TabletRoma Settembre 2020

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Editoriale di Stefano Quagliozzi

direttore responsabile

E’ vero perchè lo ha detto la televisione. Quante volte vi sarà capitato di sentire questa frase? A me personalmente innumerevoli volte e la cosa più sorprendente è che chi la pronunciava ci credeva davvero. Retaggio di un passato non più recentissimo, certe credenze hanno segnato un periodo storico e qualche generazione di italiani. Prima dell’avvento della televisione in Italia - e parliamo del 1954 - la radio di Stato EIAR era l’unica fonte ufficiale di notizie a diffusione immediata. E’ chiaro che ci fossero in circolazione anche giornali, riviste e periodici in genere, ma capitava, non di rado, che questi rispondessero a editori in qualche modo schierati politicamente e sovente su posizioni agli antipodi e su sponde opposte le une dalle altre, tanto che la faziosità era una consapevolezza dei lettori che non rischiavano di “perdere la faccia” affermando che una tal cosa era stata detta dal giornale “x” e solo per questo motivo doveva essere considerata veritiera. Questo errore è stato invece fatto proprio con l’arrivo della scatola magica, il televisore, che oltre alle voci riportava contemporaneamente le immagini, quasi a duplicare la realtà vissuta nel quotidiano. A dare ulteriore impulso alla veridicità delle notizie, il monopolio statale e, aggiungiamo, una buona dose di fiducia nelle Istituzioni del Paese, che nell’arco di sessant’anni hanno visto crollare la credibilità di una fonte primaria, considerata potenzialmente non attendibile da parti sempre crescenti della popolazione. C’è oggi una sfiducia più marcata nella televisione generalista, che rende vulnerabili gli ormai pochi fedelissimi della frase storica che campeggia come titolo di questo editoriale, agli attacchi di chi deride tale affermazione, rifiutando una fonte che ha vantato negli anni un’autorevolezza almeno inizialmente indiscussa. In primo luogo perché in questo breve lasso di tempo vi sono state trasformazioni sociali e anche molto rilevanti. Poi perché sono giunti a fare concorrenza alla TV di Stato anche una miriade di altre televisioni private che dagli anni ’80 hanno detto la loro con contributi che - sebbene sporadicamente - non si limitavano al mero approccio commerciale.

Oggi si parla sempre più frequentemente di rischio “fake news”, rilasciate sempre più spesso da quello che, in un periodo iniziale dal suo affaccio nel mondo della comunicazione, è stato considerato da molti l’informazione non censurata o manipolata, l’alter ego della comunicazione ufficiale, ovvero internet e la rete costituita da miliardi di fonti diverse e democratiche, disseminate in ogni angolo del mondo. Dapprima percepita come una voce di libertà fuori dal coro rispetto alla comunicazione sotto il controllo dello Stato, internet è stato visto poi come una grande insidia per il rischio di notizie diramate da fonti sconosciute tutt’altro che attendibili, proprio perché non controllate nella loro veridicità, col risultato di pilotare idee e consumi degli ascoltatori, dei lettori e di conseguenza la pubblica opinione. Ciò dimostra incontrovertibilmente che avere le redini dell’informazione fa gola ai governi, ma di sicuro anche a coloro che desiderano dare indicazioni che abbiano un’incidenza di massa per tornaconti privati, del tutto opposti a quella che dovrebbe essere la vera informazione: libera, plurale, indipendente e veritiera.


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TABLET ANNO 8° N°83 Settembre 2020 SOMMARIO

8 PRIMO PIANO Un’importante risorsa La Canapa 12 TABLET MUSICA L’Editing musicale

20 TABLET BIKE La voce degli alberi

26 UN POSTO TRANQUILLO Si torna a scuola

28 TABLET SCUOLA Intervista a Germana Paoletti

31 SCADENZARIO FISCALE

ROMA

TabletRoma Reg. Trib. di Roma n° 296/2012 del 19/10/2012 WWW.TABLETROMA.IT Editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it Direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it Direttore editoriale Cristina Anichini Progetto grafico, Advertising Tablet ADV e Impaginazione Maurizio De Vincentiis Stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 Pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni ritachiodoni@libero.it Direzione e redazione redazione@tabletroma.it Hanno collaborato a questo numero Annamaria De Calisti, Mar tina Del Duca, Diana Di Sebastiano, Alessandra Lino, Giuseppe Menzio, Giulia Migani, Maria Gaia Pensieri, Alessandro Polinori, Luca Carlo Santagà, Lorenzo Sigillò, Francesco Valente É consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Tablet Edizioni di Cristina Anichini. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi. La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 9 Settembre 2020.-

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Primo Piano di Martina Del Duca

fotografie di Maria Novella De Luca

UN’IMPORTANTE RISORSA:

LA CANAPA

Questa pianta muove un giro di affari che oscilla tra i 10 e i 30 miliardi di euro, la cui provenienza è dai settori medico-farmaceutico e ricreativo

tablet

Intensamente coltivata sino a qualche decennio fa, la canapa costituiva addirittura un’importante voce nel bilancio economico del nostro Paese. Poi è stata proibita e le nostre eccezionali sementi furono cedute alla Francia o distrutte. Perché? Perché impediva sia l’importazione e la diffusione delle fibre sintetiche (ricavate dal petrolio) sia il suo eventuale uso combustibile che, naturalmente, avrebbe costituito un ostacolo per i petrolieri. Oggi questa pianta è tornata prepotentemente attuale, e migliaia di agricoltori, perlopiù giovani, si dedicano alla sua coltivazione (la canapa light non ha efficacia drogante) pur se fortemente ostacolati da una parte dei nostri politici. Tablet ha intervistato l’amministratore di Canapa Farm, un’azienda agricola con coltivazioni in Alatri, ma che opera con successo in tutto il territorio nazionale e gode di ampie “aperture” all’estero, in molti Paesi nei quali la canapa è, per così dire, in regime liberalizzato. La scelta di Tablet non è caduta a caso su Canapa Farm: il percorso compiuto da questa azienda ha beneficiato di una forte spinta evolutiva che, pur avendo origine dalla tradizione e nel rispetto delle regole della coltura biologica, ha adottato le più moderne tecniche agrarie. Canapa Farm, infatti, persegue la propria mission in assoluta osservanza dell’ecosistema, tutelando la biodiversità necessaria alla conservazione dell’equilibrio ecologico e, quindi, nel pieno rispetto della salute dell’uomo e dell’ambiente. E’ ovvio che per Tablet non sarebbe stato possibile altrimenti.

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Come è nata questa iniziativa imprenditoriale? Canapa Farm si è costituita nel 2018, in risposta -

insieme a numerose altre start-up - a esigenze non solo di mercato, ma anche ecologiche e di carattere medico. Quindi non è moltissimo che vi state occupando di questo settore. E’ vero, ma prima di dar vita alla loro azienda, i due soci fondatori (entrambi laureati: uno proveniente dal settore ortopedico e l’altro da quello economico) hanno arricchito la loro cultura specifica con studi di settore e… pratica sul campo! E’ stato un lavoro impegnativo perché si è voluto fare le cose al meglio, anche dal punto di vista biologico. L’attività agricola è dura e si sapeva, e si sapeva anche che sarebbero stati necessari collaboratori competenti, per limitare al massimo il rischio di perdere gli investimenti… c’è già l’eventualità del maltempo a far vivere sempre col

fiato sospeso… ma sin dall’inizio il lavoro in Canapa Farm è stato ricompensato da un ottimo prodotto, tanto che già si è ampliato lo spazio per le coltivazioni, che sono state arricchite con diverse varietà pregiate di canapa. Quali sono, a titolo indicativo e non certo esaustivo, alcuni articoli di vendita ricavabili dalla lavorazione della canapa? Con la canapa si possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente, tessuti naturali, cellulosa e carta, nuovi composti per eco-plastiche, vernici, materiali per fitocosmesi, bio-combustibili, materiali per l’edilizia, isolanti, composti per imballaggi ma anche olii alimentari di altissima qualità e tanto altro ancora, anche in settori come quello medico, ad esempio.


C’è chi si avvicina con curiosità a un settore forse ancora in parte sconosciuto. Ben vengano i curiosi, chi davvero intende conoscere le enormi potenzialità di questa pianta. Gli scettici avranno sufficienti informazioni perché si ricredano. A creare un clima negativo attorno alla canapa light sono coloro che ignorantemente la rifiutano per principio, non chi cerca di saperne di più. Quanto ha influito sulla vostra attività il recente lockdown dovuto al Covid 19? Purtroppo, sono numerosi i negozi che sono stati costretti a chiudere… in molti casi definitivamente. Non bastava dover combattere contro la superficialità e l’ignoranza di chi ancora non riesce a valorizzare i benefici della canapa light, né il contrasto che nel recente passato il settore ha dovuto subire da una parte del decaduto Governo giallo-verde… Visto il recente arrivo in Italia della normativa che legalizza questo settore, quali sono le richieste più frequenti della vostra clientela e non solo? Malgrado la legalizzazione ottenuta, siamo in attesa di una giusta e completa liberalizzazione. Intanto, Canapa Farm ha avuto modo di posizionarsi nel mercato rispondendo alle più comuni richieste del pubblico (tisane, erbe da collezione, olii)… e preparandosi, nel futuro più prossimo, a fornire risposte concrete anche con prodotti di manifattura tessile, cosmetici, alimentari. Quante sono, tra i vostri clienti, le persone che immaginavano un così vasto potenziale dell’uso commerciale della canapa, anche nella produzione di tisane, olii, borse… Tante e pochissime. Voglio dire che ignora questo potenziale soltanto chi vuole non saperlo: se sai che dal fiore di camomilla si ottiene una tisana e che una cosa analoga si ottiene dalla pianta del tè… non puoi meravigliarti sapendo che una tisana possa farsi anche con la canapa, se lo fai è perché non hai voluto riflettere. Per quanto riguarda il tessuto di canapa, come ho già detto lo abbiamo largamente utilizzato sino a qualche decennio fa, trovandolo sempre ottimo! In questi anni di attività, si sono notati atteggiamenti incuriositi delle persone “di passaggio” che entrano in contatto con voi? Molti, per fortuna. Ed è una specie di vittoria, comunque motivo di soddisfazione. Vi sono persone che neppure immaginavano le numerose e positive declinazioni della canapa, persone che erano ferme a preconcetti purtroppo radicati nella nostra cultura… che sono diventate sostenitrici di questa pianta, quando non addirittura divulgatrici.

Non esagero dicendo che ce ne accorgiamo quotidianamente, da contatti diretti e da quelli online, dal nostro sito www.canapafarm.eu C’è un motivo particolare nella scelta della zona di Alatri, nel frusinate, per la coltivazione e distribuzione della vostra canapa? I due soci fondatori di Canapa Farm sono di Roma, ma la vicinanza alla capitale non ha influito sulla scelta del terreno su cui piantare, sarebbero stati disposti a creare la loro piantagione anche nelle Marche, in Campania, in Abruzzo… tra le colline di Alatri, invece, hanno trovato l’ampio appezzamento di terreno la cui esposizione lo rende particolarmente adatto alla coltivazione della canapa. Lì è quindi rimasta anche la sede legale, ma quella operativa è a Roma. Come vanno le vendite online? In seguito alla crisi creata dal lockdown, e alla conseguente e drastica diminuzione delle vendite ai negozi, Canapa Farm ha visto svilupparsi notevolmente gli acquisti attraverso il proprio sito www.canapafarm.eu. Da ciò la società non è stata sorpresa, in quanto aveva già attuato la scelta di offrire principalmente online i propri prodotti, naturalmente senza trascurare la vendita ai negozi, ed era quindi preparata all’incremento che sarebbe arrivato da quel… veicolo di richieste. Qual è il tipo di pubblico che si rivolge a Canapa

Farm? Maschile, femminile, giovane o meno giovane? Diciamo che da un iniziale esame risulta che gli acquirenti dei prodotti Canapa Farm sono perlopiù maschi tra i trenta e i cinquant’anni… ma con un costante, anche se non rapidissimo, aumento di ultracinquantenni. Registriamo anche una buona presenza di pubblico femminile, pur se ancora… timido! Quale augurio vuole fare a Canapa Farm per i prossimi anni, a parte - com’è naturale che sia quelli di crescita e di prosperità? Non a Canapa Farm (che ne trarrà implicitamente beneficio) ma a ogni italiano invio un augurio in forma di invito: informatevi, liberate la vostre menti dai pregiudizi e guardate alla canapa con occhi onesti, “scopritela” e vi accorgerete che è una pianta meravigliosa, che avrete tutto da guadagnare. Pensate che il cannabidiolo è soltanto uno dei circa novanta principi attivi presenti nella canapa, non è psicoattivo e si ritiene che sulla persona, oltre a indurre rilassatezza e a contrastare gli stati di ansia e di panico, abbia anche molti altri benefici effetti. Quali aspettative nutrite per il prossimo futuro? Siamo incoraggiati dalla terra scelta, dagli splendidi prodotti che ci offre… e contiamo su qualche asso ancora da giocare: il desiderio comune di tornare ai frutti della natura e, soprattutto, alcuni inconfutabili numeri. Infatti, secondo la società londinese “Prohibition Partner”, attorno alla canapa c’è un giro di affari (sul valore del mercato italiano) che oscilla tra i 10 e i 30 miliardi di euro, la cui provenienza è dai settori medico-farmaceutico e ricreativo. Tutto questo vi pare poco?

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Tablet musica di Francesco Valente

L’Editing Musicale Lʼutilizzo dei software per produrre musica e quindi del computer è ormai alla portata di tutti. Ha alzato tantissimo la qualità dei classici provini, che una volta si facevano a casa su improbabili registratori a nastro produttori di fruscio di sottofondo, e ha cambiato il modo di fare Musica aggiungendo, e lo voglio sottolineare con forza, nuovi modi, nuovi approcci e stimoli a chi la Musica la fa. I software musicali si possono comportare, sia come dei tradizionali registratori dalle infinite possibilità in termini di tracce, che da produttori veri e propri di suoni e strumenti che non tocchiamo fisicamente, i Virtual Instruments, che possono riprodurre unʼintera orchestra o creare suoni nuovi non riconducibili a nessuno strumento “classico”. Questo modo di fare lo facciamo rientrare nel complesso mondo della programmazione e nello specifico di quello che chiameremo Editing. Come sempre devo semplificare, ma nel semplificare non voglio che si fraintenda…. Usare i software e fare editing potrebbe dare lʼimpressione che si stia cercando di ritoccare artificialmente qualcosa che dovrebbe essere invece umano e appartenente alla sfera del talento, una sorta di photoshop della musica, e spesso è anche così, non è giusto, nè che sia cosi e nè che lo si veda così.. ma siamo anche nellʼera dei selfie e delle faccine fatte ad hoc, ma in mano ad artisti queste facilità diventano opportunità, e quindI, ben vengano se utilizzate in modo creativo. Fare Editing quindi che vuol dire? Vuol dire avere quella capacità di programmazione che ci consente di realizzare, per fare un esempio, una batteria finta/vera, dando lʼimpressione che sia un batterista in carne ed ossa a suonarla andando a riprodurre ogni singolo colpo, con tutte le possibili sfumature dinamiche che un batterista potrebbe usare… una follia? In parte si perché grazie al cielo non è possibile riprodurre la batteria di Ringo Star, e in parte no perché non siamo tutti Ringo Star e spesso, e le produzioni di oggi ne sono la testimonianza, si possono realizzare cose impressionanti e bellissime e gasamentissime….

Eeeeee a me piace un sacco farlo, cosi come mi piace registrare un batterista, che faccia la differenza con il proprio stile cuore e talento…insomma si sono amplificate di tantissimo le possibilità e io, per dirla in modo moderno.. adoro. Lʼediting può essere fatto su due macro categoria di eventi, quelli che seguono il protocollo MIDI e quelli che vengono definiti AUDIO. Personalmente, pur usandoli necessariamente tutti e due preferisco lavorare su eventi audio che rappresentano il vero salto in alto fatto dai software da 20 anni a questa parte. Approfondirò tutte e due le categorie nei prossimi articoli, ma intanto mi limiterò a dire che lʼaudio non è altro che una registrazione di una performance musicale o di un singolo che a differenza del passato possiamo, oltre che sentirla, anche vederla sotto forma di onda sonora. A questa forma dʼonda possiamo praticamente fargli quello che vogliamo, tagliarla, ripeterla , allungarla, cambiargli il Pitch (la nota o lʼintonazione) e creare effetti che non si sarebbero mai potuti fare in passato. Fermo restando che quello con cui abbiamo a che fare è Musica e deve necessariamente rispettare le leggi che la regolano.. abbiamo solo infinite possibilità in più per navigare nello stesso mare. Dal prossimo articolo approfondiremo l’editing dellʼaudio, per quanto si possa fare solo in forma scritta. Alla SocialMusicSchool la scuola di Musica che dirigo qui nel nostro quartiere, sono attivi i corsi Computer Music che tanto stanno appassionando i ragazzi coinvolgendoli non in modo passivo, ma realizzativo/ formativo e sopratutto didattico.



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REDISCOVER:

Morbidi neutri

LE NUOVE TENDENZE CROMATICHE PER IL 2021

Il 20 agosto Jotun, un’azienda norvegese leader nel settore della produzione di pittura, ha presentato

“Rediscover”la nuova cartella colori 2021. 29 colori, in quattro palette, che raccontano storie diverse a cui ispirarsi per riscoprire la propria casa! Alcuni di voi riconosceranno qualche colorazione, questo perché all’interno delle nuove palette sono state inserite alcune delle storiche tonalità di Jotun. Rediscover il nome della nuova cartella colori 2021 è in linea con i tempi! Infatti mai come quest’anno, ci siamo ritrovati a “Riscoprire” la nostra casa rendendoci conto di quanto rappresenti il nostro rifugio, il luogo sicuro dove ritrovarsi anche nel bel mezzo di tempi “incerti”. “In tempi incerti, le nostre case diventano ancora più importanti”, dice Lisbeth Larsen, globan color manager per Jotun; “vogliamo sentirci sicuri e protetti e con i colori possiamo creare l’atmosfera di cui abbiamo bisogno.”. Ecco quindi 4 incredibili palette per rendere i nostri ambienti ancora più accoglienti:

Blu Ariosi

MORBIDI NEUTRI Mai altre tonalità rappresentano al meglio il porto sicuro. Quindi, come potevano mancare quest’anno nuance morbide, avvolgenti e rilassanti? Così l’intera tavolozza proposta è calda e i colori vanno dal bianco sporco al marrone, passando per il sabbia e per raffinatissimi beige. Morbidi Neutri è una palette “ senza tempo” perfetta per chi sente il bisogno di riconnettersi e riconoscersi. BLU ARIOSI Il Mare è da sempre il luogo in cui ci rechiamo a cercare risposte e a ritrovare noi stessi. Ecco perché le sue tonalità non potevano mancare tra le palette proposte da Jotun quali tendenze cromatiche del 2021. Queste colorazioni ci invitano a vivere il presente, a cogliere l’attimo! Questa palette è stata completata con un bronzo dorato e un verde tenue che richiama la selvaggia natura nordica. COLORI CALDI E RUSTICI Questa palette prende ispirazione dalla terra. I colori vanno dal rosa dorato all’arancio bruciato, passando per tonalità che rimandano a spezie e a pietanze orientali. Argilla, terracotta, e sabbia sono inoltre il binomio di qualcosa di più concreto in quanto rappresentano la miscela che tiene uniti i mattoni della casa, delle città. Chi sceglie queste nuance spesso predilige le atmosfere esotiche, i viaggi, l’artigianato e il calore delle tradizioni.

Colori caldi e rustici

PASTELLI ONIRICI Inaspettatamente combinati con i marroni più caldi i colori pastello vengono reinterpretati in una veste più iconica.Fortissimi i richiami anni ‘70 ma sempre con uno sguardo al futuro. E’ una palette delicata ma al contempo onirica, che stimola l’immaginazione, esorta all’ottimismo e punta al futuro. Perfetta per chi ha un lavoro creativo e per gli amanti del vintage e del design.

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E voi....... che ne pensate? Quale di queste palette vi ha conquistato? Siete pronti a riscoprire la vostra casa attraverso nuove colorazioni?

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Pastelli onirici



Tablet Sociale a cura di Giuseppe Menzio

Anche se siamo ancora in periodo di vacanze, naturalmente tutti stiamo guardando con apprensione e speranza a come evolverà la situazione nel prossimo autunno. La curva dei contagi in Italia ha ancora un andamento incerto, la riapertura delle scuole e delle attività produttive nella seconda parte di Settembre ci darà delle nuove, e speriamo confortanti, indicazioni. Per quanto riguarda la nostra associazione tre sono gli aspetti cruciali che condizionano la ripresa delle attività. Il primo riguarda la sede in cui svolgere le riunioni, tenere le conferenze e proiezioni, considerando che negli anni passati la media delle presenze oscillava fra 65 e 85. Naturalmente questi numeri vanno ora ridotti per rispettare la cosiddetta “distanza di sicurezza”. Mentre, come indicato nel numero precedente delle rivista, si era pensato di utilizzare il cinema-teatro San Timoteo, quest’ipotesi viene ora scartata perché ci è stato successivamente comunicato che la capienza massima “a norma anti-Covid” è di 60 persone. Quindi continueremo ad utilizzare il salone del CSP, sia pure riducendo il numero di posti utili (e rispettando le altre norme anti-Covid). Si valuterà se sarà necessario prevedere di pianificare due date per la stessa conferenza / riunione.

Il secondo aspetto sono i trasporti, in particolare l’utilizzo del pullman per concerti, mostre, musei e gite in giornata. Le norme attuali prevedono forti riduzioni dei posti utilizzabili (es. solo 25 su un pullman da 54), rendendo difficile e costoso l’utilizzo del servizio. Inoltre è richiesto l’elenco nominativo con numero di telefono, controllo temperatura, mascherina, igienizzazione. Valuteremo caso per caso che cosa si potrà fare. Il terzo problema è la data di riapertura dell’associazione, fissata in un primo momento per venerdì 2 Ottobre, ma che ora sembra più prudente spostare al 16 Ottobre, visto tra l’altro che lo “stato di emergenza” è stato prorogato fino al 15 Ottobre. E’ ovvio che la prima o le prime due riunioni saranno dedicate al rinnovo delle iscrizioni e alle nuove adesioni. Nella circostanza verrà anche illustrato il programma di massima, che ovviamente potrà essere condizionato dalla situazione sanitaria e da possibili nuovi provvedimenti del governo. La nostra impostazione di fondo rimane quella tradizionale di “Nuova Acanto”, e cioè la varietà dei temi culturali e delle tipologie di eventi, sulla falsariga dei sette anni precedenti. Per le prime settimane abbiamo alcune conferenze / proiezioni già pronte, nel senso che erano state programmate per Marzo-Aprile; possiamo poi prevedere un paio di gite in giornata, forse un concerto, forse una mostra. Non mi sembra sia razionale spingersi oltre, vista la fluidità della situazione. Tuttavia, penso non sia opportuno seguire una linea esageratamente timorosa e rinunciataria, perché altrimenti come ha detto qualcuno “non si morirà di Covid-19, ma di inedia e di depressione”. Il 23 Giugno scorso abbiamo dimostrato che si può fare, con la mostra fotografica (tuttora visitabile) “Sette anni di viaggi di Nuova Acanto”, il pranzo in allegria attorno alla piscina e sessanta partecipanti. Spero di farvi avere al più presto notizie buone e certe.

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Due foto dalla mostra “Sette anni di viaggi di Nuova Acanto”. A sinistra: “La Visitazione”, il capolavoro di Luca della Robbia a Pistoia (collocato nella Chiesa di S.Leone). In alto : Matera al crepuscolo.

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Tablet Run di Lorenzo Sigillò

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FINALMENTE SI TORNA A CORRERE! Nello scorso numero estivo del nostro Tablet Run avevamo chiesto a gran voce di tornare a correre, laddove ormai tutti gli sport erano ripartiti. Finalmente sono arrivate le buone notizie che ci hanno permesso di tornare a gareggiare, naturalmente, con le dovute preoccupazioni. Nel momento in cui scriviamo, a fine agosto, purtroppo la situazione del Covid-19 in Italia non accenna a diminuire nel numero dei contagi, qualcuno dice che le vacanze hanno favorito la nuova crescita di malati. Le discoteche in primis sono state additate come focolai, così come alcune località balneari e anche molti locali sono stati chiusi. Quale sarà la situazione nei prossimi mesi o addirittura nelle prossime settimane è impossibile da prevedere, siamo tra due fuochi, l’impossibilità di richiudere tutto in lockdown che ci farebbe piombare in una crisi economica senza precedenti e il vaccino, da poco iniettato all’Ospedale Spallanzani, che fa sperare nella produzione in larga scala per la primavera. In mezzo ci sono gli esseri umani, non una cosa da

niente su cui scherzare, e tra di loro, tra gli appassionati di svariate cose della vita, ci siamo noi, umili runners, che cerchiamo di mantenerci in forma e perché no, di tenere alte le barriere del sistema immunitario con il nostro sport preferito, che si sa, male non fa. Si è ripreso a correre con fiducia nel frattempo, dalla metà di agosto, con alcune regole base stabilite dalla Fidal in accordo con rigidi protocolli sanitari. A far discutere è stata fondamentalmente la modalità di partenza, dove i famosi assembramenti sono fisiologici all’inizio della gara. Si è data allora la facoltà agli organizzatori di poter scegliere tre modalità di partenza: a cronometro individuale o a scaglioni ogni tre minuti di 50 atleti (comunque distanziati anche tra di loro) e con mascherina da gettare nei contenitori poco prima del via oppure a scaglioni ogni 5 minuti di 200 atleti (sempre distanziati) con mascherina gettabile dopo 500 metri di corsa. Questa la principale regola stabilita, oltre ovviamente a tutte le norme di sicurezza da mettere in

pratica prima della gara e all’arrivo come da normativa vigente, quindi con gel, distanziamento, premiazioni con mascherine e norme di buon senso comune alle quali il Covid 19 ci ha costretto (e su alcune igieniche… era ora!) Mentre in alcuni parti d’Italia si sono già sperimentate le prime corsette con successo, ecco che anche Roma arriva al banco di prova con alcune gare che provano a non finire nel triste calendario delle ‘annullate’ che in questi mesi, ahinoi. è stato protagonista negativo delle nostre agende. Il primo appuntamento delle gare confermate ad oggi sarà con la Cinecittà World Run del 13 settembre, quarta edizione della corsa che si svolge tra Roma e Pomezia dove sorge il famoso parco giochi di Castel Romano, sulla lunghezza di 8 chilometri da percorrere. Con l’augurio che le competizioni possano riprendere a riempire le nostre domeniche, anche perché vorrà dire che stiamo vincendo la battaglia con il Coronavirus, speriamo di darvi altre buone notizie il prossimo mese. Stay Tablet, contro il Covid e Stay Run!

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Nasce ad agosto una nuova grande community che sta già facendo parlare molto di sé, Ulyfe™, il social di nuova generazione, che promette di rivoluzionare gli attuali strumenti di condivisione online. Ulyfe™ nasce dall’idea di un gruppo di manager ed imprenditori di successo a livello internazionale che, unendo le loro capacità e riconosciute professionalità, hanno deciso di scardinare il paradigma attuale delle principali piattaforme online, in cui a guadagnare sono solo in pochi. Ulyfe™, al contrario, offre a tutti gli utenti iscritti la possibilità di essere parte attiva della community e partecipare agli utili dell’azienda. “Sharing Life Togheter” , è la mission principale: una community costruita in Digital Sharing Economy, un social network dove, senza cambiare nessuna abitudine, tutti possono ottenere numerosi vantaggi, e guadagnare in tempo reale, semplicemente facendo il passaparola.

Quando tutto il mondo, a causa della pandemia, è stato costretto a fermarsi, Ulyfe™ è andato avanti senza sosta, sviluppando una nuova filosofia che sta già contagiando tutto il mondo; in Italia, il social è stato presentato tramite una diretta su Youtube, lanciato direttamente dalla voce di Antonio De Rosa, International Marketing Manager, punta di diamante dell’azienda e professionista pluripremiato a livello mondiale. In sole 3 settimane, in Italia, il social ha registrato oltre 40.000 utenti e la crescita è inarrestabile (dalla data di lancio, si registra un nuovo utente al minuto e, si ipotizza, raggiungerà il milione di iscritti entro la fine dell’anno). Ma Ulyfe™ non offre vantaggi solo agli utenti privati: è un grande centro commerciale in cui professionisti, imprenditori, commercianti possono presentarsi ai clienti in maniera innovativa, con strumenti all’avanguardia e a costi

competitivi. Ulyfe™, già presente in 4 continenti, ha la sede in Italia, dove ha inaugurato i propri uffici proprio nella città di Roma. Quella di Ulyfe™ può essere definita una “selezione all’ingresso”; si puó entrare solo se si possiede un invito personale da parte di altri utenti. L’iscrizione ha un costo di 10€ l’anno (che si recuperano in tempo reale invitando i propri amici), e li vale tutti, dal momento che si presenta con una nuova interfaccia, innovativa, tecnologica e sicura – utilizza la tecnologia blockchain per i dati in modo da garantire il massimo della sicurezza nelle transazioni - ed elimina il problema dei falsi profili e le fake news, in quanto ogni profilo è verificato, un po’ come Linkedin, ma con la possibilità di sfruttare il motore commerciale integrato. Per maggiori informazioni e/o per iscriversi al social inviare una mail all’indirizzo

neworkom1.romasud@gmail.com


Tablet Bike di Luca Santagà - fb avventure in bici

fotografie di Davide Loreti

LA VOCE DEGLI ALBERI C’è un periodo durante l’ anno nel quale anche i più tenaci tra noi pedalatori, si riposano. Non è solo voglia di andare in vacanza, semplicemente il nostro fisico

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ci manda dei segnali più o meno velati che ci dicono che è arrivato il momento di fare una pausa. Quest’ anno così strano, poi, ha complicato un bel po’ la consueta routine: da maggio, quando abbiamo potuto finalmente scatenarci, effettivamente non ci siamo più fermati e questo è il momento per così dire di tirare il fiato. Non ci crederete ma fermarsi è difficile

quanto rimettersi in moto dopo un lungo periodo di inattività. Proprio per questo, più che lo sbraco sotto l’ombrellone, il nostro periodo di riposo prevede il diradarsi delle escursioni e la diminuzione dei chilometri percorsi. Diciamocelo: pedalare sotto il solleone non è piacevole; nei percorsi in campagna, con la nostra mountain bike bisogna tenere conto delle formazioni organizzate di insetti di ogni tipo. Il tutto, se si è spossati da qualche migliaio di chilometri nelle gambe, può venire a noia. Ci sono comunque due sistemi per fare escursioni nei periodi più caldi. Il primo: alzarsi all’alba, svegliare il cane e litigare con la moglie, giustificare l’alzataccia con una colazione pantagruelica e raggiungere i nostri amici, altrettanto assonnati e abbottati di cibo per fare il solito giretto prima che orde di tafani si sveglino e decidano loro, di fare colazione a base di ciclista. Tutto questo va bene solo se non si hanno alternative migliori. Il secondo sistema, che io trovo decisamente più stimolante è quello di andare a pedalare in quota. Magari andando a cercare quei percorsi che per un motivo o per l’ altro abbiamo accantonato durante l’ anno. Ci si alza presto comunque, ma vi assicuro che si trovano delle chicche indimenticabili, si pedala col fresco, niente insetti e con l’ aria limpida e pura che è una manna per i nostri polmoni. Se alzarsi presto è un sacrificio, ne deve valere la pena, almeno ad agosto. Nei dintorni di Roma è pieno di itinerari dove scorrazzare con la nostra bici in lungo e in largo, ce n’è per tutti i gusti, percorsi facili, difficili e anche qualche cosa in più. La giornata che mi accingo a raccontarvi è proprio del tipo ”qualche cosa in più” e sono costretto a dire nel bene e nel male.


Improvvisamente tutto è cambiato: l’umore prima di tutto, ma anche la temperatura, siamo sotto al sole ed ora fa un bel caldo deciso, così decidiamo di proseguire lungo la nostra traccia alla ricerca di un poco d’ombra. Quando scegli di essere amico della natura, non riesci a restare indifferente davanti a spettacoli come questo. Chi di dovere potrebbe parlare per ore, o cercare di giustificare un simile scempio senza peraltro convincermi. Ricordo, forse avevo tre anni o poco più e mia madre (cresciuta in Valtellina) mi diceva: “vedi, Luca, le radici

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Come i miei più affezionati lettori oramai sanno, cerco di far vivere loro le emozioni che provo attraverso i miei racconti. E vorrei che alla fine di quest’ ultimo, qualcuno di voi rimanesse perplesso almeno quanto me. La mattina è fantastica: il cielo è azzurro intenso, quando posteggiamo accanto ad un maneggio ai Pratoni del Vivaro, l’aria è frizzante. Il termometro dell’ auto segna 15 gradi. Davanti a noi la sagoma del Monte Artemisio è di un bel verde scuro. Percorreremo un anello che gira intorno alla montagna, la scaleremo nell’ ultimo tratto quasi fino alla cima per poi riscendere fino al punto di partenza. Partiamo, e la traccia GPS ci porta su una strada sterrata nel bosco in ripida discesa: un toboga scavato dall’ acqua piovana su fondo bello compatto. Per circa tre chilometri scendiamo a “randanello” (come dicono i romagnoli) e mano a mano che prendiamo confidenza con il fondo le velocità crescono: 50, 55, 60 km/h e con la velocità il divertimento; ad un certo punto una curva a gomito proprio davanti all’ immancabile cimitero ci costringe ad “inchiodare” e da questo punto in avanti sappiamo che sarà tutta salita fino in cima. Poco male, il bosco in cui siamo entrati sembra non avere fine e solo la velocità tenuta fino a questo punto ci ha distratto dal godere della sua bellezza. Ora è tutto più lento, saliamo al 12% di pendenza, un poco di fiatone ma la discesa ci ha caricato a pallettoni. Non ci saremmo fermati davanti a nulla. Mi sbagliavo: dopo un chilometro dipiacevole salita nel bosco, quel bosco che non sarebbe mai dovuto finire, ebbene si è trasformato in un enorme, orrendo piazzale. Gli alberi, così verdi e maestosi, giacciono a terra, alcuni sfrondati, altri appoggiati in enormi cataste. Decine, centinaia di moncherini testimoniano uno scempio al quale mai nella vita mi sarei immaginato di assistere. Ci siamo fermati, ci siamo guardati. Quattro esseri umani in mezzo ad una strage sicuramente autorizzata, Un’orrenda ferita su una delle montagne più belle e verdi del nostro territorio.

degli alberi si infilano nel terreno come le dita delle mani. Questo impedisce alla montagna di franare, perché la terra è trattenuta da queste enormi dita, che sono le radici. Non bisognerebbe mai abbattere gli alberi in montagna. Il terreno inclinato, senza alberi finisce a valle”. Un concetto semplice, che capisce anche un bambino di tre anni. Ora, io non dico che tutti dovrebbero ascoltare mia madre, ma visto che viviamo in una nazione che precipita a valle ogni volta che piove, qualche pensierino ce lo farei. Questo è l’ennesimo caso in cui ci troviamo di fronte all’arroganza e all’avidità di qualcuno, a spese di questo nostro pianeta che con evidenza sta lentamente ma inesorabilmente implodendo. Alimentato dalla mia stessa rabbia, continuo a pedalare lungo il sentiero che si fa mano a mano più ripido, fino ad una fonte da dove sgorga acqua freddissima. Ci fermiamo tutti a mangiare una barretta e a riempire le borracce quando sentiamo il suono di un fuoristrada che lentamente si avvicina. Si ferma e ne scende un signore di mezza età che sorridendo ci chiede da dove veniamo. Gli chiediamo subito degli alberi abbattuti. Lui era il guardaparco, ora è in pensione. Vive qui da tutta la vita. Non riesce a trovare le parole…ha quasi le lacrime agli occhi e racconta di sindaci, Provincia, Regione, un guazzabuglio di istituzioni indecifrabile con chissà quali interessi alle spalle. Mentre ci mette in guardia dalle vipere che qui sembrano essere piccole ma cattivissime, il suo sguardo si perde oltre il crinale, dove arrivano ovattati i suoni delle scavatrici all’ opera. E’ gentile, ed ha una gran voglia di parlare di come stanno deturpando la sua terra. Noi lo ascoltiamo con il rispetto che merita, poi lui stesso sdrammatizza e ci racconta brevemente dei suoi trascorsi in bicicletta, le gare, i premi e come sempre avviene, troviamo amici in comune. Ci salutiamo e ripartiamo, tra una sosta e l’altra siamo in ritardassimo sulla tabella di marcia, la mattina è inoltrata e nonostante la quota, nei tratti sotto al sole, siamo sempre in salita e si suda. Eccome se si suda. Mi sembrava di sudare persino dagli occhi. Bella scalata: un ultimo bivio sulla destra ed eccoci in vetta. Da qui il panorama è veramente maestoso e prima di affrontare quella che per differenza aritmetica sembra essere una discesa bella ripida, ci fermiamo per dare fondo alle borracce. Poi giù, a vita persa: la sensazione di toccare terra ogni tanto, incuranti di sassi e ortiche per gli ultimi tre chilometri quasi verticali che bruciano in pochi minuti fatica e tensione. Con un polverone senza precedenti arriviamo alle macchine. Mentre carichiamo le bici, un’ ultima, sfuggente occhiata al Monte Artemisio che oggi ci ha fatto vivere forti emozioni ma allo stesso tempo ci ha anche angosciato per quello che gli stanno facendo. Tranquilli, sul versante dove nessuno vede. Il monte ricambia lo sguardo. Fermo. Dignitoso. Fiero. Come quello del suo amico guardaparco.

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Tablet Natura

Cavalieri d’Italia al CHM Lipu Ostia - foto di Simone Pizzichini

Alessandro Polinori - Vice Presidente Lipu - BirdLife Italia Responsabile Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia

NIDIFICAZIONI RECORD NELL’OASI LIPU DI OSTIA E AD OTTOBRE AL VIA IL

“MESE DELLA NATURA”!

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Sono stati mesi davvero difficili, con una pandemia planetaria che ha avuto effetti sulla vita quotidiana di tutti noi e imprevedibili conseguenze che dureranno ancora a lungo. Mesi in cui, tra le altre cose, è stato anche proibita la frequentazione delle aree naturali. Provvedimenti drastici, impensabili fino a solo poco tempo prima, ma adottati per contrastare un virus estremamente pericoloso, la cui origine è peraltro da ricercare in un errato rapporto con la natura e gli animali, domestici e selvatici. Nel frattempo, mentre noi esseri umani rimanevamo a casa, la vita nella natura continuava ad andare avanti e, in particolare per quanto riguarda gli uccelli, la stagione riproduttiva proseguiva regolarmente come ogni anno, in alcuni casi con un minor disturbo da parte dell’uomo. Sul Litorale Romano, nell’oasi Lipu di Ostia, sita alla foce del Tevere, le nidificazioni hanno fatto registrare un vero e proprio record. Ancora dobbiamo stilare il bilancio definitivo, ma possiamo già dire che questa sarà una stagione da ricordare, in particolare per la contemporanea nidificazione di alcune specie estremamente importanti. Per la seconda volta dall’istituzione dell’oasi, avvenuta nel 2001, abbiamo infatti assistito alla nidificazione del bellissimo Cavaliere d’Italia, con almeno tre coppie, insieme ad una rara coppia di Fistione turco, anch’essa per la seconda volta in assoluto (la prima nel 2005) ed all’importantissima conferma del maestoso Airone rosso, nidificante in oasi con più coppie e con continuità sin dal 2004, quando, proprio nell’area protetta lidense, ebbe luogo la prima nidificazione di tutto il territorio della regione Lazio. Accanto a loro, numerose altre specie, sicuramente meno rare, ma altrettanto affascinanti, hanno messo sù famiglia nella zona umida a pochi metri dal Parco Letterario Pier Paolo Pasolini, tra cui gli eleganti cigni reali ed ancora svassi maggiori, tuffetti, folaghe, gallinelle d’acqua, cannaiole e molte altre ancora, trasformando

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Giovani Cigni reali al CHM Lipu Ostia - foto di Alessandro Polinori

Giovani Cigni reali al CHM Lipu Ostia - foto di Alessandro Polinori

per settimane lo stagno lidense in una vera e propria nursery a cielo aperto, per centinaia, migliaia di volatili! Un sito in cui, in circa 20 anni, sono state complessivamente censite oltre 200 specie di uccelli e che, in tempi “normali”, conta su oltre 20.000 presenze l’anno, con birdwatchers, fotografi, appassionati di natura ed arte provenienti da ogni angolo del pianeta (tra cui, per ben

due volte, la poetessa, cantautrice e artista statunitense Patti Smith). Per quanto concerne le attuali possibilità di visita dell’area, dopo il lungo lockdown, le attività con il pubblico sono ripartite da luglio all’insegna della prudenza, con iniziative (a numero chiuso, su prenotazione e nel pieno rispetto dei provvedimenti anti-coronavirus) Tuffetti al CHM Lipu Ostia - foto di Franco Baccelli


Giovane Airone rosso al CHM Lipu Ostia - foto di Simone Pizzichini.

che hanno da subito fatto registrare il tutto esaurito, a dimostrazione di quanto questo scrigno di biodiversità strappato al degrado sia amato ed apprezzato dalla popolazione, di tutte le età. Tra i tanti eventi in programma nella passata primavera, cancellati a causa della grave situazione sanitaria internazionale, vi è stata anche la tradizionale Festa delle Oasi e Riserve Lipu. Per recuperare quest’importante momento di aggregazione e sensibilizzazione, come Lipu abbiamo deciso di organizzare, per il mese di ottobre, il “Mese della Natura nelle Oasi Lipu”, con tante iniziative, per grandi e piccini, che avranno luogo, in sicurezza, nel corso di cinque week-end: si partirà il 3 e 4 ottobre con l’Eurobirdwatch 2020, il consueto appuntamento che, nel pieno del passo autunnale dei migratori, vedrà coinvolti migliaia di birdwatchers in tutta Europa, per poi proseguire con visite guidate, presentazioni di libri, liberazioni di rapaci curati dal CRFS Lipu Roma, conferenze, attività didattiche ed artistiche e molto altro ancora! Per essere aggiornati sul programma completo è sufficiente seguire la pagina Facebook “Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia” o scrivere all’indirizzo chm.ostia@lipu.it. Ripartiamo dalla Natura, vi aspettiamo in oasi! Per info: alessandro.polinori@lipu.it - www.lipu.it

tablet Tuffetti al CHM Lipu Ostia - foto di Franco Baccelli

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Dott. Roberto Federici Specialista in Chirurgia generale Proctologia

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L’associazione Meihua si occupa delle discipline del benessere a sostegno della persona. Ma cosa significa benessere? Se controlliamo il significato sul vocabolario viene riportata la seguente descrizione “Stato felice di salute, di forze fisiche e morali”. Quindi chi ha a cuore la propria salute fisica e morale si dedica ad alcune discipline in grado di mantenere e rafforzare questo stato. Quali sono i pregi di queste discipline? Con una regolare attività infrasettimanale di una o due volte alla settimana è possibile avere dei benefici evidenti nel giro già di poche lezioni. Queste discipline sono ottimi alleati contro lo stress, quando lo stress diminuisce la nostra salute ne guadagna, le difese immunitarie si alzano, migliora la qualità del sonno, gli stati di ansia diminuiscono, la respirazione diviene naturalmente più profonda in modo di svolgere un effetto antalgico. Ma non soltanto il nostro stato emotivo mostrerà dei risultati apprezzabili, anche il nostro corpo ne beneficerà attraverso un lavoro posturale svolto in maniera dolce e con semplici esercizi. Andiamo a vedere le specifiche di queste discipline:

Il Taiji Quan (tai chi) può essere affrontato a vari livelli prendendo da questa meravigliosa arte ciò che più ci fa star bene, una ginnastica per la salute, una meditazione in movimento oppure come vera arte marziale. Il corso si sviluppa per livelli di pratica, iniziando con le tecniche a mano nuda per poi proseguire con l’utilizzo delle armi e degli esercizi in coppia. Lo stile Yang mostra movimenti più ampi e regolari sia nel ritmo che nella sequenza delle tecniche. Questo stile può essere facilmente approcciato ad ogni età e può essere considerato un vero ausilio per recuperare una buona postura, alleviare i disturbi della colonna e rinforzare le gambe. Le lezioni sono tenute di lunedì ore 11,00-12,30 ed il martedì ore 17,45-19.00. Lo stile Chen Xiaojia è lo stile originario che conserva ancora inalterato lo spirito marziale del Taiji Quan. Nell’esecuzione delle sequenze i due aspetti morbido e duro si alternano come i cambiamenti di ritmo. Questo stile è adatto a chi cerca nella pratica, oltre a rilassamento e concentrazione, anche agilità ed efficacia marziale. Orari di lezione lunedì ore 9,30-10,45 oppure martedì ore 19.15-20,30. Meditazione: giovedì ore 18,00-19,30 la prima parte della lezione è dedicata alla meditazione mentre la seconda parte prevede il rilassamento attraverso strumenti da meditazione, campane tibetane, handpan… I pomeriggi di Meihua si tengono il sabato pomeriggio dalle 15,30 alle 18,30 e prevedono incontri tematici di Medicina Cinese, Feng Shui, Qi Gong, I Ching e molto altro ancora. L’associazione è certificata per il contrasto del nuovo coronavirus saranno rispettate tutte le procedure di sicurezza previste della legge. Le lezioni sono a numero chiuso e su prenotazione.

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Il Qi Gong: svolge un’azione importante sull’asse dello stress, aiuta concentrazione e coordinazione, flessibilità ed intenzione. E’ legato alla medicina cinese proprio come la più famosa agopuntura, ed allo stesso modo ci permette di riequilibrare la nostra energia interna. Il lunedì pomeriggio ore 18.00 classe di Zhineng Qi Gong ottimo strumento rafforzare il nostro corpo in maniera dolce ed aumentare le capacità di rilassamento. Qi Gong per la salute della donna il martedì mattina ore 10.30-11.30 Il nutrimento dell’utero tecnica indicata anche durante la gravidanza, consiste in esercizi molto dolci, respirazioni sonore ed automassaggi ottimo strumento per rafforzare il rapporto materno fetale. Venerdì ore 10.00-11.30 La ragazza di giada questa tecnica non può essere eseguita in gravidanza ed accompagna la don-

na in tutte le fasi della sua vita. Qi Gong per il benessere esercizi adatti a tutti ed in ogni momento della vita il mercoledì ore 9,30-11.00 e 11.15-12.45.

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Un Posto Tranquillo a cura della Dott.ssa Giulia Migani

“SI TORNA A SCUOLA…” Settembre è il mese del ritorno a scuola… e già questa frase apre un mondo di perplessità ed interrogativi. Perché tutti ci chiediamo come sarà la scuola del postlockdown e nessuno sa darsi risposte. Innescata dalla miriade di notizie che arrivano dai diversi canali di comunicazione, la fantasia spazia libera immaginando gli scenari più disparati: le entrate contingentate, i termoscanner e le mascherine, i banchi con le rotelle o a posto singolo, la didattica in presenza o a distanza, in modalità sincrona o asincrona… Nonostante la competenza digitale sia una delle 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente a cui fa riferimento la normativa scolastica (Raccomandazioni Europee del 2006 e 2018; D.M. n.139/2007), è stato a tutti chiaro come la scuola italiana fosse indietro in questo ambito quando si è trovata, a marzo 2020, di fronte ad una chiusura imprevista, a dover ripensare con grandi difficoltà a tutta l’attività didattica in modalità online.

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È riuscita a superare questa sfida? I pareri sono discordanti: certamente c’è stato un grande impegno da parte dei docenti, certamente la scuola ci ha provato intensamente, forse in alcune situazioni ci è riuscita e in altre meno. Come, per esempio, nel caso dei ragazzi più fragili: quelli che usufruivano del sostegno, quelli con situazioni economiche e sociali più complicate.

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Credo sia impossibile emettere un giudizio omnicomprensivo ed assoluto riguardo a questo tema. Quello che personalmente mi sento di dire è che, in un momento di immane confusione e sconcerto, sicuramente gli attori principali (dirigenti, docenti, famiglie) hanno fatto tutto quello che erano in grado di fare e che questa esperienza va considerata come un

primo step dal quale ripartire con riflessioni critiche e creative: rispetto alla vita nella scuola in generale, rispetto alla didattica e rispetto alla relazione educativa. Ma, adesso, ritorniamo al 14 settembre e a cosa succederà. Nel mio doppio ruolo di docente di sostegno e psicoterapeuta mi sto facendo anche io mille e mille domande. Come insegnante di sostegno mi dico: non lo so, non so dove lavorerò e con chi lavorerò, non so come lavorerò e quindi vivo un’attesa fatta di ansie e di confusione. Come psicoterapeuta che lavora molto con bambini, ragazzi ed adolescenti mi rifaccio a quello che da loro ho ascoltato e con loro ho condiviso e quindi posso affermare che tutti (e sottolineo tutti) hanno voglia di

ritornare a scuola, di ritornare in classe. Starete pensando che sia scontato, questo bisogno di ritorno alla normalità… di sicuro lo è ma c’è anche qualcosa di più. Si tratta di bisogni più profondi: il bisogno di relazione che diventa parte integrante di quel bisogno di riconoscimento (Eric Berne) del quale ho scritto già diverse volte in passato. Oppure il bisogno sociale di appartenenza che comprende affetto, amicizia ed intimità al quale fa riferimento Abraham Maslow (1954) nella sua Piramide dei Bisogni. Questi bisogni si sono potuti soddisfare “a distanza”? Non lo so, se lo chiedessi ai “miei” ragazzi sono certa


Giulia Micani

che mi risponderebbero di no. Cioè, si può fare, lo hanno fatto in questi mesi… ma una parte consistente manca: mancano gli sguardi, i colori, i profumi, i sorrisi, le chiacchiere, la vicinanza, anche i rimproveri. Hanno necessità di tutto questo e ne sentono la mancanza. Certamente questi bisogni si declinano in modo diverso a seconda delle età degli alunni, pur appartenendo a tutti: mi faccio l’idea che i ragazzi più grandi sappiano darsi spiegazioni e abbiano risorse maggiori per trovare modalità ulteriori di vivere la relazione, sappiano essere più resilienti e tollerare meglio la frustrazione, magari supportati da validi docenti che vogliano anche loro ripensarsi all’interno di una relazione didattico-educativa che ha inevitabilmente da modificarsi, per cui magari meno cristallizzata intorno al discorso “svolgimento del programma” e più attenta al dialogo, al confronto, all’accoglienza di difficoltà e paure. Per i bambini, invece, il discorso si complica. La mia nipotina più piccola inizierà il suo percorso alla scuola primaria e io mi chiedo con preoccupazione (come sono certa se lo stiano chiedendo tutti i genitori dei bambini della scuola materna e primaria) come vivrà questa esperienza così importante della sua vita. Ho lavorato diversi anni nella scuola primaria, come assistente educativa, e conosco la realtà dei bambini che arrivano nella classe prima: è tutto un gocciolare e soffiare di nasini, di starnuti in faccia, di accompagnare in bagno, di giocare vicini, di strofinamenti, abbracci e baci. Sono

piccoli, sono richiedenti, hanno bisogno di vicinanza e di accudimento materno. La maestra non è solo quella che ti insegna a leggere e a scrivere ma colei che ha da svolgere funzioni di maternage, importantissime perché li introducono ed accompagnano nel loro ingresso nella “scuola dei grandi”. Inoltre, in psicologia parliamo di identificazione primaria e secondaria: è un meccanismo psichico centrale per la costituzione dell’identità personale e rappresenta quel processo mediante il quale un individuo costituisce la propria personalità assimilando uno o più tratti di un altro individuo e modellandosi su di essi. L’identificazione primaria avviene con le figure principali di attaccamento: è quella del neonato con la madre che è la prima e più importante persona nella vita del bambino. In questo primissimo stadio il bambino non è in grado di distinguere sé stesso dalla madre. Il processo di distinzione avviene mano a mano, con la crescita: in questa fase si realizzano quei processi di identificazione secondaria (per primo con il papà e poi di seguito con tutti gli altri), intesi come processi di relazione e modellamento con un oggetto esterno di cui si riconosce l’identità distinta da sé. È chiaro dunque come gli insegnanti, le maestre (o maestro) della scuola materna e poi primaria, rivestano un ruolo importantissimo nei processi di identificazione secondaria del bambino che esce dal nucleo familiare e si confronta con realtà differenti dai propri genitori, che gli danno il “segnale” che sta crescendo, che sta

Psicologa / Psicoterapeuta Analista transazionale socio-cognitiva Mediatore Feuerstein PAS Basic e Standard I livello Associazione Hikikomori Italia Onlus Area psicologica Referente Roma Sud MAIL: giuliamigani@yahoo.it Cellulare: 338 3839479

diventando una persona ben distinta e che, sempre più, potrà scegliere in quali tratti identificarsi e far aderire a sé, alla costruzione della propria identità. E questa è la domanda: sarà possibile, per i docenti, assolvere a tutte queste importantissime funzioni, con il distanziamento sociale, con la mascherina, con il contingentamento, nella scuola ai tempi del Covid? Onestamente, la risposta a questa domanda non ce l’ho. Ma ho una certezza: l’attuale momento storico è uno di quei momenti in cui (come diceva Viktor Frankl e come ho scritto nel mio ultimo articolo di Luglio 2020) la vita ci interpella e noi dobbiamo rispondere realizzando i famosi valori di creatività (homo faber) e sicuramente docenti e genitori avranno da essere molto creativi per accompagnare e sostenere i loro alunnifigli e valori di atteggiamento (homo patients): la vita ci pone di fronte ad una grande sfida pedagogica e ci chiede di trovare il modo di dare una risposta, riuscendo comunque a soddisfare i bisogni di relazione, riconoscimento ed appartenenza dei bambini (e ragazzi) che a settembre tornano a scuola.

In bocca al lupo a tutti noi.


Tablet Scuola a cura di Diana Di Sebastiano

Ritorno a scuola senza rischi: è possibile?

Intervista a Germana Paoletti, Assessore alle Politiche Sociali ed Educative Municipio X In una situazione di incertezza, come quella che stiamo vivendo, e con i casi di contagio da Covid -19 in aumento, l’unica cosa sicura sembra essere, al momento, la data fissata per il rientro a scuola. Il 14 settembre, come previsto dall’ordinanza del Ministero dell’Istruzione, gli studenti si ritroveranno sui banchi di scuola, seppur con alcuni accorgimenti che sarà necessario adottare. Per delineare il quadro attuale, abbiamo incontrato l’Assessore alle politiche sociali ed educative del X Municipio, Germana Paoletti, con la quale è stata analizzata la situazione del nostro territorio e le misure messe in atto per agevolare il rientro degli alunni.

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“Il 14 settembre si torna a scuola con una didattica in presenza e con la garanzia del tempo scuola per tutti” commenta l’assessore Paoletti, “lasciando alle scuole, e ai Dirigenti Scolastici, la possibilità di decidere in autonomia le modalità operative ritenute più idonee a garantire la sicurezza negli edifici. Le scuole tuttavia non sono state lasciate sole in questo momento particolarmente delicato; nei mesi scorsi infatti” continua l’assessore Paoletti “è stato istituito un tavolo di incontro con ASL, USR, MIUR, Comune e Municipio, finalizzato a definire le modalità di riapertura delle scuole. Noi, come assessorato, quale prima azione sul nostro territorio, ci siamo impegnati ad effettuare una serie di sopralluoghi nei vari Istituti Scolastici del X Municipio, al fine rilevare le esigenze dei singoli plessi (205 in totale) e contestualmente inviare ai Dirigenti Scolastici un questionario sulle criticità relativamente all’aspetto degli spazi che in questo momento riveste un’importanza primaria in quanto, in tutti gli ambienti, la distanza minima da tenere è di un metro; tale distanza, in classe, deve essere calcolata da centro del banco a centro del banco. La stessa distanza dovrà essere rispettata anche in sala professori, nelle mense e davanti ai distributori automatici di snack. In palestra, la distanza minima dovrà invece essere di due metri. Dai sopralluoghi effettuati, è emerso un quadro tutto sommato confortante in quanto le scuole con problemi di contenimento degli spazi sono risultate essere pochissime - per le quali peraltro sono già state individuate alcune soluzioni di tipo organizzativo, quali ad esempio la dislocazione delle aule più piccole in spazi diversi (palestre, locali mensa etc…). Su tale aspetto,

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tuttavia si continua a lavorare, insieme alle scuole del territorio, per trovare spazi complementari a quelli esistenti”. Un aiuto concreto potrà avvenire grazie anche alla fornitura di nuovi banchi. Sul nostro territorio la distribuzione dei primi banchi monoposto negli istituti che ne hanno fatto richiesta (unicamente per le nuove classi – le uniche di competenza del Municipio) inizierà i primi di settembre. Relativamente all’utilizzo della mascherina, le linee guida del Ministero prevedono l’obbligo di indossare la mascherina per entrare a scuola dai 6 anni


in su; tale obbligo riguarda i docenti, i presidi, i bidelli e gli studenti. I ragazzi potranno abbassarla, una volta entrati in classe, solo se viene rispettato il metro di distanza, ma dovranno rimetterla se si spostano dal proprio banco. Per i bambini sotto i 6 anni non ne è previsto l’uso. Gli alunni disabili non dovranno indossare la mascherina se la loro disabilità è incompatibile con l’uso del dispositivo. Altro aspetto particolarmente importante è quello relativo alla mensa scolastica, mensa che è e resta garantita per tutti gli Istituti. “L’organizzazione della stessa” ricorda l’assessore Paoletti “è demandata alla scuola - nel caso di gestione diretta autonoma - e a Roma Capitale nel caso di Istituito che abbia aderito al servizio centralizzato del Comune. Tuttavia, nella necessità di dover avere minore promiscuità possibile nello stesso locale, ridurre gli spostamenti al minimo, o qualora i locali mensa siano stati riconvertiti in aule didattiche, è ipotizzabile che i Dirigenti Scolastici possano ricorrere alla soluzione alternativa del lunch box, da consumare direttamente nella propria aula”. Un’ulteriore richiesta giunta dalle scuole nelle scorse settimane è l‘attivazione dei comitati di vigilanza. L’Assessore specifica che “Si tratta di comitati temporanei creati ad hoc - previa delibera del Consilio di istituto – costituiti da genitori volontari che si rendano disponibili a prestare la loro opera di vigilanza fuori dalle scuole, iscritti in specifiche liste comunali e ben riconoscibili dai tesserini con il logo

del Comune e dell’Istituto di appartenenza. E’ bene precisare tuttavia, che, qualora si decidesse di dar vita a tali comitati, i genitori volontari non avrebbero nessuna responsabilità diretta sui minori (che rimane quella prevista per legge); al contrario, si tratta di un’attività puramente organizzativa e di orientamento verso i bambini ed i ragazzi nel momento dell’ingresso a scuola. Una valida alternativa alla costituzione i tali comitati sono anche gli ingressi contingentati, soluzione verso la quale molti istituti del territorio si stanno orientando.” Ultimo, ma non meno importante aspetto da evidenziare, è quello relativo alle indicazioni sanitarie del Comitato Tecnico Scientifico; ferme restanti le indicazioni di carattere generale già note, in ogni scuola di ogni ordine e grado è prevista la presenza di un’aula COVID e regole ben precise per la sorveglianza sanitaria:

- la febbre andrà misurata a casa in quanto all’ingresso delle scuole non ci saranno i termoscanner - se lo studente ha più di 37.5 non potrà andare a lezione. Inoltre, non deve avere altri sintomi respiratori e non deve essere stato nei 14 giorni precedenti in quarantena o a contatto con una persona risultata positiva al Covid - in caso di contagio l’alunno dovrà fare immediatamente ritorno nella propria abitazione - a seconda della gravità della situazione si potrà valutare se mettere in quarantena la classe o l’intera scuola. Ringraziamo l’Assessore Germana Paoletti per la disponibilità concessa e per il chiarimento di alcuni importanti quesiti.

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Tablet Scuola di Maria Gaia Pensieri

Sociologa e Criminologa - Università Popolare degli Studi di Milano

Educare alla resilienza vuol dire potenziare le abilità per fronteggiare le difficoltà ed è quello che i nostri ragazzi coinvolti nelle decisioni prese dagli adulti per contenere la pandemia e proteggere tutta la comunità, hanno sperimentato durante il lockdown. A parte gli aspetti organizzativi e una prima parte di smarrimento, la scuola e gli studenti hanno risposto bene a queste modalità di fruizione delle lezioni. Gli Istituti scolastici si sono attrezzati per eliminare la digital divide e fornire a tutti gli studenti gli strumenti necessari per proseguire con la didattica e garantire il diritto all’istruzione seppur a distanza. La DAD sperimentata con successo in altri Paesi, vedeva l’Italia arretrata nel suo impiego, ma l’emergenza Coronavirus ha costretto il nostro Paese a ridurre rapidamente il gap. La classe docente si è scoperta capace e pronta a rispondere avendo cura non solo della didattica, ma ha cercato di mantenere un contatto con i propri alunni, una nuova forma di relazione mai sperimentata prima. Una relazione pedagogica necessaria a sostenere il rapido cambiamento delle abitudini fondamentali dei ragazzi e dei più piccoli. Il venir meno delle relazioni dirette con il corpo docente e quelle abituali tra pari, richiedevano un’attenzione particolare da parte degli insegnanti che in gran parte c’è stata. Purtroppo su alcuni hanno gravato le inadeguatezze infrastrutturali e i limiti delle competenze digitali degli alunni che hanno pesato sulla dispersione

scolastica. La scuola non poteva dimenticare anche gli studenti diversamente abili, la DAD ha sicuramente limitato le attività dei ragazzi con disabilità, ma ha tentato di compensare con i docenti di sostegno che hanno mantenuto un filo diretto e di vicinanza con loro. Uno studio dell’unione Europea delinea un quadro lavorativo secondo cui nel prossimo futuro nove lavori su dieci richiederanno competenze digitali. Vale a dire che questi lavori potranno essere svolti in tutto o in parte da macchine, nuovi lavori o quelli già esistenti eseguiti con nuove modalità che richiedono di aggiornare continuamente le digital skills. La presenza di una tecnologia sempre più evoluta nel mondo del lavoro, ma che accanto richiede una

presenza umana che abbia sviluppato determinate abilità. L’Italia non brilla nelle statistiche sulle competenze digitali poiché allo stato occupa un terzultimo posto tra i 28 Stati membri dell’Unione Europea. Le stime per un futuro imminente parlano della scomparsa di 7 milioni di posti di lavoro, prevalentemente nelle aree amministrative e produttive, con la creazione di 2 milioni di nuove figure lavorative, un saldo negativo che modificherà lo scenario con il sorgere di nuove professioni nei settori delle biotecnologie, la robotica, materiali Hi-tech, trasporti automatici e l’intelligenza artificiale, professioni che fino a qualche anno fa non esistevano e che certamente richiedono competenze digitali specializzate. Il Covid 19 ci ha costretto a guardare in faccia i problemi e a trovare delle soluzioni, ma se accettassimo in pieno questa sfida potremmo migliorare i programmi scolastici partendo fin dai primi anni incentivando l’impiego di strumenti tecnologici per l’apprendimento e la didattica. La scuola ha il compito di formare le generazioni dei lavoratori di domani, e il 65% dei bambini che hanno iniziato la scuola nel 2016 si stima che avranno a che fare domani con un lavoro che ancora non è conosciuto. Con il nuovo anno scolastico nonostante il virus non sia stato debellato si punta al rientro negli Istituti; ma l’esperienza appena vissuta e che potrebbe ripetersi, ci insegna che più siamo pronti a rispondere alle sfide, più contenuti saranno i traumi e le conseguenze, questo vale in tutti gli ambiti. Come in un dopoguerra, ora dobbiamo rimboccarci le maniche e pensare a rielaborare i programmi adeguandoli ad una nuova ricostruzione.


Scadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista

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La prima scadenza del mese di Settembre 2020 è il 16 per coloro che sono titolari di Partita IVA che hanno scelto di rateizzare le imposte relative ai Mod. PF SC SP 2020 redditi 2019. Si fa presente che la rateizzazione di imposte comprende se dovuta anche l’acconto della cedolare secca. Si rammenta che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 16 settembre prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, contributi INPS. Inoltre, entro il 16 settembre coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile dovranno effettuare il versamento. Con la scadenza del 16 settembre si rammenta di presentare la Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA effettuate nel secondo trimestre del 2020, attraverso l’utilizzo del modello “Comunicazione liquidazioni periodiche IVA”

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Chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 21 agosto 2020), con l’opportuno calcolo può ravvedersi entro il mese di settembre nel giorno 20.

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Con la scadenza del 25 settembre coloro che ne sono soggetti, devono presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat.

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Entro il 28 settembre è possibile sanare la mancata presentazione, in formato cartaceo, della dichiarazione dei redditi modello “Redditi PF 2020”, e della busta contenente la scheda per la scelta della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef.

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Si rende noto che entro il 30 settembre il dipendente o pensionato può richiedere al datore di lavoro o all’Ente Previdenziale INPS sotto la sua responsabilità di non effettuare il secondo acconto Irpef per il 2020 o di effettuarlo in misura inferiore. Inoltre è possibile trasmettere in via telematica all’Agenzia delle Entrate il modello 730/2020 e del modello 730-1 per la scelta della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef. Nei giorni successivi alla presentazione del modello 730, il software rilascia la ricevuta telematica dell’avvenuta presentazione Si rinnova ai lettori che lo Studio essendo anche CAF CGN è in grado di fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • Mod. PF SP SC • Successioni Lo studio augura un sereno rientro!.

Lo Studio offre servizi di consulenza del lavoro



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