Print Buyer, n. 45, Giugno 2013

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strategie e tecniche della comunicazione stampata n

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in allegato il pieghevole rint P le o u sc to et g ro p el d vi si Pattern vi

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x p o d i a m o

2015 u n a

m o s s a

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Dell’Expo 2015 non si parla. Vero che la macchina organizzativa non brilla per efficienza (ma cosa c’è di efficiente in Italia?), che il progetto è in ritardo, che gli appalti odorano di tangenti… ma al di là dei soliti inciuci, la deadline s’avvicina. La Camera di Commercio di Milano ha calcolato che solo l’indotto produrrà 24,7 miliardi e ci saranno, previsioni al ribasso, 20 milioni di visitatori. solo per il settore turistico il pronostico è di 4,8 miliardi di fatturato. Mostre, manifestazioni, dibattiti, eventi… tutto confluirà nella celebrazione di un’impresa che, tutto sommato, si fonda su un concetto un sacco bello, sì perché Nutrire il pianeta, energia per la vita, per il momento, è l’unica cosa bella, intelligente, fatta e finita. Non è fatto e finito ma a suo modo procede il Padiglione Italia, 12 mila metri quadri, che sarà il simbolo delle nostre bellezze paesaggistiche, soprattutto di quelle enograstonomiche. Le quali, malandati come siamo, sono ancora il nostro punto di forza. Per le aziende italiane – dal packaging alimentare al design, ai vini e via elencando – non sarebbe ora di darsi una mossa? Non dico partecipare alle sponsorizzazioni, che ormai i giochi sono fatti (tra i soliti noti). Ma almeno parlarne… no? Creare occasioni e richiami sul territorio... no? Dimostrare che siamo ancora un vivaio di talenti, di eccellenze produttive, di innovazioni tecnologiche, inventarsi qualcosa dove il nostro settore si esprima sul tema del food… magari un fuori Expo, una piccola vetrina, un temporary shop. Tutto sommato Milano, dal 1° maggio al 31 ottobre del 2015, sarà il centro del mondo, invasa da imprenditori, buyer, ricercatori, espositori… mica da seguaci di Scientology. Certo che mettere in mostra, tutti insieme, le eccellenze e le novità del settore non è facile, non basta proporsi: dobbiamo pensarci in tempo, rendere fruibili i saperi, le aziende, le applicazioni, fare sinergia e farlo attraverso un faticoso lavoro di rete, perciò parliamone. Mancano poco meno di 700 giorni… a Dio piacendo, avrebbe detto mia madre. Da qualche settimana, questa rubrica vive anche su un piccolo blog. Digitate su Google Pensieri fuoricorso, iscrivetevi, possiamo incontrarci, e pensarci su.

pensieri fuoricorso

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Anna Aprea giornalista aprea.a@ilpoligrafico.it

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i d o t t a r t i r : a n i In copert 22

26 La ricerca di sinergie tra carta e web avanza. E gli editori sperimentano nuove modalità di utilizzo dei codici bidimensionali e dell’augmented reality... per consacrare il matrimonio tra il libro e le tecnologie.

Bayer punta il suo impegno comunicativo sulla responsa-bilità sociale come sottofondo di molte iniziative, dalle mostre al cinema. E per celebrare i 150 dell’Aspirina un libro stampato in Germania.

> > > > > > > > 5 5, ce la diamo una mossa? > > > > pensieri fuoricorso Expo 201 > > > > > > > > > 8 iche > > > > > > > > > > > > > > > la copertina Informazioni tecn

COMUNICARE

> > > > > > > 16 unicare ad alta velocità > > > > > Aziende Ferrovie dello Stato, com > > > > > > 22 i 150 anni > > > > > > > > > > > > aziende Bayer Italia racconta i suo

IDEE

> > > > > > > 20 di pattern a Grafitalia > > > > > > > sPEciale scuola Combinazioni

carta

brand > > > > 32 importanti nella comunicazione del Etichette d’autore Sempre più


e n o i z a r e n e g a un

Oltre la vista il tatto, oltre il tatto l’udito, oltre l’udito l’olfatto e il gusto. Etichette e packaging alla prova del marketing sensoriale.

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inchiesta

Sembrava destinato all’estinzione, invece il bianco e nero è tornato in auge con la fotografia digitale. Ma stamparlo bene richiede accortezza.

a dei sensi > > > > > > > > etichette e packaging Alla prov

tecnologia

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> > > > > > > > > > > 36

> > > > > > 26 ssimo) è ibrido > > > > > > > > > > editorIA Carta e web, il futuro (pro > > > > > > > 42 il fascino del bianco/nero > > > > > stampare foto dIgitali Torna

RUBRICHE

Brunazzi > > > 12 alla creatività per Cacao Design e echi di stampa Riconoscimenti > > > > > > > > 47 libro i lavori di Lorenzo Petrantoni grandangolo Timestory, in un > > > > > > > 48 decima edizione > > > > > > > > > agenda Artelibro festeggia la sua

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Il Progetto scuola di Print continua, e questa volta la sorpresa è in allegato alla rivista. Due le interviste. A pag. 16 Federico Fabretti, direttore di Ferrovie dello Stato, traccia le linee della nuova comunicazione integrata del Gruppo. A pag. 22 il Responsabile comunicazione di Bayer Italia ci illustra strategie, innovazioni e progetti di carta (e non). Poi è la volta dell’editoria: le più ardite sperimentazioni di QRcode sono a pag. 26. Ma c’è anche altro…

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Un’intervista che corre sui binari della nuova comunicazione del Gruppo Ferrovie dello Stato che si articola tra tv, social, radio, ma anche magazine, collane monografiche, due riviste e altri progetti editoriali.

sommario

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informazioni tecniche

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c o p e r t i n a

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La copertina di questo numero è stata stampata su carta Splendorgel EW da 230 g/m2 del Gruppo Fedrigoni (vedi descrizione a pag. 31).

Il soggetto della copertina: un divertimento partito dall’autoritratto di Erica Invernizzi, uno degli studenti della facoltà di design del Politecnico di Milano protagonisti del progetto Pattern Visivi. Reperto archeologico, ricordo, ritrovamento. Ci auguriamo che abbiano lunga vita le sperimentazioni, i tentativi, le idee che trovano spazio in quel prezioso luogo chiamato scuola. Ci auguriamo che questo luogo venga continuamente alimentato perchè possa a sua volta generosamente nutrire i giovani valorizzandone le possibilità. (C.M)

gruppo litover firma la copertina di

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Dopo la stampa in quadricromia offset realizzata da Grafiche Parole Nuove, è stato effettuato da Litover un passaggio serigrafico di vernice lucida spessorata a riserva per mettere in risalto la testata e il ritratto retinato. È stato anche ripreso il retino sul fondo per valorizzare la mano della carta creando diverse tonalità di bianco.

Print Buyer

Il Gruppo Litover di Vimercate (MB) è in grado di trasformare prodotti pubblicitari, editoriali o packaging in soluzioni accattivanti e cariche di appeal. Vernici in linea e fuori linea, a fondo pieno o con riserva, plastificazione, serigrafia lucida o opaca, stampa a caldo, sbalzi e rilievi, gratta e vinci, gratta e profuma, glitter, inchiostri fluorescenti e sensibili al calore... un mondo di lavorazioni che impreziosiscono la stampa. L’azienda pone grande attenzione non solo agli investimenti tecnologici, ma anche al rispetto dell’ambiente e alla sicurezza del personale; ha infatti adottato per prima in Italia la tecnologia solventless per la plastificazione che permette di eliminare ogni tipo di solvente durante la lavorazione con innumerevoli vantaggi sia dal punto di vista dell’impatto ambientale che della sicurezza dei lavoratori. Una efficiente organizzazione e un’attenta pianificazione che coinvolge tutte le divisioni del gruppo consentono di offrire un servizio di alta qualità e il rispetto dei tempi di consegna. www.litover.com


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rubriche

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echi di stampa minimegaprint

con due video tutorial spiega come nobilitare in serigrafia Per accompagnare anche l’utente meno esperto nella scelta di tecniche di stampa più ricercate come le nobilitazioni, Minimegaprint – tra i primi web to print a offrire le nobilitazioni serigrafiche – ha realizzato due nuovi Video Tutorial, veri e propri training tecnici on line con supporto audio e video che guidano l’operatore nella corretta preparazione del file: “Ottenere la tinta piatta in foratura” e “Impostare in sovrastampa la tinta piatta”. La foratura, o assenza di colore, è un procedimento che si utilizza se si vuole ottenere un effetto satinato con la vernice serigrafica, mentre se si sceglie un contrasto extra lucido, ottenuto con una vernice serigrafica trasparente, è opportuno rafforzare l’effetto con la sovrastampa di un colore tono su tono (ad esempio giallo su serigrafia oro). I Video Tutorial confermano la volontà di Minimegaprint di offrire ai clienti un servizio a valore aggiunto per rendere la stampa on line sempre più accessibile e facile da utilizzare. minimegaprint.com

Pixartprinting

Misura la customer satisfaction con Reevoo

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Pixartprinting, realtà innovativa e pionieristica, è il primo web to print al mondo a implementare nella propria vetrina e-commerce Reevoo, un sistema indipendente che misura in modo totalmente trasparente e affidabile la customer satisfaction. Già utilizzato da grandi brand internazionali quali ad esempio Sony e Ford, Reevoo è uno strumento che rappresenta una nuova forma di customer service e che va ad arricchire le possibilità di dialogo con Pixartprinting, oltre alla consulenza telefonica, alla chat on line e alla pagina Facebook (che ha superato i 40.000 Like). Da metà aprile i commenti sono fruibili sul sito: si tratta ad oggi di già oltre 2.000 recensioni (dato riferito al 24 giugno 2013) che valutano la soddisfazione dei clienti basandosi su diversi parametri, sia relativi al singolo prodotto acquistato, che al servizio in generale. Il risultato attuale è già un dato molto significativo che registra una soddisfazione del 97%. pixartprinting.it


echi di stampa grafiche san patrignano

amplia il parco macchine con la nuova roland 700 Le Grafiche di San Patrignano rilanciano l’offerta dei servizi con un “open day” che si è tenuto a giugno e ha visto il varo della nuova Roland 700 nel formato 70x100 a 5 colori più forno. Un investimento che risponde a una duplice finalità: da un lato, il perfezionare la formazione professionale dei 55 ragazzi impegnati nel settore e dall’altro amplificare la presenza sul mercato. La nuova Roland 700 servirà inoltre alla stampa interna del Giornale di San Patrignano, un prodotto editoriale interamente realizzato dalla comunità riminese. Le Grafiche sono uno dei numerosi laboratori di San Patrignano, ideati per insegnare e trasmettere professionalità altamente specializzate. Nei 30 anni di attività, le Grafiche San Patrignano hanno perseguito costantemente l’obiettivo di crescita e di sviluppo proponendo ai propri clienti la visione del processo produttivo delle arti grafiche a ciclo completo. L’attuale struttura consente l’erogazione di servizi integrati tali da offrire un elevato rapporto tra la convenienza del prezzo e l’efficienza gestionale. sanpatrignano.org

arjowiggins creative papers

porta creatività e design a fashioncamp La cartiera Arjowiggins Creative Papers e lo studio creativo Graffite hanno animato il workshop “Paper in Love” che si è svolto lo scorso giugno durante la quarta edizione di FashionCamp. Sedici le partecipanti che si sono cimentate nella realizzazione di cinque origami di difficoltà crescente sotto l’attenta guida di Valeria Gaglioti, titolare di Graffite. Partner di questa avventura è stata la carta di Arjowiggins Creative Papers, presente con alcuni dei suoi più noti brand, in particolare le gamme Curious Collection e Conqueror, che sono state usate per ottenere gli origami presentati da Valeria. Due ore e mezza nelle quali sono stati svelati i piccoli grandi segreti del supporto più antico del mondo, la carta, insieme a una buona dose di galateo del wedding. arjowigginscreativepapers.com


echi di stampa cacao design

il bilancio pirelli selezionato dal portale fubiz Sulla base dell’idea assolutamente originale di Pirelli di arricchire il proprio bilancio aziendale con una storia parallela ai numeri, Cacao Design ha sviluppato un progetto grafico-editoriale che, coerentemente con le richieste della società, potesse dare evidenza ai numeri, ma anche accogliere la storia del bilancio 2012, una storia proiettata al futuro, scritta dai giovani universitari di tutto il mondo. Ne è nato un “contenitore” capace di dare una veste reale e percepibile alla visione del domani: una grande ricchezza di contenuti, immagini, valori e protagonisti, che Cacao ha “confezionato” in un raccoglitore dai lati trasparenti in modo da evidenziare la parola chiave del progetto, quel futuro, auspicato dai ragazzi, stampato nelle principali lingue del mondo sui tre lati di ciascun volume del bilancio. Un progetto innovativo che è piaciuto al team di Fubiz, il prestigioso portale che da circa 7 anni raccoglie il meglio della cultura grafica creativa contemporanea. cacaodesign.it

brunazzi&associati

si aggiudica il premio agorà per la migliore comunicazione non convenzionale

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Alla XXVI edizione del prestigioso Premio Agorà, Brunazzi&Associati è stata premiata per la migliore Comunicazione non convenzionale con il progetto “Eat More Pasta” realizzato per la Cartiera svedese Iggesund nell’ambito del Black Box Project, che ha coinvolto in totale sette agenzie internazionali di tutto il mondo. I progetti sono stati esposti a Parigi, Londra, Amburgo, New York, Amsterdam, Gotheborg, Milano e Mosca. Il progetto di Brunazzi&Associati è stato inoltre selezionato nella short list del premio Packology Award. Il Premio Agorà seleziona ogni anno le migliori campagne di advertising e progetti di comunicazione, premiando sia le agenzie che le hanno prodotte sia i clienti che le hanno commissionate. La premiazione è avvenuta il 15 giugno scorso presso i Saloni Liberty dell’Hotel Excelsior Hilton di Palermo. brunazzi.com

Foto di Stefano Campo Antico

rubriche

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Mimaki è specializzata nella creazione esclusiva di macchine per la stampa digitale inkjet di grande formato, settore nel quale è leader assoluto. Dispone della gamma più vasta del mercato, che solo nel 2012 si è arricchita con 12 nuovi prodotti. Una scelta di competenza e professionalità che permette a Mimaki di concentrare le proprie risorse nello sviluppo incessante di innovazione, con una versatilità così elevata da soddisfare tutte le esigenze e proiettarsi verso nuove opportunità di business. Dalla segnaletica per esterno e billboard alla decorazione di interni e l’arredamento, dal packaging e le etichette ai gadget promozionali e l’abbigliamento. Mimaki ha costantemente visto accrescere la propria reputazione e importanza fino a diventare oggi un’azienda globale con importanti sedi operative in Asia e nel Pacifico, Stati Uniti e Europa.

FESPA 2013

LONDRA 25/29 GIUGNO

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NOVITÀ


16 come comunicano

ferrovie dello stato

da dell a

T ra i prim i gru ppi ital iani ad ave r intr apr eso la stra, F err ovie

nuo vi stru men ti com unic azio ne inte gra ta tra vec chi e ia per tro var e un filo del lo S tato non tra las cia alc un med seg ger i che salg ono ogn i dire tto con gli oltr e 600 mili oni di pas blic azio ni e ai mag azin e ann o sui pro pri tren i . O ltre alle pub tato ha affi anc ato il sito su car ta stam pata , F err ovie dell o S , gli aud iovi sivi . S enz a web , la tv , la rad io , i soc ial netw ork con sma rtph one e tabl et . dime ntic are chi si coll ega in mob ilità E presto arriverà anche il blog ...

Federico Fabretti

comunicare ad alta velocità

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chille Perego giornalista economico achille.perego@libero.it

In viaggio, a grande velocità, sui nuovi binari della comunicazione. Viene facile, trattandosi di Ferrovie dello Stato Italiane e della sua società di trasporto, Trenitalia, paragonare la comunicazione di uno dei più importanti operatori ferroviari europei (e ovviamente primo in Italia) all’alta velocità del Frecciarossa. Perché, contrariamente all’immagine che si potrebbe avere di un’azienda pubblica (monolitica, lenta e arretrata), le Fs sono uno dei gruppi italiani che prima di molti altri ha intrapreso la strada della comunicazione integrata tra “vecchi” strumenti d’informazione (basati, diciamo così, sulla carta) e nuovi media e nuovi canali digitali. Per realizzare quella che Federico Fabretti, direttore centrale media del Gruppo Ferrovie dello Stato, definisce “una grande orchestra della comunicazione”.

Dove ogni strumento suona la sua musica per costruire una sinfonia da concerto. «Se la missione della Direzione centrale media di Fs Italiane» esordisce Fabretti «è di assicurare la definizione della strategia di gruppo verso i media e il presidio centralizzato delle relazioni con i media internazionali, nazionali e locali, oggi si può dire che le Ferrovie di Stato Italiane sono diventate, esse stesse, un vero e proprio media multimediale che realizza, direttamente e tutto al proprio interno, le attività redazionali e l’informazione attraverso i nuovi canali di comunicazione web (sito, tv, radio, social network, audiovisivi) e le pubblicazioni e i magazine su carta stampata». Nel 2013 la DCM ha implementato le attività di comunicazione verso il cliente, acquisendo anche la creatività e

la pubblicità. A maggio, infatti, è partita la prima campagna di lancio realizzata all’interno della Direzione, sui must della flotta Frecciarossa di Trenitalia. Entro l’estate saranno realizzate altre campagne di comunicazione per società del Gruppo (Metropark, Trenitalia Regionale e Italcertiferr). Quando è cominciata la vostra avventura nella comunicazione digitale? Diciamo un paio di anni fa. E abbraccia quasi tutti i canali del web, anche se abbiamo fatto una selezione nel loro utilizzo. Ad esempio, tra i social network siamo partiti con Twitter, mentre non siamo presenti su Facebook, la cui gestione, con i nostri milioni di utenti, sarebbe troppo complessa. Presto avremo anche un nostro blog. Oggi dire internet per le


Chi è Federico Fabretti Fiorentino, classe 1966, laureato in Scienze politiche, Federico Fabretti è da luglio 2007 direttore centrale media del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato Mauro Moretti. Fabretti definisce la strategia relazione del Gruppo verso i media internazionali, nazionali e locali, assicura il coordinamento delle attività redazionali, la pianificazione e il coordinamento delle riviste del gruppo. Dirige la sezione “FS news” del sito internet, “FS news radio”, le iniziative e attività di creatività, pubblicità, broadcasting, la web tv e tutte le attività online e sui new media ed è direttore responsabile della testata La Freccia. In Ferrovie dello Stato è arrivato nel 2003 come direttore delle relazioni con i media dopo importanti esperienze come capo ufficio stampa in Tim (dal 2001 al 2003) e Daimler-Chrysler Italia (1997-2000) e le precedenti esperienze presso la presidenza del Consiglio dei ministri e l’Iri.

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come comunicano

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“La nostra passione per la carta è confermata dalla lunga tradizione di magazine e collane monografiche. Al tempo stesso utilizziamo i social media: siamo partiti con Twitter ma abbiamo rinunciato a Facebook la cui gestione - con i nostri milioni di utenti - risulta troppo complessa”.F.F.

Notizie sempre aggiornate con la web radio FsNews Radio, la prima web radio ferroviaria, è partita il 13 dicembre 2008 in occasione dell’inaugurazione della linea Alta Velocità BolognaMilano con la diretta a bordo del Frecciarossa. Ogni giorno 24 ore su 24 ci sono aggiornamenti in tempo reale sulla circolazione ferroviaria, in italiano e in inglese. Dal lunedì al venerdì il mondo FS è in diretta no stop dalle 8 alle 20 con anteprime e interviste al management, oltre 70 news e curiosità dal mondo FS, 25 Gr curati da Ansa Live e le grandi hit della musica italiana e internazionale. In più consigli per il weekend e interviste ai tanti amici del treno: dai protagonisti dello spettacolo e della cultura ai campioni dello sport. Rubriche, approfondimenti e speciali dedicati al viaggio “ecosostenibile”. Dal 2012, inoltre, la web radio del gruppo Fs, è disponibile anche su tablet e smartphone collegandosi a FSNews Radio.

Ferrovie italiane che cosa significa? Innanzitutto un nuovo sito istituzionale per il Gruppo FS Italiane (online da gennaio 2013), rivisitato nei contenuti e nella grafica. Il sito oggi approfondisce temi fondamentali per l’azienda (sostenibilità, ambiente, dati e bilanci) e vanta una forte impronta multimediale, nonché un’integrazione con i profili social. Naturalmente ci siamo rivolti a tutti gli utenti, sempre più in crescita, che si collegano in mobilità: il sito infatti è sviluppato con design responsive in modo da essere agevolmente consultato anche da smartphone e tablet. Come si esplicita la vostra presenza sui social network? Ferrovie dello Stato Italiane è da tempo presente nei social network con l’obiettivo di offrire un’informazione diretta, dialogare e coinvolgere l’utente. Su Twitter, tramite l’account @LeFrecce (attivo da maggio del 2010), è possibile restare sempre aggiornati con i servizi dedicati all’Alta Velocità e ricevere assistenza e informazioni su news, promozioni ed eventi

speciali. E ancora, chiedere indicazioni o fornire suggerimenti per migliorare la qualità del servizio. Il Gruppo è presente anche con @FSNews_IT per condividere le ultime notizie e gli aggiornamenti sull’infomobilità, e con @Grazie1000, il profilo esclusivamente dedicato al Frecciarossa1000, il treno del futuro “made in Italy”. Su Foursquare è possibile seguire la brand page di LeFrecce e di FSNews per ottenere informazioni geolocalizzate: si possono trovare informazioni sulle stazioni e liste di consigli utili per la mobilità e i servizi. Su Flickr sono presenti gallerie di immagini che mostrano la nostra flotta e i nostri uomini all’opera, gli eventi, le novità tecnologiche e la storia della ferrovia che ha unito il Paese e gli italiani. FSnews_IT è anche su Storify: qui gli utenti possono contribuire a raccontare eventi e giornate speciali organizzate dal Gruppo. Siamo presenti infine su YouTube, con una selezione dei video più belli che raccontano il viaggio sul Frecciarossa e la passione di coloro che ogni giorno fanno circolare più di 9

mila treni. Ma anche la storia della rete ferroviaria e i progetti delle nuove stazioni: immagini in sequenza che raccontano successi tutti italiani. La vostra comunicazione viaggia anche via radio e tv? Non potevamo trascurare questi formidabili strumenti di comunicazione che utilizziamo via web. La nostra web radio e la nostra web tv danno informazioni in tempo reale nelle stazioni e sui treni, con schermi e altoparlanti, ma seguono anche i nostri principali eventi. Solo la radio ha un ascolto medio di 1,5 milioni di persone al giorno. L’inaugurazione, per esempio, della stazione Alta velocità di Bologna è stata seguita con una diretta tv streaming e così per gli altri appuntamenti in programma in questo scorcio di inizio estate, dalla presentazione dei nuovi treni regionali nella fabbrica Alstom di Savigliano a quella del Frecciarossa 1000 che permetterà di collegare Roma con Milano in poco più di due ore e venti. Tanta attenzione alla nuova comunicazione digitale non


La Freccia interpreta la nuova cultura di viaggio a 300 all’ora: flessibilità, innovazione, attenzione all’ambiente.

vi ha fatto dimenticare la cara, vecchia carta stampata? Devo dire che le Ferrovie dello Stato, a parte i classici biglietti che ancora vengono stampati in carta, anche se si sta diffondendo sempre di più il “biglietto elettronico”, hanno ancora una parte molto importante stampata. Anche se oggi è più comodo e veloce conoscere, per esempio, gli orari dei treni sul sito trenitalia.com, che si può raggiungere anche da tablet e smartphone, stampiamo ancora gli orari dei treni, con opuscoli dedicati alle Frecce. La nostra passione per la carta è confermata dalla lunga tradizione dei magazine e delle collane monografiche di prodotto e di servizio che pubblichiamo periodicamente per i nostri clienti per un’informazione a 360 gradi. A dicembre 2009, dall’eredità di 11 anni di Riflessi, è nata la testata La Freccia che si è sviluppata con un nuovo progetto editoriale tutto home made a partire da settembre 2010. Il magazine dell’Alta Velocità di FS Italiane interpreta la nuova cultura di viaggio a 300 all’ora: flessibilità, innovazione, sviluppo e attenzione all’ambiente. E poi attualità, cultura, arte, scienza, econo-

mia, personaggi, curiosità e design per un’informazione ad hoc riservata ai clienti dei Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca. Viene realizzato da una redazione interna e stampato, su carta certificata FSC, da Grafiche Nappa di Aversa per oltre 1,2 milioni di lettori. Il successo de La Freccia, che grazie alla raccolta pubblicitaria è in utile, ci ha portati a editare un nuovo trimestrale, Frecciaviaggi, dedicato al turismo. A marzo è uscito il numero zero, Regioni, e a giugno un’edizione tutta dedicata al mare. Quindi anche per le Ferrovie dello Stato, nonostante l’era digitale, la comunicazione su carta non finirà mai... Assolutamente. Per noi la “carta” mantiene un valore immenso e non ci rinunceremo mai. Anche perché ogni anno salgono sui nostri treni 600 milioni di passeggeri e per ciascuno di loro esistono canali di informazione diversi in base al target. E tra questi canali, basta vedere il successo de La Freccia, di certo non può mancare la carta stampata.


alla recente grafitalia c’eravamo anche noi, per mostrare come innovazione e tradizione possano e debbano non solo convivere, ma anche dare risalto ad una creatività non timorosa di tecnologie e strumenti. I lavori esposti sono il risultato di un’esercitazione svolta con un gruppo di studenti della Facoltà del Design del Politecnico di Milano, invitati a una riflessione sull’identità, ricostruita dai tanti occhi vicini e lontani di chi guarda. di luca fiammenghi*

speciale scuola combinazioni di pattern

*Luca Fiammenghi è Visual Designer, Istruttore certificato Adobe e docente a contratto per il Politecnico di Milano, Facoltà del Design, della materia Tecniche Grafiche Avazate.

Tra addetti ai lavori legati a un tempo distante e chi della tradizione sa poco, sono molti i giovani attratti dalle potenzialità espressive dei diversi strumenti della comunicazione; se da un lato questi apportano indubbi vantaggi, dall’altro richiedono una conoscenza adeguata, affinché sia il pensiero a fondare il sistema di relazioni alla base di ogni processo progettuale. Nel nostro caso, però, anziché adottare la classica linearità di “studio preliminare, idea, layout, esecutivi”, è nella conoscenza applicata di strumenti e tecniche che l’idea ha preso forma. La costruzione di una tramapattern ha interessato fin da subito l’elaborazione software, permettendo così di sperimentare e consapevolmente scegliere combinazioni appropriate. Con l’intreccio di celle mezzetinte diversamente disposte per angolo, forma e dimensione ha poi avuto

seguito la scelta dei materiali per la riproduzione: un torchio calcografico e una matrice ricavata da un plotter a incisione laser. Da qui la stampa su supporti non propriamente convenzionali: gomme, seta, juta e tessuti, carta di giornale, carte nobili e plastiche... ha coinvolto tutto quanto potesse valorizzare qualità espressive e sensoriali di layout che, per quanto riproducibili in serie, sono pieni di toni e sapori della stampa artigianale. Coinvolti in questo percorso, abbiamo sentito l’opinione di Andrea Morandini, in qualità di responsabile commerciale di Grafiche Siz (Verona), ben consapevole delle dinamiche della grande industria, e Federico Boriani di Officine della Stampa (Bologna) che vive la realtà della piccola impresa specializzata in stampa artigianale ed artistica.

Come ritieni si possano affrontare questi periodi in modo da mantenere alta la qualità dell’offerta, ma al contempo essere competitivi? A.M.: Sempre più di frequente i clienti non hanno chiara l’idea di cosa puoi fare; gli stampatori devono comunicare di più per dare un’impostazione al mercato con un’identità di prodotto ben chiara, non dovendo attendere che sia il mercato a modificare la loro offerta: così facendo si snatura il valore dell’azienda. F.B.: Mai come ora occorre essere analitici e non critici nei confronti delle nuove tecnologie, fonte di cambiamento nei modi e tempi del lavoro. La corsa alla conquista degli ultimi ritrovati tecnologici in perenne sviluppo genera superficialità nell’uso tecnico delle macchine e dei software che abbiamo a disposizione. È necessario andare più in profondità anche disponendo di pochi


mezzi, investendo più tempo e risorse per connettere meglio competenze tecniche e idee. Fare di più e meglio con meno. Un legame con il passato è necessario o ritieni che le nuove tecnologie segnino un nuovo inizio? A.M.: Per il tipo di struttura che rappresento, le tecnologie valorizzano la carta stampata! Uso i dispositivi da molto tempo e sono strumenti utili che hanno anche creato risparmio nei clienti: permettono rapidità delle informazioni, applicazioni, aggiornamenti… ma a maggior ragione valorizzano un prodotto stampato, quando ben fatto. Quindi ti dico sì, cambiano le modalità, cambiano gli strumenti stampati, quindi si va a stampare qualcosa di diverso, ma non è che la carta sparisca, anzi: deve continuare a crescere di qualità! F.B.: Le nuove tecnologie, da sole, rischiano di non dare la stessa quantità di possibilità che si avrebbero utilizzandole insieme ai vecchi sistemi. Cosa vuol dire oggi essere innovativi? A.M.: Le aziende, chi più chi meno, sono ormai tutte dotate dal punto di vista

tecnologico. Essere innovativi è comunicare in modo innovativo: quello che già si ha! La propria identità va legata alla comunicazione, quindi innovazione. È innovativo questo? (mi mostra il calendario stampato in occasione del 50° dell’azienda). È innovativo, eppure abbiamo usato carte antiche, carte storiche dei nostri archivi “Valdonega”; abbiamo usato caratteri classici… Innovazione è anche riprendere creativamente in maniera semplice cose del passato. Non è detto che questo non funzioni, anzi. Tutti quanti cercano di prevedere il futuro, ma ricordiamoci anche del passato. F.B.: Per essere innovativi bisogna vivere e lavorare in costante immersione con il mondo e le idee che ci circondano. È il capitale intellettuale che genera guadagni reali, solo attraverso questo possiamo unire diversi settori della conoscenza. Che fine farà la carta? A.M.: Andrà a valorizzarsi in tutti quei lavori ben realizzati. Ad esempio, un bel catalogo di pregio! F.B.: Non penso che la carta possa essere rimpiazzata totalmente dai nuovi media in quanto li vedo come sistemi totalmente diversi tra

loro, ognuno con le proprie prerogative e caratteristiche. Che impressione hai dell’offerta formativa nel settore delle arti grafiche; risponde alle esigenze di una grande azienda? A.M.: No. Bisognerebbe partire dai metodi di una volta: fare più esperienza. Chi eroga formazione, oltre a dare le necessarie nozioni tecniche del mercato attuale dovrebbe creare l’opportunità per far toccare con mano i giovani da dove siamo arrivati. Credo che i mezzi digitali si possano imparare con facilità… ma tornare anche a una sorta di offerta formativa che in sostanza consenta di “sporcarsi le mani” renderebbe il processo molto più comprensibile. F.B.: La formazione allo stato attuale non riesce quasi mai a stare al passo con i tempi di sviluppo tecnologico e allo stesso tempo non riesce a dare quell’imprinting concettuale capace di dominare la tecnologia. Penso sia più corretto formare menti in grado di pensare e valutare creativamente più che sfornare utenti di specifiche tecnologie, che rischiano di diventare obsolete nel tempo esatto della conclusione degli anni formativi.

Un torchio calcografico e una particolare lastra incisa da un plotter laser: questi i materiali utilizzati dagli studenti per sperimentare la stampa del proprio lavoro sui supporti più diversi.


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bayer italia

S trat egia , inno vaz ione e res pon sab ilità soc iale : lungru ppi far go que ste

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dall’aspirina al cinema una storia lunga 150 anni

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chille Perego giornalista economico achille.perego@libero.it

Centocinquant’anni di storia dedicati a costruire uno dei gruppi farmaceutici e chimici più importanti del mondo. Impegnato non solo a ricercare, sviluppare e produrre medicinali (si pensi al successo planetario dell’Aspirina), ma anche un’enorme gamma di prodotti e servizi che, dalla salute alla nutrizione, dall’agricoltura ai materiali innovativi, sono utili all’uomo e ne migliorano la qualità della vita. Prodotti, per usare le parole di Marijn Dekkers, amministratore delegato dell’azienda nata 150 anni fa come fabbrica di coloranti nel distretto di Barmen a Wuppertal e oggi un gruppo mondiale con oltre 110 mila collaboratori, “diventati indispensabili per le nostre vite”. Nella lunga storia di quest’azienda di “inventori” ha trovato sempre un posto di riguardo la comunicazione.

Quella che sarà protagonista quest’anno anche per celebrare lo storico anniversario del gigante tedesco. Del resto Bayer, racconta Daniele Rosa, responsabile della comunicazione, immagine e public affairs di Bayer Italia «da sempre crede e investe nella ricerca e in comunicazione». Con una particolare attenzione alla responsabilità sociale (ogni anno vengono sostenuti circa 30 progetti di volontariato), che si riflette anche nelle manifestazioni per i 150 anni del gruppo. A cominciare da Bayer in tour, la mostra interattiva che girerà il mondo (sarà anche a Milano) per evidenziare come l’azienda abbia migliorato la qualità della vita di milioni di persone. Che cosa significa per Bayer comunicare? È difficile parlare della comunicazione di un’azienda, Bayer,

che ha contribuito essa stessa a fare la storia della comunicazione d’impresa. Tra i marchi più conosciuti e reputati al mondo, l’azienda è chiamata quotidianamente a rinnovare, anche attraverso la comunicazione, quel patto con i milioni di clienti che ne scelgono i prodotti e i principali stakeholder sintetizzato nella sua mission: “Science for a better life”. Su cosa sono concentrate le vostre attività di comunicazione? In particolare verso il mondo della cultura, lo sport e il sociale perché tutti e tre questi settori costituiscono un modo, sempre originale e innovativo, per raggiungere il nostro target di riferimento. Bayer in Italia fa comunicazione in modo innovativo e originale, anche attraverso i film. In questo ambito abbiamo sostenuto


Nato a Milano proprio il giorno di Ferragosto del 1953, laureato in Lettere Moderne alla Statale di Milano, Daniele Rosa è da sempre un uomo di comunicazione. In Bayer dal 1998, è responsabile della comunicazione, immagine e public affairs, riportando direttamente all’ad del Gruppo in Italia e delle sue consociate. Prima di approdare in Bayer, Rosa è stato worldwide communication director del gruppo Merloni Elettrodomestici (dal 1995) mentre dal 1976 aveva lavorato, sempre nell’ambito comunicazione e immagine, in Assolombarda dopo aver cominciato il mestiere di giornalista al quotidiano Il Sole 24 Ore. Nel suo curriculum ci sono anche l’insegnamento (Scuola di Giornalismo di Milano, Iulm, Business School del Sole 24 Ore e Università Bicocca) e la scrittura. È stato infatti autore e sceneggiatore di lungometraggi e ha scritto libri sulla società e su personaggi di spicco della cultura e dello sport.

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Chi è Daniele Rosa

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progetti di comunicazione ed eventi per i

150 anni

Nel 2013 Bayer celebra in tutto il mondo il suo 150° anniversario con oltre 20 progetti (www.150.bayer. com) e celebrazioni. I risultati dell’azienda verranno documentati con una mostra interattiva insolita, “Science for a better life”: 21 lettere in box espositivi alti due metri spiegheranno la mission di Bayer attraverso esempi concreti e materiali di facile impiego. Dalla “S” di Scienza attraverso la “A” di Aspirina e la “E” di Efficienza energetica per la mobilità. Il tour dell’anniversario farà tappa in 30 località in tutto il mondo. I box viaggeranno in container di grandi dimensioni contrassegnati dalla croce Bayer. Il logo dell’azienda sarà anche visibile in cielo, grazie a un dirigibile con i colori aziendali di Bayer, blu e verde. Il tour del dirigibile sarà associato a numerosi eventi e documentato su internet e sui social media. Un’altra prima assoluta è costituita da una mostra di opere d’arte che saranno esposte per la prima volta all’esterno dell’azienda: “Da Beckmann a Warhol. Arte del 20º e del 21º secolo”. Un libro riporterà invece 150 storie relative alle invenzioni di Bayer. Nell’anno del suo anniversario, Bayer ospiterà infine la finale nazionale del concorso per studenti ricercatori “Jugend forscht” e la Bayer Cares Foundation estenderà il suo programma di volontariato a livello internazionale.

“Il passaggio dalla carta al digitale deve avvenire in modo graduale. Il web offre piacevoli sorprese ma è necessario saperlo utilizzare nel migliore dei modi. La nostra newsletter è solo digitale, ma il libro per i 150 di Bayer sarà su carta”. D.R. recentemente la produzione del film Italy amore mio di Ettore Pasculli, sulle pari opportunità per le donne e l’integrazione in Italia dei giovani stranieri, che sarà nelle sale il prossimo autunno. Come si sviluppa la vostra policy di comunicazione dell’azienda? Direi lungo tre direttrici: la strategia, che rappresenta il vero “scheletro” su cui costruire in maniera scientifica i vari progetti. L’innovazione, che deve accompagnare una buona parte delle iniziative, dove innovazione deve essere intesa anche nel modo di gestire un evento o una sponsorizzazione di tipo tradizionale. E, infine, la responsabilità sociale, intesa in senso lato, che rappresenta l’elemento fondante di tutte le attività, i progetti, le iniziative. Il resto è fatto di sinergie tra le diverse anime dell’azienda. Ogni componente del team di comunicazione, pur avendo una sua responsabilità, è sempre a conoscenza della strategia globale e di tutto ciò che è in progress. Questo permette a ognuno di dare contributi, suggerimenti e soprattutto

collaborazione. Quali strumenti di comunicazione utilizzate? Gli strumenti e i mezzi che vengono utilizzati a supporto delle attività di comunicazione esterna sono gli stessi usati anche per la comunicazione interna. Tra gli strumenti che consideriamo più innovativi ci sono gli schermi aziendali, una sorta di corporate Tv (posizionati in tutte le sedi e stabilimenti Bayer) su cui vengono riportate le iniziative internazionali e locali del gruppo. Di che cosa andate particolarmente fieri? Una delle aree di cui andiamo maggiormente orgogliosi è il programma di iniziative “Bayer per la cultura” che abbraccia progetti che spaziano dal teatro all’arte e alla musica per offrire a tutti l’opportunità di avvicinarsi a queste forme di espressione culturale. Bayer ha scelto di giocare un ruolo di primo piano a fianco delle istituzioni e delle organizzazioni che promuovono valori quali la crescita culturale delle persone e la tutela dei capolavori ereditati dalle civiltà del passato.

Quanto è importante per Bayer la nuova comunicazione digitale e quanto, invece, resiste ancora la carta? La comunicazione digitale è la nostra nuova frontiera. Detto questo, cerchiamo di attuare un passaggio graduale, non tralasciando il passato e ragionando con attenzione perché il web offre sorprese piacevolissime e risultati insperati ma bisogna imparare a utilizzarlo dai siti (ne abbiamo una cinquantina) ai social network. La nostra newsletter, diffusa anche con App, oggi è solamente digitale. Onestamente, anche per problemi di costi, utilizziamo sempre meno la carta anche se non è del tutto scomparsa. Per i nostri 150 anni, ad esempio, realizzeremo un libro celebrativo che sarà diffuso in tutto il mondo, stampato in Germania. Di volta in volta, che si tratti di libri, pubblicazioni o bilanci, stampiamo anche in Italia. I progetti vengono realizzati all’interno avvalendosi del contributo di agenzie creative esterne e poi l’ufficio acquisti bandisce rigorose gare per scegliere, di volta in volta, lo stampatore più competitivo per quella specifica commessa.



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Continua, nell’editoria, la ricerca di possibili sinergie tra tecnologie digitali e carta. Interessanti le sperimentazioni dei codici bidimensionali, ma anche l’utilizzo dell’augmented reality nella didattica e nei libri per l’infanzia. E se in libreria vi capiterà di trovare un qrcode in quarta di copertina... inquadratelo. Le sorprese (persino interattive) non mancheranno.

carta e web, il futuro (prossimo) è ibrido

Lorenzo Capitani esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it

E-book, tablet, multimedialità hanno ormai fatto entrare anche un oggetto antico e per tanti già perfetto come il libro nella sua era 2.0. Il risultato è, come spesso accade, che il mondo degli amanti del libro si è spaccato in due: da un lato i nostalgici, i fanatici del rapporto fisico con le pagine, i romantici che senza il profumo della carta, il fruscio della carta, la ruvidezza della carta che mondo è; dall’altro gli ipertecnologici, futuristi a oltranza, cittadini della Matrix smaterializzata e del 2.0. E se gli opposti non fossero così opposti e potessero anzi essere ricomposti? Se fosse possibile salvare capra e cavoli, insomma, fisico e virtuale insieme, e non dover rinunciare né alla matericità del tanto amato oggetto libro, né ai sorprendenti effetti speciali che le tecnologie digitali possono offrirci?

Sinergie carta e web È proprio quello che sta succedendo in alcuni interessanti esperimenti dell’editoria libraria. La “magia” è possibile grazie a due sigle, QR e AR: si tratta di due tipologie di codici ormai largamente diffusi che consentono di implementare un oggetto stampato con contenuti virtuali quando vengono inquadrati con un dispositivo in grado di collegarsi a una rete: un computer con videocamera, ma anche un comune smartphone.

Il codice Lacher Abbiamo visto i QR usati su molti oggetti: dai cartelloni pubblicitari, dove rimandano al sito del marchio, alla carta che avvolge gli hamburger di una nota catena di fast food, dove indicano le calorie contenute nel panino, alle etichette dell’abbigliamento, dove consentono

di memorizzare sul cellulare modello, taglia e colore per un acquisto futuro. Si tratta di semplici codici a barre bidimensionali, che contengono quindi molte più informazioni rispetto a un normale codice monodimensionale, e una volta inquadrati con un device collegato a internet, rimandano alle informazioni online complete. Contengono tanti dati che qualcuno, e in particolare l’americano Mike Lacher, ha pensato di racchiudervi una dozzina di classici della letteratura, dall’Ulisse a Moby Dick fino alla Divina Commedia (in traduzione inglese), tutti disponibili sul suo sito Books2barcodes. Ogni codice contiene all’incirca 800 caratteri, e ce ne vogliono parecchi per leggere un libro: per Guerra e pace, ad esempio, ne servono 4.106!


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Sopra e a lato, alcuni utilizzi dei codici AR (Augmented Reality) su diversi tipi di libro: su un manuale di astronomia consentono di visualizzare le orbite planetarie, su un illustrato per bambini animano un dinosauro, su un manuale di cucina permettono di vedere filmati delle ricette.

Codici bidimensionali

L’applicazione di Lacher – ed è lui stesso ad ammetterlo –, per quanto interessante come curiosità e come nuova potenzialità del QR, è abbastanza inutile sul piano pratico, ma c’è chi è riuscito a integrare questa tecnologia con i libri di carta in maniera intelligente, ovvero il colosso editoriale Simon & Schuster che dall’autunno 2012 stampa sulla quarta di copertina delle proprie pubblicazioni non solo il consueto codice a barre corrispondente all’ISBN del libro, ma anche un QR che rinvia alla pagina dell’autore sul sito dell’editore, consente di conoscere la sua back list, di iscriversi alle newsletter, vedere video con book trailer o interviste ecc. Per un’azienda come Simon & Schuster, le cui vendite derivano per oltre un quarto dal settore digitale, è un

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stampa

QRcode fai da te Per creare un QR non serve una grande tecnologia e anche la rete può venirci in aiuto. Ad esempio, il sito www.visualead.com consente di generare QR di un proprio indirizzo web (url) e di sovrapporlo o incorporarlo in un’immagine. Il tutto con pochi clic e in cambio dell’accesso alla propria pagina di Facebook. L’immagine ottenuta può essere scaricata in alta risoluzione e in cmyk e impaginata come qualsiasi altra. Per InDesign esistono anche dei plugin intergrati, come MPS 2D Bar Code Module, mentre la nuova release (InDesign CC) gestisce nativamente questa funzionalità (Generatore di codici QR). Ma si può fare ancora di più nascondendo agli occhi il QR, letteralmente, senza codici a sporcare la pagina. In pratica, è possibile inserire all’interno di immagini dei tag che solo il software del device è in grado di rilevare attivando i contenuti multimediali. Tra i vari prodotti disponibili Moodstocks usato ad esempio dalla rivista francese Étapes.

bell’esempio di sinergia carta/ digitale, che con un investimento ridotto consente di implementare gli accessi al sito e di monitorarli con grande precisione, per poter così avere dati esatti sull’interesse suscitato da ciascun titolo.

Il giro del mondo in un codice

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Molto più spettacolare l’utilizzo del QR che è stato fatto invece da Ubimark, che ha pubblicato un’edizione del Giro del mondo in 80 giorni, celeberrimo capolavoro di Jules Verne, arricchita con i codici bidimensionali. Inquadrati con uno smartphone o un compu-

I QR che compongono il testo di Alice nel paese delle meraviglie scaricabili sul sito Books2Barcodes. Sotto, la copertina e una pagina interna dell’edizione implementata con QR di Around the World in 80 Days: come si nota, grazie a uno smartphone si possono consultare le mappe di Google delle zone descritte.

ter, generano tutta una serie di sorprendenti contenuti digitali: si può discutere online del libro, dei personaggi, dell’autore con altri lettori; si possono vedere le mappe interattive del percorso di Phileas Fogg attorno al globo; e ogni capitolo contiene un link alla sua versione audio e video, scaricabile sul proprio device o ascoltabile e guardabile in streaming. Così che si può continuare a “leggere” Il giro del mondo in 80 giorni anche se si è costretti a lasciare il libro, magari durante un tragitto in auto o in treno.

Contenuti e animazioni 3D Simili sono le possibilità offerte dalla realtà aumentata, che come i QR consiste in un segno grafico stampato sulla pagina e riconosciuto da un apposito software: è il marker che, mostrato alla videocamera di un

telefonino di ultima generazione o a un computer dotato di webcam e collegamento a internet, attiva un flusso video che si sovrappone a quanto inquadrato restituendo contenuti extra, dalla semplice didascalia a una più complessa e sorprendente animazione 3D.

Didattica in codice Oltre all’utilizzo pubblicitario e nei videogame, i codici di AR (Augmented Reality) sono stati utilizzati per animare soprattutto libri per bambini, ma sono molto utili anche a livello didattico: per esempio possono mostrare l’animazione del moto dei pianeti creando nel lettore l’illusione di trovarsi nel cosmo, aiutandolo a comprendere il meccanismo della gravità in maniera più immediata di tante parole e formule. Ma non è tutto qui: altri utilizzi

editoriali sono nel campo del turismo e dei ricettari. Nel primo caso, sfruttando anche la geolocalizzazione di strumenti come l’iPhone, possono fornirci informazioni aggiornate su orari dei musei, indirizzi di ristoranti o notizie storico-artistiche sui monumenti del luogo in cui ci troviamo; nel secondo possono attivare filmati esplicativi in cui le preparazioni siano filmate e non semplicemente descritte. Così che “sfilettare il branzino” o “mondare i carciofi” non rappresentino più delle sfide contro l’ignoto.

Come Star Trek... Non siamo ancora al Ponte Ologrammi delle astronavi di Star Trek, ma certo le biblioteche del futuro – un futuro molto vicino – gli assomiglieranno parecchio. E senza necessariamente rinunciare al “profumo di carta”.


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viscom 2013 la comunicazione visiva veste il design del futuro L’innovazione tecnologica ha trasformato le modalità di espressione del settore: dall’insegnistica al grande formato, dalla serigrafia al Digital Signage al punto vendita... è tutto un universo di strumenti duttili e facilmente personalizzabili, in grado di rispondere alle esigenze dell’arte e dell’architettura, del restauro e della decorazione di interni, dei beni culturali e del punto vendita fino alla moda e al design. Se talento e creatività abitano da sempre in Italia, a Milano convergono le energie creatrici. A Milano è nato e si è sviluppato il design italiano, sono nati i nuovi linguaggi dell’arte, si sono formati progettisti e creativi del futuro. Non poteva essere dunque che Milano il luogo prescelto per presentare in anteprima alla prossima edizione di Viscom Italia un palcoscenico di soluzioni destinate a ridisegnare il mercato del design internazionale. Viscom Live per conoscere tutte le applicazioni Negli ultimi anni la comunicazione visiva ha avuto un legame privilegiato con la grande distribuzione, lontano dall’estetica e dalla funzione prettamente comunicativa. Ecco dunque Viscom Live, uno spazio o meglio un live set dove vivranno in diretta tutte le applicazioni: dalla cartellonistica agli allestimenti del punto vendita, dalla stampa di grande formato alle tecniche serigrafiche del ricamo, dall’insegnistica al Digital Signage, dall’incisione alle tecniche innovative del laser. Curato dall’architetto Paola Silva Coronel, sponsorizzato da Luceplan e Zanotta, Viscom Live avrà un “open lab” dove le tecnologie disponibili saranno replicate in una stessa tecnica/decoro o tema comunicativo, per mostrare la facilità di applicazioni su diverse superfici: pareti, mobili, tessuti, metalli, vetri e legni che raccoglieranno, ognuno con la propria matericità, e quindi complessità, lo stesso tema decorativo. Hybrid Space per scoprire le contaminazioni Perché gli elementi acquisiscano credibilità generativa, è necessario mostrare alcune combinazioni possibili, così ha preso forma “hybrid space” che mostrerà l’uso trasversale delle tecniche di comunicazione in ambienti apparentemente distanti come la strada, la casa, l’ufficio, il negozio, ma che in realtà si contaminano e si influenzano in modo determinante. Questo uso di soluzioni in ambienti differenti da un lato ha aperto nuovi mercati, dall’altro ha reso sempre più impalpabile il margine tra uno e l’altro. La tecnologia ha certamente influenzato in modo determinante questa ibridazione: si mangia in ufficio, con un pizza delivery, si fa shopping a casa, grazie all’e-commerce, si lavora per strada, grazie al wi-fi e al mobile. Sarà interessante dunque capire quali sono i margini di riconoscibilità e differenziazione tra questi mondi, ma soprattutto riflettere se sia ancora utile e interessante mantenerne la differenziazione. L’hybrid space sarà così una carrellata dal privato al pubblico, dall’interno all’esterno in cui, forse, alcuni oggetti e dettagli lasceranno riconoscere un ambiente dall’altro. O forse non ci sarà alcuna differenza e non sarà necessario riconoscere uno spazio dall’altro. L’abaco degli elementi per conoscere i materiali Una grande superficie raccoglierà “l’abaco degli elementi” nella forma più primitiva. Un campionario di tutti i materiali su cui stampare, serigrafare, ricamare, incidere, applicare tutte le tecniche derivate dalla comunicazione visiva. Stampatori, serigrafi, incisori, insegnisti, grafici, architetti, designer, pubblicitari, retail manager e responsabili marketing... Viscom Live vi offrirà nuove opportunità per reinventare la visione aziendale e trasformare le potenzialità offerte dalla comunicazione visiva in nuovi traguardi di business. Comunicazione d’impresa

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F EDRIGONI

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splendorgel. la maglia rosa nelle carte uncoated È partito lo scorso 6 giugno, il Giro d’Italia firmato Fedrigoni per la presentazione del nuovo catalogo Splendorgel. Quattro le città che verranno attraversate – Verona, Torino, Milano e Napoli – in sedi inusuali e legate al mondo della bicicletta: dal “Motovelodromo” di Torino a “Le Biciclette Art Bar” di Milano. Il Visual Book “Make a left turn” di Fedrigoni, infatti, è ispirato al mondo della bicicletta e illustra la linea completa della gamma Splendorgel, in tutta la sua versatilità e con una novità di prodotto: la soluzione 400 gr. per stampa HP Indigo. Perché la bicicletta? Perché è versatile, tecnologica, affidabile, naturale, ecologica. Esattamente come Splendorgel. I plus di Splendorgel Versatile: dal suo esordio la linea Splendorgel è stata molto utilizzata nel campo dell’editoria, ma con il tempo sono state scoperte anche le sue alte performance nel settore della cartotecnica e del packaging. La gamma comprende 3 formati prodotti in diverse grammature, dagli 85 gr. della versione più leggera fino ad arrivare ai 400 gr. dedicati alla stampa HP Indigo. Tecnologica: carte e cartoncini opalini hanno una superficie vellutata e liscia come la pista di un velodromo. Molto resistenti alla piegatura, assicurano un’ottima macchinabilità anche nelle grammature più pesanti. Splendorgel è disponibile in due punti di colore bianco molto particolari: Ivory ed Extra White. Affidabile: Splendorgel è adatta ad ogni tipo di stampa – offset, digitale, toner based e HP Indigo – assicurando risultati sempre eccellenti per qualità del colore e nitidezza delle linee. Naturale: Splendorgel è conforme alla Direttiva CE sulla concentrazione dei metalli pesanti negli imballaggi e viene prodotta da cellulosa sbiancata con processi che escludono l’impiego di prodotti a base cloro. Ecologica: l’intera gamma Splendorgel è certificata FSC (Forest Stewardship Council) che attesta la provenienza delle cellulose da foreste gestite in maniera corretta, sostenibile e responsabile perché mantengano nel tempo la loro biodiversità, produttività e capacità di rinnovamento. Veloce: Splendorgel è la carta best-seller del Gruppo Fedrigoni. In vetta alle classifiche di vendita delle carte “uncoated”, permette sempre di raggiungere traguardi entusiasmanti difficili da raggiungere! Per tutti: prodotto adatto a essere impiegato in svariate produzioni, è proposto a grafici, design e stampatori con un costo qualità/prezzo molto competitivo. Attraverso le 18 pagine che costituiscono il volume – scelte con diverse grammature e stampate con differenti processi – viene raccontata una storia. Un viaggio per la vista con colori brillanti, lucidi e opachi, per il tatto si parte dai 400 gr. della copertina fino ad arrivare agli 85 gr., stampati, forati e goffrati; e infine per la mente con foto, testi, poesie. “Make a left turn”, perché ad ogni pagina si può pensare ad un nuovo aggettivo, a una nuova idea da realizzare! www.fedrigonicartiere.com www.paperideas.it Comunicazione d’impresa

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carta per... etichette d’autore Che siano tradizionali o innovative, ricercate o essenziali, semplici o creative, le etichette giocano un ruolo sempre più importante nelle strategie di prodotto e di comunicazione dei brand che anche attraverso esse cercano di conquistare un consumatore sempre più esigente alla ricerca di prodotti di qualità. In questo numero le proposte più interessanti delle cartiere per etichette haute couture ma anche (perché no?) prêt-à-porter. a cura di Titti Cocola

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L’elegante etichetta realizzata dalla wine label e graphic designer Cristina Ciamporcero per il Barolo della casa vinicola piemontese 460 Casina Bric. L’etichetta è essenziale, proporzionata alle dimensioni della bottiglia e sobria nei colori e si integra armoniosamente con il progetto di un vino che si impone per la sua personalità. Carta: Fedrigoni Manter Savile Row Tweed White adesiva da 80 grammi. Stampa offset nero; rame a caldo opaco; vernice serigrafica UV Braille per il logo. Stampa: La Commerciale Srl.


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l nuovo adesivo RP30X di UPM Raflatac riduce drasticamente il rischio di sollevamento dell’etichetta anche in condizioni di utilizzo più estreme.

UPM raflatac wine range

Continua l’innovazione tecnologica di Raflatac nel mondo dell’enologia con l’introduzione di nuovi frontali e adesivi che arricchiscono ulteriormente la gamma Wine Range. Verlmart Ivoire, e Fleur de Coton sono frontali ideali per chi ricerca eleganza ed un look naturale, mentre la carta perlata Opaline, con la versione tramata Silver Orion e quella rigata Groovy Silver, sono particolarmente indicate per spumanti e vini bianchi di alta gamma. Per chi esige il massimo in termini di resistenza al secchiello del ghiaccio è oggi disponibile il nuovo adesivo RP30X che riduce drasticamente il rischio di grinze e sollevamento dell’etichetta anche nelle condizioni di utilizzo più estreme. upmraflatac.com

favini bindakote aralda

L’innovativa cartiera italiana propone Bindakote e Aralda per la realizzazione di etichette. Bindakote è la storica gamma di carte e cartoncini mono e bipatinate cast coated, caratterizzata da superfici lucide a specchio, eccellenti proprietà di rigidità e volume, resa cromatica superiore e ottime qualità di asciugatura. Disponibile in una vasta gamma di grammature, a partire da 80 fino a 480 e in un vasto assortimento di colori, risponde ai più alti standard di qualità e le grammature più leggere sono ideali per etichette. Aralda è l’elegante gamma di carte e cartoncini dalle tonalità avoriate: per le applicazioni speciali, quali le etichette, Aralda è disponibile vergata Label WS Laid e liscia Label WS Vellum, con caratteristiche anti spappolo e resistente all’umidità. favini.com

sappi fine papers parade

Sappi è da diversi anni uno dei fornitori leader in Europa nel settore delle etichette standard e offre due prodotti differenti per stampa offset e applicazioni di etichettatura che abbracciano le esigenze della maggior parte degli utilizzatori. Nel 2010 Sappi è riuscita a creare un prodotto unico, Parade Prima Advanced, unendo eccellenti risultati di stampa e un elevato punto di bianco, a velocità di trasformazione elevate sulla linea di confezionamento. Parade Prima, che per questo settore era già un punto di riferimento prima del 2010, è stata ulteriormente migliorata per garantire un processo di lavorazione migliore a elevate velocità. Parade Prima Advanced è disponibile in 80, 90, 100, 120 grammi e 110 su richiesta. Oltre a Parade Prima Advanced, Sappi ha sviluppato una nuova carta monopatinata di qualità per etichette, Parade Prima High Performance (spessorata), che offre una buona stampabilità, valorizzata da caratteristiche di trasformazione ottimali per un processo di lavorazione efficiente. Le sue caratteristiche principali quali lo spessore, la consistenza, la possibilità di alimentazione fogli ad alta velocità e l’elevato livello di rigidità, soddisfano le esigenze delle etichette dal design moderno utilizzate sulle linee di lavorazione ad alta velocità. Parade Prima High Performance è disponibile in 80 grammi e 70 su richiesta. Entrambe le soluzioni possono essere certificate FSC o PEFC. sappi.com

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Arconvert, azienda del gruppo Fedrigoni specializzata nella produzione di carte e film autoadesivi, propone Cotone Bianco: una carta dotata di una particolare texture naturale, creata non solo per etichettare ma soprattutto per dare carattere. L’origine di Cotone Bianco si trova a Fabriano, un luogo e un marchio da secoli associati alla qualità della carta, al buon gusto e alla personalità: tatto, presenza, emozione per comunicare maestria. Cotone Bianco è una carta naturale 100% cotone, con trattamento ultra wet strength e una densità nobile. La sua naturalezza e il suo spessore notevole (140 grammi) rendono Cotone Bianco il supporto ideale per etichettare vini di elevata qualità e prodotti gourmet, che richiedono un packaging dal valore aggiunto. fedrigoni.com

arjowiggins creative labels

Il mondo delle etichette, già da tempo, è stato oggetto di crescente interesse da parte di Arjowiggins Creative Papers che, sempre all’avanguardia rispetto alle tendenze creative, ha già risposto alle richieste di mercato con una gamma ad hoc, Arjowiggins Creative Labels, composta da 18 articoli in fogli e 12 in bobine autoadesive. La gamma coniuga creatività e competenza tecnica, per etichette di alta qualità che assicurano un tocco distintivo per tutti i prodotti. Proposta in un’ampia varietà di texture, effetti e colori, la serie offre carte classiche accanto ad altre più contemporanee e originali, aprendo nuove prospettive creative per il mercato dei vini, dello champagne, degli alcolici, delle specialità gastronomiche più esclusive e dei prodotti di lusso. Certificata FSC e riciclabile al 100%, la gamma è realizzata utilizzando polpa senza cloro, a conferma dell’impegno del gruppo cartario nei confronti di una produzione rispettosa dell’ambiente. arjowigginscreativepapers.com

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C reative ,

sensoriali , ricche di applicazioni digitali , le nuove etichette sfidano gli orizzonti e le opportunità offerte dagli sviluppi tecno logici . S empre più spingono le vendite di un prodotto , ne trasmettono l ’ identità , il carattere , il linguaggio . S volgono , cioè , una vera e propria azione di marketing .

Marco F. Picasso

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Giornalista esperto di stampa


Etichette e packaging alla prova dei sensi

O

ltre la creatività

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Creatività multisensoriale Gli strumenti che un’azienda utilizza sono molteplici e crescono continuamente grazie a nuove tecnologie, nuovi materiali, ma anche a un nuovo modo di vedere e, oggi, anche di percepire il prodotto e chi lo produce. La più recente evoluzione del packaging è definita multisensoriale dove non solo la vista e il tatto sono fondamentali, ma anche gli altri sensi, tanto da aver dato vita al marketing multisensoriale. I valori dell’azienda La progettazione di un’etichetta è un processo sempre più impegnativo, sia per il designer, sia per l’industria produttrice. Questo perché l’etichetta è infatti un veicolo diretto e speculare che definisce e riassume in sé l’identità dell’azienda. Dunque, quanto più l’etichetta sarà ricca di valori formali e qualità tecniche (materiali, colori, grafica ecc.) tanto più permetterà al prodotto di essere visto in modo positivo e attraente. Sullo scaffale del supermercato o sui banchi di un negozio, l’etichetta racconta il prodotto, ne suggerisce le caratteristiche, può caricarlo di significati, anche irrazionali, che tutti insieme contribuiscono a vendere il prodotto. Solo se, come è ovvio, il cliente avrà a sua volta ricevuto quegli stimoli sensoriali più adatti

Secondo la definizione di Marco Vecchia, un grande pubblicitario e stratega della comunicazione, «la creatività è una risposta imprevedibile a un problema posto razionalmente». La creatività, quando si tratta di comunicare al grande pubblico – come nel caso specifico dell’etichetta e del

packaging in generale – si applica a partire dalla identità dell’azienda (e quindi dall’immagine percepita), del prodotto e del servizio forniti, che comprende l’identità visiva (di cui il packaging è parte importante), la comunicazione interna, le relazioni esterne (rapporti con i media, sponsorizzazioni ecc.), la pubblicità e la promozione.

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Nuove tecniche di progettazione e di realizzazione sempre più sofisticate permettono di ottenere delle etichette autoadesive con effetti straordinari impensabili fino a pochi anni fa. Questo in sostanza il pensiero di Giovanni Brunazzi (nella foto qui in basso) esperto di packaging design, così come lo ha espresso al congresso Gipea del maggio scorso a Fermo. «Come è noto» ha specificato Brunazzi «il modello base dell’immagine nasce dalla personalità (somma totale delle caratteristiche individuali) che si esteriorizza nell’identità intesa come insieme di segnali o indizi inviati dalla personalità di A o come insieme dei mezzi di cui A si serve per proiettare all’esterno la sua personalità. L’immagine di A presso B è la percezione che B ha di A in base alla personalità e all’identità trasmessa da A. Quindi l’immagine non è creata da chi trasmette (A) ma da chi riceve (B)».

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inchiesta

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Le tipologie del packaging Dal punto di vista tecnico il packaging deve proteggere il prodotto, conservarlo, esser funzionale per l’utilizzo e per il trasporto. Dal punto di vista informativo il packaging deve richiamare l’attenzione, suscitare l’interesse, far nascere il desiderio e motivare all’acquisto. Recenti indagini hanno confermato che il 75% delle decisioni d’acquisto vengono prese di fronte allo scaffale dove le etichette assumono un valore comunicativo importante attraverso gli elementi costitutivi del packaging: forma, materia, colore, grafica, naming (lo studio del nome di una marca o di un prodotto). Numeri significativi per il packaging, le cui tipologie sono quella del packaging primario (l’imballaggio immediato), del packaging secondario (l’imballaggio multiplo) e del packaging terziario (o packing) per il trasporto. Nota: Questo articolo prende spunto dall’intervento di Giovanni Brunazzi* (Brunazzi & Associati), in occasione del XXV Congresso Gipea (Fermo, 24 maggio 2013) *docente di comunicazione e package design al Master in Packaging dell’Università degli Studi di Parma

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Alcuni esempi di soluzioni innovative di etichette sia nella forma, sia nel design su misura del brand e del prodotto: un vero prêt-à-porter del packaging.


Multisensorialità L’esperienza sensoriale del consumo assume un valore di tipo economico. Le sensazioni soggettive e irrazionali che concorrono al processo d’acquisto dipendono dagli stimoli sensoriali attivati nel consumatore durante la fase di scelta. Da qui la necessità di trasmettere gli stimoli sensoriali più adatti a convincere il cliente circa l’irrinunciabilità e l’insostituibilità del prodotto. Come dice il termine, l’etichetta multisensoriale deve far presa sulla vista, sul tatto, ma può, e deve, anche coinvolgere gli altri sensi quali l’olfatto (inchiostri profumati), il gusto (esistono persino inchiostri commestibili) e persino l’udito, come vedremo. Ovviamente la vista è il senso su cui tradizionalmente si basa l’etichetta: forma, colore, progetto grafico, naming.

il mercato delle etichette Le etichette autoadesive rappresentano una parte importante della produzione degli imballaggi. L’Italia, con un fatturato di circa 28,6 miliardi di euro, rappresenta il 6% circa della produzione mondiale. Nel 2011 in Italia il settore degli imballaggi ha rappresentato circa il 3,3% del fatturato dell’industria manifatturiera e l’1,8% del PIL, con una produzione (nel 2011) espressa in peso di 15.247.000 tonnellate.

La forma e il colore La forma ha una funzione segnaletica e identificativa ed è scelta in funzione del prodotto e del contenitore e molto spesso si identifica con la marca di cui è il simbolo (i casi più noti sono la Coca Cola, il flacone Anitra, ma anche il profumo Chanel N. 5), come illustrato da Brunazzi. Il colore è l’elemento percepito, che differenzia e genera significati mediante l’associazione a simbologie socialmente riconosciute. È noto anche che il colore si associa percettivamente alla tipologia del prodotto, ma occorre anche non dimenticare che ogni cultura ha una propria percezione e dà un proprio significato ai colori, che spesso divergono

molto tra un Paese e un altro. Il progettista grafico ne deve infatti tenere conto per evitare poi brutte sorprese sull’impatto visivo della confezione proposta.

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a convincerlo circa l’irrinunciabilità e l’insostituibilità del prodotto stesso.

Etichette di carattere La grafica – fotografie, disegni, logo del brand – comprende anche i testi e quindi il carattere tipografico ricopre un ruolo molto importante. Purtroppo, oggi più che nel passato, si dà poca importanza alla scelta accurata e ragionata del carattere. Volutamente abbiamo usato il termine “carattere tipografico” e non “font” proprio per sottolineare come questo debba essere il risultato di uno studio accurato e non “fatto scegliere dal computer”. Il carattere dell’etichetta deve infatti indicare una coerenza con l’universo valoriale della marca che rappresenta. Il naming... riassume Il naming, infine, stimola i sensi attraverso linguaggi sintetici e figure retoriche che richiamano le caratteristiche intrinseche del prodotto e, sulla confezione, costituisce un ulteriore supporto visivo alla grafica. Anche la scelta del nome rappresenta un’immagine ben definita, che racchiude in sé la storia e gli obiettivi di target del prodotto, per cui è un’operazione strategica di marketing che prende in considerazione sia le sue qualità sia il possibile utilizzo nel contesto stabilito. Il tatto... seduce Il tatto nell’etichetta e nel packaging dipende dalla scelta del materiale spesso legata non solo al prodotto, ma anche al target, oltre che a esigenze funzionali ed economiche. Ma oltre al materiale, il trattamento in superficie

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i n csht i ae ms pt a

40 L’utilizzo del QRcode sulle etichette, sia nel settore del beverage che in quello del vino, è un sistema che, se pensato con creatività, produce sviluppi davvero imprevedibili in linea con i nuovi trend del marketing interattivo.

riveste un ruolo significativo: goffrature, inchiostri e vernici in rilievo (mediante trattamento UV), riporti serigrafici sono i mezzi principali a disposizione del progettista. Un campo in rapido sviluppo è poi la stampa 3D che permette di creare un packagingoggetto personalizzato, ma questo è un tema ampio e complesso su cui torneremo. Inchiostri aromatici L’olfatto, il senso che agisce sul sistema limbico, stimola un ricordo e dà alla confezione o all’etichetta delle informazioni supplementari. Come è noto si fa uso di inchiosti contenuti in valvole salva-aroma attivate mediante sfregamento. Nel loro utilizzo bisogna tenere conto del rischio “cacofonia olfattiva” sul punto vendita e il rischio di contaminazione del prodotto. Oggi gli aromi tra cui scegliere sono numerosi, ma si può andare oltre, ottenendo aromi specifici, del profumo contenuto nel flacone o - perché no? - del vino contenuto nella bottiglia. Se il vino è vellutato Il gusto, in attesa di inchiostri “da assaggiare”, può essere semplicemente simulato, richiamato mediante la stimolazione che avviene attraveso linguaggi sinestetici, quella figura retorica basata sulla messa in relazione di due o più sistemi sensoriali. Anche questo senso, quindi, può entrare a far parte di un’etichetta, ad esempio quando definisce un vino “vellutato”. L’udito... avverte L’udito, infine, è certamente la caratteristica meno ovvia nel progetto di un’etichetta o di una confezione. Oggi si limita alla fase di apertura (e richiusura) della confezione

ricorrendo al rumore del prodotto contenuto (ad esempio i Frollis Pavesi). Ma la tecnologa è in grado di fare di più aprendo un nuovo e ampio mondo ancora poco sfruttato. Un sistema potrebbe prevedere l’inserimento di microchip che si attivano quando sono toccati o anche per prossimità. Questo è un campo che potrà trovare sviluppi fino ad oggi imprevedibili, come ad esempio il rumore di una cascata, piuttosto che dello stormire di fronde per prodotti cosmetici di lusso. Il sistema interattivo più semplice ed economico è il QR code, da anni applicato in vari contesti, ma sulle etichette si può fare di più. Basti pensare alle bevande gassate con il caso della birra Guinness, che ha creato dei boccali decorati con il QRcode con uno spiritoso design. Questo ha provocato la risposta di Budweiser che è andata oltre, creando Buddy Cup, il bicchiere che si connette a Facebook, utilizzando la tecnologia NFC (Near Field Communication). Questa, basata sui sistemi RFID (Radio Frequency Identification) e combinata ad altre tecnologie di connettività, permette una comunicazione bidirezionale anche senza contatto creando tramite l’etichetta una rete peer-to-peer con il cliente, con scambio di informazioni. I trend del marketing e della comunicazione stanno chiaramente indicando come anche per le etichette autoadesive il futuro sarà sempre più ricco di sfide creative e di opportunità sia progettuali sia di realizzazione tecnica.


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il bianco e nero ritrova nuova vita anche nell’era dello scatto in digitale e delle fotografie fatte con lo smartphone. Purché sia fatto, e stampato, a regola d’arte. E se qualcuno pensa che sia tutto più facile visto che il colore da riprodurre è uno solo (il nero) si sbaglia. Stampare un buon bianco e nero richiede quasi più accortezze della quadricromia. Ecco qualche dritta.

il fascino del bianco e nero ai tempi del digitale Scattare la fotografia

Lorenzo Capitani esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it

Molti sostengono che gli scatti fatti in digitale risultino grigi e piatti, che per un buon bianco e nero sia necessario ricorrere alle vecchie pellicole analogiche (a trovarle...!). Ciò non è necessariamente vero, anzi, bisogna prestare attenzione ad alcuni fattori. Innanzitutto non fatevi tentare dalle prodezze tecnologiche della vostra macchina, sia una reflex complessa o la fotocamera di un cellulare, e non scattate nativamente in bianco e nero. Questo perché, come sottolinea il fotografo Andrea Olivotto, «il vantaggio fondamentale di effettuare la trasformazione da colori a b/n nel momento del fotoritocco rispetto al momento dell’esposizione, è che in questa seconda fase si possono utilizzare tanti programmi e tantissime tecniche di conversione, che sicuramente producono

risultati migliori della conversione standard della fotocamera. Quest’ultima ha poi un secondo grave difetto: non è modificabile o configurabile, la sua “ricetta” è stata fissata una volta per tutte. Una bella differenza rispetto a utilizzare Photoshop con i suoi adjustment layers, livelli, curve...». Stessa cosa se dovete acquisire l’immagine che andrà stampata in b/n da una scansione: esattamente come la macchina fotografica, anche lo scanner lavora, di default, in RGB.

Convertire l’immagine Abbiamo la nostra immagine in RGB. Che fare adesso? Photoshop, il programma di fotoritocco più diffuso, offre all’utente diverse possibilità di intervento. 1) Convertire da RGB in scala di grigio: in questo caso, nel cambiare spazio di colore, tutte

le informazioni sul colore vengono convertite in sfumature di grigio (256 a 8 bit) e ogni pixel dell’immagine ha un valore di luminosità compresa tra 0 (nero) e 255 (bianco). I valori della scala di grigio possono anche essere calcolati come percentuale di copertura di inchiostro nero (0% corrisponde al bianco, 100% al nero). Per migliorare la qualità dell’immagine è necessario intervenire sul valore di luminosità e contrasto oppure sul comando luci/ombre. 2) Togliere la saturazione: l’immagine è di fatto convertita in bianco e nero senza cambiare spazio di colore. 3) Convertire in bianco e nero: l’immagine è convertita in b/n a partire da un menu che consente di scegliere la modalità di conversione di ciascun colore (CMY + RGB). Agendo sul cursore di ciascun canale colore


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Da sinistra: b/n a un colore in scala di grigio (simulazione), lo stesso b/n “imbottito” agendo sui comandi “Luminosità Contrasto”, b/n ottenuto con “Togli saturazione” mantenendo la quadricromia. Da sinistra, diverse opzioni di b/n operando in spazio colore RGB agendo con le regolazioni del comando “Bianco e Nero”. Ultima a destra: un b/n seppiato agendo sull’opzione “Tinta” e scegliendo un colore beige (C=14, M=15, Y=34, K=1).

è possibile ottenere un b/n neutro, virarlo a uno dei colori o applicare una determinata tinta per ottenere diversi effetti. Esistono insomma diverse tecniche, l’importante è che ci permettano di raggiungere qualsiasi architettura tonale desiderata (flessibilità e potenza), siano sufficientemente intuitive, non generino eccessivo rumore, siano veloci, automatizzabili e soprattutto reversibili. In ogni caso, bisogna fare attenzione ad alcuni problemi che possono crearsi in questa fase: innanzitutto le due estremità della gamma tonale, alte luci e ombre profonde, nelle quali si possono perdere dettagli (il cosiddetto effetto clipping). Altro inconveniente che può presentarsi, soprattutto con una conversione troppo spinta alla ricerca del massimo contrasto, è il banding, o posterizzazione: in pratica si

creano fasce di toni omogenei dove dovrebbe esserci una sfumatura degradante dolcemente (il tipico caso del cielo blu che schiarisce vicino all’orizzonte). Per ridurre il fenomeno, si può introdurre un leggero rumore, normalmente visto come un difetto, ma che può ammorbidire l’immagine e avvicinarla alla resa estetica della grana della pellicola analogica.

Preparare il file e stampare Una volta scattata, direttamente in b/n o convertita, la nostra immagine verrà impaginata e poi stampata, in offset o digitale. E qui si offrono, ancora una volta, diverse possibilità che se ben ponderate consentono di ottenere risultati ottimali. Per comprendere meglio come operare bisogna fare una breve premessa tecnica. Come ben sappiamo, le macchine da

stampa stampano perlopiù a 4 o 6 colori, il che consente per il nostro b/n di sfruttare non solo l’inchiostro nero, ma, volendo, anche gli altri 3 colori. Infatti la somma dei 4 colori dà il nero, un nero, però, più pieno di quello ottenuto con il solo inchiostro nero. Si può anche stampare un secondo nero, oppure rendere le sfumature di chiaroscuro con dei grigi Pantone… Tutto dipende dalla tipologia dello stampato e dalla macchina che lo stamperà, e soprattutto del budget che avremo a disposizione. Inoltre bisogna tenere conto che se dobbiamo stampare solo b/n l’ipotesi dei 2 neri e un grigio è da preferire perché le immagini risulteranno più piene e definite e, soprattutto, senza dominanti, utilizzando peraltro una comune macchina a 4 colori. Ma se nello stesso stampato abbiamo altri colori, dovremo

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stampa

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A destra, un bianco/nero scarico, ottenuto dalla conversione in scala di grigio e successivamente in CMYK; sotto, la stessa immagine, decisamente più definita e piena, passata in bianco e nero nello spazio RGB (in Photoshop, Immagine/Regolazioni/Bianco e nero) e successivamente passata in quadricromia.

per forza fare i conti con un b/n di quadricromia, con i relativi rischi di dominanti. Ecco nel dettaglio i diversi metodi.

Solo nero

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Le due tacche mostrano la differenza tra neri: sopra, il solo inchiostro nero, sotto un nero ricco ottenuto con i 4 inchiostri di cromia (C=30, M=30, Y=40, K=100).

Partendo dal presupposto che ormai nemmeno più i quotidiani, regno incontrastato del b/n, rinunciano al colore nonostante la resa a stampa e la carta, scegliere di stampare con il solo nero ha un unico vantaggio: ridurre al minimo il costo dello stampato. Le immagini verranno tutte convertite in scala di grigio, i colori si ridurranno a un solo canale fatto di percentuali di nero con passaggi più o meno morbidi a seconda della lineatura. Il nero nei pieni risulterà slavato e svuotato, quasi un grigio scuro e la stampa assomiglierà molto a una fotocopia ben fatta. Nel caso dell’offset avvierà una lastra sola e basterà una mac-

china monocolore, ma otterremo un b/n di bassa qualità.

Due neri o... due neri e un grigio

Già due neri migliorano le cose. Una volta convertita l’immagine in b/n prepareremo, in fase di prestampa, un secondo nero, detto scheletrico o di ripiego, per le aree più scure dell’immagine, a partire dai toni medi, per aggiungere dettaglio e contrasto nelle zone di nero massimo. Ma si può fare di più, aggiungendo un terzo colore ovvero un grigio come tinta piatta. Otterremo così un b/n decisamente più disegnato in cui ogni passaggio risulti definito e ben dettagliato. Inoltre, a seconda del Pantone grigio scelto, potremmo ottenere un b/n più caldo o più freddo. Al nero base, infatti, la formula del Warm Grey aggiunge il rosso (PMS

032, 21-1-4 GOE) mentre il Cool Grey aggiunge il blu (PMS 072, 65-1-7 GOE). Stampando con 2 neri e un grigio l’immagine viene dapprima convertita in un b/n a 4 colori, quindi si userà generalmente il canale del ciano per stampare con l’inchiostro nero la mezza tinta, il canale del magenta (all’80%) per il grigio e il canale del nero per lo scheletrico, eliminando il giallo che non disegna e risulta “sporco”. Un’unica avvertenza: decidere a priori quale grigio usare è difficile perché la simulazione a video non rende effettivamente quella che sarà la stampa. Per questo può essere consigliabile accordarsi preventivamente con lo stampatore e chiedere una prova di stampa o prepararsi a dover rincorrere pazientemente all’avviamento il risultato voluto. Ovviamente, se si è alla ricerca di effetti particolari come il sep-


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Le indicazioni per la preparazione del file fornite nell’articolo sono perlopiù valide anche qual ora si stampi in digitale. In questo caso, però, va fatta qualche ulteriore considerazione, soprattutto per chi desi deri stampe fotografiche di qualità Fine Art. Le stam panti inkjet, infatti, consentono di ottenere risultati ecce llenti, ma è bene utilizzare quelle specializzate per il bian co e nero e con inchiostri dedicati: per un lavoro ben fatto , è obbligatorio usare quelli a pigmenti, meglio ancora se a pigmento di carbone che assicura la massima stab ilità e longevità. Alcuni modelli di stampanti prevedono nativamente la stampa in bianco e nero con una o più cartucce di inchiostri pigmentati grigi oltre al nero, come le Epson che supportano gli inchiostri UltraChrome K3: questi infatti consentono di riprodurre accuratamen te i toni intermedi dei grigi bilanciando le luci e ottenend o sfumature delicate, soprattutto negli incarnati, graz ie a ben tre toni di nero. Simile è l’utilizzo, sulle stampant i Canon, della serie di inchiostri Lucia, con due grigi, il Gray e il Photo Gray, o sulle HP dei Vivera, con neri forti e profondi e grigi neutri e realistici. Viceversa, rico rrere a inchiostri colorati potrebbe portare, oltre alle quas i inevitabili dominanti, a fastidiosi fenomeni di metame rismo.

La serie di separazioni mostra come un secondo nero scheletrico è in grado di riempire un bianco e nero dando maggior volume e disegno. Dall’alto: il canale del solo nero, il nero scheletrico e l’unione dei due neri. Utilizzando due neri e un grigio (warm o cold gray) si possono ottenere interessanti effetti.

piato, è possibile “giocare” con i colori usando non più il grigio, ma un altro pantone.

Tutto con 4 colori

È questo il caso più frequente. Per print buyer e stampatori, infatti, uno stampato a colori con qualche immagine in bianco e nero è all’ordine del giorno, e qui non c’è scelta: bisogna usare i 4 colori di cromia per stampare il b/n, stando ben attenti a che non arrivino in fase di stampa immagini in scala di grigio in cui lavora solo il nero, con un risultato di scarsa qualità. In questo caso si tratteranno le immagini esattamente come le altre a colori valutando in fase di prestampa la necessità

di evitare dominanti o di fare dei viraggi per ottenere effetti particolari. È il caso dell’applicazione di particolari filtri fotografici, come il viraggio al seppia, al b/n freddo o caldo. Un tempo si trattava di oggetti concreti, lenti da sovrapporre all’obiettivo della macchina fotografica; oggi gli stessi effetti sono facilmente ottenibili con pochi clic. Qui Photoshop è un ottimo alleato con i suoi strumenti come le curve, i livelli, il miscelatore canale, il filtro fotografico, tonalità/saturazione… Il bianco/nero di quadricromia, tuttavia, difficilmente in stampa risulterà neutro, soprattutto nei toni medi, dove una dominante di uno dei 4 colori è quasi inevitabile: basta un leggero fuori registro, una difformità di inchiostrazione o solo la posizione di una foto sul foglio

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E per la stampa digitale ...

di stampa, tanto che spesso, nella stessa tiratura, un’immagine può virare foglio dopo foglio, anche se abbiamo fatto una buona fotolito e una prova colore ben calibrata sulla carta adatta…

Un buon compromesso

Nonostante ciò, il b/n ottenuto dai 4 colori rappresenta un buon compromesso tra costo di stampa e qualità. Una soluzione peraltro facilmente migliorabile stampando a cinque colori, dove il quinto colore è un secondo nero di rinforzo, costruito a partire dall’immagine nello spazio di colore CMYK duplicando uno dei canali (quasi mai il giallo) e, nelle curve, abbassando le ombre in modo da creare una nuova tinta piatta che riempia e disegni i mezzi toni.

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e n o i z a m r o f n i 100 % ù i p n i e t s e r o f i d % 30

e t n e m l a r u Nat a t r a c a l o i Le foreste europee sono il 30% in più rispetto al 1950*. In pratica, ogni anno sono cresciute dell’equivalente di 1 milione e mezzo di campi da calcio.

Inoltre la fibra di cellulosa può essere riciclata fino a 7 volte. E con 2.000 chili riciclati al secondo**, la carta è il materiale più riciclato in Europa. Lunga vita alla carta!

* elaborazione Two Sides su dati FAO 2010;

(Le foreste europee forniscono l’88% del legno usato per fare la carta in Europa) ** fonte ERPC 2010

Two Sides è un’iniziativa della comunicazione su carta e promuove la produzione e l’uso responsabile della carta e della stampa.

Per saperne di più visita: www.twosides.info/it

il lato verde della carta


dedicato ai calendari

20 10

rubriche

Grandangolo

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Timestory, da mostra a libro Organizzata l’anno scorso a Milano presso il Palazzo delle Stelline, Timestory è stato l’appuntamento atteso dai numerosi fan dell’illustratore genovese Lorenzo Petrantoni, per vedere tutti insieme alcuni dei suoi più significativi lavori degli ultimi anni. Oltre alle ormai note copertine dei più importanti magazine e quotidiani come il New York Times, The Wall Street Journal, Newsweek, La Repubblica, Liberation... cinque modelli di orologi Swatch realizzati secondo la tecnica ormai consolidata di Petrantoni che assembla illustrazioni, lettering e incisioni di fine Ottocento in modo armonico e innovativo. Oggi Timestory è diventata un libro. Pubblicato lo scorso aprile dall’editore Gestalten, il libro raccoglie in 240 pagine a colori anche le pubblicità realizzate per brand di primo piano come Coca Cola, Nespresso, Bosch, Burton e molti altri. In vendita anche online, Timestory può essere completato su richiesta con autografo e dedica. lorenzopetrantoni.com

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agenda

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collezionismo artelibro festeggia la sua decima edizione Artelibro festival del Libro d’Arte festeggia quest’anno la sua decima edizione nella sede storica di palazzo Re Enzo e del Podestà a Bologna. Tema guida dell’edizione 2013 (19-22 settembre) è “Musica per gli occhi. Collezionismo all’Opera”. In occasione della concomitanza con il bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, i librai antiquari A.L.A.I. Associazione dei Librai Antiquari d’Italia, tradizionali partner di Artelibro, presenteranno preziosi libri e documenti antichi. Non mancheranno, inoltre, i libri d’artista e di pregio e le riviste specializzate, per arrivare alla sperimentazione multimediale dell’editoria digitale, a cui sarà dedicata una sezione indipendente della mostra mercato. artelibro.it

fotografia la più grande retrospettiva di berengo gardin a milano Il Palazzo Reale di Milano ospita fino all’8 settembre la più grande retrospettiva del maestro Gianni Berengo Gardin curata da Denis Curti. La mostra, che comprende 180 immagini, conta circa 40 fotografie che ritraggono i volti, i cortili, la storia di Milano, la città che lo ha adottato e che nel 2012 lo ha insignito dell’Ambrogino d’oro. In oltre cinquant’anni di frequentazioni di luoghi e persone, Berengo Gardin stila, con le sue fotografie, un atlante storico e antropologico del capoluogo lombardo. Considerato da molti il più rappresentativo tra i fotografi italiani, diviene noto a livello nazionale e internazionale dalla metà degli anni Sessanta, quando alcune tra le riviste più prestigiose iniziano a pubblicare le sue fotografie e molti dei suoi progetti. comunedimilano.it Manifestazione

Titolo

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Parigi Londra Milano Berlino Montecarlo (PdM) Milano Milano Barcellona (E)

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come trovarli gli inserzionisti di questo numero

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c o l o p h o n PRINT BUYER n. 45 - giugno 2013 Direttore responsabile Ruggero Zuliani Condirettore Anna Aprea aprea.a@ilpoligrafico.it Responsabile di redazione Titti Cocola cocola.t@ilpoligrafico.it Redazione Vanna Pizzetti pizzetti.v@ilpoligrafico.it Cristina Rossi rossi.c@ilpoligrafico.it Art director Cristina Mascherpa mascherpacristina@virgilio.it Impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Copertina di Cristina Mascherpa, da autoritratto di Erica Invernizzi (da “Pattern Visivi”). PrintTv Laura Scatena Sede Zeta’s - 20137 Milano, via Kolbe 8 Tel. 02.7529101, Fax 02.75291039, printbuyer@ilpoligrafico.it Marketing&Business Development Paolo Fiorelli Tel. 02.7529101, fiorelli.p@ilpoligrafico.it Pubblicità Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo Tel. 02.70300088 csanfilippo@rancatinet.it Zeta’s: Manuela Terreni (commerciale) terreni.m@ilpoligrafico.it Tel. 345.0387117 - Lucia Cremascoli (segr. pubblicità) Tel. 02.75291030 cremascoli.l@ilpoligrafico.it Numeri arretrati euro 12,50 cad. Abbonamenti tel. 02.75291020 abbonamenti@ilpoligrafico.it Quota annua euro 39,00 per l’Italia, euro 64,00 per l’Europa, euro 74,00 extra Europa. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a: Zeta’s srl - Credem Ag. 2 Milano - IBAN IT31 X030 3201 6010 1000 0060 641 oppure sul c/c postale n. 41419201. R.E.A. Milano n. 1190227 Autorizzazione Tribunale Mi n. 706 - 11.10.04 Stampa Grafiche Parole Nuove - Brugherio (MB). Nobilitazioni copertina Litover - Vimercate (MB).

Hanno collaborato a questo numero:

Lorenzo Capitani Achille Perego Marco F. Picasso

COMITATO DI REDAZIONE Renzo Callegari Direttore Centrale di Produzione Lowe Pirella Fronzoni Presidente Assoprod renzo.callegari@loweworldwide.com Lorenzo Capitani Esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it Luca Fiammenghi Visual designer Docente presso diversi istituti di formazione visdesign@fastwebnet.it Maria Rosa Mantellato Marketing di prodotto stampa e cartotecnica Postel S.p.A. mariarosa.mantellato@postel.it

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