E D I W trentuno
N. 31 NOV DIC 2016 €8,00 Zeta’s Srl - 20137 Milano - via Kolbe 8
Textile - Interior - Decorative OOH - Industrial & 3D
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editoriale paola bonfanti
siamo tutti
un po’ equilibristi
L’ultimo numero dell’anno di WIDE si apre con il grande spettacolo che anima la copertina: un movimento armonico di forme, geometrie, colori e figure che interpreta – nella poetica dell’autrice del disegno – il cambiamento come ricerca continua di un nuovo equilibrio o di un’opportunità per costruire su fondamenta diverse. Di cambiamenti, in questo 2016 che volge al termine, ce ne sono stati tanti – inattesi per alcuni, sconcertanti per altri, inevitabili per altri ancora; i loro effetti si manifesteranno nel corso dei prossimi mesi, aprendo prospettive diverse o indicando percorsi alternativi da valutare con la mente aperta, giostrandosi tra voci differenti come l’equilibrista sul filo, magari con un violino in mano. Il cambiamento è anche uno dei temi con cui ci confrontiamo di numero in numero su WIDE. Lo richiede il nostro settore di riferimento, quello della stampa specialistica, la cui evoluzione prosegue a ritmi serrati arrivando a esercitare un impatto anche sulla quotidianità di tutti noi. Lo raccontiamo nello speciale dedicato all’interior decoration, mostrando come il ruolo della tecnologia sia determinante nel raccogliere le sfide legate alla diffusa tendenza di trasformare frequentemente immagine e di rinnovare gli ambienti in cui ci muoviamo. E lo raccontiamo anche in Textile Collection 2016, una raccolta degli articoli dedicati al textile pubblicati nel corso del 2016 che ci aiuta a fare il punto su un anno che ha visto il settore della stampa tessile proseguire nella sua evoluzione dettando nuove tendenze. Sul palcoscenico tecnologico come su quello sociale, il fil rouge del cambiamento è vigoroso e trova oggi un terreno particolarmente fertile per caricarsi di nuova forza semantica e definire forme espressive inedite, private e collettive. A noi il compito di trovare l’armonia dell’equilibrio.
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SOMMARIO wide trentuno
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news novità tecnologiche: grande formato, web to print, stampa tessile, digital signage pag 6
speciale interior scenari di mercato: la tecnologia inkjet W
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sta bussando alla porta pag 8 dÉcor: stampa digitale a pigmento, la tecnologia che trasforma l’home textile pag 12 L’insider: d’officina - ferrari pubblicità esterna PAG 14 spaziO architetti: studio marco piva pag 16 a lezione di... innovazione digitale nella decorazione degli interni pag 19 testimonial: la moquette si fa fashion col digitale pag 20
industrial printing tecnologia: cefla finishing, competenze che
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rafforzano il printing industriale made in italy pag 22
out of home L’insider: ferrari promotion - printable pag 24 decorative testimonial: pastiglie leone, dolce come un packaging pag 26
fespa space fespa awards 2017:
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il premio degli stampatori agli stampatori pag 30
cover story a colloquio col creativo: una polifonia di forme e colori pag 32
textile collection raccolta di articoli dedicati al mondo della stampa tessile pubblicati nel 2016 pag 33
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NEWS
AZIENDE, PERSONE, INIZIATIVE
UNA VERSATILITÀ ECCEZIONALE – CON UN’ANIMA COMPATTA O ESPANSA
Retail È griffato il primo pop up store prodotto in 3D Ha fatto notizia il nuovo temporary store di Louis Vuitton, recentemente inaugurato in un centro commerciale di Sydney. Per quale motivo? Si tratta del primo negozio pop up interamente realizzato con tecnologia 3D, quella dell’israeliana Massivit 3D. L’accattivante struttura – larga 9 metri per 10 di lunghezza e 2,7 di altezza – è stata realizzata da OMUS, fornitore di servizi di stampa di Melbourne, in soli 18 giorni. “Dovevamo essenzialmente produrre un outlet visivamente attraente che potesse garantire un uso prolungato in un ambiente pubblico e in tempi record”, ha spiegato Robert Grosso, co-proprietario di OMUS. “Data la complessità del progetto e i tempi di consegna brevi, la stampa 3D era davvero l’unico metodo di produzione praticabile a nostra disposizione”. Per rispettare la deadline, OMUS ha coinvolto un secondo stampatore, Composite Images, utilizzatore di Massivit 1800: i due sistemi 3D extra large hanno realizzato, alla velocità di 35 cm/h, i 30 pannelli necessari entro i tempi richiesti. L’intero display è stato rifinito in vinile autoadesivo cromato a specchio e decorato con stampe di animali, in tema con la collezione maschile in mostra.
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Tecnologia OKI spinge sul grande formato ColorPainter E-64 è il nuovo modello della serie ColorPainter di OKI. Sistema di grande formato, è sviluppato per raggiungere elevate prestazioni e grande precisione a fronte di semplicità di utilizzo e basso impatto ambientale. Utilizzando l’inchiostro ecosolvente SX ad alta pigmentazione di OKI, il nuovo dispositivo garantisce la qualità del colore a tutte le velocità di stampa, per applicazioni indoor e outdoor. La capacità di gestire un’ampia gamma di supporti rende E-64s flessibile e adatta a produzioni wide format con diverse esigenze, dall’alta qualità alla stampa agile. Tra i supporti dalla miglior resa con ColorPainter E-64s, backlit e frontlit, tessile tecnico, carta da parati, tela, PVC rigido, banner, vinile e molti altri.
web2print Sprint24 lancia il nuovo programma fedeltà Il web2print romano premia la fedeltà dei clienti con un nuovo programma dedicato: Privilege – The Printing Club. Operativo da gennaio 2017, prevede sconti, agevolazioni e privilegi unici. Privilege Card, rilasciata a tutti gli aderenti, offre molteplici modalità sia per collezionare punti (DOT) sia per ricevere vantaggi derivanti dai differenti livelli di status – Bronze, Silver, Gold, Yellow. Fra i plus, la spedizione gratuita su qualsiasi ordine, l’upgrade immediato alla Classe Business per qualsiasi ordine e la verifica preventiva sui file grafici per prevenire problemi di stampa. Il sistema di punti DOT prevede, inoltre, la possibilità di ricevere sconti sui prodotti. “Siamo molto orgogliosi del programma fedeltà che lanceremo”, spiega Giovanni di Virgilio, CEO di Sprint24, “perché lo abbiamo costruito mettendoci nei panni dei clienti. La struttura è quella di un loyalty programme classico, le reward, invece, perseguono la strada che abbiamo deciso di intraprendere con fermezza: la qualità dei servizi. Ci teniamo molto a dare ai nostri clienti il miglior servizio possibile, in modo che possano avere la situazione sotto controllo come in una tipografia tradizionale, con la comodità di ordinare da casa. Per questo motivo abbiamo pensato alla pre-verifica del file in fase di prestampa: quale tipografia online verifica il file prima di imprimere la carta?”.
HYLITE® è un pannello composito in alluminio con un‘anima in polipropilene e strati esterni di rivestimento in alluminio. Grazie ai due diversi sistemi di anima, la nostra gamma offre un‘eccellente varietà per tante applicazioni in diversi settori. L’anima in polipropilene COMPATTA con uno spessore di 1,2 mm e 2 mm è in grado di svolgere una speciale funzione di cerniera che resiste alla piegatura ripetuta senza danneggiarsi. L’anima del materiale per i pannelli con spessore di 3 e 4 mm è ESPANSA con un processo di produzione appositamente sviluppato a questo scopo. Il risultato è un pannello composito in alluminio ultraleggero.
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NEWS TECNOLOGIE
Textile Epson apre due nuovi poli per l’innovazione nel tessile digitale
Segnaliamo che gli stampati illustrati nelle foto di pag. 51 di WIDE 30 sono realizzati con tecnologia di swissQprint. Nella stessa pagina, la macchina da caffè, in basso a destra, è stata prodotta da Silap.
La ricerca nel digital textile rimane al centro della strategia di Epson. Il gruppo giapponese ha annunciato l’apertura di due nuovi poli dedicati allo sviluppo di prodotti per la stampa digitale industriale su tessuto nell’area di Como. L’Innovation Research Lab, creato in collaborazione con For.Tex, si occupa di ricerca e sviluppo sulla tecnologia degli inchiostri per la stampa digitale industriale applicata a un ampio ventaglio di materiali. Gestito da un team di esperti tecnologi e ricercatori ed equipaggiato con tecnologie all’avanguardia, il laboratorio realizza indagini e analisi sulla sostenibilità degli inchiostri per conto di Epson. L’attività del Printing Research Center, ubicato presso la sede di F.lli Robustelli, recentemente acquisita da Epson, si concentra sullo sviluppo di prodotti per dispositivi inkjet, con l’obiettivo di sostenere il continuo avanzamento della stampa su tessuto di alta qualità di Epson.
Digital OOH Digital signage in stile XL DominoDisplay.com amplia la gamma della Serie T con tre totem multimediali di grande formato – T65”, T75” e T82” – personalizzabili nel design e nella grafica. Destinata alla veicolazione di comunicazioni commerciali e informative in ambito retail, hospitality, healthcare e corporate, la Serie T ha il suo cuore nei monitor DME di Samsung. Questa tecnologia impiega un’ampia gamma cromatica, offrendo prestazioni al top in termini di definizione dei dettagli. Caratteristiche che, unite alle grandi dimensioni, permettono la trasmissione di contenuti multimediali con un coinvolgimento di grande impatto. Realizzati in alluminio, i totem sono robusti e leggeri e dal design facilmente personalizzabile. Il fronte può essere rivestito integralmente con grafiche o effetti coordinati all’immagine degli ambienti in cui viene installato, riproducendo il look&feel di materiali come il legno e il marmo. I totem utilizzano il software integrato e proprietario Palinsesto, di cui è stata appena lanciata la seconda release con nuova interfaccia grafica, implementate potenzialità di sincronizzazione, networking e organizzazione dei contenuti.
Tecnologia Nuove frontiere nella decorazione su oggetti cilindrici Mimaki potenzia l’opzione Kebab per la stampa diretta su oggetti cilindrici, rendendola disponibile su una più ampia gamma di soluzioni di stampa. Il dispositivo che, montato sulla macchina, consente di decorare l’intera superficie di un oggetto di forma cilindrica con diametro da 10 a 110 mm, è attualmente compatibile anche con i sistemi flatbed UV UJF-3042 MkII e UJF-6042 MkII, oltre che con la nuova UJF-7151 plus. In particolare, UJF3042 MkII è compatibile con il modello Kebab MkII, mentre per le stampanti UJF-6042 MkII e UJF-7151 plus è disponibile il modello MkII L. Grazie ai rulli – o pinch roll – l’opzione Kebab permette ai sistemi della serie MKII di stampare in automatico a trecentosessanta gradi su un numero ancora più elevato di oggetti, in modalità diretta, incrementando in maniera esponenziale la versatilità di queste soluzioni. Tante le applicazioni rese possibili dall’utilizzo dell’optional di Mimaki, da bottiglie a sigilli, da candele a boccette di cosmetici. Tra i settori dal maggiore potenziale, proprio il cosmetico, oltre a quello del vino.
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e l a i c spe
n o i t a r o c e d interior
A cura di Paola Bonfanti
a è un universo in continu n tio ra co de r rio te ll’in de ode Quello ato al susseguirsi delle m leg te en ilm ub ol iss Ind . evoluzione pre ampio spazio e dei gusti, offre da sem ad architetti, di realizzazione creativa interni. Tuttavia, progettisti e designer di pa digitale è con l’avvento della stam o marcia: come che il settore ha cambiat rti, anche è accaduto in altri compa erni la nuova nella decorazione degli int ibile lo sviluppo tecnologia ha reso poss ni inedite, di una serie di applicazio ili in quantitativi personalizzabili, realizzab ico – e con costi minimi – fino al pezzo un una gamma di competitivi. Mentre tutta a gradualmente supporti innovativi è stat customizzazione introdotta nel settore, la menti dominanti è diventata uno degli ele l’unico limite della creatività, laddove di chi sviluppa risiede oggi nella fantasia ti dalle fantasie il progetto. Carte da para vetro, tessuto, più svariate, superfici – in alizzate con legno, cemento – person , decori a tema pattern e motivi d’impatto tti ed elementi di riprodotti su diversi ogge pubblico sempre arredo alla portata di un del digital printing, più ampio: sotto l’egida illennio dell’interior siamo entrati nel terzo m rso la voce di decoration. Ed è attrave isti che, nelle alcuni dei suoi protagon o raccontarvi il pagine seguenti, vogliam cambiamento in atto.
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interior scenari
La stampa per l’interior decoration: perché la tecnologia inkjet sta bussando alla porta?
Oltre ad aspetto e texture, l’industria dell’interior decoration chiede oggi longevità e customizzazione di massa. Ecco quale ruolo può ricoprire la flessibilità della stampa digitale, che può sia sostituire sia affiancarsi ai processi analogici esistenti
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interior SCENARI
Il termine ‘interior decoration’ si riferisce a una sfera molto vasta, che abbraccia qualsiasi area domestica e commerciale che richieda decorazione o ne benefici. Naturalmente molto di questo mercato ha a che fare con l’aspetto estetico, ma ci sono anche diversi esempi di applicazioni specifiche e di uso di particolari materiali che offrono vantaggi di tipo pratico. Le possibilità di stampa per l’interior decoration si sono espanse, seguendo i trend di diversificazione dettati da designer, architetti e utilizzatori finali che spingono verso la personalizzazione, i piccoli volumi o produzioni una tantum pratiche, convenienti e profittevoli. La tendenza nel décor di case, uffici e altri siti commerciali come alberghi e ristoranti è infatti quella della decorazione su misura dei locali e/o del loro brand e, al contempo, della localizzazione dell’aspetto, vale a dire l’applicazione di un gusto differente a seconda del posizionamento demografico e geografico. Finché l’interior decoration ha potuto affidarsi solo alla stampa analogica, questo tipo di risultato di personalizzazione e una tantum poteva essere raggiunto solo con il coinvolgimento di un decoratore specializzato con competenze artistiche. Il professionista in genere portava avanti il lavoro dall’inizio alla fine, con possibilità di errore e con un impatto significativo dal punto di vista del tempo e dei costi. Inoltre la qualità finale del lavoro, che rimaneva irriproducibile, dipendeva in ultima analisi dalla sua bravura artistica. L’avvento della produzione digitale ha donato molta versatilità e libertà a designer e architetti e sta alla base dell’importante trend di crescita che si registra nel settore dell’interior decoration, dove produzioni costose che richiedono molto tempo sono state sostituite da tirature molto basse o addirittura dalla sola copia. In più, la velocità e facilità
con cui un design può essere adattato, lavorato e finito in un prodotto incoraggiano ancor di più la creatività e la sperimentazione. Per non parlare della libertà nell’uso dei materiali, visto che ben pochi supporti non possono essere stampati con tecnologia inkjet.
Materiali e applicazioni
I processi tradizionali
Nel corso degli anni i materiali e supporti utilizzati per l’interior decoration sono stati sia di origine naturale sia artificiali. Per esempio, legni e metalli tradizionali possono essere riprodotti con l’uso di stampa e verniciatura. La stampa digitale ha certamente ampliato la gamma di prodotti
Fino a poco tempo fa la produzione di interior decoration per la casa e il commercio è stato il regno della tecnologia analogica che può generare alti volumi e offrire la resistenza e la durevolezza necessarie, trasversalmente su una vasta gamma di supporti, materiali flessibili, carta e tessuti. Le metodologie tipiche usate sono la flessografia, la serigrafia e la rotocalco. Queste tecnologie hanno semplificato la possibilità di ripetere un certo modello o fantasia ma, a causa dei costi elevati di set up, hanno sempre avuto lo svantaggio di dover per forza operare in economia di scala, con dei volumi che devono giustificare la spesa iniziale. Anche le procedure di cambio lavoro sono complesse e, insieme alle metodologie in fase di prestampa che prevedono la produzione di cilindri, hanno inibito l’implementazione di varianti di stile e disegno. Infine, questo tipo di produzione ha portato necessariamente a elevati costi di magazzino, ancora più gravosi in un mercato fortemente influenzato dalle regole impreviste della moda. L’interior decoration è per sua natura influenzato in modo preponderante dai trend e saperli comprendere, o meglio, anticipare è un’arte che permette di minimizzare il rischio di magazzino. Poiché i tempi impiegati dalla produzione analogica – dal concept all’effettiva realizzazione del prodotto finito – sono lunghi, i produttori hanno dovuto affinare questa arte di prevedere per quanto tempo un certo stile sarebbe stato di moda e ben calibrare la quantità di domanda con l’effettiva produzione.
base che possono essere utilizzati: supporti rigidi o flessibili che si prestano a emulare materiali più costosi, diminuendo così non solo il prezzo per unità ma anche il peso. Possono, inoltre, essere personalizzati, prodotti in edizioni limitate o in riproduzioni uniche e questo porta a un aumento dei margini di guadagno che interessa tutta la filiera, dal produttore al canale di vendita. Da un punto di vista logistico, ci sono dei materiali che beneficiano moltissimo della migrazione dall’analogico al digitale,
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Un dettaglio delle sedie decorate in digitale che arredavano lo stand di Agfa Graphics a InPrint Italy. Nella pagina accanto, una parete in vetro stampata in digitale, sempre in mostra sullo stand di Agfa.
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interior scenari
Ampio spazio alla fantasia nella decorazione degli arredi, dal pouf (HP) alle superfici in vetro, dalle tele dei quadri fino ai tessuti di cuscini e divani (EFI Reggiani).
imballato nei container. Se l’utilizzo della stampa digitale ha ampliato le opportunità per quanto riguarda i materiali e i supporti di stampa per l’interior decoration, la nuova sfida dei produttori è quella di sfruttarle raggiungendo una qualità realisticamente vicina a quella offerta dai materiali naturali. Tale sfida è spesso governata dalla resistenza e dalle finiture richieste su alcune superfici, dalla qualità tattile di alcuni tessuti, dalla necessità di eliminare elettricità statica da tappeti, moquette e accessori tessili per arredamento.
Dinamiche che cambiano
soprattutto quelli pesanti e fragili. È il caso dei prodotti in ceramica: poiché ora possono essere realizzati con processi senza contatto diretto, il loro spessore può essere molto inferiore, il rischio di rottura si abbassa e un maggior numero di unità può essere
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Come per altri settori dell’industria della stampa, anche nell’interior decoration assistiamo a un cambiamento delle dinamiche della domanda – più orientata verso prodotti unici, individuali, on-demand – che si allontana dalla tecnologia analogica e dalla sua scarsa flessibilità nel generare basse tirature. Mentre la tecnologia tradizionale mantiene il suo posizionamento nella produzione di grandi volumi, il vantaggio di avere una mobilitazione di magazzino più leggera e di poter produrre just in time ha spinto verso tecnologie più moderne. La tecnologia digitale supera molti dei limiti dell’analogico, permettendo che un design sia prodotto, stampato e modificato anche al volo, se necessario, con la facilità di realizzare campionature, copie uniche e piccoli lotti. I tempi di set up sono minimi, così come i cambi macchina, e le attrezzature possono essere programmate per soddisfare code di stampa su supporti differenti. Inoltre, la tecnologia digitale inkjet sulle macchine per il wide format ha sviluppato di molto la larghezza massima fino ad arrivare a 5 m. Ciò che con la tecnologia tradizionale può essere prodotto solo con cilindri di stampa stretti, con il digitale viene ora realizzato in un unico grande pezzo, evitando di compromettere il disegno con
giunte. L’allontanamento da ingombranti strutture, sia in termini di macchinari sia di workflow, e dai costi relativi ha avuto un impatto anche a livello logistico, incoraggiando produzioni più localizzate e quindi alleggerendo tempi di trasporto e consegna. A fronte di tutte le considerazioni appena fatte, va sottolineato che a spingere gli stampatori a migrare dal tradizionale al digitale sono due fattori chiave: la riduzione dei tempi di consegna e la possibilità di personalizzazione. I tempi di consegna sono cruciali per il successo di una nuova gamma, sia essa stagionale o dettata da un particolare trend. I parametri del design si basano sulla moda e a loro ci si deve riferire il più velocemente possibile per evitare che un produttore perda l’opportunità di aggiungere un nuovo concept o colore al suo portfolio. La stampa inkjet per il tessile, i tappeti, il vetro, i supporti naturali e le plastiche flessibili e rigide ha anche un ruolo determinante nella produzione di campioni e prodotti speciali che giocano una funzione trasversale tra l’interior decoration e il branding. È il caso, ad esempio, dei mercati potenziali dell’hospitality (alberghi, centri congressi, aeroporti per esempio) che sfruttano i vantaggi della stampa digitale per realizzare decorazioni temporanee per occasioni specifiche o per rinnovare il proprio look frequentemente. Anche le variazioni geografiche e demografiche generano differenze di stile e design: la tecnologia digitale permette di andare incontro alle preferenze locali e di realizzare campionature per testare se un certo gusto incontra i desideri espressi ed eventualmente intervenire in corsa con le opportune modifiche.
Benefici green Come per molti altri segmenti, anche per l’interior decoration uno dei motivi chiave che
ha spinto il mercato verso la tecnologia digitale è la riduzione dell’uso delle sostanze chimiche durante il processo produttivo e la conseguente diminuzione degli scarti e dell’impatto ambientale. Allo stesso modo, nel settore tessile – dove la stampa tradizionale è fortemente criticata per l’alto uso di energia e lo spreco di acqua – i processi digitali offrono una importante alternativa, con lo sviluppo di inchiostri che richiedono minimi trattamenti post stampa. Da un punto di vista ambientale, la stampa digitale è percepita in modo molto positivo: la produzione on demand riduce il rischio di generare sprechi e il consumo di energia necessaria è nettamente inferiore a quello della stampa analogica, sia perché i processi produttivi consumano meno, sia perché l’estrazione di scorie e la ventilazione non sono così determinanti. Senza contare che la stampa inkjet ha, in alcuni casi, sostituito la necessità di incorporare pigmenti inorganici nei coloranti, eliminando dalle formule la combinazione con piombo, zinco e cadmio.
L’altro lato della medaglia, dove il digitale può migliorare La natura stessa della stampa inkjet porta con sé alcune criticità che non si presentano nella stampa analogica. Quest’ultima ha processi che non coinvolgono lo ‘spruzzare’ e di conseguenza ha la capacità di gestire viscosità e formulazioni più pesanti, non sempre compatibili col digitale. Resistenza e longevità sono due fattori molto importanti in certe applicazioni dell’interior decoration e, sebbene la combinazione di alcuni inchiostri e materiali offra parametri specifici di tenuta senza dover aggiungere
una sovralaminatura, la texture e la finitura di alcuni inchiostri non sono adatte ad applicazioni destinate ad ambienti facili all’abrasione o allo sfregamento. Il rapporto tra qualità e velocità di stampa si basa nell’interior decoration sugli stessi principi generalmente applicati al wide format: più è elevato il numero di passaggi più la stampa è lenta. Lo standard del risultato finale tende a essere più cruciale nella decorazione degli interni, considerato che la maggior parte delle applicazioni è destinata a una visione da vicino e non da lontano, come invece è per l’affissione o le applicazioni retail. Un altro elemento di criticità è la resistenza degli inchiostri e la relazione tra la superficie del materiale, le performance degli ugelli delle teste di stampa e la capacità di ridondanza. Le applicazioni si stanno sempre più spostando verso la tecnologia single pass piuttosto che scanning, grazie allo sviluppo di barre di stampa sempre più larghe. Tuttavia, nella deposizione dell’inchiostro è di primaria importanza che qualsiasi sia la larghezza del prodotto, la stampa digitale non venga compromessa dal malfunzionamento delle teste di stampa. Altrettanto importanti sono la resistenza e le proprietà di adesione chimica ai materiali, ai supporti o alla pre-verniciatura. La formulazione dell’inchiostro deve anche essere compatibile con i processi di verniciatura finale. In questo, la combinazione di una finitura digitale e stampa analogica che prenda il meglio dai due mondi è, in alcune circostanze, la soluzione migliore.
Questo articolo è un estratto del whitepaper “Printed interior décor: why inkjet printing is knocking on the door”, scritto dalla giornalista Sophie Matthews-Paul per conto di Agfa Graphics. Fotografa il QR code per scaricare il documento completo.
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interior tessile per dÉcor
Sono oltre tre milioni i metri quadrati stampati a pigmento per le applicazioni di home textile da Monna Lisa, la stampante digitale per tessuti frutto della collaborazione di Epson, For.Tex e F.lli Robustelli. E proprio questa tecnologia sta trasformando i paradigmi del tessile che decora gli interni, rispondendo alle nuove esigenze del settore in termini di qualità, personalizzazione e affidabilità di Paola Bonfanti
Stampa digitale a pigmento, la tecnologia che trasforma l’home textile La decorazione degli interni passa anche per i tessuti stampati. Il settore del tessile per décor spazia dalla tappezzeria ai tendaggi, dagli accessori tessili per arredamento alla carta da parati e si contraddistingue per i volumi prodotti, la varietà delle applicazioni e la crescente richiesta di personalizzazione degli articoli, destinata ad aprire nuove nicchie in questo mercato. Qui si inserisce la stampa digitale a pigmento, una tecnologia in grado di rispondere con flessibilità alle mutate esigenze del segmento in termini di qualità, affidabilità, resistenza nonché abbassamento dei lotti di produzione e boom della creatività. In prima linea sul fronte tecnologico è Epson che con il sistema Monna Lisa – frutto della collaborazione con For.Tex e F.lli Robustelli (oggi parte del gruppo Epson) – ha anticipato i tempi, scommettendo fin dall’inizio sull’efficacia del pigmento. Ce ne hanno parlato Paolo Crespi, direttore commerciale, e Angelo Marelli, R&D manager di For.Tex, e Giovanni Pizzamiglio, responsabile sales della divisione ProGraphics di Epson Europa e membro del board di F.lli Robustelli.
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all’alto: Paolo Crespi, Angelo Marelli, Giovanni Pizzamiglio.
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Tessile per décor e stampa digitale: quali prospettive? Quello dell’home textile è un mercato molto grande e dinamico: nell’universo dell’industria tessile, si tratta di uno dei segmenti con i più elevati volumi di produzione. La stampa digitale è partita in ritardo su questo mercato: la conversione al digital printing ha riguardato, nella sua prima ondata, l’abbigliamento e la moda e solo negli ultimi anni ha cominciato a spostarsi verso l’arredamento. Fattori quali volumi importanti, esigenza di semplificare e rendere più flessibile il processo di stampa e opportunità applicative rendono oggi il tessile per la casa uno dei settori più promettenti. Tuttavia, per affrontarlo è necessario avere la giusta tecnologia digitale. Qual è la strategia tecnologica di gruppo Epson? Siamo convinti che la tecnologia digitale vincente per il mercato dell’home textile sia quella a pigmento. Gli inchiostri a
pigmento sono i più utilizzati anche nell’ambito della stampa tradizionale per il tessile per la casa, a fronte di caratteristiche quali solidità, resistenza alla luce e compatibilità con diverse fibre, soprattutto cellulosiche e loro miste con fibre sintetiche. Oggi il pigmento digitale è arrivato a offrire prestazioni all’altezza delle esigenze del mercato, con in più i vantaggi tipici della tecnologia digitale: processo di stampa semplificato, possibilità di produrre anche bassi volumi, consumo ridotto di acqua ed energia, minor impatto ambientale. A tutto questo va aggiunto l’aspetto della creatività: se fino a qualche anno fa il mercato dell’home textile era caratterizzato da poche collezioni e pochi disegni, numero di colori piuttosto limitato e grandi tirature, l’introduzione del digitale – che ha visto finora protagonisti gli inchiostri reattivi – ne ha già parzialmente trasformato le fondamenta, aumentando la gamma cromatica a disposizione, il
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interior
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tessile per dÉcor er l’allestimento dello stand di Viscom Italia 2016, Epson ha realizzato una linea di tessuti per la casa, stampati con Monna Lisa. A disegnarla è stata Arianna Moroder, artista e textile designer, co-fondatrice di Lottozero, un laboratorio di sperimentazione tessile.
Inoltre, anche la decisione di sviluppare le macchine in un’ottica di ’upgradibilità’ – frutto della lunga esperienza e lungimiranza di F.lli Robustelli – è stata vincente. Nel tempo, gli utilizzatori dei sistemi Monna Lisa hanno potuto beneficiare delle innovazioni portate sui nuovi modelli senza dover investire ex novo in un’attrezzatura, ma provvedendo a far montare le teste di stampa di nuova generazione. Di fatto, quasi tutti i clienti – se non tutti – hanno effettuato almeno un aggiornamento. Questo approccio si sposa appieno con la filosofia green di Epson, orientata a promuovere il riciclo e il riutilizzo di componenti e materiali. numero di varianti per disegno e la varietà dei disegni, e consentendo la personalizzazione degli articoli. Con il pigmento destinato a sostituire gli inchiostri reattivi, il settore dell’home textile vedrà una forte crescita del digitale nei prossimi anni ed è a tale crescita che guardiamo con interesse. Come si posiziona Epson sul pigmento digitale? Lavoriamo da oltre dieci anni allo sviluppo del pigmento digitale. Siamo stati i primi a muoverci su questo fronte – le installazioni delle prime Monna Lisa a pigmento risalgono al 2005 – e questo ci conferisce un vantaggio competitivo notevole: a differenza di chi si è affacciato da poco su questo mondo, noi abbiamo alle spalle tanti anni di attività di ricerca e sviluppo e di sperimentazione sul campo, un’esperienza che ci ha consentito di implementare progressivamente la tecnologia. Soprattutto rispetto a quei parametri che più contano nel mondo dell’home textile: la solidità e la resa qualitativa degli inchiostri – le cui prestazioni devono essere all’altezza della stampa tradizionale – e l’affidabilità del sistema di stampa e del processo, propedeutica al conseguimento
dell’incremento della produttività. Abbiamo già presentato le prime due serie di inchiostri a pigmento e ci apprestiamo a lanciare la terza, in occasione di Heimtextil 2017, che si caratterizza per una nuova formulazione studiata per aumentare ulteriormente la solidità. Monna Lisa è la soluzione di punta per il tessile digitale. Qual è la strategia di sviluppo? Dall’inizio del progetto Monna Lisa, nei primi anni del Duemila, le nostre scelte tecnologiche sono state legate ad alcuni fattori fondamentali, quali lo sviluppo continuo delle teste di stampa e degli inchiostri e il concept modulare delle macchine, basato sulla possibilità di apportare degli aggiornamenti. La progressiva ottimizzazione delle teste di stampa piezoelettriche di Epson ha portato a migliorare le prestazioni delle macchine in termini di velocità, produttività e qualità, mentre il lavoro di ricerca e sviluppo svolto nell’ambito degli inchiostri da parte di For.Tex ci ha consentito di ampliare le gamme a disposizione. Monna Lisa si basa su un concept molto versatile, sia dal punto di vista della selezione dei colori e degli inchiostri, sia dal punto di vista delle applicazioni.
Epson, For.Tex e F.lli Robustelli sono oggi parte di un’unica realtà. Quale il valore aggiunto? Grazie alla stretta collaborazione di queste tre realtà, il progetto Monna Lisa ha avuto fin dall’inizio una marcata connotazione di autosufficienza. L’ingresso di For. Tex e F.lli Robustelli nel gruppo Epson ha rappresentato il naturale compimento di un percorso all’insegna dell’innovazione e dell’unione delle rispettive competenze, portando tutti gli ulteriori benefici legati all’operare nel contesto di una stessa realtà. Oggi il nostro gruppo è l’unico tra i big del tessile digitale ad avere al suo interno tutto il know how tecnologico necessario per sviluppare soluzioni di stampa complete per il mercato del digital textile. Nei nostri reparti di R&D, le teste di stampa e gli inchiostri vengono studiati e testati in un unico processo, fattore che garantisce massima compatibilità e performance ottimali. Lo stesso vale per l’ingegnerizzazione delle macchine, direttamente parametrate sulla base della tecnologia inkjet che andranno a montare. Questa attività a trecentosessanta gradi ci permette di modificare la strategia e i parametri di sviluppo con grande flessibilità, un forte valore di competitività.
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interior L’insider
d’Officina – fpe
la bottega digitale che reinterpreta il décor contemporaneo Dall’out of home all’interior decoration, così fpe ha saputo sfruttare il parco macchine di ultima generazione per differenziare il business con d’Officina
Atelier nel cuore di un’industria, d’Officina si occupa di sperimentazione nella decorazione digitale degli interni. L’azienda progetta e sviluppa soluzioni su misura, realizzate con la cura artigianale della bottega e la capacità tecnologica della grande impresa, sfruttando il potenziale creativo del digital printing e i costi sostenibili della produzione industriale
Paolo Ferrari, amministratore delegato di fpe
È un laboratorio di sperimentazione interamente dedicato all’interior decoration: d’Officina sviluppa e realizza soluzioni su misura con la cura artigianale della bottega e i benefici operativi legati all’utilizzo di tecnologie di stampa di ultima generazione. Fondata nel 2015, è frutto di un’intuizione di fpe (Ferrari Pubblicità Esterna), storica azienda milanese attiva nel settore dell’out of home che, avendo individuato nell’interior decoration digitale interessanti opportunità di crescita, ha deciso di intraprendere questa nuova sfida. “Con il progetto d’Officina, vogliamo capitalizzare i cinquant’anni di esperienza di fpe nel settore della stampa. Come? Innestando all’interno di un’industria la bottega 2.0”, racconta Paolo Ferrari, amministratore delegato – insieme al fratello Andrea – di fpe. “L’obiettivo è utilizzare il patrimonio
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tecnologico e il know how dell’azienda per produzioni più mirate, più raffinate, più creative e dalla forte portata innovativa”.
La bottega del décor Il concetto di bottega 2.0 esprime l’essenza del progetto di fpe: d’Officina si appoggia a un parco macchine all’avanguardia e di dimensioni industriali – risultato di una serie di investimenti mirati a diversificare le lavorazioni e l’offerta – per realizzare applicazioni
personalizzate, di alto profilo, nella maggior parte dei casi studiate su misura e prodotte in volumi limitati, e per condurre sperimentazioni interne, come un vero e proprio laboratorio di creatività. “Per capire la natura del progetto, bisogna fare un passo indietro. fpe nasce come serigrafia tradizionale, un mondo nel quale ogni tecnologia aveva ambiti applicativi di riferimento specifici e ben delineati. Con la conversione al digitale – un percorso ultimato
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interior L’insider
Da fpe a d’Officina Realtà dalle “molte pelli”, fpe ha vissuto i suoi primi cinquant’anni nel segno del cambiamento e della trasformazione. Fondata nel 1967 come serigrafia tradizionale, ha avviato fin dai primi anni di attività un percorso di evoluzione senza sosta, che ha visto l’azienda rivoluzionare la dotazione tecnologica, l’organizzazione interna, il portfolio applicativo e i servizi. Proponendosi quale partner tecnologico a trecentosessanta gradi, fpe è passata dalla stampa serigrafica a quella digitale per mantenere l’eccellenza nei mercati di riferimento e continuare, al contempo, a perseguire una strategia votata alla diversificazione dell’offerta: da qui la versatilità dell’azienda che – grazie a una serie di investimenti in soluzioni digitali di ultima generazione realizzati nel 2015 – è oggi pronta per affrontare la nuova coinvolgente sfida dell’interior decoration con d’Officina, una bottega 2.0 nel cuore di una realtà industriale.
Katsushika Hokusai La [grande] onda presso la costa di Kanagawa, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa Silografia policroma, 25,9x38,5 cm Honolulu Museum of Art
circa cinque anni fa – ci siamo resi conto che quell’approccio non funzionava più perché la stampa digitale consente oggi di sviluppare applicazioni trasversali a tutti i settori. Per poterne sfruttare appieno le potenzialità è dunque necessario individuare le aree con le maggiori prospettive di crescita e fare tanta ricerca, utilizzando la tecnologia quale strumento virtuoso di creazione ed espressione”. Questa la chiave di volta che ha portato l’azienda milanese ad
ampliare un business prettamente indirizzato all’out of home e all’allestimento di eventi – tuttora colonna portante dell’attività – in direzione dell’interior decoration: “Abbiamo cominciato a fare qualche sperimentazione e ci siamo resi conto del grande valore di questo segmento. La decisione di allestire all’interno dell’azienda un’area dedicata – gestita da un team ad hoc – è stata la naturale conseguenza”. Architetti, designer, contractor e, in generale, professionisti della progettazione di interni, ma anche aziende specializzate nella produzione di mobili, pavimenti e arredamento, sono gli interlocutori primari dell’atelier di fpe. “Sicuramente, c’è grande interesse nei confronti della stampa digitale applicata all’interior decoration. Non solo perché la domanda è sempre più orientata alla personalizzazione e a finiture d’effetto, ma anche a fronte dei vantaggi legati alla produzione in digitale, quali la possibilità di produrre on demand e just in time, di cui il mercato allargato è sempre più consapevole”, spiega Ferrari. Ai suoi interlocutori, d’Officina si propone come partner più che fornitore, mettendo a disposizione tecnologie e know how per inventare e sviluppare insieme al committente applicazioni di décor funzionali, innovative, accattivanti.
Ricerca è… ‘giocare’ con materiali e applicazioni La sperimentazione – lo abbiamo
detto – è all’ordine del giorno nel laboratorio di d’Officina. A guidarla è sostanzialmente la ricerca sul fronte dei materiali, ancor prima che su quello delle applicazioni. “Capita sempre più spesso che i nostri interlocutori ci presentino materiali nuovi, da decorare con la stampa digitale. Dobbiamo dunque partire da zero, per arrivare a definire – anche a seconda della lavorazione e della destinazione finale – quali tecnologie e macchine utilizzare. In un certo senso, giochiamo con tecnologia e materiali – non a caso il laboratorio di d’Officina è soprannominato ‘sala giochi’”, afferma Ferrari. Quali sono i supporti che vanno per la maggiore? “Lavoriamo molto nell’universo dei rivestimenti e della carta da parati, ma ci si presentano continuamento anche sfide inedite. Recentemente ci è stato chiesto di decorare un cemento lavabile, un materiale dotato di una matericità molto raffinata da utilizzare per arredare cucine e bagni. Oppure, in veste di partner tecnologici di Canon, abbiamo realizzato l’allestimento della mostra dedicata all’arte giapponese ‘Hokusai, Hiroshige e Utamaro’ del Comune di Milano, stampando su carte raffinatissime. E stiamo sperimentando molto anche con la pelle, un materiale non facile ma dal grande potenziale per il quale abbiamo effettuato una serie di investimenti in attrezzature innovative”. Opportunità e spirito di iniziativa non mancano. E anche rispetto alle prospettive per i prossimi anni, Paolo Ferrari ha le idee chiare: “L’obiettivo è continuare a fare ricerca nella decorazione digitale dei materiali, ampliando progressivamente le gamme di supporti architettonici e di finitura. La richiesta c’è e l’ambito di riferimento è molto vasto: proprio per questo, puntiamo a stabilire collaborazioni e a mantenere un dialogo aperto col mondo esterno, per capire in quale direzione rivolgere le nostre sperimentazioni”.
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La famosa onda di Hokusai, stampata su piastrelle da fpe per Albergo Italia @Printeriors, FESPA Digital 2016
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interior spazio architetti
La tecnologia di ultima generazione ha trasformato i trend dell’interior decoration, ponendo di fronte ad architetti e designer nuove sfide e opportunità inedite
dI Paola Bonfanti
La professione dell’architetto nell’era della stampa digitale Chi è Marco Piva Architetto di fama internazionale, Marco Piva ha fatto del trinomio “emozionante, fluido, funzionale” il segno distintivo del proprio linguaggio progettuale, in ambito architettonico, di product e interior design. L’attività del suo studio – Studio Marco Piva – spazia dai grandi progetti architettonici per strutture residenziali e turistiche alla progettazione d’interni, fino al disegno industriale finalizzato alla produzione di complementi per spazi a uso collettivo. Le assidue ricerche sui caratteri formali e funzionali degli spazi, sulle tecnologie e sui materiali, sviluppate con grande attenzione per l’ambiente, sono gli elementi fondativi della filosofia di pianificazione e di progetto dello studio, che negli ultimi anni ha condotto un’intensa sperimentazione sull’uso creativo e progettuale della tecnologia di stampa digitale. Con sede principale a Milano, lo studio conta filiali internazionali in Russia, UAE, India, Cina, Qatar e USA.
Non solo pareti colorate e carte da parati personalizzate, pavimenti dalle fantasie più accattivanti, pannelli con finiture originali e decori a tema impressi su oggetti ed elementi di arredo. Il cambiamento legato all’ingresso della tecnologia di stampa digitale nel comparto dell’interior decoration ha coinvolto il mondo della progettazione degli interni, chiamando architetti, designer e progettisti a ripensare il proprio approccio all’attività. Della portata dell’evoluzione in atto e delle potenzialità e prospettive della rivoluzione digitale abbiamo parlato con l’architetto Marco Piva, titolare dello Studio Marco Piva.
Come l’avvento della stampa digitale ha cambiato il mondo dell’interior decoration? L’impatto della stampa digitale sul mondo della progettazione e della decorazione degli interni è stato notevole. La comparsa di questa tecnologia ha permesso un approccio creativo maggiore, legato principalmente alla possibilità di sperimentare su un diverso utilizzo dei materiali. Un altro aspetto importante riguarda la velocità di realizzazione, laddove la stampa digitale ha eliminato molte problematiche inerenti le tempistiche progettuali. Come è cambiata l’attività dell’architetto? Più che di cambiamento dell’attività dell’architetto, parlerei di nuove possibilità
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che si sono aperte sul fronte della sperimentazione. Ciò ha determinato l’affermarsi di un approccio creativo volto al raggiungimento di risultati estremamente scenografici, anche con budget limitati. Qual è il valore di questa rivoluzione tecnologica? La portata rivoluzionaria della stampa digitale risiede nella possibilità di reinterpretare i materiali con una diversa chiave di lettura. È interessante fare qualche esempio concreto. Nel progetto dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano, curato dal nostro studio, la materia del marmo è diventata artwork attraverso la stampa digitale su vetro: il marmo è stato reinterpretato con il vetro – un vetro tridimensionale retro stampato che, per chi non lo sa, sembra realmente marmo, con tutte le sue bisellature. In quale segmento l’impatto della stampa digitale è stato finora maggiore? Sicuramente nel retail. Si tratta di un mondo in continua evoluzione, spesso stagionale, dove l’approccio progettuale è veloce e servono soluzioni di grande impatto, ma al contempo non
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interior
spazio architetti
Progettare con il digitale: Drone L’utilizzo della tecnologia è una delle tendenze che da tempo caratterizzano le realizzazioni dello Studio Marco Piva. Le immagini di queste pagine illustrano alcuni dei progetti più interessanti. A partire da Drone, la nuova collezione di carta da parati studiata per Glamora, che farà il suo esordio nel gennaio 2017. “Il wallcovering è sempre più protagonista del mondo dell’interior design contemporaneo proprio grazie all’evoluzione delle tecnologie digitali e dei materiali di supporto, che permette a noi progettisti di esplorare soluzioni visive praticamente senza limiti e di creare ambienti ogni volta unici, con la massima facilità di realizzazione”, racconta Marco Piva. “Drone è una collezione che esplora le potenzialità del wallcovering come un forte elemento narrativo nello spazio. Immagini dell’ambiente naturale o antropizzato, viste dall’alto come da una mongolfiera o da Google Maps e ulteriormente analizzate, scomposte e trasformate in motivi grafici originali”. Ocean, City e Desert sono i primi tre disegni della collezione, dedicati rispettivamente all’oceano, alla città e al deserto.
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interior spazio architetti
Progettare con il digitale: Excelsior Hotel Gallia Nel progetto di ristrutturazione e ampliamento dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano, meritano particolare attenzione le stampe digitali di grandissimo formato utilizzate come divisorio delle Art Suite: queste includono ampi pannelli scorrevoli a tutta altezza, che riproducono dettagli della facciata storica colti dagli scatti del fotografo Andrea Martiradonna, e vetri serigrafati con memorie del liberty e del déco milanese al pianterreno.
troppo invasive – sia dal punto di vista economico sia dell’ingombro – per cambi rapidi ed efficienti. Rispetto agli ambiti applicativi, in quali la stampa digitale viene maggiormente utilizzata? È difficile fare una stima, perché oggi la stampa digitale viene utilizzata nella maggior parte degli ambiti applicativi dell’interior decoration – dalla carta da parati al flooring, da pannelli e pareti decorative alla ceramica. Il nostro studio, ad esempio, lavora su tutti i fronti: con Ceramica Sant’Agostino abbiamo realizzato stampe digitali su ceramica, mentre con XILO1934, specializzata nella produzione di parquet, abbiamo lavorato con la stampa digitale sul legno. Attualmente, stiamo realizzando una nuova collezione di carta da parati per il brand Glamora e, in generale, tutte le pannellature delle
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nostre mostre sono realizzate con questa tecnica. In una parola, ogni ambito applicativo offre delle opportunità. Volendo indicarne uno che emerga sugli altri, potrei dire che il segmento del flooring e delle pavimentazioni presenta un maggiore potenziale di sviluppo, soprattutto dal punto di vista creativo. Come si evolverà l’interior decoration nei prossimi anni? Vi sono due direttive lungo le quali il settore della progettazione e della decorazioni degli interni è destinato a svilupparsi. Da un lato, l’evoluzione – e la sfida – sarà improntata sull’affermarsi di nuove possibilità tecnologiche, dell’implementazione delle normative in merito a sicurezza e delle certificazioni. Dall’altro, assisteremo alla progressiva diffusione di una maggiore consapevolezza dei vantaggi connessi alla stampa digitale, oggi
ancora poco conosciuti al di fuori del settore di riferimento. Tutto questo non riguarda solo il design. Basti pensare al binomio moda-tessuto o a quello promozione-cartellonistica: è evidente come i campi di applicazione della tecnologia di stampa digitale possano esplorare tutti gli ambiti della nostra quotidianità. Sfide e opportunità per chi opera nel settore? La tecnologia di stampa digitale è sicuramente destinata ad affermarsi in modo decisivo nel futuro. Per quanto riguarda le opportunità, si concentreranno sull’aspetto legato alle inedite possibilità di giocare con i materiali e di ridurre progressivamente i tempi di realizzazione. Per quanto riguarda le sfide, saranno proporzionali alla capacità di continuare a evolversi e innovarsi con il progressivo avanzare della tecnologia, senza venir meno ai principi base dell’etica della progettazione: prestazioni, efficienza, sostenibilità. Una ulteriore sfida, non da meno, sarà riuscire a stare dietro all’estro creativo di noi progettisti, sempre avidi di nuove e inesplorate avventure.
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interior formazione
“Design customs” è un’iniziativa di e-learning dedicata alle nuove frontiere dell’interior decoration e orientata a far conoscere ai professionisti del settore le possibilità creative aperte dalla stampa digitale. Ne abbiamo parlato con l’architetto Paola Silva Coronel, ideatrice e direttore del corso di Federico Zecchini
A lezione di… innovazione digitale nella decorazione degli interni Flessibilità produttiva, alta qualità, basse tirature, personalizzazione sono tra le parole d’ordine più utilizzate per descrivere la stampa digitale. E se per chi se ne occupa tutti i giorni può risultare ovvio che tale tecnologia offra enormi opportunità in molteplici settori di mercato, diverse sono conoscenza e percezione del digital printing da parte di chi opera in altri settori. Quanto sono conosciute le possibilità produttive e creative generate dalla stampa digitale in quei mercati a cui fornitori e stampatori si rivolgono, in primis la decorazione di interni? “Purtroppo è da parecchi decenni che la figura dell’architetto tende a confondersi con quella dell’ingegnere e del geometra”, commenta l’architetto Paola Silva Coronel, “e questo fa sì che l’architetto veda se stesso più sotto il profilo tecnico e sottovaluti le proprie capacità creative”. Capacità che la stampa digitale potrebbe far rinascere, se fosse adeguatamente conosciuta. Con questo obiettivo in mente, Paola Silva Coronel ha concepito l’idea di organizzare un corso
di formazione per aprire ai suoi colleghi nuovi orizzonti nel mondo della decorazione di interni. ‘Design customs’, questo il titolo del corso – realizzato da Arch academy, società specializzata nella formazione professionale in modalità e-learning per le categorie dell’ambiente costruito –, approfondisce il tema con casi concreti e tecniche di personalizzazione e decorazione, attraverso la voce di esperti del settore. “Molte di queste case history provengono dal mondo degli allestimenti”, racconta Coronel, “ma alla luce delle innovazioni tecnologiche sono sempre più performanti e adatte all’architettura”. Il desiderio per il pezzo unico o per la tiratura limitata sta contagiando settori di mercato quali product e interior design. Un trend con cui gli architetti devono confrontarsi e che la tecnologia digitale può rendere semplice. “Spesso noi architetti realizziamo delle creatività per specifiche applicazioni e non ci rendiamo conto che potremmo utilizzarle
anche per applicazioni differenti, sulla base del fatto che le tecniche produttive tradizionali sono diverse. Uno degli obiettivi del corso è quello di far comprendere che tutto parte da file digitali che possono, in pochi passaggi, essere adattati a molteplici soluzioni applicative – dalle cancellate alle vetrate, dalle coperture per i divani alle carte da parati”, spiega Coronel. Oltre alle lezioni, il corso proporrà la partecipazione a una serie di eventi per favorire lo scambio di idee e la conoscenza diretta di ciò che verrà trattato a livello teorico durante le sessioni online. “La stampa digitale permette di usare un’incredibile varietà di supporti, dando modo di scatenare la creatività e, grazie alle tirature limitate, di eseguire prove e test in maniera molto semplice. I trend dell’interior design stanno andando verso un ritorno della decorazione come elemento rilevante e auspico che strumenti come questo corso possano far sì che gli architetti ritrovino e rivalutino le loro potenzialità creative”, conclude Coronel.
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Paola Silva Coronel, architetto
Design Customs, il programma Lezione 1 Il trend del custom made Francesca Balena Arista | Architetto e Designer Lezione 2 La stampa digitale Dario Morelli | HP Italia Lezione 3 I supporti della creatività Fulvio Rohrer | 3M Italia Lezione 4 Dal pixel al ricamo Milena Guandalini | Studio Auriga Il corso sarà online da gennaio 2017. www.arch.academy
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interior testimonial
Pavimenti dai colori intensi e dalle forme avvolgenti: con la stampa digitale non ci sono più limiti alla creatività del floor graphic, come dimostra la moquette di 900 m2 stampata con tecnologia Durst dall’italiana Topcolor Dream per una mostra del MUDEC di Milano.
La moquette si fa fashion col digitale Quando il floor graphic incontra la stampa digitale, la creatività non ha più limiti e i risultati possono essere sorprendenti. Un esempio? La moquette dalle grafiche policromatiche che ha ricoperto i pavimenti dello spazio espositivo e dell’Agorà del MUDEC – Museo delle Culture in occasione della mostra “CRAFTING THE FUTURE – Storie di artigianalità e innovazione”, durante l’ultima edizione della Fashion Week milanese. Dal grande impatto visivo, il tappeto a pelo raso – di 900 metri quadrati – stampato con forme sinuose e colori avvolgenti ha conquistato il pubblico della mostra, rendendo emozionante e coinvolgente il percorso espositivo del progetto. Artefice dell’originale lavoro di floor graphic è Topcolor Dream, fornitore di servizi di stampa a ciclo completo per la visual communication, il display e gli allestimenti. Oltre a realizzare stampe di alta qualità, il team di installatori specializzati dell’azienda ha eseguito la messa in opera del rivestimento in tempi ristretti, risolvendo le problematiche derivanti dalla particolarità e dalla preziosità dei materiali con i quali sono realizzati i pavimenti del museo. L’azienda milanese si è avvalsa del sistema di stampa roll-to-roll UV Durst Rho 512R, sua tecnologia di punta. “L’affidabilità, la produttività e la qualità di output del sistema di stampa da 5 metri Durst Rho 512R ci hanno permesso di affrontare senza problemi un lavoro reso impegnativo dalla qualità e fedeltà di riproduzione delle immagini richieste e dall’estensione delle superfici interessate”, ha spiegato Luca Rossi, general manager di Topcolor Dream. “Siamo estremamente soddisfatti in termini estetici del risultato, garantito dagli inchiostri UV, e per la performance tecnica ottenuta, in conformità alle norme di sicurezza. Step fondamentali del nostro usuale processo lavorativo sono stati i chromaline di verifica cromatica e stampa, che garantiscono le caratteristiche principali e tutte le specificità dei lavori richiesti”. In forza dal 2014, il sistema superwide format Durst Rho 512R di Topcolor Dream è stato il primo a essere installato in Italia. La macchina è impiegata per la produzione ad alti volumi di banner, blueback, scenografie e applicazioni retroilluminate destinati alla visualcomm, all’in-store promotion e agli allestimenti fieristici. In particolare, per questi ultimi, è molto frequente la richiesta di personalizzazione di materiali di varie tipologie per il rivestimento di superfici calpestabili (tessuti naturali e materiali plastici).
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Lo Speciale del prossimo numero di WIDE sarà dedicato a…
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INDUSTRIAL tecnologia
Con l’acquisizione di JetSet, azienda bergamasca specializzata nello sviluppo di soluzioni inkjet per la produzione industriale, Cefla Finishing punta a consolidare il proprio posizionamento nel settore della decorazione digitale a livello internazionale. Scommettendo su un polo di competenze e know how tutto italiano di Paola Bonfanti
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L’unione di competenze che rafforza il printing industriale made in Italy
lberto Maestri (a destra), managing director di Cefla Finishing, e Sergio Ferrari, socio fondatore e managing director di JetSet.
Sulla spinta innovativa della stampa digitale inkjet, il mondo della produzione industriale vive un periodo di forte fermento, che coinvolge anche i suoi protagonisti. Una recente operazione tutta italiana, suggellata alla fine dell’estate, ha visto Cefla Finishing, azienda di Imola specializzata nella verniciatura, decorazione e stampa digitale del legno e attiva in tutto il mondo, acquisire JetSet, realtà bergamasca che dal 2012 si occupa di ricerca, sviluppo e costruzione di sistemi industriali per la stampa inkjet. Forte dell’unione delle competenze e dell’estro tecnologico made in Italy dei due player, specialisti tra l’altro di fornitura di soluzioni on demand e chiavi in mano, Cefla Finishing si propone di ampliare ulteriormente il business della decorazione e finitura digitali su materiali differenti, Alberto Maestri, managing director di Cefla Finishing, ci ha parlato degli obiettivi dell’acquisizione e delle prospettive di crescita e sviluppo dell’azienda.
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Quali gli obiettivi della recente acquisizione di JetSet? È stata un’operazione coerente con la nostra mission di mantenere e rafforzare la leadership internazionale nel settore della decorazione. In questi termini, con l’acquisizione di JetSet, abbiamo compiuto un passo che ci consente di accrescere il know how – già presente in azienda – in un settore, quello della decorazione digitale, che mostra forti potenzialità di crescita, sia nei mercati di riferimento di Cefla Finishing, sia in settori alternativi quali plastica, vetro, fibrocemento, imballaggio e metallo, in cui stiamo investendo da tempo. Il nostro obiettivo è di affermarci come leader anche nel campo della stampa digitale, intesa in tutti i suoi aspetti. Ci siamo resi conto che, per implementare il nostro modello di business, ci serviva un partner nel mondo del digitale che mostrasse di avere un approccio alla tecnologia e al cliente simile al nostro.
Quali i vantaggi del processo di integrazione delle competenze di JetSet? L’integrazione di JetSet procede in modo molto naturale e stimolante. C’è stata intesa fin dal momento dell’incontro delle reciproche competenze e stiamo già sviluppando insieme nuovi prodotti, che di fatto fanno parte del nostro patrimonio tecnologico comune. Cefla Finishing e JetSet condividono una visione comune del mercato e della tecnologia e ciò potenzia la capacità di offrire soluzioni di processo a una miriade di settori di riferimento. Questo è l’aspetto che predomina nella nostra relazione interna, il resto viene di conseguenza. Qual è l’interesse di Cefla Finishing nei confronti della decorazione digitale? Il processo di decorazione parte dalla preparazione del supporto fino al trattamento protettivo del pezzo finito. Cefla Finishing è specialista del primo e dell’ultimo
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INDUSTRIAL tecnologia
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ate, la prima proposta tecnologica di Cefla Finishing e JetSet
step di tale processo. Con l’acquisizione di JetSet abbiamo la possibilità di introdurre quello che potremmo definire come il nostro anello mancante in chiave digitale. Non sappiamo ancora come si trasformerà il mercato, tuttavia ci siamo posti l’obiettivo di accompagnare con le nostre soluzioni questa evoluzione in tutti quei settori industriali che si stanno avvicinando alla stampa digitale. Vedremo col tempo se questa tecnologia si imporrà fino a fare ‘piazza pulita’ delle altre, oppure se resterà un’opzione di alto livello per chi propone personalizzazioni spinte o effetti particolari.
Eccellenze italiane Merita attenzione il fatto che l’acquisizione di JetSet da parte di Cefla Finishing veda coinvolte due aziende italiane. Maestri commenta così: “Cefla ha recentemente ricevuto a Montecitorio il riconoscimento di ‘eccellenza italiana’. Non c’è dubbio che, nonostante i mille problemi, nel nostro Paese esistono tante piccole e medie realtà capaci di esprimere grande innovazione, creatività e passione. Tuttavia, queste stesse realtà spesso non riescono a fare il grande salto per industrializzarsi e affrontare i mercati internazionali. Anche da questo punto di vista, l’incontro fra Cefla e JetSet è particolarmente significativo e virtuoso”.
Come la stampa inkjet sta influenzando il mondo della produzione industriale? In generale, la stampa digitale può rappresentare una risposta fattiva a chi cerca efficienza produttiva e contenimento delle scorte di magazzino, oltre a portare indubbi vantaggi commerciali legati alla possibilità di personalizzazione del prodotto, anche in piccolissimi lotti. Le potenzialità di questa tecnologia possono dunque esprimersi nei diversi settori industriali, non solo nell’arredamento e nella produzione di mobili, ma anche nell’automotive, negli elettrodomestici e nelle soluzioni per l’architettura. Cefla Finishing considera da sempre fondamentale l’ascolto dei mercati e punta tuttora a rimanere focalizzata e flessibile nei confronti di tutti quei clienti per i quali l’inkjet può rappresentare una soluzione produttiva determinante. Dal focus sul legno a nuovi materiali: verso quali supporti vi state indirizzando nello sviluppo delle vostre soluzioni? Siamo in grado di offrire risposte performanti per tutti i supporti. L’incrocio dei know how di Cefla
La partecipazione a InPrint Italy, lo scorso novembre, ha segnato la prima uscita ufficiale di Cefla Finishing e JetSet dopo l’acquisizione. I riflettori sono stati puntati sulla doppia versione del plotter Gate, sviluppato da JetSet nel corso degli ultimi due anni. Grazie al concept modulare e alla presenza di un dispositivo roll-to-roll e di un nastro trasportatore, la piattaforma Gate consente di gestire diversi materiali – da flessibili a rigidi. Sempre in funzione della modularità, la piattaforma offre un’ampia scelta di testine di stampa e differenti tecnologie di essiccazione (UV convenzionale, LED, infrarossi ed aria calda). È, inoltre, dotata del sistema di ricircolo inchiostro, brevettato da JetSet, che consente di lavorare anche con inchiostri caratterizzati da chimiche molto specializzate quali 3D texture, inchiostri per metallo, inchiostri a base acqua per carta e corrugati e ceramic frit inks per vetri da temprare, oltre agli inchiostri UV.
Finishing e JetSet ci permette di proporre soluzioni perfettamente integrate con le altre tecnologie più tradizionali e che prevedano anche di lavorare su grandi formati. Qual è il valore della innovazione tecnologica per Cefla? L’innovazione è da sempre al centro delle strategie di crescita di Cefla nei diversi business in cui l’azienda opera. Da alcuni anni, in particolare, abbiamo puntato a dare un forte impulso all’innovazione di prodotto e di processo. Il fatto di essere una realtà industriale multibusiness ci permette, inoltre, di applicare in modo trasversale le tecnologie e le soluzioni più evolute, in una sorta di volano dell’innovazione che coinvolge tutta l’azienda, dal Finishing al Medicale, passando per le tecnologie di trasmissione dati applicate al proximity marketing sviluppata da Cefla Shopfitting, per gli impianti di cogenerazione e di building automation di Cefla Impianti, fino ai sistemi avanzati di illuminazione a LED sviluppati dalla nuova Business Unit di Cefla, C-LED.
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Il profilo di Cefla Finishing e JetSet Cefla Finishing è parte di Cefla, un polo industriale che opera a livello internazionale su differenti aree di business: Medical Equipment, Plant Solutions, Shopfitting, C-LED, oltre a Finishing. Accanto all’head quarter italiano, il gruppo vanta sedi produttive in Cina, Russia e Stati Uniti. Core business storico di Cefla Finishing è la progettazione di linee su misura e chiavi in mano per il mercato del legno, cui sono seguiti anche altri materiali. Il target di riferimento spazia dai player del settore dell’edilizia e arredamento a quelli di aerospaziale e automotive. Fondata nel 2012 da Sergio Ferrari, JetSet è specializzata nella progettazione e nella realizzazione di stampanti digitali industriali, sia multipass sia single pass. L’azienda, che ha sede in provincia di Bergamo, opera a stretto contatto con il mondo industriale sviluppando soluzioni inkjet on demand per diversi settori.
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L’insider
Ferrari Promotion - Printable
Innovazione e processi rapidi, leva del business
Il segreto per competere in un mercato in evoluzione? Investire su tecnologia digitale, servizi di qualità e differenziazione di Stefano Tenedini
“Il gruppo Ferrari è nato come piccola azienda, fondata da mio padre Mario negli anni Settanta, nella cartellonistica stradale. Siamo stati concessionari pubblicitari per una quindicina d’anni, per poi produrre manufatti pubblicitari: parliamo di autentiche decorazioni stradali anche di grande formato, alle quali si dedicava una ventina di addetti, anzi veri e propri artisti. Da allora l’innovazione è stata continua, nel quadro di un mercato che non sta mai fermo: dal sistema di stampa ‘Michelangelo’, una macchina verticale a idropittura, alle stampanti digitali con performance futuribili”. Andrea Ferrari, amministratore delegato del gruppo, descrive così per sommi capi la storia dell’impresa di famiglia, ma in realtà sta ripercorrendo le tappe di un settore che ha fatto la storia della pubblicità e della cartellonistica in Italia. E che
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Dai cartelloni stradali alle griffe della moda, quella di Ferrari Promotion è la storia di un’azienda che ha continuato a crescere sulla spinta dell’innovazione tecnologica e della diversificazione dei mercati di riferimento. E dopo avere conquistato una posizione di rilievo in Italia, si prepara a raggiungere il prossimo obiettivo: consolidare la presenza all’estero ndrea Ferrari, amministratore delegato di gruppo Ferrari Promotion.
oggi sta esplorando vie nuove per la crescita puntando sulla tecnologia, il servizio, la creatività e l’internazionalizzazione. Uno sviluppo che si è basato soprattutto sulla diversificazione. Come la scelta strategica di abbandonare la cartellonistica stradale “perché l’Italia, unica in Europa, resta un mercato disordinato, con regole difficili da seguire, che cambiano in continuazione e che quando ci sono vengono bypassate creando una confusione che ha ingessato il business”, spiega. Di qui la scelta vincente di investire
risorse ed energie nella stampa digitale, che ha proiettato il gruppo ai vertici del settore. Facciamo un esempio? “Abbiamo un accordo di lunga data con Fiera Milano, dove produciamo il 90% dei manufatti – dice Ferrari – Abbiamo un centro stampa interno per le richieste che i clienti portano all’ultimo momento, anche a fiera già iniziata. E non potremmo farlo senza una produzione veloce e affidabile”.
La forza di Printable sono i progetti “chiavi in mano” Il braccio operativo – e la punta di diamante – di Ferrari Promotion è Printable, entrata nel gruppo nel 2006. Oltre a inserire di continuo macchine di ultima generazione per restare al passo con la tecnologia, ha acquisito nel tempo due realtà specialiste del settore, Fidea Digital Printing e Vertical
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ooh l’insider
Vision. Un percorso che l’ha portata ad affermarsi tra i maggiori player italiani nell’area della moda (e non solo). La flessibilità consente di proporre stampa digitale per formati grandi e piccoli e in quantità che vanno dal pezzo unico alla produzione di massa. La chiave del processo di Printable è la verticalizzazione: la produzione – una vasta gamma di prodotti per outdoor, indoor e allestimenti – si integra infatti con i servizi
Una scelta eco-friendly che apre nuove nicchie L’innovazione emerge anche sul versante dei prodotti, adattabili a qualsiasi richiesta e in ogni formato. Inoltre la decisa scelta ecofriendly fa di Printable un’azienda sostenibile: l’abolizione dei solventi, i supporti riciclabili senza perdita di qualità, inchiostri e pigmenti a base d’acqua, un nuovo sistema di aerazione per migliorare la qualità dell’aria e accordi con aziende
del gruppo è l’estero. Grazie alla partnership con l’agenzia statunitense Axis Global, sono in fase avanzata le trattative per l’allestimento delle vetrine della griffe Michael Kors e di altri brand stranieri. “L’estero offre grandi opportunità e occasioni di crescita anche in termini di redditività – conclude Andrea Ferrari –. Siamo soddisfatti dell’Italia, ma per noi oggi il target è sempre più l’espansione oltre frontiera”.
5000 chilometri in rosa: il Giro è uno spettacolo
tutti interni. In questo modo ogni progetto viene gestito direttamente dall’inizio alla fine: una sorta di ‘chiavi in mano’ che consente di mantenere sotto controllo ogni dettaglio in tutte le fasi del processo (anche con un software che garantisce la tracciabilità dell’ordine, come si fa con i pacchi) e un rapporto diretto e personalizzato tra cliente e agente. Per sostenere questo modello di sviluppo, Printable ha fatto considerevoli investimenti in tecnologia: la produzione totale dalla stampa all’installazione è di 4500 metri quadrati al giorno. Oggi sono installate due Durst 512R roll-to-roll con luce di 5 metri, una Durst 512R esacromatica sempre da 5 metri e una Durst P10 esacromatica con bianco con luce di 2 metri. Con questa potenzialità operativa, Printable è in grado di lavorare non stop tutti i giorni della settimana.
che danno una seconda vita ai materiali plastici scartati. Una scelta premiata con la certificazione GreenGuard e quindi la possibilità di stampare prodotti per gli spazi pubblici come scuole e ospedali. “Printable ci sta dando molte soddisfazioni – racconta Andrea Ferrari –. L’azienda ha una crescita brillante con ottimi risultati e un costante incremento di ricavi. Le persone e le macchine sono un formidabile acceleratore per il business, anche perché accanto alla produzione si innova l’intero processo: abbiamo sveltito i tempi di gestione dell’ordine, creato un canale digitale chiaro per la comunicazione tra le squadre di lavoro, forniamo notifiche in tempo reale sullo stato dell’ordine... dettagli che i clienti apprezzano molto”. Presidiato il mercato italiano – anche con una forte presenza tra gli ipermercati e le gallerie commerciali – il prossimo obiettivo
“Fare” il Giro d’Italia non è una passeggiata: non solo in bicicletta, ma anche farlo diventare uno spettacolare palcoscenico e un evento unico per visibilità. Fornitore ufficiale del Giro da tre anni, Ferrari Promotion, con Printable, è impegnata per la logistica, il personale e gli allestimenti, con innovazioni nella stampa digitale, rapidità di esecuzione dei 2000 metri quadrati di teli e adesivi, progetti, produzione e installazione di palchi, podi e tendoni. Per coordinare il team di 35 persone che smonta e rimonta al volo il roadshow per ben 23 giorni, occorrono leadership, esperienza, coordinamento e una precisa pianificazione degli spostamenti dei 20 autocarri (di cui tre Tir) per 5.000 chilometri in tutta Italia, isole comprese. E i materiali (che devono sopportare stress, intemperie e cambi di clima nel giro di poche ore) devono favorire il montaggio e il trasporto, aiutando a massimizzare lo spazio pubblicitario visibile. Che rimane il traguardo più importante da raggiungere, un Giro dopo l’altro.
Una campagna out of home di Michael Kors realizzata da Printable su commissione di un’agenzia intermediaria.
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Pastiglie Leone
dolce come un packaging I tesori zuccherini più famosi del mondo in una confezione leggendaria, entrata nel mito. di Achille Perego
Quella di Pastiglie Leone non è solo la storia di un’azienda italiana di successo, è anche la storia del nostro Paese che della confetteria piemontese può farsi vanto nel mondo. Ma non solo: anche le confezioni di Pastiglie Leone sono un cult, un packaging d’intramontabile bellezza, sinonimo di gusto, eleganza, semplicità. Sciccheria allo stato puro
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uido Monero, presidente di Pastiglie Leone. G
Da oltre un secolo e mezzo sono sinonimo di dolcezza di altissima qualità. Una dolcezza, quella delle Pastiglie Leone, rimasta immutata nel tempo eppure capace di esprimersi in nuovi modi, attraverso una costante attenzione all’evoluzione del gusto. Un’attenzione che oltre al contenuto – la qualità artigianale della produzione e la selezione delle materie prime lavorate oggi nel nuovo coloratissimo stabilimento di Collegno che dal 2006 ha preso il posto della storica sede di Corso Regina Margherita a Torino – ha sempre riguardato anche il contenitore. Perché la “Marca Leone” ha scritto pagine di storia non solo sul fronte dell’evoluzione del gusto ma anche su quello del packaging a cominciare dalle confezioni (3 milioni solo di scatolette all’anno) delle mitiche pastiglie racchiuse, oggi come un tempo, nelle scatolette di carta giallo e oro con fregi sabaudi, poi avvolte con incarti dai colori pastello e illustrazioni fiabesche. O custodite nelle caratteristiche lattine, veri e propri tesori da collezionare.
“c’era una volta”, la collezione di lattine - in edizione limitata dedicata alle fiabe più amate di sempre e caratterizzata da illustrazioni fatte a mano. nella pagina accanto, una panoramica storica delle lattine tascabili di pastiglie leone: la prima, lanciata nel 1880, rappresentò una vera e propria innovazione e divenne un’icona del brand.
Una vocazione, potremmo dire piemontese, sia all’eccellenza delle pastiglie sia delle loro confezioni, che fin dal 1857, quando Luigi Leone aprì la prima confetteria ad Alba, si è tramandata nel tempo. Ed è stata mantenuta e rafforzata dalla famiglia Monero che divenne proprietaria dell’azienda nel 1934 quando Giselda Balla Monero, detta la Leonessa, allora alla guida insieme con il fratello Celso de “La Vittoria”, un ingrosso dolciario che già dagli anni Venti distribuiva su Torino e provincia le Pastiglie Leone, acquisì la confetteria Leone. Proprio Giselda, pioniera dell’imprenditoria femminile, dal temperamento forte e audace, investì molto in nuove confezioni e nella pubblicità creando concorsi a premi per i migliori clienti. “Fin dalle origini e ancora oggi – racconta Guido Monero, figlio di Giselda e al timone dell’azienda, di cui è attualmente presidente, dagli anni Ottanta – le pastiglie si sono sempre vendute sfuse in vasi ma la vera innovazione che contraddistinse le Pastiglie Leone da tutti gli altri confettieri dell’epoca fu l’invenzione, attorno al 1880, della lattina tascabile. Le lattine di metallo furono originariamente realizzate in un unico colore metallico/dorato con scritte in nero (“rifiutare le imitazioni, esigere la marca”) e vennero poi modificate negli anni Sessanta colorando le scritte identificative dei vari gusti in rosso. Circa dieci anni fa, quando abbiamo cominciato a produrre le ‘collezioni limitate di lattine’ con grafiche e illustrazioni coloratissime, abbiamo deciso di colorare anche le lattine classiche”.
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Dolcezze italiane nella storia di un’azienda di successo La storia di Pastiglie Leone è iniziata in una confetteria vicino ad Alba in cui Luigi Leone produceva piccole, deliziose pastiglie, intense e fragranti per deliziare a fine pasto i propri clienti. E, come recitava un antico motto pubblicitario dell’azienda “L’Italia non era ancora unita ma le pastiglie Leone c’erano già”. Ed è proprio nella prima capitale d’Italia, Torino, che Luigi Leone decide nel 1861 di trasferire l’attività (tra i primi clienti illustri ci fu Camillo Benso Conte di Cavour) che condusse fino alla morte. Nel 1934 l’azienda viene acquistata da Giselda Balla Monero e ancora oggi fa capo all’omonima famiglia. Presidente è Guido Monero, grande esperto di confetteria e arte cioccolatiera a cui si deve la nascita di tanti, nuovi, raffinati gusti e anche il lancio della Linea Benessere. La moglie Gigliola Serpero Monero è amministratore delegato mentre la figlia Daniela è la mente creativa di tutti i packaging Marca Leone. Nel 2006 l’azienda, che dà lavoro a circa 70 dipendenti e fattura oltre 10 milioni di euro, ha lasciato la storica sede di Corso Regina Margherita 242 a Torino e, per esigenze produttive, si è trasferita nel nuovo stabilimento di Collegno in via Italia 45. L’anno dopo, nel 2007 Pastiglie Leone ha inaugurato anche la Fabbrica di Cioccolato dove si producono pregiati cioccolati tra cui il cioccolato Grezzo alla Pietra.
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Cartotecnica Cambianese e Martinelli Factory TIN BOX, due storici fornitori Tra gli storici fornitori del packaging per contenere le dolcezze di Pastiglie Leone c’è la Cartotecnica Cambianese, anch’essa una storica azienda di Cambiano in provincia di Torino, specializzata nella progettazione e produzione di scatole, astucci, espositori in cartoncino. E tra i tanti brand per cui lavora, da molti anni realizza le mitiche scatolette giallo-oro con le scritte in nero e i fregi sabaudi che contengono le pastiglie Leone. L’azienda Martinelli Factory TIN BOX di Madone, in provincia di Bergamo, produce invece la sontuosa confezione di latta (il “cofano latta”) che contiene caramelle e cioccolatini. Si tratta di un’impresa familiare costituita dai Fratelli Martinelli il 1° marzo 2000 come naturale evoluzione del percorso intrapreso fin dal 1963 dal capostipite, Pietro Martinelli, con la nascita dello Scatolificio MP. Un progetto portato avanti negli anni, che ha coinvolto dapprima i figli, e quindi la generazione successiva, creando un gruppo che collabora per un unico obiettivo: realizzare packaging metallico di eccellente qualità. La Martinelli è un’azienda in grado di produrre milioni di scatole in latta, in ogni tipo di forma (tonde, quadrate, rettangolari o altri formati), colore o personalizzazione e di consegnarle in tutto il mondo.
li scrigni di cioccolato, sontuose confezioni di latta che contengono caramelle e cioccolatini. In basso, le indimenticabili lattine vintage.
Amnesty International, per il nuovo Museo Egizio di Torino mentre in passato abbiamo avuto storiche collaborazioni con il mitico treno Orient Express, il marchio Superga, il Rabarbaro Zucca e la griffe Max&Co. L’ultima collezione di lattine che contengono pastiglie ai gusti dolci della frutta, i più apprezzati anche dai bambini, è intitolata “C’era una volta” ed è dedicata alle fiabe più amate di sempre tra cui Pinocchio, Cenerentola e Cappuccetto Rosso, illustrate a mano esclusivamente per Pastiglie Leone.
Come si sono sviluppate in questi anni le collezioni di lattine? Con la costante ricerca di una comunicazione emotiva per conservare nel tempo i ricordi più belli della nostra vita e con un’attenzione anche ai grandi eventi. La prima collezione è stata realizzata nel 2005 in occasione dei XX Giochi Olimpici invernali che hanno visto Torino protagonista. Poi abbiamo creato la collezione “Classica”, la “Pin-Up” dedicata ai mitici anni Cinquanta, la “Music Club” e nel 2011 la Sweet(s) Italia in versione lattina pocket da 15 grammi per commemorare il centocinquantenario d’Italia. E ormai ogni anno creiamo dolcissime raccolte per il piacere visivo e di gusto di tutti i fan Leone, tra cui mi piace ricordare le lattine dedicate al mitico Lupin III o quelle realizzate per sostenere Amnesty International in occasione del quarantesimo anno di attività. Si è trattato di una collezione in edizione limitata di tre lattine di pastiglie al classico gusto miste dissetanti, con un design unico, dalle brillanti tonalità pastello per
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far riflettere, seppure con dolcezza, su temi profondi come il diritto all’uguaglianza e la difesa della libertà. Il design delle lattine è stato realizzato dal Laboratorio Zanzara, una cooperativa sociale nata a Torino come progetto di creatività e integrazione nell’ambito del disagio mentale. Sempre per Amnesty International abbiamo realizzato, in occasione del Gay Pride 2015, una scatoletta dedicata alla libertà di amare.
Quando invece sono nate le mitiche scatolette in cartoncino? Nei primi anni del Novecento, come ricariche per le lattine. Negli anni furono poi vendute con un incarto bianco con indicato in rosso il gusto contenuto. E nel 1999 abbiamo avuto l’idea di realizzare incarti colorati per distinguere gli oltre 30 gusti delle pastiglie. Le scatolette attuali, caratterizzate da colori delicati e illustrazioni senza tempo, con richiami evocativi al gusto contenuto, sono state invece realizzate nel 2009 e introdotte prima sul mercato americano.
Come viene realizzata l’idea grafica delle scatole e da chi vengono stampate?
Quali altre edizioni limitate avete realizzato? Si tratta di vere e proprie “special edition” dove il design diventa protagonista di un evento comunicativo nel quale spesso si realizzano lattine o scatolette di pastiglie in co-branding con altre aziende o realtà associative. Le ultime lattine in edizione limitata le abbiamo realizzate, oltre che per
L’ideazione nasce all’interno dell’azienda, con un team dedicato guidato da mia figlia Daniela e dal reparto marketing e comunicazione. Ci avvaliamo anche di agenzie esterne mentre la stampa delle scatole, sia in cartoncino sia in latta, viene in parte realizzata in Italia, da aziende specializzate con le quali collaboriamo da anni, e in parte all’estero. Ma sempre con la stessa alta qualità perché per noi il packaging è fondamentale e c’è chi acquisterebbe le Pastiglie Leone solo per la scatola di latta...
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Thomas Valjak, EMEA Head of Large Format Printing HP Inc, Graphics Experience Center Barcellona, Spagna.
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Soddisfare le esigenze di stampa specifiche
per l’architettura, l’ingegneria e l’edilizia Come la nuova tecnologia consente di produrre stampe di alta qualità in modo più efficiente e conveniente
Testina di stampa HP 841 per HP PageWide XL.
I centri stampa svolgono un ruolo decisivo nella riproduzione di disegni tecnici e altri documenti di elevata qualità per i clienti del settore AEC (architettura, ingegneria, edilizia). Si tratta di cianografie e rendering di progetti di architettura e ingegneria e dei set di disegni per gare d’appalto che contengono tutti i disegni e gli esecutivi necessari per completare un progetto. Sebbene tradizionalmente un numero elevato di documenti tecnici per il settore AEC sia realizzato in bianco e nero, le stampe a colori stanno diventando sempre più un requisito fondamentale. Il passaggio al colore può essere attribuito alla convinzione che porti benefici in termini di comunicazione e leggibilità e, indirettamente, faccia risparmiare tempo e denaro durante tutto il processo della gara d’appalto, del progetto e della fase costruttiva. Eliminazione di flussi di lavoro complessi Molti centri stampa utilizzano una stampante LED per le tirature in monocromia e una stampante a getto d’inchiostro per il colore. Gestire la stampa sia in monocromia che a colori, insieme a set di disegni per le gare d’appalto costituiti da un insieme di pagine di piccolo e grande formato, significa doversi affidare a una vasta gamma di hardware e software di stampa. Spesso ciò ha portato a processi poco efficienti, nei quali i costi sono più elevati e i flussi di lavoro possono includere un numero maggiore di passaggi. Poiché i clienti AEC devono completare i progetti in tempi sempre più stretti, anche i centri stampa sono sottoposti a una pressione sempre maggiore per realizzare stampe di alta qualità a bassa tiratura con tempi rapidi di lavorazione. L’automazione è uno dei fattori chiave di un processo di stampa più semplice e veloce. Una tecnologia che includa software di gestione del flusso di lavoro end-to-end e dispositivi come le piegatrici on-line rende più efficiente la gestione della stampa. Inoltre, il rilevamento e la correzione automatici dei PDF, la selezione automatica di pagine di formato piccolo e grande e la prova a schermo possono contribuire a ridurre il tempo di preparazione dei lavori anche del 50%. Ciò permette di avere più tempo per svolgere più incarichi.
Anche l’impiego di software per il flusso di lavoro facile da usare come HP SmartStream può consentire a un centro stampa di fronteggiare meglio l’avvicendarsi degli operatori, poiché riduce al minimo la necessità di formare nuovi operatori per lo svolgimento di operazioni complesse. Quando la velocità è importante Semplificare i flussi di lavoro è uno dei modi per velocizzare i tempi di lavorazione, ma anche aumentare la velocità delle stampanti è fondamentale. Nel 2015, HP ha portato la velocità record della tecnologia HP PageWide alla stampa per grandi formati. La tecnologia HP PageWide utilizza migliaia di piccoli ugelli in una barra di stampa fissa invece di una testina di stampa che percorre ripetutamente l’area da stampare. Ciò consente di ottenere velocità di stampa fino a 30 pagine A1 al minuto. Invece di utilizzare due dispositivi separati, è possibile installare una sola stampante sia per le stampe in monocromia sia per le stampe a colori e realizzare stampe a colori allo stesso costo di quelle in bianco e nero. Inoltre, nuove applicazioni grafiche, come poster e mappe temporanei per i punti vendita possono essere aggiunti all’offerta. Basate sulla consolidata tecnologia HP Thermal Inkjet, le testine di stampa HP PageWide sono progettate per durare a lungo. L’affidabile processo di espulsione della goccia riduce i difetti di stampa derivanti dagli ugelli. L’assistenza e la calibrazione automatizzate della testina di stampa, inclusa la compensazione degli ugelli, assicura un funzionamento uniforme e un numero minimo di interventi di manutenzione. Costi sotto controllo Per i fornitori di servizi di stampa che cercano di soddisfare le esigenze dei clienti AEC, i tempi in cui si lavorava avendo la stampante a LED accanto a quella a getto d’inchiostro sono ormai un ricordo. Sarà possibile realizzare stampe sia a colori che in bianco e nero a un costo molto inferiore rispetto a prima. Ciò renderà più semplice soddisfare le aspettative sempre crescenti dei clienti e al tempo stesso ottenere un risultato positivo sul saldo economico. www.hp.com/go/pagewidexl
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fespace fespa nel mondo
FESPA Awards 2017 il premio degli stampatori agli stampatori
Sean Holt, general secretary di FESPA, con Paolo Lorusso di P&P Promotion e Paolo Santi di SAC Serigrafia.
L’atto finale si svolgerà ad Amburgo il 9 maggio 2017, ma la corsa è già iniziata: sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione di FESPA Awards. Questi premi rappresentano, dal 1991, un riconoscimento ai migliori stampatori di tutto il mondo; e non solo, in quanto costituiscono il modo tangibile con cui la comunità della stampa attribuisce ad alcuni dei suoi membri questa primazia: si tratta di premi dati agli stampatori dagli stampatori. Perché saranno proprio gli stampatori a votare i vincitori. Una giuria di operatori della stampa valuterà i progetti in concorso e sceglierà i vincitori di ogni categoria. Inoltre, dal 6 febbraio al 6 marzo 2017 i lavori in concorso verranno presentati sul sito di FESPA e si apriranno le votazioni per l’assegnazione del “People’s Choice Award”. Tutti i progetti saranno altresì messi in mostra in un’area dedicata nei
FESPA Awa rds 2017, le categorie
1. Point of Purchase Products – Printing on paper & board, including paper banners & backlit papers 2. Point of Purchase Products – Printed on all types of plastics, including plastic banners and backlit plastic + lenticular, plastic printing in sheets, flexible or rigid 3. Posters, single sheets & multi-sheets 4. Original Serigraphies and Giclees and Fine Art reproductions, books, brochures 5. Decals, printed labels, fleet marking, window decals etc. 6. Special effect screen printed over offset, digital or screen printed images and other innovative applications 7. Special effect on T-shirts and other garments, including embroidery, additions of pearls, metal, circuitry etc. 8. T-shirts and other garments – Direct printing, transfers and roll-to-roll 9. Roll-to-roll printed textile for decoration and pennants, banners, tapestries, draperies, other textile products (e.g. bags, scarves, ties, etc.) 10. Glass, Ceramic, metal and wood products (e.g. tableware, tiles, glasses, mirrors curved and flat, direct printing, decals, glass & ceramic, metal & wood products, signs and objects) 11. Direct printing on three-dimensional products – Bottles, mugs, skis, packaging etc. 12. Non Printed Signage – Channel lettering, neon signs, signwriting, etching, engraving and dimensional signage, acrylics, non-printed vinyl etc. 13. Miscellaneous – Compact discs, credit and phone cards, automobiles, IMD, fascias, dials, nameplates, signs, gauges etc. Printed Circuits and membrane switches, hybrid circuits, RFIDs, solar cells etc.
Fotografa il QR Code e accedi direttamente al sito di FESPA Awards.
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padiglioni di FESPA 2017, che si terrà ad Amburgo dall’8 al 12 maggio. E che sarà teatro della cena di gala durante la quale si svolgerà la premiazione finale. Per i vincitori del concorso possono aprirsi le porte di FESPA Hall of Fame, l’élite della stampa mondiale, con tutti i vantaggi che questo comporta, sia in termini di visibilità che di considerazione. L’Italia e gli Awards Il nostro Paese, a dispetto delle eccezionali applicazioni di stampa che è capace di produrre, non è storicamente molto presente ai FESPA Awards. Tuttavia, quando ha deciso di mettersi in gioco, ha saputo mostrare ciò che sa fare. Durante l’edizione 2016, P&P Promotion e SAC Serigrafia hanno dimostrato tutto il valore dell’eccellenza italiana, aggiudicandosi rispettivamente il Gold Award nella categoria “Glass, Ceramic, metal and wood products” e il Silver Award in quella “Miscellaneous”. Successi che seguivano a quelli conseguiti da Esanastri l’anno precedente, quando lo stampatore toscano si portò a casa ben due premi. Partecipare? Istruzioni per l’uso C’è voglia di mettersi in gioco e partecipare all’edizione 2017 dei FESPA Awards? Il tempo gioca a favore: la deadline per l’iscrizione è fissata per il 27 gennaio 2017. Basta avere uno o più progetti d’eccellenza da presentare e lo spirito giusto per lanciarsi su una piattaforma di prestigio a livello internazionale. E accedere al sito di riferimento del premio www. fespaawards.com – per trovare tutte le informazioni rilevanti. In alternativa, è possibile contattare la segreteria di FESPA Italia, per ricevere assistenza nella gestione del processo di iscrizione.
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profilI
comunicazione d’impREsa
Stampa digitale su parquet, un mondo in evoluzione
La tecnologia di Canon consente di personalizzare gli ambienti, decorandone ogni elemento e offrendo applicazioni innovative nella stampa diretta su legno, per pavimenti ‘wow’
L’interior decoration è una realtà che cambia di anno in anno, portando con sé sempre nuove idee e forme di sperimentazione capaci di creare tendenze inedite. Proprio per questa costante trasformazione è importante che i protagonisti del settore siano messi nella condizione di scoprire e sperimentare le incredibili possibilità di innovazione e personalizzazione offerte dalle tecnologie per la decorazione digitale. Un altro vantaggio da non sottovalutare è la semplicità e la riduzione di costi che nascono da queste forme di stampa. Le nuove tecnologie di stampa diretta, inizialmente utilizzate solo per comunicazione commerciale, sono oggi sempre più utilizzate nel mondo dell’arredamento per applicare colori, effetti, trame, grafica personalizzata e di grande impatto su una grandissima varietà di supporti, dai tessuti a polimeri, legno, materiali tecnici, naturali, sintetici, compositi e molti altri ancora. Questi materiali – decorati con tecnologie di ultima generazione – sono funzionali a trasformare le nostre aree di lavoro o quelle in cui viviamo rendendole ancor più confortevoli e soprattutto allineate ai nostri gusti. Il potenziale della personalizzazione La domanda di prodotti unici e personalizzati è uno dei principali elementi che spingono – e spingeranno sempre più – designer, architetti e aziende produttrici a utilizzare la stampa digitale per le proprie proposte ai clienti. Carte da parati, arredamenti, rivestimenti, elementi di arredo e pavimenti diventano quindi parte di un mosaico che può essere proposto in qualsiasi forma, colore e gusto personale. È con questo spirito che Canon, multinazionale giapponese leader mondiale nelle soluzioni di imaging, sta da tempo mostrando al mondo dell’interior design le nuove possibilità applicative derivanti dai propri sistemi, in particolare la decorazione diretta di legno. Non sono pochi i clienti di Canon che già utilizzano queste tecnologie per offrire nuove soluzioni alle aziende del mondo del legno, come produttori di parquet, boiserie e pavimentazioni in genere. E quale miglior modo di mostrare queste nuove possibilità ai player del settore se non decorare casa propria?
Decorare il parquet, istruzioni per l’uso L’applicazione di parquet digitale ha già riscosso molto successo: sono decine i visitatori che quotidianamente chiedono come sia stata realizzata la decorazione, ma soprattutto dove poterla acquistare con variazioni personali per i propri progetti e idee. Per toccare con mano le nuove possibilità che la tecnologia Canon offre, richiedere informazioni, fissare un appuntamento o scoprire di più circa le soluzioni offerte, scrivi a: enrico.restani@canon.it.
Il parquet “digitale” di Canon (con Garbelotto e Chimiver) Primo testimonial delle potenzialità della stampa digitale è proprio il Customer Experience Center di Canon. Nella sede milanese, all’interno dello spazio dedicato all’accoglienza degli ospiti per eventi e presentazioni fa bella mostra di sé una serie di applicazioni di interior decoration personalizzate, realizzate con il sistema di imaging diretto Canon Arizona: wallpaper digitali, quadri, materiali per arredamento, ma soprattutto un’area interamente pavimentata con parquet decorato digitalmente. Le oltre 400 doghe di rovere grezzo – del brand Garbelotto Master Floor, linea Mantegna nel formato 12x120 cm per 10 mm di spessore – sono state decorate in modalità di stampa diretta con il sistema Canon Arizona, affiancandole 10 per volta e realizzando in diverse tranche la grafica per tutta l’area interessata. Il parquet così decorato è stato posato da Ambienti Parquet, azienda di Cameri (Novara), che lo ha successivamente trattato con un primo rivestimento di fondo Chimiver Ecoprime HS120 e a seguire protetto con una vernice all’acqua Chimiver Ecostar 2K. Il risultato finale è una pavimentazione elegante robusta e personalizzata.
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A colloquio col creativo
Una polifonia di forme e colori interpreta lo storytelling di WIDE È un movimento armonioso e onirico di geometrie e figure fluttuanti tese a un racconto che non conosce né inizio né fine. Un intreccio di forme ed emozioni che esprime una ricerca continua dell’equilibrio e aspira al sogno. Il grande spettacolo che anima la copertina di questo numero di WIDE è frutto dell’ispirazione creativa di Nadia Grechina, giovane textile designer russa che vive e lavora in Italia.
Il textile designer è… Un’anima, virtualmente priva di confini e materializzata in un corpo, capace di concepire e dare forma a un’idea intangibile. Imprimendola dapprima su una superficie piatta, per poi trasformarla in una materia tridimensionale. Nadia Grechina
Qual è stato l’impatto del digitale su questa professione? Nell’era della stampa digitale, il textile designer raddoppia la sua professionalità. Ottimizza i tempi di progettazione e realizzazione, rispecchiando i ritmi della società contemporanea, e si evolve per dare nuove interpretazioni al proprio spirito creativo. In un certo senso, ci è richiesto di essere un passo avanti rispetto alla tecnologia, ma allineati con la realtà.
Il suo incontro artistico con la tecnologia digitale? L’immagine che meglio descrive il mio percorso artistico è il labirinto: una ricerca continua – fatta di tentativi, azzardi, errori e soddisfazioni – volta a raggiungere una meta predestinata. Anche l’incontro con la stampa digitale è stato così. Inizialmente ne ho quasi negato l’esistenza: mi sono schierata dalla parte del disegno classico manuale, rifiutandomi di vedere le potenzialità della nuova tecnologia. Poi sono subentrate curiosità e la necessità di cambiamento. Passo dopo passo, sono diventata letteralmente ‘digital-addicted’.
Come definirebbe il rapporto tra creatività e tecnologia? Se la stampa digitale fosse il personaggio di una commedia, le affiderei un ruolo di primo piano, ma dietro le quinte – una sorta di deus ex machina – in quanto si tratta di uno strumento fondamentale per trasformare l’idea in materia. E non solo, perché la stampa digitale consente di produrre velocemente e con qualità senza limitazioni di carattere stilistico, tecnico e creativo.
Come nascono i suoi soggetti? Sono sempre frutto di un’intuizione istantanea che può prendere vita solo attraverso uno studio empirico. Non seguo i trend per scelta, perché questo approccio limiterebbe la mia creatività. Ogni artista dovrebbe aspirare a elevare il proprio linguaggio espressivo allo status di tendenza.
A cosa si ispira il disegno del foulard ripreso sulla copertina di WIDE? Il tema è quello dello “Spettacolo”, un’ispirazione creativa che inseguo da molto tempo. Sono sempre stata affascinata dalla magia del circo, dall’enigma del palcoscenico, dagli intrighi dello storytelling e dall’intreccio di forme ed emozioni a cui tali intrighi danno vita. Nelle forme del disegno ho cercato di catturare il dinamismo che porta al culmine della storia e nei colori la tensione legata all’attesa. E quando ci si avvicina all’epilogo, rimane l’insinuazione o la liberazione della fine.
C’è un po’ di Chagall? C’è un po’ di Chagall e un po’ di Picasso. Ci sono Matisse e tanti altri artisti che si sono confrontati col tema dello “Spettacolo” quale fonte di ispirazione senza fine, capace di suscitare il più ampio ventaglio di emozioni da cogliere e tradurre in arte. Paola Bonfanti
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Lottozero, laboratorio di creatività tessile Il disegno in copertina è stato creato da Nadia Grechina per la collezione di foulard Collection Zero di Lottozero, uno spazio polifunzionale – ubicato nel cuore del distretto tessile di Prato – che accoglie e presenta il lavoro di artisti e designer tessili provenienti da tutta Europa. A fondarlo, due anni fa, le sorelle Tessa e Arianna Moroder, consulente aziendale la prima e textile designer la seconda. Tra gli obiettivi, promuovere una nuova immagine del distretto, attraverso una ricerca sfaccettata che coinvolge produttori, artigiani e designer: Lottozero punta tutto sul made in Italy e sul mix virtuoso del know how storico del territorio e delle idee più innovative, di stampa tradizionale e tecnologia digitale.
Collection 2016 Il textile è una delle aree di riferimento di WIDE e molto lavoro è stato fatto per esplorare e cogliere le dinamiche del settore, conoscere i suoi protagonisti e raccontare, attraverso la loro voce, l’evoluzione in corso legata all’avvento della stampa digitale. In vista del primo appuntamento del 2017 – Heimtextil, la fiera dedicata alla filiera del tessile per i segmenti della casa e dell’ospitalità – vi proponiamo Textile Collection, una raccolta degli articoli dedicati al mondo della stampa tessile pubblicati nell’anno appena trascorso. Uno strumento utile, ci auguriamo, per illustrare – attraverso prospettive ad ampio raggio sul mercato, approfondimenti delle tematiche tecnologiche di maggiore attualità e la testimonianza diretta di alcuni player della filiera – le nuove frontiere varcate dall’industria tessile nell’era del digital printing.
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textile @HEIMTEXTIL
Heimtextil 2017 Dove: Messe Frankfurt Quando: 10 – 13 gennaio 2017 Orari: 09.00 – 18.00 Sito: www.heimtextil. messefrankfurt.com
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textile
@HEIMTEXTIL
il digitale cresce anche a heimtextil È il primo appuntamento dell’anno per il settore tessile e offre l’occasione di osservare e cogliere i trend che caratterizzeranno i mesi successivi. Tra questi, la crescita della stampa digitale, protagonista – in occasione di Heimtextil 2017 – di un’iniziativa dedicata: Digital Textile Micro Factory Il calendario fieristico del settore tessile si apre con Heimtextil, la manifestazione dedicata al textile per i segmenti della casa e dell’ospitalità. L’evento, ospitato ogni anno da Messe Frankfurt, in Germania, richiama espositori e visitatori da tutto il mondo: posizionato strategicamente nei primi giorni di gennaio, si propone come momento privilegiato per cogliere le novità e i trend destinati a caratterizzare i successivi dodici mesi. Forte dell’offerta sugli stand degli espositori – tra soluzioni di stampa e applicazioni – e delle iniziative collaterali che arricchiscono lo show. Quale ruolo per il digitale a Heimtextil? Ebbene, se lo spazio dedicato alle tecnologie di stampa a getto di inchiostro è andato progressivamente aumentando di edizione in edizione – fino a occupare per intero il padiglione 6.0, l’edizione 2017 compie un ulteriore passo in avanti con Digital Textile Micro Factory.
Produzione digitale live Si annuncia come la principale novità di Heimtextil 2017: Digital Textile Micro Factory è un’autentica linea di produzione interamente digitale allestita in collaborazione da una serie di player dell’universo del digital textile. Il viaggio lungo questa linea di produzione comincia nell’area dedicata al design, affidata a università e istituti superiori di istruzione di tutta Europa e coordinati da Printcubator, network di designer con sede in Francia. Cuore del processo, i software e le
fasi di lavorazione di stampa, curati da Mimaki, Ergosoft e Multiplot. La fase di taglio digitale è prerogativa dei plotter Zünd, mentre il confezionamento finale avviene grazie a macchine Juki. È previsto anche un punto conclusivo del percorso: lo shop, dove studenti della Strzemilski Academy of Art di Lodz e della MOME MoholyNagy Kunstakademie di Budapest illustrano i possibili utilizzi del digitale per il settore dell’home textile, lasciando ai visitatori come souvenir i prodotti stampati in loco. Obiettivo dell’iniziativa della Digital Textile Micro Factory è di mostrare dal vivo tutto il potenziale della stampa digitale per il mondo tessile e la sua posizione, al centro del padiglione 6.0, ne sottolinea il ruolo di rilievo conquistato negli ultimi anni. I visitatori possono approfondire ogni aspetto del processo produttivo grazie alla presenza di esperti, pronti a rispondere a domande di natura tecnica. L’area, visitabile sia in autonomia sia con tour guidati in inglese e tedesco (tre al giorno), è allestita grazie alla collaborazione del German Institute for Textile and Fibre Research.
Design Live Merita attenzione anche l’area dedicata ai textile designer, già sperimentata con successo nelle precedenti edizioni. Nel padiglione 4.2, Design Live ospita 230 studi di design da 28 paesi pronti a presentare ai visitatori la più vasta offerta di questo genere. Accanto ai professionisti del settore – fra cui ci sarà un pezzo d’Italia con lo studio comasco Alvisi e Alvisi – trovano posto anche giovani designer in cerca di un’occasione per mettersi in mostra e di opportunità per entrare nel business.
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FI Reggiani Pad. 6.0 stand B20 Un ambiente domestico arredato con diverse applicazioni di stampa tessile: si presenta così lo stand di EFI Reggiani a Heimtextil 2017. L’obiettivo dell’azienda è mostrare le potenzialità della propria tecnologia attraverso un’ampia gamma di prodotti destinati al décor della casa, dai cuscini ai divani, dalla tappezzeria ai tendaggi. Le tante applicazioni di stampa tessile industriale proposte sullo stand sono prodotte – con processo diretto o transfer – con le soluzioni di punta di EFI Reggiani, quali la piattaforma di stampa digitale ReNOIR e i sistemi di pre e post trattamento Mezzera e Jaeggli. Alti standard qualitativi, produttività e versatilità nel declinare le applicazioni sono i tratti distintivi delle tecnologie EFI Reggiani. Il concept eco-friendly delle linee di produzione le rende un’efficace alternativa ad altre soluzioni: il processo produttivo, che utilizza inchiostri a base acqua, è studiato per ridurre l’impatto sull’ambiente senza compromettere velocità e qualità.
Epson Pad. 6.0 stand C10
HP
Pad. 6.0 stand B10 HP punta tutto su un’area lounge di grande impatto, realizzata con la collaborazione di due studi di design di caratura internazionale: Flavor Paper e Robin Sprong Wallpapers. Ogni parte della lounge – pareti, pavimenti, lampade a sospensione alle finestre, quadri, tavolini, divani – è rivestita e stampata grazie alla tecnologia HP Latex, trasformando l’area in una vetrina che mostri qualità e flessibilità della stampa tessile firmata HP.
Kiian Digital
Alla prima fiera dell’anno nuovo dedicata all’home textile, Epson punta l’attenzione sulla propria gamma di soluzioni per la stampa tessile digitale. Per la prima volta, l’azienda presenta sullo stand di Heimtextil uno dei prodotti di punta: il modello Monna Lisa T16 da 160 cm, con inchiostri Genesta a pigmento (8 colori) per stampare su tessuti naturali. Declinata per servire il settore dei tessuti per il décor della casa, questa soluzione semplifica il processo di stampa, non richiedendo vaporizzo e lavaggio, e riduce di molto l’impatto ambientale. Sul fronte della qualità, il sistema è studiato per raggiungere resa cromatica, solidità e riproducibilità – anche grazie ai processi di pretrattamento – all’altezza delle esigenze del mercato dell’home textile. Ad affiancare Monna Lisa, altri due sistemi di stampa: si tratta di SureColor SC-F9200 da 64 pollici a sublimazione, per la produzione di volumi medio piccoli di tessuti di alta qualità e per sublimare disegni ad hoc su substrati rigidi, e di SureColor SC-F2000 per la stampa diretta su tessuto, sviluppato per produrre in pochi minuti strofinacci, grembiuli, cuscini e borse. “Scelta e personalizzazione sono ciò che l’industria tessile oggi chiede e le stampanti Epson a sublimazione di colore e stampa diretta su tessuti sono pensate proprio per rispondere a questa domanda”, commenta Giovanni Pizzamiglio, head of Pro-Graphics di Epson Europa. “La varietà di materiali che possono essere stampati – lana, lino, cotone, seta e poliestere – unita alla potenza della tecnologia Epson per la stampa digitale su tessuti fa sì che sia oggi possibile riprodurre disegni di qualità e dai colori vibranti in quantità diversificate. Il nostro obiettivo è offrire a designer, produttori e retailer la possibilità di realizzare prodotti tessili di qualità on demand in modo rapido ed economico adattandosi rapidamente ai nuovi trend di mercato.” Epson si fa anche promotrice di un’iniziativa dedicata ai giovani designer: ‘Design for Living’ vedrà riuniti quattro disegnatori tessili europei i cui disegni verranno utilizzati per stampare live su una varietà di tessuti e prodotti per la casa.
Pad. 6.0 stand B21 Mettere in luce tutta l’intensità e le sfumature dei propri inchiostri tessili: è questa la mission di Kiian Digital a Heimtextil 2017, portata avanti con uno stand dove i visitatori possono toccare con mano campioni di stampa realizzati con tutti gli inchiostri della gamma Kiian Digital: Digistar K-ONE e HI-PRO (stampa transfer e sublimazione diretta), Digistar TEX-R (inchiostri a pigmento), Digistar K-CHOICE (inchiostri dispersi). Tutti sono pienamente compatibili con le teste di stampa Ricoh, Epson, Kyocera, Panasonic.
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Xeikon
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La carta da parati è sempre al centro della strategia di Xeikon. Oltre a stampare live carta da parati con design accattivanti, a Heimtextil l’azienda offre uno scorcio delle possibilità decorative nel wallcovering, proiettando esempi di pattern sulle pareti dello stand. In funzione sullo stand, il sistema digitale Xeikon 3500 per mostrare, durante i live show, tutta la semplicità del processo produttivo – con una velocità di 600 m2/h per un’area di stampa fino a 516 mm. La linea di produzione è una end-to-end, che si compone anche del modulo WVM (web varnishing module) per la gestione della verniciatura anti abrasione e del modulo WMR (wallpaper module rewinder), appositamente sviluppato per garantire rotoli perfetti alla fine del processo. “Siamo gli unici sul mercato a offrire una soluzione completamente dedicata al settore del wallcovering”, afferma Filip Weymans, marketing vice president di Xeikon. “Partecipiamo per la terza volta a Heimtextil per mostrare gli eccezionali risultati che si possono ottenere attraverso la stampa digitale e per ispirare sempre più designer ad abbracciarne la libertà creativa e la flessibilità produttiva.” In mostra per Xeikon anche applicazioni speciali, quali patinature per riprodurre effetti dorati e in rilievo che, insieme a colori creati ad hoc da Xeikon e a toner UV con effetti riflettenti, formano una gamma di possibili finiture per rendere le applicazioni di wallcovering ancor più uniche e accattivanti.
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Anteprima europea per la nuova serie di inchiostri digitali J-Cube PNF di J-Teck3, parte del gruppo Dover. Composta da quattro colori ad alta densità, la serie è stata appositamente progettata per le teste di stampa Panasonic e garantisce coprenza superiore su carte sublimatiche non patinate o sottili. “La stampa digitale sta crescendo costantemente d’importanza nell’ambito tessile, dove colore, durabilità e rapidi tempi di cambio lavoro sono fondamentali”, afferma Luca Guggiari, brand R&D manager di J-Teck3. “Heimtextil rappresenta un’eccellente piattaforma per il lancio della nuova generazione di inchiostri digitali dedicati a questo mercato.” Accanto alla nuova serie, J-Teck3 mette in mostra anche il resto del suo portafoglio. A cominciare dal prodotto di punta J-Cube, il cui vasto gamut di tonalità include anche colori fosforescenti e svariate sfumature di nero: questi inchiostri sono compatibili con teste di stampa Kyocera, Ricoh, Konica Minolta e Panasonic, sia per stampa diretta sia per stampa transfer. Spazio anche a J-Lux, la serie dedicata ad applicazioni indoor e outdoor ad alta resistenza ad agenti atmosferici quali sole e luce, e a J-Cube KP Direct, gamma sviluppata per teste di stampa Kyocera e destinata ad applicazioni ad alto tasso di resistenza a lavaggio e abrasione.
Mimaki punta su una presenza di rilievo a Heimtextil 2017, articolata tra lo stand e la partecipazione alla Digital Textile Micro Factory del Theme Park. Riflettori puntati sulla nuova Tiger-1800B, la prima stampante tessile digitale progettata insieme a La Meccanica, azienda italiana recentemente acquisita da Mimaki. Con una velocità di stampa fino a 385 m2/h, una risoluzione di 600 dpi e luce massima di 1.850 m, Tiger-1800B si rivolge alla produzione digitale di alti volumi, prerogativa in passato delle tecnologie di stampa tradizionali. Il sistema si presta per la produzione di tappezzerie, bandiere, abbigliamento sportivo, tessuti per interni, pronto moda. “Siamo entusiasti di presentare alla fiera una nuova stampante, in mostra per la prima volta in un evento internazionale”, commenta Mike Horsten, general manager marketing di Mimaki EMEA. “In seguito all’acquisizione di La Meccanica, con i suoi oltre 40 anni di esperienza nella stampa tessile digitale, Mimaki ha lanciato Tiger-1800B, soluzione di stampa diretta su tessuto che utilizza inchiostri reattivi. Siamo certi che i visitatori rimarranno impressionati dalle prestazioni di livello industriale di questo sistema”. A fare da corollario, la gamma textile dell’azienda giapponese, rappresentata in Italia dall’importatore esclusivo Bompan: Tx300P1800B, modello entry level per applicazioni di stampa diretta che viaggia a una velocità massima di 66 m2/h; Tx500P-3200, per la creazione di materiale pubblicitario su tessuti o articoli di arredamento con risoluzione di stampa fino a 720x1080 dpi; TS300P-1800, stampante a sublimazione da 1,8 m per la produzione di stampati su carta transfer in grado di stampare fino a 115 m2/h.
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evoluzIone contemporanea dell’IndustrIa tessIle Cambiano le dinamiche di produzione e si affermano modelli di business innovativi. I gusti si evolvono e con loro le abitudini di acquisto e di consumo. Così l’industria tessile entra nell’era della personalizzazione di massa, guidata dall’avvento delle tecnologie di stampa digitale di Paola Bonfanti
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L’industria tessile continua a far parlare di sé. L’evoluzione del comparto guidata dalla progressiva adozione della tecnologia di stampa digitale da parte degli operatori del settore ne sta trasformando profondamente le dinamiche produttive, andando al contempo a influenzare le abitudini e i trend di consumo degli utenti finali. Quando parliamo di industria tessile ci riferiamo a un mercato ampio e dinamico, che genera – nella sua totalità – un giro d’affari superiore a 1000 miliardi di dollari all’anno a livello mondiale. Il volume di tessuto stampato supera i 30 miliardi di metri lineari ed è in continuo aumento. La ripartizione geografica evidenzia il primato della Cina, che da sola produce poco meno del 30% del totale, seguita dall’area EMEA (intorno al 23%), dall’India e dal resto dell’Asia (per entrambe le aree si stimano quote di mercato di circa 17-18 punti percentuali), e dal continente americano (intorno al 12%). In tale contesto, il valore della
stampa digitale su tessuto – l’ultima tecnologia ad avere fatto la propria comparsa sul panorama produttivo dell’industria tessile – si aggira intorno ai 3-4 punti percentuali, ed è proprio sul potenziale e sulle prospettive di sviluppo di tale tecnologia che si concentra l’attenzione di tutta la filiera.
I numeri del digital textile Sotto la spinta di una incessante evoluzione tecnologica e dell’apertura di nuove e promettenti aree di mercato, la stampa digitale su tessuto è andata gradualmente conquistando terreno tra le tecnologie di produzione della filiera fino a raggiungere un volume di tessuto stampato di oltre 800 milioni di metri lineari nel 2014. Le previsioni relative al prossimo quinquennio evidenziano un vero e proprio exploit: il volume complessivo di tessuto stampato in digitale supererà i 3,3 miliardi di metri lineari entro il 2020 (dati InfoTrends). Vale la
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Photo: Messe Düsseldorf, Constanze Tillmann
la digital textile valley è italiana pena sottolineare che il 2015 è stato un anno particolarmente positivo e gli indicatori potrebbero essere rivisti al rialzo: secondo un’indagine di InfoTrends in corso di pubblicazione, lo scorso anno si è verificato un aumento di installazioni di sistemi di stampa digitale tessile del 26% sul 2014 a livello globale, con un picco del 47% nel comparto dei prodotti di alta gamma. Un fattore che, sommato agli effetti legati all’introduzione di innovative e performanti soluzioni di stampa single pass in occasione di ITMA 2015 – la fiera di riferimento dell’industria tessile svoltasi lo scorso novembre a Milano – è destinato a esercitare un ulteriore forte impatto sui volumi stampati in digitale. In termini di valore, il mercato della stampa digitale – abbigliamento, arredamento e applicazioni industriali – ha generato nel 2014 un giro d’affari di 7,5 miliardi di dollari a livello globale, mentre l’indice di incremento annuo previsto per i prossimi cinque anni è pari al 34%. Quando si parla di stampa digitale, il quadro della distribuzione geografica cambia in modo
significativo rispetto a quello legato all’industria della stampa tessile nel suo complesso. È, infatti, la regione EMEA – trainata dall’Europa – a registrare i più alti volumi di tessuto prodotti con la tecnologia digitale. Tuttavia, laddove l’industria tessile costituisce uno dei pilastri fondamentali di alcune delle più grandi e dinamiche economie mondiali, il fenomeno dell’adozione della stampa digitale su tessuto si sta gradualmente espandendo nelle diverse regioni del globo. Non a caso, a differenza degli scorsi anni, segnali di interessanti dinamiche di crescita arrivano anche da altre parti del mondo, in particolare da Turchia, Brasile, India e Cina, mentre a crescere con maggiore velocità è la regione Asia-Pacifico.
trend contemporanei Le dinamiche di evoluzione dell’industria tessile contemporanea chiudono il circolo virtuoso della digital revolution: i cambiamenti in atto sostengono e alimentano la rapida affermazione delle tecnologie di stampa digitale in ambito produttivo.
L’Italia ha giocato un ruolo di primo piano nella trasformazione tecnologica dell’industria della stampa su tessuto. Protagonista del cambiamento è stato il distretto tessile dell’area di Como, storicamente all’avanguardia nella produzione serica. Spinte dalla necessità di arginare la fuga di produzione verso l’Estremo Oriente e consapevoli di dover puntare sulla creatività e sul know how della filiera, le aziende tessili del distretto comasco hanno saputo reagire, ristrutturarsi e ripartire. Puntando sulla consolidata vocazione internazionale – l’export conta per il 70% della produzione – e sull’evoluzione tecnologica: la stampa tessile digitale è passata dal 2% della produzione totale nel 2003 al 58% nel 2013 e, in base alle stime, raggiungerà quota 81 punti percentuali nel 2017. Ciò significa che otto metri quadrati di tessuto su dieci verranno stampati in digitale. Tali numeri testimoniano che nella Digital Textile Valley Made in Italy, l’evoluzione verso la stampa digitale è un fatto compiuto.
Il fenomeno più evidente riguarda la migrazione dalla ‘produzione di massa’ alla ‘personalizzazione di massa’, legata allo spostamento dell’interesse della domanda verso prodotti su misura del singolo consumatore e decorati con fantasie e disegni sempre più complessi e ricchi di colore. A guidare tale spostamento, i brand owner e i consumatori stessi, sempre più attenti alla differenziazione qualitativa degli articoli che acquistano. I segnali più evidenti di questa trasformazione? L’affermarsi dei ricambi più frequenti delle collezioni – sembra ormai lontana l’epoca delle due stagioni all’anno – e il
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il connubio digitale ed ecosostenibile
Strettamente legato alla stampa digitale tessile è il discorso ambientale. In un periodo nel quale crescono l’attenzione verso la sostenibilità ambientale e l’impegno per un uso consapevole delle risorse in produzione, la stampa digitale ha determinato un deciso spostamento dell’industria tessile in direzione di una gestione molto più green ed efficiente dell’intera supply chain. La differenza rispetto ai processi tradizionali è stata evidente fin dai primi anni, quando stamperie e aziende tessili impegnate nella trasformazione digitale hanno cominciato a percepire i benefici ecologici, nonché economici, legati alla nuova tecnologia. Le parole d’ordine del digital textile sono due: riduzione ed efficienza gestionale. La riduzio-
ne riguarda tutti i fronti operativi, a partire dal consumo di acqua: nel processo digitale, la diversa sequenza delle lavorazioni e l’eliminazione di alcune fasi necessarie nei processi di stampa tradizionale contribuiscono ad abbassare in misura notevole le emissioni di acqua. Allo stesso modo, il fatto che il processo digitale non comprenda una serie di lavorazioni tipiche di quello tradizionale comporta un minor consumo di energia elettrica. Altro fattore impattante sull’uso dell’energia riguarda il diverso livello di efficienza delle tecnologie impiegate. Inoltre, la tecnologia digitale consente un significativo contenimento del consumo degli inchiostri in fase di stampa, grazie al minor quantitativo di colore richiesto dal set-up time
2015 - 2020: volumi di tessuto stampati in digitale per area geografica
InfoTrends 2015-2020 Worldwide Digital Textile Forecast. L’indagine non include graphic textiles e DTG
Secondo le ultimissime proiezioni di infotrends, l’area eMeA continua a guidare l’aumento dei volumi di stampa tessile digitale con il 55% del totale, ma è la regione Asia-Pacifico a crescere con maggiore velocità.
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just in time nell’immissione delle linee sul mercato. L’abbassamento progressivo di tirature e volumi di stampa nonché la riduzione del magazzino, ovvero dei capi non venduti. Non da ultimo, la possibilità per designer e marchi di dare massima espressione all’innovazione creativa, realizzando filati, capi di abbigliamento, tessuti per l’home textile di maggiore appeal ed efficacia competitiva.
dei sistemi e all’utilizzo della quasi totalità di colore immesso nella macchina, fattore, quest’ultimo, che abbatte gli sprechi. Lo stesso discorso vale per coloranti e ausiliari chimici. E, ancora, con la sparizione di quadri e cilindri, anche i volumi di sprechi e di rifiuti solidi da smaltire si sono ridotti notevolmente, determinando un’ulteriore semplificazione della gestione delle macchine nonché un abbassamento dell’impatto ambientale. Se nel presente i vantaggi ambientali portati dal digital printing sono universalmente riconosciuti e, all’interno di molte aziende, tracciati e misurati, ad affacciarsi all’orizzonte è un nuovo paradigma: quello della sostenibilità quale nuova leva di competitività per le imprese del settore.
Scenari all’orizzonte A fronte dei tanti cambiamenti descritti, viene spontaneo chiedersi quali scenari si aprono per il settore tessile. Secondo InfoTrends, assisteremo a un’accelerazione del processo di adozione della stampa digitale da parte dei player del settore tessile e un conseguente cambiamento ancora più accentuato dei trend, in termini di prodotti tessili ma altresì di dinamiche di consumo di tali prodotti. Laddove sempre più numerose sono le stamperie che decidono di investire in attrezzature di stampa digitale con l’obiettivo iniziale di arrivare a soddisfare le esigenze della domanda, si verifica l’emergere di realtà ad alta specializzazione nella produzione tessile, capaci non soltanto di seguire il mercato, ma anche, e soprattutto, di spingerne sempre più in là le frontiere operative, ovvero le possibilità applicative del digital textile. Come? Conducendo al proprio interno intense attività di ricerca e sviluppo, condotte in molti casi in collaborazione con i produttori di tecnologia. Un fenomeno, quest’ultimo, particolarmente evidente in Italia.
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textIle TEcnologIE DI sTampa
Il dIgItale In tutte le sue varIantI Sulla spinta dell’innovazione tecnologica nella fase di stampa, l’industria tessile ha vissuto negli ultimi quindici anni una vera e propria rinascita. Gli standard qualitativi raggiungibili oggi con il digitale sono paragonabili a quelli della stampa tradizionale, sia su tessuti naturali sia su fibre sintetiche di Cristina Rossi
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L’attuale ripartizione tecnologica della filiera tessile offre un’interessante prospettiva. Degli oltre 30 miliardi di metri lineari di tessuto stampati nel settore del textile a livello mondiale, circa il 65% viene realizzato con macchine analogiche a cilindri rotativi, il 25% con macchine analogiche flatbed e un altro 6% si divide tra stampa con tavolo fisso a mano e stampa sublimatica. Esploso circa quindici anni fa, il fenomeno della stampa digitale continua a conquistare terreno, sottraendo quote di mercato alle altre tecnologie tradizionali: il suo valore in termini di volumi è stimato tra il 3 e il 4%. Per capire i motivi che stanno alla base di questa rapida crescita della stampa digitale è necessario esaminare il mercato del tessile, in particolar modo quello della moda, dove si sta assistendo sempre di più a un cambiamento delle esigenze dettato dai brand owner nonché alla trasformazione delle abitudini di acquisto e di consumo degli utenti finali. Aumenta, infatti, la richiesta di una maggiore varietà di colori e design e si accorciano, al tempo stesso, i tempi di time-
to-market. Sia che si tratti di abbigliamento sportivo o di capi di abbigliamento in generale o di arredo per la casa, lo stile e i trend stanno mutando a un ritmo sempre più serrato. L’unica tecnologia in grado di affrontare le sfide della cosiddetta ‘fast fashion’ e di sposare il concetto di personalizzazione di massa in alternativa alla produzione seriale è la stampa digitale, declinata in tutte le sue molteplici sfaccettature, alla quale vengono riconosciuti molti pregi, tra cui spiccano flessibilità e creatività, insieme alla qualità. A differenza della serigrafia, la tecnologia digitale consente infatti di riprodurre disegnature e coloriture in più varianti e con diverse dimensioni, senza porre limiti creativi e operativi. La stampa digitale viene utilizzata sia per la campionatura sia come tecnologia per la produzione vera e propria. Nella campionatura, il digital printing offre risultati immediati, garantendo un’incredibile flessibilità nella scelta del pattern della gamma cromatica e, al tempo stesso, un risparmio di tempo e costi. Come strumento di produzione aiuta a ottimizzare i
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tIPOlOgIe dI MaCCHIne da staMPa tessIlI Rotativa a cilindri Rotativa piana (manomacchina) Stampa con cilindri di rame Stampa a mano Sistemi sublimatici Stampa digitale
Quota di mercato 65% 25% < 1% 3% 3% 2-3%
fonte: Provost Ink Jet Consulting
stampa diretta roll-to-roll
di più piccole dimensioni e con velocità più ridotta – destinati principalmente alla produzione di abbigliamento sportivo, soft signage e moda, un ruolo di primo piano nella rivoluzione del digital textile lo hanno giocato i sistemi di stampa scanning industriali, che – a partire dal 2003 – hanno contribuito ad accelerare l’adozione della tecnologia digitale anche per produzioni vere e proprie all’interno delle stamperie tessili più lungimiranti. Simili nel concept alle stampanti digitali inkjet di grande formato, questi sistemi consentono di stampare fino a 3,2 e 3,4 metri di larghezza e vengono utilizzati, oltre che per l’abbigliamento – da fast fashion ad alta gamma – anche per la produzione dei tessuti destinati all’home textile.
Il segmento della stampa inkjet diretta roll-to-roll è certamente il più dinamico del momento e si conferma in forte espansione. Continui miglioramenti vengono apportati in termini di velocità, qualità e performance produttive alle soluzioni presenti sul mercato, classificabili in tre categorie principali. Oltre ai plotter di stampa
La terza categoria è quella dei sistemi di stampa a passaggio singolo – o single pass – sviluppati in alternativa ai sistemi analogici: tali sistemi presentano stazioni di stampa fisse per ogni colore. L’ultima edizione di ITMA, in particolare, ha visto il lancio di sistemi di stampa single pass ad alta produttività, in grado di
costi attraverso l’eliminazione dei magazzini (sia di materiale pretrattato che di rulli o telai serigrafici) e, soprattutto, la riduzione dei tempi di produzione, sempre più legati a un nuovo concetto che si avvicina al print-on-demand.
a tutto inkjet Tra le diverse tecnologie di stampa digitale esistenti è la stampa a getto d’inchiostro ad avere aperto le maggiori opportunità all’industria tessile. Nello specifico, sono tre i segmenti dell’inkjet attualmente sotto i riflettori della filiera, ognuno dei quali vanta linee di macchine dedicate: la stampa diretta roll-toroll, la stampa a sublimazione e il direct-to-garment (DTG).
fare concorrenza alla stampa convenzionale rotativa in termini di velocità e costi, offrendo il vantaggio di una gestione flessibile delle basse tirature e delle varianti cromatiche dei disegni. I sistemi single pass sono utilizzati prevalentemente nei settori dell’abbigliamento e dell’arredamento.
stampa a sublimazione Una gran fetta della stampa digitale su tessuto oggi viene realizzata su supporti sintetici, principalmente il poliestere, utilizzando la stampa a sublimazione. La sublimazione è quel processo chimico grazie al quale una sostanza passa dallo stato solido a quello gassoso direttamente, senza passare per lo stato liquido. La stampa sublimatica si distingue tra diretta e indiretta. La stampa sublimatica diretta viene gestita da stampanti inkjet a bobina e utilizzata su tessuti a base poliestere, molto recettivi a questo tipo di inchiostro. Il tessuto viene spruzzato come di consueto, ma il suo aspetto è opaco e la tenuta ancora molto leggera fino
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textile tEcnologIE DI stampa
stampa traDizionale
> >
stampa DiGitale pre-trattamento Del tessuto
iDeazione Del DiseGno
color manaGement separazione colori incisione controllo paste Da stampa
stampa campionatura lavaGGio e maGazzinaGGio quaDri seriGrafici smaltimento paste/acqua preparazione paste e coloranti per stampa
stampa Di proDuzione lavaGGio e maGazzinaGGio quaDri seriGrafici smaltimento paste/acqua
post trattamento
• Elevate tirature • Tempi di avviamento e di preparazione dei materiali elevati • Telai serigrafici, cilindri, lastre • Disegni e motivi fissi • Tempi di riattrezzaggio elevati • Necessità di magazzino elevate • Costi di distribuzione elevati • Elevati sprechi derivanti dalla produzione • Costi elevati per contenere l’impatto ambientale • Produzione di massa
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vaporizzaGGio lavaGGio
finissaGGio
• Basse tirature • Tempi di avviamento ridotti • Assenza di telai serigrafici • Disegni e motivi variabili e personalizzabili • Tempi di riattrezzaggio inferiori • Necessità di magazzino ridotte e ottimizzate • Costi di distribuzioni inferiori • Ottimizzazione degli sprechi • Impatto ambientale ridotto • Personalizzazione di massa fonte: “Oltre la via della seta” - Scenari e protagonisti (Quaderno 1 TSC).
al passaggio attraverso tamburi riscaldati che, fissandolo, ne ravvivano anche i colori. Nel caso della stampa sublimatica indiretta, la stampa viene effettuata su pellicole transfer e successivamente trasferita sui tessuti con calandre riscaldate. Per l’esattezza, l’immagine da trasferire viene stampata su speciali fogli di carta transfer mediante un plotter o una stampante dotata di specifici inchiostri sublimatici. Successivamente, con una pressa a caldo si stampa il transfer direttamente sul capo da personalizzare. Per effetto del calore gli inchiostri sublimano e si trasferiscono sul tessuto come vapori colorati che reagiscono con le fibre fissandosi in modo indelebile e senza alcun rilievo superficiale. Infine, viene rimosso il foglio di carta transfer e l’indumento personalizzato è pronto per essere indossato. Pur non trattandosi di una tecnologia nuova, continua a rinnovarsi e a migliorare le proprie performance, offrendo prodotti caratterizzati da una qualità sempre più elevata nei rispettivi settori di riferimento. I principali campi di applicazione della stampa sublimatica spaziano oggi dal soft signage all’abbigliamento sportivo fino all’arredo e alla decorazione, per tutti quei prodotti che richiedono l’utilizzo di tessuti in poliestere. È il sistema ideale per la stampa di abbigliamento tecnico o sportivo perché non ostruisce i pori del tessuto lasciandoli liberi di traspirare. Lo svantaggio di questa tecnica è che può essere usata solo su capi bianchi in poliestere, ma assicura immagini con colori brillanti e un maggiore dettaglio rispetto a quelle ottenute con la stampa diretta (DTG), dove gli inchiostri liquidi a contatto con le fibre creano inevitabilmente delle sbavature. Inoltre i tessuti impressi per sublimazione non temono né il sole né l’acqua, sono lavabili e possono essere utilizzati anche per allestimenti in esterno.
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tEcnologIE DI stampa
Nel caso delle classiche magliette, quasi sempre realizzate in stampa transfer come le felpe, i cappellini e altri capi in tessuto, le pellicole transfer vengono stampate specularmente e l’immagine viene fissata al tessuto con calore e pressione (una specie di ferro da stiro ben calibrato). Una tecnica analoga è utilizzata per riprodurre le immagini su altri oggetti di uso comune, come tazze, astucci, borse e ombrelli. La stampa diretta sui tessuti è meno frequente a causa dei tempi e dei costi di lavorazione più alti, ma è più performante e garantisce una migliore tenuta. Utilizza gli stessi inchiostri delle macchine tradizionali ma resi più fluidi per essere compatibili con gli impianti inkjet, e gli stessi sistemi di fissaggio. Un caso differente riguarda l’abbigliamento sportivo, specie per manifestazioni di grande richiamo in cui magliette e pantaloncini alternano i numerosi sponsor ai numeri di gara. Per questi prodotti si utilizzano tessuti sintetici come la lycra o il poliestere, che vengono stampati con inchiostri a sublimazione diretta, la cui peculiarità è di fissarsi indelebilmente a questi tipi di fibre.
Direct-to-garment - DtG Il segmento del DTG, ovvero la stampa diretta sui capi d’abbigliamento, riguarda tipicamente la stampa di T-shirt e utilizza la tecnologia a getto d’inchiostro. A sedici anni dalla sua comparsa, è un mercato giunto alla maturazione. Tuttavia, lo sviluppo di soluzioni di stampa sempre più performanti e il boom del web- to-print continuano ad alimentare questo business. I due requisiti fondamentali di una stampante DTG sono un meccanismo di trasporto per l’indumento e inchiostri speciali (inchiostri tessili inkjet) che vengono applicati direttamente al tessuto e assorbiti dalle fibre. Se inizialmente questa tecnologia utilizzava stampanti desktop a getto d’inchiostro modificate, inchiostri a pigmento e tessuti pretrattati, oggi si è passati allo sviluppo di sistemi di stampa DTG dedicati, alcuni dei quali con una capacità operativa di 400 T-shirt all’ora, contro le 20 magliette all’ora dei primi tempi. La stampa DTG è più comunemente implementata su capi composti da misto cotone o cotone, anche se i recenti sviluppi della tecnologia hanno permesso
prestazioni superiori su poliestere colorato e cotone misto. Forte di miglioramenti continui sul fronte delle teste di stampa e degli inchiostri, la stampa DTG comincia a puntare anche su alcuni segmenti di mercato storicamente legati alla stampa serigrafica. Per quanto concerne gli sviluppi futuri di questa tecnologia, da un lato i progressi nella prestampa e nello sviluppo delle giostre serigrafiche per il tessile stanno a poco a poco affermando una prospettiva di integrazione della stampa digitale, ma si tratta di un percorso ancora ai suoi inizi. Dall’altro, un’opportunità interessante per la stampa DTG riguarda l’implementazione dei sistemi di stampa flatbed con teste di stampa bidirezionale, che sta aprendo le porte alla produzione su diversi tessuti e taglie. È probabile che l’evoluzione in atto sul fronte dell’automazione dei processi di pre e post stampa porterà il settore del DTG alla conquista di aree di mercato della stampa tradizionale, sia nell’ambito delle T-shirt che in quello dell’abbigliamento.
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Quando si parla di stampa tessile è indispensabile considerare il tipo di tessuto. Ogni tessuto, infatti, richiede una lavorazione differente. Il “Sacro Graal” nella stampa digitale è oggi rappresentato dagli inchiostri a base acqua pigmentati, adatti a un’ampia gamma di tessuti. di Cristina Rossi
a ogni tessuto il suo inchiostro L’industria tessile odierna è caratterizzata da due limitazioni principali: innanzitutto ogni tessuto richiede l’impiego di un inchiostro diverso, sia che si stampi in modo tradizionale o digitale. In secondo luogo, ogni tipo d’inchiostro implica l’utilizzo di attrezzature diverse per il pre e post trattamento. Ogni inchiostro è adatto a vari tipi di tessuto. Per i tessuti naturali (cotone, lana e seta) abbiamo a disposizione quattro coloranti principali, definiti reattivi, acidi, dispersi e a pigmenti. L’inchiostro reattivo è quello più comunemente utilizzato nell’industria tessile, soprattutto nell’arredo e nella moda ed è particolarmente indicato per la stampa del cotone. Gli inchiostri acidi vengono impiegati per abbigliamento sportivo in nylon e lycra e gli inchiostri dispersi per tessuti in poliestere per le bandiere e l’home décor. Oltre alla qualità di stampa, lo stampatore deve garantire la stabilità dell’inchiostro sul tessuto e la resistenza nel caso di lavaggio e strofinamento, oltre alla capacità
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di non sbiadire, essenziale per l’utilizzo a lungo termine.
Due categorie Gli inchiostri utilizzati nella stampa tessile si suddividono essenzialmente in due categorie: a base di colorante (dye) o pigmentati e tutti hanno l’acqua come veicolo principale. Nel caso degli inchiostri a base di colorante è necessaria un’affinità fra il tipo di tessuto e l’inchiostro usato per la stampa, perché non tutti gli inchiostri aderiscono a specifici tipi di tessuti. I tessuti in cotone e in seta, ad esempio, richiedono inchiostri reattivi a base di colorante, mentre la seta e il nylon richiedono l’inchiostro acido a base di colorante. Per il poliestere è consigliato l’inchiostro disperso a base di colorante, come quello impiegato nella stampa a sublimazione. Un limitato numero di produttori attualmente offre inchiostri a base acqua pigmentati per la stampa digitale tessile, adatti a un’ampia gamma di tessuti. Un inchiostro per tutti i tessuti: questo è il punto d’arrivo auspicato nel mercato
tessile da quando la stampa del textile ha fatto il proprio ingresso nell’era digitale. La possibilità di stampare su una grande quantità di tessuti è ottenibile grazie alle caratteristiche intrinseche dell’inchiostro pigmentato. Invece di penetrare nelle fibre del tessuto e aderirvi, come nel caso dell’inchiostro a base di colorante, i pigmenti si ancorano allo strato più superficiale del tessuto a formare una pellicola di un micron. Ciò consente di stampare virtualmente su tutti i tipi di tessuto, a condizione che lo si prepari nel modo corretto. Lo spessore della pellicola d’inchiostro e il suo ancoraggio al tessuto condizionano il risultato finale: uno strato spesso si traduce nella perdita della sensazione di naturalezza del tessuto. Alcuni blasonati produttori di inchiostro hanno già introdotto sul mercato inchiostri pigmentati a base acqua adatti a tutti i tipi di tessuto. Le varie soluzioni si differenziano per alcuni parametri, tra cui la qualità di stampa, la varietà di tessuti che possono essere stampati e le caratteristiche
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inchiostri: traDizionale e Digitale a confronto stampa tessile digitale
stampa tessile tradizionale
Fonte: TTP Meteor Inkjet Printing 2015 Conference
fiBre inchiostri classe colorante tecniche del risultato finale. L’inchiostro pigmentato, contrariamente a quello a base di colorante, è adatto a molti tipi di tessuti, però non ha la stessa affinità con il tessuto che è prerogativa, invece, dell’inchiostro a base di colorante; questo fa sì che sia necessario un pretrattamento del tessuto e, in alcuni casi, anche un post trattamento. In assenza di affinità col tessuto, l’adesione si ottiene grazie a un collante, un co-polimero. Il collante è un componente di fondamentale importanza di ogni inchiostro pigmentato e determina molte delle caratteristiche dell’inchiostro stesso. Il collante deve essere compatibile con le componenti dell’inchiostro, quali gli additivi, e con le fibre del tessuto. Infatti, è il collante che fissa il pigmento al tessuto. Molte aziende hanno cercato di ovviare a questi limiti di entrambe le tipologie di inchiostri (pigmentati e a base di colorante) che impediscono alla stampa digitale di diventare il processo dominante in tutta l’industria tessile.
trattamenti pre e post Gli inchiostri tessili digitali garantiscono certe caratteristiche di applicazione e resistenza a patto che vengano adottati alcuni accorgimenti: prima della stampa il tessuto viene trattato con un substrato ricettivo che migliora l’adesione del colore. Dopo la stampa si procede al fissaggio del colore: è quasi sempre necessaria una preparazione e, dopo la stampa, un fissaggio, che avviene sempre tramite calore utilizzando a seconda dei casi il vapore, il termofissaggio a induzione o la calandratura a pressione. La preparazione è fondamentale perché gli inchiostri digitali sono molto più fluidi di quelli serigrafici e quindi maggiormente volatili,
una modifica che evita l’intasamento dei circuiti di distribuzione e delle testine. Alcuni modelli di stampante sono compatibili con più tipi di inchiostri, la cui sostituzione comporta semplicemente il lavaggio del circuito di distribuzione e delle testine. Il metodo più utilizzato per la stampa di tessuti sintetici come lycra o poliestere è la tecnologia a sublimazione diretta, che sfrutta gli inchiostri sublimatici pigmentati. La stampa avviene direttamente sul tessuto senza altri accorgimenti, ma i colori rimangono instabili e sbiaditi fino al fissaggio, che avviene in linea con una calandra posta tra il piano di stampa e il riavvolgitore.
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Depth Dalla specializzazione nello sviluppo della sublimazione alla scommessa sul pigmento, Kiian Digital illustra il suo punto di vista sulla questione degli inchiostri nella filiera della stampa tessile digitale. E annuncia il lancio – imminente – di un nuovo prodotto (ancora top secret…). di Paola Bonfanti
Del preseNte e Del futuro Del DIgItAl textIle, trA teCNologIA sublImAtICA e A pIgmeNto Il mondo tessile è da sempre al centro del brand Kiian Digital. Nata nel 2014 dalla scissione di Kiian Group – società attiva nei settori serigrafico e digitale – l’azienda comasca ha trasformato la unit digitale nel proprio core business, seguendo da vicino l’evoluzione del mercato del textile. Insieme al brand italiano JTeck-3 e a quello americano Sawgrass Industrial è oggi parte di JK Group – che nel 2015 è entrato nella compagine del colosso americano Dover Engineering Systems. Kiian Digital si è specializzata nello sviluppo di inchiostri sublimatici e di inchiostri dispersi ed è recentemente entrata nel mercato degli inchiostri a pigmento, che ne rappresentano la frontiera del futuro. Con Marco Girola, marketing specialist di Kiian Digital, abbiamo parlato di strategie e di mercato, per esplorare le opportunità del digital textile che verrà.
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Come si posiziona Kiian Digital rispetto al mercato?
parliamo di sublimazione. Qual è il fattore che fa la differenza?
Kiian Digital ha scelto fin dall’inizio di focalizzarsi sul mercato del tessile e sugli inchiostri sublimatici, che rappresentano circa il 90% del nostro business. Abbiamo creduto nel potenziale della stampa digitale applicata alla decorazione del poliestere in sublimazione e i numeri ci hanno dato ragione: nei mercati più consolidati – Europa, Turchia, Sud America – la percentuale di conversione da analogico a digitale nel mondo della sublimazione è pari all’80-90%. Il discorso cambia per i Paesi dalle economie emergenti, nei quali vi è ancora una discreta percentuale di stampa analogica: a queste aree guardiamo come potenziale terreno di espansione. Del resto, ci siamo posti un doppio obiettivo: mantenere la posizione premium di JK Group nel mondo del sublimatico e promuovere la conversione da analogico e digitale per estendere i vantaggi di quest’ultimo a tutti mercati.
La tecnologia di stampa a sublimazione su poliestere può avere diverse declinazioni e lo sviluppo degli ultimi anni lo ha dimostrato: dal boom dello sportswear di qualche anno fa, questa tecnologia ha velocemente conquistato altri ambiti applicativi, il soft signage in primis, ma anche comparti paralleli – e non facili – quali il tessile per il fashion. Il valore di questa tecnologia risiede, a mio avviso, nel fatto che, anche nel contesto di mercati maturi, la stampa a sublimazione consente ancora di portare valore aggiunto. Mentre, ad esempio, la stampa su cotone o lana – con inchiostri reattivi e acidi – rappresenta oggi una commodity, quella su poliestere permette ancora di proporre delle ‘speciality’, ovvero applicazioni o prodotti speciali che, pur non rappresentando il core business di un cliente, offrono qualcosa in più e permettono di movimentare il mercato.
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Il punto sugli inchiostri
I best seller della sublimazione Digistar HI-PRO è un inchiostro digitale sublimatico per stampa transfer, per testine di stampa Epson. Nato per la produzione su carte leggere e/o a basso coating, offre una elevata concentrazione di inchiostro e una elevata latitudine di impiego. Ideale per trasferimenti su poliestere, su supporti rigidi pretrattati e su fibre miste, trova utilizzo nello sportswear e nell’home décor. Digistar K-ONE è un inchiostro digitale a base acqua sublimatico per stampa transfer, per testine di stampa Kyocera. È caratterizzato da alta concentrazione dell’inchiostro, rapidità di asciugamento e compatibilità di utilizzo con carte leggere e produzioni ad elevate tirature. È ideale per trasferimenti su poliestere e su fibre miste (min 80% PES) e trova utilizzo nello sportswear, nel soft signage e nell’home décor.
la star del pigmento
Digistar K-CHOICE è l’inchiostro tessile digitale a pigmento per la stampa diretta, compatibile con testine di stampa Kyocera. Ideale per la stampa su tessuti naturali e sintetici, si caratterizza per affidabilità e capacità di supportare le tirature dei settori tessili industriali. I campi di applicazione spaziano dall’abbigliamento all’home décor ad articoli promozionali. Una curiosità? L’accuratezza nella scelta del nome: ‘K’, a richiamare Kiian ma anche Kyocera; ‘CHOICE’, a enfatizzare la scelta di chi si orienta verso il pigmento nella stampa tessile digitale.
Con quale strategia affrontate questo mercato? L’obiettivo primario è mantenerci al passo con l’evoluzione tecnologica coprendo, con la nostra offerta, tutte le testine di stampa disponibili sul mercato tessile digitale – da Epson a Kyocera, che ne rappresentano i due estremi, a Ricoh e Panasonic, posizionati nel mezzo. L’introduzione delle testine di stampa Kyocera ha dato una forte scossa al comparto della stampa digitale tessile, trainandone la crescita. Anche il mondo del sublimatico oscilla tra la stabilità delle installazioni di macchine con testine Epson – con produttività standard – e il trend di incremento di Kyocera – per produzioni industriali. Kiian Digital copre entrambi i comparti: i due inchiostri sublimatici best seller sono, non a caso, Digistar HI-PRO (per Epson), e Digistar K-ONE (per Kyocera).
Non solo sublimatico: quali gli altri inchiostri nel mirino?
Il mondo del pigmento rappresenta l’altro focus del presente e del futuro di Kiian Digital. Crediamo fortemente nel potenziale di questa tecnologia che, destinata alla stampa direct-to-fabric, offre una serie di vantaggi significativi
rispetto agli altri inchiostri digitali per il tessile. A livello di tecnologia, gli inchiostri a pigmento creano un legame fisico – e non chimico – con la fibra e, di conseguenza, possono essere utilizzati su svariati tessuti, incluse le fibre miste. A livello di stampa, il processo di applicazione del pigmento è più semplice in quanto necessita essenzialmente di un sistema di stampa e di un forno, mentre non sono indispensabili procedure di pre e post trattamento del tessuto. Il processo è, inoltre,
Kiian, inchiostri e ambiente
waterless, ovvero implica un minore utilizzo di acqua: i benefici sono molteplici, non soltanto in termini di sostenibilità ambientale, ma anche di possibilità di avviare un business al di fuori dei distretti tessili.
I prossimi step nel pigmento? La rivoluzione del pigmento è ai suoi stadi iniziali e ci vorrà ancora del tempo – e molto lavoro di ricerca e sperimentazione – per migliorare la tecnologia e vederne l’affermazione definitiva sul mercato. Tuttavia, noi ci crediamo e abbiamo creato un team dedicato allo sviluppo di questo prodotto: al momento, il focus riguarda la stampa diretta del pigmento nel piccolo formato.
Altri progetti in cantiere?
La sostenibilità ambientale rappresenta un punto fermo della vision di Kiian Digital e ne ha sempre guidato le scelte strategiche e di investimento. Per questo, l’azienda sposa la certificazione dei prodotti: gli inchiostri di Kiian Digital sono certificati per gli standard OEKO-TEX, ADIDAS 01 e CLEAR TO WEAR.
Stiamo lavorando a un progetto importante: ci prepariamo a lanciare una nuova famiglia di inchiostri per il settore della stampa tessile. Si tratta di un prodotto nuovo per noi, che non si riferisce né all’ambito del sublimatico né a quello del pigmento, ma che andrà a completare le nostre gamme e l’offerta globale, facendoci compiere un importante passo in avanti nel consolidare la leadership nel mondo del digital textile.
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Disegnature più complesse, gamme cromatiche pressoché infinite e un prêt-à-porter sempre più just-in-time: così cambia il ruolo del disegnatore tessile in un settore interessato dalla trasformazione digitale di Paola Bonfanti
design e teCnologia nell’era del digital textile È il primo attore della filiera tessile e vanta una prospettiva privilegiata sull’evoluzione in atto: il disegnatore coglie le tendenze della domanda e le coniuga alle opportunità creative e produttive offerte dalla tecnologia vigente. A Fulvio Alvisi, da quarant’anni protagonista del design tessile internazionale e presidente dell’Associazione Italiana Disegnatori Tessili, abbiamo chiesto di raccontarci il suo punto di vista sulla trasformazione digitale dell’industria tessile, che ha trovato nel distretto comasco il suo centro propulsore.
Partiamo dalla sua professione. Che cosa si intende per disegnatore tessile? Il disegnatore tessile è il primo anello dell’intera filiera e la sua mission è quella di ideare i tessuti. È un creativo che elabora i motivi destinati a dare vita alla stoffa per realizzare le future collezioni nelle diverse forme, dall’abbigliamento all’arredamento. Le sue proposte
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devono colpire l’immaginario individuale e collettivo, coinvolgere, suscitare delle emozioni e delineare, in un certo senso, uno stile di vita. Per questo, al disegnatore tessile sono richieste una conoscenza approfondita dei trend presenti e passati e una spiccata capacità di cogliere in anticipo le tendenze emergenti, oltre a un’eccellente padronanza degli strumenti del mestiere.
Come cambiano i trend nell’era della stampa digitale? La prima considerazione da fare riguarda il fatto che non stiamo parlando di articoli di prima necessità: il prodotto moda vive dell’emozione che suscita, pertanto deve essere comunicativo, accattivante e innovativo per attrarre il consumatore e spingerlo all’acquisto. Questo spiega la ciclicità tipica del settore, che vede alternarsi collezioni caratterizzate da una continua evoluzione,
in particolare, dei colori e delle fantasie. La prerogativa just in time della stampa digitale ha, di fatto, contribuito a rendere la rotazione degli articoli più veloce, mentre l’impatto complessivo è stato tale da creare una nuova domanda, interessata a disegni sempre più complessi, diversi ed esclusivi, favorendo una sorta di personalizzazione di massa. Un fenomeno che ci spinge a osare ed essere sempre più propositivi. Per quanto riguarda l’evoluzione dei motivi, è interessante rilevare come, dopo anni di dominanza di disegni fotografici e digitali, si stia verificando un ritorno all’espressione della manualità e a un gusto estetico che apprezza motivi più naturali con elevato contenuto artistico. Un fenomeno che ci ha portato, in questo ultimo periodo, a creare disegni diversi, frutto della combinazione degli strumenti a nostra disposizione, tradizionali e digitali.
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Chi è Fulvio alvisi Fulvio Alvisi lavora da 40 anni nell’industria tessile. Con la sorella Luciana è titolare dello studio comasco Alvisi e Alvisi, specializzato nel disegno per tessuti d’arredamento, carta da parati e lingerie e nella ricerca di trend. Alvisi riveste attualmente la carica di presidente dell’Associazione Italiana Disegnatori Tessili, ed è stato vicepresidente della Camera di Commercio di Como e presidente del Consorzio Comocrea. È docente presso lo IED – Istituto Europeo di Design – Accademia di Belle Arti Galli di Como nei corsi di Fashion Textile e Product Design.
Quali sono le opportunità legate alla stampa digitale? Dalla prospettiva del disegnatore tessile, la tecnologia di stampa digitale ha contribuito ad ampliare in misura notevole le possibilità creative, permettendo di riprodurre disegnature più complesse e caratterizzate da una gamma cromatica vastissima. Con la stampa digitale non ci sono più limiti nel numero dei colori e nelle dimensioni e, allo stesso tempo, si lavora con una maggiore flessibilità in termini di diversificazione delle collezioni e degli assortimenti. Inoltre, la capacità – a livello produttivo – di realizzare un prodotto diversificato e in lotti sempre più piccoli, ci consente di soddisfare le richieste di una domanda in cerca di esclusività su fasce di mercato sempre più ampie. La sfida di questi anni è quella di cogliere e comprendere appieno questo cambiamento di scenario tecnologico e di interpretarlo con le nostre creazioni, nel modo più efficace, originale e innovativo possibile.
e per quanto riguarda la qualità? Si tratta di un aspetto particolarmente importante, in quanto parliamo di un supporto
non regolare – il tessuto – che presenta una serie di complessità tecniche, e di un mercato – quello della moda – molto esigente. Tuttavia, la stampa digitale ha compiuto enormi passi in avanti sul fronte della qualità, tanto che oggi alcune delle peculiarità caratteristiche dei tessuti stampati in digitale sono prese come parametro di riferimento.
Qual è il know how oggi richiesto ai designer? Ogni volta che una nuova tecnologia fa la propria comparsa, tra i rischi che si corrono vi è quello di perdere – o meglio, di non riuscire a trasmettere alle nuove generazioni – tutto quel bagaglio culturale, fatto di esperienza e maestranze, legato alle tecnologie convenzionali. Nel nostro settore, si tratta di un rischio concreto e la sfida del presente è quella di acquisire la tecnologia digitale e sfruttarne al meglio le potenzialità, senza però dismettere la sensibilità e il know how legato ai sistemi di stampa tradizionali. Una sfida che è particolarmente sentita nel distretto tessile comasco, la cui tradizione culturale rappresenta una risorsa competitiva di grande importanza.
il distretto tessile comasco è al centro della trasformazione digitale. Qual è il suo valore? Il distretto tessile di Como è un luogo di alta creatività, anche da un punto di vista tecnologico. È la ‘Silicon Valley’ dell’industria tessile, in quanto ospita tutti i player della filiera che interagiscono fra di loro, condividendo le proprie professionalità: questa caratteristica di avere aziende ad alta specializzazione che, a seconda della situazione e delle esigenze di mercato, hanno saputo trovare il modo di aggregare le proprie competenze, ha contribuito a portare l’eccellenza italiana ad affermarsi a livello mondiale. Non dobbiamo dimenticarci che il made in Italy non è solo un’etichetta, ma è la somma di tutta questa serie di componenti a valore aggiunto che ci consentono di essere propositivi e riposizionarci continuamente, alimentando e mantenendo una leadership riconosciuta.
L’intervista è stata pubblicata su ‘Scenari e Protagonisti’, il primo quaderno della collana ‘Oltre la via della Seta: l’industria tessile nell’era della stampa digitale’, un progetto promosso dal Textile Solution Center.
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La generazione dei nativi digitali si affaccia al mondo della creatività tessile. Carica di idee e dotata di una totale padronanza dei mezzi digitali, guarda al digital printing come a uno strumento abilitante, in grado di coniugare il concept creativo, lo sviluppo e la realizzazione del progetto con le richieste di una domanda sempre più esigente e volubile nei gusti. E non manca di portare nuovi spunti sui possibili scenari evolutivi della tecnologia di Paola Bonfanti
il disegno tessile nella prospettiva dei Millennial Quali sono le sfide per un giovane textile designer? Come cambia l’approccio alla creatività della generazione dei Millennial, cresciuta a stretto contatto con la rivoluzione digitale? E quale contributo può portare ai prossimi step evolutivi della stampa tessile digitale? Abbiamo raccolto la testimonianza di Jessica Kayll, giovane designer britannica con la passione per il disegno manuale e l’uso del colore, che fa ampio utilizzo della stampa digitale per dare vita a collezioni destinate al mondo della moda di alta gamma. Attualmente senior textile designer presso lo stilista londinese Julien Macdonald, nella sua carriera ha già collaborato con maison della moda del calibro di Alexander McQueen, Cacharel e John Galliano. Come è entrata nel mondo del disegno tessile? Il mio sogno da adolescente era quello di diventare una pittrice o una ritrattista. Disegnavo continuamente e mi piaceva moltissimo ritrarre le persone. L’altra passione era il mondo della moda. Sapevo di voler lavorare nel campo delle arti visive e iniziai a frequentare un corso di arte che mi fece scoprire la stampa tessile. Una scoperta per me cruciale, in quanto si trattava di un universo creativo che mi avrebbe permesso non solo
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di unire le mie passioni – il disegno, il colore e la moda – ma anche di creare articoli reali che sarebbero stati indossati da persone reali. Dopo la laurea in Fashion Textile, ho avuto l’opportunità di lavorare presso alcuni dei più stimolanti brand della moda, come Alexander McQueen a Londra e John Galliano a Parigi. E da lì è iniziata la mia carriera. Qual è il rapporto tra manualità e tecnologia nel processo creativo? Il punto di partenza di ogni mio nuovo progetto è il disegno a mano. È per me fondamentale dare la prima forma all’idea con il disegno e la colorazione manuali: solo in questo modo riesco a trasformare l’ispirazione in una collezione, laddove nella mia vision il disegno tessile è un’esperienza multisensoriale, non solo visiva, e la moda un linguaggio espressivo che riflette uno stato d’animo o una vibrazione. Nelle fasi successive subentrano gli strumenti digitali: utilizzo Adobe Photoshop per
sviluppare le mie creazioni e generare i pattern da stampare. Del resto, laddove il disegno stampato diventa sempre più digitale, una conoscenza approfondita di tool quali Photoshop e Illustrator è fondamentale. Che impatto ha avuto la stampa digitale sulla sua carriera di textile designer? Fin dal mio esordio nel settore della moda – la mia prima esperienza risale al 2011 con il brand londinese Giles – ho percepito la stampa digitale come un metodo di produzione consolidato, tanto che la maggior parte dei miei progetti è stata realizzata con questa tecnologia. La stampa digitale agisce come strumento abilitante in molte situazioni, grazie a una serie di peculiarità che rendono possibile la realizzazione di collezioni speciali, in tempi ristrettissimi. Per un creativo, i vantaggi legati al digital textile sono numerosi: utilizzo pressoché illimitato del colore e delle combinazioni cromatiche,
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SPAZIO DESIGNER abito ricamato della collezione aW16 di alexander McQueen indossato dall’attrice nicole Kidman.
design realizzato da Jessica Kayll per il brand brasiliano isolda indossato dall’attrice January Jones.
tessuto floreale stampato in digitale e dipinto a mano, creato da Jessica Kayll per la sfilata di alexander McQueen menswear aW16.
resa fotografica dei disegni e una più alta definizione dei dettagli, la possibilità di realizzare campioni con costi minimi Senza contare l’abbattimento dei tempi di avviamento e una maggiore velocità di produzione – fondamentali per il mondo del fashion. E senza dimenticare nemmeno tutti i benefici nell’ambito della sostenibilità ambientale. Quanto conta per un giovane creativo l’impronta green della stampa digitale? È fondamentale. La generazione dei Millennial si dimostra molto attenta alla tematica ecologica, sia nelle scelte di consumo – laddove la tendenza è quella di optare per i brand impegnati a produrre in modo ecologicamente virtuoso – sia nelle dinamiche progettuali e lavorative. Nel nostro settore, le nuove generazioni di disegnatori tessili sentono la responsabilità di promuovere pratiche green fin dall’inizio del processo creativo, e riescono a farlo senza che tale scelta ne comprometta o limiti la creatività. Cosa si aspetta dal digitale che verrà? La nobilitazione del tessuto in digitale è l’area nella quale mi aspetto di vedere grandi
progressi nell’immediato futuro. I colori fluorescenti – i primi sono stati recentemente presentati – andranno a completare le gamme cromatiche a disposizione. Allo stesso modo, sarà presto possibile stampare effetti metallici oro e argento sui tessutI, una tipologia di applicazione molto richiesta dal mercato luxury. E c’è la questione dello sviluppo dell’inchiostro bianco a pigmento coprente, da utilizzare come base sui tessuti colorati per poi procedere alla loro decorazione. Quelli appena elencati sono strumenti di nobilitazione in fase di perfezionamento, destinati a essere presto messi a disposizione di noi creativi. Tuttavia, nello svolgere il mio lavoro, mi trovo a confrontarmi con esigenze che la stampa digitale non è ancora in grado di soddisfare ed è su questo terreno che, a mio avviso, i fornitori di tecnologia dovrebbero muoversi. Una ‘lista dei desideri’: vuole condividere qualche idea? Certamente, anche perché le idee su questo fronte non mi mancano. Un primo aspetto da indirizzare sarebbe quello della texture: a differenza della stampa serigrafica,
quella digitale non è ancora in grado di conferire una texture materica al tessuto, ma potrebbe essere interessante esplorare anche questa opportunità, soprattutto per materiali quali jersey o elasticizzati. C’è la lavorazione dévoré, attualmente realizzabile sono con la serigrafia: sarà mai possibile conseguire tale effetto anche con i processi digitali? E non mancano spunti forse un po’ più futuristici, ma comunque da valutare, come l’utilizzo digitale di materiale adesivo per la laminazione. Insomma, gli stimoli sono tanti, proprio per questo momenti di confronto e dialogo aperto tra tutti i player della filiera del textile sono auspicabili. Prevede un futuro sempre più digitale per il tessile? Il fatto che il digital textile continui a migliorare, diventando più efficace anche dal punto di vista economico, ne promuoverà un utilizzo sempre più ampio nel fashion. Per questo, sono convinta che i prossimi cinque anni saranno ancora più interessanti per chi opera nel mondo della moda, perché la stampa tessile digitale aprirà le porte a nuove opportunità applicative e a nuove sfide per chi le vorrà cogliere.
Chi è Jessica Kayll Jessica Kayll è una giovane textile designer britannica con un curriculum di tutto rispetto. Dopo aver conseguito la laurea di primo livello (BA) presso l’Università di Brighton nel 2014, si è lanciata nel mondo del design tessile, facendo esperienza presso alcuni dei grandi marchi del lusso, quali Alexander McQueen a Londra, Cacharel e John Galliano a Parigi. Lo scorso settembre è iniziata la sua avventura presso lo stilista londinese Julien Macdonald. Un esordio decisamente impegnativo: in vista della London Fashion Week SS17, Jessica ha dovuto disegnare, sviluppare, stampare e confezionare la collezione da presentare alla sfilata in quattro settimane. Un’impresa stimolante e riuscita, anche grazie al contributo della stampa digitale.
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Creazioni Digitali
Nel SeGNO Dell’iNNOVAZiONe CONtiNUA
Ha puntato fin dall’inizio sulla stampa tessile digitale e non ha mai smesso di investire in tecnologia: Creazioni Digitali ha saputo consolidare la propria posizione nel mercato del transfer ed è pronta a scommettere su una tecnologia innovativa green drop - basata sul pigmento Di Paola Bonfanti
Roberto lucini, fondatore e titolare di Creazioni Digitali, è “innamorato” della stampa digitale su tessuto e continua con entusiamo a cogliere le sfide di un settore in continua evoluzione
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Quella di Creazioni Digitali è la storia di una piccola stamperia digitale attiva nel mondo della moda che ha saputo mettere in campo progetti ambiziosi e raggiungere, nell’arco di pochi anni, obiettivi importanti. Ricerca, innovazione, servizio e ambiente sono i driver strategici dell’azienda comasca che, seguendo un percorso di crescita specifico e articolato in diverse fasi, ha continuato a evolversi spingendo sempre più in là gli orizzonti operativi e tecnologici. Specializzata nella stampa digitale transfer, a dieci anni dalla fondazione e a fronte del consolidamento della propria posizione nel mercato di riferimento, Creazioni Digitali ha
deciso di compiere un ulteriore salto di qualità, avviando una nuova fase: l’azienda ha effettuato una serie di investimenti in direzione di un ampliamento della struttura operativa e del potenziamento della capacità produttiva e del parco macchine, con l’inserimento di nuove linee di produzione. La grande scommessa del presente riguarda anche una scelta di campo tecnologica: Creazioni Digitali ha sposato la filosofia del green drop e ospita al suo interno un centro di ricerca e innovazione gestito in collaborazione con EFI Reggiani.
Nel cuore dell’azienda Nata nel 2006 da un’idea dell’attuale titolare, Roberto Lucini, Creazioni Digitali ha cavalcato fin dall’inizio l’onda della rivoluzione del digital textile. “Ho sempre lavorato nel mondo tessile, ma l’incontro con la stampa digitale è stato folgorante. Mi sono innamorato immediatamente di questa tecnologia, della quale
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ho subito colto le grandissime potenzialità”, ha spiegato Lucini. “La capacità di innovare in modo continuo e la flessibilità operativa e applicativa del digital textile printing aprivano le porte a nuovi mercati e nuovi orizzonti di business. Inoltre, a differenza della stampa tessile convenzionale, si trattava di una tecnologia alla portata di chi avesse, come me, esperienza nel settore e spirito di iniziativa: tali considerazioni mi hanno spinto ad aprire la mia azienda”. Con un fatturato di 3,5 milioni di euro, una produzione annua di 1,5 milioni di metri lineari di tessuto stampato e un team di 24 persone – a cui si aggiunge la forza commerciale, Creazioni Digitali opera come terzista. Il mondo della moda e quello dell’arredo sono i principali mercati di riferimento, ai quali si sono aggiunti, negli ultimi anni, allestimenti fieristici e visual communication, seppur con un peso minore. L’azienda – una delle poche nell’area comasca a offrire la grande altezza
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zzriure raesectet lorperosto con ut nos nibh elesequisse dionullummy nulluptat. vel utatum zzril et venit eu feugiamet veliquipit ulrepari reparti di produzione della stamperia comasca, specializzata nel mondo del fashion e dell’arredo. A settembre verrà inaugurato il nuovo capannone, con una dotazione tecnologia di ultimissima generazione
sia in ambito di stampa che in ambito di attrezzature post-stampa – segue al suo interno l’intero processo di stampa del tessuto offrendo un servizio completo, inclusi lo sviluppo di disegni e varianti e lo studio di progetti personalizzati. “Oggi la differenza non la fai solo con la tecnologia, ma anche con i disegni e la creatività. I gusti dei consumatori cambiano continuamente e noi dobbiamo essere in grado di anticipare il più possibile tali cambiamenti. Per questo, tra i progetti in cantiere abbiamo anche la creazione di uno studio di disegno gestito da giovani designer il cui compito sarà quello di proporre idee innovative. Lo studio partirà a settembre”. E sempre a settembre è prevista l’inaugurazione della nuova sede di Creazioni Digitali. Un nuovo capannone – di 10mila m2 – ospiterà il parco macchine dell’azienda, inclusi i sistemi di stampa di ultima generazione in arrivo, e il centro di ricerca e sviluppo di EFI Reggiani, al quale saranno dedicati 110 m2 di superficie.
Focus tecnologico La stampa a sublimazione rappresenta il core business storico dell’azienda, che conta su un parco macchine composto da tecnologie di ultima generazione, quali i sistemi di stampa inkjet TS300P-1800 e TS500P-3200 di Mimaki, entrambi ad alta produttività e di grande e grandissimo formato, ideali per la produzione di tessuti per arredamento di grande altezza. Zoccolo duro del reparto di stampa sublimatica, la batteria dei sistemi Mimaki JV33 e JV5 – dieci sistemi in totale di cui due dotati di inchiostri fluo – “un patrimonio dell’Unesco”, secondo Lucini “capace di produrre oltre mezzo milione di metri lineari all’anno con diversi disegni e lotti frazionati”. “Digitale vuol dire innovare e ciò implica la necessità di continuare a investire per rinnovarsi. È un presupposto da cui non si può prescindere”.
Quella dell’innovazione continua nella tecnologia – transfer e non – è la strada percorsa da Creazioni Digitali e in tale ambito si colloca il progetto green drop, sviluppato attraverso una collaborazione diretta con EFI Reggiani. “Il rapporto con EFI Reggiani è partito con l’installazione, nel 2013, di un sistema ReNOIR COMPACT 180 – la prima soluzione di questo tipo in Italia – a cui è seguito un secondo sistema, stesso modello ma una versione più aggiornata”, ha raccontato Lucini. “Il passo successivo è stato quello di creare presso la nostra struttura un centro di R&D di EFI Reggiani, utilizzato altresì come centro demo per altre stamperie. Qui vengono condotti studi, ricerca e sviluppo per portare innovazione nel settore. Ed è qui stiamo portando avanti il progetto green drop”.
Una nuova frontiera Per Lucini, green drop è la sfida del presente e del futuro: “L’inchiostro a pigmento è l’unico che consente di utilizzare un solo sistema di stampa per la produzione di diverse tipologie di filati e di diverse applicazioni, portando un indiscutibile vantaggio operativo a noi stampatori tessili”. Il passo successivo del progetto di ricerca su questi inchiostri riguarderà l’installazione nel nuovo capannone di una soluzione all-in-one (AllIn Green Printing Process) dal concept innovativo di EFI Reggiani (in formato 340 cm) – in grado di preparare il tessuto, stampare e polimerizzare a bordo. “La nostra è una scelta definitiva alla base della quale ci sono due motivazioni. Da un lato, il pigmento ci consentirà di stampare le mischie, i tessuti composti da fibre/filati diversi. Dall’altro, entra in gioco la questione della sostenibilità ambientale, verso la quale la nostra azienda è sempre stata molto sensibile. Con green drop, il consumo di acqua è ridotto ai minimi termini e con esso anche l’impatto ambientale del processo di produzione”, ha concluso Lucini.
il parco macchine • 10 Mimaki JV33 e JV5 • 2 EFI Reggiani ReNOIR COMPACT • 2 Calandre Salvadè In arrivo: • 1 EFI Reggiani ReNOIR a pigmento • 1 Calandra Salvadè
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stamperia di cassina rizzardi
la scelta di industrializzare il tessile digitale
Dall’adozione del digitale a oggi, Stamperia di Cassina Rizzardi ha puntato sull’investimento in tecnologie di produzione e macchinari di pre e post-stampa, per differenziare e rendere più competitiva l’offerta, ampliare i mercati di riferimento e acquisire nuovi clienti Di Paola Bonfanti
lino curti, amministratore delegato di scr e figlio del fondatore e presidente dell’azienda, Federico curti.
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Stamperia di Cassina Rizzardi (SCR) è stata la prima azienda tessile dell’area comasca a intraprendere la strada dell’industrializzazione digitale spinta, nell’ambito della produzione e nell’ambito dei servizi. Con quasi settant’anni di storia nel settore della stampa tessile, l’azienda è approdata al digital printing nel 2007, optando per un modello di produzione innovativo, industriale e integrato. Tale vision strategica e una politica improntata all’investimento continuo in tecnologie all’avanguardia hanno consentito a SCR di conquistare una posizione di leadership tra le realtà tessili attive nell’area lombarda e di affermarsi sul panorama internazionale, nonché di aprire le porte a nuove aree di mercato.
cronaca di una evoluzione Fondata nel 1947 a Como e trasferita a Cassina Rizzardi nel 1984, SCR è specializzata nella stampa e nel finissaggio del tessuto in conto terzi. Abbigliamento femminile e arredamento di alta gamma ne costituiscono i mercati di riferimento, serviti attraverso un rapporto diretto con i converter tessili, intermediari dei grandi marchi della moda. L’azienda – a conduzione familiare e con 180 dipendenti all’attivo – vanta una produzione annua di 7 milioni di metri lineari di tessuto stampato per un fatturato di 30 milioni di euro. La storia di SCR è caratterizzata da una crescita costante, costruita seguendo l’evoluzione delle macchine da stampa tessili: “Iniziammo con le prime mano
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scr ha destinato, negli ultimi due anni, 5,5 milioni di euro all’acquisto di tecnologie di stampa all’avanguardia, incluse tre soluzioni eFi reggiani renOir, di cui una renOir tOP, e una Ms lario single pass.
parco macchine di dimensioni industriali e a ciclo completo, dalla preparazione dei tessuti fino a lavaggio, asciugatura e finissaggio. “Non siamo stati tra i primi ad adottare la tecnologia digitale, ma siamo stati i primi a intraprendere la strada dell’industrializzazione digitale spinta, nella produzione e nei servizi. Abbiamo continuato a investire negli anni, procedendo con la graduale sostituzione dei sistemi di stampa tradizionali a favore dell’implementazione del parco macchine digitale, che è attualmente competitivo e diversificato”, spiega Lino Curti, amministratore delegato di SCR, nonché figlio di Federico.
tecnologia all’avanguardia
macchine tradizionali, con cui lavorammo fino agli anni duemila. Nel 2004, installammo la prima macchina rotativa Reggiani e nel 2007 la prima macchina digitale inkjet industriale, una delle prime di questa tipologia mai installate”, racconta Federico Curti, presidente di SCR. Questa incessante trasformazione tecnologica ha consentito all’azienda di incrementare nel tempo la flessibilità operativa e di proporre differenti tipologie di prodotti, mantenendosi in linea con l’evoluzione dei gusti e delle esigenze della domanda. L’avvicinamento al digital printing risale al 2005. Dopo due anni di sperimentazioni e di osservazione del mercato, il management decise di investire in maniera importante nella tecnologia digitale, puntando ad allestire un
Oltre a una rotativa e a un sistema di stampa tradizionale, il parco macchine di SCR dispone oggi di 30 sistemi di stampa digitale. “Quando siamo partiti, la stampa digitale afferiva a pochi punti percentuali della nostra produzione, mentre oggi ne rappresenta il 75%”, sottolinea Federico Curti. Accanto a una serie di sistemi Mimaki per la stampa a sublimazione e a stampanti inkjet di tipo scanning di Epson – frutto dei primi investimenti nel digitale – a fare la differenza competitiva sono le soluzioni di recente installazione: SCR ha destinato, negli ultimi due anni, 5,5 milioni di euro all’acquisto di tre sistemi di EFI Reggiani – due ReNOIR Pro a 16 teste di stampa e una ReNOIR TOP a 32 teste di stampa – e di un sistema single pass LaRio di MS Printing. Lo spiega Lino Curti: “Eravamo alla ricerca di sistemi inkjet sempre più affidabili dal punto di vista della qualità e flessibili dal punto di vista dei tessuti, laddove l’andamento ciclico tipico del mondo della moda richiede alle aziende tessili un grande sforzo in termini di rinnovamento continuo di creatività e offerta. Le soluzioni che abbiamo scelto rispondono appieno a tali esigenze. Siamo rimasti colpiti dalla grande stabilità e costanza
del risultato delle nuove macchine ReNOIR. Sono capaci di adattarsi a tutti i substrati che trattiamo, come seta, cotone, viscosa, poliestere, garantendo alti standard di produttività, qualità e affidabilità”. Queste ultime installazioni – e in particolare il sistema EFI Reggiani ReNOIR TOP, installato a dicembre 2015, con stampa a 8 colori su un formato di 180 centimetri di larghezza e una velocità di 140 metri lineari/ora, inchiostri a base acqua nelle diverse tipologie dei reattivi, acidi e dispersi – stanno consentendo alla stamperia comasca di conseguire uno degli obiettivi primari del management, ovvero l’ampliamento del mercato di riferimento verso la fascia medioalta e la conseguente acquisizione di nuovi clienti.
integrazione e ambiente È all’intero processo, e non alla sola stampa, che SCR rivolge i propri sforzi in termini di investimento e R&D. L’ampia struttura produttiva dell’azienda ospita attrezzature per le lavorazioni di pre e post-stampa, impiegate per trattare il tessuto prima di sottoporlo al processo di stampa e, successivamente, per il fissaggio dei colori, il lavaggio e vaporizzo, la rifinitura. “Ritengo che il completamento della linea di servizio e il controllo diretto sull’intero processo di produzione possano rappresentare un vantaggio competitivo notevole”, afferma Lino Curti. A contraddistinguere la stamperia è altresì la scelta di operare in modo sostenibilie: “Siamo tra i pochi stampatori che puntano sulla qualità certificata, rispettando le richieste più stringenti dei marchi del fashion per una lavorazione ecologica e priva di sostanze tossiche”. L’impegno ambientale di SCR è dimostrato anche dagli investimenti fatti: 12.000 mq di pannelli fotovoltaici e un impianto di cogenerazione che recupera il vapore, consentendo un recupero dell’80% del fabbisogno energetico dell’azienda.
il parco macchine • 1 Rotativa Reggiani • 12 Mimaki JV5 • 16 Monna Lisa Epson • 2 EFI Reggiani ReNOIR Pro • 1 EFI Reggiani ReNOIRTOP • 1 MS LaRio • 4 Linee di lavaggio • 5 Vaporizzi • 6 Rameuse
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FiB
innovazione e r&D, Driver Di CresCita nel tessile
Ruota intorno alla stampa a pigmento l’attività di FIB, una fotoincisione bergamasca che ha saputo affermarsi anche nel settore della stampa tessile digitale grazie a una serie di investimenti mirati e a un’intensa attività di ricerca e sviluppo condotta internamente Di Paola Bonfanti
Giancarlo Gallizioli, fondatore e titolare di FiB. sopra, il sistema Monna lisa. nella pagina accanto, il sistema renoir con i serbatori colore.
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È una fotoincisione specializzata nel digital textile dallo spirito pionieristico. FIB (Fotoincisione Industriale Bergamasca) si presenta oggi come una realtà produttiva all’avanguardia, dotata di soluzioni di ultima generazione e sempre pronta ad affrontare le nuove sfide tecnologiche per continuare ad accrescere il proprio know how e a mantenere la competitività sul mercato di riferimento. L’adozione della stampa digitale – un percorso intrapreso alle origini di questo fenomeno – ha consentito all’azienda di rinnovarsi costantemente nel tempo, adeguando l’offerta e i servizi all’evoluzione delle esigenze della domanda. A contraddistinguere la stamperia bergamasca nel percorso del digital textile è la strategia fondata
su una scelta tecnologica ben definita: fin dall’inizio, FIB ha puntato tutto sulla stampa a pigmento, in controtendenza con le policy della maggior parte degli stampatori. Una strategia che si rivela più attuale che mai e che proprio nel presente, a fronte del recente spostamento dell’attenzione generale sul tema del pigmento e al conseguente avvicinamento di molte stamperie a tale tecnologia, conferisce a FIB un vantaggio importante.
Dalla fotoincisione al digitale
Fondata nel 1975 da Giancarlo Gallizioli, tuttora alla guida dell’azienda, FIB nacque come realtà specializzata nel settore della fotoincisione di quadri e cilindri per la stampa tessile. Il fiorire di numerose stamperie nell’area bergamasca consentì all’azienda
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di crescere velocemente nel corso del primo decennio di attività. Trascinata da un management attento all’evoluzione delle tecnologie, FIB cominciò a seguire con interesse la stampa digitale dal momento dalla sua comparsa, portando avanti internamente ricerche e sperimentazioni. “Nel corso degli anni Novanta, cominciammo a realizzare prove di stampa su tessuto, utilizzando i piccoli plotter allora disponibili. Grazie a questa attività, eravamo già in grado di fornire ai clienti dei piccoli campionari di stampa, realizzata prima su carta e, successivamente, su tessuto”, ha spiegato Giancarlo Gallizioli. Avendo colto con tempismo le potenzialità della nuova tecnologia, FIB ha deciso di spostare il proprio core business sulla produzione in digitale, intraprendendo un percorso di forti investimenti in soluzioni di ultima generazione. Lenzuola, tovaglie, tappezzerie e tendaggi, ma anche striscioni, allestimenti fieristici, articoli promozionali, riproduzione di quadri e fotografie su tessuto compongono la variegata offerta della stamperia, che si rivolge prevalentemente al mercato dell’home textile e dell’arredamento e, in misura minore, anche all’abbigliamento. Le fibre trattate sono quelle naturali – dal cotone al lino alla canapa fino alle mischie – tutte compatibili con la stampa a pigmento.
Climax tecnologico Il primo investimento importante in una soluzione digitale di produzione risale al 2003, quando FIB decise di installare un sistema di stampa Monna Lisa (da 160 cm di larghezza di stampa) di Epson e Robustelli. Tra 2006 e 2007 vennero acquistate altre due Monna Lisa (da 320 cm). “La specificità della nostra stamperia è legata a due elementi. Oltre alla scelta della stampa a pigmento quale tecnologia di riferimento, abbiamo optato per un parco
macchine di grande altezza – ad oggi abbiamo sistemi da 320 e 340 cm di larghezza di stampa. Questa attrezzatura è funzionale al nostro principale mercato di riferimento – l’arredamento e la biancheria per la casa – e, al contempo, ci conferisce grande flessibilità e versatilità dal punto di vista delle applicazioni”, ha spiegato Gallizioli. A fronte dell’evoluzione del mercato del digital textile e delle esigenze della domanda, FIB è tornata a investire. Il 2015 ha visto l’installazione di una Monna Lisa di ultima generazione – a 8 colori e dotata di 32 teste di stampa. “Oltre alla qualità di stampa, il mercato richiede un servizio flessibile, affidabile e puntuale – con tempistiche sempre più orientate al just in time. Per soddisfare tali esigenze in modo un ottimale, l’aggiornamento tecnologico diviene una necessità”.
le soluzioni di ultima generazione, il processo di stampa è più veloce, è possibile stampare diversi tessuti e mischie, e la produttività è in continuo aumento. Per quanto riguarda la qualità – sicuramente più elevata – i nostri test dimostrano che anche il livello
Ultime evoluzioni FIB ha segnato un punto di svolta all’inizio del 2016 con l’acquisto di un sistema di stampa EFI Reggiani ReNOIR TOP, con 340 cm di larghezza e 32 teste di stampa. Installata lo scorso aprile, la nuova soluzione dovrebbe aiutare l’azienda a compiere ulteriori passi significativi sul fronte della stampa a pigmento, in un momento in cui l’attenzione della filiera verso questa tipologia di inchiostri è molto forte. “Quella della stampa a pigmento è stata una scelta consapevole e mirata, in parte legata al nostro settore di riferimento: il pigmento è da sempre il tipo di colorante utilizzato in prevalenza per la stampa dei tessuti destinati all’home textile – anche nella stampa convenzionale – in quanto consente di produrre diverse fibre senza richiedere cambi continui degli inchiostri. Tuttavia, ritengo che i vantaggi siano anche altri”, ha raccontato Gallizioli. “Negli ultimi anni, c’è stata un’evoluzione molto rapida della tecnologia a pigmento: con
di solidità e resistenza a fattori quali luce, lavaggio e sfregamento è migliorato in misura notevole”. E non mancano considerazioni di carattere ambientale ed economico: “Con la stampa a pigmento si abbatte il consumo di acqua e, di conseguenza, riusciamo a produrre in modo ecologicamente ed economicamente più sostenibile”. A fronte degli ultimi investimenti, FIB si pone obiettivi ambiziosi per i prossimi anni. “Con la maggiore capacità di stampa acquisita grazie all’ultimo investimento, ci aspettiamo un aumento dei volumi già a partire dall’anno in corso. In prospettiva, puntiamo ad ampliare il mercato di riferimento, sia in termini geografici – guardando anche al di fuori dell’Italia – sia in termini di segmenti e settori di interesse”, ha concluso Gallizioli.
il parco macchine • 1 Monna Lisa (160 cm) • 2 Monna Lisa (320 cm) • 1 Monna Lisa EVO • 1 EFI Reggiani ReNOIR TOP
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tintoria e stamperia di lambrugo
crescere Nel tessile, tra ciclo completo e iNNovazioNe coNtiNua tecnologia all’avanguardia, lavorazioni differenziate e flessibilità nel servizio, le chiavi del successo di paola Bonfanti
Dall’avvio, due anni fa, della start up digitale all’installazione del primo sistema di stampa a sublimazione LaForte® di Aleph: così l’azienda brianzola punta a farsi strada in un mercato competitivo. Con una strategia orientata all’investimento in attrezzature produttive all’avanguardia e risorse umane per assecondare tempestivamente le esigenze dei mercati di riferimento
shanti rigamonti, responsabile della divisione digitale di tintoria e stamperia di lambrugo.
Tintoria e Stamperia di Lambrugo è una realtà storica italiana specializzata nelle lavorazioni di stampa, tintoria e finissaggio su tessuti a navetta in fibre naturali, artificiali e sintetiche per il settore della moda. Operando prevalentemente come terzista, si contraddistingue per la capacità di seguire internamente l’intero ciclo di lavorazione, dall’approvvigionamento del tessuto a sviluppo del disegno, stampa digitale – con tecnologia sublimatica e inkjet – e finissaggio, fino alla consegna del capo
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finito. L’attenzione all’evoluzione della domanda e la propensione per l’innovazione dei processi – alimentata da un’intensa attività di ricerca e sviluppo in house – guidano le scelte strategiche dell’azienda, che recentemente ha fatto parlare di sé per l’installazione del primo sistema LaForte® di Aleph a livello mondiale. “Per competere sul mercato attuale è necessario rispondere tempestivamente alle esigenze della domanda”, afferma Shanti Rigamonti, responsabile digitale di Tintoria e Stamperia di Lambrugo. “Per questo, puntiamo da sempre sulla dotazione tecnologica, integrata e all’avanguardia, sulla differenziazione delle lavorazioni e sulla flessibilità del servizio”.
Nel cuore dell’azienda Fondata nel 1945 come attività di torcitura della seta, l’azienda si
trasformò nel 1956 in una realtà di tinto-stamperia. Attualmente, Tintoria e Stamperia di Lambrugo si rivolge principalmente al comparto della moda con un’offerta differenziata che ne copre tutti i settori merceologici, dall’abbigliamento tecnico allo sportswear, dagli accessori e complementi fashion all’arredamento. L’attività produttiva si articola in tre divisioni: il reparto di tintoria, il reparto di stampa digitale e il reparto di finissaggio, distinto ma complementare ai due precedenti. Il reparto di tintoria dispone di tutte le macchine di tintura – a pressione atmosferica e sotto pressione – per tintura in largo e in corda di tessuti trama catena ed elastici (mono e bielastici), mentre il reparto di finissaggio offre tutte le principali lavorazioni. L’adozione della stampa digitale risale a due anni fa: “Eravamo
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i numeri di tintoria e stamperia di lambrugo
stampatori tradizionali, ma quando il mercato è cambiato quelle tecniche di stampa non erano più sufficienti per consentirci di rispondere con efficacia a una domanda in continua evoluzione. Per questo, abbiamo deciso di avviare una start up digitale all’interno dell’azienda”. I risultati conseguiti nei primi 24 mesi sono
40/50 bagni di tintura al giorno; una media di 150 campioni
al giorno forniti dal laboratorio tecnico; circa 8 milioni di metri lineari tinti all’anno.
incoraggianti: “In generale, la stampa rappresenta circa il 2% della nostra attività complessiva. Tuttavia, si tratta di una divisione che cresce a velocità elevate: nel secondo anno di vita, dai due sistemi di stampa digitali installati all’inizio del progetto siamo passati a otto sistemi di stampa”, spiega Shanti Rigamonti.
Quale digitale?
Focus tecnologico Aleph LaForte è un plotter di grande formato sviluppato per la stampa digitale industriale su carta transfer. Destinato alla produzione di volumi elevati, raggiunge una capacità produttiva di 600 metri quadrati/ora con otto teste di stampa in quadricromia. LaForte è dotata di tecnologia piezoelettrica a goccia variabile fino a sedici testine di stampa Kyocera – in grado di garantire una precisione di avanzamento al di sotto dei 20 micron – e consente una risoluzione massima di 1200 dpi. Tra le altre caratteristiche di LaForte, l’allineamento automatico delle testine, la stabilità del supporto di stampa tramite sistema aspirato brevettato e i nuovi algoritmi e matrici per la disposizione dei punti utilizzati dal software proprietario Smartprint per la gestione della stampa.
Nel pianificare gli investimenti in tecnologia digitale, il management di Tintoria e Stamperia di Lambrugo ha compiuto una scelta precisa: “Ci siamo orientati prevalentemente verso la stampa digitale a sublimazione, la più adatta per le lavorazioni su tessuti artificiali e per la produzione di abbigliamento tecnico”. Partner tecnologico di riferimento, l’italiana Aleph: la collaborazione fra le due aziende – in corso da oltre due anni – ha portato nel tempo all’instaurarsi di una vera e propria sinergia professionale nel segno dell’innovazione. Non è un caso che il primo sistema Aleph LaForte sia stato installato, lo scorso luglio, presso Tintoria e Stamperia di Lambrugo. “Questo sistema di stampa ci consente di velocizzare i processi produttivi – e di essere più competitivi – nonché di offrire un servizio flessibile e di qualità, sempre in un’ottica di sostenibilità ambientale”, spiega Shanti Rigamonti. “In questi primi mesi, abbiamo già rilevato una serie di vantaggi: oltre ad avere portato a un incremento importante della produttività, il sistema LaForte ci ha consentito di ottimizzare il ciclo
produttivo, i costi di gestione e l’impatto ambientale”. In generale, i benefici portati dall’adozione del digital printing sono stati molteplici. “A fronte della struttura della nostra azienda, offrendo un buon servizio di stampa siamo potenzialmente in grado di proporci come fornitori globali, coinvolgendo il cliente anche nelle lavorazioni offerte dagli altri reparti. E, di fatto, in questi due anni ci sono stati casi di acquisizione di clienti che, partiti dalla stampa, si sono rivolti a noi anche per tintoria e finissaggio”. Vi è poi l’aspetto della sostenibilità ambientale, fil rouge nelle strategie di sviluppo dell’azienda: “La decisione di investire nella stampa digitale è legata anche alla nostra policy green. Adottiamo politiche di riduzione dell’impatto ambientale e dell’utilizzo di sostanze nocive nel processo produttivo. La stampa digitale è perfettamente in linea con questa logica, in quanto consente di abbassare i consumi – di acqua, di energia e di materie prime – e di ridurre, in generale, gli sprechi”. L’installazione della nuova soluzione di Aleph è propedeutica al conseguimento degli obiettivi per i prossimi anni: “Stiamo lavorando per potenziare ulteriormente il servizio, in termini di velocità nella messa a punto dei disegni, delle stampe e delle lavorazioni di finissaggio. Questa flessibilità è indispensabile per soddisfare le esigenze dei clienti e sostenere la competitività del mercato; auspichiamo quindi di continuare a incrementare il business della stampa digitale”.
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Thecolorsoup
TexTile 2.0: l’e-commerce dei TessuTi made in iTaly
Uno shop online dedicato alla stampa dei tessuti on demand, ma anche un blog e un trendsetter: tutto questo è TheColorSoup, un progetto di textile 2.0 made in Italy, nato dall’intuizione di un team di tre giovani e dal supporto di un colosso italiano del tessile, quale è Gruppo Miroglio Di Paola Bonfanti
daniela Bertero, elena Guarene e lorenzo Zottar, il dream team che ha fondato la start up Thecolorsoup.
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La trasformazione dell’industria tessile nell’era della stampa digitale passa anche attraverso il web. Il primo negozio di tessuti 2.0 made in Italy è già realtà: si chiama TheColorSoup e ha alle spalle una delle aziende tessili più importanti d’Europa, Gruppo Miroglio. Il progetto è frutto dell’iniziativa di tre giovani in seno all’area Miroglio Innovation Program: dopo avere trascorso un periodo di ‘incubazione’ in H-FARM’ – finalizzato allo “sviluppo dell’idea iniziale sotto l’influsso della contaminazione della cultura innovativa e del fermento creativo del più grande acceleratore europeo d’imprese” – da maggio a settembre 2015, Elena Guarene, project manager, Daniela Bertero, content editor&digital marketing, e Lorenzo Zottar, web designer&developer, hanno progettato e creato una piattaforma e-commerce per la decorazione di tessuti on-demand, il cui lancio ufficiale è avvenuto nell’ottobre dello scorso anno.
Tecnologia, creatività e attitudine digitale sono alla base di questo progetto innovativo che consente ai consumatori finali – stilisti e designer professionisti, ma anche non addetti ai lavori – di personalizzare il tessuto – dal singolo metro a migliaia di metri – per la realizzazione di capi di abbigliamento, elementi d’arredo e accessori. Il funzionamento di TheColorSoup è semplice e immediato, in pieno stile web: l’utente può scegliere una grafica tra le oltre 600 proposte o caricare un proprio disegno, selezionare una delle venti basi di tessuto greggio a disposizione e inviare l’ordine per ricevere il tessuto decorato e pronto all’uso. La produzione viene gestita negli stabilimenti piemontesi delle aziende del Gruppo Miroglio, con tecnologie di stampa digitali di ultima generazione e con processi all’insegna del rispetto ambientale. Dell’esperienza e delle prospettive di TheColorSoup abbiamo parlato con Elena Guarene.
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il campionario dei tessuti che Thecolorsoup mette a disposizione degli utenti ed esempi di alcuni stampati prodotti dalla start up.
TheColorSoup è attivo da ottobre 2015: un bilancio dei primi mesi di attività? Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti e, soprattutto, del trend in continua crescita. Guardando ai numeri, da ottobre a oggi abbiamo evaso circa 900 ordini. Gli utenti attivi, ovvero quelli che hanno effettuato almeno un ordine sul nostro sito, sono più di 600 e di questi, il 20% ha compiuto più di un acquisto. Sono stati venduti circa 500 kit – il campionario composto da piccoli tagli dei diversi tipi di tessuti offerti, utile da consultare prima di iniziare un progetto. Per quanto riguarda la produzione, abbiamo finora stampato circa 2mila metri lineari di tessuto, principalmente basi 100% cotone e viscosa, per la maggior parte dei casi (il 92%) con grafiche personalizzate fornite dall’utente. Attualmente, i nostri clienti sono soprattutto italiani, ma abbiamo già effettuato spedizioni in Spagna, Francia, Germania e
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zzriure raesectet lorperosto con ut nos nibh elesequisse dionullummy nulluptat. vel utatum zzril et venit eu feugiamet veliquipit ulla alit lobore delessi tem essis dolenibh ex ea
Svizzera e stiamo lavorando per ampliare il nostro bacino di utenza internazionale. Qual è l’aspetto più innovativo del progetto? ‘Personalizzare’ è un must, anche quando si tratta di tessuto: TheColorSoup nasce come risposta a questa diffusa e impellente esigenza di stampare e decorare il tessuto con grafiche e fantasie uniche per realizzare capi di abbigliamento esclusivi o arredare casa in modo speciale. E, in questi mesi, abbiamo avuto prova del fatto che la creatività degli utenti non ha limiti. Nel nostro progetto, siamo riusciti a trovare la formula giusta per combinare stampa digitale e creatività in un binomio perfetto. Abbiamo dato vita a uno spazio di contaminazione tra tessuti, arte e tecnologia, sostenuto da un naturale e continuo impegno nella ricerca di soluzioni su misura per la singola esigenza di ciascun cliente. Del resto, alla base di TheColorSoup c’è un’attività continua, da parte nostra, volta a esplorare, sperimentare e proporre forme e strumenti nuovi e dinamici per stimolare la creatività dei consumatori. Con quali tecnologie vengono stampati i vostri tessuti? Per la produzione dei nostri tessuti, utilizziamo tecnologia di stampa digitale diretta e sublimatica, a seconda del progetto, e ci avvaliamo – ed è questo un nostro vanto – dei migliori colori del mercato. Facendo parte del Gruppo Miroglio, TheColorSoup ha alla base il know-how e il parco macchine di ultima generazione delle realtà che compongono il gruppo. I processi di produzione sono totalmente made in Italy e vantano un alto livello di sostenibilità ambientale: il risparmio dell’acqua è uno degli obiettivi chiave degli investimenti tecnologici di Gruppo Miroglio nel settore del printing, una scelta strategica e virtuosa che ha
portato questa realtà a conseguire performance di rilievo. Qual è il valore della stampa digitale nel settore dell’industria tessile? Grazie alla tecnologia di stampa digitale si può produrre con elevata qualità in tempi rapidissimi e solo nella quantità necessaria – non esistono volumi minimi, si parte anche da un solo metro lineare di tessuto. In questo modo, la stampa digitale ha spalancato le porte al print on demand nell’industria tessile, rendendo possibile lo sviluppo di modelli di business alternativi. Facendo un confronto con la stampa tradizionale, la tecnologia digitale consente di eliminare una serie di passaggi onerosi, sia in termini di tempo che di costi, nonché di gestire con flessibilità e puntualità le sempre più complesse richieste dei clienti. Guardando al futuro, in quale direzione si svilupperà TheColorSoup? Il nostro obiettivo di medio e lungo termine è quello di portare TheColorSoup ad affermarsi quale punto di riferimento nonché partner di eccellenza per i clienti, in Italia e all’estero. Asset del servizio, un’offerta sempre più ampia e variegata di prodotti, l’attenzione per la qualità, la vocazione all’innovazione e la capacità di comprendere e anticipare i bisogni del mercato. Dopo questa prima fase di consolidamento sul mercato italiano, stiamo già progettando l’espansione all’estero: abbiamo in cantiere il lancio della versione in lingua inglese del sito, per poter muovere i primi passi nel mercato europeo, in particolare in Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna. Un ultimo obiettivo, ma non meno importante, è quello di coltivare e far crescere una community sempre più attiva e coinvolgente, nella quale la passione per il tessuto diventi un hobby o, addirittura, una professione.
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colophon Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria 3A Composites 5 3M Italia 19 Adobe 52 Agfa Graphics 9 AIDT 50 Aleph 60 Alvisi e Alvisi 35,51 Alvisi Fulvio 50 Alvisi Luciano 51 Arch academy 19 Axis Global 25 Balena Arista Francesca 19 Balla Monero Giselda 27 Bertero Daniela 62 Bompan 37 Canon 15,31 Cartotecnica Cambianese 28 Cefla Finishing 22 Ceramica Sant’Agostino 18 Composite Images 5 Creazioni Digitali 54 Crespi Paolo 12 Curti Federico 56 Curti Lino 56 d’Officina 14 Di Virgilio Giovanni 5 DominoDisplay 6,21 Dover Engineering Systems 48 Dover gruppo 37 Durst 20,25 Edigit 11 EFI Reggiani 10,36,54,57,59 Epson 6,12,36,49,57,59 Ergosoft 35 Esanastri 30 F.lli Robustelli 6,12,59 Ferrari Andrea 24 Ferrari Mario 24 Ferrari Paolo 14 Ferrari Promotion 24 Ferrari Sergio 22 FESPA Italia 30 FIB 58 Fidea Digital Printing 24 Flavor Paper 36 For.Tex 6,12 fpe 14 Gallizioli Giancarlo 58 Girola Marco 48 Grechina Nadia 32 Grosso Robert 5 Guandalini Milena 19 Guarene Elena 62 Guggiari Luca 37 Heimtextil 34 Holt Sean 30 Horsten Mike 37 HP 10,19,29,36 InfoTrends 38 ITMA 39 J-Teck3 37,41,48 JetSet 22 JK Group 48
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Juki 35 Kayll Jessica 52 Kiian Digital 36,48 Konica Minolta 37 Kyocera 36,49,61 La Meccanica 37 Laboratorio Zanzara 28 Leone Luigi 27 Lorusso Paolo 30 Lottozero 13,32 Lucini Roberto 54 Maestri Alberto 22 Marelli Angelo 12 Martinelli Factory 28 Martinelli Pietro 28 Martiradonna Andrea 18 Massivit 3D 5 Matthews-Paul Sophie 11 Mimaki 6,35,37,55,57 Miroglio gruppo 62 Monero Daniela 27 Monero Guido 27 Morelli Dario 19 Moroder Arianna 13 MS Printing Solutions 57,68 Multiplot 35 OKI 5 OMUS 5 P&P Promotion 30 Panasonic 36 Pastiglie Leone 26 Piva Marco 16 Pizzamiglio Giovanni 12,36 Print Finishing Li.To.ver 67 Printable 24 Printcubator 35 43 Provost Ink Jet Consulting Ricoh 36 Rigamonti Shanti 60 Robin Sprong Wallpapers 36 Rohrer Fulvio 19 Rossi Luca 20 SAC Serigrafia 30 Salvadè 55 Samsung 6 Santi Paolo 30 Sawgrass Industrial 48 Scatolificio MP 28 Serpero Monero Gigliola 27 Silva Coronel Paola 19 Sprint24 5 Stamperia di Cassina Rizzardi 56 Studio Auriga 19 Studio Marco Piva 16 Textile Solution Center 51 TheColorSoup 62 Tintoria e Stamp. di Lambrugo 60 Topcolor Dream 20 Vertical Vision 24 Weymans Filip 37 Xeikon 37 Zottar Lorenzo 62 Zund 35
ZETA’S via Cassanese 224 - Segrate (Milano) tel. 02.49534500 fax 02.26951006 www.stampamedia.net Direttore responsabile: Ruggero Zuliani Comitato di redazione: Paola Bonfanti (coordinamento) paola.bonfanti@strategogroup.net Cristina Rossi, Federico Zecchini Hanno collaborato a questo numero: Anna Aprea, Achille Perego, Stefano Tenedini Pubblicità: Mauro Tironi sales@strategogroup.net Deborah Ferrari deborah.ferrari@strategogroup.net tel. 389.9004599 Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo csanfilippo@rancatinet.it Ufficio traffico brando.zuliani@strategogroup.net Registrazione Tribunale di Milano n° 448 del 21.9.1985 R.E.A. Milano n° 1190227 Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. È vietata la riproduzione anche parziale del testo. ISSN 0394-5901 Quota di abbonamento annuo per l’Italia euro 40,00 per l’Europa euro 73,00 extra Europa euro 83,00. Numeri arretrati: euro 14,00. Versamento con bonifico intestato a Zeta’s srl IBAN IT31 X030 3201 6010 1000 0060 641 oppure ccp n. 41419201 amministrazione@strategogroup.net Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è Ruggero Zuliani (zuliani.r@ilpoligrafico.it - via Kolbe 8 Milano tel. 027529101 - fax 0275291039). Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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