TabletRoma luglio agosto 2020

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Editoriale di Stefano Quagliozzi

La quiete dopo la tempesta? Finalmente si riprende. Riaprono le fabbriche, riaprono i servizi al cittadino, riparte lo sport e anche il nostro giornale TabletRoma ritorna in pista, in questo luglio 2020. I 100 giorni di pandemia e clausura appena trascorsi, non vogliono dire che tutto sia alle spalle, ma che dovendo vivere e per vivere senza grandi problemi occorre produrre e tenere attiva l’economia, lo sblocco delle attività e la ripresa con criteri di sicurezza, erano inevitabili quanto auspicabili. I conti con il lungo periodo di isolamento, quanto a PIL e danni subiti, li faremo col tempo ma già alcune indicazioni vengono dai più giovani, dagli adolescenti, da coloro che hanno sofferto di più perché tenere in casa una ragazza o un ragazzo per un lungo periodo senza che possano vedere gli amici, il gruppo, la comitiva, è davvero dura. La scuola a distanza, gli orari completamente saltati, i giochi elettronici con le play station, le innumerevoli serie televisive disponibili, il totale stravolgimento del meccanismo sonno-veglia, hanno davvero messo a dura prova tutti, ma ancor più chi non è ancora strutturato, a causa della verde età, per resistere e mettere in campo quegli strumenti di contrasto alle nuove situazioni, di cui un adulto può disporre in quantità, rispetto ad un adolescente. Per questo lancio un invito ai genitori ad avere una maggiore tolleranza nei confronti dei figli in questo periodo, probabilmente necessaria per ritornare sui binari corretti di una vita normale lontano dal covid-19. Ma cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro? Innanzitutto la speranza che con l’autunno non tornino ondate killer della pandemia, come ahimè

fu 100 anni fa, con la “spagnola” che nella fase di ritorno, fece il maggior numero di vittime, con oltre 50 milioni di decessi. Se il depotenziamento del virus e la sua sensibilità alle temperature più calde venissero confermati, potremmo sperare - senza mai abbassare la guardia - in una ripresa anche veloce dell’economia, aiutata da una congiuntura internazionale che non si verificava dall’ultimo conflitto mondiale, mettendo in campo risorse straordinarie, soprattutto dell’Unione europea, per tentare un rilancio forte dell’economia, a iniziare dai Paesi più colpiti. Di contro, la situazione attuale con Stati Uniti e Brasile nel pieno della crisi pandemica e la presenza di focolai importanti in Nazioni popolose come l’India, con un’Africa che ancora non ha censimenti certi sulla diffusione del virus, più di qualche preoccupazione rimane. Ma al di là delle aspettative più o meno rosee, cosa avrà portato, a conti fatti, questa esperienza planetaria di contagi, isolamento, paura e morte? Forse porterà un nuovo modo di vivere gli affetti, non dando più per scontato nulla in quella che tante volte appare anche come una routine senza fine. Forse porterà l’accelerazione di un processo di informatizzazione con conseguenti benefici per l’ambiente, per l’ecologia e per il lavoro agile.

Forse porterà una maggiore versatilità degli imprenditori che anziché attendere il cliente in azienda o dietro la vetrina, lo vanno a cercare proponendo servizi che prima dell’esperienza covid non avrebbero mai attivato. Forse darà una sana “sveglia” per contribuire alla riduzione di quel gap apparentemente incolmabile nell’uso diffuso di tecnologie, tra gli studenti italiani e stranieri, nella didattica a distanza, con la banda larga e nell’uso corrente di computer, tablet, smartphone e programmi annessi. Forse porterà la consapevolezza che siamo davvero attaccati ad un filo perché la nostra vita possa essere o meno sconvolta da un nemico invisibile che, in attesa di vaccini e cure, si combatte oggi solo con l’igiene, il distanziamento sociale e la prudenza di tutta la collettività. Ben ritrovati e buona estate a tutti.


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TABLET ANNO 8 NO 82 LUGLIO-AGOSTO 2020 SOMMARIO

8 PRIMO PIANO Le Commari Edizioni

12 TABLET MUSICA Una musica può fare

16 TABLET RUN A quando il ritorno?

22 TABLET NATURA Presenza alate nei cieli del lockdown

24 TABLET ARTE Raffaello alle Scuderie del Quirinale

29 ALLENARSI IN CUCINA Bon bon di cocco e cioccolato

ROMA

Chi siamo TabletRoma Reg. Trib. di Roma n° 296/2012 del 19/10/2012 WWW.TABLETROMA.IT Editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it Direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it Direttore editoriale Cristina Anichini Progetto grafico tablet ADV Maurizio De Vincentiis Impaginazione e grafica Marco Flore Stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 Pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni ritachiodoni@libero.it Direzione e redazione redazione@tabletroma.it Hanno collaborato a questo numero Flavio Bergonzini, Giorgia Conti, Annamaria De Calisti, Mar tino Del Volo, Carlo Dut to, Patrizia Lazzarin, Alessandra Lino, Giuseppe Menzio, Giulia Migani, Alessandro Polinori, Davide Sagliocco, Luca Carlo Santagà, Lorenzo Sigillò, Francesco Valente

É consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Tablet Edizioni di Cristina Anichini. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi. La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 5 luglio 2020


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Ostia Città dei Mestieri e delle Professioni, Biblioteca Elsa Morante, Asl Sant’Agostino, Ufficio di Collocamento, Scuola Professionale CIOFS Lazio, Scuola Professionale Alberghiero CastelFusano, Scuola di Ostia Scacchi, Ostia Danza, Attività e chioschi del lungomare, Via delle Baleniere, Via Isole di Capoverde, Via Pietro Rosa, Piazza della Rovere, Corso Duca di Genova, Via dei Misenati, Via Capo Soprano, Piazza Gregorio Ronco, Via Paolini - Multisala Cineland Zona industriale Dragona e Dragona Centro Sporrtivo Helios, Via Ortolani, Via Charles Lenor-mant, Todi’s, Via di Dragone, Via Casini, Via Donati - Parrocchia di Centro Giano Eur e Torrino Bar e Ristorante ‘Il Fungo’ - Palombini - Giolitti Mc Donald - Highlands Institute Attività di Viale Europa - Viale dell’Oceano Atlantico Viale Oceano Pacifico - Via della Grande Muraglia - Via Mar della Cina Piazza Cina - Viale Città d’Europa - Via del Pianeta Venere Stardust Village - Via Beata Vergine del Carmelo - Supermercato Elite Via Cristoforo Colombo - Parrocchia Stella Maris

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Primo Piano di Martino Del Volo

Le Commari Edizioni,

casa editrice NON EAP e ecosostenibile

Nel febbraio 2020 è nata la casa editrice de Le Commari Edizioni. Una nuova creatura frutto dell’idea di quattro vecchi amici, tutti romani, conosciutisi trent’anni fa sul luogo di lavoro nel quale hanno passato molti anni della loro vita. Incontriamo Maria Corona Squitieri, Direttore Editoriale, già collaboratrice articolista che avrete avuto modo di leggere sulle pagine di TabletRoma. Buongiorno Maria Corona, intanto i nostri migliori auguri per il futuro vostro e del mondo dell’editoria in generale. Raccontaci di questa nuova avventura.

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Certamente. A fine 2019, poco prima di Natale, abbiamo maturato questa idea. Ci sembrava una idea vincente, anche se un pò in controtendenza visto che in Italia registriamo ancora pochi lettori nella media europea. L’ultima Fiera della piccola e media editoria aveva comunque registrato un numero di visitatori e di lettori molto alto. Numeri che avevano fatto ben sperare per una ripresa del settore. Nessuno di noi aveva ovviamente immaginato cosa sarebbe accaduto da lì a pochi mesi. Aprire una casa editrice di questi tempi è da temerari, lo sappiamo e ce lo siamo detto più di una volta ma siamo tutti e quattro caparbi e ottimisti, convinti che un libro valga molto di più di una sfogliata con un click. Siamo convinti che un libro si possa e si debba tenere tra le mani, sottolinearlo, fargli le orecchie, scriverci sopra e se è piaciuto, regalarlo a un amico caro.

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Parliamo del nome, dal sapore folkloristico, di antica memoria. Il nome Le Commari ci è venuto quasi naturale, in tutti questi anni non abbiamo mai smesso di confrontarci, discutere, appoggiarci uno all’altro. Ci è sembrato accogliente, accudente, consono a quello che avremmo voluto fare. L’intenzione è di prenderci cura dei nuovi autori, leggerli, selezionarli e accompagnarli nel tortuoso percorso che renderà uno scritto un oggetto prezioso. Faremo brillare di nuovo autori dimenticati, quelli “passati di moda” ma che con la loro scrittura ci hanno permesso di amare la letteratura, quelli belli, quelli che ci hanno condotto fin qui. Siamo malati irreversibili di storie e ci piace immaginare che trovino spazio nelle vite dei lettori che sono la nostra


forza, lo siamo noi stessi, fino a far diventare la passione un lavoro. Avete una linea editoriale precisa per Le Commari Edizioni? Abbiamo scelto di non specializzarci in un solo genere, trovare spazio in uno specifico settore sarebbe stato più facile, ma siamo curiosi e siamo lettori compulsivi di vari generi, quindi avremmo snaturato la nostra identità. I generi letterari che andremo a trattare sono la narrativa in generale, e prevalentemente italiana. Ma anche storie di

del free press di questa testata. Stefano Quagliozzi, Relazioni Esterne, è un giornalista e Direttore Responsabile della stessa. Simona Righi, Marketing, ha lavorato nel settore per una rivista di categoria. Metteremo a disposizione la nostra esperienza e quella di collaboratori, addetti ai lavori (editor, impaginatori, illustratori). Accettiamo manoscritti solo ed esclusivamente durante i periodi di apertura “Leggimi” che verranno stabiliti di volta in volta, dipenderà dalla mole di lavoro che ci darete, quindi, amici autori, tenete d’occhio il sito Le Commari Edizioni, quello di Tabletroma.it e le sue pagine. Siete una casa editrice NON EAP e ecosostenibile. Cosa vuol dire? Sin dall’inizio di questo progetto abbiamo cercato un modo che fosse il più possibile in linea con la nostra politica personale. Per questo abbiamo deciso di restituire un po’ di quello che ci viene dato, in questo caso, dalla natura. Quindi inizieremo con il sogno di essere parte della riforestazione, ovunque sia… siamo tutti abitanti di un unico pianeta. Facciamo parte di un progetto di piantumazione alberi e per questo ci affidiamo a Treedom. Ogni volta che pubblicheremo un libro, pianteremo un albero. Avremo la nostra foresta, per ora piccina, ma crescerà. Sceglieremo il tipo di albero e, a seconda della specie, il Paese. Un contadino lo pianterà per noi, lì dove abbiamo scelto di farlo crescere e lo curerà.

Potremo seguire tutti insieme, autori, lettori e chi vorrà, perché l’albero sarà geolocalizzato e avrà una pagina online. Abbiamo deciso di non avvalerci dei Distributori, quindi il lavoro presso le librerie verrà fatto minuziosamente da noi. Saremo lieti di poter vendere le nostre “creature” oltre che nelle librerie anche direttamente sul nostro sito . Siamo editori Non a Pagamento. Questo significa che agli autori non verrà chiesto alcun contributo per le spese di realizzazione del libro. I nostri autori saranno coadiuvati anche nella promozione, ma vorremmo con noi di contro autori entusiasti, che sposino le nostre iniziative e che partecipino fisicamente alla promozione del proprio titolo. Avete già pubblicato un libro. Si! Avevamo programmato per il 1 aprile passato sia il lancio della casa editrice che il libro di Leila Baiardo. Pertanto il libro lo abbiamo mandato in stampa e adesso lo stiamo vendendo attraverso il nostro sito, in attesa della riapertura delle librerie e della ripresa del mercato dell’editoria. Per chi fosse interessato a scoprire l’autrice e il libro Incontri può visitare la pagina del nostro sito, e trovare le possibilità di acquisto nonchè l’elenco delle librerie romane dove poterlo acquistare cliccando sul link /commari in città Prossime pubblicazioni e progetti? Stiamo uscendo con il nostro secondo titolo, L’enigma dell’ermellino, di una scrittrice esordiente. Una storia avvincente che coinvolge due ragazzini in una misteriosa ricerca nel mondo fantastico dell’arte e della pittura. L’uscita è prevista per il 15 luglio e verrà presentata il 23 luglio al Casale Podere Rosa. In più abbiamo lanciato un concorso/premio letterario che scade il 30 settembre. Tutte le informazioni sono reperibili sul nostro sito al link /concorso. Grazie Maria Corona, al prossimo articolo entreremo meglio nel dettaglio di questa opera letteraria che so essere di un certo spessore. Buona fortuna ai nuovi autori e a voi, Le Commari Edizioni. Alle amiche lettrici e agli amici lettori una raccomandazione, nelle librerie, seguite le tre donne e il compare.

avventura e azione, thriller/ giallo/noir, il romanzo rosa e quello umoristico. Ci cimenteremo anche in un genere di nuovo corso che è lo young adult. Non dimenticheremo infine le nostre passioni comuni, il viaggio e la montagna, pertanto ci sarà spazio anche per questo genere di letteratura.

Oltre ad essere carissimi amici, sono persone che hanno esperienza soprattutto nella carta stampata. Cristina Anichini, il nostro Amministratore, è l’editore

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Chi sono i tuoi soci e come vi siete organizzati?

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+Design

di Alessandra Lino creativaseriale@gmail.com www.creativaseriale.com 335.64.94.985

L’Escapismo di Casa Plenaire:

il rifugio immaginario di Child Studio

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Torna l’estate e con lei il fascino dell’estetica mediterranea fatta di grandi tavoli apparecchiati all’aperto, di panzanella e frutta colorata, di spiagge affollate e di notti stellate passate sul dondolo nel portico. Prima agli occhi e poi alla mente, il tempo estivo riporta alla quiete, complice il paesaggio con la vivacità di tutti i suoi colori. I luoghi del mediterraneo diventano, anche solo immaginandoli, mete da raggiungere. In questo periodo, le gallerie dei più noti account di Instagram, ci mostrando le bellezze che ci circondano: oliveti, distese di sabbia, architetture crude e acque coralline; riempiendo i nostri occhi e permettendoci di evadere. Mai come oggi, l’escapismo torna al centro dell’abitare. Se prima viaggiare con la mente era il rifugio di alcuni, oggi lo è di tutti! Dopo i mesi di lockdown e di chiusura dal mondo esterno, estraniarsi momentaneamente dal presente per vivere in un altrove temporale ci ha rassicurato. Ed è proprio da questo che nasce il progetto digital “Casa Plenaire”di Child Studio, in collaborazione con il brand britannico di skincare sostenibile Plenaire. Casa plenaire è una villa immaginaria, consacrata al benessere e affacciata sul mare. Il concept è nato in risposta ai tempi incerti di confinamento domestico, ci porta a sognare di tornare a viaggiare per il mondo e a << costruire piccole storie fatte di memorie e desideri>>. La casa si presenta come un rifugio estivo aperto alla natura. L’architettura richiama le ville delle Isole Baleari e le tipiche case di Santorini, come anche la progettazione di Eero Saarinen. E’ arredata con pezzi celebri della metà del secolo in un mix nostalgico e bizzarro. Incarna un mondo colorato e poetico, che attinge dall’immaginario collettivo legato alle vacanze nel mediterraneo. Qui, il design e il paesaggio definiscono l’estetica mediterranea e l’abitare all’italiana. Al centro della casa si trova una vasca rotonda, ai lati della quale due scale portano alla camera da letto con vista mare, dalla quale attraverso un’apertura, si accede alla terrazza rivestita con maioliche smaltate. Nel lato opposto, troviamo un mini - cortile interno con doccia all’aperto su pareti di un arancio sgargiante. In ogni stanza, per rievocare le tipiche case estive, si possono trovare, sparpagliati in giro, accessori da mare come cappelli in paglia, teli rigati, riviste, libri aperti e conchiglie! Per i designer Che Huang e Alexy Kos il progetto è stato

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<< un’opportunità per esplorare nuove idee e testare nuovi concetti per il mondo post –lookdown. La località balneare è un collage di ricordi, sogni e riferimenti visivi, per il periodo in cui il viaggio è diventato irraggiungibile>>.



Tablet musica di Francesco Valente

Una musica può fare Bentrovati a tutti gli appassionati e fruitori di Tablet che finalmente possiamo ritrovare in giro nel nostro bellissimo quartiere, che gioia!!!! Conosciamo tutti il periodo che abbiamo vissuto, e credo che lasciarcelo alle spalle sia un desiderio comune, che il bisogno di leggerezza e di riavvicinamento a ciò che davamo per scontato, ma che ci è mancato tantissimo a tutti, poter uscire e vedere amici e conoscenti e stare anche semplicemente allʼaperto a bere un caffè. Tutti abbiamo fatto tanto, la Musica e chi fa Musica non sono stati da meno, e sentire il bisogno di cantare e suonare dai balconi per farci coraggio e per sentirci più vicini gli uni agli altri è stato forte e commovente, e in un tutto il mondo è stato così. Gli operatori sanitari sono stati i nostri eroi e non finiremo mai di ringraziarli per gli sforzi che hanno compiuto… ne siamo tutti coscienti e riconoscenti…. Per riprendere a parlare ( con leggerezza) di Musica, che è lʼargomento di questa rubrica, e forse lʼunica cosa che so fare, prendo spunto da una canzone di Max Gazzè, “ Una Musica Può Fare “, lo faccio perché la Musica può veramente fare e anche di questo ne siamo stati coscienti.

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Siamo stati tutti emotivamente molto coinvolti in questo periodo, e lʼemotività spesso ci annebbia la vista, e sulla scia di essa facciamo cose che magari con lucidità non faremmo, o perché ci sentiamo sciocchi o perché il pragmatismo che la nostra ex vita ci imponeva, per mille motivi, ma sopratutto per la nostra dipendenza dalle logiche dellʼeconomia, del guadagno e del mantenimento di noi stessi e delle nostre famiglie….insomma i soldi e il lavoro, ci impediva di lasciare molto spazio ai nostri sogni o desideri. La quarantena ci ha riscoperto cuochi, ballerini, cantanti artigiani e muratori, magari le nostre passioni più naturali, e proprio questo ha reso il nostro stare a casa più facile.

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Dico ex vita perché spero che qualcosina ci sia rimasto dentro come insegnamento nellʼapprezzare ciò che ci è tanto mancato, o perlomeno che ci rimanga dentro il più possibile prima di essere inghiottiti nuovamente nel nostro ( ex ) quotidiano.

più forti e vicini. I nostri eroi che sono stati in trincea per combattere hanno cantato e suonato, nelle pause dal loro straordinario impegno, i balconi e le piazze si sono riempiti di vita e di strumenti che possono arrivare lontano.

Come musicista mi sono sempre sentito un poʼ un lupo solitario, mai perfettamente integrato con il sistema sociale… insomma me la sono cavata da solo sempre e senza mai avere la certezza di appartenere ad una categoria riconosciuta dallo stato e dal sistema, e infatti non esiste un sindacato a cui potersi rivolgere. Sentire parlare il nostro primo Ministro dei musicisti confesso che è stato un colpo al cuore, mi sono emozionato… stupido lo so, ma eè stata quasi una nascita…. Insomma ci siamo anche noi, siamo quelli che vi fanno divertire ed appassionare e siamo dei lavoratori…. bè meglio tardi che mai.

Ecco… tutto qui… una Musica può fare, e noi siamo i lavoratori dello spettacolo, sono sicuro che se ci stringiamo un poʼ… cʼeʼ posto per tutti. Dal prossimo articolo riprenderò quello che avevo lasciato… le varie fasi di un arrangiamento e della realizzazione di un brano.

I passi da fare ora sono tanti, siamo appena nati e dobbiamo costruire tutto, e penso che dobbiamo cogliere questa occasione per gettare le basi di un riconoscimento che fino a questo momento è stato solo di chi ascolta e apprezza un concerto, una esecuzione o una composizione, tutti noi amiamo lʼarte e la Musica, ma facciamo fatica a riconoscerla come un lavoro, ne apprezziamo la competenza, ma siamo una competenza che produce e che deve avere gli stessi diritti di qualsiasi altro lavoratore…. Siamo i lavoratori dello spettacolo. Una Musica può fare e ne abbiamo bisogno, perché come dice il nostro primo Ministro ci fa divertire ed appassionare, e non è una cosa che non serve, non dimentichiamoci che grazie a questi sentimenti ci siamo sentiti

Ci divertiremo appassionandoci.



Tablet Sociale a cura di Giuseppe Menzio

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Nell’ultimo numero della della rivista, quello di Marzo, si faceva riferimento al ricco programma del mese, e veniva anticipato in parte quello di Aprile. Si trattava di 12 eventi di grande varietà ed interesse. Nessuno poteva immaginare che pochi giorni dopo, esattamente il 4 Marzo, l’associazione sarebbe stata chiusa, e che nessuno di quegli eventi, così faticosamente messi a punto, avrebbe avuto luogo! Lo sviluppo della pandemia Covid19 e i vari DPCM ci hanno costretto a prolungare la chiusura anche per i mesi di Aprile, Maggio e Giugno. Infatti la tipologia degli eventi di “Nuova Acanto”, conferenze, proiezioni, gite in pullman, concerti, teatro, ecc. ai quali partecipano sempre molte persone, non permette in alcun modo di rispettare la cosiddetta “distanza di sicurezza” e quindi non consente lo svolgimento di queste attività. I viaggi in Sicilia e a Trieste-Croazia-Slovenia previsti in questo periodo, sono stati riprogrammati per MarzoMaggio 2021. Per gli acconti versati come pure nel caso di prenotazioni già effettuate per mostre, spettacoli teatrali, balletto, ecc. ci sono stati rilasciati dei voucher da utilizzare in futuro. Tuttavia grazie all’evoluzione meno preoccupante della pandemia, siamo riusciti ad organizzare un incontro per rivederci prima delle vacanze estive, sfruttando la struttura e i grandi spazi all’aperto del Circolo del Golf “Marediroma” a Marina di Ardea. Nei locali del circolo è stata anche allestita una mostra con fotografie relative ai 28 viaggi realizzati da “Nuova Acanto” dal 2013 al 2019. Tanti ricordi ed anche un auspicio per la nuova stagione che si aprirà comunque il prossimo Ottobre. Se non sarà possibile riunirci nel salone del CSP per le ragioni sopra illustrate, la stagione partirà utilizzando la sala del cinema-teatro San Timoteo a Casalpalocco, che avendo

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una capienza di 280 posti permette lo svolgimento delle nostre riunioni in tutta sicurezza, oltre ad offrire grande confort, elevate qualità audio-visive e comodità di parcheggio. Quest’alternativa è stata resa possibile grazie alla disponibilità e cortesia di Paolo Ferro, che ringrazio vivamente. In ogni caso i Soci saranno costantemente tenuti al corrente dei prossimi sviluppi, incluse le prime idee relative al programma 2020-2021. A loro ed a tutti i lettori di “Tablet” affettuosi auguri di serenità e di buone vacanze.

Per informazioni ed aggiornamenti : G.Menzio, 347.3738360; giuseppe.menzio@fastwebnet.it.



Tablet run

di Lorenzo Sigillò immagini © fotoincorsa.com

A quando il ritorno delle competizioni per i runners? Fateci correre! Non intorno al palazzo e sì, ormai non ci basta neanche al parco o al mare, noi vogliamo tornare a sentire quell’adrenalina in mezzo a tutti gli altri, a pensare di vincere quella maratona o quella 5 km, della quale ovviamente invece saremo solo un numero, ma un numero di un torpedone fantastico al termine del quale raccoglieremo sudati la nostra amata medaglia di partecipazione. Fateci correre, dicevamo, ma naturalmente solo se ci sono le condizioni di sicurezza, solo se davvero i rischi di un virus che ha ucciso migliaia di persone in Italia e nel Mondo siano diventati nulli o quasi. Ma se così non fosse i runners continuano a guardare perplessi calciatori che si abbracciano dopo un gol e politici che riducono quarantene a pochi giorni e ratificano altri accorgimenti bizzarri per far proseguire uno sport piuttosto che un altro. Miliardari possono dare un calcio al pallone e noi comuni mortali non possiamo correre insieme in strada alla domenica mattina, perché? Il rischio o è per tutti o non è per nessuno, eppure facciamo la stessa cosa, corriamo, noi verso un traguardo e loro dietro a un pallone. E questo non vuole essere un attacco al gioco più amato in Italia, chi vi scrive ne è altrettanto appassionato, quanto piuttosto una richiesta di capire le motivazioni che ci sono dietro a decisione diverse per uno sport piuttosto che un altro. Ma la domanda ha già una risposta che si cela dietro il Dio denaro, fermo restando che anche le competizioni atletiche ufficiali e amatoriali generano il loro business e hanno il loro indotto, dalle competizioni locali rimaste appese tra un ‘rinviata’ o ‘annullata’ alla Maratona di Roma o di New York pronte direttamente all’edizione

Meteo di Flavio Bergonzini

2021. Dove faremo i buchi in strada signori politici, dove saremo ancora di più, dove, citando una famose serie tv, “ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost”! Siamo un popolo a chiederlo a gran voce, lo stesso che ha fatto tanti sacrifici in questi mesi, lo stesso che è stato anche malamente usato come bersaglio durante il lockdown, perché una caccia all’untore andava data in pasto alle persone e allora perché non mirare a chi gira intorno ad un palazzo per non perdere la forma? E’ stato facile, ve lo abbiamo fatto fare e ci siamo chiusi in casa a imbottirci di carboidrati, ma ora abbiamo perso i chili di troppo e vogliamo tornare a divertirci. Ma vogliamo farlo in sicurezza, nessuno deve dimenticare le decine di migliaia di morti di questa drammatica avventura dei nostri tempi, ma se siamo tornati al lavoro, in spiaggia, in palestra, se ci avete dato la possibilità di allenarci, adesso fateci gareggiare, per i grandi campioni dell’atletica e per noi, che con la pizza del sabato sera ancora sullo stomaco vogliamo tornare ad alzare le mani sotto al traguardo di una qualsiasi strada d’Italia! La speranza è che quando leggiate questo articolo a luglio, qualche nuova buona notizia ci sia anche per noi runners, che questo sfogo risulti solo una riflessione e che ci vedremo presto sotto lo ‘Start’. Stay Tabley non Stay fermo, Stay Run!

L’estate 2020, sembra partire Sottotono, Infatti dopo il 2 giugno, siamo stati vittime di passaggi freddi ed Instabili. Al contrario di quanto di solito accade a maggio, questa volta è capitato il mese successivo, a causa del collasso del vortice polare, che in controtendenza, è stato attivo fuori stagione, richiamando aria più calda alle latitudini più alte. La conseguenza diretta è stata un rinforzo delle Alte pressioni fuori zona, tipo sulla Scandinavia come mostra la prima grafica, lasciando scoperto il Mediterraneo, alle correnti più fresche ed Instabili.Ora però si dovrebbe cambiare scenario, dalla seconda grafica si evince, come la tendenza sarà al rialzo termico generale, la terza grafica mostra come sul Mediterraneo, si andrà a consolidare una alta pressione Afro-Azzorriana. Di aiuto ci saranno le correnti a getto, molto importanti nel caratterizzare il tempo, le quali come mostra l’ultima grafica, saranno più intense Al di là delle Alpi, e di conseguenza le basse pressioni, dovrebbero scivolare sul nord Europa. Detto Questo,l’estate dovrebbe perciò decollare, anche se non si possono fare previsioni stagionali a lungo termine. È probabile che la Nina, potrebbe portare una Stasi meteorologica duratura, e quindi avere anche un settembre abbastanza buono, ma sono solo”TENDENZE”. In tutto questo potrebbero esserci brevi episodi piovosi.


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a cura di Giuseppe Menzio

La leggenda (vera) del Pony Express (1860) Dopo l’adesione della California all’Unione e la corsa all’oro del 1848, il problema delle comunicazioni tra l’est e l’ovest degli Stati Uniti divenne cruciale. A quei tempi una lettera partita da New York andava via mare fino a Panama, poi attraversava lo stretto in ferrovia, quindi riprendeva un’altra nave fino a San Francisco; spesso per arrivare impiegava anche più di quattro settimane! Per cercare di risolvere il problema, William H.Russell, un pioniere dei trasporti, cominciò a pensare alla possibilità di attraversare il continente via terra e di trasportare la posta a cavallo. Venne studiato il percorso fra l’ultimo avamposto “civile” verso ovest, St.Joseph nel Missouri e Sacramento, in California. Ma erano ben 3.600 chilometri di territori in gran parte sconosciuti, abitati dagli indiani, non di rado ostili. Furono predisposte stazioni di sosta per il cambio dei cavalli, ogni 15-20 km circa, la distanza che un buon cavallo poteva percorrere al galoppo senza fermarsi. Quanto al cavaliere, si ipotizzava potesse percorrere 120-170 km prima di essere sostituito, presumibilmente esausto! Ma i cavalieri bisognava trovarli … Per questo Russell pubblicò un annuncio sui giornali che diceva : “Cerchiamo giovani coraggiosi, magri, con non più di 18 anni, esperti cavalieri, disposti a rischiare la vita ogni giorno. Meglio se orfani. La paga è di 25 $ la settimana”. In realtà non tutti i candidati avevano esattamente le caratteristiche richieste; infatti fra gli oltre 100 riders ingaggiati c’erano anche dei quarantenni, e non tutti erano magri, e neppure orfani … Furono comprati circa 400 cavalli, i famosi ”mustang”, resistenti e veloci. L’equipaggiamento dei riders era costituito da una sacca per la posta, una borraccia per l’acqua, una bibbia, un corno per annunciare il proprio arrivo alla successiva stazione di cambio, e due pistole (oppure, a scelta, una pistola e un fucile).

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E finalmente, il 4 Aprile 1860, il primo “pony express” partì al galoppo da St.Joseph. Arrivò a destinazione dopo soli 10 giorni (!), riducendo in modo incredibile i tempi di recapito delle lettere.

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Quelle lettere venivano affrancate con francobolli speciali con la dicitura “Pony Express” e l’immagine di un cavaliere al galoppo; costavano

un dollaro, ossia da 10 a 20 volte il costo di un’affrancatura normale. Il nuovo servizio divenne ancora più prezioso allorché scoppiò la guerra civile, e continuò fin verso la fine del 1861. Purtroppo quest’epica impresa non ebbe lo sperato successo economico, perché ad Ottobre del 1861 veniva completata la prima linea telegrafica da costa a costa, e poco dopo anche la ferrovia, consentendo in tal modo comunicazioni veloci e meno costose. Il “Pony Express” finisce prematuramente e Russell non recupererà mai le ingentissime somme che aveva investito nel suo leggendario progetto. Innumerevoli ed affascinanti sono le storie western legate a quel periodo avventuroso, e fra i riders del Pony Express ci fu anche il famoso Buffalo Bill. I francobolli singoli ed ancor più le lettere affrancate con i “Pony Express” sono molto rare e ricercate. Quando, non frequentemente, vengono battute in qualche asta, superano facilmente i 20-30.000 dollari. Le immagini in questa pagina : • Il manifesto per il reclutamento dei riders del Pony Express. • Il francobollo • Una bellissima lettera con il “Pony Express”, partita da St.Joseph il 14 Settembre 1861 e con il timbro di arrivo a San Francisco.


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di Luca Santagà - fb avventure in bici - fotografie di Davide Loreti

Il gigante silenzioso

Finalmente in bici! Il lock-down è stato lungo e pesante. Soprattutto perché nel nostro sport siamo abituati a sentirci liberi come se non ci fossero confini. Fortunatamente, da un po’ di tempo siamo tornati per così dire, a fare danni. Qualche chiletto in più addosso, le gambe rigide e non certo pronte come prima, ma lo sappiamo, come quando si torna a fare sport dopo aver subito un infortunio, si ricomincia daccapo, e si ritorna, giorno dopo giorno, alla forma di un tempo. Devo ammettere che i primi, timidi chilometri in bici, dopo tanta inattività sono stati benché liberatori, soprattutto faticosi. A farci compagnia, un festante esercito di persone che ha scoperto da un giorno all’ altro che…ma guarda! Andare in bici è bello e sano. Tutto ciò che ha due ruote e pedali è spuntato miracolosamente dai garage, dove giaceva sconsolato da decenni ed è stato riesumato. C’era perfino la fila per entrare nei negozi di biciclette. Un fenomeno talmente vistoso che non poteva durare a lungo. Infatti non è durato. Ad oggi siamo rimasti ben pochi, in strada insieme ai proclami e poco altro di chi ci ha promesso subito un mondo più ciclabile e meno inquinato. Per fortuna, almeno chi già andava in bici, continua a farlo, se si può con maggiore passione di prima. E così eccoci di nuovo a parlare di escursioni, alla ri-scoperta della nostra bella regione, e non solo. Quella che vorrei raccontarvi è proprio una di quelle giornate che non si dimenticano, condita anche con

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strada, o sentiero. Nulla di preoccupante, di solito è un problema di segnale GPS. A volte si è costretti a tornare indietro e amen. In questo caso avremmo dovuto salire per qualche centinaio di metri di dislivello con la bici in spalla, per poi fare in discesa la strada fatta all’ andata. Ma questo avrebbe significato arrendersi. Così abbiamo cominciato a riflettere con calma sul da farsi. I nostri strumenti erano concordi ed evidenziavano un bivio proprio dove eravamo, quindi, mano alla vecchia, tradizionale, usurata mappa cartacea, che non ha fatto altro che evidenziare un bivio. La verità si è fatta strada piano piano nella mente, ma poi è emersa di colpo: Nei mesi in cui l’ uomo era bloccato a casa, probabilmente nessuno ha più battuto questa traccia semisconosciuta, ne’ con gli sci, ne’ in bici o a piedi e la natura, questo meraviglioso gigante silenzioso, si è ripresa ciò che è suo in un batter d’ occhio. Niente più sentiero e di conseguenza, altra sfida per noi. Affidandoci al GPS pieghiamo a sinistra, nel nulla, ed entriamo in un soffice ma insidioso letto di foglie, cercando, ad intuito di seguire una traccia immaginaria che ci porti verso valle, o comunque su un fondo più sicuro. Tutto ciò che avrebbe dovuto essere veloce e dinamico si è trasformato in un esercizio di equilibrio tra radici e massi nascosti sotto le foglie alternato a tratti così ripidi da poter essere percorsi solo a piedi. Ma è stato tutt’ altro che spiacevole. Per dirla tutta, raramente al giorno d’ oggi si ha la fortuna di perdersi (solo una sensazione, intendiamoci) in un bosco che sembra non avere fine, con a disposizione una traccia precisa ma pur sempre ai limiti della teoria. E’ stata un’ emozione forte, ma non l’ ultima. Agganciamo una parvenza di sentiero, completamente scavato dai cinghiali, che ci porta al culmine di una vallata che tra l’ altro segna il confine tra Lazio e Abruzzo. Finalmente una strada! Entriamo nella valle che diventa sempre più stretta e che oramai contiene solo la nostra strada sterrata ed un torrente in secca con i suoi sassi bianchi che spiccano tra il verde del muschio e degli alberi. Il classico bosco delle favole. Finalmente qualche chilometro su strada, anche se molto accidentata; in discesa quasi si vola e soprattutto si riposano un po’ le gambe. Tutto questo per scoprire che proprio dove la vallata si fa ancora più stretta, il gigante silenzioso di cui sopra si è appropriato anche della strada. Improvvisamente c’è solo il torrente ed i suoi sassi enormi e bianchissimi. Siamo in sella da quasi sette ore ed il pensiero di fare anche solo pochi chilometri camminando sui sassi con la bici in spalla, che ora sembra molto più pesante, ci atterrisce. Ma evidentemente, Madre Natura questa volta ha voluto giocare un po’ con noi, forse perchè siamo suoi amici e dopo qualche centinaio di metri ci restituisce, o per meglio dire, ci presta la strada perché noi si possa arrivare stanchi, ma decisamente soddisfatti a casa.

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un pizzico di brivido, che come dicono le persone sagge, è il sale della vita. Con l’ avvicinarsi della sta-gione calda, il nostro sguardo punta automaticamente verso le montagne e noi abbiamo deciso di sfruttare una vecchia traccia GPS che ci porterà dritta nel cuore dei Monti Simbruini. Sappiamo già che non è il percorso più facile o il più battuto. Vogliamo mettere alla prova, non solo il fisico, ma le nostre capacità di navigazione e orientamento. Il nostro punto di partenza è Camerata Nuova, un delizioso paesino a mezza montagna che sarà anche il nostro punto di arrivo; 32 chilometri che si preannunciano piuttosto duri. Siamo in sette, tutti animati da sconfinata voglia di andare oltre, e con entusiasmo percorriamo in bici i primi metri all’ interno del paese. Un minuto dopo siamo già in salita, una salita di quelle vere, su strada sterrata che ci porterà ai prati di Camposecco. Velocità moderata, fiatone, ma ci scappa anche qualche risata. Intorno a noi il verde intenso che contrasta con l’ azzurro accecante del cielo terso. Arrivati ai prati, dopo un’ oretta di salita ripida ma tutto sommato facile, eccoci catapultati in un altro mondo: il panorama è di una bellezza infinita. In questo posto sono state girate parecchie scene esterne del film “ Lo chiamavano Trinità” e del suo sequel. Posso facilmente immaginare come la produzione di un tempo abbia associato il Selvaggio West ad un territorio come questo. Effettivamente trasmette un senso di immensità e di pace. Solo silenzio intorno a noi che facciamo una piccola pausa per riprendere fiato e mangiare una barretta. La piana è attraversata da una strada sterrata che la fende nel mezzo e che noi percorriamo solo per qualche centinaio di metri in com-

pagnia di qualche simpatico cavallo che come noi, è libero di scorrazzare dove gli pare e si gode la bella giornata. La nostra traccia piega su un sentierino a destra, e si inoltra subito in un bosco fittissimo. Ora comincia il divertimento vero: il fondo è reso scivoloso dalle piogge della notte precedente e si procede sempre in salita con estrema cautela. Questo itinerario ad anello prevede tutta salita fino a circa metà strada e poi tutta discesa fino all’ arrivo. Credetemi: salire per sedici chilometri su fondo che peggiora di metro in metro è veramente faticoso, eppure non vorrei essere altrove. E quando mi giro per “controllare” la carovana, vedo che oltre la fatica, è palese la soddisfazio-ne sul volto dei miei amici. Il sentiero piega a sinistra e si trasforma in una traccia appena visibile sull’ erba, il nostro GPS conferma che siamo in rotta e tra poco sbucheremo sulla strada che porta in cima al Monte Autore, otre quota 1800 metri. Ancora poche, feroci rampe ed eccoci sul tetto del mondo: siamo arrivati in cima e prima di goderci il panorama, siamo costretti a coprirci. Fa decisamente freddo ed il vento tagliente accorcia la nostra sosta al Belvedere. Qui con lo sguardo si possono abbracciare decine e decine di chilometri. Noi non riusciamo a trattenere i sorrisi, nonostante la fatica per quasi tre ore di ascesa. Mente scrivo, mi torna in mente il senso di aspettativa di quei momenti. Ora è tutta discesa! Il ciglio sul precipizio che percorriamo con rispetto e che è l’ inizio del nostro ritorno nel bosco nasconde però una svolta( perdonate il gioco di parole) inaspettata. Percorriamo poche centinaia di metri in ripidissima discesa su rocce ed al primo bivio il sentiero scompare. O meglio: all’ altezza del bivio che ci dovrebbe portare all’ arrivo, non c’ è il bivio. In tanti anni di escursioni, anche cicloalpinistiche come questa, talvolta mi è capitato di sbagliare

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Tablet Natura

Ph. Costante Cavallaro

Alessandro Polinori - Vice Presidente Lipu - BirdLife Italia - Responsabile Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia

Foto di Franco Baccelli

Upupa - Luigi Sebastiani

Presenze alate.. nei cieli del lockdown I difficili mesi del lockdown, legati all’emergenza Covid-19, causa di lutti e sofferenze in tutto il pianeta, hanno rappresentato, per noi della Lipu, un periodo durante il quale siamo stati contattati da tantissimi cittadini, interessati a comprendere come la scarsa presenza umana potesse influire sui comportamenti e le abitudini dei nostri amici alati.

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Una richiesta ricorrente è stata quella se gli uccelli necessitassero del nostro aiuto. Molte persone, infatti, erano preoccupate del fatto che gli animali selvatici urbani potessero avere difficoltà a reperire il proprio cibo, in un periodo in cui la popolazione era fortemente limitata negli spostamenti ed i turisti del tutto assenti. In realtà, se oggettivamente si è verificata una riduzione del cibo messo dall’uomo a disposizione degli animali, bisogna però considerare che questi ultimi avevano comunque maggior disponibilità di risorse, grazie alle tante ore di luce ed al cibo naturale più che abbondante in questa stagione. Un’altra curiosità ricorrente era relativa all’“inusuale” abbondanza di specie nelle città. Vera o presunta? E per quale ragione? Bisogna premettere che molte specie di uccelli vivono ormai da anni nelle aree urbanizzate, basti pensare alle ormai famose coppie di falco pellegrino, che nidificano regolarmente in pieno centro a Roma e Milano. In tale contesto l’ambito di studio dell’ecologia urbana, con relativa pubblicazione di numerosi atlanti ornitologici urbani, conferma tale trend, anche dal punto di vista scientifico. Gli uccelli scelgono di vivere in città per la grande ab-

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bondanza di cibo (anche sotto forma di rifiuti!), la possibilità di nutrirsi praticamente senza sosta grazie alle luci artificiali, la minor presenza di predatori (umani ed animali) e le temperature più alte, cosa decisamente utile soprattutto nel periodo invernale. Questa tendenza generale è stata sicuramente favorita dal lockdown, laddove la minore presenza umana ha consentito la presenza di animali selvatici anche in zone per loro precedentemente troppo caotiche. Si sono liberati degli spazi e, quelle specie che vivevano nelle vicinanze, hanno pensato bene di occuparli, temporaneamente o addirittura per metter sù famiglia. Al tempo stesso, il fatto che molte persone abbiano

Scricciolo - L.Sebastiani-www.birds.it

praticato, per cause di forza maggiore, birdwatching da casa (stimolate anche dal progetto #vistidacasa, promosso dalla Lipu e da altre associazioni e gruppi ornitologici), ha consentito di apprezzare la presenza di specie piuttosto rare anche in ambito urbano. Sintetizzando, da un lato effettivamente molte specie si sono ancor più avvicinate alla città, mentre, dall’altro, un maggior numero di attenti osservatori “casalinghi”, posizionati presso balconi o giardini privati, ha permesso di osservare specie che, in tempi normali, sarebbero probabilmente passate inosservate. Penso ad esempio a rapaci come le albanelle osservate sui cieli di Roma o l’aquila reale avvistata a Milano,


Cardellino - L.Sebastiani-www.birds.it

#vistidacasa la birdwatcher Simona Patrizi in azione

passando per tante specie di passeriformi che sono state incontrate in piena città, dal fiorrancino al fanello. Ed ancora: come non emozionarsi di fronte alle suggestive immagini dei pur comuni germani reali, che avevano eletto le monumentali fontane del centro storico di Roma (solitamente affollate di turisti) come loro luogo di sosta? Personalmente, nel X Municipio del Comune di Roma, ho avuto la possibilità di incontrare simpatici aironi

guardabuoi in parchi cittadini, persino in aree gioco per bambini, dove naturalmente non erano soliti avvicinarsi. Ed ancora, lungo la nostra costa, ci è stato possibile rilevare la presenza di nidi del simpatico corriere piccolo (un piccolo trampoliere migratore che viene a nidificare sulle nostre spiagge), anche in zone solitamente occupate dai bagnanti. La scienza ci racconta che l’immane tragedia del Coronavirus trae le proprie origini soprattutto da un errato rapporto con la fauna selvatica e la biodiversità in generale, troppo spesso violentata dall’uomo. Il lockdown, per fortuna, è ormai passato (se faremo attenzione, speriamo per sempre!) e l’uomo ha rioccupato i propri spazi, ma non sempre con attenzione e rispetto verso quegli animali che avevano goduto mesi di insperata “tranquillità”. La speranza è che, dopo un momento così difficile, l’essere umano rifletta sui propri errori e si impegni (anche e soprattutto per il proprio bene) nel cercare di instaurare un corretto rapporto verso la natura e gli altri esseri viventi con cui condivide il Pianeta. Per informazioni: alessandro.polinori@lipu.it


Tablet Arte di Patrizia Lazzarin - fabulaviva.it

RAFFAELLO 1520 -1483 Arte e Genio

La mostra dedicata a Raffaello che ha riaperto al pubblico il 2 giugno alle Scuderie del Quirinale, dopo l’emergenza sanitaria del Covid -19, è un viaggio nella vita dell’artista, per cogliere la bellezza della sua pittura, il genio delle sue invenzioni e l’amore che egli nutrì per il mondo classico che si rivela, come una grande passione capace di permearne l’intera vicenda biografica. RAFFAELLO 1520 – 1483 è un percorso a ritroso in tutti i sensi, che inizia da quel

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momento ricco d’emozione che segna il commiato da questa terra, del tanto osannato pittore e architetto della fabbrica di San Pietro, sepolto nel Pantheon, e giunge all’inizio della sua carriera, quando il padre, anche lui artista, accortosi delle capacità straordinarie del figlio undicenne, lo affida al Perugino. L’efficacia di questa rassegna si misura sicuramente nell’accostare le opere ricche di colore dell’urbinate, dove ammiriamo gli incarnati delle bellissime Madonne e dei loro giocosi bambini, i volti pensosi dei Papi, dei cardinali e di letterati famosi, assieme alla filigrana degli oggetti e degli abiti condensati in prismi di luce capaci di riflettere gli stati d’animo,

alla potenza e all’aurea magica che si sprigionano dalle antiche testimonianze del mondo classico greco e romano. Nel rimbalzare ai nostri occhi, questi confronti suggestivi, rivelano come con una cartina al tornasole, quello che già un trattatista del Cinquecento, Ludovico Dolce, a meta di quel secolo, scriveva: fu tanto ricco d’invenzione che faceva a quattro e sei modi, differenti l’uno dall’altro, un’istoria, e tutti avevano grazia e istavano bene. Giorgio Vasari, l’autore delle Vite dei più eccellenti, pittori, scultori ed architetti, che coprono un arco di tempo che va dal Trecento al Cinquecento, lo descrive come da subito un pittore divino. La sua intelligenza e modernità è


sicuramente leggibile nella lettera del 1519 scritta a quattro mani, dopo la nomina avvenuta nel 1513 a Conservatore delle antichità romane, con il noto letterato Baldassarre Castiglione ed indirizzata al Papa Leone X. In essa, che si ammira in mostra nella versione del prezioso manoscritto dell’Archivio di Stato di Mantova, si sottolinea la necessita di salvaguardare e di studiare i monumenti antichi contro il dilagante degrado. Un documento che è una pietra miliare nella disciplina della tutela e della conservazione del patrimonio storico ed artistico e che rivela la comprensione, agli albori del pensiero moderno, della necessità, allora non comunemente condivisa, di questa azione. Un’installazione multimediale, dedicata alla ricostruzione della pianta di Roma antica e curata da Alessandro Viscogliosi, permetterà di comprendere il significato ed il plusvalore dell’impresa di rilievo archeologico ed architettonico, lasciata interrotta a causa della sua scomparsa improvvisa. Apprezzato ed amato dai suoi contemporanei, morto assai giovane, a soli trentasette anni, attento alle invenzioni dei suoi colleghi come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Frà Bartolomeo, progetterà ed eseguirà ad un ritmo vertiginoso, assieme alla sua bottega, opere che come diceva ancora nel 1830, il famoso pittore

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francese, Eugène Delacroix, emanano un’armonia che incanta. La mostra prorogata fino al 30 agosto a Roma, città nella quale Raffaello ebbe modo di esprimere nella pienezza della sua maturità, il suo talento artistico e alla quale deve la fama destinata a superare i confini temporali, è un’occasione imperdibile per studiosi ed amanti dell’arte di toccare, quasi con mano la sua grandezza, attraverso centoventi delle sue opere, fra dipinti e disegni, in dialogo con quasi altrettanti manufatti antichi e rinascimentali, sculture, codici, documenti e capolavori di arte decorativa. Le prevendite che avevano, già alla prima apertura,

registrato un record di 60.000 richieste provenienti da tutto il mondo, sono una testimonianza felice di un progetto che si è avvalso dei prestiti dei maggiori musei italiani, spagnoli, francesi, inglesi, statunitensi ed austriaci. Un programma realizzato grazie alla

collaborazione fra le Scuderie del Quirinale e le Gallerie degli Uffizi e curato da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi assieme a Vincenzo Farinella e Francesco Paolo di Teodoro. Sono chiare le parole di Marzia Faietti: avvicinarsi a Raffaello è una cosa facilissima: e questo perché l’urbinate è autore di un’arte complessa ma allo stesso tempo capace di comunicarsi a tutti. La sua pittura è talmente meditata, ponderata, sublimata, contiene tanti livelli di lettura che ogni osservatore … ha la possibilità di ammirarla e di ammirarne aspetti e qualità diverse. Le precisazioni di un altro curatore Matteo Lafranconi, Direttore anche delle Scuderie del Quirinale, aggiungono ulteriori significati: si è voluto cercare di restituire, almeno per approssimazione, la qualità, la varietà, la grazia, la cultura e l’intelligenza del pensiero creativo raffaellesco. Un’opportunità unica per Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, almeno per questa generazione, per immergersi completamente nel meraviglioso universo dell’arte di Raffaello, raccontato da un percorso inedito, ricco di oltre 200 opere. Ci sono infatti dipinti straordinari qui riuniti, entrati nell’immaginario, come la Madonna del Granduca e la Velata delle Gallerie degli Uffizi, o creazioni mai tornate in Italia come la stupenda Madonna d’Alba della National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado e la Madonna Tempi dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Ci sono i ritratti di Giulio II della National Gallery di Londra e quello di Giulio de’ Medici con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi degli Uffizi, dove la bellezza del colore si affianca al sapore di una ricostruzione storica e filologica di Papi che hanno segnato un’epoca storica. Percorriamo un viaggio nella mente di Raffaello: nell’ideazione di opere importanti come la decorazione delle Stanze Vaticane, nei disegni dei cartoni degli arazzi con le storie dei Santi Pietro e Paolo per la Cappella Sistina, nella decorazione della Loggia di Psiche per la Farnesina di Agostino Chigi e nei progetti delle Logge Vaticane. Il bellissimo catalogo della mostra è edito da Skira e, nelle quasi cinquecento pagine, abbiamo modo di apprezzare l’arte e la scienza di Raffaello e di avvicinarsi ad essa con più consapevolezza.

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Un Posto Tranquillo Dott.ssa Giulia Migani

Psicologa / Psicoterapeuta Analista transazionale socio-cognitiva Mediatore Feuerstein PAS Basic e Standard I livello Associazione Hikikomori Italia Onlus Area psicologica Referente Roma Sud EMAIL: giuliamigani@yahoo.it Cellulare: 338 3839479

“RIPARTIRE…”

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Il lockdown è terminato… siamo ancora nella Fase 2 e in trepidante attesa dell’arrivo della Fase 3, quella del ritorno alla vita “normale”… già la fine del periodo di reclusione ha però determinato una ripartenza: possiamo uscire, andare a lavorare, girare per strada, i negozi sono aperti. Certo, abbiamo il “quasi obbligo” della mascherina e del rispetto delle distanze ma, in ogni caso, siamo ripartiti. Ma come? Con quale bagaglio emotivo sulle nostre spalle? I social, i siti web pullulano di post e articoli che approfondiscono l’argomento e forniscono validissimi consigli su come affrontare la fase psicologica delicatissima della riapertura. L’esperienza della pandemia che ci ha colto di sorpresa, increduli, impreparati, per la quale ci siamo tanto spaventati e, nei casi più tristi con la perdita di qualche caro, profondamente addolorati ha fatto sì che ci sentissimo totalmente spiazzati. Abbiamo dovuto “assimilare” (per dirla con Piaget) qualcosa di enorme, la minaccia alla nostra salute e alla nostra vita, e abbiamo dovuto “accomodare” queste regole imposte dall’alto inventandoci una nuova esistenza, creando nuove abitudini e nuovi ritmi. Abbiamo sentito il carico pesante della perdita della libertà di movimento e del contatto umano, con tutto ciò che questo ha comportato da un eccesso all’altro: estrema solitudine in alcuni casi, troppa tensione per coabitazioni forzate in spazi stretti in altri… il tutto, senza smettere di fare i conti con quello che sentivamo (e che ancora sentiamo): sgomento, paura, senso di impotenza, frustrazione, incertezza. In tale panorama abbiamo tenuto duro: siamo stati disciplinati, pazienti, speranzosi, solidali e, in alcuni casi, anche molto creativi. Per usare una parola molto cara a noi psicoterapeuti, siamo stati resilienti: la difficoltà del momento ci ha magari piegati

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ma non spezzati e ci siamo saputi riorganizzare cogliendo le possibilità che tale momento storico consentiva. Io credo, dal profondo del cuore, che siamo stati davvero bravi e voglio affermarlo e ripeterlo. A me stessa e a tutti voi. Ma torniamo alla ripartenza… ora ci dicono che non dobbiamo più stare chiusi dentro casa, che possiamo uscire e riavere contatti sociali anche se con le dovute accortezze. Ci eravamo “accomodati” (sempre Jean Piaget e la sua teoria dell’apprendimento che avviene tramite i principi dell’assimilazione e dell’accomodamento) a stare a casa al sicuro e ora? Una nuova assimilazione? Un nuovo accomodamento? Pare proprio di sì, che non si possa fare altrimenti, se vogliamo ricominciare, ripartire… Però, con tutto quello che abbiamo sentito e stiamo sentendo, cosa ci facciamo? Ed ecco che ritorno ai consigli di prima. Basta fare una ricerca su Google scrivendo “ripartenza psicologica” ed escono fuori circa 355.000 risultati. Cosa dicono? Tutte cose assolutamente corrette che possono essere così sintetizzate: - ricominciare a svolgere le normali attività in un modo graduale, non lasciarsi prendere dalla smania o dalla fretta o, al contrario, impaurirsi così tanto da rimanere bloccati; - accettare che si tratti di cambiamenti a lungo termine che richiederanno di essere affrontati con equilibrio perché non possiamo avere su di essi un totale controllo; - essere consapevoli che questo periodo di nuova assimilazioneaccomodamento può comunque esso stesso essere fonte di stress (e di stress ne ho lungamente parlato negli articoli pubblicati in questo periodo su tabletroma.it); - ascoltare se stessi, facendo contatto con quello che si prova e di cui si sente il bisogno; - non dimenticare le cose imparate durante il lockdown, le risorse scoperte o

riscoperte, le buone abitudini apprese: più tempo per noi e per gli altri, più silenzio, più relax, più attenzione… - essere flessibili, ripensando ed organizzando appunto i nostri tempi e i nostri doveri con una nuova consapevolezza; - attenzione verso di noi: da un punto di vista fisico, ricominciare a prendersi cura se ci siamo trascurati, continuare a farlo se abbiamo appreso una nuova buona abitudine. Da un punto di vista psicologico: diamo spazio alle emozioni e ai pensieri, gestendo quelli negativi nel dialogo e nella condivisione con altri significativi oppure in un dialogo interiore con noi stessi, magari mettendoli per iscritto in un diario; - riapriamo agli altri: il concetto di vicinanza fisica è sicuramente condizionato dalla situazione attuale ma abbiamo scoperto che è possibile essere intimi e vicini anche essendo fisicamente lontani. Voglio concludere scrivendo di quello che realmente avevo voglia di condividere e raccontarvi una mia esperienza e riflessione: in questo periodo di chiusura ho avuto più tempo per leggere e ho ripreso in mano i libri (in particolare il primo “Uno psicologo nei lager” e l’ultimo scritto prima della sua morte nel 1997 “La vita come compito”) di quello che considero un uomo straordinario e che tanta influenza ha avuto nella mia vita: Viktor E. Frankl. Psichiatra e filosofo austriaco, di famiglia ebrea, fondatore della Logoterapia, la “terapia del significato”, che si concentra sul nucleo profondamente umano e spirituale dell’individuo, dal 1942 al 1945 egli fu deportato e sopravvisse a quattro campi di concentramento nazisti. Pubblicò nel 1946 un libro molto importante, appunto “Uno psicologo nei lager “, raccontando l’esperienza e le sofferenze quotidiane patite nei campi di concentramento e che ha come tema fondamentale proprio la ricerca del senso della vita. E questo libro voglio suggerire a voi di leggere, considerandolo strumento di una sorta di “biblioterapia”, convinta che come ha aiutato


e dato direzione a me, possa svolgere questa funzione anche per voi. Frankl ha portato avanti per tutta la sua lunga esistenza (è deceduto a 92 anni) la convinzione che per vivere e sopravvivere sia necessario dare un senso alla vita e che tale senso divenga per ogni uomo appunto la forza che gli permette di resistere anche quando è costretto a vivere vicende terribili e paralizzanti: “La vita conserva il suo senso anche quando si svolge in un campo di concentramento, quando non offre quasi più nessuna prospettiva di realizzare dei valori, creandoli o godendoli, ma lascia solamente un’ultima possibilità di comportamento moralmente valido, proprio nel modo in cui l’uomo si atteggia di fronte alla limitazione del suo essere, imposta con violenza dall’esterno “. Rievocando la celebre frase di Nietzsche “Chi ha un perché nella vita, sopporta quasi ogni

come”, egli afferma che “L’uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene imposto dall’esterno “. È una frase potente, la quale ci dice che anche nel momento della massima miseria l’uomo possiede ancora la libertà interiore: “Guai a chi non trovava più uno scopo di vita, non aveva un contenuto di vita, non scorgeva nessuno scopo nella sua esistenza; svaniva il significato del suo essere, perdeva ogni senso anche la resistenza”. Ma se qualcuno questo senso non riesce a trovarlo? Frankl propone un rovesciamento completo della problematica del senso ultimo dell’esistenza: non importa cosa noi possiamo attenderci dalla vita ma importa comprendere cosa la vita attende da noi. Lei ci interpella, noi rispondiamo. Scrive Frankl: “Sentiamo di essere sempre interrogati, come persone a cui la vita pone

in continuazione delle domande, ogni giorno e ogni ora, domande a cui ci invita a rispondere, dando una risposta esatta, non solo con la meditazione oppure a parole, ma con un’azione, un comportamento corretto. Vivere, in ultima analisi, non significa altro che avere la responsabilità di rispondere esattamente ai problemi vitali, di adempiere i compiti che la vita pone a ogni singolo, di far fronte all’esigenza di quell’ora”. Quando diamo risposta alle domande che la vita ci pone, nei momenti di gioia e anche di sofferenza, di cambiamento e di rinnovamento, diamo significato proprio alla nostra esistenza reale e concreta. E scopriamo la forza e le risorse per sopportare difficoltà, dolori, ansie, paure che incontriamo lungo il percorso. Esattamente quello che abbiamo fatto durante il lockdown e quello che siamo e saremo chiamati a fare nel ripartire…

Dott. Roberto Federici Specialista in Chirurgia generale Proctologia

(emorroidi, ragadi anali, fistole)

CHIRURGIA AMBULATORIALE DELLE ERNIE INGUINO-CRURALI Centro Salus Casalpalocco, Piazza Filippo il Macedone 23 (Centro comm.le Le Terrazze) - Tel. 06/50912203 e-mail rf@robertofederici.it Ostia, Viale Del Lido, 5 - Tel 06/5600223 - 06/5600648 Acilia, Via Gino Bonichi 111 - Tel. 06/52350770 - 52352569



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DRINK: TU LA CONOSCI DOROTHY? (ispirato al film ‘Ragazze Interrotte’ di James Mangold, 1999) DRINK: BURROWS (ispirato al film ‘The Darwin Awards’, di Finn Taylor, 2006) BARMAN: Antonio Masi, capo bar del Tatabui bistrot e cocktail bar di Torino INGREDIENTI: 5 cl Ramsbury Gin 3 cl Vermouth Rosso OSCAR.697 1,5 cl Amaro Formidabile 1 spoon estratto di tamarindo Erba Bicchiere: Rock basso PREPARAZIONE: Preparare il cocktail direttamente nel bicchiere: versare tutti gli ingredienti e miscelare fino a far sciogliere l’estratto di tamarindo. Riempire di ghiaccio fino a colmare e girare il tutto con una “cucchietta”, attenti a non farvi male... ISPIRAZIONE: The Darwin Awards è un’originale commedia indie presentata al Sundance Film Festival che riporta come sottotitolo italiano ‘Suicidi accidentali per menti poco evolute’ e ha ispirato un drink a sua volta ispirato al nome del protagonista, interpretato da Joseph Fiennes. Michael Burrows è un criminologo maniaco del controllo, emofobico e ossessionato dai Darwin Awards, premio sarcastico che ogni anno viene attribuito alla persona morta nel modo più stupido e bizzarro. Un cliente difficile da soddisfare, anche perché, forse, anche astemio. Ma in un mondo dove esiste una persona che attacca un razzo alla propria auto, perchè non provare a far bere un astemio? E poi la bellissima Siri – Wynona Ryder - insofferente verso alcuni suoi comportamenti, sarà un’ottima spalla complice e renderà il lavoro più semplice... Il barman Antonio Masi ha immaginato questa coppia improbabile al bancone del bar. Protagonista del drink è il Ramsbury Gin, che rappresenta Burrows, inglese come Fiennes, mentre i due italiani Vermouth Rosso OSCAR.697 e Amaro Formidabile delineano il carattere di Siri, con il tamarindo a ritagliarsi la veste di ingrediente insolito, rappresentando le assurdità ‘reali’ che accadono nel film.

BARTENDER: Ilaria Bello, bar manager del Talea di Torvaianica (Roma) INGREDIENTI 4,5 cl Ramsbury Gin 1,5 cl Ramsbury Vodka infusa all’ukrop 1 spoon di Amaro Venti Garnish: rametto di Ukrop PREPARAZIONE: Versare del ghiaccio in un mixing glass e girare con uno spoon per raffreddare, quindi togliere, con l’aiuto di un strainer, l’acqua formatasi e versare tutti gli ingredienti nel mixing glass. Girare ancora per raffreddare il drink e versare in una coppetta ghiacciata. Decorare con un rametto di ukrop, erba di origine russa utilizzata in cucina, simile all’aneto. ISPIRAZIONE: Un drink ispirato al film ‘Ragazze Interrotte’, che racconta la storia di Susanna – interpretata da Wynona Ryder all’apparenza normale a cui, in seguito a un tentativo di suicidio, viene diagnosticato un disturbo borderline della personalità e imposto il ricovero in una struttura psichiatrica. Susanna rappresenta una giovane donna in cerca di se stessa e del proprio posto nel mondo, ribelle nei confronti delle convenzioni e, allo stesso tempo, profondamente malinconica e incline all’autodistruzione. Personalità che ricorda molto quella di Dorothy Parker, cinica e malinconica scrittrice di successo, conosciuta per la sua dedizione all’alcool e al cocktail Martini. Ed è proprio un twist sul cocktail Martini quello che Ilaria Bello, bar manager del Talea a Torvaianica, sul litorale romano, ha voluto dedicare alla protagonista del film e alla controversa Dorothy, con questa eccentrica poesia citata dal personaggio di Angelina Jolie, altra magnifica interprete del film: “Il rasoio fa male, il fiume è troppo basso, l’acido è bestiale, la droga da il collasso, la corda si spezza, la pistola è proibita, il gas puzza, allora viva la vita”. Un drink che unisce ingredienti di altissima qualità, il gin e la vodka single estate dell’inglese Ramsbury, le cui tenute da oltre 19mila ettari dominano le lussureggianti colline del Wiltshire, tra Londra e Cardiff, con il limpido fiume Kennet a donare l’acqua usata nella distilleria. E l’Amaro Venti, unico amaro realizzato con sole botaniche raccolte in Italia: venti ingredienti, uno per ciascuna regione, lavorati e maturati in Piemonte dalla famiglia Rivolta.

DRINK: A LOT LIKE LOVE (ispirato al film ‘Sballati d’amore - A Lot Like Love’, di Nigel Cole, 2005) BARMAN: Marco Riccetti, head bartender dell›Inside Restaurant & Cocktail Bar di Torino INGREDIENTI: 5 cl Vodka Ramsbury 2 cl Vermouth Rosso OSCAR.697 1,5 cl sciroppo di zucchero semplice 4 cl thé ai mirtilli neri 2 dashes bitter alla ciliegia Bicchiere: coppa da cocktail Garnish: scorza di arancia PREPARAZIONE: Versare lo sciroppo di zucchero in un teiera, aggiungere i bitter alla ciliegia, il Vermouth Rosso OSCAR.697, la vodka Ramsbury e infine il thé ai mirtilli, quindi mescolare gentilmente e versare in una coppa da cocktail o in una tazza da thè. Infine, decorare con una scorza di arancia. ISPIRAZIONE: Il rincorrersi continuo nel giro di sette anni dei due protagonisti. Che tra vari vicissitudini si ritrovano davanti alle avventure sentimentali e lavorative della vita. Un drink che si ispira alla blåbärssoppa, zuppa di mirtillo svedese ottenuta dal mirtillo nero, che può essere servita fredda o calda e che nasce dallo stesso concetto, ispirato da una bellissima ragazza, con la quale abbiamo condiviso momenti fantastici. Qui entra in campo la Vodka Ramsbury, prodotto in una single estate con il grano pregiato di varietà Horatio che cresce sulle lussureggianti colline del Wiltshire, dal carattere deciso, ma comunque morbido. Vodka Ramsbury sarà la base del drink. Quindi, il Vermouth Rosso OSCAR.697, che in questo caso dona dolcezza e note amaricanti, il vermouth di Torino per dare ricordo del luogo dove ci siamo incontrati. Il thè ai mirtilli neri alleggerisce il tutto e dona qualche sapore fruttato e morbidezza in più. Lo zucchero liquido regala un po’ di dolcezza e, infine, il bitter alla ciliegia esalta profumi che ricordano la pelle di questa bellissima ragazza. Volendo è anche realizzabile caldo, inserendo il the ai mirtilli caldo, magari servendolo in una tazza.


Scadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista

Lo Studio De Calisti A.M. saluta tutti i Lettori che si inoltrano nello scadenzario fiscale di Luglio e Agosto 2020. La prima scadenza è il pagamento dei contributi per i datori di lavoro domestico. Il pagamento che va dal 1° luglio al 10 luglio, secondo la nuova circolare Inps, potrà essere versato esclusivamente

1-10 secondo le seguenti modalità: a) rivolgendosi ai soggetti aderenti al circuito “Reti Amiche” (tabaccherie); b) online sul sito internet “www.inps.it”, nella sezione Servizi on line – Elenco di tutti i

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servizi - Pagamento contributi lavoratori domestici; c) telefonando al Contact Center 803.164, tramite utilizzo di carta di credito; d) utilizzando il bollettino MAV. Lo Studio rende noto che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 16 luglio prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, contributi INPS. Inoltre, entro il 16 luglio coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile dovranno effettuare il versamento.

Si rende noto ai lettori l’elenco degli adempimenti fiscali alla scadenza del 20 luglio. Per i titolari di partita IVA soggetti Isa, si versa la prima o unica rata, IRPEF primo acconto 2020 e saldo 2019, Imposta di bollo relativa alle fatture elettroniche emesse nel secondo trimestre dell’anno, IVIE saldo 2019 e primo acconto 2020, cedolare secca saldo 2019 e primo acconto 2020, IVA saldo 2019, Soggetti Ires saldo 2019 e primo acconto 2020 dell’Ires, IRAP primo acconto 2020 e saldo 2019. Entro il 23 luglio con riferimento alle dichiarazioni dei redditi (modello 730/2020) presentate dai contribuenti dal 21 giugno al 15 luglio 2020, i CAF e i professionisti abilitati devono trasmettere, in via telematica, all’Agenzia delle Entrate: le dichiarazioni elaborate (modelli 730/2020 con i relativi prospetti); Il giorno il 27 luglio scade il termine per presentare all’Agenzia delle dogane, esclusivamente in via telematica, gli elenchi riepilogativi Intrastat Entro il 30 luglio si possono regolarizzare i versamenti di imposte non effettuati o effettuati in misura insufficiente entro il 30 giugno 2020, con maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta a un decimo del minimo (ravvedimento breve). Si informano i lettori che entro il 30 luglio vi è la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale con la maggiorazione dello 0,40% per IRPEF primo acconto 2020 e saldo 2019, Cedolare secca saldo 2019 e primo acconto 2020. Si rende noto ai lettori che per il 31 luglio i non titolari di Partita IVA, possono versare la 2° rata dell›Irpef risultante dalle dichiarazioni annuali, a titolo di saldo per l›anno 2019 e di primo acconto per l›anno 2020, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,33%. Inoltre, entro il 20 agosto coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile, dovranno effettuare il versamento.

AGOSTO Il 20 agosto è scadenza dell’Iva del 2° trimestre 2020, dei contributi Inps (artigiani e commercianti) e della 3 Rata Inail.

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Il giorno il 25 agosto scade il termine per presentare all’Agenzia delle dogane, esclusivamente in via telematica, gli elenchi riepilogativi Intrastat Si prosegue poi con la scadenza del giorno 31 agosto per i versamenti rateizzati e non, che derivano dalla Dichiarazione dei redditi 2020 per anno 2019 per persone fisiche, società di persone e soggetti IRES. Le scadenze possono subire proroghe, anticipazioni o modifiche di varia natura; a tal proposito vi consigliamo di consultare il calendario ufficiale che trovate sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Le scadenze fiscali hanno subito stravolgimenti a causa degli eventi determinati dall’emergenza coronavirus, infatti, gli adempimenti fiscali degli ultimi mesi, da marzo a maggio, hanno subito delle variazioni di date e termini di presentazione. Per ciò che concerne le scadenze fiscali dei mesi appena citati, c’è stato uno slittamento al 16 settembre. Per quanto riguarda il versamento dei carichi affidati alla riscossione, invece, lo slittamento è al 31 agosto 2020, mentre per quanto riguarda il versamento delle rate relative alla rottamazione ter e al saldo e stralcio, il nuovo termine ultimo per il versamento è il 10 dicembre 2020, data oltre la quale sarà impossibile usufruire dei benefici della definizione agevolata. Si informano i lettori che lo Studio essendo anche CAF CGN è in grado di fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • • Mod. PF SP SC •

Gestione Badanti e Colf. Successioni.

Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento ed augura a tutti buone ferie., Studio De Calisti Anna Maria - Via Leonardo Mellano 72 - 00125 Roma - 06/52352585 cell. 3333087137 - e-mail: amdec@libero.it

Lo Studio offre servizi di consulenza del lavoro



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