Suoni del silenzio numero 1

Web-zine indipendente musicale fondata nel info e contatti: www.suonidelsilenzio.blogspot.it

2007 SUONI DEL SILENZIO… suonidelsilenzio@gmail.com

SUONI...LETTURE...VISIONI…

Fanzine

ufficiale

24/07/2015

Come festeggerebbe BOB MARLEY?!

Non solo Bolt, la Giamaica è in finale di Gold Cup Ad Atlanta i 'Reggae Boyz' battono 2-1 gli Stati Uniti di Klinsmann conquistando una finale storica. Ora se la vedranno con il Messico, che supera Panama tra le polemiche. Il ct Gomez: "Rapina a mano armata" STATI UNITI-GIAMAICA 1-2 Stati Uniti (5-3-2): Guzan 6; Evans 6, Alvarado 5,5, Brooks 5,5, Johnson 6, Beckerman 5,5 (66′ Diskerud 5,5); Zardes 6, Bradley 7, Bedoya 5,5 (77′ Yedlin sv); Dempsey 6, Jóhannsson 6,5 (71′ Gordon 5,5). A disp.: Rimando, Chandler, Beasley, Ream, Corona, Wondolowski, Zusi, Yarbrough. CT Klinsmann 5.

Giamaica (4-4-2): Thompson 5,5; Mariappa 6, Morgan 6, Hector 6, Lawrence 6,5; McCleary 5,5 (90’+1 Grant sv), Watson 6, Austin 6, McAnuff 6,5; Mattocks 7 (56′ Dawkins 6), Barnes 7 (80′ Humphrey sv). A disp.: Ottey, McFarlane, Holness, Miller, Phillips, Laing, Seaton, Blake, Clennon. CT Schäfer 7,5.

Arbitro: Montero (Costa Rica) Marcatori: 30′ Mattocks (G), 35′ Barnes (G), 47′ Bradley (S) Note – Ammoniti: Beckerman (S), McCleary (G), Yedlin (S)

Titolo brano secondario

Voce e Chitarra, l’essenza e la magia della canzone d’autore L’album Mezzanota è alla seconda ristampa. 500 le copie finora vendute. Se è vero che l’industria discografica è in crisi, non si può dire altrettanto delle produzioni indipendenti e delle autoproduzioni dei tanti artisti emergenti che macinano km lungo tutto il territorio nazionale per promuovere la propria musica con concerti e showcase. Esempio di forza, costanza e tenacia è il duo voce chitarra, Chiara

Jerì e Andrea Barsali, che nel 2013 ha pubblicato il primo album “Mezzanota” vendendo 500 copie solo ed esclusivamente ai live e che con orgoglio presentano la seconda ristampa dell’album con un nuovo mastering e una maggiore attenzione alle sonorità che si avvicinano ancora di più alla dimensione “dal vivo” al duo tanto congeniale.

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SUONI DEL SILENZIO Fanzine indipendente di musica fondata nel 2007 24- AGOSTO 2015 Collaboratori : Antonio Di Lena, Carmine Di Lena, Vincenzo Calò, Antonio Ferriero, Rosario Magazzino, Annachiara Innocenzio Vincenzo Zizzo, Antonio De Franco, Gabriele Casale, Gianluca Distante, Andrea Corvino, Francesco Baroni, Antonella Fimiani e Soulknife.

Grafica a cura di Antonio Di Lena Info e contatti: suonidelsilenzio@gmail.com oppure visitate il sito all’indirizzo www.suonidelsilenzio.blogspot.it

“URGENTE”

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Voce e Chitarra, l’essenza e la magia della canzone d’autore L’album Mezzanota è alla seconda ristampa. 500 le copie finora vendute. Se è vero che l’industria discografica è in crisi, non si può dire altrettanto delle produzioni indipendenti e delle autoproduzioni dei tanti artisti emergenti che macinano km lungo tutto il territorio nazionale per promuovere la propria musica con concerti e showcase.

Esempio di forza, costanza e tenacia è il duo voce chitarra, Chiara Jerì e Andrea Barsali, che nel 2013 ha pubblicato il primo album “Mezzanota” vendendo 500 copie solo ed esclusivamente ai live e che con orgoglio presentano la seconda ristampa dell’album con un nuovo mastering e una maggiore attenzione alle sonorità che si avvicinano ancora di più alla dimensione “dal vivo” al duo tanto congeniale. Ma le novità non finisco qui, perché il cd “Mezzanota” sarà distribuito e disponibile nei negozi delle più importanti città italiane, da Milano a Genova, da Bari a Padova, da Roma a Sassari, da Parma a Napoli, passando per Saronno, Perugia, Alessandria, Volterra e Torremaggiore (di seguito l’elenco degli esercizi commerciali).

“Mezzanota” è un album in duo, voce e chitarra, essenza minimalista e magia stessa della canzone d’autore o meglio d’autrice.

Perché di Chiara Jerì sono i testi, racconti fotografici con una soggettiva femminile di temi di attualità, come l’aborto de “La Ballata della Ginestra”; a temi di cronaca nera come quelli rac-cantati in “Innesco e sparo” ispirata da un fatto realmente accaduto, l’esecuzione fredda, lenta e atroce di Giannino Losardo (21 giugno 1980) all’epoca sindaco di Cetraro e che ricorda il coraggio e lo sdegno di una terra, la Calabria, a cui Chiara Jerì è profondamente legata. Non mancano i temi più intimistici, come l’incubo della solitudine cantata in “A Goccia A Goccia” e della sospesa lontanza di “Vorrei”. Nel cd anche un brano inedito, “Amore mio hai ragione” pezzo potente, intimo e melodioso, interamente scritto da Maurizio di Tollo, autore di tutte le musiche dei brani dell’album “Mezzanota”.

L’album include anche capolavori che hanno fatto la storia della musica italiana - “La Donna cannone” di De Gregori, “Canzone II” di Pippo Pollina e “Fino all’ultimo minuto” di Piero Ciampi - e che manifestano la passione

del duo nell’«interpretare e vivere in pezzi d’autore».

"Mezzanota" è l'emblema dell'abbandono totale delle difese di Chiara Jerì e la massima espressione della libertà di questa neo-autrice, che da interprete - il debutto discografico “Mobile Identità” è una raccolta di brani famosi reinterpretati e riarrangiati per le sue corde e per la sua sensibilità – con questo album esordisce come autrice di testi raccontando dunque la società di oggi con la delicatezza tipica di “una volta”. Nelle canzoni di Chiara, requisito fondamentale è il legame tra musica e parole che diventa forte ed imprescindibile.

Nell'album le musiche sono state scritte interamente da Maurizio di Tollo, ma solo con la chitarra e gli arrangiamenti di Andrea Barsali le canzoni hanno trovato quella esecuzione essenziale a far risaltare il significato della parola e del racconto. Chitarrista trasversale nei vari generi, dalla classica al rock, dal folk al pop, Andrea Barsali è il sostegno, l’armonia, colui che rende possibile l’imprescindibile legame tra musica e parole, così come la stessa Chiara Jerì dichiara: «Tutte le parole senza l’Intenzione del suono di Andrea Barsali non sarebbero divenute Mezzanota. – e continua Mezzanota è un neologismo, è un attimo, è imperfezione viva, è fruscio, è creazione, è voce che si stacca dal pensiero e diventa musica, è suono che saluta le dita e diventa ambiente; ma non è musica e non è ambiente, è tutto quello che c’è prima di arrivarci e tutto quello che c’è dopo aver pensato di arrivarci. Mezzanota non si riduce alla sola tecnica. – Chiara Jerì conclude – Mezzanota è l’istante in cui l’Intenzione diventa Musica».

Disponibile nei negozi di musica selezionati e nei principali digital stores e nel webstore di CDbaby (www.cdbaby.com) nel doppio formato sia in digitale sia nel classico supporto rigido. Punti Vendita: "Libreria Pagina 18" Via Padre Luigi Monti, 15 - Saronno (VA) /c/o "associazione culturale L'Aereoplano" Via XXIV Maggio, San Vittore Olona (MI) /"Dischi Volanti" Ripa di Porta Ticinese 47, Milano /“ViaDelCampo29:Rosso” Via del Campo 29R - Genova/"Discoclub" Via San Vincenzo 20r, Genova /"New Record" Via Nicola de Giosa, 59, Bari /"Mipatrini" Strada Trasimeno Ovest 7A, Perugia /"Il 23 Dischi" Via G. Barbarigo 2, Padova /"L'Isola Ritrovata", Via S. Maria di Castello 8. Alessandria /"Caffè dei Fornelli", Piazzetta dei Fornelli, Volterra (PI) /"Music Mille" Viale dei Mille, 88, Parma /"Messaggerie Sarde" Piazza Castello 11 Sassari /"Tattoo Records" Piazzetta Nilo 15, Napoli /"La Bottega dei Miracoli" Via Magenta 51, Torremaggiore (FG) /"Libreria Rinascita" Via Sabaudia 36 Roma. Webstore: Mezzanota su CdBaby: http://cdbaby.com/cd/chiarajerieandreabars a l i i T u n e s : https://itunes.apple.com/us/album/mezzanot a / i d 7 2 8 4 0 2 1 5 7 C o n t a t t i : w w w . m e z z a n o t a . c o m www.facebook.com/MezzanotaChiaraJeriEAn dreaBarsali

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I RACCONTI DELLA SPENSIERATEZZA Schiuma Faceva pena, pari a quella per il periodo che stiamo attraversando, che inghiottiamo al primo passo della carità verso un animale addomesticato dalla selvaggina che conserva, per scherzarci su con gli amici di un tempo inossidabile. Periodo senza vincitori e perdenti, da surclassare o da amare, con atteggiamenti uniformi, coi suoi ragazzi-merce in scuole d’incomunicabilità prima e in aziende senza finalità dopo, per lunghi anni. Periodo senza urti spumosi, che attraversiamo maledicendo finzioni oltre il demoralizzarsi, ed un certo tipo di persone tra vanti fai da te, nelle ricerche aperte ad ogni momento. Dell’oggi ne deteneva Edoardo ogni singolo particolare che andrebbe denunciato in piazza, nella notte cantata dal mare dei silenzi, dove la schiavitù raddolcisce per divenire ipocrisia poi, diseducando comunità. In parole povere, le parole povere di una morale imparata con quell’educazione fastidiosa al punto giusto, che va impartita dagl’insegnanti a scuola, e da genitori capaci di stringere in pugno un seme da innaffiare. Curiosità dai prezzi alti, sottolineature d’affanni…macché, Edoardo si lasciava prendere dai modelli contemporanei adibiti ad incastonare un valore nella frivolezza, che verrà sciolto e dimenticato da chi lo attornia per trovare refrigerio o fuoco, per non avere creduto al Futuro, tra paure e scommesse che qualche volta riconosciamo. Si sentiva un qualcuno vestendo gli abiti del tronista che imperversa in tv la sera, ma poi era uno dei tanti che mordeva i giorni con cazzuola, secchio ed un edificio a cui dare forma, da sputare in sé, in quei bagni pubblici che danno il via alla propria distruzione. Verso una certa ora il bar mutava in disco-pub, e aleggiava cattiveria.

La civiltà lavorata comincia a declinare, e sembra di stare in un carcere superato, in cui ogni gradimento guardingo tende nuovamente quelle riflessioni infernali e biografiche. Il proprietario e i suoi dipendenti fingevano d’essere comprensivi, servendo sfoghi di gioventù. Taluni s’immergevano nella clientela in preda alla solitudine, a dimenticare lo stress che si accumula una volta che le buone intenzioni vengono allungate più del voluto, non facendo il possibile per necessitare di una tregua. Altri erano della stessa pasta di Edoardo, ovvero degli anonimi ostentanti orgoglio in gare notturne consistenti nel salire e scendere le scale il più tardi possibile, figli di superflue discussioni, non avendo grosse dimensioni per qualificare il Tempo…leopardi all’apparenza. Da fuori notavi passando il vociferino ch’esplodeva in grassa risata, il pettegolezzo che smussava le singole disperazioni in una luce soffusa, accompagnata da musiche che penetrano la Ragione piuttosto che il cuore fumato con passione come una sigaretta tra l’ingresso e l’uscita del locale, con la porta socchiusa per non perdere un divertimento che costa riflessione, un odore difficile che abbottonava rotture, un locale sudato che offriva a Edoardo vitalità. La via che conduceva alla piazza offendeva il buongusto, annullata dai lavori di ristrutturazione senza un perché concreto, occupando una vittima accertata: la rabbia, elevata alla cima indifferente degli alberi. I marciapiedi impolverati erano separati dalla strada con una rete metallica, ma in fondo anche nella normalità sono distaccati, vuoi per il traffico incessante e forse più amaro dell’assordante trapano, e vuoi per il fascino della camminata, a passo veloce e calibrato oppure lento e alternativo tu non ti salvi, perché lega caratteri in contrasto tra fonte e rotondità. Basta una passeggiata per effettuare la radiografia della persona che hai preso come bersaglio, aldilà del tizio che sosta sullo scalino di una dimora antica per riallacciarsi la scarpa mentre una mocciosa gli passa affianco ed entra in una tabaccheria a comprarsi delle caramelle per la gola dopo aver aspettato che una fila di gente smettesse la ricerca della vincita milionaria, con l’odio fornito da sorde e oscene in espressioni, per incorporare poi delle critiche con scritte le vergogne sulle gole dell’Essenza. Aldilà di un supermercato invisibile, dei buchi colmati da un esercizio inutile. Aldilà del tenore di Vita, del lusso del consumismo che emanano le vetrine…diamanti che vengono messi in

mostra per precipitarcisi provenienti da una stagione abnorme.

Qualsiasi articolo vendibile rende oggetti ambigui, per stuzzicare la curiosità a branchi di esseri banali che sembrano, dalle nuvole di Edoardo, apparire sottocontrollo, che solo a ridosso delle feste natalizie ci scappa uno sguardo più dolce, con l’atmosfera che ti rilassa fino a mischiare come magia fogli di poesia sterile, ammassati a sentire che di alcuni li han bruciati smuovendo sentimenti da regni incontrastati, sotto il Sole, fermo, per fermarsi nelle innaturali navigazioni delle regole, fra pericoli e preoccupazioni apprezzabili. A sentire suonare il citofono come il cellulare, stracciare foglie pestate dal ritorno dell’orgoglio al merito degli occhi. Era giunta l’ora dello sballo, del premio per la qualità delle sue acque. Come un lembo costiero, Edoardo voleva sentirsi unico, e la gioia ce l’aveva in pugno dirigendosi verso la sua dimensione senza smettere di ringraziare Fabiano. S’inventarono una pausa in piena mattina, tra mattoni e carriole, con la spavalderia di quelli che la sanno lunga mutarono una chiacchierata in caramella (non per la gola) da mandar giù alla faccia dell’esistenza…”Tanto chi ce la paga?” – disse Fabiano, “Così lagnosa, va semplicemente fottuta l’esistenza!

Noi dobbiamo ridere per non morire con risorse inespresse, ritenendoci inferiori dinanzi all’Anima che non viene via tirando solo lo sciacquone!”. In mezzo all’odore delle viscere, Edoardo chiuse gli occhi per rimanere a godere il colore della capsula, il bianco del nulla del lavandino, col rubinetto aperto, l’acqua scrosciante e lo specchio danzante attorno a sé. Quella doveva essere stata una delle sue tante prime volte che gli esplode dentro. La sua comitiva non lo attese, intenta a dirigere orgasmi di poco conto. Lui uscì dal bagno con l’incoscienza a subire prese in giro culminanti col verso del no, scuotendo il capo, di chi se la tirava dacché in compagnia e magari venato d’ipocrisia. Tristemente il suo bicchiere venne riempito, e lo stuzzichino masticato, nel dono rumoroso della rivelazione. Al bancone non occorreva fare la parte del saggio, perché in piena notte ci avresti paura degli alieni! Voci ubriacate dovrebbero avercela piuttosto coi paparazzi! Edoardo con un cenno di mano si congedò, insipido, senz’aver messo in repentaglio la sua figura nuovamente ammassata sull’ennesimo scandalo che svia il buon senso per svanire al suono della sveglia l’indomani. Senza dare retta ai suoi piedi, con una sfocata nonchalance dettata dai rimasugli della memoria, riuscì a scorgere una retta da percorrere. Per poco non si andò a schiantare contro una coppia di piccioncini abituati a fare finta di niente. Una volta intercettata la necessità di stare solo, a pochi metri dalla movida vera e propria, si lasciò guidare dall’aria fredda, e buttò il pacchetto delle pasticche che batté sulla rete metallica. Per un niente al rimbalzo questi non colpì il di dietro di uno dei fidanzatini…lui, ma invece si girò lei come se volesse dire “Non smettiamo mai di stupirci…!”. Edoardo, ignaro dell’accaduto, mise a concentrarsi su chissà ché. Visse un respiro lungo col naso, per scacciare la preoccupazione per la sua intolleranza che era divenuta violenza incontenibile giacché bendata, e poi sbucò dal buio. Nel centro storico non circolava il suo animo, bensì la bellezza delle rughe del Tempo nelle crepe dei muri, dove si notava qualcosa di simile ai fiori germogliare. Per terra, pure un escremento di cane si faceva guardare! Qui, tutti i lampioni erano accesi, ed uno dava risalto ad una chiesa sconsacrata, percossa da scritte adolescenziali inneggianti cotte d’Amore, miti del rock o peggio ancora ideali trascinati dal fanatismo che, quando nessuno vigila, han speranza di ribollire. La gente si arrendeva all’Amore per i segreti, i veri residenti, covando silenzio mentre e dopo che gli artigiani chiudessero bottega, per salutare e sparire. A Edoardo gli venne di pisciare, e soddisfò prontamente quel bisogno in un vicoletto. Si trattenne per un istante, lesto a chiudere la sua di bottega, quando udii il rombo di una macchina sfrecciare, carica di bestialità altrettanto penosa. Gli rimase che accucciarsi, alla ricerca di un significato per la sua testa tra le mani. Edoardo incontrò dei ricordi. Provò una bella sensazione che gli smussò lo stomaco provato dalla brutta fine di una colomba sbudellata dall’umanità che nei paraggi non trovava parcheggio per rimediare avventure, truccata sempre a festa, e si riconobbe da piccolo, con delle espressioni d’acquietare in un carattere pallido che va giocato.

Allora ricominciò a colpire con delle pallonate il portone di casa sua, per poi buscare sudore e un ceffone dalla mamma, ma fiero d’aver lanciato un messaggio intraducibile: “Sono Edoardo, embè?”, ricevendo sorrisi brevi all’apparenza dalle persone che di tanto in tanto attraversavano il centro storico con quelle indecisioni che ti opprimono, per cui ti alzi il collo del giaccone per non pensarci più, via da ogni istinto…d’istinto. Pena di dignità dicembrina.

Vincenzo Calò

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Non avevo capito niente di Diego De Silva (Einaudi) Quesito: Senza la possibilità di capire com’è che ci si distanzia da una logica comune, le persone vanno cambiate o accettate per quello che sono? Il protagonista, un avvocato fannullone, ad esempio s’invaghisce di una donna non tanto per i contenuti, ma per come lei gl’inganna l’attenzione coi suoi ampi movimenti tra le zone d’ombra di un intento specifico, come quello di vittimizzarsi nel tempo che fu…L’opportunità è doppia, o la vedi in un modo o nell’altra, e viene attribuita con un’esercitazione dialettica nel deserto delle prove d’indagine. Il pentimento, per aver tradito in maniera imperfetta una donna, nel guardarsi tra amici con l’aria piuttosto importante è riportato come souvenir di una permanenza indovina sul trend emozionale, supposta se incrollabile realmente. La legittima difesa relazionale comporta la causa della morte confidenziale. Attivabili su richiesta, l’importunità è una questione di educazione. Entrando nel dettaglio di una magagna lavorativa cerchi di rimettere a posto sbandamenti d’umore per una dignità caotica. Con la testa abile per pensare ad altro piuttosto che per dimenticarsi in fretta incrimini chi grida ulteriore vendetta…! Quello che si dice è vero, e ha un prezzo leggermente basso, di un potere consolatorio non adatto per il tempo e l’umanità. Ci si può distinguere per una cultura mediamente gigante che non entra in forme di moda indescrivibili e conducibili al malessere di qualsivoglia operazione teorica. I primi piani vengono spiegati e differenziati per un’origine di denominazione protetta che vorresti ritenere invidiabile al cospetto di un’intera società che fatica a rientrare nel suo merito, e diverte quindi una curiosità che non si fa mai amica. Ci si fa attendere, come i salami privi ancora d’insaccato, non essendo mai pronti per un’aria da sfida, impegnati a specificare raccomandazioni per non prendersela col loro grasso in eccesso. La minaccia di morte cuoce lentamente, non la si vuole intendere per riassaporare quella speciale ingenuità che comporta in extremis la ragione per proseguire tra i piaceri della Vita da conservare in luoghi asciutti, lontani da disparati ma sparpagliati punti di vista. La sorpresa viene covata dalla gente che si conosce, che s’insulta come se questo volesse essere un complimento impronunciabile. La diplomazia, il baluardo della civiltà occidentale, è roba reale da spacciare subendo le provocazioni di ogni giorno come pugni invisibili che se aperti scapperebbe via l’urgenza di funzionare come sopravvivenze stupide ma rintracciabili. A seconda delle tradizioni del buonsenso veniamo presi e fatti andare per la tangente, colui ch’è specializzato in pronto intervento si soppesa al posto giusto, ritocca risposte spirituali con buona pace della capacità espressiva. Un deterioramento psicologico dura il tempo di

distoglierci da contesti attitudinali prolungabili giocosamente, non volendo più parlare con nessuno per stabilizzarsi in tutto ciò che di buono offriamo senza scegliere con cura la serietà d’adottare, avendo un ricordo della prontezza di riflessi che agisce meglio di una lavanderia tra i problemi ricercati da un bravissimo fumettista qual è questo scrittore delle cause vinte distante dal suo modo d’essere fin troppo congestionale, la quale riluttanza è al dir poco trascinante. Costruiti da diversi Dii minori come marionette raffinate, spasimiamo fascinosamente per un’intelligenza che si è messa da subito a trafugare gli scenari decisivi per la fiducia che ci estirpiamo a vicenda. Godiamo a momenti di un sentimento che siamo sempre in grado di fornire, perché alla fine si è sempre disposti a fare un salto nell’ignoto, purché ci si renda utili alla legge del più forte. Le porte in faccia si chiudono quando non ci resta che sparire nell’avere da perdonare la sicurezza per il benessere che intacca il vero amore, ovvero quello per il Prossimo, noiosissimo. A tornare v’è una squilibrata figura femminile che sembra quasi divertirsi volendo sapere se tutto va bene, piazzandosi al centro delle rivendicazioni di obiettivi legittimi dacché maschili. Alle domestiche leggerezze non si rinuncia, anche quando i giorni paiono contati…difettucci ritenuti da niente, che generano la salute per imparare a metterci in castigo biologico. Premo nel ripetere che non si scorge all’orizzonte l’opportunità di addensare il contenuto del di fuori, la luminosità delle immagini viene neutralizzata al riapparire delle tracce di un bersaglio già colpito per un’idea del Male completamente snodata, e che perciò puoi anche negare. Uno stile di Vita prende il sopravvento su chi si sente impotente quando ogni cosa ch’è negoziabile viene presa sul serio. L’insegnamento più prezioso consiste nello stare vicini quando ritieni che ciò sia per sempre.

Vengono minimizzate le dipendenze dalla generosità di chi dona un cuore in maniera ordinaria e con la forza della disperazione. Sulle intenzioni sono riportate impresse immagini di figli di tutta una generazione d’alimentare, che trapelano un’insana debolezza interiore caso per caso, che vanno dove li capita come volontari o gente comune. Accomunati da una spassosa ira, parliamo di un calore che non ci circonda, passante attraverso la spettacolarizzazione morbosa dell’ego. Pur essendoci niente da ridere, emerge una disponibilità a sconvolgere tra le risorse mancanti per ritenersi veri dando tempo al tempo. I ruoli nella società sono raggiungibili ma consolidati in testa come segni di riconoscimento da dichiarare per una pubblicità distaccata. Leggendo negli occhi un crimine ti raffini, questo è tipico dell’uomo che non muterà mai, e coltiverà grano raccoglibile da un’attrattiva che rovina il prodotto dell’insieme gravitante. Non risulta il completamento della lievitazione di un consiglio ai lettori, nel romanzo i personaggi si trattengono spudoratamente nel loro preconfezionato, chi li riunisce assorbe saluti e baci, riducendosi a trovare la fine di tale fortuna. Ci si apre come fiori, senza pretese, dietro il permesso d’illuminare la propria identità…un onore riservato al rammarico di stimare un ritorno convenevole. Col cervello scoperto, vorresti diventare invisibile, e nutrire d’amore carne putrida, ovvia. L’aldiquà è di una miseria di cui tutti se ne lavano le mani, tranne te, che per pura formalità investi su una padronanza fatta di strette di mano, imbarazzanti non come quelle al cuore. Vincenzo Calò

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Diego De Giorgi firma per la Virtus Francavilla Calcio

A San Zeno di Montagna, bene la VirtusVecomp contro il ChievoVerona

La Virtus Francavilla Calcio rende noto di aver raggiunto l'accordo con il calciatore Diego De Giorgi, proveniente dalla società Vigor Lamezia Calcio. Il calciatore salentino classe 1993 (22 anni), di ruolo attaccante, è cresciuto nelle giovanili del Casarano, disputando anche un campionato di serie D. Lo scorso anno ha militato nella Vigor Lamezia in Lega Pro. Il calciatore sarà a disposizione dell'allenatore nel ritiro pre-campionato.

1500 eroi hanno sfidato oggi pomeriggio il sole canicolare di San Zeno di Montagna (Verona) per assistere all'amichevole ChievoVerona - VirtusVecomp.

Presentazione Ufficiale | Giovedì 20 Agosto ore 20.00 presentazione della Virtus Francavilla Calcio

ChievoVerona-VirtusVecomp 6-1 (6-0) Marcatori: 10’ pt Paloschi, 18’ pt Castro, 22’ pt Christiansen, 25’ pt Nosa (aut.), 31’ e 45’ pt Birsa, 27’ st Cesar.

ChievoVerona (4-4-2): Seculin, Cacciatore (1’ st Pucino), Gamberini (1’ st Frey), Cesar (15’ st Sardo), Gobbi (15’ st Troiani); Birsa (1’ st Mpoku), Christiansen (15’st Mbaye), Hetemaj (1’ st Izco), Castro (15’ st Radovanovic); Meggiorini (1’ st Inglese), Paloschi (15’ st Pellissier). A disposizione: Provedel, Confente, Rigoni, Yamga.

Allenatore: Rolando Maran.

Virtus Vecomp (4-4-2): Cargnel (1’ st Bongiovanni, 30’ st Tebaldi) , N’Zè, Peroni (1’ st Rossi), Alba (10’ st Cesar), Burato (30’ st Leoni), Allegrini (35’ st Babacar), Frinzi (1’ st Maccarone), Armani (40’ pt Vesentini), Mensah (30’ st Zampini), Joketic (20’ st Padovani, 35’ st Nicols), Nosa (10’ st Rizzi).

Allenatore: Gigi Fresco.

Arbitro: Tiziano Mantovani. Assistenti: Marco Giannini e Gaetano De Vecchi.

La Virtus Francavilla Calcio si presenta ufficialmente. Giovedì 20 Agosto ore 20.00, presso l'Anfiteatro nella Villa Comunale, i tifosi e tutti i sostenitori potranno conoscere i giocatori, la dirigenza e tutto lo staff che prenderanno parte al prossimo campionato di serie D. Un appuntamento imperdibile, un momento di condivisione e coesione tra il mondo Virtus e la città intera.

Durante la serata verranno presentate anche le nuove divise 2015/2016. Presenterà Anna Saponaro affiancata da Uccio De Santis, ospite della serata. Non mancate, accorrete numerosi!

Per una grande serie D, abbiamo bisogno di voi!!!

Dal Lecce arriva il giovane under Marco Fersini, terzino con trascorsi nell'under 19 di Lega Pro La Virtus Francavilla Calcio si assicura le prestazioni del giovane under Marco Fersini, proveniente dall'U.S Lecce. Il calciatore salentino, nato a Maglie il 6/5/1997, di ruolo difensore, è cresciuto nelle giovanili del Lecce, raggiungendo anche la convocazione in maglia azzurra nell'under 19 di Lega Pro. Il giocatore sarà a disposizione di mister Calabro nel ritiro di Castel di Sangro.

Ecco la cronaca delle reti: 10’ GOL Calcio di punizione di Birsa e sul secondo palo Paloschi colpisce di testa per l’1-0. 18’ GOL Spettacolare rete di Castro che in rovesciata (dopo un tentativo sempre in rovesciata di Meggiorini) raddoppia per il Chievo. 22’ GOL Birsa recupera un pallone vicino al corner, serve l’accorrente Cacciatore che appoggia all’indietro per Christiansen. Il centrocampista danese colpisce di piatto destro di prima per il 3-0. 25’ GOL Autorete di Nosa che devia in rete un calcio d’angolo calciato da Birsa.

31’ GOL Scambio veloce Christiansen-Birsa, lo sloveno si accentra e lascia partire dal limite dell’area un tiro che si infila sotto l’incrocio dei pali. 45’ GOL Birsa firma la doppietta con un calcio di punizione di prima che si insacca alla sinistra del portiere. 27’ st GOL Cesar intercetta un pallone al limite dell’area e segna il gol della bandiera per la Virtus Vecomp Risultato più che giusto che testimonia il grado di preparazione delle due squadre ( oltre che la differenza di categoria): gialloblu al lavoro già da 15 giorni mentre la truppa di Gigi Fresco hanno iniziato da soli due giorni. Nonostante queste differenze i rossoblu si sono ben comportati, fornendo utili indicazioni al mister che con orgoglio aveva presentato la squadra dichiarando che poche squadre in Italia si sono iscritte in serie D per dieci anni di seguito. Prima indicazione la difesa che sembra essere il reparto che offre maggiori garanzie: l’inserimento di Jacopo Rossi nella ripresa è stata la sorpresa della giornata in quanto doveva controllare Sergio Pellissier che aveva una gran voglia di segnare ma che è rimasto a secco. Il nuovo centrale, ben spalleggiato da Maccarone ha potuto imbrigliare la punta del Chievo e ridurre i danni; in effetti nella ripresa la difesa della VirtusVecomp non ha incassato alcuna rete. Buona come sempre la prova di N’zè che resta comunque il perno della difesa. Bene anche il centrocampo dove il nuovo acquisto Fabio Alba ha fatto vedere molta tecnica e temperamento ma soprattutto va segnalata l’ottima prova del duo Allegrini-Burato che hanno saputo districare situazioni pericolose e appoggiare per ripartenze rapide. Sarà questo l’asse portante per il prossimo campionato? Gigi Fresco ammette qualsiasi possibilità ma si è dimostrato soddisfatto della prova dei due centrocampisti che sono rimasti sul campo per quasi tutti i novanta minuti. In attacco luci ed ombre: ha brillato la stella Mensah, nel primo tempo è riuscito a creare almeno tre situazioni da rete con altrettante incursioni che hanno messo a dura prova la difesa del ChievoVerona. Probabilmente Davis Mensah, senza la concorrenza dei bombers della scorsa stagione ( Dimas e Scapini) riuscirà a farsi valere soprattutto se sarà più preciso nelle conclusioni a rete. Michele Vesentini in ombra, non è riuscito ad inserirsi nella manovra rossoblu, ma il suo pedigree è di notevole spessore, le reti segnate negli ultimi due anni lo metteranno sono una garanzia per il futuro. Abbastanza bene i giovani provenienti dalla Juniores, in particolare Armani che è andato molto vicino alla rete. Due parole infine per Cesar, un argentino in prova, dal sinistro micidiale. E’ andato vicino al gol ad inizio ripresa, tentando una palombella da 35 metri fuori di poco ed infine spiazzando il portiere al 27’ con un tiro all’angolino. Da rivedere, ma sicuramente giocatore molto interessante se saprà inserirsi nella manovra. Per finire il ChievoVerona, per i gialloblu è stata una utilissima sgambata per provare schemi a tutto campo: bene Christiansen il più in palla fra gli avanti e benissimo Birsa autore di due reti di buona fattura. Paloschi si è fatto vedere poco ma l’incornata che ha portato in vantaggio il Chievo è stata di valore. La preparazione continua, prossimo appuntamento per la VirtusVecomp a Castelnovo ne’ Monti (ReggioEmilia) domenica 26 luglio alle 17,00 contro la Reggiana.

“Voglio dormire tra le tue cose da fare come un frutto raccolto in un unico gesto, impossibile d’abbreviare”

“Vincenzo (Calò) è come un buon bicchiere di vino; non va capito, non serve studiarlo per ore, vedrete soltanto la superficie e vi perdereste tutto il resto: ovvero ciò che conta veramente. Vincenzo è un fiume in piena che non vi farà affogare, è un vento che vi farà volare ma non vi sbatterà sugli scogli, è una tempesta impetuosa che non vi farà alcun male. Le sue parole devono scorrere liberamente, se le analizzerete una per una capirete la frase ma non il suo discorso, comprenderete la grammatica ma non il suo pensiero: vi sembrerà di guadagnare qualcosa, quando invece perderete tutto...” (dalla prefazione di Roberto Baldini)