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PRINT LOVERS
91/2022 printlovers.net
Materia Viva è la nostra creazione. L’essenziale per i tuoi progetti sostenibili. Esplora la collezione su: materiaviva.fedrigoni.com
Stampato su Freelife Cento Rough 260g, parte della collezione Materia Viva. P R I N T B U Y E R | S T R AT E G I E E T E C N I C H E D E L L A C O M U N I C A Z I O N E S TA M PATA
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Design Hello DTV Carta Fedrigoni Materica Quarz 250 g/m2 dalla collection MateriaViva Nobilitazione LUXOR® 404 con microincisione LUXOR® 362 con microincisione
STAMPA E NOBILITAZIONE
RIFLETTORI PUNTATI SUGLI ULTIMI MARKETING TRENDS Sappi e Kantar hanno intervistato più di 1.200 esperti di marketing in Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. I risultati hanno fornito dati chiave e intuizioni preziose sulle prospettive future del markting e su cosa conti per i consumatori, al giorno d’oggi.
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UNO SGUARDO AL FUTURO DEL MARKETING (E IL RUOLO SORPRENDENTE DELLA STAMPA) Svelato:
Il sondaggio sul marketing Sappi/Kantar 2021 Cinque Paesi, 1200 intervistati, e tanti spunti fondamentali sul marketing per i prossimi 12 mesi…
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un elemento ricorrente all’interno di questo numero. Lo troverete esplicitato in un’intervista all’agenzia creativa Smith Lumen, e implicito in molti altri contenuti: la necessità storica di individuare una sorta di “punto zero” da cui ripensarsi e ripartire. Umanamente e professionalmente, da parte dei brand e dei consumatori, e di tutti gli attori della filiera che lavorano per portare gli uni agli altri. È qualcosa che va al di là dell’evoluzione, è una sorta di rigenerazione cellulare, quasi una rinascita resa necessaria da due anni di esperienze traumatiche e paralizzanti, che chiede anche di usare nuove parole per definirsi. Ed è così che mi è venuta in mente la storia straordinaria del jazzista Pat Martino (1944-2021), che nel 1980, all’età di 36 anni, perse completamente la memoria. Un’emorragia cerebrale e l’intervento che ne seguì gli fecero dimenticare tutto: il proprio nome, chi fossero le persone della sua vita e come suonare lo strumento che l’aveva reso famoso, la chitarra. Nell’arco di qualche anno, con l’aiuto delle persone care, riacquistò pezzetti della propria vita e imparò a suonare daccapo, a fare concerti e a incidere dischi, in un modo che non aveva niente da invidiare al virtuosismo degli anni precedenti ma che comunque aveva qualcosa di nuovo, di diverso. Aveva imparato ascoltando sé stesso, i propri vecchi dischi, e la sua storia divenne un caso-studio per i neurologi che si interrogarono sull’impalpabile e indimostrabile concetto di talento innato, ma che ipotizzarono anche che il recupero delle abilità necessarie a suonare a quel livello risiedesse nella parte del cervello deputata alla memoria procedurale, non intaccata dall’amnesia profonda. Martino non recuperò, per esempio, la memoria lessicale, per cui dovette imparare di nuovo i nomi delle cose. E forse fu anche per questo che non volle più definirsi chitarrista, nome che lo avrebbe rinchiuso dentro un mezzo espressivo, appiattendo la sua complessità umana e artistica che nel frattempo si era anche arricchita di una forte componente spirituale. Ecco, vi siete mai chiesti chi sareste se di punto in bianco azzeraste veramente tutto? Cosa pensate resterebbe del vostro “talento innato”? Quali automatismi non sarebbe possibile cancellare? Cosa vorreste reimparare a fare completamente daccapo, proprio come lo facevate prima e se possibile ancora meglio? Cosa, invece, vorreste lasciare indietro per sempre? E quale nome vi dareste per abbracciare la vostra nuova complessità?
L ' E D I T O R I A L E
di M I C H E L A
P I B I R I
Levico, la responsabilità dell’acqua DI ACHILLE PEREGO
I sogni per il futuro di Smith Lumen DI MICHELA PIBIRI
Office Design, empatico e personalizzato D I C AT E R I N A P U C C I
Nero su Nero D I LO R E N Z O C A P I TA N I
Dillo con una pianta D I R O B E R TA R A G O N A
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Etichette-manifesto progettate per educare e coinvolgere i consumatori, vetro a rendere e impegno sul territorio. Ecco la storia di Levico Acque, la prima “climate positive water” al mondo.
È tempo di reinventarsi, sia per le aziende sia per chi ne cura la comunicazione di marca. Ne abbiamo parlato con Matteo Leonti, General Manager dell’agenzia milanese Smith Lumen.
La pandemia ha portato a ripensare gli spazi di lavoro in vista di un maggiore benessere, sia fisico sia mentale. Tecnologia e materiali innovativi vengono incontro alla nuova identità dell’ufficio.
È il colore non-colore, enigmatico e seducente ma tutt’altro che facile da ottenere e riprodurre. Ecco cosa bisogna sapere per realizzare progetti di stampa in nero, anche con la stampa digitale.
Acquistare e curare le piante è un piccolo lusso contemporaneo. Un trend che porta con sé nuove sfide di packaging e design in un settore che fino a poco tempo fa era completamente no-brand.
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What’s in a box?
A marmotta, a manicotto, con coperchio annesso, rigida, automontante… quante scatole esistono? Ecco una rassegna di applicazioni e idee viste durante l’ultimo Brand Revolution LAB.
DI REDAZIONE
Il mondo glamour di Susi Belianska
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Stampare il cotone
Di cotone stampato sono i tessili per la casa, i vestiti estivi e sportivi, materiale promozionale, magliette e tote bag. Vi raccontiamo quello che c’è da sapere sul tessuto di cotone.
COM'È FATTO PRINTLOVERS #91 I materiali e le tecniche
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D I E L E N A PA N C I E R A
EDITORIALE Chiamami col mio (nuovo) nome di Michela Pibiri
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Il rapporto tra fotografia commerciale e Fine Art è un dialogo tra competenza e stile personale. Ne parliamo con la fotografa Susi Belianska, che lavora con aziende e realtà editoriali internazionali.
DI SIMONE AZZONI
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GRANDANGOLO Nava Press stampa la bibbia dello Champagne
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ABBIAMO PARLATO DI Persone e aziende citate in questo numero
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GRANDANGOLO L’unicità di Scoiattolo firmata HP
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CREATIVE FRAME Lemonsoda by Hello DTV
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NEWS
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SPAZIO ROBILANT ASSOCIATI Barilla al bronzo
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GRANDANGOLO La PRINTlovers Box 2022
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EVENT INDUSTRY L’emozione non ha il wi-fi
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PRINT BUYER NUMERO 91/2022 DIRETTORE RESPONSABILE Enrico Barboglio
ART DIRECTOR Stefano Torregrossa › onicedesign.it
COORDINAMENTO EDITORIALE Michela Pibiri michela.pibiri@strategogroup.net
PRINTLOVERS www.printlovers.net redazione@printlovers.net
HANNO COLLABORATO Simone Azzoni, Lorenzo Capitani, Elena Panciera, Achille Perego, Caterina Pucci, Roberta Ragona
STRATEGO GROUP srl Via Cassanese 224, 20054 Segrate (MI) amministrazione@strategogroup.net
TRADUZIONI Marta Sanders – The Language Switch
PUBBLICITÀ Deborah Ferrari | t. 389 9004599 › deborah.ferrari@strategogroup.net Segreteria pubblicità › brando.zuliani@strategogroup.net
REA MILANO 1190227 Autorizzazione Tribunale Milano n. 706 | 11/10/2004 STAMPA PRESSUP – Nepi (VT) CARTA INTERNO SAPPI Raw 115 g ABBONAMENTI T. 02 49534500 | F. 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net Annuale 60 euro – Bonifico bancario a STRATEGO GROUP srl IBAN: IT70 C034 4020 6000 0000 0264 200
Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Stratego Group srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Enrico Barboglio [enrico.barboglio@strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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Com'è fatto Print
CLICHÉ E COLORE A CALDO Luxoro è partner esclusivo in Italia del Gruppo KURZ, player mondiale e punto di riferimento nella produzione di attrezzature e tecnologie per la stampa a caldo, a freddo e digitale. Attraverso le sue ispirazioni, Luxoro vuole diffondere un nuovo modo di pensare il packaging e l’immagine dei brand, soluzioni di nobilitazioni inedite e materiali di altissima qualità studiati per design unici. Che si tratti di packaging, etichette, editoria, alta sicurezza, cosmetica, automotive, elettrodomestici o moda, le proposte dedicate alla nobilitazione sono sempre all’avanguardia e sorprendenti. Grazie a rigorose politiche aziendali volte alla sostenibilità ambientale, Luxoro è da tempo una realtà a energia 100% rinnovabile e sostenitore WWF nel progetto di tutela e sostenibilità per fauna e ambiente. C www.luxoro.it 8
Cover Freelife Cento Rough 260 g/m2 Freelife è una collezione di carte e cartoncini bianchi di alta qualità nata sostenibile, quando nessuno parlava ancora di carte riciclate. È fatta con il 100% di fibre di riciclo certificate FSC®. Bella, senza mezze misure. La nuova finitura Rough arricchisce questa storica gamma ecologica per eccellenza, aggiungendo una variante più ruvida ma dalle medesime qualità di stampa. Freelife Cento fa parte di MateriaViva, la collezione di carte riciclate di Fedrigoni.
Controcover Materica Quarz 250 g/m2 Si chiama Materica perché si sente sotto le dita con le sue inconfondibili fibre di cotone (10%), l’asperità del legno (40% di cellulosa CMPT) e delle fibre di recupero (25%) che si fondono alla purezza della cellulosa vergine (25%). I suoi colori non sono mai scontati e richiamano luoghi presenti nella memoria: acqua, gesso, terra rossa, ardesia e, come in questo caso, quarzo. Quarz è la nuova tinta neutra dal sottofondo delicatamente rosato, di grande attualità nel graphic e nell’interior design, che permette di scaldare lo stampato senza comprometterne la resa cromatica. Materica fa parte di MateriaViva, la collezione di carte riciclate di Fedrigoni.
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CONTROCOVER
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La rivista è ricca di contenuti digitali: inquadra i QR code con il tuo smartphone per accedere.
La controcopertina è stata progettata con l’idea di guardare a questo 2022, che fa intravedere finalmente la fine di un periodo buio, con gioia e gratitudine. La stampa è realizzata da Grafica Metelliana su Heidelberg Speedmaster XL 6 colori UV, che garantisce qualità di stampa altissima e prestazioni al massimo livello, e ancor più impreziosita da due effetti a caldo, che saltano subito all’occhio.
Elementi in arancione metallizzato (Luxor 404) si alternano a particolari in nero lucido a caldo (Luxor 362), conferendo al design brillantezza e vivacità e, al contempo, eleganza e accuratezza. Grazie inoltre a cliché microincisi, sulla superficie si alternano rilievi a secco di diverse altezze che fanno risaltare i particolari della grafica.
PER GRAZIA RICEVUTA: “Ex voto” è l’abbreviazione della locuzione latina “ex voto suscepto” e indica un oggetto donato a Dio o a un Santo da un fedele che ha ricevuto una grazia. Tuttavia gli ex voto esistevano già prima della nascita del cristianesimo e ciò fa pensare (con un certo sollievo) che non siamo i soli ad aver sperato, di tanto in tanto, in un miracolo. Gli ex voto sono espressioni di immensa gioia e gratitudine, la stessa che possiamo provare all’inizio di questo 2022 che fa intravedere finalmente la fine di un periodo buio. Abbiamo forse tutti bisogno di guardare le cose da un punto di vista ottimistico, e soprattutto di guardare sempre avanti. Il simbolo forte e antico dell’ex voto offre una cassa di risonanza a sentimenti universali, ma viene allo stesso tempo attualizzato attraverso altri segni, tra cui i putti: figure che presenziano nell’arte a scopo decorativo, ricordandoci che la vita può essere facile se presa con leggerezza. Design: Daisy Viviani – Creative director di Hello DTV
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Carta Per questo numero di PRINTlovers sono state scelte due carte della nuova collezione MateriaViva di Fedrigoni: carte e cartoncini di qualità con alto contenuto di materiale riciclato, cotone e cellulosa proveniente da foreste certificate FSC®. La loro anima sostenibile si sposa perfettamente anche con le nobilitazioni più sofisticate come quelle scelte per questo progetto, dimostrando come anche il mondo del luxury può affidarsi a carte dall’aspetto naturale e contenenti riciclo, senza rinunciare all’eleganza e a performance elevate.
Colori a caldo Due sono gli effetti a caldo per la controcover di Print #91 e sono ben visibili da subito: LUXOR® 404, arancione metallizzato acceso, molto brillante e vivace. LUXOR® 362, nero classico sempre perfetto per donare eleganza al design. — Su tutta la grafica sono presenti diverse strutture di microincisioni che rendono il design sfaccettato e una stampa in rilievo a secco che fa risaltare il corpo centrale. Cliché h+m Italia.
STAMPA E NOBILITAZIONE CONTROCOPERTINA
CARTA COPERTINA E CONTROCOPERTINA
Da oltre 30 anni, Grafica Metelliana affianca designer, agenzie di comunicazione e aziende per la stampa offset e digitale di packaging, prodotti commerciali ed editoriali, shopping bag. È certificata per l’etichettatura di prodotti con marchi FSC®. Grafica Metelliana è sempre attenta ai trend di mercato e alle esigenze di comunicazione di tutti i settori merceologici. Ha ampliato la gamma dei servizi offerti con il grande formato e l’allestimento indoor/outdoor. Tra gli ultimi investimenti tecnologici la Scodix Ultra 6000, formato 70x100, per la nobilitazione con uv e foil digitali. C www.graficametelliana.it
Dal 1888 Fedrigoni significa eccellenza nella produzione di carte speciali. Il Gruppo è tra i maggiori player in Europa nella produzione e vendita di diverse tipologie di carta ad alto valore aggiunto per packaging e grafica, e di prodotti autoadesivi per l’etichettatura. Con circa 4.000 dipendenti tra Italia e sedi estere e 25.000 referenze in catalogo, il Gruppo vende e distribuisce in 130 Paesi nel mondo. A Fedrigoni fanno capo nella divisione paper Cordenons e lo storico marchio Fabriano, con oltre 750 anni di storia, e, nella divisione Self-Adhesives, Arconvert e Ritrama, che hanno portato il Gruppo a divenire terzo player globale nel mondo pressure sensitive labels. C www.fedrigoni.com 9
Per le ultime notizie visita www.printlovers.net
N E W S
CONCORSI
SONO APERTE LE ISCRIZIONI A ONEMOREPACK Ha preso il via l’ottava edizione di OneMorePack, il premio di packaging design per professionisti e studenti promosso da Grafica Metelliana. L’iscrizione è gratuita fino al 31 marzo. Per designer, agenzie e aziende è possibile candidare packaging (food e no food) e label (sono ammesse solo etichette in carta) già realizzati per il mercato italiano o estero. Agli studenti di design di Università, Accademie o Istituti, è assegnato un brief specifico e la richiesta di sviluppare un progetto di packaging. Il valore complessivo del montepremi studenti è di 2.500 euro. Form di iscrizione e ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.onemorepack.it
FORMAZIONE
È TEMPO DI PENTAWARDS 2022
DESIGN IS YOUNG 2022
Fino al 1° aprile 2022 sono aperte le candidature al concorso internazionale di packaging design Pentawards. Designer, studenti e aziende possono inviare i propri progetti nelle categorie Beverages, Food, Body Healt and Beauty, Home Leisure and Other Markets, Brand Identity and Connected Packaging, Sustainable Design, Professional Concepts, Student Concepts. La giuria internazionale è presieduta da Clem Halpim di Taxi Studio – Design Lead e composta da 50 professionisti provenienti da grandi aziende e studi di design di tutto il mondo, tra cui l’italiano Mario Di Paolo. La shortlist dei migliori progetti sarà pubblicata a luglio e la premiazione è prevista per l’autunno 2022. www.pentawards.com
Sono aperte le iscrizioni alla terza edizione di Design is Young, summer school per studenti dal 1° al 4° anno delle scuole superiori che vogliono confrontarsi con Grafica, Fotografia, Video, Design, Architettura e Comunicazione. Un’opportunità per coltivare in maniera intensiva il proprio talento e scoprire la progettazione creativa divertendosi. La summer school si articola in 7, 14 o 21 giorni a Troia (Foggia), in un periodo compreso tra il 13 giugno e il 3 luglio, e sono ammessi 40 studenti a settimana. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 aprile 2022 fino a esaurimento posti. www.designisyoung.org
IN MOSTRA
TEXTILE
GRIBOUILLAGE/ SCARABOCCHIO. DA LEONARDO DA VINCI A CY TWOMBLY
IL PRIMO HUB ITALIANO PER IL RICICLO TESSILE
Dal 3 marzo al 22 maggio 2022 l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici presenta la mostra-evento Gribouillage/ Scarabocchio. Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly. Con circa 300 opere originali che vanno dal Rinascimento all’epoca contemporanea, propone accostamenti inediti tra le opere dei maestri della prima modernità, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Pontormo, Tiziano, Bernini e quelle di noti artisti moderni e contemporanei, Picasso, Dubuffet, Henri Michaux, Helen Levitt, Cy Twombly, Basquiat, Luigi Pericle. La mostra rimette in questione gli ordini cronologici e le categorie tradizionali (margine e centro, ufficiale e non ufficiale, classico e contemporaneo, opera e documento) e pone la pratica dello scarabocchiare al centro della pratica artistica. www.villamedici.it
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CONCORSI
È Prato la città italiana che per prima si prepara a recepire le norme europee sul riciclo dei rifiuti tessili, che sarà obbligatorio dal 2025. Forte di una lunga tradizione nel recupero di abiti usati, la città toscana ospiterà un impianto per lo smistamento e il trattamento dei rifiuti tessili in ottica circolare, in grado di gestire 34 mila tonnellate di rifiuti l’anno sia pre-consumo che post-consumo. L’impianto sarà realizzato dalla società pubblica per i rifiuti urbani Alia con un investimento di 18 milioni di euro di cui 2,1 provenienti dal PNRR. La tecnologia a infrarossi utilizzata sarà in grado di separare automaticamente i tessuti per fibre e colori e avviarli al riciclo. La prospettiva è quella di integrare all’impianto un polo di ricerca e innovazione sul riutilizzo dei materiali selezionati per andare incontro a una sempre crescente richiesta di prodotti sostenibili in ambito tessile. © Asger Jorn | L'Avantgarde se rend pas, série de Modification
G R A N D A N G O L O
PRINTLOVERS BOX 2022. L’OGGETTO MUST HAVE PER TUTTI I DESIGNER REALIZZATO DA PUSTERLA 1880, ICMA E LUXORO
SCOPRI QUI COME RICEVERE LA PRINTLOVERS BOX
Un cofanetto lussuoso e ricercato realizzato da Pusterla 1880, con carte Icma Sartorial Paper e colori a caldo Luxoro, su progetto di O,nice! Design Studio. È la nuova PRINTlovers box, che accompagnerà i nostri lettori per tutto il 2022. Pensato per raccogliere i 5 numeri annuali della rivista, campioni di stampa, materiali e nobilitazioni speciali, è l’oggetto che non può mancare sulle scrivanie di tutti i designer. La PRINTlovers box 2022 si potrà trovare in tutti gli eventi di cui PRINTlovers è mediapartner ed è a disposizione di tutte le aziende che nel corso del 2022 vorranno veicolare i loro inserti a un pubblico specialistico e profilato. Per maggiori informazioni: sales@strategogroup.net
CUSTODIA ESTERNA • Stampa offset (bianco + quadricromia + vernice opaca protettiva) • Impressione a caldo: con oro LUXOR® 220 • Impressione a caldo: con blu LUXOR® 108138 Strato Sky • Carta Icma GOLD 1425 110 gsm CASSETTO • Impressione a caldo: con blu LUXOR® 108138 Strato Sky • Carta Icma WAVES 5192/182 120 gsm • Custodia e cassetto sono accoppiati a cartone greggio bianco da 2 mm, fustellati e montati
LUXOR® 220 La stampa a caldo dorata è tutta ottenuta con questo oro classico e versatile. In alcuni punti sulle fasce del viso il colore è stato applicato con un effetto microinciso: la sua texture si nota benissimo al tatto e anche alla vista. La struttura microincisa è ottenuta con cliché hinderer+mühlich LUXOR® 108138 Strato Sky È un blu notte molto intenso e profondo, presente su tutte le scritte della box. In particolare, sul fronte, il 2 e lo 0 sono stati stampati con una microincisione con cliché hinderer+mühlich. Anche qui il risultato è una tonalità dell’effetto a caldo più sfaccettata e ricercata, sia alla vista che al tatto.
CARTA CUSTODIA ESTERNA La custodia esterna è in carta Icma GOLD 1425 da 110 gsm certificata FSC® Recycled Credit, una novità assoluta nel mondo del packaging di lusso. 100% riciclata e riciclabile, questa carta è nobilitata con una finitura metallica color oro. Prodotta senza cloro e sbiancanti ottici, la carta non è disinchiostrata e deriva da un processo di produzione integrato. Icma, Società Benefit, trasforma la carta in modo etico e sostenibile, perseguendo l’obiettivo di creare bellezza attraverso l’innovazione.
CARTA CASSETTO: Il cassetto è rivestito con WAVES 5192/182 da 120 gsm, carta della gamma Kind, collezione Manifesto di Icma: prodotti 100% riciclati e riciclabili, certificati FSC® Recycled Credit, derivanti da un processo di produzione integrato. Questa lavorazione recupera un’antica tecnica di stampa, usata nel secondo dopoguerra, che prevede l’applicazione del colore oro opaco nei solchi del disegno. L’aspetto calligrafico che richiama onde e foglie delle stampe giapponesi è il tratto distintivo delle carte Waves, una serie di ispirazione orientale, dall’estetica sobria e armoniosa.
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Vetro a rendere, etichette-manifesto e impegno sul territorio. Così Levico Acque, Società Benefit dal 2020, coinvolge i suoi clienti nell’uso consapevole del bene più prezioso. Ci raccontano tutto Mauro Franzoni, alla guida della holding Emmetre che imbottiglia e commercializza l’acqua trentina conosciuta per le sue virtù fin dal XVII secolo, e Bruno Stucchi, il designer che ne cura il “print advertising”. 12
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Dall’origine come imprenditori tessili (la Franzoni Filati Group) fino alle acque minerali, i cosmetici e agli alimenti Bio. Un percorso, quello della famiglia Franzoni, nel quale qualche “pezzo” (come il tessile e NaturaSì) è stato negli anni ceduto, ma che è sempre stato caratterizzato da quella che oggi va di moda chiamare sostenibilità. E che Mauro Franzoni, classe 1959, che insieme alle sorelle Margherita e Marilì – tutti impegnati nelle aziende che fanno capo alla holding Emmetre: Levico Acque, Keminova, Ghiacciopuro – guida il gruppo, preferisce chiamare “responsabilità” dell’imprenditore. Anche e soprattutto quando l’azienda riguarda un bene pubblico, come nel caso della Levico che imbottiglia l’omonima, leggerissima acqua minerale conosciuta, al pari delle Terme, fin dal 1600. Una responsabilità, insieme con il tratto portante e vincente della sostenibilità, che riguarda non solo il contenuto (l’acqua minerale) ma anche il contenitore, dal non aver mai tradito l’utilizzo delle bottiglie di vetro fino alla particolarità delle etichette, diventate negli anni un vero e proprio “manifesto”.
N «Noi, come gli altri produttori di acqua in bottiglia – esordisce Franzoni, presidente di Levico Acque – usiamo un bene comune, gli diamo un po’ di valore in più e lo facciamo diventare un affare privato. Ma questo bene non è un frutto del nostro lavoro, esiste già, quindi rispettarlo e avere
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rispetto per l’ambiente che ci circonda, la comunità dove operiamo e la società in generale, dovrebbe essere per noi e per quelli che fanno il nostro mestiere un atto dovuto». Anche per questo, fin dal 2005, quando i Franzoni hanno acquistato, attraverso Emmetre, la storica Levico Acque, hanno intrapreso quel percorso di sostenibilità ed economia circolare che l’ha portata a essere un’azienda pioniera, in Italia e nel Trentino, degli investimenti rispettosi dell’ambiente e delle comunità, fino a diventare nel 2020 una Società Benefit.
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vede il reso, stiamo avendo risultati economicamente importanti con il traguardo dei 30 milioni di bottiglie vendute quest’anno, con l’obiettivo di arrivare a 45 milioni nei prossimi». Anche la pandemia ha avuto un impatto nella preferenza degli italiani verso la minerale in vetro: «Hanno avuto un effetto sia l’aumento dei consumi casalinghi sia la diffusione della cultura della sostenibilità ambientale» prosegue Franzoni. «In più il vetro era e rimane il contenitore più adatto a mantenere nel tempo la qualità dell’acqua minerale. Anche e soprattutto quella dell’acqua di Levico. Per cui abbiamo investito non solo 38 nel classico reso del vetro ma anche in quello dei tappi in alluminio, oltre che sulle nostre etichette-manifesto attraverso le quali comunichiamo proprio la cultura dell’ecosostenibilità». Levico Acque negli ultimi anni ha anche avviato una serie di partnership sul territorio trenE tino per promuovere ilANTproprio messaggio di reZ IZ FR sponsabilità imprenditoriale. In questo quadro si inseriscono l’accordo del 2016 con Arte Sella – il percorso natura con opere di land art realizzate con elementi naturali a Borgo Valsugana poco lontano da Levico Terme – e con il MUSE, il Museo delle scienze di Trento, del quale Levico è socio fondatore dal 2013, per informare su come il contributo di ognunoERsia fondamentale per la coE . ND TA struzione di un’economia circolare e rigenerativa. RE LI A PU
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Levico da sempre sceglie di imbottigliare l’acqua nel vetro, e, come racconta Franzoni, non ha mai pensato di passare alla plastica «Nonostante l’acqua minerale nelle bottiglie di vetro, con il reso, restringa i canali distributivi, che per noi consistono per il 70% nel privato, il 10% nei supermercati e negozi di prossimità e bio e il 20% nell’Horeca. E mentre stiamo pensando a progetti che in futuro possano rendere sostenibile anche per la GDO l’acqua in bottiglia di vetro che pre-
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Levico Acque, una lunga storia d'amore per la natura
d Dentro questo percorso si colloca anche l’approccio particolare e innovativo alle etichette delle bottiglie di acqua minerale. Con l’idea, fedele ai valori aziendali, di comunicare anche con le etichette la filosofia ecosostenibile dell’azienda. Un progetto cominciato prima con le bottiglie destinate alla ristorazione poi con quelle vendute sugli scaffali e con il porta-a-porta, coinvolgendo il designer Bruno Stucchi. A scuola dai grandi nomi del design italiano, a lungo direttore creativo globale di S&H/Young&Rubicam Brands e direttore creativo della sede italiana di Landor, Stucchi ha lavorato a New York, Londra, Sydney, Parigi e a Milano, dove attualmente ha sede il suo studio indipendente Dinamomilano, fondato nel 2010 e specializzato in Design e Comunicazione integrata per clienti ed entità ad alto profilo culturale ed etico, dall’arte e musica al lifestyle responsabile. «L’idea – spiega Stucchi – è nata nel 2017 da uno stimolo di Mauro Franzoni che voleva che
La storia di Levico Acque è fortemente legata a quella del suo territorio, la Valsugana, ricca sia di acqua ferruginosa (usata a scopi curativi nello stabilimento delle Terme), che di purissima e leggera acqua minerale naturale, proveniente da una fonte diversa da quella termale, che è quella che ancora oggi viene imbottigliata come Acqua Levico. Le sorgenti erano conosciute fin dal 1600, la loro valorizzazione commerciale è iniziata nel 1860 mentre il nucleo storico dello stabilimento dove viene imbottigliata l’acqua – entrato in funzione nel 1961 – risale al 1900. Il “vecchio” impianto ha subito una prima ristrutturazione nel 2007 e successivamente, nel 2012-2013; lo storico stabilimento, situato a pochi metri dalla Stazione Ferroviaria di Levico, è stato rinnovato in chiave ecosostenibile con criteri di alta efficienza energetica. L’impatto ambientale si è ridotto notevolmente grazie all’installazione di un impianto di energia fotovoltaica da 200 Kw che garantisce circa il 50% del fabbisogno energetico della fabbrica mentre il resto viene da fonti rinnovabili. Per arrivare al traguardo della società Benefit, e da quest’anno di B Corp, il cammino di Levico Acque è iniziato nel 2005 con il passaggio della proprietà alla famiglia Franzoni. Un cammino che ha visto il forte investimento per rendere ecosostenibile lo storico impianto di Levico. Nel 2013, proprio in occasione dell’inaugurazione dello stabilimento, è stato presentato il primo manifesto valoriale che già evidenziava i valori economico, ambientale e sociale come i tre pilastri della sostenibilità. In contemporanea è stata presentata anche la nuova etichetta dell’acqua Levico con lo slogan “Sostenibile leggerezza”. Nel 2014 l’azienda è diventata la prima del suo settore con uno stabilimento a impatto zero sull’ambiente e ha ottenuto la certificazione “BNeutral”, perché le emissioni di CO2 dell’impianto di Levico Terme sono state compensate con la sponsorizzazione delle opere di bonifica dalle alghe effettuate nella Laguna veneta dal progetto di pesca sostenibile Blue Valley. Levico Acque ha deciso successivamente di misurare l’impatto ambientale globale del “prodotto-bottiglia” in tutto il suo ciclo di vita non solo in termini di emissioni di CO2, ma anche di polveri sottili e consumo d’acqua con l’indice LCA (Life Cycle Assessment). E dopo un primo processo di razionalizzazione delle emissioni, tutte quelle che non hanno potuto essere ulteriormente abbattute sono state compensate da Levico Acque finanziando iniziative di riforestazione e di cura dei boschi. Nel 2019 l’azienda trentina ha così ottenuto la certificazione Epd (Environmental Product Declaration) ed è diventata la prima “Climate positive water” al mondo.
le bottiglie diventassero veicoli di messaggi valoriali e di responsabilità. Da un punto di vista di comunicazione e progetto, sono delle vere e proprie “print advertising”, provocatorie, ironiche, anche controverse, ma con la dimensione aggiunta dell’essere un oggetto di “packaging design” che deve funzionare su una bottiglia, non solo come comunicazione quindi, ma anche come risultato estetico». Particolarmente significative, aggiunge Succhi, «sono quelle studiate nella linea ristorazione per Arte Sella e recentemente per il MUSE, con messaggi e immagini più ricercate di quelle della referenza litro per il porta a porta, volutamente dal tono familiare e “pop”. Da un punto di vista creativo, sia per i testi che per le immagini, sono il risultato della sensibilità combinata tra comunicazione e design. Alcune delle immagini sono originali, altre “stock” modificate, adattate o ritrattate. Lo stile generale è quello di grande essenzialità, pulizia e impatto: velocità del messaggio visivo/verbale, metafore sorprendenti, invenzioni visive». Le etichette realizzate per Arte Sella dal 2017 al 2019 erano dedicate a valorizzare la bellezza – dagli abeti alle montagne, dalle acque alla neve – della Valle Sella e della Valsugana e apposte sulle bottiglie da 75 cl per la ristorazione, comprese quelle stampate per la voglia di rinascita dopo
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la tragedia compiuta dalla tempesta Vaia. Quelle manifesto, che presto, anticipa Franzoni, saranno inserite ogni sette bottiglie al posto di venti, hanno visto nelle serie del 2020-2021 comunicare il valore sostenibile del vetro a rendere. Una sostenibilità ricercata anche nelle bottiglie (negli anni rese leggermente meno pesanti senza perdere la funzione protettiva ed esaltante del contenuto del vetro) e nei portabottiglie in plastica riciclata.
l La sostenibilità non poteva non riguardare, nelle etichette autoadesive che hanno visto anche una produzione limitata di bottiglie d’autore e da tempo affidate a un’azienda leader nel settore come La Prensa Etichette di San Giuliano Milanese, quello che Mauro Franzoni definisce «il corretto equilibrio fra il rispetto dell’ambiente e l’efficienza di un’etichetta che, messa su una bottiglia, deve resistere all’acqua, al ghiaccio e al freddo del frigorifero».
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Così, conclude Stucchi, «abbiamo privilegiato carte certificate FSC (monopatinata B&B Brilliant da 80 gsm) a basso impatto ambientale, soprattutto per il fatto che il riutilizzo delle bottiglie, nella fase di necessario rilavaggio, richiede che sia utilizzata carta che si possa scomporre/riciclare con facilità, con poco consumo di acqua perché le bottiglie vengono lavate con la stessa acqua minerale con la quale vengono riempite. E lo stesso discorso vale per la colla e gli inchiostri, che ovviamente devono essere al 100% non inquinanti. Inchiostri a bassa migrazione a base di oli resinosi e senza usare per la stampa vernici o effetti metallici che sono i principali responsabili dell’inquinamento in fase di lavaggio. Nel caso della linea “ristorazione”, in particolare, la grande presenza di fondo bianco non stampato e di una fustella centrale fa sì che vi sia ancora meno consumo di inchiostro e di carta con un design minimalista e assolutamente innovativo nel settore delle acque minerali».
G R A N D A N G O L O
CHAMPAGNE MAGNUM OPUS È STAMPATA DA NAVA PRESS LA BIBBIA CONTEMPORANEA DELLO CHAMPAGNE Dalla penna del giornalista svedese Richard Juhlin, specializzato in Champagne, e dalla creatività dell’agenzia Frankenstein Studio è nato “Champagne Magnum Opus”, un’opera epica dedicata sia agli esperti e appassionati delle bollicine più famose del mondo sia ai bibliofili più raffinati. L’edizione limitata in 500 copie, stampata e confezionata da Nava Press, è composta da un volume che raccoglie anche le foto di Pål Allan e Fredrik Skogkvist, illustrazioni di Jayde Cardinalli e dieci ricette esclusive di Tommy Myllymäki, e da diversi altri elementi tra cui un set di sticker, una card personalizzata e un inedito cofanetto in sughero, che, strato dopo strato, custodisce i diversi elementi che compongono il set e presenta la caratteristica forma di tappo di Champagne.
Ecco come è composta l’opera. Il libro è un volume cartonato, di formato 28x37 cm la cui copertina è rivestita con Saffianino verde 345/211 120 g della collezione Prêt à Porter di Icma Sartorial Paper e stampata a caldo con foil bianco opaco. I risguardi sono in carta Munken Pure Rough da 120 g con stampa a led. La seconda di copertina contiene una schedina in formato 8x5 cm in carta Fedrigoni Old Mill bianco stucco da 150 g stampata solo fronte in digitale. L’interno del libro è composto da 454 pagine, suddivise in ottavini con carte e grammature diverse che vanno dai 170 agli 80 grammi e stampate in quadricromia, colori Pantone e UV. Il blocco libro è cucito con dorso tondo e arricchito da due segnalibri, uno color oro e uno verde.
Il libro è racchiuso da un cofanetto cartonato rivestito (sia internamente che esternamente) di carta patinata laminata Sfera Oro BF FSC da 149 g e stampato in offset led a 5 colori (bianco più quadricromia), nobilitato con una punzonatura a registro in bassorilievo con fustellatura laser a forma di bottiglia sul fronte. Gli altri elementi che compongono il set sono una busta verde con patella triangolare, realizzata in carta Colorplan Racing Green da 175 g, contenente una card realizzata con Keaykolor Embissing Anvil Snow White da 300 g stampata a un colore (nero) offset led; una scheda reggi busta serigrafata e dotata di nastrino in doppio raso nero; una pagina di stickers di formato 21x29,7 cm in carta patinata opaca
da 150 g, laminata con sfera argento e stampa pantone rame più quadricromia offset led, plastificata lucida, biadesivizzata sul retro e fustellata con mezzo taglio sul davanti; una scheda stampata in digitale per la numerazione progressiva da 1 a 500. Tutti questi elementi sono racchiusi nella cuvette in sughero, realizzata a cura di Primo Piano Industry, a sua volta custodita – circondata di paglia – da una scatola automontante in cartone microtriplo avana stampato in serigrafia verde e numerato in colore bianco.
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È tempo di reinventarsi, sia per le aziende sia per chi ne cura la comunicazione di marca. Perché abbracciare il cambiamento è l’antidoto all’incertezza: ce ne parla Matteo Leonti, General manager di Smith Lumen, agenzia che ha nel suo portfolio clienti come Nestlé, Ferrero, Twinings, Gruppo Asahi e Royal Unibrew e che, a quasi vent’anni dalla sua fondazione, ha appena cambiato posizionamento e attitudine.
ENGLISH VERSION
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Soffitti altissimi e spazi inondati di luce naturale. La sede di Smith Lumen, inaugurata pochi mesi fa, profuma ancora di nuovo negli arredi e nelle speranze verso un futuro altrettanto luminoso, pur portando con sé tutto il fascino di una Milano che non c’è più e di un’archeologia industriale riconvertita a polo creativo. Qui in via Pestalozzi 4, un tempo, si riparavano le barche che percorrevano i navigli e che confluivano nella non troppo lontana Darsena, affinché potessero riprendere i propri viaggi commerciali col vento in poppa. Oggi un vento diverso, quello del cambiamento, anima un’area della città in grande fermento culturale in cui non è difficile creare collegamenti tra competenze anche molto distanti tra loro. Manca ancora qualche dettaglio, il tocco finale che personalizzerà gli spazi, ma già ci accolgono come a casa Matteo Leonti, General manager, e Matteo Bonetti, Business developer di Smith Lumen, agenzia creativa fondata da Drew Smith nel 2003, che proprio di questo cambiamento si fa protagonista e promotrice. Matteo Leonti ci racconta come. PRINTLOVERS E SMITH LUMEN SI SONO GIÀ INCONTRATI CINQUE ANNI FA. E NEL FRATTEMPO, NEL MONDO, SONO SUCCESSE TANTE COSE. COSA È CAMBIATO PER VOI?
Cinque anni per un’agenzia come la nostra sono un tempo lunghissimo, in cui c’è stato spazio per evoluzioni e cambiamenti importanti: il cambio di sede, che ci ha visto lasciare la Via Tortona per entrare a far parte del nuovo polo creativo di Via Pestalozzi; la riorganizzazione delle persone, che tra le altre cose ha visto il consolidamento del mio ruolo come Direttore generale dell’agenzia; il cambiamento del business model e, non da ultimo, un nuovo approccio con i clienti. Quello che abbiamo intrapreso è stato un percorso di introspezione, sia dal punto di vista personale che pro-
MAGMA ACQUAVITE DI GRANO SICILIANO — Il design racconta l’ambiente in cui nasce il prodotto. La base rappresenta il basalto, la lava che si raffredda; il colore arancione, che rappresenta la lava calda, infonde vita attraverso i solchi e crea bruciature che donano enfasi. L’embossing nero su nero, ispirato alle maioliche siciliane, crea un effetto drammatico che innesca la connessione emotiva con il consumatore. Stampa offset e serigrafica, embossing e stampa a caldo sono realizzate da Grafical su carta Fasson Cotton Black di Avery Dennison. Nobilitazioni Kurz, bottiglia Estal DA Clarior 70 cl.
fessionale, a partire dalla domanda: “come risolviamo un problema?”. La risposta è stata abbracciare il cambiamento che soprattutto negli ultimi due anni si è reso necessario, con l’obiettivo di ridefinire il futuro che sogniamo per noi. Dopo 20 anni di vita, l’agenzia ha deciso di stabilire un “punto zero” da cui ricostruire il proprio futuro, e di buttarsi per mettere a tacere l’incertezza. MA PARTIAMO DAL PRIMO DEI CAMBIAMENTI: LA NUOVA SEDE, CHE NON È ARRIVATA PER CASO…
Il nuovo spazio in Via Pestalozzi 4 a Milano è la sintesi di una decisione che segna un cambio di posizionamento e di attitudine. Quella del 2020 è stata una situazione complessa, in cui la priorità è stata mettere in sicurezza innanzitutto le persone e il business, ma malgrado le difficoltà abbiamo visto un incremento di fatturato che poi si è consolidato nel 2021. Adesso abbiamo la forte esigenza di ritrovarci e di aprirci al mondo. Non di tornare a quello che c’era prima della pandemia, ma di fare le cose in modo diverso, ampliare lo sguardo per creare integrazione tra professionalità
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D E S I G N LEMONSODA ACTIVATOR — Un’esplosione di schegge accese e vibranti sulla lattina rappresenta l’energia attivata dal prodotto. Un messaggio semplice, diretto ed essenziale che racconta al primo sguardo tutto ciò che c’è da sapere su questo innovativo prodotto dell’azienda Royal Unibrew.
diverse, includendo anche fotografi, calligrafi, industrial designer… Il nuovo spazio ci offre un respiro diverso. Ci ha permesso di organizzare gli spazi per il lavoro sia in presenza sia da casa, e abbiamo previsto anche delle postazioni per le collaborazioni temporanee in modo che i diversi professionisti coinvolti possano entrare anche fisicamente in agenzia e partecipare ai processi di co-creazione coi clienti. Ci troviamo in una zona che sta vivendo una grande evoluzione creativa, meno “patinata” di Via Tortona ma ricca di stimoli e connessioni tra studi fotografici, illustratori, architetti, fumettisti, tatuatori e realtà artigiane di grande qualità, come i nostri dirimpettai delle Officine Creative, specializzati nella lavorazione artigianale del pellame. CHI SONO OGGI I VOSTRI CLIENTI?
Sono per la maggior parte aziende attive nel settore food & beverage e rientrano in tipologie diverse, dalle grandi multinazionali globali come Ferrero, Twinings, Nestlé, Gruppo
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Asahi a realtà più piccole e presenti in mercati geografici specifici, come Podravka e Pladis, fino a realtà nazionali come Star, Centrale del Latte d’Italia e Lemonsoda, le cantine Tenute Venturini Foschi, La Sabbiosa o il brand di alimenti per l’infanzia Humana. Ci sono anche nuove realtà che stanno costruendo da zero la propria identità insieme a noi; in più lavoriamo anche con fornitori di materiali come Avery Dennison, Kurz ed Estal. QUAL È OGGI L’APPROCCIO CON LORO?
Co-creazione. I clienti e i fornitori sono coinvolti fin da subito nell’elaborazione del progetto, per intraprendere un percorso condiviso. Tutto ciò semplifica la fidelizzazione del cliente e le professionalità che sono coinvolte in tutto il processo. Abbiamo razionalizzato la metodologia applicata ai progetti, basando tutto sulla capacità di ascoltare, condividere i sogni e raggiungere un obiettivo. Il primo passo è identificare il tipo di consulenza da forni-
MATTEO LEONTI Laureato in Marketing, Branding & PR presso lo IULM di Milano, entra a far parte di Smith Lumen nel 2006. Nel corso di questi anni ha ricoperto diverse posizioni interne fino ad affermarsi come General manager dell’agenzia. Profondamente appassionato di branding, comunicazione e pack design, affonda la sua expertise nel mondo FMCG e nel mercato del Luxury Goods (wine & spirits). La sua innata attitudine all’internazionalità ha permesso la costante espansione della struttura fuori dai confini nazionali, affermando Smith Lumen nel panorama globale della creatività.
re al cliente, che si suddivide in tre macro-aeree: “Makeover” è ciò che definisce la consulenza ai brand che vogliono adeguarsi a un mondo che cambia, e noi li aiutiamo a gestire questo cambiamento in una logica di upgrade. “Brand coaching” è la consulenza dedicata alle progettualità che vogliono cambiare e innovare: l’obiettivo è capire insieme al cliente le aree di forte innovazione su cui puntare. “New born brand” è una specie di brand nursery: è l’affiancamento che offriamo alle aziende dal loro punto zero, che si tratti di startup o di realtà consolidate che vogliono differenziare la loro offerta ed entrare in nuovi mercati. QUAL È IL CAMBIAMENTO PIÙ SIGNIFICATIVO NELLA VOSTRA ORGANIZZAZIONE INTERNA?
In questo momento si delinea la necessità di un nuovo concetto di leadership: sempre più inclusiva, non basata sulla seniority ma sulla competenza, sull’empatia e la capacità di fare gruppo. Quindi a seconda del progetto individuiamo le figure più
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IN QUESTO MOMENTO SI DELINEA LA NECESSITÀ DI UN NUOVO CONCETTO DI LEADERSHIP: SEMPRE PIÙ INCLUSIVA, NON BASATA SULLA SENIORITY MA SULLA COMPETENZA, SULL’EMPATIA E LA CAPACITÀ DI FARE GRUPPO. adatte per svilupparlo e gestirlo, ma il coordinamento del gruppo non è responsabilità di una sola persona, ma del gruppo stesso. COSA VI CHIEDONO I CLIENTI?
Ci troviamo in un punto di svolta, come se dovessimo un po’ tutti ripartire da zero. Ma la domanda fondamentale da porsi è: quello che abbiamo costruito finora come può essere utilizzato per essere attuali? Vale per noi come agenzia, ma vale
anche per i nostri clienti, anche per i brand più grandi e consolidati, che hanno voluto mettere un punto e da lì costruire qualcosa di nuovo. Ridefinirsi come leader, non solo in relazione alla conquista o al consolidamento della propria quota di mercato, ma nella capacità di creare nuovi discorsi: con prodotti innovativi, offrendo il proprio punto di vista, parlando, esprimendosi. Le innovazioni saranno quelle in grado di dare voce alla propria identità. Ed è qui che si fanno strada sempre di più la customizzazione e la personalizzazione come modi per esprimersi in maniera unica e autentica. QUALI SONO IN QUESTO MOMENTO I PRINCIPALI TREND NELLA COMUNICAZIONE DI MARCA?
Abbiamo un dipartimento di analisi e strategia che intercetta e analizza trend e need. In questo momento abbiamo individuato quattro tendenze principali. La prima è – non sorprenderà – la sostenibilità. Ma i brand che hanno successo sono quelli che hanno fatto diventare la sostenibilità un valore radicato all’interno dell’azien-
da. Il pack è solo l’ultimo anello della catena, l’espressione di una filosofia che deve partire dal prodotto: da solo non basta. Se l’azienda non ha questa cultura, è preferibile mettere l’accento su altri aspetti differenzianti della marca, ed eventualmente comunicare gli obiettivi che si è posta. La marca ha l’onere di educare e aiutare il consumatore a un consumo più consapevole. La seconda tendenza è legata al benessere. Siamo passati, anche a causa della pandemia, dal benessere funzionale legato alle caratteristiche specifiche dei prodotti, al benessere emotivo, cioè a ciò che i prodotti possono rappresentare nella vita delle persone. E quindi da messaggi prescrittivi, che spesso avevano a che fare con la rinuncia, a messaggi che vanno nel profondo, alla ricerca dell’io. Benessere, oggi, è fare la cosa giusta. C’è poi l’entertainment. Il Covid ha sicuramente accelerato il trend di intrattenere e offrire una via di fuga a ciò che nella vita quotidiana non gratifica. È importante, oggi, creare contenuti che possano coinvolgere il consumatore nel percorso che la marca sta intraprendendo.
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MUKKI YOGURT — Per il vasetto è stata utilizzata carta 100% riciclabile al posto della plastica: questa scelta è indicata in evidenza sulla confezione. L’approccio creativo valorizza questo plus allineandosi alla grammatica della categoria bio. I colori caldi e pastellati, uno sfondo materico e le illustrazioni rafforzano il messaggio valoriale e di posizionamento.
Infine la premiumness, concetto che è cambiato tantissimo negli ultimi anni. Storicamente legato a un’espressione di status, oggi è un’espressione di valore, quello delle cose buone. È meglio spendere di più ma comprare meno, e quindi bisogna spiegare qual è la buona causa che il prodotto sposa: il saper fare artigianale, per esempio, o il legame col territorio, l’impegno sociale e ambientale eccetera. QUALI DEI VOSTRI PROGETTI ESPRIMONO AL MEGLIO QUESTI QUATTRO TREND?
Il progetto realizzato per Mukki, brand del gruppo Centrale del Latte d’Italia, è la corretta esemplificazione della sostenibilità intesa come filosofia di marca. Abbiamo realizzato la nuova linea di vasetti di carta riciclabile per lo yogurt, ma il packaging è solo l’ultimo tassello di un percorso di trasformazione e responsabilità sul territorio e sul benessere degli animali, un modo per comunicare questo processo.
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Nell’ambito dell’entertainment possiamo citare Lemonsoda, per la quale abbiamo lavorato sullo sviluppo prodotto di linea di energy activator che ha un diverso posizionamento rispetto alle linee più classiche: bevande bilanciate che uniscono la componente naturale della frutta alla presenza delle vitamine. Abbiamo scelto di definire il prodotto “energy activator” e non “energy drink” perché non diciamo cosa è, ma cosa fa: attiva l’energia attraverso i suoi ingredienti. Per quanto riguarda la premiumness, il progetto Magma sviluppato con i fornitori Avery Dennison, Kurz ed Estal è stato un’espressione dell’agenzia che va dallo studio di un prodotto che sul mercato non esiste ancora, fino alla realizzazione del packaging in una logica di effettiva macchinabilità. La premiumness non si esprime solo nell’estrema ricercatezza del design e dei materiali scelti, ma parte dallo storytelling del prodotto, strettamente connesso a un territorio magico, e al savoir faire.
SMITH LUMEN Fondata nel 2003 da Drew Smith, vede subito nei suoi primi anni di vita una crescita importante e costante sia per il ramo packaging design che corporate. La prima importante milestone risale al 2005, quando, acquisito come cliente Ferrero, Drew diventa per tutta l’azienda piemontese “Il Canadese”. Seguono anni di espansione, nel 2009 Smith Lumen conta circa 50 dipendenti e 5 unit sparse per il mondo: Londra, Dubai, San Paolo, Hong Kong e Mosca. All’inizio del 2013 viene ceduto il ramo d’azienda corporate, per concentrare le attività sul lavoro di consumer branding. Nell’anno del suo 18° compleanno Smith Lumen lascia la storica sede milanese in Via Tortona 4, per avvicinarsi al nuovo polo della comunicazione nel quartiere San Cristoforo, affermando con forza la costante voglia di innovazione e cambiamento che ha segnato la storia dell’agenzia.
Emozionaria, infine, è un nuovo brand dal posizionamento medio-alto che incarna tutti i trend di cui abbiamo parlato. I loro prodotti sono profumazioni per ambienti: candele, diffusori e tavolette, ma il loro obiettivo non è vendere profumi, bensì emozioni, collocandosi così nell’ambito del benessere emotivo da raggiungere attraverso la funzionalità dei prodotti. La filiera è controllata, di alta qualità, locale e sostenibile: tutto made in Italy, vegan friendly grazie all’uso di cera di soia, essenze naturali e materiali sostenibili anche nel packaging. Si tratta di un brand nativo digitale che si posiziona in un mercato già affollato che, per creare l’esperienza di prodotto anche in digitale, ha ideato un’esperienza di gaming che permette di identificare la fragranza più adatta al consumatore. Allo stesso tempo stiamo lavorando per sviluppare la parte analogica, attraverso touchpoint fisici, senza snaturare l’identità digitale e i valori della marca.
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SCOIATTOLO: IL POTERE DELL’UNICITÀ DALLA CUCINA AL PACKAGING Cosa succede quando al binomio inscindibile di buono e bello si uniscono creatività e tecnologia? Scoiattolo, azienda lombarda nota per la pasta fresca ripiena, ha utilizzato la competenza del Gruppo Aro, specializzata nella stampa di etichette e rotoli, per la realizzazione di un pack limited edition che, grazie alla stampa digitale di HP e l’utilizzo del software Mosaic, ha trasformato il tradizionale incarto industriale del segmento Pasta Fresca in un prodotto unico e prezioso e dall’enorme potere comunicativo. «Il progetto di customizzazione della confezione in Limited Edition Scoiattolo nasce in relazione al Concorso Social Natalizio 2021 “Inventa il tuo ripieno Scoiattolo” finalizzato a valorizzare l’esperienza di co-creation con i nostri consumatori» dice Alice Galli, Communication Manager di Scoiattolo. «I partecipanti erano invitati a proporre la loro idea di ripieno sul sito di concorso. Il vincitore Fabrizio Corgnati (@fabrincucina su Instagram) ha così visto realizzare sulle linee Scoiattolo non solo la ricetta dei suoi deliziosi “Ravioli ripieni di scampi, burrata e scorza di agrumi” ma anche una confezione del tutto
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dedicata al progetto». Forte di un rapporto di collaborazione e fiducia che va avanti dal 2016, il Gruppo Aro ha proposto al raviolificio di Lonate Ceppino il servizio Kamaleo. Il sistema, che sfrutta il software SmartStream Designer di HP, è in grado di creare grafiche diverse da un unico file di partenza, modificando colori e dimensioni, alternando gli elementi del pattern iniziale con un risultato eccezionale per qualità cromatica e grande variabilità. La tecnologia di stampa HP Indigo ha permesso ulteriori nobilitazioni: «La forza della grafica è stato l’utilizzo spot del colore argento abbinato al bianco su film trasparente
– dice Cristina Regazzoni, Ufficio grafico del Gruppo Aro – e questo ha permesso di realizzare tinte cromate, tinte piatte, trasparenze e la possibilità di vedere il prodotto all’interno della confezione. Naturalmente il vero punto di forza è stato il dinamismo delle grafiche: cambio colore, dimensione e posizione di alcuni elementi grafici». «Il concept di Scoiattolo si è ispirato al naming e al legame dell’azienda con la genuinità e l’amore per la natura» prosegue Alice Lepori, Art Director di Scoiattolo. «Da qui l’idea di giocare con elementi vegetali come foglie, ghiande e bacche. Uno studio minuzioso dei dettagli e delle
variabili, fatto con Aro, ha permesso di ottenere 2.000 confezioni uniche: 400 esemplari per 5 varianti di colore». Si tratta di un’esperienza pionieristica sia per Scoiattolo che per l’intero segmento Pasta Fresca: «Il nostro mercato – dicono Galli e Lepori – è caratterizzato da una certa fissità produttiva, retaggio di un prodotto molto legato alla comunicazione tradizionale. Scoiattolo ha voluto sperimentare Mosaic e il dato variabile come l’occasione ideale per testare un metodo di customizzazione molto promettente. I prodotti in Limited Edition hanno registrato grande interesse, curiosità e apprezzamento, e ciò
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Come è fatta la Limited Edition Scoiattolo: l’esperienza di Aro con HP SmartStream Designer e HP Indigo La parola a Cristina Regazzoni, Ufficio Grafico del Gruppo Aro
ci incoraggia ad abbracciare un’idea di movimento, divertimento e unicità per progetti futuri su larga scala che arriveranno nei banchi della GDO». Esperienza resa possibile sia dalla tecnologia HP che dall’attitudine sperimentale e collaborativa del partner di stampa: «Aro si è sempre posta verso il cliente nel modo più dinamico possibile – spiega Federico Schiavulli, Direttore vendite del Gruppo Aro – cercando soluzioni adeguate alle esigenze e, laddove si trova la giusta sinergia, spingendo un po’ l’acceleratore su innovazione e realizzazioni specia-
li, come in questo caso». «L’innovativo servizio Kamaleo – dicono infine Viviana Puzone, Communication Manager, e Viviana Limido, Art Director del Gruppo Aro – permette a tutti, dal piccolo produttore artigianale fino al colosso multinazionale, di sfruttare in modo semplice ed efficace la tecnologia per dare ai propri prodotti una forza mai vista prima, trasformando sleeve ed etichette in un potente strumento di marketing con un impressionante risparmio di tempo e budget. Una rivoluzione davvero alla portata di tutti».
La preparazione dei file. Per realizzare l’impianto è stato utilizzato un plug-in di Illustrator che si chiama HP SmartStream Designer, nello specifico è stata utilizzata la funzione di HP Mosaic. Il sistema di creazione Mosaic/Collage è piuttosto intuitivo: i diversi menu del plug-in si integrano nel programma Illustrator, in modo da realizzare grafica e “variabilità” in un’unica applicazione. La potenzialità dell’applicazione si esprime al meglio con elementi grafici semplici e dai colori piatti che vengono più facilmente trasformati in infinite varianti. Abbiamo notato che soluzioni di grafica più “leggera” permettono di cogliere al meglio il dinamismo di dimensione, rotazione nello spazio e cambio di cromia. Per l’utilizzo del sistema Mosaic/Collage è stato seguito un corso propedeutico con collaboratori HP, ma è stato con la pratica e con la realizzazione di lavori con database e dato variabile che ne abbiamo colto pienamente le potenzialità. L’immagine di base è stata realizzata dall’ufficio grafico di Scoiattolo: ci è stato fornito un file vettoriale, l’indicazione degli elementi fissi e di quelli da variare, e una gamma di colori che dovevano cambiare in maniera randomica. Abbiamo così realizzato il file di base per Mosaic. I materiali e la stampa con HP Indigo. La macchina ha stampato su un film trasparente trattato con primer apposito, in reverse per evitare il contatto con gli alimenti, successivamente accoppiato con materiale PE trattato Evoh che funge da barriera all’ossigeno. È stato realizzato un template direttamente nel composer per utilizzare il file singolo generato da HP SmartStream Designer e il database numerico per mantenere le caratteristiche di stampa richieste dal cliente: formato, ripetizioni e tacche. Essendo il supporto di stampa un film trasparente, abbiamo optato per l’utilizzo abbinato della quadricromia con colore bianco, creando così parti opache, ma il vero tocco “straordinario” è stato l’utilizzo del colore speciale argento. I colori scelti in fase di realizzazione della grafica sono così diventati metallizzati. 25
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Sopra: Tenoha A destra: Nardi Mobili in Cartone
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Lavoro da remoto, in presenza o ibrido? Qualunque sia la scelta, la pandemia ha fatto emergere il bisogno di spazi confortevoli in cui pensare, creare e condividere. E tornare in ufficio significa anche far fronte a nuove esigenze di sicurezza. Ecco come tecnologie e materiali innovativi soddisfano una crescente richiesta di ambienti a misura del benessere – fisico e mentale – delle persone.
La pandemia ha influito sul modo in cui viviamo gli spazi di lavoro. Per alcuni, l’emergenza ha coinciso con la scelta radicale di abbandonare l’ufficio tradizionale. Altri hanno abbracciato i vantaggi dello smart working, ma soltanto parzialmente, alternando lavoro in presenza e da remoto. Ripensare il rientro in ufficio significa non soltanto far fronte alle esigenze di sicurezza emerse durante l’emergenza ma anche creare spazi confortevoli, in cui pensare, creare, condividere. Secondo un articolo pubblicato su New Scientist ad agosto 2021, l’ambiente di lavoro ideale è ricco dei cosiddetti “segnali di appartenenza”, cioè elementi che ci trasmettono un senso di identità e ci fanno sentire parte dell’ambiente che ci circonda. A dire il vero già nel 2010 un saggio intitolato Generation Y in the Workplace mostrava come il 72% degli intervistati (appartenenti alla generazione dei millennial) ammetteva che l’ambiente di lavoro influenzasse le loro scelte professionali. Secondo Gensler, studio di architettura artefice di molte riprogettazioni di uffici di nuova generazione, qualsiasi cambiamento nel design deve risultare “autentico” e coerente rispetto alla cultura aziendale. Non si tratta di un concetto particolarmente nuovo, ma sicuramente nuove sono le modalità con le quali brand, progettisti, fornitori di servizi di stampa hanno provato a rispondere alle sfide che pone il presente, anche servendosi delle ultime innovazioni sul fronte delle tecnologie e dei supporti di stampa.
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Valorizzare l’esperienza umana La versatilità garantita dalla stampa digitale ha aperto diverse opportunità nell’ambito dell’office design. Durante il webinar Décor: What’s Next, organizzato lo scorso anno da HP, Rachel Nunziata, Interior Decor Print Columnist and Consultant, ha spiegato come gli uffici, svuotati per molto tempo dalla presenza umana, rivendicano adesso una nuova identità. Compito dei progettisti è far sentire le persone a proprio agio. La personalizzazione diventa uno strumento per ricreare, anche all’interno di uno spazio condiviso, delle “oasi” compartimentate e accoglienti, che integrano elementi un tempo appannaggio dell’home décor. Ne è un esempio il Light Box BCN, coworking al centro di Barcellona, arredato con oggetti stampati e personalizzati con tecnologie di stampa HP Latex e Stitch. Secondo Paolo Tedeschi, Head of Communications, Corporate Marketing and Sustainability di Canon Italia, compito dei fornitori di soluzioni di stampa è offrire il proprio suppor-
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to ai designer affinché la tecnologia diventi uno strumento abilitante per riprogettare gli ambienti lavorativi trasformandoli in luoghi in cui estetica, comfort, forma e funzionalità coesistono. «Occorre sviluppare una visione dell’ufficio più dinamica e inclusiva, in cui il focus sia la valorizzazione dell’esperienza umana. Non si parla di uffici del futuro, ma di interpretare le reali esigenze delle persone facendo un’attenta analisi del presente» spiega Tedeschi. «La comunicazione visiva stampata diventa uno strumento indispensabile per raccontare l’identità aziendale anche attraverso precise scelte progettuali. Si tratta di passare da uno storytelling a uno storydoing». “Divide et comunica” grazie al tessuto Il south working ha avuto come conseguenza l’apertura di spazi di lavoro condiviso anche in centri di medio-piccole dimensioni, anche se secondo una ricerca di Italian Coworking, Milano, Roma e Torino continuano a guidare la classifica per
Sopra e in alto a destra: Nardi Mobili in Cartone
densità e diffusione di coworking in rapporto alla popolazione. «Durante il lockdown abbiamo registrato una marea di disdette, ma con il ritorno alla normalità abbiamo cominciato a ricevere sempre più richieste, non soltanto da parte dei liberi professionisti, ma anche da aziende che, per decongestionare gli uffici, optano per soluzioni come la nostra per i propri dipendenti» spiega Mario Pescetto, General Manager di Tenoha, spazio polifunzionale situato a Milano in un ex laboratorio di carte da parati nei pressi dei Navigli. L’arredamento interno, di ispirazione nipponica, ha sempre previsto l’utilizzo di pareti divisorie che, oltre a garantire il necessario distanziamento, assolvono la necessità estetica di trasmettere un senso di pulizia, rigore, tranquillità. La ricerca di soluzioni a impatto zero si legge anche nel ritrovato utilizzo del tessuto. «Lavorando come service, il contatto con diverse tipologie di cliente ci permette di tenere il polso della situazione» racconta Fabrizio Citro, General Manager di Industria Grafica FG, azienda di Salerno specializzata in stampa digitale per allestimenti. «Negli ultimi mesi la richiesta di tessuti stampati è cresciuta in maniera esorbitante. La stampa sublimatica offre il vantaggio di essere inodore e di assicurare un elevato
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grado di personalizzazione. La gamma di applicazioni è potenzialmente infinita: pareti divisorie, espositori tubolari, chiaramente di dimensioni più piccole rispetto a quelle utilizzate in ambito fieristico, wallpaper, retroilluminati. La maggior parte dei clienti nell’ambito office richiede tessuti antibatterici e fonoassorbenti». Arredi belli ed efficienti: dal cartone… Trasformare gli uffici in spazi eco-efficienti a partire da una scrivania o un armadio? Una sfida che Nardi Mobili in Cartone ha abbracciato nel 2012, mettendo a fattor comune l’esperienza nel settore dell’arredo per uffici di Stefano Nardi e la passio-
Sopra: Lockers ArmetBox texturizzati di Armet In alto a destra: Leaderform
ne per l’eco design del figlio Massimiliano, di professione architetto. Come suggerisce il nome, l’azienda progetta e realizza arredi in cartone, un materiale che, oltre a garantire performance di sostenibilità eccellenti, è anche estremamente versatile. A distanza di un decennio dalla nascita, l’offerta si è differenziata: quella che era una start up è oggi una realtà consolidata che vanta allestimenti in tutto il mondo. «Acquistiamo dalle cartiere grandi fogli in cartone a tripla onda di diversi spessori, a seconda delle esigenze. Da questi fogli ricaviamo gli elementi che servono a comporre ciascun arredo, utilizzando plotter di precisione che assicurano un taglio impeccabile, condizione necessaria dal momento che tutti i mobili si montano grazie a soluzioni a incastro e quindi progettazione e taglio non ammettono imprecisioni» spiega Stefano Compagno, Marketing & Communication Manager dell’azienda. I fogli di cartone possono essere del classico color avana o bianchi; grazie alla stampa diretta è inoltre possibile personalizzarli su richiesta. «Negli anni abbiamo sviluppato una serie di soluzioni pensate per rendere ancor più durevoli e affidabili i nostri mobili con finiture in vetro, sughero, laminato e D-bond per migliorare le performance anti-usura delle superfici più sollecitate all’uso, come per esempio il ripiano di un bancone reception, o di una scrivania» prosegue Compagno. Grazie al know-how acquisito, Mobili in Cartone promuove un’idea di arredo che sia sostenibile
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ma anche durevole. «La personalizzazione è un aspetto fondamentale del nostro lavoro, visto che buona parte degli arredi viene creata su misura, o adattata in base a quello che il cliente sogna di realizzare. Forme, dimensioni, finiture, dettagli estetici e stampe personalizzate consentono di creare arredi in cartone assolutamente unici e pensati ad hoc per soddisfare le aspettative dei clienti». …al metallo L’evoluzione tecnologica permette di trasporre il discorso anche a materiali finora meno interessati dal fenomeno della customizzazione. ArmetBox è una collezione nata dalla collaborazione tra l’azienda Armet, specializzata nella produzione di armadi e mobili metallici, e l’architetto Aldo Cibic, che ha saputo reinventare gli arredi attraverso un design pulito ma personalizzabile, e alla combinazione di elementi modulari con cromatismi, forature e texture diverse. Interamente realizzati in lamiera d’acciaio, materiale riciclabile al 100%, i mobili vengono verniciati con polveri epossipoliestere ecologiche. Le stampe sono realizzate tramite una stampante ad alta definizione all’interno del laboratorio di stampa. «Una volta stampata, la texture viene protetta con uno strato di vernice trasparente» spiega Nello Luongo, Direttore Commerciale di Armet. «Tutte le strutture sono modulari con dimensioni di 450x450x450 mm e il cliente può scegliere di adattare la
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struttura alle proprie esigenze, scegliendo texture a singole immagini o immagini composte su più mobili. Mettiamo a disposizione un render con il layout dei mobili, i decori e le colorazioni scelte, prima di procedere con la produzione». Lo studio di design Madea di Napoli, per esempio, ha scelto la linea ArmetBox per realizzare contenitori multifunzione da posizionare nell’area comune dei propri uffici. In sicurezza, senza dimenticare l’estetica Questo nuovo modo di concepire l’ambiente di lavoro ha aperto numerose opportunità a progettisti e professionisti della stampa, che si stanno aprendo al mondo dell’office design, integrando la propria offerta con pareti divisorie, segnaletica per il distanziamento, arredi personalizzati. Grande attenzione è riservata alla selezione di inchiostri atossici e materiali riciclabili, che possano essere sottoposti a interventi di igienizzazione costanti senza essere danneggiati. «Fin dal primo lockdown abbiamo realizzato parafiato personalizzati, adesivi calpestabili per la comunicazione orizzontale, cartelli e pannelli per informazione e prevenzione, vinili antibatterici. Essendo destinati a luoghi aperti al pubblico, l’attenzione alle certificazioni era massima già dalla richiesta di pre-
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ventivo» spiega Iole Preziosi, Marketing Manager di Grafica Metelliana, azienda di stampa campana che ha di recente aperto una divisione dedicata alla visual communication. «A partire dalla trasformazione di materiali rigidi e flessibili con macchine da stampa e taglio per il digital signage è possibile rispondere oggi a qualunque tipo di richiesta» aggiunge Federico Cozza, CEO di Leaderform, azienda veneta specializzata nella stampa per la Business communication. «Vetrofanie, pannelli, espositori, bandiere, ma anche allestimenti per eventi aziendali, anche se chiaramente nell’ultimo periodo la richiesta è stata ridotta. Oltre alle certificazioni più comuni, come la reazione al fuoco, dopo la pandemia è diventata la norma includere quelle antibatteriche e antivirali». Anche per Robertino Paoloni, Direttore Generale della marchigiana RAM System, la stampa digitale di grande formato è stata un alleato. Grazie all’installazione di una soluzione Ricoh Pro L5160e, l’azienda è riuscita a fornire ai clienti soluzioni efficaci sia da un punto di vista estetico che funzionale. In aggiunta a ciò, tra le applicazioni più richieste ci sono quelle in plexiglas, utilizzato per la creazione di divisori a cornice che permettessero di fare una conversazione faccia a faccia senza il bisogno di indossare la mascherina.
In alto a sinistra: Tenoha In alto a destra: Nardi Mobili in Cartone Qui sopra: Composizione ArmetBox di Armet
Insomma, con buona pace dei più radicali che ne annunciavano la morte già dopo pochi mesi dall’inizio della pandemia, oggi appare evidente come non siamo ancora pronti a dire addio all’ufficio. Una progettazione più empatica servirà a costruire ambienti di lavoro che rappresentino la cultura aziendale promuovendo il benessere dei dipendenti e facendo da catalizzatore di idee. Il posto di lavoro ideale sarà un posto in cui è possibile ispirarsi, condividere ma anche concentrarsi. Un posto del genere avrà bisogno di spazi dai tratti domestici ma funzionali, luce naturale, mobili e arredi realizzati con materiali naturali e sostenibili. Compito di designer e stampatori sarà quello di creare ambienti versatili e facilmente riconfigurabili, che tengano conto dello “spirito” aziendale e riescano a conciliare le esigenze di sicurezza con quelle di comunità e condivisione.
HOW IT'S MADE NERO SU NERO È il colore non-colore, enigmatico e seducente. Ma tutt’altro che facile da ottenere e riprodurre. Più che di “nero”, infatti, bisognerebbe parlare di “neri” perché al di là degli inchiostri di stampa c’è da considerare anche la gestione del nero dei programmi di grafica o impaginazione, da cui quegli inchiostri derivano e dipendono. Ecco cosa bisogna sapere per realizzare progetti di stampa in nero. di L O R E N Z O
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Nero come la notte, il buio, il vuoto cosmico; nero come il gatto delle streghe, il manto dei cavalli frisoni, il corvo e la pantera; nero come le more, il sambuco e il ribes. Nero come il carbone. Ce n’è tanto di nero attorno a noi! In realtà il nero, inteso come il colore con luminosità nulla, in natura non esiste: a ben guardare sono sempre sfumature estremamente scure di altri colori. Forse di nero assoluto ci sono solo i buchi neri lassù o, pensando alle cose dell’uomo, il blackest black, la sostanza più nera mai creata, composta da nanotubi di carbonio, sviluppata nel 2019 dal MIT di Boston: in grado di trattenere il 99,995% della luce, ha superato il Vantablack brevettato dalla britannica Surrey NanoSystems con il quale BMW ha realizzato una speciale vernice per la sua X6 Vantablack. Ma il nero è anche il colore dei giornali, delle fotocopie, dei libri, dei documenti, dei fumetti a china: insomma è il colore della stampa per antonomasia, e anche dell’inchiostro elettronico. 32
Nero come l’inchiostro Nero è il colore dei testi ma anche delle immagini quando si stampava solo a un colore, e soprattutto è uno dei colori della quadricromia. Infatti il ciano, il magenta e il giallo, che da soli teoricamente darebbero il nero, anche alla massima intensità, senza il nero restituiscono solo un marrone molto scuro, il bistro. Se ne era già accorto Jacob Christoph Le Blon, pittore, incisore e inventore di un sistema di stampa a quattro colori su rame, quando nel 1725 nel suo volume Coloritto riproduce per sovrapposizione di tre inchiostri (blu, giallo e rosso) il ritratto di una giovane donna, aggiungendo, per migliorare l’immagine, una quarta lastra inchiostrata di nero. Il modo più semplice per ottenere il nero in offset è utilizzare l’inchiostro nero di cromia, quello dell’ultima lettera della sigla CMYK, dove la K fa non fa riferimento al blacK per distinguerlo dal blu, come vorrebbe la leggenda, ma al termine “Key”, perché la lastra del nero è quella “chiave”, quella utilizzata come riferimento per l’allineamento del registro tra le lastre degli altri tre colori. Nero e non solo Anche i quotidiani, un tempo regno incontrastato del nero, usano i colori, nonostante la resa a stampa e la carta. E se si toglie l’editoria libraria, l’unica per cui abbia senso stampare solo in nero, nel mondo della stampa commerciale, tra nuove tecnologie e digitale, è caduto anche il mito dell’usare un colore solo per ridurre al minimo il costo dello stampato. Nell’era dell’immagine convertire tutto in scala di grigio con i colori ridotti a un solo canale fatto dal retino del nero, con passaggi più o meno morbidi a seconda della lineatura, fa assomigliare tutto a una fotocopia ben fatta. L’aggiunta del colore nero in stampa migliora la resa cromatica, in quanto aggiunge maggior contrasto e profondità alle immagini, consente di ottenere neri più pieni, amplia il gamut dei colori ottenibili verso i colori scuri e rende meno critico il controllo del bilanciamento
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degli altri tre colori, cioè, come si dice in gergo, stabilizza l’asse dei grigi. Eppure se il ciano, il magenta e il giallo da soli non ce la fanno a dare il nero, è pur vero che anche il nero non può fare a meno di loro. A questo proposito Gianni Camusso, senior graphic designer già vice art director di Mondadori Libri con all’attivo numerose collaborazioni con case editrici, spiega: «Comincerei col distinguere il nero di un fondo o di un lettering dal nero di un’immagine. Perfetto per i testi, non è sufficiente in termini di copertura quando si tratta di superfici ampie, come una copertina, o di lavori in cui la resa qualitativa delle immagini è indispensabile. L’inchiostro nero, infatti, sia pure a densità massima, sui fondi da solo appare slavato e svuotato, quasi grigio», soprattutto se la carta tende ad assorbire, o ancora, se non si imposta bene la foratura e la sovrastampa lascia trasparire eventuali grafismi sottostanti, «ma in questo caso i software lo sovrastampano in automatico sugli altri colori su cui poggia».
+ + + L’aggiunta del colore nero in stampa migliora la resa cromatica, in quanto aggiunge maggior contrasto e profondità alle immagini.
Vedo nero Generalmente per rendere bene il nero conviene crearne uno rinforzato da un secondo colore oppure composto da tutti e 4 gli inchiostri, il cosiddetto nero ricco. Tutto dipende da come stamperemo, dal tipo di lavoro e dal budget. Continua Camusso: «Nel caso di un fondo che ospiterà testi in negativo, conviene limitare l’arricchimento del nero. Questo perché bisogna evitare l’effetto fuori registro che inficerebbe la leggibilità, come si nota spesso nei rotocalchi e nei magazine. È sempre difficile in stampa far sì che i 4 colori siano perfettamente a registro e si possano leggere nitidamente testi in bianco su un fondo di quadricromia». Sui fondi pieni si può comporre un nero rinforzato con il 50% di un secondo colore che però avrà inevitabilmente una dominante a seconda del colore scelto: «arricchito dal ciano, avrà un aspetto impercettibilmente più freddo, più caldo con il rosso», mentre usando il giallo avrà una sfumatura più dorata. Volendo si possono sfruttare anche le tinte piatte messe a disposizione
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dal sistema Pantone e doppiare il nero con un secondo inchiostro della gamma dei black: un escamotage che rende più intenso il nero di cromia e compensa il rischio di capperi sui fondi pieni. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: basta una ricerca nella piattaforma PantoneConnect per trovarne almeno una cinquantina. I colori del nero Indubbiamente due neri migliorano le cose anche nel caso delle immagini in b/n stampate a 4 colori. Ma occorre lavorare in prestampa, costruendo un secondo nero, detto “scheletrico” o “di ripiego”, a partire dall’immagine in CMYK, duplicando uno dei canali (quasi mai il giallo) e, nelle curve, abbassando le ombre in modo da creare una nuova tinta piatta che riempia e disegni i mezzi toni. Ma si può fare di più soprattutto se ricerchiamo massima qualità: aggiungere un grigio come tinta piatta. Stampando con 2 neri e un grigio l’immagine viene dapprima convertita in un b/n a 4 colori, quindi si userà general-
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C M Y K
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Nero piatto
0
0
0 100 C=30 M=30 Y=30 K=100
Nero ricco
30 30 40 100
Nero freddo
50 0
Nero caldo
0 50 0 100
0 100
NERO=100%
Nero dorato
0
Nero Photoshop
91 79 62 97
Nero Registrazione
100 100 100 100
mente il canale del ciano per stampare con l’inchiostro nero le mezze tinte, il canale del magenta (all’80%) per il grigio e il canale del nero per lo scheletrico, eliminando il giallo che non disegna e sporca. Decidere a priori quale dei Grey usare è difficile perché la simulazione a video non rende effettivamente quella che sarà la stampa, a maggior ragione usando un Pantone. Per questo può essere consigliabile accordarsi preventivamente con lo stampatore e prepararsi a dover rincorrere pazientemente all’avviamento il risultato voluto. Ovviamente, se si è alla ricerca di effetti particolari come il seppiato, è possibile usare un altro Pantone. «Quando ho a disposizione solo la quadricromia per stampare una foto in b/n - spiega Camusso – se l’immagine nasce già in b/n in genere ha già dei contrasti studiati in origine dal fotografo e potrebbe non essere necessario intervenire, mentre se viene convertita da un originale a colori quasi sempre risulterà piatta e poco contrastata. Occorrerà quindi intervenire nelle curve per ridare profondità ai neri e luce ai bianchi per avere maggiore tridimensionalità. In entrambi i casi però converto sempre l’immagine in quadricromia proprio per avere neri più pieni facendo solo attenzione a non superare, con la somma dei colori, il 300/320%, misurando un punto nero dell’immagine». Per un b/n più neutro possibile, partendo da
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0 50 100
un’immagine in RGB, si può convertire in CMYK con un elevato GCR (Grat Component Replacement): nell’immagine lavorerà molto più con il nero e meno con gli altri colori, migliorando la neutralità.
+ + + Decidere a priori quale dei Grey usare è difficile perché la simulazione a video non rende effettivamente quella che sarà la stampa
Nero profondo Sicuramente, la soluzione più pratica per ottenere un bel nero pieno nei fondi è creare il cosiddetto nero ricco (rich black) fatto dai 4 colori di quadricromia ottenuto con diverse combinazioni. Ogni grafico ha la sua ricetta: Camusso preferisce il C40, C40, Y40, K100, ma usate sono anche il C30, M30, Y40, K100 o ancora C50, M30, Y30, K100. Non c’è molta differenza, l’importante è non esagerare con le percentuali di inchiostri che, sommate, non dovrebbero superare il 310% per una carta patinata. Questa soglia, comunque segnalata da qualsiasi sistema di preflight, dipende dal tipo di supporto e rappresenta la massima quantità di inchiostri sovrapposti tollerata (TIL = total ink limit) prima di dar vita al fenomeno del rifiuto, che si verifica quando la carta non è in grado di assorbire gli inchiostri. Certamente un nero così fatto apparirà pieno, uniforme e ben coprente, ma il registro? Dipende da dove si usa: il nero ricco non va usato a sproposito per grafismi fini o
per i testi piccoli per i quali va usato il solo nero. Si fa presto a dire nero Insomma, più che di “nero” bisognerebbe parlare di “neri” perché al di là degli inchiostri di stampa c’è anche la gestione del nero dei programmi di grafica o impaginazione, da cui quegli inchiostri derivano e dipendono. In Photoshop, a parte il nero piatto (C0, M0, Y0, K100), esistono 2 diverse composizioni base per il nero di quadricromia: C75, M65, Y60, K80 con coprenza 280%, che si ottiene convertendo il nero piatto dallo spazio RGB al CMYK, e il cosiddetto nero di Photoshop ovvero C91, M79, Y62, K97 con coprenza 330% che corrisponde al massimo nero ottenibile (Lab* 0, 0, 0 RGB 0, 0, 0 - esadecimale 000000). In InDesign, dove il nero di base è il nero piatto e non c’è possibilità di conversione tra spazi colore del documento, sarà al momento della creazione del pdf che, in base alle impostazioni, si avranno le corrette conversioni in quadricromia: il nero piatto resterà K100, i neri a 4 colori manterranno le loro composizioni, ed eventuali neri in RGB saranno convertiti proporzionalmente nei valori CMYK (es. RGB 30, 30, 30 = C75, M65, Y60, K80). Ma l’errore che non va commesso in
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Stampato con quadricromia più Light Black su HP Indigo
+ + +
La stampa del nero in digitale Stampare il nero in digitale ha tratti co-
bicromie bianco e nero; poi, dato che la
manualmente, creando 2 canali Nero +
richiesta si è spostata, anche sulla qua-
Light Black tramite Photoshop: in questo
dricromia, con un secondo algoritmo per
modo sarà il grafico a decidere dove vuo-
le immagini a colori.
le la stampa del secondo colore. Anche in questo caso, alla fine, copierò il lavoro
muni con l’offset, ma ha anche peculiarità tutte sue: ne abbiamo parlato con Fabio
Quali differenze ci sono tra stampare un
Galimberti, Solution Architect HP Indigo
nero di qualità in digitale e in offset?
Division.
Con HP Indigo non abbiamo differenze,
Quanti neri esistono in digitale in termi-
la nostra tecnologia permette di ripete-
ni di neri a 4 colori e speciali (Pantone o
Qual è la best practice per stampare in
re più volte il canale del nero, questo fa
inchiostri speciali)?
digitale un’immagine b/n?
sì che la separazione abbia una doppia
Non abbiamo limiti, le macchine da stam-
Si incomincia con un file in RGB. HP Indigo
passata di inchiostro. Volendo lo posso
pa HP Indigo possono stampare sino a un
usa un algoritmo che lavora automatica-
effettuare anche su tutte le separazioni
massimo di 7 colori contemporaneamen-
mente e trasforma il file di ingresso a 2
del mio lavoro (CMY).
te: essendo certificate Pantone, potrei
all’interno del DFE.
inserire 3 tipologie di nero uno diverso
separazioni Nero + Nero light per immagini in bianco e nero, altrimenti per file a
In digitale come si evitano i neri ecces-
dall’altro. Oltre al Pantone, posso inserire
colori l’algoritmo lo trasformerà a 5 se-
sivamente chiusi nelle ombre e nei b/n
quelli che vengono chiamati colori perso-
parazioni CMYK + light black. L’inchiostro
molto scuri?
nalizzati (rosso Coca-Cola, giallo Poste
Light black era nato inizialmente per sod-
Essendo un offset digitale usiamo la
Italiane per fare qualche esempio), ba-
disfare le esigenze del mondo fotografi-
stessa filosofia di stampa, lavorando sul-
sta avere il valore LAB e il tipo di carta
co di raggiungere un’altissima qualità in
le curve di compensazione del canale del
su cui si intende stampare e HP Indigo è
bianco e nero. Normalmente per stampa-
nero e correggendo, laddove necessario,
in grado di fornire l’inchiostro desiderato.
re quel tipo di immagini si lavorava sem-
l’apertura delle ombre.
Abbiamo anche altri inchiostri speciali: un nuovo inchiostro bianco molto co-
pre con file in quadricromia, ma il risultato finale spesso aveva una predominanza
Come si prepara il file per stampare un
prente; un giallo invisibile, di cui a occhio
di giallo, magenta o ciano; era veramente
b/n di qualità neutro e profondo?
nudo non riesco a vedere il grafismo, che
difficile avere un’immagine neutra in toni
Sostanzialmente in due modi. Il primo è
si attiva con luce UV; un inchiostro pink
di grigi che facesse risaltare facilmente
in automatico, senza l’intervento dell’o-
fluorescente; inchiostri light cyan e ma-
tutti i particolari. HP Indigo è riuscita in
peratore di prestampa: basta copiare il
genta; ultimo ma non meno importante,
modo semplice e automatico a ovviare a
file all’interno del DFE Indigo e l’algoritmo
un inchiostro trasparente che permette
tutti questi problemi, creando inizialmen-
di HP Indigo fa la separazione sia per la-
di avere un effetto vernice a spot (solo
te un algoritmo che lavorava solo per le
vori a colori che per lavori in b/n. Oppure
visivo e non protettivo).
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InDesign è usare il nero chiamato [Registro]: si tratta di un campione colore, che non può essere modificato o rimosso, ottenuto dalla percentuale massima dei 4 colori, che viene riportato in ogni canale e viene usato per i segni di stampa, come crocini di registro, di taglio, informazioni di pagina, tacche eccetera. Ricordate che ciò che vedete a monitor non è ciò che stamperete, per questo impostate, nelle preferenze di InDesign e Illustrator, l’aspetto del nero in modo che il nero piatto appaia come un grigio scuro, mentre il nero ricco sia effettivamente nero. Stampare il nero Ma veniamo alla stampa. In offest capita spesso di vedere fondini o testi a corpi importanti stampati in nero con sotto immagini ben visibili in trasparenza. È facile accorgersene già a video, mentre si impagina, a patto di
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lasciare attivata la simulazione della sovrastampa. Il solo inchiostro nero, per quanto carico, come detto, non riesce a coprire completamente il retino sottostante degli altri colori. Il nero ricco aiuta, ma quando non si può usare è possibile aggirare le impostazioni dei programmi di grafica, impostando il nero solo in quel punto in foratura e non in sovrastampa, in modo che “buchi” tutto ciò che vi è sotto. Attenzione però che nella creazione del pdf o in fase di ripping non si ripristini la situazione iniziale. In digitale, le logiche non cambiano, ma ci sono possibilità tecniche maggiori proprio per la possibilità di intervenire come serve copia per copia, con precisione massima. Con la tecnologia Indigo, ad esempio, è possibile costruire neri ricchi per ottenere un’ottima coprenza; laddove il canale del nero è solo composto dal 100% si può stampare più volte il colore (da 2
+ + + Non è il caso di saturare i colori in maniera innaturale, come spesso si vede soprattutto sui social nelle foto di paesaggio.
a 16 volte); oltre a questa funzione si può decidere di ribattere (ristampare) solo K100 in modo tale da non variare la cromia su un eventuale lavoro o ristampare tutto il K100 e le sue mezzetinte. Inoltre è molto più facile intervenire in modo puntuale sulle quantità di inchiostro sui testi e sulle immagini in modo da ridurre l’effetto di nero chiuso che a volte il digitale dà, soprattutto nelle ombre e nei b/n molto scuri. Al momento del ripping si può intervenire sulle immagini regolando lo sharpening per dare più dettaglio o lo smooth per donare maggior morbidezza ai passaggi cromatici nelle ombre. Il concetto di secondo nero di rinforzo c’è anche in digitale soprattutto per la resa delle immagini in b/n: preparando il lavoro in bicromia (canale nero + canale nero Light) si ottengono stampe di elevata qualità, senza avere la predominanza di un altro colore.
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220 yrs
#neverstopstarting
È nata Barilla Al Bronzo. La nuova era della pasta degli Italiani.
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S P A Z I O
R O B I L A N T
A S S O C I A T I
Andrea Bandiera Direttore Creativo e Partner di Robilant Associati dal 2010, ha cominciato la sua carriera in agenzia nel 2000 dopo il diploma in Graphic Design all’Istituto Europeo di Design. Sin dal principio il suo approccio visionario, creativo, eclettico al branding l’ha portato alla realizzazione di progetti di brand identity, packaging, special edition & activation, advertising e retail per un ampio numero di clienti nazionali e internazionali. Oggi Andrea Bandiera è parte del board alla guida dell'azienda. Appassionato di comunicazione, indaga con particolare attenzione l'ideazione di nuove modalità espressive per la marca, attraverso video, nuove tecnologie digitali e workshop. È anche docente di Packaging Design.
Dichiarazione fiera di una pasta top quality di nuova concezione, Barilla Al Bronzo si presenta con un rosso assoluto che segna inequivocabilmente la più grande novità negli scaffali della pasta di tutto il mondo. Il colore attinge all’essenza dello storico logo Barilla e si spande sull’intera confezione a metafora di un prodotto che rappresenta il punto più alto dell’esperienza dell’azienda nell’arte della pasta.
L'
identità della nuova gamma nasce dal desiderio di rappresentare un passo in avanti decisivo nel cammino continuo di Barilla verso l’innovazione e la ricerca della qualità. Interpreta, quindi, la volontà forte di marcare una vivida differenziazione con il resto della gamma che continua a esistere nel suo consueto blu. Se il rosso diventa colore dominante, il blu – forte del suo valore identitario – rimane inchiostro chiamato a imprimere su questa nuova pagina una storia mai raccontata così prima d’ora. Con Al Bronzo, il brand Barilla è protagonista al centro della confezione diventando una cosa sola con il nome del prodotto. Il logotipo è stato ridisegnato non solo in vista di una maggiore leggibilità, ma per un tratto più assertivo, chiaro e soprattutto “senza tempo”. Per la prima volta la data diventa parte integrante dell’identità, per celebrare il 145esimo anniversario della Food Company italiana più longeva e riconosciuta nel mondo. L’intero restyling è vol-
to a ridimensionare la forte propensione in avanti della marca, legata a valori di performance e prestazione propri di un altro periodo storico, recuperando invece una rinnovata simmetria, espressione di solidità, centratura, presenza e attenzione per la qualità. Su Barilla Al Bronzo, si smaterializza l’ovale bianco del marchio – storica citazione della pasta all’uovo oggi parziale per una realtà diventata una Food Company a 360 gradi su piano globale – diventando pura memoria visiva impressa nel background. Segno di una storia che persiste ma evolve. Centro vitale da cui si genera una texture ben descritta: quella dalla pasta trafilata al bronzo con lavorazione grezza: ruvida, porosa e corposa. La stessa che è possibile apprezzare dalla finestra trasparente che dischiude lo sguardo sull’interno, su una pasta dal nuovo colore ambrato intenso. Sul fronte del pack spicca il timbro, restyling del primissimo segno che il pastificio Barilla adottò
a confezione dei suoi prodotti, nel lontano 1877, quando tutto ebbe inizio. Il retro del pack risponde, invece, al desiderio di raccontare, informare, educare il consumatore in merito al processo e alle caratteristiche di una pasta nuova. Ogni formato è rappresentato con un’illustrazione realizzata ad hoc che riproduce il momento esatto in cui la pasta si forgia ed esce dalla trafila del bronzo. Il pack è realizzato nel tradizionale cartoncino, opacizzato e caratterizzato con una texture, con l’obiettivo di veicolare già attraverso la confezione la ruvidità della pasta. La rimozione dell’immagine fotografica della pasta dal pack ha consentito inoltre una considerevole riduzione del numero di colori usati per la stampa. Un’identità del tutto esclusiva e inedita, eppure in tutto riconducibile all’heritage di lunga data del brand e a tutti quegli elementi d’identità indelebilmente impressi nella memoria collettiva.
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L’emozione non ha il wi-fi
Vernissage di BRL 2019 - Ph. Moorigo Studio
Cosa dobbiamo aspettarci dalla ripresa degli eventi “in presenza” nel mondo B2B? Siamo disposti a rivivere le stesse dinamiche di prima, o la pandemia ha cambiato profondamente il nostro modo di incontrarci e fare business insieme? E quale approccio può rivelarsi davvero vincente? Ne abbiamo parlato con Cristina Cortellezzi, anima di Pinkommunication. A c u ra de l l a R E D A Z I O N E
C’è stato un tempo in cui tutti avevamo l’agenda stracolma di inviti a convegni, fiere, presentazioni, open house, tanto da dover fare una scelta non potendo partecipare a tutto. Poi abbiamo vissuto parecchi mesi in cui, giocoforza, tutta questa mondanità è migrata nel web. Visi e sorrisi hanno popolato i nostri device in lunghe ore passate a fissare un monitor per “partecipare” a eventi di vario genere. Abbiamo ascoltato relatori, abbiamo preso parte attivamente a meeting, abbiamo anche provato a visitare fiere virtuali, popolate da pochi fiduciosi espositori e pochissimi visitatori spaesati. E ora cosa succederà? Buffet a parte, gli eventi ci sono davvero mancati?
Sicuramente la risposta potrebbe essere variegata, anche in base alla voglia di socializzare dei singoli. Questo vale per il “faccio cose, vedo gente” tanto in voga nella Milano da bere. Ma qui stiamo parlando di eventi aziendali, con finalità commerciali e comunicative. Eventi in cui le aziende incontrano i loro stakeholders, per presentare novità a vario titolo: l’ampliamento della compagine societaria, la 40
sede futuristica, il reparto produttivo riorganizzato in chiave Industry 4.0, prodotti e servizi innovativi. Alla base di ogni evento c’è, o quantomeno dovrebbe esserci, prima di tutto un contenuto da trasferire. Chi sono i destinatari di questi contenuti?
L’evento non è per tutti, ma deve essere pensato e organizzato per un target specifico: clienti fidelizzati, partner istituzionali, prospect, influencer, giornalisti, dipendenti e collaboratori. Ci sono eventi in cui però non si possono coinvolgere contemporaneamente target diversi. Anzi, sarebbe meglio selezionare un singolo pubblico per ogni evento, così da confezionare il contenuto con il giusto linguaggio, i tempi più adatti, gli interlocutori aziendali dedicati. Dopo mesi e mesi di digital, finalmente da qualche tempo hanno iniziato ad arrivare inviti con la scritta ben sottolineata “in presenza”. Il concetto più evidenziato in questi inviti è proprio la possibilità di parteciparvi dal vivo, come se questo fosse già il valore dell’evento stesso. L’immancabile dicitura “Il meeting sarà fruibile anche in streaming” sta diventando sempre più piccola, quasi un dove-
re morale e non più un plus. Ormai lo sappiamo, il new normal per l’event industry è phygital, una modalità che probabilmente si sarebbe raggiunta comunque, ma che sicuramente la crisi sanitaria ha velocizzato, rendendola oltremodo necessaria. Con vantaggi che abbiamo potuto sperimentare direttamente. Il tempo è uno dei beni più preziosi che abbiamo, e la possibilità di ottimizzarlo partecipando virtualmente a un evento senza spostarsi dall’ufficio in certe occasioni può anche essere la soluzione più efficace. E allora perché questo entusiasmo di tornare alla fisicità?
Non credo sia la voglia di guidare, trovare parcheggio e doversi agghindare in base alle circostanze. Personalmente ritengo che il “digitale” abbia totalmente fatto perdere uno degli ingredienti fondamentali di un evento di successo: l’emozione. In oltre vent’anni di attività nel mondo della comunicazione, ho partecipato ma soprattutto ho contribuito all’ideazione e all’organizzazione di tantissimi eventi di varie tipologie, partendo dalla classica conferenza stampa con sedie a platea fino ai viaggi
E V E N T
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Cristina Cortellezzi Fondatrice e anima di Pinkommunication, agenzia tutta al femminile che offre consulenza strategica per progetti di comunicazione integrata, Cristina Cortellezzi per presentarsi lascia la parola ad alcuni clienti con cui ha collaborato negli anni: «Cristina appartiene a una specie di Foemina Komunicatrix Milanensis particolarmente evoluta. Quando abbiamo avuto bisogno di una Guida nell’Inferno dantesco della comunicazione, ci siamo rivolti a lei – una specie di Virgilio e Beatrice messi assieme – ed è stata Divina», ha detto Patrizio Roversi, Turisti per caso. «In 20 giorni, sotto Ferragosto, abbiamo organizzato una press conference a cui hanno partecipato un centinaio di giornalisti: un successone! Non solo comunicazione, ma tante idee e proposte per lo sviluppo dell’attività» è il feedback lasciato da Andrea Vai, Lidl Italia. «Capacità di proporre contenuti che si sanno “far leggere” nell’affollato mondo dell’informazione. Tutto questo condito da uno staff disponibile e sorridente, dote rara nel mondo frenetico della comunicazione» ha detto Vittorio Neri, Roland.
Nel business, come nella vita, gli affari migliori si fanno quando c’è l’amore.
Sweet Table allesitito da Pinkommunication per la conferenza stampa Candyland
incentive, passando per seminari, convegni, inaugurazioni, happening in chiave PR. Quando sei all’inizio della tua carriera professionale, ogni novità è elettrizzante, anche il seminario più ammorbante. Ma è “la prima volta” che porta con sé quel brivido di novità. Poi col passare degli anni le situazioni si ripetono e l’invito a certi eventi diventa stimolante quanto il matrimonio della cugina antipatica a cui dovrai partecipare per forza. L’eccitazione per il ritorno alla presenza è un fuoco fatuo che si spegnerà velocemente?
Io non credo che sarà così, per vari motivi. La socialità ci è mancata, ma soprattutto in questa inedita realtà in cui ci siamo ritrovati, abbiamo avuto il tempo di pensare cosa avesse veramente valore per noi, per la nostra vita privata e per quella professionale. E le relazioni sono una componente fondamentale anche del fare impresa. Oggi sicuramente i tool tecnologici che abbiamo a disposizione permettono di connettersi con estrema facilità. Ma questo non basta. Non basta perché nel business, come nella vita, gli affari migliori si fanno quando c’è l’amore. E per amore intendo quell’innamoramento che ci fa scegliere un prodotto, un servizio, un socio, la proposta di un venditore piuttosto che dell’altro. Non per niente nel marketing si parla di love brand, marchi capaci di creare una relazione unica con il proprio target, garantendosi fedeltà oltre l’aspetto razionale. E quando si diventa il marchio del cuore, si vince la guerra dei prezzi. Per fare un parallelismo romantico, così come il colpo di fulmine ad una cena tra amici in una calda sera
d’estate non potrà mai essere sostituito da una chat d’incontri, allo stesso modo l’evento online non potrà a mio parere mai eguagliare l’impatto e il ricordo di un evento in presenza. Ma, c’è un ma. L’evento, per essere efficace, deve essere studiato nei minimi dettagli, deve essere targettizzato e deve comunicare un contenuto di valore. E ancora, o forse, e soprattutto, deve trasferire un’emozione così che faccia scattare quella scintilla tra il pubblico e la marca. Per questo negli anni ho iniziato a proporre eventi dove al trasferimento di un contenuto venisse associata un’esperienza leisure finalizzata a creare, alimentare e custodire la relazione tra il brand e gli ospiti. A grandi emozioni devono corrispondere grandi budget, o l’emozione non ha prezzo?
A fare la differenza è l’unicità dell’esperienza. Non servono necessariamente lussi e fasti. Ho avuto modo di sperimentare personalmente il divertimento degli ospiti nel maneggiare più o meno abilmente la pasta di zucchero durante un corso di cake design, l’impegno nel realizzare un sushi floreale, l’animo competitivo nell’ideare il panino gourmet più originale per vincere un pallone da spiaggia. Esperienze che creano un ricordo che gli ospiti assoceranno al brand. Quindi certamente sì, che tornino gli eventi in presenza, ma che siano ben organizzati, con i giusti tempi in base alla tipologia di ospiti, con contenuti interessanti conditi da momenti che facciano innamorare creando valore per la marca e per l’azienda che duri nel tempo. 41
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Dillo con una pianta di
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P A C K A G I N G
Maggiore cura degli spazi quotidiani, la voglia di portare la natura dentro casa e una particolare attenzione alla sostenibilità. Ecco la ricetta di un trend in crescita: l’acquisto e la cura delle piante, un piccolo lusso che gratifica nuove fasce di consumatori e che ingaggia le aziende specializzate in sfide creative per packaging belli e funzionali. Ne abbiamo parlato con Be.Green, Flob e P-love, aziende attive nell’e-commerce del settore florovivaistico.
Il 2020 ha segnato un “prima” e un “dopo” con cui continueremo a lungo a confrontarci. In pochi settori, però, il rapporto tra le due fasi è complesso e sfaccettato come nell’ambito dell’orticoltura e del florovivaismo. Anche per i fiori e piante ornamentali la crescita del mercato online ha generato spazi di sperimentazione in cui cambiare i codici comunicativi e le modalità di rapporto coi clienti, ma ha anche creato sfide nuove in termini di packaging e materiali che hanno stimolato la creatività di aziende, fornitori e stampatori. Ne abbiamo parlato con Keren Shaltiel, product manager di Be.Green, Francesco Bovo, founder di Flob, e Bruna Romeo, founder di P-love. La coltivazione, produzione e vendita di fiori e piante ornamentali sino al 2019 ha conosciuto una crescita significativa in termini di produzione, di volumi e di ampliamento di pubblico: secondo i dati del Mipaaf – il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – nell’anno che ha preceduto l’inizio della pandemia il valore della produzione florovivaistica italiana ha superato i 2,7 miliardi di euro, in crescita per il terzo anno consecutivo. Numeri importanti in particolare per le piante in vaso (+8,9%) e un incremento significativo di export dall’Italia verso altri mercati europei come Francia, Germania e Paesi Bassi.
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P A C K A G I N G
Un settore che conta oltre 24.000 aziende produttrici, secondo l’ultimo censimento dell’Istat. Una crescita che ha subito nel 2020 una battuta d’arresto di enormi proporzioni, da cui il settore ha iniziato a riprendersi nei due anni successivi. Contemporaneamente a questi stravolgimenti, però, si sono verificati degli altri cambiamenti di segno ben più positivo, spie di una vitalità del mercato e dell’interesse dei consumatori.
Le piante sotto una nuova luce
Il primo e più sintomatico è il modo in cui è cambiato il rapporto tra persone e piante: il maggior numero di ore trascorse in casa ha generato un nuovo interesse per gli spazi domestici, maturato in due direzioni. Da una parte quella legata al comfort e all’estetica, la spinta a rendere la casa un luogo più gradevole in cui vivere. Dall’altra il desiderio di portare nella propria abitazione un po’ del mondo esterno: orgnismi vivi che ricordano a chi ci vive insieme dell’esistenza di un tempo naturale che prescinde dalla routine. I segnali dell’importanza che avrebbe avuto la vendita di piante online erano tuttavia già evidenti prima del 2020: secondo i dati pubblicati dal progetto Flore 3.0 nel 2019 nel Regno Unito gli acquisti via internet di piante in vaso erano già il primo canale di vendita col 27% del totale, seguito da vivai e garden (14%), super-ipermercati (25%) e fioristi (19%).
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Piante in viaggio
Ma un prodotto dalle necessità così peculiari ha bisogno di un packaging che rispetti la delicatezza del contenuto senza sacrificare le esigenze di logistica. Per questo Flob, azienda italiana che si è posizionata tra le prime nell’e-commerce di piante sul mercato italiano e in forte crescita in quello europeo, per il proprio packaging si è rivolto a Raja Italia per sviluppare un sistema che garantisse un’adeguata protezione durante il trasporto e fosse in grado di comunicare i valori di marca. «Nell’e-commerce l’unico incontro fisico tra brand e consumatore è il packaging del prodotto» dice Francesco Bovo, fondatore di Flob. «La necessità di creare delle fustelle ad hoc con apertura a libro è duplice, per la sicurezza del prodotto ma anche per offrire un’esperienza di unboxing gratificante per i nostri clienti». Dal punto di vista della protezione la scelta è ricaduta sul sistema di protezione Geami WrapPack con carta avana e carta velina, nastro di carta e riempimento con carta FillPack TT Cutter, una soluzione che consente di minimizzare la quantità di materiale utilizzato. Ma a viaggiare non sono solo le piante: la proposta di vasi abbinati permette di ampliare la gamma di proposte e può persino semplificare il lavoro sul packaging, come fa notare Bruna Romeo, fondatrice di P-love, un vivaio storico che si è affacciato al mercato online creando una
Da una parte il design ha preso sempre più ispirazione dal mondo naturale. Dall’altra le piante sono diventate un elemento importantissimo nel design di interni.
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community di appassionati grazie all’approccio personale di Bruna, che si occupa del sito e della comunicazione social. «Il vaso è un elemento che contribuisce all’esperienza. Protezioni, imballaggio e ancoraggi vengono pensati anche per proteggere il vaso, non solo la pianta: il vaso è un abito che la pianta andrà a indossare e fa parte dell’esperienza d’acquisto».
Il packaging? Ovviamente green
L’esperienza online ha reso accessibile un piccolo lusso. È fondamentale che tutti gli aspetti dell’esperienza siano gratificanti e coerenti.
Protagonisti del packaging delle piante sono la carta e il cartone ondulato, leggeri e facili da riciclare, sempre più presenti non solo nell’imballaggio secondario ma anche in quello primario. Un esempio è la nuova carta Cordenons Change nella versione Waterproof. Change Waterproof è caratterizzata da un’elevata resistenza all’umidità, che la rende adatta a tutte le occasioni d’uso in cui era necessario ricorrere a supporti meno sostenibili o dal fine vita più complesso come plastiche o trattamenti impermeabilizzanti. La resistenza all’umidità può arrivare sino ai nove mesi: molti più di quelli necessari per il trasporto di piante vive, che possono andare da una media di cinque/sei giorni per le spedizioni internazionali e uno/due giorni per quelle nazionali. La disponibilità in una gamma di grammature differenti e la versatilità di stampa – che sia digitale, offset, serigrafia o rilievo a secco – permettono di immaginarne una molteplicità di usi differenti nell’abbigliaggio delle piante.
L’importanza dell’uso di materiali sostenibili è rimarcata anche da Keren Shaltiel, product manager di Be.Green, piattaforma di e-commerce specializzata in piante e design con base a Barcellona ma con un circuito distributivo che comprende anche l’Italia: «L’acquirente di piante online è un consumatore attento e informato. E non potrebbe essere diversamente: una persona che decide di circondarsi di piante è particolarmente sensibile all’influenza delle proprie scelte anche sugli esseri viventi fuori dalla propria abitazione».
Una nuova generazione di plant-lovers
Le differenze tra mercato online e offline sono anche generazionali, come ricorda Francesco Bovo: «Se pensiamo ai canali tradizionali come garden center, fiorerie e GDO, la comunicazione è più orientata all’agricoltura e i giovani si approcciano con una certa difficoltà. L’obiettivo di un packaging parlante per noi era anche quello di avvicinarci a un pubblico più giovane: se l’utenza media del garden center è nella fascia 45-60, il nostro target principale è la fascia 25-40. La crescita di questi utenti è visibile anche nei contenuti sulle piante online: basti pensare che i video tutorial sul mantenimento delle piante in interni sono stabilmente di tendenza sulla homepage di YouTube negli ultimi anni. Flob è nato cinque anni fa per rispondere a una nuova domanda: in quel
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momento non c’era nessun player sul mercato italiano posizionato come brand e non esisteva una riconoscibilità in questo settore». Proprio il fatto di raggiungere un pubblico diverso rende ancora più importante la voce del brand, soprattutto per realtà storiche del vivaismo che possono mettere la propria esperienza a disposizione di una nuova generazione di consumatori. È quello che racconta Romeo: «Il contatto diretto attraverso i social con le persone ha creato intorno a P-love una comunità vivace ed estremamente attiva. Le persone che si avvicinano per la prima volta alla coltivazione delle piante apprezzano il fatto di avere una voce di riferimento a cui sottoporre i propri dubbi, e i cultori apprezzano la cura nella selezione di varietà insolite. Il risultato è una community estremamente partecipe che premia la disponibilità nel mettersi in gioco in prima persona e la competenza sull’argomento con una grande fedeltà di acquisto». Una rivoluzione non solo nella modalità di comunicazione ma anche nei suoi codici: da un graphic design estremamente funzionale tipico dell’orticoltura a un linguaggio comunicativo che rimanda all’interior design e al lusso. Per Keren Shaltiel di Be.Green è una sorta di convergenza di linguaggi: «Da una parte il design ha preso sempre più ispirazione dal mondo naturale, basti pensare al modo in cui le piante tropica-
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li con le loro foglie scultoree e pattern grafici sono state negli ultimi anni fonte di ispirazione per la grafica, l’illustrazione e l’arredamento. Dall’altra le piante sono diventate un elemento importantissimo nel design di interni, e la possibilità di acquistare piante online ha reso più accessibile un piccolo lusso. E quando si ha a che fare con prodotti che non rispondono a una stretta necessità ma a un desiderio, è fondamentale che tutti gli aspetti dell’esperienza siano gratificanti e coerenti».
Coltivare il futuro
Uno degli aspetti su cui concordano tutti gli interlocutori è proprio come la personalizzazione dell’esperienza sia uno degli aspetti su cui vedremo le principali novità nel prossimo futuro dell’e-commerce delle piante, anche attraverso la stampa digitale. La possibilità di personalizzare l’esperienza in termini di colori e soggetti – ma anche la creazione di capsule collection intorno a particolari specie di piante senza che questo significhi stravolgere il proprio packaging o aumentare il tempo necessario al confezionamento, già molto significativo per la delicatezza del prodotto – potrà dare un ulteriore impulso a un settore che per molti è la porta di accesso a una passione che dura nel tempo. D’altra parte lo diceva persino Audrey Hepburn: «Piantare un giardino è credere nel futuro».
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Box di cartone ondulato per l’e-commerce dei prodotti gourmet di GustOsa, stampata in digitale in quattro versioni diverse. Progetto di Lateral Creative Hub.
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Box studiata da Brand Revolution Creative per l’e-commerce dei prodotti di Podere l’Agave, contenente anche un welcome kit con un erbario.
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Lussuosa e personalizzata, come il suo contenuto. Robusta e collezionabile, per vivere una seconda vita dopo un lungo viaggio. Piccola e ricca di tesori, come il ricordo di una vacanza indimenticabile. Giocosa e coinvolgente, per condividere un’esperienza. Anticonvenzionale e da esposizione, per cominciare una conversazione difficile. Se dovessimo puntare i riflettori sull’ultima edizione di Brand Revolution LAB, lo sguardo si fermerebbe indubbiamente sulla cartotecnica nelle sue molteplici interpretazioni: è infatti proprio alla scatola, nelle sue potenzialità comunicative oltre che protettive, che si è affidata la maggior parte dei progetti con l’aiuto di materiali e tecnologie innovativi. Qui vi raccontiamo le applicazioni che abbiamo visto in mostra.
Cartone ondulato, protettore dell’e-commerce Spedire, proteggere, promuovere. Gli ultimi anni hanno visto l’ascesa del cartone ondulato, un tempo considerato cheap, che oggi rappresenta una frontiera espressiva tutta da esplorare. L’e-commerce affermatosi in tutti i settori, dalla moda al food & beverage, passando per il trend inarrestabile delle box in abbonamento di cosmesi e wellness, design, homecare, cancelleria ed editoria ha accelerato il cambiamento di passo tecnologico, chiedendo alle tradizionali box per la logistica di entrare pienamente a far parte di un’esperienza d’acquisto coinvolgente, su misura, esteticamente appagante e, non da ultimo, ecosostenibile. Grazie alla tecnologia di stampa digitale è oggi possibile realizzare progetti personalizzati e in basse tirature con una qualità di stampa elevatissima: una versatilità che con la flexografia, tradizionalmente utilizzata per la stampa in piano di questo supporto, non è possibile ottenere. Una
peculiarità delle box di cartone ondulato, oltre alla ben nota resistenza, è quella di prestarsi alla realizzazione di fustelle automontanti. Con due enormi vantaggi: quello di poter essere trasportate e stoccate distese, occupando poco spazio, e di ridurre o eliminare del tutto i punti colla, a vantaggio di un fine-vita circolare. La produzione on-demand resa possibile dalla stampa digitale permette inoltre di evitare sprechi, questione cruciale soprattutto adesso che la materia carta sta subendo considerevoli rincari e difficoltà di approvvigionamento. Due interessanti applicazioni di box per l’e-commerce in cartone ondulato sono state realizzate per i progetti di GustOsa e Podere l’Agave, utilizzando tecnologie digitali diverse. L’agenzia Lateral Creative Hub ha realizzato il progetto per GustOsa, e-commerce specializzato nelle eccellenze enogastronomiche del territorio italiano, sviluppando il branding “Welcome Foodies” che mette al centro il consumatore attraverso diversi canali di comunicazione: la stationery, con le sue carte colorate, timbri e sticker a sottolineare l’artigianalità dei prodotti; l’e-commerce, i social e il merchandising. La box per l’e-commerce si articola in 4 varianti grafiche e tematiche, con ritratti
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Scatole rigide a marmotta per E. Marinella, personalizzate grazie alla nobilitazione digitale. Il progetto è di O,Nice Design e Ideology Creative Studio.
dal gusto pop, colore, invenzioni cartotecniche e tecniche di stampa che trasformano il semplice cartone ondulato in un oggetto unico; la sua realizzazione è stata affidata a ICO che ne ha stampato anche l’interno. Il versioning è reso possibile dalla tecnologia digitale HP PageWide C500: il risultato è una collezione di vere e proprie icone da impilare per ottenere un wall di forte impatto visivo. Anche L’Agriturismo Biologico Podere l’Agave, una fattoria sulle colline toscane, ha scelto di vendere i propri prodotti online, portando dentro le case dei clienti l’esperienza di una vacanza sensoriale a contatto con la natura. I suoi prodotti legati al ritmo delle stagioni, sia quelli che ricordano i sapori delle vacanze in Toscana – l’olio extravergine di oliva, le confetture gluten free, i vini, i salumi e i formaggi – sia i cosmetici ecobio realizzati con le erbe e le essenze del Podere sono stati i protagonisti del progetto sviluppato da Brand Revolution Creative, con la creazione di etichette e di un welcome kit. Tutto racchiuso in una box di cartone ondulato automontante con apertura a libro, realizzata nel democenter Konica Minolta utilizzando la stampante per cartone
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ondulato Precision Packaging Series PKG-675i, progettata per produttori e trasformatori che cercano una soluzione di stampa per tirature ridotte, di alta qualità e personalizzate. La tecnologia utilizza inchiostri base acqua con certificazione FDA per uso alimentare. Rigida e rivestita: la quintessenza del lusso La box rigida con anima in cartone accoppiata a carte di pregio è la quintessenza del lusso. Non solo perché custodisce e presenta il prodotto con eleganza, specie se accompagnata da accessori come veline, sigilli e nastri, ma anche perché è fatta per durare. Ed è per questo che E. Marinella, storico brand di cravatte sartoriali nato a Napoli più di un secolo fa, confeziona le sue creazioni dentro eleganti scatole a marmotta rettangolari con fondo e coperchio a struttura rigida, montate e chiuse da elastici, che si distinguono per l’iconico blu su cui spicca in bianco il nome e lo stemma della marca. Nella sua consolidata e distintiva classicità, tuttavia, E. Marinella non ha avuto paura di sperimentare e si è affidata alle agenzie O,Nice! Design e Ideology Creative Studio per portare il concetto di sartorialità – e quindi di unicità e cura per il dettaglio – anche sul packaging. Le cravatte
artigianali sono in seta, tagliate e cucite a mano una a una. I pattern sono tutti originali, disegnati dal fondatore e stampati a mano. Da qui l’idea di una scatola per le cravatte decorata con i pattern dell’archivio E. Marinella, selezionati digitalmente da un software per creare migliaia di combinazioni tutte diverse l’una dall’altra. La cartotecnica è stata affidata a Grafical, che ha realizzato la stampa bianca con hot foil sui cofanetti, realizzati con carta tinta in pasta Cordenons Reef Blue da 120 gsm accoppiata a cartoncino rigido, sia internamente sia esternamente. La parte esterna delle scatole è impreziosita da una nobilitazione digitale realizzata da Ciemme con 28 diversi pattern, utilizzando MGI JetVarnish 3DS & iFoil, sistema di nobilitazione digitale a vernice spot UV con stampa hot foil di Konica Minolta, applicando una vernice lucida flat che dialoga con la stampa bianca del logo E. Marinella e valorizza per contrasto la texture ruvida e materica della carta Reef Blue. Per rendere ancora più coinvolgente l’esperienza di unboxing, la scatola contiene anche una brochure e una card con contenuti aumentati e inchiostri invisibili. I codici del cofanetto di lusso sono stati utilizzati, inaspettatamente, anche per un prodotto del settore farmaceutico. Il kit pensato da The Embassy insieme a Hello DTV per Cavilon Advanced, prodotto medical di 3M che previene e allevia le irritazioni da incontinenza,
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AU TO M O N TA N T E M A R M OT TA
è la scatola che si monta manualmente prima dell’utilizzo. Viene fornita stesa e di solito è composta da un unico pezzo con coperchio annesso. COFANETTO
la scatola a marmotta ha fondo e coperchio separati. Di solito è una scatola rigida montata, come per esempio quella delle scarpe.
indica il contenitore rigido a scrigno con coperchio annesso.
AMERICANA
M O N TATA
è una scatola di medie/grandi dimensioni di solito di cartone ondulato o cartone rigido, dotato di alette. È il classico cartone da imballaggio e spedizione di diverse forme e dimensioni.
COPERCHIO ANNESSO
A L E T TA
CAPPELLIERA
è l’elemento pieghevole ottenuto tramite fustellatura e cordonatura che fa parte del sistema di montaggio del fondo e/o della chiusura di un astuccio o di una scatola.
è la scatola a base tonda di solito rigida e con fondo e coperchio, usata originariamente per il confezionamento dei cappelli e oggi molto diffusa in ambito dolciario.
è la caratteristica delle scatole costituite da un unico pezzo, adatte sia per confezioni che per trasporto/spedizioni. Esempi di coperchio annesso sono le scatole con apertura a libro, con chiusura a calamita e i cofanetti in genere.
è una scatola di cartone rigido, che può essere o meno rivestito, già assemblata.
MANICOTTO indica un astuccio composto da una struttura esterna che contiene un interno a forma di cassetto scorrevole, come quello dei fiammiferi. È detta anche Shell and slide.
CUSCINO è la forma dell’astuccio in cartoncino, preincollato su un lato, che presenta le alette estreme ripiegabili in forma di ellittica.
MARCIAPIEDE
ASTUCCIO
la scatola con marciapiede è dotata di bordi interni più o meno spessi che fungono da cornice o da elemento di incastro del contenuto.
è un contenitore di cartoncino teso di diverse grammature che viene fornito steso, con o senza preincollature. La forma è di solito parallelepipeidale.
APERTURA P E R F O R ATA è il tratto che permette l’apertura a strappo di un astuccio in cartone o cartoncino.
C O R D O N AT U R A
VA L I G E T TA scatola di diversa forma e misura dotata di manico per il trasporto, di solito utilizzata per il confezionamento di prodotti pesanti. Il manico può essere parte della fustella oppure aggiunto successivamente.
è il segno di piega di cartoncino e cartone realizzato tramite un leggero incavo.
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ha l’obiettivo finale di infrangere un tabù, dando voce e valore alla pelle delle persone che soffrono di questo disturbo. Il kit realizzato da Ba.ia sia nella stampa che nella cartotecnica con macchine a toner Konica Minolta AccurioPress a 4 colori, e nobilitato con MGI JetVarnish 3D EVO, comprende un manifesto e una coppia di box rigide, contenenti sample di prodotto e materiali di comunicazione. Il manifesto, stampato e nobilitato su carta Cordenons Change Waterproof, avvolge e protegge i due cofanetti stampati in tinta blu con il logo 3M in rosso nobilitato con UV ad alto spessore trasparente, uniti tra loro da due calamite in modo che svolgendo il manifesto non si separino. Il primo cofanetto funge da espositore del prodotto: è stato realizzato in cartoncino rivestito con carta Monnalisa da 135 gsm, ha un alloggiamento in cartone alveolare e presenta un oblò trasparente che permette la visione del Cavilon Advanced quando esposto sulle scrivanie dei medici prescrittori. Grazie alla chiusura a libro calamitata, permette un’immediata dimostrazione del prodotto. Il secondo cofanetto, più profondo, è concepito come contenitore di sample.
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Le scatoline in cartoncino teso che contengono il Cavilon Advanced e il Cavilon Crema sono realizzate sempre da Ba.ia con Venicelux Cover monopatinata da 300 gsm. L’eleganza naturale del cartoncino teso Anche l’utilizzo del cartoncino teso può donare in cartotecnica risultati eccellenti e di grandissimo valore, se si punta sulla scelta dei materiali e delle lavorazioni giuste in grado di restituire effetti sensoriali che si imprimono nella memoria. È quello che ha fatto l’agenzia The 6th per la creazione di una welcome box per il suo cliente Oasyhotel, una struttura composta da luxury lodge immersi nella natura di un’area protetta del WWF in Toscana. La Welcome box con cui i clienti vengono accolti è stata studiata per “giocare” con gli animali anche all’interno dei Lodge o una volta tornati a casa: racchiude infatti 7 piccole box di forme diverse, ognuna contenente un oggetto da utilizzare o gustare durante il soggiorno. Le 7 sagome delle box sono quelle di un tangram e, spostandole su un piano, creano le figure di molti animali diversi. Lazzati si è occupata della stampa e della progettazione cartotecnica realizzando un prodotto finale in grado di esprimere un’immagine luxury e insieme un’identità green. È sta-
Doppio cofanetto rigido con chiusura a calamita, ideato da The Embassy e Hello DTV per 3M per la presentazione del Cavilon Advanced.
Le scatole di Quercetti vengono personalizzate con un supporto attacca e stacca stampato in digitale. Progetto di Creostudios.
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I set di astucci in cartoncino teso creati da The 6th per Oasyhotel sono allo stesso contenitori per piccoli gadget e tessere di un tangram con cui giocare.
ta utilizzata la carta tinta in pasta Wild di Gruppo Cordenons da 300 gsm per il rivestimento del cofanetto esterno rigido con chiusura a libro e struttura interna a marciapiede, e da 150 gsm per gli astucci-tangram, nei colori Green, Clay e Brown, caratterizzata dalla superficie naturale e dalle tonalità ispirate alla terra. La stampa è semplice ma preziosa: a un Pantone bronzo metallizzato sono affidati mappe e testi sia all’esterno del cofanetto, sulla copertina a libro rivestita, sia sui sette astucci racchiusi all’interno della scatola/cornice in cartoncino. La ricerca dell’effetto luxury & green ha ispirato anche la realizzazione del welcome kit di Podere l’Agave, destinato all’accoglienza dei visitatori nel corso della loro “Vacanza dei Sensi”: un elegante cofanetto in cartoncino teso la cui realizzazione di stampa e cartotecnica è stata affidata a Ciemme, che ha stampato con vernice lucida e oro digitale con MGI JetVarnish 3DS & iFoil su carta Gruppo Cordenons Reef Brown da 330 gsm. Il cofanetto racchiude un libriccino di benvenuto per gli ospiti del Podere, contenente tutte le infor-
mazioni utili per la permanenza nella struttura, stampato con tecnologia ad alta produttività Konica Minolta AccurioPress C 12000 su carta Reef White da 260 gsm; con la stessa carta sono state realizzate le schede dell’erbario custodite da un folder stampato con vernice lucida e oro digitale su Reef White da 330 gsm. Cambiare il pack senza cambiarlo Può capitare, nella comunicazione di marca, di avere la necessità di personalizzare il pack senza intervenire in fase progettuale. Per esempio quando il time-to-market di una campagna specifica non si concilia con i tempi standard di produzione e confezionamento del prodotto, o in tutti i casi in cui sono presenti stock importanti da smaltire prima di procedere alla progettazione di un nuovo pack. Tuttavia, se non è possibile modificare la scatola, non è detto che non si possa fare niente per personalizzarla offrendo un’esperienza diversa a ogni singolo cliente. È quello che ha fatto l’agenzia Creostudios per Quercetti, storico
produttore di giocattoli con sede in Piemonte e inventore dei famosi “chiodini”. La linea Pixel Art 8 Take a Selfie permette all’utente di realizzare con i chiodini-pixel colorati una composizione esclusiva sulla tavoletta da gioco a partire da una propria foto caricata sulla piattaforma di Quercetti. Il contenuto della scatola che arriva a casa del cliente è calibrato sulla foto da comporre, comprendendo anche dei chiodini aggiuntivi rispetto alle confezioni standard; ma la scatola stessa viene personalizzata prima della spedizione con la composizione finale. Per non intervenire direttamente sul pack standard di Quercetti, l’azienda grafica Ciemme ha realizzato un adesivo stampato su uno speciale supporto attacca & stacca, che sfrutta le possibilità creative del dato variabile per personalizzare la confezione. Ha inoltre realizzato gli astucci in cartoncino teso automontanti senza punti colla che contengono i chiodini aggiuntivi. La stampa è stata realizzata con la nuova tecnologia ad alta produttività Konica Minolta AccurioPress C12000.
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Mia Temirova for Greta Boldini
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Il mondo glamour — di Susi Belianska 54
di S I M O N E
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Simone Azzoni È critico d’arte e docente di Storia dell’arte contemporanea allo IUSVE. Insegna Lettura critica dell’immagine all’Istituto di Design Palladio di Verona. Ha curato numerose mostre di arte contemporanea in luoghi non convenzionali. È co-direttore artistico del festival della Fotografia Grenze. È critico teatrale per riviste e quotidiani nazionali. Organizza rassegne teatrali di ricerca e sperimentazione. Tra le pubblicazioni recenti Frame - Videoarte e dintorni per Libreria Universitaria, Lo Sguardo della Gallina per Lazy Dog Edizioni e, per Mimemsis, Smagliature (2018). Teatro e fotografia. Conversazione con Enrico Fedrigoli è il suo ultimo libro.
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Il rapporto tra fotografia commerciale e Fine Art è un dialogo affascinante che, libero da pregiudizi culturali, è una sfida che si gioca su professionalità di altissimo livello. Come sia possibile intrattenere questa conversazione ce lo racconta Susi Belianska, che dopo un passato nella moda davanti all’obiettivo e nel dietro le quinte, oggi scatta per alcuni tra le testate editoriali più prestigiose del mondo e lavora con agenzie di pubblicità come Mother Agency London e con clienti come Lavazza, Hines, Jacob Cohen o Gessi. Progetti dalla filiera professionale articolata e complessa che chiedono un approccio rigoroso e impeccabile e un bagaglio di competenze capaci di guidare anche la produzione Fine Art.
Lavori sia su committenza sia su progetti personali. Quali sono le differenze tra i due approcci? Quando, nell’uno e nell’altro caso, un progetto può dirsi pienamente compiuto e soddisfacente?
I miei lavori commissionati si posso dividere in due categorie: i lavori editoriali, per realtà editoriali come Condé Nast, Mondadori, Hearst, Financial Times, e i lavori commerciali commissionati dalle agenzie di pubblicità o direttamente dai clienti. Nel lavoro editoriale ricevo un brief dal photo editor della rivista che devo sviluppare. Nell’esecuzione ho abbastanza libertà sia nella gestione del lavoro sia nelle scelte stilistiche, ed è anche per questo che un photo editor sceglie un fotografo piuttosto che un altro: per il suo stile. Per i lavori commerciali ho collaborato con agenzie di pubblicità come Mother agency London, o direttamente con clienti come Lavazza, Hines, Jacob Cohen, Gessi. L’approccio è diverso rispetto i lavori editoriali, perché al centro dell’attenzione c’è il prodotto e deve essere rappresentato al meglio. Lavoro su layout fornito dall’agenzia o dal cliente insieme al loro reparto creativo, ma talvolta mi viene richiesto di sviluppare un concept fotografico. Per ogni progetto ci sono dei tempi e dei budget da rispettare e spesso è coinvolto un numero elevato di professionalità per cui la gestione di tutte le fasi deve essere impeccabile. Giudico un progetto positivamente quando il cliente è soddisfatto del risultato finale e io sono riuscita a realizzare quello che avevo in mente. Nei miei lavori di ricerca, invece, scelgo io le tematiche che devo riuscire a focalizzare in modo corretto fin da subito, anche se poi in corso d’opera posso comunque apportare modifiche per ottenere il risultato desiderato. In questi casi gestisco e coordino tutto: le persone da coinvolgere, i tempi e il budget. La soddisfazione arriva quando porto a compimento il progetto con una pubblicazione o un’esposizione.
Dall’allestimento allo scatto: come si struttura il tuo lavoro dal punto di vista tecnico?
Lavoro principalmente con la mia Nikon D810, ha una buona risoluzione, è comoda e veloce, e porto con me le lenti che uso di più, 35-70mm, 85mm, 105 micro. Capita anche, soprattutto per progetti pubblicitari, che debba lavorare con il medio formato. Per gli editoriali mi piace molto lavorare in location, e di base oltre alla macchina fotografica e le lenti porto sempre un grande pannello riflettente, due flash a batteria e soft-box, oppure dei led, sempre a batteria. Molto dipende da dove devo realizzare lo shooting e di solito lavoro con un assistente soprattutto per i ritratti che richiedono set più sobri. Nell’editoriale moda poi la collaborazione si estende ad altre professionalità: modelle, stylist, make up artist e hair stylist e diverse altre figure. Il set pubblicitario è più complesso, di solito è presente anche il cliente e l’agenzia, per cui è richiesta un’organizzazione maggiore. Oltre al producer che coordina il set fotografico, ci sono uno o due assistenti per la gestione delle luci, un assistente digitale, oltre a stylist, make up artist, set designer e modelli. In questi casi per raggiungere un buon risultato è molto importante la fase di preparazione in cui si definiscono tutti i dettagli e le tempistiche, così da arrivare al giorno dello shooting con tutto il necessario e compiti precisi per ciascuna persona coinvolta.
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Susi Belianska
Secret Garden
Susi Belianska è una fotografa di moda e ritratto. Nata in Slovacchia nel 1980, dal 2004 vive e lavora a Milano. Dopo aver sperimentato in prima persona il mondo della moda sia come modella sia come produttrice e location manager per clienti internazionali, ha deciso di trasformare la passione per la fotografia in impegno a tempo pieno. Professionista dal 2007, Belianska ha iniziato a scattare per campagne e cataloghi di marche nazionali e internazionali. Attualmente collabora con gruppi editoriali internazionali come Condé Nast, Gruppo Mondadori, Hearst, e testate come Financial Times, Vogue, GQ, Elle e L’Officiel. Sviluppa allo stesso tempo progetti personali di fine art. Nel 2013 ha vinto Talent photo contest di Nikon presentato ed esposto durante la fiera internazionale di arte contemporanea Artissima nella categoria Moda e Glamour. Nel 2012 ha fatto parte della shortlist dei Sony World Photography Awards nella categoria Moda. Dal 2014 è rappresentata dall’agenzia Sudest57.
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Collabori con riviste del calibro di Elle, Vogue e GQ. Quando si tratta di andare in stampa su carta, come prepari i tuoi file e quanto è importante la figura del postproduttore?
Per gli editoriali non uso molta postproduzione, nei file eseguo la pulizia di base e una calibrazione delle cromie. Controllo il giusto rapporto tra i bianchi e neri. Il ritocco preferisco farlo personalmente quando ho il tempo. Per gli incarichi pubblicitari, per i quali il ritocco spesso è più complesso, collaboro con alcuni ritoccatori di fiducia con cui seguo il lavoro passo a passo. Deve essere tutto verificato e approvato dall’agenzia e dal cliente, che sono giustamente molto esigenti. La resa finale dei colori e dei prodotti fotografati deve essere fedele alla realtà e alle aspettative, quindi anche le piccole sfumature sono importanti. La verifica finale, soprattutto per la resa dei colori, la si ha con un cromalin.
Quando devi portare un tuo progetto in mostra, invece, come scegli il supporto di stampa, come ti rapporti e cosa chiedi allo stampatore?
In questo caso intervengono diverse variabili. Per esempio lo spazio e il tipo di allestimento, che determinano il numero e il formato delle fotografie. Ma anche dettagli come il tipo di carta, i supporti e il tipo di cornice. Tutti gli elementi, insieme all’illuminazione, devono offrire la giusta interpretazione. Per le esposizioni trovo molto interessante la stampa fotografica montata su DBond senza cornice o passe-partout perché crea un rapporto più diretto con lo spettatore. Anche un filo di cornice può funzionare, ma se le stampe sono espressamente realizzate per la mostra le preferisco senza il vetro. Prima però c’è la fase di stampa che è un momento fondamentale. Lo stampatore deve saper leggere e interpretare il lavoro. Io collaboro da tempo con Roberto Berné, fondatore dello Studio Berné, e insieme decidiamo la carta e gli interventi da fare in fase di stampa per ottenere il risultato desiderato.
Non tutte le aziende hanno una vocazione fotografica, ma quelle che la utilizzano nella loro comunicazione ne hanno la giusta conoscenza e ne riconoscono l’importanza, selezionano un fotografo proprio sulla base della sua storia e del suo stile. Può essere per una singola campagna pubblicitaria o per un percorso più lungo, come un progetto che si sviluppa nel tempo e finalizzato alla nascita di un libro. La collaborazione di un fotografo con un’azienda non deve diventare un esercizio di stile. Il fotografo riceve un brief che deve capire e interpretare attraverso il proprio punto di vista. Succede che si creino delle alchimie particolari e di riuscire a ottenere dei risultati davvero importanti. Per collaborare con le grandi aziende, ma direi in generale, bisogna avere un’ottima organizzazione e un team affidabile. Spesso le tempistiche sono strette e quindi deve funzionare tutto bene. Per un fotografo queste collaborazioni sono stimolanti, perché si riescono a realizzare progetti qualitativamente superiori, con professionalità e budget adeguati. Avere quindi nel portfolio determinati brand è un segno distintivo, che conferma la professionalità del fotografo e le sue capacità.
Ci parli di un progetto, commerciale o personale, che ti sta particolarmente a cuore?
Un progetto che ho realizzato a cui tengo molto è “Secret Garden”. Le immagini le ho scattate nel contesto di Villa Lante, una villa storica fuori Roma. Questa serie di immagini ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Insieme alla stylist abbiamo selezionato degli abiti molto particolari e senza tempo, non convenzionali. Tutto è stato pensato, dalla scelta della modella alle scelte del make-up e delle acconciature, per ottenere un effetto un po’ surreale e fuori dal tempo, magico e fiabesco. È un progetto personale di ricerca, per cui ho potuto sperimentare cose diverse da quelle che si fanno abitualmente nei commissionati, come per esempio le scelte di stile, le inquadrature, anche da lontano, meno convenzionali per un servizio di moda ma funzionali a creare il mood che avevo in mente. Sono felice del risultato finale. È un percorso che sto portando avanti, e fra le altre cose ho un’idea nel cassetto: lo stesso format potrebbe essere applicato alla promozione dell’immenso patrimonio che abbiamo in Italia. Un modo nuovo, vivo e contemporaneo.
L’NFT sta rivoluzionando il rapporto tra collezionista e autore e anche tu stai sperimentando questa nuova tecnologia. Quali sono le prospettive e le potenzialità?
È l’ultima novità sulla bocca di tutti. Il mondo NFT sembra dare altre opportunità e creare un mercato nuovo per artisti, amatori e professionisti. È in piena evoluzione per cui è ancora difficile capire in quale direzione andrà e se sarà un nuovo standard. È basato sulle criptovalute, con valute molto volatili e un sistema poco regolamentato che crea incertezze anche di carattere etico, a causa dall’impossibilità di verificare la provenienza del denaro che circola e l’impossibilità di produrre adeguata documentazione fiscale. Inoltre il sistema ha consumi energetici molto alti. Dà l’idea di facili guadagni, ma in realtà la percentuale di chi ha successo attualmente è molto bassa. Inoltre i costi possono essere importanti, sia per la pubblicazione delle opere che per le transazioni in caso di compravendita di un’opera. Anche io sto studiando per approfondire e conoscere meglio queste piattaforme e facendo qualche esperimento, ma faccio ancora fatica a capire se davvero funziona o è un momento di transizione per arrivare a un altro sistema.
White Gallery
GQ, talent – Anuj Choudhry A proposito del rapporto tra Fine Art e fotografia commerciale, Giuseppe Ceroni di Sudest 57 racconta che per molte aziende è importante collaborare anche con i grandi nomi della fotografia perché contribuiscono a “costruire” la storia visiva dell’azienda e a trasmettere determinati valori. Ma per i fotografi quanto è importante avere nel proprio portfolio determinate aziende? È possibile mantenere un proprio stile personale e riconoscibile quando si lavora su commissione?
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Un’immersione soffice, questa nel cotone. Ma parliamo poco di ovatta e tanto di filato, di tessuto, di stampa e tutto quello che ci sta intorno: di cotone stampato sono i tessili per la casa, vestiti estivi e sportivi, materiale promozionale, magliette e tote bag. Vediamo allora come si produce un tessuto di cotone, dal fiocco al finissaggio.
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Fiocco
Ciclo di lavorazione del cotone — Il processo di lavorazione del cotone prevede diversi passaggi, necessari o facoltativi. La scelta del percorso ideale per ogni prodotto dipende dalla sua destinazione d’uso.
Filato
Tessuto
(eventuale) Gasatura e Mercerizzo
(eventuale) Bruciapelo
Purga Candeggio
Sbozzima (non per i tessuti a maglia)
Tintura filato
(eventuale) Mercerizzo
(eventuale) Imbozzimatura (non su filati ritorti e di maglieria)
Purga Candeggio
Tintura e/o Stampa
Vaporizzo (dopo stampa)
Contributo tecnico e scientifico di: — Giuseppe Bosio Specialista tessile — Antonio Pasquariello Print specialist del team tecnico Monna Lisa, For.Tex/Epson — Maria Grazia Soldati Docente e ricercatrice, Politecnico di Milano
Lavaggio dopo tintura e/o stampa
Finissaggio e controllo confezione
Il cotone è un materiale che l’uomo usa da millenni, quotidianamente, in molte forme, dal batuffolo ai filati, dai vestiti alle lenzuola. Raccontare cosa succede quando stampiamo il tessuto di cotone non è semplice. Iniziamo dal contesto: la stampa tessile “tradizionale”, usata nell’abbigliamento e nell’arredamento, è un settore industriale a tutti gli effetti. Questo significa alti volumi produttivi, elevate velocità di processo, flussi di lavoro e procedure consolidate, grandi competenze tecniche degli operatori, investimenti importanti in attrezzature. Ma la stampa su tessuto di cotone esiste anche nella comunicazione visiva, benché abbia numeri decisamente più ridotti (e non solo come tirature): pensiamo soprattutto al merchandising, all’allestimento e al DTG (direct-to-garment, soprattutto la stampa di magliette). Da dove viene il cotone Il cotone è un materiale organico di origine vegetale: il Gossypium è una pianta arbustiva che fa parte della famiglia delle Malvaceae, originaria del subcontinente indiano e delle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa e delle Americhe. Si diffuse in Europa grazie agli arabi: la prima attestazione della parola “cotone” compare nel 1348, dal termine arabo qutun. Tutti abbiamo ben presenti le immagini dei campi in cui viene coltivata questa pianta, e la sua storia drammatica legata alla schiavitù. Oggi la raccolta dei fiocchi di cotone viene fatta soprattutto in modo meccanico, grazie a macchine aspiratrici, anche se nei paesi più poveri viene realizzata ancora a mano. Dal fiocco al tessuto: i pretrattamenti Il cotone, di origine vegetale, è una fibra idrofila, ovvero facilmente bagnabile (imbibibile). Questo significa che è più facile da trattare con pretrattamenti liquidi che servono a prepararli per la tintura e la stampa. I pretrattamenti vengono applicati al materiale in fiocco, ma anche in nastro, ai filati e agli stessi tessuti. Iniziamo dai fiocchi, che vengono aperti con l’apritoio, puliti e battuti con un organo battitore e un ventilatore per eliminare le impurità e ottenere fiocchi soffici. In questa prima fase può avvenire anche la mischia.
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La cardatura serve a districare le fibre e dà origine ai nastri, che vengono accoppiati e stirati passando tra rulli che li rendono più sottili e omogenei. A questo punto possono essere anche pettinati, in modo da eliminare altre impurità, fibre troppo corte, neps e guscette. I nastri, ottenuti sia dalla cardatura che dalla pettinatura, vengono quindi accoppiati perché le fibre siano più parallele e la mischia sia più omogenea, e gli viene impressa una torsione. Questo è uno degli elementi che determinano la resistenza del filato: quanto più numerosi sono i giri impressi al metro, tanto più grande sarà la sua resistenza alla trazione, e viceversa. Durante questa fase di lavorazione il filato assume già caratteristiche ben precise, a seconda delle lavorazioni che subisce e della sua composizione: può essere più o meno resistente, più o meno elastico, più o meno puro, pulito. La digrezzatura serve a eliminare ulteriori impurità del cotone e a conferirgli un buon grado di idrofilia, necessario per il candeggio e la tintura. È composta da diverse fasi: bruciapelatura; sbozzimatura; prelavaggio con acidi; mercerizzazione; purga; candeggio. Un tessuto di cotone? No, tanti Abbiamo già accennato ai diversi tipi di tessuti nell’articolo “La comunicazione con fili di poliestere” su PRINTlovers 89. Con i filati di cotone possiamo realizzare gli stessi tipi di tessuti, e quindi ortogonali o navetta, maglia, tufting e TNT (tessuto non tessuto). Un po’ di colore: la tintura La tintura è una delle fasi della nobilitazione tessile che prevede l’applicazione di sostanze co-
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loranti alle fibre (la tintura di fibra pura è più facile di quella di mischie). Questo può avvenire in diverse fasi della lavorazione: dal fiocco al filato, al tessuto, fino all’indumento finito. Prima avviene la tintura, nel processo, e tendenzialmente migliore sarà il risultato in termini di resistenza e brillantezza. Ma una tintura in fase iniziale implica grosse quantità, una lavorazione a lungo termine, tempi di produzione più lunghi e il rischio di dover stoccare e conservare il materiale tinto se non immediatamente usato. Per le fibre cellulosiche si possono usare diversi tipi di coloranti, ma i più diffusi e apprezzati per la loro solidità alla luce e a umido, oltre che per la loro brillantezza, sono quelli reattivi. La scelta della tintura dipende dalle lavorazioni che il cotone ha subito fino a questo punto: sta alla competenza e all’esperienza del tintore scegliere la chimica più idonea al tipo di impiego del tessuto, alle esigenze del cliente, alle resistenze e alle caratteristiche richieste. La preparazione alla stampa Se un tessuto è destinato alla stampa, capita spesso che venga pretrattato per migliorare le performance degli inchiostri (resistenze, brillantezza dei colori). Se nella stampa analogica questo passaggio è facoltativo, nella stampa inkjet è fondamentale. Gli inchiostri, più liquidi (e quindi diluiti) e più puri rispetto alle paste tradizionali, mancano di alcuni componenti necessari alla buona realizzazione del prodotto, come gli addensanti che impediscono l’espansione del colore oltre i confini dei disegni, o gli ausiliari che servono da imbibenti, antischiuma, acceleratori di fissazione dei colori.
— Con la tecnologia digitale la progettazione di un capo è completamente rivoluzionata, con risparmio di tempo e materiali, e una totale libertà creativa —
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Piccolo glossario dei materiali, delle proprietà e delle tecnologie Armatura: le operazioni per montare il telaio ma anche il modo in cui ordito e trama si intrecciano (e in questo caso è detta anche costruzione). Bagnabilità: capacità di una superficie di essere bagnata. A parità di temperatura e tipologia di liquido, dipende dalla levigatezza e dalle impurità presenti sulla superficie. Determina la forma che assume la goccia di colla sulla superficie: quanto più la bagnabilità è alta, tanto più sarà sottile lo strato di liquido. Bozzima: v. sbozzimatura. Bruciapelatura: bruciatura superficiale dei tessuti in modo da eliminare le estremità delle fibre che fuoriescono dai filati. Candeggio: decolorazione del cotone in modo da poterlo tingere o stampare con colori chiari e brillanti. Costruzione: v. armatura. Cimosa: margine esterno della pezza che impedisce al tessuto di sfilacciarsi. Filo: si definisce così un materiale derivato da filo continuo. L’unico filo presente in natura è quello di seta. Altri fili sono di origine artificiale o sintetica. Il filo di poliestere viene impiegato soprattutto per usi tecnici e sportivi. Filato: materiale composto da fibre corte unite dalla torsione, che gli dà stabilità, ovvero filate insieme. Finissaggio: processi chimici, fisici o meccanici che agiscono sull’aspetto e sulle resistenze di un filo o filato. Fiocco: massa di fibre tessili elementari disposte in modo disordinato. Guscetta: particella di seme rimasta attaccata al fiocco di cotone. Idrofobia o idrofobicità: proprietà di un materiale di non assorbire e non trattenere acqua né all’interno né sulla superficie. Mano: si definisce “mano” di un tessuto la sensazione tattile che offre. La mano può essere morbida, rigida, cotoniera, laniera, per esempio, a seconda delle sensazioni che restituisce a chi tocca il tessuto. Mercerizzatura o sodatura: immersione in una soluzione concentrata di alcali che conferisce al tessuto aspetto brillante, lucentezza, elasticità e resistenza, facilità alla colorazione. Mischia: quando una fibra tessile viene mescolata ad altre per migliorarla. Il cotone si trova spesso in mischia con il poliestere: il primo offre la possibilità di avere una mano naturale, “cotoniera”, mentre il secondo dà stabilità, ingualcibilità, resistenza. Nastro o top: fascio di fibre tessili discontinue allineate grossomodo tra loro, senza torsione. Purga: operazione che serve a pulire il cotone dal grasso e dal sudiciume, e ammorbidire le guscette, rendendo il cotone idrofilo. Neps: nodo che si presenta tra le fibre del fiocco di cotone. Ramosa o rameuse: macchina per asciugare i tessuti dopo un trattamento a umido. Sbozzimatura: trattamento in acqua calda con prodotti chimici per eliminare i residui della bozzima, sorta di colla distribuita in fase di preparazione alla tessitura. Sintetico: materiale creato a partire da materiali non naturali, attraverso un processo di sintesi chimica. Top: v. nastro. Vaporizzaggio: operazione che serve a fissare gli inchiostri sui tessuti, usando vapore acqueo.
Ciak, si stampa La stampa tessile è, di fatto, una tintura localizzata che permette di riprodurre grafiche e disegni. È realizzata con diverse tecniche, analogiche (soprattutto, se consideriamo i volumi prodotti) e digitali (in grande espansione sia nel settore tessile tradizionale che nel DTG e nella comunicazione visiva). Le metodologie di stampa tessile si possono classificare sulla base del sistema di applicazione delle paste e degli inchiostri oppure sulla base della tipologia di lavorazione. La stampa diretta o in applicazione è la tipologia più semplice, pratica ed economica: per questo – dove possibile – viene preferita a quella per corrosione o a riserva, che con la diffusione della stampa digitale hanno perso quote di mercato. I disegni vengono riprodotti direttamente su un solo lato del tessuto, bianco o comunque chiaro (per evitare che il colore del tessuto modifichi i colori della stampa), e vengono poi asciugati e fissati. La tecnologia digitale inkjet, che viene usata sia per applicazioni di tipo industriale con le stampanti scanning o single pass, sia per il direct-to-garment per la decorazione di una singola maglietta (e tutte le “misure” intermedie), ha avuto un grande sviluppo negli ultimi anni. I produttori hanno lavorato per migliorare le performance tecniche a ogni livello: dalla velocità (che ormai è paragonabile a quella dei sistemi di stampa tradizionali) alla risoluzione, dalla gestione degli inchiostri a quella dei tessuti. Le chimiche usate per stampare il cotone sono molte, e dipendono dal tipo di applicazione e dal tipo di lavorazione. Generalmente
si presentano in pasta, e quindi con una viscosità elevata. Tutt’altro discorso per quelli usati nella stampa digitale, che devono passare attraverso gli ugelli delle teste di stampa sotto forma di gocce, e quindi sono necessariamente meno viscosi e hanno una composizione più pura. Le chimiche principali usate nell’inkjet sono essenzialmente due: quella a base di coloranti reattivi e quella a base di pigmenti. I primi si legano chimicamente alle fibre, presentano colori brillanti e buone resistenze; hanno bisogno di pretrattamenti specifici per aiutare la penetrazione nei filati evitando al contempo l’espansione fuori dai confini del disegno, vista la loro composizione più liquida, e anche del finissaggio (vaporizzaggio e lavaggio). Gli inchiostri a pigmento invece ricoprono le fibre senza legarsi a loro: per questo motivo riveste un ruolo davvero fondamentale il pretrattamento, che aiuta a fissarli al tessuto e ad aumentare le resistenze del prodotto finito. Non è invece necessario vaporizzare e lavare, ma solo fissare il colore. Quest’ultima tipologia di inchiostri è particolarmente versatile per il fatto che può essere usata praticamente su qualsiasi tipo di tessuto, naturale, artificiale e sintetico (anche se per ottenere resistenze e caratteristiche migliori ci sono ovviamente formulazioni diverse, proposte dai diversi produttori). Ma per questi due motivi le tecnologie di stampa che supportano chimiche a pigmento sono una valida opzione per quegli stampatori che sono interessati alla stampa su tessuto ma non provengono dal settore tessile tradizionale.
Viscosità: grandezza fisica che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento. 61
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Classificazione della stampa tessile tradizionale in base al metodo di lavorazione
Tipo di stampa
Descrizione
Stampa a quadro (manuale, a carrello e manomacchina)
Viene eseguita con telai metallici su cui viene tesa una tela serigrafica, detta “buratto”. Ciascuno gestisce un colore, quindi servono tanti quadri quanti sono i colori del disegno da riprodurre. La pasta viene spalmata con una racla e passa attraverso piccolissimi fori, trasferendosi sul tessuto che scorre sotto.
Stampa a cilindro cavo o a rotativa o stampa cilindro
Le paste sono contenute all’interno di cilindri cavi, disposti uno dopo l’altro, con fori fotoincisi a laser in corrispondenza del disegno da trasferire. Una racla all’interno dei cilindri cavi aiuta la fuoriuscita delle paste.
Stampa a cilindro o a rullo o a matrici cilindriche di metallo
Le paste vengono trasferite su tessuto tramite cilindri con il disegno fotoinciso a laser, disposti uno dopo l’altro. Ricevono l’inchiostro da cilindri “fornitori”, che prelevano le paste e le depositano sul cilindro inciso.
Classificazione della stampa tessile tradizionale in base al sistema di applicazione
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Tipo di stampa
Descrizione
Stampa diretta o in applicazione
Consiste nella deposizione e fissazione sul tessuto del disegno. È la più comune; le sostanze coloranti o a pigmento contengono i prodotti e i fissativi necessari a farle permanere sul tessuto. Il disegno viene impresso direttamente in modo permanente, anche in più passaggi. A questa categoria appartiene anche la stampa digitale inkjet.
Stampa per corrosione
Questo tipo di stampa viene eseguita sui tessuti colorati che prima della stampa siano stati opportunamente tinti o placcati con una soluzione di colorante che costituirà il fondo. La stampa per corrosione consiste nel distruggere il colore del fondo nei punti in cui verranno stampati i motivi colorati. Per questa operazione si impiegano i coloranti selezionati, scelti fra quelli che possono essere demoliti per via chimica durante la fase di fissazione grazie a particolari prodotti aggiunti alle paste da stampa.
Stampa a riserva
Si impiega in alternativa alla stampa per corrosione, soprattutto per forti tirature e ne ha praticamente lo stesso aspetto e le stesse destinazioni. Come indica il nome, si tratta di stampa durante la quale si impedisce al colore destinato a tingere il fondo, di fissarsi nei punti in cui vengono stampati i colori illuminanti.
Vaporizzaggio, lavaggio, asciugamento e finissaggio Vaporizzaggio, lavaggio, asciugamento e finissaggio sono le ultime fasi di lavorazione dei tessili, che servono a conferirgli particolari caratteristiche fisiche o visive e a renderli pronti per la commercializzazione. Questi passaggi cambiano soprattutto a seconda della chimica d’inchiostro usata. Nel caso del pigmento, infatti, basta l’asciugamento e la polimerizzazione del legante, e spesso queste due operazioni vengono svolte direttamente nella macchina da stampa o immediatamente dopo, con un processo in linea. Nel caso degli inchiostri reattivi, invece, sono necessari altri passaggi: stiamo parlando di vaporizzaggio e lavaggio. Il primo, come dice il nome stesso, consiste nel sottoporre il tessuto a un bagno controllato di vapore acqueo per aiutare i colori a “svilupparsi”, ovvero a fissarsi e ad assumere la brillantezza finale. Questa operazione è delicata e fino a poco tempo fa veniva svolta solamente fuori linea (e spesso a mano). A questo punto, però, i tessuti non sono ancora pronti per l’asciugamento in rameuse: sono ancora impregnati di addensanti, ausiliari, altri prodotti chimici. Hanno bisogno di essere lavati: passano quindi in macchine che separano in modo chimico e meccanico queste sostanze dai tessuti. Tutti i tessili subiscono infine il finissaggio: un insieme di lavorazioni chimiche, fisiche o meccaniche che serve a conferirgli le proprietà richieste dalla loro destinazione d’uso. Vengono usati il calore per fissare tutte le sostanze, a cominciare dagli inchiostri (con un passaggio in rameuse); la pressione (con un passaggio in calandra); la frizione per modificare la superficie del tessuto (con un passaggio in calandra a frizione o calandra a bacinella, dove uno dei due cilindri ha velocità di rotazione superiore all’altro); tensione, per distendere il tessuto e influire sulle sue dimensioni (con un passaggio in rameuse di finissaggio); umidità e vapore per migliorare la pieghevolezza della fibra. Questi sono alcuni dei trattamenti di finissaggio “tradizionale” che possono essere applicati: antimacchia, easy care, ingualcibilità, lucidità, minimo stiro, morbidezza, opacizzazione, sostenutezza, stabilità dimensionale. Ma ci sono anche finissaggi “speciali”, come smerigliature, garzature, spalmature, resinature, impermeabilizzazioni, laminature, applicazione di microcapsule. I materiali tessili misti Capita spesso che il cotone non venga impiegato in purezza, ma in mischia con altre fibre, naturali, sintetiche o artificiali. Questo per migliorarne alcune caratteristiche come la resistenza o l’elasticità. La mischia può avvenire a vari livelli: in fase di filatura meccanica, dando quindi origine a una mista “intima” di fibre; in una seconda fase della filatura, in cui il filato composto da una fibra diventa “anima” dell’altro; in fase di tessitura, usando per esempio filati diversi per trama e ordito. Bisognerà tenere conto di questa composizione mista in ogni fase della lavorazione, dal pretrattamento al finissaggio.
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Printlovers proietta l’universo della nostra rivista sul web ed è un’accurata selezione in cui si trova solo il meglio. È il luogo ideale per trovare fonti di ispirazione e i partner per realizzare i migliori progetti di comunicazione stampata. Ecco le aziende che hanno abbracciato la community di Printlovers dando visibilità alle loro creazioni più belle e innovative.
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M A T E R I A L I
È dall’unione di nomi quali Ritrama, Arconvert e Manter che nasce la divisione interamente dedicata al mondo dei materiali autoadesivi del Gruppo Fedrigoni. Grazie a questi tre brand, leader globali nella produzione di carte e film per l’etichettatura, il Gruppo propone al mercato soluzioni autoadesive altamente specializzate, ma anche belle per gli occhi e attente all’ambiente. Sono infatti innumerevoli i prodotti destinati ai settori alimentare, cosmetico, beverage, vinicolo, farmaceutico e luxury progettati appositamente per soddisfare qualsiasi esigenza, sia essa estetica o tecnologica. Il Gruppo è il partner ideale che rappresenta l’innovazione tecnologia del settore, con una serie di materiali autoadesivi altamente performanti, in grado di resistere alle condizioni di utilizzo più estreme quali acqua, ghiaccio, condensa e grassi. Da un lato il brand Arconvert, forte della bellezza dei frontali in carta prodotti dalla
Gramedia.sa@fedrigoni.com +39 029554591
FEDRIGONI SELF-ADHESIVES Via Senatore Simonetta 24 20867 - Caponago (MB) www.fedrigoni.com
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capogruppo Fedrigoni, eleva il packaging alla categoria di arte e sdogana il concetto di “immagine coordinata”: etichetta e astuccio realizzati con la stessa tipologia di carta e nella stessa nuance. Manter, da anni sinonimo di lusso, sostenibilità e design nel settore delle etichette per vini, birre artigianali e cosmetici, rappresenta - con i suoi materiali autoadesivi di altissimo livello - il punto di riferimento per tutti quei designer alla continua ricerca di ispirazione per le loro iconiche creazioni. Infine Ritrama che, con oltre 50 anni di esperienza nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative altamente tecnologiche, pone l’elevata specializzazione e know-how tecnologico a servizio dell’estetica, rispondendo alle richieste più specifiche del mercato con prodotti tailor-made. Fedrigoni Self-Adhesives è un unico, grande player globale, nato dall’incontro armonico tra innovazione, lusso e design.
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Materiali Carte autoadesive Film autoadesivi generated at BeQRious.com
Fedrigoni Self-Adhesives
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La Commerciale è un’industria grafica punto di riferimento nel settore con oltre settant’anni di esperienza e una tradizione trasmessa attraverso quattro generazioni. Nata nel 1945 come piccola tipografia con annessa cartoleria nel centro di Alba, l’azienda è cresciuta con l’evolversi delle richieste delle aziende agricole e alimentari della zona. Nonostante gli straordinari sviluppi tecnologici, i fratelli Artuffo, a capo dell’azienda, hanno voluto mantenere il nome originale per garantire il legame con il passato. Dai caratteri tipografici La Commerciale è passata alla stampa offset a foglio, di cui è stata tra i pionieri nel settore in Piemonte. Poi l’introduzione di macchine a tecnica mista in bobina dotate di sezioni offset, doppie sezioni serigrafiche, rilievo, lamina per arrivare ai nuovi set-
Commerciale Federica Artuffo +39 0173 363672 f.artuffo@lacommerciale.it
Amministrazione Mauro Artuffo +39 0173 363672 m.artuffo@lacommerciale.it
LA COMMERCIALE SRL Corso Asti 8/a 12051 Alba (CN) www.lacommerciale.it
C O N T A T T I
tori della stampa in bobina digitale che ha permesso all’azienda di specializzarsi sempre di più nel campo dell’etichetta autoadesiva, senza dimenticare però la lunga esperienza nel campo del packaging di pregio e della carta colla dall’alto valore aggiunto. L’azienda ha investito nelle nuove tecnologie trasformandosi in una litografia all’avanguardia, in grado di gestire internamente tutti i processi. Oltre ad essere certificati ISO9001, ha ottenuto anche la certificazione FSC. La Commerciale si è distinta negli anni grazie alla notevole qualità e cura del dettaglio, alle continue sperimentazioni nelle cromie, nei processi di stampa, nei materiali e nelle nobilitazioni, caratteristiche che le hanno permesso di essere premiata come “Best Label Printer” agli Oscar della Stampa 2016 (Ex La Vedovella).
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Prodotti Astucci e scatole Etichette
La Commerciale
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Luxoro è partner esclusivo in Italia del Gruppo KURZ, player mondiale e punto di riferimento nella produzione di attrezzature e tecnologie per la stampa a caldo, a freddo e digitale. Attraverso le sue ispirazioni, Luxoro vuole diffondere un nuovo modo di pensare il packaging e l’immagine dei brand, soluzioni di nobilitazioni inedite e materiali di altissima qualità studiati per design unici.
Che si tratti di packaging, etichette, editoria, alta sicurezza, cosmetica, automotive, elettrodomestici o moda, le proposte dedicate alla nobilitazione sono sempre all’avanguardia e sorprendenti. Grazie a rigorose politiche aziendali volte alla sostenibilità ambientale, Luxoro è da tempo una realtà a energia 100% rinnovabile e sostenitore WWF nel progetto di tutela e sostenibilità per fauna e ambiente.
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Materiali Cliché Materiali per nobilitazione
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Commerciale Alessandro Carnevale +39 3358067918 alessandro.carnevale@luxoro.it
Amministrazione Ezio Gallesi +39 0384254011 ezio.gallesi@luxoro.it
Sede operativa e amministrativa Via delle Rose 3, 27020 Parona Lomellina (PV) www.luxoro.it
LUXORO SRL Sede amministrativa Galleria Unione 5, 20122 Milano
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Luxoro
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DEFINING EXCELLENCE IN PRINTING
GLI OSCAR DELLA STAMPA VI DANNO APPUNTAMENTO AL 2022 SEGUITECI TUTTO L’ANNO SU OSCARDELLASTAMPA.IT CON I FILMATI DELLE PREMIAZIONI 2021 E LE VOTAZIONI 2022
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3M....................................................................... 50 Alia......................................................................10 Allan Pal............................................................17 Arconvert........................................................ 64 Armet................................................................ 29 Aro gruppo..................................................... 24 Artuffo Federica......................................... 65 Artuffo Mauro............................................... 65 Avery Dennison............................................19 Azzoni Simone............................................. 55 Ba.ia................................................................... 52 Bandiera Andrea......................................... 39 Barilla................................................................ 39 Be.Green.......................................................... 43 Belianska Susi.............................................. 55 Berné Roberto............................................. 56 Bonetti Matteo.............................................19 Bosio Giuseppe............................................ 59 Bovo Francesco.......................................... 43 Camusso Gianni.......................................... 33 Canon............................................................... 28 Cardinalli Jayde............................................17 Carnevale Alessandro.............................. 66 Ceroni Giuseppe..........................................57 Cibic Aldo....................................................... 29 Ciemme........................................................... 50 Citro Fabrizio................................................ 28 Compagno Stefano.................................. 29 Corgnati Fabrizio........................................ 24 Cortellezzi Cristina.................................... 40 Cozza Federico............................................ 30 Creostudios................................................... 53 Design is Young............................................10 Di Paolo Mario...............................................10 Dinamomilano..............................................15 E. Marinella.................................................... 50 Emmetre..........................................................13 Estal....................................................................19 Fedrigoni....................................... 8, 17, 64, 72 Flob.................................................................... 43 For.Tex / Epson............................................. 59 Frankenstein Studio..................................17 Franzoni Margherita..................................13 Franzoni Marilì..............................................13 Franzoni Mauro............................................13 Galimberti Fabio......................................... 35
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Gallesi Ezio..................................................... 66 Galli Alice........................................................ 24 Gensler..............................................................27 Ghiacciopuro.................................................13 Grafica Metelliana.....................2, 9, 10, 30 Grafical......................................................19, 50 Gruppo Cordenons.............................45, 50 GustOsa........................................................... 49 Halpim Clem..................................................10 Heidelberg........................................................9 Hello DTV............................................ 9, 50, 69 hinderer+muelich...................................9, 11 HP................................................. 24, 28, 35, 50 Icma.............................................................11, 17 ICO...................................................................... 50 Ideology Creative Studio....................... 50 Industria Grafica FG................................. 28 Juhlin Richard...............................................17 Keminova.........................................................13 Konica Minolta............................................. 50 Kurz.........................................................8, 19, 66 La Commerciale......................................... 65 La Prensa Etichette...................................16 Lateral Creative Hub................................ 49 Lazzati Industria Grafica.................37, 52 Leaderform.................................................... 30 Leonti Matteo.........................................19, 69 Lepori Alice.................................................... 24 Levico Acqua.................................................12 Limido Viviana............................................. 25 Lorti Laura...................................................... 69 Luongo Nello................................................. 29 Luxoro..............................................8, 11, 66, 71 Madea............................................................... 30 Manter.............................................................. 64 Mondadori Libri........................................... 33 Myllymaki Tommy.......................................17 Nardi Massimiliano.................................... 29 Nardi Mobili in Cartone........................... 29 Nardi Stefano............................................... 29 Nava Press......................................................17 Neri Vittorio....................................................41 Nunziata Rachel......................................... 28 O,nice! Design Studio................................ 11 Oasyhotel........................................................ 52 OneMorePack................................................10
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Oscar della Stampa...................................67 Packaging Première....................................4 Paoloni Robertino...................................... 30 Pasquariello Antonio................................ 59 Pentawards....................................................10 Pescetto Mario............................................ 28 Pinkommunication................................... 40 P-love............................................................... 43 Podere l’Agave............................................. 49 Preziosi Iole................................................... 30 Primo Piano Industry................................17 Print4All............................................................47 Pusterla 1880................................................. 11 Puzone Viviana............................................ 25 Quercetti......................................................... 53 Raja Italia....................................................... 44 RAM System.................................................. 30 Regazzoni Cristina..................................... 24 Ricoh................................................................. 30 Ritrama............................................................ 64 Robilant Associati...................................... 38 Romeo Bruna............................................... 43 Roversi Patrizio............................................41 Royal Unibrew.............................................. 20 Sappi.............................................................3, 23 Schiavulli Federico.................................... 25 Scodix..................................................................9 Scoiattolo....................................................... 24 Shaltiel Keren............................................... 43 Skogkvist Fredrik.........................................17 Smith Drew.....................................................19 Smith Lumen......................................... 18, 69 Soldati Maria Grazia................................. 59 Straface Fabio............................................. 69 Stucchi Bruno...............................................13 Studio Berné................................................. 56 Sudest57......................................................... 56 Taxi Studio......................................................10 Tedeschi Paolo............................................ 28 Tenoha............................................................. 28 The 6th............................................................. 52 The Embassy................................................. 50 Vai Andrea.......................................................41 Viviani Daisy..............................................9, 69
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Hello DTV Hello DTV è un’officina creativa nata a Milano a inizio 2020. Giovane, dinamica e indipendente, è una rete di professionisti con l’infinita passione per il mondo del marketing e della comunicazione. La fondatrice, Daisy Viviani, è art director, graphic designer e illustratrice: dopo aver lavorato per alcune agenzie e studi milanesi, ha deciso di intraprendere questo personale percorso imprenditoriale perché crede fortemente che “la bellezza salverà il mondo” ed è responsabilità di tutti diffondere bellezza, ognuno nel proprio campo e con i propri mezzi. Appassionata di gatti, ceramica, medioevo e musica rock, ha fatto del concetto che ogni oggetto di comunicazione può e deve essere bello, la sua principale missione.
hellodtv.com
Lemonsoda Anniversary Edition
CREDITS
Per celebrare i 90 anni di sodalizio con Fonti Crodo, il brand Lemonsoda ha deciso di creare delle special Edition delle proprie lattine con un logo dedicato e una creatività personalizzata. Hello DTV è stata chiamata da Smith Lumen, storica agenzia milanese, per l’esplorazione creativa, lo sviluppo grafico e la realizzazione delle illustrazioni. Il lavoro è partito dal logo, che richiama l’estetica tipica degli anni ’30 con un approccio contemporaneo, e si è successivamente trasformato nelle lattine a edizione limitata grazie al successo delle illustrazioni create inizialmente soltanto per la comunicazione sul punto vendita. Abbiamo voluto portare questo progetto come “best case” in quanto testimonianza degli straordinari e sorprendenti risultati che si possono ottenere quando l’impegno e la passione vengono affiancati da un pizzico di coraggio e visione da parte di tutti gli attori coinvolti nel lavoro che riescono così a trasformare un’esigenza commerciale in qualcosa di molto più grande.
Daisy Viviani – Art Director, Illustrator Laura Lorti – Client Director Smith Lumen Matteo Leonti – General Manager Smith Lumen Fabio Straface – Creatice Director Smith Lumen
Da oltre 30 anni al fianco di designer, agenzie di comunicazione e aziende per la stampa offset e digitale di packaging, prodotti commerciali, shopping bag, grande formato. graficametelliana.com
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