TabletRoma Luglio / Agosto 2019

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ACILIA

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Editoriale di Stefano Quagliozzi

Evitiamo che Caronte e Frozen si stringano la mano Estate calda, estate fredda, estate pazza! Definita in ogni modo, con riferimento al fattore climatico e non solo, questa estate sembra sia una di quelle che farà parlare di sé a lungo, come fu per quella del 2003 in cui temperature record per sei mesi consecutivi, comunque costantemente oltre i 35 gradi, segnarono quell’anno dal mese di maggio a quello di ottobre compreso. Chi ancora non era persuaso circa gli sbalzi termici con la concentrazione di fenomeni tipicamente tropicali anche a latitudini temperate, che si manifestano ormai neanche così sporadicamente con bombe d’acqua e temporali equatoriali o con siccità e caldo umido, in questi ultimi anni avrà dovuto far ricorso agli “specchi di legno” per non vedere cambiamenti così evidenti nello scorrere delle stagioni. Ed eccoci qui, dopo un giugno torrido, è previsto un luglio analogo e prospettive di un agosto breve ma intenso quanto a calura e afa. Il risultato più evidente sono le bollette dell’energia, sempre più impegnate a macinare kilowatt, con vendite record per condizionatori, ventilatori e quant’altro aiuti a far ritrovare un minimo di stabilità all’epidermide, pronta (si fa per dire) a passare dai 40 gradi allo shock della neve in poche ore, stile doccia scozzese.

Greta Thumberg ammonisce inascoltata e spesso sbeffeggiata: ma i ghiacciai si stanno sciogliendo davvero e la terra si sta surriscaldando grazie ad attività industriali senza controllo, all’inquinamento e allo sfruttamento dell’ambiente senza sosta da parte dell’uomo, in barba a tutti i trattati di Kyoto, Copenhagen, Parigi e chi più ne ha più ne metta. Nella sostanza, i grandi della terra, guidati dagli Stati Uniti di Trump e dai giganti asiatici emergenti, dicono con i fatti di non credere al trend che illustra il punto di non ritorno entro un lasso di tempo geologicamente fulmineo come i dieci o quindici anni indicati dagli esperti. Gli interessi muovono infatti economie planetarie e masse imponenti di denaro che, evidentemente, a parere di alcuni, non possono fermarsi neanche davanti alle prospettive di un disastro ambientale senza precedenti che coinvolgerebbe tutti, anche i figli e i nipoti della nomenklatura e del gotha internazionale che conta e che oggi guarda solo in una direzione, ahinoi quella sbagliata. La terra, questo straordinario corpo celeste che ci ospita merita di più. L’ambiente che ci circonda merita un differente trattamento rispetto a quello riservatole negli ultimi cinquant’anni. E’ giusto pensare alle

future generazioni, lasciando loro almeno quanto ci è stato consegnato da chi è venuto prima di noi. Altrimenti rischiamo la fine di quella zona di mare meravigliosa, nel sud dell’Italia calabrese, dove anni fa - complice l’ignoranza - boss locali hanno effettuato smaltimenti “sui generis”, affondando natanti contenenti barili inquinanti e scorie radioattive a due o trecento metri dalle spiagge, noncuranti che in quelle stesse spiagge giocavano, nuotavano e pescavano, tra gli altri, anche i loro figli. Ma noi che pensiamo sempre positivo, siamo certi che con un colpo di reni rimetteremo in carreggiata il nostro pianeta, riducendo in tempo gli agenti inquinanti nell’aria, la produzione di plastiche che sporcano i mari e lo smaltimento corretto a terra, nel rispetto delle falde acquifere e delle coltivazioni. Buone vacanze a tutti e arrivederci a settembre.


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TABLET ANNO 7 NO 74 LUGLIO/AGOSTO 2019 SOMMARIO

ROMA

Chi siamo

8 PRIMO PIANO In ricordo di Luigi Notarangelo

18 TABLET MUSICA La musica va in vacanza

32 UN POSTO TRANQUILLO Vacanze: che ansia

38 + DESIGN I dondoli sospesi per l’estate

TabletRoma Reg. Trib. di Roma n° 296/2012 del 19/10/2012 W W W.TABLETROMA.IT Editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it Direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it Direttore editoriale Cristina Anichini Progetto grafico tablet ADV Maurizio De Vincentiis Impaginazione e grafica Marco Flore Stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 Pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni pubblicita@tabletroma.it - ritachiodoni@libero.it Direzione e redazione redazione@tabletroma.it Tablet eventi Massimo Gallus - eventi@tabletroma.it mob. 334.39.22.475 Comunicazione & Marketing Maria Rosa Cappelli - cappelli@tabletroma.it Hanno collaborato a questo numero Cristina Anichini, Mick y Calvano, Giorgia Conti, Annamaria De Calisti, Carlo Dut to, Marina Grappasonni, Libreria Novarcadia, Alessandra Lino, Federica Lorenzet ti, Giuseppe Menzio, Giulia Migani, Oriana Orlandi, Alessandro Polinori, Davide Sagliocco, Luca Carlo Santagà, Emanuela Sirchia, Alber to Terraneo, Francesco Valente

44 X MUNICIPIO Damiano Pichi, Assessore al Turismo

45 TABLET INCONTRA Gaia Vazzoler di Piano Day

É consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Tablet Edizioni di Cristina Anichini. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi. La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 5 Luglio 2019.

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Ostia Città dei Mestieri e delle Professioni, Biblioteca Elsa Morante, Asl Sant’Agostino, Ufficio di Collocamento, Scuola Professionale CIOFS Lazio, Scuola Professionale Alberghiero CastelFusano, Scuola di Ostia Scacchi, Ostia Danza, Attività e chioschi del lungomare, Via delle Baleniere, Via Isole di Capoverde, Via Pietro Rosa, Piazza della Rovere, Corso Duca di Genova, Via dei Misenati, Via Capo Soprano, Piazza Gregorio Ronco, Via Paolini - Multisala Cineland Zona industriale Dragona e Dragona Centro Sporrtivo Helios, Via Ortolani, Via Charles Lenormant, Todi’s, Via di Dragone, Via Casini, Via Donati - Parrocchia di Centro Giano Eur e Torrino Bar e Ristorante ‘Il Fungo’ - Palombini Giolitti - Mc Donald - Highlands Institute Attività di Viale Europa - Viale dell’Oceano Atlantico - Viale Oceano Pacifico - Via della Grande Muraglia - Via Mar della Cina - Piazza Cina - Viale Città d’Europa - Via del Pianeta Venere - Stardust Village - Via Beata Vergine del Carmelo - Supermercato Elite Via Cristoforo Colombo - Parrocchia Stella Maris


Primo Piano di Stefano Quagliozzi

In ricordo di Luigi Notarangelo

IL DOTTORE DI TUTTI

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Un grande medico, uno straordinario uomo. Parliamo di Luigi Notarangelo, il “Dottore” per eccellenza, conosciuto da quasi cinquant’anni nel quartiere di Mostacciano, dove si insediò come Pediatra e medico di famiglia nella seconda metà degli anni ‘70, partito da Monte Sant’Angelo, un paesino della Puglia, con tanto sacrificio ma anche con tanta voglia di fare. Anche io ho avuto la fortuna di conoscerlo e di averlo come medico curante negli ultimi dieci anni della sua lunga carriera (conclusa con il mega-saluto di tutti i suoi amici-assistiti nel 2005 presso la sala parrocchiale della Stella Maris) e ricordo, come fosse adesso, le sue spiegazioni di ogni diagnosi con parole semplici, per rassicurare ma anche per far capire al paziente i nessi e le reazioni che il nostro corpo incarna davanti ad una malattia, nell’ottica di un vero approccio olistico “ante litteram”. Il 3 giugno scorso Luigi Notarangelo ci ha lasciato per passare a miglior vita. Ma chi era quest’uomo, capace di far sembrare per i suoi funerali perfino piccola una Chiesa maestosa come quella di Santa Maria del Carmelo, che contiene centinaia e centinaia di posti a sedere? E sì, perché chiunque lo abbia conosciuto - e parliamo di tre generazioni di mostaccianesi - non ha voluto mancare nel dargli l’ultimo saluto, un abbraccio molto più che simbolico a lui personalmente e per rispetto alla moglie Anna e ai figli Annalisa, Lorenzo e Natascia (ai quali evidentemente ha trasmesso un amore smodato per la medicina, essendo divenuti tutti medici in diverse specializzazioni) e ai nipoti

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Beatrice, Gabriele ed Emanuele. Un’idea di chi fosse questo personaggio conosciutissimo e amato da tutti, l’hanno materializzata Giovanna Conti, che ha manifestato un suo ricordo e poi due carissimi amici, Roberto Somma, la cui presenza a fianco del “Dottore” è stata, come quella dei familiari, costante fino all’ultimo, e l’intervento di Marino Saso con l’elogio funebre letto da Mimmo Basile al termine della funzione religiosa. E badate, nessuna parola di quelle che seguiranno è fuori posto o esagerata; la descrizione e il profilo di Luigi Notarangelo è esattamente quello che emerge dai racconti dei tantissimi che lo hanno conosciuto e dalla bella sintesi che viene fuori dalla testimonianza che segue.

Notarangelo con il genero Dr. Davide Pani

Era un bravo medico? Sì, lo era. Era anche un uomo di scienza: competente, sempre disponibile, rassicurante e mai superficiale; rappresentava alla perfezione l’ideale di medico, quello che ognuno di noi vorrebbe avere vicino quando il nostro corpo e/o la nostra anima hanno bisogno d’aiuto. Perché Luigi era veramente una persona speciale, riusciva a trasformare il rapporto con il paziente in un sincero e profondo rapporto d’amicizia. Per dirla in latino, lingua che amava coltivare, insieme alla filosofia: “nihil maius aegris prodest quam ab eo curari a quo volunt” (al paziente nulla giova di più che l’essere curato dal medico che predilige). Spesso alle nove di sera si affacciava dal suo studio per vedere quanti pazienti ancora aspettavano di essere


visitati. E lui li visitava tutti. Quante sere è tornato a casa tardi e trovava la cena fredda! Ma lui c’era abituato. Iniziò la sua professione a Roma come medico condotto. Era chiamato a qualunque ora, anche di notte, per recarsi in qualsiasi posto, anche in campagna. Lui partiva con la sua valigetta, la sua cultura e basta. Senza analisi chimiche o strumentali, senza radiografie o altro doveva capire e risolvere i problemi che trovava, sia che si trattasse di un semplice malore, sia che dovesse salvare la vita a una donna affetta da grave emorragia causata da un aborto clandestino. Aveva fatto sua l’etica del grande medico del passato: 1° cura il paziente al meglio che puoi; 2° se non riesci a guarirlo allevia almeno la sua sofferenza; 3° se non si riesce neanche in questo intento allora consolalo e non lo abbandonare. Sì, la sua era una missione! Ma c’è un altro aspetto di Luigi Notarangelo che ce lo fa ricordare con affetto: amava l›amicizia e cercava l›allegria. La sua gioventù dedicata con sacrifici agli studi, segnata anche da eventi negativi, è stata priva di quella spensieratezza e di quella allegria che tutti i giovani dovrebbero avere. Perciò era promotore di riunioni conviviali con spirito goliardico Di queste riunioni lui era l’anima.

Famiglia Notarangelo - Luigi, Anna, Annalisa, Lorenzo, Natascia

Per merito suo si allestivano grandi tavole imbandite, che si allungavano sempre di più per l’arrivo di qualche nuovo amico. Ma Luigi non era solo un bravo medico e un amico fidato, era un uomo di grande cultura. Un uomo di scienza che aveva tuttavia grande amore per le lettere, per la filosofia, leggeva con un gusto infinito Virgilio, Cicerone, i lirici greci e molte opere filosofiche di cui per ore avrebbe volentieri parlato con gli amici. Certo tutti i meriti che abbiamo ora ricordato ne fanno una splendida persona, ma sono queste le cose che ci lasciano una grande nostalgia, come un vuoto incolmabile? No. ..... Era la sua bontà, il suo amore per tutti gli esseri viventi. Gesù disse: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Ma per Luigi non era un comandamento da seguire come dettato dal Vangelo, che talvolta noi troviamo difficoltà ad applicare; per lui era naturale questo amore per l’umanità, con i suoi difetti e le sue nobiltà. Aveva dentro una religiosità pura. Marino Saso conclude dicendo: Luigi, non ti vedremo più. Ma ci piace immaginare, anzi ne siamo sicuri, che adesso Gesù cammini insieme a te, tenendo il suo braccio sulle tue spalle e mentre ti sorride con amorevole tenerezza come solo Lui sa fare, e ti sussurri: “ti aspettavo” e ascoltando la nostra preghiera ti dica: “questa è per te, ti vogliono bene”! E tu, Luigi, stanco ma felice, chini appena il capo come per dire “sì, lo so» mentre lentamente ti allontani sempre più, guidato dall’abbraccio del figlio di Dio.

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Luigi Notarangleo con Annalisa e la nipote Beatrice

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Il libraio consiglia a cura della libreria Novarcadia

I libri più belli dell’estate consigliati dai librai

L’ESTATE CHE SCIOLSE OGNI COSA

Questo è uno di quei libri che ti costringe ad abbandonare il tuo mondo per un altro mondo… Una storia coinvolgente, appassionata, unica, pazzesca e senza precedenti. Ti tiene incollato pagina dopo pagina e ti avvolge in un turbine di emozioni. Sei pronto a rendere la tua Estate calda?

La piccola Alessandra consiglia…

DELFINA E IL MARE

Questo libro scritto da Simone Perotti edito da Salani è un capolavoro. Una storia ben costruita che ti farà immergere in un mondo magico il cui il protagonista è il mare e non solo. Infatti c’è Delfina, che già da piccola amava il mare così con Timmy il suo cane fedele si ritroverà a vivere un’avventura strepitosa proprio in mare. Il libro è bellissimo, emozionante, una bella lettura da fare durante l’estate e come dice l’autore questo libro è qualcosa di più di quello che mostra nelle sue pagine e che tutti dovremmo sapere. Delfina mi ha fatto capire l’importanza del mare e di chi lo abita oltre a tantissime altre cose. Il consiglio di Alessandra

ACQUA DI MARE

Questo libro è la brezza del mare che sale mentre l’onda si gonfia, sopraggiunge e il sole lascia un caldo bacio sulla pelle bagnata. È una storia fatta di legami, di voglia di vivere, di crescere e vivere una stagione, l’estate, in modo unico e irripetibile. “Che differenza fa, se l’altro ricambia il tuo amore o no?” “Se ti ricambia, non se ne andrà”.

PRENOTAZIONE TESTI SCOLASTICI

DA GIUGNO A

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LISTE SCOLASTICHE Anche per questo anno scolastico, la Libreria offre ai suoi clienti l’opportunità di poter ordinare, presso di noi, i testi scolastici per l’anno 2019/2020. Come di consueto vi chiediamo di portare con voi in libreria la lista scolastica stampata e controllata. Gli ordini saranno accettati fino a fine Settembre. Grazie per l’attenzione. I librai.

SETTEMBRE



Il diario di Watson di Ivan Alemanno - www.watsonedizioni.it - watsonedizioni@gmail.com

Secondo una ricerca scientifica, leggere libri ai propri figli li aiuta ad ampliare il loro vocabolario e stimola la fantasia.

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Leggere al proprio figlio una bella storia non è utile soltanto a conciliare il sonno ma, la moltitudine di parole che ascolta, lo aiuterebbe ad arricchire il suo vocabolario ancor prima di affrontare la scuola, migliorandone probabilmente il rendimento. I ricercatori della Ohio State University hanno pubblicato uno studio, sulle pagine di “The Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics”, secondo il quale i bimbi in età prescolare i cui genitori leggono circa cinque libri al giorno cominciano la scuola con un vocabolario potenzialmente più ricco di parole rispetto a quelli a cui la famiglia non ha letto alcun libro. Un problema, sottolineano i ricercatori, che potrebbe influenzare le capacità di apprendimento e le abilità di lettura dei piccoli negli anni successivi. Ecco quindi che possiamo insegnare l’amore per la lettura fin da piccoli, ma con l’esempio dei genitori. Perché leggere deve trasformarsi in un piacere. Ognuno ha avuto durante l’infanzia il suo libro preferito. Di certo la passione per la lettura è qualcosa che si consolida nel tempo, ma già da molto piccoli si può iniziare a sperimentare il mondo di carta viaggiando tra testi di avventura, fantasy e fantascienza.

Alberto Pellai, psicoterapeuta

dell’età evolutiva, ci dice che “Il libro rappresenta uno stimolo importante per i bambini già verso i 6-9 mesi, un’età durante la quale si può iniziare a sfogliarlo e a manipolarlo. È bene che

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ogni bambino abbia una libreria personale già nei primi anni dell’infanzia, dalla quale può scegliere e pescare un libro che lo attira, proprio come si fa con il cestone dei giocattoli. Ovviamente si può iniziare a far appassionare il proprio piccolo con dei librigioco, cioè quelli che attraverso suoni o odori, magari, stimolano la multisensorialità. O anche dedicando del tempo alla lettura a voce alta”. È bene tenere a mente che la lettura rientra nella sfera emotiva, più che cognitiva, e quindi il bambino, con il libro, scatena la sua fantasia e inizia a manifestare i propri interessi per un genere specifico o per un tema in particolare che i genitori non dovrebbero soffocare.

L’AMORE PER I LIBRI SI TRASMETTE CON L’ESEMPIO

Ogni libro ci offre la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo: con un libro di fantasia percorriamo luoghi inarrivabili, con uno di storia o di scienze soddisfiamo delle curiosità. Poi ci sono quelli che ci regalano delle sensazioni, quelli che ci fanno riflettere. Più che spiegare a un bambino perché è importante leggere bisognerebbe dare l’esempio. E ritagliare del tempo, non solo per la lettura, ma anche per la scelta del libro.

Alberto Pellai conclude dicendo che: “Ai bambini piace tantissimo essere accompagnati in biblioteca per esplorare il mondo dei libri. Quello che si potrebbe fare è riservare un budget a settimana o al mese, a seconda delle disponibilità, da far spendere al bambino in libreria. Oltre ai genitori, anche la scuola può rappresentare un forte promotore della lettura, con spazi dedicati alla lettura ad alta voce per esempio. L’importante, e forse in questi tempi rappresenta la sfida più grande, è ridurre l’iperstimolazione tecnologica, quella dei giochi su tablet, computer e così via perché, essendo caratterizzata da una gratificazione più immediata, può prendere il sopravvento sulla lettura di un bel libro, che viaggia su tempi di gratificazione più lenti, più lunghi”. Grazie a Sara Pero e Marta Musso per le preziose informazioni su un argomento così importante qual è la lettura e l’età dell’infanzia. Non dimenticate quindi di dare spazio a questo esercizio essenziale per l’essere umano: leggere e viaggiare con la fantasia. Ci leggiamo al prossimo articolo!


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Tablet presenta a cura della redazione

La Falsa Giustizia

Incontro con gli autori Luciano Garofano, Maria Gaia Pensieri Luciano Garofalo è un biologo, già Comandante dei RIS di Parma, Generale dei Carabinieri in ausiliaria, docente universitario, Presidente dell’Accademia di Scienze forensi, oltre che Cavaliere e Ufficiale Ordine al merito della Repubblica italiana e consulente in materia di molte produzioni televisive. Maria Gaia Pensieri è docente presso l’Universitò Popolare degli Studi di Milano e direttrice responsabile dell’area formazione e ricerca dell’Accademia italiana delle scienze criminologiche e investigative, oltre che Dottore di ricerca in scienze umane e sociali a indirizzo criminologico. Cosa vi ha spinto a pubblicare un libro così particolare? Abbiamo deciso di scrivere questo libro perché ad oggi, non ci sembra che in Italia ci sia una reale coscienza pubblica rispetto alla possibilità che il nostro sistema giudiziario possa condannare per errore degli innocenti. È vero che ultimamente sui media e sui social per i casi di cronaca in evidenza, si assiste sempre più spesso a dibattiti tra innocentisti e colpevolisti ma si tratta pur sempre di opinioni. Un vero e proprio lavoro scientifico di ricerca delle cause che possono portare alla commissione di errori giudiziari nel nostro Paese deve ancora iniziare.

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Come avete organizzato il lavoro di ricerca? Abbiamo preso come paese di riferimento gli Stati Uniti dove questa attività è già stata svolta sistematicamente dal 1992, anno in cui è stata aperta a New York la prima sede di Innocence Project. Il lavoro inizialmente è stato quello di riesaminare i casi giunti alla loro attenzione con condanne a pene gravi come l’ergastolo o addirittura la pena di morte, per i quali i soggetti si erano dichiarati fermamente innocenti. Si trattava e tuttora si tratta anche nel nostro sistema giudiziario, d’individuare nuove prove per richiedere dei processi di revisione. Gli USA si sono occupati anche di ricerca ed elaborazione di dati per individuare gli ambiti dell’iter

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giudiziario in cui c’è maggiormente il rischio di commettere degli errori partendo proprio dai casi da loro riesaminati. Ne è emerso, che la prova testimoniale e il riconoscimento del reo, sono meno attendibili di quello che normalmente tutti noi crediamo. Gli studi statunitensi hanno permesso di individuare le criticità nei diversi ambiti e questo ha consentito di cercare dei correttivi rappresentati maggiormente da linee guida o protocolli operativi che permettono un controllo costante delle operazioni durante i sopralluoghi, ma anche durante gli interrogatori, le fasi di riconoscimento del reo o nelle analisi di laboratorio. Anche per noi autori, questo lavoro è stata una fonte di riflessione su quanto, sebbene in un sistema giudiziario differente come il nostro, questi aspetti andrebbero studiati e corretti per garantire una giustizia sempre più giusta. Che proponete alla luce di questa esperienza? Pensiamo che sia il caso di mutuare questa esperienza e modellarla sulla realtà italiana, perché se ancora non è stato ancora svolto un lavoro strutturato come il loro, le cifre sborsate dallo Stato italiano per gli indennizzi relativi alle ingiuste detenzioni e ai risarcimenti per gli errori giudiziari dal 1991 al 2018, si aggirano intorno ai 790 milioni di euro. Ma ancora più importante è che dietro queste richieste economiche ci sono persone colpite da un dramma personale che ha modificato le loro vite per essere stati rinchiusi o condannati per reati mai commessi. Questo ci deve obbligare ad affrontare i dubbi, individuare gli errori e portarci verso una riforma del sistema giudiziario e di quello investigativo in particolare. Come avete strutturato il testo pubblicato? Nel libro abbiamo riportato le principali cause di errore, facendo sempre riferimento a casi americani o italiani come esempio, l’omicidio di Meredith Kercher, quello di Yara Gambirasio o quello di Marco Vannini, per citare i più recenti e discussi casi italiani. E per ognuno, abbiamo cercato di individuare e analizzare gli aspetti di maggiore criticità, a partire dagli errori che si commettono nelle prime fasi d’intervento sulla scena del crimine - una fase ancora connotata da troppa superficialità e incompetenza e dunque dalla mancata protezione della scena e da pericolose contaminazioni - o quelli che riguardano prove scientifiche inaffidabili o le dichiarazioni di testimoni e persone informate sui fatti, il cui apporto, è troppo frequentemente relegato a contributi parziali e poco genuini o talmente intempestivi da ridurne l’efficacia. Che conclusioni ne avete tratto? Ne è emerso un quadro a volte preoccupante che mostra problemi comuni e trasversali ai diversi errori che affliggono la giustizia italiana: su tutti, una carente o incompleta preparazione professionale causata dalla

mancata adozione di protocolli d’intervento accreditati o di linee guida che si riversa negativamente sull’attività investigativa e penalizza seriamente ed irrimediabilmente le decisioni del giudice e dunque le sentenze. Ovviamente, nel nostro lavoro di approfondimento e di confronto con il sistema americano e quello internazionale in genere, abbiamo cercato anche di individuare i correttivi e le possibili soluzioni ma ci siamo resi conto che prima di una grande riforma operativa è necessaria soprattutto una profonda rivoluzione culturale: la convinzione, cioè, che accanto a tanti professionisti che ogni giorno già garantiscono l’eccellenza, la giustizia abbia bisogno di mettere mano ad un sistema di seri programmi di formazione e specializzazione che, in ogni settore, assicurino, costantemente, competenze ed elevati standard di qualità.



Tablet Bike

fotografie di Luca Santagà e Antonietta La Rocca

ANATRE E FANTASMI

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Noooo, non è il piatto forte di un ristorante. E’ il succo, la crema di un bellissimo fine settimana di questo inizio d’estate. Andiamo con ordine: volevamo fare un giro in bici in qualche posto incontaminato, magari in un angolo nascosto e meraviglioso di cui questa splendida regione sembra avere una scorta infinita. Lo abbiamo trovato questa volta in provincia di Frosinone, proprio a ridosso del Parco Nazionale d’ Abruzzo. La chicca in questione è il lago di Posta Fibreno, conosciuto anche come lago della Posta, uno specchio d’ acqua che per bellezza e trasparenza non ha nulla da invidiare ad un lago alpino. Ma c’è di più: si tratta di una riserva naturale, un ecosistema unico dove coesistono specie di pesci e uccelli che si possono trovare solo qui. Dopo una serie di escursioni lunghe e faticose, ci meritiamo, solo per un giorno di prendercela proprio comoda; non si tratterà quindi solo di pedalare ma anche di osservare da vicino la natura, senza fatica e senza fretta. Arrivare qui è fin troppo semplice: da Roma, con l’ autostrada fino a Ferentino,

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poi la superstrada per Sora, e dopo una manciata di chilometri eccoci in un vero paradiso. Secondo il noto principio per il quale appena è estate ci si accalca tutti al mare, qui non c’è quasi nessuno. Parcheggiamo all’ ombra di un salice e ci avviciniamo alla riva del lago, ma prima ci rinfreschiamo bevendo l’ acqua della sorgente che lo alimenta e lo rende così dinamico e trasparente. Che meraviglia! quest’ acqua proviene direttamente dai Monti della Marsica, è ghiacciata e pura, sgorga con forza da un tubo di ferro che esce dalla roccia, a lato della strada. Chi arriva viene accolto con questa disarmante semplicità, e noi ”cittadini”queste cose non le ricordiamo nemmeno più. Alla nostra sinistra, si staglia il lago nel suo splendore. La prima impressione è che l’ acqua proprio non ci sia. E’ così trasparente che anatre

e folaghe sembrano sospese a mezz’aria. Ci sono decine di uccelli, che sguazzano pigramente nell’ acqua e tra la rigogliosa vegetazione incuranti della presenza umana; provo a cercarlo nella memoria, ma trovare un esempio altrettanto armonico tra uomo e natura mi è proprio difficile. Torniamo in fretta all’ auto e scarichiamo le bici: troppo forte la tentazione di fare subito un giro sulla strada che costeggia il lago. Subito ci avvolge il profumo dei tigli e dei fichi, pedaliamo lentamente per non perdere nemmeno uno scorcio di questo spettacolo che sembra appartenere ad un mondo lontano ed invece è proprio qui, a due passi da casa. La nostra colonna sonora, nell’ aria tiepida ed immobile, è il gracidare delle rane rotto ogni tanto dall’ esilarante dialogo tra papere che si disputano qualcosa da mangiare o richiamano la prole all’ ordine. Si procede lungo il lago in senso antiorario, e dopo


aver superato un piccolo agglomerato di case e qualche grazioso ristorantino che si affaccia sull’ acqua, si entra in aperta campagna. Lo scenario muta ancora una volta: il colore intenso dei campi ammanta d’oro tutta la vallata. Il nastro asfaltato che la fende serpeggia per pochi chilometri fino alla strada provinciale che ci riporterà verso il lago. Quest’ ultimo, in effetti ha anche un emissario, il Fibreno, meglio conosciuto come il fiume di Cicerone. Transitiamo su un ponte e non possiamo che fermarci all’ ombra per guardare le acque cristalline che scorrono qualche metro sotto di noi. Forse in altre situazioni avremmo avuto caldo, ma la presenza di acqua fredda ovunque, dà almeno la sensazione di rimanere freschi. Quindi ci rimettiamo in moto e non vediamo l’ ora di esplorare la riva opposta. Qui le cose si complicano un poco: il sentiero che conduce al canneto ed alla relativa isola galleggiante è completamente sott’ acqua e il guado per raggiungere la passerella in legno è lungo e piuttosto profondo. Ma noi siamo pressoché inarrestabili e quindi pedaliamo in una spanna abbondante d’acqua fino a questa bella passerella che si infila in un canneto fittissimo, per arrivare ad una baracca di legno dove si possono guardare gli uccelli sul lago senza disturbarli. Lo spettacolo è garantito, ma quello che mi ha colpito di più è il silenzio ed il senso di pace che questo posto regala a chi lo visita. E così seduti all’ ombra, con i piedi penzolanti sull’ acqua, ci godiamo la vista lasciando che scorra il tempo, che da queste parti sembra avere un’ importanza relativa, finchè la fame non comincia a farsi sentire. Ci spostiamo di qualche centinaio di metri ed eccoci seduti sotto un pergolato a consumare un pranzo tardivo. Domani scorrazzeremo verso le alture e sarà una giornata faticosa ma oggi…solo relax. Tutto molto bello. Ma arrivati ad un certo punto vi chiederete che cosa c’entrano i fantasmi con tutto questo. Ve lo spiego subito. Per la notte, abbiamo prenotato un’ intera casa

nelle vicinanze del lago. Tutto ci aspettavamo ma non di capitare in un posto così particolare e misterioso. A poco meno di quattro chilometri dalle nostre amiche anatre, arroccato su un’ altura si trova un borgo che è una vera perla. Vicalvi è un paesino silenzioso e fresco che si raggiunge dopo una facile salita. L’ immancabile castello che è visibile in tutta la valle, spicca sulla cima nel cielo azzurro. Solo una volta entrati in casa veniamo a sapere che le mura del maniero, a pochi metri da noi racchiudono uno dei misteri più affascinanti sulle antiche dimore del Lazio. Qui si tratta nientemeno che di un fantasma: siamo nel XV secolo. Nel castello viveva una donna dai lunghi capelli neri e di rara bellezza, tale Alejandra Maddaloni, moglie di un nobile di origini spagnole. Costui era spesso assente dal castello per combattere contro gli angioini. La castellana, non ha fatto altro che…diciamo riempire le pause adescando i giovani della zona promettendo loro intense notti d’ amore. Forse le sarebbe anche andata bene, ma la signora in questione ha forzato un tantino la mano al fato: con la collaborazione di un suo fidato sgherro, faceva in modo che i giovani spasimanti non uscissero più dal castello la mattina seguente. Essi in realtà, sembravano svanire proprio nel nulla. Nonostante i corpi dei malcapitati venissero seppelliti lontano dal maniero, alcuni di questi vennero ritrovati orrendamente straziati; le voci cominciarono a girare ed immancabilmente arrivarono al marito di lei. Un’

approfondita indagine rivelò l’ intera storia ed il nobile, sopraffatto dalla rabbia e dal dolore incatenò la bella Alejandra e la murò viva nel castello. Sembra che il suo fantasma si palesi talvolta preceduto da uno sferragliare di catene e quant’ altro. Questa storia affascinante, più che spaventarci ci ha incuriosito ed è stato piacevolissimo ascoltarla in giardino, sotto una candida volta di stelle nel silenzio irreale che in città è impossibile avere. Dopo una buona notte di sonno ed una colazione monumentale, percorriamo a piedi i pochi metri che ci separano dal cuore del castello, che ora sembra tranquillo ma che è stato teatro nel corso dei secoli, di tanti episodi avvolti dal mistero, e che nel borgo vengono attribuiti allo spirito della castellana incatenata. Noi siamo pronti per un’ altra fantastica giornata in bici, ma Il nostro sconfinamento nel Parco Nazionale d’ Abruzzo è un’altra storia e merita di essere raccontata a parte. Tornati a casa rimane il ricordo di questi due giorni intensi; abbiamo pedalato in lungo e in largo in un territorio ricco di bellezze naturali, suggestioni e gente cordiale. Ma soprattutto ci siamo presi più tempo, abbiamo osservato più attentamente, abbiamo riflettuto. La poetessa e scrittrice canadese Anne Carson dice saggiamente:” l’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.”E noi ci proviamo, Anne…eccome se ci proviamo.

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Tablet musica di Francesco Valente

La Musica in Vacanza. Finalmente è arrivata l’estate che porta con se bilanci, stanchezza e voglia diriposo, concedendoci del tempo da dedicare alle nostre passioni.Piccola parentesi in riferimento alla musica, ma che vale per tutte le attività artistiche, sportive o di artigianato; ognuno di noi coltiva una passione, che consideriamo tale in quanto diversa dalla nostra professione, dal lavoro vero e proprio con cui campiamo e paghiamo le bollette e cresciamo i figli, questa differenza porta con se un pregiudizio che per sua natura in genere è formale….. ma dove voglio arrivare con questo discorso prima che mi incasino da solo e poi perdo il filo del discorso stesso??? Voglio semplicemente dire che ho incontrato e conosciuto tantissime persone che suonano, cantano e scrivono canzoni per “hobby”, ma che non hanno nulla da invidiare a chi lo fa di mestiere, e in diversi casi anche più brave secondo me. L’Estate sembra essere un pò anche il loro momento e allora alé… via la camicia e infiliamo una maglietta degli ACDC, e one two three four e caro Angus Young sei sicuramente un genio… ma ti sto dietro. A me questa cosa piace, e ogni volta che mi esibisco o realizzo un

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brano mi aspetto che a giudicarlo sia un pubblico di esperti sempre o perché lo sono veramente, anche facendo altro nella vita o perché siamo tutti in ogni caso esperti di emozioni.. e la musica, sempre secondo il mio parere, deve emozionare. Invidio spesso la mancanza di sovrastrutture di chi non è impegnato nel quotidiano a dover fare i conti con le note, ho fatto un gioco di paroleeee…scusate.. a fare i conti con i guadagni che l’attività di musicista poi necessariamente richiede visto che abbiamo deciso di camparci.. c’è una componente che io ritengo

fondamentale, soprattutto in ambito creativo, che è il gioco, cioè quell’attitudine tipica dei bambini che fantasticando immaginano meraviglie anche da una scarpa spaiata o da un tappeto…volante. Che poi in lingua Inglese “Play” ha lo stesso significato sia per

giocare che per suonare!! Ecco vorrei fosse sempre così, vorrei riuscire a dare sempre importanza al gioco come momento creativo, per poi realizzarlo magari con professionalità e competenza perché poi sono necessarie... e servono... e questo mi capita di riscontrarlo in quelle persone che appassionate di Musica la fanno solo per il piacere di farla senza nessun tipo di obbiettivo di altra natura. La rivincita del’ “hobbista “ che mi fa piacere sottolineare e su cui rifletto spesso. Insomma arrivano giornate libere e ci si può dedicare a ciò che visceralmente più ci piace.. io farò archeologia e scoprirò la tomba di Nefertari in Egitto.. poi se un archeologo dovesse scrivere una bella canzone magari facciamo a scambio!! Siamo giunti all’articolo conclusivo di questa stagione di Tablet che ringrazio nelle persone di Cristina e Maurizio, splendidi e sensibili osservatori di quello che succede nel nostro quartiere e ampi dintorni, e che mi hanno dato la possibilità di cimentarmi in questa avventura che ho preso con serietà e leggerezza allo stesso tempo.. e niente quindi grazie! Abbiamo affrontato ogni mese un argomento inerente il meraviglioso mondo della Musica e presentato gli strumenti più conosciuti e per forza di cose tralasciandone altri, molti altri..la maggior parte. Ci rifaremo. E allora buone vacanze e ci rivediamo a Settembre



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DRINK: LO ZINGARO (ispirato al film “Lo chiamavano Jeeg Robot”, di Gabriele Mainetti, 2016)

DRINK: GINGER HILLS (ispirato al film “I Fantastici 4”, di Tim Story, 2005) BARMEN: Giambattista Rizzi e Filippo Veneziani, proprietari e bartender del Southside Cocktail Bar di Monopoli (Bari) INGREDIENTI: 5 cl VII Hills Italian Dry Gin 2 cl King’s Ginger 2 cl succo di limone fresco 1 cl sciroppo di cetriolo homemade Bicchiere: coppetta Garnish: peel di limone e cetriolo fresco PREPARAZIONE: Versare in uno shaker tutti gli ingredienti, shakerare energicamente e filtrare il tutto in una coppetta cocktail, guarnendo con peel di limone e cetriolo fresco. ISPIRAZIONE: Il drink Ginger Hills, realizzato a 4 mani, è ispirato al film I Fantastici 4 perché è composto da 4 ingredienti che, mischiati tra loro, formano una combinazione perfetta proprio come nel film. Il VII Hills Italian Dry Gin, la radice di zenzero del King’s Ginger, limone e cetriolo. Quattro ingredienti freschi e decisi, limpidi ed eroici. A chi assaggia il compito di legare il singolo ingrediente al singolo personaggio, chi sarà Mister Fantastic, la Donna Invisibile, la Torcia Umana e la Cosa?

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DRINK: SOR MARCHE’ (ispirato al film “Il Marchese del Grillo”, di Mario Monicelli, 1981) BARMAN: Antonio De Meo, barmanager del Ristorante Liòn di Roma INGREDIENTI: 4 cl VII Hills Italian Dry Gin Gocce di whisky Laphroaig 10 yo 2 cl Pinot Nero 1,5 cl sciroppo di zucchero 1,5 cl limone Essenza di tabacco Bicchiere: coppa Martini Garnish: arancia essiccata PREPARAZIONE: Versare tutti gli ingredienti in uno shaker e agitare vigorosamente, filtrare il contenuto in una coppa Martini precedentemente raffreddata, decorare con un’arancia essiccata e vaporizzare l’essenza di tabacco in superficie. ISPIRAZIONE: Il Marchese Del Grillo è un film del 1981 con protagonista il grande attore romano Alberto Sordi, nei panni di un ricco, quanto irriverente esponente della nobiltà romana. Il Marchese passa le e proprie giornate organizzando scherzi e burle ai danni dei cittadini e, molto spesso, della sua stessa, autoritaria e bigotta famiglia. Al di là della commedia intrinseca nel film, il protagonista rappresenta un modo di vedere il mondo diverso dalla ‘massa’, attraverso giochi di battute e situazioni paradossali, il tutto condito da abbondante dialetto romanesco. Romano come il VII Hills Italian Dry Gin, forte come il whisky scozzese torbato Laphroaig...

BARMAN: Giovanni Maffeo del quanto basta di Lecce INGREDIENTI: 4 cl VII Hills Italian Dry Gin 2 cl Liquore Strega 1,5 cl aceto di vincotto 1 cl succo di lime fresco 3 dash bitter al sedano Gosling’s Ginger beer Bicchiere: tumbler alto Garnish: uno spicchio di lime PREPARAZIONE Con la tecnica dello shake&strain, versare tutti gli ingredienti, esclusa la ginger beer, all’interno dello shaker e shakerare con forza. Filtrare il tutto in un bicchiere tumbler alto raffreddato. Colmare il bicchiere di ghiaccio e aggiungere la Gosling’s Ginger Beer. Guarnire con uno spicchio di lime. ISPIRAZIONE: L’ispirazione viene da “Lo chiamavano Jeeg Robot”, in particolare dall’antagonista-rivelazione del film, da cui deriva il nome del drink, “Lo zingaro”, il “bastardo sofferente”. L’uso del VII Hills Italian Dry Gin è dovuto al fatto che la storia è ambientata tra i Sette Colli romani. Legandolo al Liquore Strega, evergreen come la musica in testa al personaggio. Al posto del cordial lime, l’aceto di vin cotto (la parola ‘cotto’ stessa riporta a una scena del film). Quindi il bitter al sedano, per esaltare una delle botaniche principali del VII Hills Italian Dry Gin, per poi chiudere con la Gosling’s Ginger Beer e uno spicchio di lime. Un drink fresco, come la ventata d’aria portata dal film nel panorama italiano.


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Masi In Forma

di Marina Grappasonni - Masi Beauty Center - 06/52361800

Correggere la postura per combattere la cellulite con la medicina più antica:

il MASSAGGIO

Lo so, parlare di cellulite in estate può sembrare scontato, però che ti piaccia o no in estate la cellulite è esposta, sotto gli occhi di tutti, e l’attenzione cade sempre lì. E come a noi cade l’occhio sulla cellulite delle altre donne (ammettiamolo) alle altre donne cadrà sempre l’occhio su nostri glutei. A pensarlo è fastidioso ma è la nostra natura; non c’è cattiveria forse più curiosità! Curiosità di capire quale trattamento si nasconde dietro a delle cosce perfette. In questo articolo voglio dirti che non c’è sempre un trattamento (o non solo), bensì che a volte possono fare la differenza delle semplici correzioni a vizi del nostro quotidiano. La chiave di molti problemi di cellulite la si può trovare spesso in una cattiva postura. Una cattiva abitudine che, se correggerai, ti aiuterà ad avere delle cosce più liscie e toniche, un ventre più contenuto ed un aspetto in generale più attraente. Una postura sbagliata rallenta il flusso sanguigno linfatico comportando la riduzione del drenaggio venoso e causando l’edema. Come se non bastasse quando non teniamo la schiena dritta favoriamo una ovvia tensione lombare che porta al rilassamento dei muscoli addominali causando la comparsa della tanto odiata “pancetta”. Praticamente una tragedia: in men che non si dica ci siamo trovate incurvate con la cellulite e la pancetta.

Come fare? Tutti noi abbiamo difetti posturali causati dalle scarpe che portiamo, dalle borse, dalll’utilizzo dei cellulari, dal tipo di lavoro che facciamo e da una serie infinita di nostre cattive abitudini Per correggere una postura sbagliata la prima cosa da fare è una valutazione posturale con un professionista che abbia studi adeguati e sia abituato a “manipolare “corpi. Meglio evitare chiunque si improvvisi consulente posturale dando consigli sommari e affrettati imparati chissà dove e chissà come! Migliore sarà la postura, minore sarà la cellulite, minore sarà la pancetta, e in più, il nuovo modo di camminare dritto e fiero, ti darà un fascino in più. Ovviamente, in tutto questo, un massaggio terapeutico dedicato alla correzione della postura e alla riabilitazione della circolazione non potra’ che fare del bene al tuo organismo e sarà un vero toccasana per aiutarlo a “ri-assettarsi” dallo stress quotidiano che inevitabilmente ci colpisce. Il massaggio ad oggi presenta numerose applicazioni ed il suo campo di azione è veramente vasto. I benefici di questa pratica sono riconosciuti sin dall’antichità tanto che si può affermare che l’arte medica abbia avuto inizio dal massaggio! Proprio per le proprietà che il massaggio esercita sul corpo e per gli importanti risultati che si possono ottenere (chi mi conosce come le persone che frequentano il mio centro sanno che sono da sempre una fautrice

del massaggio), il consiglio che ti do quando scegli la persona che deve farti un massaggio, è di verificarne le competenze e la conoscenza che ha delle molteplici tecniche e discipline. Non avere paura a chiedere e a indagare sulla sua professionalità. Informati sulle specializzazioni maturate e, perché no, anche sui corsi tecnici che ha eseguito. Stai affidando il tuo corpo ad una persona non ad un macchinario, e quindi hai il dovere, nei tuoi confronti, di affidarti a chi sia più adatta alle tue necessità. Va da sé che un’estetista preparata solo sui massaggi estetici, o che è stata formata esclusivamente per eseguire i protocolli di base, per quanto bravissima non darà mai lo stesso risultato di una professionista formata, che di volta in volta saprà, grazie alla sua esperienza e alla sua sensibilità, osservare ed ascoltare il tuo corpo, individuare le tecniche adeguate alla necessità e al fabbisogno del momento, e che sappia capire realmente il problema ed intervenire su quello. Attraverso il suo effetto di decompressione oltre ad una azione angioigenica, il massaggio favorisce il rilascio di sostanze benefiche, come ad esempio le endorfine migliorando il benessere psicosomatico generale! Un saluto in bellezza e .. buona postura!! Marina GRAPPASONNI, Beauty therapist Per informazioni e approfondimenti puoi scrivermi a info@masiestetica.it

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Come qualche ritocchino… Ci può aiutare a vivere meglio… INTERVISTA AD UNA LETTRICE CHE CI RACCONTA LA SUA STORIA

Ringiovanire di qualche anno? perché no? Ciao Rita… Raccontaci un po’ di te… Quanti anni hai? Mi chiamo Rita, ho 63 anni, ma sinceramente me ne sento decisamente meno… Non credo che la carta d’identità sia così importante, la cosa che conta di più è la percezione che abbiamo della nostro essere: quello che ci permette di vivere felici o infelici. Che fai nella vita? Sono da pochi anni in pensione, ero una dirigente ENI, ho girato il mondo per lavoro ed ora mi dedico a varie attività, ma soprattutto a me stessa e a mio marito. Cosa pensi della medicina estetica? Cosa ti ha portato ad avvicinarti ad essa? Non hai paura di cambiare troppo? Considero la medicina estetica come uno strumento per prendersi cura di se stessi, un po’ come andare in palestra, andare dal parrucchiere o curarsi le unghie… Oggi il concetto di Benessere è stato giustamente rivisto: una volta stare in salute significava sostanzialmente non avere malattie importanti, oggi lo stare in salute è un concetto più ampio che considera lo stato psico-fisico nel suo insieme. Prendermi cura di me stessa mi fa sentire bene, a mio agio con il corpo e perché no, anche un po più bella. Dedicare del tempo a noi stessi come passare un week-end in una SPA, mangiare sano e bene o coccolare il nostro cane credo che rafforzi il nostro spirito ed il nostro sistema immunitario. La medicina estetica la considero un anti-aging fondamentale, non perché non bisogna invecchiare, ma se lo possiamo fare nel miglior modo possibile, perché no? La considero una vera e propria cura della mia pelle, senza ovviamente esagerare, ma questo sta al gusto di ognuno di noi; si possono fare tanti trattamenti pur rimanendo sobri ed eleganti… No, non ho paura di cambiare troppo, se cambiare significa stare meglio! Qual’è la parte a cui tieni di più del tuo viso? Difficile rispondere, ma sicuramente la bocca rappresentando la parte centrale del volto è un po’ come il nostro biglietto da visita. Vi faccio vedere come era qualche anno fa la mia bocca. La scelta estetica è stata quella di non modificarne la forma, ma semplicemente di recuperare i volumi e la definizione che avevo 15 anni prima…

Si fa… Ma non si dice!!!

Una citazione che amo di Michael Althsuler è: “La cattiva notizia è che il tempo vola… La buona notizia è che sei il pilota”. Quante donne o uomini, secondo te, fanno qualche ritocchino, ma non lo dicono? Ah… Non ne avete idea! Tutti negano, ma vi assicuro che i numeri sono incredibili… Questo articolo del 2012 parla delle donne italiane, come delle più rifatte d’Europa: pensate nel 2019.

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Un consiglio a chi si vuole approcciare a tali metodiche? Ricordatevi che si chiama MEDICINA ESTETICA… Pertanto la prima cosa è affidatevi a medici comprovati; non scegliete il vostro professionista in base a prezzi convenienti o offerte di mercato: la professionalità significa saper scegliere anche il giusto trattamento per voi o scegliere il giusto prodotto di qualità o il macchinario più performante. Non può esistere Medicina o Chirurgia Estetica a basso costo: non si rischia con la salute; è come scegliere una avvocato economico e rischiare la galera, ma in questo caso, si rischia ancora di più:la salute. Grazie Rita per il tuo contributo.

Hai mai fatto trattamenti di Chirurgia Estetica? No, non mi è capitato perché al momento non necessario, ma un domani se penserò che potrà essere utile tirare su un po’ la mia palpebra, perché no? L’importante è sempre non esagerare altrimenti si eccede! Cosa rispondi a chi critica la Medicina e la Chirurgia Estetica? Rispondo che il libero arbitrio, credo, sia il più grande dono che ci ha donato Dio; la libertà di vivere al nostro meglio è ciò che ci caratterizza. Alcune reticenze sulla medicina estetica sono tipiche del centro sud, in cui le persone si vergognano di dire di aver fatto qualche ritocchino; in città del nord rappresenta invece più uno status symbol.

Non so secondo voi…

Ma io mi sento meglio adesso!!!


ONDE ACUSTICHE

TUTTI NE PARLANO… MA COSA SONO? RIGENERARE I TESSUTI, SCONFIGGERE LE CELLULITE, DISTRUGGERE IL GRASSO CON LA TECNOLOGIA DI ULTIMA GENERAZIONE

Il trattamento ad onde acustiche “Acoustic Wave Therapy” o brevemente AWT®, è un processo che utilizza i naturali meccanismi di riparazione del corpo umano per rassodare, rigenerare e mobilizzare il tessuto adiposo, attraverso delle onde sonore , che mandano in risonanza i tessuti. Le onde utilizzate vengono somministrate al paziente dall’esterno, con un dispositivo a contatto con la pelle, senza l’utilizzo di aghi e senza creare alcun danno ai tessuti. Gli effetti di queste onde acustiche migliorano la “permeabilità della membrana cellulare” con effetto immediato di riassorbimento dei liquidi in eccesso, una forma di ginnastica per cute, linfatico e tessuti sottocutanei. Il risultato sarà un tessuto drenato, compatto ed una pelle più elastica.

Nell’80% dei casi, la tipica pelle a buccia d’arancia si sviluppa su cosce, glutei, fianchi e braccia. La cellulite è diventata un problema frequente nella nostra società che spesso implica una diminuzione della qualità della vita dovuta al disagio psichico che tale patologia può creare. Le onde acustiche rappresentano uno strumento terapeutico molto efficace per il rimodellamento del corpo e un rimedio efficace contro la cellulite. La cellulite è connessa ad una ridotta capacità di trasporto dei vasi linfatici. Il Trattamento e i macchinari estetici per sconfiggere la cellulite di AWT® STORZ accelerano il flusso linfatico, migliorano il metabolismo e promuovono l‘eliminazione del grasso. L‘applicazione delle onde acustiche sul tessuto ha come effetto una stimolazione delle cellule ed un aumento di permeabilità della membrana, con conseguente drenaggio di acidi grassi e glicerina dalle cellule. I risultati degli studi condotti confermano la straordinaria efficacia delle onde acustiche nel rimodellamento del corpo. L‘applicazione delle stesse nel trattamento AWT® STORZ ha come effetto acuto una mobilizzazione di glicerina e di acidi grassi liberi, garantendo una difesa antiossidativa del tessuto. In uno stato patologico, il sistema linfatico non riesce più ad allontanare dall‘interstizio una quantità sufficiente di molecole proteiche e di prodotti catabolici per farli passare nel circolo venoso. L‘applicazione delle onde acustiche induce una permeabilità temporanea delle membrane cellulari che porta all‘attivazione delle lipasi, enzimi responsabili della scissione dei grassi.

Le rughe sono una conseguenza naturale dell’invecchiamento, dai 25 anni (circa) la pelle comincia a invecchiare, il tessuto connettivo accumula meno umidità e cala la produzione di cellule. Queste piccole piaghe sono il risultato della minore elasticità delle fibre del derma con effetti particolarmente evidenti sul viso: contorno labbra, perilabiali, perioculari e periorali. Per combattere la perdita di elasticità, le onde acustiche stimolano i fibroblasti in profondità all’interno della pelle per ripristinare la produzione di collagene ed elastina. Un trattamento estetico naturale per le rughe, che promuovono il rinnovamento cellulare per migliorare la densità della pelle, donandole un aspetto più liscio e sano.

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Ha aperto da poche settimane il nuovo centro estetico di UNICA, zona Axa Casalpalocco. Uno spazio beauty dove poter regalare a sè stesse dei momenti dedicati alla cura della propria estetica grazie alle professionalità di Flavia, visagista e make - up artist, e di Rita, esperta nella cura delle mani, dei piedi e nails artist. I servizi offerti vanno quindi dai trattamenti mani e piedi, sia tradizionali che con gel, acrigel, slim gel(grandissima novità) acrilico e semipermanente, agli interventi su ciglia, sopracciglia e labbra con trucco permanente, extension e laminazione.

trattamento all’hennè

Ne parliamo con Flavia, giovane figlia della proprietaria del Centro, cominciando con il trucco permanente. trucco permanente con dermografo

allungamento ciglia

microblending

Microblending, dermopigmentazione, ci sono vari termini per identificarlo o è la stessa cosa? Cambia lo strumento che viene utilizzato. Il trucco permanente viene fatto con il dermografo, una macchinetta che va a pulsazioni con degli aghi. Il microblending è la stessa cosa ma il trattamento è manuale e più delicato. Si utilizza un ‘tool’, uno strumento con le cui lame si realizzano delle micro incisioni che danno forma ai peletti e fa sfumature. Quanto dura un trucco permanente? Dura dai 6 mesi a 1 anno e dipende dal tipo di pelle della persona. È un trattamento più superficiale di un tatuaggio e anche i pigmenti sono diversi. È così possibile effettuare eventuali modifiche nel tempo senza che il trattamento sia vincolante negli anni. Per ogni trattamento c’è una prima volta e poi un ritocco-revisione dopo circa 50/60 giorni per valutare meglio la reazione della pelle. Alla fine del trattamento i colori sono molto intensi ma dopo la cicatrizzazione e la formazione di cheratina, che sembrano far svanire il trattamento, i colori si stabiliscono in modo corretto mantenendosi molto a lungo per tutto il periodo previsto. Come funziona il trattamento? Per prima cosa sviluppo con la cliente un progetto che in genere media le sue richieste con i miei consigli. Studiamo i colori adatti secondo il tipo di carnagione, di pelo e di mucosa, rispettando soprattutto il colore dei peli e del loro tono, se caldo o se freddo. Per le sopracciglia faccio anche il trattamento all’hennè che tinge la pelle per una durata di circa 2 settimane, una soluzione meno invasiva e dispendiosa ma di breve durata. Anche per le labbra si usa lo stesso procedimento, sia per il contorno che per il riempimento. È utile per chi non ha i contorni labbra ben definiti e si trucca tutti i giorni per darne forma e definizione.

laminazione

trucco permanente labbra

Ci sono controindicazioni? Non in particolare, ma alcune accortezze vanno prese come per esempio evitare di farlo nei periodi di allattamento oppure se si prendono medicinali come gli anticoagulanti. Bisogna stare attenti ad eventuali allergie ai pigmenti, e per ovviare si fanno delle prove. Qual è la tipologia di cliente che chiede questi trattamenti? Sono le donne che vorrebbero vedersi sempre in ordine. donne di tutte le età che vogliono dare una forma armoniosa al proprio viso e vogliono poterla mantenere il più a lungo possibile. Soprattutto la cura dello sguardo. A tal proposito parliamo dei trattamenti alle ciglia. L’allungamento, o extension, è un infoltimento delle ciglia, attraverso l’applicazione di ciuffetti sul pelo. L’intensità e la lunghezza dipende dalla richiesta della cliente, dallo stato di salute del pelo e dai miei consigli volti sempre alla tutela della cliente e del suo sguardo. La laminazione, invece, è un trattamento per le ciglia che oltre a nutrirle, a rinforzarle, e nel corso del tempo anche lievemente ad allungarle, le curva e le colora.

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Quali sono altri servizi che vengono fatti nel vostro Centro? Forniamo i servizi tradizionali di trucco, di make up per una serata, per un evento fino ad arrivare al trucco sposa. Per la sposa fornisco un servizio particolare supportando la cliente molto tempo prima del fatidico giorno con consigli di beauty routine quotidiana che la portino il giorno del trucco ad avere la pelle nelle migliori condizioni. È un giorno speciale in cui sarà sempre al centro dell’attenzione e deve essere per questo motivo impeccabile. Poi manicure e pedicure, curativo ed estetico, sia tradizionale che semipermanente.

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Un Posto Tranquillo Dott.ssa Giulia Migani Psicologa / Psicoterapeuta Analista transazionale socio-cognitiva Mediatore Feuerstein PAS Basic e Standard I livello EMAIL: giuliamigani@yahoo.it Cellulare: 338 3839479

VACANZE: CHE ANSIA!

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Estate… finalmente è giunto il momento di godersi le tanto meritate ed agognate vacanze! La maggior parte di noi sogna di girare il mondo e di vivere momenti gratificanti ed entusiasmanti. Ma, sembra incredibile a dirsi, non per tutti è così semplice affrontare questa esperienza: tante persone vivono con difficoltà questa situazione e prima di partire provano una sensazione spiacevole. Magari tutto sembra andare per il verso giusto ma, ad un certo punto, si comincia a provare sgradevoli sintomi: mille pensieri che affollano la testa, un senso persistente di inquietudine, il battito cardiaco che aumenta e la respirazione che si fa frettolosa… Eccola, è l’ansia da viaggio. Ma è possibile? A quanto pare sì: dover pianificare la vacanza, uscire dalla propria zona di comfort, dover preparare tante cose, trovarsi ad affrontare la paura di allontanarsi dalle proprie tranquillità quotidiane può essere per alcune persone un fattore di stress (a volte anche molto intenso) che riduce il piacere di andare in vacanza. Dell’ansia da rientro ne abbiamo già parlato ma dell’ansia che precede la partenza è qualcosa di cui si parla poco e che affligge moltissimi viaggiatori. “Starò bene e mi divertirò in questo viaggio? Cosa metto in valigia? Sono abbastanza i giorni a disposizione per fare tutto?”. Di solito sono queste le domande che affollano la mente prima della partenza e la situazione può addirittura peggiorare quando chiudiamo la porta di casa: infatti arriva la sensazione di aver dimenticato qualcosa: “Avrò chiuso acqua, luce e gas? Ho preso tutto? Andrà tutto bene a casa mentre sarò via?. La lista delle domande che ci si pone prima di partire potrebbe essere infinita. Si tratta di quesiti più o meno razionali, che celano spesso un vissuto di ansia preesistente, facendo diventare il viaggio un momento di stress poco piacevole. Alcune persone provano un’ansia generalizzata la maggior parte del proprio tempo, altre sperimentano angoscia acuta e improvvisa, veri e propri attacchi di panico, che li paralizza di fronte all’idea di uno spostamento. Inoltre, c’è chi ha paura di alcuni aspetti specifici, specifiche fobie, che vive percependo

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estrema pericolosità e terrore. Ad attacchi di panico e fobie dedicheremo articoli specifici e in questa sede parliamo invece dell’ansia generalizzata dovuta alle vacanze. Il sito dedicato ai viaggi lastminute.com, ha svolto un sondaggio per capire quali siano le preoccupazioni maggiori che affliggono i viaggiatori prima della partenza. E il primo dato è molto interessante: solo un italiano su 5 è in grado di vivere l’organizzazione, la partenza e il rientro a casa con entusiasmo. Gli altri sono invece preda di ansia e stress. Questi sono i principali motivi di preoccupazione: pensare di aver dimenticato di fare qualcosa prima della partenza, lo stress per organizzare il trasporto, la preparazione dei bagagli, la preparazione di tutti i documenti necessari e lo sbrigare le pratiche burocratiche, il timore di non riuscire a godersi a pieno la vacanza, la paura che manchi Internet e Wi-Fi, risolvere tutti i problemi lasciati in sospeso al lavoro e fare un passaggio di consegne prima delle ferie e infine il dover annullare il viaggio per qualche imprevisto. Lo stress per il viaggio e l’ansia che da esso deriva sono sicuramente sintomi spiacevoli, che possono condizionare pesantemente e arrivare a compromettere tutto il piacere di andare in vacanza, ma la buona notizia è che comunque i sintomi e le reazioni ansiose si possono riconoscere e controllare, così da ridurli con alcuni piccoli accorgimenti e qualche consiglio professionale. Come superare dunque l’ansia da viaggio?

sono ricercati, ma senza esagerare e senza sottoporre ad eccessivi stress un organismo che magari non ce la fa a sostenerli. Inoltre, molte persone, quando pianificano una vacanza avvertono il bisogno di tenere tutto sotto controllo e di programmare ogni minuto. Magari perché percepiscono come “vuoto” la mancanza degli schemi a cui sono abituati nella vita di tutti giorni e questo vuoto genera ansia… o anche perché si dicono che in pochi giorni vogliono per forza compiere tutto quello che non riescono a fare nel resto dell’anno e quindi si “iperattivano”… Per riuscire a staccare la spina in modo “sano” può invece essere più utile abbandonarsi a esperienze nuove, lasciandosi trasportare anche dalle casualità. E il “vuoto” può essere considerato come meritato momento di relax e di riposo. 3 Pianificare per tempo e non lasciare lavoro in sospeso: nei giorni che precedono la partenza aiuta ad abbassare il livello di ansia la strategia di “organizzare” la pianificazione. Come? Facendo il classico elenco di tutte le cose da concludere e un piccolo planning di quando e come farlo. Pur se nei giorni prima della partenza è naturale accelerare i ritmi lavorativi e affrontare tante questioni casalinghe, l’organizzazione e il cercare la collaborazione dalle persone a noi vicine sono strategie vincenti che aiutano a non sentirsi troppo affannati e in ansia.

1 Ascoltare se stessi e riconoscere le proprie esigenze: tanti sono i motivi di stress già nella fase dei preparativi e della scelta della meta… le date, il budget, le volontà e necessità di familiari o amici che viaggiano con noi. Ascoltiamoci e riconosciamo ciò di cui abbiamo davvero bisogno, stabiliamo priorità e compromessi con chi viaggia con noi, facendo in modo che i desideri di tutti vengano rispettati, per quanto è possibile.

4 Non temere eventuali imprevisti: l’organizzazione è necessaria ma inseguire una eccessiva perfezione può condurre a provare ansia. C’è la possibilità di scordarsi qualcosa o di incappare in qualche contrattempo ma l’importante è darsi credito rispetto alle proprie capacità di recupero e problem solving. Accogliete dunque i possibili imprevisti con spirito pratico e un sorriso e considerateli un’occasione per mettere alla prova la vostra creatività. Ma che fare se, nonostante questi accorgimenti, l’ansia arriva lo stesso?

2 Evitare di strafare e non temere gli “spazi vuoti”: in vacanza gli orari e i ritmi cambiano, ma attenzione a non esagerare. Feste, divertimento (con i conseguenti stravizi alimentari)

5 Non criticare e non ostacolare l’ansia: di per sé, essa non è una nostra nemica ma anzi è un utile segnale che ci dice che qualcosa non funziona e che ci sprona a trovare soluzioni


efficaci per noi. Accettate dunque questa sensazione, senza giudicarvi negativamente e ascoltate il vostro corpo per capire cosa lui sta chiedendovi in quel momento. Per contenerla, fermatevi e respirate profondamente e provate a mettere in atto semplici tecniche di rilassamento. 6 Spostare su altro l’attenzione: spostare l’attenzione su qualcosa di piacevole per voi, come ascoltare musica, fare una passeggiata, leggere un libro, fare una chiacchierata al telefono o guardare un film divertente. Il distogliere l’attenzione dai sintomi dell’ansia (come il battito cardiaco accelerato e la respirazione difficoltosa) aiuta a recuperare velocemente l’equilibrio dell’organismo. 7 Pensare positivo e porsi domande di autoriflessione: quando si ha la tendenza a rimuginare o a preoccuparsi, è importante imparare ad interrompere il flusso di pensieri negativi. Come? Con la tecnica del blocco del pensiero (quando si riconosce il loop di pensieri negativi basta dirsi Stop!) e con quella della sostituzione: ricercare nella mente immagini e ricordi positivi, qualcosa grazie alla quale si è provato piacere e benessere. Una volta superato il momento di criticità, è possibile aiutarsi con un dialogo

interiore che ci aiuti ad esplorare e a sostenerci, per esempio con delle domande: “Se faccio in questo modo so che sto male, per cui cosa posso fare di diverso? So che se rimugino su qualcosa sto male, quindi come posso distrarmi da questo pensiero? E cosa posso dirmi quando vedo che comincio a rimuginare e a preoccuparmi?”. Ricordate che il nostro dialogo interiore è l’arma più potente che abbiamo per aiutare noi stessi nei momenti di difficoltà. Infine, se l’ansia è davvero eccessiva, chiedere aiuto: qualora l’ansia diventasse un fattore sempre presente ed invalidante, se da soli sembra difficile

uscire da questo stato angoscioso, può essere necessario chiedere aiuto a un professionista, uno psicologo che sappia lavorare insieme a voi per aiutare a gestire le dinamiche ansiose. L’intervento psicologico aiuta a definire qual è la quota tollerabile di ansia, promuove le capacità personali di gestione della stessa e potenzia le risorse psicologiche alle quali fare riferimenti in momenti critiche che possano verificarsi durante il viaggio. Buone vacanze senza ansia e stress, dunque, e arrivederci a settembre!


Tablet viaggi di Oriana Orlandi

Estate 2019:

le mete preferite dagli italiani

Circa un italiano su tre ha aumentato il suo budget per le vacanze rispetto all’estate 2018. Oltre al budget è aumentata anche la durata, per oltre il 25% dei rispondenti quest’anno infatti le vacanze dureranno di più dell’anno scorso, risultato emerso dal Summer Vacation Destinations Report 2019 di TripAdvisor. Il mare risulta essere sempre la meta preferita da parte degli italiani che scelgono le loro vacanze; infatti per quanto riguarda le località italiane la regina indiscussa dell’estate che troviamo sulla vetta del podio per il secondo anno consecutivo è l’Isola d’Elba seguita da Rimini e Riccione. Al quarto posto troviamo Vieste con le sue acque cristalline seguita da Ischia, Villasimius in Sardegna e Ricadi in Calabria. All’ottavo posto della classifica troviamo Roma, unica meta non balneare della top ten ma che desta sempre l‘interesse di milioni di italiani che non scelgono il mare ma decidono di farsi un bagno nella cultura e in tutte le meraviglie che propone la città eterna.

L’attenzione alle dinamiche ambientali è infatti condivisa per fortuna da un numero sempre maggiore di viaggiatori, per i quali l’ecosostenibilità non è soltanto un valore aggiunto, ma è un dato molto importante capace di fare la differenza perfino alla prenotazione del soggiorno.

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A chiudere la classifica troviamo la Sicilia e la Puglia con San vito Lo Capo e Ugento con le loro spiagge mozzafiato. Il mare viene preferito dagli italiani anche all’estero; infatti sono la Grecia e la Spagna a dominare la classifica delle mete internazionali più gettonate dell’estate 2019.

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In Grecia troviamo Creta, che apre la classifica seguita da Santorini e Rodi, mentre in Spagna le città preferite degli italiani sono rispettivamente in ordine di classifica Maiorca, Ibiza e Minorca.

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Ma non c’è solo il mare nei programmi di viaggio estivi degli italiani: Londra è settima nella Top 10 delle mete internazionali, seguita da New York, Sharm El Sheikh che troviamo in nona posizione e che torna ad essere in auge tra le destinazioni predilette per questa estate e in fine troviamo Parigi, che seppur non è bagnata dal mare è piena zeppa di meraviglie tra arte e storia. Un altro dato emerso molto importante è l’attenzione da parte degli italiani al rispetto dell’ambiente, un tema di grande attualità. Uomo e ambiente sono un binomio molto importante ma che non sempre risulta essere in armonia, l’amore per l’ambiente infatti è fatto da piccoli gesti quotidiani e da scelte responsabili che spesso l’uomo non rispetta. Più di un italiano su 4 ha dichiarato che quest’anno presterà maggior attenzione rispetto allo scorso anno cercando di non abbandonare rifiuti nella natura, facendo attenzione a quali mezzi di trasporto utilizzerà per raggiungere la meta del viaggio o addirittura alcuni italiano hanno dichiarato che sceglieranno un hotel eco friendly.

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a cura di Giuseppe Menzio

L’invenzione del francobollo Già nel 1837 in Inghilterra, un certo Rowland Hill pubblicava in un opuscolo ( “Post Office Reform: its Importance and Practicability”) le sue idee su una possibile riforma postale, quanto mai necessaria, considerando che mentre il pubblico era insoddisfatto del servizio, le poste lamentavano un deficit crescente. Tuttavia le novità proposte da Hill se piacquero molto alla gente, non incontrarono il favore delle autorità. Fino ad allora il costo per la spedizione di una lettera, il cosiddetto “porto” veniva pagato dal destinatario al momento della ricezione della posta, e variava in funzione della distanza, delle difficoltà di recapito, delle condizioni della viabilità, ecc. Era comunque piuttosto caro a fronte di notevole lentezza ed inaffidabilità. Inoltre, il destinatario poteva rifiutare di accettare la lettera e quindi di pagare. La grande novità proposta da Hill era di far pagare in anticipo al mittente un porto molto basso, uguale per qualsiasi destinazione all’interno del paese ed in qualunque circostanza, utilizzando una “carta valore” da acquistare in anticipo e sufficientemente piccola da poter essere applicata all’oggetto da spedire (per un peso fino a 7,5 grammi). La carta valore doveva poi essere annullata e timbrata a cura del servizio postale, in modo tale da impedire che potesse essere utilizzata più volte. Hill prevedeva che il costo assai modesto di questa “carta valore” avrebbe fatto crescere moltissimo il volume della corrispondenza, moltiplicando le entrate delle poste, che avrebbero così sanato il loro cronico disavanzo e reso un servizio decisamente migliore al pubblico. Dopo aspri e lunghi dibattiti, l’idea di Rowland Hill, presentata al governo nel 1838, venne finalmente accettata. Come soggetto fu scelto il profilo della Regina Victoria, tratto da una medaglia coniata alcuni anni prima, e per evitare contraffazioni, la testa fu stampata su un fondo cesellato costituito da losanghe ed intrecci molto fitti.

Il 6 Maggio 1840 la “carta valore” da un penny di colore nero, fu messa in vendita. Nasceva così il primo francobollo del mondo ! Era adesivo, cioè aveva la colla al verso (e qualche buontempone disse “ora per spedire una lettera bisogna pure leccare il didietro della regina”…), e non era “dentellato”, quindi veniva staccato dagli altri esemplari del foglio con le forbici. L’incisione della testa della regina era veramente splendida, l’insieme molto elegante, ed il “penny black” è ancora oggi considerato uno dei più bei francobolli mai realizzati. Il successo fu strepitoso. Il pubblico accolse la novità con enorme favore. Basti pensare che mentre nel 1839 le lettere spedite dagli inglesi erano state meno di 40 milioni, nel 1840, cioè dopo l’introduzione del “penny black” esplosero a 170 milioni, e addirittura a 230 milioni l’anno successivo. Contemporaneamente al “penny black” era uscito un secondo francobollo, da 2 pence blu, con la stessa effigie della regina; serviva per il doppio porto, ossia quando la lettera superava il peso di 7,5 grammi.

Morì nel 1879 e venne sepolto nell’ Abbazia di Westminster. Forse neppure lui aveva immaginato che quel piccolo rettangolo di carta, presto imitato da altre nazioni e poi diffuso in tutto il mondo, avrebbe rivoluzionato tutti i sistemi postali e reso enormemente più facili le comunicazioni.

La qualità del servizio postale migliorò drasticamente, il pubblico era molto soddisfatto ed il Royal Post Office finalmente non chiudeva più i bilanci in deficit. Rowland Hill ricevette molti onori e cariche. Fu nominato ministro delle poste e poi sir nel 1860.

Avrebbe poi dato origine ad un hobby, la filatelia, che è fra i più diffusi al mondo, e che quando praticato in un certo modo, coniuga il fascino del collezionismo con il gusto della ricerca storica e non solo.

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Sopra:“Foglietto” commemorativo del 150° anniversario del “penny black”, (Britannia sul suo carro), emesso dal British Post Office nel 1990. Nel francobollo da 20p. l’effigie della regina Elisabetta si sovrappone a quella della regina Vittoria. A sinistra : 1979.“First Day Cover” con foglietto commemorativo del centenario della morte di Rowland Hill. Nei quattro francobolli sono rappresentati, oltre allo stesso Hill, due postini dell’800, e mamma e figlia con lettere della “Uniform Postage” entrata in funzione col “penny black” nel 1840.


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Tablet Scuola a cura di Annalisa Parente

ART.3. I GIOVANI RACCONTANO:

gli alunni della Mozart diventano autori.

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Ancora una volta l’I.C.”W.A.Mozart” vive e racconta un’esperienza didattica e formativa emozionante che riempie il cuore di orgoglio e fierezza. Sabato 22 giugno, presso la Sala Convegni dell’Ostia Antica Park Hotel, ha avuto luogo l’evento conclusivo del concorso letterario “Il Mondo in un libro” ( abbinato alla XXI edizione del Mundialido) inerente al tema INTEGRAZIONE, cui hanno partecipato anche alcuni alunni delle classi 1L, 2H e 3 A del nostro Istituto: Sofia Parisi, Yara Passi, Flavia Duca, Giorgia Luzi, Carola Anna Rossetti (1 L); Giorgia Zannetti, Marta Fois, Emma Galafati, Vittoria Manno, Chiara Nardi, Stefano Baiosto e Paolo Costa ( 2H); Virginia Rosati, Carla Cenname e Beatrice Testa di 3 A che ha conseguito il Primo premio con il racconto Un mondo tinta unita. Venti racconti in cui giovani penne raccontano quelle diversità che l’art.3 della nostra Costituzione recita come eguaglianza e dignità sociale da rispettare sono stati selezionati e raccolti in un libro dal titolo : “ART.3. I GIOVANI RACCONTANO” , edito da Edizioni Coralli, con la preziosa collaborazione delle Biblioteche di Roma, delle Scuole del X Municipio

e del X Municipio, nella figura dell’Assessore alle Politiche sociali e alla Scuola Germana Paoletti. Come scrive Nadia Tomasetta nella prefazione al libro, “ Art. 3 è un’antologia ricca di messaggi, parole di speranza scaturite da penne giovanissime. I ragazzi hanno narrato la propria storia, o quella di altri, con un’intensità emotiva che avvolge il lettore al di là della sintassi e dello stile; preziosi racconti di storie che parlano di coraggio, una miscela di avventure nate dalla disperazione; fughe da inevitabili tragedie attraversando il Mediterraneo, alla ricerca di una vita migliore e nuove possibilità. Episodi ricchi della sofferenza che precede l’integrazione, lunga e mai totale. Una migrazione di corpi che dopo giorni in fila, tutti eguali, diventano persone, ognuna con un messaggio diverso.” I nostri giovani autori hanno partecipato, da protagonisti indiscussi, alla presentazione della loro preziosissima antologia, stringendo il “loro” libro tra le mani, scrigno di splendide ed emozionanti riflessioni che potranno essere lette, amate e – soprattutto- condivise anche con loro coetanei che vivono quelle solitudini e quelle sofferenze, senza il coraggio o la possibilità di esprimerle. E la scrittura, ancora una volta, è risultata la difesa migliore alle proprie paure e a quelle degli altri, veicolando un messaggio di rispetto ed eguaglianza, declinato in venti stili diversi, in venti nomi diversi, in venti volti diversi. Tutti luminosi di coraggio, di speranza, di umanità.

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di Alessandra Lino creativaseriale@gmail.com www.creativaseriale.com 335.64.94.985

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Estate!

Ecco 7 modelli di dondoli sospesi per arredare i vostri spazi esterni

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Ma se i vostri esterni sono più moderni, ecco alcuni dondoli sospesi adatti allo stile delle vostre abitazioni. Dimenticate per un attimo il tradizionale dondolo sospeso e lasciatevi catturare da uno stile nuovo, di design e decisamente moderno.

RING-O by da a [foto 5] Finalmente l’estate è arrivata e, con lei, il tempo di vivere gli spazi esterni, siano giardini o terrazze. Uscite di casa e passate il tempo all’aria aperta! Tra gli arredi outdoor per l’estate 2019, fa capolino il dondolo sospeso, un oggetto romantico che riporta all’infanzia ed è una novità per l’estate 2019. Ecco qui una mini-lista di alcuni dondoli sospesi, pensata per i nostri esterni, su cui rilassarsi all’aria aperta godendosi la bella stagione. Non sono solo comodi rifugi in cui passare bei momenti all’aperto, ma anche veri e propri elementi di arredamento in grado di trasformare i nostri ambienti esterni. Ecco come i designer di mobili da esterno hanno reinterpretato il tradizionale dondolo per le nostre giornate d’estate. La scelta è ampia! Quindi, lasciatevi guidare dai vostri gusti, stile di arredamento ed esigenze. Bitta by Kettal [Foto 1] Disponibile sia nella versione poltrona sia in quella sofà, questo arredo da esterno sospeso è stato progettato dall’architetto e designer Rodolfo Dordoni: sospeso su 4 funi regolabili, che permettono di scegliere l’altezza da terra, è disponibile in varie colorazioni e finiture.

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Palaos – Maison Du Monde [foto 6] Da fissare a soffitto o su altro supporto, dotata di 2 mt di catena, questa poltrona dondolante è adatta sia per le terrazze che per i giardini. I cuscini rendono comoda la seduta di questo “nido” metallico, dove resta a vista la trama della struttura in metallo opaco bianco. E’ perfetto per arredamenti moderni.

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Swingrest Collection - Dedon [foto 2] Pronti a perdere la testa?! Ecco qui la Swingrest Collection by Dedon. La linea di arredi da esterni di questa azienda tedesca è davvero da capogiro! Si ha la possibilità di scegliere questi divani – dondolo sospesi sia nella classica soluzione a due posti con schienale verticale, sia quella con base circolare munita di postazione portaoggetti. La novità? Che entrambi i dondoli possono essere muniti di una tenda bianca di copertura che, fissata anch’essa in alto, crea un vero e proprio riparo privato immerso nella natura. Dönüs by Alankaram [Foto 3] Come una scultura, questo originale dondolo sospeso viene prodotto da un’azienda indiana, che lo realizza utilizzando legno di quercia o legno di teak. La sinuosità delle linee lo rende adatto anche ad ambienti interni. La seduta è imbottita e la sua lunghezza permette di accogliere anche tre persone contemporaneamente.

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Swing - Paola Lenti [foto 4 ] Per chi vuole dondolare in coppia su una struttura in legno, ecco anche il progetto del 2012 del designer Edward Van Vliet. Realizzato in sassofrasso curvato, questo dondolo sospeso è stato trattato per assicurare una protezione oleo – idrorepellente.

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La seduta sospesa progettata da Saverio Incombenti porta nel giardino un arredo lineare dalla forte personalità, realizzato attraverso un semplice intreccio, in metallo saldato a mano e curvato, disponibile nelle colorazioni del verde, del grigio, dell’azzurro e del bronzo.

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Recliner - Studio Stirling [foto 7] Destinata all’utilizzo di una sola persona alla volta, questa seduta sospesa, in acciaio verniciato a polvere, è caratterizzata da un pattern che rievoca i rami degli alberi. Avvolgente nella forma, si propone come arredo outdoor nel quale tutto il corpo può essere compreso, per poter essere cullati da un dondolio rilassante. 7



Tablet Territorio di Michelangelo Calvano

Un incontro occasionale con l’editore, una breve chiacchierata, e la domanda...“come va Retake?” Ne è passata di acqua sotto i ponti, cara Cristina.. Abbiamo percorso davvero tanta strada e ne abbiamo fatte di tutti i colori! Senza tirar fuori dati numerici, che pure hanno il loro peso, ci piacerebbe solo elencare le tappe e le esperienze che il nostro fantastico gruppo-comunità di Casal Palocco ha maturato nel corso degli ultimi quattro anni, crescendo insieme a tante bellissime realtà romane in Retake Roma, fino a divenire un’ unica grande famiglia. Il nostro pallino, sin dall’inizio, è stato quello di rivolgerci ed operare per e nelle Scuole. Interventi di recupero, fuori e dentro tutti i plessi di Casal Palocco, per proseguire poi con lezioni di speak-up agli studenti delle Scuole Inferiori e Medie, avvalendoci di supporti audiovisivi autoprodotti, molto graditi dai ragazzi. Nell’ambito del quartiere abbiamo presenziato molte volte, con un nostro stand, al mercatino mensile delle Terrazze, spiegando a grandi e piccini cosa Retake fosse. Per ben due anni consecutivi la nostra presenza sul territorio è stata costante, con circa 120 Retake realizzati senza interruzioni. Ciò ha consentito un recupero notevole e veloce del ventennale degrado presente. Cabine, pali, adesivi e

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pubblicità abusive, scritte e tags di ogni tipo e dimensione rimosse da centinaia e centinaia di muri, sportelli, panchine. Chi ti scrive è stato invitato a diventare Socio dell’Associazione, con compiti di coordinamento e supporto su altri 16 gruppi, facilitando l’ingresso di altre realtà di quartiere in Retake.

Data la crescita esponenziale di richieste da altre città, ho seguito inizialmente la nascita di Retake Italia, che sarà il futuro prossimo di Retake. Inutile sottolineare i riconoscimenti che Retake Roma ha ricevuto: i piu’ alti in grado certamente quelli attestati dalla Presidenza della Repubblica a Rebecca Spitzmiller, cofondatrice del Movimento Retake Roma e, in altra occasione, a Simone Baglivo, il nostro piu’ giovane socio. Tornando al gruppo Retakeroma Casalpalocco, dopo i primi due anni di concentrato lavoro localizzato sul territorio, ha iniziato a partecipare ad eventi trasversali insieme ad altri gruppi RetakeRoma (in citta’ ne operano 80), svoltisi in giro per il Centro storico (Colosseo, P.zza Venezia, Fori Imperiali, P.zza

Barberini, V. Sistina, Stadio Flaminio, Ponte Milvio, P.zza Di Spagna etc). Abbiamo dedicato una vettura ad uso esclusivo di Retake, (vedi foto) e molta altra strada si sta facendo, talvolta anche con il supporto morale e fisico della nostra Sindaca che, tra le diverse occasioni, è venuta a sporcarsi le mani per la strada con noi ad Ostiense. 40 città hanno sposato la filosofia della “Rivoluzione gentile” che Retake Roma porta avanti con i suoi ormai tantissimi appassionati volontari. Ho certamente dimenticato di menzionare molte altri aspetti, ma la risposta credo di averla data...Retake c’è! Sempre di più, cresce e prospera nella speranza di svegliare una coscienza (civica) al giorno, per donare alla Città più bella del mondo la dignità che le è dovuta e che le è stata sottratta, a vari livelli, negli ultimi anni. Seguici su:

facebook RetakeRoma Casal Palocco/Axa



Tablet Couture di A.T

Daniele Belli

Difficile, se non impossibile, resistere al fascino della fotografia. Così può succedere che un appartenente al Corpo della Guardia di Finanza si avvicini all’obbiettivo e non se ne distacchi più. Quella di Daniele Belli, 42 anni, residente a Roma, è la storia di un colpo di fulmine che gli ha regalato la straordinaria possibilità di raccontare il mondo che lo circonda dopo averlo osservato da un mirino, aver scelto luce e inquadratura giusta, aver cliccato in quel preciso istante per immortalare l’attimo giusto. Una passione “che nasce da un corso di fotografia-base fatto anni fa e che mi ha portato ad essere il presidente di Inautomatico Fotografia, un’associazione culturale che si occupa di fotografia con base e studio a Roma”. In questo modo, la fotografia è diventata momento di studio, di approfondimento, di condivisione e di piacere. Non appena il lavoro glielo consente, Daniele afferra la sua macchina fotografica e inizia raccontare il mondo come lo vede dai suoi occhi. Una scelta che ha cambiato la tua… prospettiva.Lo confesso: per me, ormai, la fotografia è diventata una sorta di ossessione. Guardo tutto con occhio fotografico, penso solo a come sarebbe possibile fotografare la persona che ho davanti o il luogo. È facile dirlo: la fotografia è una vera e propria passione che mi ha preso l’anima. Non a caso, l’elenco di collaborazioni si è presto allungato. Le collaborazioni più importanti che ho avuto sono quelle con fotografi e modelle molto conosciuti e di fama internazionale; tra questi come fotografi ho avuto il piacere e l’onore di organizzare workshop con Gabriele Rigon, Alberto Buzzanca, Alex Comaschi, Francesco Francia, Paolo Manzini, Dario Broch Ciaroz, Andrea Pizzal, Luca de Nardo e molti altri maestri dell’immagine. Non mancano poi le collaborazioni con alcune delle fotomodelle più ricercate e conosciute del panorama internazionale. Ho scattato con tantissime fotomodelle! Nell’impossibilità di citarle tutte ma nella convinzione di ringraziarle tutte per quel che hanno saputo trasmettermi, mi piace ricordare i set con Martina Meneghini, Marina Saba, Paola Alpago, Giorgia Soleri, Simona Scalia, Azzurra Silvestri, Tess Perrone. Ma l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo… Ho fotografato diversi personaggi dello spettacolo, ma preferisco molto di più lavorare con modelle e modelli. Qual è il tuo rapporto con l’immagine fotografica? Adoro tutta la fotografia che riguarda il ritratto, dal fashion al nudo, cerco di trasmettere delle emozioni cercando di non essere mai volgare, odio chi usa la fotografia semplicemente per tirar fuori il lato sessuale della donna rendendola spesso volgare.

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Che rapporto hai con i social? Li trovi utili per condividere la mia passione con la fotografia, principalmente Facebook e Instagram. CONTACTS Credits Ph. Daniele Belli Instagram: @daniele.belli Website: http://www.inautomatico.it/ia/ Credits Model: Martina Meneghini Instagram: @martina_meneghini_official


Tablet Natura

di Alessandro Polinori , Responsabile CHM Lipu Ostia, Consigliere Nazionale Lipu/BirdLife Italia

Ostia, la rinascita passa attraverso delfini, barriere sommerse, fistioni turchi ed aironi rossi. L’attenzione dei mass media nazionali, nei confronti del nostro Litorale, sembra, per fortuna, negli ultimi mesi, essere rivolta soprattutto ad elementi positivi, in particolare a buone notizie provenienti dal ricco patrimonio di biodiversità del territorio lidense. In tale contesto, sono gli animali a farla da padrone e, su tutti, i meravigliosi delfini, che, con branchi anche di decine di individui, popolano il mare di Ostia. Studiati con passione e competenza dai biologi marini di Oceanomare Delphis, attraverso il progetto “Delfini capitolini”, questi affascinanti cetacei rappresentano ormai un prezioso ambasciatore della nostra costa, un elemento da valorizzare e proteggere, che dovrebbe spingerci ad adottare comportamenti rispettosi nei confronti di un ecosistema così delicato come quello marino. Sempre dal mare, più recentemente, è giunta l’inaspettata notizia della presenza di una barriera sommersa, estesa per ben 5 km tra il Porto Turistico di Roma ed il Canale dei Pescatori. Tale barriera, creata da un verme marino chiamato Sabellaria alveolata, è la più lunga del Mediterraneo di questo tipo e, come dichiarato dall’ecologo marino Andrea Bonifazi, riveste un ruolo di grande importanza a livello di ecosistema. Tra le sue caratteristiche, infatti, vi è quella di ospitare e offrire riparo a pesci, molluschi e crostacei e, cosa non da poco, proteggere la costa dalle mareggiate. Abbiamo parlato del mare... ma ottime notizie giungono anche dal cielo, in particolare dagli uccelli che popolano il Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia, l’oasi naturalistica sita alla foce del Tevere. In questo scrigno di biodiversità strappato al degrado, infatti, il 16 maggio sono venuti alla luce cinque splendidi cigni reali, una specie che nidifica nell’area sin dal 2003. Simbolo di eleganza e maestosità, è proprio al cigno reale che si ispira la favola del brutto anatroccolo. Goffo e grigiastro da piccolo, da adulto diventa il grande volatile dal piumaggio completamente bianco, becco rosso-arancio acceso e lungo collo arcuato, che gli conferisce l’inconfondibile portamento regale, tale da farne uno degli animali più amati in assoluto, da grandi quanto da piccini..

Per informazioni: alessandro.polinori@lipu.it (Fotografie dei cigni sono di Marco De Silvi e quelle dei fistioni turchi sono di Luca Rossetti)

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I pulcini alla nascita sanno già nuotare, ma i genitori li proteggono costantemente, a volte anche portandoli sul dorso. L’intera famiglia negli spostamenti avanza in fila indiana con la madre davanti, seguita dai pulcini, mentre il maschio chiude la fila. Ancor più entusiasmante la nascita di otto rari fistioni turchi, una splendida anatra che, in precedenza, aveva nidificato nella zona solo nel 2005. In Italia la specie si riproduce principalmente in Sardegna e in altre residue aree umide del nord Italia, mentre in passato era diffusa sull’intera Pianura padana. Il suo nido è generalmente immerso nella vegetazione palustre ed è ricoperto di piumino, che la femmina si strappa addirittura dal ventre. Un’anatra inconfondibile, dall’aspetto tozzo e dalla testa grossa, resa ancor più appariscente dalle sottili penne rossicce che formano sul capo una sorta di cresta arrotondata. Ma numerose altre sono le specie che stanno mettendo su famiglia presso l’oasi Lipu di Ostia e tra queste altre estremamente importanti dal punto di vista della conservazione, come gli splendidi aironi rossi, che, proprio qui, anni fa, nidificarono per la prima volta nel Lazio, rinnovando ogni estate questa meravigliosa abitudine, ed i più piccoli tarabusini, aironi legati ai canneti e per questo sempre più rari, mentre, di passaggio, accade anche di poter osservare il meraviglioso fenicottero rosa, in quello che è diventato un vero e proprio paradiso ornitologico, in grado di attirare birdwatchers e fotografi naturalisti da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero. Delfini, barriere sommerse, fistioni turchi ed aironi rossi. Accanto ad un incredibile patrimonio storico ed archeologico, il Litorale Romano sembra aver iniziato la sua rinascita, anche mediatica, proprio grazie alla sua incredibile biodiversità, con animali affascinanti, quanto rari da trovare in questo territorio fino a qualche anno fa. E’ come se la natura ci stesse lanciando un segnale di speranza, fornendoci al tempo stesso un’opportunità di sviluppo diverso e sostenibile per il nostro territorio. Saremo in grado di coglierla, tutelando adeguatamente la “casa” che condividiamo con questi meravigliosi animali?

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News X Municipio a cura di Emanuela Sirchia Parla Damiano Pichi, Assessore alle Politiche del Turismo e alle Attività Produttive: “Per troppi anni è mancata la promozione del nostro patrimonio artistico/culturale, volano per l’economia del Municipio X” “IL NOSTRO È UN TERRITORIO DALLE INNUMEREVOLI POTENZIALITÀ” Assessore alle Politiche del Turismo e Attività Produttive dall’autunno del 2017, da quando cioè si è insediata la Giunta di Pillo, l’Assessore Damiano Pichi dal 2001 si è occupato di turismo e per circa 12 anni ha gestito tre Hotel della Capitale. La sua esperienza l’ha messa a disposizione dell’Amministrazione del Municipio X, un incarico che lo vede anche al timone del delicato settore del commercio. Assessore Pichi, Attività Produttive e Turismo, un binomio inscindibile per lo sviluppo del territorio del Municipio X. È d’accordo? Sì certo. Per una buona promozione turistica, un territorio deve avvalersi delle attività legate al commercio e alla ricezione alberghiera, intesi come accoglienza del turista che sceglie di trascorrere un periodo di vacanza nel nostro municipio. Allo stesso tempo, entrambe le cose devono poter coincidere per quanti risiedono nel territorio. In questo modo è possibile fare di questi due ambiti, volano per l’economia locale e per l’intera Capitale. Il passaggio delle competenze dal dipartimento VIII al Municipio ha permesso di avviare un censimento delle attività legate ai mercati fissi e ai plateatici. Quali i vantaggi anche sotto il profilo della legalità? È stato possibile venire di nuovo in possesso di 7 box all’interno del mercato di Ostia Lido Nord (Appagliatore); box messi a bando lo scorso mese di

maggio. Tengo molto a dire che oltre al rispetto delle leggi, si sta provvedendo alla ristrutturazione dei mercati dell’intero Municipio. Saranno tutti messi a norma compresi gli impianti antincendio ed elettrici. Per questi interventi sono stati stanziati oltre 700mila euro. Anche sui mercati saltuari è stata è stato avviato un importante riordino grazie al quale sono state avviate sospensioni e decadenze per morosità. Con due direttive di Giunta inoltre, è stata decisa un’attività di monitoraggio in merito ai rapporti con la Polizia Locale invia agli uffici. Provvedimenti che hanno consentito di avere maggiori entrate nelle casse comunali. Veniamo al turismo. A suo parere, quali i motivi dell’atavico mancato definitivo decollo del Mare di Roma? Cosa serve per il rilancio del litorale romano? Abbiamo un patrimonio storico/ambientale unico al mondo. Basti pensare certamente al mare e alle dune di Castelporziano, ma anche al polmone verde della Pineta di Castelfusano. Ma come non pensare alla presenza di uno dei siti archeologici meglio conservati al mondo? Ostia Antica è stata per troppi anni ai margini dei circuiti turistici della Capitale. Abbiamo pensato intanto a predisporre brochure plurilingue interamente dedicate al nostro Municipio e distribuite nei punti informativi della città. Le stesse brochure le abbiamo portate alle Fiere del Turismo di Milano e Berlino. Abbiamo anche trovato un accordo con Atac per la distribuzione di 100mila mappe che comprendono il territorio del Municipio X ed inoltre sono stati stampati 3milioni di Bit - biglietti di trasporto pubblico 8ndr) - con le foto delle nostre attrattive turistiche. La promozione turistica passa anche per le Arti. Ed è per questo motivo che abbiamo pensato ad un “percorso cineturistico” (documento approvato in sede di Giunta e di Consiglio municipale). Ostia in particolare, è da sempre uno scenario naturale scelto da numerosi registi. È stato calcolato che sono almeno 150 i film girati in questo territorio e

il taglio del nastro

sulla pagina facebook del sito istituzionale è possibile ripercorrere questo percorso. Assessore Pichi, recentemente il Municipio X è stato scelto anche per eventi a carattere nazionale. È l’inizio di una svolta? Stiamo lavorando proprio in questo senso e penso al Carnevale, tornato ad essere, dopo decenni di oblio, un evento coinvolgente. Merito della Commissione presieduta dalla consigliera Sabrina D’Alessio che ha saputo riunire i comitati di quartiere confluiti poi in una grande parata alla quale hanno preso parte migliaia di cittadini. A proposito di eventi, mi piace ricordare il Panini Tour che ha scelto quale tappa romana proprio il mare di Roma. È stato un grande successo con migliaia di persone appassionate delle “figurine” che si sono riversate sul Pontile e mi piace pensare che molti hanno trovato in questo territorio un luogo dove poter trascorrere una giornata e, perché no, un periodo di vacanza. Abbiamo fortemente voluto questa manifestazione con l’intento di accostate l’immagine di Ostia ad una grande multinazionale italiana per quello che auspichiamo essere un cambio di passo. Abbiamo tutti i requisiti per essere conosciuti come un territorio dalle innumerevoli potenzialità.

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in primo piano la presidente Di Pillo e l’assessore Pichi.

La guida del Mare di Roma


Tablet incontra di Barbara Donzella

Foto di Danilo Mililli

VILLA BORGHESE PIANO DAY

Intervista al Direttore artistico Gaia Vazzoler presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, 32 unità abitative dotate di servizi, oltre ad ampi spazi comuni che favoriscono la socializzazione delle famiglie: 200 volontari che assicurano il funzionamento delle strutture 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Abbiamo avuto il piacere di incontrare proprio Gaia Vazzoler - pianista, musicologa per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per oltre dieci anni e direttore artistico di diverse rassegne musicali, tra cui “Villa Borghese Piano Day” - a cui abbiamo rivolto alcune domande. Buongiorno Gaia, com’è nata l’idea del “Villa Borghese Piano Day”? È nata in maniera molto “naturale”, portare la bellezza della Musica in quella della nostra città, in particolare nel suo cuore verde Villa Borghese, luogo caro a romani e turisti. Coniugare l’armonia di musica e natura è sembrato a me, Massimo Spada e Matteo Ciampi, un qualcosa di tanto semplice quanto innovativo, una specie di ritorno alle origini della performance musicale, in un ambito di condivisione massima e di grande emozione. Com’è cresciuto in queste tre edizioni il Piano Day? È stato principalmente il pubblico a crescere e a farci crescere. In migliaia hanno commentato le nostre pagine social, ci hanno incoraggiato, seguito. Veramente un abbraccio molto bello! E anche la stampa e gli organi di informazione hanno sostenuto e documentato sempre di più l’evento. Dal canto nostro, abbiamo cercato di conservare e se possibile incrementare un’altissima qualità della proposta musicale nell’ambito di una fruizione aperta e completamente gratuita.

Quali sono state le difficoltà maggiori nella organizzare un evento così particolare? Senza dubbio la logistica particolare di Villa Borghese e l’incognita del tempo metereologico. Villa Borghese è un luogo di natura tutelata. Abbiamo effettuato molti sopralluoghi con gli esperti della Tutela Ambiente e del Servizio Giardini per studiare il posizionamento dei pianoforti e degli allestimenti che, per le ragioni di cui sopra, devono essere minimi e discreti. Ad esempio non possiamo portare corrente elettrica (i generatori farebbero troppo rumore, e metri e metri di cavi andrebbero a deturpare l’armonia del luogo). Quindi la grande difficoltà è riuscire a far ascoltare in acustica la nostra bella musica ad un pubblico sempre più numeroso. Per l’eventualità maltempo, il Comune ci garantisce ogni anno un “piano B” la domenica successiva, quindi con la possibilità di rimandare di 7 giorni l’evento. Come avete scelto il repertorio di quest’anno, che ha spaziato tra diversi genere, artisti affermati e giovani emergenti? La manifestazione si propone di essere più trasversale possibile, quindi ben vengano grandi pianisti accanto a giovani promesse, classica, jazz e improvvisazioni. Ed è bellissimo nel corso della giornata vedere come queste giovani promesse vengano ad ascoltare, rapiti, i concerti degli artisti in carriera. Per la scelta del repertorio ci siamo affidati molto anche ai pianisti stessi, che stimiamo e con molti dei quali collaboriamo da diversi anni. Unica richiesta della Direzione Artistica: brani con volume sonoro importante (tra alberi, uccellini, acque che scorrono, risciò che passano e tanto pubblico i più raffinati “pianissimo” andrebbero certamente perduti!) E grande parte dell’evento è affidata proprio al

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“La musica non è nelle note, la musica è tra le note” diceva Wolfgang Amadeus Mozart, intendendo l’alchimia di suoni e silenzio. E cosa succederebbe se a questa si unisse la musica del vento tra gli alberi, il battito d’ali degli uccelli, il ronzare degli insetti, la risata di un bambino e l’acqua che scorre? Beh, non potrebbe che diventare una sinfonia! Non si può che sintetizzare così il suggestivo evento “Villa Borghese Piano Day” che, da 3 anni a questa parte, a inizio giugno, trasforma per un giorno, dall’alba al tramonto, il cuore verde della Capitale, Villa Borghese, in un immenso palcoscenico. Cinque pianoforti a coda, posizionati nei punti più belli del parco si confondono nel verde, tra cipressi e querce, dando vita a un grande concerto a due voci con la Natura. Ottanta ettari, edifici barocchi, le rive del Laghetto, le rovine del finto tempio di Esculapio, viali ricchi di sarcofagi e statue antiche, l’affascinante Orologio ad acqua, la spettacolare terrazza del Pincio con vista su Roma, sono solo alcuni degli scenografici luoghi che fanno da sfondo ai tanti concerti di musica classica, jazz e da camera del Piano Day. E quando i pianoforti non sono impegnati nel programma ufficiale, tra professionisti e giovani talenti del pianismo, gli strumenti sono lasciati a disposizione di chiunque voglia sedersi e suonare. A dimostrazione di come la musica possa essere democratica. Questa bellissima manifestazione - totalmente gratuita – ideata e curata da Gaia Vazzoler e Massimo Spada, con la preziosa collaborazione di Matteo Ciampi, è diventata un momento sociale, sia perché atteso e amato dai romani e turisti, sia perché, ogni anno, ad essa è abbinato un progetto. Quest’anno, ad esempio, è stata sostenuta l’Associazione Peter Pan Onlus, polo di accoglienza che mette a disposizione dei bambini malati di cancro, in cura

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pubblico: quando i pianoforti non sono impegnati nei concerti ufficiali possono essere suonati liberamente da chi vuole. Addirittura quest’anno al Pincio c’era uno strumento dedicato esclusivamente a questo scopo. Ecco, questo in una sala da concerto non accade nemmeno per sbaglio. Tutte performance eccezionali, ma quali sono stati gli ospiti che ti hanno sorpreso maggiormente? È difficile rispondere. Ogni nostro concerto era il tassello di un mosaico pieno di colori. Quello più divertente, quello più meditativo, quello romantico, quello fascinoso. Senza dubbio l’esibizione di Gilda Buttà e Luca Pincini (musicisti collaboratori del Maestro Ennio Morricone) è stata magica. Complice il laghetto di Villa Borghese al tramonto, la sonata di Franck ci ha davvero fatto sognare. E poi Gilda scherzava: “Da PIANISTA SULL’OCEANO a PIANISTA SUL LAGHETTO il passo è breve!”. Spettacolare, poi, il concerto finale, Divertissement a 8 mani di Massimo Spada, Gianni Bicchierini, Francesco Bravi e Adriano Scapicchi in cui, si è cominciato dalla sola mano sinistra, aumentando via via il numero delle mani, delle dita e dei pianisti. Strepitosi! Non capita quasi mai di vedere e ascoltare quattro musicisti sullo stesso pianoforte, per di più vederli ridere e scherzare durante la performance, ancor meno... e questo è il vero spirito di VILLA BORGHESE PIANO DAY! Quali sono le differenze ambientali e non solo tra un concerto in sala e un’esibizione immersi nel verde? Senza dubbio acustica e concentrazione vengono penalizzate. E questo non riguarda solo l’ascoltatore, ma anche l’interprete. Francesco Bravi ad un certo punto si è ritrovato una formica sulle dita! Ma l’altra faccia della medaglia è il valore aggiunto che tutto questo regala alla musica. Potersi sedere, sdraiare liberamente, chiudere gli occhi, o passeggiare, per chi si infastidisce a stare fermo, guardarsi intorno e godere del bello in ogni suo aspetto. Solo un concerto nella meraviglia di un luogo

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incantato può regalare queste emozioni. Il pianista Giuliano Adorno, nell’ambito del suo programma, ha suonato “ Reflets dans l’eau” di Debussy: e l’acqua dell’Orologio ad Acqua di Villa Borghese scorreva davvero dietro di lui, mentre il cinguettio degli uccelli, un volo radente sul pianoforte di 3 pappagalli verdi e curiosi hanno reso davvero unica la sua esibizione. Come si fa nell’epoca della musica ‘mordi e fuggi’ a far venire una persona a Villa Borghese e farla sedere ad ascoltare della musica? Credo che sia proprio la modalità inconsueta ad attirare e incuriosire i non avvezzi. Non è solo una giornata di concerti gratuiti. È un’occasione per riconciliarti con Roma, con la sua

parte più bella. E se si ha fretta, o poca pazienza, la possibilità di ascoltare anche solo qualche minuto “di passaggio” è comunque un valore aggiunto ad una domenica non convenzionale. Moltissime persone ci hanno detto proprio questo: “Non ho mai assistito ad un concerto di musica classica! Oggi l’ho fatto per la prima volta e mi è piaciuto da morire!”. Il bello è che il nostro pubblico è molto variegato, c’erano anche appassionati, musicofili e habitué delle sale da concerto. Entusiasti per il livello delle esibizioni e la qualità degli strumenti, messi a disposizione da Ciampi Pianoforti. Sei pianista e docente, quanto è difficile trasmettere ad un pubblico occasionale come quello di passaggio in una Villa, l’incredibile passione della musica al pianoforte? Non è stato difficile per nulla! La gente si fermava estasiata. Hanno fatto tutto la musica, la cornice da favola di Villa Borghese, i nostri pianisti eccezionali, ma anche i piccoli PIANISTI IN ERBA! Alle 15, all’Orologio ad Acqua, l’esibizione era aperta e dedicata ai bambini. Con tanto coraggio, ma anche tanta naturalezza, i piccoli pianisti si sono seduti allo strumento e hanno suonato per tutti e in particolare per Peter Pan Onlus, l’associazione che da anni opera a sostegno dei bambini onco-ematologici in cura presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Ognuna delle 5 location di VILLA BORGHESE PIANO DAY aveva un salvadanaio Peter Pan per le libere offerte. Ci teniamo moltissimo a questo aspetto sociale e solidale: pensare anche a chi, mentre noi ci godiamo la musica e la natura, sta combattendo una grande battaglia.


È importante comunque che lo stesso ragazzo che instagramma un piatto a tavola, faccia anche una stories al Piano Day? E perchè no? Certo! Apprezzare la musica di qualità ci può solo completare, migliorare. E poi i ragazzi lo hanno detto e scritto sui social: “Che cosa fichissima!”. L’evento ha avuto un sostegno da Coop e dal Comune di Roma, quanto è stato importante il loro contributo? Chi altro ti senti di ringraziare? Il contributo della Coop è stato fondamentale, anche perché unico. Senza il suo sostegno concreto, il sogno di VILLA BORGHESE PIANO DAY sarebbe rimasto tale. E la disponibilità del Comune di Roma è stata altrettanto preziosa per velocizzare pratiche altrimenti molto lunghe. Ci siamo sentiti appoggiati fin dalla prima edizione, le istituzioni hanno capito subito che si trattava di un’iniziativa molto bella e inclusiva. Voglio ringraziare anche tutti i nostri partner e naturalmente Ciampi Pianoforti, sponsor tecnico d’eccezione, che ha messo a disposizione di tutti (non solo dei professionisti) perfino il preziosissimo grancoda Fazioli. Appuntamento allora al 4° Piano Day? Cosa ci riserverà? Il nostro primo obiettivo è migliorarci sempre, quindi più sedie e più ombra per tutti. Ci auguriamo che anche altre realtà ci possano sostenere, così da rendere sempre più bello e piacevole il nostro appuntamento, seguito e apprezzato ormai da decine di migliaia di persone. Quanto alle anticipazioni della prossima edizione... posso solo dire che il 2020 sarà l’anno di Beethoven. Per uno che componeva in mezzo alla campagna, quale location migliore? Ringraziando Gaia Vazzoler, vi diamo appuntamento al prossimo Villa Borghese Piano Day!

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Scadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista

De Calisti Anna Maria commercialista Lo Studio De Calisti A.M. saluta tutti i Lettori che si inoltrano nello scadenzario fiscale di Luglio e Agosto 2019.

La prima scadenza è il pagamento dei contributi per i datori di lavoro domestico. Il pagamento che va dal 1° luglio al 10 luglio, secondo la nuova circolare Inps, potrà essere versato esclusivamente secondo le seguenti modalità: a) rivolgendosi ai soggetti aderenti al circuito “Reti Amiche” (tabaccherie); b) online sul sito internet “www.inps.it”, 1-10/7nella sezione Servizi on line – Elenco di tutti i servizi - Pagamento contributi lavoratori domestici; c) telefonando al Contact Center 803.164, tramite utilizzo di carta di credito; d) utilizzando il bollettino MAV. Lo Studio rammenta, che per l’anno 2019, l’INPS ha suddiviso i contributi per i datori di lavoro domestico in due tabelle scindendo il tipo di contratto applicato da tempo indeterminato a quello a tempo determinato con l’aggiunta del contributo addizionale.

1/7 8/7

Si rende noto ai Lettori che con il giorno 01 luglio 2019. Scade il termine per versare, in unica soluzione o come prima rata, le imposte dovute a saldo in base alle dichiarazioni dei redditi ed Irap per il 2018 e il primo acconto 2019 (l’adempimento può essere rinviato al 20 agosto, pagando una maggiorazione dello 0,40%). Ultimo giorno per presentare in forma cartacea, presso un ufficio postale, il modello Redditi 2019 per l’anno d’imposta 2018. Può avvalersi di tale modalità chi non è obbligato alla trasmissione telematica, come l’erede che presenta la dichiarazione per conto di una persona deceduta.

Lo Studio aggiorna i Lettori che il termine ultimo per l’invio del 730/2019 è il 08 luglio 2019. È comunque possibile inviare il 730/2019 entro il 23 luglio 2019 nel caso di utilizzo del precompilato per chi sceglie di fare tutto on line in autonomia, oppure tramite CAF o Intermediario abilitato secondo diposizioni in vigore.

16/7

Lo Studio rende noto che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 16 luglio prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, contributi INPS. Inoltre, entro il 16 luglio coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile dovranno effettuare il versamento.

17/7

Chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 17 giugno 2019), con l’opportuno calcolo può ravvedersi entro il 17 luglio.

23/7 25/7 29/7

Il 23 luglio è l’ultimo giorno per trasmettere in proprio, attraverso il sito dell’Agenzia delle entrate, il modello 730/2019 precompilato o per consegnarlo tramite un Caf o un professionista. Il giorno il 25 luglio scade il termine per presentare all’Agenzia delle dogane, esclusivamente in via telematica, gli elenchi riepilogativi Intrastat

31/7 20/8 26/8 31/8

Il 29 luglio è l’ultimo giorno utile per regolarizzare l’omessa presentazione, entro il 30 aprile scorso, della dichiarazione annuale Iva 2019 periodo di imposta 2018. Per perfezionare il ravvedimento, occorre trasmettere il modello in via telematica e versare la sanzione ridotta a 25 euro.

Il giorno 31 luglio è l’ultimo giorno per versare – con gli interessi dello 0,32% la seconda rata delle imposte risultanti dai modelli Redditi compresa la cedolare secca ed Irap 2019, dovute dai contribuenti non titolari di partita Iva che hanno versato la prima rata entro il 1 luglio.

In data 20 agosto chi non ha provveduto entro il 2 luglio, scade il termine per effettuare, con la maggiorazione dello 0,40%, il versamento, in unica soluzione o come prima rata, delle imposte dovute a saldo in base alla dichiarazione dei redditi e dell’Irap per l’anno 2018 e dell’eventuale primo acconto per il 2019. Inoltre, entro il 20 agosto coloro che sono titolari di Partita Iva e si trovano sotto un regime IVA mensile, dovranno effettuare il versamento. Il 20 agosto è scadenza dell’Iva del 2° trimestre 2019, dei contributi Inps (artigiani e commercianti) e della 3 Rata Inail. Il giorno il 26 agosto scade il termine per presentare all’Agenzia delle dogane, esclusivamente in via telematica, gli elenchi riepilogativi Intrastat

Si prosegue poi con la scadenza del giorno 31 agosto per i versamenti rateizzati e non, che derivano dalla Dichiarazione dei redditi 2019 per anno 2018 per persone fisiche, società di persone e soggetti IRES.

Si informano i lettori che lo Studio essendo anche CAF CGN è in grado di fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • Gestione Badanti e Colf. • Mod. PF SP SC • Successioni. Studio De Calisti Anna Maria - Via Leonardo Mellano 72 - 00125 Roma - 06/52352585 cell. 3333087137 - e-mail: amdec@libero.it Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione, per ogni ulteriore chiarimento ed augura a tutti buone ferie.

Lo Studio offre servizi di consulenza del lavoro


L’avvocato risponde

a cura dell’avvocato Federica Lorenzetti - lorenzettiavv@gmail.com - 06.56305241

La vendita on line di merce contraffatta Ben trovati cari lettori, oggi tratteremo un tema sempre più frequente e di amplissima diffusione: la vendita di merce contraffatta. Ogni volta che si fa una ricerca online, difatti, si viene tempestati da pubblicità di ogni tipo, così, spesso, chi naviga in internet si imbatte in siti di vendita e, rischiando

di essere attratti dai prezzi estremamente bassi, si proceda di fatto e non volendo, all’acquisto di falsa merce firmata. Il reato è molto diffuso a causa dell’investimento economico minimo per avviare l’offerta di vendita. Si ha contraffazione quando “Chiunque, potendo conoscere dell’esistenza del titolo di proprietà industriale, contraffà o altera marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, ovvero chiunque, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati” In questi casi bisogna prendere subito contatto con il venditore e cercare di annullare l’acquisto. Successivamente è doveroso Informare il venditore

di voler procedere alla restituzione della merce richiedendo, per l’effetto, il rimborso del prezzo pagato. Successivamente risulta altresì necessario segnalare il caso, descrivendolo nel modo più dettagliato possibile e fornendo tutte le prove a disposizione. Si può sporgere denuncia contro chi ha venduto l’articolo contraffatto, rivolgendosi alle Autorità competenti (polizia postale , guardia di finanza etc…). Le modalità per eseguire le suddette segnalazioni sono semplici ed intuitive e possono essere fatte comodamente da casa utilizzando il sito web della Polizia Postale, che fornisce appositi moduli da compilare, i quali dovranno essere completi di tutte le informazioni possibili.





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