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Editoriale di Stefano Quagliozzi
direttore responsabile
UN FIORE NELLA TEMPESTA Quelli passati recentemente sono stati mesi difficili e sicuramente un’esperienza nuova, per quanto orribile. Tantissime persone si sono ammalate, altre sono state ricoverate in ospedale, altre nei reparti di terapia intensiva, altre ancora sono, purtroppo, decedute. Il Covid non ha fatto sconti e ha coinvolto, trascinando con sé nel baratro della pandemia, milioni di persone in tutti i continenti. Viaggi a lungo raggio pressoché azzerati, porti e aeroporti vuoti, lavoratori a casa, in cassa integrazione, imprenditori in difficoltà economica, studenti in aula virtuale, con la formula della didattica a distanza. Il mondo sta cambiando. Anzi, il mondo è già cambiato, in soli 300 giorni. Dubito che si ritornerà allo stereotipo del precedente stile di vita, al modus vivendi del periodo ante pandemia; è come se fossero saltati gli schemi di gioco in una partita di calcio e, dopo un primo momento di smarrimento in cui si improvvisa una reazione difensiva, è necessario pianificare l’incedere sulla base della disponibilità di risorse. Un aspetto positivo è costituito dal balzo in avanti di almeno dieci anni, effettuato “ob torto collo” dall’Italia in pochi mesi, grazie all’uso spesso obbligato di supporti informatici per riunioni di lavoro in rete, lezioni scolastiche da casa, spesa via internet e acquisti online, come anche l’incremento esponenziale nella richiesta dello “Spid”, la speciale password che consente di entrare nei portali della Pubblica Amministrazione per richiedere certificati, fare visure, ottenere documentazione online senza far file agli sportelli degli uffici del Comune, Agenzia delle Entrate, Inps, Catasto Urbano, Aci e mille altri. E se occorrerà prepararsi a qualcosa di diverso, come pare sia molto probabile dopo questo periodo di forte instabilità sanitaria, è anche vero che
l’intero impianto andrà ripensato, riprogrammato, rigenerato… E qui entrano in campo le persone più illuminate, coloro che ragionano pianificando a 20, 30 o magari anche a 50 anni nel futuro, cercando di intercettare e sviluppare al meglio le esigenze, i desideri e le migliori pratiche per l’organizzazione di vita di uomini, donne, anziani e bambini. Un esempio su tutti è Papa Francesco, che alla luce di quanto accaduto nel corso del 2020, ha proposto ai giovani, artefici della costruzione della vita di domani, di volare alto e di ricominciare col pianificare un sistema economico nuovo, etico, imparziale, che non speculi ma che, al contrario, ove possibile solidarizzi con chi ha di meno. Un sistema che riduca il gap tra coloro che hanno patrimoni esagerati, che continuano ad arricchirsi e ad accumulare beni, e chi non possiede neanche le risorse primarie per sfamare quotidianamente la propria famiglia e sé stesso. Ecco che nasce allora un invito virtuale ad Assisi, città mistica e fuori dal tempo, rivolto ai giovani imprenditori under 35 di centoventi paesi, agli economisti, ai docenti universitari, ai filosofi, ai sociologi, a chi con buona volontà voglia cimentarsi per trovare la quadra di un nuovo ordine mondiale in cui vi sia meno ingiustizia e maggiore equità. Per incamminarsi verso l’obiettivo, sono stati impostati temi e proposte su lavoro, finanza, educazione, impresa, diseguaglianze, intelligenza artificiale, transizione energetica, rispetto per l’ambiente e deferenza verso l’uomo. Le basi gettate alla fine di novembre 2020 dall’iniziativa promossa dal Papa, saranno riprese e ulteriormente dibattute per successive elaborazioni, nella speranza che presto l’intera umanità possa avvalersi di una società meno sbilanciata e più solidale di quanto non sia quella attuale, per consentire la nascita di un bel fiore dopo la tempesta.
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TABLET ANNO 8° N°86 dicembre 2020 SOMMARIO
8 PRIMO PIANO Mappe concettuali in rete: Intervista ai fratelli Cipolla 10 TABLET MUSICA I Granulari
12 +Design Ornamenta; lo shoow room on line
14 APS Sotto al mare Missione rifiuti
20 TABLET NATURA Educazione e Ambiente
29 Drink on the Tablet Willy Wonka & The Pink Hill
ROMA
TabletRoma Reg. Trib. di Roma n° 296/2012 del 19/10/2012 WWW.TABLETROMA.IT Editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it Direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it Direttore editoriale Cristina Anichini Progetto grafico, Advertising Tablet ADV e Impaginazione Maurizio De Vincentiis Stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 Pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni ritachiodoni@libero.it Direzione e redazione redazione@tabletroma.it Hanno collaborato a questo numero Giorgia Conti, Annamaria De Calisti, Patrizia Di Bisceglie, Carlo Dut to, Alessandra Lino, Federica Lorenzet ti, Giuseppe Menzio, Giulia Migani, Alessandro Polinori, Davide Sagliocco, Luca Carlo Santagà, Emanuela Sirchia, Lisa Stanziani, Francesco Valente. É consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Tablet Edizioni di Cristina Anichini. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi. La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 9 dicembre 2020.-
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Primo Piano a cura di Cristina Anichini
Mappe concettuali in rete:
la formidabile e generosa idea dei fratelli Cipolla Condivisione. Condivisione in rete. Questa è la parola d’ordine dei due giovani fratelli Cipolla, Giuseppe e Pietrosilvio, studenti universitari e liceali, che in piena pandemia hanno avuto l’idea di organizzare tutto il lavoro accumulato in anni di studio e metterlo a disposizione di altri studenti. Ma cosa hanno accumulato? Mappe concettuali. Schemi costruiti da loro, che sono stati un grande supporto ai loro studi e che possono essere da ora in poi di supporto a tutti i ragazzi DSA/BES come loro, ma anche per tutti gli altri ragazzi. Nel giro di pochi giorni dalla pubblicizzazione attraverso i social del loro progetto e del loro sito (www.dsastudymaps.it) hanno raggiunto migliaia di visualizzazioni e altrettanti complimenti per l’iniziativa. Vivono nel nostro Municipio e li abbiamo incontrati per conoscerli e per portare anche i nostri complimenti. Giuseppe ha 20 anni ed è al terzo anno di Psicologia, mentre Pietrosivio ha 17 anni e frequenta l’ultimo anno del Liceo Scientifico Democrito.
Avete deciso di aiutare tutti quei ragazzi che come voi faticano nello studiare con i metodi tradizionali. Le mappe concettuali sono così importanti? G: Sono molto utili per tutti ma sono fondamentali per un DSA. La mappa è una delle misure “compensative” più importanti, può essere usata in classe durante
le indicazioni di priorità di una nozione rispetto all’altra. P: Secondo me non sono riassunti. I riassunti sono legati a un libro o a un racconto mentre definirei la mappa come uno schema mentale dell’argomento. La mia mappa nasce durane la lezione con le spiegazioni del professore, poi a casa inserisco i contenuti del
le lezioni, le interrogazioni, i compiti in classe e gli esami.
libro e spesso anche altre indicazioni trovate per esempio su internet.
Allora ci potete spiegare bene cosa sono queste mappe concettuali di cui si sente sempre più parlare? G: Di base sono semplici riassunti, molto schematici che però hanno i concetti chiave dell’argomento trattato e sono organizzate in modo da comunicare le informazioni visivamente. Infatti, attraverso l’uso di colori, frecce, corpo e carattere del testo si definiscono
Quali sono le esigenze che rendono necessario l’utilizzo della mappa concettuale? G: Le esigenze sono differenti perché i DSA presentano neuro-diversità e caratteristiche diverse l’uno dall’altro, ognuno quindi ha le proprie necessità da compensare. P: Per esempio a me serve per ricordare lo schema del discorso e mi evidenzia i concetti chiave nel
Ciao ragazzi, come state? Vi sentite un po’ star del web in questo momento? G: Assolutamente no. P: hahahahah.
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Il lavoro che avete fatto vi rende molto merito. Lo avete pensato durante il lockdown. Ma cosa vi ha spinto esattamente? G: L’idea che tutto il materiale del liceo, prodotto con tanto sacrificio, potesse finire riposto negli scaffali, mentre riteniamo possa essere d’aiuto ad altri studenti. P: Inoltre, quando Giuseppe mi ha detto che all’università oltre ai testi ci sono le dispense delle lezioni dei professori che riepilogano e mettono a sistema i vari concetti, ho pensato perché non le dispense di mappe per il liceo?
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Che rapporto avete avuto con la scuola? G: Io terribile, mio fratello ottimo. Alle medie nessuno credeva che io fossi dislessico, sono arrivato in primo liceo a fare i test. Per Pietro è stato più semplice perché diagnosticato me, abbiamo fatto fare i test anche a lui; effettivamente avere una diagnosi tempestiva è molto importante perché si adotta subito il metodo di studio adeguato e si evitano probabili disturbi d’ansia. Purtroppo è solo fortuna, se si capita con professori sensibili, non importa quanto siano preparati sui DSA, si ha un percorso ottimo, diversamente, basta anche un solo professore che non rispetti il tuo piano di studi che mette in crisi tutta l’organizzazione. P: Sì, confermo. Io non ho avuto alcun problema, i miei professori sono molto corretti e questo mi permette di studiare in serenità. Ma non è sempre così, molti miei amici DSA non sono fortunati come me poiché ci sono ancora molti docenti che non concedono loro gli strumenti compensativi e dispensativi, previsti per legge. A volte sembra come se ci fosse un vero e proprio abuso di potere.
giusto ordine. Chi come me ha una buona memoria fotografica trae maggiore beneficio da una mappa concettuale rispetto ai normali riassunti sottolineati. G: Io le uso principalmente perché non ricordo mai i dati numerici, oppure per ripassare prima di un esame. E come possono essere utilizzate dai ragazzi in generale? G: Tutti possono usare le mappe come semplici riepiloghi, per accedere più facilmente alla comprensione dell’argomento, per memorizzare, per focalizzare i concetti chiave. Inoltre, siccome sono elaborate al PC e hanno una buona grafica sono anche utili per esempio ai ragazzi disgrafici che in genere rileggono con difficoltà la propria scrittura. Consideriamo anche che per usarle all’esame di maturità devono necessariamente essere fatte al PC. P: Oppure possono essere sfogliate per un ripasso rapido prima dell’interrogazione o del compito in classe. In quel caso è importante stamparle e metterle in porta listini materia per materia così si ha tutto sotto controllo perché alla fine dell’anno il materiale è tanto. Ci tengo a sottolineare una cosa, le nostre mappe che si trovano sul sito, una volta scaricate, possono essere modificate proprio perché la mappa è personale e trasformando le nostre ognuno può creare la propria. Il sito è online da quasi un mese, avete avuto tanti complimenti e raggiunto migliaia di visualizzazioni al giorno. Come ve lo spiegate? Visto che non tratta argomenti così popolari? G: Perché questo tipo di materiale sul web è raro, almeno per le superiori e poi forse abbiamo messo il link del sito nei gruppi giusti su Facebook. P: Io credo anche perché il sito è facile da usare, è gratuito, senza iscrizione. Si va, si cerca l’argomento, si visualizzano le mappe d’interesse, si stampa e fine. Il tutto in poco tempo. E le mappe non hanno marchi, loghi o scritte sovrimpresse che ne impediscono una personalizzazione. La cosa più bella che avete fatto, oltre a tutta questa mole di lavoro, è quella di aver deciso di condividere tutto con la rete. In che modo pensate di dar seguito a tutto ciò? Mica vi fermerete qui? G: No, non si fermerà qui. A dire il vero pensavamo
Giuseppe, tu studi psicologia. Cosa ti ha spinto a questa scelta? G: Gli studi fatti all’ultimo anno di liceo sull’epigenetica e le neuroscienze. di aver concluso, entrambi siamo piuttosto impegnati con lo studio, ma ci stanno contattando tanti altri ragazzi che vogliono contribuire con le loro mappe. Vediamo cosa riusciremo a fare. Adesso parliamo più di voi. Dall’aspetto non mi sembrate ragazzi che hanno passato l’adolescenza a studiare, anzi sappiamo che siete molto sportivi. Sappiamo che tu Giuseppe, prima che si fermasse il modo per il Covid, sei stato un agonista di pallanuoto e tu Pietrosilvio militavi nelle Fiamme Oro della Polizia di Stato, praticando lotta libera. Giusto? Come avete fatto a trovare il tempo di studiare, di fare le mappe concettuali e immagino di avere anche una vita socialmente attiva? G: Ci siamo riusciti grazie ai nostri genitori che ci hanno sempre supportato e hanno dato allo sport quasi la stessa importanza dello studio ed è stato fondamentale per noi, perché là dove c’è stato un insuccesso a scuola c’era una gratificazione nello sport e viceversa. Questo per dire che è importante inserire nella vita di un ragazzo DSA anche altro, oltre la scuola, che sia uno sport, un corso di teatro, uno strumento musicale, qualcosa che nella crescita contribuisca positivamente. P: Aggiungo a quanto detto da Giuseppe che gli strumenti previsti per i DSA consentono di poter conciliare al meglio lo sport agonistico con lo studio. Uno tra tutti sono le interrogazioni programmate che sono previste sia nel PDP che le PFP. Ci raccontate qual è la vostra giornata tipo? P: identica a quella dei nostri coetanei. Studio-sportamici-ragazze.
Quali ambizioni avete. Come vi vedete proiettati nel futuro? G: Beh, il Covid ci ha un po’ inibito, in questi mesi sarei dovuto partire per l’Erasmus a Barcellona. Per adesso incasso il colpo, spero di vincere il bando anche nella laurea magistrale. Ora sono determinato a finire gli studi, mi mancano pochi esami. P: Si, lo stesso vale anche per me, voglio concentrarmi bene sull’esame di Stato e poi, in estate, megaviaggione con gli amici, Covid permettendo.
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Come vi relazionate con gli amici in questo momento così particolare? P: Ci vediamo poco, il web sta diventando sempre di più il luogo in cui ci incontriamo. Iniziamo la mattina con le video-lezioni e spesso ci ritroviamo nel pomeriggio a studiare insieme collegati. Molti miei compagni non DSA mi chiedono copia delle mappe per ripassare e le mappe sono una bomba condivise sul monitor le vediamo tutti e ci servono per continuare a focalizzare i concetti chiave degli argomenti di studio e a confrontarci.
Pietrosilvio, tu quest’anno hai la maturità. Hai già pensato a cosa vuoi fare da grande? P: Penso Giurisprudenza anche se non ho ancora focalizzato la mia professione futura, mi vedo proiettato a tutelare gli interessi delle persone e non mi dispiacerebbe affatto un giorno entrare in politica.
Grazie ragazzi avete fatto un lavoro fantastico e grazie per la vostra generosità. In bocca al lupo per tutto
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TABLET MUSICA di Francesco Valente
I GRANULARI Tra le vere novità in termini di effettistica e quindi di processamento di un suono, al punto da rimanerne spiazzati, stimolati e creativamente coinvolti, un posto di primo piano lo hanno senza dubbio i granulari. L’idea alla base di quella che viene chiamata sintesi granulare è quella di creare suoni complessi a partire da una grossa quantità di suoni semplici detti grani. Il risultato non è un unico suono, ma una nuvola di suoni che viene manipolata in maniera differente da qualsiasi altro suono e quindi non in modo naturale. Cambiando la forma d’onda, l’inviluppo, la durata, la posizione spaziale e la densità dei grani possono essere creati molti suoni diversi e affascinanti. L’utilizzo dei software musicali ha portato con nuove attitudini e modalità di produzione aprendo nuove frontiere, alla scoperta di nuovi mondi sonori, che arricchiscono e amplificano la nostra creatività, per chi produce musica e vuole fare a spallate nel music business, oppure semplicemente vuole fare qualcosa di nuovo e di non esplorato. Avere a disposizione nuovi suoni è come guadagnare ossigeno o intravedere, in territori già battuti, la strada che nessuno ha mai percorso, il sentiero verso il tesoro, che tradotto in termini musicali è l’originalità di quello che si fa. Ho sempre pensato che in campo musicale niente si cancella ma tutto ciò che è nuovo si aggiunge. Ai violoncelli abbiamo aggiunto le chitarre elettriche e le distorsioni, ai timpani le batterie e alle batterie le drum machine etc. etc. I granulari, grazie alle loro potenzialità ci fanno scoprire nuovi suoni, che a parità di note ci danno una sensazione completamente diversa di ciò che stiamo ascoltando, e magari ciò che ci sembrava già sentito prende nuova vita e diventa moderno e attuale se non futuristico. Tra i migliori plug granulari che ho provato, devo ammettere che quello che mi ha veramente entusiasmato è Portal della casa OutPut. Ha sia una facilità di utilizzo immediata che una certosina complessità nell’andare in profondità in tutto il percorso che un suono può fare per essere modificato, avendone un cosciente controllo, così come l’immediatezza di alcuni parametri ci mette da subito in contatto con ciò che un granulare può fare spiegando più di mille parole. Provate i granulari su ogni tipo di suono, voce compresa, o addirittura sul totale della nostra base o beat per vedere l’effetto che vi da….. occhi sbarrati e orecchie sbalordite, nuovi entusiasmi e voglia di fare, a fianco di chitarre voci pianoforti e archi, a sostituire un suono trito e ritrito di Batteria che stavamo per cancellare dalla session…insomma buon viaggio e buon divertimento. Magari poi prendiamo una chitarra e suoniamo una canzone che ci piace, analizziamone la bellezza del testo e la motivazione della scrittura e diamo il benvenuto a tutto ciò che è nuovo. La stanza della musica è talmente ampia che c’è sempre posto.
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La paura della folla, il distanziamento sociale, lo smart working e le restrizioni parziali stanno cambiando il modo di vivere. I rapporti sociali, la scuola e il lavoro non sono gli unici a a risentirne ma anche la città sta cambiando il suo volto e di conseguenza anche design. Ci si ingegna ripensando a come vivere le nostre città e le nostre case nel prossimo futuro. I cambiamenti saranno tanti e in ogni ambito. Tutti stiamo ripensando al lavoro organizzandoci in modo da abbracciare i cambiamenti messi in atto dalla situazione pandemica in corso. Tra le ultime Design News c’è il progetto virtuale di Ornamenta, un brand di piastrelle che cerca di superare la pandemia con questa nuova avventura: Kick off, uno showroom virtuale che vuole essere anche di buon augurio in uno dei momenti più bui dell’epoca moderna. L’oggetto di questo progetto è un Trend Space: uno spazio espositivo che sia in grado di far toccare “con mano” le tendenze ceramiche del 2021 e ovviamente, restando a casa! In questo spazio vengono presentate le collezioni 2021 ispirate al nuovo rapporto con la natura. L’esposizione è stata organizzata in quattro aree tematiche: Biophilia, Maximalism, Dreamlike e Comeback; ed occupa uno spazio fisico di 120 mq il cui obiettivo è cercare di stimolare il visitatore affinché possa attingere alle quattro nuove collezioni 2021 per costruire il proprio progetto personalizzato. In queste aree tematiche troviamo: la serie Botanica, la collezione Cityscape, la collezione Décor e la collezione I’m. Botanica In gres porcellanato in formato 30x30 disponibile nei colori: verde, marrone, terracotta, blu e bianco, si concentra sul rapporto tra l’uomo e la natura. E’ stata realizzata pensando alla creazione di spazi in cui sia piacevole restare, sia emotivamente che fisicamente. Questo perché è sempre più sentito il bisogno di prendere le distanze dalle città affollate, piene di smog e inquinamento, abbracciando la natura anche negli spazi abitativi. Ci si rende sempre più conto di quanto “l’elemento naturale” porti effetti positivi sullo stato d’animo e sul benessere psicologico. Cityspace Nasce dalla ricerca sul mondo minerale ed è una collezione pensata per gli amanti delle grafiche naturali e delle venature delle rocce naturali. Basta vedere come la superficie della pietra blu del Belgio, fedelmente riprodotta digitalmente, mostra i segni di una lavorazione di micro - sabbiatura che va ad enfatizzarne l’essenza. E’ disponibile in 3 formati e in quattro colorazioni. Collezione Décor Dal Millennial pink al verde foresta, questa è la gamma dei colori che caratterizzano questa collezione. Una serie ceramica di rivestimenti nel formato esagonale di 23
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cm di diametro. La palette è formata da cromie perfettamente bilanciate declinate in sei texture in péndant che permettono di giocare con i contrasti o di allinearsi a sfumature tono su tono. Collezione I’m Nasce dalla tradizione dei marmi italiani, un gioco di trame e forme triangolari assemblate tra loro in maniera
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apparentemente casuale. Bianco Carrara, Giallo Reale, Verde Alpi, Rosso Verona e Nero di Porto Venere, mescolati insieme richiamano l’artigianalità e, allo stesso tempo, l’innovazione. Ora ….. non vi resta che visitarlo! ornamenta.com/virtualshowroom
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Incontriamo Stefano Sindici che quest’anno compie 50 anni di esperienza messa al servizio delle donne e delle loro esigenze per il benessere e la bellezza dei propri capelli e della propria immagine. Ciao Stefano, eccoci nel tuo elegante Salone. Dopo tanti anni di professione sei molto conosciuto a Roma e nel nostro quartiere, dove lavori dal 2008. Quali sono i tuoi punti forza? Non mi piace parlare al singolare perchè solo con il gruppo e la squadra si possono raggiungere i grandi obiettivi. I miei punti di forza sono innanzitutto i collaboratori e l’esperienza maturata che mi permette di affrontare con professionalità qualsiasi tipo di richiesta. Sono anche un formatore e giro l’Italia per questo. Siamo in grado di consigliare sempre la cliente che si affida a noi con lo scopo di ottenere il risultato migliore. Le clienti prediligono il servizio, l’ambiente ma soprattutto la qualità del lavoro. La mia capacità è stata quella di aver formato una squadra amalgamata, etereogenea e professionale, capace di consigliare e accompagnare le clienti, dall’uso di ottimi prodotti per la cura e la bellezza dei capelli e della cute, dando continuità al lavoro svolto nel salone. Qui usiamo i migliori prodotti presenti sul mercato, attenti alla loro componentistica prevalentemente basata su principi naturali e, comunque, con chimica ridotta al massimo. Ci sono dei servizi su cui punti particolarmente. Quali sono? Si, è inutile proporsi come tuttologi! Intendo dire che negli anni ho acquisito un’esperienza particolare su alcuni servizi per i capelli che reputo il punto di forza mio e della squadra. Nello specifico siamo specializzati in: TAGLIO, EFFETTI LUCE (BALAYAGE, DEGRADE’, SCHIARITURE), COLORI 3D, EXTENSION e TRATTAMENTI DI LISSAGE ALLA KERATINA. E’ ovvio che qui nel mio salone offriamo tutte le tipologie di trattamenti come in altri saloni ma quelli su cui sto puntando sono 4 o 5. Nel tuo mestiere bisogna essere sempre aggiornati, oltre che con le tecniche anche con le tendenze.
Quanto secondo te è importante essere al passo con i tempi? Oppure è preferibile mantenere una linea classica? Come ti dicevo io sono anche un formatore e dirigo corsi sia per titolari che per collaboratori. Questo significa che trasmetto le regole di base e tradizionali della nostra professione ma anche quelle che sono le tendenze del momento e come affrontarle con le clienti. Mi avvalgo di uno staff che è in continuo aggiornamento. Siamo specializzati in tagli sartoriali, pratici e personalizzati, abbinandoli a colorazioni specifiche, quali schiariture naturali. Durante questo nostro incontro mi hai detto che consideri ogni donna un’opera d’arte, nel senso della sua unicità. E’ una cosa molto bella e la tua
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Location: Centro Commerciale ‘Le Terrazze’ Attività: Parrucchiere Art Director: Stefano Sindici
professione ama le donne. Sono un consulente di immagine e uno dei servizi su cui punto e che riscuote un gran successo è quello chiamato Opera d’Arte. Opera d’Arte è un incontro riservato tra me e la cliente che comporta una consulenza conoscitiva, in cui la persona esterna tutte le sue fragilità del momento, le abitudini quotidiane, che professione svolge, se è sposata o single, ecc.. Dopo questa chiacchierata, inizio ad proporre cosa potrebbe fare per cambiare il suo total look. Pianificato il lavoro, lo realizzo e al termine ci sarà il giudizio finale della cliente. La particolarità è che tutta l’Opera d’Arte sarà svolta e realizzata da me in totale sintonia con la cliente del momento. Nello specifico ci racconti dei trattamenti colore che fate? Ormai da circa un anno, insieme al mio staff, mi sto dedicando alla formazione specifica su servizi di colorazione ed effetti luce. Abbiamo frequentato molti corsi di formazione, acquisendo tutte le ultime tecniche per raggiungere ed ottenere i migliori risultati sui servizi di schiariture (Balayage, Degradè, ecc). Questo ci permette di ottenere sfumature di colore effetto naturale con tonalità calde (dorati, marroni, rossi, ramati, ecc) e fredde (biondi miele, ghiaccio, ecc), stando sempre molto attenti alla salute dei capelli. Per questo, oltre che usare prodotti d’eccellenza, ci avvaliamo anche di prodotti di altissima qualità protettiva e curativa dei capelli e della cute. Tutto questo abbinato alla provata esperienza nel settore stilistico ed in particolare dalle tecniche di taglio. IL NOSTRO MOTTO E’: ENTRA COME SEI…. ESCI COME VUOI! Grazie Stefano per la tua disponibilità. Invitiamo le nostri lettrici a venire a trovarti e a conoscere la tua bella realtà professionale. “Grazie a te, Cristina, e per tutte coloro che verranno a trovarci a nome del tuo giornale, Tablet Roma, riserviamo un trattamento privilegiato con un bonus del 30% su tutti i servizi o una consulenza gratuita con la nostra esclusiva piega luxury omaggio.”
SOTTO AL MARE
Associazione di promozione sociale a cura di Lisa Stanzani Presidente APS Sotto al mare
Con questo terzo articolo siamo giunti a dicembre, c’è aria di festa in questo mese, un’atmosfera unica che si respira solo in questo frangente dell’anno: magia e momenti felici ma allo stesso tempo tanti rifiuti in più; in questo periodo aumentano in media del 30%, soprattutto per quanto riguarda il maggiore inquinante dei nostri mari: la plastica!! L’80% dei detriti di plastica presenti negli oceani provengono dalle nostre attività sulla terraferma che, tramite venti, fiumi o direttamente dalla spiaggia, raggiungono il mare in cui permangono per centinaia di anni creando danni irreparabili all’ambiente e alle creature che ci vivono.
plastica supera di 6 volte quella del plancton. Ogni anno oltre 100 mila tartarughe, cetacei e uccelli marini periscono lentamente e dolorosamente: muoiono di fame pur avendo lo stomaco pieno in seguito all’ingestione di plastica. Altre creature marine accumulano plastica e tossine nelle loro cellule e finiscono sulle nostre tavole avvelenando lentamente anche noi. Un altro pericolo per gli animali marini che deriva direttamente dalla terraferma sono gli anelli di plastica di imballaggio che finendo in mare spesso finiscono intorno alla testa o le pinne di animali in crescita provocando profonde e dolorose ferite e
Come abbiamo visto nello scorso articolo le lenze rappresentano un pericolo per i cetacei provocando ferrite e mutilazioni agli animali; esse rappresentano un grande pericolo anche per tartarughe e uccelli marini che spesso le ingeriscono involontariamente (scambiandole per cibo) andando incontro ad una morte lenta e dolorosa. Oltre alle lenze anche le reti e le nasse abbandonate o perse, si trasformano in trappole mortali per molte specie marine per decine di anni continuando a pescare finché non vengono rimosse. Il problema della plastica riguarda tutti noi e tutti
La forma più pericolosa, la plastica, la assume quando si riduce in particelle microscopiche; le microplastiche si trovano ovunque, anche dove non ci immagineremmo: cosmetici, bagnoschiuma e dentifrici…e se ne producono ogni giorno per degradazione continua delle particelle di dimensioni maggiori; gli impianti di depurazione non riescono a filtrare queste particelle così piccole quindi esse finiscono direttamente in mare dagli scarichi urbani. In alcune aree degli oceani la quantità di micro-
nel 20% dei casi alla morte; con un semplice gesto: tagliando questi anelli prima di gettarli nella spazzatura, possiamo contribuire a far sì che questo non accada. Il restante 20 % del marine litter in plastica proviene dalle attività marittime: cassette di polistirolo attrezzi da pesca come nasse, lenze e reti che vengono perduti o abbandonati in mare e che creano innumerevoli problemi che persistono negli anni.
noi possiamo fare qualcosa per fronteggiarlo; per questo nuovo inizio impegniamoci con piccoli ma fondamentali gesti in favore dell’ambiente: – Ridurre: optare per prodotti con meno imballaggi, preferire borse in stoffa o comunque riutilizzabili – Riusare: scegliere il vuoto a rendere o il vetro al posto della plastica – Riciclare: adottare sempre la raccolta differenziata – Recuperare: produrre oggetti diversi dalla loro funzione originale, inventare nuovi utilizzi e ovviamente cercare sempre di recuperare la plastica abbandonata e dispersa nell’ambiente. In questo momento così difficile non possiamo che augurarci un nuovo anno più sereno e magari con meno plastica!
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Piccola storia della Posta a cura di Giuseppe Menzio
La guerra di secessione americana (1861-1865) Tra il Dicembre 1860 e il Maggio 1861 un gruppo di stati che facevano parte della federazione degli Stati Uniti d’America, si stacca, creando gli Stati Confederati d’America (CSA). Il dissenso fondamentale è relativo all’abolizione della schiavitù dei neri, ma c’erano anche problemi economici. Gli stati secessionisti sono Alabama, Florida, Louisiana, Georgia, Mississippi, North e South Carolina, Texas, Virginia e Tennessee. Il presidente della CSA è Jefferson Davis, mentre Abraham Lincoln era il presidente USA. La capitale CSA è Montgomery, Alabama, ma sarà poi spostata a Richmond, Virginia. La guerra ha inizio nell’Aprile del 1861, con il bombardamento e la conquista di Fort Sumter, vicino a Charleston, South Carolina, da parte dei sudisti. Sarà una guerra molto dura e sanguinosa, in effetti la più sanguinosa guerra di tutte quelle combattute dagli americani, e farà oltre 620.000 morti. Finirà solo nell’Aprile del 1865 con la resa del generale sudista Robert Lee al
generale dell’Unione, Ulysses Grant. L’unità del paese verrà preservata, la schiavitù abolita, ed il ruolo del Governo Federale ne uscirà rafforzata. “Via col Vento”, del 1939, è uno dei film più famosi che siano mai stati prodotti, tratto dal romanzo di Margaret Mitchell. E’ insieme melodramma e grande affresco storico ambientato durante la guerra di secessione americana. I primi francobolli americani erano stati emessi nel 1847, uno da 5 cents con l’effigie di Benjamin Franklin e uno da 10 cents con George Washington. La secessione non portò immediatamente all’emissione di francobolli diversi. Infatti per i primi mesi del 1861, anche negli Stati del sud si continuarono ad usare i francobolli dell’Unione. Seguì un periodo in cui vennero emessi dei valori locali, e usati dei timbri sulle lettere senza apporre il francobollo. E’ soltanto nell’Ottobre 1861 che vede la luce il primo francobollo della CSA, il 5 cents verde con l’effigie del Presidente Jefferson Davies, il quale apparirà su tutti i francobolli sudisti emessi, in totale 17; l’ultimo è del Settembre 1864. Per produrre i francobolli degli Stati Confederati, date le difficoltà ambientali e di approvvigionamento, furono usate carta e sistemi di stampa generalmente di cattiva qualità. Per questa ragione, benché le tirature siano state discretamente elevate, è abbastanza difficile trovare francobolli e soprattutto lettere in buon stato di conservazione.
Le immagini in questa pagina : - Soldati nordisti e sudisti (bandiera della CSA con croce blu e undici stelle su fondo rosso) - La locandina di “Via col vento” - Lettera del 1855 con due francobolli USA da 3 cents, effigie di G. Washington, da Waterville a Pottsville, Pennsylvania - Lettera del 1863 con francobollo CSA da 10 cents verde, effigie di J.Davies, da Macon a Milledgeville, Georgia.
Aris Ristorante, Via Senocrate snc info 339.56.86.246 Daniele
ATTENTI A QUEI DUE... Forse non tutti sanno che...nel cuore del nostro municipio, più precisamente ai confini tra i quartieri di Axa e Casalpalocco, sorge uno dei Centri sportivi più belli e organizzati della zona. E’ l’Aris Sporting Village che, grazie ai suoi ampi spazi all’aperto, offre diverse possibilità di allenamento nonostante le chiusure causate dall’emergenza sanitaria. A completamento dei servizi offerti dal Centro, Fabrizio De Nicola ha pensato di aprire da questa estate l’Aris Ristorante, con vista sulla bella piscina e sul giardino annesso. Godersi il sole invernale protetti dalle ampie finestre a giorno e gustare l’ottimo menù, è una delle soluzioni più interessanti per i pranzi infrasettimanali e del week end. Cucina meditarrena e della tradizione proposta dal giovane e promettente Chef Gabriele, servita con la gentilezza e il garbo di Daniele. Trenta coperti, ottima cantina vini e tanto amore per il cibo. Sapori delicati ma di carattere, prodotti freschissimi e di qualità.
Gabriele sei uno Chef molto giovane, che esperienze porti in questa cucina? Da una passione naturale per i fornelli a 18 anni ho seguito un corso professionale che mi ha insegnato le basi della cucina. Successivamente ho lavorato da Rosario, il Ristorante dell’Albos Club di Fregene, e la pratica mi ha formato molto. Lavoravamo esclusivamente pesce, locale e freschissimo. Poi ho fatto altre esperienze: da Sakana Sushi a Via del Gazometro, due anni in un ristorante di cucina romana, a Fregene da Onda anomala, e infine eccomi qua. Sono stato anche in America con un’esperienza da ‘Terre’ ristorante italiano di Brooklyn e una a Miami sempre in un ristorante di cucina italiana vera, con prodotti italiani e di produzione propria.
ta con Settimio all’Arancio e con loro mi sono specializzato nella cucina romana. Qui al nostro ristorante mi occupo dei dolci al cucchiaio che preparo io, oltre che della gestione e del servizio.
Qual è la tua specialità? Il pesce. Qui all’Aris prepariamo cucina mediterranea prevalentemente di pesce. Io amo in particolare i primi piatti. Poi il crudo, sia di carne, come la tartare di fassona, che di pesce, come i carpacci. Per alcune specialità di crudo è preferibile la prenotazione. Con Daniele mi occupo direttamente della spesa, della selezione della materia prima e del rapporto con i fornitori.
Il ristorante è aperto a pranzo. Cosa proponete ai vostri ospiti? Oltre al classico menù alla carta proponiamo un pranzo veloce con delle proposte molto interessanti. Si tratta di un tris di pietanze, tra primi, secondi e contorno a soli 10 euro. Per il fine setimana vengono pensati dei menù ad hoc con prodotti rigorosamente di stagione.
Daniele tu hai un’esperienza di gestione decennale nel campo della ristorazione. Dove lavoravi? Da Osteria romana a via del Gazometro. Un periodo di trent’anni, dal 1996 a giugno del 2019. La mia prima esperienza nella ristorazione è sta-
Stiamo notando delle etichette particolari presenti nella vostra cantina? Scegliamo noi i vini affidandoci ad aziende di nostra conoscenza, fidatissime e di qualità. Tutti ottimi a dei prezzi contenuti. In particolare il Soave della azienda Inama è il terzo vino al mondo e primo in Italia per rapporto qualità prezzo.
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Tablet Bike di Luca Santagà - fb avventure in bici
fotografie di Luca Santagà
AMICI CHE CONTANO.
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Ho una teoria sull’ amicizia. Quella vera. Conosco un mare di gente, ma mi ritengo fortunato ad avere pochi e selezionati amici. Magari il mio non è poi un pensiero così originale, ma sono convinto che i veri amici siano quelle persone che ci rimangono dentro anche quando le vicissitudini della vita tendono a separarci. Non importa se non ci si può vedere spesso, e Dio solo sa quanto sia difficile incontrarsi in un periodo come questo. Eppure ci sono persone con cui si stringe un legame così profondo, che ha il potere di annullare il tempo. Un’ora, un giorno o un anno, nulla cambia: si ricomincia esattamente nel punto dove ci si era lasciati, senza risentimento e senza farci caso. Concetto molto diverso, a mio parere dalla semplice conoscenza. Le conoscenze vanno coltivate, le amicizie no, non ne hanno bisogno. Perché queste considerazioni sull’amicizia? Perché come tutti, ho avuto la mia dose di delusioni, ed un bel giorno ho deciso che la vita è una soltanto, e preferisco condividerla con chi mi vuole bene, con buona pace per tutti gli altri. Vivere una serie infinita di giornate fantastiche con gli amici più cari, per citare le parole di un
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noto spot, non ha prezzo. Non so dirvi qual è stato il meccanismo, forse è stata solo la voglia di rimettere insieme la vecchia “banda”, fatto sta che con mia grande gioia, abbiamo organizzato una gita in mountain bike. Non ci crederete, ma pedalare insieme ci ha riportato indietro anni luce, risvegliando una serie di ricordi sepolti da un velo di polvere. E per rimuovere questo velo è bastato un soffio, ritrovando immediatamente l’armonia di un tempo. Ora anche per loro le domeniche si trascorrono in bici. Vorrei raccontarvene una decisamente particolare, anche per via di una new entry: il mio nuovo rimorchio da agganciare alla bici. Costruito da mio padre, completamente in fibra di carbonio, leggerissimo e robusto, questo accessorio apre nuove possibilità in quanto è possibile caricare un’infinità di cose, per trasportarle quasi senza fatica. Dopo mesi di gestazione, siamo al primo, decisivo collaudo su strada. E’ nostra intenzione rispettare tutte le norme sul
distanziamento, e quindi ci diamo appuntamento in un luogo che almeno sulla carta ci garantisce di non essere affollato. L’idea è quella di scorrazzare per l’Agro Pontino e le sue strade poco trafficate e magari, in giornata di affacciarci sul mare e pranzare in spiaggia. Ci vediamo quindi nel centro di Latina, praticamente deserto. La mattina è forse la prima se non gelida, quantomeno frizzante di questo autunno, ma il cielo è azzurro e il sole comincia già a scaldarci nel suo abbraccio. Aggancio il mio rimorchio, e tutti insieme, cominciamo ad attraversare la cittadina in direzione mare. Tutte le
volte che mi trovo da queste parti scopro nuove cose: i viali sono molto larghi, e i marciapiedi sono l’ideale per lo jogging che evidentemente qui è praticato da un sacco di gente; anche gli spazi verdi sono ovunque e questo consente, per quanto ho avuto modo di vedere, di mantenere un certo distanziamento senza rinunciare al proprio divertimento. Transitiamo sotto la via Pontina, e con un poco di attenzione a causa dei numerosi svincoli, ci troviamo su una pista ciclabile che dopo qualche piacevole chilometro ci traghetta direttamente al lago di Fogliano, e subito dopo in riva al mare. Il nostro gruppetto svolta a sinistra e imbocca la strada asfaltata che corre proprio sulla duna. Curiosamente, da queste parti, quella che si chiama via Litoranea, non è sul mare, ma si dipana un paio di chilometri nell’entroterra; chi va in bici dovrebbe evitarla perché nonostante i limiti e qualche autovelox, è dritta come un fuso, la gente pesta sull’acceleratore e sembra a tutti gli effetti una pista di Formula 1. Noi invece abbiamo tutto quello che ci serve: la sagoma del Circeo, in lontananza, ci guiderà per gran parte della giornata, pedaliamo a qualche metro dal mare e da una spiaggia completamente deserta. Per il resto, solo qualche sporadica auto e numerosi ciclisti. Il mio rimorchio, carico che di più non si poteva, mi segue obbediente e non posso fare a meno di pensare ai viaggi futuri con questo mio nuovo e curioso oggetto. Effettivamente mi accorgo che lo guardano un po’ tutti, i pedoni si fermano, i ciclisti si girano per dare una fuggevole occhiata; sembra che nell’ Europa settentrionale il rimorchio per le bici sia molto comune, soprattutto per il trasporto dei bambini, qui se ne vedono ancora pochini, e certo non belli come il mio, ma andiamo avanti con il racconto. Superato Rio Martino, la
sandoci bene, è la forma più efficace ed intima di comunicazione. Poi l’allegria, le risate e soprattutto i panini, tornano a colorare la giornata. Qualche ora di relax, e ci mettiamo di nuovo in marcia. Proseguiamo ancora sulla battigia verso sud, poi approfittiamo di una passerella in legno che ci riporta di nuovo sulla duna. Da lì si può scegliere una Migliara qualsiasi, per tornare verso il punto di partenza. Se osserviamo le mappe, infatti, scopriamo che questo territorio è come un’immensa scacchiera, le strade, come del resto i canali della Bonifica sono tutte parallele o perpendicolari. Di solito si va ad intuito, una vale l’altra e si torna indietro senza perdersi. Noi scegliamo una strada sterrata che costeggia il Lago di Caprolace e successivamente il Lago dei Monaci. Transitiamo in mezzo a fattorie e distese di campi verdi e silenziosi, le bufale incuriosite dal nostro passaggio ci fanno compagnia finché sbuchiamo di nuovo sulla ciclabile che dal mare ci porterà al centro di Latina. La giornata è stata intensa e divertente ma la cosa che mi ha gratificato di più è stata l’espressione felice ed appagata dipinta sul volto dei miei amici. E domenica prossima dove andiamo?
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strada si interrompe e si prosegue su un sentiero molto ben battuto, sempre sulla duna, tra il Lago dei Monaci ed il mare. La giornata, come accennavo prima, è tersa e alla nostra destra sono visibili nitidamente le Isole Pontine. La spiaggia è così invitante che non resistiamo alla tentazione di scendere dalla duna per percorrere qualche chilometro sulla battigia, che ben compatta è dura quasi come il sentiero. Un nastro di sabbia chiara e pulita senza presenza umana a perdita d’ occhio. Se è vero che questo paradiso oggi sembra tutto nostro, viene spontaneo riflettere sui motivi che spingono le persone ad ammassarsi tutte negli stessi posti e nello stesso momento, per poi lamentarsi che in giro c’è troppa gente. Vi garantisco che è sufficiente organizzarsi con un po’ di criterio, e si possono scoprire luoghi bellissimi e niente affatto estremi, adatti a tutti, come questo. E per scoprirli niente è efficace come la nostra amata bicicletta. Il procedere sulla sabbia è appagante ma comunque faticoso, le ruote sottili del mio rimorchio tendono a tratti ad affondare e quindi decidiamo di fermarci. Al riparo della duna, il vento è assente, il tepore del sole ci scalda e ci invoglia a levarci di dosso qualche strato, in un attimo siamo già in maglietta, davanti al mare cristallino. Questo è il momento da me tanto atteso e dal rimorchio esce di tutto: la tenda da campeggio, le sedie, i teli mare, una bottiglia di prosecco ghiacciata per un brindisi (sempre a debita distanza) con gli amici di sempre. Una giornata in bici un po’ diversa dalle altre, e con qualche comodità in più. Ma soprattutto, lontana da tutto, dai problemi, dai telegiornali, dalla routine, che se da un lato può essere rassicurante, dall’altro rischia di farti appassire lentamente, senza che tu te ne accorga. Eppoi, all’improvviso il silenzio, non dato solo dal luogo solitario, ma anche all’interno del nostro gruppetto di vecchi amici. Uno di loro, tanti anni fa, coniò un’espressione che ancora ricordo con affetto: rimanere in ”cordiale silenzio”, che è uno stato in cui le persone interagiscono senza sentire il bisogno di usare le parole, e che pen-
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Alessandro Polinori - Vice Presidente Lipu - BirdLife Italia Responsabile Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia foto Martina Cordella
Educare all’Ambiente per costruire un futuro migliore L’educazione ambientale è uno degli elementi centrali della mission della Lipu, la chiave per fronteggiare la crisi ecologica e lo strumento per promuovere la conoscenza, il rispetto, l’amore verso la natura e tutti i suoi abitanti. Ancor più in un’epoca in cui il pianeta è interessato da grandi sconvolgimenti (causati soprattutto da errati comportamenti umani), è fondamentale investire sul futuro e far sì che ogni bambino abbia l’opportunità di connettersi con la natura, in modo da poterla conoscere ed apprezzare, arrivando a considerarla come una priorità e ad impegnarsi per la sua tutela. Una delle maggiori minacce che deve affrontare la Terra è proprio la crescente disconnessione delle persone dalla natura. Questo è ancor più grave per i bambini, i quali, senza un rapporto diretto e continuativo con gli elementi naturali, non saranno in grado di comprenderne il valore. Anche per ragioni urbanistiche, purtroppo, i bambini del ventunesimo secolo hanno un rapporto decisamente più discontinuo con la natura rispetto alle precedenti generazioni. Chi, oggi, ha almeno qualche capello bianco è sicuramente cresciuto a diretto contatto con boschi, stagni, canali, campi coltivati, sporcandosi le mani e incontrando, sin da piccolissimo, l’elemento “selvatico”, sotto forma di mammiferi, uccelli, insetti, piante, imparando a conoscerlo e rispettarfoto di Giuseppe Tognarini
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lo, mai a temerlo in maniera indiscriminata. Un evidente deficit di natura, che ha luogo proprio nell’epoca in cui sempre più ricerche evidenziano i molteplici effetti positivi che il contatto con l’ambiente naturale produce sui bambini e sul pianeta. Da un lato, infatti, consente ai ragazzi di crescere in maniera più equilibrata, sviluppando, tra l’altro, una preziosa capacità di rispettare i propri simili e le altre forme di vita, dall’altro consente di “allevare” dei cittadini del futuro virtuosi e responsabili. In tale ambito, oltre a fornire diverse esperienze di apprendimento, la Lipu riconosce il fondamentale ruolo che l’apprendimento nell’ambiente naturale (Outdoor Education) gioca nella conservazione della biodiversità e intraprende azioni dirette per garantirne la possibilità di accesso a tutti. L’Outdoor education offre fantastiche opportunità sia ai bambini che agli insegnanti, fornendo molti vantaggi in termini di divertimento, sviluppo personale, capacità di lavorare in gruppo e raggiungere obiettivi “sociali”, motivazione, fiducia in se stessi e aumento delle prestazioni del soggetto. Si aggiunga che, in tempi di Covid-19, l’Outdoor education consente lo svolgimento di attività non realizzabili in ambienti chiusi, riannodando altresì un filo la cui interruzione è stata proprio una delle cause della pandemia mondiale che ci stiamo trovando ad affrontare. Sul Litorale Romano, la Lipu Ostia porta avanti iniziative di educazione ambientale sin dai primi
anni ’80, ma, come naturale, con la creazione del Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia, avvenuta nel 2001, le iniziative nel campo della didattica e dell’Outdoor education hanno subito una crescita esponenziale, grazie alla disponibilità di quell’incredibile aula verde rappresentata dall’oasi. In tal modo, ogni anno, migliaia di persone e centinaia di studenti di ogni ordine e grado, dalle materne all’Università, sono coinvolti in incontri, attività e visite in grado di coinvolgere ed emozionare, consentendo, tra le altre cose, di scoprire, attraverso un approccio multidisciplinare, i diversi aspetti della palude e stimolando i bambini a usare i sensi della vista, del tatto, dell’olfatto e dell’udito, anche attraverso la partecipazione ad attività manuali. “Vivere la Natura, non solo osservarla”: è su questo concetto che si sviluppa l’educazione ambientale proposta dalla Lipu. Un’esperienza diversa da quella più tradizionale, che punta a creare legami intensi e significativi tra i bambini e la natura, ad emozionare e far comprendere quanto il nostro destino sia legato a quello dell’ambiente in cui viviamo.
foto di Lorenzo Nottari
Per essere aggiornati sul programma completo è sufficiente seguire la pagina Facebook “Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia” o scrivere all’indirizzo chm.ostia@lipu.it. Per info: alessandro.polinori@lipu.it - www.lipu.it
L’Avvocato risponde
a cura dell’Avvocato Federica Lorenzetti lorenzettiavv@gmail.com tel. 06.56.30.52.41
L’illegittima iscrizione presso l’archivio CAI. Come sempre salve a tutti e ben ritrovati nel nostro sportello. In questo mese, trovo doveroso trattare un tema particolarmente sentito e relativo alla specifica analisi delle tutele disponibili allorquando vi sia un’iscrizione illegittima nell’archivio CAI ( Centrale d’Allarme Interbancaria) quale “cattivo pagatore”. Occorre, preliminarmente, evidenziare come, tale archivio, così come anche la Centrale Rischi istituita presso la Banca d’Italia, abbia la funzione di garantire un sistema informativo sull’indebitamento della clientela sia delle banche che degli intermediari finanziari, consentendo, così, ai predetti soggetti, di valutare la capacità di rientro dei finanziamenti al fine di assicurare una stabilità a tutto il sistema creditizio nazionale. Doveroso, altresì, ricordare come, le ipotesi in cui l’intermediario finanziario possa far pervenire le segnalazioni, siano tassative, concretizzandosi, in pratica, nelle circostanze relative all’emissione di assegni senza provvista, ovvero, alla revoca dell’autorizzazione all’utilizzo di carte di credito, ovvero di emissione di assegni senza autorizzazione. Le
conseguenze della segnalazione presso l’archivio CAI, ovviamente, sono molto pesanti per il soggetto che le subisce, comportando l’automatica revoca di tutte le autorizzazioni ad emettere assegni bancari o postali, di stipulare convenzioni ovvero pagare assegni per
un periodo di sei mesi dall’iscrizione stessa, nonché diverse sanzioni amministrative. Analizzate, seppur sommariamente, le gravose conseguenze derivanti dalla predetta iscrizione (senza contare quelle indi-
rette che inevitabilmente andrebbero ad intrecciarsi con quelle immediate- si pensi alla revoca dei fidi o al rifiuto delle Banche di stipulare rapporti economici con il soggetto interessato il quale si trova, di fatto, impedito nell’accesso al credito) è doveroso segnalare i rimedi giuridici che il soggetto può esperire in seguito ad un’errata iscrizione presso i suindicati archivi. Vi sono due tutele, una davanti il Garante della Privacy e l’altra esperendo il ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c., avanti il Tribunale civile, al fine di ottenere la cancellazione del proprio nominativo nel registro detto. Il danno sofferto, in tale fattispecie, è sia di carattere patrimoniale che personale, così come sancito dalla Suprema Corte la quale ha più volte evidenziato la potenzialità pluri offensiva di siffatta illegittima iscrizione. Dunque, il danno risarcibile sarà sia di natura patrimoniale, trovando fondamento nell’art 2043 c.c., nonché il danno non patrimoniale stante la lesione illegittima della reputazione personale e commerciale del soggetto leso, richiedendo, quali presupposti, la gravità della lesione e la non futilità del pregiudizio conseguente.
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Avevamo ripreso con grande entusiasmo l’attività della nostra associazione il 2 Ottobre, poi fatto una bella gita a Subiaco, e due interessanti conferenze, una sul Mali e una su Raffaello. Purtroppo la risalita dei contagi e i due DPCM del 24 Ottobre e del 3 Novembre ci hanno costretto a cancellare tutti gli eventi (ben sei) che avevamo programmato tra la fine di Ottobre e tutto Novembre, e comunque a richiudere tutto fino al 3 Dicembre. Per fortuna successivamente sono cominciate ad
preoccuparsi di far ripartire la cultura (e dire che abbiamo un ministro della cultura!) di riaprire teatri, cinema, musei, mostre, concerti che pure sono luoghi molto più controllati e con minori rischi rispetto a bar, ristoranti, centri commerciali, e che comunque contribuirebbero fortemente a ridurre il livello di ansia e di isolamento.Quindi al momento non possiamo elaborare dei programmi, definendo delle date. Non sappiamo se sarà possibile riaprire il CSP e quindi vederci per qualche conferenza o
Monet e Kandinsky). Nel frattempo stiamo anche cercando di fare qualche esperimento per utilizzare le tecniche di videoconferenza e quindi mantenere qualche contatto fra di noi, oltre a far circolare dei brevi video relativi a viaggi e mostre degli anni passati.Seguiremo ogni giorno l’evoluzione della situazione e vi terremo costantemente informati. Contando di riuscire fra non molto darvi buone notizie, auguriamo a tutti di poter trascorrere il periodo delle feste in serenità e in salute (va bene
emergere segnali che indicano un rallentamento dell’epidemia, e soprattutto sono arrivate notizie molto buone sui vaccini e la loro disponibilità in tempi incredibilmente più brevi di quanto era avvenuto nel passato. Permane tuttavia una situazione di incertezza e di attesa per le decisioni del prossimo DPCM, la cui l’attenzione pare sia rivolta ad allargare le maglie soprattutto per le attività commerciali (lo shopping pre-natalizio, le stazioni sciistiche, il coprifuoco…). Nessuno sembra
proiezione magari prima di Natale o a Gennaio. La speranza è di poter almeno riprendere le visite a musei e mostre. E se sarà così sicuramente riprogrammeremo la visita alla mostra su Bansky al Chiostro del Bramante, e quella su Wang Yancheng alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, con i suoi 34 dipinti di grandi dimensioni (uno dei quali è riprodotto nella foto in questa pagina), affascinante sintesi tra la sensibilità orientale e l’astrattismo di matrice occidentale (con forti richiami a Turner,
anche senza troppi cenoni, botti e frastuoni…), sperando che il 2021 ci consenta di riprendere gradualmente a vivere, sempre con le dovute cautele e rispettando le norme, ma senza tutte le costrizioni che il Covid-19 ci ha imposto. E nel frattempo ci saremo tutti vaccinati!
Per informazioni ed aggiornamenti : G.Menzio, 347.3738360 giuseppe.menzio@fastwebnet.it.
Un Posto Tranquillo a cura della Dott.ssa Giulia Migani
Dott.ssa Giulia Migani
-Psicologa / Psicoterapeuta -Analista transazionale socio-cognitiva -Mediatore Feuerstein PAS Basic e Standard I livello -Associazione Hikikomori Italia Onlus -Area psicologica Referente Roma Sud -MAIL: giuliamigani@yahoo.it -Cellulare: 338 3839479
“L’ANNO CHE VERRA’…” Stiamo per dare il benvenuto al 2021 e, diciamolo, ben contenti di lasciarci alle spalle questo inconcepibile 2020. Inconcepibile… nel senso che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare di trovarsi a vivere quello che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo.Ci siamo ritrovati in un clima di grande accelerazione emotiva, dove l’emozione che la sta facendo da padrona è sicuramente la paura.
disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”.
Lo avete notato? Camminiamo tranquilli per una strada semideserta, appare un altro pedone che cammina verso di noi: il primo pensiero è guardare se ha la mascherina, il secondo è quello di allontanarsi, di mettere distanza. Certo, questo significa che stiamo rispettando le regole previste ma, dobbiamo ammetterlo, significa che abbiamo paura. Paura del pericolo che l’altra persona può rappresentare, paura del virus, paura di essere contagiati.
Il timore che qualcosa di brutto stia per accadere, fa sì che il nostro corpo produca un ormone, l’adrenalina, che induce cambiamenti fisici e mentali e che ci prepara all’azione, cioè a mettere in atto condotte aggressive, ad attaccare per eliminare o allontanare l’oggetto della paura oppure condotte difensive o di evitamento, come il fuggire così da evitare il possibile danno (condotte flight or fight).
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La paura è una delle emozioni fondamentali che ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza. È comune sia al genere umano che al genere animale e in psicologia essa viene così definita (dal Dizionario di Psicologia di Galimberti): “Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il Sistema Nervoso Autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza,
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La sensazione predominante, che innesca l’emozione, è quindi che qualcosa stia minacciando la nostra vita o la nostra integrità biologica (o anche quella delle persone e cose a noi care).
In letteratura, troviamo altre due reazioni dinanzi a una situazione di pericolo: il freezing e il faint. Il freezing è un’immobilità tonica: l’essere vivente sembra appunto congelato, immobilità che permette di non farsi vedere dal “predatore” mentre si valuta quale strategia (attacco o fuga) sia la più adatta per la situazione. Quando nessuna di queste strategie sembra avere possibilità di riuscita, l’estrema risposta possibile è il faint (la finta morte), reazione che si manifesta come una simulazione di morte, ovviamente automatica e non consapevole,
con un distacco dall’esperienza e possibili sintomi dissociativi, come nel caso di eventi fortemente traumatici. Una delle richieste che più frequentemente i pazienti portano nella stanza di psicoterapia è quella di vincere la paura, di non sentirla più. Sappiamo già come questo non si possa fare, perché non si può non sentire. Inoltre la paura ha “radici biologiche” profonde: il neuroscienziato Paul MacLean ha approfondito, negli anni Settanta, la teoria del “Triune Brain”, o cervello tripartito. Nel corso dell’evoluzione, l’uomo ha strutturato l’encefalo attraverso un’organizzazione ed una funzione gerarchica ed esso viene suddiviso in tre sistemi principali: il Cervello rettiliano, che corrisponde al tronco encefalico; il Cervello mammifero, corrispondente al sistema limbico e il Cervello Logico, corrispondente alla neocorteccia. Il Cervello rettiliano è legato all’inconscio ed è la sede degli istinti primari, delle funzioni corporee autonome, si occupa della risposta attacco-fuga, dei comportamenti non verbali, della sessualità e della riproduzione, della difesa del territorio, delle risposte involontarie determinate dall’istinto di sopravvivenza. Come appunto quelle che emettiamo quando viviamo l’emozione della paura. Siamo allora destinati a rimanere in balia della paura, impotenti spettatori coperti da questo velo ansiogeno che ormai avvolge il mondo
L’aver paura ci indica quale sia la risposta più giusta per il nostro benessere, ci conferisce lucidità e di conseguenza incrementa il nostro senso di responsabilità, nell’affrontare qualsiasi “minaccia” possa giungere dall’esterno senza andare allo sbaraglio ma utilizzando tutte le nostre risorse cognitive ed emotive per produrre la risposta comportamentale più efficace.
intero? Viste le esperienze di quest’ultimo anno e visto quello che il 2021 chi chiederà (quasi sicuramente) di vivere, credo che non possiamo fare altro che ribaltare il paradigma della paura e intenderla come una parte naturale e sana di noi che sarebbe decisamente pericoloso non possedere; intenderla come una risorsa e trasformarla in un’alleata. In che modo? La paura ha due componenti: una emotiva e l’altra razionale e consapevole. È proprio questa seconda componente, la razionalità, che deve essere sfruttata per agire diversamente rispetto ai comportamenti tipici, legati all’incertezza, all’immobilità o all’impulso. Essere razionali mentre si è impauriti sembra quasi una mission impossible… eppure è possibile. Ancoriamoci alla primordiale funzione adattiva della paura: essa ci indica cosa sia meglio per la nostra sopravvivenza, quindi impariamo ad accoglierla come preziosa suggeritrice piuttosto che come nemica da cui difenderci. Anche perché se continuiamo ad opporci strenuamente ad essa non facciamo altro che sostenerla: quando combatto contro qualcosa che assolutamente non voglio, sono costretto a temerla, a controllarla, a tentare di evitarla e così si finisce per ingigantirla. Quando invece mi do il permesso di percepirla come possibile ed accettabile allora non è più necessario fare tutta quella
fatica per temerla, controllarla od evitarla e in tal modo essa diventa gestibile. Utilizziamo il sentire paura come un’occasione per riflettere su noi stessi e sulla nostra sostenibilità interna, sulle capacità di regolazione emotiva, sulla resilienza, sulla autorealizzazione personale e relazionale, sui livelli di autostima e di autoefficacia: in questo modo potremo conservare il nostro equilibrio interno, riuscire a tollerare anche lunghi momenti di stress e riuscire a modulare proprio il vissuto emotivo legato alla paura.
Accettare la paura non significa subirla, ma imparare ad utilizzarla, essendo più focalizzati sul problema, più concentrati ed incrementando le nostre capacità di problem-solving. Se riusciremo a fare questo, avvertiremo anche un cambiamento positivo in ciò che proviamo, quindi meno frustrazione, irritabilità o tensione. Meno paura. L’obiettivo è ritornare a percepire la paura per ciò che è, nella sua funzione positiva di importante segnale istintivo ed adattivo di protezione ed imparare a “tenercela stretta”, così da utilizzarla a nostro vantaggio. L’anno che verrà, il 2021, con il carico emotivo che porterà assieme a lui, ci chiede flessibilità e pazienza: questo non è il momento di avere fretta o impazienza, che sono il braccio armato della condotta impulsiva e magari distruttiva; questo è il momento della riflessione, della lucidità, della resilienza e della responsabilità. Buon anno, di cuore, a tutti i lettori di Tablet.
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e’ prrto in ............................................................... tel. 339.72.68.608 Instagram: Giorgia_conti2019 Facebook: Confessioni di una golosa Blog: confessionidiunagolosa.blogspot.com
CCfessiii di una ggosa
Cheesecake fit keto
(…ma buono per tutti!!!)
di Giorgia Conti
E’ arrivato dicembre, il mese dello “sgarro” per eccellenza,
lo stravizio è dietro l’angolo e siamo tutti coscienti di quanto sarà difficile resistere. I nutrizionisti ci consigliano quindi di riservare intingoli e dolci ai giorni clou del periodo natalizio e osservare per il resto delle feste un’alimentazione normale, in modo da limitare il più possibile il “danno”. Per consolarci in questi giorni o per offrire un’alternativa fit alle nostre voglie, vi propongo questa ricetta golosa che non vi farà rimpiangere le calorie mancanti (faccina sorridente)
Procedimento
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Preparare la base della Cheesecake frullando le mandorle, aggiungendo il burro fuso e amalgamando per bene. Stendere il composto in una tortiera (22-24 cm) imburrata e foderata con carta forno. Pressare bene aiutandosi con il dorso di un cucchiaio e porre la base in frigorifero per 30 minuti. Versare in una ciotola il formaggio fresco e amalgamarlo con il dolcificante; nel frattempo immergere in una ciotola con acqua fredda i fogli di gelatina e successivamente, farli cuocere a fiamma bassissima con alcune gocce di limone fino a completa liquefazione; unire la gelatina sciolta al formaggio fresco delicatamente con un cucchiaio, mescolando dall'alto verso il basso. Versare tutto il composto nel tegame a cerniera, sul fondo creato con le mandorle. Porre in frigo per 4-5 ore; preparare la salsa con i frutti di bosco, cuocendoli a fuoco basso assieme a un cucchiaio di dolcificante, versare la gelè sulla torta e guarnirla con qualche frutto di bosco fresco. Porre in frigorifero nuovamente per un'altra ora..
Ingredienti
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• Ingredienti (12 porzioni) • 200 g di mandorle frullate • 100 g di burro chiarificato (o ghee, naturalmente senza lattosio e caseine) • 200 g di Skyr spalmabile (o formaggio fresco) • 100g di Skyr bianco (o yogurt greco) • 80 g Xilitolo o Eritrirolo • 20 gocce dolcificante liquido • succo di mezzo limone • 8 g di gelatina per frutta • 300 g di frutti di bosco
Scadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista
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on la scadenza del 10 dicembre chi ha scelto di rateizzare scade la Rata per le imposte dovute quali Irpef, Addizionali, Cedolare secca, IVA, Ires, Irap. Inoltre entro il 10 dicembre scade la presentazione della dichiarazione dei redditi Mod. PF, SP, SC 2020. Si rende noto ai Lettori titolari di Partita IVA soggetti ad IVA, che il 10 dicembre scade la presentazione in via telematica della Comunicazione periodica IVA relativa al 3° trimestre 2020. Inoltre si informa ai Lettori che entro il 10 dicembre si devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate le Certificazioni Uniche (c.d. CU 2020) contenenti esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili mediante la “dichiarazione dei redditi precompilata” corrisposti nel 2019
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Si rammenta che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 16 dicembre prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, contributi INPS. Inoltre per il 16 dicembre per i proprietari di immobili è dovuta la 2° rata IMU/TASI ( escluse le abitazioni principali). Si rende noto che, entro il 16 dicembre coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile dovranno effettuare il versamento. Chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 16 novembre 2020), con l’opportuno calcolo può ravvedersi entro il 16 dicembre.
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Entro il 21 dicembre riguardo le transazioni finanziarie si dovrà effettuare il versamento dell’imposta sulle negoziazioni ad alta frequenza relative alle azioni, agli strumenti finanziari partecipativi, ai titoli rappresentativi, ai valori mobiliari e agli strumenti finanziari derivati effettuate dai soggetti deleganti.
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Con la scadenza del 28 dicembre coloro che ne sono soggetti, devono presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat. Si rammenta inoltre che il 28 dicembre alcuni titolari di Partita Iva, verseranno mediante F24 se dovuto l’acconto IVA relativo all’anno 2020.
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Entro il 30 dicembre scade il versamento del saldo Irpef, Addizionali, Cedolare secca risultante dalla dichiarazione dei redditi 2020, dovuta dal soggetto deceduto per l’anno d’imposta 2019, senza alcuna maggiorazione.
Si rinnova ai lettori che lo Studio essendo anche CAF CGN è in grado di fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • Mod. PF SP SC • Successioni
Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento ed augura a tutti Buon Natale e un Sereno Anno Nuovo.
Lo Studio offre servizi di consulenza del lavoro