#flaviocrivellari #LitoraneaVenetaGiuliana-120Km in SUP
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AUTUNNO 2019
Slovenia Indonesia Local Heroes Flavio Crivellari River SUP SUP Rome Insider Spring & Summer action! SUP tech Costruzione: materiali e tecniche SUP test RRD Wassup 8’10’’ Foil NSP Elements Allrounder 10’ NSP O2 Allrounder 10’ € 3,00 Bluefin Cruise10’8’’
#supnewsmag #suppismo www.supnewsmag.it
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PUR SUR WID R I D
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CO Una linea sviluppata interamente alla ricerca di una specifica tavola SUP Wave, che fosse a suo agio nella sezione critica delle onde: molto manovrabile e affilata, ma con un galleggiamento generoso. L’outline è largo per rendere più facile pagaiare, ma con bordi fini nella sezione di poppa per garantire una bella tenuta in surfata, rocker generoso per curve radicali, prua ampia con bordi fini per rendere più facile prendere le onde e creare un buon bilanciamento nella distribuzione del volume. Il COSMO SUP è l’attrezzo perfetto per iniziare a uscire con le onde e progredire nelle onde, da quelle disordinate, a quelle glassy.
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POWERED BY
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KARMEN FSP
SOLIDITÀ / LEGGEREZZA / PRESTAZIONI
6’10
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Editoriale #supnewsmag
#waterexperience
#ombelicodelmondosuprace ...Hai voluto il SUP? E adesso pagaia!
Ombelico del Mondo SUP Race. Report completo sul prossimo numero Spot: Mondello, Palermo - Photo: Water Experience
“BoiaChiMolla!” Dicevano alcuni. “Chi la dura la vince.” Dicevano altri. “Hai voluto la bicicletta? E adesso pedali!” Mi ha sempre detto il mio saggio padre. Il succo del discorso è sempre quello: quando si prende un impegno, bisogna rimboccarsi le maniche e portarlo fino in fondo, anche quando la strada sembrava partita con un appetitoso falsopiano di pianura, e poi ci si ritrova a dover pedalare su una strada bianca di collina, con le sue fatiche in salita e l’adrenalina delle discese. E così fra una salita e una bella discesa adrenalinica, eccoci arrivati al momento di scrivere l’editoriale di questo #10, decimo nato della redazione di SupNews, concepito con la consueta passione e il tipico slancio, elaborato con la classica pachidermica gestazione e sfornato con parto questa volta addirittura gemellare, visto che a vedere la luce non è solo il numero #10 di Sup News, ma anche il numero #01 di Foil News. Spero che sfogliando le pagine che seguono, sarà evidente a tutti che, pur con i suoi limiti e lentezze, la nostra rivistucola suppistica preferita sta continuando a uscire e a crescere, numero dopo numero, con l’obiettivo di raccontare sempre meglio e sempre di più lo sport che ci fa sognare. 6
Ma per continuare a farlo e a farlo sempre meglio abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi lettori. Abbiamo bisogno che condividiate con noi le vostre uscite e i vostri viaggi suppistici, mandandoci una mail (l’indirizzo è sempre quello: supnewsmag@gmail.com) con le vostre foto e un breve (ma anche lungo, perché no) testo di accompagnamento. E abbiamo bisogno che diffondiate il verbo di Sup News fra tutti gli amici e i praticanti che conoscete. Perché ancora oggi, alle soglie del 2020, una solida base di abbonati è l’unica garanzia per poter avere una rivista sana (ovvero puntuale) e indipendente (ovvero libera di raccontare e dire tutto quello che vuole senza dover rendere conto a nessuno se non ai propri lettori). Il 15 dicembre (durante la premiazione della Xmas SUP Cup) faremo l’estrazione della action cam Garmin fra tutti gli abbonati, e conteremo quanti siamo nel 2019 con l’obiettivo di raddoppiare a dicembre 2020. Dite che si tratta di una mission impossible? Memento audere semper! Ci vediamo in acqua Ov
Australia Ty Judson
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12’6” x 241/2” 14’0” x 23” 14’0” x 24” 14’0” x 251/2”
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Distribution: Surfcloud Lda Phone: 00351 210998837 Email: nunoamado@surfcloud.pt
www. nspsurfboards.com
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©johncarter/fanatic
SUP News magazine www.supnewsmag.it supnewsmag@gmail.com REG. AL TRIBUNALE DI BOLOGNA N. 8481 DEL 15/02/2018
Direttore Responsabile e Redattore Capo “ovo” ovidio ferrari Art director: fabrice blow
EDITORE Living The Dream asd Via Riniera 1514/G 40024 Castel Sam Pietro Terme (BO)
COVER: Rider: Flavio Crivellari foto: Dario Tronchini
STAMPA Marco Sabatelli Editore s.r.l. Via Servettaz 39 -17100 Savona
COLLABO IN THIS NUMBER: martino rogai, vincenzo michelucci, nicola nik zanella, riccardo ciriello, flavio crivellari, maurizio zaccherotti, caterina stenta, fabio giacomini, the insider, daniele boldrini, davide codotto, nife135, gloria ciriello, michele tiozzo
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FOTOGRAFI: dario tronchini, water experience, john carter, jerome houyvet, riccardo ciriello, jamie hancock, alessandro barbetti, cristos epperson, ganse photography, fabio giacomini, david nisbet, max alberti, fred mutryn, georgias photo, emelie masson, sara spadazzi, alessandro viviani, daniele boldrini, massimo (beng beng surf camp), max alberti, nucci, ovo, nife135
“Difesa della privacy”: i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. La riproduzione di articoli e foto pubblicati su questo numero è vietata.
Photo: Thorsten Indra
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S O M M ARIO Local Heroes Flavio Crivellari 22 River SUP Slovenia Adventure
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Beach Break 12
Eventi SUP SUP Rome 29
Agenda SUP 20
SUPpisti Caterina Stenta 32
Insider Trading 39
SUP Tech Materiali e tecniche di costruzione 38 SUP Brico AVA, 15 Kg di pura poesia
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SUP trip Inverno Indonesiano
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SUP test RRD Wassup 8’10 Foil
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NSP Elements Allrounder 10’
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NSP O2 Allrounder FS 10’
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Bluefin Cruise 10’8’’
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SUP Longboard - KeahideAboitiz © Jerome Houyvet/Jp-Australia 10
Editoriale 06
Distributori Questi sono i negozi, club e le scuole che si sono fatti carico di sostenere e distribuire SUP NEWS. Per la lista completa usate
il QR code. Tutti gli altri possono ricevere la rivista direttamente a casa abbonandosi.
ASD WATERFUN LIGNANO LIGNANO SABBIADORO (UD) Tel: +39 340 2430870
NAUTICA URBAN IGEA MARINA (RN) www.urban.it
TRE PONTI LIVORNO (LI) www.windsurflivorno.it
SOTTOMARINA SUP SCHOOL SOTTOMARINA (VE) FB: SottomarinaSUP
PIPE SURF SHOP MARINA DI RAVENNA (RA) www.pipesurfshop.it
SURF CLUB VENEZIA VENEZIA (VE) www.surfvenezia.org
SUP School Bagni 84 CATTOLICA (RN)
www.bagni84.com
WINDSURF PARADISE ROMA (RM) www.windsurfparadise.com
NAPOLI SUP NAPOLI (NA) www.facebook.com/napolisup
HAWAIIAN SURFING GROSSETO (GR) ww.terramareitalia.it
Eolo Windsurf TORRE GRANDE, ORISTANO (OR) www.eolowindsurf.com
BAIA DI MAUI LIDO DI SPINA (FE) www.baiadimaui.eu
WHITE REEF CESENA (FC) www.white-reef.com
BAGNO RISTORO LIDO DI VOLANO (FE) www.bagnoristoro.it
NEGRINAUTICA Zibido San Giacomo (MI) www.negrinautica.com
CASSINO ADVENTURE CASSINO (FR) www.cassinoadventure.com
THE BEACH CLUB ASD MACCARESE (RM) www.the-beach-club.it
WATER EXPERIENCE PALERMO (PA) www.waterexperience.it
SUP TEAM MANO APERTA TRIESTE (TS) FB: supteamManoAperta
SURFPLANET TORBOLE (TN) www.surfplanet.it
ASD REEF - PUZZITEDDU Campobello di Mazara (TP) www.puzziteddu.net
Frassanito Surf Point FRASSANITO (LE) www.frassanitosurfpoint.com 11
BEACH BREAK JP Surf Wide Il brand Jp-Australia introduce nella gamma 2020 una nuova linea di tavole SUP disegnata per giocare con le onde in pieno comfort e larghezza extra, si tratta della linea Surf Wide. La linea è composta da tre shape: 8’2’’x31,5’’x123 l, 8’8’’x32’’x140 l, 9’3’’x32,5’’x149 l. Come si può ben capire dal nome, l’intera linea è caratterizzata da una larghezza generosa per dare stabilità in pagaiata anche ai rider più pesanti, senza sacrificare la manovrabilità e le caratteristica di surfata, grazie ai bordi fini rinforzati con carbonio Innegra, e alla poppa squash che permette anticipo di take off e buon appoggio sul piede posteriore in surfata. Le tavole hanno un set-up quad con attacco FCS, con pinne anteriori modello R7 e posteriori R3. Per ulteriori informazioni: jp-australia.com Pack Gong SUP In vista della stagione 2020 il brand transalpino del barbuto shaper Patrice Guénolé ha rinnovato il proprio sito, che adesso è disponibile all’indirizzo www.gong-galaxy.com e ha presentato una serie di offerte lancio molto interessanti. Per quanto riguarda il SUP, segnaliamo per esempio il PACK GONG SUP KARMEN, che prevede l’acquisto di una tavola SUP Karmen, pagaia, leash e sacca imbottita per la tavola ad un prezzo a partire da 685€. La linea Karmen FSP è disponibile nelle misure 6’10, 7’3, 7’8, 7’11, 8’4, 8’9 e 9’8, ed è una linea destinata al surf radicale, e i volumi sono sviluppati in modo da dare a tutti i surfisti (fino a 120Kg di peso) l’attrezzo giusto per surfate radicali, ma con comfort. La dotazione degli accessori, oltre all’ampio pad surf style con tail kick, prevede 4 scasse FCS II per un utilizzo quad, e scassa centrale US Box per un utilizzo Trifin. Per ulteriori informazioni e acquisto: www.gong-galaxy.com
Sic Maui Slice Mark Raaphorstm, shaper del brand hawaiiano SIC, per il 2020 ha completamente rivisitato la linea SUP Slice, introducendo 4 nuovi shape (8’6’’x28’’x125 l, 9’0’’x29’’x135 l, 9’6’’x30’0’’x145 l, 10’0’’x31’’x155 l) sviluppati per assecondare le esigenze del team SIC. Queste tavole sono destinate alla performance massima fra le onde e non ammettono errori da parte del rider: il volume è tutto concentrato attorno alla zona centrale, dove si tengono i piedi mentre si pagaia, e permette di mantenere un buon equilibrio e pagaiare in piedi per raggiungere la line up, ma prua e poppa sono sottilissimi, per garantire massima reattività in manovra e presa di spigolo durante le curve più radicali. La costruzione è Glass Carbon Composite + Innegra™. Il set-up prevede 4 scasse FCS II più una quinta scassa US Box per surfare con assetto quad o Thruster a seconda delle condizioni. Per info e acquisti: sicmaui.com 12
40% 20% 20% I-WAVER 80% 80% 40%30% 100% WIND-SUP I-CRUISER I-CRUISER I-RACER I-RACER WIND-SUP WIND-SUP WIND-SUP I-RIDER I-CRUISER I-RACER 80% 100%100% I-WAVER I-WAVER I-RIDER I-RIDER I-CRUISER I-CRUISER I-RACER I-RACER I-BIG I-BIG COBRA COBRA COBRA COBRA COBRA COBRA PRO PRO 12’6” x 26” 26” 26” 6” x 6” COBRA COBRA PRO I-RIDER I-RIDER 11’8’’ 11’8’’ x 31’’ x6”6’’ 6’’ x 6’’ I-WAVER I-WAVER 12’6” x12’6” xx 6” 10’6’’ x 34’’ x 6’’’ 11’8’’ 9’0’’x 34’’ x 31’’ x 4 ¾’’ COBRA COBRA PRO COBRA PRO PRO x12’6” 26” xx 31’’ x6”26” xxx 31’’ 9’0’’ x 31’’ x 9’0’’ x 31’’ x 4 ¾’’ 4 ¾’’ 10’6’’ 10’6’’ x 6’’’ x 34’’ x 6’’’ 11’8’’ x 31’’ 11’8’’ xx 31’’ 6’’ x 6’’ 12’6” 14’XI-RACER 47” 14’X X 8“ 47” X 8“ I-RIDER I-CRUISER I-WAVER 30% 80% 100% (adj. 3pcs.) (adj. 3pcs.) (adj. 3pcs.) (adj. 3pcs.) 12’6” 12’6” x 28” 28” 6” 8” x 6” (adj. 2/3pcs.) (adj. 2/3pcs.) (fixed/2pcs.) (fixed/2pcs.) 12’6” x 28” xx 6” x 34’’ x 34’’ x 6’’’ 12’6” x 6’’’ x 12’6” 9’0’’ x 31’’ x 9’0’’ x 31’’ x 4 ¾’’ 410’6’’ ¾’’ 10’6’’ 28” xx6” 28” x 6” (adj. 3pcs.) 17’ X 60” 17’ X X 8” 60” X (adj. 2/3pcs.) (fixed) 12’6” 26”xx6” 6” 6” x 31’’ x 6’’ 9’0’’ x 31’’ x 4 ¾’’ 10’6’’ x 34’’ x 6’’’ 14” 11’8’’ COBRA COBRA PRO COBRA PRO 14” xxx26”x 14” 26”x 26”x x 26”x 14” x6”26”x 6” 14” 6” 12’6” x 28” x 6” (adj. 3pcs.) (adj. 2/3pcs.) (fixed) 14” x 26”x 6”
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BEACH BREAK Ray Air Premium All’interno della nuova collezione SUP 2020, Naish propone l’intramontabile modello Nalu (10’6’’x30’’x160 l, 11’0’’x31’’x175 l, 11’4’’x30’’x180 l) nella tecnologia di costruzione GTW, caratterizzata da un sandwich in bamboo sia in carena sia in coperta che rendono queste tavole non solo robuste, ma anche pregevoli dal punto di vista estetico. Lo shape è il classico all-round, con prua larga e arrotondata per dare stabilità e per eventuali manovre sul nose, poppa sempre round, ma più affusolata per garantire una buona velocità sulle onde, distribuzione del volume omogenea con bordi fini nel terzo di poppa per favorire la presa di spigolo indispensabile per surfare quando si trova qualche onda che lo meriti. Per maggiori info sulla gamma 2020 Naish: www.naishsurfing.com Children of the Tide “Children of the Tide” è un libro scritto in lingua inglese (UK) ed è il frutto di un decennio di esplorazione, fisica e bibliografica, in Estremo Oriente di Nicola “Nik” Zanella, ex capo-redattore della iconica rivista SurfNews. Laureato a Ca Foscari (Venezia) in “lingua e letteratura della Cina”, da parecchi anni Nicola è salito alle cronache su media come The Guardian, BBC, Der Spiegel per i suoi viaggi surf-esplorativi e per aver portato il surf e la sua cultura in Cina prima e in Corea del Nord poi. Smessi i panni del Caporedattore di SurfNews nel 2010, Nik ha lavorato come interprete e giornalista free lance, e da anni si è trasferito proprio in Cina, dove grazie alla sua sete di sapere, ad una serie di fortunate coincidenze ha scoperto che già nel 1.200 in Cina si tenevano cerimonie ufficiali sul fiume Qiantang (poco lontano dell’odierna Shanghai) per esorcizzare l’enorme e devastante onda di marea chiamata “Drago d’argento”, grazie alle funamboliche surfate di personaggi tatuati chiamati “nong chao er”, che significa proprio “Children of the Tide”, ovvero “figli della marea”. Tutto questo viene raccontato in forma di avvincente saggio-romanzo per creare un collegamento più facilmente leggibile fra tutte le tappe che in tanti anni lo hanno portato a scoprire la storia di una comunità surfistica
che ha lasciato tracce nell’arte, letteratura e cronache dinastiche, e ha ancora riscontri nella Cina contemporanea. Children of the Tide viene distribuito in eBook e in stampa ai link che trovate sotto. Noi di Sup News faremo del nostro meglio per farvi avere quanto prima una nostra recensione, ma per ora affrettatevi a comprarlo perché le 1000 copie stampate stanno andando a ruba. Potete acquistare la versione stampata qui: www.cordee.co.uk/Children-of-the-Tide Oppure la versione ebook qui: www.amazon.com/Children-Tideexploration-surfing-dynastic-ebook
Fanatic 2020 CC Non stiamo parlando della cilindrata di un nuovi motore teutonico, ma della nuova Composite Collection che Fanatic propone per il 2020, che come al solito è davvero ampia e molto completa, per cui visto che ci stiamo preparando alle mareggiate invernali, vi presentiamo i nuovi modelli per divertirsi con le onde. La ProWave (7’6”, 8’0”, 8’5”, 8’9”) è la linea di tavole disegnata per i rider di livello avanzato, per caricare e graffiare le onde con curve rapide e incisive. La Allwave (8’8”, 8’11”, 9’3”, 9’7”),di cui trovate il test nel numero #09, è la linea più allround per condizioni e rider di livello più umano, capace di garantire divertimento in un’ampia gamma di condizioni. Gli amanti degli shape compatti e slashanti avranno ancora nello Stubby (7’10”, 8’3”, 8’7”, 8’10”) la loro linea di riferimento, mentre per i puristi dello stile longboard, viene proposta la linea Stylemaster disponibile con due shape da 10’0’’x28’5’’x130l e 10’0’’x30’5’’x145l. Tutte le informazioni sulla nuova collezione Fanatic sono disponibili sul sito: www.fanatic.com/sup 14
SIMPLY THE BEST There’s a reason Naish has established itself as a leader in stand up paddling. From decades spent in the water and the shaping room we have created a complete line for users of all abilities and disciplines. Whether you are racing on the world tour or just cruising your local surf spot, Naish has a board that is built using the best materials to make each minute on the water the best it can be.
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Gustavo Arrojo: Nalu 10’6” X32 GS; Bernd Roediger: Nalu 10’6” X32 GTW
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BEACH BREAK CrossCall Trekker X4 Dopo aver provato i modelli Crosscall Action X-3 e Core-X3, questa volta il brand francese ci ha dato la possibilità di provare a fondo uno dei modelli Top di gamma: il Trekker X-4 che integra una action camera con angolo di visuale di 170°. La confezione è sempre una stilosa scatola in cartone, dove trovano alloggio il telefono, il carica batterie da 24 Watt (carica la batteria da 22 Wh in circa 1h e 15’), il cavo tipo USB C, gli auricolari e il blocco per poi collegarlo ai vari accessori della serie X-Link. Il vetro Gorilla glass 5 è leggermente incassato sul display da 5,5”, IPS. Il posteriore in plastica gommata irrobustita con fibre, la struttura è rinforzata con piastra interna in magnesio, montaggio su silent block e due barre in alluminio laterali. Non è piccolo, non è leggero, ma ha retto ogni nostro maltrattamento! E poi, gommato com’è, non scivola. Il jack audio e la presa USB sono coperti da due comode coperture in gomma, che possono essere sostituiti in caso di rottura. Il comodo il tasto laterale con impronta digitale per attivare il telefono è stata una piacevole sorpresa, quello fisico personalizzabile lo avevamo già apprezzato anche sugli altri modelli. Dal punto di vista software, il sistema operativo è un Android stock versione 8.1, con patch aggiornate, che gira su collaudato e affidabile processore Snapdragon 660 con 4gb di RAM e 64 Gb di memoria (espandibili utilizzando l’alloggiamento per seconda sim). Forse la velocità non sarà fulminea, ma tutto funziona senza intoppi e grazie all’ottima batteria da 4400 mAh, anche con un utilizzo molto attivo durante la giornata si arriva a sera con un 35% di autonomia residua, durata che passa i 2 giorni con utilizzo è standard! Il Trekker X-4 è dotato di ben 2 camere posteriori, entrambe da 12 mpx, di cui una con lente action a 170° supergrandangolare ad effetto fish eye. Grazie a queste caratteristiche i video (ma anche le foto) possono poi essere adattati in verticale, orizzontale, stabilizzati e raddrizzati in post produzione grazie al software. Questo permette
molteplici angoli di ripresa (88, 110, 140 e 170) e di correzioni. Unica pecca: il software di gestione dei video che è poco intuitivo. Prima di poterli usare con altri software (es: condivisione sui social), i video devono essere convertiti nel formato scelto attraverso l’app Xcam che a volte risulta un po’ lenta. Insomma software camera da affinare ma l’idea è ottima! Anche perché tra le modalità di ripresa c’è anche quella dash camera che permette di tenere in cache 30,60 o 90 secondi di video per poter tornare indietro nel caso si riprendesse un momento saliente che vogliamo recuperare Costa 749 euro di listino, è sicuramente unico nel suo genere, non punta alla velocità, ma alla resistenza e alla dinamicità grazie alla camera action integrata. Perfetto per un utilizzo outdoor senza preoccupazioni, ma è bene ricordare che anche se la certificazione militare garantisce il funzionamento da -25 a +50 gradi e resistenza in acqua 1 ora e fino a 2 metri di profondità, non si tratta di un telefono subacqueo, ma per un utilizzo più di superficie. Anche in questo caso una volta immerso in acqua microfono e autoparlante catturano il suono in modo gracchiante, ma basta aspettare che si asciughi e tutto ritorna alla normalità. Non è adatto a tutti visto il prezzo da quasi top di gamma, ma per usi nei nostri sport outdoor è assolutamente indispensabile!
Total Training Pack L’Indoboard è la famosa tavola che va usata stando in equilibrio su un rullo. Il Training Pack Clear è il modello per imparare facilmente; offre ore di divertimento per persone di tutte le età ed abilità. L’obiettivo primario è usare l’IndoBoard Training pack più a lungo possibile evitando di toccare con il bordo della tavola per terra. Progettato per un facile divertimento ed un uso integrato di tutti i muscoli necessari al mantenimento dell’equilibrio, potete imparare tutti i movimenti che volete su questo modello. Noi di SUP News abbiamo cominciato ad utilizzarlo (a nostro rischio e pericolo!) per prepararci alle future uscite in SUP dopo le troppe ore passate in redazione davanti al Mac e stiamo traendo parecchio beneficio dall’utilizzo del cuscino gonfiabile IndoFLO, ideale per iniziare a prendere confidenza con l’attrezzo per i dilettanti come noi! Per maggiori informazioni e indicazioni dettagliate sull’utilizzo dell’indoboard: www.indoboard.it 16
WWW.FANATIC.COM/SUP T 0541307668, FANATIC.ITALY@ICLOUD.COM
RIDERS ARTHUR ARUTKIN. VICTOR FERNANDEZ DIARIES
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Pompa e vai. La risposta ad uno spazio limitato, alla vita in città e ai viaggi, la nostra gamma SUP all-inclusive è innovativa e diretta. Quattro misure e tre costruzioni assicurano a ciascuno il giocattolo perfetto per divertirsi.
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BEACH BREAK
Recensione Go Pro Hero 6 Come si può fare per avere foto spettacolari delle vostre uscite in SUP senza rischiare di bagnare la macchina fotografica o la telecamera? Semplice, leggete la nostra recensione di una action cam tra le migliori in commercio: la Go Pro hero 6 Black. Ok. Non è l’ultimissimo modello di GoPro o di Action Cam in commercio, ma visti i risultati (in termini di foto e video registrati sulla mini-SD) è sicuramente un “aggeggino” che porteremo “ovunque” sempre con noi! La Go pro hero 6 con la sua ottica grandangolare a occhio di pesce è certificata per resistere all’acqua fino ad una profondità di 10 metri senza l’ausilio di una custodia, caratteristica molto interessante per chi vuole documentare liberamente le proprie avventure in SUP (o altri sport con la tavola), restando tranquillo che mai nessuno schizzo o tuffo improvviso possa rovinare la nostra attrezzatura. Tecnicamente è dotata di guarnizioni stagne che isolano gli sportelli che coprono il vano batteria e mircoSD nella parte inferiore, e lo sportello per il connettore USB tipo C e microHDMI nel lato sinistro. Nella parte posteriore della fotocamera c’è un display da 2”, con la risoluzione di 320x480 pixel: il display è touch screen, molto comodo per modificare tutti i parametri di scatto e ripresa. La massima possibilità di registrazione video è il 4k con 60 fps, o a 1080p riesce ad arrivare fino al 240 fps, per gli amanti dello slowmotion. Lo stabilizzatore integrato è semplicemente eccezionale, nettamente superiore a tutte le altre versioni precedenti, restringe la visuale di circa un 5 per cento ma fa quasi miracoli! Invece, per quanto riguarda le foto, il sensore è un 12 megapixel e ha la possibilità di registrare le fotografie sia nel classico e leggero jpeg sia in un formato raw grezzo, che per i più appassionati di fotografia permette un’elaborazione molto più aggressiva. Vi consiglio di divertirvi provando e sperimentando in time-lapse 18
Rider e test: Riccardo Ciriello
con gli intervalli di tempo che preferite, per non perdere nessun attimo delle vostre manovre acquatiche. Per quanto riguarda la gamma dinamica, bisogna ammettere che è molto ampia per essere un’action cam, quasi da fare invidia alle reflex, inoltre il colore delle immagini è veramente molto brillante. Possiamo dire che questo oggetto ha solo le sembianze estetiche di un giocattolo, ma dentro ha un cuore che pulsa di grande tecnologia. Una chicca molto simpatica sono i comandi vocali, che permettono, quando non c’è un forte rumore del mare attorno, di comandare la Go-Pro Hero 6 con la voce per scattare foto, far partire la registrazione video e spegnere la stessa cam. Le persone vicine forse vi prenderanno per pazzi, ma la Go-Pro Hero 6 obbedisce, più obbediente di un cagnolino! Una piccola pecca per i navigatori in SUP è che la batteria non dura più di un’oretta, quindi premunitevi di una seconda batteria per le sessioni video/foto più lunghe. La Hero 6 è compatibile con tutti gli accessori Go-Pro. Per escursioni o fotografie estreme, comunque vi consiglio lo stesso il case custodia, magari con il suo galleggiante dai colori vivaci, per essere sicuri che non si possa perdere staccandosi un seguito a qualche urto fortuito (o sfortunato).
BEACH BREAK
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AGENDA SUP
CALENDARI EVENTI SUP 2019 Fornire ai lettori un servizio di pubblica utilità come quello di una pagina col calendario aggiornato dei più importanti appuntamenti col nostro sport è impresa ardua, ma noi vogliamo provarci. In questa pagina trovate un calendario abbastanza completo, ma non
NOVEMBRE 2019 01 novembre-07 dicembre - FISW SURFING GAMES 2019 Capo Mannu (San Vero Milis) - Campionati Italiani Assoluti 09-17 novembre - APP - Barbados Pro-AM 16-17 novembre - ISL - Ortigia SUP Race - Siracusa 20-22 novembre - APP - Brazil Aloha Spirit Festival
Paris SUP Open 2019
Domenica 8 dicembre 2019 verrà disputata a Parigi la Decima edizione della Nautic Paddle, la gara in SUP lungo la Senna che fa parte della manifestazione Paris SUP Open organizzata dalla Nautic Festival SA all’interno della prestigiosa kermesse internazionale del Nautic Paris Boat Show. Anche quest’anno la Nautic Paddle sarà l’ultima tappa della 20
esaustivo delle manifestazioni SUP più interessanti per la stagione 2019, ma se siete curiosi di sapere tutto quello che bolle in pentola per quento riguarda Italian Sup League, FISW, FISS, FICK, Euro Tour, APP e chi più ne ha più ne metta, non dovete far altro che seguire questo link QR code, oppure andare alla nostra pagina :
www.supnewsmag.it/blog/agenda-sup-news Ovviamente se avete eventi da segnalarci mandate una mail a: supnewsmag@gmail.com
21 novembre - 01 dicembre - ISA - World SUP Championship El Sunzal, El Salvador DICEMBRE 2019 07-08 dicembre - Nautic Paddle Paris SUP crossing 11-18 dicembre - APP - Las Palmas de Gran Canaria 15 dicembre - ISL - Xmas SUP Cup - Bellaria-Igea Marina stagione del Tour Professionistico APP World Tour e assegnerà il titolo 2019 maschile e femminile di specialità. E come ogni anno la gara si disputerà in un panorama a dir poco mozzafiato, con partenza dalla Bibliothèque Nationale de France e arrivo al porto Javel Bas. Il numero dei partecipanti è sempre a numero chiuso e quest’anno i posti disponibili erano 1.000, ma ovviamente sono stati letteralmente bruciati e per regolarmento sono stati estratti fra quanti si erano preiscritti nelle 2 settimane disponibili dopo il 3 ottobre 2019, data di apertura delle iscrizioni. Al momento sono già stati selezionati gli 800 partecipanti per il percorso Amateurs (240 restano in lista di attesa) e i 100 partecipanti al percorso Pro (30 restano in lista di attesa). A questi ovviamente si andranno poi ad aggiungere gli iscritti alla gara APP. Nonostante il freddo terribile, l’acqua gelida e la sveglia in notturna per essere pronti sull’allineamento di partenza di primissima mattina, quella di Parigi resta una delle gare più attese e partecipate dell’anno da tantissimi amatori, che colgono l’occasione di godersi una bella pagaiata in una location e in una manifestazione unica nel suo genere.
AGENDA SUP
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LOCAL HEROES
Flavio Crivellari
Litoranea Veneta Giuliana 120 km navigando a pelo d’acqua! Racconto raccolto da Ovidio Ferrari - Foto Dario Tronchini
Flavio Crivellari è uno di quegli sportivi irriducibili, che sono in grado di trasformare le proprie intuizioni sportive in realtà, anche grazie alla loro capacità di organizzarsi, prepararsi e saper soffrire, visto che il nostro è uno sport bellissimo, ma è uno sport di fatica! E così Flavio è riuscito a mettere a segno una di quelle imprese che, così come quella del nostro amico Thomas Amaduzzi, resteranno indelebili nel tempo, capaci di riportare sempre alla mente di quanti rileggeranno queste righe in futuro, il valore dell’uomo e del messaggio che si era prefisso di portare. Bravissimo Flavio Crivellari, evviva il SUP! L’idea di seguire il percorso della nostra Litoranea non era finalizzata alla prestazione sportiva. Il percorso avrei potuto tranquillamente coprirlo anche in 2-3 giorni, ma io sono un agonista e quindi ho deciso di provare a coprire tutta la distanza in giornata. Insomma, da buon agonista non sono riuscito a rinunciare a fare una gara con me stesso, ma l’obiettivo era un altro, cioè quello di valorizzare il nostro territorio e un patrimonio che secondo me è eccelso, come 22
quello della Litoranea Veneta, che poi noi l’abbiamo ridefinita come Litoranea Veneta Giuliana, in virtù del 60 Km che ci sono nel territorio del Friuli. Un secondo obiettivo ovviamente era anche quello di fare conoscere la pratica del SUP come mezzo di trasporto per la pratica di un vero e proprio turismo fluviale, dal momento che è uno sport che permette di immergersi nella natura e favorire il contatto con le bellezze naturalistiche. Da questo punto di vista il SUP è perfetto, perché è ecologico, silenzioso e a impatto zero. Quindi questo era il messaggio di fondo legato alla mia impresa. Poi è stata scelta proprio la litoranea perché secondo me era lo sfondo ideale per quest’avventura, anche se ho dovuto faticare più del previsto anche per via delle barche che non rispettano le regole di navigazione. Ma questo è un altro discorso. Questa impresa voleva un po’portare alla riscoperta della Litoranea, che è un’antica via d’acqua usata dalla Serenissima Repubblica, per il trasporto di merci in sicurezza, perché ovviamente i mezzi dell’epoca non potevano affrontare le mareggiate o le intemperie marine. Per questoavevano creato questa idrovia che collega la
LOCAL HEROES laguna di Venezia alla foce del fiume Isonzo. Poi ovviamente loro proseguivano per raggiungere Trieste e la Slovenia, ma questo è il precorso naturale della litoranea. Stiamo parlando quindi di un grande sistema di canali artificiali, ce ne sono ben 28, che sfruttano anche tratti di corsi d’acqua, di fiumi e lagune (per la precisione 5 fiumi e 3 lagune). Si tratta di un percorso meraviglioso lungo il quale mi sono trovato a pagaiare anche per 3-4 ore nel silenzio più completo, immerso in una natura straordinaria, coi pesci che ti saltavano oltre la tavola, rendendola un’esperienza di quelle che ti vien voglia di condividerle con qualcuno! A livello di prestazione ho voluto fare quest’impresa in regime di semi autosufficienza e in solitaria, proprio per aggiungere alla cosa un gradiente di difficoltà, che mi è servito come motivazione sia in fase di preparazione, sia durante l’impresa stessa. Mi piaceva l’idea di proporre il SUP come alternativa al turismo in acqua piatta e non solo per la pratica classica nel litorale. In Veneto infatti sta cominciando a diffondersi un turismo con battelli che per esempio possono partire da Caorle e ti portano fino a Bibbione e poi magari si fa il ritorno in bicicletta. Quindi magari si potrebbe studiare dei percorsi in cui si alterna la bici al SUP, che permettono di vivere e scoprire le bellezze del nostro paesaggio. Poi magari si tratta di utopie, però intanto mi è piaciuto aprire questa via anche per questo. In realtà non sono stato il primo a riscoprire la Litoranea, perché Leonardo Toso aveva già fatto una parte del percorso da Venezia fino a Lignano, ma poi io ho completato l’opera percorrendo tutta la litoranea, e fra l’altro ho utilizzato anche una tavola Touring per dimostrare che anche con un mezzo alla portata di tutti e senza utilizzare una tavola ultra-performante, che magari rischia di essere troppo tecnica per l’utente medio, si possono coprire percorsi notevoli. Fra l’altro, considerando la distanza, sono anche riuscito a fare un tempo decoroso, dal momento che ho percorso 12O km in 17 ore e 30 minuti! Ovviamente per riuscire nell’impresa mi sono dovuto allenare e preparare scrupolosamente, e per la preparazione sono stato seguito da Paolo Tedeschi del team BigOne Evolution. La preparazione è iniziata quasi un anno fa, ed è anche stata intervallata da un paio di soste forzate dovute a problemi alle ginocchia che hanno anche richiesto un paio di interventi che mi hanno fatto pensare di rinunciare. Poi a gennaio mi sono deciso e ho cominciato a curare nei minimi dettagli sia la preparazione fisica, che quella metabolica, che quella tecnica, per essere pronti ad affrontare al meglio tutte le possibili situazioni in cui ci si poteva venire a trovare su un percorso così lungo e di conseguenza su una durata così lunga. Questioni meteo, questione fisica, dal momento che in sei mesi ho fatto tanti chilometri di preparazione per essere pronto (circa 2.000!).
Quindi è importante sottolineare il fatto che se non avessi avuto alle spalle il lavoro di equipe di Paolo Tedeschi e del suo team BigOne Evolution, non sarei mai riuscito ad approcciare una sfida del genere. Io per esempio tutte le volte gli portavo le mie perplessità, i miei dubbi o i miei problemi, e lui cercava di trovare soluzioni per andare avanti in maniera positiva con questa esperienza. Questo è importante ribadirlo, perché non ci si sveglia dalla sera alla mattina improvvisando imprese del genere, devi prepararti, allenarti pianificare meticolosamente ogni dettaglio. Per esempio, oltre ai chilometri percorsi, quel giorno lì io ho bevuto qualcosa come 18 litri d’acqua, fra acqua e integratori! E poi ho trovato anche condizioni abbastanza critiche, con caldo afoso, corrente contro… Bisogna anche dire che dal punto di vista sportivo, io provengo dalle ultramaratone, che praticavo con molta soddisfazione prima degli infortuni alle ginocchia! Per cui so bene cosa significa la gestione 23
LOCAL HEROES
delle energie e del corpo durante lo sforzo prolungato. E anche in questo caso questa capacità mi è stata di grande aiuto, perché per esempio durante il percorso ho dovuto alternare vari tipi di pagaiata per non andare ad affaticare solo i dorsali e la schiena, ma sfruttare al meglio un po’ tutte le zone muscolari, come addominali, pettorali, gambe… Con l’aiuto di Paolo (Tedeschi, ndr) abbiamo analizzato e allenato un po’ tutti i tipi di pagaiata proprio con questo obiettivo, tanto è vero che adesso quando pagaiare normalmente sono un po’ in difficoltà, perché ormai ho acquisito una postura che mi ci vorrà un po’di tempo a rielaborare. Considera che oltre al tempo passato durante il percorso (ricordiamo: 17 ore e 30 minuti, ndr), durante la preparazione ho fatto diversi allenamenti passati a pagaiare anche 10 ore consecutive, che sono state importantissime per riuscire a capire bene cosa fare e come pagaiare per risparmiare energie e mantenere una pagaiata efficace!
Per quanto riguarda il percorso, io son partito dalla Conca di Cavallino, che si trova nella laguna di Venezia, ma praticamente è nella zona di Jesolo, poi sono arrivato fino alla foce del Fiume Isonzo, e da lì ho attraversato il nostro golfo e sono arrivato alla spiaggia di Marina Julia. Sono partito alle 4,30 del mattino (!!!, ndr) e sono arrivato alle 22. Ho impiegato 17 ore e 30 minuti per coprire tutto il percorso, comprese le soste. Ho fatto 6 pit stop di rifornimento e via. Sono stato seguito dalla barca solo per un pezzo di percorso e a Porto Buso, dove ho avuto bisogno di fare una sosta tecnica sulla barca, poi la barca mi ha fatto compagnia fino a Grado e poi ho proseguito da solo, vivendo in solitaria e prima persona tutta l’avventura. Ovviamente durante il percorso ci sono stati anche momenti di difficoltà. Dal punto di vista fisico la prima difficoltà si è presentata dopo i primi 45 Km. quando ho cominciato ad accusare infiammazioni agli avambracci. Poi ci sono stati step di incremento della difficoltà dopo gli 80 Km, i 90, ecc… d’altronde quando si pagaia, l’avambraccio e il polso sono molto sollecitati (e senza quelli non puoi stringere e manovrare la pagaia, quindi sono muscoli e articolazioni obbligate, ndr). Dal punto di vista del meteo non ho avuto problemi, dal momento che ero allenato e preparato per affrontare qualsiasi condizione, dalla navigazione al buoi, alla pioggia, al mare mosso, ecc… L’elemento di difficoltà imprevisto, come ti avevo anticipato, è stato rappresentato dal passaggio delle imbarcazioni dei diportisti a motore, che sfrecciavano ad alta velocità, incuranti dei regolamenti e della presenza di una persona in equilibrio su una tavola! E fra
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LOCAL HEROES
l’altro sono riusciti a farmi cadere un paio di volte, con tutto quello che questo comporta quando stai facendo un percorso come il mio! Ma durante il percorso come ti ho detto ci sono stati dei momenti di pura estasi, quando nel silenzio e nella solitudine quasi assoluta pagaiavo in mezzo a scenari di assoluta bellezza, come per esempio nella laguna di Bibione e nella zona di Caorle, ma anche la nostra parte della laguna a Grado e Marano è anche molto bella. In linea di massima posso anche dire però che non ho trovato un posto brutto! A parte la prima parte alle 4 del mattino quando non
c’era luce e al massimo riuscivo a vedere i pescatori, per il resto sin dal sorgere del sole, ho testimoniato la bellezza di una natura e di panorami straordinari. Ci sono punti in cui la natura è ancora incontaminata, e tu passi nel silenzio più assoluto senza disturbare nessuno! Insomma, diciamo che nel complesso è stata un’esperienza bellissima che spero di ripetere, magari in un altro contesto, ma sempre con l’idea di fondo di valorizzare il nostro territorio e promuovere la pratica del SUP, a meno che non esca fuori qualche ordinanza che ci vieti di fare SUP nelle acque interne!
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RIVER SUP
Slovenia Adventure con Terramare/UISP
Testo: Maurizio Zaccherotti Foto: Alessandro Barbetti/Terramare UISP
Cinque giorni in sup, rafting, kayak e trekking per scoprire la Valle del fiume Soca (Isonzo) in Slovenia: questo l’obiettivo del secondo viaggio-avventura “Slovenia Adventure – II° Trip” targato Terramare - UISP La valle del Soca, detto anche la “bellezza di smeraldo”, nasce in Slovenia occidentale nelle alpi Giulie per terminare dopo 130 Km in Italia nell’Adriatico. Il corso del fiume di origine carsica, si caratterizza per le sue acque cristalline che scorrono in rocce carbonatiche di colore chiaro. La vegetazione lussureggiante,
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la storia e gli scorci paesaggistici fanno di questo luogo uno dei più belli del mondo. Per quanto questa regione della Slovenia si mantenga selvaggia e quasi intatta, è divenuta nel tempo un’attrazione per migliaia di turisti. Nella valle si praticano ogni tipo di sport: dall’arrampicata al canyoning, trekking, Bike, Parapendio e ovviamente tutti gli sport acquatici, primo fra tutti il rafting, il kayak e non ultimo, sempre più in crescita, il river SUP. Terramare ha voluto esplorare questo territorio mettendo in campo diversi atleti tra cui guide ambientali escursionistiche e tecnici di varie discipline per sviluppare al meglio le varie attività.
RIVER SUP
Maurizio affronta il fiume Soca nel suo tratto classico di II-III° WW
Sponsor ufficiale dell’avventura, oltre ovviamente al patrocinio di UISP, il partner tecnico MOKI, la ditta italiana produttrice di tavole SUP. “Con Moki abbiamo stretto un accordo importante – afferma Maurizio Zaccherotti, maestro di SUP e Presidente dell’associazione Terramare/UISP – che mira alla promozione del SUP come strumento per l’esplorazione del territorio in armonia con l’ambiente. Ci è piaciuto il lavoro che l’azienda sta facendo per trovare nuove soluzioni e tecnologie per combinare sport e rispetto dell’ambiente. La nuova tavola SUP “Into the nature 11 piedi” va
in questa direzione con la riduzione degli scarti di produzione e riutilizzo delle plastiche per la realizzazione del robusto guscio anti urto. Non solo, ma l’azienda ha deciso di eliminare completamente la plastica dagli imballaggi delle attrezzature. Come associazione attenta a queste tematiche abbiamo ritenuto di contattare l’azienda per provare a costruire un percorso comune. Tra le tante iniziative in campo, abbiamo quella della realizzazione di una nuova tavola river SUP all’avanguardia sia dal punto di vista tecnico che dell’impatto sull’ambiente”. Testando alcune delle tavole messe a disposizione da MOKI,
Sopra: attività di SUP e rafting sotto l’attento occhio degli istruttori - Sotto: Trekking time nei meravigliosi paesaggi sloveni
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RIVER SUP
Fasi di test di tecnica e attrezzatura per il River SUP come la Tube 10, ed altre tavole come le airsup V3 RRD è stato possibile scendere il fiume Soca nel suo tratto classico di II-III° WW, cercando di trovare le criticità delle tavole e allo stesso tempo i pregi per cominciare a studiare un protipo river performante per fiumi dove la corrente è notevole. Campo base operativo il Kamp Trnovo a due passi da Caporetto. Pernotto in campeggio in tende condivise, colazione e cena tutti assieme rispettando gli orari come da programma e poi tutti Foto di gruppo Rafting-SUP Terramare UISP
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pronti per le varie attività che si svolgevano dalle ore 9.00 alle ore 18.00 con ritmi incalzanti. Alla fine dei conti tutti i partecipanti hanno provato tutte le discipline. Sono stati scesi circa 25 km di fiume sia in SUP che con i gommoni e kayak. Sono stati percorsi circa 25 km di sentieri completamente immersi nella natura. Circa 40 ore di attività sportiva continua con l’obiettivo speciale di stare insieme, migliorare le tecniche ed esplorare un territorio incantevole.
EVENTI SUP
SUP Rome 2019 Testo: Ovo - Foto: LTD
Anche quest’anno si è svolta il 1 maggio la manifestazione che porta i suppisti a pagaiare sulle acque del Tevere e a visitare la capitale da un punto di vista a dir poco privilegiato. Questa manifestazione meriterebbe lo stesso numero di partecipanti della gara di Parigi e forse più, ma anche quest’anno la partecipazione è stata a dir poco “intima” e ancora una volta si è gettata alle ortiche una magnifica occasione di fare promozione per il nostro sport. Ancora una volta SUP Rome è stata ignorata un po’ da tutte le federazioni, più Preoccupate di promuovere i propri circuiti agoni(stici)zzanti, anziché promuovere la pratica del nostro sport come mezzo per vivere e scoprire le bellezze del Belpaese. Come sempre l’organizzazione impeccabile e super collaudata dei ragazzi della “DIT - Discesa Internazionale del Tevere” garantisce il perfetto svolgimento della manifestazione nel classico clima di cordiale allegria che già avevamo sperimentato nella passata edizione. Quest’anno le acque del Tevere sono più magre, e questo significa che i passaggi in magra, cioè nelle rapide, sono più rapidi e con qualche piccolo rischio in più in caso di caduta rispetto alla passata edizione. Ma tanto noi abbiamo il caschetto e la possibilità di uscire dall’acqua e fare a piedi qualsiasi passaggio riteniamo troppo impegnativo. Questa volta, mi accompagna anche mio figlio nonché tester Nicolò, mentre le acque del Tevere riescono a dissuadere
ancora una volta mia moglie e mio figlio minore dall’accompagnarci sul SUP. Anche quest’anno loro ci seguiranno in bicicletta. Arriviamo a Roma nella serata di sabato, e ci svegliamo la mattina di buon’ora per raggiungere la Polisportiva Ostiense Sport Club è un attimo. Come da programma il ritrovo è previsto per le ore 9.00 e partenza del BUS per le 9.30, ma al nostro arrivo alle 8.30, oltre al custode, c’è solo il camper di Tommaso, inossidabile guida del gruppo in bicicletta. Gli altri ancora non si vedono, ma sappiamo che a quest’ora sono già al punto di partenza a Tor di Quinto per scaricare le canoe e i gommoni da rafting. Infatti, all’ora convenuta, eccoli apparire tutti quanti e in due e due quattro, dobbiamo infilarci le mute e salire sul bus che ci porterà Tor di Quinto per la partenza. Il resto della compagnia si prepara a partire in bicicletta per venire ad incontrarci lungo il nostro percorso sul Tevere. Al nostro arrivo, scarichiamo velocemente la nostra attrezzatura dal gavone perché il Bus deve ripartire. Gonfiamo velocemente il nostro SUP e consegnamo la pompa alla custodia di Nazareno, un signore in barba bianca e canoa. In men che non si dica arriva il momento di scendere in acqua: caschetto, giubbotto di salvataggio, mutino, Lycra e scarpette in neoprene e da non dimenticare il laccio che dalla tavola si deve attaccare al giubbotto in posizione comoda per essere slacciato in caso di necessità. Infatti una delle differenze fra quando si pagaia in acqua dolce e quando si pagaia in mare è che in acqua dolce lo sgancio del leash deve essere sempre portata di mano, 29
RIVER SUP
A SX: il primo passaggio in rapida di Ponte Milvio non si scorda mai - a DX: Maurizio Zaccherotti ci raggiunge coi ragazzi di Terramare
A SX: ma dove vai se una Fire Dixie Jazz Orchestra non ce l’hai... - a DX: Ripartenza dopo la sosta a Castel Sant’Angelo destinazione Tiberina perché se la tavola dovesse essere trascinata via della corrente bisogna sempre essere in grado di sganciarsi prima che quella che dovrebbe essere la nostra zattera di salvezza possa tramutarsi in un potenziale pericolo. La partenza come sempre è una favola, col fiume che scorre lento e rende tutto a dir poco incantevole. All’arrivo al ponte Milvo, come l’anno scorso ci predisponiamo a passare sotto al primo di destra sotto l’attenta guida del grande Andrea Ricci. E visto che l’anno scorso ho fatto il bagno, quest’anno so già cosa devo fare: gambe piegate, pagaio in avanti come quando si devono superare i frangenti in mare, per mantenere l’equilibrio anche quando le correnti tenteranno di sorprendermi e disarcionarmi. Ovviamente mio figlio non segue il mio goffo esempio ed esattamente come ho fatto io l’anno scorso, appena passata la prima parte della rapida abbassa la guardia, alza il baricentro, e prima della fine della rapida, si ritrova a bagno nell’acqua fresca! Ovviamente, le mie risate non sono gradite, però quando cade qualcuno (che non sei tu) è sempre molto divertente! E a farsi quattro risate a bordo fiume ci sono anche quelli del gruppo in bicicletta, che ci hanno già raggiunto, e ci accompagneranno pedalando sul percorso del lungotevere. A rallegrare l’allegra brigata, a un certo punto si uniscono due grossi gommoni da rafting, uno è quello degli amici di Terramare, col mitico Maurizio Zaccherotti che segue il gruppo sul SUP, mentre l’altro è occupato da una spettacolare fanfara Fire Dixie Jazz ospite di RomaRafting, che ci accompagna con allegrissime sonorità 30
jazz. Che figata! Un vero spettacolo nello spettacolo! Incrociamo la classica gara di canottaggio, godiamo della visuale di tutti i club delle esclusive Società di Cannottaggio con ingresso e vista esclusiva che si susseguono sul lungotevere, e poi dopo quasi un’oretta di puro piacere suppistico arriviamo alla svolta del fiume che si apre alla vista di San Pietro e Castel dell’Angelo. Sublime! Questo momento da solo vale lo sforzo di essere venuti fino a qui. Se poi ci si aggiunge il piacere di una compagnia fantastica e la vista fuori dall’ordinario della nostra capitale, allora vale la pena prenotarsi già per la prossima edizione! Questo è anche il momento per una bella sosta ristoratrice e ovviamente pranzo è stato accompagnato dalle tradizionali “cacio e fave” alla romana e annaffiato da una spruzzata di provvidenziale pioggia, ma per fortuna i ponti sul Tevere non mancano! Passata la sosta, arriva il momento di rimettersi in acqua per affrontare la seconda parte del viaggio con il passaggio più avventuroso dell’isola Tiberina e delle sue rapide. OBBLIGATORIO prendere il ramo di sinistra (guardando il Tevere verso valle), perché il ramo di destra non è transitabile a causa di un rullo. Visto il livello decisamente più basso del Tevere, entrare e uscire dal fiume in realtà si dimostra più facile rispetto all’anno scorso. Le rapide invece sono assai più complicate, l’acqua è di meno, emergono pietroni che l’anno prima nemmeno immaginavi e
EVENTI SUP il rischio di cadere e magari battere sul fondale non giustifica nemmeno il tentativo di provarci. In mare sapremmo anche come cavarcela, ma questo non è il nostro ambiente per cui preferiamo lasciare ai canonisti e al mitico Ricci il piacere di affrontare questo passaggio in rapida. Noi comuni mortali, invece, ci godiamo lo spettacolo offerto da Andrea Ricci e da tutti i canoisti, e portiamo il nostro SUP a valle delle rapide e ci prepariamo al passaggio per approdare alla spiaggia a valle dell’isola Tiberina. L’anno scorso questo era stato un passaggio piacevole. Quest’anno è molto più agitato. Alcuni suppisti nel dubbio affrontano in ginocchio le rapide e passano incolumi, io e mio figlio proviamo a passare in piedi, ma veniamo shakerati e sbattuti in acqua senza pietà! Comunque sia, approdare a questa fantastica spiaggia sull’isola Tiberina è un’altra emozione di quelle che non si dimenticano, dal momento che si può ammirare lo splendido Ponte Rotto, una delle meraviglie dell’antica Roma che credo sia ancora sconosciuta ai più. Passare sotto l’arco di Ponterotto spinti dalla corrente è davvero un piacere, anche se bisogna sempre stare in occhio perché le turbolenze di un fiume rischiano sempre di mandarti a bagno. Ecco
perché le tavole da fiume sono così più larghe rispetto a quelle da acqua salata! Passato Ponte Rotto già si sente di essere alla fine dell’avventura: il fiume diventa più quieto, si passa dal particolare Ponte Industria con le sue colonne in metallo che portano e segni delle piene, la peculiare vista del Gazometro, e prima dell’arrivo arriva anche il momento del brivido: un canoista avvista qualcosa in acqua e va per recuperarlo. Pensava fosse una palla gialla e invece no, quando si avvicina s’accorge che è un casco. Panico: sarà vuoto? Fortunatamente sì. E la situazione viene accompagnata da una risata liberatoria! Così fra una risata e una battuta, arriviamo all’ormeggio dello Sporting Club, poco prima del Ponte della Magliana, dove arriva il momento di tirare fuori le nostre tavole dall’acqua, scambiare complimenti e saluti, ricongiungersi ai nostri cari già arrivati da tempo in bicicletta e caricare la nostra attrezzatura sul camper: domani ci aspetta la scuola! E via, si riparte verso casa con la speranza che anche l’anno prossimo il 1 maggio saremo sufficientemente liberi per ripetere questa esperienza, magari accompagnati da un numero via via maggiore di suppisti. Arrivederci Roma!
Sopra e sotto: Ponte Rotto è uno dei momenti TOP della SUP Rome - Sotto a DX: Ponte Industria e il Gazometro sullo sfondo
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SUPPISTI
Caterina Stenta Il mio EuroTour 2019
Testo: Caterina Stenta Foto: Cristos Epperson, Ganse Photography
Quest’anno l’Euro Tour è iniziato per me con la tappa di downwind a Vendee Gliss, vicino a Nantes. Ho seguito poi le tappe in Spagna, e poi ho finito (la prima parte) con le due tappe in terra greca. È il mio secondo anno nel tour e sta andando alla grande, sono molto contenta dei miei risultati, ma soprattutto dell’esperienza e delle amicizie che sto facendo nel tour. Condividere il tour coi ragazzi italiani ci ha uniti parecchio. A Vendee Gliss, Santa Pola e San Sebastian ho condiviso casa e viaggio con Giordano (Bruno Capparella, ndr), Fede (Federico Esposito, ndr), Chiara Nordio e Davide Ionico, e questa è per me è diventata la parte più importante delle gare, formare un bel gruppo ed appoggiarsi e motivarci a vicenda. Parlare di SUP, allenarsi assieme, sentire quelle parole di supporto giusto prima della partenza che ti aiutano, festeggiare dopo assieme, o consolarsi se non è andata bene la gara, questi sono i momenti più importanti del tour e ciò che rimane. (Grazie ragazzi!!) La seconda parte del tour in Grecia invece ho viaggiato con Fiona (Wylde, ndr), Chris Parker e Trevor (Tunnington, ndr). Abbiamo deciso all’ultimo momento di prendere tutti lo stesso volo da Bordeaux e viaggiare insieme ed è stata un’altra avventura da ricordare. Fiona, Chris e Trevor li conoscevo già, ma solo di vista, e queste due settimane passate insieme 32
condividendo tutto ci hanno unito parecchio e hanno reso il viaggio, le gare e gli allenamenti molto più divertenti. Per quanto riguarda i risultati, quest’anno avevo come obiettivo quello di riuscire a salire su qualche podio dell’Eurotour e cercare di fare alcuni piazzamenti Top5. Mi sono tolta questa soddisfazione prima a Santa Pola, dove sono arrivata terza, e poi a Corfù, dove sono stata dietro a Fiona e sono riuscita a battere Amandine (Chazot, ndr). Sono molto contenta anche del risultato a Vendee Gliss, in Francia, anche se sono arrivata a un passo dal top five, perché la gara è stata parecchio dura: all’inizio ero congelata, quasi da farmi pensare di abbandonare per il freddo, e sono partita malissimo coi muscoli che non si muovevano, ma poi mi sono ripresa piano piano; mi sono divertita a surfare le onde e sono arrivata dietro a Yuka Sato. Le tappe di San Sebastian e Bilbao sono andate benino, sono riuscita a stare nelle prime dieci in entrambe, ma ho voglia di ritornare il prossimo anno per migliorare il mio piazzamento in entrambe le gare. Corfù e Creta penso siano state le tappe migliori di questo Euro Tour per ora, sia per i risultati, ma anche per la magia della terra greca e l’affetto che provo per le isole greche e per la gente di là. Vado in Grecia da quando sono nata ed è la che ho
SUPPISTI Caterina soddisfatta alla Vendee Gliss
imparato ad andare in windsurf e che è nata la mia passione per il mare! Ancora adesso la mia famiglia ci torna e ci passa 4-5 mesi l’anno! Inoltre la Grecia è un posto perfetto per pagaiare, con l’acqua cristallina i colori vividi e le baie nascoste, per non parlare dell’ottimo cibo! Manca solo un po’ di mare e le onde, questo sì, ma il resto è perfetto! Corfù è stata una gara piatta e calda, due giri intorno a un’isola di 7,5 km ciascuno, mentre Creta si è rivelata una gara estenuante, con vento al traverso e solo una minima parte di downwind. A Corfù sono arrivata seconda, e sono riuscita addirittura a tenere
il passo di Fiona, mentre a Creta ho peccato di esperienza nel lunghissimo bordo con vento al traverso, e sono contenta di essere arrivata quarta dietro alle regine del downwind Fiona, Sonni (Hönscheid, ndr) e Amandine. Avevo faticato talmente tanto nella parte in sidewind, che per il primi 8 km sono stata in sesta posizione, dietro a Noelani (Sach, ndr) e Susanne (Lier, ndr). La fame, la motivazione e la frustrazione mi hanno fatto mettere il turbo nei tratti controvento e downwind, e alla fine ho recuperato due posizioni per aggiudicarmi un 4° posto ancor più bello, perché sofferto!
Sopra: ritratto con Fiona a Creta e terzo posto a Corfu - Sotto: in azione ad Alicante e coi compagni di viaggio alla Vendee
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SUP TECH
Sup Surfboard Shaping Design
Testo di Fabio Giacomini - Foto David Nisbet
Materiali e tecniche di costruzione per la produzione di tavole da SUP Surfing Questo sarà un interessante viaggio nel mondo dei materiali più utilizzati per la produzione di tavole da sup surfing, nonché dei processi produttivi industriali ed artigianali utilizzati dalle aziende. Credo sia molto importante per chiunque pratichi SUP, sapere come venga costruita la tavola che si utilizza, ma anche nel caso si voglia essere correttamente informati qualora si voglia parlare di nuovo acquisto con un venditore.
MATERIALI DI PRODUZIONE Tutte le tavole sono costituite da un CORE (nucleo), in sostanza la forma della tavola più o meno morbida, e da un EXTERNAL REINFORCEMENT (guscio), molto più duro del nucleo che ha la funzione di assorbire l’attrito, vibrazioni, colpi d’impatto ed ovviamente il peso del surfer. Elencherò qui di seguito i più importanti materiali utilizzati nelle produzioni e soprattutto le loro caratteristiche tecniche e performances. CORE ( nucleo) Il nucleo di solito e formato da uno dei seguenti materiali: 34
EPS (Polistirolo Espanso), è un materiale molto leggero composto da cellule chiuse “gonfiate” d’aria ed unite tra loro. Questo materiale Al 90% è composto d’aria e a seconda della dimensione della cellula la sua densità (che si misura in kg/m3) cambia. Più la cellula è piccola e maggiore sarà la densità, perché minore sarà anche la quantità di aria contenuta all’interno delle cellule, quindi minore sarà la leggerezza del materiale finito. In sostanza: minore densità kg/m3 = maggiore leggerezza = minore resistenza all’impatto L’EPS è un materiale rigido e poco flessibile. Questa caratteristica non lo rende quindi il miglior materiale da utilizzare come CORE per tavole sup surfing, cioè da utilizzare su onda. Inoltre le cellule chiuse di EPS, si uniscono fra di loro lasciando interstizi pieni d’aria, caratteristica che diminuisce la densità del prodotto, rendendolo ancora più leggero. Il rovescio della medaglia è che nel caso in cui la tavola subisca un danneggiamento anche lieve del guscio (solitamente realizzato in materiale composito) e venga a crearsi una crepa o una rottura, tutti questi interstizi permettono all’acqua di andare ad occupare gli spazi vuoti, propagandosi su tutto il nucleo per capillarità, un po’ come avviene in una spugna!
SUP TECH PU (poliuretano espanso). Per la densità del materiale vale un po’ lo stesso discorso dell’EPS. Minor densita kg/m3 = maggior leggerezza = minor resistenza all’impatto. C’è però da dire che al contrario dell’EPS, il PU anche se è a cellula chiusa, è considerevolmente più duro come materiale e non fa’ filtrare molta acqua (che resta localizzata nel punto di rottura) se danneggiato ed è soprattutto un materiale flessibile con buone proprietà meccaniche e performance su onda decisamente di rilievo rispetto all’EPS. Risulta essere il materiale più utilizzato per la produzione di surfboards dagli anni 50, quando venne introdotto per la prima volta sul mercato.
PVC (Cloruro di PoliVinile) / SAN (Stirene AcriloNitrile) Questi sono materiali molto rigidi e di nuova generazione vengono utilizzati in sandwich con altri materiali, soprattutto per creare delle zone di maggior resistenza all’impatto o alla pressione sul nucleo. Vengono incollati di solito in sottovuoto al materiale principale e poi lavorati per la forma finale. Sicuramente il SAN di ultima generazione è migliore rispetto al PVC o suoi analoghi. Ha infatti più elasticità e durezza e può assorbire un impatto che invece fratturerebbe un PVC
Schiuma ad alta densità (gialla) – EPS ad alta densità (bianco)
A sinistra: Resina poliestere – A Destra: epoxy a destra GUSCIO /MATERIALI COMPOSITI (matrice + fibre di rinfrozo) MATRICI: EPOXY La resina epoxy rappresenta al momento il prodotto con le più alte prestazioni rispetto agli altri in commercio. La resina epoxy supera e di molto gli altri tipi di resina in termine di : proprietà adesive, resistenza meccanica e resistenza ai fattori ambientali (permeabilità all’acqua). Le attuali resine epoxy vengono utilizzate sia nell’industria produttiva marina che quella aereospaziale per la costruzione di mezzi high performance. Molto utilizzata anche per la costruzione di windsurf e sup.
Pani: PU sinistra - EPS alta densità destra MATRICI: POLYESTERE La resina poliestere è il tipo più largamente usato al mondo per la costruzione di imbarcazioni di ogni genere ma anche surfboards. Di solito viene utilizza la poliestere di tipo ortoftalica considerata standard e di basso costo. Questo tipo di resina non possiede una grossa resistenza meccanica ed ha prestazioni nettamente inferiori agli altri tipi di resine. Anche le proprietà adesive quando unita alle fibre di rinforzo, sono molto basse se comparate a quelle della resina epoxy. 35
SUP TECH
Tessuti di vetro di diverse grammature FIBRE DI RINFORZO Le fibre di rinforzo sono il secondo elemento che si unisce alla matrice per creare l’elemento rigido che è il guscio. L’apporto che le fibre danno al composito risulta essere di qualità in base a determinate caratteristiche della fibra: 1 PROPRIETA’ MECCANICHE DI BASE DELLA FIBRA STESSA 2 INTERAZIONE SUPERFICIALE TRA FIBRA E RESINA (interfaccia) 3 QUANTITA’ DI FIBRE NEL COMPOSITO 4 ORIENTAMENTO DELLE FIBRE NEL COMPOSITO Miscelando in produzione questi quattro fattori si otterrà il composito ideale per la struttura che stiamo andando a creare, ottenendo le massime prestazioni possibili. VETRO Il vetro in forma liquida a 1.600 gradi di temperatura formato da sabbia, caolino, calcare e colemanite viene processato per formare un tipo di fibra: il filato di vetro, la fibra più utilizzata con la resina per creare il composito è il vetro, filato in vero e proprio tessuto di
vetro, (GLASS). Viene utilizzato in varie grammature e tipo di trama a seconda della produzione. Nei surfboard windsurf o SUP il tessuto più popolare è sicuramente l’E-GLASS con trama plain (0-90) con gramamtura 4/6/8 oz. Buona la resistenza alla compressione e alla trazione. Buona la durezza ma la resistenza all’impatto è poco apprezzabile. CARBONIO Il filato di carbonio è composto dal precursore Polyacrylonitrile (PAN) il quale viene processato attraverso carbonizzazione, grafitazione e ossidazione controllata. Molto spesso il vetro viene affiancato appunto alla fibra di carbonio sotto forma di nastri o di tessuto vero e proprio. Il carbonio proprio per le sue caratteristiche contribuisce a rendere la struttura su cui viene applicato più resistente. Ha infatti la più alta durezza rispetto a qualunque fibra ,alta resistenza in tensione e compressione. Alta resistenza alla corrosione e sforzo. Debole invece nell’impatto. Predilige la matrice in resina Epoxy.
Carbonio di varie tipologie: nastro e vector net TECNICHE DI COSTRUZIONE PIÙ COMUNI PER SUP Le tecniche di costruzione, a parte quelle svolte dagli artigiani come me, che possono variare in funzione di studi e ricerche personali, sono di solito standardizzate. 36
Il materiale più utilizzato come nucleo è l’EPS che come già detto è un materiale leggero, ma rigido (non flessibile). Di solito l’EPS utilizzato è a bassa densità, per motivi legati alla leggerezza finale della tavola. Siccome questo tipo di EPS è molto morbido, si tende
SUP TECH a rendere più duro e resistente il guscio della tavola con costruzioni che prevedono l’utilizzo in sandwich di vari materiali. C’è qualcuno poi, che utilizza come nucleo anche il PU. Lo utilizzo anch’io per le mie tavole HIGH PERF. Il poliuretano è più pesante dell’EPS ma se “alleggerito” del classico longherone in legno, e sostituito con uno prodotto con materiali ibridi, utilizzando meno vetro nel guscio, potrebbe rappresentare la soluzione ideale per praticare al meglio sup surfing. Il flex del PU è infatti quello ideale per la sua risposta migliore sull’onda. 1. COSTRUZIONE TRADIZIONALE DEI SUP Si tratta sostanzialmente di un pane EPS a bassa densità, quindi molto leggero, rinforzato nel top (di solito tutto il top) per sostenere la pressione continua del surfer, con un foglio sottile di PVC o di legno (bamboo) che viene incollato in sottovuoto (vacuum bag) allo shape in EPS. Vengono anche inseriti dei rinforzi in PVC nel punto dove verranno collocati i plugs fin system per evitarne il distacco. Il pane viene poi resinato con diversi strati di tessuto e resina epoxy, a seconda di quanto la ditta produttrice vuole rendere la tavola sia resistente, ovviamente con conseguente aumento del peso finale (e del costo di produzione, ndr). Infine la tavola dopo il glassing e carteggiatura viene verniciata a coprire la presenza dei rinforzi in PVC che se lasciati a vista rovinerebbero l’estetica finale della tavola. TAVOLA RIGIDA: - NUCLEO EPS RINFORZATO IN PVC CON SOTTOVUOTO - GUSCIO RIGIDO CON MOLTO SPESSORE - SCARSA FLESSIBILITÀ SULL’ONDA 2. COSTRUZIONE IN SANDWICH E CARBONIO La costruzione in sandwich detta anche doppio sandwich è costituita dal primo sandwich che serve ad incollare il rinforzo di PVC seguito dal secondo sandwich attivato subito dopo il glassing, in cui uno strato di tessuto di carbonio e vari strati di glass normale vengono prima laminati e poi messi appunto in sottovuoto. L’effetto finale sarà quello di una tavola praticamente tutta nera col carbonio a vista. In questi ultimi anni è andata molto in voga questo tipo di costruzione denominata anche “brushed carbon construction”: La tavola col carbonio a vista precedentemente descritta viene verniciata esteriormente di colore bianco. La tavola viene poi “spazzolata con una levigatrice eccentrica ” a creare un effetto appunto di spazzolatura che fa’ intravedere il carbonio sottostante (usata al posto del tessuto di carbonio, anche la polvere di grafite per colorare la resina ( molto più economica del carbonio, ma sicuramente meno efficace). TAVOLA MOLTO RIGIDA: - NUCLEO EPS RINFORZATO IN PVC DOPPIO SOTTOVUOTO - GUSCIO RIGIDO CARBONIO - POCA FLESSIBILITÀ SU ONDA
3. INIEZIONE Sostanzialmente tavole in plastica. Si inietta in uno stampo dell’EPS a creare la forma della tavola e successivamente rivestito in vetroresina termosaldata (oppure plastica tipo polietilene). Vengono utilizzati speciali macchinari per termo resinatura tipicamente industriale. Di solito queste tavole vengono prodotte per praticare river sup, il guscio è molto elastico e rigido allo stesso tempo. Molto adatto a questo utilizzo, considerando la presenza frequente di rocce affioranti, nei fiumi con white water. TAVOLA RIGIDA: - NUCLEO EPS FUSO CON IL GUSCIO, CORPO UNICO - POVERA FLESSIBILITA’ SULL’ONDA 4. COSTRUZIONE IN PU/EPS PER ALTE PRESTAZIONI Ci sono poi dei metodi di costruzione che vengono utilizzati dai produttori di tavole HIGH PERF artigianali come me. Una costruzione mirata ad aumentare le performance in acqua con utilizzo di materiali più adatti a questo scopo. Un processo produttivo sicuramente più lungo e non adatto ai ritmi di una production line commerciale, proprio per il tipo di materiali e lavorazione scelti. La mia ricetta attuale è la seguente: riuscire a coniugare i tre importanti attributi che tutti vorremmo in una tavola: FLESSIBILITA’/LEGGEREZZA/RESISTENZA 37
SUP TECH Ho quindi interpretato questa mia ricetta con due tipi differenti di produzione HIGH PERF SUP SURFBOARDS: 1. EPS HIGH PERF Utilizzo un EPS HD (alta densità) quello usato anche per i surfboards. La tavola è senza longherone. Per irrigidire la struttura ma permettere all’EPS di mantenere un certo flex, inserisco una fettuccia in carbonio unidirezionale passante sull’asse longitudinale. Inserisco poi dei rinforzi per i fin plugs in schiuma ad alta densità (SAN). Lo shape viene poi laminato con tessuti unidirezionali e biassiali utilizzando resina epoxy. Il tutto lavorato a mano in ogni fase, shape compreso. NO CNC TAVOLA FLESSIBILE : NO PVC, NO SANDWICH, NUCLEO POCO RIGIDO GUSCIO LEGGERO CON STRUTTURA ELASTICA BUONA FLESSIBILITÀ SULL’ONDA 2. PU HIGH PERF La costruzione in PU senza longherone non è stata mai proposta da nessuna azienda al mondo, e credo pochi artigiani abbiano adottato tale tipo di produzione. Un lavoro difficile, complesso e lungo che richiede manodopera ultra specializzata. A mio modesto parere però credo sia la proposta migliore nella combinazione dei materiali da costruzione per quanto riguarda le performance sull’onda. Tutti sappiamo che il flex del PU è il migliore in assoluto per la risposta della tavola quando performa curve sull’onda. Il suo “FLEX” è perfetto. Ho deciso quindi di privare il PU del longherone per alleggerirlo notevolmente (un longherone per sup pesa circa 800gr), Ma questo comporta maggiori
Sostanzialmente con questo articolo si è voluto descrivere meglio con cosa e come vengono prodotti i sup per le onde in commercio. Si è voluto anche portare in evidenza e proporre modalità di produzione, che magari sono poco conosciute ai più, ma che rappresentano ottime alternative, se non migliori. Se chi decide di acquistare una tavola da sup surfing ha come obiettivo le performance in acqua, secondo me deve prendere 38
complicazioni in fase di produzione. Lo shape può essere eseguito solo a mano e il rocker finale va fissato durante la fase di glassing. Una task non proprio delle più semplici. Inserisco al posto del longherone la fettuccia in carbonio da 35 mm per irrigidire il nucleo e poi con resina epoxy e vetro E unidirezionale completo il tutto. La tavola prodotta in questo modo innovativo è secondo me il top nelle prestazioni. A conferma di questa mia tesi ho costruito diversi prototipi negli ultimi 4 anni effettuando lunghi test in mare ed oceano. Il tutto lavorato a mano in ogni fase shape compreso NO CNC TAVOLA FLESSIBILE : NO PVC NO SANDWICH, NUCLEO CON FLEX IDEALE GUSCIO LEGGERO CON STRUTTURA ELASTICA OTTIMA FLESSIBILITA’ SU ONDA
SX: Tavola High Perf EPS - Dx: Tavola High Perf PU in considerazione anche costruzioni alternative di alta qualità e pregio, capaci di abbinare prestazioni effettive ad argomentazioni tecniche innovative. Altrimenti chi desidera solamente avere del sano divertimento e mantenersi su un prodotto commerciale anche più semplice poi da rivendere, potrà ritenersi più che soddisfatto con i SUP di produzione di serie presenti sul mercato, descritti anche in questo mio articolo.
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Insider trading: Testo: The Insider
Spring & Summer action! Anche quest’anno l’azione non è mancata a “La Misteriosa SUP RACE di Gran Canaria
La Misteriosa Sup Race Inizia bene la stagione 2019 di Euro Tour per i colori italiani, grazie al podio tutto tricolore con Paolo Marconi che ha vinto per il secondo anno consecutivo La Misteriosa Sup Race a Gran Canaria. Martino Rogai e Davide Ionico, rispettivamente secondo e terzo, hanno tinto completamente di azzurro il podio portando uno storico risultato per il SUP Italiano. Grandissima prestazione anche per Francesco Mazzei, che ha chiuso quinto nello sprint finale dietro all’olandese Ricardo Haverschmitd. Al femminile la gara è stata dominata da Susak Molinero, che, come Paolo, ha bissato la vittoria dello scorso anno. Dietro di lei la spagnola Esperanza Barreras ha conquistato un’ottima seconda posizione, con Petronella Van Malsen al terzo posto. Bella gara per l’azzurra Chiara Nordio, classificatasi sesta tra le quasi venti ragazze al via, a bordo di una tavola gonfiabile. L’Etrusca Sup Race Sono stati due giorni di gare intense a Cecina Mare per l’Etrusca Sup Race, gara ormai classica del SUP nazionale organizzata dai ragazzi di Toscana Surfing Sup e Surf nella bellissima costa Toscana. Il sabato si è tenuta la Technical Race con i suoi spettacolari giri di boa e passaggi sulla spiaggia. Il vincitore della gara è stato Martino Rogai, rispettivamente secondo e terzo i giovanissimi piombinesi Riccardo Rossi e Filippo Alberti. Quarto, e primo over 40, l’inossidabile Roberto Mandoloni, davanti ai local Francesco Lauria e Elia Rossetti. Al femminile Valentina Brogi non ha concorrenti e vince la gara. Tra gli amatori il primo è stato Roberto De Simone. La domenica è stato il momento della 9 km di Long Distance, in un suggestivo percorso lungo
la costa ed il fiume Cecina, all’interno del cammino degli Etruschi, da cui prende il nome l’evento. Paolo Marconi si porta a casa la vittoria, alle sue spalle secondo posto per Giordano Bruno Capparella, terzo il vincitore della Technical Race, Martino Rogai. Dietro al terzetto di testa ottima prestazione per il giovane Riccardo Rossi, primo juniores e quarto assoluto. Tra gli over 40 è ancora Roberto Mandoloni a non dare scampo agli avversari, mentre nella categoria over 50 Alberto Scardigli taglia per primo il traguardo. Al femminile un’altra grande prova di Valentina Brogi, che ha conquistato la vittoria davanti alla siciliana Elisa Favara e alla friulana Romina Mariotto. Negli amatori Matteo Toncelli ha vinto la gara davanti a Roberto De Simone e Nicolò Doni, mentre Tosca Simonti si è aggiudicata la gara femminile. Namur Sup Race Nella cittadina belga di Namur, il nostro Claudio Nika si porta a casa la tappa di Euro Tour, davanti all’inglese James Van Drunen e al francese Yanis Maire. Quarto Davide Ionico. Al femminile vittoria per l’olandese Petronella Van Malsen davanti alla connazionale Ella Oesteholt e alla tedesca Hannah Leni Krah. Spring Sup Race La Spring Sup Race di primaverile ha avuto ben poco. La giornata infatti è stata caratterizzata da pioggia, vento e qualche fulmine in lontananza che hanno movimentato il meraviglioso parco del Delta del Po. Nonostante gli inconvenienti meteo 50 atleti al via hanno affrontato il percorso di circa 8 km tra up e downwind da paura. Reza Naziri, ha vinto la gara, seguito da Leonardo Toso e dall’inossidabile 39
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A sinistra: Assalto alla prima boa durante la ling distance a “La Misteriosa SUP RACE - a destra: quelli della “Spring SUP Race”
Roberto Mandoloni. Tra le donne invece Romina Mariotto ha dominato la classe race femminile. Grande prova degli amatori che non si sono fatti intimidire dal tempo, con il vittorioso Sonny Barducci dalla Romagna seguito da Sandro Indragoli dalla Sardegna e dal romano Roberto De Simone. Nella classe femminile invece il grande ritorno di Genni Callegari di Sottomarina seguita dalle local Valentina Lodo e Debora Buglino. Con la gara di lido Volano hanno fatto il loro esordio anche i mini circuiti “Allround Classic” e “Race 12’6’’ vintage”. Vincitore della race 12’6 è il romagnolo Mirco Sarti seguito da Nicola Gianni e Maurizio Zago. Negli Allround maschile podio per Alan Paolini, Vijay Bravura e Ettore Sanson al maschile e al femminile Anera Niksic. Anche i gonfiabili amatoriali hanno avuto il loro momento di gloria con Barducci, Gazzaneo ed il local Gennari tra gli uomini e le locali Nadia Finessi e Giorgia Dini tra le donne. Sporting Club Sabazia Sup Cup Giovedì 25 Aprile si è tenuta la Sporting Club Sabazia Sup Cup, la prima tappa ufficiale del Campionato Italiano Surfing Fisw ad Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano. Tantissimi i partecipanti, un centinaio di iscritti hanno onorato questo evento organizzato dal Club di Giordano Bruno Capparella, che ha potuto così indossare con fierezza il proprio numero di pettorina fortunato n°100. Le sfide più interessanti si sono consumate nel gruppo di testa che ha visto prevalere Federico Esposito, Giordano Bruno Capparella e Leonard Nika. Tra gli junior
Riccardo Rossi, sesto overall, si è messo dietro Giorgio Dal Pont e Filippo Alberti. Nei master è stato Carlo Zianna il vincitore, nei Gran Master Luca Di Silvestre davanti a Elia Rossetti e Mario Tagarelli, mentre tra i 14’ Reza Nasiri ha messo dietro Nicola Masci ed il local Angelo Frasca. La classifica Kahuna è stata appannaggio di Alberto Scardigli, davanti a Franco Dal Pont ed Emanuele Pillitteri. Al femminile la gara ha visto subito Caterina Stenta volare in testa fino alla vittoria finale. Dietro di lei le giovanissime Laura Dal Pont e Chiara Nordio hanno dato vita ad una sfida all’ultima pagaiata. Laura Dal Pont si è così aggiudicata anche la classifica Junior davanti a Maria Laura Metta ed Elena Dal Pont (under 12). Primo posto Kahuna per Sara Oddera, che ha tagliato il traguardo in quarta posizione overall femminile. Tantissimi anche gli amatori in gara, che hanno dato spettacolo insieme alle categorie giovanili in questa grande festa dello sport. Migliaia erano gli spettatori che sono accorsi per la PrimaVera Festa, cerimonia concomitante all’evento nella suggestiva Anguillara Sabazia, e che si sono goduti lo spettacolo offerto dai migliori paddlers del Bel Paese. Carolina Cup L’australiano Michael Booth e la tedesca Sonni Hönscheid hanno portato a casa la vittoria nella classica della East Coast americana, la Carolina Cup. Questo successo bissa quello del 2018 per i due fuoriclasse della scuderia Starboard. Michael ha avuto la meglio sui due fratelli ungheresi, i campioni Bruno e Daniel Hasulyo. Nella prova
ISA World SUP Championship - A sinistra: lo storico podio di Caterina Stenta - A destra: Leonard Nika in azione fra le onde 40
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Immagini straordinarie di SUP in un contesto a dir poco straordinario. come quello della mitica London Tower...
femminile secondo posto per l’americana April Zilg e terzo per la connazionale Jade Howson. Azur Paddle Days Nella suggestiva cornice di Nizza, vittoria per Michael Booth davanti al francese Titouan Puyo e Ty Judson. Top 10 per gli italiani Claudio Nika, Giordano Bruno Capparella e Federico Esposito che si sono classificati rispettivamente al settimo, ottavo e nono posto. L’americana Fiona Wylde ha vinto la prova al femminile. Dietro di lei la spagnola Susak Molinero che ha avuto la meglio sulla francese Olivia Piana. Quarta piazza di grande spessore per la nostra Chiara Nordio, decima piazza per Laura Dal Pont. Vendee Gliss Event Dopo la tappa di Nizza, The Euro Tour 2019 è rimasto in Francia per la Vendee Gliss Event, una gara epica di 20 km in condizioni di Downwind puro. Moltissimi gli iscritti con un’organizzazione impeccabile che ha trasportato via mare grazie ad una numerosa flotta barche tutti gli atleti con le tavole in mezzo all’oceano. Vittoria per il francese Titouan Puyo sul connazionale Arthur Arutkin. Terza piazza per l’australiano Michael Booth.Titouan Puyo vincitore Vendee Gliss EventBuone le prestazioni degli azzurri, Giordano Bruno Capparella è riuscito a centrare la top 10 in mezzo ai migliori specialisti del downwind. Poco staccati Federico Esposito (11) e Paolo Marconi (12) che al traguardo hanno espresso tutto il loro entusiasmo per questo impeccabile downwind. Al femminile è stata di nuovo Fiona Wylde a centrare la doppietta dopo Nizza. La fuoriclasse americana si è messa dietro la francese Amandine Chazot e l’hawaiiana Annie Reickert. Ottima gara per Caterina Stenta che ha chiuso alla sesta posizione.
World Sup Festival Costa Blanca Downwind epico da Tabarca all’Isola di Santa Pola (Spagna) con più di 200 paddlers al via. L’australiano Ty Judson non ha lasciato scampo ai suoi avversari e si è involato in solitaria verso la vittoria. Seconda posizione per il Tahitiano Enzo Bennet, mentre al terzo posto si è classificato il brasiliano Vinnicius Martins. Ottima prestazione per i nostri azzurri: Giordano Bruno Capparella sesto, Paolo Marconi settimo, e Federico Esposito nono, hanno tutti centrato la top 10. Doppia soddisfazione al femminile con Susak Molinero che si è guadagnata la seconda piazza dietro a Olivia Piana (Francia) e la sua compagna di Team RRD International, l’azzurra Caterina Stenta, l’ha seguita in terza posizione. La giovanissima Laura Dal Pont ha invece chiuso in dodicesima posizione. London Sup Open Emozioni a non finire per il London Sup Open, evento organizzato dal circuito professionale APP World Tour sanzionato da ISA. L’evento è iniziato con la gara Long Distance del sabato sul fiume Tamigi: 13 km a favore di corrente con partenza dall’iconico London Bridge passando per il Big Ben, il parlamento e il London Eye. Al maschile la sfida è stata accesa da tinte australiane, con Michael Booth in forma smagliante che si è portato sul gradino più alto davanti al connazionale Lincoln Dews e al francese Titouan Puyo. Al femminile la gara è stata un’egemonia nord-americana con la paladina della costa est Seychelle Webster abile nel cogliere la vittoria al fotofinish con la canadese Lina Augaitis. Terzo posto per Fiona Wylde, quarta la californiana Candice Appleby e quinta April Zilg per una solida dominance a stelle e strisce. Sabato 19 maggio si sono tenute le gare Sprint nel canale all’interno del parco di Hackney. La gara era infatti parte dell’Hackney Fitness Festival, un evento 41
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A sinistra: Azione di gruppo durante gli Azur Paddle Days - A destra: il nostro Claudio Nika (a SX) secondo nella Sprint Race a Londra
sportivo molto sentito nella capitale britannica che ha richiamato più di 20.000 visitatori. Il giovane francese Noic Garioud ha tirato fuori dal cilindro una prestazione gigantesca e si è portato a casa la vittoria nelle sprint. Dietro di lui un favoloso Claudio Nika ha portato in alto i colori azzurri, mettendosi dietro nomi come Casper Steinfath (terzo) e Titouan Puyo (quarto). La vittoria delle Sprint ha permesso a Noic Garioud di vincere l’evento Overall, davanti a Michael Booth e Titouan Puyo, mentre il nostro Claudio si è meritato la quarta posizione facendo ben sperare per il futuro. Ottima prova anche per il fratello maggiore di Claudio, Leonard Nika è infatti arrivato alle semifinali e ha chiuso nella top 10 l’intero evento. Al femminile Seychelle Webster ha concluso il suo weekend londinese vincendo anche la Sprint Race. La doppietta le ha permesso di portarsi a casa il titolo APP World Tour overall. Dietro di lei ottima prova di April Zilg e Candice Appleby, rispettivamente seconda e terza sia nella Sprint Race sia nel ranking overall. Lido Gandoli Sup Race 81 iscritti da tutta Italia per la Lido Gandoli SUP Race 2019, la seconda tappa di campionato Surfing FISW di SUP racing. Vittoria per il romano Giordano Bruno Capparella davanti a Riccardo Rossi e Davide Alpino. Al femminile ottima prima posizione per Laura Dal Pont, seconda la local Maria Laura Metta e terza Giulia Dal Pont.
San Sebastian Paddle Tour Il primo di giugno ha preso il via la San Sebastian Paddle Tour valida per il circuito Euro Tour. E’ forse la gara del panorama suppistico piú completa di tutte, con condizioni che vanno dal backwash lungo le scogliere basche, al fiume con corrente e acqua quasi piatta, fino alle onde di un beach break leggendario come la Playa de la Zurriola. Tra le ragazze Olivia Piana ha messo in mostra la sua classe tra le onde per scappare dalle avversarie e vincere la gara. Dietro di lei la spagnola Esperanza Barreras davanti alla connazionale Susak Molinero, quarta Seychelle (USA) e quinta Yuka Sato (Giappone). L’azzurra Caterina Stenta riesce a mantenere la top 10 con un’ottima ottava posizione. Chiara Nordio esce per poco dalle migliori 10, giungendo undicesima alla sua prima partecipazione a questo evento. Al maschile Titouan Puyo ha vinto lo sprint finale al cardiopalma con il tahitiano Enzo Bennet ed il connazionale Arthur Arutkin. Top 5 chiusa dal brasiliano Vinnicius Martins e dall’australiano Ty Judson. Top 10 meritatissima per Paolo Marconi, seguito da Martino Rogai dodicesimo, Giordano Bruno Capparella sedicesimo e Davide Ionico ventiduesimo. Bilbao World Sup Challenge Livello davvero altissimo per questa competizione che come sempre è partita dall’iconico museo Guggenheim. Sono partite per prime le
A SX: le Top 5 girls di San Sebastian Seychelle (4), Susak (3), Olivia (1), Esperanza (2), Yuka (5) - A DX: Delgado (6), Martins (4), Puyo (1), Bennet (2), Judson (3) 42
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Bilbao, con le sue partenze spettacolari e le sue lotte nella nebbia...
ragazze. Ottima partenza per la nostra Chiara Nordio che dimostra di poter stare nel gruppo delle prime. Alla fine la vittoria è andata a Olivia Piana, seconda la spagnola Laura Quetglas e terza Susak Molinero. Anche tra gli uomini la gara è stata davvero combattuta. Il giovane campione ungherese Bruno Hasulyo ha vinto una sfida all’ultima pagaiata con l’australiano Michael Booth, culminata nel finale con un sprint emozionante. Terza piazza per il francese Titouan Puyo. Buone le prove di tutti gli italiani. Caterina Stenta ha chiuso tra le migliori 10 in decima posizione conducendo una gara di sacrificio. Chiara Nordio le è arrivata attaccata di un soffio, attestandosi in undicesima posizione. La giovanissima Laura Dal Pont ha guadagnato una prestigiosa medaglia di bronzo tra le Junior. Tra i maschi Paolo Marconi ha terminato sedicesimo, Claudio Nika diciottesimo. Ottimi riscontri per Davide Ionico anche lui a ridosso dei migliori 20. Adriatic Charity Paddle Finalmente con l’arrivo del sole in Romagna si è svolta la Adriatic Charity Paddle, una gara aperta a tutti con lo scopo primario di raccogliere fondi per l’associazione AIL di Rimini. Gli organizzatori Romagna Paddle surf, Nautica Urban e Circolo Velico Rio Pircio hanno offerto una usuale ospitalità romagnola, proponendo all’interno della gara un SUPER-LAP degno di una gara internazionale il tutto condito da premi ad estrazione per tutti, buon cibo e birra a fiumi. La gara è stata vinta dall’atleta di casa Filippo Mercuriali, seguito da Reza Nasiri e Nicola Masci. Per le ragazze vittoria per Valentina Brogi seguita da Giulia Tura. Tantissimi gli amatori accorsi da ogni parte della Romagna suddivisi nelle categorie Amatori fino a 14’ e amatori Allround. Anche lo speciale ranking 12’6’ vintage regala forti emozioni con Thomas Amaduzzi che si è preso il gradino più alto seguito da Mirco Sarti e Andrea Sorze. Per la classifica a squadre ha vinto la squadra casalinga
del Romagna Paddle Surf seguita da Trasimeno on Sup e Toscana Surfing. Agios Nikolaos on Sup La 13ª tappa dell’EuroTour si è svolta ad Agios Nikolaos, al sud della bellissima Isola di Creta. Il risultato è stato un deja vu di molte altre gare con l’australiano Michael Booth e la statunitense Fiona Wylde che hanno conquistato la vittoria dopo aver mantenuto la testa per tutta la gara. Fiona Wylde non ha raggiunto la vittoria in maniera facile dovendo contrastare la potenza della campionessa tedesca Sonni Honscheid. Dietro al duo di testa al terzo posto è arrivata la francese Amandine Chazot. La nostra Caterina Stenta ha centrato la quarta posizione davanti alla tedesca Sussane Lier. Nella gara maschile, l’australiano Michael Booth si è imposto sui suoi avversari con decisione. I primi 6 posti sono stati tutti decisi in uno sprint finale davvero emozionante. Nessuno era più affamato del brasiliano Vinnicius Martins che ha concluso con forza la parte finale della gara garantendosi la seconda piazza. Il francese Martin Vitry ha chiuso a pochi secondi di distanza al terzo posto. L’australiano Ty Judson ha messo dietro il fortissimo francese Arthur Arutkin. 1° Trofeo Be Wild - San Felice Circeo Condizioni difficili con vento e mare al traverso per la prima long distance di Stand up paddle che si è svolta a San Felice Circeo. Nonostante il mare agitato tutti gli atleti hanno chiuso la gara di 9 km per i proe di 4,5 km per gli amatori.Tra i pro vittoria per Reza Nasiri davanti al romagnolo Roberto Mandoloni ed al romano Gianluca Gafforio Al femminile ha avuto la meglio Sara Oddera. Per quanto riguarda invece la categoria degli amatori e più veloce è stato Alessandro Indragoli, seguito da Matteo Ruscio e Roberto De Simone. 43
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Adriatic Charity Paddle - A sinistra: quelli che all’adriatic Charity Paddle c’erano - a destra: i due galli del pollaio, Amaduzzi e Mercuriali
SUP fra i monti: a sinistra Paolo Marconi in lotta in Austria - A destra: il romagnolo Filippo Mercuriali si impone alla The Lake Race al Lago di Barcis
Bavarian Waters Suggestiva gara di Euro Tour in Baviera nel lago Pilsen See vicino a Monaco di Baviera. L’atleta tedesca Sonni Honscheid ha vinto la competizione seguita da Susak Molinero e dalla ceca Iva Dundova nelle ragazze. Tra gli uomini altra vittoria importante per il nostro Claudio Nika seguito dai canoisti tedeschi Norman Weber ed Ole Schwartz, quarto Paolo Marconi. The Lake Race - Lago di Barcis Quasi 70 persone tra Sup e kayak hanno affollato il Lago di Barcis per affrontare un percorso di 12,7 km con qualche insidia come alcuni tratti di forti raffiche frontali. Nella classe Elite maschile ha vinto il romagnolo Filippo Mercuriali, davanti a Alessandro Sapigni e a Ben Hayward. Al femminile Romina Mariotto si è imposta su Elisa Favara. Battle of the Coast Si è tenuta a Zandvoort, nei Paesi Bassi la Battle of The Coast, con la Technical Race del sabato valida per il circuito EuroTour. Spot con condizioni oceaniche, molto impegnative, e con un percorso tecnico ma con caratteristiche da Long Distance, vista la lunghezza del tracciato. La forza del Mare del Nord ha causato molti scalpi costringendo tantissimi concorrenti a ritirarsi. La squadra di Fanatic ha regnato suprema con la local hero Emma Reijmerink ed il giovane danese Christian Andersen 44
che hanno entrambi ottenuto una solida vittoria. Nella gara femminile l’olandese Emma ha fatto la differenza raggiungendo la vittoria con un vantaggio di quasi 8 minuti. Dietro di lei c’è stata un’intensa battaglia tra Esperanza Barreras, che è arrivata seconda, Susak Molinero che fino allo sprint finale era sicura della terza posizione poi agguantata all’ultimo minuto della giovane danese Caroline Kuntzel al suo primo podio internazionale. La gara maschile è stata davvero avvincente con un’incredibile rimonta del danese Christian Andersen che ha portato a casa la sua prima vittoria internazionale. La gara è stata chiaramente dominata dal francese Tom Auber fino ad un frenetico sprint finale in cui il giovane francese si é dovuto accontentare del secondo posto. Ottima prova per il Tahitiani Enzo Bennett che si è piazzato sul terzo gradino del podio. Ottima la prova degli Italiani, con Paolo Marconi a fare da mattatore in quarta posizione, il golden boy Davide Ionico in settima posizione seguito da un Martino Rogai ottavo. Dodicesima piazza per Tommaso Pampinella. Mentre non hanno concluso la loro gara Filippo Mercuriali e Francesco Mazzei, partiti anche loro con delle tavole da acqua piatta, davvero impegnative da controllare in condizioni di mare attivo con 1 metro di swell e vento intorno ai 20 nodi. La domenica si é svolta la Down the Coast race, un downwind di 8km che ha visto di nuovo Emma Reijmerink e Christian Andersen prevalere sulla concorrenza. Al maschile podio completato da
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The 2 sides of Molokai: James Casei vince usando un SUP oversized e Kai Lenny polverizza il record usando il suo micro SUP foil
Tom Auber e Paolo Marconi, con Martino Rogai al quarto posto. Al femminile sono di nuovo la danese Caroline Kuntzel e la spagnola Esperanza Barreras a chiudere il podio. Domenica pomeriggio si sono svolte le sprint. Christian Andersen é stato nuovamente il piú veloce, seguito dagli azzurri Paolo Marconi (2) e Martino Rogai (3). Al femminile di nuovo l’olandese Emma Reijmerink a farla da padrona, con Caroline Kuntzel e Ella Oesterholt a chiudere il podio. Molokai 2 Oahu Spettacolo ancora una volta alla Molokai 2 Oahu, il downwind più famoso del mondo, che con i suoi 52 km collega le due isole Hawaiiane di Molokai e Oahu. Quest’anno a spuntarla sono stati gli australiani James Casey e Terrene Black con prestazioni davvero eccezionali. Ha un valore particolare quest’anno la vittoria della Molokai per i due atleti Australiani. Terrene Black, ha infatti vinto per la terza volta nella sua carriera questa gara, dopo gli exploit nel 2013 e 2018. Ma questa edizione il suo tempo è stato da record con 4 ore e 34 minuti per chiudere la traversata del Ka’iwi Channel. Dietro di lei nulla puó la fortissima tedesca Sonni Hönscheid che è arrivata staccata di 20 minuti al traguardo. Terza piazza per Jennifer Lee. Anche per James Casey è stata una vittoria con un sapore particolare. James aveva più volte partecipato alla M2O conquistandosi in più edizioni il podio ma mai la vittoria. Quest’anno il fortissimo australiano ha peró avuto una motivazione in più mentre pagaiava nel “Channels of Bones” (così viene chiamato dai locals). James ha infatti lanciato un crowdfounding per raccogliere soldi per la ricerca contro il cancro. A suo padre è stato
purtroppo diagnosticato un tumore qualche mese fa, e James ha deciso di chiedere 100 dollari per ogni chilometro della M2O. La doppia vittoria è arrivata da tutta la comunità del sup che ha risposto presente alla richiesta del campione australiano, che alla fine della gara ha raccolto ancora di più di quanto aveva chiesto. Circa 11.000 dollari sono infatti stati raccolti per questa encomiabile causa. Secondo posto per Michael Booth, che ha ingaggiato un duello con James fin dalle prime pagaiate. Terza posizione per il local Josh Riccio, che gareggiava con una tavola 14’, a differenza dei suoi avversari con le unlimited. Oltre alle “canoniche” tavole da sup, anche quest’anno per la seconda edizione era presente un folto gruppo di paddlers che hanno deciso di usare il foil per percorrere i 52 km del Ka’iwi Channel. Il fuoriclasse Kai Lenny ha spazzato via la concorrenza concludendo la gara in 2 ore e 29 e segnando un altro record in questa edizione. 10° Trofeo Sup Race Città di Cesenatico Se vogliamo divertirci a giocare con i numeri, quelli della ormai tradizionale Sup Race Città di Cesenatico sono numeri di quelli che contano e raccontano qualcosa: 10 edizioni, 10 Euro la quota di iscrizione, in tutte le edizioni sono stati sfiorati o abbondantemente superati i 100 partecipanti, anche quest’anno si è sfiorato i numero tondo (anche se volendo essere precisi sulla linea di partenza i partecipanti erano 99), 16 gli iscritti alla categoria Pro su percorso da 8 Km, tutti gli altri, ovvero 83 partecipanti, iscritti alla categoria amatori su percorso da 4 km scarsi, 29 i chili di pasta scodellati dai ragazzi del Windsurf Club di Cesenatico, 120 i litri di birra spillati (sorge il dubbio
Quelli della Battle of the Coast di Zandvoort 45
INSIDER #10 La SUP Race Cesenatico resta una delle gare più partecipate del Belpaese
che qualcuno abbia alzato un po’ il gomito!). Già, perché l’ospitalità in Romagna si misura anche a tavola e da questo punto di vista a Cesenatico sono sempre riusciti a tenere alto il livello, facendo ritornare tutti volentieri a pagaiare e sudare insieme per il puro piacere di completare il percorso e poter dire“io c’ero”. E anche quest’anno, in una torrida giornata romagnola di fine luglio, si è innescata quell’alchimia per cui la base dei suppisti attivi, quelli che “quattro chilometri di pagaiata tutti assieme perché no, ma di più anche no!”, che si è data appuntamento a Cesenatico per mantenere viva e vivace questa festa del Sup che qui si celebra da 10 anni! Oddio, non che i suppisti di quelli buoni ce li sia fatti mancare, perché si sa che la Romagna di talenti non è mai povera, , ed ecco così che fra gli altri c’è anche il romagnolo Filippo Mercuriali, che onora la gara con la sua presenza, aggiungendo una sfida nella sfida, partecipare (e vincere, ndr) nella categoria Elite 14’ con la sua SIC 12’6. L’unico che prova a tenere il passo è Alessandro Sapigni, altro romagnolo e compagno di squadra nel Romagna Paddle Surf. Dietro un altro romagnolo, Mr. Croazia-Cattolica Thomas Amaduzzi, specialista sulle lunghissime distanze mentre sulla distanza “sprint”da
8 Km deve cedere il passo alla freschezza del giovane fiorentino Diego Rogai che scatta perentorio proprio sull’ultimo bordo e conquista un meritatissimo terzo gradino del podio. Sul percorso da 8 km fra le donne la sfida è fra la ligure Sara Oddera e la toscana Valentina Brogi, con la prima che si impone e sale sul gradino più altro del podio. Nella gara degli amatori che ha disegnato un biscione di canotte giallo fluo che davanti ai bagni di Cesenatico Ponente, attirando la curiosità di centinaia e centinaia di bagnanti, il podio è stato appannaggio dei local, con Fabio “Ciccio Ciccio” Baraghini che ha conquistato la vittoria assoluta e per la categoria Over 40 sul percorso ridotto. Secondo posto assoluto su gonfiabile per un altro super local, Alessandro “Mr. Safe” Onofri, che ovviamente ha vinto anche la classifica gonfiabili. Terzo posto per un altro alfiere del Windsurf Club Cesenatico, Gaetano Galassi, che ha vinto anche la classifica Over 50. Cristina Berardi, taglia il traguardo in undicesima posizione e vince la classifica femminile, Niccolò Ferrari quattordicesima posizione, primo degli under 16. Pan American Games Grande spettacolo a Lima 2019 per i Pan American Games, la rassegna
Ceseatico - A sinistra: la partenza degli amatori - A destra: l’arrivo del vincitore Filippo Mercuriali (©sarulla photography) 46
INSIDER #10
Filippo Mercuriali e Martino Rogai ingaggiati fin dalle prime pagaiate - foto Sara Spadazzi
sportiva che equivale alle Olimpiadi per tutte le nazioni dell’America continentale. Questa manifestazione ha un’importanza incredibile nei paesi americani, poichè, oltre ad un livello mediatico paragonabile ai giochi Olimpici, era valida anche per l’assegnazione di molti pass per Tokio 2020. Nella disciplina del surf, che fra un anno in Giappone farà il suo esordio olimpico, erano infatti in gioco due posti per accedere alle Olimpiadi (per la cronaca se li sono conquistati i peruviani Lucca Mesinas e Daniella Rosas). La grande novità di Lima 2019 è stato però lo sport a noi più caro, lo Stand Up Paddle, con le discipline Race e Surf. La gara Sup race consisteva in un percorso tecnico di circa 5 km in mezzo allo shore break di Punta Rocas, uno spot rinomato per la potenza delle sue onde sinistre e destre. Al maschile il vincitore è stato un grandissimo Connor Baxter che ha portato agli Stati Uniti l’unico oro nelle discipline surfistiche della manifestazione, grazie a una gara perfetta, una fuga dal gruppo e surfando onde con stile fino al traguardo, mettendo dietro atleti del calibro del brasiliano Vinnicius Martins (argento) e del peruviano Itzel Delgado (bronzo). La brasiliana Lena Guimaraes è la prima vincitrice assoluta dei Pan American Games disciplina Sup Race. Dopo una gara condotta a rincorrere la stella Candice Appleby (USA), Lena è riuscita ad approfittare di una caduta nell’ultima onda della Statunitense. Terza piazza per la Portoricana Mariecarmen Rivera. I fratelli Giorgio Gomez e Izzi Gomez hanno invece trionfato nel Sup Surf, portando due storici ori alla Colombia, la nazione che hanno scelto di rappresentare da un anno a questa parte, dopo aver vestito la maglia della nazionale Statunitense per numerose edizioni dei mondiali ISA. Giorgio Gomez ha vinto la finale con un surf radicale e preciso, relegando il padrone di casa Tamil Martino al secondo posto. Dietro di loro lo statunitense Daniel Hughes ed il brasiliano Luiz Diniz. Anche la sorella Izzi Gomez ha messo tutte le sue avversarie in riga con le sue manovre ed il suo stile pulito. Dietro
di lei altra grande prestazione per la local Vania Torres che si è portata a casa la medaglia d’argento, mentre la brasiliana Nicole Pacelli e la statunitense Candice Appleby hanno chiuso al terzo e quarto posto. Aloha Sup Race Si é tenuta a Marina Romeo la terza edizione della Aloha Sup Race 2019, ormai una delle tappe clou del calendario di Italian Sup League. La gara prevedeva un percorso con sei boe di 8,5 km per i Pro e di 4 km per gli amatori. Le sfide in acqua non sono mancate, a partire dai più veloci Martino Rogai e Filippo Mercuriali che si sono contesi la vittoria fin dalle prime pagaiate. Lo sprint finale ha incoronato il toscano Martino Rogai come vincitore dell’Aloha Sup Race 2019 con un tempo di 53’:26” a soli due secondi sul romagnolo Filippo. Dietro di loro un pimpantissimo Nicola Masci ha portato a casa un’altra ottima prestazione chiudendo terzo. Quarta piazza per Reza Nasiri, anche primo over 40. Top five valida per il montepremi chiusa dal sempre velocissimo Alessandro Sapigni. Negli over 40 il local Roberto Mandoloni ha guadagnato una piazza d’argento davanti al piombinese Giacomo Leonelli. Ottima prestazione per un altro locale: Thomas Amaduzzi che ha vinto la categoria vintage 12’6 davanti a Mirco Sarti e Andrea Sorze. Al femminile la più veloce è stata Valentina Lodo davanti a Debora Buglino e Nadia Finessi. Negli amatori Fabio Baraghini ha chiuso in prima posizione su Max Maestri e Alan Paolini, mentre Cristina Berardi si è portata a casa la vittoria femminile su Anera Niksic e Chiara Faedi. SIC Columbia Gorge Paddle Challenge Come ogni anno nel bel mezzo di agosto, si è tenuto il SIC Columbia Gorge Paddle Challenge nelle tumultuose acque del fiume Hood River. Quest’anno la gara era valida per le Qualification Series di APP World Tour. La gara più emozionante sicuramente è il doppio downwind di circa 15 km contro corrente nel fiume Hood River. Il vento che si 47
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Columbia Gorge Paddle Challenge: al maschile gara dominata da Noic Garioud, aka “Chicken” - fra le donne si impone April Zilg
incanala nelle gole è infatti talmente forte da rendere la risalita del fiume un divertentissimo nonchè tecnico downwind. Il duo terribile di Starboard, la local Fiona Wylde e l’hawaiiano Connor Baxter hanno vinto con stile la gara. Fiona ha fatto una straordinaria doppietta davanti all’hawaiiana Annie Reickert e alla compratriota americana April Zilg. Più combattuta la gara al maschile con Connor Baxter che si è imposto nel primo round con una performance vintage sui ragazzini terribili Noic Garioud e Clement Colmas, entrambi provenienti dalla Nuova Caledonia. Nella seconda prova del downwind il quindicenne Noic Garioud ha portato a casa la vittoria, bissando il successo del 2018. Ma la somma dei tempi ha comunque premiato la super star Connor Baxter che ha così celebrato la vittoria del doppio downwind al SIC Columbia Gorge Paddle Challenge. Spettacolare anche la Foil division, che ha visto un dominio assoluto dei fratellini Canadesi, ma residenti a Maui, Jeffrey Spencer e Finn Spencer davanti al tahitiano Titouan Galea. Domenica si è svolta la Technical Race. Nonostante il tracciato fosse circoscritto in un’area limitata, il forte vento e la corrente hanno reso davvero impegnativo il percorso, con lunghi tratti di sidewind e upwind fino ad una piccola parabola di downwind. Anche i giri di boa hanno messo alla prova tutti gli atleti che oltre alla stanchezza hanno dovuto avere a che fare con il forte vento laterale e gli immancabili ingaggi. Eccezionale la performance di April Zilg che al femminile ha vinto con
determinazione questa Technical Race, martellando dall’inizio alla fine della gara. Dietro di lei grande prova per l’americana Sey Chelle, che nonostante le numerose cadute in boa non ha mai mollato, e per la francese Amandine Chazot. La vincitrice del downwind Fiona Wylde è apparsa un pó stanca dal giorno prima, ma è comunque riuscita a chiudere in un’eccellente quarta posizione.Al maschile è stata una gara dominata da Noic Garioud, aka “Chicken” così chiamato per le sue gambe da galletto, che ha deciso di usare l’hot lap all’ultimo giro dopo aver ripreso tutti i suoi avversari che invece si erano avvantaggiati utilizzando questo giro bonus. Dietro di lui si è consumata una lotta per il secondo posto spuntata dal solito Connor Baxter davanti al suo compaesano di Maui Josh Riccio. Quarta piazza per il brasiliano Guillerme Dos Reis. Genova Sturla Sup Race In Liguria il SUP si è diffuso molto rapidamente e il Circolo Nautico Sturla ha organizzato la prima gara della FISW in questa regione. Il percorso di gara ha toccato vari punti della suggestiva costa genovese con un primo giro di boa davanti alla spiaggetta di Boccadasse, la virata ha diretto tutti gli atleti verso lo specchio di mare antistante il Monumento di Quarto dove era posizionata la seconda boa, segnale di rientro verso la spiaggia di Sturla. Hanno vinto nei pro i Savonesi Alberto Araldo e Sara Oddera, negli amatori Andrea Barbarossa.
Genova Sturla SUP Race: a sinistra la partenza - a destra uno scorcio suggestivo 48
HARD BRICO
AVA, 15 kg di pura poesia C’è chi si allena per raggiungere nuovi traguardi, chi decide di fare un bagno alle boe o un giretto tra le cale e poi c’è chi del sup fa una ragione di vita. É quello che accade a Daniele Boldrini, protagonista di una pagaiata per tutta la costa Toscana per un progetto di beneficienza nel 2018, quest’anno ha fatto qualcosa di diverso: ha voluto “sporcarsi” le mani e creare una tavola in legno come le facevano una volta. Sicuramente non è il primo ad aver avuto quest’idea eppure con la sua linea Surfboard, AVA rappresenta una tavola dalle linee uniche per la peculiarità del progetto, il suo stile unico. “Tutto ha avuto inizio - spiega Daniele - dopo il viaggio dello scorso anno. Mi era venuto in mente di costruire qualcosa di mio, in legno, così da Giugno 2019 ho dato avvio al mio progetto. Ho iniziato come molti fanno leggendo alcuni tutorial e guardando alcuni video sul web. Una volta capito il procedimento base ho chiesto asilo a una falegnameria navale che mi ha permesso di usare i propri spazi e le proprie attrezzature. Sega circolare, a nastro, pialla, frullino, fresatrice, ma nulla è paragonabile al taccone e al pialletto manuale. Nessun taglio laser, nessun disegno al computer, tutto a mano come una volta.
Foto: Alessandro Viviani, Daniele Boldrini
Mi sono ispirato a uno stile old school e ho realizzato un dieci piedi, che è la dimensione giusta (anzi limite) per utilizzare al meglio le dimensioni degli attuali fogli di compensato marino che troviamo in commercio. Superare queste dimensioni vuol dire dover creare delle giunzioni alla struttura, renderla più pesante e aumentare la quantità di materiale necessario, ma sopratutto comporta un aumento inevitabile del prezzo di costruzione, cosa che ho preferito evitare. AVA nasce da un’idea, un mettersi alla prova anche fuori dall’acqua, una vera e propria visione e nel crearla l’ho sentita viva. L’idea che prende forma, le varie fasi della costruzione, il disegno, il taglio del legno, l’incollaggio, la resinatura, la verniciatura. Ma sopratutto i mille dubbi: funzionerà? Emozionante è stato metterla in acqua e la sensazione che mi ha suscitato. Mi sono reso conto che nonostante sia una tavola da mare piatto non è di certo una tavola per principianti! Sicuramente va migliorata, ma è già è pronto il nuovo disegno e alcuni accorgimenti per eliminare due kg di peso! Quello che è strano nel salirci sopra, è la sensazione che restituisce una tavola come questa, vuota all’interno. Un senso di fragilità che difficilmente potresti immaginare, considerata la mole e il peso dell’oggetto! 49
HARD BRICO
Cosa rappresenta il Sup? Per me è libertà, è vita, è avventura, è amicizie. Ho iniziato a 16 anni a fare surf e poi ho abbandonato. Qualche anno fa sono rimontato su una tavola, un Sup, potremmo dire che non sono ancora sceso! In mare sto bene, tutto scorre e i pensieri si acquietano. AVA è nata come un passatempo estivo che mi ha permesso di passare e allo stesso modo di prendere tempo , come se a ogni piallata, a ogni scartavetrata, alleggerissi anche me stesso. Ci sono dei difetti che sono evidenti e innegabili, ma questa tavola non è altro che un primo prototipo! Spero di avere la possibilità di poter migliorare, dal momento che nella falegnameria che mi ha ospitato ho imparato molto, ma riconosco i miei limiti. Sono uno dei tanti che provano e inseguire le proprie passioni. L’iportante è non fare di queste delle ossessioni. Io mi sono divertito e ho imparato qualcosa di nuovo. Continuerai a costruire in futuro? Al momento non so cosa mi riserva il futuro, forse è meglio non pensarci e vivere al meglio il presente. Organizzo percorsi di meditazione con la mia associazione e faccio mercatini con oggetti recuperati sulla spiaggia durante le bufere invernali, normalmente 50
porta incensi o scaccia pensieri... quelli non mancano mai... i pensieri! La realizzazione di nuove tavole è onerosa per me al momento, non potrei permettermelo. Sarebbe bello e non lo nego, poter fare di questa avventura un lavoro, unito a quello che già stò facendo sarebbe un cerchio che si chiude. Avere delle commissioni, continuare a creare tavole old style o meglio in wood style, collaborare con un’azienda che già produce tavole e che decida di inserire una linea wood propria e non un semplice sandwich. Sì, questo sarebbe davvero un bel sogno! Sicuramente mi prenderò un po’di tempo. Continuerò a godere delle belle giornate per un entrata in mare e farò qualche modellino delle tavole che vorrei creare. Magari in futuro aprirò un canale di Crowdfunding per raccogliere fondi e creare una linea. Magari qualcuno sarà disposto ad aiutarmi. E AVA? AVA passerà alla storia, la mia storia, la storia di un ragazzo che ha avuto un idea e per un po’ ha fatto parlare amici e curiosi sulla sua evoluzione. AVA è desiderio, è costanza, è impegno, ma sopratutto un’alternativa. AVA è vita.
HARD BRICO
Sopra a SX: studio delle tavole - DX: tavole alleggerite
Sopra a SX: Studio della pinna - a DX: studio dell’avviamento
Sopra a SX: Fasi della lavorazione - A DX: fissaggio del fondo
Sopra a SX: work in progress - A DX: Daniele e AVA 51
XTREME TRIPS
Inverno Indonesiano Testo: DavideCodotto Foto: Massimo/Beng Beng Surf Camp
Finalmente è finito il mese di settembre e la mia stagione lavorativa estiva è al termine. Dopo svariati inverni passati alle isole canarie ho deciso di prenotare un volo per Bali. Ancora non so quanto mi fermerò nell’islola ma di certo posso dire che non vedo l’ora di surfare alcune tra le migliori onde al mondo. Dopo un lungo viaggio e parecchie ore in aereo, atterro all’aeroporto di Denpasar il giorno 10 di ottobre.
Spot: Burger World, Mentawai 52
Al momento dello sbarco ho una sensazione diversa rispetto al mio ultimo viaggio fatto in Indonesia 2 anni prima, nel periodo tra marzo e aprile. La stagione secca è ancora nell’aria e tutta la vegetazione dell’isola è arida e rada. Non sembra neanche un paese tropicale. Perfino l’acqua è diversa, decisamente non mi aspettavo di sentire freddo durante le mie session! L’ultima volta che ho fatto surf e SUP la temperatura dell’acqua si aggirava attorno ai 30 gradi ed ora è di circa 20-21°.
XTREME TRIPS
Per contro, parlare stagione secca (dry season) è come dire che la mitica onda di Uluwatu funziona ancora!!! Peccato che dopo 6 mesi senza entrare in acqua con una tavola da surf il mio livello non sia proprio dei migliori e dopo svariati wipe out e botte sul reef mi sembra di uscire dall’acqua come se fossi stato ad un incontro di lotta… Per fortuna nell’isola ci sono così tanti centri massaggi e i trattamenti sono così economici che posso recuperare le energie e soprattutto i muscoli in pochissimo tempo!
Anche il giorno seguente la routine è sempre la stessa: sveglia intorno alle 6-7 del mattino, colazione e spot check, session di surf con successivo pranzo nei Warung indonesiani (ristorantini locali tipici), un po’ di relax prima della seconda session, doccia e cena con gli amici in qualche buon ristorante di nostri conoscenti. Il costo della vita qui è così basso, che alla fine dopo aver fatto una botta di conti, ho deciso di rimanere tutto l’inverno in quello che a me sembra un vero e proprio paradiso!
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XTREME TRIPS
Spot: Uluwatu, Bali
Considerate che questo è in soldoni il mio budget per un mese di soggiorno: 200 euro per la camera (compresa aria condizionata e pulizie ) 100 euro per il noleggio della moto-scooterone, benzina inclusa 100 euro per la colazione 150 euro per il pranzo nei vari warung 300 euro per la cena Onestamente credo di non avere mai speso così pochi soldi nemmeno per una vacanza di una settimana! Col passare dei giorni finalmente anche il mio livello di surf ricomincia a migliorare, e anche dopo un mese di permanenza la dry season sembra non smettere più, continuando a farmi divertire nella west coast. Ma l’acqua si sta scaldando e anche le giornate si stanno allungando. Quando sono arrivato il sole 54
tramontava alle 17.30, mentre ora alle 18 c’è ancora luce! Finalmente, dopo qualche giorno di mare calmo, sembra che sia in arrivo uno swell buono per surfare a Balangan, così io ed i miei amici ci dirigiamo allo spot dove le onde sono davvero perfette! Lo spot offre una sinistra lunga almeno 100 metri con take off facile ed una sezione tubante e pericolosa (soprannominata “tritacarne”!) alla fine dell’onda . Credo di aver preso uno dei tubi più grossi e cattivi della mia vita, ma purtroppo a fine tubo mi sono trovato praticamente a reef scoperto, e non sono riuscito ad uscire dall’onda con la disastrosa conseguenzache quest’ultima mi sbattesse sul fondale tagliente, aprendomi completamente la schiena ed il braccio sinistro (vedi foto). Per fortuna non ho avuto bisogno di punti di sutura, ma mi è toccato restare a secco senza surfare per almeno 10 giorni! Il riposo forzato per via delle ferite coincide con le prime
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Spot: Beng Beng Mentawai
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XTREME TRIPS
Spot: Nungalan, Bali
avvisaglie dell’arrivo della stagione delle piogge (wet season). Questo significa che dalla costa ovest si passa a fare surf nella costa est, in quantocambia la direzione del vento. Gli spot nella east coast sono parecchi e tutti molto vicini. I più famosi sono: Gegger (una destra pestante e lunga), Menjat (sinistra tubante con una corrente pazzesca), Elevator (sinistra), Temple (sinistra) e Nikko inside e outside (destra tubante e molto impegnativa). Ma durante la wet season non lavora solo la costa est, ma comincia a lavorare anche la costa sud dell’isola, che è attiva quasi tutti i giorni. ed è proprio lì che si trova una delle sinistre più belle (nonché la mia preferita) di tutta l’isola di nome Pandawa.
quasi tutte le giornate nello spot di Pandawa in quanto in questi spot su può surfare sia destre che sinistre (gunung pajung è a 100 m di distanza) ed è la soluzione più semplice e comoda, anche perché sullo spot ci sono vari warung messi in posizione tattica con vista onda, c’è molta ombra grazie a una grande struttura che raduna 8 warung diversi, ma soprattutto perché c’è Waiang, una signora indonesiana (proprietaria dell’Oka Warung) che ci tratta come se fossimo i suoi figli, è gentilissima, sempre disponibile ed il cibo è molto buono! Questo per noi è un posto da favola! Purtroppo quando si è in vacanza ed in buona compagnia i giorni passano molto veloci ed anche la wet season arriva presto agli sgoccioli.
Pandawa è una sinistra molto facile e lunga, ma a seconda della forza dello swell e della marea, si può trasformare in un’onda potente, pericolosa e con molta corrente.
Io e i miei amici, proprietari della Vertical House a Bali, decidiamo quindi di fare il viaggio nel viaggio, ovvero il surf trip che ogni surfista sogna per tutta la vita ovvero MENTAWAI.
Per gli appassionati delle destre invece, sempre a sud, c’è Grenbowl e Gunung Pajung due destre lunghe e di livello intermedio.
Per me un sogno si sta avverando: le onde delle mentawai sono le più perfette al mondo, ma soprattutto ci si va a surfare direttamente da una barcache ti porta direttamente nel picco dell’onda!
Praticamente durante la wet season io e i miei amici passiamo 56
Detto fatto, il viaggio è molto lungo. Da bali bisogna prendere
XTREME TRIPS
Spot: Hideway, Mentawaii
Spot: Uluwatu, Bali
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XTREME TRIPS
2 aerei per andare fino all’isola di Sumatra, poi bisogna dormire una notte a Padang Bay e il giorno successivo prendere 3 traghetti della durata complessiva di 7 ore. Il viaggio è molto stressante e sembra non finire mai, ma una volta arrivati a destinazione sembra di essere nel paradiso terrestre. Nella nostra isola ci sono solamente 5 surf house. Niente ristoranti, né bar, né negozi. Nel prezzo della surf house per fortuna sono inclusi 3 pasti e 2 trasporti in barca al giorno. Praticamente si viene “coccolati” dal 58
momento dell’arrivo, al momento della partenza. Le uscite in surf sono fantastiche, gli spot più gettonati sono Ebay, Hidewaye, Burger World. Le prime due sono 2 sinistre molto pesanti e tubanti, invece l’ultima è una destra lunga e abbastanza soffice che ti permette di eseguire molte manovre nell’onda. La surfhouse è fantastica, si chiama Bang Bang surf camp ed è gestita da un Signore romano di nome Massimo, che dopo essere stato per la prima volta 15 anni fa alle Mentawai, ha deciso che
XTREME TRIPS
Spot: Racetrack, Uluwatu, Bali
No pain, no gain... Davide scartavetrato dal reef!
Spot: Uluwatu, Bali
Spot: eBay, Mentawaii
quella doveva essere casa sua per tutta la vita. Massimo è un uomo di corporatura molto robusta e a mio parere è un pazzo scatenato. Paura zero, quando il mare è grosso lui è uno dei pochi che entra in acqua: sembra fatto di gomma! Si mette in certi tubi che farebbero paura ai migliori surfisti al mondo!
tramonto. Cena in surfhouse.
I giorni passano e la routine è sempre quella: colazione ore 6.30, carica del materiale sulla barca che parte alle 7.30 per lo spot check. Surf session e relax in barca. Rientro in surf house per la pausa pranzo. Relax pomeridiano. Session serale fino al
E così un altro inverno se n’è andato, ma io ho già prenotato i biglietti anche svernare quest’inverno. Credo che diventerò un abitudinario!
Purtroppo i giorni passano veloci ed avendo a disposizione solamente 12 giorni per noi è giunto il tempo di rientrare a bali dove mi aspettano altre 2 settimane di surf prima del mio rientro in italia.
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TEST SESSIONS
Rider: NiFe135 Test: Ovo Foto: GoPro Hero6
Misure: 8’10’’x 31” x 4 1/2’’ Volume: 154 l Pinne: Dolphin 8.5 J7 Thruster set Peso: 9,4 kg (+/- 300 g) Prezzo: €
RRD WASSUP 8’10 Foil Quando ci stavamo preparando per affrontare il nostro lungo trip estivo che ci avrebbe portato dalle coste atlantiche della Francia al Portogallo, passando per la costa nord della Spagna, visto lo spazio ridotto a bordo del camper, avevamo bisogno di un paio di tavole tuttofare, per cui quando ci è stato proposto di testare questo nuovo modello di WASSUP Foil 8’10, abbiamo pensato: “Bingo! Abbiamo trovato la tavola giusta da affiancare al NSP Allrounder!”. E in effetti mai parole sono state più azzeccate, perché il WASSUP ha nel suo DNA una serie di opzioni che lo rendono ancora più versatile dell’NSP grazie alla possibilità di un utilizzo anche con la vela come windsurf, e addirittura col foil, vista la presenza di due lunghe scasse US box in carena fatte apposta per agganciare la piastra dei foil da SUP. Anche questa tavola è stata testata a fondo in tutte le condizioni e la risposta è sempre stata al TOP! Lo shape è quello classico del WASSUP, con nose largo e squadrato e poppa più stretta, ma sempre square. La larghezza è sempre quella ormai standard di 31’’ che ormai rappresenta un punto distintivo per questa linea di tavole, sin dall’uscita del primo modello circa 10 anni fa. La distribuzione del volume uniforme da prua a poppa e i bordi abbastanza voluminosi rendono il WASSUP molto stabile in fase di pagaiata e con un’ottima direzionalità. In surfata, specie quando le onde si fanno più ripide, forse un bordo un pelo più 60
fine a poppa avrebbe giovato, ma lo shape corto e compatto della tavola compensa alla grande, permettendo al WASSUP di partire in take off con grande sicurezza e filare giù liscio in surfata, permettendo al rider di fare tutto quello che gli passa per la testa. Il setup della tavola è truster, con US box centrale per la pinna Dolphin 8.5 e due pinnette laterali con attacco Future in materiale composito. Dobbiamo ammettere che durante il nostro trip non abbiamo avuto l’occasione di provare la tavola col foil, ma rimedieremo non appena possibile e vi daremo un nostro feed back. Senza foil, però le due lunghe scasse US Box in carena rischiano di generare un po’ di turbolenza e qualche accenno di cavitazione in fase di discesa delle onde più ripide, quindi il nostro suggerimento è quello di tapparle, anche semplicemente col vecchio metodo di un paio di passate di nastro da pacchi. Concludendo, come tavola SUP e Windsup il Wassup 8’10 si è rivelato l’asso di briscola, permettendoci di entrare in acqua a divertirci sempre, sia con la pagaia che con la vela. L’opzione dell’utilizzo col foil, va ad ampliare ulteriormente le possibilità di utilizzo del Wassup, rendendo questo giocattolo un “must have” per chi è alla ricerca di una tavola unica con cui fare tutto e con soddisfazione quando il vento è leggero, oppure quando il vento non c’è e ci sono le onde, da quelle lunghe e tonde per il foil a quelle più ripide per il SUP.
TEST SESSIONS
Rider e test: ovo Misure: 10’0”X 32”X4 1/4” Volume: 169 l Pinne: 1X single fin US + 2 side fins Peso: 11.39 kg (+/- 300 g) Prezzo: € 979,00
NSP Elements Allrounder 10’0’’ Questa tavola della NSP è stata davvero una piacevole sorpresa, dal momento che in oltre 2 mesi di utilizzo, è stata messa alla prova in un po’ tutti i tipi di condizione e ha sempre dimostrato di sapersela cavare alla grande. Lo abbiamo testato in estate in alto adriatico, ma soprattutto lo abbiamo testato a fondo durante il nostro tour estivo in Francia, Cantabria e Portogallo, da condizioni tranquille con onde al ginocchio, fino a impegnative onde oceaniche over head. In tutte queste condizioni la tavola ha dimostrato di avere uno shape all’altezza del proprio nome, cioè sempre a suo agio in tutte le condizioni. I 10’0’’ di lunghezza per 32’’ di larghezza di questa tavola sono caratterizzati da uno shape molto ben bilanciato con una linea scoop-rocker abbastanza dritta nella parte anteriore, che permette di passare attraverso onde e schiume senza perdere il controllo, e con una buona curva nella zona di poppa, che consente di sentirsi a proprio agio anche nei take off con onde ripide e di buona taglia. Il ma forse il segreto di questo shape sono i bordi, dolci, 50/50 nei due terzi anteriori e davvero fini nel terzo di poppa, in grado di incidere curve tonde e veloci, di quelle che ti ricordi per un pezzo. Un altro segreto di questa versatilità è nella carena, col suo dolce mono concavo in prua (che serve a dare sostentamento nelle manovre sul nose) che si trasforma in un leggero biconcavo a centrotavola, e leggero V a poppa per mantenere un flusso dolce
nei cambi di direzione da bordo a bordo. Il set-up delle pinne è TOP: con una bella US box e 4 plug per attacco FCS, che permettono di utilizzare la tavola con una bella single fin con acqua piatta o onde piccole, trifin quando la taglia delle onde comincia a crescere, oppure quad quando si comincia ad uscire con onde di buona taglia oppure ripide. Inutile dire che sulle onde della Cantabria e del Portogallo abbiamo usato un assetto prettamente quad e non ci siamo mai trovati male, anzi, la tavola ha sempre dimostrato grande direzionalità sul take off e un grip sempre sicuro in impostazione di bottom turn e top turn. Ovviamente, quando la taglia delle onde aumenta, i 10’ di questo NSP sembrano davvero lunghissimi, ma la tavola resta sempre docile ai comandi e sempre pronta e mettersi sulla spalla dell’onda per regalarti l’ennesima surfata infinita, congiungendo sezione dopo sezione dell’onda. Che dire, ci ha regalato grandi momenti! Il giudizio finale su questa tavola è super positivo, lo shape centra perfettamente il programma di utilizzo a tutto tondo (all-round) e anche la tecnologia di costruzione ha resistito egregiamente agli stress a cui l’abbiamo sottoposta. Non a caso NSP ripropone questo shape invariato nella collezione 2020, nelle tecnologie di costruzione Elements (Glass Wood), Coco Mat e Coco Flax. A questo punto saremmo curiosi di provare il modello 9’2’’. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi. 61
TEST SESSIONS
Misure: 10’0”X 32”X6” Volume: 295 l Pinne: 1X single fin US + 2 side fins Peso: 9,4 kg (+/- 300 g) Prezzo: € 979,00
Rider: Gloria Ciriello Test e foto: Riccardo Ciriello
NSP O2 Allrounder FS 10’
Quando siamo saliti su questo NSP O2 Allrounder 10’0’’ abbiamo subito capito che evevamo per le mani il prodotto di una delle migliori marche in ambito Sup del 2019. NSP O2 è una tavola gonfiabile lunga 10’0”, di spessore 6” e larghezza 32”, per un volume totale di 295 litri d’aria. La cromia sgargiante di questa tavola salta subito all’occhio, e tra il grigio e l’azzurro predominate interviene con una frattura di colori arcobaleno che la rendono molto particolare ed elegante in acqua. Il pad è grande, confortevole in navigazione ed è accessoriato nella parte posteriore della tavola di pratico rialzo-appoggia-piede, comodissimo per le rotazioni e i cambi di direzione. Questo Sup possiede numerosi anelli e un elastico porta oggetti, utilissimo per portare con sé durante la navigazione tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Tra gli accessori in più, rispetto alle normali tavole che si trovano in commercio, che lo rendono veramente completo ci sono: l’anello per eventuale traino o per legarsi posizionato sotto la prua, due anelli laterali per legarsi con altre tavole o per ormeggiarsi, l’attacco integrato action cam (per un fotografo o per un social addict è sempre un piacere saper di poter in qualsiasi momento attaccare una go pro 62
al proprio mezzo!), e l’attacco per la vela qualora si volesse convertire lo Stand up Paddle in Wind Surf. Un piccolo difetto, però, su questo ultimo punto è che l’inserto per il piede d’albero, seppur in acciaio, si arrugginisce dopo poco tempo macchiando leggermente il pad. Viene suggerito il gonfiaggio della tavola dai 15 ai 18 psi e vi posso garantire che la differenza in rigidità si vede, quindi consiglio di scegliere la pressione che si preferisce in base al tipo di utilizzo che si vuole fare e al peso di chi pagaia. Il Sup O2 possiede tre pinne: due piccoline laterali fisse in gomma semi morbida e una rimovibile grande in plastica dura con l’attacco (professionale) con vite e piastrina in scassa, veramente il top! Questa tavola risulta molto stabile e versatile: una vera tavola all-round completa in tutto, infatti la sua forma lo rende utilizzabile sia in acqua piatta che in acqua mossa e il suo volume lo rende adatto a tutti, anche ai principianti o alle uscite con passeggero seduto in prua. Difficile riuscire a descrivere le sensazioni che mi ha fatto provare questa tavola, ma la l’accuratezza del design e dei dettagli di costruzione, dai colori alla sua acquaticità, lo rendono la mia scelta come Sup gonfiabile da usare anche la prossima stagione.
TEST SESSIONS
Rider: Michele Tiozzo Test e foto: Riccardo Ciriello
Misure: 10’0”X 33”X6” Volume: 330 l Pinne: 1X single fin + 2 side fins Peso: 9,4 kg (+/- 300 g) Prezzo: € 579,00
Bluefin Cruise 10’8”
Ci siamo divertiti a definirlo“un delfino full optional e non solo”, ma forse ci saremmo potuti limitare a definirlo semplicemente “SUP per tutti gli usi”. Stiamo parlando di un modello cruise, accessoriato con un kit completo per trasformare questo SUP gonfiabile in un quasi kayak gonfiabile aperto, infatti si trasforma facilmente grazie ad un sedile richiudibile, e ad alcuni moschettoni e anelli a D disposte lungo i bordi della tavola. Anche la pagaia fornita assieme alla tavola è versatile, in quanto è formata da 3 pezzi e può modificarsi da lunga, con impugnatura a T, per lo stand up paddle, a pagaia corta con doppia pala per il kayak. Praticamente tutto si modifica in tutto: Stand up paddle o sitdown-Paddling, in poco più di un attimo! A prima vista il Cruise 10’8’’ sembra enorme, ma una volta in acqua risulta molto agile e anche più ballerino dei classici all-round gonfiabili, forse per la forma affusolata della prua che un po’ a delfino. Il set-up della tavola è Trifin, cioè con 3 pinne, di cui quella centrale più grande da 8” in plastica dura rimovibile con attacco rapido. A prima vista, questo attacco ci era sembrato potenzialmente fragile e invece è risultato veloce e funzionale, oltretutto, nel kit ne mettono uno di riserva.
Il Cruise 10’8 è dotato di una maniglia a poppa, una a prua e una centrale, che sono molto comode sia nel trasposto, sia nelle giornate di sole tra tuffi e pagaiate con passeggero. Dettaglio da non sottovalutare è il suo attacco action cam di tutto rispetto, dotato anche di una vite per utilizzare non solo gli attacchi classici go pro. Molto comodi anche gli anelli a D, che sono praticamente ovunque, tranne a prua. Per questa tavola viene raccomandato il gonfiaggio tra i 15 e i 18 psi, ed è indicata come capacità limite massima 28 psi. Il Cruise che abbiamo testato noi è agile delfino di 10’8” di lunghezza e 330 litri di volume. Grazie alla sua forma, è perfetto per la crociera e per le lunghe passeggiate, ma quasi a sorpresa, non teme le piccole onde, grazie allo shape della carena con nose ben rialzato e al suo tris di pinne. Questa tavola è stata una piacevole sorpresa, perché riesce ad abbinare volume e gallegiabilità generosi a una manovrabilità brillante per le dimensioni, che la rendono estremamente divertente ed efficace in un’ampia gamma di situazioni. Da non sottovalutare la dotazione di accessori molto completa. 63
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