il poligrafico 132/2012
O N A I L A T I
N. 132/2012 Febbraio - Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - Poste Italiane spa - Spediz. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art.1 comma 1 LO/MI - Euro 9,90
Stampa e nuovi media nell’era digitale
Stampare per stupire
Incontro con gianni gamberini di grafiche dell’artiere - a pag. 26
Aspettando Drupa 2012
Spazio Etichette
guidare i dati mobili nella direzione giusta - a pag.37
Il dilemma digitale o tradizionale al Convegno Gipea - a pag. 44
web to print
Inaugurazione della sede di Pixartprinting - a pag. 34 32 quando il flusso di nuova produzione è interamente online - a pag.
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Nel mondo globalizzato di oggi Colorgraf si propone come produttore di alta specializzazione e come azienda di servizio strettamente collegata alla propria clientela. Per noi l’inchiostro continua a rappresentare un prodotto di elevato valore tecnologico in grado di difendere e incrementare il valore dello stampato.
1 5 9 1 11 0 2
1951
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La nostra produzione comprende: inchiostri offset per macchine da foglio inchiostri offset per macchine da bobina con e senza forno inchiostri UV, offset e flexo vernici di sovrastampa litografiche e a base-acqua vernici di sovrastampa UV inchiostri fluorescenti inchiostri oro e argento inchiostri base PANTONE® additivi per soluzioni di bagnatura prodotti ausiliari
o i r a s r e v i n n a ° 0 6
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1956
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Sostenibilità ambientale ed innovazione
La nuova linea PS-10 è il primo e più grande impianto di produzione lastre offset di Fujifilm situato fuori dal Giappone. Progettata per essere in grado di produrre tutta la famiglia di lastre compresa la nuova Brillia HD PRO-T3, la più avanzata lastra di Fujifilm.
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POWER TO SUCCEED
Sommario piombi In primo piano La crescita di Grafica Veneta . . . . . Il piano dei tagli in Heidelberg . . . . . Bertelsmann scorpora la stampa . . A Drupa la nanotecnologia di Benny Landa . . . . . . . . . . . . . . . . Fornitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Eventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Aziende grafiche italiane . . . . . . Spazio Cultura . . . . . . . . . . . . . .
16 16 17 18 20 21 22 25
INTERVISTE L’industria grafica: un futuro da reinventare Gianni Gamberini (Artiere) . . . . . . . . 26 Maurizio Sanzone (easyDOT) . . . . . . 52 TECNOLOGIE Tutto sul Web to Print . . . . . . . . . . Aspettando Drupa 2012 Guidare i dati mobili nella direzione giusta . . . . . . . . . . . . . . . Analogico e digitale in Fujifilm . . . . . Pre Drupa: Zechini Gra-For . . . . . . . News dai fornitori . . . . . . . . . . . . . .
32 37 45 46 47
EVENTI La “fabbrica” del libro on demand con Müller Martini e HP . . . . . . . . . . 50 spazio Ecologia Sostenibilità: il successo è “verde” . 56
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Web to Print, quando il flusso di produzione di uno stampato è a portata di clic
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“Dati mobili”: la trasformazione del settore in vista di Drupa 2012
spazio Etichette Incontro con Eurocod, “terzista per passione” . . . . . . . . . . 62 RUBRICHE I nomi di questo numero . . . . . . . . . . 6 L’opinione di... Alberto Sironi Domande nuove per il settore . . . . . . 9 L’opinione di... Emanuele Posenato Sta mancando il pane comune . . . . 11 L’opinione di... Sergio Facchini Si è concluso un “anno di fuoco” . . . 13 Tipi da museo: Imperial Press . . . . . 66
Organo Ufficiale ITALIA
associazione tecnici arti grafiche italia
EURO GRAPHIC PRESS
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Il Poligrafico è la rivista italiana del Gruppo Eurographic Press www.eurographicpress.com
L’approccio responsabile alla sostenibilità ambientale è oggi strumento essenziale di business
il poligrafico
tutto il numero
in un minuto
Stampa e nuovi media nell’era digitale
aziende fiori all’occhiello
aspettando drupa 2012... Web to Print, cloud printing, media elettronici... Il flusso di dati digitali sta cambiando profondamente il volto dell’industria della stampa. Ed Boogard, giornalista e consulente nel settore delle arti grafiche, ci offre un’anticipazione sulle tecnologie e le tendenze che vedremo probabilmente alla prossima kermesse di Düsseldorf, dal 3 al 16 maggio. A pag. 37
26
“L’industria grafica, un futuro da reinventare”: Gianni Gamberini di Grafiche dell’Artiere
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Benny Landa svelerà a Drupa la nanotecnologia applicata alla stampa
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Inaugurata a Genova la nuova prestigiosa sede del Museo della Stampa
I nostri collaboratori Davide Biancorosso, Achille Perego, Marco F. Picasso, Emanuele Posenato, Alberto Sironi
web to print Argomento caldo, più che mai al centro di ogni discussione relativa ai nuovi servizi che possono offrire le aziende di stampa più all’avanguardia. Ecco una panoramica su questo modello di business e sulle prospettive future. A pag. 32 incontro con... grafiche dell’artiere Questo mese ad aprirci le porte della sua azienda è Gianni Gamberini, fondatore e amministratore delegato della bolognese Grafiche dell’Artiere. Un incontro ravvicinato per scoprire quali sono gli ingredienti base per quella che si può definire una vera e propria “boutique della stampa”. A pag. 26 spazio ecologia Quali sono i passi che uno stampatore deve fare per minimizzare l’impatto ambientale? Come è possibile gestire le emissioni dell’intero processo di produzione, il consumo di acqua e quello energetico? Ecco alcune riflessioni sull’approccio responsabile alla sostenibilità ambientale, diventata ormai strumento di business essenziale per tutte le aziende. A pag. 56
I nomi di questo numero Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria A
Accademia del Poligrafico 9,18,20 Adobe 38 Agfa Graphics 37 AIMSC 25,66 Amazon 40 62 Androni Enea Apple 37 Archimedia 23 ARMUS 25 Arvato 17,23,53 Assocarta 58
B
Bagel gruppo 16 Basagni Paolo 22 Bertelsmann 17,23 Betzmeier Dieter 17 Biancorosso Davide 56 25 Bodini Mauro Bompan 47 Buch Rolf 17
C
6
Canon 48 Casellato Riccardo 62 Castelli famiglia 23 Cattolica Assic. 22 CERM 39 ChiareLettere 16 Colorgraf 2 Cope & Sherwin 66 Cosani Mauro 23 Costanzo Rino 16 Crisanti Ester 38
D
Daprà Giovanni 66 Davies John 37 Distriberg 17 DPDA 60 Drupa 2012 18,37 20 Duplo Italia Durst 51
E
easyDOT Edigit EFI EskoArtwork Eurocod Eurogravure
52 21 36 35,39 62 17
F
Franceschi Fabio 16 Franchin Paolo 66 33 Frew Jim Fujifilm 3,37,45
G
Galli Piero 18 Gamberini Gianluca 29 Gamberini Gianmarco 29 Gamberini Gianni 27 Gamberini Patrizia 29 Gandino Guido 25 Garzanti 16 Giannini Rino 25 Giunti Industrie Grafiche 18 GMC Software Technology 50 GMG 48
GPN 67 Grafica Veneta 16,53 Grafiche dell’Artiere 27 Gruner+Jahr 17 Guandong Italia 20 Gumpp Franz 17
H
Hagen Eddy 38 Hampson&Bettridge 66 Heidelberg 16,22,37 Herzog+Heymann 50 Hiflex 40 HP 18,23,28,50,60,63 Hunkeler 50 Hyphen-Italia 34
I
ICR 20 Ikea 16 Ilte 21 Inca Digital Printers 45 Indigo 18 InfoTrends 40 INGEDE 60 International Paper 59 Ipex 63 Istituto Fassicomo Genova 66 Istat 11
J
Jahanbani Alex 57 Janoschka 20 Jobs Steve 27 Johnson Arti Grafiche 17,23
K
KBA 22,51,59 Kern 49 Kiessling Marcel 39 Kiian 19 KL-Druck 51 Kodak 36,38,45 Komori 18 Kranert Oliver 23 Kuisle Peter 17 Kurz 47
L
L. Possehl & Co. 17 La Tipografica 52 Landa Benny 18,63 Landa Corporation 18 Lecta gruppo 58 Lediberg 23 Legoprint 53 LEM Legatoria 22 Litorama 22 Litover 44 Lucaprint 58 Lüders Uwe 17 Luxoro 47
M
Maggioni Mario 20 Manroland 7,28,59 Manroland Web Systems 17 Marchesi Grafiche Editoriali 23 Marchesi Stefano 23 Masserdotti gruppo 22 Mazzi Gianluigi 36
Mazzucchelli Grafiche 34 MBO 50 Mercurio Grafiche 12 Merola Simona 53 Metoda 41,42 Millenium House 22 Mimaki 47 Mondadori 16 MSP 10,51 Müller Martini 50
Picasso F. Marco 66 Piersantini Egiziano 66 Piersantini Michele 66 Pirella Francesco 25 Pixartprinting 14,15,22 PressUp 30,31 Prinovis gruppo 17 PrintersParts 65 Printgraf 48 Printgraph 8
N-O
Rabe Thomas 17 Raffler Daniel 17 Rampone Marco 53 Ramponi Elio 45 Random House 17 Ranieri Andrea 25 Rauh Dirk 17 Rcs 16,23 Ricoh 47,58 Rodotà Stefano 11 Rotabook 53 Rotoalba 16 Rotolito Lombarda 34,52
Neopost Italia NIIAG Nocerino Alberto Nuova GIDUE Nuova Satiz Océ
P
20 17 25 47 21 48
Palamides 50 Peeters Erik 37 Periodici San Paolo 16 Piana Michele 51 Piana Simone 51
R
RTL Group
17
S
SA.GE.Print 58 Sanguineti Edoardo 25 Sanzone Maurizio 52 Saraceno Alessio 35 Schobertechnol. 39 Schreier Bernhard 37 Screen 36,38 Scuola grafica Padre Monti 21 Sinergia gruppo 36 Sironi Alberto 42 Sitma Machinery 24 Smyth 20 Sofipa 23 Solema 50 Studio Xilox 18,42 Sun Chemical 68
Torraspapel 58 Trucost 57 Tumaini Roberto 49
U-V
Ulmex Vincenzi Marta Viscardi Valter Volken Bernd
48 25 25 50
W-X
Ward Gareth 38 Wobe-team 36 Xerox 33,38,60
Z
Zechini Fiorino 46 Zechini Fulvio 46 Zechini Gra-For 20,46 Zechini Roberto 46
T
Taga Italia 21,61 Tic Tac 54,55 Timsons 52 Tipografia Basagni 22
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Opinioni
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Gestione aziendale
Domande nuove per il settore Alberto Sironi
IPI 132/12
Il comitato tecnico sul controllo di gestione promosso dall’Accademia del Poligrafico ha riscosso un successo immediato. Oltre trenta le aziende che hanno partecipato ai lavori. Si tratta di un gruppo di studio tematico in cui confrontarsi sui diversi aspetti che compongono l’argomento in generale: non è un corso, né un seminario e non ci sono docenti. La formula è sperimentale e si basa sul reciproco scambio di pareri ed esperienze. Perché l’iniziativa ha ottenuto una risposta rapida e consistente? Credo sia perché in un ambito libero nulla è vietato ed è quindi forse possibile porre domande nuove, diverse dal solito. Questo atteggiamento nasce da una consapevolezza latente: gli schemi del passato oggi non funzionano più, è necessario trovare nuove soluzioni, anche di rottura con quelle precedenti. Facciamo degli esempi di alcune tra queste “domande impertinenti”: Perché non applicare una contabilità a costi generali anziché analitica, attribuendo un costo a unità di pagina A4? Fino a che punto è possibile sostituire la funzione del capo commessa con flussi automatici? Quali indici creare per i costi indiretti? La suddivisione per reparti produttivi è ancora valida o risulta superata? Potrà sembrare un esercizio di brain storming, anche un po’ assurdo, ma non è così: si tratta della ricerca di nuove coniugazioni che permettano all’impresa di reggersi. Infatti, in un mercato così penalizzante in termini di valore, una delle leve su cui agire è sicuramente l’impostazione di nuovi modelli organizzativi, che permettono di ripensare il modo di fare azienda per adeguarlo ai tempi. In linea di massima per le fabbriche che realizzano prodotti standard il must richiesto è quello di automatizzare il più possibile i flussi di lavoro, partendo già dall’acquisizione dell’ordine e dalle operazioni commerciali. Nei prossimi anni non si prevedono grandi investimenti in tecnologie produttive per queste tipologie di lavorazioni, ma in software e workflow innovativi che consentano avanzamenti delle commesse veloci e semplificati. Il web to print può essere uno strumento privilegiato per attuare una simile politica, ma di base l’applicabilità è fattibile con buoni risultati solo se l’azienda avrà definito nel dettaglio tutti i propri flussi di comunicazione interni ed esterni, oltre ad attuare una precisa gestione dei costi su cui far poggiare le varie applicazioni. Invece per chi realizza prodotti complessi o di alto valore servirà una sempre maggiore specializzazione, sia commercialmente rivolgendosi verso specifiche nicchie di mercato, sia attraverso investimenti per adeguare tecnologie, macchine, attrezzature e risorse alle proprie esigenze, quasi personalizzandole in linee di prodotto, per una migliore industrializzazione delle lavorazioni e in alcuni casi persino robotizzandole. La sfida per entrambe le categorie si gioca nel recuperare quell’efficienza oggi perduta, a scapito di un’efficacia verso il Cliente che dovrà comunque essere mantenuta.
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Market&Trend
Sta mancando il pane comune
Emanuele Posenato
IPI 132/12
Mio padre lamenta la scomparsa del pane comune. Ed è vero! Delle oltre 18.000 aziende grafiche censite circa il 70% è impegnato nella produzione di stampati per cancelleria e modulistica, l’equivalente del pane comune. Un mercato in contrazione a causa di ciò che ne aveva decretato la prosperità: la burocrazia. Un fenomeno sul quale riflettere perché non tutti si possono permettere altro. Ciò che non poterono cuore e cervello poté la fame, ci troveremo a considerare. Ovvero se arriveremo alla “paperless life” non sarà magari per istanze ecologiste o per fanatismo tecnologico, ma per la necessità di ridurre i lacci e i lacciuoli della burocrazia delle relazioni, tanto onerosi per il sistema quanto remunerativi per chi ne produceva gli strumenti. E non basiamo questa considerazione su mere impressioni, ma su elementi concreti. La recente pubblicazione del nuovo paniere Istat è illuminante in tal senso: l’Istat sta diventando sempre più tecnologico. Il paniere è stato interessato, nel corso degli anni, da profonde modifiche, dettate dalla necessità di adeguare le rilevazioni statistiche dei prezzi al consumo ai mutamenti avvenuti nelle abitudini e necessità di spesa degli italiani. La comparsa del computer nel paniere a fine anni Ottanta (inserito nel quadriennio 1986-1990), quindi della telefonia mobile (dal 1995) e dell’abbonamento internet dal 1999, ha seguito una sua progressività e ha sancito l’impatto relativamente controllato della tecnologia sui comportamenti di consumo. Ben diversa negli effetti ci appare l’accelerazione registrata in questo ultimo biennio con l’inserimento simultaneo di smarthphone, servizi internet mobile e del tablet nel 2011. Ciò avviene mentre temi come l’accesso a internet e la disponibilità di mezzi diventano cause nobili da perorare – è la guerra al cosiddetto “digital divide” – e l’attenzione ai costi innescata dalla crisi agevola i detrattori della carta. Secondo talune istanze l’accesso a internet è addirittura un diritto (alcuni Paesi lo hanno inserito nella Costituzione e in Italia c’è una proposta di legge dell’onorevole Stefano Rodotà, giurista e costituzionalista, come modifica dell’articolo 21) ma soprattutto è un dovere civico, per far risparmiare soldi e tempo alla collettività in favore dell’efficienza. Pratiche amministrative, documenti, certificati, ricevute per molte delle nostre aziende significano fogli lettera, ricevute, modulistica, buste, classificatori, contenitori, scatole. In altri termini commesse frequenti, un flusso di cassa costante e continuo, relativamente poco oneroso, che spesso migliora il margine complessivo dell’impresa. È sufficiente un’analisi di redditività del proprio fatturato segmentato per tipologia di prodotto per avere la dimensione del fenomeno. La scomparsa del pane comune per molti sarà un grande problema.
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Salute&Sicurezza
Si è concluso un anno “di fuoco”
Sergio Facchini In questi ultimi anni siamo passati, grazie agli aggiornamenti di leggi e normative di Sicurezza e Igiene sul lavoro, alla messa in atto di quello che era stato un punto di riferimento per tutti, il D.Lgs. 626 del 1994.
IPI 132/12
L’importante aggiornamento del D.Lgs. 81/08, che ha sostituito tutti i precedenti, ha messo in evidenza tutte le applicazioni della normativa e ha riacceso in tutti gli stabilimenti, dai datori di lavoro ai dipendenti e collaboratori, l’attenzione nei confronti delle importantissime norme di sicurezza. Ma non solo: oggi anche nei sistemi di certificazione, sia per il rilascio che per le visite ispettive di conferma, si va a controllare che le normative di sicurezza siano esistenti e applicate e, altra cosa molto importante, che ci sia la soddisfazione del cliente, ovvero dell’utente finale del prodotto o del servizio offerto. Tuttavia, apprendiamo dai documenti e dall’indagine effettuata dalla trasmissione televisiva Rai “Speciale Tg1”, andata in onda lo scorso 18 dicembre, che nel 2011 solo in Italia sono stati registrati 500 incidenti mortali, 2.000 invalidi e 800.000 infortuni. Questo perché, nonostante tutto, le regole non vengono rispettate. Nella “filiera” della carta e in tutte le industrie del nostro settore fortunatamente gli incidenti e gli infortuni avvenuti sono stati tutti limitati e di non grave entità. Questo significa che si riconferma il fatto che nel nostro settore industriale sussiste l’attenzione al riguardo ma, ciò nonostante, abbiamo avuto troppi fenomeni di “incendio”. Nell’arco del 2011 – ma anche già all’inizio di quest’anno – per le cause più disparate, sia tecniche di malfunzionamento di alcuni impianti elettrici, sia di disattenzione operativa, sia di scarsa manutenzione o pulizia non effettuata regolarmente, si sono verificati gravi incendi in legatorie, magazzini carta e stabilimenti di stampa o di plastificazione, dal Nord al Sud dell’Italia, con gravi ripercussioni di aggravamento dei costi per le aziende coinvolte e poi tempi lunghi per la verifica e la burocrazia delle assicurazioni, che certamente alla fine non ripagano mai in pieno i danni subiti e i tempi di fermo produzione. Una volta ancora questo ci porta alla considerazione che i costi che le aziende devono sostenere per la prevenzione e la sicurezza sono assolutamente necessari e inderogabili: la pulizia dei filtri, l’eliminazione continua dei detriti e della polvere di carta, come pure la manutenzione e lubrificazione delle parti e valvole in movimento ecc. sono e devono sempre essere previsti, sostenuti e considerati di prioritaria importanza.
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PIOMBI
LE NOTIZIE DI ATTUALITÀ DEL POLIGRAFICO IN PRIMO PIANO I più rilevanti fatti del mese
AZIENDE GRAFICHE Accordi societari, installazioni, persone... FORNITORI Cosa accade nelle società fornitrici EVENTI Congressi, seminari, mostre, inaugurazioni
Grafica Veneta continua a crescere L’azienda padovana punta su stabilimenti “green” e... su Rotoalba.
■ Sembra che in questo periodo Fabio Franceschi (nella foto), uno degli industriali grafici di maggior successo degli ultimi anni con la sua Grafica Veneta, punto di riferimento per la stampa di libri per oltre 60 tra i più importanti editori del mondo, sia diventato un piccolo “ragioniere”. Sta infatti calcolando il costo di un investimento che potrebbe far fare un nuovo, importante salto di qualità all’azienda di Trebaseleghe (PD): acquisire Rotoalba, l’azienda in provincia di Cuneo (180 dipendenti, circa 40 milioni di ricavi) che stampa in rotocalco le riviste della Periodici San Paolo ma lavora anche per conto terzi e tra le sue più importanti commesse annovera quella della stampa dei cataloghi Ikea. Quello attuale è un momento tutt’altro che facile per gli stampatori rotocalco, tanto che il gruppo tedesco Bagel, che
controlla l’85% di Rotoalba (il restante 15 è rimasto nelle mani dei Paolini) ha maturato la decisione di uscire di scena (mantenendo forse una partecipazione minoritaria). Per rilevare il pacchetto di maggioranza dell’azienda guidata da Rino Costanzo si sarebbero fatti avanti alcuni grandi gruppi grafici italiani e, tra questi, c’è proprio Grafica Veneta. L’azienda di Franceschi ha realizzato in questi anni una crescita notevole, tanto che nel 2011 ha raggiunto i 10 mila titoli di libri stampati con un aumento del 15% dello stampato. L’anno scorso la classifica dei best seller è stata guidata da un ex
aequo Versione di Vasco (Chiare Lettere) e Inheritance (Rcs) entrambi con 350 mila copie, secondo posto per Il linguaggio segreto dei fiori (Garzanti) con 271 mila, sul terzo podio Steve Jobs (Mondadori) con 195 mila copie. Se il trend positivo è continuato anche nel 2011 con un aumento superiore al 30% dei ricavi (il 70% sui mercati esteri), a fare la differenza è stato il risparmio ambientale calcolato con una riduzione di anidride carbonica di 2.400 tonnellate grazie all’impianto fotovoltaico installato sul tetto dello stabilimento di 50 mila metri quadri. All’impatto “zero” ha contribuito anche l’uso della carta riciclata, scelta pulita e apprezzata dalle principali 60 case editrici (nordiche e svedesi in particolare). Forte anche nel mercato degli allegati ai quotidiani, con la Russia tra i clienti più impor-
tanti insieme a Romania e gran parte dell’Est Europa (mentre tra gli emergenti si inseriscono i Paesi del Sud America e all’orizzonte si intravvedono buone prospettive commerciali in Spagna), ora Grafica Veneta, impegnata anche nel raddoppio dello stabilimento (100 mila m2) alimentato con fotovoltaico e biomasse, ha dunque messo gli occhi su Rotoalba. Considerando la stampa rotocalco dell’azienda di Alba funzionale anche all’enorme espansione nel mercato editoriale che ha fatto dell’impresa di Franceschi un punto di riferimento internazionale. Achille Perego
Heidelberg punta a tagliare i costi
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Il CdA di Heidelberger Druckmaschinen ha approvato il Focus 2012, un programma di efficienza mirato a raggiungere obiettivi di redditività dell’azienda attraverso un risparmio totale di circa 180 milioni di euro nell’esercizio finanziario 2013/14. Lo scopo è quello di ridurre significativamente i costi nel corso dei prossimi due anni e gettare le basi per gli sviluppi di business futuri in risposta alle mutevoli esigenze del mercato. La maggior parte delle misure saranno avviate e attuate entro la fine dell’anno in corso. Tra le misure a breve termine c’è la riduzione della capacità produttiva di circa il 15%, con servizi che verranno adeguati al livello di vendite atteso. Anche le spese di ricerca e sviluppo saranno tagliate, mentre i costi di vendite, marketing e i costi strutturali saranno ridotti mettendo in comune le attività di vendita e marketing dei singoli mercati.
Il pacchetto di misure riguarderà anche l’organico: fino a 2 mila posti di lavoro verranno tagliati in tutto il mondo, circa 1.200 in Germania e 800 fuori dalla Germania. Quanto ai risultati preliminari per il terzo trimestre dell’anno finanziario 2011/2012 (che va dal 1° ottobre al 31 dicembre 2011) gli ordini sono pari a circa 640 milioni di euro e le vendite a 630 milioni di euro. Il risultato preliminare degli ordini in arrivo è in calo rispetto al trimestre precedente, mentre le vendite preliminari eguagliano il risultato del trimestre precedente. Nei primi nove mesi, nonostante le vendite in calo del 4% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (1,811 miliardi contro 1,883), Heidelberg è riuscita a migliorare il risultato operativo escluse le perdite straordinarie pari a -19 mila (anno precedente: -26 mila euro). IPI 132/12
Con misure da avviare entro l’anno, il colosso tedesco mira a un risparmio totale di 180 milioni di euro entro il 2014.
PIOMBI
PrimoPiano
Bertelsmann scorpora le attività di stampa
Lo scopo è di semplificare la struttura di Arvato che in Italia comprende: NIIAG, Eurogravure, Johnson e Distriberg. ■ Bertelsmann, uno dei maggiori gruppi media al mondo, ha annunciato un piano di ristrutturazione in base al quale gli stabilimenti di stampa rotocalco e roto-offset che oggi fanno capo ad Arvato saranno scorporati e costituiti in un nuovo assetto. La nuova divisione di stampa – con un fatturato di 1,2 miliardi di euro e 7.000 dipendenti – sarà composta dal gruppo inglese Prinovis, con i suoi stabilimenti in Germania e UK, e dalle aziende di stampa che fanno capo ad Arvato in Italia, Spagna e America. L’obiettivo di questa operazione è di semplificare la struttura di Arvato, in modo
che l’azienda possa concentrarsi maggiormente su altri servizi e sullo sviluppo di nuove aree di business nelle quali sta registrando alti tassi di crescita. Bertelsmann gestirà la nuova struttura printing tramite le sue quattro divisioni: RTL Group (televisioni), Random House (libri), Gruner+Jahr (riviste) e Arvato (servizi in outsourching). La nuova architettura, sviluppata dal CEO di Bertelsmann Thomas Rabe in collaborazione con il CEO di Arvato Rolf Buch, verrà implementata nella prima metà di quest’anno e successivamente si deciderà chi ne prenderà in mano le redini.
Ricordiamo che in Italia il gruppo Arvato Print Italy fattura complessivamente oltre 200 milioni di euro con circa 1.100 dipendenti e comprende il Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche di Bergamo (80 milioni di ricavi con 450 dipendenti, specializzato nella stampa di libri, riviste e cataloghi), Eurogravure (60 milioni di ricavi, 200 dipendenti e stampa di riviste e cataloghi), Arti Grafiche Johnson (55 milioni di ricavi, 400 dipendenti, nel settore della stampa di agende e calendari) e Distriberg (azienda che opera nei servizi di legatoria e distribuzione con 50 dipendenti e 5 milioni di euro di fatturato).
Nuovo management team in Manroland Web Systems La “squadra” presentata dalla nuova proprietà. Siamo alla vigilia di Drupa e non c’è tempo da perdere... Ed è per questo che Peter Kuisle, neoeletto direttore marketing, vendite e assistenza di Manroland Web Systems GmbH, in una recente conferenza stampa, ha dichiarato che le macchine roto-offset in uscita dallo stabilimento di Augsburg continueranno a essere concorrenziali sia nel mercato della stampa commerciale sia in quello dei quotidiani, sotto la guida della nuova proprietà di L. Possehl & Co. A questo proposito è stata recentemente presentata la nuova squadra perché, si sa, le tecnologie sono importanti ma le persone forse lo sono ancor di più.
Uwe Lüders (foto sotto), presidente del CdA di L. Possehl & Co., sarà il direttore generale di Manroland Web Systems. Ad affiancarlo Peter Kuisle (foto a destra), che è stato vicepresidente delle vendite delle macchine roto-offset nonché responsabile del marketing di prodotto e ora assumerà la guida a
livello internazionale delle vendite di roto-offset per la stampa commerciale e dei quotidiani. Nella sua nuova posizione sarà responsabile, oltre che della vendita, anche dell’assistenza e del marketing. Franz Gumpp dirigerà la divisione produzione e acquisti, Dieter Betzmeier sarà a capo delle divisioni technology e order processing, Daniel Raffler guiderà la divisione risorse umane e sviluppo aziendale e, infine, Dirk Rauh assumerà la direzione commerciale dell’azienda.
I NUMERI DEL NUMERO
30%
la quota di vendita di stampa commerciale tramite web to print prevista per il 2014
1977
l’anno di fondazione di Grafiche dell’Artiere da parte di Gianni Gamberini
125
i milioni di ettari di territorio in oltre 80 Paesi coperti da Certificazione FSC
120
i chili di peso del libro più grande del mondo stampato da Litorama con una KBA
500
gli incidenti sul lavoro in Italia nel 2011 che hanno causato vittime
1860
l’anno di costruzione del torchio Imperial Arming Press conservato presso l’Istituto Pavoniano Fassicomo di Genova
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PIOMBI formazione
I prossimi corsi Martedì 13 MARZO Martedì 20 MARZO ore 9.45 - 17.30 Il controllo di gestione nell’azienda grafica (2 incontri) Docenti: Luigi Lanfossi, Cosimo Baldari Sede del corso: Milano Giovedì 22 MARZO ore 14.30 - 18.00 I brevetti come leva competitiva di mercato Docente: avv. Alberto Tornato Sede del corso: Milano Giovedì 29 MARZO ore 14.30 - 18.00 La gestione degli acquisti in un’azienda grafica: comprare bene significa vendere meglio Docente: Massimo Salvaderi Sede del corso: Milano Martedì 17 APRILE ore 9.45 - 17.30 La vendita dei servizi di stampa digitale Docente: Claudio Della Rossa Sede del corso: Milano Giovedì 19 APRILE ore 9.45 - 17.30 Gestione della produzione Docente: Bortolo Milan Sede del corso: Milano Per informazioni e iscrizioni: www.stampamedia.net info@accademiadelpoligrafico.it tel. 02.75291028
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PrimoPiano
La nanotecnologia di Benny Landa debutterà a Drupa ■ Il pioniere per eccellenza della stampa di-
gitale, nonché fondatore dell’israeliana Indigo, Benny Landa (nella foto), ha deciso di tornare a far parlare di sé. Questa volta legando il proprio nome a un’altra innovativa tecnologia, che debutterà alla prossima Drupa di maggio. Dopo aver venduto Indigo ad HP nel 2001, Landa ha fondato la Landa Corporation nel 2002 e da allora sta sviluppando una serie di innovative tecnologie. E nonostante regni il riserbo assoluto su queste novità, qualche indiscrezione è già trapelata sulla rivista Calcalist, l’equivalente israeliano dell’inglese The Economist.
Landa, che detiene già 700 brevetti a suo nome, ha appena depositato dei nuovi brevetti relativi a una nanotecnologia legata alla stampa. Registrata come “digital nanographic printing”, la nuova tecnologia sembrerebbe essere una variante della stampa inkjet, basata sull’utilizzo di inchiostro composto da particelle minuscole “più piccole di un microbo … e da una testina di stampa che utilizza micro gocce per stampare su qualsiasi tipo di materiale”, scrive l’autore dell’articolo. Le soluzioni basate su questa nuova tecnologia verranno presentate in anteprima a Drupa e saranno indirizzate agli stampatori commerciali, editoriali e di packaging.
Con una nuova Komori, Giunti punta alla stampa dei libri in 70x100 Arriverà a breve nello stabilimento di Prato la nuova Komori Lithrone a 8 colori GL840P ordinata dalle Industrie Grafiche Giunti. Una macchina che rappresenta, come spiega il direttore dello stabilimento Piero Galli, una svolta in doppio senso. Innanzitutto perché è la prima volta che la Giunti “tradisce” il fornitore tradizionale per scegliere Komori e la seconda perché il formato della nuova macchina (4+4, bianca e volta) è un 70x100 e andrà a sostituire una già dismessa (e venduta all’estero) 120x160. La nuova macchina completa un parco macchine piane composto da una 4 colori 120x160 e una 70x100 a cinque colori utilizzata soprattuto per copertine e riverniciature. Si punta quindi non più sulle macchine da stampa per libri extra large, ma sulle più piccole, flessibili, veloci e con meno scarti e costi d’avviamento 70x100. E se la scommessa si rivelerà vincente non è escluso che in Giunti (104 dipendenti per 24 milioni di ricavi, l’85-90% dei quali realizzati per stampare i libri Giunti e il resto per selezionati “clienti direzionali”) si opti (per l’eventuale sostituzione della 120x160) per un’altra 4+4 o 5+5 sempre 70x100. La Komori servirà per stampare le edizioni Giunti e, in base a tirature e convenienza, anche un po’ di scolastica. A.P.
IN BREVE Due nuove sedi Guandong tra Italia e Cina Guandong Italia ha annunciato il trasferimento della sede italiana a Caleppio di Settala, in provincia di Milano. La struttura, dotata di un ampio magazzino, si sviluppa su una superficie cinque volte superiore rispetto alla precedente. Internazionale per dna, l’azienda ha fatto seguire al trasloco italiano anche un trasferimento degli uffici in Cina, nel cuore di Shanghai. Una scelta dettata dall’esigenza di supportare il volume di affari sempre più ampio, che ha fatto registrare nel 2011 un incremento del fatturato del 65% rispetto al 2010.
PIOMBI
news fornitori
Zechini Gra-For sigla un accordo con Smyth Zechini Gra-For e Smyth hanno recen-
temente siglato un accordo in base al quale Zechini ha iniziato la commercializzazione in esclusiva della cucitrice manuale a filo refe Smyth F1088 in tutti i Paesi del mondo. La nuova cucitrice completa la gamma di attrezzature di alta qualità per la legatoria e la cartotecnica che l’azienda con sede a Vimodrone (Milano) produce e distribuisce in tutto il mondo da 60 anni. Smyth, che ha sede a Coniolo, in provincia di Alessandria, è specializzata nella produzione di cucitrici per libri. La cucitrice manuale Smyth F1088, di nuova generazione, è la soluzione più indicata per tutti gli stampatori digitali che hanno la necessità
di essere indipendenti nella produzione di libri di qualità cuciti a filo refe. Piccola nelle dimensioni, ma grande nel formato che permette di cucire segnature fino a 490x520 mm e di gestire i formati fuori standard, la Smyth F1088 è al top della propria gamma ed è perfetta per la confezione dei libri stampati in digitale e in generale per le legatorie che lavorano su tirature micro e brevi. Per Zechini il nuovo accordo con Smyth rientra in un più ampio progetto teso a proporre una gamma completa di attrezzature di legatoria specifiche per gli stampatori digitali, che comprende anche la recente acquisizione dei diritti di commercializzazione di una cucitrice a punto metallico all’alta velocità di 8.000 fascicoli/ora, adatta alla produzione industriale.
Partnership tra ICR e Janoschka
1a giornata Gestione della produzione 2a giornata Ergonomia e organizzazione della produzione 3a giornata Tecniche ed esercitazioni al rilevamento 4a giornata Controllo e consuntivi di produzione 5a giornata Tempi standard aziendali 6a giornata Studio dei metodi, Studio e progettazione del lay-out di: posto lavoro, reparto, azienda in relazione ai flussi di produzione
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Docente: Bortolo Milan Sede del corso: Milano Per maggiori informazioni: info@accademiadelpoligrafico.it tel.: 02.75291028 www.stampamedia.net/it/ accademia/info
Neopost Italia acquisisce Duplo Italia La filiale italiana della multinazionale francese leader nella fornitura di soluzioni per la gestione della corrispondenza e dei documenti (affrancatrici, imbustatrici piegatrici, apribuste, etichettatrici) ha annunciato di aver perfezionato l’accordo per l’acquisizione di Duplo Italia, rilevando l’attività e i dipendenti. La fusione ribadisce l’interesse della multinazionale francese ad allargare la sua attività in mercati trasversali a quello della gestione documentale, già dimostrato a livello mondiale con l’acquisizione di aziende distributrici del marchio Duplo in Svezia e in Australia. Questa operazione introduce Neopost Italia nel settore delle arti grafiche e della finitura di stampa. Neopost beneficerà dell’ottima reputazione che il brand Duplo ha guadagnato sul mercato italiano dal 2005, anno di costituzione della filiale, nonché della disponibilità della più ampia gamma di macchinari per la finitura digitale. Il passaggio di proprietà crea nuove sinergie e opportunità di crescita per Duplo che, raggiunti i 3 milioni di fatturato in Italia, ha ora l’esigenza di affidare la gestione della filiale a una società più strutturata quale Neopost. Cinque filiali regionali, un team di oltre 70 dipendenti e solidità finanziaria sono i punti di forza di Neopost che aiuteranno Duplo a consolidare la sua leadership sul mercato della finitura digitale. Numerosi i valori condivisi dalle due realtà, in primis quello di proporsi come partner aiutando le aziende a produrre in modo più efficiente, mediante la proposta di soluzioni automatizzate e affidabili, nonché un approccio consulenziale al processo di vendita. La sede operativa di Duplo Italia sarà trasferita presso la struttura Neopost a Rho, dove verrà allestito anche lo show room. IPI 132/12
“Tempi e metodi in ottica lean” 6 giornate da aprile a giugno
Per offrire ai clienti di brand internazionali e agli stampatori servizi e prodotti “senza confini” in Italia e in tutta Europa, ICR e Janoschka hanno deciso di unire le forze in una partnership strategica attiva dallo scorso 1° gennaio. L’alleanza strategica tra ICR – produttore italiano di cilindri rotocalco con oltre 7 milioni di fatturato – e Janoschka – azienda tedesca specializzata nella prestampa e nel mercato del packaging del tabacco e del decorativo, con un fatturato annuo di 115 milioni di euro – mira a soddisfare le esigenze dei clienti internazionali per servizi standardizzati e strumenti di stampa in tutta Europa. Per ICR la disponibilità di capacità produttiva di Janoschka assicura ai propri clienti un’elevata affidabilità della fornitura e tempi di consegna più rapidi e puntuali in caso di picchi di produzione. Janoschka si avvale della conoscenza specifica di ICR dell’industria di stampa italiana e di oltre trent’anni di esperienza e offre ai propri clienti l’implementazione di qualsiasi tipo di progetto di packaging e soluzioni di prestampa su questo mercato. «L’alleanza con Janoschka è un ulteriore passo verso l’ottimizzazione dei servizi offerti da ICR», commenta Mario Maggioni, presidente di ICR. «Il confronto e la condivisione di tematiche tecnico-produttive garantiranno ai nostri clienti soluzioni ancora più in linea con le loro esigenze».
PIOMBI Incendio alla Ilte, distrutto un magazzino carta < Un incendio è divampato nel primo week-end di febbraio
in un magazzino affittato dalla Nuova Satiz, l’azienda nata dallo scorporo della Ilte, distruggendo tonnellate di carta e, probabilmente, alcune riserve di inchiostro. Per domare le fiamme nella sede dell’azienda a Moncalieri sono intervenute dodici squadre dei Vigili del Fuoco. Le cause dell’incendio non sono state ancora rese note. Potrebbe trattarsi di un corto circuito, ma al momento non sono escluse neppure origini dolose. Affittato da dicembre dalla Nuova Satiz, il magazzino conteneva numerose bobine di carta destinate alla stampa di alcuni quotidiani. Nessun operaio è rimasto coinvolto nell’incidente, perché fortunatamente in quelle ore non c’era alcun turno di lavoro attivo.
TAGA Italia: continua il lavoro delle commissioni tecniche
IPI 132/12
Una volta terminati gli appuntamenti annuali ufficiali, quale il TAGA Day 2011 tenutosi in ottobre (vedi notizia su IPI 129), stanno operosamente proseguendo gli impegni e le riunioni dei comitati tecnici appoggiati presso la sede della “Scuola Grafica Istituto Padre Monti” a Saronno (VA) in preparazione della Conferenza Mondiale di Giacarta, prevista per il prossimo aprile. Il Comitato Tecnico italiano presenterà i risultati dei test e prove eseguiti in questi mesi sia presso i laboratori delle cartiere che presso diversi stabilimenti di stampa italiani per la “carta migliorata per quotidiani”, in riferimento alle normative internazionali vigenti UNI e ISO 12647. Sono già state testate 12 differenti tipologie di carte presentate dalle cartiere ma se ne attendono e sollecitano altre a tutti i fabbricanti. Naturalmente, una volta ancora, lo studio specifico è rivolto alle migliorie ecologiche ovvero al massimo rendimento con il minimo inquinamento e alla massima possibilità di riutilizzo e riciclaggio del prodotto stampato. Questo, contemporaneamente, coinvolge anche gli “inchiostrai” per definire e ottimizzare la qualità e le caratteristiche ecologiche degli inchiostri utilizzati richiamando anche i costruttori mondiali delle migliori apparecchiature di controllo per diminuire gli scarti e per minimizzare i consumi, fermo restando la ottimizzazione della qualità della stampa e delle immagini. Poiché l’Italia può vantare produttori di carta, di inchiostri e di sistemi automatici di controllo qualità e densità di stampa di livello mondiale, reputiamo sia il caso, per tutti noi, di collaborare a tale sviluppo tecnologico e informativo, ricordandoci che, sempre - ma ancor più nella soluzione attuale di difficoltà economiche e di mercato - la ricerca deve essere aiutata e all’avanguardia. Sergio Facchini
Alcuni agenti Samor Italia, incluso lo staff della Lombardia, capitanati da Daniele Fornasier (sulla pedana). Quinto da sinistra, Davide Scalco.
Nuovo look per Cattolica Assicurazioni
Il Gruppo Masserdotti è stato incaricato di decorare la facciata e gli interni della sede veronese di Cattolica Assicurazioni, uno dei maggiori gruppi assicurativi nazionali. 13 metri di altezza per 13 di larghezza per un totale di circa 169 metri quadrati è la superficie di ciascuna delle due facciate rivestite con OneWay, particolare film traforato che non altera la visione dall’interno dell’edificio verso l’esterno, mentre dall’esterno è visibile solo il logo aziendale, stampato tono su tono con effetto evanescente. Un materiale particolarmente innovativo che oltre a garantire la privacy di chi lavora, ha consentito di personalizzare la struttura con il simbolo della Cattolica Assicurazioni: un angelo stilizzato con le ali spiegate. Per l’interno, Gruppo Masserdotti ha utilizzato la tecnica dell’Interior Decoration contribuendo al rinnovo di totem e grafiche istituzionali, oltre che alla copertura dei vetri divisori degli ambienti con particolari pellicole dallo speciale “effetto sabbiante”.
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Litorama stampa il libro più grande del mondo con KBA Di primati Litorama ne aveva già – ad
esempio è l’unica azienda italiana ad aver installato due impianti di stampa offset extralarge 150x205 cm a 4 e 5 colori – ma di recente se n’è aggiunto un altro, visto che ha stampato il libro più grande al mondo, un atlante di dimensioni eccezionali (1,8x2,78 metri) che l’azienda ha prodotto sulla macchina offset a foglio… anch’essa la più grande del mondo: una KBA Rapida 205 nel formato151x205 cm. La rilegatura del libro, che ha dovuto affrontare non poche difficoltà tecniche, ha richiesto l’aiuto dei migliori artigiani. Per questo l’editore, l’australiana Millenium House, si è rivolto alla Legatoria LEM che ha confezionato il volume completamente a mano.
Qualche curiosità sul libro: pesa 120 chili, ha 128 pagine illustrate, è rilegato in pelle e ha avuto una tiratura limitata di 31 copie. Destinato a collezionisti e istituzioni culturali, Earth Platinum, questo il titolo dell’atlante, è una vetrina dell’artigianato di oltre 100 cartografi, geografi e fotografi internazionali che insieme presentano una vista impareggiabile del mondo. Ogni fase della produzione di questo megavolume ha sfidato i processi esistenti sia nella stampa che nella legatoria, ma Litorama è un’azienda che non ha problemi di sfide – ha 40 anni di esperienza, è leader nella stampa indoor e outdoor, ha quattro stabilimenti produttivi, ciascuno con una propria specializzazione (digitale, offset, roto-offset e cartotecnica) – e non poteva dunque non soddisfare tutte le richieste del cliente.
Libero sfogo alla creatività con i fotoquadri Pixartprinting Pixartprinting ha recentemente introdotto a catalogo i fotoquadri, un’idea originale per trasformare le fotografie digitali in autentici quadri da parete. Realizzati su pannelli con effetto canvas e stampati anche sul profilo, i fotoquadri sono ideali per arredare locali, organizzare mostre fotografiche o più semplicemente stupire amici e parenti dando libero sfogo alla propria creatività. Sul sito internet www.pixartprinting.it – nella sezione grande formato – è possibile visionare e selezionare tutti i formati disponibili, da 20x20 a 40x70 cm, a scelta con orientamento orizzontale o verticale.
Basagni sceglie Heidelberg Anicolor Nella bella e storica città di Arezzo vi sono realtà come la Tipografia Basagni, nata negli anni ’60, con un punto di forza importante: investire in nuove tecnologie pur di differenziarsi e stare al passo con i tempi. Dallo scorso dicembre è operativa una nuova Heidelberg Speedmaster SM 52-4 Anicolor. Una scelta particolare, perché la tecnologia Anicolor rende la Speedmaster particolarmente adatta per le piccole tirature. «Sono rimasto impressionato», afferma il titolare Paolo Basagni (nella foto), «durante le demo eseguite alla scorsa edizione di Medprint dalla qualità e dal ridotto numero di fogli di scarto (in molti casi il quinto foglio è vendibile) tanto da definirla la risposta ideale alle mie esigenze di associare basse e medie tirature con una qualità offset al 100%, scarti ridotti in grado di competere dalle 200 copie in su con il digitale. La Speedmaster 52 Anicolor, grazie ai suoi automatismi, agli inchiostri in cartuccia e alla sua estrema facilità d’uso si è rivelata la giusta scelta d’investimento». IPI 132/12
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news aziende grafiche
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Marchesi nel digitale con una HP Indigo 7500 < HP ha annunciato che
IPI 132/12
Marchesi Grafiche Editoriali di Roma ha deciso di introdurre la stampa digitale investendo in una HP Indigo 7500, che sta già impiegando a pieno ritmo per molti progetti innovativi. Spicca la stampa di milioni di documenti personalizzati singolarmente che vengono inviati a milioni di destinatari internazionali nell’ambito di una complessa iniziativa di direct marketing. Fondata nel 1918, Marchesi Grafiche Editoriali oggi offre, a clienti che spaziano da editori alle aziende della moda e del lusso, prodotti di ogni genere: brochure, cataloghi, volumi d’arte e storici, opere enciclopediche con rilegature artigianali, prodotti finanziari. «In questo contesto l’introduzione delle tecnologie digitali grazie all’acquisto della HP Indigo 7500», spiega Stefano Marchesi, general director, «ci consente di soddisfare le nuove esigenze dei nostri clienti, che vogliono tirature ridotte senza rinunciare alla qualità
della stampa e soprattutto la personalizzazione del dato variabile». La HP Indigo 7500 installata da Marchesi assicura la massima flessibilità delle lavorazioni grazie alla possibilità di stampare fino a sette colori, compreso il bianco, su una grande quantità di supporti speciali, compresi pvc, polipropilene, materiali metallizzati e trasparenti. L’acquisto del kit opzionale per substrati permette all’azienda romana di utilizzare materiali più spessi e di grammatura maggiore, fino a 400 g/m2 o 460 micron.
Progetto per unire Lediberg e Johnson Bertelsmann agli onori della cronaca in questo inizio anno. Prima con il cambio della guida di Arvato Print in Italia da Kranert a Cosani, poi con lo scorporamento delle attività di stampa da Arvato, ora con l’ipotesi, non ancora confermata, di un’aggregazione tra Lediberg – controllata dalla famiglia Castelli e detentrice del marchio Nazareno Gabrielli – e Arti Grafiche Johnson, del gruppo Arvato Print. L’obiettivo è far nascere un unico grande polo nella produzione di agende e calendari. La notizia, riportata dal settimanale di RCS Il Mondo, prevede per la nuova realtà la partecipazione della famiglia Castelli (che controlla la maggioranza del capitale Lediberg in cui con il 42,5% c’è anche il fondo Sofipa), quella della Bertelsmann e quella di un fondo di private equity straniero.
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Molte aziende italiane ed estere hanno scelto le nostre macchine e i nostri impianti perché consentono di risolvere in modo specifico e totale ogni problema di confezionamento e imballaggio con films plastici. Da oltre 45 anni operiamo nel settore applicando sempre le tecnologie più avanzate.
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Spaziocultura ARMUS in progress
Inaugurato a Genova il nuovo Museo della Stampa
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Non solo museo... Anche il ruolo di officina-laboratorio all’interno di piani formativi per il Museo della Stampa di Genova, dove è esposta la preziosa raccolta gutenberghiana di Franceso Pirella (nella foto in alto con il sindaco di Genova Marta Vincenzi).
In occasione del Festival della Scienza, il sindaco di Genova Marta Vincenzi e l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri, con il direttore dei musei genovesi Guido Gandino, hanno inaugurato e presentato alla cittadinanza la nuova prestigiosa sede di ARMUS Archivio Museo della Stampa. Significativa la presenza di Mauro Bodini e Valter Viscardi, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta (AIMSC). Dopo nove anni di permanenza nei locali della Provincia a Genova Quarto, finalmente ARMUS ha trovato una degna sede presso i rinascimentali Magazzini dell’Abbondanza al Porto Antico a due passi dal celebre Acquario. ARMUS, oltre a esporre in permanenza la Raccolta gutenberghiana Francesco Pirella, donata alla città, è una vera e propria officina laboratorio a più sfaccettature: didattica per i giovani delle scuole, dalle primarie all’università, che potranno seguire l’evoluzione della stampa dai caratteri mobili al digitale e oltre; sperimentale, per gli artisti che avranno a disposizione un laboratorio dedicato per incisione e stampa; ma soprattutto sociale, con gli specifici percorsi sensoriali pensati per i portatori di disabilità (ipo-vedenti, non vedenti, ipoudenti, non udenti, disabili mentali) per i quali il linguaggio tipografico diviene uno strumento terapeutico in grado di agire in modo efficace su patologie di vario genere. Il successo di pubblico finora ottenuto da questi progetti ha dimostrato la capacità di ARMUS di raggiungere bacini d’utenza solitamente ignorati dai circuiti tradizionali e di inserirsi all’interno di un piano formativo complementare alle normali attività didattico-pedagogiche. Il Museo della Stampa di Genova vanta caratteristiche peculiari: non una semplice raccolta di macchine e attrezzature, ma una officinalaboratorio dove si sperimenta la stampabilità della città, dell’uomo, secondo il principio che “l’Universo è una matrice” dove alla tipografia tradizionale si aggiunge la tipografia preterintenzionale e la sindonologia di Francesco Pirella. Nel corso dell’inaugurazione Alberto Nocerino ha declamato versi di Edoardo Sanguineti, che al museo dedicò l’epitaffio “proporzionato poliedricamente, in scheletrica gabbia trova pace, ombra
di ragno, l’uomo tipografico, che, tra hard e soft, qui prosciugato giace”, e l’attore Rino Giannini con una simpatica parodia di Gutenberg. ARMUS condivide gli ampi spazi a disposizione, con annessa sala convegni, con il Museo della Rumenta, laboratorio per l’educazione al riciclo urbano e industriale. Con questa iniziativa lo storico Palazzo dell’Abbondanza − costruito dalla Repubblica di Genova nel 1564 come deposito di sale e derrate alimentari per sostenere la città in periodi di carestia − diventa il Palazzo Verde che sarà il fulcro di una nuova rete che girerà attorno ai concetti di energia e rifiuto, utilizzati come chiavi di lettura della storia e del futuro produttivo in ottica sostenibile. Ambiente e stampa, quale binomio inscindibile tra produzione e cultura, come ha affermato il sindaco Marta Vincenzi, che ha fortemente voluto offrire al Museo della Stampa questi locali. «Oggi» ha detto Marta Vincenzi «suggelliamo l’ampliamento di un’area che con il Museo Luzzati, l’Acquario e la Città dei bambini si dedica alla formazione delle nuove generazioni, all’educazione al cambiamento, all’uso intelligente delle risorse». Una città che porta avanti il suo brand di “Urban Lab”. «Questi nuovi locali», ha proseguito il primo cittadino, «avranno infatti la funzione di un laboratorio importantissimo per il futuro della città. Genova deve recuperare il suo potenziale industriale che nel passato non è riuscito a decollare, e deve farlo partendo proprio da qui, con una proposta innovativa e culturale per lo sviluppo di tutto il Paese».
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Interviste Gianni Gamberini
Il secondo appuntamento di quest’anno è con un’azienda grafica bolognese rinomata per la sua qualità di stampa, che si propone al cliente come consulente e che crede che la stampa debba stupire con effetti speciali... ma con stile.
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“Le crisi sono opportunità di cambiamento perché servono come momento di riflessione”.
20 - L’industria grafica, un futuro da reinventare Intervista con Gianni Gamberini, amministratore delegato di Grafiche dell’Artiere
La
boutique
della
stampa di ACHILLE PEREGO
Sensibilità d’artista e abilità d’artigiano. Quando, nel 1977, Gianni Gamberini decise di mettersi in proprio e cominciare l’avventura delle Grafiche Artiere di Bentivoglio, a due passi da Bologna, mise nel nome la sua filosofia di vita e di lavoro. Che non ha mai tradito costruendo un’impresa di successo con 6 milioni di ricavi e riconosciuta come una “boutique della stampa” capace di grandi “effetti speciali”. Convinto, come Steve Jobs, che la carta non morirà mai, ma che per vivere e integrarsi con il mondo digitale e internet, debba assolvere alla sua prima funzione: creare un’immagine di qualità delle aziende-clienti e, soprattutto, stupire. Ma come hanno affrontato in questi tre anni le Grafiche dell’Artiere la crisi del settore grafico? Come dicono tutti, le crisi sono opportunità di cambiamento. Insomma, non tutte le crisi vengono per nuocere perché servono come momento di riflessione. Per questo mi viene in mente quel che mi diceva un mio grande maestro: ogni tanto guardati indietro e se ti accorgi che ti stai comportando sempre come prima, allora è il momento in cui devi preoccuparti! Quando le cose vanno bene si va avanti sempre allo stesso modo e non si capisce perché mai si dovrebbe cambiare. La crisi mette a dura prova tutti. Sicuramente internet ha modificato il modo di comunicare e ci sta portando via una parte della carta stampata. Del resto anche il più sprovveduto degli stampatori sapeva che prima o poi questo sarebbe avvenuto. Però lo stesso Steve Jobs era convinto che la carta non sarebbe mai morta perché non ha bisogno di energia ma deve stupire. Inutile nascondersi: oggi i grandi volumi se li sta mangiando internet e non possiamo pensare di fermare una rivoluzione che fa comodo a tutti. E di cui anche noi stampatori ne approfittiamo. Ma l’immagine di un’azienda si crea ancora sulla carta. Su una carta stampata di grande qualità. Quando un’azienda è un po’ che non si fa sentire, non manda messaggi, inviti, cataloghi, brochure, libri che commemorano la sua storia, ci si chiede: ma quell’impresa esiste ancora? Ecco, la carta è funzionale a far vivere un’impresa. Purtroppo oggi solo pochi uomini esperti di comunicazione hanno capito come utilizzare la carta
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aziende fiori all’occhiello
L’azienda
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e come integrarla con le nuove tecnologie digitali. Una non elimina l’altra: bisogna solo capire come farle convivere insieme. Per questa integrazione che cosa serve? Innanzitutto una diversa organizzazione delle aziende grafiche e un forte impulso all’area commerciale, servono uomini competenti che diventino consulenti tecnicocommerciali. Oggi non basta andare dai potenziali clienti per cercare commesse: bisogna essere in grado di dare i consigli giusti su come impostare un lavoro. Come stampare l’immagine di un gioiello o un abito sulla seta, con ori e argenti, serigrafie, effetti braille. Sapendo fino a che punto si può arrivare con le soluzioni tecniche di stampa per non rischiare di promettere “effetti speciali” e poi, a metà strada, di doversi fermare perché non si riescono a realizzare! Quindi il “commerciale” deve essere prima di tutto un tecnico. E le aziende grafiche, come abbiamo fatto noi con lo show room allestito nella sede, dove mostriamo tecniche, realizzazioni, materiali, soluzioni di stampa e legatoria, dovrebbero far toccare con mano gli “effetti speciali” della carta e della stampa. E saper dire ai clienti che oggi non è più il momento degli stampati banali, in serie. Io, stampatore, sono il tuo consulente: ti assicuro un preventivo corretto, ma soprattutto ti garantisco che il tuo prodotto sarà eccellente. Del resto, il gusto del bello è comune a chi opera nel mondo della moda, dei gioielli, del mobile o della ceramica. E lo stampatore non deve essere solo un bravo artigiano, ma anche il consulente capace, per cultura e professionalità, di trasferire sulla carta questo gusto. Stampatori-consulenti, dunque. Ma c’è qualcosa d’altro che le aziende grafiche devono fare per vincere la sfida di internet? Devono cambiare anche il modo di fare investimenti. Oggi lo stampatore deve dare un servizio completo. Capire la filosofia dell’azienda per cui lavora, le sue esigenze. E starle vicino trasferendo sulla carta il messaggio che quell’azienda vuole veicolare all’esterno. Per questo, deve avere al suo interno tutte le soluzioni: prestampa, legatoria, stampa piana e digitale. Insomma, fare di nuovo tutto in casa? Certamente, tranne il progetto grafico. Una specializzazione troppo difficile, personale, creativa. Avendo uno studio di progettazione interna si rischia che le proposte si assomiglino. Pur bravo e creativo che sia, un grafico tenderà a riproporre sempre le soluzione che predilige. E non si può cambiare ogni mese il cervello delle persone. Alla fine anche un grande pittore come Picasso dipingeva quadri “simili”. I grandi studi di progettazione grafica, come quelli a cui mi rivolgo, respirano una cultura internazionale. Ci sono decine di persone che pensano e che vengono da tutte le parti del mondo. E così, se devo stampare un catalogo per il Giappone, non corro il rischio di mettere un’immagine o uno slogan che urtano la cultura di quel Paese! Siamo di fronte solo a una crisi congiunturale oppure strutturale del settore? Non c’è dubbio, come dicevo, che stiamo vivendo una rivoluzione. Ma la crisi strutIPI 132/12
Grafiche dell’Artiere di Bentivoglio, in provincia di Bologna, in 35 anni d’attività si è sempre caratterizzata per l’alta qualità di stampa e per gli “effetti speciali”. Un mix fatto di artigianalità, creatività e nuove tecnologie. E Gianni Gamberini, 68 anni, fondatore e guida dell’azienda (che oggi fattura circa 7 milioni) non ha mai tradito questa vocazione. Facendo di Grafiche dell’Artiere un punto di riferimento per le aziende del settore della moda, del lusso, della cosmesi, del food, dell’automotive e dell’arredamento. E mettendo in bacheca certificazioni e premi, nazionali e internazionali, tra cui La Vedovella 2004 per la miglior qualità di stampa. Azienda a ciclo completo (con super attrezzati e specializzati reparti di prestampa e legatoria), l’impresa fondata da Gamberini dopo cinque anni di studi grafici dai Salesiani ed esperienze in importanti imprese del settore (e dove lavora la moglie Patrizia e da qualche anno il figlio 32enne Gianmarco) vanta un reparto macchine piane di casa Manroland 70x100 a 4, 5 e 6 colori con vernici acriliche e UV e un reparto di stampa digitale (HP Indigo a 7 colori).
aziende fiori all’occhiello
Seconda generazione Gianni Gamberini con la moglie Patrizia assieme ai figli Gianmarco (a sinistra) e Gianluca.
turale si affronta differenziando la carta da internet, dando allo stampato la sua funzione: stupire. Così, mi domando, ha ancora senso stampare libri, soprattutto per ragazzi, con la concorrenza degli e-book, grigi, senza luce, senza anima? Libri che non suscitano emozioni visive o tattili? Invece, con gli effetti speciali, senza ragionare solo sul prezzo più basso e senza neppure esagerare con nobilitazioni troppo kitsch, potremmo stampare libri che suscitino la curiosità e l’interesse e diventino oggetti anche di design, destinati a rimanere nel tempo. Come vede il 2012 per la sua azienda e per il mercato? Nel 2011, anche per motivi familiari, siamo stati un po’ penalizzati nella crescita. Ma adesso siamo pronti per ripartire. E dagli ordini di questi primi mesi, credo che sarà un anno positivo. Del resto stiamo lavorando sempre su due turni. In questo momento sembra che i nostri clienti si siano finalmente resi conto che non possono fare a meno di veicolare l’immagine aziendale sulla carta. Non chiedono più grandi volumi ma tirature ridotte e più frequenti. Così compriamo meno carta, si riducono i volumi complessivi dei ricavi ma come stampatori lavoriamo ugualmente con un maggiore valore aggiunto. Stampiamo 5 mila copie e non più 50 mila di un catalogo, però più belle, più speciali, con più ori a caldo, più rilievi, più vernici... Grafiche dell’Artiere si è sempre caratterizzata come un’azienda di stampa di qualità: per stare oggi sul mercato bisogna offrire quindi questo valore aggiunto, serigrafie, termorilievi, drip-off, glitter, ori e argenti? Bisogna avere una grande fantasia nel miscelare stampa tradizionale e digitale, a caldo e a secco, serigrafia, vernici opache. Un mix di effetti speciali che non devono però mai scadere nel pacchiano. Il pericolo è che uno stampatore, per far vedere quanto è bravo, esageri! Invece bisogna anticipare e sperimentare nuove soluzioni praticabili. Noi siamo stati tra i primi a utilizzare i retini stocastici vent’anni fa. E a capire quanto fosse importante la prestampa per gli effetti speciali in stampa. Adesso, ad esempio, stiamo sperimentando con successo la quadricromia su una base metallizzata in argento, superando i problemi di umidità. Un modo per coniugare la fantasia dello stampatore con la sua competenza. La sua azienda ha anche un reparto di stampa digitale: per quali lavorazioni viene utilizzato, che tipo di nuove tecnologie si attende? La stampa digitale è un complemento che dovrebbero avere tutte le aziende grafiche. Non possiamo lasciarci sfuggire questo mercato. Certo, è un mercato per tirature veloci e ridotte, anche se qualitativamente sfido un occhio non super esperto di distinguere uno stampato in offset da uno in digitale. Noi usiamo il digitale (abbiamo una HP Indigo a 7 colori capace anche di stampare su lamina e pvc) per le pre-tirature di 50 o 100 copie del catalogo di un cliente che deve andare a una fiera ma non ha ancora completato la gamma dei prodotti oppure non ha ancora deciso in che lingue stampare il catalogo definitivo da 5 o 10 mila copie.
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Web to Print Editoria digitale Workflow elettronico o cosa
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Con l’attuale tecnologia è oggi possibile tenere sott’occhio l’intero flusso di produzione di un lavoro di stampa commissionato stando comodamente seduti davanti al proprio computer.
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web to print Il flusso di produzione a portata di clic Il 9 febbraio 1999, in un articolo apparso sul sito webmonkey.com, una sorta di antesignano della rivista Wired, Jim Frew conia il termine “web to print” per indicare la possibilità di colmare il gap esistente tra l’impaginazione tradizionale e la stampa con strumenti informatici che sfruttassero internet. Da allora i servizi web sono cresciuti a dismisura consentendo infinite possibilità e l’espressione è diventata sinonimo di un modello di produzione in cui tutti i player della produzione, dal grafico al designer, dal print buyer al capocommessa, possono creare, editare, approvare e mandare in stampa i loro prodotti. Il tutto seguendo un workflow che permette di operare da remoto interamente on line sfruttando applicativi web-based. Il capostipite di questi software è forse l’InterDoc di Xerox, che risale addirittura al 1995. L’idea, in altre parole, è quella di poter gestire l’intero flusso di produzione annullando completamente distanze e tempi e sfruttando la rete per tutte le fasi produttive, senza più ciano cartacee o scambi fisici.
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di LORENZO CAPITANI
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Il modulo di gestione del timone del sistema InSite Storefront di Kodak: si notano le pagine approvate e quelle in attesa di approvazione.
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Esistono diverse possibilità oggi di web to print che vanno dal tradizionale flusso spostato interamente sulla rete al tanto citato “web cloud”: sia che si lavori, uno a uno, per la carta sia che si produca, uno a molti, in un’ottica di crossmedialità. In questo modo il web to print da un lato ha semplificato la produzione, consentendo agli stampatori tradizionali di rinnovarsi e di offrire servizi nuovi; dall’altro è diventato un innovativo modello di business in cui lavorare a distanza e in condivisione, diventando vero e proprio e-commerce. Eppure il web to print non è una novità assoluta, anzi proprio la diffusione di internet e dell’uso delle tecnologie ha spontaneamente incrementato il lavoro da remoto e l’automazione di molte fasi produttive, a partire dalla produzione basata sui PDF fino all’uso dell’FTP o altri metodi di scambio file. Ma fin qui tutta l’ingestion rimaneva fuori sistema: la situazione classica era “ti ho mandato la pagina, aspetto le ciano”. Su questo uso spontaneo, a volte “casalingo”, degli strumenti si è costruito cercando di automatizzare e di implementare vere e proprie piattaforme in cui non solo si consente lo scambio ma anche il tracciamento di quanto viene caricato e inviato, fino a coprire l’intero ciclo della produzione, fino ad arrivare a realtà in cui stampatori, come Rotolito Lombarda o Mazzucchelli, consentono di inviare i PDF, tenere traccia dei caricamenti e visualizzare e approvare da remoto le cianografiche, siano esse sotto forma di foglio imposto piuttosto che sfogliabile virtuale, come prodotto finale di preflight e ripping. Esistono addirittura sistemi in cui c’è la possibilità di visualizzare le prove colore a video, le cosiddette “soft proof”, con tutti i limiti dati della necessità di una profilazione dell’intero flusso: scenario ideale ma spesso difficile da calare nel lavoro di tutti i giorni. Il modello prevede un workflow tradizionale, ma altamente automatizzato, con una
forte digitalizzazione e fruizione di servizi offerti dallo stampatore offset o digitale. L’impaginazione avviene come di consueto, ma tutte le fasi, dall’invio dei file alla prestampa, sono gestite via web: piccoli tool facilitano lo sharing come la Java Sender di Chalco.net di Hyphen, in cui l’invio dei file avviene tramite un piccolo droplet che li recepisce e li carica esattamente nel DAM dello stampatore, la cui prestampa si occuperà dei controlli e della rasterizzazione. Ovviamente il formato di scambio resta il PDF, che garantisce le ben conosciute doti di qualità, flessibilità e relativa leggerezza, eventualmente integrato con file JDF per lo scambio delle informazioni di processo tra i vari device. Di fatto il flusso resta tradizionale, non si aumenta l’interazione del cliente, ma si automatizzano certe operazioni. Nulla vieta però di far entrare nel sistema dello stampatore direttamente il cliente, e allora le possibilità si dilatano molto. Non più un flusso lineare bensì concentrico cui, ognuno a vario titolo, accede. Pensiamo, ad esempio, a una rivista le cui pagine arrivano da varie redazioni e le pubblicità da vari service o ai cataloghi commerciali di network immobiliari in franchising. In questo caso il web to print consente di creare una rete produttiva in cui si centralizza l’intera edizione direttamente presso un portale in cui ciascuno, dal creativo interno al marketing, dal tecnico al fornitore esterno, dalla prestampa al capocommessa, gestisce, approva, annota, controlla... Pensiamo a chi si occupa della produzione che in questo modo può lavorare direttamente sull’aggregato e controllare costantemente lo stato di ciascuno step operando attivamente sui file, visualizzando anteprime e prove colore fino al “visto si stampi” finale. I vantaggi sono evidenti e sono produttivi ed economici. Si va infatti, dalla possibilità per tutti di accedere a un progetto in lavorazione o a un archivio condiviso di materiali, di accedere allo storico di ciascun documento memorizza-
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Schermata del sistema WebCenter di Esko usato come archivio centrale di asset di produzione. Gli strumenti di ricerca di WebCenter semplificano l’individuazione di progetti e documenti in base a metadati specifici.
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to alla revisione e approvazione in extremis. È il caso di soluzioni come WebCenter di Esko. I risparmi ci sono e sono stimabili nell’ordine del 60% dei costi necessari per la revisione cartacea e la spedizione e del 25% sui tempi di creazione e approvazione. Per non parlare della riduzione degli errori grazie alla distribuzione centralizzata e condivisa dei contenuti. In altre parole, il cliente ottimizza costi e produzione e minimizza il fattore tempo, mentre lo stampatore li tiene tutti sotto controllo. Resta ovviamente il costo di start up in termini di software e infrastruttura, tuttora alto per realtà piccole e medie, ma le possibilità di scalabilità, oltre che di creare flussi ad hoc, sono davvero alte consentendo, tra l’altro, la profilazione delle utenze, l’interfaccia con sistemi gestionali o la gestione di file non necessariamente grafici come CAD, fogli di calcolo, preventivi, ordini di acquisto. Infine queste soluzioni accessibili da browser sono multipiattaforma, multiutente e direttamente integrabili con i DAM. Sono molte le realtà con questo modello di produzione: grandi stampatori, ma anche multinazionali, tour operator, case di moda…
E se fa tutto lo stampatore? La vera novità però offerta dal web to print è quando tutta la produzione si sposta interamente sui server dello stampatore, o meglio di chi offre il servizio, e diventa e-commerce a 360°. Già, perché molto spesso si tratta di aziende che agiscono in internet, lavorando su commessa puntuale o su un listino predefinito, ma comunque ampio, gestendo la produzione in proprio o, come broker, smistando su una rete di fornitori e sollevando il cliente dall’onere della ricerca e comparazione del fornitore. Anche in questo caso il panorama è ampio. C’è chi offre servizi di web to print per prodotti come magliette, biglietti da visita, piccole brochure, opuscoli a tirature relativamente basse, con un
Flusso integrato Prinect Web-to-Print Manager, lanciato da Heidelberg l’anno scorso al GraphExpo di Chicago, che con la logica del web to print integra tutti gli aspetti produttivi di uno stampato.
quattro domande a... Intervista ad Alessio Saraceno, direttore generale di Hyphen-Italia Quali sono le soluzioni Hyphen-Italia per il web to print? Fondamentalmente la suite Chalco, una piattaforma personalizzabile che permette di offrire ai propri clienti la possibilità di eseguire ordini e gestire on line tutto il processo di e-procurement, fino alla distribuzione degli stampati, cicli di approvazione compresi, e nel contempo di rendere efficiente il processo interno di produzione gestendone gli aspetti economici. Una particolare declinazione dell’ultima soluzione nata, l’Hyphen Book System (HBS), consente di ordinare, ottenere il numero zero, approvare materiali a stampa utilizzando comodamente soltanto un iPad. Quali sono gli aspetti più apprezzati di un flusso web to print? Senz’altro la riduzione degli stock di magazzino, a favore di una stampa su richiesta che garantisce rapida aggiornabilità e ridotto scarto. Ma anche la possibilità di gestire la commessa, dalla richiesta alla consegna, con un clic (o un tap), ovvero un flusso gestionale rapido, preciso, industrializzato, con costi predeterminati e chiari. Inoltre l’incasso certo e spesso anticipato (comunque rapido) e la possibilità di accedere a nuovi mercati e target d’utenza. A quale tipologia di clienti si adattano maggiormente soluzioni di questo genere? Nei mercati BtoC il fenomeno ha un impatto sociale ancora difficilmente quantificabile, ma il consumatore ha imparato ad apprezzare l’acquisto on line, comodo, rapido e poco impegnativo. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Multicanalità nel 2011 due italiani su dieci hanno aderito almeno a una flash sale sul web. Notevole interesse nel mondo della fotografia, del book on demand, della manualistica e degli stampati personalizzati. Nel B2B l’impatto maggiore è nei confronti delle grandi reti di vendita e distributive (agenti, distributori, promotori, network, franchising ecc.), costanti fruitori di prodotti stampati e di merchandising, compresi i servizi logistici e sempre più di asset digitali per la comunicazione d’impresa e di prodotto sul punto vendita. A parte la trattativa commerciale e gli ovvi rapporti umani, in quali aspetti l’uomo rimane ancora insostituibile? Nella creatività. L’anello di congiunzione fra rapporti umani e il web probabilmente sarà rappresentato dal mondo dei social network.
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Due schermate del sistema di gestione dati digitali per la prestampa wNewsNet, sviluppato dalla tedesca Wobe-team, studiato specificamente per la produzione di quotidiani.
Gruppo Sinergia: l’e-procurement a favore dell’efficacia comunicativa del cliente «Ciò che gli altri chiamano “rogne” per noi è… pane quotidiano!» scherza Gianluigi Mazzi, ad di Gruppo Sinergia, azienda costituitasi nel 2009 unendo le forze di quattro aziende complementari, ognuna con una sua realtà specifica, il che le ha permesso di spaziare in diversi ambiti, dallo sviluppo di progetti e soluzioni software all’elaborazione dati, dalla micrologistica al direct mailing, alla gestione di documenti. Società sostanzialmente old economy per genesi hanno saputo proiettarsi rigenerandosi nella new economy approfittando dei vantaggi di web, cloud computing ed e-procurement. «È proprio grazie a strumenti come il web to print» continua Mazzi «che oggi siamo in grado di servire meglio i nostri clienti in termini di costo, rapidità e soprattutto con una comunicazione mai così efficace».
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target decisamente consumer: basta andare su pixartprinting.it o vistaprint.it e con pochi clic è possibile creare il proprio stampato. Si parte da un front-end con un catalogo di servizi e una serie di template messi on line che possono essere personalizzati. Il cliente non ha bisogno di saper usare i programmi di impaginazione e non serve un grafico nelle varie fasi di lavorazione e approvazione, perché sono tutti sistemi WYSIWYG (what you see is what you get). Ma ci sono anche servizi più strutturati che offrono anche supporti per la grafica, l’impaginazione, e in cui il panorama dei prodotti non è solo ridotto a un catalogo fisso. Si tratta di siti commerciali dedicati a chi per volumi o frequenza non necessita sempre di uno stampatore fisso o cerca servizi facili a costi contenuti. Insomma, la “vecchia tipografia di paese” si sposta sulla rete. In questi casi il numero dei prodotti è finito così come standardizzato il catalogo carta, i formati, le foliazioni, le lavorazioni. Questo perché il flusso viene razionalizzato al massimo per contenere i costi e per non disorientare il cliente. Non si pensi però che si tratti di aziende che offrono solo stampa digitale, per altro di alta qualità; anzi, viene utilizzata anche l’offset tradizionale, come su melastampi.com. Questi servizi sono anche molto utili per tutte le possibilità offerte nella stampa digitale, come libri autoprodotti o print on demand. Arrivando al vantaggio di poter spesso fare anche la copia singola. Le soluzioni enterprise, invece, pur sfruttando la carta della standardizzazione si orientano anche alla produzione su vasta scala di stampati. L’obiettivo è avere una base clienti molto vasta i cui lavori possono essere raggruppati in lotti, cosicché le macchine da stampa vengano ottimizzate per tipologie di produzione: stessa carta, stesso formato, abbinamenti, stessa confezione, produzioni multiple o in resa. Tutto è fatto on line, senza alcuna commistione con la stampa commerciale tradizionale: dall’ordine al
foglio di lavorazione, dal caricamento dei nativi al tracking della spedizione. Dall’altra parte del monitor ci sono sistemi come il Kodak Web to print o le soluzioni eCommerce/Web to print di EFI o ancora il Ducuboxx di Screen. Ultimamente i servizi di web to print si stanno espandendo all’intera immagine coordinata del cliente, con varie soluzioni marketing, dai gadget promozionali ai prodotti digitali per una crossmedialità estesa: un input per un output come avviene con MazzMedia di Grafiche Mazzucchelli. Servizi molto apprezzati dai clienti che con un unico interlocutore trovano un sistema di archiviazione centralizzato e un gestore unico per ogni aspetto della promozione, del marketing e della comunicazione aziendale.
Quali prospettive? Sia che si tratti dell’uno o dell’altro modello, la sfida vera è rendere l’uso del web to print sostenibile e performante, ma soprattutto il più semplice possibile, personalizzando i sistemi sulle esigenze dei clienti in base al loro business. I presupposti ci sono tutti per una diffusione del web to print su vasta scala e a vario livello e i vantaggi sono innegabili; l’importante è agevolare il cliente e non costringerlo a seguire un flusso dettato da un sistema, ricco di funzionalità ma poco funzionale. Perché dietro le macchine restano ancora le persone. Come giustamente ricorda Alessio Saraceno, direttore generale di Hyphen-Italia, «siamo fermamente convinti che il fattore umano per la sua capacità creativa rimarrà anche in futuro la discriminante di successo di un’impresa. Uno strumento non può rappresentare la soluzione. Certamente un buon flusso informativo, hardware e software affidabili e processi automatizzati costituiscono un potenziale strategico per la competizione di oggi e ancor più di domani, ma ciò di cui si nutrono davvero le organizzazioni sono passione e partecipazione».
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Case History
Guidare i dati mobili
nella direzione giusta
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a cura di ED BOOGARD
Da otto anni a questa parte i dati si muovono sempre più velocemente e verso direzioni sempre più nuove. «Tutto quello che può andare online andrà online», ha affermato Bernhard Schreier, presidente di Drupa 2012, nel suo discorso al recente GraphExpo. E con il termine “tutto” allude chiaramente anche all’industria della stampa. Chi avrebbe potuto immaginarsi solo tre anni fa che sarebbe stato possibile accedere alle più importanti informazioni di management della propria azienda grafica usando una “app” sullo smartphone? O mostrare, commentare oppure approvare le commesse con l’iPad? È solo e durante Drupa 2008 che Apple annunciò il lancio del nuovo iPhone con la tecnologia 3G. E l’iPad, allora, non esisteva ancora. Oggi la Prinect Mobile App di Heidelberg è in grado di collegare lo smartphone direttamente al workflow sul lavoro, consentendo di verificare lo stato della commessa, monitorare le segnalazioni delle macchine e addirittura analizzare la produzione durante i turni di lavorazione. Con Apogee Prepress App di Agfa è pos-
“Da stampa a caratteri mobili a stampa a dati mobili”. Otto anni fa Bernhard Schreier, CEO di Heidelberg, si riferiva alla invenzione di Gutenberg per descrivere la trasformazione del settore. sibile verificare sull’iPhone, sull’iPad o sull’iPod Touch un lavoro specifico durante la produzione. «Questa app consente anche di visualizzare comodamente lo stato dell’attrezzatura di prestampa, inclusi i sistemi CtP e altri dispositivi di output», commenta Erik Peeters, marketing manager per Apogee in Agfa Graphics. E la XFM Remote App di Fujifilm cambia il modo di comunicare tra la tipografia e i clienti, come John Davies, manager delle soluzioni di flusso di lavoro in Fujifilm Europe, ha commentato durante la scorsa Publishing Expo: «I print buyer sono, in sostanza, delle persone creative che si sono decise, con largo anticipo, ad acquistare la tecnologia iPad e la usano come strumento professionale di business. Se vogliamo accrescere e valorizzare l’esperienza di questi creativi, che sono responsabili nel commissionare e approvare i prodotti
di stampa, dobbiamo consegnare loro strumenti con i quali lavorare con piacere». Nel periodo intercorso dalla scorsa edizione di Drupa, la recessione mondiale ha prodotto effetti negativi sugli investimenti di capitale. Le aziende grafiche sono state costrette a percorrere nuove strade per lanciare innovazioni e ottimizzare il business senza grandi investimenti in macchinari o impianti. Trasferendo l’attenzione sul software e concentrando il lavoro con dati e informazioni si è dimostrato di saper offrire soluzioni accessibili per incrementare la produzione, l’efficienza e il margine di guadagno. Inoltre, si possono offrire servizi e prodotti più moderni aprendo così nuovi mercati. Come è stato dimostrato ad esempio dalle soluzioni software DirectSmile e XMpie, i dati variabili non solo vogliono dire che si può personalizzare la stampa, ma anche che si possono far interagire con e-mail, siti
Ed Boogard è giornalista free lance e consulente nel settore arti grafiche. internet personali e mobile messaging.
Dati e tecnologia Drupa 2012 sarà la prova che la stampa è tutto quello che ruota attorno ai dati e alla tecnologia. Con il passaggio dalle righe di piombo ai flussi di bit e byte, i dati digitali hanno profondamente rivoluzionato l’industria della stampa. Essi consentono di automatizzare e standardizzare enormemente i processi di produzione creando dall’inizio alla fine flussi di lavoro interamente collegati. Collegando, infatti, i dati commerciali ai dati di produzione, la stampa diventa non solo più veloce
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monitorare il lavoro in remoto
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e più efficiente, ma anche la flessibilità e l’efficacia aumentano, in quanto si possono produrre articoli da stampa altamente segmentati e addirittura personalizzati grazie all’aiuto di dati creativi su macchine da stampa digitali. I dati digitali stanno rivoluzionando il business della stampa, cambiando il modo in cui gli stampatori e i clienti interagiscono, comunicano e connettono fra di loro. Il web-to-print offre nuove possibilità per richiedere ed elaborare le quotazioni, per scambiare le informazioni sul lavoro, per caricare i file, per eseguire bozze di stampa e per verificare lo stato dell’ordine. Questa tecnologia ha dunque rafforzato i rapporti commerciali tramutando gli stampatori in fornitori di soluzioni per i clienti. Analogamente, essa ha indebolito i rapporti
poiché i clienti si rivolgono alla piazza di mercato in internet, estremamente trasparente. E le informazioni digitali cambiano per aspetto e forma, giacché sono sempre più disponibili alternative digitali alla stampa come gli eBook e i tablet pc, richiedendo una parte crescente di dati mobili in quanto sia i compratori di prodotti da stampa che i consumatori cominciano a preferire i pixel alla carta.
Automatizzare la produzione «La tendenza più importante osservata a Drupa 2008 è che tutte le aziende, sia in prestampa che in stampa e nelle fasi successive, hanno concentrato i propri sforzi per sviluppare soluzioni IT che dovrebbero automatizzare e controllare l’intero workflow grafico», dichiara Ester
Crisanti, esperta di prestampa. «Molte soluzioni si concentrano sullo scambio di file, altre controllano la riproduzione del colore direttamente sulla macchina da stampa e poi vi è naturalmente la tecnologia JDF. Il Crossmedia-Publishing e i workflow ibridi a Drupa 2008 costituivano ancora una novità assoluta e alcune offerte interessanti sono diventante oggi, dopo quattro anni, pura realtà». Fujifilm si è deciso da subito a mettere Adobe PDF Print Engine (APPE) al centro del suo JDF based XFM workflow. Altri workflow non hanno aspettato, come ApogeeX di Agfa, TrueFlow di Screen, Prinergy di Kodak e FreeFlow Print Server di Xerox. Oggi queste soluzioni workflow PDF end-to-end garantiscono continui output e permettono veri e propri processi ibridi combinando processi di stampa convenzionali a quelli digitali come il Crossmedia-workflow, compresi tutti i tipi di media elettronici.
workFlow ibridi «I flussi di lavoro ibridi saranno uno dei temi di
Drupa», sottolinea Gareth Ward, editore della rivista inglese Print Business Magazine, nella sua analisi sugli sviluppi in atto. «Non esistono ancora realmente e sono ancora flussi di lavoro congiunti l’uno all’altro e al momento non vi è ancora grande richiesta per una loro applicazione pratica. MIS sta facendo progressi, tuttavia non si può ancora dire che questi sistemi abbiano cambiato il settore proprio per via delle diverse esigenze di ciascun Paese. Lo sviluppo più rilevante è il web-to-print, sebbene non tutti i Paesi utilizzino questa tecnologia come avviene in Germania. E l’automazione, nella maggior parte delle aziende grafiche, rimane ancora un concetto piuttosto che una realtà». Anche per Eddy Hagen, del Centro Innovazione fiammingo per la comunicazione grafica, il “flusso di lavoro ibrido” sarà l’argomento principale a Drupa, poiché sempre più stampatori offriranno sia la stampa convenzionale che quella digitale. Anche il JDF/JMF sarà un punto chiave, tuttavia ci vorrà ancora qualche tempo prima che questa
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Con Apogee Prepress App di Agfa è possibile verificare sull’iPhone, sull’iPad o sull’iPod Touch un lavoro specifico durante la produzione. Questo vale anche per la Prinect Mobile App di Heidelberg. Il trend attuale è focalizzarsi sul software, anche nel caso dei dati variabili. Come dimostrano, ad esempio, le soluzioni DirectSmile, i dati variabili fanno interagire il digitale con il cartaceo.
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tecnologia potrà esprimere interamente tutto il suo potenziale. Hagen intende anche porre l’accento sul ruolo dei sistemi MIS: «Ogni azienda deve essere in grado di analizzare i propri costi ed entrate per ogni commessa: si deve sapere con quali commesse si guadagna e con quali no, in modo tale che il business si possa sviluppare nella direzione giusta. La crisi finanziaria ha palesato in modo evidente che l’efficienza e l’automazione sono fattori chiave. Per questo, molte tipografie rivolgeranno l’attenzione al web-to-print».
Management information Le soluzioni del flusso di lavoro si sono evolute da prodotti separati che controllavano (in parte) il processo di produzione a sistemi che gestiscono le più importanti informazioni commerciali. Così l’Unified Workflow Solution di Kodak è stato concepito con l’obiettivo di unire tutti i sistemi e integrare e uniformare tutte le informazioni disponibili. Recentemente Screen con Equiosnet ha lanciato “l’ambiente universale di flusso di lavoro”, che fornendo un’automazione end-to-end offre “dalla prima quotazione iniziale lungo tutta la catena operativa fino alla fatturazione del progetto finito”. JDF e JMF hanno consentito di collegare i flussi di lavoro produttivo ai sistemi di informazione commerciale che li circondano. I dati devono essere disponibili per tutto l’intero processo e per tutti quelli che sono coinvolti in
qualsiasi modo possibile e immaginabile. Per questo Heidelberg, all’inizio del 2011, ha rilevato la CERM, specialista di software, in modo da poter ampliare il portafoglio di sistemi di gestione delle informazioni. Marcel Kiessling, membro dell’organo direttivo e responsabile della divisione Heidelberg Services, ha spiegato la strategia: «A Drupa intendiamo presentare una soluzione MIS completamente integrata che dispone di un management centrale di dati combinato al nostro flusso di lavoro per stampatori Prinect e vorremmo gradualmente lanciarlo a livello mondiale». Anche i clienti verranno inseriti nel workflow. Fornitori quali EskoArtwork hanno soluzioni software che consentono ad aziende detentrici di brand, grafici e retail di collaborare insieme a produttori di packaging e stampatori nella realizzazione di opere grafiche e nella garanzia di qualità. Il softproofing, ovvero la preparazione per la stampa, e addirittura i modelli virtuali in 3D del prodotto da stampare hanno spianato la strada per comunicare e interagire velocemente e in modo sicuro a livello mondiale. Tale interazione non solo fa aumentare il grado di automazione ed efficienza, ma riduce i costi e il tempo connessi ai problemi di comunicazione e agli errori tecnici. È proprio questo a cui vuol puntare Enfocus, dove i grafici, gli editori e gli stampatori siano connessi tra di loro e possano fare al tempo stesso quello che sanno fare meglio: essere creativi, concentrarsi sui contenuti e
si aspetta che la quota del web-to-print nella stampa commerciale passerà dal 15% del 2009 al 30% nel 2014, e che si tradurrà in un valore di 31 miliardi di dollari su un totale di 107 miliardi, dopo che il valore negli ultimi dieci anni si era già quintuplicato, dato che nel 2000 si è potuto vendere solamente il 3% del volume di stampa tramite internet. Aziende come Kodak, prevedendo tale crescita, offrono oggi una vasta gamma di soluzioni web-to-print che possono essere integrate in qualsiasi workflow.
Il “cloud printing” sta cambiando il modo di salvare, inoltrare ed elaborare i dati. Più le soluzioni software saranno disponibili nel cloud e più i dati verranno trasmessi nel ciberspazio. I dati potranno essere salvati in banche dati in attesa di essere inviati a un grafico o ad un’azienda di stampa.
sulla vendita, oppure mettere l’inchiostro sulla carta.
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Web-to-Print A Drupa 2008 InfoTrends pubblicò i risultati di una vasta inchiesta condotta in Europa occidentale, in cui emergeva che solo un terzo degli intervistati dichiarava di servirsi di una soluzione web-to-print mentre un altro 20% l’avrebbe presa in considerazione. Laddove tutti gli intervistati avessero realmente installato tale soluzione, ne sarebbe risultato un incremento di installazioni del 68% in 5 anni. Al tempo stesso ci si aspettava che il volume web-to-print sarebbe cresciuto del 264% entro il 2010 e il suo valore sarebbe aumentato a oltre 10,5 miliardi di euro. Come dimostrano stime recenti sul mercato statunitense, questa crescita continuerà la sua corsa. InfoTrends
la tendenza verso il cloud Vero è che i flussi di lavoro digitale sono sul punto di prendere una nuova direzione. Sebbene l’Application-Software-Provider (ASP) e la Software-as-aService (Saas) non siano più così nuovi, il “cloud printing” sta fondamentalmente cambiando il modo di salvare, inoltrare ed elaborare i dati. La Hiflex, che aveva presentato la sua applicazione iPhone già a Drupa 2008, sta prendendo la guida di questi sviluppi con il prossimo lancio di Hiflex MIS, definita come “la versione 2012” o “drupa-release”. La soluzione porterà sulle nuvole l’intero sistema di management information. Sarà possibile operare sia con Hiflex MIS sia con Webshop completamente tramite internet e installarli ed eseguirli su un server di uno stampatore (il cosiddetto “cloud privato”), in un centro dati esterno (“cloud pubblico”) oppure nel Centro Dati Hiflex (“Hiflex cloud”).
Ci sono voluti tre anni prima che Hiflex potesse sviluppare questa nuova architettura per le sue soluzioni esistenti. Il cloud permetterà di ridurre i costi totali in quanto gli utenti non dovranno più investire nell’hardware del server, negli impianti o nelle soluzioni back-up. Più le soluzioni software saranno disponibili nel cloud e più i dati verranno trasmessi nel ciberspazio. I dati non verranno solo messi in banche dati a loro riservate in attesa di essere inviati a un grafico oppure a una tipografia. Possono prendere diverse direzioni. «Il cloud rappresenta un cambio radicale», dice Gareth Ward, che aggiunge: «Posso essere io il primo a definire l’edizione 2012 come la “cloud-Drupa”?»
Media elettronici Dalla Drupa 2008 i media elettronici, quali i dispositivi di lettura per gli eBook, smartphone e tablet pc, non costituiscono più niente di nuovo, rientrano ormai nella quotidianità. Soprattutto gli editori di libri, di riviste e di quotidiani sono desiderosi di provare e vedere come la stampa su carta potrà essere sostituita dalle pubblicazioni digitali. Se da un lato desiderano risparmiare sulla stampa, sulla distribuzione e sullo stoccaggio, dall’altro intendono lanciare nuovi modelli di business per soddisfare le esigenze della clientela. Siccome oggi Amazon vende più libri elettronici di quelli cartacei, è chiaro che “i dati mobili” non trovano più necessariamente la loro strada nelle macchine da stampa. IPI 132/12
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CtP One è un prodotto della divisione OptoElettronica di Metoda S.p.A. (CtpOptotec) Sito produttivo e Centro demo Via Palazziello s.n.c. 840040 Volla Napoli Sede legale: Via San Leonardo, 52 - 84131 Salerno tel. 089 3067111
CtpTestdiqualità ctp one 1100
La divisione CtP Optotec di Metoda SpA ha realizzato la seconda versione del CtP termico One 1100 e in Drupa presenterà anche la nuova release del CtP One 750. I modelli One 1100 e One 750 possono essere forniti in versione manuale o con caricamento automatico. Il sistema ha già riscosso un notevole successo in diversi Paesi europei, specialmente in Germania, e ora si sta introducendo anche nel nostro mercato, forte di alcune particolarità interessanti. Infatti la serie di CtP “One” si distingue per l’alta risoluzione di scrittura raggiungibile e, per questo motivo, si è già affermata nel settore della stampa waterless, dove spesso si utilizzano lineature molto elevate per stampati di alta qualità. A dimostrazione delle proprie capacità, Metoda ha voluto organizzare una sessione di test libera al pubblico, in cui sottoporre il CtP a severe prove qualitative e affidandole a un’entità esterna qualificata, lo Studio Xilox detentore del marchio CERTIprint, in modo da garantirne la neutralità degli esiti. Alberto Sironi ha curato lo svolgimento delle operazioni e ha rilevato i risultati che qui riportiamo.
I test effettuati
Sono state previste e affrontate molte sessioni di test, tra cui segnaliamo: • Ripetizione della scala Ugra/ FOGRA Digital Plate Wedge in diverse posizioni su tutto il formato lastra; • Riproduzione di tratteggi slur orizzontali, verticali e obliqui a 45°; • Esecuzione del test FOGRA TF-v1-1a; • Prove secondo TAGA.DOC.07 di tre retini piatti e sfumati nelle quattro direzioni; • Minimi al 3% a piena tavola; • Speciali forme-test per evidenziare l’alta risoluzione.
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Le prove si sono svolte in condizioni normali, cioè impostando la risoluzione di 2.540 dpi a 175 lpi e punto tondo, con spot del laser 10x10 µ. Nelle stesse modalità si è esaminato anche un retino stocastico a 20µ, preferito al 10µ pur disponibile, per motivi di maggior diffusione tra gli stampatori. Infine si è testata l’alta risoluzione software, con la stessa testa laser, portandola a 5.080 dpi e spot 5x8 µ. Sono stati utilizzati diversi tipi di lastre, tra le più comini presenti sul mercato. Ogni test è stato ripetuto più volte, nel corso di due giornate, per verificare la ripetibilità del sistema.
I risultati ottenuti
Il CtP One 1100 ha superato agevolmente tutti i test a cui è stato sottoposto, rimanendo sempre saldamente entro i valori richiesti e le strette tolleranze impostate. Sono state però apprezzate soprattutto quattro caratteristiche, ritenute particolarmente indicative dell’elevata capacità qualitativa del sistema: 1. La finezza e precisione di scrittura del laser viene rilevata osservando l’estremo dettaglio con cui risultano riprodotti (sulla scala Ugra/Fogra) gli elementi di tratteggio orizzontali e verticali a 10-20 µ e la sezione a scacchiera con le tre zone 1x1 – 2x2 – 4x4.
Strumenti dei test Il test FOGRA TF-v1-1a e, in verticale, la scala Ugra/FOGRA Digital Plate Wedge.
2. L’uniformità di riproduzione a pieno formato si è mantenuta entro differenze dello 0,5% (cioè praticamente corrispondenti all’incertezza di misura degli strumenti), per tutti i test svolti. 3. Il tratto decisamente netto e la definizione sono evidenziati dagli elementi di slur, riprodotti perfettamente e privi di qualsiasi scalettatura sui bordi, persino sui tratteggi obliqui a 45° che notoriamente rappresentano uno degli aspetti più critici da risolvere per un sistema di scrittura. 4. L’alta risoluzione ottenibile, che permette al sistema di risultare particolarmente adatto al settore della stampa waterless, dove si utilizzano altissime lineature per prodotti di pregio ad alta definizione o lenticolari multimmagine e 3D. Questa proprietà caratterizza significativamente i CtP della serie One e può essere ottenuta attraverso tre modalità di scrittura sempre più accurate: • 2.540 dpi con spot del laser 10x10 micron; • 5.080 dpi con adattamento software e spot del laser circa 5x8 micron; • 5.080 dpi con sostituzione della testa laser e spot 5x5 micron. Prendendo spunto dai test effettuati, possiamo affermare che l’alta risoluzione software consente di IPI 132/12
comunicazione d’ImpREsA
Design gradevole e compattezza per il CtP One. In basso, il modulo laser One ILH.
I risultati A destra: alta resa qualitativa di riproduzione: sopra a 2540 dpi, sotto a 5080. A sinistra: tratteggi a 10 e 20 µ e sezione a scacchiera riprese al microscopio.
raggiungere una resa qualitativa di riproduzione talmente elevata da risultare quasi sorprendente, come si può notare nel particolare qui riportato, con esempio sopra a 2.540 dpi e sotto a “5.080 software”.
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Elementi di slur riprodotti perfettamente anche sui tratteggi obliqui a 45°.
Conclusioni Al termine delle sessioni di test possiamo affermare che i risultati prodotti dal CtP One sono convincenti e indicano come il sistema sia stato realizzato con accuratezza e solidità dalla divisione CtpOptotec di Metoda. Il progetto costruttivo è sicuramente valido e lo si intuisce anche da alcuni dettagli, come il modulo chiller semplificato e razionalizzato e dal design particolarmente avvincente e compatto, così come dalla facile accessibilità all’interno della macchina. In sintesi potremmo così riassumere i punti di forza del CtP One: - L’alta definizione per il CtP One è una soluzione standard, infatti la sorgente laser One ILH termica può essere configurata con una definizione di 5080 dpi senza bisogno di componenti opzionali. È inoltre interessante la predisposizione alla gestione di due moduli laser all’interno dello stesso sistema CtP. - Il progetto proprietario della sorgente laser e lo sviluppo del modulo ottico permettono di ottenere un sistema “anti back reflection”, che consente di proteggere i diodi laser da eventuali riflessi dovuti a lastre graffiate e/o tagliate male. Per questo motivo Metoda offre al cliente One di poter estendere, a costi contenuti, la garanzia della testa laser ILH One oltre i due anni.
- Il modulo chiller, di progetto proprietario, non necessita di manutenzione, dispone di proprietà per il riscaldamento e il raffreddamento del liquido del circuito in base all’utilizzo del sistema in diversi ambienti con differenze di temperature. È silenzioso, compatto e garantito due anni come il resto del sistema.
- La scheda elettronica e il quadro elettrico sono stati riprogettati per migliorare le prestazioni del sistema: incremento delle velocità di caricamento e scaricamento lastra, aumento delle prestazioni in termini di accelerazione/decelerazione del tamburo in fase di scrittura e slittamento del laser per assumere la posizione di lavoro o ritornare in postazione “zero”, infine maggior velocità di scrittura del laser con conseguente aumento di produttività. - Semplice accessibilità all’interno del sistema per effettuare la manutenzione ordinaria e straordinaria. - Solidità e compattezza del sistema, oltre a un gradevole design. Per informazioni: www.ctpoptotec.com www.metoda.it
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tecnologie prestampa/stampa digitale
Fujifilm
L’analogico “tiene” ma il futuro è digitale Il business delle lastre da stampa è ancora florido nonostante tutto, ma le aspettative maggiori sono legate alla stampa digitale di piccolo e grande formato. Navigando in internet mi sono imbattuta in un articolo che mi ha fatto riflettere dal titolo “Una rivoluzione, due destini. Fujifilm è riuscita dove Kodak ha fallito”.
di CRISTINA ROSSI
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Nell’articolo il giornalista del portale di Repubblica, che a sua volta si era ispirato a un servizio pubblicato dal settimanale britannico The Economist, riportava un curioso parallelismo tra due colossi che un tempo erano leader nel medesimo settore – la produzione di pellicole fotografiche – ma che poi, per scelte strategiche di diversa natura, si sono ritrovati agli antipodi: da un lato l’americana Kodak che rischia di scomparire, dall’altro la giapponese Fujifilm che ha saputo reagire in modo differente alla rivoluzione digitale, trovando nuove vie per affermarsi. E proprio di questo si è parlato in una recente conferenza stampa che si è tenuta presso la sede della filiale italiana di Fujifilm. «Se ad oggi il 60-65% del fatturato dell’azienda è ancora generato dal business analogico, rappresentato dalle lastra da stampa, in un futuro a medio termine si invertiranno i ruoli e la parte del leone spetterà al digitale», ha dichiarato Elio Ramponi, a capo della divisione Arti grafiche di Fujifilm Italia. La parola digitale in Fujifilm ha molteplici significati: si riferisce sia alle soluzioni software, come la nuova piattaforma XMF Print Center per il web-to-print, sia alle soluzioni hardware, in particolare i sistemi di stampa digitale per il piccolo e grande formato. Nel primo caso ci riferiamo all’innovativa JetPress 720 (foto in alto), una macchina a foglio formato 50x70 basata su tecnologia inkjet, che a partire dalla Drupa di quest’anno sarà finalmente disponibile per la commercializzazione (v. notizia su www.stampamedia.net). Sul fronte grande formato le frecce all’arco di Fujifilm sono essenzialmente la Acuity LED 1600 e la Onset S20. La prima, grazie all’utilizzo di lampade LED, si caratterizza per un consumo ridotto di energia. La Onset S20 è un sistema a letto piano ad alta produttività, prodotto dall’inglese Inca Digital Printers. Per quanto riguarda il business analogico, in particolare le lastre da stampa, la parola d’ordine è “green”. Lo slogan che caratterizza le nuove lastre è “low chem” a indicare una riduzione del 75% nell’utilizzo dei chimici di sviluppo. In particolare la Brillia Pro-VN per i quotidiani riduce del 44% il consumo di prodotti chimici. Ma la lastra più “verde” in assoluto è la Brillia HD Pro-T3, che non richiede l’utilizzo di alcun chimico.
Onset S20. È un sistema a letto piano ad alta produttività prodotto dall’inglese Inca Digital Printers. Caratteristica particolare: le teste di scrittura sono ferme, è il piano che si muove.
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ipo presentato in collaborazione con ma
pre-drupa finishing
La storica azienda, nonostante le difficoltà del momento, ha deciso di tornare a far parlare di sé promuovendo nuove soluzioni per il bookon-demand in occasione di Drupa.
Zechini Gra-For
4 aree dedicate al libro su uno spazio di 300 m2 Modellino dello stand a Drupa 2012. Per Zechini Gra-For l’appuntamento con la kermesse tedesca è decisamente importante, sarà l’occasione per ufficializzare nuove partnership e presentare le soluzioni più recenti legate alla confezione del libro.
di CRISTINA ROSSI
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Fulvio Zechini, insieme al fratello Roberto, è al timone dell’azienda fondata dal padre Fiorino nel 1952. Oggi l’azienda ha una rete commerciale che serve più di 30 Paesi in Europa, Africa, Asia, Canada, Stati Uniti, America Latina. L’export rappresenta circa l’80% del fatturato.
A Düsseldorf, in uno spazio di oltre 300 metri quadrati (pad. 14 stand C04), l’azienda di Vimodrone (MI) presenterà una serie di soluzioni dedicate alla confezione del libro, suddivise in quattro aree: preparazione blocco libro, copertine in cartonato, incassatura e produzione di libri per page to page. L’area preparazione blocco libro comprende: l’incolla risguardi Vip Press End Paper, che permette di incollare i risguardi direttamente sul blocco libro e non sulla segnatura, in linea con la garzatrice Vip Gauze, studiata per incollare la garza o altri materiali compatibili direttamente sul dorso del libro; la capitellatrice e segnalibro Capri, in grado di effettuare le due operazioni contemporaneamente, studiata per piccole-medie tirature, ideale anche per libri fuori formato fino a 50 cm di lunghezza dorso e 8 cm di spessore; la nuova cucitrice manuale a filo refe F 1088, prodotta da Smyth e distribuita da Zechini in esclusiva mondiale. Nell’area copertine saranno in funzione tre modelli di copertinatrici, presentati per la prima volta al pubblico internazionale di Drupa, anche se commercializzati già da tempo: Mephisto, ideale per le basse tirature, la nuova Roby Junior 2 con produttività di 250 pezzi/h e Roby Junior Vas con produttività aumentata fino a 400 pezzi/h. Nuove per il pubblico di Drupa sono anche le attrezzature per l’incassatura: l’incassatrice X Case, cui si affianca la versione automatica X Case Plus. Completa la linea la configurazione X Case Plus + Vip Forming, che collega online il sistema XCase Plus alla pressa e canaletto Vip Forming. Una novità assoluta è rappresentata dai sistemi installati nell’area Libri per page to page. Presentati in anteprima mondiale in Drupa: Freccia Rossa, sistema dedicato alla realizzazione di libri per bambini in cartone pagina su pagina, con incollaggio a settori per la realizzazione di finestre, puzzle ecc., e Freccia Argento, sistema specifico per la stampa in digitale di libri di alta qualità con apertura a piatto.
NEWS
notizie dalle aziende stampa uv led
Mimaki aumenta la versatilità con inchiostro e primer nuovi Rappresentata in Italia dall’importatore esclusivo Bompan, Mimaki ha annunciato che la propria gamma di stampanti UV LED diventa ancora più versatile grazie all’introduzione di due importanti novità: il nuovo inchiostro UV LF140 e il primer PR-100. Anche la neoannunciata flatbed da tavolo UJF3042HG (per materiali fino a 15 cm di spessore) insieme alle altre macchine UV LED (UJF-3042FX, serie JFX e JFX plus e UJV-160), potrà caricare l’inchiostro UV LF-140, che si affianca al super flessibile LF-200 e al rigido LH-100. Gli operatori possono ora così optare fra tre differenti tipi di inchiostro, a seconda delle caratteristiche del
supporto da stampare – film, materiali rigidi/ flessibili, oggettistica – e delle lavorazioni successive. In particolare, LF140, grazie al suo grado di elasticità superiore a quello dell’ink rigido, permette un’ampia varietà di applicazioni, compresa la stampa su materiali che verranno poi cordonati o piegati per la realizzazione, ad esempio, di scatole e cartoni. Disponibile in 6 colori (CMYK, Light Cyan e Light Magenta) in cartucce da 220ml o sacche da 600ml, LF-140 conferisce valore aggiunto ad ogni stampato, minimizzando l’effetto puntinato e garantendo la riproduzione di sfumature perfette. In più, il bianco assicura ottimi risultati anche sui media
trasparenti usati per il packaging flessibile e per il signage. Questo inchiostro può essere anche combinato alla vernice trasparente per realizzare riserve lucide o opache, stampe in rilievo ed effetti di grande impatto visivo. Inoltre, può essere configurato con il nuovo primer PR-100, l’altra novità che rende le soluzioni Mimaki UV LED degli strumenti di stampa e personaliz-
Bompan Tel. 0331.81971 Servizio lettori n. 1
Errata corrige In riferimento al “Dentro la macchina” Ricoh sul Poligrafico n. 129 si precisa che nell’articolo dedicato alle Ricoh Pro C651EX, Pro C751EX e Pro C751 per il mercato light production l’informazione contenuta al punto 4 riguardante il passaggio carta non è corretta. La grammatura massima supportata dal sistema è infatti pari a 300 g/m2 e non 220 g/m2 come riportato.
banda stretta
pubblicazioni
Rotativa combinata M7 per etichette e imballaggi
Guida pratica alla decorazione della plastica
Nuova GIDUE ha presentato una nuova linea di macchine da stampa nel corso dell’open house internazionale presso i propri stabilimenti di Firenze dal 14 al 16 febbraio. La nuova linea M7 Xpannd offre una completa flessibilità di configurazione tramite piattaforma per consentire un’interscambiabilità fluida tra processi di stampa e converting. Tutte le unità offset (nella foto il nuovo gruppo offset “Cube”), nonché le unità flessografiche, serigrafiche ecc. possono essere rimosse e sostituite su qualsiasi piattaforma in pochi minuti. Questo vale anche per le cassette di nuovo formato (mini-cassette). Integrata in un concetto operativo “lean” (il sistema “organizer”), per consentire dei cambi lavoro semplici ed efficienti, questa versatile macchina è stata progettata per poter essere inserita in uno spazio ridotto (7 piattaforme e 3 fustelle in meno di 8 m) e convertire una vasta gamma di prodotti (imballaggio flessibile, etichette, scatole di cartone).
Kurz, specializzata nella decorazione di superfici, ha pubblicato un’opera completa che descrive nel dettaglio tutti gli aspetti della stampa a caldo e delle tecnologie correlate. Kurz Plastics Decoration Guide è indirizzata a chi è impegnato nelle diverse fasi di progettazione e realizzazione di progetti decorativi. Nata come punto di riferimento per gli esperti, è un’utile guida per operatori, stampatori, direttori di produzione nonché aziende specializzate nella finitura di superfici, ma è anche una grande fonte di ispirazione per progettisti, designer ed esperti di marketing. Disponibile in lingua tedesca e inglese, può essere acquistata tramite Luxoro (€ 39 + IVA e trasporto). Per ordinazioni: tel. 0384.254011 oppure e-mail a info@luxoro.it.
Nuova GIDUE, T. 055.2374745 Servizio lettori n. 2
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zazione ulteriormente potenziati. Ancora oggi alcuni materiali richiedono l’applicazione del primer in quanto non
ottimizzati per la stampa digitale. Un’operazione che tradizionalmente viene eseguita manualmente, ma che diventa completamente automatica con il PR-100. Infatti le cartucce di primer da 220ml o sacche da 600 vengono semplicemente inserite nelle slot colori dedicate e il software RasterLink Pro Mimaki ne comanda l’utilizzo.
www.luxoro.it
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NEWS
notizie dalle aziende
grande formato
Nuova Arizona entry level Océ, società del Gruppo Canon, ha annunciato il lancio del nuovo sistema di stampa di grande formato Arizona 318 GL, una flatbed UV entry-level progettata per i piccoli fornitori di servizi di stampa di grande formato che intendono entrare nel mercato dell’UV di alta qualità su materiali rigidi. Dalla prima Océ Arizona del 2007, sono stati installati nel mondo circa 3.000 sistemi basati su questa piattaforma.
Arizona 318 GL offre la qualità di stampa tipica della piattaforma Arizona, la stessa che caratterizza la Océ Arizona 360 GT, a un prezzo tagliato sulle esigenze degli ambienti di stampa a bassi volumi – mantenendo anche la stessa versatilità di applicazioni. Con Arizona 318 GL si possono produrre applicazioni alla velocità di stampa di 18 m2/ora nella modalità Express, che significa stampare più di venti pannelli nel formato 70x100
in un’ora. Il sistema è dotato del software ONYX PosterShop X10 Océ Edition, che include strumenti avanzati per il nesting che consentono l’ottimizzazione dell’uso dell’inchiostro e una funzionalità di preparazione rapida dei lavori di stampa che impiegano l’inchiostro bianco. Océ Arizona 318 GL è in grado di stampare su supporti rigidi fino a 1,25x2,5 m e fino a 48 mm di spessore.
Océ-Italia Tel. 02.92726543 Servizio lettori n. 4
software
GMG Production Suite per il wide format La nuova applicazione è indirizzata alle aziende che operano nel settore della pubblicità per interni ed esterni ed è già disponibile attraverso il canale del commercio specializzato. È stata realizzata tenendo conto delle esigenze dei clienti tipici di GMG, che puntano particolarmente alla qualità, e di utenti che richiedono una produttività elevata. GMG è riuscita a riunire in un’unica applicazione tutte quelle funzionalità necessarie nel moderno flusso produttivo del settore del wide format. GMG ProductionSuite è infatti un sistema modulare composto da editor, Rip, SmartProfiler e PrintStation. Attualmente sono supportati oltre 800 dispositivi di uscita. Il flessibile modello di concessione delle licenze permette installazioni su misura: dalla semplice configurazione su un singolo computer, con un solo Rip, un solo editor e la gestione di uno o due dispositivi di uscita, fino a una configurazione completa e decentralizzata con più istanze di editor, che consente di inviare i lavori a più di dieci stampanti e unità di taglio. GMG ProductionSuite gira su Mac OS 10.5 - 10.7, Windows XP, Vista e Windows 7.
GMG Italia www.gmgcolor.com Servizio lettori n. 5
finishing
kern graphic solutions
comunicazione d’ImpREsA
Brossuratrici PUR EasyBinder
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Kern Graphic Solutions è la nuova divisione di Kern S.p.A. rivolta al mercato delle legatorie, arti grafiche, tipografie, copisterie e centri digitali; il portafoglio prodotti comprende una serie di soluzioni in grado di soddisfare qualsiasi richiesta di finishing per la stampa digitale. Di grande interesse è la gamma di brossuratrici poliuretaniche (PUR) EasyBinder integralmente concepite e realizzate in Italia, progettate con lo scopo di soddisfare esigenze di lavorazione di piccoli e medi volumi. I cinque brevetti che rendono le brossuratrici PUR EasyBinder del tutto uniche danno garanzia dell’elevato livello tecnologico con cui sono state progettate. Indispensabili per chi vuole realizzare libri e photo-book, la cui sorgente sono le macchine da stampa digitali, in bassa tiratura, potendo utilizzare tutte le diverse tipologie di carte e inchiostri, mantenendo la massima qualità. Le brossuratrici monoganascia PUR EasyBinder, grazie a un innovativo sistema brevettato di estrusione di colla integrato ed ermetico, sono in grado di adoperare indistintamente sia colla PUR sia hot-melt in relazione alle esigenze di lavorazione. Tale sistema di estrusione ha la prerogativa, inoltre, di consentire l’applicazione della colla sul dorso e sulle parti laterali, quest’ultime possono essere escluse in maniera indipendente rispetto al dorso. La pressa ha delle peculiarità uniche nel suo genere come la regolazione automatica dell’altezza, della pressione e del tempo di pressatura; oltre a ciò, è dotata di un sistema automatico di rilevazione della copertina e del libro
stesso pressato. Le EasyBinder hanno un funzionamento completamente automatico come la rilevazione della lunghezza del dorso, l’apertura dell’estrusore, il rilevamento dello spessore del blocco libro; inoltre, grazie all’originale ciclo di lavoro, il libro, una volta finito, rimane in posizione verticale. Queste e molte altre automazioni consentono di eliminare gli interventi manuali dell’operatore, determinando così un considerevole aumento di produttività, permettendo al modello EasyBinder 300 di raggiungere un produzione reale di 300 libri/ora. La EasyBinder nella versione 450, la cui produttività raggiunge sino a 450 libri/ora, mantiene le stesse caratteristiche della sorella minore EasyBinder 300, è però equipaggiata di un metticopertine totalmente automatico completo di dispositivo cordonatore e di un modulo di scarico del libro con un particolare meccanismo che adagia il libro finito senza danneggiarne in alcun modo il dorso, requisito di massima rilevanza per il confezionamento di libri in PUR. Tutte le versioni sono corredate di pannello touch screen dotato di un vero e proprio tutorial che, a seconda della tipologia di libro che si deve produrre, segue passo passo l’operatore (anche inesperto)
durante le semplici fasi di set-up. A completamento della gamma, ecco in arrivo la EasyBinder 150: la vera brossuratrice PUR Entry Level; una macchina che manterrà il medesimo impianto brevettato di estrusione colla e una serie di caratteristiche uniche delle altre EasyBinder, ma che necessiterà di alcune operazioni manuali. L’affermazione dell’offerta Kern Graphic Solutions nel mercato del finishing digitale è il frutto di continue ricerche tecnologiche all’avanguardia per lo sviluppo di progetti innovativi. La forte sinergia tra Kern S.p.A. e i suoi partner caratterizzati da serietà, esperienza, affidabilità e competenza, rendono l’offerta sempre competitiva e tecnologicamente avanzata. Roberto Tumaini (Responsabile Marketing) www.kerngraphicolsutions.it www.youtube.com/user/Kern GraphicSolutions
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open house stampa/legatoria
Müller Martini
La “fabbrica” del libro on demand Un’open house italiana ma dal sapore internazionale quella organizzata presso la sede di Sesto San Giovanni (Milano). La manifestazione, voluta congiuntamente da Müller Martini e HP, ha avuto come protagonista una nuova linea digitale industriale per la produzione di libri.
di CRISTINA ROSSI
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«La novità in realtà non sta nella tecnologia», ha spiegato Bernd Volken, ad di Müller Martini, «ma nell’aver assemblato in un’unica linea soluzioni di produttori diversi, che sono nostri partner». Il frutto di questa sinergia tecnologica – sotto gli occhi di numerosi visitatori, anche stranieri, intervenuti per l’occasione – è un impianto di produzione in grado di stampare e confezionare in linea libri uno diverso dall’altro in un unico processo. Il primo step è rappresentato dalla gestione del workflow, affidata in questo caso a Inspire, una soluzione di GMC Software Technology per il book on demand, composta da tre moduli: InspireStorefront, piattaforma caratteristiche tecniche per gestire gli ordini on-line, Inspire Design, applicazione che consente di organizzare e produrre i file da stampare Velocità e, infine, Inspire Automation, gestore dell’automatizza- max 800 copie/ora (dipende da dimensioni, zione e del controllo dei processi. Inspire crea lo spooling spessore prodotto, qualità della carta ecc.) dei file relativi al blocco libro e alle copertine che vengono Spessore blocco libro stampati rispettivamente su una macchina inkjet HP della max 40 mm – min. 3 mm Serie T (T200, T300, T 350 o T400) e su una HP Indigo, basata su tecnologia elettrofotografica. Dopodiché avvie- Formati ne l’accoppiamento tra blocco libro e copertina, vengono max 320x320 mm – min. 154x127 mm incollati, brossurati e infine tagliati col trilaterale. Larghezza copertine Ma procediamo con ordine. All’inizio dell’intera linea max 520 mm – min. 250 mm è posizionata una linea di sbobinatura e taglio UW6 & CS6I di Hunkeler, completamente automatizzata, seguita da una piegatrice digitale DFT560 di MBO con touchscreen e sistema di allineamento a vuoto e da un alimentatore a fogli singoli F530/CC 407 di Herzog+Heymann che offre la possibilità di inserire copie ristampate di libri danneggiati durante la lavorazione. Poi è la volta del sistema Alpha500 plus di Palamides per la raccolta e l’impilatura automatica delle segnature, dotato di riconoscimento automatico del formato, capacità di lettura del codice a barre ed espulsione di libri incompleti. Nastri di trasporto firmati Solema provvedono a trasferire il blocco libro dalla linea di impilatura delle segnature alla brossuratrice SigmaBinder Müller Martini e poi alla torre di asciugatura SigmaTower. Infine, il trilaterale SigmaTrimmer è composto da tre stazioni indipendenti di taglio che permettono di tagliare in sequenza un libro diverso dall’altro.
stampa L’arte della comunicazione d’ImpREsA
Msp
personalizzazione
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I prodotti ad alto impatto comunicativo – siano essi oggetti promozionali come tappetini per il mouse e tovagliette, agende, cartellette e raccoglitori, espositori e totem oppure stampati di grande formato – rappresentano il punto di forza di MSP, giovane e dinamica azienda con sede ad Albavilla, nel Comasco, che, pur essendo nata nel 2007, vanta un’esperienza trentennale nel settore. Infatti i fratelli Simone e Michele Piana, alla guida dell’azienda, hanno ereditato l’arte del mestiere dal padre e dai suoi collaboratori. A contraddistinguere l’attività dell’azienda comasca è la flessibilità, che si traduce nell’offrire, oltre alle numerose soluzioni presenti a catalogo, prodotti con grande personalità e ad alto impatto comunicativo studiati ad hoc per rispondere alle esigenze dei clienti anche più esigenti. Per perseguire questo ambizioso obiettivo, MSP ha sempre investito in tecnologie di stampa e finitura di ultima generazione, affidandosi anche alla collaborazione di partner specializzati qualora alcune lavorazioni particolari non fossero realizzabili in casa. L’azienda dispone di offset a 6 colori e vernice nei formati 50x70, 70x100 e 100x140, tutte con impianto di essiccazione UV, una linea di fustella e confezione con etichettatura per GDO e tavolo da taglio – abbinato al plotter Durst Rho – gestito da CAD specialistico. MSP vanta un know how adeguato nell’ambito delle varie tecnologie di stampa e finitura e la grande esperienza sui materiali plastici la rende un produttore in grado di affiancare il cliente in ogni
momento della realizzazione degli oggetti, esaltando gli stessi con stampe di grande qualità. È molto recente, a proposito di partnership, l’annuncio di una collaborazione esclusiva con la tedesca KL-Druck per la commercializzazione in Italia di stampati offset di grande formato su supporti plastici con uno spessore fino a 0,7 mm. Grazie a questo accordo, MSP potrà ora offrire prodotti stampati di elevata qualità in quantità superiori e in tempi più brevi rispetto alla produzione con i sistemi di stampa digitale di grande formato Durst Rho 600 presenti in azienda. Con sede a Bergisch Gladbach, KL-Druck è una società che si propone come partner per la realizzazione di soluzioni per la pubblicità in esterno e la
promozione sul punto vendita, avvalendosi di tecnologie che spaziano dalla stampa digitale alla serigrafia e la stampa offset o fornendo anche servizi di consegna e montaggio in tutta Europa. KL-Druck è in grado di seguire ogni fase della produzione per ogni tipologia di ordinativo e può stampare di tutto, dal più piccolo cartellino di prezzo fino al poster di grande formato. L’azienda tedesca è dotata di una KBA 205 UV, una offset in grado di stampare fogli di due metri quadrati con una produttività che si attesta sulle 8.000 copie l’ora. Tale offset può stampare supporti in PVC, fogli vinilici, PP, PE e pannelli in tessuto, con formato massimo di 151x205 cm. www.mspsrl.eu
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Interviste aziende tecnologie
Alberto Sironi Maurizio Sanzone
Un rapporto di proficua collaborazione
L’amministratore unico di easyDOT illustra l’attività della propria azienda, che ha un accordo in esclusiva con Timsons per la commercializzazione di macchinari nuovi e usati nel mercato europeo. Anticipazioni interessanti anche su quanto il partner inglese presenterà a Drupa. Quando nasce easyDOT e in che area muove i primi passi? easyDOT nasce nel novembre 2009 quando, dopo aver lavorato dieci anni alle dipendenze della filiale italiana di Timsons Ltd e un anno presso una delle principali aziende impegnate nella stampa editoriale, ho deciso che i tempi erano maturi per una mia esperienza imprenditoriale. easyDOT è partita con la propria attività a gennaio 2010 con l’obiettivo di offrire un servizio di assistenza tecnica altamente qualificato e la fornitura dei ricambi originali Timsons per le loro rotative. Siamo partiti molto bene, aggiudicandoci due commesse. La prima per la revisione e installazione di una rotativa T32 monocolore presso La Tipografica di Varese e la seconda per la revisione delle rotative di Rotolito Lombarda che nel frattempo venivano spostate nel nuovo stabilimento di Seggiano. Nel corso dell’anno abbiamo poi servito tutti i principali attori del mercato della stampa editoriale.
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Vendete dunque sia nuovo che usato? Nel corso dello scorso anno abbiamo siglato un accordo con Timsons Ltd per la commercializzazione dei macchinari usati disponibili sul mercato europeo. Oggi i clienti che si rivolgono a noi per l’acquisto di una rotativa usata possono contare sulla nostra ampia visione e conoscenza del mercato che ci permette di trovare il
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In che modo viene instaurato il rapporto con Timsons? Il rapporto con Timsons non si è mai interrotto. Anche durante il mio impiego come responsabile della manutenzione presso l’azienda di stampa di cui accennavo prima ho continuato a seguire Timsons che nel frattempo attraversava un importante cambio generazionale del management e una ristrutturazione aziendale a livello organizzativo e di rinnovo dei reparti produttivi. Prima dell’inizio ufficiale delle attività ho esposto a Timsons il mio progetto imprenditoriale che è stato accolto favorevolmente. In gennaio siamo partiti con un accordo per la commercializzazione dei ricambi. La collaborazione nel corso dei mesi si è poi strutturata fino alla conformazione attuale. Da un punto di vista formale è stato siglato un accordo di “business partnership”, mentre dal punto di vista pratico abbiamo creato una squadra d’intervento d’urgenza per rispondere in tempi molto contenuti in caso di fermo macchina non programmato. Tale servizio si è andato ad affiancare alla commercializzazione dei ricambi e all’offerta di piani di manutenzione programmata preventiva. In parallelo abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione per l’installazione di nuovi impianti. Attualmente siamo gli unici distributori di Timsons autorizzati in Italia.
aziende tecnologie
macchinario più adatto alle loro esigenze. Al tempo stesso la collaborazione con Timsons si estende anche al mercato dei macchinari nuovi. Di solito valutiamo le richieste iniziali del cliente e le sottoponiamo al reparto di studio e progettazione di Timsons. Una volta inquadrato il progetto, proponiamo al cliente un ventaglio di possibilità che poi approfondiamo insieme. Arrivati alla stesura delle specifiche tecniche finali ci occupiamo di tutta la documentazione necessaria, mentre il contratto finale viene siglato direttamente con Timsons. Quali sono le installazioni più significative realizzate negli ultimi anni? Negli ultimi anni abbiamo installato quattro rotative T14 a quattro colori presso i clienti: La Tipografica di Varese (due), Legoprint e Rotabook con sede a Madrid. Installazioni particolarmente significative perché hanno permesso a questi tre clienti di sviluppare il mercato della stampa dei libri in quadricromia a bassa tiratura. Le altre installazioni interessanti sono quelle completate nel corso degli ultimi due anni presso Grafica Veneta. Si tratta di due macchinari di ultima generazione: una rotativa monocolore per la produzione di segnature ad alto spessore e foliazione e una che può produrre sia in mono che in bicolore. Da chi è composto il team easyDOT e quali sono le specializzazioni delle persone in questione? Attualmente il team easyDOT è composto da sei persone: io sono amministratore unico, direttore alle vendite e direttore tecnico; Simona Merola responsabile dell’amministrazione; Marco Rampone che cura l’ufficio ricambi e preventivi, e tre tecnici specializzati: due esperti manutentori e installatori meccanici e un terzo tecnico che si occupa dell’elettronica delle rotative. Oltre a ciò possiamo contare sui 20 tecnici specializzati del service team di Timsons Ltd.
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Presso la sede Timsons in Gran Bretagna, vengono assemblate le macchine e fatti i test prima della consegna al cliente.
Progetti per l’anno in corso? Attualmente stiamo sperimentando attività fuori dal nostro settore di riferimento. Abbiamo avuto riscontri molto positivi su interventi tecnici effettuati su rotative commerciali. Pochi giorni fa abbiamo siglato un contratto per un anno con il Gruppo Arvato per la manutenzione delle loro rotative. Cosa rappresenta per voi la Drupa del prossimo maggio? Per noi sarà l’occasione di presentare delle novità interessanti. Nello stand Timsons i visitatori potranno vedere in produzione la nuova rotativa digitale per la stampa e finitura dei libri sviluppata su progetto Timsons. Si tratta della Timsons T-Press. La rotativa digitale presentata in fiera sarà composta da uno sbobinatore, una torre di stampa monocolore bianca e volta, una sezione di taglio e dirottamento, la sezione di finitura T-Fold e una linea completa di legatoria per l’applicazione della copertina e del rifilo trilaterale. Tutto questo integrato in un unico impianto. Le principali caratteristiche della macchina sono: larghezza massima di stampa 50” (1.270 mm), produzione di segnature piegate in fibra fino a 64 pagine anche in doppia produzione per prodotti cuciti e fresati. Velocità di stampa e piega fino a 200 m/minuto. Inoltre Timsons ha progettato e realizzato due sistemi di finitura per bobine stampate in digitale applicabili a qualsiasi sistema di stampa digitale anche come retrofit. Il primo è il sistema T-Fold che verrà presentato in Drupa unitamente al resto dell’impianto. Il secondo è il sistema T-Book, un sistema di finitura a blocco libro che non sarà fisicamente presentata in fiera ma è già in produzione presso alcuni clienti su sistemi di stampa digitale di terze parti. Queste le principali caratteristiche: dimensioni massime del blocco libro spessore 60 mm, massima larghezza 216 mm, massima altezza 305 mm. Velocità di produzione fino a 4.400 blocchi libro all’ora.
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SpazioEcologia Stampa sostenibile
Sostenibilità: il successo è verde Fondamentalmente, lo scopo della sostenibilità ambientale è quello di minimizzare l’impatto di qualunque azione sull’ambiente tenendo conto dell’occupazione, del reddito, della società e dell’economia locale.
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Il settore della stampa, ad alta intensità energetica, che si basa sull’utilizzo di carta e quindi di cellulosa producendo in modo tale da minimizzare l’impatto ambientale negativo, deve considerare le emissioni dell’intero processo di produzione, del consumo di acqua, della produzione di rifiuti solidi, del consumo energetico e relative emissioni e dell’inquinamento dell’aria. Le aziende dovrebbero, in ogni caso, garantire di saper gestire totalmente e ampiamente un’efficiente catena di gestione dei rifiuti e smaltire quelli che non si possono riutilizzare o riciclare. Per gli stampatori intraprendere i passi verso un impatto ambientale positivo può essere molto semplice e si traduce in riciclare la carta nella propria sede, scegliere in modo giusto la carta, l’inchiostro da stampa e la colla da utilizzare per accelerare la riciclabilità, rivalutare le misure di trasporto oppure educare lo staff affinché spenga le luci e il computer alla fine del turno. Oppure potrebbe significare ottenere certificazioni ambientali quali la EMAS (Eco Management and Audit Scheme), lo strumento di management volto alle imprese e ad altre organizzazioni per analizzare, documentare e migliorare la loro performance ambientale, oppure l’ISO 14001 che copre diversi aspetti del management ambientale, analizza il consumo di energia in sede di stampa e delle attrezzature post-stampa prima di acquistare o di investire in metodi per ricavare energie da fonti rinnovabili. Davide Biancorosso, consulente industriale, sostiene che le aziende ita-
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a cura di CATHERINE CARTER
“Le aziende dovrebbero garantire un’efficiente catena di gestione dei rifiuti, il loro smaltimento o riciclo” liane con iniziative imprenditoriali hanno installato pannelli solari per produrre autonomamente energia elettrica e in alcuni casi, producendone più di quanto loro necessitano, rivendono l’eccedenza alle aziende nazionali di energia elettrica.
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Comprendere i fattori determinanti Da una ricerca condotta dalla società Trucost, un’organizzazione volta ad aiutare i propri clienti a capire i veri costi delle attività aziendali attraverso le funzioni operative aziendali, la catena di distribuzione e il portafoglio d’investimento e impiegare efficientemente le risorse, emerge che le grandi aziende internazionali sono i maggiori responsabili del danno ambientale stimato per 2,2 miliardi di dollari dovuto all’inquinamento proveniente dalle emissioni dei gas serra. I gas serra insieme alle quantità di rifiuti smaltiti in discariche, inceneriti oppure riutilizzati e riciclati, e il rilascio dei composti organici volatili (VOC senza metano) costituiscono il maggior impatto dell’industria della stampa. I fattori chiave per accogliere pratiche sostenibili che mirino a colpire tali impatti sono: la legislazione, per utilizzatori finali ed economia, e un impegno da parte dei proprietari d’azienda. Esistono una miriade di accordi internazionali, impegni e legislazioni che si ripercuotono sulle funzioni operative dell’industria, purtroppo però non è sufficiente rispettarli se si vuole ridurre in modo significativo l’impatto ambientale delle imprese. Ed è per questo che le aziende sono in cerca di processi di certificazioni quali l’ISO 9001, il sistema di gestione qualità volto ad aiutare le organizzazioni a rispondere alle esigenze dei clienti e azionisti, oppure l’ISO 14001 e l’EMAS, per un approccio più strutturato riconosciuto dagli utenti finali. Tutti questi sistemi richiedono un’accurata registrazione e un’analisi di tutti i processi aziendali e attività e un impegno su base annuale. Conformità agli standard Alex Jahanbani, caporedattore della rivista specializzata ME Printer, fa notare che l’esigenza dei clienti di conformarsi agli standard internazionali costringono le imprese nel Medio Oriente a richiedere certificazioni ambientali. Inoltre, afferma, sebbene i sistemi di Managment ambientale non siano vincolanti, gli stampatori saranno costretti, in futuro, ad adottare politiche e legislazioni ambientali per regolamentare le operazioni di stampa e introdurre sostenibilità volta ad aiutare gli utilizzatori finali a migliorare le loro rendicontazioni e responsabilità. Biancorosso sottolinea in questo contesto il recepimento della direttiva europea 2008/99/ EC sulla tutela dell’ambiente attraverso la responsabilità penale, aggiungendo che questo provvedimento “incoraggia di più le aziende, specialmente quelle che operano su larga scala, ad adottare un sistema di management ambientale, sia esso la certificazione ISO 14001 o la registrazione EMAS”. Il secondo grande fattore d’influenza è l’utilizzatore finale. Dopotutto, le imprese che non soddisfano i criteri delle gare d’appalto non si aggiudicheranno il lavoro. Uno di questi criteri, che sempre più spesso è a carico del settore della stampa e caratteristica fondamentale sui documenti delle gare d’appalto, è quello di utilizzare carta proveniente dall’industria forestale sostenibile secondo il Forest Stewardship (FSC) e il programma PEFC (Program for Endorsment of Forest Certification). In Italia, infatti, il numero degli stampatori certificati è raddoppiato dal 2009 al 2010 e questa tendenza sembra destinata a continuare. La certificazione FSC copre ora oltre 125 milioni di ettari in oltre 80 Paesi, mentre più di 226 milioni di ettari sono oggetto di verifica PEFC in 30 Paesi.
Una volta l’approccio responsabile alla sostenibilità ambientale era considerato un’arguta prassi di marketing per creare business e una caratteristica di vendita unica; oggi, invece, è uno strumento essenziale di business per le imprese di tutte le dimensioni come verrà ampiamente dimostrato alla prossima Drupa.
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Per l’ottavo anno consecutivo, Ricoh è presente tra le “Global 100 Most Sustainable Corporations in the World”, la classifica che include le aziende che si sono distinte per un’innovazione sostenibile. Il prestigioso riconoscimento si aggiunge agli altri ottenuti da Ricoh lo scorso anno grazie al proprio commitment volto a migliorare la sostenibilità ambientale sia al proprio interno che presso i propri clienti.
Certificazione FSC per Lucaprint e SA.GE.PRINT
Lucaprint e SA.GE.PRINT hanno ottenuto la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) per la Catena di Custodia. Tale certificazione rappresenta un’ulteriore tappa del processo di miglioramento continuo del Gruppo Lucaprint, iniziato con il conseguimento della UNI EN ISO 9001, e si affianca alla certificazione UNI EN ISO 14001 nel sistema di gestione ambientale e alle certificazioni UNI EN 15593 e UNI EN ISO 22000 nel sistema di gestione dell’igiene e sicurezza nel settore alimentare.
In Torraspapel certificazione d’efficienza energetica
Torraspapel, azienda appartenente al Gruppo Lecta, ha iniziato il processo di certificazione dell’efficienza energetica di tutti i suoi centri produttivi che implica l’adozione di un sistema di gestione dell’energia teso all’ottenimento di un suo uso più efficiente e sostenibile. Migliorando costantemente l’uso dell’energia si contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Torraspapel si è assunta l’impegno di certificare il sistema di gestione energetica di tutte le sue fabbriche prima della fine del 2012. In tal senso, la fabbrica di Motril, che produce carta patinata, è stata la prima a conseguire la certificazione UNI EN 16001. Torraspapel ha una capacità produttiva totale superiore a 1,1 milioni di tonnellate nella fabbricazione di cellulosa, carta patinata, carte speciali e carta supporto.
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Nuove linee di condotta Le richieste degli utilizzatori finali stanno spingendo le imprese ad adottare nuove linee di condotta e di management, afferma Biancorosso, che prosegue: «L’Italia è piena di stampatori che prima si sono mossi verso la sostenibilità e poi hanno convalidato il lavoro fatto mediante l’Analisi del ciclo di vita del prodotto e, in certi casi, apponendo un’etichetta». Aggiunge, inoltre, che l’Associazione italiana dei produttori di carta, Assocarta, ha lavorato sodo per spiegare ai clienti come la stampa tradizionale abbia un impatto meno negativo sull’ambiente di quanto la gente pensi. Si è cercato di rafforzare il valore della stampa e di collaborare sia a livello nazionale sia internazionale per fugare i miti che vedono l’industria come una sorta di disboscamento e altamente inquinante. Rispetto agli anni precedenti, si è registrato pertanto un forte aumento dei certificati nella catena di custodia, accompagnata da una più bassa, seppur crescente, registrazione a ISO 14001 e EMAS. In termini di investimento, si è prestata una maggiore attenzione alle tecnologie più sostenibili e al consumo di materiali e altri prodotti chimici a basso impatto ambientale. Considerazioni sul carbone Sta crescendo anche l’interesse delle certificazioni a impatto zero, in base alle quali i produttori bilanciano le emissioni di anidride carbonica quando producono carta. Il biossido di carbonio CO2 si crea quando si bruciano combustibili per produrre il vapore utilizzato per essiccare la carta in un macchinario generando l’elettricità richiesta. Esso può essere compensato acquistando una cifra equivalente di credito di carbone dai progetti che contribuiscono a ridurre le emissioni di biossido di carbonio. Qualora le imprese avessero intenzione di attenuare l’effetto della produzione, possono sovvenzionare progetti ambientali o di energia rinnovabile su altri siti mediante l’acquisto di crediti di bilancio del carbone creando in tal modo uno status di carbone neutrale. Tenendo ben presente che si tratta di un mercato deregolamentato, non è sempre possibile provare che il bilancio ridurrà veramente l’impatto totale. Infine, è meglio ridurre le emissioni sul primo sito piuttosto che pagare semplicemente per quelle che si creano. Molte imprese vendono crediti e certificazioni mentre buyer e venditori possono utilizzare una piattaforma di scambio per commerciare, una sorta di borsa online, chiamata Carbon Trade Exchange. Il più grande mercato per questi crediti di carbone è l’European Climate Exchange (ECX), seguito dal Chicago Climate Exchange (CCX) negli Stati Uniti. Valutare l’impatto di CO2 Al momento non esiste uno standard internazionale per la riduzione del biossido di carbonio nel settore della stampa, tuttavia la prossima certificazione ISO 16759 dovrebbe toccare proprio questo aspetto. Essa, infatti, riunisce i numerosi metodi di calcolo utilizzati a livello mondiale nell’industria della stampa per dare maggiore responsabilità e trasparenza a livello internazionale. Molte aziende di stampa sono certificate secondo ISO 14001 ovvero secondo le norme generali dell’ambiente, tuttavia questo tipo di gestione dello standard è stato concepito per ogni tipo di attività e non solamente per l’industria della stampa, che spinge le aziende a ridurre l’impatto ambientale ma non misura le tracce di carbonio dei prodotti individuali. La cornice formale della certificazione 16759, secondo la quale si possono misurare e certificare i risultati dei prodotti di media stampati, consentirà alle aziende di stampa di docu-
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NEWS Ricoh tra le 100 più sostenibili
“In Italia il numero di stampatori con certificazione ambientale è raddoppiato dal 2009 al 2010 e la tendenza continua”
mentare e quindi dimostrare ai loro clienti la traccia di carbone della stampa che essi producono in linea con uno standard internazionale. E i print buyer vogliono la sicurezza che i calcoli degli stampatori siano trasparenti, chiari e comparabili per tutto il settore e le aree geografiche. La speranza è che ISO 16759 incoraggerà print buyer e clienti dei media a riflettere più attentamente su come investono nei media e come li utilizzano. L’obiettivo di questa norma standard è quello di fornire informazioni che permettano una comparazione dei contenuti di CO2 dei diversi prodotti di media stampati. Comunque, è strutturata in modo tale da poterla utilizzare per comparare diversi prodotti di stampa e dovrebbe consentire all’industria del settore di gettare una base per una valutazione valida e comparabile dei contenuti dei media, compresi quelli elettronici.
“Pressando” le iniziative Si possono adottare misure sostenibili come parte delle operazioni quotidiane installando ad esempio una macchina da stampa ad efficienza energetica. Quest’ultima è quella su cui molti produttori stanno focalizzando le ricerche e lo sviluppo. KBA, ad esempio, ha sviluppato macchine da stampa che utilizzano fino a un 40% in meno di energia rispetto a quelle delle controparti di simile formato; la sua VariDryBlue con tecnologia ad essiccazione è in grado di tagliare il consumo energetico fino al 50%. Un’altra questione chiave è la riduzione delle emissioni: la Manroland 900 XXL 7B è stata insignita col marchio “emissions tested” (macchinario testato in materia di emissioni) dall’Associazione professionale della stampa e della carta (Berufsgenossenschaft Druck und Papier), mentre le macchine Komori hanno ottenuto, sempre dalla stessa Associazione, una certificazione europea delle emissioni, ovvero “CE emission tested”.
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L’effetto digitale Uno degli argomenti a favore della stampa digitale è la sua capacità di produrre piccole tirature personalizzate senza dover richiedere copie aggiuntive e quindi si produce solo ed esclusivamente quello che viene richiesto, che tra l’altro può essere addirittura eseguito nelle immediate vicinanze del luogo in cui viene impiegato. A questo punto entrano in gioco produttori come HP, Ricoh, Xerox, Canon e Kodak, fortemente impegnati a ridurre l’impiego di materie prime e a migliorare la riciclabilità e il ciclo di vita delle loro componenti. Vaste iniziative di riciclo e riutilizzo completano il loro programma. I produttori sia di stampa offset sia di stampa digitale stanno osservando come lo sviluppo dei software possa migliorare la pianificazione del lavoro per raggruppare lavori supplementari nello stesso tempo. Questo consentirà di ottimizzare la programmazione in modo tale da ottenere la massima velocità e performance, minimizzando i costosi tempi morti e impiegando carta e colori da stampa in maniera più efficiente. L’anteprima di stampa, ovvero il softproofing fa risparmiare tempo e costi di trasporto, riducendo il contenuto di CO2 nel processo mentre il crescente e complesso Management Information System è in grado di analizzare ogni stadio di produzione per identificare le modalità di gestire al meglio i rifiuti e l’energia.
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“È costante la ricerca verso sistemi di inchiostri con composti chimici sempre meno nocivi per l’ambiente”
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Successo nel de-inking Fino a poco tempo fa, la carta stampata in digitale non poteva essere riciclata a causa dell’impossibilità di essere “disinchiostrata”, a causa di un trattamento speciale che avviene prima della stampa. Il principio del de-inking, ovvero di “disinchiostratura”, si basa sulla separazione delle particelle idrofobiche (repellenti all’acqua) dalle fibre idrofile (che attirano acqua). Un metodo, questo, ideale per la stampa offset e stampa in rotocalco, purtroppo però non per quello degli inchiostri a base acqua, come la stampa a getto d’inchiostro e la flessografica. Diverse sono state le vie percorse per cercare soluzioni da organizzazioni come INGEDE, International Association of the Deinking Industry, che ha avviato studi al riguardo e ha collaborato con altri attori nel campo del recycling, degli inchiostri per stampanti e con produttori di macchinari, con l’industria di rifinitura della carta e con fornitori di additivi. Il successo è arrivato recentemente dal gruppo di lavoro DPDA (Digital Print Deinking Alliance), il quale ha annunciato che in una serie di test quasi tutti i prodotti di stampa a getto d’inchiostro sono stati disinchiostrati con successo. Alla luce di tutti gli sforzi nell’intera filiera di produzione per affrontare queste problematiche, è chiaro che il tema della sostenibilità resta in cima all’agenda per ogni attore dell’industria grafica. Come risultato di tanto impegno e di azioni positive, il settore ha un messaggio forte e positivo da trasmettere ed è importante che ciascuno se ne faccia portavoce.
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stop alle emissioni Non è una sorpresa che gli inchiostri con i loro elevati composti volatili organici (VOC) siano finiti sotto i riflettori. Fortunatamente, ora con le prospettive del 2016 si sta delineando la tendenza a introdurre in modo costante formule e composti chimici ambientali alternativi e pertanto meno nocivi, si porrà l’enfasi su inchiostri liquidi a eco-solventi e a base acqua in sostituzione ai solventi più attivi (quelli responsabili di VOC). Si prevede anche un incremento significativo dell’utilizzo di sistemi di inchiostro a radiazioni per solidificare l’inchiostro di stampa, un nuovo metodo a fascio di elettroni, in parallelo ai raggi ultravioletti (UV). Una tendenza in crescita per stampatori di grandi formati è quella di adottare stampanti eco-solventi, mentre un altro grande cambiamento si avverte nel passaggio dalle lampade tradizionali per essiccazione a quelle LED, molto più efficienti a livello energetico. Sul fronte della stampa digitale, l’ElectroInk di HP Indigo grazie a un nuovo processo di polverizzazione delle particelle riduce il consumo energetico fino al 40%, mentre gli inchiostri XPIS-Hot-Melt di Xerox non necessitano di alcun tipo di fissaggio o trattamento di liquefazione.
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SpazioEtichette Eurocod
Terzista per passione «Se vogliamo entrare nel mercato del digitale dobbiamo essere i primi, in tutti i sensi», così ci accoglie Riccardo Casellato, consigliere delegato di Eurocod, un uomo entusiasta del suo lavoro e delle sue scelte.
di MARCO F. PICASSO
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In genere, quando visitiamo per la prima volta un’azienda, cerchiamo di farcene un’idea nei minuti di attesa, curiosando tra i prodotti stampati esposti o negli scaffali della libreria. Qui a Eurocod, hinterland sud di Milano, la saletta di attesa espone rotoli di etichette stampate e di codici a barre o a matrice. Al di là della vetrata vediamo una grande libreria: alcuni volumi ci riportano ai tempi della scuola, anni Sessanta. Ci facciamo l’idea che ad accoglierci sarà un coetaneo. Entra invece Riccardo Casellato, intorno ai 40 anni, che ci svela l’arcano: «Quando avevo 12 anni ero presente all’inaugurazione di questa azienda, perché l’ex titolare, Enea Androni, era amico di mio padre». Eurocod nasce dunque nel 1984 come prima azienda italiana a realizzare per il nascente mercato dei codici a barre Film Master con tecnologie nuove per quegli anni. Si entrava in Europa e il MEC (come si chiamava allora) introduceva la codificazione per il trasporto e il tracciamento delle merci. «Ai tempi eravamo l’unica azienda che produceva questi ar-
“Mostriamo sempre ciò che la macchina può fare, la crescita deve essere sia per noi sia per i nostri clienti” ticoli in Italia e lavoravamo per molti rivenditori. Ancora nessuno aveva pensato di entrare in un settore così innovativo». E questa dichiarazione ci svela anche la filosofia aziendale che ancora oggi è alla base del suo business: essere terzisti. «Quando abbiamo visto che con le nuove HP Indigo si potevano stampare etichette di qualità e in tirature ridotte e tempi molto rapidi, abbiamo intuito che c’era davanti a noi un mercato interessante proprio per quegli etichettifici che con le loro rotative flessografiche a volte avevano difficoltà a soddisfare richieste urgenti dell’ultima ora». Siamo nel 2003 e ormai le Indigo hanno compiuto dieci anni di esperienza dalla sorprendente presentazione di Benny Landa all’Ipex di Birmingham e possono soddisfare pienamente le richieste di una stampa di qualità. Nasce così l’idea e si installa la prima WS2000 presso un’azienda controllata che si occuperà esclusivamente di stampa digitale e finishing. Il successo è immediato: nel 2005 la controllata viene assorbita e si installa una seconda HP Indigo, la cui qualità, afferma Casellato, compete bene con la stampa offset. Ma il nostro compito di giornalisti è anche di fare “l’avvocato del diavolo” e certe osservazioni “scomode” sono d’obbligo...: ma molti lamentavano i costi degli inchiostri, che sono monopolio di HP. «Ed è meglio così» sostiene Casellato «perché ci danno la sicurezza della qualità. È una tecnologia proprietaria ed è giusto che sia così perché in questo modo HP si assume la completa responsabilità, dalla macchina ai consumabili. Quanto ai costi, è interessante la formula del prezzo calcolato in base al consumo, che incentiva a lavorare di più». Ma a proposito di consumabili, la carta e il supporto in genere, deve essere certificato Indigo e quindi più costoso. «Per stampare con le HP Indigo si richiede materiale primerizzato. Alcuni, e anche noi, lo fanno in casa sulle linee flessografiche. Fino ad alcuni anni fa c’era il problema della scelta del primer e abbiamo dovuto lavorarci su parecchio per ottenere risultati ottimali, e questo fa parte del nostro know how. Oggi, però, sono stati sviluppati nuovi primer molto efficaci e, ultimamente, un solo primer adatto sia a carta sia a materiale sintetico». Su quali supporti si stampa in digitale con HP Indigo lo vediamo dai lavori in corso: carta e sintetico, passando da un supporto all’altro senza problemi. Casellato ci dice che per la metà i lavori sono su carta di vario tipo; il 30% in polipropilene e il 20% in polietilene, e poliestere termoretraibile ad alta retrazione, insieme a una piccola percentuale di pvc. Eurocod si occupa anche, tramite aziende in partecipazione, della tubolatura e del taglio delle sleeve.
incontri stampa digitale
Come la stampa digitale di HP Indigo ha fatto crescere un’azienda nata per la sola codifica in fornitore di fiducia di importanti etichettifici.
Filosofia della ridondanza
In effetti sulle nuove macchine entrate in Eurocod negli ultimi anni, una WS 4500 a breve seguita da una seconda, il problema non si pone, come vediamo scendendo in reparto stampa. Il motivo delle due macchine uguali sta nella “filosofia della ridondanza”. «Come terzisti non possiamo permetterci di dire al cliente che una macchina è ferma per manutenzione o occupata da un altro lavoro. Il lavoro va consegnato nei tempi prestabiliti». Per questo, Casellato ci mostra con orgoglio il reparto logistico che ritiene di fondamentale importanza per il successo dell’azienda. Ogni giorno si effettuano tre spedizioni, alle 14, alle 16 e alle 18, sempre e senza eccezioni. Del resto il servizio fa parte della struttura di base: il rapporto tra personale e fatturato tende al sovradimensionamento di addetti proprio perché il servizio è prioritario, una garanzia in più per garantirsi la fidelizzazione del cliente. >segue a pag. 65
Carta e sintetico con stampa digitale In Eurocod i lavori in digitale sono per circa il 50% su carta, 30% su polipropilene, 20% su polietilene.
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grafiche dell’artiere (segue da pag. 29)
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Ma la stampa digitale serve anche per il dato variabile, per le personalizzazioni dei cataloghi. Che, in realtà, non è ancora veramente partita. Perché un catalogo personalizzato dovrebbe avere la foto del punto vendita, quella dell’agente di zona, l’elenco di prodotti per località, lingue e codifiche diverse. Quanto avete investito negli ultimi anni in nuove tecnologie e che programmi avete per i prossimi? Sul fronte investimenti siamo in una fase di stand-by. Per quanto riguarda le offset stiamo cercando di capire quanto possano essere performanti le macchine con modulo di laminazione in linea. Che opportunità possono darci in più sul mercato. Per ora credo abbiano un limite: non riescono a fare la lamina a freddo sulle carte naturali. Dalla prossima Drupa quali novità importanti per il
mercato si attende? La rivoluzione particolare, credo, verrà sul fronte della stampa digitale. Ma mi attendo novità tecnologiche anche per sostituire la serigrafia, un processo ormai poco ecologico. Infine, credo si debba andare sempre più su macchine più semplici da utilizzare ma anche ibride, miste, capaci magari di unire il digitale con l’offset. Ha mai pensato ad accordi, aggregazioni, acquisizioni di altre aziende? Pensa che siano un passaggio obbligato per il settore? Oggi lavorare nella carta stampata è come correre in Formula 1. Chi va forte e non va fuori strada vince. Per andare forte bisogna avere tutto dentro l’azienda. Detto questo, sicuramente bisogna che le piccole aziende crescano ma senza diventare troppo grandi. Massimo 50 persone, dopo anch’io dovrei cambiare tipo e organizzazione azien-
dale. Per questo credo più a reti di imprese o consorzi. Certo, possono essere utili anche acquisizioni o aggregazioni, ma bisogna sempre salvaguardare l’identità dell’azienda. E, nel caso della nostra, essere riconosciuti sul mercato come una “boutique della stampa”.
eurocod
(segue da pag. 63)
Così sia in prestampa, sia nel reparto stampa e finishing postazioni e macchine, tipografiche e serigrafiche, sono doppie, sempre per evitare spiacevoli ritardi. Non vige quindi il principio che “le macchine devono girare”, ma piuttosto che “il lavoro deve essere garantito nella consegna e nel controllo della qualità” come vediamo dai tavoli di controllo o dall’attenzione con cui le bobine sono classificate per la partenza e, a monte, come è organizzato il reparto di prestampa.
Riccardo Casellato ritorna ancora su HP Indigo per ribadire come l’azienda non si limita a essere un fornitore di tecnologia. «Oltre a fare macchine che funzionano loro fanno anche cose extra che aiutano le aziende a crescere. Noi, ma penso anche gli altri loro clienti, siamo stati aiutati sia sotto l’aspetto tecnico, sia del marketing strategico con seminari che loro svolgono per noi, indicandoci le tendenze di mercato, le applicazioni innovative che possiamo offrire ai clienti. Anche noi, di conseguenza, siamo amici dei nostri clienti perché trasmettiamo loro quello che apprendiamo da HP Indigo, facciamo vedere ciò che la macchina può fare; non teniamo segreti per noi, ma li condividiamo nella certezza che la crescita deve essere sia per noi sia per i nostri clienti. Proprio come HP fa con noi».
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Tipi da museo
Settima tappa dell’itinerario dedicato ai musei italiani della stampa e della carta dove sono conservate quelle macchine che oggi fanno parte del patrimonio archeologico-industriale del nostro Paese.
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Rubrica curata da Marco F. Picasso, fondatore, insieme a Egiziano e Michele Piersantini, della Associazione AIMSC (che riunisce i musei italiani della stampa e della carta).
Torchio tipografico a mano costruito presso acquistarlo, dopo anni di “corteggiamento”, da Hampson & Bettridge intorno al 1860. un amico che lo aveva ritirato da una tipografia Questo torchio fu prodotto nel periodo 1830di Modena. 1890 ed è caratterizzato da un’importante modiAttualmente si trova in prestito d’uso presso la fica nella platina in ghisa che rendeva possibile la scuola grafica dell’Istituto Pavoniano Eugenio stampa di copertine in formato pieno in lunghe Fassicomo di Genova, dove è stato restaurato tirature senza dover riscaldare più volte la fustella con la collaborazione di Paolo Franchin, ed è utiper la stampa in rilievo. Il torchio fu infatti usato lizzato a scopo didattico e artistico per la stampa per la stampa di copertine di libri. con caratteri di piombo e xilografie. I torchi “Imperial” furono introdotti istituto pavoniano fasSicomo da Cope & Sherwin negli anni 1828-’29, Indirizzo: Via Imperiale 41 - Genova (tel. 010.518651) modificando gli Visitabile tutti i giorni, in particolare per questi due eventi in programma: originali Stanhope di Sabato 8 marzo dalle ore 10 per il tradizionale “Grafincontro”, festa della inizio secolo, rendenScuola grafica genovese: giornata di incontro fra aziende, genitori e insegnanti. doli più produttivi. Sabato 21 aprile ore 10-17: “Grafica in Progress”, incontro Questo torchio è di a carattere nazionale dedicato all’incisione. proprietà di Giovanni Daprà che riuscì ad
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