TabletRoma marzo 2020

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Editoriale di Stefano Quagliozzi

Ci manca proprio il “savoir faire” Siamo nel pieno dell’emergenza coronavirus e le polemiche non accennano a placarsi. Il Paese che guida la classifica di contagiati, di morti e di guariti è la Cina, ma dopo la Corea del Sud è l’Italia a guadagnare il podio, almeno quello del primo gruppo: i contaminati. Eppure qualche cosa non torna. A parte la Cina che come Paese totalitario dice e omette quello che vuole, anche in barba alle direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che richiedono trasparenza e collaborazione, gli altri dovrebbero dire e dare verità e supporto ai dati raccolti su questa influenza che di diverso dalle altre ha una maggiore facilità di trasmissione e maggiore capacità di annidarsi nei polmoni, creando potenzialmente problemi più seri del solito a quelle persone, generalmente over 75, affette da patologie croniche, da cardiopatie o da importanti, pregresse malattie che ne hanno indebolito le difese immunitarie. Ebbene su questo punto c’è più di qualcuno a nutrire dei dubbi. Altro discorso è quello che riguarda l’Italia. Noi quasi sguazziamo nelle tematiche da prima pagina, quelle scandalistiche, che fanno sensazionalismo, fanno “notizia” anche se ci riguardano da vicino. Anche se quelle stesse notizie ci nuocciono, anche se ci ridicolizzano. E questo al di là degli sforzi di tutte le persone in buona fede e di buona volontà che si danno da fare per dare il proprio contributo. Si sa che ciascuno è frutto di come viene percepito dagli altri, e in questo caso la compagine italica ha fatto di tutto (volontariamente o no non potremo mai saperlo) per dare direttamente o comunque per far filtrare quelle informazioni che poi all’estero vengono

prese per vere con tutte le conseguenze del caso (blocchi delle frontiere, stop agli italiani in viaggio provenienti dalle zone rosse della Lombardia e del Veneto, borse e petrolio giù, spread su, oro alle stelle). Un primo appunto va rivolto quindi alle Autorità che, non avendo precedenti in tal senso, hanno voluto attrarre l’attenzione mediatica sulla bravura dello Stato ad arginare una sorta di prima peste del III millennio, con riunioni continue alla Protezione Civile, alla Presidenza del Consiglio, al Ministero della Salute, alle Prefetture. E allora ecco che vengono in soccorso della tesi del “ora vi facciamo vedere in 4 e 4 otto come siamo bravi a risolvere tutto” cronisti, mass-media, internet e giornali, seguiti da quelli che poi diventano le vittime principali del perverso meccanismo: i cittadini. E quindi su tutte la trasmissioni in onda durante la giornata, dove non c’è più spazio per notizie che non siano quelle su coronavirus, ospedali, zone rosse, voli pieni di turisti fatti rientrare, Nazioni che non vogliono far sbarcare gli Italiani, o almeno quelli provenienti dalle zone-focolaio. E’ assurdo che venga dedicato per giorni il 95% dei telegiornali a questo unico argomento. Il passaparola sbagliato, quello che mette ansia e agitazione (ma che poi è quello che più diverte), come le barzellette su whatsapp simpatiche ma discutibili per l’onore del Paese, sono solo alcune delle azioni micidiali che stanno spingendo l’Italia ai margini del pianeta. Ridicolizzati dai francesi e respinti dai Paesi di mezzo mondo se a bordo di aerei, navi o treni, gli italiani hanno cominciato a capire cosa vuol dire “giocare” con l’economia. Economia che, si sa, segue gli umori prima ancora dei fatti, vive e si pasce di indiscrezioni e dicerie, da utilizzare poi al momento opportuno della lettura dell’andamento delle borse di mezzo mondo, per

farci perdere commesse e affari importanti. Quello che dobbiamo capire è che fuori dai nostri confini c’è un mondo spietato che non guarda in faccia nessuno. E più sei messo male e in difficoltà, più troverai con facilità quello che la spinta te la dà volentieri per il declino finale, per prendere il tuo posto. E questa politica del “mors tua vita mea” è quasi assurdo ma viene proprio da altri Paesi “fratelli” della UE (la Francia in primis), non dall’Australia o da Marte. Aver prestato il fianco ai profittatori per auto schernirsi, come gli italiani sono soliti fare, in questo caso più che mai è stato un errore, durato pochi giorni, ma che imporrà anni per riportare la situazione al livello exante. L’orgoglio che manifestiamo verso i nostri cervelli in fuga, o verso quello della comunità scientifica rimasta per scelta all’Ospedale Spallanzani di Roma, che in 48 ore isola il “Covid-19” dei due cinesi in vacanza in Italia, assieme al delirio cui siamo abituati quando la nazionale vince con il Brasile o con la Germania, sono aspetti che ahimè mal si conciliano con il vittimismo, l’autoironia sbagliata, l’esterofilia dilagante, il denigrarsi di fronte a Nazioni che non aspettano altro che un nostro passo falso per infilarsi e scippare al Bel Paese fette importanti di mercato, magari a spese delle aziende del turismo, della tecnologia, dell’enogastronomia, della moda e di tanti altri comparti di quell’Italia che comunque, a dispetto di tutto e tutti, ancora va.

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TABLET ANNO 8 NO 81 MARZO 2020 SOMMARIO

8 PRIMO PIANO Matete Martini, una artista eclettica

16 TABLET INCONTRA Andrea Franco, tra scrittura e lettura

18 TABLET BIKE A spasso nel tempo

26 MASI INFORMA Il risveglio della primavera

ROMA

Chi siamo TabletRoma Reg. Trib. di Roma n° 296/2012 del 19/10/2012 WWW.TABLETROMA.IT Editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it Direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it Direttore editoriale Cristina Anichini Progetto grafico tablet ADV Maurizio De Vincentiis Impaginazione e grafica Marco Flore Stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 Pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni ritachiodoni@libero.it Direzione e redazione redazione@tabletroma.it Tablet eventi Massimo Gallus - eventi@tabletroma.it - mob. 334.39.22.475 Comunicazione & Marketing on line Maria Rosa Cappelli - cappelli@tabletroma.it Hanno collaborato a questo numero Cristina Anichini, Mar ta Boraso, Giorgia Conti, Annamaria De Calisti, Daniela De Girolamo, Carlo Dut to, Marina Grappasonni, Alessandra Lino, Federica Lorenzet ti, Giuseppe Menzio, Giulia Migani, Alessandro Polinori, Davide Sagliocco, Luca Carlo Santagà, Emanuela Sirchia, Lorenzo Sigillò, Francesco Valente

34 UN POSTO TRANQUILLO Dopo la separazione. La coppia coniugale

38 SCADENZARIO FISCALE Il mese di marzo

É consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Tablet Edizioni di Cristina Anichini. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi. La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 5 marzo 2020

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Ostia Città dei Mestieri e delle Professioni, Biblioteca Elsa Morante, Asl Sant’Agostino, Ufficio di Collocamento, Scuola Professionale CIOFS Lazio, Scuola Professionale Alberghiero CastelFusano, Scuola di Ostia Scacchi, Ostia Danza, Attività e chioschi del lungomare, Via delle Baleniere, Via Isole di Capoverde, Via Pietro Rosa, Piazza della Rovere, Corso Duca di Genova, Via dei Misenati, Via Capo Soprano, Piazza Gregorio Ronco, Via Paolini - Multisala Cineland Zona industriale Dragona e Dragona Centro Sporrtivo Helios, Via Ortolani, Via Charles Lenor-mant, Todi’s, Via di Dragone, Via Casini, Via Donati - Parrocchia di Centro Giano Eur e Torrino Bar e Ristorante ‘Il Fungo’ - Palombini - Giolitti - Mc Donald - Highlands Institute Attività di Viale Europa - Viale dell’Oceano Atlantico - Viale Oceano Pacifico - Via della Grande Muraglia - Via Mar della Cina - Piazza Cina - Viale Città d’Europa - Via del Pianeta Venere Stardust Village - Via Beata Vergine del Carmelo - Supermercato Elite Via Cristoforo Colombo - Parrocchia Stella Maris


Primo Piano

ph Dimitri Davide

di Marta Boraso

Intervista a Matete Martini, l’eclettica artista che devi assolutamente scoprire È un pomeriggio di dicembre e sono in procinto di varcare la soglia del tempio sacro di Matete Martini: il suo atelier. Una volta entrata mi è impossibile non ammirarlo: l’arredamento è raffinato ed eclettico, alle pareti sono appesi molti dei suoi quadri, mentre ammassati in un angolo si possono vedere pile di libri, vari schizzi e qualche oggetto personale; è un luogo che trasuda arte, non mi sorprenderei se da un momento all’altro i soggetti dei suoi dipinti uscissero dalla tela e si trasformassero in persone reali. Ci sediamo sull’elegante divano bianco che si trova al centro della sala adibita agli incontri con i collaboratori e dove vengono organizzati i vari meetings artistici e, con una tazza di caffè fumante tra le mani, mi addentro nel suo mondo: Iniziamo dal tuo nome d’arte, Matete Martini, che cosa significa? “Il nome Matete, che viene dal francese ma tete, cioè “la mia testa”, è nato con l’apertura del primo blog multi tematico che creai quando avevo circa sedici anni, nel quale volevo racchiudere i vari interessi che avevo maturato nel tempo e parlarne; a questo nome ho poi affiancato Martini, il mio cognome. Durante un periodo di soggiorno a Roma, però, la pronuncia francese è stata soppiantata dal romanissimo matete, all’italiana e tutti lì incominciarono a chiamarmi così, quindi, di conseguenza, è diventato un vero e proprio nome d’arte”

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Che cosa rappresentano le tue opere e quali sono i temi che tratti più spesso? “Fin da piccola ho sempre avuto un interesse particolare per il corpo umano, quello che è il concetto di bello e di estetico. Ho iniziato il mio percorso di passione per la fisicità copiando i nudi, come “nudo di ragazza al sole” di Renoir e “Nudo di schiava” di Tamara de Lempicka, che si trovavano negli art dossier dell’epoca e poi il mio interesse si è successivamente allargato alla concezione di ibrido, di quel limite che rende una cosa maschile o femminile, suscitando in me l’interesse per tutto ciò che non è definito, una sorta di non-definizione della sessualità e dell’identità. Traggo molta ispirazione nel ritrarre persone che incontro nei caffè, soprattutto quelli storici, luoghi nei quali nascono molte delle mie idee: mi piace osservare le persone, poi scelgo un soggetto specifico e attraverso una sorta di street photography elaborata, finisco per ritrarlo: diciamo che da un’indagine caratteriale e morfologica, do poi un’interpretazione grafica alle sensazioni che quella stessa persona mi ha trasmesso. Oltre al tema del corpo, a me caro, ultimamente sto lavorando a un progetto sul tema del cibo, in collaborazione con l’artista Corajo, denominato Fanatic , che in qualche modo si collega sempre, in maniera trasversale, al topic del corpo e della persona, in quanto siamo quello che mangiamo. La natura umana, si estende e aggrega spesso ad altri temi, perché tutto per me prende vita e parte da lì, anche se poi volessi per dire dipingere delle nature morte; per esempio, mi capita spesso di lavorare e sperimentare con la designer e ceramista Iris Roth, figlia dello scultore e artista Roth, la quale mi ha influenzato attraverso la propria arte, rapporto che poi si è trasformato in un’amicizia. Mi è stata molto d’aiuto per scoprire nuove tecniche e forme come la pittura su legno e stucco, collaborando poi assieme per un progetto che si occupava di scenari che si legavano alla deformazione delle forme corporee: l’identità,


foto per il brand AGARW ph Elisa Moro

strettamente personale che coincide con il modo in cui si rivelano il tuo essere e il tuo pensiero. Tornando sempre al discorso di pocanzi, due dei quadri che ho portato alla mostra ritraggono proprio le scarpe di questo performer che possiamo sì definire una natura morta, esendo il mezzo puro che viene utilizzato, ma ha alle spalle sempre il tema del proprio corpo perché indossate per il movimento”.

la manomissione e il trasformare e reinterpretare una cosa e non accettarla per com’è, sono tutte parti integranti della mia poetica.” Matete mi racconta che, nonostante il bisogno di un proprio luogo creativo personale, il suo atelier è nato quasi per caso “Questo posto racchiude una storia particolare, perché a suo tempo è stata la dimora di un amore, poi finito, che ho ristrutturato con le mie risorse e ho adibito a show room all’interno del quale lavoro. È uno spazio vivo, che viene adibito sia per diversi shooting e collab, sia per i vari artisti e clienti interessati al mio operato: ho da poco ospitato anche il progetto del brand AGARW, con il quale ho recentemente fatto uno shooting in cui personifico un soggetto adatto al loro brand che mira all’ unisex”.

Matete ha inoltre collaborato con Sara Ventura, la fondatrice del Cross Fit Navigli, Sara Ventura – Art and Body, attraverso una class action per promuovere lo spazio che la personal trainer ha adibito a luogo nel quale, oltre ad allenarsi, si alternano shooting fotografici ed eventi artistici. Sara stessa dipinge e ha creato questa personale sede di lavoro che viene impiegato allo stesso tempo come spazio espositivo collaborando con vari artisti, caratterizzandolo con il colore arancio, essendo un colore che” esprime come retro impatto tranquillità ma al contempo forza”, spiega su Instagram. Matete, nelle storie che compaiono nel profilo della personal trainer aggiunge che l’arancione le ricorda la stessa Sara, definendolo un colore che è in perfetta sintonia con gli altri e con le varie situazioni. “Entrambe utilizziamo moltissimo questa gradazione, direi che siamo legate attraverso il colore: io ne sento la necessità quando creo, è la sintesi di due tinte calde, giallo e rosso, quasi come inserire un sole infuocato nei miei dipinti.” Instagram è un canale social che aiuta a promuovere tantissimo l’immagine di un artista, aiutandolo nel proprio successo

personale: per l’arte, ti sembra appropriato? “I social, in particolare Instagram, sono una piattaforma che mi permette di far visionare la mia arte a innumerevoli persone, un po’ come fosse un portfolio oppure una sorta di vetrina, che va però usata con criterio e nel modo giusto, non lasciandoci ingannare dall’apparenza e guardando le cose con occhio critico. La sua forza sta proprio nel lavorare con le immagini, cosa che per una pittrice è alquanto appropriato” – ride – “io lo utilizzo, per esempio, per mettermi in contatto con le persone: grazie a Instagram ho conosciuto moltissimi artisti fondamentali per le mie collaborazioni. Permette di avvicinare gli utenti in maniera estremamente facile e questo è prezioso” Se vuoi saperne di più su Matete: www.matetemartini.com

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Tra le tue varie collab, spicca quella con Sotto Sale Projects, piattaforma interdisciplinare che si occupa di promuovere l’arte contemporanea, con la quale hai appena allestito una mostra a Londra “Sotto sale project è un progetto ideato da Maria Valeria Biondo che, oltre a me, vanta la partecipazione di altre due artiste: la spagnola Barbara Alegre e l’artista russa Yulia Iosilzon. Recentemente ne è stata allestita una mostra a Londra per la quale ho portato una serie di opere legate sempre alla tematica del corpo, che ho denominato LSI story, che ritraggono lo spazio individuale. L’ispirazione per queste creazioni viene direttamente dalla night life milanese di Porta Venezia, più precisamente dalle scarpe di un performer che ho incontrato una sera, che ha ispirato questi dipinti. Ballando in modo disinvolto, esprimeva i propri vuoti, la propria dimensione, tutto quello che si può creare tramite una dimensione fisica e personale attraverso l’uso del corpo; dopo quell’occasione ho avuto modo di incontrarlo nuovamente e farlo danzare in mezzo ad una strada, totalmente decontestualizzato dal luogo in cui l’avevo conosciuto per la prima volta: così facendo rilasciava dei movimenti nello spazio che, se si potessero fotografare, formerebbero uno scatto continuo che, in quel momento, segna il tuo confine

Sei la fondatrice di Future Young Talent, sorto in collaborazione con l’Istituto Vendramini di Pordenone: di cosa si tratta? “Future Young Talent è un progetto che ha come target proprio i ragazzi: nasce all’Istituto Vendramini di Pordenone, dove io stessa ho studiato e, si tratta di laboratorio annuale organizzato con studenti di terza media e superiori, con i quali è stato affrontato il tema del figurativo con Sironi (che tra l’altro fa parte della corrente delle mie influenze) e del design. Quest’anno stiamo lavorando al tema dell’architettura utopica della stessa Pordenone, assecondando così i desideri dei ragazzi riguardanti una loro carriera futura. Cerco sempre di dar loro spazio, perché sono dotati di una creatività immensa: lavoro con loro in modo sintentico, fungendo quasi da ombra, suddividendo le lezioni in una parte didattica e in una parte operativa durante la quale terminano il loro operato a casa e successivamente io lo curo affiancata da Marika Vernier e Lucio Fabbro”

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+Design

di Alessandra Lino creativaseriale@gmail.com www.creativaseriale.com 335.64.94.985

La primavera di ikea 2020 è un tram da prendere per le vie di Milano Con la stagione primaverile alle porte, il colosso svedese Ikea rivela un inedito concept per il suo catalogo primaverile. Ricoperto di verde rigoglioso e allestito come una veranda inglese, il tram che ospita l’allestimento della collezione primaverile ikea 2020, è un viaggio tra le vie di Milano. [foto 1] L’Azienda svedese invita tutti a bordo per scoprire le novità primaverili esortandoci ad aprire le porte di casa e del cuore, alla bella stagione. [foto2] Questo nuovo concept è un invito a rinnovare gli spazi del quotidiano, vivere nuove esperienze e a pianificare progetti inediti. Insomma, torna il concetto di abbracciare il cambiamento con entusiasmo e positività. Con la campagna “la primavera inizia da te”, l’azienda propone piccole soluzioni per organizzare in molto alternativo gli spazi che ci circondano. Così, nel nuovo catalogo Ikea primavera 2020, spuntano tante novità per rinfrescare lo stile delle nostre case. Dai tessuti in fantasia, ai vasi da poggiare qua e là, ai portagioie, alle scatole per riporre maglioni e cappelli, alle stampe vegetali, vere protagoniste di questa stagione. [foto 3] A bordo del tram, Lorenzo Meazza, Global Event Manager di Ikea Global, racconta: “Il nostro obiettivo è quello di migliorare la vita domestica per trasmettere il benessere vissuto in casa, anche al di fuori”. Luoghi personalizzati che cambiano insieme a noi sono quindi il contesto migliore dove stare. “La primavera è la stagione dei buoni propositi”, continua Meazza, ma tutto inizia da noi”. A questo proposito, Irene Facci, Disruptive Life & Job Coach, aggiunge: “Non esistono solo momenti di svolta epocale, come ad esempio l’inizio di una convivenza o l’arrivo di un figlio. Perciò l’intervallo di

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tempo che intercorre tra questi eventi più significativi non può essere vuoto”. Così, anche i momenti di passaggio diventano l’occasione giusta per i piccoli cambiamenti. “Ad esempio, rinnovare i cuscini in salotto è un’ottima mossa per tornare ad apprezzare un libro o un film sul divano”, continua l’esperta, “oppure comprare un bel servizio di piatti diventa il pretesto tanto atteso per invitare amici e parenti. Il primo passo è aprirsi al nuovo”. [foto 4] Così, le temutissime pulizie di primavera diventano un’occasione per fare un po’ di spazio ed abbracciare piccole novità che portino, nelle nostre case, un po’ di ritrovata freschezza. Oltre al tram total green, tanti gli eventi organizzati da Ikea per promuovere il catalogo primaverile. Dal 12 Febbraio, il negozio Ikea di Milano Carugate, sarà allestito con una speciale installazione che presenterà tutte le novità della stagione. Mentre dal 29 Febbraio, a Roma e a Milano, verranno realizzati nei weekend otto workshop durante i quali, gli influencer più seguiti del momento nell’ambito dell’interior design e del beauty, daranno consigli su come organizzare piccoli spazi, allestire la tavola e rinnovare gli ambienti con tessuti e bouquet fioriti. La registrazione è gratuita iscrivendosi sulla piattaforma di booking online di ikea.it … non vi resta che provare!

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Tablet musica di Francesco Valente

Lʼarrangiamento Lo Strumento Chiave Dopo aver fatto le valutazioni su tonalità e velocità metronometrica del brano che ci è stato commissionato cominciamo a mettere mano allʼarrangiamento vero e proprio. Anche in questo caso parto da vari voli pindarici, tutti affidati allʼimmaginazione, cercando di scovare ciò che è suggerito dalla scrittura o facendomi spiazzare da ciò che non avrei pensato. Nel primo caso è una questione di ascolto e riascolto, prendo la chitarra e me la suono e me la canto cercando di avvertire in prima persona il fascino che possa emanare sia la canzone che io ipotetico cantante, immaginandomi a cantarla davanti ad una folla oceanica. Ok fico… mi piace, qui si potrebbe fare cosi, il ritornello lo faccio volare colà… insomma unʼimbarazzante scenetta che mi vede convinto di stare a san Siro…e invece sono nel mio studio… e punto… non aggiungo altro. Se trovo una linea da seguire comincio a registrare quello che io considero lo strumento chiave di quel brano.. che può essere in genere o chitarra o pianoforte. A me piacciono le cose sintetiche, quindi cerco di esserlo il più possibile, o perlomeno voglio che chi

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ascolta percepisca in maniera netta quattro cose e il resto, che possono essere anche tante tracce, lo uso per rafforzare quelle quattro cose, che ovviamente avranno dei ruoli fondamentali. Non è una cosa che faccio col metodo attacca e suona, ci penso e ci ripenso, e spesso faccio fare al pianoforte la linea melodica della voce per cercare di evitare errori nel portamento dello strumento chiave, errori sia ritmici che soprattutto armonici. In questo mi faccio aiutare dal protocollo midi (parolone per dire che lo registro midi), con cui ho la possibilità di ascoltare le note, ma

anche di vederle, che poi in fondo è quello che fanno i compositori classici, ma non solo, scrivendo le note sul pentagramma. Ma cosi è più pratico, perlomeno per me. Se il brano regge voce e strumento chiave, mi ritengo soddisfatto e vado avanti. Parlerò più in là dellʼimportanza praticamente totale dei suoni che

scelgo, il suono mi suggerisce note, e appaga il fatto estetico, quindi non solo il giusto arrangiamento, ma con che suono. Se volete fare una prova di quello che intendo, scaricate da internet il midifile di un brano che vi piace, fatelo suonare applicando qualunque pianoforte alla traccia di pianoforte, basso, chitarra, batteria etc. etc. Mandate in play, sentirete tutto sommato il brano, poi riascoltate lʼoriginale…eeee di cosa stiamo parlando, tutta unʼaltra storia. Un po come dei jeans di marca sconosciuta e quelli del vostro stilista preferito, uno sembra più bello, vabbè... penso di essermi spiegato. Questo comporta che la chitarra la registro con il microfono, quindi cuffie e tutti gli strumenti necessari ad unʼottima realizzazione, anche di questo parleremo in un prossimo articolo. Facciamo finta che lo strumento chiave funzioni e che io lo abbia registrato bene, la voce sembra più bella e il pezzo non annoia mai, il prossimo step…si mette mano alla batteria, la ritmica in generale, e anche qui i suoni.. ahhhhhhh sono una vera battaglia, moderni vintage , boh! un casino, un dilemma, un dramma, piano piano e ascoltando e riascoltando anche ciò che sta succedendo nel mondo da questo punto di vista. Tutto questo grazie allʼutilizzo del computer e il software che sto usando in questo momento, Studio one della Presonus, che invito a provare. Alla prossima, con la batteria.



Tablet Sociale a cura di Giuseppe Menzio

Venerdì 20 si terrà la conferenza di Donato Di Stasi (in origine prevista per il 7 Febbraio), dal titolo intrigante “Sogneremo pecore elettriche?”, un’analisi critica sull’invadenza crescente della nella nostra e nella società. Atecnologia Marzo nellavita nostra Venerdì 27 Alfredo Bacchelli illustrerà gli inizi della civiltà greca e poi la sua diffusione e lo programmazione sviluppo parallelo in aree diverse di una cultura ritorna il teatro contutti ungli aspetti di sorprendente che abbraccerà quella che oggi chiamiamo “cultura occidentale”: classico: “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov. filosofia, arte, scienze. Il mese di Marzo si concluderà con un altro all’Auditorium Un soggetto originale quello che sarà A Marzo nella nostra programmazione ritorna il teatro con un classico: “Il concerto di S.Cecilia, quando giardino dei ciliegi” di Anton Cechov. dopo la notissima ma da Florida Girolami nella sua Un soggetto originale quello che sarà sviluppato da Florida Girolami nella sua sviluppato sempre trascinante conferenza di venerdì 6, “Simmetrie”, in natura, nelle arti e delle scienze, con conferenza di venerdì 6, “Simmetrie”, in natura, nelle arti Dal e delle “Sinfonia Nuovoscienze, con particolare particolare attenzione alle relazioni tra bellezza e simmetria. Mondo” di A.Dvorak, verrà Poi si partealle per larelazioni Sicilia (dall’8 all’11 Marzo), con un a Palermo, attenzione tra bellezza e viaggio simmetria. Monreale, Erice e Segesta, che ci permetterà di rivedere le splendide eseguita la meno nota ma assai interessante testimonianze greche, bizantine, arabe, normanne, medioevali, barocche. Raffaello, di cui ricorre il 500° anniversario della morte, avrà un posto di “Missa Glagolitica” di Leos Janacek, per soli, e Poi sinelparte per laprima Sicilia (dall’8 all’11 Marzo), con un viaggio a coro Palermo, Monreale, Erice e rilievo nostro calendario, venerdì 13 con una conferenza di Valentina Di Lonardo, e poi Lunedì 16 con la visita alla grande mostra allestita alle Scuderie orchestra.

Segesta, cheaccompagnati ci permetterà di rivedere le splendide testimonianze greche, bizantine, arabe, del Quirinale, da Caterina Mascolo. normanne, medioevali, barocche. MARZO

Raffaello, di cui ri 500° anniversario morte, avrà un p rilievo nel calendario, prima 13 con una confer Valentina Di Lon poi Lunedì 16 con alla grande mostra alle Scuderie del Qu accompagnati da C

Gio 05 Il giardino dei ciliegi di Cechov Ven 06 “Simmetrie”, conferenza 8-11

Viaggio a Palermo e dintorni

Ven 13 Raffaello, 500 anni dopo Lun 16 Mostra su Raffaello alle Scuderie

Ven 20 “Sogneremo pecore elettriche ?” Ven 27 La Grecia antica, conferenza Sab 28 Concerto Dvorak - Janacek

Mascolo.

Venerdì 20 si terrà la conferenza di Donato Di Stasi (in Ven 03 L’artrosi; cause, prevenzione, cure origine prevista per il 7 Febbraio), dalLetitolo “Sogneremo pecore elettriche?”, un’analisi critica sull’invadenza immaginiintrigante in questa pagina: 1. “Il giardino dei ciliegi” di A.Cechov crescente della tecnologia nella nostra vita e nella società. 2. Simmetrie (in natura) APRILE

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3. Mosaico dalla Cappella Palatina, Palermo 4. Raffaello. Ritratto di Maddalena Strozzi

Venerdì 27 Alfredo Bacchelli illustrerà gli inizi della civiltà greca e poi la sua Per informazioni ed aggiornamenti : G.Menzio, 347.3738360; diffusione giuseppe.menzio@fastwebnet.it. e lo sviluppo parallelo in Le immagini in questa pagina : 14 aree diverse di una cultura 1. “Il giardino dei ciliegi” di A.Cechov sorprendente che abbraccerà tutti



Tablet incontra di Cristina Anichini

Andrea Franco

tra scrittura e lettura Un veloce caffè al bar e con Andrea Franco è subito intesa. Andrea è uno scrittore, romano, che ama i gialli, i fantasy e soprattutto leggere. Lo fa per mestiere, che meraviglia! Leggere e scrivere, per sé e per gli altri. Oltre a scrivere i suoi romanzi, di cui parleremo in questa intervista, Andrea ha una ‘agenzia’ editoriale che supporta professionalmente scrittori ed editori fornendo servizi di editing, di traduzione, di affiancamento alla scrittura, di assistenza per la partecipazione a concorsi e altro ancora. Per cui se siete aspiranti scrittori, o editori, la Franco Servizi Editoriali fa al caso vostro. Andrea, vorrei partire con te da quello che ho trovato scritto sul tuo sito: ‘Scrivere non è mai stato semplice. Anni di studio, gavetta, preparazione. E c’è sempre margine per migliorare’. Cosa significa per te scrivere? Un talento, una vocazione, o disciplina e perseveranza? Ciao, e grazie per avermi invitato. Scrivere è tutte queste cose insieme, perché se da un lato devi avere qualcosa di tuo che nessuno ti può insegnare, dall’altro la narrativa deve essere supportata da tanto impegno, perché la tecnica è fondamentale per dare la giusta forma alle idee. Poi, è chiaro, ci vuole tanta passione, quella non può mancare. Però, lo dico sempre, SCRIVERE è un lavoro, e come tale deve essere affrontato con professionalità. Chi ti dice che è solo una passione, non si sta approcciando alla scrittura in modo serio. E parliamo di hobby. Come nasce la tua professione, di scrittore e di editor? Ho preteso di imparare a leggere a cinque anni, all’asilo. Da allora ho sempre saputo che le parole scritte avrebbero fatto parte della mia vita. Sono arrivato alla prima pubblicazione nel 2005. Ero ancora acerbo, ma avevo capito che dovevo seguire un percorso di crescita. Così mi sono dato degli obiettivi: fare sempre un passo in avanti, ma senza fretta. Perché i passi errati fanno male e la fretta è

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cattiva consigliera, anche in questo campo. Ho capito che potevo togliermi qualche soddisfazione nel 2009 quando ho pubblicato il primo lavoro (un breve articolo) in appendice ai Gialli Mondadori. E non c’è giorno in cui io non studi, non cerchi di migliorare la tecnica, lo stile. E di alzare l’asticella. Non sono mai contento. In questi anni, avvicinandomi a esperti del settore, non solo ho potuto migliorare la mia conoscenza tecnica e del mondo dell’editoria, ma ho capito che potevo lavorare anche come editor, sui testi degli altri. E così oggi porto avanti le due attività insieme. Hai pubblicato diversi romanzi e hai ricevuto dei riconoscimenti. I due romanzi di maggior successo sono stati pubblicati dalla Oscar Mondadori: Il peccato e L’inganno. Li sto leggendo, e sono molto affascinata dal tuo personaggio, monsignor Verzi, uomo acuto molto sensibile agli odori. Due storie che si snodano negli ambienti della curia nella Roma papalina, negli anni che precedono la Repubblica Romana. C’è un motivo per cui hai scelto questo periodo storico particolare? Amo la storia, i personaggi, l’arte. Quindi ogni occasione è buona per immergermi in un luogo o in un periodo particolare. La scelta del 1846 è dovuta al caso. Avevo letto un saggio molto bello sulla Seconda Repubblica Romana (Storia avventurosa della repubblica romana, di Tomassini) e ne ero rimasto affascinato. Così, creando Verzi, ho solo retrodatato un pochino, per far coincidere l’inizio del primo romanzo con l’elezione di Pio IX. È uscito da poco il tuo ultimo lavoro, Nella bolla, acquistabile on line, sia in formato ebook che cartaceo. Che storia racconta? Nella Bolla è il primo romanzo che pubblicai. È diverso da tutta la mia produzione, un romanzo fuori dagli schemi della narrativa di genere, che parla di generazioni, di giovani, di dolori, delle difficoltà della terza età, di essere sconosciuti, ma in qualche modo vicini. Un romanzo colmo di emozioni, oserei dire. Sono felice di poterlo riproporre a distanza di molti anni. Io vedo e sento molta gente che scrive, che vuole pubblicare un libro, e molti di loro riescono a farsi pubblicare. Dai sondaggi invece rimaniamo sempre uno dei paesi, almeno in Europa, che legge di meno. Secondo te è vero che scriviamo tanto e leggiamo poco? Vorrei rispondere con una nota polemica, ma ho poche righe ancora, quindi sarò diretto: sì, in Italia non leggiamo molto. E, ancora peggio, leggiamo poco la narrativa italiana. Dovremo impegnarci tutti per cambiare questa tendenza. Siamo pieni di grandi autori. Scopriamoli e valorizziamoli! Grazie Andrea, invitiamo i nostri lettori a leggere i tuoi romanzi e tutta la narrativa italiana di qualità.

Andrea Franco, ha pubblicato numerosi romanzi e racconti. Nel 2013 vince il Premio Tedeschi con il romanzo “L’odore del peccato”. Il seguito, “L’odore dell’inganno” è uscito nel 2016. Pubblica anche per Segretissimo Mondadori. La serie “El Asesino” è composta da quattro romanzi. Nel 2017 i suoi gialli storici sono stati pubblicati nuovamente nella collana Oscar Gialli Mondadori (“Il peccato e l’inganno”) e anche in versione audiolibro, per Audible. Per il teatro ha scritto: “Avrei voluto essere”, “Lui torna sempre”, “A come anvedi Giulia”, “Il destino della sedia” e “Se lo sapesse Freud”.


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Tablet Bike di Luca Santagà - fb avventure in bici

A spasso nel tempo

A chi non è capitato, almeno una volta nella vita, di visitare un borgo medievale o un’ antica città?, il bel Paese sembra averne una scorta inesauribile, un vastissimo patrimonio del quale spesso non riusciamo a comprendere le proporzioni e che tutto il mondo ci invidia. Le nostre città d’ arte, e soprattutto i paesini medievali, credo che sia praticamente impossibile conoscerli e visitarli tutti. Certo è che sempre più persone siano alla ricerca di quelli più belli e nascosti. Quello che succede di rado però, è che si raggiungano questi luoghi in mountain bike. Certo, con l’auto è sicuramente più comodo, ma percorrere le vie e le piazze di una di queste città o un borgo con la bici aggiunge alla nostra gita un sapore speciale; soprattutto se scegliamo di arrivarvi evitando il più possibile strade asfaltate e piene di traffico. Si potrebbe fare una proporzione, pensando ai viaggi del passato, quelli lunghi, quando si diceva: con l’aereo arrivi prima, ma con l’auto ti godi il panorama. D’accordo, il mondo è

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cambiato, in un certo senso è diventato molto piccolo ma soprattutto è differente il nostro modo di viaggiare, perché nella maggior parte dei casi, il tempo è diventato il nostro padrone. Riflettiamoci: il benessere odierno ci consente di spostarci in modo rapido ed economico, ma paradossalmente abbiamo sempre meno tempo. Recentemente si sta riscoprendo il piacere dei viaggi, o anche delle gite, se volete, vissuti in maniera più lenta, come un tempo. In che modo? A piedi, ad esempio, in barca a vela, a cavallo, e perché no, anche in bici. Anzi, questa è proprio una buona occasione per tornare a percepire la bicicletta come un mezzo di locomozione, come lo era una volta. E decisamente ad impatto ambientale pari a zero. Poco importa se percorriamo una parte della distanza in auto, o ancora meglio in treno, quello che conta è che a pochi (o molti,dipende da quanta voglia abbiamo di faticare) chilometri dal luogo che intendiamo visitare, scarichiamo la nostra bici, e zaino in spalla, cominciamo a pedalare. Immediatamente, il nostro viaggio si tuffa in un’


altra dimensione, il tempo assume un’ importanza relativa e i ritmi sono scanditi dal piacere di muoversi e dal farlo in compagnia; la nostra attenzione è assorbita dal percorso e dalla natura che ci circonda. Il piacere che ci regala il nostro viaggio, comincia molto prima: pianificare uno spostamento in bici non è sempre semplice ma è divertente. Spesso i viaggi indimenticabili nascono attorno ad un tavolo, una birra davanti, pochi amici autentici ed un Paese intero in cui scorrazzare. Perché una mountain bike? Semplicemente perché è un mezzo adatto a tutti i tipi di percorso. Attraversare un bosco incontaminato, guadare un torrente, pedalare lungo una strada sterrata in aperta campagna, sono emozioni impagabili ma necessitano di un mezzo robusto e confortevole, che ci consenta di arrivare nel nostro paesino ancora con sembianze umane. Senza spingermi troppo oltre, posso suggerirvi alcune zone attorno alla Capitale che sono godibilissime da visitare in bici, anche per una gita domenicale. Se cercate un posto dove la natura, la bellezza e la storia la fanno da padrone, l’ alto Lazio è per voi. La Tuscia, ad esempio, è un territorio ricco di meraviglie e costellato da una miriade di borghi semisconosciuti e magnifici. Si può raggiungere facilmente con il treno, scendendo alla stazione di Capranica e spostandosi lungo la traccia della ferrovia abbandonata che un tempo collegava Orte a Civitavecchia. Lungo questo itinerario si trovano, deviando di appena qualche chilometro paesini come Barbarano, Civitella Cesi, Blera. Verrete traghettati immediatamente in un mondo dimenticato, senza frenesia; sarete accolti dall’ odore di legna bruciata, e dai profumi di soffritto del pranzo

domenicale. Ma soprattutto dal silenzio e dalla pace. Appena fuori dai centri abitati, la costante presenza etrusca e la natura lussureggiante ci accompagnano con garbo verso le dolci colline della Maremma ed il mare. Ed è solo una gita; pensate a come potrebbe essere una vera e propria escursione. Quella che mi accingo a raccontare è decisamente un’altra storia. O meglio è una storia dentro l’altra: siamo nella Maremma Laziale precisamente a Vulci in provincia di Viterbo, ed il nostro arrivo avviene di pomeriggio, dopo aver percorso più di centotrenta chilometri in mountain bike. Il nostro gruppo,quattordici persone,è partito il giorno precedente da Fabro, in Umbria. Lì, infatti, inizia il mitico “Sentiero dei Briganti,” una delle esperienze più belle e gratificanti che si possano vivere in mountain bike. I quasi centocinquanta chilometri dell’ intero Sentiero sono divisi in due giorni. Si pedala tanto. Le salite sono impegnative e lo zaino che ci portiamo in spalla deve contenere il necessario per due giorni interi. Alla fine della prima giornata, il nostro arrivo in un agriturismo di Latera ci vede piuttosto provati; abbiamo la forza appena sufficiente per sederci a tavola e divorare tutto ciò che ci portano… dopo non mi ricordo nulla. La mattina seguente ci svegliamo di buon ora, guardiamo fuori dalla finestra e piove. Indossiamo l’abbigliamento adatto e ripartiamo alla volta del mare. Attraversiamo un territorio senza evidente presenza umana sotto il cielo plumbeo, fortunatamente ha smesso di piovere, ma le gambe risentono ancora delle fatiche del giorno precedente. Ed è proprio in situazioni come questa che trovo il nostro sport eccezionale. Quando meno te lo aspetti succede qualcosa di unico: entriamo nella Selva del Lamone… proprio la Selva citata da Dante nella Divina Commedia, che attraversiamo con timore reverenziale in una nebbiolina che sale dal terreno umido e che ammanta di una coltre spettrale tutta la foresta. In tanti anni di attività e centinaia di escursioni non riesco a trovare un posto comparabile a questo. Non è solo bello da sembrare incredibile. E’ magico, entrare qui è come essere catapultati in una fiaba. Guadiamo poi con qualche difficoltà il fiume Olpeta, ingrossato dalle piogge cadute durante la notte e percorriamo con la bici in spalla i canyons scavati dagli etruschi migliaia di anni fa. Proprio alla fine di una lunga e facile strada sterrata si stagliano le mura dell’antica città di Vulci. Non mi dilungo nella descrizione storica, che si può trovare ovunque, quello che vorrei trasmettere invece è l’emozione che si prova a scendere dalla bici, togliersi finalmente lo zaino e percorrere a piedi il

maestoso Ponte del Diavolo; è sufficiente guardarsi intorno per essere colpiti in pieno dal fascino di questo luogo. Da una parte il castello medievale dell’ Abbadia, mentre venti metri sotto i nostri piedi scorre tumultuoso il fiume Fiora. Tutto intorno a noi colline a perdita d’occhio, un paesaggio da cartolina. Purtroppo abbiamo una tabella di marcia da rispettare e a malincuore dobbiamo rimetterci in sella. La nostra sosta a Vulci è durata non più di alcuni minuti, ma è stata significativa; ricordo con un sorriso l’espressione di qualche sparuto turista che ci guardava con evidente curiosità...effettivamente eravamo stanchi e decisamente infangati, per loro forse una nota stonata in quello splendido scenario. I pochi chilometri che ci separano da Montalto di Castro, dove prenderemo il treno che ci riporterà a Roma, scorrono veloci. Il sole si affaccia timidamente tra le nubi e ci avvolge caldo, la sensazione di felicità si confonde con la stanchezza, gli occhi ancora pieni delle meraviglie viste in questi due giorni, e sul treno, mentre ci si può finalmente rilassare, il desiderio di appisolarsi è forte. Il nostro passaggio a Vulci ovviamente è solo un esempio di come si possa fare un tipo di turismo “alternativo” in completa armonia con la natura e con le bellezze storiche del nostro Paese ma non è l’unica cittadina che abbiamo attraversato e ammirato in questa escursione,ce ne sono state tante altre, ma questa, come vi dicevo, è un’ altra storia...

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Tablet Natura

Alessandro Polinori - Vice Presidente Lipu - BirdLife Italia - Responsabile Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia

Ph. Costante Cavallaro

Svasso piccolo foto di Sharon Vanadia

Foto di Franco Baccelli

Volontari per Natura

Entra anche tu nella grande squadra dei volontari Lipu! Da quando, nel dicembre del 1983, ad appena 9 anni, entrai a far parte della grande famiglia Lipu, ho incrociato, in un cammino lungo decenni, centinaia e centinaia di volontari Lipu, ad Ostia, Roma e nel resto d’Italia. La Lipu, sorta nel 1965, è nata, vive e sopravvive soprattutto grazie al grande impegno dei suoi volontari, persone di tutte le età, pronte a dedicare il proprio tempo libero alle tante attività portate avanti a livello locale, nazionale ed internazionale, unite da una visione d’insieme che vuole costruire un mondo migliore, per la natura, gli animali e naturalmente per gli esseri umani. E’ difficile riassumere in poche righe l’universo di attività che ogni giorno i volontari Lipu rendono vivo. Il nostro è un mondo ricco e colorato, dove non contano i titoli di studio, lo status sociale, e dove si “impara facendo”: seguendo un volontario più esperto durante una visita guidata in un’Oasi Lipu, svegliandosi presto per prendere parte ad attività di antibracconaggio, sporcandosi le mani con un recinto da riparare, un sentiero da riaprire, un nido artificiale da collocare su un albero, curando gli

Foto di Ester Mantero

Maricia per il Clima

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Giovani Upupe

animali in difficoltà che, a migliaia, giungono nei nostri Centri recupero fauna selvatica o ancora partecipando ad un banchetto della campagna natalizia o ad una delle tante iniziative di sensibilizzazione rivolte alla popolazione e agli studenti. Attività che regalano soddisfazioni immense, ma che, al tempo stesso, richiedono grande serietà nel suo svolgimento, avendo a che fare con animali, bambini, cittadini. A livello locale, il Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia rappresenta un bell’esempio di struttura Lipu, nata

grazie ad una battaglia condotta dalla sezione Lipu di Ostia e gestita completamente da volontari, dai più piccoli, le giovani Upupe, che mettono a disposizione tutto il loro entusiasmo ed hanno la possibilità di crescere in un ambiente sano e stimolante, sino alle persone più grandi, alcune con i capelli bianchi (quando ci sono!) e con un’incredibile voglia di trasmettere la loro preziosa esperienza, grandi e piccoli coinvolti in un’unica, importante missione e pronti a collaborare all’interno di quella bella comunità rappresentata dalla grande famiglia Lipu. Ma cosa occorre fare per diventare volontario del Centro Habitat Mediterraneo Lipu e della sezione Lipu di Ostia? Prima di tutto occorre amare gli animali e la natura, avere voglia di fare e disponibilità a lavorare in gruppo, mentre, per quanto concerne il tempo a disposizione, basta avere qualche ora a settimana o addirittura al mese. Verificato tutto ciò, occorre inviare un’email a chm.ostia@lipu.it, manifestando la propria intenzione di fare volontariato nella Lipu. Da parte nostra, il primo passo sarà quello di coinvolgere l’aspirante volontario in alcuni incontri di formazione, fondamentali per avere una visione d’insieme dell’associazione e delle diverse attività, a cui seguirà una fase di affiancamento a volontari più esperti, per poi arrivare alla partecipazione ad attività sempre più importanti. In un’Italia in grande difficoltà in settori importanti per il futuro del Paese, è dai volontari che sta partendo una grande voglia di riscossa e rilancio. E la Lipu fa parte di tutto ciò. Dalle oasi ai centri recupero per la fauna in difficoltà, dalla difesa dei siti di Natura 2000 alla protezione delle specie, dalle attività di vigilanza e antibracconaggio all’ecologia urbana e alle politiche ambientali, fino al prezioso lavoro educativo e comunicativo, che serve a far conoscere e comprendere le cose alla gente, a renderla consapevole e a coinvolgerla, sono ben oltre 320.000 le ore dedicate ogni anno dai soci Lipu a preziose attività di volontariato. Qualsiasi cosa sappiate fare, non esitate a contattarci: potrete partecipare a queste importanti attività e dare un contributo decisivo al nostro progetto di un futuro ecologico, sostenibile e naturale! Per info: alessandro.polinori@lipu.it


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Maratona di Roma 2020 in forse per il Coronavirus Il Coronavirus ha stravolto in pochi giorni le abitudini degli Italiani e anche lo sport ha subito un duro contraccolpo. Al momento di scrivere non sappiamo se l’epidemia fermerà la corsa più amata d’Italia, quella Maratona di Roma obiettivo di tanti podisti di tutto il Mondo, in programma il 29 marzo 2020. Sui social sono in tanti a cercare informazioni, soprattutto per le prenotazioni di voli, treni e alberghi e bisogna ammettere che oggi, alla fine di febbraio, l’organizzazione si sta comportando splendidamente nel continuare a cercare di garantire lo splendido evento che Roma merita. Ci auguriamo comunque che, anche in caso di rinvio o annullamento, venga tutto gestito per il meglio. Ma naturalmente l’evolversi di una situazione seria quanto imprevedibile dovuta all’epidemia mondiale

di Coronavirus Covid-19 merita delle considerazioni che solo gli esperti possono valutare. Sulla base di queste il Comune di Roma e lo Stato Italiano dovranno decidere con la massima responsabilità che un evento di caratura mondiale e dalle migliaia di partecipazioni internazionali comporta. In chiusura di giornale non sappiamo se si è corsa un’altra splendida e partecipata competizione, la Roma-Ostia che domenica 8 marzo dovrebbe colorare le strade dell’Eur e la via Cristoforo Colombo.

Decisione delicata anche qui, l’augurio è che se esistono dei ragionevoli dubbi che queste due competizioni siano potenzialmente pericolose, le stesse debbano essere annullate, ma naturalmente la speranza è che la decisione di correre sia quella che verrà presa e che il divertimento sia assicurato! La magia della Maratona di Roma è irripetibile nel mondo, correre tra la Storia è il sogno di tutti i corridori. Coronavirus Stay lontano da Tablet Stay Run



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Il risveglio della primavera Arriva la primavera e, molto probabilmente, ci sentiremo strane. Il messaggio che desidero lasciarti è che non stai impazzendo ma stai solo cambiando stagione. Nonostante la tecnologia e i media a volte ci distraggano, noi siamo creature naturali perfettamente inserite in un circolo naturale. Siamo esseri umani esposti alle temperature, agli attriti ma, soprattutto, alle influenze della natura nel senso più ampio possibile: siamo fatte di carne, ossa, umori e ormoni e, col cambio di stagione, cambiamo anche noi, che ci piaccia o no. Sta a noi sfruttare al meglio quei cambiamenti che ci portano più benessere e curare quelli che ci destabilizzano un po’ di più. Il passaggio dall’inverno alla primavera ha una serie di caratteristiche: • • • • • • • • • • • • • •

Sbalzi d’umore Picco di energia Perdita di capelli Sensazioni di ansia Stanchezza Buon umore Pelle più luminosa Maggior benessere psicofisico Accelerazione del metabolismo Allergia Stanchezza Mal di gola Nervosismo Insonnia

Come vedi non le ho divise in aspetti positivi e aspetti negativi perché quando il nostro organismo è immerso nella naturalezza dei cicli, non esiste il

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positivo o il negativo ma solo il ritmo. Coscienti di questo, però, per non sentirci sballottate da una sensazione all’altra, conviene riassestare l’organismo. Questo avviene nei modi che tutti conosciamo: • prenderci del tempo per noi, meditando o rilassandoci. • Integrare l’alimentazione con frutta e verdure di stagione • Trattare il corpo per aiutarlo a depositare le scorie della stagione passata e nutrire le nuove cellule. Meditazione: Nella nostra fase di consapevolezza, ora che sappiamo che non siamo preda di sbalzi incoerenti ma di cicli naturali, accettiamo il cambiamento e sfruttiamolo a nostro vantaggio. Se, per esempio, l’insonnia è un problema, utilizziamo il tempo (non durerà a lungo) per leggere un tuo libro o meditare. Se l’ansia ci soffoca, stiamo ad ascoltarla e capiamo cosa vuol dire, quanto è fondata o immaginata, questa è una grandissima occasione per conoscerci e superare i nostri limiti. Se ci sentiamo stanche, fermiamoci: è il corpo che ce lo chiede. E così di seguito. Alimentazione: Per quanto riguarda la frutta e le verdure di stagione, l’elenco è presto fatto. Frutta: mele, pere, kiwi, cachi, arance, mandarini, clementine, mandaranci e mapo, pompelmi e limoni. Verdura: broccoli, cavolfiori, cavolo cappuccio, cavolo,

verza, cavolini di Bruxelles, coste, verze, cicoria, cardo, radicchio, invidia, scarola, lattuga invernale, agretti, carciofi, sedano, carote, spinaci, rapa, topinambur, patate, zucca, aglio, cipolla, scalogno. Pesce: alici, spigola, dentice, ricciola, rombo, sarago e scorfano, nasello, sgombro, sogliola, acciughe, cernia, triglie, rana pescatrice, razza, gamberetti, scampi, granchio, saraghi, seppie, pesce di San Pietro, mazzancolle, calamaretti, seppie, vongole veraci, cefali, cernia, ombrina e tonno rosso. Anche gli alimenti seguono il ritmo delle stagioni, per questo è bene porre attenzione al loro metodo di coltivazione, e mangiarli appena acquistati possibilmente a km0 in modo da trarne tutto il loro valore energetico. Cura del corpo: Ci sono due cose che vanno sempre bene e che hanno sempre una valenza differente nel corso delle stagioni: il massaggio e lo scrub. Un massaggio drenante ed energizzante , per esempio, che svegli il corpo dal letargo fisiologico, potrebbe dare una sferzata all’organismo e riassestestare velocemente gli aspetti meno gradevoli del cambio stagione. Lo scrub aiuterà la pelle a velocizzare il rinnovamento, aumentare la capillarizzazione e godere molto prima e con il massimo del risultato del nuovo sole e delle vitamine che genera, dei nuovi profumi e dell’atmosfera primaverile. E allora gioiamo dell’arrivo della primavera, non stupiamoci delle nuove emozioni che proviamo e dei fastidi fisici: stiamo cambiando stagione anche noi e abbiamo tutti gli strumenti per renderla una stagione bellissima.



La Primavera è la stagione in cui il ritmo della vita lentamente si intensifica aumentando di vitalità insieme all’aumentare della luce del giorno. Con le prime belle giornate torna la voglia di passeggiare e stare all’aria aperta e respirare a pieni polmoni! Pancia in dentro e petto in fuori; Tutti noi abbiamo sentito questa frase almeno una volta. Nella nostra cultura pare proprio che la pancia debba sparire anche per chi non ha problemi di sovrappeso, spesso nelle foto la si tira in dietro trattenendo il respiro, è successo anche a voi? Insomma, avere una pancia che si vede sembra quasi essere una colpa. Ci siamo talmente tanto abituati a questo tipo di postura, che anche la capacità di respirare in modo calmo e profondo si è persa, abbiamo imparato a trattenere insieme al respiro anche le emozioni. Il primo insegnamento che ci viene dalle discipline psicocorporee come il Qi Gong ed il Taiji Quan è quello di rilassare il corpo, se il corpo si rilassa, si rilassa anche la mente ed il respiro si allunga donandoci in uno stato di benessere. In uno stato di quiete sarà possibile avere un buon respiro, ricordiamo che il respiro è il primo atto di nutrimento che si compie una volta venuti al mondo, ci si nutrirà poi di cibo e delle relazioni. Questi sono i tre tipi di nutrimento necessari all’essere umano per vivere e svilupparsi fisicamente, psichicamente ed energeticamente. Il diaframma è il muscolo primario della respirazione, questo divide la cavità addominale da quella toracica, con la respirazione questo muscolo si abbassa permettendo di riempire bene i polmoni, si massaggiano in questo modo gli organi interni. I vantaggi di una respirazione diaframmatica sono davvero numerosi attraverso il controllo del respiro si possono abbassare i livelli di stress, i suoi benefici sono numerosi anche a livello antalgico, esercita un’azione posturale e relazionale importante. Quindi una buona respirazione permette di muovere la pancia lasciandola libera di manifestarsi, di esprimersi, in qualche modo il respiro ci dà la possibilità di prendere posto nel mondo, di espanderci. Dalla metà di febbraio le giornate iniziano a cambiare, lentamente si allungano. Osservando gli alberi possiamo notare i primi boccioli del mandorlo e qualche nuova fogliolina di un verde brillante. Anticamente veniva data molta importanza al passaggio stagionale, la primavera in particolare è sempre stato il momento per depurare il fegato, questo passaggio di stagione tra un periodo freddo e uno caldo può essere anche un periodo nel quale ci sentiamo stanchi ed apatici. Mentre per alcuni è un periodo nel quale ci si sente pieni di voglia di fare. La medicina cinese vanta 5000 anni di esperienza, questa ha sempre unito l’uomo al cosmo in maniera indissolubile, ogni cambiamento climatico e stagionale avrà un effetto diretto sulla mente e sul corpo. Per la medicina cinese in questa stagione di risveglio si attiva il fegato e ed il suo viscere la vescica biliare, che sono collegati al colore verde come quello delle nuove gemme, questi organi sono collegati all’emozione della rabbia e tutte le sue sfumature come la frustrazione o il livore. Per la medicina cinese quando un’emozione non fluisce o viene trattenuta provoca un squilibrio energetico che si esprime attraverso dei sintomi, come ad esempio le contratture muscolari o altro… Esistono degli esercizi appositi per aiutarci ad affrontare il passaggio stagionale, questi abbinano il movimento del corpo a particolari respirazioni energizzanti e purificanti donandoci uno stato di calma e di rilassamento. Queste discipline non sostituiscono la professione medica, in quanto diagnosi e cura sono rimandate unicamente al medico.


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Un Posto Tranquillo Dott.ssa Giulia Migani

Psicologa / Psicoterapeuta Analista transazionale socio-cognitiva Mediatore Feuerstein PAS Basic e Standard I livello Associazione Hikikomori Italia Onlus Area psicologica Referente Roma Sud EMAIL: giuliamigani@yahoo.it Cellulare: 338 3839479

Dopo la separazione: la coppia coniugale

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Anche questo mese si parlerà di coppia. Ma non più coppia coniugale, bensì coppia genitoriale. Perché, è scontato dirlo, la coppia che interrompe il legame coniugale, in presenza di figli non può smettere di essere coppia genitoriale. Essi non divorziano dai loro bambini e per questo motivo non possono mai completamente divorziare l’uno dall’altra. Il compito più delicato per le coppie separate consiste proprio nel ridefinire la loro relazione come genitori, così da raggiungere lo scopo di promuovere nel miglior modo possibile il benessere dei figli. Per arrivare a questo sarebbe sufficiente già che i due ex-coniugi riuscissero a stabilire una relazione in cui collera e conflittualità siano contenute o, meglio, elaborate. Non è un obiettivo facile da raggiungere perché non si tratta solo di trasformare il loro rapporto, che diviene più formale e distaccato, ma anche le regole che strutturano la personale relazione con i figli. Questo cambiamento può avvenire soltanto se entrambi stanno vivendo un “divorzio psichico” reciproco: sono consapevoli dei motivi che hanno determinato il fallimento del matrimonio e riescono a pensare al futuro senza il timore di ripetere gli stessi errori. Il modo in cui la coppia affronta ed elabora la separazione ha ovviamente ricadute sulla prole: numerose ricerche confermano che il benessere dei figli è strettamente legato con il tipo di relazione esistente tra i genitori separati e che la qualità di tale

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rapporto influenza l’adattamento dei figli, l’autostima del singolo genitore e la qualità della loro funzione educativa. Inoltre, una buona relazione di cogenitorialità determina anche la possibilità per i figli di mantenere le relazioni con i membri delle famiglie di origine (nonni, zii, cugini): elemento anch’esso di importanza fondamentale per il loro benessere psicoemotivo. Gli ex-sposi hanno da ritrovarsi intorno a degli obiettivi da condividere riguardo l’educazione dei loro figli e sviluppare strategie adeguate per raggiungerli. Gli elementi indispensabili per realizzare una cooperazione positiva sono: portare rispetto per l’altro genitore, mantenere una comunicazione costruttiva riguardo i figli, che comporti sia lo scambio di informazioni sia l’aiuto nella risoluzione dei problemi; condividere la responsabilità circa la funzione educativa e, elemento più importante, è necessario che entrambi siano realmente convinti che l’ex-partner sia davvero un buon genitore da stimare e, se possibile, sostenere. In questo modo sarà possibile raggiungere l’obiettivo di una relazione tra genitori e figli più calorosa, intima e che si basi su una maggiore comunicazione e collaborazione. Gli psicologi hanno studiato i modi di riorganizzazione della coppia genitoriale, così classificandoli: La diade dissolta: si ha quando uno dei due partner, di solito il padre, sparisce completamente o quasi dopo la separazione, dimostrandosi incapace di mantenere un rapporto con i figli e con l’intento di “rifarsi una vita” magari con una nuova partner; nel frattempo, il genitore affidatario svaluta e colpevolizza il genitore assente agli occhi dei figli. Gli amici perfetti: descrive quelle coppie che

hanno in comune la mancata rielaborazione della separazione e che continuano ancora a condividere abitudini familiari o magari anche momenti di complicità e passione. Tra di loro rimane amicizia ed condivisione della genitorialità ed i figli godono di ottime relazioni con entrambi i genitori e le famiglie d’origine. Questo clima apparentemente ideale tende però a “scoppiare” qualora capiti che uno degli ex-coniugi inizi una relazione stabile con un nuovo partner. L’entrata di un “terzo” fa crollare l’accordo implicito, riapre il conflitto e pone di nuovo gli exconiugi di fronte alla necessità di elaborare la perdita connessa alla separazione. I colleghi collaboranti: rientrano in questa categoria le coppie in cui entrambi hanno rielaborato il lutto della separazione coniugale, che sono in grado di definire una relazione collaborativa, rispettando i confini dei singoli nuclei familiari. Essi presentano confini ben definiti, alta coesione, disponibilità a condividere le responsabilità educative. I colleghi arrabbiati: sono gli ex-coniugi che continuano a mostrare risentimenti e conflitti senza trovare un accordo circa gli stili educativi e cercano di farsi “alleati” i figli. Questi ultimi vivono con senso di colpa e mancanza di libertà i rapporti con i genitori perché si sentono a disagio di fronte alle richieste di schierarsi con l’uno o l’altro genitore. I nemici furenti: sono questi i casi di conflitto estremo, che non lasciano spazio ad alcuna possibilità di collaborazione. La rabbia è così intensa da arrivare a non accettare e rispettare i diritti dell’altro neanche come genitore: l’ex-coniuge diviene il nemico da estromettere da tutto, anche dalla vita dei figli. In questi casi, quasi sempre il bambino


viene strumentalizzato con grave rischio per il suo benessere psicoemotivo. In Italia, la dott.ssa Donata Francescato ha individuato le diverse modalità di continuare ad essere genitori dopo la separazione e gli effetti sulla relazione tra genitori e figli. Li ha così definiti: Cogenitori: sono gli ex-coniugi rimasti amici, i quali spesso si trovano a svolgere delle attività insieme, anche in assenza dei figli; condividono la responsabilità per la loro cura ed educazione; parlano spesso di loro e decidono insieme. Essi hanno trasformato il loro vecchio rapporto in uno nuovo di amicizia, si sostengono a vicenda e aiutano i figli a mantenere un rapporto positivo con l’altro genitore. Così i bambini rimangono in buoni rapporti con entrambi gli ex-partner ma anche con tutti e due insieme, dato che in molte occasioni la famiglia si riunisce. Genitori colleghi: rispettano l’uno gli stili e le scelte educative dell’altro; si accordano sui tempi e le modalità con cui ciascuno può stare insieme ai figli; non interferiscono l’uno negli atteggiamenti dell’altro. Nonostante essi si vedano poco e solo per parlare di questioni che riguardano i figli, difendono sempre le scelte del expartner davanti a loro,

cooperano e presentano livelli moderati di conflitto. Genitori competitivi: sono gli ex-coniugi che continuano ad occuparsi dei figli ma sono in aperto disaccordo tra loro, si criticano e mettono in discussione le rispettive scelte di fronte ai figli. Alcuni di questi genitori evitano di incontrarsi e litigano solo occasionalmente, altri invece si scontrano molto spesso anche in presenza dei figli o tramite loro, accusando e sminuendo l’altro partner e facendo richiesta ai figli di schierarsi dalla propria parte. Genitori nemici: sono in aperto conflitto, non tollerano di incontrarsi, si svalutano e disprezzano apertamente in modo reciproco. In questi casi, può

accadere che il genitore non affidatario venga spinto a non occuparsi dei figli e scompaia per lunghi periodi. Il rapporto genitoriale viene sacrificato a causa dell’incapacità di porre fine al conflitto e accettare la separazione. Non serve sottolineare che se la conflittualità esistente prima del divorzio continua a persistere in modo prolungato anche dopo la separazione, si creerà una situazione nella quale saranno i figli a trovarsi veramente a rischio, determinando la possibilità di sviluppare disturbi del comportamento e della personalità. Sembra un ossimoro parlare di “buon divorzio” ma, da quanto scritto, esso potrà essere considerato tale quando una famiglia con figli rimanga comunque una famiglia e quando i genitori continuino a preoccuparsi ed occuparsi dei bisogni fisici, emotivi ed economici della prole. I figli avuti insieme danno vita ad un legame che non si interrompe mai: si rimane genitori per tutta la vita. Per questo motivo, per il benessere dei figli che deve divenire primario rispetto a ogni dolore e rispetto ad ogni rancore, i coniugi devono riuscire a «separarsi come coppia per ritrovarsi come genitori» (D. Francescato).


a cura di Giuseppe Menzio

Antichi Stati Tedeschi (1850-1871) Prima del breve dominio napoleonico esistevano in Germania circa 350 tra stati e staterelli ! Il Congresso di Vienna convocato nel 1815 dalle potenze vincitrici di Napoleone per restaurare la situazione in Europa, istituì la Confederazione Germanica che comprendeva 34 Stati e 4 “Città Libere”, come mostrato dalla mappa a fianco, dove si vede la posizione dominante della Prussia (in colore blu). La Prussia infatti estese la sua influenza agli altri stati centro-settentrionali, come Hannover, Amburgo, Oldenburg, mentre l’Austria diede vita, nel 1852 alla Coalizione di Darmstadt che comprendeva gli stati meridionali. Ma nel 1866, la Prussia, alleata dell’Italia, sconfisse l’Austria e la estromise dagli affari tedeschi. Dopo la vittoria sulla Francia nel 1870, il 18 Gennaio 1871 Bismarck poteva proclamare Guglielmo I “Imperatore di Germania”. La riunificazione della Germania era cosa fatta. Ovviamente a partire dal 1871 viene unificato il sistema postale e vengono emessi i francobolli del “Deutsches Reich”, (come quello da 20 pfennige rappresentato) che continueranno fino al 1945. Però i primi francobolli emessi dagli stati tedeschi risalgono al 1850 e sono quelli di Prussia, Sassonia, Hannover, Baden, Baviera, Amburgo, Lubecca, Helgoland, ecc. Da rilevare inoltre che i Thurn und Taxis (partiti dalla Val Brembana con il nome di Torre e Tasso e poi insigniti del titolo di “Mastri di Posta”dell’ Im pero) continueranno a fornire i loro servizi postali ai piccoli stati tedeschi che non avevano ancora stampato i propri francobolli. I Thurn und Taxis venderanno poi la loro impresa all’Amministrazione postale di Prussia il 27 Gennaio

1867, per la ragguardevole somma di tre milioni di talleri.

Da queste brevi note appare evidente come il periodo della storia tedesca dal 1850 al 1871 sia molto ricco di avvenimenti alquanto complessi, ben accompagnati dalle vicende dei francobolli e della posta. Le immagini in questapagina : in alto a destra: Deutsches Reich.- Mappa della Germania dopo il 1815.in basso a sinistra: Francobollo da 20 pf.blu del sopra: Bellissima lettera di Prussia con affrancatura“tricolore” e timbri Coeln, 27.4.1867. a destra: Il castello diNeuschwanstein inBaviera in basso a destra: Una fastosa sala del castello di Regensburg

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DRINK: RUSCIO DE MARE (Rumore del mare) DRINK: AMORE FORMIDABILE BARTENDER: Roberta Martino, co-fondatrice del collettivo ShakHer INGREDIENTI: 1/2 teaspoon Amaro Formidabile 4.5 cl VII Hills Italian Dry Gin 4.5 cl Vermouth Cocchi Dopo Teatro 1/2 teaspoon Apricot Brandy Giffard Aroma di Cognac Hine Rare V.S.O.P. Fine Champagne Bicchiere: coppa elegance Garnish: peel di limone e “message in a bottle” PREPARAZIONE: Con la tecnica dello stir and strain, versare tutti gli ingredienti eccetto il cognac in un mixing glass precedentemente raffreddato e miscelare amorevolmente. Sporcare la coppa già fredda con un’idea di cognac e aromatizzarla con gli olii essenziali del limone prima di versarvi il drink all’interno. Lasciare un messaggio d’amore su un biglietto e accompagnarlo al drink. ISPIRAZIONE: Esplode San Valentino nelle note di questo drink che dell’amore racconta le sfumature calde di spirito nella sua componente base, l’annotazione dolce e lussuriosa dell’albicocca, l’indispensabile citazione speziata del vermouth, il secco rilasciato dalle botaniche del VII Hills Italian Dry Gin e il fatale contrappunto amaricante dell’Amaro Formidabile. Il cognac Hine? L’elemento inaspettato e sfuggente, come l’amante nell’armadio.

BARTENDER: Ilaria Bello, bartender del Talea di Torvaianica (Roma) INGREDIENTI 5 cl di rum Don Papa 2,5 cl succo di pompelmo rosa 2,0 cl sciroppo di cretamo Aria al finocchietto selvatico Bicchiere: coppetta cocktail Garnish: rametti di finocchietto selvatico PREPARAZIONE: Versare il succo di pompelmo rosa, lo sciroppo e il rum filippino Don Papa in uno shaker, agitare il tutto vigorosamente e versare, filtrando in una coppetta ben fredda. Prendere un po’ di aria al finocchietto e posizionarla sul drink e decorare con rametti di finocchietto selvatico. ISPIRAZIONE: Leggenda vuole che la pianta di cretamo nasca da un incantesimo di una fata che trasformò il proprio uomo in questa erba tipica delle scogliere e la sua bellissima amante in un pesce del mare, in modo che i due potessero guardarsi e non incontrarsi mai più. Ruscio de mare è un omaggio a tutti quegli amori impossibili, fatti di passioni travolgenti, impetuosi come le onde e che rimbombano nella nostra testa come il rumore del mare.

DRINK: SELFIE BARTENDER: Valeria Bassetti, co-fondatrice e partner di Drink-It INGREDIENTI: 30 ml bourbon Jefferson’s Ocean Aged at Sea 10 ml liquore al cacao biologico 10 ml sciroppo di lamponi freschi e peperoncino 1 cucchiaio di succo di limone fresco e filtrato PREPARAZIONE: Prendere un bicchiere che ci fa sentire particolarmente belle, passarlo velocemente sotto acqua fredda e riporlo in freezer. Versare gli ingredienti nell’ordine della ricetta in uno shaker e mescolare delicatamente con un cucchiaio lungo. Assaggiare, sorridere di se stesse, assaggiare di nuovo. Colmare lo shaker con cubetti di ghiaccio, chiudere e shakerare vigorosamente pensando ad un ex qualsiasi. Prendere il bicchiere ghiacciato e versare lentamente attraverso un piccolo colino da the, decorare al momento, sorseggiando con il rossetto preferito applicato in precedenza voluttuosamente sulle labbra. ISPIRAZIONE: Drink egoista e romantico. Amare prima se stesse per amare meglio.


CINEMA TEATRO SAN TIMOTEO

Via Apelle, 1 - Casalpalocco - tel. 06.50916710 - 371.4355129 programmazione@cineteatrosantimoteo.com- www.cineteatrosantimoteo.com Programmazione su: Instagram - Facebook biglietto 5 euro + carta fedeltà NOVITÁ: FILM IN LINGUA ORIGINALE, SOTTOTITOLATI giovedi 12 marzo 21.15 sabato 14 marzo 16.30 STORIA DI UN MATRIMONIO di Noah Baumbach con S.Johansson e A.Driver Commedia, drammatico, 136’

giovedi 26 marzo 21.15 sabato 28 marzo 16.30 VILLETTA CON OSPITI dI Ivano De Matteo con M.Giallini, M.Cescon Drammatico, 88’

sabato 14 marzo 21.15 domenica 15 marzo 16.30 - 21.15 ODIO L’ESTATE di Massimo Venierc con Aldo, Giovanni e Giacomo Commedia, 110’

sabato 28 marzo 21.15 domenica 29 marzo 16.30 e 21.15 (V.O. – sottotitoli italiano) PARASITE di Bong Joon Ho con Hye-jin Jang e Kang-ho Song Drammatico, 132’

giovedi 19 marzo 21.15 sabato 21 marzo 16.30 HAMMAMET di Gianni Amelio con P.Favino, L.Rossi Biografico, 126’ sabato 21 marzo 21.15 domenica 22 marzo 16.30 e 21.15 (V.O. – sottotitoli italiano) JUDY di Rupert Goold con R.Zellweger, F.Wittrock Biografico, 118’

giovedi 2 aprile 21.15 sabato 4 aprile 16.30 ALLA MIA PICCOLA SAMA dI e con Waad Al-Khateab Documentario, 100’

sabato 4 aprile 21.15 domenica 5 aprile 16.30 e 21.15 (V.O. – sottotitoli italiano) 1917 di Sam Mendes con G.MacKay e D.Chapman Drammatico, 119’ Pausa Settimana Santa giovedi 16 aprile 21.15 sabato 18 aprile 16.30 CATS dI Tom Hooper con J.Corden e J.Dench Fantastico, musicale, 110’ sabato 18 aprile 21.15 domenica 19 aprile 16.30 - 21.15 GLI ANNI PIU’ BELLI di Gabriele Muccino con P.Favino, C.Santamaria, M.Ramazzotti Commedia, 129’


Scadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista

Lo Studio De Calisti A.M. saluta tutti i Lettori che si inoltrano nello scadenzario fiscale di Marzo 2020

9

Si rende noto della presentazione telematica della CU 2020 (Certificazione Unica in sostituzione del CUD) entro il giorno 9 marzo 2020, sia per dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi e collaboratori.

16

Lo Studio rammenta, che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 16 marzo prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, Contributi INPS. Entro il 16 marzo dovranno effettuare il versamento coloro che essendo titolari di Partita Iva si trovano sotto un regime IVA mensile (febbraio 2020). Inoltre, coloro che presentano il Modello per la Dichiarazione Anno IVA 2019 e risultano a debito dovranno effettuare il pagamento entro il 16 marzo. Si ricorda che il 16 marzo scade il pagamento della Tassa annuale per la tenuta dei libri contabili e sociali delle Società di capitali.

18

Entro il 18 marzo chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 17 febbraio 2020), con l’opportuno calcolo può ravvedersi.

25

Con la scadenza del 25 marzo coloro che ne sono soggetti, devono presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat.

31

Si rende noto che la scadenza del giorno 31 marzo 2020, pertanto i Sostituti d’imposta, Datori di lavoro, Enti pensionistici e Committenti dovranno presentare la propria CU 2020 (Certificazione Unica in sostituzione del CUD) ai dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi e collaboratori. Si informano i lettori che lo Studio essendo anche CAF CGN è in grado di fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • Gestione Badanti e Colf. • Mod. PF SP SC • Successioni. Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Studio De Calisti Anna Maria - Via Leonardo Mellano 72 - 00125 Roma - 06/52352585 cell. 3333087137 - e-mail: amdec@libero.it

Lo Studio offre servizi di consulenza del lavoro




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