TORIA Fin dall’antichità, popoli come gli Egizi o i Greci comunicavano su materiali come il legno, la pietra o le tavolette di argilla. Si trattava però di materiali piuttosto pesanti e non sempre facilmente trasportabili. I materiali più leggeri erano pochi, uno dei più usati era la pelle di agnello, pecora o montone lavorata in modo da renderla liscia. Questa pelle veniva chiamata pergamena, in quanto era entrata nell’uso comune per la prima volta a Pèrgamo, città dell’Asia Minore. Con l’emanazione dell’Editto di Costantino (313 d.C.) che procla-
mava la libertà di culto per i cristiani, si assiste ad un rapido e consistente sviluppo del testo scritto e di conseguenza, dello studio della scrittura. Per poter studiare, si rese quindi necessaria la riproduzione dei libri e a quel tempo i libri potevano essere riprodotti solo copiandoli a mano: nasce così la figura degli amanuensi, umili ed anonimi monaci che avevano il compito di riprodurre testi che andavano dalle Sacre Scritture a testi profani.
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Tommaso da kempis, De Imitatione Christi, Imprimerie Royale, Paris 1640.
Gli amanuensi lavoravano nello scriptorium insieme agli scriptores, aiutanti a cui spettavano i lavori di preparazione. Gli amanuensi trascrivevano il testo sui fogli di pergamena, avendo cura della fedeltà dello scritto e della qualità del carattere. Essi lasciavano appositamente in bianco la lettera iniziale di ogni capitolo affinché venisse poi decorata dai miniaturisti. La rilegatura, essenziale per l’uso e la conservazione dei testi, spettava ai rilegatori, che spesso traducevano il loro lavoro in realizzazioni artigianali ed artistiche di altissimo livello. I MINIATURISTI La parola ‘miniatura’ deriva dal latino minium, ovvero il colore usato per riquadrare le pagine e per scrivere i titoli e le lettere iniziali dei manoscritti. I miniaturisti avevano il compito di illustrare, illuminare ed arricchire il testo con fregi, decorazioni, cartigli e figure varie, inserendosi con abilità nei margini, nei bordi e nelle lettere maiuscole. Ai miniaturisti piaceva adornare con dorature o con vivaci colori: il rosso veniva usato per le prime linee scritte, le lettere maiuscole ed i titoli; il verde e l’azzurro per le lettere iniziali e l’oro e l’argento per codici di lusso destinati al culto religioso. Essi inserivano nel testo delle piccole e bellissime raffigurazioni di angeli, di santi o di scene della vita di ogni giorno. 4
Le miniature, col passare del tempo, divennero piccoli capolavori contenuti nello spazio di pochi centimetri quadrati all’interno degli Evangelari (raccolta di testi sacri, messali), nei Salteri (raccolta di salmi) e nelle Bibbie, le quali grazie all’uso dell’oro e della porpora, ebbero un aspetto molto elegante. Si citano molti nomi di artisti miniaturisti, in quanto alcuni erano anche talentuosi pittori. I secoli XIV e XV segnano il massimo splendore della miniatura italiana e francese, per quest’ultima grazie alla famiglia di stampatori parigini Estienne.
Appiano, Storia Romana, Charles Estienne, Paris 1551.
Giorgio Kienerk, alfabeto per la rivista “Riviera Ligure”
Il declino dell’ornamentazione del libro inizia nel secolo XVI, in seguito alla diffusione della stampa a caratteri mobili. Nel 1454 Johann Gutemberg, realizza la stampa a caratteri mobili. L’arte della stampa tenta agli inizi di riprodurre i manoscritti, accelerando il processo di produzione in serie dei testi, ma ricorre ancora agli amanuensi per il decoro dei capilettera. Nei secoli successivi ci si concentra prevalentemente sull’essenza del carattere, sulla ricerca formale, alla quale portano contributi notevolissimi stampatori italiani: Aldo Manuzio nel Rinascimento e alla fine del 1700 Giovanni Battista Bodoni, il quale consegnerà alla posterità il più bel carattere da stampa di tutti i tempi. Negli impaginati di Bodoni i capilettera sono rigorosissimi e non lasciano spazio ad orpelli e grafismi.
Esempi di capilettera disegnati da Aldo Manunzio.
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Restano memorabili i capilettera realizzati dal pittore simbolista toscano Giorgio Kienerk per “La Riviera Ligure”.
Nella composizione a caratteri mobili si inseriscono i “cliché” litografici, capaci di riprodurre dapprima solo le illustrazioni e le immagini “al tratto” cioé a tinta piena, e successivamente anche le sfumature di grigio ed i colori, attraverso l’impiego della “retinatura” delle immagini. Oggi a tenere in piedi la tradizione secolare dei capilettera rimangono i grafici, ma soprattutto gli artisti che si occupano di illustrazione.
Gli amanuensi continuano nella propria attività, ma il nuovo sistema soppianta definitivamente il vecchio e ne rimangono pochi, soprattutto agli ordini di alcuni raffinati clienti. La risposta dell’arte della miniatura avviene nel 1800 in Inghilterra durante il Gothic Revival. Inizialmente era un fenomeno culturale legato al collezionismo e alla classificazione dei manoscritti; più tardi invece si allarga alla considerazione teorica e tecnica di questa espressione figurativa nei confronti delle altre arti.
A sinistra: frontespizio della Bibbia stampata da John Baskerville
A destra: pagina della prima edizione della Bibbia di Lutero.
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Negli ultimi decenni, con lo sviluppo esponenziale delle tecnologie di stampa, di riproduzione e di elaborazione dell’immagine, la loro attività ha ricevuto un notevole impulso, specialmente nella letteratura per l’infanzia, laddove si sente ancora il giusto bisogno di coniugare testo ed immagine e magari di fonderli in un unico linguaggio che parli all’intero cervello. In questo modo, il “testo dipinto” non si propone solo come ricerca estetica o necessità di alleg-
gerire la lettura di una fiaba, ma anche come stimolo al dialogo e alla cooperazione dell’emisfero cerebrale ‘eidetico e sensuale” e di quello “logico e razionale”. Possiamo quindi affermare che la tradizione non è morta, anzi ancora oggi seppure con tecniche e procedure che cambiano continuamente, l’antico sforzo degli amanuensi trova ancora prosecutori attenti e abili, lettori ed osservatori fedeli ed entusiasti e perfino cultori, estimatori e collezionisti.
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Tony Wolf, Natale una storia magica, Dami Editore, 2005
ROPRIETÀ Il capolettera è nato come strumento utile a segnalare l’inizio di un testo, insieme alla versale (in origine l’iniziale di una strofa). Può esser usato in diversi modi: se rientrato o centrato può elevarsi rispetto al testo; allineato a sinistra può essere annegato nel testo o appoggiato al piede della prima riga; se lo spazio è sufficiente può sporgere a sinistra rispetto al testo, esser composto con lo stesso carattere del testo o con uno differente. I capilettera sono classificabili secondo tre categorie.
Rinascimentali: prevedono l’uso di grosse lettere in legno; Liberty: disegnate a bulino o incise con tecniche xilografiche.
CLASSIFICAZIONE DI IAVARONE Iavarone decide di dividere la capolettera in base al contenuto decorativo e ai motivi che la decorano. Figurata: iniziale con lettera composta di personaggi o animali che stilizzati compongono la lettera; CLASSIFICAZIONE Filigranata: iniziale inserita in STORICA arabeschi; Questa classificazione riconosce gli Fiorita: abbellita da decorazioni stili dei capilettera e le caratteristivegetali; che che ne descrivono il motivo nel Istoriata: all’interno dell’iniziale tempo. viene riprodotta una scena che Medievali: completamente disgna- di solito si rifà a testi sacri o arti ti a mano; e mestieri;
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Decorata: abbellita da elementi ornamentali; Parlata: l’iniziale del testo, abbellita da una scena, riproduce in quest’ultima anche la visua- lizzazione iconografica del testo scritto, come se fosse anche una didascalia; Zoomorfa: lettera che riproduce le sembianze di animali.
più che sull’immaginazione. FILIGRANATE: diretta evolu- zione della capacità di saper usare la penna: non sono i colori, ma le forme pure ad essere chiamate in causa. Gli effetti sono più rilassanti e affascinanti perchè il colore non stacca o rompe l’equilibrio creativo e formale.
CLASSIFICAZIONE JOHNSTON Johnston considera tre ampiezze di lettere decorate.
LETTERE NATURALI: dipendono molto dalla bellezza e dall’interesse della lettera. stessa e della sua forma.
BARBARICHE: le forme sono considerate come un veicolo per il colore; i suoi effetti hanno presa sui sensi
Esempi di capilettera filigranate, istoriate e decorate.
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DECORAZIONE DEL FONDO Gli ornamenti coprono il fondo e sono chiusi e ingabbiati nello spazio che vienelasciato a loro disposizione. Fondi colorati di regola sono decorati con forme e motivi con sottili linee bianche o dorate, oppure con sottili pattern di vario colore. Il più semplice di tutti può essere fatto tracciando linee diagonali, olorando o applicando decorazioni nei rombi che la griglia crea.
PROPORZIONE DEI COLORI Non si possono definire proporzioni nell’utilizzo dei colori perchè spesso dipende dalla posizione degli elementi decorati. Il blu è il colore dominante e più comune. BORDI E CONTORNI Si consiglia di usare bordi neri in quanto uniforma l’opera ed evita che crei comflitti interni con tutte le mutazioni che i colori rischiano di assumere se accostati. Al bordo nero è buona cosa far seguire un altro fine bordo bianco per separare ulterormente le figure e creare flussi più dinamici all’interno dello spazio della pagina.
Esempio di capolettera miniato con colori contrastanti.
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uriosità AFONT.COM Il mondo è bello perchè è vario, così come la tipografia. Lo si può scoprire attraverso le font originali dei migliori tipografi o attraverso le creazioni personali dei giovani d’oggi. Dafont.com è un sito multi uso dove sia professionisti che non possono trovare svariate font. Non dimentichiamo la sezione sulle iniziali! (www.dafont.com/ theme)
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Come facciamo a reperire i testi antichi al giorno d’oggi? Oggi c’è addirittura un mestiere che permette di portare in formato digitale antichi manoscritti e libri. È il mestiere di John Barret, giovane 29enne specializzato nel fotografare adeguatamente questi pezzi di storia. «Tra gli oggetti più preziosi che ho maneggiato ci sono quattro copie dell Magna Charta, il più importante documento costituzionale inglese, risalenti al tredicesimo secolo. Ma ho fotografato anche i manoscritti di Mary Shelley,
l’autrice di Frankenstein, un libro rilegato personalmente da Elisabetta I d’Inghilterra e i disegni originali di JRR Tolkien, l’autore del Signore degli anelli». Che cosa serve? «Bisogna saper fotografare con macchine di una certa dimensione e usare i programmi che regolano il colore. Le immagini prodotte qui non devono essere belle. Devono essere fedeli».
OHN BARRET
Articolo tratto dalla rivista Wired, n°14, aprile 2010.
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AILY DROP CAP
Come tenersi in forma in ambito tipografico? Realizzando ogni giorno un capolettera decorato da poter integrare nei blog! Ecco il ‘segreto di giovinezza’ di Jessica Hische, giovane tipografa e illustratrice che ha ideato questo ‘progetto’ mantenendolo vivo da quasi un anno. Iniziali colorate e divertenti, ma anche di gran-
de stile si posson trovare sul sito del suo progetto Daily Drop Cap. (www.dailydropcap.com). Un modo divertente per iniziare la giornata! E per vedere tutti i suoi lavori il posto giusto è il suo sito personale (www.jessicahische.com) dove si posson trovare le sue creazioni in ambito di tipografia, illustrazione e design.
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Screenshot di una pagina del sito di Jessica Hische.
IBLIOGRAFIA Cinque secoli di stampa, S.H.Steinberg, Piccola Biblioteca Einaudi.
http://skuola.tiscali.it/storia-antica/gli-amanuensi.html http://mitogrammi.blogspot. com/2007/01/capilettera-sintesidi-testo-e-immagine.html
Gli elementi dello stile tipografico - Robert Bringhurst, Edizioni Sylvestre Bonnard 2003.
http://www.theantiqueslover.it/ it/argenti-e-vertu/le-miniature-2. htm
Regole editoriali, tipografiche & redazionali, Fabrizio Serra, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2004.
http://www.malleus.it/ABA/ Capolettera2.htm
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Stefania Guerra 716502 Politecnico di Milano Design della Comunicazione Corso di Typedesign Professor Fuga Giangiorgio A.A. 2009/2010