoso. Il cliente sfogliando il catalogo deve rimanere a bocca aperta e la griffe mostrare che il lusso comincia dal catalogo. Questa tendenza riguarda anche il packaging? O vviamente. L o shopper di Prada o G ucci non può essere quello dell’Ikea o dell’Esselunga! N on ho dati sull’andamento di questo settore riferito alla moda, però si nota una tendenza molto netta: creare confezioni molto belle che possano essere riutilizzate e non buttate e che esprimano già all’esterno il valore di quello che poi contengono. N ello stesso tempo cresce l’attenzione verso materiali ecologici che, non dimentichiamo, spesso costano di più di quelli tradizionali.

REPAP

vede, e all’esigenza comunque, anche se hai un’azienda che va bene, di ottimizzare tutti i costi con una revisione continua al ribasso, credo si sia accentuata l’attenzione a risparmiare anche in comunicazione, cercando di ottenere comunque lo stesso risultato di immagine.

mercati

Il valore di un’azienda che opera nella moda è intangibile. A fare la differenza sono il brand, la sua immagine, l’attrattività che esercita sul consumatore.

da pag. 17 a pa g. 24 stampata su carta

17

bile, resistente allo stra ppo e all’usura, è morbida, non ta glia ed è 100% riciclabile.

Repap è distribuita in esclusiva per l’Italia, nei settori Grafica e Comunicazione, da: P&P- Paper & People srl,

PB57

Nato nel 2005 come punto di aggregazione e di riferimento dei professionisti della grafica, del design e della comunicazione, Paper&People è oggi il più grande centro espositivo e di vendita in Europa specializzato in carte grafiche Text & Cover e materiali di rivestimento per il packaging di lusso. Con un’offerta di oltre 2500 carte, cartoncini e buste coordinate, alla continua ricerca di supporti e proposte innovative per la comunicazione, Paper & People è anche distributore di molti marchi prestigiosi e leader a livello internazionale. www.paperandpeople.com


19 materiali

&tecniche

Qualche anno fa visitammo una bellissima mostra evento, organizzata nelle intraprendenti Marche, e più precisamente a Camerino, nella stupenda cornice dell’Auditorium di Santa Caterina, intitolata “Le regole dell’apparire e la permanenza dell’effimero”; mai titolo ci sembrò meglio rappresentare l’eterna rincorsa del settore del fashion e della moda. Gli stessi temi furono ripresi qualche anno più tardi a Venezia per il seminario “La concretezza dell’effimero: moda ed economia”. È un mondo che ruota proprio attorno a questi termini e la comunicazione non può che nutrirsene e declinarli al meglio che i materiali e le tecniche di nobilitazione consentono.

De t t a g l i

che fanno la differenza

PB57


materiali

&tecniche

20

dETTAGLI che fanno la differenza indu stri al box cura il pa ckaging del fa shion Shoe care kit di BALLY Per un paio di scarpe di altissima gamma è indispensabile un kit all’altezza. L a qualità non è solo nel prodotto in sé, ma la si può toccare con mano prima di tutto in ciò che presenta il prodotto stesso, lo custodisce e ne seguirà la vita. È per questo che è nato il cofanetto “Shoe Care Kit di BALL Y”, una confezione elegante, di classe e funzionale al medesimo tempo, realizzata in fondo e coperchio

che però al suo interno mette a disposizione dell’acquirente tutto il necessario per la cura delle scarpe. L a grafica esterna riprende il nuovo facing di Bally: carta goffrata stampata con colore istituzionale e superficie con vernice speciale ad alto effetto “gloss” che esalta la tinta e la trama. L a finitura è affidata a una stampa a caldo con logo a rilievo e cornice perimetrale. L ’interno è una vera e propria intuizione cartotecnica. Un

piano rialzato con scompartimenti separati tra loro e alloggiamenti, anch’essi in struttura rigida, dedicati a tutti i prodotti consigliati da Bally per la cura delle calzature. Una scatola che permette, a chi la prende tra le mani ancora prima dell’acquisto, di rendersi subito conto dell’eccezionalità del prodotto che ha scelto. Ed è proprio questa, in fin dei conti, la filosofia e il target principale di un packaging di lusso.

T rasformismo, immaginazione, intuito tecnico e cartotecnico: lo Shoe Care Kit di Bally è molto più di un packaging

in dustrial box: com petenza, te cnologia ma so pratt utto cura del deTT ag L iO

PB57

L ’industria cartotecnica di A rgelato (BO ) opera dal 1947 ed è una delle aziende italiane di riferimento del packaging cartotecnico ad alto valore aggiunto. G razie al know how acquisito negli anni, produce astucci e cofanetti per il settore della moda, profumeria e cosmesi. È proprio il settore della moda ad essere il primo mercato per Industrialbox. Volumi generati e numero di referenze ne sono la prova. G usto, innovazione e reattività alle sfide del mercato sono gli attributi che caratterizzano l’operato della società. L ’esperienza maturata negli anni di intensa collaborazione con i decision-maker dei principali brand della moda e del lusso ha portato l’azienda a sviluppare soluzioni di packaging esclusive per l’immagine, funzionali e distintive, caratteristiche ugualmente importanti al fine di permettere al prezioso contenuto di ogni pack di raggiungere i mercati internazionali, conservando intatte le sue caratteristiche originarie e diventando il packaging stesso veicolo dell’immagine. Industrialbox è un’azienda integrata e presidia direttamente tutte le fasi di lavorazione necessarie all’esecuzione delle più svariate trasformazioni e nobilitazioni cartotecniche: progettazione e prototipazione, prestampa, stampa offset, offset UV, cold foil (foil a freddo), stampa a caldo, goffratura, accoppiatura, fustellatura, assemblaggio, piega-incollatura e resa del prodotto in lotti pronti per l’alimentazione delle linee di confezionamento del cliente finale. L ’expertise maturato, una profonda conoscenza della domanda di mercato e tanta passione sono gli ingredienti che animano il team tecnico di Industrialbox che ha come unico obiettivo la massima soddisfazione del cliente in tutte le fasi del progetto. L e certificazioni ISO 9001 e F orest Stewardship Council (F SC) rendono Industrialbox il partner ideale per tutte quelle società che hanno come obiettivo primario la responsabilità sociale e ambientale. www.industrialbox.bo.it

BARR ETT vuole la radica Segno di calore, eleganza e qualità, il legno pregiato e l’abilità di lavorarlo sono la prova di un “saper fare” acquisito nel tempo. L a scatola di Barrett è una perfetta sintesi di tutte queste qualità. Una trama stampata con colori speciali che riprende fedelmente la texture della radica; la plastica opaca per dare il giusto tocco e la finitura con stampa in oro caldo del logo sono gli elementi che compongono l’immagine del packaging. Ma anche all’interno tutto è studiato per assicurare alla scatola rigida un alto livello di qualità: questo, sia per una mirata scelta di marketing, sia allo scopo di conservare al meglio le calzature. Infatti, è per queste ragioni che anche il rivestimento interno è realizzato con i medesimi criteri dell’esterno. Dal punto di vista cartotecnico, questa scatola rigida è, pur nella sua linearità, espressione anche di estrema robustezza. I cartoni impiegati sono tutti di alto spessore per assicurare una consistenza capace di trasmettere al cliente l’importanza del prodotto scelto.


&tecniche

conti tipoco lor per ALEXAN DER mcQUEEN D opo il Metropolitan Museum di N ew York, anche il Victoria & Albert Museum affida all’azienda fiorentina il volume su Alexander McQueen.

F iglio di un tassista, A lexander McQueen è già stato consegnato alla storia come uno dei ragazzi prodigio ad aver abbandonato precocemente una scuola frustrante per entrare in un mondo del lavoro che ha invece saputo esaltarne le doti. A sedici anni lavorava per Savile R ow, poi per G ieves & H awkes e per i celebri costumisti teatrali A ngels & Bermans, per giungere a Milano all’età di vent’anni per lavorare per R omeo G igli. N el 1992, a 23 anni, ritorna a L ondra per completare la propria formazione presso la prestigiosa Saint Martin’s School of A rt, dopodiché viene assunto come direttore creativo di G ivenchy al posto di John G alliano, dove, fra alti e bassi, rimarrà fino al 2001, anno in cui lascerà la maison definendola costrittiva per la propria creatività. In questo periodo McQueen fa conoscere il proprio nome nella scena dell’alta moda con sfilate trasgressive e scioccanti, al punto di essere definito “l’hooligan della moda”. Sua la provocazione con la modella A imee Mullins, amputata delle gambe, che ha sfilato su protesi in legno finemente intagliato. Dal 2001 lo stilista era entrato a far parte del gruppo fiorentino G ucci. Scomparso prematuramente nel 2010, McQueen lascia un’opera artistica pregevole a cui sono state dedicate due mostre, la prima intitolata “A lexandre McQueen, Savage beauty”, allestita dal Metropolitan Museum of A rt di N ew York, a poco più di un anno dalla scomparsa; la stessa mostra è stata riproposta al Victoria & A lbert Museum di L ondra, la scor-

materiali

dETTAGLI

che fanno la differenza

21

Un volume cult stampato da Conti Tipocolor, vera e propria eccellenza nella stampa d’arte.

sa primavera e rimarrà aperta fino al prossimo 15 agosto. Per entrambe le occasioni Conti T ipocolor, una delle eccellenze italiane nel segmento dell’editoria d’arte, è stata protagonista della stampa dei volumi che accompagnano l’evento. Per il primo volume, distribuito negli Stati Uniti dalla Yale University Press, si è stampato su una G ardapat Kiara da 135 grammi alternando cromie a neri policromici. L a copertina cartonata, rivestita in Cialux di Manifattura del Seveso, era caratterizzata dall’applicazione di un’aggressiva immagine lenticolare, con un duplice soggetto che passava dal volto di McQueen a un teschio in titanio. Il libro, diventato un cult nel mondo della moda, è stato ristampato più volte e viene tutt’oggi ricercato nelle librerie specializzate di tutto il mondo. In distribuzione da poco invece l’edizione – completamente diversa – legata alla retrospettiva del Victoria & A lbert Museum, distribuito negli Stati Uniti da A brams, la quale presenta una copertina cartonata rivestita in Wibalin N ero, con un doppio passaggio di lamina a caldo, tono su tono con il nero lucido per simulare le pelli lavorate dallo stili-

sta e una lamina bronzo per il titolo. Per questa seconda edizione Conti T ipocolor ha curato anche l’edizione in brossura cucita. O ggi il marchio A lexander McQueen, grazie alla crescita in A sia e al successo dei prodotti in pelle, è proiettato ai 500 milioni di euro entro i prossimi tre-cinque anni a conferma del trend di crescita degli ultimi anni: da meno di 50 milioni di euro di vendite del 2012 agli oltre 250 milioni

del 2014. L a strategia distributiva prevede il raddoppio dei negozi diretti: da 48 a 90. L e vendite per metro quadrato dovrebbero invece passare da 15 mila a 20 mila euro, mentre si stima che la quota delle vendite online salirà dal 2 al 10 per cento. www.contitipocolor.it

PB57


materiali

&tecniche

22

PB57

dETTAGLI che fanno la differenza studio f aso li, omaggio al signor nino Un protagonista indiscusso della scena internazionale, maestro dei grandi maestri della moda italiana, N ino Cerruti meritava uno sforzo creativo e una ricerca nei materiali accurata. Commissionato da L anificio F .lli Cerruti e da Pitti Discovery, il kit di invito all’evento “Il signor N ino”, la prima mostra dedicata alle idee, alle produzioni e allo stile di N ino Cerruti, uno dei grandi protagonisti della moda maschile italiana da quasi cinquant’anni, è stato interamente curato per la realizzazione da Studio F asoli & Co. di Verona su progetto di Diego Soprana di Studio F antastico, designer che si è avvalso della mano di A ntonio Pippolini per le illustrazioni, stimolati dalle aspettative per un evento tanto atteso quanto unico. «H o messo in mostra il mio guardaroba personale degli ultimi 50 anni dietro il suggerimento di R affaello N apoleone. Ma questi vestiti raccontano anche l’evoluzione della moda e del costume maschile degli ultimi decenni». È proprio “il signor N ino” (Cerruti) a parlare. «È storia ed è la mia storia, con tutto quello che è successo intorno e come io l’ho vissuto». L ’evento, tenutosi negli spazi d’eccezione del Museo Marino Marini a F irenze, dal 16 giugno al 3 luglio, ha portato in scena uno storytelling curato dallo stesso N ino Cerruti insieme ad A ngelo F laccavento. «Il Signor N ino è una lunga storia raccontata al presente», dice R affaello N apoleone, ad di Pitti Immagine, «perché la moda di N ino Cerruti è un esempio di eleganza naturale e non ostentata che si radica nell’oggi e potenzia il suo significato in un contesto come Pitti Uomo, dove la riflessione sullo stile e le sue evoluzioni è da sempre un tema essenziale». Il coordinato di invito e welcomekit è stato realizzato con vari supporti fra i quali Materica G esso di F edrigoni e Jacron, un materiale impiegato nell’abbigliamento per realizzare i passacintura. L a busta dell’invito, in Materica G esso, stampata a due colori, nero più fluo arancio, riprendeva il tema cromatico dell’installazione nel Museo. A ll’interno della busta un quartino di presentazione dell’evento, sempre in Materica G esso, più la card invito, un multistrato ottenuto per accoppiamento della Materica con il Jacron bian-

È realizzato con vari supporti, tra i quali Materica G esso di F edrigoni, il welcome-kit della mostra su N ino Cerruti. co con finitura vintage, stampato in coordinato a due colori. A ll’ingresso dell’esclusivo vernissage della mostra ai partecipanti veniva distribuita una pochette ottenuta da una busta rinforzata da due quadranti applicati alla bodoniana a dare consistenza al tutto. Sul piatto, rivestito sempre in Jacron, il logo dell’evento in lamina nera opaca. A ll’interno una brochure tecnicamente mol-

to articolata composta da copertina in Jacron stampata con interno in Materica G esso, alternata a Mantegna avoriata di Cordenons intonsa (bordo sfrangiato rifilato ad acqua) e una carta kraft calandrata, bianca, da 30 grammi, stampata in quadricromia. Seguiva un segnalibro sempre in Materica e un poster in carta kraft bianca superleggera. www.studiofasoliverona.it


La nota casa newyorkese si affida da tempo alle competenze e alle cure tipografiche italiane, anche se il pezzo forte della produzione manca ancora all’appello, ed anche in Germania se c’è da garantire il codice cromatico si valicano le Alpi. Dal 1837 i capolavori di T iffany & Co. hanno dettato lo stile e celebrato le più grandi storie d’amore del mondo, e la comunicazione a supporto richiede di essere rigorosamente in linea con lo stile della maison. Il pezzo forte del set di strumenti di comunicazione di T iffany è sicuramente il Blue Book, lo storico catalogo che ha visto la luce la prima volta nel 1845, e che da allora, ogni anno, presenta al pubblico mondiale le creazioni di impeccabile fattura e stile della stagione. Questi capolavori, composti da gemme molto rare, sono attesi con trepidazione dagli intenditori di tutto il mondo, che accorrono da T iffany per essere i primi ad ammirare e acquistare questi esemplari unici. E chi non può recarvisi di persona le può valutare sui curati ed esclusivi cataloghi della casa. L a realizzazione del Blue Book però non rientra quest’anno fra le produzioni made in Italy. Discrezione in proposito alla G rafiche Milani, a cui tengono molto alla riservatezza, che da due anni cura invece per il gruppo americano la produzione di un altro grande classico primaverile, il T his is a T iffany R ing, il catalogo della collezione anelli, di cui esiste anche la A pplications scaricabile su iT unes, che guida alla scelta del modello ideale. Per la realizzazione del catalogo, un cartonato a dorso quadro in formato cm 15,5 x 20, stampato in quadricromia più vernici alternando carta patinata a uso mano, Milani ha fatto produrre una speciale fornitura di tela di rivestimento Cialux® di Manifattura del Seveso, in colorazione corporate Blue T iffany (vedi box a lato). N egli stessi giorni, dai tipi della Printer T rento, usciva invece una speciale edizione limitata dell’editore tedesco T aschen, dedicata alla stupenda A udrey H epburne, icona del lusso semplice e della moda indissolubilmente legata al marchio T iffany, a cui è dedicata in questi giorni una mostra foto-

&tecniche

Per il Bl ue T iffan y si pre dilige l’ Italia, an che se man ca an cora la chi cca …

materiali

dETTAGLI

che fanno la differenza

23

Verde o Blue T iffany?

grafica aperta fino al prossimo 18 ottobre, alla N ational Portrait G allery di L ondra, intitolata “A udrey H epburn: Portraits of an Icon”. Si tratta di 75 meravigliosi scatti di R ichard A vedon e Irving Penn, più copertine i e poster dei suoi famosissimi film fra cui il cult “Colazione da T iffany” e molti altri. L ’edizione, un cartonato a dorso tondo in formato cm 24 x 30, è rivestita invece in F edrigoni Imitlin T ela, stampato in Pantone 1837, “Una vera narrazione visiva a 360 gradi dalle immagini celebri della diva a quelle inedite di madre

e moglie” racconta L uca Dotti, 45 anni, figlio dell’attrice, nato dal matrimonio della H epburn con lo psichiatra italiano A ndrea Dotti. Una piacevole incursione nel mondo fatato di H olly G olightly, la protaggonista del romanzo Colazione da T iffany di T ruman Capote, da cui è tratto il celebre film. Del resto, di questi tempi, chi non vorrebbe trascorre un po’ di tempo nel “miglior posto del mondo, in cui non può accadere niente di brutto”?

Milani, la stam pa come forma

espre ssiva

Il caso G rafiche Milani è una fusione di eccellenza, passione e forte cultura della stampa come forma espressiva più che come processo industriale. L ’azienda fondata a Milano nel 1906 da F rancesco Milani e G iuseppe G ilardi, e successivamente guidata da Edoardo, è oggi gestita dalla terza generazione della famiglia con G iuseppe e N icola. O ggi è una delle realtà più dinamiche del panorama arti grafiche nazionale, all’avanguardia nel settore grazie a una continua ricerca su materiali, applicazioni e soluzioni, e investimenti in tecnologia innovativa, stimolati da una esigente clientela internazionale, in particolare nei settori della moda, della gioielleria e orologeria e del lusso. O ltre al prodotto in catalogo, si misura sui materiali per il punto vendita di tipo cartotecnico e sulle edizioni di fascia alta. I fattori di distinzione di G rafiche Milani sono il presidio dell’intera filiera e delle nobilitazioni, un processo produttivo rigorosamente sotto controllo a partire dalla fedeltà alle prove colore certificate. G razie alla stimolante collaborazione con i più prestigiosi grafici e designer del mondo, realizza per il cliente prodotti di comunicazione davvero unici. G rafiche Milani ha recentemente investito nella nuova tecnologia di stampa offset H -UV, ideata da Komori con la partnership di T oyo. Si pone ai vertici della qualità di stampa, lucentezza dell’inchiostro e altissimo contrasto, utilizzando i nuovi prodotti giapponesi ad elevata concentrazione di pigmento.

Per Pantone è Blue T iffany ed ha per numero identificativo l’anno di fondazione della casa statunitense (PMS 1837). Certo è che è un colore indissolubilmente e inequivocabilmente legato alla Maison che, in oltre un secolo, l’ha reso sinonimo di eleganza e raffinatezza, nonché di benessere e ricchezza. Dall’anno della sua invenzione e diffusione, è stato in grado di raggiungere tutti i settori del fashion system: dagli abiti agli accessori, senza dimenticare le unghie e il make-up; il richiamo a questa tonalità, tuttavia, ha conquistato anche altri ambienti: infatti, negli ultimi anni, si è registrato un aumento di matrimoni e altre celebrazioni che hanno poggiato la loro base su questa nuance. L a prima volta che il noto brand americano ha utilizzato questo colore coincide con la pubblicazione del primo Blue Book, nel 1845. Da allora T iffany & Co. ha sempre usato la tinta per tutti i suoi materiali promozionali, comprese le famose borse e scatole. Il Blue T iffany venne scelto proprio dal fondatore Charles L ewis T iffany per la copertina della prima edizione Blue Book.

PB57


tendenze

ato

24 C’è v o g l ia d’It al ia n el mo n do e dei n o st r i co l o r i, v o g l ia di Gi ott o e di L eon ardo . C’è v ogl ia del r o sso Valent ino , del g ial l o di V er sace e del bl u del mar e di Capr i. C’è v o g l ia del no str o saper f are e dell a no str a gr ande q ual ità di st ampa. Massimo Caiazzo , v icepre sidente dell ’Intern at ion al Asso ciat ion of Color Con sult ant s, ci spieg a che l a cultur a del co lore no i it al ian i ce l ’abbiamo nel Dn a. E il mondo ce l a inv idia.

I colori dell’Italian Style Bastano pochi minuti di chiacchiere, quelle che si fanno di solito prima di cominciare un’intervista, per capire che Massimo Caiazzo, designer, docente di cromatologia e vicepresidente dell’International Association of Color Consultants, è molto più che un esperto, un progettista… lui è anche un poeta del colore, il suo linguaggio attinge a immagini poetiche, assonanze, rivelazioni, il suo discorrere è una trama fitta di collegamenti, assomiglia a un’onda, aggiunge ogni volta qualcosa all’argomento successivo, come l’onda porta a riva sempre nuovi doni. È difficile traghettarlo su discorsi legati al mondo delle aziende, al mercato, alla comunicazione, ma ci proviamo.

PB57

Del colore parla volentieri, ci mancherebbe, lo fa con passione, ma a modo suo. Come un poeta sceglie parole che spalancano immagini, diventano

di Anna Aprea

esse stesse colori, sensi, desideri. E tanto per darci un assaggio, quando gli chiediamo da dove possiamo cominciare, magari ci dica cosa è per lui il colore, spiega che parlare di colore significa innanzitutto prendere atto del suo mistero, dell’inspiegabile processo di sublimazione che lo rende rito, memoria, simbolo, emozione. L a parola colore, dice, deriva dal latino celare, nascondere, letteralmente “fare in modo che una cosa non appaia agli occhi altrui”, dunque l’etimologia ne sottolinea gli aspetti misteriosi, a volte esoterici, che da sempre hanno affascinato l’uomo. Q ual è allora la chiave per aprire questa porta misteriosa? Cultura, formazione, storia dell’arte, non ha dubbi Massimo Caiazzo. N on dimentichiamo, avverte, che l’argomento colore si colloca al crocevia tra diverse discipline ed è pertanto un limite considerarlo solo dal punto di vista estetico: attraversa ogni campo del sapere, dalla filosofia alle scienze naturali, dalla biologia alla medicina, dall’antropologia alla psicologia, dalla fisica alla chimica fino alle arti applicate. È un prezioso strumento per comprendere l’uomo e la sua storia. Soffermiamoci, gli chiediamo, sulla cultura progettuale del colore come sintesi delle diver-


25 tendenze

se discipline, come paesaggio emozionale che condiziona e influenza la nostra percezione delle cose del mondo. Q ual è l’approccio giusto al mondo del colore per chi si interessa di grafica e di arte, di comunicazione in genere? Bisogna intanto capire che il colore non è decorazione, ribatte, la modernità e la cultura tecnocratica non sono il veicolo giusto per affrontare l’argomento, e dobbiamo smetterla di pensare ai colori Pantone. Perché mai? Perché Pantone è un brand, dice, ma in fondo è solo un catalogo utile per l’aspetto tecnico – se non ci fosse Pantone certo non ci sarebbe alcuna garanzia sulla riproducibilità dei colori – ma c’è poi l’aspetto semantico del colore, e per questo progettisti e designer dovrebbero fare riferimento alla ricchezza del nostro patrimonio cromatico. Bene, ci spieghi a quale dei percorsi stilistici della grande arte italiana dobbiamo fare riferimento. C’è un filo che parte dall’arte greca, va a G iotto e, attraverso Masaccio e Brunelleschi, giunge a L eonardo, a Michelangelo. «Diciamo che l’Italia ha sempre espresso, nella sua storia, un patrimonio cromatico notevole e diversificato, che va dal rosso Pompeiano al rosso di V alentino, passando per T iziano e la F errari; dal giallo di N apoli al giallo V ersace o L amborghini; dal blu di G iotto o del mare di Capri a quello del G uercino o di Bulgari; dal verde di Paolo V eronese al verde veneziano; fino al nero di Caravaggio e al nero Armani».

Massimo Caiazzo, v icepre sidente IACC, esperto del colore, progett ist a

È nato a N apoli nel 1966, ma vive e lavora a Milano dal 1990 («vivo bene a Milano, anche se sto in campagna, ho sostituito il blu del mio mare con il verde della campagna lombarda»). È vicepresidente di IACC, International Association of Color Consultants; direttore del Magazine Color Date, titolare della cattedra di Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di V erona e, a Milano, svolge corsi di approfondimento sul colore nella progettazione. N ella sua attività di Color Consultant ha sviluppato studi cromatici in numerosi settori: nautico, automobilistico (F iat 500, L ancia Y), arredo urbano, architettura d’interni pubblici e privati, moda (Etro). H a ideato molte mostre di successo tra cui “Essere-Benessere” alla T riennale di Milano, “N ormali Meraviglie” a G enova, “T he Art of Italian Design” ad Atene. H a partecipato alla Biennale di Architettura di V enezia e suoi lavori sono esposti nelle collezioni del Museum fur Kunst und G ewerbe di Amburgo, del Musèe L es arts D ècoratif del L ouvre e del Museum 4th Block of ecological art di Kiev.

Come dire che tutto affonda le radici nella nostra arte? «Certo, io resto sempre scioccato quando guardo la Scuola di Atene». Si riferisce all’equilibrio compositivo o alla possibilità di conoscere la V erità cromatica che R affaello ci suggerisce? «Mi riferisco al fatto che nessuno si lascia più meravigliare dall’arte, nessuno riflette più sulla prospettiva. Parafrasando la saggezza popolare, noi italiani

PB57


26 tendenze

Villa dei Misteri, Pompei, I Secolo. Il rosso pompeiano si otteneva con il cinabro e il minio oppure scaldando l’ocra gialla. Una suggestiva, recente ipotesi suggerisce che lo sfondo degli affreschi delle ville fosse in origine giallo, diventato poi rosso durante l’eruzione del Vesuvio. Fortunatamente, il colore che appare oggi è sempre il rosso pompeiano.

PB57

Cappella degli Scrovegni, Padova, Giotto, 1315. “Colore nobile, bello, perfettissimo” scriveva Cennini, nel suo L ibro dell’arte. Si riferiva al Blu di Giotto che nella Cappella degli Scrovegni, contrapposto ai toni caldi e all’oro, esalta i personaggi del Vangelo.

siamo come i proprietari di un castello che hanno deciso di vivere in cantina». Allora ci dica cosa possiamo portare nel mondo: cominciamo dai colori? In Italia il colore è sedimentato nell’intelligenza collettiva, è una delle molte sfaccettature del nostro saper fare: nella moda, nel design, nell’alimentazione. È una preziosa eredità che andrebbe però meglio valorizzata. Come? Dobbiamo tornare alle nostre tavolozze, all’utilizzo dei contrasti cromatici, per esempio, dobbiamo imparare a pensare alle tavolozze di Capri e di Portofino; dobbiamo sapere che il colore ha la capacità di modellare la luce e viceversa la luce modella l’energia dei colori. Come un fiume in piena continua… D obbiamo recuperare

il mondo greco e romano, studiare la pittura tonale dell’arte veneziana che ci insegna l’accostamento cromatico e dunque la possibilità di creare atmosfere solo mettendo insieme i colori (se si accorda un verde a un rosso i due colori sembrano complementari e si esaltano a vicenda); dobbiamo imparare la forza espressiva della luce artificiale che la tecnologia ha posto nelle nostre mani e che influenza il colore. L a cultura cromatica non s’improvvisa. N on basta dire sono un grafico, sono un web designer. Bisogna studiare. Solo una formazione specifica e interdisciplinare offre gli strumenti necessari a soddisfare, nei vari ambiti della progettazione, le esigenze funzionali ed estetiche che consentono di ottenere una piena integrazione cromatica

tra uomo e ambiente, tra uomo e prodotto. Per formulare un progetto efficace sono necessarie conoscenze umanistiche e scientifiche in grado di guidare il designer nella scelta delle tecniche e dei materiali più idonei. Q uale ruolo svolge la stampa, dal punto di vista tecnico s’intende, rispetto alla cultura del colore, inteso come veicolo simultaneo di tutte le dimensioni


27

Nelle arti applicate, l’Italian Lifestyle è identificato in primo luogo con la moda. Erede di un’eleganza che ritrova le proprie radici nell’antica tradizione tessile ricca di colore e dettagli raffinati. Dagli antichi Broccati e alle sete dai colori vividi e profondi fino al Rosso di Valentino o alle tavolozze policrome di Pucci e Ferragamo.

del reale, compresi i sensi? L a tecnologia ci offre oggi molte possibilità, spiega, per esaltare i colori o sovrapporli, persino creare effetti sensoriali e tridimensionali con il solo uso delle tecniche di stampa. O ggi ci troviamo davanti a una moltiplicazione vertiginosa di possibilità offerte dalla tecnica, ma per contro, nel mondo stesso della stampa, si sperimenta poco, si sta perdendo l’artigianalità, l’attenzione al dettaglio, la voglia di provare; si sta perdendo quel saper fare minuzioso che ha fatto della stampa italiana la migliore del mondo. Q uando si viaggia sempre come me, conclude, ci si accorge subito che c’è voglia di Italia nel mondo, voglia anche della stampa italiana, ci si accorge che le aziende mettono a disposizione i loro budget più importanti per il design italiano, per ottenere qualcosa che li faccia somigliare all’Italia, che è per loro un mito, un mondo favoloso. L ’Italian L ife Style, il nostro saper fare e saper vivere, è un’Araba fenice che tutti cercano. E di questo desiderio, nella mia vita in giro per il mondo, ne faccio esperienza tutti i giorni.

tendenze

In Italia sono nate molte tra le automobili più belle ed esclusive, caratterizzate da soluzioni di design innovative e brillanti combinate con elevate prestazioni. Tanto da essere considerate vere sculture, come la Cisitalia 202 GT del 1946 Rosso Corsa di Pininfarina esposta al Moma di New York.

Caiazzo è appena tornato dall’Istituto di Cultura Italiano di Washington dove il 21 maggio ha tenuto una conferenza dal titolo I colori dell’Italian Lifestyle. A proposito Massimo, accetti un giochino, e ci dica a quali colori possiamo fare riferimento nella nostra vita. Mai accettare la dittatura di un solo colore è un fondamento dell’essere italiani, risponde, svegliarsi col rosso F errari, poi guardare il verde della nostra natura per difenderla, rivolgersi al blu di G iotto per i momenti di riflessione e poi il bianco…Insomma i colori della maschera di Arlecchino.

PB57 IACC per il co l o r e IACC è la più antica e autorevole istituzione internazionale finalizzata alla diffusione della cultura progettuale del colore. L ’Associazione prepara e accredita progettisti e consulenti del colore che operano principalmente nell’ambito dell’architettura del design e in tutti i settori in cui il colore riveste un ruolo fondamentale. Da oltre cinquant’anni IACC organizza corsi di alta formazione e promuove il riconoscimento delle figure professionali del Colour Consultant e del Colour Designer. N el gennaio 2011 è stato avviato anche in Italia il programma di formazione di IACC che prevede lo studio di diverse discipline correlate con il colore e tutte le sue sfaccettature: dal rapporto con la luce negli ambienti fino alle sue applicazioni nel marketing. Per conseguire il Diploma IACC è necessario frequentare il ciclo completo di quattro seminari e presentare una tesi di laurea finale con conseguente valutazione di idoneità da parte di una commissione speciale composta da esperti di varie nazioni.


creativi

&creature

30

stefano

torregrossa

È nato a Verona nel 1978. Laurea in F ilosofia e Master in Creazione d’Impresa. Brand Design, Print Design, Packaging le sue specialità. E non solo, negli anni ha sviluppato particolari competenze in T ypography, Copywriting e nella comunicazione aziendale. Insegna A dobe InDesign all’Istituto Universitario Salesiano Venezia ed è docente di Laboratorio A dobe InDesign presso il Master Universitario in Editoria, all’Università di Verona. «Ma non è la conoscenza di InDesign a fare un designer» precisa «ci sono l’intuizione, la visione, lo studio, la cultura, il desiderio di novità. La voglia di stupire, la capacità di pensare lentamente e lavorare velocemente». www.onicedesign.it

PB57 di A nna Ap rea


&creature

Quando aveva solo dieci anni Stefano giocava con le pubblicità, ne ritagliava attentamente le sagome dalle riviste; a quindici era direttore di un piccolo giornale del liceo; a venti, studente di F ilosofia, impaginava il mensile Zero. Un destino annunciato quello della grafica? «N on proprio» dice «anche se sono sempre stato un nerd appassionato di arte, musica e computer». Ecco perché, dopo la laurea in F ilosofia e un Master in Creazione d’Impresa, Stefano si ritrova, a 23 anni, a dover fare una scelta: fare l’insegnante, il ricercatore, accettare la proposta di uno stage in una grande azienda dove avrebbe potuto fare un’esperienza di marketing o andare in un piccolo studio di comunicazione di Vicenza. N on ha dubbi: il cuore parla chiaro, Stefano vuole scoprire l’universo del design, della grafica, della tipografia. Pochi giorni di adattamento ed è subito colpo di fulmine. A more a prima vista, sindrome tipografica, come vogliamo chiamarla? «Sì, sono davvero malato di tipografia» confessa «sono uno che al ristorante commenta sempre il carattere con cui è scritto il menù, e in ogni caso lo step zero di ogni mio lavoro comincia sempre da un ragionamento sui caratteri». Dal 2005 Stefano lavora come freelance: ufficio in casa, spazi e tempi condivisi con Chiara, sua moglie, e con i bimbi, Zelda e Milo.

creativi

UMAN IZZARE UN BRAN D è AN DARE A L CUORE DELLA CO MUN ICA ZIONE

31

Pesante la vita da freelance? Sì, è stata dura all’inizio e lo è ancora oggi: col tempo ho scoperto che il graphic design non è fatto di idee perfette, clienti fantastici e budget milionari: è soprattutto duro lavoro, costante aggiornamento, capacità di osservazione, empatia col cliente, intuizione, conoscenza dei processi di produzione. La vita da freelance è una missione difficile, ma è il modo migliore di fare questo mestiere: ti mette in prima linea, ti costringe a essere il migliore, ti abitua alla sfida, alla rapidità di reazione. Ha appena concluso un bel lavoro sull’immagine coordinata (dal logo al web, dalle T -shirt ai poster, al materiale corporate) di O penservice, una piccola software house divenuta nel giro di poco una grande azienda di respiro internazionale, che si occupa di marketing di prossimità, predictive marketing e audience screening. Qual è stato l’obiettivo di questo lavoro? Umanizzare il brand. In sostanza, rendere tutto ciò che è corporate (tecnologia, software, innovazione) una informazione secondaria rispetto al vero cuore della comunicazione, che è umano: persone che si parlano, che rispondono in assistenza, volti e voci che interagiscono sui contenuti. Lo stesso spirito che si vuole trasmettere alle aziende clienti nei confronti dei loro customer: non più una visione corporate generalizzata dei clienti, ma un rapporto one-to-one, per nome e cognome, con ogni singolo individuo. Da quale snodo hai cominciato? Si tratta in questi casi innanzitutto di capire l’azienda, i suoi valori, gli aspetti commerciali, gli obiettivi d’immagine, la tecnologia. Io sono uno che dialoga con il cliente perché mi propongo di interpretare profondamente le sue esigenze.

PB57


creativi

&creature

32

Il vecchio logo dell’azienda.

La tua laurea in filosofia ti dà qualche vantaggio in questo? Se una persona ha un suo impianto culturale è sempre avvantaggiata: sa per esempio che mai potrà rinunciare alla formazione, alla cultura. Lo studio e l’approfondimento sono fondamentali molto più della banale competenza nei software. Per Openservice sarai certo intervenuto anche sulle scelte tipografiche? N on c’è dubbio. Per farlo sono intervenuto radicalmente su diversi aspetti: tipografia, pay-off, immagni, icone. La scelta del nuovo corporate typeface è caduta su PF Beau Sans Pro (Panos Vassillou, 2006). Leggibilissimo anche a piccole dimensioni, moderno, geometrico, ispira ordine, stabilità, tecnologia, equilibrio. A l contempo, ha una forte connotazione umana, quasi calligrafica (guardate la curva della G , la forma delle ascendenti minuscole, la curiosa testa della r, la coda della Q). È molto versatile, perché disponibile in numerosi pesi e misure, e con un ampio supporto multilingua. N ella versione Black maiuscola è particolarmente forte, assertivo, propositivo. E per quanto attiene al pay-off, che tipo di intervento hai fatto? Ho sostituito la O iniziale di O penservice con una O tonda in Beau Sans. La stessa O , accompagnata da una virgola, diventa lettera finale di Hello, che, abbinato a Innovation, diventa nuovo pay-off più inclusivo delle tipicità di O penservice. “Hello Innovation” stringe un legame più confidenziale e, appunto, umano con l’utente. Come mai hai deciso di utilizzare nell’impianto grafico le foto degli operatori di Openservice? Perché non è l’azienda che parla e risponde a mail e telefono, sono le persone a farlo. A ncora una volta, è la relazione interpersonale al centro. T utte queste immagini sono trattate con un bianco e nero fortemente contrastato, perché non diventino invadenti nei toni colore. Devono restare, appunto, in secondo piano rispetto al contenuto della comunicazione interpersonale che viene stabilita. Sul lato corporate, invece, ho preferito immagini più evocative: barche che sfidano le onde, colore e idee, volti di persone. Per raccontare con emozioni anziché con parole.

PB57

C’è un tocco di turchese in tutta la linea di prodotti che hai progettato… Sì, la scelta del turchese (blu+verde) unisce da una parte le caratteristiche proprie delle tinte fredde blu – professionalità, tecnologia, stabilità, forza, affidabilità – con quelle dei verdi – equilibrio, energia, rinnovamento, natura e quindi umanità. Il colore turchese, tuttavia, è utilizzato in pochi elementi, per premiare invece un tono neutrale grigio molto leggero: l’intenzione è di premiare il contenuto più che il contenitore. O penservice non si impone ma accompagna, non nasconde e non distrae ma riporta l’esperienza dell’utente, il contenuto e l’utente stesso sono al centro della sua comunicazione, spostando le proprie funzioni, applicazioni e prodotti in secondo piano. Stefano, dopo 13 anni di lavoro, quali sono i punti fermi che hai acquisito nella tua professione? Ho capito tante cose: che più imparo più sento l’esigenza di condividere; che è fondamentale conoscere i giusti mezzi per tradurre un’idea in un prodotto riproducibile ed efficace dal punto di vista della comunicazione; che i software sono solo strumenti, non è la conoscenza di InDesign a fare un designer, lo sono l’intuizione, lo studio, la voglia di stupire.

La O iniziale di Openservice in Beau Sans è stata sostituita con una O tonda creata ad hoc. La stessa O, accompagnata da una virgola, diventa lettera finale di HELLO che, abbinato a INNOVATION, diventa il nuovo pay-off in linea con le tipicità di Openservice. “Hello Innovation” stringe un legame più confidenziale con l’utente.


creativi

&creature

NE LL’IMMAG INE COOR DINATA T UTTO CO MIN CIA DA UNA SCELTA DI CARATTERE

33

PB57 Lo spirito del progetto è quello di trasmettere attenzione a ogni singolo cliente dell’azienda: non più una visione corporate, generalizzata dei clienti, ma un universo di singoli individui, con i quali si ha un rapporto one-to-one.


rubriche

34

STAMPA ONLINE News

Pixartprinting: basse tirature e prezzi competitivi per la stampa di libri È dedicato a piccole case editrici, copisterie che stampano tesi, scrittori emergenti e chiunque voglia rilegare e stampare studi, atti di convegni, documenti, elaborati, raccolte di articoli, romanzi, saggi, ricette. Si tratta del nuovo servizio firmato Pixartprinting che propone la stampa online di libri a prezzi concorrenziali anche in basse tirature, a partire cioè da 10 copie. Avete molti concorrenti su questo fronte, ma siete entrati con un’offerta forte nel segmento della stampa di libri online, come è stato possibile? «Grazie all’implementazione di linee di produzione dedicate di ultimissima generazione» risponde Andrea Pizzola, Sales & Marketing Director Pixartprinting

«possiamo proporre soluzioni competitive in termini di prezzo e quantitativi minimi che altri player non offrono sul mercato». Il servizio è già attivo, basta andare nella sezione dedicata dell’eshop, scegliere la copertina (ce ne sono per tutti i gusti, con o senza alette, plastificate opache o lucide, a colori o in bianco e nero), decidere il formato… e il libro è fatto. Sarà realizzato con brossura cucita a filo refe che garantisce la massima qualità di rilegatura e una lunga durata. Per chi ha esigenze di personalizzare prodotti editoriali in tirature più elevate le opzioni sono ancora di più, sia per quanto attiene alla carta che alle rilegature, e non

solo. Le garanzie sono quelle che contraddistinguono Pixartprinting: eccellente qualità di stampa dovuta a tecnologie d’avanguardia, tempi di consegna rapidi e garantiti, customer service pre/post vendita.

Etichette, cartellini e cataloghi per i fashion brand

PB57

I fashion brand, con le loro strategie di comunicazione, stimolano tendenze, desideri, trasformano il nostro stile di vita. Accanto al punto vendita, uno dei luoghi per lo storytelling, ci sono altri strumenti di comunicazione più unconventional ma altrettanto preziosi per le informazioni che contengono, e ancora più per la brand identity. Stiamo parlando dei cartellini ed etichette che con le loro mille forme, tonalità, materiali, esaltano la qualità dei capi, comunicano l’immagine e i valori del marchio. Pixartprinting, partner tecnologico per la stampa, amplia costantemente il catalogo per rispondere ai bisogni e ai trend emergenti del mercato. Tra le numerose proposte, diverse le soluzioni in grado di soddisfare le esigenze del settore moda. Oltre a prodotti mirati per la comunicazione sul punto di vendita e il packaging, sull’e-shop si può trovare un’ampia offerta che spa-

zia dai cartellini alle etichette, ai cataloghi. Materiali, forme, finiture e colori sono solo alcuni degli elementi di customizzazione dei cartellini, disponibili in carta o in PVC. Oltre alle etichette in bobina, Pixartprinting offre etichette resinate ampiamente personalizzabili realizzate con le più avanzate tecnologie a seconda delle specifiche esigenze: stampa digitale in quadricromia e taglio con cutting plotter o stampa in serigrafia, con successiva fustellatura. Fondamentali per veicolare il mood delle nuove collezioni sono i cataloghi, facilmente realizzabili e ordinabili online con la garanzia di elevati standard qualitativi. Basta scegliere la tipologia di rilegatura, la carta, la grammatura, le caratteristiche della copertina (plastificata, a più colori…) e il quantitativo desiderato per realizzare il proprio progetto di comunicazione anche in 24 ore.


35 stampa

5+1 consigli per... F ashion Photography Pa r eg g ia r e l e l u c i, c o r r eg g er e il pu n t o di bianco , elimin are domin anti e dist onie ma a n c h e sc eg l ier e l a c a r t a e l a t ec n o l o g ia giust a. Insomma le fot o destin a te all ’uni verso della mod a hanno bisogno di cura, di u n a dil ig en t e po st pr o du z io n e e di u n pr o c esso di st a mpa per f et t o . C h e sia u n a f o t o di sf il a t a , u n c l o se u p o u n bia n c o e ner o… un a cosa è cert a: l ’a ttenzione al dett a glio non è mai abbast anza.

PB57


stampa

36

1 - SFILATE

di L orenzo C apitani

Foto

di sfilata

Sfilata Ferrè SS 2011

L a sfilata è la quintessenza della moda. In mezz’ora accade tutto. I fotografi stanno in fondo alla passerella, letteralmente uno sull’altro. Pochi secondi per ogni outfit. Solo tre attimi per scattare: l’uscita, la metà della pedana e l’istante in cui la modella si ferma prima di girarsi e tornare sui suoi passi. Pochi secondi per cambiare il fuoco, cercare l’esposizione e scattare il momento migliore. Senza possibilità di replica. Da lì in poi quelle foto saranno scelte, corrette, impaginate e riprodotte. Si scartano gli occhi chiusi, il piede sollevato, la posa non dritta. Il difficile è la corretta cromia. Solo i valori dell’RGB aiutano a pareggiare le luci, correggere il punto di bianco, eliminare le dominanti e uniformare tutte le foto della sfilata per evitare distonie. A nche se il set è omogeneo, infatti, le illuminazioni possono variare, essere eccessive o insufficienti. C ompito del cromista sarà anche quello, nel correggere, di mantenere i particolari dell’abito, cercando anzi di recuperarli, in modo da rendere evidenti i materiali e i tagli. N on resta che aggiustare lo scatto con il ritocco, eliminando dettagli non voluti o sbagliati o,

escamotage molto usato, unire più scatti insieme. E in stampa? A meno che non stiate stampando un catalogo o un look book, le foto di sfilata sono riservate ai magazine. In questo caso non c’è l’assillo del cliente e si ha un po’ più di margine. Molto dipende da come si è impaginato o da come la pagina è posta sul foglio macchina. R icordate che le correzioni in stampa sono possibili per settori paralleli al lato squadra del foglio, quindi se le immagini sono diverse e poste l’una sopra l’altra è difficile riprodurle tutte correttamen-

2 - INDOSSATI C ampari C alendar 2010, F. Mutani

PB57

Qua n do , n el 1943, A l exa n der L ieber ma n div en n e a r t dir ec t o r di Vogue Americ a, spieg ò c o sì a l fot ografo Ir ving Pen n c h e t ipo di imma g in i v o l eva per la rivist a. Disse: «U n a f o t o g r a f ia di mo da n o n è l a f o t o g r a f ia di u n v est it o : è l a f o t o g r a f ia di u n a do n n a ». po t r emmo Dir e di t u t t a l a so c iet à , del l e su e f ant asie, di come c ia sc u n o di n o i v u o l e a ppa r ir e a g l i o c c h i deg l i a l t r i. N el l ’er a dell ’imma gine, l a f o t o di mo da in t u t t e l e su e in f in it e dec l in a z io n i è a tt orno a noi, su c art a o in digit ale, su l l e r iv ist e di mod a o in digit al sig n a g e. Po c o c a mbia : l a c u r a nel realizzarle, post pr odurle, st a mpa r l e e r ipr o du r l e è sem pre la stessa. A sso l u t a , spesso mania c ale. Ecco per c h é dedic a r e a l l a f o t o di mo da u n pez z o in qu est a r u br ic a . Per c h é i sogni, per essere t a l i, dev o n o essere belli.

Nell’impaginare le sfilate spesso si usa montare insieme più immagini. Qui alcuni scatti dalla sfilata di Ferrè a Milano per la SS 2011.

te. In questi casi, anche se la moda pretende la massima fedeltà, la scelta più saggia è il compromesso, cercando di tenere le foto più naturali possibile tenendo d’occhio le carnagioni e i grigi. A ttenzione anche al nero: spesso, in caso di foto scure, si tende erroneamente a scaricarlo, mentre è proprio lui che dà disegno e corpo agli abiti.


Sfilata Ferrè SS 2011

di servizio

In questo caso, su tutto domina il fotografo, spesso vero e proprio artista che, con il committente, segue ogni fase della realizzazione. N on è raro, infatti, trovarlo in sala stampa a vedere l’avviamento. E quello che può sembrare un vantaggio può nascondere delle insidie. A partire dalla post-produzione. Il fotografo “ragiona” in RGB , in base alla luce, e spesso pretende che quello che ha fotografato sia riprodotto fedelmente. Eppure esistono dei limiti: il passaggio al CM YK ad esempio, ma anche il tipo di carta, la tecnologia… Indispensabile è avere sotto controllo l’intero processo di color management, avere a disposizione i dati grezzi dello scatto (file formato .raw), affidarsi a prove colore certificate da condividere con chi ha scattato e concordare con lo stampatore il profilo di output. Solo in questo modo si eviteranno sorprese. Di solito le foto da servizio sono destinate a essere impaginate grandi: il lettore deve concentrarsi sullo scatto ed essere accompagnato nella storia che si racconta pagina dopo pagina. O gni dettaglio deve essere curato. N on è solo quindi questione di correttezza cromatica, ma anche di ritocco, eliminazione di sporchi, difetti, errori sfuggiti sul set. L a stessa cura deve esserci in stampa. L e ampie superfici omogenee dei fondi, ad esempio, spesso creano capperi. A nche in questo caso la caduta macchina delle pagine o il modo in cui le foto sono impaginate può pregiudicare la buona riuscita del servizio. U n esempio classico è la foto centrata in un fondo bianco o nero sormontata sul foglio da un’altra a piena pagina. Questa, non riuscendo in stampa a scaricare uniformemente l’inchiostro, presenterà riporti o accumuli. A ttenzione anche al moiré la cui incidenza, con la fine della fotografia analogica e l’uso di PDF e C tP, è nettamente calata, ma alcuni tessuti (pied-de-poule) a certi ingrandimenti (foto grandi impaginate piccole) possono lo stesso creare pericolose trame. E a video non si vedono…

Il backstage del servizio per il C alendario C ampari 2010. Nulla è lasciato al caso e ogni dettaglio sul set è curato nei minimi dettagli.

3 - BIANCO e NERO

Bianco

e nero

Si sceglie il b/n per il suo fascino e per il sapore di raffinatezza che sa dare all’immagine: ciò che conta è la luce, la forma e la figura. Il digital imaging oggi offre grandi possibilità di intervento rispetto alla camera oscura. A ttenzione però: b/n non significa il canale del solo nero (scala di grigio) che consente di lavorare esclusivamente su luminosità e contrasto, ma l’utilizzo di tutti e quattro i colori di stampa; in questo caso si può lavorare in modo da dare profondità alle ombre e brillantezza alle luci, cercando di mantenere morbidi i passaggi. Se non si vuole utilizzare un b/n a 4 colori (sempre a rischio di dominanti), e i costi di

stampa lo consentono, è possibile estendere la gamma tonale dell’immagine sfruttando il nero per le ombre e un secondo inchiostro di rinforzo su mezzi toni e alte luci. In questo modo si disegnano meglio i volumi e si evita che i capi risultino piatti. Per ottenere invece dei toni seppia, dando anche profondità all’immagine, in quadricromia si lavora spostando i mezzi toni verso il rosso e il giallo con il bilanciamento del colore, oppure ancora scegliendo un Pantone marrone o arancio come secondo inchiostro. Un bianco e nero interessante si ottiene con la cosiddetta curva di Sabattier, o pseudo solarizzazione, creando un’inversione tonale per sovraesposizione. Si dà alla curva dell’immagine una forma a U molto profonda che inverte le ombre portandole nel campo delle luci. C omunque, qualsiasi tecnica di riproduzione del b/n si scelga, escludendo che questo venga stampato da un solo inchiostro che appiattirebbe tutto, attenzione solo alle dominanti non volute, influenzate anche dal punto di bianco della carta.

stampa

Foto

37

Il B/N di moda comunque sia ottenuto deve essere stampato con molta perizia: nessuna dominante non voluta e attenzione ai grafismi fini.

PB57


stampa

38

Macro di accessori

Scopo del close up è mostrare ciò che altrimenti non si sarebbe notato: una cucitura, un materiale, un dettaglio sartoriale, un accessorio. A lcune volte queste foto sono di sfilata, più spesso però si scatta in studio con il limbo per togliere fastidiose ombre. A nche in questo caso non si rinuncia però all’aspetto artistico della foto, ma le condizioni di luce sono ottimali e studiate per la migliore resa. A nche quando si sfrutta l’effetto “bokeh” in cui lo sfondo è completamente fuori fuoco, il soggetto è nitidissimo. Di solito queste sono le foto di

moda più facili sia come fotolito che come stampa. L a gran parte del lavoro è stata già fatta in sede di shooting in cui si può scattare con tutta calma con i riflettori e gli anelli di luce sull’obiettivo. In fase di fotolito poi si lavora per i dettagli: vividezza, maschere di contrasto, curve soprattutto, ma esistono anche plug-in di Photoshop come V iveza o Sharpener Pro di N ik C ollection che offrono potenti tool per dare struttura ottimizzando luce, colore e nitidezza, anche in modo selettivo, senza l’uso di complesse maschere.

4 - CLOSE -U P

PB57 Lo still-life per la campagna di C hanel: evidente l’effetto ‘boken’ che, lavorando sulla profondità di campo, enfatizza il prodotto, sfocando il primo piano e lo sfondo. A destra: un close up su una borsa Ballantyne della collezione SS 2009.

5 - BEAUT Y


39

R itocco estremo per levigare la pelle e illuminare lo sguardo in questo scatto di beauty. Da notare la scelta del taglio: la foto è focalizzata sull’acconciatura della modella anche se lo scopo è mostrare il trucco. A destra, uno scatto di alta moda di una creazione Lacroix per l’AI 08-09.

Lacroix Al 08-09

I cosiddetti beauty sono dei close up molto stretti di visi e nella foto di moda sono usati soprattutto per la cosmesi. L o scopo ovviamente è esaltare la bellezza del soggetto per evidenziare le doti del prodotto. Sono foto che devono risultare perfette. T utte le imperfezioni della pelle eliminate, gli occhi illuminati, la bocca resa carnosa e attraente. È questo il regno del fotoritocco, anche esasperato, capace a volte letteralmente di trasformare un viso. L a resa della pelle è cruciale. Il nostro cervello sembra infatti molto sensibile anche alle piccole variazioni di colore della pelle, che risultano subito molto sgradevoli. A ttenzione quindi anche in stampa: basta poco per chiazzare di rosso un viso o incupirlo con il blu. L a regola classica dice che il ciano deve avere un valore compreso tra 1/3 e 1/5 del valore del magenta, il magenta deve essere uguale o di poco inferiore al giallo e il nero deve essere molto basso o presente solo nelle ombre. Di solito le tecniche di correzione si basano sulla texture della pelle che è composta da punti chiari e punti scuri. L ’obiettivo è ridurre il contrasto tra essi, mantenendo la struttura dell’incarnato. Per questo motivo le tecniche che sfruttano una copia sfocata del viso sono da evitare, in quanto cancellano questa texture e spesso hanno come risultato un volto che sembra di porcellana. Una tecnica avanzata molto efficace e rapida è la separazione delle frequenze: in una foto di un viso la bassa frequenza dice dove sono luci, ombre e colori, mentre l’alta frequenza mostra i dettagli. In Photoshop si tratta in pratica di creare due livelli sfruttando il comando A pplica in cui il tono e i dettagli sono separati e come tali possono essere modificati e ottimizzati.

stampa

Beauty

5+1 - STRUMENTI L a moda per carta

e digitale

L a cura con la quale si lavora per la riproduzione delle immagini di moda è seconda forse solo a quella dedicata alle foto d’arte. L a resa del colore è determinante. C ome abbiamo visto, basta un errato bilanciamento del bianco in camera chiara, un profilo applicato, la conversione in CM YK al momento sbagliato per compromettere i colori; per non parlare della stampa, dove impostazione, registro, calamaio o errate regolazioni possono fare ancora peggio. Questo problema si ripresenta anche con il digitale e non parlo solo di monitor, ma anche dei diversi dispositivi mobili. Il color management per il digitale è assolutamente sottovalutato. Esistono strumenti di calibrazione come C olorTRUE di X-R ite e SpyderG allery di Datacolor, ma hanno un uso assolutamente professionale. Il problema è che non si sa su quale monitor una foto sarà vista perché ogni device ha la sua resa cromatica e il suo gamut. O ra i browser a bordo dei nostri pc gestiscono i profili ICC , non così però le rispettive versioni mobile che sono ottimizzate per l’sRGB . L a cosa migliore allora è salvare le immagini in sRGB con profilo ICC incorporato. Si tratta di un buon compromesso soprattutto in mobilità, ma ricordate, come disse R ichard A vedon, che “tutte le fotografie sono accurate. N essuna di esse è la verità”.

PB57


Dettaglio di una vetrina di Hermès, brand del luxury fashion che per decorare le windows delle proprie boutique si avvale delle creazioni cartacee del designer Luca Sacchi.

carta per

...

40

St r a o r din a r ia f o n t e di ispir a z io n e, l a c a r t a met t e a dispo siz io n e dei pl a yer del f a sh io n l e pr oprie potenzialità crea tive e comunic a tive. Per u n set t o r e c o me q u el l o del l a mo da , l e c u i esigenze in termini di imma gine sono tra le più el eva t e, il su ppo r t o c a r t a c eo sc el t o pu ò f a r e la differenza nel veicolare del brand un’iden t it à il più t r en dy e in l in ea c o n i pr o pr i va l o r i po ssibile. L a c art a – come un c apo di abbiglia ment o , un a cce ssorio , un a c alza tura – si ammira e si t occ a: le infinite varietà cr oma tiche, combin a te alle svaria te finiture a di spo sizione, contrib ui scono ad imprezio sire i pr ogetti, con f er en do c a r a t t er e n el l ’impa t t o v isiv o e va l o r e a g g iu n t o ma t er ic o . È c o sì c h e l o st o r yt el l in g della mod a tr o va espre ssione nelle più di spara te tipologie di pr odotti, dai c a t aloghi ai lookbo o k, da l l e br o c h u r e a i pr o f il i a z ien da l i f in o a pa cka ging , inviti e - perché no? - a gli alle sti menti di vetrine. I pr ogetti illu stra ti nelle pa gi n e seg u en t i n a sc o n o da l c o n n u bio v ir t u o so di ma t er ia e desig n c o n l ’o biet t iv o di a iu t a r e il brand a f are tendenza. a c ur a di pa o l a bo n f a n t i

PB57

Carta per... l’universo della moda


la carta detta i trend del momento

“Tessere spazi. Weaving spaces” è il catalogo dei tessuti per arredamento di Paola Lenti, azienda italiana di fama internazionale specializzata nell’interior design. A contraddistinguere il volume è la cover arricchita da una sovracoperta, il cui appeal originale e accattivante riesce a creare un legame immediato con il brand e i suoi prodotti. Molto accurata è stata, infatti, la scelta dei supporti che riflettono l’atteggiamento del brand orientato alla sperimentazione e alla ricerca, all’attenzione per i dettagli, all’armonia dei colori e alla cura del particolare. A vvalendosi della consulenza di Paper & People, Paola Lenti ha scelto per la cover una carta Leathac 80 Tsumugi jadeide da 244 grammi della cartiera giapponese Takeo, la cui texture ricorda i tessuti taffetà hachijo tipici della tradizione giapponese. Il colore intenso che caratterizza questa carta è ricavato da coloranti na-

...

Paper & People: trame di carta che valorizzano il tessuto

41 carta per

paper è... Speciale fashiOn! e creativa,

turali. Ed è sempre una carta di Takeo a essere protagonista della sovracoperta: si tratta di Leathac 96 Orihime silver da 116 grammi. Costituita da carte naturali nelle quali è stato ricreato un collegamento tattile con il lontano passato giapponese, la linea Leathac 96 Orihime riproduce la texture ruvida e semplice degli antichi tessuti. Il catalogo di Paola Lenti è stato prodotto dall’editore Maurizio Corraini, mentre le carte Takeo sono state fornite da Paper & People. www.paperandpeople.com

Fedrigoni: carattere ed eleganza minimal-chic Quello di Kor@Kor, brand della moda italiano con una forte vocazione internazionale, è un company profile esclusivo e di carattere. Concepito secondo canoni di eleganza minimal-chic e di raffinatezza made in Italy, rispecchia appieno lo spirito e i valori del marchio Kor@Kor e delle sue collezioni. Per la realizzazione di questo strumento corporate di alto rilievo, Kor@Kor ha scelto un altro prodotto d’eccellenza nazionale, le carte di F edrigoni. La copertina e l’interno del volume – composto da 28 pagine nel formato 24x30 cm – fanno sfoggio di Stucco Old Mill, rispettivamente da 210 e 150 grammi: si tratta di una carta naturale in pura cellulosa EF C mar-

cata a feltro, con uno speciale trattamento stucco che consente una stampa particolarmente nitida e brillante. L’elegante packaging che accompagna il volume è invece realizzato con il cartoncino Sirio Ultra Black. A impreziosire ulteriormente il prodotto sono la rilegatura – una brossura con cucitura a filo refe – e le nobilitazioni – stampa a caldo con clichè e applicazione di un inserto in pelle sul dorso. Il mix di design, supporti e finiture trasforma il company profile di Kor@Kor in un oggetto prezioso e dall’appeal forte, glamorous e sofisticato, ispirato al concept dell’accessible luxury nell’ottica di un posizionamento di eccellenza. www.fedrigonicartiere.com

Le carte di Fedrigoni sono protagoniste dell’elegante company profile di Kor@Kor.

PB57


iL suppor tO fa tendenza Dal catalogo stagionale all’annuario, così la carta incarna i valori del brand

carta per

...

42

Sappi: come creare astucci alla moda Gli astucci e i packaging destinati al mondo della moda devono sfoggiare un look speciale e accattivante, capace di esaltare le caratteristiche del brand trasmettendone immediatamente i valo-

Fontana Grafica: l’eyewear sceglie lo storytelling dalla texture tecnica

PB57

F ashion e design, tradizione e innovazione si coniugano nella mission del brand italiano dell’eyewear, Italia Independent. ‘Essere indipendenti è scrivere ogni giorno la propria storia’ recita il claim dell’azienda, che operando nell’eyewear e realizzando prodotti lifestyle esporta lo stile italiano in un mondo globale. Perfettamente in linea con lo stile indipendente e alternativo del brand è il suo Yearbook 2013: realizzato con carta Corvon® Carbon X 3301, dispiega un look capace di esaltare i segni distintivi del brand. Corvon ® Carbon X è una carta distribuita in esclusiva in Italia da F ontana Grafica. Si tratta di un materiale innovativo dalla texture tecnica ed elegante conferita dalle fibre di carbonio impresse su una carta impregnata al lattice da 180 grammi. Disponibile in una gamma di sette colori, Corvon® Carbon X si presta perfettamente per la stampa a caldo e serigrafica ed è con-

forme alla normativa ambientale REA CH . Tali caratteristiche rendono questo supporto ideale per applicazioni legate al mondo fashion a trecentosessanta gradi, dal packaging di lusso a libri, cataloghi, edizioni di pregio, monografie e cartellini. Lo Yearbook 2013 di I talia Independent è stato stampato da Grafiche Mariano. A d aggiungere pregio alla raffinata texture della copertina è il logo, realizzato con una punzonatura a secco. www.fontanagrafica.net

ri. E se il supporto gioca un ruolo cruciale nel conferire alla confezione un’aura di unicità, la nuova linea atelier di Sappi Specialty Paper risponde perfettamente alle esigenze dell’universo fashion. Si tratta di un cartoncino F BB ibrido e multistrato che offre elevate prestazioni in termini di brillantezza, purezza e lucidità: atelier coniuga la caratteristica finitura dall’elevato standard di bianco dei prodotti Sappi con la rigidità e la resistenza richieste a un cartoncino di alto spessore. Inoltre, la superficie dal tocco setoso consente una elevata riproducibilità cromatica. A illustrare le potenzialità creative di atelier è lo speciale campionario, sviluppato sul tema ‘la brillantezza incontra la funzionalità’: ogni

pagina presenta un disegno diverso con differenti tecniche di finitura per dimostrare a livello visivo l’ampiezza delle possibilità dell’innovativo cartoncino. Tra le finiture proposte vi sono: stampa multicolore C4 e Pantone su fronte e retro, stampa a caldo, stampa con lamina a freddo, impressione a secco e rilievo artistico in positivo e negativo, micro-goffratura, verniciatura a zone opaca e lucida e con effetti tattili, laminazione opaca speciale, fustellatura e cordonatura. atelier è disponibile in grammature che vanno da 220 a 350. www.sappi.com

Luca Sacchi: carte in vetrina per scenografie trendy Carta e creatività interpretano la moda dando vita a infinite forme di espressione. Una delle meno note, ma di certo tra quelle di maggiore impatto estetico, riguarda l’allestimento delle scenografie per negozi e boutique. A questo si dedica Luca Sacchi, designer e art director che mette il proprio genio creativo al servizio dei brand fashion e della gioielleria per creare decorazioni originali e accattivanti per vetrine, eventi e presentazioni. Protagonista indiscussa è la carta: utilizzato da solo o a compendio di altri materiali che incarnano l’idea, il supporto cartaceo – tagliato a mano, a laser o strappato – fa parte del Dna dello studio dell’artista. Le carte utilizzate variano di progetto in progetto per tipologia, texture e colori: si spazia tra Gruppo Cordenons, F avini, Mohawk, Takeo, Gmund, A rjowiggins Creative Papers, attingendo dalle cartiere partner di Paper & People. A ll’origine di ogni progetto c’è un grande lavoro di ricerca dei materiali, che viene effettuato nello showroom, con la consulenza di Paper & People. A fronte dell’elevata portata artistica, il progetto viene immaginato e realizzato rispettando l’essenza e valorizzando la peculiarità della materia. www.lucasacchi.it www.paperandpeople.com

Due lavori di Luca Sacchi. In alto, inebriante decorazione per le vetrine di Hermès; sotto, decorazioni natalizie per boutique.


come comunicano

ato

44

C AMICI SSIMA 200 c o n c ept st o r e in 15i paesi. 45 mil io n i di f attur at o . Piani di espan sione che pre v edo n o u n ampl iamen t o in t er n az io n al e del br an d, c o n l ’o biet t iv o di 1.000 n eg o z i nel mondo . U n br and tutt o gioc at o sul l a f il o so f ia del l o w c o st di q ual it à , ma con gr ande attenzione made in It al y. E l a comunic azione? “A 360 gr adi utilizz ando tutti c an ali di sponibili” dice il pre siden te del G ru ppo , Fabio Candido , che abbiamo inter vi st at o in e sclu siv a per Print .

Fabio Candido, presidente del Gruppo Fenicia.

Strategie di comunicazione tailor made

PB57

U na comunicazione su misura, quasi da indossare. C apace di anticipare, cogliere e seguire i trend del mercato. C ome le sue camicie. O meglio le “C amicissima”, il marchio che caratterizza oggi in quindici Paesi del mondo (destinati ad aumentare) il gruppo F enicia, nato agli inizi degli anni T renta con la prima camiceria aperta a Palermo da G iovanni C andido. E ancora oggi l’azienda, che incontrò ben presto il successo grazie a “F enicia, la camicia di fiducia” e che nel 2008 ha spostato la sede a Milano per poter gestire con più efficacia l’espansione all’estero, appartiene alla famiglia. Dopo G iovanni e G aspare – che all’inizio degli anni Sessanta accelerò l’impronta industriale introducendo la produzione just in time – è infatti ancora guidata da un C andido. O vvero da due: F abio presidente e Sergio amministratore delegato. C he hanno lanciato nel 2004 il brand

“C amicissima”, prima in Italia e poi a livello internazionale, partendo nel 2009 dalla prima apertura di uno store (oggi sono circa 200 in quindici Paesi) a N ew York in Madison Avenue. Se per crescere bisogna avere, secondo la filosofia di F enicia improntata al concetto del “low cost di qualità”, prodotti che siano apprezzati dal consumatore per l’ottimo rapporto qualitàprezzo, è altrettanto importante farsi conoscere. Q uindi comunicare l’essenza stessa del brand, a partire dal concept degli store studiato nel 2012 dall’architetto R ossini.

di Achille Perego

artigi an alità it ali an a nel mondo

Come si è trasformata in questi anni la comusnicazione di un marchio come Camicissima? N ei primi anni di espansione la comunicazione si è focalizzata principalmente, tra le leve del marketing mix, su quella del prezzo: il value for money.

C amicissima come soluzione a un bisogno prettamente maschile facilmente risolvibile a un prezzo modico senza rinunciare all’alta qualità. Inoltre si è concentrata sull’espansione in Italia al fine di essere presente e riconoscibile con uno stesso format su tutto lo stivale. O ggi questo format si sta espandendo molto all’estero, con l’obiettivo di trasferire l’italianità oltreoceano mantenendo saldi i concetti di qualità e prezzo». Quali sono gli strumenti utilizzati per comunicare questi valori? N on solo la vetrina, che è di per sé un mezzo di comunicazione, ma anche l’online e i social al fine di interagire con un pubblico più giovane e proattivo a questi mezzi. Il marketing non convenzionale quale le attività di guerilla sono scelte dal brand in un ottica di colpire il consumatore differenziandosi dai competitor

N ata nel 1931 a Palermo come camiceria artigianale ad opera di G iovanni C andido, oggi il gruppo F enicia, che ha lanciato nel 2004 il brand C amicissima, fattura circa 45 milioni di euro ma i piani di espansione – confermati dall’accelerazione a due cifre, con un più 15% nell’ultimo trimestre 2014 – prevedono nei prossimi anni sia l’incremento di ricavi sia un forte ampliamento della rete di store portandoli dagli attuali 200 a 1.000. C amicissima, infatti, guidata da F abio (presidente) e Sergio (ad) C andido, si sta espandendo all’estero al fine di aumentare la propria brand awareness e il proprio mercato di riferimento mantenendo salde le caratteristiche proprie della cultura italiana.


45 come comunicano

PB57 L a sede italiana è la principale e sono state aperte C amicissima Inc. a Manhattan e C amicissima Shanghai in C ina, al fine di gestire la forte espansione in questi mercati dove è prevista l’apertura rispettivamente di 176 e 440 entro il 2020. N ei negozi esteri sembra di entrare in una piccola Italia: dal mobilio e dalla struttura del negozio allo stylist dei prodotti e alle fatture tipiche dell’artigianalità italiana. Pur mantenendo un forte focus sulla camiceria, che rimane certamente il core business del brand, oggi la proposta comprende un’ampia scelta di pantaloni casual, maglieria, capispalla e accessori quali cravatte, gemelli, sciarpe e pochette.


come comunicano

46

Camicie italiane e non solo per un Gruppo in grande espansione, anche sul versante della comunicazione pubblicitaria. Camicissima è presente oltre che in Italia, negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi, Libano, Grecia, Cina, Giappone, Austria, Svizzera, Panama, da pochi mesi anche a Reunion e Gibuti.

PB57

e dalle migliaia di comunicazioni alle quali sono sollecitati ogni giorno i consumatori. Q uindi il nostro obiettivo è quello di comunicare a 360° utilizzando le diverse leve del marketing al fine di interagire con le diverse tipologie di clientela. V alutiamo a livello locale quali sono gli eventi che interessano il territorio e che possano essere un momento di aggregazione del nostro target di riferimento. Ad esempio, l’anno scorso in occasione del Salone del Mobile di Milano avevamo installato sette macchine da cucire di grandi dimensioni nei punti più centrali della città con l’obiettivo di comunicare il “savoir faire” e l’attenzione al dettaglio tipico del brand. Data l’ottima riuscita dell’attività che ha destato l’attenzione del pubblico, rappresentato anche dalle numerose foto pubblicate su F acebook e Instagram dai clienti, abbiamo deciso di riproporla durante il Salone N autico di G enova e quest’anno in occasione nuovamente del Salone del Mobile e di Expo. Quali sono i canali utilizzati per far conoscere e valorizzare il brand e per la parte più commerciale di vendita, compreso l’allestimento dei negozi? C ome precedentemente spiegato, la comunicazione è a 360°

attraverso le diverse leve del marketing al fine di interagire con le diverse tipologie di clientela. Anche il concept del negozio svolge un ruolo importante dal punto di vista della comunicazione. Il nuovo concept studiato nel 2012 dall’architetto R ossini per allineare gli store C amicissima a un target di clientela sempre più sofisticata e internazionale, è stato pensato come un grande armadio di casa. L ’obiettivo è di far sentire il cliente a proprio agio in un ambiente semplice e luminoso ma nello stesso tempo elegante e di gusto, riconoscibilmente italiano.

Cosa esprime oggi il brand Camicissima? C amicissima è molto più di un semplice prodotto, è un connubio tra antiche tradizioni e design moderno, risultato di menti creative dalle quali nasce un esplosione di fantasia e colori, espressione dell’eccellenza della nostra terra e della nostra camiceria. C amicissima esprime qualità e “savoir faire” italiano. U n brand che fa della camicia il suo core business soddisfacendo le esigenze dell’uomo di oggi attraverso la proposizione di outfit più eleganti per le occasioni o più casual per i momenti di svago.

Quanto internet e il digitale hanno cambiato il modo di comunicare? In un’era sempre più digitale, anche C amicissima non può estraniarsi da questo mondo ed è presente, oltre sui social network con un proprio profilo F acebook e Instagram, anche con un sito totalmente rinnovato a novembre 2014 grazie anche al lancio di un nuovo e-commerce. L ’esperienza del cliente, al centro del progetto di rinnovamento del canale online, parte dal prodotto per garantire al consumatore un processo di acquisto migliorato e impeccabile in tutte le sue fasi. Il sito istituzionale, perfettamente integrato con l’e-commerce, presenta alcune importanti novità come la funzione “store locator” per consentire all’utente di trovare con facilità il negozio più vicino, le schede di approfondimento

sui negozi rappresentativi del brand nel mondo e una sezione dedicata alla storia dell’azienda e all’evoluzione dell’insegna per permettere al consumatore di entrare in contatto e conoscere a fondo la realtà di C amicissima. All’interno del sito è presente anche una sezione dedicata alle news per tenere l’utente sempre aggiornato sulle ultime novità in arrivo dall’azienda. Quanto viene ancora utilizzata la stampa su carta per la comunicazione? Pensiamo al classico catalogo o ad altri stampati. N onostante il mondo si stia digitalizzando, non si può perdere il contatto con il cliente “vis à vis” mediante la comunicazione tradizionale su carta, quale la comunicazione all’interno dei punti vendita o la classica metodologia “hand to hand” mediante attività di flyering. L ’outdoor, invece, non è un canale privilegiato dall’azienda, che invece punta a catturare l’attenzione del pubblico mediante attività di


47 come comunicano

guerilla marketing quali le macchine da cucire. Come viene creata una campagna di comunicazione? Il cuore creativo del brand pulsa all’interno dell’azienda stessa grazie alla continua interazione tra i dipartimenti marketing, visual e grafico. Per la realizzazione finale di un progetto e di un’idea ci si affida ad esperti del settore quali fotografi o agenzie. Preferiamo selezionare le agenzie sulla base del loro background. L a scelta viene effettuata alla luce del progetto

presentato sulla base di un brief. N on vogliamo porci dei limiti in quanto siamo alla continua ricerca di novità ed innovazione creativa. Quanto è importante il packaging e come viene studiato e realizzato? Il packaging conferisce un valore aggiunto al prodotto e viene ideato e progettato internamente in azienda. In occasione delle festività natalizie abbiamo ideato, ad esempio, una confezione regalo ad hoc per le camicie e una per le cravatte. U n packa-

ging che ha riscosso successo e che è stato realizzato da un fornitore a seguito di una attenta ricerca. Per la realizzazione ricerchiamo fornitori con elevati parametri di qualità, artigianalità ed esperienza. Quanto conta ancora oggi l’immagine del “made in Italy” nella moda? L ’Italia è sempre sinonimo di moda, e un’azienda come la nostra, presente nel settore sin dal 1931, gioca un ruolo importante all’interno del panorama competitivo soprattutto all’estero.

Vetrine a vista come vere e proprie finestre, con portali in legno bianco e persiane a tutta altezza per un allestimento pensato come un grande armadio di casa, per far sentire il cliente a proprio agio in un ambiente semplice e luminoso.

PB57


eventi

48

prInt buye rs’ confe ren ce Buona la prima

Cosa si aspettano dalla stampa i diversi settori di Emanuele Posenato

PB57

Comunico Italiano, neocostituita associazione di filiera emiliana, ha organizzato l’evento a Bologna raccogliendo ampi consensi. Un’esperienza da ripetere. L’intento era quello di creare un precedente, di avviare un dialogo fra gli attori di filiera, stimolando il confronto schietto atto a portare in luce limiti e opportunità dell’attuale sistema di fornitura. Mutuando le parole del presidente di Comunico Italiano, Roberto Moreschini, possiamo affermare: “Missione compiuta!”. Questo è stato il commento lapidario e soddisfatto che il vulcanico presidente ha espresso in chiusura d’evento, ben un’ora oltre il termine previsto, di fronte a una sala che alle 18.30 di un venerdì era ancora gremita. La proposta di Comunico Italiano, promotrice dell’evento con Unindustria Bologna, grazie a una perfetta organizzazione e anche al contributo in media partnership della nostra testata, ha certamente soddisfatto le aspettative di tutti. Oltre alla soddisfazione degli organizzatori registriamo anche quella dei partecipanti che complessivamente hanno apprezzato i contenuti emersi, e pure quella degli speaker che hanno avuto modo di esternare un bisogno che abbiamo scoperto in qualche caso essere ancora disatteso. Le quattro sezioni tematiche individuate – Moda e Abbigliamento, Alimentare e Grande distribuzione organizzata, Meccanica e Automazione, Arredocasa – hanno saputo catturare l’attenzione in sala e fornito interessanti spunti agli

oltre 150 congressisti paganti, ai quali si aggiungevano gli sponsor e gli operatori espositori, i quali, nei tre momenti di pausa fra le sessioni, i due coffee break e il pranzo, sono stati indaffarati a intrattenere il pubblico presentando soluzioni, prodotti, rispondendo a quesiti e creando contatti. Ottima la conduzione dell’evento da parte di Alessandro Beltrami che ha duettato con i moderatori e gli speaker di volta in volta sul palco, sedici in tutto a fine giornata, e che bene ha dosato la componente tecnica – molto apprezzato anche l’interessante contributo di alcuni degli esperti ISO presenti in quei giorni a Bologna per il meeting internazionale annuale – con quella marketing e commerciale delle specifiche tematiche.

Moda e fashion

La prima sezione è stata dedicata alla stampa emozionale nei settori della moda, dell’abbigliamento, pelletteria e fashion in generale, il cui focus principale avrebbe dovuto essere la capacità di suscitare emozioni, di coinvolgere, al

cui fine concorrono certamente la qualità dell’immagine, le modalità di stampa, il fascino dei materiali e del progetto. Particolarmente stimolanti i contributi dei brand sul palco, in particolare quelli di Matteo Consolini, fotografo di Max Mara, e Luca Carra di Errea, noto brand dell’abbigliamento sportivo. Sono emerse inaspettatamente invece anche molte esigenze basiche di una clientela che tutto sommato si aspetta e ottiene una qualità elevata ma che lamenta invece una carenza di servizio, la mancanza di un approccio maggiormente olistico, che includa gli aspetti consulenziali, organizzativi e logistici della filiera.

Food e GDO

Un tema ribadito con ancora maggior veemenza nella seconda sessione, quando il focus è stato quello del packaging stampato per la filiera agro-alimentare e della Grande distribuzione organizzata, dove le esigenze logistiche si devono sposare con una notevole varietà di materiali e processi di stampa, mantenendo l’immagi-

Matteo Consolini


49 eventi

ciando ad affrontare i problemi del cliente, che volentieri ce li avrebbe affidati. Un settore in costante crescita che spesso è stato frustrato dalle rigidità di una proposta tipografica limitante, che invece le tecnologie digitali hanno agevolato, di cui però non sempre il sistema di fornitura tradizionale ha saputo approfittare.

Arredocasa

Andrea Casadei

ne coordinata del brand sullo scaffale. Coordinati da Enrica Menozzi, che ha offerto un interessante approfondimento sulle possibilità di integrazione fra stampa e online, per la comunicazione mobile e per il marketing di prossimità sul punto di vendita. Molto diverse le tipologie di bisogno espresse, anche in ragione dei diversi segmenti rappresentati sul palco che hanno visto fra le altre la preziosa testimonianza di Conserve Italia, con F ederico Cappi, Alce N ero, con Gianluca Locatelli, per il food, ma anche T etra Pack con Andrea Casadei.

Meccanica e automazione

Gianluca Fariselli

Estremamente tecnica la terza sessione, dedicata alla filiera della meccanica e delle macchine, dove a farla da padrone è la creazione di cataloghi complessi tipici dell’industria meccanica, della manualistica, spesso ad elevato livello di customizzazione. Alessandro Mambretti è riuscito a far emergere dalle testimonianze dei relatori le caratteristiche di una domanda che fa dell’integrazione con i sistemi informatici un driver fondamentale per generare economie importanti. Una sessione che ha creato qualche “mal di pancia” in sala, quando si è potuto apprendere, dal vivo, nella case history del colosso dell’industria meccanica IMA, qual è il livello di autonomia oramai raggiunto e quali e quante opportunità ci siamo persi come categoria, praticamente rinun-

Dall’alto: Edwin Maria Colella, Gianluigi Mazzi e Carlo Comani

Sessione finale che riporta ossigeno, con il settore dell’arredocasa, che di carta, nobilitazione e volumi ha invece ancora un gran bisogno. Interessanti le tendenze contrastanti emerse, fortemente legate alle strategie commerciali dell’uno o dell’altro Gruppo, che hanno ben espresso quanto sia necessario conoscere a fondo la filiera distributiva del proprio cliente per poterlo servire in modo adeguato e puntuale. Coinvolgenti in egual misura, seppure nettamente distinte per mercato di riferimento e bisogni, le testimonianze di E lena Salda, vicepresidente del Gruppo CMS, da poco premiata da Ernst & Y oung imprenditrice dell’anno, e di Carlo Comani, direttore commerciale del gruppo Gazzotti, titolari del marchio Listone Giordano e altri nel settore. N el complesso, dunque, una esperienza molto positiva che ha visto il confronto schietto anche fra posizioni talvolta contrastanti dei vari protagonisiti della filiera. Un format riuscito che con i dovuti aggiustamenti rappresenterà certamente un appuntamento costante anche per gli anni a venire.

PB57


rubriche

50

GRANDANGOLO Carte, cartiere e cose di carta Tutti i premi dell’Italian Popai Award Assegnati i premi dell’Italian Popai Award, il prestigioso riconoscimento per chi opera nel punto di vendita. 48 progetti in gara, 9 categorie e 2 Award speciali, il premio della Giuria Critica e il Best in Show: questi i numeri dell’8ª edizione del concorso dedicato alle eccellenze del mondo retail. Una prestigiosa giuria, formata da selezionate Brand Company e Retailer (Autogrill, Deborah Group, L’Oreal Italia, MAC, Timberland, Pepsi Co., Euronics, Swarovski e molti altre), ha assegnato i Gold Indian per ogni categoria in concorso e il Best in Show, riconoscimento speciale alla migliore realizzazione in gara. I progetti vincitori: POP durevoli Distilleria Bonaventura Maschio – Espositore “The Queen” POP non durevoli Redbox – “Eye Catcher Ortofrutta” per International Paper Italia Vetrine Thun “Cerimonia 2015 è dolce essere felici” Attività per il punto vendita Eurodisplay Design In Progress – “Vestizione testata di gondola Radler” per Heineken Italia Digital & Technological Innovation Eurodisplay Design In Progress – “Visual Trays Extrawide Smart”

Un nuovo packaging per la gamma Yomo La nuova campagna per Yomo prevede una strategia di posizionamento del brand attraverso un piano multicanale e un restyling dell’immagine del packaging.

In alto, le statuine assegnate all’ottava edizione del contest Popai. Sopra, Redbox, “Eye Catcher Ortofrutta” per International Paper Italia. Sopra, l’espositore “The Queen”, Distilleria Bonaventura Maschio. A destra, Formbags, scatola automontante Opi per Coty Italia.

È multimediale il corner dei dolci Cameo nella GDO

Store – Retailer Bottega Verde – “Concept Natura Italiana” Store – Shop In Shop Grottini – “Samsung Shop in Shop via Marghera Milano” Store – Temporary/Pop Up Store Realtà – “Mobility Shop Vodafone”

PB57

Shopping Bag Formbags – “Scatola automontante Opi” per Coty Italia Tra i più noti brand del settore alimentare, Cameo è stato protagonista, insieme a Paneangeli, del progetto “Fai i tuoi dolci con Cameo e Paneangeli” che ha preso vita in diversi punti vendita della GDO. Qui sono state allestite delle aree brandizzate, ricreando un’accogliente casa dove poter scoprire i prodotti. Uno spazio che ha permesso di costruire valore intorno al brand e incrementare l’engagement con i consumatori. Sinergie ha curato l’organizzazione e sviluppato l’intero progetto. Particolarità dei corner, la possibilità di cambiarne l’aspetto in base alle tematiche stagionali e promozionali, offrendo così sempre nuovi spunti di coinvolgimento. Nei corner è stato inoltre possibile fruire di contenuti multimediali attraverso iPad e partecipare a differenti attività, rivolte sia agli adulti sia ai bambini.

L’intera gamma di yogurt è stata ripensata allo scopo di valorizzarne l’impatto sugli scaffali e migliorarne l’immagine. Il rinnovamento mantiene infatti inalterati il colore base di Granarolo, il rosso, ma lo evidenzia in modo più efficace. Con il logo del Padiglione Italia, il nuovo packaging è inoltre protagonista a Expo Milano 2015, di cui Granarolo è partner come rappresentante della filiera italiana del latte. Con i suoi dodici siti produttivi in Italia e due in Francia, il Gruppo è uno dei principali player dell’agroalimentare italiano, opera attraverso un consorzio di produttori di latte e una società per azioni, Granarolo S.p.A, che trasforma e commercializza il prodotto.


Conai a Expo con il Recycling Tube

Qual è il percorso che compie una bottiglia di plastica dal cestino per la raccolta differenziata fino alla trasformazione in una felpa di pile? Questa è una delle domande a cui risponde il Recycling Tube, installazione curata da CONAI e ospitata negli spazi di Expo Milano 2015 per illustrare ai visitatori il percorso compiuto dai rifiuti di imballaggio – acciaio, alluminio, carta, legno, vetro e plastica – dalla raccolta differenziata fino all’avvio a riciclo attraverso i sei Consorzi di Filiera e alla completa trasformazione in un nuovo prodotto. Situata tra il Padiglione della Cina e il Children Park, Recycling Tube è una videoinstallazione che richiama nel profilo lo skyline di una metropoli e si articola in un tunnel interattivo di 12 metri, divi-

so in sei sezioni rivestite nei diversi materiali di imballaggio. All’interno di Recycling Tube trovano ampio spazio il Decalogo per la raccolta differenziata di qualità – dieci regole per differenziare bene, quindi riciclare meglio i rifiuti di imballaggio – e le rilevazioni aggiornate del contatore ambientale sul riciclo dei rifiuti all’interno di Expo 2015.

Un inchiostro ‘molto’ speciale per la stampa di Vangardist Non è uno scherzo di cattivo gusto, ma una campagna dell’agenzia Saatchi & Saatchi per riaccendere il dibattito sul tema dell’AIDS. Il mensile tedesco Vangardist è uscito in una specialissima edizione, in concomitanza con uno dei maggiori eventi mondiali legati all’HIV. Tremila copie destinate al Life Ball che si tiene ogni anno a Vienna (su una tiratura di 18.000) sono state stampate con un inchiostro mescolato a sangue sieropositivo donato da persone ammalate di AIDS. Come è ovvio, la rivista è stata prodotta applicando i più severi parametri di sicurezza, il che vuol dire che è totalmente priva di rischi per chi la legge. Il processo di stampa è stato supervisionato e certificato dalla Harvard University e dall’Università di Innsbruck. La campagna della Saatchi & Saatchi è stata realizzata allo scopo di sensibilizzare il pubblico sulla malattia e sul pregiudizio sociale. «L’HIV non fa più notizia» si legge nel numero del Vangardist del mese di maggio «ma continuare a parlarne è l’unico modo per sconfiggere i tabù prima ancora della malattia». Per combattere il tabù associato all’AIDS, il mensile Vangardist è stato stampato con inchiostro mescolato a sangue sieropositivo. Ogni copia è avvolta da una plastica con il messaggio: “Rompere il sigillo e contribuire a rompere lo stigma”.

rubriche

GRANDANGOLO Carte, cartiere e cose di carta

51

Copertina: Fedrigoni Sirio Black. Interno: Fedrigoni Arcoprint Milk White 100 g.

Premiato a Istanbul l’Annual Report Pirelli L’Annual Report di Pirelli dal titolo Spinning the Wheel si è aggiudicato, lo scorso 25 maggio, il terzo premio nella categoria Annual Report all’European Design Awards di Istanbul. Un doppio riconoscimento visto che aveva già vinto il Gold Trophy Award all’International Design Awards. E non solo: per il Bilancio 2012, Pirelli si era anche aggiudicato il premio Certificate of typografic excellence per le soluzioni tipografiche particolarmente innovative. Sviluppato dall’agenzia Cacao Design, L’Annual Report, selezionato fra migliaia di opere provenienti da tutto il mondo, unisce a una grafica accurata un tocco di evidente originalità nella rilegatura. I tre volumi restano in equilibrio in verticale, con un’inclinazione di 45 gradi grazie a una fustellatura predisposta sull’angolo inferiore destro.

PB57


rubriche

52

GRANDANGOLO Carte, cartiere e cose di carta Alfabeti di legno nell’epoca digitale

I nuovi colori Gmund

L’iteresse diffuso di molti giovani designer verso un utilizzo in chiave moderna del letterpress trova riscontro nel meraviglioso volume Alfabeti di legno (acquistabile presso il bookshop di Tipoteca oppure richiedendolo a museo@tipoteca.it) dedicato alla storia dei caratteri di legno in Italia. Scritto da James Clough e Chiara Scattolin, il libro è un vero e proprio omaggio all’artista Luigi

Melchiori, artigiano creatore di caratteri di legno vissuto tra il 1864 e il 1946 a Crespano, un piccolo paese ai piedi del Monte Grappa, del quale ne viene ripercorsa la vita e la produzione. Gli autori sviluppano un percorso privato e professionale sull’artista e tracciano la storia dei caratteri di legno e il loro progressivo utilizzo nella produzione degli stampati tipografici.

Presentata a Milano, in anteprima mondiale, allo Stone Island Showroom di Via Savona, la nuova gamma colore della cartiera tedesca Gmund, rappresentata in Italia da Berni. Frutto di una lunga ricerca sperimentale che si è svolta nei laboratori della cartiera a Tegernsee in Baviera, i 48 nuovi colori sono proposti in otto gruppi cromatici, ciascuno articolato in sei sfumature, alcune delle quali per la prima volta trasferite su carta. Tutti sono disponibili in finitura opaca, feltro, metallizzata e trasparente con possibilità di infinite combinazioni e accoppiamenti. Nel corso dell’evento, che si è prolungato nel mese di giugno ad Amburgo, a Colonia, a Monaco e a Berlino, sono state presentate, su un lungo tavolo, le tante possibili applicazioni: stampati realizzati con il nuovo sistema colori, brochure di grandi brand del settore auto, packaging, cataloghi e tanto altro. Florian Kohler, amministratore delegato di Gmund, ha spiegato come la ricerca abbia intensamente impegnato la cartiera: «Le sperimentazioni di questa gamma colori ci ha impegnati tutti intensamente per molte settimane» ha detto. «Le discussioni sul rosso, ad esempio, sono durate oltre un mese, fino a quando non siamo riusciti a trovare la giusta tonalità».

Favini sponsorizza il Suq Festival di Genova

foto Michele D’Ottavio/Novamont

PB57

Con un record di 70 mila presenze in 12 giorni, il Suq Festival di Genova si conferma ogni anno come una realtà di grande successo. Favini ha scelto di sponsorizzare questa 17ma edizione che si è svolta dal 13 al 24 giugno, come sempre al Porto Antico. Divenuto nel tempo un appuntamento imperdibile dell’estate genovese, il Festival è anche un luogo di incontro tra popoli e culture diverse. Il programma degli appuntamenti – spettacoli teatrali e musicali, dibattiti e laboratori per bambini, lezioni di cucina e danza e tanto altro – è stato stampato su carta Crush nelle varianti Mais e Agrumi. Entrambe le carte recano nella trama i segni delle materie prime da cui prendono vita e sono state selezionate per donare alla stampa tonalità uniche, ispirate dalla natura. Crush è la carta ecologica Favini prodotta con scarti di lavorazioni agro-industriali, che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero. In coerenza con l’impegno di Favini a sostegno dell’ambiente, Crush è certificata FSC, realizzata con 100% energia verde autoprodotta e contiene il 30% di fibra riciclata post-consumo.


Cut-outs di Matisse al Tate Modern di Londra Chiuderà il 7 settembre la mostra The Cut-outs di Henri Matisse al Tate Modern di Londra dove sono raccolti, per la prima volta, i 120 collage realizzati dal grande artista francese quando, nel 1941, gli fu diagnosticato un cancro all’intestino che lo costrinse a una lunga malattia e poi alla sedia a rotelle. Ormai ottantatreenne, Matisse credette di dover rinunciare a dipingere. Poi decise che al posto dei pennelli avrebbe potuto utilizzare forbici e carta. E con questi strumenti creò le meravigliose composizioni in mostra a Londra.

Henri Matisse, The Horse, the Rider, and the Clown 1943-44.

rubriche

AGENDA

Tra arte, fotografia e design

53

Josh Smith al Macro Testaccio di Roma È di scena a Roma, nei padiglioni del Macro Testaccio, l’artista americano Josh Smith. Attento studioso di grafica e di editoria, Smith ha dedicato una importante parte della sua produzione alla pittura su carta e cartone, ai collage, ai libri d’artista, alle incisioni. L’esposizione racconta la decennale carriera di questo prolifico pittore, appena quarantenne, alla sua prima personale in un museo italiano. Fino al 20 settembre.

Josh Smith, Untitled, 2010.

Arte urbana in mostra a New York A Manhattan, nella sede della Society of Illustrators, nell’Upper East Side, la mostra “New York View: MTA Arts & Design Illustrates the City” ripercorre – tra poster, stampe, mosaici e collage – tre decadi di opere commissionate dal Metropolitan Transport Authority, la società responsabile del trasporto pubblico nello Stato di New York ad artisti del calibro di Roy Lichtenstein, Sol LeWitt e tanti altri. Negli anni Ottanta, quando stazioni e metropolitane accoglievano di frequente interventi spontanei di street art, l’MTA si adeguò al movimento underground creando l’MTA’s Arts & Design. Le opere sono in mostra fino al 15 agosto 2015. Un’opera di Roy Lichtenstein ideata per una stazione di metropolitana a New York.

Al MAST di Bologna Industria, oggi Olivo Barbieri raffigura uno stabilimento Ferrari con i suoi capannoni luminosi arredati con grandi piante da appartamento ma deserti. Sebastião Salgado ricorda che, accanto agli impianti automatizzati, esistono aree del mondo in cui si produce sfruttando intensamente la forza lavoro. Carlo Valsecchi fotografa impianti produttivi contemporanei come fossero sculture di una “industrial fiction”. Ad van Denderen e Jim Goldberg contrappongono alle bianche fabbriche vuote le variopinte, flemmatiche correnti migratorie… Fino al 6 settembre.

Olivo Barbieri, Maranello, Modena, 2003/2014, Archival Fine Art Photo Rag BarytaPolyptych in ten parts (78,7x100 cm each) © Olivo Barbieri, Courtesy siebenhaar art projects, Frankfurt am Main, Germany.

PB57


colophon PRINT BUYER n. 57 - uscita luglio 2015 Direttore responsabile R uggero Zuliani Comitato di redazione Anna Aprea (coordinamento) aprea.a@ilpoligrafico.it Emanuele Posenato Hanno collaborato a questo numero: Paola Bonfanti, L orenzo C apitani, L uca C hiavegato, Achille Perego. Art director C ristina Mascherpa mascherpacristina@virgilio.it Impaginazione C ristina Mascherpa Copertina C ristina Mascherpa (immagini iStock.it) Sede Z eta’s - 20137 Milano, via Kolbe 8 T el. 027529101, Fax 0275291039, printbuyer@ilpoligrafico.it Pubblicità R ancati Advertising: C laudio Sanfilippo tel. 0270300088 csanfilippo@rancatinet.it Segreteria pubblicità tel. 02.75291030 adv@ilpoligrafico.it N umeri arretrati euro 12,50 cad. Abbonamenti tel. 02.7529101 abbonamenti@ilpoligrafico.it Q uota annua euro 39,00 per l’Italia, euro 64,00 per l’Europa, euro 74,00 extra Europa. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a: Z eta’s srl - C redem Ag. 2 Milano IBAN IT 31X0303201601010000060641 o c/c postale n. 41419201. R .E.A. Milano n. 1190227 Autorizzazione T ribunale Mi n. 706 - 11.10.04 Stampa Intergrafica Verona (Verona)

gli inserzionisti di questo numero

SOCIETÀ Arctic Paper Grafica Metelliana Grafiche Erredue Gruppo Padovana Intergrafica Verona iPrintDifferent Luxe Pack Luxoro Manifattura del Seveso Pixartprinting PressUp Rotolito Lombarda Saxoprint Viscom Italia

PAG. 10 43 ins. 55 4 13 43 ins. 56 3 28 7 9 2

SITO TELEFONO arcticpaper.com 02 6694941 graficametelliana.com 089 349392 grafiche-erredue.com 031 935386 gruppopadovana.it 049 9201333 intergraficavr.com 045 8266001 iprintdifferent.com luxepack.com +33 474 734233 luxoro.it 0384 254011 manifatturadelseveso.it 035 881950 pixartprinting.it pressup.it rotolitolombarda.it 02 921951 saxoprint.it 800 798803 viscomitalia.it 02 435170.1

L e buone idee di stampa in offerta speciale costano solo 33 euro. chiama il n. 02 7529101 oppure vai sul sito www.stampamedia.net

Abbon ati oggi stesso a Print Buyer

57 Gli articoli firmati impegna no esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecni che sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a ret tifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibi le. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e traspa renza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trat tamento che intendiamo effet tuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che compren de le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsa bile del trattamento dei dati è: Ruggero Zuliani (zuliani.r@ ilpoligrafico.it, via Kolbe 8, Milano, tel. 02.7529101, fax 02.75291032). Al titolare del trattamento Lei potrà rivolger si per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Associato a


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.