Tablet Roma Novembre 2014

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TABLET ROMA

SOMMARIO ANNO 2 NO 22 novembre 2014

EDITORIALE

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Il regresso del progresso

PRIMOPIANO

9-10-11

“Non accettate sogni dagli sconosciuti”

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BENESSERE Oli essenziali, concentrati di natura …

LA RICETTA DEL MESE

19

Gnocchetti Castagne e Funghi Porcini

20-21

TERZA PAGINA Crisi della cultura?

TABLET ROMA CONSIGLIA

22

Giulia Mariani, l’artista pescatrice

SPECIALMENTE BERLINO

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25 anni dopo la caduta del muro

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PSICHE Tutti insieme… appassionatamente?

LO SPORTELLO 35 TABLETROMA INCONTRA

32-33 +EVENTI 39

“Le Parole delle Scrittici”

LE USCITE DEL MESE 45

42-43 A 4 ZAMPE Lo Yorkshire terrier

SCUOLA NEWS

47

L’EXPO 2015 : entra nelle scuole!

48-49

MODA&DESIGN Barbie che passione...

ALLENA LA MENTE

50

Affiancamento ai compiti e gruppi di studio

52

MDC Firmata la Guida del Consumatore.

MOZART NEWS

57

X Municipio chiama… Mozart risponde!!!!!

58 SCADENZARIO FISCALE MEZZAROMA NEWS

APD NAUTILUS 60 62-63

I Cinesi alla scoperta geotermico

70

MESTIERI LETTERE AL DIRETTORE 69 PARTNERS&DISTRIBUZIONE

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65-66-67 68 ANNUNCI

5



Editoriale Il regresso del progresso

L

a natura umana è volubile e si adatta ai tempi. E questi sono tempi bui di oscurantismo profondo, del quale forse neanche ci rendiamo conto, dove una gran parte di persone per il raggiungimento del proprio obiettivo finale esula dalla morale, dove i furbetti spesso la fanno franca, dove rubacchiare o derogare all’osservanza di una regola sacrosanta è cosa scontata e talvolta richiesta. Diceva Giovan Battista Vico che la storia si ripete, è ciclica nel tempo. E noi persone oneste aspettiamo quel bagliore di luce che illumini le menti e che come nel periodo Rinascimentale, dopo il medioevo, ci consenta di tornare a vedere ciò che ci circonda in modo positivo e ricco di speranza per il futuro. L’uomo è capace d’essere approssimativo e arruffone. Pensiamo, ad esempio, ai miliardi di oggetti piccoli e grandi che escono ogni minuto dai confini del più popoloso Paese asiatico verso ogni angolo del mondo, sottoforma di giocattoli, high-tech, accessori di abbigliamento e molto altro ancora. Una buona parte di questi oggetti sono di scarsissima fattura, mal assemblati, scadenti, rozzi, pacchiani e sovente pericolosi per i materiali tossici usati. Spesso sfuggono anche ai check di controllo della UE ma quasi mai manca nelle etichette la stampigliatura CE (conformità europea) magari contraffatta, che nei casi di sequestro da parte delle autorità di polizia è stata anche giustificata dagli asiatici come il fantasioso acronimo di “China Export”. Ma non possiamo dimenticare che lo stesso uomo, nel periodo della dinastia Ming, era cesellatore e senza apporto alcuno della tecnologia, costruiva vasellame in porcellana finissima, difficile persino oggi da riproporre, vista la difficoltà di creazione di questi oggetti davvero unici nel loro genere. Pensiamo anche alla civiltà egizia di 4000 anni fa, come è riuscita a divenire immortale nella memoria degli stessi studenti, che hanno appreso sui libri di scuola le gesta di faraoni capaci della costruzione di piramidi e sfingi di cui ancora oggi ci sorprendiamo, perché assemblate senza mezzi meccanici, scavatrici o gru, ma solo con la forza dell’ingegno e delle braccia di migliaia di uomini. Trasferiamoci adesso per un momento nella Roma di 2000 anni fa, per ammirare cosa i romani riuscivano a fare con l’acqua, con questo elemento liquido difficile da gestire, far correre, utilizzare per scopi ludici ma anche essenziali per la vita di tutti i giorni. Anch’essi ci hanno lasciato, dopo migliaia di anni e dopo terremoti, alluvioni, invasioni, guerre e devastazioni, i resti perfettamente apprezzabili di acquedotti, terme e quant’altro potesse esaltare l’ingegneria dei nostri avi. E ora facciamo un salto ai giorni nostri, nel 2014. Ricorre quest’anno il quinquennale da quel tragico 6 aprile del 2009, giorno in cui, in un attimo, 309 vite furono spezzate nella città de L’Aquila, a causa di un sisma arrivato a colpire laddove un sistema di costruzioni si è rivelato, in alcuni casi emblematici e ahimè solo con gli accertamenti del giorno dopo, scadente, inadeguato, inopportuno e addirittura truffaldino. Perché non dovremmo condannare con anni di reclusione chi ha costruito senza regole a L’Aquila? Perché non dovremmo condannare i costruttori di quelle ”New Town” i cui terrazzi dopo appena cinque anni crollano da soli, senza scosse? Cosa rimane di quelle meravigliose case consegnate a tempo di record e in pompa magna da alcuni politici, con tanto di televisioni, TG, taglio di nastri e brindisi, semplicemente per dire che in appena sei mesi gli aquilani avevano un tetto definitivo sotto il quale trovare riparo? E’ davvero questo il riparo? Pensiamo solo un momento che cosa sono state in grado di trasmetterci le Grandi Civiltà del passato e poi pensiamo che cosa sono state in grado di produrre le piccole civiltà contemporanee, sotto la spinta di appalti truffa, corruzione, fallimenti mirati e finanziamenti a iosa per la ricostruzione. Speriamo per il bene di questa povera Italietta che il nuovo Rinascimento culturale non sia una chimera e soprattutto che non tardi a manifestarsi. Stefano Quagliozzi Direttore Responsabile

TABLET Roma. Periodico a distribuzione gratuita iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Roma al n°296/2012 del 19.10.2012

www.tabletroma.it Finito di stampare il 4 Novembre 2014

TabletRoma

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D LA TRA

SA O P S E N O I ZI

E N O I Z A V O N L’IN


Primo piano

di Valentina Mele fotografie di Michele Rallo

“Non accettate sogni dagli sconosciuti”

I

n 5 anni molte cose possono cambiare, evolvere, crescere. Un bambino a 5 anni è pronto per iniziare la sua vita scolastica ma ha ancora bisogno della mamma, una ragazza che entra alle superiori è ancora vicina all’adolescenza ma quando ne esce è quasi donna. 5 anni di matrimonio sono pochi ma 5 di fidanzamento sembrano essere tantissimi. Un palazzo costruito da 5 anni lo si può ancora considerare nuovo, una macchina di 5 anni è vecchia, per non parlare di uno smartphone uscito 5 anni fa. 5 sono gli anni dell’elementari, gli anni che compongono un lustro, gli anni di carcere dati a Pistorius... insomma 5 anni possono essere tanti o pochi ma quando si tratta di vivere nelle macerie sono un’infinità. Il 6 Aprile del 2009, alle 3.32, quell’orario in cui si è ancora avvolti dalle tenebre notturne ma è già l’inizio della mattina, L’Aquila fu scossa da un potentissimo sisma di 5.9 di magnitudo (scala Richter) che distrusse la città. 309 vite furono spezzate, 1500 le persone ferite, oltre 10 miliardi di danni stimati, 23.900 aquilani senza casa... e lo sono tuttora. Dopo tutti questi anni il centro della città è ancora transennato e pieno di macerie, i palazzi, i negozi e le botteghe ancora distrutti, vi erano 900 botteghe in cui poter mangiare divinamente ora ne sono rimaste solo 30.

Molte scuole sono ancora inagibili, solo la casa dello studente è stata ricostruita grazie all’aiuto di Renato Zero, Fiorella Mannoia, Giorgia, Laura Pausini ed altri. Il G8 che doveva svolgersi di lì a poco nella Maddalena è stato spostato a L’Aquila, forse per dare risalto alla situazione, per portare gli occhi dei grandi del mondo proprio dove era necessario, per catturare il più possibile le televisioni, per aumentare un po’ i soldi agli alberghi rimasti, ai negozi, alle botteghe. Probabilmente per non permettere che una tragedia tale fosse per un po’ accantonata a causa dei presidenti di gran parte del pianeta, riuniti per discutere sulle sorti di quest’ultimo. Sono serviti diversi milioni di euro per sistemare i premier nella caserma Coppito, per creare delle penne ad edizione limitata come piccoli regali, per i posaceneri firmati Bulgari, per non parlare dell’esorbitante cifra per i gabinetti chimici. Nessuno di questi soldi è entrato nella tasca degli aquilani o è servito per sistemare la città. Ne sarebbero bastati la metà, probabilmente.

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Dopo il sisma si conta che per ogni 300 mila abitanti 40 mila siano senza lavoro, il numero di psicofarmaci venduti è aumentato esponenzialmente e purtroppo è aumentato anche il numero di suicidi. E le persone? 309 sono andate via per sempre ma quelle sopravvissute vagano in giro tentando di ritornare alla normalità, nell’arco di pochi minuti si sono ritrovati senza casa, senza lavoro, senza il bar in cui andavano a prendere il caffé, senza punto di ritrovo, senza scuola, senza il negozio preferito, e forse anche senza più lacrime come si fa a continuare a vivere... si fa, si deve fare. “Jemo ‘nnanzi” (andiamo avanti) ha asserito anche Papa Francesco nella preghiera per i terremotati. Su un gruppo di Facebook dedicato a L’Aquila, vi è la scritta di una ragazza sulla cosa che la spaventa di più del terremoto: il dopo terremoto. Adesso è più che chiaro. Il problema non è stato solo il crollare ma il ritirarsi su senza appoggi. Il terremoto de L’Aquila ha sconvolto un po’ tutti e per mesi si sono susseguiti telegiornali sulla situazione.

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Primo piano

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Un terremoto è un evento naturale, è vero, ma si dovrebbe essere sempre pronti a queste tragiche evenienze soprattutto se ci si trova in un luogo considerato sismico ed invece noi, italiani, tendiamo a sentirci sempre molto sicuri; degli invincibili highlander a cui non potrà mai accadere nulla. Costruire una casa antisismica come prevede la legge? No, e per quale motivo? In fondo i terremoti da noi sono rarissimi e se possiamo usare materiali scadenti ma più economici ben venga. Quando avviene il peggio però siamo lì a guardare il disastro impotenti e colpevoli. Nel 31 marzo del 2009, a 5 giorni dalla tragedia, 7 componenti della Commissioni Grandi Rischi hanno rassicurato gli aquilani su quello sciame sismico che da diversi mesi faceva tremare la terra. Non c’è nulla da temere se è da dicembre che sentite delle vibrazioni. Strano, dai miei vaghi ricordi di studio quando ci sono dei piccoli sisma ce n’è spesso uno grosso e potente in arrivo? Ma io in fondo non sono un’esperta... loro sì, ora sono stati condannati a 6 anni di carcere per omicidio colposo. Stiamo parlando quindi di una tragedia naturale annunciata e forse prevedibile. La casa dello studente aveva ricevuto, 9 anni prima, dei lavori di restauro ed i tre tecnici che hanno presieduto a quei lavori sono stati condannati, anche loro, per aver reso il palazzo più debole di come era prima. Per i crolli di altri palazzi sono stati condannati ingegneri per un minimo di 3 anni per omicidio colposo o lesioni. C’è un ingegnere in particolare che ha subito la stessa condanna, e facendo due calcoli adesso sarà già libero, su cui vorrei porre lo sguardo. Ha progettato e seguito la costruzione di un palazzo pericolante, che di antisismico non aveva neanche il giardino, suppongo. Il crollo del suddetto palazzo ha ucciso 17 persone... tra cui la figlia stessa dell’ingegnere. Non voglio entrare nell’argomento corruzione, non voglio sostenere o comunque scrivere una qualche ipotesi che spieghi il motivo per il quale questa persona ha reso possibile la costruzione di un palazzo così pericoloso, ma questo caso direi che illumina bene su

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quanto non si considerano le possibili brutte evenienze, su quanto per un guadagno in più si diventa ciechi. Subito dopo il sisma l’allora premier Silvio Berlusconi ha realizzato il progetto C.a.s.e, costato un miliardo, per costruire 4.500 appartamenti provvisori che potevano dare ristoro ad oltre 16.000 famiglie. Qui la parola chiave non è tanto il miliardo o il numero di appartamenti, ma la parola “provvisorio”: può una provvisorietà durare 5 anni? Che fine hanno fatto i progetti per ricostruire la città e gli edifici di privati. Per quanto tempo famiglie di 8 o 9 persone possono e devono ancora vivere in case provvisorie? Al momento però non è neanche questo particolare ad essere importante ma il fatto che anche le case provvisorie crollano. É recente la notizia del crollo di un balcone che ha portato al sigillo di circa 800 balconi degli appartamenti del progetto C.a.s.e. Gli indagati per queste costruzioni, non a norma, con scarsi materiali sono 39 tra cui anche la ditta che ha fornito il legno, azienda fallita poco dopo. Questa è la dimostrazione che neanche dopo gli errori si impara la lezione.


Primo piano “L’Aquila. Broken pieces”. 2014 di Michele Rallo Il progetto fotografico realizzato a settembre 2014 è stato ideato con l’intento di portare a termine una nuova, dettagliata, ricognizione fotografica di stile documentaristico riguardo lo stato attuale della situazione nei luoghi colpiti dal sisma del 2009 ed in particolare vuole avere come obiettivo primario quello di “indagare”attraverso lo sguardo collettivo su ciò che attualmente rappresenta la situazione della fase di ricostruzione e ripristino del centro storico del capoluogo. Attraverso una scelta di produzione non casuale, quella di realizzare l’intero servizio in prima persona ed “bianco e nero”, avvalendomi anche di una tecnica di photo-editing basata su un processo che ne ha accentuato e risaltato la “marcatura” a contrasto, ho voluto vivere in prima persona tutte le reazioni emotive derivanti. Ciò che ho voluto esprimere e trasmettere in chi osserva in tal modo, è quel senso di oscurità e silenzio che si sente piombare addosso muovendosi all’interno del centro storico stesso. Quella che nei mesi immediatamente successivi all’evento è stata delimitata e marcata come “Zona Rossa”. L’impressione che si respira in effetti, camminando per L’Aquila, è che ci sia una parte di città che vive la propria vita giornaliera in assoluta “normalità” attraverso il suo andirivieni di persone, automobili, traffico locale, seppur il tutto sia immerso già in una parte di rovine; si pensi ad esempio alla ex Casa dello Studente, che salta subito all’occhio così come altre costruzioni circostanti non appena si percorre la via per arrivare a ridosso della piazza ed i giardini pubblici. Come si trattasse di un “anticamera” che ne presenta il triste spettacolo che domina quei luoghi dal 2009 ad oggi.

Michele Rallo +(39) 334.71.06.484 Infomrphotoart@gmail.com Www.mikerphotoart.wix.com/book Www.Facebook.com/MicheleRallo.Fotografia

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Oltre 16 mila persone rimaste senza casa, a causa di costruzioni sbagliate, hanno dovuto raggrupparsi per vivere insieme in case provvisorie costruite male anch’esse. Non c’è un colpevole per il sisma di per sé, ma ci sono colpevoli per le mancanze che non dovevano esserci, ed in fondo lo siamo un po’ tutti per questo. Solo dopo queste immani tragedie ci preoccupiamo se la nostra casa è costruita con norme antisismiche, mai prima, e generalmente questi pensieri durano qualche mese poi ritorna quel senso di onnipotenza che ci porta stupidamente alla tranquillità. Non ci preoccupiamo minimamente se la nostra casa è stata costruita in modo da poter resistere ad un’alluvione di enorme portata, anche se negli ultimi anni ci siamo ritrovati con piogge potenti, estremamente lunghe e dannose. Poi purtroppo succede e Genova si ritrova vittima di un’altra catastrofe naturale dalla quale ci si poteva salvaguardare. Adesso gli occhi sono puntati lì, a pregare, ad inviare aiuti, o a spalare fango per rimediare ai danni il più velocemente possibile e sperare di non ritrovarsi fra 5 anni dove si sta ancora L’Aquila. Occorre sbrigarsi però perché l’interesse pubblico e politico purtroppo svanisce in fretta, l’orrore causato dalla strage si esaurisce velocemente e una volta finito si rimane da soli in mezzo ai resti di quello che è stato, in attesa che qualcuno si ricordi che c’è bisogno di aiuto ancora.Su un pannello posto su un negozio crollato capeggia il verso di Alda Merini “Non accettate sogni dagli sconosciuti”, già perché non sono resistenti e potrebbero crollare da un momento ad un altro.

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H.D.P.

STEP DANCE

Uno step, un elastico, una coppia di manubri….e il gioco è fatto!!!! Questo è HDP, una lezione di tonificazione ad alto impatto il cui fine è quello di stimolare il metabolismo lipidico “volgarmente” chiamato brucia grassi, aumentando la capacità aerobica, la forza muscolare e le capacità motorie-coordinative. Una lezione fitness unica nel suo genere, perche in grado di coniugare lo stimolo breve-intenso della sala pesi con la motivazione, la musica e il divertimento della sala collettiva, alternando esercizi dinamici, isometrici e pliometrici. La lezione è un vero è proprio INTERVAL TRAINING, che alterna delle fasi aerobiche con o senza lo step, a fasi di condizionamento muscolare interessando i gruppi muscolari più grandi: gambe e glutei, petto e torace, senza tralasciare gli esercizi per l’addome. Quali sono i benefici dell’HDP?

Lo step è un tipo di ginnastica che rientra nella sfera delle attività aerobiche e si distingue da altre forme di esercizio aerobico per l’uso di una piattaforma detta appunto “step” . Fu inventato nel 1989 da Gin Miller come forma di allenamento alternativo all’aerobica, con dei passi da alternare sul “gradino” andando a tempo di musica. L’obiettivo era quello di sfruttare l’altezza dello step (circa 25cm) per aumentare l’intensità degli esercizi svolti. L’evoluzione dello step che oggi appassiona una fetta sempre maggiore di persone, è lo STEP COREOGRAFICO, un insieme di passi e movimenti base o avanzati che uniti tra loro formano la coreografia (da koreia=danza e graphia=descrizione). Una precisazione doverosa riguarda appunto la coreografia che non è il fine, ma il mezzo per raggiungere il fine comune a tutte le discipline aerobiche, ovvero un allenamento cardivascolare! Allenamento che attraverso la peculiarità della lezione, risulta più divertente e coinvolgente. A differenza di altre lezioni, qui un ruolo importante svolge la didattica, attraverso la quale in maniera progressiva e bilanciata, passiamo da passi a basso impatto a quelli ad alto impatto, portando gradualmente la frequenza cardiaca verso la soglia allenanante. Lo step aiuta a stimolare il metabolismo dei grassi, a regolare il peso corporeo, aiuta il sistema cardiovascolare e migliora la deambulazione, l’equilibrio la coordinazione e l’armonia dei movimenti. Dal momento che l’allenamento è divertente e piacevole può aiutare a diminuire lo stress mentale e svolgendosi in gruppo, è in grado di creare e sviluppare rapporti sociali.

• diminuzione della percentuale di grasso corporeo • miglioramento tono muscolare e aumento della massa magra • aumento del metabolismo basale • innalzamento della soglia anaerobica • aumento della gittata sistolica • regolarizzazione della pressione arteriosa • minore fatica nel compiere gesti quotidiani • aumento dell’autostima

Questo ed altro è HDP… ora bisogna solo provarlo!!!!

ORARI: MARTEDI E GIOVEDI ORE 19.15

ORARI: MARTEDI E GIOVEDI ORE 18.00


+Benessere

di Veronica Militano

Oli essenziali, concentrati di natura …

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li oli essenziali rappresentano un valido aiuto nella cura delle malattie fisiche, ma anche un ottimo sostegno per le difficoltà di tipo psicologico, quando cioè la vita ci richiede una forza interiore che spesso ci sembra venire meno. I loro aromi sono in grado di avvolgerci in una meravigliosa energia, di modificare i nostri stati d’animo, i nostri sentimenti. Utilizzando il senso dell’olfatto raggiungono aree remote del nostro cervello; la loro azione coinvolge la psiche talvolta stimolando ricordi o emozioni passate. Sono ricchi di principi attivi e hanno quindi un’azione diretta sul fisico, ma anche sulla psiche perchè inalati dal naso arrivano direttamente alla zona limbica del cervello, sede delle nostre emozioni e da qui alla corteccia cerebrale in cui si struttura il pensiero razionale. Sembra che l’uomo moderno abbia subordinato l’olfatto agli altri sensi (la vista, l’udito ..), in realtà continua a servirsene inconsciamente e meccanicamente. Gli oli essenziali quindi stimolano tutte le funzioni neuro-vegetative: memoria, sensualità, emozioni, sistema respiratorio e digestivo.

Nell’assorbimento attraverso le molecole odorose degli oli essenziali rinforzano il sistema immunitario e facilitano la respirazione attivando nuove forme di pensiero e comportamento. L’olio essenziale rappresenta l’anima della pianta, ognuno di questi ha un messaggio. L’olio e il massaggio sono una coppia vincente infatti penetrano nel corpo non solo attraverso l’olfatto ma anche attraverso la pelle. Una volta attraversata la pelle, viaggiano nel sangue e raggiungono gli organi malati, si muovono nell’organismo come gli ormoni e stimolano i processi di auto-guarigione mantenendo l’armonia nell’organismo. Gli oli essenziali agiscono per un malfunzionamento organico, per affaticamento, per un blocco emotivo o per lo stress. Per poter essere utilizzati, gli oli essenziali devono essere puri, standardizzati nei loro costituenti e possibilmente biologici. Non devono essere usati durante la gravidanza o l’allattamento e non vanno mai applicati puri su pelle e mucose ma diluiti in un olio vegetale per un eventuale massaggio. Lavanda: è la “mamma tuttofare”, infatti come una mamma è in grado di svolgere diversi compiti contemporaneamente. Porta equilibrio e attenua gli eccessi. Abbraccia e cura … A livello fisico è decontratturante e anti-dolorifico e a livello psicologico rilassa e tonifica. È l’anti-depressivo per eccellenza, utile anche negli attacchi di panico. Mandarino: è l’olio “dei bambini” e … del bambino che è in ognuno di noi. Ha un’affinità particolare per l’apparato digerente ed è specialmente indicato per le coliche intestinali di anziani e bimbi. Calma il singhiozzo e la tosse stizzosa. Allontana le paure e infonde un senso di sicurezza. Menta piperita: è un olio particolarmente indicato per problemi alle vie respiratorie; è un’essenza utile per l’affaticamento. Annusata al mattino, dopo il risveglio, stimola le energie e invoglia a fare e a concludere. Diff usa nell’ambiente aumenta memoria, concentrazione e lucidità di pensiero.

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Tea Tree Oil: è uno dei migliori oli essenziali antisettici per ampiezza e delicatezza d’azione. Si utilizza per tutte le forme infettive e sulla cute ha anche un’azione cicatrizzante e lenitiva che lo rende adatto per qualsiasi problema.

Veronica Militano Specialista in Naturopatia e Riflessologia Plantare - veronicamilitano@libero.it

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i Templari e i segreti del mangiar bene Simpatia professionalità e so Simpatia, soprattutto buon cibo, in un ambiente elegante ed accogliente, lontano dalla confusione e facilmente raggiungibile. Questa è Osteria dei Templari! Incontriamo Marco Lungo che, insieme a Fabrizio Cangialosi e a Floriano Polodeanu, porta avanti questa bella iniziativa da maggio di quest’anno. Con una lunga esperienza professionale nel campo della gestione della ristorazione, che ha anche insegnato al Gambero Rosso, Marco vanta il titolo di Campione del Mondo per il miglior impasto della pizza ed è anche giudice professionista, unico romano abilitato ad esprimersi sulla migliore pizza napoletana. Buongiorno Marco, quali sono i punti di forza dei Templari? Sicuramente la qualità del cibo e la sua preparazione. In molti anni di attività nel settore ho capito che la cosa più importante è trattare bene i clienti e non solo con la cordialità e la cura dei dettagli per la tavola, ma anche e soprattutto con l’accuratezza nella scelta dei prodotti, alta qualità da proporre ad un prezzo più che accessibile. Nella carta presentiamo il nostro cibo dando informazioni approfondite sulla sua provenienza prevalentemente sui prodotti base della nostra cucina, pasta, riso e olio, rigorosamente italiani. La nostra è una cucina mediterranea che si fonda sulla qualità degli alimenti principe del territorio nazionale. Li puoi indicare ai nostri lettori? Assolutamente sì. Per prima la Pasta, la Benedetto Cavalieri, una trafi lata usata dai migliori chef del mondo. Rappresenta il risultato di una rigorosa selezione delle materie prime tra cui il grano che viene coltivato senza uso di fertilizzanti chimici e che viene lavorato con il metodo “Delicato” che garantisce la completa conservazione dei valori nutritivi dello stesso. Poi il riso della Tenuta Castello, il Carnaroli più pregiato, coltivato con un controllo sulla fi liera ancora a livello familiare, dalla coltivazione al confezionamento, garantendo al 100% l’integrità del prodotto. Pluripremiato in Italia e all’Estero, viene in particolare servito nei nostri piatti del menu di pesce, nella delicata crema di scampi. Ed infine l’olio e il pomodoro. L’Olio De Carlo, dal frantoio di Bitritto, in Puglia, noto come il più antico al

mondo, prodotto in una esclusiva piantagione secolare di famiglia. Filiera corta, basso impiego di sostanza chimiche, ottimo dal punto di vista nutrizionale e del gusto. Lo usiamo esclusivamente a crudo anche sulla pizza oltre che sui primi, proprio per non alterarne le proprietà organolettiche e di gusto eccellente. Il pomodoro che usiamo è il San Marzano garantito D.O.P, di Agrigenus e di Gustarosso. E ora la Pizza, con la P maiuscola. Ho sentito dire che è tra le migliori di Roma. Sembra di sì, e ne sono anche piacevolmente consapevole. Vincenzo Pagano, di Scatti di Gusto, è venuto a trovarmi dopo aver realizzato per conto della trasmissione Report l’inchiesta scandalo e le conseguenti polemiche che si sono fatte intorno alla pizza. Ho avuto il piacere di ospitarlo e di fargli assaggiare alcuni dei nostri cavalli di battaglia come, ad esempio, la Regola. A valle della serata da noi, ci ha collocato tra le tre migliori pizzerie di Roma. La pizza è un’arte come tutta la cucina. La farina, l’acqua, il lievito e un po’ di segreti per ottenere degli impasti eccezionali e non preconfezionati. Il risultato si sente. Molti degli ingredienti di condimento vengono poi messi a crudo come la mozzarella del Consorzio di Agerola e l’olio, e quando mangi senti il sapore genuino mediterraneo, in compagnia di un’ottima selezione di Birre che accompagnerà la degustazione.

Sulla pizza Marco ci ha fatto un lungo discorso molto interessante, che parte dalla storia di quella romana e di quella napoletana, fino ad arrivare alle chicche sulla lievitazione, sulla stesa e sul bordo dell’impasto. Tanti come e perché anche sugli alimenti in generale che approfondiremo su queste pagine nei prossimi numeri. Noi di Tablet abbiamo provato e invitiamo i nostri lettori a fare altrettanto, per passare una piacevole serata in c ompagnia di Marco Lungo, di tutto lo staff dell’Osteria dei Templari e soprattutto del buon mangiare e del buon bere. le fotografie sono di Scatti di Gusto


Restaurant Cafè

Via delle Botteghe Oscure 33 tel. +39 0669190206 www.tonygoodfood.com R ome


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uesto mese andremo a fare un primo piatto della tradizione, ma rivisto in chiave moderna.

Procedimento:

Prendiamo un pentolino dove metteremo 400 cl di acqua con un cucchiaio di sale e la portiamo a bollore . Una volta in ebollizione, caliamo dentro le due farine setacciate e, con l’aiuto di un cucchiaio di legno, mescoliamo bene fino a quando non si forma un composto omogeneo; serve in tutto circa 3 min. Dopo di che, togliamo il pentolino dal fuoco e giriamo l’impasto su un piano di lavoro leggermente infarinato. Aspettiamo un pochino e, una volta che riusciamo a maneggiarlo, gli diamo una leggera impastata. Tagliamo l’impasto in 4 , prendiamo una parte e facendo avanti e indietro con le mani sul piano di lavoro con un movimento ad allargare, andremo a formare dei filoncini tondi e lunghi. Una volta ripetuta l’operazione per le 4 parti, con l’aiuto di un coltello o di una spatola, formiamo dei gnocchetti e li poniamo in un vassoio con della semola per non farli attaccare. Adesso non ci resta che preparare la salsa. Prendiamo i porcini e con un panno umido andremo delicatamente a togliere tutte le impurità. Su di un tagliere prendiamo i funghi e una volta tagliati a metà in modo da ottenere la sezione del fungo, li giriamo, e con un coltello a lama larga iniziamo a tagliarli. In una padella ci mettiamo l’olio, lo scalogno tritato e lasciamo soffriggere.

Quando lo scalogno diventa dorato, aggiungiamo i funghi e lasciamo andare mescolando continuamente. Nel momento in cui i funghi inizieranno ad attaccarsi, aggiungiamo del brodo vegetale, il rametto di timo, pepe o un pizzico di peperoncino a piacere, e facciamo cuocere per altri 5 min. Regoliamo di sale e ci mettiamo i gnocchetti, che avremo lessati in abbondante acqua salata. Gli diamo una saltata veloce e, una volta impiattati, li cospargiamo di prezzemolo fresco. Il piatto é pronto. Visto l’imminente uscita dei vini novelli, consiglio un bel San Giocondo di Antinori 2014. Kcal a porzione: 420

Ingredienti per quattro persone: 150 gr di farina di castagne 250 gr di farina 00 300 GR di funghi porcini 1 scalogno Olio evo Prezzemolo 1 rametto di timo Sale e pepe q.b. Vino consigliato: San Giocondo di Antinori 2014.

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di Ambra di Chio

Crisi della cultura? I musei si difendono a colpi di “Mi piace” e di “Hashtag”, ma l’Italia resta indietro I musei italiani: tra i più visitati al mondo I musei italiani non sono in grado di sfruttare le enormi potenzialità offerte dal mondo dei Social Network. Nell’era della comunicazione digitale, un simile “gap” si traduce nell’incapacità di riuscire a valorizzare appieno l’immenso patrimonio culturale su cui possiamo contare. Ed è un vero peccato se consideriamo che il nostro Paese rappresenta una delle mete turistiche più ambite dai turisti di tutto il mondo. Basti pensare che soltanto l’anno scorso, le strutture museali italiane sono state visitate da oltre 38.000.000 utenti (Dati MIBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo). I tre luoghi della cultura che hanno maggiormente contribuito ad un risultato così sorprendente sono: l’area archeologica che comprende il Colosseo, il Foro Romano ed il Palatino (con 5.625.219 visitatori) seguita dagli Scavi di Pompei (che hanno potuto vantare 2.457.051 visite) e dagli Uffizi (le cui sale, nel corso del 2013, hanno ospitato 1.875.785 persone).

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L’Italia fanalino di coda nella classifica dei musei più Social A differenza di quanto accade negli altri Paesi, i musei italiani non sembrano però godere di un simile successo anche nell’universo delle community virtuali. A fronte di un numero così elevato di visitatori “reali”, le cerchie di utenti che seguono i profili telematici dei musei nostrani sono davvero esigue. La conferma di quanto appena detto arriva dai dati forniti dalla piattaforma web Museum Analitics che è stata creata con il preciso intento di stimolare un dibattito produttivo sulle strategie Social adottate dalle principali realtà museali del mondo. In particolare, sono oltre 3.000 le strutture che passano quotidianamente sotto la lente di ingrandimento di Museum Analitics. Per quanto riguarda gli indici di gradimento registrati su Facebook, in vetta alla classifica internazionale troviamo: l’Art People Gallery di San Francisco (1,713,848 “Mi piace”), il MoMA -Museum of Modern Art di New York (1,687,652 “Mi piace”) ed il parigino Louvre

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(1,566,372 “Mi piace”). Purtroppo è necessario scendere di molto in classifica ed oltrepassare addirittura la centesima posizione per incontrare il primo museo italiano. Stiamo parlando del MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) che è riuscito a collezionare appena 86,657 “Mi piace”. Si tratta, tuttavia, di un risultato lodevole se viene messo a paragone con quello ottenuto dalla Galleria degli Uffizi (28,855 “Mi piace”). Lo stesso discorso vale per il canale di Twitter, dove il livello di apprezzamento del pubblico viene registrato dal numero di follower. In questo caso, tra i musei più seguiti abbiamo ancora una volta il newyorkese MoMA che si aggiudica il primo posto della classifica con 1,871,518 follower. A seguire: Lo Smithsonian Institution di Washington (1,315,679Follower) e la Tate Gallery di Londra (1,234,383 Follower). Anche in questo caso, i musei del Bel Paese non riescono a reggere il confronto con i colleghi stranieri. Al primo posto della classifica italiana dei “cinguettii” troviamo i “Musei in Comune” di Roma che sono però riusciti a conquistare soltanto 62.700 follower.


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MUSEI POCO SOCIAL? SVEGLIAMOLI! Con #Selfied’autore lo GNAM vi invita a mettervi in posa davanti alla vostra opera preferita Al di là della presenza più o meno assidua sui Social Network, si nota tuttavia una maggiore consapevolezza delle Istituzioni Museali verso le nuove tendenze che spopolano sul mondo della rete. La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma - GNAM, ad esempio, non è rimasta indifferente alla selfie mania che sta dilagando un po’ ovunque ed ha deciso così di lanciare un contest fotografico a tema. Per partecipare a #Selfied’autore, è sufficiente scattarsi un selfie (vale a dire la versione moderna dell’autoritratto) davanti alla propria opera preferita, in una delle cinque realtà museali che aderiscono all’iniziativa (lo GNAM, il Museo Hendrik Christian Andersen, il Museo Boncompagni Ludovisi, la Casa museo Mario Praz e la Raccolta Manzù). Un’iniziativa questa che intende, non solo diffondere il nostro patrimonio culturale, ma anche far scoprire alle persone il piacere di visitare i musei. Le fotografie dovranno essere inviate, entro la data del 6 gennaio 2015, all’indirizzo email: gnam. contest@gmail.com (per maggiori informazioni: www.gnam.beniculturali.it). Alla selezione finale parteciperanno i 50 scatti che avranno ottenuto un maggior numero di “Mi piace” da parte degli utenti di Facebook e tra questi un’apposita giuria premierà le 5 opere ritenute più originali. Inoltre, con le foto più votate verrà realizzato un video che sarà poi diff uso sul canale di Gnam. É ormai chiaro che il mondo della cultura non può più prescindere dalle logiche del web ed allora ben vengano questo tipo di iniziative che portano una ventata di aria fresca nei nostri musei, svecchiando un modello di comunicazione istituzionale divenuto ormai obsoleto. Non dimentichiamo poi che simili progetti offrono ai musei l’opportunità di diventare accessibili ad un pubblico sempre più vasto, facendo leva soprattutto sul target dei giovani.

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#SvegliaMuseo. Musei italiani poco Social? Svegliamoli dal torpore! Ed è proprio per aiutare i musei italiani a diventare più Social che nell’ottobre del 2013 ha preso ufficialmente il via il progetto sperimentale Svegliamuseo, su impulso di tre giovani che credono fortemente nel potere del web (Francesca De Gottardo, Valeria Gasparotti ed Alessandro D’Amore). I fautori dell’iniziativa si sono lanciati con entusiasmo in quest’avventura, contattando per prima cosa i professionisti digitali dei più importanti musei di tutto il mondo, in modo da poter trarre spunto dalle loro Best Practices perché è proprio il principio della condivisione ad animare il progetto di Svegliamuseo. A distanza di un anno, si è creata una vera e propria community che offre ai musei italiani l’opportunità di essere “svegliati”, ricevendo una consulenza gratuita e personalizzata da parte di esperti del settore. Da questa esperienza, è nato anche un ebook che è scaricabile gratuitamente accedendo al sito www.svegliamuseo.com. Si tratta di una guida pratica che offre un valido supporto a tutti coloro che lavorano in questo ambito per aiutarli a comprendere meglio i punti di forza e le eventuali criticità della comunicazione digitale. Inoltre, per favorire il dialogo tra i professionisti museali italiani ed i loro colleghi esteri vengono promossi una serie di incontri virtuali che prendono il nome di Svegliamuseo On Air. Queste videointerviste che affrontano, di volta in volta, una tematica specifica sono disponibili sul canale You Tube dedicato all’iniziativa.

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Tablet Roma Consiglia

di Cristina Anichini

Giulia Mariani, l’artista pescatrice

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ado ad incontrare Giulia nel nuovo spazio che sta allestendo insieme ad altri artisti in Via Democrito, al civico 51, e la trovo intenta a costruire dei cavalletti bassi su cui sta applicando i suoi famosi cuori, che le serviranno per una insolita esposizione al molo di Fiumicino, dove la seguiamo in un pomeriggio domenicale. Scopro così, dopo tanti anni, che Giulia ha la passione della pesca, ereditata dal padre che da piccola la portava, lei e i suoi fratelli, sugli scogli dell’Isola d’Elba di cui è originaria la mamma. Passava giornate felici a saltellare alla ricerca di gamberi, polipetti, stelle marine, sassolini e conchiglie. Il contatto con il mare e con la natura in generale l’ha sempre fatta stare bene, respirare l’aria, fissare lo spazio, rilassarsi e pensare. Lo fa ancora oggi mentre pesca, con la “bolognese in trattenuta” con una canna di nove metri, fissa il galleggiante e medita, in solitaria o in compagnia. Questa compenetrazione con sè stessa, con l’essenza del proprio essere, con la natura che la circonda, e che lei osserva attentamente, e la sensibilità e la dolcezza che la contraddistinguono, la portano a esprimere attraverso l’arte una visione della vita molto intima e originale. Giulia è un autodidatta ma fin da piccola ha coltivato l’amore per il disegno e la pittura, che nel tempo si sono evoluti nell’espressività, una tecnica mista per la molteplicità dei materiali che utilizza, cercati e raccolti durante i suoi innumerevoli viaggi per il mondo, dalle sabbie coralline alle perline, a fili e tessuti colorati, pietre e piccoli materiali, che lei applica a rinforzo delle immagini dipinte che diventano così opere tridimensionali e tattili. L’iconografia richiama certamente elementi marini, mare e barche, ma anche morbide colline, fiori, farfalle e cuori, alberti e figure femminili che insieme tra le sue mani diventano paesaggi fantastici e ambienti onirici. Rappresentazioni dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, del suo amore per la vita.

Il motivo del cuore che accompagna molti dei suoi lavori è simbolo sì di amore, ma il taglio asimmetrico che lo contraddistingue, come di una farfalla che spiega le ali, rappresenta soprattutto un senso liberatorio di cuore leggero, di ricerca delle cose semplici, di maggior leggerenza nell’affontare le difficoltà e la pesantezza della vita, in un mondo sempre più finto e complesso. Come il salice piangente, rappresentazione della donna che porta sulle spalle il peso del mondo. Nata in America, a Philadephia, compra la sua prima tela a 25 anni cominciando con la riproduzione di opere famose, per progredire con opere originali come paesaggi colti dalle sue fotografie. Poi le case con espressioni umane di occhi e di bocche che negli ultimi lavori sono animate dalla presenza di figure femminile che rappresentano lei e la figlia Marzia, bambina che gioca, che raccoglie i frutti dalla terra e dagli alberi, un voluto contrasto all’aggressione tecnologica dei nostri tempi.

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I suoi lavori hanno partecipato con Vittorio Sgarbi alla Biennale di Venezia e nel febbraio di quest’anno alla Biennale di Verona. Ha esposto anche a Los Angeles, a Manchester, e in molte città italiane ed europee. Molte opere sono attualmente visibili in locali di zona e di Roma.

e mail giuliaarte@gmail.com facebook/giuliamariani


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SPECIALMENTE BERLINO

Testo e foto di Lorenzo Sigillò

25 anni dopo la caduta del muro

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probabilmente uno dei pezzi di storia europea recente che lascia ancora interdetti e la normalità odierna rende non credibile che dal 1961, per quasi trent’anni, un Muro abbia diviso una città, uno Stato ed anche qualcosa di più. Sono passati 25 anni da quella sera del 9 novembre 1989 in cui il Mondo trattenne il respiro, mentre i berlinesi dell’Est si precipitavano ai checkpoint, ed oggi c’è praticamente una generazione di ragazzi che non ha visto quell’assurdità ed a cui probabilmente non riesce nemmeno possibile pensare che sia stato reale. Ai nostri giorni, vedendo la Germania guidare senza timori la sorte politica ed economica dell’Europa, riesce davvero difficile immaginare che proprio lì, nel cuore di Berlino, sorgesse il confine della Guerra Fredda, il simbolo vero e proprio della cortina di ferro. Cemento armato, tubi d’acciaio, lungo 155 km, alto quasi 4 metri, ricostruito più volte per “migliorarlo”: divenne chiaro molto presto

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che il Berliner Mauer non era un muro di protezione antifascista come la DDR (la Repubblica Democratica Tedesca) voleva far credere, ma l’impedimento reale e materiale ad una fuga di massa di professionisti, lavoratori, capitale umano e soprattutto una limitazione di cultura, identità e libertà. In alcuni punti nel corridoio tra i muri, c’era una terra di nessuno, mentre oggi troviamo giovani che passeggiano in bicicletta nel verde, eppure lì sono stati compiuti omicidi di ragazzi proprio come loro. Si stimano in circa 200 persone le uccisioni di quegli anni, per mano di cecchini o catturate e poi assassinate, una macchia assurda sull’umanità che non si può cancellare.

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Oggi sono rimasti alcuni pezzi del Muro di Berlino, a ricordo monumentale, come l’East Side Gallery ad esempio, definita la più grande galleria di pittura d’arte all’aria aperta. Lungo il fiume Sprea, infatti, troverete per circa 1 km su Mühlenstraße, murales dipinti fin dagli anni ottanta, alcuni originali, altri restaurati, altri ancora purtroppo danneggiati. Anche vicino Potsdamer Platz ed in Bernauer Straße troverete parti del Muro ancora intatte, dove poter scattare una foto e calarsi in una storia che entra nella pelle per la sua irrealtà.

Stesse sensazioni al Checkpoint Charlie, su Friedrichstraße, uno dei più conosciuti posti di blocco sulla linea di confine, dove è ancora ricostruita la baracca di guardia. Sembra un oggetto fuori dal tempo, in mezzo alla strada tra le caffetterie e le pizzerie, tra turisti e berlinesi a passeggio, dove magari vi scapperà un sorriso malinconico pensando al passato. A vedere oggi la sontuosità della Porta di Brandeburgo, il fervore artistico dei berlinesi e la forza del Paese intero, ci imbarazza un pò l’immobilismo dei nostri cantieri della Metro o il confronto con la nostra impreparata classe politica oppure l’impotenza di fronte alla delinquenza. Inoltre, laddove il seme del male non consentiva di guardare oltre il proprio naso, dove c’era divisione e non condivisione, nel 2014 mostra una diametralmente opposta integrazione: sana, riuscita, vincente, frutto di un eccezionale lavoro governativo prima ancora che sociale. Una società ed una cultura che in 25 anni sono state ricostruite con passione dove albergava il terrore, ci dimostrano, davvero, che è possibile farlo ovunque.


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PSICHE

Dott.ssa Giulia Migani Psicologa – Psicoterapeuta Analista transazionale socio-cognitiva

Tutti insieme… appassionatamente?

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pesso mi capita di incontrare persone che, conoscendo la mia professione, mi confidano di essere in terapia. La mia prima domanda è: “Vai da uno psicologo o da uno psicoterapeuta?”. La risposta, quasi sempre, è “Non lo so”. Psicologo, psicoterapeuta, psichiatra, counselor, life coach… professioni in apparenza molto diverse e ambiti che dovrebbero essere ben definiti. In realtà molto spesso (troppo spesso) queste professionalità si sfiorano, si incrociano o si accavallano decisamente e quasi mai in modo “appassionato”. Di fronte a loro c’è un’utenza che, nella maggioranza dei casi, non sa bene dove stia andando o cosa stia facendo. Per cui… facciamo un po’ di “luce” sull’argomento. Lo psichiatra è quello maggiormente “fuori dalla mischia”: è infatti un medico che, dopo la laurea, si specializza in psichiatria con altri 5 anni di studi. Lo psichiatra si occupa di aspetti psicopatologici, diagnostici e clinici delle malattie psichiatriche. È l’unico che può somministrare farmaci. Molti psichiatri integrano la loro preparazione frequentando anche una scuola di specializzazione in psicoterapia per cui diventano psichiatri e psicoterapeuti. Molti altri invece no e si occupano soprattutto della parte diagnostica e farmacologica, lavorando spesso in tandem con psicoterapeuti che prendono in carico il paziente per il sostegno psicologico. Lo psicologo ha frequentato i 5 anni di psicologia. Dopo la laurea deve sostenere un tirocinio e un esame di Stato che gli permette di iscriversi all’Albo e di usare il titolo di psicologo. Per legge lo psicologo si può occupare di prevenzione, diagnosi, riabilitazione, sostegno e didattica, rivolte al singolo, al gruppo o comunità. Ma non “cura”, cioè non può fare terapia o prescrivere farmaci. Lo psicoterapeuta è un laureato (quinquennale) in psicologia oppure in medicina, che successivamente frequenta una scuola di specializzazione (4 o 5 anni) riconosciuta dal MIUR. Acquisisce così il titolo di psicoterapeuta. Lo psicoterapeuta è colui che “cura” la patologia, ad esempio: fobie, traumi, lutti, separazioni o psicopatologie (disturbi d’ansia, attacchi di panico, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, borderline, ecc.). Non può prescrivere farmaci, anche se spesso lavora collegandosi ad uno psichiatra. L’attività dello psicoterapeuta va più in profondità rispetto a quella dello psicologo, così da agire direttamente sui disagi della persona. Fa riferimento a una teoria della personalità, che orienta il piano di intervento e l’utilizzo di tecniche e strategie adeguate. Se invece volete diventare dei counselor non è necessario che siate laureati in medicina o psico-

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logia. È sufficiente il diploma e poi frequentare un corso (privato e più o meno lungo) per svolgere la professione di counselor. Lo scopo del counseling che viene dichiarato è: offrire al cliente l’opportunità di esplorare e riconoscere i propri schemi d’azione e di pensiero, così da utilizzare al meglio le sue risorse per gestirsi in modo efficace e raggiungere un maggiore benessere. Il counselor non può utilizzare tecniche e metodologie (prescrizione di farmaci o l’utilizzo di test psicodiagnostici) che sono proprie dello psichiatra, psicologo e psicoterapeuta. Il counseling sostiene di occuparsi di persone “sane” che hanno bisogno di sostegno o di aiuto per affrontare problemi relazionali o decisionali, senza la necessità di una cura di tipo psicoterapeutico o farmacologico. I life-coach (gli “allenatori di vita”) si occupano dello sviluppo dei talenti, per far emergere a pieno potenzialità e competenze degli individui e migliorare i risultati. É rivolto a persone definite anche queste “sane”, cioè libere da disturbi psicologici invalidanti. Anche per diventare life-coach non bisogna essere laureati, basta un diploma e basta frequentare corsi privati. Manca un riconoscimento del titolo e non ci sono ordini professionali a cui fare riferimento e che tutelino gli utenti. Anche se gli ambiti sembrano essere distinti, di fatto però counselor e life-coach spesso svolgono attività che sono simili a quelle svolte dallo psicologo o psicoterapeuta. Senza però averne la formazione e l’abilitazione a termini di Legge. L’utente/paziente che si avvicina a questo mondo facilmente si confonde. La persona in condizione di fragilità spesso non riesce a valutare che cosa sia meglio per lui e a chi rivolgersi. Allora ci si muove per conoscenze e sentito dire: “vai da quello che è bravo”. Ma questo è un campo delicato, perché la materia che trattiamo è delicata: l’essere umano. E quindi non è protettivo muoversi in modo confuso. Quanto scritto può aver fatto un po’ di chiarezza ma sicuramente lascia molte domande ancora aperte… Ma quindi, a chi chiedere aiuto? Quali differenze ci sono tra l’intervento dello psicologo e quello dello psicoterapeuta? La consulenza psicologica quando è che finisce per sconfinare nella terapia? E quale è l’approccio psicoterapeutico più funzionale per me? Come si può affermare che una persona è “sana” o “non sana” se non si hanno le competenze adeguate per poter fare una diagnosi psicologica? Le risposte, a piacer vostro, nei prossimi appuntamenti su Tablet.


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a proctologia è una branca della chirurgia che fonda il suo interesse sulle malattie del colon, del retto e dell’ano.

Negli attuali ordinamenti universitari non esiste una scuola di specializzazione in proctologia. Esistono, al contrario, dei corsi di formazione o dei Master universitari che “educano” un già specialista sulle malattie colon – rettali. Il proctologo, quindi, si occupa del malfunzionamento del colon-retto-ano (incontinenza e/o stipsi, malattia emorroidaria, sindrome da ostruita defecazione, dissinergia del pavimento pelvico, etc.), delle malattie neoplastiche, infettive o infiammatorie croniche (ragade anale, dermatite perianale) o acute (ascesso perianale, fistole perianali, cisti sacra coccigee). Il campo di azione del proctologo è ampio e complesso anche in considerazione che ultimamente sono state numerose le innovazioni diagnostiche e terapeutiche. Nella diagnostica, ad esempio, importante novità è costituita dall’utilizzo dell’ MFA ( Multi-functional ano scope) , un anoscopio che consente, a completamento della tradizionale visita, oltre la tradizionale visione, anche il test di sensibilità rettale, il Ballon Expulsion test e la valutazione dell’entità del prolasso. Novità tecnica molto importante è costituita dalla VAAFT , tecnica italiana che ha risolto in maniera pressoché definitiva l’annoso problema legato alla terapia delle fistole.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA a cura della Redazione

Il sapere dell’esistenza di uno specialista in questo settore è importante in quanto è tramite il proctologo che si può giungere a consigli mirati a soluzioni definitive per patologie importanti o decisamente fastidiose.

Dott. Roberto Federici Specialista in Chirurgia generale

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Chi è, cosa fa, quando andare dall’osteopata Poiché informazione e trasparenza sono la migliore tutela per voi e per noi, come primo appuntamento su queste pagine, facciamo luce su chi è l’osteopata. L’osteopata è un professionista che ha concluso un ciclo formativo di 6 anni di studio, durante i quali si applica costantemente su teoria e pratica. Studia: I sistemi corporei (muscolo, scheletrico, neurologico, viscerale, fasciale, craniale) La semiotica (osservazione, ascolto, preparazione, test, lettura di RX, RMN, TAC) Metodologia clinica (conoscenza di sintomi e segni che identificano uno stato) L’osteopata non prescrive farmaci, non usa presidi chirurgici, non fa diagnosi ed è per questo che l’osteopata non può e non deve sostituire il medico di base o branche specialistiche, ma potrebbe e dovrebbe collaborare con loro allo scopo di vedere un paziente nel suo insieme per alleviare sofferenze e disagi. L’osteopata è una figura professionale ancora poco conosciuta in Italia, ma da decenni attiva in tutta Europa anche in strutture ospedaliere e negli USA da quasi due secoli. La dott.ssa Eleonora si è specializzata nel 2009 in una delle sedi più severe che ci sono in Italia, la C.E.R.D.O. e tutt’ora si aggiorna con fondamentali corsi POST GRADUATE Al prossimo appuntamento vedremo cosa fa un’osteopata eleobassi@hotmail.com


Nutrizione applicata allo sport [Seconda parte] a cura del dott. Fabrizio Spataro e del dott. Antonio Sartini

Una visione d’insieme

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a nutrizione applicata allo sport è la disciplina che unisce la tecnica delle scienze dietetiche alla fi siologia dello sport, passando per la metodologia dell’allenamento. In particolare viene sviluppato il concetto secondo cui è la dieta ad adeguarsi all’allenamento e non viceversa.

A differenza dei concetti generalizzati e validi per la popolazione non sportiva, l’alimentazione nello sport deve essere personalizzata sull’individuo, in base anche al suo programma di attività fisica. Volendo riassumere graficamente i principi generali, possiamo fare riferimento alla piramide della figura allegata. Alla base della quale troviamo il fondamento della personalizzazione: ovvero la valutazione dei fabbisogni energetici e plastici basata sulla composizione corporea e sul reale dispendio energetico. Questi ultimi dipendono da tre fattori: genetici, ambientali, costituzionali, oltre che dalla tipologia e dal livello della prestazione. È uso comune stimare i fabbisogni sulla base di tabelle standard, tuttavia la pratica dimostra la necessità di valutare in maniera quanto più Figura 1 Fonte: A. Sartini 2014 possibile accurata, il reale consumo calorico. In questo senso ci vengono incontro le più moderne tecnologie quali: la metabolimetria indiretta (utile per misurare il consumo a riposo e/o durante la performance) e l’holter metabolico (per valutare lo stile di vita e stimare il dispendio energetico nelle diverse attività). Nel livello superiore della piramide troviamo i macro (proteine, grassi e carboidrati) e micro nutrienti (vitamine e sali minerali). Per entrambi i gruppi, è necessario stabilire il giusto apporto giornaliero, nell’ottica di una valutazione integrata e personalizzata del soggetto. In questo caso è necessario ricorrere alle più aggiornate linee guida sulla nutrizione sportiva, quelle che vengono definite “evidence based recommandation on sport nutrition”.

Lo sportivo quindi non può prescindere da un’alimentazione basata sulla propria composizione corporea, che garantisca il giusto apporto idrico (spesso sottovalutato) ed un corretto apporto in macro e micro nutrienti (che cambia da sport a sport). Inoltre, un altro aspetto fondamentale, sarà quello di individuare il giusto timing (ovvero l’orario/momento) in cui nutrirsi e/o idratarsi rispetto all’attività fisica. Inoltre le esigenze variano in base alle finalità metaboliche dell’allenamento, alle condizioni di gara ed alle caratteristiche chimico-fisiche degli alimenti, parametri da tenere in considerazione. Infine al vertice della piramide troviamo i dietetici per sportivi, perché l’utilizzo degli integratori alimentari è spesso un aspetto marginale, che deve essere valutato, caso per caso con attenzione, capacità e competenza professionale. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle fasce di popolazione più a rischio: bambini e adolescenti, nei quali l’utilizzo di supplementi può, in alcuni casi, diventare l’anticamera del doping.


La psico-pedagogista risponde

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ari lettori, immaginavo che l’articolo dello scorso mese suscitasse delle reazioni. Ho ricevuto diverse mail di genitori in difficoltà nel ruolo di educatore del figlio e di adolescenti in difficoltà a comprendere questo ruolo genitoriale che improvvisamente emerge, solitamente in coincidenza con l’ingresso nella pubertà, e che trova impreparati i ragazzi e un po’ goffi i genitori. I figli crescono e improvvisamente da creature si trasformano in pseudoadulti sordi ai consigli, presuntuosi e, a volte, anche aggressivi, cogliendo impreparati i genitori non pronti a sostenere il cambiamento di carattere anche se, quasi sempre, si erano manifestate avvisaglie non capite o ignorate per comodità o rimandate per quieto vivere. Chi mi scrive è una giovane signora che ha dato il consenso a pubblicare la sua lettera.

Cara Paola, sono una ragazza separata con due figli e una grossa difficoltà nel farmi rispettare, ma soprattutto nel far capire al padre l’importanza della collaborazione. Sono stata chiamata dagli insegnanti del mio figlio più grande che lamentano una inadeguatezza nel comportamento in classe: non sta mai seduto, lascia i lavori a metà, dà fastidio ai compagni che cercano di lavorare, risponde in tono saccente. Poi improvvisamente piange buttandosi per terra farfugliando, tra una lacrima e l’altra, che nessuno lo ama e che non è capace a fare niente. Mi sono attivata subito e ho portato il bambino in una struttura per una valutazione delle sue capacità di apprendimento, perché pensavo che ci fossero problematiche a livello didattico ma, dopo una serie di test, gli esperti hanno riferito che non c’era nessuna difficoltà di fondo, ma che si trattava, probabilmente, di un problema legato ad un cattivo o assente rapporto con il padre. In realtà lo vede spesso, ma forse il fatto che lui abbia una nuova famiglia con una donna che ha dei figli, destabilizza il loro rapporto. Ho cercato di far capire al padre questa difficoltà, ma minimizza e io non so come fare. Chiedo aiuto a te perché spero che una tua risposta sia un aiuto per entrambi. Grazie. Lettera firmata

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Sul processo educativo pesa sicuramente il contesto del tempo presente. Prendendo spunto sempre dal libro citato nello scorso numero di ottobre, lo psichiatra Andreoli parla di società senza famiglia con bambini che spesso non hanno identificato una figura stabile di padre e/o madre, perché crescono con partner diversi, obbligati a emigrare dalla casa della madre a quella del padre e a trovarsi con “fratelli” e n “sorelle” imposte e con i quali devono “forzatamente” convivere, conri dividendo i “loro” amati genitori. Occorre considerare, però, che i padri snella attuale società, vengono chiamati ad un ruolo più difficile del pasre sato. Infatti prima il loro compito era quello di condurre e supportare ra soprattutto economicamente la famiglia. Il rapporto relazionale era omarginale. La pedagogia di oggi richiede una relazione, non solo quotidiana, ma coinvolgente, simile a quella della madre, anche se questoo ta non vuol dire necessariamente che si deve avere un’educazione lassista n che tanti danni ha fatto. La nostra è una società individualista che non

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pone più il problema sulla bontà dell’operato, ma costringe gli altri ad adeguarsi alle proprie esigenze. Infatti si impongono ai bambini nuove figure, sicuramente positive, ma che spesso destabilizzano il loro equilibrio. Piuttosto che tornare indietro sulle proprie scelte, si preferisce adottare comportamenti lassisti o, peggio ancora, ignorare il problema. In poche parole, se tuo figlio mostra un disagio e lo manifesta dicendo che non si sente amato, forse bisognerebbe creare degli spazi che siano tutti per lui. Il padre dovrebbe tenerlo fuori dalla sua nuova “famiglia” finché il bambino non abbia la certezza che lui è sempre suo padre. Solo allora potrà condividerlo con altri presunti “fratelli” che ora non sente come tali. É questo il momento più delicato da gestire e se necessario si deve temporaneamente tornare indietro. Probabilmente non è ancora maturo il tempo per poterlo coinvolgere in nuove situazioni. Personalmente consiglio sempre di vivere le proprie esperienze, dopo la separazione, ma lontano dai figli che già stanno subendo un lutto. La maturità del genitore consiste proprio nel capire questo aspetto e non solo nel soddisfare le proprie esigenze di rifarsi una nuova vita. Quando si mette al mondo un figlio lo si fa per la vita e nel corso di questa qualsiasi evento o decisione dovrebbe dare priorità alle esigenze dei figli. Ciò non vuole dire “viziarli”, oppure lasciarli al loro arbitrio, ma di seguirli passo per passo, monitorare il loro stato di sofferenza che, per fortuna, nella maggior parte dei casi, ci trasmettono. Non hanno chiesto di venire al mondo; sono il frutto di un amore che c’è stato, forse oggi perso, ma loro sono lì a ricordarci che il nostro compito di genitori sarà sempre quello

Questa rubrica è stata pensata con il preciso intento di dare un servizio utile, un contatto diretto tra noi e chi ci legge, grazie all’ausilio e alla generosa disponibilità di due figure professionali importanti come l’avvocato Federica Lorenzetti e la psico-pedagogista Paola D’Errico. Per contattare la psicopedagogista Paola D’Errico inviate una email a: paola.derricoguarino@gmail.com


LÕavvocato risponde di proteggerli anche da noi stessi, dalle nostre fragilità e dalle nostre necessità. Quindi, in risposta alla cara lettrice, sento di rivolgermi maggiormente al padre per invitarlo a comprendere il disagio espresso dal figlio che ha già trovato manifestazione non positiva nella scuola e verso i compagni, manifestazioni che suonano come un allarme e richieste di aiuto. Caro papà, mostra maggiore sensibilità ed attenzione, ricostruisci questo rapporto finché sei in tempo, soprattutto finché tuo figlio te lo permetterà prima di chiudersi a riccio nella sua fragile adolescenza; evita che inizi a giudicarti, imputando a te le colpe delle sue future difficoltà. Un recupero tardivo sarebbe oltremodo difficile. Metti tanto amore, pazienza, dedica molto tempo, comunque al di fuori del nuovo nucleo familiare, parla con lui e soprattutto ascolta il più possibile i suoi pensieri. Lui ama te, teme di perderti ed è disorientato. Solo quando avrà maturato un rapporto equilibrato con te potrai inserirlo nella nuova situazione che accetterà sicuramente con più slancio e affetto. Buon lavoro.

dott.ssa Paola D’Errico

Potete inviare i quesiti all’ Avvocato al seguente indirizzo email: federicalorenzetti@libero.it

alve a tutti e ben ritrovati. Anche per questo numero ho potuto constatare come le richieste di Voi lettori si siano maggiormente incentrate sulle problematiche relative alle questioni di carattere famigliare, prestando decisamente attenzione sui delicati equilibri esistenti tra i membri di una famiglia e la loro eventuale regolamentazione in caso di separazione ovvero cessazione della convivenza al di fuori del matrimonio e, dunque, more uxorio, ovvero permanenza dei figli economicamente autosufficienti all’interno della famiglia di origine. Come ho già trattato in un precedente articolo, occorre prima di tutto evidenziare la riforma della filiazione introdotta nel 2012 con la quale viene prioritariamente unificata la condizione giuridica dei figli a prescindere dal fatto che i genitori siano coniugati o meno. La predetta legge, di fatto, introduce importantissime novità legislative che meritano una attenta quanto particolare attenzione. Prima tra tutte, come sopra anticipato, è quella del principio dell’unicità dello status di figlio che ha, tra le molteplici rilevanti conseguenze, anche l’eliminazione di una differenza sino alla riforma esistente tra figli naturali e legittimi riguardante il mancato riconoscimento della parentela naturale. Ad oggi, il predetto legame di parentela sussiste tra le persone che discendono da un medesimo stipite in qualunque ipotesi di filiazione sia essa nata all’interno di un matrimonio che fuori dallo stesso. Tale principio ha effetti immediati, quanto rilevantissimi, in tutti quei rapporti giuridici che ruotano intorno al principio di “parentela” ( si pensi all’impresa famigliare, alle questioni ereditarie e successorie etc…). La suindicata riforma interviene, altresì, in relazione ai rapporti tra i genitori e figli e ai diritti dei figli che vengono, ad oggi, inseriti in una disposizione di carattere generale e che cristallizza il riconoscimento di diritti quali: il diritto alla famiglia, al mantenimento dei rapporti parentali di ciascun genitore, il diritto all’ascolto, il diritto all’assistenza morale e materiale. Nell’evidenziare i predetti rapporti tra genitori e figli è stata introdotta la figura della responsabilità genitoriale che sta, appunto, ad indicare il carattere funzionale del ruolo dei genitori rispetto alla prole e che, distaccandosi dal precedente principio della “potestà” vuole indicare proprio il preminente carattere dell’”interesse del minore “ e la maggiore autonomia acquisita dagli stessi man mano che progredisce la loro maturità. All’uopo, la stessa legge si cura di evidenziare come i figli medesimi debbano rispettare i propri genitori contribuendo, in relazione alle proprie capacità e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia

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finchè convive con essa. Avv. Federica Lorenzetti

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Ogni mese risponderanno ai quesiti importanti dei nostri lettori, garantendo l’anonimato ove richiesto. La possibilità di interfacciarsi con i professionisti in maniera privata è un valore aggiunto offerto da Tablet Roma.

La Riforma della filiazione

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Arte & spettacolo di Ambra Di Chio

“Numeri. Tutto quello che conta da zero ad infinito” in mostra al Palazzo delle Esposizioni Se le operazioni di calcolo ed i problemi matematici hanno incontrato la vostra diffidenza sin dai banchi di scuola, l’esposizione “Numeri. Tutto quello che conta da zero ad infinito” potrebbe farvi cambiare idea. La mostra sarà in grado di soddisfare le curiosità, non solo di coloro che presentano poca dimestichezza e familiarità con l’argomento, ma anche di un pubblico più esigente. Inoltre, per far scoprire il fascino intrinseco dei numeri ai più giovani, sono in programma specifiche attività di laboratorio a loro dedicate. Lungo il percorso espositivo, verranno esplorate le numerose connessioni che si sono sviluppate tra l’universo dei numeri e gli altri campi del sapere umano, come la filosofia, la letteratura, la musica e l’arte. Sicuramente rimarrete meravigliati dalle originali modalità di calcolo che sono state adottate nel corso dei secoli dalle differenti civiltà, a partire dal “quipu” un particolare strumento a cordicella che veniva utilizzato dai Maya. Assolutamente da non perdere è la tavoletta di argilla babilonese YBC 7289, appartenente alla collezione di Yale, dove appare per la prima volta nella storia un’approssimazione della radice quadrata di due. Dal 16 ottobre 2014 al 31 maggio 2015 al Palazzo delle Esposizioni (via Nazionale, 194). Orari: martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle ore 10:00 alle ore 20:00; venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 22:30. L’ingresso è consentito fino ad un’ora prima dell’orario di chiusura. Contatti: http://www.palazzoesposizioni.it/

Con la mostra “Digital Life” è il visitatore il vero protagonista

Dal 9 ottobre al 30 novembre presso La Pelanda - Macro (piazza Orazio Giustiniani, 4). Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 16:00 alle ore 22:00. L’orario della mostra è prorogato nei giorni di spettacolo. Contatti: http://romaeuropa.net/

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Fino al 30 novembre, il Centro di produzione culturale La Pelanda ospiterà la mostra “Digital Life 2014: PLAY”. Si tratta di un progetto che è stato promosso nell’ambito della V edizione del omaeuropa Festival, la rassegna culturale dedicata al rapporto tra le nuove tecnologie ed i linguaggi artistici contemporanei che quest’anno ha eletto come tema principale quello della musica. Per questo motivo, il percorso espositivo di “Digital Life” si snoda attraverso 10 installazioni sonore, molte delle quali sono interattive in quanto prevedono il coinvolgimento diretto dei visitatori. É il caso, ad esempio, dell’opera “Balançoire” dell’artista moldavo Veaceslav Druta, un’altalena sonora appesa a due ruote meccaniche che permetterà a chiunque si dondoli sopra ad essa di creare una composizione musicale personalizzata. “Le Damassama”, un anfiteatro di campane tibetane che porta la firma della francese Léonore Mercier, offrirà invece allo spettatore l’opportunità di calarsi nei panni del Direttore d’orchestra. “Digital Life” rappresenterà, inoltre, una sorta di Festival nel Festival grazie ad un fitto calendario di iniziative, con esibizioni di danza, performance musicali e molto altro ancora.

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TABLET ROMA INCONTRA di Cristina Ippoliti

“Le Parole delle Scrittici” modelli e fonti di ispirazione per le giovani donne del nuovo millennio ottobre 2014 – maggio 2015 Casa Internazionale delle Donne

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a Professoressa Novella Bellucci insegna Letteratura Italiana presso l’Università La Sapienza di Roma, e coglie l’occasione per raccontarci il ciclo di seminari “Le Parole della Scrittrici”, realizzato in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne di Roma, che mette a disposizione la sua struttura per l’intero periodo del progetto. Siamo ormai alla seconda annualità, ma come nascono i seminari dedicati a “Le Parole delle Scrittrici”? E chi sono le protagoniste di queste giornate?

La connessione fra biografie e opere è sempre tenuta in forte considerazione. A cosa è dovuto? Le vite di queste scrittrici sono già un testo da leggere. Pensiamo all’Ottocento: chi sceglie la Letteratura come esistenza, sceglie una strada difficile. Si tratta di percorsi profondamente sofferti, e la scrittura è un’opzione da guadagnare duramente. Le donne si dovevano occupare di altro: gestione della casa, cura delle madri malate, dei figli, dei mariti. L’esempio della poetessa siciliana Mariannina Coffa è emblematico, in quanto rappresenta l’enorme difficoltà di guadagnare il tanto agognato spazio intellettuale. Molto spesso siamo di fronte a poetesse patriottiche, che devono rivendicare il proprio ruolo, autolegittimarsi come intellettuali, come scrittrici, ma soprattutto come donne, nella difesa della loro patria e del loro sesso, nell’intento di riprendere in mano il proprio protagonismo. La lotta di genere e l’impegno civile vanno di pari passo. Come giudica il panorama attuale della Letteratura femminile europea? Le lotte portate avanti dalle donne delle precedenti generazioni ci hanno donato tanto, e se ne è fatta di strada. Ormai le donne sono una forte presenza nel panorama europeo, culturale e filosofico. Quello che ricordo sempre alle mie studentesse è di tenere bene a mente il valore di tali conquiste, di non darle per scontate, di continuare a lottare come letterate, come studentesse e come donne, per tutelare i nostri diritti. La Letteratura di cui mi occupo lancia un messaggio importante in tal senso. Questo poi non è altro che l’obiettivo finale che ci poniamo con questo ciclo di seminari: divulgare la scrittura di genere, e i valori da essa tramandati, risvegliare dal torpore le nostre uditrici, attirare la loro attenzione, affinché si pongano questa tipologia di problemi e si mobilitino delle questioni in tal proposito.

Per il programma completo della manifestazione www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/it/ corsi/cultura

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Sicuramente si tratta di anni di lavoro scientifico, riguardante scrittrici, purtroppo, ritenute argomento di minore importanza. Tutto ha origine da alcune tesi di laurea, scritte tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90, dedicate a donne colte, poetesse, scrittrici, quasi dimenticate, ma estremamente interessanti. Un’opera non può essere giudicata solo dell’estetica, ma va interpretata su basi culturali, valutando il ruolo da essa assunto durante il periodo storico nel quale è stata realizzata. È necessario lavorare ancora tanto per disseppellire queste figure sbiadite, provenienti maggiormente dal Centro e dal Sud Italia, e restituirle al popolato mondo di cui fanno parte. Le donne della mia generazione hanno vissuto la loro prima giovinezza durante gli anni ‘60’, partecipando alla presa di coscienza, che venne definita “femminismo”, un termine ormai datato, che stava a significare il voler restituire alla voce delle donne il posto che meritava, nel panorama culturale e sociale, per crescere meglio con gli uomini, insieme a loro. Tre anni fa ho portato avanti il primo corso di Letteratura interamente sviluppato su queste autrici della fine dell’Ottocento. In seguito a “La Forza della Poesia”, una delle manifestazioni più innovative, a cui, in questi anni l’Amministrazione Comunale di Frascati ha saputo dare vita, di comune accordo con la mia amica Laura Bocci, germanista, scrittrice e traduttrice, è nata un’idea: portare la Letteratura fuori dalle aule universitarie. La Casa internazionale delle Donne ci è sembrato il luogo simbolicamente perfetto. Da qui la collaborazione con insegnanti delle scuole superiori, professoresse provenienti da altri atenei romani, dottorande che si sono formate a La Sapienza, per

creare un percorso multidisciplinare, che spazi fra la letteratura americana, inglese, tedesca, italiana e russa, e che vada dalla fine dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento. Il nostro obiettivo è quello di scatenare una riflessione, un paragone con l’attualità, nel tentativo di colmare il vuoto di coscienza che ci opprime, e che lacera le nuove generazioni, cercando di creare una connessione fra l’università e le realtà esterne.

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www.libreriarcadia.com

Un incontro all’Arcadia con la grande scrittura di Melania Mazzucco E’ una libreria Arcadia gremita di curiosi quella che accoglie Melania Mazzucco, una delle scrittrici contemporanee più seguite; entrando, nota subito su uno scaffale un libro di recente pubblicazione di Annemarie Scharzenbach, la grande viaggiatrice svizzera, controversa protagonista della vita culturale tra le due guerre, a cui ha dedicato il riuscitissimo “Lei così amata”, contribuendo ad aumentarne il culto : è la dimostrazione di una curiosità inesausta. “Il mio primo incontro con la Scharzenbach è stato molto indiretto; questa ragazza irrequieta, capace di arrivare in India in automobile con Ella Maillart, risultava come evocata in alcuni libri di grandi del ‘900, da Heinrich Mann a Rilke, ma non nominata, non svelata: non si diceva chi fosse questa donna morta prematuramente per le conseguenze di un incidente in bicicletta; ho dovuto fare un lavoro di archeologia per portarla alla luce e farla meglio conoscere, perfino alla sua stessa famiglia. ” Alla sua capacità di meravigliarsi ed appassionarsi la scrittrice deve la sua voglia di raccontare storie, come quella della sua famiglia, protagonista del romanzo “Vita” che le valse il Premio Strega nel 2003; un libro scritto in ossequio alle parole del padre che le intimava di “ricordarsi di ricordare”. “Mio nonno emigrò in America per fame” ci racconta la scrittrice “come purtroppo tanti italiani e se da bambina mi aveva raccontato la sua storia, l’arrivo ad Ellis Island, io l’avevo dimenticata, così come ha fatto questo nostro paese. Tutti noi abbiamo operato una rimozione quasi chirurgica della memoria, come se la nostra storia di emigrati fosse una vergogna da cancellare”. E subito le parole della Mazzucco colgono nel segno e fanno affiorare nei presenti episodi caduti nell’oblio. E’ forse “Vita”, in una produzione così variegata per temi ed epoche, il libro a cui tiene di più ? Mentre le formulo la domanda intuisco già di esser stato un ingenuo. “Forse è la mia opera più personale perché con essa ho indagato sulla mia famiglia, originaria di Tufo di Minturno, ma se debbo proprio indicare uno solo fra quelli che considero miei figli, pur con disagio, citerei la biografia di Jacomo Tintoretto, non fosse perché mi ha accompagnato per oltre dieci anni”. Con particolare trasporto la scrittrice ci racconta poi di due luoghi sideralmente distanti, Ladispoli e l’Afghanistan, in cui ha ambientato “Limbo” che vede protagonista il maresciallo dell’Esercito Manuela Paris rientrata in licenza da una missione nella quale ha visto morire uno dei suoi soldati : “la terra afgana, polverosa e ostile, una terra che mi ha sempre affascinato e che non ho mai visitato pur incontrandola spesso nelle mie ricerche, incontra questa cittadina della costa tirrenica, nata con l’intento di essere il luogo di villeggiatura della buona borghesia romana e finita invece col diventare un’altra cosa, periferica non solo rispetto a Roma, ma a se stessa”. I partecipanti all’incontro sono incuriositi dai tanti temi toccati e non vogliono rinunciare a far domande alla Mazzucco e lei li ringrazia: “Quando pubblicarono il mio primo romanzo, l’editore mi organizzò delle presentazioni; per me fu un trauma: pensavo di essere estremamente timida come persona: anche a scuola lo ero. Col tempo mi sono accorta che questi incontri mi danno invece il privilegio di guardare oltre il libro, di conoscere le persone che hanno accolto ciò che ho scritto, di scoprire se sono state capaci di trovarci le stesse emozioni che vi ho trovato io o al contrario se vi hanno scoperto dell’altro”. La salutiamo convinti che ci abbia regalato, nel tempo trascorso insieme, delle chiavi per comprendere meglio non solo i suoi libri, ma il nostro stesso tempo.

Appuntamenti


LIBRERIA ARCADIA

Calendario di Novembre Presentazioni, laboratori, escursioni... Sabato

8 Novembre

ore 15:00 Sabato

8 Novembre

ore 19:00 Sabato

15 Novembre

ore 11:00

Sabato

15 Novembre

ore 18:30

Sabato

22 Novembre

ore 19:00

Sabato

29 Novembre

ore 15:00

Sabato

29 Novembre

ore 18:30

Sabato

6 Dicembre

ore 18:30

Domenica

7 Dicembre

ore 10:00

Lunedì

8 Dicembre

LABORATORIO SUI VICHINGHI, PER BAMBINI DAI 7 ANNI. Ai nostri piccoli amici sarà raccontata l’epopea dell’ affascinante popolo dei vichinghi, dei loro viaggi per mare dalla Scandinavia alla conquista del mondo, fino a toccare le coste americane molti secoli prima di Cristoforo Colombo. I MIGLIORI ROMANZI DEL 2014, PER UN COSTITUENDO CIRCOLO LETTERARIO. Presentiamo in una serata che più ricca non si potrebbe i più bei romanzi di quest’anno. Imperdibile per tutti gli amanti della lettura. VIENI A GIOCARE CON I FANTANIMALI: PER BAMBINI DAI 4 AGLI 11 ANNI. Ecco arrivare, all’insegna dello “Scopri, impara, crea”, i sessanta fantastici animali, come il Termopitone e la Cernia Lampo che vivono in un incredibile giardino zooillogico, visitabile con gran divertimento e senza paura alcuna di finire sbranati. Il gioco è pensato per alimentare l’immaginazione dei più piccoli, senza trascurare il divertimento dei grandi, fra voli di fantasia e giochi di parole. ALLA SCOPERTA DELL’ABRUZZO. Presentazione dei libri “Dove comincia l’Abruzzo”, “Statale 17” e “Tratturo Magno”. Una serata per scoprire ed approfondire una terra grande produttrice di silenzio. Abbiamo spesso sentito dire che il Gran Sasso ricorda l’Iran, che la Majella ha poco da invidiare alla lontana Patagonia ed abbiamo deciso di scoprirne il perché attraverso libri che ci porteranno a conoscere una delle regioni italiane più belle. PICCOLO TRATTATO DI DEGUSTAZIONE DEL VINO. Presentazione del libro “Mimì, Fifì e Gluglu”. Michel Tolmer, uno dei più conosciuti enologhi di Francia, è l’autore di una piccola gemma editoriale che permette di approcciare un mondo, quello del vino e dei suoi cultori, spesso elitario e di aumentarne la conoscenza. La presentazione, augurandoci si riesca a restar sobri fino alla conclusione, sarà intervallata dalla degustazione di alcune bottiglie. LABORATORIO SUI PIRATI: PER BAMBINI DAI 7 AGLI 11 ANNI. C’è nulla di più affascinante per i bambini dei pirati ? Chi di loro non ha mai pensato di andare in cerca di un’isola del tesoro nel Mar dei Caraibi o non si è travestito mettendosi una benda sull’occhio ? Faremo giocare i nostri piccoli lettori insegnando loro qualcosa sulle gesta dei filibustieri delle Antille Ad arricchire l’incontro, un laboratorio ludico e didattico. TEHERAN E L’IRAN. L’Iran, terra che ci appare lontanissima, è al centro di questo terzo appuntamento con la nostra rassegna sui luoghi. Abbiamo chiamato a parlarcene, attraverso i libri che gli iraniani effettivamente leggono, le amiche iraniste di Ponte 33 che contribuiranno a darci una o più chiavi per meglio decifrare una società spesso contraddittoria. LA LETTERATURA DI CONFINE. Roberto Keller viene a parlarci della Grande Guerra: verrà raccontato il primo conflitto mondiale, attraverso storie e letterature spesso ignorate dall’editoria cosiddetta maggiore e saranno scoperti autori dall’Armenia alla Svizzera, dall’Alto Adige all’Ucraina, schiacciati dentro i confini della storia, molto labili per l’anima. VISITA GUIDATA CON LA LIBRERIA ARCADIA A PIU’ LIBRI, PIU’ LIBERI. La rassegna dell’editoria indipendente che si tiene da molti anni al Palazzo dei Congressi dell’Eur stupisce per la ricchezza e la varietà della produzione presentata. In quella che è una cornucopia di libri spesso può esser tuttavia essere difficile orientarsi. Vi accompagneremo per gli stand presentandovi i protagonisti di un mondo affascinante e spesso non accessibile. VINILE, CHE PASSIONE! Sono sempre di più gli appassionati di musica che tornano al caro vecchio vinile: è un fenomeno che non conosce confini; MP3 e cd sono supporti che non hanno mai attecchito davvero nel cuore dei musicofili e così a Londra come a New York e Berlino, sono rifioriti i negozi che vendono dischi. Per un giorno anche la Libreria Arcadia diventa un tempio del 33 giri.

Libreria Arcadia

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Le uscite del mese MUSICA

“I

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l Padrone della Festa” è un album che nasce da un’amicizia di vent’anni, e che vede protagonisti i tre cantautori romani Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè. Si sono appena concluse le tappe del loro European Club Tour, che ha toccato le principali città europee, come Barcellona, Valencia, Londra, Parigi e Bruxelles, ma il trio è già pronto per ripartire con le nuove date, questa volta tutte italiane: due mesi di concerti nei palazzetti d’Italia, da Rimini ad Arcireale. Ben due le serate a Roma, al Palalottomatica dell’Eur, martedì 18 e mercoledì 19 Novembre alle 21,00. Un’idea che nasce dopo numerose collaborazioni precedentemente realizzate, come “Vento d’estate”, cantata da Fabi e Gazzè nel 1998, o “Sornione”, scritta ed interpretata da Fabi e Silvestri nel 2011, e che si concretizza come conclusione di un’esperienza unica: un viaggio in Sud Sudan. L’ottobre dello scorso anno, Fabi coinvolge Gazzè e Silvestri in un’avventura, che li renderà testimoni del lavoro dell’organizzazione non governativa Medici con l’Africa CUAMM. Nasce così il singolo “Life Is Sweet”, seguito dal “Life Is Sweet WebDoc”, documentario che racconta la loro esperienza nel villaggio di Yrol. “Il Padrone della Festa” è una fotografia, un’istantanea, in cui ognuno di noi può riconoscersi. Dodici brani in quarantanove minuti, per un’introspettiva di un’Italia dalle cose semplici, che arranca, ma che continua a desiderare e sperare, unendo queste personalità musicali in una raccolta senza competizione, in cui amalgamarsi è d’obbligo, pur mantenendo sempre la propria identità di artisti. Dall’incapacità delle parole in musica di esprimere al meglio, fino alla fine, le sensazioni e i sentimenti umani in “Alzo le mani”, all’”Amore non esiste”, riflessione

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sull’unicità di ogni relazione, di ogni forma di amore, che può diventare anche veleno, come in “Arsenico”, passando per “Giovanni sulla terra”, simbolo di ognuno di noi, che lotta per rimanere se stesso, in un mondo che ci vuole spettatori impotenti delle nostre vite, sempre in salita, perché nonostante tutto il nostro sudore, “la cima appare sempre un po’ più su”, per approdare alla metafora calcistica dell’esistenza di “Zona Cesarini”, fino a “L’avversario”, inno alla collaborazione tra veri musicisti, che non rimangono vittime di inutili rivalità fra “cantastorie”. Tre voci, tre menti, tre universi, fusi in uno; un albero dalle folte radici, come mostra lì immagine della copertina del disco, che può carpire il nutrimento dalle più disparate dimensioni musicali e artistiche, proprio grazie alla forza del lavoro di gruppo.

CINEMA Elio Germano, “Il Giovane Favoloso” che racconta un Leopardi 2.0, fuori dagli schemi, inaspettato, che dona una nuova speranza culturale all’Italia: l’amore per la Letteratura è ancora vivo. Finalmente il poeta della prima metà dell’Ottocento viene rappresentato come mai precedentemente. Per una volta si va fuori dall’ambito scolastico, non c’è più il noioso autore che soffre di depressione, letto sommariamente da alunni distratti e insegnanti che “recitano” ogni anno il medesimo copione, attraverso una fittizia analisi dei ritagli antologizzati degli scritti del poeta.


di Cristina Ippoliti

Questa volta è la Letteratura a parlare. La strabiliante interpretazione di Elio Germano e l’impeccabile regia di Martone fanno fare al mondo Accademico un salto fuori dalle mura universitarie. È lo stesso Germano ad ammettere di aver studiato per tre mesi le opere leopardiane, prima di recitare nel suo ruolo di protagonista. Quello che arriva a noi è lo sgorgare della pura voce del poeta; le sofferenze fisiche e psicologiche di uomo dotato di capacità e di intelligenza a dir poco non comuni, i suoi anni di studio, le Scienze, le Lettere, il greco, il latino, la sua immensa cultura, che è stata sia fonte di libertà, sia fonte di infinita sofferenza. Chi conosce le cose del mondo, chi comprende i meccanismi che guidano la realtà degli uomini, è condannato alla solitudine. Il Leopardi che giunge a noi, attraverso Germano e Martone, è un uomo intrappolato nel suo sapere, che fa scappare gli altri, e che si confonde con la barriera estetica, che già confina il poeta nell’isolamento, nell’impossibile conciliazione tra Natura ed esistenza, e lo lascia ormai privo di ogni consolazione e senza risposte. Come “La Ginestra”, Germano-Leopardi non si piega di fronte allo scorrere del tempo, e rende il poeta di Recanati attuale come non mai. Se la “civiltà” non ci permette di concentrarci sul senso del vivere, questo film è in grado di rompere le barriere dell’immediato, dell’online, della fretta, e rubare alla linea del tempo un momento tutto per noi.

Le uscite del mese

LIBRI

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“La Musica Provata”, un libro, un film in DVD, ecco l’ultima opera di Erri De Luca. Così si descrive l’autore stesso: natostonato a Napoli ed educato alla musica per volontà della madre. Considerato quasi un difetto fisico nella sua città natale, sconfigge la sua carenza di musicalità e la sua naturale attitudine al silenzio grazie alla medesima soluzione: l’amore e la passione per musica, compagna instancabile di tutta la vita. “Ho imparato a parlare come i balbuzienti: cantando” - dichiara. Questo libro è un inno alle canzoni della sua vita: “La musica provata nel corso della vita non sarà mai abbastanza ringraziata”. Una sorta di autobiografia poetica, la sua: i ricordi di gioventù si mischiano a suoni e sapori, istantanee di momenti lontani, dei luoghi vissuti e di quelli visitati. A fare da cornice la storia dell’ultimo mezzo secolo della nostra nazione, che si fonde con le esperienze personali di De Luca. L’autore descrive la sua vita come per mezzo di uno spartito.Onnipresenti i riferimenti alla musica, che comprende canzoni napoletane,pop americano e persino canzoni scritte dall’autore stesso. Ma De Luca va oltre le note, riproponendo la maggior parte dei temi a lui cari: la Napoli della sua infanzia, l’emigrazione e l’immigrazione, la religione, per coinvolgere al massimo il lettore, quasi potesse essere catapultato nei fermoimmagini che l’autore ci mette a disposizione. Il tempo resta un punto fermo, in particolare l’inarrestabile scorrere del tempo: la linea cronologica si mischia, si mescola, come si trattasse di una pesca miracolosa fra i ricordi più belli. Un flusso di coscienza,che inizia e termina con la stessa citazione dell’Iliade, il più antico testo cantato del mondo occidentale.

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A QUATTRO ZAMPE

di Vittorio Ruberti

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ccoci ancora ad incontrare un nuovo compagno a quattro zampe. Cari amici, quello di cui parleremo oggi, è un piccolo, grande cane:

Lo yorkshire terrier

Definire lo Yorkshire Terrier un cane da compagnia sarebbe decisamente restrittivo. Non deve superare i 3,2 kg, ma le sue piccole dimensioni non devono far pensare che sia un animale debole o poco affidabile. Nella seconda metà dell’800, nella contea inglese dello Yorkshire, era fiorente l’industria tessile e, all’interno di numerosissimi magazzini, venivano conservate ingenti quantità di lana che erano oggetto di un vero e proprio saccheggio da parte dei topi che le danneggiavano e le rendevano difficilmente lavorabili. La soluzione fu trovata dagli stessi operai, che portarono sui posti di lavoro i loro terrier di piccole dimensioni, particolarmente adatti a cacciare i roditori. Gli stessi cani venivano usati dai minatori della contea per liberare i cunicoli delle miniere infestate dai ratti. Inoltre le piccole dimensioni consentivano loro di raggiungere gli uomini che, per crolli o allagamenti, restavano isolati. Il carattere dello Yorkshire terrier è giocoso,allegro ed estremamente vitale. È un allertatore e tende ad abbaiare in presenza di sconosciuti. Ama i cuscini, i morbidi divani ed è particolarmente sensibile alle comodità della casa. Non ha difficoltà a convivere con i gatti, con i quali tende ad instaurare un rapporto paritario. Non è molto disponibile ad essere “strapazzato” dai bambini con i quali è a volte insofferente. Una delle caratteristiche del nostro amico è quella di non avere consapevolezza delle sue dimensioni, tanto da essere aggressivo con cani di mole enormemente maggiore. Il pelo ha bisogno di essere spazzolato almeno una volta al giorno, per evitare fastidiosi nodi. Non è un cane soggetto a muta per cui non spelerà in modo abbondante. Non esistono patologie specifiche da cui proteggerlo, se non quelle comuni alla maggior parte delle razze canine. Sarà sufficiente garantirgli una vita non sedentaria, un’alimentazione sana e non particolarmente abbondante e un’igiene che consenta l’eliminazione di parassiti da cui, per l’abbondanza della peluria, potrebbe essere attaccato. È un cane molto longevo, riuscendo a raggiungere e superare, con una buona qualità della vita, i 16-17 anni. Il suo amore per il proprio umano e incondizionato. La sua fedeltà non conosce limiti. Ha un senso del dovere spiccatissimo, unito ad una dignità quasi aristocratica. Mai è poi mai si deve dimenticare che il nostro Yorkshire è un terrier, con tutte le caratteristiche di questa razza, e non un peluche da carezzare senza soluzione di continuità.

Piccoli e semplici accorgimenti...

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Affinchè gli amici a 4 zampe siano sempre in forma e in buona salute è necessario stare sempre attenti ai segnali del corpo, notando eventuali cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini. Quando sembrano sorgere sintomi particolari che possono preannunciare problemi di salute, ci si deve sempre rivolgere ad un veterinario. Se mangia, se dorme e gioca regolarmente lo si può considerare in buona salute. Dobbiamo stare attenti che abbia sempre il naso umido, gli occhi puliti e il pelo lucido. Per questo è importante controllare spesso le varie parti del corpo del proprio cane, in modo da riuscire a segnalare eventuali anomalie immediatamente al medico. Controllare sempre zampe, orecchie e coda, per evitare la presenza di parassiti o residui e le feci che potrebbero rivelare la presenza di vermi. Tra i problemi a cui è soggetto più spesso il cane il primo posto è senza dubbio occupato dai parassiti, interni ed esterni, responsabili di gran parte delle malattie più diffuse. Oltre a quelle portate dai parassiti, il cane può andare incontro a numerose altre malattie, molte delle quali possono essere conseguenza dell’età, delle condizioni di vita e anche della razza di appartenenza. Per qualsiasi dubbio affidarsi ad un vetenario competente e di fiducia.

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di Alessia Bartolucci

Scuola News

L’EXPO 2015 : entra nelle scuole!

L’

Expo Milano 2015 è un’ Esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno a un tema decisivo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Un evento unico che incarna un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile, tecnologico e incentrato sul visitatore. Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di evento, oltre 130 Partecipanti, un Sito Espositivo sviluppato su una superficie di un milione di metri quadri per ospitare gli oltre 20 milioni di visitatori previsti. I visitatori, coinvolti in prima persona in percorsi tematici e approfondimenti sul complesso mondo dell’alimentazione, hanno l’opportunità di compiere un vero e proprio viaggio intorno al mondo attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della Terra. Expo Milano 2015 sarà la prima Esposizione della storia a essere ricordata non solo per i manufatti realizzati ma soprattutto per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse a livello planetario.

L’EXPO si mette in moto a partire dallaa scuola. aforma web dove apCon due bandi di concorso, una piattaforma prendere nozioni sulla storia del cibo e partecipare a gare on line tra le scuole iscritte, un progettoo di educazione alimentare. ne dal MIUR Due milioni di euro nessi a disposizione per queste iniziative. Sono il punto di partenza affinché anche la cultura alimentare vengaa insegnata fin da piccoli. I Bandi di concorso: “La scuola per Expo 2015”: il bando punta a valorizzare l’ideazione e la re-zzo alizzazione di elaborati basati sull’utilizzo no dal delle tecnologie digitali su temi che vanno diritto ad un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta alle scienze e tecnologie per la sicurezza e la qualità alimentare. Al bando è favorita la partecipazione delle scuole in rete. Tra i premi me si in palio ci sarà anche l’organizzazione di visite didattiche presso i padiglioni dell’Expo. Ad oggi sono arrivate 1.174 pre-iscrizioni dalle scuole di tutta Italia. “Together in Expo 2015”: il bando punta al coinvolgimento attivo e all’incontro degli studenti attraverso la realizzazione di scambi e gemellaggi tra le scuole italiane con quelle internazionali. Ogni istituzione scolastica può presentare più proposte di gemellaggi. Ad oggi sono arrivate 805 pre-iscrizioni dalle scuole di tutta Italia. Saranno premiati i migliori 10 progetti di gemellaggio.

La piattaforma in lin lingua italiana, inglese e francese, e presenta materiali did didattici e contributi di esperti attraverso video, inf infografiche e documenti interattivi. L scuole potran Le potranno confrontarsi fra loro, conoscere i rispettivi contest contesti agroalimentari, sviluppare insieme idee e progett progetti da presentare nel 2015 a Milano. Tra le pro progettualità che saranno incentivate sul portale ci sarà una specifica sezione dedicata ai progetti dedicati agli orti scolastici. Ill portale sarà sistematicamente collegato alle iniziative promosse sul sito Expo, n nello specifico alle notizie relative ai p paesi partecipanti al Padiglione Italia. É p possibile iscrivere le classi nell’area COMMU COMMUNITY e partecipare alle MISSIONI e al CO CONCORSO ed invitare altre classi e coinvolgere scuole con cui effettuare un gemellaggio. Gli itinerari tematici: • STORIA DELL’UOMO, STORIE DI CIBO • ABBONDANZA E PRIVAZIONE: IL PARADOSSO DEL CONTEMPORANEO • IL FUTURO DEL CIBO: SCIENZA E TECNOLOGIA PER LA SICUREZZA E LA QUALITÀ • CIBO SOSTENIBILE = MONDO EQUO • IL GUSTO È CONOSCENZA

La piattaforma multimediale è on line dal 2 di ottobre e punta a far incontrare e comunicare fra di loro le scuole italiane e estere che condivideranno i progetti realizzati insieme.

Un’opportunità per la scuola di mettersi in gioco e far crescere e valorizzare le buone prassi che in molte scuole italiane già si seguono. Come suggerisce lo slogan nella piattaforma Together in Expo 2015:

É ORA DI METTERE IN CIRCOLO LE IDEE!

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La Piattaforma multimediale “Together in Expo 2015” http://www.togetherinexpo2015.it/

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+MODA&DESIGN

Barbie che passione... uesto mese parliamo di una diva, che da anni mantiene inalterati fascino e avvenenza, nenza, sempre al passo con i tempi e alla moda, parliamo di Barbie... La Bambola per eccellenza nasce nel 1959 grazie alla geniale intuizione della signora Ruth Handler. dler. L’idea venne alla Handler mentre osservavaa la figlia Barbara (da qui il nome Barbie) ritagliare piccole bambole di carta, e vestirlee con abiti ed accessori ricavati dai giornali.

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Al tempo la maggior parte delle bambole aveva le fattezze del neonato, da qui la vera novità : una bambola “adulta” da commercializzare con un guardaroba di abiti e accessori da vendere separatamente. E fu così che nacque Barbara Stefania Roberts, meglio conosciuta come Barbie. La nostra Bambola fu dotata non solo di un ampio guardaroba, ma anche di una numerosa famiglia (ben cinque tra fratelli e sorelle) e una folta schiera di amici. Possiede una passione spiccata per gli animali, nel corso degli anni ne avrebbe avuti almeno 38 tra cani, gatti cavalli e persino una zebra! Ragazza di cultura, ha frequentato la prestigiosa High School of Manhattan a New York.

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Nel 1961 l’incontro cruciale con l’avvenente Ken, conosciuto su un set cinematografico, sarebbe stato amore a prima vista, tanto che la loro storia ancora resiste negli anni nonostante qualche piccola crisi e un flirt di Barbie con il surfista Blaine. Nel corso dei decenni, la bambola che sin da subito riscosse un successo incredibile, è divenuta simbolo del nostro secolo, è passata attraverso moda, cinema, design vita quotidiana, professionale e sociale, divenendo un icona di stile. E come ogni diva che si rispetti nel 1986 è stata ritratta da Andy Warhol, artista simbolo della Pop Art. Riguardo alla sua vita professionale, quello che è certo

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è che la nostra Barbie è stata sempre una gran lavoratrice, lavoratrice nel corso degli anno, è stata un astronauta, astronaut una ballerina, una hostess, una veterinaria, veterinar e non solo. Anche in questo rispecchiando l’evoluzione della società e del del ruolo della donna. Basti pensare pensar che, nel 1961 esce sul mercato “Barbie m American Aili Ailines Stewardess”, la nostra bambola è un avvenente Hostess, interpretando H i d iin questo modo d un tipo di carriera al tempo molto ambita dalle ragazze dell’epoca, perché ben retribuita, riservata alle fanciulle di bell’aspetto, capace di garantire una vita vissuta nella libertà alla scoperta del mondo, insomma la nostra beniamina contribuisce fattivamente all’emancipazione femminile. Nel 1995 Barbie è rampante manager , vestita Armani, allineandosi al modello di “donna in carriera” imperante. Ed oggi? Oggi è ancora veterinaria, fashion ista, maestra d’asilo, ma sicuramente meno preoccupata del suo ruolo professionale e della sua emancipazione. Riguardo alla moda, che dire la nostra Bambola e il mondo del fashion sono state sempre legate, non solo perché la Barbie negli anni ha seguito e rispecchiato l evoluzione della moda.


di Alessandra Bassetti

+MODA&DESIGN

alessandratabletroma@gmail.com

Negli anni dotata di un guardaroba fantastico, e di una serie di accessori ricchissima. È adorata dagli stilisti. Negli anno 90 ecco la serie “designer” dove i più grandi nomi della moda le dedicano abiti , ecco così che sono nate la Barbie Dior, Vera Wang, Armani, Versace... Recentemente la nostra bambola rende il suo personale omaggio alla moda assumendo le fattezze del grande stilista Karl Lagerfeld. Ebbene sono state prodotte ben 999 Barbie Lagerfeld, sold out in poche ore, attualmente acquistabili su ebay a prezzi stratosferici.

le creazioni di Anna Giuliani.

Per informazioni: giulianianna1968@tiscali.it

Ma essa stessa l’ha influenzata, basti pensare che ancora oggi la nota maison di moda Moschino le ha dedicato una intera collezione. Del resto la nostra bambola nasce già fashion, con un costume Jersey bianco e nero un paio di occhiali bianchi, sandali neri rigorosamente a spillo, orecchini a cerchio, trucco deciso e acconciatura ponytail...insomma già diva!

Insomma la Barbie è oggetto di collezionismo, ma non da parte delle bimbe, ma di adulti, ebbene si la collezionista tipo della Barbie ha intorno ai 40 anni, e spende all’anno cifre da capogiro...

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Barbie e passione, collezionismo e passione, c’è chi ne ha fatto una professione, come chi costumizza Barbie, riproducendo con dovizia di particolari Dive del mondo della musica e del cinema con le fattezze della nostra beniamina. La passione per questa piccola diva è tale che c’è chi si dedica a cucire abiti su misura.Tra questi sarti mi piace ricordare la signora Anna Giuliani che con l’uncinetto realizza piccoli capolavori, pezzi unici, creati senza schema, l’uno diverso dall’altro. Rifiniti minuziosamente e corredati da accessori in tinta. Deliziosi ed unici, pensava di commercializzarli. Insomma, passa il tempo per noi ma per lei mai, grazie Barbie per essere sempre bella fashion e sorridente, la diva per eccellenza.

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Allena la mente A cura della Associazione Kalpe

Affiancamento ai Compiti e gruppi di studio Si svolgeranno lezioni di affiancamento ai compiti e gruppi studio al Parco della Madonnetta via B Molajoli, 124 presso l’IPSE A partire da NOVEMBRE 2014 tutti i giorni (LUN-VEN) dalle 16.00 alle 18.00 il SAB. dalle 10.00 alle 12.00 Le lezioni potranno essere: frontali (one to one) o di gruppo (max 5 bambini) durata: 1 ora. Età: 6 -10 anni e 11-13 anni

É obbligatorio prenotare le lezioni per organizzare al meglio i gruppi (min. 3 –max 5) ai seguenti indirizzi e-mail:

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Programma laboratori del sabato:

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Movimento Difesa del Cittadino

di Diego Recino

Firmata la Guida del Consumatore. Durante l’incontro del 24 settembre, dopo un partecipato lavoro di redazione, UNIREC e le cinque Associazioni dei Consumatori aderenti al FORUM, ( Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa Del Cittadino) hanno sottoscritto la “Guida del Consumatore ai servizi di tutela del credito”.

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l documento è fondamentale per operare con trasparenza, fornendo regole certe e condivise agli operatori e per divulgare in modo chiaro in cosa consiste l’attività di tutela del credito. La Guida rappresenta uno strumento di dialogo con il ConsumatoreDebitore in difficoltà nel pagare i propri debiti, il quale, leggendone i contenuti, può comprendere – in un’ottica di assoluta trasparenza – le logiche con le quali il servizio di recupero e gestione dei crediti viene svolto e le più corrette ed appropriate modalità con cui una Società di tutela del credito può procedere al sollecito del pagamento. Di seguito un estratto del Documento:

IL SERVIZIO DI TUTELA DEL CREDITO Tutelare un credito significa porre in essere tutte le attività necessarie affinché la legittima pretesa del Creditore trovi la sua naturale soddisfazione ed il Debitore adempia regolarmente alle obbligazioni contrattuali. Su tali premesse il servizio svolto dalle società di tutela del credito comprende tutti quegli interventi finalizzati ad ottenere il pagamento di una somma non versata dal Consumatore al Creditore, nei modi previsti dal contratto. L’attività deve avvenire sempre nel rispetto dei diritti del Consumatore. MODALITÀ DI CONDOTTA GENERALI DEGLI OPERATORI PER LA TUTELA DEL CREDITO L’Agente e l’operatore telefonico per la tutela del credito:

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NELLE FASI DI CONTATTO: • si impegnano, per quanto possibile, ad accertare l’identità del proprio interlocutore; • si presentano in maniera precisa e puntuale, specificando chiaramente: chi sono, chi rappresentano, chi li ha incaricati a gestire la posizione, i dettagli relativi agli insoluti sollecitati e ciò in ossequio alla massima trasparenza nei confronti del Consumatore; non comunicano mai ingiustificatamente a soggetti terzi estranei al debito le ragioni del tentativo di rintraccio; non possono effettuare visite al domicilio/contatti telefonici durante le festività nazionali ed in orari diversi dai seguenti: 8.30-21.00 dal lunedì al venerdì; 8.30-15.00 il sabato; salvo diversi accordi con il Debitore, anche in relazione a particolari esigenze manifestate esplicitamente da quest’ultimo; • nel caso in cui l’interlocutore, anche nell’accezione più ampia di Consumatore, sia una persona giuridica, discutono solo con soggetti che, all’interno dell’azienda, si qualifichino come legittimati alla trattativa ed al pagamento;

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• rappresentano con precisione le ragioni del credito e le conseguenze che possono derivare dalla persistenza dell’inadempimento, mantenendo sempre un approccio professionale; • possono fornire, solo se gratuitamente, indicazioni utili per il rientro della situazione debitoria del Consumatore con soluzioni trasparenti e sostenibili; • non si sostituiscono al Debitore nell’anticipazione delle somme. NELLE FASI DI INCASSO: • non sollecitano il Debitore ad assumere impegni più gravosi di quanto non possa sostenere; • non accettano regalie o favori in cambio di trattamenti migliorativi nella gestione della posizione. Le prassi d’incasso seguono gli accordi sottoscritti con la Committente. In generale gli incassi possono essere effettuati a mezzo di: • contanti (entro i limiti di legge), moneta elettronica, assegni bancari/ circolari con clausola di non trasferibilità, intestati all’Impresa • committente o come il Creditore ha stabilito e ogni altra modalità dispositiva; • titoli, effetti e impegni di pagamento generalmente accompagnati dalla sottoscrizione di un riconoscimento del debito; • eventuali addebiti diversi dal capitale come interessi ed altri oneri, nel rispetto delle normative vigenti e/o dei contratti sottoscritti dai Consumatori, dovranno essere autorizzate dal titolare del credito. NELLA GESTIONE DELLE INFORMAZIONI: • non utilizzano le informazioni di cui sono venuti in possesso per finalità diverse da quelle per cui sono state fornite; • rappresentano, nella relazione/codifica di chiusura pratica, una sintesi delle informazioni raccolte. É di fondamentale importanza che tutti gli attori nei processi di tutela e di credito si muovano sulla base di regole certe e condivise. Il Documento completo su: www.mdcroma10.org FOCUS: Guida del consumatore ai servizi di tutela del credito http://www.mdcroma10.org/2014/10/21/guida-consumatoreservizi-tutela-credito/

Fonte : Redazione Forum UNIREC Consumatori


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MOZART NEWS di Cristina Sottile

X Municipio chiama… Mozart risponde!!!!!

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Alla prossima occasione!!!!

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Istituto Mozart ha sempre partecipato alle manifestazioni organizzate nel nostro municipio grazie alla fattiva collaborazione tra la nostra Serenella Argentieri, Raffaella Ravano dell’associazione “Culturando” e gli esponenti del municipio stesso. Quest’anno abbiamo iniziato con una splendida esperienza che ci ha visti attivi alla prima edizione della “Festa della Cultura del X Municipio” che si è svolta nell’accogliente cornice del Parco XXV Novembre di Ostia. Tra i presenti all’iniziativa meritano di essere ricordati Federica Inches, docente della Mozart e Vicepresidente della Commissione Scuola e Cultura e l’Assessore alla Cultura Sandro Lorenzatti. Vista la qualità delle nostre proposte siamo stati accolti per la sezione “spettacoli”. Un gruppo di alunni della scuola primaria, capeggiati e diretti dalla strepitosa docente Angela Gallaccio, ha fatto risuonare delle splendide vocine applaudite da tutti i presenti. Ciò dimostra che l’impegno, la pazienza ma soprattutto la professionalità della nostra insegnante possono fare molto anche se con pochi mezzi a disposizione. I bimbi erano allineati in perfetto ordine ed hanno dato prova delle loro capacità canore. In particolare la canzone “Occhi di bambino” ha fatto restare tutto il pubblico a bocca aperta. Finita la prima parte ci siamo spostati nell’area adibita al ballo dove i nostri piccini ci hanno mostrato cosa hanno imparato durante le lezioni di hip hop svolte all’interno del nostro edificio scolastico. Coreografia entusiasmante e musica da sballo hanno fatto da sfondo agli splendidi movimenti creati da Federica e Daniele, più noti con gli pseudonimi di Molly e Daga, che lavorano presso il Villaggio Sportivo Eschilo 1. Il sostegno di questo fantastico centro è stato suffragato dallo spettacolo di alcune ginnaste dell’agonismo che hanno mostrato le loro notevoli abilità tecniche, acquisite grazie alla tenacia di Rosalba Spista ed Alice Rinella. Le note di “Scream and shout” di Britney Spears e le bambine vestite di tutto punto hanno dimostrato al pubblico la bellezza di questo sport. I presenti hanno applaudito in continuazione ed apprezzato queste piccole bambine dalle doti quasi magiche. Grazie a tutti i bambini che ci hanno regalato un pomeriggio pieno di balli e suoni …

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Chi sono i protagonisti di 1click?

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Rete non sono più spettatori passivi delle donazioni delle aziende alle

i “Clicker”), le Organizzazioni Non Profit e le aziende donatrici. Il fun-

Organizzazioni non profit ma, al contrario, ne diventano protagonisti.

zionamento è semplice e virtuoso per ognuno di questi tre protagonisti.

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Anna Maria De Calisti commercialista

Scadenzario Fiscale

Marta Montini consulente del lavoro

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o Studio De Calisti A.M. e Montini M. saluta tutti i Lettori che si inoltrano nello scadenzario fiscale di Novembre 2014. La prima scadenza del mese è il 10 novembre termine ultimo per la consegna sia all’Agenzia delle Entrate che al dipendente o pensionato del modello 730 integrativo e del prospetto di liquidazione mod. 730/3 integrativo.

Si rende noto la scadenza del 14 novembre per la Comunicazione delle Minusvalenze su partecipazioni di ammontare superiore ad EUR 50.000

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Per coloro che hanno dipendenti o collaboratori occasionali, il 17 novembre prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, contributi INPS. Inoltre, entro il 17 novembre coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile o trimestrale ( Luglio, Agosto, Settembre 2014) dovranno effettuare il versamento. In riferimento ai Titolari di Partita Iva iscritti nell’albo Artigiani o Commercianti, la scadenza del 17 novembre prevede sia i contributi INPS relativi al 3° trim. 2014 che la 4° Rata INAIL del premio anno 2013 - 2014 ( per coloro che hanno deciso di rateizzare). Chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 16 ottobre 2014), con l’opportuno calcolo può ravvedersi entro il 17 novembre. Con la scadenza del 25 novembre coloro che ne sono soggetti, devono presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat. Si informano i Lettori che la scadenza del 30 novembre in cui sia i titolari di Partita Iva che le persone fisiche verseranno mediante F24 il 2 acconto IRPEF con eventuali addizionali comunali è spostato al 01 dicembre 2014.

in qualità di CAF CGN lo Studio è abilitato a fornire ulteriori servizi tra cui: 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati - ISEE, RED, Detrazioni ecc. - Gestione Badanti e Colf Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Studio De Calisti Anna Maria - Via Leonardo Mellano 72 - 00125 Roma tel. 06/52352585 cell. 3333087137 e-mail: amdec@libero.it

S t u d i o Anna Maria De Calisti Via L. Mellano, 72 - 00125 Roma tel/fax 06.52352585

Anna Maria De Calisti Commercialista Ufficiale Revisore dei Conti CAF autorizzato CGN Conciliatore

mail: amdec@libero.it cell: 333.3087137

Assistenza Fiscale e Tributaria alle Imprese e ai Liberi Professionisti Centro Assistenza Fiscale CGN abilitato a fornire i servizi di: - 730 per dipendenti, collaboratori, pensionati - Compilazione ISEE, RED, Detrazioni, ecc. - Gestione Badanti e Colf -Successioni

Marta Montini Consulente del Lavoro

cell. 333.9626220 mail: martamontini@libero.it


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MEZZAROMA NEWS

I Cinesi alla scoperta dell’eccellenza italiana nel geotermico Una delegazione in visita alla più grande centrale geotermica d’Europa del Gruppo Mezzaroma l 14 ottobre 2014, nell’ambito della missione in Italia del Primo Ministro della Repubblica Popolare cinese Li Kejang, una delegazione ospite del Gestore dei Servizi Energetici ha visitato alcune eccellenze italiane nei settori dell’efficienza energetica, delle agroenergie e dell’edilizia sostenibile, per una possibile esportazione di know-how tecnologico italiano in Cina.

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Tra le eccellenze, un gruppo di funzionari proveniente dal distretto di Zhenjiang, ha visitato il Rione Rinascimento nel quartiere Talenti a Roma, sede della più grande installazione europea di geotermico a bassa entalpia ad uso residenziale, realizzata dal Gruppo Mezzaroma.

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Rinascimento Terzo, il complesso residenziale costruito dall’impresa romana, sorge tra la via Nomentana e la via Salaria. Da tre anni è servito da un impianto di ultima generazione che abbatte i consumi e le emissioni nocive. Al completamento di tutte le residenze previste nel piano edilizio, saranno ben 20 gli edifici alimentati dalla centrale, per un totale di circa 950 appartamen-

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A cura di EPR Comunicazione

ti e 3.000 abitanti: numeri che non hanno eguali in Italia e in Europa, poiché le centrali geotermiche tradizionalmente servono piccoli complessi residenziali. Proprio l’eccellenza del progetto e la forte componente innovativa hanno suscitato il grande interesse del Governo cinese. I funzionari delegati - grazie alla spiegazione degli ingegneri e degli architetti che hanno realizzato l’impianto - hanno avuto modo durante la visita di conoscere le modalità di funzionamento della centrale. All’interno del Rinascimento Terzo l’impiego della geotermia fornisce agli appartamenti quasi l’intero fabbisogno, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento, attraverso un campo di geoscambio composto da 190 geosonde che raggiungono i 150 metri di profondità, senza interferire con la falda acquifera. Il terreno, durante l’inverno cede calore e nel periodo estivo lo assorbe. In questo modo la capacità di accumulo termico sotterranea viene utilizzata come principale fonte rinnovabile di energia; nel contempo una parte cospicua dell’energia termica viene prodotta senza utilizzare l’energia elettrica. La centrale geotermica ha consentito di raggiungere un quantitativo energetico, prodotto da fonte rinnovabile, pari a 7.040 MWh/anno. Dal momento che il fabbisogno complessivo di energia primaria si attesta sui 10.873 MWh/anno, al Rinascimento Terzo il 64,7% del fabbisogno energetico complessivo di


MEZZAROMA NEWS fotografie Massimo Carroccia

energia primaria viene prodotto attraverso fonti rinnovabili. Da quando è entrato in funzione, il sistema ha prodotto un risparmio in bolletta del 40% rispetto a edifici analoghi che non utilizzano energia da fonti rinnovabili. Per gli appartamenti ordinari il costo medio in bolletta è di 1.770 euro l’anno, mentre gli inquilini di Rinascimento Terzo spendono circa 1.000 euro, potendo costantemente controllare i flussi di consumo in tempo reale grazie ai sistemi di controllo e monitoraggio, di cui ogni appartamento è dotato. Il numero di alberi che sarebbero necessari per assorbire annualmente il quantitativo di emissioni evitate è compreso tra circa 540.000 e 750.000 unità, corrispondenti ad una superficie territoriale, adibita a bosco, pari mediamente a circa 1300-1800 ettari. I risultati, in termini di risparmio economico e di riduzione delle emissioni inquinanti, sono stati addirittura superiori a quanto l’Azienda avesse previsto in fase progettuale. Un know-how che potrebbe essere di grande utilità se esportato in Cina, dove il problema dell’inquinamento e del risparmio energetico è di stringente attualità, a causa della vera emergenza smog in tutto il Paese.

“Devo confessare che essere scelti come eccellenza del Paese dal Governo italiano nell’ambito della collaborazione economica con il Governo cinese mi riempie d’orgoglio”, dichiara l’Amministratore Delegato del Gruppo Barbara Mezzaroma. “Qui al Rione Rinascimento abbiamo lanciato un nuovo concetto abitativo frutto di anni di ricerca, raggiungendo i massimi livelli di qualità costruttiva, tecnologica e ambientale. A quasi tre anni di distanza dalla costruzione dei primi appartamenti e della centrale, il risultato è un insediamento urbano con altissime caratteristiche di sostenibilità ed eco-efficienza. L’interesse dimostrato dalla delegazione cinese, che abbiamo avuto il piacere di ospitare, dimostra come le scelte da noi compiute in questi anni per il contenimento energetico e il benessere ambientale rappresentano un benchmark per l’edilizia del prossimo futuro in Italia e nel mondo”.

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E’ TROPPO COSTOSO! E’ TROPPO COMPLICATO! E’ TROPPO IMPEGNATIVO! Molte volte la ristrutturazione di casa diventa un incubo perchè nel tentativo di risparmiare si spera di poter fare tutto da soli. Purtroppo non è così semplice e quasi sempre non è consentito dalla normativa. Internet non ha tutte le risposte ai vostri problemi e non è detto che le risposte che trovate siano corrette o aggiornate. Il primo consiglio?

NON FATE TUTTO DA SOLI!

Il primo passo è di affidarsi a professionisti competenti in grado di rendere fattibili le vostre idee e rispondere alle vostre esigenze. Noi vorremmo raccontarvi, attraverso consigli tecnici, creativi e pratici, com’è possibile rendere unica la vostra casa senza dilapidare il patrimonio!!! Con un po’ di organizzazione e una giusta guida tutto è possibile, e tutto è più semplice! Siamo l’arch. Daniela Montalto e l’arch. Isabella Proietti Muzi dello studio

2:00pm architettura & design Il nostro è uno studio di Architettura & Design specializzato nella ristrutturazione di interni nato dalla comune passione per l'architettura, l’arte e il design. Insieme a voi, ripercorreremo l’intero iter che porta alla ristrutturazione di una casa dalla A alla Z: vi saremo da supporto nell’affrontare le tematiche attuali inerenti le detrazioni fiscali, la certificazione energetica e gli aspetti burocratici connessi; vi daremo idee e suggerimenti su come organizzare al meglio gli spazi, raccontando le scelte progettuali ambiente per ambiente; vi seguiremo nella trasformazione degli ambienti dando loro nuova vita attraverso tecniche decorative e riuso creativo degli oggetti; vi guideremo nella scelta dei materiali e delle soluzioni tecnologiche più adatte alle vostre esigenze. ...tutto questo partendo proprio da un nostro recente lavoro avvenuto qui all’Infernetto. Lo studio 2:00pm vi da appuntamento al mese prossimo per “cominciare i lavori”, e nell’attesa vi invita il 29 Novembre 2014 presso “Liberi di” - Piazza di Santa Maria Liberatrice 46 a Roma - dalle 18:00 alle 21:00, per incontrarvi davanti ad un bicchiere di vino, ascoltando buona musica.

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A cura della Citta’ dei Mestieri

Servizi alla persona Professione assistente familiare e non solo

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i vive sempre più a lungo. Ma come? All’allungamento dell’età, spesso, corrispondono purtroppo malattie e patologie comunque legate proprio alla vecchiaia. A questo si deve aggiungere il cambiamento che nel corso degli ultimi decenni è avvenuto nelle famiglie italiane. Dove entrambi i componenti della coppia, lavorano e dove le attività familiari si sono moltiplicate. Ed ancora, non esistono più le grandi abitazioni, quelle che ospitavano anche i “nonni” con il conseguente e prezioso ricambio culturale all’interno del nucleo familiare e la relativa assistenza in caso di bisogno. Gli anziani oggi si trovano quindi a vivere da soli e quando iniziano i problemi seri legati alla salute ecco che si pone il problema. Chi li accudisce? Improponibile e crudele pensare di “parcheggiare” la persona in un ospedale dove peraltro i letti devono poter essere destinati a chi ha necessità di cure mediche. E poi si tratta di soluzioni non idonee, palliativi che non portano ad alcuna soluzione e che mortificano l’interessato per il quale casa e famiglia sono spesso la cura migliore. È necessario quindi trovare qualcuno che possa accudire e supportare l’anziano o comunque chi ha bisogno di assistenza nella propria abitazione. Nascono così nuove figure nell’ambito del mondo del lavoro ed una di queste è la “badante” o assistente familiare.

ROMA CAPITALE: ormai da anni il dipartimento servizi sociali organizza corsi per assistenti familiari. Il municipio X ad esempio è in procinto di avviare il tirocinio che segue il recente corso predisposto nei mesi scorsi;

Una figura che non può e non deve basarsi sull’approssimazione o sulla buona predisposizione ad essere “portati” umanamente all’assistenza alla persona. Assistere un anziano vuol dire sapere di andare incontro a situazioni anche estreme: malattie incurabili o degenerative. Aspetti caratteriali della persona assistita acuite dalla malattia, situazioni impreviste quali l’aggravarsi o addirittura, la morte. A tutto questo spesso non si pensa e ci si lancia a livello volontariato in una avventura che fa male sia all’assistito sia a chi ne deve o ne dovrebbe avere cura. Assistente familiare o badante che dir si voglia, deve essere quindi una figura qualificata, preparata e predisposta. Solo così il risultato finale può essere positivo. Parola d’ordine insomma, no all’improvvisazione. Sì invece ad una adeguata preparazione ed in proposito l’area all’interno della quale muoversi è molto più vasta di quanto si pensi. Ci sono le cooperative sociali, i centri di assistenza ed il campo può allargarsi ad un’altra figura, quella dell’operatore socio sanitario. E qui, va da sé che la preparazione è indispensabile. Ecco allargarsi il campo e si allarga anche l’orizzonte per trovare lavoro: comunità socio-riabilitative, centri di accoglienza, residenze per anziani, centri diurni per minori, per portatori di handicap e così via. È altrettanto chiaro che ad una adeguata preparazione corrisponde la qualità dei servizi erogati, sia in famiglia che fuori. Questo concetto deve essere chiaro e per questo motivo basta immaginare di trovarsi dall’altra parte, quella della persona da curare. Allora sì che diventa logico chiedere il meglio. Non è vero?

ERFAP LAZIO: Ente regionale formazione e addestramento professionale – largo Ascianghi, 5 – Roma – tel.06/585541 www.erfaplazio.org; OSA E OSS: www.formazionecorsi.com

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Specializzarsi, a chi rivolgersi?

Mestieri

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Mestieri Il progetto Terra e Mare, per minori con disabilità e loro famiglie

L

a Città dei Mestieri di Ostia ha ospitato un incontro tra amministrazione locale e famiglie del territorio, per la presentazione di un progetto che vede protagonisti minori e le loro famiglie, all’interno di servizi socio-sanitari innovativi. Un incontro reso possibile dalla direzione regionale Politiche sociali, autonomie, sicurezza e sport Regione Lazio e Roma Capitale-Municipio X assessorato al Welfare e alla salute. “Terra e mare”, questo il titolo dell’elaborato che unisce ACSD (Mighty Agility Dogs), Biosfera onlus e AchabYacht club. È ormai noto quanto il contatto con gli animali può essere importante per un ragazzo portatore di handicap. Non a caso tra le iniziative più utilizzate in questo senso, c’è la Pet-Therapy, efficacissima per quanto concerne la sfera motorio e psicomotoria. Emozioni, sentimenti e sensazioni mettono in contatto bambino e animale. In particolare, gli esercizi di Ludo-Agility non sono scelti a caso ma sono pensati e studiati di volta in volta dall’équipe per raggiungere gli obiettivi prefissati. A tal proposito, Mighty Agility Dogs ad Ostia Antica, da 11 anni ha come obiettivo quello di formare i proprietari di cani per vivere meglio con il proprio amico a 4 zampe. Nel caso specifico, con l’Agility Dog e con esercizi mirati, si conseguono obiettivi sensoriali, cognitivi e relazionali di grande interesse. Stesso discorso per la ippoterapia o riabilitazione equestre. Tra la persona e il cavallo si instaura un rapporto speciale. Biosfera onlus in questo campo promuove servizi educativi e riabilitativi. Ed ecco il mare e l’Achab Yacht Club di Ostia. Con la scuola di vela e il contatto con l’acqua bambini e adulti migliorano ogni tipo di contatto relazionale. Quattro Istituti scolastici del territorio: Caio Duilio, Leonori, Guttuso e Quinqueremi. Quattro splendidi ragazzi: Giammarco, Cristian, Giulio e Asia. Un evento straordinario quello ospitato dalla Sala Formazione della Città dei Mestieri di Ostia. Alla presenza di Emanuela

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Municipio X e Associazione Flavio Concanari consegnano 4 borse di studio ad alunni meritevoli

Droghei, assessore al Welfare e alla Salute del Municipio X, sono state consegnate quattro borse di studio agli alunni più meritevoli. Una iniziativa resa possibile dalla collaborazione tra l’assessorato al Welfare e alla Salute e l’associazione “Amici di Flavio Cocanari”. Presenti dirigenti scolastici degli Istituti, Marianna Bovolini dell’ufficio Servizi sociali e il presidente dell’associazione, Mario Conclave, nel corso dell’evento è stato ribadito il significato dell’iniziativa. “Giammarco, Cristian, Giulio e Asia - ha proseguito l’assessore Droghei - si sono dimostrati particolarmente meritevoli e grazie all’associazione “Amici di Flavio Cocanari”, vogliamo accompagnarli nel loro progetto di vita”. Ma chi era Flavio Cocanari? Prima un ragazzo e poi un uomo, originario della Puglia ma residente ad Ostia per oltre 40 anni. Flavio era affetto da talassemia ed era una persona votata al sociale, al soccorso dei più bisognosi ed era molto amato nel territorio. Nel tempo, è stato sindacalista prima e poi, collaborando con la Comunità di Sant’Egidio, ha avuto modo di avvicinare i senza fissa dimora e quanti vivono in prima persona la sofferenza. Come ha avuto modo di ricordare Mario Conclave, presidente dell’associazione “l’iniziativa è nata anche per confermare che lo studio è un investimento e che la famiglia può trovare nella scuola, pari opportunità. Proprio per questo, è necessario tentare di trovare elementi facilitanti e strategie didattiche.”. Il progetto inoltre si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative approntate per celebrare la settimana mondiale per la lotta alla povertà che si è tenuta dal 13 al 19 ottobre.


A cura della Citta’ dei Mestieri

L’iniziativa Giornata mondiale lotta alla povertà: “Gli altri come noi”

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na giornata per ricordare che, come dice una canzone di qualche anno fa “gli altri siamo noi”. Venerdì 17 ottobre è stata celebrata la giornata della povertà ed il Municipio X ha approntato una serie di iniziative assieme ad alcune associazioni del territorio. In particolare alla Città dei Mestieri, si è tenuto un convegno al quale hanno preso parte tante realtà che vivono ogni giorno a stretto contatto con i poveri. Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Lion’s, parrocchie ecc… si sono confrontate con l’assessorato al Welfare e alla salute ed in particolare con l’assessore Emanuela Droghei che ha annunciato di voler istituire una rete con le varie istituzioni (già avviati i contatti), una campagna d’ascolto “per uniformare i linguaggi”. Introdotto da Carlo Senes, il convegno ha visto la presenza del presidente Andrea Tassone, la dirigente dei Servizi Sociali, Loredana Betti e del nuovo comandante della Polizia locale di Roma Capitale, Roberto Stefano e del gruppo Nae (Nucleo assistenza emarginati) quattro unità nell’ambito municipale che vivono a stretto contatto con il disagio. “Questa - ha esordito l’assessore Droghei - è una giornata per addetti ai lavori, per costruire insieme un nuovo modo di gestire i servizi alla persona. Abbiamo fotografato la realtà sociale per capire da dove partire

Mestieri per avviare un modello diff erente e utilizzare al meglio il badget assegnato all’assessorato. Siamo davanti ad una realtà specifica - ha proseguito Droghei – ma non eff ettiva rispetto alla conoscenza dei singoli bisogni. Dall’analisi dei nostri dati emerge che la richiesta di aiuto arriva da famiglie con figli, che l’81 per cento ha una casa ma è in difficoltà con i pagamenti; che ancora il 14 per cento è senza fissa dimora. Rapporto famiglia-lavoro in primo piano e non a caso abbiamo scelto la Città dei Mestieri per questo incontro. Qui, dove la richiesta di lavoro è evidente e pressante. Dobbiamo creare più politiche attive per uno scatto necessario. Ecco l’ importanza dell’unione tra le associazioni; insieme per costruire e per dare una risposta agli “altri come noi”, perché ognuno di noi può trovarsi in situazioni estreme”. Alberto Vinci (Lion’s) si è soffermato su “vecchia e nuova povertà” (divorzi, sfratti e nuove situazioni familiari). Significativo il saluto del presidente Andrea Tassone: “Il credo di questa Amministrazione è l’ impegno civico per aiutare i più deboli, la solidarietà ed è su questa strada che ci stiamo incamminando”. Antonella Stampacchia della Consulta del volontariato che riunisce 36 associazioni ha invitato le altre realtà del municipio ad unirsi al progetto. Il comandante Roberto Stefano ha ricordato come uno dei compiti della Polizia di Roma Capitale porti gli agenti a stretto contatto con il disagio sociale. “In questo territorio ci sono 33 insediamenti abusivi - ha ricordato Stefano - gente che vive su mezzi di fortuna ed in spazi verdi. C’ è poi l’occupazione abusiva, altra emergenza del territorio”. Per la Caritas, Alberto Farneti ha ricordato come Don Luigi Di Liegro (allora parroco al Centro Giano) abbia fondato 30 anni fa la Caritas intuendo il grave disagio di tante persone. Oggi sono 70 le persone al giorno che usufruiscono del servizio e d’inverno la cifra raddoppia. Per la Comunità di Sant’Egidio, Rinaldo Piazzoni ha affermato che “non si può pensare alla lotta alla povertà se si crede che non ci riguarda. Con meno risorse come abbiamo oggi, ci vuole più solidarietà perché gli altri sono come noi e noi come gli altri”. Don Franco De Donno (Santa Monica) ha sollecitato una rete delle istituzioni e la centralità della persona.

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Città dei Mestieri e delle professioni di Roma e del Lazio - Via del Sommergibile 11 - 00122 Ostia Lido Roma Orari di apertura al pubblico: Martedì 14.30 – 17.30 - Mercoledì e Venerdì 10.00 – 13.00 Tel. 06.5672763 – 06.671073150 - municipio10@cittadeimestieri.lazio.it - www.cittadeimestieri.lazio.it città dei mestieri e delle professioni Municipio X

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Lettere al Direttore

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entile Redazione,

spesso si parla in TV e sui giornali di Digital Divide. Il divario digitale che spesso nega un accesso ad internet alle località più remote ed isolate della nostra Penisola. Ma a volte non c’è bisogno di andare così lontano: vi vorrei segnalare come, nonostante gli sforzi di associazioni e residenti del quartiere, la zona nord dell’Infernetto risulti ancora sprovvista di connessione ADSL da parte di Telecom o qualsivoglia altro operatore. Centinaia di famiglie che abitano i “Parchi della Colombo” ad oggi, OTTOBRE 2014, non hanno ancora la possibilità di avere un banalissimo accesso a banda larga. Non sono disponibili nemmeno alternative WiFi: la Provincia di Roma ha giustamente deciso di piazzare un suo HotSpot a Casal Palocco (Istituto Democrito) ma a noi, dove manca completamente ogni collegamento da anni, non ha pensato. La situazione è ridicola per una capitale europea come Roma. Le denunce dei cittadini su questo tema risalgono quantomeno al 2009 e dopo 5 anni la situazione è ancora identica perché le misure adottate da Telecom (istallazione di MiniCAB sui MUX) sono semplicemente dei palliativi profondamente insufficienti. Fra altri 5 anni le principali nazioni europee avranno raggiunto una copertura a banda larga del 100% del territorio e noi, a 20km dal Parlamento Italiano, probabilmente saremo ancora a discutere di “zainetti Telecom”. E intanto i nostri amici “palazzinari” continuano a costruire, cemento su cemento, senza assicurarsi di portare ai futuri inquilini un servizio ormai NECESSARIO alla vita di tutti i giorni, come la connessione ad internet. Le nuove abitazioni in costruzione all’inizio di via Wolf Ferrari saranno cablate? Io credo di no visto che sono in piena area MUX. Tanto gli inquilini non lo sapranno finché non avranno acquistato casa e proveranno ad attivare una linea telefonica. Tutto ciò è veramente degradante per il nostro quartiere e per una città come Roma. Cordialmente. Gianluca Mastrantonio

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Caro Gianluca, la tua segnalazione si aggiunge a quella di tante altre persone che ci hanno scritto o chiamato e che cercano di porre l’attenzione delle istituzioni sul problema annoso della banda larga. Da anni, infatti, sentiamo parlarne, viene inserita puntualmente nelle leggi di stabilità, se ne parla un poi ai telegiornali di ottobre e novembre ma, al dunque, mancano quegli investimenti che invece vengono fatti copiosamente all’estero. Pensa al caso delle Repubbliche Baltiche la cui percentuale di accesso alla banda larga supera già oggi il 90% di copertura del territorio. Concordo quindi pienamente con te circa il rammarico di lasciare una parte della zona sud dell’ex Caput-Mundi scoperta da questo importante servizio. Fortunatamente non tutti i costruttori sono avulsi dal recepire attenzione verso l’innovazione, la domotica e la rete, e questo aspetto è uno dei parametri fondamentali che ci ha indotti a valutare ed accettare, per la nostra rivista, solo inserzionisti pubblicitari di qualità. Facendo tesoro delle molteplici segnalazioni pervenute in tal senso sul digital divide, provvederemo, come Tablet Roma, a reiterare alle istituzioni locali la richiesta di un’adeguata attenzione ai 500 ettari di territorio dell’Infernetto che, a quanto pare, sembra essere giunto anche a seguito delle nuove e intensive costruzioni, alla cifra record di quasi 30mila residenti.

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