TabletRoma Marzo 2019

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ACILIA

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Editoriale di Stefano Quagliozzi

Aspettando Guaido’… L’inflazione alle stelle, l’economia a pezzi ridotta quasi allo scambio di beni di prima necessità, tumulti sempre più frequenti fanno del Venezuela un Paese ad alto rischio di guerra civile e di “appetiti” di altri Stati che ambiscono a gestire le riserve di petrolio più vaste del mondo. La crisi del Paese sudamericano dove vivono - si stima - due milioni di nostri connazionali, sta creando tensioni politiche anche all’interno della maggioranza che governa da dieci mesi in Italia. Il primo vero incidente diplomatico extra UE si consuma, per il governo italiano, con il mancato riconoscimento del Presidente del Parlamento venezuelano, Juan Guaidò, che nelle scorse settimane avvalendosi degli articoli 233 e 333 della Costituzione di quel Paese, si è autoproclamato Presidente ad interim del Venezuela, in attesa di nuove elezioni. L’Unione europea, sempre prudente in materia di politica estera, stavolta non ha atteso molto a fare una scelta di campo, dando otto giorni a Nicolas Maduro (eletto Presidente lo scorso dicembre con brogli denunciati dagli osservatori della comunità internazionale) per convocare nuove elezioni presidenziali, che però non sono state indette.

L’Italia non riconoscendo Guaidò nel suo nuovo ruolo di Presidente ad interim ha bloccato di fatto la diplomazia UE costringendo Paesi come Francia, Germania e Spagna a schierarsi singolarmente assieme ad altri 16 sui 27 che compongono l’Unione europea. Questo accadimento ha creato l’ennesima spaccatura all’interno del governo tra la Lega (a favore Guaidò e contro il satrapo Maduro) e il Movimento 5 Stelle (contrario a ingerenze su altri Paesi sovrani). Mettendo in riga ciò che viene al pettine, oltre al Venezuela c’è il disaccordo sulla Tap (oleodotto proveniente dalla Turchia con interramento in Puglia), sulla Tav (che richiederebbe risarcimenti miliardari in caso di rinuncia al progetto alta velocità già avviato e sottoscritto nel 2001 dal governo italiano), sulla legittima difesa (con le barricate di una parte del M5S) e, per alcuni versi, sulle modalità di gestione dei flussi migratori e sul varo del reddito di cittadinanza. È ormai palese che dopo le elezioni amministrative in Abruzzo e Sardegna col crollo dei consensi al Movimento di Di Maio e con l’ascesa dell’alleato Salvini, l’attesa sia per tutti quella dell’esito delle elezioni europee in programma a maggio, prima di qualsiasi

altro atto importante di governo, che metta a repentaglio una raccolta di voti dell’una o dell’altra parte. Poi da giugno si vedrà. D’altronde le due forze al governo sono molto eterogenee e in una fase iniziale potevano contare solo su alcuni progetti comuni che si è tentato di incanalare nel contratto-programma di governo sottoscritto dalle parti. Il collante dell’alleanza è stato sostanzialmente una rottura con il passato, quanto a scelte più popolari e meno elitarie. Ma la politica ha bisogno di accordi (alla luce del sole e non sottobanco), compromessi, mediazioni tra le diverse posizioni. E la rigidità purtroppo non aiuta. Nel futuro assisteremo più ad un dualismo tra “Popolo” ed “Elite” che non tra le tradizionali forze di destra e sinistra così come intese fino ad oggi. La corda, ormai tesa e logora, rischia di spezzarsi.

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TABLET ANNO 7 NO 70 MARZO 2019 SOMMARIO

ROMA

Chi siamo

9 PRIMO PIANO Intervista a Giovanni De Carolis

18 + DESIGN Mac Donald’s e il design italiano

22 TABLET COUTURE Francesca Rasi

43 MASI INFORMA Rendi bella la tua pelle

TabletRoma Reg. Trib. di Roma n° 296/2012 del 19/10/2012 WWW.TABLETROMA.IT Editore Tablet Edizioni di Cristina Anichini Via Difilo 41 - 00124 Roma P.I. 13042831001 C.F. NCHCST66E63H501F anichini@tabletroma.it Direttore responsabile Stefano Quagliozzi - quagliozzi@tabletroma.it Direttore editoriale Cristina Anichini Progetto grafico tablet ADV Maurizio De Vincentiis Impaginazione e grafica Marco Flore Stampa Poligraf s.r.l. Via Vaccareccia, 41/b - Pomezia - tel. 06 9106822 Pubblicità 340.340.69.70 Rita Chiodoni pubblicita@tabletroma.it - ritachiodoni@libero.it Direzione e redazione redazione@tabletroma.it Tablet eventi Massimo Gallus - eventi@tabletroma.it mob. 334.39.22.475 Hanno collaborato a questo numero Cristina Anichini, Marco Bif fani,Giorgia Conti, Annamaria De Calisti, Barbara Donzella, Massimo Gallus, Marina Grappasonni, Libreria Novarcadia, Alessandra Lino, Federica Lorenzet ti, Giuseppe Menzio, Giulia Migani, Sandro Massimei, Oriana Orlandi, Veronica Piro, Alessandro Polinori, Davide Sagliocco, Luca Carlo Santagà, Lorenzo Sigillò, Alber to Terraneo, Teo, Francesco Valente

50 TABLET NATURA Una rondine fa primavera?

58 TABLET TERRITORIO Sicurezza Idraulica Municipio X

É consentita la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari solo se autorizzata in forma scritta da Tablet Edizioni di Cristina Anichini. Parte delle immagini presenti su questa rivista sono fonte Internet e sono utilizzate solo a fini informativi. Poichè non è stato possibile risalire ai titolari dei diritti, secondo la legge vigente, la redazione si scusa per la mancata citazione rimanendo a disposizione di qualsivoglia richiesta e precisazione da parte dei titolari stessi. La collaborazione a questo mensile è da ritenersi libera e gratuita salvo diversi accordi. Del contenuto degli articoli, degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Gli articoli pervenuti anche se non pubblicati non si restituiscono. La Direzione si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto o di effettuare gli opportuni tagli redazionali. Si ringraziano i partners commerciali per il contributo alla pubblicazione e alla diffusione di questo periodico. Finito di stampare il 5 Marzo 2019

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Primo Piano

Intervista di Lorenzo Sigillò - Foto evento presso la 7FIT di ©Barbara Donzella

Intervista a

Giovanni De Carolis,

pugile campione dei pesi supermedi

Secondo me manca l’anello tra il pugilato dentro la palestra e i media, filtri importanti per farci conoscere. Girando da altre parti ho visto pugili non di valore più alto rispetto ai nostri, ma soltanto spinti a livello mediatico in maniera più forte. Creano dei personaggi e delle storie intorno a loro e questo per gli imprenditori fa partire un buon business, quello su cui poi le televisioni puntano per avere il loro tornaconto. Qui da noi non è un problema economico, ma di scelte. Se io vedo un prodotto che vale e lo voglio mettere bene in vista, devo creargli un contesto, una

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Tablet Roma ha avuto il piacere di incontrare - presso la palestra 7FIT a Roma Ottavia, durante uno stage di allenamento dedicato agli atleti iscritti - il campione Giovanni De Carolis, pugile che ha conquistato, tra l’altro, il titolo di campione mondiale WBA dei pesi supermedi nel gennaio 2016, diventando così il 35° italiano a conquistare un titolo mondiale e, nel 2018, il Titolo Internazionale WBC Supermedi e il titolo italiano. Benvenuto Giovanni! Ti voglio chiedere subito se senti un po’ la responsabilità di essere un esponente della boxe italiana di un certo livello, insomma di essere di stimolo per tutti quanti i ragazzi che praticano questo sport, ragazzi come quelli che frequentano questo corso oggi. Diciamo che forse mi sento più che altro onorato. Quello che faccio è soltanto cercare di tramandare quella che è stata, ed è, la mia passione da sempre. Cerco di sfruttare questa possibilità per far capire ai ragazzi che veramente tutto è alla portata di tutti. Ho cominciato a fare questo sport relativamente tardi, perché ho iniziato a combattere a 18 anni, quindi diciamo che, più che l’esempio, ho l’esperienza da potergli dare. Quindi approfitto, quando sono in uno stage, per fargli apprendere come mi alleno io, senza mettere fumo negli occhi, ma facendogli vedere quella che è la sostanza bella di questo sport. E invece i tuoi di miti, le ispirazioni: chi sono stati? Per quanto riguarda il discorso tecnico pugilistico, in realtà, sono stati tutti una grande ispirazione per me, nel senso che cercavo di prendere da ognuno le caratteristiche migliori. Poteva essere l’intelligenza, la forza o come si allenava un pugile rispetto a un altro

punto. Dal punto di vista emotivo Muhammad Ali, per me, è stata una grande ispirazione, anche per i fatti di vita vissuta. Quando lessi un suo libro, “Con l’anima di una farfalla”, era ricco aneddoti, come quello della medaglia d’oro vinta alle Olimpiadi a Roma: tornò nel suo paese e non gli offrirono da bere perché era di colore e la reazione fu quella di lanciare questa medaglia nel Mississippi. O, ancora, quando gli tolsero la cintura di campione del mondo perché si era rifiutato di andare nella guerra del Vietnam. Erano delle cose che mi hanno fatto riflettere e ho pensato, ma se io fossi stato al suo posto, mi sarei comportato in questo modo? Era una persona che, al di là del discorso sportivo, aveva dei principi forti ed è riuscita a trasmetterli attraverso la via dello Sport. Poi ovviamente ci sono anche le sue battaglie indimenticabili come quella contro George Foreman a Kinshasa, che ho visto nel documentario, “Quando eravamo re”. Quindi tutta una serie di cose nella sua storia che sono una grande fonte d’ispirazione e continueranno a esserle. Tu hai girato il mondo, dalla Germania all’Australia… in Italia che manca, dai tempi d’oro del secondo ‘900, del dopoguerra, dei Benvenuti: come mai c’è un po’ di passione in meno per la boxe?

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cornice e dopodiché proporlo. Poi se il prodotto vale, lo riesco a vendere bene. Il problema nostro è che, noi abbiamo atleti che valgono, ma non vengono proposti bene, al momento giusto. Gli ultimi campioni che abbiamo avuto sono sempre stati più grandi di età rispetto a quelli della media mondiale. Guarda Bundu (Leonard), quando ha vinto un’infinità di volte il titolo europeo e poi si è presentato per fare due match con due grandi campioni negli Stati Uniti. Ma anche Emanuele Blandamura, quando ha fatto gli europei (2 volte titolo europeo) e il mondiale in Giappone. E lo stesso Emiliano Marsili. Ma ti potrei fare un sacco di nomi di pugili che sono arrivati tardi alle opportunità importanti e nonostante tutto si sono fatti valere. E se fossero stati proposti meglio, forse sarebbero anche arrivati prima. Tu sai che, quando si contratta per un match importante, le organizzazioni dietro fanno sì che possano aggiudicarsi un match, in base ai soldi che vengono messi. È chiaro che, se dietro non hai un’organizzazione o qualcuno che ti promuove, andrai sempre fuori e arriverai sempre dopo gli altri. Il futuro della boxe italiana lo vedi roseo o è tutto fermo? No guarda, proprio oggi, sono stato presente a un Consiglio Federale e ho detto la mia. Io vedo un futuro molto roseo, ma non perché sono ottimista, ma perché ci sono un sacco di ragazzi molto promettenti e adesso il pugilato professionistico è ritornato ad essere un obiettivo per i giovani, mentre prima, invece, era più sul pugilato olimpionico o sui pugili dei gruppi sportivi. E ci sono un mare di ragazzi che sono passati adesso Pro e che secondo me faranno parlare un gran bene

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dell’Italia pugilistica in tutto il mondo. Io penso che nei prossimi 4/5 anni avremo grandi pugili e tra 2/3 cominceremo a sentirne parlare di più. E spero che la televisione si accorga di questo, perché questo è il momento in cui possono investire, prima di tutto sulla storia dei ragazzi, perché le storie dei pugili che stanno in palestra sono tante e sono bellissime. E meritano di essere conosciute. E invece che consiglieresti a chi volesse cominciare a fare il boxeur? Io quando ho cominciato a fare il pugile non l’ho fatto perché mi ero innamorato della boxe. Per me è stato un incontro fortunato, chiamiamolo così, e solo poi è scattato il colpo di fulmine. È una disciplina molto varia che comprende un allenamento atletico, uno tecnico, le endorfine che hai dopo l’allenamento, la gente che incontri, i valori che conosci. Se una persona ha un’idea di sport ed è anche solo curioso, deve provarlo. Questo è il più grande consiglio che posso dare. Io, quando sono andato in palestra, non volevo nemmeno fare il pugile. Ero lì soltanto per allenarmi in sala pesi, per diventare un po’ più ‘grosso’, visto che avevo 16 anni ed ero esile. Arrivato, ho visto la sala di allenamento dove facevano pugilato e quello che voleva dire fare un allenamento. Lì ho pensato: “Che divento a fare grosso?”. Iniziai a 18 anni, perché all’inizio mia mamma non voleva facessi questo sport ed ero minorenne, quindi non potevo gareggiare. Mia madre non mi diede l’opportunità di fare questa cosa proprio perché non conosceva questi ambienti. Oggi, che sono io proprietario di una palestra e lavoro con bambini di 10/11 anni fino ad adulti oltre i 60,

sanno che è un ambiente sano. Quindi un genitore quando porta il figlio, non pensa: “Oddio sto portando un bambino a fare chissà che cosa!”, ma “Sto portando mio figlio a conoscere i valori dello sport, uno sport nobile”. Parlando di sport in senso stretto, qual è stato il momento più bello e quello più brutto della tua carriera? Il momento più bello è stato quando abbiamo vinto il titolo mondiale e dico “abbiamo” perché eravamo una squadra. È stata la realizzazione di un sogno e soprattutto perché è stato realizzato nonostante tante difficoltà: all’estero, contro un avversario molto più quotato di noi e con un gran numero di knock out alle spalle (su 21 vittorie 19 knockout). Sembra proprio una storia da film, perché siamo partiti al primo match dove abbiamo fatto veramente bene, mi ricordo un knock down al primo round e, quasi, un fuori combattimento al quarto round. Alla fine siamo arrivati ai punti match e i cartellini ci hanno dato sconfitti, ma tutto il pubblico intorno tedesco, di circa 10.000 persone, – di cui, forse, solo 100 italiane - tutte fischiavano questo pugile. Nella conferenza stampa successiva al match, la televisione e i giornalisti hanno criticato molto il pugile di casa (Vincent Feigenbutz) che, a detta loro, avrebbe dovuto fare il bello e cattivo tempo con me. E proprio la televisione ha imposto il rematch, perché sennò avrebbe tolto il pugile dal palinsesto, visto che era stato un po’ una delusione, nonostante fosse ancora il campione. Mi hanno dato la possibilità di ridisputare il titolo mondiale dopo soli due mesi. L’abbiamo fatto il 9 gennaio, quindi la rivincita ha avuto un sapore forte. In questa sfida Italia-Germania, batterlo


per knock-out, a casa sua, è stata veramente una grande soddisfazione,soprattutto dovuta a tutta la preparazione che abbiamo fatto ogni giorno, con tutte le difficoltà che abbiamo noi in Italia. Ma avevamo la squadra giusta, eravamo molto uniti e, a prescindere dal discorso economico, il nostro era un team formato negli anni con tutti i valori di cui abbiamo parlato adesso. Il periodo più brutto è stato, invece, da novembre 2016 e tutto il 2017, perché è stato un momento difficile in generale della mia vita. Forse, se dovessi tornare indietro, aspetterei a fare l’ultimo match del 2016, perché mentalmente si era spenta quella scintilla, ma non per lo sport stesso, ma per delle problematiche che non riguardavano il ring. E io non sono stato bravo a tenerle fuori. La testa è Tutto e una buona macchina senza pilota non va da nessuna parte. Nonostante io mi sia sempre allenato con grande dedizione, in quel match è mancata proprio quella scintilla, che poi ho fatto fatica a ritrovare. Dopo quel match perso, ne persi anche un altro importante per il rilancio della mia carriera ed ero considerato, ormai, quasi come un outsider,

nonostante avessi vinto il mondiale. Sapevo che non ero io e che potevo ancora andare bene. Sapevo che non c’erano i segnali di una fine di carriera così. Allora mi sono rimboccato le maniche e ho continuato a combattere. Sono andato in Australia. In quel momento non ero tanto seguito. Ho fatto tutto quanto da solo. Non c’era la televisione, non c’era niente. Ho fatto veramente un bel match contro un pugile australiano, che aveva 16 vittorie, di cui 14 knock out. E’ un match che, se avessimo fatto qui in Italia, avrei vinto tranquillamente. All’estero vincere è, invece, veramente complicato per una serie di varianti, che non sto qui a dire, ma purtroppo ci sono. Comunque, mi diedero una sconfitta, ma nonostante questo ero ottimista perché mi ero piaciuto in quell’incontro, nonostante le tante ore di fuso orario e lo stare lì 20 giorni prima del match. Una cosa difficile, che però mi ha temprato ancora di più. E da lì ho detto: “Ok va bene ho perso, ma per i giudici non per me”. E soprattutto la preparazione è andata bene, e mi sono rimesso in gioco. Sono ripartito dal titolo italiano. Ho vinto il titolo italiano e mi sono rilanciato, a livello internazionale, con l’ultimo match WBC.

E adesso ri-aspetto la mia chance. Ma non è l’ambizione di vincere un qualcosa di chissà quanto grande, ma è il fatto di avere la voglia e la passione di fare questo sport fino a quando il mio corpo me lo consente e fino a quando questa scintilla rimane accesa. Vedi qualcos’altro per il futuro? Tipo arti marziali miste, un’Olimpiade... ? La cosa che ho imparato a mie spese è che, davvero, non so quello che potrebbe essere veramente il prossimo futuro. Non escludo niente a prescindere, e vediamo. Mi piace collaborare con tante persone dello sport. Collaboro con i ragazzi di una scuola di MMA del Gloria, collaboro con altri ragazzi che fanno kick boxing. Su Roma siamo pieni di questi atleti e mi piace questo scambio tra di noi. Quindi, chi lo sa, magari anche soltanto contribuire ad aiutare altri sport o magari farne parte... Non lo so, mi piace anche l’inaspettato del domani! Ringraziando Giovanni De Carolis del tempo concessoci, gli facciamo l’ in bocca al lupo per le sue prossime sfide!

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Il libraio consiglia a cura della libreria Novarcadia

Il consiglio di Alessandra

NEI PANNI DI SHERLOCK di Stewart Ross Questo libro, edito da EDIZIONE EL, narra di Sherlock Holmes e del suo amico Watson che indagano dal primo all’ultimo dei casi presentati. Ogni caso è molto avvincente, appassionante e intrigante ma da solo Sherlock può riuscire a risolvere davvero tutti questi casi? Allora caro lettore, sfidiamolo a chi riesce a svelare per primo il mistero così pagina dopo pagina sarai proprio tu ad essere coinvolto nello scoprire chi ha fatto cosa. Consiglio vivamente questo libro, perché è un giallo, perché tutti i personaggi riescono a trasportare il lettore a Londra al numero 221B di Baker Street e a quel punto ti sentirai un vero e proprio investigatore. Leggetelo a tutti i costi perché è un libro unico e straordinario. Parola di Alessandra Prosperi.

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Libreria Novarcadia – Ubik Casalpalocco Via Senofane 143, Roma T. 065053354

(esempio: Visita al Colosseo, Mario Rossi, 2 adulti, telefono 333-3333333, mariorossi@roma.it)

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N.B.: non basta cliccare "PARTECIPERÒ " su evento Facebook bisogna ricevere SMS o e-mail di conferma dall'organizzazione Casalpalocco



Tablet presenta di Cristina Anichini

Passione vegana

Questo mese, cari lettori, vi presentiamo un gioiellino che potrete trovare nella vostra libreria del cuore, ‘Il piccolo libro vegano’, consigli utili in cucina e non. Un libro in cui l’autrice Serena Ferraiolo presenta una raccolta di ricette oltre a molte indicazioni e consigli per avvicinarsi alla filosofia vegana, ad un approccio salutare e di salvaguardia dell’ambiente di chi fa una scelta consapevole nella vita. Senza alcun fanatismo, l’autrice ci introduce con grazia e ironia in quella che dal 2010 è la sua nuova dimensione, la sua sfera di benessere interiore ed esteriore, rispondendo ad una serie di domande che sicuramente molti di voi si fanno quando entrano in contatto con un vegano. Un prontuario di soccorso che viene in aiuto anche per proporre ricette di piatti che abitualmente mangiamo ai quali basta una piccola variante per poter essere gustati anche da chi non usa prodotti di origine animale. Questo libro/manuale, di cui consiglio vivamente la lettura, è di stimolo affinché si possa cominciare ad approcciare al proprio futuro con più consapevolezza in un momento storico in cui l’uomo si è finalmente accorto che la strada intrapresa da decenni non è quella corretta.

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Ciao Serena, in che momento della tua vita hai realizzato di voler diventare vegana? E cosa ti ha spinto di recente a scrivere questo libro? Ciao Cristina! Credo di aver realizzato di voler diventare vegana dopo tre mesi che avevo iniziato a farlo: inizialmente ero scettica, anzi ero convinta che non sarebbe stato possibile condurre la mia vita così com’era nutrendomi solo di vegetali. E invece no, è stata una vera sorpresa! Ho iniziato spinta dal desiderio di riprendere un rapporto con il mio corpo, in un momento in cui una concomitanza di eventi hanno segnato il mio passaggio alla “vita adulta”. Ho incontrato soprattutto libri in quel periodo, e mi hanno incuriosito, aiutato e offerto spunti per domande più profonde, ma non ho trovato, allora, un manuale di consigli utili o una guida per “sopravvivere” da vegani senza rinunciare agli aspetti sociali della vita. È per questo che quando la Iacobelli Editore mi ha proposto di scrivere questo piccolo libro ho pensato che più utili delle ricette sono dei suggerimenti – come sostituire le uova nei

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dolci – o delle curiosità –perché si parla di vino vegano – e ho pensato a questo libro come una guida spiritosa e ironica sulla base della mia esperienza personale.

leranze al glutine, ai latticini e al nichel aumentano, abbiamo già imparato a tener conto delle esigenze degli altri e del loro benessere.

Che relazione hai con le persone che conducono uno stile di vita diverso dal tuo? Sono circondata da onnivori: mio padre non ha mai mangiato una verdura in vita sua, nella mia famiglia non ci sono né vegani né vegetariani, alcuni sono più attenti alla scelta degli alimenti e alla loro provenienza, altri meno. Il mio compagno non è vegano, ma a casa mangia volentieri, dice, quello che preparo io e pare gli piaccia. Ultimo ma non meno importante il mio cane, Tobia, non è vegano. I miei amici vegani sono pochissimi, dei punti saldi della mia vita e un porto sicuro, ma numericamente pochi e poco presenti nel mio quotidiano. La relazione che ho con chi conduce uno stile di vita diverso dal mio si basa sul rispetto reciproco, penso sia l’unica base davvero necessaria per istaurare rapporti.

Cosa pensi riguardo l’approccio alimentare ‘vegano’ per i bambini? Non sono mamma, ma mi sono chiesta molte volte cosa sceglierei di fare. A volte penso sia lo stesso dilemma etico che si ha nei confronti della scelta religiosa, altre penso che se ho provato sulla mia pelle qualcosa che mi fa bene, non potrei pensare di proporre a mio figlio qualcosa che so che fa male. Detto ciò, conosco persone che l’hanno fatto e lo raccontano come un momento di grande preoccupazione, finché non si arriva a incontrare lo specialista giusto che aiuta dal punto di vista medico a seguire il percorso anche rassicurandoci, e anche di grande soddisfazione quando i figli adolescenti non mostrano interesse nei confronti di quello che non mangiano e non lo considerano una privazione. In questi anni di “sperimentazione su me stessa” ho acquisito due certezze: - bisogna sempre avere uno specialista che ci segue nei momenti di passaggio - esiste un’alternativa vegetale a tutto Grazie Serena, invitiamo i nostri lettori alla lettura de Il Piccolo libro vegano!

Con il tuo libro non ti fermi a consigliare una dieta alimentare alternativa ma bensì dai delle informazioni importanti su un modo di vivere volto alla salvaguardia dell’ambiente oltre che degli animali. Da dove possiamo cominciare noi onnivori? Dal rispetto appunto, per sé stessi e per gli altri, anche solo per le persone a cui vogliamo bene. Per rispettare noi stessi dobbiamo fare i conti con quello che mangiamo, respiriamo, lo spazio che occupiamo nel mondo. Mi sembra sia già un impegno enorme! Che valore hanno per te l’informazione e la divulgazione della filosofia vegana? Informazione e divulgazione sul veganismo sono fondamentali, bisogna sfatare miti e creare competenze. C’è un pregiudizio negativo nei confronti dei vegani che prescinde la conoscenza dell’argomento o lo scontro personale – che pure avviene – con alcune persone che non conoscono la diplomazia. Capita in molti ambiti e molto spesso deriva dall’urgenza e la passione che ci spinge a questa scelta. Quello che a mio avviso deve essere superato da tutti è lo schema che imprigiona il pensiero e ci fa percepire il “vegano” diverso perché non sappiamo a tavola cosa mangia o da dove prende la carne, in un momento storico in cui, purtroppo, le intol-



Tablet consiglia testo e fotografie di Marco Biffani

Servizi d’argento del quirinale

Visita al Quirinale

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Si prenota sul sito: palazzo.quirinale.it con qualche settimana di anticipo, si compra, si stampa il biglietto on line e la fila, all’ingresso di Via Del Quirinale e gli indispensabili controlli elettronici, durano pochi minuti. E puoi goderti un complesso grandioso di palazzi e giardini. Maestoso, spettacolare, ricco delle più splendide opere d’arte e di arredo del mondo. Nell’antichità, su quello che era uno dei colli più alti e salubri di Roma vi era il tempio del Dio Quirino, da cui prese il nome. Dal tempio di Giove Serapide del 217 d.c. provengono i Dioscuri coi loro cavalli scalpitanti tenuti alla mano, che ornano l’attuale fontana in granito proveniente dal Foro Romano, dinanzi all’ingresso principale del Quirinale, su cui svetta l’obelisco, che un tempo ornava il Mausoleo di Augusto. Fu per la presenza nei secoli di quei cavalli, che il colle Quirinalis fu chiamato dal popolo “Monte Cavallo”. Nato nel 1583 dalla Villa del Cardinal Carafa, ingrandita e ampliata molte volte e sempre di più dai Papi che vi abitarono, è ora un vero museo! Una specie di castellofortezza con grandi giardini che, dal 1871, fu la residenza dei Re d’Italia fino ad Umberto II che, dopo il referendum monarchia-repubblica, lo abbandonò definitivamente il 18 giugno del 1946. E’ divenuta poi sede del Presidente della Repubblica che vi risiede stabilmente. Il maestro delle guide del Touring Club, alle quali è affidato per le visite, insieme a molti altri siti storici di Roma, sostiene essere un poco più piccolo ma più ricco e più bello di Versailles! E’ stato una reggia per quasi 500 anni. Anche Napoleone l’aveva arredata come tale, senza però prenderne mai possesso. Papi, cardinali, principi della Chiesa vi hanno soggiornato per secoli, perché il colle del Quirinale aveva un clima particolarmente mite, ed il Vaticano era troppo umido. Quando nel 1870 il Generale Raffaele Cadorna irruppe da Porta Pia, Roma fu annessa al Regno sabaudo, Pio IX°, l’ultimo Papa-Re, che vi aveva stabilito la sua residenza, dovette forzatamente lasciarlo. In quella occasione asportò tutto quello che per secoli i Papi vi avevano accumulato di ricco e di artistico, ingrandendolo, fortificandolo, abbellendolo con opere dei più grandi artisti delle varie epoche (che ora sono, per la maggior parte nei Musei Vaticani). Quando Roma divenne capitale d’italia e il Re Vittorio

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Porcellane di sevres al quirinale

Emanuele II° ne fece la reggia, la regina Margherita, vedendo praticamente vuoti tutti quei locali lo convinse a farvi trasferire, centinaia di arazzi, lampadari di Murano, specchi quadri, mobili, orologi, sculture, opere d’arte, suppellettili e molto altro, dalle decine di principeschi palazzi e Regge delle province italiane sotto il dominio dei Savoia. E continuarono ad abbellirlo e ad ampliarlo. Vi hanno operato maestri come il Mascarino, il Maderno, Domenico Fontana e molti altri. Al Fuga si debbono la Caffè House e la zona dove attualmente abita il Presidente Mattarella. Ho citato gli orologi, che sono centinaia ed ho potuto notare che erano tutti attivi ed anche piuttosto precisi. La Dottoressa Gaia Redavid, nostra informatissima guida, mi ha confermato che vi lavora una nutrita squadra di orologiai! Uno spettacolare organo funzionante ad acqua, ancora attivo in particolari feste annuali, occupa una fontana, all’interno di una profonda abside situata su un grande muro perimetrale, nel Cortile delle Carrozze. Decine di carrozze riccamente decorate per le parate e gli spostamenti comuni, riempiono appositi locali. All’interno, alcuni piazzali vengono utilizzati per i picchetti d’onore in occasione di visite di ministri, re e Presidenti di altre nazioni, mentre ci sono sale riccamente arredate di varie dimensioni, utilizzate dall’attuale Presidente della Repubblica, per i vari e diversi incontri istituzionali. Una è adibita al giuramento dei Governi in carica, con numerose sedute in velluto rosa e dorature. Puoi prendere fotografie ma senza flash ed alcune le ho qui riportate, ma non bastano ad elencare le decine e decine di ambienti ed opere d’arte, gli affreschi alle pareti ed ai soffitti, i lampadari, i cassettoni, le dorature e gli stucchi artistici che li corredano. Il salone d’onore, la sala dei corazzieri, delle virtù, delle logge, di Augusto, del Bronzino, di Druso, degli arazzi, degli specchi, del balcone ed altre. La cappella Paolina affrescata dal Guido Reni, la scala del Mascarino e molti ambienti spettacolari vi passano davanti agli occhi stupefatti dallo sfarzo e dalla bellezza. Intere pareti (la “Vasella”) sono occupate da scaffali con ricchi servizi di posateria e porcellane di Richard Ginori, di Sevres e vasellame, per i principeschi banchetti di allora. Ma che vengono utilizzati anche oggi. La stessa

cucina è piena di strumenti soprattutto di rame, allora in uso. I corazzieri, arma unica al mondo, a rappresentanza e difesa del Presidente della Repubblica, sono ovunque e sempre presenti. All’ingresso principale del Quirinale fanno la guardia, notte e giorno, una coppia di militari, davanti alle loro garitte. Con una simpatica cerimonia ogni settimana, a rotazione, cambia l’Arma comandata. Sul torrino del Mascarino, subito dopo l’ingresso, svettano le bandiere italiana, quella europea e lo stendardo con lo stemma del Presidente della Repubblica che, quando è assente, viene portato a mezz’asta. Credetemi, quella visita vi rimarrà scolpita nella mente!

Uno dei molti saloni del quirinale



+Design

di Alessandra Lino creativaseriale@gmail.com www.creativaseriale.com 335.64.94.985

McDonald’s, il fast food più famoso al mondo, punta al design italiano La trasformazione dei fast food McDonald’s inizia dalla Francia e il nuovo look è firmato Paola Navone. A pochi passi dalla Gare d’Austerlitz di Parigi apre il McDonald’s d’autore. Una scatola luminosa e colorata, in cui sentirsi bene, progettata dall’architetto e designer Paola Navone. Nel McDonald’s di Paola Navone lo spazio è definito grazie alle tonalità, che vanno dal bianco al grigio fino alle tinte acquose, e alle texture differenti e sempre varie. Questa scelta di colori e texture è dovuta alla volontà dell’architetto di riprodurre un ambiente familiare come fosse un’abitazione, nella quale ogni singola stanza è unica nel colore e nell’arredamento e dove sono proprio questi elementi a stimolare il buon umore. Ovunque emerge il suo stile sempre diverso eppur riconoscibilissimo, eredità del periodo passato nel gruppo Alchimia con Alessandro Mendini, Ettore Sottsass ed Andrea Branzi; eredità di una passione per la cultura orientale, delle suggestioni francesi e del design italiano. Le sedie di questo McDonald’s d’autore sono tutte diverse, in modo che ognuno possa scegliersi la propria, come farebbe a casa propria. Ogni tavolo è differente ed unico, decorato con grandi pennellate, ed alcuni sono posizionati all’interno di piccole strutture che ricordano capanne, offrendo ambienti più intimi. Ogni zona è diversa dall’altra e le sedie, a multipli di colore, ritmano l’ambiente. Non è stato semplice scegliere i materiali, combinando l’estetica ai rigorosi vincoli tecnici e progettuali. Il risultato: un’estetica “imperfetta”, quasi artigianale; una sfida difficile per un progetto che richiede anche alte performance tecniche. Consistenze differenti sui muri e sui pavimenti definiscono gli spazi che non sono mai rigidi grazie al gioco dei colori piazzati in maniera informale e mai ripetitiva. Tuttavia il risultato è notevole, giocoso e di design. L’unione, apparentemente insolita, tra McDonald’s e Paola Navone ha del sorprendente ma funziona. Tuttavia, chi è Paola Navone? Torinese di nascita, ma milanese di adozione, Paola Navone è un architetto, una designer, un’art director ed un’arredatrice. Eclettica, schietta e sognatrice, in lei convivono colori e sapori del sud del mondo, conosciuto, amato e frequentato, uniti al gusto e alle forme dell’occidente. Ha vissuto e ha lavorato in oriente per diversi anni e le sue opere sono una fusione tra artigianato e design. Instancabile e curiosa, invita tutti a viaggiare: il miglior modo di aprire la mente e lasciarsi ispirare, qualunque sia il viaggio! Collabora con le firme più importanti del design internazionale: Armani Casa, Knoll International, Alessi, Driade, Piazza Sempione, Casamilano, Molteni, Poliform, Albert Laminati, Mondo, Dada, Natuzzi, Swaroski, Riva1920. Per quest’ultimo, crea l’iconico sgabello Fungo, realizzato in legno massello di cedro, un esempio della sinergia tra artigianato e industria che giungono così ad una sintesi tra tradizione e design contemporaneo.

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Tablet musica di Francesco Valente

Il Pianoforte Come promesso negli appuntamenti precedenti, oggi parliamo di un’altro strumento che si è ricavato uno spazio praticamente totale nella letteratura della musica, il Pianoforte. Romanzando potrei dilungarmi sulla rivalità tra il Pianoforte e la Chitarra, in quanto strumenti che ricoprono lo stesso ruolo…. ma non lo faccio, la chitarra è obiettivamente molto più bella!!!! Sto chiaramente scherzando! Il Pianoforte è lo strumento degli strumenti, il più completo da un punto di vista di quantità di note possibili, e anche per la possibilità di visualizzazione orizzontale delle note e delle altezze di queste stesse, quasi come a spalmare, tra quei tasti bianchi e neri un’intera orchestra… chitarra compresa! Non è il mio strumento, ed allora mi faccio aiutare da un musicista, amico e collega che di pianoforti se ne intende, il maestro Simone Allori, giovane pianista che da anni insegna nel nostro quartiere, cura un suo progetto artistico personale ed è docente di pianoforte alla Social Music School dell’Infernetto.

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Maestro allora chi vince tra Chitarra e Pianoforte? Secondo me è un pareggio con tanti goal, ma ai rigori vince senz’altro il Pianoforte! È stato lo strumento che per primo mi ha fatto battere il cuore per la sua versatilità, col Piano ci puoi fare davvero tutto, dalla musica classica al rock, e continua ad essere sempre al passo con i tempi. Oggi per fortuna i corsi di Pianoforte moderno sono entrati in tutte le accademie ed i conservatori, perché nell’ultimo secolo sono state fatte cose strepitose con questo strumento, e finalmente si sta perdendo quel pregiudizio secondo cui il piano sia solo ed

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esclusivamente appannaggio della musica classica. Insomma, tu lo vedi bianco e nero, ma lo ascolti a colori! Il Pianoforte è lo strumento dei direttori d’orchestra, come mai? Perché qualunque suono che potrebbe produrre un’orchestra è possibile riprodurlo sul pianoforte, se non come “timbro” del suono, almeno come intonazione. In più ti da la possibilità di far suonare contemporaneamente una grandissima quantità di note, anche più di dieci, nonostante le dita siano solo quelle. Magia? Forse! Poi lo dice il nome stesso: Piano e Forte, le possibilità di volume e dinamica sono praticamente infinite, ed è proprio quello che succede ad un orchestra. Insomma, chiunque ami comporre, che si tratti di canzoni, colonne sonore o sinfonie, prima o poi si ritrova ad innamorarsene. ( Unica controindicazione, non si può portare in spiaggia ai falò, ma qualche difetto doveva pure averlo!) Il Pianoforte sta alla Chitarra come le Tastiere alla chitarra Elettrica? Grazie della domanda, l’equazione è esattamente quella, e visto che siamo in tema, vorrei toccare un “tasto dolente”: non chiamate “Pianola” qualunque strumento elettronico che abbia dei tasti, vi prego! Le Tastiere sono strumenti che hanno fatto la storia della musica. Si è partiti con i piani elettrici, che addirittura si collegavano ad amplificatori molto

simili a quelli per chitarra, per poi passare agli organi elettrici, che spesso subivano lo stesso trattamento, ed infine ai sintetizzatori. Dagli anni 60 in poi, le tastiere hanno occupato un ruolo fondamentale nella musica leggera, ma non solo, ed oggi qualsiasi produttore musicale ne ha almeno una nel suo studio, anche se adesso, invece che agli amplificatori, si collegano ai computer, e qui si apre un altro mondo fantastico che varrebbe la pena approfondire. Quindi il pianoforte uno strumento magico sia nell’estetica che nella sostanza, dalle possibilità infinite e in grado di dominare un’intera orchestra. Il resto lo possiamo intuire facilmente tutti… e in caso basta ascoltarlo e lasciarsi incantare. Ringrazio il maestro Simone Allori per la disponibilità e la sintesi, non è facile descrivere uno strumento di questa importanza con poche parole, e lo saluto, ma tanto ci vediamo a scuola.



Tablet Couture di A.T

Francesca Rasi,

un’artista fra sorrisi e microfono

Francesca Rasi ha una certezza: nella vita non corre mai il rischio di annoiarsi. E, per fermarla, bisogna inventarsi qualcosa di geniale. A 40 anni, napoletana d’origine ma ormai laziale d’adozione, Francesca Rasi è presentatrice tv, conduttrice di eventi, ideatrice di regie ed entertainment di eventi esclusivi. Di recente è salita sul palco di SanremON, uno degli eventi clou della settimana dedicata alla kermesse musicale italiana. Il resto della sua carriera è un eterno ondeggiare fra tv e musica, fra palco e location. Un binomio che nasce anche dalla formazione scolastica: laurea in Scienze della Comunicazione, Diploma in Pianoforte al Conservatorio, Master in Recitazione e Regia con Officina della Poesia a cura di U. De Vita presso il Teatro Quirino di Roma. Uno spazio importante lo occupa il mondo dell’imprenditoria. È lei la titolare di Ayana Events, agenzia che si occupa di organizzare spettacoli e curare regie negli eventi. Francesca non smette un attimo di sognare. “Vorrei condurre il prima possibile un programma tutto mio che parli di viaggi, curiosità, musica, sentimenti ed emozioni delle persone”. Francesca Rasi e la conduzione. Tutto è iniziato… Ad appena 7 anni, quando imitavo le presentatrici tv. Usavo le forchette come microfoni e intervistavo tutti gli amici dei miei genitori che venivano a cena a casa nostra. Questo lavoro ce l’avevo nel sangue… Come è proseguita l’avventura? Ho iniziato a fare provini, a presentare concorsi di bellezza, sfilate e concerti. Poi sono arrivati gli eventi, convention aziendali, premi e spettacoli in giro per il mondo. Senza mai trascurare la formazione: ho studiato dizione e ho vissuto ogni esperienza come una nuova possibilità di lavoro. Mi piace la parte ironica e brillante di me, ridere fa bene all’anima e anche al lavoro! Le soddisfazioni sono arrivate. Una fra tutte, ho lavorato per il canale Marcopolo per il programma Week end. Vivo da anni nel mondo dello spettacolo, è un mondo complicato, permeato da un filo sottile di equilibri. Eppure cerco di trarre sempre il buono da ogni mia esperienza. Come ti descrivi? Una guerriera del palcoscenico, brillante e ironica. Sono una perfezionista, precisina e a volte rompo le scatole… ma con tanto amore! In concomitanza col festival di Sanremo, sei stata protagonista di un importante evento nella “capitale” italiana della musica. Sono salita sul Palco di SanremON, nel ruolo di conduttrice esperta e appassionata di musica, da sempre tra le mie più grandi passioni. Ho presentato un evento dedicato alle eccellenze artistiche italiane, ed è stato meraviglioso avere la possibilità di conoscere i pensieri e le emozioni di chi ha scritto pagine indimenticabili della musica italiana.

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Qual è il tuo rapporto con la musica? Direi totalizzante, perché entra a far parte di tutte le cose che faccio e accompagna le mie giornate. Dai momenti di malinconia a quelli più spensierati e allegri, ispirando anche gran parte dei miei progetti creativi, dalla danza al teatro, alla scrittura di un testo, la musica mi ha sempre preso per mano. Scopriamo una cosa in più di te. Ho scelto il pianoforte perché credo che sia lo strumento padre e madre, che in qualche modo abbraccia tutti gli altri. Ci si innamora degli strumenti musicali come fossero persone. E il Pianoforte per me ha un viso stupendo e due occhi che incantano. Amo tantissimi generi e spazio dalla musica classica che mi ha accompagnato per anni al filone brasiliano; adoro la musica portoghese che, per certi versi, mi ricorda le mie radici napoletane, e trovo che ci siano parecchie assonanze nelle sonorità calorose e a tratti nostalgiche. Mille volti di un’unica artista. Volti che convergono sui social. Ho un rapporto molto attivo, sereno, gioioso e utile con i social. Non mi piace pubblicare cose banali, mi piace condividere poesia ed emozioni. Sul mio profilo si parla di Teatro, Danza, Musica, Eventi e Viaggi. Non sono una influencer ma potrei diventarlo presto! State attenti… Chi ti conosce attraverso i social, che personaggio incontra? Semplicemente quella che sono, niente di più vero. No filter! Mi piace la profondità delle persone, il rispetto, mi piacciono le coccole e gli abbracci. E chi mi sorride! Mi infastidisce la cattiveria, la violenza, la noncuranza, l’assenza. Nel quotidiano, chi è Francesca Rasi? Una donna con tante passioni! Amo l’Africa e le danze Africane, amo il Brasile e la sua musica come il samba. Amo viaggiare e respirare il profumo del mare. Amo svegliarmi in barca a Ventotene. Amo gli spaghetti alle vongole. Che sogni hai? Mi piacerebbe condurre un programma e riportare in televisione le canzoni di una volta, un format in testa già ce l’ho. Guardiamo al futuro. Dove ti vedremo? Ci sto lavorando, ma conosco gli ingredienti sui quali costruirò la mia carriera. Concentrazione, felicità, fatica, ascolto, ricerca, regole, ma anche libertà e gioco. Ho bisogno del sostegno delle persone che amo e di condividere con loro i miei progetti. Ho bisogno di creatività, di gioia nel fare le cose e soprattutto di provare e far provare emozioni. E quando smetto di lavorare, mi faccio il regalo più prezioso che esista: il tempo… CONTATTI SOCIAL: INSTAGRAM @francescarasi.8 FACEBOOK: Francesca Rasi Pagina Facebook Ayana Events: Francesca Rasi Ayana Events Linkedin: Francesca Rasi


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BARMAN: Manuel Di Cecco, barman del Freni e Frizioni di Roma Cocktail: DJANGO Ingredienti: -3cl rum Abuelo 7 -3cl cachaca Leblon -1,5cl Velvet Falernum -1,5cl succo di lime -1,5ml succo di pompelmo rosa -2cl sciroppo di passion -3cl succo di guava -Walnut Bitter Bicchiere: Hurricane Garnish: Lime disidratato e ciuffo di menta Preparazione: Versare gli ingredienti in uno shaker, mescolare con un barsooon e p shakerare con vigore. Filtrare tutto in un bicchiere hurricane con ghiaccio a cubi e aggiungere ghiaccio tritato sul quale verrà versato il bitter.

Barlady: Sabina Yausheva del The Pantheon Iconic Hotel di Roma Drink: “ROMA FORMIDABILE ” (ispirato al film “Mamma Roma”, di Pier Paolo Pasolini, 1962) A long way to see you” -Ingredienti: -30 ml rum Trois Rivières Cuvée de l’Ocean -20 ml Godet Cognac -20 ml Martini Rubino infuso alle rose e mele -10 ml Suze -15 ml Martini Bitter Riserva -2 gocce Granatina Preparazione Freddare un mixing glass con del ghiaccio che andrà successivamente rimosso. Versare tutti gli ingredienti e con uno spoon mescolare leggermente. Aggiungere del ghiaccio fino a riempire e mescolare nuovamente per qualche secondo. Versare il contenuto all’interno di una coppa che si ha precedentemente freddato.

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Ispirazione Mamma Roma è un film del 1962 diretto da Pier Paolo Pasolini e interpretato da Anna Magnani. La periferia romana che fa da sfondo a questo capolavoro del cinema viene richiamata da VII Hills, gin che vuole celebrare, con la sua ricetta, le botaniche romane. Anna Magnani interpreta una donna che, una volta liberata dal proprio protettore, allestisce un carretto di verdura (per questo la garnish composta da un peel di carota, timo e germogli). Ha un figlio da crescere e cerca di indirizzarlo sulla buona strada, ma quest’ultimo, invaghito di una ragazza, inizia a cacciarsi nei guai. Un film con un finale amaro, che ci viene ricordato nel palato dal romano Amaro Formidabile.

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Ispirazione: Questo drink ha ispirato una delle precedenti drink list del Freni e Frizioni ispirata proprio al cinema. Infatti, vedendo ‘Django Unchainned’ ci siamo resi conto che in una particolare scena Leonardo di Caprio ordina un Polynesian Pearl Diver e ci siamo domandati: perché non fare un menù basato sui drink bevuti nei film o con drink che comunque richiamino ad esso? Ecco che nasce Django, un twist sul drink tiki Polynesian Pearl Diver.

Barman: Federico Leone della Bodega di Cosenza Cocktail: C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA (ispirato al film omonimo di Sergio Leone, 1984) Ingredienti: -60ml -VII HILLS Italian Dry Gin -Infuso istantaneo di popcorn tostato -20ml - limone fresco -10ml - sciroppo di sale -Top birra italiana Preparazione Versare il gin VII Hills su pop corn tostati, in modo da acquistarne sapore con una infusione istantanea, aggiungere succo di limone fresco , sciroppo di sale , shakerare il tutto e versare il contenuto all’interno del bicchiere, ghiaccio e top di birra per terminare il drink. Ispirazione C’era una volta in America, ultimo capolavoro del regista Sergio Leone che ha richiesto 10 anni di preparazione e dove sicura quasi 4 ore ti tiene incollato alla poltrona e viene voglia di rivederlo più volte nel tempo. Quale miglior modo di celebrarlo, inserendo in questo drink gli elementi principali che ide ntificano un’Italia che va al cinema per ammirare il capolavoro del Maestro. VII Hills vuole omaggiare la passione e l’arte del cinema italiano di un tempo che tutto il mondo ci invidia e che spesso vuole onorare.


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STUDI IN CORSO nasce nel marzo del 2008, dall’idea della responsabile didattica, Alessandra D’Alano, di creare un luogo che consentisse ai ragazzi e alle famiglie di affrontare con serenità l’impegno scolastico. L’obiettivo del Centro è quello di seguire gli studenti, dei vari ordini e gradi scolastici, nel loro percorso formativo senza sovrapporsi all’istituzione della scuola. Il metodo utilizzato prevede il monitoraggio costante del rendimento scolastico e la personalizzazione degli studi in base alle caratteristiche dello studente, così da trovare una risposta adeguata ai vari problemi scolastici. Nel tempo, il confronto diretto con i disagi dell’età evolutiva, che spesso sono la causa di difficoltà scolastiche e comportamentali, ha indotto il polo didattico ad affiancarsi, se necessario, di un’attività di sostegno psicologico, avvalendosi della collaborazione di specialisti. Attualmente, vengono presentati diversi servizi di sostegno alla persona, alla genitorialità, nonché gruppi e corsi di formazione. Inoltre, il lavoro quotidiano con gli studenti e l’esperienza, hanno portato a sviluppare l’idea che, con un’adeguata attenzione, le difficoltà a eseguire alcuni compiti richiesti, data da specifici disturbi dell’apprendimento, possano essere superate e gli obiettivi raggiunti. Per questo Studi in Corso supporta i ragazzi con figure professionali e preparate in grado di confrontarsi serenamente con alunni, scuola e famiglia, a partire dai primi cicli scolastici. Ritenendo fondamentale l’apprendimento delle lingue straniere per apprezzare tradizioni e costumi di altre nazioni e migliorare le prospettive occupazionali, sono stati strutturati all’interno del Centro numerosi corsi linguistici che preparano ragazzi e adulti. L’ambiente è confortevole e accogliente, ma allo stesso tempo professionale, in quanto sono necessari per l’apprendimento la condivisione degli intenti e la fiducia nelle proprie potenzialità. Ci mettiamo noi stessi.


CINEMA TEATRO SAN TIMOTEO Programma febbraio / marzo 2019 Via Apelle 1 – Casal Palocco tel. 0650916710 sabato 9 marzo ore 15.00 domenica 10 marzo ore 15.00

giovedì 21 marzo ore 21.15 sabato 23 marzo ore 16.30

RALPH SPACCA INTERNET di: Phil Johnston, Rich Moore Animazione (112’) sabato 9 marzo ore 17.30

ALPHA – UN’AMICIZIA FORTE COME LA VITA di Albert Hughes con: K. Smit-McPhee, L. Varela Avventura (96’)

ATTENTI AL GORILLA

di: Luca Miniero con: F. Matano, C. Capotondi, Lillo Commedia (95’) giovedì 14 marzo ore 21.15 sabato 16 marzo ore 16.30

SANTIAGO, ITALIA

di Josie Rourke con: M. Robbie, S. Ronan Biografico, storico (125’)

BOHEMIAN RHAPSODY

sabato 23 marzo ore 21.15 domenica 24 marzo ore 16.30-21.15

Sabato 6 aprile 21,15 Domenica 7 aprile 16,30

di Gilles de Maistre con: D. De Villiers, M. Laurent Avventura (98’)

Di Adam McKay Con C. Bale, A. Adams Biografico (132’)

di: Julian Schnabel con W. Dafoe, O. Isaac Biografico (110’)

di Bryan Singer con R. Malek, L. Boynton Biografico (134 min)

VICE – L’UOMO NELL’OMBRA

giovedì 28 marzo ore 21.15 sabato 30 marzo ore 16.30

Giovedì 11 aprile 21,15 Sabato 13 aprile 16,30

di: Benedikt Erlingsson con: H.Geirharðsdóttir, J.Sigurðarson Azione (101’)

di Alessandro Capitani con S. Serraiocco, A. Haber, I. Ferrari Commedia (80’)

LA DONNA ELETTRICA

di: Nanni Moretti Documentario (80’) sabato 16 marzo ore 21.15 domenica 17 marzo ore 16.30-21.15

MARIA, REGINA DI SCOZIA

VAN GOGH – SULLA SOGLIA DELL’ETERNITA’

MIA E IL LEONE BIANCO

sabato 9 marzo ore 21.15 domenica 10 marzo ore 17.30-21.15

Giovedì 4 aprile 21,15 Sabato 6 aprile 16,30

IN VIAGGIO CON ADELE

sabato 30 marzo ore 21.15 domenica 31 marzo ore 16.30-21.15

Sabato 13 aprile 21,15 Domenica 14 aprile 16,30

di: Yorgos Lanthimos con O Colman, E. Stone Biografico, Storico (120’)

di Peter Farrelly con V.Mortensen, M.Ali Commedia, Biografico (130’)

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Tablet Sociale a cura di Giuseppe Menzio

Nel mese di Marzo abbiamo iniziato con l’interessante conferenza “Si può vivere senza miti, utopie, credenze ?”, una riflessione quanto mai attuale nell’epoca delle “fake news” e degli “influencer”… L’8 Marzo, Festa della Donna, Donato Di Stasi, ci parlerà di una grande donna dell’antichità, Ipazia di Alessandria. Si proseguirà con una bella gita in Ciociaria, storia, paesaggi, buona cucina. Poi , la grandiosità dell’impero romano con Villa Adriana, e altre due conferenze molto stimolanti, come già indicato il mese scorso. Il 23 Febbraio il concerto di Max Bruch per due pianoforti, con le sorelle Labèque e l’Orchestra di S.Cecilia diretta dal russo Semyon Bychkov ; sarà il 43° evento della nostra stagione. Ad Aprile non sono previsti molti eventi, poiché l’associazione chiuderà per un paio di settimana in occasione della Pasqua, la Festa della Liberazione ed il 1° Maggio. Ma ad Aprile dal 2 al 7, è stato programmato un bellissimo viaggio a Berlino, Dresda e Potsdam. Molte le attrattive di questo viaggio , tra le quali il pranzo con vista sulla cupola del Reichstag, una gita in barca sulla Sprea, il Pergamon Museum, la East Side Gallery con quel che resta del “Muro”, e poi la “Firenze dell’Elba”, cioè Dresda, il Palazzo e il Parco Sansouci a Potsdam.…. Al rientro, seguirà un’interessante conferenza (a cura di Alessandro Taddeo) su quella meravigliosa “macchina” che è il cervello umano, l’oggetto più complesso e misterioso che si conosca: 1.300-1.500 grammi di tessuto gelatinoso, composto da 100 miliardi di cellule (i neuroni) ognuna delle quali sviluppa in media 10 mila connessioni con le cellule vicine.... per sovrintendere le funzioni dell’organismo, elaborare i segnali in arrivo dall’esterno, immagazzinare i ricordi, generare emozioni e sentimenti, e, soprattutto, permetterci di ragionare. Enormi sono i progressi fatti negli ultimi decenni sulla conoscenza del cervello umano, grazie agli sforzi convergenti di settori diversi della ricerca e della scienza, e all’utilizzo di raffinate tecnologie. I nostri eventi di Aprile si concluderanno il 17 con una gita ai giardini de “La Landriana” a Tor San Lorenzo. La vicinanza del mare e il conseguente microclima favorevole fanno di questo giardino un’oasi verde in cui convivono circa 3000 piante differenti provenienti da tutto il mondo. Ai nostri Soci ed a tutti i lettori di “Tablet Roma” tanti auguri di Buona Pasqua !

Marzo Ven 08

Ipazia e la libertà

Mer 13

Alatri e il Castello di Fumone

Mer 20

Villa Adriana - visita

Sab 23

Concerto Bruch - Schubert

Ven 15 Ven 22 Ven 29

Aprile 2—7

Ven 12

Mer 17

Conferenza su Villa Adriana

Dissertazioni su vita e morte L’infinito in matematica

Viaggio a Berlino-Dresda Il cervello umano

Gita alla Landriana

Tutti i dettagli, quote di partecipazione e contatti sono disponibili nel “calendario” mensile (può essere richiesto a giuseppe.menzio@fastwebnet.it,cell. 347.3738360, oppure cliccando su https://www.csp-palocco.it/associazioni-e-gruppi/associazione-culturale-nuova-acanto.html.)

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Vacanze pasquali dal 18/04 al 2/05

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occhiaie ed occhi infossati CORREGGERE, TONIFICARE E RIGENERARE CON IL GRASSO SI PUO’

L’OCCHIO INFOSSATO E’ un inestetismo molto comune dovuto ad un riassorbimento del grasso periorbitale, nonché ad un assottigliamento della cute palpebrale: l’occhio appare spento con comparsa di occhiaie o ombre che delineano un invecchiamento dello sguardo. Spesso associato ad una lassità della palpebra inferiore che può presentare o meno delle borse.

LE OCCHIAIE L’occhiaia è uno scurimento della regione periorbitale inferiore ed in particolare della palpebra inferiore, causata primariamente da una predisposizione, che tende a peggiorare con gli anni a causa dell’invecchiamento della pelle di questa regione: la cute si assottiglia, il grasso si riassorbe e si vede in trasparenza la parte vascolare che è presente nella zona più profonda. Il risultato è un occhio che sembra stanco. Questo instessimo è associato spesso a gonfiore da stasi di liquidi. Dott. Daniele D’Andria MEDICO

DOCENTE

DI

CHIRURGO

MEDICINA

ESTETICA

Università degli Studi “G. D’Annunzio” - CHIETI

MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA VISO E CORPO BLEFAROLIFTING NON CHIRURGICO CHIRURGIA DERMATOLOGICA CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA RIABILITAZIONE LINFOVASCOLARE

quali soluzioni si possono trovare per trattare queste problematiche? IL micro S.E.F.F.I. (Superficial Enhanced Fluid Fat Injection) è una tecnica per ottenere un ringiovanimento armonioso, naturale e sicuro della regione orbitale, ma anche di tutto il viso. Consiste nel prelievo dalla regione addominale o trocanterica o livello dell’interno-ginocchio, di piccolissime quantità di tessuto adiposo, filtrazione di quest’ultimo, per selezionare il tessuto parastromale ed immediato innesto nella zona interessata, di queste cellule staminali e di componenti del grasso che vanno a rigenerare, ripristinare, nonché a riempire (se voluto) le regioni invecchiate. Le cellule impiantate, rimangono in sede vitali per anni (a secondo del processo di invecchiamento continuo del paziente). La tecnica risulta tra le più sicure, non essendoci infiltrazione di sostanze estranee ed è molto gradita da chi vuole delle correzioni naturali e durature. Non necessita di anestesie generali, né di sala operatoria: è una tecniche che si esegue ambulatorialmente in 30-40’ minuti. La ripresa dell’attività lavorativa o sociale è immediata. Questa tipologia di intervento deriva dal più conosciuto “Lipofilling”, ma a differenza di quest’ultimo, il MICRO SEFFI, utilizza piccole quantità di grasso e seleziona le cellule staminali utili al ringiovanimento, il lipofilling è più utile per creare riempimenti maggiori. Il MicroSEFFI è particolarmente indicato per il trattamento della regione palpebrale inferiore perché questa zona non è idonea al riempimento con acido ialuronico, il quale provocherebbe degli edemi fastidiosi duraturi.

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Lo sapevi che a Casalpalocco c’è un posto dove le persone con declino cognitivo ed i loro familiari trovano risposte bevendo un caffè?

Questo posto si chiama Caffè della Memoria ed è aperto ogni sabato dalle 15.30 alle 17.30. Il Caffè della Memoria è uno spazio totalmente gratuito ed informale dedicato alle persone con declino cognitivo lieve/moderato ed ai loro familiari. Ogni sabato al Caffè della Memoria ci impegniamo per superare gli ostacoli dell’isolamento sociale e la scarsa informazione che affliggono le persone con declino cognitivo ed i loro familiari. Lo facciamo coinvolgendo le persone con declino cognitivo in attività occupazionali (giochi, musica, pittura, decoupage ed altro) che non rappresentano solo un momento ludico-ricreativo ma hanno finalità stimolative-riabilitative. Lo facciamo anche dedicando uno spazio ai familiari. Il Caffè della Memoria è infatti uno spazio di informazione e supporto o semplicemente un momento informale di incontro per scambiare esperienze prendendo un caffè. Il Caffè della Memoria è gestito con il supporto di professionisti (terapisti occupazionali, psicologi) e volontari. La partecipazione è gratuita ma il numero di posti è limitato. Se hai un familiare, un parente, un amico con declino cognitivo chiama il numero 06.694.27.197 per poter partecipare. IL CAFFE’ DELLA MEMORIA È APERTO OGNI SABATO DALLE 15.30 ALLE 17.30 PRESSO LA PARROCCHIA DI SAN TIMOTEO DI CASALPALOCCO (VIA APELLE 1).


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Rendi più bella la tua pelle ! Tra sbalzi di temperatura, freddo e vento, la nostra povera pelle è sottoposta a un forte stress. Non stupiamoci quindi delle labbra screpolate e della pelle secca e arrossata. Cerchiamo invece di aiutarla a sostenere questi stress stagionali. Da consulente di bellezza, la prima cosa che mi viene da consigliare quando penso al mese di Marzo, è la disintossicazione: purificare l’organismo da dentro aiuterà la pelle ad essere più luminosa. Chiunque può riconoscere che una pelle compatta, curata e idratata è molto più bella di una pelle secca e opaca . La nostra pelle racconta di noi e di quante attenzioni ci dedichiamo. Se mi segui ovviamente ormai sarai anche tu una specialista e sai cosa dico sempre! Prima della depurazione, prima dei trattamenti e di qualunque altra azione, se vuoi conservare fresca e giovane la tua pelle, la prima cosa che devi fare è prendertene cura ogni giorno, eseguendo con costanza la tua Home Beauty routine: ricorda ogni giorno di pulire la tua pelle dal trucco e dallo smog con i prodotti appositi, esfoliare la parte superiore della pelle con una spazzola naturale o facendo un leggero scrub e idratare con prodotti naturali. Se già fai questo, sei a metà dell’opera. Abbiamo poi detto che è importante depurarsi dall’interno. Iniziamo a lasciarci alle spalle l’alimentazione invernale che ci richiedeva alimenti più sostanziosi. Adesso, compatibilmente con le indicazioni del tuo medico se stai seguendo un percorso alimentare specifico, recuperiamo una dieta ricca di vitamine e sali minerali in modo da dare al nostro organismo una scossa di benessere e brio. Ovviamente la raccomandazione di seguire un alimentazione quanto più possibile “pulita” evitando cibi confezionati ricchi di conservanti o preparazioni troppo elaborate, vale per tutte le stagioni. Purtroppo il nostro modo di mangiare traspare immediatamente dalla nostra pelle. Per rendere la nostra pelle più bella dopo essere stata esposta alle intemperie, a tavola abbondiamo con verdura, frutta secca e frutta fresca; chi può, inizi ad allontanare dalla tua tavola latticini, salumi, carne grassa e dolciumi. Prediligiamo i prodotti di stagione perché sono più ricchi di vitamine rispetto ai prodotti di serra perché la

scelta di prodotti italiani e a Km 0 ci garantisce un contenuto più elevato di principi attivi. Ricordiamo che più si è lontani dal punto di raccolta, meno vitamine arrivano sulla nostra tavola. La nostra dieta primaverile dovrà essere ricca di verdure disintossicanti e diuretiche, come spinaci, carote, finocchi, sedano, cicorie e asparagi, e frutta come fragole, mele, pere, agrumi, ciliegie. Non dimentichiamo poi i cereali integrali, legumi possibilmente freschi, le noci e i semi che sono ricchi di sostanze antiossidanti. Ecco alcune informazioni buone da sapere sulle VERDURE PRIMAVERILI. Iniziamo dal Tarassaco e dal Carciofo Hanno entrambe proprietà depurative; entrambe sono doppiamente utili per fegato. Stimolano la produzione e l’eliminazione della bile da parte del fegato, con effetto disintossicante, in più sono diuretiche e per questo aiutano l’organismo a disintossicarsi contrastando la ritenzione idrica. Il Tarassaco, chiamato anche “Dente di Leone“, è un’erba selvatica ricca di caroteni e minerali. Si può mangiare subito in insalata oppure essiccare per ottenere ottime tisane. Il Carciofo, oltre l’effetto diuretico riduce anche il rischio di calcolosi. Stimola l’eliminazione del colesterolo da parte del fegato e aiuta a smaltire gli acidi urici derivati dalle proteine animali. Meglio consumarlo in insalata tagliato molto sottile e condito con olio e limone perché le sostanze che proteggono il fegato vengono distrutte con la cottura. Oltre alle verdure, fortunatamente la primavera porta anche della buona frutta. Vediamo per esempio le proprietà delle Fragole e delle Ciliegie. Ricca di vitamina C, la Fragola ha proprietà diuretiche, depurative e disintossicanti , ottime alleate nel dimagrimento.

Contiene lo xilitolo (l’hai sentita nominare nelle pubblicità delle gomme da masticare), una sostanza dolce che previene la formazione della placca dentale e uccide i germi responsabili di un alito cattivo. Ricorda, soprattutto per le fragole, che è meglio consumare i frutti provenienti dall’agricoltura biologica o integrata. La Ciliegia è ricca di vitamina C e Flavonidi per cui la ciliegia può essere considerata una meravigliosa fonte di antiossidanti. Le fibre solubili in essa contenute sono utili per combattere la stipsi, in più la ciliegia possiede proprietà depurative, energetiche, diuretiche. Concludo con un consiglio: L’utilizzo di decotti a base di Tarassaco, Gramigna, Carciofo, Ortica, Cicoria favorisce l’eliminazione delle tossine e contrasta gonfiori e la ritenzione idrica. Berne una-due tazze al giorno lontano dai pasti. Lo so che in questo articolo si parlava di pelle e di come rimineralizzarla per renderla più bella, ma sappiamo che drenare non guasta mai. Se hai delle domande da farmi, dei consigli professionali da chiedermi, scrivi a:

redazione@tabletroma.it

per me sarà un piacere risponderti nel prossimi editoriali dandoti gratuitamente il mio sostegno.

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Dott. Antonino Dott. Antonino Marchese Marchese

Dott. Antonino Marchese

Dott. Antonino Marchese


sati a questa nuova pratica, ideata dal Dottor Madan Kataria in India nel 1995. Insieme a loro, anche gli stessi docenti seguono direttamente in classe le proposte che di volta in volta si susseguono utilizzando il proprio corpo nele azioni del Ridere, Giocare, Cantare e Ballare come strumenti atti a facilitare la conoscenza e la gestione della propria parte emotiva.

Yoga della risata nelle scuole

3- Costruisce la resistenza fisica In quanto esercizio fisico, lo Yoga della Risata aiuta a sviluppare un corpo sano con una buona resistenza fisica. Ciò aiuta i ragazzi a mantenere il proprio peso forma e a praticare sport con efficacia. La resistenza fisica dipende dalla capacità respiratoria. Quanto puoi muoverti senza aver il fiatone dipende dalla capacità polmonare. Gli esercizi di risate aumentano la capacità respiratoria. Perciò aumentano la resistenza fisica per un’ottima prestazione sportiva. 4- Sviluppa autostima Incoraggiando l’espressione del sé, anche i ragazzi possono trovare la propria voce. Le loro abilità di leadership e la loro autostima crescono naturalmente. Gli esercizi di Yoga

5- Aumenta la creatività Poiché il gioco è alla base dello Yoga della Risata, favorisce il pensiero dell’emisfero cerebrale destro. Ciò significa aumento della creatività. Sono estremamente felice di quanto stia accadendo attraverso lo Yoga della Risata, perché ritengo che poter lavorare coi bambini a livello di Intelligenza Emotiva in tutte le fasce di età scolari è molto importante. Dedico tempo a far capire loro che non tutto deve essere volto alla competizione, che quando ognuno di noi sbaglia per un qualsiasi motivo sta partecipando ad un processo di crescita piuttosto che ad uno Stop emotivo. La famosa frase “ Sbagliando s’impara “, va opportunamente ricordata a questi giovani, che altrimenti vivono e vedono ogni loro errore come qualcosa di irreparabile. Sono soddisfatto anche dell’approvazione che ricevo da parte dei docenti. Sono deciso a lasciare ad ogni docente un piccolo mini bagaglio di esercizi semplici da poter continuare a far eseguire alla scolaresca anche una volta che il Progetto sarà terminato. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i docenti ed i genitori dei bambini che hanno deciso di far partecipare i bambini al mio Progetto.

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È proprio vero, ciò che semini raccogli. Dai tempo al tempo. Potrei aggiungere tante altre frasi ad effetto, ma mi limito a queste due che sono rappresentative di ciò che è accaduto in pochi mesi nella mia vita professionale di Teacher ed Ambasciatore della Risata nel Mondo. Meno di un anno fa nel mese di Maggio ho avuto la possibilità di far conoscere cosa fosse lo Yoga della Risata in ben 3 Istituti scolastici del X Municipio, con delle mini lezioni proposte ai bambini alla presenza dei loro insegnanti. Mi sono prodigato nel fare ufficiale richiesta di inserimento del Progetto “ Gioco, Rido e mi diverto a scuola con lo Yoga della Risata “ alle segreterie delle rispettive scuole e a partire dal mese di Settembre sono arrivate le prime adesioni. Hanno deciso di partecipare ben 10 classi della scuola primaria Carotenuto della sede di Via Gherardi, 4 classi della scuola primaria Mar dei Caraibi, 2 classi della scuola secondaria Carotenuto. Gli incontri settimanali si stanno svolgendo in orario curriculare, nelle stesse aule dove gli alunni svolgono le loro lezioni. Gli incontri sono guidati da me medesimo. Gli alunni si stanno mostrando molto interes-

Ecco elencati i benefici: 1- Favorisce un sano sviluppo emotivo È attraverso il gioco che i bambini sviluppano intelligenza emotiva quando crescono. Tuttavia, i bambini oggi non giocano molto fisicamente, sono incollati ai loro cellulari, alla televisione e agli schermi dei computer. Lo Yoga della Risata incoraggia i bambini a giocare fisicamente e a esprimersi pienamente per il proprio sviluppo emotivo. 2- Aumenta le prestazioni scolastiche Aumentando la scorta netta di ossigeno nel corpo e nel cervello. Lo Yoga della Risata aiuta i bambini a restare focalizzati per ottenere un’ottima prestazione scolastica.

della Risata riducono le inibizioni e la timidezza, e danno più fiducia in se stessi per parlare in pubblico ed esibirsi su un palcoscenico.

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torniamo a parlare di ADHD È passato un mese dalla kermesse sanremese e il brano che ha fatto nascere più discussioni è stato sicuramente “Argentovivo” di Daniele Silvestri. Ha colpito tutti e ne hanno parlato tutti, arrivando a proporre che venisse utilizzato dai professori nelle scuole come spunto per riflettere sulla problematica condizione dell’adolescenza… Ha colpito anche me e ne voglio dunque parlare. Non intendo discutere il brano da un punto di vista artistico: è davvero ben costruito e di forte impatto, perché Silvestri è indiscutibilmente un grande autore e musicista. Ma il testo mi ha lasciato perplessa…e vi spiego il perché “Ho sedici anni Ma è già da più di dieci che vivo in un carcere… Costretto a rimanere seduto per ore, immobile e muto per ore. Io, che ero argento vivo…”

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La canzone vuole parlare del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Ne hanno dato interpretazioni diverse, hanno parlato di disagio adolescenziale in senso più generico, di una società alienante pei i giovani… Ma io sono certa che si riferisca in modo specifico all’ADHD. Silvestri stesso, in una intervista dopo-festival che facilmente si può trovare in rete, fa un riferimento esplicito all’ADHD, affermando che ci sono patologie quali i disturbi dell’attenzione ed iperattività in crescita, che sarebbero inventate dalle case farmaceutiche per aumentare i profitti. “Ho, sedici anni ma già da più di dieci vivo in un

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carcere, c’è un equivoco nella struttura e fingono ci sia una cura, un farmaco ma su misura…”. Silvestri attacca la società, la sanità, la scuola (“Sono fiori e scarabocchi il mio quaderno. Uno zaino come palla al piede, un’aula come cella…”) e la famiglia: li accusa di non essere in grado di “gestire” l’argento vivo, la vivacità e la creatività di un bambino (poi ragazzo) pieno di voglia di vivere e di averlo condannato a vivere in una “prigione che corregge e prepara a una vita che non esiste più da almeno vent’anni”… dove “la sera mi rimandano a casa, lo sai, perché io possa ricongiungermi a tutti i miei cari, come se casa non fosse una gabbia anche lei e la famiglia non fossero i domiciliari”. E continua: “avete preso un bambino che non stava mai fermo… lo avete messo da solo davanti a uno schermo… E adesso vi domandate se sia normale se il solo mondo che apprezzo è un mondo virtuale. Io che ero argento vivo, dottore, io così agitato, così sbagliato, con così poca attenzione ma mi avete curato e adesso mi resta solo il rancore”… Mi sembra dunque opportuno tornare nuovamente a parlare di ADHD, per esprimere il mio parere, un parere che deriva da ormai 10 anni di lavoro clinico con bambini con ADHD (tutti i giorni, per anni…) e le loro famiglie. La mia perplessità, rispetto alla canzone, è che venga veicolato questo messaggio: l’ADHD non è una vera sindrome ma piuttosto un “tentativo” da parte di una società inadeguata di “far diventare malattia” qualcosa che invece è naturale vivacità di bambini magari un po’ “difficili” ma di certo non “malati” e non da curare con dei farmaci, che “spengano” questo argento vivo. C’è sempre stato un dibattito controverso sull’ADHD: c’è chi che lo ritiene un disturbo neurologico e chi nega la sua esistenza come disturbo e sostiene che si tratti di comportamenti particolari di bambini molto

vivaci all’interno di una cornice educativa e/o affettiva problematica. In realtà, l’ADHD esiste e non soltanto perché lo dicono il mondo scientifico e i manuali diagnostici: genitori e insegnanti che vivono da vicino questa situazione sanno bene che un bambino con ADHD non è soltanto vivace ma è ingestibile, impulsivo e con un controllo dell’attività motoria ed emotiva totalmente inadeguato. L’ADHD non è una normale fase di crescita da superare, ma è un vero problema: per il bambino, perché gli impedisce di raggiungere gli obiettivi di sviluppo, apprendimento e integrazione; per la famiglia e per la scuola, poiché genera sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino. L’altro messaggio che mi ha lasciato perplessa è appunto questo: la canzone sembra affermare che la società sia scientifica che scolastica e la famiglia stessa non sappiano come affrontare il problema e abbiano trovato una soluzione “comoda” ma sbagliata. Quale? Quella di rivolgersi al farmaco. Ritalin o Equasim diventano dunque gli strumenti utilizzati dalle case farmaceutiche per arricchirsi e per sedare, ingabbiare, spegnere l’argento vivo… Se può essere vero che in alcuni Paesi (come ad esempio gli Stati Uniti) ci sia stato un eccessivo uso di questi farmaci, la situazione qui in Italia è decisamente diversa: i neuropsichiatri infantili arrivano a prescrivere il farmaco soltanto quando prima si siano già provate altre strade ma senza ottenere risultati: gli interventi psicoeducativi o la psicoterapia in primis. Quando non si hanno le opportune conoscenze cliniche, sarebbe forse meglio non fare proclami azzardati. Bisogna conoscere il farmaco e quale sia il suo effetto: il metilfenidato è un farmaco con azione stimolante sul sistema nervoso centrale (SNC).


Qual è il meccanismo d’azione? Il farmaco si lega ai trasportatori sinaptici della dopamina, e in misura minore della noradrenalina, favorendo la permanenza dei due neurotrasmettitori nello spazio sinaptico. Nei pazienti affetti da ADHD la concentrazione di dopamina nello spazio sinaptico risulta infatti inferiore a quella osservata nei soggetti normali. Il metilfenidato agisce modulando il livello di dopamina e noradrenalina nello spazio sinaptico. Nei bambini, la somministrazione del farmaco comporta miglioramenti nella capacità di stare attenti, di portare a termine i compiti assegnati e di interagire con gli altri, adulti e coetanei, già dopo pochi giorni di terapia. Il farmaco, dunque, non “seda” il bambino, ma gli permette l’autoregolazione della capacità attentiva e delle emozioni che, quando non “regolate”, conducono a quelle reazioni esplosive e comportamenti dirompenti che sono il vero calvario del bambino con ADHD. Va detto comunque che, anche in presenza del farmaco, la famiglia e il bambino debbano continuare i loro percorsi di parent training e psicoterapia, perché l’obiettivo è sempre quello di acquisire (anche con la crescita evolutiva), la capacità di autoregolarsi e quindi arrivare alla gestione del problema e alla sospensione del farmaco. Perché dunque accusare le famiglie di “lavarsene le mani”, scegliendo la via della sedazione e dello spegnimento? A parte che abbiamo visto che non è questo l’effetto ricercato, va comunque detto la scelta farmacologica non è affatto semplice ed indolore per la famiglia. Esiste su Facebook un gruppo sull’ADHD che ha più di 13.000 membri: 13.000 madri e padri di bambini/ragazzi con ADHD e, in più, qualche profes-

sionista come me che, quando è possibile, interviene ascoltando e dando qualche suggerimento. Un numero considerevole di famiglie quindi… sono tutti genitori sbagliati? Tantissimi di loro si sono sentiti feriti, non compresi, ingiustamente accusati da quanto scritto nel brano “Argentovivo”, nonché dalle successive affermazioni rilasciate da Daniele Silvestri. E, come dimostrazione di rispetto e comprensione proprio di tutte queste famiglie, che quotidianamente raccontano di momenti estremamente faticosi e dolorosi accanto ai loro figli, che quasi sempre si sentono non comprese, maltrattate e umiliate dagli altri (coloro che “non hanno il problema” e non lo possono capire), che si mettono continuamente in discussione, che hanno tentato e continuano a tentare ogni possibilità per aiutare il loro figlio impiegando tempo, soldi ed energie, voglio concludere con le parole di un padre che sicuramente dicono molto di più di quanto possa mai dire io… “Avere un bambino iperattivo o con disturbo oppositivo provocatorio è destabilizzante per tutta la famiglia. Non lo abbiamo voluto così. Ma è nostro figlio e lo amiamo con tutte le forze. Un bambino che si sente diverso, non accettato dai coetanei, che si ritrova sempre solo, che non ha amici ti distrugge dentro come genitore e come famiglia… Un bambino iperattivo o con disturbi comportamentali non ha colpe. Deve essere aiutato nei modi possibili che oggi la medicina e la scienza ci offrono. E anche lo stesso vale per i genitori. Oggi si accusano le famiglie di non sapere educare, di essere sbagliate. Ci fanno sentire sbagliati…”. No, non siete sbagliati voi né i vostri figli. L’unica cosa sbagliata è insinuare il messaggio che l’ADHD non esista e non sia un reale problema.


Tablet Natura

di Alessandro Polinori , Responsabile CHM Lipu Ostia, Consigliere Nazionale Lipu/BirdLife Italia

Una rondine farà ancora primavera? La rondine, animale simbolo della primavera e della migrazione, ha da sempre esercitato un grandissimo fascino sull’uomo. Da oltre duemila anni, infatti, questi uccelli fanno parte della nostra cultura, basti pensare al noto proverbio italiano “una rondine non fa primavera”. Pochi sanno che si tratta di una frase di Aristotele, tratta dal saggio Etica Nicomachea, diventata col tempo uno dei proverbi italiani più conosciuti: ci invita a non tirare conclusioni affrettate badando solo alle apparenze.. Questo simpatico volatile si nutre in gran quantità di piccoli insetti, in particolare mosche e zanzare, che cattura in volo con grandissima abilità, rappresentando quindi un

foto: L. Sebastiani foto Roberto: Parmiggiani

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insetticida naturale utilissimo all’uomo. La Rondine è lunga circa 18-19 cm, con un’apertura alare di 32-35 cm e un peso variabile tra i 16 e i 25 grammi e, durante le migrazioni per raggiungere i luoghi di svernamento e nidificazione, può arrivare a coprire distanze pari ad 11.000 chilometri, attraversando il Mediterraneo ed il Sahara. Frequenta molti tipi di ambienti, ma ama soprattutto

quelli aperti, come campi coltivati, prati e pascoli. Malgrado l’affetto provato nei confronti di questo animale, negli ultimi decenni il numero di rondini è fortemente diminuito, proprio a causa dell’azione umana Le rondini, come molte delle specie di uccelli legate alle campagne, hanno infatti risentito degli effetti negativi provocati dal dilagare dell’agricoltura intensiva, che ha fortemente modificato il paesaggio agricolo italiano ed europeo e provocato la scomparsa di quegli elementi, quali siepi e fossi, che rappresentavano le zone di caccia preferite da questi uccelli. Altri rilevanti pericoli per questa specie sono rappresentati dai pesticidi e dalle ristrutturazioni degli edifici di campagna, che cancellano molti dei tradizionali siti di nidificazione. In aggiunta a ciò, si consideri che, in Africa, la desertificazione ed i pesticidi colpiscono le popolazioni di rondini anche nei luoghi di svernamento, mentre i mutamenti climatici e lo stravolgimento delle stagioni hanno effetti evidenti sulle loro abitudini e modalità di svolgimento delle migrazioni. La nascita del movimento ambientalista “moderno”, sostanzialmente identificabile con i dibattiti sorti, negli anni ’60, negli strati più sensibili della società nordamericana ed europea, a seguito dei gravi effetti inquinanti provocati dallo sviluppo industriale, ricevette un impulso determinante da un tema legato proprio alle rondini, con la pubblicazione, nel 1962, del libro “Silent spring”, da parte della biologa marina statunitense Rachel Carson, la quale denunciava il massiccio uso dei pesticidi ed i relativi effetti devastanti per l’uomo e l’ambiente naturale (“la silenziosità della primavera”, titolo dell’opera, è infatti il risultato della scomparsa delle rondini provocata dall’utilizzo dei veleni in agricoltura). Il libro della Carson suscitò numerose polemiche, riuscendo ad appassionare al tema anche la gente comune, timorosa per la propria salute ed incoraggiò l’emanazione di una prima serie di provvedimenti legislativi orientati alla tutela dell’ambiente (tra cui il divieto di utilizzo del DDT). Ma cosa possiamo fare di concreto per migliorare la situazione delle rondini in Italia? A livello individuale, molto importante, nelle campagne, è non realizzare ristrutturazioni dei vecchi edifici che vadano, in qualche modo, a limitare la presenza di questa specie, tanto meno distruggerne i nidi (cosa peraltro vietata dalla Legge, a Roma ed in oltre 100 comuni italiani anche quando non occupati, grazie alla delibera salvarondini promossa dalla Lipu). Per limitare eventuali disagi provocati dagli escrementi prodotti da questi animali, è sufficiente collocare una tavoletta di legno sotto al nido, da ripulire quando le nostre amiche rondini saranno ripartite per l’Africa.

Un piccolo aiuto può anche venire dalla collocazione di nidi artificiali che sopperiscano, in qualche modo, alla crescente carenza di siti idonei alla loro nidificazione, mentre, da consumatori, sono sempre da preferire prodotti provenienti da agricoltura biologica, maggiormente rispettosi della biodiversità. Piccoli suggerimenti che ciascuno di noi può mettere in atto, un tentativo per provare a garantire un futuro sereno a questi meravigliosi abitanti dei cieli, affinché le primavere non siano mai più silenziose. Per info: alessandro.polinori@lipu.it

foto: Luca Villa foto: Ugo Battistelli



Tablet Bike

di Luca Santagà - fb avventure in bici

La mia amica pineta Proprio come nelle favole: quattro passi a sudovest da noi c’è un tesoro. Non di quelli nascosti e sepolti da qualche parte. Questo è lì che ci guarda, anche se noi siamo così abituati a vederlo che non ci facciamo nemmeno più caso. Il tesoro in questione è la pineta di Castel Fusano. Quando le passiamo accanto non è altro che una macchia verde che fa parte del panorama ma se ci inoltriamo al suo interno, scopriamo un universo misterioso ed affascinante. Poco importa se la percorriamo a piedi, in bici o a cavallo. La pineta è magica comunque. Quando si vaga senza meta per le sue strade sterrate

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ed i sentierini, si è avvolti dal silenzio e dalla rigogliosa vegetazione, ed è facile perdere la cognizione del tempo. Nonostante la sua maestosità, la pineta è però anche fragile e vulnerabile, e lo dimostrano gli innumerevoli tentativi di chi cerca di distruggerla ad ogni costo. Noi che l’amiamo, cerchiamo di proteggerla più che possiamo dalla stupidità umana. Come? La sorveglianza da parte di tutti, sia istituzioni che utenti è importante, ma la presenza massiva ed allo stesso tempo rispettosa sul territorio, a mio avviso è fondamentale. Se vogliamo tenere in vita la nostra pineta la dobbiamo utilizzare spesso. Più siamo, e meno ci sono possibilità che qualcuno possa portarcela via. Si organizzano maratone, corse di mountain bike, gare di triathlon, passeggiate a piedi o a cavallo. In sintesi, sta nascendo un sodalizio tra amanti e fruitori della pineta che prescinde dai singoli sport. La passione in comune diventa proprio la pineta e nascono gemellaggi inediti e molto divertenti. Avventure in Bici è stata coinvolta proprio in una situa-zione del genere: fornire assistenza durante una gara di equitazione. Si tratta di una tappa del Campionato Regionale Endurance che si è svolta in una fredda e soleggiata domenica dello scorso febbraio. Organizzata dal Centro Equestre Castelporziano, uno splendido maneggio che ha sede proprio accanto alla pineta, questa bella manifestazione ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che il nostro territorio, diventa ancora più bello se “sfruttato” pienamente. Il nostro compito era quello di presidiare alcuni incroci nelle vie interne e fornire eventualmente indicazioni ai concorrenti lungo i circa 20 chilometri del percorso che si dipanava nel bosco. In sella alle nostre bici costituivamo un’ efficace e relativamente veloce servizio con l’unico mezzo su ruote che ha libero

accesso in quest’ area protetta. Quindi alle prime luci dell’ alba in sella alla mia inseparabile mountain bike, mi muovo da casa, e dopo un veloce briefing al maneggio entro in pineta per effettuare un ultimo giro di ricognizione sul percorso che da lì a pochi minuti utilizzeranno cavalli e cavalieri. Altri, di Avventure in bici, mi raggiungeranno più tardi ma per ora sono proprio da solo. Sono andato nel corso degli anni migliaia di volte in pineta, l’ho vista di giorno, di notte, violata dagli incendi o con la neve, ma con il sole nascente, immersa nel più profondo silenzio forse per me è stata la prima volta, e non l’ho mai trovata così bella: il gelido vento di tramontana, che ha sferzato per alcuni giorni il centro Italia, facendo parecchi danni, ha pettinato la sabbia che si fende al mio passaggio come se fosse un tappeto di neve fresca. Mi sto godendo intensamente questo momento, rallento sempre più e mi fermo un attimo, come per imprimerlo nella memoria; fa


freddo, ma non importa: la pineta è tutta mia. Raggiungo finalmente la mia postazione, mi levo lo zaino e aspetto il passaggio dei primi concorrenti. Mi sto scaldando il viso al sole che fa capolino tra gli alberi, quando ho come la sensazione che la terra, sotto i miei piedi, cominci a vibrare delicatamente, e dopo una manciata di secondi, transitano un gruppo di cinque o sei cavalieri. La loro velocità è moderata (si tratta appunto di una gara di endurance) ma che spettacolo! Questi magnifici animali sprigionano forza ed allo stesso tempo eleganza da ogni poro. Ma la cosa che mi ha colpito immediatamente è la completa armonia che unisce cavallo/cavaliere /natura circostante, come se tutto facesse parte del capolavoro

di un pittore. Così con il trascorrere dei primi minuti di gara, mi sono accorto che non mi annoiavo, anzi ero affascinato da una disciplina che, come la mountain bike, o forse addirittura di più, avvicina l’uomo al suo ambiente naturale. Ma ecco i miei rinforzi. Parte del gruppone di Avventure in Bici, ha sfidato il freddo ed è partita di buon ora direttamente da Roma con la bici, ora sono qui e possiamo offrire all’ evento un supporto maggiore. Dopo qualche minuto dall’ arrivo dei miei amici, l’organizzazione decide di farci spostare in un punto del tracciato piuttosto delicato: la giornata di sole ha attirato in pineta tante persone che passeggiano o si allenano e bisogna avvertirle che in pineta c’è una gara di equitazione, con particolare attenzione a chi è a passeggio con il cane. Qui vorrei aprire una piccola parentesi riguardo alle diverse reazioni della gente. Ho sempre praticato sport, e nell’arco di decenni ho visto con piacere cambiare l’atteggiamento delle persone riguardo alle competizioni. Anni fa, alla richiesta anche gentile ad una persona di fermarsi, o semplicemente di prestare attenzione al passaggio di una corsa, si aveva spesso una reazione piuttosto tiepida se non addirittura ostile. La cultura dello sport e della salute in genere, fortunatamente, con il tempo ha pagato: anche nel mondo di oggi che è molto più frenetico rispetto al passato, in genere le persone reagiscono se non altro con curiosità. Tante persone che abbiamo avvisato del passaggio di cavalli in pineta ci hanno rivolto domande, ma in genere l’atteggiamento è stato tutt’altro che ostile. La gara quindi procede senza intoppi, e veniamo raggiunti da altri amici che in bici ci fanno compagnia. Ora siamo un bel gruppo di bikers, e quando veniamo avvertiti del passaggio dell’ ultimo concorrente, formiamo una discreta brigata che si dirige allegra verso il maneggio per assistere alla premiazione. Qui vediamo l’insieme dell’evento che per tutta la giornata abbiamo visto sgranarsi un po’alla volta e devo dire che l’ effetto generale è stupefacente. Cavalli che vengono fatti passeggiare o caricati su camion e rimorchi, cavalieri ed amazzoni che si godono l’ultimo sole in un’atmosfera festosa e soddisfatta di chi ha trascorso

una gran bella giornata. L’espressione stanca ma felice dipinta sul volto di Valentina, che ha ospitato nel suo maneggio questa manifestazione, e con la quale siamo rimasti in contatto per tutto il giorno, ci fa capire che il nostro è stato un lavoro ben fatto. La premiazione, mi vede curiosamente dalla parte opposta del tavolo, rispetto a quella che una vita di regate, gare e corse mi aveva abituato ad occupare. Avventure in Bici, con la sua scuola di mountain bike dell’Infernetto è stata citata più volte durante la premiazione, e la cosa, lasciatemelo dire, mi ha reso veramente orgoglioso; anche questa è stata una nuova esperienza, tutt’ altro che spiacevole. Con questa giornata, direi che abbiamo rotto il ghiaccio, ed abbiamo capito che discipline così diverse, possono non dividersi, ma unirsi in un ulteriore sforzo per proteggere il pianeta che ci è stato donato e tenendo presente che siamo responsabili e custodi della sua tutela. Ed ognuno dovrebbe fare la sua parte. Marshall McLuhan diceva saggiamente: non ci sono passeggeri sul “Battello Terra”. Siamo tutti membri dell’ equipaggio. Per chi desidera informazioni sulla Scuola di Mountain Bike può rivolgersi presso il Centro AICS di Via Varna all’Infernetto oppure chiamarmi al 347 0704344.

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L’avvocato risponde a cura dell’avvocato Federica Lorenzetti - lorenzettiavv@gmail.com - 06.56305241

La distanza dai confini.

Salve a tutti e ben ritrovati. In questo mese Vi voglio parlare di un argomento molto sentito laddove vi sia la necessità di dover costruire nuovi immobili all’interno di terreni edificabili da tempo, ovvero, successivamente resi tali: la distanza dai confini. L’argomento in questione è piuttosto complesso e, di certo, necessiterà di diversi articoli per poterlo affrontare al meglio, in ragione delle numerose sfaccettature che lo stesso implica, poiché, si deve avere riguardo a diversi principi tutti tra loro fondamentali, quali: le disposizioni del codice civile, l’eventuale applicazione del principio di prevenzione, il necessario vincolo imposto dal piano regolatore e dalle norme tecniche di attuazione etc… In primis, Vi voglio evidenziare come, tra le limitazioni legali che i rapporti di vicinato impongono alla proprietà edilizia, una delle più rilevanti, sia proprio l’art. 873 c.c. il quale deve, necessariamente, essere correlato con le previsioni inserite all’interno delle norme tecniche di attuazione dei piani regolatori generali che, se violate, conferiscono al vicino non solo

la facoltà di ottenere la riduzione in pristino ma anche il risarcimento del danno subito. Questo è il principio fissato recentemente dalla Corte di Cassazione la quale ha, altresì, affermato che, al fine di stabilire se una norma contenuta nello strumento urbanistico locale sia integrativa della disciplina prevista dal cod. civ. in materia di distanze tra costruzioni, dando così luogo al diritto di ottenere ex art. 872 c.c. il risarcimento del danno e la riduzione in pristino, non è necessario che essa contenga una diretta previsione in tal senso, essendo sufficiente che essa regoli, con qualsiasi criterio e modalità, la misura dello spazio che deve essere osservato tra le costruzioni. In considerazione di quanto sopra, quindi, le due tutele, reale e per equivalente, possono ritenersi complementari in quanto, la prima assicura l’eliminazione della costruzione illecita, e la seconda è, invece, volta al ristoro del pregiudizio economico subito sino al momento dell’effettiva riduzione in pristino. Deve, altresì, considerarsi che la tutela specifica è irrogabile sul presupposto oggettivo della violazione della distanza minima legale e prescinde dall’accertamento dell’effettivo pregiudizio arrecato sul fondo limitrofo.

Pertanto, nel caso di accertamento della violazione delle norme stabilite sulle distanze legali, si ha, quale conseguenza, l’irrilevanza di qualunque ulteriore indagine di fatto inerente l’accertamento della concreta pericolosità o dannosità, poiché il diritto del vicino alla riduzione in pristino consegue “ipso iure”. L’ulteriore tutela risarcitoria, invece, sanziona l’illecito con una riparazione per equivalente poiché, la violazione delle distanze tra costruzioni determina un asservimento di fatto del fondo del vicino il cui relativo danno deve considerarsi “in re ipsa”, senza necessità di una specifica attività probatoria, in quanto il danno è necessariamente compreso nella perpetrata violazione della prescrizione sulla distanza. Inoltre, avuto riguardo alle statuizioni dei regolamenti edilizi comunali e le relative N.T.A., si evidenzia che le predette norme tecniche di attuazione del P.R.G stabiliscono criteri che devono essere considerati inderogabili, così come affermato anche dall’art. 9 del D.L. 1444/1968. Il tema, come Vi dicevo, è estremamente complesso e dunque sarà oggetto di ulteriori articoli anche sollecitati da vostre domande e questi in merito.

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di Graziano Natale

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foto: Alessandro Arisci

News Roma Capitale

SOSTEGNO ALLE PERSONE CON GRAVISSIMA DISABILITÀ

RICHIESTA TARIFFA SCOLASTICA

Dopo un anno di sperimentazione la Giunta capitolina ha approvato l’entrata a regime delle linee guida operative per il sostegno alle persone con disabilità gravissime.

A partire dal 1 marzo 2019 e fino al 31 luglio 2019 sono aperti i termini per presentare la domanda di agevolazione tariffaria per il servizio di ristorazione scolastica per l’anno scolastico 2019-2020, Appalto e Autogestione, per utenti residenti nel territorio di Roma Capitale.

Il nuovo sistema ha evitato la creazione di liste d’attesa, favorendo l’accessibilità al servizio. Nel 2019 saranno circa 2.300 le persone aventi diritto al sostegno. A partire dal 1 gennaio 2020 si andrà a regime. Viene quindi confermato il sostegno che consiste in un assegno di cura per un importo mensile pari a 800 euro oppure in un contributo di cura per il caregiver familiare pari a 700 euro mensili. Tutte le domande dovranno essere corredate dalla documentazione necessaria fatta pervenire presso i Punti unici di accesso (PUA) e/o i Segretariati sociali dei Municipi territorialmente competenti dal 1 marzo al 31 luglio di ogni anno. Il Dipartimento Politiche Sociali provvederà, entro il 30 novembre di ogni anno, a produrre la graduatoria unica degli aventi diritto all’assegno di cura e/o al contributo di cura per l’anno successivo, sulla base delle valutazioni trasmesse ai Municipi.

MENSA

Le richieste devono essere presentate, esclusivamente online, per ogni alunno/a sia nuovo iscritto che già frequentante il servizio di ristorazione scolastica delle scuole comunali - statali dell’Infanzia, primarie e secondarie di I grado. Si ricorda che dal 01 gennaio 2019 non è più possibile ottenere credenziali d’accesso ai servizi online, rilasciate da Roma Capitale, mentre chi ne è già in possesso potrà continuare ad utilizzarle fino al 30 giugno 2020. Successivamente a questa data le credenziali rilasciate da Roma Capitale non saranno più valide e si potrà accedere solo tramite credenziali SPID. Il richiedente che intende usufruire del beneficio, dovrà pertanto provvedere alla richiesta dell’ISEE presso l’INPS o il CAF, accedere al portale istituzionale di Roma Capitale ed inserire l’istanza di agevolazione, tramite l’apposita applicazione web accessibile. L’utente durante la compilazione della domanda potrà consultare la Guida del Cittadino presente nell’apposita sezione dell’applicazione online. Qualora il cittadino non presenti la richiesta entro il temine del 31 luglio del 2019 verrà applicata la tariffa massima in base alla tipologia della scuola prescelta ed ai rientri settimanali, come statuito della Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 117/2018.Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi ai competenti ufffici municipali ove ricade la scuola frequentata. Massimo Gallus

NUOVA VITA PER L’EX CINEMA METROPOLITAN IN VIA DEL CORSO. Al via la riqualificazione dello spazio nel cuore del rione Campo Marzio, dopo dieci anni di abbandono e degrado in pieno centro di Roma. L’intervento permetterà da una parte di ridar vita a uno spazio fatiscente in una delle vie più importanti della città, a due passi da piazza del Popolo, favorendo l’impresa locale; dall’altra contribuirà al rilancio del settore cinematografico e audiovisivo. Il progetto è stato presentato in Campidoglio dalla sindaca Virginia Raggi e da Morris Attia, a.d. di DM Europa, la società proprietaria dell’immobile che finanzia i lavori. In parallelo con il rifacimento del Metropolitan, i sette milioni di oneri di urbanizzazione saranno investiti nella ristrutturazione di due sale cinematografiche comunali storiche di particolare valore artistico-architettonico: il cinema Apollo nel Municipio I e il cinema Airone nel VII Municipio. “In un dialogo virtuoso tra pubblico e privato riqualifichiamo uno spazio nel cuore della città”, dichiara la sindaca Raggi. “Questo intervento ci permette di raggiungere obiettivi importanti: da una parte strappiamo dal degrado un luogo centrale che diventerà un nuovo punto di aggregazione per cittadini e turisti, dall’altra puntiamo a investire negli spazi culturali grazie alla rinascita di due cinema pubblici storici per il territorio: Apollo e Airone”. “Il progetto di riqualificazione dell’ex cinema Metropolitan è un sano esempio di collaborazione tra il mondo dell’impresa e Roma Capitale”, afferma Morris Attia “La delibera approvata in Giunta permette la rinascita di una delle porte d’accesso al centro storico della città, per troppi anni lasciata nel degrado. Nell’accordo siglato mi sono impegnato alla creazione di 60 posti di lavoro solo nella parte commerciale dello stabile, a riaprire una delle quattro sale cinematografiche dandola gratuitamente a disposizione della cittadinanza per quattro mesi all’anno e a versare, infine, oneri pari a 7 milioni di euro che l’amministrazione destinerà ad opere pubbliche. È un successo di tutti e un’iniezione positiva per il nostro territorio”. Massimo Gallus

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“L’obiettivo generale di questa misura è evitare l’inserimento in un istituto delle persone con disabilità gravissima, promuovendone la permanenza in famiglia. Stiamo riportando i bisogni delle persone con disabilità al centro dell’agenda politica di Roma Capitale. Abbiamo impostato un percorso strutturale, in grado di arricchirsi e rigenerarsi sulla base di un approccio empirico”, sottolineano il disability manager di Roma Capitale Andrea Venuto e la presidente della Commissione capitolina Politiche Sociali Maria Agnese Catini. Massimo Gallus

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News X Municipio a cura dell’Ufficio Stampa del Municipio X

SKATE PARK DI VIA DELLA MARTINICA PRONTO NEL 2020 Uno skate park tutto nuovo dopo 5 anni senza l’impianto sportivo ecco lo spazio dedicato agli appassionati del settore “Lo Skate Park andato distrutto nel 2014 era non soltanto un luogo di sport ma un luogo di aggregazione. Per questo motivo, quando abbiamo avuto la possibilità, abbiamo pensato di ripristinarlo e l’Amministrazione si è attivata per restituirlo ai cittadini. Il progetto che presentiamo oggi farà sì che questo spazio sia una chicca dal punto di vista sportivo. È chiaro che abbiamo pensato di costruirlo nella stessa zona anche se non era possibile nello stesso posto. E mentre andranno avanti i lavori, è chiaro che coinvolgeremo tutte le realtà del territorio. Quello che andiamo a realizzare è un progetto che nasce su basi solide e che sarà per sempre”. Così la Presidente del Municipio X Giuliana Di Pillo che il 1° marzo ha portato il suo saluto alla presentazione del progetto per la realizzazione del nuovo skate park del Municipio X che sorgerà in via della Martinica nei pressi del

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mercato dell’Appagliatore. Una struttura che potrebbe già essere pronta per l’estate del 2020. Come ha affermato il direttore del Municipio X Nicola De Bernardini “la genesi di questa iniziativa è dovuta allo stanziamento di fondi da parte del Campidoglio. E l’idea è quella non di fare uno Skate ma lo Skate e per questo abbiamo contattato la Federazione e quindi gli studi più qualificati nel campo. Lo studio Lotti di Ravenna è risultato il più idoneo per qualità e per serietà anche nel rispetto dei tempi peraltro molto stretti. Abbiamo già pubblicato la manifestazione d’interesse cui seguirà la gara e quindi l’affidamento dell’appalto per un totale di 630mila euro. I lavori potrebbero già iniziare alla fine dell’anno”. Il nuovo Skate park nasce grazie alla collaborazione tra Municipio X, Coni e Federazione Italiana Sport Rotellistici, supportato tecnicamente su base di relazioni tecniche e quindi all’avanguardia. Oggi, con la presentazione del progetto si dà il via definitivo per il ripristino di uno spazio, lo dicono i numeri, particolarmente gradito e frequentato dai giovani del territorio. Uno spazio che inoltre ha già visto in passato occasioni sportive di grande rilievo nazionale. Campioni di questo sport che hanno la possibilità di tornare e di ampliare l’eco di questa disciplina oggi tanto amata. Allo stesso tempo la zona, attualmente in stato di abbandono, ha la possibilità di essere recuperata anche attraverso lo Skateboard. Si tratta di un’area di 1.600mq, illuminata a Led.

Uno spazio di aggregazione per una nuova stagione di riscatto. L’area di via della Martinica inoltre è quella di un parcheggio in disuso e spesso occupata come luogo di rifugio per sbandati. La struttura è omologata per manifestazioni a livello internazionale, è provvista di una tribunetta ed è soprattutto una struttura pubblica. L’assessore allo Sport Silvana Denicolò ha espresso la sua gioia per il lancio di un progetto “che nasce anche dal volere dell’intera cittadinanza, un volere condiviso dall’Amministrazione che in sede di Consiglio ha votato un documento in maniera unitaria”. Lo skateboarding, oppure semplicemente skateboard o skate, è tra gli sport ritenuti “estremi” uno dei più praticati e se in passato ne erano fruitori i surfisti che in inverno trovavano la possibilità di “mimare” le acrobazie in mare, oggi ha assunto connotati del tutto personali tanto da diventare una vera e propria disciplina sportiva. E, a proposito di sport estremi il consigliere capitolino Paolo Ferrara ha auspicato un “modello Municipio X per il futuro. Bisogna alzare il livello per rilanciare questo quartiere e questa può essere l’occasione giusta. Ostia ha le caratteristiche per rappresentare lo sport, gli sport e a livello internazionale”. L’altro rappresentante dell’Assemblea Capitolina, Nello Angelucci ha sottolineato come “la presenza dei consiglieri capitolini sta a dimostrare la vicinanza del Campidoglio a questo territorio che deve ripartire”.


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News Fiumicino

UN CONSIGLIO COMUNALE DEI GIOVANI “Un consiglio comunale dei giovani a Fiumicino”. È questa la proposta lanciata dal capogruppo di Crescere Insieme Roberto Severini. “L’idea – spiega Severini − nasce dal fatto che come vicepresidente della Commissione Sport e Politiche giovanili, ho sempre guardato al futuro. E ritengo che l’aggregazione sia uno dei motori di crescita delle nuove generazioni. Meglio ancora se nell’alveo dell’impegno amministrativo, come sprone per essere protagonisti del domani. Per questo ritengo che Fiumicino, città con un’altissima incidenza di giovani, territorio in crescita demografica, sia l’alveo giusto per l’iniziativa del Consiglio comunale dei giovani a Fiumicino.” “Ogni città” continua Severini “elegge un proprio Consiglio comunale che ha il potere di controllare l’operato del Sindaco e di contribuire alle decisioni sulla città. Molti comuni italiani hanno deciso di dare voce ai giovani per favorire una collaborazione tra le scuole e l’amministrazione della città, e per avvicinare le nuove generazioni al concetto di politica e di amministrazione locale.” Il Comune di Fiumicino è già strutturato per poter far partire con facilità il progetto. I giovani sono il futuro ed ascoltare le loro idee è il modo giusto per pensare ad una programmazione a lungo termine. Il consiglio comunale dei Ragazzi può proporre delle iniziative interessanti e guardare con occhio critico e imparziale le iniziative riguardanti il mondo della scuola, dello sport e degli spettacoli culturali ma anche dare dei giudizi e dei consigli sui problemi che riguardano la città soprattutto per quanto riguarda la scuola. “L’iniziativa, proposta in commissione consiliare e che proporrò come mozione al Consiglio comunale, è riconosciuta anche dalla Regione Lazio, che ha tracciato le linee guida per arrivare all’obiettivo di rendere operativo e seguire da vicino i lavori del Consiglio dei giovani”, conclude Roberto Severini Oriana Orlandi

LA SECONDA ARCHEO-MOBILITAZIONE IL 24 FEBBRAIO Si è conclusa lunedì 27 gennaio sotto una pioggia battente, la prima Archeo-mobilitazione a favore dell’area delle Terme di Matidia site in via Rombon, all’Isola Sacra. Molti i cittadini intervenuti, le associazioni, i comitati, che con grande spirito di collaborazione hanno raccolto 10 sacchi di rifiuti non riciclabili, vetro, plastica, pentole e coperte. Le iniziative però sono continuate. Si è svolta il 24 Febbraio alle 10.30, infatti, la seconda archeo-mobilitazione sempre presso l’area delle Terme di Matidia organizzata sempre da LaboStoria, un associazione culturale che è divenuta simbolo della riscoperta delle bellezze archeologiche di Fiumicino. “Il fatto di aver trovato un libro tra i rovi ci ha fatto venire in mente l’idea di connettere la giornata di pulizia al piacere della lettura all’aperto, abbiamo nascosto testi di vario genere che le persone potranno portare a casa come ricordo della giornata”. Dichiarano gli organizzatori. Tra la sterpaglia che circonda le terme sono già stati disseminati altri libri, che aspettano solo di essere trovati e letti. Si tratta di testi specifici riguardanti la storia romana, con particolare riferimento alla figura di Matidia, nipote prediletta di Traiano e suocera di Adriano, alle terme e al periodo storico in cui venne edificato tutto ciò che ora fa parte del Parco Archeologico. “L’invito, come sempre, è rivolto a cittadini, associazioni e istituzioni. Stavolta, insieme a cesoie e rastrelli, chiediamo ai partecipanti di portare con sé una sediolina pieghevole, servirà per riposarci insieme dopo la pulizia dell’area e fare il punto della situazione in compagnia di caffè, cornetto e… libro. “ Concludono gli organizzatori. Una bella iniziativa quella promossa dall’associazione nel comune di Fiumicino alla quale speriamo ne seguiranno tante altre per rivalorizzare il territorio. Oriana Orlandi

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AULE DEL BAFFI DESTINATE AL LEONARDO DA VINCI Grazie all’accordo raggiunto tra la Città Metropolitana e la Preside dell’Istituto Baffi, Paola Vigoroso, 5 aule saranno destinato al liceo Da Vinci permettendo ai ragazzi di Fiumicino di frequentare la scuola senza dover fare i pendolari. «Apprendiamo dalla delegata all’edilizia scolastica della Città metropolitana, dottoressa Teresa Zotta, dell’accordo raggiunto tra la Città Metropolitana stessa e la Preside dell’Istituto Baffi, prof.ssa Paola Vigoroso. L’accordo prevede che 5 aule dell’edificio di via Giorgio Giorgis in cui hanno sede alcune sezioni del Baffi saranno destinate al Liceo Da Vinci. Questo permetterà ai ragazzi di Fiumicino di frequentare la scuola senza dover fare i pendolari”. Lo comunica l’assessore alla Scuola Paolo Calicchio. “Dopo le nostre sollecitazioni dei giorni scorsi, il dialogo tra le diverse istituzioni coinvolte ha portato ai frutti sperati, rispondendo alle esigenze del territorio e dei nostri ragazzi - continua l’assessore -. Ringrazio per l’impegno il dirigente del servizio Beni Immobili della Città metropolitana Stefano Carta, la dottoressa Zotta, la professoressa Vigoroso e la dirigente del Da Vinci prof.ssa Antonella Maucioni per avere trovato una soluzione lavorando di concerto e avendo in mente solo gli interessi dei più giovani”. “Voglio cogliere l’occasione per rilanciare la proposta di un tavolo congiunto che inizi a lavorare fin da ora in vista dell’anno scolastico 2019-2020 - ha concluso Calicchio - per evitare di ritrovarci tra un anno ad affrontare una nuova emergenza”. Oriana Orlandi

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Tablet Territorio di Veronica Piro e Sandro Massimei

Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-NC-ND

X Municipio

Sicurezza idraulica, per la sicurezza del territorio e dei suoi abitanti. Ogni allerta meteo, provoca uno stato di ansia crescente a molti abitanti del X Municipio, dall’Idroscalo all’entroterra, che si attenua solo con l’arrivo del sole. Lo scampato pericolo non riduce comunque la rabbia di osservare una situazione che sembra essere cristallizzata nel tempo, da tante forse troppe parole ascoltate negli ultimi 15 anni. È opportuno ricordare che il X municipio con i suoi oltre 230 mila abitanti (popolazione iscritta in anagrafe al 31.12.2016) è fra i più popolosi del Comune di Roma. Per dare un idea la popolazione è quasi il doppio di quella di Latina, oltre 3 volte quella di Viterbo, oltre 4 volte quella di Frosinone. Il X Municipio è anche uno dei più estesi del comune di Roma, la sua superficie è di 150,74 Kmq (il comune di Milano ha una superficie di 182,07 Kmq).

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Perché parte del territorio del X Municipio è cosi a rischio? • Morfologia e geologia – terreni poco permeabili • Livello di urbanizzazione – aumento spropositato delle superfici impermeabili • Vulnerabilità del contesto territoriale – sistema scollante inadeguato all’attuale livello di antropizzazione • Cambiamenti climatici – piogge brevi ma di fortissima intensità

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Il reticolo di canali che caratterizza il territorio ha origine dalla Bonifica (anno 1884). Canali ad uso agricolo che avevano la funzione di riserva di acqua per l’irrigazione e scarico in mare. Oggi l’uso agricolo è stato sostituito quasi completamente dalla funzione di scarico delle acque meteoriche anche di prima pioggia. Le acque di prima pioggia su superfici impermeabili sono quelle che, cadendo durante la fase iniziale di un evento meteorico (i primi 5mm), si presentano spesso cariche di inquinanti di varia natura ed origine, dilavati dalla superficie delle aree scoperte. La composizione di tali acque, le rende particolarmente pericolose per l’ambiente e imporrebbe quindi che ad esse fossero riservati adeguati sistemi di trattamento. Il Coordinamento Sicurezza Idraulica dopo aver promosso in collaborazione con Il CBTAR - Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano, l’evento divulgativo, per far conoscere ai cittadini del X Municipio, non solo le criticità del proprio territorio, ma anche quali e quanti interventi sarebbero necessari e con quali priorità procedere, per mitigare il rischio idraulico. A valle dell’evento come Coordinamento, consci dell’importanza dello studio presentato del Prof. Mancini e dal suo Staff, osservando che i mesi passano e le novità attese non si concretizzano, abbiamo voluto in qualche modo provare a fare una sorta di appello agli organi competenti, ad iniziare dal Ministro dell’ambiente Sergio Costa. L’ obiettivo è di riportare l’attenzione sui fondi destinati alla mitigazione del rischio idrogeologico, pronti dal 2015. Nella lettera inviata anche al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e alla Sindaca Virginia Raggi, il CSI ribadisce l’urgenza di dare corso a quelle opere prioritarie e fondamentali, così come riportate nello studio dell’Università Roma TRE. Dopo aver assistito negli anni al costante consumo

di suolo, anche in presenza di continui allagamenti, di cui uno in particolare è ricordato per un decesso (2011) e all’assenza della realizzazione di interventi atti a mitigare il rischio idraulico in modo organico. Ribadiamo la necessità che i Cittadini siano ben informati circa la fragilità del territorio sul quale risiedono, che gli Amministratori provvedano a mettere in atto tutte le politiche di salvaguardia dell’ambiente. Occorre considerare che negli anni sul nostro territorio, nessun effetto hanno sortito leggi come la 183/89, che ha definito le “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”. Per arrivare poi al D.Lgs 152/06 che ha suddiviso il territorio nazionale in Distretti, ciascuno presieduto da una Autorità di Distretto. Tale percorso tuttavia, ad oggi, non è stato ancora concluso e le AdB ( Autorità’ di bacino) nazionali svolgono il ruolo di coordinamento all’interno dei Distretti tracciati. In Italia, i principali riferimenti normativi in materia di difesa del suolo e pianificazione del rischio idraulico sono legati ai Piani Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) delle Autorità di Bacino (Piani che si configurano come stralci funzionali dei più complessi Piano di Bacino), redatti ai sensi della Legge 183/891. La nota del CSI vuole essere l’ennesimo appello. Vista la mancanza di notizie su progetti esecutivi e bandi di gara, il Coordinamento chiede di passare dalle parole ai fatti con: • il rispetto delle priorità delle opere, così come indicate nell’elenco prodotto dal citato Studio; • l’attivazione, con la necessaria urgenza, delle procedure per la realizzazione della progettazione definitiva almeno delle opere con priorità 1A, 1, 2 e 3, in quanto propedeutiche all’inserimento nelle piattaforma ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo); • l’accorpamento, per quanto possibile, degli interventi che ricadono nella stessa macro area.


a cura di Giuseppe Menzio più raggiunta in Europa se non nel XIX secolo. Le strade romane costituiranno la base essenziale per le comunicazioni in Europa e non solo, anche nel Medioevo e nei secoli successivi. Non solo le singole persone hanno sempre avuto la necessità di comunicare, per lo più in modo estemporaneo, ma soprattutto il re, i principi, gli stati, sia in tempo di pace che di guerra, dovevano poter trasmettere editti, leggi, ordini in tutto il paese, in modo organizzato e il più veloce possibile. Un esempio famoso ed eroico di messaggero “di stato” è certamente quello del greco Filippide, con la sua gran corsa di 42 chilometri dalla città di Maratona all’Acropoli di Atene per annunciare la vittoria (“Nike! Nike!”) sui Persiani nel 490 a.C. e poi stramazzare al suolo morto. Il concetto di “servizio postale” pare fosse già presente in imperi molto antichi e va di pari passo con la creazione di una rete di strade su cui si spostavano i messaggeri. Essenziali erano anche il mare e le vie d’acqua. Massima estensione dell’ Impero Romano (I sec. d.C.)

Come si comunicava nei tempi antichi

Gli Egizi già nel 2.000 a.C. avevano un sistema per trasmettere ordini e papiri del faraone, ed utilizzavano anche i piccioni viaggiatori. Ciro il Grande nel 540 a.C. e poi Dario, misero in opera un efficiente sistema di comunicazioni per controllare il loro vasto impero, basato su strade che raggiungevano il Mediterraneo in Siria e in Egitto da un lato, e l’India dall’altro. Stazioni di sosta per il cambio dei cavalli consentivano una velocità di quasi 200 km al giorno, che era eccezionale per quei tempi. Lo storico greco Erodoto si disse meravigliato per il sistema persiano di corrieri.

Grande Muraglia era un’opera di difesa, ma anche una via di comunicazione

I Cinesi pare avessero già attorno al 1.800 a.C. un sistema “postale”, perfezionato poi dalla dinastia Tang nel 600 d.C. con una rete di corrieri e stazioni di riposo ogni 15 km.

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La graduale nascita ed evoluzione del linguaggio è stata una tappa fondamentale nello sviluppo della comunicazione umana. La voce è lo strumento naturale di comunicazione, ma oltre una certa distanza occorrono mezzi diversi. Ed è così che fin dalla preistoria, gli uomini hanno utilizzato il fumo o i fuochi di notte, trombe e tamburi, sfruttato alture o innalzato torri per trasmettere segnali. Ma per comunicare con luoghi più lontani, non c’era altro mezzo che andarci di persona, oppure utilizzare un messaggero, a cui veniva affidato il messaggio da trasmettere a voce (ma chissà se poi lo ricordava esattamente?). In altri casi il messaggero (che poteva spostarsi a piedi, o a cavallo, o su una barca), trasportava degli oggetti simbolici convenzionali che facevano capire, a chi li riceveva, il senso del messaggio. Per esempio: denti di animali o piume potevano voler dire che si era trovata selvaggina abbondante. Ed ecco un’altra tappa fondamentale: le prime forme di scrittura. Il messaggio può allora essere inciso, scolpito o scritto su un supporto, che poteva essere la corteccia di un albero, una tavoletta di argilla, le pareti di una tomba, una pergamena, un piccolo rotolo trasportato da un piccione viaggiatore. Il cavallo è stato per eccellenza nei secoli l’animale usato per trasportare messaggeri e notizie nei posti più lontani, ma anche altri animali hanno avuto un ruolo, in dipendenza delle situazioni ambientali. Basti pensare al cammello nei deserti o all’elefante nell’Asia del sud-est. Siccome oltre ai messaggi bisognava trasportare anche le merci e a volte dei “passeggeri” , si cominciò ben presto ad utilizzare anche carri e carrozze.

In Cina anche la Grande Muraglia con i suoi 6.000 km. di lunghezza facilitava le comunicazioni, almeno ai confini nord dell’ impero. Nel XIII secolo l’arrivo dei Mongoli con i loro veloci cavalli migliorò ulteriormente il sistema. Ne dà notizia anche Marco Polo. Ma sono i Romani che avendo costruito un’estesissima rete di strade, su questa organizzarono il loro ”cursus publicus” (che non era pubblico per niente, ma riservato allo stato…), un sistema di comunicazioni ineguagliato, con corrieri a cavallo, carri e stazioni di sosta, che permetteva di raggiungere velocemente da Roma le province più lontane dell’impero, trasmettendo ordini ed informazioni alle legioni ed ai governatori. È stato calcolato che la velocità con cui i messaggi viaggiavano sulla rete dell’impero romano non sarà

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Tablet Arte Foto e testo di Barbara Donzella

‘Dream. L’arte incontra i sogni’. Chiostro del Bramante sino al 5 maggio 2019. Un sogno a occhi aperti, o meglio, il sogno sognato da un artista. Che a raccontarlo diventa già una nuova storia.

DREAM.

L’Arte del Sogno

Questa è Dream. L’arte incontra i sogni, la mostra allestita al Chiostro del Bramante e visitabile sino al 5 maggio 2019. Giochi d’ombre, grovigli di linee in bianco e nero, simboli e oggetti che si svestono del proprio significato per lasciar presagire altro. Ogni opera è come un viaggio nella personalità dell’artista che esplora le pieghe della sua mente e del suo animo. L’esposizione è un viaggio coinvolgente e suggestivo che permette al visitatore di lasciare dietro di sé la realtà ed entrare in contatto con l’inconscio e la propria dimensione astratta e spirituale. Dream completa la trilogia, ideata e curata da Danilo Eccher per Chiostro del Bramante, iniziata con Love (2016), proseguita con Enjoy (2017). Tre grandi mostre dedicate alle più intime emozioni dell’uomo, rappresentate grazie alle tante poetiche dell’arte contemporanea, tre panorami capaci di esplorare i sentimenti dell’anima: dall’ambiguità dei desideri alle più esaltanti gioie sino all’inconscio. “Dream è la rappresentazione dell’idea di sogno, una dimensione altra che trascende la fisicità della percezione per accedere nei territori dell’emozione, dell’incanto, della poesia”, come racconta lo stesso curatore. I grandi protagonisti dell’arte contemporanea si rivelano attraverso opere intime e visionarie site-specific, che si alternano a lavori ripensati per gli spazi del Chiostro del Bramante, in un percorso che, grazie al coinvolgimento diretto degli artisti, diventa un’unica narrazione. Dream è un racconto corale che porta la firma di Jaume Plensa, Anselm Kiefer, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Christian Boltanski, Doris Salcedo, Henrik Håkansson, Wolfgang Laib e poi ancora, Claudio Costa, Kate MccGwire, Anish Kapoor, Tsuyoshi Tane, Ryoji Ikeda, Bill Viola, Alexandra Kehayoglou, Peter Kogler, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, Tatsuo Miyajima, James Turrell.

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Nel centro del chiostro rinascimentale, circondati da pareti ornate da monumenti sepolcrali di fine Quattrocento e lunette che accolgono delicati affreschi con storie della vita di Maria, si distinguono due imponenti volti femminili con gli occhi socchiusi uno accanto all’altro e paiono pensare a qualcosa di lontano (J. Plensa). Nella prima sala, una donna galleggia sospesa tra sonno e veglia (B. Viola) a cui si segue, una duna di sabbia, una stanza invasa da fasci di sterpi, luci e ombre di figure danzanti. Una passerella conduce oltre un albero dalle radici sospese (H. Håkansson), accanto a camicie di seta leggera trafitte da migliaia di piccoli spilli e ricordi (D. Salcedo) fino a sculture di legno, ferro e ossa (C. Costa).


Dall’oscurità si passa poi in un’altra dimensione, sotto una pioggia d’oro fatta d’ingranaggi d’orologio sospesi, come attimi di futuri possibili, presenti o passati accaduti o possibili (T. Tane), mentre il suono ritmico di un cuore ridona la dimensione del cosmo (R. Ikeda). Per accedere al piano fisico superiore, bisogna attraversare la soffice caverna di lana e pitture rupestri di Alexandra Kehayoglou (What if all is, 2018) che sembra ricordare l’immaginario surreale del film “L’arte del sogno” (del regista francese Michel Gondry), in cui il protagonista vive ad occhi aperti il proprio mondo interiore, popolato da rudimentali macchine del tempo, che portano indietro di solo due secondi e artigianali pupazzi e oggetti, fatti di lana infeltrita e legno. Lasciando la natura materica e rigogliosa si arriva ad uno dei lavori più enigmatici e affascinanti “Untitled” (2018) di Peter Kogler, uno sfondo illusorio di linee nere in continuo movimento, che avvolge le pareti e il soffitto di un lungo e spigoloso corridoio, che sembra trascinarti in un labirinto

di computer grafica. Questo caleidoscopio di opere è legato dal suono delle parole dello scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo, interpretate da 14 voci di attori italiani: Valeria Solarino, Valentina Cervi, Matilda de Angelis, Marco Bocci, Simona Tabasco, Giuseppe Maggio, Matteo Oscar Giuggioli, Alessandro Roja, Alessandro Preziosi, Angela Baraldi, Brando Pacitto, Isabella Ferrari, Giulia Bevilacqua, Cristiana Capotondi. Sono 14 i racconti inediti ispirati ai lavori esposti, che fanno parte del progetto “Le voci del sogno” e accompagnano il pubblico, attraverso un’audioguida, per immergersi nella mostra Dream. Una speciale audioguida è stata, inoltre, pensata appositamente per i più piccoli. Un progetto ideato e realizzato da Antenna International e dedicato ai più piccoli che ha come protagonisti gli “Esplorasogni”, un gruppo di quattro ragazzini che accompagna i gio-

vani visitatori alla ricerca dei bei sogni, per risolvere i problemi di insonnia degli adulti. Al termine di questo suggestivo percorso espositivo, il visitatore può condividere i propri sogni, scrivendoli su un post-it colorato lasciato sulla grande bacheca dei Dreamers, con la possibilità di condividerli, insieme agli altri centinaia di sogni, con l’hashtag #chiostrodream.

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La ciliegina sul Tablet Pensieri confusi alla rinfusa di Teo - lacilieginasultablet@gmail.com

Ogni parola che non impari oggi, è un calcio nel sedere domani. (Lorenzo Milani)

Corri quando puoi, cammina quando devi, striscia se serve, ma non mollare mai. (Dean Karnazes) Se continua così, l’uomo si atrofizza tutte le membra, tranne il pulsante-dito. (Frank Lloyd Wright) Una volta avevo una vita. Ora ho uno smartphone e una connessione Wi-Fi. (Anonimo)

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Quanto si corre! Fare le cose con calma è diventato un lusso. E se ci riesci passi pure, a volte, per uno che non ha niente da fare. Invece no, bisogna stare sul pezzo. Essere aggiornati, ad esempio, su tutte le migliorie tecnologiche è necessario, altrimenti rimani tagliato fuori dal progresso. Già il fatto che io usi la parola “migliorie” fa capire quanto sia ancorato al passato. Non ci si migliora più, ora si fanno gli upgrade! Di seguito qualche esempio. La tastiera - Innanzitutto oggi si dice keyboard. Se dici tastiera fai subito preistoria. Oggi ne esiste anche una che si arrotola! I CD - Ancora mi stai con i CD? Quelli usali come frisbee. La musica si scarica!!! C’è il download! Io sono rimasto alla hit parade di Radio2 presentata da Tiberio Timperi. Invece ora ci sono decine di varietà di classifiche. Si stimano i supporti fisici (i cari vinili e i CD), i download digitali, gli streaming, .... ecco già mi sono perso. Gli sms - non li scrive più nessuno! A me sembra ancora una cosa modernissima. Macché. I ragazzi di oggi non sanno quasi cosa siano. Impera whatsapp. Che per me è simile agli sms. E no! Io non lo uso come si deve. Per esempio io saluto, scrivo correttamente e addirittura descrivo le sensazioni!! Ma noooooooo! Si usano le emoticon! Anticoooooooo. Si usano le K, le X, le parole senza vocali, (xké scrivere msg x esteso è 1 pb!). Eppoi ci sono soprattutto, anzi sprttt, i vocali. Che non sono i mariti delle vocali, ma i messaggi vocali. Lo dice pure la canzone dell’estate scorsa: “ti mando un vocale, di 10 minuti,....”. Ma se ho 10 minuti di tempo, io telefono! E poi ora esistono le storie. Ma su questo non so ancora nulla. Al momento sto cercando di capire cosa siano gli status. Mah! I cavi - quali cavi? C’è il wireless, il bluetooth, la domotica. E io che ancora vado avanti a prese, prolunghe e ciabatte. Quindi, ritornando al concetto di correre, mi riferisco anche al fatto di sbrigarsi ad aggiornarsi altrimenti non si riesce più a comunicare o a comprendere. Parlo per me, eh! Per esempio, essendo a contatto con i giovani, devo sempre stare con le orecchie tese, con i pochi neuroni rimasti allerta e col cellulare pronto per googlare le parole nuove che mi vengono dette, che ovviamente fingo di conoscere, per poi girare l’angolo o andare in bagno per, appunto, cercarne il significato. Negli ultimi anni sono entrate nel nostro vocabolario, certificate dall’Accademia della Crusca, dalla Treccani e da tutto il cucuzzaro, parole come: influencer (colui o colei che influisce sulle scelte del look o sull’acquisto di ciò che fa tendenza da parte di chi lo/la followa, cioè segue sui social network), spammare (inviare messaggi indesiderati), taggare (sempre nell’ambito dei social network, si tratta di associare il profilo di qualcuno ad una foto o a un video o a un articolo), flaggare (contrassegnare qualcosa con un segno di spunta, cioè un flag ). Rifletto sul fatto che ci siano parole che già usiamo ma di cui non ne abbiamo chiara l’origine. Un esempio? Il black friday! Ormai, ahimè, è molto popolare anche da noi. Anni fa credevo fosse il titolo di un film horror! Ebbene, si tratta del venerdì successivo al giorno del ringraziamento americano che cade il quarto giovedì di novembre. Il giovedì si festeggia Dio ringraziandolo per quanto ricevuto durante l’anno trascorso, mentre il venerdì ci si calpesta per correre (lo dicevo all’inizio che correre è fondamentale!) a comprare qualcosa che sicuramente ci serve tantissimo

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per vivere la nostra vita degnamente, ad un prezzo sbalorditivamente bassissimo. Notata la coerenza? Andiamo avanti. Tra gli antichi fumatori delle vecchie e dannose sigarette e gli ammirevoli non fumatori, c’è un nuovo popolo, quello dei fumatori delle sigarette elettroniche. E ad ogni apparecchio elettronico che nasce, consegue naturalmente un certo numero di vocaboli nuovi nuovi. Nella fattispecie, come non citare il verbo “svapare”? Deriva dal sostantivo vapore e significa fumare una sigaretta elettronica, poiché nel farlo si emette quel vapore simile al fumo. Beh, una volta a una festa mi hanno detto: “ti va di svapare?” e io imbarazzato ho risposto :”mi dispiace, sono monogamo!” Che grezza (‘sta parola credo di dirla ancora solo io)! Insomma ho svicolato e sono andato al bagno di cui sopra per scoprirne il significato su google. Poi ci sono i dronisti. Non è un refuso, non sono i bei coatti di Maria del pomeriggio di Canale5! I dronisti sono i piloti dei droni. Se ancora non sapete cosa siano i droni informatevi da soli, perché questo lo so anche io. Ed ora concludo la kermesse di neologismi parlando della DPG, la Dark Polo Gang, una raffinatissima band trap (se non conoscete la musica trap non siete nessuno e la lettura di questo fondamentale articolo finisce qui). Insomma, questa band ha il merito di aver coniato una parola della quale si sentiva la mancanza: bufu. È l’acronimo di “by us f*** u” (u sta per you nello slang americano e la parolaccia/ il verbo con la “f” non la scrivo perché potrebbe leggere un minorenne. Che poi il ragazzino che mi ha tagliato la strada con la bici ieri l’ha usata nei miei riguardi con una pronuncia impeccabile. Vabbè sarà stata certamente un’eccezione) che praticamente vuol dire “per quanto ci riguarda puoi anche andare a quel paese”. Secondo me è rivoluzionaria! Vuoi mettere quanto tempo si risparmia? Certo che, pensandoci un attimo, il gusto di mandare qualcuno a quel paese dicendo “bufu” si perde completamente. Ipotesi di turpiloquio fra due tizi: Arturo: bufu! Michele: Come ti permetti? Ma bufu tu e tutta la famiglia tua! No, non funziona. P.S. per chi non lo avesse capito il “pb” nel paragrafo sugli sms significa problema.


Scadenzario Fiscale Anna Maria De Calisti commercialista

Lo Studio De Calisti A.M. saluta tutti i Lettori che si inoltrano nello scadenzario fiscale di Marzo 2019.

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Si rende noto della presentazione telematica della CU 2019 (Certificazione Unica in sostituzione del CUD) entro il giorno 7 marzo 2019, sia per dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi e collaboratori. Lo Studio rammenta, che avendo dipendenti o collaboratori occasionali, la scadenza del 18 marzo prevede: IRPEF, Ritenuta d’acconto, Contributi INPS. Entro il 18 marzo dovranno effettuare il versamento coloro che essendo titolari di Partita Iva si trovano sotto un regime IVA mensile (febbraio 2019). Inoltre, coloro che presentano il Modello per la Dichiarazione Anno IVA 2018 e risultano a debito dovranno effettuare il pagamento entro il 18 marzo. Si ricorda che il 18 marzo scade il pagamento della Tassa annuale per la tenuta dei libri contabili e sociali delle Società di capitali. Il 18 marzo non per tutti c’è il versamento della TOBIN TAX, l’imposta sulle transazioni finanziarie. Entro il 20 marzo chi non ha potuto pagare omettendo imposte e ritenute (non versate o versate in misura insufficiente entro il 18 febbraio 2019), con l’opportuno calcolo può ravvedersi.

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Con la scadenza del 25 marzo coloro che ne sono soggetti, devono presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat. Si rende noto che la scadenza del giorno 31 marzo 2019 (domenica) sarà spostata, pertanto i Sostituti d’imposta, Datori di lavoro, Enti pensionistici e Committenti dovranno presentare la propria CU 2019 (Certificazione Unica in sostituzione del CUD) ai dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi e collaboratori entro il 1 aprile 2019. Si informano i lettori che lo Studio essendo anche CAF CGN è in grado di fornire ulteriori servizi tra cui: • 730 per coloro che sono dipendenti, collaboratori, pensionati. • Gestione Badanti e Colf. • Mod. PF SP SC • Successioni. Lo Studio ringrazia per l’attenzione dei lettori e rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Studio De Calisti Anna Maria - Via Leonardo Mellano 72 - 00125 Roma - 06/52352585 cell. 3333087137 - e-mail: amdec@libero.it

Lo Studio offre servizi di consulenza del lavoro



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