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Textile - Interior - Decorative OOH - Industrial & 3D
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WIDE prende vita con la realtà aumentata Dallo scorso numero WIDE non è più soltanto sulla carta: alcune pagine hanno più contenuti di quelli che vedete stampati. Inquadrandole con la app Stampare Aumentato le pagine prenderanno vita grazie alla realtà aumentata. Gli articoli “aumentati” sono contrassegnati nell’indice con il simbolo della app (che ritroverete anche sulle singole pagine sfogliando la rivista), che potete scaricare gratuitamente sul vostro smartphone negli store per sistemi operativi iOS e Android. Funziona anche con la rivista sfogliabile online su stampamedia.net. SCARICA LA APP Apri l’app store sul tuo smartphone: Stampare Aumentato è disponibile sia su App Store che su Google Play. Scaricala gratuitamente e aprila.
DALLE AZIENDE
INQUADRA LA PAGINA All’interno di questo numero di Wide troverai alcune pagine con l’icona dell’app Stampare Aumentato, che vedi qui a sinistra. Inquadra la pagina con l’app per farle prendere vita: accederai a contenuti multimediali e interattivi.
INFO UTILI Per “aumentare” alcune pagine può essere necessaria una connessione dati del cellulare o quella di una rete Wi-Fi. Assicurati di essere connesso per non perderti nulla! Inoltre fai in modo che la rivista sia sufficientemente illuminata così che la app possa “riconoscere” la pagina in maniera ottimale. Stampare Aumentato è ottimizzata per molti modelli di smartphone, ma siccome per funzionare richiede device con prestazioni relativamente performanti, è possibile che non funzioni perfettamente su alcuni smartphone.
Cosa pensi dei contenuti aumentati di questo numero? Hai suggerimenti? Ti piacerebbe vedere qualcosa di specifico? Faccelo sapere a stampareaumentato@strategogroup.net
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EDITORIALE ENRICO BARBOGLIO
VOGLIA DI ARIA APERTA, MA CON TUTTE LE ATTENZIONI DEL CASO! Tornare alla “nuova normalità” è cosa che comporta impegno e forza di volontà. In questo numero di Wide dedichiamo spazio alla volontà mostrata dalle aziende del nostro comparto, che hanno risposto con creatività e impegno alla situazione estremamente critica vissuta negli ultimi mesi. Molti gli esempi di imprese che hanno reinventato prodotti per non lasciare ferme le linee di produzione abituate a gestire ordini per eventi, fiere, convegni, prima rinviati e poi annullati. Ecco allora la conversione alla produzione di mascherine, prodotti di segnaletica e di distanziamento, prodotti richiesti da imprese, uffici ed esercizi pubblici che hanno mantenuto aperta l’attività o che si stanno preparando alla riapertura. Un ‘temporary business’, probabilmente, ma che intanto ha mantenuto attiva la filiera e dato soluzioni all’intero mercato. Per lo speciale dedicato al tessile abbiamo scelto di concentrarci sul mondo delle T-shirt. Non appena potremo ritornare all’aria aperta sarà grazie alla personalizzazione e agli effetti speciali delle nostre T-shirt che potremo trasmettere anche a distanza ciò che l’espressione del viso potrebbe non permetterci di mostrare. A meno che non si opti per una mascherina personalizzata. E ancora una volta i nostri stampatori digitali si stanno sbizzarrendo nelle proposte.
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R E A L T À A U M E N T A T A : GENARATE SPERIMENTA L’USO NELLA CARTELLONISTICA PAG 8
SPECIALE TEXTILE S C E N A R I : LAVABILI, RIUTILIZZABILI, PERSONALIZZATE:
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LE MASCHERINE CHE SPOPOLANO SUL WEB PAG 12 S C E N A R I : TUTTI PAZZI PER LE T SHIRT. INCONTRI CON GLI STAMPATORI P A G 1 5 I N C H I E S T A : I FORNITORI DI ATTREZZATURE. KORNIT DIGITAL, RICOH, ROLAND DG PAG 20 I N C O N T R I : FABRIZIO SELIS. COMUNICARE CON LE MAGLIETTE PAG 24 T R E N D : LA MAGLIETTA AUMENTATA PIACE ALLA GEN Z. LA AR NELL’AMBITO DEL RETAIL E DEL FASHION PAG 26 S E R I G R A F I A : STAMPARE T SHIRT. I PASSAGGI FONDAMENTALI STEP BY STEP PAG 30
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DECORATIVE T R E N D : BORRACCE PERSONALIZZATE. LA NUOVA FRONTIERA DELLA STAMPA DIGITALE PAG 32
INTERIOR I N I Z I A T I V E : DALL’ARREDAMENTO AI DISPOSITIVI OSPEDALIERI. COME MYYOUR HA RICONVERTITO LE PROPRIE RISORSE PAG 34 T R E N D : TRA MATERIALE E VIRTUALE. MATERIALLY PER LO SVILUPPO E LA DIFFUSIONE DELL’INNOVAZIONE SOSTENIBILE PAG 36
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INDUSTRIAL & 3D M A N I F A T T U R A A D D I T I V A : IN PRIMA LINEA CONTRO IL COVID 19. IL CONTRIBUTO DELLA TECNOLOGIA DI STAMPA 3D PAG 46
FESPA SPACE F E S P A M A D R I D POSTICIPATA ALL’AUTUNNO. INTANTO LE AZIENDE SPERIMENTANO NUOVE MODALITÀ P A G E M E R G E N Z A C O R O N A V IR U S : INIZIATIVE INEDITE DALLE AZIENDE P A G
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EVENTI S T A M P IA M O A V A N T I, IL
S A L O T T O D I S T R A T E G O : UN’INIZIATIVA PER RIFLETTERE SULLE PROSPETTIVE FUTURE DEL MONDO DELLA STAMPA PAG 10 P R I N T 4 A L L : LA FUTURE FACTORY DIVENTA CONFERENCE. L’EVENTO IN STREAMING IL 24 GIUGNO PAG 38
MATERIALI SAI DAVVERO COSA SUCCEDE QUANDO STAMPI IL T N T / T E S S U T O
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NEWS
INTERIOR
DALLE AZIENDE
Ripensare gli spazi post coronavirus Per rispondere alla necessità di tornare in sicurezza nei luoghi pubblici e di lavoro, ABS Group presenta ABSolutely Silent & Safe e ABSolutely Transparent, due linee di divisori personalizzabili e multifunzionali per suddividere ed organizzare gli spazi di negozi, uffici, hotel, saloni di bellezza, ristoranti e palestre. Combinando alluminio, tessuto e PVC morbido, queste soluzioni risolvono l’esigenza del distanziamento, puntando contemporaneamente sulla possibilità di riutilizzo e il miglioramento del comfort ambientale. I divisori Silent & Safe sono realizzati con un tessuto reso antibatterico con il trattamento Sanitized e fonoassorbenti. Le soluzioni ABSolutely Transparent sono profili in alluminio su cui è tensionato un rivestimento in PVC morbido trasparente o una parte di rivestimento in PVC e una parte in tessuto. Tutti i tessuti sono stampati con stampa a sublimazione utilizzando inchiostri ecologici e a base acqua e personalizzabili con la propria comunicazione (immagini, loghi aziendali) o scegliendo tra le diverse grafiche a disposizione. La possibilità di sostituire il rivestimento con un tessuto stampato e personalizzato con la propria grafica, una volta terminata l’emergenza sanitaria, permette di ridurre gli sprechi e ottimizzare l’investimento economico, riconvertendo il prodotto in strumento di comunicazione per vetrine, showroom, uffici. I rivestimenti tessili sono lavabili in lavatrice a 60° e quelli in PVC disinfettabili e igienizzabili con i comuni prodotti di pulizia.
Per tornare a condividere i luoghi comuni in sicurezza, ABS Group propone due linee di divisori personalizzabili e multifunzionali
Marzotto Lab punta su showroom virtuali e realtà aumentata
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La società, specialista nella produzione di tessuti per abbigliamento e arredo, presenterà le proprie collezioni online grazie alla piattaforma Bsamply, sfruttando la realtà aumentata
Le limitazioni dovute all’emergenza hanno imposto di gestire le relazioni tra buyer e venditori senza un incontro fisico. Questa nuova esigenza ha spinto Marzotto Lab ad accelerare il proprio processo di digitalizzazione, inaugurato con successo da un paio di anni. Come spiega Luca Vignaga, CEO dell’azienda, a rendere possibile questa trasformazione digitale è stata la piattaforma Bsamply, che consente di esporre le proprie collezioni online attraverso la creazione di showroom privati. Inoltre gli utenti hanno la possibilità di richiedere campioni e inviare ordini. Se l’anno scorso il suo utilizzo era strettamente legato agli eventi fieristici e permetteva ai clienti di consultare le specifiche e ordinare tramite web i tessuti visti sullo stand, quest’anno la digitalizzazione delle collezioni si è rivelata vitale per far fronte alle nuove esigenze imposte dal distanziamento sociale. Lo showroom virtuale di Marzotto Lab presente sulla piattaforma, infatti, è una vera e propria meeting room nella quale il buyer può dialogare con il venditore su appuntamento. A completare l’ambizioso progetto sarà poi l’app di realtà aumentata Tessuti di Sondrio I Catalogue. Sviluppata in collaborazione con SENSE Immaterial Reality, permetterà di vivere un’esperienza immersiva nella collezione Ready 4 Life Tessuti di Sondrio. Grazie al 3D si potranno visualizzare i tessuti in movimento sullo schermo del proprio smartphone, verificandone caratteristiche come la caduta, altrimenti difficili da percepire senza l’ausilio di una terza dimensione.
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DECORATIVE
Con Fujifilm, STA apre la strada alla personalizzazione in digitale
STA, azienda specializzata nella stampa di decorazioni su metallo per il mercato dei tappi e delle coperture metalliche, ha deciso di investire in una Fujifilm Acuity B1. Una soluzione che, secondo Marco Trotto Gatta, direttore dell’azienda, rappresenta una perfetta combinazione di qualità, architettura e automazione in grado di portare la propria produzione digitale a un livello superiore. Attualmente, la macchina stampa tra i 100 e i 120 fogli all’ora, una produttività 10 volte superiore a quella ottenuta con altre soluzioni. Grazie ad Acuity B1, STA riesce a effettuare piccole tirature con alto grado di personalizzazione, che in passato avrebbero richiesto tempi di realizzazione molto più lunghi. «Alcuni dei nostri clienti più piccoli, che prima dovevano accontentarsi di tappi monoco-
L’azienda torinese, specializzata in decorazioni su metallo, ha investito in una Acuity B1 lore, ora possono realizzare design personalizzati; e per i nostri clienti più grandi, a cui prima dovevamo addebitare la produzione di un singolo campione stampato litograficamente, ora possiamo produrre in modo più redditizio svariati campioni, con design e colori diversi, affinché possano visionare diverse possibilità grafiche» spiega il titolare. L’automatizzazione e la presenza di un alimentatore e un impilatore in linea semplificano la vita dell’operatore che, durante la stampa, può dedicarsi ad altre lavorazioni.
Andrea Sottana nuovo direttore commerciale B-Flex Italia per l’area EMEA
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Continua la crescita di B-Flex Italia, che è lieta di annunciare la nomina di Andrea Sottana a nuovo direttore commerciale per l’area EMEA. Andrea viene da una solida esperienza di 12 anni, come responsabile prima e direttore commerciale poi, all’interno di Flexa, una tra le più storiche aziende di produzione di macchinari dedicate al mondo Viscom. Forte della propria conoscenza di settori in continua evoluzione, Sottana si appresta a raccogliere con entusiasmo la nuova sfida del mercato del termoadesivo e della personalizzazione dell’abbigliamento. B-Flex Italia, con sede a Sovizzo (VI), è specializzata nella produzione di termoadesivi, che trovano applicazione in numerosi settori, dal mondo sportivo al fashion. Nel 2017 nasce B-Flex America per portare il termovinile stampabile B-Flex negli Stati Uniti ed espandere le proprie opportunità di business nell’ambito della personalizzazione dei capi di abbigliamento.
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NEWS DALLE AZIENDE
Agfa NV – Jeti Tauro Virtual Showroom
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In questi giorni di attività fortemente condizionati dall’emergenza coronavirus, Agfa ha pensato ad un nuovo modo per mantenere e sviluppare il contatto continuo con i propri clienti o con i clienti potenziali presentando la nuova Jeti Tauro Virtual Showroom. La promozione è stata fatta attraverso tutti i principali Social Media. Visitando la pagina, si ha la possibilità di immergersi nel mondo Agfa ed eseguire un tour virtuale dello showroom tra differenti configurazioni di Tauro, con o senza automatismi, e tramite le immagini poste sui muri si può accedere ad ulteriori aree per acquisire informazioni più dettagliate relative a: • I vantaggi dell’utilizzo della tecnologia LED • Interviste a clienti testimonial che usano Agfa Tauro in produzione • Scoprire le 7 ragioni della stampa Extreme di Agfa • Approfondire la stampa di applicazioni innovative per creare del valore aggiunto ai propri stampati • Conoscere le prerogative green degli inchiostri Agfa
La grafica richiama lo Showroom esistente presso la sede europea di Agfa ad Anversa (Belgio), e in questo periodo di spostamenti forzatamente limitati, la virtual showroom diventa un’importante occasione per acquisire informazioni e approfondimenti sulle potenzialità offerte dalla tecnologia Jeti Tauro. Ad oggi i componenti principali della famiglia sono la Tauro H2500, un plotter ibrido da 2,5 m di luce e produttività fino a 250 mq/ora e la Tauro H3300, l’ammiraglia Agfa con luce di stampa di 3,3 m e una produttività fino a 450 mq/ora. Nella visita virtuale sarà possibile quindi approfondire le conoscenze dei due prodotti in ben 5 diverse configurazioni: dall’inserimento e scarico manuale, all’utilizzo di un ABF Automatic Board Feeder che eleva la configurazione ad una automazione 3/4, alle due diverse configurazioni RTR per la stampa di materiali flessibili fino alla configurazione della Tauro H3300 con carico e scarico completamente automatico.
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genARate sperimenta l’uso dell’AR nella cartellonistica Oggi, per molte aziende, soprattutto nell’ambito della comunicazione visiva e del retail, si impone la necessità di sperimentare nuove modalità di comunicazione con i clienti, prendendo in considerazione i cambiamenti epocali a cui stiamo andando incontro. Per questo, integrare soluzioni di realtà aumentata si conferma un investimento strategico fondamentale. Qualche esempio pratico arriva da genARate, la soluzione di Konica Minolta per la creazione di esperienze di realtà aumentata, che consente di trasformare facilmente i contenuti stampati in comunicazioni interattive coinvolgenti. Sul loro canale YouTube è possibile vedere alcuni utilizzi dell’AR associata al mondo della cartellonistica, contribuendo alla realizzazione della campagna di recruiting per KM Career o di importanti eventi sportivi come il torneo di tennis Estoril ATP Open. genARate parte sempre da un’immagine stampata che, una volta inquadrata con l’app, permette di accedere a contenuti digitali collegati a quell’immagine. Questi contenuti possono essere: link a social network, immagini, video, link a siti web, e-commerce o oggetti 3D interattivi.
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NEWS DALLE AZIENDE
Grazie all’esperienza ventennale nel mondo del digital signage, M-Cube sta potenziando soluzioni per consentire l’applicazione delle regole di distanziamento imposte dalla fase 2 dell’emergenza. Il controllo degli accessi viene semplificato grazie al posizionamento di totem e monitor all’ingresso del negozio, gestiti tramite app dal personale di vendita e dal sistema di rilevazione degli ingressi. Inoltre, tramite un’applicazione dedicata, il personale di vendita monitora costantemente gli accessi e può intervenire in caso di necessità, bloccandoli se opportuno. I display, ben visibili all’esterno dello store, indicano alle persone i tempi di attesa, le misure di distanziamento e igiene da rispettare e segnalano, tramite apposito messaggio, quando è possibile entrare. La sicurezza, sia dei clienti che del personale di vendita, è facilitata tramite apposita termo-camera per il monitoraggio della temperatura corporea delle persone in ingresso, collegata direttamente con l’applicazione di gestione e controllo degli spazi del personale. Oltre alle appli-
M-Cube potenzia lo sviluppo di tecnologie per la gestione dell’ingresso di persone all’interno dei negozi
Promoservice investe nel grande formato grazie a Cura Italia con il supporto di NGW In un periodo in cui le aziende patiscono gli effetti della pandemia, Giuseppe Ventrone, CEO di Promoservice, ha realizzato un progetto per riconvertire una parte dell’azienda sfruttando il decreto “CuraItalia”. Per farlo si è avvalso di un partner tecnologico come NGW Group. Le macchine installate sono una dGen Papyrus Grande, stampante sublimatica ibrida da 3,2 m, e una calandra Monti 901 – 3600, da 3,6 m. L’azienda casertana è specializzata nella stampa digitale di grande formato, nel soft signage e nella gadgettistica. Il suo mercato di riferimento è l’Italia, dove lavora principalmente nel B2B.
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Il Digital Signage per gestire il flusso dei clienti in-store
cazioni offline, M-Cube ha sviluppato una serie di soluzioni online che permettono al cliente di prenotare l’ingresso in un determinato orario, verificare i tempi di attesa in coda o la disponibilità di determinati prodotti e punti di consegna.
Tra arte e carte: le proposte per interior di Ambientha che attingono alle opere di designer internazionali
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Anche i muri parlano e dicono molto di noi. Ambientha, start up italiana specializzata in wallpaper e decorazione d’interni, ha messo a punto uno shop, inaugurato l’anno scorso, dove ciascun utente può scegliere tra decine di collezioni differenti o addirittura progettare la propria carta da parati, in base alle proprie esigenze e al proprio stile. L’offerta è personalizzata e studiata per creare atmosfere suggestive in ambienti residenziali, pubblici e di lavoro, ideali per l’ambito retail e contract. Ogni settimana, Ambientha commissiona un nuovo wallpaper ad artisti, italiani e stranieri, di rilevanza internazionale.
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EVENTI WEBINAR
Alcuni dei protagonisti che hanno partecipato agli incontri ospitati “in salotto”.
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STAMPIAMOAVANTI un’iniziativa per riflettere sulle prospettive future del mondo della stampa ll salotto di Stratego Group è una sfida per sperimentare nuove forme di informazione e comunicazione, per non perdere in queste settimane così difficili i contatti e il confronto con la community dell’industria della stampa. Un webinar per non rimanere fermi, anche se l’emergenza coronavirus ci ha costretti a rallentare. #stampiamoavanti | Il salotto di Stratego Group è il nuovo format di Stratego Group, un appuntamento online e in streaming su YouTube durante il quale voci dell’industria della stampa si confrontano per esorcizzare timori e studiare strategie per il “dopo Covid-19” ossia per quando tutti potranno ripartire a pieni motori. Ogni salotto prevede la partecipazione
di professionisti provenienti dal mondo della stampa e della comunicazione, invitati a chiarire alcuni aspetti legati al proprio ambito di competenza e rispondere alle domande poste dagli ascoltatori. L’iniziativa nasce dal desiderio di restare in contatto con il mercato della stampa e far sì che i temi che trovano spazio sulle testate di Stratego Group possano diventare occasioni di approfondimento con gli influencer e scambio di opinioni tra i professionisti che animano questo mercato, in attesa di poter tornare a organizzare presto nuovi eventi dal vivo. Numerosi e sempre diversi gli argomenti approfonditi nel corso delle ultime settimane. Tra i più recenti: i possibili scenari del mondo del retail e i cambiamenti in atto nel nostro modo di percepire l’esperienza d’acquisto instore; le conseguenze dell’emergenza sulla stampa industriale e le prospettive che i professionisti
del settore stanno prendendo in considerazione per i prossimi mesi; l’impatto della pandemia sulla supply chain e sul modo in cui i fornitori di materiali si sono adeguati alle nuove richieste degli stampatori sul fronte dei supporti e dei prodotti per la stampa; una riflessione sull’impatto economico della diffusione del coronavirus sulle tipografie italiane e su quanto le misure del Decreto Rilancio soddisfino le aspettative dell’Industria Grafica, a partire dai risultati della survey condotta da Stampamedia su un panel di stampatori di ogni dimensione attivi su tutto il territorio nazionale.
#stampiamoavanti | Il Salotto torna con un nuovo appuntamento ogni giovedì alle ore 16. Per partecipare basta iscriversi al webinar, ospitato dalla piattaforma Zoom o seguire la diretta in streaming sul canale YouTube di Stratego Group dove è anche possibile recuperare i video delle puntate precedenti.
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SPECIALE TEXTILE A CURA DI CATERINA PUCCI
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L’Istituto Superiore di Sanità le ha definite “mascherine di comunità”. Molte aziende attive nell’ambito dell’industria tessile hanno iniziato a realizzarle per far fronte alle difficoltà di approvvigionamento e offrire un servizio alla comunità. Mentre gli scienziati studiano le migliori combinazioni di materiali, online (ma anche nei negozi) se ne trovano in colori, forme e stampe di ogni tipo.
LAVABILI, RIUTILIZZABILI E PERSONALIZZATE: COSÌ LE
di Caterina Pucci
Le mascherine sono ormai sulla bocca di tutti, letteralmente. In base al DPCM del 26 aprile il loro utilizzo è diventato obbligatorio all’interno di spazi confinati o all’aperto in cui non sia possibile garantire il distanziamento fisico. In alcune regioni l’obbligo di indossarla è stato esteso anche ad altri contesti. Attualmente, i dispositivi FFP (Filtering Face Piece) sono gli unici in grado di impedire a eventuali particelle di contaminare il sistema respiratorio di chi le indossa. Le mascherine chirurgiche, a uso medico, sono invece funzionali a proteggere gli altri. Sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio, rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione. Di fronte all’iniziale difficoltà riscontrata da molti a reperire questi dispositivi di protezione individuale a prezzi accessibili, molte aziende legate alla filiera tessile hanno cominciato a riconvertire le proprie produzioni per far fronte a questa esigenza. Sono nate così quelle che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha definito “mascherine di comunità”. Il 9 maggio lo stesso ISS ha pubblicato alcuni chiarimenti sul loro corretto utilizzo, giudicandole comunque una misura complementare utile a contenere il rischio di trasmissione del virus. Come le mascherine chirurgiche anche queste hanno la funzione di proteggere gli altri e non se stessi. Come previsto dall’articolo 16 comma 2 del DL del 17 marzo 2020, hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono
Mascherina prodotta da Durst a tre strati con esterno in poliestere stampabile e filtro estraibile e disinfettabile.
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Due mascherine personalizzabili, composte da cotone 100% e TNT idrorepellente, dell’azienda Teetaly, con sede a Nepi (VT).
comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso. Nel frattempo, uno studio condotto da un team di ricerca statunitense – i cui risultati sono ancora da confermare – e pubblicato sulla rivista ACS NANO ha provato a decretare quali possano essere le combinazioni di materiali che non lasciano passare le goccioline potenzialmente contenenti il nuovo coronavirus. Il materiale più efficiente sembrerebbe essere un sottile strato di cotone combinato con due strati di poliester-spandex chiffon; risultati simili si ottengono associando il cotone a strati di seta o flanella. Mentre le stesse aziende mettono in campo i propri reparti di ricerca e sviluppo per perfezionare le soluzioni esistenti, il web ha cominciato a popolarsi di questi articoli che sono infine giunti anche nei piccoli negozi di quartiere. Ne esistono ormai in forme, colori e composizioni molto diverse. Riviste come Vogue
MASCHERINE DI COMUNITÀ CHE SPOPOLANO SUL WEB America hanno cominciato a realizzare liste e selezioni di mascherine, giudicandole anche in base all’estetica, proprio come un qualsiasi accessorio alla moda. Non sarebbe la prima volta nella storia dell’umanità che questo genere di prodotto si trasforma in una sorta di “must have”. Recentemente, in un articolo apparso sul New York Times, il medico e antropologo Christos Lynteris ha dichiarato come già alla fine degli anni dieci, nel periodo dell’influenza spagnola, fossero diventate un accessorio di utilizzo quotidiano. Senza dimenticare che in molti paesi asiatici, ben prima dell’inizio della pandemia, venivano utilizzate per una questione di educazione, prima ancora che di protezione individuale. Difficile dire ora se, passata l’emergenza, cominceremo a considerarle come parte integrante del guardaroba. Quel che è certo è che non si tratta di un’ipotesi così assurda.
A sinistra, mascherine protettive antidroplet dell’azienda di stampa su tessuti Seride, in provincia di Como. Sotto, mascherine personalizzate EcoTex dell’azienda di stampa digitale Imagink, di Bolzano, realizzate in tessuto poliestere 100%, traspiranti e lavabili.
essere considerate né dei dispositivi medici né dei dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARSCOV-2 pur non potendo in alcun modo sostituire il distanziamento fisico, l’igiene costante e accurata delle mani e l’attenzione a non toccare viso, occhi, naso e bocca. In base al comma 2 dell’articolo 3 del DPCM del 26 aprile le mascherine di comunità possono dunque essere utilizzate a patto che si tratti di dispositivi realizzati con materiali multistrato, che non devono essere né tossici, né allergizzanti né infiammabili. Sempre secondo l’ISS, per risultare efficaci, le mascherine di comunità devono garantire
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32a Mostra Convegno Internazionale di Comunicazione Visiva
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Tutti pazzi per le t-shirt
Da simbolo di ribellione generazionale a propagatore di messaggi politici e sociali. Le t-shirt hanno sedotto un po’ tutti, diventando un mezzo di espressione personale, che le tecnologie di stampa digitale possono aiutare a realizzare. Abbiamo intervistato alcuni stampatori e fornitori per sondare lo stato del mercato in questo momento.
di Caterina Pucci
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Creative Promotion nasce a Potenza, nel 2010, dall’idea di due fratelli, che hanno deciso di investire nella stampa di t-shirt, puntando in particolare sulla stampa digitale diretta su tessuto, la più indicata a far fronte all’estrema richiesta di personalizzazione espressa dagli utenti.
E-commerce e t-shirt è il binomio che meglio descrive i nostri tempi comunicazione per arrivare a un certo tipo di utente?
Mario e Francesco Colonnese Soci di Creative Promotion Come nasce il vostro progetto?
digitale diretta era sconosciuta ai più e non suscitava ancora grande interesse. Nel mondo della stampa promozionale, che all’epoca andava a gonfie vele, c’era la tendenza a produrre quantitativi medio-alti a prezzi ultra competitivi, spesso trascurando il fattore estetico. Ricorderete le magliette con il nome dell’azienda corredato da indirizzo, mail e altre informazioni varie e inutili. Sembravano più biglietti da visita che t-shirt. Oggi è tutto diverso: le aziende sono molto più attente alla propria immagine, la cultura grafica è cresciuta tantissimo e non è più soltanto appannaggio dei professionisti. Inoltre, la stampa digitale ha liberato la creatività in modi che la serigrafia non consente.
Creative Promotion nasce a Potenza nel 2010. In quel periodo collaboravamo già con alcune serigrafie soprattutto dal punto di vista commerciale, ma abbiamo deciso di metterci in proprio per puntare sulla stampa digitale e sul commercio online. Dopo uno studio attento di molti forum americani – che sul fronte del digitale erano già avanti – e due anni di partecipazione a Viscom, abbiamo acquistato la nostra prima stampante DtG, una Brother GT-541. In poco tempo abbiamo creato il sito personalizzati.net dove, grazie al nostro t-shirt designer, l’utente può personalizzare a piacimento la propria t-shirt. Quando abbiamo cominciato, la serigrafia la faceva da protagonista, mentre la stampa Quale tipo di tecnologie
e tecniche di stampa utilizzate? Qual è la quantità di ordini mese che vi trovate a gestire?
Oggi siamo attrezzati con una giostra serigrafica a quattro colori, plotter da stampa e taglio, plotter da taglio che utilizziamo per creare effetti particolari (floccati, reflex, rigonfiati etc.) o per stampe a intaglio su materiali tecnici che potrebbero crearci problemi in serigrafia. Ma il fiore all’occhiello della nostra attività è da sempre la tecnologia DtG: siamo attrezzati con due stampanti Brother, rispettivamente GT-782 e GT-X, corredate da due macchine per pretrattamento automatico e un forno Chiossi, indicato per l’asciu-
gatura di materiali delicati che potrebbero risentire dell’asciugatura a pressa. Ci troviamo a gestire diverse centinaia di ordini al mese, che vanno dalla singola copia a diverse centinaia di pezzi.
La stampa di magliette diventerà un business prevalentemente “digitale”?
Per quanto ci riguarda possiamo affermare con certezza che la maglietta è già un business digitale. Innanzitutto la progettazione grafica viene effettuata con programmi che oggi sono utilizzati con competenza anche da tanti non addetti ai lavori. Anche la vendita avviene prevalentemente online: gli ecommerce hanno surclassato il negozio fisico, anche grazie ai social, che sono un fenomenale mezzo di promozione. Infine, oggi che la stampa digitale ha raggiunto standard di affidabilità e qualità elevati, superando le criticità legate alla durabilità dei macchinari e alla velocità produttiva, sarebbe davvero complicato entrare nel mondo della produzione di t-shirt senza equipaggiarsi con la stampa DtG.
Qual è la tipologia di cliente con cui lavorate maggiormente? Quali sono gli standard richiesti e quali le strategie di
Soprattutto negli ultimi anni abbiamo affiancato decine di progetti, alcuni dei quali molto innovativi e interessanti che sono cresciuti in maniera continuativa. Spesso ci siamo confrontati con giovani convinti di poter raggiungere il successo con il mercato delle t-shirt, ma non tutti ce la fanno. Ci vuole la capacità di comunicare messaggi attuali, che arrivino in maniera immediata. E ovviamente l’abilità di tradurli in grafiche accattivanti e di tendenza.
Sicuramente è troppo presto per fare pronostici, ma le ultime settimane avranno delle conseguenze sulle abitudini di acquisto dei consumatori. Quali cambiamenti vi aspettate sul breve e lungo periodo?
Il 2020 era cominciato in maniera molto promettente come accade ormai già da qualche anno. A marzo ci aspettavamo una crescita di ordini, che avviene in maniera fisiologica in vista dell’estate, ma abbiamo visto un azzeramento totale degli ordini. A prescindere dalle tendenze e dai gusti personali, la t-shirt è un mezzo di comunicazione, ma anche di socializzazione. Il momento cupo che stiamo vivendo stride con questi concetti ma siamo sicuri che, non appena ci riapproprieremo della nostra quotidianità, il mercato tornerà a crescere.
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Sublitex parte del Gruppo Miroglio, nasce per esplorare le frontiere della tecnologia transfer. L’attenzione alle esigenze di mercato, unita alla spinta verso l’innovazione tecnologica, le hanno permesso di affermarsi a livello mondiale in diversi ambiti tra cui la decorazione d’interni.
L’abbigliamento sportivo è di tendenza, ma deve garantire alte performance Giuseppe Lano e Claudio Costa rispettivamente AD e Responsabile Prodotto Quando nasce il vostro progetto?
Sublitex nasce ad Alba nel 1976 in seno al Gruppo Miroglio, come progetto avveniristico di sperimentazione e implementazione della stampa sublimatica per il mondo fashion. Recentemente abbiamo introdotto una sua linea di stampati in poliestere, la collezione “Urban”, realizzata anche con tessuti riciclati. Inoltre, nobilitiamo metalli con prodotti che usano inchiostri ad alta solidità.
Quale tipo di tecnologie e tecniche di stampa utilizzate? Quali le principali richieste dei clienti?
I nostri clienti ci chiedono flessibilità, nei disegni, nel servizio e nei quantitativi. Vogliono velocità e precisione. Per andare incontro a queste esigenze utilizziamo stampanti tradizionali rotocalco, per far fronte ad alti volumi produttivi, e stampanti digitali di ultima generazione, in grado di assicurare la massima resa cromatica anche su tirature minime. Nello sportswear sono sempre maggiori le richieste di personalizzazioni originali, soprattutto tramite stampe fluorescenti e nobilitazione con resine trasparenti e colorate. In Sublitex siamo attrezzati con un importante reparto creativo e, investendo costantemente in ricerca, abbiamo sviluppato la possibilità di stampare con coloranti fluo dalla resa altamente qualitativa e dagli effetti estremamente
vividi. L’abbigliamento sportivo è in rapida diffusione e sta assumendo una dimensione sempre più urbana. Ma deve continuare ad assicurare caratteristiche tecniche e performance che garantiscano il comfort e la salute della pelle, gratificando il senso estetico di chi lo indossa.
Oggi che la t-shirt è un mezzo di espressione soprattutto per i più giovani, la personalizzazione è un grande plus. La stampa di magliette diventerà un business prevalentemente “digitale”?
La stampa digitale offre senz’ombra di dubbio una flessibilità produttiva incomparabile e si presta a un altissimo livello di personalizzazione, per andare incontro anche alle richieste più esigenti. Avrà un ruolo sempre maggiore nella produzione di tessuti per lo sportswear, in special modo per quanto con-
cerne le t-shirt, un settore nel quale il sapersi adattare in modo repentino ai nuovi gusti stilistici e alle nuove tendenze è quanto mai determinante.
Qual è la tipologia di brand e aziende con cui collaborate? Quali sono gli standard richiesti e quali le strategie di comunicazione per arrivare a un certo tipo di utente?
e del servizio. La sempre più spiccata attenzione dei clienti finali alla sostenibilità dei prodotti non ci ha colti impreparati. Da sempre scegliamo materiali riciclabili, inchiostri ecocompatibili, processi produttivi water-free e a bassissimo impatto di CO2. Le strategie di comunicazione che mettiamo in campo vanno dall’advertising su testate specializzate alla presenza nelle fiere di settore. La miglior comunicazione per Sublitex e per i nostri prodotti è comunque sempre la promozione che ci fanno spontaneamente i nostri clienti soddisfatti.
Sicuramente è presto per fare pronostici, ma le ultime settimane avranno delle conseguenze sulle abitudini di acquisto. Quali cambiamenti vi Collaboriamo con aziende aspettate sul breve e dell’ambito moda, sportswe- lungo periodo? ar, sia grandi brand che piccoli produttori. Con la nostra tecnologia riusciamo a far fronte in maniera ottimale sia a elevate che piccole tirature. Teniamo fede ai più elevati standard in termini di qualità della produzione
Gli effettivi cambiamenti li vedremo maggiormente nelle prossime settimane. Tuttavia, già oggi notiamo, da parte dei clienti, una maggiore attenzione al rispetto dei protocolli, dal sanitario al chimico, alla tutela dell’ambiente e del lavoro. Ciò è probabilmente il riflesso di una aumentata sensibilità del consumatore non sempre presente prima dell’emergenza Covid-19. Lavoriamo da sempre nel rispetto dei più rigorosi standard di sostenibilità e sicurezza. Ne è ulteriore comprova il fatto che Sublitex si è dotata di un sistema certificativo integrato, essendo accreditata ISO 9001 (gestione della qualità), OHSAS 14001 (gestione ambientale) e OHSAS 18001 (salute e sicurezza).
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T-shirt Factory
è una startup che, attraverso il portale Teetaly.pro, permette a retailer, aziende e agenzie di sfruttare i vantaggi della personalizzazione direct to garment per realizzare prodotti unici in modo tempestivo.
Estendere i vantaggi del direct-togarment al mondo dell’abbigliamento abitudini di acquisto dei consumatori. Quali cambiamenti vi aspettate sul breve e lungo periodo?
Vincenzo Cirimele ideatore e fondatore di T-shirt Factory Quando nasce l’idea di T-shirt Factory e Teetaly?
Circa un anno fa, quando io e mia moglie Maria Stella, analizzando il mondo della gadgettistica personalizzata, ci siamo resi conto che nel mercato del fashion, così importante in Italia, non esisteva ancora una produzione customizzata just-in-time per il garment on demand. Abbiamo quindi deciso di creare una factory tutta italiana che potesse soddisfare efficacemente questa domanda. In prima battuta abbiamo svolto accurate ricerche per selezionare il partner tecnologico in grado di offrirci sistemi di stampa eco-friendly con produttività industriale. Successivamente abbiamo creato Teetaly, una piattaforma online molto strutturata, che offre servizi diversi a seconda della tipologia d’utente. Da una parte abbiamo creato un esclusivo configuratore online rivolto al target consumer che permette di personalizzare anche il singolo capo; dall’altra, con
Teetaly Pro, offriamo all’utenza business un servizio industriale, che va dalla produzione alla gestione del magazzino, fino al delivery in tutto il mondo. Un’offerta già molto apprezzata da aziende del fashion che hanno shop fisici in Italia e all’estero.
La stampa di magliette diventerà un business quasi esclusivamente “digitale”?
Certamente no, perché di fatto non tutti hanno bisogno di una customizzazione dei propri prodotti, ma sicuramente la percentuale di aziende e clienti che chiederanno di personalizzare magliette e felpe è in continuo aumento, tanto che nei prossimi anni prevediamo trend di crescita a doppia cifra.
Qual è la tipologia di brand e aziende con cui collaborate maggiormente. Quali gli standard richiesti?
Con Teetaly Pro, ci rivolgiamo sia a realtà che già operano in questo settore (come le tradi-
zionali serigrafie), sia a produttori di tessile e aziende del fast fashion che vogliono prodotti di qualità eccellente con un orientamento eco-friendly. Un’altra tipologia di clienti business a cui ci rivolgiamo sono le agenzie che servono i grandi brand per la realizzazione di campagne promozionali e di loyalty. Per queste realtà produciamo on demand gadget personalizzati come cappellini, magliette, felpe.
Quali le strategie di comunicazione per arrivare a un certo tipo di utente?
Sul lato business ci stiamo muovendo con la creazione di rapporti one-to-one: un approccio commerciale che ci consente di spiegare in dettaglio l’unicità del nostro servizio, studiando insieme ai clienti progetti customizzati in base alle diverse esigenze.
Quali tecnologie di stampa utilizzate? Quanti ordini mese processate in media?
Il cuore del nostro reparto produttivo sono le tecnologie Kornit Digital. Attualmente la nostra capacità produttiva ci permette di evadere mensilmente ordini fino a 100.000 pezzi.
Le ultime settimane avranno delle conseguenze sulle
Non prevediamo grandi cambiamenti, anche se è plausibile immaginare un incremento delle vendite online rispetto al negozio fisico, almeno per un certo periodo. Notiamo invece già da ora, e riteniamo che si manifesterà ancora di più in futuro, una particolare attenzione alla certificazione del prodotto in termini di composizione e provenienza, sia da parte dell’utenza consumer, che da quella business. Da questo punto di vista possiamo assicurare che la nostra produzione è 100% Made in Italy. Sul fronte business, sono molti i negozianti – al momento fermi nel rispetto delle norme di distanziamento sociale – che si stanno interessando all’offerta di Teetaly Pro, che mette a loro disposizione una piattaforma online già pronta all’uso, da personalizzare con la propria immagine aziendale per la vendita delle proprie collezioni. Un servizio a disposizione tanto di realtà più strutturate quanto di brand emergenti. Proprio in questi giorni, ad esempio, siamo stati contattati da tre giovani designer che durante questa quarantena hanno dato vita a un nuovo brand denominato “La Dittatura dell’Amore”. Grazie a Teetaly Pro è già possibile acquistare online la loro linea #QuaranTshirt. Un progetto creativo e solidale: i proventi di ciascun acquisto effettuato saranno infatti devoluti alla Croce Rossa Italiana.
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Toro&Moro nasce nel 2016 tra le campagne del Monferrato piemontese. L’esigenza è quella di proporsi come elemento di rottura rispetto ai brand blasonati, rivendicando con orgoglio la propria qualità artigianale che va di pari passo con una spiccata propensione all’innovazione.
Pensiamo alla t-shirt come un’esperienza non un semplice prodotto Eugenio e Matteo Gastaldo titolari di Toro&Moro Come nasce Toro&Moro?
Volevamo rinnovare un mercato fermo agli anni 50-70, ossia il periodo di consacrazione della t-shirt grazie a celebrità come Marlon Brando e James Dean. Siamo partiti con l’e-commerce concentrandoci su quattro elementi: personalizzazione, sostenibilità, qualità e unicità del prodotto. Nel 2018 abbiamo lanciato il nostro primo concept store Toro&Moro Experience, seguito poi da altri punti vendita a Genova, Torino e infine Milano, dove abbiamo aperto un popup store in collaborazione con il brand Ca’puccino. Toro&Moro Experience nasce per coniugare virtuale e fisico e offrire al cliente un’esperienza più che un semplice prodotto. Attraverso i tablet presenti in store, affiancati da un nostro designer o operatore, i clienti possono selezionare un template o proporre il proprio, per poi realizzare la propria maglietta personalizzata in pochi minuti.
intorno alle 500-1000 t-shirt mese per quel che riguarda la vendita in negozio. Nell’ambito del B2B i numeri dipendono dal periodo – attività promozionali, fiere o altri eventi in corso – ma siamo intorno alle 400 magliette mese.
babile che si vada incontro a un’integrazione delle diverse tecniche di stampa, come la serigrafia e la stampa 3D.
Qual è la tipologia di utente con cui lavorate maggiormente? Qual è la vostra strategia di comunicazione?
Lavoriamo con le aziende ma anche con molti artisti. Per esempio, un paio di anni fa, abbiamo realizzato una rassegna collaborativa con grafici come Maria Lagona (in arte Badi). Recentemente, con l’Ospedale di Alessandria abbiamo avviato l’iniziativa “Un gesto in più”; per ogni t-shirt venduta, disponibile in quattro differenti versioni, il 70% dell’importo sarà devoluto alla struttura ospedaliera per far fronte all’emergenza coronavirus. A livello di comunicazione, abbiamo una persona incaricata di gestire la strategia digital e che cura sito, social, newsletter, portale e-commerce e il nostro blog, che raccoglie news e articoli legati alla stampa di t-
shirt e al branding. Cerchiamo di mantenere una presenza costante e capillare su tutti i canali.
Quali tecnologie di stampa utilizzate? In media, qual è la quantità di ordini al mese che gestite?
Abbiamo instaurato un rapporto di fiducia con Brother, che è il nostro principale fornitore. Recentemente abbiamo introdotto la stampa serigrafica a colletto, abbandonando la stampa transfer serigrafica, con cui effettuavamo la termosaldatura dell’etichetta al capo, ma che esponeva i capi a una maggiore usura. Per quanto riguarda gli ordini il 70% del fatturato arriva dall’offline, il 20% dall’online e il 10% dal B2B. Le tirature variano a seconda del periodo dell’anno, orientativamente ci aggiriamo
Le ultime settimane avranno delle conseguenze sulle abitudini di acquisto dei consumatori. Quali cambiamenti vi aspettate sul breve e lungo periodo?
Non credo che la gente acquisterà meno, ma sicuramente cambieranno le nostre abitudini di acquisto, quanto meno nel breve periodo. Probabilmente faremo più attenzione alla qualità dei prodotti che scegliamo di acquistare. Per quel che riguarda l’online, abbiamo notato un aumento sensibile degli ordini con una ulteriore richiesta di personalizzazione. All’interno dei negozi fisici apporteremo modifiche strutturali, come le barriere in plexiglass, per garantire massima sicurezza agli utenti.
La possibilità di personalizzare costituisce un grande plus. La stampa di magliette diventerà un business quasi esclusivamente “digitale”?
Noi ci stiamo affidando totalmente alla stampa digitale, che ci permette di realizzare in pochissimo tempo stampe di altissima qualità. Ovviamente come in ogni settore, è pro-
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KORNIT DIGITAL
FEDERiCo ZUCCHETTi
Regional Sales Manager Italy di Kornit Digital
La stampa DtG si prospetta come uno dei segmenti destinati a crescere maggiormente nel futuro. Quali sono le peculiarità che l’hanno resa un’alternativa concreta alle tradizionali tecniche serigrafiche? La stampa DtG cresce velocemente. Nel nostro caso specifico, le soluzioni Kornit assicurano grande efficienza produttiva in confronto alla stampa su tessuto serigrafica. Grazie al processo wet-on-wet, le nostre tecnologie consentono di stampare direttamente su capo, effettuando il trattamento del tessuto contestualmente alla fase di stampa. La produttività unita alla resa qualitativa sono caratteristiche che soddisfano in pieno i requisiti del settore moda, che ha la necessità di stampare grafiche e design in qualità fotografica. Inoltre, la produttività delle nostro soluzioni di fascia alta, ci consente di essere competitivi anche nella gestione degli alti volumi nella stampa promozionale. Quali sono le nicchie di mercato che possono trarre maggior vantaggio dall’adozione di tecnologie DtG? Quali i principali limiti che ne frenano l’adozione su ampia scala (almeno per ciò che riguarda al momento il mercato italiano)? Sicuramente i business online stanno crescendo a vista
d’occhio. Si tratta di un settore in cui le tecnologie Kornit Digital possono integrarsi a pieno su piattaforme web gia esistenti e garantire servizi e prodotti di alto livello. L’integrazione e l’utilizzo delle nostre tecnologie è semplice e dà la possibilità di amplificare notevolmente il portfolio di prodotti disponibili sul proprio portale e-commerce. Tutto il settore della moda può trarne vantaggio, ma nello specifico il settore dello sportswear. Proprio per far fronte alle richieste espresse da questo segmento, l’anno scorso abbiamo lanciato Avalanche Polypro, la prima tecnologia in grado di stampare in un unico passaggio su capi in poliestere destinati all’abbigliamento sportivo, mantenendo le prerogative di personalizzazione che caratterizzano la stampa digitale. Qual è la strategia Kornit Digital in questo segmento? Quali sono le principali esigenze espresse dai clienti? In che modo state cercando di perfezionare il portfolio delle soluzioni per far fronte a queste richieste? Il portafoglio Kornit per quel che riguarda la stampa diretta su capo d’abbigliamento è molto esteso e vanta attualmente nove soluzioni differenti, progettate per adattarsi a ogni esigenza, (Breeze, fa-
miglia Storm, famiglia Avalanche, Atlas, Vulcan, e Polypro). La tecnologia HD sti sta progressivamente affermando per far fronte alle richieste di qualità dei clienti. Il nostro reparto di ricerca e sviluppo è sempre al lavoro per cercare di proporre nuove soluzioni al mercato, sia sul fronte delle nuove soluzioni di stampa sia su quello dei consumabili, mettendo a punto chimiche sempre più performanti e, al contempo, a ridotto impatto ambientale. La sostenibilità è uno dei temi più dibattuti soprattutto nell’industria dell’abbigliamento. Le soluzioni DtG possono essere considerate un’alternativa più sostenibile? Clienti e prospect si sono dimostrati sensibili a questa problematica o c’è ancora molta strada da fare?
La sostenibilità è una missione e stiamo facendo attentamente la nostra parte: le nostre tecnologie garantiscono zero consumo di acqua e non utilizzano processi inquinanti. Oltre a rendere le tecnologie ecofriendly, cerchiamo di ridurre gli sprechi incoraggiando la stampa on demand o stampando solo ciò che è necessario. Inoltre, tramite il processo di reshoring – che consiste nel riportare le produzioni a casa – stiamo tentando di ridurre ulteriormente consumo di energia. I nostri inchiostri NeoPigment EcoRapid e Olympia sono completamente eco-friendly, non contengono sostanze chimiche nocive e hanno ottenuto tutti gli aggiornamenti per quel che riguarda le certificazioni ECO PASSPORT, GOTS 5 e Nike RSL (Restricted Substance List).
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RICOH
maURo BoRGHi
Inkjet Sales Specialist di Ricoh Italia
La stampa DtG si prospetta come un segmento in forte crescita. Quali sono le peculiarità che la rendono un’alternativa concreta alle tradizionali tecniche serigrafiche? Da oltre un decennio stiamo assistendo a un boom del segmento direct-to-garment e, stando ai numeri, questo trend è destinato ad accompagnarci ancora a lungo. Da una parte è cresciuta la fiducia degli stampatori e dei serigrafi nei confronti delle tecnologie digitali. Dall’altra si sono consolidati i volumi, soprattutto grazie allo sviluppo dei webto-print. I vantaggi sono chiaramente la possibilità di gestire piccole tirature fino alla singola copia, che sono richieste prevalentemente dal cliente occasionale e dal mercato dell’online. Inoltre, il DtG consente di gestire grafiche multicolor, sfumature, testi, tinte piatte senza porre alcun limite alla personalizzazione. Per quel che riguarda la competitività rispetto ad altre tecnologie, in tutti i settori deve esserci un bilanciamento tra le diverse tecnologie. La decisione ultima resta appannaggio dello stampatore. Sicuramente investire in una tecnologia digitale significa non precludersi una fascia consistente di lavori che la serigrafia non riesce a sopperire. Ci sono quindi dei vantaggi a livello di prodotto, ma anche di costi complessivi. Il digitale comporta una riduzione degli ingombri e una semplicità d’uso che lo rende ideale anche per uno stampatore alle prime armi. Quale clientela può trarre maggior vantaggio dall’adozione di tecnologie DtG? Credo che la stampa DtG abbia creato un’opportunità. A beneficiarne è una platea sempre più ampia di stampatori, che attraverso la personalizzazione e un uso sapiente dello storytelling possono
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raggiungere una base di clienti illimitata. Nell’ambito delle t-shirt si tratta prevalentemente di clienti giovani, intesi sia come stampatori che come utenti finali. In particolare, le caratteristiche del DtG, rispetto alle tecniche tradizionali, possono facilitare il percorso di avvicinamento dei giovani stampatori al mondo della stampa su tessuto. D’altra parte, anche gli stampatori tradizionali e i serigrafi possono trarre benefici dalla scelta di affiancare tecnologie tradizionali e digitali, andando a completare la loro offerta. Inoltre, per agenzie e creativi nel settore tessile rappresenta un mezzo pratico e veloce per creare mock up, sample, prima di passare a una produzione massiva che viene effettuata con altre soluzioni. Qual è la strategia Ricoh in questo segmento? Quali sono le principali esigenze espresse dai clienti? Ricoh è entrata in questo mercato da un paio di anni. In questo periodo il portfolio delle nostre soluzioni si è via via arricchito e continuerà a essere integrato in futuro. Per i clienti la qualità resta una delle principali prerogative indipendentemente dal tipo di applicazione che si trovano a realizzare. La sostenibilità è uno dei temi più dibattuti soprattutto nell’industria dell’abbigliamento. Le soluzioni DtG possono essere considerate un’alternativa ecofriendly? Clienti e prospect sono sensibili a questa problematica? Sicuramente la tecnologia direct-to-garment diminuisce il time-to-market, eliminando tutta una serie di processi e con essi anche una serie di materiali, inchiostri, maschere serigrafiche. Come consumabili restano gli inchiostri che nel nostro caso sono inchiostri pigmento e il tessuto. Il directto-garment si focalizza su fibre
naturali come il cotone, ed è possibile trovare fibre a basso impatto ambientale per alimentare la filiera green e ovviamente incentivare un tipo di comunicazione che promuove l’utilizzo di tecnologie e consumabili il più possibile ecofriendly per incoraggiare un cambio di mentalità nei clienti. Ad oggi molti si sono sensibilizzati, ma abbiamo la consapevolezza che, trattandosi di un tema caldo, assisteremo a una progressiva evoluzione. Nel mondo del digitale e della DtG il cambiamento sarà più facile e immediato da gestire nel caso in cui le normative debbano cambiare.
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ROLAND
Cosimo malvaso
DSE Textile Sales Manager Roland DG Mid Europe
La stampa DtG si prospetta come uno dei segmenti destinati a crescere maggiormente nel futuro. Quali sono le peculiarità che l’hanno resa un’alternativa concreta alle tradizionali tecniche serigrafiche? Sicuramente una delle peculiarità della stampa Direct to Garment è data dalla possibilità di stampare piccole e medie tirature, anche di grafiche complesse e con più colori. Questa tecnologia abbatte i costi d’impianto tipici delle tecniche di stampa tradizionali. Al tempo stesso assicura una risoluzione elevata e la possibilità di realizzare sample, campionature e singoli pezzi senza costi aggiuntivi. Quali sono le nicchie di mercato che possono trarre maggior vantaggio dall’adozione di tecnologie DtG? Quali i principali limiti che ne frenano l’adozione su ampia scala (almeno per ciò che riguarda al momento il mercato italiano)? La t-shirt è uno dei capi d’abbigliamento più ricercati all’interno degli shop online e, grazie al digitale, per gli stampatori si aprono infinite opportunità di personalizzazione in questo campo. La stampa DtG ha offerto una possibilità a tutta una fetta di giovani designer desiderosi di creare le proprie collezioni senza avere l’obbligo di produrre un
postazioni multiple capace di stampare fino a 12 capi in contemporanea, o anche in all over con una produttività di tutto rispetto. La nostra idea è quella di porci in un segmento semi-industriale, fornendo una valida soluzione a tutti coloro che necessitano qualcosa in più rispetto a ciò che offrono altre soluzioni DtG a postazione singola. quantitativo minimo. Uno dei limiti riguarda la minore resistenza ai lavaggi, soprattutto se comparata alla serigrafia; inoltre, c’è gran dibattito su quel che riguarda le procedure di pretrattamento che, a mio avviso, rimane l’aspetto più delicato nella stampa digitiale su fibre naturali. Poi, chiaramente, i costi di produzione sulle tirature elevate sono maggiori rispetto alla serigrafia, ed è il motivo per cui la stampa digitale è prediletta solo per quantitativi bassi. In ultimo, non è ancora possibile stampare colori speciali (oro, argento, fluo) o creare effetti tattili e tridimensionali. Anche se, accoppiando la stampa diretta su tessuto con la stampa transfer, è possibile ottenere risultati simili. Qual è la strategia Roland in questo segmento? Quali sono le principali esigenze espresse dai clienti? In che modo state cercando di perfezionare il portfolio
delle soluzioni per far fronte a queste richieste? Roland ha approcciato questo mercato da poco più di un anno, ed ha recentemente lanciato un nuovo prodotto destinato a questo settore. Pone quindi molta attenzione agli sviluppi di questo segmento produttivo. I clienti hanno due tipi di esigenze diverse. Chi produce piccole quantità destinate al mondo della stampa promozionale che chiede una semplificazione del flusso produttivo. Chi opera in ambiti più vicini alla grande produzione o all’industria tessile chiede prodotti con maggior resistenza ai lavaggi (anche se ormai il digitale ha fissato un nuovo standard accettato dal mercato) e ha bisogno di garanzie sul piano produttivo. Roland ha nella sua gamma un entry level assoluto nella BT-12, perfetta per tutti coloro che vogliono cimentarsi con la stampa DtG operando investimenti contenuti. Una novità è invece la XT- 640S DTG una stampante con
La sostenibilità è uno dei temi più dibattuti soprattutto nell’industria dell’abbigliamento. Le soluzioni DtG possono essere considerate un’alternativa più sostenibile? Clienti e prospect si sono dimostrati sensibili a questa problematica o c’è ancora molta strada da fare? Lo sviluppo di un telaio serigrafico implica l’utilizzo di chimiche che poi vanno smaltite e un consumo di plastiche per le pellicole, oltre che circa trenta litri d’acqua per la realizzazione di ogni singolo telaio. A questo va aggiunto che spesso in serigrafia è necessario l’uso di cappe intermedie con un più alto consumo energetico. Inoltre si tratta di una tecnica che produce molti più scarti comparata al digitale. La sensibilità verso questi temi aumenta di giorno in giorno ed è ormai un tema fondamentale nella produzione tessile in Italia.
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PROFILI
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Lico Print, beachwear e sportswear dai colori brillanti come mai prima con Monna Lisa Evo Tre Fondata nel 1974 nel cuore del distretto tessile, Lico Print, nata come società di stampa di tessuti tradizionali come la seta per abbigliamento e accessori, a partire dagli anni Ottanta con la diffusione di fibre come la LYCRA, affianca alle lavorazioni più classiche quelle su tessuti elasticizzati e si specializza in beachwear e sportswear, divenuti oggi unici settori merceologici di riferimento. A spingere Lico Print verso la scelta della stampa digitale è stata la combinazione di una serie di esigenze: frazionamento del lavoro, risparmio sui costi fissi, velocità di campionatura ed elaborazione di design adatti a costumi da bagno e abbigliamento sportivo. «Abbiamo adottato la prima Monna Lisa per ampliare il parco macchine e valutare un’alternativa rispetto alle soluzioni che stavamo utilizzando. Dopo l’esperimento assolutamente riuscito, continuare a scegliere Monna Lisa è stato semplice e naturale – dichiara Mauro Livio, AD di Lico Print. La nostra produzione è equamente suddivisa fra tradizionale e digitale, ma il digitale rappresenta ben il 60% del fatturato. Su un milione e seicentomila metri di tessuto stampati all’anno, i metri stampati in digitale si aggirano tra gli 800 e i 900 mila. Ecco perché contare su soluzioni affidabili e versatili è essenziale ed è per noi garanzia di successo».
Mauro Livio, AD Lico Print.
Lico Print, in 45 anni di attività, ha percorso la “storia” della stampa nel distretto comasco passando dalla stampa tradizionale a mano su tavolo alla stampa con macchine piane, a quadro e rotativa fino ad approdare, con il nuovo millennio, all’esperienza del digitale.
Affidabilità, produttività e gamma colori senza paragoni Affidabilità, produttività e ripetitività delle stampe hanno portato Lico Print a scegliere Epson Monna Lisa senza riserve. Oggi Lico Print utilizza esclusivamente soluzioni Epson, per un totale di cinque stampanti: due Monna Lisa Evo Tre 32 PC, due Monna Lisa Evo Tre 16 PC e una Monna Lisa Evo Tre 32PC a 16 canali, l’ultima evoluzione della serie. In particolare, grazie ai Genesta Fluorescenti, Monna Lisa Evo Tre 32 a 16 canali, ancora oggi unica sul mercato, offre una configurazione a livello coloristico più ampia rispetto ai modelli precedenti e consente di ottenere stampe più brillanti e in linea ai desiderata dei clienti più esigenti. Un aspetto fondamentale per un’azienda come Lico Print che, stampando costumi da bagno e abbigliamento sportivo, è sempre alla ricerca di colori intensi di grande impatto. «Grazie all’utilizzo di colori fluo con Monna Lisa Evo Tre 16 canali, abbiamo finalmente la possibilità di proporre a clienti strategici campionature con colori brillanti ancora più rispondenti alle loro richieste, con una cromaticità unica nel suo genere finora impensabile da ottenere» conclude Livio. Monna Lisa Evo Tre 32 PC 16 canali è la prima stampante digitale capace di ospitare in un rack esterno sino a 16 diverse sacche di Genesta Acidi, compresi i Genesta Fluorescenti, che hanno da subito dato un’impronta colore unica alla produzione Lico Print. Il risultato è una gamma colori ampliata che migliora la solidità e, di conseguenza, la qualità del prodotto finale.
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FABRIZIO SELIS
Comunicare con le magliette La t-shirt è oggi un mezzo d’espressione potentissimo, che tanti giovani designer e stampatori cercano di trasformare in un’opportunità di business. Scegliere le tecnologie e i canali di comunicazione più indicati alle proprie esigenze diventa quindi fondamentale
di Caterina Pucci
L’esigenza di raccontarsi attraverso i capi d’abbigliamento appartiene all’umanità da sempre. Probabilmente la t-shirt è l’indumento che più di tutti ha consacrato questa abitudine secolare. Qualche anno fa il New York Times provò a ripercorrere la nascita di questo iconico indumento. A quanto pare, la prima maglietta a girocollo venne commercializzata nel 1904 da un’azienda di abbigliamento intimo, la Cooper Underwear Company sulla base di una serie di esperimenti condotti nel corso dell’Ottocento per introdurre un capo di abbigliamento pratico in tessuto elastico, ideale per il lavoro. A partire dagli anni Cinquanta, celebrità del cinema e della musica hanno contribuito a renderla un “must have”, simbolo di ribellione giovanile. Oggi le magliette personalizzate sono tornate protagoniste delle passerelle internazionali. Le grandi case di moda hanno saputo cogliere questa nuova tendenza a concepire la t-shirt come “statement” un mezzo per esprimere messaggi politici, sociali, ironici. Di conseguenza, complice anche la
progressiva affermazione degli ecommerce, negli ultimi anni sono nate piccole imprese intenzionate a farsi strada nel mondo del fashion e dello streetwear. Spesso si parla di brand creati da giovanissimi come Dolly Noire. Fondato nel 2013 da un gruppo di ventenni, amici d’infanzia, ha raggiunto in poco tempo il successo online e oggi conta oltre 300 punti vendita che lo distribuiscono.
Affidarsi ai professionisti Per le aziende diventa quindi cruciale affidarsi a professionisti della stampa di t-shirt, che non si limitino a riprodurre un logo o un motivo sul capo, ma possano offrire una consulenza a 360°. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Selis, responsabile marketing di Market Screentypographic, azienda cagliaritana specializzata nella vendita di forniture per serigrafi. Qualche anno fa Selis ha lanciato un corso di formazione itinerante, volto a creare una nuova figura professionale, quello che lui ha rinominato il “T-shirtaro”. «Storicamente i brand si sono sempre affidati alle serigra-
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fie, lasciandosi attrarre dai prezzi molto competitivi. Col passare del tempo, però, i clienti sono diventati molto più esigenti; è diventato necessario sviluppare competenze trasversali che includono conoscenza di social media marketing e videomaking. Molto spesso una strategia di comunicazione efficace funziona più di un prezzo basso» spiega Selis.
Tecnologie di stampa: quale scegliere? Negli ultimi anni le tecnologie di stampa su tessuto si sono evolute rapidamente e le alternative alla tradizionale serigrafia sono diventate sempre più performanti. Ma come capire quale soluzione si adatta meglio alla propria tipologia di business? Secondo Selis, la serigrafia resta una delle tecnologie più affidabili, nonché l’unica che permette di realizzare effetti tattili e tridimensionali (i cosiddetti alti spessori); non a caso, è utilizzata prevalentemente nell’ambito della moda. La stampa DtG si adatta perfettamente alle esigenze degli online printers, soprattutto perché permette di realizzare piccole tirature con un elevato grado di personalizzazione. Uno dei limiti di questa tecnologia è dato che permette di effettuare stampe di qualità soltanto su capi di colore chiaro. C’è poi la stampa sublimatica, che garantisce una resa cromatica superiore rispetto alle altre tecnologie, ma richiede che il materiale su cui si stampa sia sintentico o composto da fibre miste, con una percentuale di cotone del 35% massimo. Per questo viene utilizzata prevalentemente nell’ambito dello sportswear, dove è richiesta un’elevata risoluzione dell’immagine ma anche un ricambio molto veloce dei capi. Infine ci sarebbero i sistemi stampa e taglio che però ormai trovano applicazione quasi esclusivamente in ambito pubblicitario. A prescindere dal sistema di stampa utilizzato, la vera forza di un’azienda di stampa resta comunque
In alto, Fabrizio Selis tiene alcuni talk e dimostrazioni a Viscom Italia 2019; a destra, un momento del corso di formazione “il T-shirtaro”; sotto, Selis con Stefano Curlante di Officine T-Shirt di Roma.
la capacità di combinare effetti diversi, ottenuti con tecnologie diverse, per realizzare soggetti unici, che sarebbero altrimenti impossibili da realizzare.
L’importanza di una strategia di comunicazione efficace «Nella mia esperienza di consulente e formatore noto che spesso si tende a sottovalutare l’importanza di una strategia di comunicazione efficace. Molti sono convinti che dotarsi di tecnologie performanti sia l’unico fattore a cui prestare attenzione. La verità è che non ci si può più permettere di essere stampatori “passivi” che si limitano ad avviare la stampa di un file. I brand sono alla continua ricerca di innovatori, persone che all’occorrenza siano in grado di intervenire in fase di progettazione. Per questo ai miei studenti raccomando di acquisire competenze trasversali, soprattutto se si lavora prevalentemente online» prosegue Selis. Coltivare la brand identity è fondamentale per costruire una community di clienti, che si rispecchiano
nei valori che un’azienda decide di promuovere. Per farlo è importante riconoscere il valore di una comunicazione aziendale efficace. Per esempio, può essere utile raccontare ai propri clienti come si svolge la progettazione, come si svolgono le fasi di preparazione e confezionamento o quali sono i materiali utilizzati.
Online o offline: chi vince? Non esiste una risposta univoca a questa domanda. «Chi lavora con soluzioni di stampa DtG non deve fare altro che aprire un marketplace per cominciare a vendere online, mentre la serigrafia funziona ancora bene nella vendita al dettaglio – conclude Selis. Resta il fatto che un brand vincente riesce a utilizzare entrambi i canali con maestria, differenziandone lo stile. Senza mai dimenticare che le diverse professionalità coinvolte – dall’agenzia di comunicazione al reparto grafica fino alla stampa – non sono entità a se stanti, ma devono lavorare all’unisono per veicolare un messaggio che risulti il più autentico possibile».
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In un momento in cui ci si interroga sul destino dei negozi fisici e le misure di distanziamento hanno dato una forte accelerazione alle vendite online, l’utilizzo della realtà aumentata nell’ambito del retail e del fashion appare una risorsa in grado di aprire nuove opportunità di business.
LA MAGLIETTA AUMENTATA CHE PIACE ALLA GEN Z
di Caterina Pucci
Non è la prima volta che raccontiamo come la realtà aumentata possa diventare uno strumento utile da incorporare all’interno degli stampati per offrire un’esperienza interattiva e personalizzata agli utenti. Già da qualche anno i grandi marchi hanno cominciato a sperimentare in tal senso, dimostrando come l’utilizzo di questa tecnologia contribuisca ad aumentare il coinvolgimento dei consumatori. Un ragionamento che appare ancor più puntuale in un momento in cui i professionisti del settore cominciano a interrogarsi e mettere in discussione le vecchie modalità di concepire lo shopping e il retail. La sempre maggiore accessibilità di queste tecnologie, che permette anche alle piccole e medie imprese di fruirne a costi contenuti, fa sì che i possibili campi di applicazione della realtà aumentata siano in costante espansione. Alla crescita di questo trend ha sicuramente contribuito l’entrata in vigore delle misure di distanziamento fisico che hanno inevitabilmente prodotto un cambiamento nelle nostre abitudini d’acquisto. Uno dei settori che ha cominciato a intuire e mettere in atto un uso più sistematico di queste tecnologie è quello dell’abbigliamento. Una forte spinta è arrivata da social network come Snapchat – il primo a introdurre contenuti di realtà aumentata – seguito da Instagram e Facebook che un paio di anni fa ha addirittura introdotto la funzione “tocca per provarlo” che consente agli utenti di indossare un capo virtualmente, inquadrandosi con la fotocamera
del proprio smartphone. Alla fine dell’anno scorso Zuckerberg ha rincarato la dose lanciando la Target Tracking Augmented Reality, una tecnologia che permette di coinvolgere gli utenti in un’esperienza immersiva. A beneficiarne è stato in primis Instagram, sulla scia dell’enorme successo già sortito dai filtri per il viso utilizzati nelle Stories. La possibilità di colmare il divario tra online e offline, utilizzando l’augmented reality con precise finalità di marketing, diventa sempre più concreta. Una delle prime aziende a beneficiare di questa funzionalità è stata Carlings – casa di moda scandinava – che ha utilizzato la tecnologia di target tracking ar per mettere a punto Last Statement. Una maglietta che, proprio grazie alla nuova funzionalità introdotta da Instagram, permette a chiunque la indossi di applicare loghi e messaggi. La t-shirt Last Statement utilizza la tecnologia di targeting tracking per integrare effetti di realtà aumentata. In pratica si tratta di inquadrare con la fotocamera la propria t-shirt sulla quale è apposto un logo che permette di attivare i filtri associati. In passato, Instagram aveva già testato questa funzionalità con brand come Starbucks, Adidas e Refinery28 Rooms, ma Last Statement è il primo esperimento in assoluto che utilizza i filtri su un capo d’abbigliamento. I design, realizzati in collaborazione con l’agenzia Virtue, sono accessibili tramite la pagina instagram del brand Carlings e si attivano quando viene inquadrato
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{ il logo presente sulla maglietta e possono essere aggiornati costantemente. Secondo Morten Grubak, direttore creativo di Virtue, il perfezionamento delle soluzioni di realtà aumentata permetterà in futuro di captare i movimenti del corpo in modo da poter rendere l’esperienza virtuale ancora più immersiva. Al momento, i principali limiti sono legati al fatto che questa specifica tecnologia sia utilizzabile solo utilizzando la fotocamera posteriore del telefono e non quella frontale. Il che rende impossibile, banalmente, farsi un selfie. Al di là dei limiti tecnologici, Last Statement rappresenta sicuramente un’applicazione sperimentale che mostra in che direzione stia andando il mondo del fashion. Un altro aspetto da tenere in considerazione è il modo in cui sta
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INQUADRA E ACCEDI ALLA REALTÀ AUMENTATA
Alcuni dei filtri associati a Last Statement, la prima t-shirt che utilizza la realtà aumentata.
cambiando il nostro modo di concepire il guardaroba che ha acquisito un significato radicalmente nuovo, soprattutto per i più giovani. Alcuni dei filtri associati alla t-shirt Last Statement sono veri e propri slogan come “smettila di far finta che il nostro pianeta non stia morendo” oppure “sono certo che anche i dinosauri pensassero di avere tempo”. Per le aziende più lungimiranti può essere l’occasione di intercettare i gusti della cosiddetta Generation Z che, a differenza dei propri genitori, tende a preferire i brand che si dimostrano sensibili a temi di rilevanza sociale, che si tratti di climate change o femminismo. Nelle attività rivolte a questo pubblico occorre perciò mettere da parte l’esibizione sfrenata del marchio, per lasciare spazio a strategie di comunicazione più articolate e fantasiose.
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PROFILI
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Mimaki punta sull’ibrido con l’innovativa TX300P-1800 MkII
Versatile, affidabile e performante, la Mimaki TX300P-1800 MkII è una soluzione progettata per far fronte alle esigenze più disparate. Utilizzando un solo sistema di stampa, permette di spaziare dalle decorazioni d’interni allo sportswear fino al soft signage, garantendo una qualità di stampa ottimale. Come fare la differenza nell’universo della stampa tessile digitale contemporanea? Settore in continuo fermento, il digital textile richiede ai suoi protagonisti di conseguire – oggi più che mai – una versatilità produttiva estrema, unita alla capacità di realizzare un’ampia varietà di applicazioni creative e redditizie destinate a diversi mercati. E proprio a questo ha puntato Mimaki con lo sviluppo dell’innovativa stampante tessile digitale TX300P-1800 MkII, una soluzione ‘realmente’ ibrida, nelle modalità di stampa, negli inchiostri utilizzati e nella varietà di tessuti e supporti stampabili. Grazie all’estrema flessibilità operativa raggiunta, questa soluzione risponde appieno alle esigenze dei fornitori di servizi di stampa di medie e piccole dimensioni, impegnati a gestire diverse commesse in piccole tirature. Evoluzione della Mimaki TX300P-1800, la TX300P-1800 MkII è una stampante entry level che dispiega funzionalità di stampa diretta su tessuto e funzionalità di stampa a transfer. Si tratta, dunque, di un’unica macchina in grado di soddisfare diverse esigenze di processo: grazie a un sistema di piani intercambiabili e tre diverse combinazioni di inchiostro, la Mimaki TX300P-1800 MkII consente di passare facilmente da una tipologia di stampa all’altra, offrendo una versatilità produttiva senza precedenti. Nella stampa diretta su tessuto, l’eccesso di inchiostro che passa attraverso il tessuto è drenato da un piano con un apposito canale per l’inchiostro. Quando si stampa invece su carta a trasferimento termico, questo piano può essere scambiato con un piano a
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PROFILI
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
vuoto necessario per la stampa su carta, attraverso un passaggio immediato che non richiede l’intervento di tecnici specializzati. Per quanto riguarda gli inchiostri, la TX300P-1800 MkII può essere utilizzata con un singolo set di inchiostri – ovvero configurata con uno dei cinque inchiostri tradizionalmente utilizzati nel mondo tessile (sublimatici, dispersi, acidi, reattivi, a pigmento). In alternativa, è possibile configurare il sistema di stampa con diverse combinazioni di inchiostri, quali pigmenti per tessuto/sublimazione diretta, pigmenti per tessuto/trasferimento a sublimazione, sublimazione diretta/trasferimento a sublimazione. Proprio questa funzionalità consente di scegliere la combinazione più idonea per raggiungere risultati ottimali in base alle singole applicazioni e, soprattutto, di ampliare lo spettro di lavorazioni e di materiali stampabili con un solo sistema. Da cotone, lino, seta, lana, pelle a poliestere, nylon e altri tessuti ancora: la TX300P-1800 MkII permette, anche dal punto di vista delle fibre e dei materiali, una grande versatilità. La Mimaki TX300P-1800 MkII è dotata delle tecnologie core di Mimaki, a ulteriore garanzia delle prestazioni del sistema in termini di affidabilità e qualità di stampa. Tra queste, il sistema MAPS4, per ridurre problemi di ban-
Mimaki TX300P-1800 MkII, tecnologia di stampa ibrida estremamente versatile, permette di far fronte a esigenze molto diverse realizzando applicazioni destinate a diversi mercati.
ding, e l’unità di controllo ugelli NCU (Nozzle Check Unit) per stampare senza interruzioni e ridurre i tempi di fermo macchina. Inoltre, la TX300P-1800 MkII è dotata di una nuova testina di stampa di tipo ‘high head gap’ (alta distanza tra testina e supporto), che consente di regolare la distanza tra le teste di stampa e il supporto – soprattutto con tessuti spessi o a maglia – per garantire il posizionamento accurato delle gocce di inchiostro anche sui tessuti dalle trame più complesse. Soluzione versatile, affidabile e performante, la Mimaki TX300P-1800 MkII è ideale per piccoli e medi fornitori di servizi di stampa, che possono trasformare la propria attività introducendo nuove – e innovative – tipologie di prodotti per raggiungere nuovi mercati di riferimento. Utilizzando un solo sistema di stampa, è infatti possibile spaziare dall’interior decoration allo sportswear fino al soft signage, raggiungendo una qualità di stampa ottimale.
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TEXTILE TECNOLOGIA
Stampare una T-shirt in serigrafia oggi sembra essere uno dei metodi più alla portata di qualunque altro tipo di supporto. Ma serve conoscerne alcuni passaggi fondamentali.
GUIDA PER STAMPARE T-SHIRT CON LA SERIGRAFIA DA VERI PROFESSIONISTI
di Angelo Barzaghi
Nuove tecniche e nuovi metodi si susseguono senza sosta, arrivando a far sembrare il processo di elaborazione, separazione colori e stampa davvero per tutti. Vero è che la tecnologia e alcuni software automatizzati per la separazione colori aiutano, in un certo senso, a creare “vie facili” per arrivare ad un risultato quantomeno vendibile, ma la stampa su T-shirt è e rimane tutt’oggi una delle tecniche più complesse e ricche di imprevisti che si possano immaginare. La sola scelta del tipo di telai, della fotoemulsione adeguata, dell’inchiostro, senza dimenticare la racla, lo strumento di stampa che consente il passaggio di inchiostro attraverso la matrice, dei dati relativi alla pressione e alla velocità di stampa, ai parametri di asciugatura intermedia, comportano decisioni importanti che non possono prescindere dalla competenza tecnica e dalla esperienza sul campo. La stampa della T-shirt in realtà ha delle regole e dei parametri che, se non vengono rispettati, possono vanificare persino la grafica più bella e ben progettata possibile. Vediamo cosa occorre prendere in considerazione per arrivare a realizzare una stampa
di qualità su T-shirt. Innanzitutto occorre fare una prima distinzione che riguarda la T-shirt stessa: bianca o colorata, chiara o scura, 100% cotone, misto o 100% sintetica, tipo di cotone o di fibra in generale, peso, tintura dello stesso e potremmo andare avanti quasi all’infinito. Ogni tipologia di supporto di ogni T-shirt può avere risposte diverse, a volte anche molto diverse. Stampare su una T-shirt bianca o su una T-shirt nera significa seguire due teorie diverse pur sullo stesso tipo di soggetto. Stampare al tratto o con mezzitoni cambia tutta la prospettiva di lavoro; scegliere di realizzare un fondo di stampa con una tecnica piuttosto che un’altra può restituire risultati dall’aspetto e dalla mano completamente diversi. Oggi si punta principalmente alla stampa d’effetto, alla stampa che stupisca, che dia l’impressione della grande dffcoltà dietro ad un soggetto spesso “scelto a caso” tra mille. In realtà oggi (e questo è un mio parere che ritengo però molto fondato e dimostrabile) stampare una immagine di aspetto fotografico di un soggetto umano o animale, per esempio, a 1 o 2-3 colori, è forse una delle cose più
semplici da realizzare, soprattutto su fondi scuri e meglio ancora neri, dove la forza delle luci in uscita dal supporto completamente senza luminosità crea un effetto “meraviglia” anche se spesso non privo di difetti che, di sicuro, non sfuggono agli addetti ai lavori. Mettiamola in questo modo: se vuoi arrivare a risultati di alto livello non hai scelta: devi partire dalla base. Parlare in modo più o meno completo di come realizzare una buona separazione colori, delle pellicole e di come realizzare un telaio di qualità richiederebbe davvero molto tempo. Possiamo concentrarci su quello che oggi forse è uno dei punti nevralgici in termini di tecnologia per quanto riguarda la stampa su T-shirt e abbigliamento in genere: l’inchiostro. In una fase evolutiva molto importante, un po’ dovuta alle sempre più esigenti richieste del mercato soprattutto della moda e dello sport, un po’ per via degli adeguamenti legislativi e di sicurezza a cui i prodotti sono soggetti per rispondere alle esigenze ecologiche, ambientali e sulla salute. Il tipo di inchiostro storico che si utilizza sulla T-shirt classica 100% cotone è senz’altro quello a base
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TEXTILE TECNOLOGIA
Stampa su T-shirt: il processo step by step acqua. Eppure quello più utilizzato sino a pochi anni fa è stato il Plastisol®. È infatti grazie al Plastisol® se oggi siamo ai livelli di definizione e qualità di stampa che possiamo vedere su molte T-shirt in circolazione, ed in particolare è grazie a lui che è potuta nascere la tecnica Wet on Wet o bagnato su bagnato. Questo particolare prodotto, in origine a base di PVC e oggi realizzato senza questa componente, ormai libero da plastificanti ritenuti dannosi come lo ftalato e dai metalli pesanti presenti in passato in alcune tinte viene ancora oggi utilizzato per la stampa di abbigliamento promozionale e sportivo e anche in alcuni casi per alcuni prodotti moda. Il Plastisol® ha come caratteristica principale la estrema stabilità sul telaio essendo un prodotto che raggiunge il grado di asciugatura completa solo mediante fusione, grazie al raggiungimento di una temperatura mediamente intorno ai 160 gradi. La tecnologia Plastisol® ha permesso di raggiungere standard qualitativi in termini di definizione fino a pochi anni fa diffcilmente raggiungibili da altre tipologie di inchiostri: quelli da sempre dedicati alla stampa tessile e cioè
gli inchiostri a base acqua hanno da sempre avuto il problema di avere un’alta instabilità sui telai, asciugando molto rapidamente e perdendo in molti casi i dettagli più fini. Inoltre gli inchiostri a base acqua di vecchia generazione con il passare del tempo, esposti all’aria, assumevano una densità maggiore sia in termini di viscosità che di brillantezza e saturazione delle tinte in quanto perdevano in tempi rapidi la parte liquida che evaporava appunto, rendendo spesso differenza di qualità in fase di produzione: non era infrequente, se utilizzati in modo improprio, che in una produzione di molti pezzi i colori iniziali così come la mano di stampa divenissero completamente diversi verso la fine della lavorazione, con le conseguenti implicazioni. Oggi anche gli inchiostri a base acqua hanno raggiunto livelli di stabilità, definizione e resistenza molto simili a quelli del Plastisol® e stanno via via prendendo sempre più piede soprattutto nelle lavorazioni di qualità, come nel campo della moda e dell’abbigliamento sportivo di brand famosi.
Analizziamo il processo per arrivare ad una stampa su T-shirt di qualità in questi passi 1 Scelta del soggetto 2 Conoscenza delle basi di elaborazione grafica all’interno di software diversi in base al tipo di grafica (vettoriale e raster) 3 Gestione del file mediante adeguata elaborazione dell’immagine 4 Separazione colori in funzione della macchina da stampa a disposizione: scelta della tipologia di separazione (CMYK, Process simulation, Scala di grigio, Tinta piatta, Stampa a spessore etc) 5 Identificazione della risoluzione ideale di uscita 6 Preparazione delle pellicole o del file da inviare direttamente al CtS (Computer to Screen) 7 Scelta del telaio in termini di cornice, tessuto e tensione 8 Preparazione della matrice partendo dalla fotoemulsione e dalla sua applicazione 9 Esposizione alla luce 10 Sviluppo della matrice di stampa (telaio) 11 Messa a registro in macchina rispettando la sequenza di stampa stabilita in fase di selezione colore 12 Preparazione delle tinte di stampa 13 Scelta della racla 14 Settaggio della macchina automatica nei parametri relativi alla velocità della corsa di stampa, pressione e inclinazione o per quella manuale secondo le proprie capacità di gestire questi parametri. 15 Avviamento stampa 16 Gestione dell’asciugatura intermedia 17 Partenza in produzione 18 Asciugatura finale
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DECORATIVE TESTIMONIAL
Alcune delle borracce realizzate da Serimon con la soluzione per stampa digitale direct-to-object dSign 3sixty.
SERIMON
Borracce personalizzate: la nuova frontiera della stampa digitale La sempre maggiore attenzione alla sostenibilità e la ricerca di personalizzazione spinta hanno reso questo prodotto un accessorio di tendenza. Sono ormai lontani i tempi in cui le borracce erano appannaggio di sportivi ed escursionisti. Secondo l’istituto di ricerca Grand View Research, nel 2018 il mercato globale delle borracce personalizzate ha mosso un giro d’affari di 8,1 miliardi di dollari. Mentre la personalizzazione si fa sempre più spinta, il numero di player sul mercato è in costante aumento. Ne abbiamo parlato con Claudio Monaco, titolare di Serimon, azienda romana affermata da tempo nel campo della serigrafia, che da qualche anno si dedica alla stampa su oggetti incluse le borracce personalizzate. «Finalmente l’impegno alla sostenibilità ambientale non è più una prerogativa degli ambientalisti,
di Caterina Pucci
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ma è diventato un discorso di interesse pubblico che ha ripercussioni anche sulle abitudini dei consumatori – spiega Monaco. Inizialmente abbiamo cominciato a stamparne decine di migliaia per enti e società attive nell’ambito della produzione energetica servendoci di macchine piane accessoriate con strumenti chiamati “kebab”, che stampano un singolo oggetto in sei-sette minuti. Attualmente utilizziamo una dSign 3sixty, commercializzata dalla Modico Graphics Italia». Grazie all’introduzione di questa soluzione digitale, negli ultimi quattro mesi del 2019 Serimon è riuscita a stampare all’incirca 40.000 borracce, con una media di circa 600-800 in un solo turno lavorativo.
«L’obiettivo è coniugare la resa del prodotto con le esigenze produttive che nell’ambito della comunicazione stampata impongono tempi molto stretti. Le tecnologie di stampa digitale hanno il vantaggio di riuscire a stampare volumi bassi ma altamente personalizzati, che possono includere dato variabile e grafiche originali» aggiunge Monaco. Chiaramente l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi ha inciso sul mercato, rallentando, fin quasi a fermarla, una stagione – quella che va da febbraio ad agosto – solitamente costellata da eventi. Le previsioni stimano che le vendite online di questo genere di prodotto subiranno una rapida crescita, anche in virtù di una maggiore penetrazione dell’ecommerce nelle abitudini di acquisto degli italiani. Insieme alla sempre maggiore attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale, un passo avanti su cui i consumatori non sembrano intenzionati a fare dietrofront.
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INTERIOR TESTIMONIAL
MYYOUR
Dall’arredamento ai dispositivi ospedalieri Per far fronte all’emergenza Coronavirus, l’azienda padovana Myyour, specializzata nella produzione di complementi d’arredo outdoor, ha scelto di riconvertire le proprie risorse per la produzione di attrezzature da destinare al settore ospedaliero
di Caterina Pucci
Per far fronte all’emergenza, nelle scorse settimane molte aziende italiane hanno riconvertito le proprie attività produttive, non solo nell’ambito dell’industria tessile – che si è orientata verso il confezionamento di mascherine, camici e altri dispositivi di protezione individuale – ma anche nell’ambito della decorazione d’interni. È il caso di Myyour, azienda padovana specializzata nella produzione di arredi per l’outdoor, che ha deciso di spostare le proprie risorse sulla produzione di attrezzature per il settore ospedaliero. Myyour fa capo a Rolling Plast, attiva nella lavorazione di materie plastiche da trent’anni. «Il brand nasce una ventina d’anni fa, quando ancora non esistevano molte aziende specializzate nella produzione di arredi destinati a uso esterno – racconta Cristian Ron-
co, socio di Myyour. Nel corso degli anni ci siamo specializzati nello stampaggio sottovuoto di materiali come ABS, PST, PVC, PP e nel taglio tridimensionale». Non appena l’emergenza coronavirus ha cominciato a palesarsi, il management aziendale è corso ai ripari mettendo i propri dipendenti in modalità smart working e riorganizzando la produzione su più turni, per garantire massima sicurezza ai propri operatori. Ciononostante, la chiusura di negozi e attività commerciali ha prodotto una contrazione nel mercato dell’arredamento per esterni, che ha avuto come conseguenza il fermo totale della produzione. «Con l’entrata in vigore del decreto che ha imposto la chiusura delle attività produttive non essenziali abbiamo cominciato a ricevere molte richieste da aziende che si occu-
pano di fornitura di arredi ospedalieri – spiega Ronco. Abbiamo perciò deciso di riconvertire la produzione per fornire complementi d’arredo destinati all’ambito medicale. Operiamo su tre turni, sei giorni su sette, per sopperire all’elevata richiesta delle ultime settimane». Negli ultimi anni Myyour si era già fatta apprezzare nell’ambito dello stampaggio di prodotti ospedalieri – che da sempre predilige l’uso della plastica – per aver brevettato Poleasy, un materiale speciale che a differenza del polietilene classico non presenta microporosità superficiali e risulta quindi molto più resistente e, al contempo, facile da igienizzare. «In molte gare d’appalto per la fornitura di apparecchiature medicali viene ormai richiesto di default; i nostri clienti lo utilizzano per produrre carrelli, comodi-
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INTERIOR TESTIMONIAL
A sinistra, impianto per lo stampaggio rotazionale e il nuovo magazzino Myyour. Sotto, la famiglia Ronco al Salone del Mobile 2019.
ni e letti da destinare agli ospedali e alle case di riposo. Nelle ultime settimane, le richieste si sono moltiplicate arrivando a 300 unità al giorno». A tal proposito, una delle principali difficoltà riscontrate è stato sicuramente l’approvvigionamento delle materie prime «anche se i nostri fornitori storici ci stanno aiutando con ogni mezzo possibile» ribadisce Ronco. «In futuro il problema della sanificazione delle superfici sarà sempre più sentito, non solo all’interno delle strutture sanitarie. Al momento è impossi-
bile fare previsioni, ma stiamo già cominciando a interrogarci su come far fronte a questa esigenza». Tra le aziende che Myyour rifornisce c’è Givas, in provincia di Padova, che realizza e fornisce arredi a ospedali e RSA. «Nelle stanze di degenza i complementi d’arredo devono essere realizzati con materiali altamente sanificabili ed è il motivo per cui collaboriamo con Myyour da tantissimi anni, anche perché alcuni clienti ci richiedono esplicitamente l’utilizzo del Poleasy – spiega Andrea Berto, responsabile
commerciale di Givas. In passato i comodini per le stanze d’ospedale erano realizzati in lamiera d’acciaio con frontali in laminato, materiali prediletti perché altamente sanificabili. Con il passare del tempo, si è cominciato a prediligere l’uso di un unico materiale e a progettare complementi in cui fossero assenti spigoli vivi, anche per garantire massima sicurezza ai pazienti ed evitare incidenti». Tra gli enti ospedalieri serviti ci sono l’ASL di Novara, l’Ospedale Sacco di Milano, quelli di Bergamo e Verona, ma anche molte strutture ospedaliere del centrosud Italia, arrivando a Napoli e alla Basilicata. È la storia di un Paese che – nel massimo rispetto delle normative vigenti – prova a dare il proprio contributo per superare questo momento buio, ripensandosi se necessario.
Nella pagina a fronte, cassetti per comodini ospedalieri realizzati dall’azienda Givas con il materiale Poleasy, prodotto da Myyour. Qui a sinistra, impianto di taglio robotizzato a 5 assi.
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INTERIOR TESTIMONIAL
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Mogu – pannelli fonoassorbenti completamente naturali, ottenuti a partire da micelio e scarti tessili. Il materiale viene prodotto attraverso un rivoluzionario processo biotecnologico che attiva la crescita del micelio su un substrato di residui di basso valore provenienti dall'industria tessile, come cotone e canapa.
MATERIALLY
Tra materiale e virtuale
Materially aiuta le imprese nello sviluppo e nella diffusione dell’innovazione sostenibile a partire dai materiali. Con Anna Pellizzari, Executive Director, abbiamo discusso dell’impatto della circular economy e dell’innovazione intelligente dei materiali. di Caterina Pucci
Sostenibilità e sicurezza: sono sicuramente due imperativi che stanno riscrivendo le regole nell’ambito dell’interior. Quali i materiali destinati a prendere piede? Nell’interior design la sostenibilità si collega alla sicurezza, o meglio, alla salubrità, in tanti modi. Prima di tutto, attraverso l’eliminazione di sostanze nocive nella fabbricazione dei materiali, sostanze che spesso hanno un elevato livello di volatilità e dispersione nell’ambiente (i famosi COV, Composti Organici Volatili), e che sono soggette a regolamentazioni sempre più restrittive. Parliamo di leganti utilizzati nei pannelli per arredo, vernici, collanti eccetera. Ci sono interessanti sperimentazioni nell’utilizzo di materie prime 100% naturali, con rimandi anche sensoriali all’origine della materia attraverso l’impiego visibile di componenti come paglia, fiori, funghi, pula di riso, caffè. Un’altra direzione di ricerca interessante è quella che riguarda superfici che non solo non emettono, ma che abbattono le particelle inquinanti nell’aria. Dai trattamenti
fotocatalitici o sanitizzanti, fino a sistemi che combinano tessuti e carboni attivi per catturare polveri e altre sostanze nocive sfruttando il modo convettivo dell’aria all’interno degli ambienti e migliorandone la qualità. Dalla teoria alla pratica: architetti, designer, espositori come recepiscono questa innovazione? Rispetto alla sua esperienza, le aziende sono propense a rivoluzionare il loro modo di comunicare con materiali ecosostenibili? Tutti i grossi brand nella moda e nell’articolo sportivo con cui lavoriamo stanno ragionando sui materiali sostenibili a 360°, non solo sul prodotto quindi ma anche negli spazi di lavoro e nel retail. I puntivendita hanno una vita media di circa 5 anni, dopodiché vengono rinnovati per dare spazio a nuovi concept estetici. Il rinnovo implica spesso una completa ristrutturazione, con eliminazione fisica dell’allestimento precedente: per un brand che ha migliaia di punti
vendita in tutto il mondo significa buttar via tonnellate di materiali. Le aziende se ne stanno finalmente rendendo conto e cercano di utilizzare materiali riciclabili, con contenuto riciclato, oppure riutilizzabili o recuperati, oltre naturalmente a progettare i concept in modo che siano rinnovabili senza la necessità di eliminare fisicamente nulla, ma con logiche di modularità o circular design. Un esempio interessante è il nuovo flagship di Adidas a Londra che presenta strutture modulari in tubi innocenti, gli stessi dei cantieri, recuperati e riutilizzabili a fine vita, fino a una gigantesca installazione riempita con fiocchi di PET, a rappresentare l’impegno del brand nell’utilizzo di materiali riciclati. Forse è prematuro fare previsioni, ma l’emergenza che stiamo vivendo avrà inevitabilmente ripercussioni sul modo di concepire la decorazione d’interni. In che modo questo potrebbe influire sulla scelta dei materiali? Sicuramente sì. Abbiamo iniziato a
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INTERIOR TESTIMONIAL
<<<<<<<<<<< sviscerare il tema in un articolo sul nostro blog in cui ragionavamo su come questa costante esposizione a notizie e informazioni su tematiche legate all’igiene e alla sicurezza farà sì che, inevitabilmente, presteremo più attenzione a questi aspetti in futuro. Nel nostro piccolo, organizzando i nostri spazi per un possibile rientro a maggio si valutava come il tavolo riunioni più adatto fosse quello in vetro, un materiale che non solo “segnala” se è stato usato da qualcuno (le inevitabili impronte), ma è anche molto facile da pulire senza danno. Credo che prediligeremo superfici trattate con antibatterici, anche se va detto che non influiscono significativamente nel contrasto ai virus. Inoltre assisteremo a un ripensamento sull’organizzazione degli spazi, con la necessità di installare divisori senza compremettere l’illuminazione interna. Soluzioni trasparenti o traslucide o con illuminazione incorporata potrebbero rappresentare un nuovo trend per gli interni. A giugno assisteremo alla prima edizione “virtuale” della Design Week. Sarete presenti? Quanto è difficile ripensare la vostra proposta in modalità “virtuale”? Abbiamo accolto sin da subito l’iniziativa di Fuorisalone.it che, in collaborazione con i più importanti protagonisti della scena milanese del design, ha deciso di promuovere una piattaforma di spazi virtuali e contenuti per permettere alle aziende di presentare le novità e i progetti maturati nel corso di quest’ultimo anno di lavoro, seppur sotto una forma inedita. Non è facile comunicare le caratteristiche dei materiali attraverso un supporto digitale, però stiamo già sperimentando che si può fare: abbiamo in corso diversi webinar sui materiali per l’architettura. Inoltre, la maggior parte dei nostri progetti di consulenza e supporto all’innovazione, come ad esempio i Materially Insight Kit, si basano su supporti digitali.
RPB regenerated_particle _board di SAIB – Pannelli per arredo e interni in legno riciclato post-consumo.
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ORGANOID, superfici per arredo e interni costituite da erbe essiccate, fiori o altri elementi vegetali e da un legante naturale. Questi materiali sono a quasi zero emissioni, anti-allergici, e mantengono un delicato profumo.
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THE BREATH – Tessuto filtrante contenente carboni attivi. Le nanomolecole contenute nella cartuccia carbonica (il cuore tecnologico di theBreath®) catturano e disgregano le particelle inquinanti presenti nell’aria che, in costante movimento, viene filtrata dal tessuto attraverso un processo assolutamente passivo, ovvero senza bisogno di ricorrere a fonti energetiche aggiuntive.
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EVENTI
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PRINT4ALL: LA FUTURE FACTORY DIVENTA CONFERENCE INQUADRA E ACCEDI ALLA REALTÀ AUMENTATA
Mai come oggi il concetto di Future Factory è diventato il mantra con cui ogni azienda deve fare i conti. Gli ultimi 4 mesi della storia dell’umanità stanno ridisegnando percorsi e abitudini private, pubbliche, di relazioni, di business. Il settore dell’Industria Grafica e quello della Visual Communication ne sono ampiamente scossi e si trovano ad affrontare, sia come spettatori passivi sia come protagonisti attivi, un ulteriore cambiamento. Che non sarà di semplice aggiornamento tecnologico, ma di profonda rifondazione delle logiche di processo produttivo, di gestione degli approvvigionamenti, di scelte dei materiali, di efficientamento ma anche di sostenibilità, etica, sicurezza. Il nostro settore (quello della stampa grande formato e della stampa industriale) ha immediatamente reagito cambiando la propria gamma di offerta e inserendo immediatamente prodotti come mascherine di protezione, visiere, distanziatori, dispenser per
igienizzante. Gli online printer hanno da subito sfruttato la loro capacità di gestire digitalmente i processi di acquisizione ordini e stampa (aziende come Onlineprinters o Vistaprint o PressUp hanno immediatamente aggiornato i loro shop online). La natura tradizionalmente già Industry 4.0 dei loro processi ha aiutato a offrire immediatamente nuove opportunità. Future Factory significa ragionare non solo in termini di efficienza produttiva, quindi, ma anche di preparazione di un substrato organizzativo e decisionale che renda le imprese pro-attive e non semplicemente reattive.
L’intervento di Fabrizio Renzi durante la preview della Print4All Conference tenutasi il 18 maggio.
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EVENTI
FUTURE FACTORY
Per partecipare alla Print4All Conference è sufficiente iscriversi sul sito della manifestazione oppure fotografare il QR code qui a fianco
Alice Bodreau durante la preview; a destra, il moderatore Matteo Bordone.
Il 24 giugno come essere Future Factory lo si potrà scoprire grazie alla Print4All Conference, un evento streaming bilingue (italiano e inglese) organizzato fisicamente in Italia (ma disponibile in diretta digitale in tutto il globo). Il programma del convegno focalizzerà l’attenzione sul binomio Industry 4.0 e Sostenibilità. L’uno a supporto e al servizio dell’altro. Sono termini che fanno parte della vita quotidiana degli stampatori industriali. Si pensi a chi opera nel tessile, che grazie alle nuove soluzioni digitali ha portato ad abbattere di oltre il 60% il consumo di acqua nei processi, o di un 80% dell’energia o più in generale del 40% del carbon footprint. Sostenibilità nell’uso di inchiostri ad acqua in molte applicazioni di stampa large format. Nella Print4All Conference sarà Nigel Tapper (Professor of Environmental Science @ Monash University of Melburne, School of Earth, Atmosphere and Environment) a illustrarci come la nostra industria deve considerare il suo ruolo anche a difesa del clima,
e come l’uso di processi che creano basso impatto climatico diventano argomenti valoriali per la intera catena. Sarà Ulrich Leberle (Raw Materials Director @ CEPI) a descrivere come la supply chain può insieme progettare imballaggi cartacei a supporto del processo di riciclaggio in un’ottica di economia circolare. Armonizzando test e metodi dei protocolli nazionali, e facilitando il lavoro anche degli stampatori. Insieme ad Alice Bodreau (Global Partners Manager @ Ellen MacArthur Foundation) che approfondirà I temi della transizione verso l’economia circolare parlando di strategie, modelli di business e best practice nell’industria della stampa e del converting. Si parlerà anche di Intelligenza Artificiale applicata ai processi dell’industria grafica con Fabrizio Renzi (President & CEO rnbgate rnb4culture, Angel Investor e partner IBM), non dimenticando il tema del mercato e del business, con una tavola rotonda che coinvolgerà da tre continenti diversi rappresentanti delle associazioni degli stampatori di America, Cina, Europa. Print4All Conference è organizzata dall’associazione Acimga in collaborazione con Argi e fa parte della road map di contenuti che accompagnano la preparazione della prossima edizione di Print4All, manifestazione che si tiene in Fiera Milano all’interno del progetto The Innovation Alliance.
Print4all Conference – Future Factory: buona l’anteprima Buon risultato di pubblico per la tappa di avvicinamento alla Print4All Conference – Future Factory del 24 giugno. La preview del 18 maggio ottiene, infatti, oltre 500 iscritti di cui circa un quarto esteri, con un’audience proveniente da quasi 30 paesi diversi. L’anteprima ha visto in pillole i temi che saranno poi approfonditi a giugno, ovvero le sfide della sostenibilità e dell’industria 4.0. Ad aprire la preview, con la conduzione di Matteo Bordone, il direttore di Acimga e della Federazione Carta e Grafica Andrea Briganti che ha ricordato la filosofia alla base dell’evento, ovvero riunire la community internazionale del printing, del converting e del packaging, dai produttori di tecnologie ai brand owner, per affrontare insieme le sfide future del settore. A seguire, il segretario generale dell’Argi, Enrico Barboglio che ha condiviso una riflessione su come il Covid-19 abbia fatto rileggere l’importanza delle connessioni, anche nell’industria della stampa. Alice Bodreau, Global Partners Manager di Ellen Mac Arthur Foundation, ha invece illustrato alcuni passaggi necessari per passare dall’economia lineare a quella circolare. Infine, Fabrizio Renzi, President & CEO rnbgate rnb4culture, Angel Investor e partner IBM ed esperto di intelligenza artificiale, ha lanciato alcuni spunti per rinnovare i processi in modo “disruptive” all’interno del mondo della stampa. Concetti che saranno approfonditi il 24 giugno quando, oltre agli speaker della preview, interverranno tutti gli ospiti di portata internazionale previsti in agenda.
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Mimaki Virtual Print Tour
In seguito al propagarsi dell’emergenza Covid-19 e alla decisione di FESPA di rinviare l’edizione 2020 a ottobre, il management Mimaki ha cominciato a riflettere su quali canali e strategie fossero più opportune per mantenere un contatto con la propria community di stampatori e distributori. Da queste considerazioni nasce l’idea del Mimaki Virtual Print Tour, un evento interattivo inaugurato il 24 marzo, in concomitanza con quella che sarebbe dovuta essere la giornata di apertura di FESPA Madrid, e conclusosi con una cerimonia virtuale lo scorso primo maggio.
Fespa Madrid posticipata all’autunno, ma i big player non si fermano Sullo scorso numero vi avevamo accompagnato alla scoperta delle principali novità che avremmo visto in mostra a FESPA Madrid. Le limitazioni imposte a causa dell’emergenza sanitaria hanno convinto l’associazione a posticipare l’evento al prossimo ottobre. Intanto le aziende sperimentano nuove modalità per restare al fianco di clienti e distributori
Danna Dion, senior marketing manager area EMEA di Mimaki.
Di settimana in settimana, il tour virtuale di Mimaki si è arricchito di diversi format: conferenze, visite guidate, presentazioni di nuovi prodotti, webinar di formazione, live chat con tecnici ed esperti. La conferenza stampa di apertura ha visto tra i relatori Danna Drion, senior marketing manager area EMEA, Bert Benckuysen, senior product manager, e Ronald van der Broek, general sales manager area EMEA. Benckuysen ha presentato le principali novità tecnologiche. Tra queste, la stampante 3D GD1800, disponibile da inizio aprile. Pensata per il mondo del signage, questa nuova soluzione sfrutta la tecnologia Gel Dispensing (GD) per stampare oggetti di grandi dimensioni, fino a 1,8 m in sette ore. Una delle peculiarità della macchina è che gli oggetti possono essere stampati cavi, così da
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FESPAACE EVENTI
ridurne il peso e permettere di illuminarli all’interno. Una caratteristica utile sia nell’ambito della decorazione d’interni che della segnaletica. Il modello dispone di due teste, con diametro rispettivamente di 1,8 e 2,6 mm, che permettono di stampare fino a due oggetti contemporaneamente. La gamma di applicazioni possibili spazia dai display alla cartellonistica, dal soft signage ai prodotti per l’interior. Tra le novità annunciate in conferenza anche Mimaki UJV 100 160 UV LED, soluzione roll-toroll per la stampa di grande formato, disponibile a partire da maggio. Benckuysen ha inoltre introdotto le nuove caratteristiche della stampante tessile TX300P 1800MKII che può essere equipaggiata con diversi set d’inchiostri, così da essere compatibile con applicazioni diverse: tessile, interni, soft signage, automotive. La nuova stampante è disponibile dal 24 marzo 2020. In ultimo sono state svelate le funzionalità della stampante di grande formato Mimaki SWJ 320 EA, disponi-
bile a partire da maggio 2020. Sempre durante la conferenza si è parlato della partnership con OKI, annunciata a fine gennaio 2020. Ronald van der Broek ha spiegato che, oltre a distribuire l’intera gamma di soluzioni per la stampa wide format OKI, Mimaki fornirà assistenza, logistica e supporto tecnico per i modelli OKI esistenti. A proposito del festival virtuale, infine, Drion ha spiegato «Di fronte all’emergenza abbiamo cominciato a pensare a un’iniziativa per restare al fianco di distributori e clienti. Così è nata l’idea del Mimaki Virtual Print Tour, che all’inizio avrebbe dovuto occupare la settimana solitamente dedicata a FESPA. Tuttavia, molti distributori e clienti ci hanno contattato dicendosi interessati a partecipare e abbiamo deciso di estenderlo per qualche settimana». Facendo affidamento sulla collaborazione dei partner, come Mimaki Bompan Textile per l’Italia, il costruttore nipponico è riuscito a produrre contenuti su base settimanale, sempre continuando a offrire assistenza da remoto. Pur lavorando con personale ridotto e in modalità smartworking, gli uffici hanno continuato a lavorare a stretto contatto con la propria rete di tecnici e distributori. Infine, Drion ha spiegato quanto in un momento così delicato sia importante puntare sulla formazione interna ed esterna, producendo contenuti accattivanti, sperimentando forme di comunicazione inedite. «Un anno e mezzo fa abbiamo lanciato la nostra piattaforma e-learning, dove i partner possono fruire di contenuti esclusivi, ma abbiamo messo in conto la possibilità di renderli accessibili a un’audience di utenti più ampia».
Roland DG: formazione e supporto della supply chain
Anche per Roland, il primo pensiero di fronte all’emergenza è stato quello di garantire la propria presenza e assistenza ai clienti sparsi in tutto il mondo. In un’intervista concessaci all’inizio del lockdown, Paul Willems, Director of Business Development and Product Management di Roland DG, ha spiegato come «l’importante sia assicurarci che tutti i nostri clienti possano contare sul funzionamento della supply chain. Non solo quelle attività essenziali che non si sono mai fermate, ma anche le aziende che, per via della chiusura, hanno assistito a un importante calo di fatturato.» Per Willems, il modo migliore per non lasciarsi abbattere è continuare a investire in formazione personale e aziendale «Come facciamo con la nostra Roland Academy che fornisce strumenti e strategie per riprendere al termine dell’emergenza». Per Roland DG, FESPA sarebbe stata l’occasione per proporre novità come VERSA UV LEF 2-300D. Questa soluzione condivide la maggior parte delle caratteristiche con altri modelli della gamma VERSA UV LEF 300; in più offre la possibilità di stampare su oggetti fino a 200 mm di altezza. Sviluppata in collaborazione con Smartcolor «amplifica le potenzialità creati-
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FESPAACE EVENTI
Kornit Digital approccia il mondo del fashion
Texart XT 640S DTG e, sotto, EJ 640 DECO.
ve degli stampatori perché è in grado di gestire un’ampia varietà di dime e quindi di personalizzare oggetti promozionali, borse, scarpe, custodie per smartphone. Altro prodotto di punta è Texart XT-640S DTG, stampante per il direct-to-garment». L’utilizzo degli inchiostri sublimatici permette di ottenere effetti vividi su capi bianchi o colorati, mantenendo una finitura naturale. «L’area di lavoro più configurabile permette di posizionare dalle dodici alle quattro t-shirt, aumentando incredibilmente la produttività» spiega Willems. «L’ottimizzazione del software Ergosoft permette di stampare contemporaneamente piccoli lotti con caratteristiche anche molto differenti tra di loro». Un’altra caratteristica riguarda la generazione automatica del bianco e la rimozione del colore originario del tessuto. Con una velocità di 225/h, questa soluzione si posiziona a metà strada tra i dispositivi entry-level e soluzioni ad altissima produttività. Per questo, secondo Willems, si rivolge a due tipologie di cliente: da una parte, gli stampatori abituati a lavorare con il digitale, che desiderano passare a una soluzione più performante con un investimento contenuto; dall’altra, i serigrafi desiderosi di aprirsi qualche opportunità nel digitale e già abituati a lavorare con volumi più importanti.
Le tecnologie di stampa digitale hanno ormai raggiunto un grado di perfezionamento che le rende competitive in diversi segmenti dell’industria tessile. Gli stampatori si trovano di fronte alla possibilità di scegliere soluzioni sempre più performanti e produttive, in grado di assicurare un elevato grado di personalizzazione. Al tempo stesso, iniziano a porsi degli interrogativi sulla sostenibilità dei processi produttivi, anche per venire incontro alle aspettative dei clienti finali, sempre più attenti e alla ricerca di brand che si dimostrino sensibili al tema della responsabilità ambientale. Partendo da queste premesse, durante la conferenza stampa webinar svoltasi lo scorso 23 marzo 2020, Ronen Samuel, CEO di Kornit Digital, ha ribadito quello che è il principale impegno della sua azienda: digitalizzare e semplificare i processi di stampa, per garantire massima versatilità e attenzione alla sostenibilità delle tecnologie e dei consumabili. In questa occasione è stata presentata la nuova soluzione NeoPigment Robusto Softener per Kornit Presto, sistema di stampa diretta a pigmento. Secondo Samuel questa soluzione è pensata per rispondere a un’esigenza tipica del mondo del fashion textile. Nell’ambito della moda, infat-
ti, i brand owner apprezzano la possibilità di ottenere effetti tattili e tridimensionali stampati in digitale, ma spesso questo li obbliga a rinunciare alla naturale morbidezza dei tessuti. Per ovviare al problema, Kornit Digital ha pensato di aggiungere una fila di teste di stampa per l’ammorbidente. In questo modo, oltre a risolvere il problema dell’effetto soft, elimina la necessità di effettuare ulteriori trattamenti, che implicano un elevato consumo di acqua e componenti chimici. Si aprono così nuove opportunità in un mondo del fashion che sta vivendo un cambiamento epocale e che, ora più che mai, può trovare una risposta nella stampa digitale. Con l’avvento del fast fashion e la conseguente riduzione del time to market, le aziende si sono trovate a dover sfornare nuove collezioni in tempi brevissimi. A queste nuove regole imposte dal mercato, la stampa digitale risponde con la capacità di far fronte alle basse tirature e le infinite possibilità di personalizzazione.
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FESPA ITALIA nei mesi del lockdown Alcune delle iniziative messe in atto dalle aziende per far fronte all’emergenza negli ultimi mesi
Erano tante le iniziative della primavera di Fespa Italia tutte in linea con le caratteristiche di una associazione che mette tra i valori fondamentali dell’essere soci quello di poter fare relazione con i colleghi, a volte fornitori, a volte clienti, a volte competitor. Relazioni fatte attraverso contatti diretti, come diretta e fisica la necessità, in molti dei seminari tecnici che si sono fatti nel tempo, di toccare con mano il WOW EFFECT della stampa specialistica industriale e grafica. Il cambiamento reso necessario dalle misure introdotte dal nostro Governo, come da Governi di molti altri Paesi, non ha però fermato la voglia di discutere insieme, di fare e programmare comunque nuove cose. Le aziende singolarmente (alcuni esempi li trovate nelle pagine seguenti) hanno reagito in maniera tempestiva cambiando la loro offerta produttiva, contando sulla loro creatività e sulla flessibilità della stampa specialistica di modificare formati di stampa, utilizzo di supporti diversi dai precedenti, integrando soluzioni di finishing e allestimento nuove. Come associazione si è sperimentato un modello nuovo digitale. Sono state molteplici le riunioni su piattaforma digitale in cui i componenti del board e i soci hanno potuto dialogare, scambiarsi pareri, opinioni, andamenti del singolo mercato di sbocco. Trovando non soluzioni dirette al business mancante, ma qualche suggerimento in più di sicuro. Oltre alle possibilità fornite dagli incontri con i colleghi internazionali per capire come l’emergenza Covid-19 fosse affrontata nei diversi paesi, in primis quelli di Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. Nazioni con le quali Fespa Italia condivide il progetto Southern European Printing Congress che, proprio in una delle riunioni virtuali condivise, si è deciso di posticipare al prossimo marzo 2021. Sempre in Italia, sempre a Napoli come avrebbe dovuto essere in questo mese di maggio. Ed anche formazione… come si legge poco più avanti.
Le associazioni del Sud-Europa (Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia) insieme per studiare l’impatto Covid-19 nella stampa specialistica.
Fespa Italia chiarisce i protocolli di sicurezza nella fase 2 L’associazione Fespa Italia ha indetto una riunione a distanza per fare chiarezza sui protocolli di sicurezza da adottare nella Fase 2 e le responsabilità dell’imprenditore. A rispondere alle domande dei presenti sono stati l’avv. Fabrizio Salmi e l’avv. Federico Saporiti, esperti e autori di numerosi webinar in questo periodo sugli argomenti. Al centro della discussione la versione aggiornata al 24 aprile 2020 del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusio-
ne del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, firmato il 14 marzo 2020 in attuazione della misura (art.1, comma 1, numero 9) del DPCM 11 marzo 2020, che raccomandava intese tra organizzazioni datoriali e sindacali. Oltre a confermare quanto contenuto nel precedente Protocollo, la nuova versione introduce ulteriori disposizioni relative alla sospensione delle attività in carenza di sicurezza. Argomento che ha destato estremo interesse nella base associativa. Il secondo macro-
tema è stato il discorso legato a GDPR e privacy. In questa situazione di emergenza in cui sempre più società stanno implementando misure di smart working il rischio di attacchi cyber è sempre più presente. Si rende dunque necessario fare una valutazione dell’impatto che il lavoro agile avrà sulla sicurezza delle informazioni aziendali e prevedere idonee misure di sicurezza per scongiurare tale rischio.
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Weerg e PressUP uniscono le forze per realizzare visiere protettive stampate in 3D
In meno di 24 ore dall’annuncio sono state centinaia le richieste ricevute per le visiere protettive prodotte in tempi record da Weerg e PressUP e offerte alle strutture ospedaliere gratuitamente. ‹‹Il call center che abbiamo predisposto è sempre intasato, ma siamo riusciti a rispondere alla chiamata della Protezione Civile a cui consegneremo le ultime 500 già pronte›› dice Vincenzo Cirimele, CEO di PressUP, che ha subito sposato l’idea di Matteo Rigamonti,
fondatore di Weerg, che aggiunge ‹‹Noi stiamo gestendo i canali social. Attraverso le numerose condivisioni, la notizia ha fatto il giro d’Italia in poche ore e continuiamo a ricevere richieste, molte da ospedali e case di riposo››. Da Weerg e PressUP parte dunque un accorato appello a tutti i makers d’Italia che dispongono anche di una piccola stampante 3D. ‹‹A chi ha queste attrezzature o frese digitali chiediamo di fare rete con noi. Possiamo condividere in opensource tutti i dettagli del progetto per poter far fronte alla domanda che ci ha travolti›› aggiunge Cirimele. I due imprenditori si fanno portavoce dunque dell’esigenza, oggi più che mai, di creare network produttivi, con la visione ottimistica che in
un prossimo futuro queste collaborazioni possano contribuire a far ripartire l’economia quando l’emergenza sarà rientrata. Il progetto delle visiere protettive è frutto di una serie di test effettuati partendo dai molti prototipi presenti online che Weerg e PressUP hanno adattato anche su consiglio di personale sanitario che ha collaborato alla messa a punto del dispositivo. Oltre alle visiere protettive, infatti, Weerg ha già contribuito ad altri due progetti. L’azienda veneta è tra le realtà che hanno accolto l’appello di Isinnova e FabLab Brescia producendo con il 3D Printing le valvole progettate per trasformare le maschere da snorkeling in maschere respiratorie d’emergenza.
Da Gruppo Masserdotti inedite soluzioni per comunicare nella fase 2
Retail, GDO, aziende private, industry del medicale, trasporti pubblici e luoghi di aggregazione: tutti sono chiamati ad adeguarsi alla nuova normalità. Un’esigenza che porta con sé la necessità di modificare il
modo di comunicare, non solo nei contenuti, ma soprattutto negli strumenti. Gruppo Masserdotti ha sviluppato un "kit di riapertura" per fornire alle aziende soluzioni già pronte da utilizzare per garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza. A partire dalla divisione Dominodisplay, con il lancio di Health, inedita linea di totem multimediali integrati con dispositivi di sicurezza che vanno dal gel disinfettante alla misurazione della temperatura corporea e dell’afflusso di utenti. A queste si affiancano le nuove soluzioni in bundle con pacchetti studiati appositamente per lo Smart Meeting, lo Smart Working e lo Smart Teaching. Tecnologie all’avanguardia che possono essere abbinate a soluzioni analogiche firmate dalle altre
due divisioni aziendali: Masserdotti per la stampa digitale e Onframe per il Soft Signage. Quest’ultima è la divisione del Gruppo a cui fa capo il primo e unico portale verticale per la realizzazione on demand di frame e lightbox personalizzabili. Parallelamente, l’azienda ha realizzato una survey per analizzare sentiment e le esigenze concrete degli utenti, che spaziano da prestigiose insegne franchising al piccolo ristorante, dagli aeroporti internazionali alla farmacia indipendente. Tra i risultati più significativi dell’indagine, emerge la previsione di un importante aumento dell’utilizzo del multimediale, che oggi più che mai permette di comunicare efficacemente e in sicurezza verso clienti e dipendenti.
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DiStanze Condivise, un’iniziativa solidale che ha chiamato a raccolta artisti e designer Creatività, una grande risorsa da non sottovalutare, soprattutto nei periodi bui. Così è nata DiStanze Condivise, il progetto promosso da wowlab4u e techart, che hanno deciso di promuovere una raccolta fondi in favore del Dipartimento della Protezione Civile, da settimane impegnato nella lotta al coronavirus. L’iniziativa puntava a coinvolgere gli artisti (designer, illustratori, scrittori e fotografi) invitandoli a condividere un proprio disegno, scatto, articolo che racconti come è cambiata la propria quotidianità e quella dei propri cari in seguito all’emergenza. Gli elaborati saranno raccolti in un book (stampato a titolo gratuito, approssimativamente nel mese di giugno) in edizione limi-
tata e successivamente inviato in formato digitale e poi cartaceo a tutte le persone che effettueranno una donazione attraverso la campagna dedicata su GoFoundMe. I proventi dell’iniziativa saranno donati alla Protezione Civile per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di apparecchiature mediche come ventilatori polmonari e monitor
per i reparti di terapia intensiva. Alla realizzazione del progetto hanno contribuito HP e Fedrigoni, mettendo a disposizione le tecnologie e la carta con cui verranno stampati i book. Ulteriori informazioni sono disponibili scrivendo all’indirizzo: contest@wowlab4u.com e sui canali social di techart e wowlab.
Kimiprint: un kit per ricominciare in totale sicurezza Informare i cittadini e i dipendenti sulle norme igieniche da adottare durante l’emergenza coronavirus deve essere l’impegno di tutti, istituzioni pubbliche, privati e aziende. Date le numerose richieste ricevute dai clienti, Kimiprint ha progettato un kit di istruzioni già pronte per la stampa, ideate per informare sui rischi e sulle misure da adottare per prevenire e contenere la diffusione del Covid-19. Le norme igienico-sanitarie sono disponibili in diversi formati, per adeguarsi ad ogni contesto d’uso. In aggiunta a ciò, l’azienda ha progettato un “kit anti-coronavirus”, che comprende prodotti e soluzioni pensati per le esigenze di privati, attività commerciali, aziende. Tra queste: dispositivi di protezione individuale come la visiera protettiva anti droplet in polietilene, leggera ma resistente, ottima per proteggere
il viso ma rendere facili i movimenti; mascherine in poliestere, resistenti, riutilizzabili e lavabili in lavatrice fino a 30°, personalizzabili grazie alla stampa a sublimazione con inchiostri atossici e certificate OEKO-TEX Standard 100; barriere parafiato per negozi e aziende che permettono di effettuare transazioni economiche in totale sicurezza e riducendo al minimo il contatto fisico. Infine, colonnine a nastro, adesivi a pavimento, gel dispenser e rotoli di nastro distanziatore che contribuiscono a creare un ambiente sicuro e gestire l’affluenza di persone.
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Aziende di tutti i settori hanno contribuito a rispondere alla richiesta di forniture sanitarie d’emergenza, spesso lanciando e partecipando a progetti esterni al loro mercato di riferimento. Con un denominatore comune: l’utilizzo della tecnologia di stampa 3D
LA MANIFATTURA ADDITIVA IN PRIMA LINEA La pandemia Covid19 ha sottoposto il sistema sanitario a una pressione estremamente accentuata e, ben prima che si arrivasse a parlare di strutture ospedaliere al limite delle loro possibilità, il virus ha mandato in crisi la catena di approvvigionamento delle forniture sanitarie d’emergenza. Oggi dotarsi di mascherina è semplice, trovarla nelle prime settimane della crisi era praticamente impossibile. E quel che valeva per le mascherine, era altrettanto valido per una vasta gamma di oggetti: valvole per sistemi medicali, strumentistica, attrezzature da campo, visiere protettive, apriporta ed altri accessori di prevenzione igienica. A fronte di questa carenza, da molteplici parti c’è stata una gara di solidarietà e ingegno, per sostenere le strutture sanitarie e i loro fornitori. Una corsa che ha avuto un protagonista molto ben definito: la stampa 3D o, per usare la definizione più corretta, la manifattura additiva (AM).
Parola d’ordine: produzione
di Federico Zecchini con la collaborazione di Marco Marcuccio, sales manager, 3D Print dpt, CMF Marelli.
L’encomiabile riconversione e donazione alla causa da parte di operatori provenienti da ambiti altrimenti insospettabili (allestimenti e packaging per schermi separatori, meccanica e automobili per valvole polmonari, perfino makers fai da te) ha messo in luce la notevole asimmetria delle caratteristiche tecniche delle stampanti presenti sul territorio nazionale. Differenze che hanno avuto un impatto importante sulla capacità di contribuire fattivamente. Una macchina consumer con tecnologia di estrusione a filamenti di PLA o ABS (“FFF/FDM”) in una settimana
di lavoro continuativo può sfornare qualche decina di pezzi, ciascuno dei quali è complessivamente fragile e qualitativamente modesto. Un sistema professional con tecnologia di fotopolimerizzazione o di stereolitografia delle resine (“MJ/PJ” o “SLA”) nello stesso periodo può produrre centinaia di pezzi, assai più curati. Sistemi con tecnologia di sinterizzazione a laser su letto di polveri plastiche (tecnologia “SLS”), infine, sono ideali per le commesse di tipo ospedaliero: possono produrre migliaia di pezzi, realizzati in materiali resistenti e stabili nel corso del tempo. Cambiano le dimensioni raggiungibili, l’accuratezza e affidabilità delle parti, tempi e quantitativi di ogni singolo lotto di produzione, investimenti necessari per il macchinario e i consumabili. E cambia la versatilità del sistema, soprattutto a fronte di piccole tirature dalle geometrie complesse a cui le tecnologie tradizionali sono meno abili a rispondere. Un valore aggiunto che corre sulla lama dell’innovazione, della reattività e della personalizzazione.
Storie dal fronte Negli ultimi mesi la manifattura additiva è salita agli onori della cronaca, godendo di una popolarità solitamente sconosciuta. Una diretta conseguenza di quella gara di solidarietà e ingegno a cui facevamo riferimento prima. Narrare di tutti i protagonisti e delle loro storie non è possibile, ci limiteremo a citarne alcuni, portandoli a esempio. Cominciamo da Isinnova, azienda bresciana che ha sviluppato un progetto per la trasformazione della maschere da snorkeling
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INDUSTRIAL SCENARI
Due esempi di maschere da snorkeling trasformate in respiratori: sopra le maschere Mares adattate da MATERIA srl, a destra quelle Decathlon modificate da Issinova.
CONTRO IL COVID-19
La tecnologia additiva SLS è quella più indicata per soddisfare le commesse di tipo ospedaliero. Un esempio è il modello S2 di Sintratec, il cui primo modello in Italia è stato installato da MATERIA srl con il coinvolgimento di CMF Marelli.
Decathlon in respiratori da donare ai reparti di terapia intensiva degli ospedali. Il progetto, reso disponibile gratuitamente sul sito della società, ha dato modo ad altre aziende (citiamo Ivar, bresciana anch’essa, specializzata in sistemi di riscaldamento e impiantistica sanitaria) di utilizzare i loro sistemi di AM per aumentare la produzione dei componenti necessari alla trasformazione. Un altro caso è quello che ha visto la stretta collaborazione fra MATERIA srl, service di progettazione e costruzione con sede a Rapallo, e Mares, produttore italiano delle maschere da snorkeling “SeaVuDry+”. Grazie alla collaborazione tra ingegneri e alla stampante 3D modello S2 a tecnologia SLS di Sintratec (la prima installazione italiana di questo sistema), Materia ha potuto progettare e realizzare i componenti necessari per trasformare le maschere in efficaci supporti medicali adatti alla respirazione ventilata. Il tutto con l’assistenza, il coordinamento e la mediazione di CMF Marelli, distributore italiano di Sintratec, che ha fornito gratuitamente il materiale nylon PA12 da costruzione. Perfino un brand di assoluta rinomanza internazionale come Ferrari è sceso in campo, mettendo a disposizione la sua flotta di sistemi AM per realizzare componenti per ventilatori polmonari, adattatori per maschere e altro. Le visiere protettive sono invece al centro del progetto realizzato da Weerg e PressUP, che hanno unito le rispettive competenze e dato vita a un prodotto che ha avuto centinaia di richieste a poche ore dal lancio, intasando il call center appositamente adibito
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Gli esperti dell’AM sono scesi in campo per rifornire il sistema sanitario nazionale. Come Weerg (a sinistra la sede produttiva), che assieme a PressUP ha realizzato le visiere protettive della foto a destra; e Prosilas, che ha stampato in 3D dei flussimetri (sotto).
Manifattura additiva: numeri e dinamiche Il comparto nel suo complesso (hardware, software, consumabili e servizi) è in costante crescita e nel 2019 ha, per la prima volta, superato i 10 miliardi di dollari di valore, per uno share della manifattura globale pari al 2%. L’AM è passata dall’essere usata per applicazioni di prototipazione concettuale, appannaggio degli uffici design, a guidare lo sviluppo dell’industria, con driver di crescita quali la produzione di applicazioni funzionali da uso intermedio (tooling, posaggi, ricambi) e da uso finale (componentistica destinata al montaggio interno o al conto terzi). La disponibilità di materiali inediti, come i compositi plastici con fibra a deposizione continua (Carbonio, Kevlar) o le leghe tecniche (Inconel 625, Rame), insieme all’offerta di nuove tecnologie più semplici e accessibili che in passato – per esempio la fusione delle polveri metalliche con processo indiretto (ADAM) – alimentano la commercializzazione su vasta scala. Oltre ai settori classici (aerospaziale, automotive, gioielleria), le tecnologie di manifattura additiva stanno trovando spazio anche in altri segmenti, grazie alla loro capacità di rispondere in maniera tecnicamente adeguata ed economicamente sostenibile alle criticità di processo o di prodotto di quei settori. Allo stesso modo, la presenza di nuovi materiali (biocompatibili, conduttivi, ignifughi), di nuove possibilità di miniaturizzazione o finitura apre nuovi orizzonti in segmenti tradizionalmente ricettivi quali medicale e dentale.
e portando le due società a fare un appello a tutti i makers d’Italia affinché contribuissero a rispondere alla domanda. I primi lotti sono stati destinati gratuitamente alla Protezione Civile. Prosilas, fra i più importanti service provider europei nell’uso dei sistemi SLS, ha invece collaborato con gli Ospedali Riuniti Torrette di Ancona per la realizzazione di flussimetri, dispositivi capaci di miscelare aria e ossigeno e necessari per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19. Tutta la produzione è stata realizzata con sistemi Formiga P 100 Velocis di Eos usando come materiale il PA2200. Chiudiamo la carrellata con uno sguardo più internazionale: gli studi di sopravvivenza del Covid-19 hanno evidenziato come il rame sia un materiale con il quale il virus convive molto male: il laboratorio australiano 360Biolabs, specializzato in sperimentazione clinica, ha eseguito test dai quali è emerso che entro due ore il 96% del virus muore ed entro cinque ore il valore sale al 99,2%. Lo studio, realizzato per testare l’efficacia del procedimento di rivestimento in rame tramite stampa 3D ACTIVAT3D, sviluppato da SPEE3D, ha già dato il via a nuove ricerche, come quella dei filtri sostituibili in rame per respiratori eseguita dall’Università di Pittsburgh in collaborazione col produttore di sistemi di AM ExOne.
Uno sguardo al futuro La capacità di risposta in tempi molto rapidi garantita dalla manifattura additiva rappresenta, quindi, un valore aggiunto che il progressivo ritorno alla normalità non farà certo rientrare nell’ombra. E in un mondo in cui il modello di Fabbrica 4.0 rimane una delle leve aziendali su cui basare la sfida proattiva a mercati sempre più dinamici e difficili, l’AM si è ritagliata un ruolo che può solo crescere. Produzione su richiesta o in prossimità: è questa la chiamata ineludibile e la sfida stimolante aperta dalla stampa 3D.
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SAI DAVVERO COSA SUCCEDE QUANDO STAMPI
IL TNT? di Elena Panciera
Il TNT è particolarmente presente nelle nostre vite in queste settimane. Sono realizzati in tessuto non tessuto molti dispositivi medici e di protezione individuale (DPI) così necessari durante l’emergenza coronavirus. Ma questo materiale è molto più diffuso di quanto crediamo, ogni giorno e in settori molto diversi.
Il TNT è un materiale diffusissimo: nel 2018 ne sono stati prodotti in tutto il mondo 14,9 milioni di tonnellate (fonte: EDANA). È impiegato nei settori più disparati e “insospettabili”, come l’ingegneria civile o la manifattura industriale. Oltre che per le sue caratteristiche fisiche e chimiche, che peraltro variano e di molto a seconda delle materie prime, viene apprezzato per la sua capacità di essere prodotto in grandi quantità (una sola fabbrica può produrre anche più di 3.000 chili di TNT l’ora) a costi contenuti. Ma ha anche alcuni punti deboli, che devono assolutamente essere tenuti in considerazione: il principale è la sua scarsa resistenza meccanica. Per questo viene usato soprattutto come materiale usa e getta. Conoscere le caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche dei TNT ti aiuterà a scegliere in maniera più consapevole i materiali da stampare. Come sempre, tieni a mente alcune domande-guida:
•Q •D •C •Q
u a o v h e u a a l p •Q u a
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Contributo tecnico e scientifico di Mauro Balossi (AD, Sublylife), Giuseppe Bosio (esperto tessile), Enrico Buriani (Business Area Manager Divisione Spunbond, RadiciGroup), Giancarlo Miotto (AD, TicTac Stampa), Marco Scatto (Polymer Scientist). Nella stesura di questo articolo ho consultato, tra gli altri, il volume Handbook of Nonwovens, a cura di S.J. Russell, pubblicato da Woodhead Publishing Limited e The Textile Institute nel 2007.
l è la d e s t in a z io n e d ’u s o d e l p r o d o t t o e v e r r à u s a t o f is ic a m e n t e il p r o d o t t o r e s is t e n z e s o n o n e c e s s a r ie ? li la v o r a z io n i s o n o n e c e s s a r ie p e r a r r r o d o t t o f in it o ? li t e c n ic h e d i d e c o r a z io n e p o s s o u s a
f in it o ? f in it o ? iv a r e re ?
Non tutti i tessuti non tessuti vengono stampati: anzi, sono solo una piccola parte quelli che hanno la dignità di essere visti. Molti, se anche vengono stampati o decorati in qualche modo, hanno una destinazione d’uso funzionale e non decorativa o comunicativa. Ma bisogna anche ricordare che sono numerosi i materiali usati nel settore della visual communication che hanno un’anima in TNT: non viene stampato direttamente il tessuto non tessuto, ma il materiale che lo ricopre. È quindi necessario circoscrivere l’argomento: in questo articolo parleremo dei TNT in generale, ma ci focalizzeremo su quelli che sono effettivamente stampati (o almeno stampabili) direttamente.
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Oltre il 90% dei TNT è composto da fibre sintetiche (come il poliestere o il polipropilene) o artificiali (come la viscosa), ma i tessuti non tessuti possono essere fatti anche di fibre naturali (come il cotone o la lana). Nei settori che ci interessano (comunicazione visiva, food & beverage e igienicomedicale) sono le fibre sintetiche a farla da padrone, o al limite composizioni miste (per esempio, i fazzolettini igienici umidificati sono di viscosa e poliestere). I polimeri più usati per realizzare TNT sono il nylon, il polietilene, ma soprattutto il poliestere e il polipropilene – e proprio su questi ci concentriamo in questo articolo. Insieme costituiscono quasi il 90% delle fibre usate nel mercato (fonte: Nonwoven Textiles 1997-2007 World Survey, Tecnon). Del poliestere (anzi, dei poliesteri) abbiamo già parlato nell’articolo Sai davvero cosa succede quando stampi il tessuto di poliestere?, sul numero 44 di WIDE, a cui ti rimandiamo per approfondimenti.
Ma circa due terzi del TNT prodotto in tutto il mondo è in polipropilene (fonte: Nonwoven Textiles 1997-2007 World Survey, Tecnon): perché questo successo? Anche il polipropilene, noto anche come PP, è un polimero termoplastico, proprio come il poliestere. È il materiale di cui sono fatti moltissimi oggetti di uso quotidiano, dagli zerbini agli scolapasta, dalle etichette delle bottiglie di plastica alle custodie dei CD, dalle capsule per il caffè ai bicchieri bianchi usa e getta. È particolarmente apprezzato per produrre TNT per vari motivi: innanzitutto fonde a circa 160 °C, mentre il poliestere si deforma a temperature comprese tra i 225 e 240 °C, e questo rende più economici i processi di interlacciatura termici (li vediamo nel dettaglio più avanti). Inoltre ha una densità specifica inferiore a quella del poliestere: questo significa che un TNT in polipropilene, a parità di volume, sarà più leggero di uno in poliestere. Ha un’idrofobia
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Le materie prime
Una fornitura di rotoli di TNT, a sinistra, e una fase del controllo qualità.
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I settori d’impiego del TNT Impieghi
Igienico
Pannolini, tamponi e assorbenti; fazzoletti e salviette asciutti o umidificati (wipe); lenzuola usa e getta
Sanitario e medicale
Mascherine e camici; tamponi e materiale chirurgico; materiale per bendaggi e ingessature
Filtrazione (liquidi e gas)
Tè, liquidi; assorbimento di olio; filtri respiratori; filtri industriali
Biancheria per la casa
Tovaglie e tovaglioli; poggiatesta per mezzi di trasporto; biancheria da letto e federe; fodere; tendaggi
Arredamento
Moquette e piastrelle in moquette; tappeti per auto e moto
Edilizia
Pavimentazioni; tetti; isolamento termico e acustico
Costruzioni
Substrati nelle strade, nei terreni; sistemi di drenaggio dell’acqua
Manifatturiero
Supporti per spalmatura, accoppiatura, stampa: pelle sintetica, gomma
Comunicazione visiva
Banner, pettorali, borse, shopping foto: RadiciGroup
Settori
intrinseca che può essere modificata con finissaggi in massa e superficiali. È anche stabile dal punto di vista chimico (non si deteriora); resiste al degrado biologico (muffa e sudore); non si sporca facilmente. Ha infine una buona resistenza meccanica e all’abrasione (v. Handbook of Nonwovens, 2007). Nel settore della comunicazione visiva vengono però spesso privilegiati i TNT in poliestere: questo perché è possibile stamparli anche in sublimazione (il polipropilene fonderebbe).
Il deposito delle fibre continue e discontinue I TNT in materiali sintetici e artificiali possono essere prodotti a partire da fibre discontinue o da fibre continue. Per capire un attimo le proporzioni: nel 2018 quasi il 60% del TNT è stato prodotto da fibre discontinue (fonte: EDANA). Nel caso della fibra discontinua il processo produttivo si svolge
Il TNT viene apprezzato e usato in numerosissimi settori per i bassi costi e la rapidità di produzione.
in due passaggi: prima vengono prodotte e tagliate le fibre, e poi si procede alla fabbricazione del TNT. Nel caso della fibra continua il processo produttivo è continuo: si parte dalla materia prima per arrivare direttamente al rotolo di prodotto finito. La lavorazione della fibra discontinua Ci sono diversi modi per trasformare una balla di fibra tessile discontinua in un velo pronto per essere interlacciato. Le tecniche di deposito sono: il dry-laid, ovvero una sorta di cardatura (come quella che viene fatta per la lana o il cotone), in cui le fibre vengono separate e direzionate; l’air-laid, che si può considerare in effetti un tipo di dry-laid, in cui le fibre vengono trasportate su un tamburo in modo pneumatico; e infine il wet-laid, in cui le fibre vengono trasportate da un getto d’acqua. In questi ultimi due casi (air-laid e wet-laid) le fibre vengono depositate in modo
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Il TNT, uno dei materiali più usati per proteggerci dal coronavirus
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Il tessuto non tessuto è uno dei grandi protagonisti di questi giorni di emergenza. Moltissimi dei dispositivi medico-sanitari e di protezione individuale (DPI) sono realizzati proprio con questo materiale: dai camici ai copricalzari usa e getta, realizzati in TNT accoppiato per garantire l’impermeabilità, dalle mascherine ai filtri usati per la purificazione dell’aria in aziende e ospedali. Sono molte le aziende legate al mondo della stampa (e non solo) che hanno iniziato a produrre materiale utile alla collettività. Hanno messo in campo competenze e creatività, e spesso hanno stretto partnership interessanti per riuscire a realizzare dispositivi di protezione utili e sicuri. Un modo bellissimo per prenderci cura di noi. Tutte le normative tecniche che fanno riferimento ai dispositivi necessari in queste settimane sono disponibili gratuitamente online sul sito dell’UNI (l’Ente Italiano di Normazione). https://bit.ly/2WX4vjz Mascherine diverse da queste non sono dispositivi medici né dispositivi di protezione individuale. Possono essere comunque prodotte e vendute, ai sensi dell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, sotto la responsabilità dei produttori.
Il tessuto non tessuto è uno dei materiali più versatili e diffusi al mondo: viene usato nell'edilizia e nell'automotive, nel food e nella comunicazione visiva, nel medicale e nell'agricoltura. E non solo.
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4 domande a chi stampa il TNT Abbiamo intervistato i titolari di due aziende specializzate nella stampa digitale su TNT: ci siamo fatti raccontare la loro esperienza nel settore e nella gestione di questo materiale.
1. Cosa producete in TNT? 2. Con quali tecnologie di stampa? 3. Chi sono i vostri clienti? 4. Da quanto tempo lavorate nella stampa digitale?
Mauro Balossi (AD, Sublylife) 1 Siamo specializzati nella produzione di tappeti sottomoto realizzati in TNT di poliestere e gommati. Un prodotto molto di nicchia, ma necessario per legge, per ragioni di sicurezza e di tutela ambientale, in tutte le gare di motociclismo. 2 Siamo specializzati nella stampa transfer in sublimazione: trattiamo solamente il poliestere, anche nelle sue forme più difficili da stampare, come moquette e tappeti. 3 I nostri clienti principali sono aziende che lavorano nel mondo degli eventi e degli allestimenti. 4 Lavoriamo nel settore della stampa digitale da circa vent’anni: abbiamo puntato su questa tecnologia quando erano ancora in pochi a crederci. Sono un curioso: all’epoca mi aveva affascinato il digitale, avevo voluto subito sperimentare e sono stato tra i primi ad acquistare un plotter per la sublimazione. Nel tempo ho stampato con questa tecnica un po’ di tutto, materiali rigidi e flessibili.
Giancarlo Miotto (AD, TicTac Stampa) 1 Abbiamo un focus particolare nel settore sportivo, che conosco bene. Produciamo principalmente banner, a pezzo o in bobina; “segnapercorso” per eventi sportivi, bobine lunghe anche 1.000 metri e alte 8 centimetri che servono a delimitare il percorso di gara; pettorali, che realizziamo interamente in azienda; copritransenne. 2 Siamo sempre alla ricerca delle soluzioni più sostenibili e originali: abbiamo fatto sviluppare in esclusiva degli inchiostri fluo (giallo e fucsia) per la nostra macchina a sublimazione, e abbiamo studiato una speciale combinazione di primer e inchiostri green che usiamo su una stampante UV. 3 Organizzatori di eventi, soprattutto sportivi, e allestitori. 4 È dal 1996 che stampiamo in digitale, e le prime prove di stampa su TNT risalgono al 1998 circa: praticamente dei pionieri. Oggi stampiamo ogni tipo di materiale di grande formato, e ci siamo specializzati anche nella finitura (taglio, fustellatura, occhiellatura).
casuale, non hanno una direzione precisa. La tecnica del dry-laid trae la sua origine dal mondo tessile, mentre quella del wet-laid dal mondo della carta (la cui tecnica produttiva in effetti presenta numerose analogie con quella del TNT). I TNT ottenuti tramite dry-laid costituiscono il segmento più ampio del mondo dei non tessuti. Le fibre del materiale ottenuto possono essere disposte in modo random, a croce, oppure allineate longitudinalmente o trasversalmente. Se questo materiale non subisce ulteriori lavorazioni si definisce “ovatta”, e viene impiegato per esempio nel settore igienico-sanitario o in sartoria e tappezzeria. La lavorazione della fibra continua I TNT da fibra continua vengono prodotti in un unico passaggio, dalla materia prima al prodotto finito. Il processo produttivo è compatto ed economicamente conveniente. La tecnica di deposito delle fibre continue, sintetiche o artificiali, viene detta polymer-laid. Si parte dai polimeri in forma di granuli (detti anche chip o pellet): vengono inseriti in un estrusore, un cilindro al cui interno gira una vite che mescola e fonde tutto il materiale. Al polimero possono essere aggiunti additivi che servono a modificarne alcune caratteristiche e proprietà: elasticità, idrorepellenza, resistenza al fuoco o alla luce. Il polimero fuso entra nella filiera, da cui escono fili molto sottili: pesano circa 2 o 3 denari e il loro diametro può andare dai 15 ai 25 micron. I fili prodotti hanno caratteristiche diverse a seconda di come vengono ottenuti; alcuni tipi di TNT prendono nome dal processo di estrusione dei fili da cui sono composti: i fili dello spunbond vengono semplicemente fusi; quelli del meltblown sono fusi e e per favorire l’indurimento passano attraverso un getto di gas ad alta velocità; quelli del flashspun cambiano composizione chimica a
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causa della rapida evaporazione del solvente proprio durante l’estrusione. Per aumentarne la resistenza meccanica, i fili subiscono un processo di stiro che ne orienta le molecole. Lo stiro viene svolto con aria oppure attraverso un processo meccanico, passando il filo in rulli a diversa velocità. Solitamente i fili usati per i TNT vengono stirati ad aria e successivamente raffreddati.
L’interlacciatura A questo punto le fibre sia discontinue sia continue (sotto forma di rete bidimensionale, detta web, o tridimensionale, detta batt) vengono depositate su un tappeto aspirato e sottoposte a una lavorazione che gli permette di mantenere la coesione e la stabilità dimensionale. In ogni caso bisogna tenere presente che nessun TNT avrà le stesse resistenze meccaniche di un tessuto o di una maglia. Esistono diverse tecniche per interlacciare le fibre. L’agugliatura in inglese è detta needlepunching, letteralmente “punzonatura ad ago”: sono infatti aghi in metallo a interlacciare le fibre in modo da renderle più stabili
dimensionalmente (in modo unidirezionale o multidimensionale, o ancora in modo da creare texture particolari). È una tecnica usata spesso con TNT prodotti tramite dry-laid. Lo spunlace o hydroentanglement, letteralmente “intreccio ad acqua”, è una tecnica di interlacciatura simile all’agugliatura, ma in questo caso gli aghi sono sottilissimi ma potenti getti – veri e propri aghi – d’acqua. Più delicata dell’agugliatura tradizionale, non rovina le fibre tessili. Il termobonding e il throughair bonding sono tecniche che usano il calore per stabilizzare le fibre: nel termobonding il calore è diretto, impresso tramite cilindri riscaldati e puntinati; nel throughair bonding è indiretto, trasmesso tramite getti di aria calda. Le fibre possono essere coesionate anche con un procedimento chimico, attraverso sostanze adesive spruzzate, imbevute o cosparse sul tessuto e fissate con un passaggio in calandra o mangano. Un’altra tecnica consiste nella cucitura, con filo o senza: si chiama stitchbonding o maliwatt (dal tipo di telaio con cui viene prodotto il TNT). Un’ulteriore tecnica di coesionatura prevede infine l’uso di ultrasuoni.
Il finissaggio: bruciapelo e trattamenti superficiali Su WIDE 44, nell’articolo dedicato al tessuto di poliestere, abbiamo detto che nel mondo tessile tutte le lavorazioni che servono a migliorare le caratteristiche di un tessuto vengono definite “finissaggio” (o “finitura”). Questo vale anche per il TNT, che viene trattato proprio come un tessuto vero e proprio. Come possiamo immaginare, la superficie dei TNT non è particolarmente liscia e omogenea. Per eliminare i peli, i tessuti non tessuti possono passare in una macchina detta “bruciapelo”, che brucia la peluria con becchi a gas o sbarre arroventate. Il TNT può anche subire trattamenti superficiali (bagni o spray) che ne migliorano determinate caratteristiche: idrorepellenza, resistenza al fuoco, resistenza agli acari, antibattericità… Rispetto agli additivi aggiunti in massa questi trattamenti sono meno resistenti e duraturi, perché non penetrano nella fibra. Lo stesso avviene per la tinta: se realizzata a questo punto del processo produttivo interessa solamente la parte superficiale dei fili. Le chimiche usate dipendono dai materiali di base.
Nel processo di stampa a sublimazione indiretta la carta transfer viene accoppiata al TNT in poliestere e poi passata in calandra per trasferire l'inchiostro.
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Agugliatura o needle punching: processo con cui si compatta il materasso di fibre uscito dalla carda, attraverso aghi in metallo che si muovono in verticale. Agugliatura ad acqua, hydroentanglement o spunlace: processo di coesione del materasso di fibre simile all’agugliatura tradizionale, realizzata tramite getti d’acqua ad alta pressione. Artificiale: materiale creato a partire da materiali naturali, elaborati attraverso un processo chimico. Cardatura: processo che assottiglia e raddrizza la massa di fibre tessili passandole in una “carda”, una macchina composta da due rulli muniti di dentini in metallo. Decitex (dtex): unità di misura della densità lineare di un filo o filato, comunemente usata in ambito tessile; corrisponde al peso in grammi di 10 km di filo. Denaro (den): unità di misura della densità lineare di un filo o filato, comunemente usata in ambito tessile; corrisponde al peso in grammi di 9 km di materiale. Densità o finezza: unità di misura del TNT; misura la quantità di fibra per centimetro quadrato (fibra/inch²). Fibre tessili: prodotti fibrosi naturali, sintetici o artificiali che possono essere trasformati in filati e tessuti. Possono essere discontinue, in inglese staple fiber (che nel caso in cui vengano filate danno origine a filati), oppure continue (fili). Filo: materiale composto da una fibra continua. L’unico filo naturale è la seta; gli altri sono di origine artificiale o sintetica. Filato: materiale composto da fibre corte, filate insieme. Sono filati la lana, il cotone, la canapa, ma possono esserlo anche materiali sintetici e artificiali. Finezza: v. densità. Finissaggio: processo chimico, fisico o meccanico che agisce sull’aspetto e sulle resistenze di un filo, un filato, un tessuto. Idrofobia o idrofobicità: proprietà di un materiale di non assorbire e non trattenere acqua né all’interno né sulla superficie. Interlacciatura o coesionamento: tecnica che conferisce compattezza al materasso di fibre, dando origine al TNT senza usare la tessitura. Mangano: macchina formata da tre cilindri ruotanti che comprimono il tessuto; la manganatura schiaccia il filato in modo da appiattirlo e chiudere gli interstizi. Needle punching: v. agugliatura. Ovatta: semilavorato di alcune lavorazioni tessili, costituito da un insieme disordinato di fibre; opportunamente trattata o sterilizzata viene usata nel settore sanitario, in sartoria e tappezzeria. Sintetico: materiale creato a partire da materiali non naturali, attraverso un processo di sintesi chimica. Spunlace: v. agugliatura ad acqua. Termoplasticità: proprietà di un polimero acquistare plasticità (passando a uno stato viscoso, e quindi formabile), all’aumentare della temperatura, in modo reversibile. Titolo: la finezza di un filo o un filato, ovvero la relazione tra lunghezza e peso. Per le fibre sintetiche è usata la titolazione diretta, che si misura in Decitex. Through-air o thru-air bonding: tecnica di coesionatura della fibra che impiega aria calda. TNT o tessuto non tessuto: prodotto industriale simile al tessuto, ottenuto però da procedimenti diversi rispetto alla tessitura e alla maglieria. Le fibre non sono disposte in modo ordinato, ma casuale.
Altri finissaggi: accoppiatura, resinatura, coatizzazione, laminazione Il TNT viene spesso usato insieme ad altri materiali: hanno un’anima in TNT, per esempio, i banner in PVC e le borse in pelle sintetica, ma anche i tubi di gomma. Proprio come i tessuti, anche i TNT possono subire diversi finissaggi. Possono essere accoppiati ad altri materiali, magari impermeabili. Possono essere “resinati” sul retro o “coatizzati” sul fronte, per aumentare la stampabilità ma conferire anche proprietà antisfilo, di resistenza al fuoco e idrorepellenza, resistenza all’acqua, protezione dai raggi UV e antimuffa. La coatizzazione modifica intensamente la natura del materiale: il TNT diventa di fatto un supporto per la resina, e passa (letteralmente) in secondo piano. La pelle sintetica spesso non è altro che TNT coatizzato, come abbiamo visto sul numero 47 di WIDE. Infine, i tessuti non tessuti possono essere laminati, cioè protetti con una lamina funzionale o decorativa, trasparente o colorata. La laminazione conferisce al materiale una perfetta impermeabilità, e per questo viene adottata per esempio nella produzione di dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale (DPI).
La decorazione: stampa e goffratura I TNT, ovviamente, possono essere anche decorati. A seconda del materiale di cui sono composti, delle loro caratteristiche fisiche e delle destinazioni d’uso dei prodotti finiti possono essere stampati con tecnologie analogiche oppure digitali. Tra le tecnologie analogiche vengono usate la serigrafia, la flessografia, la stampa a rotocalco. Anche il getto d’inchiostro viene usato spesso: eco-solvent, latex, UV e UV-LED (magari con pretrattamenti specifici per migliorare l’adesione degli inchiostri). Nel caso in cui il TNT sia di poliestere (e quindi sopporti
Due tappeti in TNT stampati in digitale con sublimazione indiretta. foto: Sublylife
Piccolo glossario dei materiali, delle proprietà e delle tecnologie
le temperature necessarie per il passaggio in calandra) è particolarmente diffusa la stampa a sublimazione, soprattutto indiretta: il fatto di non dover stampare direttamente la superficie irregolare e pelosa del tessuto non tessuto minimizza i rischi per le testine. Quando si stampa il TNT si devono usare alcune accortezze, come fare delle prove per valutare l’eventuale restringimento longitudinale e trasversale in seguito all’asciugatura o al passaggio in calandra. Le prove di stampa servono anche a controllare la resa dei colori ed eventuali viraggi dovuti alle sostanze usate nel processo di fabbricazione del materiale. Sono elementi potenzialmente critici, e quindi da tenere in considerazione, anche la finezza e la planarità del tessuto. Un’altra lavorazione alla quale può essere sottoposto il TNT è la goffratura, realizzata con una calandra in acciaio che incide una decorazione lineare. Con la nobilitazione di stampa e goffratura anche un materiale “umile” come il TNT può così ricoprire un ruolo da protagonista in un mercato esigente come quello della comunicazione visiva.
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COLOPHON P e r s o n e e a z ie n d e c it a t e c o n r if e r im e n t o a lla p a g in a . I n u m e r i in n e r e t t o s i r if e r is c o n o a u n ’in s e r z io n e p u b b lic it a r ia 360Biolabs 48 ABS Group 6 Acimga 39 Agfa 8,60 Ambientha 9 Argi 39 Balossi Mauro 54 Barboglio Enrico 39 Benckuysen Bert 40 Berto Andrea 35 B-Flex Italia 7 Bodreau Alice 39 Bordone Matteo 39 Borghi Mauro 21 Bosio Giuseppe 50 Brand Revolution 49 Briganti Andrea 39 Brother 16,19 Buriani Enrico 50 Carlings 26 CEPI 39 Chiossi e Cavazzuti 16 Cirimele Vincenzo 18,44 CMF Marelli 46 Colonnese Francesco 16 Colonnese Mario 16 Cooper Underwear Comp. 24 Costa Claudio 17 Creative Promotion 16 Curlante Stefano 25 Decathlon 47 dGen 9 Dolly Noire 24 DominoDisplay 44 Drion Danna 40 Durst 12 Edigit 7 Ellen MacArthur Foundation 39 Eos 48 Epson 23 Eurmoma 33 ExOne 48 FabLab Brescia 44 Fed. Carta e Grafica 39 Fedrigoni 45 FESPA 40 Fespa Italia 43 Flexa 7 Fujifilm 7 Gastaldo Eugenio 19 Gastaldo Matteo 19 Givas 35 Grubak Morten 27 Gruppo Masserdotti 44 Gruppo Miroglio 17 HP 45 Imagink 13 InPrint Milan 57 Isinnova 44,46 Ivar 47 Kimiprint 45 Konica Minolta 8 Kornit Digital 18,20,42 Laberle Ulrich 39 Lagona Maria 19 Lano Giuseppe 17 Lico Print 23 Livio Marco 23
Malvaso Cosimo 22 Marcuccio Marco 46 Mares 47 Market Screentypographic 24 Marzotto Lab 6 Materia 47 Materially 36 mbgate 39 M-Cube 9 Mimaki Bompan Textile 41 Mimaki 28,40 Miotto Giancarlo 54 Modico Graphics Italia 32 Monaco Claudio 32 Monti 9 Myyour 34 NGW Group 9 Officine T-Shirt 25 OKI 41 Onlineprinters 38 Pellizzari Anna 36 Polymer Scientist 50 PressUP 38,44,47 Print4All 39 Promoservice 9 Prosilas 48 RadiciGroup 50 Renzi Fabrizio 39 Ricoh 21 Rigamonti Matteo 44 Roland DG 22,41 Rolling Plast 34 Ronco Cristian 34 Salmi Fabrizio 43 Samuel Ronen 42 Saporiti Federico 43 Scatto Marco 50 Selis Fabrizio 24 SENSE Immaterial Reality 6 Seride 13 Serimon 32 Sintratec 47 Smartcolor 41 Sottana Andrea 7 SPEE3D 48 STA 7 Sublitex 17 Sublylife 54 Sumitomo 37 Tapper Nigel 39 techart 45 Teetaly 13 TicTac Stampa 54 Toro&Moro 19 Trotto Gatta Marco 7 T-shirt Factory 18 Van der Broek Ronald 40 Ventrone Giuseppe 9 Vignaga Luca 6 Virtue 26 Viscom Italia 14 Vistaprint 38 Weerg 44,47 Willems Paul 41 wowlab4u 45 Zucchetti Federico 20 Zund 5
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