Print Buyer, n. 55, Aprile 2015

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5 creativi

speciale vinitaly2015

&creature

L’arte dell’etichetta

Print Buyer e’ sul red carPet di Vinitaly

eccoci al primo degli speciali di Print Buyer quasi interamente dedicato alla comunicazione del vino e soprattutto a Vinitaly. È un numero ricco di suggestioni, che abbiamo voluto offrire ai nostri lettori per celebrare insieme due delle Grandi bellezze d’italia: il vino e la stampa. come non può sfuggire a uno sguardo attento, alla kermesse veronese tutto quello che si muove intorno al vino - produzioni, cantine, eventi e tanto altro - dialoga in un certo senso con la stampa, con il design, con l’arte. a pagina 38 avrete il piacere di scoprire quali sono le ultime tendenze nel packaging del vino, non solo forme, colori, ma anche lavorazioni e innovazioni: ce lo ha raccontato Giacomo Bersanetti, uno dei più accreditati wine designer italiani. e non perdetevi i due articoli a pagina 14 e a pagina 18 dedicati rispettivamente al mercato e all’export del vino. Per finire, a pagina 31, una accurata spiegazione, utile e preziosa, su come si può progettare un’etichetta, quali sono le cose di cui bisogna tenere conto, dalle norme ai formati, dai supporti agli espedienti grafici. e per restare sul tema delle tendenze nel design e nel packaging, abbiamo un inserto che riporta i vincitori dell’international Packaging competition 2015, il premio dedicato alla selezione dei migliori abbigliaggi, di cui la nostra rivista è media partner e il nostro editore un esponente della prestigiosa giuria. Buona lettura.

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speciale vinitaly2015

creativi

&creature

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LA COPERTINA - INFORMAZIONI TECNICHE......................... PAG. 8 RUBRICHE: EVENTI & NOVITA’ ................................................ PAG. 10 IL MERCATO DEL VINO ............................................................. PAG. 14 L’ITALIA DEL VINO NEL MONDO .............................................. PAG. 18 INTERNATIONAL PACKAGING COMPETITION ....................... PAG. 23 CONSIGLI PER... PROGETTARE UNA BUONA ETICHETTA ... PAG. 31 COMUNICARE IL VINO: DESIGN, CULTURA, CREATIVITA’ .... PAG. 38 WINE&SOCIAL............................................................................ PAG. 44 WINE&ART.................................................................................. PAG. 46 WINE&CULTURE ........................................................................ PAG. 48 COLOPHON - GLI INSERZIONISTI ........................................... PAG. 50

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Amiamo la cura dei dettagli. Chi sa fare le cose bene si riconosce, per questo i prodotti stampati da Rotolito Lombarda sono apprezzati per la qualità e la cura dei dettagli. Proprio come un abito di alta moda disegnato da mani esperte per valorizzare la bellezza di chi lo indossa.

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la copertina

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Cartoncino “a canna d’onda scoperta”

Quando su un foglio di cartone ondulato manca la carta di copertina esterna e la canna d’onda rimane a vista si parla di “canna d’onda scoperta”. Nel caso del prodotto fornito da Italmicro, società specializzata nella produzione di cartone ondulato in tante variazioni e possibilità, trattandosi di una sola onda si definisce “cannetè” e nasce come materiale per packaging secondario, per proteggere il prodotto avvolgendolo. Rivalutato per l’eleganza materica che trasmette, trova crescente applicazione per soluzioni di packaging, dalle confezioni per il vino all’alimentare da regalo, alle piccole scatole per bomboniere o contenitori per piccola oggettistica, gadget. Disponibile nella versione da 1,5 mm, come quella impiegata in copertina, o da 3 mm, per confezioni di maggior robustezza, viene fornito in bobina e a foglio, in formato variabile. Entro lotti minimi può anche essere fornito in versione colorata a richiesta e retro accoppiato. www.italmicro.com

Etichetta frontale

Per le etichette della copertina sono stati impiegati due frontali distinti. In prima di copertina Sirio Pearl Ice di Arconvert è il supporto scelto per l’etichetta. Una carta di pura cellulosa a finitura perlescente da 90 grammi, in spessore da 110 micron, stampata in quadricromia, arricchita da una verniciatura serigrafica UV e una doppia lamina a caldo, una lamina Rosa metallizzato e un Oro opaco, entrambe fornite da Luxoro. Il clichè impiegato per la testata della rivista, un ottone microinciso ad effetto tridimensionale realizzato da Hinderer+Mühlich KG (h+m), è fornito sempre da Luxoro. Grafical ha realizzato l’etichetta in duplice passaggio. www.arconvert.com www.luxoro.it www.grafical.it

Carta fronta le in pura cellulo sa ECF, di gra mmi 90 e spesso re 110 micron , con finitura lisci a in colore bian co metallizzato .

tichetta Carta e ert Sirio v n Arco e White Pearl Ic 0 Plus, 2 6 SH – 0 Manter e n io z e ll co Spirit e & Wine il Label Olive O . on Collecti

Print Buyer interPreta e veicola gli strumenti di comunicazione del settore: ecco che la rivista diventa carta dei vini, ma è anche un Packaging, una shoPPer e ovviamente un’etichetta...

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GRAFICAL

Grafical Srl ha curato la copertina di questo numero dando ampia dimostrazione dell’estrema flessibilità produttiva di cui dispone. Fondata nel 1984, nel cuore della Valpolicella, dai fratelli Lonardi, si è affermata come azienda di stampa specializzata nel settore delle etichette per il vino, strutturando un impianto moderno in grado di rispondere a tutti i tipi di esigenza del settore. Dall’etichetta a colla realizzata in macchine piane tradizionali alle etichette adesive realizzate con macchine a bobina fino alle recenti tecnologie digitali in grado di far fronte alle microtirature e alle personalizzazioni. Non esiste nobilitazione che non possa essere eseguita e la dimostrazione sono le etichette proposte in copertina.

ITALMICRO

Italmicro è un produtore di cartone ondulato per cartotecniche e scatolifici, fondato da Marino Galeotti nel 1977. Nel 1996 l’azienda si trasferisce nello stabilimento di nuova costruzione a Borgo Tossignano (BO), dove viene strutturata una linea di produzione ad elevata capacità e installata l’accoppiatrice a foglio. Attualmente la produzione di Italmicro riguarda cartoni ad onda singola o doppia, coperte o scoperte, cartoni in onda E, B, F che, variamente combinate tra loro con le diverse tipologie di carte, possono far fronte a buona parte delle esigenze della cartotecnica. L’azienda produce inoltre fogli su capitolato tecnico a richiesta.


9 la copertina

Etichetta in quarta di copertina

tichetta Carta e ert Carta fronta Arconv rika le tto Pap e r marcata a fe Tinto s, ltro, lu P 0 2 in fibra di pu SH – 60 Manter ra ne cellulosa EC collezio pirit. F S & colorata in e Win impasto, in grammi 9 5e spessore 13 5 micron. Supp orto da 78 gram mi. Fornita in bo bina.

Anche l’etichetta in quarta di copertina è stata realizzata da Grafical su macchina rotativa da bobina banda stretta, in un unico passaggio impiegando un gruppo stampa serigrafico in Beige per il testo più una lamina a caldo colore Bronzo metallizzato codice 398 fornita da Luxoro.

La legatura

Si può sostanzialmente considerare una “confezione semplice”, detta anche “confezione a punto metallico”, quella scelta da Legatoria Padovana per questo Speciale Vinitaly, che si è però prodotta in uno sforzo di nobilitazione considerevole impiegando materiali inconsueti. Si è voluta simulare una Carta Vini, per formato e struttura, ma che, aperte le alette, diventasse anche poquette o “shopperina”. Si sono richiamati gli elementi, le lavorazioni e i materiali del packaging come pure dell’etichetta. Il blocco libro, composto da due sedicesimi e due ottavi, di cui quello centrale a finestra, sono accavallati e cuciti a punto metallico. La copertina, in cartoncino microonda accoppiato internamente per nobilitarne l’interno e irrigidirne la struttura, è stata pre-fustellata e quindi rifinita con l’applicazione manuale delle etichette sul fronte e sul retro. Successivamente accavallata al blocco libro cucito e rifilato, in un secondo passaggio, è stata ancorata al blocco libro tramite un elastico chiuso con capocorda, appositamente realizzato. www.gruppopadovana.it

Rivestimento interno

L’interno del cartoncino ondulato, ai fini della rigidità e della stampabilità, è stato foderato accoppiando un cartoncino Fedrigoni Arcoprint da 200 grammi, stampato in quattro colori offset di tipo ossidativo. Accoppiamento in macchina automatica con colla vinilica a freddo e quindi fustellato in formato finito mediante autoplatina fustellatrice con speciale fustella a sospensori morbidi per evitare lo schiacciamento della canna.

INTERGRAFICA

Intergrafica Verona si è occupata della stampa delle segnature interne della rivista. Da oltre 30 anni è impegnata nella stampa e trasformazione di carte speciali per il mondo della comunicazione commerciale e per la comunicazione sul punto vendita. L’esperienza maturata al servizio di importanti cartiere nazionali, sia per la produzione di cataloghi che per il testing delle carte, è tale da essere considerata fra i massimi esperti nella stampa su tecnologie convenzionali di supporti speciali. Fra le caratteristiche distintive la Certificazione FSC per un’eccellenza a impatto zero, una qualità ecologica che sposa sistemi di stampa altamente innovativi.

GRUPPO PADOVANA

Gruppo Padovana, Legatoria e Confezioni Grafiche è una fra le più importanti realtà industriali nell’ambito del finishing e della legatoria del Paese. Un parco macchine estremamente ampio e variegato e un’esperienza che ha varcato i vent’anni di attività sono gli ingredienti per la proposta commerciale dell’impresa padovana. Sono in grado di realizzare oltre venti tipologie di confezione, in numerose varianti, abbinando processi industriali a lavorazioni cartotecniche spesso semiautomatiche o addirittura manuali, come l’applicazione delle etichette nello specifico di questa edizione, piuttosto che l’applicazione dell’elastico.

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c r e a te ivve i n&t ci & r en ao tvui rt àe

10 ARBOS: Creatività senza limiti... ma eco-sostenibile «Possiamo essere definiti un’azienda di confine», ama spesso affermare Sergio Paolin, titolare di Arbos. E il “confine” è quello che divide l’ordinario (cioè le normali lavorazioni del settore tipografico e cartotecnico) dallo straordinario, come vengono definite quelle soluzioni che sempre sanno suscitare sorpresa, curiosità, che solo allontanandosi dal déjà vu si possono ottenere. 25 sono gli anni di attività di questa azienda del Vicentino, segnati da due costanti che ne hanno fatto una realtà unica e originale nel panorama cartotecnico: da un lato una ricerca continua di materiali innovativi, in particolare carte e cartoni riciclati ma non solo, anche cuoio riciclato (Ricuoio®), tessuti da riciclo (Ristoffa®) o materiali assolutamente inconsueti come la carta-petrolio (Tar paper®); dall’altro lato una filosofia e una prassi aziendale maturate in un rapporto continuo col mondo del design, dell’arte e dell’università. E tutto ciò si coniuga con un sistema produttivo integrato dalla stampa alla legatoria, al confezionamento. Arbos può così offrire al cliente la garanzia di un prodotto fortemente innovativo, di alta qualità progettuale e realizzativa, unita ad un servizio flessibile e puntuale. Un occhio al sito dell’azienda può dare un’idea di tutto ciò: www.arbos.it.

Sopra, esempi di lavorazioni con l’utilizzo di Ristoffa®, materiale innovativo prodotto con tessuti da riciclo.

Viscom Italia, al via la macchina organizzativa

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Torna Viscom Italia, vero e proprio punto di riferimento, a livello europeo, per il mercato della comunicazione visiva. L’evento animerà i padiglioni di Fiera Milano dal 15 al 17 ottobre. Si tratta di un’edizione che promette bene, con oltre il 50 per cento dell’area espositiva già occupata dai big player. Forte del successo della passata edizione – che ha visto la presenza di 311 brand internazionali, di cui il 20% espositori dall’estero e oltre 17.000 visitatori da 55 Paesi diversi – Viscom Italia si conferma non solo come importante momento espositivo dove sarà possibile rintracciare i trend che dettano il futuro del settore, ma anche come

osservatorio di scambio e di crescita professionale. Dunque una piattaforma per generare business che si prepara ad accogliere espositori e visitatori internazionali. «Ai nostri espositori», ha dichiarato Paola Sarco, Exhibition Manager di Viscom Italia, «offriamo idee, esperienze e un’ampia rete di contatti qualificati che puntano a personalizzare il business delle nostre aziende. Attraverso nuovi modelli e strategie innovative supportiamo chi vuole essere propulsore della crescita del mercato della comunicazione visiva». Per info: www.viscomitalia.it


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Carte e cartoncini naturali, marcati a feltro su entrambi i lati, di pura cellulosa ECF, certificati FSC. Lo speciale trattamento stucco, presente su entrambi i lati, consente una stampa particolarmente nitida e brillante. Disponibile in 120, 150, 210 e 320 grammi e in formato cm 72x101

Particolarmente apprezzata nelle produzioni editoriali di prestigio, brochure e stampati commerciali ove si vogliano coniugare le caratteristiche tattili di una carta marcata con la resa di un supporto patinato. Può essere impiegata senza particolari difficoltà con tutti i principali sistemi di stampa e di nobilitazione, come rilievi, lamina e verniciature.


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aree tematiche: Alimentare, Moda & Abbigliamento, Automazione e Meccanica di precisione, infine Mobile & Arredocasa. La prima sezione è rivolta alla stampa commerciale e packaging stampato nella filiera agro-alimentare e nella grande distribuzione organizzata, dove le esigenze logistiche si devono sposare con una grande varietà di materiali e processi di stampa, mantenendo l’immagine coordinata del brand sullo scaffale. La seconda sezione tratterà la stampa emozionale nella moda e nel lusso, dove l’obiettivo è catturare il cliente ed emozionarlo. La terza sessione è dedicata alla creazione di cataloghi complessi tipici dell’industria meccanica, dove l’integrazione con i sistemi informatici può generare economie importanti. L’ultima sessione permetterà di ca-

&novità

Per la prima volta in Italia un dialogo concreto e professionale fra le tre categorie di attori della filiera grafica. Comunico Italiano, la neonata Associazione d’Impresa del settore della comunicazione in Emilia Romagna, ha dato appuntamento a Bologna, il prossimo 15 maggio, a print buyer, designer, stampatori e trasformatori cartotecnici, offrendo loro il contributo di esperti internazionali di settore. L’obiettivo dell’evento è quello di tracciare il trend evolutivo della domanda di stampati e di strumenti di comunicazione, in senso più ampio, nei principali settori del Made in Italy, con una forte propensione all’innovazione di prodotto, all’internazionalizzazione e di conseguenza con forti esigenze di comunicazione. Una giornata suddivisa in quattro sessioni di lavoro per altrettante

eventi

Print Buyer Conference 2015: Comunico Italiano esplora i trend della comunicazione stampata

pire lo stato dell’arte nella stampa di cataloghi ceramici, di arredamento e di tutti quei settori dove qualità e coerenza cromatica sono fondamentali per la vendita a catalogo dei prodotti. Un appuntamento certamente stimolante che Print Buyer ha voluto sostenere e di cui daremo ampio riscontro nei prossimi numeri. Preiscrizione sul sito dedicato: www.printbuyersconference.eu/

È il Marsala il colore dell’anno 2015 scelto da Pantone® È ormai diventata una consuetudine da quando, nell’ormai lontano 2000, Pantone®, probabilmente una delle voci mondiali più autorevoli in tema di colore, iniziò a studiare le tendenze dei settori moda, arte e costume, per identificare e annunciare, a inizio di ogni anno, il colore rappresentativo della tendenza estetica del momento. E dato che il colore scelto per il 2015 è il Marsala, “a naturally robust and earthy wine red”, come lo ha definito Lee (Leatrice) Eiseman, Executive Director di Pantone Color Institute®, non potevamo trascurare la citazione in questo speciale numero. Abbiamo deciso di emularne la nouance negli elementi grafici ricorrenti della rivista per quanto, com’è noto, l’emulazione quadricromica dei Pantone® non sia in effetti corretta. Il Marsala è un colore elegante e de-

ciso se usato da solo e una sfumatura attraente se utilizzato in accostamento. Raffinato, sofisticato e naturale, è un colore che rimanda chiaramente ai toni caldi della terra. Considerato però l’effettivo successo che il Marsala ha raccolto anche sulle passerelle della moda primavera-estate 2015, e l’adozione da parte di importanti designer come Nina Ricci, Christopher kane e victoria Beckham, nelle loro collezioni, non si esclude se ne parlerà anche più avanti, nel corso dell’anno, quando appunto ci dedicheremo alla comunicazione del mondo della moda e del fashion in generale. L’indicazione è arrivata come sempre a inizio dicembre, quando Lee Eiseman, lo ha presentato in con-

“... MARsALA È IDEALE PER EssERE UTILIzzATO NELLA GRAfICA E NEL PACkAGING. sI fA NOTARE, MA CON DIsCREzIONE: I CONsUMATORI NEL PUNTO vENDITA NE sONO sUBITO ATTRATTI. ... MARsALA sARà UN ELEMENTO PERfETTO PER TUTTI I TIPI DI PRODOTTI DA sCAffALE E PER OGNI GENERE DI sTAMPATI, DAI PERIODICI AI CALENDARI fINO ALLA CANCELLERIA...”

ferenza stampa, annunciando il PANTONE® 18-1438 Marsala come “A rich contrasting color, Marsala is ideal for use in graphic design and packaging. Eye-catching, but not overwhelming or bright, consumers are immediately drawn to the hue, making it an alluring shade at pointof-purchase. As packaging becomes increasingly more artistic, Marsala will be a natural fit for both high and low-tech materials, including on-shelf periodicals as well as printed assets, like calendars and stationery”. Guarda il video: http://www.pantoneview.com/en/ pantone-color-of-the-year-2015 www.pantone.com

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Una fotografia a tutto campo sulle attività svolte all’estero dalle aziende vitivinicole italiane. Dati confortanti che ci mostrano i trend positivi delle vendite oltre confine dove una azienda su due registra una crescita in tutte le principali aree del mondo.

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Cantina del Castello di Verrazzano, a Greve in Chianti.

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Wine2Wine L’Osservatorio b2b di Vinitaly a cura della Redazione


Exportano le grandi aziende Il 97% delle aziende vende in almeno un mercato estero. È interessante notare come la percentuale cresca progressivamente all’aumentare del fatturato: “solo” l’87,5% delle aziende con ricavi inferiori ai 100.000 euro dichiara di esportare, percentuale che aumenta al 98,5% per le realtà con fatturato compreso tra 100.000 e 500.000 euro, arrivando al 100% nel caso di aziende con un giro d’affari superiore al mezzo milione. Se si analizza la presenza per singola area geografica emergono chiaramente due aspetti: il primo è che la percentuale (sul totale) di aziende che esportano cresce al crescere del fatturato in tutte le principali aree geografiche; la seconda è che la distanza dall’Italia, restrizioni commerciali e differenze culturali incidono sulla presenza all’estero dei nostri produttori. Soprattutto l’Unione Europea Il 95,8% esporta i propri prodotti verso Paesi membri dell’Unione Europea. Il secondo mercato più importante è quello Nordamericano, sbocco commerciale per l’81,3% del campione, dove però inizia a farsi più marcata la differenza sulla base del fatturato: mentre sono oltre 9 su 10 quelle con

fatturato oltre il mezzo milione di euro che esportano in Nord America, il rapporto scende al 76% per quelle nella fascia 100.000/500.000 e al 57,1% per quelle con ricavi inferiori a 100.000. Proseguendo, il terzo mercato di riferimento è l’Europa non comunitaria (75,8%), seguito dal mercato asiatico. In quest’ultimo si registra la differenza più significativa in rapporto alla dimensione aziendale: la percentuale rimane elevata per le realtà con fatturato superiore a 500.000 euro, mentre la quota scende drasticamente a 6 su10 per le imprese comprese nella fascia intermedia, e a 4 su 10 per quelle con ricavi inferiori a 100.000 euro.

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Le considerazioni che qui presentiamo sono il risultato di una ricerca condotta su un universo di 4.026 aziende italiane espositrici di Vinitaly, realizzata con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) nei mesi di gennaio e febbraio del 2014. All’indagine hanno risposto complessivamente 423 aziende, pari al 10,5% dell’universo. Realizzata allo scopo di raccogliere valutazioni e opinioni sulle attività di business, l’indagine ha focalizzato l’attenzione sui temi dell’export, prendendo in esame le attività svolte all’estero nel corso del 2013. Un primo dato di fondo riguarda la forte propensione all’export del settore. Ben il 97% delle imprese intervistate ha infatti dichiarato di esportare in almeno un mercato estero. L’analisi per fasce di fatturato ha evidenziato come la percentuale di imprese che esportano cresce all’aumentare del volume d’affari. Allo stesso modo, anche il numero di mercati esteri verso i quali si esporta varia in funzione dei ricavi e della dimensione: le più piccole vendono i propri vini mediamente in sei mercati, quelle più strutturate e di maggiori dimensioni sono presenti in più di venti nazioni.

Prima Germania, seconda Svizzera La Germania è per distacco il mercato di destinazione più comune per i produttori italiani interpellati: ben quattro aziende su cinque vendono già in questo Paese. Al secondo posto la Svizzera, verso la quale esportano attualmente il 62,2%. Dopo la costa orientale degli Stati Uniti (terzo mercato più comune) si trovano una serie di altri Paesi europei: Belgio, Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca. La Top 10 si chiude con Giappone, Canada e Stati Uniti occidentali, verso i quali esporta

Fonte: dati ed elaborazioni wine2wine - Veronafiere

PERCENTUALE DI AZIENDE CHE ESPORTANO PER MERCATO DI DESTINAZIONE

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una azienda su due. In Cina sono attualmente presenti con i loro prodotti quattro aziende su dieci, a Hong Kong una su tre. 8 aziende su 10 presenti in 11 nazioni Sono quattro dunque i mercati di sbocco principali per il vino Made in Italy: Unione Europea, Nord America, Europa non comunitaria e, in parte, Asia. Le altre aree geografiche sono in generale meno presidiate: solo quelle con fatturati superiori a 500.000 euro sono presenti in percentuali significative in America Latina (51,3%) e Oceania (41,3%), mentre è in generale esigua la quota di aziende che dichiarano di esportare in Medio Oriente ed Africa. A livello aggregato, è interessante osservare che il 12,5% delle aziende con ricavi sotto i 100.000 euro non esporta. Le altre sono presenti mediamente in 6,1 mercati. Questo valore sale a 8,9 per le aziende nella fascia di fatturato intermedia, le quali dichiarano di essere presenti in più di 11 mercati nel 32,9% dei casi. Le più internazionalizzate sono quelle con fatturati superiori a 500.000 euro, con una media di 20,6 mercati di sbocco, il 76,9% di aziende che dichiara di esportare in più di 11 mercati e il 35,6% che è addirittura presente in più di 21 nazioni.

azioni di promozione e investimenti strutturali che hanno inciso in misura differente nei diversi mercati. I produttori hanno cavalcato una dinamica positiva soprattutto nell’Europa extracomunitaria (secondo il 57,5% degli intervistati), in Asia dell’Est (55,3%) e in Centro-Sud America (62,7%). Investimenti strutturali in azienda sono stati invece la prima causa dell’espansione in Unione Europea e Nord America, rispettivamente per il 51,1% e il 49,3% delle aziende attive in questi mercati. Tra quelle con fatturato inferiore a 100.000 euro che esportano nell’Unione Europea e che hanno dichiarato un aumento delle vendite in quest’area, il 35,7% ritiene che questo trend positivo sia generato da un mercato in crescita; il 21,4% lo riconduce a una maggiore attività di promozione; il 50% dice che gli investimenti strutturali sono stati alla base della loro espansione.

Quale mercato per il futuro? Non mancano sorprese quando si tratta di capire quali siano i mercati su cui gli intervistati intendono puntare per il futuro. Al primo posto si posiziona nientemeno che la Norvegia, indicata dal 34,4% delle aziende. Il risultato è ancor più sorprendente se si considera che, come visto in precedenza, solamente il 14,3% dei produttori di vino biologico esporta attualmente in questo Paese (18° mercato più diffuso). Una azienda su tre indica poi il Regno Unito, seguito da Russia, costa Ovest degli USA, Canada e Svezia, tutti sopra il 30%. A completare le prime posizioni della classifica si trovano Austria, Germania, Paesi Bassi, Danimarca e Giappone, nazioni in cui è sempre più diffusa l’attenzione verso i prodotti biologici.

TIPOLOGIA DI VINI ESPORTATI

Fonte: dati ed elaborazioni wine2wine - Veronafiere

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Aumento dell’export Quali sono le variabili che determinano una crescita forte dell’export? L’aumento è il risultato di un mix di variabili esogene (mercato in crescita),

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Un’ulteriore indagine di approfondimento sui produttori di vino biologico è stata condotta su un universo di 1.046 aziende italiane con produzione biologica certificata da Federbio. È interessante notare come il vino biologico sia quello con il numero maggiore di mercati di sbocco per le aziende con fatturati inferiori a mezzo milione di euro. La Germania è ancora una volta il mercato più comune per l’export: qui dichiara di vendere i propri prodotti biologici una azienda su due. Al secondo posto si posiziona la costa orientale degli USA, mercato per quattro aziende su dieci, seguita da Giappone, Belgio e Svizzera. Tra i primi dieci troviamo altri tre mercati comunitari (Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca), scelti da un produttore su quattro, e due nordamericani (la costa Ovest degli USA e il Canada). Il vino rosso guida le vendite estere di vino biologico: 8 aziende su 10 tra quelle che esportano in ciascuna area geografica lo fa con vini rossi. Questa percentuale sale in Asia, dove sono l’88,4% a vendere questo prodotto. Come facilmente intuibile, sono le aziende con fatturati più elevati ad essere più presenti nei mercati internazionali: tra i produttori di vini biologici con fatturato inferiore a 100.000 euro solamente sei su dieci esportano nell’area Schengen, rispetto all’85% di quelle che superano questa soglia.

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VINO BIOLOGICO, SUPERSTAR

Quattro aziende su cinque hanno dichiarato di esportare vino rosso; due su tre esportano vino bianco; una ogni tre vende oltre confine vini rosé o spumanti; il 13,2% delle aziende intervistate produce vino biologico e riesce a venderlo nei mercati internazionali.



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L’industria italiana del vino, la sua cultura, i suoi valori, il suo primato, ma anche i volumi e il mercato. Di tutto questo abbiamo parlato con Domenico Bosco, responsabile della Coldiretti, e con Ettore Riello, presidente di Veronafiere.

L’Italia del vino, l’Italia dei campioni di Achille Perego


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fonte: Elaborazione IRI su dati Corriere Vinicolo

Una volta vinciamo noi e un’altra loro. E nel 2014 ad aggiudicarsi il derby mondiale del vino tra Italia e Francia sono stati i nostri cugini transalpini. L’anno scorso, infatti, spiega la Coldiretti, la produzione di vino a livello nazionale si sarebbe attestata attorno a 41 milioni di ettolitri, il 15 per cento in meno del 2013, mentre Assoenologi stima 40 milioni di ettolitri e un calo del 17%. In qualsiasi caso, con queste cifre il nostro Paese avrebbe perso nel 2014 il primato internazionale nella produzione di vino a vantaggio della Francia dove le stime dell’Istituto del ministero dell’Agricoltura, sempre per lo stesso periodo, danno una produzione di 47 milioni di ettolitri. Dal punto di vista qualitativo, secondo Domenico Bosco, responsabile vitivinicolo della Coldiretti, la stagione è stata fortemente influenzata dalla piovosità che ha alimentato incertezza e impegnato notevolmente gli agricoltori nella difesa dei grappoli. La previsione comunque è che la produzione made in Italy – la più scarsa a livello di

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I PRIMI 10 PAESI PRODUTTORI DI VINO

La concentrazione dei TopTen è pari all’85% della produzione mondiale di vino

vendemmia dal 1950 – sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento andrà invece ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a quelli da tavola. E oltre la metà del vino italiano ottenuto con la vendemmia 2014 sarà bevuto all’estero per effetto della crisi che ha tagliato i consumi nazionali, mentre le bottiglie esportate hanno registrato un leggero aumento anche nel 2014 con un fatturato che ha superato abbondantemente i 5 miliardi. Seppure risorpassati dai francesi, restiamo dei campioni mondiali. La vendemmia in Italia – sottolinea Coldiretti – coinvolge 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dalle quali si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino, realizzato per oltre la metà all’estero. Del

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VINO CONFEZIONATO. I PRIMI PAESI PER IMPORTAZIONE (valori in mld euro)

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fonte: Elaborazione IRI su dati Corriere Vinicolo

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resto, secondo i dati elaborati da Veronafiere/Vinitaly, siamo, in volume, i primi esportatori mondiali di vino con una ventina di milioni di ettolitri e con una quota del 21% del mercato mondiale e il secondo (dietro Australia e davanti a Cile, Argentina, Nuova Zelanda e Francia) in valore (5,1 miliardi di euro). Siamo primi, sia per volumi che per valore, negli Stati Uniti (1,1 miliardi e una quota di mercato del 30%) e in Germania (oltre 1 miliardo e una quota del 30%) e per volume nel Regno Unito. In base a uno studio di Iri (leader mondiale nella fornitura di informazioni sui mercati del largo consumo e sullo shopper), i due terzi del vino italiano venduto nella GDO (Grande Distribuzione) è rappresentato da pinot grigio (oltre 176 milioni di euro) e dal Chianti (48 milioni) con una bottiglia su tre messa in promozione, mentre toccano i 50 milioni i ricavi dalla vendita del prosecco, inferiore in volume perché ha un prezzo a bottiglia più alto (una media di 8,65 euro contro 7,82 del Chianti e 5,86 del Pinot grigio). La grande “fabbrica” del vino (che vede quasi un’impresa agricola italiana su quattro dedicata a questa attività e copre il 7,2% del fatturato complessivo agricolo e l’8% di quello dell’industria

agroalimentare) ha anche una forte ricaduta occupazionale stimata complessivamente in 1,25 milioni di persone che riguarda – precisa sempre Coldiretti – sia quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Del resto, proprio in base a una recente ricerca dell’organizzazione agricola presieduta da Roberto Moncalvo, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica e bioenergie senza trascurare il ruolo sempre più importante per questo settore della comunicazione (oggi sempre più digitale), del design e del packaging. Il “vestito” per bottiglie che offrono un vino italiano sempre più di qualità e apprezzato nel mondo, a cominciare dai grandi vini toscani, piemontesi e veneti ma anche quelli sempre più ricercati del Sud Italia e di Sardegna e Sicilia. Vini per la cui produzione la parola d’ordine è “sostenibilità ambientale ed efficienza”, perché applicando i principi della green economy si realizzano risparmi energetici fino al 30%. E che avran-


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IL RECORD STORICO DELLO SPUMANTE

Superati, ma ci possiamo prendere la rivincita, l’anno scorso dalla Francia nella produzione di vino, con un balzo del 20 per cento nelle bottiglie spedite all’estero lo spumante italiano ha messo a segno uno storico sorpasso sullo champagne e conquistato le tavole nel mondo. E’ sempre Coldiretti a ricordarlo in un’analisi che evidenzia un ulteriore segnale di uscita dell’Italia dalla crisi, sulla base dei dati Istat sul commercio estero nel 2014. All’estero, infatti, non sono mai state richieste cosi tante bollicine italiane e il 2014 si è chiuso con la spedizione oltre frontiera di 320 milioni di bottiglie di spumante italiano, il record di sempre. Si è dunque invertita la situazione e nel mondo si è bevuto più spumante italiano che champagne le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie con un debole aumento dello 0,7 per cento. Curioso è peraltro il fatto che nel 2014 sono state esportate in Francia ben 9,8 milioni di bottiglie di spumante Made in Italy mentre al contrario da Oltralpe sono arrivate in Italia solo 5,8 milioni di bottiglie di champagne. Un risultato importante quello delle “bollicine” italiane in vista dell’Expo poiché dall’inizio della crisi nel 2007 le bottiglie di spumante italiano spedite all’estero sono quasi raddoppiate con un aumento della presenza in Paesi tradizionali ma anche con la conquista di nuovi mercati come la Cina. Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti e il Franciacorta. Da segnalare sono anche i risultati ottenuti sui nuovi mercati come la crescita record nelle esportazioni in Cina dove le bottiglie di bollicine Made in Italy consumate nel 2014 sono quasi raddoppiate (+90 per cento) rispetto allo scorso anno. Un vero e proprio boom di vendite nello stesso periodo si è registrato anche nel Regno Unito (+45 per cento in quantità) che ha scavalcato gli Stati Uniti per consumi (+14 per cento) ed è diventato il primo mercato di riferimento per le bollicine tricolori, mentre la Germania è scesa al terzo posto con le esportazioni rimaste praticamente stabili. A pesare sulla conquista dei mercati internazionali, però, avverte Coldiretti, è il fatto che con il successo crescono le imitazioni. Addirittura in Crimea, dove nonostante la guerra si è iniziato a produrre falso Prosecco che, in sfregio alle norme di tutela delle denominazioni, viene venduto nelle grandi catene di supermercati dell’Est Europa. Ma in commercio ci sono anche bottiglie di Kressecco e di Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente il nostrano Prosecco ma non hanno nulla a che fare con questo vino italiano sempre più apprezzato nel mondo.

IL BOOM DELLO SPUMANTE MADE IN ITALY ALL’ESTERO

+90% +45% cina gran bretagna

+14% stati uniti

fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat in quantità relativi ai primi 11 mesi del 2014

no quest’anno anche la grande vetrina dell’Expo 2015, a cominciare dal padiglione Vino – A taste of Italy che vede l’impegno diretto di Veronafiere. Un impegno che riguarda anche la battaglia per la quale si batte da sempre Coldiretti. Ovvero quella contro le imitazioni (“Italian sounding”) e le vere e proprie frodi a danno delle nostre “etichette” e che hanno visto anche la vendita nei Paesi del Nord Europa di kit fai-da-te per produrre finto Chianti con le “polverine”. Ma ancora più importante è la diffusione nel mondo della cultura del vino italiano. «Con oltre 540 vitigni », chiosa Ettore Riello, presidente di Veronafiere, «l’Italia è uno dei mercati vitivinicoli più complessi al mondo. Per far comprendere a pieno le sue qualità e specificità è necessario spiegare, divulgare e trasmettere le sue caratteristiche a tutti i livelli, con corsi su misura per ogni singolo vitigno e mercato internazionale». Solo così, conclude Riello, «è possibile creare una domanda più qualificata, sostenendo e incrementando le vendite di vino italiano, partendo dalla valorizzazione del duro e importante lavoro anche dei piccoli produttori che rappresentano un tassello fondamentale dell’industria italiana del vino».

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Un Vinitaly... effervescente! a cura di Emanuele Posenato

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Grande soddisfazione per l’intera manifestazione, consacrata ormai punto di riferimento mondiale di settore.

“Tutto il mondo a Vinitaly” si potrebbe concludere, guardando ai numeri definitivi della manifestazione. Una presenza estremamente qualificata, non priva di qualche pittoresco “appassionato” che barcollava fra gli stand, che ha visto arrivare a Verona operatori professionali da 140 Paesi, ben 20 in più rispetto al 2014. In totale i visitatori sono stati circa 150mila, con un un significativo incremento di arrivi dal Far East, con Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia. «Nel sud est asiatico c’è stato un aumento della quota italiana anche grazie all’apertura di numerosi ristoranti italiani – afferma Radhika Ganaphaty Ojha, delegato Veronafiere nel Sudest asiatico -. La conoscenza e la qualità del vino italiano è diffusa e spesso la richiesta di alcune etichette arriva

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direttamente dal consumatore. Abbiamo fatto un’indagine a tutto tondo, intervistando diversi player, dal settore ho.re.ca, ai ristoranti, ai consumatori e il feedback è stato unanime, sono tutti molto interessati al vino italiano. Inizialmente, le delegazioni del sud-est asiatico presenti a Vinitaly erano quelle dei Paesi più sviluppati, Singapore, Thailandia e Malesia, ma negli ultimi anni la tendenza ha visto nuovi mercati emergenti interessati all’importazione, Brunei, Myanmar, Laos e Cambogia che in questo momento stanno investendo molto nel settore turistico e registrano una richiesta sempre più importante di vino italiano. Riguardo al mercato coreano, dopo la firma dell’accordo bilaterale con l’Unione Europea abbiamo assistito a un aumento molto rapido del consumo di vino italiano. Per Taiwan, invece, sono necessarie azioni promozionali più intense per la diffusione del valore italiano. Il canale di distribuzione ho.re.ca in questi mercati è decisamente quello trainante, anche se recentemente sono subentrati tra i player della filiera i negozi specializzati enogastronomici. Questo fenomeno ha introdotto un nuovo flusso di domanda-offerta. I negozi invitano i loro clienti-consumatori finali a degli eventi ad hoc ed acquistano direttamente anche in quantità considerevoli. È un canale nuovo e interessante». Si registra un fermento positivo anche Centro America, in particolare dal Messico, e una interessante presenza anche dell’Africa, con new entry interessanti come Camerun e Mozambico. Bene pure il Nord Africa, con la ripresa di Egitto, Tunisia e Marocco sia per il vino che per l’olio extravergine di oliva di Sol&Agrifood. Sempre alto l’interesse per i mercati tradizionali: «Usa e Canada, rappresentano il 20% degli oltre 55mila visitatori esteri. L’area di lingua tedesca, Germania, Svizzera e

I NUMERI DEL VINO ITALIANO

• AzIENDE VITIVINIcOLE ITALIANE: circa 380.000, 23% sul totale imprese agricole • PRODUzIONE 2014 (stima Assoenologi): 40 milioni hl di vino (-17% rispetto al 2013) • ETTARI DI TERRENO PIANTUMATI A VITE: 665.000 (5% della SAU, Superficie Agricola Utilizzata) – di cui 48% docg e doc e 27% igt • IN ITALIA SI cONTANO: 73 docg e 332 doc e 118 igt • FATTURATO DEL VINO: 10-12 miliardi di euro, dei quali 5,1 derivanti dall’export. L’ITALIA NELLA cOMPETIzIONE MONDIALE è: 1° esportatore di vino (20,5 milioni hl; 21% del mercato mondiale) 2° esportatore in valore (oltre 5,1 miliardi € nel 2014) o per volume e valore 1° esportatore negli Usa - 1,1 miliardi di € e quota di mercato del 35% e in Germania - poco meno di 1 miliardo di Euro e quota di mercato del 30% o per volume 1° esportatore nel Regno Unito Elaborazione dati Servizio stampa Veronafiere/Vinitaly, fonti varie


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Austria, si conferma la più importante con il 25% delle presenze, il Regno Unito è al terzo posto con il 10%, seguono in termini numerici i buyer dei Paesi Scandinavi e quelli del Benelux – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Abbiamo registrato grande soddisfazione da parte degli espositori, per la capacità di Vinitaly di migliorare di anno in anno il numero di buyer esteri e la qualità dei visitatori, mantenendo alto il numero dei contatti, tanto che aziende private di grande rilevanza hanno già sottoscritto rinnovi triennali per le prossime edizioni». La Russia, se vogliamo, costituisce un po’ l’unica nota stonata, in netta controtendenza come conseguenza della difficile situazione geopolitica in atto. Un vero successo di pubblico internazionale, merito anche delle recenti tecniche di profilazione dei visitatori adottata negli ultimi anni, ulteriormente affinata per questa edizione, con la selezione del target dei visitatori e con la registrazione di tutte le persone in ingresso: questo costituirà un data base di straordinario valore per le prossime iniziative di marketing e sviluppo internazionale. La conferma nelle parole di Rodolfo Maralli, responsabile marketing e commerciale della nota cantina toscana Banfi «Abbiamo avuto una grandissima affluenza, forse la migliore di sempre in termini qualitativi, compresa la domenica. La diversificazione di provenienza e questi numeri tutti gli anni sono un grande risultato di Vinitaly». La manifestazione è stata seguita da oltre 2.600 giornalisti da 46 nazioni e rappresenta ormai una occasione importante di visibilità per il nostro sistema Paese, come ha correttamente evidenziato Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole, agroalimentari e forestali «Questa edizione ha manifestato ancora più delle precedenti la grande voglia di internazionalizzazione

#PixartprintingOverview Pixartprinting al fianco degli operatori del mercato enologico I brillanti risultati di questa edizione di Vinitaly sono stati raggiunti anche grazie a una comunicazione attenta a esaltare la multiformità e la ricchezza dell’universo-vino. In questo senso Pixartprinting - sempre attento alle innovazioni delle proprie soluzioni di stampa online caratterizzate da prodotti di alta qualità, ampio range di materiali, template personalizzabili e un assortito ventaglio di grafiche preimpostate - è il fornitore ideale per gli operatori del mercato vitivinicolo. “Molti, anzi moltissimi dei nostri prodotti sono risultati di grande interesse per il business del vino”, conferma Andrea Pizzola, Sales & Marketing Director Pixartprinting. “Abbiamo registrato un grande successo per le nostre etichette ma anche per le shopping bag, in particolare sono state apprezzate le new entry, due linee studiate appositamente per bottiglie di vino: Wineline, realizzata in carta pregiata con fondo rinforzato, ed Eco-giftline, la soluzione dall’anima ecosostenibile completamente riciclabile, certificata FSC® e compostabile”. Grande varietà e versatilità dell’offerta dunque, il tutto con consegna anche in 24 ore. Performance imprescindibili, soprattutto in un mercato dove i processi sono sempre più accelerati a fronte di una richiesta di personalizzazione sempre più spinta. “Si tratta di aspetti fondamentali per approcciare un settore così diversificato” aggiunge Pizzola “visto che stiamo parlando di un universo che veicola al mondo l’eccellenza del nostro Paese”. Come risulta dall’analisi degli ordini dell’azienda di Quarto D’Altino - vero e proprio osservatorio di tendenze - è sempre più diffusa la necessità di soluzioni pronte all’uso, consegnate in tempi rapidissimi, anche in piccoli quantitativi per tirature limited edition. “E questo vale non solo per le etichette” precisa Pizzola. “Ma anche per tutti i tool di comunicazione di cui le aziende che operano in questo settore hanno bisogno, dalle brochure alle soluzioni espositive utilizzate per showroom o in occasione di manifestazioni”. Nell’anno di Expo, Vinitaly ha posto inoltre l’accento sull’importanza della sostenibilità identificando il rispetto dell’ambiente come uno dei caratteri di qualità del nostro vino. In questo senso l’intera filiera, e non solo le cantine certificate, devono rispondere a questa esigenza che si declina anche e soprattutto nelle tante forme della comunicazione. A cominciare dal packaging che svolge un ruolo primario perché, spiega Pizzola, “è comunicabile al consumatore finale come plus del prodotto: materiali riciclati e riciclabili, nonché garanzie sulle possibilità di riciclo a fine vita, sono argomenti assolutamente spendibili e come tali possono costituire ottime leve di marketing”. Su questo fronte Pixartprinting, technological partner for printing, sta ampliando la propria offerta con supporti certificati FSC e confezioni eco responsive, frutto della selezione di materiali totalmente differenziabili. Ciò risponde non solo all’esigenza di un packaging capace di preservare la qualità degli stampati durante il trasporto, ma semplifica agli operatori le operazioni di smaltimento degli imballi, permettendo di smistare con semplicità ciascun materiale.

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del nostro Paese che nel settore del vino vede uno degli elementi di massima qualità. Qui abbiamo una straordinaria espressione di quell’Italia che vuole farsi conoscere nel mondo per eccellenza e innovazione. Per questo abbiamo dato il via ad un grande progetto per l’agroalimentare made in Italy, che coinvolge Mipaaf, Mise e Affari esteri, con anche un Piano Fiere finalmente strategico. Se vogliamo arrivare ai 50 miliardi di export in questo comparto, dobbiamo mettere in campo tutto questo».

La giusta premessa ad Expo

Confermando le tendenze positive di questi anni, il vino italiano continua a riscuotere grande apprezzamento, sia in Italia che all’estero e non può che essere uno dei temi caldi anche per il prossimo Expo che si aprirà. «Il settore vitivinicolo è un patrimonio fondamentale per l’Italia con oltre 14 miliardi di euro di fatturato e migliaia di aziende che rappresentano con passione, innovazione e professionalità la ricchezza dei nostri territori – ha dichiarato Mauri-

zio Martina, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Vinitaly rappresenta un passaggio fondamentale di avvicinamento all’evento di Milano, dove con il Padiglione del Vino potremo esaltare per sei mesi l’esperienza vitivinicola italiana. Un momento fondamentale anche in chiave export per far conoscere ancora meglio al mondo la ricchezza e la varietà del nostro patrimonio di vitigni e vini».

ITALIAN WINE EXPERT BY VIA

La Vinitaly International Academy ha diplomato i primi “Italian Wine Expert” e “Italian Wine Ambassador”, alla fine del primo corso di specializzazione sul vino italiano tenutosi a Verona dal 16 al 20 marzo 2015 (http://www.vinitalyinternational.com/vinitalyinternational-academy/ certification-course). Realizzato dall’International Vinitaly Academy - VIA, sotto la direzione scientifica di Ian D’Agata, il corso ha visto la partecipazione di 50 candidati in arrivo da tutto il mondo, in rappresentanza di grandi professionalità del mondo del vino (10 studenti Master of Wine, chef corporate di catene alberghiere internazionali – Hyatt, Fou Season, Shangri-La -, direttori di scuole di degustazione, columnist di prestigiosi giornali come Forbes). Il progetto è stato concepito per sviluppare la mission di VIA. La Vinitaly Internationa Academy è stata lanciata nel febbraio 2014 per essere il polo educativo, accademico e scientifico di Vinitaly nel mondo. Da ora in poi, la sua attività all’estero potrà essere potenziata, grazie agli “Italian Wine Expert”, che potrannoa svolgere attività come insegnanti VIA nei loro Paesi.


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InternatIonal PackagIng comPetItIon In crescita qualità creativa e realizzativa Grande soddisfazione per l’esito finale del Concorso Internazionale di Packaging, di cui Print Buyer è media partner, culminata nella partecipatissima cerimonia di premiazione svoltasi domenica 22 marzo, giorno d’apertura della manifestazione. L’International Packaging Competition, nata su iniziativa di Veronafiere e Vinitaly nel 1996, giunge quest’anno alla sua 19ª edizione presentando grandi novità. Il 19 marzo, a pochi giorni dall’apertura dei battenti del 49° Vinitaly, una qualificata commissione ha decretato la migliore “veste” di vini e distillati provenienti da uve, vinacce, mosto o vino, ma anche alle categorie dei distillati diversi dall’uva (gin, rhum, whisky), a tutti i liquori e all’olio extravergine di oliva. Una competizione che si è quindi allargata e arricchita portando a 11 le categorie, tre in più rispetto al passato, con lo scopo di rendere ancor più internazionale il Concorso, qualificandolo sempre di più come momento di confronto sui trend e sull’innovazione nell’ambito del design grafico, della comunicazione e del packaging. Per l’edizione 2015 sono state ammesse tutte le confezioni rispondenti ai Regolamenti europei 2392/89 e 3201/90 o alle definizioni dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, presentate da aziende produttrici di qualLa foto in alto ritrae la Giuria del Premio, presieduta da Alberto Alessi, che si è avvalso di Alberto Gozzi (art-director), Luca Fois (designer), Giuseppe Martelli (enologo), Annibale Toffolo (giornalista). Al centro Simonetta Doni della Doni & Associati, vincitrice di ben tre categorie. Sotto Alessandra Ioppi, di Verona Fiere, coordinatrice della competizione, che ha condotto anche la cerimonia di premiazione.

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LUcANO 1894 S.R.L. Pisticci Scalo (MT) (Grafica: Hi! Comunicazione - Milano)

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Quasi imbarazzata. Così ci è parsa, Simonetta Doni di Doni & Associati, uno dei pochissimi studi grafici specializzati nel design, nel packaging e nella comunicazione del vino e delle aziende vinicole in campo internazionale. Designer formata all’Istituto d’Arte e diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze ha fondato nel 1975 lo studio Doni & Associati. Da fine anni ‘90 lo studio si specializza nell’immagine, comunicazione e marketing del vino, vestendo da allora bottiglie famose e prestigiose e diventando uno dei pochissimi studi di design al mondo che si occupa esclusivamente dell’immagine del vino e delle aziende vinicole. Nell’edizione 2015 lo studio è stato premiato per ben tre etichette, di tre diverse cantine in tre diverse categorie. Non bastasse è dello stesso studio anche l’ideazione della speciale etichetta presentata da Luxoro (vedi pagine precedenti).

PAckAGING 2015

Doni & Associati il grande vincitore

ROSSO PIcENO DOc 2013 della cantina dei colli Ripani - Ripatransone (AP) (Grafica: Andrea Castelletti - Milano)

IMMAGINE cOORDINATA 2015

siasi Paese, che hanno imbottigliato il prodotto nella confezione presentata al concorso e che quindi sono indicate come tali in etichetta. Gli elementi valutati sono stati: bottiglia, chiusura, capsula, etichetta, contro-etichetta, collarino, pendaglio e sigilli dei prodotti presentati, esclusa la confezione esterna. La Giuria del concorso, presieduta da Alberto Alessi, presidente dell’omonima azienda del design italiana, è giunta alla selezione finale non senza difficoltà. “Rispetto agli anni precedenti – afferma Alessi - si è notato un innalzamento del livello medio dei campioni. Si tratta sicuramente di un dato positivo, che testimonia una maggiore consapevolezza delle aziende per il valore dell’immagine in chiave marketing e un conseguente investimento in termini economici.” Al Concorso erano iscritti complessivamente 201 campioni, distribuiti nelle 11 categorie previste dal regolamento e provenienti da Argentina, Cile, Croazia, Grecia, Italia e Spagna. Per la prima volta sono stati ammessi, oltre ai vini e ai distillati provenienti da uve, vinacce, mosto o vino, anche i distillati diversi dall’uva (gin, rhum, whisky), tutti i liquori e l’olio extravergine di oliva. Hanno fatto parte della giuria anche Alberto Gozzi (art-director), Luca Fois (designer), Giuseppe Martelli (enologo), Annibale Toffolo (giornalista).

ETIcHETTA DELL’ANNO

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Premi Speciali AzIENDA AGRIcOLA VALENTINA PASSALAcqUA Apricena (FG) Grafica: Spazio di Paolo di Paolo & C. S.a.s. Spoltore (PE).


ETICHETTA DI BRONzO

ETICHETTA D’ARGENTO

cOSTA TOScANA IGT BIANcO “GORGONA” 2013 Marchesi de’ Frescobaldi S.r.l. - Firenze Grafica: Doni & Associati - Firenze

LAzIO IGT BELLONE “cASTORE” 2013 cincinnato coop. Agr. a r.l. - cori (LT) Grafica: Officine MIBO - Roma

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ETIcHETTA D’ORO

categoria Bianchi Tranquilli

BOLGHERI DOc 2013 Barone Ricasoli S.p.a. Agricola - Gaiole in chianti (SI) Grafica: Studio Doni & Associati - Firenze

MONTEPULcIANO D’ABRUzzO DOc 2013 Masciarelli Tenute Agricole S.r.l. - San Martino sulla Marrucina (cH) Grafica: Claessens - London

LISON PRAMAGGIORE DOc REFOScO DAL PEDUNcOLO ROSSO 2013 Paladin S.p.a. - Pravisdomini (PN) Grafica: Arti Grafiche Lizzi S.p.a. - Fagagna (UD)

ETICHETTA DI BRONzO

categoria Rossi Tranquilli annate 2013 e 2012

ETICHETTA D’ARGENTO

ETIcHETTA D’ORO

VERDIccHIO DEI cASTELLI DI JESI DOc cLASSIcO SUPERIORE “VIA cONDOTTO” 2014 Az. Agr. Tenuta Musone S.a.r.l. - Jesi (AN) Grafica: J. Baker - Ancona

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Sagrantino di Montefalco Docg “Le Mura Saracene” 2008 Agricola Goretti Produzione Vini S.r.l. - Pila (PG)

ETICHETTA D’ARGENTO

ETICHETTA DI BRONzO

ETIcHETTA D’ORO

ALEATIcO DI PUGLIA DOc DOLcE NATURALE “LITOS” 2012 Azienda Agricola Valentina Passalacqua Apricena (FG) Grafica: Spazio di Paolo di Paolo & C. S.a.s. Spoltore (PE)

ETICHETTA D’ARGENTO

ETIcHETTA D’ORO

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cHIANTI RUFINA DOcG RISERVA “NIPOzzANO VEccHIE VITI” 2011 Marchesi de’ Frescobaldi S.r.l. - Firenze (FI) Grafica: Doni & Associati - Firenze

RUBIcONE IGP MERLOT 2012 Soc. Agr. Enio Ottaviani S.s. San Giovanni in Marignano (RN) TERRE SIcILIANE IGP PASSITO “LU DISìU” 2013 Azienda Agricola Al-cantara S.r.l. - Randazzo (cT) Grafica: Alfredo Guglielmino - Catania

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categoria Dolci Naturali e Liquorosi Tranquilli

categoria Rossi Tranquilli annata 2012 e precedenti


ETIcHETTA D’ORO LIqUORE APERITIVO “IL MEzzOEMEzzO” Ditta Bortolo Nardini S.p.a. - Bassano del Grappa (VI) Grafica: Hangar Design Group S.p.a. Mogliano Veneto (TV)

VINO SPUMANTE DI qUALITà BRUT METODO cLASSIcO Azienda Agricola G. Milazzo campobello di Licata (AG) Grafica: Leonardo D’Alessandro Palermo

ETICHETTA D’ARGENTO

ETICHETTA DI BRONzO

ETICHETTA D’ARGENTO

ETIcHETTA D’ORO

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VALDOBBIADENE PROSEccO DOcG SUPERIORE SPUMANTE EXTRA DRY Bortolin Angelo Spumanti S.a.s. di Bortolin D. & c. Valdobbiadene (TV

LIqUORE LIqUIRIzIA Lucano 1894 S.r.l. Pisticci Scalo (MT) Grafica: Hi! Comunicazione Milano

VINO SPUMANTE DI qUALITà BRUT METODO cLASSIcO “ANT” 2010 casa Vinicola E. Antonutti S.n.c. - colloredo di Prato (UD) Grafica: Studio Marco Viola - Udine

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categoria Spumanti prodotti con metodo charmat e con metodo classico

categoria Liquori


OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA “FAVOLA” Azienda Agricola Oliva S.s. - Siracusa Grafica: Alessandra Astarita - Milano

GRAPPA RISERVA 14 ANNI “FUORIcLASSE LEON” Roberto castagner Acquaviti S.p.a. - Visnà di Vazzola (TV) Grafica: J. Baker - Ancona

Grappa Riserva “Storica” Distilleria Domenis S.r.l. - cividale del Friuli (UD) Grafica: Studio Cheste - Mestre (VE)

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OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA “ARcIPRETE” Oleificio Stasi S.r.l. Torre Santa Susanna (BR)

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categoria Distillati categoria Olio extravergine di oliva



Il Master ha, come obiettivo, la formazione di figure professionali in grado di gestire i processi comunicativi aziendali del settore Food & Wine con le competenze richieste dal nuovo contesto competitivo internazionale. Maggiori info su: www.iusve.it


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www.iStockphoto.com

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una buona etichetta è in grado di attirare l’attenzione del consumatore fra decine e centinaia di altre, più o meno simili, esposte sugli scaffali di enoteche e reparti della grande distribuzione organizzata. una mission sempre più difficile.

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5+1 consigli per... progettare una buona etichetta


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Affermato il principio che la qualità del vino supera di gran lunga per importanza quella della bottiglia, dell’etichetta o della scatola che la contiene, è fondamentale per una cantina operare al meglio per caratterizzare il proprio prodotto e conferirgli un’identità distintiva a beneficio delle vendite. Se infatti possiamo ritenere in crescita la community dei consumatori informati, in grado di distinguere e collocare un produttore, un vitigno, una zona di produzione, è comunque ben più vasta e parimenti in crescita la community dei consumatori male o poco informati. È proprio per questi ultimi che il packaging, etichetta in primis, svolge una funzione informativa e persuasiva determinante. Compito dell’etichetta è quello di portare a conoscenza del consumatore il valore e il carattere di un vino, del suo territorio, oltre all’immagine del produttore, e quindi il marchio. Progettare etichette può sembrare semplice ma ad un’analisi approfondita di quante e quali implicazioni ci sono dietro a quella che si può banalmente considerare una scelta meramente estetica, immediatamente ci si rende conto che di banale c’è veramente poco.

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Prima della creatività conoscere le Norme

CONOSCERE LE NORME

La nuova classificazione europea dei vini comunitari ha impatto anche sulle regole di etichettatura e presentazione dei vini in commercio: esse sono disciplinate a livello comunitario e, per alcune modalità attuative, a livello nazionale. Senza dilungarci, giusto per dare esempio dell’attenzione che il tema richiede, in Italia i vini DOP (DOC e DOCG) e IGP (Indicazione Geografica Tipica) devono riportare in etichetta, in caratteri indelebili e chiaramente distinguibili dal testo e dai disegni che le circondano, oltre alla eventuale designazione della categoria di prodotti vitivinicoli, anche la denominazione di origine o l’indicazione geografica seguita, rispettivamente, dall’espressione “Denominazione di origine protetta” o DOP, “Indicazione geografica protetta” o IGP, oppure dalle relative menzioni tradizionali in uso nel Paese; il titolo alcolometrico volumico effettivo; l’indicazione della provenienza; l’indicazione dell’imbottigliatore o, per le categorie dei vini spumanti, l’indicazione del produttore o venditore; l’in-

scegliere bene ForMato e ForMa

PB55 Manuale “Questione di etichetta”

tanti produttori hanno episodi da raccontare in merito a infortuni occorsi in sede di controlli degli organi ispettivi per un’etichetta “irregolare”, con conseguenze a volte pesanti, sproporzionate all’infrazione. il manuale “Questione di etichetta”, scritto da Michele Fino, docente di diritto europeo all’università di scienze gastronomiche di pollenzo, non è solo una guida per non incorrere in infortuni, verbali, sequestri e sanzioni. l’autore cerca di spiegare la logica delle norme, volute, in molti casi, proprio dalle organizzazioni della filiera vitivinicola a propria tutela, in altri casi previste dall’unione europea a tutela del consumatore. un’appendice del libro è dedicata alle risposte a quesiti pervenuti nella fase di stesura da parte dei vignaioli. edito da Vignaioli piemontesi in collaborazione con l’università di pollenzo, è distribuito con la rivista “Millevigne”.


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Scegliere bene formato e forma

L’etichetta, per il ruolo che svolge, è ormai comunemente considerata a tutti gli effetti un importante strumento di comunicazione aziendale che, insieme al prezzo, rappresenta una delle leve del marketing. Apparentemente la rigidità normativa citata poc’anzi dovrebbe essere compensata dalla massima elasticità creativa in quanto a formato, forma, colori e scelta del supporto. In realtà non è così. Una prima fondamentale riflessione, che possiamo tranquillamente considerare una regola generale nella progettazione grafica, va fatta rispetto al target e al posizionamento del vino per cui

VALUTARE I SUPPORTI

stiamo progettando. Mercato di destinazione, canale distributivo e posizionamento di prezzo sono informazioni fondamentali per procedere a una corretta impostazione del progetto. Immediatamente dopo è fondamentale conoscere la forma della bottiglia a cui è destinata, la cui scelta non sempre è del tutto libera e volontaria; l’etichetta può risultare equilibrata e in sintonia piuttosto che dimostrarsi totalmente inappropriata. Analogamente dovrebbe essere fatta una riflessione per il coordinamento fra l’etichetta, il tappo e la capsula.

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Valutare correttamente i supporti

Anche in questo caso le possibilità sono apparentemente infinite. Carta, di ogni genere e finitura, film plastici, colorati e trasparenti, e dall’avvento delle etichette adesive anche stoffa. La ricerca di cartiere e produttori di supporti si è ormai ampliata a dismisura, in particolare quando si tratta di etichette nobili. Nel caso dei supporti cartacei, in generale vengono impiegate carte tra 70 e 90 grammi con un’umidità assoluta della carta tra 6-7%. Si prediligono carte con una buona formazione per evitare di vedere la colla in trasparenza. Dal punto di vista tecnico le carte per etichette presentano caratteristiche di porosità adeguate da favorire l’assorbimento della colla (nel caso di etichette a colla) e nel contempo presentare una collatura adeguata a garantire la resistenza alla macerazione (detto “trattamento anti-spappolo”) quando serve. Ma oltre all’aspetto estetico esistono altre variabili da considerare nella scelta del supporto? Certamente sì. La modalità di conservazione del vino, i tempi di conservazione a cui è destinato per un consumo corretto, e soprattutto la modalità di fruizione, possono determinare ulteriori e differenti vincoli. Un vino destinato al frigorifero, o ad essere

un noMe per ogni ForMato

servito in cestello con del ghiaccio, ha precise esigenze dal punto di vista del supporto, come pure li hanno i grandi vini rossi della tradizione italiana, destinati a lunghe conservazioni in cantine ammuffite.

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Pensare funzionalmente al format grafico

Almeno per quanto riguarda la creatività “non vorremmo limiti”, potrebbe dire qualcuno. E invece, ancora una volta, è bene fare delle attente riflessioni. Nonostante un mercato ormai globalizzato – per il vino e per l’Italia in particolare – le scelte estetiche e persino la gestione degli elementi della corporate identity della cantina piuttosto che del brand devono tener conto della cultura del Paese a cui sono destinati. Senza scadere in banali generalizzazioni, si può scorgere una netta distinzione fra le tendenze italiane e quelle del mercato francese, rispettivamente al primo e secondo posto per esportazioni mondiali. La varietà delle forme, del format grafico e dell’uso dei colori, sia per annate differenti che per le stesse varietà d’annata, tipicamente italiana, non trova corrispettivo in Francia, la cui concezione tendenzialmente molto più tradizionalista, vede reiterare etichette per decenni. La declinazione di un nome di animale o di un’icona che lo rappresenti, per un Paese che attribuisce agli animali significati particolari, come per esempio la Cina, qualche ricerca la impone. La quantità di informazioni di legge previste dal Sistema Paese di riferimento può determinare limiti oggettivi a una grafica minimalista e persino nello sviluppo del layout grafico. La necessità di rappresentare un nome nella sua completezza su di un’unica riga, mantenendo la leggibilità sullo scaffale, potrebbe essere condizionante per un vino che si chiama Montepulciano d’Abruzzo…

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dicazione del tenore di zucchero, per le categorie dei vini spumanti; la presenza di allergeni; il numero di identificazione e/o lotto; l’annata delle uve e infine l’indicazione della quantità. Tutto questo in relazione al mercato nazionale e comunitario, ma le regole possono essere ancor più complesse e restrittive per paesi extra UE. Fondamentale conoscerle.

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Conoscere il sistema di imbottigliamento

Se è vero che “non bisogna fare i conti senza l’oste”, è altrettanto vero che non si può progettare senza fare i conti con il cantiniere e con l’organizzazione produttiva del cantiniere. Il sistema di imbottigliamento adottato, con etichetta a colla piuttosto che adesiva, e persino le caratteristiche tecniche della linea di imbottigliamento di cui la cantina dispone, possono determinare dei vincoli alla progettazione. Non ci riferiamo esclusivamente alla disponibilità di supporti per l’uno o per l’altro sistema, quanto piuttosto ad aspetti di natura prettamente tecnico/applicativa dovuti alla dotazione tecnologica e persino alla generazione tecnologica della linea di imbottigliamento di cui è bene avere conoscenza prima di iniziare a progettare e proporre. Tutto questo si traduce in conoscenza ed esperienza. Orientare il cliente verso un’etichetta in PVC trasparente per una linea di imbottigliamento sprovvista della fotocellula in grado di leggerne il passaggio determinerebbe problemi insormontabili che ben poco hanno a che fare con fattori estetici e di marketing.

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Attenzione alla concorrenza

pensare FunZionalMente al ForMat graFico

In un paese che conta oltre 500 uve autoctone – il patrimonio viticolo più importante al mondo – e oltre trecentomila aziende vitivinicole, l’originalità ha un prezzo elevato. Però è necessaria,

come conferma un recente sondaggio congiunto fra winenews.it (uno dei siti più cliccati dalla community degli appassionati) e Vinitaly su un campione rappresentativo di consumatori abituali, quasi 1.200 seguaci di Bacco che acquistano almeno tre bottiglie alla settimana per una spesa media che si aggira fa i 20 e i 30 euro: di fronte allo scaffale, l’efficacia comunicativa dell’etichetta conta in media al 30% nell’acquisto di un vino, dicono gli “enonauti”, e le informazioni che riporta influiscono nella scelta del 73% degli eno-appassionati, a fronte di un 27% guidato da altri elementi. La prima cosa che guardano nell’etichetta? Il nome della cantina, con il brand primo fattore di scelta di una bottiglia; a seguire leggono il nome del vino/vitigno e, quindi, la sua origine e provenienza, poi la denominazione, l’annata, l’immagine che è raffigurata nell’etichetta e, da ultime, le altre indicazioni previste dai disciplinari. Quella che vorrebbero è una vera e propria “etichetta-racconto”, capace di soddisfare la curiosità di saperne di più in particolare sul blend, sul produttore e sul territorio di produzione, con una terminologia immediata e universale fatta di parole semplici, lasciando il doveroso spazio alle indicazioni di carattere “tecnico”. Affidarsi alla sola intuizione, al lampo creativo, al “genius loci”, senza produrre un adeguato sforzo di analisi e verifica di quanto esiste già o dei percorsi creativi già tracciati da altri, è estremamente pericoloso.

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Ispirazioni moresche per la nuova etichetta Luxoro del 2015 Durante Vinitaly, Luxoro, distributore esclusivo per l’Italia del Gruppo Kurz, ha presentato la sua nuova etichetta per il 2015 dedicata al vino principe della tenuta Rapitalà: Hugonis. Il colore Luxoro dell’anno, Tangeri Bronze, è il soggetto ispiratore di questa nuova etichetta. Si tratta di un colore caldo, simile al Terra di Siena, ma più brillante che, rivisitato in chiave moderna e arricchito dall’effetto metallizzato, ricorda le ricchezze di civiltà perdute. Il nome del colore è nato ispirandosi a Tangeri, la città marocchina contesa da secoli per la sua posizione strategica, a cavallo fra Mediterraneo e Atlantico, conquistata, ripresa e liberata più volte, da fenici, cartaginesi, romani, arabi e spagnoli. L’etichetta Hugonis, che con le sue curve avvolgenti rimanda subito a ricchezze antiche, richiama immediatamente alla memoria i motivi tipici della città marocchina di Tangeri ed è ulteriormente impreziosita da una texture di fondo stilizzata che ricorda ancora una volta gli edifici e le grate tipiche dell’architettura moresca. LE CARATTERISTICHE TECNICHE: • PANTONE 1955 C • LAMINA 104980 (per i cerchietti) • LAMINA 347 Tangeri Bronze (per il reticolato di fondo) • BIANCO SERIGRAFICO COPRENTE (per la scritta HUGONIS) • CARTA METALLIZZATA Arconvert, Cast Gloss Gold Matt 90 • RILIEVO A SECCO H+M (per la grata moresca)

Su questo fondo armonioso, spicca il nome del vino, un Nero d’Avola della tenuta Rapitalà, composto da puntini in bianco serigrafico coprente che vanno a comporre la scritta HUGONIS, che ricorda un cielo stellato nel deserto o i preziosi ricami di un abito nuziale. Come Tangeri, anche la Sicilia, terra d’origine di questo vino, sono state oggetto di conquiste e insediamenti da parte dei Mori. La nuova etichetta HUGONIS affonda le radici proprio in questa affinità: partendo dal comune denominatore dell’arte moresca, che ha lasciato tracce evidenti in entrambi i luoghi, Luxoro ha deciso di esaltarla attraverso l’utilizzo di Tangeri Bronze. Un colore che evoca tonalità nobili, preziose, ideali per sottolineare con le proprie sfumature calde il gusto pregiato del vino HUGONIS. «Abbiamo scelto di realizzare, per questo grande vino siciliano, un’etichetta di nostra esclusiva proprietà. L’ispirazione è nata dal nostro colore Tangeri Bronze, dall’arte della grande civiltà moresca, dalla raffinata maestria di quegli artisti impareggiabili di cui ab-

biamo scelto di reinterpretare in chiave moderna un arabesco sognante e prezioso con al centro la scritta Hugonis, in modo da catturare l’attenzione e fungere da chiave di uno scrigno di delizie», spiega Jana Kokrhanek, amministratore delegato di Luxoro. «A completamento del progetto, è stata realizzata anche una scatola, decorata con piccoli forellini a mo’ di griglia, per velare e svelare allo stesso tempo il suo contenuto, incuriosendo e invitando a sbirciare all’interno per scoprire che, avvolta in un foil metallizzato, proprio con la lamina Tangeri Bronze, è custodita una preziosa bottiglia di Hugonis di Rapitalà. L’etichetta creata da Simonetta Doni, dello studio Doni & Associati di Firenze, che ha sposato con entusiasmo il progetto, sovrappone diverse foglie Luxoro tra le quali risaltano il marrone Tangeri e l’oro rosato. Il motivo scelto rimanda ai fiabeschi e preziosi intrecci presenti su mosaici e decorazioni», conclude Jana Kokrhanek. «Il motivo riproduce, in ripetizione seriale, i fiabeschi e preziosi intrecci dei mosaici e delle decorazioni della grande arte moresca, che rendono unici capolavori come l’Alhambra di Granada e la Grande Moschea di Siviglia. Suggestioni avvolgenti per un vino di terra e di cielo, di quelli che ti fanno abitare un volto di donna o scegliere di brindare con le stelle». Tangeri Bronze, ovvero la foglia Luxor®/Alufin® 347, è stata estratta dal catalogo Art of Foil di Luxoro, che offre infinite possibilità di applicazioni nel settore grafico, assicurando sempre risultati ottimali e coprenza elevata, unite a un’ottima definizione, elevata velocità di stampa e grande resistenza all’abrasione anche nella stampa a rilievo. (comunicazione d’impresa)


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Da sinistra: Francesco Voltolina, Chiara Veronelli e Giacomo Bersanetti di SGA, agenzia specializzata nel brand e nel packaging design.

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Comunicare il vino tra design, cultura e creativitĂ di Achille Perego


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Due lamine a caldo sovrapposte, più vernice ad alto spessore su una carta pregiata, per esprimere la ricchezza sensoriale dei vini della linea Cason di Alois Lageder.

Per le etichette della linea Classici di Alois Lageder, sono state utilizzate diverse tecniche di stampa: colori metallizzati flexo e lamina a caldo, colori offset e vernice ad alto spessore, su un tipo di carta con effetto vergatura, ma patinata per la migliore restituzione dei colori e con una struttura adatta a una fustellata molto particolare. Grazie anche a queste caratteristiche, è stato possibile valorizzare la matericità dei frottage di Airò, la delicatezza degli acquerelli di Vitone e la luminosità della Hoelzl, alcuni degli artisti coinvolti nel progetto.

Dalle etichette al packaging, Giacomo Bersanetti, wine designer tra i più accreditati, racconta quali sono le tendenze estetiche dei progetti di comunicazione del settore. Colori, forme, nobilitazioni, allestimenti. E tutto quel sistema dei “segni” che fanno del vino un universo di cultura e di emozioni.

Il fascino accattivante di un vino (ma anche di uno spumante, uno champagne o di un whisky) non si limita al contenuto della bottiglia. Che, intendiamoci, è fondamentale per decretarne il successo commerciale, sia che si tratti di un prodotto low cost rivolto al mercato internazionale oppure appartenente alla prestigiosa famiglia delle grandi cantine italiane. Ma è altrettanto importante il suo vestito: la bottiglia, l’etichetta, la capsula e il packaging che possono accompagnarlo. Così, pur essendo sempre più attenti ai costi, sia che si tratti di una bottiglia da 30 euro sia di una da 3, i produttori di vini sanno

che non possono rinunciare alla corporate identity della cantina, al design e a quella che più generalmente si chiama “comunicazione”, che poi finisce per sposarsi con la pubblicità. Ma come è cambiata e sta cambiando la comunicazione nel mondo del “wine & spirits”? «È ormai riconosciuta la necessità che attività e messaggi siano fra loro coerenti, così come tutti gli strumenti, tradizionali o innovativi, devono essere fra loro connessi e integrati», esordisce Giacomo Bersanetti, 57 anni, alla guida del team SGA Corporate & Packaging

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Le casse legno della famiglia Gaja, prima di essere assemblate, sono trattate con fresatura che attribuisce il caratteristico aspetto ‘grissinato’; un richiamo allo stile dei mobili in legno della tradizione piemontese.

Le etichette dei vini Gaja sono essenziali e minimaliste, per questa ragione la loro esecuzione dev’essere impeccabile. Per la nuova brochure è stata scelta una carta naturale con un tatto vellutato.

Design di Bergamo. «Storia, territorio e metodologia produttiva rimangono fondamentali, ma il modo di esprimere questi valori è diventato molto più emozionale e coinvolgente. Così sempre più si creano occasioni di incontro volte a una conoscenza ed esperienza diretta». Quanto è importante vestire il prodotto dalla bottiglia all’etichetta? Ogni prodotto vinicolo ha una propria identità che si traduce in valore di unicità. Compito del packaging è renderlo visibile e percepibile attraverso un sistema di segni significativi. È il valore estetico del progetto che anticipa e comunica il valore e la personalità del contenuto. Inoltre, in ambito vinicolo, il packaging costituisce il principale veicolo dell’immagine aziendale rivelandosi quindi il maggior attore nella costruzione e diffusione dell’identità di marca. Tutto ciò vale sia per la bottiglia sia per l’etichetta che non di rado diventano il vero e proprio brand di un’azienda.

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Quali sono i trend attuali dal punto di vista delle forme delle bottiglie?

VOCAZIONE ALLA PROGETTUALITÀ l nucleo di SGA Corporate & Packaging Design, composto da Giacomo Bersanetti, Chiara Veronelli e Francesco Voltolina, è accomunato dal percorso formativo in ambito artistico, terminato all’Accademia di Brera di Milano e dalla successiva esperienza professionale in Unimark International, nella quale viene maturata la competenza nel brand design, nello sviluppo della corporate e da una vocazione alla progettualità, ispirata a valori condivisi. Risale al 1983 la fondazione dello Studio Congegno (in seguito Studio Grafico Artigiano, che nel 2006 evolve in SGA Corporate & Packaging Design), ad opera di Giacomo Bersanetti e Chiara Veronelli; dopo numerose collaborazioni su progetti specifici, Francesco Voltolina, nel 1996, si unisce al team.

Convivono trend diversi: catturano l’attenzione i contenitori dalle proporzioni generose, in controtendenza con la precedente, grande diffusione delle bottiglie slanciate. Prosegue da qualche anno, per vini bianchi e rosati, il successo della bottiglia trasparente e, in generale, vedo una maggiore attenzione per forme pulite con geometrie essenziali. Esistono moltissime forme di bottiglie, ma lo spazio per la sperimentazione è ancora molto ampio. In generale viene utilizzato il vetro cavo industriale mentre, per distillati dalla grande etichetta, si ricorre al vetro soffiato artigianale. Il cristallo invece non fa parte di questo mondo ma di quello degli accessori, a cominciare dai bicchieri fino ai decanter. Quali sono i colori delle bottiglie più utilizzati? Come dicevo, oggi si punta sulla trasparenza; vanno sempre di moda il classico verde scuro e il color quercia, ma si ricorre anche alla tipologia ‘gold’ capace di proteggere dai raggi ultravioletti il vino, ma anche di farlo ‘vedere’ o, riprendendo un tema caro a chi imbottiglia l’acqua minerale, anche il blu.


Per la limited edition Riserva Franco Ziliani, la vestizione è costituita dall’integrazione fra etichette autoadesive stampate in serigrafia e lamina a caldo, con due elementi in lamiera di ottone imbutito ‘a freddo’. Legno di mogano, plexiglass e pelle per il cofanetto, coordinati in carta pregiata; tutti gli elementi coinvolti trasmettono il particolare e raro valore di questa limited edition.

E sul fronte delle etichette, quali sono le scelte più richieste dal mercato? In questo ambito la creatività è davvero esplosa. Noi per primi utilizziamo ogni possibile nuovo accorgimento tecnico e, per questa ragione, abbiamo un rapporto molto stretto e prezioso con tutte le aziende di stampa e nobilitazione con le quali ci confrontiamo costantemente, spesso mossi dalla ricerca di soluzioni innovative. Che vanno, per esempio, nella nobilitazione della bottiglia stampando direttamente sul vetro l’etichetta con rivestimenti serigrafici. In questi anni, poi, abbiamo assistito al sorpasso dell’etichetta autoadesiva rispetto alla classica carta e colla. Non costa meno ma è molto più duttile nelle fasi di pre e post-lavorazione. C’è poi una tendenza per i vini destinati all’esportazione di omologare bottiglia ed etichetta, dall’Italia al Sud Africa all’Australia, verso uno stile post moderno, informale, semplice. Un’omologazione a scapito, purtrop-

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Sulla bottiglia di Arzente, il brandy di Bellavista, serigrafia e oro diretti su vetro e una bottiglia il cui disegno si è rivelato particolarmente impegnativo per assicurare eleganza e uniformità alle scanalature, insieme a facilità produttiva.

po, della riconoscibilità territoriale del prodotto. Che tipo di stampa per le etichette viene preferita? Ogni tecnica di stampa ha caratteristiche proprie e conduce a un risultato diverso: avvicinare serigrafia con flexo, offset con lamina a caldo, supporti e trattamenti di nobilitazione diversi è un po’ come intrecciare secondo tempi e modalità precise, le voci e i timbri di strumenti musicali differenti in una composizione armonica. Le etichette devono rispondere a un senso al contempo di freschezza e vivacità, con la ricerca di nuovi colori e superfici grazie a verniciature sovrastampate sulla lamina o con goffrature. Quali sono i veicoli che comunicano l’essenza del vino anche a livello di concept store e imballaggio? L’essenza del vino è un fatto culturale e psicologico, per questo utilizziamo da sempre elementi capaci di produrre

L’agenzia è costituita da persone che ne condividono la filosofia originaria, la vocazione progettuale e la metodologia, che negli anni si è evoluta e affinata in modo coerente, in un clima di aperto confronto e vivace curiosità verso ogni forma di creatività. Una creatività rivolta in particolare al settore del wine & spirits con clienti come Alois Lageder, Bellavista, Berlucchi, Cantine Riunite, Campari, Distillerie Franciacorta, Ferrari, Fontanafredda, Gaja, GIV, Mezzacorona, Michele Chiarlo, Valdo, Villa Sparina, Zenato, Zonin.

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Gli astucci Berlucchi ‘61 sono stati stampati con inchiostri UV su poliestere a cui si aggiungono bianco coprente e due vernici (lucida e opaca); grazie alla combinazione di questi trattamenti, si ottiene un risultato di particolare ricchezza di superfici, vivacità luminosa e freschezza. Stessi criteri anche per i secchielli in metallo. Stampa digitale per la decorazione degli arredi destinati agli allestimenti temporanei, soprattutto outdoor.

evocazioni e suggestioni che entrano in risonanza con la nostra sensibilità per suscitare emozioni. Pensiamo per esempio al nome “Saten” da noi individuato per la nota tipologia di Franciacorta, o a un segno primario estremamente riconoscibile e memorizzabile come nelle etichette di Ca’Marcanda, o ancora alla forma della bottiglia di Villa Sparina... Lo studio del secondary pack è diventato importante quanto il progetto del packaging primario e spesso ne costituisce un’amplificazione, così come l’allestimento di corner o la brandizzazione di locali o eventi. Il packaging può essere classico con la cassetta in legno, utilizzando, come abbiamo fatto per una grande azienda, pannelli di medium density che ci hanno permesso di contenere i costi, attribuendo distintività e rispetto per l’ambiente, richieste primarie da parte di tutte le aziende. Ma si utilizzano, oltre al metallo, anche i materiali plastici che vengono usati per le etichette, mi riferisco in particolare a quelle di spumanti o champagne, che

vengono serviti nei secchielli e quindi devono resistere ad acqua e ghiaccio. Quanto conta il richiamo ai fattori ambientali, dalla cassetta di legno alla semplicità della bottiglia... quindi il ruolo del vetro come materiale riciclabile? Conta sempre di più. Diversi progetti recenti sono nati dall’esigenza di ottimizzare sia la produzione di un contenitore, sia assicurare una più agevole gestione nelle diverse fasi produttive e, naturalmente, rispondere a precise esigenze di distintività, riconoscibilità ed eleganza. Quanto è importante la comunicazione stampata che accompagna il mondo del vino: brochure, cataloghi... Questo tipo di comunicazione mantiene un ruolo significativo, soprattutto in rapporto a prodotti di alto livello (limited edition) e a comunicazioni istituzionali, anche perché entra in contatto con l’appassionato; il quale, oltre ai contenuti informativi, può essere colpito e gratificato da elementi sensibili, come il colore e la caratteristica tattile di una carta o la ricchezza di una nobilitazione e molte altre soluzioni estetiche che attraverso un monitor o l’informazione online non sono percepibili.

«I nuovi strumenti di comunicazione digitale, dai social network ai siti, sono strumenti imprescindibili che ci permettono di amplificare il nostro potenziale comunicativo e di stabilire un dialogo diretto con un numero di persone molto più alto rispetto alla comunicazione stampata; in entrambi i casi, la qualità dei contenuti rimane decisiva. Non sempre è possibile visitare un’azienda e conoscerne da vicino i prodotti; siti e social si integrano perfettamente per rendere l’esperienza conoscitiva, a distanza, sempre più completa».


Esperienza, Business, Conoscenza Experience, Business, Knowledge

27A MOSTRA CONVEGNO

INTERNAZIONALE DI COMUNICAZIONE VISIVA

27TH INTERNATIONAL TRADE FAIR AND CONFERENCE ON VISUAL COMMUNICATION

Stampa digitale Insegnistica, Cartellonistica Serigrafia, Tampografia Promozione tessile, Ricamo Incisione Fresatura, Laser P.O.P. punto vendita Servizi per eventi Digital signage Labelling Packaging

Digital printing Sign, Sign making Screen printing, Pad printing Textile promotion, Embroidery Engraving Milling, Laser P.O.P point of purchase Event services Digital signage Labelling Packaging


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Il futuro vede meno fans ma più engagement e qualità della comunicazione Edoardo VII, noto per le sue abilità diplomatiche al punto di meritarsi l’appellativo di “the Peacemaker” (il Conciliatore), sembra che utilizzasse spesso il vino come argomento al punto che ha lasciato scritto che “il vino non si beve soltanto. Si osserva, si annusa, si sorseggia, si gusta e se ne parla”. E’ per questo che il vino ai tempi di Internet non può non trovare spazio sui social media. Incontriamo sul tema Paolo Errico, ad di Maxphone, società che ha sviluppato Socialmeter, una piattaforma tesa ad ascoltare, comprendere, rappresentare, misurare attività ed engagement dei Social Media di un brand, analizzando la web reputation in benchmark con la strategia di marketing dei concorrenti. «Oggi la maggior parte delle imprese vitivinicole è presente sul web, con un sito, un blog o un account social. Rileviamo però che spesso manca una vera strategia sul digitale. Come evidenziato da SocialMeter nell’ultimo rapporto sul vino, il 94% delle cantine dispone almeno di un sito internet collegato a uno o più social; fra le 100 imprese di settore analizzate, ben 69 possiedono un account Facebook, 63 quello Twitter e 51 YouTube. Ma si sta investendo anche nei social “minori” come Google Plus e Pinterest». Numeri significativi, considerando che il settore vitivinicolo è in parte ancora legato, per quanto riguarda la comunicazione, ad approcci tradizionali. Prosegue Errico: «Se in una prima fase di approccio al digitale si è cercato di puntare sulla quantità, numero di fan e iscritti alla pagina, oggi si intuisce la necessità di aggiustare il tiro: a monte dell’attività di comunicazione c’è bisogno di sviluppare una strategia specifica basata sull’individuazione del target e dei concept narrativi più adatti, su strumenti di ascolto, misura e analisi dei contenuti presenti sui social, in modo da realizzare un’attività editoriale pianificata ad hoc. Solo così sarà possibile instaurare rapporti validi e duraturi col proprio pubblico di riferimento e far crescere il livello di engagement verso il brand». Sembra profilarsi una maggiore consapevolezza nell’utilizzo del web e lo conferma anche Davide Macchia, ad di BeSharable, agenzia di

comunicazione con forte specializzazione nel settore del vino: «Le aziende del vino, dall’impresa a conduzione familiare fino alla grande azienda esportatrice, si trovano davanti a quel processo ormai inevitabile che ci piace definire come la rivoluzione del #Vinodigitale, un treno che l’Italia, soprattutto quella che produce eccellenza, non può permettersi di perdere». Anche Macchia sottolinea però un ritardo del sistema Paese: «Secondo una recente ricerca, il 43% delle imprese ha una persona interna dedicata alla comunicazione, solo il 13% si rivolge a un professionista esterno, mentre il 46% delle aziende affida la comunicazione a una persona interna non dedicata. Il rischio, in quest’ultimo caso, è che, in assenza di strategia, la comunicazione non riesca a superare la fase embrionale e a cogliere le opportunità del mondo digital». “Raccontare l’esperienza sensoriale del vino e coinvolgere”, recita l’ultima regola del decalogo per il #Vinodigitale, proposta da

Besharable, che invita a stimolare il consumatore soddisfatto a condividere la propria esperienza e il giudizio positivo, affidando al web la sua recensione. L’88% dei consumatori si fida delle recensioni online tanto quanto delle raccomandazioni degli amici (fonte: BrightLocal, Local Consumer Review Survey 2014). Conclude Macchia: «Il vino rappresenta un’esperienza polisensoriale che parte dalla bottiglia e arriva al territorio, passando per decenni di sperimentazioni. Il vino è uno dei pochi aspetti che ancora combina l’eredità storica con il prodotto contemporaneo e, sebbene rappresenti un’esperienza che per noi italiani può sembrare scontata, per il resto del mondo non lo è. Dobbiamo quindi valorizzare la genuinità italiana nell’esperienza del vino anche attraverso lo storytelling e la comunicazione digitale, sempre più strumenti di vitale importanza». http://search.socialmeteranalysis.it/ www.besharable.it/rivoluzione-vino-digitale/

Wine&Social


wineforgood.com è l’e-commerce di vino amico della solidarietà.

45 Commercializzazione online del vino e solidarietà La passione per la cultura del vino, una consolidata esperienza e professionalità logistica a servizio dei mercati dell’ecommerce e un progetto etico di solidarietà. L’iniziativa Wine for Good parte da Gruppo Sinergia, attiva nei servizi di gestione logistica a supporto di progetti di eprocurement ed ecommerce, supportata nel progetto da partner qualificati per stoccaggio e trasporto: si tratta di prelevare il prodotto imbottigliato dal fornitore, conservarlo in spazi dedicati e consegnarlo garantendo uguale cura direttamente al consumatore finale. Un’equipe di enologi propone periodicamente delle selezioni di vini, proponendo al cliente di Wine for Good interessanti percorsi di esplorazione sensoriale, attraversando la penisola da nord a sud. Ogni anno i partner Wine for Good si impegnano a donare il 5% del venduto per finanziare un progetto promosso da Ekuò in Italia e all’estero. Ekuò è il nome dell’Impresa sociale della Congregazione dei Missionari Giuseppini del Murialdo che crede nella cooperazione e nella solidarietà promuovendole. Tutte le attività, per essere Ekuò, devono essere professionali e solidali, cioè offrire prodotti e servizi di qualità, e sostenere con i suoi utili progetti umanitari, per fare il Bene. www.grupposinergia.net

Sistema anticontraffazione

Un sistema di tutela del Made in Italy che si afferma come caso di successo internazionale. Parliamo di IdCork, tecnologia brevettata da Brentapack società del Gruppo Labrenta, presentato come sistema di tutela del vino di qualità italiano ma diventato ben presto un caso di interesse internazionale. Tutto è avvenuto con logica da manuale: un’intuizione, un progetto semplice ma risolutivo, un brevetto, una newco. Questa volta però non siamo nella Silicon Valley ma a Borgo Valsugana dove il team di Gianni Tagliapietra, amministratore di Brentapack, ha sviluppato un sistema basato sulla caratteristica unica e irripetibile della trama del sughero e un’app che consente al consumatore la connessione a un portale web che offre una serie di informazioni: zona e periodo di estrazione del sughero, nome della cantina e caratteristiche del vino. Chiunque può adottare questo sistema e, direttamente dal cellulare, informare il consumatore su ciò che acquista o che gli viene servito al ristorante. «Eravamo convinti che il sistema potesse rappresentare un importante strumento di tutela del made in Italy oltreconfine perché il consumatore straniero che investe in una bottiglia di vino deve avere tutte le garanzie sull’autenticità di ciò che acquista», spiega Gianni Tagliapietra. «Abbiamo poi scoperto che il sistema riscuote ampio interesse anche presso i produttori esteri che ci stanno interpellando». Il servizio viene offerto a prezzo accessibile considerato che ha un’incidenza di circa il 10% in più rispetto a un tappo di sughero di qualità, in cambio di garanzie sufficienti a mettere fine a un fenomeno, quello della contraffazione, che sta danneggiando il settore produttivo ma anche lo stesso utente finale, che talvolta si trova ad acquistare un vino che non può dirsi tale. www.labrenta.com/

“Il vino eleva l’anima e i pensieri, e le inquietudini si allontanano dal cuore dell’uomo” Pindaro

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Anche nel settore vitivinicolo è quantomai necessaria una maggiore consapevolezza nell’utilizzo del web e dei social network.

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46 Cantine d’autore Vi sono cantine griffate da grandi architetti italiani e stranieri, come Mario Botta, Renzo Piano, Tobia Scarpa, per citarne alcuni. Strutture architettoniche di design improntate sui principi della bioarchitettura, il cui impatto estetico è armoniosamente integrato al paesaggio. E vi sono cantine che vivono in sinergia con l’arte, ospitando al proprio interno installazioni contemporanee, per dare vita a un sistema culturale e produttivo virtuoso e prolifero. Sono le 25 cantine che aderiscono al progetto Toscana. Wine Architecture: concentrate tra le province costiere di Livorno, Grosseto e Pisa e l’entroterra di Siena, Firenze e Arezzo, creano un percorso d’autore e design coinvolgente nel cuore della regione. L’iniziativa è promossa da Ci.Vin - Società di Servizio Associazione Nazionale Città del

Vino – in collaborazione con Regione Toscana e con la Federazione alle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana che lo realizza. La bellezza di queste cantine d’autore non ha mancato di essere notata anche all’estero. Una di loro, la cantina Marchesi Antinori di San Casciano Val di Pesa (Firenze), è stata selezionata tra i cinque finalisti del premio di architettura contemporanea Mies van der Rohe 2015, promosso dall’Unione Europea. La suggestiva struttura dal colore rosso-marrone è stata realizzata dallo studio Archea Associati con materiali naturali – cotto, legno, corten e vetro – che ben esprimono il profondo legame con la terra e con i territori corcostanti. www.cittadelvino.it

Due passioni antiche come il mondo

Di colore marrone-rosso come le tonalità della terra, la cantina Antinori è un’opera di architettura innovativa, ad alto risparmio energetico.

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Wine&Art

La degustazione del vino è un rito e come tale fa della lentezza il proprio principio ispiratore. Il consumo di un bicchiere di vino, come quello delle pagine di un libro, deve procedere lentamente, affinché l’esperienza della fruizione sensoriale e intellettuale raggiunga la sua massima intensità. È nata da qui l’idea dell’enoteca letteraria, luogo fisico nel quale il sodalizio virtuoso tra letteratura e vino trova la sua espressione più alta. Variante briosa del caffè letterario, fa generalmente sfoggio di bottiglie pregiate e libri antichi e nuovi, mescolando sapori e odori, colori caldi e parole pregnanti. La passione è un suo tratto distintivo: passione per il buon bere e passione per la lettura che travolge, un connubio antico come il mondo. Di enoteche letterarie, in Italia, se ne contano tre: l’Enoteca letteraria Badlands di Pontecurone (Alessandria), Le Libragioni di Milano e, l’ultima nata, l’Enoteca Letteraria di Roma. Perché non provarne almeno una? www.lelibragioni.it - www.enolibreria.it


La macchina fotografica e la stampa sono le sue armi preferite, la natura e la cultura del vino le sue muse ispiratrici. Davide Ortombina, fotografo e tipografo sperimentatore, in continua ridondanza fra la stampa materica e fisica della tipografia e dell’offset e quella digitale delle più recenti tecnologie, quest’anno ha voluto fare sintesi delle sue due grandi passioni producendo un calendario che ruota attorno alla vitalità espressa dai particolari antropomorfi dei tronchi di vite, ritratti in lungo e in largo per la Penisola. Il disegno della corteccia e la nodosità dei tronchi sono rughe d’esperienza, una vera e propria forma di storytelling, il desiderio di raccontare un passato, un terroir, una sapienza stratificata indelebile che solo l’appassionato cultore sa valorizzare. Ortombina ha voluto riconoscere questo tributo a un settore, quello vitivinicolo, che da oltre cinquant’anni è fonte di ricavi per la sua impresa familiare, prossima al centenario, per il quale ha sviluppato una competenza tecnica e una sensibilità che poche altre realtà possono rivendicare. Con una clientela sparsa prevalentemente tra Friuli, Veneto e Lombardia, negli anni Ortombina non ha disdegnato incursioni in regioni ben più lontane, solo per il gusto di confrontarsi con terroir diversi, con culture e sensibilità estetiche differenti. Oltre alla qualità delle fotografie, si apprezzano anche la qualità di riproduzione di questo calendario, in tiratura limitata, e la confezione, con una copertina realizzata con un foglio di sughero, altro elemento naturale, materico e ricco di personalità, indissolubilmente legato alla cultura del vino. www.graficabozzi.it/speciale-calendari

In mostra la collezione privata dello stilista Ferruccio Ferragamo, incisioni storiche di grandi artisti riguardanti il tema del vino.

Il vino in mostra Immaginiamoci una collezione di 67 incisioni storiche, realizzate tra Quattrocento e Ottocento. Non parliamo di incisioni qualunque, ma di capolavori di grandi artisti dedicati al tema del vino e alla sua rappresentazione. Lo sguardo dell’artista ritrae i modi del bere nei diversi periodi della storia e spaziando dalla dimensione quotidiana dell’uomo a quella mitologica e onirica delle divinità, da una ritualità fervente a manifestazioni più libertine. Ebbene, tale collezione non solo esiste, ma è

speciale vinitaly

Davide Ortombina e il suo “Spirito di Vigna”

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anche accessibile: è quella privata dello stilista Ferruccio Ferragamo ed è stata trasformata in una mostra aperta al pubblico presso la galleria espositiva Vino e Arte della cantina Il Borro, in provincia di Arezzo. Curata da Storm Studio Architecture, “Dal Mantegna a Warhol. Storie di vino” espone opere di artisti della statura di Andrea Mantegna, Annibale Carracci, William Hogarth, fino ai contemporanei, come Pablo Picasso e Andy Warhol. www.ilborro.it

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Gettiamo via gli affanni! Scorri vino in un fiume di schiuma in onore di Bacco, delle muse, della bellezza. Aleksandr Sergeevič Puškin


speciale vinitaly

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Bottiglie vestite d’arte L’etichetta diventa un quadro sulle bottiglie dei vini di Château Mouton Rothschild. Fu l’artista Jean Carlu a inaugurare, nel 1924, l’era delle label d’autore. Una pratica che a partire dal 1945 venne adottata come tradizione dalla casa vinicola francese, tutt’oggi contraddistinta non solo dalla qualità dei suoi vini ma anche dalla portata artistica delle sue etichette. Di etichetta in etichetta, tanti sono gli artisti famosi che hanno dato espressione al proprio genio creativo sulle bottiglie di Château Mouton Rothschild: da Miró a Chagall, da Braque a Picasso, Tàpies, Francis Bacon, Dalì, Balthus, Jeff Koons. Persino il principe Carlo, appassionato di acquarello, ha firmato la sua label nel 2004. Tra le più recenti, l’etichetta illustrata dall’artista catalano Miquel Barceló, che nel suo affresco ha rivisitato lo storico emblema della casa vinicola: i due arieti al centro del quadro, in posizione simmetrica, simboleggiano l’equilibrio e l’armonia insita nei vini più pregiati, una sintonia che è propria della natura, ma non dell’uomo. I colori intensi sullo sfondo sfumato creano una dimensione sospesa tra realtà e sogno. www.chateau-mouton-rothschild.com

La musica nel calice Tra primavera ed estate fioriscono i festival musicali. Bacco&Bach Festival Internazionale Musica Classica & Vino è uno di questi e qualcosa di più. Ospitato dalle terre del Monferrato, affianca alle note musicali le nuance del vino, in un’atmosfera goliardica e onirica allo stesso tempo. Musica e vino sono due luoghi dell’anima e due linguaggi per comunicare e comprendere, ricordare e dimenticare, sognare e progettare. Si dispiega così il percorso narrativo del festival, che nel 2015 si svolgerà dall’1 al 15 luglio. Ebbene, a ogni bicchiere la sua musica! www.baccoebach.com

Viaggio nel bere del mondo

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È tra le letture imperdibili degli appassionati di vino. L’“Atlante mondiale dei vini” degli esperti britannici Jancis Robinson e Hugh Johnson accompagna il lettore in un viaggio affascinante tra le regioni vitivinicole del globo, con mappe, foto e testi intensi. L’ultima edizione, uscita nel 2014, fotografa i cambiamenti degli anni recenti, nel clima, nelle tecniche di vinificazione, nelle mode, nei luoghi di produzione. Lo spostamento dai vitigni internazionali più noti e diffusi verso varietà locali meno conosciute è diventata una tendenza generale, così come l’importanza crescente delle regioni a clima più fresco e la crescita della Cina come produttrice. Sono solo alcuni dei trend in atto illustrati nel volume, una lettura curiosa, da accompagnare – perché no? – con un calice di buon vino.

Wine&Culture


Fieramilano 19 - 23 maggio 2015 Orari: 10.00 - 18.00 Ingressi: Porte Est, Sud, Ovest Preregistrati su www.ipack-ima.com

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