ACILIA
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Editoriale a cura del direttore Stefano Quagliozzi
Il flusso della vita Sono davvero tanti gli avvenimenti del mese appena trascorso. Le elezioni nazionali, tanto attese, hanno restituito al Paese un risultato che ha sovvertito ogni pronostico, lasciando al palo i partiti tradizionali a vantaggio di quelli chiamati, anche a torto, “populisti”. Evidentemente gli italiani chiedono un cambiamento di rotta deciso, mostrando chiaramente che si affiderebbero volentieri a forze guidate da giovani leader non compromessi con una certa politica giudicata fallimentare. Il dittatore nord-coreano Kim Jong Un, più volte ricordato per aver sfidato il mondo con il ripetuto lancio di missili balistici intercontinentali, ha cambiato strategia e trovato altri modi per mettersi in vista e accreditarsi agli occhi del mondo come un Capo di Stato degno del rispetto della collettività internazionale. Dapprima con la fusione delle squadre sportive delle due Coree in occasione dei giochi olimpici invernali, svoltisi a Pyeongchang; poi con una visita a sorpresa da Xi Jinping, il presidentissimo cinese assieme al quale ha annunciato il vertice di maggio col Presidente USA, Donald Trump, per trattare principalmente della denuclearizzazione dell’est asiatico. Poi la questione di Serghei Skripal (ex spia russa) e della figlia Yulia, avvelenati a Londra con sostanze nervine che sembra siano state prodotte nei territori dell’ex Urss, ha prodotto un rigurgito di guerra fredda di cui, sinceramente, non sentivamo proprio la nostalgia, con l’avvio di un ping-pong reciproco d’espulsioni di diplomatici tra il Regno Unito, la Russia ed i principali Paesi del mondo occidentale. E ancora, i recenti scontri nella Striscia di Gaza, in
Medio Oriente, dove si contano ad oggi 16 morti e oltre mille feriti, per una manifestazione indetta da Hamas, una delle forze più estremiste che sostengono la causa palestinese, per ricordare l’esproprio delle terre arabe nel 1948, a favore dello Stato nascente di Israele. Purtroppo la natura pacifica della manifestazione ha evidentemente contrastato con la location scelta, a ridosso del confine. Ed è stato probabilmente il timore di uno sconfinamento di massa a creare la scintilla che ha innescato la brutale reazione dell’esercito con la Stella di David, che ha sparato sulla folla causando vittime e feriti. Ma c’è anche un evento che ha segnato la comunità del nostro Paese negli ultimi giorni del mese di marzo, un evento che ha colpito gli italiani oltre ogni immaginazione possibile e forse, per la prima volta, senza distinguo alcuno: la morte di Fabrizio Frizzi. Probabilmente neanche il popolare conduttore televisivo sapeva di essere nel cuore di tanti italiani, ma la dimostrazione di affetto seguita all’evento luttuoso, ha spiazzato un po’ tutti, inducendo per prima la Rai, società per la quale Frizzi ha lavorato per ben quarant’anni, a seguire questo avvenimento per quasi una settimana con dirette, interviste, storie raccolte e testimonianze di vita vissuta da gente comune assieme all’ “eterno ragazzo”, distintosi sempre per la grande professionalità, per l’eleganza dei modi, per la riservatezza, per la gioviale compagnia, per la risata coinvolgente, per la grande bontà d’animo dimostrata nell’esercizio del suo lavoro di presentatore, ma anche nel ruolo occasionale di ospite, di musicista, di cantante... insomma, di uomo dello spettacolo a tutto tondo. E a questo straordinario artista cui decine di migliaia di persone provenienti da ogni angolo del Paese hanno voluto rendere omaggio alla camera ardente
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allestita presso la Rai e poi nel giorno dei funerali a piazza del Popolo, dovremmo guardare come esempio di vita, per la sua generosità fatta anche di gesti importanti (come nel caso della vita salvata ad una bambina di soli dieci anni attraverso la donazione del midollo osseo) effettuati sempre lontano dalle telecamere e dai riflettori. Ma il messaggio più grande lo ha dato negli ultimi mesi di vita, dopo il malore del 23 ottobre dello scorso anno, quando colpito da ischemia mentre registrava il programma “l’Eredità” è stato prontamente soccorso e portato in ospedale. Ulteriori successive informazioni sul suo stato di salute non sono venute né da bollettini medici né da indiscrezioni. Si sa solo per certo che Fabrizio Frizzi non stava bene, che sicuramente sapeva quale fosse il suo stato di salute e che non si è mai sottratto al lavoro che ha continuato a svolgere sempre - pure con gli occhi che a volte tradivano sofferenza - con quel sorriso straordinario che ha caratterizzato il suo essere e che ha voluto donare con serenità e gioia al suo pubblico televisivo fino all’ultimo giorno, nonostante sapesse dell’inesorabile evolversi della malattia. Un uomo straordinario che mancherà a tutti, molto più di quanto non si possa immaginare.
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TABLET ROMA
8 PRIMO PIANO 10 Lune, Festival dell’autore
16 SISTEMA BINARIO Il 2018 apre la strada verso l’ascesa dei WEARABLE
20 PSICODRAMMA L’elaborazione dei vissuti
34 TABLET COUTURE Martina Tosi, da fotomodella a imprenditrice
48 TABLET BIKE Il sentiero per la felicità
50 L’AVVOCATO RISPONDE La guida in stato di ebbrezza
TabletRoma, il giornale che si ascolta tutti i gioved’ dalle ore 19.35 alle 19.45 su Radio Roma Capitale 93 FM
ANNO 6 NO 60 APRILE 2018 SOMMARIO
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editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma - P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it progetto grafico tablet ADV Maurizio De Vincentiis impaginazione e grafica Marco Flore stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni - pubblicita@tabletroma.it - ritachiodoni@libero.it direzione e redazione redazione@tabletroma.it tablet eventi Massimo Gallus - eventi@tabletroma.it mob. 334.39.22.475
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Hanno collaborato a questo numero Comitato Sicurezza Idraulica, Giorgia Conti, Annamaria De Calisti, Barbara Donzella, Massimo Gallus, Simona Git to, Marina Grappasonni, Libreria Novarcadia, Alessandra Lino, Federica Lorenzet ti, Giulia Migani, L aura Neri, Massimo Paolucci, Davide Sagliocco, Luca Carlo Santagà, Sibling, Lorenzo Sigillò, Alber to Terraneo
É consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Tablet Edizioni di Cristina Anichini. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi. La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 5 Aprile 2018
Infernetto Attività Commerciali di Via Wolf Ferrari, Via Cilea, Via Bersone, Viale Castel Porziano, Via San Candido, Via Giordano, Via Pietro Romani, Via Canale della Lingua, Via Torcegno, Via Egna, Via Lotti, Via Orazio Vecchi, Centro Commerciale Colombia, Parchi della Colombo, Istituto Comprensivo Mozart, Centro Sportivo Babel Acilia Attività commerciali di Axa Malafede, Via Usellini, Via Menzo Supermercato e Bar Elite di Via di Acilia Attività commerciali di Via di Acilia - di Via di Saponara - Via Amedeo Bocchi Biblioteca Sandro Onofri - Farmacia San Marco - Asl di CasalBernocchi - Centro Commerciale Le Arcade - Via di Macchia Palocco - Via di Macchia Saponara - Centro Sportivo Eschilo 2 Ostia Città dei Mestieri e delle Professioni, Biblioteca Elsa Morante, Asl Sant’Agostino, Ufficio di Collocamento, Scuola Professionale CIOFS Lazio, Scuola Professionale Alberghiero CastelFusano, Scuola di Ostia Scacchi, Ostia Danza, Attività e chioschi del lungomare, Via delle Baleniere, Via Isole di Capoverde, Via Pietro Rosa, Piazza della Rovere, Corso Duca di Genova, Via dei Misenati, Via Capo Soprano, Piazza Gregorio Ronco, Via Paolini - Multisala Cineland Zona industriale Dragona e Dragona Centro Sporrtivo Helios, Via Ortolani, Via Charles Lenormant, Todi’s, Via di Dragone, Via Casini, Via Donati - Parrocchia di Centro Giano Eur e Torrino Bar e Ristorante ‘Il Fungo’ - Palombini - Giolitti - Mc Donald - Highlands Institute Attività di Viale Europa - Viale dell’Oceano Atlantico - Viale Oceano Pacifico - Via della Grande Muraglia - Via Mar della Cina - Piazza Cina - Viale Città d’Europa - Via del Piabeta Venere Sturdust Village - Via Beata Vergine del Carmelo - Supermercato Elite Via Cristoforo Colombo
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Primo Piano di Barbara Donzella
Diecilune
festival dell’autore
Il 13 aprile si inaugura la 8ª edizione del DieciLune - Festival dell’autore, la manifestazione ideata e organizzata dal Circolo letterario Bel-Ami, per valorizzare e formare talenti artistici nel campo letterario, musicale, cinematografico, teatrale e delle arti visive. Questo è solo uno dei modi con il quale, da oltre tredici anni, il Bel-Ami sostiene la crescita di nuovi talenti e s’impegna nell’essere luogo d’incontro e riferimento, dove confrontarsi sulla cultura odierna, attraverso il prezioso insegnamento del passato. Il Festival DieciLune, che si terrà dal 13 al 15 aprile 2018, sarà ospitato, per il quarto anno consecutivo, presso il ‘Millepiani Coworking’ del Municipio VIII
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di Roma (Via Nicolò Odero, 13), un grande e luminoso open space di 400 mq, situato nel cuore storico del quartiere Garbatella. L’edizione di quest’anno si annuncia davvero interessante, una tre giorni fitta di workshop, laboratori, conferenze e incontri, tutti presentati da relatori di alto profilo, in un dialogo costante con il pubblico presente. Gli eventi coinvolgeranno cinque macro aree dell’arte: Letteratura, Cinema, Teatro, Arti visive e Musica e avranno come fil rouge ‘L’arte come cura dell’animo’. Se si ritiene che l’arte sia la cura primaria per riportare l’armonia tra corpo e mente, si presuppone una “malattia” che ne abbia generato lo sbilanciamento. Quindi, se non esistesse una mancanza in noi - fisica o morale - non esisterebbe arte, e da qui, il concetto della sua forza terapeutica. L’arte, perciò, compensa non solo uno stato d’animo di malessere, ma anche la volontà imprescindibile di comunicare, che è connaturata all’arte stessa. Infatti attraverso un’opera, di qualunque genere essa sia, l’autore racconta il proprio io. E proprio sull’aspetto catartico dell’arte verteranno, tra gli altri, la mostra dal titolo “L’arte come cura dell’anima”, il reading poetico, l’incontro sul teatro danza con Ivan Ristallo, attore e primo ballerino della Lindsay Kemp Dance Company (del famoso regista inglese Lindsay Kemp) e lo spettacolo teatrale “Women crossing. Storie di sabbia e di mare” per la regia di Alessandra Cutolo. ‘Women crossing’ - vincitore della 2ª edizione del Bando MigrArti Spettacolo - si avvale, sulla scena, del contributo delle giovani donne del Centro d’accoglienza di Mugnano “Casa Sabali”, gestita da
Cidis Onlus e mette in luce l’alterità femminile di mondi diversi. Tanti anche i laboratori ai quali il pubblico potrà liberamente partecipare, da quello di sceneggiatura cinematografica, tenuto dalla saggista e sceneggiatrice Valeria Consoli a quello di drammaturgia, con lo scrittore, drammaturgo e fisico Marco Pizzi, sino all’incontro con il dr. Angelo Molino, che spiegherà l’importanza della musica nella terapia e nella vita e guiderà i partecipanti in un coinvolgente laboratorio esperienziale.
Se avete un libro nel cassetto che vorreste pubblicare o che è stato rifiutato, oppure siete interessati al mondo dell’editoria, allora il prossimo appuntamento è per voi. Stiamo parlando del famigerato e temutissimo ‘Kill the publisher’, in cui 3 case editrici saranno pronte a rispondere alle domande più scomode e spietate del pubblico. Fatevi sotto! Novità assoluta del Festival DieciLune 2018 sarà il primo ‘Prosa slam’, una divertente gara tra prosatori a colpi di racconti brevi, dove il pubblico
sarà il giurato più importante. Il Circolo letterario Bel-Ami crede e sostiene il libero accesso alla cultura, per questo, sin dalla sua prima edizione, il Festival dell’autore DieciLune è stato, come lo è tutt’oggi, totalmente Gratuito, con accesso libero a tutti, siano essi semplici curiosi o estimatori della conoscenza, in ogni sua sfaccettatura e accezione.
Il libraio consiglia a cura della libreria Novarcadia
Libreria Novarcadia | Via Senofane 143 00125 Roma | Tel. 06.50.53.354 | libreria.novarcadia@libero.it
BUON COMPLEANNO
NovArcadia-Ubik Casalpacco
1 di 25 candeline I LIBRAI INVITANO I LETTORI AD UNA GIORNATA DEDICATA A LORO E ALLA LIBRERIA… FESTEGGIATE CON NOI
Sabato 7 Aprile, ore 10:30 Colazione con la scrittrice Antonella Ossorio La scrittrice Antonella Ossorio, presenta il suo libro “La cura dell’acqua salata”, interviene la libraia Laura Frateiacci. Galizia iberica, 1730. Brais Barreiro, un argentiere de La Coruna, per sottrarsi alla giustizia dopo aver ucciso un facoltoso cliente, riesce a imbarcarsi, dicendo di chiamarsi Santiago Romero, su un mercantile inglese diretto a Genova che, dopo varie soste a Tunisi e a Palermo, lo sbarcherà a Napoli in condizioni di salute assai critiche e con un segreto. Un libro importante e affascinante che conquista il lettore sin dalla prima pagina.
Sabato 7 Aprile ore 12:00 BAMBINI IN LIBRERIA L’albero delle matite arriva in libreria e incontra i bambini con il suo “SPAVENTAGENTE”. Siete pronti a pasticciare e a creare delle bellissime avventure insieme a Sneaky e a Peeky? Una filastrocca che parla di rispetto per l’ambiente e di comprensione dell’altro.
Sabato 7 Aprile, ore17:00 #Merendaletetraria con conLa #Merendaletteraria La tenda magica di zia Jolinda Elisabetta e Sara racconteranno ai più piccoli la storia di ZIA JOLINDA E DELLA SUA TENDA MAGICA. A seguire la merenda e infine spettacolo di burattini in libreria.
Sabato 7 Aprile, ore19:00 Premiazione dei vincitori che hanno partecipato alla prima edizione del concorso letterario indetto dalla libreria “ i libri sono la forma delle idee”.
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Un ospite speciale giungerà in libreria per consegnare gli attestati ai vincitori del concorso. A seguire festeggiamenti.
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Prima edizione del Concorso Letterario I LIBRI SONO LA FORMA DELLE IDEE In occasione del suo primo compleanno la libreria Novarcadia-Ubik di Casalpalocco indice un concorso letterario. Il concorso è aperto a tutti i lettori della libreria Novarcadia, e, in generale, a tutti i residenti a Roma, da 0 a 99 anni e oltre. La partecipazione è gratuita. Il Tema del concorso è “i libri sono la forma delle idee”. Per la realizzazione degli elaborati, sono individuate di seguito 3 categorie: a) scatto fotografico; b) fumetto/disegno; c) racconto/ testo breve (da 1000 a 5000 parole, spazi inclusi. I lavori dovranno essere presentati a mezzo posta elettronica all’indirizzo mail libreria.novarcadia@libero.it, o consegnati direttamente in libreria, a Via Senofane 143, corredati di nome, cognome, recapito telefonico, indirizzo e-mail e consenso al trattamento dei dati personali e all’utilizzo dell’opera per le finalità del concorso secondo quanto previsto all’allegato che trovate nella presente pagina compreso il regolamento, nonché dell’indicazione della categoria per la quale si concorre. Sarà possibile partecipare a più di una categoria. I lavori dovranno pervenire entro e non oltre il 31 marzo p.v., farà fede la data di consegna. Saranno decretati tre vincitori, uno per categoria, Sabato 7 Aprile alle 19.00 presso la Libreria Novarcadia-Ubik di Casalpalocco. Il regolamento completo è possibile scaricarlo dal sito www.librerianovarcadia.it
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di Giorgia Conti
“L’ARTE NUTRE L’ANIMA” Paola Alliney, autrice di: Il sigillo dell’ultimo imperatore Merwan (Una splendida giornata di sole); Io, il re (Il ratto di Proserpina); Ha collaborato con la rivista Urbis et artis firmando la rubrica “Archeo”: Enea, nostro padre; La mano sinistra dell’uomo; L’arte di Caravaggio; Una storia grottesca; La voce der popolo; Göbekli Tepe;
La sua scrittura risulta scorrevole e semplice. È un difetto o un pregio? Lo ritengo un pregio. Ricerco una scrittura semplice, che non crei ostacoli fra la storia e il lettore. Se la trama è articolata e complessa, veicolare il racconto attraverso uno stile strutturato e ricercato, rischia di appesantire la lettura. Le mie storie passano attraverso un linguaggio quotidiano, filtrato non da parole ma da immagini: il patrimonio visivo appartiene a tutti e la codifica è naturale e spontanea. Sul web Il Sigillo dell’Ultimo Imperatore è molto commentato e sta riscuotendo successo, lo può sintetizzare brevemente ai nostri lettori? Un colonnello del GIS dei Carabinieri deve rintracciare Baran, un curdo suo amico, che si nasconde da diverso tempo. Baran è accusato dal governo turco di progettare attentati in Italia dando supporto ai terroristi di Al-quaeda. Per rintracciarlo, Kk (il soprannome
Scrittrice, mamma, moglie, qual è l’ordine giusto per lei? Mamma, moglie, scrittrice. Passato, presente e futuro, che rapporto ha con il tempo? Il passato lo amo, lo studio, non lo guardo con malinconia né lo voglio far rivivere ma solo raccontarlo. Il presente lo vivo intensamente, senza lasciar passare un solo istante che non mi abbia consumato ogni energia. Il futuro lo sto costruendo dal passato. Cos’è per lei la scrittura? Una meravigliosa occasione per conoscere, perché chi fa questo mestiere e “racconta” la vita, ha l’opportunità di calarsi in mondi, anime, dimensioni e luoghi anche lontani e diversi dal proprio.
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Nell’arco della giornata, qual è il momento che dedica alla scrittura? Tendenzialmente le prime ore della mattina, ci sono la luce, il calore del sole, la forza fisica e mentale, il silenzio e un buon profumo di caffè che aleggia per la casa. Da dove prende l’ispirazione per le storie che scrive? Ciò che suscita la mia curiosità diventa sempre fonte d’ispirazione.
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del colonnello) ha un vecchio taccuino che gli era stato dato proprio dal suo amico, sono segni incomprensibili di un’antica scrittura. Kk contatta un’esperta per farsi tradurre quei documenti. Nasce con lei, Lisa, una storia d’amore, mentre tutto attorno a loro si trasforma in una missione militare, pericolosa, dirompente e drammatica.
C’è dietro un grande lavoro di ricerca? Sì. I mondi raccontati sono stati esplorati a fondo con l’aiuto di consulenti, esperti e diretti interessati. Anche i luoghi e gli ambienti descritti, là dov’è stato possibile, sono attinenti alla realtà. Va da sé che l’ubicazione delle zone sensibili militari o la descrizione delle celle di “tipo F” in Turchia, nascoste al mondo intero, non le hanno di certo svelate a me. Quali sono le cose più complesse da descrivere? Ciò che muta nel tempo. Nella trilogia su cui sto lavorando attualmente, Quarta sponda, la storia si sviluppa durante il corso di molti anni, i personaggi crescono e invecchiano, si trasformano fisicamente e caratterialmente, lo stesso volto della Tripoli degli anni ‘40 subisce molte trasformazioni, vengono cancellate rapidamente le vestigia del colonialismo italiano, i monumenti vengono distrutti, le strade cambiano nome. Ha vinto un premio letterario con il commovente racconto di Merwan, un bambino siriano che vive in un campo profughi. Cos’ha di speciale questa storia? Penso il punto di vista. Il tema drammatico è raccontato con gli occhi di un bambino e con la sua infantile e dolce superficialità. Merwan vive semplicemente la sua realtà, le sue piccole esigenze, che sono quelle comuni a tutti i bambini del mondo, cioè di avere un amico, di stringere un animaletto fra le braccia e di fare scherzi e, nella sua normalità, racconta della vecchina che si lamenta nella tenda vicina, dell’enorme peshmerga che passa per il campo e che incute terrore a tutti, della pecorella dal manto bianco che gli sfreccia fra le gambe. Si affacciano ogni tanto fra i suoi ricordi delle immagini drammatiche del suo recente passato ma, tutto sommato, passano via rapide. Qual è la sua sfida più grande? Riuscire a tradurre le mie ricerche in concetti semplici, senza tradire i contenuti storici, senza banalizzare o cadere nel fiabesco.
è il salone di bellezza per la cura dei capelli che si trova all’Infernetto in Via Wolf Ferrari. Molto conosciuti e apprezzati dalle proprie clienti, Francesco ed Helena, i fratelli proprietari del salone, riscuotono successo per professionalità e gentilezza. Il loro locale, aperto tutti i giorni tranne la domenica con orario continuato, è un piacevole luogo dall’ arredamento elegante ed accogliente, in cui rilassarsi ed essere coccolati. Chiunque esce da lì non può che sentirsi soddisfatto. Personale specializzato e aggiornatissimo sulle tendenze del momento, capacità di lavorare su tutti i tipi di capello, maschile e femminile, di affrontare qualsiasi richiesta di tinta e di taglio. A questo si aggiunge l’utilizzo di ottimi prodotti italiani. Biondo Fragola è sinonimo di garanzia. Incontriamo il titolare Francesco a cui rivolgiamo qualche domanda. Avete puntato inequivocabilmente sulla qualità e questo vi sta premiando. È una scelta che faresti ancora oggi a distanza di anni? Assolutamente si! La qualità dei nostri prodotti, la cura per ogni dettaglio e l’attenzione per la nostra clientela ha determinato chi siamo oggi e chi saremo domani. Quali sono i prodotti a cui puntate in particolar modo? Anche nella scelta dei prodotti Biondofragola sì è orientato non solo sulla qualità ma anche su una filosofia ecosostenibile.
In realtà il nostro è un ventaglio molto ampio di prodotti naturali che mirano a preservare la salute e il benessere dei capelli. Si avvicina il periodo delle cerimonie, matrimoni, comunioni, battesimi. Siete molto attenti alle esigenze della vostra clientela in questo periodo. Che servizi offrite per queste occasioni particolari? Per la sposa Biondofragola offriamo un costante studio e un’attenta ricerca del dettaglio per rendere il suo giorno unico e speciale. Offriamo un servizio di consulenza per entrare in empatia con la cliente e soddisfare ogni sua esigenza rimanendo sempre al passo con le ultime tendenze. Quali sono le tendenze di questa primavera estate? Per la donna Biondofragola spring/summer 2018 tornano i colori pieni e le pieghe naturali. I tagli riprendono questo desiderio di semplicità utilizzando tecniche che donano volume alla chioma. Le nuove onde hanno una forma poco definita poiché devono seguire il garbo naturale. I toni freddi sono i grandi protagonisti di stagione. Un veloce consiglio alle nostre lettrici su come mantenere in forma i propri capelli. Affidarsi sempre a professionisti del settore. Grazie a Francesco e a tutto il suo staff. A presto e buon lavoro!
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Il 2018 apre la strada verso l’ascesa dei
WEARABLE
Il 2018 è l’anno dei dispositivi wearable. E nei prossimi anni le vendite in questo settore subiranno un picco considerevole, affermandosi nella fetta di pubblico più interessata, e diffondendosi in quella di coloro ancora scettici. La parola profetica ci arriva dagli analisti di IDC, che hanno previsto un aumento delle vendite di smartwatch o bracciali smart del 15%, a 133 milioni di unità. Proprio nei prossimi cinque anni poi si avrà l’apice vero e proprio: un tasso di crescita annuo di un buon 13,4%. Nel 2022 si potrà parlare di ben 219,4 milioni di pezzi. “I consumatori stanno finalmente iniziando a capire l’utilità di uno smartwatch”, spiega uno degli analisti, Jitesh Ubrani. “Allo stato attuale traina l’uso nell’attività sportiva, ma i pagamenti e la messaggistica mobile stanno iniziando a prendere piede”. Gli utenti mostrano di essere più attratti dalla connettività o dalle possibilità che offre nell’ambito dello streaming
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musicale. Il 2018 sarà anche l’anno dell’integrazione sempre più consolidata dei wearable in azienda. Un’ulteriore ricerca condotta da ABI Research registra un dato interessante: entro il 2021 in tutto il mondo saranno venduti almeno 154 milioni di dispositivi indossabili smart (nel 2016 erano solo 34 milioni). Una buona percentuale di questa cifra sarà proprio destinata a quei settori aziendali improntati al contatto col pubblico, o che prevedono la presenza di operatori sul campo. Largo alla logistica, alla produzione e alla manutenzione, insomma, in cui un device smart può essere fondamentale per consentire riparazioni o manutenzioni, appunto, da remoto o tramite software. Per fare solo un esempio. Ma quali sono i device wearable che sbarcheranno il lunario? I primi, in effetti, non potevano che essere gli smartwatch. Il perché è presto detto: le funzionalità sempre più migliorate e la sempre minore dipendenza dagli smartphone hanno portato piano piano gli orologi smart su un altro livello. Gli usi legati al fitness, ma anche le possibilità di effettuare pagamenti, sono gli aspetti che più attraggono nel comprare uno smartwatch. A seguire, subito dopo, gli earwear (tecnologia smart per le orecchie), che subirà una crescita del +48% come media annuale, e dulcis in fundo i wearable legati ai vestiti, per i quali il mercato registrerà un aumento delle vendite medie del 30%. Nonostante queste così rosee previsioni non tutto è destinato a registrare consensi. La stima delle vendite infatti resterà perlopiù invariata per le vendite dei bracciali fitness tradizionali. Questo perché i consumatori sono ormai stati abituati a poter avere sempre di più, sempre maggiori funzionalità, che gli smartwatch soddisfano pienamente. Il trend dei wearable quindi subirà tutt’altro che una battuta d’arresto.E questo può essere sicuramente un incentivo per i maggiori produttori a studiare nuove funzionalità e rendere sempre più competitivo il mercato.
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Dott. Roberto Federici Specialista in Chirurgia generale Proctologia
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CHIRURGIA AMBULATORIALE DELLE ERNIE INGUINO-CRURALI Centro Salus Casalpalocco, Piazza Filippo il Macedone 23 (Centro comm.le Le Terrazze) - Tel. 06/50912203 e-mail rf@robertofederici.it Ostia, Viale Del Lido, 5 - Tel 06/5600223 - 06/5600648 Acilia, Via Gino Bonichi 111 - Tel. 06/52350770 - 52352569
I L R I N G I O VA N I M E N TO D E L L E L A B B R A L’Acido Ialuronico …per chi non vuole il volume Non per forza Acido Ialuronico significa labbra finte o volumi eccessivi L’Acido Ialuronico è una molecola normalmente presente nel nostro corpo ed è una componente essenziale dei nostri tessuti. Con il passare del tempo se ne produce sempre meno ed é per questo che la pelle appare più disidratata e raggrinzita. E’ una molecola estremamente “grande” pertanto non è possibile farla penetrare con una semplice crema, se non negli strati più superficiali dell’epidermide. Ha la caratteristica di essere “come una spugna” (idrofila) trattenendo l’acqua e dando turgore ai tessuti. Esistono tantissime tipologie di Acido Ialuronico, che donano caratteristiche completamente diverse a secondo del prodotto utilizzato:
ACIDO IALURONICO LIBERO: - Stimola i tessuti, attuando un processo di rigenerazione; spesso associato a vitamine, aminoacidi, antiossidanti; - Non dà alcun volume, lavora dall’interno con effetto anti-aging; - PREVISTO UN CICLO DI TRATTAMENTI OGNI 7-10 GG PER 2 MESI, DA RIPETERE 2 VOLTE L’ANNO.
Dott. Daniele D’Andria DOCENTE UNIVERSITARIO Università degli Studi “G. D’Annunzio” - CHIETI MEDICO
SPECIALISTA DOTTORE
CHIRURGO IN
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CHIRURGIA
RICERCA
ACIDO IALURONICO MINIMAMENTE CROSS-LINKATO - Si inizia a parlare di FILLER, si utilizza per riempire le piccole rughe o grinze superficiali, per togliere il codice a barre, in associazione al botulino per trattare le “zampe di gallina” (rughe perioculari); - Non serve a dare volume, ma a correggere i piccoli dettagli; - SI ESEGUE IN UN’UNICA SEDUTA ED IL TRATTAMENTO DURA DAI 4 AI 6 MESI .
ACIDO IALURONICO MEDIAMENTE CROSS-LINKATO - Si tratta di un FILLER (riempitivo) vero e proprio, che si inietta nelle zone profonde per dare volume, correggere rughe più profonde e modificare la forma del viso ripristinando i volumi persi o correggere asimmetrie; - Utilizzo: regione zigomo-malare media, rughe nasogeniene, ridefinizione del bordo mandibolare, accentuazione del sopracciglio ; - SI ESEGUE IN UN’UNICA SEDUTA ED IL TRATTAMENTO DURA DAI 6 AGLI 8 MESI.
MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA VISO E CORPO BLEFAROLIFTING NON CHIRURGICO CHIRURGIA DERMATOLOGICA CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA RIABILITAZIONE LINFOVASCOLARE CARBOSSITERAPIA TRICOLOGIA MEDICINA RIGENERATIVA SHAPING UP FILLERS BIORIVITALIZZAZIONE PEELING
ACIDO IALURONICO FORTEMENTE CROSS-LINKATO - Il FILLER per definizione, serve a dare grossi volumi o sostenere il peso dei muscoli del viso; - Utilizzo: lifting della regione zigomatico-malare, ridefinizione del profilo del naso con sollevamento della punta (rinofiller); - SI ESEGUE IN UN’UNICA SEDUTA ED IL TRATTAMENTO DURA CIRCA 12 MESI.
ACIDO IALURONICO SPECIFICO PER LE LABBRA - Si tratta di un FILLER che è studiato appositamente per le labbra con caratteristiche di morbidezza ed elasticità, per dare un effetto naturale e confortevole per il paziente; - Il suo impiego é esclusivo per le labbra, grandi capacità di idratazione; - SI ESEGUE IN UN’UNICA SEDUTA ED IL TRATTAMENTO DURA dai 10 ai12 MESI.
LA TECNICA DEL “LIP DETAILING” La tecnica del LIP DETAILING si utilizza per dare al labbro DEFINIZIONE, IDRATAZIONE, CORREGGERE DELLE ASIMMETRIE, senza però lavorare sui volumi; richiesta spesso per dare un RINGIOVANIMENTO DELLA BOCCA E DELLA REGIONE PERIBUCCALE , la quale risente molto dell’invecchiamento, ma senza dare l’aspetto di “una bocca rifatta”. La caratteristica estetica è quella di un labbro semplicemente ringiovanito e più idratato. Si utilizzano tre tipologie di fillers diverse, rispettando la caratteristica dei vari tessuti e si modella a piacimento della paziente. Può essere successivamente aggiunto anche il volume, se la paziente lo dovesse richiedere.
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IL TRATTAMENTO SI ESEGUE IN UNA SEDUTA ED HA UNA DURATA DURATA DAI 6 AGLI 8 MESI
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Psicodramma
Lo psicodramma nell’elaborazione dei vissuti l’importanza dell’azione nella pratica psicoterapeutica intervista alla dott.ssa Alice Carella Che cos’è lo Psicodramma? Lo psicodramma nasce dalle esperienze di Jacob Levi Moreno, contemporaneo di Freud, e si pone come approccio epistemologico basato su diverse tecniche e che trae il suo potenziale dalla presenza di un gruppo. Lo psicodramma nasce infatti come terapia di gruppo anche se, nel tempo, diversi Psicodrammatisti hanno ideato personali strumenti/tecniche psicodrammatiche da poter utilizzare nelle terapie individuali. Nella sua definizione più semplice, lo Psicodramma è un metodo di lavoro di gruppo che si basa sulla messa in scena teatrale del proprio vissuto, di un sogno, un evento, per giungere poi a una loro rielaborazione e risoluzione grazie alla possibilità di riviverli sia come protagonista che come spettatore. A questo proposito, concetto fondamentale è quello di catarsi ossia la liberazione delle proprie emozioni legate a vissuti più o meno profondi. Di quali tecniche si avvale lo Psicodramma? Lo psicodramma prevede un setting molto diverso da quello di altri approcci psicoterapeutici. Importante in tal senso è il concetto di ruolo: ogni membro del gruppo psicodrammatico assume un ruolo (protagonista, io ausiliario, pubblico) che può cambiare nel corso della sessione di psicodramma. Durante quest’ultima, il conduttore (lo psicoterapeuta) può utilizzare diverse tecniche per favorire la rielaborazione del vissuto del paziente. Tra le tecniche più utilizzate: soliloquio, dove il paziente esprime a mezza voce i suoi sentimenti nascosti verso un’altra persona o situazione; inversione di ruoli, dove il paziente inverte il suo ruolo con quello di un altro partner, reale o ausiliario. Questa tecnica permette al protagonista di vedere dal di fuori il suo atteggiamento nei confronti degli altri; lo specchio in cui il paziente è rappresentato da un personaggio ausiliario che gli mostra come lui agisce nelle diverse situazioni e come lo vedono gli altri; il doppio, in cui un membro del gruppo assume la postura del protagonista, si mette al suo fianco e da voce alle emozioni che pensa che il protagonista stia provando in quel determinato momento.
Cosa differenzia lo Psicodramma dagli altri approcci in Psicoterapia? Come ho detto precedentemente, lo psicodramma presenta un setting molto peculiare, differente dalla classica stanza provvista di lettino o due poltrone volte una davanti all’altra. Lo psicodramma necessita, a volte, di ambienti anche molto ampi. Negli psicodrammi più organizzati, il paziente può essere addirittura condotto fuori dallo studio con lo scopo di ricreare la scena originale il più fedelmente possibile. Va ricordato che Moreno cominciò a interessarsi di Psicodramma nel periodo di maggior diffusione della psicoanalisi freudiana. Di conseguenza, la differenza più sostanziale la troviamo tra questi due approcci. Mentre Freud aveva privilegiato l’uso del lettino e aveva bloccato l’”acting out” in favore dei cosiddetti “pensieri liberi” nell’elaborazione cosciente dei vissuti, Moreno riteneva che l’azione, in un setting protetto, potesse favorire l’ingresso all’inconscio. Una distinzione importante, su cui non mi dilungo ma che sottolineo, è quella tra Psicodramma classico (moreniano) e psicodramma analitico. Dopo Moreno, infatti, diversi analisti e psicologi, a partire dallo psicodramma classico, hanno elaborato personali versioni innovative che si sono allontanate sempre di più dal modello originale. Chi si occupa di Psicodramma? Ogni professionista che si occupi di psicologia può improvvisare una sessione di Psicodramma. Tuttavia, va ricordato che condurre uno Psicodramma è un lavoro complesso che richiede non solo immaginazione, creatività, capacità di sintesi, ma soprattutto competenza tecnica e teorica. Per quanto infatti lo psicodramma possa sembrare a occhio inesperto una scena di uno spettacolo teatrale, si tratta pur sempre di una terapia che ha come scopo la risoluzione di uno o più conflitti del paziente. Lo psicodrammatista, nell’accezione più completa, è colui che ha frequentato una scuola di specializzazione in Psicodramma, un percorso di analisi personale e che ha sperimentato più volte sul campo questa metodologia. Attualmente io mi occupo dell’organizzazione e della conduzione di Gruppi di Psicodramma presso l’Ass.ne Motoriamente, rivolta ad adulti e bambini, composta da professionisti che operano nel campo della Psicologia a 360 gradi, riabilitazione logopedica e neuropsicomotoria.
Per informazioni potete rivolgervi a: Dott.ssa Carella Alice Psicologa, Psicoterapeuta, Psicodrammatista Cell.: 3495804597 Email: alicecarella85@gmail.com - associazionemotoriamente@gmail.com
Strategie di sopravvivenza
Trappole mentali
A forza di fare questo esercizio, capiremo quando è arrivato il momento di agire rapidamente o di aspettare. Lo sentiremo. Qualche volta siamo come mosche impazzite contro i vetri di un bicchiere rovesciato. Tremila cose da fare e una situazione che sembra senza via di uscita. Panico. Sapete cosa si fa in questi casi? Ci si prende cura di se stessi. Sembra assurdo ma è così. Anche perché se non curiamo la nostra manutenzione, difficilmente possiamo essere di vero aiuto a qualcun altro. Genitori esasperati crescono figli con grandi problemi. E allora corriamo ai ripari prima che sia troppo tardi. Usiamo la testa per capire ciò che oggettivamente soltanto noi possiamo fare e se per caso qualcuno ci può sostituire. Su, veloci, cancelliamo tutto il resto con una spugna, come gesso da una lavagna. E adesso prendiamoci tempo per noi. Facciamo uscire l’energia in eccesso. Niente di complicato. Rilassiamoci con un bagno caldo e profumato, stanchiamoci con una camminata al sole o sotto la pioggia, distraiamoci con un film divertente. Non si può continuare a riempire un recipiente colmo. L’ansia impedisce alla verità di emergere. Se mettiamo a riposo la testa, il nostro inconscio ci indicherà la strada. Impasterà fatti, pensieri, emozioni, paure, desideri reconditi e ce li restituirà in forma di direzione interiore proprio come un pane caldo e fragrante appena uscito dal forno. Parliamo con lui, diamogli l’ordine di sistemare il caos dentro di noi. Aspettiamo fiduciosi e pazienti qualche giorno e la soluzione verrà. Per ogni problema c’è una soluzione e nella maggior parte dei casi consiste in un semplice cambiamento di punto di vista. Che avverrà con un clic rasserenante dentro di noi. Dobbiamo capire quando correre e quando fermarci. Gli antichi come al solito, ne sapevano più di noi quando dicevano “Festina lente”, affrettati lentamente. E i nonni senza aver letto Freud, sapevano che “la notte porta consiglio”. Perché, durane la notte, mentre la testa riposa, cuore e pancia continuano a elaborare tutte quelle emozioni che durante il giorno soffochiamo. E ci fanno trovare la soluzione sul comodino se impariamo a fidarci e ad affidarci a loro. Provare per credere!
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Quante volte avete provato a cambiare lavoro? A smettere di fumare? A dimagrire…? Ci siete riusciti? Sì? Bravi, sarebbe bello capire come ce l’avete fatta. Se no, significa che avete disseminato di trappole la strada verso la soluzione e che ci avete lasciato un piede dentro. Tranquilli, niente sensi di colpa. Tutti noi lo facciamo. Ecco allora qualche dritta per riconoscere i nostri auto-sabotaggi e vivere meglio. La prima spia è il linguaggio che usiamo con gli altri e con noi stessi. Il primo esempio è proprio il verbo “provare”. Quando chiediamo a un amico “Hai smesso di fumare?”, e quello risponde “ci sto provando”, noi gli sorridiamo comprensivi. Ma dentro di noi qualcuno più disincantato scuote la testa, alza le sopracciglia e dice “Bello mio, non duri tanto”. Ha captato il segnale d’allarme: il famigerato verbo “provare”. In una canzone di Francesco De Gregori c’è un verso che dice: “ma chi l’ha detto che non si deve provare a provare?”. E’ vero, anche l’illusione è bella, e prendersi in giro di tanto in tanto male non fa. Cosa sarebbe la nostra vita senza tutte le bugie che ci raccontiamo? Non mangio nulla eppure non dimagrisco di un etto. Ce la metto tutta ma il latino proprio non mi entra in testa. Dai, dì La verità: non mangi come un uccellino e non studi in modo efficace! Possiamo far finta di credere alle nostre bugie, è lecito, basta che in fondo in fondo rimaniamo consapevoli che le cose stanno in maniera diversa. Girare intorno a noi stessi, perdere e prendere tempo. Anche questo ci serve. Mica possiamo essere sempre stakanovisti votati al raggiungimento dell’obiettivo a tutti i costi. Farebbe male a noi e agli altri.
Anzi, sapete qual è il segreto per stare bene? Celebrare il successo ogni volta che raggiungiamo un obiettivo importante. Cosa ci fa contenti? Un mega gelato o stare sbracati una volta tanto sul divano senza fare nulla? Bene, concediamocelo! Ma sempre guidati dal buon senso. Se dobbiamo perdere 30 chili e dopo il primo mezzo chilo ci premiamo con una bella scorpacciata, ci stiamo prendendo in giro. Gli obiettivi vanno definiti bene e celebrati meglio. Altrimenti quel gelato o quel divano rischiano di trasformarsi da miele in veleno. Non ce li godremmo più perché diventerebbero lo schema negativo che si riproduce oppure una semplice e noiosa routine. Il simbolo del nostro fallimento. La prova che non siamo capaci di alzare il sedere da quel divano e di non sapere controllare la nostra ingordigia. Un’altra spia è il verbo “smettere di”. Un obiettivo, infatti non dovrebbe mai essere formulato in termini di allontanamento da qualcosa ma di avvicinamento. Per capirci meglio, “Me ne voglio andare dall’Italia” non è un obiettivo ma una fuga. Racconta ciò che non voglio ma non ciò che voglio. Un buon obiettivo racconta sempre il futuro non il passato, guarda avanti e non indietro. E “smettere di” è un guardarsi indietro. La prossima volta vi aiuterò a formulare bene gli obiettivi. Ma adesso torniamo agli autosabotaggi. Il prossimo si chiama “testa”. La testa, intesa come razionalità, è una mega-trappola, la più grande di tutte. Per far bene le cose, non basta che il nostro cervello le trovi interessanti, bisogna essere motivati. Dobbiamo sentire battere il nostro cuore e brulicare la nostra pancia, proprio come quando siamo innamorati. Senza innamoramento non c’è obiettivo che tenga. Per carità, nessuno ci vieta di raggiungerlo. Ci sono specialisti nel raggiungimento di obiettivi. Peccato che siano spesso nevrotici. E sapete perché? Perché ascoltano soltanto la testa. Non hanno imparato a capire cosa vogliono veramente e quindi rimangono perennemente insoddisfatti, pur essendo considerati e considerandosi uomini e donne di successo. Cuore e pancia, loro sì che sanno qual è la verità! Diamo loro il giusto tempo di agire per noi, rimaniamo in attesa.
a cura di Sibling siblingcoach@gmail.com
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Dott. Antonino Marchese
Dott. Antonino Marchese
OBIETTIVO ? Estate! Come risvegliare il metabolismo Per preparare il corpo alla nuova stagione occorre ripulire il nostro organismo spazzando via dal corpo le tossine in eccesso accumulate durante i mesi invernali. In inverno l’organismo umano produce più cortisolo, un ormone che favorisce l’accumulo di grasso nel nostro corpo. Una delle caratteristiche del grasso è proprio quello di fungere da isolante termico per proteggerci dal freddo, motivo per cui in inverno si prende peso. È una esperienza comune che con l’arrivo della primavera si verifichi il risveglio dell’organismo. La primavera è la stagione della rinascita, la natura fiorisce, le giornate si allungano ed il sole ci regala i suoi colori. E’ importante aiutare l’organismo a DEPURARSI e ad eliminare tossine. La retina dell’occhio reagisce alle variazioni di luce, stimolando la produzione di alcune sostanze e un conseguentemente cambio ormonale. Questi cambiamenti ormonali, se da una parte ci facilitano a perdere i kg presi in inverno, dall’altro ci sottopongono però alla ritenzione dei liquidi. Intervenendo con uno stile di vita sano ed equilibrato non si arriva impreparate alla prova costume. Per eliminare la fatica, lo stress invernale e qualche kg di troppo è una buona idea seguire un percorso DETOX PRIMAVERILE. Eliminare scorie e tossine che rendono la pelle stanca e spenta. L’operazione di pulizia e di rigenerazione consiste in una doppia azione DETOX, da effettuare sia dall’interno che dall’esterno. Spesso la causa principale della cellulite è una insufficiente irrorazione sanguigna: il sangue essendo intasato da scorie e tossine non riesce ad ossigenare bene i tessuti. Depurare gli organi emulatori ci permette di liberare il sangue, facendo sì che apporti nutrimento ai tessuti. Il cibo è un ottimo alleato per purificare l’organismo. Gli alimenti che possono aiutarci in questo sono le verdure amare: cicoria, carciofo e asparago. Inoltre, proprio a causa di un mal funzionamento della circolazione, si crea un ristagno di liquidi: ne consegue un peggioramento della cellulite ed un senso
Masi In Forma di Marina Grappasonni, consulente di bellezza
di pesantezza degli arti. Per aiutare il drenaggio dei liquidi ed eliminare anche il dolore dovuto ad esso, è importante bere almeno 1 litro e mezzo di acqua ed aiutarsi con piante ad azione antinfiammatorie come: betulla, tarassaco e centella. La mattina appena sveglia, a digiuno, bere una tazza con acqua e limone. Questa semplice abitudine ti sarà di aiuto per detossinare ed alcalinizzare il corpo. In fase DETOX è necessario eliminare il sale e tutti gli alimenti in scatola, privilegiando le farine integrali e i legumi; bisogna aumentare il consumo di frutta e verdura, che apportano minerali in modo naturale e sono degli ottimi coadiuvanti nella perdita di peso. Ad esempio il pompelmo, che contribuisce a bruciare i grassi ed è inoltre in grado di ridurre i livelli di insulina. Ridurre l’assunzione di caffè: questa bevanda eccita le surrenali attivando il cortisolo, che predispone al trattenimento del grasso e questo non aiuta a perdere peso. Inoltre evitare le bevande gassate che apportano calorie senza nutrienti. Il miglior approccio DETOX è sicuramente quello che oltre alle sane abitudini di vita, unisce anche una corretta BEAUTY routine e trattamenti specifici professionali. Via libera a tutti i trattamenti che eliminano le cellule morte, alleggerendo la pelle e permettendogli di “Respirare”: un valido aiuto sono i trattamenti di SCRUB, realizzati con preparati a base di sale del Mar MORTO, che oltre ad eliminare lo strato di cellule morte, hanno una forte azione disintossicante per il tessuto. Ricordati che dopo lo scrub, è fondamentale idratare bene il corpo con dei prodotti specifici. SPAZZOLATI tutti i giorni il corpo almeno per 5’ minuti, vedrai la pelle trasformarsi. La spazzolatura renderà la tua pelle luminosa e compatta, conferendogli un aspetto “sano”.
Inoltre sarà un ottimo stimolo per la circolazione, facilitando l’eliminazione dei liquidi e delle tossine. Da oggi puoi iniziare con queste piccole regole e ti sentirai meglio nelle prossime settimane. Non rimandare, non aumentare l’ansia e la rabbia che scatenano una lancetta della bilancia che non va mai giù. Recupera del tempo per te, abbatti gli alibi che ti impediscono di cominciare a prenderti cura di te stessa. Se invece hai già deciso di agire e vuoi dare alla tua estate tutta un’altra forma con BODYSHRINK RIMODELLI LA TUA SILHOUTTE nel COMPLETO RISPETTO DEL TUO CORPO ED IN TOTALE RELAX. Se vuoi saperne di più sul mio metodo, l’unico che ti permette di rimodellare le tue forme e trasformare i punti critici, prenota il trattamento : WELCOME BODYSHRINK Prenotandolo entro il 27 di aprile avrai la possibilità di pagarlo solo 67euro anziché 130 Saranno due ore di benessere e vedrai risultati sin da subito: gambe più leggere e drenate, silhouette affinata e pancia più piatta Hai la possibilità di scegliere se continuare a rimandare, oppure ottenere finalmente ciò che desideri! Chiamaci allo 06 5236 1800 e prenota subito WELCOME BODYSHRINK, la vera soluzione al tuo problema!
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Prendersi cura degli anziani e dei malati di casa è un impegno serio. Privatassistenza è un aiuto qualificato sempre al tuo fianco. Genitori e suoceri anziani, malati cronici, convalescenti post-operatori e familiari diversamente abili: l’universo dei nostri cari bisognosi di cura costante è molto ampio, ed è raro trovare famiglie che non vivano una realtà di questo tipo. Spesso ci si trova a dover decidere se gestire la situazione a domicilio o affidarsi ad una residenza sanitaria assistenziale (RSA) o ad altre soluzioni di ricovero. Decisioni prese di solito a seguito di lunghi ripensamenti e confronti all’interno della famiglia perché, si sa, staccarsi dalla propria casa è, anche se a volte inevitabile, quasi sempre un momento doloroso e denso di punti interrogativi. Una soluzione, non alternativa, ma integrata con le strutture e i servizi pubblici, è quella dell’assistenza privata domiciliare. Ne abbiamo parlato con Alfredo Russo, responsabile del Centro Privatassistenza di Roma-Casalpalocco. A chi si rivolge l’assistenza domiciliare? “Sono moltissime le situazioni in cui può rivelarsi utile il servizio di assistenza domiciliare. In primis nelle famiglie con anziani non autosufficienti. Naturalmente anche i malati di Alzheimer, di Parkinson e coloro che soffrono di demenza senile, traggono benefici da queste opportunità. Ma ci sono anche i disabili e i malati, non necessariamente anziani, con patologie degenerative e fortemente invalidanti. Vengono poi le situazioni più “leggere”, temporanee, come quelle di chi ha bisogno di assistenza durante il periodo immediatamente successivo alle dimissioni ospedaliere od a seguito di infortuni accidentali. È possibile richiedere anche servizi di veglia notturna e assistenza presso gli ospedali o nei luoghi di ricovero o degenza”. Quali sono i benefici dell’assistenza domiciliare? “Il più evidente, nei casi in cui sia possibile la permanenza dell’assistito nella sua casa, è senz’altro quello di non allontanare il malato o l’anziano dal proprio ambiente, dal suo contesto familiare, dai suoi oggetti, dalle sue certezze. Questa condizione, da sola, costituisce già una medicina eccezionale: un assistito a domicilio guarisce più in fretta, e anche il deperimento proprio delle malattie invalidanti risulta essere più lento. Anche la famiglia vive meglio: viene mantenuto un rapporto affettivo più stretto e si riducono
i sensi di colpa, che spesso accompagnano i parenti che hanno un familiare ricoverato in istituto. Inoltre, il rapporto tra operatore ed assistito è di tipo “uno ad uno”, quindi c’è massima attenzione alle necessità individuali”. Quali sono i servizi che può dare il Centro Privatassistenza alle famiglie? “Le prestazioni spaziano dall’assistenza a domicilio del paziente all’assistenza nei luoghi di ricovero o di degenza, anche in ospedale. Si possono richiedere interventi domiciliari quotidiani per l’igiene, l’assistenza ai pasti e l’accompagnamento per visite, esami e terapie. Servizi continuativi di veglia e assistenza sia diurna che notturna sia a casa che in ospedale. Il centro è inoltre in grado di offrire servizi sanitari personalizzati per l’assistenza ad ammalati, anziani e disabili e organizza velocemente sul territorio prestazioni fisioterapiche e servizi infermieristici quali: medicazioni, bendaggi, iniezioni, cateterismi, flebo, prelievi, clisteri, medicazione e cura delle piaghe da decubito. Siamo anche in grado di offrire servizi sanitari più specifici e non sempre facili da ottenere a domicilio quali trattamenti podologici e logopedici”. Ma qual è l’impegno per la famiglia che si rivolge a voi? “Spesso si pensa che rivolgersi ad una struttura come la nostra impegni la famiglia per giorni o settimane. Niente di più sbagliato. La famiglia può rivolgersi a noi e concordare tempi e orari secondo le sue effettive necessità. Le faccio un esempio: in molti casi la famiglia ha solo bisogno di un aiuto per l’igiene personale del paziente non autosufficiente e costretto a letto. Il nostro operatore si reca presso la famiglia ed effettua tutte le operazioni necessarie di cura ed igiene della persona, controlla la cute per rilevare eventuali minacce di piaghe da decubito, se necessario effettua il cambio della biancheria personale, mobilizza il paziente, lo assiste nella somministrazione dei pasti. Nel giro di un paio d’ore il nostro Operatore ha finito il suo compito e la famiglia paga esclusivamente le ore effettuate”. Cosa bisogna fare per mettersi in contatto con il Centro Privatassistenza? Basta una telefonata al nostro numero 06 69427197. È possibile chiamare anche la mattina presto, la sera o durante i giorni festivi. Se invece volete conoscerci di persona, venite a trovarci nei nostri uffici di Casalpalocco; siamo nel Centro Commerciale Le Terrazze in Piazzale Filippo il Macedone 89 (nella galleria commerciale sopra il Carrefour) dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 (il sabato su appuntamento).
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Il legame emotivo madre-figlia
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Sono arrivata all’ultimo giorno utile per la consegna dell’articolo di questo mese, anzi all’ultima notte. Ho cercato mille argomenti, ma sento che non posso scrivere di niente altro… se prima non scrivo di questo. E allora… inutile scappare. Affrontiamo il “mostro”, il dolore, e scriviamo… Ho perso mia madre due mesi fa. Non credo che serva dilungarsi su quello che ha significato per me questo dolorosissimo distacco. Anche i miei fratelli hanno perso la loro madre e i miei nipoti la loro amata nonna e sono certa che soffrono moltissimo. Ma io mi sento come se mi avessero portato via una parte immensa di tutta l’energia, il coraggio, la forza, la tenacia che prima sentivo. Penso che questo sia determinato dal fatto che io fossi la sua unica figlia e ho cercato di approfondire quello che la psicologia dice circa questo rapporto: il legame tra una madre e la propria figlia. È uno dei più forti e indissolubili che possano esistere: complessa e piena di sfumature, la relazione madre-figlia va molto oltre il discorso dell’affetto e dell’educazione determinata dal contesto. A volte può risultare problematica, generando conflitti e incomprensioni, soprattutto durante l’adolescenza quando la figlia comincia a differenziarsi dalla figura materna, probabilmente perché il naturale processo di identificazione con il genitore dello stesso sesso determina un difficile distacco e una conseguente tribolata formazione della propria identità. Dopo la nascita del bambino, infatti, c’è una fase di rapporto simbiotico, una dipendenza totale del neonato, con la madre che lo nutre a livello fisico e anche affettivo. Crescendo, la figlia femmina sentirà maggiormente l’identificazione con la propria madre, mentre il maschio, per identificarsi con la figura maschile, dovrà cominciare a differenziarsi dalla mamma. La relazione iniziale tra madre e figlia serve quindi a radicare il senso di identità nella figlia. Dopo l’identificazione ci sarà il passaggio all’individuazione: la figlia vuole conquistare il proprio spazio di autonomia e quindi comincia a distaccarsi dalla figura materna. E qui cominciano i problemi. Quali sono le dinamiche relazionali conflittuali che possono sorgere fra una madre e la propria figlia? Uno dei più comuni è caricare sulla figlia le proprie aspettative e desideri: se la madre ha questo atteggiamento, la figlia cercherà di assecondarla per sentirsi amata, provando però rabbia o frustrazione perché percepirà di non essere accettata per quello che realmente è. Prima o poi la sua rabbia verrà fuori in qualche modo, o con atteggiamenti di ribellione (cioè agita esternamente) o con manifestazioni depressive (cioè agita internamente). La madre ha da prendere consapevolezza del fatto che la figlia
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non è un prolungamento di sé, ma una persona diversa da lei, con la propria identità. La madre dovrà riuscire a mettersi da parte, per lasciare la propria figlia libera di scegliere e sbagliare: solo così potrà crescere e costruirsi un’identità femminile autonoma. Pur continuando ad aver bisogno, nelle diverse fasi della sua vita, dell’appoggio materno, che dovrà essere dato in modo non invadente ma costante. Altro problema che può presentarsi è quello di creare un rapporto troppo totalizzante, così da confondere la propria vita con quella della figlia: questo rischio c’è anche con i figli maschi, ma molto di più con una femmina perché l’identificazione con la madre è più profonda. La madre, ad esempio, potrebbe inconsciamente desiderare di vivere una seconda giovinezza attraverso la figlia.
All’opposto, una madre può anche nutrire sentimenti ambivalenti o essere gelosa della propria figlia quando quest’ultima comincia a crescere, magari perché non riesce ad affrontare con serenità il fatto di invecchiare. In tal caso, vedere nella figlia la giovinezza e la bellezza perdute può scatenare gelosia. Con un figlio maschio è più raro che questo accada, sempre perché non c’è la stessa identificazione. Anche una figlia può essere gelosa della madre, se questa è giovanile, affascinante e con un forte ego, per cui potrebbe sentirsi schiacciata e non avere lo spazio per esprimere la propria identità. A volte una madre può essere molto presa dalla sua vita esterna e trascurare il suo ruolo materno. In questo caso, viene a mancare un vero legame, una vera intimità. Per quanto sano e profondo possa essere, dunque, non esiste rapporto fra mamma e figlia del
tutto privo di conflitti, poiché la crescita passa anche attraverso crisi e litigi: l’obiettivo sarà quello di non evitarli ma di viverli in modo consapevole e costruttivo. Con il passare del tempo, cambiano le esigenze affettive e relazionali di entrambe. Per mantenere nel tempo un buon rapporto è necessario comunicare sempre, perché solo parlando è possibile cogliere e comprendere i cambiamenti che si stanno vivendo e andarsi reciprocamente incontro. E fin qui abbiamo parlato dei possibili conflitti. Ma… quel “sentire” così simile? Quell’intuirsi e comprendersi anche senza parlare? Perché tra madre e figlia esiste. Io so che esiste… Ultimamente alcuni studi (Università della California) hanno rilevato che l’unione emotiva tra madre e figlia presenta una spiegazione scientifica che ha a che fare con il sistema limbico e che ne rende simili i meccanismi di reazione. Praticamente lo studio dice questo: la struttura cerebrale che regge le emozioni potrebbe trasmettersi di madre in figlia. Dunque la capacità femminile di affrontare le diversità, di trovare forze insospettabili dinanzi a situazioni complesse si trasmette tramite questo “vincolo cerebrale”? Sembra di sì. Certo, potrebbe trasmettersi anche la probabilità di avere gli stessi “problemi” emotivi, magari ansia o depressione ma questa rimane comunque una scoperta eccezionale. Per quanto riguarda il mondo delle emozioni, sembra essere la risposta all’affascinante mistero del perché madri e figlie spesso condividono questa profonda unione emotiva. Il sistema limbico esattamente cosa fa? Regola e il nostro intero mondo emotivo. È in esso che si trova la nostra memoria emotiva e si sviluppano i tratti fondamentali della nostra personalità.
A sua volta, il sistema limbico è formato da altre strutture cerebrali, come l’ippocampo o l’amigdala, responsabile anche di emozioni quali la paura o la capacità di integrare ricordi. Lo studio condotto, attraverso prove di risonanza magnetica non invasiva, ha rilevato che madri e figlie condividono la stessa forma ed attività neurochimica nel sistema limbico. Cioè esso si attiva in un modo simile. Questo vuole forse dire che le figlie sono “copie” delle madri? Credo di no. Per quanto ci sia una vicinanza di funzionamento limbico, non può esserci una totale uguaglianza, poiché le personalità, i comportamenti, le esperienze e le scelte saranno
sicuramente unici ed individuali. Rimane però il fascino, anche consolatorio (per me), di questa scoperta: è come se noi donne, adesso, potessimo dirci che una parte di nostra madre rimarrà sempre dentro di noi, nel nostro sentire, nel nostro affrontare i problemi, nel nostro scegliere… non è più solo “mamma avrebbe sentito, detto, fatto così” ma è sapere che lei è traccia indelebile nella nostra “memoria cerebrale”, oltre che nel nostro Dna. E che nemmeno la morte può riuscire a dissolvere il legame emotivo profondo che esiste tra madre e figlia. Perché lei è “la sola al mondo che sa, del nostro cuore, ciò che è stato sempre, prima di ogni altro amore” (Pasolini).
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Studio: Via Raffaele De Cosa, 61, palaz. A3 - Ostia - Tel. 06.563.398.60 Studio: Galleria n°24 Le Terrazze Casal Palocco Tel. 06.50.91.52.79 - 06.50.91.21.02 Studio: Via Gino Bonichi, 111 - Acilia - Tel. 06.52.35.07.70 Studio: Via Torgegno, 65F - AssoMedical - Infernetto - Tel. 06.50916397
Tablet Couture
di A.T. fotografie di Andrea Sanpoli, Francesco Tiburno, Sean Arthur
Martina Tosi,
da fotomodella a… imprenditrice
Da fotomodella a imprenditrice passando per Playboy e Avanti un altro. La strada di Martina Tosi nel mondo dello spettacolo è un susseguirsi di sorprese e belle scoperte. In quel di Firenze, sua città natale, ha un’agenzia di eventi e di servizi. Segno di lungimiranza per costruirsi un futuro rimboccandosi le maniche. “Dama”, il nome della sua attività, è il punto di partenza per chi sogna di muovere i primi passi in questo mondo. E Martina Tosi ha, dalla sua, un’esperienza pluriennale e centinaia di set con i migliori fotografi italiani realizzati in giro per la penisola. Ma non solo. Stando davanti all’obbiettivo, ha imparato anche il “dietro le quinte”. Ha rubato i segreti del mestiere compiendo un salto di livello che molte delle sue colleghe nemmeno considerano. Tanto che al prossimo Tuscany Fashion Tour vestirà gli inediti panni di coreografa e direzione artistica. Nel giro di due anni, anche in questo mondo, di strada ne ha fatta. E tanta. Togliendosi lo sfizio di finire sulle pagine di Playboy Italia, collaborando con Guru e Lolita, entrando in tv come concorrente di Avanti un altro e facendo parte del cast di cortometraggi di successo. Insomma, tante esperienze sempre nuove. Martina è così. Una ragazza in gamba
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che ha poco tempo per chiacchiere e social. Certo, a vedere i numeri, non si direbbe. Quasi 100.000 followers la seguono ogni giorno fra Instagram, Facebook e portali vari. Numeri importanti e imponenti. D’altronde, che l’arte sia nelle sue corde lo si era intuito sin da bambina, quando per 8 anni aveva seguito danza. Sognava di diventare una pop star a Los Angeles, salire sul palco e cantare davanti a centinaia di migliaia di persone. Col passare degli anni Martina è diventata “soltanto” – si fa per dire – una fra le fotomodelle più ricercate d’Italia. Ma alla fotografia, si è affiancata una parte imprenditoriale. Un ruolo che mi è venuto quasi naturale. E pensare che la mia avventura in campo fotografico è relativamente… giovane. Ho iniziato questo lavoro per caso: lavoravo come assistente alla poltrona e segretaria in uno studio dentistico, ma nel tempo libero ho sempre lavorato con agenzie come hostess, promoter o ragazza immagine. Quattro anni fa mi sono buttata.
Ricordi il primo shooting? E’ stato per un giornale di Firenze che analizzava i vari stili di abbigliamento: in quel periodo ero un po’ sul gothic-dark, al fotografo colpì il mio modo di vestirmi e mi propose un servizio in esterna nelle vie di Firenze. Foto molto street che mi misero subito a mio agio. Pian piano, un’opera di convincimento mentale mi ha spinto a provare e sperimentare sempre più. Mi ci sono buttata per caso e per curiosità, ne sono uscita con un lavoro in tasca.
Cosa ti piace del tuo lavoro? È perfetto per lo stile di vita che desidero: non mi annoio mai, mi permette di girare il mondo, scoprendo posti nuovi e persone che mi riempiono il cuore e la mente di idee e progetti artistici stimolanti e creativi. Tanti traguardi, tutti di prestigio. Ho conquistato le pagine di Playboy Italia, vanto decine di pubblicazioni su web magazine, portali, ho avuto l’onore di essere scelta da GQ online. Tutte occasioni conquistate senza scorciatoie, senza compromessi, senza strane scappatoie. Lo dico con orgoglio. Oltre alla fotografia, anche la tv. Mi avrete vista in qualche puntata nelle vesti di vallette su tv locali o come concorrente ad Avanti un altro, il programma di Paolo Bonolis. O magari… in cortometraggi e videoclip musicali. Ma in tutte queste mie collaborazioni, ho scelto di mettere in gioco semplicemente me stessa, senza artifici o senza costruzioni strane. Voglio essere semplice, come lo sono realmente. La fotografia ti ha cambiato? Sicuramente! Per certe cose in negativo e per altre in positivo, ma non posso negare che mi lascerà dentro in un futuro tante belle cose, fantastici ricordi, momenti bellissimi: una vera e propria crescita personale sia a livello di mente che umano. Tu imprenditrice: come vivi questa esperienza? Bello, senza dubbio è un passo in avanti, la possibilità di vedere questo mondo anche da un’altra prospettiva. Ho avuto la possibilità di portare alcune mie modelle al Pitti di Firenze, organizzare workshop e partecipare ad eventi di rilievo. Questo ruolo di sperimentazione e organizzazione mi piace, lo considero un completamento della mia attività di fotomodella. È la possibilità di vedere questo mondo da un’altra prospettiva. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/rajartist27/
architettura attiva di Massimo Paolucci
“Sarà questa la strada verso un’architettura solare sostenibile ed efficiente. Si fonda sull’uso del solare passivo, è di facile realizzazione ed è affidabile(…) Lo sviluppo di un’architettura solare intelligente produrrà tecnologie e un’architettura nuove delle quali abbiamo grande bisogno “ Manfred Hegger, Solar Architecture L’epoca contemporanea ci pone di fronte a tematiche ambientali in ogni ambito e ci presenta la sfida di garantire una elevata qualità della vita senza che questa danneggi in modo irreversibile il nostro pianeta. E’ radicata in noi e nelle generazioni che si stanno
formando la consapevolezza che il pianeta in cui viviamo deve essere tutelato. L’ideale di un paradiso tecnologico ed industriale è stato superato dalla visione di un habitat in cui l’essere umano interagisce con una “comunità Terra” organica ed in costante rinnovamento. L’architettura, e dunque l’edificio, ha un impatto attivo sull’ambiente, trasformandolo in modo evidente. Pertanto la progettazione architettonica deve muoversi verso principi sostenibili. In molti paesi il pensiero ecologico è entrato a far parte dell’architettura: sono state formulate direttive facoltative e norme vincolanti che regolamentano questo ambito.Come architetto,ma come essere umano innanzi tutto, mi pongo nel quotidiano la domanda di come l’architettura possa rispondere a questa esigenza ed a questa ambizione di carattere globale e sociale. Ritengo che un’architettura sostenibile possa indurre cambiamenti comportamentali oltre che ridurre l’impatto sull’ambiente. La principale risorsa che tutti abbiamo a disposizione e a cui indistintamente possiamo accedere è il sole; le modalità per sfruttarlo sono molteplici: dalla installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, o di sistemi di accumulo per la produzione di acqua calda, alla ricerca, in fase progettuale, della migliore forma ed esposizione dell’edificio. Una ulteriore interessante soluzione, resa oggi accessibile dalle normative della regione Lazio, recepite dal Comune di Roma, è l’integrazione nell’edificio di sistemi bioclimatici come le serre captanti. Per essere definita tale una serra solare captante deve
soddisfare specifici requisiti normativi, la sua esecuzione richiede pratiche autorizzative a carattere comunale e/o regionale. La corretta realizzazione di una serra solare in aderenza all’edificio garantisce un risparmio energetico per la climatizzazione dell’abitazione sfruttando il beneficio passivo dell’irraggiamento diretto. Inoltre migliora l’abitazione offrendo una maggiore superficie vivibile all’interno di un spazio vetrato, illuminato e riscaldato in modo naturale. I tedeschi la chiamano “Wintergarten” e gli inglesi “Winter garden”: un angolo di verde può trasformare la serra captante in un vero e proprio giardino d’inverno. Riferimenti Normativi: (Dpr 380/2001 e s.m.i. - D.Lgs 192/2005 - Dcc n.48/2006 a s.m.i. - LR 6/2008 - LR 10/2011- Nta del Nprg di Roma Capitale- Deliberazione A. C. 7/2011)
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Arredamento: tutte le tendenze
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Come è la casa del 2018? Sicuramente rivolta al passato con una vera inversione verso il gusto retrò e gli arredi vintage. Si trasforma in un luogo ricercato dal fascino intellettuale, con una propensione all’ accoglienza e alla condivisione. Ecco una selezione dei trend più in voga per questo 2018… non vi resta che scegliere il vostro preferito! Mobili Rossi Il rosso arriva dalle passerelle a condizionare anche il mondo dell’arredamento e del design. Rosso: barocco, scandinavo, modernissimo e country è il colore must che proprio non può mancare nella casa 2018. Declinato su: arredi, imbottiti, sedie, finiture, pareti e accessori. (fot. 1) Ottone Se il 2017 è stato l’anno del gold rose ora è il momento dell’ottone. Opaco, discreto, raffinato, perfetto per accessori, luci e complementi, ma bellissimo, se usato con coraggio, anche su ampie superfici. Capace di creare atmosfere eleganti e raffinate è spesso accostato al rame ed è indicato per ricreare interni retrò o di ispirazione passate. (fot. 2 e 3) Stile retrò Preparatevi a saccheggiare mercatini e negozi di modernariato o semplicemente recuperate la vecchia credenza della nonna che non avete mai potuto vedere. Fiori oversize Iper – realistici, pop, o barocchi, quest’anno i fiori sono ultra e conquistano gli interni. Possiamo trovarli Su carte da parati, tessuti, tappezzerie, complementi di arredo, e la novità rispetto alla stagione passata è che queste texture possono nascondere frutti, animali e piccole storie da scoprire. La moda li ha consacrati nel ‘700 e da allora vanno e vengono trasformando la casa in un vero giardino indoor. (fot. 4) Tavoli in marmo Il marmo è uno dei materiali più amati nelle ultime stagioni e si riconferma anche per il 2018. Vero “oggetto del desiderio” di appassionati e di addetti ai lavori, è stato riscoperto per piani di appoggio e per grandi tavoli scenografici. Perfetto per richiamare atmosfere retrò, lussuose ed eleganti. (fot. 5 e 6) Imbottiti in velluto Puntare su imbottiti in velluto dall’anima sontuosa e dai colori intensi. Non abbiate paura ed osate con forme e colori. Se è di velluto, anche l’arredamento più eccentrico è ammesso! (fot. 7)
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Geometria Un po’retrò e un po’ minimale la geometria entra prepotentemente nella casa del 2018. La troviamo declinata su tessuti, sui pattern delle carte da parati e nel design, che siano arredi o lampade. Cementine Le cementine, o più in generale le vecchie piastrelle di recupero, si riconfermano tra i materiali di tendenza per questo 2018. E per i più fortunati che possiedono pavimenti originali, il consiglio è conservateli e valorizzateli. (fot. 8) Carte da parati nel bagno Ne esistono moltissime e sono impermeabili, traspiranti e resistenti all’inevitabile umidità. Insomma, non avete più scuse! Sì allo stile industriale purché, sia chic! Si riconferma anche per il 2018 lo stile industriale però in versione più minimale e decisamente chic. E’ bandito l’uso eccessivo di cemento e ferro e si dà il via libera al legno grezzo e al metallo nero. Quest’ultimo da usare con moderazione e da poter accostare con l’acciaio matt. (fot 9)
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Il verde in casa Riempire la casa di verde, di piante non è mai stato così di moda, quindi abbondate, non ve ne pentirete! (fot. 10)
Tablet Scuola Liceo negato all’Infernetto Il Liceo Polifunzionale rischia di essere fagocitato dalla macchina burocratica. Perplessità del Cdq Infernetto sulla effettiva realizzazione.
Seguiamo da un po’ le vicende legate alla realizzazione di un Liceo nel quartiere Infernetto. E’ una opera di cui si parla da molti anni senza però avere ancora ad oggi dei risultati concreti. La presenza di una struttura scolastica cosĂŹ importante è ormai piĂš che necessaria. Il bacino di utenza del quartiere si è moltiplicato negli ultimi anni e la garanzia del diritto allo studio ha ormai carattere di urgenza. Il Comitato di Quartiere dell’Infernetto insieme ai Comitati Genitori dell’Istituto Comprensivo ‘Mozart’ e dell’Istituto Comprensivo ‘Cilea’ e ad altre associazioni del territorio, da tempo seguono con attenzione gli sviluppi delle decisioni dell’amministrazione pubblica e scolastica. Partecipano e promuovono incontri e dibattiti costruttivi con istanze da portare nelle adeguate sedi istituzionali. Riceviamo e volentieri pubblichiamo il resoconto che Laura Neri, CdQ Infernetto, ci ha gentilmente concesso
riguardo l’ultimo incontro che si è tenuto il 14 marzo scorso in Commissione Consiliare capitolina. Come assicurato nell’incontro del 20/02/2018, il giorno 14/03/2018 si è tenuta la Commissione Consiliare congiunta Edilizia Scolastica e Patrimonio di CittĂ Metropolitana di Roma Capitale. All’O.d.G. l’aggiornamento sull’ampliamento del Liceo “Democritoâ€? di Casal Palocco e il progetto per la realizzazione di un Liceo Polifunzionale all’Infernetto. Presenti, oltre alle Presidenti delle suddette Commissioni – rispettivamente Valeria Baglio e Svetlana Celli –, la Consigliera Delegata all’Edilizia Scolastica, Teresa M. Zotta e gli architetti del Dipartimento VIII, il Dott. Iacobucci della Ragioneria Generale. Come da convocazione, ÂŤalla seduta erano stati invitati a partecipare rappresentanti del Comitato di Quartiere Infernetto e altre associazioni del territorioÂť. Per il CdQ Infernetto erano presenti Adriana Icardi Bordoni (presidente) e Laura Neri. Di seguito un resoconto della riunione. Facendo seguito alla precedente Commissione, tenutasi lo scorso 17/01/2018, la Presidente Baglio chiede alla Delegata Zotta di relazionare in merito agli sviluppi della situazione “Democritoâ€?. Quindi la Delegata risponde di aver “risoltoâ€? in qualche modo il problema degli esuberi tramite il contratto stipulato con il Vicariato (6 aule ricavate nella parrocchia di S. Tommaso, n.d.r.); sono inoltre previsti degli interventi riguardo l’impianto di fabbricati in legno, a seguito di sondaggi geotecnici. ÂŤAbbiamo affidato proprio in questi giorni l’appalto per la verifica dei dati prodotti dai sondaggiÂť, continua la Delegata, ÂŤĂˆ chiaro che ci saranno i tempi tecnici‌ Per l’inizio del prossimo anno non ce la farannoÂť. La Presidente Baglio chiede delucidazioni anche sul bando per la costruzione dei prefabbricati e quali tempi siano previsti per la realizzazione effettiva. L’Arch. Massimo, rammentando che le fondazioni saranno in cemento armato, risponde che si stabi-
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liranno i tempi di compimento in base all’esito dei sondaggi e che – per velocizzare – stanno facendo giĂ il progetto. Il realizzatore (vincitore del bando) sarĂ , poi, sia il costruttore che il responsabile del progetto esecutivo. Ăˆ probabile che la gara sia lanciata prima o dopo le vacanze estive. In parole povere, gli uffici prepareranno il progetto definitivo, il realizzatore quello esecutivo. Ne consegue che al 90%, per l’anno scolastico 2018/19, i ragazzi del “Democritoâ€? saranno ancora in parte ospitati dalle aule della Parrocchia S. Tommaso. La Delegata Zotta dice sia ÂŤaugurabileÂť che i ragazzi possano utilizzare i prefabbricati per le lezioni all’inizio dell’a.s. 2019/20. I prefabbricati saranno acquistati in leasing ed edificati nell’area parcheggio del Liceo. La D. S. del “Democritoâ€?, Angela Gadaleta, interviene spiegando come per quest’anno siano riusciti a risolvere l’emergenza: è infatti accaduto che abbiano chiesto il nulla osta 145 alunni delle classi intermedie che frequentavano questo liceo. Oltre al fatto di aver subito un enorme danno di immagine, la D. S. lamenta la penuria di posti per accogliere tutte le richieste di iscrizione nell’intero Ambito 0010 - Roma Litorale. Inoltre, sollecita con fermezza la consegna delle 10 aule (questa la capienza dei prefabbricati, n.d.r.) per il momento delle iscrizioni all’anno scolastico 2019/20, ossia per febbraio 2019. Infine, conclude paventando l’utilizzo della palestra come aula nel caso in cui non fossero utilizzabili i nuovi locali. La Presidente Baglio afferma, dunque, che si impegneranno per consegnare i prefabbricati per l’a.s. 2019/20 e interpella i tecnici su quale sia il reale impedimento che finora non ha consentito la realizzazione nel Quartiere Infernetto di un Liceo Polifunzionale. A questo punto la Delegata Zotta ripercorre in un largo excursus tutto il percorso fatto fino ad oggi, a partire dall’accettazione dei 180 studenti in esubero
da parte dell’ex-D.S. Bisegna (presente in Commissione), rammentando come all’epoca il Liceo “Democrito” non avesse ancora adottato un regolamento interno per le iscrizioni – ovvero i famosi “criteri di esclusione” – come invece, sostiene la Zotta, raccomanda l’Ufficio Scolastico Regionale. La Delegata ricorda di aver anche considerato la sede della Guardia di Finanza di Via Croviana quale possibile soluzione all’emergenza scolastica. «Noi stiamo cercando di dare risposte che siano soddisfacenti per tutti; stiamo procedendo a verificare la possibilità di fare una succursale del “Democrito” all’Infernetto». E ancora: «Ci sono problemi di soldi; c’è una fame di spazi in tutta Roma. Anche per l’Infernetto stiamo operando». La Presidente Celli chiede conto della deliberazione n. 474/23 del 20 luglio 2011, che aveva approvato il progetto del Liceo Polifunzionale. Il Dott. Iacobucci della Ragioneria Generale, risponde che il momento storico del 2011 non è quello di oggi e che, con la riforma Del Rio, si è avuta un’immobilizzazione di questo ente (la ex-Provincia) rispetto alle nuove costruzioni o manutenzioni degli edifici esistenti. Iacobucci cita come il progetto nasca nei primi anni 2000, in virtù dell’espansione demografica non allineata e che l’area fosse stata identificata ma l’iter si fosse rallentato a causa del terreno individuato. «Il nostro ente non è più in grado di programmare se non annualmente» e partecipa a bandi esterni per finanziare locazioni, sostiene sempre Iacobucci. Sottolinea che si stanno verificando anche altre ipotesi – ad esempio la Guardia di Finanza – e che c’è la volontà di osservare l’impegno, fermo restando il problema di mantenere l’esistente (ad esempio nell’adeguamento alle norme sismiche). Il rischio è quello di chiudere altre scuole, come recentemente accaduto in due casi. Pertanto, per la tamponatura dell’emergenza, l’unico
strumento a disposizione è la locazione. La D. S. del “Democrito”, Angela Gadaleta, afferma che l’affitto di una parte del complesso di Via Croviana potrebbe essere una soluzione. Iacobucci replica l’impossibilità di progettare a distanza di più di un anno e la totale assenza di fondi per accendere un nuovo mutuo (rimarcando come non ci fossero nemmeno all’epoca). La Presidente Baglio afferma, pertanto, sia ormai superata l’“ipotesi Guardia di Finanza”, a meno di riuscire ad ottenere in locazione una parte dell’enorme complesso (18.000 mq, n.d.r.). La Delegata Zotta riporta come avessero già pensato di rivedere con la nuova proprietà l’opportunità di realizzabilità, ma la Presidente Baglio ribadisce fortemente l’esigenza di una soluzione a breve termine, sia per tamponare la situazione di emergenza dell’Ambito 0010 - Roma Litorale, sia poiché dichiara essere una priorità di questa Amministrazione lavorare sulla grave difficoltà dell’area in questione (l’Infernetto) e avviare un percorso realmente risolutivo. In sintesi, i rappresentanti del Comitato di Quartiere Infernetto hanno ribadito i seguenti concetti. La Presidente Adriana Icardi Bordoni ha chiesto che da parte delle Commissioni Edilizia Scolastica e Patrimonio venga manifestata chiaramente la volontà politica di portare a conclusione il Progetto del Liceo Polifunzionale, che aveva visto a suo tempo il finanziamento di € 13.200.000, poi sfumato nel nulla. Inoltre ha ottenuto fosse messa a verbale la consegna da parte del CdQ del dossier con tutto lo storico del Progetto Esecutivo a suo tempo approvato e ha sottolineato come un segno tangibile dell’impegno di questa Amministrazione non possa che essere un prossimo stanziamento a bilancio. Laura Neri, riferendosi in particolare alla chiusura
di due scuole ed alla dichiarata impossibilità di costruzio-ne di nuovi istituti, ha rivendicato il diritto da parte dei residenti dell’Infernetto a conservare una visione “miope”, vista la privazione di un Istituto Superiore per un quartiere di circa 40.000 abitanti e la forte limitazione del diritto costituzionale allo studio per i ragazzi che lo abitano (ricordiamo che la scuola dell’obbligo è attualmente prevista fino all’età di 16 anni, n.d.r). A conclusione della Commissione, constatata la difficoltà nel reperimento di risorse finanziarie, la Presidente Baglio si è comunque impegnata – congiuntamente alla Presidente Celli – a presentare in Consiglio una mozione che abbia un chiaro indirizzo politico, in virtù del quale la Delegata Zotta “metta nero su bianco” che i prefabbricati del Liceo “Democrito” vengano consegnati nel 2019. E inoltre che, quale secondo obiettivo, si garantisca l’impegno nel realizzare un’ulteriore istituto scolastico all’Infernetto, anche sondando l’“ipotesi Guardia di Finanza”. Il Comitato di Quartiere dell’Infernetto è un’organizzazione di cittadini che fin dagli anni ‘70 si occupa attivamente delle problematiche del quartiere medesimo. Sorto in maniera spontanea, il quartiere ha subito presentato delle criticità importanti dovute alla mancanza di quelle infrastrutture generalmente presenti nelle aree urbane ed extra urbane presenti nel piano regolatore. I cittadini appartenenti al CdQ si sono fatti negli anni interpreti del bisogno degli abitanti per veder realizzate le opere pubbliche di prima necessità. Molto c’è ancora da fare e molto impegno deve ancora mettere il Comitato affinché un territorio che oggi conta più di 40 mila abitanti sia efficiente ed autonomo, con le scuole, con il presidio medico e con presidii di sicurezza.
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Fabrizio Frizzi
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A volte ci sono persone che quando se ne vanno ci lasciano un vuoto molto più grande di altri. Non sappiamo perchè ...ma le leggi della vita prendono le loro decisioni ma una cosa la sappiamo di certo per Fabrizio Frizzi, era troppo presto. Frizzi: sincero, modo di fare umile, direi sicuramente, visto che ho avuto il piacere di conoscerlo, un vero e proprio “antidivo”. Una persona “per benino” come diceva lui, di quelle che potresti incontrare ogni giorno dal panettiere. Ho sempre pensato avendolo conosciuto che aveva un volto che non lasciava trasparire la sua età....60 anni non li dimostrava certo! Lo conobbi in RAI a Domenica IN grazie alla sua ex compagna Graziella De Bonis NDR e Marco Danè autore televisivo e co-conduttore di Tandem un programma per ragazzi di RAIUNO. Era un personaggio televisivo ma era anche uno come tanti, anche lui con gioie e dolori. Aver dialogato con lui mi faceva rendere conto che quello che era in TV lo era nella vita reale..... quella sua risata televisiva era cosa reale e non costruita come qualcuno ha malignato. L’educazione ereditata dalla sua famiglia, quel suo non essere mai arrogante e prevaricatore era una delle tante caratteristiche di Fabrizio. Mi ricordo di aver partecipato a un paio di cene anche con Manuela Aureli e ci siamo divertiti tutta la sera con imitazioni e battute degne di un programma comico. Frizzi sapeva divertirsi e mettersi in gioco con discrezione
e con quella affettuosissima goffagine di un liceale sprovveduto che forse secondo il mio modesto parere era il segreto del suo successo. Fabrizio Frizzi lascia un vuoto sia nel campo dell’intrattenimento che della comunicazione italiana, perche a suo modo aveva creato uno stile fatto di educazione, e galanteria sigillati da un grande sorriso....un uomo d’altri tempi come Corrado e Vianello altri due giganti della televisione educata e cordiale che se ne sono in punta di piedi con la cravatta eleganti e rispettati dal grande pubblico come Frizzi. Fabrizio Frizzi ci lascia a 60 anni e con una famiglia che aveva ancora tanto bisogno di lui con una bambina piccola di 5 anni che un giorno forse seguirà le orme di un grande Papà e uomo di comunicazione come era. Mi consola solo che la sua piccola ogni volta che vedrà Toy Story sentirà la voce di suo padre nel personaggio di Woody, per il pubblico italiano si creerà di sicuro una voragine da colmare in tempi dolorosamente brevi: Toy Story 4, diretto da Josh Cooley, arriverà nelle sale durante l’estate del 2019 e sarà necessaria una nuova voce che purtroppo non sarà quella di Fabrizio Frizzi. Buon viaggio Fabrizio anima gentile. Massimo Gallus e tutta la redazione di Tablet Roma
Bistrot
Laboratorio artigianale della chef Francesca Lubrani, e Antonio del Giudice Da alcuni anni a questa parte, anche in Italia, si stanno diffondendo i bistrot di derivazione francese. Una moda che ha coinvolto anche molti chef stellati nostrani come, ad esempio, Vissani e Bottura. Noi siamo andati a trovare una bravissima Chef che di Cucina Artigianale ne ha fatto un’arte Francesca Lubrani. Francesca vanta un esperienza più che ventennale nell’ambito della ristorazione, prima allieva di importanti chef poi in volo da sola con un curriculum di tutto rispetto. Francesca quale è la differenza tra il bistrot ed il ristorante? Stiamo parlando di una evoluzione raffinata della vecchia osteria dove sempre più le pietanze hanno preso spazio con qualità nelle preparazioni. Il nostro bistrot ha i connotati di un piccolo caffè, partendo dalla colazione della mattina si passa all’aperitivo, pranzo, the, aperitivi serali o cena. Quali sono le caratteristiche del tuo laboratorio gastronomico? Tutto viene preparato avvalendosi di prodotti di stagione e di grande qualità, spesso BIO come olio farine e di agricoltura biologica. Si possono mangiare ottimi piatti tipici della nostra tradizione o alcune mie originalità preparate con estro e fantasia. Che sia una colazione veloce, una pausa pranzo, un tè pomeridiano, un aperitivo o una cena rilassante siamo pronti ad accontentare ogni richiesta tramite un’offerta culinaria ricercata e di qualità, comprendente: • cornetti e specialità di pasticceria preparate nel nostro laboratorio interno per la colazione; • una selezione di piatti originali e raffinati per pranzi e cene; • tanti sfizi espressi direttamente dalla cucina per ricchi aperitivi dalle 18:00 alle 21:00; • un’ampia selezione di vini di etichette italiane bianchi e rossi. Da te abbiamo assaggiato colazioni con dolci della tradizione italiana. Quali sono 3 dolci che prepari spesso e che possiamo gustare seduti nel tuo bellissimo locale? Beh tre è un poco limitativo, possiamo spaziare da dolci classici come crostate, tiramisù, … e dolci più elaborati come la marquise di cioccolato, dolce
preparato in assenza di farina quindi adatto anche per chi è celiaco, la torta soffice di mele e cannella, millefoglie, mimosa, pastiera, sachertorte, linzer torte, torta di grano saraceno. Tutto, tengo molto a sottolineare, preparato con ingredienti biologici e di qualità spaziando nell’utilizzo di farine classiche, integrali, di grano saraceno ecc. Abbiamo assaggiato moltissimi dei tuoi piatti elaborati ed originali, da te si può ordinare il catering per un evento, si può fare una CENAperitivo che è una degustazione a 360° del tuo menù e fare il pranzo della domenica in famiglia. I prezzi sono accessibili a tutti? I nostri prezzi sono sicuramente molto interessanti. Per le richieste particolari ci piace elaborare la proposta in modo congiunto con il cliente così da riuscire a coniugare la migliore soluzione con il miglior prezzo. All’OFFICINA dei SAPORI si può scegliere tra un’ampia gamma di etichette di vini e mangiare ottimi piatti, tipici della tradizione ma non solo. Durante l’estate come pensi di organizzare la tua nuova terrazza esterna? Finalmente sta per arrivare la bella stagione. Questo ci consentirà di aprire anche il gazebo esterno dando la possibilità ai nostri clienti di godere di un accogliente spazio dove poter avere il piacere di trascorrere il proprio tempo in relax ed all’aria aperta. Quali sono le 3 cose in cui sei veramente forte? La nostra natura è quella del Bistrot. La filosofia dell’OFFICINA dei SAPORI è quella di accompagnare il cliente durante tutto l’arco della giornata, mettendo a disposizione uno spazio sia interno che esterno curato ed accogliente, dalla colazione al così detto dopo teatro con proposte espresse, adatte per qualsiasi momento della giornata, con un menù sempre vario e ricercato. Per rispondere alla tua domanda: • Varietà di offerta; • Qualità a 360 gradi; • Competenza culinaria, oltre 20 anni di esperienza nella ristorazione ed un curriculum di tutto rispetto. Hai un’esperienza decennale nel settore del Catering. Cosa significa per te offrire questo servizio così richiesto dalla tua clientela? Questo è il nostro slogan che ci accompagna ormai da anni: OFFICINA dei SAPORI il mini ristorante nella comodità di casa tua… un pranzo con gli amici, un anniversario da ricordare, una cena romantica. E per le serate tranquille a casa: chiama, ordina e ritira – il tuo divano la nostra cena !! La filosofia è sempre la stessa: anche per il nostro servizio catering ci piace elaborare la proposta in modo congiunto con il cliente così da riuscire a coniugare la migliore soluzione con il miglior prezzo.
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Tablet Bike di Luca Santagà - fb avventure in bici
Il sentiero per la felicita’ Siamo abituati, in questi tempi frenetici, a considerare la pioggia come una seccatura in più a complicarci la giornata. E quando piove con abbondanza è indubbio che le complicazioni aumentino. Ma c’è giornata e giornata; quella che mi accingo a raccontarvi è decisamente ricca di pioggia ma molto speciale. E’ l’ ultima domenica di questo umido fine inverno e le prospettive del nostro gruppo di irriducibili pedalatori sono un po’ fiaccate da pessime previsioni meteo, e quindi siamo costretti a rinunciare all’ escursione in programma e ripiegare su una meta più vicina. Non vi nascondo che una mattinata di
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pioggia fitta mi aveva per un attimo scoraggiato. Ma un’ animazione Meteosat lasciava intravedere quello spiraglio di cui avevamo bisogno. Quindi è il primo pomeriggio quando saltiamo in bici e cominciamo a pedalare dapprima in pineta e poi sulla litoranea in direzione Pratica di Mare. Il sole comincia a fare capolino tra i neri nuvoloni, e quando raggiungiamo il bosco alle spalle dell’ aeroporto, splende maestoso. Così iniziamo a percorrere con prudenza la strada sterrata che attraversa questo bosco, il fondo è molto scivoloso e mano a mano che si prosegue, il sentiero che inizia a scendere si trasforma in torrente. Ci fermiamo attoniti. L’acqua è ovunque; non solo il nostro sentiero si è trasformato in torrente, ma dalle alture circostanti l’ acqua scende in centinaia di grossi rivoli, sbuca con forza dal terreno, forma pozze e piccole cascate per poi correre via come impazzita, il cristallino rumore di acqua che scorre avvolge tutta la vallata e ci sentiamo più che spettatori, protagonisti di questo spettacolo che la natura ci sta regalando. Proprio il terreno fangoso e pesante ci ha costretto a fare una pausa e, come spesso avviene non si riprende solo fiato; si ha l’occasione per guardarsi intorno con più attenzione ai dettagli. Ebbene, questo posto a due passi da casa e dalla vita caotica di tutti i giorni è un angolo di paradiso: sembra che nessuno abbia calcato questo suolo prima di noi, e se non fosse che in fondo stiamo seguendo un sentiero largo e ben delineato, l’impressione è quella di discendere lungo un fiume primordiale. Mentre ci riposiamo riflettevo ad alta voce insieme ai miei amici, che talvolta i viaggi non programmati sono quelli che più ci appagano. Mille volte mi capita di pensare ad un’ escursione quando la organizzo, e la ritengo poi un successo se tutto va come deve andare. Però devo riconoscere che quando avvengono cose inaspettate il mio senso dell’ avventura si risveglia completamente e non riesco più a fermarmi. Perché non c’è dubbio che in questi casi la realtà superi la fantasia; quella che era nata come una gita di ripiego, si è trasformata a causa della pioggia, o grazie ad essa, se preferite, in un percorso bellissimo e difficilmente ripetibile. Così ci rimettiamo in marcia, molto lentamente perché il fondo sotto le nostre ruote
non sempre è visibile: “navighiamo” in tratti dove ci sono due o più spanne di acqua ed ogni tanto incontriamo qualche buca che sommerge più della metà della bici. Una follia, è vero, ma anche un’ esperienza unica. E pensavo di essere l’ unico a gioire di questa situazione. Nemmeno per sogno: Simona, Marcello, Carlo…nonostante la stanchezza ed il fatto che siamo tutti bagnati come pulcini, i loro sorrisi si sprecano, e quando il fiume, dopo avere formato un vero e proprio laghetto che noi aggiriamo, ci restituisce una parvenza di strada, la soddisfazione di tutti noi è tangibile. Vedevo negli altri, quello sguardo complice che di solito si ha quando si combina da adulti qualche cosa di fanciullesco. Dopo pochi chilometri incontriamo un contadino, che mentre risponde al nostro saluto, ci guarda come se fossimo alieni. Ed in un certo senso forse lo siamo, o comunque siamo persone che vivono pienamente la folle passione per la mountain bike. Quando ero piccolo queste biciclette non esistevano, ma il desiderio di esplorare, di andare lontano con la mia mini bici era sempre presente nella mia immaginazione e nei miei sogni di bambino. E come diceva il grande kobe Yamada, segui i tuoi sogni, essi conoscono la via.
Tablet Territorio
A cura del Direttivo del Coordinamento Sicurezza Idraulica X Municipio
Analisi del territorio e dei suoi bacini Il territorio di competenza del X Municipio di Roma si trova a sud ovest della città di Roma ed è delimitato a ovest dal Fiume Tevere e dal suo ramo di Fiumara Grande, ad est dal limite del Comune di Pomezia, a nord e nord-est dal limite idrografico del bacino del Fosso di Malafede e a sud dalla costa tirrenica. Il drenaggio delle acque pluviali di questo territorio
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è affidato principalmente a una rete di bonifica costituita da canali realizzati, dalla fine del 1800 fino a metà degli anni trenta del secolo scorso, di acque alte, medie e basse che recapitano a gravità o mediante sollevamento meccanico nel Mar Tirreno o nel Fiume Tevere. Detta rete di bonifica è costituita da diversi sistemi di drenaggio, tra di loro parzialmente interconnessi, di seguito descritti: - Le aree ubicate a quote più elevate (Acilia, Villaggio Africa, Madonnetta, Casalpalocco, AXA ed Infernetto) ricadono nei Bacini delle ACQUE ALTE, il cui drenaggio a gravità che scarica direttamente nel Mar Tirreno è assicurato dal Canale Palocco e dai suoi canali influenti; - Le aree ubicate a quote intermedie, quelle comprese fra il Canale Palocco e quello della Lingua (parte di Casalpalocco, Nuova Palocco, ecc) ricadono nei Bacini delle Acque Medie, il cui drenaggio a gravità con esito direttamente nel Mar Tirreno, è assicurato dal Canale dei Pescatori e dai suoi influenti; - Le aree ubicate a quote più depresse (Stagni, Ostia Antica, Saline e Bagnoletto) ricadono nei Bacini delle Acque Basse e sono suddivise in acque inferiori e superiori al livello
medio marino. - Ad eccezione di quelle raccolte dal canale Dragoncello (canale che partendo da Tevere scarica direttamente nel canale dei Pescatori), il drenaggio di queste acque è assicurato da alcuni impianti di pompaggio, quelli di Ostia Stagni che gestiscono le acque basse inferiori con esito nel Tirreno tramite il Canale dei Pescatori, di Bagnolo e di Tor San Michele, con esito nel Tevere, che trattano le acque basse superiori. Per quanto riguarda le aree di Casal Bernocchi e Centro Giano il drenaggio è assicurato dal Fosso del Fontanile. La zona costiera di Ostia ha un sistema di smaltimento delle acque pluviali attraverso pozzetti assorbenti e fognature miste. Quando fu eseguita la bonifica dell’Agro Romano, il territorio presentava una vocazione prettamente agricola e non era ancora stato urbanizzato. Il reticolo che caratterizza prevalentemente l’entroterra del X Municipio, inizialmente vedeva confluire le acque a mare tramite il canale dei Pescatori. Poi si stabilì che la via del mare divenisse linea di demarcazione tra territorio di levante e di ponente e che mentre le acque di levante continuassero ad esitare a mare, quelle di ponente potessero scaricare a Tevere. Naturalmente, considerate le vecchie calibrature (che inducevano a mare da levante) diventava (ed ancora è) necessario invertire le pendenze dei canali di ponente per convogliarli verso Tevere. A levante, all’inizio degli anni 50 il Bacino delle Acque Alte afferenti al Canale Palocco aveva assunto all’incirca la sua configurazione attuale (a meno di piccole modifiche apportate successivamente con la realizzazione delle fognature) essendo stati costruiti sia il Canale Madonnetta, a monte della Via Ostiense, sia l’In-
fluente E, lungo la Via dei Pescatori, ed essendo in esecuzione la rettificazione del Fosso del Confine della Tenuta di Castel Fusano nell’Influente I lungo la Via Cristoforo Colombo, anch’essa in fase di realizzazione. Con questi ultimi interventi si completò il drenaggio a gravità nel Canale Palocco che determinò il risanamento del territorio di bonifica dei bacini delle acque alte, essendo già stati eseguiti in precedenza i canali di drenaggio dei territori più depressi soggetti a impaludamento. A partire dagli anni 60, dopo la costruzione della Via Cristoforo Colombo e dell’influente che la costeggia, cominciarono le urbanizzazioni dell’area bonificata a nord ovest di detta strada (Casalpalocco, Axa, Acilia, Madonnetta, ecc) e successivamente anche a sud est (Infernetto). Con le nascenti, ed in molti casi caotiche, urbanizzazioni vennero eseguite una serie di fognature unitarie (miste acque bianche e nere) che recapitavano e recapitano ancora oggi, tramite scolmatori, le acque pluviali nella rete dei canali di bonifica influenti del Canale Palocco o nello stesso. Vale segnalare che l’area interclusa tra il Canale Palocco, la Cristoforo Colombo ed il Fosso del Confine, l’intero quartiere Infernetto, ed altre vaste aree non sono dotate di fognature unitarie o pluviali, ma solo di fognature sanitarie. Nella rete fognaria dimensionata per le sole acque luride, vengono però immesse abusivamente le acque meteoriche provenienti dalle abitazioni ed
in alcuni casi anche quelle provenienti dal piano stradale, con la conseguenza che le reti fognarie, in occasione di piogge intense o prolungate, non sono in grado di smaltire le anomale portate, vanno in pressione e rigurgitano nelle strade e nei fabbricati
allagandoli di liquami fognari. Il drenaggio pluviale di queste aree, è affidato esclusivamente a quella serie di canali realizzati nel secolo scorso per scopi agricoli e quelli (gli influenti M1, L, M, M0, N ed O) realizzati dal Consorzio di Bonifica, a partire dagli anni ‘60/70, sulla base di fossi naturali che permettevano il drenaggio superficiale in terreni prevalentemente agricoli e boschivi, quando cominciarono le prime urbanizzazioni “spontanee” dell’Infernetto. A ponente, con il preciso scopo di attuare la separazione delle acque di levante da quelle di ponente, nel 2000 fu realizzato e collaudato il centro di sollevamento Bagnolo. Un’opera che comprendeva il prolungamento (denominato canale nuovo Bagnolo) del canale Pantano, una rete scolante (o vasca di raccolta), una serie d’ idrovore per il pompaggio dell’acqua da sversare a Tevere. Gran parte dei canali (di levante e di ponente) per effetto dell’ampliamento delle urbanizzazioni, sono stati gravemente penalizzati in termini di portata, dalla realizzazione, più o meno autorizzata, di attraversamenti, accessi e tratti intubati. Non stupisce di conseguenza costatare che il territorio, oltretutto oggetto di ulteriori interventi edilizi che renderanno le aree sempre più antropizzate e quindi impermeabili, sia stato colpito da devastanti eventi alluvionali che si sono successivamente ripetuti con cadenza sempre più ravvicinata e con conseguenze sempre più gravi. Nei prossimi articoli le diverse aree e le loro criticità, il relativo reticolo dei canali, gli impianti di pompaggio e gli Enti competenti, saranno descritte più compiutamente.
L’avvocato risponde a cura dell’avvocato Federica Lorenzetti - lorenzettiavv@gmail.com - 06.56305241
La guida in stato di ebbrezza
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Come sempre salve a tutti e ben ritrovati nel nostro sportello, al quale, anche in questo mese, avete rivolto numerosissime domande. In questo articolo vi voglio parlare della normativa che disciplina la guida in stato di ebbrezza, argomento sempre tristemente attuale. E’possibile definire lo stato di ebbrezza sanzionabile come quella condizione di alterazione psicofisica, che appartiene ad un soggetto che si trovi alla guida di un veicolo, e che consegue all’assunzione di sostanze alcoliche e snatura il comportamento dei soggetti che vi si trovino, comportando di fatto una percezione alterata della realtà, ed un rallentamento dei riflessi. Ciò che reputo sia importante spiegare in questo articolo è la modalità specifica di accertamento del tasso alcolemico: Affinché lo stato di ebbrezza sia penalmente sanzionabile il tasso di alcolemico deve superare il valore di 0,5 g/l ( Tabella per la stima delle quantità di bevande alcoliche che determinano il superamento del tasso alcolemico legale per la guida in stato di ebbrezza). L’accertamento di tale tasso avviene attraverso le analisi del sangue o, nell’immediatezza al momento del blocco del veicolo, per mezzo di un esame strumentale, etilometro, nel quale il soggetto sottoposto ad accertamento è tenuto a espirare e che è in grado di misurare la quantità di alcol presente nel sangue attraverso la misurazione della quantità di alcol presente nell’aria. Dalla verificazione del superamento del tasso alcolemico, conseguono delle sanzioni sia di carattere penale che amministrativo. Le sanzioni penali e amministrative in caso di guida in stato di ebbrezza, si differenziano in base al
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tasso alcolemico accertato, comportando sempre e comunque una decurtazione di dieci punti dalla patente. Nel dettaglio, in caso di guida con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l, sono previste la sanzione amministrativa da euro 532 a euro 2.127 e la sospensione della patente da tre a sei mesi. In caso di guida con tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 g/l, la sanzione è sia penale che amministrativa e consiste nell’ammenda da euro 800 a euro 3.200, nell’arresto fino a sei mesi e nella sospensione della patente da sei mesi a un anno. In caso di guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, la sanzione, sia penale che amministrativa, consiste nell’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000, nell’arresto da sei mesi a un anno, nella sospensione della patente da uno a due anni, nel sequestro preventivo del veicolo e nella sua confisca.. In caso di recidiva biennale è prevista la revoca della patente. Se il conducente di un veicolo si oppone all’accertamento rifiutando di sottoporsi ad alcoltest, la legge prevede che egli venga sanzionato allo stesso modo che se si trovasse nello stato più
grave di guida in stato di ebbrezza, quindi con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l’arresto da sei mesi a un anno, oltre che con la sospensione della patente da sei mesi a due anni e la confisca del veicolo, se di sua proprietà. Una recente sentenza della Cassazione penale sez. IV del 01/02/2018 n. 4943, però, ha stabilito come il conducente possa rifiutare l’esame del sangue laddove richiesto dalla Polizia ma non quello richiesto dai medici sanitari durante l’eventuale ricovero presso una struttura ospedaliera a seguito di un incidente stradale. Difatti, se colui il quale si trova alla guida in stato di ebbrezza dovesse provocare anche un incidente stradale, le pene sono raddoppiate e ne è disposto il fermo amministrativo per 180 giorni e, laddove l’incidente venga causato da persona con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, sarà prevista anche la revoca della patente di guida. La legge prevede infine che, se all’incidente stradale consegua la morte di terze persone, lo stato di ebbrezza del conducente costituisce un’aggravante dell’omicidio colposo.
Scadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista
Lo Studio De Calisti A.M. saluta tutti i Lettori che si inoltrano nello scadenzario fiscale di Aprile 2018.
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La prima scadenza è il pagamento dei contributi per i datori di lavoro domestico. Il pagamento che va dal 1° aprile al 10 aprile, secondo la circolare Inps, potrà essere versato esclusivamente secondo le seguenti modalità: a) rivolgendosi ai soggetti aderenti al circuito “Reti Amiche” (tabaccherie); b) online sul sito internet “www.inps.it”, nella sezione Servizi on line – Elenco di tutti i servizi - Pagamento contributi lavoratori domestici; c) telefonando al Contact Center 803.164, tramite utilizzo di carta di credito; d) utilizzando il bollettino MAV. Lo Studio rammenta, anche per l’anno 2018, l’INPS ha suddiviso i contributi per i datori di lavoro domestico in due tabelle scindendo il tipo di contratto applicato da tempo indeterminato a quello a tempo determinato con l’aggiunta del contributo addizionale. In scadenza il prossimo 6 aprile 2018 lo Spesometro relativo al secondo semestre 2017 con i dati delle fatture emesse e ricevute, note di variazione e bollette doganali riferite al secondo semestre 2017. La scadenza originaria era prevista per lo scorso 28 febbraio, ma tale adempimento è stato successivamente oggetto di proroga. Sempre entro il prossimo 6 aprile 2018 è possibile inviare nuovamente e senza sanzioni lo spesometro relativo al primo semestre 2017 per rettificare eventuali errori commessi in occasione del primo invio telematico.
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Dal 16 aprile 2018 l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti il modello 730/2018 precompilato, pertanto i contribuenti potranno visualizzare i dati della dichiarazione dei redditi precompilata che poi potrà essere modificata e inviata a partire dal prossimo 2 maggio. Chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 16 marzo 2018), con l’opportuno calcolo può ravvedersi entro il 16 aprile. Lo Studio rammenta che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 16 aprile prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, contributi INPS. Inoltre, entro il 16 aprile coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile dovranno effettuare il versamento.
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Con la scadenza del 26 aprile coloro che ne sono soggetti, devono presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat.
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Lo scadenzario fiscale del mese di aprile si chiude con la scadenza dell’invio telematico della Dichiarazione IVA da eseguire entro il termine di scadenza del prossimo 30 aprile 2018.
Si rinnova ai lettori che in qualità di CAF CGN lo Studio è abilitato a fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • Gestione Badanti e Colf. • Successioni. Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Studio De Calisti Anna Maria - Via Leonardo Mellano 72 - 00125 Roma tel. 06/52352585 cell. 3333087137 e-mail: amdec@libero.it
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di Lorenzo Sigillò - foto © di Fotoincorsa.com
Aprile, è sempre un dolce… correre!
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Torna l’appuntamento mensile con Tablet Run e il suo calendario podistico! Aprile è senza ombra di dubbio il mese della Maratona di Roma, la solita grande attesa di una gara che non tradisce mai le aspettative. Augurandoci che non sia la maratona “delle buche” , come ahinoi è stata ribattezzata lo scorso mese l’amata mezza maratona RomaOstia, l’appuntamento è per le 8.40 dell’8 aprile su via dei Fori Imperiali, partenza e arrivo dei classici 42,195 km. La maggior parte del percorso si articolerà in centro storico, con la compagnia della musica dal vivo e di oltre 500 tra monumenti e punti di interesse da ammirare correndo. Occhio ai soliti sampietrini, che saranno protagonisti per quasi 8 chilometri complessivi, e ai 77 cambi di direzione, che per fortuna non prevedono comunque curve a gomito. I punti critici? Certamente le salite, come i 3,5 km di via Pellegrino Matteucci o i 4,5 km di via Benzoni. Ma anche pendenze come l’ultimo tratto tra via dei Campi Sportivi e via dell’Agonistica o la fine di via di Monte Brianzo a pochi km dal termine. Dopo il 40 km poi, ultimo sforzo con la leggera salita da via del Corso alla fine di via Milano! Niente paura per gli appassionati delle brevi distanze, perché anche quest’anno ci sarà la 5km “Fun Run” con partenza sempre ai Fori Imperiali e arrivo al Circo Massimo. Per la prima volta quest’anno il Village sarà nella famosa “Nuvola” dell’Eur, con ingresso libero dal 5 al 7 aprile, dalle ore 10 alle 20, con 250 espositori e ovviamente il ritiro degli oltre 15mila pettorali previsti! Ma aprile non è solo il mese della Maratona di Roma perché, come di consueto, andrà in scena anche l’Appia Run. Domenica 15 aprile si correrà la 20esima
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edizione per quest’altra classica: 12,700 km con partenza dallo stadio delle Terme di Caracalla. Il fascino della storia dell’Appia anche quest’anno permetterà di corre su ben 5 pavimentazioni diverse: asfalto, sampietrino, basolato lavico, sterrato e sportflex, insomma una gara unica nel suo genere! Anche qui, per chi ama le breve distanze, sarà sempre possibile correre i 4km della non competitiva. Altra domenica e altra corsa, il 22 aprile, con la Rock&Run di Ostia, che ‘recupererà’ dall’annullamento di qualche settimana fa. 14 km nella splendida cornice della pineta di Castelfusano, attendono gli atleti appassionati di running, ma anche di fitwalking. In coda alla gara ci sarà infatti la possibilità di una camminata a passo costante di 7 chilometri. Come spesso accade, la festa del 25 aprile induce i nostri runners a qualche corsetta extra, ed ecco quindi che vi suggeriamo i 13 chilometri della Roma 3 Ville Run o i 10 km del Giro delle Ville Tuscolane. La 5a edizione della 3 Ville Run (anche in versione light con i 5km della non competiva) percorrerà la zona di Parco Forte Antenne, Villa Glori e Villa Ada; la 18esima edizio-
ne del Ville Tuscolane vi porterà invece nel Parco di Villa Torlonia a Frascati, in quello che viene definito un trail running emozionale! Vi invitiamo a scoprire il perché e raccontarcelo magari sulla nostra pagina facebook! Finale di mese, domenica 29, che vi consigliamo in quel di Guidonia con la Corri la due Comuni, quarta edizione dei dieci chilometri a cavallo tra via Marco Simone e via Valle dell’Aniene, con partenza e arrivo al 19esimo chilometri della Palombarese. Alternativa affascinante di fine aprile, ancora ad Ostia, ma stavolta nella parte ‘Antica’, saranno anche i 10 chilometri della 13a Per Antiqua Itinera. Oppure sabato 28, con la gara dal nome che rievoca grandi gesta, non proprio una semplice corsa, ma un autentico percorso di battaglia. Stiamo parlando della famosa Spartan Race, in versione 6 o 13 chilometri nel cuore di Orte (VT) che, come le precedenti edizioni, offre terreni irregolari, fossi, ostacoli naturali e non, scalate, acqua, fango, superfici scivolose e tanta fatica! Ma anche tanto divertimento e spirito di squadra, per un’esperienza non solo da runner, ma da veri soldati spartani, da provare almeno una volta nella vita! Stay Tablet, Stay Spartaaa Ruuun!
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