ITALIANO
N. 136/2012 Giugno Luglio - Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - Poste Italiane spa - Spediz. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art.1 comma 1 LO/MI - Euro 9,90 - CMP Milano Roserio
Stampa e nuovi media nell’era digitale
Stampati da museo Incontro con i tre soci di trifolio - a pag. 26
drupa 2012
I resoconti dalla “grande messe” di DÜsseldorf - a pag. 32
Packaging alimentare
Impegni e responsabilità dello stampatore - a pag. 63
KBA Tecnologia Offset a Foglio
La nuova KBA Rapida 145 Esplosione di potenza nella categoria jumbo
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Con la nuova KBA Rapida 145, KBA testimonia la sua superiorità di leader di mercato nel formato grande. Fino a 17.000 fogli/h e cambi degli ordini ad una velocità imbattibile assicurano una produttività ed una economicità uniche. Come? Con il cambio simultaneo delle lastre, funzioni di lavaggio sincronizzate, alimentazione senza squadra, cambio automatico delle lastre di verniciatura, sleeve dei cilindri retinati a rapida sostituzione e preset di tutte le funzioni principali. A questo si aggiungono pacchetti in linea completi per finitura, assicurazione della qualità e tanto altro ancora. Altre domande? Basta chiamare!
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Sommario piombi In primo piano Riorganizzazione bertelsmann . . . . . Studio sulla comunicazione multicanale . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il rilancio di GPP . . . . . . . . . . . . . . . XX Pellitteri’s Day . . . . . . . . . . . . . . Aziende grafiche italiane . . . . . . Istituzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tavolo di Conciliazione . . . . . . . .
14 14 15 16 18 22 24
INTERVISTE L’industria grafica: un futuro da reinventare Massimo Tonolli (Trifolio) . . . . . . . . 26 TECNOLOGIE Soluzioni per la prestampa da Open Age . . . . . . . . . . . . . . . . 67 News dai fornitori . . . . . . . . . . . . . . 68 EVENTI Convegno sulla sicurezza del packaging alimentare . . . . . . . . 63 speciale drupa 2012: i resoconti Grandi potenzialità da esprimere . . . La “grande Messe” convince o delude? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stampa offset . . . . . . . . . . . . . . . . Stampa digitale di grande formato . Packaging & etichette . . . . . . . . . . Tecnologia “nanografica” . . . . . . . .
32 34 36 40 44 48
32
DRUPA 2012 Primi resoconti dalla grande manifestazione tedesca
spazio Etichette Autoadesive nel settore alimentare, strumento multifunzione . . . . . . . . . 70 RUBRICHE I nomi di questo numero . . . . . . . . . . 6 L’opinione di... Emanuele Posenato Il velo di Maya . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 L’opinione di... Alberto Sironi Reti d’impresa . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Tipi da museo: torchio a vite Huguet & C. N 8 . . . . . . . . . . . . . . 66
Organo Ufficiale ITALIA
associazione tecnici arti grafiche italia
EURO GRAPHIC PRESS
Il Poligrafico è la rivista italiana del Gruppo Eurographic Press www.eurographicpress.com
il poligrafico
tutto il numero
in un minuto
Stampa e nuovi media nell’era digitale
aziende fiori all’occhiello
26
“L’industria grafica, un futuro da reinventare”: Trifolio
63
Packaging di alimenti: come deve comportarsi lo stampatore
70
Il ruolo multifunzionale dell’etichetta autoadesiva nel settore alimentare
I nostri collaboratori Davide Biancorosso, Achille Perego, Marco F. Picasso, Emanuele Posenato, Alberto Sironi
speciale drupa 2012 Primi resoconti dalla grande manifestazione che si è svolta a Düsseldorf in maggio. Segnali positivi sul futuro della stampa: nonostante la crisi, il settore ha ancora grandi potenziali da esprimere. Affluenza inferiore rispetto alle aspettative, ma trattative interessanti e ordini non sono mancati. In questo numero vengono analizzati i settori della stampa offset, del digitale di grande formato, del packaging e delle etichette. Oltre naturalmente alla tanto attesa presentazione ufficiale della “nanografia” di Benny Landa, con i diversi pareri su questa nuova tecnologia. Sul prossimo numero si parlerà tra l’altro dei trend nel settore del finishing e della stampa digitale di piccolo formato. A pag. 32 packaging alimentare Marco Picasso ci riferisce di un interessante incontro organizzato dall’Associazione Culturale Studi Grafici di Milano in cui sono state fornite utili informazioni sulla prevenzione di contaminanti derivanti dalla stampa su imballi primari di bevande e alimenti. A pag. 32 incontro con... trifolio Achille Perego incontra questo mese i tre soci di un’azienda italiana che lavora quasi esclusivamente per committenti stranieri e... di alto livello: grandi musei americani, noti artisti, designer, fotografi. E per questi lavori non bastano gli standard normali di qualità, ma si usa la tecnica che hanno denominato “Area W4”. Scopriamo di cosa si tratta. A pag. 26 spazio etichette Il managing director di Finat spiega il ruolo multifunzionale dell’etichetta autoadesiva nel settore alimentare, che deve oggi garantire prestazioni elevate in ambienti diversi in modo da soddisfare le varie esigenze. E che deve essere in grado di aderire su supporti completamente diversi tra loro, come legno, cartoncino, plastica o vetro. A pag. 70
I nomi di questo numero Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria A
Accademia Poligrafico 22,24 Acimga 23 Adami Alberto 27 Adobe 69 AG Graphispack 23 Ages Arti Grafiche ins. Agfa Graphics 10,41,67 AIMSC 74 AKG-Images 20 Album 20 Alwan Color Expertise 20 Amati Antonio 14 ANES 14 Apple 48 Aprea Valentina 23 Argese Franca 24 Armus 74 Arvato Print 14 Ass. Cult. Studi Grafici MI 63 Assocomunicazione 14 Assografici 15 Atlantic Zeiser 20,39 Autogrill 18
B
Banfi Giancarlo 18 Basso Andrea 63 basysPrint 52 Benetton 15 Bernardi Grafiche 20 Bertelsmann gruppo 14 18 Bertoldo Piero Bianchi Silvano 52 Bobst 25,46 Bobst Jean Pascal 46 Bompan 69 Bona Carlo Emanuele 16 Bordeaux 41 Bottacini Nadia 27 Bubbles&Beyond 69
C
6
Cafaro Alberto Camporese Canon Capodieci Piero Caroni Marcello
28 55 42,61 15 16
Cartes Cartiere del Garda Castelli Piergiorgio Centrexpo Chasseur Pietro Cherubini Federico Ciari Valter Colasanto gruppo Comexi Conti Web Cosani Mauro Cozza Federico Crosta Gian Franco
47 2 15 76 35 16 23 68 45 73 14 20 74
D
D’Amato Salvatore 20 Damiani Grafiche 20 De Alessandri Stefano 14 De Marni Nicola 52 28 De Rossi Andrea Dentone Massimo 51 14 Digital Magics Distriberg 14 Dornscheidt Werner M. 32 Drupa 32 Durst 18,41,52
E
EasyDot Edigit Efi Enfocus Enipg Epson EskoArtwork Eumaprint EuPIA Eurogravure Eurohueco Evolution
F
60 7 41 18 23 42,46,52 67 23 65 14 14 58,59
Faenza Group 49 Faenza Ind. Grafiche 20 Fespa 40 FIEG 14 14 Fiera Milano Media FINAT 16,71
18 Firma Group 16 Franzi Sergio Fujifilm 35,37,42,46,63
G
Galeati Perugia Ind. Graf. 68 Gallus 47,57 14 Gasperini Enrico Goss 19,20,68,73 GPN 75 GPP Industrie Grafiche 15 14 Grafica Veneta Grafiche Mercurio 20 9 Gramellini Massimo Greco Antonio 14 20 Gruppo Faenza Guggenheim Museum 73
H
Harris 68 Heidelberg 28,34,37,48,57 57 Heiniger Stefan Highcon 47 HP 35,41,45,48 21 Huber Group 74 Huguet & C.
I-J
I&P Europe 65 Il Sole 24 Ore 14 Impika 35 Indigo 48 65 International Paper Ipagsa 39 Ipex ’93 48 Ist. Pavoniano Artigianelli 23 23 Ist. Angelo Rizzoli Ist. San Zeno 35 iStockphoto 69 48 Jobs Steve Johnson Arti Grafiche 14
K
KBA 20 KBA 3,20,34,37,73 18 KBA Italia Kodak 35 Komori 34,36,48,52,53
Konica Minolta Kranert Oliver Kuhn Matthias Kyocera
35 14 63 49
L
Labelexpo 44 Landa Benny 20,48 Landa Corporation 35,48 Leaderform 20 Leemage 20 18 LIC Packaging Litotecnica Milano Nuova 15 Litover 66 14 Lorien Consulting
M
Macchingraf 16,47,56,57 Maggioni Giovanna 14 Manroland 37,48,61,68,73 Mardersteig Giovanni 27 16 Marinelli Franco Masserdotti gruppo 18 23 Master Program 14 Mattei Paolo Mazzoleni Alberto 57 Mec Pac 16 Mechatronica 46 Melastampi 42 20 Mercurio Diodato 20 Mercurio Gerardo Mercurio Salvatore 20 16 Merlo Vittorio Messe Düsseldorf 32 39 Milani Grafiche Mimaki 41,42,69 Mitsubishi 38 52 Mochida Satoshi MoMa 27 Mondadori 14,20,28 20 Mulder Kees Museum of Fine Arts 73
N
Naescher Jorg Nardini Roberto NIIAG Nordmeccanica
14 15 14 47
O
OcĂŠ Omet Open Age Openjobmetis OSG
42,61 46 67 22 15
P-Q
Palamidese Amedeo 52 Paul Getty Museum 73 Pellitteri Giuseppe 16 Periodici San Paolo 18 Picciotto Paolo 74 Picon 23 74 Piersantini Egiziano Piersantini Michele 74 Pietta Renato 18 Pilot 16 74 Pirella Francesco Pixartprinting 12,13,18, 36,50,52 Poligrafico Europa 68 Polytype 46 68 Pomati Davide Pomati Tino 68 Pozzoni gruppo 14 PressUp 30,31 Prinovis 14 14 Print Power Italy Printgraf 69 Printgraph 8 Promedia 16 QuadTech 20
R
Rabe Thomas Razza Pasquale Rcs Ricoh Rigamonti Matteo Rocca Christian Roland DG Rolf Meyer Ronzoni Maurizio Rossi Claudio Rossini Felice Rotocobrhi Rotografica Rotomail
S
14 52 14 41 50,52 14 42 69 61 49 23 14 23,54 20
Salvaderi Massimo 24 Samor 37 San Paolo Gr. Editoriale 18 Sapir Marc 29 Screen 20,35,42 SEDA Int. Packaging 20
Sella Roberto Sherman Cindy Sironi Alberto Sitma Soporcel Spaulding Packaging Stalleker Rolf Stamperia Valdonega Stausberg Bertram Stella don Enrico Stora Enso Studio Xilox Swissmem Symop
T
Tecnologie Grafiche Tecnorulli Tenderini Alessandro Testa Armando Timson TKS Tonolli Massimo Trifolio
23 27 24 62 43 16 14 27 14 16 45 24 23 23 28 37 52 16 35 35 27 27
U
Ulisse Trading 68 Ulmex 69 Unione Ind. Grafici Milano 16 UPA 14 UPM 17
V
Valente Antonio VDMA Viappiani Renzo Vimercati Andrea Vincenzo Bona gruppo Viscom Italia Vitsprint
W-X
Wifag-Polytype WP Digital Xeikon Xerox
Y-Z
Yale University Press Yessoy Zanaboni Raimondo Zilio Giampaolo
14 23 23 16 16 42 73
46 46 46 35,51 73 67 14 54
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Opinioni
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Market&Trend
Il velo di Maya
Emanuele Posenato
IPI 136/12
“Alcuni porcospini, per proteggersi in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche e il dolore li costrinse ad allontanarsi l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra i due mali, finché non trovarono una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione” (A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena). Chi mi conosce potrebbe chiedersi perché un interprete del positivismo moderno dovrebbe rifarsi proprio a Schopenhauer che definì i positivisti idealisti del tempo “cialtroni e filibustieri”? Forse perché deluso dal triste epilogo dei positivisti idealisti moderni? O perché mi è difficile credere ancora che “andrebbe tutto bene se…” e preferirei invece il concetto che “tutto sommato si può ancora fare nonostante…”? Credo sia così. Per dirla con Massimo Gramellini – giunto alla quinta ristampa del suo eccezionale romanzo Fai bei sogni – “i se sono gli alibi dei fallimenti. Si cresce con i nonostante!”. È in questo che Schopenhauer ci viene incontro: “Il fondamento e il terreno su cui si fondano le nostre nozioni e scienze è l’inspiegabile…”. In effetti ultimamente mi sono trovato spesso a riflettere in proposito con colleghi e imprenditori, che sentono mancare il terreno sotto i piedi e stentano a trovarne la ragione appellandosi all’inspiegabile. E mi sono ritrovato a scorrere i Parerga e paralipomena nel vergare i quali il filosofo tedesco si propone franco, disincantato, direi ironico e sarcastico, sottolineando la sua posizione pessimistica antitetica all’ottimismo offuscato da quello che lui definì “il velo di Maya”, il tessuto di apparenze e illusioni che ci costruiamo e ci nasconde la realtà, impedendoci di approdare alle cause vere delle difficoltà. Nonostante un contesto indubbiamente poco favorevole, dobbiamo squarciare il velo e guardare in faccia una situazione che, per quanto poco ideale possa delinearsi, è l’unica che ci è dato vivere. Rassegnazione? Direi di no. La chiamerei piuttosto onesta accettazione del nuovo status e rielaborazione consapevole di noi stessi e del ruolo che possiamo assumere. Anche se dovesse risultare un compromesso. Come i ricci dovremo trovare la miglior posizione. Dietro al velo ci sono temi come l’aggregazione (“spinoso” ma ormai improrogabile) e quello della trasformazione da “tipografi” a “marketing provider service” affrontando i temi di crossmedialità e multicanalità. Questo però richiede competenza nella business analytics, nella gestione dei database, nel marketing digitale, nelle vendite sul campo, nelle operazioni di canale e nell’analisi dei risultati. Non basta avere un account Facebook o Linkedin o essere capaci di twittare, né pubblicare pdf sfogliabili spacciandoli per comunicazione crossmediale. Dobbiamo squarciare il velo.
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Agfa Graphics
L’acqua:
troppo preziosa per sprecarla.
L’acqua è fonte di vita. Eppure, sebbene siano sufficienti appena due litri d’acqua al giorno per sostenere un essere umano, se ne sprecano circa cinque al metro quadro per elaborare le lastre CtP tradizionali. Oltre 2500 utilizzatori già sanno che le lastre :Azura, prive di agenti chimici, consentono di risparmiare litri e litri della nostra risorsa più preziosa. Oggi è disponibile una lastra :Azura ad alta velocità, in grado di soddisfare ogni esigenza nel campo delle tecnologie di esposizione, sia termica sia al laser violetto. Grazie alla sua immagine ad alto contrasto, :Azura è in grado di incrementare efficienza e qualità. In questo modo sarete in grado di incrementare i profitti, risparmiando allo stesso tempo una risorsa preziosa. :Azura. Lo standard nel campo delle lastre senza agenti chimici. www.agfa.com/graphics
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Opinioni
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Gestione aziendale
Reti d’impresa Alberto Sironi
IPI 136/12
Fare rete, espressione diventata un must di questi tempi. È il consiglio più gettonato che viene rivolto alle aziende grafiche da tutti e sicuramente rappresenta una possibile via da percorrere per affrontare un futuro sempre più incerto. Ma cosa significa mettersi in rete con altre aziende? E come si organizza una rete di aziende? Da dove si parte? Certo il primo requisito è unirsi con imprenditori dei quali si ha stima e fiducia, qualità essenziali per condividere obiettivi comuni. Ma proviamo a capire meglio: in pratica sembra che le esperienze di condivisione di un ufficio commerciale o la decisione di centralizzare gli acquisti, tanto per citare le opzioni più comuni, siano davvero difficili da impostare e realizzare, spesso perché derivano da opportunità occasionali e non da riflessioni maturate con reale cognizione di causa. Nel caso poi di un bilanciamento delle capacità produttive, con l’assegnazione di commesse o lavorazioni in rete, le complicazioni gestionali solitamente sovrastano le buone intenzioni, riducendole a normali collaborazioni, nella migliore delle ipotesi. E quindi come fare? Credo che l’inizio migliore sia creare insieme qualcosa di nuovo. Partiamo da un aspetto attuale: la complessità di filiera oggi, con tutte le problematiche connesse all’intricato rapporto tra offerta e domanda, esige soluzioni innovative per rendere efficace la proposta che le nostre aziende veicolano sul mercato. Specialmente l’ambito dei servizi aggiuntivi assume un’importanza sempre più discriminante agli occhi del cliente, il quale opera scelte soprattutto in base a validità e consistenza degli stessi, dando per scontati ormai purtroppo sia il prezzo che qualità del prodotto e puntualità della consegna. Ora questi servizi possono essere posizionati all’inizio della catena produttiva (multicanalità, w2p, DAM, progettazione, gestione ordini ecc.) o al termine di essa (magazzino, logistica, spedizione, distribuzione), ma mancano le risorse per affrontare simili sfide. Ecco allora dove l’unione fa la forza: nel costruire una nuova azienda che eroghi tali servizi a tutte le consociate. Certo serve un piano strategico definito e convincente, la volontà di far confluire le risorse (vecchie e nuove) che serviranno nella nascente struttura e la convinzione che si tratti solo del primo step, in modo da far crescere gradatamente nel tempo la nuova realtà, proporzionalmente alla volontà di trasferirvi in maniera sempre più consistente competenze e fasi ereditate dalle singole aziende madri. Quindi l’idea sarebbe quella di non smembrare le imprese originali, mantenendone magari i reparti produttivi, ma aggregando poi altre funzioni (in chiave di razionalizzazione e ottimizzazione dei processi) in una nuova azienda sorta inizialmente per offrire servizi innovativi alle società fondatrici, perché troppo onerosi da attuare singolarmente, ma particolarmente utili e vincenti in termini di proposta al mercato, per il beneficio e il vantaggio competitivo di chi partecipa. Le associazioni di categoria sono avvantaggiate in tal senso: vedremo se sapranno sfruttare l’occasione.
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guardaci! Facciamo schifo ...lurido bastardo. Ma da chi diavolo sei andato a farci stampare?
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PIOMBI
LE NOTIZIE DI ATTUALITÀ DEL POLIGRAFICO IN PRIMO PIANO I più rilevanti fatti del mese
AZIENDE GRAFICHE Accordi societari, installazioni, persone... FORNITORI Cosa accade nelle società fornitrici EVENTI Congressi, seminari, mostre, inaugurazioni
Bertelsmann prosegue la riorganizzazione Nel settore stampa del Gruppo tedesco, Mauro Cosani diventa presidente della nuova divisione Italia-Spagna. ste attività sta procedendo la riorganizzazione, a partire dalla centralizzazione di strategie commerciali e finanziarie e guida operativa. Tanto che il nuovo CEO di Arvato Print in Italia, Mauro Cosani (che da inizio anno ha preso il posto di Oliver Kranert) non si occuperà più solo delle attività italiane ma anche di quelle spagnole, di cui era responsabile prima della nuova nomina. Nel 2000 Cosani era diventato infatti ad dello stabilimento rotocalco di Eurogravure, mentre a metà sempre del 2010 si era trasferito in Spagna in qualità di COO di Arvato Print Iberica e di Rotocobrhi. E proprio l’ottimo lavoro svolto in Spagna e i risultati ottenuti avevano convinto i vertici di Bertelsmann ad affidargli il compito di guidare le attività di stampa in Italia senza tralasciare del tutto quelle spagnole, dove era rimasto COO di Rotocobrhi. Proprio pochi giorni fa, invece, Mauro Cosani
(nella foto) è stato nominato presidente di questa nuova divisione italo-spagnola cui fanno capo le attività nel nostro paese e quelle iberiche (Eurohueco e Rotocobrhi). Direttore generale sarà Jorg Naescher e responsabili dell’area finanza e risorse umane Antonio Amati e Rolf Stalleker. Se la nuova divisione comporterà un accentramento delle responsabilità operative e una più coordinata presenza commerciale sul mercato europeo e internazionale, con una maggiore flessibilità produttiva e di commesse tra tutti gli impianti, non sarebbero invece previste dismissioni. In particolare in Italia. Oggi Arvato Print fattura complessivamente oltre 200 milioni di euro con circa 1.100 dipendenti e comprende, appunto, il NIIAG (80 milioni di euro di ricavi con 450 dipendenti, specializzato nella stampa di libri, riviste e cataloghi), Eurogravure (60 milioni di euro di
La carta in crisi nella comunicazione multicanale? Dai dati non si direbbe... A un evento organizzato da Print Power Italy sono stati resi noti i risultati di uno studio che... confortano il settore.
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■ Sono stati resi noti a Milano i risultati dello studio Lorien Consulting sulla carta nella comunicazione multicanale nell’ambito dell’evento “io sono qui” organizzato da Print Power Italy: il 96,2% delle aziende italiane utilizza la comunicazione su carta nel proprio media. «La carta rimane grande alleata di tutti gli altri mezzi di comunicazione nell’ambito del media mix per 9 aziende italiane su 10 (96,2%) e tra queste il 9% la utilizza in maniera esclusiva», ha
ricavi, 200 dipendenti e stampa di riviste e cataloghi), le Arti Grafiche Johnson (55 milioni di ricavi, 400 dipendenti nel settore della stampa di agende e calendari) e Distriberg (azienda che opera nei servizi di legatoria e distribuzione con 50 dipendenti e 5 milioni di euro di fatturato). Nelle ultime settimane era corsa più di una voce sulla possibilità che Arvato riducesse la presenza in Italia cedendo entro fine anno una parte delle sue attività, in particolare il Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche di Bergamo. E si erano fatti persino i nomi di possibili pretendenti, dal Gruppo Pozzoni alla Grafica Veneta di Franceschi. Solo voci, però, che ad oggi non hanno riscontro oggettivo. Achille Perego
commentato Paolo Mattei, chairman di Print Power Italy, che ha introdotto il workshop con una panoramica del progetto Print Power a livello italiano ed europeo. Tale dato emerge dai risultati dello studio commissionato a Lorien Consulting che ha permesso di verificare i livelli di investimento in Italia in supporti cartacei comunicazione e pubblicità, analizzandone i vantaggi in ambito di campagne multicanale sia dal punto di vista degli operatori del settore sia dei consumatori. Sono stati ascoltati infatti 50 influencer tra account e planner di centri media/agenzie, 400 decision maker di aziende italiane investitrici in comunicazione e pubblicità, appartenenti ai principali settori merceologici e 1.000 cittadini fruitori recenti di almeno un mezzo carta. IPI 136/12
■ Prosegue, come annunciato all’inizio dell’anno, la riorganizzazione del settore stampa del gruppo tedesco Bertelsmann. Una riorganizzazione che ha portato alla creazione di una nuova divisione stampa (offset, roto-offset e rotocalco) che al momento viene indicata come Bertelsmann Printing Unit. A questa nuova divisione fanno capo tutte le attività di stampa in Europa, Usa e Sudamerica di Arvato e di Prinovis (tranne le attività di quest’ultima in Germania), per un fatturato complessivo di 1,2 miliardi di euro e circa 6.800 dipendenti. Proprio nei giorni scorsi, il gruppo guidato dal CEO Thomas Rabe ha nominato come CEO di Printing Unit il 45enne ingegnere meccanico tedesco Bertram Stausberg, già managing director di Prinovis. Alla nuova divisione fanno capo quindi anche gli stabilimenti di Arvato Print in Italia, Spagna, Stati Uniti e Sudamerica. E anche per que-
PIOMBI
PrimoPiano
Pronto il rilancio di GPP Industrie Grafiche Capodieci e soci tornano alla guida dell’azienda dopo la messa in liquidazione dello scorso aprile. ■ A volte, si dice, ritornano. E in questo caso con una connotazione solo positiva. Dopo averla fondata nel 1998, averla ceduta nel 2006 al Fondo di private equity “21 Investimenti” della famiglia Benetton, e aver guidato nel frattempo Assografici, Piero Capodieci (nella foto) si è ripreso la sua GPP Industrie Grafiche. Insieme con i vecchi soci storici come Piergiorgio Castelli e Roberto Nardini. GPP, nata dall’acquisizione e fusione di due aziende grafiche (Litotecnica Milano Nuova e OSG), era una delle più importanti imprese di stampa offset nel settore degli astucci pieghevoli, delle affissioni e dei display. E nel 2006, quando Capodieci e l’altro gruppo di soci che l’aveva fondata, decisero di passare la mano cedendola al fondo “21 Investimenti” fatturava 46 milioni di euro con un margine operativo lordo superiore al 15 per cento. Purtroppo, la gestione della nuova proprietà non si è rivelata tra le più brillanti. Non tanto e non solo
per una contrazione dei ricavi (dovuti anche alla crisi del mercato) che sono scesi a 40 milioni (36 però confrontando lo stesso perimetro d’attività, perché in questi anni GPP è entrata anche nel settore della stampa degli astucci per la farmaceutica), quanto per il venir meno della redditività. Tanto che dopo tre anni di perdite il patrimonio netto della Società era finito in rosso e così i nuovi azionisti di GPP avevano deciso la messa in liquidazione, concessa lo scorso 16 aprile. Solo una settimana dopo, senza interruzione dell’attività e con un costruttivo accordo con i sindacati, GPP è stata rilevata, con la formula dell’affitto del ramo aziendale con l’offerta irrevocabile d’acquisto una volta che ci sarà l’omologa del concordato da parte del Tribunale, da Piero Capodieci (nominato presidente operativo) e da alcuni dei primi fondatori di GPP, tra cui Piergiorgio Castelli, nuovo ad dell’azienda, e Roberto Nardini chiamato a occuparsi dei clienti
IPI 136/12
«Secondo una nostra rielaborazione dei dati provenienti dalle fonti ufficiali», ha sottolineato Antonio Valente, ad di Lorien Consulting e direttore dello studio, «stiamo parlando di un mercato, quello degli investimenti in pubblicità e comunicazione, che in Italia vale circa 9.300.000.000 €, il 33,8% dei quali è dedicato ai soli mezzi cartacei (esclusi gli investimenti nella stampa classificata): 15,9% above the line, 17,9% below the line». Christian Rocca, direttore di IL (il maschile del Sole24Ore) ha poi introdotto la tavola rotonda alla quale hanno partecipato: Stefano De Alessandri, direttore generale Periodici Mondadori e vicepresidente Fieg, Enrico Gasperini, presidente e ad Digital Magics e vicepresidente Assocomunica-
I NUMERI DEL NUMERO
314500 75500 3900 il numero totale dei visitatori registrati alla Drupa 2012...
... visitatori in meno rispetto alla scorsa edizione del 2008
e delle strategie all’estero. GPP, spiega Capodieci, è ancora una bella azienda, con un’importante presenza sul mercato e un attrezzato parco macchine offset (compreso il grande formato) per stampare (nei tre impianti di Truccazzano, Cavaione e Peschiera Borromeo), packaging e affissioni. Negli ultimi anni, però, aveva perso un po’ di smalto ma ora, con il ritorno del vecchio management e con la fattiva partecipazione dei dipendenti (scesi da 215 a 170) che hanno offerto il massimo di collaborazione e flessibilità (tanto da aver lavorato anche il 25 aprile), è pronta per rilanciarsi riprendendosi al meglio il posto che giustamente le spetta sul mercato. A. P.
zione, Antonio Greco, ad Fiera Milano Media e vicepresidente ANES, Giovanna Maggioni, direttore generale UPA, e Raimondo Zanaboni, direttore generale Rcs Divisione Pubblicità. La discussione ha permesso di approfondire i positivi risultati dello studio sul ruolo “chiave” della carta caratterizzata da punti di forza unici quali la targetizzazione del messaggio, l’autorevolezza, il coinvolgimento emotivo, la complementarietà con altri mezzi, il call to action, la conservabilità e la possibilità di dare spazio alla creatività e alle informazioni. Per arricchire ulteriormente lo studio sono state selezionate anche 5 case history di importanti campagne di comunicazione dove la carta ha avuto un ruolo privilegiato che sono state presentate durante il convegno.
le aziende grafiche che hanno chiuso in Germania tra il 2000 e il 2011
7700
le aziende grafiche chiuse negli Stati Uniti nello stesso periodo
6
i modelli di macchine “nano-grafiche” presentate in Drupa allo stand di Landa Corporation
90%
la percentuale dei lavori realizzati da Trifolio per clienti americani
15
Cambio al vertice dell’Unione Grafici di Milano Marcello Caroni (nella foto), 47 anni, è stato nominato presidente dell’Unione Industriali Grafici e Cartotecnici della Provincia di Milano e succede in questo ruolo a Federico Cherubini. Milanese, sposato, due figlie, Caroni è laureato in Economia aziendale in Bocconi ed è titolare della Mec Pac, azienda con sede a Milano in cui è entrato negli anni Novanta affiancandosi al padre. Mec Pac, nata nel 1965 come distributore commerciale di una multinazionale americana, nel tempo si è evoluta in trasformatore di materie plastiche e film per imballaggio e successivamente è diventata un vero e proprio converter nell’ambito del packaging, acquisendo anche un’azienda francese, Spaulding Packaging.
Un premio alla rivista Print Buyer Per l’originale etichetta applicata sulla copertina del numero 37, la rivista Print Buyer (Zeta’s) si è aggiudicata il Premio Finat 2012 nella categoria Promotional Coupons. A ritirarlo, durante la cerimonia che si è svolta ad Atene nel corso del congresso annuale Finat, è stato Andrea Vimercati, titolare della Pilot spa che ha stampato la copertina. Ideata dall’art director Cristina Mascherpa, stampata da Pilot in offset 4 colori + cold foil per la cornice e due colori serigrafici, l’etichetta è in materiale PP bianco 90TC, con adesivo rimovibile.
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XX edizione del Pellitteri’s Day Pollicioni d’Oro a Sergio Franzi, Carlo Emanuele Bona e don Enrico Stella.
■ In occasione della XX edizione del Pellitteri’s Day, tenutosi lo scorso 18 maggio, sono state premiate le eccellenze dei giovani in formazione nelle scuole dell’area stampa, grafica, comunicazione, multimedialità e, come di consueto, le eccellenze nell’industria e nella cultura grafica italiana. Nato nel ‘93 dall’intelligenza del professor Franco Marinelli, salesiano di don Bosco e maestro nell’arte grafica per numerose generazione di giovani, ogni anno viene proposto un ideale collegamento con lo straordinario retaggio del professor Giuseppe Pellitteri: tipologo, tecnologo, scrittore, ma soprattutto educatore e maestro. La ventesima edizione è stata a suo modo storica, in quanto è stata la prima a essere organizzata senza Franco Marinelli, che ci ha lasciati lo scorso anno. Il Pellitteri’s Day è così divenuta anche un’occasione per fare memoria del suo ideatore, e ci sembra decisamente positivo e per nulla scontato che questa iniziativa possa continuare anche oltre chi l’ha pensata e voluta. Anche l’edizione di quest’anno ha rinnovato la peculiarità di questo evento, in cui le eccellenze giovani selezionate tra gli allievi delle scuole vengono premiate insieme a figure esemplari dell’industria e della cultura grafica; è come se questi ultimi vengano proposti come esempi da seguire a quei ragazzi che si stanno affacciando ora al mondo del lavoro. Così, insieme a 44 allievi delle scuole grafiche, sono stati premiati col Pollicione d’Oro creato da Armando Testa anche tre personalità che si sono distinte per la loro professionalità e carriera. Il Pollicione d’Oro alla carriera è stato assegnato a Sergio Franzi, fino a pochi mesi fa al timone di Macchingraf; nella motivazione del
I premiati Rosario Marinoni di Assgraf (a destra) consegna il Pollicione d’Oro a Sergio Franzi. Sotto, Carlo Emanuele Bona (a destra) riceve il premio da Vittorio Merlo (Emmepigi).
premio si ricorda la competenza e il successo con cui ha guidato una delle più importanti aziende di forniture grafiche italiane, contribuendo anche allo sviluppo dell’intero settore con le proprie molteplici iniziative di sostegno a scuole, associazioni ed enti. Assegnato invece a Carlo Emanuele Bona il Pollicione d’Oro alla professionalità, per aver dato continuità a un’azienda storica della grafica italiana, inserendo in una tradizione pluricentenaria innovazioni di processo e di prodotto che hanno portato all’integrazione dello stampato tradizionale con i new media. Bona è presidente e ad di Promedia, società che ha fondato all’interno del Gruppo Vincenzo Bona, storica azienda torinese leader nella stampa per l’editoria fondata nel 1777 e seconda più antica industria grafica europea. Infine, è stato assegnato a don Enrico Stella il Pollicione d’Oro alla formazione, per aver speso l’intera propria esistenza a servizio dei giovani e della loro istruzione e formazione, contribuendo con l’originalità del carisma salesiano alla costruzione di un sistema di formazione professionale in Lombardia e in Italia. Gli studenti 44 allievi delle scuole grafiche sono stati premiati col Pollicione d’Oro, logo creato da Armando Testa.
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Da Masserdotti un kit per gli store di Autogrill Una recente e importante commessa acquisita dall’azienda bresciana ha visto la messa a punto, l’assemblaggio e la consegna simultanea di un kit premontato in 511 punti Autogrill a seguito della richiesta di brandizzare gli spazi interni con la nuova partnership Kimbo avviata lo scorso marzo e rappresentata da una nuova gamma di prodotti dal nome “Storie di caffè”. Il kit ideato contiene tre espositori da collocare accanto al bar/servizio caffè: un parallelepipedo riempibile con chicchi di caffè, un espositore per i tavolini e un totem in ingresso con il brand Kimbo “Storie di caffè”. I set sono stati consegnati a due tra i più grandi centri di smistamento Autogrill, situati in provincia di Roma e di Milano per essere distribuiti ai diversi store, che hanno provveduto autonomamente al montaggio.
Periodici San Paolo automatizza la produzione
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Periodici San Paolo è una delle maggiori aziende del Gruppo Editoriale San Paolo, alla cui origine sta la Congregazione religiosa dei Paolini, nata ad Alba nel 1914, per diffondere il messaggio cristiano con i mezzi di comunicazione sociale. Con l’installazione di Switch, PitStop Pro e PitStop Server di Enfocus, i circa 100 operatori possono contare su un flusso di lavoro efficiente a garanzia di una produzione precisa e puntuale nel semilavorato di prestampa. Inoltre, con le funzionalità di PitStop per iPad, riesce a soddisfare una crescente esigenza del mercato, quella dell’utilizzo di PDF con le sempre più diffuse applicazioni basate su e-reader.
LIC Packaging: doppio investimento nella Rapida 162a L’azienda cartotecnica italiana LIC di
Verolanuova (Brescia) ha investito con forza nel proprio futuro. In occasione dei 60 anni dell’azienda sono state acquistate due nuove KBA Rapida 162a di grande formato, una già in funzione da fine 2011, l’altra entro l’estate. Entrambe a 6 gruppi stampa con torre di verniciatura, dispongono di logistica pila automatizzata, cambio lastra completamente automatico, dispositivo di lavaggio CleanTronic Synchro e DensiTronic Professional per la regolazione del colore e coprono un’ampia gamma di supporti di stampa con onda F ed E e consentono di avere, oltre a tempi di produzione ridotti, anche un notevole aumento della qualità. In primo luogo per la nobilitazione in
linea con vernici a dispersione e UV. LIC stampa un’ampia gamma di prodotti per marchi prestigiosi del settore alimentare, chimico, per produttori di detergenti, dell’industria del vetro e delle apparecchiature elettriche. Dalla semplice vaschetta per uso alimentare (food-tray) ai master box, dalle scatole Quick Easy Tops (QET) fino agli espositori e alle altre attraenti forme del packaging. Fanno parte dei committenti Barilla, Ferrero, Nestlé, Henkel, Procter&Gamble. Lo specialista del packaging lavora ogni anno circa 55.000 tonnellate di materiali differenti con moderni impianti di produzione. I suoi 204 collaboratori contribuiscono a raggiungere un fatturato annuo – con tendenza al rialzo – di 55 milioni di euro.
Lettura personalizzata col segnalibro by Pixartprinting In anteprima per gli amici di Facebook, Pixartprinting lancia il servizio dedicato alla stampa dei segnalibro, un nuovo prodotto che va ad arricchire l’ampia offerta visibile sul sito www.pixartprinting.it. Per rispondere alle esigenze di un’utenza sempre più ampia, a fianco della più tradizionale stampa di piccolo e grande formato, Pixartprinting ha recentemente introdotto nuovi prodotti dedicati all’uso quotidiano: portadocumenti, cartelline, fotoquadri e ora anche i segnalibro. I segnalibro, proposti nel formato 5x21 cm su carta patinata da 350 g, sono stampabili fronte e retro con possibilità di plastificazione opaca o lucida. Gli utenti possono scegliere fra tre tipologie di fustelle: classico con angoli squadrati, con angoli stondati o rettangolare con forma a goccia solo su un lato. Il segnalibro, personalizzabile con la propria grafica, è disponibile anche con righello. Come per tutti gli altri prodotti offerti da Pixartprinting, è possibile ordinare i segnalibro attraverso pochi e semplici passaggi: scegliere la fustella, scaricare il template e applicare la grafica personalizzata. A questo punto si può uploadare il file e attendere comodamente da casa la consegna...
Firma installa una Durst flatbed Rho 750 Presto Firma Group, azienda leader nella stampa digitale, offset e cartotecnica, ha confermato la fiducia a Durst installando una flatbed Rho 750 Presto. Tecnologia all’avanguardia, professionalità, poliedricità e servizi personalizzati ad hoc sono i tratti distintivi dell’azienda veneta, nata 12 anni fa a Pianga (VE), grazie a quattro soci con precedenti esperienze nel settore. Dall’incontro sinergico delle loro conoscenze tecniche ha preso forma una realtà in grado di offrire molteplici servizi, organizzati in varie divisioni specializzate, con un ventaglio di prodotti ampio e completo. Core business dell’azienda le divisioni dedicate alla cartotecnica e alla stampa digitale. Proprio su quest’ultima Firma Group ha puntato molto, affidandosi alla tecnologia Durst già nel 2004, quando venne installata la prima Rho 205, cui ha fatto seguito una Rho 750 Presto con esacromia e il bianco. Il portfolio clienti comprende agenzie di pubblicità, studi di comunicazione e clienti diretti che spesso necessitano di lavorazioni anche complesse. Un esempio ne è la prestigiosa richiesta pervenuta dalla Procuratoria di San Marco che ha scelto Firma Group per la realizzazione di una ventina di pannelli fino a 150x300, a supporto della mostra “Ferdinando Ongania. La Basilica di San Marco 1881–1893”. IPI 136/12
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news aziende grafiche
Da sinistra: Giancarlo Banfi (KBA-Italia), Piero Bertoldo e Renato Pietta (LIC Packaging).
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Nuove economie nella stampa roto-offset, dalla macchina a bobina più larga del mondo alla rotativa da 16 pagine più venduta
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Leaderform acquista in Drupa Con un investimento da 2 milioni, Leaderform, azienda veronese specializzata nel direct mail e nella comunicazione aziendale, ha acquistato in Drupa una seconda macchina inkjet a bobina Screen Truepress Jet520ZZ. L’innovativa macchina da stampa duplex sarà installata entro giugno a opera del rivenditore Screen Truepress locale, ossia Atlantic Zeiser. L’investimento in una seconda Jet520ZZ, con capacità produttiva di 220 m/min, è il risultato del successo ottenuto con la prima installazione avvenuta lo scorso anno, che ha consentito di registrare una crescita significativa degli ordini. Federico Cozza (a destra), amministratore delegato di Leaderform, con Kees Mulder, presidente di Screen Europe.
SEDA investe in 27 gruppi stampa KBA
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SEDA International Packaging Group, stampatore napoletano di packaging, a Drupa ha sottoscritto un ordine per tre offset KBA Rapida per un totale di 27 gruppi stampa e unità di verniciatura. Le macchine verranno installate in diversi stabilimenti del gruppo ed entreranno in produzione entro fine anno. Fondato nel ‘64 da Salvatore D’Amato, oggi il Gruppo ha 13 stabilimenti in tutta Europa. SEDA ha iniziato producendo imballaggi per gelati e generi alimentari e oggi include anche packaging non alimentari. Il rapporto con KBA è stato avviato molti anni fa. Le tre nuove macchine, che fanno salire a 13 il numero totale di Rapida installate negli stabilimenti del Gruppo, incorporeranno molti dei nuovi automatismi svelati a Drupa.
Mercurio migliora la qualità grazie a QuadTech e Alwan Grafiche Mercurio, con sede ad Angri
(SA), ha conseguito importanti miglioramenti della qualità e della coerenza cromatica in accordo con gli standard Fogra PSO 12747-2, dopo aver installato il sistema di regolazione del colore in linea con funzionalità di generazione automatica della curva di compensazione per la realizzazione delle lastre, una tecnologia sviluppata congiuntamente con QuadTech, produttore di sistemi di regolazione per macchine da stampa, e Alwan Color Expertise, produttore di software per arti grafiche. Grafiche Mercurio, uno dei principali produttori dell’Italia meridionale di stampati pubblicitari, riviste, opuscoli ed etichette, si era trovata a dover far fronte al problema di ottenere in modo costante e ripetitivo la qualità richiesta dai propri clienti. «Il nostro sistema
precedente non riusciva a gestire al volo l’ingrossamento del punto e la deviazione cromatica, per cui veniva a mancare la riproduzione costante delle curve tonali», ha spiegato l’amministratore Diodato Mercurio. Avendo già ottenuto i vantaggi della standardizzazione nel reparto macchine a foglio – grazie ai pacchetti software Alwan CMYK Optimizer e PRINT Standardizer®, che permettono di misurare in linea i colori e apportare correzioni in tempo reale, ottenendo rapporti sulla qualità con certificazione Fogra e ISO per tutti i prodotti stampati – l’azienda voleva soddisfare gli stessi standard per la produzione a 4 colori con la rotativa offset Goss Sunday 4000 48 pagine. «Abbiamo quindi scelto il sistema di regolazione del colore SpectralCam™ di QuadTech insieme alla tecnologia di generazione automatica della curva lastra Alwan PRINT Standardizer X».
Nasce Mondadori Portfolio Più di 4 milioni di immagini e oltre 100 anni di storia. Si tratta di Mondadori Portfolio, la nuova agenzia fotografica e documentale che mette per la prima volta a disposizione online l’archivio fotografico di Epoca, Grazia, Tempo, Panorama. Scatti inediti, foto realizzate dai più importanti interpreti del fotogiornalismo italiano e reportage esclusivi ripercorrono la storia italiana del Novecento attraverso i personaggi, gli eventi, l’arte, la moda, lo spettacolo. Accanto alla collezione di immagini della casa di Segrate confluiscono in Mondadori Portfolio anche l’esperienza e il patrimonio iconografico dell’archivio MondadoriElecta, ovvero migliaia di opere pittoriche italiane ed europee, capolavori dell’architettura e della scultura, reportage sui principali siti archeologici. Agenzie partner sono AKG-Images, Leemage e Album che rendono disponibili sul sito www.mondadoriportfolio.it anche le loro collezioni. Oltre alla sezione iconografica, Mondadori Portfolio offre ai buyer, ai grafici, alle agenzie di pubblicità un ricco database documentale costituito dalla raccolta online di tutti gli articoli pubblicati sulle testate Mondadori.
Anche l’Italia scommette sulla nanografia Alcuni l’hanno definita la vera novità della fiera, altri si sono dimostrati scettici: è normale che una tecnologia innovativa, ma ancora non matura per l’introduzione sul mercato, susciti reazioni contoverse. La “stampa nanografica”, come ammesso dallo stesso ideatore Benny Landa, ha ancora margini di miglioramento e passeranno minimo 18 mesi prima della sua introduzione sul mercato. A Drupa, tuttavia, molte aziende di tutto il mondo hanno firmato lettere d’intenti, versando una sorta di “anticipo” per aggiudicarsi questa primizia tecnologica non appena sarà pronta. E tra queste figurano anche varie aziende italiane, la maggior parte delle quali però preferisce al momento non uscire allo scoperto. Due le aziende che hanno deciso di ufficializzare la cosa, opzionando una o più macchine: Rotomail, azienda con grande esperienza nell’utilizzo di tecnologie inkjet, che ha firmato per due macchine, una a foglio e una a bobina, e Gruppo Faenza, cui fanno capo Faenza Industrie Grafiche, Grafiche Damiani e Grafiche Bernardi (v. intervista IPI n. 135) che ha opzionato una macchina. IPI 136/12
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Da sinistra: Diodato, Gerardo e Salvatore Mercurio.
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PIOMBI Grafica, editoria, cartotecnica: quali i profili più ricercati
Secondo l’Osservatorio Openjobmetis – agenzia per il
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lavoro operante su tutto il territorio nazionale con una rete di 130 filiali – sono state quasi 200 in tutta Italia le risorse che nel primo quadrimestre 2012 hanno trovato un impiego nel settore della grafica, dell’editoria e della cartotecnica. Per quanto riguarda l’industria grafica e l’editoria, la maggior parte delle assunzioni – oltre il 50% – si sono concentrate nel Nord Italia. Diverse le figure impiegate nelle industrie di Lombardia, Veneto, Piemonte: in ambito produttivo, il profilo più richiesto è quello dell’addetto al confezionamento e all’imballaggio, seguito a ruota dall’addetto alle macchine. In ambito office, è particolarmente alta la richiesta di commerciali e addetti marketing, segno che le aziende stanno investendo di più su figure in grado di assicurare un buon turnover di vendite, e di impiegati amministrativi. Anche al Sud nei primi mesi dell’anno c’è stata una discreta richiesta di operai, in particolare allestitori addetti al confezionamento, concentrata in particolare in Calabria: qui, infatti, sono stati 28 i profili inseriti da gennaio ad oggi. Infine, nel Centro Italia (in particolare in Emilia Romagna) la figura più richiesta è stata il grafico 3D, addetto al design dei prodotti. A livello di area geografica, un simile trend si è registrato anche nel mondo della cartotecnica: più dell’80% delle assunzioni, infatti, è avvenuto nel Nord Italia. Prime Lombardia e Piemonte, con 50 risorse inserite nelle industrie locali da gennaio ad aprile. Si tratta soprattutto di figure tecniche, come addetti alla produzione e ai macchinari (stampa offset e digitale, macchine piega e incolla, ondulatrici, calandre, macchine semiautomatiche, etichettatrici). Sempre molto richiesti anche gli addetti al confezionamento, in particolare in Emilia Romagna (9 assunti). In generale, in tutti i settori considerati prevalgono lavoratori italiani (circa l’80%) e di sesso maschile, anche se la percentuale di donne che lavorano nel comparto sta crescendo ed ha già superato il 40 per cento.
PIOMBI No Neet in Lombardia < Una sala gremita ha
ripagato il 6 giugno Valentina Aprea, assessore all’istruzione formazione e cultura della Lombardia, del suo impegno per diffondere tra le scuole i corsi ITS; un’opportunità per i giovani che, incerti tra la ricerca di un impiego e il percorso universitario, rischiano di scivolare in un “limbo” chiamato Neet - Not in Education, Employment or Traning. L’ITS Angelo Rizzoli per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione è la proposta del mondo grafico per formare ragazzi competenti sui nuovi linguaggi, in grado di declinare un contenuto te-
stuale, audio o video su diversi device oltre che sulla tradizionale carta. Competenze indispensabili ormai per essere competitivi, come hanno sottolineato il presidente Renzo Viappiani e il coordinatore del corso Roberto Sella. La soddisfazione dei ragazzi dell’ITS Angelo Rizzoli è stata espressa da Mauro e Sabrina, mentre portavoce per gli imprenditori è stato Valter Ciari, co-fondatore di Master Program, agenzia specializzata in eventi e produzioni che ha dichiarato: «Mauro è stato subito operativo, ha dimostrato di saper già lavorare…».
Il rilancio di Eumaprint parte dall’Italia Eumaprint, l’organizzazione che raggruppa 6 associazioni europee del settore printing e converting - Acimga, AG Graphispack, Picon, Symop, Swissmem, Vdma - ha affidato all’Associazione confindustriale italiana dei Costruttori di macchine per la stampa e il converting la sua segreteria per il biennio 2012-2014. Felice Rossini, già presidente di Acimga, ricoprirà la carica di presidente Eumaprint: «Sono orgoglioso di questo incarico e del ruolo che come Acimga intendiamo portare avanti per il rilancio di Eumaprint», ha spiegato durante la riunione svoltasi in Drupa. «In Europa si contano i più importanti costruttori a livello mondiale di tecnologie per stampa e converting. Il nostro ruolo sarà quello di mantenere alta la bandiera della qualità e dell’innovazione tecnologica. Alla sfida dei numeri dei mercati emergenti risponderemo con la sfida dell’alta tecnologia». Secondo dati Eurostat, nel 2010 la produzione del settore nei 27 EU è ammontata a 9.753 milioni di €. La Germania risulta il primo produttore UE, seguita dall’Italia. La produzione dei paesi facenti parte di Eumaprint copre l’80% (questo dato comprende anche il valore della Svizzera). In agenda dell’incontro di ottobre in Italia, le azioni a supporto dell’attività di Eumaprint tra cui un’indagine congiunturale a livello europeo e azioni di lobby per il rispetto delle normative europee di sicurezza per i macchinari importati.
8° Convegno nazionale Enipg
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Giovedì 4 ottobre l’ENIPG nazionale organizza a Milano l’ottava edizione dell’appuntamento biennale ENIPG con il Convegno nazionale delle scuole grafiche. Questa edizione, dal titolo “Grafica 4.0: Next Future”, è realizzata in collaborazione con il Comitato provinciale ENIPG di Milano e si terrà presso l’Istituto Pavoniano Artigianelli. Come nelle precedenti edizioni, parteciperanno esponenti di spicco del mondo industriale e del sindacato, il MIUR, le case costruttrici di settore, le associazioni di categoria e, ovviamente, le 37 scuole grafiche riconosciute dall’ENIPG. È attualmente in corso di definizione il programma dei lavori, che verrà divulgato a breve. Per maggiori informazioni rivolgersi alla segreteria organizzativa dell’ENIPG: tel. 06.3612197, e-mail enipg@enipg.it
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Tavolo di Conciliazione Un nuovo interessante servizio dall’Accademia del Poligrafico.
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ne dell’Accademia del Poligrafico ha l’obiettivo di prevenire ed evitare lunghe, costose e spesso spiacevoli cause legali o, nel caso di cause già avviate, serve a facilitarne una più rapida e positiva conclusione. I servizi offerti Questi i servizi che offre il Tavolo della Conciliazione: • un parere legale; • un parere tecnico peritale; • pareri legale e tecnico peritale congiunti; • l’analisi di fattibilità per un tentativo di conciliazione; • la gestione delle fasi di conciliazione tra le parti; • la gestione dei rapporti verso l’attivazione di una mediazione ufficiale avanti agli Organismi di Conciliazione istituiti secondo il D.M. 145/2011.
I pareri saranno espressi sia in forma orale che per iscritto. Il Tavolo della Conciliazione di Accademia offre a chi vi fa ricorso i seguenti vantaggi: • elevate competenze di tipo tecnico e legale integrate: il gruppo di lavoro è sempre formato almeno da un avvocato con specifiche competenze nella materia trattata e da un tecnico esperto in perizie come CTP (Consulente Tecnico di Parte) o CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio), cioè incaricato dal Giudice del tribunale; • tempi di svolgimento delle attività molto rapidi: l’appuntamento con il gruppo di lavoro viene fissato entro pochi giorni dal primo contatto del cliente con l’Accademia e il parere orale viene espresso già al termine del primo incontro;
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Interviste Trifolio
L’incontro di questo mese è con un’azienda italiana che lavora quasi esclusivamente per committenti stranieri. In primis per i grandi musei, gli artisti, i designer e i fotografi americani. Segni particolari: una tecnologia di stampa che rende l’immagine più “profonda”, tanto da farla sembrare in 3D.
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“Il nostro «segreto» è metterci continuamente in discussione, sapendo che è sempre possibile migliorare”
23 - L’industria grafica, un futuro da reinventare Intervista con Massimo Tonolli, Nadia Bottacini, Alberto Adami, soci fondatori di Trifolio
stampati
da
museo di ACHILLE PEREGO
Una boutique della stampa nata in una capitale delle arti grafiche come Verona e capace di farsi conoscere al di là dell’Atlantico. Diventando un nome di successo tra i grandi musei, in primis il MoMa di New York, gli artisti, i designer e i fotografi americani. Come Cindy Sherman, la fotografa più pagata al mondo, che quando ha avuto tra le mani la prima copia del suo ultimo volume stampato da Trifolio ha esclamato con enfasi: «Mi piace, è tutto incredibilmente stupendo, un mio libro di fotografie non è mai stato così bello». Merito dei tre soci, le tre foglie del Trifolio, Massimo Tonolli, Nadia Bottacini e Alberto Adami, tutti provenienti dalla prestigiosa “scuola” della Stamperia Valdonega del maestro tedesco Giovanni Mardersteig, che a cavallo del 2000 a Montorio, città di Verona, hanno messo le prime radici di quella che sarebbe diventata la Trifolio. Ma come è nata questa piccola, grande azienda di stampa? «Dodici anni fa come broker di stampa» esordisce Massimo Tonolli. «Ho viaggiato molto, soprattutto negli Stati Uniti, per acquisire clienti a cui dare, per la stampa di libri d’arte e fotografici, un servizio completo di prestampa, stampa e legatoria con alcune aziende del Veronese. Con il tempo, però, ci siamo accorti che diventava sempre più difficile, a livello di qualità, far realizzare agli altri quello che avevamo in mente. Così, prima abbiamo sviluppato una prestampa interna per la cromia e l’elaborazione delle immagini. Poi, sette anni fa, abbiamo acquistato una macchina da stampa per poter completare, dall’inizio alla fine, il nostro circuito di qualità. Non abbiamo mai sviluppato, invece, la legatoria. Un lavoro troppo complicato che ancora oggi affidiamo all’esterno ma con la supervisione di un nostro esperto». Lei, Nadia Bottacini e Alberto Adami che esperienze professionali avete avuto alle spalle? Siamo tre coetanei, cinquantenni, e usciamo dalla scuola della Stamperia Valdonega. Un ambiente dove la qualità era quotidiana. Siamo cresciuti con questa passione dentro. Io ho lavorato come fotografo, montaggista, stampatore, responsabile di produzione. Alberto ha curato tutto il passaggio dal piombo alla composizione elettronica. Nadia è la nostra amministrativa, quella che cura le relazioni con i clienti
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aziende fiori all’occhiello
L’azienda
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e segue le spedizioni. Per tutti e tre è stato fondamentale essere nati a Verona. La città della Mondadori ma anche di due scuole grafiche d’eccellenza. Qui l’arte grafica si respirava fin da giovani. Io abitavo a un chilometro dalla Mondadori e molti conoscenti lavoravano lì. Quello che ci ha portati a fare la scelta di iniziare questa avventura è stata la grande passione nel fare le cose. Una sfida con noi stessi per scoprire se, da soli, fossimo stati in grado di creare, stampare, quello che avevamo in mente. Che cosa è oggi Trifolio? Una boutique di stampa? Un avamposto dell’innovazione? Un piccolo gioiello del made in Italy della stampa? Mi ritrovo un po’ in tutte queste definizioni, non ho il coraggio di sceglierne una. Credo che Trifolio sia un’azienda in continua evoluzione. Il nostro segreto, che segreto non è, è partire dall’assioma che è sempre possibile migliorare. In quello che si fa qualche piccolo errore, magari anche grande, si può commettere. Siamo sempre molto insicuri del risultato che abbiamo in mente, mettiamo sempre in discussione tutto dall’inizio con una continua ricerca di materiali, tecniche di stampa, fornitori, per offrire sempre qualcosa di nuovo e di diverso. Quando avete capito di avercela fatta? Da subito, di fronte al vuoto che abbiamo percepito, rispetto al nostro progetto, nel settore. Pochi avevano il nostro tipo di approccio, più presi dai numeri della produzione che dalla consulenza e ricerca. Abbiamo capito che questo era il cuneo dove ci potevamo infilare. Nonostante siamo piccolissimi, quattordici in tutto, compresi noi tre soci-fondatori, negli Stati Uniti ormai Trifolio si è fatta un nome. Quando hanno un libro complicato da stampare, una sfida da affrontare per i materiali o la tipologia di produzione, fanno anche il nostro nome. Com’è la rivoluzionaria tecnica di stampa Area W4? Uno stampato che rispetti gli standard mondiali di mercato, con materiali e tecnologie, può essere realizzato da tutti. Ma con lo standard normale non si arriva all’eccellenza anche se si ottengono le certificazioni ISO. Noi volevamo superarlo per avvicinarci di più agli artisti e a quello che intendono esprimere con le loro opere. Cambiando le materie prime, inchiostri, pigmenti, modalità di selezione della quadricromia, modalità di stampa, un anno e mezzo fa, dopo avere già migliorato la qualità assottigliando le lineature del retino o usando carte naturali, abbiamo cominciato a lavorare a quello che da otto mesi realizziamo e chiamiamo Area W4. In questo ci hanno aiutato molto Andrea De Rossi di Tecnologie Grafiche e Alberto Cafaro, coordinatore del progetto di ricerca che ha elaborato l’idea iniziale e ha verificato, con i fotografi e con micro-laboratori di studio, se poteva funzionare. Area vuole sottolineare che il colore è uno spazio, W sta per l’inglese wide, allargare, e 4 rimanda alla stampa a quattro colori. Quindi partendo dalla tradizionale quadricromia (stampiamo tutto con una Heidelberg CD cinque colori 70x100) abbiamo dimostrato che non servono macchine a sei, otto o dieci colori per au-
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Quattordici dipendenti (soci compresi), 2,5 milioni di euro di ricavi e una sessantina di libri stampati all’anno. Sono i numeri di Trifolio di Montorio, azienda veronese fondata da Massimo Tonolli, Nadia Bottacini e Alberto Adami. Con una sola macchina offset (Heidelberg a cinque colori 70x100), e grazie a una grande professionalità artigianale appresa come allievi di Giovanni Mardersteig e con la ricerca che ha portato a sviluppare la rivoluzionaria tecnica di stampa Area W4, oggi Trifolio è un’impresa unica nel panorama grafico. Capace di realizzare libri d’arte e fotografici per grandi musei e gallerie soprattutto americane, con una percezione e profondità del colore superiore del 30-35% a quella degli standard tradizionali. E ricorrendo solo alla quadricromia, con costi produttivi quindi contenuti. Ma con risultati eccezionali. Gli stessi che vengono esposti nella Folioteca, il grande muro da 15 metri per 3 dove a Montorio appendono, con l’entusiasmo dei clienti, i fogli di tutti i libri che stampano. Una vera e propria “esplosione” di colori.
Il MoMa tra i maggiori clienti. Marc Sapir, del famoso museo newyorkese, esamina la stampa insieme ad Alberto Adami e Massimo Tonolli. A sinistra, la “Folioteca”: un lungo muro all’interno dell’azienda dove vengono appesi i fogli di stampa dei lavori in corso, idea molto apprezzata dai clienti che sono poi felici di fare una foto davanti al loro libro “esploso”.
mentare la percezione del colore sulla carta del 30-35% allargando lo spazio colore e creando un’immagine che di per sé sembra più profonda. L’occhio umano riesce a percepire due milioni e 400 mila toni di colore. La stampa offset ne riproduce circa 400 mila. La nostra tecnica Area W4 colma parte di questo divario ed è in grado di ottenere 120 mila toni in più. Si è parlato di stampa “tridimensionale”... È un’immagine creata da voi giornalisti per cercare di rendere l’idea di questa tecnica. In realtà, parlare di tridimensionale non è corretto (qualcuno mi ha chiesto se servivano gli occhialini!) perché siamo sempre di fronte a un’immagine piatta su carta. È vero però che osservandola si percepisce una maggiore profondità. Perché i concorrenti non raggiungono questo livello di stampa? Potrebbero farlo, non c’è alcuna alchimia. Tutti del resto hanno accesso alle tecnologie e ai materiali. Il problema è metterli insieme in un modo diverso. E non si tratta di comprare un software! Servono capacità, ricerca, tempo, prove, test, investimenti. Ma ovviamente tutto ciò non basterebbe se non ci fossero la complicità e la professionalità dei nostri dipendenti, che ci mettono la nostra stessa passione, impegno ed entusiasmo. Area W4 non è brevettata perché, coinvolgendo tante entità, sarebbe stato troppo costoso farlo. Chi vuole può seguire la nostra strada. Di certo, però, dopo tutti gli sforzi che abbiamo fatto, non andiamo in giro a raccontare la “formula”. È vero che state preparando un’altra rivoluzionaria innovazione di stampa anche per il bianco e nero? Non lo smentisco ma in questo momento la priorità è perfezionare la stampa a colori. Che, utilizzando la quadricromia, permette di avere costi economici per il cliente pur offrendo un’altissima qualità. È vero che i materiali che utilizziamo sono un po’ più cari, ma sul prezzo finale di un libro la loro incidenza è irrisoria. Trifolio realizza quasi il 100% dei ricavi all’estero, a partire da prestigiosi editori, artisti e musei americani. Perché in Italia non siete praticamente presenti? Abbiamo presentato i nostri stampati con la tecnica Area W4 anche in Italia, senza però alcun riscontro. La prima e unica domanda che mi facevano, e che mi innervosiva, era: bello, ma quanto costa? Così, sono partito con la mia valigetta e l’ho proposta a vari musei, gallerie e designer americani. E lì la domanda del quanto costa veniva al quarto o quinto posto. Mi chiedevano come avevamo fatto, mi facevano domande tecniche, esponevano i loro progetti e si informavano sul tipo di file che dovevano prepararci. In più, all’estero c’è maggiore serietà nei pagamenti, e noi, che vogliamo essere innanzitutto solidi dal punto di vista finanziario e non facciamo mai il passo più lungo della gamba, con i clienti americani siamo molto più tranquilli. Certo vorremmo lavorare anche in Italia e il nostro nome comincia a essere conosciuto.
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Drupa
I resoconti dalla fiera di Düsseldorf
Grandi potenziali da esprimere Nonostante la crisi e l’affluenza inferiore rispetto alle aspettative, trattative interessanti e ordini non sono mancati.
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L’edizione 2012 – in base ai dati di chiusura divulgati con grande tempestività dagli organizzatori – ha chiuso i battenti lasciando dietro di sé un segnale decisamente positivo sul futuro della stampa: il settore, nonostante la crisi che lo attanaglia, ha ancora grandi potenziali da esprimere e molte aziende stanno investendo pesantemente per coglierne le opportunità. Il comunicato riporta la soddisfazione di molti dei 1.850 espositori che hanno impostato trattative e siglato ordini ben al di sopra delle loro aspettative. Sul fronte dei visitatori è stato registrato un sensibile calo: sono stati 314.500, provenienti da più di 130 paesi, 75.500 in meno dell’edizione 2008. «Questa diminuzione non ci sorprende», ha detto Werner Matthias Dornscheidt, presidente e CEO di Messe Düsseldorf, «perché basta tenere presente che nella sola Germania tra il 2000 e il 2011 hanno chiuso circa 3.900 aziende (per 61.000 addetti) e negli Stati Uniti nello stesso periodo si contano 7.700 aziende in meno. Inoltre, ed è questo il punto chiave, gli stampatori non vengono più a visitare la fiera con ampie delegazioni aziendali, ma inviano solamente i top manager con poteri decisionali». I visitatori stranieri sono stati 190.000, 123.000 i tedeschi. Per la prima volta l’India è tra i paesi stranieri quello con il più alto numero di presenze (15.000), seguono Belgio, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti, Svizzera e Italia. In forte aumento anche le presenze dal Centro/Sud America (in particolare dal Brasile) che complessivamente hanno contato per l’8,8% dei visitatori. I temi che hanno riscosso maggiore interesse a Drupa 2012, si dice nel comunicato, sono stati l’automazione dei processi, la stampa del packaging, la stampa digitale, le tecnologie ibride, le applicazioni web-to-print e in generale tutti gli aspetti relativi alla salvaguardia dell’ambiente. Grande interesse anche per l’Innovation Park focalizzato sulle idee innovative che possono aprire nuove opportunità ai prodotti stampati, e per il Drupa Cube, il punto d’incontro per i print buyer, i responsabili marketing, i pubblicitari, gli editori e i designer. La prossima Drupa si svolgerà nel 2016 dal 2 al 15 giugno.
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Drupa
Düsseldorf 3-16 maggio
La “grande Messe” convince o delude? Ci si aspettava molto da questa fiera, forse troppo. Soprattutto si attendeva un punto di riferimento verso il quale dirigersi... di ALBERTO SIRONI
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Iniziamo col dire che a differenza del passato oggi non spetta più a una fiera di tecnologia indicarci la via da percorrere. In secondo luogo bisogna considerare che il settore della comunicazione sta vivendo un momento di crisi e di trasformazione con tutte le incertezze e le incoerenze del caso, anche di tipo tecnologico. Bisogna però considerare che questa visione è influenzata dal clima europeo che si respira, probabilmente molto diverso da quello dei tanti visitatori arabi, sudamericani e orientali che al contrario stanno cavalcando una stagione di crescita impressionante. Sta di fatto però che questa volta Drupa subisce una flessione nei numeri dei visitatori, segnale che qualcosa è comunque cambiato. Sul fronte dei fornitori è praticamente sparita l’esposizione delle rotative più imponenti e del grandissimo formato a foglio, con un unico caso isolato rappresentato dalla nuova 140 di KBA. Le grandi case di macchine offset assumono ora atteggiamenti diversi tra loro: qualcuno ha ridotto i m2 e i sistemi esposti, altri hanno messo in evidenza la proposta completa, credo principalmente per attirare i visitatori extra-europei; infine c’è chi ha ritenuto puntare su soluzioni proprietarie per consolidare un presunto o reale vantaggio competitivo. Poche novità quindi nel settore convenzionale, tra cui spiccano l’Anicolor (offset a foglio con gruppo inchiostratore flexo e Anilox) f.to 50x70 di Heidelberg e la già nota tecnologia HUV di Komori, presentata per la stampa e verniciatura in linea su cartone, oltre che per l’applicazione perfecting, particolarmente apprezzata su supporti speciali e carte macroporose. La principale promessa di Drupa consisteva nello sviluppo di proposte con tecnologia inkjet industriale ad alta velocità e su questo punto la fiera non ha deluso. La varietà di soluzioni e di sistemi presenti è stata notevole, tanto da configurarsi per la prima volta come alternativa all’offset e non solo nel piccolissimo formato, terreno già battuto in passato dall’elettrofotografia. L’inkjet è altra cosa, un procedimento di stampa ripetibile, stabile
e duraturo, che in poco tempo è riuscito a mettere un’opzione importante sul futuro. Lo sviluppo della stampa andrà quindi verso questa direzione e l’inkjet sarà una tecnologia dominante, insieme all’offset che sostanzialmente tiene e all’ulteriore affermazione della flexo, mentre l’elettrofotografia sarà dedicata a piccole soluzioni, limitate nei volumi (anche se la nuova 10000 di HP vorrà dire la sua) o a specifiche linee di prodotto. Comunque spazi per altri procedimenti di stampa non ne restano molti. Questo trend viene confermato dalla ricca offerta di sistemi inkjet sia a foglio (Fuji, Landa, Komori, Konica Minolta, Screen) sia a bobina, da produttori noti (HP, Kodak, Xerox, Screen) o meno noti (Impika, TKS e altri) e dai tradizionali costruttori di macchine convenzionali (KBA, Komori, Timson). Quindi la tecnologia avanza e questo messaggio resta forte e chiaro, ciò che risulta ambiguo è la constatazione che molti sistemi, pur essendo interessanti e innovativi, non sono ancora pronti per la commercializzazione e quand’anche lo fossero vengono proposti a un prezzo che li pone fuori mercato. Se ne ricava una sensazione di incertezza che si aggiunge a quella già citata inizialmente, per cui la massima (colta a più riprese in fiera) che ne deriva è la seguente: “meglio stare fermi per un altro paio d’anni almeno e attendere”. Una lettura invece più razionale spinge lo stampatore storico verso investimenti consistenti e ancora raccomandabili nell’offset perché l’ultima generazione di queste macchine mantiene un vantaggio competitivo rispetto alle macchine precedenti. Da sottolineare poi che ormai “ci siamo col digitale” e al prossimo turno sarà raccomandabile prendere in considerazione anche l’inkjet per valutare quale scelta potrà essere la più conveniente. Qualche delusione invece l’abbiamo ricevuta rispetto ai software gestionali integrati a soluzioni per il web, ancora discretamente involuti per raggiungere l’automatizzazione dei processi, a parte qualche rara eccezione. Lo stesso dicasi per i sistemi di analisi e controllo qualità, strumenti di misura compresi: paiono spesso incompleti e poco strutturati per raggiungere l’obiettivo primario di ridurre i tempi e gli scarti di stampa. Discorso diverso invece per la legatoria, che nonostante stia vivendo un periodo non proprio brillante nella sua storia, ha scelto senza paura di esporre su stand decisamente ampi, dedicando spazio a sistemi e soluzioni interessanti, anche nel caso di rinomate aziende italiane. Se dovessi invece decretare uno dei “vincitori” di Drupa direi che questo è stato senz’altro il packaging: presente in ogni angolo, sia nelle soluzioni di converting sia nella varietà di proposte studiate su misura per favorire una migliore fattibilità tecnica di progetti, file e fustelle, oltre che nei confronti del supporto al cliente. Infine segnalo l’avvincente tecnologia del sistema Chromatique realizzato dal prof. Pietro Chasseur (dell’Istituto San Zeno di Verona) basata su un innovativo metodo per la gestione del colore: un coraggioso esempio, purtroppo isolato, di ricerca italiana che non vuole arrestarsi né arrendersi.
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Drupa
Stampa Offset
L’inizio di una nuova vita Offset a foglio e a bobina: una tecnologia sempre più “digitale”, produttiva e flessibile. E chi credeva che avesse fatto il suo tempo, deve ricredersi. di LORENZO CAPITANI
2012, la Drupa digitale. Che ancora non si afferma in senso assoluto (e probabilmente non lo farà neanche in futuro in maniera esclusiva), ma che, dopo una discreta gavetta, si propone, nel bene e nel male, come protagonista indiscusso della stampa che verrà: tutti, a questa Drupa, hanno potuto vedere come il digitale abbia saputo inserirsi in ogni aspetto del flusso di produzione di uno stampato e sia riuscito a diventare per qualsiasi tipo di prodotto, lavorazione e confezione, una valida alternativa a qualsiasi lavorazione tradizionale finora utilizzata. In altre parole, se fino ad adesso era o in offset o in digitale, ora sarà sempre di più sia in offset sia in digitale. Le due tecnologie non sono rivali, ma si affiancano supportandosi, dando vita a interessanti ibridi. Così non sarà più un unicum il fatto che un’azienda che ha la stampa digitale nel proprio dna, come Pixartprinting, abbia acquistato due offset, le nuove Komori GL 840P presentate proprio a Drupa, a 8 colori 70x100 con voltura da affiancare alle digitali.
Efficienza e produttività
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Indubbiamente digitale non significa solo stampa con tecnologia digitale, ma dovremmo parlare di supporto digitale a ogni fase del workflow di produzione. La sempre più pressante affermazione del digitale unita agli effetti della crisi sulla produzione di stampati ha portato i produttori tradizionali a una scelta precisa: migliorare l’efficienza delle proprie macchine sfruttando la tecnologia al massimo, scegliendo di affiancare nuovi prodotti completamente digitali o di introdurre testine digitali sulle macchine tradizionali. Questa credo sia la vera chiave di lettura di Drupa. È evidente che l’obiettivo principale dei produttori di macchine è stato quello di migliorare l’efficienza delle stesse aumentandone velocità, facilità di cambio lavoro e quindi la produttività, che significa costi più bassi al passaggio. In quest’ottica si spiegano anche gli innesti digitali. Ultimo, ma non meno importante, è il fatto che l’automatismo legato alla produttività consenta anche una maggior facilità d’uso delle macchine, che innesca una deriva nella quale non è più necessaria un’altissima professionalità specializzata, a vantaggio di un accesso più semplice al business della stampa: ciò darà vita, credo, a una divaricazione del mercato in realtà industriali a ciclo completo (offset+digitale) e print-shop interamente digitali.
U
na stampa sempre più green Va da sé che il miglioramento delle performance si traduce anche in una maggiore ecologia dello stampare, e se prima ci si limitava all’uso di carte FSC, adesso l’attenzione all’ambiente si fa decisamente globale. Avviamenti più brevi significa anche meno scarti, meno carta e meno inchiostro. Trasversale a tutti i produttori – dall’Hei Eco di Heidelberg alla G (green) delle nuove Komori – anche lo sforzo per limitare le emissioni di CO2, il consumo di acqua (KBA Cortina per stampa di quotidiani) e i tempi di asciugatura, per aumentare l’efficienza di forni e gruppi UV (HUV di Komori), per migliorare i sistemi di filtraggio (FilterStar di Heidelberg) e raffreddamento. In questa direzione vanno anche i prodotti – inchiostri, caucciù, chimici (Samor), lastre (XR 1200 F di Fujifilm) – e le soluzioni eco di aziende come Tecnorulli che ha presentato le nuove mescole della serie Ipar, tra cui spicca la i10, destinata alle roto-offset, in grado di eliminare totalmente, grazie all’innovativo additivo ATR-Ipazero, l’uso di alcol isopropolico: utilizzabile su tutte le macchine più diffuse (Heidelberg, Manroland, KBA…) e con inchiostri tradizionali, Pantone, UV o metallici, garantisce una costante qualità di stampa. Offset a foglio Piccolo formato
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Il piccolo formato (35x50 e 50x70) è forse quello che ha risentito maggiormente della concorrenza del digitale: incalzate dal nuovo, le aziende produttrici hanno portato a Düsseldorf una serie di novità davvero “attraenti”. Komori si è presentata con una Lithrone S 29 a 5 colori da 16.000 copie/h con formato max 53x75 cm, sulla quale era montato
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l’innovativo ed ecologico sistema di essiccazione istantanea H-UV, che permette un risparmio energetico del 75% senza produzione di ozono (quindi senza necessità di impianti di aspirazione) e con la nuova Enthrone 29P, che riesce a cambiare velocemente il tipo di supporto, da carta leggera a cartone con un range da 0,04 mm a 0,6 mm, senza bisogno di regolazione pinza cilindro. Le dimensioni contenute, il design ergonomico, i sistemi di lavaggio e pulizia caucciù automatici ne fanno una macchina particolarmente flessibile. Heidelberg ha proposto la nuova gamma di Speedmaster, le SX, più performanti delle standard SM (con produttività incrementata del 30%) ma meno costose rispetto alle top XL, equipaggiabili con un’ampia varietà di sistemi accessori: da 2 a 10 gruppi stampa, sistemi di verniciatura anche UV a essiccazione ultra rapida, fustelle in linea ecc. Nel padiglione 1, tutto occupato dalla casa tedesca, si è vista la Speedmaster SX 52, una 35x50 (con dimensioni foglio fino a 37x 52 e velocità massima di 15.000 fogli/h) sulla quale era montato il sistema di essiccazione DryStar UV a LED, che non riscalda il supporto (e quindi non lo deforma, soprattutto in caso di film plastici o etichette), accorcia i tempi di lavorazione e consente un notevole risparmio energetico, con qualità sempre impeccabile. Sempre nel piccolo formato, ha presentato la regina del 50x70, la Speedmaster XL 75 con l’innovativo sistema di inchiostrazione Anicolor che riduce i tempi di messa a punto e i fogli di avviamento del 90%, rendendo l’offset competitivo anche nelle basse tirature, con un occhio alle esigenze del mercato e uno all’ambiente. Infine, tra le “piccole”, la Rapida 76 di KBA, evoluzione più veloce e automatizzata della Rapida 75, mostrata in una versione a 5 colori con torre di verniciatura: una macchina compatta, altamente produttiva (fino a 18.000 copie/h), rivolta al settore commerciale e packaging, su cui confluisce la tecnologia d’avanguardia dei formati più grandi con sistemi automatizzati per alimentazione senza squadra, cambio lastre, lavaggio, misura e regolazione inchiostro. Con questo anche KBA si pone nella tendenza generale verso un’automazione sempre più spinta, con sistemi di correzione del registro e degli errori anche durante la stampa stessa, comune a tutti i produttori di macchine offset a foglio.
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Per quanto riguarda il formato più diffuso, il 70x100, molte le novità in fiera. Iniziamo da Mitsubishi, che ha presentato la sua prima macchina da 41”, ideale per stampa commerciale di alta qualità, Diamond V3000LS, una 5 colori con sistema ECO UV, con un’unica lampada (ma con le stesse prestazioni delle usuali tre o quattro) che riduce consumi e tempi di asciugatura. Inoltre montava il sistema di controllo qualità in linea Diamond Eye-S, con uno scanner che consente di tenere costante l’inchiostrazione per tutta la durata della tiratura comparandola con i dati della prestampa e una funzione di ricerca del difetto di stampa. Con la nuova divisione “sheetfed” si è presentata anche Manroland, dando spazio alla “leggendaria” Roland 700, leader del mercato packaging, presentata nella configurazione Roland 708 HiPrint LV che coniuga la massima produttività e il massimo valore aggiunto allo stampato: 8 colori, velocità portata a 17.000 fogli/h (18.000 con diversa configurazione), cambio lastre automatizzato, sistemi di controllo InlineColorPilot, InlineRegister, InlineInspector (per la verifica con il pdf di testi fino a 4 punti di corpo), unità di verniciatura UV, alimentazione non-stop e soprattutto la nuova generazione dell’InlineFoiler per la laminazione a freddo che consente un recupero del nastro fino al 55% grazie a ballerini che accumulano il foil fermato dopo ogni zona laminata. Va ricordata l’importanza del mercato ita-
In alto, Heidelberg ha puntato sull’originalità, decorando le pareti dello stand con vere e proprie lastre da stampa. Sopra, dimostrazioni agli stand Manroland e KBA.
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Offset a foglio Medio formato
liano nel mercato mondiale delle installazioni per il cold foil: ad esempio il FoilStar di Heidelberg, giunto alla terza generazione, conta nel nostro Paese ben 14 sistemi su 50 in tutto il mondo. Nel formato medio KBA ha portato una Rapida 105 ad alta automazione la cui vera novità è l’innesto di testine per stampa inkjet di Atlantic Zeiser per sovrastampe e codifiche personalizzate, e una Rapida 106 che si conferma campionessa di velocità nell’allestimento e nella stampa, con 20.000 c/h in bianca e 18.000 in bianca e volta. La configurazione vista a Düsseldorf aveva 12 gruppi per la stampa e la verniciatura in linea contemporanea sui due lati, oltre a numerose automazioni. Komori ha presentato la linea G (che sta per Green) con la nuova Lithrone GX40 “Carton”, 6 colori, 40” (75x105 cm) e sistema di verniciatura H-UV, destinata al packaging, e due Lithrone G40, una a 8 colori con forno H-UV e una G40P 5 colori con verniciatura IR, acquistata da Grafiche Milani di Segrate; altra novità della casa giapponese è stata la Lithrone A37 (13.000 copie/h, formato max 64x94) con un ottimo rapporto costo/prestazioni. Per tornare in Europa, tra le numerose proposte Heidelberg, l’ammiraglia Speedmaster XL 106 che girava con un impressionante sistema di controllo qualità, Prinect Inspection Control: grazie a testine inkjet, su ogni singola posa viene stampato un codice a barre diverso; un occhio elettronico poi legge il foglio, lo confronta con il pdf e individua sporchi o difetti vari, segnando il codice con il difetto. Alla fine del lavoro la macchina provvederà da sola a stampare l’eccedenza di fogli per sostituire le copie difettate mantenendo la sequenza del dato va>segue a pag. 73 riabile. Il tutto senza smettere di girare a 18.000 fogli/ora!
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Drupa
Stampa digitale di grande formato
Più efficienza e versatilità Pur non essendo la fiera di riferimento per il grande formato, molti produttori hanno lanciato nuovi prodotti e migliorato le performance di soluzioni già presenti. di VANNA PIZZETTI
A Drupa il grande formato digitale si riconferma un settore in crescita.
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A poco meno di due mesi dalla recente Fespa di Barcellona, che aveva fatto registrare un’affluenza di visitatori superiore alle attese e creato un impagabile, prezioso fondo di ottimismo al quale attingere per le attività programmate nei mesi seguenti, anche a Drupa il grande formato – pur non essendo la fiera di riferimento per questo settore – ha brillato di luce propria, con lanci di nuovi prodotti e dimostrazioni live di alcune interessanti applicazioni. Un’effervescenza forse mutuata dall’annuncio di Benny Landa che con il suo nano-ink è riuscito a infondere nuovi slanci d’entusiasmo per guardare a un futuro – quello della stampa – che, inutile negarlo, appare incerto, con aziende sempre più intrappolate in difficoltà di varia natura, prevalentemente legate all’accesso al credito e ai ritardi nei pagamenti. Ma in questo stato di incertezza, e prendendo Drupa come punto di riferimento per tentare di delineare il quadro generale, che cosa stanno cercando le aziende di stampa che operano nel wide format o stanno pensando di entrarci? Innanzitutto quello che emerge è la ricerca dell’efficienza, vale a dire l’orientamento verso un modello di produzione lean (produrre senza sprechi) per ottimizzare al massimo i flussi di lavoro. Questo significa che le aziende sono tese a strutturare flussi di lavori integrati per guadagnare una maggiore competitività, ad adottare tecnologie che possano permettere di gestire in maniera semplice, senza intoppi, i lavori rispettando i tempi di consegna e offrendo un prodotto di buona qualità. La seconda parola è differenziazione, vale a dire la capacità di inserirsi in nuove aree di mercato, ampliando la propria offerta di prodotti. Un orientamento condiviso da un numero crescente di aziende di stampa che, accanto al loro core-business, hanno iniziato ad approcciare mercati considerati più redditizi. In questo cammino possono contare su tecnologie di stampa large format inkjet che hanno fatto passi avanti da gigante, con innovazioni tali che forse poche altre aree dell’industria della stampa possono vantare. Stiamo parlando della capacità sempre più professionale di gestire i supporti più disparati (legno, vetro, alluminio, tessuti, plastica) e della flessibilità offerta dai sistemi visti in azione a Drupa che spesso su un’unica piattaforma permettono di gestire sia materiali rigidi sia quelli flessibili; o ancora di avere un controllo sui processi di stampa in modo tale da riuscire a produrre senza mettere in campo par-
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ticolari risorse. Questa apertura sta portando le aziende di stampa a dare forma a idee sempre più creative, ad accostarsi a lavori che in passato, con tecnologie non adeguate, non solo sarebbe stato antieconomico produrre ma forse anche difficile gestire. Un esempio è la possibilità di stampare su questi sistemi anche piccole tirature di packaging, creando così nicchie di mercato ad alto valore aggiunto. Una flessibilità mai vista prima, dunque, che non si ferma solo alla fase di stampa, ma che travalica anche nei processi post-press con sistemi di taglio di precisione, anche nei formati più grandi, e performance tali che garantiscono la consegna al cliente di un prodotto di qualità, finito, pronto da installare. L’ultimo argomento di interesse a Drupa nel grande formato è quello che gravita intorno alla tecnologia Latex. Dopo essere stata presentata nel 2008 da HP che ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia per applicazioni sia indoor che outdoor, contrapponendo così molti dei vantaggi offerti da questi inchiostri a base acqua con quelli a solvente, anche a Drupa non sono mancate le proposte Latex, a cominciare da Mimaki (che a Fespa aveva lanciato il sistema wide format JV400LX, portato poi a Drupa), Ricoh con il nuovo Pro L4000 con inchiostri Latex che sarà disponibile in Europa nel primo trimestre del 2013, e Bordeaux che, fiutando un aumento di interesse nei confronti del Latex e delle tematiche green in generale, ha presentato inchiostri Latex per sistemi piezo drop-on-demand. Tra gli altri annunci citiamo brevemente Agfa che ha presentato per la prima volta live la M-Press Leopard in versione completamente automatica, un plus che mancava a questo sistema digitale inkjet per alti volumi, in grado di gestire supporti più sottili e flessibili nel formato massimo di 1,6x3,3 m. Drupa è stata un’occasione per presentare anche un upgrade dello Jeti 3020 Titan, proposto ora sul mercato con più teste di stampa da 16 a 48, e la Jeti 3324 Aquajet Pro per applicazioni industriali (stampa digitale su tessuto, interior decoration, packaging). Sullo stand Durst si poteva invece vedere la nuova linea flatbed Rho P10 UV ad alta velocità nei formati 2,05, 2,50 e 3,20 m per la stampa sia di materiali rigidi sia in bobina quali supporti per retroilluminazione, tessili e vinilici; la particolarità di questa linea sono le teste di stampa da 10 picolitri per ottenere una qualità migliore a velocità elevate. Per Efi Vutek l’attenzione è stata rivolta a dimostrazioni sul nuovo flatbed e roll-to-sheet high-end HS100 Pro con tecnologia UV-Led, un sistema che offre un incremento della velocità e che Efi Vutek propo-
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ne puntando sulla qualità “simile alla offset”. Da Efi Vutek arriva anche un nuovo interessante sistema software per gestire la sua linea wide-format. Epson ha esposto due nuove soluzioni wide-format che completano la linea SureColor SC: SureColor SC-S50600 con doppia quadricromia e inchiostro bianco, velocità di 53 m2/h che va ad affiancare la SC 30600 e sarà disponibile da ottobre-novembre; l’altra new entry è la SC-S70600 a 10 colori con velocità di 27,3 m2/h. Sullo stand Fujifilm spiccava la nuova Inca Onset S40i, sistema flatbed UV inkjet lanciata a Drupa a livello mondiale. HP ha presentato l’upgrade delle sue piattaforme esistenti, tra cui il kit per l’inchiostro bianco e caricamento automatico della sua Scitex FB7500 e FB7600 oltre alle DesignJet L26500 e L28500 migliorate a livello di gestione dei tessuti. Tra le proposte Océ-Canon spicca la Velocity che associa la tecnologia a getto d’inchiostro Memjet con il workflow Océ per raggiugere velocità fino a 500 copie a colori A0 all’ora. Sullo stand Mimaki si poteva vedere un prototipo del JFX500-2131, nuova generazione di flatbed UV Led inkjet, che sarà mostrato in Italia al prossimo Viscom nel f.to 2,50x3,10 e nella versione 2515 (2,50x1,50). Roland ha lanciato il nuovo eco-solvent VersaArt RE-640 da 160 cm mentre Screen ha proposto la Truepress Jet W1632UV formato 1,6x3,2 m, flatbed UV con velocità di 94 m2/h.
Drupa
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Maggior appeal verso il prodotto Numerose le risposte dalla fiera, con la stampa digitale che anche in questo campo sta svolgendo un ruolo primario ma non esclusivo. Ogni quattro anni si cerca la definizione per la Drupa in svolgimento: dopo le Drupa del CtP o del digitale e poi del JDF, si sono cercate definizioni sempre più consone alla tecnologia dominante del momento, fino alla Drupa del web-to-print o delle nanotecnologie di quest’anno. Ma, tanto per andare controcorrente, ci piacerebbe ricordare la Drupa 2012 come quella del packaging. E a chi preferisce le definizioni alla moda possiamo aggiungere la Drupa del “print-to-web” che sempre è legata a etichette e packaging in generale. E spieghiamo perché.
di MARCO F. PICASSO
Il print-to-web
Innanzitutto vorremmo richiamare l’attenzione su un fatto curioso: il mondo delle etichette ha una propria e ben consolidata tradizione fieristica nelle Labelexpo che si alternano tra Stati Uniti ed Europa (per non parlare di quelle asiatiche), eppure quasi tutti i costruttori di macchine e attrezzature per etichette hanno sentito il bisogno di essere presenti a Düsseldorf. Dobbiamo pur farcene una ragione. Mentre la stampa commerciale langue, o per lo meno non sta vivendo più da anni i suoi tempi d’oro, il mercato sta rivolgendo il proprio interesse all’unico settore in cui il virtuale non potrà mai sostituire carta, cartone o pellicola, e comunque un supporto di stampa concreto e consistente. In più, etichette e packaging hanno scoperto, se non il web-to-print, il printto-web, quel sistema di codifica che permette, inizialmente, la tracciabilità dei prodotti, ma oggi anche molto di più, con le tecnologie di iPhone, App e quant’altro (v. Poligrafico Italiano n. 135 pag. 72 e Print Buyer n. 38 pag. 70). Un esempio, tra gli altri, è l’assistenza remota sulle macchine.
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La stampa offset ha ormai detto ciò che aveva da dire. In realtà qualcosa di innovativo c’è e questo lo si è visto proprio nel campo della stampa per il packaging. Una vera novità consiste nella prima macchina da stampa offset a tamburo centrale per supporti flessibili. Sulla scia dei sistemi di stampa flexo per banda larga, questa innovazione dell’azienda spagnola Comexi ha suscitato interesse oltre a curiosità. Si chiama Comexi C18 e il fatto di utilizzare la stampa offset comporta diversi vantaggi rispetto alle tradizionali macchine
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Offset a tamburo centrale
flessografiche per la qualità, e alle rotocalco per i costi ridotti. Le sue peculiarità essenziali sono la compatta configurazione a tamburo centrale, il formato variabile, l’utilizzo di inchiostri senza solventi a polimerizzazione EB. Dovendo lavorare su pellicola soggetta a deformazione e sensibile al calore, è stato scelto di utilizzare inchiostri a polimerizzazione mediante Electron Beam (EB) che non richiedono fotoiniziatori e non producono calore per le radiazioni IR residue. La tecnologia offset permette inoltre di utilizzare tutte le tecniche di retinatura disponibili, anche quelle digitali di ultima generazione, con copertura dal 2% al 98%. La qualità è dunque quella della stampa offset con il pregio di un’elevata stabilità del registro e predittibilità del colore, grazie proprio alla configurazione con tamburo centrale. Il digitale per il packaging
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Ovviamente non poteva mancare l’attenzione al packaging da parte della stampa digitale e in questo campo, anche se non è una novità, le aziende costruttrici si sono sbizzarrite con nuove macchine e nuove soluzioni. Vale la pena ricordare le HP Indigo 20000 a foglio in formato B2 e le HP Indigo 30000, nate proprio per il cartone e per le quali è stato annunciato un progetto di collaborazione con le cartiere di Stora Enso per lo sviluppo di soluzioni apposite per astucci pieghevoli, mediante l’integrazione di un gruppo di patinatura in linea; in questo modo saranno prodotti fogli stampati e patinati già pronti per la fustellatura e la piega. Novità sono prevedibili anche con la macchina a foglio HP Indigo 5600, per la quale un’azienda di stampa israeliana ha deciso di sperimentare come beta test nuove applicazioni in cui il digitale non era mai stato pre-
Dall’alto: rotativa Gallus ICS 670, offset Comexi C18 e fustellatrice digitale Highcon. Sopra, esemplari di packaging.
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Le applicazioni in primo piano Scatole di puzzle realizzate con Fuji Jet Press F, imballaggi ed etichette sleeve prodotti con HP Indigo, etichette stampate con Epson SurePress.
so in considerazione su supporti sintetici difficili da stampare. Sempre nel campo del digitale occorre citare la nuova tecnologia di stampa Trillium di Xeikon, che coniuga l’elettrofotografia con un nuovo sistema di sviluppo liquido dell’immagine basato sulla tecnologia HVT (High Viscosity Toner), noto come “Quantum”. Inizialmente integrata in una gamma di prodotti destinati ai mercati della stampa commerciale e documentale, avrà certamente applicazioni anche nelle etichette e nel packaging. Senza tralasciare le macchine inkjet Epson per etichette e packaging, come la SurePress L-4033A a 6 colori con bianco coprente, già viste del resto a Labelexpo, dobbiamo citare in questa panoramica l’innovativa JetPlus di Omet, unità digitale inkjet combinata in linea sia sulle macchine XFlex X6 per etichette, sia sulle Varyflex V2 per la stampa di imballaggi flessibili. Il gruppo JetPlus visto in Drupa è un’unità a 4 colori espandibile, con possibilità di aggiunta di finiture in linea, che stampa a una velocità media di 60 metri al minuto. Ma la vera e propria rivoluzione del sistema presentato da Omet è il cambiamento del digitale da tecnologia complementare a principale, quando il lavoro lo richiede. Questo è possibile su macchine configurate come piattaforme multi-processo, che con la flessibilità sono le peculiarità della Casa costruttrice di Lecco. inkjet per astucci
Fujifilm, applicando le tecnologie di base della macchina da stampa digitale Jet Press 720, era di scena nella sua Package Print Zone con una soluzione digitale a getto d’inchiostro formato 50x70 cm per la stampa di imballaggi, battezzata momentaneamente Jet Press F. La macchina utilizza le teste di stampa Samba della Fuji, con una tecnologia a inchiostri a base acqua, ma per le applicazioni in cartotecnica può utilizzare anche gli inchiostri UV, più precisamente la nuova serie Vividia UV, che hanno il vantaggio di riprodurre immagini di qualità molto elevata, ma anche di facilitare il trattamento post-stampa su cartone.
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Ha sorpreso il passaggio al digitale di un’azienda nata per la roto-offset: Wifag-Polytype, azienda svizzera che produce macchine per il converting flessibile, ha deciso infatti di lanciare sul mercato una macchina per la stampa digitale su cartone micro-onda. La macchina si chiama Polytype Virtu Quantum, è attualmente disponibile nelle larghezze 2,5 m e 3,5 m e incorpora testine di stampa ad alta definizione da 10 picolitri in grado di produrre una stampa con risoluzione di 1400 dpi, decisamente interessante per il settore cui la macchina è destinata, considerando che stampa direttamente sul micro-onda senza bisogno di accoppiamento. Con una produttività di 300 m2/ora nella modalità standard, e di 150-180 m2/ora nella modalità extra lusso con immagine fotografica, la Virtu Quantum si pone quindi nel mercato delle piccole tirature e mock-up di alta qualità. Le configurazioni previste sono roll-to-roll e flatbed. Oltre alla scelta degli inchiostri UV, è prevista la soluzione con inchiostri approvati per applicazioni nel packaging alimentare. Polytype SA è una società svizzera con sede a Friburgo e deriva dalla WP Digital. Recentemente ha acquisito il 49% della società bulgara Mechatronica Co per lo sviluppo di macchine per packaging cosmetico e delle bevande, basate su tubi in laminato plastico in cui è specializzata l’azienda bulgara. Visto il progredire della stampa di qualità sull’ondulato, si è adeguata la Bobst, le cui più significative novità sono state presentate non solo in Drupa, ma anche presso un cliente vicino a Düsseldorf, e nel proprio stabilimento di Losanna al termine di Drupa. Alla conferenza stampa di inizio fiera, il CEO Jean Pascal Bobst ha sottolineato come si sia resa necessaria, per affrontare la lunga crisi del mercato, una nuova strategia che di fatto ha
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Micro-onda e ondulato
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portato la multinazionale svizzera a unificare tutte le aziende del Gruppo sotto un unico brand, semplicemente Bobst per l’appunto, offrendo soluzioni globali per l’industria del packaging cartone teso, ondulato e film flessibile con 12 novità, tra cui il prototipo di una nuova soluzione digitale a foglio per la stampa sul cartone ondulato. Restiamo in Svizzera, dove nel campo delle rotative tradizionali citiamo la Gallus ICS 670 da 670 mm (26.4”) configurata in Drupa nella lunghezza di 40 m con sbobinatore non-stop per bobine di diametro di 1.800 mm. Interessanti le aggiunte di un’unità rotocalco, otto piattaforme EVA (Easy Value Add) per vari moduli e la fustella piana Gallus FCL 670. Il gruppo stampa rotocalco è complementare ai flessografici ed è una novità su misura per lavori che richiedono frequenti cambi di inchiostro. In questa nuova versione il gruppo stampa rotocalco è dotato di automatismi e sistemi operativi senza utensili e le regolazioni dei cilindri sono affidate a motori indipendenti; la tensione della banda è mantenuta costante da un dispositivo di compensazione di nuovo tipo. Analogamente è stato semplificato il sistema di cambio inchiostro dove è sufficiente l’intervento di un solo operatore; un essiccatore ad aria calda permette l’asciugatura dell’inchiostro base acqua nel giro di due metri. A monte del gruppo rotocalco è stata installata un’unità per l’applicazione del foil, per la quale sono richieste due piattaforme EVA (un modulo flexo per l’applicazione e uno per l’adesivo). Oltre ai gruppi flexo UV era prevista anche un’unità UV speciale per la stampa in rilievo mediante un modulo serigrafico. In Drupa Macchingraf ha annunciato di aver acquisito la rappresentanza di queste macchine Gallus per l’Italia. Occorre infine anche ricordare alcune innovazioni prettamente cartotecniche. Anche qui le tecnologie digitali stanno entrando prepotentemente in settori tradizionali come la fustellatura, dove la ditta israeliana Highcon (in Italia sarà rappresentata da Macchingraf) propone una macchina in grado di cordonare e fustellare senza ausilio di filetti di cordonatura e fustella, rivolta al mercato delle piccole tirature. È la prima fustellatrice digitale mediante laser per cartone (l’italiana Cartes ne propone già da oltre dieci anni per le etichette), e sarà senza dubbio da seguire. Interessante anche l’accoppiatrice dell’italiana Nordmeccanica che ha eseguito accoppiamenti estremamente complessi sulla macchina Duplex per packaging alimentare con barriera di alluminio su cui viene spalmato l’adesivo, e accoppiato a poliestere stampato con un 300% di copertura di inchiostro. Software e anticontraffazione
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Per concludere, è necessario ricordare che oltre alle macchine, per il packaging sono di vitale importanza i software di prestampa e i software speciali per l’anticontraffazione. In questo campo abbiamo potuto constatare quanto sia complesso questo mondo − oggi quasi monopolizzato − e quante aziende di converting e cartotecnica siano sovente in difficoltà non tanto per la scelta e installazione dei sistemi di preparazione dei file, quanto per il loro regolare e ottimale utilizzo. Tra i problemi più delicati occorre citare i software di correzione dell’immagine nella retrazione del film flessibile per i quali occorrono degli specialisti anche nell’installazione. Analogamente per l’anticontraffazione in cui è indispensabile distinguere tra sistemi scaricati da internet e sistemi dedicati: i primi, se non inutili, non affidabili per il semplice fatto che sono accessibili a tutti, contrariamente al principio dell’anticontraffazione. Ma questo è un tema su cui occorrerà ritornare nello specifico.
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Tecnologia “nanografica”
Rivoluzione in arrivo? La nanografia è veramente la tecnologia del futuro? In questo articolo la analizziamo nei dettagli e proponiamo alcuni pareri, favorevoli e contrari.
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A volte tornano… dopo il suo debutto sul palcoscenico di Ipex ’93, il carismatico fondatore di Indigo, Benny Landa, è tornato a dominare la scena internazionale delle arti grafiche con un’altra tecnologia che a Drupa ha calamitato l’attenzione di giornalisti e visitatori, registrando il tutto esaurito allo “show” che si teneva più volte al giorno nel teatrino all’interno dello stand. Una tecnologia – la stampa nanografica – che lui stesso ha definito “immatura”. Si dovranno infatti attendere altri 18 mesi prima di vederla introdurre sul mercato da Landa Corporation, la società che Benny Landa ha fondato 10 anni fa, dopo aver venduto Indigo ad HP, e dagli altri partner con i quali Landa ha siglato accordi di partnership. Al momento sono tre – Heidelberg, Manroland e Komori – e sono legati esclusivamente alle macchine a foglio, ma in futuro la lista si allungherà senz’altro, andando a includere anche partner per le macchine a bobina. Come sempre, una tecnologia ancora in fase embrionale divide la platea tra entusiasti e scettici. E questi ultimi non erano sicuramente pochi, anche in considerazione del fatto che gli esemplari di stampa realizzati con il famoso “NanoInk” sullo stand erano... e lì dovevano rimanere. Ma a volte, soprattutto in un momento di incertezza come l’attuale, è la visione che conta e a Landa una visione a lungo termine del mercato delle arti grafiche sicuramente non manca. Molte persone vedono in lui, nella sua creatività tecnologica, nella sua visione imprenditoriale e nella capacità di entusiasmare il pubblico, lo “Steve Jobs delle arti grafiche”. E il paragone non è casuale, visto che Benny Landa era amico del fondatore di Apple e visto che le “nano” macchine
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di CRISTINA ROSSI
hanno un’originale interfaccia utente che si ispira a quella “touch screen” dell’iPhone o dell’iPad. Il fatto che Benny abbia nuovamente deciso di investire nel mondo della stampa – avrebbe potuto tranquillamente godersi la sua pensione! – dimostra che la comunicazione stampata esercita ancora un certo appeal sulle menti illuminate. «Non avevo in realtà alcuna intenzione di tornare nel mondo delle arti grafiche», ammette Benny Landa in una tavola rotonda per pochi intimi alla quale abbiamo avuto il piacere e l’onore di essere invitati. «Dopo aver venduto Indigo ad HP ho fondato la Landa Corporation per studiare la nanotecnologia da applicare nell’ambito della conversione energetica. Abbiamo sviluppato una tecnologia a questo scopo, ma siccome il mio dna è nella stampa, mi sono chiesto se avessi potuto applicare queste mie scoperte ai pigmenti contenuti nell’inchiostro; ho provato e l’esperimento è riuscito... ed eccomi di nuovo qua».
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Come funziona la “nanografia”
Come suggerisce il nome stesso, la nanografia è basata sulla nanotecnologia, una scienza che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale inferiore al micrometro (in genere tra 1 e 100 nanometri) e della progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala. Il cuore della nanografia di Benny Landa è infatti il NanoInk, ossia un inchiostro brevettato costituito da particelle di pigmento della dimensione di decimi di nanometro (un nanometro è un milionesimo di millimetro, un decimillesimo del diametro di un capello). Questi nanopigmenti, contrariamente alle normali particelle d’inchiostro, non riflettono la luce, bensì l’assorbono, permettendo di ottenere una qualità d’immagine senza precedenti, con punti molto nitidi e uniformi e, soprattutto, la più ampia gamma colore di qualsiasi altro processo di quadricromia. Ma facciamo un passo indietro ed entriamo nei dettagli del procedimento di stampa. Miliardi di goccioline microscopiche di NanoInk a base acquosa fuoriescono da ugelli di teste di stampa Kyocera – opportunamente modificate da Landa – e anziché “atterrare” direttamente sulla carta, come avviene in tutti gli attuali processi di stampa inkjet, si depositano su una cinghia in caucciù preriscaldata. Ogni goccia cade in una precisa posizione sulla cinghia, creando l’immagine a colori. Quando l’acqua per effetto del calore evapora – non penetrando dunque nelle fibre della carta come suc-
il parere di... claudio rossi
amministratore unico di Faenza Group Di Landa mi ha colpito l’idea di business e come si posiziona perfettamente in un possibile scenario di mercato che condividiamo appieno e per il quale stiamo costruendo “l’offerta” futura... Mi spiego meglio. La stampa digitale per noi non risulta essere interessante perché buona parte del mercato non è disposta a pagarne i “costi”. In più, in questo particolare momento molti piccoli tipografi pur di lavorare sono disposti a offrire prezzi molto competitivi con le loro offset 35x50 o 50x70. Altro problema, la tiratura... Tra le 800/1.000 copie siamo già in linea con una 70x100 e, anche in questo caso, le 500 copie “conviene” stamparle su una Heidelberg 10 colori. In realtà sappiamo che a conti fatti non è vero, ma sappiamo anche che lo stampatore spesso non guarda molto ai conti... È tra prezzi più o meno bassi e le tirature in calo che arriva Landa... Veloce, di grande formato e a 8 colori. Se davvero, come spero, Landa mantiene quello che promette, saremo di fronte a un vero “cambiamento” nel settore della stampa. Con questo non dico che la offset andrà a morire, ma penso che verrà tracciata una ancor più netta linea tra stampatori con la “S” maiuscola e quelli che stampano... Infatti, oltre alla necessità di capitali importanti per dotarsi di attrezzature Landa e macchine offset, chi riuscirà ad avere anche la “S” maiuscola offrirà un range di prodotti e tirature da 1 a infinite copie (Landa + offset), servizi rapidi, innovativi e a costi, secondo noi, più bassi...
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L’inchiostro si trasforma in una pellicola asciutta e ultrasottile, che può essere trasferita su qualsiasi tipo di carta e film plastico. Mentre nei tradizionali processi inkjet l’inchiostro penetra nelle fibre di carta, nella nanografia ciò non accade perché l’acqua evapora grazie a una cinghia di caucciù preriscaldata. A destra, i serbatoi per l’inchiostro.
il parere di... matteo rigamonti presidente di Pixartprinting
cede normalmente – l’inchiostro si trasforma in una pellicola polimerica asciutta e ultrasottile. L’immagine che ne risulta viene poi trasferita su qualsiasi tipo di carta standard, patinata o non patinata, e su qualsiasi film plastico per packaging, senza richiedere l’utilizzo di alcun primer o pre-trattamento. La pellicola di NanoInk si lega istantaneamente alla superficie, formando uno strato resistente alle abrasioni senza lasciare residui di inchiostro sul caucciù. Si tratta del primo esempio di inkjet indiretto, essendoci tra la testa di stampa e la carta un elemento intermedio, che è appunto la cinghia in caucciù. Poiché le immagini create dal NanoInk sono già asciutte quando vengono trasferite sulla carta, non è necessaria una post-essiccazione. interfaccia “touch screen” dal design innovativo
Già quando le si guarda si capisce che sono macchine molto particolari. Non sono, infatti, dotate di una classica interfaccia utente, costituita da un normale computer che pilota la macchina. Il loro design estremamente innovativo prevede infatti la presenza del Landa Touchscreen, ossia di un’interfaccia utente di grandi dimensioni che copre interamente la “facciata” della macchina e che ricorda lo schermo di un iPad o di un iPhone con tante belle icone colorate. I comandi si trovano sia a sinistra che a destra del monitor: il lato destro dello schermo è riservato alla gestione dei lavori e permette all’operatore di organizzare comodamente la coda dei lavori; sul lato sinistro si trovano tutte le funzioni della macchina. Diagrammi interattivi visualizzano dal vivo lo stato in tempo reale di ogni funzione, nonché i singoli step del processo, dall’immissione dei fogli al trasferimento delle immagini e l’uscita dei fogli. Grazie all’elevato grado di automazione delle macchine Landa, un unico operatore può gestire due, tre o anche quattro macchine alla volta. Quando l’operatore si allontana dalla macchina, il display passa alla modalità operativa Vital Signs, in cui gli indicatori principali appaiono in caratteri di grandi dimensioni che possono essere facilmente letti anche a 50 metri di distanza. I modelli: tre a foglio e tre a bobina
I modelli presentati a Drupa erano in totale 6, tre a foglio e tre a bobina. Ciascuna delle tre macchine a foglio è in grado di stampare fino a otto colori e può utilizzare colori spot e speciali per un’ampia gamma di applicazioni, tra cui stampati commerciali, libri e manuali, direct mail e astucci pieghevoli. Qui di seguito i modelli: - Landa S5 Nanographic Printing Press è una macchina da stampa in formato 35x50 cm, può stampare solo in bianca a velocità fino a 11.000 fogli all’ora su qualsiasi supporto standard (60-350 g/m2); - Landa S7 Nanographic Printing Press è una macchina in formato 50x70
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Benny Landa è un uomo che sicuramente colpisce gli stampatori nei sentimenti e come in tutte le cose in cui sono coinvolti i sentimenti diventa molto difficile razionalizzare e dare una spiegazione. Perché amiamo? Perché odiamo? Perché ci piace Isabella e non Ornella? E quindi perché a tanti piace Benny Landa che si presenta puntualmente alle fiere praticamente senza macchine e riesce pure a vendere alla gente l’idea di poter essere futuri acquirenti? Che nella sua storia Indigo sia stato un progetto vincente non c’è dubbio. Ma è anche vero che Indigo è stata presentata la prima volta ad Ipex ‘93 e fino a Drupa 2000, quando fu effettivamente disponibile la serie 3000, sono stati sette anni di “cavoli amari” per tutti quelli che se l’erano comprata. Non conosco “il Benny” personalmente, ma dietro a quell’aria bonaria da simpatico inventore c’è qualcosa di più, c’è un valore commerciale. Credo sia uno straordinario uomo di marketing al quale personalmente rendo sinceri omaggi. Analizziamo la macchina (macchina o iPhone gigante?) presentata all’ultima Drupa: non stampava, i campioni attaccati al muro erano a mio avviso di pessima qualità, il prezzo è sconosciuto come sconosciuta è la data di consegna. Nonostante queste premesse poco esaltanti se riferite a qualcun altro, fosse pure Heidelberg o HP, si vocifera che il grande Landa sia riuscito a vendere centinaia di posti in lista d’attesa per la futura consegna facendosi pagare 10.000 euro dagli aspiranti acquirenti con l’unica grande promessa che non glieli avrebbe comunque restituiti. Personalmente quando vedo fenomeni di questo genere ritengo che non facciano più parte del business, bensì della religione, dove le richieste di spiegazione sarebbero di cattivo gusto prima ancora che inutili: si tratta di fede e la fede non ha spiegazione, è appunto “il mistero della fede”. Per quanto mi riguarda, mi concentro sul budget di quest’anno che ritengo essere un obiettivo più concreto. Se negli anni a venire si potrà stampare tutto a prezzi ridicoli, con velocità mostruosa e comprando le macchine per “una pippa di tabacco”, credo sia proprio il caso di fare soldi ora visto che con tali premesse in futuro sarà impossibile...
Maggiore nitidezza Confrontando inkjet (pagina a sinistra) e nanografia, si nota che nel secondo caso i puntini sono molto più uniformi e con i contorni ben definiti.
I due gioielli Landa W50 a bobina e, sotto, Landa S10 a foglio formato 70x100 cm.
cm e può stampare solo in bianca o in bianca e volta a velocità fino a 12.000 fogli/ora su qualsiasi supporto standard (60-350 m2); - Landa S10 Nanographic Printing Press è la prima macchina da stampa digitale sul mercato in formato 70x100 cm in grado di stampare solo in bianca o in bianca e volta a una velocità massima di 13.000 fogli/ora su qualsiasi supporto standard (60-400 g/m2). È previsto anche un modello per stampa simplex per astucci pieghevoli che opera fino a 6.500 fogli/ora su cartoncino vergine e riciclato, carta metallizzata (200-1.000 micron di spessore) e foil per plastica. Le tre macchine a bobina stampano fino a otto colori e sono rivolte al mercato della stampa commerciale, dell’editoria, delle etichette e degli imballaggi flessibili: - Landa W5 Nanographic Printing Press ha una larghezza di banda di 560 mm, stampa su un solo lato fino a 200 m/min su plastica e materiale termoretraibile (da 12 a 250 micron) e su supporti per etichette, fogli di alluminio e carta (da 50 a 300 micron); - Landa W10 Nanographic Printing Press ha una larghezza di banda di 1.020 mm, stampa su un solo lato fino a 200 m/min su pellicola (da 12 a 250 micron) e su carta (da 50 a 300 micron); poiché l’inchiostro Landa NanoInk sarà conforme alle norme FDA per l’imballaggio alimentare, la W10 sarà di interesse anche per la stampa di imballaggi tradizionali; - Landa W50 Nanographic Printing Press ha una larghezza di banda di 560 mm, stampa su entrambi i lati della bobina fino a 200 m/min su qualsiasi carta patinata e non patinata (40-300 g/m2) ed è pensata per la produzione in digitale di alti volumi di libri, riviste, relazioni annuali, manuali, annuari, direct mail con personalizzazione e altro ancora. «Le macchine Landa non intendono sostituire la stampa offset, ma integrarla», ha commentato Benny Landa. «Per il futuro prevedibile l’offset continuerà a essere il metodo preferito per tirature di decine di migliaia o centinaia di migliaia di copie. Ma il mercato sta richiedendo tirature sempre più basse ed è qui che entra in gioco la nanografia, consentendo di produrre le tirature medio-basse in maniera economica alla velocità dell’offset».
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Strategia e introduzione sul mercato
«Abbiamo deciso di spartire il nostro monopolio con i leader di mercato», ha dichiarato Benny Landa alludendo all’accordo di partnership siglato con tre grandi produttori di macchine offset tradizionali, Komori, Heidelberg e Manroland, che farà sì che le macchine verranno veicolate sul mercato non solo da Landa Corporation, ma anche da una serie di altri brand già affermati sul mercato. «Noi saremo gli unici fornitori del NanoInk e dei consumabili. La vendita delle macchine non inizierà prima della seconda metà del 2013».
il parere di... massimo dentone
Digital Web Press sales&marketing manager di Xerox La nanotecnologia è già presente nel nostro quotidiano e spesso non lo sappiamo. I “nano ink” esistono già in molti settori della stampa e tutti stanno sviluppando, o già hanno e non lo dicono, i nano ink (vedi sito http://www. ceramicindustry.com/articles/nano-inks ). Sono sicuro, anche se non posso ufficializzare nulla, che tutti stanno lavorando agli inchiostri con nanoparticelle e molti saranno pronti in tempi anche inferiori ai 18 mesi di Landa. Oggi nell’inkjet che conosciamo le gocce vanno da 4 pl in su fino a 15 pl. Sembra che Landa utilizzi le stesse testine oggi disponibili sul mercato. Landa ha ragione che l’acqua comporta molti problemi e limitazioni e che è inevitabile l’utilizzo del digitale per basse tirature, ma dimentica che il toner e il solid ink per inkjet sono waterless per definizione e sono già disponibili sul mercato oggi. Sono inoltre convinto che si tratti ancora di un progetto sulla carta e che ci vorranno almeno 2 -3 anni per costruire e testare le macchine sul mercato. Ma più importante, non è chiaro cosa devono fare gli stampatori tradizionali nei prossimi due anni per campare, sempre ammesso che fra due anni ci sia la tecnologia e sia ancora conveniente. Conclusione: mi sembra un’ottima operazione di marketing. I nano ink sono il futuro ma serve la tecnologia di stampa che ne evidenzi i benefici. I nano-pigmenti comunque non sono nuovi e in tutti i laboratori ci sono, come già presentato a Drupa 2008 da Xerox.
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Pixartprinting conferma le recenti scelte strategiche Il leader europeo del web-to-print in visita a Drupa. Potenziato il reparto offset con due Komori installate in anteprima mondiale e due nuovi CtP basysPrint 860x.
dia, dotato di sistemi di ultima generazione, che vengono costantemente aggiornati. «Per questo motivo i produttori spesso ci presentano le novità in anteprima. Ecco perché le new entry di Drupa 2012 non erano così nuove per noi: sostanzialmente tutte le soluzioni che potevano essere di nostro interesse sono già installate nella nostra sede di Quarto d’Altino», commenta Tenderini. La novità sul fronte offset, la Komori Lithrone GL 840 P 8 colori 70x100, è già operativa in Pixartprinting da dicembre. L’installazione è stata fatta in anteprima mondiale e l’acquisto ancora prima che fosse prodotta la brochure di presentazione. Il secondo modello è stato consegnato a febbraio ed entrambi sono già a pieno ritmo da mesi. E Tenderini si conferma già molto soddisfatto: «I numeri che stiamo facendo con le nuove
Komori sono a dir poco stupefacenti: 20 copie per l’avviamento; 12 avviamenti l’ora e presto pensiamo di arrivare a farne 15; 1.000 tonnellate di carta al mese; meno di 2 minuti per avere il primo foglio “vendibile” e un breakeven sul digitale che è addirittura di 17 copie per i poster, 150 per flyer e brochure». È la rinascita dell’offset dunque? «Certamente per quanto ci riguarda oggi l’offset rappresenta la tecnologia su cui stiamo puntando maggiormente perché in base ai nostri numeri (circa 3.000 lavorazioni gestite ogni giorno) ci permette di essere ancora più competitivi e veloci», afferma Tenderini. Per potenziare ulteriormente il reparto offset, inoltre, Pixartprinting ha acquistato due nuovi CtP basysPrint 860x che permetteranno di produrre 42 lastre l’ora. Il primo è stato installato durante Drupa,
il secondo entro giugno. Insieme al modello già presente in azienda, con questi tre sistemi l’azienda potrà realizzare 106 lastre l’ora. E il digitale? «Certo anche sul fronte digitale c’è qualche novità interessante come il nuovo sistema di stampa a bobina Epson SurePress L, anche questo già operativo nella nostra sede, sul quale puntiamo molto per lo sviluppo del nostro nuovo reparto dedicato alle etichette», continua Tenderini. «Altra novità interessante la nuova famiglia Durst Rho P10. Una tecnologia innovativa che consente di ottenere qualità di stampa Fine Art. Ovviamente anche questo non era per noi un inedito. Visto il rapporto di lunga data che ci lega a Durst, avevamo già visto la macchina e stiamo prendendo in considerazione la possibilità sostituire i nostri sistemi Durst sia roll-to-roll che flatbed con le nuove P10».
Matteo Rigamonti e Alessandro Tenderini (da sinistra) con Nicola De Marni allo stand di basysPrint. In alto, l’incontro con Satoshi Mochida COO & Representative Director Komori - e il management di Komori Italia: Pasquale Razza (primo a sinistra), Silvano Bianchi e Amedeo Palamidese.
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Una delegazione di 20 manager e responsabili di reparto Pixartprinting ha visitato la manifestazione, accompagnati da Matteo Rigamonti (presidente) e Alessandro Tenderini (direttore generale). «Era il 1995 quando con il mio camper sono andato alla mia prima Drupa e, nonostante la fatica del viaggio, fu amore a prima vista», dice Rigamonti. «In quegli anni il mondo della stampa era un “piccolo eden”: c’erano tanti ordini, clienti che pagavano puntualmente, venditori garbati. Regnava una competizione cordiale tra gentiluomini. E in questo clima nel 1995, proprio a Drupa, è iniziata la storia del digitale. Una tecnologia allora ancora acerba che ha dovuto attendere l’edizione del 2000 per presentarsi realmente performante». E siamo arrivati a Drupa 2012. Come è andata? «Tutti parlavano di Landa, ma al momento a mio avviso è sicuramente una tecnologia futuristica a cui possiamo solo augurare il percorso che il digitale ha fatto da Drupa ‘95 a oggi. Per il resto non ci sono state grandi rivelazioni inattese». Da tempo infatti Pixartprinting è considerata un’azienda di riferimento. Ciò nasce dal fatto che uno dei punti di forza del web-to-print veneziano è il reparto produttivo all’avanguar-
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Le scatole “on demand” Un elegante campionario ordinabile gratuitamente, uno scorcio dell’interno della sede di Rotografica e il reparto stampa offset.
catalogo prodotti che è ordinabile gratuitamente e che si presenta come un piccolo campionario dimostrativo delle diverse tipologie di scatole che possiamo personalizzare, dell’alta qualità di stampa, delle finiture possibili e della tipologia di carta utilizzata. Stampiamo in offset anche le piccole quantità, pur avendo anche una macchina da stampa digitale». Nel preventivo sono incluse le spese di spedizione che variano a seconda che la consegna avvenga
in 4, 8 o 12 giorni. Le scatole sono disponibili in tre modelli – cubo, parallelepipedo e piatto – in più di 60 formati diversi e la stampa è in quadricromia su cartoncino SBS in pura cellulosa da 320 grammi. Se i modelli e le misure standard non soddisfano le richieste del cliente, Scatolexpress offre anche la possibilità di creare la propria scatola con misure personalizzate.
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Scatole personalizzate in quantità limitate, stampate in offset con un alto standard qualitativo, con consegna rapida ma soprattutto low cost. Oggi è possibile ordinarle online e farsele recapitare a domicilio in 4, 8 o 12 giorni grazie al nuovo portale Scatolexpress, una piattaforma web-to-print che ha alle spalle una cartotecnica, la Rotografica di Limena (Padova), con 60 anni di esperienza e una specializzazione nei settori cosmetico e farmaceutico. La procedura da seguire è molto semplice. Si entra in www.scatolexpress.it e si inserisce l’ordine in 4 semplici passi: - si sceglie il tipo di scatola e le relative misure (nella scheda selezionata è presente anche il modulo del preventivo on-line in tempo reale); - si scarica il tracciato della fustella per realizzare la grafica personalizzata; - si inserisce la quantità dei pezzi, si seleziona la data di consegna, il tipo di finitura; - e, infine, si procede con il pagamento e si esegue l’upload del file grafico. È possibile anche visualizzare un’anteprima 3D del tracciato selezionato montato sulla scatola prescelta. «Siamo gli unici in Italia, e probabilmente anche in Europa, a offrire un servizio web-to-print specifico per le scatole», spiega con orgoglio Giampaolo Zilio, amministratore della società. «Per illustrare meglio il nostro servizio ai nostri clienti, che sono perlopiù gli stampatori, abbiamo realizzato un
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stampa Per applicazioni gallus / macchingraf
comunicazione d’ImpREsA
innovative e avanzate Dirigenti Gallus e Macchingraf davanti alla bottiglia di Champagne che ha suggellato l’accordo. Sopra, una macchina per etichette Gallus mod. ECS 340.
Gallus e Macchingraf hanno firmato un accordo per la distribuzione in esclusiva nel mercato italiano.
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Macchingraf è rappresentante esclusivo per l’Italia dell’intero portfolio di attrezzature del costruttore svizzero Gallus. Alle rotative della divisione “cartoncino per imballaggio” distribuite dal 2009 si sono ora aggiunte anche quelle per etichette e i servizi di assistenza per l’intera gamma. Il gruppo Gallus è universalmente considerato come fornitore leader a livello mondiale per questo segmento di mercato. È un nome storico per queste applicazioni, proponendo soluzioni agli stampatori che sono alla ricerca di nuovi mercati nei quali la stampa sia utilizzata per ottenere applicazioni altamente innovative e avanzate. Soluzioni frutto di forti investimenti in ricerca e sviluppo. Le soluzioni di stampa Gallus sono progettate e realizzate in modo da garantire la massima flessibilità operativa sia che si tratti di lavorazione serigrafica, flessografica oppure offset o ancora di “oro a caldo” ed include anche la fustellatura finale. La gamma delle macchine da stampa è composta da una serie completa di modelli, a partire dalla ECS 340 particolarmente indicata per una produzione economica di etichette, fino alla TCS 250 per le lavorazioni più complesse che utilizzano tecnologie combinate
di stampa. Heidelberg Druckmaschinen AG è l’azienda di riferimento per la Gallus stessa, detenendo una quota azionaria pari al 30%. In questo modo Macchingraf completa la propria offerta di sistemi di stampa in un settore strategico, quale quello delle etichette, che rientra nel più ampio e dinamico mondo del packaging. Alberto Mazzoleni, AD di Macchingraf, ha detto «... in particolare intendiamo essere accanto sia agli stampatori che utilizzano tecnologie offset tradizionali che intendono investire in nuove tecnologie per allargare la loro offerta ed essere più flessibili, sia agli stampatori in flexo per etichette mettendo loro a disposizione il nostro know-how nell’area consumabili di questo segmento». Secondo Stefan Heiniger, COO della divisione etichette di Gallus, «… Macchingraf, con quasi 50 anni di esperienza nel mercato delle Arti
Grafiche, rappresenta il partner ideale per rafforzare l’attenzione che Gallus rivolge alle esigenze dei propri clienti. Conoscono molto bene il mercato italiano, i clienti e le loro esigenze e aspettative: con i prodotti Gallus saranno in grado di offrire la soluzione migliore agli stampatori di etichette. Inoltre, grazie ad un service strutturato, Gallus sarà in grado di dare disponibilità di parti di ricambio originali in breve tempo, oltre a servizi personalizzati per ogni singola esigenza». Macchingraf, grazie alla forza e alla professionalità della propria organizzazione, oltre alla commercializzazione delle attrezzature offrirà a tutta la clientela i prodotti di consumo serigrafici (Screeny), il servizio di assistenza tecnica ed i ricambi originali. Dal 1° maggio 2012 Macchingraf e Gallus sono a vostra disposizione. Macchingraf, Tel. 02.35003219
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stampa Leadership tecnologica comunicazione d’ImpREsA
OCé
Océ ha messo in mostra la propria leadership nella stampa digitale a bobina, incontrando i suoi clienti a Drupa e al Production Printing Customer Experience Center di Monaco.
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Nel 2012 la Divisione Production Printing di Océ ha presentato al mondo la propria leadership tecnologica a Drupa, all’interno dello stand di Canon. Per motivi di spazio, però, Océ ha deciso di mettere in mostra l’intera gamma delle sue stampanti a bobina a Poing (Monaco di Baviera), dal 7 all’11 maggio, organizzando un evento parallelo presso il nuovissimo Océ Production Printing Customer Experience Center. «Nel Production Printing Summit 2012 abbiamo dimostrato la nostra competenza lungo l’intera catena del valore della comunicazione stampata. In uno spazio di 4.000 m2 abbiamo esposto il portafoglio completo delle nostre tecnologie in cui è stato possibile percepire l’impegno di Océ nel proporre soluzioni sempre più innovative, performanti e affidabili. Naturalmente siamo stati presenti anche a Drupa dal 3 al 16 maggio 2012, alla fiera di Düsseldorf, con la nuova Océ ColorStream 3700 installata presso lo stand di Canon» dichiara Maurizio Ronzoni, direttore della Divisione Production Printing di Océ Italia. Océ ha presentato 7 linee con moltissime applicazioni di stampa transazionale, direct mail, book on demand e quotidiani. Diverse e importanti le novità che la multinazionale ha presentato in fiera.
Dall’alto: ColorStream Serie 3000, JetStream 4300 e InfiniStream, tre esempi dell’ampio portfolio di soluzioni di stampa digitale targate Océ.
Le nuove Océ ColorStream 3200, 3700 e 3900 ampliano la gamma Océ ColorStream sia verso il basso (48 m/min) sia verso l’alto (100 e 127 m/min). Océ ColorStream 3200 in particolare costituirà un’ottima soluzione entry level per la migrazione dei volumi attualmente stampati in bianco e nero a toner verso il full color inkjet. Océ ColorStream 3700 si è potuta vedere anche a Drupa. Le nuove Océ JetStream 1900 e 4300 Mono: il modello 1900 (127 m/min) è la soluzione compatta che permette a questo punto di gestire volumi molto significativi con un ingombro molto contenuto. Océ JetStream 4300 Mono è un sistema di altissima produttività (200 m/min con larghezza bobina 76 cm). “Mono” sta per versione monocromatica (ovviamente è disponibile anche la versione full color), perché questa stampante è pensata soprattutto per la stampa di
libri in b/n. In linea con la stampante, Océ ha presentato infatti il primo risultato della collaborazione con manroland: il manroland bookfolder che permette di produrre libri in segnature ad altissima velocità, un vero breakthrough di processo in questo segmento di mercato. Infine, una vera anteprima mondiale: una nuova rivoluzionaria tecnologia digitale a toner liquido sviluppata da Océ per il settore del packaging flessibile, un segmento di mercato in forte crescita. La nuova InfiniStream, basata su un progetto interno di ricerca e sviluppo, permetterà di coniugare in un unico sistema la flessibilità del digitale con la qualità, produttività e variabilità di supporti tipiche dell’offset. Durante l’evento a Poing è stato possibile assistere alle demo tecnologiche di questa nuova soluzione. Océ-Italia - Gruppo Canon www.oce.it
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Molte aziende italiane ed estere hanno scelto le nostre macchine e i nostri impianti perché consentono di risolvere in modo specifico e totale ogni problema di confezionamento e imballaggio con films plastici. Da oltre 45 anni operiamo nel settore applicando sempre le tecnologie più avanzate.
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eventi imballaggio
Packaging alimentare:
come deve comportarsi
lo stampatore
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di MARCO F. PICASSO
L’argomento della serata, molto attuale e ancora poco compreso da molti stampatori e convertitori, si basava su questo tema specifico: “Impegni e responsabilità dello stampatore su come produrre imballi alimentari conformi con il Regolamento 1935/2004”. Premesso che i regolamenti ufficiali europei non sempre sono chiari ed esaustivi in proposito, il relatore Matthias Kuhn, Product Line Manager Coatings Europe di Fujifilm, coadiuvato da Andrea Basso, responsabile dei prodotti in Fujifilm Italia, ha chiarito come l’industria degli inchiostri e vernici e di prodotti per la stampa sia attenta da tempo al fenomeno della presenza di contaminanti rilevata negli alimenti. I casi più noti si sono nel tempo presentati con il semicarbazide (che ha derivati cancerogeni) nel 2003, l’ITX (un fotoiniziatore per inchiostri UV) nel 2005, il benzofenone nel 2008 e il Di (2-etilesil)maleato nel 2009: tutti elementi che provenivano, per migrazione, dal packaging. A parte quindi quanto l’industria stessa sta facendo in proposito, mancano tuttora studi
In un incontro organizzato dall’Associazione Culturale Studi Grafici di Milano, Fujifilm ha fornito utili informazioni sulla prevenzione di contaminanti derivanti dalla stampa su imballi primari di bevande e alimenti. approfonditi per eliminare il problema a monte. Basti pensare che su 17 componenti che entrano a far parte degli imballi alimentari solo per tre di questi − plastica, ceramica, cellulosa rigenerata − esistono parametri per rilevarne scientificamente e accuratamente possibili modifiche di gusto e/o odore. Ciò significa che per carta e cartone mancano ancora riferimenti legislativi precisi. Tutto sembra quindi affidato alla Good Manufacturing Practice (GMP) degli stampatori e all’aiuto che i produttori possono fornire loro. La relazione ha dunque preso in esame i differenti aspetti del processo, dalla scelta del giusto prodotto fino alle certificazioni, e il ruolo di Fujifilm come partner per individuare la soluzione migliore.
Come ottenere la qualità Lo stampatore ha bisogno di un sistema di qualità che
sia effettivo e documentabile e gli operatori devono seguire le procedure stabilite. Devono anche ricordare che, in caso di rilevamento di contaminanti, anche lo stampatore ha la sua responsabilità. In linea teorica tra imballo e alimento non dovrebbe verificarsi alcuna migrazione. Questo però non può essere garantito al 100% con nessuno dei materiali per il packaging in uso oggi, per cui, per la tutela preventiva del consumatore, è necessario ridurre tecnicamente al minimo la possibilità che si verifichi una migrazione di sostanze nocive alla salute o che, se pur non propriamente nocive, alterino il sapore del prodotto. Il relatore ha illustrato le informazioni relative alle condizioni legali riguardanti gli imballi alimentari, riportate nella guida tedesca sugli alimenti, nei beni di consumo e mangimi per animali (LFGB), nelle raccomandazioni della
Marco F. Picasso, profondo conoscitore delle arti grafiche, specializzato in etichette e packaging.
Plastics Commisssion of Federal Institute for Risk Evaluation (BrF), nonché nelle direttive europee. Relativamente al regolamento (EC) 1935/2004 lo stampatore si attenga al GMP (che risale al dicembre 2006) per il quale ha bisogno di un sistema di qualità effettivo e documentato per cui gli operatori devono seguire la procedura stabilita. Il regolamento − cui fa seguito l’aggiornamento (EC) 2023/2006 − definisce le regole per una produzione corretta e rispettosa delle norme, includendo sia il produttore, sia il distributore nelle responsabilità e negli obblighi circa l’imple-
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Lo stampatore ha bisogno di un sistema di qualità che sia effettivo e documentabile e gli operatori devono seguire le procedure stabilite. Devono anche ricordare che, in caso di rilevamento di contaminanti, anche lo stampatore ha la sua responsabilità.
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mentazione di un sistema di assicurazione della qualità. Garantendo la tracciabilità degli imballi alimentari compresi i componenti del processo.
Misurare la migrazione Matthias Kuhn si è quindi soffermato sul modo di misurare la migrazione, che può avvenire per contatto o per diffusione. Il primo deriva, come sappiamo, dalla controstampa, sia da fogli in pila sia da bobina. In questo caso il controllo è compito specifico dello stampatore. La diffusione, che avviene mediante procedure fisico-chimiche inevitabili, particolarmente per carta e cartone, pur rientrando nelle responsabilità dello stampatore e del convertitore, dipende dal materiale di supporto, dagli inchiostri e vernici, ma anche da altri additivi chimici usati in stampa. La stima e l’analisi della migrazione dei diversi
componenti dell’imballo a contatto con gli alimenti rappresenta dunque una parte fondamentale della dichiarazione di conformità. I test sono effettuati secondo il frame work del regolamento europeo citato e in linea con le più recenti novità tecnologiche. Ma allo stampatore e al convertitore interessa sapere come è possibile regolare i prodotti contaminanti negli imballi guardando al di là dello specifico settore. «Vi sono moltissimi materiali utilizzati per la produzione del packaging» ha detto Matthias Kuhn «tra i quali vernici e inchiostri rappresentano solo una parte. Altri, spesso trascurati ma di non minore importanza, sono ad esempio gli additivi di bagnatura, i liquidi di lavaggio dei rulli». Mentre per vernici e inchiostri lo stampatore può rivolgersi al fornitore, che a sua volta deve poter offrire prodotti conformi all’uso
negli imballi alimentari, nel secondo caso, oltre alla scelta specifica, è opportuno che lo stampatore sappia come controllare il dosaggio del liquido di bagnatura e, nel caso della lavatura dei caucciù, controlli quanti fogli di avviamento possono contenere tracce che a loro volta possano migrare all’interno dell’imballo. «Quindi tutto ciò presuppone che l’interazione tra imballo e contenuto siano visti e trattati nel loro insieme» ha aggiunto. «Mentre le barriere funzionali nei materiali per imballaggio svolgono una funzione protettiva, assoluta nel caso di alluminio, ma relativa e da verificare nel caso di materiale plastico (in genere poroso per permettere il ricambio di atmosfera all’interno dell’imballo), è invece possibile che si verifichi la migrazione di sostanze attraverso l’imballo secondario all’imballo primario e questo dipende da diversi fattori, tra cui tempo e temperatura di stoccaggio, tipo di alimento, tempo e tipo di contatto su cui incide il rapporto dimensioni/peso dell’imballo e del contenuto». Un caso specifico è la scatola per la pizza − in genere di cartone da riciclo − con contenuti unti, che ha requisiti diversi dalla pellicola d’alluminio in cui, ad esempio, viene avvolto il cioccolato, così come il cartone che contiene verdure surgelate reagisce diversamente dalla carta per pollo arrosto. Per selezionare l’imballaggio e la finitura ottimali, il convertitore o lo stampatore devono poter disporre di tutte le informazioni relati-
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eventi imballaggio
axxxxxxxxxe notizie fixxxxxxxxxxello dalle aziende
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ve all’imballaggio usato per uno specifico prodotto. A questo punto sarà possibile esaminare il packaging nel suo insieme e testare presso un laboratorio indipendente l’eventuale migrazione, prendendo in considerazione tutti i parametri del processo di produzione. Poiché nella pratica si tratta di procedimenti complessi che possono mettere in difficoltà lo stampatore, questi può appoggiarsi ai fornitori che devono a loro volta essere partner qualificati. Non può infatti limitarsi alla semplice raccolta di “certificazioni” per singoli componenti, perché questo non comporta la sicurezza per l’utente finale. Per questo motivo Fujifilm, che pur non essendo produttore di inchiostri produce e fornisce vernici, additivi di bagnatura, solventi di lavaggio e prodotti ausiliari per la stampa, si mette a disposizione dello stampatore per fornire la collaborazione necessaria per i test mediante i quali si possa suggerire la loro corretta applicazione. Solo suggerire, poiché infatti Fujifilm, così come tutti i produttori affidabili, non può rilasciare una dichiarazione di conformità per i propri prodotti. Tuttavia, con una corretta applicazione, la valutazione analitica e un calcolo di “ipotesi peggiore” dei materiali da testare forniti ha dimostrato che il limite di 10 ppb (parti per miliardo, pari a 10 mg/kg) non è superato.
Non basta la conformità del prodotto singolo Il produttore di imballi per alimenti è responsabile
nell’ambito della GMP e quindi deve impedire, attraverso la scelta e la corretta applicazione, la trasmissione di componenti nocivi dal packaging all’alimento. Da parte sua, Fujifilm può fornire prodotti a bassa migrazione scrupolosamente formulati, sviluppati e testati in collaborazione con istituti di test indipendenti e con le relative dichiarazioni di conformità, che rappresentano una base per garantire il rispetto delle disposizioni di legge, ma non sostituiscono i test richiesti per valutare la migrazione dall’imballo al prodotto alimentare. Quindi per la progettazione di imballi per alimenti conformi occorre sempre sincronizzare tutti i componenti con lo scopo di garantire che, anche in fase di confezionamento, il contenuto sia a prova di contaminanti. Per quanto riguarda gli inchiostri, Fujifilm suggerisce di seguire le linee guida della European Printing Ink Association (EuPIA). Fujifilm, che è membro dell’associazione europea I&P Europe (Imaging & Printing) che si basa sui requisiti di purezza EuPIA per le vernici e gli inchiostri, desidera rafforzare il proprio impegno insieme ad altri produttori di vernici e di materiali ausiliari utilizzati per gli imballi alimentari. Dal canto suo I&P Europe ha invitato i propri membri a prendere parte attivamente al gruppo di lavoro “Food Packaging” al fine di diffondere informazioni nel settore e collaborare con istituti di test indipendenti.
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Prototipo presentato in collaborazione con Gamma
fornitori stampa
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Soluzioni per la prestampa Open Age è aperta a collaborazioni con aziende e professionisti che condividano una visione del mercato moderna e flessibile. www.openage.it
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Open Age offre alla clientela un’interessante gamma di sistemi per la prestampa, a marchio Agfa Graphics ed EskoArtwork. Sono di Agfa i sistemi CtP a tecnologia termica :Avalon N, produttivi e affidabili, disponibili in 5 modelli, conformati e con configurazioni adatte a tutte le applicazioni e funzioni come la punzonatura interna e l’esposizione con lastra doppia. Per la gestione del workflow sono disponibili i sistemi :Apogee, in ben 7 versioni. Sempre a marchio Agfa, Open Age propone le lastre termiche :Amigo, :Azura TS senza agenti chimici, :Energy Elite, senza cottura e compatibili con additivi di bagnatura sostitutivi o privi di alcool e con inchiostri UV, e le nuove:Energy Elite Pro, adatte sia alla stampa commerciale che al packaging. Fotopolimeriche al laser viola sono invece :Aspire e :Azura V, senza agenti chimici. Sono Agfa anche i sistemi di stampa digitale inkjet :Anapurna, convenienti e versatili, per applicazioni che spaziano dai piccoli oggetti ai cartelloni per esterni in grandissimi formati. La serie Kongsberg di EskoArtwork comprende numerosi modelli di tavoli da taglio digitali automatizzati, plotter per taglio e cordonatura e sistemi di finitura digitale automatica per cartellonistica e segnaletica ad alta tecnologia, che garantiscono agli stampatori commerciali e di packaging risultati perfetti per qualsiasi applicazione. Di Esko Open Age distribuisce anche i numerosi e versatili software per packaging: ArtiosCAD, per progettazione, produzione e comunicazione, Automation Engine, dedicato all’automazione del workflow e alla gestione dei processi, Studio, specifico per progettare il packaging in 3D, e WebCenter che gestisce e automatizza i cicli di approvazione. Per la pre-produzione di packaging su Mac e PC sono invece disponibili i-cut Suite, ArtPro, PackEdge e DeskPack. Per i clienti più esigenti Open Age ha scelto l’innovativa retinatura Esko Concentring Screening da abbinare alle lastre :Energy Elite Pro di Agfa per risultati di stampa di altissima qualità.
Il pacchetto Hi Quality Systems, pensato da Open Age per i clienti più esigenti, comprende la retinatura Esko Concentring Screening, le lastre Agfa :Energy Elite Pro e gli inchiostri Yessoy, seguiti da tecnici specializzati e qualificati dalla prestampa alla stampa.
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NEWS
notizie dalle aziende
roto-offset
Ulisse Trading: consolidamento e sviluppo Oltre all’attività di manutenzione e assistenza, Ulisse Trading ha deciso di ampliare l’offerta, mettendo a disposizione la propria esperienza al settore degli impianti ausiliari abbinati alle roto-offset commerciali e ai giornali. Un esempio a questo proposito è la realizzazione dell’impiantistica generale eseguita presso il nuovo stabilimento della Galeati Perugia Industrie Grafiche di Trevi (PG), abbinata all’installazione di una rotativa da giornali MAN Uniset. La commessa ha visto Ulisse Trading impegnata nella progettazione, nel reperimento dei materiali e nella realizzazione degli impianti di alimentazione inchiostri,
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circolazione dell’acqua di refrigerazione e aria compressa. Un’altra attività sugli impianti ausiliari è stata la progettazione, adattamento e assemblaggio delle linee di uscita, trasporto e raccolta copie dall’uscita fino agli stacker della nuova rotativa Goss Universal XL installata presso il nuovo stabilimento del Poligrafico Europa a Villasanta (MB) del Gruppo Colasanto. L’installazione è stata oltremodo soddisfacente poiché il tutto è stato realizzato riutilizzando materiale (macchine, convogliatori e impianti) recuperato dagli stabilimenti dismessi del Gruppo stesso. Sempre a Villasanta Ulisse Trading ha prov-
veduto al trasloco di una rotativa DEV che l’azienda aveva precedentemente installato nello stabilimento di Carsoli (L’Aquila).
fornitura di un servizio completo che comprende prodotti consumabili, istruzione del personale e reperimento dei ricambi necessari.
Non solo in Italia Per quanto riguarda l’estero l’azienda ha rafforzato la propria posizione in Benin (Africa Occidentale) con l’installazione della terza rotativa Harris e la
Chiunque fosse interessato a collaborare con Ulisse Trading per l’area africana può contattare l’azienda all’indirizzo e-mail: dpomati@ulisse trading.it
I titolari di Ulisse Trading, Davide Pomati e il padre Tino, davanti alla Uniset di Galeati Perugia dove è stata realizzata l’impiantistica generale.
NEWS
notizie dalle aziende abbigliamento/soft signage
printgraf/ulmex informa
Nuovo alleato nella Detergente a ultrasuoni stampa diretta su tessuto per rulli anilox
Mimaki, leader nella produzione di stampanti inkjet di grande formato, rappresentato in Italia dall’importatore esclusivo Bompan, lancia la nuova Mimaki TX500-1800DS che stampa su poliestere a 150 m2/ora. Una soluzione che, assieme ai nuovi inchiostri sublimatici SB300, offre al mercato dell’abbigliamento e del soft signage funzionalità avanzate e maggiore produttività, eliminando la necessità di stampare su carta transfer. È dotata di nuove funzionalità che gli operatori dell’abbigliamento e del soft signage troveranno interessanti, tra cui: • stampa diretta su tessuto alla velocità di 150 m2/h in modalità highspeed; TX500-1800DS utilizza teste di stampa di nuova concezione che permettono di raggiungere in modalità 4 colori una velocità superiore del 150% rispetto agli standard attuali; la stampante include 6 teste di stampa di cui tre sfalsate; • sistema di essiccazione incorporato che accelera i tempi di asciugatura dei tessuti stampati; • sistema di degasificazione Mimaki, che elimina i gas o le bolle dagli inchiostri; • nuovo inchiostro sublimatico Mimaki SB300, ottimizzato per la stampa ad alta velocità su poliestere con TS500-1800 e TX500-1800DS; • sistema AMF (Auto Media Feeder) per l’avanzamento costante dei tessuti in poliestere, automatizza il processo produttivo riducendo al minimo l’intervento dell’operatore; • TX500-1800DS è in grado di lavorare tessuti in bobina fino 60 Kg di peso e 300 mm di diametro; • RIP user friendly RasterLink 6 in dotazione: RasterLink 6 è stato progettato per essere utilizzato in modo estremamente intuitivo. Dalla schermata principale si ha accesso ha tutte le funzioni (ad esempio l’avanzamento stampa) in modo facile e veloce.
Bompan, Tel. 0331.81971 Servizio lettori n. 2
software
Plug-in per ottimizzare il lavoro dei creativi iStockphoto ha presentato un plug-in semplice e intuitivo funzionante con diversi programmi della nuova Adobe® Creative Suite® 6 (CS6) per consentire ai creativi di ricercare immagini e scaricarle direttamente all’interno delle applicazioni Adobe senza interrompere il work-flow. La funzione di sostituzione one-click dei comp file provvede a sostituire automaticamente le immagini comp con quelle acquistate, già riadattate nelle dimensioni e perfettamente posizionate all’interno della pagina o del progetto. Gli utenti di Adobe Photoshop®, InDesign® e Illustrator® possono ora ricercare con facilità tra i milioni di file di iStock, scaricare più immagini comp nel costo del processo creativo, finalizzare i loro progetti e inserire automaticamente gli scatti acquistati esattamente dove necessario e con le giuste dimensioni, risparmiando tempo e ottimizzando i livelli di produttività. Un altro elemento di grande aiuto è il motore di ricerca di iStock: la tecnologia sulla quale si basa assiste infatti l’utente a trovare esattamente ciò che sta cercando in tempi brevi. Il nuovo plugin gratuito permette ai clienti di accedere ai crediti acquistati, consultare gli acquisti passati, aggiungere immagini alle lightbox e fruire di tutte le altre funzioni di gestione standard accessibili dal sito di iStock. Il plugin può essere già scaricato ed è compatibile con le versioni Mac e Windows di CS6, CS5.5 e CS5.
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Servizio lettori n. 3
ENPUREX 95 Plus è un detergente brevettato a base di ultrasuoni, proposto da RolfMeyer (rappresentante italiano Printgraf/Ulmex). L’azienda tedesca, che produce ricambi per l’industria grafica e dell’imballaggio, ha infatti recentemente acquisito i diritti di vendita di ENPUREX a livello internazionale dalla Bubbles&Beyond di Lipsia, una società che ha iniziato la propria attività realizzando prodotti per rimuovere i graffiti dalle superfici metalliche dei treni, per poi “scoprirne” le potenzialità anche nel settore delle arti grafiche. ENPUREX 95 Plus è, infatti, un liquido di lavaggio brevettato per cilindri anilox a base acqua, completamente ecologico e non nocivo per la salute in quanto privo di solventi chimici. Già testato in Europa da diversi stampatori flexo, è efficiente tanto nella rimozione di inchiostri a dispersione quanto di vernici UV, a base acqua e a base solvente e viene commercializzato in bottiglie da 1 litro o taniche da 10 litri. Battezzato “intelligent fluid”, è stato specificamente sviluppato per il lavaggio a mano dei cilindri retinati anilox le cui cellette, come noto, sono tutt’altro che semplici da pulire in profondità. Le aziende grafiche, infatti spesso lavano i rulli con macchine automatiche per poi rilevare, nella stampa dei colori coprenti, delle differenze di nitidezza dovute al non avere asportato completamente il colore in alcuni punti del cilindro. ENPUREX assicura, invece, un’impeccabile qualità di stampa proprio perché riesce ad effettuare una pulizia approfondita delle cellette grazie agli ultrasuoni: le particelle del detergente agiscono sullo sporco con una frequenza di 4 kHz e, attraverso uno sfregamento meccanico da 4.000 movimenti al secondo, creano delle fessure nelle particelle di sporco, vi si infiltrano e arrivano così alla base, mentre, al contrario, gli agenti chimici non agiscono che in superficie. Inoltre ENPUREX è efficace in breve tempo e genera un fermo macchina inferiore a quello richiesto nei lavaggi automatici o manuali con prodotti chimici. Printgraf, Tel. 049.8797744
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Uno strumento multifunzione Nella vendita al dettaglio di alimenti e bevande, un’etichetta autoadesiva può diventare una soluzione multifunzionale in grado di semplificare il flusso di lavoro e la produzione e diventare un valido strumento aggiuntivo di autenticazione del prodotto.
di JULES LEJEUNE*
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Questo tipo di etichette è la soluzione preferita grazie alla natura estremamente stabile del sandwich autoadesivo, un frontale stampabile e adesivo e il liner rimovibile che ne consente il passaggio in macchina da stampa. Disponibili in bobine di vario formato, collocate sul liner di supporto, le etichette sono pronte per una personalizzazione precisa e leggibile utilizzando una qualsiasi tecnologia di stampa a dato variabile. Queste etichette rivestono numerosi ruoli importanti. Possono identificare singoli articoli presso il punto vendita al dettaglio, in applicazioni per prodotti a peso variabile, in particolare nell’ambito degli alimentari freschi. In questo caso la doppia esigenza di leggibilità delle etichette (identificazione esatta dei contenuti e possibilità di una scansione corretta del codice a barre) è essenziale. Possono rivestire inoltre un’importante funzione nell’ambito dell’autenticazione dei prodotti e dell’anticontraffazione. Il supporto effettivo su cui verranno applicate può andare dal le-
“Oggi le etichette devono garantire prestazioni elevate in ambienti diversi in modo da soddisfare varie esigenze” gno al cartoncino grezzo, dalla plastica (pellicole o contenitori) al vetro o cartoncino cerato, e possono essere materiali caldi, umidi, freddi o appena tolti dal freezer. Le etichette autoadesive offrono una vasta scelta di adesivi che garantiscono adesività affidabile, indipendentemente dalle condizioni ambientali. Sono disponibili adesivi certificati per il contatto diretto con gli alimenti (conformi agli standard FDA e BfR). Ma questo è solo uno degli aspetti da considerare. Il frontale dell’etichetta, la sua superficie stampabile, deve essere in grado di adattarsi all’imballaggio a cui verrà applicata. Sulle superfici piatte non ci sono problemi, la situazione cambia quando si tratta di imballaggi curvi o di superfici “difficili” quali plastiche apolari che non sono compatibili con gli adesivi standard o, ad esempio, i piccoli adesivi rotondi applicati direttamente sulla frutta non imballata. Le condizioni di stoccaggio, in ambienti umidi e di surgelazione in particolare, influiscono sulla scelta del materiale. Le etichette autoadesive, che possono essere prestampate o meno, possono utilizzare tutti i tipi di stampa a dato variabile oggi disponibili: stampa termica diretta, trasferimento termico, a getto d’inchiostro e processi di stampa laser. Le etichette autoadesive sono adatte alle più avanzate tecnologie per codici a barre, addirittura quelle associate con le tecnologie di autenticazione dei prodotti. È l’ormai matura tecnologia termica diretta, in grado di creare immagini utilizzando il calore su un supporto termosensibile, che serve principalmente il mercato del retail, in particolare per quanto riguarda l’etichettatura di alimentari sfusi. Questa tecnologia offre semplicità e affidabilità d’uso per applicazioni di breve durata e garantisce codici a barre di qualità a prezzi contenuti e a velocità di stampa ragionevoli. Tali caratteristiche rendono la stampa termica diretta la scelta più naturale per l’identificazione dei prodotti in transito e per le etichette di rintracciabilità. Si noti che il bisfenolo A (BPA) è stato utilizzato tradizionalmente con le carte termiche in qualità di sviluppatore standard di immagini, ma gli attuali dubbi relativi alla sua possibile tossicità hanno portato i produttori a offrire alternative non contenenti BPA per applicazioni sensibili. Il trasferimento termico, che impiega nastri inchiostrati con una testa di stampa termica, è una delle tecnologie di stampa a dato variabile più flessibili, grazie alla varietà di nastri e di materiali per etichette stampabili disponibili (molti con approvazione UL) e grazie anche alla possibilità di stampare a colori. Questa tecnologia viene impiegata principalmente nelle applicazioni industriali. La stampa a getto d’inchiostro si sta utilizzando sempre di più per le etichette funzionali, con date di scadenza e altre informazioni aggiunte durante la stampa. L’applicazione di un’etichetta su un imballaggio può avvenire, a seconda dell’applicazione, manualmente o con un’etichettatrice manuale. Nel complesso, l’etichetta autoadesiva offre una flessibilità e una versatilità senza precedenti sia nell’ambito dell’etichettatura diretta di articoli sfusi che negli ambiti più avanzati quali le etichette RFID intelligenti, applicazioni anticontraffazione e di tracciabilità. Indipendentemente dalla quantità di informazioni da stampare su un’etichetta, dalla loro complessità e dal sistema di imaging utilizzato, vale la pena di chiedere la consulenza di un trasformatore di etichette autoadesive per scoprire in che modo una sfida tecnologica possa essere affrontata e risolta con successo e in modo conveniente. *Managing Director FINAT
In tutti i settori le etichette autoadesive si sono guadagnate una solida reputazione grazie alla loro affidabilità e versatilità. L’etichetta riveste un’importante funzione nell’ambito dell’autenticazione dei prodotti e dell’anticontraffazione. Il supporto su cui è applicata può andare dal legno al cartoncino, dalla plastica al vetro.
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Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Capitani, Jules Lejeune, Achille Perego, Marco Picasso, Emanuele Posenato, Alberto Sironi Progetto grafico e impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Redazione Zeta’s srl - via Kolbe 8, 20137 Milano, tel. 027529101, fax 0275291039 poligrafico@ilpoligrafico.it www.stampamedia.net Ufficio libri e abbonamenti tel. 0275291020 fax 0275291032 abbonamenti@ilpoligrafico.it Stampa Grafiche Parole Nuove - Brugherio (MB) Carta GardaMatt Art 100 g/m2 prodotta da Cartiere del Garda SpA certificata ISO 14001 - Registrata EMAS fornita da Monzese Carta Copertina Carta: GardaCover Hi-Fi 215 g/m2 prodotta da Cartiere del Garda SpA Plastificazione + verniciatura UV: Litover (Monza) Tel. 039.2148328 www.litover.com
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trifolio
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(segue da pag. 29)
Però non siamo mai riusciti ad avere un contatto produttivo con un museo. Mi chiedo: sarà perché il nostro prodotto non convince o perché in Italia, diversamente che negli USA, bisogna sempre avere bisogno di un appoggio? E purtroppo credo che sia valida la seconda domanda... Quanto state lavorando all’estero? Noi proponiamo la stampa di libri d’arte e fotografici di grande qualità, ma non per collezionisti. I nostri libri, con tirature da 2-3 mila copie fino ad eccezioni da 30 mila per alcuni exploit del MoMa, hanno mediamente prezzi accessibili al pubblico, da 45-50 euro fino a 100. Il 90% del nostro lavoro riguarda l’America dove stampiamo per editori, artisti e fotografi famosi (abbiamo già ristampato l’ultimo libro dedicato alla mostra di Cindy Sherman) e per gallerie e musei come il MoMa, il Paul Getty di Los Angeles, il Museum of Fine Arts di Boston, la Yale University Press di New Haven. Proprio nelle scorse settimane ci hanno cercato, per la prima volta, il Guggenheim e il Metropolitan. Il resto dell’attività riguarda paesi come l’Olanda, la Francia, la Svizzera e l’Inghilterra. Come vede la situazione del mercato della stampa? Nella nostra area, che è molto importante per il settore grafico italiano, non si respira una bellissima aria. Molti hanno ormai “raschiato il fondo del barile”. Nel passato, purtroppo, sono stati fatti investimenti sbagliati senza valutare la capacità produttiva della zona. Le aziende non fanno rete, non si passano le informazioni, non ci sono progetti di ampio respiro. Mentre c’è una concorrenza spietata quando nel raggio
di pochi chilometri ci sono troppe macchine da stampa. Come valuta la diffusione dei prodotti digitali e della stampa digitale? Il digitale è già entrato nel mercato. Noi siamo attenti per capirne l’evoluzione, qualitativa e produttiva, e quando bisognerà integrare le due cose. Non vediamo il mondo digitale come il diavolo rispetto all’offset ma come un’opportunità. Oggi non vedo ancora niente all’altezza di quello che stiamo facendo ma intravedo potenzialità enormi. Non sono andato in Drupa ma mi hanno confermato come il mercato si stia spostando decisamente verso la stampa digitale. E quindi bisogna essere aperti e pronti a utilizzarla, magari, nel nostro caso, per stampare le 50 copie di prevendita di un catalogo. Trifolio dimostra che per andare all’estero non è indispensabile avere una grande dimensione. Penso che puntare sulla qualità e sulle nicchie funzioni nel momento in cui si riesce a fare rete con i fornitori. Il problema non è rimanere molto piccoli ma non duplicare aziende simili. Se ci fosse un altro Trifolio a 50 chilometri da Montorio, non dovremmo farci concorrenza ma allearci per dare insieme un prodotto di qualità e un servizio flessibile e vestito su misura sul cliente. Le armi con le quali si può battere la concorrenza cinese. Che programmi di investimento avete per i prossimi anni? Non abbiamo in programma investimenti in macchine e non abbiamo ancora le professionalità in azienda per poterci ingrandire. L’obiettivo per ora è quello di consolidarci e di continuare la nostra ricerca per stampare sempre meglio.
drupa offset (segue da pag. 39)
Merita infine di essere ricordato, sempre in casa Heidelberg, il sistema CutStar che permette di alimentare una macchina a foglio con una bobina: posto all’ingresso macchina, taglia la bobina in fogli del formato richiesto alimentando la stampa. Un concetto simile alla M-600 di Goss che però taglia la bobina in uscita e di fatto è una roto senza gruppo piega con uscita a foglio. Si uniscono così i vantaggi qualitativi di una stampa in piano con i costi inferiori di materiale e stoccaggio della carta in bobine, fino al 15% (e oltre con supporti come film o carta metallizzata). Offset a foglio Grande formato
Due fondamentalmente i produttori presenti in questo settore: KBA con la Rapida 145 e Manroland sheetfed con la Roland 900. La prima, come le consorelle più piccole, promette di essere imbattibile per velocità di allestimento del lavoro e propone tutta la serie di innovazioni tecnologiche che facilitano tutte le operazioni, dal cambio lastre al lavaggio, così come il nuovo pulpito ErgoTronic con wallscreen, ed è la prima KBA a installare il forno VaryDry a basso consumo energetico. Sempre rivolta al settore packaging la Roland 900, integrabile con il sistema di logistica AUPASYS, che può gestire una varietà di supporti da 0,04 mm fino a 1,21,5 mm, stampando 14.000 fogli/h. Offset a bobina
Anche il mondo delle rotative ha offerto novità interessanti a Drupa, in buona parte grazie all’integrazione con testine di stampa inkjet, come nel caso della RotaJET 76 di KBA, una macchina ad alto
volume per la produzione on demand o personalizzata di libri, mailing, riviste in quadricromia. Ma non solo: c’è da rilevare come le macchine di grandi dimensioni finora usate per i settori commerciale e dei giornali, ora si espandano anche verso il packaging e perfino le etichette. E infatti non mancavano i “colossi” come la Lithoman 96 pagine o le Colorman per la stampa di giornali di Manroland web systems, che ha presentato un sistema avanzato di gestione dell’intero flusso di lavoro denominato One Touch che facilita notevolmente ogni fase e si basa su un concetto semplice ed efficace (che implica una raffinata tecnologia): ogni informazione rilevante deve essere sott’occhio, controllabile con un semplice “tocco”, sempre e ovunque. Infine Goss che ha presentato, accanto alle Sunday Vpack 3000 e 500 adatte alla produzione di packaging flessibile, scatole piegehvoli, etichette, con velocità di stampa fino a 460 m/minuto, la grandiosa 96 pagine Sunday 5000 con bobina fino a 2.860 mm e caucciù gapless; una macchina che si segnala per il cambio lavoro velocissimo anche con cambio formato passando dal tabloid al magazine, dal slim jim al digest; il che, unito all’alta foliazione, risponde al calo delle tirature per i settori che prima si rivolgevano alla rotocalco. Con l’acquisizione di Vitsprint e Conti Web, oggi Goss riesce a gestire direttamente tutte le fasi della stampa, dallo sbobinatore al forno, all’unità di piega, perfettamente integrate, con risultati alti in termini di qualità e velocità.
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Foto di Gian Franco Crosta
Tipi da museo
Foto di Paolo Picciotto
Itinerario dedicato ai musei italiani della stampa e della carta dove sono conservate quelle macchine che oggi fanno parte del patrimonio archeologico-industriale del nostro Paese.
Torchio a vite Huguet & C. N 8
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Rubrica curata da Marco F. Picasso, fondatore, insieme a Egiziano e Michele Piersantini, della Associazione AIMSC (che riunisce i musei italiani della stampa e della carta).
Questo torchio tipografico, con struttura in Genova, risulta l’unico esistente in Italia. ghisa in un unico blocco sagomata lateralmente a Reperito in una darsena del porto della Superba, le condizioni in cui fu trovato fanno supporre guance arrotondate, di chiara scuola francese, fu che questo torchio fosse servito a stampare costruito a Torino nel 1852. su un bastimento durante le lunghe traversate Si tratta di un raro esemplare del primo torchio atlantiche. Completamente ripristinato, è ora verticale modello Stanhope interamente in ferro perfettamente funzionante a scopo didattico costruito in Italia. L’evoluzione della macchina presso Armus, Archivio Museo della Stampa, per generare pressione e il suo passaggio dal nella sezione laboratorio “utero tipografico”. legno al ferro, permise un salto di qualità e di Armus nasce da un’idea di Francesco Pirella velocizzazione nella produzione degli stampati. e dal concetto che “l’Universo è una matrice A detta degli esperti, si può decisamente affianstampabile”, uno spazio etico per ogni forma care alla migliore produzione d’Oltralpe di quel di comunicazione stampata (impressa). Non periodo, sulla scia di celebri costruttori quali Bresson, Misselbach, Thonnellier, Giroudot, Fra- quindi una semplice raccolta, per quanto ricca e variegata, di macchipié, Gaveaux, Dufour, archivio museo della stampa di genova ne e attrezzature di Benech. stampa, ma laboratoDall’ultimo censiRaccolta gutenberghiana Francesco Pirella, rio etico-sperimentale mento dei torchi anti- Magazzini dell’Abbondanza – Palazzo Verde della comunicazione chi, questo, conserIndirizzo: Via del Molo 65 – 16128 Genova attraverso “l’invisibile vato presso l’Archivio Tel. 010.9814369/5499643, Fax 010.8561573 tangibile” e il concetto Museo della Stampa email: archiviomuseostampa@pirella.net del “mondo rovescia(Armus) curato da Apertura: martedì, giovedì, sabato ore 9.30 – 14.00 to” della tipografia. Francesco Pirella a
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