CINQUANTA
Textile - Interior - Decorative OOH - Industrial & 3D
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LE AZIENDE ASSOCIATE
aggiornato al 16 ottobre 2020
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EDITORIALE CATERINA PUCCI
UNA GRANDE SPERANZA PER UN GRANDE FORMATO C’è un verso della poetessa statunitense Maya Angelou che voglio condividere con voi «Le persone dimenticheranno quello che hai detto, dimenticheranno quello che hai fatto, ma non dimenticheranno mai come li hai fatti sentire». Fare previsioni in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo è difficile, se non impossibile. Ci sono settori in cui l’incertezza si fa sentire più forte che altrove, come l’Out-of-Home, protagonista dello speciale di questo numero. Cosa possiamo fare, come professionisti, per non farci travolgere? Sicuramente non negare la complessità dei tempi che corrono, ma avere il coraggio di percorrere strade nuove. Noi continueremo a farlo, affinchè voi tutti, come dice Angelou, possiate conservare un buon ricordo di chi vi accompagna da anni attraverso queste pagine dedicate ai vostri mercati di riferimento. Per anni abbiamo raccontato il mondo del wide format in tutte le sue sfaccettature, con competenza e intelligenza, prendendoci anche la libertà di esplorare suggestioni astratte di tanto in tanto. Un ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno permesso di essere un punto di riferimento per la “community” del grande formato, del mondo della visual communication e della stampa digitale tessile e industriale. Terreni di gioco che la pandemia ha reso più difficili, ma che sono sempre più “WIDE” nella percezione dei protagonisti del mondo dell’industria grafica e della creatività e del design. Allargando ancora di più l’audience di riferimento per il nostro lavoro, le nostre idee e i nostri sforzi per portarvi contenuti sempre più aggiornati e utili.
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SOMMARIO WIDE CINQUANTA
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SPECIALE OUT OF HOME SCENARI: COME STA CAMBIANDO LA PUBBLICITÀ PER ESTERNI PAG 16 INCHIESTA: DOVE ANDRÀ L’OUT OF HOME, INCONTRO CON GLI STAMPATORI PAG 18 INCHIESTA: INCONTRO CON I FORNITORI DI TECNOLOGIE DI STAMPA PAG 24
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INTERIOR SCENARI: RIPENSARE IL RETAIL, È LA FINE DEL NEGOZIO FISICO PER COME LO CONOSCIAMO? PAG 28 DA UNA RICERCA PROMOSSA DA ROLAND DG: COME RENDERE SICURO IL RETAIL PAG 30
DECORATIVE SCENARI: IL CARTONE ONDULATO,
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DA SEMPLICE CONTENITORE A STRUMENTO DI COMUNICAZIONE A TUTTO TONDO PAG 32
TEXTILE SERIGRAFIA: LE TECNICHE DI STAMPA NEL TESSILE. SECONDA PARTE PAG 36 INDUSTRIA TESSILE E FIERE VIRTUALI: LA PAROLA AGLI ESPOSITORI PAG 38 TECNOLOGIA: LA PRODUZIONE TESSILE ON-DEMAND PASSA PER IL SOFTWARE PAG 44
INDUSTRIAL & 3D TECNOLOGIA: PRESENTATA IN ANTEPRIMA
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DA CANON LA NUOVA SERIE ARIZONA 2300 PAG 46
MATERIALI SAI DAVVERO COSA SUCCEDE QUANDO STAMPI IL TESSUTO DI COTONE? COME VIENE PRODOTTO, DAL FIOCCO AL FINISSAGGIO PAG 50
RUBRICHE EDITORIALE UNA GRANDE SPERANZA
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PER UN GRANDE FORMATO PAG 5 NEWS ATTUALITÀ DALLE AZIENDE PAG 8 EVENTI: VIRTUALI, FISICI, IBRIDI…? L’INCERTEZZA GENERATA DALLA PANDEMIA RENDE COMPLESSA L’ORGANIZZAZIONE PAG 48 I NOMI DI QUESTO NUMERO PAG 58
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NEWS DALLE AZIENDE
INQUADRA E ACCEDI ALLA REALTÀ AUMENTATA
EV EN TI
Da sinistra: Christian Rinaldo, Luca e Bruno Pallo, fondatori di Errelle, durante l’open house presso la sede di Grugliasco (TO).
Le soluzioni SIGNRACER in mostra all’open house di Errelle Lo scorso 23 ottobre, Errelle ha aperto le porte della propria sede a Grugliasco (TO) ai propri clienti e prospect. L’azienda vanta un solido know how nel settore della stampa di grande formato e partnership con costruttori qualificati. Tra questi, l’azienda svizzera SIGNRACER, di cui è distributore esclusivo in Italia. Tra le soluzioni in mostra durante l’open house: SIGNRACER Hydrospeed Turbo, con inchiostri pigmento base acqua, la macchina per la stampa su tessuto SIGNRACER 3200+, con larghezza di stampa da 3,2 m, e SIGNRACER High Bridge, per applicazioni industriali fino a 25 cm di altezza. La capacità di personalizzare e perfezionare le tecnologie esistenti, sulla base delle istanze degli utenti è da sempre uno dei punti di forza del team aziendale. «I nostri tecnici non si limitano a formare i clienti sul funzionamento delle macchine, ma anche sulle applicazioni che esse permettono di realizzare» spiega Luca Pallo, CTO e founder di Errelle. Anche grazie alla professionalità e all’assistenza clienti, a settembre l’azienda ha festeggiato il traguardo delle 100 installazioni di soluzioni SIGNRACER sul territorio italiano.
Il colosso dell’e-commerce si impegna a investire 400 milioni di dollari nell’acquisto di soluzioni tecnologiche del costruttore israeliano.
TEX TIL E
Siglato accordo tra Amazon e Kornit
Lo scorso mese Kornit Digital ha siglato un accordo con Amazon, in cui il colosso dell’e-commerce si impegna a investire 400 milioni di dollari nell’acquisto di soluzioni tecnologiche del costruttore israeliano. Si tratta di un’ulteriore espansione dell’accordo già firmato dalle due società nel 2017, in cui Amazon si impegna ad acquistare prodotti e servizi da Kornit Digital per un valore totale di 400 milioni di dollari entro i prossimi cinque anni. Di questi, 250 saranno investiti in stampanti, inchiostri e servizi già esistenti, altri 150 in prodotti sviluppati in futuro. Entrambi gli investimenti frutteranno ad Amazon dei “warrant” convertibili rispettivamente in 1,9 milioni di azioni e 1,5 milioni di azioni. I warrant saranno assegnati in tranche ogni volta che Amazon acquisterà prodotti o servizi per un valore di 5 milioni di dollari. Negli anni passati le soluzioni Kornit Digital sono state impiegate per far crescere il servizio Merch by Amazon, che consente ai designer di vendere capi di abbigliamento e magliette personalizzate. Ora Amazon vuole ampliare l’offerta ad altre categorie merceologiche come complementi d’arredo, attrezzature sportive, carte da parati e per farlo intende utilizzare la nuova stampante Kornit Presto.
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DALLE AZIENDE
DECOR ATIV E
Moda e stampa 3D, accoppiata vincente?
La possibilità di stampare in 3D direttamente su tessuto ha suscitato un notevole interesse nel mondo del fashion. A riprova di ciò Stratasys, specialista della stampa 3D, ha intensificato la collaborazione con diversi brand di alta moda. Nascono così due lavori in collaborazione con gli stilisti Julia Koerner e Ganit Goldstein. Le opere fanno parte di ReFREAM, un progetto di ricerca collaborativa finanziato dall’Unione Europea che riunisce artisti, designer, ingegneri e scienziati per esplorare insieme l’uso della stampa 3D nella moda. Utilizzando la tecnologia PolyJet di Stratasys, i disegni digitali sono stati stampati in 3D direttamente su tessuti sostenibili in colori vivaci, creando un enigmatico effetto luccicante quando il capo è in movimento, pur mantenendo il comfort e la vestibilità dei capi in tessuto.
IN TER IOR
In arrivo la serie Ricoh Pro L5100e Nuove arrivate nella famiglia Ricoh Pro L. Si tratta delle soluzioni Ricoh Pro L5160e e Ricoh Pro L5130e, disponibili sul mercato europeo a partire dall’1 dicembre. Le due macchine si caratterizzano per un gamut più ampio rispetto alle versioni precedenti. La presenza di inchiostri arancione e verde permette di riprodurre più accuratamente le tinte Pantone. Entrambi i modelli integrano tre teste di stampa Ricoh in posizione sfalsata che offrono velocità elevate: 46,7 m²/h in CMYK per applicazioni outdoor e 25 m²/h per indoor. Per una maggiore produttività, è inoltre possibile optare per una doppia quadricromia o una quadricromia abbinata al bianco utile nella stampa di supporti trasparenti, scuri o a effetto metallico. Graham Kennedy, Industrial Print Director di Ricoh Europe, ha commentato: «L’ampiezza del gamut colori ora disponibile aumenta la versatilità delle soluzioni e le rende ideali per moltissime applicazioni sia indoor che outdoor. La nuova serie aiuta i fornitori di servizi di stampa ad ampliare il business e gli operatori del settore Sign and Display a raggiungere nuovi livelli di flessibilità produttiva».
Agfa amplia la propria gamma di stampanti wide format di fascia alta Jeti Tauro Il modello Jeti Tauro H3300 S LED offre interessanti opzioni di crescita alle aziende operanti nel settore della stampa wide format per applicazioni indoor, outdoor e per il mercato del packaging. Il modello Jeti Tauro H3300 LED S (la “S” indica “standard”), l’ultimo arrivato nella famiglia Jeti Tauro, è un modello di base dal prezzo competitivo che permetterà a un numero ancora maggiore di aziende di godere dei vantaggi di una delle stampanti Agfa di grande formato appartenenti al segmento di fascia alta. La nuova stampante ibrida a sei colori è configurata con un carro di stampa da 32 teste + 8 teste opzionali per bianco e/o primer, offre prestazioni di riconosciuta qualità a velocità fino a 302 mq/ora, incrementabili fino alla velocità di 452 mq/ora raggiunta dalla sorella maggiore grazie alla possibilità di aggiornamento sul campo. Con quest’ultima il modello Jeti Tauro H3300 LED S condivide anche i rapidi tempi di avvio e una manutenzione ridotta e semplice oltre alle stesse opzioni di automazione. Ciò significa che la stampante è disponibile in sei possibili configurazioni. Quattro configurazioni sono dedicate alla stampa su pannelli rigidi, da manuale a ¾ di automazione e completamente automatica. Le altre due configurazioni sono specificamente destinate alla stampa su bobine con unità roll-to-roll master e con unità roll-to-roll light. Come per tutti i modelli della famiglia Jeti Tauro, anche il modello Jeti Tauro H3300 S LED è gestita dal software Asanti di Agfa dedicato alla gestione e all’automazione dell’intero processo di stampa, dalla prestampa alla finitura, e garantisce al contempo un’omogeneità dei colori e un consumo ottimizzato dell’inchiostro. La pratica dashboard di produzione Asanti mostra il consumo di inchiostro e dei supporti nonché il tempo di stampa per ogni lavoro e ogni stampante. Il nuovo modello Jeti Tauro H3300 S LED è attualmente già disponibile alla vendita.
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NEWS DALLE AZIENDE
Viscom Italia torna a novembre in versione digitale
Mimaki Bompan Textile scommette sull’innovativa stampante TX300P-1800 MkII Lanciata nei primi mesi del 2020, questa soluzione ‘realmente’ ibrida – nelle modalità di stampa, negli inchiostri utilizzati e nella varietà di tessuti e supporti stampabili – sta riscuotendo un grande successo nel settore della stampa tessile. «Di fatto, stamperie tessili e fornitori di servizi di stampa stanno lavorando per ottimizzare le performance produttive, che in concreto significa conseguire una versatilità produttiva estrema, unita alla capacità di realizzare un’ampia varietà di applicazioni creative e redditizie destinate a diversi mercati» spiega Marco Vanzini, Sales Director di Mimaki Bompan Textile. Evoluzione della Mimaki TX300P-1800, la TX300P-1800 MkII dispiega funzionalità di stampa diretta su tessuto e funzionalità di stampa a transfer. Grazie a un sistema di piani intercambiabili e tre diverse combinazioni di inchiostro, la Mimaki TX300P-1800 MkII consente di passare facilmente dalla stampa diretta su tessuto alla stampa a trasferimento termico su carta, offrendo una versatilità produttiva senza precedenti. Ciò significa che con un unico sistema di stampa è possibile soddisfare diverse esigenze di processo e, di conseguenza, realizzare una vastissima gamma di applicazioni. Un ulteriore punto di forza della TX300P-1800 MkII è la stampa diretta con inchiostri a pigmento, sviluppati da Mimaki e in grado di garantire brillantezza dei colori ed elevata solidità. Dotata delle tecnologie core di Mimaki – tra cui MAPS4 e NCU – e di una nuova testina di stampa di tipo ‘high head gap’ (alta distanza tra testina e supporto), la TX300P-1800 MkII consente dunque di spaziare dall’abbigliamento a tutto il mondo dell’home textile. «Non soltanto la TX300P-1800 MkII aiuta a intercettare e rispondere alle emergenti esigenze della domanda, ma permette allo stesso tempo di affrontare l’ampia richiesta di personalizzazione e produzioni on demand in modo completo, efficace e con un solo sistema di stampa. Di fatto, in pochi mesi – e considerando l’emergenza COVID-19 – abbiamo venduto molte unità in Italia, a conferma della portata innovativa, dell’efficacia e della qualità della TX300P-1800 MkII».
EV EN TI
ln questi mesi di lockdown e di distanziamento sociale, Viscom Italia ha continuato ad essere sempre unito alla sua community per rispondere alle esigenze del settore. Il team ha lavorato tenacemente organizzando seminari ed eventi online, iniziative per diffondere le novità del mercato, per dare voce alle aziende e non sentirsi mai abbandonate e contare sempre sul prezioso supporto di Viscom Italia. Ed è proprio sul valore delle connessioni offerte dalle diverse piattaforme digitali che Viscom Italia ha saputo cogliere nuove opportunità e offrirà un nuovo appuntamento virtuale per tutti gli operatori del settore. Nasce infatti “Viscom Italia – Hyper Reality”, che si terrà nelle nuove date dal 17 al 18 novembre 2020, per creare una nuova esperienza di networking, presentare in anteprima le innovazioni tecnologiche, le applicazioni più creative e, ciascuno per il proprio campo di specializzazione, tornerà a fare affari connessi digitalmente.
L’evento virtuale sarà uno strumento che consentirà di ampliare la conoscenza del mercato della comunicazione visiva, valorizzando attraverso un marketplace le collezioni dei prodotti delle aziende, dando la possibilità ai visitatori, da tutto il mondo, di connettersi per tessere relazioni commerciali, con incontri virtuali con gli espositori, aggiornarsi in diretta, grazie ad un ricco programma di talks ed eventi, sulle nuove opportunità di sviluppo e gli scenari futuri del mercato. «La manifestazione è da oltre 30 anni una vetrina di eccellenza internazionale, un facilitatore di business per il mercato, che ha basato la propria unicità sull’importanza del networking tra domanda ed offerta – afferma Cecilia Montalbetti Exhibition Manager Viscom Italia. In uno scenario che impone limiti agli spostamenti, il nostro ruolo di innovatori ci ha portato ad offrire anche un’opportunità alternativa digitale per facilitare il business ai nostri espositori e la visita ai nostri operatori esteri, che rappresentano per la nostra manifestazione un target strategico e un grande punto di forza».
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IN DU STR IAL
Keypoint Intelligence premia il production printing di Canon
Keypoint Intelligence ha conferito a Canon tre Outstanding Innovation Awards in Production Print. Le tre soluzioni premiate sono la stampante inkjet a foglio singolo varioPRINT iX-series, la stampante inkjet ad alimentazione continua ProStream 1800 e la stampante piana serie Arizona 2300. La selezione è stata effettuata da alcuni esperti, valutando come indicatori chiave: l’unicità dell’innovazione introdotta dal prodotto, il suo impatto sul segmento di mercato di riferimento e le tempistiche previste per la sua disponibilità sul mercato. Christian Unterberger, Chief Marketing Officer & Executive Vice President, Canon Production Printing, ha commentato: «Siamo molto orgogliosi del riconoscimento che Keypoint Intelligence BLI ha voluto riservare a queste tre stampanti. In Canon, riteniamo sia prioritario investire nel settore R&D per mantenere la promessa fatta ai nostri clienti, ossia “non scendere a compromessi” in fatto di innovazione, qualità, produttività e versatilità. I commenti che abbiamo ricevuto dai clienti riguardo al nostro portfolio di prodotti per la stampa di produzione sono stati eccellenti. Queste soluzioni infatti permettono di ottimizzare la produzione, ampliare le possibilità applicative e, quindi, far crescere il business». edigit
TEX TIL E
Epson lancia Monna Lisa 8000 L’ultimo modello ML-8000 della serie Monna Lisa è in grado di coniugare prestazioni e facilità d’impiego per soddisfare le esigenze del mercato tessile digitale in termini di flessibilità e sostenibilità. Grazie alle sue 8 teste di stampa PrecisionCore di ultima generazione, ML-8000 raggiunge la velocità di stampa standard di 155 m2/h. La nuova macchina può vantare la presenza di esclusive tecnologie proprietarie come Epson Micro Weave e Lookup Table (LUT) che riducono l’effetto banding e il dithering (retinatura) o Dynamic Alignment Stabilizer (DAS) che garantisce una maggiore precisione di posizionamento delle gocce. La Nozzle Verification Technology (NVT) permette di rilevare ugelli occlusi e modifica in automatico l’erogazione delle gocce in dimensione e numero, mantenendo costante la qualità. Gli inchiostri GENESTA Epson, disponibili nelle formulazioni acida, reattiva, dispersa e pigmento in confezione sottovuoto degassata, sono certificati ECO PASSPORT. L’inchiostro acido inoltre è certificato BlueSign e gli inchiostri reattivo e a pigmento sono certificati per essere conformi al GOTS (Global Organic Textile Standard).
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NEWS DALLE AZIENDE
Sinonimo di produttività, qualità e affidabilità, Liyu offre ad oggi la gamma di sistemi di stampa più completa del mercato grazie a un reparto R&D costantemente impegnato nello sviluppo di soluzioni innovative. Tra le novità più recenti, dedicate in particolare al mondo della cartotecnica, la nuova Liyu KC Led, pensata per lavorazioni ad alta velocità con qualità di stampa fino a 2880 dpi anche in esacromia, che assicura passaggi tonali e resa cromatica perfetti. Il sistema parzializzato di lampade UV Led permette, inoltre, la creazione di effetti unici ad alto valore aggiunto su differenti tipologie di supporti, come cartone a onda singola, tripla o patinato per la realizzazione di packaging personalizzati. L’eccellenza qualitativa è garantita anche dal rivoluzionario piano di lavoro aspirato, dotato di due motori potenziati, per bloccare il materiale stampato e dal sistema di pinza-squadra automatico per l’allineamento dei supporti. Ideale per il settore cartotecnico, anche la nuova Platinum Q2 Hybrid Led, che semplifica e velocizza il processo di stampa grazie al caricamento posteriore e anteriore dei supporti. Il sistema parzializzato di aspirazione a 4 turbine e il rullo di pressione, sia in entrata sia in uscita, migliorano l’aderenza dei materiali durante la stampa. Inoltre, il tappeto aspirante e autolivellante mantiene la perfetta planarità e minimizza le distorsioni.
FESPA Coffee Break, serie di webinar per la comunità
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Dalla viscom alla stampa industriale, le soluzioni L iy u per soddisfare ogni esigenza
Attraverso la partecipazione di esperti, si concentreranno su temi chiave del mercato quali product automation, quality assurance, sostenibilità.
I relatori condivideranno le loro conoscenze e opinioni, rispondendo alle domande del pubblico per mostrare come gli stampatori specialistici possono migliorare il loro business in termini qualitativi e di velocità produttiva. I webinar si svolgeranno ogni due settimane e avranno una durata di 30-40 minuti ciascuno. Saranno tutti tenuti in lingua inglese. Il primo appuntamento, il 20 ottobre, trattava di “Controllo dei processi: come impostare flussi colore efficienti e risparmiare”. Pianificare e implementare flussi cromatici che garantiscano la piena ripetibilità di risultato in ogni momento e su ogni supporto è quello che permette di risparmiare. Durante il webinar sono stati discussi gli strumenti essenziali della stampa inkjet – file P DF-X, schermate di visualizzazione, gestione colore in Adobe, condizioni di visualizzazione standard, misurazione colore per la creazione di profili multimediali – per assicurare che le richieste dei clienti siano soddisfatte adeguatamente. Fra gli argomenti principali sono stati trattati i miglioramenti del processo di workflow, i file inviati dai clienti, le condizioni di visualizzazione dei software, la gestione colore nei DFE (Digital Front End) e RIP, nonché l’importanza dei profili macchina e della valutazione e convalida della qualità di stampa. A moderare tutti i webinar sarà Graeme RichardsonLocke, technical support manager di FESPA. Nel primo appuntamento era affiancato da Toby Burnett, direttore EMEA e America di PrintFactory (sviluppatore di software di workflow), e da Paul Sherfield, proprietario di The Missing Horse Consultancy, azienda specializzata nell’implementazione di workflow digitali.
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READY SET FLOW
Nuova serie Arizona 2300 Incrementa la produttività fino al 20% grazie alla rivoluzionaria tecnologia Arizona FLOW. Un’innovativa tecnica di gestione dell’aspirazione dei materiali, combinata al nuovo piano di stampa senza settori, rende l’utilizzo di Arizona 2300 semplicissimo. Sarà possibile stampare sulla più ampia gamma di supporti, al vivo, riducendo gli sprechi e realizzando nuove applicazioni creative. www.canon.it
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WIDE prende vita con la realtà aumentata Dallo scorso numero WIDE non è più soltanto sulla carta: alcune pagine hanno più contenuti di quelli che vedete stampati. Inquadrandole con la app Stampare Aumentato le pagine prenderanno vita grazie alla realtà aumentata. Gli articoli “aumentati” sono contrassegnati nell’indice con il simbolo della app (che ritroverete anche sulle singole pagine sfogliando la rivista), che potete scaricare gratuitamente sul vostro smartphone negli store per sistemi operativi iOS e Android. Funziona anche con la rivista sfogliabile online su stampamedia.net. SCARICA LA APP Apri l’app store sul tuo smartphone: Stampare Aumentato è disponibile sia su App Store che su Google Play. Scaricala gratuitamente e aprila.
DALLE AZIENDE
INQUADRA LA PAGINA All’interno di questo numero di Wide troverai alcune pagine con l’icona dell’app Stampare Aumentato, che vedi qui a sinistra. Inquadra la pagina con l’app per farle prendere vita: accederai a contenuti multimediali e interattivi.
INFO UTILI Per “aumentare” alcune pagine può essere necessaria una connessione dati del cellulare o quella di una rete Wi-Fi. Assicurati di essere connesso per non perderti nulla! Inoltre fai in modo che la rivista sia sufficientemente illuminata così che la app possa “riconoscere” la pagina in maniera ottimale. Stampare Aumentato è ottimizzata per molti modelli di smartphone, ma siccome per funzionare richiede device con prestazioni relativamente performanti, è possibile che non funzioni perfettamente su alcuni smartphone.
Cosa pensi dei contenuti aumentati di questo numero? Hai suggerimenti? Ti piacerebbe vedere qualcosa di specifico? Faccelo sapere a stampareaumentato@strategogroup.net
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OUT OF HOME A CURA DI CATERINA PUCCI
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SCENARI
L’Out-of-Home è sicuramente il settore maggiormente colpito dagli effetti della pandemia. Ciononostante, proprio in seguito ai mesi di lockdown, le persone sembrano fare più attenzione alla comunicazione outdoor. La sfida è scegliere metodi di comunicazione non convenzionali, che puntino a creare empatia.
COME STA CAMBIANDO LA PUBBLICITÀ PER ESTERNI
di Caterina Pucci
Non è un mistero che il settore dell’Out-of-Home sia stato uno dei più colpiti dalla pandemia. Secondo i dati forniti da UNA, GroupM e Publicis Media nel 2019 la stima degli investimenti pubblicitari toccava gli 8,8 miliardi di euro; il 2020 ha visto una significativa diminuzione degli investimenti, stimata al 17,4%, che ha portato il valore di mercato ad abbassarsi a 7,2 miliardi di euro. Un dato che già nel 2021 si prevede torni a salire (+12%) quotando il mercato a 8,1 miliardi di euro. A soffrire maggiormente degli effetti della pandemia, sono il cinema (-53,8%) a causa delle chiusure imposte alle sale e allo stop di molte produzioni a causa del Covid-19, l’OOH (-34,4%) e la stampa, suddivisa tra quotidiani (-27,4%) e periodici (-26,3%). A reagire meglio sono il digital (-12,1%), la tv(-18%) e la radio (-20,1%). Nonostante la battuta d’arresto, la comunicazione Out-of-Home continua a svolgere un ruolo rilevante nella vita di ciascuno di noi. Anzi, stando alla recente ricerca di Posterscope nel Regno Unito, circa due terzi degli intervistati (sei persone su dieci) dichiarano di aver stabilito un legame emotivo più forte con l’ambiente esterno in seguito alla pandemia. Il report, intitolato The Mobility Mindset, suggerisce anche che questa ritrovata positività nei confronti dell’ambiente esterno stia provocando un effetto a catena sulla fiducia delle persone nei confronti della pubblicità OOH. Questo apprezzamento nei confronti dell’ambiente che ci circonda e della comunità di cui facciamo parte sembra essere particolarmente elevato tra i giovani di
età compresa tra i 18 e i 34 anni (62%), gli abitanti di aree urbane metropolitane come Londra (68%) e chi lavora da remoto (68%). Il 40% degli intervistati ha anche dichiarato di sentirsi maggiormente connesso ai marchi rispetto al periodo precedente alla pandemia, soprattutto quelli che continuano a essere proattivi nonostante i tempi incerti (40%). Essendo la pubblicità parte del tessuto urbano quotidiano, la presenza di un brand sulle facciate dei palazzi e sulle pensiline dei mezzi aiuta a renderli più familiari (42%). Secondo Glen Wilson, amministratore delegato del gruppo Posterscope, questo accresciuto senso di consapevolezza ha permesso alla pubblicità di recuperare un senso più profondo, aumentando la sua capacità di creare connessioni emotive tra le persone e le aziende. Pur considerate le mille difficoltà, quindi, la comunicazione Out-of-Home continua ad essere rilevante e, anzi, si adatta al contesto in cui viene prodotta, cercando di lanciare messaggi positivi e creare empatia con gli utenti. Un buon esempio di comunicazione di questo tipo arriva da JCDecaux Australia che, in collaborazione con l’associazione per la prevenzione dei suicidi R U OK?, ha lanciato un’iniziativa volta a sensibilizzare il pubblico in merito all’importanza della salute mentale. La campagna si compone di pannelli interattivi che utilizzano il riconoscimento vocale per attivare le risposte sullo schermo. Gli utenti vengono attirati da una decalcomania stampata sul pavimento in corrispondenza del pannello, sul quale appare la
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INQUADRA E ACCEDI ALLA REALTÀ AUMENTATA
domanda: “R U OK?” (Stai bene?). Il pannello ascolta la risposta e suggerisce una serie di frasi da dire a chiunque (che si tratti di amico, familiare, collega) che dovesse rispondere negativamente alla domanda. A volte anche strappare un sorriso può fare la differenza. Ci ha pensato l’azienda britannica Emily. Il produttore di snack vegetariani aveva programmato il debutto nell’outdoor advertising proprio nel periodo del lockdown. Anziché rinunciare alla campagna o ripiegare su un inflazionato “restate a casa”, l’azienda ha adattato la campagna pubblicitaria già prevista, per prendersi in giro sul pessimo tempismo. Uno dei poster, per esempio, recita: «Questo è il nostro primo lancio pubblicitario e a vederlo saranno solo un runner e un piccione». Un’altra azienda che ha giocato sull’ironia per stabilire una connessione con gli utenti è Bumble, nota app per incontri online. I cartelloni pubblicitari apparsi per le strade del Regno Unito negli scorsi mesi fanno tutti riferimento a un mondo “romantico” post-Covid. Alcuni messaggi recitano: «Potrai raccontare ai tuoi nipoti che
vi siete conosciuti quando baciarsi era illegale» oppure «Trova un ribelle che si lavi le mani». Per promuovere un’informazione trasparente in un periodo in cui siamo sovraccaricati di informazioni (in molti casi parziali o inesatte), la rivista The Guardian ha recentemente lanciato una sorprendente campagna OOH nelle città di Dublino e Berlino, nel tentativo di incentivare gli abbonamenti al The Guardian Weekly, la sua rivista internazionale. Per farlo ha ingaggiato l'artista Rafael Alejandro che ha creato tre poster “surrealisti”, ciascuno legato a un macrotema considerato altrettanto surreale: la pandemia di coronavirus, Donald Trump e l’emergenza climatica. I tre poster sono accompagnati da tre frasi "Il mondo è... 'confuso', 'assurdo' o 'in crisi', e dallo slogan della campagna che recita 'Trova chiarezza'. Insomma, non è impossibile attirare l’attenzione del pubblico, purché si scelga di farlo con messaggi non convenzionali, che più che stupire, punti a creare una connessione con chi osserva.
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INCHIESTA
Dove andrà l’OOH Ad esclusione della GDO, che ha mantenuto marginalità alte, il settore è in forte sofferenza a partire da marzo. Gli stampatori stanno rispondendo come possono: differenziando e cercando di sfruttare l’innovazione tecnologica e digitale per venire incontro alle esigenze degli utenti, ma anche per ristabilire un rapporto “umano” con la propria audience.
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OOH INCHIESTA
Kimiprint è una tipografia online specializzata in stampa digitale di grande formato e stampa online di espositori promozionali.
Esplorare strade alternative, la via per superare l’emergenza Luigi Carrai, General Brand Manager
Chi è Kimiprint?
Siamo una tipografia online specializzata in stampa digitale di grande formato e nella stampa online di espositori promozionali. Facciamo parte del gruppo PRT S.p.A, una realtà con oltre un secolo di storia alle spalle. Stampiamo ogni genere di supporto: dai pannelli rigidi ai maxiteli, dai roll up alle locandine, fino agli espositori per stand.
Come si compone attualmente il parco macchine destinato all’Out-of-Home?
La pandemia ha impattato pesantemente sul settore dell’Out-ofHome. Quali sono le conseguenze più vistose, al momento?
L’industria del tessile è rimasta ferma fino a settembre e anche il mondo del grandissimo formato sta risentendo fortemente del fermo causato dalla pandemia.
Quali strategie stanno adottando i vostri clienti?
Difficile fare previsioni, ma quanto lunga sarà la ripresa? E come sarà l’Out-of-Home del futuro?
Tutti stanno cercando soluzioni diverse per sopravvivere. La nostra azienda ha cominciato a investire in altri settori. Così anche i nostri clienti cominciano ad esplorare strade diverse dal solito. Abbiamo convertito buona parte della produzione in materiale di sicurezza. Stiamo producendo moltissimo adesivo calpestabile, ma anche visiere e mascherine.
Abbiamo avuto un primo semestre in crescita, nonostante tutto, grazie alla vendita dei prodotti per il distanziamento. L’estate è stata piuttosto fiacca e al momento intravediamo una leggera ripresa. Si prospetta un 2021 non facile, soprattutto nel primo semestre. Come sarà l’Out-of-Home del futuro? Impossibile dare una risposta in questo momento e sarebbe sbagliato fare previsioni, sia positive che negative al momento.
Il nostro parco macchine vanta tecnologie all’avanguardia. Attualmente si compone di soluzioni Agfa Titan e Agfa Tauro (quest’ultima è un investimento molto recente), una Polaroid Godzilla 320, tre Epson 80600 e una Epson a sublimazione.
Negli ultimi anni abbiamo assistito all’affermazione di un nuovo trend, quello del phygital. Nella sua esperienza, si tratta di un fenomeno destinato a prendere piede?
Per quanto riguarda il settore OOH, stiamo assistendo a un momento di completa stagnazione. Oggi le aziende hanno congelato i nuovi investimenti pubblicitari e si limitano ad acquistare i materiali obbligatori. Non sono convinto che questo cambiamento radicale possa verificarsi a breve.
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INCHIESTA
Maja Digital Printing, azienda specializzata nella stampa
di grande formato, offre soluzioni di stampa e decorazione. Grazie a un servizio puntuale e di alto livello, si è conquistata la fiducia di una clientela composta da brand italiani e internazionali.
La comunicazione stampata per esterni ha ancora molto da “dire” Arsenio Malossi, General Manager Come nasce Maja Digital Printing?
Maja Printing è un’azienda a conduzione familiare (il nome stesso è un acronimo composto dai nomi dei membri della famiglia). Abbiamo cominciato con una piccola stampante a getto d’inchiostro, una macchina d’intaglio per il vinile classico pre-spaziato e una calandra. Nel corso degli anni ci siamo ingranditi, arrivando ad avere un’azienda con 14 dipendenti, che si sviluppa su una superficie di 3.500 m2. All’interno
del nostro sito produttivo, stampiamo circa 1.000 m2 al giorno, sia su materiali morbidi (in bobina) che su lastre rigide. Abbiamo sempre puntato su poco personale specializzato e tecnologie dell’ultima ora.
Come si compone il parco macchine?
Stampiamo in bobina con larghezza massima 5 m. Grazie alla tecnologia Durst UV siamo in grado di stampare una gamma di materiali molto estesa: dai più classici (banner, pvc, mesh) ai più particolari come materiali retroilluminabili e film magnetici. Per la stampa su tessuto abbiamo scelto un HP Stitch S1000 con larghezza massima di 3,2 m alla quale è abbinata una calandra Monti sempre con luce 3,2 m. La utilizziamo più per applicazioni destinate a interni che a esterni, perché per la comunicazione outdoor i clienti continuano a preferire l’utilizzo di materiali più classici, durevoli ed economici, in grado di resistere agli agenti esterni. E una stampan-
te P10 HS Durst che utilizziamo per la stampa di pannelli 3x2 m in Pvc, Forex, DiBond, Plexiglass, carta, cartone e ReBoard di cui siamo stati uno dei primi licenziatari in Italia.
Quali sono le richieste che arrivano dalla clientela?
La maggior parte dei nostri clienti proviene dal mondo della Grande Distribuzione, dal retail ma anche dal fashion. La richiesta è quindi quella di ottenere elevata qualità del prodotto e un alto grado di personalizzazione. Chiaramente il requisito fondamentale per lavorare in questo settore è poter garantire tempi di consegna estremamente ridotti.
L’ibridazione tra fisico e digitale è destinata a trovare sempre nuove forme di espressione. Nella vostra esperienza, qual è il riscontro dei clienti?
Penso che assisteremo a una progressiva adozione degli strumenti digitali anche nel mondo della comunicazione OOH. Attualmente, però, dubito che i tempi siano abbastanza maturi. I miei clienti, per esempio, guardano con grande interesse alla possibilità di coniugare la stampa, per così dire, “tradizionale” con soluzioni interattive, ma spesso sono
limitati dai prezzi ancora proibitivi di queste soluzioni. Le soluzioni che coinvolgono la realtà aumentata hanno costi ancora abbastanza alti e ciò fa sì che soltanto aziende con budget di spesa consistenti possano utilizzarle. E anche nel caso di grandi aziende, spesso si punta comunque al contenimento dei costi (soprattutto quando si devono occupare grandi metrature), per cui queste tecnologie vengono riservate ad allestimenti specifici (magari nelle zone del centro, ad alto traffico pedonale). La comunicazione stampata ha ancora molto da raccontare, prima di poter essere sostituita.
In che modo la pandemia ha impattato sul mercato? Quali sono state le strategie adottate dai clienti?
Sicuramente l’Out-of-Home è stato il settore più colpito nel periodo della pandemia. A non risentirne è stato il mondo della Grande Distribuzione Organizzata. Alcuni dei nostri clienti provengono da quel mercato e hanno lavorato a pieno regime, almeno fino all’inizio del periodo estivo. Quel che abbiamo cercato di fare è stato differenziare il più possibile, includendo nell’offerta anche prodotti nuovi, come le soluzioni per la gestione dell’emergenza Covid (divisori, totem). Prima di riprendere a pieno regime occorrerà aspettare la ripresa degli eventi dal vivo e delle fiere. La ripresa alla normalità è legata alla situazione attuale ancora critica, il nostro è un settore ancora in sofferenza.
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Gruppo Masserdotti è partner industriale per la realizzazione
di grandi progetti di comunicazione visiva, con un focus particolare su retail e allestimenti speciali. Alla decorazione digitale, associa la versatilità dei sistemi multimediali grazie ai brand Dominodisplay e alla partnership con Samsung.
Il successo viene dall’integrazione tra stampa e strumenti digitali Alberto Masserdotti, CEO Chi è Gruppo Masserdotti?
Nel 1967 abbiamo cominciato a muovere i primi passi nel mondo della comunicazione e decorazione degli automezzi. All’inizio degli anni Novanta siamo stati tra i pionieri della stampa digitale e da allora abbiamo proseguito con un costante aggiornamento dell’offerta e del parco macchine, che ci porta oggi a coprire qualsiasi esigenza comunicativa in ambiti pubblici e privati, in ambienti esterni ed interni. Grazie a un reparto produttivo all’avanguardia e al consolidato know how del nostro team, negli anni abbiamo vinto numerosi riconoscimenti. Ai FESPA Awards 2020, per la categoria “Roll-to-roll printed textiles”, ci siamo aggiudicati il premio DISTINCTION per il progetto realizzato per l’inaugurazione della Coppa d’Africa 2019. Un telo superwide di 8.000 m2, utilizzato a copertura dell’intera superficie dello Stadio Internazionale del Cairo.
Come si compone attualmente il parco macchine destinato all’Out-of-Home?
Attualmente il nostro parco macchine è composto prevalentemente da soluzioni Durst e HP Latex. I nostri investimenti recenti sono tutti rivolti a massimizzare la produttività, garantendo ai clienti il massimo della qualità e dell’economicità, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Inoltre, abbiamo recentemente ultimato il processo di digitaliz-
zazione del reparto produttivo in ottica 4.0. Un progetto che rientra nell’ambizioso percorso di trasformazione digitale in azienda data driven che abbiamo avviato da tempo.
L’ibridazione tra fisico e digitale (penso all’utilizzo della realtà aumentata) è destinata a trovare sempre nuove forme di espressione. Nella vostra esperienza, qual è il riscontro dei clienti?
La digital transformation sta investendo tutto il settore della comunicazione visiva. La nostra strategia consiste nello sviluppare un’offerta integrata che vede crescere di pari passo la stampa digitale e le nuove tecnologie per il digital signage. Questo ci consente di proporre soluzioni di allestimento complete, che includono anche esperienze digitali interattive e si avvalgono degli strumenti del mobile marketing. Nel nostro caso, la produzione nel settore dell’OOH è focalizzata sui cosiddetti progetti “special”, connessi a un’evento culturale, sportivo, fieristico specifico. Trattandosi di installazioni site-
specific, ogni progetto è davvero unico nel suo genere: sia per quel che riguarda le fasi di progettazione sia per quel che riguarda la produzione vera e propria, le tecnologie e i materiali utilizzati.
La pandemia ha impattato pesantemente sul settore dell’Outof-Home. Quali sono le conseguenze più vistose, al momento?
Come dicevo prima, in ambito di Out-of-Home la nostra specificità sono i progetti “special”, legati a un mondo di eventi che al momento appare del tutto fermo. Il 2020 è stato un anno difficile, ma solo l’andamento della pandemia nei prossimi mesi ci permetterà di fare valutazioni sul futuro. Quel che è certo, indipendentemente dal resto, è che assisteremo a un’accelerazione della comunicazione multimedia e crossmedia.
In che modo i vostri clienti hanno reagito al “fermo” imposto dal Covid? Quali strategie stanno mettendo in atto per ripartire?
Nell’ambito dell’Out-of-Home la situazione non è rassicurante. Per alcuni la soluzione è stata provare a differenziare l’offerta, proponendo soluzioni per la gestione dell’emergenza. Le uniche produzioni che occupano superfici importanti (in termini di metratura) sono state quelle legate alla comunicazione istituzionale per l’emergenza (quindi tutte le campagne volte a informare i cittadini sui comportamenti da adottare). In generale c’è un ridimensionamento degli investimenti delle aziende nell’ambito della comunicazione di grande e grandissimo formato, a beneficio del riempimento delle superfici più piccole, dove stanno prendendo piede gli adesivi.
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Sismaitalia, da 35 anni nel mondo della stampa digitale e del grande
formato, azienda con sede a Bussolengo (VR), si è fatta apprezzare per la capacità di realizzare soluzioni innovative, guidando la trasformazione nel mondo della comunicazione visiva, dell’OOH, degli allestimenti.
Differenziare e ripartire dalle relazioni umane Federica Tisato General Manager Chi è Sismaitalia? Sismaitalia è un’azienda votata all’innovazione che ha fatto del costante aggiornamento del parco macchine la sua cifra stilistica. L’introduzione di tecnologie all’avanguardia ci ha aperto opportunità in nuovi segmenti come la stampa tridimensionale e la decorazione d'interni.
Come si compone il parco macchine? Tra le tecnologie di più recente acquisizione ci sono le soluzioni inkjet a base acqua di MBA, una Fujifilm Acuity Ultra da 5 m. Sul fronte del finishing, abbiamo recentemente investito in soluzioni per il taglio firmate Elitron. Uno dei passi determinan-
ti è stato l'acquisto di sistemi di stampa digitale 3D di grande formato, grazie ai quali è riuscita a intercettare nuovi clienti, sia in Italia che in Europa, suscitando l'interesse di architetti, designer e artisti, attratti dalla possibilità di stampare piccole tirature o pezzi unici di oggetti in 3D.
Quali sono le richieste che arrivano dalla clientela? Sicuramente un dato emerso negli ultimi anni è la necessità di garantire un’esperienza d’acquisto il più possibile personalizzata e unica. Al di là di questo, comunque, sono convinta che in questo specifico momento sia importante comunicare agli
utenti la propria vicinanza a livello umano. Viviamo un momento di estrema difficoltà e possiamo uscirne solo imparando a tessere “una rete di sostegno” che avvicini imprenditori e clienti.
In che modo la pandemia ha impattato sul mercato? Quali sono state le strategie adottate dai clienti? All’inizio dell’emergenza abbiamo subito un arresto pari al 50% della produzione totale, in particolare per quello che ri-
guarda il nostro core business ossia la stampa di grande formato destinata all'outdoor. In seguito all'entrata in vigore delle norme di isolamento domestico, l'affissione è stata la prima forma di comunicazione stampata ad esser sospesa. Molti clienti ci chiedevano di posticipare la consegna degli ordini. Contestualmente, la stampa 3D di grande formato ha continuato a procedere regolarmente. Anzi, proprio la necessità di far fronte all’emergenza Covid-19, ci ha spinto a sperimentare con nuovi prodotti. Sfruttando il potenziale della tecnologia Massivit 3D abbiamo realizzato uno scudo facciale, pensato per garantire massima sicurezza agli operatori sanitari e altre categorie di lavoratori che necessitano di operare in massima sicurezza.
L’ibridazione tra fisico e digitale è destinata a trovare sempre nuove forme di espressione. Nella vostra esperienza, qual è il riscontro dei clienti?
Oggi per un imprenditore nel nostro campo è importante acquisire competenze eterogenee, proprio per restituire agli utenti un messaggio di vicinanza e capacità di attendere alle loro aspettative. Crediamo realmente che l’unione faccia la forza ed è proprio per questo che, all’interno del nostro team, cerchiamo di attrarre talenti tecnici e creativi, con background spesso anche molto diversi. Solo attraverso l’integrazione di nuove competenze è possibile raggiungere risultati degni di nota.
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LE AZIENDE ASSOCIATE
AZIENDE ASSOCIATE A OTTOBRE 2020
INFORMAZIONI E CONTATTI
www.argi.it
segreteria associativa 4IT Group srl Centro Direzionale Milano Oltre, Palazzo Tintoretto — via Cassanese 224 – 20090 Segrate (MI) Tel. +39 02 26927081 – Fax +39 02 26951006 – segreteria@argi.it
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DURST
ALbeRto bASSANeLLo Direttore Vendite Italia
L’universo della comunicazione visiva vive un periodo di ridefinizione. Quali sono i principali cambiamenti percepiti dal lockdown ad oggi? In che modo hanno influenzato le vostre strategie aziendali? Tra i principali cambiamenti percepiti dal lockdown ad oggi c’è sicuramente il crescente interesse di service e stampatori verso la possibilità di vendere i propri prodotti anche online tramite e-commerce. Non stupisce che soluzioni per l’attivazione di piattaforme web-to-print chiavi in mano come il nostro software proprietario Durst Smart Shop abbiano riscosso grande successo. In questi mesi sono molti i clienti che hanno richiesto dimostrazioni personalizzate che hanno poi portato all’acquisto e all’implementazione della nostra piattaforma nella loro attività.
Prima dell’emergenza venivamo da un periodo caratterizzato da sperimentazione e creatività spinta nell’ambito dell’outdoor, quale il contributo della tecnologia digitale in questo processo prima e dopo l’emergenza? L’emergenza sanitaria ha accentuato il passaggio da tradizionale a digitale, favorito anche dai numerosi vantaggi offerti da tecnologie all’avanguardia come quelle messe a punto dal nostro reparto R&D, che lavora incessantemente per ottimizzare la digitalizzazione di tutti i settori produttivi, dalla comunicazione visiva alla cartotecnica, dalla stampa di etichette fino all’industria tessile e ceramica.
EFI Dal punto di vista dell’offerta tecnologica, quali sono le proposte di Durst per soddisfare a pieno le esigenze (vecchie e nuove) della clientela? Durst offre una vasta gamma di soluzioni per la comunicazione outdoor che includono stampanti Roll to Roll con inchiostri UV e con inchiostri sublimatici per la stampa su supporti in bobina fino a 5 metri di luce. Ideali per la decorazione di materiali rigidi, le flatbed della rivoluzionaria serie P5 e le best seller della famiglia Rho P10 a cui si affiancano i sistemi per la cartotecnica della serie Delta WT, equipaggiate con inchiostri ecocompatibili a base acqua. Quali sono state le strategie adottate per restare in contatto con clienti e prospect?
Durante il periodo di lockdown abbiamo mantenuto contatti attivi con tutti i nostri clienti utilizzando oltre a tutti i consueti canali di comunicazione (telefono, e-mail e social) anche webinar e meeting online ad hoc. Non appena è stato possibile tornare a viaggiare, abbiamo ripreso a far visita ai clienti lungo tutta la penisola, per far sentire loro anche concretamente la vicinanza di tutto il team Durst. Allo stesso modo, non appena ci è stato possibile, abbiamo riaperto le porte del nostro Centro Demo di Bressanone anche ai clienti provenienti dal resto d’Europa. Qui, in uno spazio avveniristico, è infatti possibile organizzare dimostrazioni dal vivo nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza previste
eNZo FiNAZZi
Sales Development Manager
L’universo della comunicazione visiva outdoor vive un periodo di ridefinizione. Quali sono i principali cambiamenti percepiti dal lockdown ad oggi? In che modo hanno influenzato le vostre strategie aziendali? Il cambiamento principale che percepiamo è sicuramente un turnover di comunicazione più basso con prodotti e segmenti di mercato ben specifici. Di conseguenza, ci siamo concentrati su quei mercati che sono stati impattati meno, dando man forte a quelle aziende che hanno cercato di cogliere nuove opportunità. Ad esempio, nel settore alimentare, con allestimenti ad hoc, e nel settore della logistica. Indubbiamente nei mesi di emergenza si è prodotta meno comunicazione per esterni e gli investimenti di tutti i professionisti del settore – comprese le agenzie – si sono spostati sulla comunicazione indoor, in particolar mondo nel retail di alimentari e articoli per il bricolage. Prima dell’emergenza venivamo da un periodo caratterizzato da sperimentazione e creatività spinta nell’ambito dell’OOH, con ibridazione spinta tra canali tradizionali e digitali. Si può dire che sia ancora così? Creatività e sperimentazione sono certamente ancora presenti ma il periodo ha visto sicuramente favorito il canale digitale. Infatti basse tirature, personalizzazioni spinte e velocità hanno spostato le proporzioni nettamente a favore del canale digitale. Dal punto di vista dell’offerta tecnologica, quali sono le proposte di Efi per soddisfare a pieno le esigenze (vecchie e nuove) della clientela? Nel settore OOH, la nostra proposta si articola su due linee di prodotto. Le soluzioni roll-to-roll EFI VUTEk D3r e D5r che permette di far fronte alle richieste della comunicazione visiva outdoor classica come anche a quelle dell’indoor; le soluzioni EFI VU-
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HP TEK h3 e h5, che stampano sia su materiali rigidi che in bobina, in grado di gestire materiali rigidi (Forex, Dibond, etc) come anche cartone per packaging. Sia la serie D che la serie H garantiscono maggiore produttività, una qualità di stampa superiore, una maggiore affidabilità e costi di gestione contenuti. Questi modelli permettono di gestire stampa multistrato, modalità di stampa del bianco avanzate e inchiostro trasparente, con una risoluzione di stampa fino a 1.200 dpi, consentendo agli stampatori di soddisfare al meglio le richieste dei propri clienti. In assenza di eventi , quali sono state le strategie adottate per restare in contatto con clienti e prospect? Stiamo proponendo ai clienti demo via web dedicate e webinar a tema, personalizzati per segmento di mercato. Quest'anno abbiamo organizzato con successo due eventi EFI Ignite Virtual Experience, volti a offrire sessioni di presentazione della linea completa di soluzioni di stampa grafiche per display EFI. Per il prossimo gennaio stiamo preparando una nuova e ampia conferenza EFI Engage che si propone di offrire ai clienti informazioni tangibili su come ottimizzare il flusso di lavoro e cogliere nuove opportunità di mercato. Le sessioni copriranno un'ampia gamma di tecnologie, offrendo istruzioni di livello mondiale su EFI Productivity Suite MIS / ERP, front-end digitale EFI Fiery ed EFI Display Graphics e soluzioni di stampa a getto d'inchiostro.
RobeRto GioRGio Regional Business Manager
L’universo della comunicazione visiva outdoor vive un periodo di ridefinizione. Quali sono i principali cambiamenti percepiti dal lockdown ad oggi? In che modo hanno influenzato le vostre strategie aziendali? Chiaramente le aziende che stampavano per la comunicazione esterna di grandi eventi e fiere si sono dovute arrestare. Gradualmente la situazione si sta riprendendo, sono tornate le affissioni in particolar modo destinate al settore alimentare. Indubbiamente c’è stato un ridimensionamento dei volumi, che però ha lasciato anche più terreno di manovra alle piccole attività. Venendo a mancare la grande comunicazione per esterni tradizionale, tutta una serie di piccoli negozi si sono dovuti attrezzare, magari wrappando i propri mezzi per pubblicizzare prodotti e servizi. Molti degli stampatori nostri clienti si sono rivolti a questa fetta di mercato, oltre che alla più comune segnaletica per esterni. Sicuramente servirà un po’ di tempo per tornare ai volumi pre-emergenza, se consideriamo che l’intero settore ha subito un calo di oltre il 50% durante i mesi di lockdown. Prima dell’emergenza venivamo da un periodo caratterizzato da sperimentazione e creatività spinta nel settore dell’outdoor, e da un’ibridazione tra canali tradizionali e digitali. Si può dire che sia ancora così? Coniugare tecnologie digitali e tradizionali funziona sempre più. La situazione attuale ha dimostrato come le aziende in grado di investire in innovazione, anticipando i tempi sono destinate a cogliere più velocemente le nuove opportunità che il mercato offre. Noi proviamo a semplificare la vita a clienti e prospect, offrendo tecnologie all’avanguardia e flessibili. Dal punto di vista dell’offerta tecnologica, quali sono le proposte di HP per soddisfare a pieno le esigenze (vecchie e nuove) della clientela? Continueremo a puntare sulle tec-
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nologie thermal inkjet, compatibili con una gamma di inchiostri molto ampia (base acqua, pigmentati, latex). In questo modo assicuriamo ai clienti una grande versatilità applicativa e la possibilità di intercettare mercati inesplorati come quello dell’home décor o ambiti più industriali, come la stampa su vetro. La nostra filosofia è provare a portare un po’ del DNA di HP in qualsiasi segmento al quale ci approcciamo, come è successo nel caso delle soluzioni HP Stitch per il textile printing. In assenza di eventi “fisici”, quali sono state le strategie adottate per restare in contatto con clienti e prospect? Come azienda siamo sempre stati “iper connessi”. Per qualcuno il passaggio forzato al virtuale è stato una novità, per molti altri la continuazione di un percorso già intrapreso. Sicuramente queste nuove modalità di comunicazione portano con sé dei vantaggi, ma non escludono la necessità di quel contatto “umano” che tanto ci è mancato nei mesi del lockdown. Noi abbiamo accorciato le distanze con webinar e demo virtuali, attraverso le quali siamo anche riusciti a portare a termine due installazioni importanti. Da qualche mese abbiamo avviato un collegamento diretto con il centro demo di Barcellona. Mostrare le potenzialità di una tecnologia attraverso uno schermo non è tanto facile come farlo di persona, ma si tratta di una sfida, che ci obbliga a sperimentare in un modo che non credevamo possibile. Ad ogni modo, per chi lo volesse, abbiamo anche ripreso le demo dal vivo, gestite in assoluta sicurezza, per tutelare operatori e clienti.
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PROFILI
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Tecnologie innovative per stimolare la creatività nella comunicazione stampata outdoor Grazie alle soluzioni di stampa Signracer, Athena, specialista della comunicazione stampata per il mondo dell’outdoor, è riuscita a soddisfare una clientela sempre più esigente, garantendo una produzione di alta qualità a ridotto impatto ambientale.
In un’epoca in cui il digitale ha trasformato radicalmente ogni aspetto della nostra vita quotidiana, la comunicazione stampata per esterni ha ancora ragion d’essere? Per restare competitivi, gli stampatori specializzati in applicazioni di grande formato destinate al settore dell’OOH devono disporre non soltanto di idee creative, ma anche di tecnologie performanti, in grado di stampare grandi quantitativi Marino Fusco, amministratore dell’azienda Athena. di manifesti e maxi affissioni, in tempi brevi e a costi contenuti. Oltre ad avere una versione strategica del mercato in cui opera, lo stampatore moderno deve quindi essere in grado di scegliere la tecnologia giusta o fare affidamento su esperti fidati. Un po’ quello che è successo ad Athena S.r.l, che, grazie all’intuizione del proprio management e al supporto di partner fidati, è riuscita a individuare le soluzioni di stampa più adatte a soddisfare le proprie esigenze e quelle della propria clientela.
Chi è Athena L’azienda è stata fondata nel 2007 da un gruppo di giovani imprenditori calabresi, che decidono di realizzare un centro stampa inizialmente operativo solo all’interno della regione, per poi estendere i propri servizi su tutto il territorio nazionale. Nel corso degli anni gli investimenti si sono concentrati sul miglioramento degli standard produttivi e qualitativi, per offrire alla clientela un prodotto finito e un servizio impeccabili. «Abbiamo scelto di puntare su tecnologie all’avanguardia, avvalendoci di pro-
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PROFILI
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
gettisti e di uno staff tecnico altamente specializzato e puntando su una rete di fornitori di fiducia» spiega Marino Fusco, amministrazione di Athena S.r.l. «La scelta di soluzioni tecnologiche altamente performanti è stata fondamentale al raggiungimento degli obiettivi aziendali, che mettono in primo piano la soddisfazione del cliente».
Puntare su tecnologie produttive, versatili e sostenibili Athena ha attrezzato uno dei suoi reparti più importanti, quello delle soluzioni di stampa water based, con le ultime arrivate nella famiglia di stampanti Hydrospeed prodotte dall’azienda svizzera Signracer. Certo è che un ruolo importante nell’adozione di queste soluzioni lo hanno giocato i partner coinvolti nell’operazione: Errelle, distributore italiano delle tecnologie Signracer, e RIED, azienda toscana che ha fornito la propria consulenza commerciale nell’approccio di Athena a queste soluzioni.
«Le nostre tre stampanti Hydrospeed sono state scelte per la loro affidabilità e le elevate prestazioni, oltre che per il fatto che l’investimento si è rivelato sostenibile soprattutto nei costi di gestione» prosegue Fusco. «La qualità degli inchiostri, in abbinamento a una gestione del workflow intelligente, ci hanno permesso di offrire prodotti finali di elevata qualità, a prezzi competitivi, e di conseguenza allargare la nostra base clienti». L’adozione delle tecnologie Signracer ha avuto un impatto importante sull’azienda anche dal punto di vista della sostenibilità. «Installando le tre soluzioni Hydrospeed, abbiamo sostituito sette delle vecchie stampanti a solvente, utilizzando nuovi profili di stampa elaborati su nostra richiesta specifica dal nostro fornitore Errelle. L’utilizzo di inchiostri base acqua, insieme alla notevole riduzione di assorbimento energetico e all’automazione nella gestione delle stampanti, resa possibile dal RIP Caldera, ci ha portato a ridurre sensibilmente l’impatto ambientale della nostra produzione». «Con le stampanti Hydrospeed che utilizziamo a una ve-
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locità superiore ai 250 mq/h su due turni giornalieri da 8 ore, abbiamo ridotto notevolmente i tempi di consegna, allargando di conseguenza la base clienti e fornendo un prodotto con qualità elevata, più resistente agli agenti atmosferici e rispettoso dell’ambiente». Un’altra caratteristica che ha condotto Athena a scegliere le tecnologie Signracer è stata la necessità di stampare su una gamma di supporti molto estesa. Le soluzioni Hydrospeed permettono di passare da formati standard (70x100, 100x140, 140x200, 300x200, 600x300) ad applicazioni fuori formato di grandi dimensioni (800x400, 1000x600 etc.) in tempi rapidissimi. «Siamo determinati a sfruttare le possibilità offerte dalle soluzioni Hydrospeed e siamo certi che rappresenteranno uno strumento chiave per la crescita della nostra azienda in un mondo in cui soltanto l’innovazione continua permette di restare veramente competitivi», conclude Fusco.
ERRELLE E RIED Errelle, distributore esclusivo dei prodotti Signracer per il mercato italiano, fornisce anche il supporto tecnico post vendita con il suo personale qualificato e ovviamente Signracer, il produttore svizzero di stampanti industriali che hanno ormai raggiunto un livello di qualità e performance ineguagliabili. Le stampanti industriali Signracer vengono fornite con inchiostri NUtec-Digital, sia per la gamma Water Based e Textile che UV, offrendo caratteristiche particolari di tenuta, resa cromatica ottimale e bassi costi di gestione. A settembre di quest’anno, Errelle ha raggiunto le 100 installazioni di Signracer in Italia, di cui almeno 20 proprio della gamma Hydrospeed. RIED è un’azienda con sede a Firenze che distribuisce in tutta Italia materiali e macchine per la stampa digitale e intaglio. Con oltre 20 anni di esperienza nel settore, RIED continua ad evolversi per rispondere ad ogni esigenza e richiesta da parte dei suoi clienti. In un mercato dove puntualità e disponibilità sono un “must”, RIED , grazie a un magazzino di 750 mq, riesce a spedire il 99% degli ordini in giornata. RIED distribuisce tutti i prodotti Signracer in Toscana e Calabria, dove è partito il “Progetto” con Athena.
Sopra, da sinistra, il reparto di produzione di Athena con le tre stampanti Hydrospeed di Signracer; lo stand Errelle a Viscom 2019; esterni della sede di RIED a Scandicci (FI).
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Un nuovo rapporto McKinsey analizza i cambiamenti nelle abitudini d’acquisto dei consumatori, tracciando una linea ben definita tra il periodo pre e il periodo post lockdown.
RIPENSARE IL RETAIL: È LA FINE DEL NEGOZIO FISICO L’emergenza sanitaria ha accelerato la trasformazione digitale nel mondo del retail, ponendo brand owner e stampatori davanti a una serie di sfide necessarie a soddisfare le nuove esigenze dei consumatori. Un nuovo studio della società di analisi McKinsey dal titolo Retail Reimagined: the new era for customer experience analizza i cambiamenti in atto dall’inizio della pandemia e il modo in cui gli operatori del settore e i rivenditori stanno provando ad adeguarsi. L’analisi si basa su un sondaggio condotto su 2.500 consumatori provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania.
Crescono gli acquisti online. un trend irreversibile
di Caterina Pucci
Nei quattro Paesi, il 40% dei consumatori intervistati ha dichiarato di aver colto l’occasione per cimentarsi in nuove abitudini d’acquisto. Si consolida l’abitudine a effettuare acquisti online e cresce la fiducia in sistemi di pagamento come il click&collect, un tempo considerati poco affidabili. Anche i più restii, nel periodo più duro del lockdown hanno cominciato a servirsi delle applicazioni per il food delivery e l’e-commerce di prossimità, operato anche dai piccoli rivenditori di quartiere. In questo fiorire dell’e-commerce, è chiaro che acquisiscono un’importanza cruciale nella valutazione di un’azienda e di un servizio la capacità di garantire un tracciamento dell’ordine efficace, la possibilità di fare resi gratuiti, ma anche l’accessibilità dei siti web e dei portali e-commerce, che devono essere fruibili in maniera semplice e immediata.
Se durante le prime fasi dell’emergenza – tra marzo e giugno – l’immediata reazione delle aziende è stata quella di garantire la continuità di produzione e distribuzione, ora emerge la necessità di comunicare in maniera strategica col consumatore. Per distinguersi dai competitor nel mare magnum che è Internet, occorre un utilizzo sapiente delle risorse virtuali a disposizione, in primis dei social media. In passato i brand tendevano a gestire i propri canali online in maniera passiva. Ciò che contava era esserci, poco importava come. Oggi, quasi tutte le aziende hanno capito che il modo in cui si raccontano e l’immagine che condividono di sé online è indispensabile per conquistare la fiducia degli utenti.
Acquisti in negozio? Sì, purché in sicurezza Se l’e-commerce non ha conosciuto battute d’arresto, i negozi fisici continuano a riscuotere un certo fascino, purché garantiscano il rispetto delle linee guida in materia di sicurezza e igiene. Lo dichiara il 50% degli intervistati, mentre il 59% ha risposto di non frequentare più negozi troppo affollati. In generale, il tempo che si trascorre all’interno del negozio viene ridotto allo stretto necessario. Una tendenza che si scontra con la valorizzazione dell’esperienza utente, che ha caratterizzato l’allestimento dei punti vendita negli ultimi anni.
Reimmaginare i negozi Quel che appare chiaro è che assisteremo probabilmente a un’inversione di tendenza.
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INTERIOR SCENARI
PER COME LO CONOSCIAMO? L’emergenza sta portando i retailer a ridisegnare l’identità dei propri store fisici. Velocità e chiarezza andranno a sostituire la ricerca dell’esperienza utente personalizzata. I retailer avranno bisogno di strutturare strategie per rispondere alle preoccupazioni in materia di sicurezza igiene dei consumatori che saranno tra gli effetti a lungo termine della pandemia. Consentire un distanziamento all’interno del negozio, igienizzare costantemente le superfici, ma continuare a comunicare in modo proattivo e rassicurante.
Un precario equilibrio tra “experience” e sicurezza La grande sfida sarà dunque quella di creare un equilibrio tra promuovere le interazioni sociali e garantire massimo rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza. Al di là delle attuali preoccupazioni legate alla crisi, i retailer dovrebbero prendere in considerazione l'adozione della giusta tecnologia per rendere i negozi più convincenti e utili. Ciò potrebbe significare fornire agli addetti alle vendite dispositivi digitali e strumenti che consentano loro di aiutare meglio i clienti a trovare ciò di cui hanno bisogno; offrendo agli acquirenti consigli sul prodotto successivo da acquistare; infine, integrando sempre di più gli smartphone e le applicazioni mobile all’interno dell’esperienza di acquisto. Oltre a fornire un'esperienza di livello superiore ai clienti, questi strumenti forniscono ai retailer informazioni sulle abitudini di acquisto dei propri clienti che potrebbero essere utilizzati per
Utilizzo delle tecnologie in-store Rispetto delle normative di sicurezza Pagamenti veloci Sconti e premi per i clienti abituali
I parametri che rendono più appetibile per un consumatore la visita a un negozio, stando ai dati di un nuovo report McKinsey
Self-checkout
ottimizzare i prezzi e le promozioni. Un’altra iniziativa indispensabile dovrebbe essere quella di creare “fast zone” in cui vendere articoli che risultano popolari online e che possono essere posizionati nella parte anteriore del negozio, per facilitare la vita al personale addetto alle vendite e agli utenti. Difficile definire con sicurezza le caratteristiche del “negozio del futuro” in tempi di costante incertezza. Quel che è sicuro è che l’intera industria dovrà muoversi rapidamente per cominciare a reinventarsi.
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Rendere sicuro il retail Da una ricerca promossa da Roland DG emerge come la segnaletica relativa al Covid-19 abbia un impatto diretto sul movimento dei clienti nel settore retail, con oltre l’80% dei consumatori più inclini a entrare in esercizi che presentano una segnaletica chiara circa il distanziamento sociale. Ne abbiamo parlato con Marc Artigas, direttore commerciale Roland DG Italia. Secondo uno studio condotto su oltre 2.500 consumatori in cinque paesi, promosso da Roland DG, il 45% dei consumatori italiani ha smesso di frequentare gli esercizi commerciali che non presentano una chiara segnaletica relativa al distanziamento sociale. In Italia, l'86% dei consumatori ha affermato di sentirsi più sicuro negli esercizi con una segnaletica chiara sul distanziamento sociale e l'83% preferisce fare spese in esercizi che presentano istruzioni chiare sulle misure di distanziamento sociale.
di Caterina Pucci
I risultati indicano inoltre che i marchi rischiano danni di immagine dovuti a un'eventuale segnaletica inadeguata sul Covid-19, con i consumatori italiani che affermano
che il principale effetto emotivo di una segnaletica insufficiente è la sensazione che le aziende non prendano sufficientemente sul serio la loro sicurezza (risposta del 47% degli interrogati). La segnaletica è oggi più che mai sotto i riflettori, con la stragrande maggioranza dei consumatori (85%) che dichiara di essere più sensibile a questo aspetto rispetto a prima della pandemia. In Italia, gli esercizi con la segnaletica meno chiara relativa al distanziamento sociale sono i ristoranti e bar (indicati dal 36% degli interrogati), seguiti dai supermercati e dai negozi di alimentari in genere (35%), infine dai negozi di abbigliamento (29%). L’emergenza sta inevitabilmente influenzando le abitudini di acquisto dei consumatori. Questi cambiamenti sono destinati a cambiare radicalmente il retail? Vista la situazione attuale, come evidenziato dall'indagine, una parte significativa dei consumatori italiani ha smesso di frequentare i negozi che non utilizzano una chiara segnaletica per il distanziamento sociale. Dal mio punto di vista, questa tendenza persisterà fino a quando il Covid-19 continuerà a rappresentare una minaccia. Quando la situazione tornerà alla normalità,
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torneremo anche alle nostre vecchie abitudini. Detto questo, penso che alcune delle misure adottate contro il Covid-19 continueranno a caratterizzare la nostra quotidianità anche nel prossimo futuro, come ad esempio gli esercizi commerciali che forniscono gel disinfettanti all'ingresso e mettono in atto modalità di controllo della capacità per evitare assembramenti nei negozi. Quello che è emerso da tutti gli studi è che la pandemia ha dato una notevole spinta all'e-commerce. I negozi fisici, se vogliono sopravvivere, devono ridefinirsi e garantire ai loro clienti di essere dei luoghi sicuri. Quali sono le soluzioni messe a punto da Roland DG per venire incontro ai nuovi bisogni di brand e retailer? Diversi prodotti Roland DG hanno aiutato il mercato italiano ad affrontare questi cambiamenti, in particolare PersBiz e Cotodesign. PersBiz è una piattaforma di ecommerce che consente ai nostri clienti di vendere tutte le loro soluzioni online, invece di limitare la vendita ai soli negozi fisici. Questo ha consentito ai nostri clienti di continuare a vendere un'ampia gamma di prodotti stampati online anche quando l'afflusso dei clienti nei negozi fisici era ormai al minimo, permettendo ai loro utenti finali di modificare, personalizzare e acquistare online tutto ciò di cui hanno bisogno. PersBiz è stato progettato per risultare facile da
utilizzare e si integra perfettamente nei flussi di lavoro di stampa, riducendo costi operativi e sprechi. Inoltre, aiuta a fidelizzare il cliente fornendo una reale flessibilità e l'accesso a prodotti che l'utente poteva non conoscere in precedenza. Cotodesign è un innovativo pacchetto software di progettazione e gestione della stampa per la personalizzazione in-store. Con Cotodesign, i rivenditori possono offrire ai loro clienti un'esperienza in loco unica, aumentando l'affluenza e i margini di guadagno grazie alla personalizzazione dei prodotti. È intuitivo e semplice da integrare negli ambienti commerciali. I clienti possono collegarsi alla rete wifi del negozio e stampare o personalizzare foto dai loro dispositivi mobili, oppure incidere qualsiasi oggetto. Grazie a questi prodotti, riusciamo a coprire entrambi i segmenti: quelli che preferiscono l'e-commerce e quelli che preferiscono reinventare la loro esperienza nel negozio fisico conferendo valore aggiunto ai prodotti che vendono grazie alla personalizzazione. In assenza di eventi fisici, quali strategie avete messo in atto come azienda per restare in contatto con prospect e clienti? Sin dai primi giorni di lockdown ci siamo messi in moto con una serie di attività culturali, formative e ricreative destinate ai nostri utenti, coloro che noi amiamo chiamare
"Artigiani tecnologici". Giovanni Re, Community manager e Academy specialist, ha allestito nella sua abitazione uno studio con tanto di green screen e ha sviluppato più di 25 dirette Facebook e Youtube, con più di 600 partecipanti, toccando temi come l'uso dei software grafici o rip, condivisione di applicazioni per il Covid-19 entrando virtualmente nei laboratori degli artigiani seguendo il claim del marketing europeo: "We are here". Tra le varie attività ci piace mettere in risalto il corso STEAM online destinato ai figli dei nostri clienti, dove Giovanni ha sviluppato un corso sulle nozioni base della grafica vettoriale, bitmap e 3D che ha consentito ai ragazzi di creare grafiche straordinarie che i loro genitori, con le periferiche Roland dei loro laboratori, hanno trasformato in T-shirt, portachiavi, adesivi e tanti altri oggetti meravigliosi scaturiti dalla creatività dei propri figli. PersBiz è uno shop online creato da Roland DG per insegnisti e fornitori di servizi di stampa.
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Negli ultimi anni il ruolo del cartone ondulato è cambiato. Se per decenni è stato utilizzato quasi esclusivamente per il trasporto di merci, oggi – grazie soprattutto alla popolarità dell’e-commerce – comincia a giocare un ruolo nel marketing di prodotti alimentari e di altro tipo. Di conseguenza, le scatole diventano strumenti di comunicazione, utili a rafforzare l’identità dei brand
CARTONE ONDULATO: DA SEMPLICE CONTENITORE A Negli ultimi anni l’industria del cartone ondulato ha registrato una crescita costante, sia in termini di m2 stampati che di peso. Dopo essere stato relegato per anni al ruolo di strumento di contenimento, oggi il “corrugated” sta vivendo una fase di progressiva riscoperta che lo rende uno dei protagonisti indiscussi del packaging. Già il report di Smithers Pira “The Future of Corrugated Packaging to 2023” offriva un’analisi sull’espansione di questo mercato, che cresce di circa 3,7% all’anno ed è destinato a raggiungere i 300 miliardi di dollari nel 2023. Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati forniti da Assografici, il volume di produzione di cartone ondulato nel 2019 è stato di poco più di 7 miliardi di m2.
Il ruolo dell’e-commerce
di Caterina Pucci
Una delle ragioni di questa riscoperta dell’ondulato è da ricercarsi, probabilmente, nell’esplosione dell’e-commerce e dei servizi di delivery. Un trend che nel 2020 – soprattutto nei mesi del lockdown – ha subito un’impennata considerevole. La rapidissima espansione dei servizi di vendita online ha trasformato il ruolo degli imballaggi, a cui oggi si richiede di coinvolgere gli utenti e regalare loro un’esperienza d’acquisto memorabile. Oltre che invogliarli all’acquisto, ovviamente. Il perfezionamento delle tecnologie di stampa – sia analogiche che digitali – ha inevitabilmente contribuito ad accelerare la trasformazione del cartone da materiale “povero” a strumento di comunicazione dalle innumerevoli potenzialità estetiche e applicative.
Il settore food cresce, ma non è l’unico Oggi, il cartone ondulato è utilizzato prevalentemente nel settore alimentare (per il trasporto di ortofrutta, prodotti freschi e lavorati, bevande, pesci, carni e polli) che si conferma il principale canale di sbocco. Nel 2018 il settore food è cresciuto di quasi due punti percentuali rispetto all’anno precedente raggiungendo una quota di mercato del 62,1%. Contestualmente tutti gli altri ambiti applicativi (elettrodomestici, edilizia, industria metalmeccanica, farmaceutica, arredamento, igiene, cosmesi, pulizia per la casa, etc.) avevano perso alcune quote di mercato. Ma il 2020 potrebbe aver segnato un ulteriore cambiamento, proprio in virtù di una ritrovata esigenza di acquistare prodotti per la pulizia e l’igiene.
La stampa digitale, sinonimo di personalizzazione Oltre il 90% della grafica stampata sull’ondulato viene realizzato con tecniche di stampa analogiche (in primis flessografia, rotocalco e offset). La percentuale stampata in digitale è ancora esigua, ma comincia a conquistarsi quote sempre più consistenti. Il successo delle tecnologie digitali è motivato dalla crescente necessità di personalizzazione sulle basse tirature, oltre che dalla disponibilità di soluzioni sempre più performanti. Anzi è proprio forse per quest’ultimo motivo che i converter cominciano a considerare la possibilità di introdurre tecnologie di stampa inkjet in affiancamento al parco macchine tradizionale. Il vantaggio principale delle tecnologie digitali è di avere un costo unitario contenuto sulle basse
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STRUMENTO DI COMUNICAZIONE A TUTTO TONDO tirature, non essendoci costi fissi di impianto (non ci sono cliché o matrici). In relazione ai grandi volumi di stampa, tipici per esempio della grande distribuzione, le tecnologie digitali – seppur migliorate – restano ancora poco competitive. La trasformazione digitale ha permesso a molte aziende di offrire ai clienti un time-to-market più rapido e lotti di produzione flessibili, mantenendo risultati di qualità omogenei nelle soluzioni di stampa. Come nel caso di ICO, produttore di cartone ondulato, che con l’introduzione della stampa digitale è riuscita a ottimizzare la gestione della supply chain. L’ingresso di HP C500 ha reso possibile far fronte a tirature brevi, consegne urgenti, lasciando alle tecnologie analogiche la gestione di lunghe tirature statiche.
Cara, vecchia flexo La flessografia, anche nota come flexo, è una tecnica di stampa che adopera matrici in gomma (anche note come cliché) per trasferire l’inchiostro sui supporti da stampare. è da sempre una delle tecniche più adoperate nella Grande Distribuzione, che non richiedeva risultati qualitativi troppo elevati. Nel corso degli anni, i miglioramenti tecnici hanno permesso a questa tecnica di stampa di raggiungere una maggior stabilità cromatica, con un conseguente miglioramento generale della qualità e omogeneità degli stampati. Ciò ha permesso ai converter di ottenere risultati sempre più simili a quelli ottenuti con l’offset e, di conseguenza, di soddisfare le esigenze dei brand owner, alla ricerca di risultati qualitativi sempre più alti,
pur mantenendo costi unitari contenuti. Ne abbiamo parlato con Gerardo Budetti, responsabile tecnico di Antonio Sada & Figli «La flexo è nata come tecnica di stampa povera, destinata a stampare grandi quantità di imballaggi a costi contenuti; tuttora è la tecnica di stampa più apprezzata e adoperata nell’ambito della Grande Distribuzione Organizzata che richiede volumi medio alti e tempi di consegna rapidi. Anche le esigenze della GDO però si sono evolute nel tempo e la scatola di cartone comincia a trasformarsi in un prodotto non solo protettivo ma anche comunicativo». Anche nella GDO, la scatola in cartone ondulato assume un valore espositivo che impone una maggiore attenzione alla qualità. Budetti precisa che occorre distinguere tra flessografia pre-print e post-print. La prima è adoperata prevalentemente nei mercati dove sono richieste alte tirature e prevede l’accoppiamento in ondulazione con i conseguenti scarti. La seconda assicura qualità
Gerardo Budetti, responsabile tecnico di Antonio Sada & Figli.
Digitale e analogico non sono in competizione, anzi possono coesistere perché servono scopi differenti. Tutto dipende dai volumi che si devono realizzare. 33
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Pack stampati da Gruppo Sada, azienda specializzata nella stampa di cartone per il mondo della Grande Distribuzione Organizzata. Sulle scatole è stampato il codice nascosto brevettato da Digimarc e fornito dall’azienda Primigena di Luigi Stelluto.
con pochi scarti e si sposa bene con le esigenze della GDO europea, che richiede volumi medio-alti e livelli di qualità elevati.
Scatole sempre più intelligenti Con la definizione “smart packaging” si indicano quelle confezioni che - grazie all’inserimento di elettronica stampata in digitale - acquistano funzionalità che vanno ben oltre il semplice contenimento di un prodotto. Secondo Smithers Pira, il valore di mercato dell’industria del packaging intelligente si aggira intorno ai 6 miliardi di dollari ed è destinato a crescere del 6% annuo entro il 2024. Questo tipo di tecnologia viene impiegata per migliorare la logistica e funzionalità dei prodotti ma anche per comunicare in maniera più efficace con i consumatori, assicurando un’esperienza utente potenziata. Oltre ai più classici QR code, negli ultimi anni sono stati introdotti metodi più sofisticati come tecnologie RFID e NFC che prevedono l’inserimento di un tag elettronico direttamente all’interno delle confezioni, volte a non intaccare l’estetica del prodotto. Un esempio è la soluzione StealthCode (sia app che piattaforma) sviluppata da BeeGraphic. Basata sulla tecnologia brevettata Digimarc, StealthCode consente di stampare un codice, univoco e invisibile, su diverse tipologie di materiale. Il codice incorpora diverse
informazioni EAN, URL, GTIN, Lotto, etc. Uno dei punti di forza di questa tecnologia secondo Goliardo Butti, CEO di BeeGraphic, è la sua compatibilità con qualsiasi processo di stampa, senza bisogno di inchiostri speciali e mantenendo invariata la veste grafica. Tra le tecnologie innovative, come non menzionare anche l’utilizzo della realtà aumentata che alcuni grandi brand hanno già cominciato a sperimentare con successo. In primis Amazon che, in occasione del Prime Day, ha lanciato la sua app per l’augmented reality volta a rendere “interattive” le sue scatole da spedizione.
Subscription economy La progressiva affermazione del modello direct-toconsumer, che consente di acquistare direttamente dai produttori, ricevendo un’esperienza personalizzata sulla base dei propri gusti è tra le motivazioni che hanno visto crescere il mercato delle subscription boxes. Le subscription boxes sono scatole che si ricevono periodicamente a casa, sottoscrivendo un abbonamento. Ne esistono di ogni genere, dedicate al food&beverage, alla cosmesi, all’elettronica e via dicendo. Ancora una volta, per i servizi che possono contare su una base di abbonati molto ampia e ordini consistenti,
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A sinistra, opera d’arte in altissima risoluzione stampata direttamente su cartone ondulato in grande formato da ICO (Industra Cartone Ondulato) con tecnologia di stampa digitale single pass HP Pagewide C500 e inchiostri base acqua.
le tecnologie analogiche sono ancora il processo di stampa più conveniente. Tuttavia, le tecnologie digitali rappresentano un’opportunità per tutte quelle piccole e medie aziende con una clientela più di nicchia, che quindi necessitano di quantitativi bassi ma con un alto grado di personalizzazione. La flessibilità del digitale consente infatti di lavorare in una logica just-in-time, evitando l’acquisto in stock di grandi quantità di scatole e abbattendo sia i costi di produzione che quelli di stoccaggio.
Cartone ondulato, una scelta sostenibile? Proprio la ritrovata importanza degli imballaggi fa sì che i consumatori si dimostrino più consapevoli della funzione vitale che essi svolgono.
Di fianco e in basso, la StealthCode trasforma il customer engagement da statico a dinamico. Grazie al codice univoco impercettibile stampato sull’intera superficie del pack, l’utente viene indirizzato a URL con contenuti costantemente aggiornati. Protagonisti i pack di pasta “intelligenti” di LIC Packaging, stampati con tecnologia HP Pagewide C500. La cartotecnica italiana è la prima al mondo a offrire una gamma completa di soluzioni di stampa HP per il packaging e display in cartone ondulato, grazie anche all’installazione – prevista per il 2021- della nuova HP PageWide T1190.
INQUADRA E ACCEDI ALLA REALTÀ AUMENTATA
Un sondaggio di Smurfit Kappa condotto su duemila consumatori online provenienti da Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Gran Bretagna riporta che il 56% considera la sostenibilità del pack uno dei requisiti fondamentali per valutare la trasparenza di un marchio. Nonostante la sua apparenza semplice, il cartone ondulato permette di realizzare imballi flessibili ma robusti, monomateriali, ma al contempo versatili e customizzabili. Così raffinati nella loro semplicità, da diventare una leva di marketing strategica che contribuisce a rendere l’esperienza d’acquisto unica nel suo genere.
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LE TECNICHE DI STAMPA SERIGRAFICA NEL TESSILE: SECONDA PARTE
di Angelo Barzaghi
La serigrafia ha per anni utilizzato telai con un alto passaggio di inchiostro e usato, in particolare nelle sue origini per così dire industriali, più o meno gli stessi prodotti a base acqua del tessile puro opportunamente modificati per poter funzionare nelle condizioni e sulle esigenze delle tecniche serigrafiche. Vediamone alcune.
Discharge e devoré Tipiche del mondo degli inchiostri a base acqua e discendenti dirette del mondo della stampa tessile, il discharge e il devoré sono tecniche che si presentano e si dileguano dal mercato a cicli più o meno regolari. Il discharge (in Italia chiamato erroneamente “corrosione”) si ottiene tramite reagenti in polvere o in grana fine che permettono di ottenere una base biancastra e trasparente che scarica la tinta del tessuto su cui viene stesa, riportandolo al suo colore naturale. La base discharge può essere colorata con pigmenti per ottenere stampe di vari colori direttamente, senza uso di basi
bianche di fondo e garantendo una mano estremamente morbida. In sostanza, il discharge non deposita inchiostro, ma rimuove la tinta del tessuto e quindi lascia una mano estremamente soffice, molto simile a quella ottenuta con la stampa a sublimazione. Diverso il devoré, che si ottiene dalla combinazione di una base neutra (eventualmente colorabile con pigmenti) con dei sali reagenti. Il composto chimico che ne deriva, una volta stampato su un tessuto misto, elimina letteralmente la fibra naturale lasciando quella sintetica intatta e creando quindi un effetto di bassorilievo molto accattivante ed elegante.
Rigonfiante e altri effetti speciali Inchiostri che rigonfiano, inchiostri lucidi o opachi, inchiostri che si spaccano una volta stampati, inchiostri catarifrangenti, fotocromatici, termocromatici, conduttivi, fluorescenti, fosforescenti, metallici, antimigrazione. Ognuno di loro ha caratteristiche di densità, viscosità,
stampabilità, stesura, deposito, tenuta alle azioni meccaniche di utilizzo molto diverse. Possiamo indicarne le caratteristiche principali. Rigonfiante o “puff”: ha la proprietà di rigonfiare una volta esposto a temperature intorno ai 160° o più. Si usa per dare aspetto tridimensionale a testi, dettagli o elementi grafici all’interno di una stampa. È un prodotto piuttosto delicato e non molto resistente alle azioni meccaniche come sfregamento e lavaggi ma può essere per così dire rinforzato usando speciali accorgimenti. Crack: un inchiostro (base neutra o pigmentato) che ha la caratteristica di spaccarsi una volta stampato e asciugato: hai presente l’effetto di un terreno che non vede l’acqua da tempo ed è costantemente esposto a forte calore? Ecco, quello! Basi lucide o opache: servono a “finire” una stampa o dei dettagli
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in questa contenuti per dare un aspetto relativo alle caratteristiche espresse; se specificamente concepite fungono da basi nelle quali inserire componenti come glitter e microsfere (caviar beads). Se hanno caratteristiche adesive possono essere utilizzate per il trasferimento di lamine metalliche o floccato transfer. Inchiostri termo o fotocromatici: reagiscono alla temperatura o alla luce. Hanno una colorazione latente che si attiva in presenza di condizioni specifiche. Inchiostri conduttivi: si utilizzano soprattutto nella realizzazione di circuiti stampati, ma anche, opportunamente formulati, nella stampa tessile. Ultimamente trovano grande applicazione in campo medico preventivo, nella misurazione di battito cardiaco, monitoraggio funzionalità di alcuni organi vitali etc. Inchiostri fluorescenti: sono i classici colori molto brillanti e con tinte fluorescenti appunto; normalmente i colori “di cartella” sono giallo, verde, fucsia, arancione e in alcuni casi anche blu e magenta. Inchiostri fosforescenti (glow in the dark): sono i classici
1) Marilyn Monroe: stampa realizzata con l'uso di un telaio e la tecnica discharge usando una base trasparente contenente del pigmento bianco. 2) Print Make Wear: stampa realizzata con telaio e inchiostro a spessore e poi laminata con un foil trasparente glitterato.
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inchiostri che si caricano alla luce durante il giorno e al buio completo si attivano emettendo una luce verdognola o del colore del pigmento utilizzato; si utilizzano anche nei DPI come etichette di estintori o indicatori di sistemi di emergenza che non possono essere illuminati elettricamente. Inchiostri metallici: ai classici oro e argento, oggi si sono aggiunte anche altre tinte, come il rame, il bronzo, diversi tipi di blu, verde, etc. Insomma i limiti ormai sono davvero sempre più sottili. Basi antimigrazione: inchiostri (solitamente di colore grigio, ma esistono anche bianchi, gialli o perfino neri) che servono a bloccare la migrazione dei pigmenti dalla stampa sublimatica attraverso l’inchiostro serigrafico (stampato successivamente). Avete mai visto le “vecchie” divise da calcio di squadre con i colori rosso neri, nero azzurri o viola? Le stampe bianche sovrapposte non erano mai perfettamente bianche, ma prendevano la dominante del tessuto sottostante.
Stampa a spessore Confusa dai meno esperti con la stampa rigonfiante, la stampa
a spessore è una stampa che ha bisogno di molta tecnica, competenza ed esperienza, sia in termini di preparazione grafica che di realizzazione della matrice e poi di stampa. Per ottenere una stampa a spessore degna di questo nome occorre saper lavorare sullo spessore della matrice non prima di aver scelto accuratamente il soggetto più adatto allo scopo. Il risultato di questo tipo di tecnica a volte è davvero stupefacente, quasi incredibile soprattutto se si sa “plasmare” l’inchiostro in modo artistico e plastico. Con la tecnica della stampa a spessore è possibile conferire un aspetto “materico” alla stampa, impossibile da riprodurre con inchiostri normali. In questo breve articolo si è cercato di elencare alcune tra le più diffuse e conosciute tecniche di stampa realizzabili nel settore serigrafico. Oggi quasi tutte queste tecniche tradizionali sono di fatto compatibili con la stampa digitale diretta e indiretta. Questo permette di dare un valore aggiunto, soprattutto laddove le tirature o le produzioni particolarmente complesse possono beneficiare di una commistione tra tecniche tradizionali e digitali.
3) Marilyn Monroe: stampa realizzata con tecnica discharge, ma solo con base trasparente e un secondo colore (rosso) in sovrastampa. 4) Ford F150: stampa realizzata con tre telai a spessore e inchiostri dedicati plastisol per realizzare tre diversi campi di profondità: lo pneumatico che caratterizza la scritta, la griglia del muso e il logo con uno speciale trasparente che si stonda passando in forno ad alte temperature. 5) Stormtrooper di Star Wars: stampa realizzata in simulazione colore usando diverse gradazioni di argento (colori metallici).
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INDUSTRIA TESSILE E FIERE VIRTUALI: LA PAROLA AGLI ESPOSITORI vision orientata a promuovere un’evoluzione sempre più sostenibile del settore della stampa tessile.
Nell’industria tessile, la cancellazione delle principali fiere di settore ha privato tutti gli operatori della filiera di uno spazio “fisico” in cui incontrare clienti e prospect. Proprio da questa necessità nasce WTIN – Innovate Textile&Apparel Virtual Trade Show, l’evento online che dal 15 al 30 ottobre invita costruttori di tecnologie e produttori di materiali a presentare le più recenti innovazioni al pubblico su scala globale, senza restrizioni legate al distanziamento fisico. Abbiamo chiesto ad alcuni dei partecipanti di raccontarci come vivono questo passaggio al virtuale
Alessandro Manes CEO, aleph
Come sarà la vostra proposta in occasione dell’edizione virtuale di WTIN? Sul nostro stand virtuale, presenteremo la nostra gamma completa di soluzioni destinate alla stampa tessile e al mondo dell’Out-Of-Home. In particolare, vogliamo puntare l’attenzione sulle linee a pigmento di aleph, che ci stanno dando particolare soddisfazione sia per la qualità dei nostri inchiostri – che si contraddistinguono per la resa e la brillantezza dei colori e solidità – sia perché rispecchiano la nostra
Ora che la transizione al virtuale è sia un’esigenza che un trend, quali sono le strategie per distinguersi dai competitors? Sono due le aree sulle quali abbiamo concentrato i nostri sforzi. Da un lato, stiamo puntando a potenziare il servizio ai nostri clienti. A questo proposito, stiamo lavorando a un nuovo software per la gestione – tramite una piattaforma cloud – del customer care: questa soluzione ci consentirà sia di interagire costantemente con i clienti, sia di gestire con grande efficienza tutta la parte dell’assistenza tecnica e forecast inchiostri. Dall’altro, negli ultimi anni abbiamo potenziato molto la comunicazione digitale dell’azienda: grazie a newsletter mirate e all’utilizzo dei social media, riusciamo a interagire in modo costruttivo con i nostri clienti e a fare engagement, proponendo contenuti diversi, da promozioni
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EVENTI FIERE VIRTUALI
a tematiche di attualità nel settore fino a novità in ambito di tecnologia e applicazioni. Come offrire valore aggiunto e un’esperienza utente personalizzata usando i nuovi strumenti che le fiere virtuali mettono a disposizione? Per aleph, quella a Textile & Apparel Virtual Trade Show rappresenta la prima partecipazione a un evento fieristico virtuale. Siamo entusiasti della possibilità di mettere in vetrina tutte le nostre soluzioni e di poter accogliere visitatori virtuali provenienti da tutto il mondo. Per questo, abbiamo coinvolto partner e dealer delle diverse regioni per garantire massima copertura dell’evento, 24/7. In questo senso, credo che – se ben pianificata – l’interazione virtuale possa rappresentare una fertile opportunità di engagement in questa fase delicata. Quali sono le principali opportunità e difficoltà che un fornitore di tecnologie di stampa incontra al momento nel carpire l’interesse di prospect e clienti, specialmente nell’ambito della stampa tessile? A fronte dell’escalation dell’emergenza COVID-19 e della conseguente cancellazione di tutti gli eventi e appuntamenti, negli ultimi mesi la principale sfida per noi è stata quella di trovare una formula alternativa per continuare ad alimentare il dialogo con i clienti e intercettare prospect. Questa sfida si è trasformata in opportunità nel momento in cui ci ha spinto a potenziare l’uso dei social media e delle comunicazioni digitali per coinvolgere i nostri interlocutori. Allo stesso modo, siamo riusciti a trovare soluzioni alternative per gestire conversazioni e trattative
con i clienti. Ad esempio, abbiamo condotto una serie di demo virtuali: i clienti assistono alla stampa di disegni da loro forniti – in remoto, tramite piattaforma virtuale –, mentre i campioni stampati – firmati e convalidati in loro “presenza virtuale” – vengono spediti. Questa formula ha funzionato molto bene, tanto che ci ha consentito di chiudere alcuni trattative anche durante il periodo COVID.
Silvia Macchi Marketing Services Manager Epson Italia Come sarà la proposta di Epson in occasione dell’edizione virtuale di WTIN? Abbiamo sviluppato una proposta in linea con il cambiamento di paradigma che stiamo vivendo in questi mesi con la transizione accelerata dal mondo fisico a quello digitale.
L’obiettivo di una fiera, anche virtuale, è essere luogo di incontro e di business. Da questo punto di vista, lo sforzo da parte nostra è di presentare Epson e i nostri prodotti in maniera precisa ed efficace, creando uno stand virtuale d’impatto, impiegando tutti gli strumenti che il virtuale ci offre, dai video alle brochure digitali, dalle live chat ai video meeting, per favorire l’interesse all’incontro e al dialogo. In sintesi il nostro obiettivo, e il risultato davvero innovativo che ci aspettiamo, è la realizzazione di una sintesi intelligente tra virtuale e reale. Ora che la transizione al virtuale è sia un’esigenza che un trend, quali sono le strategie per distinguersi dai competitors? Il valore aggiunto di un evento fisico è che offre alle persone la possibilità di incontrarsi e socializzare da un lato, e di vedere in funzione e toccare con mano i prodotti presentati, dall’altro. Oggi per noi occupare uno spazio virtuale significa lavorare a una strategia di contenuti e visual in grado non solo di attirare clienti e prospect ma anche di comunicare in modo semplice ed efficace, generando opportunità di confronto diretto. Come offrire valore aggiunto e un’esperienza utente personalizzata usando i nuovi strumenti che le fiere virtuali mettono a disposizione? La chiave per offrire valore aggiunto credo sia l’accessibilità a contenuti specifici, brochure digitali e video, visualizzabili e scaricabili
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EVENTI FIERE VIRTUALI
in qualsiasi momento – davvero H24. Inoltre, il digitale permette un’immediata profilazione e rende quindi più facile per i visitatori accedere a contenuti di interesse. Stiamo lavorando per condividere in modo chiaro i messaggi chiave del nostro brand non solo attraverso i materiali ma anche attraverso tutti i possibili spazi di interazione, grazie alle opportunità che ci offre la piattaforma, in particolare la comunicazione real-time attraverso live chat e video meeting. Siamo una società internazionale e, per Epson, partecipare a questo evento significa coinvolgere paesi di diversi continenti, dall’America al Giappone: questo ci consente di essere praticamente sempre online. Impiegheremo inoltre i social, un canale che usiamo abitualmente, per offrire contenuti rilevanti, intercettare il pubblico e invitarlo a venire a incontrarci virtualmente in fiera. Quali sono le principali opportunità e difficoltà che un fornitore di tecnologie di stampa incontra al momento nel carpire l’interesse di prospect e clienti, specialmente nell’ambito della stampa tessile? Senza dubbio la mancanza di eventi fisici, come ad esempio le fiere di settore, è un grande limite ma il virtuale in un momento storico come quello che stiamo vivendo è una grande opportunità che ci può aiutare a non perdere il contatto con i nostri clienti e gli operatori di settore. Credo tuttavia che, in un settore B2B come il nostro, la relazione personale, one-toone, faccia ancora la differenza. La possibilità di incontrarsi e di mostrare il prodotto, come ad esempio facciamo abitualmente negli Epson Textile Solution Center presenti in vari paesi, ci permette di capire le specifiche esigenze dei clienti e di fare con loro le prove di cui hanno bisogno. Oggi la rete permette di comunicare in maniera immediata ed efficace in tutto il mondo, con video e immagini,
e di raccogliere l’interesse dei clienti e dei prospect, così da arrivare all’incontro diretto con tutte le informazioni utili per essere sempre più efficaci. Possiamo aspettarci che la stampa digitale si rivelerà l’elemento chiave in grado di rispondere alla crescente domanda di tirature sempre più brevi, consegne più rapide e produzione di tessuti altamente personalizzati, perfettamente in linea con le attuali esigenze del mercato tessile.
Danna Drion Senior Marketing Manager, Mimaki Europe Mimaki è stata tra le prime aziende a proporre un evento online col sopraggiungere della pandemia. Oggi il “virtuale” costituisce sia un'esigenza che una tendenza, quali sono le strategie per distinguersi dai competitors? Già nella prima fase dell’emergenza, ad aprile, siamo stati tra i primi costruttori a proporre un evento virtuale, lanciando il Virtual Print Festival. Questa prima esperienza ci ha
permesso di migliorare volta per volta le nostre iniziative online. Nel farlo, ci siamo concentrati in modo particolare sull’individuazione delle tematiche che potessero risultare più interessanti e offrire quante più informazioni possibili al nostro target di riferimento. Inoltre, ci siamo assicurati di garantire contenuti extra, che arricchissero il palinsesto e rendessero più stimolante la partecipazione a questo genere di iniziative, tra cui sessioni interattive, sondaggi, tour “virtuali” per conoscere meglio le tecnologie in mostra e molto altro. Qual è la strategia che avete messo in atto per garantire un'esperienza utente personalizzata, utilizzando i nuovi strumenti digitali che gli eventi virtuali hanno messo a disposizione? Innanzitutto, Mimaki può contare su uno dei più ampi – se non il più ampio – portfolio di soluzioni per la stampa digitale attualmente presenti sul mercato. La nostra gamma di soluzioni comprende stampanti digitali destinate al settore del sign&graphics, stampanti UV e soluzioni per la stampa su tessuto, disponibili in diverse dimensioni e fasce di prezzo. A ciò si aggiungono le nuove soluzioni per la stampa 3D. Questa varietà ci permette di attingere a un vasto “paniere” di argomenti da trattare durante i nostri eventi virtuali. In aggiunta a ciò, abbiamo la fortuna di poter contare su una numerosa rete di clienti e partner, che si sono mostrati entusiasti di condividere le proprie competenze ed esperienze dirette nel corso dei nostri appuntamenti virtuali.
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FIERE VIRTUALI
La chiave della nostra strategia risiede nella capacità di restare in contatto con il nostro pubblico. Sin dall'inizio, dopo ogni singolo evento, abbiamo raccolto i feedback dei partecipanti e abbiamo utilizzato i loro commenti come punto di partenza per perfezionarci e offrire loro un’esperienza sempre migliore. Sempre parlando dell’industria tessile, quali sono le principali opportunità che i costruttori di tecnologie possono cogliere in questo momento? Quali le difficoltà che si trovano ad affrontare? Come molti altri settori, l'industria tessile ha subito pesantemente gli effetti della pandemia a livello globale. Con una situazione in costante evoluzione, è certamente difficile fare previsioni per il futuro. A fronte di ciò, abbiamo constatato che le aziende di
stampa tessile sono state in grado di riprendersi da queste avversità a un ritmo sorprendente. Da una parte, riorganizzandosi a livello produttivo, dall’altro rendendo le proprie attività sempre più servicedriven. In tal senso la stampa digitale risulta una fedele alleata, perché consente alle aziende tessili di offrire ai propri clienti un servizio efficiente e on-demand. Guardando al futuro, mi aspetto che questa emergenza produca diversi cambiamenti significativi nel modo in cui vengono gestite le aziende. Per fare un paio di esempi, a causa dell'impatto di COVID-19 sulle importazioni oltreoceano, molti marchi di moda e di abbigliamento stanno valutando un riavvicinamento degli impianti produttivi. Questa scelta si tradurrà, molto probabilmente, in un ripensamento dei metodi di produzione in ottica “locale” che, col passare del tempo,
diventeranno sempre più competitivi. Al contempo, l’emergenza ha incoraggiato anche le aziende più scettiche a cogliere le opportunità offerte dall’online. Non solo i negozi online sono accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in qualsiasi luogo, ma semplificano e velocizzano la procedura d’acquisto, incoraggiando un maggior utilizzo della personalizzazione. Nonostante le circostanze attuali, la stampa tessile digitale è destinata a crescere e sbloccare nuove opportunità di applicazione. Anzi, sono convinta che la stampa digitale si rivelerà la chiave per facilitare la crescente domanda di tirature sempre più brevi, consegne sempre più rapide e una produzione di tessuti altamente personalizzata. Tutte caratteristiche perfettamente in linea con le nuove esigenze dell’industria tessile.
Il colore che è sempre di moda Dai colori più ricchi alle formulazioni personalizzate, DuPont™ Artistri® fornisce inchiostri di alta qualità che consentono una straordinaria uniformità del colore costante nelle produzioni e nel tempo. Cosa offriamo • Colori vibranti con impressionanti Solidità e resistenze ai raggi ultravioletti (UV) • Il migliore bianco ed il miglior nero in commercio • Coerenza da lotto a lotto per una ripetibilità affidabile
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© 2020 DuPont de Nemours, Inc. Tutti i diritti riservati. DuPont™, il logo ovale di DuPont e tutti i prodotti contrassegnati dai simboli ™ o ®, se non diversamente indicato, sono marchi, marchi di servizio o marchi registrati di DuPont de Nemours, Inc.
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EVENTI
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PROFILI
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
La stampa digitale come driver dell’innovazione sostenibile nel mondo della moda Sempre più brand stanno maturando la consapevolezza di quanto sia importante assicurare la sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva. Monna Lisa di Epson rappresenta la certezza per gli operatori della filiera di poter affidare un passaggio essenziale e caratterizzante della fase di produzione - la stampa del tessuto - a un sistema che assicura qualità, durata e sostenibilità ambientale.
La crescente consapevolezza nei confronti dei cambiamenti climatici ha portato il tema della sostenibilità delle tecnologie e dei processi in cima all’agenda degli obiettivi futuri di molte aziende. L’industria tessile è uno dei settori in cui già da diversi anni ci si interroga sull’urgenza di trovare alternative ai tradizionali processi di produzione. Un compito arduo se si pensa all’evoluzione delle abitudini di consumo, che ha visto negli anni la definitiva consacrazione di grandi colossi del fast fashion. Ma le cose stanno cambiando e tutti gli operatori della filiera della moda stanno acquisendo questa consapevolezza, dai brand - compresi quelli del fast fashion, alla produzione sino al retail. I dati rendono evidente quanto questo cambiamento oggi sia urgente. Secondo un recente report pubblicato da McKinsey & Company in partnership con Global Fashion Agenda (GFA), l’industria della moda è responsabile di circa il 4% delle emissioni a livello globale, una cifra equivalente alle emissioni annue di GHG (gas serra) di Francia, Germania e Regno Unito messe insieme. Oltre il 70% delle emissioni proviene dalle attività di produzione, preparazione e lavorazione delle materie prime. Perciò, ridurre gli sprechi nelle fasi di produzione, prima ancora che in quelle di trasporto e distribuzione, potrebbe condurre a un risparmio di 24 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra.
Tessuti stampati a pigmento da Monna Lisa con tecnologia Epson PrecisionCore.
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PROFILI
COMUNICAZIONE D’IMPRESA Dettaglio di Monna Lisa Evo Tre di Epson in funzione. Dotata dell’innovativa tecnologia di stampa proprietaria Epson PrecisionCore, è una delle digital textile printer più versatili del mercato coniugando qualità, alta produttività e affidabilità senza precedenti.
Produrre una moda sostenibile I consumatori hanno cominciato ormai da diverso tempo a porsi il problema della sostenibilità delle loro scelte di acquisto e a sentire di poter giocare un ruolo importante nel promuovere comportamenti sostenibili. Oggi la qualità al posto della quantità pare essere la chiave di volta per costruire nuove abitudini di acquisto per un consumatore responsabile, per il quale ogni proprio atto può fare la differenza. Disegnare, progettare (e produrre) per una moda sostenibile significa oggi pensare a prodotti duraturi e di alta qualità, realizzati con tessuti organici, biodegradabili, riciclati e facilmente riciclabili, prodotti con macchine che creano un minimo volume di rifiuti e ridotto consumo di energia durante il funzionamento e che minimizzano il consumo di acqua e che riducono l’emissione di CO2. Questi sono i driver che guidano il cambiamento verso una moda sostenibile e sono resi possibili dall’innovazione tecnologica in fase di produzione. Epson è in prima linea nel far fronte alle istanze di riduzione di impatto ambientale e ha accolto da tempo questa sfida, offrendo ai brand della moda qualità, durata e sostenibilità ambientale. La tecnologia di stampa a sublimazione Epson permette di stampare su tessuti poliestere che, ad esempio, possono essere prodotti da materiali riciclati o da scarti di plastica recuperati, mentre la tecnologia DTF (Direct-toFabric), con Monna Lisa, lanciata nel 2003, ha di fatto creato la stampa industriale tessile sostenibile. Il progetto Monna Lisa è stato sviluppato secondo un’interpretazione della sostenibilità finalizzata a raggiungere tre precisi obiettivi: riduzione dei consumi e delle materie prime impiegate, accorciamento del processo di produzione, versatilità di produzione. Sotto il profilo della riduzione dei consumi i vantaggi sono numerosi ed evidenti. L’utilizzo di acqua è ridotto del 69%, quello di energia dell’80%, grazie a macchinari più leggeri, compatti ed efficienti, mentre l’impronta ecologica scende del 40%. Anche i componenti chimici (inchiostri, addensanti, detergenti e altri ausiliari) sono utilizzati in quantità ridotte rispetto a quelle richieste dai processi tradizionali, così da limitare sia le emissioni sia i consumi. Inoltre, il modo in cui le gocce di inchiostro
vengono erogate in maniera precisa e predeterminata sui tessuti, grazie alla tecnologia Epson PrecisionCore, permette di delimitare esattamente la zona da stampare, evitando sprechi e dispersioni di componenti chimici. Con il digitale il processo di produzione si è accorciato in modo drastico: oggi per passare dalla progettazione alla produzione ci vogliono 2/3 giorni contro le tre settimane richieste in precedenza. Un risultato straordinario che permette di lavorare sul venduto, con slot minimi e sprechi azzerati. Questa riduzione è il risultato di una vera e propria rivoluzione portata dalla tecnologia di stampa digitale nel mondo delle aziende di stampa: la scomparsa della cosiddetta “cucina colore”, dove veniva preparata la pasta di stampa. L’inchiostro è già pronto in cartucce e questo permette di eliminare le operazioni di lavaggio dei contenitori e delle attrezzature utilizzate per la preparazione del colore e, di conseguenza, ridurre in maniera significativa anche il consumo di acqua. Infine la versatilità di produzione che è legata allo sviluppo degli inchiostri, pensati ognuno per offrire i massimi risultati su tipologie diverse di tessuto: da quelli tradizionali ai nuovi tessuti nati dalla più recente ricerca su fibre naturali innovative, come il bambù, la juta, la fibra di banano passando per il crabyon (fibra antibatterica prodotta dagli scarti dei crostacei), il seacell (prodotto dalle alghe) e il podtex (ottenuto dalle capsule del caffè). La divisione Ricerca e Sviluppo del Gruppo Epson, infatti, ha come focus non solo le tecnologie e i processi di stampa, ma anche gli inchiostri e i prodotti di post e pre-trattamento, ove necessari. Quest’attività di ricerca continua ha permesso all’azienda di sviluppare gli inchiostri GENESTA a pigmento, che consentono di ottenere risultati di qualità, durata e brillantezza sia su fibre naturali tradizionali sia su nuove fibre in totale conformità ai requisiti chimici dello STANDARD100 di OEKO-TEX®. Gli inchiostri GENESTA hanno infatti ricevuto da OEKOTEX® la certificazione ECO PASSPORT. L’utilizzo del pigmento permette, inoltre, di ridurre di un terzo il processo di stampa, non richiedendo a fine lavorazione passaggi quali il vaporizzo e il lavaggio del tessuto - cosa che permette di risparmiare ulteriormente risorse idriche ed energia e di portare nuovi vantaggi in termini di sostenibilità.
Dettaglio di una tradizionale "cucina colore”, dove veniva preparata la pasta di stampa, oggi sostituita in Monna Lisa con il più sostenibile inchiostro in cartucce.
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TEXTILE TECNOLOGIA
L’acquisizione di Custom Gateway da parte di Kornit Digital segna un passo avanti decisivo verso la trasformazione digitale nel mondo del textile printing che il costruttore israeliano promuove da tempo
LA PRODUZIONE TESSILE ON-DEMAND PASSA PER IL SOFTWARE di Caterina Pucci
L’emergenza Covid ha impresso un’accelerazione pazzesca all’e-commerce. Complice il lockdown, questa modalità d’acquisto si sta rapidamente trasformando da opportunità a necessità e anche i consumatori meno propensi a effettuare i propri acquisti online hanno cominciato a ricredersi. Secondo un’indagine di Netcomm, il principale consorzio di e-commerce in Italia, dall’inizio della pandemia il 75% delle persone che hanno fatto acquisti online non lo aveva mai fatto prima, mentre il 77% delle aziende presenti sul web ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti già nelle prime due settimane di emergenza. Complessivamente, solo in Italia, nei primi 4 mesi del 2020 si sono registrati due milioni di nuovi consumatori online, rendendo lo shopping online un'abitudine consolidata per 29 milioni di persone.
Personalizzazione e automazione, i mantra di questa nuova epoca Già da alcuni anni, la crescita dell’e-commerce ha incentivato la nascita del print-on-demand. Le tecnologie di stampa digitale hanno contribuito a promuovere questo modello di business, generando un’industria che vale circa 3,4 miliardi di dollari, secondo i dati di Grand View Research. La personalizzazione estrema resa possibile dalla stampa direct-togarment (DtG) pone però tutta una serie di nuove sfide a produttori, brand e retailer. Il futuro del printon-demand si giocherà soprattutto sulla capacità delle aziende di dotarsi di strumenti in grado di semplificare la produzione e ottimizzare i flussi di lavoro.
Kornit Digital e la scelta di Custom Gateway Alla luce di ciò, Kornit Digital, produttore israeliano di tecnologie per il digital textile printing, ha recentemente annunciato l’acquisizione di un nuovo partner: Custom Gateway, specializzato
nella produzione di soluzioni software in-cloud progettate per efficientare i flussi di lavoro e incentivare la produzione ondemand. «Da tempo avevamo promesso ai nostri clienti e investitori che avremmo messo a punto una soluzione per garantire produzioni su richiesta sempre più efficienti» ha commentato Ronen Samuel, amministratore delegato di Kornit Digital. «Con l’acquisizione di Custom Gateway confermiamo il nostro impegno a creare flussi di lavoro efficienti, scalabili e sostenibili».
Chi è Custom Gateway Gateway inizia la sua attività di web development nel 2009. Appena un anno più tardi mette a punto il suo primo software di personalizzazione su oggetti, Easypromo 3D. Nel 2011 lancia il suo primo e-commerce di prodotti personalizzati. Intanto, la personalizzazione di massa comincia ad acquisire popolarità, sempre più aziende vogliono
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TEXTILE TECNOLOGIA
utilizzare la loro tecnologia. Grazie a investimenti sempre più consistenti e un instancabile lavoro di ricerca, il software viene perfezionato e la piattaforma e-commerce si espande. Nel 2015 l’azienda trasferisce la propria sede in un nuovo centro di eccellenza a Macclesfield, UK. Oggi, il loro sito ospita più di 800.000 prodotti di ogni tipo e processa all’incirca 5.000 ordini al giorno. Il software di Custom Gateway consente di creare un’ecosistema di stampa completo che ottimizza i processi di stampa e finitura, dalle fasi di progettazione fino alla spedizione del prodotto finito. Il grosso vantaggio per i retailer è dato dal fatto che, grazie alla semplificazione delle operazioni di stampa, è possibile “internalizzare” la produzione di piccole tirature altamente personalizzate all’interno dei singoli punti vendita.
Il modello microfactory Già da anni, Kornit Digital si è fatta promotrice di un approccio al design e alla stampa che privilegi la qualità e la sostenibilità, pur garantendo costi competitivi. Per farlo, il costruttore ha investito nell’esplorazione del mercato alla ricerca di partner affidabili, con i
quali creare modelli di business basati su workflow innovativi, focalizzati sulla produzione locale, on demand. «Abbiamo cominciato a parlare di modelli di business microfactory già in tempi non sospetti, a ITMA 2015; da allora non abbiamo mai smesso di cercare partner tecnologici in grado di accompagnarci e sostenerci nel percorso di trasformazione digitale dell’industria del tessile che fa parte della nostra vision aziendale» ha commentato Omer Kulka, CMO di Kornit Digital. «I nostri clienti non temono i cambiamenti che l’industria del tessile sta vivendo, soprattutto nel settore dell’abbigliamento. L’emergenza Covid-19 ha sicuramente accelerato l’adozione di processi innovativi. Indubbiamente a trarne vantaggio saranno soprattutto le aziende che hanno già intrapreso percorsi virtuosi, in termini di ottimizzazione del workflow».
Efficientare la produzione significa ridurre l’impatto ambientale Non è un segreto che la digitalizzazione comporti dei miglioramenti nella logistica, che si riflettono in una minor percentuale di invenduto e una riduzione delle
scorte di magazzino. Preferendo produzioni in tirature limitate, diversificate e personalizzate, molte aziende di stampa tessile sono riuscite a realizzare prodotti più in linea con le esigenze dei clienti. «Le tecnologie di stampa digitale, in abbinamento con software di gestione del workflow, permettono di realizzare capi d’abbigliamento su richiesta, senza effettuare ordini all’ingrosso» spiega Kulka. «In questo modo si evita il rischio di sovrapproduzione, che è la regola della produzione industriale di massa». Ovviamente, secondo Kulka, sarebbe irrealistico immaginare un mondo in cui la produzione sarà esclusivamente on-demand, ma occorre ripensare i modelli di produzione per soddisfare anche le richieste di una fetta di mercato che comunque si sta muovendo in quella direzione. L’ipotesi che un rivenditore di quartiere possa trasformarsi in uno stampatore e servire all’occorrenza i propri clienti abituali senza dipendere da terzi potrebbe diventare una realtà concreta per alcuni, soprattutto alla luce del successo dell’e-commerce di prossimità nell’ultimo anno. Ed è un dato di cui tutta la filiera dovrà tenere conto nei prossimi anni.
Omer Kulka, CMO di Kornit Digital.
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INDUSTRIAL TECNOLOGIE
A dieci anni di distanza dal lancio dell’ammiraglia delle soluzioni flatbed, Canon ha presentato in anteprima la nuova serie Arizona 2300. I perfezionamenti tecnici e l’integrazione con il software aprono nuove opportunità nell’ambito delle applicazioni industriali
La nuova serie Canon Arizona 2300.
CANON PRESENTA ARIZONA 2300 A settembre, Canon ha presentato in anteprima la nuova serie Arizona 2300 destinata al mercato del wide format. L’ha fatto in una conferenza stampa virtuale che ha catapultato i presenti all’interno del Production Printing di Venlo. A spiegare la rivoluzionaria tecnologia su cui si basa la nuova serie: Dirk Brouns, Vice President, Large Format Graphics, e Martijn Van Hoorn, Vice President Research and Development di Canon Production Printing, e Wouter Derichs, Sales and Marketing Director Large Format Graphics di Canon Europe.
Una tecnologia versatile, progettata con un occhio al mercato delle applicazioni industriali La famiglia Arizona 2300 comprende tre modelli GTF compatti (Arizona 2340 GTF, 2360 GTF, 2380 GTF) con piano fisso di 1,25x2,5 m e tre modelli XTF di formato superiore (Arizona 2340 XTF, 2360 XTF, 2380 XTF) con piano fisso di 2,5x3,08 m. La serie raggiunge una velocità massima fino a 95 m2/h, garantendo al contempo
un’elevata qualità di stampa, grazie all’utilizzo della consolidata tecnologia di stampa VariaDot. Tra le novità senza precedenti c’è l’introduzione di Arizona FLOW, una tecnica di aspirazione che combina un piano multi-origine a perni di registrazione pneumatici che consentono di posizionare i supporti in maniera facile e sicura. Grazie a questa innovativa tecnologia, è possibile ridurre i tempi di preparazione e i passaggi da un lavoro a un altro, oltre che realizzare stampe fronteretro o multipannello in modo preciso e altamente produttivo. «Il nostro obiettivo era progettare una macchina tenendo in considerazione i feedback che arrivavano dal mercato: non soltanto dagli stampatori, ma anche da produttori di materiali» spiega Wouter Derichs. «Una delle richieste che ci venivano poste con maggior frequenza riguardava la possibilità di semplificare la gestione dei supporti, eliminando le operazioni di mascheratura». Per soddisfare le aspettative dei propri clienti, il dipartimento Ricerca e Sviluppo di Canon ha
cominciato a mettere a punto un sistema in grado di rivoluzionare l’architettura del piano fisso delle soluzioni per il wide format. «Dialogando con gli utenti, abbiamo constatato che molti di loro avevano già cominciato a utilizzare da diverso tempo soluzioni di stampa ibride» spiega Derichs. Da qui nasce l’esigenza di includere la Roll Media Option, che consente di stampare su bobine con larghezza fino a 220 cm e peso fino a 50 kg, su un’ampia gamma di materiali, inclusi i supporti termosensibili. «Molti clienti hanno scelto di introdurre questa opzione sin dal momento dell’acquisto, tanto che abbiamo stimato che il 70% delle
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INDUSTRIAL TECNOLOGIE
“Nel rispetto delle normative di sicurezza, abbiamo ripreso le demo all’interno del CEC di Cernusco sul Naviglio, dove presto daremo il benvenuto anche alla famiglia di soluzioni Arizona 2300”.
Walter Bano, Production Printing Products Canon Director. A sinistra, Wouter Derichs, Sales and Marketing Director Large Format Graphics di Canon Europe.
macchine Arizona 2300 vendute include la Roll Media Option». La famiglia Arizona 2300 è infatti progettata per stampare su supporti con forme irregolari, pesanti, lisci o pretagliati/sagomati e gestire materiali particolari come tela, legno, vetro, cartone. «La versatilità di queste soluzioni consentirà naturalmente di inserirci sempre più in nuovi segmenti di mercato che includono applicazioni industriali come wall coverings, vetrinistica e pannelli acustici» prosegue Derichs. La serie supporta tre diverse configurazioni colore: da 4, 6 o 8 canali d’inchiostro che includono anche il bianco brillante e la vernice lucida.
Ottimizzare il workflow per aumentare la produttività Al fine di migliorare l’esperienza dell’operatore e aiutarlo a implementare un flusso di lavoro intelligente, insieme alle nuove stampanti Canon ha presentato il software Arizona Xpert versione 2.1. Una soluzione che automatizza i processi di stampa fronte-retro e multipannello, riducendo la percentuale di errore e, di conseguenza, gli sprechi. «Come in un’orchestra dove la
perfetta combinazione di ciascuno strumento porta alla buona riuscita di un concerto, così nei flussi produttivi ciascun componente deve dialogare perfettamente con gli altri per ottenere un reale efficientamento» aggiunge Derichs.
L’importanza di una strategia di distribuzione consolidata che passa anche per il canale Italia Nel corso della conferenza di lancio della serie Arizona 2300, il management Canon ha dichiarato che il prodotto è già disponibile sul mercato EMEA. In assenza di fiere, la maggior parte del lavoro di divulgazione e promozione della nuova tecnologia sarà affidato ai canali distributivi. «Il nostro obiettivo è creare consapevolezza, aiutando gli utenti a capire come sfruttare commercialmente la versatilità applicativa delle nostre soluzioni» prosegue Derichs. «Abbiamo implementato la possibilità di effettuare demo virtuali; al contempo crediamo nella capacità dei nostri partner, sparsi su tutto il territorio EMEA, di comunicare ai clienti il valore delle nostre tecnologie, con la stessa accuratezza che abbiamo dedicato a progettarle».
Per quel che riguarda il mercato italiano, «l’introduzione della nuova serie Arizona 2300 è la dimostrazione che la nuova sfida della stampa digitale wide format si gioca sul campo dell’automazione dei processi e sulla capacità di gestire supporti di stampa variegati, per intercettare nuove categorie di stampatori provenienti dal mondo delle applicazioni industriali», ha commentato Walter Bano, Production Printing Products Canon Director. «L’assenza di appuntamenti fieristici non ci ha distolto dal nostro lavoro di dialogo costante con il mercato che, ad oggi, deve necessariamente prevedere iniziative sia in presenza che da remoto. Nel rispetto delle normative di sicurezza, abbiamo messo a punto tutta una serie di attività dimostrative dal vivo all’interno del Customer Experience Centre di Cernusco sul Naviglio, dove presto daremo il benvenuto anche alla famiglia di soluzioni Arizona 2300».
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Messe Frankfurt GmbH / Pietro Sutera
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EVENTI
FIERE&CONGRESSI
EVENTI:
VIRTUALI, FISICI, IBRIDI…? Negli ultimi anni anche gli eventi (fiere, open house, convegni…) hanno sfruttato il fenomeno del phygital – ossia l’unione del fisico e del virtuale – per rispondere meglio alle aspettative dei partecipanti e offrire un maggior numero di contenuti a un’audience più vasta. La pandemia ha avviato un processo che ha visto un distacco totale tra i due mondi – gli eventi fisici erano impossibili da tenere e gli eventi online, in particolare i webinar, sono diventati la primaria forma di comunicazione col mercato per presentare novità e strategie; successivamente, con la ripresa della possibilità di spostarsi (per quanto ancora con limitazioni) e il calo di aggressività estivo del virus (soprattutto in certe parti del mondo), il mondo degli eventi ha provato a rimettersi in moto. Alcuni hanno scelto di tenere eventi normalmente in presenza in forma solo virtuale; altri hanno adottato una strategia ibrida, in cui l’organizzazione fisica è sostenuta da una parte virtuale che, all’occorrenza, può diventare in tutto e per tutto l’evento. L’arrivo della seconda ondata ha portato con sé ulteriore incertezza, tra normative che mutano rapidamente e un senso di insicurezza nelle persone all’idea di partecipare fisicamente a un evento. Ecco una carrellata di eventi che animano questo periodo autunnale e come ciascuno ha scelto di presentarsi.
L’incertezza generata dalla pandemia rende l’organizzazione degli eventi complessa. Come si muovono enti e aziende?
Chi va sul digitale… La maggior parte degli eventi previsti dopo l’estate hanno scelto da mesi un format solo virtuale. Fra questi spiccano in particolare gli appuntamenti fieristici, sia internazionali che nazionali. Appuntamento fisso per il mondo della comunicazione visiva e della stampa specialistica, quest’anno Viscom Italia ha annullato la fiera in presenza – la cui 32esima edizione si terrà dal 14 al 16 ottobre 2021 – e ha scelto di lanciare Viscom Italia Hyper Reality 2020, che si terrà il 17 e 18 novembre 2020. Un format che è, come si legge sul sito ufficiale, “una due giorni di incontri, networking ed eventi speciali dove la community della comunicazione visiva avrà l’occasione di costruire relazioni in un format completamente digitale. Un modello di fiera virtuale per scoprire le tecnologie
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EVENTI
FIERE&CONGRESSI
e le applicazioni del settore, ripensare e trasformare il business. Un programma di talk ed eventi speciali per rimanere costantemente aggiornati sui trend e gli scenari futuri del mercato”.
Anche Printing United, tra le principali fiere americane del settore ed erede naturale di SGIA, ha scelto la via del digitale. L’appuntamento fisico, che avrebbe dovuto essere ad Atlanta nella terza settimana di ottobre, è stato rimandato all’anno successivo, dal 6 all’8 ottobre 2021 a Orlando. Al suo posto c’è Printing United Digital Experience, una fiera interamente virtuale della durata di diciotto giorni (dal 26 ottobre al 12 novembre), completa di stand virtuali, un programma di conferenze tenute da esperti e possibilità di dialogo one-to-one con gli espositori. Nel mondo del tessile, la cancellazione dei principali eventi fisici a livello globale ha generato un vuoto in cui si inserisce WTIN Innovative Textile Appareal show, evento che nasce come fiera interamente virtuale, coinvolgendo i principali fornitori della stampa textile e offrendo ai visitatori ben due hall di spazio espositivo – una dedicata alle tecnologie e l’altra ai materiali – oltre a conferenze, tavole rotonde e webinar per informarsi su tutte le novità del settore. Il tutto con una durata di due settimane, dal 15 al 30 ottobre.
…e chi sceglie il fisico Se i grandi eventi sono stati tutti costretti a optare per forme virtuali, eventi di natura più contenuta non rinunciano alla presenza fisica. È il caso delle open house, momenti che per le aziende rappresentano punti di aggregazione con clienti e potenziali, giornate in cui presentare le ultime novità tecnologiche dal vivo. Fra i possibili esempi i Display Days di Polyedra (Milano, 2730 ottobre) per scoprire tutte le tecnologie offerte dalla divisione VisualCom dell’azienda; l’Open House Converting di SEI Laser (Curno, 22-23 ottobre) per vedere dal vivo le nuove PaperOne 7000 e Origami e festeggiare i 10 anni di Labelmaster; l’evento Open House, Open Minds di Errelle (Grugliasco, 23-24 ottobre), con l’anteprima nazionale della XLED 6090 PRO; PrinTrend Expo, mini-fiera con accesso a numero chiuso dedicata alle tecnologie di ultima generazione per la comunicazione visiva. Quest’ultima, alla luce del DPCM del 25 ottobre, è stata rinviata a data da destinarsi.
Uno sguardo al 2021 Quando lo scatenarsi della pandemia ha reso evidente che gli eventi, soprattutto quelli fieristici, non avrebbero potuto essere organizzati nelle date previste (in particolare prima dell’estate), è iniziato un effetto domino di ricollocazione. All’inizio c’è chi ha provato a spostarsi di un semestre per poi, a seguito di survey e discussioni con espositori e stakeholder, cancellare l’edizione 2020 e guardare all’anno prossimo. È il caso di FESPA Global Print Expo, passato da marzo a ottobre 2020 per poi slittare definitivamente al 2021, dal 9 al 12 marzo ad Amsterdam. Nel frattempo, gli organizzatori hanno lanciato una serie di webinar dedicati ai
temi caldi del mercato e tenuto l’annuale cerimonia di premiazione dei FESPA Awards (dove l’Italia si è aggiudicata 3 Distinction Award) in forma virtuale a settembre.
Diverso il percorso che sta effettuando Drupa, passata da giugno 2020 ad aprile 2021. La principale fiera mondiale del printing da mesi è alle prese con la rinuncia di grandi nomi, tanto del mondo tradizionale che digitale, e ha già ridotto la propria durata di due giorni. Al contempo, drupa ha deciso di sposare le possibilità del digitale per lanciare Drupa Preview, una fiera virtuale che non va a sostituire l’evento fisico, ma che accompagnerà il mercato fino all’apertura dei battenti ad aprile 2021, tra stand virtuali, conferenze online e matchmaking digitale. Concludiamo questa carrellata con un evento non toccato dalla pandemia, ovvero Heimtextil. La grande fiera del tessile ha aperto il 2020 con il successo della propria 50esima edizione e annunciato la successiva edizione per gennaio 2021. A settembre, vista l’incertezza generata dalla seconda ondata di contagi, gli organizzatori ne hanno annunciato lo spostamento a maggio 2021.
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MATERIALI COTONE
SAI DAVVERO COSA SUCCEDE QUANDO STAMPI
IL TESSUTO DI COTONE? di Elena Panciera
Un’immersione soffice, questa nel cotone. Ma parliamo poco di ovatta e tanto di filato, di tessuto, di stampa e tutto quello che ci sta intorno. Quello tessile è un settore molto antico e pieno di sapienza tecnica. Vediamo come si produce un tessuto di cotone, dal fiocco al finissaggio.
Foto di valdosta da Pixabay
Contributo tecnico e scientifico di: Giuseppe Bosio (specialista tessile), Antonio Pasquariello (print specialist del team tecnico Monna Lisa, For.Tex/Epson), Maria Grazia Soldati (docente e ricercatrice, Politecnico di Milano).
Il cotone è un materiale che l’uomo usa da millenni, quotidianamente, in molte forme, dal batuffolo ai filati, dai vestiti alle lenzuola. Raccontare cosa succede quando stampiamo il tessuto di cotone non è semplice. Iniziamo dal contesto: la stampa tessile “tradizionale”, usata nell’abbigliamento e nell’arredamento, è un settore industriale a tutti gli effetti. Questo significa alti volumi produttivi, elevate velocità di processo, flussi di lavoro e procedure consolidate, grandi competenze tecniche degli operatori, investimenti importanti in attrezzature. Ma la stampa su tessuto di cotone esiste anche nella comunicazione visiva, benché abbia numeri decisamente più ridotti (e non solo come tirature): pensiamo soprattutto al merchandising, all’allestimento, e al DTG (direct-to-garment, soprattutto la stampa di magliette). Anche stavolta, e più di sempre, dobbiamo quindi tenere presenti le nostre consuete domande:
• Qual è la destinazione d’uso del prodotto finito? • Che resistenze sono necessarie? • Quali lavorazioni sono necessarie per arrivare al prodotto finito? • Quale tecniche di stampa posso usare? • Quali chimiche d’inchiostro?
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Ciclo di lavorazione del cotone
Da dove viene il cotone Il cotone è un materiale organico di origine vegetale: il Gossypium è una pianta arbustiva che fa parte della famiglia delle Malvaceae, originaria del subcontinente indiano e delle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa e delle Americhe. Si diffuse in Europa grazie agli arabi: la prima attestazione della parola “cotone” compare nel 1348, dal termine arabo qutun. Tutti abbiamo ben presenti le immagini dei campi in cui viene coltivata questa pianta, e la sua storia drammatica legata alla schiavitù. Oggi la raccolta dei fiocchi di cotone viene fatta soprattutto in modo meccanico, grazie a macchine aspiratrici, anche se nei paesi più poveri viene realizzata ancora a mano.
Dal fiocco al tessuto: i pretrattamenti Il cotone, di origine vegetale, è una fibra idrofila, ovvero facilmente bagnabile (imbibibile). Questo significa che è più facile da trattare
con pretrattamenti liquidi che servono a prepararli per la tintura e la stampa. I pretrattamenti vengono applicati al materiale in fiocco, ma anche in nastro, ai filati e agli stessi tessuti. Iniziamo dai fiocchi, che vengono aperti con l’apritoio, puliti e battuti con un organo battitore e un ventilatore per eliminare le impurità e ottenere fiocchi soffici. In questa prima fase può avvenire anche la mischia. La cardatura serve a districare
Una fase di pretrattamento del tessuto di cotone.
foto: For.Tex/Epson
fonte: ACIMIT, Nobilitazione dei tessili, p. 5
Il processo di lavorazione del cotone prevede diversi passaggi, necessari o facoltativi. La scelta del percorso ideale per ogni prodotto dipende dalla sua destinazione d’uso.
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Classificazione dei tessuti ortogonali in base all’armatura Armatura
Descrizione
Sottotipo
Tela
È il modo più semplice con cui si possono intrecciare i fili di trama e ordito. È uguale sul diritto e sul rovescio.
Trasparente o semitrasparente. Garza Il tessuto è molto leggero, con una trama rada. Voile Mussola Batista
Esempi tessuti
Coprente o semicoprente.
Popelinette Popeline
Saia
Presenta un effetto diagonale. Le due facce sono diverse: sul diritto predomina l’ordito, sul rovescio la trama.
Coprente.
Gabardine Drill Drillone
Raso
La sua trama ha un solo punto di legatura con l’ordito. Hanno un aspetto uniforme, levigato, morbido e lucido. Il diritto è diverso dal rovescio.
Coprente, trattato lucido (di finissaggio).
Rasatello Raso di cotone
fonte: For.tex/Epson.
Tessuti a maglia di cotone con armatura in trama Telaio
Descrizione
Armatura
Applicazioni
In trama
Tessuti un rango alla volta; se tagliati si smagliano. Sono i più semplici, morbidi ed elastici.
Rasata o jersey semplice Rovesciata o link-links A costa o jersey doppio Incrociata o interlock Operata Jacquard Traforata Placcata
Magliette, maglioni, calze, polo, felpe, tute elastiche.
Foto di Andrew Martin da Pixabay
fonte: Giuseppe Bosio, Textile Professional.
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I materiali tessili misti Capita spesso che il cotone non venga impiegato in purezza, ma in mischia con altre fibre, naturali, sintetiche o artificiali. Questo per migliorarne alcune caratteristiche come la resistenza o l’elasticità. La mischia può avvenire a vari livelli: in fase di filatura meccanica, dando quindi origine a una mista “intima” di fibre; in una seconda fase della filatura, in cui il filato composto da una fibra diventa “anima” dell’altro; in fase di tessitura, usando per esempio filati diversi per trama e ordito. Bisognerà tenere conto di questa composizione mista in ogni fase della lavorazione, dal pretrattamento al finissaggio.
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le fibre e dà origine ai nastri, che vengono accoppiati e stirati passando tra rulli che li rendono più sottili e omogenei. A questo punto possono essere anche pettinati, in modo da eliminare altre impurità, fibre troppo corte, neps e guscette. I nastri, ottenuti sia dalla cardatura che dalla pettinatura, vengono quindi accoppiati perché
le fibre siano più parallele e la mischia sia più omogenea, e gli viene impressa una torsione. Questo è uno degli elementi che determinano la resistenza del filato: quanto più numerosi sono i giri impressi al metro, tanto più grande sarà la sua resistenza alla trazione, e viceversa. Durante questa fase di lavorazione il filato assume già caratteristiche ben precise, a seconda delle lavorazioni che subisce e della sua composizione: può essere più o meno resistente, più o meno elastico, più o meno puro, pulito. La digrezzatura serve a eliminare ulteriori impurità del cotone e a conferirgli un buon grado di idrofilia, necessario per il candeggio e la tintura. È composta da diverse fasi: bruciapelatura; sbozzimatura; prelavaggio con acidi; mercerizzazione; purga; candeggio.
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Di cotone stampato sono i tessili per la casa, vestiti estivi e sportivi, materiale promozionale, magliette e tote bag… Qui tre esempi: un abito di cotone, un paralume e alcuni ▲▲▲▲ copricuscini. ▲▲▲▲
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Un tessuto di cotone? No, tanti
Un po’ di colore: la tintura
Abbiamo già accennato ai diversi tipi di tessuti nell’articolo Sai davvero cosa succede quando stampi il tessuto di poliestere?, che trovi su WIDE 44 (a questo link: https://bit.ly/2HbDGmA). Con i filati di cotone possiamo realizzare gli stessi tipi di tessuti, e quindi ortogonali o navetta, maglia, tufting e TNT (tessuto non tessuto). Nelle tabelle nella pagina a fianco ci soffermiamo sui tipi di tessuti più stampati: quelli a struttura ortogonale (con trama e ordito) e quelli con struttura a maglia (con ranghi e colonne, o file, di maglie).
La tintura è una delle fasi della nobilitazione tessile che prevede l’applicazione di sostanze coloranti alle fibre (la tintura di fibra pura è più facile di quella di mischie). Questo può avvenire in diverse fasi della lavorazione: dal fiocco al filato, al tessuto, fino all’indumento finito. Prima avviene la tintura, nel processo, e tendenzialmente migliore sarà il risultato in termini di resistenza e brillantezza. Ma una tintura in fase iniziale implica grosse quantità, una lavorazione a lungo termine, tempi di produzione più lunghi e il rischio di dover
stoccare e conservare il materiale tinto se non immediatamente usato. Per le fibre cellulosiche si possono usare diversi tipi di coloranti, ma i più diffusi e apprezzati per la loro solidità alla luce e a umido, oltre che per la loro brillantezza, sono quelli reattivi. La scelta della tintura dipende dalle lavorazioni che il cotone ha subito fino a questo punto: sta alla competenza e all’esperienza del tintore scegliere la chimica più idonea al tipo di impiego del tessuto, alle esigenze del cliente, alle resistenze e alle caratteristiche richieste.
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La preparazione alla stampa Se un tessuto è destinato alla stampa, capita spesso che venga pretrattato per migliorare le performance degli inchiostri (resistenze, brillantezza dei colori). Se nella stampa analogica questo passaggio è facoltativo, nella stampa inkjet è fondamentale. Gli inchiostri, più liquidi (e quindi diluiti) e più puri rispetto alle paste tradizionali, mancano di alcuni componenti necessari alla buona realizzazione del prodotto, come gli addensanti che impediscono l’espansione del colore oltre i confini dei disegni, o gli ausiliari che servono da imbibenti, antischiuma, acceleratori di fissazione dei colori.
Ciak, si stampa La stampa tessile è, di fatto, una tintura localizzata che permette di riprodurre grafiche e disegni. È realizzata con diverse tecniche, analogiche (soprattutto, se consideriamo i volumi prodotti) e digitali (in grande espansione sia nel settore tessile tradizionale che nel DTG e nella comunicazione visiva). Le metodologie di stampa tessile si possono classificare sulla base del sistema di applicazione delle paste e degli inchiostri oppure sulla base della tipologia di lavorazione (nelle tabelle). La stampa diretta o in applicazione è la tipologia più semplice, pratica ed economica: per questo – dove possibile – viene preferita a quella per corrosione o a riserva, che con la diffusione della stampa digitale hanno perso quote di mercato. I disegni vengono riprodotti direttamente su un solo lato del tessuto, bianco o comunque chiaro (per evitare che il colore del tessuto modifichi i colori della stampa), e vengono poi asciugati e fissati. La tecnologia digitale inkjet, che viene usata sia per applicazioni di tipo industriale con le stampanti scanning o single pass, sia per il direct-to-
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Classificazione della stampa tessile tradizionale in base al metodo di lavorazione Tipo di stampa
Descrizione
Stampa a quadro (manuale, a carrello e manomacchina)
Viene eseguita con telai metallici su cui viene tesa una tela serigrafica, detta “buratto”. Ciascuno gestisce un colore, quindi servono tanti quadri quanti sono i colori del disegno da riprodurre. La pasta viene spalmata con una racla e passa attraverso piccolissimi fori, trasferendosi sul tessuto che scorre sotto.
Stampa a cilindro cavo o a rotativa o stampa cilindro
Le paste sono contenute all’interno di cilindri cavi, disposti uno dopo l’altro, con fori fotoincisi a laser in corrispondenza del disegno da trasferire. Una racla all’interno dei cilindri cavi aiuta la fuoriuscita delle paste.
Stampa a cilindro o a rullo o a matrici cilindriche di metallo
Le paste vengono trasferite su tessuto tramite cilindri con il disegno fotoinciso a laser, disposti uno dopo l’altro. Ricevono l’inchiostro da cilindri “fornitori”, che prelevano le paste e le depositano sul cilindro inciso.
Classificazione della stampa tessile tradizionale in base al sistema di applicazione Tipo di stampa
Descrizione
Stampa diretta o in applicazione
Consiste nella deposizione e fissazione sul tessuto del disegno. È la più comune; le sostanze coloranti o a pigmento contengono i prodotti e i fissativi necessari a farle permanere sul tessuto. Il disegno viene impresso direttamente in modo permanente, anche in più passaggi. A questa categoria appartiene anche la stampa digitale inkjet.
Stampa per corrosione
Questo tipo di stampa viene eseguita sui tessuti colorati che prima della stampa siano stati opportunamente tinti o placcati con una soluzione di colorante che costituirà il fondo. La stampa per corrosione consiste nel distruggere il colore del fondo nei punti in cui verranno stampati i motivi colorati. Per questa operazione si impiegano i coloranti selezionati, scelti fra quelli che possono essere demoliti per via chimica durante la fase di fissazione grazie a particolari prodotti aggiunti alle paste da stampa.
Stampa a riserva
Si impiega in alternativa alla stampa per corrosione, soprattutto per forti tirature e ne ha praticamente lo stesso aspetto e le stesse destinazioni. Come indica il nome, si tratta di stampa durante la quale si impedisce al colore destinato a tingere il fondo, di fissarsi nei punti in cui vengono stampati i colori illuminanti.
garment per la decorazione di una singola maglietta (e tutte le “misure” intermedie), ha avuto un grande sviluppo negli ultimi anni. I produttori hanno lavorato per migliorare le performance tecniche a ogni livello: dalla velocità (che ormai è paragonabile a quella dei sistemi di stampa tradizionali) alla risoluzione, dalla gestione degli inchiostri a quella dei tessuti.
Le chimiche usate per stampare il cotone sono molte, e dipendono dal tipo di applicazione e dal tipo di lavorazione. Generalmente si presentano in pasta, e quindi con una viscosità elevata. Tutt’altro discorso per quelli usati nella stampa digitale, che devono passare attraverso gli ugelli delle teste di stampa sotto forma di gocce, e quindi sono
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Quadro sinottico della stampa tessile in applicazione e per corrosione
fonte: Franco Corbani, Nobilitazione dei tessili, vol. II, p. 376.
foto: For.Tex/Epson
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Con la tecnologia digitale la progettazione di un capo è completamente rivoluzionata, con risparmio di tempo e materiali, e una totale libertà creativa. 55
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LAVAGGIO
FINISSAGGIO
foto: For.Tex/Epson
VAPORIZZO
foto: For.Tex/Epson
Armatura: le operazioni per montare il telaio ma anche il modo in cui ordito e trama si intrecciano (e in questo caso è detta anche costruzione). Bagnabilità: capacità di una superficie di essere bagnata. A parità di temperatura e tipologia di liquido, dipende dalla levigatezza e dalle impurità presenti sulla superficie. Determina la forma che assume la goccia di colla sulla superficie: quanto più la bagnabilità è alta, tanto più sarà sottile lo strato di liquido. Bozzima: v. sbozzimatura. Bruciapelatura: bruciatura superficiale dei tessuti in modo da eliminare le estremità delle fibre che fuoriescono dai filati. Candeggio: decolorazione del cotone in modo da poterlo tingere o stampare con colori chiari e brillanti. Costruzione: v. armatura. Cimosa: margine esterno della pezza che impedisce al tessuto di sfilacciarsi. Filo: si definisce così un materiale derivato da filo continuo. L’unico filo presente in natura è quello di seta. Altri fili sono di origine artificiale o sintetica. Il filo di poliestere viene impiegato soprattutto per usi tecnici e sportivi. Filato: materiale composto da fibre corte unite dalla torsione, che gli dà stabilità, ovvero filate insieme. Finissaggio: processi chimici, fisici o meccanici che agiscono sull’aspetto e sulle resistenze di un filo o filato. Fiocco: massa di fibre tessili elementari disposte in modo disordinato. Guscetta: particella di seme rimasta attaccata al fiocco di cotone. Idrofobia o idrofobicità: proprietà di un materiale di non assorbire e non trattenere acqua né all’interno né sulla superficie. Mano: si definisce “mano” di un tessuto la sensazione tattile che offre. La mano può essere morbida, rigida, cotoniera, laniera, per esempio, a seconda delle sensazioni che restituisce a chi tocca il tessuto. Mercerizzatura o sodatura: immersione in una soluzione concentrata di alcali che conferisce al tessuto aspetto brillante, lucentezza, elasticità e resistenza, facilità alla colorazione. Mischia: quando una fibra tessile viene mescolata ad altre per migliorarla. Il cotone si trova spesso in mischia con il poliestere: il primo offre la possibilità di avere una mano naturale, “cotoniera”, mentre il secondo dà stabilità, ingualcibilità, resistenza. Nastro o top: fascio di fibre tessili discontinue allineate grossomodo tra loro, senza torsione. Purga: operazione che serve a pulire il cotone dal grasso e dal sudiciume, e ammorbidire le guscette, rendendo il cotone idrofilo. Neps: nodo che si presenta tra le fibre del fiocco di cotone. Ramosa o rameuse: macchina per asciugare i tessuti dopo un trattamento a umido. Sbozzimatura: trattamento in acqua calda con prodotti chimici per eliminare i residui della bozzima, sorta di colla distribuita in fase di preparazione alla tessitura. Sintetico: materiale creato a partire da materiali non naturali, attraverso un processo di sintesi chimica. Top: v. nastro. Vaporizzaggio: operazione che serve a fissare gli inchiostri sui tessuti, usando vapore acqueo. Viscosità: grandezza fisica che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento.
foto: For.Tex/Epson
Piccolo glossario dei materiali, delle proprietà e delle tecnologie
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Vaporizzaggio, lavaggio, finissaggio e asciugamento Vaporizzaggio, lavaggio, asciugamento e finissaggio sono le ultime fasi di lavorazione dei
tessili, che servono a conferirgli particolari caratteristiche fisiche o visive e a renderli pronti per la commercializzazione. Questi passaggi cambiano soprattutto a seconda della chimica d’inchiostro usata. Nel caso del pigmento, infatti, basta l’asciugamento e la polimerizzazione del legante, e spesso queste due operazioni vengono svolte direttamente nella macchina da stampa o immediatamente dopo, con un processo in linea. Nel caso degli inchiostri reattivi, invece, sono necessari altri passaggi: stiamo parlando di vaporizzaggio e lavaggio. Il primo, come dice il nome stesso, consiste nel sottoporre il tessuto a un bagno controllato di vapore acqueo per aiutare i colori a “svilupparsi”, ovvero a fissarsi e ad assumere la brillantezza finale. Questa operazione è delicata e fino a poco tempo fa veniva svolta solamente fuori linea (e spesso a mano). A questo punto, però, i tessuti non sono ancora pronti per l’asciugamento in rameuse: sono ancora impregnati di addensanti, ausiliari, altri prodotti chimici. Hanno bisogno di essere lavati: passano quindi in macchine che separano in modo chimico e meccanico queste
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necessariamente meno viscosi e hanno una composizione più pura. Le chimiche principali usate nell’inkjet sono essenzialmente due: quella a base di coloranti reattivi e quella a base di pigmenti. I primi si legano chimicamente alle fibre, presentano colori brillanti e buone resistenze; hanno bisogno di pretrattamenti specifici per aiutare la penetrazione nei filati evitando al contempo l’espansione fuori dai confini del disegno, vista la loro composizione più liquida, e anche del finissaggio (vaporizzaggio e lavaggio). Gli inchiostri a pigmento invece ricoprono le fibre senza legarsi a loro: per questo motivo riveste un ruolo davvero fondamentale il pretrattamento, che aiuta a fissarli al tessuto e ad aumentare le resistenze del prodotto finito. Non è invece necessario vaporizzare e lavare, ma solo fissare il colore. Quest’ultima tipologia di inchiostri è particolarmente versatile per il fatto che può essere usata praticamente su qualsiasi tipo di tessuto, naturale, artificiale e sintetico (anche se per ottenere resistenze e caratteristiche migliori ci sono ovviamente formulazioni diverse, proposte dai diversi produttori). Ma per questi due motivi le tecnologie di stampa che supportano chimiche a pigmento sono una valida opzione per quegli stampatori che sono interessati alla stampa su tessuto ma non provengono dal settore tessile tradizionale.
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sostanze dai tessuti. Tutti i tessili subiscono infine il finissaggio: un insieme di lavorazioni chimiche, fisiche o meccaniche che serve a conferirgli le proprietà richieste dalla loro destinazione d’uso. Vengono usati il calore per fissare tutte le sostanze, a cominciare dagli inchiostri (con un passaggio in rameuse); la pressione (con un passaggio in calandra); la frizione per modificare la superficie del tessuto (con un passaggio in calandra a frizione o calandra a bacinella, dove uno dei due cilindri ha velocità di rotazione superiore all’altro); tensione, per distendere il tessuto e influire sulle sue dimensioni (con un passaggio in rameuse di finissaggio); umidità e vapore per migliorare la pieghevolezza della fibra. Questi sono alcuni dei trattamenti di finissaggio “tradizionale” che possono essere applicati: antimacchia, easy care, ingualcibilità, lucidità, minimo stiro, morbidezza, opacizzazione, sostenutezza, stabilità dimensionale. Ma ci sono anche finissaggi “speciali”, come smerigliature, garzature, spalmature, resinature, impermeabilizzazioni, laminature, applicazione di microcapsule.
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COLOPHON Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono a un’inserzione pubblicitaria Agfa 3,9,19 Alejandro Rafael 17 aleph 38 Amazon 8,34 Antonio Sada & Figli 33 Argi 23 Artigas Marc 30 Assografici 32 Athena 26 Bano Walter 47 Bassanello Alberto 24 Bee Graphic 34 Bosio Giuseppe 50 Brouns Dirk 46 Budetti Gerardo 33 Bumble 17 Burnett Toby 12 Butti Goliardo 34 Caldera 27 Canon 11,13,46 Carrai Luigi 19 Custom Gateway 44 Derichs Wouter 46 Dominodisplay 21 Drion Danna 40 Drupa 49 DuPont 41 Durst 20,21,24 Edigit 11 EFI 24 Elitron 22 Emily 17 Epson Italia 39 Epson 11,19,42 Errelle 8,26,49 Eurmoma 59 FEFCO 35 FESPA Global Print Expo 49 Fespa Italia 4 FESPA 12 Finazzi Enzo 24 For.Tex 50 Fujifilm 22 Fusco Marino 26 Giorgio Roberto 25 Goldstein Ganit 9 44 Grand View Research GroupM 16 Gruppo Masserdotti 21 Heimtextil 49 HP 20,21,25,35 ICO 35 JCDecaux Australia 16 Kennedy Graham 9 Keypoint Intelligence 11 Kimiprint 19 Koerner Julia 9 Kornit Digital 8,44
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Kulka Omer 45 LIC Packaging 35 Liyu 12 Macchi Silvia 39 Maja Digital Printing 20 Malossi Arsenio 20 Manes Alessandro 38 Masserdotti Alberto 21 Massivit 3D 22 MBA 22 McKinsey 28,42 Mimaki Bompan Textile 10 Mimaki 7,40 Montalbetti Cecilia 10 Monti 20 Netcomm 44 NUtec-Digital 27 Pallo Bruno 8 Pallo Luca 8 Pasquariello Antonio 50 Polaroid 19 Polyedra 49 Posterscope 16 PressUP 60 Print4All 2 PrintFactory 12 Printing United 49 PrinTrend Expo 49 PRT 19 Publicis Media 16 Re Giovanni 31 Richardson-Locke Graeme 12 Ricoh 9 RIED 27 Rinaldo Christian 8 Roland DG Italia 30 Ronen Samuel 44 Samsung 21 SEI Laser 49 Sherfield Paul 12 Signracer 8,27 Sismaitalia 22 Smithers Pira 32 Smurfit Kappa 35 Soldati Maria Grazia 50 Stratasys 9 The Missing Horse Cons. 12 Tisato Federica 22 UNA 16 Unterberger Christian 11 Van Hoorn Martijn 46 Vanzini Marco 10 Viscom Italia 10,48 Wilson Glen 16 WTIN 38,49
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