Sup News #11 - Inverno 2019-2020

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# 11 SUP trip Local Heroes Suppisti River SUP Insider SUP tech SUP test € 3,00

INVERNO 2019-2020 Union Island Hélène Mereu Claudio Nika SUP1 Slalom Fall & Winter action! Custom vs production Fanatic AllWave 8’8’’ Hala Rado 10’10’’ Tambo Core 10’5’’ ESD ITIWIT Race 12’6’’x 25’’

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CO Una linea sviluppata interamente alla ricerca di una specifica tavola SUP Wave, che fosse a suo agio nella sezione critica delle onde: molto manovrabile e affilata, ma con un galleggiamento generoso. L’outline è largo per rendere più facile pagaiare, ma con bordi fini nella sezione di poppa per garantire una bella tenuta in surfata, rocker generoso per curve radicali, prua ampia con bordi fini per rendere più facile prendere le onde e creare un buon bilanciamento nella distribuzione del volume. Il COSMO SUP è l’attrezzo perfetto per iniziare a uscire con le onde e progredire nelle onde, da quelle disordinate, a quelle glassy.

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Editoriale #intubarsi

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...il SUP al tempo del Corona virus!

Spot: Cabo Verde? No, ...Savona! - Rider: Max - Photo © Marco Molinari

Nel 1985 lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez pubblicò il romanzo “L’amore al tempo del Colera” che descriveva le peripezie amorose e la vita di un giovane di Cartaghena in Colombia a cavallo fra il XIX e il XX secolo, epoca in cui certi tipi di malattia mutuavano regole e costumi sociali. Questo romanzo gli valse la fama, la ricchezza e pure un Nobel per la letteratura! Abbiamo appena scavallato il XX secolo e stiamo lanciando il XXI, eppure la cronaca ci restituisce scenari sanitari analoghi a quelli di secoli fa, con una overdose di informazioni che però anziché rassicurare tende a spingere all’isteria collettiva. In tutto questo, noi cercheremo di non farci condizionare, ma tenteremo di continuare serenamente a praticare e raccontare il nostro sport, senza aspettarci né fama, né ricchezza, né tantomeno un premio Nobel, ma per il solo gusto di farlo. Gusto che è stata la principale ragione che ci ha spinto a iniziare quest’avventura chiamata Sup News. Nel momento in cui ci apprestiamo ad andare in stampa con questo numero “Inverno” siamo ancora nel pieno della stagione fredda, eppure cominciano ad aumentare le giornate 4

calme e soleggiate (forse anche a cause del surriscaldamento globale!) che ci spingono a tirare via la polverre da tavole e pagaie e a ritornare al nostro elemento, l’acqua! Che si tratti di acqua dolce, salata o salmastra, calda o fredda, qualsiasi posto è buono per mettere in acqua le nostre tavole e andare alla scoperta di qualcosa di nuovo in noi o attorno a noi... E d’altronde in un momento della nostra storia in cui impazza il Cororona Virus, non c’è posto migliore in cui trovarsi che immersi nella natura incontaminata (o quasi), in mezzo al mare o a un lago, giù per un fiume o su una spiaggia desolata! Anche in questo numero abbiamo provato a pubblicare diversi tipi di contenuti e spunti a trecentosessanta gradi, che per noi sono stati fonte di ispirazione e speriamo possano esserlo anche per tutti voi. Una nuova stagione è alle porte, è arrivato il momento per cominciare a pianificare le prossime tappe della nostra crescita suppistica felice! Ci vediamo in acqua Ov


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Distribution: Surfcloud Lda Phone: 00351 210998837 Email: nunoamado@surfcloud.pt


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Spot: somewhere in Grenadines - Photo Courtesy Jeremy Tronet/Fanatic

SUP News magazine

Direttore Responsabile e Redattore Capo “ovo” ovidio ferrari Art director: fabrice blow

FOTOGRAFI: samuel tomé, marco molinari, thorsten indra, gianni salamanca, aerial video maui, toby bromwich, jamie hancock, water experience, sara spadazzi, roberta pala, ben reed, sean evans, nicola sacco, mino nardone, christos epperson, ganse photography, fabio giacomini, david nisbet, wave design, jeremie tronet, caterina fasciani, smink, ovo, nife135, tommaso orlandi/owc, alessio giombolini, Silvia Khachatourian, Max Alberti EDITORE Living The Dream asd Via Riniera 1514/G 40024 Castel Sam Pietro Terme (BO)

COVER: Rider: Arthur Arutkin foto: Samuel Tomé

STAMPA Marco Sabatelli Editore s.r.l. Via Servettaz 39 -17100 Savona

www.supnewsmag.it supnewsmag@gmail.com REG. AL TRIBUNALE  DI  BOLOGNA N. 8481 DEL  15/02/2018

COLLABO IN THIS NUMBER: roberta pala, martino rogai, arthur arutkin, thomas amaduzzi, filippo mercuriali, vincenzo michelucci, caterina stenta, fabio giacomini, the insider, johnny banzai, jeremie tronet, daniele chieregatto, giovanni montelli, smink, nife135

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“Difesa della privacy”: i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. La riproduzione di articoli e foto pubblicati su questo numero è vietata.


Photo: Thorsten Indra

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S O M M ARIO Local Heroes Hélène Mereu 20

Editoriale 06

SUPpisti Claudio Nika 22

Beach Break 12

Caterina Stenta @ Paris

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SUP Mercato 17

River SUP SUP1 Slalom 28

Agenda SUP 19

Eventi SUP Ombelico del Mondo SUP Race

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Boot Dusseldorf 32 SUP Tech Tavola artigianale o di serie?

Insider Trading 39 Inside Out @ Wave Design

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SUP trip Union Island 50 SUP test Fanatic AllWave 8’8’’

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Hala Rado 10’10’’

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Tambo Core 10’5’’

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ITIWIT Race 12’6x25’’

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Spot: Scala dei Turchi, Agrigento Rider: Gianni Salamanca 8


Distributori Questi sono i negozi, club e le scuole che si sono fatti carico di sostenere e distribuire SUP NEWS. Per la lista completa usate

il QR code. Tutti gli altri possono ricevere la rivista direttamente a casa abbonandosi.

ASD WATERFUN LIGNANO LIGNANO SABBIADORO (UD) Tel: +39 340 2430870

NAUTICA URBAN IGEA MARINA (RN) www.urban.it

TRE PONTI LIVORNO (LI) www.windsurflivorno.it

SOTTOMARINA SUP SCHOOL SOTTOMARINA (VE) FB: SottomarinaSUP

PIPE SURF SHOP MARINA DI RAVENNA (RA) www.pipesurfshop.it

SURF CLUB VENEZIA VENEZIA (VE) www.surfvenezia.org

SUP School Bagni 84 CATTOLICA (RN)

www.bagni84.com

WINDSURF PARADISE ROMA (RM) www.windsurfparadise.com

NAPOLI SUP NAPOLI (NA) www.facebook.com/napolisup

TERRAMARE GROSSETO (GR) ww.terramareitalia.it

Eolo Windsurf TORRE GRANDE, ORISTANO (OR) www.eolowindsurf.com

BAIA DI MAUI LIDO DI SPINA (FE) www.baiadimaui.eu

WHITE REEF CESENA (FC) www.white-reef.com

BAGNO RISTORO LIDO DI VOLANO (FE) www.bagnoristoro.it

NEGRINAUTICA Zibido San Giacomo (MI) www.negrinautica.com

CASSINO ADVENTURE CASSINO (FR) www.cassinoadventure.com

THE BEACH CLUB ASD MACCARESE (RM) www.the-beach-club.it

WATER EXPERIENCE PALERMO (PA) www.waterexperience.it

SUP TEAM MANO APERTA TRIESTE (TS) FB: supteamManoAperta

SURFPLANET TORBOLE (TN) www.surfplanet.it

ASD REEF - PUZZITEDDU Campobello di Mazara (TP) www.puzziteddu.net

Romagna Paddle Surf IGEA MARINA (RN) www.romagnapaddlesurf.it 9


BEACH BREAK

SUP Fit / SUP Yoga Fly Air Fit (10’6 “ x 34”) è la tavola sviluppata da Fanatic per offrire una piattaforma mobile per un nuovo, intenso ed emozionante modo di allenare l’equilibrio. Che si tratti di yoga, flessioni, squat o allenamento con la pagaia, eseguire questi esercizi mentre si è in acqua su questa tavola permette di attivare tutti i muscoli coinvolti aumentando la forza, la stabilità e la coordinazione. Potenza e sicurezza progrediranno più rapidamente rispetto a qualsiasi metodo di fitness tradizionale, per non parlare dei benefici aggiuntivi e delle sensazioni di stress che si allontaneranno, nel contatto con la natura. Disegnata per combinare SUP con SUP Fitness o SUP Yoga, Fly Air Fit ha un volume generoso per mantenere il suppista

in alto e asciutto durante gli allenamenti sul deck, mentre il profilo allungato offre un’ottima pagaiata a tutto tondo con scivolamento e stabilità che permettono di godersi anche una classica uscita in SUP. La tavola è dotata di occhielli che permettono di agganciarla alle piattaforme Fly Air fit (dimensioni piccole e normali) per sessioni di allenamento in gruppo. Info: www.fanatic.com

Naish Race Javelin 14’0” Il Naish Javelin è la tavola per i riders che gareggiano in acqua piatta o condizioni di vento leggero. Javelin unisce più di un decennio di ricerca e sviluppo, col contributo di alcuni dei rider più veloci del mondo, come per esempio Casper Steinfaith, ed è stata disegnata per stabilire nuovi record e rastrellare nuove vittorie. Chi ha familiarità con i prodotti Naish, ricorderà che la Javelin è stata una delle migliori tavole da competizione in acqua piatta di alcuni anni fa. Ma se il nome è rimasto lo stesso, lo shape e l’outline sono completamente nuovi di zecca. Durante la progettazione, il team di ricerca e sviluppo di casa Naish ha lavorato sul fatto che la maggior parte delle gare di acqua piatta, raramente offrono condizioni super glassy. Quindi anche tavole migliori per questa tipologia di utilizzo devono essere comunque performanti in condizioni instabili, avere stabilità e scorrevolezza, offrire una bella la velocità di sorpasso ed essere anche abbastanza manovrabili per affrontare rapidamente le boe. Inoltre, la possibilità di prendere la scia è importante per avere la possibilità di risalire le

posizioni in gara. Il team ha lavorato sodo sulla Javelin tenendo in considerazione tutti questi punti, ma anche per creare una tavola che non solo soddisfacesse gli standard del racing team Naish, ma addirittura li superasse. Il profilo stretto e dritto penetra nell’acqua in modo efficiente e rapido. Il suo deck ribassato ha consentito di realizzare una tavola davvero stretta, pur mantenendo la stabilità necessaria a garantire la massima potenza in pagaiata. I fori di supporto sistemati strategicamente, creano un efficace sistema di auto drenaggio dell’acqua dall’incavo. La poppa è stata sagomata in modo da offrire al rider un posizionamento ottimale per i giri di boa. Per garantire le tavole più veloci possibili, sono stati coinvolti tutti i rider più forti del team, dal Campione del mondo Casper Steinfath, a Bernd Roediger e Annie Reickert, e i prototipi sono stati provati in una grande varietà di condizioni per garantire una velocità e versatilità, per avere una tavola vincente in tutte le condizioni. Javelin 14’0 “X22 è ideale per i riders fino a 86 kg. Javelin 14’0 “X24 è ideale per riders fino a 100 kg. Per maggiori info: www.naishsurfing.com

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SIMPLY THE BEST There’s a reason Naish has established itself as a leader in stand up paddling. From decades spent in the water and the shaping room we have created a complete line for users of all abilities and disciplines. Whether you are racing on the world tour or just cruising your local surf spot, Naish has a board that is built using the best materials to make each minute on the water the best it can be.

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Gustavo Arrojo: Nalu 10’6” X32 GS; Bernd Roediger: Nalu 10’6” X32 GTW

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BEACH BREAK

IQ FREE La serie GA IQ è stata sviluppata per lasciare il segno in acqua grazie alla grande manovrabilità e stabilità, ma anche a terra, per la comodità nel trasporto grazie alla costruzione leggera. La IQ Free è la tavola disegnata per portare in acqua tutti,

indipendentemente dal livello di abilità o stile di riding. Le tre misure disponibili (10’4 “ x 32” x 5”, 10’7 “ x 33” x 6”, 10’9“ x 34” x 6”) offrono la piattaforma giusta per i principianti, i freerider e gli appassionati di onde, secondo le caratteristiche delle diverse tavole. Il modello più piccolo di IQ Free (10’4 “ x 32” x 5”) è un tuttofare perfetto per qualsiasi condizione, sia per surfare tra le onde come un longboard, sia per le passeggiate con amici e familiari. Con l’aumentare delle dimensioni, aumenta anche la stabilità grazie alla maggior superficie, mantenendo le prestazioni e le capacità a tutto tondo sia nelle onde sia in acqua piatta. La IQ Free 10’9‘’ è la tavola disegnata per le prime esperienze su una tavola Stand Up Paddling, poiché la tavola non solo offre grande maneggevolezza e stabilità sull’acqua, ma la costruzione leggera garantisce anche facilità d’uso, per far sì che ogni giorno in spiaggia possa essere goduto al massimo. Per maggiori info: ga-windsurfing.com

Claudio Passa a Light Board Corp Il Campione del Mondo 2019 ISA Sprint Claudio Nika inizia il 2020 con l’annuncio di un nuovo accordo siglato col brand tedesco Light Board Corp, che produce tavole race ad altissime prestazioni in collaborazione con NELO. La tecnologia utilizzata sulle tavole race infatti è la stessa che NELO utilizza da anni per produrre canoe e kayak da competizione. Ma Claudio non è stato integrato nel team Light Board Corp solo perché è uno dei migliori talenti internazionali nel race, ma anche per il suo livello col SUP fra le onde, che lo rende una pedina ancora più importante per il brand teutonico, che affonda le proprie radici nel real surfing. Info: www.light-sup.com

JP CruisAir CruisAir è la gamma di tavole gonfiabili di JP-Australia destinate a un utilizzo touring e fitness. Sono state sviluppate per chi è alla ricerca di tavole scorrevoli per le uscite cruising, senza tuttavia compromettere la stabilità. Lo shape, bilanciato con poppa più larga e una outline più allungata e stretta, combina stabilità e velocità. Le misure disponibili sono tre: 11’6’’ x 30’’ x 6’’, 11’6’’ x 30’’ x 5’’ e 12’6’’ x 31’’ x 6’’. Tre sono anche le versioni disponibili: SE 3DS, LE 3DS, LE. CruisAir SE 3DS è fornito con una pinna da 9 ‘‘, una pompa a doppia azione e una Roller Bag Superior Edition. CruisAir LE 3DS è fornito con una pinna da 9’’, una pompa a doppia azione e una Bag Light Edition. CruisAir LE è fornito con una pinna da 9’’, una pompa a doppia azione e una Bag Light Edition. 12

La tecnologia di costruzione invece è la stessa, e si avvale di un nuovo processo di pre-laminazione sia sulle parti in composito a triplo strato, sia sul composito a doppio strato. Questo processo ad alta tecnologia utilizza una macchina per la laminazione di più strati in un guscio che ha uno spessore preciso e proprietà superiori di elasticità e resistenza all’abrasione. Questo processo di costruzione permette di eliminare l’applicazione della colla a mano per la realizzazione delle tavole e con essa elimina la possibilità di errori, elimina il peso in eccesso della colla ed elimina i rischi per la salute dei lavoratori. Gli strati rinforzati con fibre creano pannelli super resistenti e durevoli con una minima elasticità. Per maggiori info: jp-australia.com


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BEACH BREAK RRD AiRace Y25 Il reparto ricerca e sviluppo del brand toscano RRD, capitanato dall’esperto product manager padovano Jacopo Giusti ha messo a punto l’evoluzione della tavola da gara gonfiabile sviluppata per riuscire a raggiungere le stesse velocità di una tavola in carbonio. I nuovi shape della gamma AIRACE Y25 forniscono una combinazione di stabilità, praticità nel trasporto e prestazioni di punta difficilmente battibile. La speciale prua con design stretto e le linee dritte della outline, combinate con lo spessore da 6’’ di profilo e con la linea scoop rocker super dritta, creano la combinazione perfetta per avare una grande tavola da competizione che può essere utilizzata in gara, così come per il puro piacere di scivolare veloci sull’acqua . La AIRACE Y25 è disponibile in 5 misure: 10’6” x 25” x 6” x 230 l - 12’6” x 26” x 6” x 270 l - 12’6” x 29” x 6” x 288 l - 14’0” x 25” x 6” x 295 - 14’0” x 27” x 6” x 310 l - 14’0” x 29” x 6” x 320 l.

NSP HIT Cruiser NSP ha messo in catalogo per la stagione 2020 un nuovo modello di tavola pensato e sviluppato per le scuole, i centri noleggio e i resort: la HIT Cruiser. La tavola deve il suo nome alla tecnologia di costruzione High Impact Technology utilizzata per produrre nuove tavole per un utilizzo ricreativo. Questa tecnologia consiste nell’utilizzo di una normale anima in EPS presagomata, che viene ricoperta da un primo strato di fibra di high tech military fiberglass, il tutto ricoperto con un guscio di policarbonato, che rende la tavola molto rigida e praticamente indistruttibile agli impatti. Il deck è completamente ricoperto da un pad antiscivolo in EVA. Le misure disponibili sono 4: (9’8”x31.5”x180 l, 10’2”x32”x203 l, 11’2”x32.5”x226 l, 11’6”x33.5”x250 l) e sono disegnate per avere massima stabilità, buona scorrevolezza e facilità nel cambio di direzione. La distribuzione del volume è ben bilanciata su tutta 14

Le tavole della gamma AiRace Y25 sono saratterizzate da tecnologia di costruzione SDB “Sandwich Dyneema Belt” in carena e TPB “Thermo Plastic Belt” in coperta, che avvolgono la tavola per tutta la lunghezza come una dima, rendendola circa il 50% più rigida di qualsiasi tavola gonfiabile convenzionale. Grazie all’esperienza dei team rider Paolo Marconi e Susak Molinero, quest’anno è stata implementata una nuova tecnologia “Antitorx System” per eliminare possibili torsioni della tavola e potenziali perdite di prestazioni durante le gare upwind e downwind più estreme. I pannelli TPB posizionati sotto l’area di calpestio assicurano massimo comfort e reattività. Le nuove tavole presentano anche un nuovo design del Pad in EVA nella zona di calpestio che ne incrementa la stabilità in andatura del 30%. Questo nuovo EVA grip permette di tenere i piedi fin sul bordo della tavola e quindi più larghi, garantendo più controllo e maneggevolezza durante le gare, specialmente nelle andature upwind e downwind. info: www.robertoriccidesigns.com

la zona di calpestio, mentre prua e poppa sono ampie e contribuiscono alla stabilità della tavola. La sezione di poppa della tavola è caratterizzata da una carena concava con V che aiuta la tavola in fase di manovra. Sul deck sono segnate le posizioni in cui tenere i piedi, in modo che anche chi sale sulla tavola per la prima volta sappia trovare facilmente dove posizionare i propri piedi. Per ulteriori info: www.nspsurfboards.com


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BEACH BREAK

Crosscall Core-X3 vs CAT S60 Testo di: Daniele Chieregatto Nel corso della stagione 2019 ho avuto il piacere di avere due ottimi compagni di lavoro, in un ambiente in cui l’elettronica non è mai andata molto d’accordo con l’elemento acqua, perlomeno fino ad oggi. Il telefono infatti, lavorando in un centro rafting, rappresenta uno strumento molto importante perché permette di rimanere sempre in contatto con la base, specialmente quando si è in acqua, dove imprevisti o messaggi urgenti necessitano di essere comunicati nell’immediato e senza troppe interferenze. Non a caso dico interferenze poiché la qualità di comunicazione con strumenti come radio trasmittenti, già utilizzati come collegamento ponte alla base, non sempre è buona per via dell’ambiente, magari, dove anche le condizioni meteo come vento forte e temporali interferiscono sulle onde radio. Ed è qui che entra in gioco lo smartphone con la sua tecnologia. Il telefono a tenuta stagna è già di per sé una cosa stupenda, ma uno smartphone che ti consente di avere sia un telefono per comunicare che una fotocamera (di qualità) è il top. La fotocamera, oltre all’utilizzo simpatico per scattare una foto ad amici o a momenti da immortalare, è anche utile per registrare o fotografare situazioni di importanza ecologica, documentaristica, d’informazione e segnalazione, eccetera. Da qui analizzo i differenti comportamenti dei due smartphone in oggetto. Io li ho portati sempre con me, entrambi infilati nella tasca del mio giubbetto aiuto al galleggiamento (per intenderci un salvagente professionale), perché entrambi sono di dimensioni comode. Cosa vuol dire comode? Ovviamente è una cosa soggettiva, ma per me vuole dire che sono di dimensioni grandi da poter essere tenuti bene in mano con uno schermo grande e ben illuminato; ma non così grandi da essermi di ingombro all’interno del giubbetto dove insieme ai telefoni tenevo altre attrezzature di emergenza. I due però sono completamente differenti come materiale. L’X3 ha una scocca rivestita da una gomma particolare, morbida al tatto ma rigida negli urti. Questa sua caratteristica, per quanto concerne il mio utilizzo, a volte è stata scomoda nel momento in cui dovevo estrarlo dal giubbetto senza aprire completamente la tasca; la gomma esterna faceva attrito con la stoffa e non scivolava tra i due lembi della zip in plastica. Completamente diverso l’S60 che, con la sua scocca rigida di carbonio e metallo, risultava facile all’estrazione e anti scivolo a mani bagnate. Scrivere e digitare non è mai stato un problema con entrambi, a mani bagnate, sporche o anche con gocce sullo schermo. Ho provato anche a scrivere sott’acqua. 16

Utilizzati sempre con modalità automatica per la regolazione della luce nello schermo, l’S60 non ha problemi, al contrario dell’X3 va un po’ in confusione se ha qualche goccia sul sensore. Notevole la qualità della fotocamera dell’ X3 che rimane immacolata, a differenza dell’S60 che si appanna, anche se c’è da dire che gli sbalzi termici erano notevoli, perché passare da una temperatura di 6-8° a 25-30° non è poco, ma per le mie necessità era importante, perché magari dovevo riprendere o fotografare immediatamente. Ad ogni modo la qualità della fotocamera dell’X3 è migliore, considerando anche l’utilizzo quotidiano al di fuori dello sport. Ma arriviamo alla cosa più importante, ovvero il poter comunicare. La comunicazione è fondamentale per uno smartphone waterproof. E qui l’X3 ha accusato il colpo, perché dopo un po’ di tempo passato a bagno, l’altoparlante e il microfono tendono a riempirsi d’acqua, impedendo di comunicare, fino a quando non si siano completamente asciugati dopo qualche minuto tenuto al caldo. Il CAT, come tutti i suoi mezzi da lavoro, non ha paura di nulla, microfono e altoparlante restano perfettamente funzionanti anche dopo brevi immersioni e, cosa davvero interessante, ha la possibilità di chiudere e aprire manualmente microfono e altoparlante tramite una linguetta, in modo da diventare tutto completamente stagno e al sicuro. La durata della batteria, non è mai stata un problema, le prestazioni di entrambi sono da paura: smartphone che fanno 48 ore con utilizzo attivo di varie app, sono davvero notevoli! Riassumendo si tratta di due ottimi telefoni e di buona qualità adatti ad un utilizzo nello sport e al di fuori del quotidiano ma, tra i due, l’S60 si presta a un impiego in condizioni più estreme, essendo un fidato alleato in caso di necessità a discapito forse di un’estetica migliore e di una fotocamera più performante dell’X3, che si rivela comunque un ottimo ibrido fra uno strumento da lavoro e uno smartphone per un impiego anche nella vita sociale. A questo punto si tratta solo dei vostri gusti ed esigenze.


BEACH BREAK

Nuovo sponsor e nuova impresa per Thomas Ciao Thomas, abbiamo visto che hai ufficializzato il cambio di sponsor. Quali tavole utilizzerai nel seguito della stagione? Ciao, si sono diventato team rider Mistral e sono sicuro che questo sarà l’inizio di una bella collaborazione: il team è molto collaborativo, disponibile e gentile, stanno gestendo al meglio tutte le mie richieste dandomi completo supporto per la mia prossima stagione. Al momento sto alternando le due tavole che Mistral mi ha fornito. La prima è il Vortex SD1 14’ X 21.5”. In principio ero preoccupato per la sua larghezza, ma già dai primi chilometri ho avuto delle belle sensazioni ed un buon feeling. La seconda invece è stato un segreto che ho tenuto il più possibile per me, fino a quando mi hanno avvistato nei miei allenamenti “corti” con una tavola leggermente più lunga, infatti ho una unlimited Stealth 17’6 x 24”. Per quanto riguarda il discorso pagaie, invece, quale marca e modello di pagaie stai usando, e perché? Di pagaie sto usando sempre Mistral, al momento ho solo la gold con pala piccola, mi trovo bene anche se sicuramente voglio provare altri modelli e pale più grandi. Sappiamo che sei un rider che non fa grossi proclami, anche

se siamo sicuri che dopo l’impresa Croazia­Cattolica hai altre imprese che bollono in pentola… puoi dirci qualcosa in più? Con piacere, ormai possiamo ufficializzare che il prossimo 11/12 luglio durante la manifestazione Deejay Xmasters di Senigallia, pagaierò per 24 ore consecutive cercando di percorrere il maggior numero di chilometri! Come ti prepari a gestire un’impresa del genere? Gli allenamenti sono fondamentali per capirsi, farò degli allenamenti con durata sempre in crescita. Al momento sono ancora nella fase di potenziamento, sto cercando di trovare una buona forma fisica praticando più sport, sacrificando per il momento gli allenamenti in acqua. Mi sto concentrando sul funzionale, ma vado anche in piscina e mi piace correre. Quali supporti avrai? Ancora devo definire chi mi supporterà in acqua, ma sicuramente ho bisogno di un’imbarcazione che mi segua e che mi aiuti con il mangiare e con l’eventuale cambio di abbigliamento. Per quanto riguarda invece il supporto fuori dall’acqua e l’organizzazione dell’evento, posso contare suoi miei amici di X-Masters e Skills Comunicazione. L’appuntamento quindi per tutti è in luglio ai DeeJay Xmasters, per assistere all’impresa e fare il tifo per Thomas!

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SUP MERCATO

Filippo è 100% SIC Filippo Mercuriali è uno dei rider più forti e consistenti del panorama nazionale e nel 2019 è riuscito a portare a casa vittorie, piazzamenti importanti e una convocazione in nazionale per partecipare ai mondiali, dove per altro ha ben figurato. Nella stagione 2020 è entrato ufficialmente a far parte del team SIC International. Quali tavole utilizzerai nella stagione agonistica 2020? Per la nuova stagione il mio quiver prevede due tavole di stazza 14 piedi, ho scelto il modello della Sic chiamato RS in due larghezze diverse una larga 21’5” e l’altra 23’. Questo modello di tavola è una della più versatili del mercato e avendo a mia disposizione due larghezze diverse potrò gestire qualsiasi condizione mi si presenti davanti. Quali sono i tuoi obbiettivi e gli impegni più importanti per la stagione 2020 e a quali tappe e circuiti parteciperai? Per questa stagione mi concentrerò, nella prima parte, su qualche gara extra-Italia per confrontarmi con i più forti atleti europei,

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Foto: Sara Spadazzi per poi cercare di lasciare il segno nelle varie tappe del circuito italiano di federazione fino agli Assoluti Italiani a fine stagione, che rappresentano il mio obbiettivo principale. Quest’anno vorrei riuscire a farmi notare anche in Europa, ma cercherò per quanto possibile di continuare alle varie manifestazioni organizzate in Italia per poter aiutare a diffondere e far crescere questo magnifico sport. Come ti stai preparando in vista della nuova stagione? Per ora mi sto concentrando su un lavoro più a secco, cosa che faccio già da qualche stagione durante l’inverno, poi man mano che le giornate iniziano ad allungarsi, aumenteranno anche le ore in acqua. La voglia di pagaiare è sempre tanta e nonostante finora sia stato un inverno abbastanza atipico, le temperature in Adriatico non permettono di uscire spesso. Ma ormai ci sono abituato e intervallando remate nelle giornate più calde e corse in quelle meno calde, cerco sempre di rimanere sul pezzo. Non vedo l’ora che inizi la stagione per poter gareggiare di nuovo!


CALENDARIO EVENTI SUP 2020 Fornire ai lettori un servizio di pubblica utilità come quello di una pagina col calendario aggiornato dei più importanti appuntamenti col nostro sport è impresa ardua, ma noi vogliamo provarci. In questa pagina trovate un calendario abbastanza completo, ma non

AGENDA AGENDA SUP SUP esaustivo delle manifestazioni SUP più interessanti per la stagione 2020, ma se siete curiosi di sapere tutto quello che bolle in pentola per quento riguarda Italian Sup League, FISW, FISS, FICK, Euro Tour, APP e chi più ne ha più ne metta, non dovete far altro che seguire questo link QR code, oppure andare alla nostra pagina :

www.supnewsmag.it/blog/agenda-sup-news Ovviamente se avete eventi da segnalarci mandate una mail a: supnewsmag@gmail.com

Se amate le suppate di massa, non potete perdervi la XI edizione della traversata dello Stretto di Corinto CALENDARIO 2020 22 marzo - Experience The Sile , Quinto di Treviso (TV) 18-19 aprile - EuroTour - Denmark SUP Race 25-26 aprile - L’Etrusca SUP Race, Cecina Mare, Le Gorette (LI) 01 maggio - SUPROME - Fiume Tevere, Roma, Italia 1-3 maggio - EuroTour - Azur Paddle Days 9-10 maggio - EuroTour - Namur SUP Race 10 maggio 2020 - Lignano SUP Marathon, Lignano Pineta (GO) 16-17 maggio - EuroTour - Agios Nikolaos on SUP 23-24 maggio - EuroTour - Corfu Emerald Cup 30-31 maggio - EuroTour - Vendée Gliss Event 05-07 giugno 2020 - Mareincittà, Milano Idroscalo 6-7 giugno - ISL - Crono SUP Sacile 6-7 giugno - EuroTour - World SUP Festival Costa Blanca 13-14 giugno-Outdoor Sports Festival-Marina di Castagneto Carducci 13-14 giugno - EuroTour - Iberdrola Bilbao World SUP Challenge

16-17 giugno - EuroTour - Las Dunas Costa Brava SUP Race 20-21 giugno - EuroTour - SUP World Cup Scharbeutz 26-28 giugno - APP - Pornichet, Francia (distanza e sprint) 26-27 giugno - EuroTour - Prague Paddle Fest 3-4 luglio - EuroTour -VIII Sieravuori SUP Masters 17-18 luglio - EuroTour - MasPalomas Grand Slam (Isole Canarie) 06 settembre - Lignano SUP Race - Lignano Pineta (GO) 13 settembre - ISL - The Lake Race, Barcis 20 settembre - Corinth Canal SUP Crossing, Corinto (Gecia) 12-13 settembre - 11° edizione Open Water Challenge Oristano 25-27 settembre - APP - Osaka, Giappone (distanza e sprint) 12-30 ottobre - APP - Red Bull Heavy Water, San Francisco 28-29 novembre - APP - Las Palmas de Gran Canaria - Spagna 4 - 6 dicembre - APP - Parigi, Francia (distanza e sprint) 13 dicembre - ISL - Xmas SUP Cup - Bellaria-Igea Marina 19


LOCAL HEROES

Hélène Mereu

Intervista raccolta da Roberta Pala Foto: Robera Pala e Courtesy Mereu Hélène è un’esplosione di energia e di determinazione, una donna che, già appassionata di kitesurf, si è innamorata del S.U.P. e, a 60 anni compiuti, è diventata istruttore, e ora lavora principalmente lungo la Costa del Sinis, in Sardegna, portando la sua energia nelle molteplici attività che propone, dalle lezioni, alle escursioni lungo le scogliere a picco, alle notturne, alle giornate S.U.P. ecologiche di pulizia delle spiagge e all’attività con i bambini, fonte inesauribile di stimoli ed emozioni. Ciao Hele, presentati ai lettori di SUP News... Ciao ragazzi, mi chiamo Helene Mereu, ho 61 anni, da quando ne avevo uno vivo in una splendida isola, la Sardegna, più precisamente a Oristano, una vivace cittadina che si trova al centro della costa ovest dell’isola. L’amore per il mare, insito nel mio DNA, mi ha portato sin da giovane alla pratica di sport acquatici, dal principio mi sono cimentata con il windsurf, e con il kitesurf e il SUP. Istruttore federale a 60 anni, cosa ti ha portato a compiere questo passo? Più di un motivo, principalmente la grande passione che ho per il SUP e la voglia di trasmetterla agli altri, la curiosità di fare una nuova esperienza, il volersi rimettere in gioco, e la convinzione che 20

l’età non debba essere un limite a ciò che vuoi e che puoi fare, sono fermamente convinta che sia la testa che muove il corpo! La costa del Sinis, in Sardegna, il luogo dove vivi, le difficoltà e le sue possibilità infinite per le specialità del SUP... La costa del Sinis è splendida e selvaggia, tutta da scoprire, così varia nella sua conformazione quanto affascinante. Tutta da vivere e ammirare con lo stand up paddle, un’attività adatta a tutti, di facile apprendimento, e che permette di scoprire tratti di costa difficilmente raggiungibili con altri mezzi. Tutto ciò è apprezzato e vissuto da ancora troppe poche persone. Come istruttore sto promuovendo la specialità, e spero che, in tempi brevi, il SUP diventi un’attività più popolare. Qual è l’aspetto più gratificante del lavoro con i bambini, e quale il più difficile? Amo lavorare con i bimbi, in realtà io non lavoro, ma gioco con loro, i bimbi imparano velocemente e mi danno tante soddisfazioni, mi riempie il cuore di gioia sapere che mi stanno aspettando trepidanti per la lezione e, quando arrivo, fanno a gara per aiutarmi a sistemare l’attrezzatura in spiaggia. Non trovo difficoltà a lavorare con i bimbi, ogni volta, per me, sono una botta di vita!


LOCAL HEROES Helene e i bimbi...

Tu sei già una kiter, riesci a conciliare bene le due discipline? Si certamente, NO WIND, NO KITE… perciò zero vento e mare flat, l’alternativa è il SUP! Il turismo, nella Costa del Sinis, è diverso secondo i periodi dell’anno, molto sportivo fuori stagione, molto familiare e con molti local in estate, come hai lavorato lo scorso anno? Qual è stata la maggiore difficoltà? Ho lavorato esclusivamente con i local, tramite i social e per conoscenze. In questa costa la SUP mania non è ancora scoppiata, speriamo bene! Personalmente gestisco i SUP di un paio di strutture turistiche che operano nel Sinis, in teoria dovrei lavorare con gli ospiti delle strutture, ma in realtà quest’anno i turisti non hanno mostrato grande interesse per la proposta SUP. Condividere una passione così grande con tuo marito, motivo di discussione o condivisione al 100%? Mamma mia, avete presente la scuola guida con un familiare? Ecco, niente in confronto. Altro che discussioni… BARUFFE!

Ti è mai capitato di coinvolgere qualcuno che proprio del SUP non ne voleva sapere? Sì, più di una volta, una ragazza in particolare, che aveva terrore di allontanarsi dalla riva, avevo il mio amplificatore waterproof sulla tavola, con la musica a palla siamo andate in SUP a 500 mt dalla riva e lì l’ho convinta a fare il bagno! Il rapporto di Helène con le competizioni… hai mai partecipato a qualche gara? tempo scaduto… facciamo CANDU TORRU A NASCI… traduzione letterale dal sardo: QUANDO TORNO A NASCERE!! Progetti per i prossimi 60 anni? Cavoli, però mi vuoi male… Solo 60!?! Se avete voglia di escursioni indimenticabili, lungo una costa davvero spettacolare, venite a trovare Hélène! Cercatela su FB: https://www.facebook.com/helenemereuSup/.

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SUPPISTI

Claudio Nika

Intervista raccolta da Martino Rogai Il 2019 è stato un anno di grazia per il nostro Claudio Nika, che lo ha visto consacrarsi tra i mostri sacri del SUP internazionale. È iniziato con un eccellente secondo posto nelle sprint a Londra e si è chiuso nel migliore dei modi con la vittoria del titolo Mondiale Sprint ISA a El Salvador. Ciao Claudio, per prima cosa complimenti per i tuoi ottimi risultati! Puoi raccontare un po’ le tue impressioni sulla stagione appena passata? Ti aspettavi questi risultati? Nella stagione passata avevo grandi obiettivi, ho raggiunto anche grossi risultati, ma il 2019 è stato anche un anno molto duro per me, dal momento che non mai avuto un vero supporto economico da un qualche Sponsor. Nel primo periodo di gare ho fatto buon uso delle mie esperienze, ho migliorato i miei passati risultati, sono riuscito a vincere la prima gara nel circuito Euro Tour, a volte mi sono trovato anche in situazioni difficili, ma alla fine sono riuscito comunque a viaggiare, a conquistare dei podi Europei che mi hanno permesso di classificarmi nella Top 10 Overall di questo circuito e a raggiungere risultati quasi insperati, come la medaglia d’oro ai Mondiali ISA! 22

©Ben_Reed

Il 2020 è iniziato subito con una novità importante per te: la firma con il brand tedesco Lightboard Corp. Come è nata questa sponsorizzazione e cosa ti ha spinto a iniziare questa nuova avventura dopo che lo scorso anno hai raggiunto risultati così importanti con un brand differente? Puoi raccontarci qualcosa di più di LBC, che da qualche anno vediamo sempre di più sui campi gara? “Light Bord Corp” è un brand che produce tavole in collaborazione con “NELO” uno dei brand più importanti nel mondo della canoa. La mia collaborazione con LBC è nata a fine 2019 con una proposta che ho ricevuto dopo aver vinto la medaglia d’oro al mondiale ISA. Presto sveleremo nuovi modelli 2020 oltre alla Signature che abbiamo già visto trionfare varie volte nel 2019. Le tavole LBC al contrario di quello che si pensa, anche se sono vuote dentro sono molto resistenti e il fatto di avere solo aria all’interno, le rende molto veloci e leggere. Infatti pesano sui 9kg! Viste le premesse, sono a dir poco entusiasta e non vedo l’ora che inizi la nuova stagione per cominciare a gareggiare! Nel 2019 ti abbiamo visto gareggiare sia ai mondiali ICF in Cina, dove hai raggiunto un ottimo argento sprint dietro a Connor Baxter, sia ai mondiali ISA in El Salvador,


SUPPISTI

La fuga dalla boa che regalerà il meritato oro nello Sprint Mondiale ©Sean_Evans

dove ti sei preso la tua rivincita nelle sprint mettendo dietro proprio il campione Hawaiano e regalando una grande emozione a tutti i fan italiani. Che differenze hai visto tra i due mondiali? Secondo te si riuscirà in futuro a vedere il SUP sotto un’unica bandiera? Il SUP È una disciplina in crescita costante di partecipanti, in gare nazionali e internazionali. Penso che entrambe le federazioni l’anno passato abbiano fatto un grande lavoro, anche se bisogna ricordare che negli anni passati è stata la ISA a far crescere lo sport… Anche in Italia il movimento SUP ha avuto molti cambiamenti nel corso degli ultimi dieci anni. Tu che sei un esempio per tutti in acqua e fuori, cosa pensi che si possa fare per migliorare la nostra disciplina in Italia e dargli un’identità univoca e ben definita, lasciando stare le questioni “politiche”? Negli ultimi anni la federazione Italiana “FISW” ha portato a termine il campionato Italiano ufficiale Race e Sup Surf dal 2017 al 2019 la federazione ha supportato anche la Nazionale

Italiana SUP per affrontare competizioni Europe e Mondiali. Organizzando anche corsi da istruttori ISA. Credo che il miglior modo per far crescere questo sport sia seguire questa Federazione. Ti abbiamo visto allenare insieme a tante persone durante i training camp che insieme a tuo fratello Leonard organizzate in Portogallo. Quanto è importante per un’atleta come te avere alle spalle un’occupazione come questa che ti permette di stare sempre attivo in acqua praticando il tuo sport? Pensi che in un futuro anche il SUP riuscirà ad entrare nei gruppi sportivi per permettere a campioni giovani come te di pensare solo al professionismo? Trasferirsi in Portogallo è stata una decisione di mio fratello, e negli ultimi quattro anni sono andato a trovarlo molte volte e ci siamo allenati insieme motivandoci a vicenda. Poi abbiamo creato il “Nika paddle surf Camp” che negli ultimi due anni ci ha permesso di allenare persone di tanti livelli differenti, da quello basso a quello alto, provenienti da gran parte d’Europa, ma anche dalla Cina e Nuova Zelanda. Devo ammettere che la location che abbiamo trovato fa la sua parte, dal momento 23


SUPPISTI ©Ben_Reed

che abbiamo a disposizione il “Centro di alto rendimento” una struttura sportiva specializzata situata nel comune di Peniche. Questo posto ti fa sentire un vero professionista grazie alla sua perfetta posizione vicino agli spot da onda più conosciuti nel mondo del surf, come ad esempio Super Tubos e Baleal. La struttura è stata costruita dal comune per dare tutte le opportunità e i vantaggi agli atleti che abbiano voglia di migliorare il proprio livello in breve tempo o siano seriamente motivati a diventare professionisti. Questa struttura è dotata di dormitori, spogliatoi, cucina, sala pesi, skate mini pipe, sala massaggi e Sauna, e tutto questo è esclusivamente a nostra disposizione per insegnare o migliorare le capacità degli allievi che praticano con noi lezioni di SUP/SUPSurf. Per maggiori informazioni sui prossimi camp in

programma: www.nikapaddlesurfcamp.com Hai dimostrato con i tuoi risultati di essere tra i più forti atleti al mondo sia nelle distanze sprint sia nelle gare lunghe, dove ti abbiamo visto altrettanto spesso ai vertici. Come ti prepari per affrontare una competizione sprint? Per migliorare le mie performance mi alleno dove capita perché viaggio molto, a Peniche oltre al SUP pratico altri sport come la corsa, bicicletta e lo skate, ma la maggior parte del lavoro la faccio in acqua praticando allenamenti di SUP nelle onde con brevi e lunghe distanze. Sappiamo che oltre alla passione per lo sport hai una grande passione per l’arte. Quanto è importante per un

©Ben_Reed 24


SUPPISTI

©Ben_Reed

atleta avere hobby creativi oltre allo sport? Dipingere ti aiuta nel trovare la concentrazione e a sentire meno la tensione prima di una gara? Negli ultimi anni mi sono dedicato molto allo sport e non ho avuto tempo da dedicare alla pittura, di certo dipingere quadri mi rilassa molto, ma non è questo che mi fa stare calmo prima di una competizione. Come già detto il 2019 è stato un anno molto importante per te e ti ha consacrato ormai tra i più forti al mondo. Cosa ti aspetti dai prossimi anni? Hai alcune gare a cui non hai mai partecipato che ti piacerebbe affrontare e vincere? Ho ancora molto da imparare e tante nuove esperienze mi

aspettano. Sono molto attratto dalle gare europee perciò nei prossimi anni proverò a raggiungere risultati migliori principalmente nell’Euro Tour, ma seguirò anche il campionato APP World Tour. Claudio, grazie davvero molto per il tuo tempo e la tua disponibilità. Come ultima domanda, visto che in questo 2020 inizia un nuovo decennio e che dal 2010 al 2020 il sup è nato e cresciuto molto, vorremmo sapere da te come ti immagini il SUP tra 10 anni? Il SUP promette bene per il futuro, infatti proprio nel 2022 lo vedremo come disciplina alle Olimpiadi giovanili in Senegal e speriamo poi nel 2024 a Parigi. È così che mi immagino il SUP, uno sport così popolare e spettacolare merita di partecipare alle Olimpiadi!

©Ben_Reed

A SX: l’abbraccio fra i grandi rivali dopo la finale Sprint Mondiale - A DX: il primo italiano sul gradino più alto del podio ai Mondiali 25


SUPPISTI

Caterina Stenta APP World Tour Paris

Testo: Caterina Stenta Foto: Cristos Epperson, Ganse Photography

Dopo una lunga stagione di gare tra Eurotour, PWA, ICF in Cina e mondiali ISA a El Salvador, eccomi sull’ultimo aereo della stagione per Parigi Orly il 6 dicembre per l’ultima tappa APP. Ma facciamo un passo indietro. A Parigi arrivo con due settimane di fuoco alle spalle, ma ricche anche di soddisfazioni. 6 gare e 6 lunghe indimenticabili giornate che ci hanno portato sul quarto gradino del podio ai mondiali. Ma il mio momento più bello della ormai passata stagione è stato il podio negli sprint. Ero convinta e motivata, ma sapevo che non sarebbe stato facile, per via del format nuovo tra le onde. Giornate belle, con tutta la squadra, ma anche molto intense. Dopo neanche tre giorni a casa, eccomi di nuovo a caricare le

tavole per ritornare in aeroporto per l’ultima sfida di questa lunga stagione, la mia prima tappa APP. Stanca, parecchio, ma anche motivata e ancora con l’adrenalina dell’ultima gara in corpo. Si inizia con gli sprint, in un format per me nuovo, sprint indoor con vari giri di boa in una spazio abbastanza ristretto. Sono presenti tutte le atlete più forti, non tante, ma tutte fortissime. Faccio del mio meglio, do tutto quello che ho, finisco con uno dei tempi migliori (terzo o quarto), ma purtroppo per via del sistema “man on man heat”, rimango ai quarti di finale e mi fermo al quinto posto. Sono comunque molto contenta dei miei tempi in un campo di gara così competitivo.

SX: Caterina si prepara all’azione a Parigi - DX: Cat in azione durante il particolare format dello sprint indoor di Parigi 26


SUPPISTI Caterina si prepara per la partenza della long distance la mattina presto, quando è ancora buio!

Il giorno dopo c’è la famosa Long Distance sulla Senna, di cui ho sentito tanto parlare, ma a cui ancora non ero riuscita a partecipare. A Parigi sono sistemata con Leo e Claudio, che conoscono già la gara, sanno già come muoversi e mi spiegano un po’ come funziona l’organizzazione. Alle 7 si parte quando è ancora al buio, la mia partenza è stata un disastro, perché ingenuamente aspettavo il classico preavviso prima della partenza, invece da un momento all’altro si parte senza preavviso. Per il prossimo anno so che non bisogna allontanarsi troppo dalla linea di partenza! Dopo una brutta partenza però mi sento bene, recupero qualche posizione e riesco a prendere il secondo treno.

Dopo un po’ di scia, decido di spingere e provare a superare un po’ di avversarie. Così tiro con tutto quello che ho fino alla fine per riuscire ad entrare nella top 5. Piazzamento che riesco a raggiungere e che mi ha dato una buona dose di morale per concludere in crescendo e rimanere motivata per la stagione 2020. Vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine durante questa stagione, le persone che mi hanno supportato, aiutato, fatto il tifo. In particolare gli Amici Nuoto Riva, Cornelia Rigatti e famiglia, la federazione FISW per tutto il supporto e il mio sponsor RRD International. Anche quest’anno ho dato il massimo. Spero sinceramente di non avere deluso nessuno!

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RIVER SUP

SUP1 slalom: buona la prima! Testo: Giovanni Montelli Foto: Nicola Sacco, Mino Nardone

Il 6 luglio 2019 si è svolta a Cassino sul fiume Gari la prima competizione SUP slalom su fiume sotto l’egida della Federazione Italiana Canoa e Kayak (FICK) - comitato sport per tutti-, con il supporto tecnico della Federazione Italiana Canoa turistica (FICT), specialità SUP. Le regole dello slalom sono semplici: Il punteggio viene assegnato sommando il tempo di manche (ogni secondo vale 1 punto) alle eventuali penalità assegnate (2 punti per il tocco di porta e 50 punti per il salto di porta). Il percorso è composto da porte da superare in ordine numerico, di colore verde-bianco e rossobianco, distribuite su un tratto di corso d’acqua di lunghezza compresa fra i 200 e 450 metri. Vince l’atleta che, a fine gara, ha ottenuto il punteggio più basso! A Cassino, sono state poste le condizioni per costruire atleti in grado di competere in future gare slalom, soprattutto formando giovani atleti che possano poi partecipare a gare internazionali similari, organizzate nei vari festival outdoor (Francia, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Germania, ma non solo). Quindi un imperdibile weekend di grande sport d’acqua dal sapore europeo, dove la “pagaia” ha dominato l’acqua limitrofa ad un luogo storico: il ponte delle quattro battaglie, teatro di scontri nella seconda guerra mondiale e prima ancora luogo di transito di navi romane dirette al porto di Cassino che risalivano dal mare prima il Garigliano e poi il Gari! 28

Inoltre, grazie all’esperienza, organizzazione e supporto del Cassino Adventure, che ha garantito una manifestazione di prim’ordine, il divertimento non è mancato per tutti gli atleti coinvolti a vario titolo nella manifestazione. Il livello d’acqua del Gari è stato ottimale, garantendo passaggi di assoluto spessore tecnico! Una doppia corrente centrale con morta, dopo la difficile rapida WW III, ha garantito errori a volontà! Difficoltà per tutti, sia per la gara interregionale di K1 e C1, che ha visto sfidarsi oltre 100 atleti molti dei quali under 18, sia per il SUP1, con un numero di atleti di poco superiore a… 10. La scelta dell’organizzazione è stata semplice e presto fatta: dieci porte, di cui tre rosse, per garantire fluidità e divertimento! Le regole? ovviamente come sopra scritto, quelle della C1 e K1! Distanza 400 metri! Tutto il resto è stato un gioco da ragazzi! E proprio i ragazzi hanno dominato la scena della competizione! A iniziare dal Campione europeo della Repubblica Ceca, Honza Rott, che non voleva mancare a questo importante primo appuntamento essendo anche lui un atleta ICF (international Canoa Federation, ove la FICK è inserita) e fiero di poter supportare la manifestazione con la sua esperienza e mettendo a disposizione tavole TAMBO CORE più idonee al tipo di competizione. Infatti, rispetto alle normali tavole da fiume è preferibile una larghezza leggermente inferiore ed un prua più stretta per manovrare più rapidamente tra le porte.


RIVER SUP

Il campione è “sceso in campo” in prima persona nella fase di “training”,durante la quale ha insegnato agli atleti come affrontare le porte, sfruttare il controcorrente, fare traghetti rapidamente e muoversi con agilità sulla tavola! Lo slalom con il SUP ha regalato momenti entusiasmanti, soprattutto nella bellissima rapida finale! Tanti hanno fatto la fase training, registrando lunghe attese per scendere i fatidici 400 mt, purtroppo in meno hanno poi voluto cimentarsi nella gara, ma chi ha rinunciato si è pentito ed è pronto per la prossima sfida slalom! Una squadretta di 10 atleti è pronta a dare battaglia in ogni

campo di gara, e questo è il risultato confortante! Per la cronaca, la prima classificata è stata Elena Perali, con tavola BIC e premiata dal campione Honza Rott! Ma non hanno sfigurato Federico Montelli, classe 2006 e giunto secondo su tavola TAMBO CORE, e Stefano Marangoni, su tavola TAMBO BOOF (un interessante prototipo portato da Honza Rott che ha una sola pinna centrale retrattile). sicuramente con il supporto tecnico della FICT, questo tipo di confronto su fiume in rapida potrà diventare un must anche dalle nostre parti!! e, infine, giustamente... Grazie Cassino Adventure!!!

Il Gari ha fornito ottime condizioni e garantito spettacolo e tanto divertimento a tutti i partecipanti

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EVENTI SUP

Ombelico del Mondo Sup-Race

Testo: Vincenzo Michelucci Foto: Water Experience

Domenica 29 settembre è andata in scena la prima edizione della Ombelico del Mondo SUP Race, gara di SUP organizzata dalla dinamica scuola SUP palermitana Water Experience. La manifestazione è stata un successo, e il numero di partecipanti è stato a dir poco inaspettato, dal momento che alla gara hanno preso parte anche ragazzi e bambini, provenienti dalla Sicilia e non solo! Ma visto il contesto in cui si è svolta, ovvero la meravigliosa baia di Mondello a Palermo, e l’entusiasmo che è capace di generare questo sport, non poteva essere diversamente! È stata una giornata di festa dello sport, anche grazie al generoso

Quelli della Ombelico del Mondo SUP Race 30

impegno degli sponsor, e Water Experience è stata entusiasta di essere riuscita ad avere una bella partecipazione di bambini fra i 9 e i 12 anni. Partenza alle ore 11.00 dalla spiaggia, 3 giri di boa per la categoria Elite e 1 per la categoria Elite junior e amatoriale. In totale gli atleti erano 38, suddivisi per le seguenti categorie: Elite maschile 16 partecipanti (5,5 km): 1. Fabrizio Cimino - 2. Giulio Scariolo - 3. Ivan Scimonelli - Elite femminile 4 partecipanti (5,5 km): 1. Elisa Favara - 2. Anne-Marie Napolitano - 3. Katerina Babikova Elite Junior 4 partecipanti (2 km): 1. Adriano La Monica - 2. Gabriele


EVENTI SUP

Sopra: tutti attenti, c’è lo Skippers’ Meeting! - Sotto: Pronti, partenza, via! Giacalone - 3. Francesco Paolo Puma - Amatoriale maschile 9 partecipanti (2 km): 1. Carlo Grande - 2. Gioele Vitagliano - 3. Giuseppe Nocentini - Amatoriale femminile 5 partecipanti (2 km): 1. Naiara Martinez - 2. Alessandra Sapienza - 3. Fabiana Ragusa.

Water Experience insieme allo Yatch Club Lakkios si sta impegnando a creare un circuito regionale sup-race per l’anno 2020, del quale ovviamente vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

Sopra: partenza e gara degli amatori in un contesto paradisiaco - Sotto: arrivo in volata della categoria Elite (SX) e Amatoriale (DX)

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EVENTI SUP

Boot Düsseldorf 2020 Anche quest’anno è andata in onda la kermesse dei boardsports ospitata all’interno del Boot di Dusseldorf. Parecchie le aziende presenti, come sempre, e parecchi anche i personaggi e l’azione suppistica… Il Boot di Dusseldorf ha festeggiato la sua 51° edizione alla sua maniera: con 93 aziende provenienti da 17 paesi che hanno esibito i propri prodotti nel padiglione 8A e un afflusso complessivo di 250.000 persone che hanno visitato la fiera nell’arco dei 9 giorni della manifestazione. Florian Brunner, organizzatore e Ceo della APM Marketing ha detto: “Questa è stata la miglior edizione degli ultimi anni! I visitatori hanno potuto avere un riscontro diretto di quanto sia ancora forte e vivace la scena dei board sports! Senza contare tutta l’azione e l’infotainment (l’intrattenimento informativo) a cui hanno potuto assistere in prossimità della spettacolare piscina THE WAVE by citywave® Ma una delle chiavi del successo di questa edizione è stata anche l’ampia gamma di offerta per i beginners, come la Surf Academy organizzata dalla VDWS in collaborazione con la rivista Surf Magazine. Gli highlight del vivace padiglione 8A hanno incluso anche le gare fra le guest star del SUP internazionale e i migliori rider nazionali, che hanno dato prova delle loro abilità nella grande piscina con acqua piatta, così come nel Wave Pool. Anche i visitatori hanno potuto mettere alla prova il proprio talento sotto l’attento sguardo dei Pro. 32

THE WAVE by citywave®, che con i suoi 20.000 litri di acqua al secondo genera l’onda statica più popolare e divertente del mondo, è stata un po’ l’ombelico di tutta l’azione. Nell’arco dei 9 giorni di apertura, tutti gli ospiti che sono venuti in visita la Boot si sono messi lla prova su quest’onda. Fra le altre guest star che hanno fatto brillare il boot, è entrato in acqua anche il candidato olimpico teutonico Leon Glatzer, che ha detto: “Sono qui per promuovere il nostro meravilgioso sport, surfare l’onda e incontrare qualche vecchio amico. Sembra che al Boot di Dusseldorf ci siano davvero tutti!” Anche alcuni giganti come il 42 volte campione del mondo Bjorn Dunkerbeck e Karin Jaggi (la windsurfista più vincente di tutti i tempi) sono stati capaci di ispirare la folla La domenica conclusiva il SUP è entrato nel vivo, con la fuoriclasse americana Fiona Wylde che ha vinto la gara sull’onda davanti a Paulina Herpel e Rosina Neuerer, mentre fra gli uomini Zane “Zaniac” Schweitzer che si è imposto sul diciannovenne danese Christian Andersen e all’esperto tedesco Carsten Kurmis, che a 52 anni si è fatto davvero un nel regalo salendo sul terzo gradino del podio. Fiona Wylde ha dichiarato: “E’ davvero impressionante quanta passione ci sia per i surf sport in questo padiglione!”Zane Schweitzer invece ha ringraziato la folla dicendo:”E’ il vostro amore per il surf che mi riporta tutti gli anni a Dusseldorf per visitare il Boot!” .


EVENTI SUP

Sopra: il pubblico è il grande protagonista al Boot - Sotto: il vichingo Christian Andersen da spettacolo durante i Short Track Masters

Sopra Zane Schweitzer e Fiona Wylde vincono le rispettive categorie - Sotto: anche la local Paulina Herpel ha dato speccacolo

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SUP TECH

Sup Surfboard Shaping Design

Testo di Fabio Giacomini - Foto David Nisbet

Tavola artigianale o di serie?

Pro e contro dell’uno o l’altro tipo di tavola Nei due precedenti articoli di questa serie, il nostro saper di fiducia Fabio Giacomini ci ha accompagnato prima in una panoramica sull’evoluzione del SUP e dei suoi shape dal 2007 ai giorni nostri, e poi nelle diverse tipologie di materiali e di costruzione delle tavole generalmente disponibili sul mercato. Questa volta affronteremo nuove considerazioni che è bene porsi prima dell’acquisto del nostro prossimo oggetto dei desideri.

resistenti. Credo, dopo anni e anni di prototipi e test, di essere riuscito a raggiungere oggi il mio obiettivo grazie anche all’utilizzo di materiali innovativi e all’avanguardia. A fronte quindi di questa iniziale riflessione, vi esporrò nel seguente articolo le differenti motivazioni nello scegliere di comprare una tavola artigianale oppure una di serie, usando come mio riferimento le esigenze di un utente medio, cioè un praticante che ha una minima competenza dello sport e del prodotto in genere.

Coloro che hanno avuto modo di leggere il mio precedente articolo avranno sicuramente notato la notevole differenza di costruzione e dei materiali scelti per le tavole prodotte in serie rispetto a quelle artigianali. Di solito in produzioni di serie si predilige una costruzione robusta della tavola, che ovviamente può andare a discapito delle prestazioni, dovute alle minori proprietà meccaniche (flessibilità) dei materiali utilizzati, al contrario delle tavole artigianali, nelle quali si va alla ricerca dell’esaltazione della performance tecnica, facendo scivolare la robustezza in secondo piano. Per quanto mi riguarda, però, devo dire che ho comunque sempre puntato a produrre tavole artigianali leggere e flessibili, ma anche

L’Italia, come sappiamo tutti, si trova al centro di un bacino che è abbastanza avaro di onde rispetto agli oceani, soprattutto quelle di dimensioni rilevanti, che sono scarsamente presenti sulle nostre coste, se non in concomitanza di (rari) fenomeni meteomarini. Di questo aspetto marino ce ne siamo fatti ormai tutti una ragione! Oltre a questo, dobbiamo aggiungere che almeno per tre mesi l’anno il clima rigido non invita i simpatizzanti alla pratica di sport acquatici. Pertanto le attività marine nel nostro paese, sono state sempre viste da molti praticanti più come un passatempo o attività ludica da praticare durante le vacanze estive o comunque nei mesi più caldi, piuttosto che una vera e propria pratica sportiva. Il numero dei praticanti reali di questa disciplina lo si può dedurre con relativa facilità frequentando

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SUP TECH 2 - Una piccola parte dei praticanti totali ha invece un livello tecnico più elevato, e quindi maggior competenza della pratica e del mezzo. All’interno di questo già piccolo gruppo, solo un esiguo numero di loro, interpreta il surfing propriamente come attività sportiva, mentre la maggior parte di questi atleti si dedica di fatto, quando possibile, anche alle competizioni agonistiche. Sicuramente questi due gruppi così differenti tra loro, faranno scelte differenti anche per quello che riguarda un eventuale acquisto della tavola personale. Discorso a parte invece per gli atleti. Ovviamente gli utenti della fascia entry level saranno quelli più esposti a essere influenzati durante l’acquisto. Di solito consigli di amici praticanti, grafica della tavola, prezzo e immagine del prodotto (commercialmente parlando), fanno la differenza nella scelta. Credo quindi, questa mia riflessione personale possa servire anche a chi in futuro vorrebbe acquistare una tavola autonomamente prendendo in considerazione degli aspetti magari poco noti a molti che andrò qui di seguito a descrivere. Analizziamo quindi le specifiche che tavole di serie e artigianali possiedono in positivo o negativo: Tavole pronte per la test session

gli spot italiani durante il periodo invernale. Basta semplicemente contare le persone. Diciamo circa il 70% - 80% in meno che nella stagione estiva, periodo dell’anno durante il quale il mare diventa per molti appassionati, fonte di attrazione e appunto di attività ricreativa. Quindi in sostanza sono presenti nel nostro paese due categorie di praticanti su tavola: - la prima rappresenta la maggior parte dei praticanti, che utilizza il SUP come passatempo soprattutto nei mesi estivi, durante i quali tende a frequentare l’ambiente marino; - la seconda rappresenta una piccola parte dei praticanti, che invece pratica costantemente e con regolarità la disciplina sportiva tutto l’anno. Anche all’interno di questo seconda categoria di praticanti assidui, troviamo comunque una buona parte di rider che non ha un vero e proprio approccio sportivo, basato su un allenamento costante che punti al miglioramento della propria tecnica. E questo dato secondo il mio punto di vista è fondamentale, perché spiega molte cose all’interno del nostro settore. 1 - In Italia la maggior parte dei praticanti sono degli “entry level”, posseggono quindi una scarsa informazione sulla pratica di questo sport e delle caratteristiche tecniche che una tavola dovrebbe possedere per svolgere al meglio questa attività sportiva.

RICERCA, DESIGN/COSTRUZIONE, PRESTAZIONI, IMMAGINE, CUSTOMER CARE E PREZZO. RICERCA Personalmente credo che la ricerca giochi forse il ruolo più importante nella produzione di una surfboard. Stabilire quale sia il design giusto per il mercato rispetto alle richieste della clientela e alle prestazioni, scegliere i materiali secondo noi più adatti al prodotto che vogliamo proporre, non è un compito semplice da svolgere. Il risultato positivo si basa sulla capacità di avere a disposizione tre fattori fondamentali: esperienza, tempo e ovviamente risorse economiche. Proprio per questo motivo in un mercato così affollato di prodotti e di venditori, produttori, quindi con un’offerta praticamente illimitata, bisogna sin da subito cercare nella direzione giusta il miglior prodotto. Scarterei quindi a priori tutte quelle ditte produttrici che abbiano un’esperienza nel settore scarsamente documentata e/o che siano presenti da pochi anni, così come quelle artigianali o di serie con brand name neonati, le quali spesso celano artigiani con scarsa competenza o peggio ancora produzioni asiatiche, entrambi poco affidabili per il mio punto di vista. Tempo e denaro sono due cose che non vanno di pari passo, di solito o si ha una o l’altra. Il tempo però è fondamentale oltre che per soddisfare gli ordini anche per produrre prototipi che vanno poi testati in acqua. Il denaro andrà invece a sovvenzionare la produzione, ma una parte di questo anche per realizzare prototipi e test in acqua. Le grandi e medie ditte produttrici, impegnate a misurarsi 35


SUP TECH quotidianamente nel mercato globale, sempre più frenetico e affollato, cercano di battere la concorrenza proprio sul tempo, presentando periodicamente nuovi modelli alla clientela e cercando di farlo prima degli altri. Appunto per questo motivo, non di poco conto, credo il tempo sia per loro molto limitato e concentrato solamente sulla produzione per raggiungere determinati budget e target. Vi è mai capitato di vedere sui cataloghi di grossi distributori modelli presentati come la novità del mercato e magari dopo solo un anno non sono più in catalogo o vengono sostituti da qualcosa di totalmente differente dal precedente modello? Voi come la interpretereste questa situazione? L’artigiano che opera da decenni nel settore e ha accumulato negli anni un’enorme esperienza, dedica sicuramente risorse economiche e tempi idonei nella giusta misura per ottenere un prodotto di qualità e prestazione al top per la fascia di utente prescelta, perché’ la sua professione è più una missione piuttosto che, un modo per cercare di fare incassi elevati. I suoi modelli di tavole in catalogo sicuramente sono “pochi ma buoni”, vengono perfezionati e presentati solo dopo anni di test, partendo dai design, per poi passare ai materiali e infine alle prestazioni su onda. Non c’è assolutamente fretta di presentare un nuovo modello, perché quello attuale è già al top, e un progetto all’avanguardia non può essere stravolto nel giro di un paio di stagioni, e nemmeno per presentare una grafica differente dalla precedente perché magari più di tendenza, cosa che invece avviene quasi sistematicamente nelle produzioni di serie che ogni anno devono presentare un catalogo completamente rinnovato.

In linea di massima, l’artigiano (anche per una pura questione di tempo fisico e quindi di capacità produttiva, ndr) non ambisce a produrre in quantità, ma a proporre invece un modello di nicchia di solito in produzione limitata, che sia però quello ideale per la fascia di utenti dedicata. Anche perché spesso il rapporto col cliente è diretto, e quindi la soddisfazione del cliente rappresenta la prima ricompensa e la prima pubblicità per il proprio lavoro. DESIGN/COSTRUZIONE Il design e tipo di costruzione della tavola, come già ampiamente accennato nel mio primo articolo di questo anno sono condizionati dalle caratteristiche che si vogliano esaltare in fase progettuale. Nel caso del sup surfing c’è chi sceglie di prediligere (di solito produttori di tavole di serie) la stabilità e la robustezza della tavola limitandosi quindi nella visione della performance e nella scelta dei materiali finalizzati solamente a ottenere robustezza in senso assoluto. L’artigiano invece, ha la possibilità di produrre, spaziando a 360 gradi e in tutte le direzioni di produzione che la sua professionalità gli permette. Volendo, potrebbe sia sviluppare e produrre una linea con modelli stabili e resistenti, ma anche (come solitamente accade), produrre tavole high performance, la massima espressione del prodotto in acqua. PRESTAZIONI Le reali prestazioni della tavola spesso non sono, come già detto, una priorità assoluta per le aziende, le quali puntano ad alte produzioni e a vendere a quella massa di praticanti entry level, come nel caso dell’Italia e di molti altri paesi. Orientano quindi il proprio prodotto a prestazioni piuttosto conservative, permettendo però a quei

Fabio in azione in una session Progressive SUP surfing con la sua tavola disegnata sulle sue caratteristiche fisiche e tecniche

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SUP TECH principianti di sentirsi appagati dalla loro surfing session e soddisfatti quindi di quella tavola in rapporto ovviamente al loro livello tecnico. Livello tecnico che però non gli permetterà mai di progredire realmente, perché quella comodità e facilità di gestione del mezzo è un prezzo che viene pagato poi in fatto di prestazioni tecniche (scarse). Non è un caso che sia abbastanza facile notare come anche molti atleti professionisti sponsorizzati da grosse aziende utilizzino modelli con grafiche uguali a quelli di serie durante le competizioni internazionali, ma che in realtà sono tavole artigianali prodotte per le loro esigenze fisiche e tecniche. Ultimamente poi il livello tecnico del progressive sup surfing è talmente lievitato che i Pro riescono a essere competitivi solo con tavole veramente estreme prodotte dal proprio shaper di riferimento (magari lo stesso che poi disegna le tavole di serie, ndr). Lo si è visto agli ultimi mondiali ISA e lo si è visto recentemente durante l’APP World Tour. Il prodotto artigianale proprio perché’ lavorato a mano è sicuramente prodotto sulle caratteristiche del cliente/atleta. Questa e’ stata sempre l’arma vincente nel surfing tradizionale. Uno sport che può solo essere praticato con una tavola “ad personam”, one surfer, one board. Siccome è ormai palese che il sup progressive surfing sia identico allo shortboarding tradizionale nella pratica e nella sostanza, personalmente ritengo sia indispensabile dotare ogni praticante della propria tavola ideale, progettata per la sua fascia di utilizzo sia che si tratti di un principiante o un rider avanzato, ma anche considerando la sua struttura fisica e soprattutto il peso che nel sup surfing è un aspetto fondamentale che si contrappone al volume del tavola. Le aziende di serie per come sono strutturate non hanno possibilità di soddisfare custom orders (tranne per gli atleti professionisti) perché rallenterebbe la loro produzione di massa. Credo quindi che quello dei custom orders sia una nicchia di mercato che resterà poco appetibile per i big brand, che per dare scelta all’utente producono tanti modelli di tavole, adatte a differenti condizioni marine, ma in realtà per poter centrare l’obiettivo dovrebbero poter produrre il modello in diverse lunghezze, larghezze, ma soprattutto spessore, in modo da poter dare realmente un’ampia scelta all’utente senza penalizzare le sue caratteristiche fisiche. Ma tutto questo sta diventando sempre più costoso e sempre meno sostenubile dal punto di vista economico. E così alla fine un acquirente sopra o sotto le caratteristiche fisiche monocodificate dalla ditta, resterà praticamente privo di opzioni e non avrà la possibilità di trovare la tavola realmente disegnata per le proprie caratteristiche. In una società globale omologata sembra sempre più evidente si stia cercando di omologare anche le tavole per onda, ma resta un dato di fatto che ogni essere umano continua ad essere ancora unico, esclusivo e diverso dall’altro, con esigenze personali differenti.

Fabio Giacomini pronto a iniziare un nuovo custom

IMMAGINE Il costruttore artigianale ovviamente ha un’immagine molto più limitata e di nicchia rispetto alla grande azienda. Sotto questo aspetto, sicuramente le risorse economiche fanno la differenza. La grande azienda può infatti investire su: atleti, campagne pubblicitarie e tanti altri mezzi che il marketing offre loro e sicuramente non alla portata dell’artigiano che vuole consegnare qualità invece che quantità. Se facesse anch’egli tale ingente investimento, probabilmente sarebbe poi destinato al fallimento. In sostanza le aziende hanno maggior appeal sul mercato e sulla clientela al contrario dell’artigiano, parlando di immagine del prodotto a livello pubblicitario e commerciale. Possiamo quindi affermare che quello che realmente viene venduto al cliente sia appunto l’immagine anziché’il prodotto stesso. Bisogna comunque far presente che questa strategia di vendita è pur sempre per loro un grande punto a favore considerando anche i risultati in pezzi venduti. CUSTOMER CARE Non vorrei tralasciare un aspetto veramente importante e cioè l’assistenza sul prodotto acquistato. In questa società dove ormai si fa’ shopping online senza neanche sapere che aspetto abbia il venditore, figuriamoci se avessimo bisogno di qualcosa dopo l’acquisto cosa potremmo ottenere, soprattutto per degli articoli come questi che 37


SUP TECH

Allenamento e tecnica, il segreto per il take off su una tavola Progressive SUP Surfing

non costano pochi euro. Le aziende di solito si avvalgono di operatori telefonici od online per dare assistenza, ma il personale è poco competente tecnicamente. La produzione artigianale da surf o sup che si voglia, ha invece nel customer care un punto di forza. Sin dal momento dell’idea di acquisto da parte del cliente, lo shaper che è anche progettista e produttore avvia questi attraverso un percorso creativo della tavola facendogli seguire i vari step di produzione. In realtà poi anche dopo la finalizzazione dell’acquisto avverrà uno scambio di informazioni con il cliente per avere la certezza da parte del produttore riguardo la soddisfazione dell’acquirente. Il rapporto tra shaper e cliente va oltre il semplice e freddo rapporto commerciale, è una fidelizzazione fiduciaria con il creatore più che con il prodotto. Personalmente ho sempre dato molta importanza al customer care e desidero sempre avere qualunque tipo di feedback dai miei clienti, anche a distanza di molti anni da quando hanno acquistato una mia tavola. PREZZO Ovviamente anche il prezzo è un fattore determinante in fase di scelta e poi di acquisto. Nel settore degli sport acquatici si è data sempre molta importanza al termine “tecnologia”, che però a mio avviso nel caso di produzioni di tavole di serie, risulta essere una mera e semplice descrizione di un processo di lavorazione semi industriale, di una tavola, niente di particolarmente tecncologico secondo me. 38

Sembrerebbe quindi che una tavola prodotta con macchinari per produzioni industriali sia qualitativamente migliore di qualsiasi altra ed anche di un prodotto lavorato tutto a mano. Queste in sostanza le motivazioni al prezzo finale di un sup surfboard di serie che nella fascia top supera i 2000 euro. Sono ovviamente punti di vista. Per quanto io ne sappia in qualunque settore venga prodotto, l’oggetto artigianale è sinonimo di esperienza, qualità e affidabilità certificata dall’autore manuale del prodotto stesso, che possiede tra l’altro come garanzia un nome e un cognome, non solo un brand name logo. Il prezzo finale del prodotto artigianale, comparando sempre un top di gamma, è nettamente inferiore e non supera i 1500 Euro. Questa sembra davvero una strana anomalia di mercato. Secondo il mio punto di vista, penso di aver elencato le principali e sostanziali differenze esistenti tra un prodotto costruito a mano da un artigiano di esperienza, con quello di serie. Le considerazioni ovviamente sono mie e personali, si può essere d’accordo oppure no, trovare le mie argomentazioni giuste o sbagliate, per carità. A voi la decisione in merito. Mi auguro solo, che tutti questi ragionamenti possano essere delle ulteriori informazioni che l’utente soprattutto al primo approccio con un acquisto, avrà in memoria assieme a tutte quelle che gli verranno fornite: da amici praticanti, operatori di settore, promoter, influencer, google o quant’altro.


INSIDER #11

Insider trading Testo: The Insider

Fall & Winter action! Anche quest’anno non sono mancati i suppisti che giocavano con le boe all’ombra della Statua della Libertà!

New York Sup Open La seconda tappa di APP World Tour ha fatto scalo nella Grande Mela con le competizioni Sup Wave e Sup Race. Grande Prova nel wave del brasiliano Luiz Diniz e della colombiana Izzi Gomez, che si sono portati a casa l’oro di giornata. Nel race le sprint sono state dominate dal danese Casper Steinfath, uno specialista nelle brevi distanze, e dall’americana Sey Chelle. La spettacolare long distance con il giro di boa sotto la statua della libertà ha visto trionfare il francese Arthur Arutkin e l’america April Zilg che hanno così portato a casa la vittoria nella classifica combinata. ICF World Sup Cup Incredibile quanto successo in Germania, più precisamente a Scharbeutz, per la ICF Sup World Cup, valida come gara finale del Grand Slam Euro Tour 2019. La competizione che prevedeva un percorso di 7km con 25 giri di boa è stata vinta da Michael Booth e Fiona Wylde che solo il giorno prima erano impegnati nella gara di New York Sup Open. I due atleti hanno preso un aereo il sabato pomeriggio dalla Grande Mela, si sono presentati sulla linea di partenza la domenica pomeriggio sulla spiaggia tedesca e hanno portato a casa il miglior risultato possibile. Dietro di loro secondo posto per il brasiliano Vinnicius Martins e la tedesca Sonni Honscheid, terza piazza per l’ungherese Bruno Hasulyo e la francese Olivia Piana. Top ten per i nostri Claudio Nika nono, Leonard Nika decimo e Caterina Stenta decima. Il giorno prima, nella sprint race, argento per Davide Ionico dietro al tedesco Ole Schwarz.

Sup 11 City Tour Giunta ormai alla sua undicesima edizione, la Sup 11 City Tour che si tiene nel cuore della regione Frisia in Olanda, ha visto ancora una volta tantissimi partecipanti che hanno sfidato la fatica per questa classica ultra marathon di 220 km suddivisa in cinque giorni. Il campionissimo Bruno Hasulyo, ha centrato la sua terza vittoria in questa gara, mantenendo il titolo in casa per un altro anno. La brasiliana Lena Ribeiro ha fatto lo stesso al femminile. Tra gli uomini sfida accesissima per il secondo posto, che ha visto prevalere il local Joep Van Bakel davanti al duo italiano formato da Martino Rogai, che per la terza volta ha chiuso sul podio questa competizione, e Paolo Marconi, che alla sua prima presenza in questa gara ha fatto vedere che nei prossimi anni può insidiare il titolo di Bruno. Tra le ragazze medaglia d’argento per Petronella Van Malsen, beniamina di casa, e per la tedesca Tanja Ecker. Oristano Open Water Challenge Il primo weekend di gare della X edizione dell’Open Water Challenge prevedeva le gare di Sup, di cui la long Distance valida per l’Euro Tour 2019. Si è chiuso con la vittoria di Bruno Hasulyo, fresco vincitore della Sup 11 City Tour, e della francese Olivia Piana. La prova, lunga 14 km, è partita da San Giovanni in Sinis ed ha costeggia l’antico insediamento (ora sito archeologico) di Tharros, un anfiteatro naturale affacciato sul mare e delimitato dall’istmo di Capo San Marco, per concludersi a Torregrande. Hasulyo, campione del mondo nel 2017, ha vinto la prova davanti al secondo classificato, 39


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A sinistra: Bruno Hasulio protagonista anche all’OWC - a destra: Olivia Piana ha dominato fa le donne

Paolo Marconi e al terzo, Martino Rogai. Nella categoria femminile, vittoria della francese Olivia Piana, campionessa del Mondo nel 2018, che si è messa dietro le locali Simona Porta e Paola Chessa. Gli amatori hanno invece affrontato la Tharros Cruise, prova di 8 km, che ha visto vincere al maschile Alex Indragoli e al femminile Nathalie De Clercq. Le prove della domenica sono arrivate al termine di un weekend interamente dedicato allo Stand Up Paddle, con i SUP Clinics di Bruno Hasulyo e Oliva Piana e, nella giornata del sabato, la Sprint Race e la Crono Team Race aperta a Pro Rider ed amatori. Quest’ultimo format, totalmente innovativo, ha visto la vittoria del Team formato da Bruno Hasulyo, Martino Rogai e Paolo Marconi. Secondi classificati, Filippo Alberti, Francesco Mazzei e Riccardo Rossi. Terzi, Olivia Piana, Daniele Concas e Giuseppe Carboni. Nella prova Sprint, vittoria nella classifica assoluta maschile, di Paolo Marconi su Bruno Hasulyo e Riccardo Rossi. Oro di Olivia Piana tra le donne, seguita da Paola Chessa e Simona Atzori. Assoluti Italian Sup League - Senigallia. Un weekend incredibile al club nautico di Senigallia per la due giorni degli Assoluti Italian SUP League. Il meteo sempre incerto non ha certo aiutato ma le parole d’ordine del weekend ISL sono state “divertimento”, “agonismo” e “#plasticisover” uno slogan adottato cercando di ridurre al minimo gli sprechi e l’abuso di

plastica a cominciare dal pacco gara fatto con materiali di riciclo e dall’abolizione delle bottiglie di plastica in favore di una borraccia in acciaio (regalo ad ogni partecipante) che poteva essere riempita gratuitamente con acqua ionizzata ed alcalina. Il sabato sera dopo la riunione delle associazioni presenti, una cena tutti insieme e a seguire l’estrazione tanto attesa del sup Reptile 14 piedi, che è andato in Sicilia pronto per l’Ortigia SUP Race di Novembre. Alla domenica una leggera pioggerellina ed un venticello teso hanno accompagnato gli atleti in una beach race molto articolata con virate, passaggi in spiaggia e tratti di downwind. Un percorso molto tecnico che ha portato a molti sorpassi nella classifica combinata, ma non nelle primissime posizioni che sono rimaste invariate con Filippo Mercuriali e Sara Oddera che si sono laureati campioni 2019. Per dovere di cronaca è stata Valentina Brogi a vincere la beach race, ma nel conto dei punteggi valeva di più la cronosup. Il titolo a squadre va invece alla Romagna Paddle Surf seguita da Toscana surfing e Delta SUP. FISW - EWS SUP RACE La seconda edizione della EWS Sup Race si è disputata IL 29 settembre sulla Spiaggia di Procchio all’Isola d’Elba e ha visto moltissimi partecipanti prendere parte a questa gara organizzata

A sinistra: alcuni dei protagonisti agli Assoluti ISL Senigallia- A destra: Riccardo Rossi suona per primo la campana all’EWS SUP Race di Procchio 40


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Lo spettacolare scenario della Trasimeno SUP Marathon

da Toscana Surfing all’interno del campionato promozionale FISW. La competizione prevedeva un percorso di 4km per gli amatori e 12km per gli agonisti, con una spettacolare partenza dalla spiaggia e un giro di boa emozionante intorno all’Isola Paolina. Il piombinese Riccardo Rossi si è aggiudicato la classifica 14’overall conquistandosi così il titolo di King of The Island. Dietro di lui il romano Gianluca Gafforio ed il cecinese Andrea Sozzi hanno completato il podio. Negli adaptive Simone Mazzanti ha tagliato per primo il traguardo dando ancora una volta dimostrazione di grande forza nell’affrontare a suon di pagaiate il mare dell’Elba. Tra gli amatori maschile si è aggiudicato la gara Matteo Toncelli, davanti a Nicola Falorni e Andrea Zilio, mentre al femminile il podio è stato completato da Sara Capaccioli, Anna Cavallo e Simona Bartalucci. Menzione speciale alla giovane promessa Pietro Cavicchioli che a soli 7 anni ha disputato la sua prima gara portando a casa la medaglia d’oro. Tra gli Junior hanno completato il podio Filippo Alberti e Alberto Casella dietro al vincitore assoluto Riccardo Rossi. ISL - Windfestival Diano Marina Pienamente soddisfatti gli organizzatori Valter Scotto e Andrea Ippolito per l’ottava edizione del Windfestival andato in scena il 5 e 6 ottobre a Diano Marina. “Quest’anno, oltre agli action sport acquatici come windsurf, surf, stand up paddle e kitesurf, abbiamo voluto sviluppare un’area più vasta all’interno del centro cittadino dedicata anche agli sport urbani come skate, bmx, parkour e mountain bike e inoltre, grazie alla collaborazione delle associazioni locali, abbiamo aggiunto discipline più classiche come vela, calcio, arti marziali e pallavolo. È stata una scelta indovinata che ha arricchito la manifestazione con nuovi contenuti particolarmente

apprezzati dal pubblico. Siamo felici per i risultati, ogni anno arriva a Diano Marina un numero sempre crescente di appassionati anche in virtù del sostegno di molti espositori e sponsor che sono parte integrante per la buona riuscita dell’evento.” Nella gara di Sup, il toscano Martino Rogai si è aggiudicato la classifica combinata pagaiando su una tavola 14’ gonfiabile, grazie ad un primo posto nelle sprint ed un secondo posto nella long distance. In seconda posizione si è classificato Reza Nasiri che ha vinto la gara long distance. Terza piazza parimerito per Diego Rogai e Oscar Violet. Al femminile Cecilia Pampinella ha messo in riga tutte le sue avversarie nonostante la sua giovanissima età. Secondo posto per la local Sara Oddera. ISL - Trasimeno SUP Marathon Si è svolta il 13 ottobre a Passignano sul Trasimeno la quinta edizione della Trasimeno Sup Marathon, con 40 atleti giunti da tutta Italia per quella che è considerata l’ultra distance del sup nostrano, nonché la gara più lunga del circuito Italian SUP League. Il format gara prevedeva la 40 km, 20 km, 20 km a staffetta e 5 Km amatori. La maggior parte degli atleti si sono concentrati sulla mezza maratona col suo percorso di “soli” 20 km. Solo 3 atleti si sono cimentati sulla durissima distanza di 40 Km, ma le loro gesta sono bastate a mantenere inalterato il fascino di questa super competizione. L’avvio di gara ventoso e un po’ choppato ha reso la prima parte della Marathon parecchio impegnativa, ma per fortuna le condizioni meteo sono migliorate fino ad una condizione ideale di flat water tipica del lago umbro. A vincere la 40 km è stato Reza Nasiri davanti ad un fortissimo Francesco Mazzei e all’inossidabile Paolo Marcheselli. Nella 20 km maschile si è imposto Andrea Zaves 41


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In condizioni al limite dell’impossibile, il vichingo Casper Steinfath conquista la sua seconda vittoria al Red Bull Heavy Water di San Francisco

su Giorgio Magi, terzo Andrea Sozzi, mentre nella 20 km femminile ha vinto Romina Mariotto davanti a Valentina Lodo e alla local Vira Lemekha. Nella 20 km staffetta ha vinto la coppia MandoloniMereu per soli 13 sec sulla coppia Gafforio-Bottausci, terza la coppia Padovani-Desimone. APP - Red Bull Heavy Waters, San Francisco, California Nebbia fitta e onde gigantesche per la terza edizione del Red Bull Heavy Water a San Francisco, la gara di sup più hardcore dell’intero panorama e anche l’evento singolo con il montepremi più alto della storia, pari a 75.000 dollari! Naturalmente lo spettacolo non è mancato, così come le tante storie da raccontare. Epica la frase all’arrivo del vincitore, il “Vichingo” Casper Steinfath che dopo aver difeso il suo titolo vinto nel 2017 ha iniziato l’intervista con queste parole “I was so scared!” (Ero così spaventato!). Casper ha concluso ancora una volta in maniera eccezionale questa competizione, soprattutto nella parte più tecnica sulla spiaggia di Ocean Beach dove la visibilità era ridotta quasi a zero. Al femminile l’australiana Terrene Black ha chiuso in prima posizione questa storica edizione inaugurale del Red Bull Heavy Water per le ragazze. Tuttavia Terrene non è riuscita a tagliare il traguardo, ma è l’unica atleta che si trovava ancora in 42

acqua quando il race director ha interrotto la competizione per la scarsa visibilità. Pochi minuti prima la troupe televisiva che seguiva l’evento aveva perfino perso un costosissimo drone tra la nebbia fitta. Per capire la difficoltà di questa gara basta vedere l’ordine di arrivo sia maschile che femminile, con solo otto atleti uomini che hanno effettivamente concluso tutta la competizione. Il francese Arthur Arutkin si è posizionato al secondo posto, mentre in terza posizione si è piazzato l’hawaiano Mo Freitas. ISL - Firenze SUP GP - Firenze l 20 ottobre si é tenuta presso la Canottieri Comunali Firenze la Firenze Sup Race, gara valida per il circuito Italian Sup League. Erano presenti circa una trentina di iscritti che sono stati baciati da una tiepida giornata autunnale tipica del capoluogo toscano e da una calorosa organizzazione altrettanto usuale da queste parti. Verso le 11 il race director Tommaso Pucci, storico organizzatore e fondatore della gara internazionale Florence Paddle Games, ha dato il via agli atleti che hanno sfilato sulle argentee acque dell’Arno. Il percorso prevedeva 10 km per i professionisti e 5 km per gli amatori. La gara ha parlato romano al maschile con Tommaso Pampinella e Reza Nasiri ingaggiati fin da subito. Alla fine l’ha spuntata Reza Nasiri che é stato incoronato campione della Firenze Sup Race davanti a


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Mondiali ICF Quingdao - SX: partenza della long distance - DX: Paolo Marconi conquista l’oro nella categoria gonfiabili

Mondiali ICF Quingdao - SX: skyline della technical race - DX: il Team azzurro con Paolo Marconi, Martino Rogai, Caterina Stenta, Claudio e Leonard Nika

Tommaso Pampinella e Andrea Zaves. Al femminile ottima prova anche per la giovane Chiara Nordio che ha vinto la competizione davanti ad una solida Cecilia Pampinella, giovanissima promessa di Civitavecchia. Tra gli amatori Alex Indragoli dalla Sardegna non ha dato scampo ai suoi contendenti e si é immolato come campione della Firenze Sup Race 2019. ICF - SUP WORLD CHAMPIONSHIP, Quingdao, Cina Si è tenuto dal 24 al 27 ottobre a Quingdao, in Cina, il primo Mondiale SUP Assoluto organizzato dalla Federazione Internazionale di Canoa (ICF) che ha visto circa 250 atleti provenienti da più di 50 nazioni prendere il via. La manifestazione riguardava solo il Sup race e i numeri fanno capire l’attenzione che la Federazione Internazionale Canoa sta dando a questa disciplina considerata molto affine agli sport canoistici. Le emozioni in acqua non sono mancate, a partire dalla gara long distance di 20 km che ha visto il campionissimo australiano Michael Booth trionfare davanti al terribile duo ungherese formato da Bruno e Daniel Hasulyo. Settima posizione per Leonard Nika, il miglior italiano al traguardo. Al femminile la pluricampionessa tedesca Sonni Honschield ha portato a casa una meritata vittoria davanti alla francese Olivia Piana e all’americana Fiona Wylde. Grande spettacolo nelle gare sprint 200 metri in linea, dove il nostro Claudio Nika si è aggiudicato la seconda posizione dietro a Connor Baxter, l’atleta hawaiano che ha fatto registrare il nuovo record del mondo in questa distanza (00:46:38). Claudio si riprenderà poi la rivincita ai mondiali ISA di El Salvador (report di seguito). Terza posizione per il brasiliano Arthur Santacreu. Al femminile Olivia Piana è stata la sprinter più veloce (00:58:62), dietro di lei seconda piazza per la brasiliana Jessica de Souza e terza per la sudafricana Tarryn King. Dopo la gara sprint si è svolta la nuovissima

competizione inflatables, dove i migliori atleti del mondo si sono sfidati in sella a tavole gonfiabili 12’6. Si è aggiudicato il primo campionato mondiale assoluto di questa categoria il nostro Paolo Marconi, che ha messo alle sue spalle il tedesco Jonas Pauldrach ed il connazionale Martino Rogai. L’ultimo giorno di gare ha visto una spettacolare Technical Race di fronte ad una suggestiva skyline dei grattacieli cinesi. Si sono laureati campioni del mondo l’australiano Lincoln Dews e la francese Olivia Piana. Seconda piazza per Connor Baxter e l’italo-spagnola Susak Molinero, che ha conquistato un argento di grande prestigio davanti a Fiona Wylde. Ottima la prova della nostra Caterina Stenta quinta assoluta. FISW - Campionato Italiano Assoluto SUP Race Venerdì 1 novembre e sabato 2 novembre si è tenuta la gara valida come Campionato Italiano Assoluto della Federazione Surfing FISW a Marina di Andora, in Liguria. La competizione è stata organizzata dalla società Cinghiale Marino Sup & Surf che ha svolto un ottimo lavoro. Tra professionisti e amatori erano presenti molti big della specialità per un totale di circa una trentina di partecipanti. Al termine del weekend, che è stato accorciato per una allerta meteo, sono stati quindi annunciati i campioni italiani assoluti 2019 di Sup Race e Paddleboard. La prima giornata di gare è stata molto intensa con ben due discipline in programma: la Technical Race e la Sprint Race. Il meteo ha fortunatamente riservato una giornata soleggiata e mite dove le sfide in acqua non si sono risparmiate. La Technical Race ha visto Leonard Nika in ottima forma aggiudicarsi la prima posizione, seguito dal campione italiano di categoria overall Filippo Mercuriali e dal primo junior Riccardo Rossi. Al femminile Caterina Stenta ha dettato subito legge portandosi a casa la vittoria davanti 43


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Assoluti FISW - A sinistra: Caterina Stenta sempre in testa - a destra: il podio maschile con Claudio Nika (2), Leonard Nika (1), Filippo Mercuriali (3)

Assoluti FISW - A sinistra: partenza di una batteria maschile - a destra: ingaggio in boa fra le ragazze

alle giovanissime Cecilia Pampinella e Laura Dal Pont, entrambe ancora junior. Cecilia Pampinella con la sua medaglia d’argento assoluta e la prima posizione juniores a soli 13 anni ha rappresentato una delle tante belle sorprese di questo weekend di gare. Claudio Nika dopo aver realizzato il record europeo sui 200 metri in linea nei recenti ICF Sup Worlds Championship in Cina la settimana scorsa, si è portato a casa la vittoria nella gara Sprint Race seguito dal fratello Leonard Nika e dal solito Filippo Mercuriali. Caterina Stenta e Laura Dal Pont si sono dovute contendere il titolo sprint giocandosi un doppio spareggio che ha visto prevalere la tenace Caterina. Seconda posizione assoluta quindi per Laura Dal Pont ma anche prima juniores a tagliare il traguardo. Medaglia di bronzo per la rivelazione Maria Laura Metta. Ottime le prestazione dei prone in cui Nicolò di Tullio ha raggiunto la vetta del podio in entrambe le discipline precedendo Andrea Niciarelli ed il giovane Davide Ballardi. Al femminile non c’è stata storia con la fortissima Cornelia Rigatti che si è portata a casa la vittoria in tutte le competizioni. La domenica si è tenuta la gara Long Distance di circa 12 km. Anche in questa competizione il più veloce è stato Leonard Nika che si è così portato a casa il titolo di Campione Italiano Surfing FISW 2019. Dietro di lui il fratello Claudio Nika ha chiuso in seconda posizione, 44

seguito dal romagnolo Filippo Mercuriali. Queste posizioni valgono anche il podio finale overall. Tra gli junior è Riccardo Rossi a portarsi a casa il titolo italiano seguito da Filippo Alberti e Giorgio Dal Pont. Tra le ragazze Caterina Stenta porta a casa la tripletta personale e si laurea ancora una volta Campionessa Italiana 2019, seguita da Chiara Nordio e Laura Dal Pont. Il podio finale al femminile ha visto così la giovane Laura Dal Pont posizionarsi in seconda posizione seguita da un ex aequo di Chiara Nordio e Cecilia Pampinella in terza posizione. Laura Dal Pont si è portata a casa anche il titolo Juniores 2019 precedendo Cecilia Pampinella e Maria Laura Metta. Nella categoria Paddleboard si sono laureati Campioni Italiani 2019 Nicolò di Tullio e Cornelia Rigatti. Si chiude così, la stagione agonistica 2019 dello Stand Up Paddle 2019 di Surfing FISW. Queste le parole del Presidente FISW, Luciano Serafica. “Ringraziamo tutti i Club che hanno creduto nel nostro progetto, tutti gli atleti, dagli amatori agli agonisti, che ci hanno seguito in giro per l’Italia, tutti gli operatori di sicurezza che hanno garantito la salvaguardia dei partecipanti, i giudici Federali Giuseppe Cuscianna, Giovanni Antonacci, Roberta Gelao, Andrea Ostili, gli sponsor locali e Federali: Mercedes, Kappa, Decathlon e Frida Querida che credono nel nostro lavoro, ma soprattutto i Presidenti delle Asd affiliate


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SX: Alessandro Onofri si porta a casa un altro titolo FISW SUP Surf - DX: podio di un certo livello alla Ortigia SUP Race...

che hanno dimostrato ospitalità e responsabilità, grazie davvero. Crediamo in un 2020 molto produttivo e ricco di appuntamenti nazionali ed internazionali, siamo sicuri che la prossima stagione sarà molto più impegnativa ma anche molto divertente. Abbiamo chiesto molto a tutti ma siamo stati ricambiati con grande soddisfazione” FISW SURFING GAMES 2019 Si è conclusa la terza edizione dei FISW Capo Mannu Surf Games 2019, il Campionato Italiano di Surf, che si è disputato ancora una volta nella zona di Capo Mannu, in Sardegna dal 01 al 07 dicembre. La gara che assegna i titoli nazionali si è rivelata con un livello tecnico più alto del previsto, sia da parte delle squadre più ‘navigate’ che di atleti con minore possibilità di allenarsi. Una delle grandi sorprese è stata aver visto dei giovanissimi atleti misurarsi, in un mare come quello di questi giorni, con una capacità e uno stile che non ha nulla da invidiare a quello di atleti con maggiore esperienza. Il nuovo Campione Italiano nel Longboard maschile è il surfista sardo Mattia Maiorca, che ha ripreso il titolo già conquistato nel 2017 e che lo scorso anno gli è stato strappato da Federico Nesti. Più in forma che mai, Maiorca ha ottenuto un maggiore punteggio rispetto a Matteo Fabbri, che slitta al secondo posto, seguito dal giovane Filippo Marullo (terzo posto) e Marco Pistidda (quarto posto). Ottima performance anche per il Longboard Femminile, dove ancora una volta la pluricampionessa Francesca Rubegni si conferma impossibile da battere, aggiudicandosi ancora una volta

il titolo di Campionessa Italiana di Longboard. Secondo posto per Stella Lauro, terzo per Valentina Marconi e quarto per Giulia Pala alla sua prima volta in un contest così competitivo come quello dei FISW Capo Mannu Surf Games. La Sardegna sul podio anche nella specialità Shortboard, disciplina olimpica, dove al primo posto svetta il giovane Matteo Calatri, rapidissimo su qualsiasi tipo di onda, seguito dal surfer professionista Alessandro Piu. Terzo posto per Edoardo Papa. Nel SUP Wave, torna in grande forma Alessandro Onofri, che riconquista il titolo di Campione Italiano Sup Wave. ISL - Ortigia SUP Race - Siracusa La tappa dell’Ortigia Sup Race 2019 si è svolta il 16 e 17 novembre sul mare siracusano, e faceva parte del circuito nazionale Italian Sup League. L’evento è stato organizzato dal circolo della Vela Lakkios ed era patrocinato dal Comune di Siracusa. Oltre 80 gli atleti iscritti che hanno affollato questa bellissima località sicula, tra cui molti professionisti attirati dai 3.000 euro di montepremi. Le gare erano suddivise nella specialità della Technical Race e della long distance, ed ha visto prendere il via anche a molti amatori e under 12/14. Il vincitore finale del Trofeo Challenger è stato Leonard Nika, seguito nella Overall Élite da Claudio Nika e Reza Nasiri al terzo posto. Al femminile la giovanissima Cecilia Pampinella ha messo dietro di sè atlete del calibro di Laura Dal Pont e Maria Laura Metta. “Un bilancio più che positivo – dice soddisfatto il project manager

Uno spettacolare passaggio in boa alla Ortigia SUP Race 45


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ISA Worlds: Il fuoriclasse Airton Cozzolino ha sfiorato l’oro nella finale SUP surf

della gara, Ivan Scimonelli – oltre le aspettative, con 80 e più partecipanti e tanti altri che ci hanno raggiunto il sabato sera da ogni parte d’Italia. Sia gli atleti amatoriali sia i professionisti si sono divertiti, con questi ultimi che ci hanno descritto come top event. Per tutto questo ringrazio atleti, sponsor e autorità”. ISA Worlds - El Salvador Ottimi risultati sono arrivati dalla squadra Italiana agli ISA World SUP and Paddleboard Championship 2019 andati in scena dal 20 al 22 novembre a El Salvador, che si è guadagnata un importantissimo 4° posto finale grazie a ben 5 medaglie conquistate! Il primo giorno ha visto prendere parte la gara sprint race, con l’emozione più grande regalata dall’oro di Claudio Nika che si è laureato campione del mondo 2019. Ma le emozioni non sono finite qui, pochi minuti dopo infatti è Caterina Stenta a conquistare la medaglia di bronzo al femminile, sempre nella sprint race. Il giorno successivo ottima prova nella long distance sempre per Claudio Nika (4°) seguito dal connazionale Filippo Mercuriali (5°). Nella prova Technical Race la giovanissima Laura Dal Pont ha chiuso

in terza posizione, arricchendo il medagliere azzurro. Nel prone paddle strepitoso terzo posto anche per Cornelia Rigatti. Gli ultimi giorni si sono disputate le prove di Sup Wave, che hanno visto il pluricampione del mondo di Kite Surf, Airton Cozzolino, andare a prendersi una storica medaglia d’argento in questa disciplina. Il Presidente della FISW, Luciano Serafica, si è così congratulato con i suoi medagliati: “Cavalchiamo le onde del mondo con crescente consapevolezza dei nostri mezzi e del nostro valore. La squadra azzurra di SUP, Stand Up Paddle, si è piazzata quarta ai Mondiali conclusi ieri a El Salvador, le 5 medaglie individuali conquistate dagli azzurri sono il miglior riconoscimento al talento dei nostri atleti e alla nostra organizzazione. Mi congratulo con i medagliati e con i direttori di Settore che li hanno selezionati, riconoscendo in loro le doti con cui si sono imposti sul campo di gara di El Salvador nel confronto numerosi paesi, alcuni già affermati capofila di questa spettacolare specialità.” Paris Sup Open - APP World Tour - Parigi Ancora una volta il Paris Sup Open andato in scena nella capitale

ISA Worlds - SX: La nazionale che ha conquistato il quarto posto nella classifica a squadre - DX: Caterina Stenta conquista il bronzo nello Sprint 46


INSIDER #11

APP World Tour SUP Wave - SX: il tahitiano Poeanaki Rahioa conquista il titolo maschile - DX: la fuoriclasse columbiana Izzy Gomez conquista il titolo femminile

francese l’8 dicembre ha regalato tantissime emozioni, anche grazie a quasi un migliaio di suppisti che si sono ritrovati a pagaiare nelle fredde acque della Senna. La gara è però partita il sabato nella piscina del salone nautico, dove gli atleti professionisti del circuito APP World Tour si sono sfidati in un avvincente percorso sprint con due giri di boa. Connor Baxter e Sey Chelle si sono aggiudicati questa prova. Domenica mattina all’alba è invece partita la gara long distance, con un’avvincente sfida tra i due australiani Michael Booth (1°) e Lincoln Dews (2°) che si sono contesi la vittoria fino alle ultime pagaiate. Al femminile l’americana Fiona Wylde ha chiuso in prima posizione questa prova. La gara di Parigi era la tappa finale di sup racing del circuito APP World Tour ed ha così decretato gli effettivi campioni del mondo 2019: al maschile il danese Casper Steinfath si è aggiudicato il titolo mondiale, mentre al femminile è andato all’americana Sey Chelle. APP World Tour- Las Palmas de Gran Canaria Grande spettacolo dal 11 al 18 dicembre a Las Palmas per il Gran Canaria Pro AM, tappa finale dell’APP World Tour 2019 per la specialità Sup Wave. In acqua tutti i migliori specialisti di questa disciplina, tra cui il nostro grandissimo Federico Benettolo che è

riuscito a farsi strada fino ai round conclusivi. Al maschile il vincitore è stato il brasiliano Wellington Reis, ma ad aggiudicarsi il titolo del mondo APP 2019 è stato il tahitiano Poenaki Rahioa. Al femminile la local Iballa Moreno ha dimostrato di capire a menadito le onde di casa, portando a casa la vittoria, che l’ha incoronata vicecampionessa del mondo 2019. Il titolo mondiale è infatti andato alla colombiana Izzi Gomez. ISL - Xmas SUP Cup - Bellaria-Igea Marina Il 15 dicembre si è disputata anche per il 2019 la suggestiva Xmas Sup Cup, la gara natalizia per eccellenza che da molti anni prende il via sulla costa adriatica a Bellaria-Igea Marina. Le condizioni fortunatamente non erano eccessivamente estreme, e come sempre gli organizzatori hanno reso impeccabile questo evento. Più di 60 gli atleti al via, tra cui tantissimi amatori e appassionati. Le sfide però non sono mancate tra gli agonisti con Filippo Mercuriali che si è aggiudicato la prima posizione davanti a Riccardo Rossi e Reza Nasiri. Al femminile ottima prova per Maria Laura Metta, prima davanti a Sara Oddera e Maura Binetti. Tra gli amatori i più forti sono stati al maschile Lorenzo Boschetti e al femminile Sara Spadazzi.

L’allineamento per la partenza all’alba della Paris SUP Race 2019 47


INSIDE OUT

Come si costruisce una pagaia... in Italia

Testo di Johnny Banzai – foto: courtesy Wave Design

Il nostro Johnny Banzai con l’amico Cabrina hanno fatto un’incursione nella sede della Wave Design di San Cesareo, dove hanno incontrato Giuseppe Tandurella… ecco i risultati… Pur non essendo un tecnologo, sono sempre rimasto affasciato dalla costruzione degli oggetti che ci circondano. Diamo per scontate le loro funzionalità e ne apprezziamo le qualità, leggerezza, rigidità o flessibilità, funzionalità estetica etc etc. E anche per questo sperimentiamo sempre cose diverse prodotte in posti diversi. Siamo sempre alla continua ricerca di un miglioramento che molte volte dipende più da noi che dalle attrezzature sportive che acquistiamo anche compulsivamente. Spesso questi oggetti, tavole, vele, pagaie… sono costruiti nel “Far East” con processi produttivi di cui sappiamo poco, ma che influenzano proprio la qualità di quelle caratteristiche che il progettista aveva pensato quando ha disegnato l’oggetto. 48

Dopo aver provato le pagaie dei miei compagni di uscite, ero rimasto molto ben impressionato dalle Wave Design che praticamente ormai hanno quasi tutti i componenti della Down Patrol. Avendo praticato per un certo periodo Canoa, il marchio lo conoscevo già. È un marchio diffuso, usato da atleti molto forti e che ha anche vinto il campionato Italiano di maratona in K1. Wave Design è una bella realtà Italiana e come ogni marchio serio che si rispetti, supporta giovani atleti anche nel SUP (vedetevi il video per sapere quali, direttamente da Giuseppe). Così, siccome ho deciso di non comprare più nulla a scatola chiusa ho provato i vari modelli di pagaia dei miei amici e poi ho deciso cosa faceva più al mio caso. Dopo aver preso appuntamento con Giuseppe Tandurella, una mattina con l’amico Cabrina siamo andati nella sede della Wave Design di San Cesareo (RM).


INSIDE OUT

Sopra a SX: La spettacolare vista della famosa autoclave - a DX: Il Cabrina mostra con orgoglio la dima della sua pagaia custom

Sopra a SX: E’ lei o non è lei? Cerrrto che è lei - a DX: Si legge il peso?

Non era la prima volta che andavamo; ero già stato lì tempo prima, sempre con Paolo, per una riparazione dell’asta che non aveva retto al “crash test” della chiusura del portabagagli dalla sua macchina, ed ero rimasto colpito dal servizio “after sales” offerto da Giuseppe. Giuseppe e la moglie ci hanno accolto con la gentilezza e la cortesia che li contraddistinguono e dopo un bel caffè, Giuseppe si è messo all’opera per assemblare la pala che avevo scelto con l’asta della flessibilità (6) che mi piaceva ed il pomello ergonomico che al momento ho visto solo da loro.

Prese le misure ho seguito l’assemblaggio passo passo della mia pagaia. Terminato il lavoro, mi sono fatto spiegare l’intero processo produttivo e le caratteristiche dei materiali che usavano. Con l’occasione ho messo insieme un piccolo video molto interessante che metto a disposizione dei lettori di sup news. P.S. La pagaia provata in acqua …è fantastica. 49


XTREME TRIPS

Union Island Testo: Jeremy Tronet Foto: courtesy Fanatic

Union Island fa parte delle Grenadine, un arcipelago che si trova nella parte meridionale del Mar dei Caraibi. Situate a poche miglia dall’isola principale di St Vincent, le Grenadine sono diventate una delle rotte preferite per gli amanti della navigazione in barca a vela. Anche se ci sono dozzine di isolette e baie in cui gettare l’ancora, Union Island è una delle poche che si possono raggiungere anche con l’aereo e trovare una sistemazione per tutte le tasche.

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La città principale di Union Island è Clifton, che è proprio la tipica cittadina dei caraibi: i rasta fumano oziando ai bordi delle strade, tutti hanno stampato in faccia un sorriso magnifico, ovunque ti giri ci sono casette colorate e c’è anche un caratteristico mercatino dove gli artisti locali espongono le proprie opere. Come abbiamo già detto il posto è già ben frequentato dai velisti di mezzo mondo, ma con l’apertura del “JT Pro Center”


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si sono aperte nuove possibilità di scoprire le meraviglie delle Grenadine, con più tempo dedicato a fare SUP, windsurf, kite o surf e meno tempo da passare in barca per raggiungere le isole. COME ARRIVARE Raggiungere il nostro piccolo pezzo di paradiso adesso è diventato semplice: basta prendere un volo per Barbados e poi basta andare su flysvgair.com e prenotare un volo per union Island. Volendo potete anche approfittarne per esplorare

Barbados per un paio di giorni durante il vostro viaggio di andata o ritorno per rendere più piacevoli i momenti di attesa delle coincidenze fra i voli. Un’altra opzione potrebbe essere quella di volare sull’isola francese della Martinica con un volo diretto da Parigi e poi prendere un piccolo volo privato per Union Island. Se viaggiate portandovi dietro la vostra tavola gonfiabile non dovreste aver problemi, ma se volete viaggiare con la vostra

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XTREME TRIPS

Perché mai l’avranno chiamata Palm Island?

grossa tavola rigida, forse potrebbe convenirvi valutare l’idea di noleggiarla sul posto, dal momento che gli aerei che volano sia da Barbados sia dalla Martinica sono parecchio piccoli! Tutte le informazioni che vi servono sul viaggio le potete trovare sul sito: www.kitesurfgrenadines.com Union Island è diventata una delle località più rinomate del mondo per la pratica del kiteboarding, ma offre anche la possibilità di andare a prendere diverse onde segrete e molto belle, che sono perfette per fare SUP in acque perfettamente trasparenti, così come fare attraversate e precorsi downwind fra le isole. Dopo aver passato gli ultimi anni girando per il mondo alla ricerca di un posto dove fermarmi, finalmente l’ho trovato, e proprio qui nei caraibi! Mi piace chiamare Union Island il “parco giochi”. Quest’isola è lunga 5 chilometri e larga due, e offer infinite possibilità di fare SUP, kite, surf, immersion o andare a pesca. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti per tutti gli amanti degli sport acquatici! 52

DOVE STARE Le sistemazioni offerte dal Centro sono semplicemente le migliori e le più convenienti sull’isola, e si trovano proprio fronte spiaggia, ad appena un paio di un centinaio di metri dalla spiaggia e dagli spot. Questa è decisamente una delle opzioni migliori se volete passare I vostri giorni rilassandovi sulla spiaggia e esplorando le isole vicine. Per volete riservare le varie tipologie di sistemazione offerte dal centro, potete farlo direttamente dal sito: www.kitesurfgrenadines.com TEMPO & SPOT Il tempo è bello tutto l’anno, con rari fenomeni temporaleschi che in genere durano al Massimo mezza giornata. Durante il periodo invernale, da dicembre a giugno, gli alisei soffiano fra I 15 e I 25 nodi. È anche il periodo dell’anno in cui la maggior parte delle persone va in barca a vela e visita le Grenadine. Gli alisei generano anche uno swell costante che può superare facilmente i 5 piedi, ma a


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La taglia delle onde nello spot davanti al JT Pro Center

volte dovrai combattere anche contro il vento. Molte delle isole sono circondate dal reef e devono ancora essere esplorate. Così ci sono ottime possibilità di essere gli unici surfisti in acqua. Il vento potrà forse rovinare qualche onda, ma in questo periodo dell’anno le sporadiche mareggiate da Nord generano onde stupende che si possono prendere in uno dei migliori spot di Union Island che si trova nel lato sottovento dell’isola. Il JT Pro Center organizza escursioni surf e SUP tutte le volte che lo swell porta onde buone e trovandosi sul lato sottovento dell’isola, le onde girano proprio attorno alla costa e sono protette dal vento. L’onda è ha una bellissima spalla, con due sezioni che rompono su un reef basso con la bassa marea. Il panorama è spettacolare, circondato da una lussureggiante vegetazione tropicale e solo i tuoi amici in acqua con cui condividere l’onda. La stagione che va da giugno a novembre è quella più sottovalutata nei Caraibi meridionali perché corrisponde alla

stagione degli uragani. Le Grenadine e Union Island non si trovano esattamente sulla via che percorrono gli uragani, che in genere passano molto più a nord, ma una volta ogni 30 anni può capitare che un uragano passi da queste parti. In questa stagione il tempo è forse anche migliore, con meno vento e più onde provenienti da Nord. Le spiagge e gli spot sono completamente deserti e proprio per questa ragione questo è forse il periodo migliore dell’anno per venire a fare una visita. Union Island ha diversi spot con onde piccole per beginner, uno a Big Sand vicino al ristorante Sparrow Beach Club, dove le onde passano raramente i 2 piedi di altezza e il fondale è roccioso e duro, ma non è tagliente. Anche il JT Pro Center, che si trova in prossimità dell’aeroporto, ha una bella onda, con un paio di picchi, con onde sui 3 piedi che lavorano al meglio quando il vento on shore molla un po’. Le Grenadine sono anche il campo giochi perfetto per andare alla scoperta di nuovi posti oppure per fare lunghissime sessioni 53


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Cruising a Palm Island

downwind. Il JT Pro Center può organizzare una fantastica uscita downwind di un paio di ore, partendo dalla spiaggia del kite center, attraversando una meravigliosa laguna color turchese, spinti solo dalla corrente e dal vento. Si entra in un meraviglioso corridoio di mangrovie, all’interno di una natura meravigliosa, con uccelli e pesci che usano le mangrovie come se fosse un loro santuario. Si finisce il percorso downwind con un ultimo passaggio attraverso una seconda laguna fino a quando non si arriva a Campbel Beach, una delle spiagge più appartate e belle di Union Island, dove molto probabilmente sarete gli unici ad essere presenti. Campbel Beach ha un picco con onde da un paio di piedi molto divertenti che si srotola su un piccolo reef protetto dal reef e quindi perfetto per finire il downwind con stile. Al vostro arrivo, un fuoribordo viene a recuperarvi, trainando le tavole per tutto il percorso di ritorno fino al Watersport Center. ALLA SCOPERTA DELLE ISOLE VICINE Quando arriva il momento di andare alla scoperta delle isole vicine, il centro approfitta della partnership con la 54

Scaramouche, una delle più belle golette delle isole, per offrire un tour di giorno intero veleggiando negli spot vicini. Questa barca meravigliosa è stata utilizzata per girare il film “Pirati dei Caraibi”, che per la maggior parte è stato filmato a St Vincent e nelle Grenadine. Durante questo giorno pieno di escursione, è tutto incluso (cibo e drink), si lascia Union Island la mattina, e in appena mezz’ora di navigazione si arriva a Mayreau Island (appena 10 minuti in motoscafo) e in men che non si dica si è già all’ancora nella graziosa Salt Whistle Bay. Lo spot è diviso in due da una stretta penisola. Si tratta di una della mie spiagge preferite di tutto il mondo! La parte sottovento e sopravento sono separate da una sottile lingua di sabbia e palme, e la spiaggia è spesso molto tranquilla con praticamente nessuno a parte un paio di barche e un catamarano all’ancora. La parte sottovento è perfetta per chiunque abbia voglia di fare cruise nella pace più assoluta con la propria tavola. Noi per esempio ne abbiamo approfittato per utilizzare la nuova vela gonfiabile Arrow che si può montare sulla tavola da SUP, e che permette di imparare a fare windsurf in appena 10 minuti. Zoe


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Windsurf session a Mayreau Island nell’incantevole scenario di Salt Whistle Bay

e Alizé non avevano mai fatto windsurf prima di quest’uscita eppure hanno imparato in un attimo! Il lato sopravento ha uno spettacolare spot per fare kite e alcuni picchi con belle onde di piccola taglia che rompono sul reef, che sono perfette e molto divertenti se si vuole uscire fuori pagaiando per farsi qualche surfata finché il vento non è troppo forte. Poi la barca parte per raggiungere il meraviglioso Tobago Cays Marine Park in tempo per poter godere di uno spettacolare pranzo. Penso che questo sia uno dei posti più belli di tutto il mondo! Le acqua trasparenti e blu della laguna e la ricca vita marina ci ricordano l’importanza di creare aree protette e parchi come questo. Il Tobago Cays Marine Park è anche una fantastica località dove fare snorkeling: chiunque sia in grado di indossare una maschera può arrivare abbastanza vicino a magnifiche tartarughe marine, che nuotano fra le alghe, indifferenti alla presenza di visitatori umani. La barriera corallina e isolotti

disabitati creano un panorama marino a dir poco superbo! Una delle maggiori attrazioni del posto è quella di nuotare assieme alle tartarughe marine che vivono qui, e le tavole gonfiabili sono l’attrezzo ideale per individuarne il maggior numero e procurarci qualche scatto perfetto da condividere su Instagram, perché anche su un isolotto disabitato dei Caraibi, dobbiamo avere lo scatto giusto per Instagram! ;-) Le Tobago Cays hanno anche una spettacolare onda alla fine del reef, proprio a ridosso di James By Island. Il reef e lo swell girano attorno alle piccole isole rendendolo più esposto al vento e potete mettere a segno qualche bella uscita fra le onde con vento side off shore e acque cristalline. Una volta ritornati a bordo, mentre si veleggia al lasco, il momento è perfetto per un veloce punch a base di rum cullati dal vento nelle reti all’ombra delle vele, mentre il sole continua la sua corsa sulla nostra rotta per Palm Island, ultima tappa del 55


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nostro Tour prima del ritorno a Union Island. Palm Island è l’isola su cui si trova uno del resort più lussuosi ed è anche una delle isole più belle dei Caraibi e probabilmente del mondo intero. Si trova ad appena un miglio di distanza da Union Island e vale la pena fare una sosta per esplorare le sue meravigliose spiagge. Palm Island è circondata da reef, per cui qui ci sono sempre onde superiori a 3 piedi, ma si trovano un po’ lontano dalla spiaggia, quindi se volete andare a surfarle dovete essere in ottima forma fisica e in possesso di una buona tecnica di surfata! HAPPY ISLAND Ritornati a Union Island, non c’è miglior modo di terminare la giornata se non facendo sosta con le nostre tavole al Janti’s Bar, detto anche “Happy Island”. Janti, un imprenditore locale, diversi anni fa ha cominciato costruendo una capanno sulla cima di un grosso mucchio di conchiglie che si trovava al centro della Clifton Lagoon. Questo posto ha continuato a crescere anno dopo anno fino a diventare una vera e propria piccola isola, che ospita uno dei Bar più spettacolari del mondo! Vi 56

potete fermare a metà della vostra uscita in SUP o kite per gustarvi una dei famosi punch al rum e poi ritornare in acqua, ma non fatevi prendere la mano, perché il locale Sunset Stron Rum contiene una percentuale alcoolica dell’ 84%!!! Happy Island si trova sulla principale kite beach dell’isola e nella stessa laguna in cui si trova il JT Pro Center, quindi in qualsiasi momento potete noleggiare una tavola e raggiungere l’isola con 5 minuti di pagaiata. Happy Island è il posto dove andare per godersi il tramonto! NIGHT LIFE La vita notturna a Union Island non è particolarmente vivace, ma riuscirà lo stesso a tenervi alzati tutta la notte il venerdì e il sabato. La maggior parte dei Bar restano aperti tutta la notte e di quando in quando, con tempistiche assolutamente random, vengono organizzati del Party anche a metà settimana. In città lo Snack Shack è diventato il posto dove andare a rilassarsi sia di giorno sia di notte e fare spettacolari colazioni, pranzi e cene. Il JT Pro Center ha cominciato ad abituare l’isola a regolary “Full Moon Beach Parties” che vanno regolarmente in scena nelle


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Le Tobago Keys viste dall’alto

La famosa Happy Island col suo Janti’s Bar è Velieri di passaggio a Union Island

notti di luna piena e radunano parecchia gente, a cui piace fare festa tutta la notte. Una cosa assolutamente da non perdere se venite in un periodo in cui è prevista una notte di luna piena! Durante i Full Moon Party, il team del JT Pro Center illuminano il corpo e l’attrezzatura con particolari luci, accendono un grosso fuoco in mezzo allo spot ed escono per una night session per esibirsi in un grande spettacolo, saltando oltre al fuoco col kite. Se non lo avete mai fatto prima, questo è il posto giusto per imparare a fare kite! Lo spot è perfetto ed è uno dei migliori del mondo, così come gli istruttori del Centro. Se già praticate kite, l’isola sarà il posto perfetto per voi: infatti potrete fare kite quando c’è vento e SUP quando il vento cala! Inoltre potete anche visitare altre bellissime spiagge, e rilassarvi in uno dei tanti Beach Bar di Union Island, come per esempio il nuovissimo Sparrows Beach Club oppure il JT Pro Center Beach Bar. Potete farvi una passeggiata fino al forte, dove potrete scattare una perfetta foto a 360° di Union Island,

fare un giro in motoscafo fino alla piccola Morpion Sandy Island, noleggiare una bici e pedalare attorno all’isola, fare immersioni grazie ai locali Diving Club, fare uno dei tanti Tour proposti dai Taxi o ritornare alle meravigliose Tobago Cays per prendervi un altro giorno di relax facendo snorkeling fra le meraviglie della barriera corallina. Union Island si trova nel cuore delle Grenadine ed è diventata una delle isole caraibiche più rinomate per tutti gli amanti degli sport acquatici, anche grazie al fatto che è riuscita a mantenere la propria autenticità. Quello che rende Union Island unica sono le incredibili vibrazioni che vi rapiscono sin dal momento del vostro arrivo, che nulla hanno a che vedere con le altre destinazioni turistiche o i grandi resort. Qui potrete sperimentare la vera vita dei Caraibi e la bellezza della sua natura, che riusciranno sempre a farvi sentire di essere parte integrante della vita locale e non dei semplici turisti! 57


TEST SESSIONS

Misure: 8’8”X 31”X6” Volume: 135 l Pinne: 3x multi-box / 3x AllWave 5” thruster set Peso: 9,04 kg (+/- 300 g) Prezzo: € 1.449,00

Rider e test: Smink Foto: Marco Molinari

Fanatic AllWave 8’8’’

Un altro test molto “interessato” da parte di noi “cuginetti” di Wind News che per il numero 9 di Sup News (primavera-estate 2019), avevamo già provato il Fanatic AllWave 8’9”, modello che ha preceduto questo nuovo AllWave 8’8” lanciato per la stagione 2020. La AllWave 8’9” con i suoi 145 litri di volume e una larghezza intorno ai 32” era il piccolo della linea AllWave del 2019 ed era risultato veramente duttile e uno dei migliori compromessi possibili tra surfata e quel minimo di stabilità che serve ai surfisti più “datati”. Detto ciò, le super mareggiate beccate in Liguria prima di Natale ci hanno fatto avvertire il limite dei 145 litri di volume con onda ripida e potente, e spinto a provare il più piccolo della linea AllWave 2020, che conta di quattro modelli 9’7’’, 9’3’’, 8’11’’ e appunto il “piccolo” 8’8” che di litri ne fa “solo” 135 e vanta una larghezza di soli 31”. “Dieci litri di volume e due cm di larghezza in meno: 58

e cosa vuoi che sia, non ce ne accorgeremo neanche della differenza!” Questo è quello che pensavamo noi del test team di Wind News, ma non avevamo tenuto conto che nel mondo dei sup da onda dove tra un’uscita con onda liscia e una con onda choppata ci passa dal giorno alla notte, non bisogna mai dare nulla per scontato! In effetti la AllWave 8’8” è una tavola con spessore decisamente inferiore del fratello 2019 nella parte centrale, cosa di cui ci siamo resi subito conto sin dalla prima uscita. Se con il vecchio” 8’9” un surfista sugli 80 chili poteva quasi ballare la samba, “sostenuto” da una stabilità sorprendente, con il nuovo AllWave, la differenza si avverte subito: la tavola è meno stabile e necessita di una guida un pelo più avanzata per sfruttare la stabilità della sezione più larga e spessa della tavola. Bisogna mantenere i piedi ben larghi per trovare la stabilità necessaria per risalire sulla line- up con


TEST SESSIONS

Rider: Smink Spot: Savona Foto: Marco Molinari

quel minino di stabilità che rende le cose più facili. Sul “liscio”, tutto sommato la situazione è facilmente gestibile con un po’ di “mestiere”, ma in condizioni non ideali, su piano d’acqua choppato e ventilato, la conduzione alla lunga diventa decisamente fisica e stancante, soprattutto se alla guida c’è un rider che non è più un… gatto di primo pelo! Quello che però si perde in fatto di comodità e stabilità (che ad una certa età conta molto per tornare a riva col sorriso stampato in faccia, ndr) si riprende però con gli interessi in surfata: la AllWave 8’8” è molto più reattiva e veloce nelle curve del modello che l’ha preceduto. Soprattutto con le onde serie, ripide e potenti, questo SUP tiene in surfata una linea precisa che permette bottom e cut back, che possono essere radicalizzati in base all’abilità del rider. Difficile che l’8’8” risulti ingombrante in surfata anche con le onde belle “spesse” delle ultime mareggiate liguri.

Adesso se volete rimanere in casa Fanatic e non lasciare la famiglia AllWave sta a voi meditare la scelta. Noi possiamo dirvi che… se siete oltre gli 80 kg e volete un sup da onda “tuttofare molto facile e divertente”, allora optate per il nuovo modello 8’11” che con i suoi 145 litri ricalca la “duttilità” del modello 8’9” dello scorso anno. Se pesate sotto gli 80 kg o siete molto agili e volete invece una tavola più radicale, più incisiva e veloce in surfata, ma anche meno stabile e confortevole in risalita, la AllWave 8’8” fa per voi. Il che mi fa pensare: “O mi metto a dieta e ritorno sotto gli 80 kg oppure… Max, Maaaaax… dove sei, ridammi subito il mio 8’9”!” Per concludere, come è ormai “tradizione” anche il nuovo AllWave 8’8” è dotato dell’attacco per la vela che molti sup non hanno, cosa che permette di sfruttarlo anche con la vela quando ci sono le scadute con vento così leggero da non poter usare tavole da windsurf wave o freewave … 59


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Test: Gianni Montelli Rider: Daniele Papini Spot: Versam-Safien, Fiume Reno Foto: Caterina Fasciani

Misure: 10’10” x 35” x 6” Volume: 345 l Pinne: 4.5” Stomp Box Retractable Fin Peso: 14 kg Prezzo: 1299 €

Hala Rado - All Around Whitewater - River Series Chi ha provato a “scendere” giù per fiumi in SUP con correnti White Water fino alla classe III, dove però la I e la II la fanno da padrone nel percorso programmato, si è ben presto accorto che più che discese si fanno “salite”! Questa tavola è quindi l’ideale in questo tipo di situazione, dove si vuole scegliere una tavola sì tecnica quando serve nelle rapide, ma con buon volume e comodissima da condurre grazie alla generosa lunghezza e larghezza. Il fiume richiede una particolare “efficienza fisica”, poiché quando si decide di navigare per 20/30 km al giorno (magari con un programma di 100/150 km in totale) e la corrente è spesso leggera, la pagaiata e gli switch con i piedi dopo 3/4 ore iniziano ad essere meno efficienti! Le rapide capitano sempre nel momento sbagliato! Chi poi scende per fiumi, sa bene che il vento è quasi sempre contrario alla corrente e alla nostra direzione: sembra quasi una condanna! Questa tavola permette di mitigare queste difficoltà nel navigare, che per chi non è atleta o non deve confrontarsi con se stesso sempre al limite del rischio, trasforma discese di media difficoltà in percorsi di relativa tranquillità e sicurezza, magari facendo due chiacchiere con i colleghi di avventura. La tavola risponde subito alle “richieste” del paddler sia di aggredire la corrente che di esserne trasportato rimanendo in equilibrio, grazie alla larghezza di 35’’. La pinna retrattile, 4.5” Stomp Box Retractable Fin, non è unica nel suo genere, essendo dotazione di altre tavole whitewater, e non è neppure garanzia di non ricevere quel “fatale colpo” di ritorno a “boomerang”, toccando pietre quasi affioranti, che significa caduta certa, ma per lo meno permette di salvare sempre non solo la pinna ma anche la 60

scassa (che spesso con gli US BOX fa una brutta fine, ndr). La scoop line molto pronunciata, che da una forma a “banana” alla tavola, denominata River Rocker, ne riduce la velocità in pagaiata nei tratti di calma e acqua piatta, ma permette di entrare in morta o di ruotare di 180/360 gradi agilmente, semplicemente sbilanciando il peso dietro e con il vantaggio di sollevare la prua con grande semplicità (garantendo la riuscita delle manovre essenziali in fiume denominate Cross stroke pivot). La prua appuntita, rappresenta lo shape più adatto nel whitewater e in un contesto di tavola “dritta” da prua a poppa con river rocker, permette di superare rapide con facilità, non ingavonarsi e non essere troppo in balia della spinta della corrente (se dietro spinge perchè la corrente sale sul tail e davanti frena per la prua arrotondata, si cade quasi sicuramente!). Infine, la borsa di trasporto e la pompa di gonfiaggio (in dotazione vi è anche un semplice soffiatore elettrico con attacco accendisigari, tipo quelli per gonfiare materassini, che riduce i tempi di gonfiaggio) sono di alta qualità e adatti alla stessa tavola!


TEST SESSIONS

Test: Giovanni Montelli Rider: Giovanni Montelli (Sx) e Honza Rott (Dx) Spot: Fiume Gari, Cassino Foto: Caterina Fasciani Misure: 10’5’’ x 32’’ x 4,8’’ Volume: 233 l Pinne: 3 fisse Peso: 9 kg Prezzo: 1099 €

Tambo Core 10’5’’ Va da subito detto che questa tavola non è facile e non è per tutti. Anche l’ideatore, il campione SUP Slalom della Repubblica Ceca Honza Rott (in foto sul Gari a cassino), avvisa subito chi vuole acquistarla della particolarità e consiglia versioni river della TAMBO più facili da condurre, come ad esempio il Boof, in versione 10’10’’ x 34’ x 6’ e pinna retrattile e sempre in tecnologia super resistente ESD. Ma per chi comunque vuole una tavola da fiume radicale, veloce, da manovre super rapide, che vuole stare continuamente in “tensione atletica”, questa è la tavola ideale. Questa tavola richiede tanto allenamento ed è per chi non ha paura di cadere tanto! Si deve imparare a stare con i piedi larghissimi, al limite del rail! Quando vi accorgete che la prua “scappa” dalla traiettoria immaginaria che abbiamo pensato da un qualsiasi riferimento che avevamo sulla riva o in acqua, sentite che il rail affonda, allora pigiate con più energia con il piede opposto! Il SUP sarà sottoposto a un spinta laterale che lo porterà a riprendere la rotta!! Con questa tavola bisogna saper “dare pancia”, subito! E con decisione! Lo spessore di soli 4,8’’(e non 6’’), permette di avere una posizione bassa, a pelo d’acqua, dando quasi la sensazione di trovarsi su una tavola rigida! Anche la larghezza 32’’ dona quell’instabilità tanto ricercata per sentirsi vivi sulla tavola, con l’acqua che continuamente monta sui piedi! La sensazione in white water è quella di affrontare un’onda al mare con una shortboard! Di contro, essendo una gonfiabile, ad ogni switch per affrontare le anse del fiume in rapida, per evitare di sbattere sul bordo, o quanto la corrente diventa impetuosa e si crea turbolenza, la tavola reagisce

flettendo parecchio, creando una instabilità generale non sempre facilmente gestibile. Se non si è bravi a “dare pancia” immediatamente dal lato opposto (ma con una larghezza di 32 non è neppure facile mantenerla!), la corrente fa salire l’acqua sui piedi e la tavola affonda giù! Proprio sul rail e splash! Il bagno è inevitabile! È una tavola da velocità: slalom, o sprint di 400/1000 mt su fiume in rapida. In questo non ha rivali! Non la userei sulla lunga distanza... ma mai dire mai! Ha una leggera forma a “banana”, denominata River Rocker, ma con la poppa ampia e completamente affondata in acqua. Ha un set up thruster con pinne corte che garantiscono di poter affrontare ogni condizione di rapida o rocce basse. La prua è molto appuntita, e la tavola ha una forma stranamente quasi da touring, da subito! Appena più avanti della maniglia centrale, stringe costantemente e questo rende la tavola instabile se non si pagaia con forza e decisione, dominando la corrente. A vederla la prima volta si capisce subito che è una tavola diversa da tutte le altre! Che dire, io la consiglio a occhi chiusi per chi vuole cimentarsi nello sport vero, nella sfida! Chi vuole passare dal controllo dell’onda di mare, impetuosa, alla corrente di fiume. Magari nella sua versione 11.3, se proprio si vuole guadagnare un po’ di stabilità, ma neppure tanta in più! Una tavola ideata da un campione per i campioni nell’anima!

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TEST SESSIONS

Rider: NiFe135 Foto e test: ovo

Misure: 12’6”(381 cm)x 26” (66 cm) x 6’’ (15 cm) Volume: 270 l Pinne: single fin (US box) Peso: 11,7 kg Prezzo: 649,99 €

ITIWIT Race 12’6’’x25’’ Già dal momento in cui abbiamo tirato fuori dalla sacca per la prima volta questa tavola Race 12’6’’ gonfiabile della ITIWIT abbiamo capito che si trattava di un prodotto sviluppato e realizzato alla ricerca delle prestazioni. Il primo indizio a sostegno di questa sensazione è rappresentato dalla sagomatura 3D che crea una prua fendente sulla falsa riga delle prue delle tavole race rigide, e una poppa con bordo d’uscita a spigolo che ha lo scopo di limitare le turbolenze che si creano col rilascio dell’acqua, migliorando così la scorrevolezza della tavola. La larghezza di soli 26’’è la prova che non si tratta di una tavola indirizzata al grande pubblico, ma richiede un utilizzo da parte di rider leggeri o realmente esperti: su una tavola gonfiabile, infatti, non si possono sfruttare la concavità della carena o gli spigoli squadrati sul bordo laterale per limitare il rollio laterale, quindi per mantenere l’equilibrio già con queste larghezze servono tecnica, equilibrio e lavoro di gambe. Ma anche un piano d’acqua liscio come l’olio può aiutare! Infatti, una volta in acqua, sin dalle prime pagaiate la sensazione che sprigiona la tavola è quella di estrema scorrevolezza e di velocità. Ad ogni pagaiata la tavola accelera fendendo l’acqua come una lama, regalando la piacevole sensazione che voi, la vostra resistenza e la vostra tecnica di pagaita siete l’unico limite effettivo di questo race 12’6. E questa è la sensazione prevalente finché ci si trova a pagaiare su un piano d’acqua assolutamente liscio. La tavola sembra anche decisamente stabile in andatura, con la prua 62

che fende l’acqua in maniera efficace dando grande direzionalità. Appena però ci si trova a pagaiare in presenza di corrente, chop o vento laterale, il comportamento della tavola cambia drasticamente, col rollio laterale che si accentua senza preavviso e che può essere equilibrato solo da un lavoro costante e attivo delle gambe, e ad una trazione sempre attiva ed efficace della pagaia. Infatti finché la tavola mantiene una velocità di andatura elevata, l’ottima direzionalità aiuta a stabilizzare il tutto e si fila via che è un piacere, ma basta un rallentamento o un tentennamento su una pagaiata o su un’ondina, che ci si trova a bagno in men che non si dica! E ovviamente i tuffi non aiutano né le prestazioni in gara, né il divertimento quando si fa cruising. Quindi l’unica soluzione per risolvere questa instabilità laterale si chiama allenamento e tecnica di pagaiata. Per le passeggiate con gli amici (specie per rider over 80-85 Kg) consigliamo tavole di larghezza superiore a 29’’. Archiviate le problematiche di rollio laterale, la costruzione davvero rigida e leggera della tavola consente di esprimersi al meglio sia in andatura, sia al giro di boa, dove si possono mettere a segno curve strette e veloci, facendo impennare la tavola esattamente come si fa con le tavole rigide. Sembrano davvero lontani i tempi delle prime tavole race gonfiabili, quando non si potevano fare curve veloci in boa, perché per quanto ci si spostasse a poppa, la prua non si alzava mai dall’acqua a causa della flessione della tavola stessa. La prua di questo ITIWIT invece viene su che è un piacere e permette


TEST SESSIONS

La tavola è rigida e permette cambi di direzione rapidi e controllati di dare sfoggio di tecnica di virata in boa, sfruttando anche l’ottimo grip dell’ottimo pad che oltre ad essere confortevole in andatura ha anche un bel kick sul tail per permettere un appoggio estremamente sicuro anche nelle impennate più radicali. La tavola è dotata di 3 maniglie: due frontali per trasportare la tavola in gara che si aggiungono alla maniglia centrale che è ampia, comoda e dotata di una serie di tacche per trovare il proprio posizionamento ideale, anche a seconda dell’andatura e delle condizioni del piano d’acqua. E proprio questa scala ci ha fatto notare che per i rider over 80 Kg la posizione giusta per fare in modo che la prua non si immerga troppo a fondo in acqua portando troppa acqua in coperta e quindi rallentando la tavola, è parecchio spostata verso poppa rispetto alla maniglia. Probabilmente per rider over 80 Kg è più indicato orientarsi sulla tavola ITIWIT Race 14’, che ha più litri e lunghezza su cui distribuire il peso del rider, mentre il 12’6 sembra settato per rider più leggeri. Per quanto riguarda le dotazioni tecniche di questa tavola, oltre

alle già citate poppa e prua sagomate con materiale plastico, al pad ampio leggero e comodo con scalino sagomato a poppa, segnaliamo che la tavola è dotata di scassa per la pinna US box, che consente di utilizzare anche altri modelli di pinne race, oltre a quello fornito di serie con la tavola. Inoltre la valvola di sfiato è posizionata a prua e la tacnologia di costruzione di questa tavola permette un gonfiaggio fino a 17 PSI, pressione che permette di incrementare la rigidità e quindi le prestazioni e la risposta ai comandi di questa tavola. Concludendo, abbiamo constatato che questa tavola possiede tutte le caratteristiche importanti per poter dare soddisfazione ai suppisti alla ricerca di un mezzo efficace, comodo da trasportare e con un rapporto qualità prezzo davvero interessante per poter affrontare i campi di gara o più semplicemente provare le piacevoli sensazioni di scivolare sull’acqua a velocità nettamente superiori a quelle raggiungibili con altri tipi di tavole.

La prua fendente e la outline affusolata conferiscono ottima direzionalità in andatura 63


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