Sup News #09

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#davidecodottosup

#ProgressiveSUPsurfing

# 09

PRIMAVERA-ESTATE 2019

Greenland Cantabria Local Heroes Boschetti Bros River SUP Le regole del gioco Insider Winter action SUP tech SUP/surf design SUP test Fanatic All Wave 8’9’’ Naish Hover 120 X-over RRD AirSense Cruiser V2 12’

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INFLATABLE COLLECTION Dopo il grande successo dell’AirRace V3, RRD ha messo a punto una tecnologia rivoluzionaria per rendere la tavola ancora più rigida e performante nei campi di regata, nei laghi e nei fiumi garantendo a tutti i rider la massima efficienza e scorrevolezza colpo dopo colpo. L’introduzione del THERMO PLASTIC BELT (TPB) in coperta combinato con il SANDWICH DYNEEMA BELT (SDB) posizionato sul dorso, rendono la tavola 50% più rigida rispetto alle convenzionali tavole presenti sul mercato. Il TPB imprigionato tra il dropstitch e il PVC stringer lavora in compressione e al momento della pagaiata cioè nel momento di stress massimo garantisce una straordinaria rigidità e reattività.

-COMPATIBILE CON-

Il SOFT RAIL PVC EDGE posizionato all’estremità della poppa, presente nell’AirRace e nelle tavole convertibili, incrementa stabilità, manovrabilità nei giri di boa e favorisce lo scorrimento dell’acqua eliminando turbolenze create dal rollio della tavola.

AIRCRUISER V4

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CRUISING

TOURING

RACE

KID, ALLROUND, TOURING WINDSUP

1.5-2.5-3.5-4.5-5.5 1.5-2.5-3.5-4.5-5.5

12’0”x31”x6”

12’0”x32”x6” 12’0”x34”x6”

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Rider: Francesco Leggio Ph: GPS Photographer

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Editoriale #scuolasupsottomarina

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La Scuola Sup Sottomarina ha vinto il Big SUP Fanatic messo in palio da SUP News nel 2018 per il Club che ha fatto più abbonati Photo: Riccardo Ciriello ...it comes the sun!

E finalmente, dopo tanto tempo passato a organizzare, preparare, scrivere, impaginare ogni singola pagina di questo nuovo numero, arriva il momento di imbastire l’editoriale prima di caricare i file di stampa sul server e dare a Smink l’OK a procedere. Già pregusto il momento in cui arriverà il corriere a scaricare il bancale con tutte le riviste e potrò dare il via al rito catartico dell’imbustamento e spedizione a tutti i nostri abbonati, e alla preparazione e spedizione dei pacchi di riviste per i club, le scuole e i negozi che ci supportano per la distribuzione. Ci tengo davvero a ringraziare tutti quanti, abbonati e distributori, perché è grazie a loro che possiamo continuare a raccontare le tante bellissime storie che scaturiscono dalla pratica di questo meraviglioso sport e modo di vivere la natura. Un modo di vivere lo sport, quello di stare in piedi su una tavola pagaiando con una pagaia, che è in continua espansione ed evoluzione. L’arrivo delle tavole gonfiabili ha permesso di rendere il SUP uno sport popolare e diffuso, dal mare, ai laghi, alle acque bianche, passando per le acque interne delle città. 6

Il foil rappresenta il nuovo step che sta portando questo sport verso velocità e dinamiche che permettono ai suppisti più radicali di esplorare nuovi confini e possibilità. Nel mezzo restano comunque le tavole rigide, che permettono al resto degli appasisonati di poter godere della sensazione di fare scorrere sull’acqua la propria tavola scaricando l’energia del proprio corpo su una pagaia. Per completare percorsi race, per impostare take off sulle onde, o semplicemente per passare qualche momento di relax in compagnia. Come sempre, a scodellare questo nuovo numero ci abbiamo messo un (bel) po’ più del previsto, ma abbiamo fatto del nostro meglio per metterci un po’ di tutto quello che secondo noi rappresenta questo sport. E se sfogliando le pagine della nostra rivistucola riuscirete a trovare anche solo una cosa che leggerete con interesse, allora potremo dire di aver compiuto la nostra missione! Ci vediamo in acqua!



#davideionico

#supfoil Il SUP è in continua evoluzione Spot: Barcelona - Photo: Patrizio Ionico

SUP News magazine www.supnewsmag.it supnewsmag@gmail.com REG. AL TRIBUNALE  DI  BOLOGNA N. 8481 DEL  15/02/2018 Direttore Responsabile e Redattore Capo “ovo” ovidio ferrari Art director: fabrice blow COVER: Rider: Davide Codotto foto: Massimo/Beng Beng Surf Camp COLLABO IN THIS NUMBER: martino rogai, daniele chieregatto, fabio giacomini, johnny banzay, davide codotto, leonard nika, lorenzo e margherita boschetti, gianni salamanca, marzio viola, maurizio zaccherotti, the insider, michael walther, smink

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FOTOGRAFI: riccardo ciriello, massimo (beng beng surf camp), eugenio bucci, laura morelli, daniele, gianni salamanca ,andrea avellino piccinin, skills comunicazione, event’s way, alessandro barbetti, david nisbet, APP, max alberti, daniell bonhoff, nucci, ovo

EDITORE Living The Dream asd Via Riniera 1514/G 40024 Castel Sam Pietro Terme (BO) STAMPA Marco Sabatelli Editore s.r.l. Via Servettaz 39 -17100 Savona “Difesa della privacy”: i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. La riproduzione di articoli e foto pubblicati su questo numero è vietata.


Photo: Thorsten Indra

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S O M M ARIO Winter trip Cantabria 28

Editoriale 06

SUP itinerari Tour sul Danubio

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Beach Break 12

Wave trip Lanzarote

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Agenda SUP 20

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Local heroes 22

SUP trip Greenland 54

River SUP 24

SUP Tech SUP Surf boards shaping design SUP brico Riparare la Prua

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Generazioni Watermen

SUP test Fanatic All Wave 8’9’’

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Insider Trading 44

Naish Hover 120 X-over

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RRD AirSense Cruiser V2 12’0’’

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Patrice Guénolé noseriding GONG FSP 10

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40% 20% 20% I-WAVER 80% 80% 40%30% 100% WIND-SUP I-CRUISER I-CRUISER I-RACER I-RACER WIND-SUP WIND-SUP WIND-SUP I-RIDER I-CRUISER I-RACER 80% 100%100% I-WAVER I-WAVER I-RIDER I-RIDER I-CRUISER I-CRUISER I-RACER I-RACER I-BIG I-BIG COBRA COBRA COBRA COBRA COBRA COBRA PRO PRO 12’6” x 26” 26” 26” 6” x 6” COBRA COBRA PRO I-RIDER I-RIDER 11’8’’ 11’8’’ x 31’’ x6”6’’ 6’’ x 6’’ I-WAVER I-WAVER 12’6” x12’6” xx 6” 10’6’’ x 34’’ x 6’’’ 11’8’’ 9’0’’x 34’’ x 31’’ x 4 ¾’’ COBRA COBRA PRO COBRA PRO PRO x12’6” 26” xx 31’’ x6”26” xxx 31’’ 9’0’’ x 31’’ x 9’0’’ x 31’’ x 4 ¾’’ 4 ¾’’ 10’6’’ 10’6’’ x 6’’’ x 34’’ x 6’’’ 11’8’’ x 31’’ 11’8’’ xx 31’’ 6’’ x 6’’ 12’6” 14’XI-RACER 47” 14’X X 8“ 47” X 8“ I-RIDER I-CRUISER I-WAVER 30% 80% 100% (adj. 3pcs.) (adj. 3pcs.) (adj. 3pcs.) (adj. 3pcs.) 12’6” 12’6” 28” 28” 6” 8” x 6” (adj. 2/3pcs.) (adj. 2/3pcs.) (adj. 3pcs.) (fixed/2pcs.) (fixed/2pcs.) 12’6” xx 28” xx 6” x 34’’ x 34’’ x 6’’’ 12’6” x 6’’’ x 12’6” 9’0’’ x 31’’ x 9’0’’ x 31’’ x 4 ¾’’ 410’6’’ ¾’’ 10’6’’ 28” xx6” 28” x 6” 17’ X 60” 17’ XX8” 60” X (adj. 2/3pcs.) (fixed) 12’6” x 26” x 6” 6” x 31’’ x 6’’ 9’0’’ x 31’’ x 4 ¾’’ 10’6’’ x 34’’ x 6’’’ 14” 11’8’’ COBRA COBRA PRO COBRA PRO 14” xx 26”x 14” 26”xx6” 6” 26”x x 26”x 14” x6”26”x 6” 14” 12’6” x 28” x 6” (adj. 3pcs.) (adj. 2/3pcs.) (fixed) 14” x 26”x 6”

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BEACH BREAK

Una tavola per ogni passione JP ha presentato la nuova gamma di tavole SUP gonfiabili per la stagione 2019, fra le quali spicca la particolare tavola AnglAIR, progettata per gli amanti della pesca. Lo shape è tipicamente da cruise, con un outline largo ben 38’’ e con poppa e prua di dimensioni generose. La stabilità offerta da questo modello garantisce equilibrio e sicurezza durante l’attività di pesca. Le numerose maniglie, anelli ed elastici permettono di agganciare tutti gli accessori per la pesca e non solo. Inoltre il kit di questa tavola include lo scoppy mount, il plug per agganciare la canna da pesca, e la particolare pinna basculante che garantisce direzionalità e manovrabilità anche in acque poco profonde. Per maggiori info: www.jp-australia.com Nuovo Scoprega GE 20-2 Scoprega è l’azienda italiana leader nella produzione di gonfiatori e proprietaria del marchio BRAVO, che da anni produce gonfiatori anche per le tavole da SUP. Ormai da qualche stagione Scoprega produce e commercializza anche gonfiatori elettrici ad alte prestazioni disegnati e prodotti in Italia col proprio storico marchio. Noi di SUP NEWS abbiamo testato e utilizzato per oltre 1 anno il modello GE 20-1 e dobbiamo confessarvi che da quando abbiamo cominciato ad utilizzarlo ci siamo quasi dimenticati come si fa a gonfiare le tavole con una pompa tradizionale, anche quando ci siamo trovati a gonfiare 4-5 tavole da mettere in acqua per un test! Oltre ad essere particolarmente silenzioso, il GE 20-1 infatti presenta l’indubbio vantaggio di essere dotato di una batteria di lunga durata che permette di portarlo direttamente sulla spiaggia o sullo spot dove si vuole gonfiare la tavola, evitando la scomodità di dover gonfiare in prossimità dell’auto per collegare fili alla batteria. Per il 2019 Scoprega ha lanciato una nuova versione GE 20-2 che rappresenta una evoluzione della pompa elettrica più apprezzata sul mercato. Dal punto di vista estetico la pompa cambia ben poco, quello che cambia è che il modello GE 20-2 ha subito un processo di reingegnerizzazione delle componenti interne che ha portato a un netto miglioramento della pompa in termini di affidabilità, durata, robustezza. Per maggiori info: www.scoprega.it 12


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BEACH BREAK Ray Air Premium Una tavola gonfiabile è senza ombra di dubbio una delle soluzioni più pratiche per godersi la propria passione per il SUP durante le vacanze e proprio per questo Fanatic ha lanciato il Ray Air Premium, la versione gonfiabile della tavola cruise di punta del brand teutonico, della quale condivide oltre al nome le qualità di scivolamento che ne fanno il giocattolo ideale per lunghe passeggiate alla scoperta di nuovi territori col massimo comfort. Le Ray Air sono disponibile nelle misure 11’6’’x31’’x299 litri di volume e 12’6’’x32’’x339 litri di volume, con linee filanti per favorire la scorrevolezza, ma larghezza e spessore studiati per dare stabilità e comfort. Senza dimenticare la tecnologia di costruzione Premium che rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia di costruzione Double Layer che aggiunge ulteriore rigidità e robustezza. La tavola è dotata anche di attacco per il piede d’albero e può essere utilizzata come tavola da windsurf. Ulteriori info: www.fanatic.com

Total Training Pack L’Indoboard è la famosa tavola che va usata stando in equilibrio su un rullo. Il Training Pack Clear è il modello per imparare facilmente; offre ore di divertimento per persone di tutte le età ed abilità. L’obiettivo primario è usare l’IndoBoard Training pack più a lungo possibile evitando di toccare con il bordo della tavola per terra. Progettato per un facile divertimento ed un uso integrato di tutti i muscoli necessari al mantenimento dell’equilibrio, potete imparare tutti i movimenti che volete su questo modello. Noi di SUP News abbiamo cominciato ad utilizzarlo (a nostro rischio e pericolo!) per prepararci alle future uscite in SUP dopo le troppe ore passate in redazione davanti al Mac e stiamo traendo parecchio beneficio dall’utilizzo del cuscino gonfiabile IndoFLO, ideale per iniziare a prendere confidenza con l’attrezzo per i dilettanti come noi! Per maggiori informazioni e indicazioni dettagliate sull’utilizzo dell’indoboard: www.indoboard.it Reptile SUP 2019 Iniziamo con questo numero a presentare uno ad uno tutti i prodotti 2019 Reptile Sup, azienda specializzata nella produzione di materiale in fibra di carbonio, che già da qualche anno si sta dedicando al SUP. Iniziamo con l’entry level, la COBRA 20. Reptile ha voluto creare un prodotto performante già a partire dal modello base. I tubi sono fatti all’80% da fibra di vetro ad alte caratteristiche meccaniche, mentre la pala in PVC antiurto è stata studiata per essere performante nella pagaiata già alle prime esperienze. Infatti il disegno della pala è simile a quello delle pagaie race top di gamma, in modo da familiarizzare subito con uno shape innovativo. Disponibile in tre pezzi, in modo da essere facilmente trasportabile all’interno del comodo trolley della serie dei prestigiosi sup gonfiabili REPTILE SUP. Per chi volesse passare allo step successivo, è disponibile la COBRA 40, dal peso contenuto di 750 grammi. Una pagaia che inizia ad avere ottime performance ad un prezzo ancora molto contenuto. Lo shaft in tre pezzi, é realizzato in fibra di carbonio T 700 e fibra di vetro ad elevate caratteristiche meccaniche. Il sistema di chiusura è tra i più affidabili al mondo, la pala è in fibra di vetro dallo shape ad alte prestazioni. . Tutti i prodotti Reptile sono disponibili nei migliori surf shop, oppure anche online su www.wave-dogs.com. Tutte le info sul nuovo sito: www.reptilesports.com 14


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BEACH BREAK RRD Paddles 2019 Susak Molinero e Paolo Marconi nella stagione agonistica 2019 stanno utilizzando le pagaie griffate RRD e i risultati stanno dando ragione alla loro scelta. Ecco cosa ci ha detto la fortissima coppia italo-spagnola: ”Sì, sia noi che RRD avevamo come obiettivo quello di arrivare ad usare solo l’attrezzatura sviluppata e realizzata dall’azienda italiana. E siccome la pagaia è un po’ come la scarpa per i corridori, finora ci eravamo presi il tempo necessario per avere a disposizione un oggetto che avesse realmente una performance superiore. Le nuove pagaie sviluppate da Jacopo Giusti in collaborazione col Team R&D di RRD, hanno un design molto innovativo, con un palo ergonomico e una pala con shape a V nella parte terminale e shape classico nella parte alta. Questo shape particolare fa si che l’aggancio della pagaia sulla superficie dell’acqua sia agevole e preciso. La leggerezza e la forma della pala consentono una velocità di ritorno molto elevata e rendono la pagaiata veramente fluida. Per allenarci e gareggiare avremo a disposizione le nuove pagaie RRD Dynamic Pro Race 100% carbonio in misura M o L, a seconda delle condizioni e della tipologia di gara che andremo ad affrontare” Maggiori info: www.robertoriccidesigns.com Foto: Eugenio Bucci

Nuovo GA range 2019 Per la stagione 2019 GA ha completamente rinnovato la propria gamma di tavole gonfiabili, proponendo ben 6 nuove linee di tavole e 2 nuove linee di pagaie. La Pure Free WS è una linea composta da 3 modelli (10’4’’x32’’x5, 10’7’’x33’’x6’’, 10’9’’x36’’x6’’) dallo shape allround e poppa pintail, che può essere usato come tavola ibrida sia per fare SUP, sia con la vela per fare uscite in windsurf. La linea IQ Free presenta gli stessi 3 shape, ma per un utilizo puramente SUP. La Pure Touring (12’6’’x30’’x6’’ e 12’6’ x 32’’x6) è la linea dedicata agli amanti delle lunghe pagaiate alla ricerca di una tavola stabile e filante, che potranno eventualmente rivolgere le proprie attenzioni alla linea IQ Touring, disponibile nelle misure 11’6’’x32’’x6’’ e 12’6’’x32’’x6’’. Per i pesi leggeri e i ragazzi sono state sviluppati i due shape (9’2’’x31’’x5’’ e 9’8’’x32’’x5’’) della linea IQ Wave. A completare la gamma 2019 è stato introdotto anche un big SUP dal nome IQ Dumper (17’x79’’x6’’) per le uscite in gruppo. Per maggiori info: ga-windsurfing.com/isup-range-2019 Aqualander Zen Aqualander Zen è la prima scarpa concepita per poter camminare sulla spiaggia o terreni sconnessi (rocce, scogli o reef), tuffarsi e nuotare senza soluzione di continuità. La forma particolare permette avere una aiuto nella pinnata mentre si è in fase di nuoto e il grip permette di migliorare l’equilibrio e la presa dei piedi mentre si è in piedi sulla tavola. La suola autopulente non trattiene i granelli di sabbia che possono rovinare la superficie delle tue tavole. Design, sviluppo e produzione sono completamente MADE IN ITALY, in collaborazione con Ballop Korea. Dal 7 giugno Aqualander Zen è in vendita su Amazon. Info: www.aqualander.eu 16


BEACH BREAK GONG NFA FSP All’interno della gamma 2019 Gong ha introdotto NFA, un moderno long SUP noserider disegnato per essere accessibile a tutti e con uno shape che permette due stili di surfata: fluida e liscia se si sta più sulla zona del nose, con curve ampie, noseriding e possibilità di impostare facilmente 360°, mentre se ci si porta verso poppa, si può assaggiare il lato radicale di questo shape, e grazie alla poppa e ai suoi bordi si possono impostare curve e surfate radicali, col vantaggio di poter combinare i due stili e unire diverse sezioni dell’onda. NFA è disponibile nelle misure 8’0x29’’x110 l, 9’0x 30 1/2’’x120 l, 10’0x 30 11/16”x140l. La tecnologia di costruzione è la FSP, resine 100% Epoxy su schiuma di EPS, con full PVC sandwich su top e bottom, rinforzo in carbonio nella zona di calpestio. Questa tecnologia garantisce un prezzo d’acquisto accessibile e un rapporto leggerezza/robustezza sbalorditivo grazie alla costruzione full sandwich PVC sotto vuoto. Info: www.gongsupshop.com

Nuova flotta per SSS I ragazzi della Scuola Sup Sottomarina non smettono mai di lavorare per migliorare l’offerta per i propri affiliati e attirare nuovi suppisti in acqua, e per la stagione 2019 si sono affidati al top brand NSP - Surf and Stand Up Paddle Boards!! Si tratta di un brand ormai storico nell’ambiente del SUP e che da anni battaglia per salire sul podio delle migliori aziende impegnate nelle gare della disciplina SUP Race, con atleti del calibro di Travis Grant e Titouan Puyo. Ma NSP produce e commercializza anche ottime taveole SUP Allround e gonfiabili, quindi se siete curiosi di mettere il piede su qualche modello di questo prestigioso brand, non vi resta altro che fare una capatina in quel di Sottomarina... Maggiori info: www.facebook.com/SottomarinaSUP

Foto: Laura Morelli

Siete pronti per uno slalom col SUP? Il centro canoa e rafting Cassino Adventure ha organizzato una gara su percorso slalom di 300 metri su 9 porte, con regole simili a quelle dello Slalom Kayak e canoa sul Fiume Gari in prossimità del Ponte delle 4 Battaglie, a Sant’Angelo in Theodice. La partenza è in piedi da un piccolo molo. Il percorso è facile e senza rischi, con una piccola rapida alla fine, ma agevole e con acqua alta, e permetterà a tutti di potersi divertire in tutta sicurezza! La gara si svolgerà in conformità al regolamento SUP FICK. Ogni secondo equivale a un punto e vince chi ha il punteggio più basso. Per il calcolo del punteggio con penalità: 50 punti di penalità se si manca un gate, 2 punti per aver toccato un gate. Il 6 luglio si possono fare test liberi del percorso e c’è la possibilità di dormire in zona a prezzi competitivi. La tassa di iscrizione è di 5 Euro, gratuita per la categoria amatori. Il certificato medico non agonistico (in linea con l’età dell’atleta) è obbligatorio per le categorie Junior (max 16 anni). Dotazione di sicurezza e tavola con pagaia verranno fornite dal comitato organizzatore qualora non in possesso degli atleti. Per info: info@cassinoadventure.com - 334.8220253 - 347.7896309 17


BEACH BREAK CrossCall Core X-3 Dopo aver provato il modello Action X-3, il brand francese Crosscall ci ha fatto provare il nuovo Crosscall Core-X3, che presenta un prezzo più accessibile inferiore ai 300€ ed è stato sviluppato per allargare il target di pubblico di questo tipo di smartphone, adatti alla spiaggia, agli sport acquatici e di azione in generale. Come i fratelli più grandi Action-X3 e Trekker-X3 offre una batteria da 3500mAh e la certificazione IP68 con resistenza di grado militare secondo lo standard MIL-STD-810G grazie allo schermo corning Gorilla Glass 3, alla struttura interna in magnesio e alla protezione esterna del corpo in TPU. La memoria RAM su Crosscall Core-X3 è di 2 GB, mentre la memoria interna è di 16 GB espandibile fino a 128 GB tramite microSD, caratteristica molto comoda per salvare foto e video delle uscite in quantità senza intasare la memoria interna del telefonino. Le fotocamere sono di 8 megapixel con flash led e zoom ottico 8x per quanto riguarda la fotocamera principale, mentre la fotocamera frontale è di 5 megapixel. Abbiamo usato la fotocamera in svariate condizioni e siamo rimasti soddisfatti di qualità, luminosità, brillantezza e definizione delle foto. Da segnalare che il Core X-3 è dotato di schermo che permette la funzione touch anche se è bagnato e si hanno le mani bagnate, cosa fondamentale per l’utilizzo in acqua o in ambienti umidi, tipo sotto la pioggia! Comunque per scattare senza troppe complicazioni foto dentro e fuori dall’acqua, la cosa più semplice resta quella di utilizzare il tasto ad hoc sul bordo, che se tenuto premuto attiva la modalità fotocamera e se premuto di nuovo scatta foto o registra video. A livello di connettività Crosscall Core-X3 è uno smartphone dual sim, ma è necessario scegliere: nanoSIM + nanoSIM oppure nanoSim + microSD. Si tratta di uno smartphone con uno schermo da 5 pollici IPS con risoluzione di 720 X 1280 pixel ed un vetro in Gorilla Glass 3. Le dimensioni dello schermo sono più che sufficienti a sfruttare

comodamente tutte le funzionalità e le app dello smartphone e anche se le dimensioni complessive risultano essere fin troppo generose, si riesce sempre a portarselo in uscita in qualche alloggiamento comodo, come per esempio nella tasca anteriore della muta front zip. La comodità di avere il proprio smartphone con se può essere quella di utilizzare le proprie app per registrare le prestazioni sportive o le surfate, oppure di rispondere al volo a qualche telefonata di emergenza, anche se proprio in occasione di queste telefonate abbiamo riscontrato uno dei piccoli difetti del Core-X3, ovvero che dopo qualche bagno l’autoparlante si riempie d’acqua e il volume del telefono che suona e della conversazione risultano notevolmente attenuati, fino a quando l’acqua non si asciuga, e allora tutto ritorna alla normalità. A parte questo piccolo inconveniente, i Crosscall Core-X3 ha superato brillantemente tutte le prove e i maltrattamenti a cui può essere mediamente sottoposto da suppisti maldestri come quelli che frequentano la nostra redazione e rappresenta sicuramente un ottimo compromesso come rapporto qualità/ prezzo se siete alla ricerca di un rugged smartphone che vi accompagni nelle vostre uscite.

One Sup Italy Sabato 20 aprile per la prima volta e in esclusiva in Italia, presso il Surfing Sports di Pescara è stata presentata tutta la gamma ONE SUP, brand australiano nato in Gold Coast dalla passione per questa disciplina dei professionisti Angela Van Hoof e Paul Jackson. One SUP sta arrivando alle luci della ribalta un po’ in tutto il globo, non solo per le grafiche vivaci, ma anche per le prestazioni dei propri prodotti. One SUP viene ora importato per la prima volta in Italia grazie all’impegno di Andrea Verdecchia e Nicola Masci, che dopo la loro esperienza Australiana, hanno fatto ritorno al Belpaese con l’intenzione di promuovere al massimo questo fantastico sport. Per ulteriori info: www.facebook.com/pg/Onesupitaly 18


BEACH BREAK Suppelago Il 6 e 7 luglio è in programma la Quarta edizione di Suppelago, circumnavigazione del lago di Bolsena con visita e circumnavigazione delle isole. Il giro del lago con isole comprese è di circa 55km e si svolge in massima tranquillità con un’andatura che tutti possono sopportare, si fanno soste brevi ogni ora e mezza circa, si pagaia in modo di cercare di tenere il gruppo il piu’ compatto possibile. Il giro dura due giorni e prevedede un pernottamento presso il camping con tende da campeggio. Ogni partecipante deve provvedere alla propria attrezzatura sia per il Sup ovvero: Sup, pagaia, leash, e giubbotto di salvataggio, e attrezzatura per la notte, come tenda e attrezzatura da campeggio, come anche al proprio fabbisogno per quanto riguarda acqua e cibo. Km previsti: 55km - Livello difficoltà: bassa - Età minima: 18 anni (minorenni accompagnati) IMPORTANTE: Gli organizzatori si riservano di confermare la data in base alle condizioni meteo che devono essere favorevoli e in piena sicurezza per lo svolgimento dell’evento, nel caso verrà spostata al week-end successivo. Per ulteriori info: info@liquidosurf.it

SUP Camp a Peniche I fratelli Leonard e Claudio Nika hanno avviato una interessante collaborazione con l’High Performance Center e il Peniche Surfing Club, grazie alla quale da gennaio 2019 hanno cominciato ad organizzare SUP Camp in questa spettacolare nata struttura proprio con lo scopo di ospitare surf Camp. L’High Performance Center offre grandi spazi per allenarsi e per dormire. C’è la sauna, la palestra, il proiettore per lavorare sulla video analisi, c’è un lago enorme che permette di provare e correggere errori in tempo reale, per esempio sulla pagaiata. E poi c’è l’Oceano, che è possibile sfruttare in tutte le condizioni possibili, grazie al fatto che la struttura si trova in prossimità di 3 baie (2-3 minuti di distanza dal centro) connesse una con l’altra, quindi visto che le onde ci sono sempre, a seconda di dove soffia il vento, si può sempre trovare la baia con le condizioni ottimali. I prezzi partono da 470€ a settimana per persona con mezza pensione, e 540€ con pensione completa. I camp verranno confermati se ci saranno un minimo di 4 persone, fino a un massimo 30. IL PREZZO INCLUDE: * 6 Notti nel Centro di Alto rendimento di Peniche - Portogallo * 7 giorni SUP SURF e SUP RACE Coaching (5 ore al giorno doppia sessione) * Tavole SUP WAVE e SUP RACE (pagaia e muta non inclusa) * Transfert aeroporto * Trasporto nei vari spot * Video analisi e foto * Free Wifi * Sauna dopo ogni session di surf * Il volo (su Lisbona) non è incluso. I SUP Camp in programma per il resto della stagione sono i seguenti: 26/30 giugno - 28 Luglio/3 August - 4/11 - 11/18 18/25 -25/31 agosto - 23/29 settembre - 1/7 ottobre - 4/10 novembre - 1/8 dicembre Per prenotare il tuo posto all’HPC training camp con Leonard Nika e Claudio Nika basta mandare una e-mail all’indirizzo: niksurfer@hotmail.it 19


AGENDA SUP

McFlurry VERTICAL SUMMER TOUR 2019 Il Villaggio Vacanze itinerante più celebre d’Italia arriva alla sua ottava edizione e farà tappa anche quest’estate in 8 località marittime scelte tra le più frequentate per portare 200 ore complessive – suddivise in 20 giornate di attività - di sport, musica e animazione ad ingresso totalmente libero e gratuito. Il tour partirà il 20 e 21 luglio da Lignano Sabbiadoro (UD) e percorrerà la Penisola sino ad arrivare a San Vito Lo Capo (TP) il 24 e 25 agosto dove si terrà la tradizionale grande festa di chiusura. In mezzo, le soste a Viareggio (LU) il 27 e 28 luglio; Cattolica (RN) il 6 e 7 agosto; Porto San Giorgio (FM) il 9, 10 e 11 agosto; Palmi (RC) il 13, 14 e 15 agosto; Castellaneta Marina (TA) il 17 e 18 agosto; e a Cefalù (PA) il 20, 21 e 22 agosto. Visto il successo delle edizioni precedenti che ha permesso di consolidare e ampliare l’offerta. Il Maxi - Village si estende, quest’anno, su una superficie di 1.500 mq sulla spiaggia triplicando, così, gli spazi consueti. Squadra che vince non si cambia: Il Maxi-Village sosterà 2/3 giorni in ciascuna delle località scelte per l’edizione 2019 e, come un vero Holiday Club, proporrà, dall’alba al tramonto, un denso programma di attività rivolte a tutti e ad accesso libero. All’interno dell’area Village, c’è un programma colmo di attività distribuite lungo l’arco della giornata, con sessioni di aquagym e balli di gruppo per i più mattinieri. Si prosegue al pomeriggio con i tornei sportivi: beach – volley, table soccer, calcio balilla e sparring. Torna, a grande richiesta, il percorso a ostacoli sulla sabbia Urban Beach Race. Al calar del sole il divertimento non si ferma: per concludere la giornata in bellezza dj set, esibizioni live, disco beach party, tanti ospiti e gli artisti di Radio Deejay sul Palco per celebrare insieme l’energia, il divertimento e la voglia di fare festa nella stagione più solare 20

dell’anno. A rinfrescare i vacanzieri, sotto l’ombrellone, un’ondata di gelati da gustare per chi trova il suggestivo Airstream targato McFlurry. Con attrezzatura tecnica e la supervisione di istruttori qualificati immancabili saranno le lezioni e le gare di SUP, la disciplina che ormai si è inserita tra le proposte di punta di molti stabilimenti balneari. E poi ancora, all’ombra degli stand, tantissimi giochi, degustazioni, omaggi, gadget, test drive e, a fine giornata, le premiazioni sul Palco. Il format VERTICAL SUMMER TOUR, il roadshow che attraversa lo Stivale con una carovana di animatori, speaker, dj e istruttori sportivi, nasce nel 2011 sull’onda del successo del fratello maggiore, Vertical Winter Tour, già attivo dal 2008. L’uno è estivo, l’altro invernale ma il format è lo stesso: un grandioso Villaggio vacanze itinerante, capace di portare nelle migliori località di vacanza giornate dense di animazione, musica, sport e divertimento. Ad oggi si contano un totale di 19 edizioni di VERTICAL TOUR - tra Summer e Winter edition - e migliaia di amici sparsi sulla Penisola che fanno ormai parte di una grande community unita dalla voglia di divertirsi e di stare insieme. Info: www.verticaltour.it DATE&LOCATION VERTICAL VILLAGE 2019 • 20/21 luglio @Beach Village, LIGNANO SABBIADORO (UD) • 27/28 luglio @Bagno Alhambra, VIAREGGIO (LU) • 6/7 agosto @Sunset Beach Arena, CATTOLICA (RN) • 9/10/11 agosto PORTO SAN GIORGIO (FM) • 13/14/15 agosto @Lungomare Costa Viola, PALMI (RC) • 17/18 agosto @Lungomare Eroi del Mare, CASTELLANETA MARINA (TA) • 20/21/22 agosto @Lungomare Giuseppe Giardina, CEFALU’ (PA) •24/25 agosto @Spiaggia libera via Faro, SAN VITO LO CAPO (TP)


CALENDARI EVENTI SUP 2019 Fornire ai lettori un servizio di pubblica utilità come quello di una pagina col calendario aggiornato dei più importanti appuntamenti col nostro sport è impresa ardua, ma noi vogliamo provarci. In questa pagina trovate un calendario abbastanza completo, ma non

GIUGNO 01 giugno – Outdoor Sports Festival – Baratti 01-02 giugno – EuroTour – San Sebastian Paddle Tour, Paesi Baschi 08-09 giugno – EuroTour– Iberdola Bilbao World SUP Challenge, Bilbao, Paesi Baschi 09 giugno – ISL – 2° Adriatic Charity Paddle, Igea Marina 09 giugno – FISW – Big Eye SUP Race - Molo Sant’Antonio, Bari 15-16 giugno - EuroTour - Corfu Emerald Cup, Mouse Island, Grecia 16 giugno -FISW- SUP Race Nimbus Surf Club - Marina di Pietrasanta 22-23 giugno - EuroTour - Agios Nikolaos on SUP, Creta 23 giugno - ISL - 1° Trofeo Be Wild - San Felice Circeo 29 giugno - EuroTour - Bavarian Waters, Monaco, Germania 29-30 giugno - Toscana Surfing CUP 2019 - Le Gorette, Cecina, LI LUGLIO 06-07 luglio - Euro Tour - Prague SUP Race, Praga, Rep. Ceca 07 luglio - ISL - Paddle Race Barcis - Lago di Barcis 12-14 luglio - Euro Tour - Battle of the Coast, Zandvoort, NL 12-14 luglio -FISW- SUP Activity race Noli - Noli Ligure, SV 14 luglio - ISL - SUP Race Grado 20-21 luglio -FISW- Surf EXPO Sup Race - Santa Severa, Roma 20-21 luglio - EuroTour - VII Sieravuori SUP Masters, Finlandia 21 luglio - ISL - 10° trofeo Città di Cesenatico 28 luglio - ISL - MJ’s SUP Race - Marina Julia AGOSTO 03-04 agosto - ISL - Aloha SUP Race - Aloha Beach Marina Romea 23-24 agosto - EuroTour - Maspalomas Pro, Gran Canaria 23-25 agosto - FISW- Trofeo del Garda SUP Race - Brenzone sul Garda 31 agosto - 7 settembre - APP - New York SUP Open, USA

AGENDA SUP esaustivo delle manifestazioni SUP più interessanti per la stagione 2019, ma se siete curiosi di sapere tutto quello che bolle in pentola per quento riguarda Italian Sup League, FISW, FISS, FICK, Euro Tour, APP e chi più ne ha più ne metta, non dovete far altro che seguire questo link QR code, oppure andare alla nostra pagina :

www.supnewsmag.it/blog/agenda-sup-news Ovviamente se avete eventi da segnalarci mandate una mail a: supnewsmag@gmail.com

SETTEMBRE 01 settembre -FISW- 3Oceani BIC Battle - San Cataldo, LE 06-08 settembre - EuroTour- SUP World Cup, Scharbeutz, Germania 11-15 settembre - EuroTour - SUP 11 City Tour, Olanda 15 settembre - ISL - Crono SUP Fiume Livenza - Sacile 20-22 settembre - 10° Open Water Challenge - Oristano 20-22 settembre - APP - Osaka SUP Open, Giappone 22 settembre - FISW - TanaOnda Sup Race - Bari 28 settembre-28 ottobre - 1° Tappa Coppa Italia SUP Wave - Andora OTTOBRE 5-6 ottobre - ISL - Windfestival Diano Marina 5-6 ottobre - La sagra del surf di Capo Mannu -SanVero Milis, Oristano 19-20 ottobre - EuroTour - Presqu’Ile Paddle Race, Lione, FRA 12-13 ottobre - APP - Pacific Paddle Games, Dana Point, USA 13 ottobre - ISL - Trasimeno SUP Marathon 15 ott-7nov -APP- Red Bull Heavy Waters, San Francisco, USA 20 ottobre - ISL - Firenze SUP GP - Firenze 01-03 novembre - FISW - Campionato Italiano Assoluto SUP Race ASD Cinghiale Marino Surf Club, Andora NOVEMBRE 01 novembre-07 dicembre - FISW SURFING GAMES 2019 - Capo Mannu (San Vero Milis) - Campionati Italiani Assoluti 09-17 novembre - APP - Barbados Pro-AM 16-17 novembre - ISL - Ortigia SUP Race - Siracusa 20-22 novembre - APP - Brazil Aloha Spirit Festival DICEMBRE 11-18 dicembre - APP - Las Palmas de Gran Canaria 15 dicembre - ISL - Xmas SUP Cup - Bellaria-Igea Marina 21


LOCAL HEROES

Lorenzo The Boschetti Bros. Cesenatico è una ridente località romagnola conosciuta per la piadina, per aver dato i natali a Pantani, ma di sicuro non è granché famosa per la qualità delle sue onde, che infatti non sono granché. Eppure proprio da Cesenatico provengono i Campioni italiani SUP wave in carica, e fra l’altro sono due spettacolari fratelli: Lorenzo e Margherita Boschetti. Margherita è già stata campionessa italiana, è un nome già conosciuto, mentre Lorenzo nel SUP è decisamente un outsider. Entrambi ai FISW Surf Games sono stati protagonisti di due storie che vale la pena di raccontare. Partiamo quindi dal Campione Italiano 2018 con la più classica delle domande: te lo aspettavi questo titolo? Prima di imbarcarmi per la Sardegna non me lo sarei assolutamente aspettato, anche perché ero a Vada per partecipare a una gara di Kite, e mi ero appena aggiudicato il titolo di Campione Italiano Idrofoil Juniores e visto che Margherita mi aveva detto che sarebbe passata a caricarmi con i Benettolo, le ho chiesto di portare anche la sua vecchia tavola, che se la condizione era buona facevo la gara anch’io. Poi il primo giorno di gara c’erano 30 nodi di vento e mare super attivo e noi SUP non ci hanno fatto gareggiare, quindi le condizioni non erano proprio quelle che ti fanno presagire niente di buono... E com’è successo che tutto è andato per il verso giusto?

Mah, forse un po’ ha aiutato il fatto di essere entrati in acqua ad allenarsi allo scivolo il primo giorno a gara ferma, perché poi il giorno dopo la prima batteria è partita a freddo alle 8.30 allo scivolo e per fortuna sono riuscito subito a vincere le prime 2-3 batterie e a qualificarmi per le semifinali. Poi ci siamo spostati al Mini-Capo e le onde si srotolavano e si aprivano molto bene, il morale ha cominciato a salire a palla perché stavamo surfando onde davvero belle e stavo sparando gran belle manovre. Ho continuato manovra dopo manovra senza gasarmi troppo, ho passato la semifinale dietro a Fede Benettolo e mi sono ritrovato in finale contro Elia, Fede e Andrea Cremoni. Abbiamo fatto la gara con sistema di judging in diretta, per cui sapevamo sempre come stava andando la batteria. In finale io ho preso due onde che mi hanno chiuso e Fede ha preso un buon vantaggio. Poi ho preso una bellissima onda su cui ho fatto 4-5 manovre e l’ho passato. Poi lui mi ha risuperato, ma negli ultimi 30 secondi ho preso l’ultima onda che mi ha permesso l’exploit. Quando siamo arrivati a terra e i giudici hanno annunciato che c’era stato un ribaltamento e io avevo vinto, ovviamente non potevo crederci! Ho subito chiamato mio padre per dirgli cosa avevo combinato! E dopo questo titolo, cosa è cambiato nella tua vita da suppista e quali sono i tuoi programmi per il 2019? In linea di massima non è cambiato granché, visto che continuiamo a uscire quando si può qui a casa o in giro dove ci


LOCAL HEROES

Margherita Foto: Silvia Khachatourian

sono onde anche con Fede, con cui siamo rimasti molto amici. L’unica cosa che è cambiata è che sto lavorando per mettere a punto una tavola e pagaia con un paio di brand italiani, ma spero di continuare come sempre con divertimento, amici, surf e salute, che anche quella è importante! Se poi mi chiameranno a partecipare ai Mondiali ISA sono a disposizione e se possibile proverò a partecipare anche quest’anno ai FISW Surfing Games. Per il resto cercherò di restare concentrato sul kite foil che sta continuando a regalarmi parecchie soddisfazioni e poi si vedrà... E tu Margherita, quali sono i tuoi ricordi di questa gara? Beh, quello che mi ricordo è che quando ho saputo che ero l’unica donna a partecipare alla gara ho chiesto se potevo essere inserita nel tabellone maschile e per fortuna mi hanno fatto partecipare, così almeno ho potuto gareggiare. Il tabellone era da 16 e ovviamente al primo turno mi sono ritrovata in batteria contro mio fratello e Elia (Senni, altro local di Cesenatico, ndr). Lorenzo ha vinto la batteria, io sono riuscita a fare delle buone surfate e ho passato il turno in seconda posizione. Nella seconda heat sono arrivata prima contro Contini e Pacitto e quindi sono passata in semifinale dove ho incontrato di nuovo mio fratello, Federico e Riccardo Benettolo. Quindi c’è stato una specie di derby fra fratelli! E questa volta infatti sono arrivata terza dietro a Fede, che ha vinto e a mio fratello, ma sono riuscita a mettere dietro Riccardo! Per questa ragione in classifica finale mi sono classificata quinta. Che tutto sommato non è nemmeno male! Il mio problema è che le prime due heat sono

state disputate alla Punta, dove mi ero trovata molto bene, avevo avuto il tempo di uscire un attimo per capire come lavorava lo spot ed ero riuscita ad esprimermi al meglio, mentre per le semifinali ci si è spostati al Mini Capo ed ho fatto un po’ fatica a prendere confidenza con lo spot, quindi non mi sono trovata molto a mio agio, ma in ogni caso, sono molto contenta di come è andata a finire, perché non mi sarei mai aspettata di riuscire a giocarmela così contro i maschi! All’inizio forse ero un po’ intimorita, mai poi il fatto che in fondo non avevo nulla da perdere e il pensiero di battere qualche maschietto mi hanno aiutato a dare il massimo e credo di aver infilato le più belle surfate della mia vita! Anche i gudici mi hanno detto che all’inizio erano preoccupati perché non sapevano bene con quale criterio valutare le mie performance, ma poi hanno visto che stavo surfando meglio del mio solito e il mio livello era assolutamente allineato a quello degli altri in acqua e quindi è stato tutto più semplice anche per loro! Insomma i FISW surfing Games 2018 sono stati assolutamente un evento da ricordare, anche per la vittoria di Lorenzo, e non vedo l’ora di vedere cosa succederà quest’anno! I tuoi programmi suppistici per la stagione 2019? Anche quest’anno vorrei partecipare a tutte le gare in programma, sia per il Campionato Italiano, sia per quanto riguarda i Campionati Mondiali e gli Europei, ma onestamente non mi è proprio ben chiaro quando e dove verranno disputati, per cui io continuo a uscire in SUP tutte le volte che ci sono le onde, e poi si vedrà. 23


RIVER SUP

Le regole del gioco Testo: Daniele Chieregatto Foto: courtesy River SUP Emilia Romagna

Con il SUP si può andare ovunque, su ogni specchio d’acqua. Ma diventa più adrenalinico e divertente quando si va in acqua mossa. Ci sono anche gli amanti dell’acqua calma e tranquilla, ma il vero river SUP è quello praticato nell’acqua viva e turbolenta. Sebbene si tratti di una pratica in crescente sviluppo, è ancora ben lontana dall’essere uno sport di massa, ma forse sono proprio gli stessi paddlers ad augurarselo. Il suo maggior pregio, e lo si capisce subito, è quello di essere un’attività ecologica, dunque una sua eccessiva diffusione in massa comporterebbe un’inevitabile forzatura alla natura. È incoraggiante lo sviluppo regolare che ha registrato lo sport del river SUP nel corso degli ultimi anni. Questo successo è legato al fatto che si pratica all’aria aperta, e l’avventura del gioco con l’acqua attira sempre più. Il numero crescente dei praticanti però ha contribuito ad aumentare i problemi legati alla sicurezza. È interessante a tal proposito notare che vi sono paradossalmente meno incidenti sui fiumi difficili, e ciò può essere spiegato con una migliore preparazione dei river supper che vi si cimentano, che sono più esperti, meglio equipaggiati, più attenti al comportamento da tenere e consapevoli delle norme di sicurezza. I problemi arrivano come sempre soprattutto dagli autodidatti, ai quali mancano le conoscenze di base e le regole di sicurezza. D’altro canto notevoli sono stati anche i progressi tecnici nella costruzione delle tavole e del materiale tecnico. 24

Ma prima di andare a vedere quali sono le tavole giuste e quale materiale utilizzare, andiamo a conoscere il fiume. Una delle primissime cose da fare è analizzare le caratteristiche del fiume: la sua morfologia, la sua portata media nelle stagioni e dopo abbondanti piogge, i riferimenti visivi ed eventuali punti di imbarco, sbarco e di pericolo o difficoltà di navigazione, pendenza, lunghezza e tempo di percorrenza ed infine la difficoltà del tratto da percorrere. Una volta acquisita tutta questa serie di indicazioni utili, vediamo ora come leggere il fiume. Leggere l’acqua significa individuare e capire i movimenti del fiume in anticipo, per essere in grado di utilizzare la tecnica e la strategia di discesa corretta. Questa capacità è fondamentale per ogni supper che intende cimentarsi con l’acqua mossa. Quando si è davanti alla potenza della corrente e alla meraviglia della natura, è importante rimanere concentrati e osservare, valutare accuratamente il percorso da affrontare. È necessario prevedere ogni mossa e reazione, valutare anche un piano B. L’adrenalina ci aiuterà a vivere il momento, ma la prevenzione ci farà godere di ciò che avremo fatto. Ogni corso d’acqua ha i suoi colori che sono unici e fondamentali da riconoscere e tradurre in quanto tratto distintivo del carattere e della personalità del fiume. Per cercare di capire come decodificare


RIVER SUP i segnali che i colori dell’acqua ci danno, prendiamo ad esempio un fiume dall’acqua pulita e cristallina, una delle situazioni più semplici da analizzare. I colori predominanti in questo caso saranno il blu, il verde e il bianco, con tutte le loro sfumature. L’acqua verde, più o meno scura, indica sempre una zona più semplice o favorevole alla discesa, che non crea problemi al supper; può essere acqua ferma o che si muove appena, sollecitata da una leggera pendenza, una zona di morta, una lingua di corrente all’inizio della rapida, il cavo di un’onda, un baffo di corrente. L’acqua bianca indica invece situazioni più complesse: onde che si rompono, riccioli, buchi, ribollimenti e dislivelli. Anche la zona di morta ha i suoi colori; saper riconoscere attraverso le tonalità le differenti zone della controcorrente diventa indispensabile per poter scegliere la giusta strategia. La tipologia dei fiumi è molto varia, ma possiamo prendere cinque caratteristiche che servono a determinare il tipo di fiume. - La collocazione geografica - L’estensione del bacino - La geologia dei terreni sui quali scorrono - La lunghezza - Il tipo di apporti idrici che ricevono È difficile stabilire una classificazione in base alla loro navigabilità, per via della diversa costituzione dei suoli che compongono il territorio. Le considerazioni di natura geologica sono interessanti per conoscere i fiumi, ma ancor più interessante è la loro collocazione. Ogni fiume, anche se pur breve, ha un suo regime idrico. Per semplicità sono stati divisi in quattro categorie: - Regimi idrici glaciali, hanno origine oltre i 3500 m, con regime più accentuato se i corsi d’acqua hanno origine da ghiacciai esposti a sud.

- Regimi idrici pluvio-nivali, corsi d’acqua i cui bacini di alimentazione sono in tutta la loro superficie o in parte di essa, soggetti alla caduta di neve e pioggia insieme. - Regimi idrici pluviali, alimentato dalle piogge, la loro navigabilità è in funzione dell’ampiezza del bacino idrico, del grado permeabilità dei terreni e del regime delle precipitazioni. - Regimi idrici carsici, scorrono in zone calcaree, spesso con corsi sotterranei, scavando caverne di grande bellezza. Il loro regime è di solito perenne con massime portate in primavera e in autunno. La portata dei fiumi è un altro fattore che ne determina la difficoltà e per definirla in modo semplice, la sezioniamo in 3 livelli: - 1. Minimo - 2. Medio - 3. Alto È importante fare attenzione in quanto ogni tratto è a sé e la difficoltà non è stabile lungo tutto il fiume. Ad esempio un livello basso non è sempre sinonimo di minima difficoltà, ma ogni tratto crea situazioni di navigazione più o meno agevoli. Proseguendo, la difficoltà di un percorso è data inoltre dalla presenza o meno di ostacoli come rocce, buchi, pendenza, livello e altri fattori. Per potersi muovere in sicurezza in tutti i fiumi del mondo, è stata creata una classificazione ben definita in modo da sapere già la difficoltà dei percorsi, che potremmo andare a fare in base alle nostre capacità. Ad oggi i gradi classificati sono: - I° grado, percorso con corrente debole, assenza di ostacoli con pendenza lieve e zone di morta ampie e frequenti. - II° grado, percorso con corrente regolare, qualche presenza di ostacoli facilmente evitabili con una pendenza ridotta e zone di morta ampie e frequenti.

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- III° grado, percorso con una corrente forte, presenza di ostacoli schivabili con una pendenza media e zone di morta medio-grandi e definite. - IV° grado, percorso con una corrente molto forte, numerosi ostacoli presenti da valutare bene la linea di navigazione del passaggio o della rapida con una pendenza medio-alta e zone di morta medio-piccole. - V° grado, percorso con una corrente potente, molti ostacoli da evitare con passaggi o rapide da percorrere con precisione, una pendenza elevata e scarse zone di morta di piccole dimensioni. - VI° grado, percorso con corrente potentissima, moltissimi ostacoli di evitare con passaggi e rapide obbligati, una pendenza molto elevata e rare zone di morta. Una discesa fluviale in sup può essere tranquilla e panoramica ma anche molto adrenalinica. Quando iniziai io, in Italia eravamo 3 forse 4 in tutto, e ognuno di noi ha fatto la propria esperienza in solitaria. Il mio punto di forza

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è stata la mia esperienza nell’ambito fluviale in quanto praticando kayak d’alto corso da molti anni, dovevo“solo”cambiare prospettiva e trasformare la tecnica da seduto a in piedi. Quando scendi un fiume le emozioni che puoi provare sono infinite, come infiniti sono gli scenari che puoi trovare, perché il fiume è vivo come noi, e come noi cambia nel tempo. Uno dei cambiamenti è dato dalle quattro stagioni, ognuna ti offre colori e odori unici. Un altro è il livello dell’acqua, in base ad esso ogni discesa è unica pur scendendo lo stesso fiume più e più volte. Un altro fattore che influenza il percorso sono le piene, dette anche fiumane, quando in conseguenza di abbondanti piogge, si possono spostare grandi o piccole quantità di ghiaia o massi, che posso andare a creare nuove rapide o passaggi trasformando il percorso in uno completamente nuovo, in positivo o in negativo. È quindi importante conoscere e avere rispetto del fiume, della natura e della cultura di chi vi abita, perché il mondo è dimora di tutti ma non appartiene a nessuno.


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WINTER TRIP

Cantabria Testo: Johnny Banzay - foto Daniele

1° Gennaio 2019. Roma. Le previsioni annunciano da domani un brusco calo delle temperature. Seduto in terrazzo, chiudo gli occhi e cerco di incamerare quanto più calore possibile sul viso. Il sole sta lanciandosi rapidamente verso il mare che seppur non lontano da casa non vedo… ma so che c’è ed è lì. Ne sono sicuro! Anche se è tanto che non vado a salutarlo, col sup o con il windsurf, ogni giorno ci penso ed immagino di essere lì. Da quando siamo tornati dalla Cantabria, alla fine di Settembre sono passati tre mesi, ma mi sembra un’eternità. Da allora sono state molto poche le occasioni per mettermi la muta e mai in condizioni “da ricordare”, anzi ho anche rimediato qualche bella fregatura da parte di Nettuno o di Eolo. Gli impegni di lavoro che hanno debordato sistematicamente nella poca vita privata familiare e personale che rimane (e neanche ci si può lamentare troppo di questi tempi!) sono stati le ciliegine sulla torta. 28

Avevo promesso da tempo a Ovidio un report del nostro viaggio in terra Cantabrica, ma non avevo mai trovato il tempo di farlo. Ed ora sono qui, finalmente in tranquillità, ma con i ricordi un po’ lontani e confusi che cerco di onorare l’impegno preso. Tre è il numero perfetto, lo è per i Cinesi, lo è per la scuola Pitagorica ed anche per molte religioni dove sono frequenti le triadi divine. E Tre era il numero di tavole (con i relativi proprietari) che abbiamo imbarcato alle 10 di mattina il 19 di Settembre, sul volo della Ryanair che partiva da Roma Ciampino, destinazione Santander. Fabio e Daniele non erano mai stati in Cantabria, io si. C’ero stato due anni prima con gli storici “compagni di merende”, Paolo e Stefano, approfittando della guida di Renato, habitué del posto. Avevamo prenotato il volo “alla cieca” qualche mese prima. 50 Euro a/r; una sorta di riffa con poche probabilità di perdere perché è raro non prendere onde sulle coste della Spagna del Nord.


WINTER TRIP

Sopra: Fabio si intuba - Sotto: Max prima si perde nelle onde a sinistra, e poi si intuba a destra

A ridosso della data di partenza prevista, rassicurati delle previsioni, avevamo poi completato il biglietto aggiungendo la tavola (altri 100€) al momento del check in. La prenotazione dell’auto fatta attraverso l’offerta integrativa Ryanair però non si è rivelata una buona idea perché questo scatena una serie di rigidità nella gestione del contratto con la Gold Car che ci fanno perdere qualche ora (consiglio quindi di prenotare la macchina direttamente con la compagnia di noleggio per via delle assicurazioni supplementari. Inoltre se avete con voi solo una American Express… rischiate di darvela in faccia. L’auto, una comodissima Seat Halambra si rivelerà il jolly della vacanza. Il nome che troviamo assegnato al Bluetooth della radio, ci fa inequivocabilmente capire che l’avevano precedentemente noleggiata dei Romani (come noi) e che “non avevano in simpatia una delle due squadre della capitale “ Avevamo prenotato una camera per tre in un albergo non lontano da San Vicente de la Barquera , piccola cittadina a 50 minuti da Santander. Dopo pochi giorni abbiamo integrato la tariffa giornaliera con la colazione a buffet inclusa (5 €), cosa che consiglio.

L’albergo è piccolo, ma molto vicino a uno degli spot. In realtà tutta la zona intorno a Santander è piena di Spot (basta guardare qualsiasi guida), incluso lo spot del Sardinero, proprio davanti al Casinò di Santander. Somo è il posto più noto (e più battuto) e vicino alla capitale che è molto carina e sicuramente più vivace di San Vicente. Tutta la costa è una fabbrica di onde e lo è anche allungandosi verso le Asturie ( Salinas) posto stupendo dove abbiamo fatto una puntata la volta precedente trovando condizioni fantastiche. La gente fuori e dentro l’acqua è tranquilla, direi“gentile a sufficienza”. Se non fai il crapulone è veramente difficile discutere in acqua per le onde anche perché c’è veramente spazio per tutti. L’unica nota negativa sono le scuole che per quanto ben organizzate monopolizzano nei periodi caldi buona parte degli spot principali, soprattutto a San Vicente. Eviterò di fare una fredda cronologia delle uscite perché sminuirebbe i bellissimi ricordi di quei 5 giorni, ma non ometterò di sottolineare che la qualità delle onde e le potenzialità del posto si evince dalle fotografie, in gran parte scattate da Daniele che purtroppo si è 29


WINTER TRIP Fabio assaggia le onde che sembrano smouth, ma non perdonano...

procurato un bello strappo in acqua e che a seguito di questo incidente ha però scoperto una vocazione per lo scatto fotografico che non immaginava, e non solo per soggetti surfistici! Da signore nell’animo qual è, Daniele ha preso l’incidente con (almeno apparentemente) filosofia e ha trovato il modo di godersi comunque la vacanza, sperimentando anche il servizio sanitario cantabrico e le sue file velocissime al pronto soccorso (non farò paragoni con i nostri Pronto Soccorso per non sparare, appunto, sulla Croce Rossa!) . Le onde oceaniche, anche quelle che in apparenza sembrano piccole sono in realtà molto potenti e l’infortunio è sempre in agguato. A causa delle maree molto marcate, in linea teorica il momento migliore per entrare in acqua è quando questa va in crescita, quindi dal minimo della bassa al picco della massima, anche se in realtà quando il periodo delle onde è buono, gli spot lavorano tutto il giorno. La bellezza di surfare in quei posti non è solo legata alla qualità delle onde, e già sarebbe sufficiente, ma a tutto il contesto in cui ci si trova, fatto di spiagge bianche dalla sabbia battuta e scenari mozzafiato.

I costi (pranzi, benzina, alberghi) sono mediamente più bassi di quelli a cui siamo abituati; con 15 euro si può mangiare un piatto unico anche di pesce, bere un boccale di Cerveza e finire con un immancabile dolcetto. Inoltre ci sono molti posti da visitare. La costa è attraversata da una parte del cammino verso Santiago, talmente bello da far rischiare la crisi mistica anche a uno gnostico come me! Stupenda la cittadina di Santillana, stazione storica dove i pellegrini trovavano e ancora oggi trovano ristoro nel cammino verso Santiago de Compostela. Una visita immancabile va fatta a Sandander e alla zona del “Palacio de la Magdalena”, un tempo residenza estiva della famiglia reale. E poi basta guardarsi intorno mentre si gira tra uno spot e l’altro alla ricerca di onde diverse ma sempre perfette: Playa de los Locos con i suoi tramonti mozzafiato, La Spiaggia di Langre con le sue scogliere alte fino a 25 metri, Playa de Gerra , ottima per i principianti, Somo , Il Sardinero… Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta!

SX: Max, come in un quadro surreale - DX: Daniele, Fabio e Max on the spot 30


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Standard Abracadabra

Thrust Surf Foil Complete-Standard

Hover SUP

Sizes: 5’2” | 5’6” | 5’10”

Hover Surf Comet PU

Thrust Surf Foil Complete-Abracadabra

Wings: M, L, XL

NaishItaly

NaishSUP

Sizes: 5’2” | 5’6” | 5’10”

Hover SUP/WS Crossover

Hover Surf Ascend PU

Sizes: 4’8” | 5’0” | 5’5” | 5’9”

Sizes: 120 | 150

Agenzia per l’Italia: Ocean Avenue NaishSUP.com

Hover Surf Comet Epoxy

Sizes: 95 | 120 | 135 | 150

Wings: M, L, XL

info@oceanavenue.it

+39 328 6442519

frankiebees.com Bernd Roediger: Hover Surf Comet PU Foilboard, Thrust Surf Foil Complete-Abracadabra

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ITINERARI IN SUP

Tour sul Danubio

dal Km 2.442,60 al 2.472,40

Testo Gianni & Mirka Foto: Gianni

Tutto parte da Google Maps, inizia la ricerca di spiagge, scogliere, fiumi e laghi, l’occhio si ferma su Ingolstadt, Germania: è là che passa il Danubio! Ricerco una guida locale, la trovo ed accetta l’incarico, quindi organizziamo il viaggio. Partiamo con il Van, tutta l’attrezzatura e siamo: io e mia moglie ed una coppia di amici. Decidiamo di portare tutti lo stesso sup e la stessa attrezzatura individuale. Elias, la guida, ci illustra il tracciato da seguire, si tratta di 30km con un’andatura media di circa 8km/h, facile, ma è una nuova avventura e tutti siamo agitati, comunque lui ci rassicura e mette a nostra disposizione anche il suo mezzo per il transfert. Ci rechiamo con il Van presso Vohburg an del Donau, scarichiamo i sup, li gonfiamo e prepariamo in ogni dettaglio la nostra attrezzatura, mentre Elias con un collega ed un secondo mezzo colloca il suo furgone al punto di recupero e torna da noi. Tutto pronto, ore 11 del 08 ottobre 2018: si pagaia! 32

Allo scadere delle 3h e dopo circa 24km percorsi, facciamo una sosta presso un Monastero, Weltenburg Abbey, situato sulla riva del fiume, ci rifocilliamo con un’ottima pietanza e birra artigianale prodotta in loco. Sono passati 40 minuti, si ritorna a pagaiare, e ci ritroviamo catapultati tra le gole del Danubio. Quei 6 km finali, sono stati i più belli in assoluto, caratterizzati da scorci con colori autunnali, dalle pareti a picco sull’acqua, fino al traguardo della nostra avventura, dove ad aspettarci ci sono le sponde ricoperte d’erba rigogliosa dal colore verde acceso, che fa da cornice alle molte persone che passeggiano con lo sguardo assorto e perso in quella natura che fino a poco prima a noi era sconosciuta. Tocchiamo terra, sono le ore 17:15, e il nostro GPS ci conferma che abbiamo percorso 29,8 km. Carichiamo le tavole sul Van di Elias e torniamo al punto di partenza. Adesso ci tocca il duro lavoro, rimettiamo tutta l’attrezzatura al suo posto, festeggiamo questo magnifico momento e partiamo per una nuova destinazione!!!


ITINERARI IN SUP

Sopra: fasi della preparazione per il tour - Sotto: panorami che non ti aspetti sul Danubio

I panorami cambiano in un batter d’occhio, dalle falesie a strapiombo e inaccessibili, alle sponde erbose e accoglienti

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WINTER TRIP

Wave-SUP trip a Lanzarote

Testo: Marzio Viola Foto: Marzio Viola - Andrea Avellino Piccinin - SUP Team Mano Aperta

Novembre. La pioggia batte sui vetri mentre ricordo le uscite in SUP dell’estate. Il caldo, i tuffi, le serate in riva al mare con gli amici, le infradito, gli shorts e le t-shirts hanno ormai lasciato il posto ad una sottile malinconia, che s’intreccia con l’odore del neoprene e dei maglioni. “It’s always summer on the inside” diceva Jack O’Neill, ed io effettivamente l’estate la sento nel cuore tutto l’anno, anche se talvolta la sento un po’ freddina sulle mani e sui piedi. Ma basta montare su una tavola e tutto scompare. Qualche bel giro con il SUP, e poi… all’improvviso un’idea: perché non andare a prendere qualche onda alle Canarie? Ferie? Ne ho ancora. Compagni di viaggio? Basta mettere due righe sul gruppo whatsapp del “SUP Team Mano Aperta” e subito trovo Andrea, che può, anzi deve, prendere le ferie in questo periodo

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e non vede l’ora di imparare a prendere qualche onda. Una veloce prenotazione dell’aereo e della camera (rigorosamente in surf-house!) ed in men che non si dica stiamo volando verso Lanzarote. Arriviamo a Famara e troviamo una condizione tosta: onde di 3-4 metri che si infrangono con close-out pesanti e poco surfabili. Lotto per uscire, mi strappo pure un’unghia dei piedi, ce la faccio, ma le condizioni non sono idilliache… meglio provare al porto domani. Intanto Andrea prende “confidenza” con i frangenti di Famara… Il giorno dopo al porto è mooolto meglio, onde sui 3 metri abbondanti, ma molto più gestibili e surfabili: condizioni stupende! Ma Andrea pare un po’ in difficoltà… gli devo anche dare una mano affinché non vada a rocce. Il livello è un po’ troppo alto per lui, quindi domani si cambia spot!


WINTER TRIP

Le onde oceaniche sono belle e potenti, ma a volte anche troppo...

Nei giorni seguenti troviamo sulla costa est il top-spot per quelle condizioni: onde glassy dai 2 metri al metro e fondale di sabbia. Le condizioni sono perfette per entrambi, per imparare e per surfare tranquilli. SUPer! Questo per quanto riguarda il SUP, ma non ci siamo fatti mancare nulla, quanto a compagnia (ciao Alessandro e Simona!), cibo (speciali il pesce ed il vino locali) e gite in tutta l’Isola. In breve? Parafrasando le parole di Andrea, che mi ha inviato un messaggio “a caldo”, appena rientrati a casa: luoghi meravigliosi, allegria, compagnia, onde su onde, che hanno

colorato la nostra vacanza di blu. Nuvoloni bianchi come panna montata, il contrasto delle tinte forti dei vulcani, rossastri come i tramonti e severamente scure come il cielo grigio che talvolta ci ha accompagnato. E ancora il bianco delle schiume, delle onde che abbiamo surfato, gli aromi e i profumi del pesce pescato e dell’aria salmastra di un oceano infinito e rabbioso. La voglia e il timore di affrontare, sempre con rispetto, la natura, che ci ricorda, nella sua immensità e bellezza, come l’uomo sia solo un puntino. Un puntino che in alcuni casi si illumina d’immenso, con il sorriso, l’umanità, l’amicizia e l’amore per il mare.

Se avete la voglia e la possibilità di cercare l’estate anche d’inverno, bastano un aereo e un’auto per trovare le onde giuste e il sorriso

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SOCIAL SUP

Scuola giovanile SUP - SURF Terramare/UISP

Generazioni Waterman Testo: Maurizio Zaccherotti Foto: Alessandro Barbetti

La scuola giovanile SUP - SURF Terramare nasce nel 2014 con un gruppo di giovanissimi ragazzetti intenzionati ad apprendere le nozioni base del SUP e del surf partendo dal concetto di gioco e rispetto per l’ambiente. Terramare, da tempo Centro Nazionale di Formazione UISP per Tecnici SUP e SURF, cinque anni fa decise di investire sui propri istruttori per dare avvio a questa bella avventura della scuola giovanile. C’era l’esigenza di mettere in relazione e far crescere istruttori preparati e giovani allievi in grado un giorno di proseguire il percorso formativo fino a divenire a loro volta tecnici sportivi. In sostanza quello che l’associazione Terramare, quindi l’Area Acquaviva UISP, sta facendo è quello di investire sulle nuove generazioni per sviluppare il concetto di “Waterman”, evitando di limitarsi allo sviluppo di figure sportive specializzate in una sola disciplina, ma di persone appassionate all’ambiente acquatico, con coscienza delle relative problematiche e allo stesso tempo in grado di affrontare le varie tipologie di situazioni: acqua piatta, onda, acqua mossa, white water, etc. sia in tavola che in canoa. “Fin da subito ci siamo resi conto - afferma Maurizio Zaccherotti Responsabile Nazionale SUP-SURF UISP - che non sarebbe stato facile avviare una scuola giovanile in grado di sviluppare le proprie attività nell’arco di tutto l’anno, inverno compreso. Per prima cosa bisognava introdurre un concetto culturale importante che è quello della fruizione 36

del mare, che non è solo quello vissuto durante l’estate, ma quello che possiamo sfruttare in maniera sostenibile tutto l’anno per le attività sportive. Convincere i genitori ad affidare i loro figli ai nostri tecnici anche durante l’inverno non è stato facile, così come non è stato facile trovare appoggio dalle amministrazioni locali per il sostegno a queste attività viste ancora come discipline sportive “minori”. Con tanta passione alla fine ci siamo riusciti e ad oggi la squadra Terramare SUP - SURF conta circa 15 bambini dai 6 agli 11 anni di età che si alternano durante le varie stagioni.” Le attività si svolgono principalmente in mare, in Fiumara e da qualche mese la scuola sta introducendo concetti di navigazione in modalità River SUP. Quest’ultima per la sua complessità e difficoltà di attuazione necessita di un controllo maggiore dei livelli di sicurezza visto che i bambini sono più vulnerabili in acqua corrente. “Sicuramente con la nuova attrezzatura acquistata dalla nostra associazione - prosegue Zaccherotti - avvieremo questi giovani che già stanno effettuando discesa fluviale con i gommoni raft anche alla discesa con il Mega air sup”. In futuro inoltre si prevedono viaggi formativi in località italiane ed estere con la presenza sia del mare che del fiume per la sperimentazione di nuove tecniche di insegnamento e pratica delle discipline praticate e promosse dall’’Acquaviva UISP, naturalmente sempre con il SUP al primo posto!


SOCIAL SUP

Sopra: Surf-SUP school agli inizi nel 2014 - Sotto: primi approcci con le onde in mare

Sopra a SX: L’entusiasmo dei ragazzi pronti ad andare nel loro parco giochi preferito - A DX: primi passi in SUP in fiume

Tutti in acqua a prendere le onde, ma sempre in sicurezza e sotto l’occhio esperto dell’istruttore SUP-SURF Terramare 37


SUP TECH

Sup surfboard shaping design

Evoluzione dal 2007 a oggi

(scuole di pensiero sul SUP per onda) Testo di Fabio Giacomini - Foto David Nisbet

Vi siete mai chiesti quanto il SUP surfing design si sia evoluto da quando è stato commercializzato in Italia nel 2007? Come ha inciso questo cambiamento costante dei design durante tutti questi anni sul vostro rendimento in acqua fino ad oggi? Qual è lo shaping design che più si addice a questa disciplina sportiva? Attraverso questa mia analisi, proverò a spiegare in maniera non troppo tecnica tutto quello che è stata l’evoluzione delle tavole da Sup Surfing fino ad oggi con un’ampia panoramica su quelle che sono le caratteristiche più importanti, da seguire per chi volesse procedere nell’acquisto di un sup surfboard con design performante, cioè il design che è attualmente più utilizzato da chi pratica questa disciplina sportiva. Come nasce realmente il progetto di una tavola? Qual è lo spark che da’ la visione dell’idea cerebrale di una tavola? Aziende e costruttori artigianali si avvalgono in fase progettuale di professionisti per il disegno di un nuovo modello di tavola. 38

Vengono utilizzati designer dalle aziende, più raramente ingegneri, nelle ditte artigianali invece sono gli shaper/designer i responsabili dell’idea di tavola e che a differenza dei primi, oltre che in virtuale ne creano la forma anche nella realtà con l’hand shaping, Secondo me questo rappresenta un valore aggiunto rispetto a quello del puro designer impiegato in azienda, perché quell’idea iniziale viene realizzata dallo stesso artigiano che l’ha pensata evitando così errori d’interpretazione con passaggi terzi, lavorazioni con macchine a controllo numerico comprese! Ritengo che la scintilla iniziale paradossalmente nasca dallo scopo finale del progetto, cioè dopo aver acquisito degli importanti dati a riguardo: - vincolo performance tecniche - vincolo fascia d’utilizzo del prodotto - vincolo esigenze commerciali Questi vincoli da evidenziare, togliere o modificare verranno


SUP TECH

decisi in autonomia (artigiano), oppure subordinati a necessità aziendali (nel caso di un designer stipendiato). Dopo questa analisi nasce così il pensiero, l’idea, il modello della tavola. Prima di continuare questo discorso vorrei fare solo qualche considerazione di base. Il progetto tecnico creativo che va per la maggiore, molto spesso non è frutto di una visione, ma semplicemente una copia di qualche modello già presente sul mercato adattato alle proprie esigenze. Sostanzialmente non si inventa nulla di nuovo ma si replica, creando un surrogato. Tra i pochi produttori presenti in Italia, questo fenomeno è ancora più evidente a fronte secondo me della scarsa conoscenza tecnica in materia surfing di molti operatori e degli stessi praticanti. Personalmente ho sempre pensato di voler dare la mia immagine al prodotto che realizzavo sia a livello progettuale che costruttivo, magari anche sbagliando. Non sono quindi mai stato particolarmente attratto nel copiare altre tavole in commercio anche perché sono tutt’ora convinto che senza sperimentazione non si progredisce mai nella conoscenza di questa materia, e così ho fatto in tutti questi anni della mia carriera professionale. “Le macchine cnc (a controllo numerico, ndr) sono considerate il punto di arrivo e di perfezione dello shaping”.

Mi spiace sfatare un mito ma quest’affermazione non è proprio così vera. Chi lavora nella industry come me può capire bene ciò che sto dicendo, ma vi assicuro che alcune verità assolute date in pasto alla comunità scricchiolano molto.... L’operatore di CNC machine (colui che posiziona il blank in macchina per il taglio del top e poi del bottom) non sempre è un operaio specializzato. Dovrebbe essere uno shaper, ma è un investimento che non tutte le aziende decidono di affrontare. La fresa computerizzata connessa ad un braccio meccanico, necessita di un blank posizionato correttamente al millimetro per evitare discrepanze di taglio, altrimenti il rischio è che il prodotto non esca affatto perfetto. Spesso mi capita di notare pani tagliati con outline leggermente asimmetrici oppure con volume non omogeneo se osservato di profilo. Un altro problema legato alle CNC sono i bug di sistema. Da più di 15 anni sono usciti sul mercato vari software da utilizzare per la progettazione di surfboard e quello attualmente più gettonato è stato creato da un’azienda francese che cede in abbonamento una licenza full per poter operare al meglio in fase progettuale. Si può quindi accedere in questo modo a tutte le funzionalità del sistema stesso. Quest’azienda ha anche creato una rete di “blanks profiler ” sparsa in tutto il mondo. Moltissimi file di progetti circolano quindi nella 39


SUP TECH

rete globale, diventando così più vulnerabili. Da qualche anno ad esempio è presente nel software un “bug” che non “legge” correttamente alcuni dati durante il taglio. A causa di questo difetto le prue di solito vengono tagliate dalla fresa computerizzata 1/8 di pollice più strette rispetto al progetto originale. Chi, come me, si è accorto di questo fenomeno disegna le prue leggermente più larghe in fase progettuale. Questo per far capire che la tecnologia a mio parere non è poi così infallibile. Può essere utile a far risparmiare tempo e fatica, tutto qua, ma sono il lavoro manuale specializzato e l’occhio dello shaper a consegnare nella maggior parte dei casi prodotti di eccellenza. Durante la mia permanenza annuale in Sudafrica il lavoro che svolgo in azienda oltre alla progettazione consiste appunto anche nel rendere bello e accattivante il prodotto attraverso il mio final shaping manuale su un pre-shaped blank che spesso non è perfetto dopo la prima lavorazione CNC. Ritornando alla descrizione del progetto di una tavola, nel mio caso, in qualità di progettista indipendente, la mia filosofia è stata sempre quella di lavorare in completa autonomia cercando di esaltare maggiormente le caratteristiche performanti della tavola stessa senza voler fare troppi compromessi. Ovviamente considerando la fascia di utenza a cui è rivolto quello specifico modello di tavola. 40

Credo infatti che siano solo le capacità personali e l’allenamento costante che ci permettono di migliorare la nostra tecnica, ma sono allo stesso modo sono convinto che a parità di performance tra atleti, la tavola più performante può fare sicuramente la differenza. Campioni si è anche grazie alla tavola che si utilizza e non il contrario. Nel 2007 ho visto la mia prima tavola da Sup (utilizzata a Durban dal proprietario di un surfboard factory locale dove prestavo la mia opera ). Incuriosito da quella tavola, lessi anche il regolamento internazionale della disciplina sup surfing appena pubblicato, per riuscire a capire attraverso il metro di giudizio in gara quale fosse il modello ideale per la pratica di questo sport ed elaborai un’idea/ tavola che propongo anche attualmente. La mia idea, che ritengo tuttora valida, ambiva a poter praticare surfing con una tavola da sup come fosse surfing tradizionale, (che poi in sostanza è quello che dice il regolamento ISA). Inoltre avrei potuto con questo progetto, permettere uno sviluppo maggiore del surfing tradizionale in Italia. Secondo me infatti con questo tipo di tavole da me ideate, poco più grandi di un surfboard tradizionale, i surfers italiani potrebbero sfruttarle per essere maggiormente performanti su onda piccola rispetto all’utilizzo di uno shortboard tradizionale in fase di allenamento/ preparazione.


SUP TECH La frequenza delle uscite nel Mar Mediterraneo sarebbe sicuramente molto più alta per loro rispetto a quella attuale fatta solo con tavola tradizionale. A fronte di quella mia idea nata nel 2007 cominciai a lavorare su questo tipo di tavole che però erano inconsuete nel design rispetto a quelle presenti sul mercato in quegli anni. Sostanzialmente nessuno a parte 1 o 2 casi alle Hawaii aveva progettato fino ad allora tavole a punta con prua shortboard. Il mio progetto non si limitava solo all’aspetto legato all’outline ma anche ad esempio a quello del rocker line. Avevo progettato un nose molto alto di rocker contro l’ingavonamento tra le onde al contrario degli altri design che invece erano molto dritti, nella curva di prua del rocker. Ma soprattutto ridussi di molto il volume delle tavole. Ero convinto che il volume fosse un elemento determinante per praticare al meglio il sup surfing in rapporto al peso del praticante ed al suo skill. Pubblicai nel 2010 una ratio sul rapporto tra peso e volume del surfer che ancora è attuale. La mia scala infatti era studiata proprio per la sup surfing performance. Il tempo credo alla fine mi abbia dato ragione su tutto. Le attuali tavole utilizzate dai pro e dagli amatori di sup surfing rispecchiano tutti quei canoni tecnici che avevo immaginato nel 2007 per praticare questo sport col massimo delle performance. Ma facciamo ora un percorso a ritroso e vediamo invece che tipo di modelli sup sono stati proposti da altri designer dal 2007 ad oggi probabilmente realizzati con occhio più rivolto al predominio nel mercato ed ai numeri che invece alle sole performance tecniche. Tutte le aziende di serie volevano sostanzialmente un prodotto vendibile a tutti, che fosse facile, resistente nel tempo (quasi), che non fosse pericoloso e che in qualche modo potesse essere performante. Siamo passati quindi da un modello iniziale di longboard gigante con volumi in grado di sostenere due persone assieme, a funboard leggermente più piccoli, per arrivare infine agli shortboard 3-4 anni fa, e parliamo del 2015. Sono stati commercializzati anche alcuni modelli ibridi. Si torna quindi al mio preambolo, il progetto ha un suo perché. L’idea della forma della tavola è disegnata in base alle caratteristiche che vogliamo esaltare o non, ma sicuramente non è possibile esaltarle tutte. È appunto una questione di scelte. Analizziamo in maniera più approfondita i design che si sono succeduti fino ad oggi nel mercato: LONGOBOARD - Il primo sup design in assoluto è stato proprio un longboard, quindi interpretato come tavola fun, ma purtroppo nemmeno troppo performante per via del volume esagerato di cui veniva dotato. In questo modo si voleva rendere la tavola comoda e stabile per mantenere l’equilibrio senza troppe difficoltà. Ma una tavola così è adatta solamente a tagliare l’onda, sperando

possibilmente di non far male a nessuno sul nostro percorso, perché assolutamente ingovernabile durante la fase surfing. FUNBOARD - I sup con prua funboard shape si vedono già da molto tempo, credo dal 2010. È ancora il modello più utilizzato come sup. Il fun poiché ha prua meno tonda e più stretta del long, da quell’impressione di maggior perfromance in acqua e la sensazione di utilizzare una tavola reattiva, ma è pur sempre difficile poter curvare con una tavola del genere, anche a causa del volume di solito comunque elevato che continua a dare quella sensazione di ingovernabilità della tavola in fase surfing IBRIDI - Un’altra corrente di pensiero in merito al sup surfing è quella della tavola cosiddetta ibrida. Si tratta in sostanza di due tipi di shape per rendere i sup più corti, pur mantenendo una larghezza importante e tanto volume. Tavole anche queste molto lente che trovano maggior utilizzo con condizione on shore e vento attivo, ma ovviamente performance non elevate considerando che durante la condizione onshore l’onda è quasi sempre spezzata e sporca. I sup ibrid si dividono in : “DISCHI”, da me così ribattezzati perché la tavola molto larga e molto corta è praticamente simile ad un curva tipo cerchio. Si tratta di tavole molto lente e in fin dei conti difficili da far 41


SUP TECH

mantenere una direzione diritta nella fase surfing. “QUADRATI”, Sup con prua e poppa quadra, con l’intento di accorciare la tavola per renderla più manovrabile, ma dare comunque stabilità tagliando la parte stretta della prua e lasciandola squadrata in modo appunto di poter mantenere la tavola stabile. SHORTBOARD - Solo negli ultimi anni si è ammesso che il futuro del sup surfboard sarà con tavole shortboard design tipo surf tradizionale. Nel surfing è ormai l’unico e solo design utilizzato dagli atleti pro ed amatori. Non so se avete notato anche che la tavola custom (artigianale) è al momento la più utilizzata dagli atleti durante le competizioni. Si è arrivati infatti ad un livello tecnico così elevato di progressive surfing performance anche in SUP, che gli atleti necessitano di una tavola taylor suit che calzi perfettamente su di loro e solo una tavola artigianale può essere prodotta sulle esigenze specifiche del surfer fisiche e tecniche, perché pezzo unico, appunto. Per tutti questi anni le tavole di serie hanno occupato i podi durante le competizioni nazionali e non, ma solo perché il surfing performato dagli atleti era ancora di basso livello tecnico, e anche con una tavola standard riuscivano a performare il repertorio che avevano acquisito. Col recente aumento della tecnica progressive surfing tra gli atleti più bravi, credo che ora sia proprio giunto il momento del custom, per poter elevare ulteriormente le perfomance come avviene del resto anche nel surfing tradizionale. 42

Per quello che ha riguardato l’Italia in fatto di SUP design ci sono state alcune sostanziali differenze rispetto al mercato internazionale. Forse il problema è sempre dovuto alla scarsa cultura tecnica del surfing nel nostro paese, ma le aziende italiane che distribuiscono SUP hanno prevalentemente veicolato longboard e poi funboard ed in questi ultimi anni anche i modelli ibridi hanno avuto un discreto successo. Lo shortboard design per i Sup stranamente ha trovato invece scarso appeal rimanendo destinato ad una nicchia. Secondo il mio punto di vista il fenomeno SUP in Italia per quello che riguarda tecnica e tavole non è stato ancora capito totalmente. Coloro che dovevano “indirizzare” gli utenti verso la tecnica di progressive surfing non hanno “centrato” bene l’obiettivo. Si è data o si è fatto capire di dover dare molta più importanza alla stabilità della tavola stessa annullando quindi il fattore performance sull’onda. Infatti ho sentito spesso dire in giro che la tavola da acquistare deve essere “comoda”, cioè l’esatto contrario di quello che serve per praticare progressive surfing... Questo approccio a distanza di 11 anni la dice lunga sul livello tecnico surfing attuale dei nostri praticanti SUP, che è rimasto più basso rispetto alla media internazionale. Proprio le tavole troppo comode non hanno permesso ai nostri surfers di fare quel salto di qualità nel loro surfing skill e il livello tecnico generale è rimasto lo stesso ormai da anni. Ma questo è il prezzo che si paga per la


SUP TECH comodità su un SUP quando si vuole praticare surfing. Analizzando tutte queste informazioni e in virtù del nuovo corso che il SUP surfing sta prendendo attualmente , si può affermare che il design della tavola ideale per poter performare progressive surfing ad un buon livello dovrebbe essere: non troppo lunga: (tra 7’ e 7’8”) non troppo larga: (tra 25” e 27”) non troppo voluminosa: (tra 5/10 litri + del peso surfer) Ovviamente stiamo parlando di tavole destinate a surfer con ottimo skill che escono con frequenza in mare durante la settimana (2/3 VOLTE)! A mio avviso bisognerebbe (qualora lo si voglia) utilizzare sempre un SUP surfboard, in modo che ogni uscita in base alle nostre caratteristiche e skill, ci permetta di poter progredire (progressive SUP) sempre che appunto la tavola non sia troppo comoda. Questo secondo me è l’unico modo per poter avere un miglioramento tecnico costante. Vorrei anche ricordare a tutti che questo utilizzo improprio di tavole “comode’ sulle lineup ha fatto si che lo sport venisse etichettato da chi lo guarda al di fuori, come adatto a “surfer maturi”. L’osservazione non è del tutto errata, dal momento che non vedo dove sia la difficolta di stare su un mezzo che galleggia e su cui sono stabilmente in equilibrio tra le onde ed ogni tanto ne taglio qualcuna. Chiunque lo può fare ed a qualunque età! Dove sarebbe la surfing progression in questo gesto? Non credo

sia questa l’espressione corretta del SUP surfing. Si sta’ facendo un’altra attività. A quel punto meglio utilizzare una tavola longboard shape, con volume ridotto e quindi adatta all’onda, che sarebbe anche più facile da gestire. Proprio in merito a quest’ultimo pensiero, ho disegnato un paio di anni fa un nuovo progetto di tavola che mi è stato poi anche richiesto da alcune aziende produttrici europee. Un SUP ibrido con uno shape design tale da poter essere utilizzato sia come SUP che come surf longboarding style. Una tavola fun allo stato puro, utilizzabile al mare praticamente sempre con la pagaia o senza. Ripeto che il sup surfing per come è stato concepito dovrebbe essere interpretato in modo del tutto simile allo shortboard tradizionale con un stile “progressive in velocità”. Capisco anche che l’impegno fisico per arrivare a quel risultato sia un lavoro non alla portata di tutti, però questo è quello che è richiesto da questa disciplina per essere espressa nella sua totalità e credo bisogni sempre puntare al top o se non altro averlo ben chiaro come punto di riferimento per cercare sempre di evolversi nello sport come è nella natura umana. Il mio auspicio è che il reale valore tecnico del SUP surfing, la sua indubbia difficoltà nel praticarlo con la tavola idonea e l’enorme spettacolarità e potenzialità di questo bellissimo sport lo tolgano presto dalla sua ingiusta collocazione attuale di sport adatto a surfers maturi e lo si possa invece ricollocare presto al centro dell’utenza al suo completo. Credo comunque siamo sulla buona strada, considerando quello

Due degli shape nati dall’esperienza e dal sapiente lavoro artigianale dello shaper Fabio Giacomini 43


INSIDER #09

Insider trading: Winter action! Testo: The Insider

Quest’anno alla GlaGla erano 700 i suppisti che pagaiavano nel glaciale panorama alpino dI Taillores

Battle of the Bay - San Francisco Nella suggestiva baia di San Francisco si è svolta a fine settembre l’ottava edizione della Battle of the Bay che ha visto prevalere il fuoriclasse australiano Michael Booth davanti al suo compatriota Ty Judson ed al Tahitiano Enzo Bennet. Ottimo decimo posto per il nostro Davide Ionico. Al femminile si è aggiudicata la vittoria l’americana Sey Chelle in uno sprint finale con la giovanissima compagna di squadra SIC Jade Howson, mentre Fiona Wylde ha completato il podio in questo evento regionale a 4 stelle della Paddle League. Pacific Paddle Games - Dana Point La Pacific Paddle Games, che come ogni anno si è svolta a Dana Point in California a inizio ottobre, è uno degli appuntamenti di maggior rilievo del panorama del Sup racing internazionale. Il contest prevedeva la Long Distance il sabato e la Technical Race la domenica. In palio, oltre al prestigioso titolo di campione della PPG ed un ricco montepremi, c’era anche lo scettro per la vittoria della Paddle League conteso tra Lincoln Dews e Michael Booth. Tra i due australiani l’ha spuntata Lincoln Dews nella long distance, davanti al francese Titouan Puyo e alla sorpresa brasiliana Guilherme Dos Reis. I nostri italiani, Paolo Marconi e Davide Ionico, chiudono nei primi 30 con un ventiquattresimo ed un ventinovesimo posto. La Technical Race è stata appannaggio di Connor Baxter, che così si è riscattato da una prestazione opaca della Long Distance. Il giovane brasiliano Guilherme Dos Reis ha stupito anche in questa specialità 44

piazzandosi al secondo posto. Terzo il francese Arthur Arutkin. Questo risultato ha permesso a Lincoln Dews di vincere il punteggio overall della Pacific Paddle Games e di diventare il primo campione del circuito Paddle League della stagione 2018. Al femminile ha vinto la combinata Candice Appleby, eroina locale, che ha fatto così felice il pubblico di casa. Fiona Wylde, grazie alla sua vittoria nella Long Distance, si è piazzata al secondo posto, terza posizione per Shae Foudy, che ha completato un podio completamente a stelle e strisce. Da sottolineare l’ottimo tredicesimo posto di Susak Molinero, ormai oriunda italiana, e la promettente quindicesima posizione della nazionale Caterina Stenta. ISA World SUP Championship - Wanning, China Nella bellissima Isola di Hainan, in Cina, si sono disputati a fine novembre i mondiali ISA World SUP and Paddleboard Championship (WSUPPC), la rassegna iridata di SUP organizzata per il settimo anno di fila della federazione internazionale di surf (ISA). Ben196 atleti provenienti da 27 diverse nazioni si sono contesi i titoli di campioni del mondo nelle discipline di Sup wave, sup technical race, sup technical race junior, sup sprint e sup long distance. L’Italia era presente ed ha portato a casa una storica medaglia con Caterina Stenta e tanti ottimi risultati come il quarto posto junior di Laura Dal Pont. Nel sup wave l’australiana Shakira Westdorp ed il brasiliano Luiz Diniz si sono imposti, bissando così il successo dei mondiali dell’anno precedente. Secondo posto al femminile per la spagnola Iballa Ruano Moreno e terzo per la neo-zelandese Stella Smith, al maschile


INSIDER #09

A sinistra: un tipico momento della PPG ripreso dal drone - a destra: Lincoln Dews stacca tutti nella long distance

argento per l’australiano Harry Maskell e bronzo per il brasiliano Caio Vaz. Buona la prova degli italiani Leonard Nika e Claudio Nika che sono arrivati fino al round 3 del main event e al round 4 dei ripescaggi, mentre Caterina Stenta fino al round 2 del main event. La giovanissima Laura Dal Pont, alla sua prima gara in Sup Wave, si è fermata al primo round del main event. Nella Technical Race si è laureato campione del mondo l’ungherese Daniel Hasulyo, che ha vinto la sua sfida personale con Connor Baxter, mentre al terzo posto si è piazzato il neo zelandese Trevor Tunnington. Quattordicesima e diciannovesima posizione per i nostri Leonard Nika e Claudio Nika. Al femminile Candice Appleby ha aggiunto un mondiale alla sua bacheca, vincendo la gara davanti all’australiana Terrene Black. Terza l’instancabile Shakira Westdorp, mentre Caterina Stenta ha chiuso in dodicesima posizione. Ottima prova per Cornelia Rigatti nel prone paddleboard femminile che ha conquistato una meritata quinta piazza. Fantastica la prova mondiale per i nostri atleti juniores nella prima gara ufficiale destinata alla categoria under 18. Laura Dal Pont ha vinto la copper medal, ossia il premio destinato alla quarta posizione. A vincere è stata l’americana Jade Howson. Al maschile il nostro Riccardo Rossi ha chiuso all’ottavo posto piazzandosi nella Top 10 dei migliori junior maschili al mondo. Anche in questo caso si è portato a casa l’oro l’americano Ryan Funk.

La giornata più emozionante per i colori azzurri è stata sicuramente quella del venerdì 30 novembre, durante le sprint race a Riyue Bay. Sui 200 metri arriva infatti lo storico argento di Caterina Stenta, che porta altissimo la bandiera italiana. Caterina ha compiuto una prova davvero eccezionale, conquistando la finale dopo aver superato tutti i turni di qualificazione sempre tra le prime posizioni. Nella finale Caterina ha tirato fuori gli artigli per guadagnarsi una meritatissima medaglia d’argento, tra le più forti specialiste del mondo. L’unica che è riuscita a stare davanti alla nostra azzurra è stata la sudafricana Tarryn King, che ha così vinto il campionato del mondo, mentre l’americana Jade Howson ha chiuso al terzo posto. Al maschile anche Claudio Nika ha brillato riuscendo a conquistare la finalissima, facendo scalpi illustri come il danese campione uscente Casper Steinfath, e conquistando un sesto posto finale. A vincere il titolo mondiale sprint 2018 nella categoria maschile è stato il brasiliano Arthur Carvalho Santacreu, davanti al neozelandese Trevor Tunnington e all’hawaiano Connor Baxter. Nella Long Distance, caratterizzata da temperature molto alte per tutta la durata del tracciato di 18 km, l’australiano Michael Booth e la francese Olivia Piana si sono aggiudicati la vittoria. Secondo posto per il campione uscente Bruno Hasulyo, che l’ha spuntata sul brasiliano Vinicius Martins. Leonard Nika e Claudio Nika hanno chiuso la loro gara a un passo dalla top 10 con una undicesima e dodicesima posizione.

ISA World SUP Championship - A sinistra: lo storico podio di Caterina Stenta - A destra: Leonard Nika in azione fra le onde 45


INSIDER #09

800 suppisti a Parigi e i soliti noti a contendersi la vittoria, col nostro Claudio Nika sul podio e il francese Arutkin primo

La fuoriclasse francese Olivia Piana si è involata in solitaria verso la vittoria, dietro è stato un predominio australiano con Terrene Black al secondo posto e Shakira Westdorp al terzo. Caterina Stenta e Laura Dal Pont hanno concluso al quattordicesimo e quindicesimo posto. Ottimo quinto posto per Cornelia Rigatti nel prone paddleboard. Queste prestazioni hanno permesso al Team azzurro di concludere al settimo posto l’esperienza iridata degli ISA World SUP and Paddleboard Championship, guadagnando una posizione rispetto al mondiale del 2017. Nautic Paris Paddle Crossing - Parigi E’stato un intenso weekend dell’immacolata, a Parigi, in occasione del Nautic Paddle Crossing che per la prima volta valeva come tappa finale dell’APP World Tour 2018, il circuito professionale di Stand Up Paddle. Il sabato si sono svolte le gare sprint in piscina all’interno del Salone Nautico, in un percorso molto spettacolare a heat di due per gli atleti professionisti. Il vincitore di questo format è stato il padrone di casa, Arthur Arutkin, che ha fatto felice il pubblico francese battendo in finale il danese Casper Steinfath per pochi centesimi di secondo. Terzo classificato il nostro Claudio Nika che ancora una volta dimostra il suo valore nelle gare di breve distanza, quarto Connor Baxter. Ottime prove anche degli altri italiani, con Leonard Nika che approda alle semifinali giungendo settimo, mentre Federico Esposito, Martino Rogai e Paolo Marconi arrivano fino ai quarti di finale dove cedono per pochissimo. Al femminile ha vinto la giovanissima hawaiiana Annier Reickert sull’americana Shae Foudy in una finale davvero emozionante. Al terzo posto si è piazzata la nostra Susak Molinero, a pari merito con l’americana Candice Appleby. 46

La domenica è partita invece la nona edizione della traversata della Senna, un percorso davvero sensazionale che ha richiamato ben 800 partecipanti. Nella categoria open 12’6 Pro, ottimo risultato di Tommaso Pampinella che ha chiuso al secondo posto, e di Riccardo Rossi, che ha chiuso in quarta posizione. Al femminile Sara Oddera ha conquistato la top 10 con un’ottima ottava posizione, mentre Anna Occhiogrosso ha chiuso undicesima. Pochi minuti dopo la loro partenza gli atleti professionisti hanno preso il via per l’atto finale dell’APP World Tour 2018 che ha regalato ancora una volta grandi sorprese. L’australiano Michael Booth ha dettato il ritmo ed è riuscito a vincere questa gara. Dietro di lui l’hawaiiano Connor Baxter ha chiuso in seconda posizione. Grande prova di Leonard Nika che bissa il bronzo del fratello nelle sprint e chiude terzo. Quarta posizione per Arthur Arutkin, che riesce così a vincere l’intero evento e a guadagnarsi il titolo di Campione del Mondo APP World Tour 2018. Buona la prova anche degli altri italiani, con Paolo marconi (12°), Martino Rogai (13°), Federico Esposito (14°) e Claudio Nika (18°). Tra le ragazze la giapponese Yuka Sato è riuscita a staccare tutte le concorrenti e a vincere la gara. Seconda la francese Amandine Chazot, terza l’americana Shae Foudy, che riesce così a vincere l’intero evento e a conquistare il titolo di campionessa del mondo APP World Tour. Quinta la spagnola Susak Molinero. APP World Tour Gran Canaria - Gran Canaria L’evento è iniziato la Red Bull Expression Session, un challenge vinto dal tahitiano Poenaiki Raioha e dall’americana Izzi Gomez. Il main event è partito giovedì 13 dicembre e si è concluso la domenica. In acqua anche l’italiano Federico Benettolo, che ha affrontato a testa alta


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APP Gran Canaria: Sean Pointer (a sinistra) e Iballa Ruano Moreno (a destra) si piazzano al secondo posto e vincono il titolo Mondiale APP

i migliori specialisti del mondo, uscendo contro il fortissimo francese Benoit Carpentier. I vincitori della tappa sono stati nuovamente il tahitiano Poenaiki Raioha e l’americana Izzi Gomez. Tuttavia a festeggiare più dei vincitori sono stati i secondi classificati, ossia Sean Poynter e Iballa Moreno, che grazie a questo risultato si sono laureati campioni del mondo 2018 dell’APP World Tour, davanti proprio a Poanaiki Raioha e Izzi Gomez. Medaglia di bronzo finale per Zane Schweitzer e Nicole Pacelli. GlaGla Race - Taillores L’epica GlaGla Race è partita il 20 gennaio sul Lac d’Annecy a Taillores per la sesta edizione, ed ha visto ben 700 atleti darsi battaglia nel glaciale panorama alpino. Tra i pro, che si sono contesi i primi punti del 2019 di Paddle League, l’ha spuntata in uno sprint finale forsennato il francese Ludovic Teulade che ha vinto così davanti al tedesco Normen Weber e al nostro Leonard Nika. Risultati eccellenti per Federico Esposito (5°), Giordano Bruno Capparella (6°) e Claudio Nika(7°). Da notare che dal primo all’ottavo classificato della categoria Pro c’è stato un distacco di soli 25” su 14 km di gara! Al femminile ha vinto la pluricampionessa tedesca Sonni Honschield, davanti alla francese Amandine Chazot e alla svizzera Barbara Grollimund. Ottimo

risultato per Riccardo Rossi, che ha dominato la categoria Junior e si è piazzato nella top 20 overall con un diciottesimo posto. Tommaso Pampinella ha chiuso ventunesimo mentre al femminile Sara Oddera è riuscita nell’impresa di piazzarsi nelle migliori 10 atlete femminili. Nella short distance, che corrisponde alla nostra categoria amatoriale, ottimo quarto posto overall per Angelo Lume, mentre Paolo Nardini ha conquistato una splendida medaglia di bronzo nella 12’6. Nella gara Technical Race ha vinto un altro francese, Tom Auber, con alle spalle i nostri Leonard (2°) e Claudio Nika (3°). Grande prova anche di Sara Oddera che ha chiuso al sesto posto. Divertentissime sono state anche le Dragon Race dove Team di 4 paddlers si sono sfidati a colpi di pagaia sui Dragon Sup. TanaOnda Sup Race - Bari In una giornata di metà Settembre che sapeva ancora d’estate, si è conclusa la prima edizione della “ Tanaonda Sup Racing” con ben130 paddlers al via, tra amatori e pro, più numerosissimi spettatori. Da cornice il lido per eccellenza dei Baresi “San Francesco Alla Rena” che è stata la location ideale per questa prima edizione di una manifestazione sportiva. La gara era valevole anche come 5° ed ultima tappa del campionato regionale Surfing FISW Puglia Sup Race,

Tanaonda SUP Race: a sinistra la partenza - A destra: quelli del TanaOnda - Foto: Iolanda Albano 47


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Lo straordinario tahitiano Poenaiki Raioha domina l’ultima tappa APP a Gran Canaria

e ha visto la partecipazione di tantissime associazioni sportive, oltre a quelle federali ASD TanaOnda, organizzatrice dell’evento, ASD 3Oceani Surf Center, ASD Kitesurf Taranto, ASD Bigeye, ASD Locals Crew Salento, ASD Big Air, ASD Freerider Kite Surf, e ASD Revolution Sport. L’evento è partito con una regata dedicata ai più piccoli, che hanno vissuto con entusiasmo la loro prima esperienza in un contesto competitivo. Due i baresi sul podio maschile nella premiazione dei più veloci in questa finale Pugliese, con Manobianco che mantiene la sua leadership e Abatescianni che cede il suo secondo posto nelle battute finali alla prepotente pagaiata del tarantino Tagarelli. Un podio rosa di tutto rispetto, con la più veloce e giovane Metta che conferma il suo primato, seguita dalla Binetti che lascia alle sue spalle la Raho a chiudere il gruppo di testa. A rendere tutto più suggestivo e rassicurante la presenza dei cani bagnino del “ Scuola Cani Salvataggio Nautico” di Bari e dei Volontari del Serbari. Non poteva mancare un momento emozionante centrale in questo evento “ la pagaiata dedicata a Raffaele”, una passeggiata di beneficenza che ha visto professionisti e non, fianco a fianco in favore di un giovane ragazzo che da anni lotta contro per la propria salute. Assoluti ISL 2018 - Lago Trasimeno Il Lago Trasimeno è stato per il secondo anno consecutivo la location ideale per le finali del circuito Italian Sup League. Tantissimi gli atleti al via, tra cui alcune star del SUP nazionale ed internazionale. Sabato 29 settembre la Tecnical Race ha decretato, attraverso i suoi 5 km di virate, passaggi in spiaggia e vento intenso, Filippo Mercuriali come vincitore della classifica Kingii Elite 14’. Al secondo posto si sono piazzati Paolo Marconi e Reza Naziri. Nella classe Reptile Race 12’6 la vittoria è andata al triestino Guglielmo Reggio seguito dai local Cristian Bottausci e Hassan Cipriano. Al femminile Susak Molinero si 48

è invece imposta nella categoria Kingii Elite 14, davanti alla fortissima Sara Oddera che si è fatta come sempre trovare pronta. A completare il podio è stata la giovanissima Letizia Reggio. Nella classe SAFE Open amatoriale maschile a spuntarla è stato Sergio Gambirasio, seguito da Dario Gazzaneo e Fabio Salvatorelli. La domenica 30 settembre si è tenuta la long Distance, sempre accompagnata da un pò di vento, che ha costretto il direttore di gara ad accorciare il percorso. Tra tratti di upwind, downwind e vento laterale si sono scambiati le posizioni i fortissimi Filippo Mecuriali, Martino Rogai e Paolo Marconi, che hanno poi chiuso in queste posizioni la gara. Tra le donne la classifica finale ha ricalcato quella del giorno precedente con Susak Molinero prima seguita da Sara Oddera e Letizia Reggio. Nella classe Reptile race 12’6’’ a spuntarla è stato Luca di Silvestre davanti a Guglielmo Reggio e Cristian Bottausci. Anche le gare nella categoria Safe Open amatori sono state agguerrite con Daniele Cani che si è imposto seguito da Dario Gazzaneo e Sergio Gambirasio. Tra le donne Giorgia Sapucci ha fatto il vuoto, dietro di lei Niksic Anera e la debuttante Ferrarese Nadia Finessi. Windfestival - Diano Marina Sì è chiusa con successo la tre giorni di Windfestival a Diano Marina. Tra le discipline sportive, come ogni anno era presente il SUP, con due gare combinate: il sabato la beach race e la domenica la long distance. La beach race, suddivisa in tre heats a punteggio, ha richiamato molto pubblico che si è riversato sulla costa dianese per assistere allo spettacolare percorso con passaggio sulla spiaggia. A vincere al maschile è stato Martino Rogai, che ha chiuso davanti al local Giorgio Baccino ed al veneto Flavio Vendramin, che si sono dati battaglia per la conquista della medaglia d’argento. Molto combattutta anche la sfida femminile con Greta Benvenuti che ha vinto davanti a Marta


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Windfestival 2019 - A sinistra: partenza - a destra: Il vincitore Martino Rogai - foto: SB Foto by Stefano Brugnola

Adige Marathon: 3, 2, 1... pronti... via!

Castiglioni e Eleonora Polinori. La domenica, durante la Long Distance di 10 km, Martino Rogai ha preso la testa della corsa fino alla vittoria. Dietro si è consumata la lotta per la seconda posizione, spuntata da un grande Flavio Vendramin che si è imposto sul francese Fabri Vincent. Made in France anche il podio amatoriale con Laurant Cosimi che ha vinto questa categoria davanti a Giuseppe Brigante e Fabio Annigoni. Al femminile Rosanna Grieco l’ha spuntata su Marta Castiglioni, portando a casa il titolo del Windfestival Sup Race 2018. Grande successo per questo evento che come ogni anno ha mostrato il suo “lato migliore”con il bikini contest. ISL Trasimeno SUP Marathon - 7/8 ottobre - Lago Trasimeno Meteo favorevole per la classica Trasimeno Sup Marathon, tappa ufficiale di Italian Sup League. Partenza da Sualzo Beach con giro intorno all’Isola di Polvese, da effettuare una volta per la mezza maratona di 10 km e due volte per la maratona completa di 20 km. A vincere la gara più corta è stato Francesco Mazzei, con al secondo posto un ottimo Cristian Bottausci e terzo il piombinese Giacomo Leonelli. Nella gara più lunga grande prova di Alessandro Sapigni, che si piazza

al primo posto davanti ad un inossidabile Paolo Marcheselli. Chiude il podio lo specialista delle lunghe distanze Thomas Amaduzzi. Negli amatori, distanza 5 km, è Giorgia Sapucci la vincitrice nella femminile, davanti a Mary Reghitto. 21 ottobre - Adige Marathon - Verona Domenica 21 ottobre si è tenuta la quindicesima edizione dell’Adige Marathon, una competizione ormai consolidata che ogni anno accoglie migliaia di atleti degli sport di pagaia tra cui il nostro amato SUP. Quest’anno ben 1482 partecipanti hanno sfilato lungo il fiume Adige. La manifestazione prevedeva due tipologie di gara: la maratona di 40 km per le canoe singole e doppie, con partenza da Borghetto fino a Pescantina, e la mezza maratona di 20 km per gli equipaggi di rafting e per i SUP, con partenza da Dolcè e arrivo a Pescantina. Quaranta i supposti che hanno affrontato le fresche rapide del fiume, tra tavole gonfiabili e rigide. La medaglia d’oro se l’è messa al collo lo sloveno Rok Puvar davanti al friulano Alberto Sammarco, terzo il sempre eccezionale Giorgio Magi. Al femminile ha vinto Dorothea Oberhofer, seconda Martina Leso, terza Lara Wielander. 49


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Martino Rogai e Paolo Marconi ingaggiati alla EWS Elba Sup Race - Foto: Massimiliano Alberti

Elba Sup Race - 03 novembre - Isola d’Elba L’Isola d’Elba ha aperto le porte alle gare di stand up paddling, grazie alla EWS Sup Race. Sabato 3 novembre, in una cornice di sole e di un mare mozzafiato, ElbaWater Sport eToscanasurfing hanno organizzato la prima storica gara di SUP sull’Isola d’Elba, nella suggestiva spiaggia di Procchio. Il meteo, dopo i giorni di pioggia precedenti all’evento, ha invece fatto un bellissimo regalo ai partecipanti. Il percorso di gara, prevedeva un triangolo di circa 3,5 km da ripetere tre volte per gli agonisti e una sola volta per gli amatori con un suggestivo passaggio intorno all’Isola della Paolina. Tra gli amatori non poteva che vincere Marco Block, local di Portoferraio che ha così festeggiato al meglio il suo compleanno. Il secondo posto amatori se lo aggiudica Andrea Carugi, fondatore e titolare dell’Elba Water Sport. Al terzo posto un altro local dell’Elba, Marco Torisi. La sfida tra gli agonisti è stata molto avvincente, con una partenza fulminea che da subito ha spezzettato i gruppi. Martino Rogai e Paolo Marconi hanno preso la testa della gara fino alla fine, dove a spuntarla per pochissimo è stato Martino, che si è così aggiudicato la prima EWS Sup Race. Al terzo posto si è piazzato Riccardo Rossi, anche primo junior, davanti ai suoi compaesani Marco Bertini e Filippo Alberti. Tra le ragazze si è aggiudicata la prima EWS Sup Race la fortissima Susak Molinero, dopo aver ingaggiato una bella sfida con i suoi colleghi maschi, giungendo addirittura quinta assoluta. Al secondo posto femminile si piazza Valentina Brogi. BOT Firenze - Firenze Come ogni inverno, dal 2015 a questa parte, a novembre torna la classica Battle Of the Team, ossia il circuito di gare destinato alle squadre. L’obiettivo di questo circuito, che da quest’anno ha stretto la 50

partnership con Italian Sup League, è infatti quello di dare continuità allo sport anche nel periodo invernale. Non si sono quindi scoraggiati gli oltre 40 paddlers, suddivisi in ben 12 Team, provenienti da tutto il nord Italia in occasione della BOT di Firenze nonostante il meteo nuvoloso. La partenza è stata data davanti alla Canottieri Comunali Firenze, con il classico giro di boa davanti al ponte da Verrazzano, per completare un percorso di circa 10 km. Bellissime alcune sfide che si sono consumate nelle fasi finali, ed hanno fornito un bello spettacolo al pubblico che si è goduto la gara sulle rive del fiume. Negli amatori ha vinto il padrone di casa Luca Scotto, che ha prevalso in un’agguerrita battaglia a colpi di pagaia con Emanuele Pillitteri e Matteo Toncelli di Toscanasurfing. Al femminile si è aggiudicata la vittoria Marta Castiglioni della Scuola Sup Sottomarina. Nella categoria adaptive Simone Mazzanti di Toscanasurfing si è portato a casa il primo posto. Tra gli juniores amatori fantastica prova di Lorenzo Galeazzi, che a soli 9 anni ha chiuso con un’ottima prestazione, regalando punti importanti al Team Toscanasurfing. Nei pro si sono allungati subito sul resto del gruppo Martino Rogai e Filippo Mercuriali. Alla fine Martino ha preso un lieve margine che si è portato dietro per tutta la gara, fino al taglio del traguardo che lo ha visto concludere al primo posto nelle acque in cui è cresciuto. Terza piazza per Francesco Mazzei, con alla coda Riccardo Rossi, primo juniores davanti al compagno di squadra Filippo Alberti. Al femminile l’ha spuntata Valentina Brogi, in grande forma, davanti ad una Chiara Nordio in ripresa dopo un lieve infortunio. La prima tappa della BOT 2018-19 se l’è aggiudicata così il Team Toscanasurfing, campione uscente della stagione 2017-18. Secondo posto per i padroni di casa, Canottieri Comunali Firenze. Terza classificata Romagna Paddle


INSIDER #09 Il vice Campione Italiano Fede Benettolo si intuba ai FISW Surfing Games 2018

FISW Surf Games - Capo Mannu Mercoledì 28 Novembre ha preso il via la seconda edizione dei FISW Surf Games a Capo Mannu. Un’edizione caratterizzata da condizioni meteo infuocate, dopo che la perturbazione si era fatta attendere per oltre un mese e mezzo. Ma le avversità non hanno impedito ai 74 atleti in gara di dare spettacolo nei 3 spot di gara. Il Minicapo, lo Scivolo e La Punta hanno regalato a pubblico e rider onde potenti, alte fino a 4 metri, assolutamente all’altezza di una competizione di questo livello. Il tabellone del SUP Wave si è svolto interamente nella giornata di mercoledì. Dopo cinque round di gara, in finalissima si sono contesi il titolo di Campione Italiano 2018 Lorenzo Boschetti, Federico Benettolo, Andrea Cremoni ed Elia Senni. La heat è stata tiratissima e tutti gli atleti hanno dato il loro meglio con manovre radicali e punteggi molto alti. Alla fine il titolo viene vinto dal giovanissimo rider di Cesenatico Lorenzo Boschetti grazie ad un punteggio complessivo di 14.00. Staccato di pochissimo la medaglia d’argento Federico Benettolo (12.76), terzo classificato Andrea Cremoni (11.90) e quarto Elia Senni (11.87). Grande festa in famiglia Boschetti, Margherita Boschetti, ha infatti bissato il titolo del 2017 vincendo anche i FISW

Surf Games 2018. La giovane rider di Cesenatico ha inoltre gareggiato nel tabellone maschile, facendo moltissimi scalpi e arrivando fino alla semifinale dove si è classificata terza. Per un soffio avrebbe potuto accedere alla finalissima maschile. BOT Cecina - 02 dicembre - Cecina Oltre 50 paddlers si sono ritrovati a Cecina per partecipare alla seconda tappa della BOT 2018-19. Questa volta è toccato a Cecina, casa del Team di Toscana Surfing Sup & Surf, che come sempre si è presentato al completo e ha fatto incetta di punti. Nel percorso che prevedeva un bastone di circa 3 km per gli amatori, e circa 9 km per gli agonisti, fin da subito l’hanno fatta da padrone i top atleti Giordano Bruno Capparella, Martino Rogai, Paolo Marconi e Francesco Mazzei. Alla fine sarà Capparella a portare il massimo punteggio al suo Team (Sporting Club Sabazia), con Rogai secondo (Canottieri Comunali Firenze) e Paolo Marconi terzo (Sup Salivoli). Al femminile Chiara Nordio ha fatto incetta di punti preziosi per il Circolo Velico Antignano, davanti a Valentina Brogi, pagaiatrice di casa per Toscanasurfing. Tra gli Juniores, il Team più virtuoso nei Pro è Sup Salivoli, che piazza Filippo Alberti e

BOT moments - A sinistra: azione a Firenze sull’arno - A destra: uomini in fuga a Cecina 51


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BOT Salivoli - Allineamento ... partenza! - Foto Max Alberti

Marco Bertini nelle prime due posizioni. Negli amatori è stata una sfida in casa Toscanasurfing per il podio con Gianni Como, Andrea Carugi e Leonardo Dani che sono riusciti a spuntarla su tutti. Anche al femminile i padroni di casa hanno ipotecato gran parte del podio con Mara Laici e Monica Bertelli che si aggiudicano le prime due posizioni, mentre Silvia Valori ha chiuso terza per Canottieri Comunali Firenze. Ma il dominio di Toscanasurfing è stato totale con le categorie Juniores amatori, dove Rocco Bruni e Lorenzo Galeazzi hanno chiuso primo e secondo, e Adaptive grazie ad un’altra grande prestazione di Simone Mazzanti. La seconda tappa della BOT è stata quindi agilmente vinta da Toscanasurfing. Secondo posto per Sup Salivoli. Terza classificata la Canottieri Comunali Firenze Xmas Sup Cup x Bot - 16 dicembre - Igea Marina Top Accoglienza, organizzazione impeccabile e partecipazione numerosa in occasione della Xmas Sup Cup 2018. Malgrado le temperature decisamente invernali, quasi 60 partenti si sono dati battaglia a suon di pagaiate nella bellissima cornice della spiaggia di Igea Marina. L’evento era anche parte del circuito invernale Battle Of the Team, ed è stata quindi una sfida anche tra le squadre che si stanno contendendo il ranking di questa speciale classifica. Filippo Mercuriali, atleta di casa di Romagna Paddle Surf, ha bissato la vittoria dello scorso anno e si è portato a casa anche l’edizione 2018 della Xmas Sup Cup nella categoria Kinji Elite Race 14’. Secondo posto per il piombinese Riccardo Rossi. Terzo il triestino Andrea Zaves. Nella categoria Reptile Race 12’6 ha vinto un altro local, Mirco Sarti, davanti a Stefano Padovani e Daniele Cani. Il Salivolese Filippo Alberti si è imposto nella categoria under 16, mentre Cristian Bottausci di Sup Trasimeno ha vinto la categoria Over 40 maschile davanti a Guglielmo Reggio e Roberto Mandoloni. Al femminile la chioggiotta Chiara Nordio ha dimostrato che sta rientrando in forma chiudendo in prima posizione dopo aver combattuto con i colleghi maschi per tutta la gara. Secondo posto per Sara Oddera, risultato che le permette di vincere la categoria 52

Over 40 femminile davanti a Valentina Brogi. Tra i Team il più virtuoso è stato quello di Romagna Paddle Surf, che ha vinto la classifica di giornata della Battle Of the Team. Secondo posto per Sup Trasimeno e terzo per Sup Salivoli, grazie ai suoi giovani talenti. Tra gli amatori si è imposto il neo campione sup wave Lorenzo Boschetti, davanti ad Andrea Mereu e Dario Gazzaneo. Al femminile vittoria per Giorgia Sapucci, argento per Olivia Maltoni e bronzo per Stefania Muratori. Bot Salivoli - 20 gennaio - Piombino Domenica 20 gennaio 2019 la BOT è tornata a Salivoli per il terzo anno di seguito. Come buona tradizione la tappa Piombinese ha regalato una splendida giornata di sole. Ben 40 gli atleti sulla linea di partenza provenienti da Toscana, Lazio e Romagna. La partenza è stata come sempre dalla suggestiva Spiaggia di Salivoli con giro di boa sotto la magnifica Piazza Bovio di Piombino, per un totale di 3,5 km di gara per gli amatori e 10 km per gli agonisti. Il padrone di casa, Paolo Marconi, ha da subito dettato un passo veloce che lo ha portato a vincere nelle acque dove si allena quotidianamente. Secondo posto per Francesco Mazzei di Toscana Surfing. Terza posizione per Gianluca Gafforio, portacolori di Sabazia Sporting Club. Doppietta al femminile per Sup Salivoli grazie a Susak Molinero, davanti a Chiara Nordio. Ma non c’è due senza tre per i padroni di casa che hanno vinto anche nella categoria Junior grazie a Filippo Alberti, giovane promessa piombinese. Tra gli amatori dominio Toscana Surfing grazie ad Andrea Carugi (1°) e Matteo Toncelli (2°), terza piazza per il Salivolese Marco Costagli. Tra gli Junior amatori grande prova del giovane fiorentino Elia Angeletti, mentre nella categoria Adaptive è stato sempre un ottimo Simone Mazzanti a chiudere la gara in prima posizione. Nella competizione amatori femminile la fiorentina Tosca Simonti ha portato alta la bandiera di Firenze, davanti a Fiamma Pratesi (Toscana Surfing) e Silvia Valori (CC Firenze). I verdetti della tappa hanno visto ancora una volta Toscana Surfing piazzarsi sul gradino più alto del podio davanti ai padroni di casa Sup Salivoli, terza la Canottieri Comunali Firenze.


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Greenland The Great Route. Testo: Michael Walther Foto: Daniell Bohnhoff courtesy Fanatic

Li vedo ancora di fronte a me. Grezzi iceberg di ghiaccio secolare. E nello stesso tempo, silenzio, e la sconfinata desolazione della regione polare. Attorno a me solo natura a perdita d’occhio, e nemmeno un’anima viva. Non sono uno a cui non piace stare in mezzo alla gente, ma mi piace prendermi i miei spazi. Forse è perché vengo dalla piccola isola di Norderney che la Groenlandia (la più grande isola del pianeta) ha sempre esercitato su di me un’attrazione irresistibile. E così nel maggio del 2017 mi è venuta in mente un’idea, e un anno dopo stavo già passando dalle parole ai fatti!

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Nel maggio del 2018 sono sbarcato in Groenlandia in compagnia dei miei due buoni amici Daniell Bohnhof e Max Stolarow. Entrambi mi hanno accompagnato per aiutarmi a catturare i momenti salienti del mio tour con foto spettacolari e video mozzafiato. Il mio piano era semplicemente quello di pagaiare lungo la costa con la mia tavola SUP per farmi un’idea migliore dell’impatto dei cambiamenti climatici sul posto. Ma come ben potrete immaginare, ci si può rendere conto dei cambiamenti solo se avete un riferimento di come erano le cose in passato. Proprio per questa ragione uno dei miei obiettivi era quello di entrare in contatto con la popolazione locale.


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Modi alternativi per raggiungere lo spot

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Pagaiare in mezzo a panorami, incantati e in mutamento perenne...

Ormai è quasi impossibile trovare qualche scienziato che abbia il coraggio di negare l’evidenza dell’impatto dell’attività umana sul clima. Le temperature medie continuano ad aumentare e le conseguenze sono visibili a occhio nudo, specialmente quassù nel grande nord del pianeta. In particolare l’accelerazione dell’aumento della temperatura globale causato dalla minore albedo dei ghiacci perenni è una delle cause più evidenti. I ghiacci si stanno ritirando e di conseguenza non riflettono più la luce del sole in atmosfera, mentre le terre emerse e gli specchi d’acqua che stanno emergendo al contrario assorbono luce e calore, e questo aiuta ad accentuare un vero e proprio effetto domino. Ma qual è il reale impatto dell’aumento della temperatura in Goenlandia? 12 mesi dopo aver partorito questa idea siamo approdati in Goenlandia per la prima volta. La base del nostro viaggio si chiama Aasiaat, una piccola città di 5.600 abitanti situata nella punta 56

meridionale di Disco Bay. In questo posto la vita scorre con ritmi completamente diversi da quelli a cui siamo abituati alle nostre latitudini. Andare velocemente in macchina fino al paese più vicino? Impossibile. L’unico modo per muoversi da un posto all’altro in Groenlandia sono gli aerei, gli elicotteri o le barche. La densità di abitanti per chilometro quadrato sull’isola più grande del mondo è di 0,026, mentre in altri paese europei come la Germania è di 232. Quindi tutto è dominato dalla quiete e anche noi possiamo prepararci con grande calma ad affrontare il nostro Tour. Ma la prima vera sensazione al momento del nostro arrivo è quella di uno shock abbastanza completo: la barca che dovrebbe scortarci durante il Tour è ancora bloccata nel ghiaccio, la persona che dovrebbe portarla nella vita di tutti i giorni fa la guardia carceraria e potrebbe aver tempo un paio di giorni la settimana. E l’intero porto è ancora completamente bloccato dal ghiaccio. Un


Pagaiando alla ricerca del Circolo Polare Artico

passeggiando su spiagge bianche senza sabbia è e pernottando in luoghi ameni

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forte vento nord orientale ha spinto grandi placche di ghiaccio che hanno completamente riempito la baia di Assiaat, per cui è molto improbabile che riusciremo a uscire in barca o in tavola in queste condizioni. La seconda sensazione, quindi, è quella tipica della frustrazione più assoluta che ti assale quando non hai la più pallida idea di come risolvere una fase di stallo. Lo sconforto non aiuta a sciogliere il ghiaccio! Magari con un po’ di fortuna il vento potrebbe cambiare direzione. E in effetti il secondo giorno dal nostro arrivo abbiamo avuto la possibilità di metterci in moto, ma purtroppo il vento non ha soffiato abbastanza a lungo nella giusta direzione e il porto è rimasto troppo densamente popolato da lastre di ghiaccio per

poter permettere un passaggio sicuro. Le ore scorrono e noi siamo sempre seduti nella nostra stanza d’albergo. Di dormire non se ne parla nemmeno! Siamo tutti troppo nervosi. In più stiamo ancora aspettando la chiamata di Martin, la nostra guida, che sta vagliando tutte le possibili opzioni per uscire dalla baia nel più breve tempo possibile. Avremmo già dovuto essere a miglia di distanza da qui, nel bel mezzo della Disco Bay, ma il vento, il tempo e il ghiaccio ci stanno tenendo in scacco. Nel frattempo controlliamo e ricontrolliamo la nostra attrezzatura. Così scopro che mi sono dimenticato la pinna della tavola a casa mia a Kiel mentre impacchettavo e re-impacchettavo tutto in vista della partenza. Quando l’ho detto a Max e Daniell, mi hanno guardato 57


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storto. Ovviamente si aspettavano che gli avrei detto che stavo scherzando, ma sfortunatamente gli avevo appena detto la verità. Così ci siamo trovati di fronte a un altro problema da risolvere per poter portare a termine la missione, e visto che trovare un surf shop in Groenlandia è impossibile, ho tirato fuori il mio coltello multiusi e ho cominciato ad armeggiare con una battilarda in plastica rimediata in cucina per dare forma alla mia nuova pinna. Poi l’ho avvitata nella scassa della pinna con una semplice vite autofilettante, ma in seguito ho scoperto che questa soluzione non era poi così sicura…

finalmente non sento in lontananza il rumore della barca di Martin. È riuscito a portarla fuori dal porto e sulla rotta prefissata molto più velocemente di quanto avrei immaginato. Anche io sto pagaiando fuori dalla baia.

Alla fine è arrivata la chiamata che stavamo aspettando. Martin ha avuto un’idea e si è presentato con tanto di slitta coi cani già attaccati. Esatto! I primi chilometri della nostra missione non li avrei fatti pagaiando, ma su una slitta trainata da cani.

Le cose si complicano e procediamo a zig zag fra le lastre in movimento. La barca non riesce a progredire e il mio team deve cercare un’altra rotta. Anche io resto imprigionato fra le lastre e devo tenere in mano la mia tavola per saltare da una lastra all’altra. In qualche modo mi riporta alla mente alcune scene di un gioco al computer, ma non è poi così divertente. Tutte le volte che passo su una nuova lastra non so mai se riuscirà a reggere il mio peso, e anche se ho la tavola che mi garantisce sicurezza, non è una grande sensazione.

Martin mi ha portato in slitta fino al punto della baia in cui finivano le lastre di ghiaccio e poi è ritornato indietro per recuperare Max e Daniell con cui mi avrebbe raggionto a bordo di una barca. “OK – ho pensato – vorrà dire che partirò da solo.”Quella di navigare da solo è una cosa a cui sono abituato, ma le lastre di ghiaccio che continuano ad avvicinarsi tutt’attorno a me, mi danno un po’ un senso di nausea… una sensazione simile alla claustrofobia! Ma continuo a pagaiare, e lentamente vado avanti, fino a quando 58

Dopo qualche chilometro vedo qualche increspatura nell’acqua, segno che il vento sta ricominciando a soffiare rimettendo in movimento le lastre di ghiaccio. Pagaio più veloce che posso attraverso un piccolo canale fra le lastre prima che il passaggio si possa chiudere impedendomi di ricongiungermi alla barca di appoggio.

Indosso anche una muta speciale della Secuar, che abitualmente viene utilizzata dai reparti del salvamento marittimo e aviatori della marina. Ma in ogni caso la situazione è assolutamente poco


XTREME TRIPS

confortevole. L’acqua è appena al di sopra della temperatura di congelamento e l’aria è a -15°C. In queste condizioni preferirei evitare una nuotata nel Mare Polare Artico a prescindere dal tipo di muta indossata! Ma il vento continua a rinforzare e il movimento di deriva delle lastre aumenta fino a farle accumulare e chiudere completamente la baia. Decidiamo quindi di caricare tavola e sottoscritto il più rapidamente possibile sulla barca e far rotta sulla prossima città. Per prima cosa la sicurezza, specialmente a queste latitudini. Anche se avevo già previsto di dover fare qualche pausa, non avrei mai immaginato che pagaiare in queste condizioni potesse essere tanto stancante. I cambi di direzione e le accelerazioni per uscire dai passaggi prima che le lastre si chiudessero ha completamente prosciugato le mie energie. Una pausa di 12 ore sembra essere davvero propizia per recuperare le energie ed aspettare che il vento si plachi e ruoti nella direzione giusta. Ma in ogni caso siamo felici. Finalmente siamo partiti e possiamo vedere il ghiaccio. Abbiamo incontrato qualche pescatore che stava giocando a dama. Il più vecchio e il più giovane del villaggio stanno giocando con pedine che si sono intagliati da soli e che portava evidenti segni di

usura. Io ci ho provato, ma non ho mai avuto chance di vincere, ma anche Max che almeno si ricordava qualche regola ha continuato a perdere partita dopo partita. In breve tempo siamo diventati il diletto dei residenti, ma la cosa ci ha permesso di rompere il ghiaccio e intavolare discussioni sia coi pescatori sia coi cacciatori, anche grazie alla traduzione simultanea della nostra guida Martin. Gli abitanti della Groenlandia sono molto sensibili alla natura e ai suoi cambiamenti. Tutta la loro vita e la loro sopravvivenza dipende da lei. Valdemar Petersen è un cacciatore di 84 anni con cui abbiamo iniziato una interessante conversazione. Attraverso qualche foto e qualche rumoroso video Super-8, Valdemar ci ha aiutato a capire i cambiamenti della natura. I tempi di transizione con la presenza di ghiaccio friabile stanno diventando più lunghi. In inverno gli abitanti della Groenlandia cacciano su slitte trainate da cani e d’estate in barca. Ma in questi ultimi tempi entrambe le cose sono quasi impossibili. Il ghiaccio invernale è abbastanza spesso per periodi di tempo sempre più brevi e anche in piena estate grandi lastre di ghiaccio vengono spinte dai venti alla deriva attraverso la baia, mentre dovrebbero restare ferme a nord, saldate al restante ghiaccio estivo. E proprio questo ghiaccio ha danneggiato e bloccato la nostra spedizione in 59


Luoghi insoliti per gonfiare il proprio SUP

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XTREME TRIPS

Iceberg èValdemar

questi giorni. Pertanto possiamo ben comprendere la sensazione di disagio di chi dipende da condizioni divenute imprevedibili per la pratica della caccia, che da queste parti è ancora indispensabile per la sopravvivenza. Tutto quello che gli abitanti della Groenlandia non possono cacciare lo devono comprare in costosi Supermarket. Dopo qualche ora salutiamo Valdemar e ci rimettiamo in moto. Lentamente ci apriamo la strada verso nord, anche grazie a qualche pausa sulla barca di appoggio. Per gonfiare la tavola il mio team mi scarica su una lastra di ghiaccio e quando ho fatto proseguiamo. Gonfiare la propria tavola stando in equilibrio su una lastra di ghiaccio che galleggia nel bel mezzo del mare polare è una sensazione davvero strana! Anche se secondo Valdemar le temperature medie in questa stagione erano fra i 20 e i 30 gradi, è sufficiente l’attuale temperatura di -15°C per portarmi velocemente a taccare il mio limite. L’acqua non scorre sotto alla tavola, ma si ghiaccia contro alla prua e sulla tavola rendendola scivolosa e pericolosa tutte le volta che provo a cambiare la posizione dei piedi. I ramponi potrebbero essere un’ottima soluzione, ma non quando usi una tavola gonfiabile! Quindi l’inica scelta è quella di continuare a tenere i piedi sempre nella stessa posizione che ho scelto al momento della partenza 60

la mattina. Oltre tutto, mi è capitato di perdere svariate volte la mia pinna provvisoria, che per fortuna galleggia, ma mi richiede comunque tutte le volte di fermarmi per cercarla, recuperarla dall’acqua e rimontarla. Alla fine grazie a una ulteriore modifica col mio coltello multiuso sono riuscito a trovare la posizione giusta per bloccare la vite. Grazie a tutte queste circostanze avverse, ci muoviamo molto lentamente in direzione nord. Qualche breve pennichella sulla barca appoggio o in qualche piccola abitazione incontrata lungo la costa interrompono il tour. Miglia dopo miglia conquisto la mia strada verso nord. A volte quando le lastre di ghiaccio bloccano il nostro cammino devo sedermi sulla barca mentre eseguiamo una deviazione di rotta. Tutte le volte Max deve fare volare in alto il suo drone per vedere dove si trovano dei canali di passaggio ancora aperti. Dopo quattro giorni di navigazione in queste condizioni riusciamo a vedere il profilo del Sermeq Kujalleq stagliarsi all’orizzonte. È il più grande ghiacciaio del mondo al di fuori dell’Antartide, largo 5 km e di spessore ignoto; dal suo fronte sul fiordo si stacca un decimo degli iceberg delle acque della Groenlandia. Si trova poco più a sud del villaggio di Ilulissat e fa parte del World Natural Heritage dell’UNESCO dal 2004.


Momenti social fra i local davanti a una scacchiera da dama

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XTREME TRIPS

Pagaiata dopo pagaiata continuiamo il nostro viaggio verso nord, fiancheggiando queste montagne di ghiaccio. Il mio obiettivo durante questo trip era quello di raggiunger il confine della calotta polare artica, un confine fisico che ovviamente non esiste e che varia in base al vento e alle condizioni ambientali e climatiche. Questo viaggio mi ha chiarito molto bene le idee su entrambe le cose: cambiamenti climatici e condizioni di vita degli abitanti della Groenlandia. Abbiamo patito tutte le possibili condizioni del ghiaccio. Dopo aver percorso circa 170-200 Km, con la tavola ricoperta di ghiaccio, la neve in faccia, le mani e i piedi ghiacciati, momenti di terrore mentre si passava di fianco agli Iceberg e durante le più impreviste e imprevedibili deviazioni di percorso, siamo arrivati alla calotta polare artica all’altezza di Ilulissat. Da questo punto in poi non si può avvicinarsi di più al ghiacciaio senza mettere a rischio le nostre vite. Il momento in cui un enorme iceberg si stacca dal ghiacciaio

Michael si prepara ad affrontare la grande impresa è troppo imprevedibile, pertanto la nostra guida Martin ci ha dissuaso dall’andare oltre. Stanchi, rotti ed esausti sia per lo sforzo fisico richiesto da questo tipo di viaggio, ma anche per tutte le problematiche cha abbiamo dovuto affrontare e risolvere, alla fine abbiamo raggiunto Ilulissat, ameno paesino sulla costa est di Disco Bay. Da questo speciale viaggio in SUP abbiamo imparato un sacco di cose. Sensazioni incredibili, informazioni importanti e siamo entrati in contatto con persone che non ci dimenticheremo più. Anche se qualche volta sono dovuto entrare in acqua dopo un viaggio su una slitta trainata da cani, per realizzare un buon giro in SUP quasi nessuna strada è troppo difficile. Questo tour speciale è finito a Ilulissat con sensazioni altrettanto speciali. Probabilmente non dimenticherò mai le sensazioni di pagaiare da solo fra lastre di ghiaccio e iceberg, nell’incredibile silenzio dell’artico a bordo di una piccola tavola SUP gonfiabile.

In certi momenti trovare la rotta giusta è un’impresa nell’impresa 61


TEST SESSIONS

Rider e test: Smink Foto: © Nucci Spot: Spiaggia d’Oro (IM)

Misure: 8’9”(266,7 cm)x 32” (81,3 cm) Volume: 145 l Pinne: 3x multibox / 3x AllWave 5’’ Peso: 9,4 kg (+/- 300 g) Prezzo: €

Fanatic All Wave 8’9’’ Metto le mani avanti: i puristi del sup wave, inorridiranno a questo test, ma dopo anni di sup corti, stretti, larghi, cotan, e compagnia bella con la costante molto “ballerina”… tenuto conto che il ballerino a 56 anni e con la schiena che mi ritrovo, non riesco più a farlo tanto bene... è arrivato il momento di provare qualcosa di più duttile, tipo un sup allround wave, come l’AllWave 8’9”di Fanatic. A dire il vero nella mia fililosofia suppistica, molto personale, la tavola ideale per scendere le onde (quando non esco in surf da onda perché quando ci sono le onde veramente belle e la mia schiena risponde alla chiamata… il sup rimane in magazzino!) dovrebbe offrire quel compromesso tra surfata e quel minimo di stabilità che ho riscontrato, pesando più di 80 chili e non essendo più un gatto, su sup sugli 8” con una larghezza intorno ai 32” e un volume sui 130 litri. L’ AllWave 8’9” di litri ne fa ben 145, che forse sono anche tantini… ma memore di quanto si diverta l’amico Max con il suo vecchio AllWave sia in sup che in windsurf (visto la presenza dell’attacco per la vela che molti sup non hanno) quando ci sono le scadute con vento così leggero da non poter usare le pur duttili tavole freewave da windsurf, mi sono lasciato “tentare”dall’acquisto. E tutto sommato mi è andata abbastanza bene, perché questa tavola si è rivelata super duttile. Nel sup da onda e quello che conta oltre al volume 62

è la larghezza e naturamente lo specchio acqueo che trovi: se c’è piatto tra un’onda e l’altra va bene tutto, anche un 110 litri, ma basta che ci sia un po’ di acqua incasinata e allora cambia tutto, soprattutto se non si è più agili come un tempo. In quest’ottica la Allwave mi ha risolto tantissimi problemi: larghezza e volume garantiscono una stabilità adeguata per poter risalire fino alla line up senza problemi in qualsiasi condizione. La relativa leggerezza di questa tavola e la sua forma indovinata, permettono di surfare onde di discrete dimensioni senza fatica e senza che la tavola risulti troppo grande. Se non uscite con bombe super ripide e super potenti, la All wave garantisce una partenza rapida anche sui “moscioni”, bottom precisi e cut back agevoli, che possono essere radicalizzati man mano che si prende confidenza con le dimensioni generose della tavola. Tutto è molto facile e divertente. Tanto che è sicuramente uno di quei sup da onda, che permette un facile approccio a questa disciplina e i pregi in fatto di duttilità e divertimento tra onde umane battono di gran lunga i nei che possono essere rappresentati dal fatto che con le onde “spesse”, tipo quelle prese alle Fornaci a Savona lo scorso febbraio, quando questo SUP con i suoi 145 litri di volume risulta decisamente “ingombrante”... ma quante onde di questo genere prendete in un anno?!


TEST SESSIONS

Misure: 7’6”(228.6 cm)x 30” (81,3 cm) Volume: 120 l Peso SUP+foil: 14,5 kg (+/- 300 g) Rider e test: ovo

Prezzo Hover 120X-over: 2,049.00 € Prezzo Thrust Surf Foil Carbon L: 2,095.00 €

Naish Hover 120 X-over Abbiamo provato il Naish Hover con Thrust Surf Foil nelle rognose condizioni tipiche dell’alto adriatico, con mare attivo, onda corta e incasinata, condita da chop incrociato e siamo riusciti a passare in acqua abbastanza tempo per elaborare alcune considerazioni sulla questione SUP+foil. La prima considerazione è che abituati ad entrare in acqua in maniera semplice ed immediata col nostro SUP quasi dalla spiaggia, con un foil montato in carena le cose si complicano. E per fortuna che il nostro Naish montava un foil con piantone “corto” da 55 cm, per cui per essere sicuri di non “arare” bastava camminare fino ad avere l’acqua all’altezza delle anche, che in Alto Adriatico non è detto che sia così vicino alla battigia! La tavola corta e l’inerzia del bulbo da Coppa America in carena richiedono un minimo di adattamento e una gestione molto attiva con le gambe, in particolare al momento del passaggio delle schiume, quando l’azione del foil tende a far impennare la tavola, ma basta tenere giù la prua e la tavola passa tutti i frangenti. poi arriva il momento del take off, ovvero la partenza della surfata e quella del proverbiale “decollo”. Ebbene, non servono onde potenti o lunghe, e proprio questa dovrebbe essere la ragione della futura grande diffusione del foil, infatti anche le nostre onde corte e abbastanza mosce dell’Adriatico sono più che sufficienti a dare l’abbrivio. Quello che ovviamente cambia è l’assetto sulla tavola che deve essere ben centrale e possibilmente col peso spostato più sul piede anteriore che non su quello posteriore, cioè quasi il contrario di quello che facciamo abitualmente quando sentiamo che la tavola sta per prendere velocità e stiamo per iniziare la surfata. E infatti la prima surfata inizia proprio così, col peso sbilanciato indietro e sul bordo interno per impostare la surfata backside, e tavola che decolla e se ne va via da sola come un cavallo imbizzarrito.

Al secondo tentativo, comunque abbiamo registrato il primo successo e il primo decollo: niente di eclatante, ma abbiamo preso la nostra onda, abbiamo mantenuto l’equilibrio tenendo il peso in avanti al posto giusto e la tavola è partita velocemente in surfata. Non abbiamo avuto la sensazione di decollare e volare (forse anche per il fatto che il piantone della tavola è “corto”), ma il fatto che la tavola sia diventata improvvisamente leggera e libera sotto i nostri piedi e continuasse a stare davanti all’onda senza sentire la classica sensazione dell’acqua che sbatte sulla carena ci ha fatto capire che in effetti il foil stava facendo (e bene) il suo lavoro. Altra considerazione: avevamo sentito dire che il foil marcato Naish era un foil estremamente facile e stabile, e il fatto che al nostro secondo tentativo siamo riusciti a farlo funzionare e a farci una bella surfata congiungendo alcune sezioni di un’onda moscia e schiumosetta nonostante il nostro proverbiale scarso talento, direi che potrebbe essere un buon indizio che in effetti è proprio così. La sessione di prova non ha avuto una grandissima durata, anche perché dopo un po’ le gambe hanno cominciato ad accusare una certa stanchezza, ma qualche onda siamo riuscita a prenderla e l’impressione è che con un po’ più di pratica si possa riuscire a sfruttare la portanza generata pompando coi piedi sul foil per riuscire a partire e mantenere la velocità anche con onde ancora più piccole e mosce... sensazione che ovviamente proveremo a verificare alle prossime uscite con l’appendice sommersa! Per il momento ci limitiamo a registrare una soddisfacente test session con questo giocattolo di casa Naish, che per altro è dotato anche di inserti per le strap e piede d’albero per permettere un utilizzo anche come windsurf foil. Per cui non è escluso che da windsurfisti incalliti quali siamo non proveremo la Naish Hover Crossover 120 anche in versione windsurf. 63


TEST SESSIONS

Rider: NiFe135 Test e foto: Ov Shot: Garmin Virb Ultra 30

Misure: 12’0”X 31”X4¾” Volume: 245 l Pinne: 1X SINGLE FIN US Peso: 9,4 kg (+/- 300 g) Prezzo: € 1.129,00

RRD AirSense Cruiser V2 12’0’’

La factory maremmana RRD ha sviluppato una tavola da cruising gonfiabile pensata per le donne e per i pesi leggeri. Lo shape è lo stesso ormai classico del modello Air Cruiser, con outline allungata, prua a punta e poppa pintail, ma lo spessore è di 4¾” anziché 6’’, particolare che di fatto rende la tavola più compatta e controllabile per i suppisti di peso leggero, senza compromettere galleggiabilità e stabilità della tavola. Per altro la tavola gonfiata ad una pressione di 15 PSI, come da istruzioni presenti sulla valvola, presenta una buona rigidità che permette una trasmissione efficiente della pagaiata, anche per suppisti di peso over 90, probabilmente anche grazie alla tecnologia di costruzione con sistema sistema SDB (Sandwich Dyneema Belt) e TPB (Thermo Plastic Belt). La AirSense Cruiser 12’’ oltre a una grafica vivace e accattivante, presenta un ampio e comodo pad con un efficiente crocrodile grip, valvola di gonfiaggio e sgonfiaggio in prua, pinna single fin con attacco US box, attacchi con elastici porta oggetti a prua Abbiamo testato la tavola in diverse condizioni meteomarine e suppisti di peso rispettivamente di 60, 75 e 95 Kg e le prestazioni fornite da questa RRD AirSense Cruiser 12’’ sono sempre state equilibrate e interessanti. 64

La larghezza risulta essere più che sufficiente a dare sempre e a tutti sicurezza in pagaiata, anche quando il chop diventa impegnativo. Quando poi ci si trova a pagaiare in acque calme, allora le doti di scorrevolezza della tavola vengono fuori tutte, segno che la scoop line è azzeccata e permette alla tavola di lavorare al meglio. E che la linea scoop rocker sia ben progettata diventa ancora più evidente quando capita di dover scendere qualche piccola onda al rientro in spiaggia. In queste occasioni una volta che ci si è spostati col peso verso poppa per prevenire potenziali ingavonamenti e bagni, la prua resta alta e la tavola sempre ben bilanciata permette di impostare una discesa in sicurezza. La prova del nove l’abbiamo fatta nel corso della 2° Adriatic Charity Paddle, gara suppistica alla quale abbiamo partecipato iscrivendoci nella categoria amatori fino a 12’, senza nessuna velleità competitiva, ma per il gusto di pagaiare tutti insieme appassionatamente per una buona causa, e la AirSense Cruiser 12’ si è dimostrata performante e molto comoda in ogni momento del percorso, permettendo addirittura al nostro giovane tester di dare parecchia acqua al resto della redazione e anche a parecchi altri suppisti.


Distributori Questi sono i negozi, club e le scuole che si sono fatti carico di sostenere e distribuire SUP NEWS. Per la lista completa usate

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ASD WATERFUN LIGNANO LIGNANO SABBIADORO (UD) Tel: +39 340 2430870

NAUTICA URBAN IGEA MARINA (RN) www.urban.it

TRE PONTI LIVORNO (LI) www.windsurflivorno.it

SOTTOMARINA SUP SCHOOL SOTTOMARINA (VE) FB: SottomarinaSUP

PIPE SURF SHOP MARINA DI RAVENNA (RA) www.pipesurfshop.it

SURF CLUB VENEZIA VENEZIA (VE) www.surfvenezia.org

SUP School Bagni 84 CATTOLICA (RN) www.bagni84.com

WINDSURF PARADISE ROMA (RM) www.windsurfparadise.com

THE BEACH CLUB ASD MACCARESE (RM) www.the-beach-club.it

HAWAIIAN SURFING GROSSETO (GR) ww.terramareitalia.it

WHITE REEF CESENA (FC) www.white-reef.com

BAIA DI MAUI LIDO DI SPINA (FE) www.baiadimaui.eu

IVAN TEAM RAFTING SOLAGNA (VI) www.ivanteam.com

BAGNO RISTORO LIDO DI VOLANO (FE) www.bagnoristoro.it

NEGRINAUTICA Zibido San Giacomo (MI) www.negrinautica.com

SURFPLANET TORBOLE (TN) www.surfplanet.it

KAMISURF MERINE (LE) www.kamisurf.it

ASD REEF - PUZZITEDDU Campobello di Mazara (TP) www.puzziteddu.net

SUP TEAM MANO APERTA TRIESTE (TS) FB: supteamManoAperta

CASSINO ADVENTURE CASSINO (FR) www.cassinoadventure.com

VITELLI srl PORTO SANTO STEFANO (GR) www.vitellisrl.it

Frassanito Surf Point FRASSANITO (LE) www.frassanitosurfpoint.com 65


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