Print Buyer 26/2010

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strategie e tecniche della comunicazione stampata

26/10 responsabilità sociale

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q u i n d i r i v e d e r

u s c i m m o l e s t e l l e Inferno canto XXXIV

Un bell’articolo di Enzo Rullani comparso sull’inserto Nova del Sole 24 Ore* ci dà lo spunto per una riflessione su una parola tanto usata quanto abusata: qualità. Nei momenti di crisi questa parola viene spinta sul fondo, allontanata dalla ribalta, mentre gli imprenditori fanno quella che noi napoletani chiamiamo ‘a mossa, uno scatto di bacino conturbante e rapido, che è una finta più che un movimento… ed ecco che si torchiano un po’ di più i dipendenti, si tagliano i famigerati costi di gestione, si pagano più tardi i fornitori. E la qualità? Le nuove idee? Le prospettive dell’azienda? Tempo. Trattenere il fiato. C’è bufera. E come dice il povero Gennaro alla moglie Amalia nella famosa commedia di Eduardo “s’ha da aspetta’ Ama’… ha da passa’ ‘a nuttata”. “La logica dell’emergenza rischia di fare non pochi danni perché spinge le aziende sul piano inclinato della concorrenza di costo”, scrive Rullani. E lì, sul quel terreno, si sa come finiscono le cose: vince il low cost. Dovremmo invece spremerci le meningi per cambiare la proposta di prodotto (o di servizio) fatta al cliente. E accettare i costi di un ri-orientamento. Attenzione: non si tratta di aumentare la qualità intrinseca che offriamo ai nostri clienti, ma di cercare soluzioni capaci di dare al prodotto un valore apprezzato dal cliente. Come? Adottando, suggerisce Rullani, “il punto di vista dell’utilizzatore”. E il punto di vista dell’utilizzatore (cliente) non è questo o quel prezzo, ma questo o quel risultato. È, in sostanza, una nuova idea di qualità: un’esperienza di consumo non un consumo, uno stile di vita non un oggetto. Insomma, raccomanda Rullani, dovremmo associare al prodotto significati, servizi, nuove identità. “Il rapporto con la domanda va ripensato in termini di attenzione e interazione”. Interessante. Il suggerimento non viene da uno qualunque, Rullani è un insigne, apprezzato professore di Economia della Conoscenza. E il gioco che ci suggerisce non è una mossa, ma un movimento lento, trasformante eppure audace. Come quello delle nuvole, che inseguono un impulso invisibile, passano silenziose, e alla fine mettono a nudo il cielo.

*15 aprile 2010

pensieri fuoricorso

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Anna Aprea giornalista aprea.a@ilpoligrafico.it

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e l a i c o s à t i l i b a s n o p s e R 6 2 PB 18 24 Intervista a Martino Montanarini, ad di Giunti Editore: i suoi progetti e la sua attenzione ai nuovi mondi del digitale.

Inchiesta sul tema della Responsabilità sociale. Per capire come si comincia a coniugare il business con il comportamento etico.

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COMUNICARE

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Tutte le possibilità della Realtà Aumentata, gli scenari di utilizzo e qualche informazione tecnica.

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sommario

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La Responsabilità sociale e è il tema controverso ‘difficile’ che percorre o molti articoli di quest n numero. Leggerete no solo l’inchiesta a pagina di 24 dedicata all’analisi ra quelle iniziative, anco timide, che nel settore grafico-editoriale si stanno affermando, ma anche, a pagina 28, un’intervista a Paola Ferrara, responsabile della comunicazione di Banca Etica.

Inviti ad alto tasso di creatività per le sfilate di Antonio Marras e Kenzo firmati da Paolo Bazzani. L’intervista è di Marco Senaldi.

tecnologia

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RUBRICHE

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Pittore e illustratore tra i più importanti del mondo editoriale, Paolo Guidotti ha realizzato la copertina di questo numero di Print interpretando il tema della responsabilità sociale. Oggi Guidotti svolge la sua attività artistica utilizzando essenzialmente materiali di recupero.

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informazioni tecniche

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mia con inchioStampata in quadricro rtina è stata stri Colorgraf, la cope ficata con supsuccessivamente plasti ivamente è staporto opaco. Success iatura UV serita applicata una vernic con macchina grafica lucida a riserva Sakurai a cilindro.

o La copertina di quest numero è stata stamtipata su una carta pa no leg za nata lucida sen g. Luxo Magic da 250 cRe sis ten te all ’in ve per tta ada è o, chiament , lib ri d’a rte , bro ch ure ste rivi cataloghi, cover, di prestigio e inserti.

3 litover firma la copertina di

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cati glitter Infine, sono stati appli elementi: la iridescenti su alcuni collocata in luna, i fiori e la spirale basso.

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TU TT O Q UE LL O CHE FA N N O

rubriche

aziende grafiche

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poligrafici printing punta dritto alla gdo

Nata nel novembre del 2007 come polo industriale del gruppo editoriale di Bologna guidato da Andrea Riffeser Monti, Poligrafici Printing opera sul mercato nazionale ed europeo attraverso una rete commerciale capillare e una capacità produttiva articolata su numerosi impianti roto-offset operativi per 24 ore al giorno per sei giorni alla settimana. Quotata in borsa da metà marzo, la società diretta dall’ing. Giovanni Toso ha recentemente lanciato un nuovo servizio di stampa incentrato sulle dodici KBA Colora a 48 pagine senza forno dislocate nei tre stabilimenti di stampa di Milano, Bologna e Firenze. Ne parliamo con Riccardo Matina, direttore commerciale. Carte leggère con una qualità da offset. Quali sono le applicazioni ideali? Sicuramente tutto il materiale promozionale per la GDO ma anche cataloghi-giornale per la moda e poi la free press. Il vantaggio è quello di avere un formato massimo tabloid (30x38 cm) senza refili e la possibilità di ripiegare in linea. La cosa più importante poi è la foliazione: con un formato tabloid possiamo arrivare a 128 pagine in un unico passaggio in stampa e fino a 96 pagine per un formato rivista. Che cosa vi differenzia dai tradizionali stampatori di quotidiani? Essere anche stampatori di prodotti commerciali ci ha consentito di sviluppare una serie di servizi ausiliari che fanno sicuramente la differenza. Ad esempio, i nostri clienti possono avvalersi di un ufficio tecnico con capi-commessa dedicati, intervenire con correzioni fino all’ultimo minuto e usufruire della distribuzione sul territorio nazionale e internazionale, punto di forza della nostra azienda. Quali tipi di carta e inchiostri è possibile utilizzare? Le carte devono avere necessariamente una grammatura di 80 g al massimo, essere opache ed assorbenti. A parte questi vincoli, la scelta è molto ampia e si può optare anche per quelle riciclate. È possibile stampare in 4-cromia con inchiostri tradizionali e, considerata l’assenza del forno, il processo di stampa risulta più pulito con un risparmio di energia considerevole. Con quale prodotto si ottiene il miglior rapporto qualità-prezzo? Le migliori performance sono garantite con una foliazione medio-alta, cioè superiore alle 24 pagine. Diciamo che un formato tabloid da 32 pagine con una tiratura di 200mila copie risulta essere veramente conveniente se realizzato con questo tipo di impianti. Refilato in macchina, cucito a punto meT.C. tallico, personalizzato...

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aziende grafiche

cambia il look a unieuro

pixart.it

mette a punto un software per una migliore gestione degli ordini Per gestire puntualmente gli oltre 1.500 ordini giornalieri, pixart.it ha da poco implementato un applicativo gestionale innovativo ed esclusivo, in grado di coordinare perfettamente tutte le commesse in ogni singola fase operativa. Il nuovo sistema, totalmente “home made”, è basato su un software open-source e multipiattaforma ed è in grado di gestire la preventivazione, gli ordini, il workflow e l’amministrazione. Matteo Rigamonti, CEO di pixart.it, commenta: «Si tratta di una scelta che ha richiesto 18 mesi di lavoro a tempo pieno di un team composto da 4 ingegneri informatici e un investimento di circa 400.000 euro. Il software garantisce nuovi vantaggi ai nostri clienti in termini di servizio e di prezzo. Oggi siamo in grado di proporre anche la possibilità di scegliere soluzioni di consegna degli ordini dilazionati nel tempo – dalle 24 ore a 7 giorni lavorativi – con l’opportunità di risparmiare fino ad oltre 50% sul prezzo complessivo dell’ordine». www.pixart.it

gruppo masserdotti Porte e pareti, sedie e tavoli e altre superfici possono cambiare immagine, colore e stile, grazie alla tecnica dell’Interior Decoration. È così che il Gruppo Masserdotti ha rinnovato la zona ristoro della famosa catena UniEuro a Trezzano, alle porte di Milano. Grazie al sapiente utilizzo e applicazione di rivestimenti filmici speciali, altamente personalizzabili, applicati su muri, pannelli, pavimenti e complementi d’arredo, gli interni hanno cambiato totalmente immagine. Una vasta combinazione di pattern con un’infinità di personalizzazioni, tutti resistenti all’acqua, all’usura, all’abrasione, facilmente pulibili e ignifughi, permettono di soddisfare qualsiasi tipo di richiesta di riqualificazione degli ambienti con risultati di forte impatto visivo. www.masserdotti.it

Statistiche sui singoli materiali e sulle diverse linee di produzione consentono il costante controllo sulla capacità produttiva e sui tempi di consegna offerti sul sito di pixart.it. A destra, un angolo della zona ristoro di Unieuro rinnovata da Masserdotti.

mondadori printing

diventa superveloce con la nuova kba rapida 106

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È previsto entro fine giugno l’arrivo della nuova KBA Rapida 106 nello stabilimento veronese di Mondadori Printing. La KBA Rapida più “rapida” – velocità massima 18.000 fogli/ora – è stata ordinata nella configurazione a dieci gruppi stampa con dispositivo di voltura e raggiunge in questa versione i 15.000 fogli/ora sia nella stampa in bianca che in volta. L’impianto altamente high-tech è dotato di tutti gli accessori che hanno reso la Rapida 106 “campionessa del mondo nei tempi di avviamento”. www.mondadoriprinting.it


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aziende grafiche Andrea Vimercati, Presidente Finat:

“Ho in mente importanti iniziative per favorire l’incontro tra stampatori ed end users” Da circa poco meno di un anno Andrea Vimercati è presidente di Finat, la Federazione internazionale dei produttori di etichette autoadesive. Parliamo con lui per conoscere gli obiettivi dell’Associazione e il tratto che Vimercati vorrebbe imporle. Quali sono i vantaggi che la sua Associazione offre alle aziende? Diciamo subito che si tratta di un’associazione mondiale, che riunisce 600 società distribuite in 50 diversi paesi, il cui scopo è promuovere gli interessi dell’etichettatura autoadesiva. La struttura è piuttosto particolare perché Finat riunisce tutta la supply chain, dai fornitori ai convertitori, ai produttori di consumabili. Una formula che, come si può intuire, favorisce utili e importanti partnership. Dunque, posso dire con certezza che Finat ha molto da offrire ai suoi associati non solo sul piano del networking. Abbiamo inoltre importanti pubblicazioni tecniche approfondite “Finat educationals”.

Andrea Vimercati, 38 anni, è general manager di Pilot Italia.

Quali le novità che lei, come presidente, vorrebbe introdurre? Mi impegno perché le aziende associate possano crescere non solo vello tecnologico ma anche e soprattutto sul piano della gestione aziendale e della messa a punto di un modello di business strategico. Da qualche anno stiamo pensando a soluzioni per mettere in comunicazione gli utenti finali con gli stampatori. I tentativi fatti fin qui hanno incontrato poco successo. Ma l’idea vincente, che ora vorremmo perseguire, è quella di creare piccoli eventi all’interno di importanti fiere e manifestazioni internazionali, spazi dedicati dove sia possibile organizzare momenti di incontro con i buyer e i creativi. Iniziative speciali sul piano ambientale? La Finat sta cercando di occupare uno spazio anche sul terreno della responsabilità e della sensibilità ambientale. Non sono ancora molti gli etichettifici certificati, ma il nostro è proprio un ruolo di pungolo. Si tratta di un discorso ancora difficile: da una parte occorre comunicare certi messaggi, dall’altra non bisogna terrorizzare. La modalità di comunicazione credo sia fondamentale in questo settore. Il problema è proprio fare in modo che le aziende capiscano la necessità di coniugare il business con la riduzione delle emissioni.

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Il suo prossimo obiettivo? Il nuovo sito Finat, interessante, interattivo, dove gli associati e tutte le altre associazioni del mondo potranno depositare, in un’apposita library, i loro testi e avviare un sistema di traduzione e di scambio di cui non potranno non giovarsi tutti.

a li-

Finat educationals Total applied cost: un confronto tra i principali sistemi di vestizione del prodotto e relativi costi. Decorative Embellishment: soluzioni, sistemi e tecniche per la nobilitazione delle etichette autoadesive. Self-Adhesive materials and adhesives: una minuziosa analisi di materiali disponibili, loro caratteristiche e criteri di selezione. Combination printing: benefici di questo tipo di stampa. Environnmental issues: le implicazioni con l’ambiente, il protocollo di Kyoto, le leggi locali, le iniziative di categoria per ridurre l’impatto ambientale. www.FINAT.com


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aziende grafiche

firma i sistemi espositivi della fondazione paoletti

rotomail e rotolito

danno vita al più avanzato polo europeo per la stampa dei libri Giovanni Antonuzzo (a sinistra), ad di Rotomail, e Paolo Bandecchi, presidente di Rotolito Lombarda, in occasione della conferenza.

In una conferenza stampa, il 15 aprile scorso, si è brindato alla nascita del più avanzato polo tecnologico europeo per la stampa di libri “su misura”. Rotolito Lombarda e Rotomail Italia hanno siglato una partnership industriale e commerciale che mette in comune i rispettivi know how e punta a soddisfare qualsiasi esigenza produttiva del mercato editoriale con un servizio unico, completo e all’avanguardia in grado di rispondere alle esigenze di grandi aziende editoriali, piccoli editori e giovani autori. Rotomail, con sede a Cologno Monzese, 115 addetti, specializzata nel print on demand, si occuperà delle piccole e medie tirature di libri fino a 500 copie, mentre Rotolito Lombarda, azienda di Pioltello (MI) con 370 addetti, avrà il compito di provvedere agli ordini più consistenti, da 500 a 1 milione di copie. Diverse le scelte tecnologiche delle due aziende: Rotolito ha già installato un impianto HP con linea di finishing di Müller Martini, mentre Rotomail ha optato per la nuova Prosper di Kodak che verrà installata prima dell’estate. La linea di finishing in questo caso è dell’italiana Tecnau. www.rotomail.it www.rotolito.it

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studiostand

StudioStand ha ideato e fornito soluzioni espositive destinate a supportare le campagne itineranti di sensibilizzazione promosse dalla Fondazione Paoletti, ente morale per la promozione del benessere sociale e la difesa dei diritti dell’infanzia. La giovane azienda bresciana ha messo a punto gazebo in alluminio, leggeri e resistenti, arricchiti da banchetti desk personalizzati con la grafica dell’Ente. Sono stati inoltre realizzati roll up e bandiere con grafiche di forte impatto e facilmente intercambiabili, per soddisfare l’esigenza di personalizzazione dei messaggi comunicazionali in base alle tematiche delle differenti campagne di sensibilizzazione. Una soluzione espositiva articolata che ha coniugato efficienza ed efficacia. www.studiostand.it

tipolitografica cs

si rafforza nella stampa uv L’azienda di Padova ha riconfermato la propria fiducia a Koenig & Bauer e ordinato una Rapida con dotazione speciale. Si tratta di una RA 106 (formato 74x106) con sei gruppi stampa equipaggiata per la stampa con inchiostri UV e predisposta per la stampa di supporti plastici ad alto spessore e cartone. L’impianto sarà consegnato entro giugno e affiancherà, nella sala stampa di via Perù, le altre offset a foglio (tutte KBA) fornite dal 2000 ad oggi. Negli ultimi anni Tipolitografica CS ha concentrato la sua attenzione sulla stampa di materiali speciali, soprattutto pvc, pet, polipropilene, lenticolare e polistirolo, fino a diventare leader del mercato. www.tipocs.com


BIANCO ASSOLUTO La prima carta patinata assolutamente bianca.

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18 come comunicano

giunti editore

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sfide e progetti di un editore che guarda al futuro

Achille Perego onomico giornalista ec libero.it o@ eg er .p achille

“Il mondo della carta salvato dai libri”. Messa così sembrerebbe un’affermazione un po’ forzata per un Paese, l’Italia, che non brilla certo per lettori di narrativa e saggistica ma anche di quotidiani. E di fronte all’avanzata dell’e-book che sarà senza dubbio accelerata dallo sbarco sul mercato dell’iPad di Apple. Ma se un grande editore come Giunti non può trascurare il nuovo, avvincente e promettente canale digitale, questo non significa che in futuro venga meno il fascino del classico libro stampato e rilegato. Parola di Martino Montanarini che del gruppo editoriale di Firenze è amministratore delegato. «Penso che Internet non toglierà lettori, semmai avvicinerà ai libri i giovani che hanno più dimestichezza con il web», esordisce Montanarini. «Quindi guardo con grande

interesse e ottimismo alla nascita di nuovi strumenti digitali come gli e-book che non credo faranno scendere le vendite del prodotto libro. E se anche dovesse avvenire, per gli editori vendere su carta o sul digitale non è un problema. Del resto l’e-book potrà avvicinare alla lettura chi non è abituato ad andare in libreria. Questo nuovo canale avrà una grande crescita concentrata soprattutto nell’editoria turistica e scolastica e in quella professionale e normativa. Ma la modalità di lettura cartacea, che produce un grande richiamo tattile, olfattivo, visivo chiamando in causa tutti i sensi, si continuerà ad usare e anzi credo che in futuro i consumi cresceranno soprattutto nella narrativa, ma nulla esclude, a un forte lettore, di caricarsi quattro o cinque titoli quando parte per le vacanze per non avere l’ingombro dei

libri. Insomma, si imporranno contenuti su misura e modalità di fruizione del libro diverse». Alla luce di questi cambiamenti, quale evoluzione prevede? I libri sono un mercato statico da ormai dieci anni anche per colpa degli editori che non hanno fatto molto, o addirittura niente, per allargare la base dei lettori. L’Italia rimane un Paese con un basso indice di lettura anche perché non è stato investito un euro per promuoverla. Così, oltre il 60% degli italiani, dicono le statistiche, non legge neppure un libro all’anno! Le giovani generazioni leggono di più e hanno più dimestichezza con Internet che, di per sé, non sottrae lettori ai libri. Quanto è importante per un editore controllare i canali di vendita?


Giunti è un gruppo internazionale che nel 2009 ha realizzato 410 milioni di euro di ricavi con 1.100 dipendenti, cifra destinata a crescere sensibilmente quest’anno grazie anche al consolidamento della newco con Messaggerie. Il perimetro d’attività della Giunti è molto ampio, con una quota di mercato di circa il 9% e forti presenze nella manualistica, nell’editoria turistica e in quella scolastica. Tra i marchi Giunti ci sono Dami, Fatatrac, Motta junior, Demetra, Giunti Scuola, Giunti Arte Mostre Musei, Touring Editore, Giunti Labs, Giunti OS. A Giunti fa capo anche l’azienda grafica Giunti Industrie Grafiche di Prato dotata di un ciclo completo di stampa (offset e digitale) e legatoria che lavora sia per la casa editrice sia per conto terzi fatturando circa 25 milioni di euro. È inoltre la capogruppo dell’Ati che gestisce i servizi museali dei Musei statali fiorentini e di quelli Vaticani. Martino Montanarini, milanese di nascita e fiorentino d’adozione, 45 anni, laurea in Economia e Commercio all’Università di Firenze, padre di tre figli, grande amante della vela e delle moto, lavora in Giunti dal 1990, come amministratore delegato di Giunti Industrie Grafiche. Nel ‘96 diventa direttore generale di Giunti Editore e nel ‘98 amministratore delegato, carica assunta anche in Touring Editore e nella nuova società con Messaggerie.

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Nove marchi per un ’offerta differenziata

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“Le nostre sfide riguardano tre filoni: il lancio di nuove collane, l’apertura di nuove librerie e vendita tramite Gdo e, infine, il mercato digitale. Gran parte dei nostri libri sarà presto fruibile sull’e-book e altre piattaforme”.

Cosa pensa delle varie iniziative di “self publishing”? Che si tratta di un fenomeno interessante che, con la stampa digitale, apre nuovi canali rivolti alle piccole tirature, agli scrittori in erba. Ben venga quindi la soddisfazione di questi nuovi bisogni, anche se credo sia un mercato marginale che non inciderà su quello editoriale.

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Voi siete sia editori, sia stampatori. Come indirizzate le vostre commesse? Negli ultimi anni abbiamo assistito a una riduzione della

presenza dei nostri stampatori sui mercati esteri. Purtroppo questo canale si è svuotato sotto la pressione della concorrenza orientale. Anche noi oggi stampiamo il 40% dei nostri libri scolastici e illustrati in Cina, il 40% nel nostro stabilimento di Prato (Giunti Industrie Grafiche) e il 20% con commesse a stampatori sia italiani, sia esteri che scegliamo in base alle nostre esigenze produttive, a rapporti consolidati negli anni e al rapporto qualità-prezzo. Come può restare competitivo oggi un grande editore? Le nostre sfide riguardano tre filoni. La prima è il rafforzamento dei nostri cataloghi con il lancio di nuove collane e l’ampliamento dei settori dove siamo meno presenti, come la narrativa, mentre siamo molto forti nei libri scolastici, quelli per i ragazzi, la manualistica e le guide turistiche grazie anche all’acquisizione di Touring Editore. In questa strategia rientra anche la possibile acquisizione di altre case editrici. Il secondo filone riguarda la distribuzione dove, grazie anche all’accordo con Messaggerie, pensiamo di svilupparci sia sul fronte

dell’apertura di nuove librerie, sia su quello della vendita dei libri nella Gdo. Infine, il terzo filone è quello del nuovo mercato digitale per cui stiamo lavorando alla trasposizione di una parte molto importante del nostro catalogo sull’e-book e su altre piattaforme. Quanto è importante la responsabilità sociale e il rispetto ambientale per Giunti? Molto, e non solo per l’editoria per ragazzi. Oggi sempre più dai lettori-consumatori arriva una richiesta di attenzione all’ambiente e di responsabilità sociale delle aziende. Per questo cerchiamo di realizzare un ciclo produttivo molto attento a queste esigenze e in particolare prestiamo molta attenzione alle commesse che affidiamo a stampatori dell’Estremo Oriente. E oltre al ciclo produttivo e ai materiali utilizzati, la nostra sensibilità ambientale ci ha portato a progettare un grande investimento per installare pannelli solari sui 50 mila m2 della nostra azienda grafica di Prato. E fatti quattro conti mi sono accorto che guadagneremmo di più a produrre energia che non a stampare libri!

responsabilità sociale

È un fattore strategico. E proprio per questo abbiamo siglato un importante accordo con Emmelibri della famiglia Mauri a cui fanno capo le Messaggerie Italiane. Insieme abbiamo costituito una newco controllata da entrambi al 50% che può contare su ben 180 punti vendita, tra i quali le nostre 142 librerie Giunti al Punto, 8 megastore di Melbookstore e 25 punti vendita in franchising di Ubik. Una realtà protagonista del mercato con una quota del 30% che dà lavoro a 1.500 persone e per cui è stimato un fatturato di 400 milioni nel 2010.


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inchiesta

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Altavia si fa paladino dei prodotti equo-solidali. Blueprint costruisce un impianto fotovoltaico. Box Marche sostiene lo studio dei figli dei propri dipendenti. Cemit aiuta 8 associazioni con il portale Donami.org. CSQ investe 1.300 euro l’anno per la cura del cancro. Epson favorisce lo studio dei cambiamenti climatici. Grafinvest aderisce al progetto di tutela delle foreste. Luxoro aderisce al progetto Lifegate Impatto Zero. Pixart.it aiuta il dialogo interculturale a Venezia. Ricoh entra nella classifica delle aziende più responsabili.

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1. Pannelli fotovoltaici realizzati dall’azienda grafica Blueprint. 2. Il diploma che attesta la sensibilità ambientale di Grafinvest. 3. I murales commissionati da Altavia Iberica per conto di Fair Trade. 4. Il certificato del sostegno dato dal CSQ alla Fondazione ABO. 5. L’apertura del festival letterario Incroci di Civiltà sponsorizzato da Pixart.it. 6. La campagna Epson a favore dei bambini peruviani.

Anna Aprea giornalista aprea.a@ilpoligrafico.it


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responsabilità per coniugare etica e profitto Si può pensare a un’azienda corretta, animata da buoni sentimenti, espressione di un’etica diversa da quella che respiriamo tutti i giorni… si può pensare una cosa del genere senza sentirsi Alice nel paese delle meraviglie? E si possono immaginare imprenditori grandi e piccoli capaci di muoversi, in tempi di crisi, in modo solidale, corretto, trasparente? Domande difficili, è vero, domande a cui la povera Alice risponderebbe così, come nella sua bellissima fiaba, ricordate? «Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è…». responsabilità e sviluppo

Ma torniamo al nostro mondo dove scopriamo che, anche in tempi come quelli che viviamo, si trovano non poche aziende grafiche certificate SA8000: Arti Grafiche Boccia, Grafica Metelliana, Coptip, Grafiche Effesei, Rotopress International, Rubbettino, Tipolitografia Fabrianese, tanto per citarne alcune. Vi sono poi esempi di

imprenditori che amministrano le loro faccende con attenzione alla comunità, alle istituzioni, ai collaboratori, alle associazioni umanitarie. Tutte cose che, sia ben chiaro, vanno al di là dell’ovvio rispetto della legalità o dell’adeguamento a norme SA8000 che certificano più o meno l’impegno etico, e si riferiscono invece a quel di più che volontariamente l’azienda esprime… certo nella convinzione di ottenere una contropartita sul piano dell’immagine, ma anche di farlo per il piacere di farlo punto e basta. Fare bene facendo del bene Vero e proprio “campione di responsabilità” nel panorama delle imprese grafiche italiane è Box Marche, azienda di packaging con sede a Corinaldo nelle Marche, alle spalle una lunga storia di premi, certificazioni, progetti sociali che hanno ricevuto importanti riconoscimenti. «Guidare un’azienda con la massima attenzione al benessere e alla formazione dei propri dipendenti, ma anche dei propri partner, dei forni-

tori, della comunità territoriale vuol dire essere affidabili su tutti i piani: non solo sul piano dell’immagine ma su quello della reputazione imprenditoriale», dice il titolare Tonino Dominici. Innovare e accrescere il valore dei prodotti

Muoversi in modo responsabile, questo si sa, non può essere solo un’operazione d’immagine, una strategia di facciata, come si dice. È piuttosto una nuova cultura, una modalità diversa di fare impresa che, dice Dominici, «porta valore permanente al business e aumenta la competitività». Un discorso che vale anche in tempi di crisi, precisa l’imprenditore marchigiano, proprio quando è necessario accrescere il valore innovativo dei prodotti. «È proprio quando occorre trovare soluzioni nuove che ci aiutino a vendere che è importante che tutti - e soprattutto le persone che lavorano in azienda - siano molto soddisfatti: sono loro infatti che contribuiscono alla ricerca, al valore aggiunto, al successo».

Una nuova cultura d’impresa Ma quale posto occupa il comportamento responsabile tra i criteri di scelta di un’azienda grafica? È un po’ presto per dirlo: il settore ha appena cominciato il suo cammino verso la sostenibilità e la responsabilità sociale, com’è facile intuire, è strettamente legata a questo percorso. Un viaggio di esplorazione del nuovo e del possibile. Dice Daniele Fiasca, capo della direzione tecnica e servizi redazionali della Mondadori: «Direi una bugia se dicessi che questo è un aspetto centrale nella selezione di un fornitore: in un immaginario ordine di priorità la responsabilità sociale dell’azienda grafica non è al primo posto, ma di certo già ora è nella griglia di quei criteri che valutiamo». Integrare l’azienda nella comunità sociale

E tuttavia, come spiega Emilio Scirea, production manager di Mondolibri, la responsabilità sociale è una spinta necessaria, improrogabile: «Ogni piccolo passo che

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Luigi Onesti

cemit interactive media

ha 37 anni ed è il giovane e brillante Managing Director Sales and Marketing di Cemit Interactive Media (Gruppo Mondadori), importante azienda che opera nel marketing relazionale. Per le associazioni non profit l’azienda cura tutta la sfera della comunicazione, dal telemarketing alla progettazione fino all’invio di mailing. A Luigi Onesti abbiamo rivolto alcune domande per chiarirci le idee sul tema della Responsabilità Sociale.

In che senso possiamo dire che la Responsabilità Sociale d’Impresa è un modo per fare business ? Nel senso che il pubblico non valuta i prodotti o i servizi solo per le loro caratteristiche estetiche o funzionali: il loro valore oggi è sempre più apprezzato anche per caratteristiche di tipo etico e morale. Dunque integrare una visione etica all’interno di una visione strategica rende di fatto le aziende più competitive.

La pianificazione delle campagne Cemit coinvolge tutti i media in un’ottica di integrazione. Dalla realizzazione creativa di mailing alla loro stampa, al fulfillment e all’invio. In un’ottica di integrazione, in diversi progetti, vengono coinvolti, come rafforzativi delle campagne di marketing diretto, i media above the line appartenenti al Gruppo Mondadori.

Come si realizza questa integrazione tra l’azienda e la società ? Intanto va detto che l’azienda non è una monade, deve proiettarsi fuori di sé coinvolgendo le comunità locali nelle quali opera, i suoi partner, i fornitori, i clienti, i consumatori, i propri dipendenti: realizzare progetti che siano in grado di portare benefici lungo tutta la filiera produttiva.

Ma si tratta di costi in più per l’azienda … Qui sta il punto: non stiamo parlando di un aumento di costi ma di un’opportunità di crescita. Di più, è una vera e propria strategia per superare la crisi: ponendosi in modo costruttivo e trasparente nei confronti di tutti i portatori di interesse, l’azienda cresce.

F accia qualche esempio . Si può citare il caso Ferrarelle e Unicef, partner per il progetto ‘Eritrea, acqua e igiene nelle scuole’. Grazie a un’iniziativa di Cause Related Marketing a favore dell’UNICEF (in cui Ferrarelle ha donato più del 10% del ricavato delle vendite delle confezioni da 6 bottiglie) i volumi di venduto sono cresciuti del 3,2%. Ma ci sono tanti altri casi, non finiremmo di elencarl….

Cosa possono fare le aziende per avvantaggiarsi con attività di questo tipo ? Il direct marketing rappresenta lo strumento principe attraverso cui si può raggiungere, discriminando positivamente, il target interessato a questi progetti. Noi di Cemit lavoriamo con molte associazioni non profit: possiamo dunque individuare quelle più giuste in relazione al progetto.

Per quali attività ci si può rivolgere a voi ? Siamo specialisti nella creazione di banche dati, raccogliamo i nomi, li classifichiamo, studiamo il profilo e il comportamento, organizziamo appunto archivi e li utilizziamo – per conto delle aziende clienti – per mettere a punto azioni di marketing mirate.

Il mailing realizzato da Cemit per una campagna di sensibilizzazione a favore della Lega del Filo d’Oro che sostiene i piccoli sordociechi.

Donami.org è un progetto creato da Cemit allo scopo di destinare un fondo speciale a diverse cause umanitarie. Il fondo è suddiviso in base alle preferenze degli utenti. Chiunque voglia aderire va sul sito Donami.org, si registra, seleziona il progetto cui desidera contribuire e, per ogni nome registrato, Cemit versa 1 euro a favore dell’associazione umanitaria indicata.


Essere responsabili crea profitto

Molte ricerche ormai lo confermano: progetti qualificati e credibili fidelizzano i clienti, aumentano l’indice di gradimento di prodotti e servizi, ampliano la base sociale di riferimento dell’azienda, ne migliorano la visibilità e l’immagine, producono risparmio. E se vogliamo proprio dirla in sole tre parole, eccole: incrementano la redditività. «Certo» dice Tonino Dominici «tutto vero, ma bisogna avere una visione che non scada nell’immediato, nel qui e ora; le azioni sociali proiettano l’azienda nel futuro, bisogna essere in grado

Un sistema di gestione responsabile

«Condividere obiettivi e traguardi, legare particolari aspetti del proprio business a quelli della solidarietà è un impulso per lo sviluppo aziendale, questo è ormai dimostrato da numerosi casi», dice Luigi Onesti, Managing Director Sales and Marketing di Cemit Interactive Media. La sensazione è che si tratti di una faccenda tanto semplice quanto rivoluzionaria. Semplice perché le cose cambieranno quando saranno i consumatori stessi ad acquistare soltanto prodotti e servizi certificati, che riflettano cioè un impegno etico del brand. Rivoluzionaria perché questa nuova cultura porterà le aziende, e noi tutti, verso un mondo migliore nel quale le imprese saranno sì utili a se stesse, ma anche alla società nella quale operano. Lo sviluppo economico dovrebbe avere come fine l’uomo, non il profitto. Un sogno? La responsabilità è anche questo… continuare a desiderare un mondo dove “niente sarebbe com’è”.

piccoli passi responsabili

di saper superare gli interessi immediati, credere nelle capacità degli altri, diffondere e praticare la cultura del miglioramento continuo a tutti i livelli dell’organizzazione». L’ossessione del profitto a breve termine può rivelarsi un boomerang.

Per conto di FairTrade, Altavia Iberica si è impegnata a favorire il consumo di prodotti equosolidali attraverso una serie di murales, ispirati a questo tema, realizzati nelle principali città spagnole da importanti artisti di strada.

Box Marche premia i figli dei dipendenti

L’azienda di Corinaldo conferisce un premio ai figli dei dipendenti che conseguono risultati positivi a scuola. “10” all’esame di terza media comporta un premio di 500 euro. Più di 95 alla maturità 1.000 euro. 108 e oltre alla laurea 1.500 euro.

CSQ aiuta la ricerca sul cancro

Il CSQ sostiene la Fondazione ABO sponsorizzando progetti condotti da una rete di centri di ricerca e reparti ospedalieri diffusi in tutto il mondo e attivi da molti anni nel campo dell’Applicazione delle Biotecnologie in Oncologia.

Grafinvest tutela le foreste del Congo

L’azienda ha deciso di compensare l’emissione di 1.026 kg di CO2 dovuti alla produzione della sua brochure aderendo a un progetto di tutela della foresta di Samboko-Ituri nel territorio della Repubblica Democratica del Congo.

Pixart.it sponsorizza un festival letterario

Pixart.it sostiene la terza edizione del festival della letteratura “Incroci di Civiltà”, evento culturale di respiro internazionale promosso dal Comune di Venezia e dall’Università Ca’ Foscari, Facoltà di Lingue e Letterature straniere.

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Blueprint installa pannelli fotovoltaici L’aziend

inchiesta

siamo capaci di compiere in termini di sensibilizzazione delle aziende in questa direzione contribuisce a un’evoluzione di tutta la nostra società». Se l’impresa è di per sé un fatto sociale non può non giovarsi di operazioni sociali. Sembra un gioco di parole ma non è così. Perché la realizzazione di un progetto (che sia fatto per favorire i dipendenti, la comunità, i clienti, l’ambiente o i diritti umani non importa) induce sempre una positiva reputazione dell’azienda, migliora i rapporti con tutti gli interlocutori, clienti, partner, fornitori, cosa che a sua volta reca un vantaggio all’esercizio dell’attività.

Altavia difende il consumo solidale

a grafica di Bernate Ticino ha completato l’impianto fotovoltaico più grande della Provincia di Milano, che produrrà annualmente 432.418 kWh e che comporta una riduzione di emissioni pari a 229.613,958 kh di CO2.

Cemit sostiene 8 associazioni umanitarie

Creato da Cemit Interactive Media, Donami.org è un portale dal quale gli utenti possono alimentare un fondo destinato a diverse cause umanitarie. Si sceglie la causa da sostenere, ci si registra e Cemit, per ciascun utente registrato, dona 1 euro al progetto prescelto.

Epson si fa sentinella della natura

Epson ed Epson Meteo sponsorizzano il progetto Osservatorio Oasi del WWF per lo studio dei cambiamenti climatici. Tre nuove centraline meteorologiche sono state installate in alcune oasi per una rilevazione più ampia dei dati.

Luxoro aderisce a Lifegate Impatto Zero

Aderendo al progetto Lifegate Impatto Zero, che prevede il calcolo della quantità di emissioni di CO2 risultanti dalla propria attività, Luxoro compensa le emissioni con la piantumazione di alberi nel Costarica e nel Parco del Ticino.

Ricoh tra le 100 aziende più etiche del mondo

Ricoh Company Ltd., tra i massimi produttori di tecnologia multifunzione per la stampa professionale, è entrata nella classifica “World’s Most Ethical Companies 2010” elaborata dall’istituto Ethisphere che si occupa di diffondere la cultura della RSI.


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BANCA ETICA

del terz o

I nve stim enti dire tti qua si esc lus ivam ente sui med ia uzio nal e , na bro chu re istit sett ore (A rci , L ega mbie nte , A cli ). U pato su mat eria li rigo ro ma anc he tant e mon ogr afie . T utto stam sa le ridu zion i di bud get , sam ente gre en . D a qua lche tem po , cau a com uni B anca Etica ha messo a punto un grande rilancio della F err ara , liam o con P aol caz ione via web . D i tutt o que sto par res pon sab ile dell a com unic azio ne .

Paola Ferrara

responsabilità sociale

benvenuti in una banca solidale e responsabile

Achille Perego giornalista economico achille.perego@libero.it

Una Banca Etica nel nome e nei fatti. Che significa semplicemente fare con correttezza il mestiere tradizionale della banca: raccogliere i risparmi delle famiglie e delle imprese, soci e clienti, e prestarli a chi ha bisogno di un mutuo o di un finanziamento per far crescere la propria attività. Con un occhio di riguardo per il settore del non profit, della green economy e del commercio equo-solidale. Nata nel 1999 a Padova, Banca Etica rappresenta oggi un’eccezione nel mondo della finanza e del credito che, l’abbiamo scoperto con la grande crisi finanziaria che ha travolto le economie mondiali, si era avventurato in operazioni spericolate e pericolose che hanno prodotto una valanga di perdite e di crac. Anche nei portafogli dei piccoli risparmiatori. Ma essere una Banca Etica significa anche immaginare

una comunicazione etica, che risponda alla responsabilità sociale dell’impresa e alla salvaguardia dell’ambiente scegliendo, ad esempio se si tratta di carta e di stampati, materiali ecocompatibili e stampatori che rispettino le certificazioni ambientali. Coerenti, insomma, fino in fondo. Come si fa conoscere Banca Etica? Nei primi anni non c’era una struttura di comunicazione all’interno della banca. L’ufficio comunicazione e stampa è stato aperto nel maggio del 2007 con il mio arrivo, dopo un’importante esperienza a Medici senza frontiere. Prima alcune attività venivano svolte da altri uffici e funzionava molto (come ancora oggi) il passaparola. Da allora è cominciata un’attività di comunicazione che ha sempre avuto un budget

limitato, visto le dimensioni di Banca Etica, e che purtroppo, alla luce della crisi finanziaria e del ribasso dei tassi, si è ridotto in questi anni. All’interno del budget comunicazione come vi muovete? Nel 2008 abbiamo completamente rinnovato il sito che ci permette di dare tutte le informazioni di cui hanno bisogno soci e clienti della banca. Già oggi tutti utilizzano l’Internet banking che promuoviamo per abbattere i costi di stampa, sia ambientali sia economici, e a breve sarà disponibile il conto corrente online. Quando il budget era un po’ più ampio abbiamo fatto campagne pubblicitarie sul Sole 24 Ore, anche se il nostro canale privilegiato restano le riviste dei settori a cui ci rivolgiamo come le pubblicazioni dell’Arci, di Legambiente, delle Acli o


Oltre 440 milioni di euro per finanziare Banca Etica nasce a Padova nel 1999 grazie a un gruppo di soci provenienti dal mondo del terzo settore, tra cui l’attuale presidente Fabio Salviato, e realtà come Acli, Arci, Caritas, il gruppo Abele, Fiba-Cisl e Legambiente. Oggi Banca Etica ha tredici sportelli in tutta Italia (ma l’obiettivo è di arrivare entro tre anni a coprire tutto il territorio nazionale) e si avvale di una trentina di “banchieri ambulanti” che vanno direttamente dai clienti. A dieci anni dalla sua nascita, Banca Etica ha raggiunto una raccolta di capitale sociale di più di 25 milioni di euro, conferito da oltre 33 mila soci-clienti, di cui circa 4.000 sono persone giuridiche (tra queste 9 Regioni, 40 Province, 300 Comuni). L’istituto raccoglie oltre 600 milioni di euro di depositi e sta finanziando più di 3.400 progetti dell’economia solidale per un valore superiore ai 440 milioni di euro.

La campagna pubblicitaria di Banca Etica dal titolo “La prima banca dove a contare non sono solo i numeri” apparsa sui principali quotidiani e sulle riviste dei settori non profit.

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progetti di economia solidale

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Ambiente e responsabilità sociale i plus di P ublistampa Fondata nel 1983 da Silvio Casagrande, oggi la Publistampa di Pergine Valsugana, in provincia di Trento, è un’azienda grafica a ciclo completo con circa 3 milioni di euro di ricavi nel settore editoriale e commerciale, la metà dei quali legati alla realtà del non profit e del commercio equo-solidale. Del resto, oltre a essersi sviluppata attorno al mondo del terzo settore, Publistampa si è caratterizzata negli anni per la sua attenzione alla responsabilità sociale e all’ambiente. «In azienda», spiega Casagrande (a destra nella foto insieme a Matteo Lorenzi, resp. FSC), «usiamo solo inchiostri a base vegetale e le nostre macchine sono tutte a ciclo chiuso, senza dispersioni in atmosfera. Certo, abbiamo costi maggiori ma facciamo di tutto per essere in linea sui prezzi con la concorrenza, mentre essere certificati è sempre più apprezzato dalle aziende, a cominciare da quelle del legno; e credo possa tutelare anche i produttori europei rispetto ai materiali, meno costosi ma anche meno sicuri, utilizzati da chi stampa in Cina».

“Essere una Banca Etica significa fare una comunicazione che risponda alla responsabilità sociale dell’impresa e alla salvaguardia dell’ambiente scegliendo stampatori che rispettino le certificazioni ambientali. Coerenti, insomma, fino in fondo”. Nigrizia. Come dicevo, la crisi ci ha costretto a tagliare molto questi investimenti pubblicitari mentre non abbiamo ridotto la comunicazione diretta a clienti e soci attraverso brochure e dépliant. Per questo abbiamo appena ristampato la nostra brochure istituzionale in 30 mila copie, ogni anno ne distribuiamo circa 50 mila. A cui si aggiungono, con tirature più basse, i dépliant monografici sui nostri settori d’intervento (ambiente, cooperazione sociale, cooperazione internazionale, società civile, sport e tempo libero) e sui singoli prodotti, dal conto corrente ai fondi etici verso cui indirizziamo gli investimenti. Oltre a brochure e dépliant che cos’altro stampate? Fin dalla fondazione Banca Etica ha realizzato un suo house organ trimestrale, Bancanote, 24 pagine in formato A4, stampato su carta riciclata CyclusOffset e incellofanata con il Mater-Bi, una bioplastica biodegradabile prodotta con estratti del mais. La realizzazione è fatta tutta al nostro interno tranne, ovviamente, la stampa.

Quindi date ancora importanza alla comunicazione su carta? Certamente, soprattutto per i soci e clienti che hanno qualche hanno in più e minore propensione per Internet. Non le nascondo però che tra i due mezzi, carta e web, preferiamo quest’ultimo sia per una questione di costi e di rapidità di comunicazione sia per una ragione ambientale. Via mail, per esempio, mandiamo la nostra newsletter mensile e forse, anche per una questione economica, l’ultimo numero di quest’anno di Banconote sarà inviato solo via Internet in formato pdf e non più stampato. Su Internet poi abbiamo creato anche il portale della nostra fondazione (www.zoes.it) che promuove la responsabilità e la finanza etica ed è anche il primo network del commercio equo-sostenibile con 11mila utenti. Infine, ogni anno, oltre al bilancio d’esercizio, stampiamo anche il bilancio sociale ma solo in 300 copie mentre la maggior parte del bilancio sociale viene veicolata via cd-rom. Dépliant, brochure, house organ: fate tutto in casa? La maggior parte del lavoro

sì, anche se qualche anno fa, quando è cominciata questa nuova sfida nella comunicazione, abbiamo rivisto tutte le nostre pubblicazioni con il contributo creativo di un’agenzia romana, la Kpr&Key, e di un fotografo famoso come Francesco Zizola. Come scegliete i vostri stampatori? Fin dalle origini, salvo eccezioni e stampe particolari, Banca Etica ha scelto uno stampatore di riferimento, la Publistampa di Pergine Valsugana in provincia di Trento. Un’azienda che risponde completamente alla filosofia di Banca Etica avendo sia la certificazione di responsabilità sociale come impresa e verso i dipendenti, la SA8000 e la FSC per l’uso della carta. Devo dire che sono bravi ma anche sensibili nei nostri confronti, tanto da esserci venuti incontro in questo periodo di taglio dei budget nell’accollarsi la parte creativa e fotografica dei nostri ultimi dépliant. In passato abbiamo anche fatto delle gare, ma in fatto di prezzo, qualità e servizio hanno sempre vinto loro!


L’ambiente è cambiato

anche la nostra carta.

Al giorno d’oggi, tutte le aziende devono dimostrare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. revive è composta da carta altrimenti distrutta per incenerimento o depositata in discarica, con la conseguente produzione di pericolosi gas serra. Il consumo energetico e idrico richiesto per la sua produzione è inferiore a quello previsto per la carta non riciclata. Per questo, scegliendola potete fare la differenza. Entrate nella nuova era della carta riciclata. Visitate www.revivepaper.com

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Questo articolo è comparso nel

numero 2/2009 di Impackt*

creativi

&creature

Sogni di carta erella s f i l a n o i n P a ss

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come a da pacco bello t r a c u s o t a p m a t facUn teatrino s o in soffitta, un t a v o r t i r o l o t t a ni un vecchio gioc di Gramsci, flaco e r e c r a c l a d e r e simile delle lett linea con le piagge sarde… In s e l l e d a i b b a s a con l grafie delle spirate le sceno i o n o s i u c a e h tematic azzani, art otti da Paolo B d o r p i t i v n i i l g sfilate, contribuiarras e Kenzo, M o i n o t n A r e p director lla griffe. r e l ’ i mm a g i n e d e scono a rafforza a esprihe cosa signific c a g e i p s i c i n a Paolo Bazz voro di memorabile il la e r e d n e r e e r a t mere, raccon acuzzi a. foto di Laura Fant t s i l i t s e d n a r g un


Antonio Marras e Paolo Bazzani, una “liaison” Com’è nato il vostro legame professionale?

&creature

Marco Senaldi è critico d’arte, filosofo e professore di Cinema e Arti Visive all’Università di Milano Bicocca. Ha curato convegni e mostre di arte contemporanea. È stato autore televisivo e ha pubblicato numerosi studi. Il suo ultimo saggio ha come titolo Arte e Televisione. Da Andy Warhol al Grande Fratello - Postmediabooks, 2009.

35 creativi

Intervista di Marco Senaldi

Dietro al successo di una griffe di moda, oltre che il genio dello stilista, vi sono molte menti creative che restano spesso in ombra, ma il cui contributo è fondamentale. Si tratta di direttori creativi, grafici, scenografi, sound designer, videomaker il cui compito è quello di sintonizzarsi sullo stile di una determinata collezione e riuscire ad esprimerne al meglio l’essenza, lavorando fianco a fianco con gli stilisti e collaborando a stretto contatto con loro. Paolo Bazzani, classe 1965, riunisce nel suo studio, costituito nel 2003 dopo decenni di attività nel campo, tutte queste competenze e, da diversi anni, si occupa dell’immagine grafica e dell’allestimento delle sfilate per le collezioni di abbigliamento Antonio Marras Donna e Uomo e Kenzo Donna e Uomo, senza contare le tante altre attività collaterali. Grazie al suo approccio eclettico, è riuscito nel tempo ad articolare un linguaggio personale e al tempo stesso in grado di restituire l’atmosfera culturale della collezione di riferimento. Gli inviti prodotti dallo Studio Bazzani sono dei veri e propri oggetti d’affezione, si va da quello con la ghirlanda di pane sardo a quello che riproduce in facsimile le lettere dal carcere di Gramsci, a piccole giostrine di cartone, a flaconi con dentro la sabbia di Sardegna, a piccoli libri con pop up di farfalle multicolori. Pezzi ormai da collezione, contesi dagli appassionati che, insieme alle vere e proprie installazioni dinamiche che fanno da scenografia alla sfilata, contribuiscono a rafforzare l’immagine di marca e la sua identità complessiva. L’ispirazione artistica è sempre presente: in un caso i pois alludono al lavoro di Yaioi Kusama, in un altro una grande scultura di petali e fili di cotone, che a fine sfilata crolla sul pavimento con effetto teatrale, richiama le opere di Jesús-Rafael Soto; in un’altra occasione ancora i modelli sfilano in un ambiente post-industriale e alla fine da bottiglie giganti appese al soffitto piove sabbia come da immaginarie clessidre ispirate alle installazioni di Bob Wilson… Abbiamo incontrato Paolo Bazzani nel suo studio milanese e gli abbiamo chiesto di raccontarci come lavora e come arriva a realizzare le sue creazioni.

L’art director Paolo Bazzani.

t o t a l i z z a n t e e f e c o n d a ...

Ci siamo conosciuti quasi vent’anni fa grazie a un amico comune, io stavo finendo l’ISIA a Urbino e Antonio iniziava a disegnare le prime collezioni di moda; ho iniziato allora a collaborare con lui come grafico, progettando il materiale promozionale, inviti, cataloghi per le linee che lui disegnava e che non avevano ancora il suo nome. Ho condiviso da subito la necessità e la voglia di Antonio di raccontare la storia e l’ispirazione che c’era nel progetto di ogni collezione di farle diventare un piccolo percorso narrativo attraverso gli inviti, gli show, i cataloghi e i video, e che ogni volta potesse coinvolgere emotivamente per il modo in cui venivano esplicitati. Proprio per questa necessità di coerenza e coordinamento della comunicazione il mio coinvolgimento si è evoluto diventando un lavoro vero e proprio di art direction al fianco di Antonio e Patrizia, prima sul marchio Antonio Marras, in seguito sul marchio Kenzo, di cui Antonio è diventato il direttore creativo nel 2002, e anche su I’M IsolaMarras, la sua seconda linea.

Quanto

è importante il packaging per una maison, inteso sia come imball a g g i o p e r i p r o d o t t i ( s h o p p i n g b a g , s c a t o l e , s a c c h e t t i , c o n f e z i o n i v a r i e ), sia come modulistica e materiale per la comunicazione?

L’importanza dei mezzi e degli elementi visivi che rappresentano una maison è enorme; sono l’abito che la maison indossa per farsi conoscere e ricordare.

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creativi

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Sacchetti di carta da pacco personalizzati che contengono piccole bottiglie nelle quali è stata inserita una cartolina e della polvere argentata. L’invito è stampato da Arti Grafiche Quadrifolio su carta Fedrigoni Arcoprint.

Gli inviti nascono sempre da un nucleo iniziale di pensiero: un personaggio suggerito dalla scenografia della sfilata, un periodo storico, un elemento geografico. Solo dopo, intorno al concetto, si sviluppa l’itinerario progettuale. Sullo sfondo, la scatola che contiene la fiala è rivestita in carta Fedrigoni Arcoprint. All’interno della fiala, un’immagine stampata su PVC. Prodotto da Arti Grafiche Quadrifolio.

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Pezzi da collezione, vere e proprie opere d’arte in carta, non a caso contesi dagli appassionati, gli inviti per le sfilate prodotti dallo Studio Bazzani riflettono sempre, in sottofondo, un’ispirazione artistica. Rimandano a opere di Yaioi Kusama, Jesùs-Rafael Soto, Bob Wilson.

Stampato da Arti Grafiche Quadrifolio, il libro è un cartonato stampato all’interno su carta color sabbia. I pop up sono stati tagliati con il laser e applicati manualmente.

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dossier laboratorio

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Per questo da sempre sul marchio Antonio Marras è stato scelto di investire tantissimo su questi elementi, anche sperimentando forme, colori e materiali particolari che possano generare l’enfasi necessaria per la comunicazione degli eventi.

Come

si sviluppa il progetto di un invito, a cosa si ispira?

Quali

sono i materiali più usati nella realizzazione degli inviti?

Avete

dunque bisogno di stampatori dotati di attrezzature speciali?

Quali

sono i suoi stampatori di riferimento?

Sempre il progetto nasce dalla storia, dall’ispirazione che Antonio individua per il progetto della collezione. Può essere un personaggio, un periodo storico, un elemento geografico, che ovviamente varia di volta in volta, a seguito di un brief messo a punto insieme. Il nostro lavoro di progettazione inizia con ricerche storiche e iconografiche molto approfondite e da qui si elaborano una o più idee da sottoporre ad Antonio; queste spesso vengono rimesse in discussione e modificate fino ad arrivare alla soluzione definitiva per l’invito, la scenografia e la regia dello show il cui coordinamento, e la coerenza con la collezione che andranno a rappresentare, deve essere ottimale. La carta, il cartoncino e la cartotecnica sono sempre presenti, ma variando ogni volta le tematiche si apre anche la possibilità di sperimentare i materiali e le forme più disparati. Ci siamo divertiti molto con cose impensabili, per esempio stampare su lastre di ferro arrugginito, oppure imprimere a secco una lastra di piombo, o ancora annegare un cartoncino stampato sotto uno strato di cera, usare scatoline dalle forme diverse, bottigliette, oggetti riadattati ecc. Com’è facile immaginare, è enorme l’importanza di lavorare con stampatori flessibili che si appassionino al progetto e che mi aiutino a cercare le soluzioni migliori per realizzarlo; mi piace molto che ognuno sia coinvolto appassionatamente per la sua parte, a questo punto il lavoro diventa rappresentativo di tutte le maestranze coinvolte e ognuno potrà mostrarlo con orgoglio. Ci serviamo soprattutto di Quadrifolio, uno stampatore di Bergamo che ha un suo ufficio commerciale a Milano. Siamo molto contenti di questa collaborazione perché Filippo Gatti, che è il responsabile, ci dà molti consigli tecnici. Ad esempio, come ottimizzare le fustelle, quali tipi di piegature si possono realizzare, come è meglio assemblare certi materiali. Noi chiediamo spesso finiture manuali dei nostri lavori e le Arti Grafiche Quadrifolio sono sempre disponibili con noi. Io poi amo molto seguire l’avviamento stampa, sono un appassionato di tecnologie e spesso - quando i miei lavori sono in stampa decido sul momento modifiche, nuovi accorgimenti che cambiano anche di poco il progetto iniziale… insomma è un lavoro davvero d’equipe.

Quali sono i codici comunicativi e lo stile che caratterizza la comunicazion e p e r i d i v e r s i m a r c h i A n t o n i o M a r r a s , I’M e K e n z o ?

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Si tratta di tre marchi con identità molto diverse: il marchio Antonio Marras è il più poetico e romantico, quello in cui la narrazione ha sempre lo struggimento della nostalgia; I’M IsolaMarras, è un marchio più semplice, più immediato, legato alla natura, fresco come una poesia in rima, la comunicazione è più ludica ed esiste anche una mascotte, “Peppeddu”, un cagnolino disegnato con pochi tratti, presente in tutta la comunicazione; Kenzo invece è un marchio storico, con una sua forte identità propria, che Antonio ha trattato molto intelligentemente rinnovandone ed enfatizzandone a suo modo gli elementi caratterizzanti, quali il viaggio, le stratificazioni culturali, il metissage.

*Impackt contenitori e contenuti Semestrale di cultura del packaging, comunicazione, arte e design. Impackt è la prima rivista italiana che parla del packaging come strumento per comprendere e spiegare la contemporaneità. È un periodico di riflessione e approfondimento in forma di “guida turistica” ai paesaggi reali e mentali del packaging, privilegiando la ricerca, la curiosità, il racconto, le istantanee rubate con l’occhio di una Polaroid. www.impackt.it


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Colour your future.


stampa digitale, appuntamento col tessuto P ersonalizzare T- shirt ,

bandiere , gadget in tessuto , gazebo per alle stire spazi espositivi ma anche tende , pannelli ‌ e farlo magari con un logo , uno slogan , un nome , un disegno . Q ual è la soluzione migliore ? O ggi si può ricorrere anche alla stampa digitale . C on una stampante a getto d ’ inchiostro le immagini risulteranno stampate ad alta risoluzione direttamente sul tessuto e le variazioni cromatiche saranno eccellenti . E la stampa su pelle ? U na nicchia di mercato che a piccoli passi si muove . E sorprende .

Lorenzo Capitani resp. di produzione e giornalista lorenzo.capitani@alice.it

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stampa digitale

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U tilizzata fino ad oggi perlopiù per la realizzazione di prototipi e cam pionature , la stampa digitale tessile trova sempre maggior applicazione anche in produzione . C on risultati davvero sorprendenti . La crisi della produzione industriale che ha colpito anche il settore tessile/abbigliamento unita alla necessità di ridurre al minimo le scorte di magazzino e al continuo ricambio di collezioni (almeno due all’anno) imposto dai settori moda e arredamento hanno fatto sì che il digitale si sia rivelato una preziosa risorsa in grado di coprire un’ampia fascia di applicazioni, dal prototipo alla produzione vera e propria.

Mycrom è licenziataria unica di personaggi cult come i Peanuts, Valentina e Diabolik che stampa su quadri realizzati in tessuto.

Tutti i processi per personalizzare i tessuti Fino a oggi per stampare e personalizzare i tessuti si sono usate generalmente due tecniche: l’applicazione di pellicole termosaldabili e la serigrafia. La prima è adatta soprattutto per capi da lavoro o indumenti sportivi: la stampa si ottiene ritagliando il disegno su una sottilissima pellicola applicata sul capo con una pressa ad alta temperatura; il calore e la pressione fanno aderire in maniera permanente la pellicola al tessuto. La stampa serigrafica, ottenuta tramite un telaio attraverso il quale viene fatto passare l’inchiostro, è adatta a ogni tipo di materiale; economica soprattutto sulle medie e grandi tirature, permette di ottenere stampe con colori resistenti e coprenti. Tuttavia ha dei limiti: sulle basse tirature risulta poco competitiva da un punto di vista economico per l’elevato costo dei telai e, per quanto riguarda il risultato - pur prestandosi alla riproduzione di disegni con grande ricchezza cromatica - sfumature o grafismi fini si possono ottenere solo grazie all’esperienza di un bravo serigrafo che utilizzi il telaio adatto e la retinatura più appropriata.

Magliette, sciarpe, cappelli ma anche bandiere e gonfaloni. Promos stampa in digitale migliaia di articoli in tessuto (www.promosnf.com).

La stampa digitale diretta su tessuto Riprodurre sfumature e grafismi fini è molto più facile con l’ausilio della stampa digitale che consente anche di stampare in esacromia direttamente sul tessuto con una stampante inkjet ad alta risoluzione (1440 dpi). Trattandosi di impianti relativamente poco onerosi e privi di costi di avviamento, il digitale permette di realizzare, a costi contenuti, piccole tirature con la massima qualità anche per fotografie o disegni molto complessi: la cromia è dettagliata, le immagini risultano vivide, senza perdere gli effetti di luce e ombra. Inol-

Tre domande a...

Alessandro Imoda , titolare della torinese Mycrom Ci racconta il legame di Mycrom con personaggi cult dei fumetti?

“Lavorando a stretto contatto con architetti e designer ci siamo resi conto che esisteva una grande richiesta di stampa personalizzata su tessuto e così ci siamo lanciati in questa nuova avventura forti del know how acquisito in vent’anni di attività come fotolitisti di qualità”

Siamo nati quasi vent’anni fa come fotolito di qualità e a metà degli anni Duemila abbiamo fatto il grande passo e ci siamo dedicati alla stampa su tessuto: oggi realizziamo interni coordinati e una linea di quadri stampati su tessuto per i quali siamo licenziatari unici di personaggi cult come Diabolik, Valentina e i Peanuts. Uno dei vostri “fiori all’occhiello” è senz’altro la Fiat 500 Diabolika… Si tratta di una versione superesclusiva della mitica utilitaria con un allestimento realizzato con cura artigianale grazie ai nostri macchinari all’avanguardia. E dopo aver visto i nostri sedili con Diabolik ed Eva Kant, anche l’Aston Martin ci ha chiesto di personalizzare la vettura di 007… Perché avete scelto la stampa digitale per la pelle e il tessuto? È più costosa della tradizionale con carta transfer, ma offre senz’altro un grande plus perché permette di azzerare i costi di magazzino: con il digitale, infatti, possiamo stampare praticamente on-demand, basandoci direttamente sugli ordinativi raccolti dai venditori dei nostri clienti.


punti di sintesi

1 Bandiere realizzate con i sistemi Mimaki TX400-1800D e JV5-320DS distribuiti da Bompan.

tre, poiché l’inchiostro penetra completamente nel tessuto e non vi rimane “incollato sopra”, il prodotto finito risulta morbido e piacevolmente omogeneo al tatto. È inoltre una tecnica molto versatile che permette di lavorare su diversi tipi di tessuto, dalle tele di legatoria ai filati naturali come lino e cotone, al poliestere, stampando anche sui capi finiti. Il sistema più diffuso e consolidato è l’Artistri 2020 di DuPont che consente un processo totalmente integrato di stampa digitale roll-to-roll per

la stampa tessile di abbigliamento, arredamento, bandiere e banner, anche su scala industriale, pur essendoci diverse macchine destinate a queste applicazioni. Va segnalato che gli inchiostri usati per stampare su tessuto devono essere di altissima qualità, resistenti alla luce, allo sfregamento, ai lavaggi. Inoltre devono essere ecologici e atossici, soprattutto se vengono usati per biancheria (che entra a contatto diretto con la pelle) o per l’arredamento (parati, rivestimenti di divani). In questo periodo, poi, in cui la parola d’ordine per gli imprenditori è “contenere i costi”, lo sviluppo della stampa digitale permette un altro grande vantaggio. «La scelta del digitale», spiega Angelo Zambaiti, titolare dell’omonimo cotonificio bergamasco, «risponde ottimamente all’esigenza del mercato sempre più indirizzato verso tirature basse, soprattutto perché non usa forme di stampa il cui costo si ammortizza al crescere della tiratura e che incide pesantemente quando questa è bassa. Inoltre, grazie al digitale siamo

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La stampa su tessuto veniva eseguita tradizionalmente con l’applicazione di pellicole termosaldabili e con la tecnica di stampa serigrafica. Oggi la stampa digitale tessile consente di stampare direttamente sul tessuto con una stampante inkjet ad alta risoluzione anche su tessuti leggeri come la lycra.

Banner, magliette, lenzuola, tende, bandiere ma anche numerosi accessori per l’arredamento e soprattutto campionature e prototipi. Le applicazioni sono infinite. La stampa su pelle rappresenta attualmente una nicchia di mercato ma per creativi, designer e stilisti è una opportunità preziosa. Scarpe, borse, portafogli, interni auto: anche per la pelle tutto è possibile. Basta avere le idee.

Tre domande a...

Alberto Moretti , presidente del calzaturificio Arfango Com’è nato il progetto di stampare la copertina di Book Moda su delle scarpe? È un’idea nata in collaborazione con il direttore della rivista per un evento del Fuorisalone di Milano. Sono stati realizzati 4 pezzi spot stampati in digitale, una modalità che utilizziamo da tempo e con la quale abbiamo sempre ottenuto ottimi risultati. Del resto, per riprodurre stampe di questo tipo l’inkjet è l’unica scelta possibile. Si può stampare su tutti i tipi di pellami? E in quali formati? No, si può solo sulla crosta di pelle trattata preventivamente in modo da essere più chiara possibile. In questo caso abbiamo utilizzato un formato 100x100 cm che coincide con lo sbozzo della tomaia ma è possibile utilizzarne altri. La stampa digitale su pelle riproduce fedelmente i colori? Sì, perché consente una grande versatilità cromatica, ma è sempre necessaria una correzione dell’immagine di partenza per compensare il colore della pelle, mai perfettamente bianca come la carta. (intervista di Sonia Spagnol)

“Il 14 aprile scorso Arfango e Book Moda hanno presentato una serie di scarpe in tiratura unica per un evento del Fuorisalone di Milano. Stampate in digitale con tecnologia inkjet riproducevano la copertina del numero di marzo della rivista”.


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Le meraviglie della stampa digitale

stampa digitale

sulla pelle

Una delle quattro scarpe stampate in digitale realizzate da Arfango in occasione del Fuorisalone di Milano che riprende la copertina della rivista Book Moda. Protagonisti Berlusconi e Jean Paul Gaultier che all’infelice episodio di Milano ai danni del Premier ha dedicato una recente collezione Uomo.

riusciti a bypassare numerosi step, riducendo ulteriormente i costi». Non solo le basse tirature, però: grazie alle moderne tecnologie il digitale consente di produrre dal singolo prototipo fino a 500/1.000 m2 di tessuto stampato al giorno. Il digitale su tessuto poi consente di lavorare on-demand esattamente come per la carta e, in questo senso, Internet è una vera miniera. Sono moltissimi i siti che con pochi clic, a partire da un’immagine digitale, consentono di personalizzare dalle T-shirt al cappellino, al totem per lo stand. Alcuni, come obiettivostampa.com offrono anche servizi di grafica come cromia e fotoritocco, aprendo di fatto questa tecnologia anche a chi non è necessariamente del mestiere e vuole farsi la propria maglietta se non una serie di gadget insoliti.

Un discorso simile a quello fatto fin qui per la stampa digitale tessile vale anche per la pelle, supporto ancora più insidioso e prezioso del tessuto, che richiede quindi di essere lavorato da aziende specializzate e con esperienza. In questo campo non ci sono grandi alternative al digitale, se non la tradizionale tintura o, in via marginale, il sistema della carta transfer o la serigrafia. Pur rappresentando una nicchia del mercato, la stampa su pelle è interessante poiché si tratta di un vero e proprio laboratorio creativo per designer, stilisti e anche print buyer. Certo, il materiale di partenza è pregiato e costoso, per di più poco versatile: se la bobina di carta può essere prodotta in diversi formati, la pelle di una mucca, ad esempio, offre una superficie utile di 100x100 cm, massimo 100x200. Non può essere caricata in macchina in modo automatico, ma va inserita manualmente, con una lavorazione che ha molto dell’artigianale. Va poi considerato che la pelle sintetica, essendo idrorepellente, non può essere stampata con gli inchiostri ecologici, poiché questi sono a base acqua. Detto ciò, si apre un ventaglio di possibilità davvero interessanti: dei sorprendenti interni della 500 Diabolika parliamo nell’intervista a pag. 44 ad Alessandro Imoda, deus ex machina di Mycrom, così come delle scarpe decorate nientemeno che con la copertina di una rivista e presentate a un evento del Fuorisalone di Milano. Si possono produrre poi borse, portafogli, cartelle, giacche… insomma, tutto ciò che, tradizionalmente o non tradizionalmente, si fa con la pelle.

Tre domande a...

Gianluca Lo Vetro , direttore responsabile della rivista Book Moda “I messaggi sulle T-shirt sono ormai abusati, ecco perché abbiamo deciso di fare un’operazione d’immagine utilizzando un altro elemento. Credo sia la prima volta che una copertina finisce... su un paio di scarpe”.

Perché avete deciso di riprodurre la copertina del numero di marzo di Book Moda su delle scarpe? Si sa che la copertina è il biglietto da visita dell’intera rivista. Questa è la prima della mia nuova avventura a Book Moda: rappresenta una svolta per la testata e prende spunto da una notizia di cronaca (il lancio di una statuetta al Premier, ndr) che ha ispirato Jean Paul Gaultier ed è diventata una collezione di moda. Come mai avete scelto delle scarpe? I messaggi sulle T-shirt sono ormai passati di moda, shopper e chiavette USB ormai le fanno tutti. Volevamo un prodotto esclusivo, unico, che rispecchiasse la nostra testata. Le scarpe facevano al caso nostro: credo che sia la prima volta che una copertina “finisce” su un paio di scarpe. Come nasce l’accordo con Arfango? Credo fortemente nelle eccellenze italiane e il marchio Arfango è riconosciuto per la sua connotazione artigianale, tipica del più prestigioso made in Italy. (intervista di Sonia Spagnol)


L’INCHIOSTRO AL GUINZAGLIO come vuoi, dove vuoi, quando vuoi

P. Guidotti

La riproduzione delle immagini, che devono conservare tutta la brillantezza e la luminosità, dipende in modo determinante dalle caratteristiche specifiche delle macchine da stampa e dalla qualità degli inchiostri. Una risposta al passo con i tempi è fornita dalla duttilità delle soluzioni offerte dalla gamma Colorgraf per macchine offset.

UNIVERSAL, nuova quadricromia di eccellente stampabilità e versatilità applicativa. EXCELSIOR, quadricromia ad alta pigmentazione, che consente l’ampliamento dello spazio colore. EUREKA, quadricromia “vegetale”, basata su matrerie prime rinnovabili. SYNTOLITH, inchiostri essiccativi per la stampa su supporti poco assorbenti.

INCHIOSTRI DA STAMPA VERNICI MATERIALI PER ARTI GRAFICHE COLORGRAF spa Viale Italia, 38 • 20020 Lainate (MI) Tel. +39 02 9370381 Telefax +39 02 9374430 Ufficio vendite +39 02 93799472 E-mail colorgraf@colorgraf.it www.colorgraf.it


carta

58 C

a r t a p e r . . . m a g a z i n e P a t i n a t e b r i ll a n t i m a a n t i r i f l e s s o , r i c i c l a t e m a c o n u n p u n t o d i b i a n c o e c c e ll e n t e , n a t u r a l i m a c o n l a r e s a d i u n a p a t i n a t a . O g n i r i v i s t a h a l a s u a c a r t a e l ’ a t t e n z i o n e è s e m p r e p i ù r i v o l t a a ll ’ a m b i e n t e . P e r c h é l a c e r t i f i c a zione è un must per piccoli e grandi editori. di Titti Cocola

leggere bene con un tocco in più Uso mano, senza legno, patinate, con doppia patinatura, naturali, riciclate. L’offerta delle cartiere per la produzione delle riviste è veramente molto ampia. Che si stampino centinaia di migliaia di copie in roto o tirature più contenute in offset la costante è sempre la stessa: la carta deve dare risalto alle immagini che giocano un ruolo sempre più importante nei periodici e devono poter essere valorizzate con giochi di verniciatura. Anche le naturali devono comunque avere una resa cromatica simile alle patinate e le riciclate un bel punto di bianco. Ma su tutte, la certificazione Fsc o Pefc, ormai un must per piccoli e grandi editori.

La gamma Uno

per riviste di successo

Burgo Distribuzione propone un’offerta diversificata per la stampa delle riviste. Uno Roto è il supporto più indicato per le grandi tirature mentre Uno Prime, carta patinata con legno in bobina di altissima qualità, è appositamente progettata per la realizzazione dei lavori editoriali più impegnativi. Uno Web, patinata roto-offset, si caratterizza per l’alta resistenza alla trazione e Uno Bright è una patinata con legno in bobina che si contraddistingue per la tinta fredda, l’elevato grado di bianco e di lucido. Infine, Uno Light New, una carta Film Coated Offset 100% riciclata, ma che esibisce un grado di bianco invi-

diabile. Tutta la gamma Uno è disponibile con certificazione Pefc ad eccezione di Uno Light New certificata Fsc.

Revive, la riciclata

per magazine innovativi

Revive è il nuovo brand di carta riciclata del Gruppo PaperlinX che propone la più ampia e particolareggiata offerta di carte riciclate al 100% e al 50% racchiuse sotto un unico ombrello. L’offerta Revive include diverse finiture: Revive Pure White Gloss & Silk patinata riciclata al 100% e certificata Fsc; Revive Pure White Offset, carta naturale di un bianco incomparabile composta al 100% da fibre riciclate; Revive Pure Natural Matt e Offset, com-


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Vanity Fair è realizzata su Uno Web, carta patinata con legno distribuita da Burgo Distribuzione. Disponibile anche nella versione certifica Pefc, Uno Web è l’deale per le riviste di grande valore. Nella pagina accanto, alcuni periodici di moda stampati su carta Sappi Galerie recentemente ampliata.

posta al 100% da fibre riciclate e caratterizzata da una superficie bianca naturale nella finitura opaca e non patinata; e Revive 50:50, una carta patinata, lucida e opaca, riciclata al 50% certificata Fsc.

bilità. GardaMatt Art e GardaGloss Art sono disponibili certificate Fsc o Pefc su richiesta, mentre la gamma GardaPat 13 è garantita sempre certificata Fsc.

supporti più utilizzati dalle più note riviste consumer, ma anche per cataloghi e materiale promozionale di alta qualità. Tutta la gamma è certificata Pefc.

Sappi Galerie più ricca

L’eccellenza di Cartiere del Garda La “Collezione Eccellente” della cartiera di Riva del Garda comprende tre prodotti ideali per la stampa di riviste: GardaMatt Art, patinata senza legno con superficie opaca a massima levigatezza, prodotta in ambiente neutro senza acidi; GardaGloss Art, patinata senza legno con superficie lucida, e GardaPat 13 che combina alto spessore e superficie vellutata per un’eccellente stampa-

Sappi ha ampliato recentemente la propria gamma Galerie, una raccolta di carte di qualità per applicazioni editoriali, con l’introduzione della nuova Galerie Fine Silk. La nuova carta della cartiera sudafricana presenta un grado di liscio ottimizzato, alto spessore e un’elevata brillantezza che comunque non provoca riflessi e favorisce una lettura piacevole. La gamma Galerie si è affermata negli ultimi 15 anni come uno dei

Uso mano, patinate e naturali. Da Fedrigoni Per le uso mano, dal campionario White & Ivory spiccano X-PER Premium White in pura cellulosa ECF e Oikos Extra White, una carta ecologica di alta qualità composta per il 50% di fibre riciclate certificate Fsc e per il restante 50% di pura cellulosa Fsc. Sempre sul fronte della sensibilità ambientale, troviamo Freelife Vellum, carte e cartoncini riciclati di elevata qualità, certificati Fsc ed Ecolabel. Poi ci sono

per le riviste più glam

le patinate, riunite nel campionario Symbol, sempre più innovative. Ne è un esempio Symbol Tatami White, patinata su entrambi i lati con finitura matt. Per i più esigenti, le carte e i cartoncini speciali con trattamento “Stucco” su entrambi i lati, che garantiscono l’eleganza di una carta classica con un effetto vivace e luminoso.

Le pubblicazioni Offset Hi Tech 72 e Artlab 32 stampate rispettivamente su X-Per Premium White da 120 g e Oikos Extra White da 115 g di Fedrigoni. Sopra, Inside stampata su Freelife Vellum e Freelife Symbol, sempre Fedrigoni.

Arjowiggins

e le creative papers

Arjowiggins Creative Papers offre una vasta gamma di carte adatte alla realizzazione di applicazioni creative e di pregio. Cominciamo con Sensation by Rives, recentemente presentata al mercato disponibile nella versione Matt e Gloss (quest’ulti-

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carta

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Utilizzare carte con certificazione Fsc o Pefc è diventato ormai un must per piccoli e grandi editori

ma anche riciclata al 100%) e continuiamo con Inuit che, oltre ad essere certificata Fsc, è prodotta con tecniche altamente ecosostenibili. Particolarmente indicata per l’editoria di pregio, sarà disponibile dal mese di giugno anche nella versione 100% riciclato per entrambe le finiture Tattile e Ultra Liscio. Infine Pop’set, una gamma di carte creative disponibile in 34 diversi colori e in 6 grammature da 80 a 320.

Cariolaro, un mondo di riciclate

Un allegato del Corriere della Sera stampato su carta ecologica 100% riciclata di Cariolaro. In alto, alcune testate Gruner und Jahr - Mondadori stampate su carta UPM certificata EU Ecolabel.

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La Cartiere Cariolaro di Carmignano di Brenta (Pd) è specializzata nella produzione di carte ecologiche 100% riciclate per stampa offset e rotooffset, prodotte senza uso di cloro. L’obiettivo aziendale è quello di produrre carte di alta qualità conciliando lo sviluppo industriale con la tutela ambientale; per questo motivo si è sempre adottata una strategia ambientale proattiva, prediligendo come materia prima, per la produzione delle proprie carte ecologiche, la carta da macero. La cartiera ha ottenuto fin dal 2003 la certifi-

cazione ambientale ISO 14001 e numerose certificazioni ambientali. La gamma comprende E-200, Bianca Silk, Libra, Polar, Editor.

UPM-Kymmene

per tutti i gusti

Ampia la gamma UPM di carte per riviste che mette a disposizione degli editori carte patinate e non, con e senza legno, per tutti i processi di stampa, compresa la stampa digitale. Dalle qualità più economiche della gamma UPM Eco al top di gamma UPM Finesse, tutte le carte assicurano resa ottimale di contenuti e immagini, indispensabili per la buona riuscita di una rivista. Le carte UPM sono tutte certificate secondo le più autorevoli etichette ambientali perché pro-

dotte osservando i più severi criteri di sostenibilità, dalla scelta della materia prima certificata e controllata all’utilizzo di energie pulite, dal controllo delle emissioni in aria e acqua fino alla gestione e al riciclo degli scarti.

Scheufelen, carte

ad alta prestazione

La cartiera tedesca propone per la stampa di periodici la patinata senza legno BVS caratterizzata da un elevato grado di bianco e da una superficie liscia con un rapporto qualità-prezzo eccellente. Disponibile nella versione Gloss e Matt (da 90 a 300 g), il supporto è caratterizzato da un’eccellente macchinabilità e da un’ottima riproduzione in stampa. La cartiera propone inoltre per le riviste più

pregiate le insuperabili patinate classiche senza legno nelle grammature da 115 a 300.

Arctic Paper, amica dell’ambiente Arctic Volume White è una patinata opaca che garantisce un’eccellente resa di stampa soprattutto nella riproduzione delle immagini, sofisticata ma al tempo stesso molto naturale. Adatta per riviste e materiale promozionale, è disponibile nelle grammature da 90 a 300 con certificazione Fsc e Pefc. G-Print è invece una patinata senza legno caratterizzata da una superficie a bassa riflettenza e con una perfetta leggibilità e riproduzione della qualità dell’immagine.


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spazio etichette

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le etichette possono fare da barriera alla contraffazione. carte, inchiostri, olografia, microcaratteri: combinati fra loro offrono un elevato grado di sicurezza impensabile fino a poco tempo fa.

Security : il parere dell ’esperto Alessandra Vercelloni

protezione del brand: istruzioni per l’uso

Marco Picasso giornalista marco.picasso@metaprintart.info

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Mai come oggi la tutela del brand è di attualità. Prodotti contraffatti, marchi prestigiosi copiati e immessi sul mercato parallelo e clandestino delle “patacche”, il tutto a scapito del prestigio del brand owner, oltre che all’indiscutibile danno economico del produttore e del consumatore. Ma come è possibile, quindi, proteggersi e proteggere il proprio marchio? La tecnologia offre diverse soluzioni per tutte le tasche, anche se, a detta degli esperti, a volte sembra mancare la volontà di agire. A questa occorre poi affiancare le esigenze del marketing: in altri termini, alla sicurezza va abbinata l’estetica del prodotto, che si tratti di etichetta, di astuccio o di packaging in genere.

Finiture speciali Che la crisi si senta proprio in questo campo è confermato da un andamento al ribasso nel comparto produttivo degli astucci pieghevoli di lusso. Secondo stime internazionali relative all’anno 2009, sono questi i prodotti, insieme a quelli industriali, che hanno maggiormente fatto registrare un calo della domanda. Ed è proprio l’incertezza economica il terreno fertile per lo sviluppo di prodotti contraffatti. Oltretutto, le tendenze parlano di un crescente sviluppo verso il packaging da scaffale di pronto impiego, con una conseguente richiesta di stampa ad alta risoluzione e finiture che, se pur non entrando nello specifico della security printing, offrono almeno una forma di distinzione visiva del marchio.

Ologrammi, microcaratteri e inchiostri speciali, oltre ai più comuni codici a matrici, sono in grado di garantire l’autenticità di un prodotto e del relativo brand allo stesso modo di un’impronta digitale.

Quali sono le possibili soluzioni da prendere in considerazione? Oggi le tecniche di stampa offrono numerosi mezzi che riescono a far coincidere estetica e sicurezza: basti pensare agli ologrammi, per non parlare di inchiostri speciali e tecniche più sofisticate che risultano più costose.

Questo significa tuttavia un costo aggiuntivo legato non tanto alla progettazione, quanto soprattutto alla bassa tiratura che difficilmente ammortizza i costi del cliché. In tal caso occorre consultarsi con un esperto di provata serietà e che non sia specificamente legato a una tipologia di prodotto.

Ologrammi: pro e contro

Inchiostri speciali

L’ologramma è solo una delle soluzioni, dalla più semplice ed economica, anche se non sempre definitiva, alla più sofisticata e costosa, ma con una forte connotazione estetica e di sicurezza. Partendo dall’ologramma generico a basso costo si può infatti raggiungere un elevato livello di sicurezza mediante l’ologramma personalizzato, studiato appositamente per un prodotto specifico.

La scelta deve trovare il giusto equilibrio tra costi ed esigenze di sicurezza. Tra i mezzi di autenticazione che vanno per la maggiore sono ancora dominanti gli inchiostri, la carte particolari e filigranate, le numerazioni più o meno complesse e, naturalmente, la già citata olografia. Quanto agli inchiostri, le soluzioni disponibili sono diverse e numerose: ai fluorescenti o

perlescenti si aggiungono prodotti particolarmente sofisticati contenenti scaglie di mica e altri minerali in grado di creare effetti speciali sull’etichetta stampata. Ma ci sono anche i recenti inchiostri a base metallica, e quindi conduttivi, che permettono la produzione di antenne RFID per etichette: sono inchiostri che, sia pure ancora poco noti sul mercato, offriranno a breve un’alternativa alla tecnica di incisione con alluminio, meno costosa e anche più facilmente applicabile. Questi inchiostri vengono applicati su un film di poliestere e permettono, variando lo spessore, di modificare anche la memoria del chip e quindi i dati in esso contenuti. La tradizionale tecnica della pasta conduttiva che consente la produzione di tag Hf e Uhf attra-

verso un particolare processo di stampa è stata recentemente implementata da un’azienda coreana che ha immesso sul mercato un nuovo prodotto che risulta più semplice ed economico del tradizionale metodo per incisione chimica.

Carte filigranate le più diffuse

Infine, parlando di carte speciali, le più comuni sono quelle filigranate, anche personalizzate, che permettono di identificare l’autenticità del brand in maniera abbastanza immediata e inimitabile. Altri tipi di carta contengono fili metallici o plastici che, oltre a identificare il prodotto, non possono essere riprodotte con la scansione, e quindi imitate, se non con evidenti difetti.

Abbiamo rivolto alcune domande ad Alessandra Vercelloni, esperta in sistemi di anticontraffazione, brand protection, che rappresenta in Italia la britannica OpSec Security, uno dei più importanti produttori indipendenti nel settore dei prodotti olografici di sicurezza, e la francese Petrel Security Products specializzata in inchiostri speciali di sicurezza. Le vostre soluzioni sono rivolte al prod uttore di etichette; ma qual è il vostro approcci o nei confronti del brand owner? L’anticontraffazione è un argomento di cui tutti parlano, ma pochi approfondiscono il tema con serietà e vera competenza. Oggi però c’è molta più attenzione rispetto al passato. Le aziende si stanno strutturando per agire in maniera indipendente dall’ufficio legale e soprattutto dall’ufficio acquisti, in modo da avere competenza su tutta la tematica relativa alla sicurezza e prote zione del marchio. Occorre infatti valutare la brand protection fin dall’inizio dell’iter prod uttivo. Un tempo lo sviluppo del prodotto partiva da un concept di packaging e un concept di mark eting e sfociava poi nella campagna pubblicita ria. Oggi, prima di valutare lo sviluppo del brand si cerca di capire dove mettere la sicurezza e com e garantire che si tratta di un prodotto autentico . La protezione è un costo o un investime nto? Innanzitutto parlare di anticontraffazio ne significa non solo autenticare il proprio prodotto, ma anche tracciabilità, sorveglianza e monitoraggio tramite internet, e quindi prote zione del prodotto, del marchio e del canale di vend ita. In definitiva l’etichetta o l’astuccio con la stampa di sicurezza costituiscono un “investim ento a protezione dell’investimento”. E questo vale per tutti i prodotti? Certo, perché tutti fanno ricerca. L’eti chetta di sicurezza, che alcuni possono considera re come costo aggiuntivo, protegge anni di inves timenti e il fatturato dell’azienda stessa. Per questo motivo non sempre l’ufficio acquisti è l’interlocutore preferibile, perché guarda all’in cidenza del costo sul prodotto finito. Spesso l’uffi cio acquisti non fa differenza tra una stampa su carta filigranata personalizzata o addirittura una carta non filigranata...


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le etichette possono fare da barriera alla contraffazione. carte, inchiostri, olografia, microcaratteri: combinati fra loro offrono un elevato grado di sicurezza impensabile fino a poco tempo fa.

Security : il parere dell ’esperto Alessandra Vercelloni

protezione del brand: istruzioni per l’uso

Marco Picasso giornalista marco.picasso@metaprintart.info

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Mai come oggi la tutela del brand è di attualità. Prodotti contraffatti, marchi prestigiosi copiati e immessi sul mercato parallelo e clandestino delle “patacche”, il tutto a scapito del prestigio del brand owner, oltre che all’indiscutibile danno economico del produttore e del consumatore. Ma come è possibile, quindi, proteggersi e proteggere il proprio marchio? La tecnologia offre diverse soluzioni per tutte le tasche, anche se, a detta degli esperti, a volte sembra mancare la volontà di agire. A questa occorre poi affiancare le esigenze del marketing: in altri termini, alla sicurezza va abbinata l’estetica del prodotto, che si tratti di etichetta, di astuccio o di packaging in genere.

Finiture speciali Che la crisi si senta proprio in questo campo è confermato da un andamento al ribasso nel comparto produttivo degli astucci pieghevoli di lusso. Secondo stime internazionali relative all’anno 2009, sono questi i prodotti, insieme a quelli industriali, che hanno maggiormente fatto registrare un calo della domanda. Ed è proprio l’incertezza economica il terreno fertile per lo sviluppo di prodotti contraffatti. Oltretutto, le tendenze parlano di un crescente sviluppo verso il packaging da scaffale di pronto impiego, con una conseguente richiesta di stampa ad alta risoluzione e finiture che, se pur non entrando nello specifico della security printing, offrono almeno una forma di distinzione visiva del marchio.

Ologrammi, microcaratteri e inchiostri speciali, oltre ai più comuni codici a matrici, sono in grado di garantire l’autenticità di un prodotto e del relativo brand allo stesso modo di un’impronta digitale.

Quali sono le possibili soluzioni da prendere in considerazione? Oggi le tecniche di stampa offrono numerosi mezzi che riescono a far coincidere estetica e sicurezza: basti pensare agli ologrammi, per non parlare di inchiostri speciali e tecniche più sofisticate che risultano più costose.

Questo significa tuttavia un costo aggiuntivo legato non tanto alla progettazione, quanto soprattutto alla bassa tiratura che difficilmente ammortizza i costi del cliché. In tal caso occorre consultarsi con un esperto di provata serietà e che non sia specificamente legato a una tipologia di prodotto.

Ologrammi: pro e contro

Inchiostri speciali

L’ologramma è solo una delle soluzioni, dalla più semplice ed economica, anche se non sempre definitiva, alla più sofisticata e costosa, ma con una forte connotazione estetica e di sicurezza. Partendo dall’ologramma generico a basso costo si può infatti raggiungere un elevato livello di sicurezza mediante l’ologramma personalizzato, studiato appositamente per un prodotto specifico.

La scelta deve trovare il giusto equilibrio tra costi ed esigenze di sicurezza. Tra i mezzi di autenticazione che vanno per la maggiore sono ancora dominanti gli inchiostri, la carte particolari e filigranate, le numerazioni più o meno complesse e, naturalmente, la già citata olografia. Quanto agli inchiostri, le soluzioni disponibili sono diverse e numerose: ai fluorescenti o

perlescenti si aggiungono prodotti particolarmente sofisticati contenenti scaglie di mica e altri minerali in grado di creare effetti speciali sull’etichetta stampata. Ma ci sono anche i recenti inchiostri a base metallica, e quindi conduttivi, che permettono la produzione di antenne RFID per etichette: sono inchiostri che, sia pure ancora poco noti sul mercato, offriranno a breve un’alternativa alla tecnica di incisione con alluminio, meno costosa e anche più facilmente applicabile. Questi inchiostri vengono applicati su un film di poliestere e permettono, variando lo spessore, di modificare anche la memoria del chip e quindi i dati in esso contenuti. La tradizionale tecnica della pasta conduttiva che consente la produzione di tag Hf e Uhf attra-

verso un particolare processo di stampa è stata recentemente implementata da un’azienda coreana che ha immesso sul mercato un nuovo prodotto che risulta più semplice ed economico del tradizionale metodo per incisione chimica.

Carte filigranate le più diffuse

Infine, parlando di carte speciali, le più comuni sono quelle filigranate, anche personalizzate, che permettono di identificare l’autenticità del brand in maniera abbastanza immediata e inimitabile. Altri tipi di carta contengono fili metallici o plastici che, oltre a identificare il prodotto, non possono essere riprodotte con la scansione, e quindi imitate, se non con evidenti difetti.

Abbiamo rivolto alcune domande ad Alessandra Vercelloni, esperta in sistemi di anticontraffazione, brand protection, che rappresenta in Italia la britannica OpSec Security, uno dei più importanti produttori indipendenti nel settore dei prodotti olografici di sicurezza, e la francese Petrel Security Products specializzata in inchiostri speciali di sicurezza. Le vostre soluzioni sono rivolte al prod uttore di etichette; ma qual è il vostro approcci o nei confronti del brand owner? L’anticontraffazione è un argomento di cui tutti parlano, ma pochi approfondiscono il tema con serietà e vera competenza. Oggi però c’è molta più attenzione rispetto al passato. Le aziende si stanno strutturando per agire in maniera indipendente dall’ufficio legale e soprattutto dall’ufficio acquisti, in modo da avere competenza su tutta la tematica relativa alla sicurezza e prote zione del marchio. Occorre infatti valutare la brand protection fin dall’inizio dell’iter prod uttivo. Un tempo lo sviluppo del prodotto partiva da un concept di packaging e un concept di mark eting e sfociava poi nella campagna pubblicita ria. Oggi, prima di valutare lo sviluppo del brand si cerca di capire dove mettere la sicurezza e com e garantire che si tratta di un prodotto autentico . La protezione è un costo o un investime nto? Innanzitutto parlare di anticontraffazio ne significa non solo autenticare il proprio prodotto, ma anche tracciabilità, sorveglianza e monitoraggio tramite internet, e quindi prote zione del prodotto, del marchio e del canale di vend ita. In definitiva l’etichetta o l’astuccio con la stampa di sicurezza costituiscono un “investim ento a protezione dell’investimento”. E questo vale per tutti i prodotti? Certo, perché tutti fanno ricerca. L’eti chetta di sicurezza, che alcuni possono considera re come costo aggiuntivo, protegge anni di inves timenti e il fatturato dell’azienda stessa. Per questo motivo non sempre l’ufficio acquisti è l’interlocutore preferibile, perché guarda all’in cidenza del costo sul prodotto finito. Spesso l’uffi cio acquisti non fa differenza tra una stampa su carta filigranata personalizzata o addirittura una carta non filigranata...


54 stampa

nato per l’interscambio sicuro di informazioni e documenti per il lavoro d’ufficio, è diventato ben presto il formato universale per la prestampa e oggi, grazie alla certificazione, anche più sicuro e affidabile. e continua a stupirci: è possibile visualizzare i pdf sui supporti mobili e gestire in modo coinvolgente pubblicazioni elettroniche, riviste o libri digitali, annotarne pagine, effettuare ricerche... e non è ancora finita.

PDF, protagonista d e ll a c o m u n i c a z i o n e

Lorenzo Capitani resp. di produzione e giornalista lorenzo.capitani@alice.it

I file PDF sono i principi incontrastati del regno della prestampa, il punto di partenza di ogni procedimento tipografico e non solo: i PDF infatti sono anche alla base di processi di nobilitazione come verniciature, plastificazioni, serigrafie, fustellature, floccature, stampe a clichè... Una componente talmente fondamentale per chiunque si occupi di stampa e prestampa che l’ultimo sistema operativo Mac, Snow Leopard, prevede la possibilità di generare in maniera automatica, semplice e rapida, PDF (compresi quelli certificati per la stampa) partendo da qualsiasi applicazione, senza la necessità di avere installato lo specifico programma Acrobat Distiller. Non solo: ormai i PDF in uscita da tutti i software da Quark e Adobe (Illustrator, Photoshop, In

Design…) prevedono l’opzione per inserire in automatico tutte quelle indicazioni di specifico interesse per lo stampatore, come crocini di taglio, segni di registro, scale colore. E ancora, i PDF consentono di gestire ottimamente quadricromia e colori Pantone, di applicare i profili colore specifici di una macchina offset o di un determinato tipo di carta… Permettono poi anche un’efficace e rapida verifica delle fasi di prestampa: un esempio ne è il controllo ciano da remoto che consente di annotare o approvare il foglio macchina impostato in PDF tramite appositi servizi online sempre più diffusi. Insomma, grazie allo scambio di file leggeri e versatili, il PDF si rivela protagonista sia in fase di creazione che di revisione e ha dato vita a workflow di

nuova generazione, un intero ciclo grafico, gestibile anche a distanza, ben compatibile con la nostra epoca di crossmedialità nella quale carta stampata, Internet, e-book, telefonini e iPad si rivelano tutti diverse facce di un meraviglioso prisma chiamato Comunicazione. Il fulcro di questo miracolo è oggi la PDF Print Engine, una piattaforma che utilizza la stessa tecnologia per generare, visualizzare e stampare i PDF, dall’inizio alla fine del processo produttivo, fondendo i vantaggi tipici di questo formato per la definizione di contenuti con lo standard JDF (Job Definition Format) per creare schede di lavoro e controllare i processi. In pratica, vengono separati i dati relativi al contenuto (grafica, testo, impaginazione, diverse lingue su diversi livelli, persino


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un ottimo matrimonio

L’unione tra il PDF e il mondo della stampa è stata una buona idea, anche se in realtà questo formato era nato con un’altra finalità.

pdf certificati

Anche detti PDF/X garantiscono la correttezza e la qualità formale dei dati contenuti.

sempre più sicuro e affidabile

Il formato PDF continua ad essere la tecnologia essenziale per la creazione e la condivisione delle informazioni e il punto di partenza degli attuali processi di stampa.

i dati variabili) da quelli relativi alla stampa (tiratura, lastre, carta, rifilo, trapping, montaggio…), contenuti in un JDF indipendente dalla periferica di output. A ogni PDF può essere associato anche più di un JDF, poiché lo stesso file può avere diverse destinazioni, dalla carta stampata alla “stampa” su iPad. In questo contesto, quello tra il Portable Document Format, per gli amici PDF, e il mondo della stampa, sembra proprio un ottimo matrimonio. Ma non è stato sempre così… Infatti il PDF non è un formato nato per la prestampa, ma per l’interscambio sicuro di informazioni e documenti essenzialmente nel lavoro d’ufficio. Ben presto però grafici, addetti alla prestampa, alla stampa e software house si sono accorti delle enormi potenzialità di questo

formato e se ne sono in un certo senso appropriati. Adobe a quel punto, più che saggiamente, ha iniziato a far evolvere il suo PDF tenendo conto delle esigenze del mondo della stampa. Ma come si è giunti fino a qui? verso l’affermazione del pdf

Tutto inizia tra la fine degli anni Ottanta e i primissimi Novanta, quando il linguaggio di programmazione Adobe PostScript si consolida come lo standard di stampa globale. Da qui nasce la geniale idea di John Warnoch, cofondatore di Adobe e padre del “progetto Camelot” volto a trasformare radicalmente i metodi di lavoro e di condivisione delle informazioni: ereditare la funzionalità e la versatilità del PostScript che permette di visualizzare la pagina in tutte le sue componenti – testo, font,

immagini, grafica – in modo univoco e non modificabile accidentalmente, ma renderlo più snello e leggero. PDF, infatti, non è un linguaggio di programmazione, ma un formato, che presto si afferma come standard di fatto mentre, grazie all’informatizzazione crescente, si diffondono in tutto il mondo modelli di “uffici senza carta”. Rivoluzionario, intrigante, innovativo, il PDF sbaraglia la concorrenza e si afferma, con il suo peso ridotto in byte, sia sui formati squisitamente di immagine (.jpg, .tif…), sia su quelli vettoriali (.eps), spesso molto pesanti e che necessitano dei font installati sul sistema per poterli visualizzare correttamente. Nel PDF immagini rasterizzate, vettoriali e font sono uniti in un unico file estremamente leggero e che tutti possono

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i moduli in PDF scaricati dal sito dell’Agenzia delle Entrate statunitense dal 1996 a oggi.

1990: Adobe PostScript è il linguaggio standard di stampa mondiale

1992: Debutta Adobe PDF, vincendo subito il premio “Best of Comdex”

10% la percentuale dei docu-

1991: John Warnoch idea il “progetto Camelot”

menti oggi disponibili in Internet in formato PDF (cioè oltre 200 milioni).

1993

le copie di Acrobat scaricate gratuitamente nel mondo.

1991

500 milioni

1993: Si diffonde Adobe Acrobat per la creazione e visualizzazione di PDF

1994: Acrobat 2.0, distribuito gratuitamente, permette di incorporare elementi multimediali e collegamenti a file esterni nel PDF

1996

oltre 1,5 miliardi

1994

La storia di un successo 1992

Un po ’ di numeri

1990

stampa

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1996: Acrobat 3.0 consente ai documenti PDF di supportare flussi stampa completi

2.400 gli enti pubblici che

utilizzano il formato PDF per la distribuzione sicura dei documenti.

2 milioni

i documenti in PDF disponibili sui siti del Governo americano, compresa la Dichiarazione d’Indipendenza.

oltre 1.800

i fornitori che, nel mondo, offrono soluzioni basate sul formato PDF (creazione, plug-in, consulenza…).

visualizzare correttamente su qualsiasi dispositivo. Basta avere installato nel proprio computer un semplice programma, Acrobat, che Adobe distribuisce gratuitamente, per diversi sistemi operativi e in decine di lingue o applicazioni open source. La formula è vincente e presto il PDF espande le proprie potenzialità inglobando elementi multimediali e adattandosi alla realtà nascente di Internet (il primo plug-in per Netscape è del 1995) mentre anche gli enti governativi lo adottano come standard di fatto per la diffusione di moduli non più cartacei, con un notevole snellimento delle procedure.

Protagonista del passaggio dal computer-to-film al computer-to-plate

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Dal 1996, con la versione Acrobat 3.0, un nuovo salto di

qualità professionale: Adobe spinge in modo più diretto verso il canale della stampa professionale e il PDF supporta un flusso di stampa completo, gestendo tinte piatte e mezzitoni, foratura e sovrastampa. Si entra, in modo prima silenzioso poi via via più dirompente, nell’era del CtP: non più il “computer to film”, ovvero dal computer viene prodotta la pellicola imposta, ma il “computer to plate”. Dal file vengono incise direttamente le lastre, con un sensibile miglioramento della qualità in termini di registro e imposizione: la successione delle pagine sulla lastra, infatti, non si ottiene più dal posizionamento manuale (e quindi inevitabilmente impreciso) delle pellicole da parte dell’operatore, ma in modo automatico. Mentre nel campo della

modulistica da ufficio il PDF fa continui progressi, automatizzando e accelerando anche grazie alla firma elettronica svariati processi prima basati su carta, in quello della stampa offset si arriva a decretarne il predominio assoluto con i cosiddetti PDF certificati o PDF/X (esistono anche i PDF certificati /A per l’archiviazione e /E per la progettazione tecnico-ingegneristica): per prima la rivista Time nel 2002 adotta il formato PDF/X per la distribuzione di pagine pubblicitarie e ben presto il PDF certificato per la stampa diventa l’unico accettato in prestampa in tutte le tipografie, anche perché consente di ovviare a un problema che si è andato diffondendo parallelamente all’uso del PDF stesso, ovvero i PDF “fatti male”. Preparare un


file PDF è infatti estremamente semplice e lo diventa sempre di più: se fino a qualche tempo fa era necessario utilizzare un apposito programma, Acrobat Distiller, per preparare i file PDF, oggi è possibile semplicemente “esportarli” da qualsiasi applicazione. Ciò consente anche a chi non è particolarmente esperto di realizzarli. Ma ciò non garantisce che i file siano adatti alla stampa o che consentano di ottenere un prodotto finito di qualità. Un PDF certificato, invece, garantisce la qualità e la correttezza formale dei dati contenuti: ad esempio, non può contenere immagini in RGB, ma solo in quadricromia.

Il PDF diventa

uno standard di fatto

Il PDF si è quindi affermato, nella prestampa e non solo, come

2008: Il PDF 1.7 diventa lo standard ISO 32000

2007: ISO approva PDF/E come formato per lo scambio aperto di documentazione tecnica

uno standard di fatto. Era giunto il momento per farlo diventare un standard ufficiale: dal 2007 quindi Adobe si è adoperata per far riconoscere il PDF come una specifica ISO e dal 2008 il PDF 1.7 è diventato lo standard ISO 32000; uno standard aperto per oltre un miliardo di file PDF esistenti oggi, che l’ente ISO continua a curare per proteggerne integrità e longevità. Sempre più sicuro e affidabile, interattivo, estendibile, versatile, il formato PDF continua a essere da un lato la tecnologia essenziale per la creazione, condivisione e gestione di diversi tipi di informazioni, dall’altro il punto di partenza del processo di stampa contemporaneo, offset, roto, digitale ecc. Ma non ha ancora finito di stupire e di espandere le proprie potenzialità: da circa un anno

2009

2005: ISO pubblica PDF/A, lo standard globale per l’archiviazione e la conservazione dei documenti elettronici

2008

2006: Adobe Print Engine permette di realizzare un flusso di lavoro unico dai programmi CS alla stampa professionale

2007

2000: La versione scaricabile in PDF di Riding the Bullett – Passaggio per il nulla di Stephen King supera per numero di copie il corrispondente cartaceo

2006

2004

2004: Acrobat 7 consente di combinare tutti i tipi di file in un unico documento compatto

2005

2000

1999: I documenti PDF consentono di effettuare revisioni, inserire commenti, apporre firme digitali, acquisire pagine Web

stampa

1999

57

2009: Mac OS Snow Leopard consente la creazione diretta di PDF certificati senza bisogno di Acrobat

infatti Adobe ha commercializzato un Software Development Kit che consente di visualizzare i PDF su supporti mobili, dagli smartphone ai lettori per e-book, adattandoli agli schermi di ridotte dimensioni senza perdere né leggibilità né le caratteristiche grafiche-editoriali, e proteggendo inoltre i contenuti dalla pirateria informatica. Mentre il software Adobe Digital Editions, scaricabile gratuitamente e installabile in pochissimo tempo, permette di visualizzare e gestire in modo coinvolgente pubblicazioni elettroniche, riviste o libri digitali, organizzarli in una biblioteca virtuale, annotarne le pagine, effettuare ricerche... Insomma, dopo quasi vent’anni dalla sua nascita, la grande avventura del PDF sembra essere solo all’inizio!

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nasce print power per dare forza alla stampa

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Grandangolo

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Una nuova, interessante iniziativa per promuovere la comunicazione sulla carta. Si chiama Print Power ed è un progetto europeo al quale hanno aderito ben tredici paesi, tra cui l’Italia. Sono attivi diversi team di lavoro con l’obiettivo di garantire efficacia all’iniziativa nel rispetto delle diverse specificità. Print Power promuove anche il marchio “Two Sides - Il lato verde della carta”, con l’obiettivo di sfatare presso il grande pubblico quei luoghi comuni che vedono la carta come sinonimo di deforestazione. Secondo l’Osservatorio Multicanalità la carta è uno dei media più graditi dal pubblico per ricevere informazioni commerciali.

Altavia firma la comunicazione Usag

Leader nel mercato dell’utensileria professionale, Usag si è rivolta ad Altavia, gruppo internazionale specializzato nella comunicazione commerciale delle imprese a rete, per la campagna della nuova chiave 285, declinata su quattro livelli: stampa, guerrilla, internet, televisione. L’idea di base è rappresentata da un cartello da banco che contiene una chiave vera che può essere toccata e provata dal cliente. Nel visual la chiave è la lancetta stessa di un contachilometri che segna il numero 285.

Atmosfere speciali con pannelli e lampade stampate Suggestivi, di grande impatto estetico, i pannelli creati da Nicola Genzano Rita, esperto di computer e appassionato di fotografia, sono l’esito di un lungo lavoro di ricerca e di elaborazione digitale delle immagini. Stampati su policarbonato, intelaiati con bacchette di acciaio, pensati come forme adatte ad arredare spazi aziendali, studi professionali, mostre ma anche, semplicemente, appartamenti, sono particolarmente indicati per creare atmosfere suggestive e raffinate. Semplici, eleganti, molto leggere, le lampade a vela sono invece disegnate per assecondare le mutevoli trasparenze della luce e del colore e possono dare un tocco di stile a molti ambienti. I lavori possono essere selezionati su www.flickr.com/photos/nicolagenzano/show o visitando lo spazio espositivo a Nizza Monferrato (AT), Via d’Azeglio 5.

Le misure dei pannelli variano da 50x60 cm a 100x100 cm. Le lampade a vela misurano 100x40x40.

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Grandangolo top APplications award alla sesta edizione Fino al 20 maggio sono aperte le iscrizioni alla sesta edizione del Top Applications Award, concorso dedicato a coloro che utilizzano le carte Fedrigoni per la realizzazione di progetti grafici ed editoriali. Editori, progettisti, agenzie, stampatori, clienti e tutti gli attori coinvolti nel processo di realizzazione possono partecipare. Nella sede della Triennale di Milano, punto di riferimento internazionale nel campo del design, nel mese di novembre sarà allestita una mostra con i lavori selezionati dalla giuria, che saranno poi pubblicati su un catalogo distribuito a livello internazionale.

Vini, arte e storia in un lussuoso volume

Art of Vintage è un affascinante sguardo nell’arte e nella storia attraverso i leggendari champagne d’annata di Perrier-Jouët, una delle più famose case di champagne del mondo. Dal più antico champagne del 1825 al primo vintage del nuovo millennio nel 2002, il libro espone dettagliatamente il delicato e piacevole legame tra arte e vintage. Il volume, presentato in primavera alla Nuit du livre di Parigi, è stato commissionato dalla nota azienda francese produttrice di vini e champagne, a un’agenzia pubblicitaria francese che, per la stampa, ha incaricato Castelli Bolis Poligrafiche. Rosita Fanelli 456 pagine, formato 23,37x30,3 cm. Risguardi in carta uso mano bianca da 170 g. Coperta rivestita in tela Cialux color Bianco. Impressione oro Kurz 233 su dorso e piatto. Sovracoperta stampata a 6/0 colori (4cromia + oro metallico + Pantone verde 367C) su carta patinata opaca da 170 g + plastificazione lucida in bianca.

foto: Flora Commaret

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U N PO IN IZ IA TI VE , PR O G ET TI , D I TU TT O

and the winner is: “a curious story” di arjowiggins “A Curious Story” di Arjowiggins Creative Papers si è aggiudicata l’ambito Grand Prix Stratégies du Luxe. La campagna di comunicazione, firmata dal famoso fotografo Grégoire Alexandre e dall’agenzia Reflex Group, per supportare il rilancio internazionale della gamma di carte creative Curious Collection di Arjowiggins, ha ottenuto il prestigioso premio assegnato nelle precedenti edizioni ai grandi marchi dell’alta moda. Scopo del progetto era richiamare l’attenzione di grafici, designer e creativi, suscitando curiosità e interesse attorno alla nuova gamma di colori moda (quattordici nuance inedite per le carte Curious Metallics e tredici nuove tonalità per le Curious Translucents) che va ad arricchire l’offerta delle carte creative Curious Collection. Universi attraverso i quali una moderna e diafana “Alice” viaggia alla scoperta di meraviglie fatte di carta 100% Curious. Questo il concept declinato nei vari marketing tools della due volte premiata campagna di comunicazione “A Curious Story”. www.arjowiggins.com

dolce vita per il report di prima PRIMA - The Paper Network ha scelto di stampare il proprio Report annuale 2009 su Dolce Vita di Favini. La nuova carta ad alto contenuto tecnologico pensata per creativi e designer unisce ottima rigidità, opacità ed elevato spessore a un aspetto tattile morbido e vellutato. Soffice e naturale al tatto, Dolce Vita ha un’elegante superficie matt e una patinatura che ne esalta la resa di stampa. Dolce Vita è anche una carta ecologica: certificata FSC, è totalmente riciclabile ed è prodotta con il 100% Energia Verde certificata, derivante da fonti rinnovabili per ridurre le emissioni di CO2. www.favini.com

arctic paper e grycksbo paper: ACCORDO CONCLUSO A partire dallo scorso 1° marzo, la cartiera di Grycksbo Paper in Svezia (Grycksbo Paper Holding AB) è stata completamente incorporata nel gruppo Arctic Paper S.A. Il gruppo cartario mette così in atto la propria strategia che mira a crescere sia in termini organici che attraverso le acquisizioni, al fine di raggiungere una posizione dominante in Europa nel segmento delle carte fini, naturali e patinate. La fabbrica di Grycksbo produce carta patinata fine: si tratta di una cartiera all’avanguardia in materia di rispetto ambientale. Gli impianti di riscaldamento non producono diossina e sono già certificati e i più recenti sistemi di trasporto hanno ridotto di oltre il 30% le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, la Grycksbo Paper è ora certificata FSC e PEFC. Arctic Paper Grycksbo continuerà a commercializzare il brand G-Print che beneficerà della forte rete commerciale di Arctic Paper. www.arcticpaper.com

ru b ri c h e

cartiere

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cartiere del garda “fotografa” le aziende responsabili

Fedrigoni da sempre appoggia progetti creativi realizzati da designer intraprendenti. L’ultimo caso da segnalare è quello di Natascha Madeiski, una giovane creativa nata a Bolzano e laureata a Innsbruck, che realizza progetti di design multidisciplinare, che spaziano dall’illuminazione all’arredamento e molto altro. Uno degli ultimi lavori di questa eclettica artista è la lampada Naked City (nata dalla collaborazione con l’architetto Alex Graef), presentata alla galleria Rossana Orlandi nella brillante cornice del Salone del Mobile di Milano. Naked City è realizzata con la carta speciale Fedrigoni Pergamenata Bianco da 230 grammi. Pergamenata rappresenta la scelta ideale per la realizzazione di edizioni pregiate, stampe d’arte e diplomi ma anche per creazioni inaspettate. www.fedrigonicartiere.com

responsabilità sociale

città di luce su carta fedrigoni

Cartiere del Garda ha presentato A better business, terzo volume di “A better project”, l’iniziativa culturale che di anno in anno affronta, in un volume fotografico di pregio, temi legati alla sostenibilità. Per il 2009 la cartiera di Riva del Garda ha deciso di puntare su un argomento di forte impatto: l’impresa sostenibile. Dieci fotografi hanno realizzato reportage su imprese e imprenditori che si sono distinti per una politica di sostenibilità, creatività e solidarietà. Dalla città energeticamente autosufficiente di Kranzler all’impresa umanistica di Cuccinelli, dai vestiti “local made” di due designer croate a una catena di ristoranti di Hong Kong i cui camerieri sono solo pensionati. Il libro di 144 pagine in formato 30x30 cm propone immagini a pagina intera, stampate a 98 linee su GardaMatt Art 170 g, GardaCover Hi-Fi 215 g, GardaPat 13 KIARA 150 g, GardaGloss Art 170 g e GardaPat 13 KLASSICA 150 g. www.gardacartiere.it www.abetterproject.it

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Il pavimento realizzato con UPM Profi da Tobias Rehberger è stato premiato alla Biennale di Venezia 2009.

Il premio “Best Innovator 2010” assegnato ogni anno dalla società di consulenza tedesca A.T. Kearney di concerto con la rivista economica WirtschaftsWoche premia le aziende che si sono distinte per la gestione sostenibile dell’innovazione. L’edizione di quest’anno ha riconosciuto questo ambìto riconoscimento a UPM-Kymmene per il pensiero innovativo che contraddistingue da sempre il gruppo cartario. Una delle leve più importanti negli ultimi anni è rappresentata dalla Total Lifecycle Approach che consiste nel riportare le materie prime al loro uso primario tramite il riciclo. Grazie al progetto UPM Profi, ad esempio, la cartiera trasforma i refili della produzione di etichette, che prima venivano bruciati o sotterrati in apposite discariche, in materie prime versatili. Molto apprezzato dai designer, UPM Profi è stato utilizzato da Tobias Rehberger per la pavimentazione di una terrazza che si è aggiudicata il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2009. www.upm-kymmene.com www.upmprofi.com

responsabilità sociale

upm-kymmene premiata per l’innovazione sostenibile


Tecnologia offset a foglio KBA

KBA Rapida 106 Il miracolo dell’innovazione negli avviamenti

KBA.P.616.i

Fin dalla drupa 2004 la macchina a foglio hi-tech Rapida 105 é stata il riferimento nel medio formato per quanto riguarda automazione, produttività, flessibilità e innovazione. Alla drupa 2008 la nuova Rapida 106 ha rappresentato il nuovo riferimento ancora più avanzato in tema di tempi di avviamento, controllo della qualità, comfort operativo, riduzione degli scarti ed economicità di gestione. Tutto compreso. Tutto attuale. Tutto il meglio. Per la nuova generazione di medio formato Rapida 106 questa è la pura realtà. Convincetevene di persona. KBA-Italia S.p.A. Tel. (02) 932.098.1, info@kbaitalia.it, www.kbaitalia.it, www.kba.com


66 crossmedialità

Gli scenari di utilizzo sono infiniti. Altrettante le possibili applicazioni. Uno dei primi settori d’uso è proprio la comunicazione di prodotto, dove la realtà aumentata (AR) sta dando il meglio di sé. Finestra d’accesso a contenuti aggiuntivi che non troverebbero spazio sulla carta, questa nuova tecnologia può arricchire le performance dello stampato, migliorarne l’appeal, aumentarne l’interattività. Il settimanale “Panorama” l’ha già sperimentata, con ottimi risultati.

tutte le meraviglie della realtà aumentata

Lorenzo Capitani resp. di produzione e giornalista lorenzo.capitani@alice.it

La realtà aumentata è la sovrapposizione di livelli informativi a un flusso video che riprende la realtà. Avete presente Photoshop, in cui il livello Sfondo è modificato e arricchito da tutti i livelli che lo sovrastano? Al mondo che ci circonda – lo sfondo – la tecnologia dell’AR sovrappone infiniti livelli di modifica che lo arricchiscono. In che modo? Come il QR, anche l’AR usa un marker, ovvero un disegno stilizzato in bianco e nero che, mostrato alla videocamera di un telefonino di ultima generazione o a un computer dotato di webcam e collegamento a Internet, attiva un flusso video normalmente basato sulla tecnologia Adobe Flash, il quale si sovrappone a quanto inquadrato restituendo contenuti extra, da un filmato video a un’animazione in 3D.

A chi rivolgersi Di per sé si tratta semplicemente di stampare un codice a un colore. Ma la difficoltà vera è rappresentata dalla componente informatica e di programmazione dell’animazione che deve essere affidata a un fornitore esterno specializzato nel campo. Qui il print buyer si trasforma in un “digital buyer”, che non si muoverà più solo tra carte e inchiostro, ma tra software house e animazioni flash, per ottenere l’effetto più scenografico.

Le aspettative e le risposte Sia il QR che l’AR stanno prendendo vita molto velocemente e si evolvono ancora più rapidamente. La corsa alla novità in campo pubblicitario fa invecchiare le tecnologie ancora prima che si sedimentino nel

mercato. Siamo agli esordi di una nuova tecnologia che per decollare richiede un fruitore alfabetizzato dal punto di vista informatico, che deve decidere di attivare dei codici, cosa che non è scontata dopo l’iniziale curiosità. Tuttavia è innegabile che abbia grandi potenzialità e meriti miglior destino, ovvero quello dell’aumentare il valore della comunicazione, come accade già su alcuni magazine in cui, ad esempio, il filmato video di un’intervista può affiancarsi al testo scritto, piuttosto che i trailer di un film possono arricchire la recensione e così via. Portando al limite le potenzialità dell’AR, da un lato potremmo avere in edicola magazine a un normale prezzo di copertina ma costituiti di soli ARtag che attivino contenuti multimediali,


Intervista a Filippo Gramigna , publisher di P anorama Come è nata l’idea di inserire nelle rivist e Mondadori elementi di realtà aumenta ta? Eravamo alla ricerca di un’attività che potesse dare nuovo smalto alla carta stam pata creando un contatto diretto col mon do digitale. QR e AR sono le tecnologie che abbiamo a disposizione per venire inco ntro a questa esigenza; anche per creare un contatto diretto con i nostri lettori. Dal punto di vista produttivo si tratta di tecnologie complesse da realizzare? La creazione e gestione è abbastanza semplice e immediata: l’importante è aver e idee giuste e contenuti extra sempre nuovi e coinvolgenti. E da un punto di vista economico? Una volta acquisita la piattaforma tecn ologica per la gestione, i QR code hanno il pregio di essere economici. La realtà aum entata, invece, richiede tempi di lavorazion e e budget più consistenti.

Alcuni esempi di applicazioni tridimensionali possibili con l’ausilio dei codici AR. Nella pagina accanto, la copertina di Esquire che, indirizzata verso la webcam, prende vita.

dando vita a un vero e proprio giornale digitale; dall’altro un magazine di soli tag – distribuito gratuitamente – nel quale i contenuti multimediali siano a pagamento: insomma, il giornale diventa la porta d’accesso a una vera e propria editoria personalizzata.

Le possibilità offerte dal 2D In pratica sono realizzabili due modalità. La prima è la bidimensionale che consente di aggiungere contenuti a quanto inquadrato. Ad esempio, nell’ambito di una visita museale è possibile attivare approfondimenti relativi ai pezzi esposti inquadrando gli ARtag sparsi lungo il percorso: una specie di cicerone virtuale lontano anni luce dalle audioguide oggi disponibili. Da qui al futuro il passo è breve. Sfruttando la geolocalizzazione,

integrata ad esempio negli iPhone, e i contenuti extra come attività commerciali, traffico, meteo di software come Google Earth, è possibile l’acquisizione di informazioni supplementari solamente inquadrando la realtà circostante in aree precedentemente mappate. Un esempio? A Broadway, inquadrando la locandina di Cats, si possono ottenere orari dello spettacolo, disponibilità dei posti e in pochi clic comprare i biglietti!

Le meraviglie del 3D:

pubblicità e comunicazione senza confini

Più legata all’ambito della comunicazione è la seconda possibilità, quella tridimensionale. Nato dalla tecnologia militare e dagli utilizzi nell’industria aeronautica, lo sbocco 3D arriva davvero a creare una realtà aumentata che lascia

veramente senza parole... Tra i primi a sfruttare pubblicitariamente questa tecnologia la General Electrics sul cui sito si può stampare su un formato A4 un’ARtag che, mostrato alla webcam, dà vita a un diorama con delle pale eoliche che possono essere osservate stereoscopicamente muovendo semplicemente il foglio, arrivando persino a farle girare soffiandoci. La rivista Esquire a dicembre 2009 ha realizzato una copertina che, mostrata alla webcam, prendeva vita. E in Italia? I nostri editori non stanno a guardare. Lo scorso marzo Panorama (n. 11) riportava nella pubblicità in seconda di copertina un tag che consentiva al lettore di alzare la Coppa del mondo di calcio! Una bella emozione...

Gli investitori pubblicitari credono in ques ta nuova forma di comunicazione? Il mercato ha reagito molto positivam ente. Anche in quei clienti che hanno deci so di non aderire subito abbiamo trovato gran de interesse e apertura. Inoltre le nuove tecnologie hanno sempre la possibilità di tracciare tutto. Ed è quello che ci chiedono gli inserzionisti. È l’inizio di una rivoluzione? Penso di sì. Queste tecnologie sono in continua evoluzione e rappresentano una vera opportunità di innovare la comunicazione in modo fluido e interattiv o. Anche device come l’iPad non possono che rafforzare queste modalità. I fruitori, però, al momento sono pochi. Quale sarà lo scenario editoriale futur o? Bella domanda! Penso che il pubblico si stia alfabetizzando molto più rapidame nte di quanto non si pensi. Queste tecnolog ie che utilizzano un mezzo “amico” com e il cellulare hanno potenzialità infinite anch e per le fasce di età meno evolute. Di certo nei prossimi anni vedremo versioni dopp ie dei periodici dove quella digitale, affiancan dosi alla carta stampata, consentirà una fruizione assai più ricca.



ER SO C O LL EZ IO N I E N O VI TÀ N EL L’ U N IV

C AR TA

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p Sup orti

stora enso in prima linea per il rispetto dell’ambiente

moondreAM, TRASPARENTE COME LA LUNA. DA CORDENONS Moondream è una carta innovativa, sorprendente e affascinante proposta dal Gruppo Cordenons. Grazie alla stampa a caldo senza foil, Moondream si trasforma per dar vita a suggestivi effetti di trasparenza. Adatta alla stampa tradizionale, alla cordonatura, alla piega, si presta particolarmente al rilievo a secco con risultati eccellenti in quello artistico. Moondream è disponibile in tre grammature: 140, 240 e 400 g/m2. In occasione del lancio sono stati prodotti 1.500 cofanetti interamente realizzati con Moondream all’interno dei quali si trova un cd con musiche rigorosamente a tema Moon, arrangiate in esclusiva per il Gruppo Cordenons. www.gruppocordenons.com

Il cartone per confezionamento di liquidi Stora Enso Natura, recentemente rivisitato, offre ora una migliore qualità di stampa e grammature più leggere. Questi miglioramenti sono stati messi in atto per rispondere alle richieste dei clienti finalizzate a ottenere stabilità, elevata qualità e benefici ambientali attraverso una migliore efficienza del materiale. Quanto più è basso il numero di materiali impiegati in produzione, quanto il processo diviene più efficiente richiedendo un minor consumo d’energia. Quest’aspetto riduce anche le emissioni di CO2. La migliorata qualità del cartone Stora Enso Natura si è concretizzata grazie a un investimento di 45 milioni di euro, stanziato tra il 2008 e il 2009 che ha comportato modifiche del processo di formazione, della seccheria e delle calandre. La gamma dei cartoni Stora Enso Natura è particolarmente adatta al confezionamento di latte e prodotti caseari, succhi di frutta, tè, caffè, vino e acqua. Gli utilizzi tipici in campo non alimentare si riferiscono a detergenti, ammorbidenti e prodotti per l’igiene personale. www.storaenso.com/liquid

Hello fat matt di polyedra. gonfia ma non spessa Hello, marchio leader in Europa tra le carte patinate senza legno da ben 11 anni, è anche il brand di maggior successo del Gruppo PaperlinX. La ragione sta nella continua ricerca di miglioramento della qualità del prodotto, una filosofia dalla quale è scaturita la nuova Hello Fat Matt. La parola “Fat” descrive la caratteristica intrinseca di questa carta: il suo essere “gonfiata” di aria, che la rende più spessa ma non più pesante. Maggiore spessore significa ottenere uguale risultato in termini di volume diminuendo la grammatura, senza penalizzare l’opacità. Hello comprende Hello Gloss, Hello Silk+, Hello Matt e da oggi anche Hello Fat Matt, disponibile nelle versioni 1.1 e 1.3, quest’ultima prodotta nelle finiture Natural (bianca) e Ivory (crema). www.polyedra.com

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supporti novità per la stampa digitale da fedrigoni Fedrigoni, sull’onda delle costanti innovazioni proposte nella stampa digitale con tecnologia HP Indigo, amplia ancora la sua gamma di carte dedicata a questo tipo di stampa. Fa il suo ingresso nel campionario X-Per che, grazie all’innovativo trattamento superficiale, offre una piacevole sensazione al tatto. La seguono Arcoprint Edizioni 1.3, ideale per l’editoria, e Symbol Freelife Gloss e Satin, anche nella grammatura 400. Poi, Freelife Cento, certificata FSC, prodotta al 100% con carta riciclata, e Woodstock nella nuance Betulla, composta da cellulosa riciclata e caratterizzata dalla superficie delicatamente concettata. Ma la novità più appariscente è senza dubbio l’introduzione dei colori intensi di Sirio Color con le tonalità più accese come Lampone, Arancio, Caffè e Dark Blue, che possono essere usate grazie alla creazione di un nuovo inchiostro, il White Ink di HP, perfettamente coprente, che consente di creare un “letto di bianco” sul foglio colorato e quindi di stampare la normale quadricromia come su carta bianca. www.fedrigoni.com

l’eco-carta bagasse da zuber rieder La cartiera francese Zuber Rieder propone una soluzione originale e innovativa alla questione ambientale con la nuova gamma di carte grafiche Bagasse. Prodotta con i residui legnosi della canna da zucchero ma anche con il lino e la canapa, questa carta è biodegradabile e riciclabile. La cosiddetta bagassa è un sottoprodotto della lavorazione della canna da zucchero mentre le colture del lino e della canapa sono pressoché naturali poiché non richiedono pesticidi o erbicidi, e basta una quantità limitata di fertilizzanti e irrigazione. È disponibile in due colori, Meringue (bianca) e Cassonade (rosso) con grammature comprese tra 90 a 250 g (con l’eccezione dei 320 g solo nel formato 70x100). Completano la gamma le buste in formato 11x22 cm da 120 g. Adatte a qualsiasi processo di stampa, sono ideali per numerose applicazioni: dal packaging di lusso ai biglietti d’auguri, dal dépliant alla brochure fino ai bilanci annuali e alla carta intestata. Distribuita in Italia da Top Ink. www.topink.it www.zuberrrieder.net

mohawk, per una comunicazione sostenibile

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Paper&People, lo showroom milanese dove è possibile scegliere fra circa 2.500 carte grafiche dei brand più noti, annuncia l’arrivo in Italia di Mohawk. Mohawk Fine Papers, da sempre impegnata nella protezione delle risorse naturali, è la prima realtà industriale degli Usa a investire in iniziative per la riduzione dell’impatto ambientale dei propri processi produttivi. È stata la prima cartiera americana a produrre carte patinate con cellulose riciclate post consumer, a investire nella produzione “a impatto zero” utilizzando energia eolica per il 100% della produzione e ad ottenere la certificazione FSC. Nella sede di Via Friuli è possibile visionare Beckett Concept, Mohawk Options e Mohawk Via, tre carte naturali dal tatto liscio e vellutato che consentono un’ottima resa di stampa. Certificate FSC, contengono percentuali variabili dal 30 al 100% di cellulose riciclate post-consumer, sbianchite senza l’utilizzo di cloro elementare. www.paperpeople.it


WWW.CONCRETACOM.IT

Vista, rivista, riciclata. Burgo Distribuzione presenta Green Paper, il nuovo segmento di carte ecologiche. Una ampia gamma di carte che garantisce il corretto utilizzo delle materie prime, ottenendo cosĂŹ prodotti ecocompatibili, riciclati e certificati. Burgo Distribuzione. Meno spreco piĂš eco.

Sempre al vostro fianco.


agenda

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agenda schiele e il suo tempo a milano fino a giugno Realizzata in collaborazione con il Leopold Museum di Vienna - dove ha sede la maggiore raccolta al mondo di opere del grande artista austriaco Egon Schiele (1890-1918), promossa dal Comune di Milano, coprodotta e organizzata da Palazzo Reale e Skira Editore, la mostra “Schiele e il suo tempo” ha aperto i battenti il 25 febbraio a Palazzo Reale a Milano e si concluderà il 6 giugno. Curata da Rudolf Leopold, direttore artistico del Leopold Museum, e Franz Smola, conservatore del museo austriaco, presenta circa 40 dipinti e opere su carta di Schiele, accompagnati da altrettanti capolavori di Klimt, Kokoschka, Gerstl, Moser e vari altri protagonisti della cultura viennese del primo Novecento. www.mostraschiele.it

Manifestazione

Titolo

Fiera - Servizi per le imprese BtoBe Fiera - Arti grafiche Ipex Fiera - Imballaggio/promozionale Pack&Gift Corso Marketing emozionale goGreenwithflexo Convegno-Pack sostenibile

Quando

Dove

Info

21-23 maggio 18-25 maggio 2-3 giugno 8 giugno 16 giugno

Tito (Pz) Birmingham (UK) Parigi Milano Milano

www.btobe.it www.ipex.org www.packandgift.com info@accademiadelpoligrafico.it gogreen@gogreenwithflexo.com

come trovarli gli inserzionisti di questo numero

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SOCIETÀ Alecom Altavia Italia Arctic Paper Assgraf Burgo Distribuzione Cartiere del Garda Cemit Colorgraf CSQ DM Expo- Inprinting DuPont Fedrigoni GPN Grafiche Mercurio KBA Italia Komori Litover Macchingraf Marabu Italia pixart.it Poligrafici Printing Polyedra Rotolito Lombarda Scheufelen (Cimacarta) Tipolitografica CS

PAG. 13 32,33 51 58 71 62 2,3 47 9 68 21 39 75 10 65 73 76 61 42 40,41 ins. 31 4 17 22,23

SITO www.alecom.it www.altavia.it www.arcticpaper.com www.assgraf.com www.burgodistribuzione.com www.gardacartiere.it www.cemit.it www.colorgraf.it www.csqspa.it www.inprinting.it www.cyrel.it/round www.fedrigoni.com www.gpn-rubricatura.it www.grafichemercurio.it www.kbaitalia.it www.komori.com www.litover.it www.macchingraf.it www.marabu-italia.it www.pixart.it www.poligraficiprinting.it www.revivepaper.com www.rotolitolombarda.it www.scheufelen.com www.tipocs.com

TELEFONO 031 773480 02 303043 02 6694941 02 3286151 02 89394324 046 4579111 011 2227411 02 9370381 030 7725594 02 26927081 - 045 8087888 039 2142492 081 948420 02 9320981 02 48884811 039 2148328 02 3500335 02 90780501 041 920063 051 4592909 02 33551601 02 921951 0341 541646 049 761644

CONTATTO - Tinoune Moise Piero Codevilla - Ivana Gattini Angela Raija Gerber - Paolo Pellegrini Stefano Ceresa - - - Emilio Beretta Salvatore Mercurio Gabriella Brentel Guglielmo Gualandris Claudio Parietti Daniela Galli - - - - Simone Bandecchi Marco Cima Alessandro Cecchin

E-MAIL marketing@alecom.it t.moise@altavia.it info-it@arcticpaper.com agsales@assgraf.com promoter@burgodistribuione.com cercocemit@mondadori.it paolo.pellegrini@colorgraf.it s.ceresa@csqspa.it info@4itgroup.it info@fedrigoni.com info@gpn-rubricatura.it info@grafichemercurio.it brentel@kbaitalia.it komori@komori.it info@litover.it daniela.galli@macchingraf.it info@marabu-italia.it sales@poligraficiprinting.it info@polyedra.com simone.bandecchi@rotolitolombarda.it info@cimacarta.com a.cecchin@tipocs.com



c o l o p h o n COMITATO DI REDAZIONE PRINT BUYER n. 26 - uscita aprile 2010 Direttore responsabile Ruggero Zuliani Coor­dina­mento Titti Cocola cocola.t@ilpoligrafico.it Redazione Anna Aprea aprea.a@ilpoligrafico.it Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Capitani, Achille Perego, Marco Picasso, Marco Senaldi Art director Cristina Mascherpa mascherpa.videostena@fastwebnet.it Impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Copertina Illustrazione di Paolo Guidotti Sede Zeta’s - 20137 Milano, via Kolbe 8 Tel. 02.7529101, Fax 02.75291039, printbuyer@ilpoligrafico.it Pubblicità Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo Tel. 02.70300088 csanfilippo@rancatinet.it Zeta’s: Manuela Terreni (commerciale) terreni.m@ilpoligrafico.it - Lucia Cremascoli (segr. pubblicità) Tel. 02.75291030 cremascoli.l@ilpoligrafico.it Numeri arretrati euro 12,50 cad. Abbonamenti tel. 02.75291020 abbonamenti@ilpoligrafico.it Quota annua euro 39,00 per l’Italia, euro 64,00 per l’Europa, euro 74,00 extra Europa. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a: Zeta’s srl - Credem Ag. 2 Milano - IBAN IT31 X030 3201 6010 1000 0060 641 oppure sul c/c postale n. 41419201 R.E.A. Milano n. 1190227 - Autorizzazione Tribunale Mi n. 706 - 11.10.04 Stampa interno e copertina: Grafiche Parole Nuove di Brugherio (MB) Nobilitazioni: Litover di Monza, Tel. 0392020101, www.litover.it

Non perdete i prossimi numeri di PRINT BUYER Solo 39 EURO per ricevere sulla vostra scrivania i prossimi 6 numeri di PRINT BUYER in uscita a giugno, settembre, ottobre, dicembre 2010 e febbraio, aprile 2011 Per abbonarsi spedire il coupon compilato via fax 02 75291032 o collegarsi a www.stampamedia.net

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Renzo Callegari Direttore Centrale di Produzione Lowe Pirella Fronzoni Presidente Assoprod renzo.callegari@loweworldwide.com Luca Fiammenghi Visual designer Docente presso diversi istituti di formazione visdesign@fastwebnet.it Maria Rosa Mantellato Marketing di prodotto stampa e cartotecnica Postel S.p.A. mariarosa.mantellato@postel.it Alberto Sironi Consulente aziendale Esperto di stampa e di tecniche di nobilitazione sironi.al@tiscali.it

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