Sup News #04

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€ 3,00

SUP NEWS supplemento a WIND NEWS SURF MAGAZINE – ANNO XXV – N. 4/5 - 5 giugno 2017 – MENSILE – Spedizione in abb. postale - POSTE ITALIANE s.p.a. - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, direzione commercial business Savona

# 04 ESTATE 2017

Uluwatu Barbados Local Hero Fabio Giacomini SUP Itinerari Bilbao, San Sebastiàn, Santader SUP brico Riparare la pinna SUP test MOKI Fandango 9’ F-ONE Manawa 10’ RRD Monotipo 11’4’’

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Editoriale

Il SUP nel porto di una delle tante città di mare del Belpaese, una situazione che sta entrando a far parte delle nostre abitudini Spot: Porto Santo Stefano - Photo: Alberto Franceschini

Have a SUP, you’ll travel!

Quasi senza preavviso è arrivata l’estate, che ha portato con sé la voglia di ricominciare a fare tutte le cose che si fanno al caldo e per stemperare il caldo. Ovviamente il SUP per noi in questa stagione la fa da padrone e ha un posto fisso al nostro Club, o sul portapacchi o nel bagagliaio dell’auto o nel gavone del Camper.

che cercavamo (le onde!), in compenso abbiamo sempre trovato l’occasione per andare in acqua e divertirci scoprendo nuovi posti e incontrando persone che condividevano con noi la stessa passione. e tutte le volte è nata la voglia di programmare un prossimo viaggio con tavola e pagaia, per continuare questa ricerca…

La nostra fida tavola, gonfiabile o rigida che sia, è lì sempre pronta all’uso, per portarci da soli o in compagnia a scoprire cosa c’è dietro a uno dei tanti nuovi angoli del nostro mondo!

Chissà se anche voi troverete fra le nostre pagine lo spunto per un trip o per le vostre prossime vacanze suppistiche!

E così anche in questo numero estivo della vostra rivistucola preferita, potrete trovare parecchia gente che con la propria tavola e pagaia ci ha viaggiato, magari per andare a caccia di onde in qualche località esotica o caraibica, oppure per andare a scoprire qualche località europea, con la scusa di incontrare vecchi e nuovi amici. Anche noi con le nostre tavole abbiamo viaggiato parecchio alla ricerca delle condizioni giuste e del posto giusto per metterle e metterci alla prova, ma anche se non sempre (anzi abbastanza raramente) abbiamo trovato quello 8

E se per caso anche voi avete appena fatto un bel viaggio o una bella avventura con tavola e pagaia che volete raccontare, non abbiate timore: mandate una mail in redazione (supnewsmag@gmail.com), e vedrete che faremo il possibile per condividerli con gli altri membri di questa comunità di suppisti che un po’ alla volta si sta formando attorno alle pagine di questa piccola rivista tascabile. E a dirla tutta, questa è la parte dello scrivere una rivista che ci piace di più! Ov



Segui il QR-code e scopri come far vincere un fantastico Fanatic Fly Air-L al tuo club o scuola - Photo: courtesy Fanatic

Gli speciali di

Wind News magazine www.windnewsmag.it mail: supnews@sabatelli.it Tel./fax +39 019 823535 +39 019 821997 Direzione, amministrazione e pubblicità: Via Servettaz 39 - 17100 Savona REG. AL TRIBUNALE  DI  SAVONA N. 434/94 DEL  24/06/1994 Direttore Responsabile - “smink” fabio sabatelli Redattore capo - “ovo” ovidio ferrari Art director - fabrice blow COVER: rider: Davide Codotto riding Uluwatu COLLABO IN THIS NUMBER: loredana recchia, roberto d’amico, eddy piana, manuel patti, fabio giacomini, agnese paci, the insider, davide codotto, laurent nevarez, leonard nika, paolo marconi, smink, nife, gife, angelina

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FOTOGRAFI: alberto franceschini, greg ewing, dave nisbet, agnese paci, laurent nevarez, simone luchetti, ovidio ferrari, fabio sabetelli, leonard nika, massimiliano londi, app, georgia schofield, davide codotto, leonardo toso, f-one, fabrizio luca, andrea de maria, vertical summer tour EDITORE E STAMPA Marco Sabatelli Editore s.r.l. Via Servettaz 39 -17100 Savona DISTRIBUTORE PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. 20090 Segrate (Mi) Gestione rete di vendita e logistica: PRESS-DI via Mondadori 1 - 20090 Segrate (MI) “Difesa della privacy”: i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. La riproduzione di articoli e foto pubblicati su questo numero è vietata. Segreteria abbonamenti: beppe forni - tel. +39 019 823535 821997


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INSPIRING A LIFETIME OF MEMORIES La gamma definitiva di SUP per tutti, il Fly Air soddisfa tutti i paddler, principianti ed esperti. Accattivanti, adattabili e all’avanguardia, non esiste nessun obbiettivo troppo grande per il nostro design innovativo che garantisce di arricchire il tuo tempo in acqua. Il Ripper è stato fatto per i giovanissimi. Facile da trasportare, la prossima generazione sarà agganciata dal primo momento. Rider MaríA Andrés, Maxi Gertenbach Photo Fish Bowl Diaries WWW.FANATIC.COM/SUP Via Flaminia 223, 47923 Rimini T 0541307668, fanatic.italy@icloud.com

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SHOPPING The Hub RRD si è presentata alla stagione 2017 con una gamma di gonfiabili molto completa e fra i tanti accessori non poteva mancare la piattaforma disegnata per ospitare fino ad 8 tavole, da ancorare in un punto in cui l’acqua è piatta, e permette a un insegnante di stare comodamente al centro e fare la sua lezione. La piattaforma è stata sviluppata apposta per centri Fitness, scuole e noleggi SUP. Info: www.robertoriccidesigns.com

ForPaddlersOnly hoboNY ( HOBO NEW YORK), produce gioielli fatti a mano dal 2009 ed ha sviluppato “forpaddlersonly “, una collezione dedicata al mondo dei paddlers. I materiali usati sono l’argento e le pietre naturali che si possono abbinare al cuoio, a tessuti in cotone o come nel caso della collezione “ forpaddlersonly” anche a cordini nautici che garantiscono quindi la possibilità di un utilizzo in acqua. Il marchio hoboNY viene distribuito prevalentemente in gioielleria o negozi di abbigliamento di alto livello mentre la collezione FPO (forpaddlersonly ) per il momento è disponibile solo sul sito ufficiale www.hobony.it alla voce SHOP

GA Boards GA Boards propone le nuove gamme di tavole gonfiabili IQ SURF (disponibili nelle misure 9’7’’x32’’x215 l e 10’1’’x33’’x240 l) e IQ GIRL (disponibili nelle misure 10’1’’x32’’x270 l e 19’7’’x33’’x 285 l). le IQ Girls sono tavole all-round con una grafica dedicata al gentil sesso, ma mantengono le stesse caratteristiche di costruzione delle IQ Surf, con Double-Rail-Stringer-Construction, che rende le tavole estremamente rigide, ma leggere. Info: www.white-reef.com

Calzini Manera è il brand francese che produce mute e accessori per il kite, il surf e il Sup, fra i quali spicca una linea di sacche molto tecniche per ogni tipo di tavola e pagaia. A noi di SUP NEWS però è piaciuta particolarmente l’idea dei “board socks”, ovvero leggere sacche in morbido e resistente tessuto sintetico, che si calzano sulle tavole proprio come un calzino, che hanno la funzione sia di proteggere le tavole da piccoli colpi e grattate , sia di proteggere gli interni dell’auto da sabbia e paraffina, quando si caricano al volo le tavole al termine di un’uscita per ritornare rapidamente alla base. Info: lucamarcis@hotmail.com 14


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SHOPPING Nuove sinergie BIC Sport ha siglato un nuovo accordo globale per la distribuzione Worldwide del brand hawaiiano SIC (Sandwich Island Composite). Questo accordo ha il duplice effetto di confermare BIC come una delle aziende leader nel mercato dello Stand Up Paddling, sia quello di rendere di nuovo solide le fondamenta un po’ scricchiolanti del brand che deve il suo prestigio alla produzione di tavole ad altissime prestazioni. Per maggiori informazioni sulla gamma SIC potete consultare il sito www.sicmaui.com Per l’Italia: Rossella.Marchi@bicworld.com Divisione SUP SUP action in casa Reptile. Dopo aver creato la divisione SUP, il brand manager Andrea Cella si sta dedicando anima e corpo allo sviluppo e test delle nuove pagaie race e wave lungo la nostra penisola, sostenendo e partecipando al neonato campionato nazionale Italian Sup League. Oltre a questo sta creando un team di rider di tutto rispetto, che parteciperà attivamente all’ R&D dei prodotti 2018. I due TOP rider del team sono: l’atleta pluricampione romano Fabrizio Gasbarro, e il forte atleta romagnolo Thomas Amaduzzi. Reptile Sup sarà in giro per l’Italia per tutta l’estate, con le nuovisssime pagaie made in Italy e gli esclusivi SUP gonfiabili di altissima qualità. Per info: www.reptile-sup.com Alta protezione DADA Mio, azienda che da anni produce creme cosmetiche naturali nel rispetto della persona e della natura, ha realizzato una crema solare ad alta protezione (30/50 UVA) pensata per quanti amano passare il loro tempo in spiaggia e in acqua a fare SUP senza rischiare la pelle! Questa crema non contiene sostanze come Parabeni, Petrolati, Siliconi e Sles, che sono derivati del petrolio presenti in gran parte delle creme e saponi, che sicuramente non fanno bene al nostro corpo. In fondo alla rivista trovate un QR-code con un’offeerta speciale per l’acquisto di questa crema e altri ottimi prodotti DADA Mio. Per maggiori info: www.dadamio.it L’EVOLUZIONE INIZA DA DENTRO Nuovo shape, nuovi materiali e look rinnovato per la nuova Karma di Moki (Size: 9’6’’ x 31 1\8’’ x 4 7\8’’, 160 lt, 10.6kg). Una tavola allround-wave stabile e leggera, con uno shape sviluppato per garantire galleggiabilità e direzionalità in acqua piatta, ma restare comunque facile e divertente nel sup-surfing. Questo modello della linea Green Line è caratterizzato da una nuova tecnologia di costruzione: al posto della classica laminazione in vetroresina, in carena viene utilizzato un tessuto ‘carbon net romboidale’ più leggero, mentre i bordi sono resi più robusti da speciali rinforzi in kevlar. L’utilizzo dei nuovi materiali tecnici riesce a incremenatare lo standard già elevato di robustezza ed affidabilità di questa gamma di tavole. Il Karma 9’6’’ ha configurazione thruster e viene fornito con pinnette laterali Future fins carbon\net da 5’’ e pinna centrale US Box in carbon bamboo da 8’’, oltre alla classica sacca De luxe military green. Queste tavole, così come tutta la gamma Moki 2018, sono più ECO-friendly in quanto l’imballaggio è realizzato con sola carta riciclata e senza plastica. Moki crede fortemente nella possibilità di realizzare tavole nel rispetto dell’ambiente. Info: www.mokiosup.com - info@mokisup.com 16


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EVENTI

RENAULT VERTICAL SUMMER TOUR 2017 Sta per partire la 6° edizione del Vertical Summer Tour: un Tour di 8 tappe capace di animare l’estate grazie alle feste sulle più frequentate spiagge italiane fatte di musica, sport e divertimento. m2o è stata riconfermata radio ufficiale del Tour e i suoi DJ saranno in consolle per 4 date imperdibili. BIC sarà protagonista per le gare di SUP, mentre Quiksilver e Roxy vestono lo staff. Ritorna per il sesto anno il Vertical Summer Tour, l’evento itinerante che tra luglio e agosto fa sosta nelle località marittime più cool portando tutta l’energia e il divertimento della stagione più bella dell’anno. Da nord a sud, attraverso il Belpaese, stanno per arrivare 20 giornate di musica, dj set, giochi, animazione e tornei sportivi. m2o, la radio amata dai giovani che piace anche agli adulti si riconferma, per il secondo anno radio ufficiale del Tour. In consolle, per 4 date, ci saranno alcuni dei suoi migliori artisti: 15 luglio - Rimini (RN): Chiara Robiony e Sabrina Ganzer 5 agosto - Margherita di Savoia (BT): DJ Ross 15 agosto - San Vito Lo Capo (TP): dj Osso 20 agosto - Realmonte (AG): Provenzano Il Tour parte, quest’anno, il 15 e 16 luglio dalla Riviera romagnola con la tappa inaugurale a Rimini e si conclude il 18, 19 e 20 18

agosto a Realmonte, nei pressi di Agrigento, dove si terrà la tradizionale festa di chiusura. Nel mezzo le soste a Lignano Sabbiadoro (UD) il 22 e 23 luglio; a Marina di Pietrasanta (LU) il 29 e 30 luglio; a Numana (AN) l’1 e 2 agosto; a Margherita di Savoia (BT) il 4, 5 e 6 agosto; a Palinuro (SA), il 9, 10 e 11 agosto e a San Vito Lo Capo (TP) il 14, 15 e 16 agosto. Nel corso delle giornate verrà ancora offerta a tutti la possibilità di provare gratuitamente il SUP grazie alla partnership con BIC Sport che, visto il successo riscosso nelle edizioni passate, metterà a disposizione attrezzatura tecnica e istruttori qualificati. Appuntamento imperdibile, per ogni giornata di evento, sarà la BIC SUP race, la regata di SUP aperta sia a principianti che a praticanti professionisti. New entry: Quiksilver e Roxy che, per la prima volta a supporto del Tour, forniranno l’abbigliamento ufficiale allo staff che indosserà alcuni capi delle collezioni Spring Summer 2017. Tra le novità di questa edizione il surf meccanico sulla spiaggia e tante iniziative di condivisione social. Vertical Summer Tour, in collaborazione con Renault mette in palio, ogni giorno, una serata esclusiva con cena e servizio taxi a domicilio. A grande richiesta ritornano i tornei di calciobalilla e di beach volley e le lezioni di acqua gym rispettivamente in partnership con Ricola, Santàl e Nostromo.


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EVENTI

SURFIN’VENICE 2017 Il 23 luglio si svolgerà l’edizione 2017 della ormai tradizionale RRD Surfin’Venice, l’evento che porta il SUP sul Canal Grande. Come ormai tutti dovrebbero sapere, si tratta di un evento non competitivo, di puro cruising e puro piacere, che porterà 100 fortunati a sfilare in SUP lungo il Canal Grande di Venezia tra palazzi rinascimentali, gotici, barocchi, nel bel mezzo del traffico cittadino fatto di gondole, taxi e vaporetti. Il precorso di 6 chilometri scivola via che è un piacere, mentre ci si gode le meraviglie artistiche e architettoniche di una città che tutto il mondo ci invidia. La partenza sarà al Tronchetto, l’arrivo ancora una volta all’isola di S. Giorgio, proprio di fronte a Piazza

San Marco, ma quest’anno una volta arrivati all’Isola, tutti i partecipanti saliranno sulla RRD Party boat per pranzare insieme e fare un Tour di alcune delle isole di Venezia. Le iscrizioni a questo evento si sono ufficialmente aperte il 01 luglio e sarebbero rimaste aperte fino al 15 di luglio, ma ancora una volta già dopo una settimana tutti i 100 posti erano stati assegnati. È proprio il caso di dire di restare con noi su questi “canali”, perché SUP NEWS sarà media partner ufficiale di questa edizione. Per maggiori informazioni ed aggiornamenti: www. facebook.com/SurfinVenice

SUP RACE LIGNANO 2017 Il 2 e 3 settembre si svolgerà l’edizione 2017 della gara SUP con il numero di partecipanti più elevato d’Italia, nonché la più grande vetrina dedicata al SUP nel Nord Est. Quest’anno l’evento sarà attivo ed aperto al pubblico già dalla prima giornata di sabato: la mattina gli operatori del settore allestiranno i propri STAND nel piazzale M. D’olivo e poi nel pomeriggio il pubblico potrà provare in aqua le attrezzature e incontrare gli Atleti-Pro che saranno presenti per i vari marchi. Le gare cominceranno già nella giornata di sabato 2 settembre, quando è in programma una Technical Race, mentre la classica super partecipata SUP Race andrà in scena la domenica. L’obiettivo che si sono posti gli organizzatori da sempre è quello di creare un evento che sia fruibile dal maggior numero di praticanti, per questo motivo anche quest’anno il format si svilupperà su tre percorsi di 9, 6 e 3 Km. Inoltre il costo dell’iscrizione

è stato mantenuto invariato, pur mantenendo inalterati gli standard molto elevati che hanno sempre contraddistinto la Lignano SUP Race, e per chi si pre-registra on-line entro il 26/08/2017 sarà di 20 Euro. L’appuntamento per tutti gli appassionati è quindi per il primo week-end di settembre, per provare a stabilire un nuovo record di partecipazione. Per info e iscrizioni: www.supracelignano.it

Bic Sup One Design Kids Challenge 2017 Giunge alla sua 3° edizione la Bic Sup One Design Kids Challenge, la sfida a batterie eliminatorie organizzata dalle scuole di Lignano Sabbiadoro Asd Newa e Gimmi Windsurf School e dalla scuola di Grado Asd Fairplay con il supporto di Bic Sport. Lo scopo della BIC SUP One Design Kids Challenge è quello di offrire a tutti l’occasione e l’esperienza di provare una competizione di Stand Up Paddling utilizzando la stessa attrezzatura (11’0 BIC SUP WING) fornita 20

dall’organizzazione. Per tutti i partecipanti, ragazzi dai 7 ai 14 anni, la maglietta dell’evento e un gadget ricordo della giornata offerto dagli sponsor Broken Bones e Island Surf Shop. 3 le tappe in programma: 15 luglio - Grado (Stabilimento Tivoli) 29 luglio - Lignano (Wind Village) 03 settembre - Finale SUP Race Lignano. Per info: bicsportitalia@gmail.com


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EVENTI CALENDARI EVENTI SUP 2017 L’idea di fornire ai lettori un servizio di pubblica utilità come quello di una pagina col calendario aggiornato dei più importanti appuntamenti col nostro sport ci è sempre piaciuta, l’abbiamo realizzata sul numero #03, ma purtroppo non abbiamo spazio su questo numero. Il servizio però è da considerarsi solo momentaneamente sospeso sulla versione cartacea, ma se siete curiosi di sapere cosa bolle in pentola per quento riguarda Italian Sup League, Fisurf, FISS, FISW, Euro Tour, APP e chi più ne ha più ne metta, non dovete far altro che seguire questo link QR:

SUP RACE AI DEEJAY XMASTERS 2017 Lo Stand Up Paddling torna ancora una volta sulla spiaggia di Senigallia per la VI edizione dei DEEJAY Xmasters. Dal 15 al 23 luglio, sulla spiaggia di Senigallia, prove gratuite di SUP per tutti! A prendere la pagaia in mano sabato 22 e domenica 23 saranno invece i più forti atleti nazionali ed internazionali impegnati nella tappa dell’Italian Sup League, organizzata durante i DEEJAY Xmasters in collaborazione con Romagna Paddle Surf. Per la giornata di sabato 22,

con inizio alle ore 16.30, sono previste le gare a squadre: una prova sprint a batterie su percorso di lunghezza massima di 400 metri con aggiramento di 1/2 boe. Domenica 23 sarà invece la volta della Sprint Race. La gara si divide nella regata amatoriale su un percorso con partenza dalla spiaggia per un totale di 3,5km e nella Beach Race agonistica su un percorso che prevede 2 giri (partenza dalla spiaggia, passaggio di corsa con tavola sottobraccio al termine del primo giro per un totale di 8km). Infine per tutti ci sarà la possibilità di provare il SUP Yoga, ovvero lo Yoga abbinato allo stand-up paddle. Questa nuova disciplina offre la perfetta combinazione di corpo, spirito e natura. Il corpo è messo alla prova nella costante ricerca di equilibrio, la mente si rilassa lasciando a riva lo stress quotidiano. Info: www.xmasters.it

OPEN WATER CHALLENGE 2017 A ORISTANO La purezza cristallina delle spiagge del Sinis. Lo sport e l’animazione di Torregrande. Il turismo legato al waterboarding. Sono questi i tre punti di forza dell’Open Water Challenge Oristano, l’evento che anno dopo anno si sta affermando come il più importante in campo nazionale per le tre discipline del waterboard e che per l’OTTAVO anno consecutivo torna da venerdì 15 a domenica 17 settembre, per un intero fine settimana di sport, intrattenimento e cultura nelle spiaggie della costa oristanese. L’obiettivo è di portare a Torregrande 100 atleti per la disciplina dello Stand up Paddle, anche grazie al fatto che quest’anno la ormai classica Sinis SUP Marathon che si svolgerà sabato 16 e domenica 17 settembre varrà come CAMPIONATO ASSOLUTO RACE FISW. ATTENZIONE: l’evento sarà comunque OPEN, cioè aperto a tutti gli atleti in regola col tesseramento FISW 2017. La gara sarà valevole anche per il campionato sardo ( dalle classifiche generali verranno estrapolati gli atleti tesserati nei club Fisw sardi ). Visto che si tratta di un evento per veri watermen verranno disputate anche gare di kite e windsurf. Per il Kite, dopo il successo del 2016, ritornano i giovanissimi del CIRCUITO NAZIONALE TTR 2017 Cki con tutto l’entusiasmo dei giovani che dovranno battersi per essere selezionati nel team Nazionale che parteciperà agli eventi internazionali di selezione per gli Youth Olympic Games - Buenos Aires 2018. 22

Per il Windsurf, si svolgerà la tappa del circuito zonale slalom e speed, con la partecipazione di tutti i migliori specialisti sardi. Oltre 300 partecipanti alla passata edizione della manifestazione, tra atleti e amatori, e quest’anno gli organizzatori puntano a superare quota 300 iscritti! “Aspiriamo a fare molto di più, magari riuscendo a far diventare l’OWC un evento a carattere internazionale. Le prime gare che organizzammo qui a Torregrande sono datate 1990, ora vogliamo rafforzare il nostro impegno e continuare a diffondere gli sport d’acqua in tutta la costa della provincia di Oristano.” Queste le parole di Eddy Piana, uno degli storici organizzatori e gestore della scuola Eolo di Oristano. L’evento è patrocinato dal Sistema Turistico Locale “STL”, Provincia di Oristano, Comune di Oristano, Comune di Cabras, Marine Oristanese e Area Marina Protetta Penisola del Sinis .


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LOCAL HERO

Fabio Giacomini

Foto: Greg Ewing - Spot: The Wreck, Durban Quando lo vedi in azione in acqua a Ostia, capisci subito che hai a che fare con un “capo”. Ma il suo carisma non dipende solo dallo stile in surfata o dalla struttura fisica imponente. Stiamo parlando di Fabio Giacomini, shaper professionista dal 1980, per diversi anni titolare del brand “PIKE SURF” e da qualche anno libero professionista. Da quando il SUP è entrato nel suo modo di surfare le onde, cerca di applicare il suo approccio e la sua tecnica alla costruzione delle tavole SUP Surf. E anche se la rubrica “local Hero” forse gli sta un po’ stretta, se già non lo conoscevate, questa è la vostra occasione per conoscere un personaggio della scena del SUP in Italia.

c’è stato sempre da parte mia uno studio continuo e costante nei miei design di tavole da surfing che continua tutt’ora con il SUP per la ricerca della miglior performance. Per quanto riguarda il SUP, diciamo che è stato un amore a prima vista! Sono nato in una località di mare, Ostia vicino a Roma, ed essendo anche un atleta e sportivo, ho praticato diversi sport a contatto col mare: il windsurf negli anni 80 e poi il surf da onda. Nel caso del surfing shortboard purtroppo però mi sono subito reso conto che la mia struttura fisica più adatta al basket che al surf, non mi avrebbe permesso in Italia di praticare con frequenza questo sport che mi appassionava così tanto. Il caso volle però che già dopo due anni dalla mia partenza per Durban, vidi per la prima volta in Sudafrica un SUP della dimensione di “soli” Ciao Fabio, ti abbiamo presentato come shaper di tavole da surf 14 piedi col quale il proprietario della factory per cui lavoravo in quel dal 1980. Quando hai cominciato a fare SUP e come mai il SUP è periodo si divertiva a prendere onde. Colsi al volo quell’idea e pensai di entrato a far parte del tuo modo di vivere il mare? produrre modelli di sup più piccoli per poter praticare progressive surfing, Riguardo questa prima domanda vorrei dire prima di tutto che la mia pensando soprattutto alla condizione di onda italiana che permette di vita professionale fino ad ora è stata focalizzata a produrre tavole esprimersi ben poco in questa disciplina. Progettai un design di sup per artigianali da surfing di qualunque specialità. Ho sempre puntato a onda più piccolo di quelli in commercio, e con una prua a punta tipo realizzare prodotti ad alte prestazioni e mi sono per questo avvalso di shortboard. Per primo importai in Italia questo tipo di tavola da me rider che mi potessero dare feedback indicativi. Per citarne alcuni: Pietro realizzato artigianalmente nel 2007 in Sudafrica, anno in cui il SUP faceva Pacitto nel windsurf a fine anni 80, il Campione Sudafricano di surfing capolino sul mercato italiano. Questi modelli di SUP da me prodotti Clyde Martin negli anni 90 ed attualmente l’inglese Tom Hewitt nel artigianalmente, mi permisero di praticare in Italia ma anche all’estero progressive SUP surfing. Io stesso ho quasi sempre testato i miei surfing innovativo e radicale, cosa impossibile fino ad allora per una modelli, compatibilmente col mio tempo libero, che per fortuna è andato persona della mia corporatura! aumentando da quando ho deciso di trasferirmi in Sudafrica per lavorare Quali sono le condizioni in cui esci in genere in Sud Africa? come shaper e designer internazionale di tavole, dopo aver chiuso il capitolo “PIKE SURF” durato ben 20 anni in Italia. Durante tutti questi anni Di solito il Sudafrica viene identificato con le onde di Città del Capo o 24


LOCAL HERO

Foto: Greg Ewing - Spot: The Wreck, Durban

J-bay, cittadine di mare molto più’ battute dai surfers italiani rispetto a Durban. In realtà in Sudafrica la “Surf City” è Durban. Il vento scarso, la grande baia naturale a forma di uncino, la temperatura dell’acqua che oscilla tra i 20 ed i 25 gradi tutto l’anno e le lunghe destre lisce e tubanti fanno di questa località la palestra ideale per un surfer che voglia progredire tecnicamente. In città tutti gli spot sono protetti da reti antisqualo, quindi sicuri. Le onde di solito hanno un’altezza da 1/1,5mt a 3mt visti di faccia. Comunque, a seconda della direzione della mareggiata, la dimensione delle onde può aumentare ed arrivare anche a 10mt di altezza durante l’anno. Il mio home spot a Durban è “The Wreck”, dove un relitto sul fondale crea un’onda potente, lunga e molto tecnica. Il New Pier lo spot più’ famoso come anche altri in città sono purtroppo

Credit: Dave Nisbet

sempre affollati e non è permesso di uscire in tranquillità col SUP, seppur piccolo. Sono un surfer a cui piace migliorare la tecnica ed eseguire manovre nel pocket dell’onda la mia misura ideale d’onda è 1,50/2mt (4foot). Esco anche con condizioni più grosse, ma mai superiori ai 4,5 mt (6foot) che è al momento il mio limite di dimensione d’onda. Quali sono le condizioni in cui esci mediamente in Italia? Prima di tutto un grazie per avermi dato del “local”. Effettivamente potrei definirmi così, considerando che preferisco uscire sempre sullo spot che frequento abitualmente e non amo per nulla girare e mettermi in viaggio a cercare onde. Preferisco adattarmi e cercare di intercettare la condizione migliore nel posto dove mi trovo. Anche negli anni passati non mi sono mai mosso da Ostia. Non sono mai stato a Banzai o ad Anzio ad esempio, spot battuti da quasi tutti i surfer laziali, ma troppo affollati per i mie gusti. Quando esco e mi alleno ho bisogno di concentrazione e quasi sempre entro in solitaria anche in Sudafrica. Ritengo poi che Ostia non sia poi così male per praticare surfing, se si conoscono bene la zona e le carte marine. Prediligo sempre la condizione con leggero vento off-shore e onda pulita che ad Ostia è abbastanza frequente, anche se di piccola dimensione purtroppo. Raramente esco con vento onshore ed onda spezzata, ribadisco che il mio scopo in acqua é quello di progredire nella tecnica per cui se non ho la condizione giusta per provare curve non entro, il surfing solo per bagnarmi non mi attrae più di tanto… Pur essendo un rider radicale, non disdegni le 25


LOCAL HERO

Foto: Greg Ewing - Spot: The Wreck, Durban onde del Belpaese per le quali comunque utilizzi tavole radicali, considerata la tua stazza. Potresti spiegarci perché? Vorrei cominciare col citare una famosa legge del surfing: Onda piccola = Tavola piccola e Onda grossa = Tavola grossa. Se vogliamo considerare il SUP come un surfboard un po’ più grande del normale sul quale volessimo esprimere del surfing innovativo tipo shortboard tradizionale (come citano i regolamenti), dovremmo utilizzare una tavola a punta, abbastanza corta e non troppo larga, come appunto uno shortboard tradizionale. L’elemento che però nel SUP fa la differenza per aumentare la prestazioni surfing (oltre alle dimensioni) è il volume. Infatti così come la tavola shortboard tradizionale parte sotto il pelo dell’acqua per sfruttare tutta l’energia dell’onda, anche il sup adatto ad esprimere il progressive surfing dovrà avere il bordo sotto il pelo dell’acqua con il surfer in piedi sopra di esso. Per il giusto rapporto “peso del surfer volume del progressive sup surfing” ho pubblicato nel 2010 una tabella che ritengo tutt’ora valida. Anche la tavola da SUP surfing quindi, come lo shortboard deve essere leggermente affondata per sfruttare tutta l’energia dell’onda. Solo in questa modalità potrà essere altrettanto veloce e reattiva in manovra come un surf. Detto questo, io utilizzo una

Foto: Greg Ewing - Spot: The Wreck, Durban 26

tavola piccola e fina per onda piccola fino ad un metro ed una tavola leggermente più grande e voluminosa per l’onda più grossa e potente. Questa mia teoria ha ancora difficoltà nell’essere compresa, essendo molto legata all’argomento tecnico di cui molti non sono competenti in Italia. Sono sicuro che il futuro dello sport sarà il progressive SUP surfing. Lo vediamo dall’interpretazione dello stesso da parte dei pro e lo vediamo anche tra i nostri supper che pian piano stanno riducendo sempre più le dimensioni delle loro tavole. È per questo motivo che nel 2010 ho avviato il Sup Wave Club per far conoscere a tutti questo modo di far surfing col SUP. La mia scuola è l’unica in Italia che insegna progressive SUP surfing, e attraverso le mie competenze di shaper e atleta di progressive SUP surfing cerco di dare nel mio piccolo il giusto indirizzo alla disciplina che in Italia tuttora viene purtroppo interpretata in maniera molto differente da quello che dicono i regolamenti internazionali. Spero che la nuova federazione FISW SURFING riesca presto anch’essa a capire la reale interpretazione di questo sport sull’onda. Continua... Scansiona il QR-code per leggere l’intervista integrale


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ITINERARI IN SUP

Bilbao, San Sebastiàn, Santader Testo e foto: Agnese Paci

Monte Bruciero, Santoña Il SUP può essere anche questo, un pretesto per muoversi e scoprire città nuove. Sì, perché per noi amanti della tavola, sapere che là ci saranno dei nostri “simili” ci dà quella spinta in più per partire, anche se si tratta di prendere un autobus alle 6 di mattina. E così è stato per me: per vedere le tappe dell’Eurotour di SUP ho visitato due città bellissime, Bilbao e San Sebastian. Non vi racconterò come sono andate le gare dal punto di vista tecnico o i risultati, visto che i miei viaggi risalgono alla passata stagione, ma ciò che è stato per me andare a visitarle. Era da anni che osservavo nei vari magazine le foto della tappa a Bilbao e sognavo di vedere coi miei occhi i campioni pagaiare lungo il fiume sotto al Guggheneim Museum! E quando sono scesa dal bus (mi trovavo già a Santander, quindi ho raggiunto la città in autobus, per info: www.alsa.es) e ho visto il parco stupendo che si apriva sulle rive del fiume, e poco più in là le forme spettacolari del Museo Guggenheim, e poi tutti i ponti, ognuno diverso dall’altro, che lo attraversano e la lunga pista ciclabile o pedonale che costeggia il fiume (o la Ria di Bilbao, come dicono gli spagnoli), ho capito che tutto era ancora più bello di come mi ero immaginata! E poi, pochi passi dopo, eccoli tutti in acqua! Iniziando dai nostri campioni: Leonard Nika, Giordano Bruno Capparella, Davide Ionico, e poi l’hawaiano Connor Baxter e tantissimi altri! Che spettacolo! 28

Seduti comodamente sulle rive del fiume è stato fantastico vederli filare (e anche scherzare) sulle loro tavole! Come essere in tribuna, e in più con la scenografia data da questa splendida città! Il nostro sport in una location diversa: ancora più particolare e al tempo stesso anche la città si era trasformata! Appena iniziata la gara, le sponde si sono riempite di tifosi, amici e cittadini stupiti di vedere questi ragazzi lungo il loro fiume e magari hanno scoperto questo sport per la prima volta… Finite le gare, i campioni hanno continuato ad intrattenere gli spettatori rincorrendosi sulle tavole, saltando da un sup all’altro, pagaiando su una sola gamba… In fondo il SUP è proprio questo: divertirsi insieme su una tavola! E per continuare a parlarvi da turista, finito lo spettacolo non si può non proseguire lungo le rive del fiume fino ad arrivare al Quartiere Vecchio (Casco Viejo): è pieno di locali fantastici con pinchos spettacolari!!! E per lo stesso motivo, qualche settimana dopo, ho ripreso l’autobus, questa volta per un viaggio ancora più lungo, destino: San Sebastian! Ringrazio moltissimo il SUP e l’Eurotour, perché ho scoperto un altro posto bellissimo! In questa città il surf si respira nell’aria! La Concha e La Zurriola, sono due spiagge enormi e suggestive, separate dalla foce del fiume e dal monte Urgul a strapiombo sul mare, su cui è incastrato


ITINERARI IN SUP

Sopra: Bilbao e il suo celeberrimo Guggenheim Museum - Sotto: momenti della gara che intrattengono il pubblico in passeggiata per la città

Sopra: camminata lungo la Ria di Bilbao tra cultura e agonismo in SUP il nucleo della città vecchia, e dal quale poi partono i moderni vialoni alberati che conducono al mare. Ogni attività svolta qui acquista un’aria magica: camminare, correre, andare in bici, in skate, aspettare le onde sulla spiaggia nord o rilassarsi in quella a sud! Beh, nel mio caso però, stavo solo aspettando che iniziasse la long distance! Anche qua grandissimi campioni in acqua: sempre Leonard e Giordano, poi Connor e poi l’australiano Michael Booth, la fantastica Olivia Piana e tanti altri! Nuovamente location perfetta per veder i suppers in azione… bisognava solo correre dall’altro lato della città per riuscire a vederli quando entravano nel fiume, dopo aver circumnavigato il monte e

poi di nuovo verso la spiaggia per assistere al loro arrivo! E ancora una volta, finita la gara e documentato tutto, mi sono intrufolata nel centro storico: bar e ristoranti fantastici (caratteristici e particolari) riempiono le stradine strette, in salita, piene di turisti e locali, con pinchos ancora più belli (e buoni!). Non è difficile capire perchè la cucina basca è la più rinomata della Spagna! E intanto che ci siamo, vi racconto anche un po’ della Cantabria. Iniziamo con Santander, luogo in cui sono stata per vari mesi e punto di partenza per queste “escursioni”! Già dall’aereo, la prima cosa che ho pensato è stata: questa baia 29


ITINERARI IN SUP

Sopra: San Sebastian : vista del Monte Urgul e del centro storico - Sotto: momenti prima della partenza, con Nika e Baxter ancora rilassati ...

Sopra: Passaggio degli atleti lungo il fiume - A destra: Michael Booth all’arrivo con i giovani tifosi è perfetta per allenarsi col sup! È molto tranquilla, praticamente sempre, a meno che non ci sia vento forte da sud, e ci si accede facilmente dalla spiaggia de los Peligros. In mezzo alla Baia è stato conservato un pennello di sabbia, El Puntal, completamente mantenuto al naturale. C’è solo un picolo bar, a cui si arriva con un traghettino dal centro di Santander (www.losreginas.com) oppure col sup, e diventa un’escursione bellissima! L’altra parte della città si estende sull’oceano con la spiaggia più famosa e più affollata in estate, El Sardinero, ma anche molto frequentata da surfisti durante le mareggiate. Alle due estremità della spiaggia si trovano la penisola della Magdalena e il 30

promontorio di Cabo Menor, due dei miei posti preferiti della città. Luoghi perfetti per sedersi ed ammirare l’immensità dell’oceano! Nella spiaggia Peligros, solo nei mesi estivi, sono presenti due centri noleggio SUP. Altrimenti, si può trovare una scuola aperta sempre a Pedreña, sull’altro lato della baia (www.losreginas.com). Sempre su questo lato, si trova Somo, spot wave molto bello, che conoscerete già sempre grazie a una gara europea, la finale di wave del 2016 (Vedi Sup News #03, ndr). Un’altra gita assolutamente da fare è Santoña: si può noleggiare il materiale presso il centro Sup Santoña (supsantona.com), o se già siete muniti di tavola, si può partire dal lungomare della cittadina


ITINERARI IN SUP

Sopra: tutto il fascino di El Puntal, Santander- Sotto SX: Playa del Sardinero DX: Playa de los Peligros, già nella penisola della Magdalena

Il playground cittadino di Playa del Sardinero, Santander

(capitale delle famose acciughe cantabre) e navigare in tutta la baia racchiusa tra Santoña e Laredo, o, si può uscire verso l’oceano e circumnavigare il monte Bruciero. Ai piedi del monte si trova un faro molto spettacolare, Faro del Caballo, al quale si può accedere anche a piedi, attraversando il monte e scendendo i 700 scalini scolpiti nella roccia. Troverete acqua fantastica cristallina e grotte da esplorare, potrete anche “ormeggiare” e salire al faro tramite alcuni scalini o una cima appositamente fissata per facilitare la risalita dal mare con bassa marea. Un luogo incantevole!!! E da lì vi potrete poi inoltrare in pieno oceano Atlantico! Insomma, che dirvi, se non sapete dove andare in vacanza, prendete un aereo diretto a Santander!

Agnese a San Sebastian in compagnia di Nika e Capparella 31


INSIDER #04

Insider trading: avanti tutta!

Testo: The Insider

La stagione agonistica è ormai entrata nel vivo, e se i Pro dell’APP dopo la terza tappa in Giappone stanno aspettando di disputare la quarta tappa in Germania, nel frattempo non hanno perso ritmo né colpi e hanno comunque continuato a sfidarsi a livello europeo e Nazionale, così come i nostri suppisti del Belpaese, che hanno cominciato ad animare i tanti eventi estivi che in questa stagione spuntano come funghi. APP - Giappone Dopo essersi fatto soffiare la vittoria a Maui, nelle acque di casa, il campionissimo Connor Baxter è riuscito a rifarsi in Giappone, sudando le proverbiali sette camicie e avvalendosi anche dell’aiuto della dea bendata! Infatti Mo Freitas, l’awaiiano di Oahu nonché l’avversario più in forma per la disputa del titolo di quest’anno, ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per battere di nuovo il dinocolato biondino di Maui e vincere anche il secondo evento APP Race dell’anno. Il momento decisivo per la vittoria dell’evento è stato l’arrivo della Technical Race il primo giorno di gara, quando Mo ha girato l’ultima boa con un vantaggio che sembrava sufficiente a consegnargli la vittoria, ma è arrivato un set di onde che Mo non è riuscito a prendere, e così si è ritrovato a surfare fino in spiaggia sulla stessa onda che stava già surfando Connor! Al momento di saltare in spiaggia e correre, Mo ha incespicato, regalando di fatto a Connor una vittoria inaspettata! A poco è servito che il giorno seguente 32

Mo vincesse la Long Distance, perché piazzandosi secondo alle sue spalle di fatto si è portato a casa pure la vittoria overall dell’evento e pure la prima posizione nella Ranking APP, se pure in condominio con Mo! Per la serie: “Non è finita, finché non è finita!” Alle spalle del dinamico duo, sono gli australiani James Casey e Lilcoln Dewes a piazzarsi rispettivamente al terzo posto overall, precedendo nell’ordine: Casper Steinfath, Arthur Arutkin, Michael Booth e Martin Vitry. Il nostro unico rappresentante Leonard Nika ha qualche problema a gestire fuso orario e influenze e non brilla in terra Nipponica: si deve accontentare di una tredicesima posizione sia nella technical race sia nella long distance e finisce l’evento in tredicesima posizione overall! Fra le ragazze, la teutonica Sonni Honscheid inizia alla grande vincendo la long distance del primo giorno di gara, caratterizzato da condizioni toste, con vento molto forte e mare attivo, che mettono in crisi la potentissima australiana Terrene Black che aveva fatto terra bruciata nella prima tappa di Maui e che qua si deve accontentare del quarto posto. Secondo posto per Fiona Wylde e terzo posto per Candice Appleby. La Black ribalta la situazione con la Technical race che le ragazze disputano il secondo giorno di gara: vince staccando tutte nettamente e lasciando Candice Appleby al secondo posto e Fiona Wylde al terzo posto. Sonni Honscheid viene preceduta


INSIDER #04

Mo Freitas prima inciampa e cade nella Techical Race, ma si rifà nella Long Distance

A sinistra: Fiona Wylde controlla le avversarie in boa - A destra: italiani belli e vincenti ad Agios Nikolaos

anche dall’australiana Chloe Walkerdene e si piazza al quinto posto tagliandosi così fuori dalla corsa per il primo posto. Black, Wylde e Appleby finiscono tutte pari merito, ma la vittoria overall viene assegnata all’australiana Terrene Black per la vittoria nella Technical Race. Euro Tour - Creta Sette degli undici eventi in programma quest’anno per il Tour Europeo sono già stati disputati in neanche due mesi, da fine aprile a giugno! La stagione europea ha aperto le danze in Grecia e più precisamente a Creta con la tappa di Agios Nikolaos. Gli italiani hanno partecipato in massa ed hanno raccolto ottimi risultati, con vento forte che ha reso il percorso di 15 Km spettacolare in downwind e molto fisico nella parte upwind e sidewind. Leonard Nika domina, contrastato dal solo Paolo Marconi, che parte male, rimonta arriva a battagliare con Leonard e chiude in seconda posizione. Terzo gradino del podio per Federico Esposito, che dimostra di essere in grande forma e pronto a vivere una stagione da protagonista. Giordano Bruno Capparella chiude in quinta posizione, precedendo Martino Rogai sesto e Claudio Nika ottavo. Fra le ragazze domina la neozelandese Penelope Strickland, che sul bordo downwind andava così forte da lasciarsi alle spalle parecchi uomini e classificarsi addirittura al 14° posto nella classifica overall! Al secondo posto si piazza l’oriunda Susak Molinero che da prova di essere in grande forma, lasciandosi

alle spalle la forte tedesca Susanne Lier. Quarto posto per la windsurfista Italiana Caerina Stenta che ha dimostrato di avere versatilità e riesce a fare bene anche con la pagaia! La seconda tappa si è svolta a Namur in Belgio ed ha avuto come protagonisti Martino Rogai e Bruno Giordano Capparella, che salgono entrambi sul podio, con Martino Rogai unico in grado di impensierire il vincitore Bruno Hasulyo, mentre Capparella è stato protagonista di una bella rimonta sul forte francese Ludo Teulade che si è conclusa con la conquista del terzo gradino del podio. Euro Tour - St. Maxime Alla terza tappa francese di St. Maxime hanno cominciato a partecipare anche i pezzi da novanta. Tituan Puyo parte subito forte e mette tutti in fila nella Beach Race del primo giorno, lasciandosi alle spalle Connor Baxter e Micheal Booth. Ottava e nona piazza per Leonard Nika e Paolo Marconi e poi via via tutti gli altri. La classifica finale viene fatta sommando i tempi della beach race a quelli della Long Distance. E così succede che Micheal Booth decide di fare vedere i muscoli e andare a caccia della vittoria battendo un ritmo forsennato che lo porta a staccare il terzetto degli inseguitori composto da Connor Baxter, Titouan Puyo e Leonard Nika (hai detto niente!) di un minuto e mezzo! Connor Baxter taglia il traguardo per secondo, con Titou Puyo che si mette tranquillo sulla scia dell’americano contando sul distacco accumulato ieri. Leonard 33


INSIDER #04

Sopra: Micheal Booth e Sonni Honsheid mettono in fila tutti a Thonon - Sotto: Leonard in azione a Hossegor e il podio di San Sebastian

taglia il traguardo quarto, Paolo Marconi sesto, Martino Rogai quattordicesimo e Federico esposito quindicesimo. La classifica overall vede quindi vincere nettamente Micheal Booth, seguito da Puyo e Baxter. Quinto posto overall per Nika, sesto per Paolo Marconi, 15° per Federico Esposito, 16° Martino Rogai, 20° Davide Ionico, 27° Claudio Nika, 36° Fabrizio Gasbarro, 41° Tommaso Pampinella, 46° Filippo Mercuriali, 49° Flavio Vendramin e 50° Paolo Lampariello. Fra le donne domina la potentissima teutonica Sonny Honsheid, che stacca nettamente la seconda classificata Olivia Piana e la terza classificata Candice Appleby. Sesto posto per Susak Molinero, decimo posto per Caterina Stenta e undicesimo per la giovane Chiara Nordio. La quarta tappa dell’ Euro Tour si è svolta a Hossegor (Francia) il 27 e 28 maggio e ha visto la partecipazione di tutti i TOP rider della specialità. La gara è iniziata sabato con una long distance di 12 chilometri il sabato con percorso molto vivace movimentato dalla presenza di onde, corrente e acqua piatta che hanno messo a dura prova i paddler. La lotta per la vittoria della long distance è sempre circoscritta ai soliti noti: Booth, Baxter, Puyo per gli uomini e Honsheid e Piana fra le donne. Connor Baxter vince seguito da Puyo e Booth, mentre fra le donne si impone la teutonica Honsheid. Domenica Beach Race e si ripete: Baxter vince seguito da Booth e Tunnington che precede Puyo, mentre fra le donne vince la Piana davanti alla Honsheid. Baxter e Honsheid si aggiudicano la vittoria overall, 34

Booth e Piana il secondo posto, mentre Puyo e Appleby il terzo. Buona la presenza degli italiani, con Leonard Nika ottavo overall e comunque sempre nella TOP 10 dei migliori rider del pianeta. Paolo Marconi si piazza undicesimo, ma si toglie la soddisfazione di lasciarsi alle spalle un certo Mo Freitas (leader provvisorio del Tour APP) e Arthur Arutkin, arrembante e fortissimo rampollo francese. Martino Rogai finisce 15°, Davide Ionico 17°, Giordano Bruno Capparella 17° e leo Toso 45°. Fra le ragazze Susak Molinero deve accontentarsi della settima posizione. La quinta tappa si è svolta a Thonon-les-Bains, ridente cittadina francese che si affaccia sul Lago di Ginevra. La long distance su acqua perfettamente piatta prevedeval’attraversata fino alla sponda svizzera e ritorno, ed ha esaltato le doti di potenza/resistenza dell’australiano Micheal Booth, che ha polverizzato la concorrenza andato via liscio come l’olio, rifilando un minuto di distacco al secondo classificato Tytuan Puyo. Terzo classificato, ovviamente, Connor Baxter. Ottimo sesto posto per Leonard Nika che si avvicina alla TOP 5 dei migliori rider, e ottimo nono posto per Federico Esposito, che entra nella TOP 10 e precede di una posizione l’awaiiano Mo Freitas. Olè. Martino Rogai è 15°, Paolo Marconi 16°, Claudio Nika 23°, Davide Ionico 29°, Tommaso Pampinella 34°, Federico Benettolo 35°. Fra le ragazze non può non vincere la potentissima Sonni Honsheid, seguita da Olivia Piana, con l’inserimento dell’americana Seychelle Hatting, che strappa il terzo gradino del podio alla nostra Susak Molinero. Ottavo posto per Chiara Nordio.


INSIDER #04 La SUP Race Cup vista dal drone (foto: Georgia Schofield/Starboard)

Campionati Europei SUP, Peniche (Portogallo) Fra una tappa e l’altra dell’ Euro Tour, il nostro Leonard Nika ha trovato anche il tempo di ritornare a casa in Portogallo, accompagnato dal fratello Claudio, per partecipare agli Europei di SUP che quest’anno si sono svolti a Peniche, dove hanno rappresentato i colori dell’Italia nelle discipline: Technical Race, SUP Surfing e Long Distance. Leonard ha sfiorato il podio piazzandosi al quarto posto nella Technical Race, mentre Claudio è arrivato decimo. La Long Distance di 15 Km dall’Isola di Baleal a Supertubos è un po’ il capolavoro di Leonard, che si mette al collo la medaglia di bronzo di specialità lasciandosi alle spalle un certo Casper Steinfath! Oro per Titou Puyo e argento per Arthur Arutkin. Anche nel surf Leonard ha fatto vedere ottime cose, passando il primo turno in souplesse e battendo al secondo turno il team mate francese Ben Carpentier, specialista della disciplina e Campione Europeo in carica. Ma i sogni di gloria nel surf

vengono messi da parte, perché nel fine settimana si disputerà la tappa di Bilbao, e Leonard sente di poter dire la sua. Bilbao World SUP Challenge E in effetti la scelta di abbandonare Peniche e correre a Bilbao si è rivelata azzeccata, in quanto Leonard ha messo a segno una prestazione coi controfiocchi, tagliando il traguardo al secondo posto a una tavola di distanza dal Tour Leader Micheal Booth e permettendosi il lusso di lasciarsi alle spalle un Connor Baxter alla ricerca del risultato che conta! Bravo Leonard, ma bravi anche gli altri italiani, con Federico Esposito e Davide Ionico che entrano nella TOP10 rispettivamente al 9° e 10° posto, Paolo Marconi 15° e Filippo Mercuriali 17°. Fra le ragazze questa volta è Olivia Piana a regolare la Honesheid, mentre ancora una volta l’americana Seychelle Hatting riesce a soffiare il terzo gradino del podio alla nostra Susak Molinero, che si deve accontentare della quarta posizione.

A sinistra: Leonard alle stelle dopo il fantastico secondo posto a Bilbao - A destra: Susak Molinero conquista il secondo posto a San Sebastian 35


INSIDER #04

Leonard Nika, Campionati Europei SUP, Peniche: “Ho fatto un bel terzo con Casper bello staccato. Ho avuto giusto un problemino all’arrivo, quando mi sono preso due onde abbastanza grosse in testa, ma fortunatamente ce l’ho fatta! Sono super contento di aver raggiunto questo risultato e ho migliorato dall’anno scorso, quindi speriamo di riuscire a fare un grande risultato in Danimarca dove saremo presenti con tutta la squadra in formissima e pronta per battere tutto il mondo!

San Sebastian Il fine settimana seguente tutti ci aspettiamo un’altra grande prestazione di Leonard Nika a San Sebastian, dal momento che aveva detto di sentirsi tanto in forma da poter battere anche l’imbattibile Micheal Booth! Ma a San Sebastian Leonard non si è nemmeno visto, dal momento che in settimana è stato abbattuto dalla propria tavola mentre faceva wave! Risultato: setto nasale ROTTO, due settimane fuori dall’acqua e stagione in stand-by. Auguri Leo, tutti sabbiamo che ritornerai in acqua più forte di prima! Per quanto riguarda la gara, probabilmente si è trattato della più spettacolare gara dell’Euro Tour, con condizioni estremamente variabili (onde, corrente, back-wash, acqua piatta sul fiume), e con la meravigliosa città di San Sebastian come sfondo. Micheal Booth è stato ancora una volta protagonista facendo il vuoto dietro di sé e staccando nettamente l’hawaiiano Connor Baxter, secondo. Terzo posto per l’ungherese Bruno Hasulyo che non sbaglia niente e sfrutta una caduta di Titou Puyo, che era terzo e perde un sacco di posizioni restando invischiato nel beach break, ma riuscirà a rimontare fino alla quarta posizione a un soffio dall’ungherese! Ottima prestazione per Paolo Marconi che si piazza al settimo posto, precedendo Federico Esposito, ottavo. Giordano Bruno Capparella arriva quattordicesimo e precede Martino Rogai, Leonardo Toso arriva ventiduesimo e Federico Benettolo chiude il battaglione degli italiani in trentesima posizione. Fra le ragazze Olivia Piana è irraggiungibile, ma alle sue spalle 36

la lotta per il secondo posto è furibonda e una Susak Molinero in gran spolvero si prende la rivincita sull’americana Seychelle Hattingh, battendola nettamente e piazzandosi sul secondo gradino del podio! Grande Susak! E IN ITALIA CHE SUCCEDE? Beh, in Italia, a parte l’iniziale confusione creata dalla presenza di diverse Federazioni con diversi ruoli, in fin dei conti non è cambiato niente. L’entusiasmo per lo sport è sempre quello e continuano ad esserci tanti organizzatori e organizzazioni che mettono in piedi eventi con lo scopo di divertirsi e promuovere lo sport. LIGNANO VENEZIA Per esempio al nostro Leonardo Toso è venuto in mente di organizzare LiVe SUP Crossing, e sabato 1 aprile è partito solo soletto col suo SUP da Lignano per raggiungere Venezia percorrendo le storiche vie d’acqua che collegavano la “Serenissima” alle più importanti località venete e friulane. Ebbene, l’impresa è riuscita e Leonardo ha raggiunto la Compagnia della Vela sull’Isola di S. Giorgio (di fronte a Piazza S. Marco) in poco meno di 10 ore! Chissà quale sarà la sua prossima impresa! SALIVOLI Alla Salivoli SUP Race, prima tappa di Coppa Italia FISURF, erano in settanta in acqua a pagaiare! Nella categoria Elite podio tutto toscano con il local Paolo Marconi che si impone in sprint su


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Paolo Marconi vince a sorpresa con un SUP gonfiabile!

Martino Rogai, Federico Esposito e Giordano Bruno Capparella. Nella categoria femminile vince Susak Molinero, seguita dalla compagna di scuderia Caterina Stenta, terzo posto per Chiara Nordio da Chioggia. Nella categoria 12’6” la vittoria va ad Angelo Frasca, seguito dal giovane atleta piombinese Riccardo Rossi, terzo Marco Caldera. LE GORETTE Protagonista della Spot 1 Sup Race 2017 nella ridente località toscana de “Le Gorette” è stato un certo Paolo Marconi, che per tutta una serie di motivi si è presentato in acqua con una tavola gonfiabile in una giornata ventosa e chopposa, e si è portato a casa la vittoria di fronte a Martino Rogai e Francesco Mazzei. Quarta assoluta si è classificata Susak Molinero che si si mette dietro parecchi mascietti col 14’ e vince la classifica assoluta

12’6 oltre a quella femminile. Grande Susak! Terso gradino del podio per la ligure Sara Oddera. Fra gli amatori a vincere è Paolo “Ghisa” Marcheselli con il suo gonfiabile, seguito dal livornese Brenno Benedetti (Primo categoria 12’6’’ rigido). LIGNANO Domenica 30 aprile si sono presentati in 90 a Lignano Sabbiadoro per la seconda edizione della Lignano Sup Marathon, una gara long distance di stand up paddle (SUP) organizzata da N.E.W.A. Asd. Primo classificato della Lignano Sup Marathon 2017 è il romagnolo Filippo Mercuriali che ha chiuso la gara in 2 ore e 16 minuti, seguito dal lignanese Davide Codotto e da Leonardo Toso al terzo posto. Prima classificata nella categoria femminile è Chiara Nordio. Premiato, tra gli altri, anche il concorrente più giovane Matteo Prevarin di 12 anni.

A sinistra: Leonardo Toso in azione alla LiVe Sup Crossing - A destra: La partenza della Lignano SUP Marathon... 37


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Quelli della Fluvial SUP Race di Padova

PADOVA La Fluvial SUP Race ha rappresentato la prima trasferta ufficiale del 2017 della nostra redazione ed è stata una bella festa di sport e una conferma della semplicità e spontaneità che stanno sancendo il successo di questo sport! In una giornata perfetta e in un contesto diverso dalla solita spiaggia, visto che si è svolta sul Bacchiglione, fiume che scorre nella città di Padova. A menar le danze in acqua c’erano qualcosa come 20 partecipanti nella classe Elite 14’, 10 nella 12’6’’ uomini e 3 per la 12’6’’ donne! E poi i 18 amatori, per un totale di 51 partecipanti, che se ne sono ritornati a casa tutti soddisfatti sia per come è stata gestita la gara, sia per come è andato il dopogara, con lauto pranzo a buffet e generosa premiazione. Per la cronaca, Davide Codotto vince la Elite 14’ davanti a Fedrico Benettolo e Roberto Mandoloni. Nei 12’6 vince Thomas Amaduzzi, che precede Cristian Bottausci e Simone Tugnoli Peron. Fra le donne vince Ilaria Rocchelli davanti a Giulia Tura e Letizia Reggio. Un applauso e un ringraziamento per l’ospitalità a Jacopo Giusti (team manager RRD, ndr) e ai ragazzi della X-Sport Academy! SENIGALLIA La gara #unarotondasulsup di Senigallia è stata la nostra seconda uscita stagionale ed è stata l’ennesima conferma che tutti gli eventi hanno qualche peculiarità per cui vale la pena provare a partecipare almeno una volta. Per esempio, il tracciato pensato da Jan per questa gara per me è stato davvero divertentissimo, con la sua partenza dalla spiaggia, e percorso che ha portato i partecipanti fin dentro al canale di Senigallia, con tanto di “Salto della quaglia” (ovvero passaggio a piedi su una piccola secca all’interno del canale) sul percorso in entrata, 38

e bordo in uscita lungo la sponda sud dove non c’erano problemi di galleggiamento. Due giri per i Race, un giro per gli amatori. Negli amatori si è dimostrato incontenibile Stefan Mei, che ha fatto un gran ritmo e si è imposto agilmente, mentre nel race 14′ la battaglia è stata tutta fra Filippo Mercuriali e Francesco Mazzei, che hanno fatto gara a parte fino a quando Mercuriali non ha deciso di aumentare il ritmo e andarsene. Terzo posto assoluto per Fabrizio Gasbarro, che precede Simone Veschi e Roberto Mandoloni, sia nella classifica assoluta, sia in quella Over 40. Agguerrita anche la battaglia fra gli Under 16 Race, con la vittoria di Chiarello Massimiliano, davanti a Nicola Rago e Alex Mei. BARATTI L’Outdoor Sports Festival di Baratti era un appuntamento a cui non avremmo potuto rinunciare per nulla al mondo: troppi bei ricordi della passata edizione, tutti riconfermati in questa spettacolare edizione 2017. Tutto il meglio degli sport all’aria aperta, con un sacco di azione, nella meravigliosa terra degli Etruschi! E sabato c’è stata anche parecchia azione suppistica, con la Baratti SUP Race, competizione che ha visto una buona partecipazione di atleti sia nella categoria Race sia in quella allround. Nella categoria Assoluti Race 12’6 vince il piombinese Riccardo Rossi davanti al livornese Leonardo Lazzeri e a Cristian Bottausci dal lago Trasimeno. Unica ragazza in gara nella categoria Assoluti 12’6 è stata Simona Gervasoni, che completa il percorso e si porta a casa il primo posto. Nella categoria Assoluti Race 14’ vince Francesco Mazzei da Cecina, new entry del team race RRD, che precede il livornese Alessio Porciani, mentre al terzo posto si piazza il giovane Filippo Mingrelli da


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Sopra: Una Rotonda sul SUP, skippers’ meeting e rotonda sullo sfondo - A destra: la partenza delle SUP Race di Baratti

Sopra: 1° tappa Campionato Nazionale ASI Sup Surfing 2017 - A destra: Francesco Mazzei vince l’Etrusca SUP Race

Sottomarina. Tommaso Pinton vince la classifica giovanissimi, mentre Riccardo Rossi vince la classifica Junior davanti a Filippo Mingrelli. Da segnalare la prestazione di Simone Mazzanti che completa il percorso amatori nella categoria. Il local Daniele Tonioni da Populonia vince la classifica Amatori Race 12’6, secondo Marco Petrai da Venturina, terzo classificato Grimaldi Gianmarco. La fiorentina Valentina Brogi vince fra le ragazze. L’appuntamento è per tutti per l’anno prossimo, quando di sicuro anche noi di SUP NEWS organizzeremo qualcosa di molto croccante per tutti i nostri lettori! OSTIA LIDO E in mezzo a tutto questo race, c’è stato posto anche per una sana competizione Wave, andata in scena l’8 Giugno presso quella splendida location che è lo stabilimento V Lounge di Ostia. Le condizioni purtroppo non sono state all’altezza delle previsioni, ma la gara si è svolta lo stesso, c’è stata parecchia azione in acqua, e i giudici sono riusciti a segnare sui propri tabellini abbastanza punti da determinare la classifica finale, e ha permesso di delineare una classifica che ha visto primeggiare (come da pronostico) il fortissimo local-shaper-rider-patron

Fabio Giacomini, classificato Paolo Izza aka “Cabrina”, terzo classificato Carlo Celleno aka “Carletto” (questi nomi dovrebbero ricordarvi qualcosa… vedi Dawn Patrol, sul numero #03, ndr). CECINA MARE E ritorniamo in Toscana per chiudere quest’incredibile carrellata di eventi che dal Giappone ci hanno portato in giro per il Belpaese! Domenica 18 Giugno si è svolto sulla spiaggia di Spot 1 Surf School Center a Cecina Mare, la gara “L’Etrusca Sup Race”, tappa del circuito dell’Italian Sup League, che ha visto darsi battaglia 41 iscritti su percorso di 3 km per gli amatori, e 9 km per 14’ e 12’6. Le condizioni erano ventilate e quindi toste e la vittoria questa volta è andata a posarsi sulle spalle del giovane local Francesco Mazzei che ha ingaggiato una bella sfida col fortissimo romagnolo Filippo Mercuriali, mentre al terzi posto si piazza un brillante Fabrizio Gasbarro che dimostra di essere ritornato in ottima forma e vince anche la classifica 14’ Over 40 davanti a Magi e Gafforio. Nella categoria 12’6’’ maschile la sfida è stata tra Amaduzzi e Rossi che cede nel finale lasciando la vittoria al primo, mentre al terzo posto si piazza Elia Rossetti, Mr. Spot1, che difende con onore i colori delle acque di casa. 39


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ULUWATU Testo: Davide Codotto

Se dovessimo dare un aggettivo ad Uluwatu, la parola corretta sarebbe sicuramente mozzafiato! Senza dubbio questo posto è la mecca per eccellenza del surf a Bali. Si respira al 100% aria di surf da quando si parcheggia il motorino su in alto nel cliff fino a quando si scendono le svariate gradinate per arrivare alla spiaggia. Uluwatu è situato a sud ovest dell’isola di Bali e dista all’ incirca 20 km dall’aeroporto internazionale di Denpasar, ovvero a mezz’ora di motorino oppure un’ora di macchina visto il folle traffico che c’è nell’isola. Si può definire la mecca del surf non solo per la qualità dell’ onda che offre questo “cliff”, ma anche per tutta la situazione che ci gira attorno. Arrivati in loco sembra di essere quasi in un set televisivo dove stanno girando qualche film di surf, gente che va e che viene con la tavola sotto braccio , fotografi e cameramen in ogni lato, droni che volano a destra e sinistra; tutto è circondato da persone pronte ad immortalare l’onda perfetta. Uluwatu è composto da 5 picchi differenti che srotolano ad una distanza complessiva di 400 m tra il primo l’ultimo. 1 - Temple : il picco più a sud o sopravvento, un’onda ripidissima che lavora in media marea dove ci si può intubare e fare delle “cavalcate” belle lunghe se la condizione lo permette, questa è un’onda abbastanza difficile perché varia molto

dall’inclinazione dello swell e quindi se la condizione non è perfetta la sezione tende spesso a chiudere senza lasciare lo spazio per poter continuare a surfare l’ onda. 2 - Outside Reef: quest’onda lavora prevalentemente in bassa marea ed è parecchio distante da raggiungere perché è situata a 200 m fuori dal reef principale. Quando lavora è un onda lenta (adatta a sup e longboard) che permette di fare varie manovre, ma con una portata d’acqua da non sottovalutare, infatti se ad esempio a Temple ci sono 2metri qua la misura può quasi raddoppiare. 3 - Main pick : il picco per eccellenza dove tutti fanno la “lotta” per riuscire a prendersi l’onda migliore. Lavora prevalentemente in media marea e a mio parere è l’onda più potente tra i 5 picchi perché tutta la forza che c’è nell’oceano si scaraventa completamente sul reef che, avendo poco meno di 1 metro d’acqua, fa sì che si crei un tubo larghissimo una volta che l’ondulazione impatta sul reef. Il drop in quest’onda è

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Onda radicale + cut back radicale... si vede la sventagliata?

molto difficile perché appena si inizia a remare da la sensazione di un onda facile e lenta, ma al momento del takeoff, proprio sopra il reef, la verticalità della massa d’acqua non permette errori! Drop veloce per cercare il tubo ed una volta usciti dal tubo si possono fare 1 o 2 manovre (in base alla bravura ) con possibilità di floater finale, se se ne ha il coraggio, perché poi l’onda esplode in pochi centimetri d’acqua. 4 - Outside corner : quest’onda lavora solamente quando il mare è grosso (per non dire gigante) ed è impossibile surfare le altre onde. Lavora solitamente in media/bassa marea ed è surfata principalmente da tavole Gun sopra i 7 piedi o dai surfisti pro Kamikaze che si vogliono cimentare in drop che vanno dai 3 ai 6 metri! 5 - Inside corner: l’ultima, ma non da meno, sezione di Uluwatu. Lavora principalmente in media/bassa marea ed è l’onda più lunga dei 5 picchi. La partenza è abbastanza tranquilla, tranne quando la marea è veramente bassa, per poi 42

continuare in una bella corsa che varia dai 50 ai 100 metri in base all’angolazione dello swell e poi via per l’ultima sezione tubante che permette di entrare nel tubo come si vede nei video di surf: bottonturn per scendere, scalino con la tavola per rallentare, braccio dentro l’onda per poter rallentare ulteriormente e così facendo infilarsi nel tubo perfetto per poi uscire nel mare piatto-piatto ed iniziare la lunga risalita della corrente con il sorriso sulle labbra per tornare nel picco. La cosa migliore di tutto ciò è che dall’alto del cliff ci sono sei fotografi indonesiani che scattano foto a raffica con obbiettivi professionali per poi venderle a chi è interessato. Il prezzo delle foto è veramente ridicolo comparando a quanto si fanno pagare dei fotografi in Europa o nel resto del mondo e la qualità delle immagini è veramente ottima. Per chi sa qualcosa di fotografia gli basti sapere che uno dei fotografi usa uno zoom professionale ottico da 600 che, per chi non lo sapesse, solo la lente costa 10.000 euro.


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Davide “Balls to the wall” - Sopra imposta un bottom full speed su una bomba di una certa misura - Sotto: impatto e decollo sul lip!

Non serve poi neanche fare così tanta fatica per avere gli scatti perché una volta risalita la scalinata che porta dalla spiaggia ai warung, ecco che si trovano gli addetti alla vendita nei vari negozietti e non si fa in tempo a fare l’ultimo scalino che subito si sente : “Foto boss, foto boss!!” E come si fa poi a non acquistarle con degli scatti cosi belli in un’onda così eccezionale?!?! Solitamente, contrattando un po’, si possono comprare una decina di scatti per poco più di 100.000 rupie (7 euro) più scatti si comprano e più la cifra si abbassa. Il bello di Uluwatu è che una volta finito di surfare ci si può rilassare nei vari warung (ristorantini indonesiani) con vista oceano, senza perdersi un’onda e soprattutto in maniera tale da poter sempre controllare la condizione del mare per poi decidere quando rientrare per la session successiva! Non è da meno il finale di giornata in questo posto, essendo ad

ovest ci sono dei tramonti mozzafiato che si possono ammirare direttamente dall’alto del cliff oppure, come è di consuetudine, ammirarlo nel bar per eccellenza (ovviamente con vista oceano) che è il Single Fin, sorseggiando un buon cocktail o una birra. Questo bar/ristorante è aperto tutto il giorno e si trova nella zona più elevata del cliff di Uluwatu, subito dopo il “parcheggio dei motorini” ed è rinomato per gli aperitivi al tramonto e soprattutto per le feste organizzate il mercoledì e la domenica sera; quattro sale all’aperto con musica dal vivo e DJ che pompano le casse dal tramonto fino a tarda serata, sicuramente un’esperienza da non perdere! Consigli utili su come surfare al meglio Uluwatu - Non siate troppo impazienti di entrare in acqua la mattina presto, come dicono gli indonesiani, ovvero: non si sa per quale motivo, ma a questo reef serve un po’ di tempo per sistemare le 43


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Davide imposta il bottom turn sula Speed Track di Uluwatu!

correnti e l’angolazione dell’onda. Solitamente verso le 11.00 la condizione inizia a migliorare. - Non remate MAI controcorrente, sarebbe uno spreco di energie inutili, il reef va “aggirato” e bisogna sfruttare la corrente di risalita che ti porta al picco una volta superata l’ondulazione. - A meno che non siate ben allenati, è meglio lasciar perdere Main Pick, essendo il punto migliore per le foto ed anche l’onda più potente, la maggior parte delle persone surfa quel picco ed è una “lotta” continua per riuscire a prendere un’onda. Per non parlare poi delle migliaia di droppate (rubare l’onda anche se una persona è in precedenza) che succedono perché c’è troppo affollamento. - Il picco meno affollato è Temple; non fatevi scoraggiare dalla distanza né dal fatto che dall’alto possa sembrare tutto un close out, una volta arrivati vedrete che aspettando un pochino, l’onda giusta arriva sempre e c’è pure la possibilità di scegliersela tra le varie del set in quanto non ci sono altre venti o trenta persone a remare sulla stessa onda! - Da metà marea in aumento, solitamente a Inside Corner non ci va nessuno, perché è “più moscia”, ma qualche bella onda 44

arriva sempre, e se siete abituati a surfare in Italia, vedrete che arriverà pure una delle migliori onde che abbiate mai surfato in vita vostra! - Attenzione alle maree! La condizione può variare radicalmente nel giro di un’ora se ci sono sbalzi di marea elevati. Quindi è bene scegliere il momento adatto per entrare in mare. - Ore 15.00 LOCAL TIME (fino alle 17) è bene prendersi una bella pausa dal surf, perché in quell’orario non c’è proprio possibilità di prendere onde in quanto in acqua ci sono i local che le onde se le prendono tutte loro!!! Se la marea lo permette, comunque è possibile surfare a Temple che è sempre il meno gettonato. - L’orario migliore per entrare in acqua è il sunset, solitamente l’onda si sistema al meglio e la misura aumenta parecchio rispetto la mattina. Dove e cosa mangiare Solitamente non fa differenza su quale dei 10 warung di Uluwatu voi mangiate, il prezzo bene o male è lo stesso. Il costo di un pranzo è del 30% superiore rispetto a qualsiasi altro warung che si possa trovare per strada, ma comunque rimane


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Sopra: Davide misura la taglia di un buon tubo - Sotto: top turn in surf su una delle onde più belle del mondo!

il fatto che la vista oceano è sempre mozzafiato e la cosa più importante è che se si pranza in loco si possono sempre vedere le condizioni dei vari picchi. Il piatto principale è il nasigoreng ovvero riso con uovo, verdure saltate e pollo ed è quello che vi conviene prendere per riuscire a mangiare abbastanza (le porzioni in indonesia non sono così grandi) c’è la possibilità anche di scegliere il miegoreng (spaghettini), ma siccome sono confezionati, a mio parere non si mangia abbastanza. Da lasciar perdere i panini tipo sandwich perché sono veramente piccoli (e costosi) e per saziarsi bisognerebbe mangiane almeno cinque! Per la colazione invece è consigliato un succo (la frutta è fresca e buonissima) e un pancake con banana e miele, che è la fine del mondo, e soprattutto ti da le giuste energie per poter entrare in acqua! Per chi poi non sa stare senza caffè c’è il balicoffee, caffè

solubile a cui viene aggiunta l’acqua calda e lasciato riposare per 5 minuti in maniera tale che i grani di caffè raggiungano il fondo della tazza. Detta così, per noi italiani può fare abbastanza senso, ma devo dire che dopo un po’ ci si abitua e non è poi cosi male. Riparazioni materiale Ci sono 3 shaper nel cliff di Uluwatu. Per piccole riparazioni vanno bene e sono molto veloci. Se spaccate la tavola in due, invece, vi conviene portarla da Naruki a Kuta, che è la shapingroom migliore di Bali, per intenderci quella dove tutti i pro portano le tavole spezzate a riparare. Una volta ripresa vi sembrerà più nuova di prima! Non dimenticatevi poi di contrattare sempre sul prezzo della riparazione, che solitamente è metà (o anche un po’ meno) di quello che vi viene chiesto! 45


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Davide guarda il mostro negli occhi! Sotto a Sinistra: vista aerea della mitica scogliera di Uluwatu - A destra: Davide scende la scalinata per una surf session

Come arrivare e dove alloggiare

Altre info utili

Dall’aeroporto di Denpasar ci sono migliaia di taxi che vi possono portare in loco. Conviene sempre contrattare sul prezzo perché siete appena arrivati e rappresentate il turista da “spennare” e vi possono chiedere fino a 3 volte del prezzo normale! Perdete un po’ di tempo a contrattare con vari taxisti e vedrete che quello giusto lo trovate! Se siete dei bravi a contrattare, il prezzo per arrivare fino ad Uluwatu può variare dalle 170 alle 200 mila Rupie (13-15 Euro), altrimenti ve ne chiederanno 500 mila!

- Se cercate un mezzo per muovervi è consigliato sempre noleggiare uno scooter piuttosto che una macchina, ci metterete sempre meno della metà del tempo in moto per raggiungere un posto. Solitamente se noleggiate una moto a giornata la cifra giusta da pagare è 50 mila rupie (3.5 euro), se invece lo prendete per più di 10 giorni il prezzo si abbassa ulteriormente (solitamente un mese di moto varia dalle 600 alle 800 mila rupie ).

Per dormire invece vi consiglio di alloggiare in uno dei tanti homestay che ci sono nella stradina di entrata per Uluwatu. Contrattando potrete riuscire ad avere una stanza per 150/200 mila rupie a notte e potrete raggiungere lo spot anche a piedi, perché molto vicino. Se volete invece la vista oceano, preparatevi a pagare fino a 500 mila rupie a notte... ovviamente il prezzo può variare anche molto in base alla posizione .

- Cambio: non cambiate ad Uluwatu né in aeroporto! Vi conviene sempre andare durante il tragitto dall’aeroporto o comunque a qualche km da Uluwatu perché sarà sempre migliore di quello che vi possono offrire lì. Ci sono svariate case di cambio nelle strade principali con i tabelloni che mostrano il tasso di cambio, quindi è bene dare un occhio a più di una per scegliere poi quella migliore.

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Sopra: off the top a tutta velocità - Sotto: l’entrata di casa di sua maestà, l’onda di Uluwatu...

- Se volete andare al risparmio, vi consiglio di mangiare nei warung mussulmani (li individuate subito perché le donne hanno il velo in testa) che sono molto meglio dei warung indonesiani, in quanto c’è molta più varietà nelle pietanze e soprattutto molte meno cose fritte! Gli indonesiani friggono! Se volete invece mangiare qualcosa di più sostanzioso vi consiglio di andare in qualche ristorante straniero tipo italiano, brasiliano o spagnolo. Se andate nei ristoranti locali è bene chiedere qualche pietanza con riso o spaghettini; in Indonesia non c’è il culto del cibo, quindi se chiedete ad un locale di cucinarvi qualcos’altro che non sia riso meglio che vi prepariate ad una grossa delusione. - Ricordatevi sempre di bere molti liquidi e prendere degli integratori energetici contenenti sali minerali! Basta un attimo per a farsi mancare le forze e ritrovarsi disidratati dal momento

che la temperatura si aggira sui 35° e quella dell’acqua sui 30°. - Dopo il tramonto ricordatevi sempre di utilizzare qualche spray anti zanzare , in Indonesia c’è un elevato rischio di prendersi la Dengue! Ringraziamenti Un doveroso ringraziamento va a RRD international che da quest’anno mi ha accolto nel team e che mi da la possibilità di avere sempre dell’ottimo materiale per poter sfruttare al meglio le mie uscite in acqua. Un ringraziamento speciale va al responsabile atleti Sup Jacopo Giusti che ha creduto in me e che mi da la possibilità di portare tutto il materiale di cui io ho bisogno nei miei viaggi; tavole da surf, pinne, tavole da SUP, pagaie, mute, leash e vestiario tecnico, tutto fornito da RRD… cosa chiedere di più!!! 47


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L’ISOLA DEI SOGNI Testo e foto: Laurent Nevarez

Situata sulla punta meridionale dell’arco delle Indie occidentali e abbastanza slanciata verso est, Barbados è senza dubbio una delle isole dei caraibi più esposte alle mareggiate dell’Atlantico, garantendo per tutto l’anno onde eccellenti in panorami mozzafiato. Così, dopo una lunga e proficua stagione (Campione Francese ed Europeo), Alexis Deniel e la sua ragazza Melanie sono andati a farsi una vacanza su quest’isola paradisiaca alla ricerca delle sue ricchezze che sono ancora incredibilmente poco conosciute. Un viaggio incredibile fra acque meravigliosamente turchesi e uno stile di vita decisamente rilassato.

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Barbados ci rapisce con lo splendore dei suoi tesori nascosti, facendoci ogni volta vedere e toccare con mano luoghi e bellezze da sogno... È da poco passata mezzanotte (ora locale) quando l’aereo tocca

da sistemare… recuperare la macchina, caricare l’attrezzatura,

terra sulla pista di atterraggio dell’aeroporto di Bridgetown. La

e poi seguire Jason fino a Freights Bay, dove si trova il nostro

stanchezza e gli effetti del lungo viaggio sono ben visibili sui

appartamento.

nostri volti, e non appena facciamo il primo passo per scendere dalla scala dell’aereo, veniamo investiti da una calorosa ondata di profumi tropicali. Ci stiamo ancora godendo l’atmosfera di Barbados, quando incontriamo la nostra guida e il nostro ospite, Jason Cole, l’incarnazione umana di tutti i fascini di Barbados. Jason è un vero e proprio invasato del SUP sin dal primo giorno e profondamente coinvolto nello sviluppo sulla sua isola natale. Senza dubbio è la miglior guida potessimo sperare di avere per andare alla scoperta dei veri tesori di Barbados. “Benvenuti sull’isola, spero che non siate troppo stanchi o jetleggati, perché domani le condizioni saranno perfette sin dalla prima mattina, tutte le mattine!” Così ci ha salutato Jason col suo ghigno ironico… Restano comunque ancora un po’ di cose 50

A un tiro di sasso Le poche ore di sonno ovviamente non sono state sufficienti a recuperare il jet-leg, ma non ci sono stati problemi, dal momento che eravamo parecchio eccitati dall’idea di andare subito ad esplorare Freights alla luce del sole! Alle 8 del mattino ci prepariamo per andare a fare un po’ di spesa in vista dei prossimi giorni, per poi andare a vedere la situazione delle onde, ma dopo appena pochi passi ci imbattiamo in Jason, che vive in zona e sta andando a dare un’occhiata alla situazione a Freights Bay. “Mia moglie Sarah è già in acqua col suo SUP… eccola su quella sinistra, è anche più brava di me!” e ride. L’acqua color turchese e la stupenda baia a mezza luna, circondata dalla vegetazione rigogliosa e da belle casette, ci stanno prendendo con tutto il loro fascino caraibico. È amore


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a prima vista, e stiamo divorando con gli occhi ogni più piccolo

di noi! Ci saranno già almeno una ventina di rider in acqua e

dettaglio di questo spot magico, con le sue onde infinite che si

Alexis pagaia per raggiungere Jason sul lato sinistro dello spot.

srotolano in lontananza.

Poi finalmente arriva il momento per Alexis di prendere la sua

Dopo un minimo di spesa nel vicino villaggio di Oistins,

prima onda di Barbados e lo fa alla sua maniera, attaccando la

ritorniamo velocemente all’appartamento per lasciare il cibo e

sezione a tutta velocità, con potenza e controllo. Il ragazzo della

recuperare le tavole da SUP, per ritornare a piedi con le tavole

Bretagna è già completamente a suo agio qui, e dopo un veloce

sotto braccio allo spot, che si trova ad un tiro di sasso dalla nostra

ed ampio bottom turn, prende il ritmo e arriva il momento

strada! Prendiamo il sentiero delle scogliere, ma non riusciamo

di mettere a segno una bella serie di curve e “spadaciate” in

a distogliere lo sguardo delle onde che si srotolano proprio sotto

backside! Ci godiamo tutti insieme le fantastiche condizioni di

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questo sport fino al tramonto del sole, poi per tutti quanti arriva

SUP, per cui prendiamo appunti e seguiamo le sue indicazioni,

il momento di ritornare a casa e in particolare per noi arriva il

che ci portano diretti alla punta dominata da un suggestivo

momento di recuperare le preziose ore di sonno…

faro bianco. Ad attenderci c’è esattamente quello che ci aveva

South Point

descritto Jason: “È perfetto. Le serie sono di un metro e mezzo,

Il primo raggio del sole che entra all’alba attraverso la finestra

le onde sono solide e si srotolano fino alla punta. Bisogna

interrompe il nostro sonno “jet-leggato”. Sono appena le

entrare in acqua subito prima che il vento cominci a soffiare!”

6.00 del mattino, così facciamo colazione in fretta e furia e

Così col SUP sotto il braccio e un buono strato di protezione

carichiamo l’attrezzatura sul furgone per raggiungere South

solare spalmata sulla faccia, Alexis cammina sulla piccola

Point, uno spot molto promettente non lontano da qui, che

spiaggia per entrare in acqua, stando attento a non calpestare i

Jason ci ha caldamente consigliato. Questa volta Jason non

ricci di mare. Le onde sono più belle da surfare di quanto già non

potrà unirsi a noi, perché è giù impegnato alla sua scuola di

sembri dalla spiaggia e non appena trova il suo posto sulla line-

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Barbados riesce sempre a soddisfarci anche quando non è al meglio delle proprie possibilità!

up, Alexis spara le sue classiche infinite surfate sulla sinistra che

essere così perfetta qui a Barbados, che non ti sembra possibile

offre una spalla che gli permette di performare i suoi classici Re-

che qualcuno possa desiderare di vivere in un altro posto.

Entry, floater, top-turn… il rider di Perros Guirec spinge ogni manovra al limite, sfruttando ogni millimetro dell’onda, fino a quando non arriva alle acque profonde. I giorni passano veloci e noi alterniamo fantastiche uscite a Freights o a South Point a seconda della marea e di cosa vogliamo fare per divertirci. I Trade Wind, sempre presenti e sempre da Sud-Est, scandiscono quella che sembra ormai una routine fatta di uscite fra le onde la mattina e il pomeriggio, alternata alle serate passate a Oistins, una piccola cittadina di pescatori, a mangiare indimenticabili tranci di pesce appena pescato e grigliato mentre viene bagnato con la locale birra “Banks”. Gli abitanti di Barbados sono estremamente accoglienti e tutti i turisti come noi vengono rapidamente accompagnati a immergersi in quello che si può definire l’island spirit, scandito dai battidi del “Ragga” alla “Dance Hall” o lungo la strada, pompato da improvvisati impianti di amplificazione che attirano turisti e local a godersi un drink in relax a uno dei tanti bar e cafè disseminati lungo ogni strada. La vita sembra

Brandon’s Lo swell comincia a diminuire giorno dopo giorno, e dopo aver controllato tutti gli spot ormai abituali, una mattina decidiamo che è arrivato il momento di prendere la nostra strada per il sud e andare a cercare altre onde in nuovi spot. Così per prima cosa siamo passati a salutare Jason e Sarah alla loro base di Pebbles, che ci ha sorpreso per l’enorme contrasto con gli spot frequentati fino a quel momento, con l’acqua sempre turchese, ma completamente piatta, ideale per insegnare e imparare velocemente la pratica del SUP. La spiaggia bianchissima con le classiche palme dei caraibi e alcune graziose ondine che si srotolano sulla sinistra della baia completano il quadro idilliaco. Jason di invita a restare a pranzo e poi andare nel pomeriggio con la marea calante a vedere come lavora il vicino spot di Brandon’s. Ovviamente non ce lo siamo fatti ripetere due volte e dopo un delizioso pranzetto vista spiaggia, siamo ripartiti per vedere cosa ci avrebbe portato il nuovo spot. Prima ancora di arrivare alla fine della strada che ci avrebbe portato sul 53


TRIP

posto, siamo stati letteralmente rapiti dalla bellezza e dalla

prende quella successiva! La spalla ben formata di questa onda

serenità del paesaggio, con la vegetazione lussureggiante su

gli permette di mettere a segno alcune manovre mozzafiato

cui svettano grandi palme che dominano spiagge di finissima

senza troppo sbattimento. Alexis aspetta con calma il momento

sabbia bianca. Al largo sul reef si srotolano alcune belle onde

del take off, e fa accelerare la tavola in attesa del momento di

anche se la marea è ancora alta e non ha ancora cominciato a

fare uscire le pinnette dall’acqua non appena trova la sezione

calare. Ma a quanto pare Barbados riesce sempre a soddisfarci

giusta. Alcuni local vedendolo divertirsi tanto in queste onde

anche quando non è al meglio delle proprie possibilità!

piccole ma con la sezione alla sinistra del picco così ben formata,

Neanche il tempo per una battuta, che Alexis è già sulla sua

cominciano ad entrare in acqua per raggiungerlo. E così finiamo

tavola che pagaia per raggiungere il picco. Nelle acque cristalline

la giornata in perfetta armonia e in buona compagnia.

riesce a distinguere una grane varietà di pesci che nuotano sotto alla sua tavola, mentre lui comincia a studiare i contorni del reef sotto il pelo dell’acqua. Ma distratto dallo spettacolo sotto il pelo dell’acqua, Alexis non si accorge della bellissima serie in arrivo sul reef, ma niente è compromesso, aspetta il momento giusto e

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West Coast Cruising Dopo alcune altre uscite con onde piccole, mixate ad alcuni giri per visitare le attrazioni turistiche dell’isola, come le grotte lungo la costa, oppure la “grotta degli anemoni” sulla costa nord, oppure le bellissime spiagge selvagge della costa


TRIP

est a Crane Beach o Bottom Bay, è in realtà la costa occidentale

Continuiamo nella nostra rotta verso sud, e dopo aver visitato

che ci rapisce durante gli ultimi giorni del viaggio. Cominciamo

Bats Rock, un altro dei posti da non perdere, arriviamo a

ad esplorare e a scoprire le meravigliose spiagge nascoste ed

Bridgetown, la capitale dell’isola con tutti i suoi retagi dell’era

inaccessibili, che grazie alle nostre tavole SUP raggiungiamo in

coloniale inglese.

maniera quasi naturale. Dapprima ci dirigiamo a Speightstown,

E quando raggiungiamo l’ennesima spiaggia idilliaca e deserta,

ma poi seguiamo il nostro intuito seguendo la strada che

con la sua bellezza irreale e mistica, decidiamo che è arrivato

fiancheggia la costa in direzione sud. Inutile dire che ad ogni curva

il momento per l’ultima pagaiata fuori programma prima della

si siamo ritrovati ad ammirare esterefatti le bellezze nascoste di

nostra partenza. Mentre pagaiamo con calma nel turchese

questa stupenda isola, con le sue suntuose piccole spiagge

infinito di questo mare caraibico, un enorme catamarano bianco

nascoste, le scogliere mozzafiato, le punte rocciose e gli scogli

arriva e getta l’ancora proprio al centro della baia. Un’altra scena

monumentali disseminati in mezzo al mare, il tutto contornato da

magica. L’ennesimo momento in cui Barbados ci rapisce con lo

Hotel mozzafiato e campi da Golf che fanno capire che questa è la

splendore dei suoi tesori nascosti, facendoci ogni volta vedere

parte dell’isola che con la sua rigogliosa e quieta bellezza caraibica

e toccare con mano luoghi e bellezze da sogno, dai quali non

meglio si adatta al turismo di un “certo livello”!

avremmo voluto separarci mai più!

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HARD BRICOLAGE

Riparare la pinna

Testo e foto: Smink

Se anche a voi piace surfare fino a riva, attenti al fondale e alle relative sorprese per la pinna!

L’occasione fa l’uomo... ladro! Nel nostro caso, l’occasione di dover riparare una pinna che abbiamo demolito in una delle nostre frequenti disgressioni a rocce, ci ha fatto rimandare la seconda puntata sul make-up dei bordi. Ci saremo infatti dovuti occupare di come salvare un SUP fessurato sul bordo, ed invece vi beccate come riparare una pinna a cui avete decapitato l’attacco della vite che la tiene inserita nella scassa us box.

solo l’attacco della pinna di un bel sup Moki, che avrebbe poi dovuto restituire a fine test, abbiamo voluto fare un lavoro ben fatto anche a livello estetico. Se vi succedesse di rompere la pinna in vacanza, senza avere con voi la resina e l’occorrente per carteggiare, potreste benissimo accontentarvi della “fase 1” della riparazione, perché la “fase 2” è un virtuosismo soprattutto per un fattore estetico, che potete poi mettere in atto al ritorno a casa.

A prima vista può sembrare un bel danno, anche perché molti di voi non hanno idea di come si possa riparare una pinna così mal ridotta. Invece si tratta di una riparazione relativamente semplice e questa rottura è il minore dei mali quando si riesce a centrare per bene una roccia con la pinna del SUP! Se la buona sorte non vi aiuta, invece di demolire la pinna, vi si può spakkare la scassa o farla uscire dalla sua sede... tutti danni che avrebbero poi bisogno di un intervento massivo di hard bricolade, decisamente non alla portata di tutti! Dato che con abile mossa il vostro tester di fiducia è riuscito a spakkare

FASE 1 Se siete riusciti ha sradicare e rompere la vostra pinna, diciamo per colpa della bassa marea e non perché siete dei tarlucchi come il Geppetto di turno che vi sta insegnando a ripararle e che ha il vizio di andare troppo a riva a surfare, iniziamo l’opera! Nelle foto abbiamo ricreato la sequenza delle cose da fare mentre riparavamo la pinna. Se l’attacco della pinna è completamente divelto... siamo già avanti! Se invece la pinna è nelle condizioni delle foto, conviene dargli

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HARD BRICOLAGE

Se la vostra pinna è ridotta così, la cosa più semplice da fare e darci un bel taglio... con una sega da ferro!

Poi con un trapano a punta sottile si crea il buco per inserire la vite ad anello e il gioco è fatto!

lo “zoccoletto” dove alloggia la vite. Allora... limate un po’ dai lati la vite ad anello che avete inserito nella pinna in modo che la resina che andremo a mettere non faccia poi troppo spessore nella scassa. Fatto ciò non rimane che “schermare” la vite... in pratica con lo scotch di carta andiamo a costruire una “armatura” dove verseremo la resina con cui ricostruiremo lo zoccolo. L’armatura in scotch deve essere chiusa dai lati e sotto... lasciatela pure un po’ più abbondante perché la forma la darete in fase di carteggiatura, Fissate la pinna in una morsa o in un punto dove stia ben dritta e preparate la resina. In questo caso ho usato l’epossidica, che come vi ho spiegato nelle precedenti puntate, ha una resistenza migliore, ma costa di più della poliuretanica e necessita di precisione nei dosaggi FASE 2 Questa fase è per lo più estetica perché se avete lavorato bene per non ritrovarsi con delle riparazioni che sembrano del pongo nella fase 1, la pinna sarà bella salda e ben avvitata nella scassa appiccicaticcio perché la resina non ha catalizzato bene! us box, senza dover fare dell’altro. Diciamo che in questa riparazione si può usare sia l’Epoxi che la Nella “Fase 2” andremo semplicemente a ricostruire con la resina poliuretanica e il risultato non cambia granché… una bella segata e una leggera passata con una lima in modo da livellare la superficie e pulirla da scorie. Poi con un trapanino (basta anche un avvitatore da 12 volt) e una punta fine (noi abbiamo usato la 2 in quanto la vite ad anello che andremo ad inserire è da 2,5 ), creiamo un foro nella base della stessa (guardate le foto che si capisce meglio!). Un po’ di frena filetti, e poi avvitiamo, con l’aiuto di una pinza, la vite ad anello come nella foto e... il miracolo è avvenuto! Ora se vi accontentate... basterebbe provare la pinna dentro la scassa e vedere se riuscite ad avvitare la relativa piattina. Se invece non vi accontentate e come nel mio caso dovete rendere tavola (e relativa pinna) nelle stesse condizioni in cui ve l’hanno data per i test... beh è tempo di passare alla fase 2.

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HARD BRICOLAGE

Una volta avvitata la vite ad anelli, smerigliate i lati in modo che entri comodamente all’interno della scassa

Utilizzate un pezzo di nastro da carrozzaio per ridare forma allo zoccoletto in resina

Una volta miscelate con cura le dosi di resina e catalizzatore, aggiungete le miscrosfere. Vi ho spiegato le modalità nelle precedenti puntate dell’hard bricoalge di Sup News, se vi siete persi i numeri precedenti, chiedeteli ad un amico! Rimescolate bene e vi ritroverete una melassa bianca densissima che quando catalizzerà sarà più dura del cemento. Lo sa bene mia madre che si è ritrovata un piatto di valore in cui avevo mescolato con un coltello resina e miscrosfere, durante uno dei primi lavori da customaro fatto in casa... e qui ne avrei da raccontare! Da pischello (negli anni 80, ndr) ero “affascinato” dal mondo customaro, ma non avevo esperienza in materia, ero disordinato, pasticcione ed ho fatto una sequela di danni innenarrabili nei primi tentativi di costruirmi da solo le tavole. Sappiate solo che il suddetto piatto, usato per mescolare resine e microsfere per mettere le scasse nella mia prima tavola da windsurf custom... ora fa bella mostra appeso insieme ad altri nella casa paterna... con tanto di coltello saldato al piatto dalla resina... un’opera di un famoso artista o di un pazzo da manicomio! 58

Ma torniamo a noi... versate la melassa nell’armatura e lasciate che catalizzi. L’occhiello della vita naturalmente andrà affogato nella resina, vedi foto. Poche ore dopo se avete usato la resina poliuretanica (il giorno dopo se avete usato l’epoxy) non vi rimane che il lavoro di carteggiatura con cui darete la forma giusta al vostro grossolano zoccolo. Naturalmente se usate una carteggiatrice fate prima... Una volta data la forma allo zoccoletto della vite, provate che entri senza sforzare nella scassa. A questo punto non rimane che riprendere il trapano o l’avvitatore, e con una punta adeguata al passo della vite della piattina, fate il foro per quest’ultima, badando bene che rimanga all’interno dell’occhiello della vite che avete inserito nella pinna. Tocco finale un po’ di vernice dello stesso colore della pinna da dare allo zoccoletto bianco. Nel nostro caso una spruzzata di nero e una volta asciutto una passata di carta abrasiva fine, per rendere il colore più “vissuto”... ora avete do nuovo una vera pinna, sia dal punto di vista resistenza, sia dal punto di vista estetico... come o forse meglio dell’originale!


HARD BRICOLAGE

Recuperate resina (Epoxy o Poliestere a seconda dei vostri gusti) e microsfere e preparatevi all’operazione

mescolate resina, indurente e microsfere e versate il tutto nello stampo che avete creato col nastro

Una volta solidificato, cartate per riportare il tutto a misira della scassa e ripassate il buco col trapano

Una verniciata di nero e una passata di carta abrasiva fine e la pinna è già pronta per le prossime surfate! 59


TEST SESSIONS

Rider e test: smink

Misure: 9’ x29”x 4 1\162” - Volume: 118 l Pinne: Thruster, Centrale 7’’ (Usbox) Laterali 4.7’’ (Future Fins System) Peso: 8,5 kg (+/- 300 g) Prezzo: 1.939,00 €

MOKI FANDANGO 9’ Come al solito, urge una doverosa premessa: i test di questo numero riguardano diverse tavole da sup indirizzate al wave, ma soprattutto per il Moki Fandango 9’0” più che un test vero e proprio si tratta di “impressioni in acqua” perché viste le nostre capacità, il nostro peso, il suo volume abbastanza contenuto e le onde non degne di questa tavola che hanno (o forse è meglio dire non hanno, visto la scarsità di mareggiate) accompagnato le nostre uscite, non siamo riusciti a “spremerlo” così tanto da potervi offrire quello che noi consideriamo un test vero e proprio. Comunque un’idea ce la siamo fatta... ed è emerso subito che senza una adeguata esperienza nelle onde, chiunque pesi quanto noi (intorno agli 80 kg) e si avvicini al sup wave con una tavola di questo litraggio, a prescindere dal modello avrebbe problemi. Altro discorso se il rider che utilizza la tavola porta sulla bilancia 10 o 20 Kg di meno! Il Fandango 9’0”, infatti è disegnato per dare il meglio su onde veloci e potenti, è una tavola dal volume contenuto e bordi fini, adatta a quanti vogliano praticare sup surfing e quindi abbiano una certa esperienza fra le onde. I 118 litri e la larghezza di 29’’ offrono comunque anche ai suppisti di pesanti come noi (intorno agli 80 kg) abbastanza stabilità per raggiungere senza troppi problemi la line-up e aspettare l’onda giusta da prendere. 60

Qualche “tentennamento” iniziale in fase di partenza noi “pesanti” lo abbiamo avuto. Forse perché surfiamo abitualmente con tavole che hanno almeno 10 litri di volume in più, dotate di larghezze intorno ai 31”... ma una volta partiti con qualche surfata di “acclimatamento”, anche su onde non troppo grandi né potenti, con il Fandango il divertimento è assicurato! Lo shape fine e la linea scoop-rocker, consentono di anticipare il take-off e di godersi anche le onde piccole da beach break, perché la tavola mantiene facilmente velocità e planata... Chiaramente è una tavola che ha bisogno di un’onda abbastanza ripida e di un rider esperto alla guida, per dare il meglio di sé: infatti con onde degne di chiamarsi tali, si trasforma regalando rapidi rail to rail e surfate fluide, potenti e precise! E a guardare bene, le cose migliorano tantissimo, per quanto riguarda la voce duttilità se alla guida c’è un surfista un po’ più leggero, tipo il nostro Panda, che con i suoi 60 chili, l’ha trovata addirittura quasi fin troppo grande! La Fandango 9’0 è una tavola quasi esclusivamente da sup surfing, che viene proposta a 1.939 euro, ma nel prezzo, salato come per tutti i sup di alto livello, come sempre per i prodotti MOKI è compresa anche una accessoristica di buon livello: la bellissima sacca De Luxe e una dotazione di serie, soprattutto in fatto di pinne, quasi impeccabile.


TEST SESSIONS

Rider: NiFe - test: ovo

Misure: 10’ x 33” - Volume: 175 l Pinne: Thruster, Centrale 8’5’’ (Usbox) Laterali 2x FUTURES® F3 425 Peso: 11,6 kg (+/- 300 g) Prezzo: 1.649,00 €

F.ONE Manawa 10’ Manawa è la gamma di tavole all-round della factory francese F-One. Già l’anno scorso avevamo avuto l’occasione di testare il modello 9’0’’ e le sensazioni erano state molto positive. Quest’anno, vista la scarsa quantità di mareggiate, avere il modello 10’ da testare, ci ha fatto tirare un ulteriore sospiro di sollievo! Per prima cosa va detto che la gamma 2017 si presenta con un nuovo look molto accattivante tutto verde per il modello 10’ e la consueta accessoristica di ottimo livello, con pad ben fatto e confortevole, pinnette laterali in materiale plastico griffate Future fin, bella pinna centrale da 8’5 in vetroresina, e classico plug nella comoda maniglia con la chiavetta sempre a portata di mano per avvitare e svitare pinna e pinnette. Dal punto di vista dello shape, con i suoi 175 litri si tratta di una tavola molto voluminosa, e con una larghezza generosa (33’’) che rendono il Manawa 10’ una tavola molto facile e stabile, ma grazie ai classici bevel F-One sui bordi e alla prua e poppa fini, riesce ad associare una bella stabilità ad una manovrabilità quasi inaspettata. Mentre si pagaia in acqua piatta si apprezza la stabilità e la buona direzionalità garantita dal setup delle pinne, ma si nota anche che la scoop line abbastanza dritta fa viaggiare la prua abbastanza bassa sull’acqua, favorendo buone sensazioni in fase di pagaiata. Il dubbio era quello che quel naso così basso non potesse creare problemi di ingavonamento una volta

alle prese con qualche onda. E in effetti quando finalmente è comparsa qualche piccola ondina e abbiamo pagaiato sull’onda dell’entusiasmo per cancellare la nostra astinenza di surfate, per un attimo il nose della tavola è stato preso nell’onda e ci ha fatto temere di avere sotto ai piedi una tavola con cui fare solo puro cruising, ma è bastato riprendere un attimo lucidità ed arretrare un attimo il peso, che la prua della tavola si è sollevata quanto basta per accelerare in planata e permettere alla tavola di mettersi sul bordo e scendere in maniera piacevole e sicura sulla spalla dell’onda... Evvai! Ovviamente non si tratta di una tavola con cui eseguire manovre radicali o per uscire con onde grosse, ma se per caso vi capita la giornata con piccole piacevoli onde, fino a mezzo metro, o anche un metrino non troppo ripido o un po’ loffio (quello tipico dell’Adriatico, per intenderci), allora il Manawa 10’ può rivelarsi l’asso di briscola per divertirsi a prendere e scendere qualche onda, provando a pennellare qualche curva e a prendere confidenza col SUP Surfing! Concludendo, questo F-One Manawa 10’ ci è sembrato davvero una gran bella tavola, con un buon rapporto qualità prezzo e ottime rifinitura e accessoristica, adatto a rider pesanti e neofiti del SUP alla ricerca di una tavola unica con cui fare cruising e provare l’emozione di prendere qualche onda quando se ne presenti l’occasione. 61


TEST SESSIONS

Rider e test: ovo - Foto: Simone Luchetti

Misure: 11’4’’ x 30’’ x 4 1/2’’ Volume: 175 l Pinne: 9’5’’ Dolphin Fin Polyester US + 2 x G-5 Future side fins Peso: 11,4 kg (+/- 300 g) Prezzo: 1.799,00 €

RRD Monotipo 11’4’’ Il Monotipo di RRD non è di sicuro una novità, in quanto è in catalogo da almeno un paio di stagioni, ma quando ci è stato proposto di testare questo giocattolo, non ci siamo fatti scappare l’occasione! Infatti con le sue generose dimensioni di 11’4’’ x 30’’ e il suo assetto longboard thruster, il Monotipo rappresenta la perfetta tavola Jolly per ogni situazione: Flat water cruising, SUP Surfing longboard style, gare di SUP e addirittura windsurf, grazie al pratico plug in cui avvitare il piede d’albero presente in coperta! Questa tavola deve il proprio nome e le proprie caratteristiche al fatto che RRD aveva provato a creare una classe One Design che permettesse a chiunque di confrontarsi su un campo di gara con tavole facili, divertenti e uguali per tutti. Bisogna dire che purtroppo questo progetto si è un po’ annacquato, forse anche per via del caos fra le varie federazioni, ma la tavola è comunque abbastanza diffusa ed è abbastanza facile trovare qualcuno che usa questa tavola con cui confrontarsi sui percorsi amatori. Noi abbiamo testato il Monotipo a Padova, Senigallia e Igea Marina e ci siamo tolti le nostre soddisfazioni, anche se abbiamo anche trovato qualcuno che usava questa tavole e ci ha bastonato di brutto! Ovviamente preme sottolineare, che se avete intenzione di utilizzare il Monotipo in gara, è fondamentale smontare le pinnette laterali e utilizzarlo in assetto Single fin! Se poi siete dei pignoli, potete limitare ulteriormente inutili 62

turbolenze tappando le scassette laterali con un pezzetto di nastro adeesivo! E se per caso avete la buona sorte di trovare onde sulla vostra strada, non c’è problema! Monotipo è sempre a suo agio in qualsiasi situazione, dalle micro onde, alle veloci e tubanti onde di Tahiti! Forse non tutti sanno che lo shape di questa tavola deriva da un prototipo SUP gun per Big Waves che l’allora shaper RRD Aurelio Verdi aveva shapato su richiesta del team rider tahitiano Matieu Fouliard, e anche se ovviamente prima di andare in produzione la tavola è stata modificata per performare al meglio sui campi di gara allround, qualcosa (o forse è meglio dire parecchio) dell’originario DNA ondaiolo è rimasto in questa tavola. La poppa pin-tail con i suoi bordi fini, l’assetto thrister, la configurazione dei bordi, la distribuzione del volume, la scoop line... insomma c’è qualcosa che permette a questa tavola che permette di esprimere dell’ottimo longboard SUP surfing, a prescindere dalle dimensioni delle onde. Se preferite uno stile longboard più classico con nose riding e amenità varie, vi consigliamo di utilizzare solo la pinna di serie (da 9’5’’) in versione single fin. Se invece vi piace vedere quanto può essere progressive una tavola da 11’4’’, allora provate l’assetto tri fin, ma possibilmente con una pinna centrale più piccola. Noi ci siamo trovati bene con una classica dolfin da 7’0’’. Buon Monotipo a tutti!


SCHOOLS & CENTERS

ASD Tiburon

Romagna Paddle Surf

Scuola Sup Sottomarina

NEWA ASD

Surf Club Venezia

The Beach Club ASD

SUP WAVE CLUB

X-Sport Accademy

MOKI CLUB NUMANA

Lignano Pineta Cell 340 243 0870

asdtiburonlignano@gmail.com

Lungomare Alberto Kechler, 8 Lignano Sabbiadoro www.supracelignano.it

Via San Martino, 15/5 47814 Bellaria - Igea Marina (RN) info@romagnapaddlesurf.it www.romagnapaddlesurf.it

Cannaregio 3535 30121 Venezia (VE) surf.venezia@gmail.com www.surfvenezia.org

Ostia via decorati al valor civile 1 www.facebook.com/SUPWAVECLUB/ Padova (PD) xsportacademy@gmail.com fabio-giacomini@libero.it

Stabilimento Zanzibar Music Beach Lungomare Adriatico 30015 chioggia (VE) sottomarinasup@geniuslociasd.com

Presso stabilimento balneare “La Capannina”, Maccarese info@the-beach-club.it www.the-beach-club.it

Spiaggiola, Nord del Porto Turistico Numana info@mokisup.com tel 333.2028111 63


DISTRIBUTORS

Distributori A noi di Sup News non piace l’inquinamento e non piacciono gli sprechi inutili. Per questo motivo abbiamo deciso di evitare la distribuzione in edicola e stiamo cercando di stampare solo le riviste che ci servono per raggiungere tutti i nostri lettori.

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Di seguti trovate elencati i negozi, club e le scuole che si sono fatti carico di sostenere e distribuire SUP NEWS. Per tutti gli altri, c’è la possibilità di ricevere la rivista direttamente a casa abbonandosi. Se anche tu vuoi diventare distributore e/o sostenitore di SUP NEWS, manda una mail a: supnews@sabatelli.it

NAUTICA URBAN IGEA MARINA (RN) www.urban.it

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SPOT 1 SURF SHOP VADA (LI) www.spot1.it

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TRE PONTI LIVORNO (LI) www.windsurflivorno.it

SOTTOMARINA SUP SCHOOL SOTTOMARINA (VE) FB: SottomarinaSUP

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THE BEACH CLUB ASD FREGENE (RM) www.the-beach-club.it


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Rider: Mat Fouliard | Photo: Spyki Shots

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