Tablet Roma Gennaio 2013

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TABLET I N F O R M A Z I O N E

C U L T U R A

WWW.TABLETROMA.IT MAGAZINE A DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO 1 NO 1 gennaio 2013

S O C I E T A ,

r o m a

molto rumore per nulla...



TABLET ROMA

SOMMARIO ANNO 1 NO 1 gennaio 2013

PARNERS&DISTRIBUZIONE 4 EDITORIALE 5 PRIMOPIANO 7 Julia Kozerski

11 +BENESSERE 13 +FITNESS Olit

15 RICETTA DEL MESE 17 EQUORISPARMIO Alla faccia del bicarbonato

19 MERAVIGLIARTE LO SPORTELLO 20-21 SISTEMA BINARIO 23 Intelligenza Artificiale

+EVENTI 25

TERZAPAGINA 27 L’architettura incontra la natura

29 +MODA&DESIGN

SOGNO DEL MESE 31 Scuola, intervista a Giuseppina Palazzo,

34 ANNUNCI

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32-33 SOCIALE 13A

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Partners&Distribuzione I nostri partners ALCAM ARIS Sporting Village ARMAGAME A TUTTA PASTA BMC ANNAMARIA DE CALISTI DELLA ROCCA LA PELLETTERIA DI MANINA IN MANINA MARCO FLORE I GOBBI KBK Costruzioni LEVEL 2 Recording Studio MAMEY OKEY MODA OSTIA DANZA PARAFARMACIA CASTEL PORZIANO PETALI&PETALI PONTINIA 2000 Gruppo Pietro Mezzaroma e Figli STUDIO RONCONI TURFANI SRL VILLA VERA

TABLET Roma è una rivista Free Press mensile d’informazione, attualità, cultura, spettacolo, moda, distribuita nell’area del 13° Municipio di Roma stampata in 10.000 copie e distribuita gratuitamente nei quartieri di OSTIA, CASALPALOCCO, AXA, MADONNETTA, INFERNETTO, ACILIA. I diritti di produzione sono riservati. E’ consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Simona Fiore Editore. Reg. Trib. Di Roma n°296/2012 del 19/10/2012 P.Iva/Cod. Fisc. 12122131001

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Hanno collaborato: Roberto Capparucci Gloria Marchetti Valentina Bonanni Paola D’Errico Cristiano Lomuscio Federica Lorenzetti Luca Peverini Dario Cattoretti Alessandra Bassetti Cristina Anichini Paola Ferrini

Primo Piano + Benessere + Fitness Lo Sportello Ricetta del mese Lo Sportello Equorisparmio Sistema Binario, Eventi, Prima pagina + Moda e Design Il sogno del mese, Sociale 13° MeravigliArte Finito di stampare Gennaio 2013

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EDITORE Simona Fiore (fiore@tabletroma.it) DIRETTORE RESPONSABILE Stefano Quagliozzi (quagliozzi@tabletroma.it) REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Cristina Anichini (anichini@tabletroma.it ) PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Maurizio De Vincentiis Marco Flore PUBBLICITÀ Luana Bertrand (pubblicita@tabletroma.it) STAMPA Poligraf s.r.l. - Pomezia – Via Vaccareccia, 41/b – Tel. 069106822 Direzione e Redazione Via Adriano Banchieri, 58 – 00124 – Roma Tel. 0650912073 e-mail: redazione@tabletroma.it

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EDITORIALE

Molto Rumore per nulla... Buon 2013 a tutti! Inizia dunque un nuovo anno, come sempre ricco di aspettative e di speranze per una migliore condizione di vita, maggiore serenità, pace, prosperità, salute... Ma facciamo un passo indietro. Erano in molti, pochi giorni fa, a non credere ad un possibile “scavallo del 21”, visti gli allarmi collegati al calendario dei Maya che, come noto, si ferma al 21 dicembre 2012. E pensare che solo negli ultimi anni di allarmi dovuti a presunte profezie, rivelatesi poi solo dicerie, ce ne sono state davvero molte. Senza scomodare Nostradamus o Malachia, una che ricordo bene era lo sconvolgimento annunciato per l’ingresso del nuovo millennio, che allo scoccare della mezzanotte del 1° gennaio 2000, avrebbe dovuto scatenare una catastrofe informatica in tutti i computer del mondo con il famoso “millennium bug”, causando azzeramenti improvvisi dei sistemi di sicurezza, di difesa e tilt di aerei, treni, semafori, banche, centrali elettriche e atomiche... Fortunatamente si trattò di un falso allarme e la mezzanotte più sorvegliata della storia è passata senza problemi, solo un gran polverone e tante, tante risorse spese in presidi straordinari di specialisti informatici. Poi alcuni ricorderanno che per il maggio dello scorso anno, era stato annunciato un devastante terremoto a Roma. L’indicazione era stata attribuita ad un falegname e astronomo, il sismologo autodidatta Raffaele Bendandi, che con una teoria tutta sua assimilò la forza sprigionata da un terremoto con fattori esogeni, ovvero provenienti non già dall’interno del globo terrestre ma dall’influenza della luna, dei pianeti e dei loro allineamenti, capaci di determinare in certe condizioni, delle scosse telluriche. Anche in quel caso tutto passò con tranquillità, ma l’allarme provocato portò molti romani lontano da casa, in taluni casi anche con la concitazione di una “fuga” disordinata e quindi pericolosa per l’incolumità generale. Per non parlare del business creato attorno alla notizia che provocò molti articoli a tema, vendita di giornali, trasmissioni televisive e anche in questo caso, sebbene circoscritto a Roma e dintorni, una notevole circolazione impropria di denaro utilizzata per informarsi avidamente di che morte si doveva morire. E torniamo ai giorni nostri. L’ultima notizia di febbre da “day after”, risale all’inizio dello scorso anno. Anche la Siberia ha fatto parlare di sé con la vendita a prezzi proibitivi per la popolazione locale, di un kit di sopravvivenza (con bottiglia di vodka annessa) per il dopo 21 dicembre. La causa della “fine del mondo” imputata ad un asteroide di grandi dimensioni, avrebbe dovuto ”bissare” il cataclisma dell’estinzione dei dinosauri. E allora in ogni angolo del mondo giù nei bunker antiatomici ad attendere non si sa cosa, con riserve idriche e alimentari per qualche settimana. Anche stavolta la buona stella ci ha aiutato e ogni riflessione che possiamo fare su questi ricorrenti allarmi planetari, oltre al business da panico alimentato dal passaparola, porta dritto al bisogno atavico di una grande paura condivisa, da superare insieme. Per dirla alla Shakespeare... “molto rumore per nulla” !

Stefano Quagliozzi Direttore responsabile

E’ consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Simona Fiore Editore. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi.

La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico.

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Finito di stampare Gennaio 2013

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TABLETROMA di Simona Fiore Editore Periodico a distribuzione gratuita del 13° Municipio iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Roma al n°296/2012 del 19.10.2012

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PRIMO PIANO

Julia Kozerski di Roberto Capparucci

Julia Kozerski 28 anni, artista e fotografa americana di Milwaukee, obesa praticamente da sempre. In questi ultimi mesi è stata protagonista di un tam tam mediatico che l’ha portata all’attenzione delle radio e della stampa di mezzo mondo grazie ad un progetto coraggioso ed evidentemente riuscito. In pratica Julia ha deciso di pianificare una rigida dieta fatta di controllo del cibo e attività fisica, documentando con la fotografia i suoi progressi giornalieri sotto le luci impietose dei camerini nei negozi di abbigliamento. Dal costume da bagno alla lingerie, passando per il tacco 12 e le ballerine, oltre 150 scatti testimoniano i cambiamenti fisici ed emotivi di Julia che in un anno è arrivata a perdere 73 chili, quasi la metà del proprio peso iniziale. “Quando ho iniziato questo progetto, non sapevo avrei perso peso” - racconta la Kozerski - “volevo solo cambiare stile di vita. Così ho cominciato ad eliminare cibospazzatura e a fare ginnastica. Vedere la mia immagine cambiare di giorno in giorno, mi ha aiutata ad arrivare fino in fondo”. Ma una volta arrivata in fondo, Julia ha scoperto che il suo percorso e la sua ostinata ricerca di omologazione ai modelli di apparenza e bellezza l’hanno portata a perdersi, così come è andata perduta la metà di stessa. Il suo corpo, rovinato dalle smagliature e dalla pelle cadente, racconta tutta la sofferenza nella ricerca di quell’immagine “perfetta” della persona che sognava di essere, ma che non era lei. Incuriositi da questa storia l’abbiamo intervistata cercando di scoprire insieme a lei le motivazioni di un così importante riscontro mediatico.

Tu sei un’artista della fotografia, come hai iniziato il tuo percorso artistico e quali sono le realizzazioni alle quali sei più affezionata? Sono sempre stata attratta dalle realizzazioni artistiche. Ricordo che da bambina a scuola costantemente creavo disegno dai mille colori. Al liceo ero la fotografa ufficiale della classe. Durante quello che è stato un periodo adolescenziale veramente emozionante ho scoperto il fascino della camera oscura. Quando decisi di entrare al college scelsi specificatamente di esplorare diversi mezzi artistici. Il primo anno di esperimenti si concentrò sulla fotografia ma ho lavorato anche sul 3d. In generale sono molto ispirata dai classici con particolare riferimento al periodo rinascimentale. Altre fonti di ispirazione riguardano i dipinti del Caravaggio, le sculture di Michelangelo e del Bernini e, ovviamente, i nudi classici. Mi interessano molto anche le reliquie religiose. Oltre ad apprezzare i classici del passato, la mia attenzione è rivolta anche ad alcuni artisti contemporanei quali Joel-Peter Witkin and Jeff Wall.

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Ciao Julia, innanzi tutto desideriamo ringraziarti per la disponibilità e farti i complimenti per i tuoi lavori che noi della redazione di Tablet giudichiamo davvero molto interessanti. Prima di parlare della tua attività artistica vorremmo conoscerti meglio. Ci puoi raccontare un po’ di te, i tuoi studi, la famiglia, gli amici. Sappiamo che ti sei sposata da poco…

Sono nata e cresciuta nel Milwaukee dove ho vissuto la mia giovinezza con i miei genitori e le mie due sorelle più giovani, JoBeth e Jamie. Ho sempre avuto la passione per l’arte, sin dalla scuola media sapevo che da grande avrei voluto lavorare nel modo dell’arte. Dopo il diploma nel 2002 sono entrata a lavorare in una grande azienda ma stavo perdendo la mia creatività. Quindi ho deciso di riprendere gli studi. Nel luglio del 2009 ho sposato il mio fidanzato di sempre Tim ed abbiamo comprato casa ad un paio di chilometri da dove sono nata. In questi primi anni di matrimonio abbiamo dovuto affrontare una serie di problemi. Io ho perso circa 73 chili di peso, la mia famiglia ha dovuto affrontare diversi interventi di chirurgia, ho dovuto assistere i miei familiari e più recentemente ho dovuto affrontare il dolore per la perdita di mia madre. Ciononostante ho cercato di incanalare i miei dubbi, sentimenti ed emozioni verso forme visive. Attualmente sto cercando di condividere i miei lavori in modo da sollecitare oneste ed aperte conversazioni.

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PRIMO PIANO

Julia Kozerski Al di là delle tue esperienze precedenti, di sicuro hai attirato l’attenzione mediatica in relazione al tuo progetto “Changing Rooms”. Di cosa si tratta? Nei primi mesi del 2009, in vista del mio matrimonio, ho deciso di apportare una serie di cambiamenti al mio stile di vita con il preciso scopo di perdere peso. Durante l’anno successivo ho perso con successo circa 73 chili. Per tutto questo tempo, attraverso dei fotoritratti, ho documentato i cambiamenti fisici ed emotivi che stavo vivendo. La prima fotografia di “Changing Rooms” è stata scattata all’inizio del 2009, ero con mia sorella Jamie alla ricerca del vestito per il matrimonio. E’ evidente il mio sconforto, non solo per il vestito che stavo provando ma anche in relazione al fatto che mi stavo sottoponendo ad un ritratto. Da lì seguirono poi circa 200 immagini. Sia davanti che dietro le lenti ho dovuto fare i conti con il mio corpo che cambiava. Più il peso scendeva, più la pelle del mio corpo si spostava drammaticamente; in più si aggiungeva il compito non facile di sostituire completamente tutto il mio guardaroba. Mi sentivo persa non capendo e non riconoscendo la persona che vedevo nello specchio. Il mio fisico sembrava essere in uno stato fluido ed io ero sempre alla ricerca di equilibrio tra come mi sentivo e come apparivo. Quotidianamente mi avventuravo per negozi provando abiti di tutte le forme e misure. Non c’era metodo nella mia follia e di conseguenza ho speso ore tra i confini dei camerini alla ricerca di me stessa usando il mio Iphone per documentare questi sforzi. Le immagini di “Changing Rooms” quindi non rappresentano una serie fotografica intenzionale e non sono state pensate per essere condivise, sono state scattate per me. Fu solo un anno dopo, al termine della mia serie “Half”, che ho deciso di pubblicare le immagini memorizzate sul mio cellulare. Esse offrono una cruda visione, senza censure e senza restrizioni, sul mio “dietro le quinte” della mia esperienza personale. Quanto ha influenzato sulla tua arte l’aspetto fisico? Intendo prima del dimagrimento… Prima di iniziare questo viaggio personale attraverso la

trasformazione del mio corpo non mi ero mai imbattuta professionalmente in tematiche legate all’identità o all’immagine del corpo. Di fatto questo è un tema che non ha mai influenzato la mia arte prima di questo progetto nel dicembre del 2009. E dopo? Mi riferisco al tuo progetto “Half ” che indubbiamente riguarda la metà di te che hai perso con il dimagrimento. Nello stesso periodo della serie “Changing Rooms” stavo lavorando a due altri progetti fotografici. Il primo, chiamato “Half”, è una serie di autoritratti di nudo che espongono la realtà della mia perdita di peso “sotto i miei vestiti ed a porte chiuse”. “Half” è quindi parte della stessa storia; la differenza sta nel fatto che gli scatti di “Half” sono degli autoritratti pensati e realizzati in posa. Servono come riflessi della mia esperienza e indirizzano ed esplorano le mie lotte private, fisiche ed emotivamente dolorosissime, contro il cibo, l’ossessione, l’autocontrollo e l’immagine di sé. Queste immagini così brutalmente oneste gettano luce sulla verità di quello che per me è vivere la vita come metà di me stessa. “Half” (metà) prende nome da diverse ragioni. Innanzi tutto c’è da dire che io ho perso di fatto la metà del mio peso, più di 73 chili. La parola “Half” dipende anche dal fatto che questa serie di scatti è legata al mio matrimonio, quindi tratta di me come una metà di un insieme chiamato coppia. Esiste anche una connotazione legata ad un sentimento di incompletezza o di fallimento che sono stati una costante durante la mia transizione fisica. La seconda serie si chiama “14 milioni di minuti” e rappresenta la mia lotta non solo contro la morte di mia madre ma anche contro il pensiero di dover diventare madre a mia volta. Prima di questi lavori introspettivi ho lavorato ovviamente su fotografie, lavori tridimensionali, aspetti sociali quali religione, matrimoni gay ed economia. Ti sorprende l’attenzione ed il riscontro a livello internazionale che hai suscitato con questo progetto? Perché pensi si sia verificato questo tam tam mediatico? Sono davvero molto sorpresa, quasi scioccata da tutta


PRIMO PIANO

Julia Kozerski mai indietro. Penso anche che ho bisogno di tempo per metabolizzare tutto quello che ho attraversato. E comunque i “difetti” che gli altri vedono, rappresentano una nuova parte di me stessa. La maggior parte delle persone non sa cosa giace sotto i miei vestiti, non sanno e non immaginano nulla. Per il momento mi godo il mio nuovo corpo!

l’attenzione che i media stanno dedicando a me ed ai miei lavori in quanto io mi sento una persona “normale”. Non penso di essere così “speciale” o di avere qualcosa che qualsiasi altra persona non abbia. Credo che questo sia uno degli aspetti che in così tanti hanno colto nella mia storia… perché è “vera”. Credo che la gente tenda a relazionarsi con quanto gli mostro. Non importa chi sei, tutti noi siamo in continua lotta contro le insicurezze. Mentre le mie immagini possono mostrare la mia perdita di peso, nel profondo mostrano molto di più a chi le guarda perché gli consentono di collocarsi all’interno della medesima esperienza che io sto visualmente esplorando. Io uso il mio corpo come simbolo per tanti che hanno paura di fare quello che ho fatto io. In qualche modo sta cambiando la tua vita o pensi di essere la stessa ragazza di prima? Di fondo come persona credo di essere quella che sono sempre stata, sono solo un po’ più consapevole di come devo trattare me stessa e gli altri. Il viaggio nella mia perdita di peso mi ha insegnato tanto ma non ha cambiato quella che sono. Al di là di tutto ho mantenuto la mia personalità, le mie opinioni e le mie idee, solo il mio corpo è cambiato. Sono definitivamente diventata più sensibile verso me stessa e gli altri ed ho iniziato ad aprirmi. Mi sono scoperta a sorridere di più ed a sperare di essere “l’anima della festa” invece di essere la “mosca sul muro”. Adesso sto vivendo la mia vita, mentre prima vivevo soltanto. Attraverso questi cambiamenti non ho soltanto migliorato la mia salute fisica ma ho anche aggiunto molti anni alla mia vita – da consumare insieme al mio meraviglioso marito Tim. Dal punto di vista professionale, da quando mi sono immersa in questi progetti, il mio lavoro artistico ha subìto una variazione ed ho iniziato ad esplorare creativamente tematiche legate alla cura del corpo, all’immagine del corpo ed alla femminilità.

Ci puoi parlare dei tuoi progetti per il futuro? I miei progetti sono molteplici. Dal punto di vista professionale sto pianificando di lavorare a tempo pieno (per pagarmi le bollette) ma anche di continuare il mio percorso artistico. Mi piacerebbe anche sperimentare e fare dei video. Ho anche avuto una proposta per alcuni lavori in 3 dimensioni. Per quanto riguarda la mia vita privata continuerò a curarmi del corpo e se possibile perdere qualche altro chilo. Io e Tim stiamo anche pianificando di avere dei figli, quando arriverà il momento. Ok Julia, ti ringraziamo e ci salutiamo qui. C’è qualcosa che desideri aggiungere per i nostri lettori? Sono io che ringrazio voi. Ai vostri lettori voglio solo dire che il cambiamento è possibile. Per tanti anni ho vissuto infelicemente e adesso che ho finalmente accettato me stessa, ho scelto la vita sopra ogni altra cosa. E’ un processo di apprendimento che molto probabilmente richiederà del tempo… si tratta di fare un passo dopo l’altro. E presto si riuscirà a guardare dietro e a chiedersi come mai non si è iniziato prima. Il mio consiglio:vivete! Vorrei sottolineare anche che tutte le mie opere si possono trovare sul mio sito www.juliakozerski.com

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Hai mai pensato di sottoporti ad un intervento di chirurgia plastica? Sì ci ho pensato, sebbene non proprio accuratamente. Non posso dire che non lo farò mai, ma per il momento indosso la mia pelle cadente come una “ferita di guerra”. Mi ricorda da dove vengo e mi serve per essere sicura che non tornerò

Qual è la cosa che più ti fa paura? Non penso più alla paura. Prima di perdere peso ti avrei detto che avevo paura della morte. Adesso non penso a quello che potrà essere ma a quello che potrebbe essere. Non mi perdo più nella paura, io vivo. Se si presentano delle avversità le combatto al momento e vado avanti. Non perdo tempo ad aver paura, io voglio vivere la mia vita pienamente!

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+BENESSERE

“Si possono eliminare le smagliature?”

Smagliature

Ecco una delle domande più frequenti che mi vengono poste nell’ambulatorio di medicina estetica, per esempio da una donna che le ha viste insorgere dopo la gravidanza o da un ragazzo che ha perso molti chili in poco tempo e così via. Le smagliature rappresentano uno degli inestetismi della pelle più diffuso e spesso sono il segno permanente di un’eccessiva tensione del tessuto connettivo che perde elasticità, provocando uno stiramento del derma e la conseguente lesione. Un elemento di base causa delle smagliature è la naturale predisposizione di ogni singolo individuo; si possono presentare in seguito a cambiamenti nel corpo, durante l’adolescenza, la gravidanza, con l’aumento di peso o di massa muscolare o dopo una dieta. Sebbene la causa principale della loro insorgenza sia sconosciuta, queste (di colore rosso-violaceo in caso di recente insorgenza e di colore bianco quelle di vecchia data) appaiono correlate a cambiamenti nel derma della forza di trazione, dell’elasticità e della riduzione di fibre di collagene. Incidono, inoltre, sullo sviluppo delle smagliature, i fattori genetici ed ormonali, il colore ed il tipo di pelle, oppure l’età della gravidanza, il peso del feto, un’alimentazione sbilanciata ed il diabete gestazionale. Le zone più colpite da tali stiramenti della pelle sono addome, seno, glutei, interno braccia, cosce e fianchi. Lo strumento migliore per scongiurare o ritardarne la comparsa è rappresentato dalla prevenzione. Essa consiste nell’attuare alcuni semplici accorgimenti: controllo dell’eccessivo aumento di peso o della repentina perdita dei chili attraverso una dieta equilibrata in cui siano sempre presenti frutta e verdure, praticare un’attività fisica costante per favorire la

di Gloria Marchetti Medico estetico e specialista in Scienza dell’alimentazione www.gloriamarchetti.it

tonicità muscolare e cutanea, evitare il fumo, mantenere la pelle idrata ed elastica mediante cosmeceutici applicati quotidianamente (creme a base di amminoacidi e vitamine, acido ialuronico, acido boswellico od olii di mandorla, oliva ed argan ed aloe vera). Se, nonostante questi accorgimenti di prevenzione l’inestetismo insorgesse, attualmente esistono diversi trattamenti ambulatoriali di Medicina Estetica, effettuabili nel caso di una gravidanza, dopo l’allattamento, che possono aiutare ad eliminare le smagliature rosse ed a migliorare visibilmente quelle bianco-perlacee. Sono soddisfacenti i risultati ottenuti con trattamenti combinati quali peeling chimici/fisici, needling, biostimolazione, dermoelettroporazione, carbossiterapia, microdermoabrasione, radiofrequenza, laser frazionato non ablativo. A completamento di tali terapie, praticate presso lo studio medico, è importante il mantenimento domiciliare utilizzando quotidianamente creme specifiche a base di acido glicolico, amminoacidi, vitamine e sostanze elasticizzanti e, se necessaria, supplementazione orale di altri amminoacidi essenziali ed antiossidanti.

Notizie Scientifiogni chemese le notizie pubblicate su

autorevoli riviste scientifiche internazionali

In un recente studio spagnolo è stato riscontrato un rischio inferiore di sviluppare la sindrome metabolica nei soggetti che consumavano abitualmente più di due porzioni di noci a settimana rispetto a coloro che non ne consumavano; risultati che confermano precedenti osservazioni sull’effetto protettivo nei confronti del diabete da parte di tale frutta secca. tratto da “Public Health Nutrition” ottobre 2012

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trattamento con radiofrequenza

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+FITNESS

Olit training olistico di Valentina Bonanni Fisioterapista specializzata in Pilates e Olit valevale.vale@fastwebnet.it

Olit training olistico Una sera d’estate al tramonto, in riva al mare, praticai per la prima volta Olit e…fu subito amore al primo respiro. Conobbi Silvia Pozzato (ginnasta, ballerina, coreografa e ideatrice del metodo) che mi catturò col suo carisma, la sua grande preparazione e professionalità, ma soprattutto, con l’immensa passione verso ciò che insegnava, pari alla mia per quel che insegnavo fino ad allora. Dopo un mese partecipai al corso di formazione, ottenni poi la relativa certificazione e Olit divenne parte di me.

Cos’è Olit? Si potrebbe definire una danza a rallentatore, che fonde con sapienza e studio le basi del Thai Chi alle basi del Pilates e dello yoga. É un approccio completo alla persona che, mentre si allena muovendo il corpo con movimenti sequenziali e crescenti, viene accompagnata in uno stato di meditazione attiva, isolandosi e “sentendosi”. Olit si presenta come una ginnastica decisa ed elegante, forte e vigorosa, ma al tempo stesso delicata e morbida.

Silvia Pozzato

Il programma d’allenamento di ogni lezione prevede un controllo costante del respiro in tutti gli esercizi, che vanno a stimolare la forza e la resistenza del corpo, l’equilibrio, la coordinazione e i cambi d’orientamento. La musica gioca un ruolo fondamentale: è appositamente studiata per questa disciplina e cadenza perfettamente l’intensità e l’ampiezza variabili dei gesti.

Perchè Olit? Olit tonifica la muscolatura senza stressarla, migliora la propriocezione e la postura del corpo, integra allenamenti più gravosi. La sua caratteristica è quella di non far entrare ed uscire l’allievo dai vari esercizi: non ci sono mai pause, perché ogni movimento è propedeutico o introduttivo a quello successivo. Di qui la fluidità del lavoro, la massima concentrazione che permettono di immergersi appieno nella lezione.

Dicono di Olit

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Alla fine di ogni lezione cerco sempre un feedback da parte degli allievi. Quando insegno Olit i commenti ridondanti sono due: “ non pensavo si faticasse e sudasse così tanto, ma nonostante questo mi sento bene!!!...” (le matricole). “…non avrei mai pensato all’inizio di riuscire a fare quel che ho fatto oggi” (i veterani).

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RICETTA DEL MESE

Ciambelline di Carnevale di Cristiano Lomuscio

Procedimento: Preparare una ciotola con lo zucchero semolato che ci servirà nella parte finale del procedimento. Lessare le patate con tutta la buccia e, una volte lesse, spellarle e passarle (ancora calde) per due volte nello schiacciapatate. Nel mentre fare sciogliere in un pentolino un etto di burro; stiepidire il latte in un altro pentolino e scioglierci il lievito. Dopodichè aggiungere tutti gli ingredienti restanti ed impastare il tutto velocemente. Una volta impastato il tutto formare delle ciambelline e lasciarle lievitare per 15/20 minuti. Friggere le ciambelline in olio di arachidi fino a che sono rosolate. Prendere poi la ciotola con lo zucchero semolato e passare (senza scolare) le ciambelline appena cotte in modo da permettere allo zucchero di attaccarsi alla ciambella. Vino consigliato Muffato della Sala Ingredienti: 500 gr. patate 600 gr. farina 4 uova 50 gr. zucchero semolato per impasto 500 gr. zucchero semolato in una ciotola per ricoprire le ciambelline a fine cottura 1 bustina di zucchero vanigliato 25 gr. di lievito di birra ¾ di bicchiere di latte Buccia grattugiata di due arance e un limone

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EQUORISPARMIO

ALLA FACCIA DEL BICARBONATO DI SODIO di Luca Peverini

Quanti di questi tumori o altre gravi malattie sono collegati all’esposizione a sostanze chimiche? Oggi, ai miei figli, mostro tutto quello che realizzo dentro casa, convinto che, con l’esempio concreto, ognuno di noi può fare molto per la propria salute e per migliorare il rapporto che (non) abbiamo con il pianeta che ci ospita. Per me è un dovere!

Questo è solo una parte di quello che io e la mia compagna facciamo con il BS:

“Alla faccia del bicarbonato di sodio”, diceva Totò, sicuramente senza immaginare quante e quali cose si possono realizzare con questo semplice sale di sodio dell’acido carbonico. E’ un additivo alimentare codificato dall’Unione Europea con la sigla E500. E’ un composto chimico conosciuto fin dai tempi degli egizi, è commestibile, e quindi è un detergente non tossico. Il fattore che mi ha spinto a farne una presenza regolare nella mia vita è stato quello di voler diminuire la presenza di elementi chimici aggressivi per me e per l’ambiente. La domanda allora che mi sono posto, è stata: “Ma prima dell’invasione della chimica, come si faceva?”. Così scopro che sono innumerevoli gli usi che posso fare con il bicarbonato, con pochissima fatica e con un costo economico irrisorio, e senza avvelenare niente e nessuno! E’ infatti all’interno dei prodotti per la pulizia, sia domestica che personale, che si concentrano molti degli 880 composti chimici neurotossici in circolazione.

-Corpo e viso: prima della doccia, passarsi l’olio di mandorle dolci, poi bagnarsi, quindi strofinarsi mettendo il BS sulle mani bagnate ed infine sciacquarsi: il risultato sarà una pelle idratata e morbida, le cellule morte eliminate ed il film idrolipidico mantenuto intatto dall’attacco del Sodium Laureth Sulfate, presente in tutti i prodotti per l’igiene. Qualche goccia d’olio essenziale per la fragranza e ti sei fatto il tuo bagnoschiuma ecologico.

-Pulizia del bagno: 1 parte di acqua calda, 2 di BS, qualche goccia di tea tree, e con questa pastella passare i sanitari, lasciare agire e sciacquare. Si può conservare in frigo. Un saluto campagnolo lcpeverini@gmail.com

ricordiamo la possibilità della consegna gratuita del lievito madre * guarda l’articolo Equorisparmio di Dicembre

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Dal 1950 al 1989 l’incidenza complessiva di tumori (negli USA, dove è stato eseguito lo studio) è aumentata del 44%, di questo incremento meno del 25% è dovuto a tumori legati al fumo di sigaretta. I tumori infantili sono aumentati del 20%. Oggi le generazioni del boom economico hanno una percentuale di tumori che è TRE volte quella dei loro progenitori. Nel 1901 il cancro era considerata una malattia rara, delle statistiche indicavano che UNA persona su OTTOMILA aveva il cancro. Oggi, i dati sono sempre più preoccupanti.

-Deodorante: 4 cucchiaini di BS, 2 di amido di riso in polvere, 10gr. di olio di tea tree(potente disinfettante naturale), 5gr. di olio di lavanda. Lo si passa sotto le ascelle con una spugnetta da cipria. Se lo volete liquido, sciogliete il tutto con dell’acqua, fate riposare per 24h. e trasferitelo in un contenitore spray.

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Lo Sportello Dottoressa Paola D’Errico

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Gentili lettori, volevo innanzitutto ringraziarvi dell’attenzione che avete prestato a questa rubrica. Evidentemente la redazione aveva capito in anticipo le esigenze del territorio e ha saputo offrire una concreta proposta. La maggior parte dei quesiti rivolti via mail riguardano il senso di inadeguatezza che molti genitori hanno nel gestire le relazioni con i propri figli e non solo in età adolescenziale. Infatti l’età propostami al vaglio varia notevolmente: dai 6 ai 14 anni. Più tardi le relazioni, infatti, diventano molto più conflittuali e, spesso, i genitori “tirano i remi in barca” proprio in un momento in cui la loro presenza è fondamentale, più difficilmente avvicinabile, ma necessaria a risolvere o contrastare i turbamenti propri dell’età. Ma ritorniamo ai nostri “piccoli despoti”. All’entrata nella scuola primaria, alcuni bambini mostrano lati del carattere inaspettati: sono più aggressivi, irascibili, irrispettosi sia a scuola che a casa. In genere, gli insegnanti tengono sotto controllo questi atteggiamenti che potrebbero nascondere alcune difficoltà insite nel bambino che alimenterebbero il suo senso di inadeguatezza verso i compiti e i successi degli altri compagni, rendendo la sua autostima sempre più bassa. É importante, quindi parlare subito con i docenti di classe, oppure rivolgersi ai servizi di aiuto e ascolto che la scuola propone, al fine di delineare un percorso comune, carico di significati e proposte condivise. Negli anni successivi le difficoltà che si evidenziano sono più complesse, ma a volte è sufficiente ristabilire dei canali comunicativi efficaci per riportare la serenità nei rapporti. L’atteggiamento, invece, della maggior parte dei genitori è di difesa, con la conseguente negazione del problema, o di vergogna, nella paura che il proprio figlio venga additato come “il dispettoso della classe” ed emarginato perché considerato un “diverso”. A volte viene “scaricato” sul docente stesso che è delineato come una persona inadeguata a comprendere il bambino, o il ragazzo e, a volte, anche prevenuta. Niente di più dannoso per la risoluzione del problema, se così si può dire! Questo non vuol dire che tutti gli insegnanti abbiano la stessa sensibilità o lo stesso percorso formativo. Potranno essere più o meno in grado di gestire la situazione, ma se supportati dalla stima e dal rispetto delle famiglie, sicuramente saranno in grado di rivolgersi a chi più competente nel campo, per il bene del bambino e la sua serenità. La paura di esporsi è molto dannosa e non apporta soluzioni.

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Questa rubrica è stata pensata con il preciso intento di dare un servizio utile, un contatto diretto tra noi e chi ci legge, grazie all’ausilio e alla generosa disponibilità di due figure professionali importanti come l’avvocato Federica Lorenzetti e la psico-pedagogista Paola D’Errico. Ogni mese, a partire dal prossimo numero, risponderanno ai quesiti importanti dei nostri lettori, garantendo l’anonimato

La scuola giudica molto meno di quanto sembri, ma ha tanta voglia di aiutare e, pensando a quante ore i nostri figli passano dentro quelle quattro mura, bisognerebbe avere un po’ più di fiducia. Invece spesso ci si chiude in competizioni che non portano a nulla di buono. Denigrare la scuola, gli insegnanti porta solo ad una sfiducia delle istituzioni e ad una perdita di valori condivisi che lede una serena formazione oltre che istruzione. Certo non c’è una ricetta valida per tutti, ma ciò che premia senz’altro è il reciproco ascolto nel rispetto dei ruoli e delle idee. Senza questo i nostri figli saranno sempre più alla deriva sia emotiva che scolastica. Mettersi in discussione non vuol dire essere deboli o facili prede di critiche, ma crescere insieme ai nostri figli prendendo spunto dalle loro difficoltà e dalle nostre insicurezze.


Lo Sportello ove richiesto. La possibilità di potersi interfacciare con i professionisti in maniera privata è un valore aggiunto offerto da Tablet Roma. Potete inviare i quesiti all’ Avvocato al seguente indirizzo email: federicalorenzetti@libero.it Per contattare la psicopedagogista Paola D’Errico inviate una email a: paola.derricoguarino@gmail.com

Avv. Federica Lorenzetti Salve a tutti e ben ritrovati all’interno di questo sportello che rappresenta davvero un’occasione per indicare argomenti decisamente importanti e, purtroppo, a volte, poco conosciuti poiché rappresentano temi scarsamente trattati e/o diffusi, e le vostre numerose richieste ne sono una conferma. Il mio impegno sarà quello di rispondere ad ognuno di voi poiché ogni vostro quesito merita un giusto approfondimento.

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Questo mese voglio segnalarvi, a seguito di una specifica domanda arrivata in redazione, l’importantissimo istituto giuridico dell’Amministrazione di Sostegno. Con tale istituto, difatti, il Legislatore ha voluto dare una risposta, ed un aiuto concreto, alle persone che hanno necessità di essere tutelate poiché si trovano nell’impossibilità (parziale, ovvero, anche solo temporanea) di provvedere a sé stesse ed ai propri bisogni ed interessi afferenti tanto l’ordinaria quanto la straordinaria amministrazione. L’Amministrazione di Sostegno, dunque, rappresenta una vera e propria misura di protezione in favore di quelle persone private in tutto od in parte di autonomia. Precisamente, l’art 404 del C.C. stabilisce come può ricorrere all’Amministrazione di Sostegno la persona che, per effetto di un’infermità oppure di una menomazione fisica o psichica, si trovi nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi. Il fine, pertanto, è quello di tutelare, con una minima limitazione della capacità di agire, le persone che si trovano nelle predette impossibilità; risultando, per l’effetto, un istituto sicuramente meno invasivo dell’interdizione ovvero dell’inabilitazione. La nomina ad Amministratore di Sostegno avviene sempre con un provvedimento emesso dal Giudice Tutelare, sia d’ufficio, qualora gli vengano segnalati dagli operatori sanitari e/o sociali casi di persone che versano in uno stato di abbandono materiale e morale, oppure su espressa richiesta dello stesso beneficiario nonché delle persone a lui prossime (si pensi ai figli di genitori gravemente malati oppure ai genitori di figli disabili etc…). Si provvede, così, ad individuare colui il quale sarà incaricato di curare i bisogni personali, materiali, economici, morali garantendo assistenza a quelle sfere che, per quel soggetto, necessitano di particolare ed attenta protezione e tutela. Sono felice di aver potuto rispondere ad un quesito così importante quanto socialmente utile, e spero tanto di avervene parlato con tutta la doverosa praticità che mi è d’obbligo. Essere Amministratore di Sostegno rappresenta una preziosa opportunità di poter aiutare persone gravemente in difficoltà e poter davvero scoprire e comprendere quanti professionisti, operatori sanitari e non (a titolo meramente esemplificativo e di certo non esaustivo: il Tribunale civile, nonché coloro i quali lavorano all’interno dei Servizi Sociali, psicologi, incaricati dei centri specializzati quali il Dipartimento Salute Mentale etc…) dedicano la loro vita, decisamente valicando gli orari prettamente lavorativi, all’aiuto concreto di queste persone che, fortunatamente, non sono più sole. Con loro, grazie a loro e solo per loro tramite possiamo “liberare” e proteggere chi ha bisogno delle istituzioni ma che, la vita ed il destino, non gli ha permesso di raggiungere da solo.

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, L arte in ogni senso MeravigliArte!

Ricordi di un Viaggio “Klee in Italia” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna Domenica 20 gennaio 2012 alle ore 10,45 l’Associazione MeravigliARTE! l’Arte in ogni senso invita grandi e piccini alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna per intraprendere in un duplice percorso un viaggio affascinante con Paul Klee. A tal fine, avranno luogo contemporaneamente un Percorso attivo per bambini e una Visita guidata per genitori e nonni, con un Laboratorio creativo a contatto con le opere dell’Artista.

Per info e prenotazioni: Entro venerdì 18 gennaio al numero 3393106795 oppure via posta elettronica all’indirizzo visite-guidate@meravigliarte.it . Appuntamento alla GNAM - Viale delle Belle Arti 131, alle ore 10.30.

Appuntamenti

Per i bimbi: Partendo dalle terre fredde di origine, Klee ha intrapreso molti viaggi, scoprendo cultura e bellezze dei paesi del mediterraneo: dalla Tunisia all’Egitto all’Italia, girando in lungo e in largo. Dei ricordi di viaggio ne ha fatto sempre tesoro, ritornandoci di tanto in tanto con la memoria per realizzare le sue opere. Colori, linee e segni traducono suggestioni e ricordi in un universo di forme bizzarre. Proviamo a mimare con il corpo le geometrie della natura… una linea spezzata per le montagne, una ondulata per il corso di un fiume… ed eccoci pronti a realizzare la nostra opera con l’aiuto di mamma e papà. Un luogo a noi caro sarà il soggetto di un graffito colorato.

Per i grandi: La Visita guidata prevede un articolato percorso che mette in luce i rapporti tra l’Artista svizzero e l’Italia, valutando le suggestioni che il contatto con la nostra terra hanno avuto sulla sua produzione artistica.

Sabato 12 GENNAIO Scoprire Roma: LA BASILICA DI SAN CLEMENTE E SOTTERRANEI appuntamento ore 15.00 inizio visita ore 15.30 Domenica 20 GENNAIO GUTTUSO AL VITTORIANO appuntamento ore 14.00 inizio visita ore 14.30 Domenica 27 GENNAIO LA CASA DEGLI ITALIANI: IL PALAZZO DEL QUIRINALE appuntamento ore 10.30 inizio visita ore 11.00 Le visite guidate hanno un costo di 7 € + biglietto di ingresso Per informazioni e prenotazioni: visite-guidate@meravigliarte.it oppure 3920964183 www.meravigliarte.it

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SISTEMA BINARIO

A.I. Intelligenza Artificiale di Dario Cattoretti Vi ricordate un film del 1983 chiamato “WarGame” con un giovanissimo Matthew Broderick? Nel film un ragazzo poggiando il ricevitore del suo telefono, ancora con la rotella numerata, si collegava in rete con il suo modem rumoroso e si metteva a giocare con il computer che gestiva la difesa degli Stati Uniti. Il computer della difesa ci prendeva gusto arrivando a rischiare una guerra termonucleare globale. Ma si può andare ancora più indietro. Avete presente “2001 Odissea nello Spazio” di Kubrick del 1968? In quel film il supercomputer HAL 9000 ha ricevuto l’ordine di nascondere agli astronauti della nave spaziale il reale motivo della loro missione, generando un conflitto tra gli ordini ricevuti e la sua programmazione di collabora-

re sempre con gli esseri umani senza omissioni o alterazioni di dati o informazioni. Anche lì il malfunzionamento porta ad una lotta per la sopravvivenza. Riferimenti simili li possiamo trovare nella letteratura di fantascienza e ancora numerosi nel cinema. Due facili da ricordare: la saga di Terminator e quella di Matrix. In entrambe il concetto è diventato evidente, cioè che “le macchine” hanno deciso di entrare in conflitto con gli esseri umani, anzi peggio, hanno deciso di sterminarli, ucciderli, schiavizzarli o usarli come pile per permettere l’impero della tecnologia. Che dire di Isaac Asimov che aveva basato le trame di alcuni dei suoi famosi libri proprio sulla trasgressione delle regole che aveva chiaramente puntualizzato per i suoi robot positronici. Prima Legge: Un robot non può recare danno

a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno. Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge. Terza Legge: Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge. Così come ci esalta l’idea di riuscire a ricostruire le strabilianti possibilità della nostra mente spingendoci all’esasperazione per progredire fino ad una macchina perfetta che possa ragionare autonomamente con un’intelligenza artificiale, così siamo terrorizzati dall’idea che questa intelligenza diventi talmente a noi superiore che possa minacciare la nostra sopravvivenza. Infatti è nato il Centre for the Study of Existential Risk, e adesso abbandono la fantascienza per raccontarvi la realtà. Il centro studi è nato a Cambrige, presso la prestigiosa università locale e si occupa proprio dei “quattro grandi rischi” che minacciano l’esistenza della specie umana. Ovvero l’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico, la guerra nucleare e le biotecnologie “canaglia”. Il centro riunirà le migliori menti da discipline diverse fra loro come la filosofia, l’astronomia, la biologia, la robotica, l’economia e la neurologia. Verrà codiretto dall’astronomo Lord Rees insieme al professore di filosofia Huw Price e al fondatore di Skype Jaan Tallinn. Un centro studi anti tecnologia killer. Personalmente ritengo la tecnologia uno strumento indispensabile e unico per le nostre vite e scuoto la testa davanti a questa nostra eterna umana insicurezza. Però non riesco a non sorridere se penso ad Asimov che si sbellica dalle risate ripetendosi quel pezzo di saggezza popolare che dice: attento a quello che desideri, perché potrebbe realizzarsi!

Quanto mi duri? Questa è la classifica dei rendimenti energetici dei tablet 10 pollici attualmente in circolazione. L’iPad con Retina Display ha dimostrato di poter raggiungere gli 811 minuti di autonomia, contro i 534 minuti del Sony Xperia Tablet S e i 488 minuti del Google Nexus 10. Il nuovo Surface RT si è fermato a quota 501 minuti, mentre il vecchio iPad 2 si è confermato secondo in classifica con 590 minuti. Tra i 7 pollici il nuovo iPad Mini ha totalizzato 865 minuti, mentre il Nexus 7 circa 795 minuti e il Kindle Fire HD solo 725 minuti.

App sempre piu’ utili

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La cattedra di Chirurgia Plastica della facoltà di Medicina e psicologia dell’Università La Sapienza di Roma ha sviluppato la prima ‘App’ che consente la misurazione del volume mammario con un metodo semplice e statisticamente affidabile, basato su uno studio scientifico. E’ stata sviluppata una formula matematica, il Breast-V, che dal rilevamento delle misurazioni mammari statisticamente significative è in grado di calcolare precisamente il volume del seno studiato. L’aiuto è per la chirurgia mammaria, in particolare per le metodiche estetiche d’ingrandimento del seno, come per la correzione di asimmetrie mammarie, ma soprattutto per le metodiche di ricostruzione dopo asportazione del seno per tumore.

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+EVENTI 8 - 20 gennaio Teatro NINO MANFREDI di Ostia in Via dei Pallottini 10 “Maschio Crudele” per la regia di Silvio Giordani, con Pietro Longhi, Paola Tiziana Cruciani e Alessandra Costanzo Info e prenotazioni tel. 06 56 32 48 49

11 gennaio ore 19.00 Biblioteca Comunale Sandro Onofri in Via Umberto Lilloni 39/45 Concerto Lirico Solisti e Coro sotto la Direzione artistica di Margherita Scopino, Coro Lirico Amatoriale Pietro Mascagni

17 - 21 gennaio Nuova Fiera di Roma la 25* edizione di Roma Sposa, salone nazionale dell’abito da sposa e da cerimonia. Special area per sfilate, make up e gift. Ingresso gratuito nelle giornate di giovedì, venerdì e lunedì Info su www.romasposa.it

19 gennaio ore 21.00 Auditorium Conciliazione di Via della Conciliazione The Show “Atom in Rome” con il patrocinio dell’ Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale. I classici dei Pink Floyd in un grande concerto sotto la direzione del maestro Pietro Gallo

20 gennaio Appuntamento internazionale con “La corsa di Miguel” che quest’anno si svolge a Roma, con annessa gara ciclistica, in ricordo di Miguel Sanchez, podista argentino desaparecido a Buenos Aires la notte tra l’ 8 e il 9 gennaio 1978. Info su www.lacorsadimiguel.it

24 - 27 gennaio Teatro DAFNE 1 di Ostia in Via Mar Rosso 327 “Variegato al babà” varietà comico musicale di AA.VV. con D. Caroscioli e G. Pontillo Info e prenotazioni tel. 06 5667824

Biblioteca Comunale Sandro Onofri in Via Umberto Lilloni 39/45 Aperitivo con Arte, Letteratura e Musica ideato da Presentazione del libro CROMOSOMI di Raffaele Greco accompagnato da una mostra di sculture del Maestro Francesco Zero e intrattenimento musicale del Maestro Alessandro Bonanno

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26 gennaio ore 11.00

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I.P.


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TERZAPAGINA

L architettura incontra la natura di Dario Cattoretti radici culturali profonde. Oltre all’evidente miglioramento estetico dell’edificio, se ne possono facilmente individuare i pregi funzionali, come la riduzione dell’escursione termica giornaliera e stagionale, l’aumento dell’isolamento acustico dell’edificio e la riduzione dell’inquinamento dell’aria con l’intrappolamento delle polveri sottili. Inoltre se il tetto ha una superficie piana si creano nuovi spazi fruibili sia dagli abitanti della casa che come nuovo habitat per piante e animali, con aumento del valore dell’immobile. Gli svantaggi possono essere la manutenzione e il limite di carico della struttura. La manutenzione dipende da quale impianto si è scelto di costruire. Con impianti intensivi si possono costruire veri e propri giardini, che però significa un impianto di irrigazione e quindi una manutenzione Musee du Quai Branly, Parigi continua. In questo caso c’è bisogno di 40-50 cm di terra, Immaginate di passeggiare verso la ringhiera di un belvedere, pronti e questo ovviamente comporta un forte limite di carico, dai a liberare il vostro sguardo sui familiari tetti della città, e di 150 ai 350 Kg/mq. Il sistema estensivo invece è una sorta di prato poggiarvi su quella sponda trovandovi di fronte una distesa di tetti ricoperti di vegetazione, come dei giardini pensili sparsi per tetto verde in New England tutto l’orizzonte. Continuate a immaginare di superare velocemente con un’occhiata la maggior parte dei tetti vicini, alcuni coperti di prato incolto, altri con fiori colorati, e di fermarvi brevemente su qualche costruzione, per riconoscere gli alberi che vi crescono sopra e per cercare di scoprire nell’orto di uno poco distante quali verdure vengono coltivate. Anche se ora sembrano realtà lontane è impossibile pensare che il dibattito sviluppatosi negli ultimi decenni, intorno alle questioni ecologiche e ambientali, non arrivi a coinvolgere nel vivo le nostre abitudini quotidiane, e la bioedilizia è la risposta dell’ architettura a queste nuove esigenze. Stiamo parlando dei tetti verdi, una delle prime e più semplici idee che si possa annoverare nella storia della bioarchitettura. In fondo quando si parla di una tecnologia attenta a non consumare più risorse di quanto la natura possa produrre (Ecosostenibilità), o di una tecnologia che utilizzi materiali che provengono dal ciclo biologico e vi ritornano resistente all’aridità, che dopo il secondo anno ha bisogno di una (Biocompatibilità), che sono i due criteri fondanti della bioarchitet- manutenzione veramente ridotta, si parla di uno o due interventi tura, si esprimono concetti e si pongono problematiche che hanno l’anno. È necessaria una stratificazione di terra di meno di 15 cm, Green roof House Architecture by Guz Architect

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quindi il limite di carico si riduce a 90-150 Kg/mq. Il tetto verde si è oggi diffuso in tutto il mondo ed esistono città comeToronto che ne ha fatto uno dei punti del proprio piano regolatore. Gli architetti la usano come soluzione per coperture e anche per intere pareti, basta pensare al Museé du quai Branly di Parigi progettato da Jean Nouvel. Anche se l’incentivo al verde pensile non è ancora una realtà diffusa in Italia, se ne può verificare la presenza nei regolamenti edilizi rivolgendosi all’AIVEP (Associazione Italiana Verde Pensile). Pensare alla capitale come un grande giardino colorato è forse una grande utopia, ma di certo è più che suggestiva, quel che è sicuro è che i tetti verdi sono una manifestazione concreta dell’idea che conciliare e integrare uomo e ambiente, sia la chiave per migliorare la vita attuale e futura. Questa di sicuro è un’idea da coltivare.

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+MODA&DESIGN

Quando la Moda sposa il Design di Alessandra Bassetti

Se invece apprezzate l’ironia e amate le favole, vi consiglio di Avevo cominciato nel numero precedente a parlarvi dei soggiornare nella Maison Moschino, a Milano, in un palazzo “fashion hotel” citando il K Club di Mariuccia Mandelli, splendido che anni addietro ospitava la stazione. Krizia, come precursore di una tendenza che ha avuto dei L’hotel riflette totalmente l’ironia e l’amore per il mondo proseliti nel campo della moda e allora come promesso onirico e fiabesco che erano ecco una piccola guida agli alberghi più cool del Missoni a Edimbur go Hotel peculiarità dello stilista scomparso. momento. Le camere sono arredate a tema e questi Iniziamo con i Missoni Hotel, uno ad i nomi delle stanze: Edimburgo ed uno in Kuwait, dove “Cappuccetto Rosso”, “Dormire tutto è ispirato alle linee colorate ed in un Abito da Sera” “La foresta”. al famoso zig zag carattere distinEbbene si, gli ospiti della Maison tivo della omonima casa di moda. Moschino rischiano di Nell’ hotel di Edimburgo lo staff ritrovarsi nella fiaba di Cappucè abbigliato in kilt stampato cetto Rosso e sotto le coperte rigorosamente Missoni. La suite trovare un lupo travestito da nonpiù esclusiva? É chiamata “Rosa”, nina. Oppure si può dormire in un dotata di una vista mozzafiato letto che riproduce la vegetazione di sulla città, si dice che questa stanza una foresta incantata. sia riservata alla stessa stilista Rosita Insomma posso dire? L’adoro! Missoni quando si trova nella capitale scozzese. Ed ancora, in questo hotel Quindi, nel congedarmi da voi, faccio una troverete un Bar di tendenza, dove si possono confessione: nonostante mi ritenga una donna Missoni, gustare fantastici cocktail, un delizioso ristorante ammiri l’eleganza Armani, e sogni di essere Vip e miliardaria chiamato “La Cucina” ed un’ottima SPA. Tra gli ospiti illustri al punto giusto da potermi godere il K Club… l’hotel può vantare anche la mitica Lady Gaga. ho deciso: ritorno bambina e faccio un salto a Milano alla Se amate il minimal chic adorerete l’Armani Hotel, uno a Maison Moschino… Milano ed uno a Dubai. A Dubai, in particolare, l’albergo occupa alcuni piani del Burj Kalifa, il grattacielo più alto del mondo. Qui rigore ed eleganza regnano sovrane, linee essenziali e grigio Armani ovunque. Una notte in questa residenza di lusso può costare fino a 13.000 euro, ma non temete, sono previste soluzione più economiche!

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Maison Moschino a Milano Hotel Armani a Dubai

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IL SOGNO DEL MESE

A qualcuno piace caldo e a qualcuno piace freddo

di Cristina Anichini

Sono finite le feste natalizie. C’è chi tira un sospiro di sollievo, chi avrebbe voluto non finissero mai, chi ha fatto un viaggio e chi, invece, sta pensando di programmarne uno. Amanti del freddo polare o appassionati del caldo equatoriale? Siberiani o sahariani? Per entrambi non mancano le mete, vicine e a buon mercato, perchè a noi piace così, non allontanarci troppo dalla nostra beneamata città. Patiti della neve questo potrebbe essere il vostro inverno! Da settimane girano sulla rete bollettini che parlano di una stagione 2012/2013 che non porterà nevicate da record ma quantomeno non lascerà a secco nessuno. Dal Terminillo al Gran Sasso scendendo fino al Parco Nazionale d’Abruzzo ce n’è per tutti i gusti. Sul monte di Roma, il Terminillo, si scia già dalla metà di dicembre, tanta bella neve soffice e ben battuta, molto invitante per tutti gli appassionati degli sport invernali, soprattutto per i giovani snow borders. Ma il vero paradiso degli sciatori nostrani è l’Abruzzo che ogni anno migliora i propri servizi di accoglienza al turismo invernale. Molteplici sono le attività che si svolgono su tutti i campi, fino a poco tempo fa regni incontrastati di sciatori provetti. Oggi chiunque può divertirsi sulla neve, anche coloro che sciare non sanno. Tapis roulant per la risalita dei bambini, piste per snow tubing, snow bord e freestyle, piste per pattinaggio sul ghiaccio ed uno sviluppo chilometrico di piste per praticare lo sci da fondo. Mi raccomando occhio agli spericolati!

Ma che freddo però!! Scendiamo verso Sud, al caldo, magari in Africa. Eh sì, perché l’Africa in fondo è vicina, il nord, la zona mediterranea che è cugina, la Tunisia berbera, il Marocco misterioso e l’Egitto antico, inconfondibili paesaggi pieni di fascino e di cultura. Ricchezze storico archeologicche e bellezze naturali. Questi Paesi, che nell’ultimo anno stanno vivendo un cambiamento epocale volto alla libertà e all’emancipazione dei popoli, offrono ai turisti non solo tour storico artistici ma anche servizi volti al benessere e al relax. Per esempio che ne pensate di un rilassante massaggio berbero?

links

Legato alla tradizione nord africana svolge un’azione rilassante e anti-età grazie all´olio di Argan, ricco di vitamina E, che viene applicato durante il trattamento. Ideale per liberarsi dalla tensione muscolare e dallo stress mentale. E le terme marocchine? I profumi del deserto? Mmmh, che voglia di evasione! Per queste mete in genere si viaggia con tour operator o compagnie di viaggi organizzati. Ma c’è un sito molto interessante da visitare che dà parecchi stimoli e suggerimenti per chi si vuol avventurare in autonomia http://turistipercaso.it/ Bon Voyage!

Per maggiori informazioni consultate i siti web:

http://www.terminillo.org/ http://neve.abruzzoturismo.it/

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SOCIALE 13A

Intervista a Giuseppina Palazzo “Un Paese che non investe nell’istruzione e nella ricerca è un Paese senza futuro” Questo non è uno slogan ma sono le parole che spesso si sentono dire o si leggono a proposito di Scuola. Uno studio recente condotto dall’ISTAT sull’istruzione in Italia, ha analizzato i livelli di preparazione e di abbandono scolastico rilevando quali sono i titoli di studio acquisiti dagli studenti italiani e stabilendo quanto il governo investe nel settore dell’istruzione ai fini dello sviluppo del Paese. Dai dati raccolti si evince che l’Italia investe poco nell’istruzione, meno degli altri Paesi della comunità, il 4,8% del PIL contro il 5,6% della media europea. Dati ancora più preoccupanti sono quelli rilevati sui titoli di studio, risulta infatti che una percentuale molto elevata pari al 45% della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha solo la licenza media contro il dato europeo del 27,3%. Drammatico è il problema dell’abbandono scolastico soprattutto al Sud Italia: la media nazionale si aggira intorno al 18,8% dei giovani che lasciano la scuola prima di conseguire il diploma di maturità. In Europa la percentuale è del 14,1%. Ma questo è un problema legato prevalentemente ai modelli culturali e al contesto sociale di alcune zone del nostro Paese. Purtroppo in Italia i tagli alla Scuola e alle Università pubbliche non sono una novità, ma nonostante tutto l’istruzione in questo Paese è ancora garantita a tutti i cittadini e si difende bene dagli attacchi grazie alla capacità di molte persone che vi lavorano e che la amano. Persone che svolgono il proprio lavoro con serietà e dedizione, convinte dell’importanza del ruolo che ricoprono e dell’apporto etico e civile che la loro professione comporta. Sono gli insegnanti, gli educatori dei nostri figli, e sono i dirigenti, responsabili dell’andamento educativo ed economico di strutture spesso grandi per via dell’accorpamento territoriale amministrativo e organizzativo. Prendendo spunto da un reportage effettuato dalla CNN sulla scuola pubblica italiana dal titolo “Learning with less”, imparare con poco, in cui si rileva come nonostante le poche risorse economiche e le numerose difficoltà si va avanti con la didattica grazie alla capacità dei lavoratori, incontriamo una scuola del nostro territorio per vedere qui cosa accade. Si tratta dell’Istituto Comprensivo “W.A. Mozart” in Viale di Castel Porziano, da molti considerato un modello grazie ai suoi docenti e alla gestione di una Preside che lo dirige dal 2005, la dott.ssa Giuseppina Palazzo, reggente anche dell’Istituto Comprensivo di Via Cilea. Abbiamo scelto questo Istituto per via di alcune peculiarità che presenta e per i servizi che offre ai suoi iscritti. E’ l’unica

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scuola di zona che comprende una sezione a indirizzo musicale nella secondaria, da opzionare in fase di iscrizione e alla quale si è ammessi solo dopo il superamento di un test attitudinale. Un’ attenzione alla musica che ha contagiato insegnanti e genitori tanto da far nascere nella primaria di Via Bedollo un coro, “I piccoli amici di Amadeus”, e da far comporre ed incidere un’intera canzone ai bambini di una classe quarta. Sempre nell’istituto “Mozart” quasi tutte le aule sono dotate di LIM, Lavagna Interattiva Multimediale, e si sta lavorando per ottenere fondi volti ad implementare ulteriormente le attrezzature informatiche. Nella sede di Viale di Castel Porziano c’è un Presidio infermieristico della ASL, non solo per la comune assistenza agli infortuni, ma che ha una particolare attenzione a problematiche quali grandi allergie, epilessia e diabete. L’Istituto inoltre svolge il coordinamento di circa 12 scuole componenti una rete interistituzionale avente come obiettivo primario l’integrazione di bambini con Bisogni Educativi Speciali, raccordando e presentando le iniziative e i progetti di formazione adeguati alle problematiche che si incontrano nella gestione delle varie disabilità. Altra importante iniziativa è un progetto sperimentale sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione della ASL, in cui i bambini con DSA riceveranno un tablet con software idoneo per seguire la didattica. Preside Palazzo, la sua scuola è molto apprezzata nel quartiere. Può raccontarci qual è la sua ricetta? Il lavoro nella scuola è una vocazione, una missione. Considero fondamentale lavorare in team, essere una squadra organizzata dove il dirigente dà un indirizzo, una cornice di riferimento necessaria per una successiva condivisione di opinioni, anche diverse, con tutto il personale sia docente che ATA, avendo al centro della nostra azione quotidiana il successo formativo dell’alunno che per noi è prima di tutto una persona. Posso dire che la mia fortuna è quella di avere dei validi collaboratori, uno staff con cui sono sempre in collegamento strategico. Questa sinergia, nonostante i miei spostamenti da un Istituto all’altro, ricoprendo anche un incarico di reggenza, mi consente di essere sempre al corrente di ciò che accade, con possibilità di intervento direttamente o per interposta persona ove necessario. Con i miei collaboratori la parola d’ordine è quindi condivisione, che comporta una maggiore mole di lavoro ma che


preside dell,I.C. W.A. Mozart

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di Cristina Anichini permette però di trovare insieme le soluzioni migliori attraverso il confronto e la stima reciproca. E’ inoltre necessario porre attenzione al territorio, saper ascoltare i bisogni dell’utenza e rispondere alle domande delle famiglie facendo fronte a tutte le esigenze educative ma anche emotive ed espressive che il bambino porta con sé, perché il suo benessere è una delle mie maggiori preoccupazioni. La sua scuola quanto subisce i tagli del Governo alla spesa pubblica nella programmazione della didattica? Ha le stesse difficoltà di tutte le altre. Anche qui quest’anno i docenti si sono mobilitati, in un primo tempo bloccando le attività aggiuntive, che non fanno parte delle attività ordinarie, promuovendo una mozione (visionabile sul sito della scuola) che è ancora in essere. Hanno adottato una posizione di dichiarato blocco rispetto ai tagli che andavano a colpire i finanziamenti per le strutture e i compensi accessori (straordinari, ecc.), compresa anche la loro progressione economica (sia per gli insegnanti che per il personale ATA). Nella realtà questo blocco alle attività è stato solo dichiarato ma non si è concretizzato appieno, grazie al senso di responsabilità e di appartenenza che non li ha fermati nel lavoro. Certo devo ammettere che c’è un certo senso di disagio e di amarezza per i tagli che colpiscono sempre la scuola, dove invece si dovrebbe investire molto, perché è qui che si formano le future generazioni, ma non riteniamo giusto che a pagarne le conseguenze siano gli alunni. Il buon clima organizzativo e il senso civico permette di mantenere alto il livello di qualità dell’offerta formativa. Il lavoro degli insegnanti non è come molti credono. Non prevede solo quello delle lezioni in classe, cioè di 18 ore per le medie, 24 per la primaria e 25 per l’infanzia, ma una media di 80 ore annue di attività collegiale per consigli di classe e ricevimenti pomeridiani, più i ricevimenti individuali con le famiglie (2 ore al mese), preparazione delle lezioni e dei compiti, correzioni delle verifiche, programmazione delle singole discipline, lavoro delle relazioni finali, valutazioni, gli scrutini e gli esami, e tenuta dei registri. Tutti i progetti extra scolastici e le attività di recupero e potenziamento sono considerate attività aggiuntive che non vengono pagate come straordinario ma con un compenso forfetario ch e, in questo momento, non si sa se verrà mai percepito, anche se sembra che qualcosa si stia definendo.

La domanda principale però che ci poniamo rispetto ai tagli alla spesa pubblica è: ci ritengono una zavorra o una risorsa?

Siamo in prossimità delle iscrizioni e abbiamo sentito che ci sono delle novità. Ce ne parla? La novità di quest’anno è che le iscrizioni si potranno effettuare esclusivamente on line, tranne che per la scuola dell’infanzia. La circolare del MIUR, la n° 96 del 17 dicembre 2012, disciplina le modalità di iscrizione 2013/2014. Questo per tutte le prime classi. I genitori si possono registrare on line sui siti predisposti e consultare le varie offerte formative delle scuole, potendo effettuare in seguito una scelta, ma il mio consiglio è quello di venire a visitare le varie sedi di persona per rendersi conto meglio dei servizi offerti. Proprio per questo a metà gennaio organizziamo degli incontri formativi con le famiglie e delle giornate OPEN DAY, di sabato o domenica, proprio per poter visitare la struttura scolastica. In questi incontri si daranno informazioni sulle modalità di iscrizione on line. Un’altra delle novità sarà l’inserimento delle pagelle on line, progetto in via di perfezionamento ed al quale sarebbe opportuno dedicare un apposito approfondimento. Un ringraziamento sentito alla Preside Palazzo per il tempo prezioso che ha regalato alla nostra rivista nell’intento di chiarire alcuni punti fondamentali sulla scuola pubblica. La stessa Preside ci tiene a ringraziare non solo il personale che con lei collabora da diversi anni ma anche tutti i genitori, grazie ai quali si sono rese possibili molte attività e iniziative interessanti e formative sia dell’Istituto Comprensivo Mozart che dell’Istituto Comprensivo Via Cilea.

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Le domande possono essere presentate dal 21 gennaio al 28 febbraio. Siti del Ministero dell’Istruzione predisposti per le iscrizioni www.istruzione.it o www.iscrizioni.istruzione.it dai quali è possibile accedere alle aree:“La scuola in chiaro” dove poter consultare le offerte formative delle scuole e “Iscrizioni on line” in cui si trova il modulo da compilare per la formalizzazione della domanda

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